Una Storia per Bambini, Una Favola d'Amore

di Akiko Swift
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Una Nuova Storia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1°: Turbine Rosso e Turbine Bianco ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2°: Il Ballo della Rosa ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3°: Secondo Incontro, Profumo di Iris e Campanule ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4°: Verità Svelate e Nuovi Arrivi ***
Capitolo 6: *** capitolo di avviso ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5°: Addio Dottore, Addio Caro Amico, Addio Lancillotto ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6°: Un Cuore Spezzato...Una Decisione Presa ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7°: La Verità che Infrange un altro Cuore ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8°: Opposizione e Attentato ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9°: Salvataggio e Rivelazione ***



Capitolo 1
*** Prologo: Una Nuova Storia ***


Prologo: Una Nuova Storia
Quel giorno mi svegliai felice, perché avrei raccontato ai bambini la mia storia preferita; lavoro nella bibblioteca della città e ogni
giorno racconto una storia ai piccoli dell'asilo.


Quella mattina mi misi il vestito azzurro cielo e le ballerine bianche con una piccola rosellina azzurra a decorarle; raccolsi i capelli in una coda alta e li fermai
con un fermaglio, regalatomi da mio fratello, a forma di iris, bianco puro.

Presi la borsa con il libro e, salutando una mia collega andai in una sala piena di scaffali dove al centro c'erano i bambini.

Dalle grandi vetrate, aperte perchè estate, entrava una leggera brezza marina mentre la luce del sole illuminava la stanza.

 - Buongiorno bambini, come state oggi? - sorrisi felice quando mi risposero con entusiasmo - pronti per  una nuova avventura? - annuirono tutti e, dopo essermi
seduta in mezzo al cerchio che avevano fatto, aprì il libro e iniziai a leggere.


- Chiudete gli occhi, cari lettori, lasciatevi trasportare da questa romantica e triste storia, ma non temete e seguite col cuore questo racconto...- alzai un secondo gli
occhi dal libro e guardai i bambini, vedendoli attenti, poi con un piccolo sorriso continuai.


- Questa storia inizia con due famiglie molto potenti; esse governavano assieme una città grande, fiorente e piena di gioia chiamata Neo Verona.
La prima famiglia aveva il nome di Capuleti e il suo simbolo era l'iris. Era una famiglia stupenda e legata, e lo divenne ancora di più quando nacquero due
gemelle stupende, dai capelli rossi e boccolosi verso le punte mentre gli occhi erano nocciola. L'unica differenza fra le due bambine era una cicatrice sul collo.

Giulietta e Sky, questi erano i nomi delle piccole, erano molto legate fra loro ed erano considerate il tesoro più prezioso della famiglia Capuleti.

L'altra famiglia, invece, era conosciuta come Montecchi e aveva una rosa rossa come simbolo. Anche in quella famiglia erano nati due gemelli, identici quasi in tutto.
L'unica diferenza erano gli occhi; il primo, Romeo, aveva due zaffiro al posto degli occhi  mentre il secondo, Gabriel, aveva due pietre nere come la notte.
In questo periodo a governare la città di Neo Verona erano i Capuleti, ma fu proprio in quel periodo che le due sorelle diventarono orfane.-

Smisi di leggere e guardai i bambini, notando che le bimbe avevano le lacrime agli occhi mentre i bambini volevano sapere cos'era successo, così decisi che quello era il momento giusto per la mia magia. Pochi attimi dopo, sopra di loro, comparvero le figure delle gemelle.
- che belle!- le bambine avevano gli occhi che brillavano mentre io lasciai che le gemelle continuassero il racconto.

Ad iniziare fu la piccola Sky mentre la sorella rimase in ascolto come tutti noi.

" Io e mia sorella ci eravamo alzate a causa di un incubo; a quel tempo avevamo solo due anni.
Quella notte il cielo era privo di luna ed era pieno di neve, fredda e pungente, a tratti appariva anche sfuggente. Con noi c'era la bambina che si occupava di noi.
Aveva sei anni, capelli biondo-cenere e gli occhi nocciola; il suo nome era Cordelia ed era la nostra migliore amica.
Ci stava accompagnando lei dai nostri genitori, ma quando arrivammo in prossimità della loro camera notammo la luce accesa.

- ma cosa?...- trovandolo strano Cordelia ci fece mettre vicino al muro e poi ci mettemmo a guardare all'interno della stanza.
Dei soldati dalla nera armatura circondavano e tenevano fermo nostro padre mentre il corpo di nostra madre era riverso a terra in una pozza rosso cremisi.
A nascondere parzialmente il corpo c'era la figura di un uomo di media altezza con un mantello blu scuro, dove vi disegnata una rosa rossa
mentre la mano destra era stretta  sull'elsa di una spada insanguinata."


Sky si fermo a guardare la sorella che, dopo aver preso un respiro profondo, continuò il racconto.

" Dopo aver visto ciò che era sucesso in quella stanza vidi mia sorella avvicinarsi all'entrata e fermarsi a guardare nostra madre mentre io
mi misi al suo fianco, stringendole la mano.

- no! Sky Giulietta tornate qui!- ma non prestammo attenzione alle sue parole e, senza distogliere lo sguardo, vedemmo l'uomo col mantello
colpire nostro padre al petto e poi voltarsi verso di noi.

- nessun Capuleti deve rimanere in vita- si avvicinò a noi, provando a colpirci, ma Cordelia ci tirò velocemente indietro  e iniziò a correre lungo il corridoio, tenendoci per i polsi.

Non facemmo che pochi passi prima di venir bloccate dalle guardie di quell'uomo.
- Cordelia ho paura- mi strinsi alla mia migliore amica mentre mia sorella impediva ai soldati di avvicinarsi, ma alla fine anche lei si rifugiò tra le braccia della "balia"  
e lasciò che le lacrime scoressero sul suo volto, unendosi alle nostre.

- E ore morite! - vidi la spada dell'uomo abbassarsi verso Sky, ma essa sfiorò appena il suo collo, lasciando un piccolo taglio poco profondo, venendo fermata da un uomo
in armatura dove risaltava il sigillo dell'iris inciso sul petto. Veloce disarmò i vari soldati per poi prenderci in braccio e correre verso l'esterno.

Subito dopo ci trovammo sul ponte sospeso, chiamato così perchè incompleto, ma quando l'uomo si lanciò nel vuoto successe una cosa orribile."

Giulietta si zitti, non riuscendo ad andare avanti con il racconto, così la sorella le prese la mano e continuò a raccontare la storia ai piccoli.

" Quando l'uomo si gettò io persi la presa che avevo sul suo mantello. Subito mi misi ad urlare mentre negli occhi di mia sorella e di Cordelia leggevo terrore puro.
- Sky nooo! - la voce di mia sorella arrivò chiara nella mia testa assieme a quella dell'uomo che ci aveva salvate mentre il vento sferzava violento sul mio volto
- Dannazione! Francesco prendila!- l'uomo si trovava su un cavallo-drago, sentivo il battito delle ali dell'animale, ma non vedevo nulla perchè, arresami al mio
destino, avevo chiuso gli occhi, scusandomi mentalmente con mia sorella e attendendo di sentire l'impatto del mio corpicino col suolo.

- Piccolina, ora puoi riaprire gli occhi- ero talmente presa dalla sensazione di vuoto che non mi ero accorta di trovarmi tra le braccia di un giovane ragazzo dai
biondi capelli lunghi, legati alla fine da un codino, e dagli occhi castano chiaro.

Solo dopo essermi guardata in giro mi resi conto di trovarmi su un cavallo-drago, così, sentendo la dolce voce di quel ragazzo, persi i sensi."

La piccola smise di parlare mentre io guardavo le varie reazioni dei bambini; le bambine avevamo le lacrime agli occhi a causa del brutto destino delle gemelle mentre i maschietti erano arrabbiati con l'uomo dal mantello scuro.
- Bambini è tempo di salutare le nostre piccole amiche, ma state tranquilli, le rivedremo molto presto- i piccoli annuirono e salutarono le due figure, che scomparvero
mentre io mi alzai e andai vicino ad un ripiano dove misi il libro

- Il tempo a nostra disposizione è volato, ma se vorrete domani potremmo continuare questa bella avventura- li salutai e li guardai andare dai loro genitori mentre
venivo circondata dalle mie colleghe che, ancora una volta, si complimentarono.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1°: Turbine Rosso e Turbine Bianco ***


                                                                            Capitolo 1°: il Turbine Rosso e il Turbine Bianco

Quel giorno decisi di non entrare subito nella sala, ma al mio posto feci entrare due persone mascherate; la prima era vestita di rosso, con il bordo del vestito banco
mentre la seconda era vestita di bianco e il bordo dell'abito era rosso. 
I bambini rimasero sorpresi a guardare le due figure e, contenta del risultato ottenuto, iniziai a leggere il capitolo, aiutata da un biccolo microfono.

-Erano passati 14 anni dal giorno della strage del casato dei Capuleti. Nessuno seppe mai il nome di chi aveva voluto tutto quello, ma da quel giorno le cose cambriarono molto a Neo Verona.
il nouvo signore era Leonte Baldo Montecchi e da quando prese il potere in mano non rimase nulla della gioiosa e solare Neo Verona, ora mai diventata buia e disperata.
dal giorno della strage non si seppe più nulla riguardo il destino delle gemelle Capuleti, molti pensavano fossero morte, altri speravano nel loro cuore che fossero
ancora vive, ma in città, tra i cittadini, la speranza era tenuta viva da due nomi: Turbine Rosso e Turbine Bianco.

Non si sapeva nulla di loro, nessuno conosceva la loro vera identità, si sapeva solo che erano dalla parte del popolo-

Decisi di entrare in sala mentre, guardando i bambini, la figura completamente vestita di bianco fu la prima a parlare.

" Eravamo conosciuti anche come Turbini Gemelli, poichè agivamo sempre insieme. Il motivo per cui avevamo deciso di diventare i Turbini Gemelli perchè
non riuscivamo più a sopportare i soprusi del tiranno Montecchi.

Un giorno, nella grande piazza principale della città, i soldati del Signore avevano catturato una giovane innocente accusandola di essere una Capuleti.

- Lasciate andare mia figlia! non centra nulla con questa storia- i cittaadini riuniti si lamentavano impotenti di fronte a tanta ingiustizia

- state zitti, questa ragazza è una sopravvissuta dei Capuleti...ecco qui una dichiarazione onesta di un cittadino- il capitano delle guardie urlò nella loro direzione
e mostrò il foglio, la spada sguainata e la testa alta come se volesse dimostrare la sua superiorità

- Adesso stanno veramente esagerando- i cittadini protestavano, le loro voci si levavano vero il cielo di Neo Verona, ma potevano solo fare quello piochè non
avevano nè le forze nè i mezzi per ribellarsi a quei soprusi.
Il capitano, sentendo tutte quelle lamentele, si innervosi e puntando la spada contro i popolani ulrò

- Dtate zitti oh io...- un pugnale colpì il foglio, bloccandolo nella statua che si trovava dietro di lui.
Divertita guardai la colonna affianco alla mia e trovai il turbine rosso che sorrideva divertito della situazione

- E voi chi sareste?- coordinate saltammo giù e atterrammo vicino alla ragazza, liberandola e permettendole di ritornare dalla madre mentre lei ci ringraziava.

- Ma quelli sono i turbini gemelli!- dal popolo si sentivano i nostri nomi accompagnati da parole di gratitudine e gioia."

La figura in bianco smise di parlare e mi guardò, chiedendomi di continuare

- Le due figure si mossero veloci contro i soldati, disarmandoli, poi iniziarono a correre seguiti dal capitano e i suoi uomini.
mentre correvano vennero affiancati da un ragazzino che porse loro dei mantelli per confindersi tra la folla del mercato-

Durante la lettura le due figure avevano fatto alzare i bambini e si erano mischiati ad essi, come un gioco, facendoli partecipare e divertire mentre io mi fermai e
lasciai la parola al turbine rosso che, senza indugi, riprese a raccontare

" Seguiti dalle guardie decidemmo di separarci, così mi diressi verso una bancarella di un fornaio dove una ragazza dai capelli color biondo-cenere e gli occhi nocciola stava parlando col panettiere.
Appena mi vide arrivare sgranò gli occhi e provò a parlare, ma velocemente le presi il polso e iniziai a correre.

Presi varie vie secondarie, riuscendo in poco tempo a seminare le tre guardie che ci seguivano, ma dopo aver svoltato in una via stretta e nascosta e aver preso delle
scale dovetti fermare la nostra corsa a causa di un precipizio.

-Dannazione!- feci per tornare in dietro, però l’arrivo delle guardie ci bloccarono l’unica via di fuga.

-Bene bene bene, ora sei in trappola turbine rosso – vidi le loro spade scintillanti puntate contro di noi e senza attendere oltre sguainai la mia e mi misi davanti alla ragazza. “

Il turbine rosso smise di parlare e, assieme alla ragazza, si mise con le spalle contro la parete, vicino alla vetrata mentre i tre soldati li circondavano.
Nel frattempo continuai a leggere da dove si era fermato il turbine rosso

-Intanto, su una terrazza di un palazzo signorile, due giovani stavano guardando la città, bevendo un thè. Il primo aveva i capelli blu notte e gli occhi zaffiro
mentre il ragazzo al suo fianco aveva i capelli biondo-cenere e gli occhi erano castano scuro.

- Benvolio guarda, che cosa starà succedendo secondo te?- il giovane dagli occhi zaffiro stava vedendo i soldati mentre accerchiavano il turbine rosso

- Staranno solamente catturando dei rivoltosi…ma ehi! Romeo dove stai andando…Romeo!- il suo migliore amico ora mai era partito con il suo fidato cavallo-drago, Cielo,
dal manto bianco come la neve e la criniera era di uno stupendo azzurro.

- Romeo!- anche Benvolio salì sul suo cavallo-drago e velocemente raggiunse il suo amico, ma proprio in quel momento, mentre li stavano per raggiungere,
il terreno sotto i due giovani accerchiati iniziò a sgretolarsi.-

Smisi di leggere quando sentì le piccole grida dei bambini e alzandomi di scatto riuscì a prendere per mano il piccolo Cristian

-Bambini non vi avvicinate al bordo, venite vicino a me e ascoltate la storia- strinsi Cristian al mio petto e portai i bambini lontano dalle guardie,
in modo da non intralciare il lavoro dei due nobili e a quel punto lasciai la parola a Benvolio.

“ Snza perdere altro tempo andai a salvare la ragazza dai capelli del mio stesso colore e dopo averle preso un polso la issai fino a farla sedere sul cavallo-drago.
Dopo essermi assicurato che la ragazza fosse stabile mi voltai verso Romeo notando che anche lui aveva salvato il ragazzo.

