cuori di ghiaccio

di simonasaretta2002
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** non sono solo, forse. ***
Capitolo 2: *** fuga dai ricordi. ***
Capitolo 3: *** fiducia reciproca ***
Capitolo 4: *** Ha bisogno di me ***
Capitolo 5: *** Salvami ***



Capitolo 1
*** non sono solo, forse. ***


Pov jack


Un'altra noiosissima giornata trascorsa qui a Thule. È estate e io non posso divertirmi come vorrei. Si insomma, non posso far nevicare d’estate, non passerebbe certo inosservato. probabilmente Vi starete chiedendo che problema io abbia per affermare ciò: bhe, molto semplice. io posso controllare la neve, il gelo, il ghiaccio e tutto ciò di simile.  Posso ghiacciare una passa di neve, far cadere tanta di quella neve da seppellire case e molto altro. ma come ho già detto, non posso certamente farlo accadere in piena estate.
Quindi me ne sto in camera mia a divertirmi a creare ghiaccio su pavimento sotto i miei piedi nudi.
Sono da solo, lo sono sempre stato in realtà o almeno da che io mi ricordi. non so nemmeno quanti anni ho. Pero sono giovane, anche se ho i capelli bianchi.
sono sicuro che ci sia qualcosa che mi sta sfuggendo, ma non ho in mente cosa.
non credo di aver mai  avuto quelli che gli altri chiamano famiglia. Io non ho nulla di quello che hanno loro.
mi reputano diverso, buffo, strano e non mi sorprendo ormai.
ma non posso far vedere loro ciò di cui sono capace, mi prenderebbero per pazzo e mi caccerebbero dalla città. quindi sono obbligato a starmene in questo posto isolato.
Stufo di non fare nulla, decido di alzarmi e dirigermi sulla montagna posta dall’altra parte della città, vicino al castello, per sfogarmi.
Mi alzo e, dopo aver preso il mio fidato bastone, spicco un balzo, librandomi in aria. Ah già, mi sono dimenticato di dirvi un altro piccolo dettaglio: so volare.
In un attimo arrivo sulla vetta e mi guardo un attimo attorno: i miei occhi corrono veloci sui profili delle montagne circondanti fino ad arrivare al castello, poco più sotto.
ho sempre amato venire qui, anche se non so esattamente il perché. Mi piace e basta.
dopo essermi guardato attorno meravigliato come ogni volta, comincio a ghiacciare ogni cosa, sentendomi immediatamente bene.
Dopo questo bello sfogo, mi siedo per terra, o, più precisamente sulla neve, lasciando i pensieri liberi.
 mi ritrovai a dire. sarebbe bello sapere di non essere l'unico, fargli vedere i miei poteri e non sentirmi giudicato.
forse troppo bello.
Non feci in tempo a finire il mio pensiero, quando sentì un rumore provenire da un cespuglio non molto distante da dove mi trovavo. strano, di vento non ce n'era, e gli animali che popolavano quella vetta era qualche capriolo e qualche piccola lepre, animali troppo piccoli o leggeri per provocare quel frastuono.
Decisi di avvicinarmi, curioso di scoprire chi aveva prodotto quel fruscio. non c'era niente. ma sentii comunque una presenza attorno, e la sensazione non era affatto tranquilla. Appena mi avvicinai all’arbusto, sentì lo stesso suono provenire non tanto distante da li.
-     Chi va la?- chiesi spazientito. questo qualcosa o qualcuno si stava prendendo gioco di me, gioco che non mi divertiva affatto. Anzi, mi terrorizzava.
Velocizzai il passo, sperando di raggiungere ed eventualmente catturare il produttore di quel suono parecchio inquietante.
Ma trovai solo un pezzo di stoffa blu incastrato nel secondo cespo.
Era di un tessuto morbido e caldo. Esclusi gli animali. Quindi era rimasto la scelta “ uomini”. Mi alzai in piedi con ancora il pezzo di stoffa tra le dita quando vidi delle piccole orme solcare quella poca neve che avevo creato.
Qualcuno aveva visto ciò che avevo fatto la sopra; qualcuno ora sapeva del mio segreto, e ,di questo qualcuno, non sapevo se mi potevo fidare.
Seguì attentamente le orme che mano a mano si addentravano nel bosco andando sempre più giù, verso valle.
Erano impronte piccole, probabilmente di un bambino. Ma ancora non mi spiegavo come ci potesse essere finito un bambino lassù.
Le sagome mi portarono davanti ad un lago. Rimasi stupito, e non poco, di vedere che i bacino era completamente ghiacciato.
Ero certo di non essere stato io a ghiacciarlo, ero molto distante e la mia magia non si estendeva poi cosi tanto.
D’altro canto era estate, e il lago non si sarebbe ghiacciato anche se fosse stato più in alto.
L’unica cosa che riuscì a pensare in modo sensato fu
 Lo speravo. Lo speravo con tutto me stesso.
Preso dall’euforia di quel pensiero, alzai in volo, attraversando il lago e seguendo di nuovo quelle impronte che mi infondevano speranza.
Esse terminarono al castello.

Il castello del re e della regina di Thule.
Chiunque mi aveva visto usare i miei poteri aveva ghiacciato il lago e aveva a che fare con il castello e con il reame.

