Words stuck.

di imunfjxable
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** . 口が寂しい ***
Capitolo 2: *** 2.. Mâc Khác ***
Capitolo 3: *** 3. Nyctophilia ***
Capitolo 4: *** 4.Astrophile. ***
Capitolo 5: *** 5. Rimjhim ***
Capitolo 6: *** 6. L'appel du vide ***
Capitolo 7: *** 7. Iridiscent ***
Capitolo 8: *** 8. Cwtch ***
Capitolo 9: *** 9.Stigmatophile ***
Capitolo 10: *** 10. cafune ***
Capitolo 11: *** 11. Liefdesverdriet ***
Capitolo 12: *** 12.口が寂しい (kuchi sa gabishi) ***
Capitolo 13: *** 13.生き甲斐 (ikigai) [Epilogue] ***



Capitolo 1
*** . 口が寂しい ***


1. 口が寂しい

 

 

Spiegatemi per quale motivo fanno gli scaffali della biblioteca scolastica così alti. Nessuno pensa ai poveri ragazzi bassi, eh?
È da circa 20 minuti che provo a prendere un libro di lettere, ho provato perfino a colpirlo con un libro degli scaffali bassi, ricavando purtroppo solo uno "Shhh" dalla vecchia bibliotecaria della scuola. Mi domando spesso come faccia a non morire quando fa "shh" : sembra che consumi tutti il fiato che ha nei polmoni.
Ad ogni modo io sono ancora qui che tendo inutilmente le braccia al cielo nella vana speranza che magicamente si allunghino e possano prendere quel fottuto libro.
Se fosse stato un film sarebbe già arrivato il fighetto di turno a prendermelo, quindi caro principe azzurro dove sei?
Sospirai sconsolata.
Carissimo "English Authors" sappi che questa guerra l'hai iniziata tu.
Mi girai e tornai al mio tavolo per prendere le mie cose, ormai potevo andarmene. Il libro tanto non serviva per nessuna ricerca scolastica ma a me, per il mio stupido piacere personale. Avrei cercato su internet. Avevo una sorta di fissa per le parole. Cerco le parole che abbiano un significato più raro o importante, o che principalmente mi colpisca; di qualsiasi lingua e le scrivo sul mio quadernino nero. Ne avevo trovate un bel po' fin ora, ma non avrei mai terminato con questa passione malsana.
Camminai velocemente verso l'uscita quando inciampai cadendo rovinosamente per terra. Restai li, tra le risate di qualcuno. Ma dove cazzo lo mettono lo zaino? Che imbecilli. Nonostante nel mio cervello fossi una grande scaricatrice di porto, che dominava su tutti, con l'autostima a 1000; nella realtà ero solo Grace Prescott, timida ragazza che passava la sua vita tra tumblr, libri e amici.
La bibliotecaria passò spingendo un carrellino con alcuni libri, e dopo aver enunciato il suo solito "shh" andò via.
Mi alzai scostando lo zaino nel quale ero inciampata, tentando di far finta di niente. Vidi l'orario sul cellulare: le 14.05.
Oh che palle, io a casa non ci torno adesso. Tanto vale tentare l'impossibile impresa e provare a prendere quel cazzo di libro, di nuovo.
"Tutto okay? Ho visto solo ora che sei inciampata nel mio zaino, scusami. Non vengo mai in questa merda di posto" disse un ragazzo. Questo è cinese, magari filippino. Aspettate un secondo, lui è...alto.
"English Authors" Aspettami che sto venendo a prenderti.
<> cinesino stai calmo che la biblioteca è sacra, capito? S A C R A.
"Tutto okay" dissi semplicemente sorridendo. Presi coraggio, e glielo chiesi.
"Scusami potresti farmi un favore?"
"Che genere di favore?" Chiese alzando il sopracciglio. Davvero carino.
"Niente di particolare, è solo che tu sei alto, potresti prendermi un libro? Non ci arrivo."
"Hai trovato la persona sbagliata" disse ridendo. "Aspettami qui che torno subito con chi può aiutarti."
Grace respira. Andrà tutto bene. Ti prenderanno il libro, cercherai la cazzo di parola che ti serve e andrai a casa alle 16.00, giusto in tempo per vedere i Simpson.
Tornò accompagnato poco dopo da altri tre ragazzi, tutti maledettamente belli. Non li avevo mai visti in giro, ma si sa, a me non piace stalkerare i ragazzi carini della scuola, quindi era naturale che non conoscessi nemmeno uno dei ragazzi popolari, se non di nome a causa di Brooklyn.
"Lui si che è alto e può prenderti il libro" esordì il cinese dando una pacca sulla spalla al ragazzo più bello che avessi mai visto. Ma da quando abbiamo ragazzi così a scuola? Oddio mio.
"Che libro ti serve?" Chiese sorridendo incamminandosi verso il 10 scaffale.
"Quello li, con la copertina bianca, "English Authors" dissi indicandolo.
Senza fatica lo prese e me lo porse.
"Ma non potevi usare lo sgabello?"
"In realtà ci ho provato, è che non ci arrivavo comunque" dissi abbassando il capo.
Rise divertito e mi porse il libro, mi sfiorò la mano e un brivido mi percorse la schiena.

Koi No Yokan. Parola giapponese che letteralmente significa:"premonizione d'amore". È la strana sensazione che una persona prova dopo averne incontrata un'altra, della quale si innamora a prima vista.

Era bastato che mi sfiorasse la mano per farmi capire che era un Koi No Yokan.
"Grazie" dissi e mi sorrise.
"In che anno sei?Non ti ho mai vista."
"Quarto anni, diciamo che sono il tipo che preferisce passare inosservato."
"Non dovresti, sei così carina."
"Grazie."
No, non avrei iniziato a fare scenate del tipo "ma non è vero", "ma cosa dici" o roba del genere perché mi danno sui nervi. Non che mi piacessi particolarmente,ma ero normale.
Tornammo camminando l'uno accanto all'altro al tavolo dove erano seduti il cinese e gli altri suoi amici. Non potevo fare a meno di non osservare attentamente il ragazzo che mi aveva preso il libro, quegli skinny jeans che gli fasciavano perfettamente le gambe magre e lunghe, quei braccialetti e quell'anello al mignolo; per non parlare di quello nero al labbro. Già aveva una bella bocca di suo, poi aveva pure il labial.
"Preso il libro?"chiese il cinese.
"Si, grazie"
"Potresti darci una mano? Hai l'aria di una che sta tanto tempo in biblioteca" continuò.
"In cosa?"
"È una ricerca di gruppo su George Byron, ma tra noi quattro nessuno è bravo in lettere. Tu per caso l'hai fatto oppure...?" Lo interruppi. Cacciai il mio quaderno di lettere dalla borsa e cercai la pagina sulla poetica di Byron. Quando la trovai gli porsi il quaderno e mi ringraziò. Iniziarono velocemente a copiare le cose principali e dopo avermi ringraziato mi restituirono il quaderno.
"Io vado" dissi "grazie ancora per il libro"

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Capitolo 2
*** 2.. Mâc Khác ***


2. Mâc Khác

 

 

 

 

Entrai nella classe di letteratura e mi sedetti al mio banco, aspettando che la professoressa Gerald prendesse posto. Iniziai a mangiucchiare lo smalto nero dalle mie unghie e a fissare il vuoto. Ripensai ai ragazzi della biblioteca. Chi sa in che corso di lettere erano.
In quel momento la professoressa entrò, indossando la sua solita pelliccia marrone. Assieme a lei entrò il ragazzo che mi prese il libro nella biblioteca. Era così carino. E così fottutamente alto.
"Ragazzi lui è Hemmings Luke, si è spostato dal corso di lettere del professor Wren e parteciperà al nostro"
Continuai a fissarlo. Indossava degli skinny jeans e una maglione rosso scuro con maniche arrotolate. I suoi capelli erano raccolti in una cresta bionda, che lasciava scoperta la fronte alta. I suoi occhi blu erano accompagnati da un dolcissimo naso all'insù, che si sposava alla perfezione con le sue labbra sottili, disegnate a posta per la sua mascella. Iniziò a camminare e si sedette nel banco davanti a me.
La professoressa si alzò e iniziò a spiegare, ma io ero troppo concentrata a fissare le spalle del ragazzo per concentrarmi sulla sua lezione. E poi ero già stata interrogata, e avevo preso pure io massimo, quindi "non era un mio problema."
"Per la prossima volta farete una relazione sulla poesia "A slumber did my spirit seal" e prima che diciate qualcosa le coppie le faccio io" decretò categoricamente sbattendo la mano destra sulla cattedra, poiché stavamo iniziando a fare casino; ma si sa: quando la campanella suona nessuno presta più attenzione.
"Hemmings, dato che so che riporti alcune carenze nella materia per aiutarti ti metto in coppia con Prescott, che è la migliore in classe" disse tutta contenta.
Ero leggermente infastidita, lavoravo sempre da sola, non sapevo fare lavori di coppia.
Il biondo si girò verso di me e sorrise sorpreso notando che ero la ragazza di ieri.
"Allora quando ci vogliamo incontrare per la relazione?"
"Dopo pranzo in biblioteca, alle 14.30"
"Va bene, a dopo" disse scappando via.

Erano le 15.00 e Luke non si era ancora presentato in biblioteca. Io in questo lasso di tempo l'avrei finita la relazione e invece no, devo stare qui ad aspettare un ragazzino ignorante che mi farà perdere solo più tempo del previsto. Ma ora che arriva gli faccio un sermone che ricorderà a vita, questo beota.
La porta della biblioteca fu chiusa rumorosamente e dei passi si avvicinarono a me. Intravidi la testa bionda di Luke tra gli scaffali, ma quando si avvicinò la rabbia che avevo perché era in ritardo scomparì.
Aveva gli occhi lucidi, e stava evidentemente ancora piangendo, tratteneva le lacrime a fatica.
"Non volevo fare così tardi, perdonami, ho avuto un problema" bisbigliò trattenendo i singhiozzi, mentre si sedeva alla mia sinistra. Gli accarezzai la schiena.
"Luke se vuoi parlare puoi dirmelo, anche se ci conosciamo da poco più di un'ora"
Scosse il capo, ma sorrise riconoscente. Cacciò il quaderno e tolse il tappo alla biro con i denti.
Presi il libro e glielo passai, iniziò a leggere la poesia ma arrivato al terzo verso si fermò poiché le lacrime gli rigavano nuovamente il viso. Mi dispiaceva da morire vederlo così, stava uno schifo. Nessuno dovrebbe stare così, fa schifo essere tristi, nessuno merita di esserlo.
Presi il libro e lo chiusi, poi gli presi la mani e gliele poggiai sulle gambe.
"Luke respira. Calmati, andrà tutto bene. Ce la puoi fare" lo abbracciai e lui, inaspettatamente, mi strinse ancora più forte.
"Perché ieri ti serviva British Autors? Parla degli autori del '900, questa poesia è dell'inizio 800" chiese.
"Perché a me piace tanto la letteratura e dovevo cercare una parola per me nel libro"
"Che parola?"
"Logophile:(n.) qualcuno che è innamorato delle parole e ne vede la bellezza"
Sorrise toccandosi il collo.
"Riprendiamo"
"No Luke non riprendiamo. Non ce la fai, va a finire che scoppi a piangere di nuovo. Abbiamo due settimane per fare la relazione e ti giuro che con me ci metti massimo un'ora. Possiamo incontrarci un altro giorno, tu ora riprenditi però" dissi posando la mia roba.
Luke annuì.
"Non era mia intenzione fare tardi prima... La mia ragazza mi ha lasciato"
"Sei il primo ragazzo che vedo piangere per una ragazza. Evidentemente non ti merita"
Luke abbassò il capo sconsolato, si asciugò il viso con il dorso della mano e cercò di sorridere.
"Ne conosci altre?"
"Di cosa?"
"Di parole con un significato particolare, come quello di prima"
"Mâc Khác: qualcuno che è innamorato della letteratura e ne apprezza la bellezza" dissi dopo averci pensato un po' su.
Luke si alzò e prese i suoi libri riponendoli nel suo zaino. Se lo mise in spalla e si fermò di fronte a me.
"Tu sei un mâc Khác?" domandò sorridendo. Annuii.
"Per caso sai se esiste una parola sulle stelle?"chiese sorridendo.
Ci pensai un po' si ma non mi venne in mente nulla.
"Non me ne vengono in mentre, ne cercherò una" risposi sorridendo.
A primo impatto Luke sembra uno di quei ragazzi che se la tirano, magari che vanno male a scuola. E invece no.
"comunque grazie per prima"
Sorrisi.
"Se vuoi parlare sono qui. Ti va di andare da Twice a prendere una cioccolata calda? Magari ti riprendi e non ci pensi più"
"Non ci sono mai andato, andiamo"

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Capitolo 3
*** 3. Nyctophilia ***


3. Nyctophilia

 

 

 

Ci avviammo assieme da Twice. Era un bar dei Sydney piuttosto grande, famoso per i suoi gelati e frappè alla vaniglia e mele caramellate e per le sue crepes con crema di nocciole e cocco e marmellata d'albicocche e Grand Marnier. È situato in centro, di fianco alla mia libreria preferita e ad un negozio di gioielleria.
Quando entrammo prendemmo posto e dopo aver ordinato entrambi una fetta di torta alla Nutella e una cioccolata calda con panna iniziammo a parlare.
"Ma che coglione che sono, non ricordo il tuo nome"
"Grace" risposi ridendo.
"Bene Grace, sei la prima ragazza che prende tutte queste cose alla cioccolata senza pensare cose come 'ingrasso' 'quante calorie ci sono qui dentro' e stronzate del genere" affermò ridendo "finalmente"
"Credo in un mondo obeso ma felice" risposi
"Perché ti piace questo posto? Io preferisco i posti all'aperto"
"La cosa che mi piace di più è che, anche se è al chiuso, posso vedere i passanti. Adoro vedere le persone e immaginare le loro storie: ecco una coppia di innamorati che litiga" dissi indicandoli "più in là una ragazza che cerca disperatamente qualcosa, forse l'amore, l'amicizia, la felicità... dietro l'angolo un bambino con un signore anziano, probabilmente il nonno.
Mi piace cercare di capire chi sono e come mai sono così, mi piace leggerle, le persone"
"E tu che leggi su di me adesso?"
"Che stai ancora una merda per colpa di quella troia. Stai per scoppiare a piangere da un momento all'altro"
Non rispose e inizio a bere la sua cioccolata, volgendo lo sguardo altrove. Devo ammettere che era davvero carino, faceva tenerezza vederlo così.
"Victoria era bellissima. Era proprio una di quelle che stanno al vertice della scala sociale, e lo ammetto, ci siamo messi assieme proprio per questo motivo: il figo con la figa. Anche se non do mai importanza a questo tipo di cose. Proprio perché questo genere di persone mi fa schifo, non sono vere...sono di plastica. Così finte, false. Ha giocato con i miei sentimenti per 6 mesi e mi ha mollato prima che venissi in biblioteca facendosi vedere mentre si baciava con un altro ragazzo. Lei mi piaceva, io ci tenevo a lei; ma probabilmente mi riteneva solo un altro nome della sua lista di fidanzati"
Gli accarezzai la mano e si sforzò di fare un sorriso.
Continuammo a mangiare in silenzio, e quando finimmo Luke si offrì di accompagnarmi a casa.
Cazzo. Tasto dolente. "Casa" era una parola grossa per me.
"Luke sul serio vado a piedi"
"No Grace ti accompagno, è tardi"
"Luke è lontano"
"Ho la moto dai andiamo. Non accetto un no come risposta, non l'hai ancora capito?"
Sospirai sconsolata. Questa sarebbe stata l'ultima volta che Luke mi avrebbe parlato, dopo che avrebbe visto dove vivevo.
Non è bello avere un'amica che abita in una casa famiglia del cazzo, solo perché i tuoi 'genitori', se dobbiamo definirli tali,non ti vogliono.
Luke mi porse il casco e lo allacciai. Mi sedetti dietro di lui e gli cinsi la vita con le mani strettamente.
"Paura Grace? Sei mai stata su una moto?"
"Non ho paura Luke" dissi e lui mise in moto "comunque questa è il mio primo giro in moto"
"Tieniti forte"
Luke accelerava gradualmente tentando di farmi spaventare ma questo non faceva nient'altro che accrescere l'adrenalina che avevo in corpo. Ero sempre stata un'amante del pericolo, della paura. Non mi spaventava di certo andare su una moto velocemente.
"Dove devo andare?"
Gli spiegai la strada, senza accennare al fatto che non fosse una vera e propria casa la mia. Quando arrivammo nella strada del palazzo Luke parcheggiò e scese dalla moto. Mi aiutò a slacciarmi il casco, e mi guardò con aria interrogativa, poi capì.
"Luke non dire niente... Ti prego. Lo so già come finisce, solo Brooklyn e Drew sono restati. Finiamo la relazione e non mi vedrai mai più, va bene? Non ho bisogno della tua pietà"
Scesi dalla moto, andando via correndo, ma Luke mi bloccò.
"Ma cosa pensi? Perché dovrei mai far finta di non conoscerti? Perché vivi qui? Non è colpa tua" mi accarezzò il viso facendomi arrossire leggermente "ci vediamo domani a scuola Grace"
"Ciao Luke"
"Ah aspetta" disse scendendo dalla moto dalla quale era appena salito. Mi porse un pezzettino di carta con scritto il suo numero e io gli scrissi il mio su un altro fogliettino.
Sorrise dolcemente e dopo aver messo in moto partì. Lo seguii con lo sguardo fino a quando non girò e scomparì dal mio campo visivo.
Entrai a casa e mi fiondai nella mia camera, evitando i bambini piccoli.
Mi buttai sul letto e rimasi li a fissare il soffitto, fino a quando non decisi di farmi una doccia per poi mettermi a letto. Avevo le luci spente, mi sentivo così a mio agio nell'oscurità.
Nyctophilia:(n.) il piacere che si prova nello stare in spazi scarsamente illuminati o totalmente bui.
Un'altra delle parole del mio quaderno nero. Lo sfogliai cercando una parola sulle stelle per Luke, ma non ne trovai. Decisi di fare una ricerca su internet,e anni a letto compiaciuta dopo averla trovata.

