Una sfida per tutte noi

di Elejah4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: scappare da tutto. ***
Capitolo 2: *** Come tutto ebbe inizio con uno svenimento ***
Capitolo 3: *** La prima sfida: lupi e dimensioni bianche ***
Capitolo 4: *** La seconda sfida: uno splendido castello e la porta nel buio. ***



Capitolo 1
*** Prologo: scappare da tutto. ***


Spazio autrice: come si capisce dal mio nome, sono una fan della coppai Elena-Elijah, quindi, non aspettatevi Delena o Stelena. Inoltre, nella storia ci saranno scene Klaroline, Matt-Rebekah, Finn-Katherine e alcuni accenni di Bonnie-Kol.
Inoltre, non ho messo nessuna nota perché non avevo idea di che genere fosse la mia storia. Se pensate se sia AU o i personaggi OCC, avvisatemi così che possa rimediare.
Nonostante tutto, spero che la mia idea vi piaccia.
Fatemi sapere in molti cosa ne pansate e se vale la pena di continuare.
Grazie per la lettura :)

PROLOGO
(POV Elena)
Uscii di casa e andai a correre.
Quella sera ci sarebbe stato il ballo dei Mikaelson e tutti si erano messi d'accordo sul fatto che non avrei dovuto mettere piede in quella casa.
Loro, invece, avrebbero messo in pericolo la loro vita andando a vedere Ester.
No, Caroline avrebbe messo in pericolo la sua vita.
Mentre altra rabbia scorreva nelle mie vene, aumentai la mia andatura e iniziai a correre.
Volli allontanarmi da tutto e da tutti.
Rimanere sola, tranquilla, in pace.
Rallentai piano piano come non se non avessi più la forza di continuare a scappare dalla realtà.
Perché era quello che facevo: scappare dal ritorno di Klaus e l'arrivo dei Mikaelson, scappare dai miei sentimenti confusi, scappare dal dolore.
Prendendo un bel respiro, mi voltai e tornai a casa.

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Capitolo 2
*** Come tutto ebbe inizio con uno svenimento ***


Spazio autrice: ho visto che nonostante le tante visite (non so voi ma a me 51 sembrano tante) nessuno ha lasciato una recensione, anche minuscola, per farmi capire se la storia sarebbe piaciuta. 
Così ho deciso di pubblicare il primo capitolo per darvi un'idea più specifica di quello che sarà la storia.
Recensite in tanti, mi raccomando :)

CAPITOLO 1
(POV Elena)
Avevo ignorato tutti.
In quel momento mi trovavo alla festa girovagando per la sala annoiata.
Ester non si era fatta ancora vedere e io non sapevo chi dovevo cercare.
Nessuno mi parlava, come se fosse una punizione per essermi comportata male.
Ogni tanto vedevo Rebekah per le sale della casa e aveva sempre in mano qualcosa di affilato o pericoloso o mortale.
"In mano sua, tutto è mortale per me" pensai con una leggera smorfia.
Mi fermai in mezzo alla sala e alzai lo sguardo verso le scale.
Poi la vidi.
Se ne stava là, come se nulla fosse, ma io la riconobbi subito.
Non potevo non riconoscerla.
Klaus e Rebekah avevano preso molto da lei.
Dovevo capire cosa voleva.

