Harime Nui's Chronicles

di Harime Nui
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Prologo - Kawaii! ***
Capitolo 3: *** I Volume - Incubo ***
Capitolo 4: *** I volume: Oui maman! ***
Capitolo 5: *** I Volume: Non, maman! ***
Capitolo 6: *** I Volume: Cuore di Biofibra ***
Capitolo 7: *** Sangue secco, Inchiostro e Follia ***
Capitolo 8: *** C'era una volta...un lupo cattivo... ***
Capitolo 9: *** Hey, Nui! ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Un temporale di dimensioni apocalittiche si abbatté sull'Accademia Honnouji, le case dei piani più basi crollarono, alcune furono completamente allagate dall'incessante pioggia.

Satsuki-Sama non si era mossa dal trono, dalla torre aveva continuato ad osservare la sua città dall'alto verso il basso. Nella mano destra una tazza di tè di prima qualità, accanto un vecchio maggiordomo dallo sguardo spento e le ossa affaticate dopo anni ed anni di servilismo. Eppure, sapevano entrambi che nulla di tutto ciò era vero, era tutta un'illusione. Una ribellione che nel peggiore dei casi avrebbe comportato alla distruzione dell'accademia. Ma per ucciderla avrebbero donato di certo la loro stessa vita …

La cinta muraglia che proteggeva l'accademia, invece, avrebbe resistito nel tempo, non sarebbe mai crollata. Sulla sua sommità, nel punto più alto e maestoso si trovava una ragazzina sorridente ed allegra. Nelle sue mani stringeva una spada simile alla metà di una forbice, di colore completamente viola. Piantò l'arma a terra e vi si appoggiò sopra.

'A che gioco stai giocando? Satsuki-Sama?' si aggiustò la benda rosa sull'occhio destro continuando a sorridere. Lei era l'unica a sapere, veramente, cosa stesse accadendo oltre alla preside del consiglio studentesco.

Harime Nui era una delle due possidenti delle metà della spada forbice del Dr Matoi. Nata dalla prima fibra vivente.

'Certo, nessuno mi ha detto dell'Elezione Naturale. Sei davvero cattiva!' improvvisò un broncio, poi aprì l'ombrello e si voltò, planando fino a terra, davanti all'ingresso dell'accademia. 'Ciao ciao sorellona...' sussurrò prima di scomparire nella nebbia.

 

 

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Capitolo 2
*** Prologo - Kawaii! ***


Ciao a tutti!

Il mio nome è Nui Harime, figlia di Ragyo Kiryuuin e della Prima Fibra Vivente. Sono la Grand Couturier personale di Ragyo :3 scrivo sta roba perché? Non lo so. Ragyo mi ha rotto! Ed anche quella Ryuko... indossare quell'abito non gli si addice, Senketsu è così puccioso! E' così kawaii [1]! Mi dispiace averla lasciata con tutte quelle domande... quando si arrabbia è carinissima!

Purtroppo sono a palazzo Kiryuin. Devo cucire l'ennesimo vestito, le mie mani sono così delicate e belle che sembrano di ceramica. Ecco perché Ragyo mi assilla con tutti questi abiti! Chi altro sa cucire un kamui come me? Nessuno, vero? Me lo immaginavo...

Ragyo mi ha chiaramente detto di cucire il “kamui finale”, qualcosa che lei definisce imbattibile. Quanti banshi dovrà avere? Ops, non lo so... la biofibra indurita è indistruttibile di suo, neanche Ryuko con la sua metà di spada forbice riuscirà a scalfirla.

'Harime?' mi volto. A parlare è Rei. 'Ragyo vorrebbe sapere come procede il lavoro.'

'Non si deve preoccupare! Se questo abito è per maman allora sarà stupendo!'

Rei continuò a fissarmi con disprezzo attraverso gli spessi occhiali da sole. Sono davvero così irritante per lei? Sarà invidia! Dopotutto sono figlia di Ragyo.

'Vattene, non riesco a concentrarmi!'

'Devo servirti solo perché è un suo ordine, Nui. Arrogante.'

'Se non vuoi essere decapitata, potresti andare a dire tutto a maman?' le mie mani continuano a lavorare cucendo velocemente un altro pezzo di biofibra [2]

Non rispose, si voltò e se ne andò.

Ihihih! Rei è proprio stupidina! Non ha capito che continuando così prima o poi la sua testa volerà via dal resto del corpo!

 

 

[1] Ho lasciato invariato il termine kawaii per enfatizzare il termine, che tradotto in Italiano significa:”carino, puccioso, adorabile”

[2] Sinonimo di Fibra Vivente, entrambe le traduzioni sono corrette

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Capitolo 3
*** I Volume - Incubo ***


Ryuko non riesce più a dormire.

