Love and Sin - Quanto può essere pericolosa la seduzione in amore?

di Eklypse
(/viewuser.php?uid=109057)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo primo_ ritorno fra i banchi di scuola ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo _ Tocco ***
Capitolo 4: *** capitolo terzo_ SMS ***
Capitolo 5: *** Capitolo quarto_Piscine pubbliche ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque_ Una pulce nell'orecchio ***
Capitolo 7: *** capitolo sesto_ Ripetizioni ***
Capitolo 8: *** Capitolo settimo_ Possesso ***
Capitolo 9: *** Capitolo ottavo_ Labbra ***
Capitolo 10: *** Capitolo nono_ Un passaggio, milady? ***
Capitolo 11: *** Capitolo decimo_ the princess ***
Capitolo 12: *** Capitolo Undicesimo_ Vendetta ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodicesimo_ Gelosia ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredicesimo _ Allora baciami! ***
Capitolo 15: *** Capitolo quattordicesimo_ Campestre ***
Capitolo 16: *** Capitolo quindicesimo_ Coincidenze! ***
Capitolo 17: *** Capitolo sedicesimo_Binario 3 ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciassettesimo_ Neve ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciottesimo_ briscola, cioccolata e un pizzico di zenzero ***
Capitolo 20: *** Capitolo diciannovesimo_ Lentamente ***
Capitolo 21: *** Capitolo ventesimo_Ghiaccio ***
Capitolo 22: *** Capitolo ventunesimo_ Vecchio, Mitico Woody ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventiduesimo_ Si mescolano le carte ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventitreesimo_ I can do it ***
Capitolo 25: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 

Angolino personale in anticipo!

 

Ciao!!

Allora i protagonisti della fic sono di mia invenzione, ma i personaggi secondari della quinta N, classe della protagonista, sono i miei veriiiiii e fantastici ( xD) compagni di classe…

Io ho anche il ruolo, anche se minore, della migliore amica della protagonista.. cioè, per ruolo intendo carattere !!

 

Il nome del protagonista l’ho preso da quello della mia attuale infatuazione… ( chi capisca, capisca xD)

 

Il prologo è una specie di presentazione generale… poi incomincia la vera storia ;)

Spero vi piaccia!!!

 

Un saluto speciale alla sezione N!

 

 

Eklypse

 

LOVE AND SIN_ Quanto può essere pericolosa la seduzione in amore?

 

 

PROLOGO

 

 

Le classi del liceo scientifico Calini erano numerose, troppe, per permettere a tutti gli studenti di potersi conoscere di persona e molti professori, che svolgevano il loro lavoro solo su determinate sezioni, non erano riconosciuti dalla maggior parte degli alunni.

 

Che due classi si conoscessero bene era letteralmente impossibile, perché le occasioni di scambi “culturali” Durante le gite scolastiche non erano sfruttate per socializzare, ma per dare inizio a un conflitto silenzioso, gremito di sguardi acidi e sfuggenti.

Ognuno vantava un lodevole patriottismo.

 

La quinta N e la quinta B, miracolosamente, potevano vantare il primato di una reciproca, approfondita conoscenza.

È ciò non veniva letto, agli occhi di molti, come un fattore positivo, Anzi, come un fattore decisamente poco positivo.

 

Fin dalla gita all’isola d’Elba avvenuta al primo anno scolastico, fra le due sezioni era nato un odio e un conflitto che si prolungava da cinque ed estenuantissimi anni.

E il fatto che i due ragazzi più gettonati della scuola appartenessero, rispettivamente, una alla quinta N e uno alla B, non facilitava le cose.

 

Fra Sara Ghirardi e Michele Rizzardi non scorreva buon sangue.

 

Che lui fosse bello e gettonato, non ci sono stati dubbi, fin dall’inizio della storia, ma se vi aspettate “lei” come una giovane fanciulla timida e indifesa, allora vi sbagliate di grosso.

 

Perché lei era tutto ciò che Michele era, in versione femminile ovviamente.

 

Chiedete i giro, al Calini. Nessun ragazzo non è rimasto incantato almeno una volta dai suoi occhi verdi e il suo sguardo magnetico.

 

E nessuna ragazza non ha sognato, almeno una volta, di stringersi fra le braccia forti di Michele, perché nei loro sogni, lui la mattina dopo ci sarebbe ancora stato.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo primo_ ritorno fra i banchi di scuola ***


CAPITOLO 1 –  _ Fra i banchi di scuola

 

SARA POV.

 

“Fantastico” penso una volta attraversato il portone d’ingresso del liceo.

Il mio morale è a terra, decisamente a terra. Ed è solo il secondo giorno.

Ieri ero con il morale alle stelle. Rivedere i miei compagni dopo così tanto tempo, anche per una ragazza fredda come sono io, è stato commovente.

Avrò dispensato complimenti e abbracci abbastanza per tutto l’anno. Presto sarebbero tornate le mie battute sarcastiche.

Dopotutto, il mio soprannome me lo ero guadagnata!

Sorrido impercettibilmente e sento su di me un paio di sguardi interessati.

Eccoli i primini. Tesori miei, per voi sono off limits.

Ghigno apertamente, anche se non me ne accordo, inizialmente.

Mi trascino lentamente verso la mia classe, in fondo a un corridoio troppo lontano dall’ingresso, troppo isolato e troppo buio.

In classe c’è già qualcuno e saluto tutti con un cenno del capo, stravaccandomi al mio posto.

Passo una mano fra i boccoli scuri, mentre scruto Diego, Carlo e Luca che discutono sull’ultima partita di calcio. Calcio, niente di interessante, quindi.

-Amoriii!!- l’urlo che arriva dall’ingresso dell’aula mi fa sobbalzare. Ma come fanno, mi chiedo, ad essere così energiche di prima mattina?

Sofia e Barbara hanno appena fatto irruzione, letteralmente. Mi sorridono e io chiudo gli occhi, spalancando le braccia.

Vengono entrambe ad abbracciarmi.

-Sono troppo stanca per alzarmi- mi lamento e le vedo alzare gli occhi al cielo, divertite.

-Buongiorno!

Era ora. Sono quasi dieci minuti che aspetto la mia migliore amica.

Anna saluta tutti, ma si sofferma sulle guance rosse di Sofia, strapazzandole. E' assurdo come adori quelle gote morbide. Sofia mette il broncio, ma per finta.

Sorrido, ancora senza esternare i miei sentimenti.

Mi divertono quelle scenette che, in cinque anni, non sono cambiate. Siamo cresciuti, dalla prima superiore, questo è vero, ma siamo sempre noi. Sospiro e penso divertita, se questo è davvero un lato positivo.

-Tesoro, se non arrivi da me entro due minuti, mi incazzo- dico, ad alta voce. Anna mi guarda, ride e mi ignora. Tipico.

Ed è la mia migliore amica!

Sospiro. Fra noi è una sfida continua. Nessuna delle due vuole perdere, ma nemmeno far perdere l’altra. Di solito ci limitiamo a proseguire il piccolo conflitto per qualche minuto, poi lo dimentichiamo.

Anche adesso. Anna si avvicina. Nessun bacio: niente convenevoli, fra noi.

-Sara, oggi dobbiamo investigare.- mi dice senza salutarmi.

Oggi = ricreazione

investigare = cercare di intercettare il suo innamorato per tutto il tempo.

-E se non ne avessi voglia?

Mi guarda. Ride ancora.

-Vieni lo stesso.- dice ed è serissima, tanto che mi appare una minaccia.

Le sorrido. Ammetto che con lei riesco ad aprirmi, con lei e con il mio migliore amico, ovviamente. Adoro Simone e, fosse per me, trascorrerei tutto il tempo con loro, ma Anna davvero non lo sopporta. Forse è gelosia, forse semplice antipatia a pelle. Fatto sta che il tempo per il nostro trio è scaduto prima di iniziare.

 

 

 

 

Ora la classe è decisamente affollata e fra poco entrerà il professore. Non guardo l’orario: cerco disperatamente di non rovinare gli ultimi minuti di libertà.

-Ehy. Ice Queen- mi chiama Serena. Oggi indossa una maglietta tre volte più grande di lei – Sai chi ho visto fuori?

Inclino il capo, curiosa.

-Spara.

Lei sorride e gongola. Si siede accanto a me, esplodendo con un grido

-MA RIZZARDI! Ovviamente!

Primo colpo ricevuto in quel nuovo anno scolastico.

No, non è il mio ragazzo, non è il mio sogno proibito, be, forse un po’ erotico sì… fatto sta che non lo amo, non gli sbavo dietro, né lo odio.

È il mio rivale. Se fosse una ragazza, per capirci, cercherei sempre di soffiarle il ragazzo.

Non mi piace prendere in giro la gente questo no, ma sono vendicativa e non aspetto il principe azzurro. Se voglio qualcosa, o qualcuno, lo prendo e lo stesso fa Rizzardi.

Sono quattro mesi che non ho il diletto di battibeccare con lui. Le nostre provocazioni, provocazioni in tutti i sensi, non fanno altro che aumentare la nostra attrazione e rivalità reciproca.

-Hai un sorriso palesemente soddisfatto- ride Serena, ma deve zittirsi, perché la lezione è incominciata.

Cavolo. Cavolo, cavolo, cavolo.

È più forte di me, se penso a lui non riesco a non sfoggiare uno sguardo soddisfatto e rilassato. E’ come un punto fermo, per me. Lui c’è sempre. Per provocarmi, per prendermi in giro, per farmi scappare la mia ultima conquista.

Anche se non penso a lui costantemente, anche se non ci siamo mai nemmeno sfiorati, anche se ci ignoriamo bellamente per la maggior parte del tempo, siamo assolutamente necessari l’uno nella vita dell’altro.

Per dimostrare chi è il migliore, ovviamente.

Al momento, siamo pari.

 

 

 

MICHELE POV

 

Metto il lucchetto alla moto e mi tolgo il casco.

Secondo giorno di scuola. Primo ritardo.

E la bastardissima minaccia di mia madre di negarmi la mia anima gemella – la moto – per tutto l’anno, alle spalle.

Bene, la mia classe è al terzo piano. Mi preparo allo scatto. Percorro tre e dico TRE rampe di scale di corsa, di prima mattina e ho già una crocetta sul registro.

Sbuffo enormemente infastidito, ma quando mi siedo accanto a Riccardo, il mio morale è decisamente risollevato.

Non ascolto un accidenti, ma gioco a battaglia navale con il mio migliore amico e perdo. Sono negato nei giochi da tavola. È una costatazione accertata. A Natale, quando gioco a tombola con la mia famiglia, compresi i miei nonni mezzi sordi, io perdo sempre.

-Prima ho incrociato la Ghirardi.

Alzo di scatto lo sguardo su Riccardo e sorrido sornione.

-Com’è?

Ieri non l’ho vista, ma oggi mi aspetto un incontro ravvicinato. Non posso lasciare passare altro tempo. Ho una maledettissima voglia di incatenarmi ai suoi occhi e di vedere le sue labbra che sputano sentenze velenose contro di me.

Mi piace. O meglio, la voglio. La voglio in un modo assurdo, ma non l’ho mai toccata, mai nemmeno baciata.

Non ne abbiamo mai avuto l’occasione, ma il nostro gioco prevede la nostra reciproca seduzione e nessuno di noi vuole cedere per primo.

Ma lo sappiamo entrambi che questo è l’atto finale. Quest’anno le carte vanno scoperte. Definitivamente.

-Splendida, come sempre- alza le spalle Riccardo, fingendo indifferenza, ma so benissimo che Sara lo attira – e gelida. Ha fulminato con lo sguardo alcuni primini, all’entrata.

Tipico suo. Dai più piccoli non si fa nemmeno avvicinare. Grazie a dio sono nato tre mesi prima.

 

Mi mancavano le ricreazioni della scuola. Il casino, possiamo ben dire.

Sono in cortile, aspettando disperatamente che Riccardo finisca la sua sigaretta. Devo entrare, devo cercarla. Non resisto a non provocarla per un altro giorno.

Sono immerso nei miei pensieri quando Riccardo, con un rapido gesto del capo, indica un punto dall’altra parte del cortile.

Sara è con alcune amiche che sorseggia uno yogurt.

Istintivamente, il mio volto si apre in un sorriso da perfetto seduttore. Due ragazze mi hanno incollato gli occhi addosso. Mi passo una mano fra i capelli scuri, scompigliandoli.

-Io vado.- dico. Al diavolo Riccardo. Io un minuto di più non resisto.

Mi avvicino furtivamente, per quanto il mio passaggio possa passare inosservato.

Riconosco Anna, che guarda verso il ballatoio in cerca di qualcuno e parla con Sara. E’ lei a vedermi per prima.

Penso che stia per avvisare Sara ma mi sbaglio.

Mi sorride astutamente e uno scintillio le attraversa gli occhi. Le piaccio? No, non credo, ma so per certo che lei è l'unica persona ad aiutare sia me che Sara, nella nostra sfida personale. E ad incoraggiarci, dandoci spesso le occasioni per incontrarci.

-Ciao principessa.

Sono sicuro che mi abbia riconosciuto dalla voce, che improvvisamente è roca e vezzosa.

Ha lo sguardo rivolto al cielo ma lo abbassa lentamente, poi, dopo quattro mesi, incorcio i suoi occhi verdi, con la loro particolare sfumatura grigiastra. Solo gli occhi bastano per far cadere ai suoi piedi un ragazzo. Peccato che io non sia un ragazzo qualsiasi.

Sorride anche lei, con il mio stesso sorriso accattivante.

-E’ da un bel pezzo che non ho il dispiacere di sorbirmi la tua presenza, mio principe.

Ha pronunciato queste parole con ironia.

Adoro, adoro letteralmente il suo tono di voce suadente.

Mi avvicino di qualche passo.

-Trascorso bene le vacanze?- domando – o ti sono mancato troppo?

-Sono sopravvissuta.- dice, arrogante –Sei stato rimpiazzato bene…

Immagino benissimo i ragazzi che l’avranno fatta divertire, quest’estate. Non sono geloso. Sara è solo un obiettivo.

Ci stiamo riservando i trattamenti migliori, lo sappiamo entrambi.

-Vuoi farmi ingelosire?- domando in un soffio, ma mi sente ugualmente. Il suo sorriso si allarga.

-Ci sono riuscita?- chiede.

Tutto ciò che dice mi sembra un invito a baciarla, a toccarla, a vezzeggiarla.

Ho immaginato troppe volte di sfiorare la sua pelle morbida e mi sono perso in troppe immaginazioni per perdere il controllo.

Per fortuna, altrimenti penso che mi sospenderebbero. A vita.

La campana suona, ma sono soddisfatto. Ecco i nostri incontri. Veloci, fugaci, di poche parole, ma carichi di elettricità che solo noi percepiamo, che solo noi capiamo.

Si allontana dalla ringhiera su cui era appoggiata, lanciando un’occhiata d’intesa alle sue amiche.

-Ci vediamo, Rizzardi, non esagerare con le primine- sghignazza.

-E’ un consiglio o un ordine?- domando mentre si sta per voltare per andarsene. Si gira appena quanto basta per riuscire a vedermi.

-Un avvertimento- sussurra.

I suoi sussurri sono dannatamente eccitanti, l’ho già detto?

Si volta e fa un passo in più lontano da me.

Allungo una mano senza riflettere e stringo dolcemente alcune ciocche dei suoi boccoli perfetti fra le mie dita. Non si ferma, ma ha avvertito il suo tocco, perché esita a proseguire.

E come al rallenty, vedo i suoi capelli lucidi scivolare dalla mia mano e solo un’enorme autocontrollo mi permette di darle la schiena e placare la mia voglia. Di lei.

 

 

Angolino personale!

 

Primo capitolo di presentazione, i personaggi principali appaiono già con tutte le loro caratteristiche principali:

 

seducenti, provocanti e scostanti.

 

Ma ne vedremo delle belle… ho già alcune idee… intriganti… e spero vivamente di poterle scrivere tuttiissimeeee =)

 

Stassera avevo proprio l’ispirazione giusta… =) e ho scritto tutto di getto... spero non ci siano troppi errori... fatemeli notare =)!

 

 

@ _Maddy_  mi fa piacere di averti intrigata, davvero, spero proprio di non deluderti =)

Il conflitto fra classi, diciamo, mi serviva come sfondo alla storia è per questo che l’ho tirato fuori. Ovviamente l’ho palesemente esagerato, ma ho preso spunto dalla mia ultima gita, perché io e alcune compagne ci siamo divertite ad andare un po’ contro all’altra classe, ma solo per gioco.

Siamo fermamente convinte che la nostra sia la migliore.

La questione è generalizzata =), ma non la porterò all’eccesso.

Spero leggerai anche il seguito!

Baci!!

 

 

Accetto critiche, suggerimenti e.. commenti!!!!

 

Ciao a tutti!!!!

 

 

Eklypse

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo secondo _ Tocco ***


CAPITOLO 2 _ Tocco

 

Dedico questo capitolo a Sofia e Serena ;) 

oggi voi due mi avete spronato con i vostri commenti =)

 


SARA POV

 

Mi guardo allo specchio con una smorfia abbastanza soddisfatta.

Fa ancora abbastanza caldo quindi mi sono potuta permettere di indossare un paio di short e una camicetta bianca. I primi tre bottoni rigorosamente sbottonati.

I boccoli li lascio lisci, ma mi trucco un po’. Federico è già abbastanza cotto di me senza che esageri maggiormente.

Prendo la borsa e mi preparo a uscire, salutando mia mamma che sta cercando di tenere a bada i gemelli.

Casa mia è troppo rumorosa, poco appropriata per invitare un ragazzo il sabato sera, quindi devo ripiegare con un’uscita in un locale.

Una seccatura, anche perché sono sola con Federico e nessun altro.

Sono in strada quando mi suona il cellulare. E’ Anna.

Proprio io dovevo avere per amica una che se ne infischiava altamente di uscire il sabato? Troppa gente diceva. Potevamo uscire qualunque altro giorno, tranne il sabato.

-Che fai?

I saluti sono optional.

-Sto per entrare in macchina- rispondo trafficando con le chiavi dell’auto.

-Paolo qual è?

-E’ Federico- sospiro rassegnata mentre riesco ad aprire la portiera. So benissimo che lo fa apposta. Lei e le sue stupide battute su tutti i ragazzi che conosco.

-E qual è?

-Quello della D, alto, biondo…

-E’ figo?

-Solo baciabile- rispondo e questo dice tutto. Non mi concedo ai primi che capitano, mi devono davvero intrigare. Federico è gentile, ma troppo sdolcinato: il perfetto principe azzurro.

Io aspetto il pirata.

-Tu cosa fai?

-Guardo “Il Gladiatore!”- mi dice eccitata – con Michela e Laura, le aspetto da un momento all’altro.

-Lo conosci a memoria Anna- ribatto mettendo in moto. Errore, ha sentito il rumore e si congeda. Non vuole che mi distragga, dice, perché ho la patente da poco.

Stronza! Lei ce l’ha da Gennaio, mentre io l’ho presa solo due settimane fa!

La strada da casa mia al centro è breve. Cerco un parcheggio e cammino a passo svelto verso la piazza del duomo, dove mi aspetta il mio spasimante.

-Ciao Fede- lo saluto con un sorriso: diplomazia.

Non che mi dispiaccia stare con lui… è simpatico, mi divertirò, ma non riuscirà certo a far esternare la vera “me”.

Mi fissa arrossendo. Devo aver esagerato senza rendermene conto. Nota: la prossima volta in tuta e senza trucco, così magari riuscirà a staccare gli occhi dal mio corpo.

Lo odio, odio che non mi guardino negli occhi, i ragazzi.

Secondo Anna me la sono palesemente cercata, ma le dispiace, mentre Simone quando glielo dico ride e scuote il capo, per dire “chi-è-il-cretino-che-non-ti-guarderebbe-il-corpo?”.

Lui, ovvio.

Michele Rizzardi mi guarda negli occhi. O dove, in teoria, non dovrebbe guardarmi affatto.

 

Siamo seduti a un tavolino da quasi un’ora, chiacchierando e scambiandoci qualche bacio ogni tanto.

Bacia bene, ma non in modo da farmi mozzare il respiro o sognare altro. Le mani le tiene a posto, non mi sfiora. E’ educato e lo apprezzo, ma se vuole qualcosa di più, ha scelto il modo sbagliato.

-Vuoi ancora un drink?- domanda premuroso, ma scuoto il capo.

-Devo ancora finire il primo! Vuoi ubriacarmi, ammettilo.

Ridacchia e si avvicina, questa volta più deciso. Un punto in più, tesoro, penso.

Ma non riesco a giudicare il suo bacio perché veniamo interrotti da una compagnia abbastanza numerosa che lo conosce.

Seccatori.

Sembra che Federico sia irritato quanto me, ma non li ferma quando, in sei prendono posto accanto a noi. Non ho ancora alzato lo sguardo, dal mio drink, non per timidezza, ma per far capire a tutto questo manico di scocciatori di levare le tende.

Almeno, era il mio intento. Prima.

-Ciao Ghirardi- mi saluta qualcuno e riconosco Riccardo. Il suo migliore amico. E se in giro c’è Riccardo, allora c’è anche lui.

-Ciao- saluto anch’io e sento gli occhi degli altri perforarmi. Federico mi presenta a ognuno di loro. Sei nomi che dimentico in fretta. Ritorno con gli occhi su Riccardo. Sa cosa sto per dire.

-Il tuo amichetto dov’è?

Federico mi guarda, incuriosito dal sorriso furbo che mi è spuntato sulle labbra.

-Con una ragazza.- e indica un punto indefinito al centro della piazza.

Reclino il capo da un lato, sempre sorridendo. Non è gelosia, è divertimento allo stato puro.

-Perché non lo inviti fra noi?

Riccardo sghignazza e si alza. So benissimo che tutti mi guardano, interrogativi.

-Chi è il suo amichetto?- domanda Federico, basito, ma non devo neppure rispondergli, perché la sua voce fa capolino fra le nostre.

-Principessa! Perdonami per non essermi accorto prima di te.

Gli occhi azzurri di Michele sono la prima cosa che noto di lui. Anche al buio sembrano brillare di luce propria.

Un brivido. Non di freddo.

Tiro il sorriso.

-Potrei offendermi. La tua preda?

Michel ghigna. E’ stupendo. Una ragazza accanto a me sospira. Peccato per te, tesoro, ma se sono nei paraggi, la sua attenzione è per me.

-Ha capito in fretta le mie priorità.

Alias, l’ha mollata in mezzo alla piazza. Mi dispiace per lei, ma sapeva benissimo a cosa andava incontro, uscendo con Michele, esattamente come Federico non avanza pretese su di me.

-Sai che occupi il primo posto- aggiunge dopo poco, con la voce bassa.

Indossa una camicia nera, sbottonata e dei semplicissimi jeans, anche scoloriti, peccato che sia da mozzare il fiato.

So quant’è bello e seducente. La conversazione fra il nostro gruppetto inizia a nascere e prosegue tranquillamente. Non stacco gli occhi da quelli di Michele e fa altrettanto., quando ci incontriamo io sono sua e lui è mio.

Ma non posso esagerare. Non ho un autocontrollo particolarmente eclatante. Se voglio qualcosa di solito lo ottengo e non sono abituata all’attesa.

-Vado in bagno- annuncio e scivolo fra i tavolini con troppi occhi incollati addosso.

Una volta al sicuro, fra le mura schifose di un bagno lurido, riprendo fiato e chiudo gli occhi. La porta si apre, un’altra donna è entrata nel piccolo atrio, peccato che io senta la serratura scattare. Non faccio tempo ad aprire gli occhi.

-Ti si vede il reggiseno.

Guardo Michele nello specchio. I capelli sono sempre spettinati. Vorrei affondarci una mano e accarezzarli…

Poi penso a quello che mi ha detto e noto che, dalla scollatura si intravede il blu dell’intimo.

Per tutta risposta, sbottono il quarto bottone e faccio un sorriso storto.

-Non dovresti guardare certe cose e, comunque, ti dispiace?

-Ho detto questo?- ghigna lui avvicinandosi di un passo.

Siamo in un bagno di si e no due metri quadri. C’è troppa elettricità, troppa bramosia,nell’aria.

-Controllati Michele, sembra che tu mi stia per mangiare con gli occhi.

I suoi occhi sembrano più lucidi e so perché. Ho sussurrato il suo nome e non gli è rimasto indifferente.

-Per adesso solo con quelli, tesoro.

Mi volto, dando le spalle allo specchio e trovandomelo a mezzo metro da me.

-E’ una proposta- mormoro. Piano, pianissimo.

Fa mezzo passo verso di me. Grazie a mio padre, ho ereditato il carattere introverso e la particolarità di arrossire raramente. Grazie Dio, perché altrimenti avrei già assunto una sfumatura bordeaux.

Lo ammetto, ora lo voglio più che mai, ma non glielo farò capire facilmente.

-Lo sai che per te metterei le lenzuola d’onore sul mio letto, Sara.

-Devono essere azzurre.- bisbiglio. Il mio nome pronunciato da lui mi fa impazzire.

È di fronte a me. A pochi centimetri. La sua mano sale a sfiorarmi, lentamente e impercettibilmente i lineamenti del mio volto.

Non c’è il rischio che senta il mio cuore battere più forte del dovuto, perché il mio cuore, proprio ha smesso di funzionare.

Trattengo il respiro. Non posso fargli capire cosa provo, ma i brividi che mi percorrono la schiena sono troppi da contenere. Appoggio le mani al lavandino dietro di me e lo stringo.

Le sue mani sono fuoco sulla mia pelle. Mi sento ardere dove mi sta sfiorando. Lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso.  È serio, tranquillo, non ha il suo solito ghigno strafottente. E’ questo, che mi preoccupa.

Devo respirare e lo faccio, ma se prima avevo trattenuto il fiato, ora è velocissimo, incontrollabile.

Cazzo.

 Io non cedo per prima.

Poi un lampo mi attraversa la mente, rendendomi lucida.

Il nostra patto è infranto. Mi sta sfiorando, per la prima volta.

Le sue mani sono perfette, morbide e affusolate, da pianista.

La mano scende sul mio collo. Chiudo gli occhi e alzo leggermente la testa.

È lento, terribilmente lento. Ed eccitante.

Sospiro pesantemente o forse è più simile a un gemito di appagamento.

Non posso cedere. Socchiudo gli occhi. Mi sta fissando. Non sorride, ma il piacere e la soddisfazione sono impressi nel suo sguardo.

-Non pensi di aver superato un limite?

-Le regole sono fatte per essere infrante, anche i limiti- è poco più di un sussurro e si è avvicinato al mio collo con le sue labbra.

Il fiato di Michele mi solletica la pelle e una nuova scossa di brividi mi attraversa la schiena.

Chiudo gli occhi, ma riprendo il controllo.

Lui sarà pure un re, ma io sono la regina.

-Penso che sia ora che vada- dico quando le sue dita leggere sono arrivate al mio decolté. Lo fisso.

-Mi farai impazzire prima o poi- dice, togliendo la sua mano da me e allontanandosi di un passo.

Qualcosa si è rotto.

Ma è scemo?

Che cazzo fa, se ne va veramente?

Ma io lo voglio… il suo tocco…

Perfetto. Fosse per me ci saremmo già spinti oltre. Ringrazio mentalmente il suo autocontrollo.

Apre la porta. Esce.

Merda. Mi serve il cellulare e una doccia ghiacciata.

Ho la schiena ancora che rabbrividisce. Dev’essere il freddo. Lo spero, ma non ci credo.

 

MICHELE POV

 

Parcheggio la moto in garage e alzo lo sguardo verso la finestra del nostro salotto. Una luce è accesa. Come ogni volta che non ci sono, mia madre mi aspetta sveglia.

Sbuffo. Ma che sono, un bambino delle elementari?

Arrivo in casa e mia mamma mi guarda stranita. Anche mia sorella, che guarda un film, lo fa.

-che c’è?- chiedo stupito. Non sono andato a letto nemmeno con una ragazza, oggi, non posso avere uno sguardo stralunato.

-E’ che sei tornato più presto del solito- dice mia mamma, basita.

Forse arrossisco.

-Mi ero stufato- dico e mi chiudo nel bagno.

Altro che stufato. Dopo che Sara se n’era andata, anch’io me n’ero tornato a casa.

L’ho sfiorata e mi sento ribollire.

Mi è bastato costatare che la sua pelle è come me l’ero sempre immaginata per rilassare ogni fibra del mio corpo.

Peccato che la mia eccitazione superava di gran lunga la mia temporanea soddisfazione.

Cazzo.

Non ho nemmeno fatto sesso e sono qui a pensare proprio a Sara. Masochismo. Puro. Al. 100%.

No. Mi devo trattenere, almeno fino a quando sono a letto e ho salutato mamma e Alice.

 

Sorriso, anzi ghigno contro il mio cuscino.

Quella stronza si è sbottonata il quarto bottone. Ma è scema o cosa?

Le stavo saltando addosso. E l’avrei fatto, se non avesse significato perdere.

Rotolo fra le lenzuola.

Le vuole azzurre?

Le avrà.

Sospiro. Per fortuna che indossavo jeans larghi, ma lei mi guarda negli occhi, senza paura né vergogna.

Oltre al suo fisico, da schianto, è la sua personalità ad avermi attratto e col tempo non ha fatto che migliorare.

Ripenso per l’ennesima volta alla nostra chiacchierata, alla sua pelle e al leggero strato di stoffa che lasciava volontariamente intravedere.

Probabilmente sono un eroe. Cioè, NON gli sono saltato addosso e non l’ho assalita. Merito un premio no?

Sono troppo stanco, anche se non è tardi. Lei mi ha spossato, come se avessi avuto chissà quale prestazione.

Gli ho sfiorato le labbra socchiuse. Le teneva pure socchiuse!

Mi vuole morto.

Perfetto, prepariamoci ad avere un sogno veramente hot in lenzuola azzurre e con Sara Ghirardi come protagonista.

So che la sognerò.

Lei mi influenza persino nel subconscio.

Stringo un pugno attorno alle lenzuola e inspiro lentamente.

Ok, Michele, calmo. Calmo.

Abbiamo tutto un anno e anche dopo per giocare bene.

Le carte sono ancora tutte in campo.

 

 

 

 

 

Angolino personale

 

Siaooooooooooooo!!!

Spero che anche questo capitolo sia di vostro piacimento!

Per la prima volta i due eroi si sono sfiorati!!! Cioè, Michele l’ha fatto… quindi dopo toccherà a Sara no?

Sto pensando per il terzo… dunque… che potrò farci fare ai due tesorini??

 

Se vi piace, lasciate un commentino… perché ho il terrore di decadere un po’ e ho bisogno di stimoli

*me fa gli occhi da cane bastonato*

 

Un’altra cosa, il sottotilo, quanto può essere pericolosa la seduzione in amore, mi piaceva troppo per ometterlo, anche se non so se “pericolosa” è il termine più corretto… ma vabbè xD

 

Incomincio a prenderci gusto con questa storia!!

Fatemi sapereeeeeeeeee!!! =)

 

p.s. se ci sono errori... prego =) non mi offendo minimamente!

 

@ DreamsBecameTrue - - > grazie mille per la tua recensione =)

Mi ha spronato molto =)

Spero che anche questo capitolo ti piaccia.

Pensi che mi sia soffermata troppo poco sui particolari dei movimenti di Michele?? U.U dilemma!!!

Baci al prossimo capitolo, spero!

 

@_Maddy_ - - > in effetti anche io stessa pensavo ci fosse più un odio... ma alla fine mi sono usciti così =) e ammetto che mi piace

e' vero, fatti come sono, non hanno mai concluso niente, ma più perchè non vogliono cedere per primi, ma essendo l'ultimo anno, giocato tutte le carte adesso... 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo terzo_ SMS ***


CAPITOLO 3_  SMS

 

Questo capitolo lo dedico ad Anna … per il suo aiutoo!!! =)

 

SARA POV

 

-Ti rendi conto?- chiedo quasi urlando, al telefono.

Ok, lo so che potrei evitarlo, data l’ora mattiniera e dato che è domenica. Ma non ce la faccio.

La voce impastata dal sonno di Anna mi raggiunge dopo alcuni secondi.

-Vuoi davvero sapere cosa ne penso?- chiede.

-Lo sai!

-D’accordo. Allora primo: ti piace. E non solo fisicamente. Ti piace sul serio, sul campo dei sentimenti…

Ecco, lo sapevo dove sarebbe andata a parare. Sospiro.

-Anna, lo sai. E’ un gioco, un gioco…

-Che ti sta coinvolgendo … troppo!- esplode. Non è arrabbiata, né seria. Cerca davvero di aiutarmi, ma per lei la mia è una situazione assurda.

Lei non la reggerebbe. Probabilmente gli sarebbe già saltata addosso.

-E i brividi?- prosegue lei – i brividi e il cuore che si ferma?

È sarcastica, la sua è una domanda retorica.

Non rispondo subito, ma quando lo faccio, sono serissima.

-Anna, mi conosci. Non lo penso in continuazione, non gli sbavo dietro. Io non lo amo. – mi interrompo, ma Anna non parla. Devo ancora finire – Io lo voglio.

Sospira.

-Lo so… Sara, non so cosa dirti… se vi provocate così finisce che impazzirete per l’eccitazione…

Il fatto che abbia usato il plurale mi ricorda di come ieri sera, Michele si sia allontanato da me, nonostante la mia evidente partecipazione.

-SE N’E’ ANDATO!- urlo così forte che probabilmente ho svegliato, mamma, papà e persino le pesti.

E sicuramente ho mandato all’altro mondo il timpano della mia migliore amica.

-Ma sei cretina! Che cazzo ti urli!- la finezza fatta persona.

-Anna, se n’è andato, così, subito, senza… un… ripensamento…!- mi viene il fiatone e la voglia di picchiare a sangue qualcuno. Un certo qualcuno.

-Ma sei più scema di quanto pensassi! E’ orgoglioso e ha un insospettato autocontrollo, ma credi davvero che non volesse avventarsi su di te?

-Cioè, Anna, io sono lì che quasi gemo di piacere solo perché mi ha toccato e lui… se ne va? Ma è cretino forte!

