death is only beginning

di Rob2212
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Erano le 3:OO in quella fredda e buia notte d'autunno. 
Strano a dirsi in quel periodo: la nebbia ricopriva i tetti delle case , come a farle sembrare ricoperte da un alone di morte e sangue. 
Un cielo infinito, intento ad inghiottire ogni anima, sia buona che crudele.
Crudele, certo. 
Come quella che vagava solitaria per quelle stradine strette formate solo da pietre nere e umide.
Le 3:05. Era l'ora del ritorno di colui che avrebbe finito a breve la sua vita. 
Ubriaco marcio, con una bottiglia di Ballantines in mano ed una sigaretta nell'altra, s'incamminava sbandando di qua e di la cercando invano la sua
abitazione, imprecando e urlando canzoncine che avrebbero volentieri fatto suicidare gli autori. 
'Ferma, non è ancora il momento'. Questo è ciò che diceva a se stessa. La pazienza non era mai stata una delle sue piu' grandi virtù.
'Ancora un attimo. Mancano solo sei metri..'
Un ronzìo alle orecchie cominciò a farsi strada. Conosceva molto bene quella sensazione. 'Sta calma. Rimani concentrata.. manca davvero poco'.
Il fruscìo tra le foglie, un vento che si levava sempre piu' forte, cominciò a tirare le spalle e a trascinare gli arti via dal palo a cui era aggrappata.
Chiuse gli occhi e guardò la sua ultima vittima con la mente, come le insegnò il suo maestro.
'E' fatta!'. Si lasciò andare , cadendo con abilità felina alle spalle dell'uomo a cui dava la caccia.
 In un attimo tirò fuori la fiala di veleno che portava dentro il guanto destro, appositamente sistemato per terminare la sua missione, bloccando colui che vagava ignaro dal collo grasso e sudato ,introdusse il veleno nella sua larga bocca e lo lasciò andare. 
La vittima si accasciò a terra, cercando di vomitare il liquido che ormai si faceva strada nel suo corpo. Il bastardo tremava, piangeva, urlava.
Si voltò verso di lei infine, studiando il volto dell'assassina ed i suoi occhi si allargarono, iniettati di sangue.
'Tu, tu sei..' una grossa risata viscerale uscì dalle fauci di quel mostro mascherato da uomo. 
Lei continuò a godersi lo spettacolo. Immobile e sicura, senza mai distogliere lo sguardo. Le recava un'enorme soddisfazione vedere quell'essere
dimenarsi in preda alle convulsioni sputando sangue da ogni orefizio.
'Ahahah! credi di aver vinto?! credi che io sia l'ultimo?! come sei ingenua!'
Le si gelò il sangue in un secondo: tutta la sicurezza da lei appresa nel corso degli anni svanì. Strinse i pugni e riuscì a pronunciare poche parole
con una voce appositamente modificata dalla maschera da lei portata: 'So che non sei l'ultimo. Non sarebbe abbastanza.'
In preda alla morte , l'uomo riuscì ad uscire un libretto dal taschino interno della giacca, e poi si accasciò, lasciando una putrida carcassa come
ricordo in questo mondo.
Almeno così pensava.
Il vento svanì, il ronzìo riuscì di li a poco a lasciarla in pace. Riprese il consueto autocontrollo che ormai la distingueva, e calandosi prese il libretto.
Era di un rosso porposa, creato da pelle umana, pensò. 
Lo aprì e ogni pagina era bianca. 
Cadde una foto che prontamente raccolse prima di toccare terra , e fu li che si rese conto che quello, era solo l'inizio. 






Ciaooooo! sono tornata con una nuova storia, grazie ad un sogno che ho fatto praticamente stamane. 
Spero che l'into vi sia piaciuto! :D 
Molto presto pubblicherò il secondo capitolo! a presto!

