cuori sanguinanti

di alida
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** inizio ***
Capitolo 2: *** primi indizi ***
Capitolo 3: *** parenti delle vittime ***
Capitolo 4: *** il profilo ***
Capitolo 5: *** faccia a terra ***
Capitolo 6: *** l'ultima freccia ***



Capitolo 1
*** inizio ***


La mattina era sempre difficile alzarsi. La sveglia suonava presto, sempre alle 5:45 per avere il tempo di fare tutto con calma, rimanere 5 minuti a rigirarsi nel letto fissando la foto di Jack sul comodino, poi la doccia, la barba, il caffè e via al lavoro.

A lavoro bisognava essere sempre attenti, puntuali, non bisognava lasciarsi sfuggire nulla e soprattutto bisognava essere veloci. Prima si prendevano i colpevoli meno cadaveri si sarebbero dovuti contare, meno familiari da consolare, meno ferite del cuore da curare.

 Hotch lo sapeva e perciò faceva del suo meglio sul lavoro per non perdere tempo, a casa per guadagnarne un pò.

 A giorni gli sembrava di essere diventato un automa, un pò come capita a tutti, e raggiungeva il suo ufficio chiedendosi come avesse fatto ad arrivarci.
Il tempo di accendere il computer e prendere in mano alcuni documenti e sentì bussare.

 -Avanti- disse Hotch; JJ entro nella stanza con in mano dei fascicoli e un lieve sorriso di buongiorno -Ci hanno chiamato dal Texas. 3 omicidi in un mese. Ho già radunato tutti-.

 Le foto erano sempre terribili. Trovarsi a fissare il corpo senza vita di persone che erano state assassinate senza un motivo razionale era difficile da accettare.

 Eppure le si guardava, le si osservava e le si studiava nei minimi particolari, lo stato finale delle vittime esprimeva infatti lo stato interiore dell'assassino ed era essenziale per un buon profilo.

 JJ inizio - Le vittime erano tutti uomini tra i 35 e i 50 anni. Sono stati uccisi con delle frecce di vetro dalla punta d'acciaio. La punta permette la lacerazione della carne, ma il vetro è molto più fragile e le frecce si spezzano a metà rilasciando schegge nel cuore. Non sono morti subito, ci sono voluti alcuni minuti-.

 Prentiss osservò- Uno biondo, due castani, due protestanti e un cattolico. Uno alto e due praticamente nani. Certamente non segue un modello-.

-Un modello di vittima no- affermò Morgan -ma certamente segue uno schema nell'uccisione. Le frecce sono sempre 3 e tutte e 3 al cuore. Tutte e tre le vittime sono rivolte faccia a terra, ma le frecce entrano dal petto e la punta esce dalla schiena-.

- Il cuore è la sede dell'anima e degli affetti e il tre è il numero perfetto per eccellenza- continuò Reid- potrebbe avere una valenza religiosa, e potrebbe darsi che metterli con la faccia verso la terra sia un modo per negargli la possibilità di rivolgersi al cielo considerato nella sua accezione divina-.

 -Cosa sappiamo delle loro vite?- chiese Hotch richiudendo il suo fascicolo, JJ rispose-Uno era divorziato e insegnava, gli altri due erano infermieri ma lavoravano in ospedali diversi e non si conoscevano, uno era sposato e l'altro conviveva-.

-Fantastico, adesso si che riusciamo a capirci qualcosa di più- disse sarcastico Morgan. -Preparatevi tutti, partiamo fra un'ora- disse Hotch. La riunione era finita.




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Sono arrivata a più di 100 visite per questo primo capitolo!!! Per me è una bella sensazione. Ringrazio tutti quelli che leggono, le 21 persone che hanno letto tutti e sei i capitoli, e chi ha trovato il tempo per lasciare due righe di commento, critica e complimenti.  Grazie ancora e buon 2009.