-Come sarebbe a dire “gemo di piacere”?

Cazzo.

Questo non lo dovevo dire. Proprio no.

-Sara… Sara!!!!

-Senti, grazie per lo sfogo allora… ci vediamo domani a scuola?

Cerco di svicolare, lo so. Con lei mi lascio troppo andare.

-Sì, e io sono Pippi Calzelunghe. Senti un po’, mi sto incazzando sul serio. Come sarebbe a dire “gemo di piacere”?

-No è che.. quando mi ha toccata mi sono lasciata.. andare. Per un attimo.

Credete che mi abbia ripreso o fatto battutine cretine? No, si è messa a ridere.

-Quanto aspetto il momento in cui ti dirò : te l’avevo detto.

Le sbatto il telefono in faccia. Sono accaldata, ma spero di non essere arrossita.

Non mi richiama, figurati se mi corteggia… ma alla fine mi arriva un suo messaggio:

 

dai, amore, non rompere e non fare la permalosa che quella sono io… hai parlato con quel depravato antipatico di Simone, magari lui ti dice.. LE MIE STESSE PAROLE!!

Ahaha… comunque… tieni:

33331240**

Il suo numero. Lo so, mi adori. E no, non ti dirò come l’ho ottenuto, diciamo che ho i miei informatori. Potresti giocare con lui con alcuni… messaggi piccanti…

Sì,sì.. mi amo anche io!!

 

 

Ora si è capito perché amo quella ragazza. Fisso quei numeri. Il suo numero.

Automaticamente sorrido. Anna ha ragione, è un’occasione troppo ghiotta per lasciarla sfuggire, anche perché Rizzardi non conosce il mio numero e non sa nemmeno che io ho il suo.

Ma prima, devo mandare due messaggi.

 

Anna, sei una merda e io ti amo. Come l’hai avuto? Dimmelo… tanto te lo estorcerò lo stesso!!

 

Il secondo è per Simone.

 

Tesoro, emergenza, devo parlarti. Riguarda il mio sogno erotico n°1. quando ti svegli chiamami… ora devo mandare dei messaggi a luci rosse a Rizzardi. *risata* xD te amo piccolo!

 

Simone ha un anno in meno, anche se la differenza non è molta, però mi diverto un mondo a prenderlo in giro chiamandolo piccolo.

Non mi risponde, starà ancora dormendo, certamente, ma al suo posto, lo fa Anna.

 

Puoi pure provarci, ma non esserne tanto sicura… ihihih… ti lascio alla tua vena scrittoria, spero che duri…!! Poi girami i messaggi che gli mandi e le sue risposte… non sto nella pelle per te !

 

Bene, ora sono sola. Mi siedo sul letto. Ho ancora addosso il pigiama. Chiudo gli occhi e penso. Devo essere provocante.. provocante..

Non sono sicura di riuscirci. Non ho voglia di pensarci, ma non posso rimandare. Fra poco la casa sarà sommersa dall’agitazione dei miei fratellini.

Scrivo.

Invio.

Perfetto, altro che luci rosse, sembro più che altro una sbandata!

Oddio, oddio, devo chiamare Anna…

 

MICHELE POV

 

Il cellulare squilla. Un messaggio. Mi sveglio, mugugnando. Guardo l’ora sulla sveglia. 7.45

Ma chi cazzo è sveglio a quest’ora e mi rompe le palle?

Sono allibito, davvero, se è una ragazza, ha smesso anche solo di vedermi in fotografia!

Cazzo, cazzo, tò leggiamolo…

Pure un numero che non conosco…

 

Ieri sera sembrava che i pantaloni ti stessero stretti, tesoro.

 

Mi raggelo. Come, come come?

Sono improvvisamente sull’attenti. Ehy, io mi sono eccitato con Sara e dopo me ne sono andato via quasi subito, quali delle ochette di ieri sera mi aveva notato?

Tesoro… sembrava volermi provocare e non era un numero privato, ma semplicemente un numero che non avevo salvato.

Rispondere che fosse o dichiarare il mio stupore era da escludere… rispondere a tono era il modo giusto.

Ma chi era?

Lei?

Mi rodevo. Volevo saperlo, ma nessuno delle mie conoscenze aveva il suo numero. No, aspetta, Federico sì…

Sì ma alle otto di domenica mattina sarà stato certamente a letto.

Merda.

Come rispondere? Butto giù una risposta qualsiasi, nemmeno molto a tono, in realtà.

 

Milady, ieri sera ero troppo preso dal blu per contenere i miei ormoni…

 

Beccati questa, se non è Sara, non capirà mai che mi riferisco al suo reggiseno. Cazzo. Ma al mio masochismo c’è un limite? Sono ancora a letto e penso al suo reggiseno?

Stanotte non l’ho sognata o, se l’ho fatto, non lo ricordo. Peccato.

Invio e aspetto, rigirandomi nel letto e cercando di richiamare alla mente l’odore della mia principessa, tanto desiderata.

La risposta arriva dopo un bel po’ di minuti.

 

Il gioco anonimo è durato poco, tesoro. Te lo concedo, ti sei mosso bene. Peccato tu non abbia visto che il pizzo, Rizzardi, il resto ti sarebbe piaciuto…

 

Oh, Mio, Dio. E’ lei. Cazzo è lei.

Sono improvvisamente sveglio. Mi alzo a sedere e sono improvvisamente infuocato.

La stronza non si limita solo a eccitarmi dal vivo, ora ci prova pure dietro a un display.

Ci sarà un motivo, se è la mia preferita.

 

Davvero?

Attenta a quello che dici, o la prossima volta rischio di sbottonarti personalmente il quinto bottone…

 

Altro che rischio. Se continuava così era altamente assicurato. Il tempo ad aspettare un altro suo messaggio mi mandava in crisi. Accendo il computer nel frattempo. Purtroppo per me non ha face book, ma almeno, girando sul web potrò distrarmi.

 

Sta venendo il freddo, Rizzardi… e io amo le dolcevita…

 

Stronza. E geniale.

 

Non ti preoccupare, principessa… se vuoi vengo a trovarti… indossi il pigiama no? E dato il caldo… estivo, direi.

 

Per un attimo spero che mi risponda di andare davvero. Non mi farei alcun problema, in realtà.

 

Sì, tesoro. Pigiama estivo… e senza biancheria, sotto la maglietta.

 

Cazzo. Per quanto mi piaceva, mi eccitava, quello scambio di messaggi, doveva finire, o davvero avrei perso il controllo.

 

Mi farai impazzire, prima o poi. O altrimenti, mi ucciderai con le tue labbra.

 

non si fa aspettare, questa volta.


L’hai detto anche ieri sai… lo sai che è il mio intento primario. Buona Domenica…

 

Getto lontano il cellulare. Nessuna risposta, che soffra quella seduttrice.

Respiro profondamente, come ieri sera.

Poi volo sotto l’acqua della doccia.

Moto, tanta moto e poi Riccardo. E non dimentichiamoci di contattare una bella bionda, stasera.

Sara è irraggiungibile, su quel campo, per adesso. E se non trovo un modo per sfogarmi, impazzisco.

Penso davvero che lei voglia quello. No, scherzavo, non lo penso.

Ne sono sicuro.

 

 

 

 

Angolino personale

 

Scusateeeeeeee

Un capitolo dove non si incontrano… un po’ per allungare la storia, un po’ per creare l’attesa…

Ho scritto il capitolo in un’ora e sono disperata perché non so se vanno bene i messaggi… lo so che non sono provocanti abbastanza, ma non sapevo che fareeee

xD

 

grazie ad Anna per i consigliii xD

 

ringrazio coloro che hanno aggiunto la storia fra i preferiti, e chi la sta seguendooo!!

 

ricordate un commentino!!!

=)

 

@Svare - -> grazieeee!! Grazie mille, mamma come mi piacciono i complimenti xD

Spero sì di aggiornare con frequenza, almeno adesso che non c’è scuola e anche i primi di settembre che sarò un po’ più libera. Con le vostre recensioni così invitanti poi mi viene davvero voglia di scrivere.

Grazie anche perché apprezzi come scrivo, è strano, non ho mai scritto con un linguaggio così personale… quindi questo tipo di scrittura è proprio nuovo per me!

Parlando sempre di aggiornamento, io non ho il pc, perché è andato a **** ecco, xD, uso quello di casa… che è in camera di mio fratello e ho un po’ il tempo contato ma spero proprio di non deluderti!

 

@_Maddy_  Diciamo che lui l’ha mollata lì… perché sennò la assaliva xD

Sono felice che ti piaccia… *_* e vedrai.. ( almeno spero xD) che la tua curiosità sarà soddisfatta J

 

@DreamsBecameTrue - -> che dire… quando ho letto sono morta dalle risate.. sei molto simpatica =)  e i tuoi complimenti mi sciolgono … xD mi gongolo tuttaaaaaaaa xD

Se poi davvero ti prende emotivamente l’intento è perfettamente riuscito!!!!!!!!!

 

 

Grazie mille per le vostre recensioni… sono apprezzatissimeeeeeeeeee

 

A prestooo!!!

Eklypse

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo quarto_Piscine pubbliche ***


CAPITOLO 4_ Piscine pubbliche


Questo Capitolo invece è per Laura, il perchè no c'è ;)

 

SARA POV

 

-Anna, hai finito?

-Ho fatto, tranquilla.

Anna apre la porta dello spogliatoio, con finalmente addosso il costume. Oggi si muore di caldo, nonostante ormai siamo davvero prossimi all’Autunno.

-Simone è già alle piscine- dico e vedo Anna trattenere un ringhio di disapprovazione. E’ ufficiale: odia Simone.

Le piscine all’aperto sono abbastanza affollate, ma non sono piene come nei weekend. Troviamo un ombrellone libero e ci accaparriamo un posto.

Sospiro mentre mi stendo al sole con gli occhi nascosti dagli occhiali da sole. Oggi relax totale: io, Anna e Simone. Nessun altro scocciatore e nessun pensiero.

-Hai più sentito Rizzardi?

È ufficiale: odio il mio migliore amico. Non rispondo cercando di lasciar perdere il discorso, ma nessuno prende la parola e mi tocca prendere in mano la situazione.  Perfetto, non aspettavo altro, davvero!

-Con alcuni messaggi e qualche battibecco a scuola.- rispondo di malavoglia, ma è la verità

Vedo chiaramente Anna che fulmina con lo sguardo Simone, ma lui la ignora altamente o forse non l’ha vista.

-Nessuna evoluzione?

Ecco, per evoluzione, cosa intende? Tolgo gli occhiali e lo fisso negli occhi. Sono verdi, come i miei, ma molto più scuri.

Arriccio il naso, ancora un po’ irritata.

-Niente di niente.

Anna bofonchia qualcosa di incomprensibile, ma penso sia solo un’imprecazione contro Simone.

È proprio lui, adesso che indica le piscine con uno sguardo da cucciolo bastonato.

-Bagno?

Posso dirgli di no, con quell’espressione tenera che mi scioglie?

Anna vorrebbe opporsi per non dargli soddisfazione, ma trenta gradi di motivazioni sono sufficienti. Tanto più che, avendola obbligata a venire, deve cercare di godersi al massimo la giornata.

Quindi: bagno.

 

Sono esausta, davvero. Sono in acqua da un’ora e sarò salita e scena dagli scivoli minimo una ventina di volte. E tutte le scale le ho fatte a piedi!

Io faccio tiro con l’arco, mica la maratoneta!

Anna è seduta su bordo piscina, mentre Simone mi concede, miracolosamente, una pausa dalla nostra battaglia di schizzi.

Ecco perché non ho voluto nessun altro oltre a loro.

Perché è solo con i miei migliori amici che riesco davvero a essere me stessa. Se ci fosse stato chiunque altro, io sarei ancora  a prendere il sole.

Simone sguazza divertito attorno a me. A volte è proprio un bambino altre sembra troppo maturo persino per me.

Lui e Anna formerebbero una bella coppia, se non passassero il tempo a rimbeccarsi.

-Simone, mi accompagni su allo scivolo per l’ultima discesa?

Come, come come??

È Anna che ha parlato o il suo alter ego?

Non sono l’unica a guardarla con gli occhi fuori dalle orbite, perché anche Simone la fissa come se fosse impazzita. E forse lo era.

-Perché?- chiede esitando e titubante.

Domanda sbagliata, sembra che Anna lo voglia mangiare con lo sguardo. E non perché le piace, ma per vederlo soffrire di una morte lenta e dolorosa.

Ripete la domanda, ma questa volta, sembra un ordine. C’è sotto qualcosa, ma cosa?

Simone annuisce ed esce, piuttosto infastidito.

Faccio per seguirli, ma Anna mi blocca immediatamente.

-No!- urla, poi sbianca. C’è decisamente sotto qualcosa. –non.. ce n’è bisogno… se stanca, riposati!

Parla velocemente, afferra Simone con una mano e lo trascina via.

Sono troppo stupita per ribattere a tono.

O la mia migliore amica è segretamente e perdutamente innamorata di Simone oppure è davvero, ma davvero, ma proprio sul serio impazzita.

Sono più propensa alla seconda ipotesi.

Scuoto la testa, per cercare di non pensarci e mi preparo a uscire, facendo leva con le mani appoggiate al bordo della piscina.

Sono a metà operazione, quando due mani forti mi stringono i fianchi, lasciando aderire completamente il palmo della mano sulla mia pelle.

Due dita leggere scendono di pochi millimetri, quanto basta per sfiorare il bordo degli slip del costume.

Impreco, ma chi si permette di…

-Buon giorno, principessa.

 

MICHELE POV

 

Sara si volta a guardarmi, lentamente. Non si ribella alla mia presa, muove solo il capo, permettendomi di perdermi nei suoi occhi, stupiti, divertiti e accesi.

Dopo il messaggio anonimo di stamattina, che mi informava che Sara Ghirardi sarebbe stata al Tibidabo(*), nel pomeriggio, non potevo certo non presentarmi.

Ho racimolato abbastanza amici ed eccomi qui.

Sono stato a rimuginare abbastanza sull’informatore anonimo, ma non ne ho cavato un ragno dal buco e ora, con Sara ancora stretta nella mia presa, non me ne può sbattere di meno.

La sua pelle è come me la ricordavo: perfetta, morbida e rosea. Non è molto abbronzata, ma mi da alla testa.

È in costume.

E non è un fattore da trascurare, visto che è la prima volta che vedo il suo fisico per intero. Be, quasi, per intero.

E ci metto la mano sul fuoco, se questa ragazza non fa invidia alla modella di intimissimi.

Bene, concentriamoci a cosa dire. Guarda i suoi occhi… Michele, gli occhi sono un po’ più in alto, cazzo!

Ma me lo impedisce. Si volta un’altra volta e si lascia ricadere nell’acqua, lentamente, come per paura di allontanarmi.

Oh, come se ci fosse il pericolo,Penso ghignando.

Rimane girata, non mi guarda e mi impedisce di osservare la sua espressione. E questo non aiuta affatto il mio autocontrollo.

I capelli ricci, bagnati e aggrovigliati le coprono la schiena, troppo, per i miei gusti.

Tolgo una mano dal suo fianco e scosto i capelli, portandoglieli davanti alla spalla destra.

La sua schiena è perfetta. Magra, senza un’imperfezione. Il reggiseno del costume mi da un fastidio micidiale. Accarezzare quella pelle nuda e bagnata dev’essere appagante.

L’acqua non è alta, ma copre lo stesso metà di quella opera d’arte davanti a me. Decisamente un peccato.

Lascio una mano appoggiata mollemente alla sua spalla, mentre l’altra le cinge ancora un fianco. Non la sposto, nossignori.

Ormai ho varcato la soglia dei limiti del nostra tacito patto che avevamo formulato cinque anni fa e ho intenzione di approfittarne al massimo.

Mi chino lentamente e so che può percepire appena i miei spostamenti.

Le mie labbra sono a pochi millimetri dalla sua schiena. Rimango lì, a respirare  in modo più veloce del dovuto.

Ha un brivido, lo sento e lo noto: inarca la schiena come una gatta, come a scrollarsi di dosso l’improvviso solletico.

Questa volta mi avvicino al suo collo e per farlo, mi porto ancora più vicino a lei. Il mio petto sfiora l’intera superficie della sua schiena ed ora non è la sola a rabbrividire.

Anch’io mi sento percosso da una scarica elettrica.

Soffio sotto il suo orecchio, mentre inizio ad accarezzare la sua spalla, lentamente, provocandola.

-Sorpresa di vedermi qui?- sibilo, suadente.

Lei alza appena il capo verso il cielo, come quel sabato sera e mugugna qualcosa, con gli occhi chiusi.

Dio, è perfetta.

Ma proprio mentre mi decido a farmi ancora più avanti, lei si ribella all’improvviso.

Decisa fa leva sulle labbra e si siede sul bordo vasca.

Merda, mi ha lasciato solo con la glassa e non mi ha fatto assaggiare la torta.

Eppure non se ne va.

Rimane seduta, con gli occhi chiusi. Sembra che stia cercando di regolarizzare il fiato.

Poi però li riapre, più determinata che mai e un luccichio li attraversa, come un lampo.

Le spunta di nuovo il suo sorriso storto, malizioso e nel vederlo, io mi riapproprio del mio solito ghigno provocante.

Si appoggia alla mano che puntella sulle gambe, guardandomi fisso, poi, con l’indice, mi fa segno di avvicinarmi.

Sembra che le parti si stiano per invertire.

Non la lascio aspettare. Con il petto tocco le sue ginocchia e appoggio le mani sul bordo della vasca accanto alla sua figura longilinea.

-Abbastanza- risponde alla domanda che le avevo formulato con un leggero mormorio attraente – ma faremo sfruttare la situazione.

mmm… accattivante…

mi posa le braccia sulle spalle, provocandomi la stessa scossa elettrica di poco fa.

Mi guarda come una bambina curiosa, con il capo reclinato, ma so che è scesa in campo come conduttrice, oggi.

-E’ vera la leggenda sui tuoi capelli?- chiede avvicinandosi lentamente. Sarò si e no a venti centimetri da quelle labbra e controllarmi è assai complicato.

Ghigno, facendole capire che sì, è vera quella stupida diceria.

Io non lascio che le ragazze giochino con i miei capelli. Nessuna, non esiste eccezione.

Non ho mai permesso a nessuna mano femminile – forse solo quella di mia madre- di affondare le dita nei miei capelli spettinati.

Eppure adesso, in quel momento, quando sento le mani sicure di Sara annegare in essi, agitandoli e accarezzandomi, so di aver trovato la mia eccezione.

Solo per lei.

Sono io adesso a chiudere gli occhi. Mi sembra che mi stia massaggiando e tutti i muscoli, all’improvviso si rilassano. Quasi tutti i muscoli.

Ora sono io che ho nettamente il respiro accelerato e le cose non sembrano migliorare. i brividi mi attraversano tutta la spina dorsale.

Con le gambe mi cinge i fianchi.

Oh, tesoro. Vieni qui.

Le aiuto l’operazione, questa volta osservandola, ma il mio respiro non accenna a tornare normale.

Ora è nell’acqua, in braccio a me.

I nostri bacini sono pericolosamente vicini, ma è il suo intento.

Ansimo quando si avvicina completamente , facendo aderire il suo ventre al mio e il suo seno al mio petto.

Si sistema meglio su di me, ridacchiando maliziosa, provocandomi ancora di più muovendosi contro di me e il mio bacino. cerca di istigarmi. anzi, c'è riuscita. ha il capo a qualche centimetro più in alto della mia fronte e devo rimanere con la testa reclinata verso l'alto.

Una tortura, dolcissima e che ripeterei all’infinito. Chiudo gli occhi. Regolarizzo i sospiri. Sono lunghi, intensi, ma ora riesco a controllarli.

La mia mano è sulla sua coscia e l’aiuto a rimanere su di me, forse perché ormai è accertato il mio masochismo. L’altra sale ad accarezzarle la schiena. So che la sto eccitando, ma ormai è lei che detiene il controllo su di me, visto che la mia, di eccitazione, è lontana da trovare una via di fuga.

Non succederà nient’altro, lo so.

Il nostro tira e molla ha appena assunto sfumature molto più serie e decise. E entrambi abbiamo ancora molte mani da giocare.

Sento la sua voce sulle mie labbra. Basterebbe che mi sbilanciassi appena e le assaporerei… sarebbero mie…

-Ti diverti?

Con una foga che credevo di domare la spingo appena contro il bordo della piscina, mentre la stringo ancora più vicina a me. Ci lasciamo sfuggire entrambi un quasi impercettibile sospiro, un gemito tentatore.

Ansimo, ora e visibilmente.

-E tu?

 

 

 

 

Angolino Personale

 

Allora… che ne dite? Piaciuto questo capitoloo??? =)

so che è un pò cortino... ma forse li preferisco così. 

sto un pò trascurando la "vita quotidiana", puntando solo sui loro incontri, ma penso che inizierò ad aggiungere anche una trama di sfondo, presentando le famiglie.

nessuno di loro ha una vita difficile, ma il passato di Sara una piccola sorpresa la nasconde....


 

Sto pensando di scrivere a parte il momento in cui Simone e Anna sono soli… sullo scivolo. Penso che lo farò ;)

 

Mi spiace, ma fino a domani sera o forse addirittura fino a sabato, non scriverò nulla, perché sono impegnata con gli amici… I’m so sorry =(

 

Ringrazio tuttttttttttte le persone che stanno seguendo la storia, chi l’ha ricordata e chi l’ha aggiunta addirittura nei preferittiiiii

 

GRAZIEE!!!!!

 

 

@Archibald - -> amore, giusto ieri sera, con la storia del buio, mi era venuta un’idea genialeeeee!! Solo che dopo mi sono addormentata e non la ricordo -.-‘’

Ma devo ritrovarla nei meandri della memoria, perché era troppo bellaaaaaa xD

Te amo <3

 

@_Maddy_ - ->vedo vedo che continua a piacerti!! Sono davvero felicissima…

E ti ringrazio anche per il complimento ad Anna, visto che è ispirata a me, e agisce come faccio io xD peccato io non abbia una migliore amica, perché sennò ne farei delle belle… con le persone con cui sono me stessa davvero però faccio così. Sono diretta, ma sincera al 100%... xD a volte risulto stronza u.u

Ho letto, se non mi sbaglio che sei di Brescia vero?

Il Calini è il liceo di Brescia, è ambientato lì, che poi sarebbe il mio… solo che io non sono in quinta xD o e anche io adoro i manga ( shoujo e anche naruto XD)

 

@Chicca923 - -> cavolo che complimenti!!! Mi fa piacere che la trovi così bella!! Davvero, meglio tardi che mai… visto che il tuo commento mi ha fatto davvero molto, molto piacere!

 

 

@DreamsBecameTrue - -> sono io che non so cosa dire… le tue recensioni sono così motivanti che, dovessi anche iniziare a odiare la mia stessa storia e perdere i lettori, se ti piacerà ancora, io la scriverò solo per te xD

Ma davvero i messaggi andavano bene? Wow!!!

Quindi questo capitolo… rispecchia abbastanza le aspettative,no?

Non ho resistito a farvi aspettare altro tempo!! Ed eccolo il nuovo capitolo!!

 

@Giulietta7- -> ora ho la responsabilità di non farti pentire di averla letta, se decado, avvisami subito u.u

Non posso permettermi di perdere la fiducia accordatami u.u

GRAZIEMILLEMILLEMILLE per il commento!! Sono sempre più motivata!!

 

A presto, presto, prestissimo!!!

 

Un bacio a tutti

 

Eklypse

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo Cinque_ Una pulce nell'orecchio ***


CAPITOLO 5_ Una pulce nell’orecchio

 

Capitolo dedicato a Irma, che si è appena fidanzata e perché è una delle migliori best! ;)

 

MICHELE POV

 

-Passami un po’ il tuo cellulare.

Alzo gli occhi al cielo. Sarà la quarta volta che Riccardo vuole leggere il messaggio dell’Anonimo.

L’Innominato, come lo chiamiamo.

Glielo do in mano, ma solo per farlo contento.

-Ricky, non hai poteri sovrannaturali stile Superman, non puoi scoprire chi l’ha mandato. E’ un numero privato!

Non mi ascolta minimamente. Zero al quoto.

-Allora, ragioniamo- dice sedendosi su uno dei puff che ho in camera, ricordo di quando ancora giocavo con le costruzioni – Al Tibidabo(*) abbiamo visto, insieme a Sara, Anna e Simone, giusto?

Ci mancano gli occhiali, l’aspetto da bambino di prima elementare e un papillon rosso che permette di cambiare voce e Riccardo sarebbe uguale al Detective Conan.

-E’ impossibile che siano stati loro ad avvisarmi. Per prima cosa, come diavolo ce l’avevano il mio numero? E poi sono i suoi migliori amici… non lo farebbero mai.

Forse. Anna dopotutto ci istigava sempre ad approfondire la nostra relazione… ma no! Non farebbe mai cose simili proprio a Sara.

-Magari è stata Sara!!

L’urlo di Riccardo mi perfora i timpani.

Ma che cazzo c’ha da urlare sempre!

-A fare cosa?- borbotto.

-A mandarti il messaggio!

Lo guardo come se fosse un’imbecille. Anzi, lo è. A volte mi chiedo perché mai, quel fatidico primo giorno di scuola gli abbia rivolto la parola.

O giusto, perché senza di lui la mia vita sarebbe una noia, ma questi sono dettagli che lui non deve nemmeno sapere.

-Ma quanto sei scemo! È impossibile.

-No che non lo è. Voleva vederti, ma non poteva ammetterlo!

-E invece no- ribatto convinto. So di avere ragione –Non è nel suo stile. Mi avrebbe invitato con un messaggio piccante e finita lì. Non è opera sua.

Riccardo non può che darmi ragione – ovviamente -, ma si rattrista. Il grande Detective non ha risolto il problema. Poverino…

Ridacchio, fra me e me. Inutile pensarci tanto.

-La senti ancora Caterina. Fa’ leggere gli ultimi messaggi che mi dicevi…- allungo la mano verso il suo cellulare, ma, con uno scatto esagerato, lo prende per primo, in panicato.

-NON LEGGERE!!!

Ok. È un emerito… no anzi. Che cavolo mi nasconde?

Allungo una mano. Risoluto.

-Non fare il coglione. Mi hai sempre fatto leggere tutto. Passa qua.

E’ pallido. No dico… ma che cazzo gli succede.

-E’ solo che… mi vedo con una ragazza- butta lì.

-ma dai? Ti ho appena chiesto di leggere proprio quei messaggi che…

-Non con Caterina!- esclama. Cerca di scalare gli specchi, ma lo sanno tutti che le loro superfici sono scivolose – con… un’altra…

Aggrotto i sopraccigli e sorrido malizioso.

-Bello mio! Mica lo sapevo. Chi è? E’ figa?

Come sospettavo. Le mie domande lo mandano nel pallone. Non è mai stato così imbarazzato, nemmeno quando si è innamorato davvero, in seconda. Nasconde qualcosa.

-Sì… No.. non posso dirtelo..- bofonchia.

Ci rinuncio, ma mi sento offeso.

-Aspetto i tuoi tempi- ridacchio, come se parlassi con una mia ipotetica fidanzata, troppo timida per lasciarsi andare – ma dovrò sapere tutto.

Annuisce e si rilassa. Illuso. Appena dovrà andare in bagno lo frego.

Lo vedo trafficare un secondo con il cellulare, poi, definitivamente si rilassa. Se continua così, sarò io quello che impersonerà Conan. E ciò sarebbe altamente discutibile.

La mia reputazione … dalle stelle alle stalle…

Rabbrividisco da solo per i miei pensieri idioti, sto decadendo, ma con Ricky do il peggio di me.

-Che si fa?- chiedo gettandomi comodamente sul letto.

-Mmm…- mugugna, senza saper rispondere. – Centro?

-Lo sappiamo a momoria… Brescia non è ‘sta gran metropoli…

-Allora non lo so.

E’ di grande aiuto, ammettiamolo.

-Play?

-Abbiamo diciannove anni, Miky.

Ehy, che fa, vuole farmi sentire un bamboccio? Lui e i suoi improvvisi sbalzi di “maturità”!

-Bhe, io mi sono appena fatto regalare l’ultimo di Final Fantasy…

Rimaniamo in silenzio, io sdraiato flaccido, lui seduto sul puff, a pensare come due emeriti deficienti a cosa fare.

Alice apre la porta all’improvviso, facendoci sobbalzare entrambi.

-Ma che modi sono?- esclamo irato verso il sangue del mio sangue.

-Gli stessi che usi tu- ribatte acida – mamma chiede se Riccardo rimane a cena.

-Sì- rispondo io per lui – Dobbiamo ancora giocare a Final Fantasy.

Alice rotea gli occhi al cielo e Riccardo mi guarda male, malissimo. Poi ho un’illuminazione.

Mi metto a sedere, di scatto.

-NON SARA’ MICA ALICE!!- esplodo, rosso dalla rabbia.

Riccardo mi guarda, ma non riesce a capire.

-Chi?

-La ragazza con cui ti senti- sussurro irato. Se osa anche solo toccare… se sverg.. no, non ci devo pensare… dopotutto ha solo quattordici anni!

Riccardo sembra capire all’improvviso e strabuzza gli occhi.

-Ma chi, sei scemo????- urla.

La sua reazione è troppo naturale per essere falsa, quindi mi rilasso.

-A, ok.

-Quanto sei geloso…- ridacchia – fortuna che non ti sei mai innamorato, altrimenti povera la tua ragazza!

Alzo le spalle.

-Non sono geloso, solo giustamente protettivo.

-Se…- ride, ormai sguaiatamente.

Non lo sopporto quando fa così, sembra che mi conosca troppo bene.

-Se non la pianti- dico minacciandolo – cambio migliore amico.

Invece che irritarlo, lo animo ancora di più.

-Oh!! Sarebbe ora, così almeno le ragazze non mi si incollerebbero alle chiappe solo per avere un appuntamento con te!!

E’ tutto esultante, felice.

Bastardo.

 

SARA POV

 

-Sicuro che ti vada bene offrire?- chiedo prendendo la granita che Simone mi sta pregando di offrirmi – le tue finanze scarseggiano.

Simone alza le spalle indifferente. E’ cresciuto ancora, quest’estate, continuo a dirmelo. Ormai devo guardarlo dal basso all’alto.

-Ho fregato quaranta euro dal portafoglio di mamma, oggi.

Ah. Ecco perché così gentile. Le risorse primarie non sono sue.

Alzo gli occhi al cielo ed esco dalla gelateria.

Il mio sguardo cade sulla vetrina di fronte a noi. Io, confronto a lui, così bassa e minuta, Simone che assomiglia a un giocatore di rugby, alto e con le spalle larghe. In realtà ha un fisico da nuotatore.

Indossiamo entrambi una camicia a quadri rossa e dei jeans. Sembriamo dei bambini: quando usciamo insieme ci piace avere le stesse cose.

Sorrido fra me e me. Quella camicia l’ho regalata anche ad Anna. Non vedo l’ora che il caso li farà incontrare entrambi con quella addosso.

Anna potrebbe staccarmi la testa a morsi, ma immaginarmi la loro faccia, mezza sorpresa e mezza schifata non ha prezzo!

-Che hai da ridacchiare?

Ops.

-Niente- dico affogandomi nella granita alla fragola – Dove andiamo?

-Lo sai che se si parla di girare il centro… sono nelle tue mani!- esclama e non sono sicuro che sia molto felice.

-Shopping?- chiedo con un ghigno sadico.

Mi guarda realmente terrorizzato e deglutisce – Shopping?- chiede con la voce strozzata.

Lo prendo per mano ridendo e camminando veloce.

-Ovviamente. Allora, devo fare assolutamente un salto da Kiko… sai, ho visto prima che hanno gli smalti in saldo… poi non possiamo non fare un salto da Feltrinelli, Accessorize e Pimkie… e poi Tezenis naturalmente, ma penso che lì entrerò solo io… e magari una scappatina veloce al Commercio Equo e Solidale, devo comprare alcune tisane a Anna e della cioccolata per me e poi lì si trovano sempre cose carine!-

Parlo a raffica apposta per distrarlo e per farlo maggiormente preoccupare.

-Ma vuoi scassinare mezza Brescia?- mi domanda, arreso all’evidenza di dover per forza assecondarmi.

-Ho appena ricevuto la paghetta!- sghignazzo

-Dovrò fare un discorsetto a tua madre…- sbuffa, ma sotto sotto, lo vedo sorridere.

Mentre arriviamo in corso Zanardelli e ci apprestiamo a risalire i portici, mi ricordo del nostro pomeriggio in piscina.

Certo, pensando proprio a quel giorno, mi annebbio la mente con il ricordo del respiro di Michele sulla mia pelle.

Stop. Ferma. Time-out.

Simone. Simone. Simone al Tibidabo…

-Che cosa è successo, nel tempo che tu e Anna siete spariti?

E il primo premio va a…. me.

Ce l’ho fatta, ho rimosso… merda… ma possibile che io ci ricaschi sempre? Perché mi viene in mente quel pomeriggio?

Sono un’alcolizzata, non sapevo esistessero alcolici di nome “Michele Rizzardi”.

Simone non risponde subito, ma si guarda attorno, come in cerca di un diversivo.

-Nulla… voleva che l’accompagnassi sullo scivolo più alto… aveva paura ad andare giù da sola.

Balla colossale.

-Avrebbe chiesto a me, non a te!-

Boccheggia. Non sa cosa dire e mi incuriosisce ancora di più. Mi fermo in mezzo al corso, fra la gente che ci urta e lo fisso negli occhi.

Lui tamburella con le dita sul suo fianco, poi un mezzo sorriso, impercettibile, gli attraversa il volto.

-Oook… con te è impossibile mantenere un segreto… ecco, volevamo farti una sorpresa… un regalo, insieme. Visto che non andiamo d’accordo, per una volta volevamo unire le forze.

Ha un tono convincente, non c’è che dire, ma il mio Simone non avrebbe ceduto subito e soprattutto, non avrebbe assunto un tono così entusiasta.

-Senti entriamo un secondo da Benetton?

