L’ho protetta da chiunque, tranne da una stupida band

di Frerakey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** O con le buone, o con le cattive ***
Capitolo 2: *** Silenzio ***



Capitolo 1
*** O con le buone, o con le cattive ***


Aprì gli occhi lentamente, privo di forze e vide il mondo davanti a sè roteare in tutte le direzioni.
“Non ci posso credere...sono ancora ubriaco?” si domandò.
Poi quando le forme scombinate che si porgevano davanti a lui si riunirono riuscì a scorgere una figura scura in piedi.
Steso sul bordo di uno stretto passaggio tra due case, cercò di alzarsi ma per sua grande sorpresa scoprì di non esserne in grado. Le sue mani erano legate ad un tubo dell’acqua posto verticalmente lungo il fianco di uno dei due edifici e i piedi erano fissati l’uno all’altro impedendogli ogni tentativo di fuga.
Si girò di scatto verso la figura davanti a lui per chiedere aiuto ma si accorse con rammarico di aver una benda legata alla bocca che gli permise di emettere solo alcuni versi interrogativi.
La persona si inginocchiò e potè vederla meglio.
Era snella. Indossava un paio di pantaloni neri e una felpa dello stesso colore con un cappuccio che copriva la parte superiore del viso. La parte inferiore invece era cosparsa di una certa tintura scura che rendeva irriconoscibile ogni tratto del viso.
-Finalmente possiamo parlare faccia a faccia, mio caro Gerard- una voce femminile uscì da quel  volto misterioso.
L’uomo aveva un sacco di domande che gli passavano per la testa. Chi? Dove? Perché?
-Devi stare tranquillo. Non voglio farti del male- accarezzò la testa dell’altro con un gesto dolce - voglio solo parlare.
Gerard iniziò a capire che la donna non era lì per aiutarlo a scappare ma al contrario era lei ad averlo portato in quel luogo.
Iniziò a temere per la sua vita. Cosa voleva quella donna? Se voleva solo parlare allora perché lo aveva legato in quel modo? Voleva davvero solo intrattenersi conversare o i suoi obbiettivi erano altri?
-Allora, come sta Mikey?
Mikey? Aveva forse rapito anche lui? Mikey stava bene? Cercò in ogni modo di pronunciare delle domande sul conto del fratello ma la benda gli impedì di emettere ogni tipo di parola comprensibile.
-Perché ti agiti così? Hai forse paura di me? Forse temi per tuo fratello? Non devi. Sai, io penso che la famiglia sia una cosa intoccabile. E, in particolare, so quanto ci si voglia bene tra fratelli. Una volta avevo una sorella. Andavamo molto d’accordo. Giocavamo sempre insieme da piccole- il tono della donna era dolce e lasciava trasparire gocce di tristezza –aveva quattro anni in meno di me e io ero il suo esempio da seguire, la sua eroina, colei che l’avrebbe dovuta salvare da ogni pericolo- una lacrima le attraversò il viso –ma poi arrivò l’adolescenza e lei volle diventare come me. Ammirare chi ammiravo io, odiare chi odiavo io e ascoltare la musica che ascoltavo io. Iniziò ad ascoltare una certa band, di cui non ricordo il nome. Passavamo ore ad ascoltare quelle canzoni insieme e lei mi diceva sempre che non avrebbe potuto vivere senza. Io mi mettevo a ridere ma solo ora mi rendo conto di quanto sbagliavo. Tre anni dopo la band si sciolse. E mio sorella, a sedici anni cadde, in depressione, iniziò a tagliarsi e alla fine si tolse la vita.-
Ci fu un lungo silenzio. Sul volto di entrambi non apparivano altri sentimenti se non la tristezza. Gerard per un momento si dimenticò della situazione in cui si trovava e pensò solo al triste destino della ragazzina.
-Ora mi ricordo il nome di quel gruppo.- la donna guardò l’uomo fisso negli occhi con uno sguardo violento e pieno di rabbia- My Chemical Romance.
A quelle parole Gerard impallidì; lo sguardo della donna non prometteva nulla di buono. Iniziò a capire i motivi per il quale era stato portato li in quello stato. Ma ancora non ne comprendeva l’obbiettivo.
-Le avevo promesso che non avrei mai lasciato a nessuno farle del male, ma non ce l’ho fatta. L’ho protetta da chiunque, tranne da una stupida band. Ed ora ho solo una cosa da fare. Vendicarla? Oh, no. Voglio riuscire a salvare qualcun altro. Altre ragazze che senza la vostra musica, senza le vostre canzoni, senza le tue parole si sentono perse. Nessuno morirà più a causa tua. Ed ora, ti prego, rimetti insieme quel dannato gruppo!-
Gerard si sentiva in colpa come non si era mai sentito prima ma sapeva di non poter esaudire i desideri dell’altra. Così abbassò il capo e lo scosse in segno negativo.
Il tono della ragazza divenne tutto d’un tratto aggressivo –se non lo farai con le buone sarò costretta a fartelo fare con le cattive.-
Per un attivo il cantante aveva pensato che la ragazza che lo aveva rapito non fosse una psicopatica ma solo una vittima del mondo. Quella frase però gli fece cambiare idea.
-Oh, non temere. Non ho intenzione di ucciderti, non mi servi da morto. E non ho neanche intenzione di torturarti, anche se l’idea mi diletta molto. No, troppo banali. Io farò qualcosa di più creativo. E di più doloroso ovviamente.
Il cuore del giovane batteva sempre più all’impazzata.
-So che hai una figlia, Bandit giusto?-


