I'll be your bodyguard.

di StelladelLeone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: il mondo complotta contro di me! ***
Capitolo 2: *** Il ritorno del furetto mannaro! ***
Capitolo 3: *** La quarta guerra magica è appena iniziata! ***
Capitolo 4: *** Convivenza pacifica? Impossibile. ***



Capitolo 1
*** Prologo: il mondo complotta contro di me! ***


YOOOOOOOOOOOOOO MINNAAAAAA!! Per chi non mi conosce (tutti) sono una novellina fissata con l’arte dello scrivere che ha deciso di lanciarsi con la sua Beta, ShiningCrow *fa partire gli applausi registrati* *spegne il registratore minacciata dalla scrittrice Alfa*, in una nuova avventura, ovvero una Dramione diversa: comica, IC, avventurosa e romantica; una Dramione che non presenti cose strane come Drachi palestrati o Hermioni coi capelli alla Marilyn Monroe. Noi speriamo davvero di riuscirci e ci appelliamo alla corte per consigli e rimproveri (chissà, magari anche dei complimenti u.u).

Parlando della storia: è finita la II Guerra Magica, Hermione e Ron non sono più insieme (capirete poi) e lei ha deciso di tornare a Hogwarts con Ginny per terminare i suoi studi; purtroppo un piccolo imprevisto renderà la vita alla nostra amata Prefetto perfetto impossibile…

Buona lettura dalle vostre amatissime (n.d.a. seeeee) autrici! *fanno partire standing ovation registrata*

 

I'll be your bodyguard.

 

Prologo: il mondo complotta contro di me!

 

 

 

Hermione si morse il labbro inferiore, agitata, e si guardò intorno. Kingcross era la solita stazione caotica e piena di vita di sempre, nonostante fossero passati solo sei mesi dalla fine della guerra: bambini correvano di qua e di là, pavoneggiandosi dei loro famigli, salutando vecchi amici, o semplicemente ammirando il treno, eccitati poiché era il loro primo anno, mentre i genitori piangevano, salutavano i figlioletti che cercavano di scappare, facevano le ultime raccomandazioni e dicevano a chiunque passasse loro a fianco che “Quello è mio figlio”.

Con una strana malinconia si rese conto di quanto avesse già vissuto questa situazione anni e anni fa, quando ancora era una piccola undicenne con i capelli davvero troppo crespi, i denti da castoro e la voglia incontenibile di trovare il suo posto in quel mondo magico in cui si era ritrovata inaspettatamente scaraventata: lei, confusa e un po’ spaurita, senza genitori, quel giorno perché erano babbani e non potevano entrare, mentre ora perché erano chissà dove in Australia; sola nella folla in mezzo a tutti quei maghi che non conosceva, anni fa perché ancora non aveva incontrato Ron ed Harry, invece quella mattina perché loro avevano deciso di non tornare a Hogwarts per il settimo anno.

Una specie di déjà-vu.

Sospirando si chiese se in quel marasma sarebbe mai riuscita a trovare Ginny prima di salire sul treno, una delle poche tra i suoi amici che aveva deciso di ritornare a scuola: Harry e Ron infatti avevano iniziato l’addestramento per diventare Auror e non avevano nemmeno potuto accompagnarla alla stazione, nonostante ci avessero pensato cinque altri Auror super-addestrati a proteggere una dei salvatori del mondo magico. Non che lei li volesse. O almeno, non Ron. Anzi, Ronald.

Cadendo in oscuri pensieri iniziò a torturarsi una ciocca crespa di capelli, che ovviamente avevano la solita avversione per parole come “ordine”, “cura”, “spazzola”, “lisci” o ancora “decenza”, e tentò nuovamente di avanzare tra le persone trascinando il suo enorme baule, pieno dello stretto indispensabile (più o meno).

“Signorina Granger?” chiese educato uno degli Auror al suo fianco tendendogli una mano per aiutarla, ma lei scosse la testa. Perfetto esempio di orgoglio Grifondoro si auto-riteneva una ragazza assolutamente capace di cavarsela da sola. Ovviamente lei avrebbe potuto usare la magia, ma le era stato consigliato, o ordinato, di usarla il meno possibile finché non fosse arrivata tra le mura della scuola.

L’uomo alzò gli occhi al cielo maledicendo la testardaggine delle star e beccandosi un’occhiataccia da far cadere la barba a Merlino per la paura dalla nostra dolce eroina.

“Signorina allora, per favore, la smetta di avanzare! Chiamerò la sua guardia del corpo con il Ministro della Sicurezza e chiederò loro di venire qui.” Le ordinò infine il pover’uomo esasperato, fermandola con le mani e sperando poi di continuare ad averle attaccate alle braccia.

Ma Hermione non gliele staccò a morsi, limitandosi a guardar male sia lui che il baule, prima di sbatterlo a terra e sedercisi sopra, con molta grazia e leggiadria, mugugnando tutta la sua disapprovazione.

Già, perché la bella novità di quell’anno, giusto per donarle ancora un po’ di buon umore, era che avrebbe avuto una guardia del corpo a scuola. Ovviamente la scelta non era sua e ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma era stata l’unica possibilità per lei di riprendere gli studi.

Dopo la caduta do Voldemort, infatti, gran parte dei Mangiamorte erano fuggiti e vagavano liberi, molti meditando vendetta contro coloro che lo avevano sconfitto. E indovinate chi era il numero uno della loro lista: Hermione Granger, signore e signori!

Harry metteva troppo paura ed era considerato troppo protetto, Ronald, troppo stupido e pericoloso visto che anche lui frequentava il corso Auror; e quindi chi rimaneva se non lei?!

Hermione si prese la testa fra le mani gemendo dalla disperazione. A peggiorare il fatto di essere sulla lista di tutti gli assassini del mondo magico, gli incantesimi di protezione della scuola non erano ancora stati ricostruiti e ci sarebbe voluto almeno un anno perché li rimettessero in piedi, esponendola ad un grosso rischio; quindi, la prima risposta che aveva ricevuto quando aveva espresso il suo desiderio di tornare a Hogwarts era stata un “No!” corale che si era sentito fino in Canada. Per sua fortuna, però, a furia di ritrattare con la Preside Mc Granitt, erano giunte al compromesso che l’anno seguente sarebbe tornata a scuola con una guardia del corpo in incognito, scelta dal Ministro della Sicurezza, perfettamente addestrata.

In poche parole, aveva il baby-sitter.

Con stizza aprì la sua fidata borsetta di perline, che non aveva osato lasciare a casa, ed estrasse un voluminoso e polveroso libro in cui tuffò il naso nella speranza di estraniarsi completamente da quel mondo che, a suo dire, stava complottando contro di lei.

“Signorina Granger?” qualche minuto dopo, un incauto osò disturbare la sua interessante lettura; l’agguerrita grifondoro alzò la testa oltre il bordo del libro e fulminò l’essere che le stava davanti. Quando si rese conto che le sue minacce di morte imminente erano rivolte al Presidente della Sicurezza, si alzò di botto, chiudendo di scatto il libro e portandoselo al petto, per poi, rossa per l’imbarazzo, cercare di comportarsi civilmente.

“B-buongiorno signore! Mi scusi se ho dovuto farla venire qui, spero non sia stato un problema…” ingioiando tutto il nervosismo che aveva in corpo per il fatto che stava per conoscere la ragazza, o il ragazzo, che sarebbe stato attaccata/o a lei per tutto l’anno, si sforzò di sorridere, mentre le sue mani stringevano convulsamente il libro consunto dal tempo.

“Non si preoccupi signorina, non è niente di grave. Come ben sa, sono qui per presentarle il ragazzo che da ora e in poi ha il compito di proteggerla con la sua stessa vita.” Incominciò a spiegarle l’uomo mentre lei aggrottava le sopracciglia al pensiero che qualcuno si potesse sacrificare per lei: era una cosa ingiusta! Si ripromise che quando avrebbe finito la scuola sarebbe diventata Ministro per difendere i diritti degli Elfi e delle guardie del corpo maltrattate.

Incurante della smorfia di disappunto di Hermione, il Ministro continuava a parlare.

“Le assicuro che è il candidato più indicato, particolarmente raccomandato, dopo molte riflessioni, da tutti i professori di Hogwarts e che ha seguito in questi ultimi tre mesi corsi specializzati, persino di combattimento babbano, per poter adempiere al suo compito perfettamente; inoltre le assicuro che non le nuocerà in nessun modo.” Concluse infine sorridendole.

Hermione annuì perplessa: perché mai avrebbe dovuto pensare che la sua guardia del corpo avrebbe potuto nuocergli?!

“Ragazzo, vieni avanti.”

Un ragazzo alto qualche decina di centimetri in più di Hermione, con i capelli biondo platino e gli occhi grigi come il metallo e vestito con camicia bianca, jeans neri e giacca nera, si fermò davanti a lei.

“Buon giorno signorina Granger.” Salutò Draco Malfoy ghignando e caricando di sarcasmo le parole “signorina”, “Granger” e anche “Buon”.  Okay, il sarcasmo trasudava da tutta la frase.

La poverina spalancò gli occhi e il libro le cadde di mano, cadendo con fragore sul marmo della stazione, incrinandolo.

Boccheggiò per un attimo mentre i suoi pensieri si accavallavano uno sull’altro, frenetici, per poi concludere, dopo un ragionamento altamente logico e sensato, che il biondino si era trovato semplicemente al momento sbagliato nel posto sbagliato; quindi si sporse a guardare dietro le sue spalle.

Lui fece un smorfia e si scompigliò i capelli, come a non credere alle parole che stava per pronunciare.

“Smettila di far finta di non capire, Granger. Sarò io la tua guardia del corpo.” Sputò infine guardando la ragazza davanti a lui, che fino a trenta secondi prima lo ignorava tranquillamente.

Per un attimo si chiese se fosse entrata in shock anafilattico e cercò di ricordarsi che incantesimo gli avevano insegnato al corso e che avrebbe dovuto fare per salvare la vita della sua “cliente”; non gli sembrava appropriato iniziare il suo lavoro di guardia del corpo con una gita al San Mungo.

“C-C-C-C-COSAAAAAAAAAA?!?!??!?!” urlò infine Hermione Granger, ragazza dalla pazienza infinita, dal linguaggio forbito e dalla mente fredda e lucida in qualsiasi situazione.

“Anche io sono felice di vederti Mezzosangue.” Alzò gli occhi al cielo Malfoy, ghignando ancora e godendo un mondo per la reazione della ragazza: trovava impagabile farle saltare completamente i nervi.

“NO! LUI NO!” il tono della sua voce si alzò di alcune ottave, mentre il Ministro si metteva tra i due, nella speranza di fermare la furia che una piccola frase aveva scatenato.

“S-signorina l-le assicuro c-che non c’è pericolo che Draco le faccia del male…”

“LO SO BENISSIMO! SE NON SI RICORDA SONO STATA IO UNA DEI SUOI TESTIMONI PERCHÈ NON FINISSE AD AZKABAN!!” urlò ancora Hermione cercando di strangolarlo con gli occhi. Draco da parte sua se la rideva beatamente, chiedendosi passivamente cosa sarebbe rimasto del Ministro.

Cinque mesi prima, infatti, la famiglia Malfoy era stata processata, ma grazie alle testimonianze di Harry, Ron ed Hermione, oltre che al Veritaserum, (ok, forse solo grazie al Veritaserum) a Narcissa e a Draco era stato risparmiato Azkaban. Il Veritaserum, infatti, aveva rivelato che Narcissa seguiva Voldemort solo perché temeva per suo marito e Draco perché era ricattato sempre da Voldemort in persona, che minacciava di uccidere i suoi genitori, caduti in disgrazia presso di lui.

“M-ma allora che problema c’è allora?” chiese il poveretto alla grifondoro in piena crisi isterica.

“CHE PROBLEMA C’È?! Le dico io che problema c’è: che quest’essere con cui lei mi sta imponendo di vivere per un anno è il peggior vanitoso, sadico, sarcastico, permaloso, insopportabile, detestabile, spocchioso furetto tinto che il mondo magico abbia mai visto! ECCO QUAL È IL PROBLEMA!” concluse Hermione dopo aver tolto di mezzo il Ministro, puntando un dito contro il petto di Draco.

“Malfoy sarebbe felicissimo di farmi ammazzare solo perché mi detesta!”

La rabbia gelida deformò i lineamenti prima impassabili di Draco.

“Ma quanti complimenti, Mezzosangue! Ti ricordo, però, che tra i due, quello che soffrirà di più, sarò io, accollato ad una secchiona, coi capelli crespi e i dentoni, che passa la sua vita attaccata ai libri!” Il veleno della serpe arrivò al cuore del grifone, che però nascose agli occhi del nemico la ferita e ricambiò sarcastica.

“Scusa tanto se non sono all’altezza delle sue aspettative, Milord! Ma se non mi sbaglio sono stata io ad averle salvato il fondoschiena da una vita in prigione!”

“A questo punto meglio la prigione!”

“Allora perché hai accettato di farmi da guardia del corpo?”

Malfoy rimase per un attimo disorientato dall’improvviso cambio di direzione della “conversazione”, trovandosi a guardare gli occhi castani della ragazza: confusi, arrabbiati e curiosi.

Poi fece una smorfia e la fulminò dall’alto del suo metro e ottanta.

“Perché non voglio finire ad Azkaban; quindi vedi di star zitta e buona, lasciandomi scontare la mia punizione, Mezzosangue!”

“Mi consideri una punizione?!”

“Dev’essere un complimento rispetto a quello che la gente di solito pensa di te, Sangue sporco!”

A questo punto la famosa pazienza di Hermione andò a farsi un giro e la ragazza sfoderò la bacchetta con un ghigno inquietante.

Malfoy si allontanò da lei ed estrasse la bacchetta.

Un movimento impercettibile e uno stormo di deliziosi canarini dorati dai becchi affilati come coltelli si lanciò sul volto curato di Draco, che ebbe appena il tempo di evocare un scudo.

Hermione fece virare nuovamente lo stormo per mandarlo nuovamente all’attacco.