-Ma non era sulla lista!- dice terrorizzato, ma la sua mano è ancora in mio potere e lo trascino al primo piano, reparto donna.

In realtà, non ci voglio proprio comprare niente. Io devo fare una telefonata.

-Senti provo questa…- mi guardo in torno in fretta e prendo una camicia, quasi staccandola dall’omino – camicia! È splendida vero? Vado nei camerini, tu resta qui.

-Ma non vuoi un parere?

-Ma no… la provo tanto per!

E mi fiondo dietro a una tenda bianca. Getto la camicia sul seggiolino di legno e cerco febbrilmente il telefono. Per fortuna Anna è la prima della rubrica.

Risponde al terzo squillo.

-Ciao!

No! Miracolo! Mi ha salutata!

-Senti, devo dirti una cosa.

Mi viene naturale interrompere subito i convenevoli.

-Cosa?- chiede tutta allegra.

Io ridacchio. Come  mi diverto!

-Simone mi ha detto tutto! Quello che vi siete detti al tibidabo!

Rimane in silenzio e me la immagino impallidire.

-lui.. ha …fatto…COSA?

Ammazza che urlo.

-ma sì… dai Anna…- sono sempre più divertita.

-Ma.. non ti sei arrabbiata?- mi chiede titubante.

Arrabbiata?

-E perché??

-Come perché?

Pulce nell’orecchio. Stavamo davvero parlando della stessa cosa?

-Cosa c’è di male nel farmi un regalo, scusa?

Silenzio. Glaciale. Di tomba. Irreale.

Insomma, non una parola.

Poi una risata troppo acuta.

-Ahahah… lo so, niente in realtà!

-Anna, si trattava di un regalo per me, no?

-Ma certo!-sento la sua voce più sicura, adesso –Solo che sai.. non volevo fartelo sapere, a parte che era una sorpresa… ma non volevo sminuirmi nel prendere accordi con Simone. Abbiamo recitato bene, in piscina?

Rimango spiazzata. È davvero difficile capire se sta mentendo oppure no. Non ha mai fatto teatro, ma assicuro chiunque sulla sua bravura nel sparare bugie e mantenerle in piedi.

Le sue menzogne hanno le gambe chilometriche.

-Benissimo.. devo andare. Bacio.

-Bacio.

Metto giù e sospiro, uscendo dal camerino. Simone mi aspetta esattamente dove l’ho lasciato.

-Ma quanto ci hai messo? E non la prendi neanche?- mi chiede vedendomi riappendere la camicetta.

-Non mi soddisfa- mugugno e mi dirigo all’uscita in silenzio.

Voglio sapere cos’hanno in mente quei due. Hanno una storia e me lo tengono segreto?

O il loro riserbo riguarda.. me?

 

 

 

Angolino personale!

 

Ed ecco i nostri eroi, bellissimi, magnifici eroi, alle prese con la vita friendiana di tutti i giorni!

 

Cosa nascondono Riccardo e Simone e Anna?

e… chissà se la pulce nell’orecchio è giunta a voi! ;)

 

oggi in centro io e le mie amiche abbiamo visto una specie di giochino in scatola “giochi erotici per la coppia- sessualmente esplicito”

Quante risate che mi sono fatta! Ma davvero, peccato che fosse sigillato, sennò potevo prendermi spunti per questa storia!!

Chissà magari me lo porterà babbo Natale!! xD

 

Sempre che al mio compleanno ci sia ancora “Love and Sin” ;)

 

Dunque, oltre ai soliti ringraziamenti per chi segue, chi legge, chi preferisce e chi recensisce, faccio i miei ringraziamenti a chi legge, a chi segue, a chi preferisce e a chi recensisce!!!

xD

 

a parte le idiozie… ( oggi sono su di giri) …

suvvia gente che segue… un commentino????

Alla vostra Eklypse?????

*me fa gli occhi da cane bastonato*

 

La verità è che adoro i commenti, i vostri xD!!!

 

@DreamsBecameTrue- - > per emozionarti dovrai aspettare ancora … ;) un capitolino ( questo) e poi ritornano i protagonisti !oggi ne ho parlato con le mie amiche e ho deciso alcune cosucce che a me piacciono!

Non ti preoccupare… a me piacciono i ringraziamenti xD

Magari avessi ‘na vita privata stile Sara ( che, sì, eccome se si diverte… la piccolina… xD) ma purtroppo ho due attentissimi genitori che mi proibiscono di uscire tutte le volte che voglio -.- “

E poi sono felicemente single da una vita! Per scelta! ………………………… di lui. Ma sono dettagli u.u

Uhuh.. scusa, oggi sono proprio ma proprio scoppiata xD

Grazie dei commenti *____*!!!!!!!!!!

 

@_Maddy_ - -> iuuu!! Oggi c’è addirittura Corso Zanardelli e il nome della città xDxD

Sei più grande di me, quindi non posso immaginare chi tu sia, mi dispiace, anche perché conosco solo due persone di vista dell’Abba. Sinceramente manco io so come fanno Sara e Michele. Io sono come Anna: gli sarei già saltata addosso xDxD

E non so nemmeno perché Anna odi Simone. Semplice antipatia senza fondamenta, per adesso.

Grazie mille di seguirmi *____*!!!!!!

 

@Bebigreg - -> Noooo!!! E’ una vita che non mi sento chiamare caliniana!! Oddio come i piace… sono patriottica sai?? xD dunque, qui partono una serie di ringraziamenti: Grazie perché ti piace la mia penna ( uso una di quelle nere e gialle, punta lunga… oppure il pennino con l’inchiostro… xDxDxD) ; Grazie per il fatto che ti piacciano i personaggi; Grazie per essere una mia concitt… no aspetta, si può dire grazie a questo???? °___°

Ihihih sei o hai fatto il Calini?

 

Comuqnue… sì, diciamo che Sara ha un passato, particolare, diciamo, ma niente di che, niente di troppo drammatico anche perché lei ora è felice =)!!!! *___*

 

@Machi - -> benvenuta! Appena prima di pubblicare questo capitolo ho visto la tua recensione… mia cara… devi sapere… che Michele è il mio sogno *____* uhuhhu xDxD

Oddio, io lo creo e io gli sbavo dietro XD sono felice che ti piaccia tanto!!!! E ti perdono se strozzeresti Sara… se si tratta di Michele… ;) Non sono certa della coppia Simone/ Anna… ma comunque ho deciso di riprenderli un po’ di più, magari nel prossimo capitolo!!! Accieeeee *_____*

 

GRAZIE A TUTTIIIII!!!!

 

Un bacio, a presto e ai prossimi commenti !!! (vero???) xD

 

 

Eklypse

 

 

 

(*) ho scordato di precisarlo nello scorso capitolo, il Tibidabo è il nome di una piscina pubblica che c’è in provincia di Brescia =)


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo sesto_ Ripetizioni ***


CCAPITOLO 6_ Ripetizioni?

 

MICHELE POV

 

Io, Riccardo e Francesco siamo nel cortile del liceo, intenti a slegare le nostre moto, mentre parliamo dell’ultima performance ( orribile) della Juventus.

-Cosa fate, oggi pomeriggio?- interrompe Francesco, che di sentire insultare la sua squadra non ne può più –Ci troviamo al parco a fare due tiri a canestro?

-Conta su di me!- esulta Riccardo – tanto per latino ho già studiato.

-Latino?- alzo lo sguardo dalla mia anima gemella, stupito.

-Per la versione di domani- dice tranquillo Riccardo.

Oh, cazzo! Ma chi sapeva dell’esistenza di una verifica? Della prima, poi! Mi sento improvvisamente le gambe di piombo.

Mamma è stata chiara: alla prima insufficienza, via la moto.

Lo so, è ripetitiva, ma è terribilmente convincente.

-Non lo sapevo!- quasi urlo, terrorizzato – quando l’ha detto, quella stronza?

Francesco alza le spalle.

-Credo quando eri uscito a pomiciare con Elisabetta, della P.

Oh merda. E io sto per prendere il primo due dell’anno per colpa di una qualsiasi ragaza di cui non ricordo nemmeno il volto??

-Oddio, io scappo- mugugno, mettendomi il casco con una cera orribile.

-E per oggi, vieni?

-Ma sei scemo, Fra? Io trascorrerò il pomeriggio in biblioteca, a studiare!

-Brucia no?- eccolo, Riccardo, con le sue magnifiche idee. Come ho fatto a non pensarci? Peccato che fosse proprio il primo compito e io non sono un caso così disperato.

-No, non salto la prima. Mi faccio il culo oggi, domani prendo un sei, magari un sette e sono a posto.

-Fino alla prossima volta- ride Francesco.

Borbotto qualcosa di simile a un saluto e me ne vado sgommando.

A casa parcheggio in tutta fretta e salgo le scale facendo i gradini a due a due. Appena metto piede in casa, un profumo di arrosto mi sorprende. Be, le mamme a volte servono proprio. Getto lontano la cartella e mi fiondo in cucina, dove ci sono già Alice e mamma. Papà mangia al lavoro.

-Mamma, oggi devo uscire. In biblioteca- dico d’un fiato prima che possa ribattere.

-In biblioteca? A fare cosa?

-A studiare…

Mia mamma mi guarda male.

-Non sapevo avessi una verifica.

-Ehm… devo solo ripassare.

Ci casca o forse fa finta, almeno l’ho scampata.

-Com’è andata, oggi a scuola?- mi domanda infine. Possibile che dopo tutti questi anni, ancora ci prova a chiedermelo?

-Bene.

-E cosa avete fatto?

La guardo, quasi divertito. Conosce a memoria le risposte a queste domande.

-Niente.

 

La biblioteca è deserta o forse sono io a vederla tale. Non ho staccato gli occhi dal libro di letteratura latina e adesso mi sento friggere il cervello. Non mi sorprenderebbe vedere del fumo nero e inquietante uscirmi dalle orecchie.

Mai, mai più mi ridurrò all’ultimo giorno. Anche se so benissimo che non cambierò di certo quest’anno.

-Ehy, incredibile. Rizzardi studia!

-Wow!

Due voci femminile mi riscuotono dai miei pensieri e scopro presto che si tratta di due ragazze della N: Elisa e Anna. No, non Anna-sempre-appiccicata-a-Sara, ma l’altra.

Sbuffo. Se ci sono ragazze che non mi sono mai venute dietro, sono quelle della sezione N. l’odio che serpeggia fra noi, è micidiale, e a quanto sembra… rende ciechi!

-Ragazze- saluto e mi accorgo che la mia voce è flebile. Il latino mi uccide, è ufficiale.

-Però, sembri spompato- ridacchia Elisa e Anna ride a ruota libera.

-Perché non ti fai aiutare da Sara?- domanda quest’ultima molto maliziosa e vedo Elisa soffocarsi dalle risate.

-Ceeerto.. adesso la chiamo e le chiedo di darmi ripetizioni!- dico ironico. Si guardano e scuotono il capo, sempre ridacchiando. Appuntarsi che le ragazze, quando ridacchiano… fanno paura.

-Sara è qui a studiare con noi da due ore- mi dicono.

-Ah.

Ah. Ah???? Ma che cazzo dico, solo Ah???? Be, che altro potevo dire?

Le fisso imbambolato. Ridono ancora e se ne vanno saltellando, probabilmente pronte a fare un paio di telefonate. Ragazze.

E... ragazzi? Io adesso che faccio?

La mia indole di seduttore mi dice di andare da lei.

La mia razionalità mi dice: studia!

I miei ormoni sono in subbuglio solo a immaginarsi il profilo di Sara, china sui libri.

Gli ormoni battono la ragione, uno a zero! Evvai!

Prendo i miei libri in mano e mi dirigo scattante verso il tavolo che si intravedeva appena, nascosto da scaffali ricolmi di libri, dove Sara deve trovarsi.

E infatti eccola lì.

Porta i boccoli legati in una coda alta e indossa un vestito, forse troppo estivo, dato che ispira pensieri non propriamente casti.

Qual è il metodo più veloce per toglier.… ok, siamo in biblioteca, dopotutto. Dovrei tenere a freno la mia voglia. Dovrei.

Certo, pensare che ho salvato il suo numero sotto “Sogno Erotico n°1” può facilmente rivelare quali siano le mie condizioni pietose quando penso a lei.

Ma noi abbiamo una sfida, quindi penso sia il caso di non esporsi troppo, no Miky?

-Ciao Principessa!

Ascoltare il mio tono divenuto più deciso e notare il suo leggero sussulto spaventato, mi incoraggia.

-Rizzardi?- mi chiede stupita, probabilmente, di vedermi in un luogo dove si studia. Mettiti in fila, dolcezza. Sono incredulo prima io!

Ritrova subito la sua aria pacata, ma con un lieve accenno di sorriso.

-Ammetto di essere stupita, non sapevo sapessi addirittura dell’esistenza delle biblioteche.

-O del latino?- ma che dico, le do manforte a insultarmi? È più grave del previsto.

Improvvisamente mi siedo davanti a lei, senza provocarla, sbattendo i tomi di latino sul banco.

-Mi servono ripetizioni, Sara.- dico schietto.

Stoooooooooop!

Cos’ho detto??? Ditemi che non l’ho fatto!!! Terra, inghittimi… che figura di merda sto facendo con la Ghirardi?

Mi fissa con la bocca mezza spalancata, interdetta e io subito vorrei colmare la distanza fra noi e baciarla, ma, come ho già detto, il latino mi rincoglionisce e non faccio un bel niente.

-Sul serio? Di cosa?

È premurosa, all’improvviso. Ed è il mio turno di osservarla sorpreso.

-Sono abituata. Aiuto sempre i miei fratellini- mi dice con un ghigno – e il loro cervello è paragonabile al tuo.

Non so se è un elogio ai fratellini, oppure un insulto rivolto a me.

-Latino – dico soltanto.

Lei sorride leggermente.

-Questa la devo proprio raccontare in giro- ridacchia, prendendo fra le mani una biro e il mio quaderno.

 

 

SARA POV

 

Guardo di sottecchi Michele, mentre si concentra a tradurre le ultime frasi che gli ho scritto. Non avrei mai, ma proprio mai immaginato di trovarmi, un giorno, a dare ripetizioni a Rizzardi.

Dev’essere disperato, poverino.

-Hai fatto?- chiedo e lui mi guarda male. Continua a scrivere e non oso interromperlo: sembra troppo concentrato!

-Finito!- esulta dopo qualche minuto, passandomi il quaderno.

Leggo rapidamente e mi spunta un sorriso. Ha tradotto tutto giusto.

-E bravo il nostro Michele Rizzardi!- dico, scarabocchiando un dieci accanto al suo schizzo.

Michele esulta, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia, probabilmente esausto.

-Domani prenderò sicuramente la sufficienza!

-E sarà merito mio.- dico, acida, ma in fond divertita.

Lui ritorna serio. Smette di dondolare sulla sedia e mi guarda.

Era meglio non l’avesse fatto.

I suoi occhi azzurri sono pozzi senza fine. Potrei annegare, annegare ed essere felice di perdermi in essi.

Sono troppo chiari per risultare caldi. Ghiacciano le ossa, ma sono così ipnotici da costringerti a non staccare i tuoi dai suoi. Chissà cosa sta pensando, mi ritrovo a chiedermi.

Si alza senza nessuna parola e si avvicina a me. Prende la sedia accanto alla mia, sedendosi. Per tutto il breve tragitto, non ha smesso di esaminarmi.

Mi sento nuda sotto il suo sguardo: fragile.

-Forse dovrei ringraziarti- sussurra con voce roca e profonda, diversa da quella assunta poco prima.

Sbarro gli occhi, in un comportamento lontano dal mio consueto. Dov’è il mio orgoglio? Dov’è il mio sangue freddo? Il fuoco del mio carattere sembra essere stato spento dal ghiaccio dei suoi occhi.

Perché oggi mi sembra così.. umano? E così  attraente…?

Si muove lentamente verso di me, senza smettere di guardarmi negli occhi.

Ad un tratto il suo sguardo scorre verso le mie labbra e lì rimane per qualche secondo. In fretta come si è spostato, torna dov’era.

“baciami”.

L’ho pensato in modo così intenso che credo di aver parlato, ma so che le mie labbra sono rimaste sigillate. Eppure lui mi sembra in grado di leggermi nella mente.

È così vicino. Sento il suo soffio leggero sulle mie labbra. Inclino la testa impercettibilmente, per riuscire a osservarlo da ogni angolatura. Mi sento in sua balia. Mi sento la preda davanti al cacciatore che ormai non può più nulla. Non vorrei trovarmi in una situazione simile, a scongiurare il mio nemico di farla finita con una simile tortura.

Stringo forte le mani al bordo della sedia, con il rischio di spezzarmi le unghie, ma i brividi sono così intensi da lasciare il controllo del mio corpo ai miei ormoni. Il che non sarebbe auspicabile.

All’ultimo minuto, le labbra di Michele si allontanano dalle mie e le sento che depositano un bacio leggero sul mio collo.

Sento le forze che cedono e una sensazione di bruciore dove le ha posate. Una mano bollente mi accarezza il collo, mentre l’altra scende sulla coscia, a giocare con il lembo del mio vestitino.

Le sue labbra mi solleticano il collo, quando lo accarezza con esse, depositando una scia ardente di baci. Fremo sotto il contatto con la sua pelle, ma controllarmi è impossibile.

Il lembo del mio abito scivola sempre più in alto, lasciandomi in balia delle sue carezze sulla mia pelle.

Sospiro pesantemente e quando mi lecca lentamente la clavicola, non posso trattenere un gemito gutturale.

-Sara, amore, dove sei?

La voce di mia madre mi riporta in me stessa. Sgrano gli occhi inorridita, ma anche Michele l’ha sentita e si separa da me di scatto. Eppure io riesco a leggergli lo stesso mio smarrimento. La sua mano ardita, posata sulla mia coscia, tuttavia, non si muove.

Cazzo.

Non vorrà eccitarmi… davanti a mia madre!

Mamma appare proprio in quel momento, con il suo caschetto riccio e gli occhi color smeraldo.

Si blocca quando vede Michele, ma subito sorride, ignara.

Oh, mamma! Se sapessi come si comporta la tua bimba in biblioteca…

-Amore, scusami se ti ho disturbato..- esordisce, ma capisco che vorrebbe conoscere il mio “compagno di studi” perché lo osserva attentamente.

-Lui è Michele, mamma.- dico e rimpiango di aver parlato, perché la mia voce è strozzata e ansante.

Stavo per perdere.

Devo ricordarmi di ringraziare più spesso mamma.

La mano che Michele tiene sulla mia gamba diventa più pesante e si muove verso i miei fianchi, in modo suadente.

L’altra la allunga verso quella di mia madre e la stringe con un sorriso così bello da incantare anche mia mamma.

-Devo andare al lavoro, chiamata urgente- dice, quando ritrova la parola. Perfetto, ci manca solo mia madre alla lista delle conquiste di Rizzardi! – se hai finito io ti riporto a casa, prima di andare in ospedale… altrimenti prendi l’autobus…

La presa di Michele si fa più forte e mi trattengo dal sospirare.

-Vengo- dico in fretta, prima di lasciarmi troppo andare.

Mia mamma annuisce e saluta Michele sorridente.

-Ti aspetto fuori, tesoro!

Sospiro, questa volta di sollievo, quando si allontana. Mi alzo subito e lascio in bianco Michele.  Mi guarda con il suo solito ghigno da conquista.

-Vai di già?- chiede con occhi da cane bastonato, ma questa volta non ci casco!

-Abbiamo finito- rispondo in fretta, raccogliendo i miei libri. Lui non dice niente e mi  studia mentre mi preparo. Non riesco ad allontanarmi senza dire qualcosa, ma mi sento la gola secca e il cervello in pappa.

Mi chino verso di lui e gli deposito un bacio sulla guancia. È morbida… sembra quella dei gemelli!

Idiota. Non posso davvero paragonare Rizzardi ai miei fratelli!

Scuoto il capo e sorrido fra me e me.

-Mi ricorderò che mi devi un favore- dico, con voce bassa e so di aver assunto il tono da seduttrice.

Anche lui ride, sghembo, come un bambino furbo.

-Potrei offrirti una cena- dice, ma io faccio segno di no con la testa, decisa,  eppure non demorde.

-Andiamo… un’uscita al cinema, almeno.

Scruto i suoi occhi, in cerca di un’ombra di malizia e menzogna, ma non la scorgo.

Allora sorrido beffarda, apertamente, mentre mi allontano da lui. All’ultimo però mi giro verso Michele.

-Forse.

 

 


NARRATORE

 

Simone scende dall’autobus, chiedendosi per la millesima volta se la fermata fosse effettivamente quella giusta.

Si guarda attorno: un cimitero nascosto da una cancellata e una fila di cipressi e un vivaio immerso nel verde.

C’è una luce autunnale che trasforma le colline che lo circondano in un paesaggio magico. I colori così intensi, sembrano falsi.

Prende frettolosamente il cellulare e digita un numero che sa a memoria, anche se si sorprende lui stesso di ciò.

-Pronto?- Anna risponde allegra al telefono.

-Sono arrivato- dice esitante Simone – mi vieni a prendere?

-Sono lì fra un minuto- sembra voglia riattaccare, ma non resiste a trattenere bene il suo acerrimo rivale – e sei pure in ritardo!

Simone sospira, mezzo divertito, mezzo esasperato.

Deve aspettare davvero poco, prima di vedere Anna che, a qualche metro più avanti, lungo la strada che gira verso destra, si sbraccia per farlo avvicinare.

Insieme si dirigono a casa della ragazza, in silenzio. Simone si guarda attorno spaesato, una volta entrato nell’abitazione della ragazza. Mentre sale le scale nell’atrio nota che alle pareti ci sono numerosi quadri di arte contemporanea. Non è a suo agio, in casa di Anna. Se aggiungiamo il fatto che è pur sempre una ragazza e per giunta più grande, con un piccolo sforzo possiamo capire lo stato d’animo inquieto di Simone, gentile e timido di natura.

-Sono davvero tanto in ritardo?- chiede titubante e la sua domanda sorprende prima lui che Anna stessa.

Ha utilizzato un tono di voce così tenero che Anna non osa rispondergli male.

-No… lui però è già arrivato- dice scrollando le spalle, poi si ricorda di una cosa – piuttosto, sei sicuro che Sara non ci abbia scoperto?

-Credo di averla convinta.

Anna si volta a osservare il moro.

-Ma dove te la sei inventata, la storia del regalo!

-Ehy!- esclama punto sul vivo – dovresti ringraziarmi! È stata un’idea g-e-n-i-a-l-e.

-Come no!- bofonchia Anna ridendo – vieni, ci aspetta in cucina…

Simone la segue docile fino alla cucina, una stanza luminosa, dove torreggiava un tavolo di legno, coperto da fogli, matite colorate e biro e lì aspettava il terzo ragazzo invitato alla riunione.

Era indubbiamente bello: biondo con gli occhi verdi, anche se meno brillanti di quella di Sara.

Dopo un breve saluto, tutti e tre si ritrovano seduti composti.

-Bene- esordisce Anna battendo le mani e afferrando una biro – penso sia il caso di dire.. “VIA”!

 

 


AVVISO: le correzioni le rimando a domani… non riesco ad aspettare a pubblicare xD

 

 

 

 


 

Angolino personale!

 

 

Dite quello che volete… ma a me questo capitolo soddisfa u.u

 

Ho inserito sia l’amicizia, sia un momento abbastanza intimo fra i due protagonisti!!! Ma tranquilli… il meglio deve ancora arrivareee!!!

 

E chissà cosa tramano Anna  e Simone… e chi è il misterioso ragazzo?

Uhuhuh… chissà u.u

 

Molti di voi hanno ipotizzato che Anna mandi i messaggi a Michele?

Ma sarà davvero lei?

Sicuri sicuri??

 

Sembra che la coppia Simone/Anna piaccia… eppure io all’inizio non me la vedevo con lui… dovrò pensarci bene.. =)

 

Ringrazio per i commenti, mi gratificano tantoooo =)

 

E ovviamente mi fa davvero piacere che la storia è seguita e preferita da un mucchio ( almeno per me ) di persone *_______________*

 

Ed ora vi ringrazio uno per uno, ecco U.U

 

@DreamsBecameTrue - -> come ho scritto nell’e-mail, che non so se hai ricevuto, ma spero di sì ;) la mia situazione è IDENTICA alla tua.. non sa che faccia io abbia… o almeno, penso di sì, visto che lo pedino e che mi ha PALESEMENTE visto sbavargli addosos xDxD

e… sono un caso disperato, ma mi piace così tantooo ç___ç

quest’anno voglio presentarmi xD

GRAZIE per l’appoggio, un abbraccio di incoraggiamento!

 

@saketta - -> mi piace il tuo entusiasmooo!!!! Chissà cosa nasconde Riccardo… sarà davvero innamorato di Alice? Michele è molto geloso, fa parte del suo carattere… a volte è fin troppo possessivo, ma anche Sara non scherza! Lo scoprirai presto xD

Che gelosoni *_*

Anche a me piacciono molto questi negozi e poi ho proprio pensato che, essendo molto diffusi, vi sarebbero potuti risultare familiari!! Poi Simone è tenero… il migliore amico ideale, per me!! Bacio!

 

@Machi - -> grazie per il commento!! Non ti preoccupare, il fatto è che è dall’inizio della storia che sono indecisa se far accadere qualcosa fra Simone e Anna… solo che Anna, me la ci vedo insieme anche con un altro personaggio… chissà!!

Continua a seguirmi!! Baci!

 

@Maddy - -> mmm.. io a Zara vado poco, in realtà, ma lo conosco lo stesso tanto xD

Come dice Michele, Brescia non è ‘sta gran metropoli! Magari ci saremo passate in parte senza saperlo °___° dopotutto il mondo è piccolo!!!

Mi spiace se non era un capitolo così interesaante, ma ci tenevo a presentare meglio Simone e Riccardo.

Dici che Ricky messsaggii con Annaaaa? Davvero??’….

CHISSA’!!!!!!!!!! xDxD

Alla prossima! Bacio!

 

@ 4lb1c0cc4 - -> davvero si nota l’elettricità?? *___* che bello, proprio quello che volevooo!!!

Sinceramente, lo spero tanto anche io che succeda qualcosa fra quei due, ma ancora non l’ho deciso.. xD mi deve venire l’ispirazione per far sì che si sfoghino xDxD

Sono davvero felice del tuo “nuovo arrivo”!!!! spero ti continui a piacere!!! Un bacio! A presto!

 

@Svare - -> grazie per i complimenti, e sono felice che gli scritti risultino scorrevoli. Questo non l’ ho ancora controllato, ma lo farò a tempo debito, per correggere eventuali errori o ripetizioni.

Per adesso che sono in vacanza, mi risulta più facile aggiornare in fretta, ma purtroppo posso farlo solo quando sbatto via mio fratello dal pc, visto che il mio… è fuori la notte… a divertirsi -.-‘’!!

Ci sentiamo presto, un bacio!!!

 

 

Un saluto a tutti quanti, al prossimo capitolo!!!!

Uno di quelli che preferisco ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo settimo_ Possesso ***


CAPITOLO 7 _ Possesso.

 

MICHELE POV

 

Francesco e Stefano mi accolgono in classe con due sguardi spaventosi. Non so se siano semplicemente sbalorditi oppure anche inorriditi.

-Ehilà!- saluto allegramente, sedendomi in ultima fila e fissando il soffitto, tanto che non li sento spostarsi verso di me.

-Ma è vero?- chiede Stefano, guardandomi intensamente negli occhi.

So a cosa si riferisce, ma mi diverto troppo per soddisfare subito la loro curiosità.

-Cosa?

-Non fare lo stupido…- ribatte Francesco, sprezzante – è vero l’ultimo gossip che ti riguarda?

-Davvero, ragazzi, non so di cosa state parlando...!

Ma il mio sorriso è troppo ampio per fregarli. E l’entrata in scena di Riccardo non mi aiuta, visto che la prima cosa che dice è proprio una conferma alle parole dei nostri compagni.

-Oh mio Dio- borbotta Stefano, sedendosi di scatto, piuttosto traumatizzato.

-Ma suvvia, c’è sempre una prima volta, no?

Ora mi guardano tutti e tre, scettici e anche un paio di miei compagne si sono unite a loro.

-Ma cosa c’è di male a stare con una ragazza?

Sentirmelo dire provoca a tutti loro un grave attacco, perché sgranano ancora di più gli occhi e boccheggiano come pesciolini rossi.

Io me la rido alla grande.

-Ma fai sul serio?

La domanda di Giulia mi sorprende. Ora è il mio turno di osservarla stralunato.

-Ma sei matta?

Orrore! Pensare a me come un fidanzato… serio? Che umiliazione!

Sospirano, tranquillizzati e Stefano mi mette una mano sulla spalla, comprensivo.

-Lo dicevo io… non ti sei fatto mettere k.o. da un bel visino!

Ma secondo loro ero così rammollito? Il mio era solo un esperimento. E credo sia il caso di spiegarglielo.

-Non sono mai stato insieme a nessuna – dico riflessivo – ne ho conquistate tante, ma ufficialmente io sono single da tutta la vita! Ho voluto provare a mettermi insieme a una ragazza… così, per qualche giorno e vedere com’è.

Io davvero non capisco. Prima mi guardano basiti, poi sollevati e infine incazzati?? O ma che hanno tutti!

-Che c’è?

-C’è che sei uno stronzo! – esclama Linda con voce acuta – ma perché non la smetti di giocare con i sentimenti delle ragazze?

Eh no. Io non oso giocare con i loro sentimenti! Io le cose le metto in chiaro prima.

-Guarda che Elisabetta lo sa. La prima cosa che gli ho detto è che non sarebbe stato nulla di serio. Lei ha accettato lo stesso. Ora è a suo rischio e pericolo.

Alzo le spalle, tranquillo.

-Ma com’è andata, esattamente?- chiede Stefano, interessatissimo.

Faccio per rispondergli, ma la campanella suona.

È portentoso come suoni sempre nei momenti sbagliati.

Mentre la professoressa di latino entra con la sua camminata da finta top-model, troppo invecchiata e troppo grassa, mi viene in mente che fra poco saprò il risultato della tanto agognata versione. Per intenderci, quella per la quale Sara Ghirardi in persona mi ha aiutato a studiare.

Se ripenso a quel pomeriggio, rischio di squagliarmi seduta stante. È nella top ten dei miei pomeriggi migliori.

Guardando il mio sette e mezzo scarabocchiato in rosso, mi spunta un sorriso sincero. Non di soddisfazione, né tantomeno di arroganza.

Sorrido perché quello è la prova tangibile che io ho davvero trascorso un pomeriggio tranquillo a studiare con Sara.

Quasi tranquillo. Perché se non fosse stato per sua madre…

Non so se odiarla per averci interrotto o amarla per aver procreato quella fantastica modella.

Forse opto per la prima… si sa che i difetti si ricordano meglio dei pregi!

Mi chiedo se Sara sappia già della mia ultima iniziativa.

Come reagirà sapendo che mi sono “fidanzato”? nessuno dei due l’ha mai fatto prima. Io tanto meno, visto che non sono uscito con una ragazza per più di una volta.

L’unica con cui l’avrei fatto era proprio Sara. Spero non capisca in modo sbagliato, non sopporterei vederla furiosa… no aspettate un po’… vederla gelosa sarebbe qualcosa di… estremamente appagante!

Elisabetta non è la solita oca tutti gridolini e fondotinta. È una persona molto semplice. Non si veste esageratamente alla moda, non si trucca come un pagliaccio e non ha i capelli ossigenati.

Però è troppo innamorata di me.

Innamorata… si fa per dire. Come tutte le altre nemmeno mi conosce, ma si presta bene a tutti i miei servigi.

Non lo capiscono proprio, che facendo così non fanno altro che rivelarsi delle stupide?

Be, ma mi serve per il mio nuovo esperimento e uscire con lei non si è rivelato così drastico. Bacia benino ed è abbastanza bravina.

Insomma, tutto “ino”… non durerebbe mai, se fosse qualcosa di importante!

Quasi scoppio a ridere. Riccardo mi guarda interrogativo, ma scuoto il capo e punto lo sguardo alla lavagna.

A ricreazione per la prima volta mi farò vedere con Elisabetta e ci sarà sicuramente anche Sara.

Darei oro per sapere come si comporterà…

Riuscirà davvero a rimanere indifferente?

 

SARA POV

 

-Sara!

-Ghirardi!

-Ice Queen!

Decisamente, stanno chiamando me.

Mi volto e vedo la mia migliore amica che corre verso di me, in compagnia di Serena e Roberta.

-Che succede?- chiedo una volta che mi hanno affiancato, lungo il “nostro” corridoio buio, che conduce alla classe.

-Emergenza!- sbotta Anna.

-Macchè emergenza!- dice Roberta – qui è una catastrofe!

Serena sembra di un’idea diversa. Mi si avvicina e mi stritola in un abbraccio.

-Devi farti valere, adesso.

Ok. Se qualche alieno ha rapito le mie compagne di classe, parla ora o taccia per sempre.

-Ma che cavolo state sparando?- borbotto infastidita. Dopotutto, è lunedì mattina!

Si guardano, indecise.

Prima mi saltano addosso… poi esitano.

-Allora?

-Giura che non ti arrabbi.

Fulmino Roberta, ma sembra non accorgersene.

-Sì, Sara, mi dispiace, ma l’ho saputo solo ieri sera e non rispondevi al telefono!- si giustifica Anna, mentre Serena impreca molto poco finemente contro il sesso maschile.

-Siete impazzite?

-Oh, no, non noi!

Alzo un sopracciglio. Incomincio a innervosirmi. Odio che mi si tenga sulle spine, diavolo!

-Rizzardi si è fidanzato.

Sospiro. Era ora che si decidessero a parlare.

-Cioè, dieci ore per dirmi che Rizzardi… si è COSA?

Cosa cazzo hanno detto? Rizzardi e “fidanzato” sono due parole che non possono stare vicine! È impossibile! E’ contro la genetica di Michele!

Sgrano gli occhi, meravigliata. Non riesco a trovare le parole, mi sento la gola che arde, secca. Devo essere impallidita, perché mi guardano preoccupate.