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Capitolo 4
*** 4.Astrophile. ***


4.Astrophile

 

 

 

 

 

 


Camminavo per i corridoi nella scuola dirigendomi verso il mio armadietto. Lo aprii e posai i libri di matematica: finalmente pranzo.
Chiusi l'armadietto e mi sentii chiamare.
"Hey" mi girai alla mia sinistra e vidi che c'era il cinese dell'altra volta.
"Hey, non avevo mai notato che avessi l'armadietto accanto al mio"
Rise.
"Mi ha detto Luke che sei nella sua classe di lettere. Comunque grazie per quello che hai fatto per lui ieri, sul serio" disse abbracciandomi, lasciandomi sorpresa.
Pochi secondi dopo arrivò Luke che venne verso di noi, accompagnato da un ragazzo con i capelli più belli che avessi mai visto e dal riccio stupendo della volta scorsa.
"Hey Grace. Quando ci siamo conosciuti in biblioteca non ci siamo presentati, lui è Calum" indicò il cinese, poi passò al ragazzo con i capelli blu "Micheal e infine Ashton"
"Ciao" dissi sorridendo "Micheal i tuoi capelli sono la cosa più bella che abbia mai visto" affermai ammirando la sua tinta blu.
"Finalmente qualcuno che mi capisce. Visto?"
Risi.
"Grace stasera c'è una festa" disse Luke portandomi in disparte. "Ti andrebbe di venire?"
"Io? Luke non sono il tipo da festa..."
"Ti prego. È a casa di Ashton, ci sarà solo la squadra di football con le cheerleader e i nostri compagni di classe"
"Solo!? Luke non lo so"
"Va bene, ti vengo a prendere alle 18.00. Tanto verrai" Risi scuotendo il capo.
"Grace ma se io volessi entrare a casa tua potrei venire o...?" continuò.
"Si puoi entrare. E cosa dovrei mettermi?"
"Per questo entro. Così ti vesto io è non ti metti cose troppo scollate o corte o che non mi piacciono. Ma adesso andiamo a mangiare che sto morendo di fame."
Camminai con i ragazzi fino a quando non incontrai Brooklyn e la convinsi a mangiare con noi. Brooklyn era la mia migliore amica dall'inizio del liceo. Era alta, magra, con due tette enormi che cercava di nascondere con i capelli lunghi, lisci e neri, perennemente sciolti.
Calum le disse anche a lei della festa ma rifiutò dicendo che doveva studiare per il compito di storia.

1 nuovo messaggio.
Da:Luke
"Sono giù, te l'avevo detto che sarei venuto. Posso entrare? Aprimi"

Risposi:
Avresti potuto dirmelo prima, sono impresentabile! Non spaventarti ora che vengo ad aprirti.

Indossavo una felpa larga, il pantalone di una tuta e avevo i capelli legati in non so che cosa.
Aprii la porta, dopo aver detto a Jamie, la padrona di casa, che sarebbe venuto un mio amico. Aveva accettato senza problemi, Jamie era sempre buona con tutti, non sapeva dire di no.
Una visione paradisiaca era appoggiata allo stipite della porta.
Mi guardò e si finse spaventato facendomi ridere.
"Molto divertente Luke, sul serio" cercai di dire seriamente.
Entrò e i tre bambini più piccoli, di 4 ai 6 anni vennero verso di noi circondandoci. Quanto cazzo li odio, non voglio essere cattiva, ma non mi sono mai piaciuti i bambini.
"Ciao" disse Luke sorridendo e abbassandosi al loro livello. Rimarremo qui bloccati per ore, ci manca solo che si metta a giocare con loro.
"Ciao" disse il più piccolo, Ian "sei il nuovo fidanzato di Grace?"
Ma che cosa vanno a pensare sti bambini di merda.
Luke rise divertito mentre io ero troppo imbarazzata per rispondere.
"No sono solo un suo amico"
"Vuoi giocare con noi?" Chiese Ian con gli occhi che gli brillavano.
Luke dici di si e ti ammazzo.
"Certo, però devo prima fare una cosa con Grace, scendo da tra 10 minuti"
Salimmo in camera mia e si sedette sul letto. Iniziò a mangiucchiarsi le unghie, mentre io gli facevo vedere cosa avevo intenzione di mettere.
"No, no e no" disse "sono troppo corti"
Alzai gli occhi al cielo, posando i vestiti che avevo preso e gli mostrai un tubino blu scuro, che arrivava poco sopra il ginocchio.
"È corto"
"No mamma lo metto e basta" dissi scherzando.
"Molto simpatica Grace, lo dico per te, non venirmi a chiamare quando ti stupreranno"
"Non lo farò" dissi ridendo "ora va a giocare con quei tre mentre mi vesto, ormai gliel'hai detto che avresti giocato con loro"
"Ovvio che vado, pf"
Uscì dalla mia camera, mentre io iniziai a vestirmi velocemente. Indossai il vestito, e presi delle superga blu basse. Non portavo i tacchi e non avevo certo intenzione di metterteli a questa festa. Legai i capelli a chignon, lisciando il mio ciuffo libero e mi truccai applicando solo un po' di matita blu, che metteva in risalto i miei occhi nocciola e il mascara. Presi il cellulare e scesi, trovandomi davanti una delle scene più dolci del mondo.
Luke stava giocando con Ian, lo stava portando a cavalluccio mentre lui fingeva di sparare a tutti. Risi quando Luke per farlo scendere lo buttò improvvisamente all'indietro e Ian spaventato gridò. Anche Jamie osservava la scena divertita.
Luke mi vide e lasciò Ian, salutandolo con il cinque mentre si avvicinò a me, prendendomi sotto braccio e portandomi fuori.
"Dovrei far venire anche i ragazzi qui ogni tanto, si divertirebbero tantissimo con i bambini"
Ma quanto era dolce? Ora mi sciolgo.
"Comunque stai benissimo" disse guardandomi. Si fermò improvvisamente davanti all'auto e mi fece appoggiare sul cofano, mentre lui mi scostò il ciuffo dal viso.
Mi fece entrare in macchina e accese la radio.
"Hai un sacco di cd Luke, perché non metti questi?"
"Non credo che possano piacerti"
Guardai i cd e risi. Avevamo gli stessi gusti musicali.
Inserii il cd degli Aerosmith mettendo "Rag doll" e cantandola a squarciagola sotto lo sguardo stranito di Luke che pochi secondi dopo iniziò a cantare con me.
Quando la canzone finì io e Luke ci fissammo iniziando a ridere come bambini. Parcheggiò in un vialetto e giungemmo a piedi dinanzi ad una villetta bianca, abbastanza grande. Ci venne ad aprire un Ashton sorridente che indossava una canotta dei Metallica e dei jeans strappati. Salutò Luke, e poi mi fissò sorridendo.
"Sei bellissima Grace" disse dopo avermi stampato un bacio sulla guancia.
Vidi Luke fissare insistentemente un punto ben preciso, ma non riuscivo a capire cosa stesse guardando. Si avvicinò ad Ashton e gli disse:
"Ash stai con Grace, tienila d'occhio, devo fare una cosa. Grace torno subito"
Wow, adesso ho persino bisogno di un babysitter. Ma infondo Ashton non era male come babysitter, anzi.
Ci incamminammo verso Micheal e Calum e ci sedemmo sul divano.
"Io vado a prendere qualcosa da bere, ragazzi il solito? Grace vuoi qualcosa?" chiese Micheal
"Che sarebbe il solito?" Domandai.
"Vodka al melone"
"Uh anche io. È da due settimane che non ne bevo un po'"
Calum mi fissò come per chiedermi se fossi consapevole della mia scelta e io ridacchiai. Appena Micheal tornò con i bicchieri lo ringraziai e annusai la vodka lasciando che il dolce odore di melone penetrasse nelle mie narici.
Bevvi il liquido a cicchetto, dopodiché mi leccai le labbra, compiaciuta. Guardai i ragazzi, che invece bevevano a piccoli sorsi.
In quel momento Luke tornò, e si sedette accanto a me. Osservò i quattro bicchieri vuoti sul tavolo, poi si girò verso Ashton, fulminandolo con lo sguardo.
"Ashton ti avevo chiesto di guardarla,non di farla ubriacare"sbottò.
"Hey Luke calmo. L'ho chiesto io il bicchiere, loro non volevano darmelo. Tranquillo. Reggo l'alcool, e lo reggo sicuramente meglio di quanto possiate fare voi"
"Mi stai sfidando Grace?" ribbattè Luke.
Andò a prendere l'intera bottiglia e versò altri due bicchieri. Li bevemmo contemporaneamente, fissandoci con aria di sfida.

Eravamo ormai al quinto bicchiere, la testa mi picchiava un po' ma nulla di più. Fortunatamente ero abituata a questo genere di cose. Spesso quando andavo alle feste con Brooklyn finivo per ubriacarsi davvero molto assieme a lei, e arrivare al quinto bicchiere per me non era nulla. Vidi Luke che si teneva lo stomaco, e la testa, mentre riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti.
"Luke basta" dissi accarezzandogli la spalla.
"Sono così stanco, Grace sei bella lo sai? Calum ancora non mi spiego come tu non possa essere cinese. E Victoria dove è? Quella bastarda."
Calum si avvicinò preoccupato e chiamò Micheal, così da poter prendere Luke e metterlo in piedi. Ashton venne verso di me.
"Grace tu ci sei?"
"Io si sto benissimo"
"Quanto fa 2+2?"
"Quattro Ashton"
"127-119?"
"8. Te l'ho detto che sto benissimo e che reggo l'acool"
Gli altri invitati si avvicinarono curiosi a Luke, provando a capire l'accaduto. Una ragazza bionda, su tacchi vertiginosi si avvicinò a Luke.
"Capisci perché non possiamo stare assieme Luke? Ti riduci così al quinto bicchierino, sotto sotto sei anche un po' nerd. Tesoro sei una sfigato, inutile che provi a fare il figo"
Disse accarezzandogli il viso.
Luke era distante da me, ma posso giurare di aver visto delle lacrime scendere da suo viso. Doveva essere la Victoria di cui mi parlava; era davvero bella, con quella chioma bionda e quegli occhi verdi, tuttavia era vestita come una troia.
"Tesoro sei una troia, inutile che provi a fare la bambolina." esclamai arrabbiata.
"E tu saresti?"
Mi avvicinai a Luke, che era ancora seduto per terra, ed era così stonato che forse non si rendeva nemmeno conto di quello che stava succedendo. Lo presi sotto spalla e lo feci alzare.
"Sarei una che ha le palle di aiutare un ragazzo, piuttosto che fare affermazioni di merda sul suo conto"
Ashton e i ragazzi corsero subito verso di me per aiutarmi con Luke e pochi minuti dopo annunciarono che la festa era finita.
Mi diressi da Ashton mentre Calum e Micheal portavano Luke sul divano.
"Ashton scusami non volevo far finire la festa prima"
Rise e mi abbracciò.
"Grace hai avuto più palle tu che tutti noi a dire a Victoria quelle cose. La mia stima per te cresce ogni secondo di più"
Strinsi Ashton a me e non poterti fare a meno di annusare il suo profumo. Era stupendo, così delicato e deciso allo stesso tempo.
Mi fissò e mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra, ma quando vide che ricambiai mi prese in braccio e mi fece appoggiare sul biliardino, mente stringevo le gambe attorno ai suoi fianchi. Più si avvicinava a me, più sentivo il vestito salire. La sua mano era poggiata sul mio fianco, mentre l'altra sulla mia guancia. La sua lingua si muoveva espertamente assieme alla mia. Sentii la sua mano sfiorarmi l'interno della coscia, quando si staccò bruscamente.
"Ma che cazzo stiamo facendo" disse scuotendo il capo "Grace, noi non abbiamo fatto niente. Se Luke viene a sapere qualcosa eravamo ubriachi" sussurrò. Il suo respiro mi solleticava il collo, sentivo le sue labbra sul mio orecchio e improvvisamente sentii i suoi denti sul mio lobo.
Lo baciai per l'ultima volta, e sorrise. Mi diede il mignolo e ridacchiai, capendo che non dovevo dire niente a nessuno.
"Ora vediamo di portare Hemmings a casa" disse.
Calum e Micheal scesero con Luke, che sembrava essersi ripreso. Camminava ancora un po' a zigzag ma in confronto a prima stava davvero bene. Ci incamminammo a piedi verso casa di Luke, che di stava poco da quella di Ashton come aveva detto Micheal; e infatti giungemmo dopo pochi minuti
"Grace resti? Ti prego, non mi sento ancora tanto bene"
"ma non ci sono i tuoi genitori in casa?" chiesi.
Calum scosse il capo.
"Sono separati, Luke sta con il padre. Fa il medico e ha i turni notturni" spiegò Micheal.
"Va bene Luke"
Prima di entrare mandai un messaggio a Jamie spiegandole la situazione velocemente. Salutai Calum e Micheal e li ringraziai, poi portai Luke sotto spalla davanti alla porta di ingresso.
"Luke le chiavi"
"Sono nella tasca posteriore dei miei jeans" disse buttandosi a terra con la pancia rivolta verso basso. Sta finito per davvero. Mi abbassai e presi le chiavi dalla sua tasca, avendo allo stesso tempo l'occasione di toccare il suo fantastico culo. Aprii la porta e lo rimisi in piedi.
"Camera mia è al piano di sopra. Vieni facciamo una corsa a chi arriva prima" disse. Ma non appena iniziò a correre cadde rovinosamente per terra, di nuovo.
Lo trascinai fino alla sua camera e lo feci stendere sul letto.
"Grace prendi quei panni li sopra"
Afferrai un pantalone della tuta grigio, e una canotta nera semplice. Si sedette e provò a sfilarsi la maglia, restando incastrato.
Risi e mi sedetti accanto a lui. Gliela sfilai e non potetti evitare di restare a fissare il suo torace.
Non che avesse chi sa quale gran fisico, non aveva accenni di tartaruga, ma sinceramente lo preferivo: amavo i ragazzi magri, senza muscoli evidenti.
Presi i pantaloni e gli quelli che già indossava, cercando di non ridere ala vista dei suoi boxer con gli hamburger.
"Grace perché non togli anche i boxer? Così lo facciamo e..."
"Luke calmati, sei ubriaco. Dai alzati"
Si alzò a fatica e si aggrappò a me. L'unica cosa che Luke non aveva pensato era che io ero molto più piccola di lui e così cademmo a terra entrambi.
"Sto per vomitare" disse trascinandosi verso il bagno che aveva in camera. Accesi la luce e lo aiutai ad arrivare al Wc, dove rigettò tutto l'alcool che aveva ingerito. Gli accarezzai la schiena, e poi lo accompagnai a prendere un bicchiere d'acqua.
"Come stai Luke?"
"Un po' meglio. Ma perché cazzo tu stai così bene? Sembri sobria."
"Te l'ho detto che reggevo l'alcool"risposi ridendo.
Rise."Grace vuoi cambiarti? Magari ti do qualche mia maglia, vieni"
Sembrava essere ritornato in se.
Mi prese per mano e mi condusse nuovamente in camera sua, porgendomi una maglia a mezze maniche dei Guns n roses. Entrò in bagno mentre mi sfilai il vestito e infilai velocemente la sua t-shirt che mi arrivava alle ginocchia.
"Luke puoi entrare"
Venne verso di me, e mi abbracciò.
"Non so esattamente cosa tu abbia detto a Victoria ma grazie. E con questa cazzo di maglia sei ancora più bella di quanto fossi con il vestito" disse avvicinandosi al balcone. Voleva abbassare la persiana ma rimase a fissare il cielo notturno.
"Ah Luke la parola sulle stelle l'ho trovata.
Astrophilo:(n.) qualcuno che è affascinato dall'universo ma in particolar modo dalle stelle."
"Wow, è stupenda" chiuse la persiana e si stese sul letto facendomi segno di stendermi con lui. Luke mise la sua mano sul mio fianco e si avvicinò a me, baciandomi la guancia.
"Notte Grace. Grazie."
"Anche a te Luke."