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hola!! io mi chiamo Simone e questa è la mia prima storia.
Vorrei ringraziare Francesca, una mia cara amica che mi ha aiutato a formare questo primo capitolo! Ciao Chicca!!
spero inoltre che vi piaccia e che recensiate in tanti! 
per cominciare spero in 7 recensioni per avere il prossimo capitolo!!
A presto!! 
S.S.S

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Capitolo 2
*** fuga dai ricordi. ***


POV. Elsa












Sono chiusa nella mia stanza. È molto grande e spaziosa, anche se dentro non c’è altro che qualche mobile, un comodino con un cassetto con i miei guanti e il mio letto.
Sono affacciata alla finestra, stando ben attenta a non toccare nulla con le mie mani, per non ghiacciare tutto.
Si, io ho questo potere, anche se io vorrei non averlo. Da piccola adoravo poter ghiacciare le cose, mia sorella Anna lo adorava.
Mi ricordo in particolare quando, la mattina di natale, mi svegliò per andare nel salone a fare i pupazzi di neve. Era così felice in quel periodo, progettavamo quella mattinata mesi prima, ogni anno.
Fino a quando accadde l’imprevedibile: Anna si arrampicò su uno scivolo di ghiaccio creato da me, ma scivolò cominciando una rovinosa caduta verso una stalattite.
In quel momento lanciai un fascio di ghiaccio, riuscendo a spostarla ma la colpì alla testa.
Quando entrarono i nostri genitori e videro l’intera stanza ricoperta di ghiaccio e me a terra con la piccola Anna priva di coscienza tra le mie braccia, si spaventarono molto, dandomi dell’ incosciente.
Subito dopo portarono mia sorella dai troll e la curarono. La mia incoscienza fece guadagnare una ciocca biondo-platino che tutt’ora la caratterizza.
Da quel giorno il re e la regina presero coscienza dei mie effettivi poteri e mi donarono un paio di guanti che permettevano di trattenerli. Separarono me e mia sorella, mandandoci in stanze separate.
Da quel giorno non ho più giocato con mia sorella, l’ho sempre evitata e so che anche lei ci soffre molto.
Ogni mattina di natale viene a bussare alla mia porta chiedendomi di andare con lei a fare un pupazzo di neve,  ma non riceve più una risposta da anni.
Lei non sa che quella richiesta mi lacera il cuore e che il ricordo di quella mattina è ancora fresco nella mia mente.
Ho promesso ai nostri genitori che non avrei mai fatto parola di ciò con nessuno.
Ora sono seduta davanti alla porta, sento i miei genitori consolare Anna per l’ennesima volta perché si assume tutta la colpa del nostro distaccamento molto improvviso.
<< Oh, sorellina non fare così, tu non hai colpa di nulla. Tu sei solo la vittima.>>
Nella mia camera cominciano a cadere fiocchi di neve. Succede sempre quando piango.
All’improvviso sento bisogno di aria, di allontanarmi da questo castello, dalla mia vita, dai miei pensieri.
Decido di spalancare la finestra e uscire da lì calandomi dalla finestra con l’aiuto delle lenzuola.
Annodo le lenzuola, le incastro un’estremità nello stipite della finestra e l’altra la lancio giù.
Comincio a calarmi e una volta toccato terra, disincastro le lenzuola e le nascondo dietro un cespuglio.
Dopo essermi assicurata che le lenzuola fossero ben nascoste, mi dirigo verso il bosco che porta in vetta.
Tra gli alberi aleggia un senso di pace e di tranquillità che mi calma, anche se non del tutto.
Sto per arrivare nel mio posto segreto quando noto della neve a terra.
Di primo impatto penso che sia normale, dato che siamo in montagna, ma poi la ragione mi fa notare che è estate.
Da dove arriva tutta questa neve?
I miei quesiti trovano le rispettive risposte non molto più tardi.
Scorsi un ragazzo alto, con i capelli bianchi, occhi color dell’oceano, con un bastone.
Ciò che mi stupisce in quel momento è il fatto che quel ragazzo è scalzo, sulla neve.
Mi nascondo dietro ad un cespuglio,quando vedo il ragazzo rimanere sospeso a mezz’aria.
Rimango sbalordita. Mi strofino gli occhi, sperando che quello che ho appena visto sia stato solo frutto della mia immaginazione, ma non appena riprendo il controllo della vista, vedo un raggio luminoso uscire dal suo bastone.
Il raggio era molto simile a quello che usciva dalla mia mano quando facevo comparire pezzi di ghiaccio appuntiti.
Da quel fascio bianco si creano delle lastre di ghiaccio dove lui si muove sereno e tranquillo, come se fosse terreno normale.
Non è possibile. Non può avere i miei stessi poteri. Non può essere cosi tranquillo ad usarli.
Cerco di avvicinarmi con molta cautela per tentare di non farmi scoprire ma, inavvertitamente, calpesto un ramo, spaccandolo.
Noto che il ragazzo si gira verso la mia direzione, stranito. Se scopre che sono qui sono finita.
Lo vedo alzarsi chiedendo chi possa essere e dirigersi verso di me.
Quasi involontariamente mi allontano prima lentamente, poi correndo fino a quando non vado ad inciampare in una radice e cado, sentendo il mio mantello strapparsi attorno ad un ramo, ma non posso fermarmi ora.
Mi rialzo e riprendo a correre senza avere bene in mente dove io stia andando.
Corro fino a quando non mi ritrovo davanti un laghetto. È un lago limpido, bellissimo, avvolto in un paesaggio che gli conferisce un aria così fiabesca, ma ora non ho tempo di fermarmi ad ammirare codesta meraviglia.
Pensa Elsa, pensa. Girare attorno al lago avrebbe richiesto troppo tempo, senza calcolare che il ragazzo scalzo con i miei stessi poteri avrebbe fatto in tempo a raggiungermi.
Opto per attraversare in mezzo al lago. Poso un piede sull’acqua cristallina che si ghiaccia istantaneamente. Riprendo a correre, superando il laghetto e arrivando fino a valle, dove si trova il castello.
Afferro la scala e salgo in camera mia, chiudendo infine la finestra.
Solo ora mi accorgo di aver corso parecchio e di avere il fiatone. Dopo essermi stesa sul mio letto e aver ripreso fiato, decido di riordinare i miei pensieri parecchio confusi.
Quel ragazzo può gelare tutto ciò che egli voglia,esattamente come me. Questo vuol dire che non sono la sola a dover convivere con tutto ciò.
È un sollievo riuscire a comprendere che non sono sola in questa “ avventura”. Devo conoscere quel ragazzo.
In quell’istante entrano i miei genitori. Noto lo sguardo arrabbiato e deluso di mio padre e preoccupato di mia madre.
<> comincia mio padre. Come fa a sapere che sono uscita?
<< Elsa, tesoro, devi smetterla di calarti dalla finestra con le lenzuola. Potresti farti male.>> mi rimprovera mia madre. Ecco come fa a saperlo. Anche io furba, ogni volta le nascondo nel solito cespuglio, oramai lo hanno anche capito.
<< scusatemi, ma non riuscivo a stare in stanza un secondo di più. Avevo bisogno d’aria.>> cerco di giustificarmi, ma non credo di aver convinto i miei, non abbastanza almeno.
<< elsa, tesoro>> mio padre si avvicina a me, accarezzandomi la testa << quello che sai fare non è visto di buon occhio qui a Thule. Ricordi la promessa che ci siamo fatti?>> dice comprensivo mio padre.
<< si ma padre …>>
<>
<< scusatemi ancora, non succederà più.>> si certo Elsa, lo dici sempre. Abbasso lo sguardo fino a quando mio padre e mia madre escono da camera mia.
Tutto ciò è cosi stressante. Ma non posso raccontargli che ho visto un ragazzo volare e far uscire lampi di ghiaccio dal suo bastone. Non ora, per lo meno.
Rivolgo uno sguardo alla finestra, dicendomi che avrei trovato quel ragazzo ad ogni costo. Sapevo com’era fisicamente, cosa sapevo fare e ,soprattutto, che il mio posto preferito era anche il suo.
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buongiorno ragazzi e ragazze!!  ecco il nuovo capitolo. lo dedico a Musa00 e ovviamente a chicca!! 
spero vi piaccia, al prossimo capitolo!! spero in piu recensioni.
baci,
S.S.S