-Sara… ti è indifferente la notizia… ehm.. vero?

Anna, ci hai provato.

All’inizio ho avvertito un dolore allo stomaco, ma ora sento la rabbia più focosa che nasce dentro di me. Ritrovo immediatamente il mio solito colorito, ma i miei occhi sono diventati specchi illeggibili e freddi. Li socchiudo, squadrando le mie amiche ad una ad una.

-E’ uno scherzo?- sibilo, bastarda.

Scuotono il capo.

-Rizzardi si è fidanzato?

Annuiscono.

-Lei chi è?- il mio tono è calcolatore e deciso. Non ammetto risposte vaghe, ma sembrano molto preparate sull’argomento.

-Una certa Elisabetta Pasini, di quarta H. bionda, relativamente alta, con un fisico asciutto, ma poco prosperosa. Scientificamente stupida.

Scoppierei a ridere alle parole di Serena, se non avessi il morale sotto terra.

Devo essermi rabbuiata parecchio.

-Mai sentita- dico e affretto il passo verso la classe – qualcuna di voi può indicarmi chi è, a ricreazione?

Non fatico a trovare supporto, perché tutte e tre mi hanno già promesso di scoprirlo di lì a due ore.

 

La campanella finalmente segna l’ultima ora di lezione. Senza salutare nessuno mi alzo e sistemo le mie cose nello zaino.

Elisabetta Pasini è un’insulsa ragazzina, questo è stato il mio verdetto finale. E no, non sono gelosa!

Semplicemente, sono particolarmente… attenta alle mie cose. E Rizzardi è MIO.

Ho avuto la conferma dalle voci di corridoio, ( sempre vere) che lui non ha preso sul serio la loro relazione.

È il minimo, con una razza di oca priva di ogni materia grigia..!

Mi sento ribollire. Non ho ascoltato nulla a lezione, ma me ne sbatto altamente. Ora ho un compito da svolgere.

Aspetto qualche minuto che la folla di ragazzi frettolosi sciami fuori dalle uscite, prima di avviarmi verso il cancello secondario, dove ho visto Michele, in sella alla sua moto, che parla con quella… quella… mmm!!!

So di avere lo sguardo terrorizzato di Anna addosso e anche quello di metà fauna maschile, ma non me ne frega un accidenti.

Mi dirigo apparentemente tranquilla verso la coppietta.

Lui mi vede per primo e mi sorride sghembo, come al solito.

Almeno, il nostro rapporto non è mutato.

-Ho saputo la novità.- perfetto, la mia voce è equilibrata e attraente. Uno a zero per me!

La biondina sobbalza e mi guarda, senza davvero vedermi. È arrossita e abbassa lo sguardo.

Sarebbe così carina, se non avesse puntato troppo in alto!

-Le voci corrono- Michele ghigna beffardo, perfettamente indifferente a quella situazione.

Evidentemente, il mio malocchio non gli è ancora giunto.

-Non ci presenti?- chiedo affabile e sembra che ci caschi, perché mi guarda spaesato.

-Elisabetta- dice soltanto, senza ricambiare la cortesia verso di lei, ma il mio nome è abbastanza conosciuto.

-Elisabetta, vieni un po’ qui- sorrido, mentre con una mano la invito ad avvicinarsi. Attorno a me sembra che ci sia il nulla, il silenzio più totale, eppure alcuni ragazzi ci passano accanto, disinteressati.

Elisabetta non sa cosa fare, guarda prima Michele, troppo intento a fissare me, poi si guarda le sue interessantissime All Star.

Infine si decide e si avvicina a me di qualche passo, lasciando indietro Michele, che sorregge la sua moto.

Sorrido maliziosa e mi chino verso la ragazza.

-Non so come sia iniziata questa storia e non mi interessa saperlo- esordisco.

Deglutisce. Ha gli occhi di un azzurro spento, niente di particolare.

-Come non mi interessa il nome di ogni ragazza che Rizzardi si porta a letto. Ma tu sei la prima, che può essere definita la sua ragazza.

Prende un po’ di coraggio e si irrigidisce, forse animata dalla sua convinzione a essere una specie di prescelta.

-Goditelo finché dura- sussurro e punto lo sguardo su Michele che, ignaro non sente nulla, anche se Elisabetta gli farà senz’altro un resoconto dettagliato – ma ricordati questo, Ellie: qualunque cosa tu possa sognare o volere, Michele Rizzardi è MIO.

Sembra che, ancora una volta, tutto si sia fermato, ma non aspetto una reazione. Mi raddrizzo e mi allontano, palesemente soddisfatta. Il mio territorio è stato marcato. Nessuno può oltrepassare il confine che io ho posto.

Avverto Anna che mi si è avvicinata e mi spinge fuori dalla scuola. Non guardo più Michele anche se pagherei oro per vedere la sua faccia, alla vista di Elisabetta terrorizzata.

-Sei stata una bastarda in piena regola- mi sussurra Anna convinta.

Ma la mia rabbia è troppo recente per provare rimorso.

-Non avrei dovuto- dico ed è un’affermazione – ma mi sembrava giusto rivendicare la mia proprietà.

Sono seria. Vedere una ragazza che vanta il primato di essere la morosa di Rizzardi mi manda in bestia e no, non è gelosia!

-Siamo pure in ritardo, adesso- sento dire ad Anna.

-Per cosa?- sono troppo impensierita per connettere per più di dieci secondi consecutivi.

-Uffa! Ma non ti ricordi? Ti avevo promesso che ti avrei presentato mio cugino Daniele, insiste tanto, ma se non vuoi…

È vero! Che scema, sono settimane che Anna continua a ripetermi che vuole conoscermi, anche se non sembra molto convinta di questo, eppure, a suo giudizio, è un figo osceno.

Mi lascio condurre verso i giardinetti davanti al liceo, dove, seduto su una panchina, ci aspetta un ragazzo di solo un anno più grande.

Oh cazzo.

Strabuzzo gli occhi e guardo di sfuggita Anna. Ma dove diamine lo nascondeva? Dove?

Biondo, con gli occhi dorati e svegli, alto e muscoloso. Poteva essere appena uscito dalla pubblicità dell’intimo di Armani.

Per un attimo, il ricordo di Michele si fa opaco, lontano.

Daniele mi sorride e mi porge la mano, leggermente arrossito. Sfoggio subito il mio sorriso da conquistatrice.

-Sara.

Stringo con forza la sua mano, guardandolo dritta negli occhi. Sento una moto che ci sfreccia accanto, rapidamente, forse troppo.

-Daniele.

 

 

 

Angolino Personale!

 

A INSAPUTA DI TUTTI…….. compare un nuovo personaggio: Daniele. In realtà fino a tre minuti fa non lo credevo nemmeno io xD

 

Ok, in questo capitolo, che doveva piacermi, invece non mi soddisfa, Sara è parecchio stronza… ma… la gelosia a volte… ihihi

Solo che a Sara proprio questa cosa non va giù. Poverina… xD

Ma anche Michele avrà la sua parte di stronzaggine… credo :S

 

Bene, sono quasi sicura che il prossimo capitolo sarà ambientato all’Ikea… xD strano, lo so, ma proprio, a mio parere bellissimo *___*

Finalmente le acque si smuovono… leggermente ;)

 

Perdonate se è corto e se poco interessante… ma oggi ispirazione= zero -.-

 

@chicca923- - > sono felice che ti sia piaciuto… Anna e Simone sono menti diaboliche, fidati u.u

Continua a seguire i nostri eroi ;P xD

 

@4lb1c0cc4 - - > anche a me Michele piace tanto così.. teneruccio lui…. >.< xD

Riccardo?? Con Anna e Simone???  …………………………. Forse xDxD o………….. forse no ;)

 

@Maddy - -> ehehe… ti piacerebbe saperlooooo!!! Firulìfirulà… io non te lo dico xD

Anche a me piace molto la scena nella biblioteca *___*

Dovevo farli interromperli.. dopotutto… sono in una bibliotecaaaa ;P xD

 

@DreamsBecameTrue- - > è vero.. i due qui sono sempre più vicini, fra loro! Tanto che riescono addirittura a parlare civilmente senza saltarsi addosso ;)

Mi fa piacere che ti piaccia sempre *____*!!!!!!!!!

Non vedo l’ora che ricominci la scuola per vedere finalmente il mio di micheluccio *__* manca tanto ;P xD

Eeee chissà chi è il biondinooo xD

 

@saketta - - > non so ancora se Sara ci uscirà con Michele… mah.. forse… ;P

Sono felice che ti piaccia e, fidati, tranquilla, io sono più pazza di te…

 

 

UN BACIO E UN GRAZIEEEEE ENORME A CHIUNQUE LEGGA QUESTA STORIA!!

 

Recensite in moltiii baciottoliii

 mi farò perdonare nel prossimo cap.!!

Eklypse

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo ottavo_ Labbra ***


CAPITOLO 8 _ Labbra


 A Michela ... che sarà sempre con me alla finestra del Calini anche se non lo frequenta più xD

e a M. perchè l'ho sognato

 

MICHELE POV

 

Il messaggio recita testualmente:

 

Sara Ghirardi andrà con la famiglia all’Ikea di Roncadelle domani mattina alle ore 10.00

Xoxo

 

Luogo: Ikea.

Ora : 10.00

 

E io sono all’Ikea e sono esattamente le dieci e cinque minuti e cinquantasette secondi.

Sospiro, giocherellando con il cellulare.

Ho impiegato tutta sera per convincere i miei che avevano un disperato bisogno di trovare qualche mobile a basso prezzo per la nostra taverna.

 Non mi avrebbero mai lasciato uscire di casa sia questa sera che stamattina, quindi l’unica via d’uscita era spingere loro a portarmi qui.

Com’è accaduto dopo essermi immolato per una strategia di guerra.

Alice saltella dappertutto, mentre mia madre e mio padre prendono le misure di ogni oggetto che gli capita a tiro.

E siamo solo all’inizio.

Spero vivamente che Sara si faccia viva  e che l’informatore segreto non mi abbia preso per i fondelli.

L’ikea è davvero enorme, potrei perdermi, se non fosse per quelle frecce stratosferiche che occupano tutti i pavimenti.

-Michele- mi chiama Alice – vieni, beviamo un caffè al bar prima di continuare.

Senza guardare mia sorella scruto tutta la sala in cui mi trovo in cerca di una chioma castana a me tanto familiare.

Sospiro scoraggiato, mentre la seguo verso il bar affollato.

Calmo. Dopotutto sono solo le dieci e sette.

È mentre sorseggio un caffè schifoso che la vedo. Sale tranquillamente le scale tenendo per mano due bambini di otto anni e segue docilmente i genitori.

È come se avessi un drago dentro di me e in questo momento sta esultando alla grande.

Insomma, sembra una discoteca a luci rosse il mio subconscio.

Le nostre famiglie ci sono d’impiccio.

Per me sarà facile liberarmene, l’importante è che lo stesso faccia anche Sara.

Salutando i miei con un “chiamatemi quando avete finito”, mi avvicino all’allegra famigliola che armeggia con una borsa gialla.

Piano numero uno: separarla dalla famiglia.

Rallento mentre le passo accanto, ma non sembra accorgersi della gente che la circonda quindi sono costretto a… forzare leggermente la cosa!

Fingo di schivare una coppia giovane e nel farlo, urto il padre.

-Mi spiace!- mi affretto a recitare e l’uomo mi congeda con un sorriso.

È molto diverso da Sara, in tutto. Deve aver preso dalla madre.

Sara mi ha notato, perché, riconosciuta la mia voce, ha alzato di scatto la testa, perforandomi con i suoi occhi chiari.

È stupita, nessun’altra emozione può essere letta nel suo sguardo.

Mi dileguo velocemente, dietro a una libreria che fa da confine a un salotto fittizio.

Sento la sua voce squillante e più acuta del normale che saluta in fretta i genitori, propinandogli una scusa qualsiasi.

Sorrido fra me e me, pensando a come poterla farla giocare.

E proprio quando mi rispondo, sento una presa salda al mio braccio. Il suo viso è vicino al mio e mi guarda con i lampi negli occhi.

-Ma che cavolo ci fai tu qui?- domanda in un sussurro basito.

Sorrido malizioso.

-Il destino favorisce i nostri incontri, principessa.

Altro che destino, sarebbe meglio dire che “l’innominato”, favorisce i nostri incontri!

Mi guarda storto.

-Come no..- borbotta e mi lascia andare. Peccato, perché mi piaceva mantenere un contatto con lei.

-Allora principessa, pronta a decidere i mobili per la nostra futura casa?

Ma dove mi è saltata fuori una frase simile?

Mi considererà uno scemo o peggio, un innamorato!

Ma mi guarda divertita con un sorriso tanto simile al mio.

-Prima di pensare a casa nostra, devi pensare a non perdermi per strada.

Non mi lascia il tempo di replicare, perché si allontana, passando fra uno spazio stretto tra due divani verdi.

Sta per sparire dietro all’ennesimo scaffale, quando si volta a fissarmi. Ride ancora.

-Che c’è, principino? Non insegui la tua principessa dopo il ballo di mezzanotte?

Ridacchio, ma afferro al volo l’opportunità, dopo un momento di insicurezza.

La vedo scappare velocemente fra l’esposizione dei letti matrimoniali ( che vorrei provare ad uno ad uno seduta stante, con lei) e la inseguo, incurante della gente che ci passa accanto.

È un gioco in cui non può esserci che un vincitore. E sarò io.

 

Mentre scappava, nel reparto bambini, l’ho quasi acciuffata. Sono riuscito ad afferrare la sua felpa blu, ma dopo che si è girata a guardarmi negli occhi, così intensamente da sorprendermi, non sono riuscito a trattenerla. Ho lasciato la presa, perso completamente nel suo sguardo.

Non so se si è resa conto del suo effetto su di me. Anche lei ha esitato e per un secondo è rimasta in piedi a guardarmi.

Ma ha ripreso subito il controllo e con una smorfia allegra è scivolata via da me.

Ora sta correndo lungo le scale verso il piano inveriore e la inseguo. Devo sembrare un cretino: sto giocando a prendi e scappa, all’Ikea, con la ragazza più bella del liceo.

Wow.

Oggi è vestita comodamente, felpona larga e jeans, eppure, senza trucco e spettinata, è ancora più bella, se possibile.

E se continuo su questa strada, con i miei pensieri, finisce che se la prendo, la bacio al 100%. Con tutto me stesso.

Anzi.

Ora lo faccio davvero.

 

 

SARA POV

 

“stupida, stupida, stupida”

Mi dico, maledicendomi. Ci mancava poco che gliela davo vita. E tutto perché mi abbandono nei suoi occhi azzurri… che sono una favola…

No, non incantarti.

Mi guardo attorno. Sono in mezzo a una cucina rossa e una nera. Sono indecisa se passare attraverso il reparto “vetro e ceramiche” con il rischio di distruggere tutto per una sola mossa falsa, o se rifugiarmi fra i bonsai.

Mi lancio un’occhiata alle spalle, ma non vedo nessuno.. possibile?

Era dietro di me di poco e pensavo che fermandomi, lo avrei avuto addosso.

Scruto ovunque, eppure non lo vedo.

E il mio sesto senso mi dice che c’è sotto qualcosa.

Esitare non mi serve a niente e opto per fare un po’ di giardinaggio, ma il cellulare inizia a vibrare forte nella mia tasca.

Rispondo scocciata, senza nemmeno guardare il display e cercando Michele con lo sguardo.

-Pronto?

-Sara? Ciao, sono Daniele!

Casco dalle nuvole sobbalzando. È l’ultima persona che mi aspettavo di vedere.

-Ciao Daniele!- rispondo, ma non sono sicura di risultare tanto entusiasta – Come stai?

-Io benone! Tu?

-Idem…

-Senti, scusa se ti disturbo… volevo chiederti se domani sera potevi uscire…

-Domani? Sì sono libera.

Primo appuntamento con quel figo di Daniele. Allora perché non riesco a risultare così felice?

-Allora se ti passassi a prendere per le otto?

-Sì, va benissimo! Ci vediamo, allora!

-Ciao, Sara, un bacio.

Sospiro, riattaccando. Mi sento lontana dal mondo, ma è solo un secondo, perché due braccia forti mi abbracciano da dietro, cingendomi i fianchi.

Le mani di Michele si allacciano sotto il mio seno. Non è una presa ferrea, ma il sospiro mi si mozza in gola, come se qualcuno mi avesse pugnalato.

Mi aspetto una frase divertita o una presa in giro, ma Michele non pronuncia una parola.

Il suo fiato caldo mi scompiglia i riccioli e le dita delle sua mani grandi mi accarezzano dolcemente il ventre.

-Chi è?- mi domanda in un sussurro così basso che penso di essermelo immaginato.

So a chi si riferisce, anche se non capisco quando abbia potuto incontrare Daniele.

-Il cugino di Anna.

Si china appena per avere le labbra all’altezza del mio collo. Mi da un solo bacio che mi elettrizza e rimane a respirare sulla mia cute.

-Chi è, per te?

Sento la gelosia trapelare dalle sue labbra e penso a Elisabetta. Non gliela darò vinta così facilmente.

Mi volto leggermente verso di lui.

-Un amico… intimo…

La sua presa si fa più forte e possessiva. Le sua mani hanno smesso di accarezzarmi, ma stringe convulsamente la mia felpa larga.

Per la seconda volta, non riesco a trarre un respiro completo, perché si inciampa fra i denti. Sgrano gli occhi quando mi abbraccia violento, poi, china il capo verso la mia spalla e vi appoggia il mento.

Rimaniamo immobili. Sento sulla schiena il suo petto che si alza e si abbassa al ritmo del mio cuore in tumulto.

Michele sembra riprendere la calma. Lo guardo, reclinando di poco il capo e incrocio i suoi occhi azzurri. Questa volta, il mio cuore  non ha proprio voglia di svolgere il suo dovere.

Devo informare mamma che soffro di tachicardia.

Non ho mai visto un’espressione simile sul volto beffardo di Michele.

È uno sguardo gelido, ma allo stesso tempo profondo. Rabbrividisco.

Credo che possa leggermi dentro.

È serio, arrabbiato, geloso. E maledettamente bello.

Non so da quanto tempo siamo fermi, fra la gente, a fissarci negli occhi e non voglio nemmeno saperlo.

È Michele che smuove le acque per primo. Si avvicina al mio viso, provocandomi un brivido di piacere e mi bacia dolcemente la guancia.

È una tattica, forse la migliore: quella che usa sempre. Delicatezza e dolcezza, per poi conseguire ciò che desidera.

E lo otterrà anche con me.

Le sue labbra morbide, la sua presa ferrea e quello sguardo mistico mi causano un giramento improvviso. Le gambe mi cedono, ma Rizzardi, prontamente, mi impedisce di abbandonarmi totalmente, stringendomi a lui.

Sento il suo sospiro sul mio collo e ancora una volta mi bacia, questa volta più convinto.

Mi ha in pugno.

E lo sa benissimo.

I suoi baci formano una scia ardente che prosegue dalla base del mio collo, alle guance.

Lo lascio fare. Chiudo gli occhi fregandomene della gente che ci guarda scocciata e alzo una mano per sfiorare il suo viso. Si irrigidisce, voglioso, ma prosegue nella sua opera di seduzione.

Mentre mi deposita un altro bacio caldo sulla mia gota, giro il capo per riuscire a guardarlo. Vedo i suoi occhi, poi mi concentro sulle sue labbra che ora sono ciò che più desidero.

Sembra leggermi nel pensiero. Sorride impercettibilmente e si accosta.

Mi bacia accanto alla bocca, poi si sposta a lasciare piccoli baci dolci su tutto il contorno delle mie labbra che ancora tengo sigillate.

Ma i fremiti e la mia voglia non sono fattori che posso controllare a mio piacimento, perché sono in piena balìa dei mie ormoni da diciottenne eccitata. E addio alla mia poca razionalità rimasta.

Le schiudo leggermente e ci guardiamo. I suoi occhi hanno riacquistato la loro vivacità: sono lucidi, scintillanti e bramosi.

Ci muoviamo l’uno verso l’altro simultaneamente.

Trattengo il respiro.

L’ho sognato e voluto per troppo tempo.

Ci sfioriamo. Non è esitazione. Vogliamo farci impazzire a vicenda e questa volta siamo pari.

Il suo odore mi invade, lasciandomi tramortita e sorpresa.

Abbiamo gli occhi ben aperti, studiandoci mentre ci chiediamo fino a che punto possiamo spingerci.

È inutile pensare al volere. Quello raggiunge l’apice.

Rimaniamo fermi, con le labbra che si accarezzano appena. Poi lo sento spostarsi al mio fianco, senza staccare le sue labbra dalle mie.

Voglio, devo approfondire il bacio. Ne sento il bisogno, non posso più resistere a lui.

Apro di più la bocca, per invitarlo a fare altrettanto e non devo pregarlo.

Mi sembra di vivere una scena al rallentatore.

Fremo e sospiro. Chiudo gli occhi. Buio.

Il suo odore.

Le sue labbra.

Il suo profumo, il suo sapore.

I nostri sospiri che si uniscono, ansanti, lussuriosi.

Mi mordicchia il labbro inferiore, senza farmi male, ma solo per darmi un assaggio di lui. Gemo di piacere e cerco i suoi capelli scuri, per giocarci, per provocarlo.

Saprò il suo sapore, scoprirò davvero le sue labbra.

-Michele?

Si rompe un incantesimo e piombo di nuovo alla realtà. Spalanco gli occhi e vedo che Michele ha appena avuto la mia reazione.

Ci osserviamo stupiti, interdetti. Non sappiamo cosa sia appena successo.

Senza rendermene conto arrossisco dalla sorpresa e dalla rabbia.

Lo stavo per baciare.

Io stavo per baciare Michele Rizzardi… lo stavo per BACIARE!

Ci allontaniamo in simultanea. Nel suo sguardo leggo irritazione per l’interruzione e confusione per ciò che stava facendo.

Respiriamo ancora più velocemente del normale e sembriamo appena scesi su un pianeta sconosciuto.

Mi ricordo solo adesso che qualcuno ha chiamato Michele. Mi giro di scatto verso chi ha parlato e scopro che è una ragazzina più piccola, mora e dallo sguardo cristallino simile a quello di Rizzardi.

Guardo Michele che, spaesato, si passa una mano fra i capelli, scompigliandoli.

-Alice!- sbotta- ma che cazzo…

La ragazzina arrossisce e ci ispeziona attentamente, un po’ in imbarazzo.

-Scusate!- si giustifica con una vocina flebile flebile –ma mamma e papà mi hanno mandato a cercare Michele…

Sua sorella.

Non sapevo ne avesse una.

Scrollo le spalle ancora frastornata e mi allontano di alcuni passi.

Non riesco ad assumere la mia solita aria maliziosa.

-Ci vediamo a scuola- borbotto appena e scappo verso i magazzini, sperando che il mio rossore sia passato inosservato.

 

 

 

 

Angolino personale

 

 

SCUSATE.

PERDONATEMI

 

Sia perché ci ho messo un bel po’ a scrivere, sia perché…. Questo è il capitolo che io preferivo in assolutoooooo

 

Ma invece, qualcosa è andato storto.   CRACH!

 

È scritto male! Lo so. Me ne rendo conto. Quindi perdonatemi. =(

 

Immaginate un po’ voi come possa essere la scena fra Michele e Sara abbracciati.. =)

 

Scusate ancora e anche SCUSA per gli errori e le ripetizioni che certamente troverete -.-‘’

 

Sono un po’ in depressione perché la mia grande vena artistica sembra sfumata nel nulla.

 

Comunque, nel prossimo capitolo… uhuhuhu ci vanno davvero davvero davvero vicinisssssssssssssimi al bacio xD

 

Firulì firulà… forse si baciano pureeeeee xD

 

UN GRAZIE A CHI LEGGE, CHI SEGUE E CHI PREFERISCE

E

UN GRAZIE PARTICOLARISSIMO E SPECIALE A CHI COMMENTA!!

 

 

@_Maddy_- -> mia cara, sono del tuo avviso… SI’ agli atti osceni in luogo pubblico!!! Ahaha xD

Magari farò altre scene in luoghi affollati, in effetti sono le più belle *___*

Tranquilla…. Rizzardi è perdutamente bramoso *_* di Sara, la sua ragazza non la considera quasi xD

Ti prendo in parola sai??? Dovrai assolutamente commentare u.u

Ma tranquilla… non sono andata avanti di molto :S!!!

Mi sei troppo simpatica xD

Un bacio!

 

@machi- - > ti ho preso alla lettera e ho smesso di pubblicare così di frequente xD

La verità è che bisogna sfruttare la vena artistica quando c’è… adesso sn a zeroooooo buuuuuuuuuuuu xD  anche io amo tanto Riccardo *___* sono mezza cotta di lui xD dopo Michele ovviamente u.u

Un bacione, e grazie dei complimenti ;)

 

@Marti_18 - -> mi spiace, ma quetso capitolo non sarà all’altezza degli altri, in fatto di scrittura ( piange ç___ç). Mi fanno piacerissimo i complimenti *__* e grazie per la recensione XD!!! Anna e Simone piacciono proprio!! Mi fate venire voglia di scrivere anche qualcosa per loro due xD

Daniele si metterà fra i due, ma relativamente. Sara, te lo posso dire u.u, non perderà la testa per lui… almeno secondo i miei attuali progetti.

Un grazie ABNORME!!! E un bacione!

 

@Saketta - -> che bello, che bello! Ti è piaciutooooo * me tanto felice*

Non ti preoccupare, Daniele sta sulle palle pure a me XDxD sarà bello e tutto, ma Sara ha micheleeee >.< davanti a me, per quanto riguarda la storia ho un buco nero, quindi non so ancora cosa succederà xDxD

Ricambio i baciiii!! Alla prossima!

 

@DreamsBecameTrue - -> anche secondo me Michele deve soffrire. COME OSA METTERSI CON ELISABETTA!!!!!!!!!

Scusa, sn pazza, ma sono dell’avviso che siano i personaggi a scrivere di se stessi… io alla fine ci metto poco. Funziona così nella mia testa. Pagina bianca. Idee zero. Poi improvvisamente scrivo senza conoscere il continuo xD

Anche io devo andare in terza e il “mio” ( sigh) lui in quarta. Però non abbiamo le classi vicine… uffa.

Lo vogliolovogliolovoglio!! Come Sara con Michele =(

Non ti preoccupare per i commenti! Mi fa piacerissimo che siamo belli pomposi e pieni di cose ;)!!

Spero di non averti deluso proprio con questo capitolo!!

Un bacio e esprimerò un desiderio per i nostri amori!!! <3

 

@Ellie - -> come ti ho già detto, Elisabetta è un nome che mi piace un sacco XD quindi tranquilla… anche perché il tuo archetto mi fa paura! Però quando suoniamo insieme di solito sono io che lo caccio negli occhi a tutti xD

Purtroppo non ho preso spunto da nessuno… ti conviene non venire al Calini xD che poi, se ci fosse un Michele simile per davvero… sarebbe MIOOOOOO xDxD

Se non ci incrociamo il marte, dai, amgari ci incontriamo un sabato in centro!!

Un bacioneeeeee!!!

 

 

 Eklypse

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo nono_ Un passaggio, milady? ***


CAPITOLO 9_ Un passaggio, milady?

 

A Elisabetta, la compagna insostituibile dei saggi… e che anche quest’anno trascinerò sul palco!

 

 SARA POV

 

-E…?- Laura e Michela mi fissano curiose.

-E quindi niente- commento tranquilla – Ci siamo baciati.

Esultano come due bambine: come se fosse la prima volta che mi faccio qualcuno!

-Quindi questo Daniele ci sa fare?- domanda Laura maliziosa. Mi risulta automatico sorriderle in risposta.

Sì. Daniele ci sa decisamente fare.

Lunedì scorso siamo usciti insieme e mi ha portato in una tisaneria in città. Sono rimasta sorpresa. Era un posto tranquillo, dove di certo non si potevano incontrare giovani, anche se il lunedì ce ne sono davvero pochi in giro, e non offrivano alcolici.

Mi sono divertita un sacco, però! Daniele è simpaticissimo e sembra di parlare con Anna o con Simone. Mi pare di conoscerlo da sempre!

Ma oltre i baci non ci siamo spinti e sinceramente non me ne importava. Considero Daniele come.. un amico. Anche se so che forse si aspetta qualcosa di più da me…

-Possiamo anche cambiare argomento, sapete?- ringhia Anna furiosa. Non le piace il mio feeling con il cugino, anche se non ho ancora capito il perché.

-Ma che ti prende?- la attacco, decisa a scoprire la verità.

Alza le spalle e mi guarda strano. Per fortuna non è telepatica, perché sennò avrebbe già letto tutta la mia mente.

-Io continuo a pensare all’Ikea- dice, sapendo che solo io posso capirla.

Certo che potrebbe anche smetterla di tirare fuori l’argomento ogni tre per due!

Cerco disperatamente di non pensare alla mia condizione di domenica e lei che cosa fa? Parla solo di quello!

Dov’è finita la mia migliore amica?

Per non parlare di Simone che, dopo averlo saputo, è andato in bestia perché non avevo baciato Rizzardi. E Simone non l’ha mai avuto in simpatia.

Ma si può sapere che cosa gli prende, a tutti e due?

-Vieni a casa mia oggi?- mi chiede Anna. Ma perché passa da una argomento all’altro? Non riesco a starle dietro!

-Non posso. Vado a mangiare con mio papà in centro e poi facciamo un giro per negozi. Non ho niente per l’inverno.

-Chiamami sta sera, allora- continua, poi realizzando qualcosa mi guarda stranita – scusa, ma vai a fare shopping con tuo padre?

-Direi di sì- ghigno – lui non capisce un emerito cavolo di vestiti e mi lascia prendere quello che voglio. In più, non bada al prezzo.

Anna sorride.

-Svelato l’arcano- commenta ridacchiando – scusa, faccio un giro prima che entri l’insegnante.

-Vengo con te- mi preparo per alzarmi, ma Anna scuote il capo.

-Stai qui, torno immediatamente.

La guardo scappare via, intromettendosi fra Andrea e Guido.

Sbatto arrabbiata i quaderni sul tavolo. Mi evita?

Cavolo.

Mi sento… tradita per la prima volta in vita mia.

No, che vado a pensare?

Anna non mi tradirebbe mai... se non volesse più vedermi me lo direbbe in faccia. Forse.

Perfetto.

Ricapitoliamo.

Ho quasi baciato Michele. Sono uscita con Daniele. Anna  e Simone se la sono presa. Michele sta con quella troietta da due settimane e pomiciano tutte le ricreazioni. Anna mi evita.

La mia vita sta decisamente girando per il verso giusto!

 

Il cellulare di papà squilla mentre sto provando un cappotto di lana che mi sta da schianto.

-Pronto?- risponde papà tutto allegro. Credo che gli faccia davvero piacere uscire con me, essendo l’unica figlia femmina e ormai troppo grande per le coccole.

Mentre mi guardo allo specchio per la decima volta – lo ammetto, sono vanitosa!- vedo il suo riflesso rabbuiarsi.

-Cosa c’è?- gli chiedo quando riattacca.

-Scusami, amore, ma mi chiamano in ufficio. C’è un cliente che fa storie.

Mi guarda dispiaciuto e colpevole.

-Non importa- dico alzando le spalle. La mia buona dose di vestiti l’ho già presa.

-Paghiamo, che poi ti porto a casa.

-No- dico in fretta. Non ho voglia di andare a casa, per domani ho già studiato – faccio un giro da Feltrinelli, poi prendo l’autobus.

Mi guarda a disagio.

-Sei sicura?

So che ha fretta e non voglio farlo arrivare in ritardo. Ho sempre avuto un certo riguardo per lui.

-Sì, non ti preoccupare!

Paga e mi lascia sotto i portici, correndo verso la macchina. Le mie borsine le ha prese lui, quindi sono libera di andare un po’ a zonzo.

Ed è quello che faccio. Guardo a terra e non mi preoccupo di chi incrocio. Ho voglia di svuotare la mente, di stare da sola.

Faccio fatica ad ammetterlo anche a me stessa, ma il comportamento di Anna e Simone mi ha lasciato interdetta.

E anche il mio rapporto con Michele sta decisamente subendo un collasso.

È mutato troppo rapidamente, dagli anni scorsi. La nostra gara mi sta facendo impazzire. Anzi, lui, mi sta facendo impazzire.

Mi sembra sempre più bello. E mi preoccupa. Mi lancia solo qualche frecciatina, dopo il nostro quasi-bacio e non ci prova più spudoratamente come prima. Che cavolaccio gli è successo??

E quella bionda… non lo prenderà troppo?

Senza rendermene conto sono in mezzo a Corso Palestro e continuo a camminare senza sapere dove vado.

Mi fermo un secondo prima di mettere piede sulle strisce pedonali. E farmi investire, dato che il semaforo è rosso.

Ma che ci faccio, ancora qui? Mi domando.

Sono confusa e indispettita, non ho voglia di andare da nessuna parte, se non alla fermata dell’autobus.

Un rombo di una moto sembra avvicinarsi. Odio le moto. Fanno un casino celestiale e…

-Ehi, ehi, Principessa, che ci fai qui?

Non riconosco la voce, soffocata dal casco e dal rumore del motore, ma solo una persona, mi chiama così.

Alzo lentamente la testa verso il motociclista che si è fermato accanto a me.

Il ragazzo si toglie il casco e una chioma scura vi fa capolino, scompigliata.

Michele è bellissimo.

Spettinato e leggermente frastornato, con uno sguardo più vivo che mai. È contento.

Il contrario di me.

Non sopporto vederlo con una ragazza fissa e poi osservarlo giocare con me.

Faccio una smorfia che non so come potrebbe essere interpretata.

-Un giro. E tu perché non sei a studiare?

Michele alza le spalle, disinteressato. Sembra un bambino e mi viene voglia di accarezzarlo.

Indossa un giubbino pesante per ripararsi dal freddo che ormai è fastidioso che gli aderisce al busto, risaltando i suoi muscoli non eccessivi.

-Niente compiti. Stai andando a casa?

