Wreck: il regno distrutto (?)

di auaura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shhh! ***
Capitolo 2: *** Vuoi fare un Kart?? ***
Capitolo 3: *** Oggi, per la prima volta ***
Capitolo 4: *** Incoronazione ***
Capitolo 5: *** La Fuga del Re ***
Capitolo 6: *** Let it go. ***
Capitolo 7: *** Felix, l'omino di mattoni ***
Capitolo 8: *** La vita è troppo breve ***



Capitolo 1
*** Shhh! ***


Ruotò la maniglia sorridendo, la principessina. Silenziosamente, aprì la porta, sgattaiolò dentro. Si avvicinò all'enorme letto del fratello maggiore e sogghignò. Salì sul letto con fatica e gli si buttò addosso:-Ralph??- quello continuava a dormire -Ralph!-
-Vanny..- sbadigliò l'altro -Ho sonno, dormi e non darmi fastidio.- e la spinse giù.
La piccola sbuffò, rimontò sul letto e gli apri le palpebre con le dita:-Daaaaaai!- e poi in un orecchio gli mormorò -Facciamo un bel go-Kart?-
-Io non faccio le cose...- ribattè Ralph, spingendola di nuovo a terra -Le spacco.-
Vanellope incrociò le braccia;la bambina di quattro anni montò un'ultima volta sul letto:-Allora spacchiamo il palazzo...- bisbigliò. Lui le rivolse uno sguardo annoiato, lei uno accattivante.   -D'accordo!- cedette lui.



Corsero per le scale, Vanellope rideva e Ralph provava a farla stare zitta bisbigliando:-Shhh! Shh! Basta!-  ma anche lui non riusciva a trattenere le risa. Arrivati in una sala che era tutta per loro, Ralph strofinò le mani:-Pronta?-   L'altra annuì.
 -Okay...- Ralph resprò profondamente e alzò le mani in alto. Un raggio partì verso il cielo, facendo cadere su di loro frammenti di materiali rotti, ma delicati come fiocchi di neve. Presto i due avevano costruito un go-kart con materiali di scarto, che Ralph faceva apparire magicamente dalle mani. Vanellope, spinta sul retro del kart dal fratello, girava per l'enorme stanza, ridendo.  Spesso Ralph imitava il rombo del rumore, facendo ridere ancora di più la sorellina. Quando entrambi si stancarono della corsa delle auto, Ralph creò una specie di percorso ad ostacoli fatto di mattoni, Vanellope saltava da una torretta a un'altra, per poi cadere su piume e cuscini presi da vecchi letti inutilizzati. Il pavimento era pieno di mattoni rotti e crepe.  Poi Ralph, unendo i mattoni come un puzzle o le costruzioni, creò un piccolo ometto, che chiamò Felix e, sotto gli occhi incantati di Vanellope, fece in modo che, dove la sua statua passasse, il terreno si aggiustasse. La piccola battè le mani estasiata. 
Ma...successe una cosa inaspettata, Ralph, per sbaglio, la colpì in testa, facendole spuntare una ciocca rossiccia fra i capelli scuri. Ma se guardavi quei capelli attentamente, potevi vedere che sembrava esserci una piccola crepa disegnata sopra. Vanellope svenì e Ralph la prese fra le braccia trattenendo un singhiozzo:-Van, oddio, Van! Mi dispiace!-
Stringendola, una crepa partì dalla porzione di pavimento dov'erano e porcorse tutta la stanza, anche le pareti. -Ci sono io...-disse, con un filo di voce.


I loro genitori, i due sovrani di Belposto,appena sentirono le grida di Ralph, non persero tempo, li portarono da delle creature, i Troll, che vivevano nelle montagne, per salvare la figlia e capire come controllare i poteri del figlio. Appena arrivati nella valle coperta dalle roccie, i sovrani, chiesero aiuto alle creature. Non sapevano però, che degli occhi scuri li stavano osservando, pieni di curiosità.
-Saggi Troll- esordì la Regina -Aiutateci!-
-Vi preghiamo!- le fece eco il re.
-Ma che ha detto, quello?- chiese una voce. -Troll? Ma che si è bevuto?-
-Piantala, Fred.- sbottò una voce femminile e dura.
-Calma, ragazzi!- fece ancora un'altra voce femminile, più dolce.
I sovrani si fissarono perplessi, il Re si abbassò verso il figlio maschio e borbottò:-Se serve, puoi uccidere qualcuno-   Ralph sgranò gli occhi e deglutì con forza. La regina abbracciò e strinse al petto la figlia svenuta.
Le voci iniziarono a litigare, senza tregua.
-BASTA!- sbottò poi una e uscì dalle rocce. -Salve, Re e Regina, io sono Tadashi, capo dei folletti della terra.-
-Folletti?- domandò il Re -E i Troll?-
Un folletto femmina e biondo uscì, seguito da due maschi e una femmina.  -Questioni di guerra fra creature magiche, complicato da spiegare...- disse un folletto di colore.
I sovrani si guardarono perplessi. I folletti s'ingrandirono fino a diventare grandi come veri umani:-Ciao- fece Tadashi a Ralph, dandogli una pacca sui capelli. La bionda, Honey Lemon, prese Vanellope fra le braccia e l'altra "Folletta" le accarezzo la fronte:-Dovremo cancellarle i ricordi, ma per il resto starà bene.-
-Non si ricorderà dei miei poteri...però.-ribattè Ralph.
-Ma avrà ancora i ricordi di voi due.-rispose il primo Folletto, Fred. Intando il folletto di colore, Wasabi, si infilò tra le rocce.
Fatto l'incantesimo, Tadashi si rivolse a Ralph:-Crescerai con il tuo potere, sarai forte, pericolosamente forte e potrai aggiustare e distruggere qualunque cosa...- sospirò -IL tuo potere sarà pericoloso, ma riocorda: ci sarà anche bellezza, in esso.-
Ralph annuì; Tadashi si rivolse ai genitori:-Avrà paura, sostenetelo, non dovrà mai averne-
I sovrani annuirono. Ringraziarono.    Dissero a Ralph che lo avrebbero chiuso in camera finchè non sarebbe stato in grado di controllarsi e se ne andarono come se nulla fosse.

Wasabi si buttò sulla creatura che li stava ossevando; ma fra le mani si trovò un ragazzino:-Mmmh che devo fare con te?-     -Non mi mangiii!!!!- supplicò il bimbo.
                                              
Tadashi scosse la testa.    -Che razza di Idioti!- esclamò Fred fissando i cavalli che si allontanavano -Gli abbiamo detto di fare il contrario!-





Angolo Autrice
Troppo comico? Chiedo perdooono!!! Perdonooo!! 
Ahahaha sono andata. I'm sorry; I'm sooo sorryyyyy!! (?)
Allooora Felix è Olaf; e questo dimostra quanto la mia mente sia oscura e contorta. Ho rovinato una scena tragica, merito la morte.  Se recensite e mi dite che sono un mostro spregevole....forse la smetto. U.U
A presto!
CIAUUUUUUUU!!!

 

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Capitolo 2
*** Vuoi fare un Kart?? ***


Passarono sei giorni. Vanellope veniva distratta in tutti i modi possibili dai domestici per farle dimenticare il fratello maggiore che, intanto, se ne stava tutto il giorno in camera, chiuso a chiave. Per la piccola Vanellope i giorni passavano in fretta, giocando con cameriere e combinando guai nelle sale, derubando dolci in cucina. Però sapeva che c'era qualcosa che non andava. Il Re e la Regina le dissero che suo fratello stava molto male, e non poteva uscire. Allora la principessina si arrese e lasciò stare la faccenda per un po'.
Passarono nove giorni. Vanellope capì che Ralph non poteva essere malato! Insomma, non per tutto questo tempo! Provò ad aprire la porta e con sua grande sorpresa, capì che era chiusa a chiave. Chiese ai genitori il perchè di tutto questo mistero, perchè suo fratello non voleva più uscire. I genitori, scacciarono la domanda scomoda portandola a cavallo o regalandole un nuovo giocattolo per altri tre giorni.  Spesso uno dei due sovrani scompariva per ore e tornava triste, Vanellope capì che loro entravano e uscivano dalla camera di Ralph. "Perchè io non posso?"si domandava "Cos'ho che non va?". Passò un altro giorno. Finchè, la principessina, stufa di tutti questi misteri, decise di bussare alla porta del fratello. 
Bussò, si schiarì la gola e cantò, con la sua voce allegra e dolce:
-Ralph?
Sei già sveglio oppure dormi?
Giochiamo insieme, daaaiii!
Da quando non ti vedo più, mi sento giù,
mi manchi mooolto, sai?-

Corse nella sala dei giochi e aprendo un baule, tirò fuori una macchinina e la osservò; era la preferita di Ralph:
-Eravamo molto amci,
o sbaglio?
Cosa ti posso aver fatto maaai??!-

Tornò davanti la porta e intonò, sorridendo:
-Se tu vuoi spiegarmi come....-
Poi bisbigliò, facendo una voce buffa:
-Faremo un bel Go-Kart, insiemeeeee!!-
Ralph, stringendo le gambe al petto e trattenendo un singhiozzo, sbottò:-Vattene via, Vanellope!!-
Lei abassò lo sguardo e si strofinò le mani:-Okay...ciao..-


Ralph passava molto tempo in camera, e anche se solo sfiorava qualcosa, quella si riempiva di crepe. Non credeva di poter essere così forte; non credeva nemmeno di poter provare tanta paura. Suo padre gli consigliò di non toccare nulla.
Vanellope veramente non riusciva a capire cosa succedeva al fratello. Perchè ora l'odiava? Cosa aveva fatto? Pensò a ogni singola marachella che gli aveva fatto, ma nessuna era così grave da poterle procurare l'odio del fratello. Ogni giorno bussava, ma lui non rispondeva. Mai. Una domanda che tormentava la piccola principessa era: quando diavolo mangiava!? E aveva un bagno lì dentro?
Bè, di che vi meravigliate? Sono domande che ogni bambino farebbe, no?
Passarono alcuni anni, lenti e noiosi per Ralph, vivaci e rapidi per Vanellope. Per quanto potevano esserli per una bambina senza fratello. I sovrani facevano di tutto per renderla felice. I suoi capelli corvini si erano allungati un po', tanto da permetterle ora do poter fare una piccola coda alta, mentre prima aveva solo un ciuffettino legato dritto in testa. I suoi occhi marroni color cioccolato come quelli del fratello erano diventati più chiari, color nocciola. Era diventata anche molto più alta, un po' paffutella, ma non troppo. Aveva perso il vizio di bussare; ma ci provò di nuovo, un giorno di maggio.
Bussò:
-Sei già ion piedi oppure dormi??!-
Scivolò per le scale su una bici, piena di pittura azzurra, con tanti schizzi viola:
-Vuoi fare un giro insieme a me...??
Mi annoio troppo non ne posso più...-

Entrò nella sala dei trofei del padre. Anche se non aveva la più pallida idea dello scopo di quella sala. Si tuffò su un enorme divano:
-Fissare le medaglie e i trofei non diverte poi granchèèèè!
Ah! Quello non è lucidato!-

Si mise a contare le persone che passavano sotto la finestra della sua camera:
-Uno...due...tre...quattro...quindici...trentasei...-

-Ho paura!- esclamò Ralph -Sta peggiorando! Distruggerò tutto!- gridò, indicando la parete, completamente coperta da crepe e dei mattoni a terra.  -Devi calmarti, tesoro...-disse sua madre avvicinandosi.  -NO!- fece Ralph, indietreggiando -Non...voglio farvi del male!-
Anche lui era diventato più alto, i capelli castani gli puntavano verso l'alto, i suoi occhi, al contrario di Vanellope, erano diventati più scuri. Era robusto, con le spalle larghe per un ragazzino della sua età.

Un anno dopo, il Regno di Belposto, era molto ricco e importante, anche se molto piccolo. Il Re e la Regina furono invitati a un evento molto importante, e assicurando ai figli che sarebbe andato tutto bene, partirono.
Ma il destino crudele non poteva rendere tutto facile, no?
Passarono otto giorni.

