La lacrima rossa

di darkness eyes
(/viewuser.php?uid=829156)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per una carta ***
Capitolo 2: *** Da lì comincia la loro storia ***



Capitolo 1
*** Per una carta ***


La lacrima rossa

La lacrima rossa che attraversò il mio viso pervase il mio animo facendolo sprofondare nella tristezza .
Da quel momento il mio corpo non si controllò più da solo . Ciò che stava accadendo era frutto di un gioco , un gioco che mi  avrebbe cambiato la vita .
Tutto partì da un mattino degli ultimi giorni di vacanza quando , con degli amici , entrai in una casa abbandonata . Molti dicevano che fosse infestata e io ammetto che fin dall’ inizio ne fossi spaventata . Ciò nonostante segui gli altri fino a quella che era l’entrata a lì mi fermai per qualche istante .  Era una casa piccola ma con un immenso giardino ; era costruita su due piani .
 Stetti a guardare l’edificio . Qualcosa già mi spaventava di quella casa ma non avrei capito cosa finchè  non sarei salita al piano di sopra . Quando entrai notai subito l’arredamento antico che , nonostante fosse passato molto tempo da quando la casa  era stata lasciata disabitata , era ancora in buone condizioni .
Mi avvicinai con lentezza alle scale e mi accorsi che c’erano molte carte per terra . Le raccolsi e solo dopo averle riunite mi accorsi di averne lasciata una ; la rigirai tra le mani e mi accorsi che dietro vi era scritto “ Comincia il gioco ;  se tu ascolterai la nostra storia presto saprai” .
Rabbrividii e dallo spavento feci cadere tutte le carte a terra .
Raggiunsi subito gli altri  e vidi che avevano lasciato una stanza vuota . Entrai in quella . Era una stanza più piccola delle altre e doveva appartenere a dei  bambini perché c’erano due culle. Mi ci avvicinai e notai che all’interno di ognuna c’era una bambola . Erano un maschio e una  femmina e probabilmente rappresentavano due gemelli perché si assomigliavano molto . Sui loro volti erano stati  disegnati occhi e bocca e le loro facce erano completamente bianche tranne sulle guance che erano state colorate di rosa . Fissai le due bambole per un momento e mi ricordai dove le avevo già viste ; quando ero una bambina passavo sempre davanti ad un negozio e nella vetrina c’erano due bambole  uguali a quelle che trovai nella casa . Rimasi a fissarle stranita ma poi mi diressi verso l’unica finestra della stanza . Ma mentre guardavo fuori sentii degli strani rumori provenire da dietro di me. Assomigliavano quasi un cigolio di una vecchia porta . Per un attimo fui indecisa tra girarmi o far finta di niente ma la mia curiosità mi portò a guardare quello che stava accadendo ; ora le bambole erano vicine , appoggiate a terra  e si davano la mano .  Dai loro occhi uscirono delle lacrime rosse . Quando le lacrime toccarono terra , le bambole si disintegrarono lasciando solamente una chiazza di sangue impressa sul pavimento di legno . Cercai di scappare da quella  stanza ma quando uscii trovai una carta per terra “  Ti sei spaventata , vero? Finalmente ci hai trovati  ” .
Non volevo  più rimanere in quella casa e pensavo che non ci sarei mai più tornata .  Avvertii gli altri che me ne sarei andata . Ma nello stesso momento in cui aprii la porta per uscire , una luce mi accecò e caddi a terra . Chiusi gli occhi . Non avevo più pensieri nella mente. L’ unica cosa a cui riuscivo a pensare era se mi sarei potuta salvare . Non volevo più riaprire gli occhi per quello che avrei potuto vedere ma ne  fui costretta ; se volevo uscire da quella casa dell’orrore  sarei dovuta scappare . Allora mi decisi . Mi incamminai verso la porta . Ma  più mi avvicinavo più quella si allontanava . Mi diressi , allora , verso le scale per raggiungere gli altri al primo piano ma mi accorsi che tutte le carte che avevo fatto cadere per terra non c’ erano più . Rabbrividii . Ciò che stava accadendo andava ben oltre ogni spiegazione logica . Se avessi raccontato a qualcuno questa storia non mi avrebbero creduto . Ma cosa importava ? Intanto non sarebbe cambiato nulla , anzi sarebbe tutto peggiorato . Infatti quando salii al piano di sopra per raggiungere gli altri li trovai tutti a fissare uno stesso punto fisso . Erano davanti alla finestra girati di spalle .
Io :” Hey ! Che fate?! “
Nessuno mi rispose .
Ma quando mi avvicinai per vedere cosa stessero facendo , si girarono tutti di scatto . La loro faccia era cambiata ; i loro volti erano diventati come quelli delle bambole . Sorrisero , ma i loro sorrisi esprimevano falsa felicità , o  meglio , cercavano di nascondere la loro tristezza .
Corsi subito al piano di sotto . Alla fine della scale un’ altra carta “ Il gioco chi lo vincerà ? Più tardi si saprà “.
Dopo averlo letto uscii subito da quella casa . Non appena aprii la porta ci fu un’ altra luce abbagliante e , poi , mi ritrovai di nuovo fuori .
 Fissai la casa . Dalla finestra le due bambole mi fissavano . Si stavano di nuovo tenendo per mano . Stretta nei loro pugni uniti c’era una carta . Qualcosa vi era scritto . La soluzione del gioco probabilmente. Il gioco a cui stavamo giocando , “Il gioco del terrore”. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Da lì comincia la loro storia ***