Cosa devo rispondere? Mentendo? Opto per la verità, visto che non so come potrebbe trarla a suo vantaggio. Non può certo pedinarmi!

-Sì, vado alla fermata dell’autobus.

Fa un sorriso. Scende dalla moto, prende le chiavi e apre il sedile.

Ma che sta facendo?

-Ti do un passaggio- ridacchia, rispondendomi e prendendo un altro casco e porgendomelo.

Mi legge nel pensiero oppure il mio volto parlava per me?

Mi riscuoto solo quando lo vedo che tende il casco verso di me.

-Sei pazzo?- sbotto, terrorizzata – io con te in modo non ci vengo!

Alza gli occhi al cielo, esasperato.

-La so guidare, principessa e sono maggiorenne: posso portare un passeggero.

Allora è proprio imbecille.

-No, senti, io non mi fido di te. So come ti comporti quando guidi. Sei famoso a scuola anche per come infrangi i limiti.

E io non voglio finire ammazzata, penso convinta.

-Sara Aurora Ghirardi, Sali su questa moto.

Ehy!

Come cazzo fa a conoscere il mio nome per intero? E poi come osa darmi ordini!

-Ora, ascoltami bene razza di…

Non mi fa finire perché mi infila in testa il casco e me lo allaccia, incurante delle mie proteste.

Mi afferra per un braccio e mi obbliga ad avvicinarmi al trabiccolo.

-Sali sulla carrozza, principessa.

Lo guardo malissimo anche se non mi può vedere in viso.

Vuole la guerra?

Vuole la guerra?

E guerra avrà!

 

MICHELE POV

 

Finalmente cede e sale sulla moto. Le sorrido e mi rimetto il casco, prendendo posto davanti a lei.

-Sai dove abito?

Il suo tono di voce è strano… è… sensuale.

Cos’ha in mente, la mia principessina?

Annuisco appena e mi preparo a rimettere in moto.

O almeno, era il mio intento fino a tre secondi fa.

Mi abbraccia in modo troppo esplicito per essere solo un sistema di sicurezza. Mi stringe forte, mentre sento il suo corpo scivolare vicino al mio.

Mi irrigidisco, ma non posso controllarmi. Ho la salivazione raddoppiata e deglutisco cercando di non …

Oh.

Cazzo.

La sua mano è salita verso il colletto del mio giaccone e ha afferrato la cerniera.

Mentre il motore ruggisce, Sara me la cala lentamente, fino a slacciarmi il giubbino.

Una mano si intrufola sotto di esso, ad accarezzarmi il ventre.

Faccio urlare ancora di più il motore, ma non parto. Potrei perdere il controllo della mia anima gemella che morirebbe di crepacuore sapendo che l’ho tradita!

L’altra delle sue malefiche e splendide mani, invece, scende verso il bordo del cappotto, cercando la base dei Jeans.

La trova e alza la maglietta, cercando la mia pelle.

La scopre.

Rabbrividisco al suo tocco. È ghiacciata o forse sono io ad avvertirla così.

-Non parti?-mi sussurra, sporgendomi verso di me.

È una prova? Bene, io parto, se poi ci ammazziamo, carina, colpa tua!

Lo faccio davvero. Mi immetto nella strada principale e sfreccio per le strade deserte.

Non demorde. Continua a vezzeggiarmi, provocante.

Mi accarezza il petto e la  mano libera dalla stoffa si posa sulla mia coscia.

Devo cercare di mantenere il controllo sulla strada, ma mi risulta difficile con Sara che si insinua sotto la maglietta e ne approfitta per tastarmi gli addominali.

Non è la prima volta che tocca un ragazzo. Lo so e lo capisco.

Non è titubante, non è sorpresa, ma consapevole ed è capace di farmi provare brividi di piacere.

Al solo pensiero che qualcun altro ha avuto il privilegio a cui io aspiro da cinque, lunghissimi anni mi pizzicano le mani e mi viene una gran voglia di prendere a pugni il fortunato.

Senza rendermene conto, ho accelerato.

Forse troppo.

Sara urla qualcosa e non la sento, ma le sue mani sul mio petto si stringono a pugno e conficca le sue unghie lunghe nella pelle.

Dolore e piacere insieme.

Chiudo gli occhi solo per un attimo, per non perdere d’occhio la strada.

Faccio una smorfia e rallento, anche perché ormai manca poco a casa sua.

-Scusa- dico, ma forse non mi può udire.

Trovo casa sua, so dov’è perché ho racimolato abbastanza informazioni su di lei da conoscerla abbastanza bene, e mi fermo, spegnendo il motore.

È un palazzo verniciato di recente, bello, in un quartiere strategico, vicino al centro e anche vicino a scuola.

Non si muove lei, nè lo faccio io.

Rimaniamo per qualche secondo in questa posizione. Non riesco a capire i suoi sentimenti. Lei respira tranquillamente, io invece inspiro ed espiro lentamente per cercare di calmarmi e controllarmi.

È riuscita a farmi provare sentimenti nuovi, di desiderio ed è riuscita a controllarsi benissimo.

Oggi vince lei.

Poi, purtroppo, sento la sua pelle che si allontana dalla mia e lei scende dalla moto.

Si toglie il casco, dandomelo in mano. Ha i capelli ricci leggermente scompigliati e si affretta a darsi una sistemata veloce.

Non le piace farsi vedere scompigliata o almeno, è quello che credo.

-Grazie- mormora e si gira, correndo verso la porta di casa sua.

Sospiro e la guardo scappare via, verso il portone di casa sua.

Idiota. Dì qualcosa.

Si è fermata!

Ha suonato, le hanno aperto, ma non è salita!

Mi guarda: Dio com’è bella.

Sembra esitare, ma alla fine parla e mi strappa un sorriso.

-Vuoi salire?

 

 

 

 

 

Angolino personale

 

Lo so, lo so!

Avevo promesso un bacio! Il fatto è che il capitolo si è rivelato troppo “lungo” e non ce l’ho fatta a farcelo stare!

Però ci sarà, ve lo dico con certezza ;)!!!

Portate pazienza, vi prego!

 

Però a me l’immagine della moto mi piaceva molto anche se il pov Michele è durato davvero pochissimo... non che sia uscita benissimo, ma comunque…

Sono felice vi sia piaciuto il capitolo precedente, perché io non sono ancora soddisfatta xD

Spero mi torni la vena creatrice xD almeno di questo capitolo non sono così delusa.

 

Bene, ora passo a ringraziarvi di persona ^^!!

 

A proposito, sto scrivendo di domenica sera, e anche se non pubblico oggi vi voglio AUGURARE UN BUON RIENTRO A SCUOLA!!! ( a chi la frequenta ^^ xD)

 

BUONA FORTUNA A TUTTI!!!

 

 

@Marti_18 - -> grazie mille per i complimenti, almeno mi tirano un po’ su. Non ho ancora riletto il capitolo “labbra” quindi non posso ancora parlare oggettivamente, ma solo soggettivamente. xD

Però mi consoli *ç*!!!

Chissà chissà che faranno Alice e Riccardo, però avviso tutti di non starci troppo a pensare, perché per la storia principale non è così importante. Quindi, tranquilli… chiarirò la cosa in un capitolo extra alla fine penso ^^!!

Tantissimi baci e alla prossima !!

 

@saketta - -> ti ho deluso??? Sara ci è uscita con Daniele xD e non si sono neppure vbaciati!! Mi dispiaceeee ma non ti terrò sulle spine ancora a lungo!!!

Mi perdoni *ç*??????????? Vero????????? Me fa gli occhi da cane bastonato *___*

Grazie mille per l’entusiasmo che mi trasmettono le tue recensioni *ç*

Baciottoli!!!!

 

@paragni - -> come sono ben accetti i nuovi lettori *ç*

Davvero davvero ti sei emozionata?? Oddio che bello che bello!!!! Ma sei sicura??? Ok, scusa, basta xD

Solo che mi fa proprio piacere! Alla prossima !!!!!!!! *ç*

Baci!!

 

@_Maddy_ - -> sicura che si capisce bene *ç*?? Che bello! Mi tranquillizzi =)

Divertita al mare? Pronta per la scuola? Brr.. rivedrò il calini, che trauma xD

Io invece all’Ikea, mi diverto ancora a saltellare di qua e di là xD che vuoi farci… è troppo fantastico quel posto !!

Come ho accennato, nella parte sottotitolata, non è molto importante, quindi non starci a pensare troppo a Riccardo e Alice ;)!

Anche  a me Michele geloso mi piace tantissimo *ç*

E poi io sono cattiva saiiiiiiiiiiii??????????? Uhuhuhuhu xDxD

Bacionii!

 

@DreamsBecameTrue - -> tutte le  mie compagne mi hanno detto che Alice non la sopportano! Poverina XD ma che doveva fare poi??

STARSENE ALLA LARGA ECCO COSA <.< IDIOTA D’UNA RAGAZZINA!

Ehm.. sì, dicevamo??

Daniele è servito eccome *ç* checcarino che è Michele che rode >.

Perdonami anche tu se non c’è stato il bacio, ma mi piaceva finire qui questo! Piaciuto lo stesso?? *ç*???

Oddio, domani vedrò il mio amore… *___* mamma mia che voglia e che paura!!!!!!!! Però non era lui che ho sognato, ma una ex fiamma che iniziava per M. =) e i sogni non erano affatto vietati ai minori xDxD

Tanti baci!

Aggiunta del 13 - -> buuuuuuuu sono disperata!! Il mio Michele ha un taglio oscenoooo!! Fa schifoooooo poverooooooooo >.<

 

 

@Machi - -> sarà settembre? Dici? Speriamo che arrivi in fretta ottobre XD!

Mmm mi fai riflettere con la tua osservazione. È tutto il giorno che ci penso xD dici che è troppo una tirata per i capelli? Oppure semplicemente trovi tirate le loro parole? Cioè, secondo te avrei fatto meglio a rivedere la loro conversazione oppure non avrei dovuto metterla??

Scusa le domande, ma le critiche costruttive mi servonjooooo *ç*

Quindi grazie per avermelo fatto notare!!! *ç*

Un bacione!

 

 

@Ellie_sama - -> sai che ho voglia di vedertiiiiiiiii??????????? Grazie per i complimenti *ç* visto che ti ho dedicato il cap???????????????????

Quando lo farai col tuo ragazzo voglio riprendertiiiii >.

Ahaha !!

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo decimo_ the princess ***


CAPITOLO 10 _ The princess

 Approfitto per fare gli auguri a Elisabetta *ç*

E lo dedico a Elisa e Michela per lo splendido pomeriggio di compiti ;)



 

MICHELE POV

 

 

Prima di aprire la porta dell’appartamento, si volta a guardarmi con un’espressione strana.

-Mettiamo in chiaro alcune cose – incomincia e subito mi spunta un sorriso malandrino – niente battute stupide, niente riferimenti al sesso, soprattutto davanti ai miei fratellini, e…

-Stai calma!- la fermo prima che possa andare avanti per ore –Non mi devi mia presentare come  tuo ragazzo.

Mi lancia un’occhiata seccata, ma si decide a entrare in casa e io la seguo, docile come un cagnolino.

L’ingresso conduce a un ampio corridoio, verniciato di un giallo opaco e molto caldo.

Due bambini le corrono incontro, aggredendola con domande, saluti ed esclamazioni.

Mi sembra strano vedere Sara coccolare dei bimbi.

Ho come un flash.

Lei, adulta, come una mamma.

Sbatto più volte le palpebre, per riprendermi da quell’immagine.

Ma sono impazzito?

Non l’hai mai baciata, non ci sei mai andato a letto e la sogni come una madre?

Non vorrai sposartela, Michele!

Bhe.. forse!

Arrossisco a quel pensiero, d’imbarazzo e rabbia.

È meglio pensare a qualcos’altro! Non l’ho mai immaginata come la mia ragazza… e non penso sia il caso di incominciare adesso.

Mi accorgo in ritardo che uno dei gemelli – non saprei distinguerli, sono spiaccicati- mi ha notato e mi squadra curioso.

-Lui chi è?- chiede indicandomi e suo fratello presta attenzione su di me.

-E’ il tuo ragazzo, sorellona?

E rieccoli!

Ma cos’è? Una persecuzione?

Sara sbuffa, infastidita e mi osserva di sottecchi, astiosa. E io che centro?

Ghigno verso di lei.

Gestisci tu la cosa, principessa.

-Sara, perché non sei con tuo padre?

Li raggiunge la madre. Bacia Sara che non riesce a scappare da un abbraccio stritolatore e poi si accorge di me.

Mi sorride gentile.

-Tu sei il ragazzo che studiava con Sara in biblioteca!

Sorrido e le stringo la mano, gentilmente. Non credo sia il caso di dirle che non stavamo studiando.

-Infatti, mà,- si intromette Sara – ha bisogno di un aiuto in latino.

-D’accordo, ho capito, terrò a bada i tuoi fratelli.

Questi sbuffano e gridano.

-No, no, io voglio giocare con Sara!

-Deve aiutare noi a fare i compiti!

Ma Sara non li ascolta, probabilmente abituata ai loro capricci e mi fa segno di seguirla, lasciando la fatica di domare quelle pesti alla madre.

La camera di Sara è luminosa e ordinata.

Il letto è matrimoniale e nel vedere le lenzuola scure, la mia mente si perde a fantasticare.

-Aspettami un secondo- mi dice Sara – mi cambio e arrivo.

Sospira ed esce.

Scommetto centinaia di euro che si sta chiedendo perché mi ha invitato a salire.

Ma io sono al settimo cielo. Il modo migliore per abbattere il tuo rivale è scoprire il suo punto debole. E per scoprirlo, devi stargli vicino- molto vicino.

Sara mi sorprende mentre leggo alcuni fogli stampati sparpagliati sulla scrivania. È una storia.

-L’hai scritta tu?- le domando senza guardarla.

-No, è una storia di Anna.

Abbandono i fogli dov’erano e mi volto verso Sara con un sorriso sornione, pronto ad attaccare, ma le parole mi muoiono in gola.

Si è cambiata, certo. E non indossa più vestiti abbinati e attillati.

Al loro posto ha messo dei pantaloni di ciniglia grigi e una maglietta di paile troppo larga. Ai piedi porta due pantofole pelose, nere e ha i riccioli raccolti in una coda.

Bene.

Non avrei mai pensato che si sarebbe mostrata a me con i capelli fuori posto e trasandata.

Dovrei pensare che sta male. Dovrei prenderla in giro o commentare malignamente il suo disordine.

Peccato che io sia a bocca aperta a pensare a com’è bella.

È splendida, pulita e non volgare.

Mi guarda maliziosa.

-Dovresti chiudere la bocca, Rizzardi! Non pensavo bastasse così poco a metterti k.o.

La richiudo di scatto deglutisco.

Figura di merda.

Dov’è finito il seduttore in me?

Mi guardo attorno per cercare di trovare un diversivo e sono soddisfatto.

Il mio occhio cade su una foto in bianco e nero.

È la fotografia di una coppia di sposi e riconosco il padre e la madre di Sara, nettamente più giovani.

Ma quello che mi incuriosisce è la presenza di una bimba di quattro o cinque anni, dall’espressione vispa e astuta e una cascata di riccioli scuri.

-Sei tu?- domando fissando la piccola Sara paffuta.

Sara mi lancia un’occhiata di sfuggita, mentre sistema un po’ la scrivania.

-Sì, a cinque anni.

-I tuoi si sono sposati dopo la tua nascita!- commento.

Lei mi guarda e annuisce, interdetta dal mio entusiasmo infantile.

Dovevo distogliere la sua attenzione dalla figura grama di prima no?

-Assomigli a tua madre- dico esaminando ancora l’immagine – hai i suoi occhi e i suoi capelli. Però il tuo sguardo è diverso. Anche le labbra e il naso.

Wow. Potrei fare il critico d’arte.

Sara rimane un attimo in silenzio.

-Assomiglierò a mio padre.

-No- nego – tu e tuo padre non avete niente in comune.

Sto per continuare, ma sento la sua risata soffocata. Si è sdraiata sul letto e mi fissa con un sorriso provocante.

Se vuoi che ti salti addosso, principessa, non c’è problema!

-Ovvio che non ho nulla a che vedere con papà. Lui non è il mio vero padre.

Cosa?

What?

Nani?

-Come scusa?- chiedo stupidamente e lei ancora ride.

-A ben pensarci, è sicuro che io abbia preso tutto dal mio vero genitore. Anche l’arte di sedurre- mormora ammiccando. Che sappia sedurre, è poco ma sicuro.

-Non ti seguo.

Alza le spalle.

-Secondo mamma, anche se non ne parla mai volentieri, mio padre era un seduttore nato.

Ancora la fisso senza capire o meglio, voglio sentire la storia raccontata da lei, senza inutili deduzioni.

Sospira e si siede fra le lenzuola.

-Mio padre ti assomigliava, da un certo punto di vista. Anche lui si portava a letto tutte quelle che incontrava. Ma con mia madre qualcosa è andato storto.

La osservo senza vederla realmente.

-Stai dicendo che sei nata per errore?- chiedo a bruciapelo.

Lei sorride, affermativamente. È tranquilla.

-Mia mamma si è fatta mettere incinta da lui a diciannove anni. Voleva obbligarla ad abortire, ma a quanto pare, per dispetto o per amore, mia madre mi ha tenuta. Ed eccomi qui!-

Spalanca le braccia e si lascia cadere sul piumone soffice.

Non so cosa dire. Mi sento una merda in realtà.

-Scusa..- è l’unica parola che formulo e non sono nemmeno sicuro che sia quella giusta.

-E perché?- esclama – mica è colpa tua.

Deglutisco.

-Sì, ma anch’io mi comporto così.

Mi fissa, critica.

-Tu pianteresti una ragazza che aspetta un bambino? Insisteresti perché abortisse senza il suo consenso? Certo se lei fosse d’accordo, allora sarebbe perfetto, sarebbe un altro paio di maniche.

-No, non lo farei mai..- borbotto e ancora mi sorride.

È la prima volta che la vedo così… vera.

Così vicina a me.

 

SARA POV

 

Non parla più, a disagio.

Non credevo di ritrovarmi a parlare della mia famiglia con lui. E mi sembra naturale, come quando mi confido con Anna o Simone.

Sono in camera mia con Michele Rizzardi e stiamo solo parlando, e anche piuttosto seriamente.

Il mondo può anche finire, a questo punto.

-Ma conosci tuo padre?

Rifletto se rispondergli. Parlare di questo argomento non mi piace, sarà meglio sviare in fretta il discorso.

-No, mai. È sparito dalla circolazione. Ormai il marito di mia mamma è il mio papà.

Annuisce, comprensivo.

Distolgo lo sguardo da lui, amareggiata. Non è colpa sua, ma ricordare chi mi ha messo al mondo e pensare che non immagina nemmeno che faccia io abbia, mi innervosisce.

Sono sempre stata consapevole di non avere un padre vero e il matrimonio dei miei lo ricordo, anche se solo come immagini sfocate e colori e profumi.

Il colpo più grave è stata la nascita dei gemelli, per fortuna che avevo già undici anni. Loro sì che sono davvero i figli di mamma e papà. E assomigliano a loro due, non a una persona estranea.

Chiudo gli occhi, pensierosa e non mi accorgo che Michele ha messo via la foto e si avvicina, se non quando sento il materasso che si abbassa lentamente sotto il suo peso.

Sgrano gli occhi e mi volto di scatto.

Ho perso la concentrazione e…

E invece niente. Michele non ci sta provando. Si è solo sdraiato accanto a me, con le braccia incrociate sotto la testa.

-Che fai?- mi scappa detto e ne approfitta per ridacchiare come un’idiota.

-Niente!- ammette – ma se vuoi che faccia qualcosa…

-No- sbotto troppo velocemente, tornando a guardare il soffitto.

E ho mentito.

-Vorresti conoscerlo?- domanda  dopo un po’.

-No,- ammetto, questa volta – non voglio mai averci a che fare.

Lo sento spostarsi un poco verso di me.

-Non sei curiosa?

-A volte- sussurro, in imbarazzo e a disagio. Basta, penso, non voglio più sentire parlare di lui!

Sembra capirmi perché smette di fare domande.

Sul mio soffitto ci sono incollate delle stelle luminose, che brillano al buio e ci perdiamo per innumerevoli secondi a scrutarle.

Le lenzuola si muovono appena e leggero è il suo respiro che mi solletica il viso, all’improvviso.

Non l’ho sentito spingersi verso di me. Puntella il suo peso sulle braccia  appoggiate accanto al mio viso e le sue gambe mi imprigionano il corpo.

Trattengo il fiato e lo guardo spaesata. Troppo immersa in me stessa per essere pronta a parare un simile colpo.

Non parla, non sfoggia il suo sorriso incantatore. Mi guarda e sento che ora non è solo il mio corpo ad essere in gabbia, ma anche il mio cuore.

Ha gli occhi azzurrissimi. Vorrei immergermi in essi e nuotare. Il mare cristallino, ecco cosa sono. E nascondono ciò che solo l’oceano cela.

Voglio scoprire cosa. Voglio scoprire tutto di lui.

Non mi basta più provocarlo, non mi basta più averlo solo fisicamente.

Voglio tutto lui. Il suo corpo e il suo cuore.

Non so nemmeno io quando ho alzato una mano verso il suo viso, me ne rendo conto solo quando sento la sua pelle sotto le mie dita.

Disegno ghirigori invisibili sulla sua guancia, sfiorando le ciglia, il naso, il mento e mi soffermo sulle sue labbra. Sono morbide e desiderabili.

Non mi sfiora, non cerca di sedurmi. Ci guardiamo e basta. E i suoi occhi sono un veleno ipnotico abbastanza potente.

Respiro accelerato e si avvicina.

I nostri respiri, come quella domenica, sembrano legarsi da catene indissolubili.

Ma questa volta non ci sono esitazioni.

Le mie labbra si ustionano al contatto con le sue, bollenti.

Le schiudo e fa lo stesso. Non so se segua i miei movimenti o se ci muoviamo insieme.

La sua lingua mi lecca le labbra e infine si unisce alla mia. Ballerine che non trattengono più la voglia di danzare.

Il bacio mi da alla testa.

Il suo sapore mi droga, mi eccita. Gli cingo il collo con le braccia, attirandolo più vicino a me. Lo bacio con trasporto, cercando di imprimermelo per sempre.

Si lascia cadere dolcemente su di me. Mi pesa, il suo petto contro il mio seno, ma quando le sue mani scivolano fra i miei boccoli non desidero altro che sentirlo ancora più vicino.

Non ho più fiato e ansante sono costretta a spostarlo da me.

Non lo guardo, ma chiudo gli occhi, mentre sento il suo fiato agitato e bramoso a pochi centimetri da me.

-Non mi basta- sussurra fra un sospiro e l’altro. Di scatto apro gli occhi, avventandomi sulla sua bocca.

Le sue mani armeggiano con la mia maglietta e riescono a sollevarne un lembo. Inarco la schiena quando le sento sul mio ventre e sotto il seno.

Stringo la sua felpa fra i miei pugni, fino a farmi diventare le nocche bianche.

Sono preda da una foga troppo forte per reprimerla.

Gemo sulle sue labbra che continua a baciarmi con passione e urgenza.

Stringo le ciocche dei suoi capelli ribelli e lo sento ansimare e gemere, mentre tocco la sua schiena tesa, intrufolando una mano all’interno del suo colletto.

Mi mordicchia il labbro inferiore, facendosi ambire.

Incontro i suoi occhi ancora una volta. Lucidi, eccitati e contenti.

-Baciami.

 

 

Angolino personale

 

Ehm..

Ehm

ecco, allora che ne dite?

Non commento niente voglio sentire voi, anche le critiche… so che è corto...

Non so se il bacio renda bene.. ma lo spero ;S

 

 

Non riesco a non commentare!! >.< non mi vengono mai come vorrei io i capitoli più importanti

 

DOMANDA PER TUTTI - -> se passate e nn avete voglia di commentare, rispondete almeno a questa domanda!!

 

Devo allungarlo?

L’ho fatto troppo spiccio, troppo freddo, poco emozionante o altro?

 

Voglio sapere su cosa sbagliooo!!! >.<

 

@Ellie_sama - -> non è che… pretendi troppo ;P???

In realtà Michele deve essere proprio come il mio futuro ragazzo xD

Direi che ci riscattiamo… è impensabile fare una figura di merda per colpa di un’insegnante!!

Spero ti ricrederai con questo capitolo… non scrivo così bene e sn sicura che potresti fare di meglio!!! ;)

Un bacione, a sabato *ç*

 

@Machi - -> ho capito cosa intendi, ed a rifletterci… penso sia vero. Per essere tirato lo è, anche perché con la storia nn c’entra proprio niente… cioè, non è affatto importante, ma è solo un “allungamento”… dunque, ti chiedo un consiglio, se non ti spiace… secondo te, devo aggiungere un discorso o una parte dove appaiono alice e riccardo e si conoscono un po’, o sarebbe peggio? Lascio stare o cerco di aggiustare?

Aspetto il giudizio, buono o brutto che sia, anche su questo capitolo ;)

Baci baci

 

@saketta - -> dubitavi che Michele salisse? Era ovvio…

E il bacio c’è stato!! Non ho niente da dire.. aspetto al patibolo, un pollice in su o uno in giù…

Che ne dici???????????? Fammi sapere… *ç*

Un bacione

p.s… aspetta che per Sara e DANIELE ho in mente qualcosa… xD

 

@Maddy - -> dai, tranquilla… Anna e Simone si arrabbiano perché…………….. dai su, ci arriviamo perché nooooo??????? XD

Non capisco la frase “ doveva fargli pi male.. ect” chi doveva farlo a chi O.o

Ok, la mia intelligenza è pari a zero… ma anche per me è riniziataaaa BUUUUUUU

Uffa… per lo meno riniziano anche le uscite il sabato con tutte le amiche… =D

Il papà di Sara, la adora, perché è l’unica femmina e perché comunque, non essendo sua figlia naturale, la tratta ancora meglio ;)

Un bacione, alla prossima *ç*

 

@Marti_18 - -> Grazie grazie grazie… e grazie anche per l’innamoramento per la fic… *ç*

Grazie grazie grazie grazie *ç*

o.. l’ho già detto grazie??? xD

voglio i commenti sul bacioo >.

un megabacione

 

@DreamsBecameTrue - -> OOOO come sono felice che ti emozioniiii >.<

Daniele servirà, vedrai ( penso xD)

Ehy, non svenirmi sulla tastiera eh???!!!!! Io sono al primo piano e lui al terzo, fai te!!!!!!!!!!!!!!!! >.<

Spero che il tempo scorra in fretta…

Bene.. allora… CHE NE DICIIII???????????? Me vuole sapere, me vuole sapere >.

Basiottoli!!!!!!!!!!

 

UN GRAZIE A TUTTI QUANTI… E CHI PASSA DI QUA… UN COMMENTINO PLEASE U.U

 

Sennò non scrivo più…

AHHAHAHAHAAH

 

Scherzo, mi piace troppo sta fic, ( come sono modesta u.u O.O) quindi la scrivo per piacere personale xD

 

Ekly

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo Undicesimo_ Vendetta ***


CAPITOLO 11_ Vendetta

chiedo scusa per la confusione e la poca chiarezza del capitolo... non si capisce niente xD 

=(

 

NARRATORE

 

“Rispondi.. rispondi…” pensa Anna ininterrottamente, mentre stringe fra le mani il telefono cellulare.

Cinque squilli, sei squilli, sette…

-Pronto?- esclama una voce trafelata e distratta.

-Simo!- Anna non si preoccupa di abbassare la voce in autobus. È convinta che il borbottio degli studenti copra la sua telefonata, ma è così presa da essa, che esagera con il tono di voce e i movimenti.

-Che succede?- domanda sbrigativo Simone. Il ragazzo è sorpreso per la confidenza con cui lo chiama, ma è un’espressione di affetto dettata dall’euforia.

-Ma dove sei?- domanda ingenuamente Anna, sentendo di sottofondo grida e schiamazzi.

-E’ l’una, Anna, sono a scuola, dove vuoi che sia… anzi, sto cercando di uscire dall’ingresso principale… enorme errore perché è intasato come…

-Simo!- urla un’altra volta Anna eccitata, interrompendolo.

-OSSANTISSIMINUMI- grida il ragazzo di rimando, esasperato- che cosa c’è?

In un altro momento, Anna non avrebbe lasciato passare il commento sgradevole senza aver prima risposto a tono, ma ora sembra non essersene nemmeno accorta.

-Si sono baciati!

Simone impreca contro una persona che lo stava spintonando, poi si dedica alla telefonata.

-Si sono baciati? Bene, di chi stai… NO!

Simone capisce e si ferma in mezzo alla calca, per subire altri notevoli spintoni.

-Giuro!

-Cioè, Sara e Michele… ma è.. porca puttana, stronzo!.. dicevo che è fantastico!

Simone è entusiasta, ma Anna sa che Michele non gli sta simpatico.

-Scusa tanto, mi prendi in giro?

-Perché?

Simone si è liberato della folla e finalmente respira.

-Perché non sei mai stato felice della mia idea.

-Infatti! Ma ora si sono baciati, quindi la smetteremo con questa stupida…

-Senti un po’, ragazzino- sbotta Anna, colpendo Simone sul suo punto debole: l’età –Tu ti atterrai a ciò che noi grandi abbiamo deciso, chiaro??

Simone sbuffa.

-E’ una stronzata!

-Sarà! Ma siamo due contro uno e la tua opinione conta meno!

-Ma io a che servo?- tenta l’ultima carta il ragazzo, concentrandosi sulla strada per non venire investito.

-Smettila di borbottare! Io mi diverto! E quindi lasciami divertire.

-Vi divertite tutte e due…- commenta saccente Simone, pensando al terzo componente del trio.

Anna ride, allegra.

-Ammettilo che piace anche a te tutta questa storia…

-Nemmeno sotto tortura.

-Cavolo, Simone, dovrò torturarti…

L’unica cosa che Simone sente, prima che Anna riattacchi, è la sua risata soffocata.

Anna sorride, mentre aspetta che il semaforo diventi verde, ma all’improvviso, la sua visuale diviene offuscata.

-Indovina chi sono!

Anna ride, mentre esclama il nome del ragazzo che tentava di confonderla.

-Non è giusto- si lamenta il biondo – dovevi spaventarti…

-Ma non fai mica paura…

-Be, dovresti averne!- sussurra con un’espressione assatanata e si fionda sulla ragazza, facendole il solletico.

-No, no!! Ti prego! Smettila!

I due ragazzi, fuori dalla scuola si divertono, consapevoli di non essere visti né da Sara, né da Michele.

-Allora, hai sentito la novità, non è vero?- chiede lui dopo un attacco di risate particolarmente irrefrenabile.

-Ovvio…

-Quindi?

Anna sogghigna e il biondo la imita. Sembrano due bambini dell’asilo che tentano di far capire a una bambina, che il moro della classe vicina vorrebbe stare con lei.

Manca solo un bigliettino con una duplice scelta.

-Quindi si continua col piano B!

 

MICHELE POV

 

Riccardo mi ha dato del pazzo, al telefono, quando gli ho detto che avrei accompagnato Elisabetta a fare un giro in centro.

Non capivo perché, ma ora, decisamente, sì.

È la bellezza di un’ora e mezza che sono alla coin ad aspettare che lei scelga quale vestito comprare. Un’ora.e.mezza.per.un.dannatissimo.vestito.

Per non parlare del fatto che sembrano … sono… osceni!

Osceni!

Mai visto niente di peggiore. Se prova anche solo una volta ad uscire con me con addosso uno di quelli stracci che si sta provando…

-Amore- mi chiama. Odio che mi chiami amore – che te ne pare di questo?

Mi preparo a trovarmi di nuovo di fronte a dei pezzi di stoffa mal confezionati e mi volto.

Oh, cazzo.

Questo fa proprio schifo.

È mini, praticamente invisibile e di un colore indefinito. Marroncino chiaro, schifoso.

E ha un collo di proporzioni gigantesche.

-ehm…- mentire? Devo mentire? Ma se un vestito simile farebbe schifo persino addosso a una modella! –forse è un pelino corto…

Mi guarda spaesata con gli occhi chiari e arrossisce di botto.

Ma perché deve fare così?

Prima entusiasta, poi triste, prima schietta poi improvvisamente timida…

-D-dici? Credevo ti piacesse…

Insomma, ma sembro un ragazzo con un gusto pari a zero?

Ok, mi piacciono le belle ragazze, mi piacciono le gambe, delle belle ragazze, ma non è che voglio uscire con una ragazza che assomiglia a una prostituta!

È questo il problema: che io con Elisabetta non ci faccio solo sesso, ci esco pure insieme!

-Massì, non ti sta male solo che…

Sono in difficoltà. Non voglio offenderla, sono fatto così: ho il terrore di ferire una ragazza più del dovuto.

Ho sempre avuto storie di una o due notti e mai una ragazza come Elisabetta.

Mi sento un cretino. Al diavolo il mio esperimento.

Io non ce la faccio più a stare con lei.

Voglio la libertà! O almeno, un’altra ragazza!

Solo che me la faccio sotto. Non ho il coraggio di mollarla.

Non è questione di avere coraggio o non averne affatto… è questione di scegliere fra l’essere classificato come stronzo o mantenere ancora una certa reputazione di “figo assurdo”.

Come faccio a non far coincidere le due cose?

All’inizio avevo messo in chiaro che non sarebbe durata più di qualche giorno, ma, non so nemmeno io il perché, ho tirato la storia decisamente troppo per le lunghe.

E ora la piccolina si è messa in testa di essere davvero e ufficialmente la mia ragazza. L’ha scritto persino su face book!

Sono rovinato.

-Sei geloso?- chiede piano piano.

What? Geloso?Io? Di chi?

-Come?

Lei sorride a trentadue denti e squittisce allegra. Fortuna che non doveva essere un’oca come tutte le altre. Se non fosse brava a letto e io non fossi un galantuomo la pianterei qui.

-Oh, amore! Come sei gentile! Non vuoi che gli altri mi vedano così vestita? Non ti preoccupare, lo indosserò esclusivamente quando saremo a casa tua da soli!