-Forza andiamo!- spronammo i due animali ad alzarsi maggiormente in volo e ci allontanammo velocemente.
Quando fummo abbastanza lontani dalle guardie atterrammo in un piccolo spiazzo nascosto da mura in rovina, decorate da disegni di due alberi gemelli
con in mezzo un angelo dal viso bagnato di lacrime.

Non appena i cavalli-drago poggiarono gli zoccoli il ragazzo saltò giù da Cielo e si allontanò da Romeo
-nemmeno un grazie per chi ti ha salvato?- Romeo era calmo e tranquillo mentre poneva quella domanda

- Non mi sembra di averti chiesto aiuto, o sbaglio- ma come poteva essere così sfacciato? Stavo per rispondergli a tono quando vidi la ragazza avvicinarglisi

- Non fare il testardo, se non fosse stato per loro noi ora non saremmo qui!- il ragazzo sbuffò per poi voltarsi nuovamente verso Romeo

- Va bene va bene…grazie per averci aiutato…forza ora dobbiamo andare- il ragazzo prese per il polso la giovane e in un secondo svanirono.”

Il giovane nobile smise di parlare e salutò i bambini scomparendo assieme a Romeo mentre io continuai al loro posto

-Nello stesso tempo altri due giovani stavano scappando dal capitano e dalle guardie. Erano veloci e scaltri, ma per qualche motivo, quella volta, non riuscivano a seminarli-

Il turbine bianco e il ragazzino schivarono alcuni bambini e subito dopo ripresero il racconto

“ – Che cosa facciamo Alex? Di questo passo il nonnino ritornerà a casa e se non ci trova si infurierà!- il ragazzino in questione aveva dodici anni, gli occhi castani e i capelli
corti, sbarazzini, di un bel castano chiaro, il suo nome era Antonio.

-Tranquillo Antonio, vedrai che ce la faremo anche questa volta- svoltammo in una stretta stradina, ma la nostra corsa venne fermata dalla figura di un ragazzo slanciato,
fermo in mezzo alla stradina. Aveva i capelli blu notte e gli occhi erano due pietre nere

- Come mai così di fretta, caro turbine bianco?- un sorrisetto strafottente fece capolino su quel volto chiaro

- Se mi conosci dovresti lasciarci passare senza problemi, ameno che tu non voglia farti male- a differenza del turbine rosso io ero uno che lasciava un segno piccolo ma chiaro a chi mi infastidiva.

Mentre stavo parlando con quel damerino sentivo le guardie dietro di noi avvicinarsi, segno che avevano capito dove eravamo andati, facendo salire l’ansia sia a me che ad Antonio.

-Se volete posso aiutarvi, tanto non ho paura di voi e non ho nulla da fare- non avevo più tempo, dovevo decidere in fretta, poiché il capitano ormai ci aveva raggiunto, distava pochi metri da noi

- E va bene, dicci cosa dobbiamo fare- il ragazzo fece rispuntare quel sorrisetto strafottente e si mise fra noi e le guardie

- Eccoli lì!- la voce del capitano raggiunse le mie orecchie mentre ormai ci avevano raggiunti, ma si fermarono non appena videro il giovane dagli occhi pece

-M…milord, cosa ci fate voi qui…in compagnia di q…questi criminali!- rimasi a bocca aperta quando sentì il capitano rivolgersi al giovane chiamandolo milord,
ma rimasi in silenzio, mantenendo Antonio dietro di me
- Questi “criminali”, come li chiamate voi capitano, sono due miei amici e non vi permetto di trattarli male solo perché vi siete fatto sfuggire i due fuggitivi- il capitano aprì la bocca per parlare,
ma da essa non usci nulla, così rimase in silenzio mentre noi ce ne andavamo assieme al giovane.”

Il turbine bianco smise di parlare e attese che le figure di Antonio e del giovane lord svanissero prima di avvicinarsi al gemello e guardarmi.
Io guardai l’ora e mi accorsi che si era fatto tardi e quel giorno non avrei potuto finire il capitolo; poi mi venne un idea per rendere partecipi i bambini per il Ballo della Rosa

-Piccoli ormai è tardi ed è ora di lasciarci, ma la prossima volta dovrete venire vestiti eleganti perché tutti insieme parteciperemo al Gran Ballo della Rosa. Ora vi saluto e
vi aspetto come sempre qui per continuare ancora una volta la storia assieme a voi-

Li salutai e, seguita da Cristian, uscì dalla sala mentre i bambini raggiungevano i loro genitori e le figure dei turbini gemelli scomparirono.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2°: Il Ballo della Rosa ***


Vi prego di perdonare questa pazza autrice se ha pubblicato a quest'ora...spero che il capitolo sia di vostro gradimento quindi, 
maschere sul volto e pronti per ballare fino a notte fonda.

Grazie mille a chi ha recensito i capitoli precedenti e ora vi lascio al capitolo...che entrino gli attori e che inizi lo spettacolo.


Capitolo 2°: Il Ballo della Rosa
 
Quando i bambini entrarono nella sala rimasero a bocca aperta.
Al posto degli scaffali pieni di libri c’erano dei tavoli e al posto del normale lampadario c’era una bellissima cascata di diamanti.

-Che bello!- le bambine avevano gli occhi aperti che osservavano meravigliate la stanza mentre i bambini rimanevano
fermi sulla porta, indecisi se entrare o rimanere li sulla porta.

- Benvenuti, sono tanto felice di poter partecipare con voi al Ballo della Rosa- quando i bambini si voltarono verso di il suono della
mia voce li vidi rimanere a bocca aperta mentre nei loro occhi si leggeva tutta la meraviglia.

Mi trovavo al centro della sala e per quell’occasione avevo indossato il vestito che mi aveva regalato mio padre, un bellissimo
vestito fatto di tulle azzurro, con piccole sfumature viola verso la fine del vestito, come se fossero dei piccoli cristalli viola,
lungo fino al pavimento, in modo da avvolgermi completamente e in modo molto leggero, quasi come se mi sfiorasse.

I capelli avevo deciso di legarli in una coda alta, ma facendo in modo che si vedessero i boccoli verso la fine e due piccole
ciocche erano libere sul davanti, incorniciandomi il volto e ricadendo leggere sulle spalle.

Il volto era ricoperto da un velo di trucco, facendo risaltare i miei occhi verde acqua mentre ai piedi portavo delle scarpe azzurro cielo,
con un po’ di tacco ed erano aperte sul davanti. 

Cristian, come tutti gli altri, mi ammirava meravigliato – Nee-san sei stupenda- felice e sorridendo lo abbracciai, poi sorrisi a tutti
gli altri e li ringraziai dei mille complimenti che mi fecero.

Subito dopo mi voltai verso il mio cavaliere, raggiungendolo e abbracciandolo

-piccoli vorrei presentarvi il mio magnifico cavaliere,  si chiama Tebaldo- il giovane al mio fianco aveva i capelli corti color
dell’ebano, subito contrastati dai meravigliosi occhi azzurri, slanciato, con la pelle chiara, quasi diafana.

Indossava un magnifico abito nero, adatto all’occasione e perfetto su di lui.

-è un piacere conoscere i pupilli della mia amata - la sua dolce e decisa voce mi fece arrossire, in più i bambini iniziarono a
ridere sotto i baffi, così presi il libro di Romeo e Giulietta e in quel modo riuscì ad ottenere l’attenzione di tutti

- allora…torniamo alla nostra storia…quando tornarono a casa, i due ragazzi si tolsero maschera e mantello- nella sala apparvero
le figure di quattro persone, due appartenevano ai due giovani turbini, una al giovane Antonio e l’ultima era di un signore non troppo anziano.-

A parlare fu la figura del turbine rosso

“ – Antonio, Alex, Odin venite subito qui!- un brivido ci percorse la schiena, come una piccola scossa, mentre entravamo nella da pranzo.

-te lo avevo detto che si sarebbe arrabbiato- tutti e tre ci preparammo alla sfuriata del vecchio, così entrammo nella sala e ci
mettemmo di fronte al nonno di Antonio

- non ci credo, non è possibile…siete andati nuovamente in città vestiti in quel modo, siete degli incoscienti e degli ingrati- ci guardò e
poi sospirò, abbassando la testa e appoggiò una mano sul tavolo

– 14 anni per proteggervi e voi fate queste bravate…non ci pensate al fatto che in questo modo mettete in pericolo anche il povero
Willy e la sua famiglia che ci ospitano-

A quel punto esplosi, esasperato da tutto questo mistero e da quel comportamento insensato

-Ora Basta! Basta con questo discorso!...ogni volta che facciamo qualcosa, come se aiutare la povera gente di Neo Verona fosse sbagliato,
tu ci riprendi e ci dici che ci state nascondendo da tanti anni e che per colpa del nostro comportamento mettiamo in pericolo Willy,
ma per quale motivo? Perché ci state nascondendo e soprattutto da chi ci state nascondendo?...vorremmo saperlo anche noi- smisi di parlare e attesi.

Corrado rimase in silenzio, come anche tutti gli altri presenti nella sala, così me ne andai in camera, lasciando Alex nella sala e
non ascoltando le parole di Cordelia.

-Odin aspetta!- sospirai e mi concentrai su Corrado – quand’è che ci direte la verità?-

Corrado sospirò e guardò fuori dalla finestra

– domani sarà il vostro sedicesimo compleanno…domani sera saprete tutto –

Lo guardai e mi voltai andando nel corridoio

-ce lo state dicendo da molti anni, eppure ho come la sensazione che quello che ci direte porterà tristezza nella nostra famiglia-
me ne andai, seguendo l’esempio di Odin e dicendo quello che lui aveva espresso a gesti.”

Corrado e Antonio svanirono mentre Odin, alias turbine rosso, smise di parlare, lasciando il compito di continuare ad Alex, alias turbine bianco.

“ dopo aver finito di parlare mi diressi verso la camera mia e di Odin, ma non appena entrai rimasi sconvolto da quello che vidi

-oh Alex! Allora ci sei anche tu…che bello, forza preparati – venni travolto dalla pazza attrice, protagonista di uno degli spettacoli
di Willy, Emilia – dai che tra poco ci vengono a prendere per andare al ballo più famoso di tutta la città-“

Alex smise di parlare e mi guardò, così presi il libro e lessi una parte che nessuno, nemmeno il più attento lettore aveva visto, lessi una
parte che riguardava la piccola Emilia.

-Emilia era una tra i pochi che conosceva la vera identità dei turbini, lei sapeva che era solo un travestimento per proteggere due
persone molto importanti per la sua amata città.

Eppure nessuno lo ha mai detto, forse perché Emilia pareva ingenua, ma in fondo lei voleva bene a quelle persone e non avrebbe mai
permesso che venisse fatto loro del male.

In fondo Emilia era cresciuta con loro e ormai faceva parte di quella strana famiglia-

Smisi di leggere e lasciai il libro sul tavolo, poi lasciai continuare Alex che riprese senza esitazione.

“La guardai stranita poi mi guardai attorno e vidi mia sorella con i suoi bellissimi capelli rossi liberi dalla parrucca in cui erano
soliti essere imprigionati.

Al posto dei suoi soliti abiti maschili, indossava un bellissimo vestito rosso, lungo fino ai piedi, con un velo bianco puro che le fasciava la vita.
Il viso era leggermente truccato, ma faceva risaltare i suoi grandi occhi castani, anche se il volto era coperto da una maschera bianca con piccoli ghirigori dorati.

Rimasi a guardarla incantata mentre Emilia uscì dalla stanza per andare a cercare un cappello da abbinare al suo vestito arancione.

-Giulietta…sei stupenda- le sue guance si imporporarono al mio sincero complimento mentre le sue labbra formavano un piccolo sorriso

- grazie, ma perché non ti prepari anche tu? Ci divertiremo tantissimo- guardai i vestiti dietro di lei e poi scossi la testa

- a me non starebbero bene, e poi non so ballare quindi è inutile che io veng…- non ebbi il tempo di finire la frase che mia sorella iniziò
a truccarmi, facendo in modo che i miei occhi risaltassero grazie al trucco, per poi passare alla scelta del vestito.

Ne provammo tantissimi in poco tempo e alla fine scelsi un vestito nero a balze, largo dalla vita in giù e stretto sul corpetto mentre
le maniche erano fatte da un velo nero, quasi come se al loro posto ci fosse uno scialle.

In fine, sul volto, mi mise una maschera a forma di ali di farfalla nera con ghirigori bianchi.

-sei magnifica Sky – la guardai felice e un po’ arrossita, ma non ebbi il tempo di dire nulla a causa della porta che si aprì ed
entrò un uomo vestito di tutto punto.

- ma allora siete qui…forza andiamo o faremo tardi al ballo- ci prese per il polso e ci portò in una carrozza, diretti al ballo.”

Le due figure si tolsero il travestimento, mostrando la loro vera identità e sorridendo a tutti i bambini.

-è un piacere rivedervi- le due fecero un piccolo inchino e si avvicinarono ai piccoli mentre le figure di Corrado e Antonio svanirono.

I piccoli sorrisero felici mentre si avvicinavano alle due ragazze, contenti di averle riconosciute.

-visto che siamo qui perché non balliamo, forza cavalieri invitate le vostre dame – i bambini si avvicinarono alle bambine
e subito dopo si misero a ballare in mezzo alla sala.

Cercai il mio cavaliere ma lo vidi “rapito” da una bambina dai bellissimi capelli turchini così decisi di ballare con il piccolo Cristian mentre,
con un piccolo microfono, continuai la lettura.

- quando le due giovani arrivarono al castello rimasero incantate a guardare la bellezza di quel palazzo, circondato da un meraviglioso
giardino pieno di fiori e alberi, dove, in tutto quel verde, risaltava il colore delle rose rosse e dei gigli blu.

Avanzammo assieme al nostro accompagnatore, attraversando quel maestoso giardino ed entrando della hall del palazzo, ma subito
le gemelle vennero attanagliate da un forte senso di nostalgia.

Non diedero peso a quella sensazione, che rimase comunque nei loro cuori, e seguirono l’uomo si ritrovarono in un’immensa sala da ballo.

Sui muri spiccavano gli stendardi della famiglia Montecchi e sui tavoli c’erano bouquet di rose rosse e, come una piccola macchia
di colore su una tela bianca, spuntavano qua e là alcuni gigli blu, certi sbocciati certi ancora boccioli.

Le due si guardarono attorno meravigliate dalla bellezza di quella sala, ma la loro meraviglia fu interrotta dalle parole del signore
di Neo Verona, Leonte Montecchi –

Tutti si interruppero quando, in fondo alla sala, apparvero quattro figure.