Vanellope stringeva la stoffa della lunga gonna nera, trattenendo le lacrime. I lunghi capelli corvini erano tirati alti, nella sua solita coda. I suoi occhi castani avevano preso una leggera sfumatura verde, evidente quando sorrideva, perchè i suoi occhi brillavano. Il naso a patatina era stato sostituito da uno leggermente all'insù, era alta e magra. Era cambiata tantissimo. Ed era infuriata con Ralph. Era il funerale dei loro genitori, perchè Ralph non aveva partecipato?! Cosa c'era di più importante? Non riusciva proprio a capire.
Dopo la cerimonia, bussò alla porta del fratello, un'ultima volta:
-Ralph?
Puoi...lasciarmi entrare?
Prima eri sempre con me...Vorrei capire perchè tu, proprio tu,
Non vuoi avermi più,
con te...
E ora che farò?
Sono sola...quale conforto avrò?
Vorrei fosse il tuo...
Perchè....Mi manchi troppo...-



Poggiò la schiena sulla portà e scoppiò a piangere, stringendo le gambe al petto.
Ralph, anche lui sulla porta, con gli occhi lucidi, circondato dalla distruzione, mormorò:-Perdonami...-







N.D.A:Le canzoni sono leggermente modificate. 











 

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Capitolo 3
*** Oggi, per la prima volta ***


Tre anni erano passati piuttosto in fretta. Bè per quanto possano passare in fretta chiusi in un castello senza nessuno con cui parlare, per Ralph. Vanellope aveva i servi, almeno. Poteva muoversi per le enormi stanze, al contrario del fratello che passava  le giornate chiuso in camera. Ralph aveva ventuno anni, ora doveva diventare Re. Ma in quei tre anni fra la morte dei genitori e i suoi ventuno anni, chi diavolo aveva governato? Ralph non ne aveva idea...
Non poteva continuare a governare chi aveva fatto fino ad ora?! Non poteva prendere il suo posto qualcun altro? Vanellope non di certo, aveva solo sedici anni...



-Principessa?-
-Uhh..?-
-Principessa Vanellope...-il servo continuò a chiamare da fuori la porta -E' sveglia?-
Vanellope aprì gli occhi di scatto e si mise seduta talmente velocemente da farsi girare la testa:-Sì! Sì!- poi chiuse gli occhi e si riaddormentò curva in avanti russando un po'.
-Principessa...- la richiamò l'uomo.
Vanellope aprì un occhio.-Sì! Sono...sveglia- sbadigliò -Da oreeee..uuhhm- e poi fece uno strano verso. Si stacco lunghe ciocche nere dalle guance e dalle spalle e si pettinò i capelli con le dita. Il servo disse cose che la principessa, ancora un po' addormentata, non capì; poi si congedò e le ricordò che aveva tre minuti ...o  aveva detto che doveva comprare degli imbuti...? Mah.
La principessa vide, dopo aver stroppicciato gli occhi sei o sette volte, il suo abito su un manichino davanti al letto. Lo fissò perplessa, poi mormorò:-Ma certo!-
Buttò giù le coperte dal letto e si infilò l'abito rosa e verde acqua con una rapidità incredibile.
Corse giù per le scale legandosi i capelli in uno stretto chignon, per poi aggiungere fermagli colorati ordinatamente in linee.
Iniziò a cantare a squarciagola, nessuno le disse nulla, è la principessa!
-La luce che irrompe fin quassù!
Credevo non accadesse più!
Non ho mai visto tutti questi servi quaaaaaaaa!!!!!-

Corse per i corridoi:
-Ormai da tempo immemore,
non si presenta un ospite!
Oggi quell porte si aprirannooooo!!!!-

Rise, affecciandosi alla finestra, per poi arrampicarsi sul davanzale della finestra superiore:
-Quanta gente nuova vedrò!
Quasi non ci credo!
Questa è la vita che desidero,
mai più porte in faccia avròòòòò!
Avrò quello che sognavoo, e..
potrò danzaree!-

In giardino, giocherellò con i fiori, senza smettere di cantare:
-Non so se l'attesa sopporterò,
ma ci proverò!
E stasera, finalmente, mi divertirò!-

Poi senza fiato sbottò:-Ma...nei libri e nelle storie...nei balli si incontra...QUELLO GIUSTO!-
Continuò a ballare e cantare nella sala del ricevimento:
-Ho questo abito,,
forse non bellissimo,
ma ammireranno tutti quanti meeee!
E poi, d'improvviso lui è lì',
Nessuno più bello di così!
E meglio se con la bocca sporca di dolci non mi faccio vedere..
Già...
Fino all'alba staremo insieme io e lui...e capirà cheee
si innamorerà di meee!
Spero..-

E poi nella sala dei dipinti, la preferita della madre:
-Oggi per la prima volta, come per magia,
avrò la vita che volevo...in mano mia...-

Strinse una statua di un principe e finì, con la sua voce melodiosa:
-Forse...insieme a luiiii...-


Ralph, nella sua camera:
-Non dire mai...la verità,
se sei brav...-

Si schiarì la voce e mormorò:-No, io non CANTO!-
Continuò a sentire la voce della sorella e, disse:-Nessuno lo sa...e saprà. Cela...doma...puoi farcela...-
Ma si lasciò trasportare dalla voce della sorella e canticchiò sottovoce, con le loro voci, diverse, che s'intrecciavano:
-Quest'oggi tuttavia...-
-Oggi tuttaviaaaaaaa!!!-
-L'attesa è un'agonia....-
-L'attesa sembra un'agoniaaaaaa!!!-
-Tranquillo, ora allo spettacolo dai il...-
-Viaaaaaaaaaa!!!!!-
-Viaaa...-
-Oggi per la prima volta...-
-Non dire mai..la verità.-
-Nessuna catena più mi tratterràààààà!-
-Nessuno dovrà saperlo, mai.-
-Tante persone nuove incontreròòò!!-
-Cela..-
-Amici, nuovi...-
-Doma...-
-Felice, ora saròòòòòò!!!-
-Soffri solo un poooo'.-
-Oggi per la prima voltaaa,
quella vita che sognaavooo,
Sembra..quasi..miaaaaaaaaaaaa!!!!!!!-

Corse, corse fuori dal palazzo, Vanellope. Per le strade, per le vie. Cantando, ancora.
Prima di poter fare qualcosa, un cavallo gli arrivò davanti e la buttò a terra, con la testa contro un kart.
-Ma..che!?- sbottò. Incontrò gli occhidel ragazzo e le parole le si appicicarono in gola.
Lui le porse la mano:-Mi perdoni...Signorina.-









 

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Capitolo 4
*** Incoronazione ***


-Mi perdoni, signorina.-
Vanellope si mise una ciocca dietro l'orecchio:-No, mi..mi perdoni Lei.-
Il ragazzo le porse una mano e aiutò la principessa ad alzarsi. Vanellope osservò il go-kart contro cui era caduta. Era enorme, marrone e oro, sembrava da veri ricconi.
-Sono venuto qui per provare la vostra pista di go-kart, la più famosa del mondo, che verrà riaperta in onore dell'incoronazione.- esordì il giovane.
-Parteciperai alla gara? Sulla Sugar Rush?- domandò Vanellope, accarezzando una ruota.
-Oh, certo che sì.-
Vanellope lo fissò:-Chi è Lei, se mi è permesso chiedere?-
-Rancis FluggerButter, principe delle Isole del Nord. E chi è lei?-
-Vanellope.- la ragazza, si corresse di colpo, stringendo la gonna -La principessa Vanellope Von Schweetz Wreck-it; principessa di Belposto.-
Rancis si buttò a terra di colpo:-OH!- esclamò -Mi dispiace così tanto, Principessa! Non ho....-
-Ehi!- lo bloccò Vanellope -Non importa, si alzi...può darmi del tu.-
Rancis si passò una mano nel ciuffo biondo:-Oh, anche le....vo..cioè tu.-
Si sorrisero.
La principessa udì il suono delle campane:-Eh? Le campane?- scosse la testa  -Ah! Mio fratello...l'inco...oh, devo andare, mi dispiace....- indietreggiò e sbattè contro il kart, -Scusa...-mormorò. Poi lo salutò e corse via, sollevando la gonna con le mani in modo non proprio principesco.
Rancis ridacchiò. La principessa era carina, tanto.


Con le mani nascoste nel mantello, si voltò. Si inchinò leggermente, lasciò che la corona gli scivolasse sulla testa. Lanciò una rapida occhiata alla sorellina, che salutava la folla. Ralph si morse il labbro. La principessina aveva già degli amici.  Si alzò, fece per voltarsi ma fu richiamato con un bisbiglio dal vescovo, che con un cenno della testa gli indicò i due simboli del suo regno, disposti su un cuscino viola scuro.  Un mattone marrone,  per dimostrare che il Regno era stabile, poi un martello d'oro, per dire che il Regno sarebbe sempre stato riparato, perfettamente. Li prese fra le mani, e si voltò verso la folla.
Il vescovo disse qualcosa ma Ralph non capì molto, sentiva solo suoni ovattati e ronzii. Le crepe iniziarono a correre lungo i due oggetti.
"Allenta la presa" si ripetè, nella testa. Ma non ce la faceva, non ce la faceva.
Capì solo quando il rumore, le parole, cessarono. Lascio rapidamente i due simboli sul cuscino e riprese a respirare. Intrecciò le dita e sorrise. Più per il sollievo, che per altro.
-Re Ralph Wreck-it Von Schweetz!-
-Lunga vita a Re Ralph!- gridò la folla.
Re Ralph. Suonava bene. Sospirò, cercando di non farsi vedere. Poteva vivere felice, bastava nascondere e celare. Poteva farcela!
Forse.



Tutte le dame ballavano con i propri consorti in modo elegante al centro della sala. Intanto, all'esterno, si svolgeva la gara di go-kart più emozionante di sempre, e Vanellope seguiva, in particolar modo, il principe Rancis. Li osservava dal balcone della sala del trono, con le dita strette alla ringhiera. Adorava i kart. 
Voleva correre anche lei, ma per il momento le bastava osservare Rancis. Sentì un dolore forte allo stomaco, un pugno invisibile. Fatto di ricordi. Lei e Ralph che giocavano con i Kart. Si passò una mano sul viso. Cosa poteva mai averli separati in quel modo? 
-Ecco a Voi, Re Ralph.-
Sbuffò, e seguì il suo principe correre con lo sguardo.
-E la principessa Vanellope.-
Vanellope sbobbalzò e rientrò correndo nella sala. Quasi inciampando nella gonna, si mise accanto al fratello. Gli lanciò uno sguardo, ma lui fissava gli invitati.
Qualche ultimo inchino, un paio di saluti da parte del Re, poi le danze ricominciarono.
Entrambi rimasero in silenzio.

Perchè diavolo doveva essere così difficile parlare con sua sorella? Ralph deglutì. Più volte.
-Ehi.- esordì.
-EH?- Vanellope, si voltò e lo guardò.
-Ehm, ciao...- disse, di nuovo, il Re.
-Ah...Aspetta!- esclamò la principessa -Ciao a me?!- Vanellope trovò la voce del fratello molto strana. Forse perchè era da anni e anni che non la sentiva. Era....adulta.
Ralph annuii.
-Ahm, allora...ciao.- ribattè lei.
Silenzio.
Vanellope si mordicchiò il labbro. Ralph capì che oramai era il suo turno di bussare alla porta. Di chiedere di lei. Di aprire la porta.
-Sei...molto bella, sai?- dichiarò, grattandosi il retro del collo.
Vanellope lo guardò, con gli occhi allegri, come quando era piccola, aveva lo stesso sguardo.
-Grazie! Anche tu....però bello, non bella, cioè tanto bello...ehm...ec..-
Ralph la bloccò:-Grazie tante.-
Silenzio.
Vanellope sentì un piccolo spiraglio tra la porta e la parete. Poteva aprire quella porta, bastava solo un piccolo sforzo.
Aprì bocca, ma fu bloccata.
-RE!-
Ralph fece un leggero inchino.
Il tizio, molto buffo, iniziò a parlare rapidamente. Era difficile seguirlo.
-Io sono il duca Candy Candito Turbo III*, ho fatto un lungo viaggio per arrivare fin qui, e portare alla famiglia reale i miei omaggi.-
-La ringrazio.- affermò Ralph.
-Principessa!- il duca, scoppiò in una strana risata -Lei non ha ancora fatto il suo primo ballo!-
-Ecco, non so ballare...-spiegò Vanellope, facendo spalluce.
-Io invece dico che sei molto brava...-ribattè il Re.
-Cos..?- prima che Vanellope potesse finire fu trascinata via dal duca.
-Scusa...!- disse Ralph.