CONTINUA....

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Frearakey

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Capitolo 2
*** Silenzio ***


NEL CAPITOLO PRECENDENTE
-Finalmente possiamo parlare faccia a faccia, mio caro Gerard (...)
Una volta avevo una sorella. Passavamo ore ad ascoltare quelle canzoni insieme e lei mi diceva sempre che non avrebbe potuto vivere senza
Tre anni dopo la band si sciolse. E miA sorella, a sedici anni cadde, in depressione, iniziò a tagliarsi e alla fine si tolse la vita(...)
Nessuno morirà più a causa tua. Ed ora rimetti insieme quel dannato gruppo! (...)
Se non lo farai con le buone sarò costretta a fartelo fare con le cattive.(...)
So che hai una figlia, Bandit giusto?

ORA

Nonostante si sforzasse, lui non riusciva a capire cosa centrava la piccola in tutto questo.
- Molti dicono che è a causa sua che hai sciolto il gruppo...
Lily Wayne, otto anni. Scomparsa, probabilmente violentata da un pedofilo di cui ancora non si conosce l’identità. Beh, si da il caso che io la conosca.-
Gerard cercò di fermare i pensieri che gli passarono nella testa
- Siamo amici ormai da parecchio e, se tu non dovessi soddisfare le mie richieste. Saprei che bambina consegnargli.-
A quel punto il giovane padre usò tutte le sue forze per urlare e chiedere aiuto, per fermare quella pazza che avrebbe fatto del male a sua figlia, ma i suoi sforzi furono vani in quanto i pochi versi che uscirono dalla sua bocca non si sarebbero sentiti a mezzo chilometro di distanza.
-Allora? Abbiamo un patto?-
Gli occhi dell’uomo erano pieni di lacrime. In quel momento avrebbe voluto più di ogni altra cosa rimettere insieme il gruppo ma la verità era che non poteva. Non lo avrebbe fatto.
-Ah, mi sembra superfluo dirti che anche se ti trasferirai, le farai cambiare scuola o attività extrascolastiche noi la troveremo. Sempre. Hai due mesi per riunire la band. E se non lo farai... beh, lo sai già.-
Dette queste parole si avvicinò sempre di più a lui. Gli poggiò una mano sul petto e la fece scivolare verso i fianchi fino ad arrivare ai glutei. Gli estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni e scorse la rubrica.
-A,B,C,D,E…F! Frank, trovato! –
Detto questo compose il numero e attivò il viva voce, così che anche il suo prigioniero potesse sentire.
La mente di Gerard era troppo impegnata a domandarsi quello che avrebbe dovuto fare, per accorgersene. Si sbloccò solo quando sentì quella voce provenire dal cellulare.
-Hey Gee!
“Frank...no Frank non rispondere! Scappa! Attacca e vattene! Ti prego Frank, almeno tu, salvati.”
-Gee, ci sei?
-Gerard non può parlare- rispose la donna.
-Oh, con chi parlo allora?-
-Non ha importanza. L’importante è che il tuo caro amico è stato rapito. E’ ferito, sanguina. Ma non chiamare l’ambulanza o la polizia, se dovessi farlo non indugerò ad ucciderlo. Ti invio le coordinate della nostra posizione. Vieni da solo e fallo in fretta altrimenti si dissanguerà.
-Cosa? Dove è Gerard? Voglio sentirlo! Gerard sei lì?
La donna tolse il bavaglio all’uomo e gli avvicinò il cellulare alla bocca.
-Frank aiutami ti prego.- disse in lacrime subito prima di ritrovarsi la bocca bloccata dal solito maledetto nastro di stoffa.
“Cosa ho appena fatto? Ho condotto il mio migliore amico a morte certa. Perché l’ho fatto? Dovevo dirgli di scappare, di non venire, di portare in salvo Bandit, di... perché ho detto proprio quella frase. L’unica che non avrei dovuto dire. Perché?”