 

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Capitolo 3
*** fiducia reciproca ***


POV. Jack, il giorno dopo.
Mi sveglio di soprassalto dopo l’ennesimo sogno con protagonista quella persona.
Non so nulla di essa: se è maschio oppure femmina, se è grande o non supera i 15 anni, dove viva. Nulla. Solo che ha i miei stessi poteri.
Non so se essere spaventato o incuriosito, se ci si possa fidare o meno. In compenso so che ha a che fare con il castello e che vada spesso alla vetta, visto che ieri ha saputo come muoversi.
Mi alzo stravolto, non ho dormito molto questa notte. Non ho fatto altro che pensare a lei o lui.
Dopo essermi svegliato quanto basta per vedere dove vado, mi affaccio alla finestra: oggi Thule è nuvolosa.
Mi perdo a guardare il cielo mentre penso a chi possa avere ghiacciato il laghetto. Devo assolutamente sapere chi è.
Mi reco di nuovo nel bosco, accomodandomi stavolta su un ramo di un albero posto al centro della distesa di albero.
POV Elsa.
Oggi il re e la regina non ci sono. sono partiti per una festa a cui sono stati invitati e non torneranno prima di 3 giorni.
Quindi posso recarmi di nuovo alla montagna, con la speranza di vedere ancora quel ragazzo. Da quando sono tornata non ho fatto altro che pensare a lui, ai suoi poteri, a quanto fosse simile a me, macinando cosi kilometri seguendo il perimetro della mia stanza.
Dopo essermi sistemata a dovere i capelli biondi e essermi vestita a dovere, mi avvio verso l’uscita del castello, sotto lo sguardo sconvolto e perplesso dei domestici.
Arrivata al confine delle mura di quella che ormai è diventata la mia prigione, noto che in cielo ci sono delle nuvole minacciose di pioggia. Ma non ci faccio caso.
Cammino lungo il sentierino che porta al bosco, dove il silenzio fa da padrone, scatenando i pensieri: che trafiggono la mia testa come con mille piccole lame: i miei poteri, lo sconcerto dei reali, l’allontanamento della mia sorellina, l’incidente che le ho causato.
Quest’ultimo pensiero mi procura una fitta al cuore oltre che alla testa: se solo io fossi stata più prudente, se non avessi ghiacciato tutto, se solo fossi stata a letto quella dannata mattina di Natale.
Mi sento la testa scoppiare, la vista annebbiarsi, le gambe cedermi. Mi siedo ai piedi di un pino cercando un modo per riprendermi.
POV Jack.
Mi incanto a fissare le nuvole che passano sopra la mia testa sospinte dalla forza del vento per un tempo che pare infinito, fino a quando non sento un scricchiolio, un ramo spezzarsi sotto un peso evidentemente più elevato.
Abbasso lo sguardo e vedo una ragazza dai capelli biondi accasciarsi ai piedi dell’albero su cui sono seduto. Ma un particolare attira la mia attenzione: attorno a lei si è formata della brina e successivamente del ghiaccio.
È lei, la misteriosa persona che ieri mi ha visto, che ha ghiacciato il lago è quella ragazza.
Rimango a bocca aperta per qualche secondo, dopo di che comincio una lenta discesa grazie ad uno dei miei poteri.
Tocco il suolo con i piedi nudi e resto a guardarla ancora un momento.
<< sei tu…>>dico spontaneo. La ragazza sembra spaventarsi. Le tremano le mani, gli occhi sono sbarrati in un espressione di spavento, respiro irregolare. Subito si accorge di aver creato quel ghiaccio a attorno a lei e sembra spaventarsi ancora di più.
Si alza in un lampo e si volta dandomi le spalle, decisa ad andarsene.
<< ei no! Io non volevo spaventarti, non avere paura, non voglio farti del male>> dico afferrandole la spalla. Il tessuto del suo mantello è identico al pezzo rimasto incastrato ieri tra i rami dell’arbusto. Lei sembra indecisa ma non per questo tranquilla.
<< ho pensato tutta la notte a chi potessi essere, non credevo di certo di trovarti cosi presto… ti prego, non andartene. Io so come ti senti.>> dico comprensivo, riuscendo a convincerla.
Finalmente si gira, dandomi l’opportunità di vederla in faccia: occhi grandi e blu, rovinati da uno sfondo rossastro, segno che aveva smesso da poco di piangere o che doveva ancora iniziare.
<< scusa, io non so chi tu sia… lasciami per favore >> dice lei con voce tremolante.
<< posso almeno sapere il tuo nome? >>
<< Elsa, io mi chiamo Elsa.. e tu chi saresti? >> mi chiede mostrando un timidissimo sorriso. Sorrido di riflesso abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo subito.
<< sono Jack, piacere di conoscerti >> le lasciai la spalla, lasciandola finalmente libera.
Per oggi poteva bastare: avevo scoperto che a ghiacciare il lago era stata lei: Elsa.
La ragazza non si mosse di un millimetro, probabilmente imbarazzata o terrorizzata da ciò che potevo dirle: come biasimarla, ci ero passato anch’io.
<< e così tu sai far nevicare e sai volare eh? >>
<< esatto, poteri. Non è facile trattenerli >>
<< non so perché,ma ti capisco perfettamente Jack>> dice emettendo una lieve risata << non hai freddo a piedi nudi? Potresti farti male sai? >>
Rido.  La situazione che si stava creando, la conversazione che stavamo tenendo era carica di nervosismo e di un imbarazzo tangibile.
<> domando ridendo, ma lei sembra che la situazione non faccia ridere, anzi, si sta facendo prendere dal panico.
Comincia ad indietreggiare e scappa via. Ok, questo è un tasto ancora dolente per lei.
La seguo quando vedo che si rifugia in una grotta dove, poco dopo, sento singhiozzare.
Mi avvicino all’entrata del covo e noto che è tutto ghiacciato. Mi avvicino lentamente, lei alza immediatamente il capo, dirigendo lo sguardo dritto su di me.
<< no! Va via! >> dice in preda ad un evidente attacco di panico.
Io non dico nulla e continuo ad avvicinarmi, fino ad arrivare davanti a lei che intanto si era rifugiata in un angolo da cui non poteva scappare.
<< va via jack, potrei farti del male! >> non l’ascolto e mi abbasso, inginocchiandomi davanti a lei. La guardo intensamente negli occhi e lentamente poso una mano sulla sua che non ha smesso un secondo di tremare.
<< non avere paura, non succederà niente. Abbiamo scoperto che non siamo soli. Ora sappiamo entrambi che abbiamo all’incirca i suoi poteri. Calmati Elsa >>.
La ragazza sembra ascoltarmi,prendendo un respiro profondo e riuscendo a regolarizzare il respiro. Mi siedo accanto a lei. Devo trovare un modo per far si che lei cominci a fidarsi di me.
Comincio a creare un fiocco sospeso sopra la mia mano, la guardo una volta ultimato.
Lei esegue le stesse mosse, creando un fiocco di neve.
<<  vedi? I fiocchi non sono mai tutti uguali, ma sono composti dalla stessa materia e subiscono lo stesso destino.. io e te siamo come questi fiocchi: non siamo uguali, ma simili. Per gli altri siamo neve nel deserto arido, e noi ci sentiamo come in una palla di vetro. L’unico modo per uscire da qui è collaborare, e per collaborare serve fiducia. Ti va di provare a collaborare con me? >> dico guardandola.
Lei mi guarda stupita e lentamente annuisce, unendo il suo fiocco al mio, facendolo diventare più grande. Questa sua concessione fa sorridere anche me.
Ora sapevamo di poter contare l’uno sull’altra.