AYEEE.
Lo so lo so, il capitolo è lunghissimo. Non mi andava di dividerlo però :c non vi ammorberò più, continuo ad una recensione ♥ Se vedete il nome 'idontknowwhattonameuse' è il mio nome su wattpad, quindi non vi allarmate:non rubo storie. Io scrivo per me stessa (lo so, sono una scrittrice egoista :p) però mi farebe piacere cosa ne pensate. ♥

 

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Capitolo 5
*** 5. Rimjhim ***


5.Rimjhim.

 
 
 
Aprii gli occhi improvvisamente, mentre sentii la mano di Luke stringere fortemente il mio fianco.
Non appena sentii un tuono, la presa di Luke si fece più stretta.
"Luke sei sveglio?" bisbigliai.
"Scusa Grace non volevo svegliarti"
"Ma che succede?"chiesi sempre a voce bassa.
"Promettimi che se te lo dico non riderai"
Nonostante fosse buio riuscivo a distinguere il suo volto, non perfettamente, ma abbastanza per dedurre, anche dal tono della sua voce, che era davvero preoccupato.
"Te lo prometto"
"Okay, ho paura dei temporali, va bene?"
Dovetti mordermi il labbro per non far uscire una piccola risata, ma infondo non c'era nulla di male: ognuno ha i suoi punti deboli. Gli accarezzai il braccio, nel tentativo di calmarlo, ma fu inutile quando un altro tuono lo fece sobbalzare e si sedette sul letto, portando le ginocchia al petto.
"Luke perché ti spaventano così tanto i temporali?"
"Non lo so, a te non fanno paura?"
Scossi il capo e mi alzai, aprendo un poco la persiana. Condussi Luke davanti alla finestra e lo costrinsi a guardare fuori.
La luce delle stelle si infilava a fatica tra le nuvole nere, illuminate ad intervalli quasi regolari dalla luce dei lampi. La pioggia ticchettava sul davanzale, chiusi gli occhi lasciandomi cullare dal suono melodico delle gocce.
"Grace ho paura" disse Luke alzandosi e scostandosi.
"No Luke, fermo, chiudi gli occhi e ascolta."
Provò a concentrarsi ma sobbalzò quando si sentì l'ennesimo tuono.
"Luke ascolta solo la pioggia" dissi accarezzandogli le mani "lo sai che c'è una parola per descrivere tutto questo?"
"Quale è?" Chiese tentando di rilassarsi.
"Rimjhim: un suono prodotto da gocce di pioggia che finiscono su una superficie."
Non disse nulla, rimase in silenzio, e si stese sul letto; facendomi segno di seguirlo.
"Grazie Grace" disse prima di stendersi nuovamente. Mi rimisi accanto a lui, che portò nuovamente la mano sul mio fianco; questa volta con una presa leggera e rilassata.
 
 
 
 
Tastai con la mano destra lo spazio accanto a me che si rivelò vuoto, Luke non c'era. Aprii faticosamente i occhi, e li stropicciai. Ancora assonnata misi i piedi fuori dal letto di Luke e provai a reggermi in piedi, tentativo vano poiché cadetti rovinosamente per terra. Mi sedetti sul parquet freddo, marrone scuro e appoggiai la schiena contro il muro color panna. La luce che filtrava dalla finestra semiaperta mi permise di osservare la stanza di Luke alla quale ieri sera non avevo potuto prestare attenzione. La parete dove si trovava il letto era ricoperta da poster di famose rock band che io amavo: Aerosmith, Nirvana. Guns'n'roses, Black Sabbath, Helmet, Ozzy Osbourne, AC/DC e altri. Lo spazio tra un poster e l'altro era occupato da frasi o note musicali di qualche canzone.
Sulla scrivania nera c'era una montagna di libri, che sembravano accatastati gli uni sugli altri senza un particolare ordine e sulle mensole oltre ad altri libri c'era un mappamondo e una mappa delle stelle. Continuai a guadarmi ancora un po' intorno, e scossi il capo, ricordandomi che dovevo cercare Luke.
Scesi a piedi nudi le scale che portavano al piano inferiore, rabbrividendo ad ogni passo che facevo. Lo trovai in cucina che preparava i pancakes.
"Buongiorno" dissi entrando sorridendogli. Si girò, e con ancora la padella in mano, mosse il braccio salutandomi.
"Ti sei alzato presto?" continuai.
"Si, ma comunque non ho dormito con te ieri sera. Non appena ti sei addormentata, sono venuto a dormire sul divano, per non darti ulteriormente fastidio" rispose dandomi un piatto con un pancakes dentro. Ci mise della panna sopra e delle scaglie di cioccolato, e me lo porse.
Presi la forchetta e ne addentai un pezzo. Erano buonissimi.
"Questi pancakes sono la cosa più buona che abbia mai mangiato Luke" rise "comunque perché sei andato via? Casomai avresti dovuto far dormire me sul divano. Ti va di vederci per quella relazione di lettere oggi?"
"Ma oggi è sabato" disse avvilito "abbiamo ancora un sacco di tempo fino a venerdì prossimo. Vuoi venire con me al parco appena finiamo di mangiare?" chiese addentando il suo pancake.
I suoi capelli biondi erano scompigliati, la sua pelle sembrava aver ripreso colorito da ieri sera e i suoi occhi blu erano più luminosi.
"Con quali vestiti vengo al parco Luke?" domandai ironicamente, mentre posavo sia il mio che il suo piatto nel lavandino.
"Con i miei. Tanto le maglie larghe si portano" affermò ridendo "e poi ti presto dei pantaloni che ormai mi vanno corti, dovrebbero andarti. Le scarpe le tieni, quindi sei a posto" concluse sorridendo, trascinandomi per la mano sinistra nuovamente in camera sua.
Arrivammo al parco in moto, e dopo aver parcheggiato ci incamminammo lungo il viale alberato. I pantaloni di Luke erano degli skinny jeans strappati, che mi stavano bene, tralasciando che gli strappi delle ginocchia mi arrivavano praticamente a metà tibia.
Mi aveva prestato un'altra maglia, bianca con la stampa degli Aerosmith blu, che mi stava larga come quella di ieri sera, ma il vantaggio dell'indossare maglie da uomo è questo: sono così larghe che ci entrerebbero due persone dentro. Continuammo a camminare per un po' fino a quando Luke alzò la mano salutando i suoi amici. Iniziò a correre verso di loro, ma lo fermai tirandolo verso di me, continuando a fissare l'enorme cane che si trovava accanto a Calum.
"Grace c'è qualche problema? Sono solo Calum, Ashton e Micheal"
"C'è un cane"
"Si, l'husky di Calum: Axl"
"Io sono terrorizzata dai cani"
"Tranquilla non fa niente. Vedi? Io ho paura dei tuoni, tu sei cani. Ieri sera tu mi hai aiutato, ora io aiuto te"
Prima che potessi controbattere Luke stava già correndo verso i ragazzi, e cosa peggiore, io stavo correndo con lui. Conseguenza inevitabile se lui non lasciava andare la mia mano. Non appena arrivammo dai suoi amici si abbassò e accarezzò il cane mentre io abbracciai Micheal per salutarlo.
"Micheal qualsiasi cosa accada non lasciarmi" esclamai terrorizzata. La sua presa si fece più stretta, poi iniziò a ridere.
"Axl è calmissimo, non ti mangia" disse provando a farmi avvicinare al cane.
Fortunatamente il cane di Calum era uno dei miei preferiti, quella razza era una delle poche a piacermi, e Axl era davvero un bel cane. Un husky siberiano bianco e marrone, con un occhio azzurro ghiaccio e l'altro marrone.
Luke mi prese la mano e la poggio sulla testa di Axl che si abbassò e la leccò. Ridacchiai.
"È ancora un cucciolo, è calmissimo, vedi?"
"Già. Che carino, ha l'eterocromia" dissi continuando a fissare i suoi occhi.
"L'etero cosa?" chiese Ashton alzando un sopracciglio, accompagnato dallo sguardo perplesso degli altri.
"Ha due occhi di colore diverso, si chiama eterocromia" spiegai, mentre scuotevano il capo come per far capire che avevano inteso.
"Come David Bowie" mi lasciai scappare.
"Conosci anche David Bowie?" chiese Luke sorpreso.
"Uhm si, un po'" borbottai.
Non mi andava di condividere i miei gusti musicali con gli altri. Avere 17 anni e ascoltare solo musica che va dagli anni '70 agli anni '90 non è una cosa di cui andare fieri; soprattutto se tutte persone che conosci, compresa la tua migliore amica non condividono i tuoi gusti musicali.
"Sai che è una cosa estremamente positiva?" domandò Ashton ridendo.
"Ah si? Agli altri non piace. Dicono che è strano"
"Meglio strano che normale" disse Micheal.
"Porto Axl a fare un giro, chi viene?"chiese Calum.
Calum portava una fantastica maglietta dei Nirvana. I suoi capelli neri erano coperti da un capellino morbido, come quelli che portava Brooklyn. Avrei dovuto fargliela conoscere, io ce li vedrei assieme.
"Io resto qui, vi aspetto sotto quell'albero" dissi indicando un salice piangente li vicino.
"Resto con te" disse Ashton "voi andate"
Mi sedetti con la schiena contro il tronco dell'albero, e Ashton di sedette accanto a me. Portava un'adorabile bandana rossa e indossava gli occhiali che gli davano un aspetto da nerd, ma tuttavia restava sempre bello.
"Riguardo a ieri sera..." iniziò
"Già, era proprio di questo che volevo parlarti. Perché mi hai baciata?"
"Boh, eri bella ieri sera"
"Eri ubriaco ieri sera"
"Non c'è un motivo preciso, semplicemente mi andava di farlo, tutto qua. E comunque avresti potuto respingermi, ma non l'hai fatto" disse toccandomi il braccio sinistro con un dito, ridendo.
"Si in effetti hai ragione, avrei potuto respingerti. Ma potevo mai lasciarti con una simile delusione? Andiamo, non sono così stronza" risposi scherzando. Iniziò a ridere, mentre giocherellava con una formica che aveva fatto salire sulla mano.
"Comunque, per il momento preferirei che questa cosa restasse tra di noi, okay?"
"Certo, è meglio anche per me" risposi mentre mi legavo i capelli in uno chignon veloce. Faceva caldo e dovevo legarmi i capelli per stare più comoda.
"Credi che possa avere una formica domestica?" Domandò Ashton continuando a giocare con quella formica. La faceva passare da una mano all'altra unendo le dita, e si divertiva a bloccarle il cammino non appena arrivava al polso.
"Non credo Ashton" dissi ridendo.
La fece arrivare sull'indice e la lasciò scendere sul terreno.
"Mi mancherai Steven" disse fingendosi dispiaciuto "è cresciuto così in fretta" continuò indicandolo.
Iniziai a ridere divertita "Ashton hai cresciuto una formica in meno di due minuti e già ti sei affezionato?"
"Ma che vuoi, sono un ragazzo sensibile" disse battendo un piede per terra. Sbiancò quando realizzò che aveva probabilmente ucciso Steven, e io non riuscii a fare a meno di trattenere una fragorosa risata.
"Oh lo trovi divertente?" disse prendendomi e portandomi sotto di lui.
"Come posso non ridere dopo averti visto crescere, abbandonare e uccidere la tua formica domestica in meno di cinque minuti?" continuai ridendo.
Sbuffò ridacchiando, poi si avvicinò a me, ma mi alzai subito scostando il capo.
"Ashton..." Dissi abbassando il tono di voce.
"Si hai ragione,scusami" rispose interrompendomi toccandosi i capelli ricci "credi che tra noi due ci potrebbe essere qualcosa? Insomma, lo so che ci conosciamo da pochissimo, ma se passassimo un po' di tempo insieme credi che potrebbe funzionare?"
"Forse. Potremmo provare"
La sua bocca si curvò in un dolcissimo sorriso, si toccò il naso con la punta delle dita e si aggiustò la bandana.
I ragazzi tornarono pochi minuti dopo, e Luke mi accompagnò a casa.
"Grazie Luke per ieri sera e per oggi" disse salutandolo con un abbraccio. Ricambiò e mi baciò una guancia "grazie anche a te Grace. Mandami un messaggio oggi"
Alzai il pollice e entrai in casa fiondandomi velocemente in camera mia.
 