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La scoperta appena fatta la fece chiudere in se stessa, dove non metteva piede da molti anni.
Quanti ne erano passati? 10?20? ormai non ricordava piu'.
Quasi dimenticava il viso dei suoi cari, così fece cio' che aveva giurato di non fare mai piu': tirò fuori la foto della sua famiglia.
Le lacrime si fecero presto strada, inzuppando l'ultimo bel ricordo che le restava.
'Smettila, buttala via!'
Aveva cercato di zittirlo riuscendo a stento ad ignorarlo. I suoi occhi si fecero piu' presenti e si rese conto che aveva camminato tutto il tempo. Fece caso ad un insegna della farmacia di turno e attese il passaggio della data: era il 15 Ottobre 2014. 
Erano passati 18 anni dal matrimonio fallito, e si rese conto di avere ormai 34 anni. L'età in cui sua madre morì. 
Si avventurò nel contempo in un parco, ove c'era un lago piuttosto profondo. Affacciò dapprima il viso per controllare la profondità effettiva, poi lanciò un sasso. Decise di arrampicarsi sulla ringhiera che separava il prato dal lago. 
'Allontanati, torna sui tuoi passi.'
A quel punto decise di smettere di ignorare quella voce: " Non hai nessun diritto di dirmi ciò che devo fare."
'E tu non hai il diritto di buttare via la tua vita, pensaci: sei quasi al traguardo'
"Ah sì? e tu questo lo chiami traguardo? ho strappato piu' vite di chiunque altro in questo campo, ed ora che ho visto con chi avrò ancora a che fare..."
'Ricordi ciò che ti ha detto il maestro prima di morire? e tuo padre?'
"Smettila, non nominarli nemmeno.." la rabbia si fece strada tra le viscere. Erano anni che ignorava quella voce , e grazie ad una maledetta foto era riuscita a far sì che le rispondesse, di nuovo.
' Ricorda Akane.. ricorda le loro parole, i loro sguardi.. ciò che Nabiki e Kasumi hanno sacrificato per te..'
Il groppo alla gola che si era formato in seguito alla rabbia si rivelò essere un urlo di dolore, quasi impossibile da sopportare.
'Vuoi davvero buttare tutto alle ortiche dopo la promessa che hai fatto loro?!'
"Ma non sono stata io! è stata tutta colpa tua!"
'Non deviare il ricordo , Akane.. non chiudere la porta al dolore'
"Lasciami in pace maledizione" Un pianto straziante la colpì dritto nell'anima. 'Perchè vuoi negare?? hai una missione da portare a termine!'
"Ma li hai uccisi tu! con le mie mani!"
'Sapevano ciò che stavano facendo.. dammi retta.. scendi subito dalla ringhiera..'
Akane si sporse pericolosamente in avanti , pronta a saltare e a lasciarsi annegare.
'Perchè lo fai? sei convinta di risolvere tutto se ti uccidi?'
"Per lo meno avrò la certezza di aver ucciso te"
'Perchè?'
"Perchè neanche esisti!"

La voce dentro lei si fece piu' dolce, abbandonando il tono di rimprovero.
'Lo so che non esisto, ed è per questo che il mio punto di vista è importante. D'altronde, sono sempre te.'
Akane dovette arrendersi all'evidenza. Le erano stati molto utili i consigli di quel suo bizzarro lato della personalità , nato da un errore chimico. Almeno era questa la spiegazione che le seppe dare un dr. Tofu. 
Altri parlavano di schizofrenia, ma lei si fidava del suo "saggio".
'Su, avanti, prova a ricordare'
Si concesse una piccola pausa di riflessione notturna. D'altronde , quella nebbia e l'oscurità aiutavano a concentrarsi. 
Scese dalla ringhiera e si sedette su una panchina li vicino, chiuse gli occhi, e la vocina dentro di lei, le mostrò le immagini che le servivano.

