And i'll be there forever and a day

di Arya_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 5 anni dopo ***
Capitolo 3: *** Imbarazzi e gelosia ***
Capitolo 4: *** In un modo o nell'altro ***
Capitolo 5: *** Orgoglio ***
Capitolo 6: *** Mine ***
Capitolo 7: *** Felicemente insieme ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Victoire Weasley era agitata.
Anzi, ‘agitata’ era un eufemismo.
Erano arrivati in ritardo a King’s Cross e lei era riuscita a salire sul treno al volo, salutando rapidamente il padre, e adesso vagava lungo il corridoio alla ricerca di uno scompartimento vuoto o di almeno una faccia conosciuta.
D’un tratto un gruppo di ragazzi, correndo lungo il corridoio, la scontrarono facendola finire a terra e facendole prendere una testata contro la parete del vagone.
-Ehi!- esclamò lei massaggiandosi la testa.
-Scu…Weasley no? La figlia del lupo mannaro- disse un ragazzo con faccia schifata voltandosi e guardandola ancora seduta a terra.
-Mio padre non è un lupo mannaro- ribbatté lei. 
-Ma il mio si- s’intromise Teddy, appena arrivato, facendosi crescere i canini e, continuando a fissare il ragazzo, porse una mano a Victoire -Vogliamo vedere se riesco a trasmetterti il gene? Magari sono portatore sano, chi lo sa?-
Senza dire una parola il ragazzo se ne andò, un po’ incerto sulle gambe, mentre Victoire si rimetteva in piedi.
-Ciao Vicky, tutto ok?- le chiese facendo tornare i canini ad una dimensione normale.
-Teddy! Ciao, e grazie! Mi fa un po’ male la testa ma tutto ok, tu?- rispose lei dopo averlo abbracciato.
-Si si, ma cosa ci facevi in corridoio?-
-Stavo cercando un posto dove sedermi! Mamma è ancora in Francia dalla nonna con Domi e Louis e papà non arriverebbe puntuale nemmeno al suo funerale-
-Vieni, nel mio scompartimento c’è ancora un posto per uno scricciolo come te- le rispose lui ridendo e prendendole la valigia pesante.
-Sai che prima, quando ti sei fatto crescere i denti, eri davvero spaventoso? Ci credo che quel ragazzo sia scappato-
-Un lupo mannaro con i capelli blu, spaventoso da morire- disse lui ridendo ed aprendo la porta di uno scompartimento a metà del treno ed entrando.
-Ragazzi date il benvenuto a Victoire Weasley, è il suo primo anno- disse Teddy ai suoi compagni che subito la salutarono e si presentarono. Mezzo secondo dopo lei aveva già scordato tutti i nomi, probabilmente uno di loro era qualcosa tipo Denny o Donny o Lenny…forse Johnny.
Victoire si sedette a fianco dell’amico, un po’ intimorita da tutti quei ragazzi più grandi.
Dopo un po’ di tempo si rilassò, i ragazzi erano simpatici e Teddy era un mago, letteralmente, a metterla a suo agio.
Purtroppo, man mano che il sole tramontava e il treno si avvicinava alla stazione di Hogsmeade, l’ansia tornò a farsi sentire.
-Che c’è Vic?- le chiese Teddy vedendo la ragazza preoccupata.
-Tra poco arriveremo, vero?-
-Si, sei preoccupata per lo smistamento?- continuò lui intuendo i timori di Victoire.
Lei annuì diventando di un brutto colorito pallido.
-Tranquilla Vicky, sarai sicuramente una grifondoro come me ma, anche se non dovesse essere così, chissene frega- rispose lui abbracciandola e schioccandole un bacio sulla guancia.
-Grazie Teddy- rispose lei leggermente rincuorata.
Una volta ad Hogsmeade Teddy e i suoi compagni si avviarono verso le carrozze mentre Vicky, insieme al resto dei primini, seguì il vecchio Hagrid fino ad un porticciolo a cui erano ancorate alcune barche.
Victoire salì su una barchetta pericolante insieme ad altri tre ragazzini che, esattamente come lei, rimasero a bocca aperta vedendo per la prima volta il castello di Hogwarts.
Una moltitudine di torri e torrette si stagliava contro il cielo trapuntato di stelle e le innumerevoli finestre si riflettevano sulla superficie del lago nero, increspato solo dall’avanzamento delle barche e da un tentacolo solitario poco distante.
In pochi minuti attraversarono il lago ed entrarono nel castello dove, ad attenderli, c’era il professor Paciock che le sorrise gentilmente.
-Benvenuti a tutti, io sono il professor Paciock, insegnante di Erbologia e direttore della Casa Grifondoro. Tra poco avrà inizio il banchetto di inizio anno ma prima di ciò ognuno di voi verrà smistato nei diversi dormitori. Questi sono Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.
Durante i sette anni in cui starete qui la Casa in cui verrete smistati sarà come la vostra famiglia: ogni trionfo vi farà vincere punti e ogni violazione delle regole ve ne farà perdere. Alla fine di ogni anno scolastico verrà assegnata alla Casa con più punti la prestigiosa Coppa delle Case.
Mi sembra di avervi detto tutto, ora seguitemi- disse girandosi e spalancando le porte per entrare in una Sala enorme, gremita di persone i cui occhi erano tutti puntati sui ragazzini che seguivano il professore.
Si fermarono davanti al tavolo dei professori, vicino ad uno sgabello con il famoso Cappello parlante appoggiatovi sopra.
Il professor Paciock cominciò a leggere l’elenco di tutti i nuovi studenti.
-Anderson Beverly-
La ragazza, bassina e con lunghi capelli biondi, salì incespicando sullo sgabello e pochi attimi dopo venne smistata in Tassorosso, dal secondo tavolo esplose un fragoroso applauso.
Neville continuò a chiamare i ragazzi in ordine alfabetico fino a quando non rimasero solo Victoire e un ragazzino dai capelli neri.
-Weasley Victoire- la chiamò il professore sorridendole incoraggiante.
La ragazza prese posto e subito le venne posato il cappello sui lunghi capelli biondo-rame.
-Finalmente un’altra Weasley!- sentì rimbombare dentro la sua testa -Mi sembra ieri dacché ho sbirciato nella mente di tuo padre e tu non sei affatto una delusione, non me la sento proprio di interrompere una tradizione! GRIFONDORO!- disse gridando all’intera sala solo l’ultima parola.
Un boato esplose dal tavolo rosso-oro, Teddy si alzò in piedi per applaudire e per mostrare a Vicky entrambi i pollici in alto.
-Congratulazioni Vicky- le sussurrò Neville togliendole il cappello prima che lei sfrecciasse al suo tavolo per sedersi vicino a Teddy il quale l’abbracciò forte.
Quando anche l’ultimo ragazzo, Elias Zimmerman, fu smistato a Corvonero e dopo il discorso d’inizio anno della McGranitt finalmente iniziò il banchetto.
-Bottino scarso quest’anno, eh Lupin? Solo due ragazze nuove, anche se la tua amica non è affatto male- disse un ragazzo più grande senza farsi sentire da Victoire che stava facendo la conoscenza di Alice, la sua unica compagna.
-Non ci pensare neanche Corner, non la devi neanche guardare- disse Teddy mentre i capelli, solitamente di un acceso azzurro, passavano ad un viola acceso tendente al rosso.
-Uhh è la tua ragazza?- chiese l’altro divertito.
-No, ma prova a guardarla soltanto e non vedrai più nient’altro-
Corner si mise a ridere ma Teddy era assolutamente serio. Lui e Victoire si conoscevano dalla nascita ed era stata la sua prima compagna di giochi. Si ricordava ancora la prima volta che l’aveva vista, anche se confusamente: lui aveva appena due anni quando, sporgendosi dal bordo della culla, vide un fagottino tutto rosa che sorrideva beata e sbatteva i grandi occhi azzurri. Da quel momento si era divertito a farsi vedere ogni volta con un colore di capelli diverso e sembrava che anche lei lo trovasse divertente. Tuttavia, da qualche anno, aveva deciso per un celeste scuro che lei gli aveva consigliato.
Erano sempre stati ottimi amici, Teddy considerava i Weasley-Potter una seconda famiglia, quasi una prima dato che l’unica famiglia che gli era rimasta era la nonna Andromeda.


NOTE:
Buongiorno fanciulle!
Ho iniziato a scrivere questa storia parecchi mesi or sono ma, vuoi per mancanza d'ispirazione, vuoi per mancanza di tempo, era stata accantonata.
L'ho ripresa qualche tempo fa e l'ho finita (motivo per cui gli aggiornamenti saranno regolari e frequenti, credo).
Essendo stata scritta in momenti diversi della mia vita credo che i primi capitoli siano in uno stile che non è più mio (o magari sono solo io che li sento diversi, si vedrà).
Sicuramente non è una storia che spicca per originalità ma avevo voglia di scriverla per cui l'ho fatto e ho deciso di proporvela nella speranza che vi piaccia!
Volevo dedicare questa storia a quattro persone. Anche se ognuna di loro meriterebbe una storia singola e sicuramente migliore di questa faranno meglio ad accontentarsi.
Prima di tutto a LilyMoonCorvonero che, nonostante la distanza, mi è sempre vicina.
Poi a Hayhey che mi ha dedicato la sua storia (stupenda, tra l'altro) nella speranza che riprenda velocemente possesso del suo moribondo telefono perchè già mi manca.
la piccola fenice Felpata che c'è e questo è sufficiente.
E infine a Silvia che, sebbene non leggerà mai queste righe, è stata la prima a leggere ogni mia storia e che mi sopporta da quasi 12 anni.

ps. Il titolo non ha alcun significato particolare per quanto riguarda la storia, è solo una bellissima frase di 'Always' dei Bon Jovi e, anche se magari non conoscete il titolo, sono certa che l'avete già sentita.