Cinque o sei piroette, e il mondo girava all'impazzata. Candy le afferrò le mani e la fece girare altre tre volte. Poi inizio a fare strani movimenti con le mani, e a ballare in modo strano. La sua testa pelata rifletteva la luce. Vanellope si toccò la testa e sentì uno strano senso di nausea. Suo fratello rideva, ma in modo composto. Era tanto tempo che non lo vedeva allegro. Candy le pestò un piede. Vanellope non ci fece caso. Era tanto tempo che non vedeva Ralph ridere. Era tanto tempo che non vedeva Ralph, punto. Candy ballò con lei un paio di minuti, poi disse qualcosa. Vanellope non sentì.
-Cosa..cosa avete detto?- domandò infatti.
-Perchè avete tenuto le porte chiuse tutto questo tempo?-
Vanellope lanciò uno sguardo a Ralph, ma Candy la fece voltare. Ora la principessa da le spalle al Re.
-Allora?- insistè il duca.
-Non...non lo so.-
Le pestò un' ultima votlta il piede e Vanellope usò questa scusa per scappare e andare accanto al fratello. 
-Oddio, mai più!- sbuffò Vanellope.
Ralph rise di gusto:-Ahaahahahaha; ci sapeva fare, però!-
-Sì un sacco!- Vanellope fece il muso, ma scoppiò a ridere anche lei.
La principessa osservò il balcone e storse il naso.
-Lo senti questo...?- fece Vanellope.
-Odore?- finì Ralph.
Entrambi alzarono il viso, si fissarono:-E' scoppiato un motore!-
Risero insieme.
-I kart che usano il carburante che producono da Pacman hanno sempre un odore strano quando scoppia un motore!- esclamo Vanellope.
-Già, specialmente quando lo facevi scoppiare tu!-
-Non è vero!-
-Sempre sempre!-
-Bugiardo!-
Risero, dopo tanto tempo. Tantissimo.
-Vorrei...vorrei che fosse così...sempre.- sospirò Vanellope.
-Anche io.- rispose Ralph.
E lo desiderava tanto. Poteva. Ma sentì una scossa nelle mani. No, non poteva.
-Ma non posso.- disse il Re, sentendosi tremendamente in colpa.
-Perchè? Sei il re pu...-
-NON POSSO E BASTA.- affermò Ralph, voltandosi.
-Oh...scusa. Io...io vado..- Vanellope abbassò lo sguardo. E si allontanò dal fratello, camminò fra la folla. Qualcuno (probabilmente il duca) la spinse involontariamente. E le cadde a terra. Ma non sentì l'impatto con il pavimento; due braccia l'avevano afferrata in tempo.
-Vanellope?-
-Rancis!-





Angolo  autrice scema:
Buon salve! Come va? Io sono ancora quuaaaa! Eh già!! Ehhm, non mi ricordo nemmeno da dove l'ho presa...VaBBè, a nessuno interessa la mia noiosa vita. XD Cooomunque, che ne dite? Recensite, recensite!
Ok, basta. Rancis è Hans perchè Rancis mi sta sul cavolo. Quel * sta perchè il doppiatore originale di Re Candito/Turbo è lo stesso del Duca e ci stava troppo.  Non so perchè questi nomi kilometrici. Suonavano bene. Non shippo Vanillabutter. MAI. Però Ralph Wreck-it von Schweetz e Vanellope Von Schweetz Wreck-it suonano bene. Eh, non potevo mettere due cognomi diversi allora ho detto:"Cavoli! Mettiamo entrambi i cognomi!!" Ed eccoci qua. Duca Candy Candito Turbo III....Wow, tre genarazioni di persone odiosee! Ok, vi ho rotto abbastanza.
Mi sento ispirata per una RalphxOlder!Vanellope. U.U Mmmmh...lo leggereste? XD
Scusate...accetto verdura in faccia, ma non pesci, grazie.
A presto!!! ;)

 

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Capitolo 5
*** La Fuga del Re ***


~Vanellope non si era mai sentita così felice. Cioè, non si era mai sentita così felice da quando lei e suo fratello si erano separati. Un momento prima stava ballando con lui, e il momento dopo correvano insieme. Adorava correre insieme a Rancis su quel kart enorme, sulla magnifica pista per cui il suo Paese era conosciuto: la Sugar Rush.
-WOOOO!- esclamò, mentre il vento le scioglieva lo chignon perfetto e le ciocche nere le accarezzavano il viso. La principessa sollevò le braccia che venivano spinte con forza all'indietro. Il principe la fissò con la coda dell'occhio e aumentò la velocità, cosa che fece ridere la principessa, che gridò ancora entusiasta. Vanellope sentiva l'aria fresca della sera che le accarezzava la pelle, mentre il vento continuava a spingerle all'indietro le braccia, e le sembrò il momento più bello della sua vita. Guardò la luna splendente e le sorrise. Non c'era una nuvola in cielo; il tempo rappresentava perfettamente il suo umore.  Le sembrava tutto possibile, in quel momento.  Riavere il suo rapporto con Ralph, anche. Era possibile. Sembrava essere l'inizio di una vita perfetta, la vita che aveva sempre desiderato.

Ralph si assentò solo pochi secondi da tutta quella folla, rifugiandosi nel terrazzo del salone, e riuscì di nuovo a respirare. Si concesse qualche minuto di pace, tanto nessuno se ne sarebbe accorto. Cercò di non stringere troppo la ringhiera, che si stava già sgretolando sotto le sue dita. Deglutì. Si rilassò, facendo respiri profondi. Osservò la gigantesca Sugar Rush, e vide la sua sorellina scendere da un Kart insieme ad un ragazzo e rimase di stucco. Chi era quel tipo?
-Vostra maestà...?- lo richiamò una delle governanti.
-Sì?-
-Un marchese vuole parlarvi, ma posso dirgli che siete occupato, se desiderate.-
Ralph lanciò un ultima occhiata alla pista e disse:-No, no, Mary, arrivo immediatamente.-

Rancis e Vanellope passeggiarono nell'enorme giardino del palazzo, pieno di fiori colorati che sarebbero sbocciati a giorni. Il giardino era curatissimo, senza dubbio il punto più bello era l'arco di ferro sotto al quale stavano passando; pieno di rampicanti e fiori colorati, che davano un aspetto magico, quasi. Parlavano del più e del meno, nulla di che.
-Così.....hai dodici fratelli più grandi?-
-Esattamente, e solo uno di loro mi parla...ma mi parla solo di gare, perchè sono l'unico a cui interessa.-
-Io ho un solo fratello, e non ci parlavamo da anni.-
-Perchè mai?-
Vanellope sospirò:-Non lo so...un giorno ha cominciato a chiudere a chiave la porta della sua stanza, e a non uscirne più...da allora mi ha escluso dalla sua vita, fino ad oggi.-
Rancis le prese una mano:-Io non ti escluderei mai dalla mia vita...-
Vanellope si sentì avvampare, ma sorrise, anche se le sembrava difficilissimo. Il principe ricambiò il sorriso. Rancis strinse le labbra e guardò la ragazza, poi s'inginocchio:-Principessa Vanellope Von Schweetz Wreck-it..............-

-Ralph!- esclamò la principessa, trascinando il principe -Ralph! Oh, ehm, voglio dire....RE!-
Ralph si voltò e osservò il viso allegro della sorella, per poi incontrare il volto di Rancis; quella poca allegria che lo aveva contagiato sparì in pochi secondi.
-Voglio presentarti il Principe Rancis FluggerButter delle Isole del Nord.-
Il Re chinò la testa:-Sono onorato.-
Rancis ricambiò il gesto; lanciò un'occhiata a Vanellope. La principessa esordì:-Siamo qui, per dire che....-
Continuarono in coro:-Noi....chiediamo la benedizione.....- si fermarono per un secondo e, in contemporanea finirono:-Per il nostro matrimonio!-
-C-Che? M-Ma-trimonio?- balbettò il Re.
-Sììììì!- rispose Vanellope.
-Perdonate, sono abbastanza confuso.-
-Lo so.- disse Vanellope -C'è moltissimo da organizzare, la torta, il banchetto, gli invitati...ma prevediamo di farcela in due giorni.-
-Cosa?-
-Sì, è presto, ma ci riusciremo!-
-No, non è questo che intendo...- Ralph sospirò -Vanellope, posso parlarti? In privato, magari?-
-No.- Vanellope aggrottò le sopracciglia -Qualunque cosa devi dire, dillo a entrambi.-
-Va bene...- Ralph inspirò e dichiarò, tutto d'un fiato:-Non puoi sposare un uomo che conosci appena.-
Vanellope strinse il braccio di Rancis:-Certo che posso! E' vero amore!-
-Vanellope, cosa ne sai tu del vero amore?-
Vanellope cominciò a scaldarsi:-Molto più di te, che sai solo chiudere porte in faccia.-
Ralph sentì le mani tremare e le mise dietro la schiena, nascoste nel lungo mantello:-Avete chiesto la mia benedizione, e la mia risposta è no.-
Rancis intervenì:-Ma...Maestà..Se possiamo chiarir...-
-No, non puoi.- Ralph si voltò e si avvio verso la porta, per poi dire ad una guardia:-La festa è finita, chiudete le porte.-
-Cosa?- Vanellope gli corse dietro e gli tirò il mantello, che scivolò a terra, ma non ci prestò attenzione.
-Che hai fatto?- bisbigliò Ralph.
-Ralph! Non posso più vivere così, io!- disse la minore con le lacrime agli occhi.
-Allora vattene. Sparisci con  quel parruccone laggiù.-
Vanellope rimase senza fiato, Ralph si volto e continuò ad andare verso la porta. La principessa era sul punto di scoppiare a piangere:-Ma che ti ho mai fatto? Per farmi odiare così?-
-Basta, Vanellope...- mormorò l'altro torcendosi le mani.
-No! Perchè mi respingi? Perchè mi eviti? Perchè eviti tutti?- il suo bisbiglio si trasformò in un grido di rabbia:- Di che cosa hai tanto paura?!-
Ralph era davanti alla porta:-HO DETTO BASTA!- urlò, e una sua mano sbattè con forza contro il muro, facendo scivolare mattoni davanti a lui, mentre da un piede partì una crepa che fece alzare le assi del pavimento verso l'alto, formando spuntoni.
Vanellope indietreggiò, mentre il Duca Candy strillò come una femminuccia:-Lo sapevo che c'era qualcosa di losco!- ribattè l'uomo.
Ralph indietreggiò verso la porta e ruotò la maniglia con difficoltà, per poi correre fuori, nei corridoi,  e infine aprì il portone del castello e vide praticamente tutto Belposto davanti a sè. Senza fiato, mentre il popolo lo acclamava, avanzò, evitando le persone.
-Vostra maestà, state bene?-
-Cosa vi prende?-
Ralph camminò all'indietro, mentre mille voci si scontravano davanti a lui, lo schiacciavano e compattavano, come lo stesso terrore che nel suo petto stava stritolando il suo cuore. Deglutì, e continuò a camminare all'indietro, finchè non si scontrò contro una fontana. La sua mano si strinse contro il bordo di essa e si sbriciolò fra le sue mani, facendo scivolare l'acqua a terra.
-Eccolo lì!!- esclamò il Duca Candy uscendo dalle porte.
-Aspettate...- Ralph sollevò le mani -Per favore, state lontani!-
Un lampo rosso gli uscì dalle dita, colpendo una colonna; che cadde davanti ai piedi del Duca che scivolò all'indietro per lo spavento.
-Mostro!- gridò Candy
Ralph corse via, mentre la folla formava un passaggio per farlo passare. Bambini piangevano o si aggrappavano ai genitori, spaventati. Gli adulti, specialmente alcuni, erano ancora più terrorizzati dei bambini e, con gli occhi sgranati, cercavano di allontanarsi dal Re, spingendo e sgomitando fra la folla.
-Ralph!- Vanellope saltò sopra la colonna e provò a corrergli dietro -Ralph!-
Ma il Re continuò a correre fino al fiordo, dove si fermò. Non aveva vie di scampo.
-Ralph!- Vanellope continuava a chiamarlo, era sempre più vicina.
Ralph strinse le mani al petto e si morse l'interno della guancia. Non poteva fuggire, non poteva fuggire!! Indietreggiò e un pezzo di terreno si staccò, formando un piccolo isolotto grande come un piede, che galleggiava nell'acqua. Era la sua ultima possibilità. Poggiò un piede sul quel piccolo pezzo di terra che diventò più compatto. Mise l'altro piede come per sfiorare l'acqua davanti a sè. Altro terreno si staccò e compattò sotto l'altro piede.
-Ralph!- Ormai Vanellope era a pochi metri, non poteva tornare indietro.
Cominciò a correre, mentre i due pezzi di terra si alternavano; attraversò il fiordo, ma tutto intorno a lui sembrava distruggersi e cadere nell'acqua. Come un terremoto, ma senza alcuna scossa.
-Ral...- la principessa inciampò e cadde sulla riva con le ginocchia nell'acqua gelida. Si portò le mani alla bocca e rimase di stucco. Ogni cosa intorno al fiordo iniziò a distruggersi, metro dopo metro. Il principe arrivò e si fermò accanto a lei.
-Il fiordo...- bisbigliò Rancis, poggiandole una mano sulla spalla. -E il regno....-

-Tutte le piante stanno morendo! E ogni cosa si sta autodistruggendo!- Rancis le camminò accanto -Tu......tu lo sapevi?-
-No.-
-Stai....bene?-
Vanellope scosse la testa:-No.-
-Lo sapevo! Lo sapevo!- gracchiava il Duca -Stregoneria! Ora si capiscono molte cose!-
Vanellope si mise davanti a lui, passando fra la folla, seguita dal principe come un cagnolino.
-E tu?!- gridò -Sei un mostro anche tu?!-
-No! certo che no! E mio fratello non è un mostro! E' una brava persona. Stasera è stata colpa mia...l'ho esasperato. E quindi tocca a me andarlo a trovare!-
-Esatto!- rispose il Duca Candy.
-C-Che?!- balbettò Rancis.
Vanellope montò su un cavallo e sorrise tristemente al principe:-Andrà tutto bene, ok?-
-Potrebbe farti del male...è pericoloso.-
-Mio fratello non è pericoloso...non mi farà del male.- ribattè la principessa. E continuò, ad alta voce:-Lascio in carica il principe Rancis, tornerò presto.-
Detto questo, partì, solo con un sacchetto di denaro e un mantello. In fondo, quanto poteva metterci?