(POV Elijah)
Vidi Elena salire le scale e la guardai confuso.
-Perché sta andando al piano superiore?- mi chiese Klaus di fianco a me.
-Non ne ho idea- ammisi e lo guardai leggermente preoccupato.
Al piano di sopra c'era nostra madre ed Elena si stava dirigendo da lei. 
Tornai a concentrarmi su Elena, vidi che si era fermata.
Guardandola meglio, vidi che traballava sulle sue gambe.
Ad un tratto, si appoggiò alla ringhiera.
Prima che qualcuno potesse vedere qualcosa, io ero sotto le scale.
Un secondo dopo, si levarono grida ed Elena cadde tra le mie braccia.
La sistemai meglio tra le mie braccia e poi camminai velocemente su per le scale, portandola in un posto tranquillo.
-Che è successo?- chiese Klaus seguendomi, mentre Kol, Finn e Rebekah riprendevano il controllo della festa.
-Sembra sia svenuta- dissi andando verso la mia stanza.
Klaus mi aprì la porta e io andai ad adagiare Elena sul letto, coprendola con una coperta.
Quando mi voltai, sulla soglia c'erano Caroline Forbes e Damon Salvatore.
-Stalle lontano- disse Damon ringhiando e facendo un passo avanti.
Tutti ci fermammo però quando vedemmo miss Forbes instabile sulle sue gambe.
Un attimo dopo, Klaus la prese tra le sue braccia prima che toccasse il pavimento.
Mentre la metteva sul letto di fianco a Elena, Kol sfrecciava su per le scale, con Rebekah svenuta tra le sue braccia.
-Andate a casa della strega Bennet- dissi- fate in fretta.
Damon partì immediatamente mentre io presi Rebekah tra le mie braccia, mettendola sul letto di fianco a Elena.
-Ma che succede?- chiese Kol guardando le ragazze confuso e preoccupato.
-Non lo sappiamo, ma non sono di sicuro semplici svenimenti- risposi.
-Un incantesimo?- propose Klaus.
Vidi il doppio senso della frase.
"Madre c'entra forse qualcosa?"
-Può darsi- dissi- Kol, torna al piano inferiore e assicurati che nessun'altra ragazza svenga di nuovo, poi, il più discretamente possibile, manda via tutti.
Kol annuì, per una volta serio, poi camminò verso l'uscita della mia stanza.
Mi tolsi la giacca, poggiandola su una poltrona e andai verso la mia libreria.
Forse, c'era qualcosa che poteva aiutarci.
-Pensi che madre c'entri con questo?
-Se è lei, perché colpire anche Rebekah? E cos'è questa cosa?
In quel momento, Damon tornò con Bonnie Bennet svenuta tra le sue braccia e una borsa a tracolla.
-Era sul suo portico quando l'ho trovata- disse mettendola sul divano che gl'indicai.
Klaus prese la borsa che Damon gli porse e controllò quello che c'era dentro.
-Sono dei grimori- disse alzando lo sguardo verso di me- pensi che potesse sapere quello che stava accadendo?
-Credo di sì. Non sarebbe mai uscita di casa così preparata solo per andare a prendere una boccata d'aria fredda. Lei sa cosa sta succedendo.
-Peccato che sia svenuta- commentò Damon.
-Non ce n'eravamo accorti- sibilò Klaus.
-Basta, tutti e due- dissi infastidito dai loro capricci- se vogliamo aiutare le ragazze, dobbiamo rimanere uniti.
Kol stava tornando di nuovo in stanza quando Elena prese a muoversi.
Sollevò il torace improvvisamente, un'espressione di sofferenza scritta in volto e accartocciò le coperte tra le sue mani.
Mi catapultai da lei, controllando cosa avesse.
Mentre le stavo controllando il polso, si mise di scatto a sedere e io feci un passo indietro.
-La borsa di Bonnie- disse scavalcando velocemente la sua amica e guardandosi intorno.
Klaus gliela tese guardandola incuriosito come tutti noi.
Elena prese il grimorio al suo interno poi andò verso la mia biblioteca, prese alcuni libri di latino, sulla caccia, le piante e poi un pennarello nero.
Mise tutto dentro la borsa e si voltò verso di noi.
-Che sta succedendo Elena?- chiese Damon, ma lei lo ignorò.
-Ho bisogno di molto sale, delle candele e che portiate le altre in una stanza molto grande.
-Elena- la fermai prendendola per il braccio prima che uscisse dalla stanza- che sta succedendo? Chi è a fare questo?
-Vostra madre e se non vi sbrigate, tutte noi saremo ancora più in pericolo di adesso.
-Ma che succede Elena?- continuai a domandare.
-Non posso dirlo Elijah- disse addolcendo i suoi toni.
Sembrava combattuta per un momento, poi posò la sua mano sulla mia guancia.
Rimasi sorpreso dal suo gesto.
-Ti prometto che porterò tutte indietro- disse con un sorriso.
Corrucciai ancora di più le sopracciglia mentre nuove preoccupazioni si crearono nella mia mente.
-Ora, per favore, lasciami andare e aiutami.
Annuendo la lasciai e lei seguì Kol, tornato con candele e sale, nella sala da ballo.