Ha avuto paura di perdermi, di perdere la sua uniforme... per lei sono davvero così importante, ma sembra quasi aver paura di me. Quando giunge la notte non riesce ad addormentarsi, così come me. Ogni volta che chiude gli occhi li riapre ancora più arrossati e carichi di lacrime. Quella dannata ragazzina dispettosa... Harime Nui...

La devo uccidere.

Il Dr Matoi mi ha creato per questo, proteggere la mia padrona.

'S-Senketsu...' in piena notte sento Ryuko chiamarmi, la voce flebile e spenta.

Quando apro gli occhi lei indossa ancora il suo pigiama, è sdraiata nel letto coperta fino al collo da stracci e vestiti. Come mi aspettavo, i suoi occhi sono lucidi ed arrossati.

'Si?' rispondo.

'N-non riesco a dormire.' continua a tremare incessantemente. 'Voglio ucciderla... m-ma nel f-farlo diventerò come lei.'

'Non possiamo fare nulla, non siamo abbastanza forti. Dobbiamo ancora crescere, Ryuko. So quanto tu sia arrabbiata verso Nui, ma devi controllarti, o succederà... di nuovo...' non so cos'altro dire per tirarla su di morale.

'Non ne s-sono sicura... forse non voglio n-neanche ucciderla... vorrei solo parlare e sapere c-come è andata. E-e tu?'

'Forse hai ragione. Non ho idea del perché abbia attaccato il Dr Matoi. Ma ho paura che non riuscirai mai a parlare seriamente con Harime.'

Per quanto Ryuko possa sforzarsi, Harime è comunque una psicopatica.

 

Che vuole ancora Hoomaru!?

L'ago mi continua a cadere dalle mani ogni volte che mi interrompe!

'Sei psicotica. Stai sempre isolata. Soffri di disturbi della personalità.' si crede uno psicologo, a quanto pare, un'altra parola e l'ammazzerò seduta stante, non basta la parola di Ragyo per tenermi a bada!

Giro la testa a 180 gradi per osservare Rei.

'Ragyo non dovrebbe fidarsi di te. Sei solo una bambina dispettosa, malata mentalmente!' alzando la voce mi manda al manicomio, quella... argh!

Senza rendermene conto il mio volto si piega in un sorriso sadico e malato, gli occhi completamente dilatati. Ops! Non riesco a controllarmi molto bene!

'Ti staccherò la testa a morsi! Mi stai facendo sbroccare!' da dentro il vestito sfilo la mia metà di spada forbice puntandola contro la gola di Rei, avvicinandola fino a vedere una piccola scia di sangue fluire dalla ferita.

'Torna a lavoro. Ragyo sta aspettando.' come al solito, non si scompone minimamente. 'Se mi dovessi uccidere, a patto che tu ci riuscissi, cosa diresti poi a “maman”?'

'Uhm... hai ragione...' rimetto la spada al suo posto. 'Oplà! Ora torno a cucire questo kamui.'

 

L'Accademia Honnouji splendeva di un nuovo bagliore al mattino, la pioggia era già terminata da ore. Nella sua stanza personale Jakuzure si era appena svegliata, la metà inferiore del corpo ancora sotto le coperte, gli occhi puntati al soffitto. Le camere dei Superquattro erano lussuose e spaziose, situate nei piani alti dell'accademia.

Nonon non aveva mai desiderato vivere in modo agiato.

Aveva dedicato parte della sua vita assieme a Satsuki, probabilmente il suo unico e vero amore. Dall'asilo erano sempre state “migliori amiche”, ma i loro sentimenti erano oramai svelati. Entrambe non avevano mai lasciato trapelare nulla, né agli studenti né ai Superquattro. Entrambe volevano un futuro roseo per la loro relazione. Entrambe volevano proteggersi a vicenda. Entrambe odiavano Ragyo. Condividevano sentimenti uguali.

Jakuzure si alzò dal letto, tirò un profondo respiro prima di iniziare a vestirsi a malavoglia.

'Per quanto devo ancora fingere, Satsuki-Sama?' pensò ad alta voce.

 

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Capitolo 4
*** I volume: Oui maman! ***


Il kamui che Harime stava cucendo con tanta grazia e cura avrebbe spazzato via chiunque provasse a combattere contro Ragyo Kiryuin, senza alcuna distinzione. Non poteva non sorridere pensando a quella stupenda immagine.

Eppure.

Sentiva una strana sensazione nel suo cuore di biofibra, come se desiderasse essere un vero umano. Provare emozioni reali, amore e paura. Come la ragazza dai vestitini succinti figlia di Matoi Isshin. Forse aveva veramente ragione il vecchio. Improvvisamente il suo onnipresente sorriso sparì per alcuni attimi. Tornò subito dopo in modo stranamente forzato.