 

N.d.A: ditemi se Ralph deve o no cantare "Let it go"/"All'alba sorgerò" perchè ho veramente paura di cosa potrei scrivere. XD
Non ho messo "Love is an open door"/"La mia occasione" perchè la trovo una canzone totalmente inutile...
Inoltre, potrebbe risultare diverso il testo, come "composizione", perchè ho cambiato programma; scusate per l'incoveniente.
Vi amo tutti! XD Un bacio congelato! A presto!!! :D

 

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Capitolo 6
*** Let it go. ***



Ralph corse, lontano. Senza nessuna particolare meta. Si lasciò alle spalle una scia di distruzione, ma non si voltò mai indietro. Avanzava e basta.  Finchè non sentì male ai piedi. Allora si fermò un attimo, e notò la montagna. Quella più grande di tutte, che dominava incontrastata su quello che era il suo Regno. Fissò solo quella enorme montagna, solo davanti a sè. Era curioso, solo un pochino, però si obbligò a proseguire. Corse ancora. Non avrebbe guardato indietro. Rallentò il passo dopo una ventina di metri, convinto che correre l'avrebbe solo sfinito di più.
Quando giunse alla montagna, trascinava i piedi; comunque non si sentiva stanco. Anzi, quasi non si era mai sentito meglio. Beh, quasi, certo. Si era liberato di un peso che gli faceva male sul petto da una vita. La neve fredda gli coprì i piedi, inzuppandogli le scarpe. La osservò e sospirò. Allora la neve prese uno strano colorito giallastro. Tutto prese un colorito giallastro. E marroncino. Era tutto...sporco. Perplesso, si guardò intorno. Cadeva tanta polvere, però così delicata da sembrare neve. Era bella, sì. Non stupenda....ma bella. In un suo modo tutto particolare.
Aveva detto che non avrebbe mai cantato. Ora, però, una strana sensazione, una strana voglia di cantare a squarciagola, gli riempì il corpo. Che importava, poi? Era da solo.
Inspirò, e iniziò a cantare, riprendendo a camminare:
➖La polvere cade già,
come fiocchi di neve, sulla città.
Ad un regno antico e abbandonato,
il mio destino  è incatenato.➖
Sentiva la malinconia che gli si aggrappava alle viscere, continuò:
➖La paura mi rinchiude in gabbia,
ed è quasi impossibile farmi andare viaa.➖
Guardò le mani, le fissò intensamente, e i suoi genitori gli apparvero davanti agli occhi:
➖"Riguarda te, lo sai,
ricorda, non dirlo mai"
Così mi fu detto, ed io lo rispettai.
Non mi ribellai mai.
Ci ho provato,
ho celato e domatooo,
ma invanooo!➖
Il primo acuto, la voce  che pian piano si scaldava e sembrava essere, solo di un po', più intonata. Slacciò la giacca, la lasciò aperta, il vento fresco lo accarezzò.
Strinse la mano e la riaprì, lasciò uscire tanti piccoli raggi rossicci e detriti:
➖D'ora in poi, me ne fregherò,
anche solo per un pooo',
Che m'importa del bravo ragazzo,
qui ci sono solo io e posso fare il pazzo.➖
Lanciò vari raggi verso l'alto, illuminarono la montagna di un rossiccio scuro.
Destra, e sinistra. Delicati raggi, come riccioli di vento.
➖Rimango qui, felice e solo
lascerò chee...
 la distruzione sia un problema loro.➖
Si tolse la giacca, il vento l'afferrò e la trascinò via. La maglietta veniva spinta delicatamente all'indietro; solo in quell'aria congelata, che gli faceva venire la pelle d'oca, riusciva a respirare di nuovo. Avanzò verso una spaccatura nel terreno (probabilmente creata dai suoi poteri):
➖Magari a volte può far bene,
andarsene per un po',
forse non sarà facile,
però mi abitueròòòòò!!!➖
Iniziò a correre verso la spaccatura, mentre una scarica di adrenalina lo percorreva da capo a piedi:
➖Basta,  se questa magia misteriosa
è una maledizione o una benedizione➖
Stinse i pugni, tirò all'indietro le braccia e poi le lasciò scattare in avanti, lanciando un'enorme sostanza appiccicosa rossa, che percorse tutto il burrone:
 ➖se è bene o male,
non mi deve importare...➖
Poggiò un piede sulla colla rossa, intorno ad esso si formarono tanti mattoncini marroni, solidi e compatti.
➖Non importaaaaa!➖
Corse lungo  il ponte di colla, che sotto il suo passo, diventò un'enorme ponte di mattoni compatti.
➖Libero, spalanco la portaaa,
la mia vita avrà una svolta!
Libero, scappo via,
di me non vedranno nemmeno la sciaaa!➖
Giunse dall'altra parte, battè con forza un piede a terra, crepe partirono e percorsero la montagna, intorno a lui.
➖Resto qui, non andrò via...
questa adesso è casa mia.➖
Alzò con forza le braccia e le spinse di nuovo verso il basso, sprofondò con la terra, creando una buca a forma di cono.
➖Il mio potere cresce
 e copre ogni cosa presente,➖
Roteò su se stesso, strinse i pugni e alzò le mani verso l'alto. Le aprì e sopra di lui iniziò a crearsi un tetto, altissimo.
➖raggi potenti di magia,
crepe s'allungano e crescono➖
Stava creando un castello sprofondato nel terreno, il cui ingresso e le torri uscivano però dalla buca. Iniziò a scolpire le pareti con raggi rossi, facendole diventare lisce e quasi trasparenti.
➖nascondendomi, e non mi vedrà nessuno...
ed è perfetto perchèèè....➖
Prese la corona dalla sua testa e la osservò:
➖Gli altri non sapranno più di me,
niente più loro Reeee!➖
La strinse nel pugno, la sbriciolò e lanciò via i residui, che si fusero con il castello. Si portò una mano ai capelli e li scompigliò, facendoli puntare verso l'alto.
➖Libero, sbatto la porta,
la mia vita cambieràà➖
La maglietta rossa iniziò a rovinarsi, schiarendosi in più punti, formando una camicia a quadri con più sfumature del colore arancione. I suoi pantaloni si consumarono sulle ginocchia e strapparono attorno alle caviglie.  Sopra la camicia si formarono due bratelle, trasformando i pantaloni in una salopette rossiccia. Stacca una delle due bratelle1 facendo scivolare un lato del pantalone verso il basso.2
➖Libero, sbatto la porta,
ora avrò una vita vera.➖
Avanzò, salendo la scalinata, per arrivare al balcone, superiore al livello della terra. Aveva creato un castello che partiva dal fondo della buca ed usciva fuori di una decina di metri.
➖Ecco qua, la distruzione cheeee...
 non cesserààààààààà!➖
Uscì nell'enorme balcone ed  ammirò ciò che aveva creato.
➖Questo è il prezzo per la mia libertà.➖
Così si voltò, e le enormi e solide porte di mattoni si chiusero alle sue spalle.


-Raaaaaalph!- supplicò Vanellope all'aria. -Dove  seeeei?-
Il cavallo procedeva lentamente nella neve alta. -Sono io!- gridò -Sono io, tua sorella!-
Erano almeno un paio d'ore che vagava disperatamente alla ricerca del Re; senza risultati. Si era fatto giorno. Dalla posizione del sole, capì che era molto presto. A quell'ora in genere dormiva. Infatti sbadigliò almeno cinque volte negli ultimi due minuti. Però cacciò il sonno. Doveva farcela. Doveva trovare suo fratello. L'abito dell'incoronazione si era sfilacciato sull'orlo della gonna, scolorito sul corpetto e macchiato sulle spalline; una delle due, era anche sul punto di staccarsi. Era come se solo essere a contatto con quell'aria, le cose si distruggessero. Ma sulle persone non c'era alcun effetto, per fortuna.
-Ralph?- gridò ancora -Rispondimi, ti prego!-
Si avvicinò troppo ad un albero dai rami pericolanti, infatti uno di essi cadde davanti al cavallo, sollevando un sacco di neve. Il destriero si spaventò e disarcionò Vanellope, che si ritrovò nella neve ad osservare il suo cavallo correre via.
-No! No, no, no, no!!- piagnucolò.

