30 days otp challenge Frostpudding

di Sammy_Stark
(/viewuser.php?uid=139868)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holding hands ***
Capitolo 2: *** 2. Cuddling somewhere ***
Capitolo 3: *** 3. Gaming/Watching TV ***
Capitolo 4: *** 4. On a date ***
Capitolo 5: *** 5. Kissing ***
Capitolo 6: *** 6. Wearing each others' clothes ***
Capitolo 7: *** 7. Cosplaying ***
Capitolo 8: *** 8. Shopping ***
Capitolo 9: *** 9. Hanging out with friends ***
Capitolo 10: *** 10. With animal ears ***
Capitolo 11: *** 11. Making out ***
Capitolo 12: *** 12. Wearing kigurumis ***
Capitolo 13: *** 13. Eating ice cream ***
Capitolo 14: *** 14. Genderswapped ***
Capitolo 15: *** 15. In a different clothing style ***
Capitolo 16: *** 16. During their morning ritual(s) ***
Capitolo 17: *** 17. Spooning ***
Capitolo 18: *** 18. Doing something together ***
Capitolo 19: *** 19. In formal wear ***
Capitolo 20: *** 20. Dancing ***
Capitolo 21: *** 21. Cooking ***



Capitolo 1
*** Holding hands ***


1. Holding hands

A Loki piaceva uscire con Tom.
Gli piaceva quello strano senso di pace e tranquillità quando si trovava con lui.
Anche a Tom le uscite con il proprio ragazzo mettevano il buonumore ma finiva sempre per sentirsi in colpa a fine giornata.
Loki osservava le altre coppie andare in giro mano nella mano  o appartarsi su una panchina più nascosta e scambiarsi più o meno tenere effusioni senza preoccuparsi degli sguardi altrui.
Erano felici e basta.
Loro invece si sedevano sulla panchina e lì sembravano due estranei, lontani abbastanza da non destare sospetti, silenziosi.... Spesso Tom usava il loro tempo libero al parco per chiamare Luke e concordare gli impegni lavorativi e le poche volte che parlavano tra di loro, si limitavano a chiedere cose inutili.
Tom sapeva bene quanto tutto questo fosse sbagliato ma la verità era che aveva paura e Loki sapeva che la paura era dovuta alla vergogna.
Più volte Tom gli aveva assicurato di non avere problemi col fatto che lui fosse un uomo, Loki gli aveva detto che avrebbe potuto mutare forma per lui ma l'Inglese aveva sempre respinto l'offerta dicendo che lo amava così come era.
Però si vergognava di farlo sapere in giro.
Per questo motivo rimase a bocca aperta quando, dopo l'ennesima ora passata in silenzio sulla panchina, Tom si alzò e lo prese per mano, percorrendo il grande viale alberato con tranquillità, sorridendogli di tanto in tanto. 
Solo una volta arrivati davanti casa Loki si rese davvero conto che sì, anche loro, come le coppie che aveva intimamente invidiato, si erano tenuti per mano e si erano baciati, incuranti di tutto il resto del mondo intorno a loro.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Cuddling somewhere ***


2. Cuddling somewhere


Loki non riusciva smettere di ridere, era più forte di lui. Tom gli stava baciando il collo e lo teneva stretto a sè.
In un altro momento il dio non si sarebbe di certo comportato così, ma ora non riusciva davvero a concentrarsi.
Tom gli aveva fatto un ritratto ed era la cosa più ridicola che Loki avesse mai visto, ma lo adorava.
L'avrebbe conservato per sempre come una preziosa reliquia.
- Ho il naso così grande secondo te?- Chiese, sghignazzando, mentre ricambiava la stretta del compagno e gli carezzava i capelli, comodamente semi sdraiato sul divano nella sala di Tom.
L'Inglese sorrise e poggiò il capo sul suo petto, carezzandogli distrattamente un braccio.
- Forse...- Rispose in un sorrisetto, baciandogli il braccio fino ad arrivare al dorso della mano.
- Potrei ritenermi offeso e scomparire per sempre dalla tua misera vita proprio in questo momento..- Sibilò Loki, in una minaccia che Tom sapeva essere più che falsa.
Gli baciò la guancia mentre con le mani gli carezzava gli addominali da sopra la camicia che indossava.
- Non lo faresti mai, tu adori troppo le coccole sul divano!-
Gli fece notare, in un sorriso pulito, tornando a torturagli il collo con teneri baci e carezzandogli lentamente i fianchi.
Il dio si limitò a socchiudere gli occhi ed annuire.
Aveva decisamente ragione.



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. Gaming/Watching TV ***


3. Gaming/Watching TV

Tom era miracolosamente tornato a casa ad un orario decente e non vedeva l'ora di ordinare una pizza e mettersi davanti alla TV per vedere uno dei suoi telefilm preferiti.
Ma a quanto pare la sua rilassante seratina solitaria era stata sabotata.
La luce proveniente dalla finestra della sala faceva presagire la presenza di Loki in casa.
-Bentornato...- Lo salutò infatti il dio,stravaccato sul divano, con una bottiglietta di sidro in mano e la tv accesa.
La cosa che colpì Tom però, e lo frenò dal riprendere il dio per il fatto che usasse casa sua come un hotel, fu la vista del cartone della pizza sul tavolino.
Loki sorrise ampiamente e gli fece cenno di sedersi accanto a lui.
- Tu... Tu hai... Ordinato la pizza?- Non potè fare a meno di chiedere l'Inglese.
Il dio annuì con una certa fierezza.
- E ho anche trovato cosa guardare questa sera! Naturalmente ho programmato il tuo macchinario in modo che registri il tuo spettacolo preferito!-
Lo rassicurò, beandosi dell'ulteriore sguardo stupito del compagno.
- Wow. Grazie...- Tom gli stampò un bacio sulle labbra, prese un pezzo di pizza e aspettò che Loki facesse partire il programma.
Il dio non attese oltre e fece partire il telefilm scelto da lui.
Quando ormai era notte inoltrata, i due spensero la TV e se ne andarono a letto.
Sì, Tom aveva molto apprezzato la serata in compagnia di un bel telefilm e del fidanzato ma si era ripromesso che non avrebbe mai più guardato Vikings con lui perchè no, non era umanamente possibile sopportare tutti i comment critici di Loki.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. On a date ***