-Ha attaccato. Che maleducato il tuo amico, non ha nemmeno salutato...
Ora però, caro il mio cantate dei My Chemical Romance, devo darti prova che so essere cattiva, e che le mie minacce sono concrete ed ho tutto il potere ed il carattere per metterle in pratica.
Sfoderò dalla cinghia dei pantaloni un coltello d’argento e, nonostante l’uomo cercò in tutti i modi di sottrarsene, lo premette contro la sua guancia incidendo un solco che partiva dalla fine dell’occhio destro fino ad arrivare alla punta del mento. L’uomo gemette e cadde a terra sfinito.
-Oh, non temere, il tuo amico sarà qui a breve.- si guardò intorno e poi riportò lo sguardo verso il ferito – eccolo là. Devo dire che è stato proprio veloce! E’stato un piacere fare due chiacchiere con te. Ci vediamo, beh, speriamo di no.-
Dette queste parole la donna scomparve nell’oscurità della notte e nella via rimase solo un corpo accasciato su un fianco e privo di sensi, la cui felicità era stata distrutta nel giro di un’ora da delle parole pronunciate troppo bene.
-Gee, Gee... Gerard guardami!-
Era arrivato. Lui c’era sempre per l’amico. Era corso in suo soccorso in qualsiasi momento ed ora, più di ogni altra volta, aveva posto Gerard davanti a qualsiasi altra cosa. Davanti alla cena con Jamia, davanti alle prove con i The Cellabration. Era corso in suo aiuto senza esitare. Come aveva sempre fatto.
Stava schiaffeggiando l’amico nel tentativo di rianimarlo, finchè finalmente ce la fece.
-Frank! Bandit! Quella donna! Bandit! I My Chemical Romance! Frank, scusami...
-Hey, hey! Stai calmo.
Frank si strappo una manica dalla camicia, se la avvolse alla mano e la posò sulla ferita dell’amico. Poi posò l’altra mano sulla guancia restante costringendolo a guardarlo negli occhi.
-Va tutto bene ok? Qualsiasi cosa sia successa noi la risolveremo, insieme.
Gerard smise di piangere. Perché non aveva mai notato la bellezza di quei due occhi che lo stavano fissando in quel momento? Perché non aveva mai notato la bellezza di quel cuore che ora lo stava soccorrendo?
-Frank.
-Dimmi
-Ti voglio bene.
Il più giovane sorrise e abbracciò l’amico com’era solito fare con i cuccioli abbandonati che amava salvare dalla strada.
-Anch’io te ne voglio.
Slegò le bende che tenevano legato Gerard e lo aiutò ad alzarsi.
I due si avviarono uno appoggiato all’altro verso un posto, un qualsiasi posto che gli avrebbe fatto dimenticare ciò che era successo.
La vittima dell’aggressione avrebbe voluto dire un sacco di cose all’amico. Avrebbe voluto parlare  della donna in nero, della sorella, dei My Chemical Romance e di Bandit. Ma poi si accorse che l’unica cosa che davvero voleva fare era ringraziarlo. Ringraziarlo per non avergli fatto domande sul rapimento limitandosi a consolarlo, ringraziarlo di essere corso subito da lui, ringraziarlo per tutte le volte che lo aveva soccorso senza ricevere dei degni ringraziamenti, ringraziarlo per non essersi mai stancato di esserci per lui.
Ma in quel momento fu il silenzio a riempire i loro cuori di parole.
 
 

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Hey ciao.
Come vi è sembrata la storia?
Ho deciso di dividerla in due perchè magari tutta di seguito sarebbe stata troppo lunga e troppo pesante...
Si, lo so, cè di molto meglio! Ma era da tanto che non pubblicavo così mi sono presa un'oretta e l'ho scritta di getto!
Come sempre accetto critiche e suggerimenti,
Hope you like it.

Frerakey

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