 

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Capitolo 2
*** 5 anni dopo ***


5 anni dopo
 
-Ti ho detto che non ci andrai- ribadì Ted per la milionesima volta, in piedi in mezzo alla camera di Victoire.
-E io ti ho detto che non sei mio padre e non hai la facoltà di vietarmi nulla!- rispose lei scocciata mettendosi il mascara.
-Dovrei proprio dirlo a tuo padre, lui ti fermerebbe-
-Non lo faresti mai- rispose lei guardandolo, scandalizzata che il suo migliore amico avesse potuto anche solo pensare una cosa del genere.
-Ok no, non lo farei mai ma ti prego! Se ci vuoi andare aspetti le undici e mezza e poi ci andiamo insieme-
-Invece si potrebbe fare così: io vado alla festa e poi, quando hai finito la sorveglianza, mi raggiungi-
-Vic ho sentito Corner parlare oggi, diceva di voler fare ubriacare una ragazza per portarsela a letto!- ammise Ted. Non gli piaceva parlar male dei compagni, anche se Corner non gli stava particolarmente simpatico.
-Beh Corner non è male-
-Victoire!- esclamò lui sconvolto.
-Teddy stavo scherzando. Non sono un’oca senza cervello, non riuscirà a farmi bere più di quanto io non voglia- disse lei dolcemente alzandosi per abbracciarlo.
-Sono solo preoccupato, è un bravo ragazzo…quando non si parla di ragazze. Altrimenti è un maniaco e tu sei così bella, non mi sorprende che ti voglia- disse lui stringendo forte l’amica che aveva appoggiato la guancia sul suo petto.
Con la testa gli sfiorava appena il mento.
-Hai appena detto che sono bella?- chiese lei sorpresa allontanandosi solo quel tanto per guardarlo negli occhi, che oggi erano di un blu quasi elettrico.
-Vic tutti pensano che tu sia bella, non è una novità-
-Si ma tu non me lo avevi mai detto- rispose lei riappoggiandosi al suo petto e sorridendo.
-Non pensavo di doverlo specificare, è come se ti dicessi che hai gli occhi blu o che sei alta un metro e un tappo-
-Ehi!- si lamentò lei. Victoire era stata, per qualche anno, più alta di lui e spesso ci aveva scherzato sopra, il problema era nato quando lui l'aveva raggiunta e superata. Superata di parecchio.
Teddy aveva sempre detto all’amica di non riuscire a modificare più di tanto la sua altezza ma lei non gli credeva fino in fondo. Ok, lei era bassina ma lui era davvero alto!
-Ma un adorabile tappo, uno di quelli belli belli- scherzò lui ridacchiando.
-Vado a vestirmi, mi aspetti qui così mi dici come sto?-
-Certo vai- rispose lui sedendosi sul letto di lei mentre Vicky prendeva una gruccia, le scarpe e spariva in bagno.
Poco dopo ne uscì con un vestito petrolio molto scuro, senza spalline, e lungo fino a metà coscia.
-Cambiati- le disse lui guardandola a bocca aperta.
-Perché? Mi sta male?- chiese lei cercando di guardarsi allo specchio. -Mmm si, forse mi fa i fianchi un po’ larghi vero?-
-Hai presente quando prima ti dicevo che eri bella, per Merlino con questo vestito sei favolosa! Ragion per cui non lo vedrà nessuno all’infuori di me. E se vuoi anche alcune ragazze, purché siano etero-
-Quanto sei scemo- rispose lei ridendo.
-E tu sei bella- ripeté lui -Ora che abbiamo finito con le ovvietà cambiati. Non hai qualcosa di più lungo? E meno scollato? E anche meno aderente?- chiese lui alzandosi e aprendo l’armadio di lei per cercare qualcosa di adatto.
-Tipo i vestiti della McGranitt?-
-Eh tipo! Potresti chiederle se te ne presta uno!- rispose lui avvicinandosi a lei.
-Finiscila Ted, lo sai che sono una brava ragazza. Queste tue preoccupazioni sono inutili- rispose lei metà seccata e metà intenerita.
-So che sei una brava ragazza ma conosco anche i ragazzi della mia età e se uno di loro ti vedesse così te lo strapperebbe a morsi- rispose lui abbracciandola da dietro mentre ancora si stava specchiando.
-Se non sbaglio tu sei un ragazzo della tua età e il mio vestito è ancora intatto-
-Primo: io sono un ragazzo per bene. Secondo: ci conosciamo da una vita. E terzo: se proprio ci tieni posso iniziare, davvero non credo che tu ti renda completamente conto di quanto sexy tu sia in questo momento. E io sono ormai abituato all’effetto del tuo sangue veela, ma pensa su un ragazzo che non lo è! Finiresti stuprata in un vicolo da un pazzo e io non potrei farci nulla, se non uccidere il ragazzo. Allora poi mi rinchiuderebbero ad Azkaban e non potremmo fare il giro del mondo come avevamo programmato-
Victoire lo guardò per un momento allibita prima di scoppiare a ridere, appena si fu ripesa un attimo cercò di rispondergli, tra un risolino e l’altro.
-Sei assurdo! Sei completamente assurdo! E anche molto dolce ma non mi cambierò, non mi farò stuprare in un vicolo così non dovrai uccidere nessuno e non finendo in carcere potremmo fare il nostro viaggio-
-Te l’ho mai detto che sei una testona? Almeno fammi una promessa- la implorò Ted cedendo, alla fine lui cedeva sempre.
-Sentiamo-
-Non bere prima del mio arrivo, ti prego. Potrebbero metterti qualsiasi cosa nel drink-
-Capisco benissimo perché sei Caposcuola, però ok. Aspetterò te per bere, contento?-
-E tu invece sei una perfetta Weasley, casinista e sconsiderata! Però grazie, cercherò di fare il prima possibile-
-Bravo, hai già deciso cosa metterti?-
-No, metterò qualcosa all’ultimo-
-Vuoi una mano? Possiamo fare un salto in camera tua-
-Meglio di no, siamo già in ritardo per la cena e se inizio prima la ronda forse posso andarmene prima-
-Ok, mi tolgo il vestito e andiamo. Senti non è che mi abbassi la zip? Da sola ci metto un’ora- disse lei mostrandogli la schiena e spostando i capelli.
-Victoire! Sei senza reggiseno!- esclamò lui notando la schiena nuda della ragazza mentre apriva il vestito.
-Ovvio, si mette senza questo vestito! Ha le coppe davanti...Merlino Teddy, sei diventato tutto rosso! Fino alla punta dei capelli, letteralmente!- rise lei tenendosi il vestito stretto al petto per non farlo cadere.
-Tu non lo metti quel vestito. Sarà ancora più facile farti stuprare-
-Tranquillo, lo sapremo solo io e te che sotto non ho il reggiseno- gli disse all’orecchio prima di sparire in bagno per indossare la divisa ed andare a cena.
 
Dopo cena Teddy andò ad incontrare Sarah Wong, la caposcuola Corvonero, per fare la ronda mentre Vicky si preparava con Alice per la festa.
Alle dieci e qualche minuto uscirono il più silenziosamente possibile da dormitorio per poter raggiungere un’aula al settimo piano, magicamente incantata per essere enorme, insonorizzata e totalmente introvabile per qualcuno che già non sapesse della festa.
-Muoviti Ali- sussurrò Victoire all’amica.
-Ehi, io non ci sono abituata a questi trampoli- disse lei indicando le trappole mortali che l’amica l’aveva obbligata ad indossare.
-Ma stai benissimo così, quindi muovi il culo, ci siamo quasi!-
Pochi istanti dopo bussarono alla porta e, appena varcata la soglia, una musica assordante esplose loro in testa.
-Non so chi abbia incantato quest’aula ma merita già il diploma- urlò Alice per sovrastare il volume guardando ammirata l’enorme sala.
-Siete arrivate finalmente!- ci salutò Ian prima di baciare Alice, la sua ragazza.
-La tua ragazza ha rischiato di rompersi il collo un paio di volte, ma ce l’abbiamo fatta- scherzò Vicky.
-Beh ne è valsa la pena, sei bellissima tesoro! Cioè, più del solito- le disse stringendola nuovamente a sé.
-Andiamo a bere qualcosa?- propose lui prendendo la sua ragazza per mano e guidandole verso il bar.
-Io prendo una burrobirra- disse Alice.
-Anch’io, tu Vicky?- le chiese Ian.
-Io non posso bere- disse lei a malincuore.
-Non sarai mica incinta?- scherzò il ragazzo.
-No no, però ho promesso a Teddy che lo avrei aspettato per cominciare a bere. Ali, lo sai com’è fatto- spiegò lei.
-è sempre peggio ogni momento che passa, un giorno o l’altro ti chiuderà in una cella-
-Non lo farebbe mai, è solo preoccupato. Corner non ha una bella reputazione e lui ha visto troppe ragazzine in lacrime a causa sua-
-Sarà, comunque secondo me è troppo pressante- ripeté Alice sorseggiando la sua burrobirra.
-Ma no, è solo dolce. Insomma siamo cresciuti insieme ed è come se fosse mio fratello maggiore- lo difese lei.
Rimasero al bar ancora qualche momento e poi si buttarono tutti e tre in pista, sulle note di una canzone movimentata.
 
Teddy intanto non faceva altro che controllare l’orologio, circa ogni trenta secondi.
-Devi andare da qualche parte?- gli chiese Sarah.
-è che ho un appuntamento con Vicky- spiegò lui.
-Uscite insieme?- chiese lei.
-No, no, siamo solo amici-
-Ah ok, sai vi vedo sempre insieme quindi pensavo…comunque, fa niente. Manca solo mezz’ora alla fine, se vuoi vai-
-Davvero Sarah?- chiese lui incredulo, la Wong era sempre molto rispettosa delle regole per cui non si era nemmeno azzardato a chiederle di smettere prima il turno.
-Su vai, ma non farmene pentire!- rispose lei con un sorriso, era stranamente di buon umore.
Ringraziandola Teddy corse al dormitorio per cambiarsi velocemente prima di raggiungere l’aula della festa.
Una volta entrato salutò i ragazzi che conosceva e si mosse velocemente per la stanza in cerca di uno scricciolo dentro un vestito color petrolio.
Quando la vide i capelli gli si imporporarono immediatamente.
Si stava scatenando in mezzo alla pista, certo non era distante dalla sua amica Alice e dal suo ragazzo, Ian, ma nei suoi immediati dintorni c’erano solo ragazzi che la guardavano con occhi famelici.
In particolare un ragazzo biondo, serpeverde del settimo anno, le ballava molto vicino, sfiorandole di tanto in tanto i fianchi.
-Ciao Vic- la salutò stringendola a se e dandole un bacio sulla guancia dopo aver guardato male il ragazzo che, vedendo i capelli fiammanti, si allontanò.
-Ted, perché hai i capelli rossi?- gli chiese lei irritata, non stava facendo nulla di male e comunque non erano affari suoi.
-Quello ti stava toccando-
-Merlino sei impossibile!- esclamò lei prima di allontanarsi a grandi passi.
-Ehi Vic! Vic, aspetta! Scusa ok, lo sai come sono- le disse lui prendendola per un polso e facendo tornare i capelli al loro consueto azzurro.
Prima di rispondere Victoire lo condusse in un angolo dove la musica era un po’ meno forte.
-Lo so Teddy, e a volte mi fa piacere che tu ti preoccupi per me, sei molto dolce, ma stai esagerando! Non stavamo facendo nulla di male, stavo solo ballando con un ragazzo carino ed è normale- disse lei mettendo su un broncio. Quel ragazzo era davvero carino.
-Scusa Vic, a volte non me ne rendo conto. È che lo sai quanto tu sia importante e ho paura che qualcuno ti porti via da me, ma prometto di cercare di controllarmi. Ok? Mi perdoni?- chiese lui guardandola negli occhi e facendola sorridere per la tenerezza del suo sguardo.
-Dovresti farti crescere il naso perché sappiamo entrambi che darai di matto non appena un altro ragazzo mi si avvicinerà- rispose lei sorridendo.
-Ma cosa stai dicendo- disse lui fingendosi offeso e facendosi crescere il naso di diversi centimetri.
-Merlino, come farei senza di te?- gli disse tirandogli il naso enorme prima di abbracciarlo.
-Mi auguro che tu non debba mai scoprirlo-
-Possiamo andare a bere ora? Come promesso ti ho aspettato, io le mantengo le promesse-
-Andiamo, adesso ti puoi ubriacare quanto ti pare- rispose lui accompagnandola al bar.