Era sola in un'enorme stanza completamente dedicata alle sue esigenze. Un tavolo di acciaio sul quale poter cucire qualunque abito. Isolata da ogni altro essere vivente.

Fece cascare l'ago a terra, cadde a terra con la testa tra le mani. Si tolse la benda, rivelando una cicatrice ancora evanescente. Dalla ferita iniziò a scorrere lentamente e copiosamente del sangue caldo.

'Harime Nui!' dall'unica porta presente nella stanza era entrata Ragyo, che accorse ad aiutarla.

Si alzò improvvisamente.

La benda viola nuovamente sull'occhio destro, un grande sorriso stampato sul volto, nessuna traccia di sangue.

'Bonsoir, maman!' esclamò.

'Che è successo?'

'Nulla! Ho quasi finito il tuo kamui! E' così kawaii! Vorrei tanto indossarlo io!' la voce carica di gioia e felicità come sempre, la malinconia era scomparsa dal suo volto angelico.

'Sei così bella, figlia mia... anche tu potrai indossare la biofibra...' avvolse Harime in un abbraccio sensuale.

Comparve sull'uscio della porta Rei, che avvampò vedendo le due.

'S-signora. E' pronta a partire?'

Ragyo se ne andò così com'era arrivata, senza proferire parola.

Harime resto immobile ed impassibile.

Nel pomeriggio fece visita all'Accademia Honnouji.

Nessuno può fermare un artista. Nessuno.

 

'Vorrei scappare a Parigi.' esclamò una bambina.

'Devo servire Ragyo. Il nostro è l'unico e vero credo.' a parlare era una ragazzina appena adolescente.

'Mi fate così ridere!' una lama viola ridusse a brandelli entrambi.

Harime sorrise in modo inquietante, una fila di denti ben ordinati e puliti le attraversavano completamente il volto. Le sue braccia giacevano sul terreno, sostituite da protesi sintetiche. Una metà di spada forbice nella mano sinistra.

'Non ho un credo. Ragyo non ho né mia madre né il mio capo. Sono un artista! Le regole le decido io. Non ho bisogno di droga, alcolici... siete tutte uguali!'

 

'Harime Nui.' a chiamarla era Rei. 'Mi hai chiesto di svegliarti nel caso ti fossi addormentata, vero?'

'Vado all'Accademia Honnouji! Maman vorrà di certo questo, no!?'

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Capitolo 5
*** I Volume: Non, maman! ***


'Chi sei? Questo non è un posto per bambini.' Matoi Isshin si voltò a guardare quella giovane ragazza vestita di bianco e rosa.

'Ops! Davvero? Volevo solo giocare un po' con te!' Harime Nui avvicino il viso a quello dell'anziano scienziato.

'Ti ha mandato Ragyo per uccidermi, vero?' sfilò la spada forbice, facendo indietreggiare Harime.

'Oplà!' esclamò lei saltando all'indietro.

'Questa spada può tagliare la fibra vivente!'

'Davvero!?' gli saltò contro scartando di lato ad ogni affondata dell'avversario. 'Sei vecchio, dottor Matoi!' riuscì a colpirlo nel ventre, facendolo cadere a terra dolorante.

'Papà!' a parlare era una terza voce.

Harime Nui si voltò per un millesimo di secondo, bastò per farle perdere la concentrazione. Improvvisamente la spada le attraversò il volto. Lanciò un urlo di dolore, poi piantò ancora più affondo la il suo ombrello nel corpo straziato di Isshin, che ormai si era abbandonato al suo destino. Eppure, la voce di Ryuko... sua figlia...

'Ti strapperò gli occhi dai bulbi oculari! Ti farò bruciare assieme a questa dannata villa!' diventò improvvisamente seria, un sorriso sadico stampato sul volto.

Dalla porta dello studio entrò una giovane ragazza di appena diciassette anni. Osservò impotente una figura indistinta che lasciava cadere un cerino accanto al dottore. Il fuoco divampò in un'improbabile maniera riempendo di lingue infuocate l'intera sala. Vedendo la scena gridò il nome del padre, inutilmente accorse per prendere l'assassino, che con agili movimenti scomparve nelle fiamme che stavano devastando la casa. Lasciò parte della spada forbice conficcata nel padre di Ryuko che era stato circondato dalle fiamme.

'Papà!' esclamò in lacrime.

'Figlia mia! Scappa, o morirai anche tu! Vattene!'

La ferita era mortale. Eppure Ryuko provò a convincersi che potesse ancora salvarsi.