“NOOOO!!” il Ministro si lanciò tra i due, e lo stormo si infilzò nella sua schiena (e più in basso); dopo aver fatto evanescere gli adorabili canarini, irato ed esasperato li disarmò e prese possesso delle loro bacchette.

A questo punto la prefetto Hermione arrossì d’imbarazzo per la sua reazione e il suo gesto e cominciò a balbettare scuse a casaccio, pregando che il terreno fosse magnanimo e la inghiottisse, mentre il biondo, ripresosi e calmatosi, tendeva freddo e composto una mano per riavere la bacchetta.

Il Ministro lo guardò sospettoso.

“La bacchetta, signore. Le assicuro che, anche se potessi, non schianterei la ragazza. Non ci tengo finire ad Azkaban con mio padre.” Il gelo che le sue parole emanavano fece deglutire il ministro, che ridiede cauto la bacchetta al suo proprietario, prima di fare la stessa cosa con quella della Granger.

“Signorina Granger, sono molto dispiaciuto che tra voi e il signor Malfoy non corra buona sangue, ma se vuole continuare gli studi dovrà seppellire questa inimicizia, o almeno imparare a sopportare.”

A queste parole Hermione deglutì spaventata, ma un lampo di sfida da vero grifondoro le passò negli occhi.

“Mi sta ricattando, signore?” chiese gelida.

“No, le sto spiegando le condizioni.” Rispose lui altrettanto calmo. Evidentemente Hermione, in quel momento, non incuteva tanto terrore quanto Draco.

“Perfetto. Ha eseguito il suo compito e io accetterò la protezione di Malfoy. Ora, se non le dispiace, avrei un treno da prendere.” Comunicò atona. 

Oh, sì! Il mondo stava decisamente complottando contro di lei!

L’uomo annuì e si allontanò insieme alla precedente scorta di Hermione, che fino a quel momento aveva guardato la lite sgranocchiando i pop-corn, per nulla desiderosa di intervenire.

Cercando di conservare quel briciolo di dignità che le era rimasta, la ragazza afferrò il baule e cercò di trascinarlo in avanti. Purtroppo il baule si era affezionato a quel luogo e si stava opponendo con tutte le sue forze al cambiamento.

Malfoy si godette, appoggiato a una colonna, la scena della Granger che imprecava contro tutti i maghi della terra cercando di spostare il baule: prima provò a tirarlo, poi a spingerlo dal dietro, in un momento di pazzia provò a sollevarlo e infine lo calciò con rabbia rimediando solo un gemito di dolore per la botta presa.

Finito lo spettacolo il ragazzo ebbe la decenza di andare da lei, toglierla di peso dal baule su cui si era seduta e afferrarlo per il manico iniziando a incamminarsi verso il treno.

“Ehi Malfoy! Fermati! Non ho bisogno del tuo aiuto!” si mise ad urlare Hermione dopo essersi ripresa dallo shock di sentirsi sollevare e rilasciar cadere a terra, atterrando dolorosamente sul fondoschiena, e cercando di fermarlo.

“Granger, sta’ zitta e muoviti!” le intimò lui senza fermarsi.

“Ce la faccio benissimo da sola, Malfoy.”

“Certo, ho visto. Un vero esempio di autosufficienza: mi stavo chiedendo quanto ci avresti messo ad incominciare a pregare il baule di spostarsi da solo.”

“Malfoy, stai cercando di essere schiantato?!” chiese lei superandolo si slancio e pizzandosi davanti a lui.

“Granger hai trenta secondi per levarti, prima che ti prenda e ti infili nel baule.” Disse lui ghignando alla prospettiva di infilarla in un posto dove non poteva né vederla né sentirla.

La ragazza lo guardò, mentre dentro di sé lottava tra la certezza che se non si fosse tolta Malfoy avrebbe messo in atto la sua minaccia e il suo dannatissimo orgoglio grifondoro.

Ovviamente vinse l’orgoglio.

Il ghigno di Malfoy si allargò a dismisura mentre lui, mollato il baule, le si avvicinava pronto ad afferrarla.

Solo a questo punto l’orgoglio andò a farsi un giro a braccetto con il coraggio ed Hermione cercò di scappare, ma a quanto pare Draco non aveva intenzione di demordere perché, afferrata Hermione per un braccio, la strattonò verso il baule.

“Non osare, Malfoy!”

Lui continuò a ghignare, facendo venir voglia a Hermione di prenderlo a calci, e lo aprì.

“Tu dovresti difendermi!”

“Infatti Granger! Quale Mangiamorte penserebbe mai che io ti abbia chiuso al sicuro nel baule?! Così prendo tre piccioni con una fava: proteggo te, tutti quelli che ti stanno intorno e le mie orecchie!”

“TI ODIO MALFOYY!” urlò ancora la ragazza cercando di liberarsi dalla sua presa ferrea, ma a malincuore dovette constatare che nonostante avesse un fisico magro, asciutto e slanciato, di certo non scolpito o palestrato, fosse decisamente forte. Decisamente più forte di lei.

“Ma per tutti i boccini!” esclamò scioccato: il baule della ragazza, nonostante fosse visibilmente allargato per magia, strabordava di libri, quaderni, penne, calmai, vestiti, tende da campeggio, ventilatori, un banco (?), vari gufi, un gatto e un microonde.

Quando fu quasi certo di aver visto qualcosa di molto simile ad un reggiseno di pizzo nero vagare tra i libri e fu chiaro che se non lo avesse richiuso al più presto gli sarebbe saltato addosso (il contenuto del baule, non il reggiseno), si decise, per istinto di conservazione, a risigillare quel dannato coso; quindi, sempre strattonando la Granger, ricominciò a trascinarlo verso il treno.

“Per questa volta l’hai scampata Granger! Ora ti conviene star zitta!” ringhiò.

“Non usare quel tono con me Malfoy!”

“Ti parlo come mi pare e piace, Mezzosangue. È meglio che ti ci abitui. E vedi di muoverti: il treno, per quanto tu possa essere straordinaria, non aspetterà te.” La informò ghignante accelerando mentre lei si sforzava di stargli dietro e di non lasciarsi sballottare troppo, alternando occhiate inceneritrici a occhiate fulminanti.

“Sarà un lungo anno” borbottò infine mentre il biondo la faceva salire per prima dopo averle mimato un inchino sarcastico.

“Sono d’accordo Granger.”

 

 

 

 

Magic Chat (ovvero momento di libero sfogo e delirio delle nostre autrici e dei nostri protagonisti)

StelladelLeone: ragazzi? Ohi? Ragazzi? Non ci dite niente?

Draco&Hermione: IO CON LUI/LEI NON CI LAVOROOOOOO!!!!!”

StelladelLeone: oh ma che carini siete già sulla stessa lunghezza d’onda *saltella loro intorno con gli occhioni a cuore*

Draco: AVADA KEDAVR…

Hermione: *ferma Draco con nostra grande gioia* Draco no! Fermati! … Ci penso io: CANARINI A ME!!!!

StelladelLeone: *corre a nascondersi dietro ShiningCrow*

ShiningCrow: *si abbassa appena prima che lo squadrone di canarini killer possa disintegrarle la faccia*

 StelladelLeone: *segue prontamente l'esempio dell'amica ed evita di vedersi cambiare i connotati*

*i canarini vanno a sbattere contro la parete dietro le due povere ragazze (che si asciugano il sudore per il pericolo scampato) e vi si conficcano con il becco* 

Hermione: nooooooooooooooooo!!! i miei tesorucciiiiiii!!!

Draco: Tesorucci? Quei cosi sono delle armi di distruzione di massa!! O meglio lo erano.... Direi che lo schianto li ha intontiti un bel po' .... *sogghigna malefico e tenta di staccare una delle suddette armi di distruzione di massa dal muro*

 *StelladelLeone e ShiningCrow impallidiscono di fronte ai tentativi del furetto fuori di senno e si rifugiano sotto un tavolo*

 *Draco fa perno con i piedi sul muro per tentare di staccare il becco della piccola bomba ad orologeria piumata*

 Draco: Per Merlino! Ma a che velocità andavano quei cosi per rimanere incastrati così? Argh! ...Uff! ...Per Morgana....

 ...

 Draco: ce l'ho fattaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Il mio genio sconfinato ha mostrato ancor auna volta la sua potenzaaaaaa!

 *ShiningCrow e StelladelLeone tirano fuori un rosario e pregano per la loro salvezza delle loro anime (e delle loro chiappe)*

 *Draco si rigira tra le dita il canarino tutto irrigidito dallo schianto che sembra aver perso la mobilità*

 Draco: mmm.... Sembra quasi innocuo... quindi ora che non può più azzannare/artigliare/cavare occhi a nessuno è diventato inutile... Ma io, dall'alto della mia magnanimità, gli restituirò uno scopo!  

*Draco inizia a passarsi il becco del canarino tra i denti con noncuranza* 

Hermione: ma che cavolo fai?!?!? Stupido Serpeverde platinato!!!! Stai maltrattando un povero animaletto indifeso!!! Come fai a essere così crudele?!?! 

Smettila subito!!! Smettila ho dettoooooo!! Malfoy, metti subito giù quel canarino o ti farò pentire di....
 

Draco: Granger, cavolo, ma sei capace di chiudere quella boccaccia per un secondo? Stai rovinando la mia opera!
 

*continua a passarsi il canarino tra i denti*
 

Hermione: IO...COSA?!? ma come ti permetti?!? Sei il più stupido, idiota, pieno di sé che io abbia mai visto!! E non toccare più quel canarino!!

Draco: Sì, sì, certo Granger... SILENCIO!!! Oh, finalmente un po' di pace!!

ShiningCrow: Ehm..signor Furetto pla..*StelladelLeone colpisce forte l'amica sulla testa con un canarino per salvarsi il fondoschiena*

StelladelLeona: Ehm D-Draco...

Draco: AVADA KED...

ShinignCrow&StelladelLeone: AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH*scappano via a gambe levate mentre Draco ghigna soddisfatto pensando che siano scappate a causa sua e non di Hermione che dietro di lui mormora strane parole come se fosse assatanata puntandogli una bacchetta alla nuca*

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Capitolo 2
*** Il ritorno del furetto mannaro! ***


YOOOOOO MINNAAA!!!!

….

PERDONOOOOOOOOOO! *si prostrano sui ceci flagellandosi con dei rami d’ulivo per la settimana di ritardo nella pubblicazione* Davvero, volevamo pubblicare in tempo ma abbiamo avuto una battaglia intensa con il greco e il latino (è finita in pareggio - n.d. coscenza: ceeeeerto, come no! ) e non abbiamo potuto toccare la tastiera del PC per un bel po’. Ci impegniamo a diventare più puntuali, promesso. *vede le occhiate scettiche dei lettori e decidono di soprassedere*

Passando alla storia, noi ci siamo divertite moltissimo a scriverla e ci farebbe piacere sapere il vostro parere (ringraziamo chi ha recensito, in particolare Tallahassee, e chi ha inserito tra preferite o seguite in silenzio)

 

Buona lettura!

 

 

“Sarà un lungo anno” borbottò infine mentre il biondo la faceva salire per prima dopo averle mimato un inchino sarcastico.

“Sono d’accordo Granger.”

 

Il ritorno del furetto mannaro.

 

Hermione, constatando sulla sua pelle che l’Espresso di Hogwarts era il solito caotico, strapieno e confusionario mezzo di sempre, tentò di dirigersi verso gli scompartimenti dei Grifondoro per cercare Ginny: aveva decisamente molte, molte cose da raccontarle; con abilità schivò il gomito di un Tassorosso, passò in mezzo a due Corvonero che...beh…sì, si è capito e si trovò la strada bloccata da due giganteschi Serpeverde, che mai e poi mai si sarebbero spostati per farle raggiungere il suo obiettivo, e quindi fu costretta a passar loro sotto le gambe. Di certo non una mossa elegante e raffinata, ma almeno colse di sorpresa gli ostacoli.

A metà del suo pericoloso percorso, una mano fredda come la morte le si poggiò sulla spalla, bloccandola, e, dopo essersi girata e trovata faccia a faccia con un ghignante ma piuttosto incavolato Malfoy, si ritrovò a pensare che effettivamente la morte era più gradita. Almeno non era bionda platino.

“Cosa stai cercando di fare Granger? A parte farti ammazzare da due Serpeverde e linciare da due appiccicaticci Corvonero?” chiese lui sarcastico stringendo la presa.

Hermione strinse i denti per non urlargli addosso, come una bambina lagnosa, che le stava facendo male.

“Sto cercando lo scompartimento di Ginny!” La ragazza si divincolò ma il suo avversario era il peggior testardo sulla faccia della terra e continuò a trattenerla.

“Mi dispiace deluderti, Granger, ma la sua onorevole presenza ha uno scompartimento tutto suo.” Hermione pensò che tutto quel sarcasmo avrebbe finito coll’ucciderlo, con suo grande piacere; poi le parole del ragazzo raggiunsero il suo sistema nervoso e lo shock (e orrore) provocarono la caduta della sua mascella.

Senza aspettare una risposta Malfoy iniziò a strattonarla, sotto lo sguardo divertito di molti Serpeverde, verso un scompartimento pressoché isolato, in fondo al treno, e, una volta arrivato, ce la buttò letteralmente dentro.

 Giunto all’interno, chiuse la porta dietro di sé, estrasse la bacchetta ed incominciò a recitare incantesimi; il tutto davanti ad un Hermione che non si era ancora alzata da terra e lo guardava imbambolata per il trauma provocatole.

“Protego maxima…”

“M-M-MALFOYYY!!!” urlò finalmente Hermione balzando in piedi e guardandolo come se stesse prendendo in seria considerazione l’idea di commettere un omicidio. Che in realtà era proprio ciò che stava facendo.

Lui, finiti gli incantesimi di protezione, si girò con l’aria più tranquilla e finta di questo mondo.

“Spero ci sia un buon motivo, Mezzosangue, per cui stai profanando il mio nobile nome.” commentò ironico andando a sedersi per guardare interessato fuori dal finestrino.

“Che cosa hai fatto?!” continuò a urlare lei ancor più inviperita dal suo evidente menefreghismo.