(POV Elena)
Mentre tutti portavano giù le ragazze, io disegnai col pennarello un pentagono con al suo interno una stella, poi, fuori da ogni punta, disegnai col sale un grosso cerchio in modo che ci stesse una persona.
Quando i ragazzi arrivarono, io stavo traducendo velocemente l'incantesimo in inglese.
-Mettetele ognuna dentro un cerchio, ma lasciate libero quello- e indicai quello davanti a me.
Io, intanto, ero all'interno del piccolo pentagono che aveva creato la stella.
Una volta finito di tradurre l'incantesimo, misi tutti i libri nella borsa e poi andai nel mio cerchio.
Dalle scale, intanto giunsero rumori di passi.
Andai velocemente a sistemare le candele, mettendone una ad ogni incrocio di lati della stella, poi entrai nel mio cerchio.
Guardai preoccupata il cerchio rimasto vuoto.
-Dai- mormorai- fai in fretta.
-Chi manca Elena?- chiese Elijah.
Non gli risposi: la porta si spalancò con un forte boato e poi comparve una figura nel cerchio.
-Mi devi...mi devi un grande favore- ansimò Katherine cercando di rimanere cosciente.
-Ricordati a chi hai tentato di togliere la vita- dissi con una smorfia.
Esther arrivò in quel momento e io lanciai il foglio alla mia antenata.
-Un passo indietro- dissi e tutti ubbidirono, dovendosi fidare di me.
Katherine mi fece un cenno col capo e io presi a cantare l'incantesimo insieme a lei.
-Dolce come il miele
Spietata come la lama.
Portatrice di disgrazie.
Maledizione funesta.
Oh Doppelganger 
Tu puoi redimerti.
Aiuta coloro che lo meritano
Solo allora tutto sarà finito-
Le candele si accesero, il fuoco colò da esse come se fosse c'era e incendiò il sale.
L'ultima cosa che vidi, fu il volto deturpato dall'ira di Esther.

Ricaddi in mezzo a un manto d'erba insieme alle altre, che nel frattempo si erano svegliate.
-Hai portato tutto?- chiese Bonnie andando verso la borsa.
Annuendo, andai verso il piccolo bottino che avevo raccimolato.
In mezzo ad esso scoprii che tutti avevano messo qualcosa mentre io e Katherine recitavamo l'incantesimo.
Caroline prese il bracciale di diamanti e lo mise al sicuro nella sua sacca.
Rebekah indossò con cura una collana che sembrava molto antica.
Bonnie osservò curiosa il grimorio che era comparso per lei, ma io non mancai di notare il volto sconsolato di Rebekah.
Katherine prese con cura un anello d'oro e, appena pensò che nessuno la stesse guardando, se lo infilò all'anulare sinistro.
Abbassandomi sul terreno, vidi che era rimasto solo un oggetto.
Raccogliendolo, lo rigirai attentamente tra le dita.
Era un medaglione molto semplice, un ovale dorato abbastanza grande, ma sopra c'era decorato in  basso rilievo un intreccio di rose che formava delle lettere. 
E.M.
Aprendo il medaglione, scivolò fuori da esso un bigliettino.
Lo raccolsi e lo aprii.
-Mi hai promesso di riportale tutte indietro e tra tutte, sei compresa anche tu. Abbiamo un affare, non spezzarlo.
Un sorriso strisciò sul mio volto come vidi la calligrafia di Elijah, così elegante nonostante avesse scritto di fretta.
Misi il pezzo di carta al suo posto, poi indossai il medaglione, assicurandomi che fosse al sicuro sotto la divisa da combattimento apparsa su ognuna.
Insieme, ci voltammo verso il bosco dove sarebbe iniziata la nostra prima prova.
-Scopriamo il nostro destino- dissi insieme a Katherine.