 

BUONASERAA!! 
So di essere in ritardissimo ma ho avuto gli esami a scuola e non riuscivo a fare nulla T.T
Spero che riusciate a perdonarmi leggendo questo capitolo!! 
Ringgrazio Chicca e Musa00 e spero di ricevere piu recensioni!!
Fatemi sapere se vi piace!!
A presto! 
S.S.S

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Capitolo 4
*** Ha bisogno di me ***


POV Elsa.
Era già passato parecchio tempo stando dentro a quella caverna e nel frattempo aveva cominciato a piovere.
Io e Jack avvevamo parlato molto, riuscendo a spezzare l'iniziale imbarazzo creatosi tra di noi, cosa che mi confortava non poco.
Quando la pioggia cessò, decido, a malincuore, che è il momento di tornare a casa.
<< Jack, si è fatto tardi. Credo sia oora di tornare alle nostre rispettive vite >> dico con un po' di rammarico. Non avevo per nulla voglia di tornare al castello, comportarmi come se nulla fosse. Non avevo voglia di tornare a fare la principessa.
<< Oh, ma certo Elsa.. però vorrei avere l'onore di accompagnarti, se tu me lo permetti, ovviamente. >>sorride. Un sorriso caldo, dolce, rassicurante. Uno di quei sorrisi che non puoi ignorare.
<< Jack, non voglio disturbarti davvero. il castello.. >> il suo viso si incupì all'istante. 
<< Il castello? >> mi domanda con un accento di sorpresa che non passa inosservato al mio udito.
<< Si, io abito al castello. sono la.. >>
<< Principessa di Thule! Ma certo! Ora ho capito tutto! >> dice con un timbro di voce che non riesco a decifrare << Beh allora tutto cambia principessa! >> dice con un tono scherzoso
<< Cosa dovrebbe cambiare Jack? >> chiedo curiosa. nella mia mente, intanto, si formano dei pensieri su cosa potrebbe effettivamente cambiare: magari mi tratterà in un modo diverso, magari vuole tenersi alla larga da me per paura che possa spifferare tutto.
<< Beh, ora che ricordo che sei la principessa di Thule, è mio dovere accompagnarti al castello! Guai se succede qualcosa alla principessa. Dovrò percaso chiamarla Principessa e darle del lei da ora in poi? >> dice ridendo, facendo scoppiare a ridere anche a me.
<< Oh santo cielo Jack no! Non mettiamo formalità tra di noi per favore. Infondo siamo due ragazzi! Ti concedo l'onore di chiamarmi Elsa >> mi sforzo di tenere un tono serio, ma tutto va a farsi benedire guardandolo trattenere le risate.
Mi porge il braccio a mo' di braccetto e insieme ci dirigiamo a palazzo.
Una volta arrivati noto che l'espressione di Jack è incantata, stupita, meravigliata.
<< Eccoci qua Jack, questa è casa mia >> dico guardando quell' enorme costruzione che io definivo più una prigione che una vera e propria casa.
<< Una cosa riesco a dire, e quella cosa è... WOW! chissà com'è vivere lì dentro! >> dice continuando ad ammirare il palazzo.
<< Beh Jack, non è un granchè ad essere sincera. Forse perchè ci vivo da sempre e ci sono abituata. >> dico con fin troppa tranquillità.
Forse per lui è normale pensare che sia tutto fantastico, che essere serviti e riveriti sia meraviglioso. Credo che l'intera popolazione di Thule sogni di vivere anche solo per un giorno qui dentro, e io cederei più che volentieri il mio posto al fortunato.
Continuando ad ammirare l'espressione di meraviglia stampata sul ragazzo di fianco a me, mi viene un'idea.
<< Ti va di fermarti qui stasera? I reali non ci sono e tu potresti toccare con mano com'è vivere in un castello, visto che,dalla tua faccia, sembra che tu non aspetti altro. >> dico divertita
<< Oh no Elsa, non posso accettare il tuo invito per quanto allettante esso sia. >> dice con amarezza.
ma come? prima dice che vuole entrare a tutti i costi, e quando glielo chiedo mi dice di no? Comincio a pensare che il ghiaccio si sia impadronito del suo cervello.
<< E perchè mai non potresti accettare? al castello ci sono i domestici, ma a loro non devi dare conto. C'è solo mia sorella e basta. Non capisco >>