Fu costretta a rimettersi subito in viaggio, a piedi. Mentre le sue gambe affondavano nella neve fino al ginocchio. Strinse i denti, si limitò a borbottare qualcosa e basta. Passarono le ore, che alla principessa sembrarono anni, e si fece buio. Fu costretta ad abbandonare il mantello, zuppo di neve sciolta, che l'appesantiva e basta.
Continuava a camminare, senza sentire ragioni.
-Ovviamente, doveva avere il p-potere d-di distrug-gere le co-cose.- balbettò, scossa da brividi di freddo, causati dall'abito estivo e dalla neve della montagna. -Non poteva, c-che ne so...far crescere tanti fio-fiorellini nei giardini o coprire di cioc-colato g-gli og-oget-ti....o t-trasformarli in o-oro. No!???-
Aveva freddo, fame, sete, le facevano male i piedi ed aveva un disperato bisogno di dormire.
A un certo punto smise di lamentarsi, si fermò ad osservare una piccola casetta a solo qualche metro da lei. -Ohhhh pezzo di Strudel mangiucchiato!- esclamò.
Iniziò a correre verso la casetta e si fermò davanti ad essa. C'era un cartello sul tetto: "Casa di zia Markowski" e sotto, sbiadito "albergo-emporio-giocattoli per bambini-bar- fast food-abbigliamento".
Vanellope aggrottò le sopracciglia. La stavano prendendo in giro? Scosse la testa, non esitò, però, ad entrare.
Era una piccola casetta in legno, anche graziosa, con un bel po' di scaffali. Vuoti.
-Hou-Hou!- la salutò un brutto ragazzone pelato con i denti storti, alzando la mano e scuotendola troppo velocemente;  dietro un bancone alla sua destra.
-Ehm...ciao..?- rispose Vanellope. Le venne istintivo poi esclamare:-Ma tu non sei una donna...-
-No, non dovrei.- rispose l'altro con un sorriso da cretino.
-Ehm....tu sei..?-
-Oh.- rispose il ragazzone -Markowski  J.; nipote di zia Susy Markowski.-
Vanellope si lasciò sfuggire un:- Ahhhh...-
-Mia zia è la proprietaria di questo posto, che presto passera a me!- iniziò a  battere le mani velocemente -Evvivaaaaa!-
-Già...- Vanellope sorrise forzatamente -Evviva!-
La principessa camminò verso uno scaffale pieno di strani barattoli. Erano pieni di strani liquidi colorati. Alcuni avevano strane piante all'interno o bollicine di altri colori.
-Ti interessa? Quelle rosa sono creme solari, quelle verdi aiutano la digestione, quelle porpora sono perfetti anti-zanzare, quelle arancione chiaro sono anti-ruggine, quelle azzurre con le bolle viol...-
-Ok- lo interruppe la ragazza -Ho capito grazie..ma non sto cercando queste cose.-
-Che ti serve, giovincella?-
Vanellope ridacchiò imbarazzata:-Qualcosa da mettere sotto i denti, magari? Sono ore che non mangio.-
-Oh...certo! Va bene. Aspetta un attimo.- l'uomo aprì una porta dietro di sè ed entrò nello sgabuzzino.
Dopo qualche minuto, uscì con paio di panini avvolti in una carta trasparente.
-E' di stamattina.- disse Markowski -Oggi non ho potuto farne altri.-
Vanellope pensò che fosse uscito di testa, ma i panini non avevano nulla di strano, perciò mise qualche moneta sul bancone e ne prese due. L'uomo le mostrò cinque tavolini dietro altri scaffali, così la principessa si mise seduta ed iniziò a smangiucchiare fissando la parete davanti a sè. Aveva un paio di chiodi a cui erano appesi vecchi abiti, ma non erano ridotti male. Anzi, erano tenuti piuttosto bene. Guardò con noto interesse il resto degli scaffali, uno era pieno di giocattoli in legno e plastica, macchinine, cavalli, mostriciattoli, bambole...
Un altro scaffale era metà vuoto, e nell'altra metà c'erano tanti pacchetti di farina e caramelle. La principessa lo osservò perplessa, non capiva perchè erano messi tutti insieme, mischiati. Scosse leggermente la testa e tornò al suo panino.
-E' passato qualcuno...da queste parti...uhm, il Re, magari?- domandò, deglutendo.
Seduta contro lo schienale della sedia tirò un filo dal corpetto del vestito. Si stava distruggendo, pian piano. Lanciò uno sguardo annoiato ai pochi vestiti, forse doveva comprarne uno nuovo. Pensò a suo fratello. Dove poteva essere? Sbuffò. Aveva sciolto i capelli, che le cadevano morbidi sulle esili spalle.
Un vento gelido la fece rabbrividire. Notò la porta aperta. Entrò un ragazzo, coperto di neve e polvere.
Markowski lo salutò come aveva fatto con Vanellope:-Hou-Hou!-
Il ragazzo si pulì il viso con il braccio e si guardò intorno:-E' un disastro là fuori..-
-Già.- confermò l'uomo -Si sta distruggendo tutto, eh?-
Il ragazzo si tolse il berretto, rivelando tanti ciuffi neri che sparavano in tutte le direzioni:-Perfetto.- borbottò -Niente più lavoro per un bel po'.-
Vanellope sbottò, come per difendere suo fratello:-Si stanno solo distruggendo le cose, non le tue braccia.-
Il ragazzo si voltò di scatto verso di lei e la fulminò con lo sguardo:-Invece è un problema, se per mestiere smonti Robot e Go-Kart.-
Vanellope sghignazzò:-Mi prendi in giro?-
-Certo che no!- esclamò l'altro.
Il moro andò verso uno scaffale, afferrò un barattolo con un liquido verdastro. Poi prese un sacchetto da una mensola,  una corda  e poggiò il tutto sul bancone.
Vanellope, incuriosita si alzò e si avvicinò al bancone.
-Fanno sessanta.- disse Markoswi.
-Sessanta!??! Ma è un furto! Facciamo venti.-
-No, mi dispiace, articoli non in saldo.- e fece un sorriso cretino.
Il ragazzo scosse la testa:-Eddai, Mark. Non è la prima volta che vengo qui!-
-No, infatti è la terza.-
-Un piccolo sconto?-
-Nemmeno morto, Hamada.-
Vanellope osservò il ragazzo:-Tu sai da dove viene tutta ... distruzione?-
-E' un semplice terremoto, quello che ha fatto tutto questo casino.-
-No!- scatto Vanellope -Non è un terremoto è...- la sua voce esitò.
-E'?- domando il moro.
-Mio fratello.- bisbigliò Vanellope.
L'altro scoppiò a ridere:-Sì, e io sono Babbo Natale. Comunque viene dalla montagna centrale. Quella enorme. Sembra. C'è una strana luce, lassù.-
Vanellope osservò gli oggetti che il ragazzo doveva comprare:-Te li pago io.- esclamò. -Se tu mi porti alla montagna.-
-Scordatelo.- ribattè l'altro e uscì sbattendo la porta.
L'uomo e la principessa si scambiarono uno sguardo confuso. Vanellope fissò i vestiti sulla parete e la merce davanti a lei, sul legno ruvido. Poi fissò un paio di guanti da uomo, una felpa, due paia di calze orrende e bucate, stivali e una gonnellina.
-Senti...-



Era riuscita anche a pagarsi ago e filo, con cui aveva preso le due calze (le uniche due gambe buone, senza buchi) e le aveva unite insieme, aveva indossato la felpa color menta e la gonna color cioccolato, gli stivaletti scuri come i suoi capelli, stretti una rigida coda alta. Aveva tolto tutte le mollettine, e aveva preso tutto ciò che serviva al  ragazzo, che trovò in una casetta accanto alla "Casa di zia Markowski". Così, con il tutto chiuso in una borsa a tracolla marrone, si avvicinò alla baita.

-Sì, Baymax. Una piccola rompiscatole vestita bene.-
Il gigante robot bianco, simile ad un palloncino, lo osservò e piegò la testa di lato:-Non mi sembra giusto trattare in questo modo una tua probabile coetanea.-
-Se è una pizza, sì.-
-Ma non era una ragazza?-
-Senti, Bay, lascia stare, ok?-
Il ragazzo si mise seduto e attaccò un dito di Baymax ad uno strano tubicino grande come una torcia. Il petto del robot-palla s'illuminò, mostrando una pila scarica, che si caricò in pochi secondi.
-Cavolo.- disse, esasperato, il moro -Si sta rompendo anche il caricarobot portatile.-
Si guardò intorno e rise:-Baymax, ti ricordi...quando ero un ragazzino e ti avevo appena creato? Come faceva quella ninna nanna?......Mhhhh, aspetta! Si!
Sono migliori i robot, Baymax,
lo saaai...
non ti cambierei mai,
con nessun altro umano...Perchè?-
Baymax scosse la testolina e cantò con lui:
-Perchè, nessun altro vale quanto te,
nessun può sostituirti.-
-Non so che altro dirti,
l'umano sa essere spietato,
mai negli anni è cambiato.-
-Ricoorda cheee,
sei hai bisogno sarò sempre con te.-
-Buoooonanotte.-
-Bel duo!- esclamò Vanellope aprendo la porta.
-Ancora tu!?-
Vanellope gli lanciò la tracolla:-Mi accompagni alla montagna?-
Il ragazzo osservo gli oggetti dentro di essa.
-Sono Vanellope.- si presentò.
-Hiro.- tagliò corto l'altro -E lui è Baymax.-.
-Allora?-
Hiro si convinse che quello sarebbe stato il più pericoloso, grande, pazzo, stupendo errore della sua vita.
E forse aveva ragione.
Ma non disse di no.



Angolo autrice sclerata.
Saaaaalve! Come va?
Ho fatto un lavoro assurdo per questo capitolo, che NON POTETE IMMAGINARE. Spero sia valsa la pena aspettare, comunque. ^-^  Tutta la canzone di Ralph, se la cantate con la base di Let it go, al contrario delle altre canzoni, funziona. Esatto. Ho riscritto tutto il testo per farlo combaciare con la musica, sono matta, lo so. (Certo, dovete cantarla in un certo modo, ma più o meno va a tempo.)Baymax, probabilmente, sarà quello più OOC. Non mi viene. Avevo scritto la canzone di Ralph in rosso ma, a quanto pare, non si è salvata, così ho aggiunto degli affari per distinguere le parti cantate (sperando di avercela fatta)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ve lovvo!
Ciauuuuuu! :)
 


 

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Capitolo 7
*** Felix, l'omino di mattoni ***









 