-Io veram…

Sparita nel camerino.

È ufficialmente un’oca. Stupida, fra l’altro. La mia faccia esprimeva gelosia? Era disgusto, scema!

Basta, sono davvero spossato.

Mi appoggio allo specchio e mi lascio scivolare a terra, specchiandomi in quello di fronte. Sembro sfinito e ho i vestiti stropicciati. Felpa scura e jeans. Vestiti normalissimi, se Sara Ghirardi non li avesse definiti, addosso a me, “belli”, ieri sera, mentre mi accompagnava alla moto.

E io da perfetto cretino sono andato anche a scuola vestito così. C’era da dubitarne?

Sara Ghirardi.

Chiudo gli occhi e sento sulla mia pelle il suo tocco, sulle mie labbra le sue.

Ma perché eravamo in casa sua, in presenza della mamma e dei fratellini?

L’avrei fatta mia.. ce l’avrei fatta. Ma non avrei saputo chi si sarebbe concesso a chi.

Voglio un altro bacio. Voglio sentire un’altra volta il suo sapore magnetico…

-Miky! Sono pronta, pago e andiamo!

NO! Ditemi che non l’ha preso…no, dai, sta scherzando. No… si sta avvicinando alla commessa solo per chiederle un’informazione…

Oh Dio! L’ha preso sul serio!

Disgustato, esco con lei incollata –letteralmente- al mio braccio, mentre cerco una scusa plausibile per distrarla dal suo chiacchiericcio inutile. In casi come questi, preferisco decisamente la sua versione timida.

Poi la vedo, la mia scusa. Non sento mio cugino da due giorni, ma sono inutili dettagli.

Mi districo da Elisabetta e mi sbraccio verso Edoardo, che sta per fermare l’autobus per tornare a casa. Penso di non aver mai apprezzato la sua presenza quanto oggi.

Mi vede all’ultimo e si allontana velocemente dalla fermata, per salutarmi.

Oh. Quanto adoro mio cugino?

-Miky, cavolo! Potevi dirmelo che saresti venuto in centro!- dice dandomi una sonora pacca sulla spalla.

Ricambio il saluto con un pugno ben assestato alla sua spalla, ma senza la pretesa di fargli male, visto che è almeno due volte la mia persona.

Edoardo vede Elisabetta per la prima volta e si irrigidisce, in imbarazzo.

-Oh, scusami, non sapevo che tu fossi…

No. No, Edo, cuginetto… guardami cazzo. Sono qui!

Vorrei urlarlo ma non posso e sembra che non veda le mie espressioni eloquenti.

Devi liberarmi da lei, Edoardo, non assecondarla!

-…Con la tua ragazza!  Sei Elisabetta, non è vero?

Cazzo.

Elisabetta sembra essere in paradiso dalla felicità per essere riconosciuta con l’epiteto di “sua ragazza”.

Arrossisce, balbetta e poi mi si avvinghia peggio di prima.

Devo ricordarmi di farla pagare al mio caaaro cuginetto.

-Stavamo andando a casa…- dico, sperando che almeno adesso, Edoardo capisca che deve invitarmi da lui.

Macchè! Il suo cervello dev’essere paragonabile a quello di un’ameba!

-Capito, ragazzi!- esclama strizzandoci l’occhio – allora scappo e vi lascio filarvela a casa! Non voglio sapere cosa combinerete!

Ma è proprio scemo? Non voglio imbucarmi con questa qui!

Elisabetta tartaglia compiaciuta e lo saluta con la mano, senza parlare, vergognosa, mentre io mi limito a osservarlo, adirato.

Pensa positivo Michele.

Sesso.

Sei in astinenza da due giorni e ieri con Sara ti è andata male, quindi ti rifarai adesso.

Ma il mio corpo reagirà con Elisabetta dopo avere avuto l’assaggio di un frutto migliore?

Sospiro e chiudo gli occhi, mentre avverto Elisabetta che mi trascina verso la mia moto, parcheggiata nella piazza adiacente.

Il vento scompiglia i miei capelli ribelli che mi solleticano la fronte e il collo, rasserenandomi.

Apro gli occhi in tempo per vedere Edoardo che mi guarda stranito, senza capire, fermo dove poco prima stavamo parlando.

Lo capirà a suon di pugni, poco importa se finirò all’ospedale… un pugno, almeno uno, glielo devo tirare!

-Allora..- sorride Elisabetta felice – a casa tua?

Ingoio amaro e annuisco.

Non mi scoccia andare a letto con lei.

Ma ho paur…

Cazzo.

Io non ho paura! Ho fatto sesso con ragazze meno eccitanti di Elisabetta che, devo ammetterlo, è migliorata dalla sua prima volta.

Sara Ghirardi.

Il suo nome e il suo volto nella mia mente.

Maledetta stronza.

Se oggi non succederà niente sarà solo colpa tua.

E se mi ecciterò sarà solo grazie al ricordo dei tuoi baci.

Non è Elisabetta che voglio. È la mia mora preferita.

Alzo gli occhi verso il cielo autunnale. L’inverno è vicino. I giorni trascorrono e non posso più permettermi di perdere tempo.

Sono stufo di accontentarmi.

Sono stufo marcio di farlo.

E’ ora di conquistare la mia principessa.

 

 

SARA POV

 

Do uno schiaffo alla macchinetta che timbra i biglietti sull’autobus, furiosa.

Perché ho deciso proprio oggi di fermarmi a una ridicola riunione, completamente inutile?

Sospiro e cerco di calmarmi.

Lo odio. Odio questa gelosia che mi rode e che non dovrebbe appartenermi.

Ma tu sei maledetto, stronzo, perché penserai a me. 

Quanto lei ti bacerà, quando ti accarezzerà e quando si concederà a te.

Avrai solo i miei baci e il mio sapore nella tua mente. 

Sei condannato, Rizzardi: tu sei mio.
 

pensavo l'avessi già capito, ma a quanto pare, mi sbagliavo.

Mi è appena sfrecciato davanti, in moto, avvinghiato a una stupida biondina.

Doveva essere una storia superficiale,breve e allora perché sta ancora insieme a quella?

Non posso accettarlo. Mi sento… messa da parte.

Arriccio il naso a quel pensiero.

Sto diventando ossessiva, ma le sue labbra… sono una tentazione a cui non posso resistere… e pensare che fra poco saranno di Elisabetta…

Impreco ad alta voce e due primine mi guardano scandalizzate.

O andate al diavolo. Io non mi vesto come una puttana per andare a scuola!

Se solo me ne fossi andata via subito, all’una e non mi fossi fermata a scuola! Non lo avrei visto…

Non riesco a calmarmi e ci rinuncio. Prendo il mio cellulare dalla tasca dei jeans e digito in fretta un messaggio.

 

Anna, quello stronzo non mi ha degnata di uno sguardo!

 

Guardo fuori dal finestrino aspettando la risposta di Anna che non tarda ad arrivare.

 

Se non la pianti ti uccido. E’ il terzo messaggio uguale che mi mandi. Ascolta, tu eri dalla parte opposta della strada, nascosta dietro a una coda di macchine, lui sfrecciava sull’asfalto e grazie a Dio guardava la strada.

Non poteva vederti! Quindi è ovvio che non si sia fermato!

E smettila di fare la fidanzatina gelosa! :D

 

Sì, Anna ha ragione, non poteva vedermi e devo smetterla di…

 

-FIDANZATINA GELOSA?-urlo e mi accorgo troppo tardi di essere in mezzo all’autobus.

Figura di merda. Vorrei sotterrarmi, o magari scendere in fretta… accidenti, le porte si sono già richiuse.

È salito un bel biondino, dall’aria stanca e gli occhi color caramello.

Lo guardo di sfuggita mentre cerco una risposta abbastanza velenosa per Anna, ma subito mi rendo conto di chi sia il ragazzo.

-Dani!- esclamo al settimo cielo.

Un amico, un tipo simpatico e soprattutto… un ragazzo innamorato.

Sorrido per ricambiare al suo sguardo felice.

-Sara, piccola che ci fai qui?

Io non sono piccola, ma non credo sia il caso di fartelo notare.

-Torno da scuola, stanca morta e mi aspetta tutta una giornata da sola in casa!

Daniele è il ragazzo perfetto per trascorrere il tempo e per divertirsi. E sono sicura che accetterà la mia proposta sottintesa.

Per un attimo, però mi pento di ciò che voglio fare.

È il cugino di Anna, non dovrei arrivare fino a questo punto…ma voglio vedere Michele geloso quanto lo sono io adesso.

Se lui si diverte, lo farò anch’io.

-Sei sola soletta?- ammicca suadente Daniele.

Ha abboccato e mi strappa un sorriso malizioso e sincero.

È dolce e bravo con le ragazze. Sa come muoversi e, se non avessi sempre per la mente un altro ragazzo, farei parte della lista delle sue conquiste. Se fossi un gattino mi lascerei cullare, ma per sua sfortuna, ho gli artigli affilati.

-Sola… per tutto il giorno!- mugugno sfoderando l’arma letale: broncio e occhioni dolci.

Chissà se Michele riuscirebbe a resistermi…

È inutile pensare a lui, devo concentrarmi su Daniele che sembra felicissimo di assecondarmi.

Metteremo le cose in chiaro più tardi, a casa mia.

Non soffrirà, Anna l’ha avvertito che io non mi attacco a nessuno e, anche se ci rimarrà male quando tutto sarà finito, non mi dirà di no.

-Potrei farti compagnia…-sussurra, avvicinandosi di scatto a me, con voce suadente.

Non me lo aspettavo e mi ha sorpreso, piacevolmente.

Daniele mi piace davvero.

Rido e mi stringo a lui.

-E’ un’ottima idea.

Non mi accorgo che si è avvicinato ulteriormente, fino a quando non sento il suo fiato a pochi centimetri dal mio.

-Siamo d’accordo, allora- bisbiglia sulle mie labbra per togliermi il respiro con le sue.

Reagisco immediatamente, schiudendo le labbra e ricambiando il bacio.

È diverso da tutti gli altri baci che ci siamo scambiati. È più profondo, passionale e lo avverto possessivo.

Per un secondo, un solo attimo, mi è venuta voglia di separarmi da lui.

Non devo farlo. Mi piace, mi fa sentire a mio agio… ma non è Rizzardi.

Le sue mani nei miei capelli non mi trasmettono i brividi. Il suo bacio e i suoi piccoli morsi…non sono niente al confronto dei suoi…

Ma che senso ha rimuginarci sopra?

Michele sarà mio. Forse non ora, non a breve.

Ma sarà mio.

 

 

 

 

 

 

Angolino Personale

 

Linciatemi pure

Per il ritardo

E

Perché questo capitolo fa schifo pure a me…

Ci saranno errori, perché non l’ho riletto!

In più è un capitolo confusionario… non si capisce nulla!!!!

 

Credo vi aspettavate un miglioramento fra Michele e Sara che non c’è stato! Ma è fatto apposta! Non voglio che quei due si abbandonino subito uno all’altro!!!!!

 

Mi scuso per il ritardo, ma la scuola mi pressa di già!!!! Quindi non aggiornerò più così di frequente, ma cercherò di fare il possibile!

 

Aspetto commenti, anche se negativi… mi serviranno come doccia fredda!!!

 

 

 

@Ellie_sama - -> ti fa male il liceo… xD preferisco di gran lunga pensarti come critica che come prof xD

Ti ringrazio tanto… quindi non è corto, un punto per il corto XD

Allora.. te lo aspettavi un rapporto così…. Bello con Daniele????

E in questo capitolo sembra che Elisabetta e Michele vadano d’accordo XD

Ok, su, ammazzami…ahahah non è cambiato nienteee xD o così sembra U_U

Un bacione <3

 

@_Maddy_- - > mia cara maturanda ( non ti invidio) davvero non posso pensare alla tua  nuova vita di studentessa accanita ( brrrrr xD) che assomiglia alla mia O.O!

Ma almeno il sabato sera uscirai!!!!!!!! Suuuu!!!!!!!!!!! Quando fai la maturità vengo fuori dall’Abba e ti faccio uno striscione XD

Bene, passiamo alla storia… sono felicissima, che ti sia piaciuto e che lo definisci “caldo”… era il calore ciò che volevo trasmettere… a parte la voglia dei protagonisti xD

Ahahha la tua frase finale è bellissima xD non hanno fatto niente di niente… i fratelli si sarebbero spaventati O.O

 

4lb1c0cc4  - -> sono felicissima che ti sia piaciuto… ti è sembrato dolce davvero? Ehhh… in realtà quei due non sono così acidi =)!!

No, Sara non credo incontrerà il padre… è una storia solo su loro due e non voglio divagare troppo!

Spero non ti deluda troppo il capitolo =)

Un bacio alla prossima!

 

@saketta - -> mi spiace, ma Sara e Daniele fanno quello che pensi XDxDxD

Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto… e so che non ti piacerà questo giusto?????

Mi farò perdonare, promesso!!

Mi spiace molto ma non aggiornerò più cos’ in fretta.,.. perdo punti nevvero??? I’m so sorry… =(

Un bacione !

 

@Marti_18 - -> spero che tu non cambi idea su tutti i complimenti che mi hai fatto *___*

Grazie mille, davvero!

Aaa!!!!!!! Allora era passionale!! Benissimo *ç*

Quei due a momenti si divorano!!!

Alla prossima <3

 

@Vanilla_Sky - -> per prima cosa, BENVENUTA! E GRAZIE per le bellissime parole che scrivi!

Non ti dico che problematiche io abbia con questo nome che mi pento di aver scelto xDxD!!!

Elettricità? FANTASTICO! Quello che voglio *ç* e poi si sa che quei due… appena c’è qualcosa di morbido xD

Chissà se le tue ipotesi sono corrette?? Uhuhu.. ne smentisco subito una… il triangolo, tranquilla, non ci sarà! Solo SaraxMichele =)!!

Aspetta il prossimo che sarà decisamente meglio *ç*!!!

Baci!

 

@DreamsBecameTrue -  -> ho sbagliato con questo capitolo. Punto . mi dispiace… XD sto cercando di non farli troppo brevi… cmq dal prossimo tornano i nostri preferiti ;)!

Ahahahah il termine “ aspirati le tonsille” è più che corretto!!!! Ahahah avidini questi due eh???? XD

Oddio… che brutto incontro, ma almeno… TI HA PARLATOOO!!! Che sogno *ç*

Come ti invidio… sarei morta XDxD

Il mio oggi era vestito in un modo,…. Cielo *ç*!!

Un basiO!!!!

 

@vallinda - - > benvenuta anche a te per il commento XD! In realtà non riuscirei a scrivere altro… mi sentivo esaurita dopo aver battuto XD

Sono contenta che ti piaccia la storia… continua a seguirmi!!

Un bacio!

 

@rafata89 - -> sei l’unica che l’ha detto! Ti piacerebbe davvero? Mmm allora non so se in un extra o se mai in un capitolo successivo ne farò uno visto dal punto di vista di michele… che dici?? =)

Grazie mille per il commento e mi scuso se, quando andavi a controllare che aggiornassi non trovavi il capitolo nuovo =(

Aspetto il giudizio di       uesto un bacio!

 

@micino - -> non ti preoccupare, non importa se non hai mai recensito!! A parte la scuola, tutto bene XD! Continua a seguirmi e spero che con i capitoli successivi ti emozionerai ancora di più!! xD!!!

Baci!

 

@saradm21 - -> felicissima che ti sia piaciuto, non solo lo scorso, ma anche i precedenti cap! ma questo? Che ne dici? Mmm troppo … boh, troppo brutto? XD

Ho visto che hai commentato anche Ihate you… in realtà, non è una storia a più capitoli, ma è un unico capitolo!!!!! Quindi non ci sarà un continuo… grazie anche per quella, però!

 

@machi - ->ho letto subito, anche se una l’avevo già letta U__U, una delle tue storie… ho visto ora che hai aggiornato e non vedo l’ora di leggere *ç*

Credo che cancellerò la discussione… non serve a niente e preferisco puntare su Anna e Simone e il terzo misterioso =) che mi piacciono di più come personaggi =)

Questo capitolo non è bello, lo so, quindi accetto la critica =) o cmq non un complimento,… anzi se trovi qualcosa da farmi notare… vai !!! *ç* spara!!!! xD

Alla prossima, un bacio!

 

 

RINGRAZIO CHIUNQUE ABBIA COMMENTATO, CHI PREFERISCE E CHI SEGUE.

MI SPIACE PER IL RITARDO E LA MAL RIUSCITA DEL CAPITOLO MA PROMETTO UN MIGLIORAMENTO... 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo dodicesimo_ Gelosia ***


CAPITOLO 12_ Gelosia

 

 

MICHELE POV

 

-Sei serio?- sbotto al telefono. Riccardo sospira. Probabilmente ringrazia il cielo di trovarsi a molti chilometri di distanza, mentre mi informa di questa… ultima… CATASROFE!

-Ho letto su facebook – dice Riccardo, esitando appena prima di affermarlo.

-Su facebook? Hai letto una cosa simile su facebook?

-be… -cerca di spiegarsi –L’ho capito da un post che Daniele ha pubblicato sulla bacheca di Sara… era facile capire a cosa si riferisse.

Impreco, camminando avanti e indietro nello spogliatoio della palestra. Sento un paio di compagni che mi chiamano dal campo di gioco, ma le ignoro. Sono in ritardo, ma ora il basket è l’ultimo dei miei pensieri.

-Cosa dice il messaggio, esattamente? – chiedo fregandomi del fatto che, una volta saputo, la mia rabbia non diminuirà affatto.

-Miky…

-Non scassare! Leggimelo!

Riccardo borbotta qualcosa che, per sua fortuna, non capisco e legge il post, con una voce degna di un conduttore televisivo annoiato.

-Daniele scrive : Pomeriggio fantastico… altro che gattina, sei una tigre, tesoro”

Non penso niente. Non ci riesco: hanno fatto sesso.

Lui l’ha toccata, l’ha baciata, l’ha spogliata.

Figlio di puttana.

Afferro un asciugamano e lo getto dalla parte opposta del piccolo locale umido.

-Sei gelosissimo, Miky.

Esplodo, ascoltando quelle parole, che rompono il silenzio.

-NON.DIRE.CAZZATE!- urlo nervoso, abbellendo la minaccia con una poco fine imprecazione.

-E’ inutile che lo neghi- borbotta Riccardo, annoiato, ma preferisco ignorarlo, per evitare di rischiare di uccidere il mio migliore amico.

-E quello quant’è cretino a pubblicare su facebook una cosa simile? Sara non avrà apprezzato.. giusto?

-In realtà ha messo mi piace- dice facendomi sbiancare e subito aggiunge – però non ha lasciato nessun commento!

Non capisco più niente, se non la mia necessita di picchiare qualcuno. Se si chiamasse Daniele, quel qualcuno, sarebbe ancora meglio!

-Come tu vai a letto con Elisabetta, anche lei è libera di andarci con chi vuole!

-E’ proprio per questo che mi incazzo!- sbotto. Lei non è la mia ragazza e io non provo niente per lei. Allora perché una simile reazione?

Non sento Riccardo parlare e ne approfitto per riprendere il controllo di me. Sto perdendo tempo e concentrazione: il mio allenatore non me lo perdonerà facilmente.

-Stai bene?

No, sto di merda! Perchè mentre ieri facevo un sesso di convenzione con Elisabetta pensando al sapore di Sara, lei stava facendo un sesso assai migliore con.. quello… sfigato!

-Sto benissimo- dico mentendo e cercando di convincere prima me che lui – devo andare.

È solo quando riattacco che mi sale un dubbio.. come cazzo fa Riccardo ad avere per amici, su face book, sia Daniele che Sara, per aver letto quel post?

Prendo febbrilmente il cellulare per richiamarlo e fargli un dettagliato interrogatorio, quando la porta si spalanca di scatto.

-Ma porca..- urlo spaventato, gettando indietro i capelli spettinati con un gesto fluido.

.Miky, il mister è incazzato nero…

Federico mi guarda incerto, osservando ogni mia mossa. L’allenamento è già cominciato da un pezzo perchè Federico è già grondante di sudore.

I capelli chiari sono spettinati e non gli cadono sul viso solo grazie a una fascia rossa, il viso è arrossato e gli occhi chiari sono decisamente stanchi.

-Arrivo- borbotto e lo seguo incupito verso il campo da gioco.

 

Il coach ce l’ha con me. E non mi sembra di aver fatto niente di così drastico!

Sbagliare un tiro libero non è la fine del mondo e nemmeno un paio di terzi tempi… e poi non è mica colpa mia se ho perso qualche palla facile… ok, qualche cazzata l’ho fatta, forse troppe, ma non mi sembra il caso di porconare in turco!

Riprendo fiato mentre la squadra corre al canestro opposto.

-Rizzardi, muovi quelle gambe!!- mi grida l’allenatore. Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino fiaccamente a Federico che è rimasto indietro con me.

-Prima parlavi di Sara Ghirardi? – domanda e a momenti cado a terra dallo stupore.

Il mondo inizia a vorticare, al suono di quel nome.

Quanto ti odio, Sara? Sei solo tu che mi impedisci di giocare come si deve… di concentrarmi..

-E come lo sai?- chiedo sbigottito.

-Ho sentito la tua conversazione e so che avete un rapporto particolare, quindi ho immaginato fosse la Ghirardi, quando hai menzionato il suo nome.  Conosco sia lei, che Anna, la sua migliore amica: ero alle medie con lei.

Annuisco infastidito.

-Ho conosciuto Sara qualche anno fa e ci sono uscito insieme qualche volta…

Una fitta mi colpisce lo stomaco e alla lista delle persone da pestare si aggiunge anche Federico.

-Cosa intendi dire?- chiedo iroso e ricevo in cambio un’espressione quasi di scuse.

-Non credo che te lo debba spiegare… so com’è strutturato il vostro… rapporto. Anna …- esita prima di continuare – me ne ha parlato e mi racconta come procede fra te e Sara e… in realtà mi sembra che tu sia molto geloso.

-Io non sono geloso- sibilo correndo più veloce. Il mondo è coalizzato contro di me, non è vero?

Federico sorride gentile. È un ragazzo dolce, con poco spirito di iniziativa. Che cosa ci trova una come Sara Ghirardi, in lui?

-Allora, ti racconto! Sai, siamo andati a letto ed è stato davvero fantastico. Lei è eccezionale, dovevi vedere come…

Mi fermo di botto in mezzo al campo, stralunato.

-COSA?-  ululo furioso.

Poteva anche evitare di specificare quello stronzo. Come ha osato? Sara Ghirardi è mia… è .. inconcepibile una cosa simile!

-Visto? Sei geloso!- esclama fermandosi a pochi passi da me, soddisfatto di aver ottenuto una dimostrazione per la sua tesi.

Lo trucido con lo sguardo e lo vedo sospirare, stufo.

-Non te la devi prendere, Miky. Sara non da importanza alle sue storielle, esattamente come te, quindi essere geloso non ti serve a…

-Io non sono geloso!- lo interrompo, senza accorgermi che i nostri compagni hanno smesso di giocare e ci stanno ascoltando.

Federico ridacchia mentre vorrei sprofondare. Prego Dio di non essere arrossito.

-Rizzardi- mi richiama l’allenatore – non mi sembra che tu sia molto concentrato, oggi. Prendi una palla e inizia a giocare. Ti tengo d’occhio! Ricordati che la partita è vicina!

La partita? Ma chi se ne frega della partita!

Con un broncio degno di mia sorella prendo la palla e inizio a correre.

E non penso a niente.

 

 

La mia moto è senza benzina. La mia moto è senza benzina. La mia moto…!

Ok, respiriamo… respira… Michele respira.

Scendo svelto alla fermata in Corso Zanardelli e mi guardo attorno spaesato.

Non prendo un autobus da secoli e l’unica volta che lo faccio.. sale il controllore!

Che rottura! Tutte a me!

Il mister furioso, un allenamento estenuante, la moto a secco e la fuga rapida dall’autobus per evitare trenta euro suonati di multa.

Davvero, non potrebbe andare meglio.

Il cellulare vibra forte nella tasca dei miei pantaloni e svogliato, rispondo a mia madre.

-Pronto mà?

-Dove sei, Michele! È tardissimo!

-Lasciamo perdere.. ho la moto senza benzina… sono dovuto tornare con l’autobus, ma è successo un casino. Ora sono in centro, devo aspettare il prossimo pulmino.

-Come sarebbe a dire “la moto è senza benzina?”? Michele, perché non fai mai attenzione alle cose a cui dici di tenere? Senza benzina! E dove l’hai lasciata? Immagino che saremo o io o tuo padre a doverla andare a prendere! Sei sempre il solito! Mai una volta che tu sia previdente!

-Mamma, finiscila!- esplodo. Sono una miccia già infiammata, oggi – la moto andrò a riprenderla io! Non ho bisogno di niente!

-D’accordo, d’accordo – mia madre sembra essersi calmata, dopo la scenata iniziale – allora ti aspetto. Hai preso il regalo per Alice vero?

Oh Cazzo. E chi si ricordava che Alice compie gli anni?

Trattengo un’imprecazione, disperato.

-Oh.. il regalo… ehm… sì.. sì, sì l’ho preso…

Mi guardo attorno terrorizzato… Kiko, la Feltrinelli, Motivi.. dove vado? Dove?

-Mamma, ti devo lasciare!

Chiudo veloce la telefonata e corro – letteralmente- da Coin. Qualcosa devo trovare!

Una maglietta? Felpa? Portafogli?

Oggi è una giornata da cancellare, penso sfinito e accaldato per le continue corse.

Per fortuna che ci sono le scale mobili! Salgo al secondo piano,  reparto donna. In realtà non ho nessuna voglia di cercare fra scaffali colmi di vestiti, ma se torno a casa senza niente, oltre all’alto rischio di una morte lenta e dolorosa, mi sentirei una merda verso mia sorella.

Sospiro e mi infondo autonomamente coraggio, incominciando a frugare fra le marmaglie di abiti, in cerca di quello adatto.

Adocchio una camicia a quadrettini. Ha un taglio orribile, ma magari a quella svampita di mia sorella può piacere.

-Ma che schifo di camicia!

Appunto. Sospiro e la rimetto a posto, mormorando un “d’accordissimo” a chiunque abbia parlato, anche se non si rivolgeva a me.

Svogliato guardo le due ragazze, a qualche passo di distanza da me che stanno commentando un qualcosa che dovrebbe essere una camicia.

Il cuore manca un battito e a momenti non trattengo un’esclamazione ardita.

Sara Ghirardi, con la sua inseparabile compagna, è a meno di due metri da me, con un paio di jeans e un maglione che nasconde tutte le sue forme.

Un bene, altrimenti…

Ma poi la mia mente si ricorda di un particolare irritante.

La principessina è uscita con Anna, per raccontargli certamente qualcosa di particolare… a luci rosse.

Con protagonista lei e Daniele Gallesi.

Un cellulare suona con una musichetta odiosa e Anna si affretta a rispondere, con un’espressione schifata. Evidentemente la sua suoneria fa pena persino a lei.

Parla un po’ al telefono e mi concentro su Sara che sta studiando i vestiti davanti a lei. I suoi gesti sono veloci, decisi. Non si sofferma troppo su un abito, sa cosa vuole.

In questo momento, lo so anche io.

Vorrei un incontro faccia a faccia con Sara. E lo avrò.

Anna non si intrometterà, ci lascerà… parlare.

Non posso sopportare di navigare nel limbo in cui mi ritrovo, voglio sentire da lei come ha passato il pomeriggio di ieri.

Anna ha riattaccato e la sento esclamare un’esclamazione poco fine.

-Sara, scusami tantissimo, ma mamma mi vuole a casa fra mezz’ora e devo correre a prendere l’autobus.

-Non sei venuta in macchina?- le chiede secca Sara e Anna alza le spalle.

-Ci vediamo domani- Anna le molla un leggero schiaffo sul capo, ride e se ne va, mentre Sara scuote il capo divertita.

Dio, Zeus, Allah o chi per lui, grazie grazie, per aver fatto ricevere ad Anna la telefonata di sua madre!

Giuro solennemente che accenderò un cero al Duomo, prima di tornare a casa.

Sara sceglie una maglietta sotto il mio sguardo nascosto e si guarda attorno, in cerca dei camerini.

È quando si incammina che mi decido a muovermi.

In due sole falcate l’ho raggiunta.

Mi da la schiena e ciò facilita e amplifica l’effetto sorpresa.

La mia mano corre a stringerle un fianco e, quasi con violenza, la spingo verso di me, facendo aderire il mio petto alla sua schiena.

La sento sobbalzare fra le mie braccia e reprime un urlo di sorpresa.

-Principessa…

Il mio è un sibilo secco, cattivo, al suo orecchio.

Si irrigidisce e sussurra il mio nome. Detto da lei, sembra una sinfonia dolce e accattivante: ipnotica.

La stringo ancora più forte, possessivamente. Il suo profumo delicato mi invade le narici e mi da alla testa, come la migliore delle droghe.

-Sei in vena di shopping?- chiedo, per farla parlare e per renderle chiaro il mio stato d’animo iroso.

Lo avverte ed è scossa da un brivido che non so classificare: freddo? Paura? Bramosia?

Rapida, riesce a sfuggire alla mia presa e si volta a fronteggiarmi, con i riccioli ordinati sciolti sulle spalle.

Per un attimo, uno solo, vacilla guardandomi.

I miei capelli sono ancora umidi, spettinati e gli occhi brillano, eccitati, rabbiosi e anche stanchi. Sono più azzurri del normale.

Il suo sguardo si sofferma sul mio giubbino di pelle e sul mio fisico, ma subito lo riporta ai miei occhi.

-Sono felice- dice con un sorriso, per rispondere alla mia domanda.

Sa dove e come colpire, la stronzetta. Ma oggi non perderò.

Mi metto entrambe le mani in tasca e sorrido senza entusiasmo, cinico.

-Davvero? E come mai?

Masochismo puro. Ma come ho già detto, devo sentirmelo dire da lei.

Il suo sorriso si allarga, soddisfatto e i suoi caldi occhi verdi hanno un guizzo divertito.

Sorprendendomi, fa un passo in avanti e si alza sulle punte dei piedi. È davvero bassina.

Le sue labbra sono a pochi centimetri dalle miei e il suo respiro incontra inaspettatamente il mio.

-Non ti sono ancora giunte le voci?

Stronza. Scatto in avanti per imprigionarla nelle mie braccia, ma l’ha previsto e mi sfugge.

-Devo provarmi la maglietta- bisbiglia divertita e si allontana verso i camerini, mentre seguo lento la sua ombra.

Il negozio è deserto. Una commessa riordina uno scaffale lontano e i camerini sono liberi.

Prima che possa entrare in uno di essi tuttavia, la trattengo.

-Perché non mi chiarisci tu le idee?- domando urgentemente e la vedo fermarsi e voltarsi lentamente verso di me.

Lei sorride strafottente, ma io sono serio, serissimo.

-Che cosa sai?- domanda sempre con la stessa espressione.

-Che sei andata a letto con Daniele.

Freddo. E deciso. Non se lo aspettava, credeva che avrei tergiversato.

-Forse…- mormora, ma il suo sguardo è una conferma.

Mi sento ribollire di rabbia, geloso.

Stringo le mani a pugno e assottiglio lo sguardo, cosa che lei nota con soddisfazione.

 -Sei geloso?-sussurra.

Non so come comportarmi, se seguire la logica o il mio impulso… e quest’ultimo vince alla grande.

Il mio sibilo la raggiunge e le fa perdere la sua aria maliziosa.

-Sì.

La maglietta che teneva in mano le cade dalla mani, quando la afferro per i fianchi, cogliendola di sorpresa e la trascino del camerino proprio dietro di lei, prepotente.

Chiudo la porta dietro di me con un piede, mentre la spingo contro lo specchio traballante.

Cerca di protestare, ma la sua lamentela viene fermata dalle mie labbra sulla sua bocca.

Per quanto tempo ho sognato quelle labbra? E dopo averle assaporate una volta, rimango con la gola secca, aspettando di bagnarla di nuovo e darle sollievo.

Sara cerca di opporre resistenza, ma la mia presa ferrea ai suoi fianchi, che la spinge contro la parete le blocca ogni movimento e la mia lingua prepotente cerca di insinuarsi nella sua bocca, nonostante la sua incerta resistenza.

Non cede, provocandomi una scossa elettrica di piacere.

A ottenere qualcosa facilmente, non c’è gusto.

Le mordo il labbro inferiore, prima senza intenzione di farle male, ma infine con più foga.

La sento gemere e schiudere le labbra.

Finalmente si dichiara sconfitta e mi bacia, provocandomi una sensazione di benessere, che schiuma parzialmente la mia rabbia, ma non il mio impeto.

La sento aggrapparsi al mio giubbino con una mano, mentre l’altra scivola fra i miei capelli, stringendoli e obbligandomi ad avvicinarmi a lei ancora di più.

Le mie mani grandi la stringono forte e cerco di alzarle la maglietta per sfiorarle la pelle morbida, che mi manda in estasi.

-Non…- sussurro sulla sua bocca- fare.. mai più… sesso.. con lui.

Non so perché l’ho detto, ma è quello che penso e che voglio.

Mi guarda stranita e ansante, come se avesse corso per un lungo tempo.

-Non puoi darmi ordini- bisbiglia e si avventa ancora sulle mie labbra, baciandomi con una passione e un trasporto, che condivido.

-Però possiamo… fare un patto…

Le bacio il collo e geme e arrivo a mordicchiarle il lobo, mentre cerca di riprendere fiato e parlare.

-Io … non lo vedrò più – ansima – se tu mollerai.. quell’oca.

La guardo e mi perdo nel suo sguardo.

Potrei seriamente pensarci.

 

 

 

Angolino personale

 

Scusate tutte quante per il ritardo stratosferico, ma la scuola mi impedisce di scrivere quanto vorrei.. davvero ho un sacco di compiti!

Allora che dire? Non dovrei parlare io, ma VOI!

Quindi COMMENTATE!!!!!!!!