4. On a date

Tom sapeva che Loki aveva qualcosa in mente.
Se lo sentiva nelle ossa.
E questo lo distraeva dal lavoro e lo rendeva altamente irritabile.
Erano le otto di sera quando finalmente l'Inglese rientrò in casa.
Davanti a lui si ritrovò subito il dio degli inganni, in un elegante completo Midgardiano e con in mano un mazzo di fiori, presi dal vaso della vicina molto probabilmente.
- Che hai combinato?- Chiese Tom, guardandolo con sospetto. Era stanco e non aveva voglia di rimediare ai danni che molto probabilmente l'altro aveva combinato.
Il sorriso di Loki si spense un po'.
- Ho letto che è una tradizione Midgardiana...- Mormorò piano, facendo un'espressione da cucciolo indifeso, quella che sapeva avrebbe fatto subito raddolcire Tom.
E l'espressione del ragazzo cambiò radicalmente infatti.
Come aveva potuto dimenticarsi?
Sorrise e abbracciò il fidanzato, baciandogli più volte una guancia.
- Grazie e auguri anche a te...-Gli sussurrò all'orecchio.
Loki sembrò rassicurarsi. Gli porse i fiori.
- Va' a cambiarti, dobbiamo andare a cena.- Gli comunicò con un lieve ghigno.
- Mi porti a cena fuori??- L'Inglese ridacchiò e mise i fiori in un vaso prima di correre in camera ed indossare uno dei suoi completi.
Sì, si sentiva un idiota ora ad aver dimenticato il loro anniversario (sei mesi insieme erano pur sempre sei mesi e considerando che si trattasse di un rapporto stabile con Loki, equivalevano a sei anni) ma era anche felice che Loki invece ci tenesse a festeggiarlo.
- E' divertente che sia tu a portarmi a cena fuori, per una volta...-Ammise, una volta fuori di casa.
Percorrevano la strada mano nella mano.
Tom cercò di capire dove lo stesse portando.
Sperava vivamente che non fosse la pizzeria dietro l'angolo.
- Consideralo un appuntamento a lungo rimandato...- il dio sorrise e Tom non poté fare a meno di baciarlo.
Erano lontani i tempi in cui il ragazzo si vergognava di stare con Loki.
Andarono ben oltre la pizzeria dietro l'angolo.
Camminarono per una buona mezz'ora e Tom iniziava a sentire i morsi della fame.
Finalmente entrarono in un piccolo ristorantino che Tom scoprì essere Francese.
Non ci era mai andato, non sapeva neppure della sua esistenza, fu una piacevole sorpresa quindi.
Mangiarono di tutto, entrambi curiosi di assaggiare gli strani piatti nel menù e, alla fine, come nel più mieloso dei film, arrivarono il dolce e due coppe di champagne.
Dentro quella di Tom, sul fondo, c'era un anello abbastanza spesso, color argento.
Inutile raccontare come proseguì la serata, una volta tornati nella loro, sì, ormai quella era la Loro, casa.
Adesso però Tom avrebbe dovuto annunciarlo alla famiglia.
Ma c'era tempo per pensare a questo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Kissing ***


5. Kissing

Loki aveva una pessima influenza su di lui. 
Di questo Tom ne era certo.
Altrimenti non si sarebbe lasciato trascinare nello stanzino delle scope di sua madre per amoreggiare col dio.
- Loki... Noter..la nostra ass...- Tom stava cercando di parlare ma veniva prontamente zittito dagli intensi baci del fidanzato.
Era stata proprio una serie di baci lascivi scambiati sul divano a far decidere ai due di trovare un posto più appartato.
- Non avrai paura di essere scoperto..-Ghignò Loki, leccandogli lentamente il labbro inferiore. Lo morse piano e pretese un altro umido bacio.
Tom ebbe un fremito.
Lasciò che la lingua dell'altro scivolasse nella propria bocca, tenendo gli occhi socchiusi.
Era seduto sul bidone dei panni sporchi, Loki se ne stava in piedi fra le sue gambe, che carezzava con desiderio.
L'Inglese abbassò del tutto le difese ed agganciò le braccia attorno al collo del dio, troppo preso a condurre lui il bacio ora per accorgersi che la porta si era spalancata.
Fu solo quando percepì un fastidioso flash che riaprì gli occhi e si voltò, ancora aggrappato a Loki.
- Emma!- Sgranò gli occhi, improvvisamente pallido.
Si sbrigò a tornare in piedi e sistemarsi, mentre Loki rideva di gusto.
- Adesso questa la faccio vedere a mamma, così saprà cosa fa il suo figlioletto di nascosto nello stanzino...- Sussurrò divertita la sorellina, in tono minaccioso, facendo sbiancare ancora di più Tom, tanto che per un secondo sia lei che Loki crederono stesse per svenire.
- Non osare! Cancella quella foto! Loki, dille qualcosa!!-
Ma il dio si limitò a sorridere.
- Ho vinto la scommessa, Midgardiana..- Sibilò, soddisfatto.
La ragazza diede un'occhiata al cavallo dei pantaloni del fratello.
- Non mi sembra! Non del tutto! Quindi sgancia i soldi!- Sbottò Emma, con un sorrisetto vincente.
Tom corse via, basito, incredulo e terribilmente in imbarazzo. 
Poi a casa lui e Loki avrebbero fatto i conti, si sarebbe fatto raccontare di quale scommessa avesse fatto con la sorella e avrebbe ripreso anche lei.
Ora voleva solo nascondersi in un angolino remoto della casa materna.
Non avrebbe mai più ceduto ai baci tentatori di Loki. 
Mai più.
Fino alla prossima occasione.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. Wearing each others' clothes ***


6. Wearing each others' clothes

Era un pomeriggio tranquillo in casa Hiddleston... Fin troppo tranquillo.
Tom aveva così avuto l'idea di provare i vestiti di Loki.
Il dio gli aveva sempre detto che il costume di scena in confronto ai suoi abiti Asgardiani era comodissimo.
Tom però aveva voluto provare comunque, testardo come solo poche volte si era dimostrato di fronte alle telecamere.
Loki li avevi barattati con una camicia azzurra e un paio di pantaloni neri.
Adorava quell'abbinamento e in più i vestiti profumavano di Tom... 
L'Inglese impiegò un'ora e ben tredici minuti (Loki aveva voluto cronometrarlo) per vestirsi.
Si sentiva più pesante di venti chili e poi il metallo a contatto con la pelle era gelido e fastidioso.
Quegli abiti erano un inferno.
- Soddisfatto adesso, mio ben poco credibile Asgardiano?- Gli chiese Loki, trattenendo a stento una risata divertita.
Il ragazzo se ne stava in piedi ai piedi del letto, combattendo perfino per rimanere in una posizione corretta.
Dopo un paio di minuti borbottò qualcosa di incomprensibile e si sdraiò di peso sul letto.
- E' un peccato però, perchè io sto così bene con i tuoi vestiti...- Continuò Loki, in un ghigno poco rassicurante.
- Aiutami ad uscire da qui e puoi tenerti il completo..- Mormorò Tom mentre cercava inutilmente di sganciare dei pezzi.
Il dio rise di cuore allora e accettò.
- E' sempre un piacere spogliarti...- Gli assicurò e gli salì sulla vita a cavalcioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Cosplaying ***