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Capitolo 2
*** primi indizi ***


"Il nostro Padre celeste non toglie mai niente ai suoi figli se non per dare loro qualcosa di meglio"- G.Muller

Il viaggio sul jet era stato veloce, all'arrivo si sistemarono alla centrale di polizia.
 Lo sceriffo fu accomodante, a tre mesi dalla pensione non voleva grane, e benchè coi suoi uomini facessero il meglio per prendere l'assassino si era reso conto di aver bisogno di aiuto e messo da parte l'orgoglio si era rivolto al B.A.U.
-Buongiorno, grazie per essere venuti- disse lo sceriffo Smith.
 -E' il nostro lavoro sceriffo, non si preoccupi. Dove possiamo sistemarci?- rispose Hotch, -Venite pure nel mio ufficio ho liberato un po di spazio.-
 Smith era teso -la stampa fa tante domande e la gente comincia ad avere veramente paura-, JJ ribattè -Ai giornalisti ci penserò io, non bisogna darli troppe informazioni, parleremmo loro quando avremmo un profilo-.
Hotch diede gli ordini - Prentiss e Morgan andate sulle scene del crimine, Reid ed io parleremmo con i familiari delle vittime-.
Mentre erano in macchina chiamo Garcia -Ragazzi ho un informazione per voi-,
-Parla pure, ti ascoltiamo- disse attento Reid.
-Allora ho trovato di tutto o meglio o trovato molto, o forse dovrei dire...-, -Garcia!- la fulminò Hotch,
-Ok che dire, il nostro caro insegnante piccchiava la moglie e la figlia di 4 anni, per questo la moglie aveva chiesto e ottenuto il divorzio con l'affido della figlioletta che il padre non poteva più vedere.
L'infermiere sposato era in fase di separazione ma non so dirvi i motivi, e invece l'infermiere che conviveva bhe sembrava essere l'unico felice. Cioè felice prima di essere ucciso, voglio dire...-.
 -Grazie Garcia- disse Reid -sono informazioni utili, finalmente abbiamo qualcosa che accomuna le vittime, almeno due su tre. Bisognerà aspettare..-, -Bisognerà aspettare altre vittime e capire se la separazione dal partnere è un elemento che rientra nello schema- continuò Hotch mentre cercava di dimenticare che più vittime c'erano più facile sarebbe stato capire l'S.I. e più facile sarebbe stato prenderlo.
 Non voleva pensare alla "necessità" di nuove vittime, avrebbe voluto che non ci fossero altri cadaveri, che non ci fossero S.I. da catturare così avrebbe potuto essere felice anche lui, con Jack e Haley;
 ma gli S.I. c'erano sempre e dopo un caso ne nasceva un altro e nel continuo tentativo di rendere migliore il mondo, quel mondo orribile era l'unico che gli era rimasto. Haley non c'era più e Jack gli sembrava una stellina lontana.

I parchi sembravano fatti con lo stampino, quello ad est era solo un pò più piccolo e tutto era ravvicinato.
 Il piccolo chiosco vicino alle panchine, le panchine vicino al laghetto, alle cui spalle un boschetto con poche stradine che si trovava ai piedi di una collinetta.
 -Se l'uomo è stato trovato qui nel boschetto probabilemnte l'S.I. doveva trovarsi sulla collina- disse Emily guardando Morgan, -dovremmo salire-.
 -Non avrai paura di una collinetta così piccola?- sorrise Morgan -Chi arriva per ultimo offre il pranzo- e si misero a camminare più in fretta che potevano.
 Non sarebbe stato decoroso correre sulla scena del crimine senza un buon motivo.
 Arrivarono sulla collina più o meno assieme. -Allora chi ha vinto?- lo punzecchiò Emily. -E va bene, ma dove trovi il tempo di allenarti-,
-Lavorare con voi è già un bel allenamento! Allora qual è la posizione migliore da cui posso vedere gli altri e soprattutto lanciare tre frecce?- diceva seriamente Prentiss.
 Morgan non rispose sapeva bene che Emily come tutti loro pensava a voce alta, era un modo per non tenersi tutto dentro.
 Reid parlava e parlava, Garcia era incontenibile, solo Hotch sembrava poter sopportare tutto e per loro era un punto fermo.
-Si un punto fermo, per tirare tre frecce e colpire tre volte su tre il cuore occoreva che il bersaglio fosse un punto fermo. Ma chi sarebbe rimasto fermo in un boschetto?- disse Morgan e questa volta era proprio una domanda, a cui Emily diede risposta-Qualcuno che cerca di mettere a fuoco un'immagine lontana! Non dobbiamo chiederci solo qual era il campo visivo dell'S.I. ma anche qual era quello della vittima e che cosa può aver catturato la sua attenzione-.
 Morgan riscese al boschetto nel punto in cui avevano trovato il corpo e si guardò attorno alla ricerca di qualcosa che avesse potuto catturare la sua attenzione e noto un punto della collina in cui c'era una radura senza alberi, se una persona si fosse trovata lì sicuramente la si sarebbe notata.
 Risalì la collina e con Prentiss andarono nella radura, dove trovarono un biglietto "Una per il dolore che ho provato, una per il dolore che ho creato, una per il dolore che spegnerete".
 I due agenti si guardarono negli occhi, era una confessione con richiesta di aiuto.