“Ho lanciato alcuni incantesimi che impediscano a chiunque di entrare senza autorizzazione, ma soprattutto che impediscano a te di uscire.” Il suo solito ghigno malfoiesco accompagnava le parole.

Hermione lo guardò un attimo scioccata, poi si precipitò alla porta per provare ad aprirla e, resasi conto che avrebbe fatto prima a buttarsi giù dal treno che ad aprire la porta, si risedette di fronte al ragazzo guardandolo come si guarda un orrendo e fastidioso scarafaggio che si vorrebbe tanto schiacciare.

“Non sapevo nemmeno che li sapessi pronunciare incantesimi così complessi, Malfoy.”

“Turbata dall’aver scoperto che oltre ad essere più figo e più forte di te, sono anche più intelligente?!”

“Quando tu sarai più intelligente di me, i Serpeverde vinceranno la coppa delle Case”

“Grazie per la conferma, Granger!”

“Che pallone gonfiato! E comunque l’incanto di protezione assoluta era leggermente debole, probabilmente hai sbagliato la pronuncia…”

“Abbi un minimo di rispetto per chi ha frequentato diecimila corsi, sgobbando come un Elfo Domestico, per proteggere la tua, a mio parere inutile, persona. E comunque, il mio incantesimo era perfetto.”

Dopo essersi ripetuta per sei volte che era più adulto da parte sua non rispondere, la curiosità ebbe la meglio ed Hermione abbandonò il suo cipiglio da “Mi stai chiedendo in modo implicito di essere Avadakevadrizzato?!”

“Che corsi hai frequentato?” Per non dare soddisfazioni al Serpeverde, che sogghignò lo stesso, si sforzò di mantenere un tono freddo e piatto, mentre ammirava il paesaggio fuori dal finestrino.

“Di tutto! Dagli incantesimi di difesa e offesa a quelli più semplici e inutili, dalle arti di combattimento babbane a come si guida un’auto…” rispose lui imitando il suo tono di voce.

Hermione spalancò gli occhi sbalordita: Malfoy…a contatto con i babbani?

“Staresti cercando di farmi credere che hai imparato a combattere senza magia, a guidare un’auto, e magari anche a come far funzionare un frullatore, tutto ciò insieme ai Babbani?!” l’incredulità nella sua voce era piuttosto evidente.

“Non immagini lo schifo, Granger.” Confermò Draco, facendo innervosire parecchio la compagna.

“Immagino: un povero Purosangue come te, che non è nemmeno capace di allacciarsi i bottoni della camicia da solo, costretto a fare cosa barbare e indegne come salutare cortesemente delle persone e imparare da loro a combattere. Una vera tortura!” lo riprese lei sarcastica alzando gli occhi e le mani al cielo.

“Ma per Morgana! Ti senti quando parli Malfoy?! Sei deprimente, oltre che evidentemente un idiota. Scommetto che sei riuscito addirittura a prendere la cintura gialla in karate” lo prese infine in giro, dopo essersi alzata in piedi per la rabbia, immaginandosi Malfoy in un dojo con indosso il karate-gì che si guarda intorno schifato.

Malfoy sorrise beffardo.

“Per tua informazione sono cintura nera, e me la cavo bene anche nel judo, taekwondo, kung fu, aikido, boxing e kick-boxing”

Ad ogni nome la mascella di Hermione calava sempre più verso il pavimento.

“M-ma è impossibile!” urlò infine scioccata.

“Solo perché tu e lo sport siete come Lenticchia e l’intelligenza, ciò non significa che gli altri siano tutti imbranati quanto te, Granger!”

“Ma per favore, Malfoy! Nemmeno se fossi un talento naturale, e dubito, delle arti marziali saresti riuscito a completare tutti quei corsi!” ribatté lei indispettite stringendo le nocche fino a farle sbiancare.

Lui ridacchiò picchiettandosi la bacchetta contro la tempia.

“La magia fa miracoli Mezzosangue!”

Lei grugnì disgustata. Doveva immaginarlo che avrebbe trovato uno stratagemma per non far fatica.

“Ma si può sapere a cosa serve, poi?! I Mangiamorte sono maghi! E anche se fossero umani, conoscendoti, saresti messo k.o. dopo i primi dieci secondi. Mi sembra stiano esagerando!” mugugnò infine ributtandosi a sedere con poca grazia sul sedile, contrariata che si fossero spese tante energie per lei: era assurdo! Erano pochi e spauriti maghi oscuri, non un esercito!

“Non chiederlo a me Granger! Avresti dovuto sentire tutte le stupide raccomandazioni e minacce che mi hanno fatto i tuoi amichetti. ‘Non farle male! ’ o ‘Ricordati tutti gli incantesimi! ’ o ancora ‘Se la tocchi ti spezzo tutte le ossa! ’, uno più inutile dell’altro. Per non parlare poi…”

Hermione interruppe il suo brillante discorso.

“Cosa hai detto scusa? I miei amichetti?” era assolutamente convinta di non aver colto un dettaglio fondamentale.

Malfoy la guardò un attimo perplesso, prima che il suo ghigno da bastardo migliore gli comparisse sul volto.

“Intendo San Potter e Lenticchia!” la faccia della ragazza, ferita, arrabbiata e scioccata gli fece venir voglia di farsi un enorme risata. E non sia mai che un Malfoy non assecondi i suoi istinti.

“L-loro lo sapevano che saresti stato tu la mia guardia del corpo!” balbettò infine mentre un puzzle cominciava a sistemarsi nella sua testa.

“Certo. Sono stati loro due, insieme ad altri sei veri Auror, a supervisionare il mio addestramento. Ma è evidentemente non ti hanno ritenuta abbastanza importante da essere informata. Ovvio, da quando vi siete lasciati, a Lenticchia non è che importi poi molto della tua banale vita…”  La voce perfida da serpe di Malfoy le strisciava nelle orecchie, fomentando la sua rabbia omicida.

“NON MI HANNO DETTO NIENTE?! IDIOTI!  IO LI AVADAKEVADRIZZO! ANZI NO, LI CRUCIO A MORTE! COSÌ È PIÙ LENTO E DOLOROSO!!”

“Come sei tragica Granger… probabilmente è per questo che ti ha lasciata…” se avesse avuto un minimo di buon senso, dopo questa affermazione, davanti alla faccia di Hermione, sarebbe stato zitto, ma stavamo parlando pur sempre di Malfoy.

“Non lo posso certo biasimare: la francesina bionda che gli stava accanto era un vero e proprio schianto: oca, bella e divertente! Il tuo opposto Granger!”

La risata diabolica di Malfoy fu stroncata sul nascere da un potente raggio azzurrino sgorgato dalla bacchetta di Hermione.

“Oh sì, Malfoy, così va molto meglio!” Ghignò lei, con una luce demoniaca negli occhi, mentre guardava verso i suoi piedi.

“Coocococococo!” *

“Bentornato Furetto mannaro!” ghignò mentre un gabbia dorata andava a catturare il furetto bianco ancora stordito che si agitava come un indemoniato.

Tranquilla e soddisfatta come non lo era mai stata si sedette sul sedile, tirò fuori dalla sua amata borsetta il famoso tomo che aveva provato a leggere in stazione e lo sfogliò sorridente.

Una cinquantina di pagine dopo qualcuno bussò deciso alla porta dello scompartimento.

“Sono Ginevra Weasley e chiedo l’autorizzazione di entrare.”

Hermione sorrise.

“Autorizzazione concessa” appena lo disse Ginny aprì la porta di scatto, scaraventandosi dentro, per poi richiudersela alle spalle poco delicatamente.

“Ciao Herm!” la salutò allegra sistemandosi gli svolazzanti capelli rossi dietro le orecchie.

“Ciao Ginny! Come facevi a sapere che c’era un incantesimo di protezione?”

“Ho corrotto un primino perché provasse ad entrare senza chiedere il permesso: lo stanno ancora rianimando.” Disse tranquilla.

Hermione sbiancò di colpo. “G-Ginny! Non puoi fare queste cose! Si sarebbe potuto fare molto male! Come Prefetto dovrei…” iniziò a balbettare, ma l’occhiata sarcastica della rossa la convinse a sospirare e ad appoggiarsi allo schienale sconfitta.

Solo in quel momento la nuova arrivata si accorse del piccolo animaletto che si agitava incavolato nero nella sua gabbietta.

“Buongiorno anche a te, Malfoy!” lo salutò cortese scavalcandolo e andandosi a sedere di fronte a Hermione.

“Come facevi a sapere che era lui?”

Lei alzò gli occhi al cielo. “Ti trovo bloccata magicamente in uno scompartimento con un furetto in piena crisi isterica intrappolato e sul viso un’espressione da mettere i brividi a Voldemort, secondo te per chi avrei potuto scambiarlo?!” chiese sarcastica tirando fuori dalla tasca un sacchetto di Api Frizzole.

Hermione ragionò per un attimo sulle sue parole e poi scatto in piedi furiosa puntandogli un dito accusatore contro.

“ANCHE TU LO SAPEVI! LO SAPEVATE TUTTI! TUTTI TRANNE IO!” Urlò diventando rossa per la vergogna di essere stata ingannata. E per non averlo capito prima.

Il furetto parve ghignare.

Ginny abbassò gli occhi, colpevole.

“Dai Herm…io in teoria non avrei dovuto saperlo…l’ho estorto con l’inganno a Harry: mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno!” disse alzando le mani in segno di resa e supplicandola con gli occhi.

Hermione la scrutò per un attimo, furente, poi si risedette: la sua ira omicida si sarebbe scatenata contro qualcun altro…

“Con l’inganno?” chiese Hermione poi alzando un sopracciglio.

Ginny sorrise maliziosa. “Non può resistermi…”

Le due ragazza scoppiarono a ridere come due pazze sotto lo sguardo schifato dell’animale.

“Sono perdonata?”

“Perdonata!” assentì Hermione.

“Ginny, Harry ti ha detto il perché di tutta questa…protezione?” chiese dopo qualche attimo di silenzio, indicando tutto intorno a se, nella speranza di avere qualche risposta.

La rossa scosse il capo.

“No, ha detto che era per sicurezza, ma mi sembrava stesse mentendo…” Ginny si teneva il mento con la mano, scrutando il pavimento pensierosa.

“Ci stanno nascondendo qualcosa?”

“Probabile.”

Entrambe sospirarono confuse.

“Comunque, perché tu non hai una scorta?  Dopotutto sei la ragazza del Salvatore del mondo magico.” Osservò acuta Hermione, mentre pensava che vedere un furetto alzare gli occhi al cielo disgustato aveva un nonsoché di inquietante.

“Ma non lo sa nessuno.” Rispose candida la ragazza, “Io e Harry non ci facciamo mai vedere in pubblico insieme e lui non ha mai dichiarato alla stampa di essere il mio fidanzato; ovvio, i sospetti ci sono, per questo sono affidata a Neville.”

“Neville?” chiese lei stupita.

Ginny annuì sorridente. “Esatto! Dopo aver visto il coraggio di Neville in azione, Harry ha insistito perché fossi affidata alla sua custodia, molto limitata, qua ad Hogwarts.”

“È stato straordinario!” anche Hermione sorrideva ripensando al coraggio da vero Grifondoro dell’amico.

“Ovviamente ciò significa che anche Luna mi fa da scorta: sono inseparabili!” un altro sorriso da entrambe: vedere due dei loro amici che si amavano in modo così dolce e duraturo era una cosa da sciogliere il cuore.

Guardando fuori dal finestrino, Hermione notò che erano quasi arrivati.

“Ginny è meglio che ci prepariamo.”

La ragazza annuì e poi guardò quello che in teoria era colui che avrebbe dovuto protegger l’amica.

“Palla di Neve hai intenzione di liberarlo?” chiese pacata.

Hermione si paralizzò, guardandola confusa e sbalordita.

“Chi?!”

“Palla di Neve.” Seguendo il dito della ragazza si ritrovò a fissare il furetto.

A questo punto scoppiò a ridere come una pazza.

“P-Palla di Neve?!”

“Certo! Non potevo certo continuare a chiamarlo ‘Draco Malfoy in versione furetto mannaro’! è troppo lungo! E del semplice Draco Malfoy non ha nulla! Guardalo: niente ghigno bastardo, niente tono strascicato, niente naso arricciato in smorfie di disgusto; ma soprattutto: ha il manto bianco! È inammissibile per un Malfoy! È praticamente il loro motto: ‘Se non sei biondo platinato, Malfoy non sei nato. ’ ‘Palla di Neve’ gli si addice molto di più!” concluse convinta sotto lo sguardo scioccato del povero furetto.

Hermione si stava rotolando a terra per le risate e si sarebbe soffocata, quando l’amica ebbe iniziato a ridere con lei, se il treno non si fosse fermato; rialzandosi in piedi, mentre si asciugava le lacrime dal troppo ridere, fece sparire la bacchetta e ritrasformò Palla di Neve.

“TU STUPIDA MEZZOSANG…!” le interessanti espressioni lessicali di Malfoy furono interrotte da tre valigie gigantesche che gli vennero lanciate tra le braccia per mano di una certa rossa.

“Smettila Malfoy! Non fare il bambino e muoviti a portare in salvo Hermione e le valigie! Sei o non sei addestrato per proteggerla?! Cosa aspetti, che un Nargillo porti lui i bagagli?! Oppure attendi l’aiuto di un cortese Mangiamorte?! E non guardarmi così! Sta zitto e muoviti!” detto questo la furia rossa di nome Ginevra Weasley uscì impettita dallo scompartimento, seguita da una sghignazzante Hermione, lasciando il povero Malfoy, scandalizzato e zittito, da solo nello scompartimento sotto il peso dei loro bauli.

 Quando si fu ripreso dal trauma provocatogli dalla dolce ragazza lanciò una serie di imprecazioni vietate ai minori di diciott’anni e si diresse barcollante giù dal treno, per cercare in quel marasma di persone la dannatissima ragazza che in teoria non avrebbe dovuto perdere di vista un attimo.

Finalmente vide una chioma rosso fuoco dardeggiare tra i ragazzini e rapido (per quanto poteva esserlo trasportando i suoi bagagli, quelli di Hermione e di Ginny) si affrettò ad inseguirle, finché non le raggiunse, trovandole ferme a chiacchierare con Neville e Luna.