I bambini riconobbero le figure di Romeo e Gabriel, ma non li chiamarono e non si mossero di un millimetro, intimoriti dalla figura del Gran Duca.

L’uomo avanzò di poco, seguito da una figura femminile.

Subito chiusi il libro e lasciai Giulietta a continuare il racconto

“ quando io e mia sorella incontrammo lo sguardo del signore di Neo Verona rimanemmo immobili mentre un brivido freddo
percorreva le nostre schiene, impedendoci di ascoltare le parole che il Duca disse rivolto ai nobili.

-nobili di Neo Verona, vi ringrazio per essere venuti in molti in questa bellissima occasione del Ballo…colgo il vostro raccoglimento
in questa sala per annunciarvi il fidanzamento tra mio figlio e madonna Ermione Borromeo-

Un coro di applausi esplose in tutta la sala mentre sulla faccia dei gemelli Montecchi vi si poteva leggere lo stupore e
la sorpresa di quella notizia improvvisa.

- ed ora, senza ulteriori indugi, diamo inizio alle danze- i nobili iniziarono a ballare e quasi subito persi le tracce di mia sorella.

Mi misi vicino ad un tavolo e nel bel mezzo del bouquet trovai un piccolo iris bianco; sorpresa lo presi e mi misi a guardarlo mentre mi
isolavo da tutto quello che avevo intorno.

Ma come se qualcuno mi guardasse da lassù, subito mi si avvicinò il nobile che quel pomeriggio mi aveva salvato da quella caduta.

Mi prese dolcemente la mano, senza dire nulla, e delicatamente mi portò in mezzo alla pista da ballo iniziando a ballare
sulle note di una dolce melodia.

Non sapendo ballare benissimo mi lasciai guidare da lui, memorizzando ogni singolo momento e sentendo un dolce calore
avvolgere il mio cuore.

Rimanemmo in silenzio, guardandoci negli occhi, ma l’unica cosa che mi disse fu: -profumi come un iris appena sbocciato-  “

Giulietta smise di parlare e ballò assieme al nobile mentre la sorella continuava al posto suo

“ quando Montecchi smise di parlare tutti i nobili iniziarono a ballare e nella mischia persi di vista mia sorella, rimanendo sola
in mezzo a tutti quei nobili.

Decisi di avvicinarmi alla parete vicino alla vetrata che portava nel giardino sul retro

-il popolo ha bisogno di cibo e soldi e i nobili lo sperperano in questo modo fregandosene…li odio fin nel profondo- ero così arrabbiata con
tutte quelle persone, ma non mi accorsi di una figura alle mie spalle, appoggiata al muro con le mani incrociate

- e così ti fanno schifo i nobili…eppure sei qui al ballo…il tuo comportamento è diverso dal tuo pensiero- mi voltai spaventata di
essere stata sentita da qualche nobile importante, ma subito mi sentì spinta da qualcuno che non mi aveva notato e provando a non
cadere inciampai nel vestito e rischiai di farmi veramente male

- attenta!- mi sentì presa per un polso e tirata verso il ragazzo di prima che mi prese fra le sue braccia

- ti sei fatta male?- alzai il viso e mi persi in due occhi nero pece e arrossendo risposi alla sua domanda

- n…no, s…sto bene- lo vidi annuire e poi sorrise

- quindi possiamo ballare- quella proposta mi prese in contro-piede, ma non mi lasciò il tempo di rispondere che ci trovammo in pista a ballare.

E solo mentre stavamo ballando mi accorsi di una piccola campanula che spuntava dal mio ciuffo rosso

-te l’ho messo perché hai un meraviglioso profumo di campanule- arrossì e rimasi in silenzio, ballando assieme a quel giovane
che ormai aveva rubato qualcosa di molto importante.”

Non appena Sky e Gabriel si misero a ballare tutti rimasero a guardare i due gemelli Montecchi e quelle due ragazze apparse
apparentemente dal nulla.

-le due giovani ballarono tutta la sera, ma quel momento di felicità fu interrotto dal suono dei rintocchi della campana- nella sala
riecheggiò il suono di quelle campane.

Nessuno si fermò ad ascoltare,  anzi tutti continuarono a ballare…tranne le due ragazze che, a malincuore si separarono dai
due nobili e dopo essersi ritrovate si diressero velocemente verso il giardino della fontana.

-le due gemelle sembravano felici agli occhi dell’atra, ma ancora non sapevano che questo amore era destinato a non sbocciare-

La sala cadde in un silenzio magico, pieno di sogni e speranze mentre le figure scomparivano assieme al suono dei rintocchi.

-la magia del ballo è terminata e i nostri protagonisti si sono incontrati. Cupido ha scoccato le sue frecce, ma solo il tempo
ci dirà se il loro amore riuscirà a sbocciare. Vi lascio con questi fiori, simbolo di questi due amori-

Prendendo la mano di Tebaldo e, facendo segno a Cristian di raggiungerci, lascia la sala sotto lo sguardo dei bambini e dei loro genitori.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3°: Secondo Incontro, Profumo di Iris e Campanule ***


Capitolo 3°: Secondo Incontro, Profumo di Iris e Campanule

Perdonatemi per questo ritardo, ma la scuola mi ha seriamente impegnato in quest'ultimo periodo quindi spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo.
vi lascio alla lettura e attendo con gioia le vostre recensioni per sapere cosa ne pensate...ciau ciau 

Quando entrai nella sala venni accolta dai bambini impazienti di sentire il seguito della storia.                                    
Come il primo giorno mi sedetti in mezzo a loro e, aprendo il libro, iniziai il racconto.

-quella sera le gemelle vennero prese da Francesco e Corrado; il primo tranquillo, il secondo arrabbiato, anzi furioso.

- siete forse impazzite – disse rivolto alle due giovani- come vi è venuto in mente di entrare nel castello del nemico, per giunta vestite da donne-

Le gemelle rimasero in silenzio mentre l’uomo sospirava, poi si volse verso Francesco che, senza bisogno di spiegazioni, fece un cenno
al cocchiere che aumentò la velocità.

-cosa c’è di male se siamo andate ad un ballo!- Giulietta non ne poteva più di tutti quei segreti e la sorella, seduta al suo fianco, la capiva molto bene

- c…cosa c’è di male! Vi rendete conto di cosa fate o no…qui state rischiando molto più che un semplice rimprovero, qui c’è in gioco molto di più…comunque
ora dovete solamente pensare al vostro comportamento-

Dopo quella sfuriata il silenzio scese nella carrozza per tutto il resto del viaggio.

Quando arrivarono a casa Giulietta si chiuse immediatamente nella loro camera, sbattendo la porta, lasciando tutti gli uomini stupiti da quel comportamento e una
sorella che comprendeva quali dubbi e quali sofferenza tormentassero il suo cuore

-dovete scusarla, è difficile vivere senza sapere da cosa dobbiamo nasconderci- la ragazza fece un piccolo inchino e poi raggiunse la sorella.

Quella notte le due sorelle dormirono l’una fra le braccia dell’altra, come quando da piccole il cielo si copriva di tuoni e lampi o come quando un incubo tormentava una e
l’altra la calmava tra le sue braccia.

Se qualcuno fosse entrato in quel momento avrebbe visto due bambine cresciute troppo velocemente, le avrebbe viste come due sorelle che soffrono dentro di loro, ma non
abbandonano mai l’altra…le avrebbe viste come se solo in quel piccolo luogo esse avrebbero potuto mostrare il loro vero “io”.

Guardando attentamente il volto della piccola Giulietta, illuminato dalla pallida luce della luna che filtrava all’interno della stanza, si potevano vedere piccole scie di piccole perle salate,
ormai asciutte, che le avevano rigato il suo dolce e diafano volto. –

Smisi di leggere e mi alzai, andando alla porta e facendo entrare le due ragazze.

Quel giorno non avevano i soliti travestimenti, ne indossavano vestiti da uomo, ma avevano due vestiti lunghi, l’uno l’opposto dell’altro.

-il giorno non esitò ad arrivare e con lui finalmente arrivò anche il sedicesimo compleanno delle gemelle.

Non si meravigliarono tanto del fatto che Antonio rimase sorpreso nello scoprire che i suoi due migliori amici erano, in realtà, delle ragazze, ma lui alla fine ci diede poco peso e
tutti passarono la giornata a divertirsi e preparare tutto per i festeggiamenti che ci sarebbero stati quella sera. –

Ancora una volta smisi di parlare e lasciai l’onore di continuare a Giulietta.

“ Dopo quel ballo non avevo smesso un secondo di pensare a Romeo, ai suoi profondi occhi zaffiro, ai suoi capelli blu notte.

Quando poi, provai a parlarne con Sky, rimasi sorpresa nel vederla con la testa fra le nuvole, cosa mai successa e a quel punto compresi che anche lei non aveva mai smesso di
pensare al giovane lord incontrato al Ballo.

-Per favore Cordelia, dimmi dove posso trovare un luogo dove sbocciano gli iris- non mi sembrava di star chiedendo la luna…in fondo mi bastava un fiore per essere felice quel giorno.

- e va bene, a sud della piazza dove si svolge il mercato ci sono delle scale nascoste da una stradina laterale…li si trova una piccola piazzetta dove si trovano gli iris-

Felice ed emozionata l’abbracciai e poi mi diressi verso la porta, ma venni fermata dalla sua mano che mi prese un polso

-come mai vuoi degli iris?- la guardai mentre le guance mi si imporporavano

- perché una persona mi ha detto che profumo di iris – non le dissi altro e, liberando il polso mi misi a correre verso la porta

- Giulietta vedi di tornare prima della festa – la voce mi arrivò in lontananza, ma non le diedi molta importanza, quello che volevo era arrivare in tempo al campo degli iris.

Quando finalmente arrivai rimasi incantata dalla bellezza di quel luogo.

Presi un iris e annusando quel dolce profumo, salì su quella scala decorata lungo i bordi dai piccoli fiori bianchi, ma non appena raggiunsi la fine di quella scala rimasi immobile a
quello che mi ritrovai davanti.

Seduto in mezzo al campo, con accanto un cavallo-drago, dal manto dello stesso colore dei miei adorati fiori, c’era Messer Romeo.

Ogni cosa attorno a me svanì quando lui mi guardò e io mi immersi nei suoi occhi blu, non mi accorsi nemmeno del vento che fece volare via i fiori che avevo in mano.

-Messer Romeo…- non speravo di rivederlo così presto, ma mi sorprese molto quando si alzò e mi si avvicinò, facendomi battere forte il cuore e imporporare le guance

- vi prego ditemi il vostro nome…vorrei tanto poterlo pronunciare anch’io- quella domanda mi lasciò interdetta, così abbassai la testa e gli risposi

- G…Giulietta…il mio nome è Giulietta- arrossì maggiormente quando lui lo pronunciò

- Giulietta…cosa vi porta qui in questo posto isolato?...chiaramente se posso saperlo- alzai il volto e lo guardai con un piccolo sorriso

- s…sono venuta qui perché volevo trovare degli iris per questa sera…s…sapete oggi è il mio compleanno e come regalo volevo solo degli iris-

Quando fini di parlare lo vidi agitarsi e poi inginocchiarsi verso i fiori e ne prese un po’, formando un piccolo mazzetto, infine me lo porse

-t...tanti auguri- il suo volto era imporporato e la sua mano tremava leggermente, ma io, gentilmente, presi il mazzo e gli sorrisi nuovamente

- v…vi ringrazio t…tanto- avvicinai il volto al mazzo e inspirai il loro dolce profumo, poi guardai il cielo e mi  accorsi che orma si era colorato di arancione, colore del tramonto

- o…ora devo proprio andare, sono stata felice di avervi potuto rivedere – feci un piccolo inchino e mi avviai verso le scale, ma la sua voce mi bloccò

- d…domani potremmo rivederci?- arrossì mentre mi voltavo a guardarlo

- non lo so…magari nel tardo pomeriggio, come oggi- senza attendere una sua risposta iniziai a scendere gli scalini mentre nella mia mente si continuava a ripetere sempre la
stessa frase: “ ho rivisto Romeo, che bellezza”.

Ero al settimo cielo e lo rimasi anche quando Corrado, dopo aver scoperto che ero uscita nuovamente vestita da ragazza, mi rimproverò.

Lo lasciai perdere e, salendo le scale, andai in camera, dove trovai Sky che sorrideva ad una piccola campanula blu

-ehi…qualcuno qui ha incontrato un certo lord…o sbaglio- la vidi alzare la testa di scatto e guardarmi dritta negli occhi

- m…ma che v…vai d…dicendo!- le sue guance erano imporporate e i suoi occhi brillavano come non avevano mai fatto prima

- Sky non mentirmi…in fondo sono tua sorella…avanti racconta tutto- la vidi esitare e così proposi una cosa a cui non avrebbe mai rinunciato -se mi racconti quello che ti è
successo poi ti racconto quello che è capitato a me- lei non perse tempo e, dopo essersi assicurata che nessuno stesse ascoltando, iniziò a raccontare.”

Giulietta smise di parlare e si mise in ascolto della sorella, in messo ai bambini, mentre Sky continuava a fissare  la piccola campanula, poi, come un abile narratore, iniziò a raccontare.

“ – ero andata in un campo di campanule per tranquillizzarmi, sai l’idea di scoprire il nostro passato mi aveva messo in agitazione.

Mi ero seduta in mezzo al campo e avevo iniziato a raccogliere le campanule, fino a formare un piccolo mazzetto.

Ad un certo punto una folata di vento più forte fece volare il piccolo mazzetto, facendomi alzare la testa, per cercare la causa di tutto quel vento, e fu a quel punto che lo vidi.

Sul suo destriero nero pece, come i suoi occhi mentre la criniera era simile al bianco puro delle ali di un angelo.

Si trovava proprio di fronte a me, gli occhi aperti per la sorpresa.

-come mai ti trovi qui…questo posto è isolato dal centro e potresti cadere in mano a dei briganti-

Quella frase mi fece arrossire di rabbia, ma chi diavolo si credeva di essere per venirmi a dire quelle cose

-senti un po’…io sono in grado di difendermi anche da sola…in più non è la prima volta che vengo qui per mettere in ordine tutti i pensieri che affollano la mia mente e che
mi creano preoccupazioni-

Dopo la mia risposta scese da cavallo e, guardandosi in torno, si chinò e raccolse una campanula, poi mi si avvicinò e me la mise fra i capelli

-so bene che siete in grado di difendervi da sola, ma una bella ragazza come voi dovrebbe sorridere e non preoccuparsi di cose inutili-

Rimasi incantata dai suoi occhi e sorpresa dalle sue parole mentre tutto quello che avrei voluto dirgli rimase bloccato nella mia gola

-ora devo andare…ma vorrei tanto rivederti-

Arrossì nuovamente e abbassai la testa, non riuscendo a sostenere il suo sguardo

-se volete potremmo rivederci d…domani alla s…stessa ora…Messer?- quando gli chiesi il nome lui si trovava sul suo destriero ed era pronto a volare via

- mi chiamo Gabriel- non appena fini di dire il suo nome si alzò in volo e mi lasciò nuovamente sola in quel campo.