2  Comincia da lì la loro storia  
Ricevetti una chiamata .
Io :” Pronto ? Chi è ? “
Nessuno mi rispose . Le bambole non erano più dalla finestra .
Io :” Chi è che chiama ?”
Fu tempo di pochi secondi che dal cellulare  provenirono delle grida e un pianto di bambini .
Riagganciai la chiamata per lo spavento .
 Pochi secondi dopo sentii un grido stridulo . Era successo qualcosa dentro alla casa . Feci finta di niente e mi diressi sulla via di casa . Un’altra carta era per terra . Non aspettai un momento e la lessi .     “ Perché te ne vai già ? La storia deve essere finita di raccontare ” .
Gettai la carta a terra .
La strada verso casa mi sembrò lunga chilometri quando finalemente ,senza accorgermene arrivai  davanti all’entrata di casa mia . Rimasi ferma a guardare nel vuoto sempre immersa nei miei pensieri . Cominciai a pensare a quanto panico mi sarei presa se i miei genitori non erano ancora tornati . Quindi bussai alla porta anziché usare le chiavi . All’inizio nessuno rispose . Dopo poco la porta si aprì cigolando .
Io :” Ciao ! Siete già tornati ?”
Nessuna risposta .
Entrai in casa :”Ci siete ?”
Nessuna risposta un’altra volta .
Se c’era una cosa che non capivo era il perché nei film horror quando accadeva qualcosa di orribile le persone non se ne andassero  . Mi trovavo nella stessa identica situazione . Uscire e lasciarmi tutto alle spalle oppure seguire l’esempio dei film .
Ero presa dalla curiosità di sapere che cosa stava accadendo ma se mi fossi fatta prendere dall’agitazione avrei potuto cacciarmi in qualche casino .
Rimasi lì , ferma dov’ero , per decidere cosa fare . La cosa che mi convinse fu un  rumore da dentro alla casa ; era simile ad cigolio e nel contempo ad un pianto .
Chiusi la porta a chiave . Nello stesso istante in cui uscii cominciarono a fischiarmi le orecchie e a farmi male la testa .
Feci finta di niente . Ma il dolore aumentava . Allora mi avvicinai alla porta d’entrata e cominciai a guardare attraverso la serratura . Ci rimasi pochi secondi ma poi la porta si aprì di colpo . Caddi indietro urlando e sperando che non mi accadesse nulla .
“ Ma che fai ?”
Io :” Papà …”
“ Entra dentro “.
 Cercai di inventarmi qualcosa da dire ai miei genitori e poi corsi al piano di sopra seguita dagli sguardi dei miei genitori .
Entrai in camera e mi sedetti sul letto ma dopo un po’ mi addormentai .
Cominciai a sognare .
 Ero in camera . Mi alzai e mi guardai intorno . Una strana sensazione mi attraversò la mente , come se mentre dormivo fosse cambiato qualcosa .
Scesi al piano di sotto , mi avvicinai alla porta di ingresso e uscii. All’esterno , davanti alla casa, c’era un sentiero . Era fatto completamente d’acqua e costeggiato da strani alberi di vari colori . Misi un piede avanti e cercai di appoggiarlo . Riuscivo a camminarci.
Non sapevo dove stessi andando. Arrivai fino ad una casa . Era uguale a quella  nella quale avevo trovato le due bambole . Mi fermai e cercai di tornare indietro ma fu come se il mio corpo non si controllasse più da solo . Entrai nella casa . Era diversa . Sembrava che non fosse stata ancora abbandonata  . Sentii delle voci .
:” Cosa fate ? “
:” Niente mamma . volevamo andare a giocare fuori . “
:”Chiedete prima a papà .”
:”Papà ! Possiamo uscire ?”
:”Certo .”
Andai al piano di sopra . Un bambino e una bambina stavano correndo fuori . Mi accostai dietro alla porta per non farmi vedere. Li seguii senza farmi vedere finchè non arrivai nuovamente davanti alla stradina . I due bambini mi notarono e accennarono un saluto come se mi conoscessero . Ricambiai .
Mi svegliai . Era tutto solo un sogno .
Io :” Ma che cosa …”
Una prima lacrima di pazzia cadde sul mio viso .  Ma a quella rappresentava solo l’inizio di quel che stava succedendo e di quel che sarebbe accaduto nella mia mente .

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3073149