“Granger!” il ringhiò che sottolineò le sue parole la impensierì leggermente, ma decise che nel caso sapeva come fermare il suo caro furetto.

Con un gesto brusco lanciò il baule della Weasley sopra Paciock, che se lo fece cadere su un piede e agguantò per una spalla la ragazza.

“Malfoy cos…?” non fece in tempo a chiedere Hermione che un vortice la prese per l’ombelico, strappandola da terra e facendola vorticare in aria, fino a che di colpo non venne gettata brutalmente a terra.

 “D-dove siamo?” chiese confusa Hermione guardandosi intorno mentre Draco, già in piedi, incantava i bauli e li faceva volteggiare sopra la sua testa. Si trovavano in un parco verdeggiante dove le ombre della notte danzavano creando forme grottesche e ambigue.

“Sei cieca Mezzosangue?! Siamo ad Hogwarts!” disse sprezzante.

“M-ma non ci si può materializzare dentro i confini di Hogwarts! È scritto nel libro ‘Storia della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts’ di Bathilda Bath! Non l’hai letto?!”

“Soltanto una secchiona fanatica come te leggerebbe libri così noiosi invece di crearsi una vita sociale!” le rispose alzando gli occhi al cielo, “E comunque, perché credi di avere una guardia del corpo?! Gli incantesimi di Hogwarts sono stati infranti da Tu-Sai-Chi e ci vorrà un anno per ripristinarli interamente; quindi questa volta sei tu l’inetta, Mezzosangue!” ghignò infine incamminandosi verso il maestoso palazzo di Hogwarts, che ora Hermione distingueva e riconosceva senza problema.

Si alzò di fretta da terra, dov’era rimasta fino ad adesso, e cercò di raggiungere il ragazzo che si allontanava veloce nell’oscurità, tentando di non inciampare ogni tre passi. Perché, nonostante detestasse Malfoy e il suo orrendo ghigno, l’idea di rimanere da sola in parco gigantesco, non protetto da incantesimi, di notte, con alle calcagna quello che, secondo tutti tranne lei, era un esercito assetato di vendetta di Mangiamorte, la terrorizzava inquietava e preferiva rimanere a fianco della sua scadente, a suo dire, guardia del corpo. Tra morte per avadakevadrizzazione e morte per irritazione, preferiva la seconda. Forse.

In poco tempo giunsero nel grande e imponente ingresso della scuola e se non fosse stato per il braccio di Malfoy che bruscamente l’aveva trascinata via, sarebbe corsa in Sala Grande per vedere il tanto atteso Smistamento.

“Dove mi stai portando?! Voglio vedere lo Smistamento! E smettila di trascinarmi come una bambina!” urlò lei furente tentando di divincolarsi.

“Dobbiamo vedere la McGranitt.” Il suo tono indifferente e strascicato fece commentare a Hermione in modo colorito l’abbigliamento intimo di Merlino.

“E perché mai?! Sarà anche lei in Sala Grande! Dovresti saperlo che in qualità di Preside ha l’obbligo di presenziare e senza di lei non sarebbe la stessa cosa. Inoltre il Cappello Parlante si trova nel suo ufficio e quindi spetta a lei portarlo e adagiarlo sulla testa dei nuovi ragazzi! E il discorso! Ogni Preside ha praticamente il dovere di fare un discorso di incoraggiamento allo studio! Per non parlare delle raccomandazioni! Gli studenti devono assolutamente sapere cosa possono e non possono fare, altrimenti noi Prefetti diventeremmo pazzi a spiegarglielo ad uno ad uno! Ovvio che per noi Prefetti non è un problema ma…”

“PER MERLINO LA VUOI PIANTARE!? Mi stai facendo diventare scemo! Ma ti ascolti quando parli?! Sei insopportabile! Non solo parli di cosa inutili e interessanti quanto un vermicolo, ma le dici talmente velocemente e con tono da sapientona che a nessuno verrebbe mai la malsana idea di ascoltarti!”

La bocca della ragazza descriveva una “O” perfetta, ma i suoi occhi passarono velocemente da scioccati a infuriati.

“Dev’essere per questo che lo Sfregiato e il Vomitalumache hanno deciso di non tornare ad Hogwarts: cercavano di starti lontano il più possibile! A te e a quel demonio della rossa! A volte capisco perché Potterino è così demente: guarda chi si è ritrovato come fidanzata!”

“Non mi sembravi così spavaldo davanti a Ginny, Malfoy! Sotto tutti quei bauli, con la faccia da pesce lesso incredulo, completamente schiavizzato dal potere femminile.”

“IO NON ERO SCHIAVIZZATO DAL POTERE FEMMINILE!” urlò fermandosi finalmente per fronteggiare la belva che aveva incautamente risvegliato, per poi aggiungere con un ghigno da figlio di Morgana, “Di sicuro non come il tuo adorato Lenticchia! Sono bastate due gambe da fotomodella, un fondoschiena da far invidia a Circe e degli atteggiamenti ambigui per farlo cadere in tentazione…ma ti ha lasciato lui?! O sei stata tu dopo aver scoperto che era stato a letto con un'altra?! Non fare quella faccia: solo uno stupido non ci sarebbe andato! Anche se parlare di Lenticchia e della stupidità, è come parlare della stessa cosa! Ovviamente era solo contento di essere caduto tra le grinfie della francese, dopo la bestia zannuta…”

Il ghigno di Malfoy impallidì visibilmente davanti a quello raccapricciante e da pazza psicopatica di Hermione: era pronto ad una sfuriata, a dei pianti isterici, a delle botte alla babbana, ma quel ghigno gli lasciava intendere che sarebbe successo qualcosa di molto peggio.

“Sai Malfoy…inizia già a mancarmi il piccolo e tenero Palla di Neve…” disse con una tranquillità degna del miglior serial killer, alzando la bacchetta.

“Tu non…!” la minacciò indietreggiando e parandosi il prezioso volto con le mai.

“MUTATIO FURITUM!” un raggio azzurrino colpì Malfoy in pieno, riducendone notevolmente le dimensioni.

 Prima ancora che Hermione, soddisfatta, rinfoderasse la bacchetta, i due bauli che dieci secondi prima levitavano sulla testa di Malfoy caddero a terra di colpo nell’esatto punto in cui un secondo prima c’era il furetto.

“MALFOY” Hermione terrorizzata corse subito a cercare il cadavere furetto.

“Dannazione Malfoy! Come hai fatto a essere così stupido da non spostarti!? Era ovvio che l’incantesimo di levitazione si sarebbe annullato non appena ti avessi trasfigurato! Lo sa chiunque! Oh ti prego: dimmi che non sei morto! Un incidente grave e qualche osso rotto lo posso accettare, ma come lo spiego alla McGranitt che per colpa mia (ma soprattutto tua) sei morto spiaccicato?! Hai idea di quanti punti toglierà a Grifondoro!?” cominciò a straparlare per l’agitazione la ragazza mentre cercava di spostare il suo pesantissimo bagaglio, mentre il terrore di aver veramente ucciso Malfoy la cominciava a rodere.

“COOOOOOOO!”

Un furetto mannaro parecchio incavolato balzò improvvisamente dal piccolo spazio tra i due bauli contro il volto di Hermione, sicuramente non per farle coccole.

Hermione balzò indietro con urlo e sfoderò la bacchetta, mentre Palla di Neve atterrava con un tonfo davanti a lei, soffiando.

“Malfoy! Brutto idiota! Pensavo fossi morto!” il furetto tentò ancora una volta di sfigurarla, ma le cose per lui andarono anche peggio di prima.

“STUPEFICIUM!” il raggio rossastro schiantò la palla di pelo.

Mente Hermione cercava di riprendere a respirare normalmente, notò che la trasformazione in furetto stava svanendo per lasciare il posto a Draco Malfoy, svenuto.

Dopo aver scrutato per un attimo lui e i bauli, tentando di ricordare dove si trovava l’ufficio della Preside, lanciò l’Incantesimo di Levitazione ai bagagli e l’incanto “Levi Corpus” al ragazzo, che insieme volteggiarono sopra la sua testa mentre lei si incamminava sorridente lungo i famigliari corridoi di Hogwarts.

Dopo alcuni minuti giunse davanti al gargolle in pietra che proteggeva l’ufficio della Preside, la quale si stagliava con la sua solita aria severa davanti ad esso.

“Buongiorno Profe…Preside McGranitt.” Salutò cortesemente Hermione, leggermente stizzita del fatto che la donna fosse davvero lì e non in Sala Grande.

La Preside sollevò leggermente il sopracciglio alla vista di Malfoy, ma non disse nulla la riguardo, facendole cenno di seguirla e camminando spedita per i corridoi.

“Buongiorno Signorina Granger, è un piacere vederla sana e salva. Se non le dispiace dovrebbe seguirmi fino ai suoi nuovi alloggi.”

Hermione la guardò un attimo perplessa, mentre superavano il ritratto della Signora Grassa, che cantava a squarciagola.

“Per la sua sicurezza non alloggerà nel dormitorio di Grifondoro, ma in una stanza protetta da incantesimi molto potenti, che impediranno anche la Materializzazione; ovviamente sarà collegata alla Sala Comune tramite uno specchio che al suo tocco scoprirà un passaggio segreto, ma è pregata di non muoversi troppo e nel caso di farlo con la sua…guardia del corpo.” Spiegò sinteticamente la McGranitt fermandosi davanti ad una porta in legno con la targhetta “Riservato”.

Hermione fece una smorfia guardando il biondino sopra di lei.

La professoressa di Trasfigurazione intercettò la sua occhiata e sospirò, sorridendo leggermente più addolcita.

“So bene che lei e il signorino Malfoy non siete in buoni rapporti, ma le assicuro che non le nuocerà in nessun modo. Anche il signor Weasley e il signor Potter si fidano abbastanza di lui, soprattutto dopo questi ultimi mesi. In gioco ci sono il suo destino e la vita di suo padre, non sarà così stupido da gettare via questa occasione per riscattarsi.”

Hermione scrutò ancora, perplessa, Draco Malfoy.

“È cambiato, signorina Granger; anche se non si vede, è cambiato. Deve dargli la possibilità di dimostrarlo. Non le dico che da ora e in poi i vostri rapporti saranno migliori di punto in bianco, visto il carattere poco diplomatico del ragazzo in questione, ma almeno vorrei che evitasse di mettere in pericolo la sua preziosa vita per orgoglio. Quindi ora, per favore, sarebbe così gentile da rianimarlo? Dovrei andare in Sala Grande per il discorso, ma non vorrei lasciarla qui da sola.”

Hermione si arrese e con un sospiro di frustrazione puntò al petto del ragazzo, per la quarta volta in un giorno, la bacchetta magica.

“INNERVA!” con un rantolo il ragazzo spalancò gli occhi di colpo e prese un enorme respiro.

“DANNATA MEZZOSANG…”

“Finalmente si è svegliato signor Malfoy! È un piacere rivederla.” la voce della preside ghiacciò il ragazzo, spegnendo i suoi bollenti spiriti.

“Preside McGranitt.” Salutò con un cenno del capo, ricomponendosi.

“Bene. Affido la signorina Granger nelle sue mani.” Disse sorridendo, con un lampo di preoccupazione negli occhi, prima di voltarsi per andarsene.

“Ah, un ultima cosa,” aggiunse girandosi a scrutare negli occhi Hermione, facendola sentire colpevole nonostante non avesse fatto niente, “Ovviamente, per sicurezza, dividerete la stanza. Confido nel vostro buonsenso” detto questo e lanciata un’occhiata ammonitrice a Malfoy, il suo cappello a punta sparì dietro l’angolo di un corridoio.

“L-la c-camera è cosa?” chiese Hermione scioccata.

“In comune Granger, in comune!” ghignò Malfoy prendendo i bauli e meditando vendetta, mentre apriva la porta e faceva segno di entrare alla ragazza.

“I-io d-dovrò d-dormire nella stessa stanza di Draco Malfoy… i-io d-dovrò d-dormire nella stessa stanza di Draco Malfoy…” continuò a ripetersi la ragazza stralunata seguendolo dentro.

“Sta tranquilla Granger, non ho la minima intenzione di saltarti addosso. Ucciderti sì, saltarti addosso no.”

La porta con la targhetta “Riservato” si chiuse dietro di loro.

 

 

 Magic Chat

 

Ginny: ehi Palla di Neve!! Furettino Coccodè della mamma!! dove seiiiii? *Ginny entra nella camera riservata con una luce sadica negli occhi e un ghigno malvagio*

 

Ginny: Herm, immobilizzalo!

 

 Draco: *sbianca capendo che la sua sorte sta volgendo al peggio *

 

Hermione: *afferra prontamente la corda che le due autrici le porgono, e facendola volteggiare sopra la testa a mo' di lazo insegue il povero malcapitato *

 

Draco: Aiutooooooooo!! Nooooooo!! Aaaaaaaahhhh!! pietà, vi supplico!!!  *dopo vari tentativi di fuga fallimentari si ritrova legato a dovere ad una sedia*

 

Draco: Non la passerete liscia!!!... LO DIRÒ A MIO PADRE!  

 

Ginny: *se ne frega altamente del papino sopracitato e finalmente mostra la natura dell'oggetto misterioso fino a quel momento rimasto nascosto dietro la sua schiena: un enorme sacco in stile Babbo Natale *

 

Ginny: Herm, guarda cosa ho comprato!!! Muahahahahahahah sono PERFETTI!! LA VENDETTA E’ VICINA!

 

Draco: cos'è quella roba orrendamente rosa che hai appena estratto dal sacco??? Sicuramente mi trasmetterà qualche malattia mortale!!!Mettila giù!!  Giù ho detto!!!! Aaaaaarrrrrgghhh non avvicinarla!!!

 

Ginny: troppo tardi, Malfoy! Herm, procedi.

 

Hermione: MUTATIO FURITUM!!