7. Cosplaying

Loki aveva insistito per andare.
Aveva visto al cinema Frozen e si era commosso all'inizio sentendosi fin troppo preso in causa.
Per questo motivo, essendo venuto a conoscenza dell'uso di portare dei cosplay alle fiere del fumetto, aveva voluto proporre a Tom di andare alla Con Londinese e vestirsi da Anna e Elsa.
Per Loki il cambio di sesso non era un problema, era una magia già fatta altre volte (per la gioia di Tom che si era ritrovato una dea da togliere il fiato tra le braccia) ma l'Inglese non voleva saperne di cambiare.
Contraddire Loki non era mai stata una buona idea però, quindi Tom si era recato subito da una sarta e aveva fatto confezionare due abiti per la convention, due versioni maschili delle sorelle di Arandelle.
Luke gli aveva fatto notare che era pura follia, ma perfino lui non aveva avuto il coraggio di dirlo al dio.
Loki aveva storto il naso inizialmente, non proprio convinto dei costumi, ma una volta indossato il proprio e cambiato il colore di capelli con la magia, aveva gioito come un bambino.
Anche Tom stava bene con il proprio costume, sì, si sentiva un po' in imbarazzo ma era normale, si diceva.
Emma lo aveva chiamato "Anna" per una settimana intera, ridendo fino alle lacrime.
Il giorno prima della convention però si era presentata con un costume da Olaf, pregandoli di poter far gruppo con loro.
Avevano passato una lunga giornata, diventando una delle principali attrazioni della con.
Avevano anche cantato e in molti li avevano applauditi.
Si erano divertiti come dei ragazzini.
Emma era rimasta a dormire a casa loro quella sera, così da poter vedere tutte le foto scattate.
Si erano addormentati tutti e tre sul letto, ancora nei loro costumi.
Dopotutto Loki non aveva avuto una cattiva idea, constatò Tom.
La mattina dopo il ragazzo aveva trovato il dio ed Emma al pc, intenti già a pensare al cosplay da portare il prossimo anno.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. Shopping ***


8. Shopping

Tom sapeva che Loki avesse buon gusto per quanto riguardava i vestiti, ma non credeva che sarebbe stato la sua rovina economica portandolo con sè a fare shopping.
Era appena il terzo negozio da cui erano usciti e l'Inglese aveva già un numero considerevole di buste.
Ovviamente il dio non aveva nemmeno pensato all'idea di aiutarlo e di dividere il peso.
Loki si era messo in testa di ripopolargli l'armadio vista la tendenza di Tom a mettere sempre i soliti abiti e quindi si era dato ad una frenetica ricerca.
Il ragazzo aveva tentato di dissuadere il dio, ma inutilmente.
Almeno i propri gusti venivano considerati.
Loki stava scegliendo con cura impeccabile, studiando colori, modelli e materiali con fare professionale.
Ogni tanto si girava verso di Tom e sorrideva o faceva una smorfia.
Poi aveva visto il reparto donna.
 Aveva fatto un sorriso che l'Inglese sapeva significasse una sola cosa: guai in vista.
Aveva provato di nuovo a convincerlo a mutare in donna, ultimamente glielo chiedeva con più insistenza, dopo l'ennesimo no, aveva deciso di comprargli comunque un vestitino blu.
Sarebbe riuscito a farglielo indossare prima o poi.
Per sè aveva preso un abito da sera verde smeraldo con un lungo scollo sulla schiena.
Aveva già in mente quando avrebbe permesso al fidanzato di vederlo, o meglio vederla, in quel vestito.
E se Tom non avesse collaborato, gliel'avrebbe fatta pagare a lungo.
Intanto il poveretto si malediceva per aver pensato di uscire con Loki per fare shopping.
La prossima volta, non che gli sarebbe più servito, avrebbe chiamato Emma.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. Hanging out with friends ***


9. Hanging out with friends

Loki odiava quando Tom usciva la sera con gli amici.
Fondamentalmente per il dio significava che non avrebbero fatto nulla perchè poi Tom sarebbe tornato troppo stanco perfino per raccontargli di come era andata e se ne sarebbe filato dritto a letto.
A dormire.
Stanco di quella situazione, decise di auto-invitarsi ad un'uscita.
- Loki, che stai facendo?- Chiese l'Inglese, notando che anche il dio si stava preparando per uscire.
- Vengo con te!- Rispose in un'alzata di spalle il principe di Asgard, mentre si specchiava allo specchio per sistemarsi la sciarpa intorno al collo.
Tom rimase interdetto a fissarlo.
- Ma a te non piace uscire con i miei amici..- Gli fece notare, a fronte aggrottata.
Loki gli lanciò uno sguardo altezzoso.
- Come puoi saperlo se non mi hai mai invitato?- Sibilò, indossando anche dei guanti di pelle.
L'Inglese rimase un po' spiazzato da quelle parole.
Odiava ammetterlo ma Loki aveva ragione.
- Beh, non serve farlo! Voglio dire... Non...- Provò, stupidamente, a rimediare ma fu interrotto dall'altro.
- Non vuoi che venga con te, Thomas? Hai qualcosa da nascondermi...?- Gli chiese, sospettoso.
Tom sapeva che Loki si divertiva a metterlo in soggezione ma quello sguardo indagatore continuava ad avere un certo effetto su di lui anche se effettivamente non aveva fatto niente di male.
- No! Certo che no! Solo... Evita di uccidere qualcuno, ok?- Lo pregò, abbozzando un sorriso.
Loki fece un ghigno soddisfatto. Lo baciò a lungo e poi gli avvolse una sciarpa al collo.
- Prometto che non farò del male a nessuno dei tuoi amichetti. Soddisfatto? Copriti bene, è freddo fuori.-
Tom sospirò di sollievo e si allontanò per prendere le chiavi.- Sì, mammina..- Sussurrò, ridacchiando.
Loki alzò un sopracciglio, seguendo il fidanzato con lo sguardo.- Puoi ripetere, Thomas?- Chiese, in un sibilo glaciale, in realtà divertito.
Tom si affrettò a tornare al suo fianco, sorridente. Gli prese la mano e si avviò alla porta.
- Niente, amore! Parlavo tra me e me! Andiamo? I ragazzi saranno felicissimi di conoscerti!-
Tom immaginava che non sarebbe stata una serata semplice.
Se lo sentiva.
Aveva captato una certa aria tesa.
Ma cambiò idea quando Loki iniziò a giocare a Poker con i suoi amici.
Magari sarebbero potuti uscire di più insieme.
Tom sorrise, si rilassò e si divertì per tutto il resto della serata con fidanzato e amici.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. With animal ears ***