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Capitolo 3
*** parenti delle vittime ***


-Buongiorno signora Bourn, siamo dell'F.B.I. vorremmo farle alcune domande sul suo ex-marito-disse Hotch,

 -Prego, entrate. rispose la signora -e li fece accomodare in soggiorno. La casa non era grande e il mobilio era modesto, non c'erano foto del signor Bourn, neanche una.

 C'erano solo foto di una donna con due bambini sui tre anni e poi foto di un bambino sui sette, ma in casa non c'erano giochi per bimbi piccoli.

 -A dire il vero George ed io non eravamo ancora divorziati, l'atto ufficiale doveva arrivare a giorni- iniziò lei.

-I suoi figli sono a scuola?- chiese Reid indicando le foto, -Io ho solo un figlio, si ho avuto due gemelli ma Richiard è morto a tre anni-,

 -Ci dispiace molto, non ne eravamo a conoscenza- rispose Hotch con un pò di imbarazzo al chè la signora continuò-Non si dia pena, sono passati quattro anni. A noi sembrano pochi ma parlando di un bambino diventano tanti. Ci riempiamo di foto per paura di non ricordarci più il volto di chi amiamo ma non possiamo vedere-

 e Hotch vide chiaramente la foto di Jack sul comodino, ma non c'era tempo ora e dovette cancellarla e concentrarsi sul caso -Come morì suo figlio?-,

 lo sguardo della donna si fece cupo e pieno di rabbia, fece un lungo respiro e iniziò -I bambini erano al parco con George, a loro piaceva dare il pane secco alle oche o semplicemente passeggiare nel bosco.

Quel giorno Richiard non voleva andarsene e George gli diede uno schiaffo, Richiard cadendo battè la testa e morì. Fu un incidente e cercammo di andare avanti.

Ma George cambiò profondamente, era sempre arrabbiato e un giorno iniziò ad essere aggressivo anche nei confronti di Jeremy. Quando mi resi conto di non riuscire a tenere a freno i suoi scatti d'ira chiesi la separazione e poi il divorzio-.

 -Quando è stata l'ultima volta che ha visto Georg?- chiese Hotch, -Una settimana prima di morire, mi disse che gli dispiaceva per tutto e che aveva intenzione di rimediare-,

 -Sa cosa intendesse dire con questo-, -Si, mi aveva detto che stava facendo terapia di gruppo per risolvere il problema della sua aggressività. Parlarne lo aiutava molto-.

 -La ringraziamo molto signora Bourn- disse Reid mentre con Hotch si alzavano e andavano via.

 E una volta fuori casa continuò -Dovremmo controllare se anche il signor Champ frequentasse un corso di autocontrollo, andare dalla moglie non avrebbe sono ormai due anni che non si vedono più-.

 -Si, hai ragione, invece sono molto curioso di conoscere la vita privata di Nicholas Porty, chissà se era veramente felice come è sembrato a Garcia- rispose Hotch.