<< Elsa guardami un secondo. ti sembro un ragazzo pronto per entrare in un palazzo regale? >> dice con un tono così serio da spaventarmi.
Mi soffermo a guardarlo: beh in effetti non indossa proprio i vestiti adatti, ma potrei procurarglieli io.
Dopo averlo guardato per bene, ritorno al suo guarda che, nel frattempo, non mi aveva lasciato nemmeno un secondo. È strano sentirsi osservati, è strano per me sentirmi andare a fuoco sentendo lo sguardo di lui poggiatomi addosso.
<< Jack non ci sono problemi, davvero. Potrei darti qualcosa io, c'è un armadio dove ci sono tutti gli abiti che vuoi e... >> imterrompo la frase cercando di capire perchè mi sta guardando male, ma poi capisco e scoppio a ridere.
<< Intendevo dire che ci sono anche abiti maschili in casa mia, sciocco! Ovvio che non ti darei mai un mio vestito, saresti ridicolo! >> dico tra una risata e l'altra. Questo ragazzo è davvero strano, ma devo confessare che non è per niente male.
Dopo svariati tentativi per convincerlo, finalmente ci addentriamo nelle mura del possente castello.
All'entrata mia sorella Anna mi salta letteralmente al collo con il fiatone, lasciandomi sorpresa.
<< Elsa!! Santo cielo che spavento! Mi hai fatto spaventare un sacco!! >> continua a respirare affannosamente, fino a quando non scorge Jack posizionato timidamente dietro di me.
<< Ei tu!! che ci fai qui? sai che è vietato entrare dentro a questo castello se non con invito speciale.. >>
<< Anna,l'ho invitato io >> dico con una tranquillità che fa mutare la situazione in una comica, tanto che anche una domestica che passava di li scoppia in un risolino divertito.
Mia sorella mi guarda con una gran punto di domanda stampato nelle sue pupille, seguito dall'ennesimo abbraccio stritolatore.
<< Che bello, un ospite! Tanto piacere, io sono Anna, sorella minore di Elsa >> si precipita dal ragazzo dai capelli bianchi con la mano tesa, facendo retrocedere di qualche passo il giovane.
<< Anna, così lo spaventi! >> dico cercando di fermare quel piccolo terremoto
<< No Elsa, va tutto bene. L'onore è tutto mio, principessa. Io sono Jack Frost. >> saluta molto elegantemente mia sorella facendo un inchino e un baciamano degno di un cavaliere.
Finiti i saluti, i domestici portano jack al piano di sopra per sistemarlo. 
Al piano di sotto, invece, il silenzio fa da padrone. Silenzio poco dopo rotto da qualche singhiozzo proveniente dalla mia piccola e dolce sorellina.
<< Anna, che succede? >> mi avvicino seriamente preoccupata.
<< Dopo anni mi parli Elsa. È così bella la tua voce, mi ero perfino dimenticata il suo suono, è fantastico >> mi stringe e io non riesco a fare a meno di stringerla più forte. Mi era mancata così tanto.
All'ora di cena jack scende. Io e mia sorella rimaniamo a bocca aperta: capelli leggermente spettinati come li aveva sempre tenuti, l'abito bianco da cavaliere di nostro padre gli cascava a pennello. Era semplicemente bellissimo.
Si avvicina a me e ad Anna, prendendoci a braccetto.
<< Madoiselles, vogliamo accomodarci a tavola? >>
Rimango esterrefatta dal cambiamento radicale che quel vestito aveva comportato.
 La cena fila liscia, tutto molto tranquillo, mia sorella ha stretto amicizia con Jack, ci siamo scambiati battute, abbiamo riso e scherzato. Jack si è comportato da vero cavaliere: ci ha spostato le sedie, ha fatto complimenti a tutt'e due.. insomma, un vero gentleman!
A fine serata sto accompagnando Jack alla porta, quando il maggiordomo si avvicina a me e a mia sorella, chiedendo di poterlo seguire in un luogo più appartato.
<< Principesse, ho una notizia molto dolorosa da darvi. >>
Dopo nemmeno 5 minuti, schizzo fuori dallo studio di papà, diretta non so dove. Sorpasso un Jack impietrito e preoccupato e corro diretta il più lontano possibile.