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Capitolo 3
*** La prima sfida: lupi e dimensioni bianche ***


Spazio autrice: ringrazio Ipsedixit per la correzione della storia. Ora, trovo che quello che sto per fare sia una cosa inutile e fastidiosa, ma la farò comunque. Se la storia non riceverà tre critiche (non importa se positive o negative, basta che non ci siano insulti di alcun genere) non pubblicherò più.
Dopo aver detto tutto, vi auguro buona lettura.

CAPITOLO 2
(POV Elena)
-Aspettate- ci fermò Caroline- che cosa dovremmo fare?
-Tutto- dissi stringendomi nelle spalle- aiutare, uccidere, salvare persone.
-E tu ne sei a conoscenza perché...?- Bonnie mi guardò in attesa di una risposta.
-Sono una Doppelganger. Quando davanti a noi compare una maledizione, la riconosciamo subito, poiché noi stesse siamo una maledizione vivente.
Il resto delle ragazze aprì la bocca sorpresa.
-Forza, andiamo a vedere cosa ci attende- disse Caroline e tutte ci incamminammo nel bosco.
Dietro di me sentii un fruscio.
Guardai indietro, ma non vidi niente.
Scuotendo la testa, allontanai quei pensieri e continuai a camminare.

(POV Elijah)
Una volta che il fuoco si fu abbassato, guardai incredulo e spaventato la pista da ballo deserta.
In un secondo, due delle persone più importanti della mia vita erano scomparse e forse non sarebbero più tornate indietro.
Scossi la testa.
"No, Elena e Rebekah ce la faranno, così come Bonnie, Caroline e Katerina"
La mia testa si bloccò alla vista di madre.
-Non lo farei se fossi in te- dissi quando la vidi pronta a fare un incantesimo.
Osservai come Finn camminò verso di lei, fermandosi di fronte.
-Sei un tale mostro- disse disgustato.
-Voi siete i mostri.
-E' vero- annuii camminando verso di lei- ma oggi siamo ciò che siamo perché così avremmo potuto proteggere le persone che amiamo. Siamo temuti e chiunque tiene alla propria vita non ci minaccia.
-Uccidete persone innocenti!
-Elijah non uccide più un innocente da 60 anni!- sbuffò Klaus infastidito- Rebekah non uccide se non sfidata, Kol sa che non deve farlo o tornerà in una bara e Finn non ne ha mai avuto il tempo.
Nostro fratello fece una smorfia a quell'affermazione, ma poi si spostò di lato a madre così che tutti potemmo osservarla.
-Ora- dissi facendo un passo avanti a tutti- dobbiamo capire cosa fare con te una volta che loro torneranno.
-Se torneranno- disse madre- nessuno è mai riuscito a rompere questa maledizione.
-Nessuno è come loro- ribattei- ricordati che sono due Doppelganger, una vampira Originale, la strega Bennet più forte e una vampira con una furbizia che si è vista in pochi. Combinate, possono benissimo farcela.
-Nessuno di voi sa cosa dovranno affrontare.
-Illuminaci.
-Credo che non lo farò. Ora, io mi ritiro nelle mie stanze.
Si voltò e se ne andò senza una nostra risposta, lasciandoci soli con un pentagono disegnato,un pennarello nero sul pavimento e un leggero odore di bruciato nell'aria.