 
 
 
Ero da Twice, assieme a Brooklyn e le stavo spiegando cosa era accaduto alla festa da Ashton.
I suoi capelli lunghi erano raccolti in un'alta coda di cavallo, che le lasciava scoperto il collo adornato da diverse collanine, tra cui quella della yin e dello yang che ci eravamo divise.
Le sue unghie laccate di nero penetrarono nella panna della mia torta improvvisamente, rubandone un poco.
"Bastarda" mormorai mentre feci lo stesso con il suo yogurt ai mirtilli.
"Lo sai che ti amo, vero?" disse ridendo. La risata di Brooklyn era perfetta, un suono così dolce e orecchiabile. Quando ridevo io sembrava che stessi avendo non so cosa.
"Comunque tu devi conoscere Calum. Sareste la coppia più invidiata della scuola" affermai.
"Credi che possa piacermi? E soprattutto che io possa piacere a lui?"
"Dimmi un solo ragazzo a cui non piaci" dissi indicando le sue enormi tette. Brooklyn nonostante fosse magra aveva un seno enorme, che io invidiavo tantissimo. In realtà, io invidiavo praticamente tutto di Brook. Era così perfetta, io mi sentivo una nullità già di mio, quando ero accanto a lei volevo sprofondare.
Iniziammo a ridere, continuando a parlare scherzosamente di tutto e di più. Io e Brook eravamo amiche dall'inizio del liceo.
Ricordo perfettamente che il primo giorno di scuola ci sedemmo vicine e iniziammo a fare amicizia, anche se il nostro rapporto è cresciuto al secondo anno.
Avevamo tutto in comune, ma alla fine i nostri caratteri erano totalmente diversi.
Accompagnai Brook a casa, che distava poco da Twice e prima di tornare a casa mia invece, io mi fermai in biblioteca; alla ricerca di qualche nuova parola per il mio quaderno.
 
 
 
 
AYEEE
Era da un po' che non aggiornavo, scusate il ritardo ma ho avuto un bel po' di compiti. Scusate per gli errori di battitura, o per qualche errore grammaticale, purtoppo non riesco a trovarli tutti :c
Grazie mille a:
BarbieHemmings
extraordinharry
Bruck_5
redflower16
DurbanSkies_
per le recensioni, vi amooo♥♥
 
ps: se ve lo state domandando, lei è Brooklyn (Madison Beer), ma se non vi piace potete sempre immaginarla come meglio credete:
 
 

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Capitolo 6
*** 6. L'appel du vide ***


6. L'appel du vide

 

 
 
Posai il libro di storia nel mio armadietto, mentre prendevo quello di biologia. Brook era accanto a me che mi aspettava.
"Hey Calum" dissi salutando il moro che era appena arrivato al suo armadietto.
"Ciao Grace" disse, per poi posare gli occhi su Brooklyn.
"Hey ciao, sono Calum" iniziò porgendole la mano. Lo sapevo che si sarebbero piaciuti subito.
"Brooklyn"
Mi avviai verso la classe di biologia e nel corridoio incontrai Luke e Micheal.
Mi avvicinai e li salutai.
Micheal aveva cambiato colore di capelli, ora erano rosso acceso, e mi piacevano da impazzire.
"Luke se ci incontriamo oggi in biblioteca dopo pranzo per la relazione va bene?"
"Certo, a dopo Grace"
Dopo averli salutati continuai a camminare per il corridoio brulicante di studenti. Era pieno di ragazzi di tutte le età e dovevo ammettere che a stare al penultimo anno ti sentivi un gran figo perché non dovevi preoccuparti dell'esame, ma eri abbastanza grande per fare quasi tutto.
Entrai in classe e mi sedetti al mio posto, aprendo il libro.
La professoressa entrò, e dopo aver fatto l'appello iniziò a spiegare i cromosomi e la cromatina, mentre io mi guardavo attorno annoiata, tamburellando con la penna sul quaderno.
"Okay quindi praticamente lui sta identificando la morte di Lucy con un sonno?"
Annuii, mentre Luke scuoteva il capo perplesso.
"Ma perché non scrive le cose come stanno? Che senso ha fare giri di parole? Tanto le cose non cambierebbero"
Lo fissai curiosamente. In effetti non aveva tutti i torti. Scossi il capo e presi il mio portatile e iniziammo a scrivere la relazione.
Dopo nemmeno mezz'ora passata a scrivere, Luke sbuffò annoiato.
"Ma se prendessimo un pezzo da wikipedia, uno da qualche altro sito e faccessimo copia e incolla?"
"No Luke. Ci tengo alle mie relazioni" dissi abbracciando il computer.
Luke rise e appoggiò il capo sul tavolo, mentre io continuavo a scrivere le varie allitterazioni presenti nella poesia.
Prese il quaderno e iniziò a dettarmi i nostri appunti, che avevamo preso in classe.
Improvvisamente buttò il quaderno sul tavolo, e si mise dietro di me, prendendo il portatile e salvando il file incompleto sul desktop.
"Grace io sto impazzendo. Dobbiamo solo fare un'ultima revisione, magari la facciamo domani. Usciamo? Ti prego"
Risi, e alla fine annuii.
Sorrise e prese il suo zaino nero, mettendolo su una sola spalla. Si passò una mano tra i capelli biondi, aggiustandosi il ciuffo, mentre uscivano dalla biblioteca e andavamo via.
Indossava i soliti skinny neri con le solite Vans nere e una maglietta nera, con la scritta "you complete me(ss)"
Ridacchiai, mentre mi aggiustai il laccio della mia converse destra.
"Dove andiamo?" Chiesi quando mi porse il casco per andare in moto.
"Ti porto in un bel posto, tranquilla"
Mi sedetti e mi aggrappai a lui, mentre metteva in moto. Misi il viso nell'incavo del suo collo, il suo profumo ero dolce, sapeva di cannella, o qualcosa del genere.
Dopo circa un quarto d'ora arrivammo davanti ad un grattacielo, isolato rispetto agli altri. Luke non mi diede il tempo di dire niente, che mi prese per mano e mi spinse nell'ascensore, premendo il tasto per l'ultimo piano. Lo guardai preoccupata mentre ridacchiava. Uscimmo e mi guidò su una rampa di scale che portava ad un terrazzo. Mi affacciai e restai senza fiato.
I grattacieli di Sydney si alzavano davanti all'oceano, il cui blu contrastava con l'azzurro pallido del cielo coperto da nuvole candide.
Il vento mi scompigliava i capelli e la voglia di saltare giù era altissima. Solo per provare l'ebrezza di poter volare per una manciata di secondi. Salii sulla cornicione del terrazzo, con le braccia aperte, e mi girai di spalle.
Improvvisamente due braccia mi cinsero la vita, strettamente. Mi trovai incastrata tra il pavimento e Luke.
"Spiegami che avevi intenzione di fare Grace"
"Niente" sorrisi.
"Come niente. Sembrava che stessi per saltare da un momento all'altro. Mi hai fatto spaventare, io non ti porto più qui" disse aiutandomi a rialzarmi.
"Si chiama appel du vide; letteralmente "chiamata del vuoto". È l'istintivo bisogno di saltare da posti alti, senza un apparente motivo."
"Grace qualsiasi cosa sia non farlo più" decretò puntandomi il suo dito contro. Annuii divertita. Insomma, io non volevo fare niente, sapevo che non sarei mai saltata da lì.
Luke si sedette poggiando la schiena contro il muro, pieno di scritte, e io feci lo stesso. Infilò la sua mano nella tasca destra dei suoi pantaloni ed estrasse un pacchetto di Camel activate. Ne prese una con i denti e l'accese.
"Ne vuoi una?" domandò sorridendo.
"Non fumo"
"C'è sempre una prima volta" disse porgendomi la sigaretta.
La presi e l'osservai. Il filtro era leggermente mangiucchiato, mentre il tabacco continuava a bruciare, incenerendosi. Gliela restituii scuotendo il capo.
"Non ce la faccio" risposi volgendo lo sguardo altrove.
La riprese e ridacchiò, aspirando.
Continuai a fissarlo mentre fumava, era davvero bello. Il ciuffo biondo era leggermente scompigliato, il naso all'insù era semplicemente perfetto, come il suo piercing al labbro.
Spense la sigaretta contro il muro, per poi buttare il mozzicone giù.
"Dai andiamo, ti porto a casa" esclamò sorridendomi e mettendo il braccio sinistro sulle mie spalle.
Ero seduta sul divano, mentre Luke giocava con Ian e Abby sul tappeto. Li osservavo divertita, incapace di distogliere lo sguardo; sembrava la scena di un film.
"Luke dammi la palla" disse Abby mettendo il broncio.
"Uhm solo se mi dai un bacio" rispose indicandosi una guancia.
"Pedofilo" commentai ridendo. In risposta Luke mi diede un piccolo schiaffo sulla gamba destra, ridendo.
Abby si alzò camminando verso Luke, e dandogli un bacio sulla guancia, ricevendo così la sua palla. Luke si alzò e le accarezzò la testa, facendo lo stesso con quella di Ian.
"Dovrei andare Grace"
Mi alzai e lo accompagnai all'uscio. Recuperò il suo zaino e dopo averlo messo rigorosamente su una spalla, uscì.
"Ciao Luke" alzai la mano per salutarlo, e lui mi abbracciò.
"Ciao Grace"
Chiusi la porta, andando in camera mia. Accesi il portatile e riguardai la relazione, correggendo gli errori di battitura e cercando di aggiustare il tutto. Rilessi velocemente, compiaciuta del nostro lavoro.
Improvvisamente il mio cellulare squillò, e lo presi.
1 nuovo messaggio: Brook✨
"Hey Grace, per caso hai il numero di Calum? Fattelo dare da Luke se non ce l'hai però ti prego non dirgli che è per me haha"
Risi, ci vedevo sempre bene per quanto riguarda le coppie altrui. Invece per me non ne trovavo uno buono. Ero sempre stata con ragazzi a cui importava poco di me; probabilmente solo con Drew sembrò funzionare all'inizio. Appunto, sembrò.
Scossi il capo, scacciando i ricordi dalla testa contattando Luke. Gli chiesi il numero di tutti e tre i ragazzi, così non avrebbe sospettato nulla.
Ricevetti la risposta e inoltrai il numero di Calum a Brook, che mi ringraziò felicemente.
Salvai gli altri numeri e andai su whatsapp; un'altra cosa che mi divertivo a fare era guardare gli stati della gente. Era abbastanza inquietante probabilmente.
Lessi lo stato di Ashton
"they say that every part of our body was once a part of a star so maybe i'm just going home*"
Era davvero bello, mi piaceva tanto.
Digitai "Hey Ashton Luke mi ha dato il tu numero :)"
Rilessi e cancellai. Riscrissi. Cancellai nuovamente. Non sapevo se avessi dovuto inviargli un messaggio o meno.
In quel momento lo schermo della sua chat si illuminò.
"Hey Grace, sono Ashton. Luke mi ha dato il tuo numero :)"
Risposi:
"Hey Ashton :) bello lo stato whastapp"
Restammo a parlare per circa mezz'ora fino a quando scrisse:
"Ci vediamo domani Grace"
Dopo avergli risposto nuovamente sorrisi, anche se ero un po' confusa. Non sapevo esattamente cosa stavano facendo, alla fine avremmo dovuto conoscerci meglio.
Mi morsi il labbro, ripensando a Drew e a come la sua aria da spavaldo mi irritasse tremendamente i primi giorni che lo conobbi. Mi domando ancora per quale assurdo motivo ci mettemmo assieme. Scossi il capo, infilandomi sotto le coperte, e chiudendo gli occhi.
 
 
 
AYEEE.
1) scusate il ritardo, penso di non aver mai impiegato così tanti giorni a scrivere un capitolo; idee 0, è uno schifoso capitolo di passaggio, non sapevo proprio che fare, sorry.
2) lo stato di Ashton significa: "*loro dicono che ogni atomo del nostro corpo prima era parte di una stella quindi forse sto solo tornando a casa." Posto la traduzione, non si sa mai.
3)Perdonatemi gli errori di battitura
4) vi sto annoiando lo so scusatemi
5) mi lasciate una recensione?:c
 

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Capitolo 7
*** 7. Iridiscent ***


7.Iridiscent

 

 
 
 
 
 
Aprii l'armadietto e dentro vi trovai un foglietto.
"Vediamoci sotto le stelle alla fine della terza ora"
Sotto le stelle? Non sto capendo. Mi guardai attorno spaesata. Scorsi Brooklyn intenta ad aggiustarsi il capello specchiandosi nello schermo del suo iPhone nero.
Le misi il foglietto davanti, e dopo essersi osservata l'ultima volta lo lesse. In tutta risposta ricevetti uno schiaffo sulla nuca.
La fissai con aria interrogativa in attesa di spiegazioni.
"Intende nell'aula di geografia astronomica, meno male che quella intelligente sei tu."
"Ma chi può essere?"
"Ma tu vai e basta, che palle che sei" sbottò ridendo.
Non appena suonò la campanella corsi nell'aula indicata sul foglietto. Non avevo idea di chi potesse essere, ed ero curiosa di vedere chi fosse. Aprii silenziosamente la porta e non appena entrai mi trovai con la schiena contro il muro e la fronte poggiata contro le labbra di qualcuno. Alzai lo sguardo e sorrisi quando realizzai che era Ashton.
Avvicinò il suo viso al mio e con il naso mi accarezzò le guance e il collo facendomi un leggero solletico.
"Sei stupenda quando ridi" sussurrò poggiando la mia mano sulla sua spalla.
"Anche tu Ashton" risposi. E lo pensavo davvero. Quando rideva aveva una risata contagiosa, gli uscivano le fossette e la sua bocca si schiudeva in un sorriso fantastico.
"Avevo solo voglia di vederti, per questo ti ho fatto venire qui. Sono contento che tu abbia capito"
"In realtà mi ha aiutato Brooklyn però fingiamo che abbia capito da sola" confessai.
Rise divertito e mi lasciò un bacio sulla guancia.
Si sedette su una sedia e mi fece accomodare sulle sue gambe. Restammo in silenzio, le sue braccia mi tenevano stretta.
Prese un prisma di vetro e lasciò che i raggi di sole lo colpissero e che si scomponessero nei colori dell'arcobaleno.
"Luke mi ha parlato di te" iniziò continuando a giocare con il prisma "e mi detto della tua fissa per le parole. La trovo una cosa adorabile, me ne dici una?"
Sorrisi.
"Iridiscent:(n.) è una parola che descrive i giochi di luce dove essa si scompone nei colori dell'arcobaleno"
"Certo che ci sono parole per tutto" commentò ridacchiando.
"Comunque ho riflettuto su quello che ti chiesi al parco" continuò fissandomi seriamente e toccandosi il collo "e ho fatto una cazzata. Non so come mi sia venuto in mente di chiederti ciò che ti ho chiesto, e mi spiace di averti confuso le idee se è quello che ho fatto. Però da ora, ovviamente, mi auto proclamo tuo migliore amico" concluse mettendo il broncio.
Questa non me l'aspettavo. Però era meglio così, infondo.
"Certo Ash" lo abbracciai e risi.
 