Dopo poco tempo mi diressi verso casa mentre la dolce campanula che lui mi aveva messo fra i capelli si trovava fra le mie mani.”

Sky smise di parlare e guardando la sorella attese che fossi io a continuare.

- quando anche Giulietta finì di raccontare quello che le era successo durante l'incontro col giovane Romeo, Cordelia entrò nella stanza-
subito la figura della giovane donna apparve al fianco delle due gemelle.

" - vi vedo allegre...posso sapere anch'io il motivo di tutta questa allegria?- le vidi guardarsi intensamente negli occhi e poi vidi i loro occhi puntarsi sui fiori
che avevano fra le mani e a quel punto compresi

- avete incontrato i lord del ballo?...quelli che vi hanno salvato quello stesso pomeriggio?- le ragazze annuirono e subito un peso si poggiò sul mio cuore rattristandolo

- non dovete più incontrarli, vi prego promettetemi che non li rivedrete mai più!-

I loro occhi si sgranarono mentre mi fissavano sconvolte e da quegli sguardi ormai sapevo che i due giovani avevano legato il loro cuore a quello delle mie "sorelline", ma in
qualche modo dovevo rimediare a quell'errore

- m...ma...Cordelia...per quale motivo non dovremmo più vederli...che cosa hanno fatto di male...perchè ci vietate ogni singola cosa?- la voce incrinata di Giulietta e le lacrime che silenziose
facevano capolino sui loro magnifici occhi castani mi fecero molto male, ma non potevo permettere che venissero ferite...o peggio...scoperte.

- promettetemelo! e ora, per favore, preparatevi per la cena- non attesi una risposta, ma le lasciai in quella camera dove ancora si poteva sentire la mia richiesta mentre il mio cuore diventava
sempre più pesante per quello che ero costretta a fare pur di proteggerle.

Scesi le scale, diretta in sala e quando entrai lasciai andare un sospiro, poi guardai Corrado, l'unico, per ora, nella sala

- si stanno preparando...Corrado, per quale motivo si devono prendere una responsabilità più grande di loro...perchè non possono vivere la loro vita liberamente...perchè dovrebbero combattere
una battaglia non loro- ora mai questi dubbi affollavano la mia mente da quando eravamo state salvate quella fredda notte

- perchè, alla fine, io non potrò scegliere per loro...questa sera dirò loro la verità...poi il loro destino sarà fra le loro mani e saranno loro a scegliere cosa fare-
sospirai e, come quando ero piccola, mi feci abbracciare da Corrado per sentirmi ancora una volta protetta da quelle forti braccia che già una volta mi avevano salvato

- abbi fiducia in loro...sono forti e coraggiose, vedrai che faranno la scelta giusta- sorrisi e subito dopo mi misi a preparare la tavola.

Quando arrivarono le ragazze, erano vestite con dei bellissimi abiti.

Quello di Giulietta, come anche quello di sua sorella, era lungo fino alle caviglie e le maniche erano lunghe fino al polso, dove si aprivano, la differenza fra i due abiti erano i colori.

quello di Giulietta era di un tenue color pesco, alternato da piccoli ricami bianchi sul fianco e sui bordi del vestito, invece,quello di Sky era di un magnifico bianco, quasi come se fosse stato fatto
di pura neve candida; anche quell'abito aveva dei ricami, ma essi erano del color del pesco, posti ai lati opposti rispetto a quelli dell'abito di Giulietta.

le guardammo meravigliate e quasi subito mi avvicinai alle due per abbracciarle.

- siete stupende, però ora è meglio mangiare prima che si raffreddi- ci avvicinammo al tavolo e le gemelle misero al centro del tavolo un piccolo mazzetto formato da iris bianchi e campanule blu.

- auguri per i vostri sedici anni- festeggiammo tutta la sera, felici e spensierati, ma quella spensieratezza durò poco perchè, non appena la luna fu alta nel cielo Corrado decise che era il momento
di portarle nel luogo in cui avrebbero scoperto la verità."

Cordelia smise di raccontare e si allontanò da Corrado e dalle gemelle, poi svanirono tutti e nella sala rimanemmo solamente io e i bambini.

- per oggi dobbiamo finire qui il racconto, ma domani le vite dei nostri amati personaggi verranno sconvolte...ora vi saluto e vi aspetto domani per continuare con voi questa magnifica avventura-
li salutai e andai verso Tebaldo e Cristian, salutai i genitori dei bambini e andai verso l'uscita.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4°: Verità Svelate e Nuovi Arrivi ***


eccomi di nuovo qui, con un nuovo capitolo.

prima di lasciarvi alla lettura vi devo chiedere scusa per il ritardo...ma la connessione non mi permette di
lavorare come vorrei.

comunque spero che il capitolo sia di vostro gradimento e che ne sia valsa la pena. 
vi lascio alla lettura e spero di ricevere qualche recensione, per sapere se vi è piaciuto o deve essere aggiustato.

ciau ciau. 



Capitolo 4°: Verità Svelate e Nuovi Arrivi

Quella mattina, quando arrivai, non avevo la stessa allegria che mi accompagnava ogni mattina e,
come a dimostrarlo,non indossavo nemmeno i miei soliti abiti colorati, ma ne indossavo uno completamente nero.

-buongiorno bambini…scusatemi se oggi non sono allegra come gli altri giorni, ma ieri io e Tebaldo abbiamo litigato
e lui se ne andato…non è più tornato, sono così preoccupata- sospirando mi sedetti assieme a loro.

Cristian, che abitava con noi, era triste come me, ma quando vide delle piccole lacrime scorrere sul mio viso mi si
avvicinò e me le asciugò con le sue piccole manine

-non piangere nee-san…ci siamo noi qui con te- tutti i bambini annuirono a quell’affermazione, stringendomisi attorno e
felice li ringraziai con uno splendido sorriso

- vi voglio bene bambini…ora che ne dite di continuare il nostro viaggio con le gemelle?- tutti i piccoli esplosero in un unico
"si", facendomi sccappare una risata.

Mentre continuaravo a ridere mi alzai e presi il libro, poi mi risedetti e iniziai a leggere, attirano immediatamente
l’attenzione di tutti i bambini.

-Corrado stava portando le gemelle in un luogo oscuro e sconosciuto.

Non aveva spiegato nulla alle due ragazze e per tutto il viaggio era rimasto in silenzio, a fissare il paesaggio
che scorreva al di fuori della carrozza.

Ad un certo punto, proprio quando Sky provò a parlare a Corrado, la carrozza frenò bruscamente, mettendo
immediatamente in allerta Corrado.

-restate qui- disse rivolto alle due – non uscite per nessuna ragione al mondo – l’uomo scese dalla carrozza e quasi
contemporaneamente imprecò mentalmente.

Il motivo di quella rabbia era causata dai vari soldati che avevano circondato la carrozza.-

Nella sala si abbassò la luce, lasciandoci illuminati solamente da una fioca luce e senza farmi vedere dai bambini
posai il libro e rimasi a guardare quello che stava accadendo.

Prorpio davanti alla grande vetrata apparve la carrozza da dove scesero Corrado e Francesco mentre Curio rimase al
posto del cocchiere e le ragazze rimaseso all’interno.

A prendere la parola fu proprio Giulietta che, dall’interno di quella carrozza, era stretta alla sorella, terrorizzata da tutta quella situazione.

“ – Corrado, ma che sta succedendo…perché non ci fai uscire!- le mie parole si persero nel vento e non ricevendo alcuna risposta
iniziai a preoccuparmi seriamente, così mi allontanai da Sky e mi avvicinai alla porta della carrozza, ma il nuovo rumore di spade che
cozzavano fra di loro mi fece nuovamente indietreggiare.

-Madonna Sky, Madonna Giulietta dovete scappare subito, dovete andarvene adesso!- la voce di Corrado arrivò come un ordine frettoloso
e impreciso, cosa molto strana visto che lui calcolava tutto nei minimi dettagli.

Ero spaventata da tutta quella faccenda, ma quando guardai il terrore negli occhi di Sky decisi di fare qualcosa, presi un po’ di coraggio
e aprì la porta della carrozza.

Davanti a me vidi decide di corpi appartenenti a soldati, completamente insenguinati mentre di fronte a me la battaglia infuriava.

Disgustata e terrorizzata da quella vista non riuscì a trattenere un urlo, attirando così l’attenzione di due soldati.

- Eccola! Quella è una delle figlie di Capuleti, forza prendiamola!- i due soldati iniziarono ad avvicinarsi mentre cercavo una spada
con cui difendermi, ma non trovandola mi misi a correre, cercando di non inciampare nel vestito e di allontanare quei due dalla carrozza e da Sky.

Quasi come una benedizione vidi anche Francesco lanciarsi nell’inseguimento, attirato dalle mie urla.

Mentre correvo sentivo i passi dei due soldati che cercavano di raggiungermi, ma proprio in quel momento la strada finì e mi ritrovai
letteralmente con le spalle al muro.

-ora mai sei nostra cara principessa – il ghigno che si era formato sul loro volto rese ancor meno chiare le loro parole, mandandomi nel panico.

- c…cosa s…state dicendo…i…io non s…sono una principessa, n…non sono nemmeno una n…- la voce del soldato sovrastò la mia
con irruenza e irritazione

- non dire cavolate mia cara…tu sei la figlia di Capuleti e con te c’è anche tua sorella gemella- quando l’uomo mi vide spaesata
scattò verso di me, mi prese il polso e me lo portò dietro la schiena, provocandomi un dolore immenso

– ed ora verrai con me senza fiatare- a causa della paura iniziai ad agitarmi, cercando in tutti i modi di liberarmi, ma quell’uomo era
il doppio di me ed era molto più forte rendendomi impossibile qualsiasi movimento, aumentando solamente il dolore al braccio.

-ti dispiacerebbe lasciare la povera fanciulla…non vorrei essere costretto a farti del male- la voce di Francesco arrivò alle mie orecchie
come un’ancora di salvezza, così, per quanto la presa me lo permettesse, mi voltai a guardarlo con le lacrime agli occhi, poste li come un
velo che vuole nascondere il suo prezioso tesoro.

-F…Francesco- la mia voce era spezzata dal terrore e la figura di Francesco mi sembrava una luce che avrebbe mi avrebbe svegliato
da quell’incubo, ma la speranza racchiusa in quella figura si frantumò quando il soldato scoppiò a ridere puntandomi al collo la spada,
lievemente sporca di sangue

-biondino, se provi solamente a fare un passo, ti prometto che la ragazza farà un viaggio di sola andata all’altro mondo- Francesco digrignò
i denti e mi guardò negli occhi, poi lasciò che la spada cadesse a terra, portandosi via la mia piccola speranza.

- bravo biondino- il suo compagno gli si avvicinò da dietro e lo legò, poi ghignando sguainò la spada e fulmineo gli ferì un braccio mentre
l’uomo che mi continuava a tenere si mise a ridere

- ora vediamo di muoverci, la fanciulla qui presente ha un appuntamento con una persona molto speciale- e come a dare senso alle sue parole
prese a spingermi, seguiti da Francesco e il suo complice, allontanandoci nai nostri amici.”

La giovane Capuleti smise di parlare e silenziosamete seguì i due soldati.

Quando il silenzio scese nella sala mi alzai e mi misi di fronte alla vetrata, a guardare la pioggia, poi mi preparai a continuare il racconto,
ma un tuono mi sorprese e rimasi a guardare l’esterno sconvolta, convinta di aver visto la figura di Tebaldo.

-nee-san cos’hai? Stai tremando- guardai il piccolo Cristian e cercai ti ritrovare la calma, anche se la testa aveva iniziato a dolermi moltissimo

- scusatemi tanto bambini…forza continuiamo con le nostre gemelle- e come se avessi pronunciato una formula magica i bambini ritornarono attenti,
così decisi di riprendere il libro e di risedermi assieme a loro

- allora…mentre i soldati portavano via i due ragazzi, da dietro un frammento di muro apparve il giovane Antonio che, scandalizzato, corse
immediatamente da Corrado e gli altri-

La stanza ricadde nuovamente nel silenzio mentre un solo rumone scandiva il tempo rimbombando in modo cupo e frettoloso, i passi svelti di
Antonio, concentrato ad arrivare al più presto da Corrado per avvisarlo di quello che era appena accaduto.

“- Nonno! Nonno! – dovevo trovarli al più presto, dovevamo salvare immediatamente Giulietta e Francesco.

-Antonio! – la voce di Sky mi rallegrò un po’ il cuore, almeno lei era sana e salva

- Nonno è terribile…dobbiamo salvarli subito- il nonno mi guardò spaesato, non comprendendo la frase, ma non appena le tornò alla mente
l’ordine che mi aveva dato, sgranò gli occhi e guardò Curio

- dove sono madonna Giulietta e Francesco? Antonio dimmi cos’è successo!- si girò e le sue mani si appoggiarono sulle mie spalle,
iniziando ad agitarmi

- due soldati…li hanno portati via…sanno chi è Giulietta, la stanno portando dal signore di Neo Verona…la stanno portando alla corte di
Montecchi- le parole uscirono come un fiume dalla mia bocca mentre le sue mani mi agitavano sempre più velocemente.

Ad un certo punto la mano tremante di Sky fermò quelle di mio nonno e a quel contatto lui la guardò come se fino a quel momento non si fosse
nemmeno accorto della sua presenza

-Corrado che cosa significa…perché dite che mia sorella è una Capuleti…ci avete sempre detto che i nostri genitori ci hanno abbandonato quando
eravamo in fasce- le lacrime sul suo volto scendevano copiose mentre nei suoi occhi si leggeva tutta la paura che stava provando in quel momento.

Dannazione mi sentivo impotente di fronte a quella scena, una delle mie migliori amiche in lacrime terrorizzata per la sorte della sorella e
non potevo fare nulla per aiutarla.

Il nonno sospirò, si avvicinò alla carrozza e lentamente prese una delle due spade che si trovavano al suo interno, prese quella con la campanula blu,
porgendola a Sky, poi prese l’altra con inciso l’iris bianco.