(POV Elena)
Camminammo nel bosco per ore.
-Cosa dovremmo fare esattamente?- sbuffò Rebekah di nuovo.
-Non lo sappiamo- ringhiò Katherine- ora zitta e cammina.
-Come ti permetti di parlarmi così!
-Basta!- dissi frapponendomi tra le due- se iniziamo a litigare tra di noi, non troveremo mai la prima prova.
Le due vampire si lanciarono sguardi di odio, poi annuirono e riprendemmo a camminare.
Dopo venti minuti, gli alberi iniziarono a essere meno fitti.
Alzando lo sguardo verso il cielo, potei vedere delle piccole scie di fumo salire.
-C'è un villaggio!- esclamò Bonnie.
Prendemmo a camminare più rapidamente, ma prima di giungere al villaggio, il buio calò velocemente.
-Che sta succedendo?- sussurrai rallentando il passo per renderlo più silenzioso.
Tirai fuori i pugnali dai loro foderi e mi assicurai di avere una presa salda su di essi.
Prima che qualcuno potesse rispondere, ci fu un grido di un maschio, un ragazzo.
-Henrik!- esclamò Rebekah e sfrecciò via.
Katherine e Caroline presero velocemente me e Bonnie per la vita, andando dietro alla vampira.
Ci fermammo in una radura: Rebekah stava ringhiando a dei lupi mannari, cercando al tempo stesso di proteggere il corpo del fratellino in punto di morte.
-No- fermai le mie compagne- questa è la sua prova.
I lupi, dopo aver tentanto di saltare ancora addosso a Henrik, ma fermati da Rebekah, se ne andarono.
-Henrik- sussurrò la vampira inginocchiandosi vicino al fratello.
-Rebekah- mormorò il ragazzo in fin di vita- aiutami.
Rebekah lo guardò con le lacrime agli occhi, cercando di capire cosa stesse succedendo.
Dopo alcuni secondi, alzò lo sguardo verso di me.
Io scossi piano la testa e lacrime sgorgarono dai suoi occhi, sapendo che la sua prova era quella di non salvare il fratello.
-Ehy- sussurrò mettendo la testa di Henrik sul suo grembo e guardandolo negli occhi- stai andando in un postomigliore.
-Rebekah, non voglio morire.
-Ci rivedremo amore. Un giorno staremo di nuovo insieme. Sempre e per sempre.
Poi prese a canticchiare una canzone.
Il respiro di Henrik divenne affannoso, il petto si muoveva spasmodicamente cercando di prendere più aria possibile.
Un rantolò uscì dalla sua gola e poi s' accasciò senza vita tra le braccia delle sorella.
Rebekah, con un singhiozzo più forte degli altri, chiuse gli occhi al fratello.
Intorno a noi tutto divenne bianco.
-Che sta succedendo?- chiesi guardandomi intorno.
-Non lo so- scosse la testa Katherine.
-Ragazze!- esclamò Rebekah.
Ci voltammo verso di lei.
Stava diventando lentamente invisibile, partendo dalle dita.
-Ragazze aiutatemi!- urlò spaventata.
Corsi verso di lei.
-Calma, Rebekah, devi calmarti.
-Sto scomparendo! Non ha funzionato.
-Rebekah la sfida non è ancora finita. Devi rimanere calma.
-Non ce la faccio- ansimò mentre vedeva le sue braccia scomparire piano piano, pezzo dopo pezzo.
-Ehy, guardami- dissi facendo incontrare i suoi occhi con i miei- sai che mi hai messo una gran paura quando sei uscita dalla tua bara?
-Mi sembra ovvio, ti stavo per uccidere!- esclamò.
Mi mordicchiai il labbro.
Dovevo distrarla da quello che le stava succedendo per permetterle di superare la sfida.
-Mi piace tuo fratello Elijah!- esclamai a lei sbarrò gli occhi.
-Che cosa? -E' più una cosa fisica, ma potrebbe essere di più.
-E io cosa c'entro?
-Voglio che gli dici una cosa quando tornerai. Posso fidarmi di te?
Lei annuì.
-Voglio sentirtelo dire Rebekah.
-Puoi fidarti di me Elena- disse seria.
-Voglio che dici a Elijah che abbiamo un affare.
-Solo questo?
-Solo questo.
Le sorrisi e lei ricambiò con un piccolo, innocente, timido sorriso.
Poi, scomparve.