10. With animal ears

Erano tornati a casa verso le due del mattino.
Tom era decisamente ubriaco e Loki aveva dovuto fargli da balia per riportarlo sano e salvo a casa.
In parte, doveva ammettere il dio, era colpa sua.
Era stato lui a sfidare l'Inglese ad un giochetto alcolico molto usato alle feste Asgardiane.
Feste a cui in genere Loki non prendeva parte ma qualche volta Thor era riuscito a portarlo con sè.
Non riusciva a convincere Tom di togliersi uno stupido cerchietto con delle orecchie da gatto e dei campanellini che, Loki non ne era sicuro, era comparso a metà serata da uno scatolone con altre inutili cianfrusaglie.
Tom se ne era innamorato e non faceva che miagolare.
Avevano riso tutti e avevano deciso di lasciare all'amico l'amato cerchietto.
- Thomas, dormi.- Gli aveva ordinato Loki ad un certo punto, dopo un buon quarto d'ora da quando si era sdraiato a letto, ma il tono del dio sapeva molto di supplica.
Non ne poteva più, era sfinito più per il comportamento immaturo del compagno che per vera e propria stanchezza.
Voleva solo che Tom si addormentasse.
Il ragazzo aveva scosso la testa ed aveva sorriso maliziosamente.
- Se non vuoi che ti addormenti io, smettila di comportarti come..-
Non aveva avuto il tempo di finire di parlare che si era ritrovato l'Inglese sopra di sè.
Tom non era tipo da prendere così sfacciatamente iniziativa, tranne quando era molto eccitato o,come in questo caso, molto ubriaco.
Loki sapeva che era sbagliato approfittarsene.
Si fissarono per alcuni istanti.
- Miao..- Sussurrò il ragazzo e leccò la guancia del dio.
Sì, Loki odiava dover badare a Tom quando si ubriacava, sapeva che era sbagliato dargli corda quando non era in grado di controllarsi e non sapeva che stava realmente facendo...
Ma  magari ci avrebbe pensato in un altro momento.
Intanto aveva scoperto che adorava i cerchietti con le orecchie da gatto.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11. Making out ***


11. Making out

Tom non voleva assolutamente perdersi il torneo di Wimbledon.
Era una tradizione per lui andarci e nemmeno un dio poteva fargli cambiare idea.
Loki l'aveva seguito solo per dargli fastidio, per dispetto.
Ma Tom era incredibilmente calmo, come se si fosse esercitato per mesi a non reagire alle provocazioni infantili del compagno.
Avevano due posti molto in alto, così da non avere nessuno dietro di loro.
Meno gente stava intorno a Loki, meglio era.
Tom aveva messo su un ghigno soddisfatto quando il dio si era arreso.
Ma la sua espressione cambiò repentinamente quando percepì la mano di Loki tra le gambe.
Si voltò verso di lui, rosso in viso... E si accorse che il moro se ne stava a braccia incrociate al petto, sorridente.
Eppure quella mano Tom la sentiva più che bene.
- Falla finita.- Ringhiò tra i denti, sistemandosi nervosamente gli occhiali da sole.
- Non sto facendo niente, vedi? Mi sto annoiando, come mi hai detto di fare.- Fece notare il dio con un'espressione tutt'altro che innocente.
Adesso sì che iniziava a divertirsi.
Trovava gli sport Midgardiani, gli sport in generale, patetici e privi di senso.
Non capiva cosa ci trovasse l'Inglese di tanto interessante.
Tom cercò ancora una volta di mantenere la calma.
Si morse la lingua per non gemere.
- Loki, ti prego...- Gli lanciò uno sguardo supplichevole.
Loki sorrise ancora.
- Dammi un bacio e potrei accontentarti...- Sibilò con un tono seducente.
Tom serrò gli occhi.
Odiava dare spettacolo.
E odiava essere alla mercè di Loki.
Sarebbero finiti sul web.
Emma avrebbe avuto un altro motivo per prenderlo in giro.
Ma la situazione si stava facendo irrecuperabile, quindi..
Accontentò il dio e lo baciò.
Loki mantenne solo in parte la sua promessa perchè passò tutto il tempo successivo a baciare e mordere le labbra e il collo di Tom, tanto da arrossarli come se fossero stati scottati.
Quando tornarono a casa, Tom appuntò mentalmente una cosa: non sarebbe mai più andato a vedere il Wimbledon con Loki.
Dall'altra parte il dio non vedeva l'ora che arrivasse il torneo successivo.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12. Wearing kigurumis ***


12. Wearing kigurumis

Sì, Tom aveva preso il vizietto di chiamare Loki "piccolo istrice" e per Loki Tom era il suo "drago".
Erano nomignoli stupidi, da non far sapere a nessuno.
Era una cosa più intima di quanto entrambi fossero disposti ad ammettere.
La reazione di Loki quindi fu ben comprensibile quando, scartando il proprio regalo di Natale da parte del fidanzato, si ritrovò la faccia di un istrice.
- Tom... Che cosa...? Thomas, cosa è questo?- Il dio stava fissando l'Inglese con un sopracciglio alzato. Le guance si erano lievemente imporporate.
Quello che Loki aveva tra le mani era un pigiama intero con le sembianze di un istrice.
Tom sorrise, raggiante e mostrò il suo con le sembianze di un drago, con tanto di coda e ali.
- Sono kigurumi! Senti quanto sono morbidi! Sono fantastici!-
Loki adesso si stava davvero trattenendo dal ridere.
Doveva essere uno scherzo.
- E dove dovremmo andare con questi travestimenti?- Chiese, studiando il proprio.
Era stato un regalo davvero originale, doveva ammetterlo.
Ma non l'avrebbe mai indossato.
Aveva pur sempre una dignità, nascosta da qualche parte.
- A letto, è ovvio!- Rispose Tom con naturalezza.
Sì, forse Loki l'avrebbe indossato, al diavolo la dignità.
Sorrise, malandrino e Tom avvampò di imbarazzo.
- Non in que senso! Sono degli ottimi pigiami, sono..-
- Zitto e indossalo, draghetto. Ti aspetto di là..- Con uno schiocco di dita teatrale, Loki si ritrovò con addosso il proprio kigurumi da istrice e si avviò in camera, lasciando in sala un perplesso e forse un po' preoccupato Tom.
Sospirò e iniziò a cambiarsi.
- Buon Natale...- .