-Ohhh.- Vanellope si scacciò i capelli dal viso -Stiamo andando piuttosto veloci, lo ammetto. Però continuo a preferire i Go-Kart, ai robot giganti.-
Baymax tendeva le braccia a palloncino coperte dall'armatura di ferro in avanti. I due ragazzi erano seduti fra le ali del robot palla, l'uno accanto all'altra. Slittavano fra le conifere innevate, lasciandosi dietro una leggera scia di fumo biancastro.
-Beh, se a Vostra Altezza non piace viaggiare in questo modo, può anche scendere.- borbottò Hiro.
-Nah. Inoltre non mi sto lamentando. Ho fatto solo una affermazione.-
-Okay. Allora tieni le tue affermazioni per te.-
Vanellope alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Si stiracchiò, allungò le braccia verso l'alto. Rimasero in silenzio per un po'. Baymax svoltò a destra, poi a sinistra, destra.
-Alloooora...- esordì Hiro -Non possiamo rimanere in silenzio per sempre......Dimmi: com'è che tuo fratello ha avuto questa crisi... distruttiva?-
-Mmmh, da piccoli eravamo inseparabili, finchè un giorno ha chiuso a chiave la porta della sua camera e a smesso di parlarmi....così, senza motivo.-
Hiro si aggrappò all'armatura del robot:-Chissà perchè.- scosse leggermente la testa.
Vanellope lo ignorò:-Fino al giorno della sua incoronazione, lì si è offeso perchè gli ho chiesto la sua benedizione per il mio matrimonio...-
-Matrimonio? E con chi?-
La principessa scrollò le spalle:-Un ragazzo che ho incontrato alla festa.-
-Aspetta, quindi volevi sposarti con un uomo che avevi appena conosciuto?-
-Sì. Quindi io gli ho det...-
-Hai incontrato una persona e volevi sposarla nello STESSO GIORNO?-
Vanellope annuì:-Mi ha guardato male, si è arrabbiato e io mi sono arrabbiata...-
Hiro la fissò sbalordito:-Vi siete appena incontrati e volete sposarvi??! Ma che hai al posto del cervello, segatura?!-
-Non c'entra assolutamente nulla da quanto ci conosciamo, se è vero amore.-
-Sì. Segatura, hai solo segatura nella testa.-
La mora corrugò la fronte:-Come, scusa?!-
-Insomma! Non sapete nulla l'uno dell'altro!- Hiro sgranò gli occhi -E se fosse pazzo? E se colleziona scarafaggi morti sotto il cuscino? Se odia i gattini? Se perseguita le vecchiette?-
-Le vec...vecchiette?-
-E poi le uccide nel sonno.-
Vanellope  lo guardò con aria disgustata:-Ma smettila! Lui è un principe, non fa queste cose.-
-Come fai a saperlo, scusa?- Hiro si schiarì la voce e tornò a guardare avanti -Sai quale è il suo piatto preferito?-
-Ehhhm, torta al cioccolato...- la risposta era stata data con l'intonazione di una domanda.
-Si scaccola?-
-NO!-
-Ha qualche allergia?-
-Non credo...-
-Quale è il suo animale preferito? E il colore?-
-Probabilmente cane e arancione..?-
-Cosa non sopporta? Cosa gli piace fare? Il suo cognome? Il secondo nome? Soprannome? Mangia sano? Preferisce il mare o la montagna?- Hiro si stava scaldando, parlava sempre più veloce -Canzone preferita? Preferisce il pesce o la carne? Che lingue sa parlare? E' mai stato in una città straniera? Come si chiama il suo migliore amico? Cos...-
-HO CAPITO! Grazie, Hiro.- Vanellope roteò gli occhi -Ma non sono cose necessarie da sapere.-
Hiro scoppiò in una sonora risata:-Fammi il piacere!-
-Va bene, magari non lo conosco tantissimo, ma non è necessario.-
Hiro rise ancora più forte:-Cavolo, ma come ci sono finito qui con te?-
-Certo...- Vanellope alzò di scatto le braccia ed iniziò a gesticolare -Perchè tu sei un esperto in amore, immagino. Un tipo "simpatico" come te- imitò le virgolette nell'aria -Avrà avuto mille amanti!-
-Non c'entra nulla...e no, non sono un esperto in amore..ma...alcuni miei amici sì.-
-Oh, ceeeerto!- Vanellope incrociò le braccia.
Hiro si zittì di colpo. Si fissò intorno:-Shh.-
-Eh?-
-Zitta!-
-Perchè?-
-ZITTA!- Hiro la fulminò con lo sguardo. Baymax si fermò di colpo. Un rumore di terra che si sgretola corse verso di loro, amplificandosi di secondo in secondo.
-Bay..Baymax...- la voce del ragazzo tremò -Veloce. VIA!-
Dietro di loro, lungo il fianco della montagna, correvano crepe sottili, precedendone una enorme e profonda. Le dita lunghe di distruzione si allungarono verso il robot che sfrecciava in avanti, evitando alberi e pietre che cadevano dal fianco della montagna accanto.
-Ci sarà una valanga!- esclamò Vanellope.
-C'è già una valanga!- Hiro tirò fuori dallo zaino una batteria e la mise in una apertura dietro il collo dell'armatura. Baymax scattò di colpo in avanti, i propulsori  sotto i piedi dell'uomo-palla emettevano uno strano scricchiolio.
-Hiro,-la voce del robottino sovrastò appena il rumore della spaccatura che correva sempre più rapida, trascinando giù metà della montagna -la batteria che hai inserito è troppo insabile, potrebbe non funzionare in modo adeguato.-
-Può danneggiarti il sistema in modo grave?-
-No. Se la usiamo per un tempo breve.-
-Come previsto; Baymax, è la nostra unica possibilità di farcela. E' una potenza superiore a quella che puoi sopportare, lo so...ma se non vogliamo farci schiacciare siamo costretti.-
Vanellope guardò il compagno:-L'hai creata tu?-
-Esatto. Però è in fase di sperimentazione. Questo potrebbe, per il 78% delle possibilità, provocare il danneggiamento  dell'intera armatura di Baymax.-
-Perchè? Solo per la potenza superiore?-
-Non solo, fornisce uppgrade che l'armatura del buon vecchio Bay non può supportare. Non ancora. Con questo disastro di tuo fratello, non ho avuto tempo di tornare in città e migliorarla.-
Il fianco della montagna accanto alla loro lasciò scivolare un'onda di neve, che Baymax evitò lanciandosi in alto e poi in avanti. Volteggiò sopra le conifere, vi scivolò in mezzo, quasi a sfiorare la terra, infine si spinse in avanti raddoppiando la velocità. Un motore dei piedi scoppiettò.
Una roccia crollò con forza  alla destra del robot, che si spostò a sinistra. Un masso ricoperto di muschio colpì l'ala sinistra, Baymax si sbilanciò di lato, ma non si fermò. Hiro sollevò l'ala con le mani, cercando di riposizionarla nel modo corretto, mentre venivano sballottati qua e là dall'uomo-palla senza controllo. Ad un certo punto della corsa, la strada davanti a loro crollò, formando un burrone. C'erano solo venti metri a separarli...
Vanellope rimase senza fiato. L'ala sinistra si staccò completamente, Hirò la tirò di lato, frustrato. Baymax cadde a terra e iniziò a scivolare verso il burrone in discesa. Il petto dell'armatura strideva sulla strada di polvere e pietra. Dietro di loro un'apocalisse di distruzione li inseguiva a passo d'uomo.
-Non ce la faremo mai!- gridò la principessa, con la polvere che le sporcava il viso.
Hiro si prese la testa fra le mani:-Invece sì!-  Strappò via l'elmo di Baymax, lo lanciò dietro di sè. Iniziò a farneticare parlando di codici e formule che Vanellope non capì. Questo la rese ancora più nervosa.
Dieci metri. Hiro tirò via l'armatura sulle gambe, lasciando solo i piedi. Fece lo stesso con le braccia, lasciando solo le mani. Sulla schiena di Baymax si ra spezzata in un due pezzi. L'afferrò uno e lo strappò con un gemito. Si ferì il palmo di una mano con un lato appuntito di ferro.  Vanellope, seduta sull'unico lato di armatura rimasto, lo guardò tremante:-Hiro, io non voglio...-
-Toglietelo dalla testa. Andrà tutto bene.- le strinse una spalla; deglutì -Pronto Baymax?!-
Cinque metri.
-Sì-
-VAI!!-
Baymax si aggrappò al bordo del burrone, si spinse in avanti usando le mani e i propulsori. Volarono sopra il vuoto, in un paio di secondi, mentre i cuori di Vanellope e Hiro perdevano battiti. Il robot riuscì ad aggrapparsi all'altro bordo solo con la punta delle dita. Vanellope rimase sospesa, aggrappata all'ultimo pezzo di armatura. Hiro era stretto intorno al collo del robot. Baymax stabilizzò la presa. Il ferro appeso alla schiena dell'uomo palla scricchiolò, si aprì completamente sul davanti e scivolò lungo il corpo liscio del robot. Vanellope emise un grido, si aggrappò ad un piede di Baymax, il pezzo di ferro cadde nel vuoto, ed atterrò con un tonfo. La principessa iniziò a respirare affannosamente. Hiro lanciò uno sguardo alla ragazza, sotto di lui, e trasalì.
Le allungò una mano, reggendosi al collo di Baymax solo con i polpastrelli:-Dammi la mano!-
Vanellope non ci pensò due volte: si aggrappò al braccio di Hiro. Il ragazzo strinse i denti e la tirò verso di sè. Lei si aggrappò al collo di Baymax con entrambe le braccia,  lui aveva un braccio al collo del robot e l'altro stringeva la principessa per un fianco.
L'uomo-palla si tirò su e mise i ragazzi sul terreno. Il primo rotolò un po' più verso la foresta e rimase sdraiato:-La distruzione non arriva, qua.- affermò.
Hiro gattonò in avanti,  per allontanarsi dalla voragine. Vanellope fece per mettersi dritta, ma una crepa corse verso il bordo del burrone, sgretolandosi sotto i suoi piedi. Hiro l'afferrò al volo per le braccia buttandosi verso di lei e la tirò su, prima che la ragazza potesse rendersene conto. I pezzi di terreno innevato si schiantarono nel fondo del burrone, fra la neve, con un sonoro POCK!
-Non fai che metter...- stava per sgridare la ragazza, ma si fermò quando se la ritrovò contro il petto. Doveva essergli finita addosso mentre la tirava su, lei era immobile come una statua. Stava tremando, nascondeva a stento i singhiozzi -Grazie al Cielo stai bene...ti ho presa...ti ho presa...- mormorò Hiro, stranamente sollevato; stringendo la principessa:-E' finita, adesso, ok? Stai..stai lontana dal bordo....-
Vanellope sentiva le lacrime pungerle gli occhi, le scacciò. Era successo tutto così velocemente...Guardò il precipizio e spostò lo sguardo su quel poco che rimaneva della montagna dopo di esso. Involontariamente, i poteri del fratello le avevano fatto rischiare la vita già un bel po' di volte. Però non era intimorita da lui, non voleva rinunciare. Anzi, si convinse ancora di più: doveva trovarlo.
Si staccò da Hiro, come se non fosse successo nulla, si rimise in piedi.
Guardò il compagno crollare all'indietro:-Baymax, tutto ok?-
-Non rilevo danni interni. Nemmeno esterni...-
-Va bene. Fantastico...-
Vanellope deglutì:-M-mi dispiace...pagherò ogni danno e anche l'armatura, se necessario.-
-Mi pare il minimo.- borbottò Hiro, beccandosi una bottarella su una spalla da Baymax.
La principessa si spolverò i vestiti:-Capirò se non ... non vuoi continuare con me.-
-Perfetto. Ciao.-
Lei, un po' delusa, si allontanò dal burrone e si diresse verso il bosco che aveva davanti, a passi pesanti nella neve.
Baymax si mise seduto e battè gli occhietti:-Lei morirà, se tu non la aiuti.-
-Probabile.- anche Hiro si mise seduto.
-Avrai molti sensi di colpa, dopo.-
Hiro si studiò la mano ferita, col sangue che sgocciolava:-Naaah.-
-Io direi di sì. Inoltre i soldi ti servono disperatamente. Pensa che armatura potresti costruire.-
-Ti odio quando hai ragione..- il ragazzo sbuffò -Ehi, Van, aspetta!- gridò.
Lei si voltò, con i piedi che affondavano nella neve ino alle caviglie:-Sì?-
-Veniamo con te.-
-DAVVERO? Oh sì! Sì sì sì sì!- corse verso il ragazzo, quasi inciampando, e gli saltò addosso, facendolo crollare nella neve -Grazie, grazie, grazieeeeee!!!!!!!!!!!-
-Sì, ok, sono contento di vederti felice ma non uccidermi.-
Vanellope si staccò da lui e si mise in ginocchio, bagnandosi le calze nella neve sciolta:-Scusa, io..-
-No, va bene così, lascia stare.- si mise seduto anche lui e si grattò la folta chioma con la mano sana, poggiando quella ferita nella neve, macchiandola di un rosa leggero. Vanellope sgranò gli occhi color nocciola:-Oddio, t-ti s-sei...ti sei ferito!-
-Uh, già. Ma non è niente di gr..-
-Invece lo è! Baymax!-
Il robottino si mise fra i due e disinfettò la ferita del ragazzo. Vanellope tirò fuori dalla borsa di Hiro una benda e iniziò a fasciargli la mano, senza far caso alle proteste del "ferito".
-Ahi.- sbuffò lui, quando Vanellope strinse troppo la benda bianca.
-Scusa...Fammi finire, poi puoi lamentarti quanto vuoi.- Vanellope sollevò lo sguardo dalla mano e fissò Hiro negli occhi, fece un altro giro di garza, riabbassando lo sguardo.
Hiro stava per ribattere che non era necessario mettere così tanti strati di benda, però si bloccò osservando il volto concentrato della principessa. Abassò lo sguardo, convinto di essere diventato rosso, per il calore che gli era salito alle guance. Le dita dell principessa erano fine e lunghe, maledettamente belle e delicate, si concesse Hiro. Il tipo di dita che vorresti intrecciare alle tue. Scosse la testa, mentre lei gli lasciava la mano e si rimetteva in piedi.
-Andiamo, allora?-domandò Vanellope, afferrando la sua borsa.

 

 