La signora Porty non aprì subito quando senti suonare. Guardò prima dallo spioncino, poi fece girare la chiave, cinque mandate per ognuna delle tre serrature della porta blindata, e aprì il tanto per vedere i distintivi dell'F.B.I., quindi tolse il catenaccio e con molta diffidenza fece entrare i due agenti ma non li invitò ad accomodarsi, restarono lì in piedi nell'ingresso.

 Stava distante dai due circa sei-sette passi e chiese loro come potesse esserli utile. Reid la osserò bene, da subito capii che era una donna tanto fragile nell'animo e nel carattere quanto esile d'aspetto.

Teneva le braccia incrociate, il maglione che indossava era largo e pareva che lei ci si perdesse dentro, forse avrebbe davvero voluto perdersi, ed ora che doveva rispondere alle domande della polizia sembrava ancora più fragiele e smagrita con quel suo viso lunghissimo.

 No, il suo convivente non era un tipo violento ma gli piaceva l'ordine, tutto doveva essere dove lui lo lasciava, e per lui era molto importante la sicurezza perciò non doveva mai uscire senza di lui perchè sarebbe potuto succederle qualcosa.

 Certamente lui non le avrebbe mai fatto del male, le persone fuori casa erano pericolose non lui, perchè fuori casa non si sapeva mai come comportarsi, mentre in casa è vero che c'erano delle regole ma lei era contenta così.

 No, il ragazzo non frequentava corsi di autocontrollo perchè non ne aveva bisogno. E dopo i saluti dinuovo in macchina verso la centrale di polizia.

Morgan e Prentiss avevano novità, anche lui e Reid ne avevano, JJ e Garcia non avevano fatto sapere nulla ma sicuramente anche loro avevano fatto progressi, nessuno restava mai indietro nella squadra.

 Reid analizzava tutto nel dettaglio -Certamente quell'uomo era felice, aveva trovato qualcuno che sottostasse ai suoi ordini, alle sue fobie, che non lo contradicesse mai. Però la sua ragazza non mi è sembrata tanto felice, e nonostante questo lo difendeva. E' una forma d'amore che non capisco!-,

-Perchè non è amore- rispose Hotch -è soggezione, può essere desiderio, ma se prescinde dal rispetto non è amore- guardò Reid che si era fatto perplesso e sollevando di tanto in tanto le mani dal volante proseguì

-lui è una vittima nel caso che dobbiamo risolvere, ma ciò non vuol dire che al mondo non ci siano anche vittime del suo "amore malato"-.

Reid capiva, aveva già imparato che non serve un'arma per uccidere, quel che non sapeva e che Hotch alle volte, quando era sicuro che nessuno avrebbe potuto raggiungere i suoi pensieri, si domandava se anche quello che lui provava per la sua famiglia non fosse un amore malato.

Ma Reid continuava a parlare, sembrava voelsse trovare una via d'uscita per se stesso e affermò -In fin dei conti è meglio un padre che se ne va via lasciandoti solo che uno che resta e ti tratta male-

 e Hotch senza pensare che al suo fianco c'era Reid disse -E cosa è meglio, un padre che ti lascia e su cui non puoi contare o un padre su cui puoi contare ma per ultimo solo quando gli altri non ne hanno più bisogno?-.

 Reid non rispose e guardò fuori dal finestrino fingendo di non aver sentito, e Hotch di questo gliene fu molto grato.

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Capitolo 4
*** il profilo ***


Quando arrivarono alla centrale JJ, Morgan e Prentiss stavano già discuttendo sul da farsi.

Morgan mostrò il diglietto lasciato dall'S.I. sulla scena del crimine e disse -siamo andati anche al parco a nord della città, non abbiamo trovato altri biglietti ma il parco è molto grande, gli agenti dello sceriffo continuano a cercare-,

Prentiss continuò -Non so se ne trovermmo. Il biglietto dice una per il dolore che spegnerete, può darsi che ora che è al terzo omicidio cominci a provare rimorso per le sue azioni-.

-Perciò- andò avanti Reid -non dovremmo spegnere il dolore delle vittime ma il suo dolore, perchè anche lui sta soffrendo. E' come se l'S.I. si sentisse artefice e vittima delle sue stesse azioni-.