(POV Elijah)
Era mattina quando sentimmo un tonfo nella sala da ballo.
Sfrecciammo tutti verso di essa, vedendo Rebekah nel suo cerchio.
Prima che potesse dire qualcosa, le corsi incontro e controllai che stesse bene.
-Elena mi ha detto di dirti una cosa- disse guardandomi.
-Ti ascolto- la spronai a parlare.
-Ha detto che avete un affare.
Un piccolo sorriso spuntò sulle mie labbra.
-Bekah!- urlò Kol e mi scostai, permettendo ai due di abbracciarsi.
-Tornerà- dissi camminando verso Klaus.
Il suo sguardo era fermo sul cerchio di Caroline.
-Anche Elena tornerà. Torneranno tutte.

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Capitolo 4
*** La seconda sfida: uno splendido castello e la porta nel buio. ***


Spazio autrice: è vero, non ho raggiunto le tre recensioni, ma Crespuscolina13 mi ha chiarito che la storia è ancora abbastanza confusa, così ho deciso di pubblicare un capitolo per chiarire le idee. Spero che con questa decisione più persone recensiranno la mia storia: desidero davvero sapere cosa ne pensate. Piuttosto dite che è orribile e ma fatelo! 

CAPITOLO 3
(POV Elena)
Dopo che Rebekah scomparve, mi voltai verso le altre.
-Ora dovrebbe succedere qualcosa?- domandò Caroline guardandosi intorno.
-Non lo so- risposi sincera- mettiamoci sedute e aspettiamo.
Tutte annuimmo.
In mezzo a quella distesa di bianco sembravamo sospese nel nulla.
Inoltre, il tempo sembrava scorrere fermo.
Niente cambiava e sembrava essere passata un'eternità dalla scomparsa di Rebekah, poi notai un particolare.
-Là!- esclamai alzandomi e indicando ciò che si stava formando poco distante da noi.
-E' una porta!- urlò Bonnie e poi corremmo tutte verso di essa.
-Sta svanendo!- ringhiò Katherine.
Più correvamo e più la porta sembrava distante e più tentavamo di andare veloci e più la porta spariva.
-Fermi!- urlò Bonnie e ci bloccammo insieme a lei.
-Bonnie, andiamo o rimarremo bloccate qui!- dissi agitata tentando di trascinarla.
-Non capite?- chiese e noi la guardammo confusa- dobbiamo lasciare che la porta scompaia se vogliamo raggiungere la prossima tappa. Questa non è altro che una prova.
Aprii la bocca sorpresa, ma poi annuii e aspettai che la porta scomparisse come aveva fatto Rebekah.
Quando tutto tornò bianco, ci fu una luce accecante.
Mi riparai gli occhi con una mano e quando la scostai, ci trovammo tutte in un corridoio di un castello.
-Fa freddo- sussurrò Caroline stringendosi nella sua giacca, mentre nuvolette d'aria uscivano dalla sua bocca.
-Andiamo avanti e cerchiamo di capire cosa succederà- disse Katherine e tutte le camminammo dietro.
Guardai la mia antenata.
Sembrava sicura di sè in quel luogo, destreggiandosi senza difficoltà nel labirinto che era quel corridoio.
-Katherine- la fermai mettendole una mano sulla spalla- sei già stata qui?
Lei si voltò verso di  noi, guardandoci dubbiosa.
-Sì- rispose infine- è dove stavano gli Originali quando sono andata a vivere da loro. Era uno dei tanti loro castelli e ci abbiamo trascorso l'estate del mio primo anno qui.
-E quello?- chiese Bonnie indicando il suo anello, notandolo in quel momento.
-Qui è dove mi sono sposata. Con Finn Mikaelson.
Sbarrai gli occhi insieme alle mie amiche.