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13. Eating ice cream ***


13. Eating ice cream

A Loki la crema fredda Midgardiana piaceva da impazzire.
Tom lo sapeva benissimo e per questo gli comprava una vaschetta di gelato ogni volta che tornava a casa dopo un lungo viaggio.
Loki ovviamente preferiva seguirlo in giro per il mondo ma sapeva anche lui che non era il caso di infastidire il compagno quando doveva lavorare.
Tom diventava intrattabile a volte, ovvero quando la tensione era davvero troppa e neppure Loki che gli leggeva Shakespeare riusciva a calmarlo.
In effetti Luke aveva notato che era proprio il dio ad agitare così tanto l'attore. Tom non lo diceva, ma aveva paura di deludere le aspettative del compagno e per questo si spingeva sempre al limite per dare il meglio.
L'Inglese era stato fuori per un lunghissimo mese questa volta e Loki aveva fatto totalmente a meno di lui.
In realtà avevano passato ogni singolo istante libero a scambiarsi sms scandalosi ma questo poco importava.
Aveva fatto a meno del suo corpo e non lo aveva rimpiazzato con nessuno.
Erano quasi le 22, nell'aria c'era ancora il profumo dell'arrosto che Loki aveva cucinato per se stesso.
Aveva sentito il fidanzato entrare ma aveva deciso di fingere di dormire.
Al contrario di quanto aveva immaginato però, Tom era andato direttamente in cucina e lì era rimasto per una decina di minuti, ad aprire cassetti vari.
Aveva osato dimenticarsi di salutarlo.
Dopo un mese lontano da lui.
- Tesoro..? Ho un regalo per te...- Gli aveva sussurrato dolcemente, nel sedersi sul divano, accanto a lui, che invece era sdraiato.
No, Loki era deciso a non cedere, indispettito dal saluto mancato.
Lui era un dio e Thomas gli doveva rispetto.
Tom sorrise tra sè.
Si sporcò i polpastrelli con il gelato che aveva messo nella coppetta e infilò una mano sotto alla maglia del dio, che non riuscì a trattenere un versetto di sorpresa nel percepire quel freddo improvviso.
- Stavo dormendo...- Si lamentò, senza aprire gli occhi.
L'Inglese ridacchiò ed iniziò a spogliarlo. Naturalmente Loki non si oppose ma neppure tentò di aiutare l'umano.
Un mese senza un corpo caldo accanto, aveva decisamente sopportato fin troppo e se Tom aveva quel tipo di voglie, lui non poteva che esserne felice.
Sgranò gli occhi e quasi urlò al sentire un freddo improvviso su tutto il petto, fino al basso ventre.
- Thomas!- Ringhiò, fissando il Midgardiano con un odio che Tom sapeva essere semplicemente desiderio.
- Tu dormi, io mangio il gelato...- Sussurrò innocentemente l'Inglese, iniziando a spalmare il gelato come fosse una crema solare.
Loki si limitò a sorridere.
Erano rari i momenti in cui Tom prendeva un'iniziativa così sporca, in tutti i sensi (considerata anche la sua maniacale fissa per la pulizia, secondo Loki... Anche se l'idea della cioccolata spalmabile in effetti non era stata geniale da fare sul divano nuovo, su questo l'Asgardiano doveva dare ragione al compagno) e di certo il dio non lo avrebbe fermato.
Sospirò profondamente quando il fidanzato iniziò a leccargli la pelle.
- Credevo fosse per me..- Sibilò, mentre con una mano accarezzava i ricci di Tom, il quale sorrise.
Loki riusciva a scorgere quel meraviglioso rossore sulle sue gote, quello per cui andava matto e che compariva sempre prima di fare l'amore, come se ogni volta fosse la prima.
- Dopo tocca a te...-
Lo rassicurò e lo baciò.
Sì, a Loki la crema fredda Midgardiana piaceva decisamente da impazzire.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14. Genderswapped ***


14. Genderswapped

Ne avevano parlato a lungo.
Ne avevano parlato così tanto che alla fine Tom aveva ceduto.
Inizialmente era andato in panico.
Era scoppiato a piangere e si rifiutava di aprire gli occhi.
Dopo qualche ora si era abbastanza abituato all'idea.
Loki aveva sorriso.
Anche lui, per solidarietà, aveva cambiato forma.
Non era la prima volta che usava il suo aspetto femminile e ci si sentiva a suo agio.
Era di qualche centimetro più bassa della versione maschile ed aveva lunghi capelli corvini che le arrivavano a metà schiena.
Era bellissima, di una bellezza tipica degli dei.
Tom aveva potuto constatare con i propri occhi di quanto le ragazze Asgardiane fossero più belle di quelle Midgardiane.
Ad esempio lady Sif... L'Inglese era rimasto completamente senza parole di fronte alla dea.
Jaimie era fantastica, ma la vera Sif...
Loki non gli aveva più fatto incontrare nessuna ragazza del suo popolo dopo quella volta.
Tom adesso si guardava allo specchio: il riflesso mostrava una ragazza snella, alta, con forme generose e capelli corti e ricci, rossi come quando era appena nato.
Aveva notato anche le lentiggini che coprivano delicatamente il volto e le spalle.
Sì, forse lei non era bella quanto una dea ma avrebbe avuto il suo successo a corte.
Aveva pregato Loki di non toccarla, la dea degli inganni naturalmente non l'aveva ascoltata, aveva altri programmi per loro due...
Programmi che non riuscì ad attuare.
Aveva infatti tentato, una volta a letto, di tornare uomo e fare sua la compagna.
Tom non aveva reagito molto bene e così Loki si era dovuto accontentare di rimanere per tutta la notte abbracciato ad un Midgardiano dall'aspetto di una dea.
Ma un giorno, Loki ne era certo, sarebbe riuscito ad avere Tasha (questo era il nome che il ragazzo si era dato), così come era riuscito ad avere Tom.
E magari avrebbero avuto dei figli... Di questo ancora non ne avevano parlato.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15. In a different clothing style ***


15. In a different clothing style 

Tom era sicuro che avrebbe vinto.
Non aveva considerato il piccolo particolare di stare giocando contro il dio degli inganni.
Controllò le proprie carte.
Sì, la vittoria era sua.
Sorrise e decise di alzare la posta in gioco.
Gli era capitato qualche volta di incontrare delle ragazze con un stile curioso di abbigliamento.
Lolita, gli sembrava di ricordare che fosse questo il nome.
Ragazze dai vestitini da bambola di porcellana, con parrucche e trucco che a lui facevano quasi paura.
Ma sarebbe stato divertente vedere Loki conciato così.
Come già detto però, il povero Inglese non aveva tenuto conto del suo avversario.
Fu per questo motivo che si ritrovò in un completino rosa confetto, con scarpe impossibili ai piedi e un fermaglio a forma di unicorno ben appuntato sulla parrucca dai lunghi capelli color miele.
Loki rise così tanto da diventare rosso.
Cercò anche di convincere Tom ad uscire conciato così, ma ovviamente il ragazzo non si mosse dal proprio salotto.
Per questa ragione Loki invitò i suoi migliori amici.
Quella fu la prima volta, dopo il fidanzamento, che dormirono separati.
Tom aveva tenuto quello stupido vestito per tutto il tempo che avevano stabilito ma allo scadere dell'ultimo secondo, era stato gettato nella spazzatura e il cuscino di Loki era finito nelle braccia del proprietario, insieme ad una coperta e al pigiama.
Ci vollero giorni prima che Tom lo perdonasse.
Circa un mese dopo però comparve nell'album una foto in lolita...
Loki gli aveva apertamente dichiarato guerra e prima o poi Tom si sarebbe vendicato...