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Capitolo 3
*** Imbarazzi e gelosia ***


La festa era andata bene ed uscirono dall’aula che erano le due del mattino passate.
Silenziosamente raggiunsero la Sala Comune Grifondoro e, una volta al suo interno, lanciarono un sospiro di sollievo.
-Quando è passato quello stupido gatto credevo ci avrebbero beccato- disse Victoire togliendosi le scarpe e ridacchiando.
-Prima che arrivassi tu io non rischiavo neanche di farmi beccare!- ribatté Ted allentando la cravatta.
-Come minimo dovresti ringraziarmi, almeno non ti faccio annoiare!- rispose lei schioccandogli un bacio sulla guancia.
-Con te non ci si annoia di certo- rispose lui quasi sovrappensiero facendola ridacchiare.
-Ti va di dormire con me stanotte? Ali starà da Ian e io non voglio dormire sola- chiese lei, non era inusuale che passassero la notte insieme.
-Va bene, vado a prendermi il pigiama e arrivo-
Ted, cercando di non svegliare i compagni, entrò nella sua camera per recuperare i vestiti da sotto il cuscino.
-Ehi Ted, ti sembra l’ora di tornare?- chiese Alex sbadigliando.
-E tu che ci fai ancora sveglio?-
-Non riesco a dormire, vai di nuovo dalla tua ragazza?- gli domandò vedendo il pigiama in mano a Ted.
-Non è la mia ragazza- precisò Ted per la duecentesima volta. E contando solo le volte di quella settimana.
-Beh è come se lo fosse, mangiate insieme, dormite insieme, state sempre abbracciati…vi manca solo la parte migliore!-
-Dormi Alex, buonanotte- disse Ted uscendo dalla porta senza dare importanza alle parole dell’amico.
 
-Ehi?- chiese socchiudendo la porta del dormitorio femminile.
-Entra Teddy- rispose lei uscendo dal bagno e facendolo deglutire a vuoto, indossava un paio di pantaloncini molto, molto 'ini' e una maglietta larga che copriva quasi completamente gli shorts.
-Mettiti il pigiama e vieni a dormire, sono stanchissima. Uh devo ancora struccarmi- disse lei prendendo dal comodino una salvietta e cominciando a detergersi la faccia.
Lui intanto si mise il pigiama e poi si infilò sotto le coperte, poco dopo fu raggiunto anche da Vicky.
-Notte Vic- disse lui abbracciandola.
-Buonanotte Teddy- rispose lei nascondendo meglio la faccia nel suo collo.
Un momento dopo però Ted si scostò, arrossendo.
-Che c’è?- chiese lei confusa.
-Non…non porti il reggiseno!- sussurrò lui come se fosse un segreto che nessuno, nella stanza deserta, avrebbe dovuto mai scoprire.
-Beh prima non lo avevo e non avevo voglia di prenderne uno dal cassetto, non fare tutte queste storie- rispose lei riavvicinandosi.
-Vic se mi dici dove sono te lo prendo io, davvero preferirei lo indossassi-
-Quindi vorresti sbirciare nel mio cassetto della biancheria?- lo accusò scherzando lei, cercando di trattenere le risate.
-No! No, insomma io…Vic ti prego mettiti un reggiseno!- esclamò lui non riuscendo a rispondere più coerentemente.
-Basta parlare di tette e a voi maschi si annulla il cervello eh!- ribatté lei alzandosi dal letto e raggiungendo il cassetto dell’armadio.
-Ma che fai?! Ti cambi qui?- esclamò lui vedendola togliersi la maglia.
-Ma c’è buio! Non si vede nulla e poi sono di schiena!-
-Ti devo ricordare che allungando le pupille vedo al buio?- disse lui tenendo gli occhi ben serrati.
-Si ma non sbirceresti mai e, anche se lo facessi, non sarebbe poi così grave. Abbiamo fatto il bagno insieme milioni di volte da piccoli- rispose lei rimettendosi la maglia e rientrando nel letto.
-Si ma, come hai detto tu, eravamo piccoli! Io non ero così e tu certo non eri così!-
-Teddy sono solo tette! Le hanno tutte le ragazze, non rimuginarci troppo- rispose lei sbadigliando e accoccolandosi sul suo petto.
-Vic sei assurda, e spero che tu non parli delle tue tette in giro. Già è abbastanza brutto che tu ne parli con così tanta libertà con me-
-Ma tu sei il mio migliore amico- rispose lei, non capiva il perché di tutte le paranoie che si stava facendo Teddy.
-Ma sono comunque un maschio in pieno sviluppo! Diciamo che potrebbe diventare imbarazzante- ammise lui arrossendo.
-Davvero? Non credevo di riuscire a farti quel particolare effetto- rise lei sentendosi stranamente lusingata.
-Vic sei una bella ragazza, una delle più belle che abbia mai visto, se mi entri nel letto senza reggiseno potrebbe davvero essere imbarazzante. Più di quanto già non sarà domattina-
-Vabbè quello è normale no?- chiese lei, ancora inesperta.
-Si, è normale- rispose lui baciandole i capelli.
-Posso farti una domanda visto che siamo in argomento?- chiese lei arrossendo.
-Mi devo preoccupare?-
-No, è solo una cosa che mi chiedo da un po’ e che non ho mai avuto il coraggio di chiederti-
-Tu che non hai il coraggio di fare qualcosa??- domandò lui sorpreso.
-Si beh, puoi modificare la maggior parte del tuo corpo ma, ad esempio le ossa no, a parte quelle piccole, quindi mi chiedevo se ci fosse altro che non puoi modificare e, in particolare, se potessi…laggiù. Oddio non posso credere di avertelo chiesto.- Disse lei nascondendo il viso nel suo petto, imbarazzata.
-Innanzi tutto non per tutti è uguale, ci sono alcuni che possono modificare anche le ossa ma magari non riescono a cambiare colore della pelle. Io, oltre le ossa, non posso modificare i miei organi interni e no, nemmeno ‘laggiù’, come lo chiami tu- rispose lui in imbarazzo con una risatina.
-Che peccato però, io già ti immaginavo come mio perfetto scopamico!- rispose lei fingendosi delusa per coprire l’imbarazzo.
-Victoire!- la riprese lui shockato.
-Devi ammettere che sarebbe comodo, no?-
-Giuro che torno a dormire nel mio letto- la minacciò lui.
-Va bene, scusami. Adesso a nanna veramente, buonanotte tesoro-
-Buonanotte- rispose lui baciandole la testa e stringendola a sé prima di addormentarsi.
 
-Tesoro, svegliati- le sussurrò Ted all’orecchio.
Lei produsse un verso indistinto che lo fece sorridere.
-Su, altrimenti ci perderemo la colazione-
-Ma fuori fa freddo, mentre qui c’è caldo- disse lei rannicchiandosi ancora di più, come se il calore potesse sparire da un momento all’altro.
-Su, alzati– le ripeté lui scendendo dal letto.
-Fa freddo!– si lamentò lei riagguantando le coperte ancora calde.
-Se ti vestissi di più non avresti freddo e comunque, se non ti alzi, ti prendo di peso e ti porto sotto la doccia-
-Ancora 5 minuti, o 35- rispose lei sparendo completamente sotto le lenzuola, al che lui si avvicinò e, prendendola in braccio con tanto di coperte, la portò verso il bagno.
-No! No Teddy no! Ti prego, ti prego, ti prego!- si mise a gridare lei cercando di divincolarsi dalla presa forte di Ted.
-Oh no, altrimenti te ne torni a letto! Ci sono già cascato troppe volte- rispose lui aprendo l’anta della doccia e mettendocela dentro.
Mentre lei cercava di sciogliere il groviglio di coperte in cui era, lui agguantò lo spruzzino della doccia e, aprendo l’acqua, cominciò a inzupparla per bene.
-Ted Remus Lupin io ti odio!- strillò lei uscendo dalla doccia e cercando di deviare l’acqua per bagnare anche lui.
-Ok, basta, basta- disse lui ridendo e chiudendo l’acqua quando entrambi erano zuppi e il bagno era un lago.
-Ti odio!- ribadì lei ridacchiando e strizzandosi i capelli.
-Non è vero- rispose lui abbracciandola e sfregandole i capelli zuppi sul collo per irritarla ancora di più.
-Sei odioso- disse lei andando a prendere la bacchetta per asciugare se stessa e il bagno.
-Asciughi anche me?- le chiese Ted vedendola rimettere a posto la bacchetta.
-No, ti arrangi!- rispose lei tornando in camera e togliendosi la maglia.
-Merlino Vic- rispose lui prendendo la bacchetta e chiudendo gli occhi prima di asciugarsi. Aveva i capelli quasi rosa.
-Non capirò mai voi maschi! Apri gli occhi idiota-
-Ma sei ancora senza maglia!- esclamò lui richiudendo subito gli occhi.
-Infatti, e ora mi spieghi cosa cambia tra vedermi in reggiseno e vedermi in costume- chiese lei incrociando le braccia sul petto e guardandolo male mentre lui, cautamente, riapriva gli occhi.  
-Boh Vic, è…è diverso- balbettò lui
-No, a me non imbarazza vederti in mutande. È come se fossi in costume- rispose lei prendendo una divisa dall’armadio e indossando la camicia.
-A te non imbarazza nulla- disse lui tornando ad avere i capelli azzurri.
-Non è vero, mi imbarazzo per certe cose ma sicuramente non vedendoti in mutande! Comunque vatti a vestire che poi andiamo a colazione, visto che mi hai svegliato almeno fammi mangiare- disse finendo di vestirsi mentre anche Teddy andava a vestirsi in camera sua.
 
Stavano mangiando e scherzando al tavolo Grifondoro come tutte le mattine quando Simon Donnel, Corvonero al sesto anno, le si sedette affianco.
-Ciao Victoire- la salutò lui.
-Ciao Simon-
-Ti va di venire ad Hogsmeade con me oggi pomeriggio?- le chiese lui ignorando lo sguardo di Ted.
-Volentieri, grazie!- rispose lei sorridendo. L’anno prima Simon le era piaciuto per un lungo periodo e, anche se ora non provava più nulla, essere invitata ad uscire da lui le faceva comunque un gran piacere.
-Ci vediamo alle tre davanti alla tua Sala Comune?-
-Meglio all’ingresso, non so se torno in Sala Comune!-
-Ok, perfetto! A dopo allora!- disse lui con un sorriso, allontanandosi.
-E togliti quel sorriso idiota dalla faccia- mugugnò Ted ingozzandosi di uova strapazzate.
-E tu controlla i tuoi capelli, Lupin- rispose lei scompigliandoglieli.
-Non puoi davvero aver accettato di uscire con Donnel, è un tale idiota-
-Sai che hai promesso di controllarti vero?-
-Ok, ma Donnel è un idiota e non puoi non accorgertene- continuò lui.
-È molto, molto carino però, e Shannon, la sua ex, dice che bacia benissimo-
-Merlino Vic, è solo la prima volta che uscite!-
-E con questo? Lui è carino e se vuole baciarmi, tanto meglio!- rispose lei con un occhiolino e alzandosi dalla panca.
-Mi farà impazzire- sussurrò a se stesso alzandosi e seguendola.
-Tanto tu non puoi accompagnarmi oggi perché avete quella riunione con la McGranitt e io ho trovato qualcuno, qualcuno molto carino, con cui uscire. Stamattina invece cosa vuoi fare?- chiese lei dirigendosi verso l’uscita.
-Quello che vuoi, è indifferente- rispose lui uscendo dal castello.
-Allora andiamo nel nostro angolino a dormire, sono distrutta dopo ieri sera- decise lei incamminandosi verso la loro radura.
Una volta lì, Ted appellò una coperta da stendere sull’erba e poi ci si sdraiarono sopra.
Lei, con la testa appoggiata alla pancia di Ted, si addormentò quasi subito ma lui rimase sveglio, non gli piaceva che lei oggi uscisse con Simon.
Victoire era già uscita con altri ragazzi, ovviamente, ma più per fare un piacere a loro che per suo reale interesse.
Stavolta era diverso, Simon le era piaciuto davvero tanto l’anno prima e lui aveva una strana sensazione.
Aveva paura che Simon riuscisse a portargliela via.
Con pensieri del genere per la testa, sebbene fosse molto stanco, non riuscì a chiudere occhio.
Verso l’una la svegliò e insieme si avviarono verso la Sala Grande per pranzare.
-Che hai Teddy?- gli chiese Vic vedendolo strano e molto silenzioso.
-Nulla Vic, non ti preoccupare- rispose lui sforzandosi di sorridere, non voleva certo guastarle la giornata. Non era così meschino. E poi le aveva promesso che avrebbe cercato di controllare la sua gelosia.
-Sicuro?- insisté lei scrutandogli il viso.
-Si Vic, tranquilla- la rassicurò lui cingendole le spalle con un braccio mentre entravano in Sala Grande.  
Pranzarono al tavolo Grifondoro e, alle tre, Victoire si fermò all’ingresso mentre Ted salì le scale per raggiungere gli altri capi scuola e la preside nel suo ufficio al secondo piano.