-queste due spade le fece costruire vostro padre, solo per voi poiché odiava l’idea di lasciarvi indifese una volta cresciute, anche se avreste vissuto
a palazzo, ma qualcosa mi dice che sapesse tutto del piano architettato da Montecchi per prendere il potere…comunque mi diede l’ordine di consegnarvele
una volta compiuti sedici anni…devi sapere anche che i vostri genitori non avrebbero mai potuto abbandonarvi, vi amavano troppo anche più della
loro vita-  il nonno si fermò e sospirò, cercando di trovare le parole giuste per continuare  – i vostri genitori vennero uccisi e ad ucciderli fu l’attuale
signore di Neo Verona, il segno, anzi la cicatrice che avete sul collo ve la fece lui quando provò ad uccidervi…in questi anni non abbiamo fatto
altro che proteggervi affinchè un giorno voi foste in grado di potervi riprendere ciò che è vostro di diritto- il nonno smise di parlare e abbassò la sguardo.

Quella storia sconvolse anche me, che conoscevo una parte dei fatti solo grazie a quei pochi racconti di Curio e Francesco.

Mi voltai verso Sky e mi accorsi che fissava la spada come se fosse stata la prima volta che vedeva un oggetto simile, poi la sfoderò
sgranando immediatamente gli occhi e lasciando cadere il fodero.

Lentamente avvicinò la mano alla scritta incisa sulla lama: “ Sky Sukai Astro Capuleti”

-io sarei una Capuleti?- la guardai annuendo lentamente e poi sospirai, temendo che da un momento all’altro avrei potuto perdere anche lei.”

Il giovane Antonio smise di parlare e, mentre mi preparai a continuare, vedemmo avanzare Sky che, come in trans, iniziò a parlare

“- io e mia sorella siamo le figlie di Capuleti- guardavo quella spada come se da un momento all’altro essa si dovesse mettere a parlare,
raccontandomi la verità, raccontarmi ciò che avevo dimenticato.

Guardai nuovamente l’elsa della spada e improvvisamente il ricordo dei miei genitori si fece largo nella mia mente, il ricordo di quella buia notte
in cui io e Giulietta li vedemmo morire.

Il sangue sparso ovunque, quasi come se volesse riempire completamente il pavimento, il terrore negli occhi dei nostri genitori e la spada
che li uccideva di fronte a noi.

Non appena il ricordò svanì ritornai alla realtà, ma terrorizzata da quello che avevo appena visto lasciai cadere la spada e indietreggiai un po’,
poi persi i sensi.”

La giovane venne immediatamente soccorsa da Curio, che la riportò sulla carrozza mentre Neo Verona veniva lentamente avvolta dalla pioggia.

-dopo aver recuperato la ragazza, Corrado decise di ritornare a casa e il viaggio, come quello dell’andata fu avvolto nel silenzio, chi intento
a pensare a Sky, pallida come un cencio, chi a capire dove avessero portato Giulietta e Francesco, chi ancora sperava che
quella storia non fosse mai successa.

Allo stesso tempo, nella torre delle prigioni, i due soldati avevano portato Giulietta e Francesco nella cella posta in cima alla torre-

Un tuono mi fece sobbalzare e il libro mi cadde, ma quando mi chinai a raccoglierlo vidi nuovamente la figura slanciata di Tebaldo.

Vedendomi bloccata i bambini rincominciarono a preoccuparsi, ma la voce di Giulietta li distrasse dal mio comportameno, e così riprese lei il racconto.

“ quando ci fecero entrare nella cella mi sorpresi molto di non trovarla vuota, ma occupata da una ragazza della mia età forse poco più grande di me.

Era voltata di schiena rispetto alla porta e non si era praticamente mossa dal punto in cui si trovava, nemmeno quando la guardia
richiuse la porta a chiave.

La giovane aveva lunghi capelli color dell’ebano ed erano tutti spettinati, segno che era li dentro da molto tempo, notai anche che era alta
pochi centimetri in più rispetto a me.

Essendo girata di spalle non riuscì a vederle gli occhi, ma qualcosa mi diceva che avevo già visto quella ragazza da qualche parte.

Qualcosa nella mia mente continuava a dirmi che quella giovane possedeva occhi azzurri come solo il cielo poteva essere, quello limpido
e privo di nuvole che accompagnava la primavera.

Non ascoltai le parole di Francesco, ma rimasi in ascolto della forte sensazione che nasceva al mio interno, la sensazione di averla
già vista da qualche parte, di averla già conosciuta.

-Madonna Giulietta mi state ascoltando…madonna Giulietta cosa vi succede, cos’avete…state tremando- mi ripresi solamente quando
sentì la mano di Francesco sulla spalla, così lo guardai e, cercando di fare un sorriso convincente, negai

- vi prego di non mentirmi…se non vi sentite bene sedetevi…in fondo vi siete appena ricordata del vostro passato e dei vostri genitori- provai a
rispondergli, ma una flebile voce mi interruppe

- s…sei davvero tu G…Giulietta?- mi voltai verso l’origine di quella voce e mi immersi in due pozze fatte di cielo puro e semplice,
appartenenti alla ragazza che divideva la cella con noi

- s…si sono io Giulietta, ma tu chi sei? Insomma quando ti guardo sento un forte senso di nostalgia e di felicità che avvolge il mio cuore nello
stesso momento- strinsi le mani al petto e guardai la ragazza.

La giovane sorrise malinconicamente e guardò Francesco, che a sua volta la guardò con uno sguardo malinconico

-nemmeno tu sei tanto cambiato Francesco…ma in fondo non mi stupisce molto il fatto che la mia “lady” si sia dimenticata di me, l’ultima volta
che l’ho vista aveva pochi mesi…eravate veramente piccole quando mi hanno portato a palazzo- a quel punto Francesco sgranò gli occhi e
si avvicinò alla ragazza, avvicinando delicatamente la mano al suo volto sfiorandola

- V…Violette sei proprio tu? C…che cosa ci fai qui? Dov’è tuo fratello?- sentendo quel nome, quelle piccole domande un forte ricordo
immerse la mia mente, impedendomi di ascoltare qualsiasi altro pensiero.

La voce di due bambini unita a quello di due vagiti riportarono a galla molti ricordi altri ricordi.

-V…Violette…- dalle mie labbra uscì solo il suo nome prima di essere avvolta dal buio e lasciarmi andare all’incoscienza.”

A quel punto il silenzio scese nella sala, nemmeno i bambini fiatavano...rimase solamente il debole suono del mio respiro affannato.

-bene bambini, come sempre il tempo a nostra disposizione è già finito…è ora di ritornare alle vostre case, ma non vi…preoccupate,
d…domani…- come ogni volta mi alzai in piedi, ma il mal di testa si fece sentire ancora più forte, il respiro pesante e la vista
offuscata- …d…domani c…con…ti…- lasciai cadere il libro e mi acasciai al suolo priva di sensi.

Le ultime voci che sentì furono quelle di Cristian e di Tebaldo…poi fu solo il buio ad accogliermi.

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Capitolo 6
*** capitolo di avviso ***


Chiedo scusa a tutti i lettori se non pubblico come avevo detto all'inizio...e lo stesso vale per la storia La Principessa e La Nobile. vi prometto che cercherò di pubblicare come sempre, ma se non ci riuscissi non avrò una data precisa in quel caso pubblicherò appena mi sarà possibile. mi dispiace per questo problema e spero che seguirete ancora le mie storie.

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Capitolo 7
*** Capitolo 5°: Addio Dottore, Addio Caro Amico, Addio Lancillotto ***


Vi prego di non uccidermi per questo mostruoso ritardo...vo lascio immediatamente 
al capitolo e se vorrete ci vedremo alla fine...buona lettura a tutti.



Capitolo 5°: Addio Dottore, Addio Caro Amico, Addio Lancillotto
 
Dopo quel mancamento il dottore decise di tenermi un po' in ospedale, per alcuni controlli, poi, dopo una
settimana, mi diede il permesso di tornare a casa, visto che non avevo avuto più nulla.

In quei giorni, in bibblioteca, la direttrice aveva preferito fermare l'ora di lettura per i piccoli dell'asilo fino al
mio ritorno e quindi, quando quella mattina misi piede in bibblioteca, tutte le mie college furono felici di
aiutarmi a chiamare tutti i bambini per dir loro che avrebbe ripreso l'ora di lettura.

Mi misi la divisa ed entrai affiancata da Tebaldo, con cui avevo finalmente fatto pace, e dal piccolo Cristian.

Diveramente dalle altre volte, i piccoli erano tutti raccolti attorno ad un tavolo, attendentìdo impazzienti il
mio arrivo.

Quando mi videro sorrisero e mi abbracciarono tutti, felici che mi fossi ripresa e che non mi fosse successo
nulla di realmente grave.

- picccoli mi dispiace avervi fatto preoccupare, ma ora che sto nuovamente bene sono pronta a riprendere la
nostra avventura assieme a voi e alle nostre amate gemelle - sorrisi a quei piccoli ascoltatori e felice mi misi
affianco a loro, seduta attorno a quel bel tavolo.

Tebaldo mi porse gentilmente il libro, poi si sedette al fianco di Cristia e, come i piccoli, si mise in ascolto.

-Allora...dopo quella scoperta sconvolgente e dopo l'arresto di Giullietta e di Francesco, scky decise di agire,
con in mente l'obbiettivo di salvare l'amico e la gemella dalle mani di quel tiranno di Montecchi, ma ancora non
sapeva che avrebbe fatto una spiacevole scoperta riguardo i Lord del Ballo della Rosa-

Lasciai che come sempre il silenzio avvolgesse le mie parole mentre nella sala entrarono Sky e Corrado, poi
socchiusi il libro e lasciai continuare proprio la dolce Sky.

"- Corrado non possiamo starcene qui con le mani in mano, dobbiamo agire subito e salvare Francesco e
Giulietta - ancora una volta stavamo litigando per un'idea, a mio parere stupida, perchè attendere che le guardie
portassero mia sorella e Francesco alla corte del Signore di Neo Verona era un'idea stupida.

-Madonna Sky vi prego di calmarvi e di non agire in modo sconsiderato e impulsivo - il rumore delle sue mani
sbattute violentemente sul tavolo mi fece sussultare, ma di certo non mi fece cambiare idea.

- io non mi calmerò fino a quando loro non saranno nuovamente qui con noi!- arrabbiata me ne tornai in camera
e, con le lacrime agli occhi, guardai il fiore che rappresentava alla perfezione mia sorella, l'iris bianco.

Lo presi e lentamente mi avvicinai alla finestra, da dove entravano ancora alcuni raggi di sole, illuminando
l'intera stanza di un tenue arancio, colore del tramonto.

Mentre ancora ammiravo quel piccolo raggio di sole che colpiva i petali del fiore, venni riscossa dal bussare
frenetico proveniente dalla mia porta e dalla v0ce preoccupata di Antonio.

-Sky sono io...ti prego apri- velocemente riposi il fiore nel vaso e andai ad aprire al mio migliore amico.

- che cosa succede? - non ebbi bisogno di nessuna spiegazione, mi bastòguardare il suo volto per capire che
qualcosa di serio stava capitando in città, così mi cambiai velocemente, indossando gli abiti da uomo, e, preso
il mantello, seguì Antonio.

-Sky dove pensi di andare?- quando mi voltai al suono di quella voce, incontrai lo sguardo severo di Cordelia, con le
mani poste sui fianchi e il piede destro che continuava incensantemente a picchiettare sul pavimento, esprimendo
tutta la sua disapprovazione della mia migliore amica.

Fronteggiai il suo sguardo senza cedere, poi mi decisi a rispondere alla sua curiosità.

-a vedere cosa sta succedendo in città...nessuno mi impedirà di uscire da questa casa, nemmeno tu Cordelia - le diedi
le spalle e, assieme ad Antonio, mi diressi verso la porta mentre in lontananza sentì i passi della nostra amica, segno
che aveva deciso di seguirci senza l'intenzione di provare a fermarci nuovamente.

Quando arrivammo su uno dei piccoli ponti che dava sulla piazza principale della città, rimanemmo sconvolti dall'orribile
scenario che ci si presentò davanti.

Al centro esatto della piazza ci era un'enorme gabbia di legno, posta su una catasta di tronchi uniti a paglia secca, segno
che a breve sarebbe stato acceso il fuoco.

Ma quando assottigliai lo sguardo per vedere meglio, in fondo ci trovavamo abbastanza distanti dal centro della piazza,
rimasi scioccata da ciò che vidi.

All'interno di quell'affare c'erano tantissimi uomini della città, visibilmente terrorizzati, mentre attorno alla gabbia, oltre al
capitano e alle guardie del Signore di Neo Verona, si vedevano donne, bambini e anziani che urlavano indignati a causa
di quel trattamento.

- Lasciateli andare! loro non centrano nulla! - invano cercai di trattenere la rabbia che provavo nei confronti di quel
maledetto tiranno, ma quando la figura affaticata di Francesco chiuso in quella maledetta gabbia, tentai inutilmente di
correre verso il centro della piazza, però venni bloccata da Curio.

-lasciami andare...devo salvarlo!...devo salvare quelle persone!- provai a liberarmi dalla sua presa, anche se sapevo fin
troppo bene di non essere abbastanza forte.

- e poi cosa farai? lanciarti contro quelle guardie vuol dire morire! vuoi questo! - la voce di Curio mi irritò solamente...perchè
nessuno riusciva a capire come mi sentivo...perchè tutti volevano bloccarmi e costringermi ad aspettare.

Arrabbiata appogiai le mani sul suo petto e prendendolo alla sprovvista, lo spinsi via violentemente, poi lo guardai male
pronta a dirgli tutto ciò che mi stava passando per la testa, ma non riuscì a dire nulla a causa di nuove urla che attirarono
la mia attenzione, così mi voltai nuovamente verso la piazza..."

La voce di Sky venne interrotta bruscamente dalle urla dei bambini, ma quando guardai nella loro direzione rimasi
alquanto sorpresa da ciò che vidi.

Al fianco della gabbia vi erano due pali conficcati nel terreno e legati ad essi vi erano Giulietta, visibilmente pallida e
provata, e una ragazza col capo chino.

Lentamente mi alzai e mi avvicinai ai bambini che avevano urlato, aiutata da Tebaldo, anche se il suo volto era leggermente
pallido, come se avesse visto un fantasma o qualcosa di simile.

- bambini venite qui...ascoltate ciò che vi sto per raccontare e capirete quello che sta accadendo - riottenuta la loro
completa attenzione ripresi a leggere.

- quando Sky guardò la piazza rimase scioccata nel vedere la sorella legata a quel palo.

Nessuno conosceva le reali intenzioni di Leonte Montecchi, ma tutti erano assolutamente certi che avrebbe eliminato chiunque
si fosse messo sul suo cammino e questo includeva anche le gemelle Capuleti, ultima speranza per un popolo stanco e
affaticato - in silenzio chiusi il libro, lasciando che fosse proprio Sky  a riprendere.