Mi sedetti al mio posto nella classe di lettere attendendo impazientemente Luke. Pochi secondi dopo entrò sorridendo, passandosi una mano nella cresta.
Posò lo zaino sul banco e si sedette sulla sedia, girando si verso di me.
"Gracy, devo chiederti una cosa" disse prendendomi le mani.
"Dimmi Luke" risposi nervosamente. Mi persi per una manciata nel blu dei suoi occhi.
"Io e Victoria ci siamo rimessi assieme"
Ora vomito. Mi sento male. Che cosa? Ho capito male. Lo fissai senza dire nulla.
"Lo so che forse può sembrare sbagliato ma mi piaceva così tanto"
"Spero che ti renda felice Luke" dissi tutto d'un fiato. Accennò un sorriso, ringraziandomi mentalmente perché non avevo detto nulla. Sapevo che i ragazzi non avrebbero approvato la stronzata che aveva fatto, ma se lui era felice per me andava bene.
Non volevo che soffrisse di nuovo. Non ero arrabbiata con lui, probabilmente ero gelosa di lui. Si, perché lui aveva saputo perdonare; e io no. Perché lui aveva qualcuno su cui contare; e io no.
Accavvallai le gambe mentre sfogliavo le pagine del libro di lettere. Tornai ai capitoli precedenti e trovai la poetica di Leopardi. Tra le foto presenti nella pagina ce ne era una che raffigurava le sue lettere al fratello e si leggeva
"Non ho bisogno di fama o di gloria, ho bisogno di amore, amore, amore. Per Dio."
Sorrisi tristemente ripensando a Giacomo che aveva visto l'amore della sua vita morirgli sotto gli occhi.
In quel momento la professoressa entrò e iniziò la lezione.
1 nuovo messaggio da: Luke.
Sbloccai il cellulare visualizzando una foto su whatsapp.
Era un selfie di Luke davanti allo specchio. Portava un jeans stretto e strappato sul ginocchio sinistro, con una maglia nera e un cappello con la visiera indossato al contrario.
"Come sto?" digitò.
"Bene Luke, esci con Victoria?" domandai.
"Si, sono così felice" sorrisi. Doveva piacergli davvero tanto.
"Anche io sono felice per te"
Non avevo mai mentito così spudoratamente in tutta la mia vita. Non puoi tornare con la persona che ti ha spezzato il cuore tradendoti con il primo che capita, dopo sei mesi, okay? Gettai il cellulare sul letto sconsolata.
Jamie bussò alla mia porta e la aprì leggermente.
"Grace c'è un ragazzo che è venuto per te, dice di essere un tuo amico. Lo faccio entrare?"
"Chi è?"
"Hey Grace" esclamò timidamente Ashton affacciandosi alla porta.
"Grazie Jamie, vieni Ashton"
Entrò in camera e chiuse la porta alle sue spalle. Ero seduta sul letto e mi raggiunse, poggiando sulla scrivania, due panini del Mc Donalds. Si sedette accanto a me e dopo avermi abbracciato gli baciai la guancia sinistra.
"Ti ha detto Luke che abitavo qui?"
"Si, quindi prenditela con me, non con lui, perché gliel'ho chiesto io. Comunque mi annoiavo e così sono passato al Mc Donalds e ho preso i panini, sono venuto da te e ci guardiamo un film. Ti ho visto un po' triste oggi, soprattutto all'uscita. Cosa c'è che non va?"
"Grazie Ash, sul serio. Tutto bene, sono stanca. Non vedo l'ora che arrivi l'estate"
"Anche io" commentò ridendo. Si alzò e mi lanciò un panino, che, non so come, presi al volo.
Un crispy mcbacon. Ma io lo amo questo ragazzo. Ci sedemmo per terra, e mi misi difronte a lui. Mangiammo in silenzio, che si ruppe quando mi chiese: "che pensi di Luke e Victoria?"
"Cazzi loro, l'importante è che lui sia felice; però parliamo di altro che mi faccio due palle se no"
"Non ti facevo così delicata Grace" risi.
Presi il portatile e decidemmo di vedere assieme "The lazarus effect." Premette play e iniziammo a vedere il film.
"Penso di non aver mai visto una cosa meno paurosa di questa" commentò Ashton.
"Già, non ha fatto per niente paura"
"Sbaglio o ti sei stretta a me quando è uscito il cane?"
"Non c'entra, lo sai che sono terrorizzata dai cani." Rise
"L'unica cosa buona di questo film è stata Evan Peters" continuai.
"Luke dice che io e Evan ci assomigliamo, e che abbiamo gli stessi capelli"
"Io dico che Evan è più bello" mi guardò male e io risi. Eravamo ancora seduti sul pavimento. Poggiai la testa sulle gambe di Ashton, che mi accarezzò il viso. Okay, qui la situazione sta degenerando, ma giusto un po'.
Mi alzai sedendomi, e prima che potessi fare altro mi ritrovai di nuovo tra le sue braccia, e io stavo ricambiando il suo abbraccio.
"I tuoi abbracci sono troppo belli Grace" disse sorridendo, facendo comparire le sue solite fossette. Non resistetti e lo baciai. Non so esattamente perché lo feci, eppure lo baciai. Ricambiò dolcemente, continuando a stringermi; si staccò, non prima di avermi morso il labbro.
"Ma che cazzo stiamo combinando?" chiese ridendo.
"Non ne ho idea, ma qualsiasi cosa sia, ti prego, baciami un'altra volta" risposi ridacchiando.
Non conoscevo ancora bene Ashton, ma mi sembrava di essermi già affezionata a lui.
Era soltanto la terza volta che lo baciavo ma non appena si staccò capii che dei suoi baci non avrei potuto fare a meno.
 
 
 
AYEEE
perdonatemi il ritardo, gli errori di battitura e tutto il resto; è una settimana di fuoco, sorry :c continuo a 2 recensioni ♥

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Capitolo 8
*** 8. Cwtch ***


8. Cwtch

 
 
 
Ashton era rimasto da me per altre due ore più o meno, e avevamo parlato molto.
Mi aveva detto di lui, dei suoi genitori separati, e di suo padre che non aveva mai conosciuto.
L'avevo abbracciato forte quando aveva iniziato a piangere, l'avevo stretto forte a me, come se tentassi di tenere tutti i suoi frammenti.
E avevo capito che Ashton, sotto quell'aria sorridente e sicura di se, nascondeva l'esatto contrario.
Avevamo nuovamente deciso, assieme, di non fare nulla. Non potevamo mandare le cose a puttane in quel momento. Ci eravamo messi a nudo uno difronte all'altro, con una chiacchierata introspettiva, scandita da risate, pianti e una bottiglia di vodka a melone, la mia preferita.
Quando andò via, gli baciai una guancia e mi abbracciò forte, come avevo fatto io prima.
 
 
1 nuovo messaggio da: Luke
"Gracy la finiamo oggi la relazione? (:"
In poco tempo ci organizzammo per vederci in biblioteca.
Dieci minuti dopo, io girovagavo tra gli scaffali della biblioteca comunale cercando qualche libro abbastanza interessante per me.
Amavo la biblioteca, ma non solo perché mi piacesse particolarmente leggere. La biblioteca era situata al centro del parco, accerchiata da alberi e panchine. Dalle finestre della biblioteca si vedevano tutti gli alberi ma c'era una finestra in particolare dalla quale si vedeva un salice. Amavo quel tipo di alberi, perché in autunno, quando tutti gli alberi diventavano marroni, il salice sembrava diventare dorato.
"Gracy" mi voltai scorgendo Luke che sorrideva e mi salutava con una mano. La sua voce mi aveva risvegliato dai miei pensieri.
Mi avvicinai a lui e lo salutai, dopo di che ci sedemmo ed estrassi il portatile, facendogli leggere i pezzi che avevo aggiunto, in attesa di una sua conferma.
"Sei davvero brava Gracy"
"Grazie Luke"
"Come va con Victoria?"
Sospirò.
"Non lo so come va. Va. Io non so che fare. Credo che mi sia rimesso con lei solo perché dopo 6 mesi, mi ero abituato a lei. Non so, non importa se litigavamo sempre. Era bello ogni tanto avere qualcuno con cui litigare" sorrisi "mi mancava. Ma non era lei a mancarmi, perché dopo quello che mi ha fatto non riesco più a vederla come prima. Non è più l'unica per me. Mentre sto con lei, posso pensare a milioni di ragazze diverse" si fermò un secondo "adesso ti dico una cosa" disse prendendomi la mano "ma non dirla a nessuno. Ieri sera sono andato da lei e abbiamo scopato, e mi ha quasi lasciato perché mentre lo facevamo non ho urlato il suo nome" disse ridendo "ma quello di Kendal Jenner" rise ancora più forte.
Risi anche io, e mi morsi il labbro per non fare troppo rumore. Era un imbecille.
"E lei?"
"E lei mi ha dato uno schiaffo, ma la cosa peggiore era che io stavo per venire e lei mi ha lasciato così, capisci?" continuammo a ridere silenziosamente. Io misi la testa nel libro di lettere, mentre Luke si tappò la bocca con la mano sinistra.
"Mi dici una delle tue parole? Mi farebbe davvero bene adesso"
Ci alzammo e lo condussi fuori, dopo aver raccolto tutte le nostre cose. Ci fermammo all'uscio e l'abbracciai. Gli diedi uno di quegli abbracci che spezzano le ossa, e che aggiustano il cuore.
Senza staccarmi da lui gli sussurrai: " come ti senti?"
"Mi sento a casa tra le tue braccia" bisbigliò.
"Questo era una cwtch, un abbraccio, o un gesto d'affetto capace di farti sentire a casa o semplicemente di farti stare meglio" dissi tentando di scogliere l'abbraccio.
Luke, invece, mi strinse di più. Mise il suo mento sulla mia testa, le sue braccia cingevano il mio collo, e le mie erano attorno alla sua vita.
Mi sentii così bene per un secondo, e provai così tanta rabbia per Victoria, che poteva avere un ragazzo così, e non se ne rendeva conto.
Ci staccammo, e Luke andò via. Mi offrì un passaggio a casa, ma rifiutai dicendo che volevo stare ancora un po' in biblioteca.
Sorrise e saltò sulla sua moto, mentre io feci una passeggiata per il parco incontrando Micheal, che da solo strimpellava una chitarra su una panchina.
Sembrava così assorto nella sua musica, stava suonando "Mama i'm coming home" di Ozzy Osbourne. Continuai a fissarlo, era così adorabile. Con quei capelli rosso fuoco, e quegli occhioni verdi. Le sue dita si muovevano espertamente sulle corde della chitarra, poi alzò il capo e mi vide.
Andai verso di lui, sedendomi sulla sua stessa panchina.
"Hey Micheal"
"Hey Grace" le sue guance si tinsero di un rosa leggero "Da quanto tempo eri lì?"
"Abbastanza tempo da poterti dire che suoni da Dio, amo quella canzone"
Sorrise. E mi resi conto, in quel momento, che i denti di Micheal erano perfetti, e bianchissimi.
"Grazie Grace. Che ci fai qui?"
"Ero in biblioteca con Luke per finire la relazione di lettere. Tutto bene? Come mai qui tutto solo?"
"Oh, quando sono un po' triste mi piace venire qui a suonare. E ultimamente lo sono..."
Lo guardai incitandolo a sfogarsi, se voleva.
"Sono incazzato nero con Luke, lo picchierei a sangue" confessò stringendo i pugni "non può tornare con Victoria dopo quello che gli ha fatto. È così stupido a volte, non si rende conto che lei lo usa. Sta con lui solo perché Luke è bello, lo so. Luke è così timido, è indifeso, non può stare con lei..."
"Micheal hai perfettamente ragione, però non possiamo scaricare tutta la colpa su Victoria. Pensaci un secondo. Sappiamo tutti che Luke, nonostante possa, non si comporta come uno stronzo, o uno con l'autostima alle stelle; proprio perché è insicuro. Victoria invece è l'emblema della sicurezza, della perfezione e si, anche della prostituzione probabilmente" dissi ridendo "ma se fosse Luke a usare Victoria? Se stesse con lei solo per sentirsi più sicuro? Luke è intelligente, non credo sia così cieco da ritornare da lei dopo l'accaduto" conclusi.
"Forse hai ragione Grace, non ci avevo mai pensato" rispose Micheal. Gli accarezzai la schiena e lo salutai dirigendomi a piedi a casa.
 
 
 
 
1 nuovo messaggio da: Ash💕
"Gracy, ti prego, posso venire da te? Non ce la faccio più qui"
"Ash vieni, spiegami tutto appena arrivi. E non prendere panini al Mc Donald, ordino il kebab" digitai.
Ero preoccupare per Ashton, non sapevo cosa potesse essere successo ma ne avevo una vaga idea. Ultimamente stava litigando sempre più spesso con la madre, senza un'apparente ragione.
Mi dispiaceva così tanto per lui, era un bravo ragazzo, non meritava di soffrire.
Poco dopo andai ad aprire la porta e trovai un Ashton in lacrime che si stringeva nella felpa nera e larga.
Ian e Abby arrivarono correndo, e si fermarono quando videro Ashton in quello stato.
Ma sempre in mezzo alle palle stanno questi bambini?
"Perché è triste?" chiese Ian indicandolo.
"Ian" sbottai arrabbiata "non si indica e soprattutto non sono fatti tuoi, lascialo stare"
"Vuoi un po' di gelato?" Domandò Abby ingenuamente.
Qualcuno avrebbe trovato la sua domanda adorabile, io la trovavo irritante. Sei una bambina, stai al tuo posto.
Ashton si abbassò alla loro altezza e li abbracciò entrambi.
"Sto bene, ho pianto perché ho tagliato le cipolle"
Alla sua affermazione dovetti mettermi una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere; sul serio Ash? Le cipolle?
"Che schifo"commentarono assieme e Ashton rise, seguendomi in camera.
Non appena chiusi la porta si accasciò per terra, e iniziò a singhiozzare. Mi avvicinai a lui, e gli feci mettere la testa sulla mia spalla. Le lacrime gli rigavano il viso, e i suoi bellissimi occhi erano rossi dal pianto. Il suo sorriso, che metteva così tanta allegria, questa volta non c'era più.
"Che è successo Ash?" Gli chiesi quando smise di piangere.
"Mio padre è tornato a casa."
 
 
 
 
 
 
AYEE.
Capitolo lungo, no? Cosa ne pensate?
Aw poverini Ashton e Gracy, li faccio avvicinare sempre di più e non li faccio mai mettere assieme, sigh. E Luke? Si sta pentendo di Victoria eheh. Calum e Brooklyn sono scomparsi, non si sa che fine hanno fatto. E poi Micheal? Povero, tutto solo soletto al parco :c.
Il papà di Ash che si ripresenta così a casa, ew che schifo. Meno male che c'è Grace.
Vi sta piacendo questa storia? Lasciatemi una recensione please :c

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Capitolo 9
*** 9.Stigmatophile ***


9. Stigmatophile.

 

 

"Hemmings e Prescott, una brillante relazione, sul serio. A" esclamò contenta la professoressa Gerald.
Luke si girò e mi diede il cinque, io ricambiai sorridente.
La campanella suonò e ci alzammo dirigendoci verso gli armadietti. Mentre uscimmo arrivò Victoria, che strattonò Luke e gli lasciò un bacio prepotente sulle labbra. Rimasi li a guardarli poi Luke si scostò e venne verso di me continuando a camminare verso i nostri armadietti.
"Luke posso chiederti una cosa?" gli domandai sorridendo.
"Tutto quello che vuoi Gracy, ti sarò infinitamente riconoscente per quella A in lettere inglesi" rispose ridendo.
"Tra poco farò diciotto anni, e sto risparmiando i soldi da un po' per un tatuaggio. Mi accompagneresti a farlo?"
"Certo che si Grace"
"Un'altra cosa Luke, sono un po' preoccupata per Ashton..." mi interruppe.
"Lo so, tranquilla Gracy, ieri sera dopo essere passato da te sono andato da lui, si è sfogato un po' sembra che stia meglio."
"Grazie"
"E allora tu ed Ashton?" chiese dandomi una gomitata. Che cosa sapeva lui di me ed Ashton? E soprattutto, io e Ashton non eravamo nulla, l'avevamo deciso assieme.
"Io e Ashton cosa?"
"Non state assieme?"
"No Luke, come puoi pensare che stia con lui? Siamo molto amici, tutto qua" risposi.
"Scopamici?"
"Luke!" lo rimproverai ridendo.