 

StelladelLeone&ShiningCrow: *da un angolino della stanza scoppiano a ridere convulsamente, rotolandosi per terra e indicando alternativamente Palla di...ehm, Malfoy e “la cosa orrendamente rosa” *

 

Palla Di Neve: *il furetto, decisamente di cattivo umore, tenta di azzannare le due innocenti fanciulle, prima di venire afferrato da Hermione e di ritrovarsi così senza possibilità di fuga *

 

* la cosa orrendamente rosa si rivela essere un collarino di un terrificante bel fuxia shocking con tanto di strass e medaglietta con scritto “Palla di Neve

 

Ginny: *mette il collarino al furetto ridendo come una pazza psicotica*

 

Ginny: Herm, non trovi che gli doni?

 

Hermione: gli sta divinamente!  *ghigna *

 

Ginny: *aggancia al collare una corda (ovviamente dello stesso colore) e la porge ad Hermione *

 

Ginny: così potrai portarlo in giro!! Con un po' di fortuna riusciremo anche ad addestrarlo...ma no, che dico, è troppo stupido...probabilmente nemmeno da umano ci riusciremmo...

 

McGranitt: Signorine cosa state facendo?!

 

Hermione&Ginny: *sbiancano* P-preside M-McGranitt le assicurò che possiamo spiegarle…

 

McGranitt: Ne dubito fortemente! *le scansa e si avvicina fiera al furetto squadrandolo mentre lui la guarda come si contempla la propria improvvisa salvezza*

 

McGranitt: Come avete potuto non comprare anche questo?! È inammissibile! *ficca in testa la furetto un berrettino rosa di lana*

 

 

TuttitranneMalfoy: AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

 

StelladelLeone&ShiningCrow: *si vanno a complimentare con la Preside per i suoi gusti sublimi mentre Hermione e Ginny immortalano Palla di Neve*

 

Palla di Neve: *si agita convulsamente: l’incantesimo sta finendo*

 

Malfoy (con berretto di lana rosa in testa e collare al collo): *alza la bacchetta verso le donne come spiritato* Oh, me la pagherete! Oh sì! Me la pagherete molto, molto cara!

 

StelladelLeone&ShiningCrow: *Si voltano per cercare aiuto e scoprono di essere rimaste lì da sole con il furetto omicida*

 

 

StelladelLeone&ShiningCrow: Oh mamma…

 

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Capitolo 3
*** La quarta guerra magica è appena iniziata! ***


YOOOOO MINNAAAAAAA!

Cri-cri cri-cri

Ehm…

*palla di fieno che rotola*

Noi…

*ululato del coyote*

…saremmo tornate…

*valanga di pomodori si abbatte sulle autrici*

Scusateeeeeeeeeeeeeeee! Avremmo davvero voluto pubblicare, ma la scuola mia ha tempestato di verifiche senza darmi un attimo di tregua fino ad ora! Mi dispiace tantissimo del mostruoso ritardo, prometto che ora che iniziano le vacanze sarò più puntuale, ma non disperate: non rinuncerò mai a questa fanfiction! Anche perché ultimamente ho notato un’accrescere di Hermione dall’occhio languido e seducente e di Malferret (non ho ancora capito cosa significhi) che per una botta in testa improvvisamente e senza motivo si innamorano di Mione: una cosa da mettere i brividi…Quindi per combattere questa strage ho ripreso finalmente a pubblicare, avendo un po’ di tempo libero, questo fanfiction all’insegna dell’IC; motivo per cui ho una Beta e per cui siete autorizzati ad uccidermi al primo accenno di OOC. Purtroppo essendo un capitolo, diciamo, di passaggio e non volendo farvi aspettare troppo, è molto breve; io mi sono divertita tantissimo a scriverlo (il mio lato sadico è evidente) e ShiningCrow a betizzarlo, e spero che vi faccia scappare almeno un sorriso.

Un ultimo avviso due giorni fa abbiamo creato un account in comune ShiningCrowStelladelLeone dove abbiamo pubblicato una nuova storia a due mani ad OC, un’occasione unica, e ci piacerebbe se voi deste un’occhiata :D ecco qua il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1881941&i=1

Detto questo torniamo alla nostra povera HERmione e MalFOY…

 

“I-io d-dovrò d-dormire nella stessa stanza di Draco Malfoy… i-io d-dovrò d-dormire nella stessa stanza di Draco Malfoy…” continuò a ripetersi la ragazza stralunata seguendolo dentro.

“Sta tranquilla Granger, non ho intenzione di saltarti addosso.”

La porta con la targhetta “Riservato” si chiuse dietro di loro.

 

 

La quarta guerra magica è appena iniziata!

 

Hermione, ancora pietrificata sulla soglia, iniziò a guardarsi intorno attenta: era meglio conoscere a fondo quello che sarebbe stato il campo di battaglia.

 Il sopracitato campo di battaglia era una camera molto carina, con le pareti color panna ma come divisa in due: ai lati opposti della stanza c’erano due letti con i rispettivi comodini, due tappeti ai piedi di ogni letto, due armadi colossali anch’essi in legno e due cassettiere abbinate; l’unica cosa in comune era una spaziosa scrivania decorata, munita di due sedie, posta davanti alle gigantesche vetrate sul lato della stanza opposto alla porta. Tutto urlava ad Hermione la realtà: lei avrebbe condiviso la stanza con un ragazzo, anzi con Draco Malfoy.

La Grifondoro emise un gemito, mentre il Serpeverde si dirigeva tranquillo verso il letto nella parte destra della stanza per poi gettarci sopra il baule e spaparanzarcisi con ben poca grazia; Hermione invece continuava ad osservare, ferma davanti alla porta chiusa con la magia da Draco, la sua prigione prendendo nota delle armi contundenti, delle vie di fuga, dei rifugi e delle munizioni.

Malfoy si stava già beando dei minuti di silenzio che quell’insopportabile Mezzosangue gli stava finalmente regalando, quando si rese conto che la sua compagna avrebbe potuto tacere solo per tre motivi: o era morta o era scappata oppure stava pensando come eliminarlo, e nessuna delle tre ipotesi gli piaceva. Di scatto si tirò a sedere, bacchetta alla mano e un’espressione leggermente preoccupata (per sé); purtroppo per lui la ragazza non era morta, ma stava mettendo in atto l’ipotesi peggiore: dal lampeggiare dei suoi occhi, dalle mani strette convulsamente intorno al manico del baule e dalle gote arrossate, era chiaro che stesse architettando il modo migliore per ucciderlo. E magari farlo passare come un suicidio.

Doveva agire, prima che fosse troppo tardi.

“Hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno, Mezzosangue?”

Lei si limitò a fulminarlo.

“Va ben. Fai come vuoi.” Disse trattenendo a stento un ghigno per l’idea, a suo parere geniale, appena avuta, “Io ora svuoto il mio baule, completamente, se poi vedi qualcosa di inappropriato non è colpa mia.” Concluse girandole le spalle e iniziando a mettere in atto la minaccia sopracitata. Hermione prima impallidì notevolmente, poi arrossì di colpo.

“PERVERTITOOOOOOOO!” dalla sua bacchetta fuoriuscì una luce dorata che trasfigurò il tappeto di Malfoy in una separé panna, che andò a posizionarsi al centro della stanza; dopodiché in un lampo Hermione si lanciò al riparo nella sua parte di trincea, cercando di proteggere la sua innocenza.

 Malfoy scoppiò in una enorme risata che suscitò nella ragazza pensieri riguardanti morte e distruzione.

“No ti facevo così pudica, Mezzosangue!” commentò affacciandosi al di sopra della barriera della ragazza.

“IDIOTA!” un tomo interessantissimo e pesantissimo riguardo “La dignità e la cultura degli Elfi Domestici” andò a schiantarsi sulla la faccia del biondo, che cadde a terra mezzo stordito dal colpo.

“Dannata…” imprecò, iniziando ad estrarre la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, ma a metà del gesto sembrò ricordarsi di qualcosa e si costrinse a rinfoderarla; mugugnando e imprecando contro tutti i mezzosangue esistenti andò al suo baule ed iniziò a disfarlo. Ma l’avrebbe pagata, eccome se l’avrebbe pagata.

Hermione intanto, dopo aver dato una sbirciata da sotto il separé (era troppo bassa per guardare al di sopra) e aver constato che Draco non l’avrebbe uccisa nell’immediato, andò a recuperare il suo baule ed iniziò a svuotarlo, mentre tentava di pensare ad una strategia.

Era talmente nervosa e arrabbiata con quella sottospecie di furetto pervertito che per sfogarsi iniziò a piegare con cura maniacale i vestiti sul letto. Davvero non sapeva cosa pensare della Preside: “Confido nel vostro buon senso” Si rendeva conto di averla appena rinchiusa in una prigione con un ragazzo diciottenne e i suoi ormoni in circolo!?! Anche se forse “ragazzo” non era la parola giusta.

Con un brivido ripensò a Cormac Maclaggen e i suoi tentacoli. Se Malfoy avesse tentato una cosa del genere l’avrebbe schiantato e lasciato cadere dalla torre del castello. Salvo poi dire che era stato un incidente O magari l’avrebbe fatto passare come un suicidio. Quest’ultima idea non era male…

Finito di piegare i vestiti iniziò a riporli in ordine per colore nell’armadio e nelle cassettiere, mentre questa volta pensava a come potesse punire Harry e Ron per averla affibbiata a tale idiota. Di sicuro li avrebbe cruciati, poi li avrebbe abbrustoliti e dati in pasto a Fuffy…o forse era meglio ad un Ungaro spinato?!

Infine nella valigia, rimase solo un gigantesco beauty rosso con decorazioni d’oro.

Hermione di pietrificò.

Poi, lentamente cercò la porta del bagno.

Nello stesso istante Draco estrasse dalla sua valigia un grosso beauty verde e argento.

Poi cercò la porta del bagno.

Gli occhi da predatori dei due giovani si posarono sulla porta in legno, nella parte di stanza di Draco.

Malfoy guardò Hermione e ghignò, come chi sa di aver vinto la preda.

Il tempo parve fermarsi.

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!” l’ululato di Hermione riecheggiò nel castello.

Molti bambini del primo anno che attendevano di essere smistati rabbrividirono, appuntandosi mentalmente di non andare in giro da soli in quel castello infestato da fantasmi e bestie assetate di sangue.

I ragazzi scattarono verso la porta, Draco in testa.

Hermione lanciò un incanto Stupeficium ma il biondo lo evitò.

Nel movimento purtroppo inciampò e cadde a terra di faccia.

Hermione ne approfittò per saltargli sulla schiena (assicurandosi di avergli rotto almeno una costola) e sorpassarlo.

Raggiante agguantò la maniglia della porta del bagno e l’apri gettandocisi dentro.

Malfoy, ripresosi, lanciò un incantesimo che andò a colpire una paperella gialla sulla vasca da bagno, sul lato destro della stanza.

La paperella divenne alta tre metri e si mise a saltare verso Hermione cercando di schiacciarla.

“Reducto!”

La paperella ritornò delle sue dimensioni normali, ma il ragazzo lanciò un incantesimo verso la canna della doccia che cominciò ad inseguire Hermione.

La ragazza incantò lo scopettone del water ed iniziò una lotta senza esclusione di colpi con il tubo della doccia.

Vittoriosa riuscì a domarlo e a dirigere il getto dell’acqua verso Malfoy.

Per salvarsi il biondo sciolse l’incantesimo.

Capendo di non aver speranza contro Hermione, decise di passare alle maniere forti e si lanciò contro la ragazza con l’intento di atterrarla.

Hermione di abbassò di colpo e Draco volò nella doccia.

Allora Hermione incantò magicamente la cabina di questa impedendogli di uscire.

“Dannata Mezzosangue! Cos’hai fatto?!?!?” iniziò ad urlare il biondino battendo contro la porta a vetri della doccia mentre Hermione si sedeva tranquillamente sulla tazza del cesso.

“Ti ho bloccato nella doccia” rispose lei candida.

Un ruggito e una serie di imprecazioni giunsero dal sopracitato prigioniero, mentre la ragazza ammirava il pavimento del bagno piastrellato in marmo e la grande vasca con l’idromassaggio e le manopole in oro (sperava fossero finto, ma non ne era tanto sicura...).

“Allora, credo che adesso possiamo trattare.” Disse improvvisamente Hermione, rigida come un avvocato, dopo averlo lasciato sfogare per cinque minuti buoni.

“Tu te lo scordi che io tratti con una lur…AAAAAAH” un urlo di dolore pose fine ai gentili epiteti di Draco, che iniziò a battere le mani sul vetro della doccia, urlando: “SPEGNILAAA!”

Hermione, con ancora la bacchetta in mano, spalancò gli occhi in maniera fintamente innocente.

“Cosa c’è Malfoy? L’acqua è troppo calda?”

“SPEGNILAAAA!”

“Dipende, tratterai sì o non con me?” disse perdendo ogni aria innocente e aumentando il getto della doccia.

“TRATTERO’! MA ORA SPEGNI L’ACQUA”

Con un ghignetto la Grifondoro spense la doccia.

“Allora, ci divideremo gli armadietti del bagno in questo modo: io terrò i quattro scaffali dell’armadietto a destra e due cassetti dell’armadietto sotto il lavandino; tu invece uno scaffale dell’armadietto a destra e un cassetto di quello sotto il lavandino. Va bene?”

“Te lo puoi scordare! Io voglio come minimo tre scaffali!”

“Smettila di fare la femmina Malfoy!! Non hai bisogno di tutto quello spazio!” esclamò esasperata Hermione, accavallando le gambe e chiedendosi perché tra tutti i damerini purosangue si fosse beccata proprio lui.

“Stupida Mezzosangue! Certo che ne ho bisogno!”

“Ma se non ti fai nemmeno la barba! Di cosa riempi i cassetti?! Crema idratante? Lozioni e tinta per i capelli?!”

“IO HO LA BARBA E NON SONO TINTO!!!” urlò punto nel suo orgoglio maschile, mentre Hermione scoppiava a ridere, “Capisco che tu sia abituata a quel pezzente di Lenticchia, ma io ho l’abitudine di lavarmi ogni tanto!”

La ragazza arricciò le labbra.

“Parole sbagliate, Malfoy” pensò agitando la bacchetta.