" Quando vidi mia sorella non compresi più nulla, mi lancia come una pazza verso le scale che collegavano quel ponte con il
centro della piazza, ma questa volta venni fermata da un giovane uomo sulla trentina, con i capelli lunghi e castani, gli occhi
nocciola, coperti da un paio di occhiali tondi.

- non agire frettolosamente...la vostra vita vale molto per i cittadini...voi due rappresentate il vento della rivolta, che ben presto
cambierà il destino di questo mondo - davanto a me, con le mani appoggiate sulle mie spalle, si trovava il dottore che più volte
aveva curato sia le mie ferite che quelle di Giulietta.

-d...dottore cosa volete fare? - un solo enigmatico sorriso rispose alla mia domanda, poi lo vidi lanciarsi nel corridoio parallelo
alla gabbia, dove vi erano grandi volte.

Rimasi con gli occhi sgranati a guardare ciò che stava accadendo, senza rendermi conto di quello che stava per fare il
dottore, però, quando lo vidi indossare i panni del Turbine Bianco, mi avvicinai barcollante al muretto del ponte,
sostenendomi poi ad Antonio.

Non appena il dottore si trovò sul tetto della gabbia, si rivolse al Capitano.

-Capitano lasci liberi questi poveri uomini...e lasci andare anche le due giovani...è me che cercavate con tanta impazienza ed
ora eccomi qua per voi -la voce del dottore mi tenne con lo sguardo incollato sulla gabbia mentre le lacrime scorrevano
copiose sul mio volto.

- guardie aprite la gabbia e liberate le due giovani...e adesso scopriremo chi si trova sotto quella candida maschera - portai
una mano alla bocca per soffocare i singhiozzi, anche se fu tutto inutile."

La povera Sky non riuscì più ad andare avanti col racconto, così decisi di continuare io a narrare la storia mente lei rimase
come tutti gli altri a fissare il centro della piazza.

Presi il libro e mi preparai a finire l'ora di lettura.

- Non appena tutti i prigionieri furono liberi e le ragazze si furono riunite a Francesco, gli arcieri si prepararono a scoccare
le loro frecce infuocate, ma, non appena tutti si furono allontanati dal centro, un soldato lasciò andare la sua frreccia,
colpendo in pieno il braccio destro del falso Turbine Bianco.

- sono così desolato...chi avrebbe mai detto che una freccia vagante avrebbe colpito uno dei paladini del popolo - il capitano
rise di gusto mentre guardava il viso contrariato e sofferente del Turbine Bianco.

Senza perdere tempo il dottore si tolse la freccia dal braccio e si alzò in piedi, tenendo bene in vista la freccia
infuocata, poi si rivolse ai cittadini.

- Anche se adesso dovessi svanire non dovete preoccuparvi...arriverà il giorno in cui il vento tornerà a soffiare forte su
questa città...presto le cose cambieranno e chi ha abusato del suo potere verrà punito - mentre parlava si avvicinò
al bordo della gabbia, pronto a lasciar andare la freccia.

Non appena scivolò dalle sue mani, il tempo parve rallentare, come se volesse imprimere nelle menti dei cittadini quel
sacrificio, ma il dolore pervase subito i cuori delle due gemelle.

Impresse nel cuore di Sky la consapevolezza di non essere riuscita a salvare una persona importante che a causa loro aveva
rischiato più volte la vita, venendo perfino catturato da quel perfido di Montecchi.

Impresse nel cuore di Giulietta la paura di perdere una persona cara, perchè essendo all'oscuro di tutto, pensò che quella fosse
la sorella, ma quando Francesco la portò via assieme alla ragazza incontrata in prigione, si rese conto che da quel momento
non ci sarebbero stati più i Turbini Gemelli.

Quella notte le due ragazze compresero che la vera guerra contro Montecchi era appena iniziata e che molto presto avrebbero
dovuto affrontare un'altra dura verità -

Chiusi il libro e lo posai sul tavolo, voltandomi poi verso i bambini.

- per oggi il tempo a nostra disposizione è terminato, ma non temete, domani potremmo continuare il nostro viaggio...ricordatevi
che il vento soffierà sempre dove ci sono persone che hanno bisogno di lui - li salutai e mi allontanai assieme a Cristian e
Tebaldo, ancora un po' pallido, ricevendo complimenti da parte delle mie college e anche dai genitori dei piccoli.



Angolo Dell'Autrice:

Ed eccomi qui, con un nuovo capitolo tutto per voi...so bene di avervi fatto aspettare un sacco di tempo, ma ho
avuto qualche problema e l'ispirazione mi ha abbandonato per molto tempo.

Spero che il capitolo vi piaccia e vi prometto di non farvi aspettare più così tanto...non so quando riuscirò a
pubblicare, però non ho intenzione di abbandonare questa storia.

Vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo...alla prossima.

Ciau Ciau.

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Capitolo 8
*** Capitolo 6°: Un Cuore Spezzato...Una Decisione Presa ***


Ed eccomi con un nuovo capitolo...da questo momento la storia potrebbe prendere strade leggermente diverse
dall'anime...
spero che vi possa piacere...ma non vi dico altro, vi lascio al capitolo...ciau ciau 


Capitolo 6°: Un Cuore Spezzato...Una Decisione Presa


Quando, quella mattina, raggiunsi la bibblioteca, accompagnata da Tebaldo, non mi sarei mai aspettata di
vedere i bambini parlare con le figure di Corrado e Francesco. 


Così,  mentre mi avvicinai al tavolo, dove la sera prima avevo lasciato il libro, creai una mia copia, senza
far notare nulla ai bambini.


Subito dopo mi nascosi, lasciando Tebaldo assieme alla copia, ed attesi il momento di entrare in  scena.

-vedo che oggi siete in buona compagnia, ma che ne pensate di continuare la nostra avventura? - in pochi
attimi il mio doppione aveva attirato l'attenzione dei piccoli, così, lasciando che loro si accomodassero, io mi
portai più  vicino alla figura di Corrado, lasciata momentaneamente da sola, mettendomi in ascolto e
aspettando il momento in cui sarebbe toccato a me.


-allora...dove eravamo rimasti...ah si ecco...dopo aver portato in salvo sia Francesco che le due ragazze, quella
sera, nella sala da pranzo, se così possiamo chiamarla, rimasero solamente la giovane incontrata in
prigione e Corrado- come le solite volte, anche la mia copia smise di parlare e mi lasciò la parola, anche
se, per un attimo, rimasi bloccata dove mi trovavo.


L'uomo, vedendomi in difficoltà, si avvicinò e mi prese per mano, portandomi fuori dal mio nascondiglio, lasciando
i presenti sorpresi dalla mia somiglianza con quella che i bambini  condiseravano la vera Violet, ma
Corrado non lasciò loro il tempo di porre domande, anzi iniziò  subito a parlami.


"- che gioia poterti rivedere Violet...ero convinto che foste morti in quella dannata notte- le sue parole mi
portano in dietro nel tempo, così lo guardai negli occhi e sorrisi tristemente. 


-anche per me è bello sapervi sani e salvi...se ripenso a quella notte, penso di essere viva grazie ad un
miracolo...quella notte sia io che mio fratello non eravamo a palazzo, ci trovavamo sul suo cavallo-drago intenti
a sorvolare la città a causa di un mio incubo...quando abbiamo saputo, ci siamo messi alla vostra
ricerca, sperando,  pregando che voi foste ancora vivi- abbassai la testa e rimasi in silenzio, attendendo che Corrado
mi parlasse, ma al suo posto, a pormi una domanda, fu Francesco.


-spiegami una cosa, per quale motivo ti trovavi in quella cella? dov'è  tuo fratello? - sospirai, lasciando le mani
di Corrado e avvicinando avvicinandomi lentamente alla finestra della stanza.


- dopo quella notte abbiamo iniziato a cercarvi, ma un giorno, mentre mio fratello stava cercando un posto dove poter
passare la notte, mi sono trovata circondata da alcuni soldati del tiranno, certi ubriachi e altri lucidi...mi hanno
catturata e in poco tempo mi sono ritrovata in ginocchio, ai piedi di Montecchi...se sono qui devo ringraziare uno
dei figli di quel tiranno...ha chiesto di potermi tenere come cameriera personale...devo la mia vita a
messer Ro...- l'improvviso spalancarsi  della porta ci sorprese e quando mi voltai a vedere chi fosse, rimasi scioccata nel
trovarmi di fronte il volto della piccola Giulietta rigato dalle lacrime, gli occhi nocciola sgranati e increduli a ciò  che aveva sentito.


- Madonna Giulietta cosa...- la voce di Corrado mi riportò alla mente ricordi del passato e come allora mi avvicinai
a lei con una mano protesa in avanti, ma la sua reazione mi bloccò nuovamente. 


Il vederla indietreggiare, il labbro tremante semidischiuso, la consapevolezza di ciò che avevo detto riuscirono a fermarmi.

-n...non può essere vero...dimmi che stai mentendo- provai ad avvicinarmi ancora una volta, però, quando la vidi voltarsi
per scappare, rimasi immobile per qualche secondo, poi mi misi a seguirla, sotto gli sguardi attoniti di Corrado e
Francesco, gli unici a non aver compreso nulla di ciò che era appena successo."


Quando smisi di parlare ripresi una parte del controllo e feci svanire sia Corrado  che Francesco, poi cambiai lo
scenario, stando attenta a far sembrare tutto opera della copia.


Davanti agli occhi dei bambini apparvero le strade deserte di Neo Verona ,illuminate a tratti dalla luce della luna piena.

Come se fossi realmente una delle figure che creo, mi misi a seguire Giulietta mentre la mia sosia riprese a parlare. 

-le due giovani correvano per le strade deserte della città...la prima in lacrime, la seconda in ansia, poiché nessuno
sapeva cosa sarebbe potuto accadere.


Cominciarono a correre fino a quando non raggiunsero il cimitero della famiglia Capuleti -

La copia smise di leggere e lasciò la parola alla gemella,  mentre nell'ombra apparve Romeo.

"- Giulietta fermati, ti prego - sentire la voce di quella ragazza mi faceva provare nostalgia, ma di certo non mi sarei fermata
a domandarle il motivo, non ora che il mio mondo era nuovamente crollato come un debole castello di carte.


Cercai di aumentare il passo, ma qualcosa, o meglio, qualcuno fermò bruscamente la mia corsa.

-G...Giulietta- sgranai gli occhi nel sentire il mio nome pronunciato da quella voce.

Mi staccai bruscamente da colui che mi aveva fermata e indietreggiai.

Sperai, pregai che non fosse realmente lui, ma come potevo dimenticarmi di quei capelli neri come la notte, di quegli
occhi cobalto che avevano rapito il mio cuore.


-messer Romeo...voi qui?- mi voltai di scatto e vidi la figura di Violet avanzare fino a frapporsi fra me e lui.

-Violet...allora sei viva...sono sollevato- quelle parole furono come una conferma a quelle che disse Violet mentre
parlava con Corrado.


-allora è vero...voi siete figlio di Montecchi- le lacrime solcarono copiose il mio volto mentre finivo
di pronunciare quelle parole."


I singhiozzi impedirono a Giulietta di continuare, così guardai la figura di Romeo e decisi di continuare
a raccontare al suo posto.


" mi voltai verso la gemella, tenendo il mio sguardo immerso nel suo.

-Giulietta...torniamo a casa...non siamo al sicuro- le posai una mano sulla spalla, ma venni bruscamente scansata mentre
nei suoi occhi vidi chiaramente due sentimenti forti in contrasto: l'amore per Messer Romeo e la consapevolezza di
ciò che volevano significare i loro cognomi.


-Giulietta...è per caso il mio cognome che causa in voi queste lacrime? non ne vedo il motivo...non dovete temere che
vi accada nulla di ma...- le parole di Romeo vennero bloccate dalla reazione improvvisa di Giulietta.


-questa sarà l'ultima che potremo parlare...so per certa che soffrirò, ma non posso più alimentare il sentimento che nutro
per voi...per te...da questo momento per me voi rappresentate il figlio di chi mi ha privato della mia famiglia...da oggi
per me sarete...sarai solamente uno dei figli di Montecchi- sentirle dire quelle cose fu più doloroso di una spada in
pieno petto, eppure non potevo fare nulla per cambiare ciò che stava accadendo.


- Giulietta...per quale motivo mi parlate in questo modo...non capisco- quando lo vidi avvicinarsi, mi misi tra loro
nuovamente, impedendogli di raggiungerla.


-lo capirete presto...per ora vi prego di non insistere- senza aggiungere altro presi per il polso la gemella e mi allontanai
velocemente da quel luogo ove il passato e il presente, per qualche istante,  avevano cessato di esistere, ove il vento
trasportava il profumo di iris e rose, ove due cuori sono stati costretti a dirsi addio." 


Smisi di parlare, lasciando che le luci si affievolissero, come la fiamma di una candela, e che ciò che avevo creato
svanisse, riportando alla realtà i piccoli ascoltatori. 


Mi nascosi e feci avanzare la mia copia fino al punto in cui mi trovavo, poi avanzai fino a farla svanire, riprendendo
i panni della narratrice.


-bambini voi credete nelle anime gemelle? io ci credo, ma molte volte le persone smettono di credere...una volta, una
persona mi disse che se voglio avere ciò che desidero, non basta aspettare che essa venga da voi...bisogna avere
il coraggio di fare il primo passo...per oggi abbiamo terminato, però ricordate,  il vento può soffiare libero, ma può
capitare di essere portati via dal suo soffio- lasciai che le mie parole avvolgessero tutti, poi raggiunsi Tebaldo con
un piccolo sorriso sulle labbra, anche se nel mio cuore mi sto preparando per un'altra rivelazione dolorosa, così
esco dalla sala accompagnata anche da Cristian...esco tra le mille congratulazioni delle mie colleghe e piccole parole
di sostegno di alcuni genitori che sanno...che conoscono, come me, questo racconto.


Dico solo una cosa...spero che vi sia piaciuto e che continuerete a seguire questa storia...al prossimo capitolo
ciau ciau.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 7°: La Verità che Infrange un altro Cuore ***


Capitolo 7°: La Verità che Infrange un altro Cuore

Ed eccomi con un nuovo capitolo, spero che vi piaccia e che dire... buona lettura.


Quella mattina decisi di fare tutto con calma, in fondo non avevo molta fretta di leggere ai bambini un altro capitolo
triste come quello della scorsa volta, ma di certo non potevo nemmeno lasciarli all’oscuro di tutto.

Mi preparai ed uscì di casa, lasciando tutto il tempo ai due maschietti di casa di potersi preparare con tutta la
calma che volevano.

Non appena misi piede fuori, inspirai profondamente l’aria mattutina, poi mi misi apposto la borsa e mi incamminai
verso l’edificio della biblioteca.