'T-ti porto io al sicuro!'

'Vai a cercare aiuto, corri fino alla città più vicina! Porta questa spada con te, per proteggerti!' sembrò riaccendere una speranza nell'animo della figlia che afferrò al volo la spada forbice.

'O-ok!' corse fuori dalla casa, corse più forte che poteva.

Circondato dal fuoco, Isshin sorrise. Sapeva che quella era la fine. Ma non rimpiangeva le sue azioni. Aver creato Nudist Beach. E Senketsu. Già. Ryuko e Senketsu avrebbero salvato quel mondo. Avrebbero continuato ciò che lui aveva iniziato.

 

Ricordò Ryuko da bambina.

Ricordò Nudist Beach.

Ricordò Senketsu.

Poi vide lui e sua figlia, assieme, in un prato fiorito. Mano nella mano. Felici. Sorridenti.

 

'Ehi vecchio. Pensi davvero di riuscire a salvarti?' a parlare era Harime, che era improvvisamente entrata nella casa dall'unica finestra accessibile per dare il colpo di grazie a Matoi Isshin.

 

Ryuko si fermò. Si voltò.

'ISSHIN!' la villa esplose.

Le fiamme si riversarono sugli alberi vicini, ma l'incendio si sedò dopo pochi minuti mentre Ryuko rimaneva immobile. Gli occhi sbarrati. Le ginocchia tremolanti.

 

'E adesso io...?'

 

 

La situazione era disperata.

Ragyo sarebbe morta anche con l'aiuto di Shinra-Koketsu. Eppure sembrava ancora concentrata e decisa a vincere quella guerra, a portare gli abiti a conquistare il mondo.

'Harime Nui!' la ragazzina, voltata a combattere contro Ryuko si voltò leggermente.

'Uh?' chiese sorridente.

'Sacrificati!'

'Oui, maman!'

Cadde un silenzio tombale in quella situazione di per sé inquietante, corpi senza vita sparsi ovunque. L'accademia era divenuto un cimitero. Eppure Ragyo non avrebbe perso, fidandosi ciecamente della figlia. In pochi attimi Harime iniziò a ridere incessantemente, portò le braccia ora trasformate in lame al collo e le avvicinò pericolosamente alla carotide. Ryuko spalancò gli occhi. La volontà di Nui era piegata al volere della madre a tal punto da portarla al suicidio.

La sua testa cadde a terra rotolando per diversi metri. Il corpo scomparve.

Ragyo rimase immobile.

Non era lei.

No.

Non era morta.

Una mano le trapassò il petto.

Il cuore continuò ad illuminarsi a causa della biofibra, pompando sangue al resto del corpo. Una bestia immortale.

'Il tuo cuore è così bello! Sono felice di essere stata io a strappartelo di dosso. Così tutti possono vederlo!' rimase entrambe ferme per istanti che parvero infiniti. 'Sai? Siete tutti uguali, così monotoni!'

Ragyo si voltò scagliando un pugno contro il volto della figlia che fu sbalzata a metri di distanza. Il cuore si riavvicinò al petto e la ferita si rimarginò sotto gli sguardi inorriditi di alcuni. Il suo corpo agì sotto il controllo mentale e fisico della biofibra.

 

Rei fu l'unica delle tre a sopravvivere. Vero.

La sua volontà non era più oppressa da Ragyo. Vero.

Ora poteva vivere normalmente. Falso.

Mentre Senketsu. Creato per proteggere Ryuko si sacrificò. Vero.

 

Angolo dell'autore:

Aggiungo questo piccolo angoletto di pagina.

Ho intenzione di usarlo per, magari, rispondere ai commenti o agli mp privati sulla storia. Ho anche recensioni provenienti da siti esterni. Insomma, vi parlerò un po' di quello che mi frulla per la testa! Da adesso in poi inizia una storia leggermente diversa da come l'avete vista nei capitoli precedenti. Ho cambiato stile ed approccio alla scrittura dopo diversi tentativi. Quindi... ci saranno diverse scene violente ed un linguaggio che alcuni potrebbero definire scurrile... in futuro potrei anche decidere di alzare il tag da Arancione a Rosso. Detto questo: che ne pensate dei capitoli che sono usciti fino ad ora? Nei prossimi, oltre agli avvertimenti che già ho scritto, ci saranno alcune piccole spiegazione in stile “universitario”, spiegazioni scientifiche a fatti che nell'anime non sono stati chiariti ed altro.

Non ci saranno scene di sesso di alcun tipo! Verranno solo accennate alcune coppie e magari ci sarà qualche scenetta un po' “erotica”... si, esatto porcelloni.