-Klaus l'ha fatto tornare per il compleanno di Rebekah e ci siamo conosciuti. Il nostro rapporto era segreto: se Klaus l'avesse scoperto, sarebbe andato su tutte le furie. Eravamo felici insieme, innamorati l'una dell'altro, così decidemmo di sposarci e scappare. Una volta finito il matrimonio eravamo pronti a partire, quando Klaus si è presentato davanti a noi. Pugnalò Finn e mi prese per portarmi al rituale. Lo stesso giorno scappai e il resto è storia.
Annuii, essendo l'unica a sapere cos'era successo quando era scappata.
-Bene, quindi questa è la tua prova- disse Caroline e Katherine annuì- andiamo allora, così che potrai tornare a casa.
Riprendemmo a camminare per i corridoio finché non arrivammo in una sala circolare.
La stanza era spoglia, alcuni punti erano bruciati e le finestre sbarrate con assi di legno.
Katherine si portò una mano alla bocca, guardando la zona sconcertata.
-Che succede?- bisbigliai andandole incontro preoccupata.
-E' dove mi sono sposata- raccontò cercando di ricomporsi, ma tutte vedevamo che le era difficile- era così magnifico. C'erano fiori freschi che crescevano lungo le pareti, le finestre davano sul lago vicino al castello e ai campi coltivati e l'altare di marmo bianco era uno dei più belli che abbia mai visto. Il più bello in assoluto.
Le misi una mano sulla spalla, stringendo leggermente e lei riuscì a ricomporsi.
Mi fece un cenno con la testa, poi camminò verso il centro della stanza.
Noi, rimanemmo indietro lasciandole affrontare la sua prova.
-Katerina.
Kaus emerse dal buio e tutti noi lo guardammo attentamente.
-Che succede?- chiese Katherine quando vide che aveva in mano un paletto di legno.
-Ho ucciso Finn- rispose come se nulla fosse.
Per la prima volta, vidi Katerina Petrova.
La mia antenata cadde in ginocchio, soffocando un urlo portandosi le mani alla bocca e prese a piangere in modo compulsivo.
-Non invocava pietà. Lui voleva morire, detestava questo mondo e quello che era diventato, così, io l'ho aiutato.
-Era tuo fratello!- urlò Katherine saltandogli addosso.
Klaus la schivò facilmente, sfrecciando dall'altra parte della stanza.
-Prima di ucciderlo, mi ha detto che ti voleva al suo fianco e mi ha chiesto di darti questo.
Klaus le lanciò il paletto di legno, poi scomparve.
Guardai la lotta negli occhi di Katherine.
Vivere o uccidersi per vedere finalmente il suo amore dopo tanto tempo?
Sapevo, però, che la voglia di vivere di Katherine, il suo istinto di sopravvivenza era molto elevato, tanto che si era impiccata per diventare una vampira e vivere per sempre.
Era così forte, che ormai Katherine stessa era l'istinto di sopravvivenza.
Mi mordicchiai il labbro quando la vidi abbassare il braccio, le mani pronte a lasciare andare il paletto di legno.
Rimasi sorpresa quando la sua presa si fece improvvisamente salda, determinazione che bruciava nei suoi occhi, e alzò il pugnale, affondandolo velocemente nel suo petto.
Cadde di nuovo in ginocchio, ansimando mentre sangue fuoriusciva dalla ferita, poi cadde per terra, la sua pelle che diventava grigia.
Quando lo fu del tutto, sparì in un lampo di luce e noi ci trovammo di nuovo nella zona bianca
Senza Katherine.