Sospirai prima di entrare nel negozio.
"Paura?" chiese Luke. Scossi il capo. Un uomo possente si avvicinò a noi, i suoi capelli marroni erano raccolti in una coda ma nonostante l'aspetto aveva un sorriso dolce che trasmetteva fiducia.
"Chi deve tatuarsi?"
"Io"
"È il primo?"
"Si"
Mi condusse nella stanza e mi fece stendere sul lettino, Luke mi seguì.
"Cosa vuoi?"
"In realtà non ne ho idea. Volevo qualcosa che mi rappresentasse, avevo pensato ad un fiore qui" mi indicai l'anca destra.
"Come ti chiami dolcezza?"
"Grace"
Prese un quaderno con tutti i suoi schizzi e me lo mostrò.
"Hai un viso così delicato, sei davvero una bella ragazza. Io ti proporrei una rosa bianca, simbolo di bellezza, grazia e intelligenza."
Annuii felice.
"E il tuo ragazzo che dice?" chiese a Luke, impegnato a fissare il negozio.
"Eh? Ah..uhm no non sono il suo ragazzo" rispose imbarazzato toccandosi i capelli "comunque si mi piace"
L'uomo iniziò a caricare gli aghi.
"Farà male?"
"Non molto, sta tranquilla"

"Tieni la fasciatura per circa tre ore, poi toglila, okay? Se si arrossa o ti prude vieni in negozio. Ciao Grace, ciao Luke" disse John, il tatuatore.
"Ti sta benissimo Grace"
"Grazie Luke"
"Ti va di tornare su quei palazzi?"
"Certo"
Mi diede il casco e salii sulla moto assieme a lui. Mi strinsi fortemente, e prima di partire mi sorrise dolcemente. Il vento faceva svolazzare i miei capelli, e mi schiaffeggiava il viso. Mi sfiorò una mano e io mi strinsi di più. Il suo profumo di cocco e menta era buonissimo, e mi fece ripensare alla prima volta che lo vidi in biblioteca. E mi fece ricordare anche che lui era il mio "kuchi sa gabishi", era la persona con il quale avevo avuto un colpo di fulmine. In quel momento mi pentii velocemente di tutto quello che avevo fatto con Ashton, ma poi mi ricordai di Victoria, e allora non mi sembrò poi così sbagliato averlo baciato più volte. Fermò il motorino, mi diede la mano e entrammo nell'ascensore.
Come la scorsa volta, si sedette in silenzio ed estrasse una camel a menta.
Lo guardai curiosamente, non avevo mai fumato in vita mia.
"Grace" cacciò una nuvoletta "ti prego vuoi provare? Non aspirare, tira soltanto. Dai" e me la passò.
Mi spiegò come fare e provai. Al secondo tentativo aspirai, ma finii con il tossire. Luke rise e lo seguii. Mi mancava ridere con lui.
"Proviamo così" disse "schiudi le labbra, e quando ti stringo la mano tira in dentro, poi caccia"
"Va bene Luke" ridacchiai.
Tirò e lo vidi avvicinarsi pericolosamente a me. Le nostre labbra erano a pochi millimetri di distanza, e sentivo il suo piercing freddo sfiorarmi il labbro inferiore.
Mi strinse la mano destra e sentii il fumo arrivare nella mia bocca. Aspirai, e lo cacciai fuori. Non tossii. Luke era ancora vicino a me, e la sua fronte era attaccata alla mia. Sorrise.
"Hai una bella bocca Grace, hai delle labbra morbidissime" disse.
"Grazie Luke" si avvicinò nuovamente a me e proprio mentre stava per baciarmi iniziò a grandinare. Luke prese la sua giacca di pelle e la mise sulle nostre teste, iniziamo a ridere e a correre sotto la pioggia.
Salimmo velocemente sul motorino, e partì verso casa. Un lampo illuminò improvvisamente il cielo cupo e Luke frenò di botto.
"Luke dai non è niente" lo abbracciai da dietro "non puoi fermarti qui, casa tua è a meno di un chilometro, stai tranquillo"
Mi sorrise e ripartì.
Si fermò nel viale di casa sua e entrammo.
"Resti a cena qui? Dai Gracy. Piove troppo"
"Fammi avvisare Jamie" dissi mandandole un messaggio.
"Luke sei qui?" chiese una voce maschile.
"Uhm si papà"
Un uomo alto, dai capelli biondi entrò nella cucina, dove io e Luke ci trovavamo.
"Buonasera"
"Finalmente ti sei deciso a lasciare Victoria Luke!" urlò il padre. Già lo amo quest'uomo.
"Papà in realtà lei è una mia amica. Grace lui è Andrew, mio padre"
"Sei comunque più bella di Victoria" affermò e Luke sorrise.
"È grazie a lei se ho preso A in lettere. Può restare a cenare con noi?" domandò. Era così dolce.
"Ti dovrebbero fare santa Grace, hai appena compiuto un miracolo. Non avrei mai creduto che Luke avrebbe potuto prendere una A un una materia umanistica, grazie" disse ridendo "comunque Luke io non ceno a casa stasera, sono in ospedale, stavo uscendo giusto ora."
Luke si intristì improvvisamente.
"V-va bene. A dopo papà"
"Arrivederci signor Hemmings"
"Chiamami Andrew Grace, è stato un piacere"
Andrew uscì e Luke corse in camera sua lasciandomi lì.
Lo sentii sbattere la porta della sua camera, e salii senza fare rumore appoggiando la schiena contro il freddo legno della porta.
Iniziai ad udire i suoi singhiozzi e mi si spezzò il cuore. Rispetto a quando pianse per Victoria quella volta, stava davvero male. Era così sensibile, infondo. Lui ci provava pure a nasconderlo però alla fine era così fragile.
"Luke"
"Ti prego Grace, non voglio che tu mi veda piangere ancora una volta. Va via"
"Piove ancora"
Rimasi in silenzio e capii che si era gettato sul letto, e dai suoi singhiozzi ovattati probabilmente stava affondando la testa nel cuscino.
"Lukey, ti prego, aprimi"
La pioggia continuava a ticchettare, sentivo il rumore del vento che sbatteva contro le finestre. Il cielo fu illuminato da un lampo, e pochi secondi dopo ci fu un tuono.
Sentii Luke muoversi, e correre verso la porta. Aprì.
"Ho paura Grace" disse. Aveva le braccia conserte, con le mani chiuse, come se cercasse conforto. I suoi occhi erano arrossati dal pianto, e il suo viso era bagnato. Aveva i capelli in disordine, e le labbra gli tremavano.
Lo abbracciai e non dissi nulla. Lo abbracciai e basta. Affondò la testa nell'incavo del mio collo, continuando a singhiozzare e mormorò uno flebile "scusa".
"Era un cwtch questo?" domandò ridacchiando.
"Si Luke" risposi baciandogli la fronte. Rise e poi mi ricordò che dovevo togliermi la pellicola che proteggeva il tatuaggio. Mi aiutò a rimuoverla. Era così bello. Mi piaceva tantissimo. Era una semplice rosa, con qualche foglia che si sviluppava lungo la mia anca destra.
"Parola sui tatuaggi?"
"Stigmatophile: qualcuno che ama i piercing e i tatuaggi."
In quel momento gli squillo il cellulare. Prima di rispondere respirò profondamente e si sedette per terra, accanto a me.
"Ciao Victoria" disse.
Guardai per terra, ero così dannatamente gelosa. Non volevo esserlo ma lo ero.
"Che cosa significa? No" sbraitò Luke alzandosi.
Non capii. Non riuscivo a sentire cosa si stessero dicendo.
"Sai una cosa Victoria? Mi hai rotto. Basta. Abbiamo chiuso. È finita. E non tornerò strisciando da te, credimi." urlò. Spense il telefono, tirandolo sul letto.
Mi alzai e lo abbracciai nuovamente.
"Sto bene Grace, grazie di tutto. Almeno l'ho lasciata."
"E per tuo padre?"
Sospirò. Sono un'idiota.
"Ormai ci sono abituato."
E mi fece male quella risposta. Mi fece male il suo viso quando lo disse. Con quello sguardo di chi aspetta sempre che cambi qualcosa, ma sa che non succederà.
Con lo sguardo di chi spera ancora, eppure sa che non cambierà nulla.
"Piuttosto io ho fame, ordiniamo la pizza?"
Annuii.

"Ti accompagno a casa, non piove più tanto"
"Grazie Luke"
Saltammo sulla sua moto, e partimmo. Arrivammo velocemente da me, e lo salutai baciandogli una guancia.
"Grazie Luke"
"Grazie Grace"
E ci sorridemmo, abbracciandoci nuovamente. Non volevamo lasciarci andare.
"Ci vediamo domani a scuola"
"A domani!" Urlai.
Appena andò via corsi in camera, scansando Abby e gli altri, e gridai dalla gioia. Maledizione, non dovevo innamorarmi di nuovo. Risi, e decisi di chiamare Brooklyn.

 

 

AYEEE.
Scusate gli errori di battitura.
Scusate il ritardo.
Scusate questo schifo.
Scusate se non si sono baciati.
Scusate.
Capitolo totalmente Guke (?), spero che vi sia piaciuto. :c
Lasciatemi una recensione. Plz. :(
Comunque cercherò di essere più costante negli aggiornamenti, ve lo giuro.
Ps: su instagram sono @sxblime_ se seguite ricambio c: ✨✌️

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Capitolo 10
*** 10. cafune ***


10.Cafune

 

 

«E il modo in cui arriccia il naso quando ride, e la scintilla che noto nei suoi occhi quando incontrano i miei, e il suo modo di prendermi delicatamente per la vita e avvicinarmi a lui...Grace mi piace così tanto e non so che fare» esclamò Brook sbattendo con la schiena contro il suo armadietto con espressione sognante.
Risi. Non avevo mai visto Brook così presa da un ragazzo, in genere era sempre stata un tipo da una botta e via.
«Ho paura che prima o poi lui possa stancarsi di me»
«State assieme adesso?»
«Si! No...non lo so!» si passò una mano tra i capelli neri.
«Hey Brook calmati. Calum è un bravo ragazzo. Vedrai che andrà tutto bene»
Sorrise e si avviò nella classe di storia per l'ultima ora, mentre io andai in quella di fisica.
Odiavo fisica, non capivo mai nulla anche per colpa dell'insegnante che non sapeva spiegare bene.

Bussai e Ashton mi aprì accennando un sorriso la porta di casa sua. Lo abbracciai solo con il braccio sinistro stringendo i cartoni della pizza nell'altro.
«Almeno una cosa da tuo padre l'hai ereditata: sai scegliere ragazze gnocche» mi girai e vidi un uomo sulla quarantina, identico ad Ashton con una birra in mano.
«Io non sarò mai come te, Grace è la mia migliore amica, non dire mai più una cosa del genere» urlò Ashton arrabbiato.
«Buonasera signor Irwin»
Non disse nulla, mosse solo la sua bottiglia come per accennare un saluto. Ashton mi tirò in camera sua, restando a fissare per una manciata di secondi il vuoto.
Mi gettai addosso a lui abbracciandolo fortemente mentre lui mormorò «mi dispiace. Lo odio. Stasera andrà via. Era solo curioso di vedere che fine avessi fatto. Ora capisco perché mamma quando mi guardava piangeva sempre. Sono la copia sputata di quel mostro, porca puttana!» mise la testa tra le mani e io gliela presi e la posai sulla mia spalla sinistra.
«Ashy no non è vero» tirò si con il naso «magari gli assomiglierai ma dentro sei fantastico, sei la persona più dolce e divertente che io conosca»
«ho paura di diventare come lui Grace. Non voglio usare le donne»
«e non lo farai Ashton. Fidati. Diventerai una persona fantastica, ancora meglio di quanto tu non lo sia già» sorrise.
«Non so davvero cosa farei se non avessi te e i ragazzi nella mia vita, mi siete stati tutti così vicini soprattutto tu e Luke. E a proposito di tu e Luke» disse guardandomi maliziosamente «state assieme?»
«Sai Luke ieri mi ha chiesto la stessa cosa riguardo a me e a te» ridacchiai
«Sappi che farò di tutto per farvi mettere assieme» decretò Ashton
prendendo un pezzo di pizza «soprattutto dopo che Luke mi ha detto che gli piaci» disse.
Lo fissai mentre continuava a mangiare la pizza, e mi fissò, poi si tappò la bocca con la mano sinistra.
«Cazzo non avrei dovuto dirtelo»
«Purtroppo l'hai fatto»
Mi avvicinai ad Ashton abbracciandolo e lui iniziò a farmi il solletico
«Già vi ci vedo assieme camminare mano nella mano e poi a baciarvi, e poi vi metterete assieme e sarete così carini e se io e Michael troveremo una ragazza potremmo fare un appuntamento quadruplo assieme a voi e Calum e Brook e... Grace» si fermò quando vide le lacrime solcarmi il viso.
« Hey Gracy che succede?»
«Mi dispiace Ash. Mi dispiace così tanto» mi asciugai il viso con il dorso della mano « ero venuta qui per consolare te e alla fine sono scoppiata io»
Mi tirò a se baciandomi la fronte e passò le dita tra i miei capelli mori, scompigliandoli leggermente.
«Cafuné: l'atto di passare gentilmente le dita tra i capelli di qualcuno» dissi e scosse il capo ridendo.
« Perché piangevi Grace?»
« Perché sono fottutamente spaventata dall'idea di fidanzarmi con Luke. Non ce la farei a sopportare un'altra delusione» mi fissò con sguardo interrogativo e iniziai a raccontargli tutto.