Quindi, restati sintonizzati e lasciate un commento, mi raccomando! Ciao a tutti! ^^

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Capitolo 6
*** I Volume: Cuore di Biofibra ***


Era un tutt'uno con la Fibra Vivente.

Il volto sofferente, urlante, deformato dall'esposizione prolungata alla biofibra. Si ergeva sopra un cumulo di cadaveri e macerie, la distruzione regnava sovrana in quell'ammasso di caos e pura oscurità. Il cielo carico di nubi nefaste.

Era stata decapitata.

Ma ora era di nuovo ricongiunta al suo corpo.

Gli occhi vitrei.

Le radiazioni che quell'abito provocavano le stavano letteralmente divorando il cervello bruciando velocemente i suoi neuroni.

Per la prima volta, il suo volto non era sorridente. Sembrava un angelo. La pelle candida, i capelli biondi sciolti sulla schiena. In quel mare di biofibra calda come magma era illuminata di una luce che la rendeva ancora più bella.

Ma poi.

Un ultimo inquietante dettaglio.

Un cuore pulsante, collegato ad un'enorme squarcio nel petto dal quale uscivano vene ed arterie.

 

Angolo dell'autore:

Un capitolo più che altro descrittivo.

Da adesso in poi utilizzerò questo stile, ho scritto il tutto velocemente, mi sono soffermato in particolare sui dettagli... spero vi possa piacere!

Ed altra cosa: i capitoli sono moooolto brevi. Ho pensato che potesse risultare più gradevole in questo modo: capitolozzi cortini, ma almeno 3 a settimana, succedono cose interessanti in poche righe. Quindi... vedrete uscire più robetta a settimana, capitoli piccoli (max 10 pagine), ma carichi di descrizioni, se servono, ed anche TUTTI riguardanti la storia principale. Non andrò a toccare altri argomenti, la trama prenderà una strada e non la lascerà sino alla fine... che altro?
Restate sintonizzati! Ciao a tutti! ^^

 

P. S.

Visto che è Domenica doppio capitolo!

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Capitolo 7
*** Sangue secco, Inchiostro e Follia ***


Senketsu nascose l'immenso dolore che provava combattendo.

Doveva mantenere Ryuko al sicuro, quello era il suo unico e vero scopo voluto da Isshin, e sarebbe quello che avrebbe tentato di fare. No. Ci sarebbe riuscito a costo della sua vita.

'Ryuko...' la interruppe durante il combattimento.

'Senketsu?'

'Fallo per Mako. E per Satsuki.' la voce incrinata.

'Che abito piagnucolone! Non ti preoccupare, torneremo tutti e due sani e salvi, è una promessa!'

'R-ryuko...'

 

 

Ad un normale banco di scuola era seduta una giovane ragazza, gli occhi azzurri, i capelli lunghi e biondi raccolti in un'improbabile e sofisticata pettinatura. Sul piccolo tavolo davanti a lei, un piccolo trenino in legno. Le sue mani, modellate per cucire, per essere all'altezza di Ragyo, tremavano alla sola idea di quel pezzo di legno. Non aveva mai visto qualcosa di così... normale... non aveva mai giocato, avrebbe potuto spezzare una delle sue splendide unghie.

Raccolse il gioco.

La pelle, a contatto con quel materiale ruvido, diventò fredda e rigida. Eppure sentiva un calore accendersi all'interno del suo cuore di biofibra.

Con una mano raccolse una penna, la intinse nel calamaio, la portò al foglio bianco, avvicinando la punta iniziò a scorrere come sangue una lenta ed inesorabile scia di inchiostro.

 

Comparve una normale bambina.

Una normale casa.

Una madre altrettanto normale.

Una famiglia normale.

Una scuola normale.

Accettata da chiunque.

 

'Questo è il potere dell'inchiostro. Il potere di immaginare.' a parlare era la stessa Nui.

'Anche il sangue può scrivere e disegnare...' cadde una goccia rossa sul foglio.

'Ma non darà mai le stesse emozioni.'

'E... e le ferite rimarginano?' la sua voce era curiosa di scoprire, simile a quella di un bambino.

'Prima o poi tutte le ferite si richiudono. Se tu sei disposta a ricucire le tue colpe.'

Harime lasciò cadere la pena.

Cinse le ginocchia con le braccia.

Gli occhi vitrei.

'N-non voglio più cucire...'

'Cucirò io per te.'

'Davvero?' la voce carica di gioia.

Sul suo viso si disegnò, veramente, un sorriso. Vero.

Un veramente vero sorriso. Vero.

Per la prima volta si sentì libera e felice, veramente. Vero.

Tornò a sedersi normalmente sulla sedia e appoggiò il mento al banco, osservando un punto imprecisato in quella distesa vuota ed inabitata.