NOTE:
Salve! Non ho nulla di speciale da dirvi, solo un immenso grazie a tutte voi che leggete. <3
Baci,
Arya

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Capitolo 4
*** In un modo o nell'altro ***


-Ehi Victoire, come stai?- le domandò Simon raggiungendola nella Sala d'Ingresso.
-Tutto bene, tu?-
-Benissimo, sto uscendo con la ragazza più bella della scuola!- rispose lui ridendo. -Andiamo?-
-Certo!- rispose lei con un sorriso entusiasta.
Chiacchierando del più e del meno arrivarono al piccolo villaggio in poco tempo.
-Ti va di bere qualcosa o preferisci fare altro?- chiese lui una volta in paese.
-Va bene andare a bere qualcosa-
Lui le fece strada fino alla Sala da tè di Madama Piediburro e, con un lieve imbarazzo, lei lo seguì all’interno del locale.
Si sedettero ad un tavolino e subito la proprietaria li raggiunse.
-Benvenuti ragazzi! Cosa vi porto?- chiese la donna sorridendo dolcemente.
-Io prendo una burrobirra, tu Victoire?-
-Un tè caldo, grazie-
-Arrivano subito!-
La donna se ne tornò nel retro e ricomparve poco dopo con un boccale, una tazza, una teiera piena d’acqua calda, un contenitore con diverse bustine di tè e un piattino con dei piccoli dolcetti.
Victoire prese una bustina di tè alle rose canine e, dopo averla messa nella tazza, ci versò sopra l’acqua bollente e dolcificò con due cucchiaini di zucchero.
-Allora Victoire, cosa mi racconti di bello?- chiese lui guardandola negli occhi dopo aver bevuto un sorso di burrobirra.
-Beh non ho molto da raccontare, non sono così interessante. Tu invece? Il portiere della squadra di Quidditch di Corvonero avrà sicuramente qualcosa da dire, no?- rispose lei prendendo un mini cupcake pieno di cioccolato.
-Non ci credo che Victoire Weasley non abbia nulla da raccontare! Comunque, probabilmente, l’anno prossimo sarò il capitano, Samuel finirà la scuola e come membro più anziano e giocatore da più tempo è probabile che Vitious scelga me-
-Wow quindi sto uscendo con il futuro capitano?- chiese lei bevendo il suo tè.
-Non è sicuro, ovviamente, ma è probabile- rispose lui, orgoglioso.
Continuarono a chiacchierare, seduti al tavolino, ancora per una mezzora e, dopo aver pagato, uscirono dal locale.
-Dove vuoi andare adesso?- domandò lui.
-Facciamo un salto da Mielandia?- chiese lei esaltata come una bambina.
-Non ti sono bastati tutti quei dolcetti? Te ne sarai mangiati una decina!- rispose lui ridendo e ferendola un po’. Non è mai carino far notare ad una ragazza che sta mangiando troppo, specialmente al primo appuntamento.
-Non sono mai troppi i dolci- rispose lei risoluta avviandosi verso il negozio di dolciumi.
Ne uscirono poco dopo con un sacchettino pieno di dolci che Victoire cominciò subito a sgranocchiare, contenta.
-Facciamo una passeggiata? È una così bella giornata- propose lui cominciando a camminare.
Lei, continuando a mangiucchiare, lo seguì e quando il sacchetto fu terminato e buttato via, si sedettero su una panchina, non lontana dalla stazione.
-Ho tutte le mani appiccicose- si lamentò lei ridacchiando e cercando di pulirsi alla bell’e meglio.
-Hai un po’ di zucchero qui- disse lui avvicinandosi a lei e pulendole il lato della bocca con il pollice.
Lei, spaventata e allo stesso tempo entusiasta dell’improvvisa vicinanza, lo guardò negli occhi per un momento, prima di fissargli le labbra, desiderosa di sapere se queste fossero effettivamente morbide come sembravano.
-Sei bellissima- sussurrò lui prima di avvicinarsi ancora fino a far congiungere le loro labbra.
Le labbra di Simon erano realmente morbide e il contatto era piacevole.
Mettendole una mano dietro la nuca, Simon sfiorò le labbra di lei con la punta della lingua invitandole ad aprirsi. Senza farsi pregare più di tanto Victoire dischiuse la bocca, concedendogli l’accesso ed andando subito ad abbracciare la lingua di lui con la sua.
-Sai di zucchero- disse lui allontanandosi e guardandola negli occhi così intensamente da farla arrossire.
-Sono i dolci che ho mangiato- spiegò lei ma, evidentemente, non era necessario.
-Lo so- rispose lui tornando a baciarla.
 
La riunione li aveva tenuti impegnati tutto il pomeriggio e Ted non era stanco, di più.
Di li a un mese ci sarebbe stata da organizzare la festa di Halloween e, come ogni anno, erano i Capiscuola a doversene occupare. Il problema nasceva dal fatto che era impossibile mettere d’accordo i Capiscuola, la preside e trovare un tema che andasse bene a tutti.
-Mi sta scoppiando la testa- si lamentò Sarah massaggiandosi le tempie mentre, insieme, si avviavano verso la Sala Grande per la cena.
-La McMiller non la smetteva di gridare. ‘facciamo la grotta fatata! Facciamo la grotta fatata!’ con quella sua vocina irritante! Dovrebbe essere una festa di Halloween, non un compleanno per una bambina di cinque anni- ridacchiò lui.
-Sempre meglio della proposta di Sean, ‘arancione e nero’. Si può essere più squallidi?-
-Ci sono altre belle proposte! La casa stregata non è male, il cimitero neanche!-
-Infatti, speriamo di riuscire a raggiungere un accordo settimana prossima altrimenti non riusciremo ad organizzare tutto in tempo!-
Intanto erano arrivati all’ingresso della Sala Grande per cui si salutarono e ognuno andò al proprio tavolo.
Ted scrutò velocemente i suoi compagni alla ricerca della chioma dorata di Victoire ma, non vedendola, si andò a sedere a fianco di Alex.
-Ehi Ted, avete deciso qualcosa?- gli chiese l’amico.
-No, è impossibile mettere tutti d’accordo! E nessuno è disposto a cedere, sarà un inferno. Tu invece hai mica visto Vic?- chiese Ted preoccupato.
-L’ultima volta che l’ho vista era da Madama Piediburro con un Corvonero, però poi sono tornato al castell...è la che arriva- disse Alex indicando la porta dalla quale stava arrivando Victoire.
-Ciao Teddy, ehi Alex- li salutò lei con un sorriso a trentadue denti.
-Ciao Vic, divertita oggi?- chiese Ted cercando di mantenere i capelli azzurri.
-Un sacco! Poi ti racconto tutto- disse lei entusiasta servendosi una generosa porzione di patate arrosto.
Ted non rispose, preferendo il silenzio all’ammissione di non volerne sapere nulla.
Alla fine della cena si rifugiarono in camera di lei, Alice era ancora con Ian, per poter parlare del pomeriggio di Victoire.
-Teddy, è stato un pomeriggio fantastico!- esclamò lei esaltata lanciandosi sul letto.
-Quindi si è dimostrato meno idiota del solito?- chiese Ted sedendosi su un bordo del letto.
-È simpatico, divertente, bello e ha delle labbra morbidissime…- disse lei trasognata.
-C…cosa? Ti ha baciata?!- esclamò lui sforzandosi di non far cambiare il colore ai capelli.
-Si, tanto…tutto il pomeriggio! E Shannon aveva ragione, bacia benissimo!-
-Non sono dettagli che mi interessa sapere, Vic- disse Ted cercando in tutti i modi di non visualizzare la scena.
-Ma se non li racconto a te, che sei il mio migliore amico, a chi li racconto scusa?!-
-Vic non mi aiutano per la faccenda gelosia, però sono felice per te-
Dopo che lei lo ebbe guardato scettica lui riprese –No, davvero Vic. Si vede che sei felice e io sono felice che tu lo sia- rispose lui sinceramente.
-Credo mi piaccia di nuovo, veramente sta volta! Oggi mi ci sono trovata davvero bene, abbiamo chiacchierato parecchio e poi tutti quei baci…- raccontò Victoire stesa sul letto guardando il soffitto e ripensando al pomeriggio.
-Disturbo? Ne avete ancora per molto? Perché sono un po’ stanca- chiese Alice entrando.
-No Alice, tranquilla, vieni. Anch’io sono stanco. Buonanotte tesoro- disse Ted dando un bacio all’amica, e salutando Alice, uscì dalla stanza diretto al suo dormitorio.
Era sicuro che Alice, anche se stanca, non sarebbe riuscita ad andare a dormire tanto presto, costretta a sentire quei dettagli che lui non aveva voluto ascoltare.
-Ehi amico, che hai?- gli chiese Alex mentre Ted si levava le scarpe e le lanciava in fondo al letto come se gli avessero fatto un torto.
-Nulla-
-È per Victoire vero? Non ti va giù che oggi lei sia uscita con un ragazzo-
-E anche se fosse? Io tanto non posso farci nulla- rispose lui irritato.
-Certo che puoi, dichiarati. Vedrai che, potendo stare con te, non ci penserà nemmeno a Donnel! Ma finché tu continui a farle da amico gay ovviamente cercherà qualcun altro con cui sfogarsi- disse Alex sedendosi sul suo letto e guardando l’amico che continuava a dargli le spalle.
-Io non sono gay e…un attimo. Cosa intendi con sfogarsi?! Non penserai che loro…- chiese Ted shockato girandosi a guardare in faccia l’amico.
-Magari non adesso, ma tra un mese o due…-  
-Ma Vic è piccola! Insomma non…non può! Merlino, non…lo ammazzo. Se solo prova a toccarla lo ammazzo- dichiarò Ted prendendo a camminare a lunghe falcate nella stanza.
-Lo vedi quanto sei ridicolo? Dici che non ti piace ma appena ha un ragazzo intorno dai di matto, vuoi che sia felice ma solo con te. è ovvio che ti piace Ted, è inutile che lo neghi- disse Alex soddisfatto della sua arringa inoppugnabile.
-Non posso permettermi di farmela piacere, ok?- rispose Ted sconsolato ripetendo quello che da mesi diceva a se stesso.
-E perché mai? È già come se foste fidanzati praticamente-
-I motivi sono tantissimi. Non voglio rovinare la nostra amicizia ammettendo a me stesso e a lei di essermene innamorato e ricevendo un sicuro rifiuto. Lei non mi vede come la vedo io, quando qualcuno ci crede fidanzati lei è sempre la prima a smentire tutto ‘Per Godric no! Siamo solo amici, è come se fosse mio fratello!’- spiegò Ted ripetendo le parole di Victoire che, ogni volta, gli facevano sempre un po’ più male.
-Sei sicuro che lei non voglia qualcosa di più?- chiese Alex dispiaciuto per l’amico.
-Sicurissimo Alex, lei da me vuole solo un’amicizia-
-Posso farti una domanda, visto che siamo in argomento?-
-Ovvio- rispose Ted mettendosi sotto le coperte.
-Avete dormito insieme un’infinità di volte, almeno qui al castello, non è mai successo nulla?-
-In tutta la mia vita l’ho baciata solo una volta, a 13 anni, per uno stupido gioco ma non me n’era fregato nulla, era solo una mia amica-
-Quindi passate semplicemente la notte insieme per dormire? Che spreco-
-è bello sentirla tra le braccia tutta la notte- rispose Ted ripensando alla notte prima e al suo calore che, inutile dirlo, adesso gli mancava.
-Ma se state abbracciati non è imbarazzante? Soprattutto la mattina- chiese Alex eloquentemente.
-Cerco sempre di starle lontano la mattina e di svegliarmi prima di lei-
-Vuoi un consiglio? Cerca di non essere più così geloso, magari esci con qualcuna. In un modo o nell’altro la cosa si sistema-
-Cosa si sistema?- chiese Corner entrando insieme a Robbins, l’altro compagno.
-La festa di Halloween, non siamo ancora giunti ad una decisione- rispose prontamente Ted con una rapida occhiata ad Alex.
Corner e Robbins si misero il pigiama e poi entrarono nei loro letti per riposare.
Ted sapeva che non sarebbe riuscito a dormire, era la prima volta che ammetteva ad alta voce di provare qualcosa per Victoire e ora tutti i pensieri, rinchiusi negli ultimi mesi, uscivano fuori. Alex aveva ragione, lui voleva che Vicky fosse felice ma non con chiunque. Voleva essere lui a renderla felice, voleva essere la causa del suo sorriso.
Gli sarebbe piaciuto poterla tenere per mano e baciarla, baciarla tanto.
Assaggiare quelle labbra che dovevano essere morbide, dolci e calde.
Ma Alex aveva ragione anche su un’altra cosa: doveva controllare la sua gelosia. Essere così geloso l’avrebbe allontanata ed era esattamente l’ultima cosa che voleva.