Sullo schermo comparve la faccia sorridente di Garcia -Ragazzi, ci siete tutti? Ho notizie importanti-,

-Si, vai avanti Garcia- rispose JJ, -Dunque tutte e tre le vittime frequentavano un corso di autocontrollo, ma non negli stessi orari. Il corso è tenuto da due psicologi ovvero il Dottor Marenth e il Dottor Jurst, il primo è sposato e ha tre figli, il secondo è single. Vivono entrambi in città.-,

-Grazie zuccherino- la salutò Morgan, -Ehi! Non penserai che io, la regina del reame informatico, vi abbia chiamato solo per questo? Indovinate un pò, il padre del dottor Marenth fu denunciato dalla moglie per violenza privata ma poi la donna ritirò la denuncia, stupida! Lui morì quando il figlio aveva dodici anni. Volete sapere come? Era un vetraio, alcune lastre di vetro gli caddero sopra uccidendolo-.

-Garcia sei mitica- disse Morgan sorridendo, -Lo so mia divinità di cioccolata- rispose lei e l'immagine sul PC scomparve.

Hotch guardò JJ e disse -Bene abbiamo abbastanza elementi per tracciare  un profilo, organizza l'incontro con la stampa-
poi si rivolse ai colleghi  -La morte del signor Marenth non mi sembra tanto un incidente. Se picchiava la moglie probabilmente picchiava anche il figlio-,

- E così il piccolo Marenth a dodici anni uccide il padre credendo di essersi sbarazzato di lui per sempre- disse Prentiss,

- Una volta adulto decide di crearsi una famiglia, ma il suo modello di famiglia è distorto e di ciò ne è consapevole perciò non da sfogo alla sua aggressività che comincia ad accumularsi- continuò Morgan ,

-Fino a quando non inizia ad insegnare in un corso di autocontrollo, dove si trova davanti tanti uomini uguali a suo padre e rivive il triste periodo della sua infanzia e l'assassinio del padre e la tensione raggiunge il limite- aggiunse Reid,

-Allora deve decidre se scaricare la tensione sui suoi figli o uccidere questi uomini colpevoli di far soffrire i propri  e di rifar vivere a lui le sue sofferenze- concluse Hotch.

L'incontro con la stampa fu breve, JJ professionale come sempre. Si parlava di un uomo sui quaranta che aveva subito dei maltrattamenti durante l'infanzia, ora aveva raggiunto una posizione rispettabile, all'apparenza era molto calmo ma poteva avere improvvisi scatti d'ira e cambi d'umore che però non sfocciavano mai in scenate particolarmente violente.

Stavano seguendo una buona traccia e speravano di arrivare presto alla conclusione del caso.

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Capitolo 5
*** faccia a terra ***


Oramai era sera, erano tutti molto stanchi ma c'era ancora molto da fare.

Bisognava andare a parlare con Marenth e con la moglie, controllare la lista dei partecipanti al corso del dottore nella speranza di riuscire a individuare la prossima vittima, ricordarsi che il mondo era bello e le famiglie non erano tutte tristi.

Hotch riguardò le foto delle vittime, che senso aveva girare il corpo e mettere il viso verso la terra dopo averli uccisi?
Forse l'S.I. non voleva vedere i loro occhi che stupiti per l'inaspettato se ne domandavano il perchè, come un bambino si domanda il perchè del male che un genitore gli fa subire.

Ma se fosse stato così allora Merenth non agiva come se fosse il bambino vittima ma come se fosse il padre persecutore e questo non rientrava nel profilo.

Erano già le 22:00 e per l'ultima volta in quella giornata comparve sul monitor il viso di Garcia.

-Sono la vostra maga nonchè Dea, appaio per darvi le ultime notizie. Il dottor Merenth concede per così dire "lezioni individuali" da tenersi all'aperto perchè a contatto con la natura è più semplice raggiungere la tranquillità. Non ci sono elenchi e orari perchè il tutto viene proposto in via amichevole. Come faccio io a saperlo? Semplice, al direttore sanitario è stato chiesto se queste sedute rientravano nel prezzo del corso oppure no e lui ha presentato reclamo scritto al dottor Marenth che per tutta risposta ha detto che era una terapia sperimentale-.