 

Comparve un giardino.

Comparve il sole.

Comparve la luce.

Comparve l'acqua.

Cambiò voce: 'Puoi essere libera.'

Tornò ad essere una bambina: 'Grazie, Harime-sensei!'

 

La ragazzina vestita in rosa e bianco ebbe la volontà di togliersi la benda dall'occhio

destro. Ebbe la volontà di non essere sottomessa agli abiti. La volontà di vivere.

 

La ferita prima evanescente era ora scomparsa.

Al suo posto vi era uno specchio blu.

Un enorme occhio dall'iride bluastra.

Uno specchio che potesse riflettere ogni pericolo e minaccia.

'Ehi, nullità! Hai dimenticato il dolore che hai provato quando sei stata tagliata a piccoli pezzi? Quando la tua carne è stata lacerata da quell'esplosione? E quando ti è stato tagliato un occhio? Lo hai scordato!?' il sorriso inarcato a V, gli occhi carichi di odio e follia.

'No, no ti prego!' tornò ad essere una piccola bambina terrorizzata da ogni cosa.

'Ferma! Io sono la volontà di Harime Nui. Non ti lascerò torcerle un capello!'

Dal petto della ragazzina comparve un addome femminile, una perfetta copia della vera Grand Couturier. Si divise in un'altra lei.

Improvvisamente Nui si inginocchiò a terra.

Sotto ai suoi piedi una collina verde.

La rugiada bagnava ancora le piccole foglie.

Avvicinò lentamente la mano.

La sua pelle entrò in contatto con la fredda rugiada, la foglia verde carica di clorofilla.

Sorrise nuovamente.

'Sono davvero felice! Vorrei che questo sogno non finisse mai...'

'Finirà.'

'Finirà quando sarai tu a volerlo.'

'Grazie Harime-sensei!' chiuse entrambi gli occhi, uno smagliante sorriso a trentadue denti disegnato sul volto.

Ora era veramente un angelo.

La pelle candida.

Gli occhi azzurri quasi vitrei.

La folta chioma mossa dal vento.

Quel sorriso così sincero.

Già.

Ora era veramente un angelo. Vero.

 

Angolo dell'autore:

Terzo capitolo di oggi! La miglior Domenica di sempre! ^^

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Capitolo 8
*** C'era una volta...un lupo cattivo... ***


Il dottor Matoi Isshin era un grande scienziato.

Morì per mano di una delle sue tre figlie, Harime Nui. Lasciò a Ryuko il compito di combattere quella guerra. Lasciò questa terra con un sorriso disegnato sul volto. Lasciò questa terra in un mare di fuoco.

 

L'incubo si disegnò pian piano.

Un cimitero sul quale erano sparse croci in legno.

Lapidi senza nome.

Il sole riempiva con i suoi caldi raggi la scena.

Ryuko era immobile, inerme, una gamba rotta, gli occhi ancora carichi di vendetta e rimorso verso quel mostro di biofibra. Dallo spazio la sua caduta vertiginosa aveva ucciso Senketsu. Era miracolosamente salva, anche se la sua mente ed il suo fisico ne avevano risentito.

'Senketsu... che farò ora che tu non sei più con me?'

A quante altre cose avrebbe dovuto dire addio?

Si accasciò a terra, urlò il nome del suo amico prima di chiudere gli occhi per alcuni istanti. Alla sua destra, piantata nel terreno, le due metà della spada forbice. Raccolse la parte che suo padre le aveva donato, la strinse a sé e si avvicinò ad una lapide, appoggiandosi ad essa.

Aspettò la morte per dissanguamento.

'Sei morto per nulla... Senketsu!' le sue urla cariche di odio si persero in quella distesa di vuoto totale.

 

 

 

'Ryuko! Vedo che alla fine ti sei arresa anche tu!'

Ragyo rimase ferma, a diversi metri di distanza, intenta ad osservare la figlia. Il suo cuore non aveva ancora smesso di battere. Rimaneva seduta accanto alla lapide.

'Stai pregando?' sorriso in tono di sfida. 'Beh, è giusto. La morte è vicina, dopotutto. Ma con quella spada tra le mani non potrai fare il segno della croce, no? Ti aiuterò io a farlo!' un ago colpì la lapide.

'In nome del padre.' un secondo chiodo. 'Del figlio-'

'E così sia!'

Ryuko si lanciò a terra, raccolse l'altra metà di spada forbice e le lanciò entrambe contro la madre. Assunsero la modalità decapitazione.

Le lame colpirono Ragyo al petto.

Si accasciò, sanguinante a terra.

Morì dopo pochi istanti.

Ryuko si alzò in piedi.