Che è un periodo no e ho bisogno di essere confortata, anche con delle critiche… =D

Allora, Machi, una di voi, mi ha fatto riflettere sul pezzo che ho scritto sulla telefonata di Riccardo e Alice. L’ha definita inverosimile e sono d’accordo con lei, anche perché, per lo sviluppo della storia non è utile e inoltre mi incasina alquanto la storia stessa…

Penso che la eliminerò, ma se lo farò, metterò l’avviso bene in alto e lo verrete a sapere anche se non avete letto qui XD ( che lo dico a fare??? O.o BOH) xD

Comunque… ragazze, la scuola mi sta uccidendo.. cioè, mi piace vedere tutti ecc.. ma troppo studio… in più ho pure incominciato a suonare ogni giorno mezz’ora come si deve, perché almeno un po’ devo migliorare.. quindi … aiuto!!!!!!

Ho già tre verifiche pronte, scritte sul diario… MA SI PUO??? Nooooooooo!!!!!!

Uffaaaaaaaaaa

 

Comunque.. è apparso un nuovo personaggio!! Federico a me è simpatico… è dolcissimo, ma come migliore amico me lo vedrei benissimo… e poi non è certamente così sfigatello come può sembrare, dato che ha attirato l’attenzione di Sara, a suo tempo...

 

BASTA!

Mollo tutto e vado alle Hawaii con Michele!!!!!! Ahahah XD

 

Ma quanto ho scritto..?? be.. a voi la parola, UN BACIONE!!!!!!!

 

@Vanilla_Sky- - -> anche io adoro i biondiiI!!!!! Però alla fine mi innamoro sempre, ma sempre di mori XD mah.. non mi capisco proprio… O.O

Visto Miky com’è gelosssooooo??? =D

Se ti aspetti una dichiarazione……….. NON SI SA!!! Non ti dico se ci sarà e come sarà! ( se ci sarà XD)

Bene sto sclerando.. si nota???

Allora… somiglianza con attori??? Sai che… mah.. forse posso trovarle… ci devo lavorare! Appena le ho scelte farò sapere i nomi!!!!!!! Che ne dici??

Bellissima idea.. contatterò l?ONU!!!!!!!!!!!! ahahha XD

Grazie per i tuoi commenti!!! Mi piacciono molto ^^!!  Un bacione!

 

 

@Marti_18 - -> ti ringrazio… ma io mi faccio sempre delle pare… eh… è più forte di me ç__ç

Bene… ora è michele ad essere completamente accecato dalla gelosia!!! Povero cucciolino… i miglioramenti arriveranno.. anche se l’odio/amore sarà costante… non ci sarà mai solo amore XD

Un bacio, alla prossima!

 

@DreamsBecameTrue - - > NOOOOOOOOOOOOO!!! Mi spiace per te ç____ç però non ha riso!!!!!! C’è sotto qualcosa *ç*

Che bello!!!!!

Io invece lo vedo sempre.. e sempre più bello… e anche io ho fatto una figura di merda… anti sgamo proprio =.= se ci ripenso mi sotterro…. XD

Che ne dici del capitolo??? Troppo corto la scena insieme???

Un baciottolo

 

@4lb1c0cc4 - -> michele è un figo osceno, ma ha un cuore… anche perché si sente troppo in colpa per quella poveretta… aveva bisogno di una spinta e Sara gliel’ha data!!!!!!!!

Chissà chi è il terzo personaggio???

C sono altri ragazzi possibili, no? Anche in questo capitolo ne appare uno nuovo: Federico… ^^

Misterooo!!

Scusami se aggiorno lentamente… ma spero che continuerai ad aspettare!!

Una bacio!!

 

@Maddy - - > nooo non picchiarmiii >.

Ahahah no dai… vedrai che si sistema tutto!! Io ti voglio bene! Sei una delle lettrici quotidiane e che mi da la grinta giusta!!!!!!! =D

Ci incontreremo un giorno a fare shopping e non lo sapremo… com’è buffa la vita XDxD

Comunque… il trio misterioso verrà svelato solo in un capitolo extra! ;)

Un bacio!!!

 

@saketta - - > apprezzo moltissimo la sincerità!!!! Lo so, lo scorso capitolo era… brrrr odioso?? xD

E di questo che ne dici? Aspetto una risposta *ç*

Cercherò di sbrigarmi a pubblicare!

Un bacione!!

 

@Rafata89 .- -> allora?? Che ne dici? Mi piace il termine “soffocati dalla gelosia” perché rispecchia molto il loro stato d’animo!!

Aspetto un commento e grazie per aver recensito! Un bacio!

 

 

 

GRAZIE A TUTTI!!!!!!!! RECENSITE ANCHE IL PROSSIMO =D!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo tredicesimo _ Allora baciami! ***


CAPITOLO 13 _ Allora Baciami!

 

SARA POV

La quinta, sezione N, del liceo Calini di Brescia, rimane ammutolita, nel vedere un Michele Rizzardi baldanzoso e perfettamente a suo agio in terra nemica.

Il gesso che tengo in mano si ferma a metà lavagna, in seguito all’arresto del mio braccio… e del mio cervello.

Sono in tilt, stupita di vedere Michele alle tre e mezza del pomeriggio sulla soglia della mia classe.

I miei compagni, tutti, non uno escluso, lo fissano come se fosse pazzo e, forse, lo è.

No, anzi togliamo il forse.

Perché è pazzo, altrimenti non avrebbe appena azzardato a fare un passo nell’aula, sorridendo alla popolazione femminile pronta allo svenimento e facendo un cenno di sufficienza ai ragazzi che, molto volentieri, lo appenderebbero a una corda nei bagni.

Sbatto le palpebre un paio di volte, ancora inebetita e mi riprendo solo quando si trova a meno di mezzo metro da me.

-Ehy, pricipessa!

La sua voce è così allegra da essere acuta come quella di una ragazza. Sobbalzo quando mi parla e lascio cadere il gesso a terra.

Peccato, era l’unico ancora intero… oh, ma chissene frega del gesso!

Guardo Michele con una smorfia incuriosita.

Non sono matta! Ma la quinta B e la quinta N hanno delle regole da rispettare e una di queste recita: “mai avvicinarsi al suolo nemico. Ogni infrazione di codesta legge verrà interpetata come una dichiarazione di guerra”.

Sì, ok, non è mai stata scritta con queste parole, ma sono le stesse che Anna recita sempre.

E lui, bellamente come un grande figo... ( togliamo il come) ha fatto irruzione… nella mia classe!

Questa non posso perdonargliela!

Ritrovo la mia grinta prima che il suo solito sorriso sghembo arrivi a decorargli il viso.

-Tu!- esclamo, puntandogli addosso il cancellino  - come… come ti permetti!

Per mia sfortuna, il suo sorriso arriva lo stesso.

-Ma devo parlarti!- squittisce, come un bambino viziato.

Sento gli occhi dei miei compagni addosso. Li guardo di sfuggita. I ragazzi mi ignorano, anche se guardano male, malissimo, Michele, mentre le ragazze, tutte, hanno sul volto un’espressione che vuole dire “ dopo ci racconti tutto o ti spelliamo viva”.

Rabbrividisco. I loro interrogatori sono quasi, quasi, peggio di quelli di Anna e Simone.

Riporto lo sguardo su Michele e mi scontro con i suoi pozzi azzurri.

Pessima mossa.

Getto il cancellino sulla cattedra, senza preoccuparmi di sporcare di gesso i progetti per il nostro lavoro di classe e afferro senza gentilezza una manica della giacca di Michele.

-Allora parliamo- dico, spingendolo verso la porta della classe.

-Luca, -mi rivolgo al nostro rappresentante – arrivo fra poco. Se torna Anna dille che sono sul fronte di guerra.

Non mi fermo ad aspettare risposta, ma sento Michele che, a pochi passi da me ridacchia leggermente.

I corridoi del liceo sono deserti, com’è naturale e abbiamo solo l’imbarazzo della scelta su dove andare.

E’ lui a guidarmi e mi conduce al primo piano, nella sua aula.

Mi fermo sulla soglia, guardando i banchi disordinati, le scritte sui muri e sulla lavagna.

-Carina…- dico annoiata, avvicinandomi ad un banco e sedendomi. Michele, invece, si avvicina alla finestra, la spalanca e prende una sigaretta dalle tasche dei jeans.

-Non si fuma a scuola- lo riprendo. Odio l’odore delle sigarette.

Mi guarda di sfuggita, ma  la accende e tira tranquillo, fregandosi altamente di tutti i divieti e della mia faccia schifata.

Rimaniamo in silenzio, mentre fuma. Lo guardo attentamente scrutare la strada. Da qui non posso vederlo, ma credo stia osservando i passanti.

Dopo il nostro incontro dell’altro giorno, non ci siamo più incrociati, nemmeno a scuola.

Ho tagliato i ponti con Daniele. Non so perché, ma sentirmi dire da Rizzardi di lasciarlo, chiusa in un camerino, con gli ormoni a mille e lui spalmato su di me… bhe, ha annientato la mia voglia di vendetta.

Le voci che circolano su lui ed Elisabetta, tuttavia, non mi fanno rimpiangere la mia decisione. Stando a quanto si racconta, Michele…

-Ho piantato Elisabetta-

Ecco, appunto. Le belle notizie sono così… belle!

Il mio corpo si rilassa e tendo le labbra in un sorriso, automaticamente.

-Ci è voluto un sacco di tempo…- commento, maliziosa.

-Vedi ancora Daniele?

Ci fissiamo, nel silenzio irreale di quella classe. Ed è come se il tempo si fosse fermato.

Potrei mentirgli. Scoccare una frecciatina cattiva oppure schernirlo per aver rispettato le mie condizioni. Eppure non dico nulla di tutto ciò, ma solo la verità.

-No.

Getta il mozzicone della sigaretta fuori dalla finestra e la richiude, poi mi presta tutta la sua attenzione.

-Siamo stati onesti…- mormora, più a se stesso che a me.

Che cosa significa, tutto questo?

Me lo chiedo in continuazione. Perché, perché rispettiamo l’uno il volere dell’altro?

Abbiamo superato un confine invisibile… ma potremo tornare indietro?

Il mio sguardo studia la sua figura, soffermandosi sulle spalle larghe, i lineamenti del suo viso e sulle sue labbra piene.

Scuoto il capo per togliermi la sua immagine da sotto gli occhi.

-Come ci siamo ridotti- dico sprezzante, facendomi sentire.

Ridacchia e si avvicina di un passo. Rimango immobile, ma stringo fra le mani le pieghe della mia maglietta..

-E’ semplice: io ti piaccio.

Cosa? Ho sentito bene… Michele Rizzardi ha appena insinuato che io … che lui…

-Tu sei pazzo- ringhio sottovoce, digrignando i denti come un lupo arrabbiato.

Lui sfoggia il suo ghigno abituale e ride.

-Assolutamente no, altrimenti perché hai accettato di non vedere più Daniele?

No, dico… è completamente rincretinito! Ma cosa ha fumato? Siamo sicuri che fosse solo una sigaretta?

-Tu…tu…- credo di essere diventata di tutti i colori, perché avverto una vampata di calore sul viso.

-Principessa, riattacca.

Io. Io, Sara Ghirardi NON POSSO permettermi di essere trattata così!

Con un balzo scendo dal banco e mi avvicino a lui a passo di marcia.

Il mio indice colpisce il suo sterno con violenza e i miei occhi infuocati lo inchiodano al pavimento.

-Non – Osare – Insinuare – Ancora – Una – Simile – Cazzata – O…

Michele Rizzardi non saprà mai che cosa gli farei se ciò succedesse ancora. Perché è bravo a trattare una ragazza, lo ammetto.

La sua mano si fa strada facilmente fra i miei riccioli scomposti e, come se fossi stata priva di forza, mi spinge con facilità contro il suo petto.

-Stai zitta, principessa…- sussurra con voce roca.

Ho le guancie in fiamme, per la rabbia e l’emozione.

Il suo cuore batte calmo contro il mio capo e la sua mano libera mi blocca ogni via di fuga, serrandosi sulla mia schiena e stringendomi a lui.

Cerco di liberarmi, osservandolo adirata.

-Col cavolo! Non sono una delle tue oche senza cervello!

-E con questo?

-Non devo sottostare a tutto ciò che vuoi tu!

Con decisione appoggio le braccia al petto, spostandolo lontano, o, almeno, provandoci.

È tutto inutile: è forte e mi stringe a lui, ora abbracciandomi con entrambe le braccia e nascondendo il volto nell’incavo del mio collo.

I baci sul collo no. I baci sul…

Ne lascia una scia, proprio nel punto dove sono più sensibile.

La mia vana lotta cessa immediatamente e le gambe mi sorreggono a malapena.

Mi aggrappo al suo giubbino socchiudendo gli occhi e alzando appena il capo, per lasciarlo esplorare la mia pelle.

-Però puoi farmi anche un piacere- mormora ironico.

Mugugno qualcosa di poco sensato, ma mantengo ancora il controllo totale  -o quasi – sui miei ormoni e lo lascio sperare di aver ottenuto la vittoria ancora per qualche secondo.

Ma quando si avvicina alle labbra, quando allenta la presa, riesco a separarmi da lui, sgusciando lontano, con un piccolo riso allegro.

-No.

Secca e decisa, ma anche divertita.

-Stronza- sbotta con una smorfia – non mi sembrava disprezzassi il nostro esercizio.

-Quale esercizio?- chiedo scherzosa, guardandolo curiosa.

-Quello del muscolo più importante: la lingua.

Quant’è stupido…

Soffoco una risata, per non lasciare trapelare una “me” troppo estroversa e contengo un’espressione ilare, ma lo scintillio del mio sguardo, difficilmente potrà non notarlo.

-Credevo fosse un altro, per te, il muscolo più importante…

Vorrei ridergli sguaiatamente in faccia, ma decisamente è sdegnoso per la mia – splendida – figura.

Ha un’espressione da pesce lesso, presto sostituita da un’altra, alquanto sdegnosa.

Fregato!

Uno a zero per me!

-Uff… - cerca di darsi un tono – Non credevo pensassi sempre a quello!

Esprimo la mia perplessità alzando un sopracciglio.

Mi sembra di parlare con un bambino viziato. Dovrebbe perdere tutto il suo fascino e il mio dovere sarebbe quello di screditarlo completamente, eppure, con le labbra serrate, gli occhi incupiti e le mani in tasca, è tenero e, su di lui, questo aggettivo implica un aumento della sua bellezza, a cui nemmeno io posso resistere facilmente.

-Stai cercando di salvarti in un modo terribilmente infantile. Perdi tutto il tuo interesse.

Bugia. Enorme bugia, ma non c’è bisogno che lui lo sappia.

-Questo non lo dovevi dire- sibila socchiudendo gli occhi e raddrizzando la schiena, evidenziando ancora di più la differenza di altezza che c’è fra di noi.

-Sono solita dire tutto ciò che penso- ribatto, incrociando le braccia sotto il seno.

-Senza pensare alle conseguenze? Male.

Si passa una mano fra i capelli, scompigliandoli ancora di più e avanza di un passo.

-Non permetto a nessuno di sottomettermi.

Sorride sghembo.

-Oh, sì, l’avevo notato!

Non capisco se è ironico o meno, ma certamente il suo obiettivo è provocarmi.

E da cinque anni, detiene il titolo di campione, in quest’arte.

-Che cosa vuoi insinuare?

Rimane zitto, scrutando il mio volto.

-Esci con me- dice dopo un attimo di silenzio teso.

Sgrano gli occhi e socchiudo la bocca, stupita e interdetta.

È incredibile.

Cambia argomento da un attimo all’altro, è scostante e il suo primo obiettivo è avere l’ultima parola su tutto, in particolar modo, con me.

Mi spiazza. Sempre.

-Come?

-Esci con me- ripete scandendo le parole – ti ho già invitata al cinema, ma non hai accettato.

Lo ricordo, quella volta, in biblioteca.

-No.

Sbuffa, ma non si aspettava una frase affermativa.

-Sei una Stronza.

-Sei ripetitivo.

Mi fissa e mi raggiunge. Non scappo, ma tengo d’occhio le sue braccia. Ha ancora le mani in tasca ed è rilassato, non sembra intenzionato a “placcarmi” ancora, però non mi fido.

-Allora baciami.

Mi paralizzo a quella frase. Chissà se si è accorto della mia improvvisa pietrificazione.

Capisco la risposta al mio pensiero quando sul volto gli si dipinge il consueto sorriso malizioso.

-Per favore.

Stronzo.

Negandogli un bacio manterrei la mia fama di stronza, ma il suo desiderio ora coincide con il mio e perché non dovrei soddisfare le mie voglie?

Sorrido di sbieco.

-Forse questo potrei anche farlo.

Cingo il suo collo con le braccia, alzandomi sulle punte dei piedi, mentre sorride felice e mi aiuta a mantenere l’equilibrio posando le sue mani sui miei fianchi.

Il bacio non è passionale come quello che ci siamo scambiati nel camerino di coin, ma di casto, ha ben poco.

Le nostre lingue si rincorrono e si cercano con un ritmo regolare, ma quando ci stacchiamo per riprendere fiato, la nostra reazione cambia, in simultanea.

Basta un bacio, che scambiato con chiunque altro non provocherebbe altro che una sensazione di piacere, per minare al nostro autocontrollo.

Lo stringo forte a me, avvicinandomi con tutt il corpo a lui e non si fa pregare per accogliermi completamente fra le sue braccia.

La foga di pochi giorni fa sembra dominare completamente su di noi e, lentamente, Michele mi spinge verso uno dei piccoli banchi, fermandosi solo quando lo urto con la schiena.

-Aiutami…- ansimo, con lo sguardo annebbiato dal piacere e dal tumulto di sentimenti contrastanti che mi ha invasa: confusione, rabbia, felicità… affetto.

Capisce subito a cosa mi riferisco  e non me lo fa ripetere.

Mi solleva di peso, mettendomi comoda sul banco, per poi gettarsi sulle mie labbra, accarezzandomi il viso e massaggiandomi i boccoli.

Anche le mie mani scivolano fra i suoi capelli spettinati, giocherellando con delle ciocche, arricciandomele fra le mani.

Il suo profumo lo riconoscere fra mille, così intenso, così personale.

Non utilizza nessuna fragranza ed è proprio questo che mi piace, perché così non mi ricordo altro se non l’odore della sua pelle.

Mi separo ancora da lui, facendogli nascere una protesta, ma lo zittisco subito baciandogli sensualmente una guancia.

Dei passi e delle voci ci avvisano che qualcuno sta percorrendo il corridoio del terzo piano.

Sono io a sentirli per prima e con un sospiro irritato mi allontano da Michele, che sembra assai poco intenzionato a lasciarmi andare.

-Arriva qualcuno- protesto quando mi schiocca un bacio accattivante sul bordo delle labbra.

-Che palle…

Prima che due miei compagni di classe entrino nella quinta B, siamo uno di fronte all’altra a due metri di distanza e non dimostriamo un’aria così persa e eccitata. Perfettamente credibili.

Edoardo e Alice entrano titubanti.

-Disturbiamo?- chiede Alice con un sorriso simpatico.

Mi affretto a negare, forse troppo in fretta. Michele non reagisce.

-Il professore di ginnastica vuole sapere se ci sarai alla campestre, Sara.

Cercando di riordinare le idee, rispondo affermativamente.

Partecipo ogni anno alla campestre, più per divertirmi con gli amici che per vero interesse.

-Sì, quand’è?

-Sabato.

È Michele che ha parlato, attirando su di sé tutti gli sguardi. Ridacchia e guarda solo me, con un’espressione che non riesco a decifrare.

Poi un lampo.

-Non dirmi che…

-Oh, sì, Ghirardi. Sabato ci sarò anche io…

 

 

Angolino personale

 

Buonasera a tutti. Perdonatemi per il CATASTROFICO RITARDO! Il computer mi è tornato quasi nuovo dal letargo, ma purtroppo gli impegni sono davvero tantissimi.

Il momento insieme in questo capitolo non è molto intenso, però stiamo andando verso i capitoli finali ( ne mancano 5 o sei =D) … e quindi i loro incontri si faranno più intimi…

E spero, i capitoli più lunghi!

 

Solita storia per quanto riguarda errori grammaticali e ripetizioni, passateli, non rileggo quasi mai questi ultimi capitoli scritti e pibblicati di fretta! =(

Tuttavia, nello scorso capitolo ho ricevuto la prima recensione negativa!!!!

Uuu che colpo XD!

Purtroppo oltre alle critiche, non mi è stato specificato in quali punti della storia sono stati riscontrati gli errori grammaticali e di tempi dei verbi che mi ha segnalato, quindi non ho potuto correggerli ( e il tempo per rileggere tutto, purtroppo, non ce l’ho =( )

Quindi mi scuso per questi errori che avrete trovato in passato e se li notate, prego, sono felicissima di correggerli!!!!

 

Inoltre, la discussione fra ALICE e RICCARDO ho intenzione di eliminarla a tempo debito e anche per questo disagio, mi scuso moltissimo!!!

 

Ultima cosa… sapete che dubbio mi è venuto? Che i miei personaggi abbiano perso un po’ della loro personalità inziale… cerco disperatamente di non farli innamorare ( troppo esplicitamente ;) ) e non renderli così sdolcinati o cotti, ma mantenerli stronzi… ci riesco, secondo voi???

 

Un grazie di cuore a tutti coloro che leggono, preferiscono, ricordano, seguono e, soprattutto COMMENTANO ( in bene o in male!)

 

@Maddy - -> sono daccordissimissimo con te. MICHELE E’ DI SARA!! =D

Mi sono divertita molto scrivendo di Michele nello spogliatoio!! xD

Eee lo so… è fantastico di come Michele viva sulle nuvole.. xD dimenticarsi il compleanno di Alice.. che stronzo! xD

Non si sa se Anna l’abbia visto o no… chissa U___U ( però è vero, è terribile XD)

La scena del camerino è la prima che ho pensato, quando ho iniziato a scrivere questa fic e come idea mi piace un sacco! Mi fa ovviamente un PIACERE BOIA xD che ti piaccia tanto *ç*

A chi lo dici, la scuola mi manda in pappa!!! Oggi tema spero sia andato bene… un bacio! E GRAZIE

 

@Saketta - -> davvero ti ho tirata su di morale? È il mio intento, farvi sorridere con questa storia!!! Michele geloso è assai divertente… Federico è un personaggio dolcissimo che penso farò rispuntare fuori ancora e che ingelosirà ancora parecchio Michele! ( che spoiler!!) XD

Ma lui è buonissimo e desidera il bene per tutti.. il perfetto principe azzurro *ç*

Grazie mille del commento, un BACIONE!

 

@missLovely91 - -> mi fa piacerissimo che tu abbia letto la fic e mi scuso del ritardo, ancora e in eterno, ma purtroppo la scuola è quello che è… =.= cattiva scuola, CATTIVA xD

Spero ti piaccia anche il continuo… un bacio!!

 

@pepita  - - > in questo periodo dirmi che scrivo bene non mi fa che UN BENE ENORME! Quindi, davvero, un GRAZIE di cuore! Mi fa piacere che tu abbia commentato =) … Michele l’ha piantata elisabetta e credo che in un POV michele spiegherò la scena…^^ Michele è stronzo per metà… perché davvero si sentiva in colpa a mollarla, ma alla richiesta di Sara non sa dire di no!

Spero ti piaccia anche questo Cap! Un bacio, alla prossima!!!

 

@ 4lb1c0cc4 - - > uno dei miei obiettivi E’ farti morire di curiosità XD però una cosa è certa, Sara con Daniele c’è stata davvero ^^ lei non racconterebbe balle e non è la persona più casta del mondo XD

Scusa il ritardo galattico, spero che aspetterai con pazienza, giuro che mi impegnerò come una matta >.<

Un grazie e UN BACIO!!!

 

@gerba - -> non so se leggerai mai queste righe, quindi ti ho risposto per email =)!!!

 

@DreamsBecameTrue - - > dieci giorni di attesa… che vergogna.. =.=

Anche a me, come già detto ( ma non mi stancherei mai di dirlo) Michele Geloso mi piace da impazzire!!! >.<

Ho accontentato tutte in quetso tredicesimo : Elisabetta esce dalla circolazione… anche se ne comparirà un’altra ( decisamente migliore =D)

Come si è fidanzato??? NOOOOOOOOOO!!!!!!!!

Cazzo come ti capisco… io invece gli ho parlato ( non lo conoscevo) con una scusa… che figuraaaaa >.> stendiamo un velo pietoso =.=

Un BACIO ABNORME!!

 

@Marti_18 - ->contentissimissima che ti piaccia! Basta, deciso, fondiamo un club per chi ama Michele che rode di gelosiaaaaa =D

Che ne dici???? xD

Sara stronza ci vuole… sennò non sarebbe la nostra Ice Queen preferita!!! ;)

Un bacione, alla prossima che spero sia MOLTO PIU’ PRESTO!!! =D

 

@Vanilla_Sky - - > ahahha vero, Michele è splendido anche quando non è geloso!! ( io lo adoro quando fa il bambino capriccioso =D) Sara una strega???

Peggio, un demone U__U un vampiro, un diavolo… si insomma… i miei personaggi preferiti !!!^^

Scusa il ritardo, che ne pensi di questo????? UN BACIOOO!!

 

 

 

 

Grazie a tutti

E-

Ca

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo quattordicesimo_ Campestre ***


CAPITOLO 14 _ Campestre

 

SARA POV

 

Abbraccio Simone di slancio.

Non lo vedo da quasi tre giorni e mi è mancato terribilmente. Avevo una voglia matta di coccolarlo e solleticargli i capelli, lasciandomi cullare dalle sue braccia forti.

I partecipanti del triennio del Calini disputano la campestre nello stesso campo di quelli di un altri licei e ciò mi permette di incontrare un sacco di conoscenti, fra cui il mio migliore amico.

-Mi mancavi tanto tanto- mugugno e lo sento ridere sulla mia spalla.

-Anche tu piccolina!

Piccolina, solo di altezza, ma di età sono pur sempre la maggiore! Faccio per farglielo notare, ma mi accorgo che il suo sguardo è puntato su un gruppo di studenti del liceo Copernico, come se stesse cercando di riconoscere qualcuno.

-Chi cerchi?

Si riscuote con un sussulto e si affretta a posare i suoi occhioni sul mio viso.

-Nessuno, tranquilla!- dice in fretta.

Non faccio troppo caso alla sua risposta frettolosa, pensando che magari si aspettava di vedere una ragazza a cui era interessato.

-Si inizia fra poco -mi avverte mentre ci incamminiamo verso due ragazze del liceo classico che abbiamo conosciuto qualche sera fa in centro, giusto per mostrarci gentili.

-Ok…- non ho molta voglia di correre, ma l’aria che si respira, di tranquilla competizione, mi mette  a mio agio. Gli eventi organizzati dalla scuola li ritengo utili per stringere nuove amicizie o consolidare quelle ormai storiche.

-Ehi, c’è Federico!

Mi volto in direzione di una coppia a qualche metro di distanza.

Un ragazzo biondo, con un bel sorriso dolce, sta salutando energicamente Simone con una mano, mentre con l’altra tiene accanto a sé una ragazza.

Entrambi indossano una felpa bianca con una scritta rossa : “Copernico”.

Simone ed io deviamo subito direzione, verso la coppia.

-Ciao Fede!- lo saluto – ciao Ellie!

Elisabetta mi saluta. Entrambi li ho conosciuti tramite Anna e fanno coppia fissa da quasi tre anni. Elisabetta per mia grande fortuna non si avvicina nemmeno minimamente all’ideale di ragazze che era la “fidanzata” di Michele ed è sempre un piacere scambiare due chiacchiere con lei.

-Anna non c’è?- chiede Federico e io nego con il capo.

-Quella scappa appena sente la parola “corsa”- la prende in giro Simone, ma non mi sembra cattivo e quindi non prendo le divese dell’uncia assente.

-Me l’ha accennato l’altro giorno a musica- spiega Elisabetta –ha detto una frase simile a “ piuttosto studio latino dieci ore consecutive che correre i mille metri”.

-Tipico suo- commenta il suo ragazzo, abbassandosi dal suo metro e ottanta per schioccare un bacio affettuoso alla sua ragazza.

La voce metallica degli organizzatori ci spaventa, avvisandoci di riunirci al proprio gruppo scolastico.

-Che seccatura!- sbuffo. Mi devo separare da tutti e tre.

-Dai, ci vediamo dopo- mi promette Simone. Cosa non farebbe per farmi felice? E io cosa darei per averlo sempre accanto a me?

Asserisco con il capo, mentre anche Federico e Elisabetta stanno per allontanarsi, costretti a riunirsi ai  loro compagni.

-Allora a dopo – saluto alzando una mano, senza sprecarmi in inutili convenevoli.

-Aspetta, Sara!- mi chiama Elisabetta, come se si fosse appena ricordata di qualcosa.

La osservo interrogativa, curiosa.

-Fede, non dimentichi qualcosa?- continua Ellie, rivolgendosi al suo ragazzo, che si illumina tutto ad un tratto.

-E’ vero! Devo proprio dirtelo!- esclama ridendo.

-L’altro giorno… cioè, una o due settimane fa, durante un’allenamento ho intercettato una conversazione di Michele Rizzardi, hai presente no?

Un modo abbastanza ironico per rispondergli?

OVVIO che ce l’ho presente.

È nei miei pensieri fin troppo spesso ed è quasi un’ora che lo cerco fra la massa di studenti!

La mia espressione parla da sola, perché Elisabetta sghinazza divertita e Federico cerca, per gentilezza, di non ridermi in faccia.

-Sì, be.. lui. Insomma mi sembrava fosse molto geloso di te e un altro tipo…

Daniele. Certamente lui.

Sorrido come una scema. Me l’ha detto Michele stesso, l’ho capito dai suoi gesti, eppure sentirmelo dire da una figura esterna – che non sia Anna- mi fa sentire … felice.

E indubbiamente soddisfatta.

-Stai sorridendo come un’idiota- mi fa notare Elisabetta dolcemente  e subito cerco di darmi un contegno.

-Va’ avanti – sbuffo incupita rivolgendomi a Federico.

-Allora, non sapevo come far capire a Rizzardi che fosse geloso marcio di te, così mi sono inventato che una volta uscivamo insieme e che… abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare!

Rimango sbigottita a fissare Federico che sorride beato della sua inventiva.

Abbozzo un sorriso.

-Stai dicendo che…

-Che rischiavo moltissimo di venire gravemente ferito, visto che il signorino rodeva dalla gelosia!

Non trattengo un sorrriso compiaciuto. Non mi sarei aspettata una presa di posizione simile da Federico anche se so bene che, sotto la facciata di ragazzo perfetto, nasconde un animo piuttosto intraprendente.

Scuoto il capo ancora stupita, ma divertita.

Alla fine è proprio vero che gli amici sono le persone più belle del mondo.

Anche in una giornata ombrosa come quella di oggi, fanno spuntare un raggio di sole.

-Sto pensando cose stremamente sdolcinate sugli amici- affermo all’improcciso – quindi penso sia il caso che me ne vada, prima di diventare talmente zuccherosa da salutarvi con un abbraccio.

Mi volto fintamente seccata e mi avvio verso la cerchia di ragazzi del mio liceo, con due risate cristalline che mi accompagnano per tutto il tragitto.

 

MICHELE POV

 

-Complimenti- mi ripete uno studente della quinta C, arrivato nella gara pochi secondi dopo di me – un ottimo tempo.

Sorrido per ringraziare, mentre mi asciugo i capelli con la salvietta.

Gli spogliatoi non sono più così affollati, perché molti ragazzi hanno preferito uscire senza rinfrescarsi.

Sono arrivato prim, come se fosse strano…

-Anche tu hai corso forte!- dico, dandogli una pacca sulle spalle.

Sorride e si mette lo zaino sulle spalle, uscendo, lasciando solo me e Francesco e altri tre ragazzi che sono già pronti per andarsene.

Francesco si sta infilando la maglietta, stanco.

-Sono morto- commenta.

-Perché fai poco sport- lo rimprovero da vero atleta quale sono, ma anche semplicemente per vantarmi in modo giocoso – ti “spompi2 subito.

-Ma chiudi il becco!

Rido, mentre cerco i pantaloni sparsi da qualche parte e sommersi da altri capi.

Sara Ghirardi ha corso qualche minuto prima di me, dopo alcune mie ben mirate frecciatine che centravano con i suoi pantaloni a vita bassa e la maglietta eccessivamente bianca.

Che coglione.

Mi diverto immensamente, tanto che ho riso per due minuti buoni.

Però vederla correre è stato affascinante.

Non è una schiappa, ma di certo ben poco le importava di arrivare prima. Correva con un tempo regolare che non la sfiancava, ma le permetteva di superare molte altre ragazze.

Per non parlare del suo fisico atletico che si muoveva in corsa… stavo per uccidere un tipo accanto a me che ha osato commentare il suo fondoschiena!

Come si è permesso lo stronzetto?

Che guardi quello di sua madre.

A passo di marcia raggiungo i lavandini in una stanza adiacente e lascio scorrere l’acqua perchè raggiunga una temperatura ideale.

Va bene essere possessivi, ma qui sto davvero esagerando. Per non parlare del fatto che prima… stava parlando con Federico… magari ricordando i vecchi tempi.

Al diavolo la temperatura ideale. Con uno scatto immergo la testa sotto il flusso ghiacciato.

L’acqua fredda mi perfora il capo e per un secondo, rimango senza fiato.

-Uff!- chiudo rapidamente il rubinetto, asciugandomi in fretta i capelli.

-Che freddo…

-Che idiota!- ridacchia Francesco. È già vestito.-Sembri una femminuccia, sei l’ultimo, ce ne stiamo andando tutti.

-Non importa. Vuoi un passaggio?

-Magari..- dice contento, ma improvvisamente si blocca e borbotta qualcosa sottovoce.

-Che hai detto?

-Che andrò da solo, non ti preoccupare,  ci vediamo domani a scuola!

Ho la testa nascosta sotto l’asciugamano e non rispondo fino a quando non ho riacquistato un poco della mia normale temperatura corporea.

-Perché?

Ma rimango a bocca asciutta, perché è già sparito.