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Capitolo 5
*** Orgoglio ***


La mattina dopo, a colazione, riuscì a dominarsi anche quando Donnel la salutò con un bacio appassionato in mezzo alla Sala Grande.
-Stai zitto Alex, non provarci nemmeno a dire qualcosa- disse Ted sapendo che Alex, al suo fianco, stava per parlare.
-Ciao!- salutò allegra Victoire sedendosi all’altro lato di Ted insieme ad Alice.
-Ciao Vic- la salutò Ted.
-Ehi Victoire, ti ho visto con Donnel..state insieme?- le chiese Alex.
-Uh, beh non lo so. Non ancora, credo...vedremo che succederà però- rispose lei risolevvando, di un poco, l'umore dell'amico.
Fecero colazione velocemente e poi si diressero tutti a lezione.
Le due ragazze, alle prime due ore, avevano Storia della magia per cui poterono recuperare tranquillamente il sonno perso la sera prima chiacchierando.
I ragazzi invece erano nella serra n.7 per una lezione di Erbologia che li lasciava liberi di chiacchierare.
-Comunque secondo me le tue opzioni, a sto punto, sono due: o ti dichiari o cerchi di dimenticarla- sussurrò Alex mentre concimava il terriccio.
-Pensi che non ci abbia provato, a dimenticarla?- rispose Ted irritato.
-Provaci di più! Esci con qualcuna! Che ne so, con la Wong avete un buon feeling no? E guarda, la Crawford non ti leva gli occhi di dosso da un’ora!-
-Non so se riuscirei ad uscire con un’altra, con una a caso intendo-
-Beh provaci no? Un pomeriggio non ti ucciderà di certo-
-Boh, vediamo. Comunque grazie Alex, sei un amico- disse Ted riconoscente.
-Figurati Ted, vedrai che andrà tutto a posto- lo rassicurò Alex con un sorriso e una gomitata amichevole.
Dopo due ore a lavorare con concime di drago i Grifondoro, insieme ai compagni Tassorosso, si avviarono verso il castello, attraversando il parco chiacchierando.
-Ted, Ted scusami! Ti disturbo?- chiese Allyson Crawford raggiungendo lui e Alex.
-No tranquilla, dimmi- rispose lui fermandosi.
-Ted io vado, ci vediamo in classe tra poco! Ti tengo il posto- disse l’amico trattenendo un sorriso e facendo l’occhiolino a Ted prima di andarsene.
-Ho visto che la Weasley esce con Donnel, non state più insieme?- chiese lei riprendendo a camminare.
-Non siamo mai stati insieme, siamo solo amici- specificò lui seccato.
-Ah, credevo…beh non importa- disse lei sorridendo, poi continuò –comunque mi chiedevo se ti andasse di uscire un giorno di questi. Giovedì magari?- propose lei.
Il primo impulso di Ted fu di dirle di no. Allyson era carina, certo, ma non era il suo tipo.
Non la conosceva benissimo ma da quello che sapeva non le sembrava una ragazza molto profonda e nemmeno tanto intelligente.
Però poi gli vennero in mente i consigli di Alex: alla fine un pomeriggio non era nulla, no?
Poteva per lo meno provarci, uscire con una ragazza carina e vedere cosa sarebbe successo.
-Certo Allyson, grazie. Mi farebbe molto piacere- rispose lui gentilmente.
-Wow, fantastico! Allora ci vediamo giovedì…oltre che a lezione ovviamente- lo salutò lei con un occhiolino malizioso e, mandandogli un bacio, corse verso la prossima lezione.
Erano entrambi in forte ritardo.
 
Avendo l’ultima ora vuota Ted, Alex e il resto della loro classe pranzò prima del resto della scuola e poi si rifugiarono nel loro dormitorio per cercare di sfoltire l’immensa mole di compiti che già avevano loro assegnato.
-Perché non eri a pranzo? E soprattutto perché non mi hai detto che esci con la Crawford?- chiese Victoire, entrando in camera di Ted, parecchio irritata.
-Ehi, calma! Innanzitutto non ero a pranzo perché ho mangiato prima e poi sono venuto qui a studiare. E non ti ho detto che esco con Allyson perché me l’ha chiesto stamattina dopo Erbologia e non ti ho più visto-
-E tu hai accettato?- chiese lei incredula.
-Si, perché?- chiese lui notando con la coda dell’occhio Alex allontanarsi, aveva capito che l’atmosfera non era delle migliori.
-Ma è un’oca! Per non dire di peggio, ha la reputazione peggiore di tutto il castello. Dai, non puoi uscire con lei!- esclamò Victoire.
-E tu esci con Simon, che è un idiota, ma non mi pare che tu mi abbia ascoltato quando te l’ho fatto notare, giusto? Perché dovrei ascoltarti adesso?- domandò Ted cominciando ad irritarsi.
-Perché sono la tua migliore amica!- urlò lei.
-E non dovrebbe essere una cosa bilaterale? Tu puoi uscire con tutti gli idioti palestrati che vuoi mentre per una volta che una ragazza dimostra interesse nei miei confronti io non posso uscirci? Ti sembra un comportamento da migliore amica, Victoire?-
-Io…tu non puoi uscire con lei.- insisté lei puntando i piedi.
-Non vedo perché no, a meno che tu non abbia una buona ragione per farmi cambiare idea io giovedì uscirò con Allyson- rispose lui impassibile.
Se si aspettava che lui rimanesse tutta la vita al suo servizio se lo poteva scordare. Lei stava uscendo con Donnel, perché anche lui non poteva uscire con qualcuna?
-Sei impossibile! Non puoi uscirci e basta! È stupida! E neppure così bella. E poi sono sicura che avrà qualche malattia venerea, si è portata a letto mezzo castello-
-Victoire stai oltrepassando il limite- la avvertì lui, la questione lo stava irritando parecchio.
Era una tale ipocrita!
-Benissimo! Fai come ti pare, non mi interessa! Ti auguro di divertirti!- urlò lei uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta alle spalle.
-Fanculo- imprecò lui gettando il libro contro la porta.
 
La mattina del giovedì, quando Victoire si svegliò, fece un rapido calcolo mentale.
Erano esattamente 159 ore, 32 minuti  e una manciata di secondi che non parlava con il suo migliore amico.
Non erano mai stati così tanto tempo senza parlarsi, neanche quando erano distanti.
Si erano fatti acquistare apposta un aggeggio babbano chiamato cellulare per potersi tenere sempre in contatto e adesso, che a dividerli c’era solo una parete, stavano battendo il loro record.
Ma Victoire non voleva cedere.
Allyson non era assolutamente adatta per il suo amico e lui l’avrebbe capito, con le buone o con le cattive.
Scese dal letto conscia che di li a poche ore Ted sarebbe uscito con quella mangiatrice di uomini e senza un piano per riuscire a separarli.
Si vestì frettolosamente  e scese per andare a colazione ma, davanti alla Sala Comune, c’era Simon che l’aspettava.
-Ciao tesoro- la salutò afferrandola e stampandole un bacio sulla bocca.
-Ehmm, ciao Simon- rispose lei. Simon era carino, certo, ma non poteva essere definito un gran conversatore e lei si stava annoiando della sua presenza costante quanto monotona, a volte addirittura fastidiosa.
Simon la prese per mano e insieme entrarono in Sala Comune, separandosi per raggiungere ognuno il proprio tavolo.
-Come va?- le chiese Alice una volta che Vicky le si sedette accanto.
-Come vuoi che vada? Tra meno di 7 ore esce con quella- rispose lei addentando un french toast come se le avesse fatto un torto.
-Sei incredibile- disse l’amica ridacchiando.
-Cosa ci sarà mai da ridere? Il mio migliore amico rischia di prendersi la clamidia, la gonorrea o che so io. Non ci trovo nulla da ridere.-
-Non voglio renderti le cose facili- rispose lei ridacchiando, poi continuò –E comunque stai esagerando-
-Ah! Io starei esagerando?!-
-Si. E lo sai. Sei solo maledettamente orgogliosa e quindi non lo vuoi ammettere-
-Andiamo a lezione. E comunque no.-
Alice alzò gli occhi al cielo ma seguì l’amica fino all’aula di Difesa.
 
Il giovedì mattina, per i Grifondoro del settimo anno, era un vero e proprio inferno.
Iniziavano con due allegre ore di pozioni, seguite da un’ora di Artimazia e una d’Incantesimi e, per chiudere in bellezza, due rilassantissime ore di trasfigurazione.
Una giornata fantastica, a farla breve.
E l’umore di Teddy non faceva che peggiorare a mano a mano che le ore passavano, non voleva uscire con Allyson.
Quello stupido appuntamento di cui nemmeno gli importava gli stava facendo perdere una delle poche cose che gli erano rimaste e a cui teneva.
Era da lunedì che non parlava con Victoire e vederla sempre in giro con Simon gli faceva un gran male, aveva spezzato la maggior parte delle proprie piume nello sforzo di controllarsi.
Tuttavia non voleva cedere. Aveva diritto quanto lei di uscire con qualcuno e non voleva apparire debole nel annullare l’appuntamento come voleva Victoire quindi, quel pomeriggio, sarebbe uscito con Allyson e se lo sarebbe fatto piacere.
Fine della discussione.
 