-Garcia hai il nome del ragazzo che ha parlato col direttore sanitario?- si affrettò a chiedere Hotch,

.E' David Osdy, 35 anni, sposato, su di lui c'è un processo in corso.-

-Maltrattamenti in famiglia- disse con tono scontato Prentiss,

-Non proprio, la moglie lo accusa di averla costretta ad abortire-,

-Ora abbiamo tutto il repertorio- disse amareggiato Morgan,

-Grazie Garcia- salutò Hotch, -Niente, e buonanotte- replicò lei e chiuse.

Erano proprio stanchi ma se prima pensavano di andare a riposare un pò, adesso sapevano che il riposo avrebbo aspettato.

Hotch si alzò e disse -Dobbiamo subito contattare il signor Osdy, potrebbe essere la prossima vittima-

anche Reid si alzò per andare verso la porta, ma di scatto si alzò anche Morgan, al chè Reid ebbe un attimo di titubanza per la prorompenza dell'amico e lo fece passare dicendo con mezzo sorriso -Meglio non avere nessuno alle proprie spalle-.

In quel preciso momento tutti si fermarono e fu Hotch a dire -Girando i corpi con la faccia rivolta a terra l'S.I. pensa che non se li ritroverà più alle sue spalle e così facendo non potrà più essere aggredito da loro-,

-Non basta che li abbia uccisi  perchè come dopo aver ucciso il padre lui è tornato in altre persone, così le vittime potrebbero ritornare e perciò le gira di modo che non se le ritrovi più alle sue spalle- terminò Prentiss.

I pezzi stavano andando al loro posto pensò Hotch, se fossero stati veloci il signor Osdy non sarebbe morto, se fossero stati veloci non ci sarebbero state altre vittime.

Erano le 23:00 quando suonarono al citofono di Osdy, lui era in casa.

Era un omino piccolo e muscoloso, aveva una voce cavernicola e con loro si dimostrò cortese e disponibile fornendogli l'ora e il luogo dell'appuntamento del giorno dopo, ma a loro non bastava, dovevano coglierlo sul fatto o Merenth avrebbe potuto dire che era un semplice appuntamento di lavoro.

Uscirono e Morgan si voltò verso Reid e chiese -Anch'io sembro così?- , -Così come?-

-Così- ripete Morgan -muscoloso, cavernicolo e disponibile-,

-Si- rispose Reid mostrando la sua miglior faccia da schiaffi -ma solo con quelli che sembrano forti, con quelli che sembrano deboli ti dimostri disponibile, muscolo e più appartamenticolo-.


Per sicurezza venne lasciato un agente di guardia da Osdy. Per il resto bisognava aspettare il mattino, tutti dovevano risposare un pò.

Ogni caso che risolvevano aveva le proprie angosce ma quando in qualche modo riguardava bambini maltrattati, rapiti, oltraggiati, dimenticati, venduti o uccisi, si veniva coivolti ancora di più.

Hotch si girava e rigirava nel letto, sentiva che ognuno di quei bambini era come una freccia al cuore, ognuno di quei bambini se non salvato in tempo sarebbe potuto anche diventare un futuro S.I., e il cuore in questo modo avrebbe sanguinato per sempre.

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Capitolo 6
*** l'ultima freccia ***


L'appuntamento di Merenth e Osdy era fissato per le 7:30.

Hotch e i colleghi avevano deciso di trovarsi prima alla centrale di polizia e poi andare al parco per le 5:00, calcolavano infatti che il dottor Merenth saebbe arrivato con almeno un'ora di anticipo.

Quando arrivarono sul luogo dell'incontro Morgan e Prentiss cominciarono a guardarsi attorno per capire dove l'S.I. si sarebbe posizionato. C'erano due valide alternative: vicino al chiosco che apriva alle 8:30 oppure all'inizio del sentiero che portava all'interno del bosco.

Morgan, Prentiss e lo sceriffo si posizionarono di guardia all'inizio del sentiero, Reid e Hotch sorvegliavano la zona del chiosco.