Mi guardai attorno e riconobbi molte facce, ma la cosa non mi rese molto entusiasmante, in fondo molte di loro erano
a conoscenza del reale significato della storia delle gemelle Capuleti e dei gemelli Montecchi.

L’improvviso rintocco dell’orologio mi risvegliò dal mio momentaneo viaggio fra le nuvole, così, notando che ormai
si era fatto tardi, mi decisi ad affrettare il passo.

Non appena girai l’angolo, vidi in lontananza l’immenso profilo della biblioteca, ma mi sorpresi di vedere una grande folla
proprio di fronte all’entrata dell’edificio.

Affrettai il passo e raggiunsi subito l’inizio della folla, sgranando immediatamente gli occhi nel vedere la figura di Sky
infuriata, con una spada in mano, puntata contro la figura di Gabriel.

-Violet… finalmente sei arrivata, che cosa significa questo spettacolo… per quale motivo ci sono le figure di due
gemelli?- guardai la direttrice della biblioteca con la stessa espressione con cui lei mi ha rivolto quella domanda.

Senza risponderle, superai le ultime persone e mi misi di fronte alle due figure, poi con teatralità presi il libro dalla borsa
e cercai con lo sguardo Tebaldo.

Quando finalmente lo trovai, portai la mia attenzione sul piccolo Cristian, facendo capire le mie intenzioni e in pochi secondi
venni raggiunta da tutti i piccoli ascoltatori, che subito si misero in ascolto.

-miei piccoli avventurieri… la scorsa volta vi dissi che anche con questo nuovo capitolo ci sarebbe stata una nuova
rivelazione… ebbene ecco a voi i protagonisti di questa parte di storia.

Lasciate che le parole entrino nei vostri cuori e seguite attentamente questo dialogo… dopo che Violet e Giulietta avevano
avuto quello spiacevole incontro con uno dei gemelli Montecchi, erano tornate a casa con l’umore sotto i piedi.

Ma di certo non si sarebbero mai aspettate di incontrare una Sky infuriata con in mano la sua spada.

-che cos’hai fatto a mia sorella… che cosa le hai detto? Perché ha pianto?- la rabbia che uscì assieme a quelle parole sorprese
molto Violet, ma non la fece indietreggiare, anzi, rimase al fianco di Giulietta e guardò la sorella.

-ha scoperto la verità su una persona… io non ho fatto nulla, le sono stata vicino quando ha fatto la sua scelta- la giovane non
disse altro, sorpassò Sky e portò l’altra gemella all’interno della casa, fino ad accompagnarla alla porta della sua camera.

-non mentirmi… tu sapevi qualcosa che l’ha fatta stare male… che le hai detto?- Violet sospirò affranta, sapendo che era
arrivato il momento di svelare la vera identità della persona di cui si è innamorata.

-per favore non chiedermi nient’altro… non me la sento di parlare in questo momento- si voltò nuovamente verso la povera
Giulietta, ma il rumore di passi veloce la fece voltare immediatamente, facendole capire ciò che voleva fare Sky, così lasciò la
povera Giulietta a Cordelia, passata di li per puro caso, e si mise a seguire la seconda gemella.-

Chiusi il libro e lasciai che fossero le figure a parlare al posto mio, come ogni volta, creando anche la copia di Violet.

Mi allontanai dal centro e lasciai la scena alle figure della storia, eppure sentivo che qualcosa non stava andando come
sarebbe dovuto andare.

“-Sky dove stai andando con quella spada?- cercai di raggiungere la gemella il più velocemente possibile, ma era
abbastanza veloce, infatti bastarono pochi minuti per perderla di vista.

Disorientata mi ritrovai vicino alla piazza dove normalmente si teneva il mercato, però non vi era nessuno, solamente
qualche persona.

Mi avvicinai ad un mercante e chiesi se avesse visto passare una ragazza con una spada in mano, ricevendo una
risposta negativa, così provai con altre persone, ma nessuno sembrava aver visto Sky.

Leggermente spaventata dalla situazione, mi allontanai velocemente dalla piazza, dirigendomi verso una delle vie
secondarie, sperando di trovare qualche indizio di dove possa essere andata la gemella.

Improvvisamente, dopo aver girato per quasi tutte le vie collegate alla piazza principale, sentì delle urla provenire da
una strada che porta alla piccola chiesa dove c’era il peggior sacerdote che avessi mai incontrato.

Velocemente inizio a correre verso quelle voci, riconoscendo a tratti la voce di Sky e, sconvolta, anche la voce di Lord Gabriel.

Non appena arrivai mi ritrovai davanti ad una scena surreale, la povera gemella in lacrime con la spada puntata alla
gola del lord, chiaramente sorpreso dalla reazione della giovane.

-Sky cosa stai facendo… posa quella spada e torniamo a casa- lentamente iniziai ad avvicinarmi, controllando che la spada
rimanesse ferma e non si avvicinasse troppo al collo di Gabriel.

-sta ferma… anche tu hai mentito a tutti, sei dalla loro parte, dalla parte di chi ci ha fatto soffrire… come puoi venire nella
nostra casa e rovinare la nostra vita!- le sue parole mi colpirono, in esse sentì tutta la sua sofferenza.

-Sky… io non ho mai voluto farvi del male… tengo troppo a voi e vorrei cambiare ciò che è successo… so che state soffrendo
molto, eppure so per certa che sarete in grado di superare questi momenti per potervi riprendere la felicità che vi è stata
tolta ingiustamente- tutto ciò che dissi veniva dal cuore, ma sapevo per certa che ora non sarebbe stata lei a porre le
domande… questa volta sarebbe stato Gabriel ad esigere spiegazioni.”

Non appena Violet smise di parlare presi subito il libro, però venni anticipata dalla figura del lord.

“ Di quella conversazione non avevo capito nulla, eppure sentivo che in fondo era colpa di qualcosa che avevo fatto.

Guardai la giovane ragazza di fronte a me e compresi che in fin dei conti non riuscivo a sopportare il fatto che sul suo viso
ci fossero le lacrime e non un magnifico sorriso, come quello che mi aveva fatto quella volta al campo delle campanule.

Non appena la ragazza appena arrivata smise di parlare, vidi la spada che era puntata al mio collo abbassarsi fino a toccare
terra e solo a quel punto mi feci avanti con la prima domanda che mi frullava nella testa già da quando tutta questa assurda
storia era iniziata.

-scusate tanto… posso sapere quale sarebbe il problema… non è normale che qualcuno mi punti una spada alla gola
senza dirmi il motivo- gli occhi nocciola della ragazza di nome Sky brillarono di rabbia, chiaramente rivolta a me.

-è molto semplice mio caro!... il tuo cognome mi crea problemi… non posso credere di essermi inn… ascoltami attentamente,
se ci tieni alla pelle ti consiglio di starmi alla larga, altrimenti non esiterò a usare la spada- sgranai gli occhi e cercai di trovare
un senso alle sue parole, in fondo non mi sembra di aver mai fatto nulla contro di lei.

-lord Gabriel… vi prego di non domandare altro… questo non è né il luogo né il tempo di parlare… come ho già detto a vostro
fratello, capirete tutto, ma non adesso- per l’ennesima volta in pochissimo tempo, rimasi sconvolto dalle loro parole, come poteva
questa ragazza conoscere mio fratello e che cosa vogliono significare tutte le loro parole.

- mi spiace deluderti, mia cara, però, se non ve ne foste accorta, io non sono mio fratello… non sono abituato ad attendere le
risposte senza fare nulla, io esigo sapere per quale motivo il mio cognome causa così disturbo ad una popolana qualunque- l’unica
cosa che mio padre mi aveva insegnato era il fatto di non farmi mettere i piedi in testa da nessuno.

Con lo sguardo puntato negli occhi di quella popolana, attesi la risposta alla mia domanda, ignorando i sentimenti che
lessi in quelle pozze di cioccolato.”

Il giovane lord smise di parlare, anzi venne interrotto da uno scatto d’ira da parte di Sky, prontamente bloccata da Violet.

“ quelle sue parole furono capaci di farmi perdere il controllo.

In pochi istanti ripresi saldamente l’elsa della spada e mi lanciai contro quello sbruffone, ma venni fermata da Violet.

-lasciami andare… non posso lasciarmi trattare in questo modo da una persona come lui… è colpa sua se non abbiamo più i
nostri genitori… come è colpa di suo fratello se mia sorella adesso sta così male… ti odio!- provai ancora una volta a lanciarmi contro
di lui, ma ancora una volta venni fermata da Violet, così mi appoggiai completamente a lei e lascia scorrere le lacrime.

-ti prego… portami lontano da lui- le parole uscirono come un sussurro e in pochissimo tempo ci allontanammo dal luogo dove era
avvenuto l’incontro, ritornando a casa.”

Le figure svanirono, lasciando i bambini sorpresi da ciò che era appena accaduto.

Mi avvicinai a loro e chiusi il libro, inginocchiandomi al loro fianco e attesi di avere tutti i loro occhi puntati su di me.

-bambini, in questi capitoli abbiamo scoperto la vera identità dei due lord, ma questo non vuol dire che la nostra storia stia per finire,
anzi, tutto è appena cominciato e spero che voi vogliate continuare a seguire la nostra avventura... per oggi abbiamo concluso e spero
vi sia piaciuta la sorpresa che vi ho preparato... vi aspetterò domani nella nostra amata aula- mi rialzai e andai da Tebaldo, tenendo
per mano Cristian e ignorando gli sguardi dei genitori.
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 8°: Opposizione e Attentato ***


Capitolo 8°: Opposizione e Attentato


Di certo in questi giorni avevo rivelato molto ai miei piccoli lettori, ma era ancora troppo presto per dir loro la verità,
o almeno, manca ancora qualcosa prima di svelare a tutta la città ciò che era realmente successo.

Portai le mani al petto e strinsi il ciondolo che da questo momento in poi avrei portato ad ogni ora di lettura.

Sospirai portando lo sguardo verso lo specchio della camera e osservai il mio riflesso, notando la stanchezza
che in questo periodo illuminava i miei occhi; il tutto era dovuto agli incubi che infestavano le mie notti da
quando avevo ripreso l'ora di lettura.

Improvvisamente sentii bussare alla porta della stanza, ritornando presente a me stessa.

-Violet sei pronta? dobbiamo andare-

Sospirai ancora una volta, recuperando la borsa con dentro il libro e dirigendomi velocemente all'ingresso,
dove trovai sia Tebaldo che il piccolo Cristian.

-eccomi... possiamo andare-

Un sorriso finto mi si dipinse in faccia, in modo da non far preoccupare troppo il piccolo, ma di certo Tebaldo si
era accorto del mio vero stato d'animo.

In pochissimo tempo raggiungemmo la biblioteca, così lasciai andare i due ragazzi nella sala dove si sarebbe
svolta l'ora di lettura, mentre io mi andai a mettere la divisa.

Questa volta presi anche il microfono con l'archetto, perché avrei iniziato da fuori.

Strinsi ancora una volta il ciondolo e mi preparai a leggere, coscia del fatto che non appena avrei letto le prime
parole tutti i piccoli ascoltatori si sarebbero messi in ascolto.

-Dopo le spiacevoli sorprese e ciò che era successo al Dottore, entrambe le gemelle rimasero chiuse nella loro
camera, impedendo a chiunque di entrare nel loro piccolo spazio di dolore.

Di certo nessuno di loro si sarebbe aspettata la scelta disperata del  Lancillotto, ne che le due gemelle venissero
a sapere la vera identità dei due lord del ballo.

Ma lasciamo sole le due sorelle per un po', spostiamoci nel palazzo di Montecchi, più precisamente
nella sala dove si riunisce il Consiglio nobiliare.

Di certo l'episodio che ha coinvolto molti cittadini non è passato inosservato al signore di Neo Verona, che riunisce
il consiglio e mette ai voti una legge che consente alle forze dell'ordine di utilizzare la forza anche se non fosse necessaria.-

Lasciai che le mie parole accompagnassero l'entrata di tutti i nobili, concentrandomi soprattutto sulla figura di
Vittorio de Frescobaldi, nobile molto importante, ma soprattutto legato al popolo.

" Questa riunione non mi convinceva per niente già dall'inizio e ora, dopo la proposta di Montecchi, ero sempre più
convinto ad oppormi a questi soprusi.

Come poteva chiedere di lasciare carta bianca alle forze dell'ordine in questo momento di panico e caos fra i cittadini.

Chiusi gli occhi e mi misi in ascolto di ciò che stava succedendo, nell'attesa di poter esprimere il mio disappunto, anche se
ero conscio di mettere a rischio tutto quello che avevo, visto che stavo per oppormi ad una richiesta del padrone di Neo Verona.

-allora... signori del consiglio... ora vi chiedo di votare per la proposta fatta dal nostro signore... chi è a favore alzi la mano-

Sollevai di poco lo sguardo e notai che in molti nobili continuava ad esserci incertezza su cosa fare, ma pian piano
vidi molte mani alzarsi a favore della proposta di Montecchi.

Incredulo rimasi con le mani basse, attirando l'attenzione del signore di Neo Verona.

-Vittorio de Frescobaldi, per quale motivo non avete sollevato la vostra mano... spiegatemi-

Privo di esitazioni, mi alzai in piedi e mi preparai a rispondere.

- penso che non sia saggio lasciare che le forze dell'ordine facciano quello che vogliono... i cittadini hanno paura e se noi
mandiamo i soldati rischiamo di farli insorgere, creando la perfetta occasione di una ribellione-

Smisi di parlare ed attesi una reazione da Montecchi, sorprendendomi quando lo vidi voltarsi e darci le spalle."

Il nobile smise di parlare e si mise in ascolto assieme ai bambini, mentre dall'altra parte apparve la figura minacciosa di Montecchi.

Non perse tempo, si avvicinò ai piccoli e li guardò in modo minaccioso, poi fissò il suo sguardo su di me ed io ebbi la forte
sensazione che mi stesse minacciando con lo sguardo.

"-giusto... voi, caro nobile De Frescobaldi, siete conosciuto come amico del popolo... da questo momento sarete
anche voi un semplice popolano... da oggi tolgo il titolo nobiliare al podestà ed esigo che si allontani
immediatamente dalla zona nobiliare-

Il mormorio si accese in un secondo, ma non mi preoccupai di loro, di certo nessuno avrebbe contestato la mia decisione.

Mi voltai solo a godere dell'espressione sconvolta di Vittorio, ancora incredulo a causa delle mie parole.

-la riunione è finita... o c'è qualcun altro che vuole esprimere la sua opinione?-

Il silenzio regnava sovrano, così me ne andai assieme a Romeo e Gabriel, il primo visibilmente preoccupato mentre
il secondo non mostrava nessuna emozione.