AYEEE.
Era un sacco di tempo che non aggiornavo e mi dispiace; blocco dello scrittore. Però sorpresa... DOPPIO AGGIORNAMENTO YOO.
recenite, ho avuto problemi con l editor, sorry  💙

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Capitolo 11
*** 11. Liefdesverdriet ***


Liefdesverdriet: la tristezza, la depressione o il dolore che qualcuno prova riguardo ad un amore non corrisposto o concluso» iniziai «è questo che provo quando penso a lui.
Ci siamo conosciuti a scuola, gli passai alcune risposte nel compito di lettere e lui per ringraziarmi mi offrì una pizza quella sera. Iniziammo a uscire sempre più spesso assieme e stavo bene con Drew. Non sono mai stata il tipo di persona che si apre in fretta ma lui era così rassicurante con quel suo sorriso sicuro che mostrava sfacciatamente a tutti. Ricordo che la prima volta che mi baciò eravamo in un lunapark e che lui mi disse una stronzata del tipo e se avessi nove vite come un gatto vorrei passarle tutte con te» Ashton rise «non era mai stato il tipo dolce, e io non ero mai stata la ragazza che riceveva tutte queste frasi tenere, quindi nessuno di noi due fece caso all'assurdità della frase, ci baciammo e basta. Eravamo una di quelle coppiette strane, dove se lui ruttava per sbaglio io ruttavo con lui; oppure se mi scappava una scoreggia iniziavamo una gara per vedere chi le faceva meglio; se lui era triste andavo da lui e gli facevo il solletico per consolarlo; e quando giocavamo ai videogame lui si arrabbiava sempre perché perdeva ma sapevo che sotto sotto lui mi lasciava vincere perché diceva che vedermi sorridere era meglio dell'alba, del tramonto e perfino del mare. Eravamo decisamente una coppia fuori dal comune, facevamo piuttosto schifo. Ridevamo sempre, penso che quello sia stato il periodo più felice della mia vita, e nonostante io non avessi ancora metabolizzato del tutto la decisione dei miei genitori di lasciarmi a cinque anni da Jamie, lui mi faceva stare bene. E fui così contenta di non avere i genitori in quei momenti. Ma come tutte le cose belle, anche quella finì. Avevamo quindici anni quando ci mettemmo assieme, diciassette quando ci lasciammo. Lo trovai a leccare la faccia di Nicole Yolew. Mi ricordo che fece male. Fece così male vederlo mentre la baciava e mentre sorrideva con le labbra appoggiate alle sue. Sentii tutti gli organi del mio corpo smettere di funzionare, il mio stomaco si stava accartocciando su se stesso, avevo voglia di vomitare.
Mi sentivo come se stessi bruciando viva, i miei occhi si riempirono di lacrime ma non uscì nulla. Credo che questo fu il segno della mia debolezza, non avevo nemmeno la forza di piangere. Penso che però la parte peggiore fu che non mi arrabbiai. No. Mi incolpai. Metabolizzai la cosa in meno di pochi minuti, e pensai che era colpa mia e che se magari fossi stata un po' più carina, un po' più femminile, un po' più dolce, forse lui non mi avrebbe tradita. Andai via in silenzio, non dissi mai a Drew di averlo visto con Nicole. Quello stesso giorno andai a casa sua, la sera, e lo abbracciai. Lo strinsi a me, mentre fissavo la carta da parati bianca a fiori azzurri di casa sua. Inspirai a fondo il suo odore nel tentativo di ricordarlo dopo che l'avrei lasciato, era una delle cose che mi piaceva di più di lui il suo odore; ma mi sentii morire quando riconobbi la fragranza di un profumo alla vaniglia assieme al suo. Lo guardai a lungo negli occhi e lui mi chiese se andava tutto bene, e io dissi "si Drew". Mi baciò e fu un bacio lento, come se avesse capito e mi stesse dicendo addio. Non si permise di far entrare la sua lingua nella mia bocca ma si concesse di mordermi il labbro delicatamente prima di staccarsi, poi quasi meccanicamente io gli dissi che mi dispiaceva e che mi scusavo di tutto, e andai via.
Fa male. Fa male ogni volta che lo vedo per il corridoio e ci guardiamo, e io abbasso lo sguardo e lui prima mi guarda confuso e poi va da Nicole. Probabilmente ha fatto male anche a lui, non avrà capito subito. Si sarà chiesto perché sono scappata via così ma adesso ha Nicole e mi va bene così. Stanno ancora assieme sai? Sono davvero bellissimi. Sono così contenta di averlo lasciato andare Ashton. Ma non sono pronta a soffrire di nuovo, perché inevitabilmente Luke si stancherà di me»
Ashton durante tutto il mio racconto mi teneva tra le sue gambe e le sue mani enormi continuavano a correre tra i miei capelli.
«Io posso assicurarti che Luke non lo farà. Anche lui ha avuto una grande delusione e sa come ci si sente, è troppo buono per ferire le persone; ma nel caso lo facesse ti giuro solennemente che lo ferirò io»
«Non ti ringrazierò mai abbastanza Ashton»
«Invece so come puoi fare» si toccò il collo imbarazzato «nella tua classe di fisica c'è quella ragazza, Dakota. Non è che potresti uhm chiederle il numero?»
Risi e glielo diedi in quel momento, Dakota non era certo Brooklyn ma avevo buoni rapporti con lei.
«Però non mi spiego una cosa, in quale corso di fisica è ora? Io la vidi nel corso del professor Hasting e ora in quello della professoressa Montgomery»
«Ashton ma Dakota ha una gemella identica» spiegai ridendo « si chiama Lila*»
«Infatti non riuscivo a capire come potesse indossare una cosa e poi un'altra, mi sembrava strano cambiare vestiti a scuola» iniziammo a ridere.
In quel momento mi squillò il telefono e ricevetti un messaggio da Brooklyn, lo aprii e lo lessi con Ashton.
"Calum mi ha portata al parco e mi ha chiesto se volevamo ufficializzare le cose: adesso siamo una coppia! Sono così fottutamente felice„

E io e Ashton sorridemmo all'unisono compiaciuti.

AYEEE.
Spero che vi sia piaciuto, avevo una domanda: pensate sia troppo presto concludere la storia tra 1/2 capitoli?
Recensite, continuo a 2 recensioni 💙
*tanto per inciso Lila va letto "Laila" 💁💙

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Capitolo 12
*** 12.口が寂しい (kuchi sa gabishi) ***


12.口が寂しい (kuchi sa gabishi)

Camminavo a braccetto con Ashton nel corridoio della scuola quando il mio occhio cadde sul l'alta figura di Luke che dialogava animatamente con Victoria.

Io e Ashton ci fissammo sconvolti e ci avvicinammo abbastanza per sentire, ma tutti quello che udimmo fu la risata di Victoria coperta dai leggeri singhiozzi di Luke che si dirigeva con il viso coperto verso i bagni maschili.

«Io vado da lui» disse Ashton e io annuii mentre mi diressi furiosamente verso Victoria.

«Che cosa gli hai fatto?»

«Niente» sorrise «gli ho solo ricordato che senza di me non è nessuno»

«Non è vero Victoria. Tu ti sento una leader perché hai milioni di persone a scuola risposte a seguirti. Penso che ti chieda spesso se il branco possa esistere senza un leader; beh io ti dico, d'ora in poi chiediti se un leader può esistere senza un branco»

«Questa conversazione è ridicola» sbottò battendo un piede per terra.

«Qua l'unica cosa ridicola sei tu, parlare con te è come fare un passo avanti e due indietro; ora se non ti dispiace fanne uno di lato e togliti dal cazzo»

Victoria si scostò, incapace di dire altro, mentre io le passai accanto per la prima volta in vita mia a testa alta.

Mentre camminavo verso il mio armadietto scorsi una testa colorata, questa volta biondo platino, e mi diressi da Michael.

«Grace, che è successo tra te e Victoria adesso? Giuro che se ti ha detto qualcosa le fico il cazzo in culo e glielo faccio uscire dalla bocca» sputò rabbioso.

«Hey Mikey calmati» gli diedi la mano e ci incamminammo verso il mio armadietto spiegandogli del discorso appena avuto con la bionda (ovviamente tinta).

Michael portava degli skinny jeans neri, stranamente non strappati e una maglietta di Ozzy Osbourne nera e rossa.

«Stai davvero bene biondo» mi complimentai e sorrise imbarazzato.

«Grace io ho un problema e ho bisogno di parlare con qualcuno, posso sfogarmi con te? Non qui però. Che hai adesso?»

«Fisica, salto con piacere quest'ora, andiamo nella biblioteca scolastica?» e Michael annuì.

Quando la campanella suonò ci avviammo a passo svelto in biblioteca e ci sedemmo nella sezione dedicata ai gialli.

«È una cosa così strana e complicata da spiegare» iniziò imbarazzato guardando per terra. Era seduto alla mia sinistra su una delle tante sedie rovinate della biblioteca. Si girò verso di me e io feci lo stesso spronandolo a parlare. Michael mi guardò con i suoi grandi occhi verdi. Erano un verde particolare, quel verde che era quasi trasparente e sfociava nell'azzurro chiaro; erano così belli gli occhi di Michael che si guardò ulteriormente attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno.

«Io credo di essere asessuale» sputò tutto d'un colpo «io non so perché ma non provo niente. Né con le ragazze né tanto meno con i ragazzi, ho bisogno di affetto a volte, sono umano anche io ma non di amore. Non ora. Non sento nemmeno il bisogno di fare sesso o di segarmi» si prese la testa fra le mani «perché non posso essere normale? Ho paura di dirlo ai ragazzi» mi alzai e mi avvicinai a lui abbracciandolo forte.

«E tu avevi paura di questo? Mikey non è niente. Chi stabilisce cosa è la normalità? È tutto okay, magari è solo una fase, chi può dirlo. E anche se non fosse? Che male c'è a non voler stare con qualcuno, e a non provare attrazione fisica?» gli accarezzai la schiena «sei fantastico già così come sei» e sorrise.

«Grazie Gracy. Oggi pomeriggio vuoi venire a vedere le prove della band? Sono a casa mia e di Calum» lo fissai confusa «io e Calum vivevamo entrambi fuori città così abbiamo affittato assieme un appartamento più in centro» spiegò sorridente.

«Va bene Mikey, ci vediamo oggi»

1 nuovo messaggio da: Brook 💁💕

Dove cazzo sei?

A: Brook 💁💕

Sono fuori la classe esci

Pochi secondi dopo Brooklyn uscì dalla porta dell'aula di fisica, indossando dei jeans strappati e una maglietta stranamente familiare.

«È la maglietta di Calum quella?» domandai maliziosamente.

«Forse» rise «che è successo?»

«Luke ha litigato con Victoria così sono andata da lei e l'ho mandata a quel paese e poi Michael doveva dirmi una cosa importante»

«Cosa? Voglio saperlo»

«è asessuale ma i ragazzi non lo sanno. Se lo dici a Calum ti uccido. A proposito di Calum come va?» alzai un sopracciglio.

«Va benissimo» Brooklyn sbadigliò e si stiracchiò alzando le braccia al cielo e facendo alzare la sua maglietta che le lasciò scoperta un po' di pancia. Abbastanza da farmi notare, anche grazie ai jeans bassi, che Brooklyn stava portando delle mutande Calvin Klein.

«Perché hai dei boxer addosso?» la tirai verso di me, poi le mi fissò e io capii «perché non me l'hai detto! Oddio non ci posso credere, non sei più vergine. Come è stato?»

«Bellissimo» rise.

La abbracciai fortemente e la vidi tornare in classe mentre io andai a prendere i libri per lettere.

Al suonare della campanella mi misi al mio solito banco e attesi con impazienza Luke, che si fece vedere pochi minuti dopo. La classe iniziò a riempirsi mentre Mrs. Gerald non c'era ancora.

Si sedette e gli picchiettai una spalla facendolo girare.

«Che ti ha detto?» chiesi. Luke mi fissò con gli occhi ancora lucidi, e mi si spezzò il cuore. Perché ci vuole davvero tanto coraggio a essere innamorati di una persona che non ricambia e io ne sapevo qualcosa.

«Stamattina quando sono arrivato volevo semplicemente dirle che era finita di persona, perché non mi sembrava corretto lasciarla per telefono. Ma io sono stupido, sono troppo buono, la mia bontà è la mia peggiore debolezza, non mi arrabbio mai, tutti si approfittano di me. Appena sono arrivato da lei Victoria mi ha elencato tutti i miei difetti, e mi ha detto che io senza di lei non sono niente, che non valgo niente e che se fossi stato diverso non mi avrebbe tradito così. E so che non è così, perché io ormai l'ho dimenticata. Non sto piangendo per lei, sto piangendo per me. Perché anche se so che non è vero mi sento come se fosse tutta colpa mia»

L'orologio ticchettava scandendo l'andare del tempo, erano passati venti minuti, milleduecento secondi dove Mrs. Gerald non si era ancora presentata in classe e Luke mi aveva detto quanto stesse male per la ragazza peggiore del mondo.

«Io sono un'idiota Grace. A me adesso piace un'altra ragazza, e sono terrorizzato dall'Idea di confessarglielo. Non voglio perderla» disse «ma non la conosci» aggiunse.

«diglielo Lukey, diglielo» gli sorrisi.

Gli accarezzai la schiena, non potendo abbracciarlo in quanto eravamo ancora seduti nei nostri banchi.

«Che fai oggi?» chiese poi asciugandosi ulteriormente gli occhi.

«Michael mi ha invitata a vedere le prove» sorrisi «stasera mi fai vedere come canti allora» dissi dandogli un leggero pugno sulla spalla.

Luke accennò un piccolo sorriso. Il suo piercing si curvò verso sinistra mentre gli uscì una fossetta a destra, e le sue labbra fecero spazio ai suoi denti bianchissimi.

«Ci vediamo li allora»

«Praticamente Luke ha scritto una nuova canzone quindi ve la facciamo sentire» disse Ashton «è per una ragazza» e lo guardò mentre Luke lo fulminò con lo sguardo mentre io e Brooklyn (ovviamente era venuta anche lei) ridacchiammo.

La canzone iniziò e un dolce ritmo si diffuse nell'aria assieme alla voce di Luke che era maledettamente stupenda.

“She's gotta a rose tattoo but she keeps it covered, I play guitar but she's into drummers„

«Sta ovviamente parlando di te» bisbigliò Brook tirandomi una ciocca di capelli mori.

Non risposi ma le diedi ragione, ero davvero io la ragazza della canzone. Io? Stentavo a crederci, anche se era ovvio che fossi io.

Quando i ragazzi finirono li applaudimmo e Michael prese il microfono.

Luke scese e venne verso di me con ancora la chitarra al collo, e mi disse che doveva parlarmi.

«Ragazzi io ho bisogno di dirvi una cosa, Luke vai pure con Grace te la dico dopo» e Luke fece un cenno con il capo afferrando saldamente la mia mano. Uscì fuori dalla finestra salendo una scala e lo seguii fino ad arrivare sul tetto, dove mi sedetti accanto a lui.

Prese le sigarette e inizio a fumare, mentre fissava le mie mani.

«Hai fatto un altro tatuaggio?» mi chiese sorpreso, osservando la scritta giapponese che copriva il mio pollice.

«Oh no, è inchiostro, mi annoiavo» ridacchiai.

«Che significa?»

«口が寂しい (kuchi sa gabishi): parola giapponese che significa letteralmente “le mie labbra sono sole." Descrive l'atto di bere, fumare e mangiare quando non se me ha effettivamente bisogno»

Luke gettò il mozzicone di sigaretta giù e si avvicinò a me unendo le nostre labbra.

Mi afferrò il viso con la mano sinistra e continuò ad accarezzarlo mentre la sua bocca cercava la mia, mi stesi per terra e Luke era su di me che continuava a baciarmi senza smettere di sorridere. Gli misi le mani tra i capelli e quando glieli tirai un po' Luke sospirò profondamente. Gli morsi il labbro inferiore e pensai che era perfetto il contrasto tra la morbidezza delle sue labbra rosee e tra la durezza del piercing nero.

Luke si staccò ma prima si separarsi del tutto mi diede un piccolissimo bacio a stampo sulle labbra e sorrisi.

«Si sentono ancora sole le tue labbra?» chiese.

«Penso che non lo saranno per tanto tempo se continui a baciarmi così» e Luke sorrise «era bellissima quella canzone Lukey, grazie» mi prese e mi abbracciò facendomi sentire minuscola tra le sue braccia.

«Mi fai stare così bene Gracy. Stamattina ero così triste e arrabbiato, ho voluto baciarti dal momento in cui ti portai su quel grattacielo e venne a piovere» ci alzammo assieme e ci avvicinammo al cornicione ammirando le stelle che illuminavano fiocamente il cielo nero.

«Mi sono innamorato di te parola dopo parola, mi sei sempre stata così vicina, persino quando mi rimisi con quella puttana, ma adesso sei mia; vero?»

Lo abbracciai fortemente nascondendo il capo nel suo petto e mi baciò la fronte.

«Si Luke» risposi e lo fissai. Osservai attentamente il suo profilo intento a guardare il cielo.

Lo osservai a partire dai capelli biondi, che adesso aveva tagliato e gli ricadevano leggermente a ciuffo verso destra.

I suoi occhi blu con quelle piccole venature azzurro chiaro, il profilo perfetto del suo naso, le labbra sottili che lasciavano intravedere i denti bianchissimi ad ogni sorriso, con la comparsa di una piccola fossetta a sinistra. Le sue spalle così larghe e il suo torace tonico, per non parlare delle gambe lunghe e magre, ma allo stesso tempo muscolose. Tutto in Luke era perfetto.