Jack POV.
Anna e Elsa hanno seguito il maggiordomo, sono via da circa 5 minuti.
Ad un certo punto vedo Elsa correre, una corsa furiosa, come se stesse scappando da un mostro. 
Cerco di rincorrerla, ma la mano di Anna mi blocca il polso in lacrime.
<< Jack no! non seguirla, ha bisogno di stare da sola un po'... potrebbe farti del male >>
<< Anna che è successo? Perchè piangi? Perchè Elsa è scappata via così? >>
La sorella non accenna a darmi una risposta, ma si accoccola sul mio petto,scoppiando a piangere. un pianto doloroso.
Anna singhiozza qualche parola sconnessa  l'una con l'altra, quando riesce poi a calmarsi un secondo e sussurrare
<< I nostri genitori sono morti Jack >>
Capisco al volo il messaggio e il mio primo pernsiero è: Dov'è e come sta Elsa?
mi stacco dalla ragazza dal vestito smeraldo, lasciandola nelle mani materne di una domestica che l'accoglie tra le sue dolci braccia e corro fuori a cercare la mia principessa.
Dopo un'ora girata a vuoto, in preda alla disperazione, allo spavento e alla preoccupazione urlo: << ELSAAAA!! >>  crollando sulle ginocchia piangente.Non so più che pensare, anzi, forse una si:lei ha bisogno di me.