Si incontrarono alle 3 meno qualche minuto nel Salone d’Ingresso.
-Ciao Ted- lo salutò lei sporgendosi per baciarlo sulla guancia e premurandosi di indugiare un po’ troppo sulla pelle di lui.
-Ciao Allyson, come stai?-
-Tutto bene, anche se oggi è stata una giornata noiosissima!- a quel punto Ted smise di prestarle attenzione.
Vicky stava scendendo le scale, diretta probabilmente in biblioteca, e al suo fianco c’era Donnel.
Entrambi fecero finta di non vederlo ma, una volta datogli la schiena, Donnel fece scendere la mano lungo la schiena di Victoire. Fece scendere un po’ troppo la mano.
Era già pronto a raggiungerli per prenderlo a pugni quando Allyson richiamò la sua attenzione.
-Wow, sono bellissimi i tuoi capelli di questo colore! Dovresti tenerli sempre così!-
-Perché? Di che colore sono?- chiese lui a denti stretti, cercando di calmarsi e di guardare la sua accompagnatrice.
Nonna Andromeda diceva sempre che, quando si arrabbiava, gli ricordava tanto la defunta figlia, Ninfadora.
-Sono di un rosso molto acceso, focoso direi- rispose lei mordicchiandosi il labbro inferiore.
-Cosa facciamo?- chiese lei dopo un po’ di silenzio durante il quale Teddy si era calmato quasi del tutto.
Quasi.
-C’è qualcosa che vorresti fare?- le chiese gentilmente.
-Facciamo una passeggiata?-
Lui assentì e insieme si diressero verso le rive del Lago Nero, il sole era caldo ma il vento freddo entrava nelle ossa.
-Ti va di superare le prime linee di alberi? Magari attenuano un po’ il vento freddo- propose lui.
Allyson era ben poco vestita e, anche se non lo dava a vedere, probabilmente stava morendo di freddo.
-Certo- rispose con un sorriso, prendendolo per mano e seguendolo tra i tronchi.
-Ci potremmo anche sedere un po’ qui, no?- chiese lei indicando, poco dopo, il terreno ai piedi di una grossa quercia.
-Va bene-
Si sedettero, lui imbarazzato e lei sorridente. La gonna le copriva appena quello che doveva coprire e le guance di lui si imporporarono notandolo.
-Come mai sei arrossito? È curioso vedere qualcuno che arrossisce fino alla punta dei capelli- disse lei passandogli lentamente una mano tra la chioma rossastra.
-Non sempre riesco a controllare i capelli- disse lui sforzandosi per riportarli al consueto azzurro.
-Sei così tenero- sussurrò lei inginocchiandosi per far passare una gamba oltre le gambe distese di lui in modo di essere a cavalcioni su di lui.
Lui rimase pietrificato dalla mossa repentina di lei e non mosse un muscolo mentre lei lo guardava seducente e gli accarezzava la nuca.
-Vediamo di che colore diventano facendo così…- sussurrò lei avvicinandosi a lui fino a congiungere le labbra con quelle di Ted.
Allyson si allontanò per mezzo secondo, per controllare il colore dei capelli suppose Teddy, e poi, ridacchiando, gli si avventò addosso.
La bocca di Allyson era calda, insistente e fin troppo esperta per i gusti di Teddy, tuttavia non si ritrasse ma le permise di accarezzargli la lingua con la propria.
Le mani di Allyson si spostarono sul petto di Ted mentre le sue labbra gli lasciavano baci umidi sul collo e sulla clavicola.
La ragazza prese ad ancheggiare in modo molto provocante ma Teddy, capito dove Allyson volesse andare a finire, la bloccò.
-Allyson, no. Allyson per favore fermati- disse lui scostandola leggermente.
-Cosa c’è, tesoro?-
-Non posso, davvero non ce la faccio.-
-Sei gay?- chiese lei confusa.
-No. Non è per te Allyson, tu sei fantastica. Ma credo di essere innamorato di un’altra ragazza e credo che se andassimo avanti me ne pentirei- cercò di spiegarle lui.
-Questa è la prima volta in assoluto che vengo rifiutata, e non è bello. Spero che almeno ne valga la pena, non starò tanto ad aspettarti tesoruccio- disse lei e, lasciandogli un ultimo bacio sulle labbra, si alzò e, sistemandosi velocemente la gonna che si era spostata, ritornò al castello da sola mentre Ted, ancora scombussolato, rimase lì al freddo.

NOTE:
Salve! Non ho molto da dire, volevo solo salutare la mia cara amica 
Hayhey che, beata lei!, è in Francia (portami una baguette!)
E poi volevo ringraziare tutte voi che state leggendo, mi fa davvero piacere <3
Baci,
Arya

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Capitolo 6
*** Mine ***


Simon se n’era andato dopo appena venti minuti che erano in biblioteca ma Victoire aveva deciso di rimanere di più per finire un compito di pozioni.
Non l’avrebbe mai ammesso ma Teddy aveva ragione: Simon era un idiota.
Oggi, quando le aveva palpato il sedere, si era infuriata a tal punto da minacciarlo seriamente con la bacchetta appena sguainata.
Ma come si permetteva?
E poi, sebbene all’inizio Simon le fosse piaciuto, ora si accorgeva che sapeva parlare solo di Quidditch e, le poche volte in cui riuscivano a parlare d’altro, lui era di una noia mortale.
Ma non voleva darla vinta a Teddy, per cui continuava ad uscirci.
Dopo quasi un ora china sul libro, Victoire decise di smettere, il cervello le stava esplodendo, e si diresse al proprio dormitorio.
Aveva appena svoltato in un corridoio al 4 piano quando udì una risatina e non ci avrebbe nemmeno fatto caso se non avesse udito anche le parole seguenti.
-Allora Aly, con Lupin hai fatto presto! Delusa?- chiese una ragazza che, probabilmente, era Sunshine, la migliore amica di Allyson.
-Un po’ Sun, a dire la verità. Capisco che è inesperto e tutto ma…- a quel punto Victoire stava già correndo via e, sempre correndo, raggiunse la Signora Grassa.
-Intrepido- le disse, scalpitando in attesa del via libera.
Appena il quadro si aprì, Victoire riprese a correre e, poco dopo, spalancò la porta del dormitorio maschile del settimo anno.
-CI SEI ANDATO A LETTO!- urlò lei una volta dentro, senza nemmeno controllare chi fosse presente.
Alex, che era sdraiato sul proprio letto, si alzò e se ne andò avvertendo l’aria burrascosa.
Victoire, comunque, non aveva occhi che per il suo ‘migliore amico’.
-Di cosa stai parlando?- chiese lui confuso.
-Ci sei andato a letto!- ribadì lei –E…o Godric! Quello è un succhiotto!- strillò lei indicandogli il collo.
-Credi davvero che sarei andato a letto con Allyson?! E tu allora? Che ti fai toccare il culo in mezzo al castello? Davanti a tutti? Credevo fossi migliore di così Victoire- disse lui riprendendosi dallo shock.
-L’ho minacciato di morte non appena mi ha sfiorata!- urlò lei con le lacrime agli occhi.
-Davvero?-
-Si, davvero. E tu, sei andato a letto con Allyson o no?- chiese lei tirando su con il naso.
-Non sarei mai potuto andare a letto con Allyson. Non riuscirei a fare nulla con nessuna che non fossi tu- confessò lui avvicinandosi e asciugandole una lacrima con il pollice.
Victoire rimase senza parole per un momento ma, una volta ripresasi, si avventò sulle sue labbra.
Teddy rimase sorpreso ma, dopo poco, rispose al bacio con entusiasmo.
Le labbra di Victoire erano ben diverse da quelle di Allyson.
Erano morbide, calde ed invitanti ma con una sorta di incertezza che gli faceva venire voglia di baciarla all’infinito con estrema dolcezza.
Non era la dolcezza che voleva Victoire però, con una mano sulla nuca lo strinse più forte a se stessa andando ad incontrare con la propria la lingua quella di lui.
Assaporare il gusto dell’altro mandò entrambi in visibilio.
Teddy le cinse i fianchi per annullare la distanza già inesistente, la voleva ancora più vicino.
Victoire lo spinse leggermente verso il letto e ce lo lasciò cadere sopra, raggiungendolo un momento dopo.
-Vic- sospirò lui mentre la ragazza gli baciava il collo.
Poco dopo lei si allontanò contrariata, rimanendo in ginocchio sul letto mentre Teddy era sdraiato.
-Che succede?- chiese lui vedendo la sua faccia.
-Non voglio mettere le labbra dove le ha messe lei.- spiegò Victoire schifata.
-Lei voleva farlo, ma io non me la sono sentita. Volevo te, non lei. Mi dispiace di esserci uscito, volevo solo...non volevo pensare a te e a Donnel per un po'. Non mi frega nulla di lei. Però capisco che ti dia fastidio, farò 200 docce- le propose.
-Ma chissenefrega!- rispose lei tornando a baciarlo, rassicurata dalle sue parole.
Si baciarono con passione finché entrambi non rimasero senza fiato, a quel punto Victoire gli morse delicatamente il labbro inferiore per poi spostare la propria attenzione alla clavicola di Teddy che prese a baciare e mordicchiare mentre le mani, tremanti d’insicurezza ed eccitazione, si occupavano dei bottoni della camicia.
Teddy le accarezzò la schiena per poi afferrarla per i fianchi e sfiorare delicatamente la sottile striscia di pelle lasciata scoperta tra la camicetta e la gonna.
La ragazza, una volta slacciati i bottoni, gli accarezzò il petto nudo, dalle spalle agli addominali.
Si interruppe un momento, giusto il tempo di levarsi maglioncino e camicia, senza neanche sbottonarla, e rimanere il reggiseno sotto lo sguardo innamorato di Teddy.
-Vic, sei bellissima- disse lui deglutendo a vuoto.
La ragazza sorrise dolcemente, felice del complimento, e posò le labbra sulla bocca di lui.
Teddy, con uno scatto di reni, ribaltò la posizione portandosi sopra di lei e cominciando a baciarle ogni lembo di pelle che poteva raggiungere. Gli zigomi, la gola, la clavicola, i seni. Nulla venne escluso da quella dolce attenzione.
-Ti amo- sussurrò lei, più come un pensiero ad alta voce che un effettiva confessione.
Teddy si allontanò di pochi centimetri per guardarla negli occhi, poi sorrise e, ebbro di gioia, le rispose -Ti amo anch’io- prima di impossessarsi delle labbra di Victoire.
-Teddy, ti voglio- mormorò Victoire stringendolo forte a se mentre lui la baciava seguendo una linea immaginaria da dietro l’orecchio alla spalla.
-Vicky- disse lui bloccandosi e scostandosi con gentilezza.
-Non…non vuoi?- chiese lei disorientata e ferita.
-Victoire, non c’è nulla che mi renderebbe più felice che fare l’amore con te, adesso. Ma forse è meglio aspettare, tu sei così piccola e delicata- le disse carezzandole una guancia teneramente –Non voglio che tu rimpianga qualcosa-
-Non rimpiangerò nulla, non sono mai stata così sicura di niente. Voglio fare l’amore e voglio farlo con te. Voglio essere tua per sempre- disse lei arrossendo ma talmente sicura delle proprie parole da incrinare la sicurezza di Teddy.
-Ti prego- lo implorò lei lasciandogli tanti, piccoli, teneri baci sul petto e lungo il collo.
-Victoire mi stai tentando- rispose lui, ormai al limite.
-Lasciati tentare- gli sussurrò lei all’orecchio prima di mordicchiargli il lobo.
-Mi farai impazzire- esclamò lui, sconfitto, ricacciandola sul letto e sdraiandocisi sopra.
Animato da una nuova ondata d’eccitazione, Ted cominciò a baciarle le parti di seno lasciate scoperte dal reggiseno di pizzo mentre con le mani le carezzava le cosce sotto la gonna.
Victoire, con una mano, se lo teneva premuto al petto mentre l’altra, intrepida, si avventurava sempre più in basso, fino a raggiungere territori fino ad allora inesplorati.
Lui gemette quando la ragazza sbottonò i jeans ed intrufolò la sua timida mano all’interno, accarezzandolo gentilmente.
Un momento dopo i jeans sparirono, lanciati in fondo al letto, subito seguiti dalla gonna di lei: entrambi erano consapevoli dei pochi indumenti rimasti a dividerli.
Sentire il corpo seminudo dell’altro a contatto con il proprio era meglio di qualunque afrodisiaco.
Con una mano, e con qualche difficoltà, Teddy le slacciò il reggiseno scoprendo l’ennesimo lembo di pelle, sempre più sensibile, che prese a baciare e accarezzare facendola gemere per la nuova scarica di sensazioni.
Le mani di lei, percorrendo tutti i muscoli della schiena, indugiarono qualche secondo in più sulle natiche, giocando con la stoffa arricciata dei boxer, per poi spostarsi davanti ed accarezzare il suo punto più sensibile.
Ted con estrema lentezza, per darle modo di fermalo qualora cambiasse idea, fece scendere una mano dal seno alla pancia e poi più in giù, fino ad incontrare il bordino degli slip di Victoire e sparirci sotto, toccandola dove nessuno mai l’aveva toccata.
Lei gemette, cominciando a muovere il bacino a ritmo delle sue carezze, e, con l’aiuto di lui, gli tolse i boxer liberando la sua eccitazione.
-Sei sicura Vic? Perché se non sei sicura, siamo ancora in tempo per fermarci- le ricordò lui ma Victoire, in completa balia delle sue carezze, si limitò a ripetergli –Ti voglio, per favore- esortandolo a continuare.
Ted si sporse per afferrare la propria bacchetta e, una volta sigillata la porta, fece l’incantesimo contraccettivo.
-Se ti fa troppo male, se vuoi che ci fermiamo, dimmelo subito. Non voglio farti soffrire- le disse lui, mille volte più spaventato di lei.
Era per entrambi la prima volta ma volevano donarsi l’uno all’altra, senza riserve.
-Mi fido di te- si limitò a dire lei dandogli un veloce bacio sulla bocca.
Non gli chiese di fare piano, sapeva che il ragazzo avrebbe fatto di tutto pur di non farle male e vedeva quanto lui fosse già terrorizzato.
Ted le sfilò gli slip e poi le si posizionò tra le gambe.
Guardandola con dolcezza entrò delicatamente in lei, cercando di farle meno male possibile.
-Dimmi quando ci sei- le sussurrò baciandole teneramente le palpebre, il collo e le labbra nella speranza di alleviarle il dolore.
-Ci sono- disse lei dandogli il via quando ormai l’attesa, per lui, stava diventando dolorosa.
Cominciò a muoversi dapprima lentamente, aumentando progressivamente il ritmo.
Gli ci volle un po’ di tempo per sincronizzarsi ma, alla fine, i loro corpi si abbandonarono ad una danza perfettamente equilibrata.
Volevano solo essere sempre più vicini, come se la loro pelle a contatto non fosse abbastanza.
Le mani sembravano essersi moltiplicate, toccando ed accarezzando mille punti diversi, ma ancora non bastava.
Le labbra cercavano con bramosia quelle dell’altro.
Ogni nervo era teso e fremente.
Continuavano a baciarsi, entrambi consapevoli solo in parte di non dover urlare per non farsi sentire.
-Teddy- sospirò lei aggrappandosi al lenzuolo mentre si sentiva il corpo pervaso da scariche elettriche e da un piacere mai neanche immaginato.
Teddy, d’altro canto, sentendo il piacere della ragazza, venne con un gemito, imponendosi di non urlare.
Una volta ripresasi un po’, Victoire scoppiò a ridere propagando una strana, ma piacevole, sensazione nei loro corpi ancora allacciati.
-Perché ridi?- chiese lui confuso.
-I tuoi capelli, non me n’ero nemmeno accorta, sono rossi. Ma non come quando ti arrabbi, questo rosso è…caldo. Piacevole- spiegò lei spettinandolo leggermente.
-Diciamo che ero vagamente troppo occupato per occuparmi anche dei miei capelli pazzi. Ti è già andata bene che non sia successo altro- rispose lui ridendo e facendola ridacchiare a sua volta.
-Sei bellissima, la cosa più bella che io abbia mai visto- disse lui guardandola.
I capelli erano sparsi sulle lenzuola stropicciate, le guance arrossate e le labbra gonfie dovute a tutti i baci.
-Ti amo- disse lei baciandolo teneramente.
-Ora devi fare una cosa però-
-Cosa?- chiese lei confusa.
-Vai da Donnel e mandalo a quel paese. Digli che sei mia-
-Lo sarò per sempre-
Rimasero abbracciati tra le coperte, testimoni del loro amore, ancora per un po’.
A coccolarsi.
A baciarsi.
O a guardarsi soltanto.
L’unica cosa importante era stare con l’altro.