“AAAAAAAAAAAAAHHHH!! E’ GHIACCIATAAAAAA! SPEGNILAAAAAAA!!!!”

Dopo circa un minuto Hermione si degnò di chiudere l’acqua.

“Tornando alle nostre trattativ...”

“Ripeto: te lo scordi che io mi accontenti di così poco, Mezzosangue!” la interruppe lui, sputando l’acqua che aveva ingerito al di sopra della cabina, nella speranza di colpire la ragazza.

Hermione, evitando agilmente l’acqua sputata dal nemico, sospirò esasperata: continuando così non sarebbero andati da nessuno parte.

Accarezzandosi il mento rifletté qualche secondo, prima di trovare un accordo leggermente più equo.

“Allora facciamo così: due scaffali a testa, ma io due cassetti e tu uno; inoltre non mi dovrai più chiamare Mezzosangue. E’ un insulto razzista e spregevole con cui mi rifiuto di essere appellata a scuola.”

“Cosa c’è? Ti dà fastidio essere chiamata con il nome che ti si addice?” la serpe non poté continuare che Hermione iniziò a sventolare la bacchetta come se stesse dirigendo un’orchestra.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!”

Calda.

“AAGGHAH…BLLBLBLB…..AAAAAHHH!”

Fredda.

“BRUCIIIAAAAAA!”

Calda.

“SPEGNILAAAAAAAAA! MI ARRENDOOOOOOOO!!!!”

Fredda.

Soddisfatta Hermione pose fine alla sua tortura.

“Non fare tutte quelle scene Malfoy; alcuni Babbani pagano per poter avere un trattamento così!” ACCIO PERGAMENA ! ACCIO PENNA!” gli spiegò tranquilla, mentre una penna di gufo reale e una pergamena le giungevano in volo.

“Io l’ho sempre detto che voi Babbani non siete normali!” ringhiò sputando acqua; intanto Hermione scriveva tranquilla il loro accordo sulla pergamena. Quando ebbe finita, la tocco con la bacchetta mormorando alcune parole e la lanciò dentro la cabina dall’alto.

“Tieni Malfoy! Firmala! E’ il nostro accordo; ti avviso, però, la pergamena è incantata: ogni qualvolta mi chiamerai Mezzosangue, ti trasformerai in un furetto, e non la puoi distruggere in nessun modo!” disse sogghignando mentre il biondo imprecava.

“E con cosa firmo?!”

“Il sangue Malfoy! Ma se chiedi per favore potrei darti la penna!”

“Te lo scordi!” ringhiò.

Hermione mosse ancora una volta la bacchetta e la doccia ricominciò quella danza mortale tra getti caldi e freddi.

“PER FAVORE! PER FAVOREEEE!”

Ridacchiando Hermione spense l’acqua e gli lanciò la penna. In un occhio. Ma fu una casualità. O quasi.

Imprecando per il dolore e l’umiliazione Malfoy firmò la sua condanna e la rilanciò alla sua carceriera.

“Perfetto!” concluse Hermione soddisfatta, prima di lanciarsi nella sua parte di stanza, con la bacchetta sfoderata.

Un lieve “click” segnalò l’aprirsi della cabina doccia.

Lo spettacolo che le si presentò davanti fu impagabile, probabilmente se lo sarebbe ricordato nei secoli a venire: dalla doccia, uscì una specie di ammasso di abiti fradicio, con in cima un groviglio di capelli gocciolanti appiccicati ad una cosa pallida cadaverica che doveva essere la sua faccia. Quando finalmente si levò i capelli dal viso, si poterono notare le guance livide e gli occhi che mandavano lampi di odio. L’effetto era però rovinato dallo “sciaff-sciaff” che facevano le sue scarpe.

Hermione rideva talmente tanto da rischiare il soffocamento.

Malfoy prese in seria considerazione l’idea di ucciderla, ma la sua anima perfida da serpe preferì giurare vendetta e torturarla in maniera fine e perfida per tutto l’anno a venire. A partire da ora.

Un ghignetto bastardo si dipinse sulle sue labbra.

Hermione smise di colpo di ridere, puntando la bacchetta e pronta a difendersi.

Ma non accadde niente: il furetto non prese nemmeno la bacchetta.

“Sai, Granger, ora capisco perché Lenticchia ti ha lasciato: non c’è davvero niente da vedere!” concluse soffiando veleno e guardando più in basso della faccia della ragazza.

Hermione abbassò istintivamente gli occhi e notò con somma orrore che durante la sua battaglia con la canna della doccia, il nemico era riuscito a bagnarle la delicata ed elegante camicia bianca che indossava. Si vedeva tutto ciò che c’era, anzi, che non c’era sotto.

Hermione trattenne il fiato.

Malfoy contò divertito i secondi prima dello scoppio, chiedendosi se sarebbe svenuta o meno.

Le guance della ragazza divennero viola.

PERVERTITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”

L’urlo della ragazza frantumò il timpano al ragazzo che però continuò a ridere divertito.

Rise un po’ meno quando un libro della ragazza si abbatté sul suo naso.

Gemendo, fulminò la ragazza che cercava di coprire le sue (poche) curve. Se voleva la guerra…

Velocemente afferrò un fermacarte in marmo a forma di grifone e lo scagliò contro la ragazza.

Hermione lo evitò e si armò con la lampada del comodino.

Draco la evitò per un pelo, mentre già contrattaccava con un cassetto della scrivania.

Improvvisamente, mentre la guerra imperversava, la porta della camera si aprì e una raggiante Ginny entrò chiamando la sua amica.

La voce le morì in gola, quando vide Hermione, con i vestiti bagnati e trasparenti e una sedia alzata sopra la testa pronta ad essere scagliata, e Malfoy, completamente fradicio e gocciolante, con tra le braccia un gigantesco baule.

“Oh…” mormorò mentre i due rimanevano pietrificati nelle loro posizioni.

“Credo di essere…ehm, passata in un…brutto momento…?” dopodiché si defilò di corsa dalla porta, chiudendosela alle spalle, prima di venir coinvolta in quella che sembrava la quarta guerra magica.

“GINNY! NOOOOOOO!” La Grifondoro si lanciò verso l’amica, ma il chiavistello della porta scattò da solo, bloccandola dentro.

Lentamente Hermione si voltò, per poi trovarsi faccia a faccia con il suo peggiore incubo biondo platino, che ghignava bastardamente mentre faceva saltare tra le mani il famoso fermacarte.

“Te ne vai già, Granger?” sibilò lanciandolo ad un centimetro dal suo orecchio.

La ragazza digrignò i denti e si lanciò a prendere uno dei suoi tomi più pesanti (riguardanti gli Elfi, ovviamente).

No, la guerra era appena iniziata.

 

Magic Chat (per la quale nessuno ormai crede più che le autrici, ShiningCrow in particolare, non si facciano di coca)

 

StelladelLeone: ehm...forse non è il caso di importunarli in momenti delicati come questi... *sbircia dallo spiraglio della porta*

ShiningCrow: ma no, che dici? Sicuramente staranno tubando come due piccioncini!  *ghigno malefico*
 

ShiningCrow&StelladelLeone:*aprono la porta*

StelladelLeone: permess...

Hermione: TUUUUUU!!! *avanza con fare minaccioso verso l'incauta autrice, brandendo la bacchetta a mo' di ascia* Come. Ti. É . Venuta. In. Mente. Questa. Porcata.

StelladelLeone: ehm...che porcata? *inizia a chiedersi perché mai le è venuta la malaugurata idea di scrivere una Dramione*

Hermione: CHE PORCATA??? CHE PORCATA??? E TU COME LA CHIAMI UNA CAMERA CONDIVISA????? EEEEEHH?? SENTIAMO!!    *perdendo decisamente il già scarso self-control che le rimaneva*

ShiningCrow: *approfitta dell'accanimento della belva nei confronti dell'amica per rifugiarsi nell'angolo della stanza più lontano* 

StelladelLeone: m-mi è-è s-sembrata un-una idea r-romantica, furer...ehm, Hermione.

Hermione: romantica?! E questo lo chiami romantico? *indica lo sfacelo che una volta era una camera* E come se non bastasse ora dormirò con il terrore che questa sottospecie di roditore mi salti addosso di notte!

Draco: *emerge, con sommo orrore di ShiningCrow, dal cumulo di vestiti sopra il quale l'innocente fanciulla si era seduta poco prima*

ShiningCrow: *fa un salto di tre metri e tenta di mettere più distanza possibile tra lei e il neo stupratore incallito*

Draco: se permetti, razza di castoro secchione, se qui c'è un roditore quello non sono certo io. Riguardo al saltarti addosso, poi, non ci penso nemmeno. Non voglio mica prendermi qualche strana malattia venerea sconosciuta al mondo civilizzato...

ShiningCrow: *nel dubbio, lancia alla Grifondoro un pratico pigiama anti-stupro con un enorme Hello Kitty stampato sul petto*

Hermione: non metterò mai una cosa così rosa ed orrendamente Hellokittosa! *fulmina ShiningCrow con l’evidente intento di avadakevadrizzarla con il pensiero*

ShiningCrow: fidati, questo farebbe calmare i bollenti spiriti di chiunque...

StelladelLeone: *osserva basita la scena e ringrazia il cielo che ShiningCrow non le abbia proposto quella camicetta da notte nera e col pizzo che avrebbe voluto farle inserire nel prossimo capitolo; altrimenti sarebbe morta moltoooo dolorosamente*

Hermione: adoro questo pigiama!!! *improvvisamente non vede l'ora di indossarlo...*

Draco: *osserva la scena costernato*

Hermione: *va in bagno e torna in versione pancake caramelloso*

Draco: *sviene dall'orrore*

ShiningCrow&StelladelLeone: *si rotolano dalle risate completamente dimentiche delle iniziali intenzioni della grifondoro*

Hermione: *chiude la porta ed insonorizza la stanza* ora possiamo regolare i conti…*ridacchia come un pazza assatanata*

ShiningCrow&StelladelLeone: Oh-oh…

CENSURA

 

 

 

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Capitolo 4
*** Convivenza pacifica? Impossibile. ***


convivenza pacifica impossibile

YOOOOOO! Sono tornata! *silenzio* Ehm…già. Sono tornata e probabilmente nessuno se lo aspettava ormai, nemmeno io a essere sincera. Il motivo? La mole di studio che quest’anno mi ha completamente schiacciata. Non ho mai avuto intenzione di cancellare questa storia, ma non sono mai riuscita ad aggiornarla decentemente ed ora eccomi qui. Non è un granché come capitolo, ma è per tentare di ripartire. Mi scuso infinitamente con tutti voi lettori per l’attesa vergognosa.

Stella

(ShiningCrow saluta ;D)

Buona lettura!

 

Convivenza pacifica? Impossibile.

 

Hermione aprì gli occhi e batté le palpebre perplessa mentre il suo sguardo accarezzava un soffitto chiaro color crema: dov’erano il baldacchino bordeaux? E il legno di ciliegio del soffitto del dormitorio di Grifondoro…?

Come uno zombie si tirò a sedere tra le morbide coperte sbadigliando e colpì con una mano la sveglia che suonava imperterrita (per certe cose era meglio affidarsi ai babbani); guardandosi intorno, mentre con una mano cercava di districare la massa di rovi che si trovava in testa, osservò confusa la stanza in cui si trovava: la scrivania con due sedie e davanti a lei un paravento crema.

Cosa ci faceva un paravento lì?

Nel silenzio della camera sentì un leggero russare.

A quello sgradito suono, nella sua mente i ricordi del giorno precedente irruppero come il vento che spazza via la nebbia dalle montagne: Malfoy! La storia della guardia del corpo, della camera condivisa e della battaglia per il bagno! E lei che pensava fosse stato un pessimo incubo…

Dopo essersi depressa per alcuni istanti con il volto tra le mani, si alzò e si trascinò fino al bagno coi vestiti sotto mano, i piedi nudi che affondavano nella morbida moquette; efficiente come sempre, dopo dieci minuti uscì fresca e vestita, piena di energia per affrontare la giornata e di fame per aver saltato la cena a causa del furetto. Era il primo giorno e doveva andare tutto alla perfezione, doveva dare il giusto inizio all’anno scolastico; neanche Malfoy avrebbe potuto rovinarglielo, avrebbe completamente ignorato la presenza del furetto.

Furetto che tra l’altro continuava a dormire imperterrito.

“Malfoy. Alzati.” Gli disse a voce piuttosto alta, ma l’altro, continuando a dormire, si girò verso il muro. La ragazza alzò un sopracciglio irritata soppesando la creatura ronfante sotto l’ammasso di coperte e, con un ghigno malvagio, si avvicinò al letto: se lui non si alzava, lei non poteva uscire dalla camera. E lei aveva fame.

Con un movimento leggero della bacchetta, il materasso con sopra Malfoy iniziò a levitare verso l’alto, fino ad arrivare a un metro e mezzo da terra; Hermione sorrise deliziata e spostò entrambi in modo che fossero sopra al pavimento poi con uno strattone strappò il materasso da sotto al ragazzo, che cadde sul parquet gelido con un tonfo secco.

L’urlo acuto di dolore del biondo rimbombò nel corridoio.

“GRANGEEEEER!” l’apostrofò mettendosi in piedi barcollante e tenendosi la schiena con un mano, “COSA TI È SALTATO IN MENTE?”

Hermione gli diede le spalle e si diresse nella sua parte di stanza sogghignando.

“Ho fame Malfoy, muoviti a vestirti o ti trasformo in un furetto.” Lo avvisò iniziando a mettere nella cartella i libri giusti per la giornata secondo il programma magicamente apparso nella camera. Poteva farcela, sarebbe stata un’ottima giornata.

Il ragazzo la guardò assassino imprecando a mezza voce e poi, come una furia, afferrò i vestiti e si chiuse in bagno sbattendo la porta.

Hermione scoppiò a ridere.

“Buongiorno anche a te Malfoy…” mormorò lei sogghignando e riguardando ancora il programma per controllare di aver presto tutto.