Dolorante, ma ancora viva, avanzò calpestando quella terra maledetta.

Passò il cadavere della madre e si voltò un'ultima volta.

Non disse nulla.

Mise una mano sul cuore e salutò il suo amico.

Un'ultima volta.

'Addio Senketsu.' si incamminò a passo incerto verso il sole calante.

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Capitolo 9
*** Hey, Nui! ***


Era una casa in campagna da tre stanze.

Nella prima una piccola cucina, la seconda era un salone, la terza una camera di pochi metri quadrati. Un letto unico nel quale giaceva una ragazza, rannicchiata su sé stessa coperta da un piumino vecchio e malandato. I capelli biondi sciolti sulla schiena, gli occhi chiusi, uno coperto dalla benda inconfondibile di Harime Nui. Non sembrava dormire, il suo petto non si alzava ed abbassava ritmicamente, sembrava essere quasi in letargo. Eppure la verità era un'altra. Attorno al cuore, tutto il suo corpo, era come paralizzato, congelato, freddo, immobile.

Accanto al letto, sdraiato a terra vi era un ragazzo dai capelli biondi, gli occhi aperti e concentrati sul battito cardiaco di Nui. L'aveva salvata e protetta, ma per quanto si sforzasse di credere che si sarebbe risvegliata sapeva bene che non era così. Forse quello era un letargo infinito. Quanto tempo era passato? Cinque anni? Sette anni?

Iori non era cambiato.

Sembrava ancora rimasto a quel giorno. Quel maledettissimo giorno.

Ragyo era morta.

La biofibra aveva perso.

Ma allora perché non era felice?

Perché dai suoi occhi scendevano ancora lacrime calde?

Inumuta è morto.

Sanageyama è morto.

Nonon non può più combattere.

Satsuki è... morta...

Ryuko è scomparsa.

Harime Nui è caduta in uno stato catatonico.

Rei non ha smesso di combattere.

'Sei la nostra unica possibilità di vincere, Nui...' sussurrò tra sé e sé.

Un improvviso rumore lo fece sobbalzare.

Si alzò in piedi di scatto.

Li avevano trovati?

Un respiro.

Un lento e calmo respiro.

Harime Nui stava respirando.

Iori si avvicinò al letto sul quale giaceva.

Stava respirando.

Il suo volto si fece sorridente. Stava sorridendo. Era ancora addormentata, ma... era viva...

Rimase in piedi per tutta la notte a monitorare i parametri vitali di Nui. Si rese conto che non era solo viva, ma dai dati che aveva raccolto sembrava che la biofibra impiantata nel corpo della ragazza fosse scomparsa, ne era rimasto solo un minuscolo frammento.

 

La Grand Couturier aprì pian piano gli occhi.

Fu costretta a richiuderli subito dopo a causa dell'intensa luce solare. Era rimasta nel buio totale per più di cinque anni. Nella sua mente si disegnarono lentamente tutti i dettagli della stanza, la colpì una forte emicrania quando aprì gli occhi per la seconda volta.

'D-dove sono?' la sua voce era bassa e spenta.

Ad accoglierla in quel nuovo mondo fu Iori. A giudicare dalle occhiaie pronunciate aveva vegliato su di lei tutta la notte.

'Finalmente hai aperto gli occhi. Ricordi chi sei? Cosa è successo?' chiese.

Harime si portò entrambe le mani davanti al volto.

'C-cosa? Chi sono?'

'Le radiazioni della biofibra ti hanno portato ad un'amnesia temporanea. Poteva anche accadere di peggio. La tua resistenza alla Fibra Vivente è stata la causa della tua salvezza.' prese un respiro. 'Il tuo nome è Harime Nui.'

Non seppe più cosa dire.

Tutta la verità?

Come avrebbe potuto?

Se ne sarebbe andata?

 

Il tuo nome è Harime Nui.

Figlia di Satsuki Kiryuin ed Inumuta. Nata orfana di padre, poiché ucciso da Ogure Maiko. Otto anni dopo ha ucciso anche tua madre, lasciandoti sola al mondo, il cuore carico di odio e vendetta, ma nessun modo per placare la tua sete di sangue. Matoi Ryuko, l'unica in grado di poter fronteggiare e distruggere questa minaccia ha lasciato il mondo in balia della biofibra e della follia. Hai provato a debellare la minaccia quando eri più grande, ma purtroppo la tua forza non era abbastanza. L'unico modo per uccidere Ogure, assassina dei tuoi genitori, è di prendere la Spada Forbice creata da Inumuta ed usarla per uccidere l'anima immortale di Maiko. Affiancata da un kamui, un abito composto totalmente da biofibra.