NOTE:
Buongiorno, o buonasera.
Solo un paio di parole. Le cose, in questo capitolo si sono svolte un po' (un po' tanto!) velocemente ma, nella mia testa, ho giustificato la cosa pensando che Ted e Vic, magari in parte inconsapevolmente, sono anni che provano questa forte sensazione l'uno per l'altro e, una volta usciti allo scoperto, si sono fatti prendere dall'entusiasmo.
E poi si conoscono da così tanto tempo che, citando Alex, gli mancava solo la parte migliore (non sono una ninfomane maniaca, è solo una battuta ahahah)  
E basta, grazie mille a tutti <3

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Capitolo 7
*** Felicemente insieme ***


Uscirono dalla stanza di lui, dopo aver messo a lavare le lenzuola, che ormai era quasi ora di cena e attraversarono il castello tenendosi per mano.
Erano nel Salone d’ingresso quando Victoire vide Simon poco lontano e, con un rapido sguardo d’intesa con Ted, decise di raggiungerlo.
-Ehi ciao Simon- lo salutò lei, leggermente imbarazzata.
-Ehi Victoire, che fine avevi fatto?-
-Beh..c’è una novità. Non credo ci potremmo più vedere. Sono innamorata di Teddy e sono anche abbastanza sicura che anche lui mi ami, quindi…beh mi dispiace-
-E me lo dici così?- chiese lui sorpreso ma non ferito.
-Ehmm si? Scusa, ciao Simon-
Senza neanche dargli il tempo di rispondere, Vicky tornò tra le braccia di Ted, rimasto qualche passo indietro per rispetto.
-Abbastanza sicura? Davvero sei solamente ‘abbastanza sicura’ che io ti ami?-chiese lui ridacchiando e cingendole la vita con un braccio.
-Si, direi sicura intorno all’80%-
-Ah si? Beh sappia, signorina Weasley, che la amo più di ogni altra persona sulla faccia della terra-
-Sono lieta di saperlo, Mr. Lupin. E sappia che il sentimento è assolutamente reciproco. Sono così felice Teddy! Non riesco neanche a descriverlo-
Quando lui le rispose si erano già accomodati al tavolo, sotto gli sguardi felici ma per niente sorpresi di Alice e Alex.
-Non puoi capire quanto sia felice io. Credevo di averti perso, credevo tu volessi da me solo amicizia e scoprire che invece…-
-…che voglio molto di più.- finì lei.
-Si, esatto. È bello. Oh Godric quanto è bello!- esclamò lui sporgendosi per baciarla sulla bocca.
Appena le loro labbra si toccarono Alex e Alice cominciarono ad applaudire, seguiti dai ragazzi vicino, facendo arrossire i due innamorati.
-Finalmente!- esclamò Alice sorridente guardando l’amica e facendole l’occhiolino.
-Mi sa che la tua amica vorrà un resoconto completo- disse Teddy all’orecchio di Vicky.
-Perché, tu credi di evitarlo? Bello, stasera io e te parliamo- intervenne Alex minacciando l’amico con una forchetta carica di pasta.
 
 
Una volta in Sala Comune i due ragazzi ebbero appena il tempo di darsi un tenero bacio prima di essere praticamente rapiti dai rispettivi amici.
-Su, avrete tutto il tempo per sbaciucchiarvi- esclamò Alice afferrando il polso dell’amica per trascinarla nel dormitorio.
Una volta dentro ognuna si sedette sul proprio letto, Victoire imbarazzata e Alice in attesa.
-Allora?!- esclamò Alice dopo qualche secondo.
-Allora cosa? Non mi hai chiesto niente-
-Su, lo sai cosa voglio sapere!-
-Se non mi farai delle domande un po’ più precise non saprai proprio nulla- rispose Victoire divertendosi un mondo.
Prese il pigiama e cominciò a cambiarsi.
-Sai una stronza, lo sai? Beh cominciamo dall’inizio…Donnel?-
-L’ho salutato poco fa, gli ho detto che sto con Teddy e quindi…fine. E poi, anche se non ci fosse Teddy…Simon era di una noia mortale. Mi dispiace un po’..forse gliel’ho detto un po’ bruscamente-
-Se lo merita, sia io che Teddy te lo avevamo detto, ma tu e il tuo stupido orgoglio…- ribatté lei.
-Non farmi la predica, ok?-
-Comunque, proseguiamo. La Crawford? Teddy usciva con lei oggi, no?-
-Non parlarmi di lei. Voleva portarselo a letto- rispose Victoire digrignando i denti.
-Ok, ok. Però tu oggi uscivi con Donnel e lui con la Crawford e poi…mi manca un passaggio-
-Stavamo andando in biblioteca quando Simon mi ha toccato il sedere per cui mi sono arrabbiata, e anche dopo, mentre studiavamo, mi aveva rotto per cui se n’è andato prima. Tornando in Sala Comune ho sentito la Crawford che parlava con la sua amica dicendo che ‘con Lupin aveva fatto presto e che era un po’ delusa’. Non c’ho più visto e sono andata da Teddy, gli ho urlato contro ma lui mi ha detto che non era stato con lei e che non sarebbe riuscito a fare nulla con nessuna che non fossi io- disse Victoire ripetendo le parole di Teddy mentre le sue guance si tingevano di rosso.
-E siamo a due ‘te l’avevo detto’ nel giro di pochi minuti!-
-Ti stai divertendo?-
-Abbastanza, su continua!-
-Beh nulla, ci siamo baciati…- rispose lei evasivamente diventando sempre più rossa.
-Cos’altro è successo?? Perché sei tutta rossa?- chiese Alice incuriosita dalle guance colorite dell’amica.
-Beh, lo so che può sembrare brutto perché ci eravamo appena messi insieme, ma…abbiamo fatto l’amore. Era la prima volta di entrambi- sussurrò Victoire, imbarazzata ma felice.
-Oh tesoro! Sono così felice per te!- esclamò Alice saltando a dir poco in braccio all’amica per soffocarla in un abbraccio.
 