ECCOCII TORNATIIII!!
Mi scuso per l'enoooooooooooorme ritardo, ma, sapete, scuola, lavoro e vita privata non è molto semplice. vi chiedo immensamente scusa e spero di essere riuscito a farmi perdoonare in parte con questo capitolo.
Saluto Chicca e ringrazio immensamente: Musa00, SashaJonson, Romantic_dreamer per aver aggiunto la mia storia alle preferite e itkSmBs, Irian, A m b e r F r o s t per aver aggiunto la mia storia alle seguite!!
Vi ringrazio di cuore e spero di non deludervi!!! Spero in qualche recensione e qualche nuovo utente che legga la mia storia!! 
bacioni,
S.S.S

 

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Capitolo 5
*** Salvami ***


POV Elsa
Ho smesso di correre da un po' dopo essere caduta inciampando su una roccia.
Tutto intorno a me si è oscurato, ha cominciato a nevicare abbondantemente, a fare freddo e il mio mantello mi offre ben poca protezione contro il gelo.
Nella mia mente cominciano a riordinarsi il veloce susseguirsi di eventi: l'arrivo di Jack, l'abbraccio di mia sorella, la notizia che i reali sono deceduti.
Al pensiero di quella frase sento qualcosa strapparsi nel petto, il respiro si fa più pesante, gli occhi mi bruciano a causa dell'elevata quantità di sale contenuto nelle mie lacrime che combattono per uscire, vincendo.
Raggiungo un masso non molto lontano da li zoppicando: devo avere dato una bella botta a quella roccia. Spero solo di non essermi rotta il piede, anche se, ora come ora, non riuscirei a sentire il dolore essendo minore rispetto a quello che,in questo momento, mi sta mangiando l'anima.
Raggiunta la grande pietra, mi ci aggrappo con quelle poche forze che mi rimangono, ma fallisco, scivolando sul suolo.
Mi ritrovo rannicchiata  su me stessa a terra piangente. Chiunque mi potesse vedere adesso, mi scambierebbe per una bambina che si è sbucciata il ginocchio, o a cui è strappato un lecca-lecca, oppure una bambina a cui è stato tolto il suo peluche preferito.
La differenza è che a me non hanno strappato il peluche, a me hanno strappato l'anima; hanno preso tutti i ricordi felici che conservavo gelosamente dentro di me e li hanno ridotti in brandelli, frantumati e buttati in un angolino chissà dove.
Con un colpo di reni mi giro, mettendomi in posizione supina, e cerc di calmarmi. Lentamente la vista si fa più nitida, il respiro più regolare, il dolore al piede più insistente di attenzioni.
Mi ritrovo a guardare il cielo, mi incanto ad ogni fiocco ghicciato che scende dall'alto e gli consento di adagarsi dove esso preferisce.
Sento un senso di calore, di benesseer e di tranquillità invadermi il corpo; sento le palpebre pesanti e io, priva di forze ,non posso far altro  che lasciarle chiudere,isolandomi dal mondo, facendomi investire dal buio.