 

Circa venti minuti dopo, durante i quali Malfoy aveva fatto venire ad Hermione un esaurimento nervoso, nonostante i suoi buoni propositi, per la sua lentezza e per il tempo passato davanti allo specchio a sistemarsi i capelli, riuscirono a entrare nella Sala Grande, vivace e rumorosa come sempre. Tutti gli studenti si voltarono ad osservare la coppia entrata: l’eroina del trio che aveva salvato il mondo magico e la sua guardia del corpo, con la divisa disordinata come la mettevano personaggi “fighi” dei telefilm babbani, come aveva spiegato alla ragazza il suo cambio di stile. Hermione per poco non si era soffocata dalle risate alla spiegazione, ma evidentemente Malfoy aveva deciso che i babbani erano buoni solo per la televisione, anzi solo per pochi programmi, che però lo entusiasmavano a dir poco anche se aveva cercato di celarlo...con scarsi risultati.

I due camminarono impassibili al tavolo dei Grifondoro, giusto Hermione salutava qualcuno di tanto in tanto, e si sedettero accanto a Ginny all’estremità del tavolo; il biondo aveva un’espressione tanto disgustata che avrebbe potuto strozzarsi con la cravatta lasciata molle. Tsk, Grifondoro.

“Buongiorno ragazzi.” Li salutò la rossa sorridente immergendo una brioche nella sua tazza di caffelatte.

“Buongiorno.” La salutò con entusiasmo leggermente forzato Hermione, ancora decisa a non lasciarsi rovinare la giornata, mentre Draco sbuffava al suo indirizzo, prima di avventarsi moderatamente sul cibo. Quella situazione le era davvero strana…era abituata a scendere e sedersi con Harry e Ron…ald; con Ginny non aveva mai avuto un rapporto di grande amicizia prima di quegli ultimi mesi e per questo ancora la metteva un po’ a disagio.

“Attenti a non farvi uccidere dal troppo entusiasmo…” commentò divertita Ginny osservando la tensione nervosa visibile tra i due, che a malapena interagivano. In realtà doveva ammettere che vedere entrambi vivi e senza lesioni gravi era già un buon risultato rispetto alle sue aspettative; inoltre era sicura che l’ignorarsi fosse la cosa migliore per loro, o almeno era un buon primo passo per una convivenza pacifica.

“Cosa ne è stato della camera?” chiese poi attirando l’attenzione di Hermione sventolandogli davanti al viso un cucchiaino, non resistendo alla tentazione di stuzzicare un po’ l’amica.

“Io, l’ho rimessa a posto con la magia.” Rispose arrossendo la riccia e calcando su come il lavoro lo avesse fatto tutto lei, ma Malfoy si limitò a ghignare mandando giù l’ultimo boccone di croccante croissant.

“È compito delle donne pulire.” Commentò con nonchalance bevendo il suo caffè amaro.

Le due per poco non si strozzarono con la colazione e lo fulminarono strizzando le labbra. Pomposo damerino...

“Allora mi chiedo perché non l’abbia fatto tu, Palla di Neve.” Rispose Ginny, ritrovando subito la sua compostezza, mentre le guance pallide del ragazzo si tingevano di rosso, ma non gli lasciò neanche il tempo di replicare si alzò afferrando la borsa e spolverandosi la gonna dalle briciole.

“Andiamo Hermione!” incitò l’amica che aveva provvidenzialmente finito la colazione, e, raggiuntala mentre Malfoy imprecando cercava di buttar giù la seconda brioche, fece un cenno di saluto divertito al ragazzo.

“Muoviti guardia del corpo!” lo prese in giro pronunciando le parole “guardia del corpo” con lo stesso tono che avrebbe usato per “schiavo” e voltandosi lo schiaffeggiò coi lunghi capelli ramati. Da una parte aveva pena per Malfoy, dall’altra si divertiva troppo a stuzzicarlo.

Hermione si lasciò trascinare via da Ginny, la belva rossa, ridendo allegramente.

 

Tic. Tic. Tic.

“…la Pozione Rigeneratrice è di livello medio e penso sarà perfetta per l’inizio di quest’anno dato che…” spiegava Lumacorno con il suo solito tono pieno che rimbombava nel cupo sotterraneo per l’aula di pozioni.

Tic. Tic. Tic.

“…gli ingredienti sono abbastanza difficili da usare e spero non sprecherete Sangue di Salamandra inutilmente…” la sua voce rimbalzava tra le boccette e le ampolle piene degli ingredienti più strani.

Tic. Tic. Tic.

“…quindi mi raccomando prestate molta attenzione e concentratevi!” concluse il professore schiarendosi la voce, mentre molti studenti si risvegliavano dal mondo dei sogni in cui erano caduti aiutati dalla penombra della stanza.

Tic. Tic. Tic.

“La vuoi piantare!?” sibilò Hermione inviperita strappando di mano a Malfoy la piuma che aveva ininterrottamente picchiettato sul banco, distraendola e irritandola allo stesso tempo. Quel ragazzo era un artista della distrazione.

Il biondo la fulminò esasperato poggiando la testa al gomito, stravaccandosi sul bancone da lavoro, e tese la mano pallida per riavere la sua piuma.

“E invece di rompere le scatole perché non iniziamo a preparare la pozione, Granger?” osservò lui annoiato dalla mattinata. Seguire tutte le lezioni con quella, era un supplizio! Illegale! Qualsiasi cosa la infastidiva, si rifiutava di parlare con lui che si annoiava e lo bacchettava perfino quando respirava troppo forte! Era così difficile resistere all’idea di schiantarla…

Hermione storse il naso stizzita e lo guardò con aria di superiorità sistemandosi i capelli dietro una spalla e aprendo il polveroso libro alla pagina, ovviamente corretta.

“Bisogna essere concentrati, quindi vedi non distrarti e presta attenzione.” Lo ammonì con il suo miglior tono da insegnante, per poi voltarsi di scatto per andare a prendere gli ingredienti in quella che avrebbe dovuto essere un’uscita trionfale con svolazzo di capelli alla Ginny Weasley, ma che invece ebbe come unico risultato il rischio di soffocarsi da sola con la sua massa indomabile di ricci.

Malfoy si limitò a guardare ghignando la sua compagna cercare di portare al posto in un solo viaggio i quattordici ingredienti richiesti, per poi scoppiare a ridere senza ritegni quando dalla pila accuratamente composta tra le sue braccia cadde la ciotola in legno con la corteccia di Wiggentree, che si sparpagliò ovunque sul terreno.

“Signor Malfoy!” lo rimproverò indignato Lumacorno richiamato dalle grasse risate del ragazzo mentre Hermione imbarazzata si affrettava a chinarsi per terra e a tentare di raccoglierle, dopo aver appoggiato tutto il resto per terra.

Malfoy lo fulminò con lo sguardo imbarazzato ma poi, con uno sbuffo irritato, si alzò e raggiunse la Granger accucciata sulle fredde pietre.

“Sei veramente disastrosa...guarda cosa mi tocca fare.” Le disse disgustato chinandosi a terra e iniziando ad aiutarla rapido.

“Non ho bisogno del tuoi aiuto.” Sibilò la ragazza, ma lui la ignorò e continuò a raccogliere la corteccia lamentandosi.

“Mi si saranno sporcati i pantaloni, ed era uno dei miei paia migliori…dannazione a te e alla tua goffaggine…ma dov’eri mentre distribuivano eleganza e grazia?! A studiare ?!...” Prima che Hermione potesse ribattere inviperita avevano già finito e il ragazzo, presa metà del materiale, tornò a portarla al bancone in legno.

Mentre si spazzolava i pantaloni, la ragazza iniziò a preparare le dosi e a leggere il procedimento, cercando di non farsi distrarre dal chiacchiericcio dei compagni che danzava tutt’intorno a lei.

“Effettivamente non è complicata, ma bisogna stare attenti…” commentò con leggera saccenza infilando a forza in mano a Malfoy il mortaio e il pestello in legno, “Pesta le radici di Asfodelo fino a renderla polvere, in fretta.” Gli ordinò con tono tagliente, aggiungendo un sussurrato e forzato “Per favore…” e quindi dedicandosi alla preparazione degli ingredienti successivi. Quando si trattava di studio e voti, anche se con fatica, era perfettamente capace di sopportare qualunque cosa e chiudere fuori dal suo mondo ogni cosa non pertinente. O almeno lo credeva.

Malfoy inizialmente decise di fare come gli aveva detto, trattenendosi a stento dal continuare a infastidirla, pur di non darle l’occasione di dimostrare che fosse migliore di lui, ma più andavano avanti più era difficile mantenersi civili. La tensione accumulatasi in cinque ore iniziava a farsi sentire fin troppo bene ed ogni occasione per punzecchiarla era buona e lei, dopo un lungo silenzio prova della sua sopportazione, iniziò a non riuscire più a fare a meno di rispondere: commentare l’incapacità dell’altro, far notare un errore e nel caso di Malfoy sabotare Hermione quando non guardava per poi rimproverarla.

Sfortunatamente per lui, Malfoy aveva sopravvalutato la pazienza dell’avversaria, che vedendolo oziare e disegnare su un foglietto una sua caricatura mentre lei mescolava la pozione ormai prossima a essere pronta, per poi di tanto in tanto urtarla fingendo innocenza, raggiunse il limite.

“LA VUOI PIANTARE MALFOY?!” sbottò feroce puntandogli il mestolo al petto.

Tutta la classe si voltò a guardarli allibita.

“Di far cosa Granger?” chiese sornione guardandola con sguardo di sfida. Ed eccoli di nuovo cadere nel loro mondo di ostilità, isolati dal resto.

“Di irritarmi, distrarmi, non fare nulla, sabotarmi ed ESISTERE!” gli urlò pungolandolo al petto sempre più forte con la sua arma. Quel insopportabile, pomposo, furetto Serpeverde!

“Ragazzi calmatevi per favore…” cercò di intervenire Lumacorno a disagio di fronte a quelle furie, avvicinandosi ballonzolando per la sua mole.

“LA CAMICIA GRANGER!” esplose invece Malfoy vendendo chiazze della pozione giallastra sul suo capo d’abbigliamento. Perché quella maledetta ragazza non sapeva prendere ben gli scherzi?! Lei non era certo così insopportabile come lei diceva!

“Cosa vuoi che me ne freghi?!” sbottò lei cercando di colpirlo di nuovo ma Malfoy con un colpo di mano glielo fece cadere.

Il tonfo secco del mescolo sembrò rimbombare nel silenzio teso della classe, che si mangiava con gli occhi quello spettacolo unico.

“Granger stai esaurendo la mia pazienza! Se non vuoi che sia io a farti fuori, finisci quella pozione e lasciami fare quel che mi va!” le urlò balzando in piedi dallo sgabello ed Hermione arretrò colta di sorpresa per l’improvvisa vicinanza, ma nel farlo perse l’equilibrio e si dovette aggrappare al bancone; così facendo, con il gomito urtò il vasetto di zanne di Chizpurfle che rotolò aperto fino al bordo e cadde con tutto il suo contenuto nel calderone.

La pozione sotto i loro occhi terrorizzati divenne azzurro acceso.

Un boato risuonò nel castello.

 

 

Nell’ufficio della Preside regnava un gradevole calore dovuto al camino, l’atmosfera era inquietantemente rilassante e dalle pareti tutti i presidi precedenti di Hogwarts si godevano quel piccolo avvenimento che aveva movimentato la monotonia della giornata.

La McGranitt, incrociando le mani ossute sotto il mento, osservò attenta e severa dal dietro dei suoi occhiali rettangolari quelli che sarebbero stati i suoi due più problematici alunni dell’anno, coperti di pozione azzurra da capo a piedi.

“Volete spiegarmi…” iniziò fremente di rabbia, “Il motivo per cui avete fatto esplodere la pozione e devastato l’aula di Pozioni? Mi avete molto delusa.” Li gelò fulminandoli con gli occhi stretti in una fessura e le labbra tirate.

Hermione abbassò lo sguardo colpevole e vergognandosi di se stessa, torturandosi le mani per l’agitazione. Quel giorno avrebbe dovuto essere il migliore, la grande partenza del suo ultimo anno, non un disastro epocale con gita in presidenza.

Malfoy cercò di rimanere indifferente, ma le labbra pallide tirate tradivano la rabbia per essere finito in quell’umiliante situazione e le guance rosate la vergogna.

“Signorina Granger?” la interpellò di nuovo la Preside con voce dura drizzando ancora di più la schiena.

“Malfoy…” iniziò tremante mentre l’agitazione e l’umiliazione si mischiavano in frustrazione, “Malfoy fa tutto ciò che può per disturbare le mie lezioni, facendomi impazzire! Durante Aritmanzia ha passato il tempo a disegnare e scribacchiare su dei foglietti per poi ridere da solo o cercare di distrarmi facendomeli vedere. A Rune Antiche ha continuato a giocare con una pallina di carta, facendosela rimbalzare e urtandomi di continuo pur di prenderla al volo! A POZIONI MI SABOTAVA PERCHÈ INVIDIOSO CHE FOSSI MIGLIORE DI LUI!” esplose infine la ragazza parlando a macchinetta, infervorata. Che Merlino provasse a darle torto!

“Non è vero Granger: è palese che io sia migliore di te, non ho bisogno di sabotarti! E per quanto riguarda le altre accuse, chiunque al posto mio farebbe lo stesso: le lezioni che frequenti sono di una inutilità e una noia incredibile, per Merlino! Ho tutto il diritto di distrarmi dato che non potrebbe fregarmene meno che delle mutande di Morgana e…” iniziò a difendersi altrettanto infervorato ma la voce della McGranitt li interruppe.

“Ora basta.” I due ammutolirono all’istante e la osservarono massaggiarsi la fronte corrugata. I presidi tutt’intorno iniziarono a mormorare, chi divertito dalla “vitalità dei giovani”, chi irritato e sdegnato dalla loro condotta.