Nella camera affianco un dialogo simile stava avendo luogo.
-Allora, come sei passato da Allyson a Vicky in meno di un pomeriggio? Rubacuori dei miei stivali-
-Non sono un rubacuori, nemmeno un po’-
-Su, racconta!- lo spronò Alex.
-Sono uscito con Allyson, abbiamo fatto un giro nel parco e poi ci siamo seduti in una piccola radura. Lei ci ha provato subito, ma non un bacio o cose cosi! Ha provato a portarmi a letto dopo tipo 10 minuti che eravamo usciti!-
-Oh Godric, che…no aspetta! Quindi lo hai fatto? Per la prima volta? Con lei??- chiese Alex sorpreso.
-Non ce l’ho fatta. Mi stavo comportando come una merda, io volevo Vicky. Credo che Allyson si sia offesa ma non mi interessa, sono tornato al castello e hai visto anche tu quand’è arrivata Vicky. Mi ha accusato di essere stato con Allyson e quando finalmente ha capito che non era vero ci siamo baciati-
-E quindi ti sei perso una scopata per Vicky, eh? Oh Godric, sei proprio cotto!-
-Beh, veramente…-
-Cosa?! Stai scherzando?!- esclamò lui.
-Non sto scherzando. Ma la tua frase necessita di una precisazione: Io e Vicky non abbiamo ‘scopato’, abbiamo fatto l’amore. Per me c’è una gran differenza, ma non chiedermi di più perché, per rispetto a lei, non ti dirò nulla- confessò Teddy sorridendo.
-Congratulazioni amico! Ma come non mi dici nulla?!- disse Alex dando una pacca sulla spalla dell’amico.
-Alex, te lo giuro, lei è così…wow-
-Mi ha sempre dato l’idea di una che ci sapesse fare sotto le coperte-
-Non dire mai più una cosa del genere. Non intendevo quello- lo minacciò Teddy.
-è stato brutto?-
-Oh no, al contrario! È stato perfetto…solo il mio wow era riferito a tutto di lei-
-Amico, mi sa che ti abbiamo perso- rise Alex.
Un momento dopo entrarono Corner e Robbins ponendo fine alla conversazione.
 
Nei giorni seguenti nessuno si disse sorpreso nel vedere Vic e Teddy abbracciati in giro per il castello, costantemente insieme.
La domenica, dopo colazione, uscirono dal castello per godersi una delle prime, vere, belle giornate di maggio.
Si sedettero non lontano dal platano picchiatore che, a pochi metri di distanza, agitava i rami scoraggiando ogni uccello nei paraggi, Ted appoggiato ad un tronco e Vicky sdraiata con la testa appoggiata alle sue gambe.
Lui giocherellava distrattamente con i capelli biondo ramato di Vicky mentre lei si godeva il sole caldo sulla pelle.
-A cosa pensi?- le chiese.
-Pensavo che sono davvero felice, questi giorni sono stati perfetti. I più belli della mia vita, davvero. Però…-
-Pensi all’anno prossimo?- la interruppe lui.
-E a quello dopo. Io sarò qui, a scuola…mentre per te questo è l’ultimo anno. Come faremo?- chiese lei tirandosi su a sedere.
-Ci ho pensato spesso anch’io, sarà difficile ma…ce la faremo Vicky. Voglio stare con te più di qualunque altra cosa al mondo, possiamo vederci durante gli week-end a Hogsmeade e nelle vacanze. So che non è molto…ma sono solo due anni. Sembrano tanti ma sono convinto che riusciremo a farcela-
-Ti amo, lo sai vero? Zio Harry e zia Ginny sono rimasti lontani per l’ultimo anno di lei e, anche prima, hanno superato ben altri problemi. Ce la possiamo fare-
-Ti amo da impazzire- disse lui prima di baciarla.
-Pensi..pensi che dovremmo dirglielo? Ai nostri genitori e a tutti gli altri?-
-Non lo so, Harry mi dice sempre di essere come un figlio per lui, mi fa davvero piacere ma non vorrei che la prendesse male-
-Io non vorrei che…cioè se la lontananza dovesse diventare troppo...forse è meglio se rimane una cosa tra noi, no? Almeno per un periodo- propose Victoire imbarazzata, non voleva che Ted pensasse che lei non volesse far sapere a nessuno della loro storia.
-Probabilmente per un periodo è meglio così..anche se non possiamo escludere che qualcuno non lo dica ai propri genitori e che poi lo dicano ai tuoi. Insomma non ci stiamo esattamente nascondendo- disse lui dandole un dolce bacio sul collo, appena sotto l’orecchio.
-Sono anni che girano voci su di noi, non credo ci daranno peso-
-Sai, c’è un’altra cosa positiva del non dire nulla ai tuoi genitori, a mia nonna o a qualcun altro- cominciò lui con sguardo malizioso.
-E sarebbe?-
-Nessuno ci terrà d’occhio, ci lasceranno stare da soli come al solito- disse lui cominciando a darle piccoli baci sulla gola e sul profilo della mandibola.
-Decisamente meglio non dire nulla- rise lei posando le proprie labbra su quelle di lui.
Non potevano sapere quanto sarebbe durata la loro storia ma entrambi, in quel momento, volevano solo passare tutto il tempo disponibile con l’altro.

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


1 settembre 2007
 
Era una giornata fredda, per essere inizio settembre.
Le foglie sugli alberi si stavano già tingendo di rosso, marrone e oro e un leggero vento le faceva svolazzare lungo le strade londinesi ma, al binario 9 e ¾, non soffiava un filo di vento.
Il caos era sufficiente anche così.
Victoire aveva appena oltrepassato la barriera, seguita dal resto della sua famiglia e ora cercava uno scompartimento vuoto all’interno del treno scarlatto.
-Ehi Vicky, sei così ansiosa di tornare a scuola da non salutarci neanche?- la riprese Fleur vedendo la sua primogenita salire sul treno.
-Scusa mamma, volevo cercare uno scompartimento vuoto…o Alice- si scusò lei tornando dalla propria famiglia per salutarli.
-Fai la brava, ok tesoro?- disse Bill, suo padre, abbracciandola.
-Quando tornate?- chiese Louis alle sorelle.
-A Natale Lou, prima abbiamo scuola- gli rispose Dominique.
-E posso venire anch’io?-
-Non ancora tesoro, ma ci andrai anche tu- lo consolò la madre.
Le sorelle, Victoire e Dominique, salutarono i genitori e il fratellino prima di salire sul treno per cercare uno scompartimento.
-Ehmm Domi, vai pure. Cerca di trovare Jamie, o Al e Rose. Io cerco Ali- disse Victoire intravedendo una chiona azzurra sulla banchina.
-Va bene, a dopo-
Victoria, raggiungendo la porta, si sporse per vedere se i vuoi occhi l’avessero ingannata e no, quello sulla banchina era decisamente Teddy, il suo ragazzo.
-Ma cosa ci fai qui?!- chiese lei saltandogli praticamente in braccio.
Erano appena un paio di settimane dacché aveva informato i suoi genitori della loro relazione, non erano stati felici che lei gliel’avesse nascosto ma si erano detti per niente sorpresi e che ‘era decisamente ora’.
-Mi mancavi- rispose lui dandole un dolce bacio –Dammi la valigia, cerchiamo uno scompartimento-
Risalirono insieme sul treno e non ci misero molto a trovare uno scompartimento, occupato solo da Alice.
-Era ora che ti facessi viva! Ted, che piacere vederti- li salutò lei abbracciandoli.
Teddy sistemò la pesante valigia sulla reticella mentre le due ragazze si raccontavano le ultime novità.
-Non penso vi dispiacerà se vi lascio un momento soli, no? Vado a vedere dov’è Ian- disse Alice uscendo dallo scompartimento.
-Mi manca da morire essere al castello, soprattutto perché potrei stare sempre con te- disse Ted sedendosi sul sedile a fianco a Victoire.
-Mi manchi anche tu, appena ce li dicono ti scrivo gli Week-end ad Hogsmeade. Il primo di solito è ad inizio ottobre, no?-
-Non so se ce la faccio ad aspettare fino ad ottobre, l’anno scorso è stato terribile-
-Siamo ancora insieme però-
-Certo, possiamo superare tutto io e te- disse lui baciandola.
-Ehi! Che state facendo?- esclamò James Sirius, appena entrato nello scompartimento.
-Sto salutando Vicky, va via Jamie- lo cacciò Teddy. I tre piccoli Potter erano quasi fratelli per lui.
-In meno di un minuto lo dirà a tutti- ridacchiò nervosamente Victoire.
-Almeno ai tuoi e a mia nonna lo abbiamo detto prima, comunque sono sicuro che saranno tutti felici per noi-
-Speriamo-
Un fischio acuto annunciò l’imminente partenza del treno.
-Devo andare, goditi l’ultimo anno, ok tesoro mio? Ci vediamo presto e scrivimi appena arrivi-
-Mi mancherai un sacco- disse lei abbracciandolo stretto mentre lui le sfiorava i capelli con le labbra.
-Anche tu, ti amo-
-Ti amo anch’io!-
Le loro labbra ebbero appena il tempo di sfiorarsi prima che il treno cominciasse a muoversi e lui fosse costretto a scendere velocemente.
Rimase sulla banchina, a salutarla con la mano, mentre il treno che tanto aveva adorato gli portava via l’amore della sua vita.
Non è per molto, fra circa un mese la rivedrai gli ricordò il suo cervello.
Teddy seguì con lo sguardo la locomotiva finché poté poi si voltò e uscì dalla stazione, il vento gli spettinava i capelli turchesi e il trench nero che portava non lo aiutava molto a ripararsi dal freddo.
-Teddy!- girandosi il ragazzo vide, a pochi metri di distanza, Harry camminare nella sua direzione.
-Ehi, ciao-
-Ciao, Jamie ci ha detto che stai con Vicky- gli disse il suo padrino.
-Ehmm si, volevo parlarvene. Davvero, solo…-
La sua frase non fu mai conclusa, Harry, cogliendolo completamente di sorpresa, lo abbracciò e lui, confuso ma felice, ricambiò l’abbraccio.
-Sono davvero felice per voi! Per me, e anche per tutti gli altri, sei sempre stato uno di famiglia e questa relazione ufficializza un po’ la cosa. Credo che se tuo padre fosse qui sarebbe felice quanto noi e sarebbe davvero orgoglioso del ragazzo che sei diventato, e così tua madre- disse Harry una volta sciolto l’abbraccio.
Di solito a Ted non piaceva parlare dei suoi genitori perché tutti lo guardavano con compassione, con Harry però non aveva mai quest’impressione. Con lui poteva parlarne tranquillamente perché Harry sapeva cosa si provava e non lo faceva mai sentire a disagio.
-Grazie Harry, lo apprezzo tanto-
-Ti aspettiamo domenica a pranzo, Lily non vede l’ora di vederti-
-Certo, ci vediamo domenica-
I due uomini si abbracciarono frettolosamente un ultima volta prima di prendere strade diverse ed infine smaterializzarsi.
Teddy, dopo anni in cui l’unica famiglia era stata nonna Andromeda, si sentiva finalmente parte del clan Weasley-Potter, probabilmente la famiglia più numerosa e strana di tutto il mondo magico.

NOTE:
Salve! Spero non siate (troppo) deluse da questa conclusione! Ovviamente di cose da raccontare ce ne sarebbero state molte (l'annuncio della loro relazione alle famiglie per esempio, non condivido il fatto di mantenere il segreto per così tanto tempo ma volevo collegarmi all'epilogo dei libri quindi è stata una scelta 'forzata') ma non sapevo come collegarli essendo episodi spesso corti e scollegati.
Comunque volevo ringraziare chiunque abbia letto questo primo esperimento di Teddy/Vicky, grazie davvero.
Spero a presto,
Arya

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