 

Quando concluse la storia il volto di Nui s'incupì.

L'aveva ingannata, ma non poteva altro per prendere la Spada Forbice ed uccidere Maiko. Un avversario che sembrava insormontabile.

'No... non può essere... devo ucciderla...' si coprì il volto con entrambe le mani.

'In queste condizioni non avresti alcuna possibilità di combattervi contro, senza la Spada Forbice non puoi nulla.'

Iori prese nuovamente un respiro.

'Matoi Ryuko possiede l'arma che può vendicare i tuoi genitori.'

'C-chi sono io?'

'Harime-'

'Dammi uno specchio.' sussurrò.

'Non penso ce ne sia-'

'PASSAMI UNO SPECCHIO!' gridò.

Iori scomparve un attimo, tornò dopo con un piccolo specchio tra le mani. Lo avvicinò al viso di Nui.

Un occhio era coperto da una benda viola.

La pelle pallida.

Dalle spalle in giù iniziava un vestito rosa e bianco.

Non disse nulla, si limitò ad osservare l'immagine riflessa.

'Lo so, è difficile da affrontare... detto, dopotutto, da uno sconosciuto... una mattina mi son svegliato... l'invasore era alle porte...' Iori s'incupì in volto. 'Ho perso tutte le persone a cui tenevo. Tu sei la nostra unica possibilità di salvezza.'

'Chi era mio padre? E mia madre?'

'Tuo padre era un mio grande amico, uno scienziato che ha donato tutto quello che aveva per salvare quello che rimane del nostro mondo. Tua madre, Satsuki...' sospirò. 'Non posso dirtelo, devi saperlo da qualcuno che la conosceva. Ryuko saprà rispondere di certo.'

'Dimmelo tu.' Nui continuò a fissare attraverso lo specchio quello sguardo così spento e le occhiaie pronunciate.

'Non posso...'

'Dove è questa Ryuko?' chiese mentre si alzava lentamente dal letto.

'Non dovresti muoverti! I cavi sono ancora-' non fece in tempo a dirlo.

Sopra i vestiti di Harime vi erano aghi in grado di attraversare abiti e pelle, che si staccarono lasciando evanescenti ferite. Sul suo volto si disegnò una smorfia di dolore.

'Dove è?'

'Si trova ad Osaka, non potrai mai raggiungerla in queste condizioni! Ci vogliono ore di cammino, e con i posti di blocco, le guardie... per non parlare dei crateri...'

'Iori. Ho detto che devi tacere.' le sue parole lo colpirono come una freccia nel cuore.

'Io non ti ho mai detto il mio nome...'

'Beh, ora lo so.' si voltò con un leggero sorriso. 'Grazie di tutto.' improvvisamente si portò un dito sulla guancia. 'Quanto ho scroccato mentre dormivo?'

Per la prima volta.

Dopo anni ed anni.

Iori rise.

Fu breve.

Un attimo.

Ma per lui fu un attimo che divenne eterno.

Dopo solo pochi minuti dal suo risveglio era subito tornata quella di una volta, sorridente come sempre. Eppure non era interessata in alcun modo ad ucciderlo, questa era la prova che quell'amnesia potesse durare anche in eterno. Ma si era ricordata il suo nome? In quanti giorni, mesi o anni avrebbe ricordato la sua vita passata? Iori si sentì, improvvisamente, in colpa per averla ingannata in modo così vile. Ma per vincere, per vendicarsi avrebbe fatto quello e ben altro. Per lui Nui era solo una pedina.

'Ah, un'altra cosa. Faccio qualcosa oltre a cercare vedetta?'

'Uhm. Si, in passato eri una Grand Couturier, cucivi uniformi in biofibra per i ribelli.'

'Ecco perché...' portò il mignolo della mano destra vicino agli occhi.

'Ah, dimenticavo... per combattere ti servirà questa.' raccolse da terra una spada viola, simile ad una metà di forbice gigante. 'Ma per vendicarti avrai bisogno dell'altra metà.'

Harime Nui prese l'arma tra le mani. Simile al cristallo, di una lucentezza unica. Ne rimase ammirata. Iniziò a muoverla nell'aria, rendendosi conto con grande stupore di quanto fosse leggera. Poco più pesante di una piuma.

'Non puoi partire così, però. Per raggiungere il tempio dove si trova Ryuko devi saperne l'esatta locazione. E' nascosta agli occhi dei comuni esseri umani. Ti darò una cartina, le istruzioni su come destreggiare quella spada.' rimase sconcertato.

Nui fece roteare l'arma con una scioltezza tale da sembrare che i due fossero in completa simbiosi.

'C-cosa?'

'Hai detto che l'ho già usata, no?' sorrise divertita.

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