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16. During their morning ritual(s) ***


16. During their morning ritual(s)

All'inizio era stata dura, non potevano negarlo.
Tom aveva già convissuto con qualche ragazza ma non era mai durata molto.
Loki era un dio e naturalmente ad Asgard era abituato ad essere servito e riverito dalla mattina alla sera (a volte anche la notte, ma di questo non ne parlava con Tom).
Eppure quello smarrimento iniziale era durato per poco più di una settimana, poi i due avevano preso un ritmo loro.
Una routine quotidiana che rassicurava entrambi.
Tom si svegliava per primo, mangiava giusto uno snack e andava a correre per un'oretta.
Quando tornava, Loki era già in piedi e aveva preparato la colazione per entrambi.
Qualche volta facevano la doccia insieme prima di mangiare, quando c'era tempo.
Entrambi sapevano che sarebbe stata una doccia molto lunga..
Poi Tom lavava le tazze e i piatti e si dedicava allo studio di un copione oppure si incontrava con Luke per discutere di lavoro.
Faceva la spesa  e aiutava Loki con il pranzo.
Il dio era un talento innato nella preparazione degli arrosti.
Ovviamente quando Tom era fuori per lavoro, le cose erano diverse ma era più un sopravvivere in attesa che si ritornasse alla normalità che il godersi la solitudine, dal punto di vista di Loki.
Quella mattina era una bellissima giornata di sole.
Loki aveva percepito il fidanzato entrare in bagno, poi tornare in camera e cambiarsi e infine cercare una barretta energetica e uscire di casa per la solita corsa.
Tutto assolutamente nella norma.
Un'ora dopo il ragazzo non era ancora tornato.
Anche se Loki non lo avrebbe mai ammesso, era diventato un tipo davvero ansioso quando si trattava del Suo Tom.
Ma dopotutto l'Inglese era un uomo grande e vaccinato.
Magari aveva solo allungato il percorso.
Due ore erano decisamente troppe.
Loki decise di mangiare senza di lui e di mettersi a guardare un po' di TV in sala.
Alla fine della replica di un episodio di Doctor Who prese il cellulare e mandò un sms.
Nessuna risposta.
Passò un altro quarto d'ora quando sentì la chiave nella serratura della porta di casa.
- Lo so, non uccidermi, ci ho messo una vita!-
Loki avrebbe sicuramente fatto una scenata se non si fosse trovato di fronte un pacco regalo alto quasi quanto lui.
- Che Hel ti è venuto in mente di comprare??- Sbottò il dio, fissando esterrefatto la carta a cuoricini rosa.
- Un regalo per te!- Sorrise l'Inglese, con un'innocenza talmente finta da far sorridere Loki.
Scartò il pacco e lo aprì delicatamente.
La sua espressione fu immortalata dalla fotocamera di Tom, che rise quasi fino alle lacrime.
Davanti a Loki c'era un vestito lolita che si ispirava al completo Asgardiano del dio, accuratamente sistemato su un appendino in modo da poter essere ammirato in tutta la sua... Bellezza.
- Se credi che lo indosserò, allora..- Sibilò, velenoso. Si zittì però quando capì che c'era qualcosa di strano in quel vestito.
Profumava di... Dolce.
Cercò lo sguardo di Tom, in cerca di spiegazioni e il giovane sfoderò un sorriso malandrino.
- Avrebbe dovuto essere la nostra colazione... Ma ci faremo pranzo!-
Inutile dire che Loki indossò ben più volentieri quel vestito, anche se solo grazie all'aiuto del sidr.
Si erano divertiti entrambi alla fine.
Loki non era più così dispiaciuto per la loro routine spezzata.
E aveva capito quanto a Tom avesse pesato il fatto del vestitino (questo perchè Tom alla fine aveva deciso di parlargliene apertamente)... Anche se, se quella era la vendetta del compagno, allora avrebbe dovuto farlo insdispettire più spesso...

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17. Spooning ***


17. Spooning

C'erano alcune sere in cui non esisteva il coprifuoco.
Andavano al cinema, passeggiavano fino a tarda notte, andavano a ballare...
Poi c'erano le sere in cui c'era tempo solo per il dessert. Questo accadeva quando Tom era nel bel mezzo di un qualcosa di importante.
Andava a dormire presto e si svegliava altrettanto presto.
A Loki non piacevano quelle serate, ma le capiva e rispettava.
Alcune delle ultime serate erano davvero pesanti.
Tom si chiudeva nel suo studio a piangere dopo l'ennesima litigata con il padre.
Loki aveva avuto il piacere di conoscerlo solo in un'occasione e non gli era sembrato affatto male, in confronto ad Odino... Ma per Tom non era mai semplice quando si trattava del padre.
Si volevano bene entrambi eppure avevano idee contrastanti su tutto.
In particolare sulle nozze tra il figlio e il dio.
Loki sapeva che alla fine il padre del compagno avrebbe accettato l'invito al matrimonio, lo sapeva perchè aveva visto negli occhi dell'anziano tutto l'amore che provava per il figlio.
E poi Diana lo avrebbe torturato con una cinquantina di chiamate al giorno per convincerlo.
Thomas però era sempre più convinto dell'assenza dell'uomo e questo lo faceva star male.
Era stato chiarissimo al telefono: non voleva avere niente a che fare con lui e con il suo alieno pagano omosessuale.
Loki avrebbe avuto molto da ridire su quella sbagliatissima descrizione ma Tom aveva deciso di tenerla per sè, non occorreva che venisse ferito anche lui.
Quelle sere trascorrevano molto lentamente.
Quando Tom usciva dallo studio, se ne andava a letto e Loki lo seguiva silenziosamente, si sdraiava al suo fianco e lo abbracciava da dietro, in una stretta protettiva e così tenera da rivelare un'altra sfaccettatura del dio.
A Tom quel modo di dormire, così abbracciati, piaceva molto.
Si rilassava e smetteva di preoccuparsi di tutto.
Il padre continuava a ripetergli che non era naturale quel rapporto, che sarebbe finito male.
Tom ammetteva di non avere una relazione semplice sotto molti punti di vista ma una delle sue grandi certezze era l'amore reciproco tra  lui e il dio e nessuno, nemmeno suo padre, avrebbe potuto scalfirlo.
Spesso, la mattina dopo quelle notti trascorse così, Tom rimaneva a letto anche quando si svegliava.  Aspettava che fosse un buon orario per non far arrabbiare il compagno, non sapendo che in realtà Loki era già sveglio, semplicemente adorava fingere per poter stare ancora un po' in quella posizione, con il profumo di Tom a riempirgli i polmoni. Tom si voltava e baciava il petto del dio, all'altezza del cuore.
Loki sorrideva e rimanevano a letto fino all'ora di pranzo (ad Hel la routine), a coccolarsi, a parlare di stupidaggini, a progettare il loro futuro insieme, come una tipica coppietta da romanzo rosa.
Era strano per entrambi ma li faceva sentire bene.
E quella volta, a tre mesi dal loro matrimonio, parlarono anche dei figli che avrebbero voluto.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18. Doing something together ***