“A quanto capisco il problema giace nel fatto che la signorina Granger segue lezioni che il signorino Malfoy non può sopportare e quindi si diverte a distrarla, mentre lei non è capace di resistere all’impulso di rispondergli. Data la vostra incapacità di comportarvi in maniera matura, mi vedo costretta a prendere provvedimenti affinché non distruggiate la scuola.” La Preside McGranitt prese un profondo respiro mentre i due abbassavano lo sguardo profondamente mortificati. “Da ora e in poi il signor Malfoy seguirà attivamente solo le lezioni del suo programma di studi, concordate assieme a me, e durante le altre ore aspetterà la signorina Granger in fondo all’aula o fuori dalla porta, in completo silenzio e nel rispetto per i compagni mentre assolve al suo compito.” Malfoy fece per protestare mentre Hermione ghignava soddisfatta, ma la McGranitt continuò imperterrita e fu costretto a stringere i pugni e rimanere in silenzio.

“In cambio di questo sforzo e fino a quando si premurerà di osservare questa clausola, accoglierò la richiesta del signor Malfoy di poter giocare a Quidditch con la Casa di Serpeverde; durante gli allenamenti la signorina Granger la attenderà in campo sotto il suo sguardo vigile senza disturbare le pratiche. La prego comunque di ricordarsi che è una guardia del corpo.” Concluse stringendo le labbra e perforandoli con lo sguardo. Nessuno dei due era davvero felice di quella soluzione, anzi avrebbero volentieri protestato, ma l’espressione della McGranitt era inequivocabile: se ci avessero provato, avrebbero rimpianto quel compromesso.

“Si Preside McGranitt.” Risposero allora all’unisono abbassando gli occhi e facendo per scappare via, alzandosi dalle comode poltroncine che sembravano loro scottare come carboni ardenti.

“Ancora una cosa,” li fermò l’austera donna scatenando loro brividi freddi lungo la schiena, “Data l’età e la mia fiducia nel signor Malfoy, come punizione per il vostro comportamento vi nomino Prefetti Speciali. Vi metterete d’accordo per i turni serali di ronda con le altre case”

I due annuirono con un smorfia, trepidanti di andarsene: Hermione fremeva sul posto e Malfoy faceva dardeggiare lo sguardo tra la preside e la porta.

“Bene, ora siete congedati. Buona serata e cercate di non tornare qui presto.” li lasciò finalmente andare con un sospiro e i due si precipitarono fuori nella speranza di trovare ancora qualche briciola per pranzo.

“Non trovi sarà un’avventura interessante Minerva?” chiese il ritratto di Silente guardando due dei suoi alunni più importanti scappare via, da dietro i suoi occhiali a mezzaluna.

“Dipende cosa intendi per interessante, Albus.” Rispose lei con un sospiro stanco, cercando di nascondere un sorriso.

 

 

Hermione sbuffò chiedendosi perché il mondo la odiasse.

Soprattutto perché proprio in quel giorno in cui aveva fatto il possibile perché andasse tutto bene.

Poi si corresse, spostando una ciocca bagnata dietro l’orecchio: era l’esistenza di Malfoy a rovinarle la vita, non il mondo stesso.

Infatti, se non fosse stato per quel maledetto furetto, lei in quel momento non sarebbe stata seduta nel pantano a bordo del campo di Quiddicht, al freddo e sotto il diluvio universale, che non solo l’aveva infradiciata ma soprattutto le impediva di leggere nel frattempo. Ovviamente aveva provato a chiedere, urlare e minacciare Malfoy perché interrompesse gli allenamenti e l’accompagnasse a prendere l’ombrello, ma lui aveva sogghignato e aveva scosso la testa. E lei non poteva andare da sola, o la McGranitt l’avrebbe pietrificata viva per essere andata in giro al buio senza guardia del corpo.

Le stava anche venendo fame! Era ormai passata ora di cena e quei maledetti quidditchofili continuavano a giocare. Quanto poteva essere egoista e narcisista quel ragazzo per ignorarla a lasciarla sotto l’acqua?! Ma si sarebbe vendicata, di sicuro! In maniera implacabile!

Certo, anche lei era stata stupida! Come aveva potuto dimenticare la bacchetta in camera? Avrebbe potuto richiamare un ombrello, fare un incantesimo per rendersi impermeabile… Solo che era rimasta così catturata da quel romanzo che, quando il furetto l’aveva afferrata per il colletto e trascinata via di colpo per correre agli allenamenti, non aveva avuto il tempo né la prontezza di afferrarla dalla scrivania, portandosi dietro solo il libro. Libro che doveva tenere sotto la maglietta per proteggere. Perchè aveva iniziato a piovere proprio a metà allenamento?! Era accanimento ingiustificato contro di lei! Ma tutta la colpa era di Malfoy, che aveva tra l’altro lasciato la bacchetta in camera, perché se le avesse dato le chiavi per lo spogliatoio femminile lei si sarebbe rifugiata lì, ma lui con la scusa che non poteva aprire porte di altre squadre ma allo stesso tempo fare entrare nel loro un’avversaria, oltre al fatto che doveva tenerla d’occhio, l’aveva lasciata lì al freddo.

“Ehi!” nella visuale di Hermione, persa nel suo turbine di maledizioni, rimproveri e elucubrazioni, accucciata come un animale, comparve il manico di una scopa che si muoveva avanti e indietro per attirare la sua attenzione. Lei alzò lo sguardo e fulminò il ragazzo biondo, gocciolante d’acqua, che la sovrastava. L’allenamento era finalmente finito e il ragazzo era andato a chiamare la sua protetta, rendendosi conto che si era completamente chiusa nel suo mondo.

“Ti odio Malfoy.” Sputò piatta rialzandosi barcollante per il freddo e l’intorpidimento, il braccio che stringeva il libro sotto la maglietta completamente privo di sensibilità. Malfoy sogghignò alzando le spallucce e, sorpassandola con un “Abbiamo finito”, si diresse verso gli spogliatoi fischiettando. Il dubbio di aver esagerato era sparito non appena aveva visto i suoi occhi castani dardeggiare d’ira.

“Aspettami mentre mi cambio…a meno che tu non voglia entrare con noi.” Le propose poi divertito aprendo la porta e osservandola arrossire mentre la pioggia la inzuppava completamente.

“ANIMALE!” urlò Hermione mentre lui scappava all’interno, sorpassandolo e marciando verso l’uscita dello stadio infuriata, nelle orecchie l’eco di una risata sprezzante e divertita.

Aprì la porta con un calcio, per la furia, e il suo occhio per un istante sembrò catturare un’ombra alla sua destra, ma appena uscì completamente non trovò nessuno.

 

Era proprio un animale.

Questo fu l’unico pensiero di Hermione mentre risaliva la collina verso Hogwarts, in fondo al gruppo di Serpeverde chiassosi di cui avrebbe volentieri censurato l’esistenza. Con un’occhiataccia cercò di perforare la nuca di Malfoy qualche centimetro davanti a lei.

Un animale. Pensò ancora starnutendo inviperita.

La bestia in questione si voltò verso di lei scocciata.

“Vuoi smetterla di starnutire? Sei fastidiosa anche così.” si lamentò ad alta scatenando delle risatine tra i compagni, la pioggia fredda che continuava a saltellargli contro.

Hermione strinse i pugni per contenersi e non vomitargli addosso tutti gli insulti che stava pensando. Lei era superiore, non sarebbe caduta al suo livello davanti a quei barbari primitivi.

“Se qualcuno non mi avesse lasciato sotto l’acqua per un’ora e mezza, non sarei raffreddata e non starnutirei.” Rispose gelida mentre ormai varcavano le porte del castello, cercando di raggiungerlo e sorpassarlo.

“Non ho fatto nulla di male Granger, sei tu che hai dimenticato la bacchetta e l’ombrello.” Rispose lui con il suo ghigno strafottente allungando il passo per il gusto di vederla arrancare dietro di lui, mentre lasciavano una scia bagnata sul pavimento, come lumache, che avrebbe fatto saltare i nervi a Gazza.

“La tua intera esistenza è un male Malfoy.” Replicò piccata accelerando anche lei e finalmente sorpassandolo, scostando i capelli fradici con una mano in modo che gli finissero in faccia nonostante la differenza di altezza.

“L’intero corpo studentesco femminile di Hogwarts la pensa diversamente.” Replicò lui sornione, asciugandosi il volto con la manica disgustato.

“Perché l’intero corpo femminile studentesco sa a mala pena che esisti Malfoy.” Rispose gelida Hermione scatenando risate e fischi dal gruppo di Serpeverde immaturi, che stava svoltando verso il loro dormitorio; il biondo li fulminò con le guance pallide che si coloravano per l’umiliazione e inviperito la superò rapidamente, iniziando improvvisamente a correre verso la camera.

Hermione lo guardò perplessa correre per il lungo corridoio deserto, mentre i suoi passi rimbombavano cupi, e inizialmente non capì le intenzioni del ragazzo, ma quando lo vide da lontano sogghignare aprendo la porta della loro stanza, tutto le fu chiaro: il bagno! Disperata si affrettò, trascinandosi invano a raggiungere la stanza sciaguattando, ma quando aprì la porta del ragazzo non c’era traccia, e la sua bacchetta era sparita dalla scrivania.

“MALFOY!” chiusa, la porta alle sue spalle, si precipitò urlando contro la porta del bagno e iniziò a tempestarla di pugni. Nessuna risposta. Dall’interno sentiva il caldo scrociare dell’acqua bollente della doccia e il fischiettio fastidioso della vipera.

Era un gran figlio di Morgana.

Imprecando senza forze, i vestiti bagnati che le aderivano al corpo congelandola, i capelli gocciolanti e il povero libro umido nonostante i suoi tentativi disperati, si preparò all’attesa e alla vendetta.

 

Quando Malfoy uscì dal bagno, asciugamano sulle spalle e bacchetta sguainata pronto all’attacco selvaggio della sua compagna di stanza, rimase stupito alla vista di Hermione accucciata per terra contro il bordo del letto con ancora i vestiti bagnati, il gigantesco libro che si era portata dietro per terra al suo fianco, evidentemente scivolatole dalle mani quando si era addormentata.

Non psicologicamente preparato a questa vista rimase qualche secondo ad osservarla instupidito, poi gli tornò in mente l’umiliazione subita e, sogghignando, dopo essersi passato i capelli con l’asciugamano, uscì dalla stanza per andarsi a procacciare la cena dagli elfi.

Non si aspettava certo, al suo ritorno con un bel cesto di dolci, di trovarla ancora lì così. Era stato via quaranta minuti, per Merlino! Scuotendo la testa appoggiò i dolci sul comodino, si mise in pigiama e si sdraiò a letto morbido.

Certo che quella ragazza era stupida. Come aveva fatto a dimenticarsi la bacchetta?!

Hermione cominciò a tossire nel sonno.

E poi non poteva usare quel maledetto e gigantesco libro per proteggersi, invece che proteggere lei lui dalla pioggia?! Non si era neanche accorta che la maglietta era diventata trasparente e si vedeva l’intimo sportivo e assolutamente anti-femminile che portava, cosa che lui aveva proibito ai compagni di farle notare o l’avrebbe insultato e tentato di uccidere nel sonno per i prossimi sei mesi.

Hermione tossì più forte e la sentì rabbrividire, mentre si stringeva le ginocchia al petto.

E la colpa era tutta sua. Se avesse tenuto chiusa quella sua boccaccia da so-tutto-io-perchè-sono-la-migliore, lui non l’avrebbe trattata così. Forse. E poi, che cosa stupida addormentarsi per terra per non bagnare il letto, era certo fosse quello il motivo, e rimanere coi vestiti bagnati ad aspettare che lui uscisse. Avrebbe potuto asciugarsi con le lenzuola, cambiarsi e legare i capelli; invece no, il genio probabilmente era stato così preso dalle sue imprecazioni e dalle sue vendette da essersene dimenticata.

Hermione tossì ancora con il respiro ansimante.

Draco si girò verso la parete, si rigirò e si coperse fino alle orecchie con le coperte.

Hermione rabbrividì e tossì più forte.

“Ma per Morgana…!” imprecò a bassa voce il ragazzo alzandosi in piedi irritato. Quella ragazza era una piaga!

Con passo veloce le si parò di fronte e la guardò sconsolato, poi con un movimento della bacchetta le asciugò i vestiti e i capelli, che per il trattamento barbarico del ragazzo le si gonfiarono in maniera assurda.

Convinto di esser già stato fin troppo bravo, fece per tornarsene a letto, ma il suo occhio colse le guance rosse di lei e la posizione evidentemente scomoda. La prima indicava che probabilmente stava prendendo una bella febbre, la seconda che domani sarebbe stata indolenzita: entrambe avrebbero provocato a lui sofferenza e dolore, soprattutto nell’ascoltare le sue ingiurie e lamentele e nel sopportarla enormemente irritata.

Con uno sbuffo e pregando Salazar che non si svegliasse proprio in quel momento, con deciso disgusto sollevò la ragazza tra le braccia, più leggera di quel che pensasse, e con acrobatici sforzi riuscì a metterla a letto sotto le coperte senza farla cadere.

Dopo aver guardato soddisfatto la sua opera per qualche secondo, tornò finalmente in pace a letto.

Per Salazar, era davvero troppo buono.

 

Magic chat

 

Hermione: *si sveglia e si guarda intorno perplessa, mentre i ricordi della sera prima si fanno vividi*

Draco: * sgattaiola in bagno imbarazzato per i gesti della sera prima* Salazar, che umiliazione…

ShiningCrow&StelladelLeone: Hermioneeeee…sai chi ti ha messa a letto? *si protraggono in un riassunto appassionato della vicenda nella speranza i rapporti si addolciscano*

Hermione: Oh porco Merlino! Ora lo dovrò anche ringraziare…*disgustata*

Draco: *apre di scatto la porta, dopo aver origliato* Ringraziare?! Mi devi lodare e servire tutto il giorno in nome della mia magnanimità Granger! Non hai idea dell’umiliazione!

Hermione: In un altro mondo razza di idiota tinto!

Draco: Sei un’irriconoscente, egoista, belva zannuta! E mettiti a dieta!

Hermione: MALFOY! MUTATIO FURITUM! *lo colpisce con l’incantesimo*

Palla di Neve: *sgattaiola per la stanza agitato mentre la ragazza si chiude in bagno inviperita*

ShiningCrow: Piano A per accoppiarli…

StelladelLeone: …fallito.

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