(POV Elijah)
Era passato un giorno e nessun'altra ragazza era arrivata.
Stavo leggendo il giornale dopo aver finito il mio pranzo, quando sentii un gemito dalla sala da ballo.
Corsi insieme a tutti verso di essa, fermandomi sulla porta quando vidi che era Katerina.
-Amore!- esclamò Finn correndole incontro.
-Finn!- urlò Katerina.
Distolsi lo sguardo quando si riunirono, lasciandogli un momento tutto per loro.
Rebekah mi venne vicino e mi posò una mano sulla spalla, poi fece lo stesso con Klaus.
Katerina tossì e tutti noi vi voltammo verso di lei.
-Io e Finn staremo di nuovo insieme- disse seria e Finn le strinse a sè, annuendo.
-Se voi non l'accettate- continuò nostro fratello- io e Katerina ce ne andremo. Ora non permetterò a nessuno di dividerci, lotterò coi denti se necessario, ma noi staremo insieme.
-Non c'è bisogno che ve ne andiate- disse Klaus- per troppo tempo ho impedito la tua felicità Finn e se Katerina ti rende felice, posso arrivare a tentare di non ucciderla.
Finn annuì, capendo che quello era tutto quello che avrebbe ricevuto da Klaus.
Passandomi una mano tra i capelli, tornai in salotto insieme a tutti.
-Elijah- mi fermò Katerina.
Tutti camminarono distanti, lasciandoci tempo per parlare.
-Elena sta aiutando tutte noi e credo che sarà l'ultima a tornare.
-Peché mi dici questo?
-Perché la sua sarà la sfida più difficile e potrebbe non tornare. Voglio che tu sappia che esiste questa possibilità e che ti prepari.
-Apprezzo il gesto, ma non ce ne sarà bisogno: Elena è forte e saggia e saprà come superare le sue prove.
-Non sono prove fisiche quelle a cui siamo state sottoposte Elijah- mormorò cupa Katerina- quella che Elena dovrà affrontare sarà una lotta contro sè stessa, contro i suoi demoni peggiori. Tutte noi dobbiamo superarli per tornare qui.
Annuii e poi tornai con lei dagli altri.
Al piano di sopra, intanto, madre non era ancora uscita dalla sua camera.
-Cosa crediate che stia facendo?
-Non lo so, ma niente di buono visto che ha bloccato la porta- rispose Klaus.
Ripresi il mio giornale e ritornai a leggere.
"Potrebbe non tornare"
Quelle parole continuarono a tormentarmi finché non andai a dormire e anche nei miei sogni non mi lasciarono tregua.

(POV Elena)
Eravamo sedute nel bianco ad aspettare la porta, quando qualcosa cambiò.
In lontananza, tutto divenne nero. 
-Che succede?- chiese Caroline preoccupata alzandosi in piedi.
Il nero avanzava velocemente verso di noi, inghiottendo tutto il bianco.
-Ragazze, là c'è la porta!- esclamai indicandola.
Questa volta era aperta e mostrava parte di una strada.
Corremmo verso di essa, capendo che quella volta saremmo dovute entrare nella porta, e cercando di precedere il nero.
Putroppo, questo vinse, ma la porta rimase, solo sospesa nel vuoto.
-Che facciamo?- esclamò Bonnie con le lacrima agli occhi.
Ormai il nero ci stava per raggiungere e non credevo che anche noi avremmo galleggiato come la porta.
Se non fossimo arrivate in qualche modo ad essa, saremmo scomparse nel nulla.
-Datemi la mano- dissi tendendo le mie verso le mie due amiche.
Titubanti, la presero.
-Vi fidate di me?
-Con tutta me stessa- risposero in sincrono.
-Allora correte.
Tirandole dietro di me, corsi verso il nero e la porta.
Quando misi un passo sul vuoto, chiusi gli occhi e continuai a correre.
Poco dopo, le mie ginocchia cedettero e trascinai le mie due amiche a terra.
Aprendo gli occhi, mi trovai in una strada asfaltata.
-Ce l'abbiamo fatta!- esclamai con le lacrime agli occhi.

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