18. Doing something together

Avevano progettato quella vacanza nei minimi particolari.
(Non c'erano più telefilm da seguire la sera e quindi avevano riempito il tempo nei vari siti per il turismo.)
In realtà Tom doveva andare fuori per lavoro ma visto il luogo esotico, i due avevano ben pensato di trascorrerci qualche giorno come una normale coppia vacanziera.
Avevano affittato un piccolo chalet sulla spiaggia, a pochi metri dal mare, lontano dalla spiaggia pubblica e quindi da occhi indiscreti.
Nulla di troppo grande o lussuoso, ma molto confortevole.
Sarebbero dovuti arrivare verso l'ora di pranzo, ma Tom aveva dovuto trattenersi di più ed era ormai quasi sera.
Loki aveva già sistemato la propria valigia e aveva comprato del pesce per la cena.
Non ce l'aveva con il fidanzato però aveva pensato ad un inizio migliore per quella loro piccola pausa dalla routine Londinese.
Quando Tom arrivò, fuori c'era uno di quei tramonti da cartolina. 
Non diede il tempo a Loki di aprir bocca che lo coinvolse in un romantico bacio infinito.
Poi, mano nella mano, lo aveva trascinato in spiaggia senza dire una parola.
Loki rideva e faceva domande, inutilmente.
Poco lontano c'erano un falò, una tenda e delle bottiglie di birra.
Il dio sorrise istintivamente, sorpreso.
Forse avrebbero recuperato quell'inizio.
- Spero che tu abbia comprato del pesce, non ho fatto in tempo a prenderlo..-
Tom era così dolce mentre parlava, o forse Loki era solo troppo felice, che il dio non riuscì a trattenersi dall'abbracciarlo e riempirlo di teneri baci.
Rimasero così stretti l'uno tra le braccia dell'altro fin quando il sole non scomparve quasi del tutto.
Cucinarono il pesce, bevvero birra (Tom stranamente non riuscì a finire neppure una bottiglia, ma quella era una serata da godersi in pieno senza alcool a renderne difficile il ricordo), ballarono e cantarono.
Risero fino ad accasciarsi sulla sabbia, con le lacrime agli occhi e un senso di pace totale.
Si persero a guardare le stelle sopra di loro e Loki spiegò a Tom le galassie sconosciute ai Midgardiani, i pianeti e i popoli che vi abitavano.
Thomas lo ascoltava con sincero interesse e un sorriso tranquillo, come un bambino che ascolta una favola.
Si rifugiarono nella tenda quando il freddo iniziò a farsi sentire e le coperte non tenevano più tanto caldo.
Avrebbero potuto tornare a casa, in un'altra occasione Loki glielo avrebbe fatto notare, con quell'aria irriverente e quel cipiglio di sarcasmo che tanto piacevano a Tom, ma quella notte rimasero nella tenda.
Ebbero l'esperienza più dolce di sempre, nessuna foga, nessun bacio spezzato, nessun dolore (Loki aveva usato un po' del  proprio sidr per rendere tutto più piacevole e duraturo, il compagno non gradiva affatto l'uso della magia quando si trattava di fare l'amore, eppure quella sera fu l'ennesima eccezione), erano semplicemente diventati una cosa sola e stava bene ad entrambi.
Il dio svegliò Tom all'alba per non fargli perdere quel meraviglioso spettacolo che si specchiava sul mare.
Tom sorrise e prese ancora una volta Loki per mano, correndo verso l'acqua.
Loki non fece domande, non protestò.
Si lasciò semplicemente guidare, nutrendo la piena fiducia in quel buffo ragazzo dagli occhi color del mare.
Il suo mare, quello Asgardiano, quell'infinito mare cristallino dalle mille sfumature, su cui si rispecchiano milioni di stelle che l'occhio umano non ha mai visto e mai vedrà, che solo Heimdall può ammirare.
Così erano gli occhi di Tom: uno specchio d'acqua con milioni di stelle riflesse.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19. In formal wear ***


19. In formal wear

Erano molte le occasioni in cui Tom indossava abiti eleganti.
Gli piacevano e gli stavano anche molto bene.
Ultimamente però ne era ossessionato.
Provava abiti e cravatte per intere ore quando aveva un giorno libero.
Doveva trovare il vestito perfetto per il matrimonio.
Si sentiva stupido ma era davvero importante per lui, neanche fosse stato una sposina di Beverly Hills.
Quel pomeriggio in particolare indossava un bel completo blu scuro, con una camicia di un impeccabile bianco.
Ma era ancora indeciso sulla cravatta.
E poi sul colore del completo.
Loki sbuffò, esasperato.
- Non puoi metterne uno che già hai? Inizio a perdere la pazienza, Thomas. Non mettermi ulteriormente alla prova.- Il dio non aveva parlato con un tono maligno o particolarmente severo ma eccolo lì, Tom si era offeso.
Forse per via dello stress per il lavoro e per la tensione per il matrimonio, l'Inglese era diventato sensibilissimo.
Loki avrebbe voluto farglielo notare ma sapeva che poi sarebbe stato solo peggio.
Quindi semplicemente non vedeva l'ora che quel periodo passasse.
- Thomas... Tom... Io non intendevo farti pensare che per me non sia importante... Ma non riesco a capire quanta rilevanza abbia un vestito. Ti sposerei anche se indossassi i tuoi indumenti da corsa!-
Riuscì a strappare un sorriso al compagno.
- Se vuoi un mio parere sugli abiti che hai provato però... Questo è quello che ti dona più di tutti...- Gli sussurrò all'orecchio, prima di stringerlo a sè e baciargli una guancia.
Tom sospirò e si rilassò tra le braccia del futuro sposo.
- Allora vada per questo..- Annuì tra sè. - Dovrò farlo cucire un po' più grande della mia taglia... Sto ingrassando senza alcun motivo ultimamente...- Mormorò, in una lieve smorfia.
Loki sorrise e scosse il capo.
Effettivamente però non poteva negare che l'Inglese avesse messo su qualche chilo.
Non era sovrappeso, dopotutto era fin troppo magro per i gusti della madre, che invece ora era felice di vedere che si stesse rimettendo in "forma".
Loki si soffermò a guardare Tom per qualche secondo in più.
Era aumentato di vita.
Solo di vita.
Nonostante fosse sempre propenso a sbalzi d'umore, aveva i tratti del viso addolciti.
E cosa non da poco, mangiava molti più budini del solito e si commuoveva anche per il più stupido film romantico.
Fu un attimo in realtà.
Nella mente del dio tutti i tasselli andarono a comporre il puzzle ad una velocità fulminante.
All'improvviso smise di sorridere e perse colore.
Sapeva che cosa aveva Tom... E non era certo l'ansia pre-matrimoniale.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20. Dancing ***