Passarono altre tre ore nel bosco, fra i viottoli innevati, e scalando il fianco della collina che li avrebbe portati alla montagna dove si trovava Ralph. Hiro continuò a ripetere di sapere la strada, ma dopo un po' fu costretto ad arrendersi: si erano persi. Vanellope non se l'era presa troppo, senza di lui avrebbe fatto solo la metà della strada. Forse nemmeno quella. Non erano persi...del tutto, sapevano che (probabilmente) dovevano solo dirigersi verso la montagna più alta...ma da lì? Di sicuro Ralph era nascosto, non sarebbe stato facile trovarlo. E non avevano abbastanza provviste per accamparsi un giorno, faceva troppo freddo, tra l'altro.
Continuarono ad avanzare fra la neve, con la distruzione che avanzava e divorava sempre più terreno. Era anche intorno a loro, ma in modo più delicato rispetto alla città, dove ogni cosa era completamente a pezzi, tranne il palazzo e le costruzioni maggiori.
Arrivarono in una piccola valle, dove la neve si era quasi sciolta, quella che ancora era compatta si era aperta in tante spaccature, dalle quali gocciolava acqua. Gli alberi erano quasi spogli, le poche foglie erano congelate, i tronchi perdevano linfa, che scivolava lungo il legno e rimaneva congelata. Formava goccie giallastre, quasi di vetro. La luce che batteva sul ghiaccio sulle foglie e la linfa congelata lanciava riflessi sul terreno polveroso, che contrastava con la neve bianca e pura. Molte foglie arancioni e gialle a terra sfioravano l'acqua sciolta della neve e la neve stessa. Autunno o inverno? Era difficile da capire. Se guardavi il cielo senza nubi, poi, ti sembrava estate.
-Wow...- sussurrò Vanellope, le foglie scricchiolavano sotto i piedi -Non credevo che i poteri di mio fratello potessero creare....questo.-
-Già, è un bel posto.- Hiro sfiorò la linfa ghiacciata -Non male davvero...-
Baymax sollevò una mano paffuta in aria:-Qui la temperatura è più...-
-Gradevole.- ammise Vanellope, sorridendo.
-Non è questo il termine che volevo utilizzare, ma sì.- disse Baymax, cercando di afferrare una foglia a terra ma, nel muoversi, la fece svolazzare via. La inseguì finchè non cadde a terra. Si riabbassò, però la foglia volò di nuovo.
-Forse non è così male, il suo potere....- mormorò Vanellope, sfiorando i tronchi nodosi con le punte delle dita. -E qui è così bello...-
-Beh, bello è bello.- esordì una voce.
Hirò sobbalzò:-Eh?!-
-Però sarebbe meglio aggiustare un po' questi alberi, ed ammucchiare questa neve.  Magari fare una specie di statua in linfa congelata...mmmmh, ci si può lavorare.-
Vanellope e Hiro si scambiarono uno sguardo confuso. Guardarono Baymax, che scosse la testolina tonda.
-HEY!-
I tre sussultarono, si voltarono dietro di loro e videro un ometto fatto di mattoni.
-CIAO!- esclamò.
Vanellope gridò e si lanciò all'indietro, cadendo nella neve. Hiro scivolò sopra Baymax, che cadde a terra.
-C-chi s-sei t-tu?!!!-balbettò la principessa, indietreggiando fino ad un albero.
-Io sono Felix!- l'omino sorrise allargando le braccia.
Vanellope si bloccò:-F-felix?-
Hiro cercò di mettersi seduto, Baymax sollevò le braccia, spingendosi in avanti, però rotolò all'indietro, finendo sommerso dalla neve. Hiro si alzò e aiutò il compagno a rimettersi in piedi, sbuffando.
Vanellope gattonò verso l'ometto di mattoni colorati:-Felix?- sentì il cuore perdere un battito, gli sfiorò il volto -Quel Felix?-
Felix annuì:-Ciao, Vanellope.-
-Come fai tu a.....Ralph...- mormorò la principessa, per poi alzare la voce -Ti ha fatto Ralph?-
Felix annuì di nuovo.
Vanellope si portò una mano alle labbra:-Tu...mi conosci...ma..ma ti eri...-
L'altro piegò la testa di lato:-Mi ricordo di te.- il suo volto allegro si rabbuiò di colpo -E mi ricordo la sensazione di morire, di distruggermi...- si strinse le spalle, abbracciandosi -Mi ricordo...che...che era tutto così freddo...-
-Cosa?- Vanellope lo guardò confusa.
Felix la fissò con gli occhi sgranati:-Tu...tu eri...- deglutì.
-Ero cosa?-
Le guardò la ciocca rossa che le correva lungo la testa.
-Quella!- esclamò, indicandola.
Vanellope si toccò la ciocca:-Oh, in genere la nascondo sotto gli altri capelli...-
Felix deglutì ancora:-Eri...morta..- bisbigliò.
-Eh? Scusa, non ho capito nulla. Hai parlato a voce bassissima.-
-Niente...solo che....stai cercando tuo fratello?-
-Sì! Tu sai dov'è?-
Felix tornò allegrò di colpo:-Certo che sì! Posso portarti da lui!- lanciò uno sguardo agli altre due amici della principessa -Loro chi sono?-
-Miei amici.-
-Come si chiama l'omino che sembra di gomma?-
-Baymax.-
-E il robot, invece?- domandò ancora Felix, indicandolo.
-Eeeehm, Baymax...?-
-Oh, hanno lo stesso.....ohhhhhoooooh! E' più facile per me! Perfetto.- balzò in piedi, seguito a ruota dalla principessa -Andiamo da tuo fratello!!!!- e corse fra la neve.
-Ehi!- gridò Hiro -Aspettaci!-
Proprio da lì sarebbe partito il loro viaggio.
Corri, principessina, corri. Corri omino di mattoni, corri.
Corri, robot. Corri, ragazzo.
Correte finchè potete. Correte perchè volete farlo, finchè potete.
Perchè dopo potrete solo scappare.
Scapperai, principessa. Scapperai, perchè la tua vita dipenderà da quella corsa contro il tempo. Scapperai dalla persona a cui tenevi di più...
Goditi finchè puoi il tuo cuore sano,
quando lo vedrai spezzarsi sotto i tuoi occhi non riuscirai ad andare lontano......

 

 

 

 

 

 

 

 









Angolo Autrice:
Ciaoooooooo! Sono tornata!
Spero che questo capitolo vi piaccia! Sono qui con una (brutta) sorpresa per voi, ho disegnato Vanellope con l'abito dell'inocoronazione. Sperando di riuscire a mettere il link in modo corretto XD: http://auaura-icebreaker.deviantart.com/art/FF-Coronation-Day-Vanellope-574188493

Beh, vi saluto...Lasciate un commentino please T.T
Grazie per aver letto fino a qui...
Bye.

 

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Capitolo 8
*** La vita è troppo breve ***

























































Il cavallo si precipitò nella piazza della città, sollevando una nuvola di polvere, che investì la metà delle persone presenti. Molte tossirono, stringendosi nelle giacche scucite, mentre un soffio di gelo correva fra le case.
Rancis corse verso l’animale, sollevando le mani. Il cavallo nitrì, e, come per magia, si fermò.
-E’ il cavallo della principessa!- gridò qualcuno.
Un mormorio circondò il principe. Tanti piccoli occhi puntati su di lui, in attesa di una reazione, una spiegazione. Un qualcosa. Ma lui rimase impassibile, carezzando il muso dell’animale.
Dopo un minuto, alzò la voce, bloccando i mormorii:-Dovrò andare a cercare la principessa.- osservò i presenti, uno per uno, con uno sguardo gelido –Chi è così coraggioso da unirsi a me?-
Qualcuno alzò una mano, il silenzio che divorava i leggeri respiri della gente.
Il silenzio si spezzò al suono della voce gracchiante del Duca Candy:-Io propongo due miei uomini- finì la frase con un sonoro colpo di tosse. Una piccola folla seguì il principe all’intero del palazzo, pronti per partire al salvataggio della principessa. Prima che i due uomini di Candy potessero seguire gli altri, il loro capo li fermò:-In caso Rancis fallisse, cosa probabile, dovete far finire questo disastro. In un modo, o nell’altro. Intesi?-
 
 
 
 
 
 
 
 
-WooooW!- Hiro si abbassò per evitare il ramo appuntito che stava per strappargli un occhio. –Sono l’unico ad essere leggermente spaventato da questi alberi dai rami appuntiti come coltelli?-
-Uh?- Vanellope di voltò verso di lui, e sgranò gli occhi, come se si fosse appena accorta del tutto –A me non danno fastidio…-
Felix, con la grazia di una ballerina, evitava ogni spuntone, saltando e abbassandosi. Hiro fu costretto a premere le mani sulla faccia per più di cinque minuti per non ridere, però comunque gli scappò un verso simile ad un gemito di un animale ferito mischiato con un singhiozzo e un verso strano. Baymax avanzava strisciando, l’unico modo possibile per lui per evitare gli spuntoni. Un solo graffio, e avrebbe fatto la fine di un palloncino.
Appena finito il sentiero di alberi, si ritrovarono davanti un enorme muro di mattoni.
-Bene, che si fa adesso?- domandò Vanellope, incrociando le braccia al petto.
-MMmmmm.- Hiro frugò nel suo zaino –Non credo che Baymax potrà trasportarci volando…vero Bay…?- si bloccò non vedendo il robot accanto a sé. –Baymax?- si voltò e vide il robot a terra, tra gli ultimi due alberi, incastrato.
-Hiro,- disse Baymax sollevando una mano –C’è un rametto che punta sulla mia schiena, se mi muovo potrei bucarmi…-
-Oh, sì, aspetta.- Il ragazzo si avvicinò all’uomo palla, si allungò in avanti sulla punta dei piedi, quasi si staccò un braccio allungandolo per afferrare il rametto e tirarlo da una parte, per permettere al robot di strisciare in avanti. Nel farlo, però, Baymax andò contro le gambe di Hiro, facendolo scivolare in avanti. Il ragazzo atterrò sulla schiena di Baymax, ribalzò all’indietro e finì contro Felix, che crollò a terra. Vanellope scoppiò a ridere.
-Ehm- esordì Felix –Magari un aiuto sarebbe gradito.-
-Oh, oh sì….solo…solo che …ahahaahahahahah!- e riprese a ridere, piegandosi in due.
Hiro si rialzò borbottando, Felix si spazzolò i vestiti ed andò ad aiutare Baymax a rialzarsi.
-Scusa, non riuscivo a non ridere…- dichiarò Vanellope, avvicinandosi al ragazzo –Allora, genio, che si fa?-
-Siamo costretti a scalarlo. Questo muro è pieno di sporgenze, non dovrebbe essere difficile.-
-Possiamo passare di lato.- propose Baymax, indicando un angolo.
-No.- Hiro scosse la testa. –C’è una sporgenza ad ogni angolo, solo qualche centimetro di larghezza, anche spiaccicandoci contro il muro, potremmo cadere di sotto, ed è un salto di otto metri.-
-Okay, quindi si scala.- Vanellope si aggrappò a un mattone e iniziò a issarsi su.
-Che diavolo stai facendo?- chiese Hiro, massaggiandosi la fronte con due dita.
-Vado da mio fratello!- e salì di due centimetri.
-Ok, ma io non metterei il piede lì.-
-So quello che faccio!-
-No, non lo sai.- Hiro sbuffò, scuotendo la testa.
Vanellope poggiò il piede in una piccola sporgenza, con il piede tremante.
-Non mettere il pi….- Hiro non riuscì a finire la frase che un mattone si sgretolò sotto il piede della principessa che cadde all’indietro. Il ragazzo se la trovò fra le braccia, causa di un riflesso, o forse solo un colpo di fortuna. Nemmeno lui sapeva perché, era stato tutto frutto di un secondo.
-Oh, questa è stata una bella prova di fiducia.- Vanellope arrossì appena –Grazie…ora puoi mettermi giù.-
Hiro si era accorto appena di averla stretta un po’ di più, sentì una mano della ragazza scivolare dal retro del collo al suo petto e stavolta fu lui quello ad arrossire.
Bum. Bum. Bum. Hiro sperò con tutto se stesso che Vanellope non sentisse il suo cuore esplodere nel petto.  Si ritrovarono a fissarsi intensamente negli occhi.
-Ehm, non so se può essere d’aiuto…- esordì Felix spingendo un mattone del muro –Ma qui c’è un passaggio!-
Hiro rimise giù Vanellope:-Davvero?!-
La principessa si avvicinò al passaggio:-Bene, allora…passeremo da qui…-
Hiro esaminò il piccolo passaggio:-Magari per noi tre sì, però sarà problematico per Baymax.-
-No, no.- Assicurò il robot –Mi basta espellere un po’ d’aria.- e iniziò a sgonfiarsi con un rumore fastidioso simile a quello di un palloncino che perde aria.
-Oookay..?- Vanellope strisciò nel passaggio, seguita subito da Felix e Hiro, poi un Baymax magrolino che faceva strani rumori ad ogni movimento.
Attraversato il primo ostacolo, il gruppetto si ritrovò davanti al castello di Ralph che finiva dentro una fossa. All’esterno c’era un enorme arco fatto di vetro rosso che rifletteva, tramite un raggio di sole, sull’enorme portone che svettava di tre metri sopra la fossa dove andava sprofondando la struttura.
-E’ tipo un castello sotterraneo!- esclamò Hiro –Fico.-
Baymax intanto si stava rigonfiando, sotto gli occhi sgranati Felix al rumore prodotto dall’aria che rientrava e gonfiava il robot.
-Sì. Fico.- concordò Vanellope annuendo.
-Che si fa ora?- domandò Felix deglutendo. L’idea di andare dal suo creatore non gli piaceva molto, ma non lo diede a vedere.
-Si entra.- disse Vanellope.
-E poi?- domandò Hiro.
-Parlo con mio fratello e risolvo tutto.- rispose lei con un’alzatina di spalle.
-Tutto qui?- lui aggrottò le sopracciglia –Il destino di Belposto, delle persone che vi vivono e del mio lavoro dipendono da questo? Da una chiacchierata con tuo fratello?!-
-Esatto.-
-Magnifico!- Hiro buttò le mani al cielo in un gesto esagerato e teatrale.
-Non essere così noioso, Hiro.- lo rimbeccò la principessa –Ci riuscirò. Fosse l’ultima cosa che faccio.-
Detto questo, non diede nemmeno tempo all’altro di rispondere e andò spedita verso il portone e bussò.
Hiro incrociò le braccia e alzò gli occhi al cielo:-Donne.-
Felix e Baymax andarono verso la principessa, seguiti da un Hiro piuttosto contrariato.
Vanellope bussò una seconda volta.
BAM!
Si ritrovò a fissare la porta della camera di suo fratello.  Supplicando di vedere la maniglia fare su e giù, di udire il cigolio della porta e veder sbucare il volto di suo fratello. Non voleva assolutamente scuse, non le importava. Almeno un abbraccio. Non voleva singhiozzi, non voleva lacrime. Voleva solo la sua vecchia vita…era troppo da chiedere?
-Ralph? Ci sei? Per favore, ti prego. Ho bisogno di te!-
-Vattene via, Vanellope.-
Guardò il legno scuro della porta, che si offuscava sempre di più. La lacrima fu silenziosissima: la avvertì solo perché era fredda e le correva lungo la guancia provocandole un brivido freddo. Non voleva insistere, sfiorò il legno e mormorò:-Lo immaginavo. Come sempre.-
Di certo non poteva sapere che, dall’altro lato, Ralph era contro la porta, tra fiumi di lacrime.
Se solo avesse poggiato l’orecchio…avrebbe sentito i singhiozzi. Forse non avrebbe preso suo fratello per una persona senza cuore. Perché suo fratello aveva un cuore. A pezzi. Riversi sul pavimento della camera, circondato dalla distruzione, avrebbe avvertito la tempesta che riempiva la testa del fratello.
 