Reid sbatteva i piedi per scaldarsi un pò, c'era freddo e stare fermi non era la cosa migliore. Hotch si soffiava le mani strette a pugno.

Era contento di essere lì per concludere la vicenda ma stare a letto sarebbe stato molto meglio. Dormire, svegliarsi, girarsi e rigirarsi tra le lenzuola mentre i pensieri correvano nella testa e non si riusciva a fermarli. E quando si fermavano si veniva assaliti dalla paura di non esistere, essere lì immobili senza sensi percettibili e allora giù di nuovo a pensare senza fine fino a quando la sveglia non squillava e bisognava alzarsi.

La sveglia arrivò tramite Reid che disse -Hotch, io ho pensato tutta la notte a queste tre frecce. Una per il dolore provato quando era bambino va bene, ma una per il dolore che ho creato non l'ho capito fino in fondo. A noi non risulta che fosse aggressivo con la sua famiglia. Qual è il dolore che ha creato?-.

Hotch lo guardò seriamente e rispose -Vedi Reid ogni freccia che lancia serve ad uccidere, ad eliminare un dolore. Con la prima elimina i maltrattamenti subiti, con la terza, con la quale secondo lui saremmo noi a spegnere il dolore, eliminerà i suoi omicidi, la seconda probabilmente è quella più complicata perchè è un dolore che non si aspettava di provare. Cosa gli è mancato quando è cresciuto, Reid? Cosa gli è mancato da adolescente?-

-Un padre- riflettè Reid -è pentito di aver ucciso il padre, perchè sconfiggendo il male con altro male, ha decretato il trionfo del male stesso. Però adesso continua ad uccidere...-

-Non è così semplice- lo fermò  Hotch -Se uccidi per difendere una persona debole può sembrarti un atto dovuto, giusto. Se dopo dodici anni di maltrattamenti uccidi per difendere te stesso, può sembrarti di essere diventato un assassino perchè se hai sopportato per dodici anni finisci col pensare che avresti potuto sopportare altri dodici anni fino a quando.....-

-Fino a quando con una freccia puoi cancellare il dolore che ti sei creato, che provi ma che non ti aspettavi di provare- concluse Reid.

Finalmente alle 5:45 arrivò Merenth, si guardò attorno con molta attenzione e poi si diresse verso il chiosco.
Posò la sacca nera che aveva con sè a terra, la aprì e tirò fuori l'arco e le frecce prima di sentir dire -F.B.I. posi l'arco a terra e tenga le mani alzate-.

Merenth non posò l'arco, la freccia era già tesa. Hotch ripetè l'avvertimento -Posi l'arco a terra e tenga le mani alzate-, guardò Merenth negli occhi e capì che non aveva intenzione di ascoltarlo.

Il dottore indirizzo l'arco verso Reid e BANG ! L'arco cadde a terra e la freccia, poco distante, distrutta in mille pezzi. Hotch aveva centrato il bersaglio.

I due agenti si avvicinarono al dottor Merenth che giaceva a terra morente, cercarono di sollevargli la testa mentre Morgan e Prentiss si avvicinavano di corsa. Il dottore guardò Hotch e disse -Grazie, adesso le freccie hanno tutte un senso-.


Il jet era scomodo, oggi i divanetti spettavano a JJ e Morgan, tutti gli altri si sarebbero addormentati nelle poltrone.

Hotch ricontrollava il rapporto per  la terza o quarta volta, non poteva fare a meno di chiedersi, come tante volte era successo, se l'S.I. fosse il colpevole o la vittima, ma sapeva di aver fatto la cosa giusta perchè anche se il mondo ci vuole colpevoli o vittime spetta a noi scegliere cosa essere.

Chiuse il rapporto e guardò fuori dall'oblo quando lentamente quasi con un pò di imbarazzo gli si avvicinò Reid che restando in piedi  disse -Meglio un padre che ci ama anche se lo dimostra poco che uno che decide di non amarci- e come era venuto se ne andò, lasciando Hotch da solo col cuore che ora gli sanguinava un pò meno.


Non esiste un dovere che noi trascuriamo tanto, quanto quello di essere felici. Robert Luois Stevenson

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