20. Dancing

A Tom piaceva ballare.
Qualsiasi tipo di danza fosse, a lui piaceva.
Loki apprezzava molto che gli altri ballassero per lui ma all'occorrenza sapeva come muoversi.
Era un principe, gli erano stati insegnati molti balli tradizionali di regni diversi ed aveva un talento innato nel muoversi con sensualità.
Erano stati qualche volta in discoteca ma non era il genere di intrattenimento preferito dall'Asgardiano.
Il dio ci aveva messo una settimana intera per organizzare quella serata speciale: sapeva di dover rivelare quanto scoperto a Tom ma temeva la reazione del compagno, per questo aveva deciso di dirglielo in un modo particolare.
Era riuscito ad ottenere il permesso di usare il salone secondario del palazzo reale ad Asgard.
Era poco più piccolo di quello principale ma lo sfarzo era lo stesso e Loki sapeva che avrebbe fatto comunque molto effetto.
Aveva chiamato una piccola orchestra e aveva fatto organizzare un buffet.
Tom quel giorno aveva studiato il copione per ore e si era addormentato sul divano.
Loki lo aveva lasciato riposare, aveva controllato l'orologio un paio di volte e, alla fine, era andato a prepararsi.
Tom si era quasi impaurito al trovarsi di fronte il promesso sposo con indosso gli abiti da cerimonia Asgasrdiani.
- Che fai..?- aveva borbottato, tirandosi su a sedere e stropicciandosi un occhio.
Il dio aveva sorriso e gli aveva messo in grembo degli abiti.
Senza nemmeno stenderli, l'Inglese sapeva che fossero Asgardiani dalla strana stoffa di cui erano fatti.
- Niente domande, vero..?- Tom sapeva che anche a quel quesito non avrebbe ottenuto risposta ma il piccolo sorriso sfuggito al fidanzato era un buon segno.
Si era cambiato già da cinque minuti ma non riusciva a separarsi dallo specchio.
Era incredibile come sembrasse davvero un principe...
Loki aveva commissionato quegli abiti agli stessi sarti che si occupavano dei suoi indumenti.
Il bronzo e il blu erano i colori dominanti.
Il dio sapeva che il colore preferito dell'Inglese era il blu e Tom sorrise al pensiero che il principe di Asgard avesse studiato addirittura un completo per lui basandosi su quel colore.
Lo faceva sentire davvero importante.
Non che avesse mai dubitato dell'amore di Loki ma essere il fidanzato di un dio con la fama di aver giaciuto con ogni Asgardiano incontrato sul proprio cammino non era sempre facile e queste piccole cose gli facevano credere davvero di essere speciale così tanto come Loki diceva che fosse.
Era così perso nei suoi pensieri che non si era accorto di essere osservato.
- Siamo in ritardo, mia signora..- Aveva sussurrato Loki, con un sorriso malizioso.
Tom gli aveva lanciato un'occhiataccia ma era scoppiato a ridere.
- Andiamo, mia principessa!- Gli aveva teso la mano e Loki l'aveva scansata e lo aveva baciato a lungo.
Quando si separarono, Tom notò che non erano più a casa.
Il pavimento, le pareti ed il soffitto stesso sembravano essere d'oro. Le enormi vetrate permettevano di lasciarsi incantare dal panorama, composto da decisamente troppi pianeti e stelle per essere il cielo di Londra.
Erano ad - Asgard...- Tom aveva sospirato quel nome, incredulo.
Ne aveva visti di bei posti in vita sua ma quello non era catalogabile.
Non ebbe molto tempo per dedicarsi a questi pensieri tuttavia perchè quando una dolce melodia iniziò a diffondersi nel salone, Loki lo coinvolse in un ballo.
Non era un valzer, anche se era ugualmente elegante, non assomigliava a nessuno dei balli conosciuti da Tom eppure gli sembrava di non aver ballato altro per tutta la vita.
Fu pervaso da una moltitudine di sensazioni e si sentì ubriaco.
Non sapeva se la colpa era di Loki o della musica o di quel ballo, sentiva che si trattava di magia ma in quel momento voleva solo perdercisi dentro.
Ovviamente Loki non disse nulla quella sera.
Il sorriso genuino di Tom, la sua aria beata... Non poteva turbarlo.
Non ora.
Avrebbe avuto la giusta occasione per parlare, adesso voleva solo che quella serata ad Asgard rimanesse nella mente di Thomas come una pagina di una favola,una di quelle che Tom conservava nello scaffale più alto della libreria, una di quelle che Loki sognava sempre più spesso di leggere ad un neonato nella culla...

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21. Cooking ***


21. Cooking

Tom poteva vantarsi di essere un discreto cuoco, appena se ne era andato da casa non aveva di certo preparato i migliori piatti della sua vita ma si era arrangiato e pian piano aveva imparato alcune ricette.
Loki, per quanta buona volontà ci mettesse invece, riusciva sempre a bruciacchiare qualcosa o  a sbagliare e combinare qualche pasticcio.
A Tom non dispiaceva, era tenero vedere il dio preoccuparsi per un omelette troppo cotta o cose così.
Sapendo che avrebbero avuto Emma come ospite però, quella sera Loki voleva essere preciso in tutto.
Aveva preso un libro di cucina e aveva scelto con cura la ricetta.
Aveva ordinato a Tom di rimanere fuori dalla cucina e si era messo all'opera già nel pomeriggio.
A Tom quell'ordine non era dispiaciuto molto, ne aveva approfittato per andare a fare una passeggiate e ripassare alcune battute difficili.
Quando tornò a casa, fu sorpreso di ritrovarsi inondato da un buonissimo profumo di arrosto.
Si sentiva anche profumo d'arancia e qualcos'altro ma Tom non era in grado di capire di che si trattasse, sapeva solo di essere molto affamato.
La porta della cucina era ancora chiusa quindi decise di optare per una bella doccia rinfrescante.
Dopo essersi lavato, si concesse un po' di riposo sul divano, fino a quando non sentì un tonfo in cucina.
Corse alla porta e la spalancò.
La terrina con l'impasto per il dolce era caduta a terra e l'impasto era caduto fuori per la maggior parte.
- Ti avevo detto detto di non entrare!- Aveva ringhiato Loki, furente per essere riuscito a rovinare tutto proprio alla fine.
Tom si era chinato per prendere la terrina, senza dargli troppo peso.
- Thomas! Esci!!-.
L'Inglese aveva continuato a riparare al danno del dio che, tolta la terrina dalle mani del futuro marito, lo aveva spinto con la schiena contro il frigo.
-Ti ho detto...- Aveva iniziato a sibilare, fuori di sè. - Lo so cosa mi hai detto e so anche che te la stai prendendo troppo. Rifaremo il dolce e lo faremo insieme. E non perchè non credo che tu ne sia capace ma perchè preferisco stare con te che con il divano... E poi ti ricordo che è casa mia...- Aveva fatto quel sorrisetto malizioso per cui Loki perdeva la testa.
Prepararono un dolce, più tardi, dopo essersi fatti la doccia ed aver accuratamente igienizzato il tavolo, su cui avevano fatto l'amore.
Emma arrivò poco dopo.
Fu una cena ottima, degna di uno chef.
Il dolce invece, per quanto eccellente, non reggeva il confronto con tutto il resto.
Ma in così poco tempo, Tom e Loki erano riusciti solo a preparare i budini in polvere e avevano riso quasi fino alle lacrime al fare l'imitazione di Gordon Ramsey che giudicava il loro menu, dessert compreso.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2848730