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Capitolo 3
*** 3. ***


16 anni prima:

Commissario: e così, lei è un esperta di arti marziali indiscriminate a quanto leggo nel suo curriculum.
Akane: sì, è così. Il mio maestro è stato il grande Happosai.
Commissario: Ah, dunque un ottima preparazione. Mi segua allora, quì abbiamo finito.
Ci alzammo da quelle scomodissime sedie di metallo, e ci dirigemmo in un ufficio in fondo al corridoio della centrale.
L'interno era piuttosto inquietante, sembrava essere piu' un laboratorio: a destra vi era un test della vista, al centro un macchinario con un foglio rotolato in una bobina e degli aghi. Di fronte al macchinario vi era un telone , e poco prima un qualcosa che somigliava ad un proiettore. Notai solo alla fine che c'era una stanza "segreta" nel laboratorio, come quelle che si usano per gli interrogatori , coi grandi specchi che in realtà dall'altra parte sono vetri. Da li a breve ne avrei avuto la conferma.
Commissario: si è imbambolata? non si faccia intimidire! è necessario fare degli esami prima di diventare un agente signorina!
Entro pochi secondi dopo un uomo con un camice senza neanche presentarsi. Mi fece cenno di sedermi sullo sgabello. Cominciammo con l'esame della vista: 10/10. Perfetta.
Poco dopo mi collegarono al macchinario con aghi e bobina, conficcando questi nelle mie braccia. Tirarono fuori degli elettrodi che mi misero sulle tempie e sparirono entrambi dietro la porta "segreta" collegata col grande specchio/vetro. 
La luce si spense, e dal proiettore partirono delle orribili sequenze di video violenti: donne stuprate, bambini evirati e maltrattati, guerre, arti strappati, vivisezioni umane e torture medievali su carcerati.
Tenni duro, d'altronde ebbi altre occasioni di vedere scene violente nella mia vita. Anche se in effetti si limitavano a sangue e ossa rotte.
Finito il disgustoso video, uscirono dalla stanza, e senza guardarmi neanche in faccia prelevarono il foglio dalla bobina e il medico lo esaminò accuratamente. 
Tolsi da sola gli aghi e gli elettrodi dal mio corpo. Non feci neanche in tempo a notare il cenno del medico al commissario. 
Quest'ultimo mi disse di alzarmi e di farmi trovare il giorno dopo di fronte all'ospedale di Tokyo. 


'Sì, ci sei quasi Akane, continua così'

Il giorno dopo mi presentai all'orario prestabilito. Dovetti aspettare 7 ore esatte di fronte quel dannato ospedale, immobile come un soldato...
Una berlina nera coi vetri oscurati parcheggiò dietro un vialetto li vicino. Non potei fare a meno di notarla perchè uscirono degli uomini vestiti come dei pinguini che mi dissero di seguirli. Non era una richiesta. Era un vero e proprio comando. 
Nonostante fossi contrariata e sospettosa li seguì, d'altronde la mia famiglia aveva davvero bisogno di me da quando la palestra era andata in malora.
Ci introducemmo in un corridoio dove c'erano malati e feriti nelle barelle e nelle stanze, prendemmo l'ascensore e salimmo al terzo piano. 
Quest'individui non mostrarono nessuna intenzione di proferire parola, ne con me, ne tra di loro. Erano ingessati. 
Fu quì che le cose cominciarono a diventare insopportabilmente strane: arrivati al terzo piano, di fronte c'era un altro ascensore che a sua volta prendemmo, solo che mostrava un piano in piu'. 
Scendemmo fino all S2 e ci ritrovammo in un corridoio stretto e buio. Mi dissero di andare in fondo, che avrei trovato una porta e che li dentro mi aspettava qualcuno. 
Presi la torcia che mi diedero prima di sparire dietro le porte dell'ascensore, e cominciai ad avere paura. 
Mi passò tutta la vita davanti percorrendo quell'orrendo corridoio. 
Non ricordo piu' però la sensazione che si prova quando si è SOLI in un luogo tanto claustrofobico. 
Grazie alla torcia datami, vidi in lontananza la fine di quel maledetto buco. Aprì la porta, lentamente. Ero terrorizzata.
"Salve signorina Tendo , prego entri pure"

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