POV Jack
Sono ore che cerco Elsa, senza però trovarla e questo mi preoccupa e non poco.
La notizia deve averle fatto davvero male, e quando si sta male, si possono creare situazioni davvero pericolose.
Ad complicare la mia ricerca è la neve che ha cominciato a scendere improvvisamente dal cielo, come uno schiocco di dita.
Sono sicuro che sia opera di Elsa  e non un semplice caso di meteo impazzito.
Noto che la neve si fa sempre più fitta man mano che proseguo, ma di Elsa nessuna traccia.
Scendo a terra, sperando di trovare qualche informazione che mi conduca da lei. Appena tocco terra, noto delle piccole orme nella neve.
Speranzoso comincio a seguirle fino a quando non si interrompono davanti ad una possente roccia.
Non vedo altre orme aggirare la pietra, quindi non può essere andata oltre.
Mi arrovello il cervelo cercando di capire dove sia potuta andare, quando vedo qualcosa di luccicante in mezzo allo strato ghicciato. La sua corona! 
Spaventato comincio a scavare nel mantello bianco fino a quando non la trovo sdraiata, pallida, fredda.
Dopo averla presa in braccio e averla coperta alla meno peggio con i miei indumento, mi dirigo in fretta e furia al castello, dove mi accoglie un'Anna sconvolta e spaventata.
Subito i domestici prendono delle coperte e degli asciugamani e la poggiano sul divano davanti al camino.
<< Jack, dove l'hai trovata? >> mi chiede Anna terrorizzata. Abbasso lo sguardo stremato, notando le sue mani tremanti
<< Su una montagna non molto lontano da qui, sotto la neve >>
<< Oh cielo! >> forse non avrei dovuto dirle l'ultima parte. Ora è ancora più agitata, continua a fare avanti e dietro dalla cucina al divano sul quale è stesa sua sorella. stanco di quel tram tram,la blocco per un polso, facendola sobbalzare.
<< Anna, ti prego, stai ferma cinque minuti. Vuoi fare qualcosa per tua sorella? prendi altri asciugamani e qualcosa di caldo da far indossare ad Elsa >> dico stanco.
Subito la ragazza corre al piano superiore e, dopo breve tempo, scende con tutto l'occorrente.
<< Jack, potresti... >>
<< Si esco, tu asciugala bene e falla stare al caldo, io vado a bere una tazza di tè. tu ne vuoi un po'? >>
<< Si, grazie Jack >>
Mi sforzo di fare un piccolo sorriso e mi dirigo in cucina, un luogo così caldo e familiare.
Metto l'acqua sul fornello e mi appoggio al bancone, aspettando che la teiera cominci a fischiare.
Si avvicina una donna bassina, grassottella, paffuta che mi accarezza un braccio con fare materno
<< Giovanotto, vai a riposare, qui ci penso io >>
<< La ringrazio signore, ma non posso riposarmi ora, la principessa è in condizioni pessime e io devo prendermi cura di sua maestà. Lei può andare, ci penso io qui, non si preoccupi >> dico con tono calmo e tranquillo.
La donna  annuisce , reccandosi nella sua stanza. 
Quando il bollitore comincia a fischiaare, annuciandomi che il tè è pronto, lo verso in due tazze, riempiendole fino all'orlo.
Dopo averle poggiate su un vassoio, finalmente torno in salotto, dove trovo la principessa del vestito smeraldo seduta sul tappeto che guarda sua sorella con tristeza e qualche lacrima.
<< Anna... il tè >> la ragazza annuisce tremata e prende la tazza di tè nelle mani tremolanti. Le avvicino il tavolino di vetro per evitare di faglielo versare addosso.
La castana mi accenna un sorriso di ringraziamento e comincia a sorseggiare il te, tenendo sempre un occhio sul volto della sorella.
<< Anna, si riprenderà >> dico dopo aver sorseggiato un po' della calda bevanda
<< Non è questo che mi preoccupa Jack >>
<< E cosa ti preoccupa allora? >>
<< Non posso farne parola con nessuno Jack, rischierei di metterla in pericolo. L'ho già persa una volta, non ho intenzione di perderla di nuovo per un mio capriccio >>
Capisco  il suo riferimento al potere di Elsa e leggo nei suoi occhi un velo di paura.
<< Anna, con me puoi stare tranquilla. So tutto >>
La ragazza mi guarda accigliata  << Come sai tutto? È impossibile! >> sorrido amaro a quella affermazione
<< Lo sarebbe se io fossi un ragazzo normale, come tutto il popolo vostro suddito. Ma, ahimè, non è così >>
<< Che significa questo,Jack? >>
Io non rispondo. Apro la mano mostrandole un fiocco di neve, lasciandola scioccata  e a bocca aperta.
<< Come hai fatto? sei uno stregone? >>
<< Se io fossi uno stregone tua sorella non sarebbe così tanto diversa da me. No Anna, non sono uno stregone >> mi alzai in piedi <>
Anna ci mette un po' ad arrivarci << Jack Frost... una... come dice sempre Elsa? >>
<< una leggenda sciocchina di una sorella...>> la volce flebile di Elsa fa scattare gli sguardi su di lei, facendoci precipitare ai piedi del divano
 << Sorellina!! >> pronuncia la castana, alzando la voce di un paio di ottave
<< Anna 2 cose: non urlare e vai a dormire che stai crollando >> sorride dolcemente, accarezzando la guancia della sorella che accoglie le attenzioni appoggiando la testa sul ventre della prima.
<< Tua sorella ha ragione Anna, a lei ci penso io. >> la ragazza accenna a voler parlare, ma la blocco sul nascere  << E se c'è bisogno di qualcosa non esiterò a chiamarti, promesso >>
Anna, allora si solleva da terra e, dopo aver accarezzato la fronte della bionda e averci depositato un tenero bacio della buonanotte, anche lei si rintana nella sua camera, lasciandoci completamente da soli.
Stiamo a guardarci per minuti interi. Io, in particolare, studio ogni dettaglio del suo volto, memorizzandolo. Dalla pelle lattea, alle labbra violacee e rotte a causa del troppo freddo.
<< Grazie >> esordisce lei << per avermi trovata e potata a casa.. >>
<< Elsa, sai che spavento ci hai fatto prendere??  >>
Sospira annuendo e abbassa lo sguardo, come un cucciolo in trappola << Elsa >> mi avvicino a lei << Non farlo mai più ok? >>
<< Si, leggenda >> si stringe nelle coperte mentre le lascio un bacio sulla guancia, accazzandole poi i capelli << è ora di riposare principessa >> mi alzo e mi dirigo verso la camera che Anna mi aveva offerto durante la cena, ma torno indietro subito dopo sentendomi chiamare da Lei.
<< Dimmi >>
<< Non andartene. Non lasciarmi in balìa degli incubi, salvami da loro, Jack, per favore >>
<< Sono qui e ti proteggerò da tutto, ora dormi>>





LEGGIMII!!!
Rieccomi stranamente veloce ad aggiornare!!
come al solito ringrazio Chicca, Ari, Musa00, CassieDragon2002,SashaJohnson, A M B E R F R O S T,jtkSmBs e Romantic_Dreamer!!!
Spero una valanga di recensioni!!
Venerdi parto e torno lunedi quandi non ci sarò!!
BUONA PASQUA GENTEE!!! 

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