 
Scosse la testa. Non si permise di perdersi ancora nei ricordi. Bussò una terza volta, cercando di mandare giù quell’opprimente nodo che le bloccava la gola. Il portone si aprì, facendo sobbalzare all’indietro la principessa:-S-si…si è…..aperta. Mai successo. Wow.-
Il terrore la investì come una cascata. Aspettava quel momento da tutta la vita, ma adesso che ce l’aveva davanti, non sapeva che fare. Si voltò verso i compagni e disse, cercando di apparire sicura:-Vado da sola, aspettate qualche minuto, poi entrate anche voi.-
-Cosa?!- esclamò Hiro –Perché?-
-L’ultima volta che gli ho presentato un ragazzo ha distrutto tutto.-
-Ma…okay. Va bene.- Hiro alzò le mani in segno di resa –Okay. Vai, allora.-
Vanellope entrò lanciando un’ultima occhiata ai compagni e sorrise per incoraggiarli, e anche per farsi forza. Scese l’enorme scalinata di mattoni rossi, chiamando il fratello.
-Ralph? Sono io, Vanellope…ehi…-
Si fermò arrivata all’enorme salone, davanti si trovò un’altra scalinata. Confusa, fece una giravolta. Era un’enorme stanza circondata da più scale e porte. Chissà dove portavano…
-Vanellope?-
La principessa si voltò e vide suo fratello in cima ad una scalinata, poggiato al corrimano.
Sembrava sorpreso, quasi terrorizzato:-Che ci fai qui?- domandò, cercando di nascondere la paura con un sorriso.
-Io…ti stavo cercando…- piegò il volto all’insù e fece un altro giro –Questo posto è fantastico..-
Ralph sorrise davvero stavolta:-Grazie, non mi ero mai reso conto di cosa fossi in grado di fare.-
Vanellope si dondolò sui piedi:-Mi dispiace per tutto quello che è successo…- fece un passo io avanti –Non volev..-
-Lo so!- Ralph sollevò le mani, quasi in segno di resa –Lo so, ma va bene, non preoccuparti.-
-Oh, d’accordo…-
-Mi dispiace, però devo chiederti di andartene.-
-Cosa?- Vanellope sgranò gli occhi –Ma sono appena arrivata!-
-Torna a casa, per favore. Questo non è il luogo adatto per te.-
-Casa non è casa se non ci sei tu.-
Ralph scosse la testa:-Non lo è mai stata, allora. Mi dispiace per tutto quello che è successo, ma non potevo rischiare di farti del male. Starti lontano era l’unica soluzione.-
-Forse lo era, però non adesso.- Vanellope fece un altro passo –Troveremo un modo per farti controllare questo potere, vedrai…devi solo venire con me.-
-Non posso.- Ralph inspirò profondamente –E’ meglio che tu vada, ora.-
Vanellope prese un profondo respiro, guardò il pavimento, in cerca di coraggio, poi cantò:
-Sono arrivata qua perché
Ho passato anni in cerca di te,
ora che c’è la possibilità,
di riportar tutto alla normalità,

non ci rinuncerò…-
Ralph scosse la testa e fece un passo indietro:-No, no, no. Io non canto.-
Vanellope sorrise appena e lo incoraggiò con un cenno della mano, Ralph alzò gli occhi al cielo:
-Sono contento che questo posto ti piaccia, sai?
Ma non ti vorrei far del male mai e poi mai.
Non hai idea di come io stia bene qui,
ti prego lascia le cose così.-

La principessa iniziò a salire la scalinata:
-Non ci siamo capiti per troppo tempo, perciò
Scordiamo chi ha ragione
Ralph ridacchiò:-E chi ha torto.-
Esclamarono in contemporanea:-Okay!-
Il re si morse il labbro, appena la principessa finì la rampa di scale, lei cercò di prendergli una mano, ma lui la ritirò di scatto. Si guardarono, e Ralph ebbe un rapido ripensamento:
-Potresti restare,
ci sono tante di stanze in cui puoi alloggiare…-
Vanellope saltellò:-Perché la vita è troppo breve…-
-Per chiuderti fuori così…-
-Non voglio più esser abbandonata dal fratello che ho adorato…-
-Perché la vita è troppo breve per non mostrarti quello che so fare,
tutto ciò che posso creare!-
Ralph lasciò volare un raggio rosso creando un enorme trono accanto a lui.
Vanellope rimase a bocca aperta:-Woooah!-
Lei riuscì ad aggrapparsi ad una mano del fratello, e insieme:-Non avevo mai immaginato
Quanto  avessi sofferto, finché non me l’hai mostrato!
La vita è troppo breve per non passarla con te!-

Lei mise una mano nella sua borsa e disse, quasi timidamente:-Quindi tornerai indietro?-
Ralph sembrava confuso:-Indietro?-
-Sì!- Vanellope annuì entusiasta –A Belposto, ad aggiustare la città…è tutto un disastro, il porto…la Sugar Rush…è tutto distrutto.-
-D-distrutto?- balbettò Ralph portandosi una mano alla fronte, tremando.
-Aggiusterai tutto, non devi preoccuparti.- la principessa frugò all’interno della borsa e tirò fuori un paio di guanti –Allooooora..?- e glieli porse.
Ralph si morse l’interno della guancia e indietreggiò di nuovo, ma stavolta l’espressione sul suo viso non era di paura ma di rabbia e disgusto:-Non ci posso credere!-
-Perché?- il sorriso sul volto della principessa si spense –Pensavo che tu…-
-Cosa? Che io cosa? Che lasciassi chiudere di nuovo in gabbia?- Ralph scosse la testa Con dei guanti,
è così la tua storia finisce?
Sei così egoista, non mi stupisce.-

-Ma no! Non sarà come una volta,
la tua vita avrà una svolta!-
-Tutto qua?
Rifinirò chiuso a chiave in una stanza?!-

Vanellope seguì il fratello, che salì lungo una scala quasi correndo. Finirono in un’enorme stanza con tre portoni, i muri marroni da cui entrava una luce rossastra tramite i vetri color cremisi.
-Ehi, ehi! Non sarà così…
è per questo che sono qui!-

Ralph strinse i pugni:-Beh, grazie per esser giunta fin quassù,  ma adesso tornatene con quegli idioti in città,
Grazie di avermi mostrato il tuo “altruismo” e la tua bontà;
torna al castello,- Fece apparire un enorme muro con un pesante portone fra lui e la sorella -fai un bel rapporto di ciò che hai scoperto,
Ciao ciao!-  e sbatté la porta, salutando con una mano.
-Aspetta!- Vanellope batté i pugni sulla porta, rabbiosa:-Eccola! Sembra che proprio ti piaccia,
sbattermi la porta in faccia!-
Spinse la maniglia e inseguì il fratello in un’altra stanza, gridando:-Stava andando tutto in modo giusto,
ma a farmi soffrire ci hai preso il gusto,
cacciami a calci se vuoi, però son l’unica che
non vuole chiamarti mostro senza un perché!-

Ralph sollevò il braccio in alto e lo lasciò ricadere con forza, sollevando una nuvola di fumo, spaccando la stanza a metà, fra lui e la sorella:
-Puoi pensare quello che ti pare tanto non m’importa,
sei solo una viziata che va in giro a fare la gatta morta
e stai per sposare uno sconosciuto!!!!!!!!-

Vanellope saltò la crepa larga mezzo metro e inseguì il fratello fra i corridoi, sfiorando le pareti ruvide:-Sei così ingiusto!-
Si fissarono negli occhi; le mani del maggiore, serrate ai fianchi, tremavano. La minore aveva il volto rosso di rabbia: -Ho fatto di tutto per accettare,
per resistere, lottare, guadagnare,
il tuo tremolante, faticoso, doloroso affetto fraternooooooo!-

Ralph lanciò un altro raggio rossiccio, creando degli spuntoni di vetro che la sorella evitò per un soffio. Poi si girò ed andò spedito verso un’altra porta; i suoi poteri stavano diventando incontrollabili, era circondato da un vento fortissimo pieno di sassolini e cose rotte:-Perché la vita è troppo breve per sprecarla con te!
D’ora in poi penserò soltanto a me!-
Vanellope evitò gli spuntoni e gli corse dietro battendo i piedi:-A me!-
Ralph sollevò le mani, strinse i pugni; e li puntò verso il basso spalancando le mani. Si creò un muro fatto macerie, tutto storto:-A me!-
-Ah! La vita è troppo troppo breve per sprecarla cosìììì!-
La principessa riuscì a scalarlo e scivolare dall’altra parte, vide appena il fratello entrare in un’altra stanza, circondato da un uragano di polvere e macerie varie:-Mi sono sbagliata tanto su di te!- gridò, correndogli dietro, trattenendo le lacrime.
-Tu?! Tu ti sei sbagliata su ogni cosa!- urlò Ralph premendosi le mani sulla testa, la tempesta cresceva, sollevando gli abiti dei due fratelli, soffocandoli. Il maggiore sentì di nuovo quel peso opprimente alla testa che aveva avvertito anni prima, quando aveva ferito la sorellina alla testa.
-Magari sei davvero un mostro!!!- ribatté Vanellope –Ero troppo occupata a giustificarti per rendermene conto!!-
Ralph avvertì la tempesta placarsi, colpirlo con forza nel petto. Lui non era un Mostro, no, no, no, non lo era! Si girò verso la sorella, tutto il suo potere si scatenò, inarrestabile, contro tutto ciò che aveva incontro, travolgendo Vanellope:-Non sono un mostro!-
Vanellope crollò in ginocchio, con le mani premute contro il petto. Il cuore…oh, il suo cuore….faceva così male….la testa era stretta da una morsa…la vista ruotava, tutta sfuocata....Sentiva le ossa deboli, si sentiva pesante…così tanto da cadere a terra immediatamente….ma così leggera da poter esser trascinata via da un soffio di vento. Respirava appena. Il suo cuore era a pezzi…in tutti i sensi.
Ralph si mise in ginocchio, tremante, accanto alla sorella:-Oddio, Vanellope, io..io non…- fece per sfiorarla.
-Non ti azzardare a toccarla!- gridò una voce.
Ralph rimase immobile; incontrò gli occhi di un giovane che corse verso sua sorella e la strinse.
-Hiro…-mormorò lei –Sto bene…- e si alzò con l’aiuto del ragazzo.
Ralph si rimise in piedi, sorpreso:-Chi è lui?!- premette una mano sulla tempia che pulsava –Non….non importa! Andate via.-
Felix e Baymax piombarono nella sala. L’omino di mattoni fissò il suo creatore, a bocca aperta:-Ralph…?- domandò, più a sé stesso che a qualcuno.
Il re lo guardò, senza fiato:-Felix? Sei…sei vivo. Com’è possibile?- rimasero a fissarsi per altri secondi, poi Ralph deglutì con forza –Basta, non mi importa….andate via, forza.-
-Ralph, ti prego, se non vuoi aiutare me, fallo per il tuo popolo…per favore aggiusta questo disastro.- gli occhi della principessa trattenevano a stento le lacrime.
-Non vedi, Vanellope? Non posso! Io non so come fare!- disse Ralph, anche lui con gli occhi lucidi –Vai via, ti prego…..-
-Non me ne vado, non ora che ero così vicina…-
Ralph sollevò le mani:-Sì, invece te ne andrai…- lanciò un raggio contro il pavimento. Una nuvola di polvere investì i presenti, un rumore assordante di pietra contro pietra investì l’aria consumata.
Un’enorme donna di mattoni alta sui tre metri torreggiò su Vanellope, Baymax, Hiro e Felix.
-Calhoun…- ordinò Ralph indietreggiando –Indica a mia sorella e ai suoi amici la porta…usa le maniere cattive, se necessario…..-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 








N.d.A: La canzone di Ralph e Vanellope non è "Oggi per la prima volta (reprise)" ma "Life's too short", canzone eliminata dal film che io ho ritenuto più adatta e boh, mi piaceva metterla. XD
Grazie per aver letto!

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