Senza dire nulla, ce ne andammo anche se sentivo che qualcosa non quadrava.

Lasciando andare i miei figli, feci avvicinare un mio fedele assassino e, senza farci sentire, gli diedi nuovi ordini."

Il Signore di Neo Verona smise di parlare e se ne andò, facendo rilassare di poco i piccoli ascoltatori.

Con calma ripresi la parole e, riaprendo il libro, ricomparvero i gemelli e Benvolio, visibilmente preoccupato
per le sorti della sua famiglia.

-In poco tempo i gemelli raggiunsero l'amico, già sulla carrozza assieme al padre e alla madre, per
poterlo salutare un ultima volta.-

Senza dire nulla, e senza farmi notare dai piccoli, mi allontanai da loro e lasciai che continuassero i
due ragazzi appena apparsi.

Il primo ad iniziare fu Romeo.

"-mi spiace tanto per quello che sta accadendo-

Vedere il mio migliore amico abbandonare tutto quello che fino a l'altro giorno chiamava casa mi fece sentire male.

-Tranquillo, vedrai che presto le cose cambieranno e tutto tornerà al posto giusto-

Annuì poco convinto, poi lo abbracciai e lasciai il posto a mio fratello, anche se lui non era legato
a Benvolio come lo ero io.

-Faremo di tutto per far tornare la vostra famiglia qui... non ti preoccupare-

Le parole di Gabriel erano piene di sicurezza, come se lui potesse realmente far cambiare idea a nostro padre.

-Ti ringrazio molto... ora dobbiamo andare, arrivederci Romeo, arrivederci Gabriel-

Indietreggiammo quel tanto per permettere a Benvolio di chiudere la porta della carrozza, poi lo vedemmo
allontanarsi dalla città.”

I due smisero di parlare e lasciarono la scena alle gemelle, a Curio, Antonio e Francesco, che si fecero vedere
su una barca in uno dei canali di Neo Verona.

-Tutti insieme si stavano dirigendo verso la casa della moglie del povero Lancillotto, ma di certo le due giovani,
anche se travestite da uomo, non se la sentivano di affrontare questa situazione.

Non appena raggiunsero la casa, si assicurarono che la donna e le due piccole bambine stessero bene, salutandole
un ultima volta e augurandole una vita migliore rispetto a quella in città.

L’umore delle gemelle peggiorò, chiedendosi per quale motivo la donna non le odiasse per quello che era successo
al marito, in fondo si era sacrificato per salvarle, eppure continuò a sorriderle in ogni momento.

Durante il viaggio di ritorno, vennero fermati da un uomo lungo uno degli spazi dedicati allo sbarco.-

Lasciai la parola ancora una volta alle gemelle, preparandomi ad entrare in scena assieme all’uomo.

Le gemelle si alzarono in piedi assieme agli altri, ma Francesco li fermò, impedendo loro di compiere qualsiasi azione,
riconoscendo il sigillo amico della famiglia Capuleti, e prese lui la parola.

“- è successo qualcosa?-

Guardammo l’uomo, attendendo un sua risposta.

-Vittorio de Frescobaldi e tutta la sua famiglia verranno assassinati per ordine del Signore… il cocchiere è un suo uomo e
li porterà ai ruderi nei pressi della città, inscenando un attacco da parte dei briganti-

-dobbiamo muoverci… forza seguitemi-

Solo in quel momento notammo la figura di Violet, già pronta a combattere, indossando abiti maschili e stringendo una mano
sull’elsa della spada che penzolava al suo fianco.

Senza perdere tempo, vidi le gemelle mettersi al fianco di Violet, seguite subito da Curio, così abbandonai
la barca e li seguì immediatamente.

In pochissimo tempo raggiungiamo il luogo dove si sarebbe svolto l’attentato e subito vediamo i tre nobili circondati
da alcuni soldati del Signore.”

Senza più parlare, vediamo Francesco seguire gli altri mentre le gemelle allontanano subito il cocchiere dal Signor Vittorio,
poi ripresi a parlare, aggiungendo solamente piccoli dettagli che aiutarono i bambini a seguire meglio il continuo della storia.

-senza perdere tempo, i nostri eroi iniziarono a combattere contro i soldati, cercando di creare un passaggio per la famiglia
di Benvolio, ma quando il cocchiere lanciò contro la nobildonna un pugnale, Odin ebbe il coraggio di lanciarsi con la spada
ben in vista, allontanando l’arma, ma ritrovandosi per terra disarmato e dolorante.-

“sentire il rumore di una caduta non mi tranquillizzò affatto, così mi voltai in direzione delle gemelle e rimasi pietrificata
quando vidi il povero Odin a terra.

-Odin!-

Mi liberai velocemente dei due soldati con cui mi ero messa a combattere e subito mi voltai verso di loro, però, come una
scema, mi distrassi e in un secondo mi ritrovai bloccata da due soldati, la stessa cosa successe ad Alex.

-preparati a morire moccioso!-

Rimanemmo tutti immobili a guardare l’uomo sollevare la mano con un nuovo pugnale, come se il tempo si fosse fermato.

Improvvisamente il nitrito di un cavallo-drago spezzò il silenzio glaciale che ci aveva avvolto, annunciando l’arrivo di una
figura completamente rivestita di nero.”

Smisi di parlare e guardai la mia copia, che senza attendere molto, chiuse il libro e attirò l’attenzione dei piccoli su di
se, dandomi il tempo per “svanire” e prendere il suo posto.

-miei cari bambini per oggi terminiamo qui con la storia… ma non vi preoccupate… la prossima volta scopriremo chi si cela
dietro quella figura ricoperta di nero-

Come sempre mi allontanai seguita da Cristian e Tebaldo, conscia del fatto che ad ogni pagina girata sarebbe arrivato presto il
tempo di rivelare la verità a tutta la nostra amata città.


Angolo Autrice:

Eccoci ad un nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto e che continuerete a seguire le avventure delle gemelle Capuleti.

Alla prossima.

Ciau ciau.

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Capitolo 11
*** Capitolo 9°: Salvataggio e Rivelazione ***


Capitolo 9°: Salvataggio e Rivelazione
 
Non so per quale motivo, ma questa volta inizia a “trasformare” le parole del libro ancor prima di essere arrivata in biblioteca, questa volta seguita solamente dal piccolo Cristian, visto che Tebaldo ci aveva detto di avere un impegno urgente.

Senza perdere tempo ricreai la stessa ambientazione di quel momento pieno di suspens e preoccupazione per quello che stava succedendo.

In poco tempo, attorno a noi si creò una piccola folla formata da tutti i bambini che vengono alle mie ore di lettura e i loro genitori, ma con mia sorpresa vennero anche molti cittadini che non credevano a quello che diceva la storia delle gemelle Capuleti.

Di fronte a me apparvero le figure di Curio e Francesco bloccati da alcuni soldati, poco lontani da loro, invece, c’erano Violet e Alex, ai loro piedi alcuni soldati sconfitti, ma tutti stavano guardando le figure dell’assassino chiamato da Montecchi e di Odin, il primo con un ghigno trionfante sul viso e un pugnale puntato contro il giovane a terra, caduto per salvare il podestà Vittorio de Frescobaldi e adesso disarmato.

Con calma mi fermai ed attesi che anche i bambini si fermassero, in modo da poter iniziare a leggere il nuovo capitolo di questa storia, così avvincente, ma allo stesso tempo piena di verità tenute segrete.

-vedere il giovane Odin impossibilitato a fuggire, con il pugnale di quel bandito puntato contro il suo collo non fu affatto facile per Alex e gli altri, timorosi che il loro segreto venisse scoperto troppo presto dagli scagnozzi del Signore di Neo Verona.

Ma come per magia, il colpo dell’assassino venne bloccato dall’arrivo di una figura completamente ricoperta di nero, a cavallo di un cavallo-drago anch’esso nero pece.

In un primo momento nella mente delle gemelli si disegnarono le figure dei Lord, però vennero subito contraddette quando il cavaliere scese e allontanò il malvivente, ferendolo al braccio destro, quello con cui impugnava il pugnale.-

Come ogni volta, lasciai la parola alle mie “apparizioni”, ma lasciai la parola proprio alla misteriosa figura, creando un meraviglioso effetto sorpresa per tutti i bambini e le bambine.

“Quando scesi da cavallo, riuscì a disarmare e ferire l’uomo, allontanandolo dal giovane a terra e dai nobili alle sue spalle.

-e tu chi diavolo saresti?-

A quella domanda sorrisi impercettibilmente, senza rispondere, mi piegai sulle gambe e in un secondo mi avvicinai a lui con la lama della mia spada premuta contro il suo collo.

-non ti deve interessare… però non ti ucciderò… ti lascerò libero di tornare dal tuo padrone e gli dirai che il podestà De Frescobaldi e la sua famiglia sono stati uccisi… stai molto attento a non dire altro, perché potresti fare brutti incontri… sono stato sufficientemente chiaro?-

Non appena mi annuì lo lasciai fuggire, ma prima mi voltai verso le guardie che ancora bloccavano i due uomini, guardandoli in modo minaccioso.

-lo stesso vale per voi… se direte una parola di più non sperate di sopravvivere-

In pochissimo tempo li vedemmo scomparire nel nulla, così mi volati verso il giovane a terra, aiutato da giovane figlio del podestà ad alzarsi.

-non dovreste fare cose così avventate, mia cara Giulietta Fiammata Astro Capuleti e lo stesso vale per vostra sorella Sky Sukai Astro Capuleti-

Come mi aspettai, vidi i suoi occhi sgranarsi di fronte alle mie parole, facendo sorprendere anche i nobili appena salvati.

-come dite… non può essere vero… io sapevo che l’intero casato dei Capuleti era stato sterminato quattordici anni fa?-

Osservai le mosse delle due gemelle, ancora scosse da ciò che era appena successo, così rispondo io al gentil podestà.

-vi hanno riferito il falso… ma questo non mi interessa, il mio compito è concluso per ora, quindi vi lascio-

Mi voltai verso il mio destriero, però venni bloccato dall’avanzare delle due ragazzine, a mio parere troppo avventate per rischiare così tanto la loro vita.

-chi sei tu? Come fai a conoscere i nostri veri nomi?-

Ancora una volta mi limitai a non rispondere e a salire di nuovo sul mio cavallo-drago, per poi concentrarmi qualche istante sulle loro figure.

-per ora non vi interessa sapere come faccio a conoscervi… vi basti sapere il mio nome… Tebaldo-

Senza aggiungere altro spiccai il volo, impedendo così di far avvicinare ancora di più l’unica persona che invece vorrei vicino.”

Così come era venuto se n’era andato, lasciando, non solo le gemelle e i bambini increduli, ma anche la povera Violet, che troppo tardi aveva riconosciuto quella strana figura, però riportai magistralmente l’attenzione di tutti sulle gemelle, dando la parola a Sky e riuscendo ad allontanarmi e a fare cambio con la mia sosia.

“ancora incredula a causa delle parole di quello strano tizio, mi avvicinai a mia sorella, ancora in pensiero per quello che era successo con quell’assassino.

-Odin stai bene?-

Non so per quale motivo la chiamai con il suo nome maschile, ma ancora non volevo fidarmi del podestà e della sua famiglia, nonostante abbia sempre preso la parte del popolo.

-eh… ah si… tranquillo… io… io sto bene-

Senza nemmeno guardarmi si voltò verso i tre nobili, avvicinandosi a loro e controllando la ferita del padre di Benvolio.

-voi siete ferito… dovete fasciare subito quel taglio prima di perdere altro sangu…-

Bloccai mia sorella, non appena vidi lo sguardo ancora incredulo di Vittorio, così posai le mani sulle spalle di Giulietta e sospirai, pronta a rispondere alle domande del podestà.

-sorella prima di occuparci della ferita dovremmo rispondere alla domanda che continuano a farsi in mente-

Come se avessi detto un segreto importantissimo, vessi guardata malissimo sia da Curio che da Francesco, ma di certo non avrei taciuto la verità a qualcuno che ormai aveva sentito i nostri nomi.

-state tranquille… se non volete dirci nulla possiamo capirvi… sappiate che non diremmo mai niente di voi… spero solo che presto torni a soffiare il vento del cambiamento… gli abitanti sono stanchi di questi soprusi-

Scossi la testa e mi misi di fronte a mia sorella, portandomi la mano sul petto e sorridendo a quell’uomo così preoccupato per il popolo piuttosto che preoccuparsi della sua nobiltà.

-non vi preoccupate… comunque mi presento… sono Sky Sukai Astro Capuleti-

Feci un piccolo inchino e mi spostai, dando spazio alla mia gemella.

-io invece sono Giulietta Fiammata Astro Capuleti… noi siamo le uniche sopravvissute della nostra famiglia-

Strinsi mia sorella in un abbraccio commosso, poi mi separai e guardai Francesco, decisa ad aiutare il nobile e la sua famiglia, riuscendo a farmi capire in un secondo.

-e va bene… signor Vittorio, le chiediamo di seguirci, porteremo lei e la sua famiglia in un posto sicuro… li ci sarà qualcuno che le spiegherà tutta la verità sulle due superstiti Capuleti.-

Sorrisi a Francesco, poi, tutti insieme, ci dirigemmo a casa, senza accorgerci dello strano umore di Violet, rimasta in silenzio per tutto il tempo.”

Non appena Sky smise di parlare, feci svanire tutto, riprendendo il mio posto da lettrice e cambiano completamente lo scenario… feci ricomparire la piazza principale addobbata a festa, piena di fiori e ghirlande appese ovunque, lungo tutte le strade principali e anche sui balconi delle case.

-dopo che i nostri amici furono tornati a casa, le due gemelle si rinchiusero nella loro stanza, stanche di tutte le emozioni vissute in un'unica giornata, ma di certo non erano le sole ad avere la mente completamente sulle nuvole.

Anche Violet non era riuscita a dimenticarsi di quel misterioso ragazzo, con lo stesso nome di suo fratello, ma non riusciva ad attribuire a lui quel carattere così scontroso della figura che quel giorno aveva salvato una delle gemelle da morte certa.

In questo modo scese la notte, forse a portare consiglio o forse a confondere ancora di più i cuori già provati delle nostre ragazze.

Di certo dovrete aspettarvi una giornata movimentata per le nostre amate gemelle, ma tutto questo ve lo racconterò un altro giorno… spero che questo coinvolgimento vi sia piaciuto e che anche domani sarete in tanti assieme ai vostri amati bambini… vi auguro una buona giornata.-

Chiusi il libro e presi per mani il piccolo Cristian, decisa a portarlo al parco, cercando di tenergli nascosta la preparazione per la giornata, secondo me, più bella della nostra amata città.

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