«Ho sempre amato le stelle, non so perché. Una delle cose che preferisco è che la loro luce è così forte che viaggia nello spazio e giunge da noi anche se la stella è già morta» iniziò

«E come fai a capire quali sono morte e quali sono ancora in attività?» chiesi curiosa.

«Non puoi» sorrise più a se stesso che a me «scusa ogni tanto ho questi momenti...»

«No, non scusarti. È bello» e mi baciò di nuovo.

Le mie labbra sarebbero decisamente state meno sole con Luke al mio fianco.

AYEEE.

-9, voglio morire. Questa estate è passata troppo in fretta, ma che cazzo. A me sembra che ieri sia finita la scuola, dio mio.

Comunque facciamo tutti una standing ovation per Luke e Grace che si sono finalmente baciati, come si dice qua assafaadio. Scusatemi il momento di pura cafonaggine.

E Ashton boh, piccolo, è ancora traumatizzato dal fatto che la ragazza che gli piace ha una gemella; Michael è asessuale omg. Ammettetelo pensavate che fosse gay, ditemelo (ditemelo, non uccidete i miei sogni :c) e quindi povero non vuole la vagy e nemmeno il pene, è gelatosessuale Michael.

Calum e Brooklyn sono ritornati yee anche se a quanto pare Calum é diventato muto, non parla mai, povero. I Balum (Dio qualcuno trovi un nome decente per sta ship pls) hanno pure scopato e Brooklyn è povera e ruba i vestiti di Calum, e pure le mutande. Non si fa.

Sto delirando ma sono le 00.49 mentre sto scrivendo lo spazio autrice rido. Ora vi racconto una cosa divertente che mi è successa ieri sera. Era l'una di notte ma non avevo sonno così ho iniziato a leggere una fanfiction (Fall- fivesaucewhoops, è un inglese ma è stupenda provate a leggerla, seriamente) e avevo intenzione di arrivare almeno al 5º capitolo. Alla fine sono arrivata al 10º e credevo che fossero le due e invece non so come erano le quattro e mezza e io ero tipo ma che cazzo come è possibile come è successo.

Mi sto dilungando troppo, sorry.

All'80% il prossimo capitolo sarà l'epilogo, così la smetto di rompervi siete contente?

Se vi è piaciuta la storia recensite,continuo a 2 recensioni.

Love ya all guyzzz,

Sara.

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Capitolo 13
*** 13.生き甲斐 (ikigai) [Epilogue] ***


13.生き甲斐 (ikigai) [Epilogue]

 

 Leopardi aveva ragione a dire che la felicità è solo un intervallo tra un male e l'altro. Perché per una sola volta nella vita non può andare tutto bene?
Io e Luke eravamo rimasti li su quel tetto fino alle nove e mezza, e poi mi aveva accompagnata a casa, lasciandomi alla soglia. Mi lasciò li, dopo avermi baciato dolcemente e rimise il casco andando via.
Aprii la porta con un sorriso da ebete sul viso, era davvero tanto tempo che non stavo così bene; e poi successe tutto.
Tutto così velocemente che non riesco ancora a realizzarlo.
Jamie seduta su una delle tante sedie nella cucina che mi tira a se e inizia a parlarmi. Sono sempre stata un'amante delle parole ma ho sempre odiato i discorsi tirati alla lunga, pieni di accenni inutili; perché per quanto tu possa addolcirle le parole il significato non cambia, e fa sempre male.
«Grace, tesoro, tu tra due giorni farai diociott'anni e io non posso più tenerti qui con me, devi andare via»
Fantastico. Cosa avrei fatto? Ora ero nella mia stanza incapace di pensare ad una soluzione, cercando in tutti i modi di non piangere perché io non piangevo mai. No, le ragazze grandi non piangono.
No, le ragazze grandi alzano il culo e reagiscono. Mi alzai e respirai rumorosamente iniziando ad impacchettare tutte le mie cose. Mancavano solo due giorni per il mio compleanno ed era terribile sapere che avrei dovuto lasciare quella casa, dove ero cresciuta, proprio il giorno del mio compleanno. Presi il cellulare.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno.
Ashton? No, gli avevo già causato troppi problemi, e aveva i suoi ai quali pensieri.
Luke? No, mi aveva appena portata a casa, e non potevo dirgli una cosa del genere. Almeno non per telefono.
Brooklyn? Brooklyn. Si. Chiamai, sedendomi sul letto battendo freneticamente le unghie contro la parete innervosendomi sempre di più ad ogni bip che non si trasformava in un pronto.
Niente, non rispondeva. Decisi di lasciar perdere, avrei parlato con loro a scuola; per il momento volevo solo dormire e pensare a Luke.

«Brook» dissi tenendo in mano i libri. Brooklyn cercava i suoi nell'armadietto, mentre faceva ondeggiare la sua altissima cosa di cavallo nera.
«Cosa hai Grace? Ti sento triste già dalla voce» rispose, e le spiegai tutto. Rimase li, immobile, poi mi prese e mi strinse a se, sussurrandomi «troveremo una soluzione»
«Troveremo una soluzione a cosa?» chiese Luke curiosamente poggiandosi all'armadietto. Ma da dove spuntava?
«Uhm io vado da Calum» aggiunse Brooklyn (complimenti, lasciami da sola.)
Mi gettai tra le braccia di Luke, quasi in lacrime. Luke mi strinse a se, tenendomi per la vita, poi mi prese il mento e lo alzò con il suo indice, accarezzandomi dolcemente il viso.
«Gracy lo sai che puoi dirmi tutto»
«Andiamo via, andiamo su quei palazzi, dopo scuola» e Luke annuì lasciandomi, poi, un piccolo bacio sulle labbra.
Mi diressi verso la classe di storia con il libro sottobraccio ma in quel momento il peso dei miei pensieri superava quello di "Contesti di storia", un mattone di precisamente 1197 pagine, delle quali avevo imparato svogliatamente le informazioni principali.

Luke si sedette con la schiena contro il muro, facendomi spazio tra le sue gambe. Indossava degli skinny jeans neri con un taglio sul ginocchio destro, e la maglietta dei Nirvana. La sua pancia era contro la mia schiena, sentivo il suo respiro nell'incavo del mio collo; pochi secondi dopo mi accarezzò con il naso la pelle del viso e mi lasciò dei baci umidi che andavano dalla mia mascella alla mia clavicola.
Gli tenevo strette le mani, e mi girai fissandolo, osservando attentamente i suoi occhi.
Erano di un colore particolare; l'esterno dell'iride era blu intenso che man mano si schiariva fino a sfociare nell'azzurro con qualche piccola sfumatura di turchese.
«Grace allora? Mi uccide vederti così triste. Anche se sorridi, i tuoi occhi caramello sono più scuri, e più tristi. Che è successo?» continuò ad accarezzarmi.
«Luke sto nella casa famiglia di Jamie da quando avevo sei anni più o meno, e a diciott'anni le case famiglia vanno lasciate. Tra due giorni faccio diciott'anni e non so che fare, in genere i ragazzi vengono adottati ma ovviamente le famiglie vogliono i bambini più piccoli, non me che ero già cresciuta. E ora non so che fare, né dove andare. Se non trovo qualche posto verranno i servizi sociali, e non voglio che mi sbattano da qualche altra parte.»
Faceva freddo su quel palazzo abbandonato, il vento soffiava forte e ti penetrava nelle ossa facendole congelare.
Luke non disse nulla. Aprì le sue braccia, e mi infilai tra di esse. Non poteva essere quella la mia casa?
Mi prese il viso e lo avvicinò lentamente a se, le nostre mani tremavano così come i nostri respiri. Sentivo il mio cuore pompare il sangue più velocemente del normale, non appena sfiorai il suo labbro con la mia bocca mi strinsi ancora di più a lui che mise la mano sinistra sulla mia testa, annullando la distanza che ci separava. Le sua labbra si muovevano lentamente sulle mie, e mi morsero il labbro; Luke schiuse la bocca e feci entrare la mia lingua, sentivo la sua contro la mia che premeva per controllarmi, ma resistetti. Le mie mani si spinsero attorno al suo collo, poi spostai la destra attorno al suo capo e la sinistra la lasciai sul suo viso continuando ad accarezzarlo dolcemente. Ci staccammo per prendere fiato e dopo nemmeno un millesimo di secondo eravamo di nuovo a cercarci. Il bacio era più disperato, non era proprio un bacio, era come potersi dissertare dopo tanto tempo. Luke mi stava baciando come se le mie labbra fossero aria e non potesse respirare.
«non so cosa farei senza di te» mi fece staccare allontanandomi piano con le mani «ti giuro che troverò una soluzione. Lo giuro. Quando è il tuo compleanno?»
«tra due giorni»
«ce la farò»

Eppure due giorni erano passati. Oggi era il mio compleanno, era sabato mattina. I raggi di sole non penetravano le nuvole grigie che coprivano il cielo azzurro, avrebbe piovuto a breve.
Mi guardai allo specchio, cercando di vestirmi più carina del solito.
Gli scatoloni erano pronti, pronti per essere messi chi sa dove, chi sa. Magari erano destinati a restare sigillati, e a non essere mai più aperti.
Indossai un jeans a vita bassa largo e strappato, azzurro chiaro e lo abbinai a delle converse nere e ad un maglione nero aderente, che mi lasciava le clavicole scoperte. Decisi di lasciare i capelli marroni sciolti, legandoli solo ai lati per evitare che mi cadessero sul viso.
Uscii, Ashton mi aveva chiamata e voleva che andassi da lui. Suo padre era ormai andato via, e era riuscito a contattare Dakota che con molto entusiasmo aveva perfino accettato il suo invito a cena l'altro giorno. Erano usciti assieme e poi si erano baciati; Ashton mi aveva chiamato pochi minuti dopo e la sua voce tremava ancora per l'emozione, era adorabile.
Bussai alla porta e mi aprì un Ashton Irwin in skinny jeans e maglietta dei Black Sabbath con una bandana nera.
«Auguri tesoro!»urlò Ashton abbracciandomi.
«Grazie Ash» cercai di godermi il momento. Almeno oggi sarebbe andato tutto bene.
Improvvisamente Dakota, Calum, Brooklyn, Michael, Lila e Luke si gettarono su di me abbracciandomi lasciandomi sorpresa.
«Ho la soluzione» urlò Luke e Michael e Calum sorrisero.
Calum si schiarì la voce, dopo aver rivolto un'ultima occhiata a Brooklyn, meravigliosa come sempre nel suo vestito bianco; parlò «Grace io e Michael siamo già maggiorenni, e poiché abbiamo una casa, abbiamo deciso di "adottarti", quindi starai da noi, fino a quando non vorrai andartene» concluse «sei felice?»
Saltai addosso a Calum e a Michael abbracciandoli, e urlando quanto fossi felice.
Restammo a festeggiare da Ashton fino alle cinque, poi Luke si avvicinò a me, dicendo che voleva stare un po' con me.
Saltai sulla sua moto, e mi strinsi a lui saldamente, fino a quando non arrivammo a casa sua.
Lo fissai con aria interrogativa, e lui scosse il capo senza dire una parola, baciandomi velocemente e facendomi entrare, conducendomi in camera sua.
«Non ti ho ancora dato il tuo regalo, quindi eccolo, però aspetta ad aprirlo» impugnò la chitarra iniziando a suonare una melodia mai sentita, probabilmente l'aveva scritta lui, e iniziai a scartare il regalo.
Nella scatola c'erano due libri, e poi un quaderno bianco.
Aprii il quaderno e lessi.
«Si, sappiamo che quella brava con le parole sei tu, io sono sempre stato più bravo con la matematica. E sarà proprio grazie a lei che ti spiegherò come mi sento quando sono con te.
Quando ci conoscemmo eravamo nella biblioteca, la prima volta che ti vidi, e tu eri li, così piccola nella tua maglia bianca, e tentavi di prendere un libro.
Incidenti. In quel momento pensai che eravamo due rette incidenti: sono due rette che si incontrano solo una volta nella vita, e credevo che sarebbe stato così. Magari ti avrei preso il libro e non ti avrei rivista mai più.
Poi ci rivedemmo. E diventammo amici, quasi migliori amici.
Parallele. Pensai che eravamo rette parallele, destinate a corrersi accanto come i binari del treno, sempre ostinatamente vicini ma mai abbastanza per incontrarsi.
Ora cosa siamo Gracy? Vorrei saperlo anche io.
L'amore è un 11. Sì, un undici. Due unità che si accostano e lo fanno così bene da moltiplicare il loro valore, senza perdere la loro identità nella somma. Un 11, che oltretutto è un numero primo: nessun altro numero può dividerlo, ad eccezione di se stesso e dell'unità, una di quelle due unità che lo compongono.
Gracy, io so per certo che per me tu sei il mio uno, e voglio essere l'altro; so che sono inesorabilmente, maledettamente e inevitabilmente innamorato di te, spero che lo sia anche tu.
Non mi aspetto di essere l'uomo che porterai all'altare, voglio solo essere l'uomo al quale ripenserai ogni tanto, nonostante tutto, e magari ti chiederai come sarebbe stato se avessi vissuto con me piuttosto che con un altro.
Il tuo uno,
per sempre,
Lukey
Le ragazze grandi piangono. Le lacrime iniziarono a scendere sulle mie gote e Luke, che nel frattempo aveva posato la chitarra e si era seduto accanto a me, me le asciugava con il suo pollice.
«Luke» iniziai ma mi zittì con un bacio lento. Fece correre la mano sui miei fianchi, provocandomi piccoli brividi.
Pochi secondi dopo tutti i nostri vestiti erano sul pavimento.

«Pensavo fossi vergine» disse Luke porgendomi la sua maglia solo essersi infilato i boxer «rivestiti piccola»
Era strano come alla parola piccola, mi venisse ancora la pelle d'oca.
«Quale è la tua parola preferita Grace?» chiese sedendosi di fronte a me incrociando le gambe. Indossava solo i boxer neri e riuscire a pensare alla mia parola preferita con Luke senza maglietta di fronte a me era davvero complicato.
«Ci sono un sacco di parole che mi piacciono. Ad esempio la parola greca meráki μεράκι: l'essenza di te stesso che metti nel lavoro o in qualcosa che ami; oppure 木漏れ日 (komorebi): la luce del sole che filtra tra le foglie» Luke sorrise e si avvicinò a me, e mi gettai su di lui abbracciandolo fortemente «però c'è un'altra parola giapponese che amo.
生き甲斐 (ikigai) : che indica una ragione per cui vivere o un motivo per il quale esistere.
Luke io penso che tu sia il mio ikigai» dissi guardandolo negli occhi. E vidi il suo occhio destro arrossarsi, riempendosi di lacrime e sembrava quasi che l'oceano della sua iride stesse per uscire.
Si avvicinò a me lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte, intrecciando le sue mani alle mie.
Il sole intanto tramontava definitivamente ma per noi due era solo l'alba di un nuovo capitolo della nostra vita.



AYEEE.
Omg, è finita. Piango.
I Lace (pure sta ship fa schifo, vbb) resteranno una delle mie coppie preferite. Ho amato scrivere questa fanfiction, ci ho messo l'anima e spero sia piaciuta anche a voi.
Se questo capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina o commentate.
Grazie a tutti quelli che hanno seguito questa storia, che l'hanno apprezzata votandola o in silenzio.
Grazie
Sara.
Ps: Vi andrebbe se facessi uno di quei capitoli dove i protagonisti rispondono alle domande?
Voi lasciate le domande nei commenti perché qualche personaggio della storia e lui vi risponderà. Fatemi sapere 💙
Pps: se siete belieber o vi annoiate leggere la mia fanfiction "Tattoo shop", o le altre che sono sul mio profilo LALALA.
Ppps: vi amo, addio.

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