Alzo le spalle e mi avvio verso la seconda stanza, dove dovrebbe essere finita la mia maglietta e per recuperare la borsa, quando, in un attimo, capisco perché Francesco si è dileguato.

Sara Ghirardi è bellamente seduta su una panchina, con la mia cartella come cuscino e sta giocherellando con il mio portafogli, leggendo ogni scontrino e tessera magneta su cui riesce a mettere le mani.

Il suo giubbino è abbandonato accanto al mio e noto che indossa una vecchia tuta grigia, larga che nasconde- sfortunatamente- tutte le sue curve…

 Mi passo una mano fra i capelli, sospirando per restituire un po’ di ossigeno al cervello, in pappa.

Mi trovo Sara sempre nei posti giusti, al momento ( quasi sempre) giusto.

Ci dev’essere un uccellino che facilita le cose… forse lo stesso che mi manda messaggi anonimi. Ancora non ho scoperto chi è, anche se le mie indagini continuano. Se solo Riccardo, dopo la voglia iniziale di imitare Detective Conan, mi desse un mano…

-Principessa, non troverai nulla di compromettente nel mio portafogli.

Sorride impercettibilmente e le sue labbra incurvate verso su, ispirano un’aria soddisfatta.

-Sei tu questo?- mi chiede ridacchiando palesemente, indicando una fototessera, nascosta da un paio di ricevute.

Oh, cazzo. Credevo di aver fatto sparire quella foto!

-Sono passati un sacco di anni!

Non so perché, ma la mia voce acuta non amplifica altro la sensazione che io stia inventando di sana pianta una scusa.

-Anni? Anni? Sarà dell’anno scorso! Sei uscito malissimo…

Mi avvicino di scatto, strappandole il portafogli dalle mani.

-Ehy!

Alza lo sguardo irritata e mi vede per la prima volta, da quando è entrata.

La vedo soffermarsi sul mio petto, con le labbra dischiuse e gli occhi sorpresi. Scivola con lo sguardo sul mio corpo, per poi soffermarsi sul mio viso.

Mostro un sorriso sghembo mentre la incanto inconsciamente.

-Allora, cosa ci fai qua?- sussurro roco avvicinandomi di un solo passo.

Subito si alza, buttando sulla panchina il mio portafogli.

-Ti sono venuta a trovare- dice e il suo sorriso è il riflesso del mio.

Segue con gli occhi le gocce bagnate che dai capelli cadono ad accarezzarmi il petto. Azzardo un altro passo e non si muove.

-Ho caldo- mormora inaspettatamente spezzando il silenzio e con un movimento fluido, quanto improvvisato, si toglie la felpa scura.

È davanti a me, con uno sguardo strafottente e che mi invitava a studiarla.

I pantaloni della tuta sono laghi ed elastici, in netto contrasto con la canottiera che indossa sotto la felpa pesante. Come faccia a non congelare non so, però la sua pelle non ha il minimo segno di pelle d’oca. È una maglietta bianca, quasi trasparente con dei ricami floreali.

No… aspettate.. togliamo pure il quasi.

Rimane immobile sotto il mio sguardo, ma quando i minuti iniziano ad accumularsi, abbondanti, sembra impazientirsi.

-La radiografia completa me l’hai già fatta, Rizzardi.- sbuffa, con le mani incrociate al petto e le sopracciglia inarcate.

Non rispondo immediatamente: devo ancora elaborare il fatto che Sara Ghirardi mi stia esplicitamente invitando a saltarle addosso…

-Cosa?- riesco a biascicare puntando i miei occhi nei suoi, una mossa decisamente stupida.

Sorride, sbuffa e si allontana i capelli dal viso, accompagnata dalla carezza del mio sguardo, poi con passo deciso si avvicina alla porta gialla dello spogliatoio e la chiude con un calcio.

È questo gesto che mi riporta alla realtà, come se Sara avesse allontanato il resto del mondo.

Ora ci siamo solo io e lei.

Nel silenzio, fa scattare la serratura.

 

SARA POV

 

Mi appoggio con la schiena alla porta, mentre fisso Rizzardi fermo nel punto dove l’avevo lasciato.

Questo non è il momento per i sentimentalismi. Lo so.

Fra me e Michele non ci sarà mai l’abbandono all’amore. Alla passione, ai sensi, ma non ai sentimenti.

Con una lentezza che mi irrita Michele si volta verso di me.

Non ha più quell’espressione incantata sul volto. È serio, quasi concentrato, come me.

Peccato. Vederlo ammaliato è una soddisfazione rara e completa.

Apre la bocca e spero che dica qualcosa. Deve dire qualcosa. Non è il mio turno di parlare, tocca a lui spezzare il silenzio con una battutita scema o una provocazione.

Invece non fa niente. Mi guarda e basta.

Mi chiedo su cosa si soffermi di più. il mio corpo? Le gambe, i fianchi, il petto? Oppure sui miei boccoli? Gli occhi o le labbra?

Questa attesa mi sfianca. Sento le gambe fremere dalla voglia di correre verso di lui. Le mie mani potrebbero muoversi da sole verso i suoi capelli ribelli e le mie labbra vogliono incontrare le sue con un’impeto tale da annebbiarmi la ragione.

Ho solo lui in mente. Solo lui.

Presa dalla mia voglia non mi sono nemmeno accorta che si è avvicinato con circospezione, esitando.

“Cosa aspetti?” Vorrei urlargli, ma i suoi occhi profondi mi fanno dimenticare tutto.

Poi, finalmente, sento la sua mano sul mio fianco e l’altra sul collo e vedo i suoi occhi sempre più vicini.

Il bacio arriva atteso e desiderato.

Lascio che mi guidi, senza aggrapparmi subito a lui o mostrarmi troppo impaziente.

Ci baciamo quasi con dolcezza, con un ritmo vivace.

Prendo fiato presto, quando si separa e mi avvicina di più a lui. Il mio viso sfiora il suo petto. Lo abbraccio con leggerezza, baciandoglielo e tracciando scie di cerchi concentrici con la mia lingua.

La mano che mi accarezzava il collo stringe i miei ricci e in un gesto di prepotenza mi spinge col viso ancora più vicino a lui, pregandomi di continuare.

Il suo respiro è affannoso e roco anche se cerca di trattenersi. Non mi faccio pregare e presto anche le mie dita accompagnano la lingua a disegnare ghirigori sulla tela perfetta che è il suo corpo.

Il suo sapore è unico, il suo odore intenso.

Infine, quando sento le mie labbra ardere dal desiderio di incontrare ancora le sue, abbandono il suo petto mordendolo piano sulla base del collo.

Geme leggermente e mi cerca, per baciarmi.

Questa volta è un bacio più frenetico e urgente. Le sua mani ricercando i lembi della mia maglietta e non ammette più alcun rifiuto quando, con forza, cerca di sfilarmela.

Alzo le braccia per aiutarlo nell’impresa, mugugnando una lamentela per la temporanea lontananza da lui.

Non so dove sia finita la mia maglietta bianca, ma poco me ne importa.

L’aria non è calda, ma mi sento lo stesso ribollire di un notevole calore.

Non mi riprende subito fra le sue braccia, ma rimane a guardarmi. Mi osserva. Come io ho osservato lui poco prima.

Poi, scuote il capo contrariato e sazia il mio bisogno con un bacio mozzafiato.

-Questo mi da fastidio- sussura e un suo dito, leggero, percorre il bordo del mio reggiseno sui miei seni.

Un gesto semplice che mi mozza un sospiro in gola.

La mia voce eccitata non può far altro che lasciargli libero accesso.

Mi slaccia il reggiseno con una sola mano e lo accompagna lungo le mie braccia per abbandonarlo sul pavimento.

Il sole sta calando e nello spogliatoio filtrano pochi raggi rossastri.

Lo bacio con trasporto sulle labbra, sul collo, sul petto e lui si dedica con un’estenuante attenzione alla mia pelle, ai miei seni.

È come se mi modellasse.

Le sue mani che scorrono sulla mia schiena, che stringono con possesso i seni e che mi spingono verso di lui, sono le mani di uno scultore.

Gioca con un mio seno, mordicchiando la pelle morbida e il capezzolo e gode dei gemiti che mi strappa, soffocati.

Poi, quando anche l’ultimo raggio di sole scompare e lo spogliatoio rimane avvolto dal buio, ci separiamo, pur rimanendo abbracciati, mezzi nudi.

Le sue mani scivolano sull’orlo dei miei pantaloni, indeciso.

Lo stringo a me, ma non gli permetto di fare altro.

Non farò sesso con lui in uno schifoso spogliatoio al buio, dove non posso nemmeno osservare i suoi occhi chiari.

Lo capisce e condivide il mio pensiero, ma gli è difficile rispettarlo. La sua eccitazione preme contro il mio bacino e basterebbe un mio unico e fluido movimento per unirci totalmente.

Sarò in grado di impedirlo a me stessa?

 

 

 

Angolino Personale

 

Perdonate il ritardo stratosferico!

Non pensate che abbia abbandonato la storia!! È solo che sono davvero impegnatissima!!!!!!!!!

 

Non so come fare =.=

 

È un periodo terribile, scusate… =(

 

Parlando del capitolo… be… non so… la parte finale mi sembra un po’ veloce e h paura di aver ripetuto troppe volte alcune parole…

Lo rileggerò più avanti nel tempo, è l’unico modo per trovare davvero degli errori e riuscire a fare miglioramenti.

La passione fra Michele e Sara non sono sicura si avverta. Il problema è che ho cercato di non ripetere frasi, aggettivi e immagini degli altri capitoli e vi assicuro che è stato difficilissmo! E non credo di esserci riuscita del tutto <.<

 

Be, insomma, non vi chiedo scusa solo perché so che voi sapete che non sono oscar Wilde ( magari *ç*) e che purtroppo questo capitolo è stato scritto a spezzettoni e in fretta!! :S

 

Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

GRAZIE PER LA LETTURA E LE RECENSIONI!!!!!!!!!!!!! =)

 

 

@DreamsBecameTrue - -> scusa, sono stata fraintesa! E’ arrivata un’altra Elisabeetta, che come avete costatato sta con Federico e quindi non mina alla proprietà di Sara ;)

Ihih mi sembrava una degna frase per spezzare il silenzio da parte di Michele xD

I tuoi complimenti mi piacciono un sacco… forse sono esagerati, ma esagera pure che mi piace un sacco XD

Oddio che passi da gigante fai! Io pagherei ORO per schiantarmi addosso a lui *ç*

E magari rotolare sul… ok, sSTOP

XD

Un mega bacione, alla prossima :D

 

@ellie_sama - -> i complimenti me li fai dal vivo… sinceramente mi vanno STRABENE :D xD

Ahhaha la tua campagna di allungare la storia è appena iniziata e non mi farò sconfiggere facilmente!!! Dovrai bruciare tutti i miei libri di musica, prima U___U e magari bruciare anche il violino :D!!

Ma no dai che scherzo!

Buona fortuna per la scuola, mia cara, ci vediamo Martedì =D

p.s. ti sei accorta della coppia Elisabetta-Federico??? =D!!

un bacione!!

 

@4lb1c0cc4 - -> Svolta???? Cos’è??? xD no, scherzi a parte, spero proprio che questa svolta ci sia! Insomma, mi arrabbio da sola a scrivere che il loro rapporto non muta affatto <.

( lo so sono strana ma sono convinta che siano i miei personaggi a guidare la mia mano ^^!)

Insomma, stanno stufando pure me quei due!!! U___U

La tua minaccia mi fa una paura boia xD scusami sempre il ritardo e ti prego, ti prego… evita il forcone :D xDxD

Grazie della bellisssima recensione e anche perché sei convinta che i personaggi sono rimasti coerenti al loro carattere che, senza dubbio, sta maturando alla grande =D!!! ;)

Un bacio!!

 

@Maddy - -> che fiume di parole! =D grazie grazie per le tue recensioni così appassionate, mi divertono moltissimo =D

Dunque, iniziamo:

rimangono a scuola il pomeriggio perché… mi serviva la scuola deserta xD inventati quello che vuoi…facciamo un progetto extrascolastico ecco XD

NON DEVI FUMARE assolutamente no! Guarda che ti mando una sigaretta elettrica per natale eh??? U.U

Tornando a noi e finita la breve predica, xD

In realtà i due qui sono alquanto idioti e non sono sicura che lo capiranno XD non credo che scivolerò troppo nel romantico anche se senza ombra d dubbio, entrambi iniziano a provare sentimenti molto più forti di semplice attrazione fisica. Forse. xD

È vero O.o rispondere accusando Michele di essere innamorato di lei non sarebbe stato male! Però non me ne sono accorta in tempo!! Ho pensato a come reagirei io, in realtà… xD e poi si sente colta in flagrante, quindi cerca in tutti i modi di negare, in primo luogo a lei stessa! Non lo ammetterà  mai xD povera idiota =.=’’’

Inoltre accettare di uscire con lui sarebbe come uscire sconfitta dalla guerra xD

Come ti sembra si siano comportati i due qui “presenti” in codesto ( e ritardissimo xD) capitolo?

Non ne sono pienamente soddisfatta, come al solito :S

Un bacio… scusami il ritardo ^^

 

 

Pepita- - > Carissima,

 non negherò affatto che la tua recensione mi ha fatto enorme piacere. Moltissimo, moltissimo piacere.

Ti ringrazio che condividi la mia opinione che una critica dev’essere istruttiva e ovviamente anche perché mi perdoni gli errori di ortografia che lascio scappare =)

In realtà non penso sia invidiosa, forse semplicemente giudica troppo dalle apparenze… beh, non voglio crogiolare nelle sue parole e come hai detto tu, non ho intenzione di farmi influenzare dalla sua recensione negativa.

Grazie anche per i complimenti per il mio modo d’agire. Sono convinta di non essere stata arrogante né violenta nella risposta che le ho mandato, ho semplicemente preteso in modo educato dei chiarimenti. Come ho già scritto e non mi stancherò mai di farlo, apprezzo moltissimo tutti i commenti che mi aiuteranno con questa storia che non ha nessuna pretesa di essere un capolavoro. Deve divertire e far trascorrere dei piacevoli minuti di lettura ^^

Non reprimerò la mia “arte” allora, dopotutto è solo provando e provando ancora che si può migliorae.. =)

Sono felicissima che Michele e Sara ti piacciano e che la prosecuzione ti aggrada =)

E di questo capitolo che ne dici? Troppo lento? Veloce?

L’elettricità fra loro ancora si avverte? O.O

Un bacione egrazie

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo quindicesimo_ Coincidenze! ***


CAPITOLO 15 _ Conincidenze!

 

MICHELE POV

 

-E così, ragazzi, la gita scolastica si avvicina. Ormai siete in quinta, è inutile che ripeta le raccomandazioni come se foste dei bambini, tuttavia, la settimana bianca comporta una grande responsabilità per noi docenti accompagnatori. Se vi succede qualcosa saremo i primi a doverne pagare le conseguenze. Potremmo persino finire in prigione! Quindi, non pensate di fare balorda in hotel. Niente alcool, niente fumo, niente…

Riccardo mi molla una possente gomitata nel fianco, distogliendomi dai miei pensieri.

-Ma che cazzo…

Mi guarda con un’aria fintamente saccente, ma sotto sotto so che è scocciato. Sono sempre perso nei miei pensieri e non gli presto molta attenzione.

Ma è un brutto periodo.  La scuola stressa, il campionato di basket è già iniziato e in casa mia regna un’aria abbastanza tesa.

E con Sara Ghirardi va male.

Lei è ancora più impegnata di me e non posso che vederla di sfuggita a scuola. Non ci baciamo da un pezzo e sono rimasto completamente insaziato dall’ultima volta.

-Hai sentito cosa ha detto il professore?

-Ma secondo te?- borbotto – le solite stronzate.

Fa spallucce e ritorna a fissare il prof. di matematica

-Forse, o forse no. Hai capito che probabilmente non andremo in gita con la quinta A?

Questo pezzo decisamente mi mancava.

-Perché?- chiedo stupito.

È un peccato! Ci sono un paio di ragazze davvero niente male, in quella classe.

-Perché il rpofessore che doveva accompagnarci con la “A” ha dato forfet! Non sappiamo se riusciremo a trovarne un altro nella stessa sezione…

-Non è che si rischia di saltare la gita vero?

Non potrei sopportarlo! Voglio andare all’estero quattro giorni con i miei compagni di classe, ho già pensato a come nascondere l’alcool sul pullman e soprattutto a come sedurre le ragazze dell’altra classe. Non possono rovinarmi i progetti!

-Se non ci mandano, firmiamo una petizione eh? Che ne dici? – propongo tutto interessato e per un attimo mi lascio sfuggire l’espressione rassegnata sul volto di Riccardo.

-Quanto sei idiota! In gita andremo sicuramente, ma è quasi certo che ci assoceremo ad un’altra classe.

Annuisco con aria solenne.

-L’importante è andare. Faremo un bel po’ di casino!- esclamo cercando uno sguardo d’intesa con il mio amico, ma lo vedo guardare il professore preoccupato.

-Che c’è?- domando guardando nella sua direzione e scontrandomi con lo sguardo furioso del prof.

-Merda…- bisbiglio.

 

-Mi ha fatto la ramanzina due volte! E solo per un innocente commento! Ok che ci stava raccomandando di non fare casino e io ho affermato il contrario, ma poteva anche evitare di urlare come un ossesso! E poi voi!- mi volto di scatto verso Riccardo, Francesco e Alessio – non potevate chiacchierare di sottofondo per coprirmi, come facevate un’attimo prima? No! Voi siete stati zitti proprio mentre io…

-Ragazzi, secondo voi con chi andremo in gita?

Ehy! Sbaglio o quel biondino tappo di Alessio mi ha appena interrotto VOLONTARIAMENTE?

-Secondo me con la “D” o, almeno, lo spero! C’è Martina Sassi che mi interessa moltissimo- dice Francesco, dandomi le spalle.

-Ehy!- protesto, questa volta ad alta voce.

-Mah, non ne sono sicuro. Un mio amico in quella sezione mi ha detto che sarebbero andati a Roma con la “O”- dice Riccardo, lanciandomi un’occhiata divertita e continuando a ignorarmi.

Che begli amici!

-Mi state… ignorando!- esplodo indignato e mi ritrovo tre paia di occhi addosso.

-Mmm.. ma no… dai, Miki, sai che non è così… no. Aspetta. Sì, sì, è così.

-Ti stiamo ignorando.

-Spiritosi, davvero…- brobotto con un finto broncio e mi accendo una sigaretta.

-La “N” con chi va in gita?

La domanda mi esce spontanea prima che possa riuscire a fermarmi e ancora una volta mi fissano, non per schernirmi, ma quasi con conpassione e… dolcezza.

Stop.

Loro non possono essere dolci! Non con me!

Che schifo!

-Che c’è?- chiedo fingendo di cadere dalle nuvole – che ho detto?

Alessio alza gli occhi al cielo mentre gli altri due biascicano un “ è un caso perso” strascicato.

-La classe della Ghirardi ha in progetto Parigi come meta, ma non so con che sezione andrà.

-Spero non la “E”- esclamo, ancora una volta, una frase dettata dall’istinto.

-E perché?- chiede Alessio, cercando di fare mente locale su chi apparteneva a quella classe.

-C’è un tipo che Sara Ghirardi considera carino- sbotto in un ringhio.

Mi aspetto una risata, un “Ah” scherzoso, ma loro si voltano, incamminandosi verso la nostra classe, fregandosi di me.

-Ma che vi prende?- grido, spiazzato.

Alessio mi guarda in tralice.

-Non simpatizziamo per gli innamorati.

 

Innamorato. Io?

No. Va contro ogni logica etica, morale, religiosa, politica…

Io non mi posso innamorare.

Io vado con una, due, dieci, cento ragazze.

Lo ammetto, fra tutte ora ne voglio solo una, solo lei, ma questo non significa affatto che io sia innamorato.

L’attrazione fisica è diversa dall’amore. In comune non hanno niente.

Mi lascio influenzare da Sara Ghirardi, me ne rendo conto. Non trovavo il coraggio per essere abbastanza stronzo con Elisabetta e mollarla, coraggio che ho acquisito subito dopo che Sara mi ha chiesto di farlo.

Ma non significa niente.

Spalanco la porta di casa con un calcio, urlando un saluto a chiunque ci sia.

Elisabetta non se l’aspettava e se non avessi avuto impresso nella mia mente l’espressione di Sara che, eccitata, in un camerino minuscolo, mi chiedeva di piantarla, mi sarei sentito un vero stronzo.

Peccato che ce l’avessi! Era insopportabile quella ragazzina e non mi procurava nemmeno un briciolo dell’eccitazione che mi trasmette Sara solo con un bacio.

Mi sdraio sul letto, senza ascoltare i richiami di mia madre. Non ho proprio voglia di apparecchiare la tavola, devo riposarmi, cinque ore di studio così faticose…

-Michele!- irrompe mia madre in camera. Quanto non la sopporto quando fa così! – Non hai sentito che ti ho chiamato?

Mugugno una qualche risposta, senza aprire gli occhi.

-Sei sempre il solito. Volevo dirti che è pronto e che mi devi fare un piacere.

Oh, no… i piaceri di mia madre implicano sempre qualcosa di estremamente palloso.

-Che cosa?- chiedo con un’aria depressa che subito coglie.

-Non fare quella faccia, non ti chiedo di andare a salvare tua sorella da un drago inferocito. Oggi tua zia lavora fino a tradi e non può andare a prendere i bambini a scuola, escono dopo la mensa e vengono qui. Devi andarli a prendere!

-E perché io? Può farlo Alice!- ribatto. Certamente si comporterebbe meglio e sarebbe un esempio più educativo per quelle due pesti dei miei cugini.

-Alice è da una sua amica. Non ribattere ed esegui!

Ma dove siamo finiti? Nell’epoca fascista?

Dittatrice!

Solo perché mi ha messo al mondo non ha il diritto di trattarmi come una sua proprietà! Sono maggiorenne io!

Sono così autonomo e deciso che alle due in pacca sono davanti ai cancelli delle scuole elementari con un’espressione furiosa.

La campanella suona e il gelido silenzio che mi avvolge, viene spezzato da grida agitate di bambini.

Mocciosi.

Una mandria di nanetti si riversa nel cortile, attaccando il cancello d’uscita e puntando ai propri genitori.

Iiihhh!!!!!!! Non ditemi che devo resistere a un’attacco di questi esserini! Non potrei farcela!

Cerco disperatamente due chiome bionde. I miei cuginetti sembrano albini, stile Draco Malfoy, per intenderci e un sacco di volte vengono scambiati per tedeschi.

Un sacco di bambini si tuffano fra le braccia dei genitori e la folla inizia a diradarsi.

Dove sono quei due?

La mia attenzione è attratta da una biondina minuscola, con uno sguardo spaventato che si guarda attorno.

Sei anni, bellissima e dannata. Chiara Rizzardi.

-Chiara!- la chiamo. Non sapeva che sarei venuto io, credeva ci fosse la mamma. Scommetto che si è preoccupata: questi nani! – Kia! Sono io, Michele!

Quasi mi sbraccio, ma per fortuna mi vede e fa un sorrisone, saltellando verso di me.

-MIKYYY!!- urla come un’ossessa, saltandomi letteralmente in braccio.

Ah, le donne, come possono resistermi?

-Ciao, mostro. Dov’è tuo fratello?

-Sta parlando con i gemelli- dice, dandomi la mano e guardandosi attorno.

-Chi sono i gemelli? – chiedo sovrapensiero, per farla raccontare.

-Ohh… sono due di quinta, sono bellissimi! E simpaticissimi! Marco è innamorato di quei due, sai sembrano i Wealey, lo dice mamma.

-Chi??

-Quelli di Harry Potter! – mi guarda torva. Ha imparato tutto su quella saga perché suo fartello non fa altro che raccontargliela. Eppure per me è troppo piccola! Potrebbe spaventarsi!

-Sono i Weasley- la correggo, ma per fortuna non mi sente. Sta indicando tre bambini, in fondo al cortile, che non sono ancora usciti.

-C’è Marco con i gemelli!

Assottiglio lo sguardo e mi manca un battito.

Mentre Chiara si allontana da me, verso i bambini, la blocco violentemente, trasicnandola fino a me.

-Chiara Rizzardi. Qual è il cognome di quei due?

Mi guarda impaurita. Forse potevo evitare di ringhiare!

-Ghi- Ghirardi…

È un attimo. La lascio andare e continuo a guardarla, mentre si avvicina al fratello che cerca di allontanarla, mentre i due amici fanno il contrario, sorridendole.

Sono diversi da come si comportavano a casa loro, dei piccoli seduttori.

Spiccicati alla sorella… ma se osano mettere gli occhi su MIA CUGINA!

Il cellulare vibra forte e rispondo senza pensarci.

-Ehy, Rizzardi!

E’ Alessio e sembra terribilmente divertito.

-Ciao Ale, che succede?

-Niente! Cioè… ero da Ricky per studiare e abbiamo saputo una cosa da sua madre che tornava dai nostri consigli di classe!

Sembra eccitato come un bambino e stuzzica facilmente la mia curiosità.

-Sarebbe?

-Hanno deciso con chi andremo in gita!

-Bene! Con chi?

-E’ una coincidenza buffissima! – ridacchia – Riccardo ha fatto telefonare me perché non voleva immaginare la tua faccia quando lo saprai…

-Dimmi che non è la F, è piena di oche che non ci stanno e ragazzi che se la tirano!

-Noooo!! Niente “F”… è la “N”- urla spaccandomi un timpano.

-Ma che ti urli! – sibilo di rimando – LA “N”, bene, chi c’è nella..

Aspettate.

Che cos’ha detto?

 

 

Angolino personale

 

Eccomi qui! Ho voluto fare un capitolino così, pov Michele che preparasse all’argomento… osè *ç*

Ovvero… LA GITA! Si sa che in gita succede di tuttooooo!!! xD

Bene, sono in crisi =)! Credo che prenderò un altro 5 in mate, è il secondo! Di tutta la mia carriera scolastica tra l’altro ç__ç

Sono depressa! E ho due verifiche in settimana… quindi dovrete aspettare un po’! godetevi Michele sempre più scemo… xD

Perché secondo me è un ragazzo scemo u.u

 

 

4lb1c0cc4 - ->  grazie cara , mi commuoviii ç_ç

Quindi non sei una bella sirenetta ??? xD

Bah, però io una codina che spunta la vedo eh!

Ok, sono pazza! Grazie che togli i miei dubbi in modo così radicale =)! Se poi pensi che sia descritta bene… hai acquistato infinti punti ( che si aggingono agli infiniti chee avevi già… quanto fa??? °.°)

Un bacio xD!

 

Marti_18  - - > Grazie per il perdono… temporaneo perché non so quando riuscirò ancora a pubblicare! Ma non perdete la speranza xD!

Shono bravissima?? *ç*

°///° me si gonogola tuttaaaaaaaaaa °//////°

Un basio!

 

Saketta - - > non ti preoccupare! Hai recensito questo e molti altri… non hai niente da farti perdonare!

Oh, sì, ti prego non abbandonarlaaa!!! =) ti piace davverooo??? Oddio questi complimenti mi stroncano!!!

Il seguito che immaginavi tu ( ammettilloooo pensavi a coseee OSE’!! beccata xD!!) ( però ci pensavo anche io in realtà! °___° xD)

Dimmi che anche questo ti ha tirato su di morale!! A me piace un sacco la vita di Michele xD è troppo scemo!!

Grazie ancora! Un BACIO!

 

Maddy - -> un bel respiro e… buttiamo a capofitto nella tua recensione! Scrivi sempre tanto e mi fai morire dal ridere!!!!

Anche io voglio le vacanze e naturalmente se non vuoi la sigaretta elettronica, ti mando quelle di cioccolato xD!

Ok, giuro che la smetto di farmi pare =)! Visto che per questo capitolo non me le sono fatte???

Simone cerca…. *ç* non te lo dico xD anche perché serve per svviare i sospetti *ç*!!! Uhuhuhu

In effetti anche Sara è piccolina… come te ! magari sei riccia, mora e con una schiera di pretendenti! WOW ho trovato la mia protagonista!!! *ç*!

Io ho visto delle felpe del copernico proprio così! Però non so se siano ancora in questo modo ^^

Ahha allora sei come me se odi i mille XD io sono NEGATISSIMAAAAA XD

E sì, sono d’accordissimo: fede è un MITO!! Ahahha è geniale!

Per quanto riguarda sara, oh, be, lei ADORA farsi radiografare da Michele solo che è talemnte scema che non lo ammette nemmeno a lei U__U

Non ti preoccupare, la prima volta… non sarà così scialba U___U semmai la seconda xD

Non mi stufi, assolutamente! Grazie per tutti i complimenti!!!! =)

 

Dragon19 - -> BENVENUTA A TEEEEE! BENVENUTA A TEEE! BENVENUTA A DRAGONNNNN !!! BENVENUTA A TEEE!

Bene, non scappare per la mia troppa idiozia ma oggi sono… euforica xD dio solo sa perché visto che va tutto male.. no aspetta! Ho una nuova lettrice: va tutto bene!!! =)

Esattamente *____*

Lenzuola celesti *___*

Absolutely o come si scrive *ç*!!!!

Uhuhuhu continua a seguirmi!

 

DreamsBecameTrue - - > ç___ç adesso piango! Davvero hai riletto i capitoli? E ti sono piaciuti??? Grazie!!!!!!!!! Sono così felice >.

Sono felice per te per la tua vita reale, mentre per me va proprio MALISSIMO ç___ç ormai ci rinuncioooo T____T

Grazie di tutto <3

 

Ellie_sama - - > Ellieeeeeeeeeeeeee!!!!!!!! Lo so… ho creato un personaggio a dir poco fantastico e sta con un ragazzo *ç*!!!! xD

Ihih noooo ti prego non assalirmiiii xD la storia finirà al momento giusto u.u fidati u.u

( e io scapperò in alaska per sfuggirti xD)!!!

Un bacione carissima !!!!! <3<3

 

Pepita- -> cara Pepita, le tue recensioni mi fanno piacere e perdonami se continuo a ripetertelo! E non preoccuparti del “ritardo” l’unica che dovrebbe farlo sono io!

Sai una cosa … anche io non vedo l’ora che quei dueee >.

Grazie grazie per il bravissma! Non so, ma le recensioni di oggi sembravano più adulatorie ( se si può dire) del solito!!! Cavolo GRAZIE

UN BACIO, ALLA PROSSIMA! <3

 

 

Un grazie a tutti!!! Alle recensioni in particolare!

Se vorreste aggiungermi su fb, a proposito, cercate l’unico Eklypse che trovate xD! Scrivete chi siete però, perché non aggiuno chi non conosco!! <3<3

 

Un bacio a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo sedicesimo_Binario 3 ***


CAPITOLO 16 _ BINARIO 3

 

 

SARA POV

 

-E’… è inaccettabile- bofonchia Anna, interdetta, scrutando torva la sezione “B” accalcata vicino al binario 3.

-Inamissibile- le fa eco Laura, guardando nella stessa direzione.

Michela non si espone, ma, appena colgo il suo sguardo, alza le spalle indifferente.

Una dei pochi indifferenti, da quello che ho potuto notare in questi dieci minuti.

Le due classi si sono appena incontrate alla stazione.

Le mie compagne stanno maledicendo le oche dell’altra classe e probabilmente loro fanno lo stesso.

I ragazzi sono più moderati, si ignorano e basta, ma appena un ragazzo altissimo della “B” ha adocchiato Serena, Luca, il suo principe azzurro, ha quasi rischiato di non vederci più e spedirlo direttamente sotto i binari del treno.

-Ma cosa è saltato in testa ai professori? E poi dovevamo andare a Parigi! Non in settimana bianca- sbotta ancora la mia migliore amica, furiosa. Odia lo sport e la capisco benissimo per esserci ramasta male, quando il professore di italiano aveva annunciato il cambio improvviso della meta.

-Ci divertiremo lo stesso.

-Tu ti divertirai lo stesso!- urla, poi si piazza davanti a me – e finiscila di fissare Rizzardi.

Sgrano gli occhi a quella frase, mentre Laura e Michela ridacchiano come assatanate.

-Non è vero!

-Sì che è vero! Lo ammetto, con quel giubbino di pelle è da stupro però.. contieniti.

Corrugo le sopracciglia, stupita, seguita a ruota dalle altre due.

-Anna, Rizzardi non indossa il giubbino di pelle…- continua Laura osservandola stranita – è Riccardo che lo porta.

L’espressione di Anna muta radicalmente. Sbianca e si volta di scatto verso il gruppo della classe di Rizzardi.

Lui è lì, che fa il cretino con gli amici, scuotendo il capo e passando una mano fra i suoi capelli disordinati. Con lui c’è, ovviamente, Riccardo. Biondo, composto e, devo ammettere, carino, fasciato in un giubbino di pelle e in jeans chiari.

-Ah. Avete ragione… li avevo scambiati.

Come ha fatto a scambiarli? Uno moro, l’altro biondo,  uno con atteggiamenti egocentrici, l’altro molto più moderato anche nei semplici comportamenti quotidiani.

-Ti sei rincretinita?- domando di getto, ma sono sospettosa e lo capisce immediatamente.

Apre la bocca per dire qualcosa ma si trattiene.

-Credo di stare per impazzire- sospira – è un brutto periodo e sono incazzata.

Lascio passare la cosa, per adesso, mentre raggiungiamo i nostri compagni di classe, ma stasera, in camera, un bel terzo grado non glielo toglie nessuno. Per quanto Riccardo possa essere carino, solitamente è Rizzardi ad attirare l’attenzione, soprattutto perché è di lui che parliamo spesso.

Che abbia incominciato a provare interesse per Riccardo senza dirmelo?

Il professore ci chiama e ci invita a salire sul treno.

-E comunque non lo stavo guardando- mi scappa improvvisamente, mentre cerco con lei un posto decente e abbandonando i pensieri confusi su lei e il braccio destro di Michele.

-Nooo- mormora ironica e questa volta sorride. Salire sul treno l’ha proiettata in vacanza e so che di qui a poco, esploderà di entusiasmo. Lunatica.

-Ti guardava anche lui, però. Rapide occhiate, ma ti assicuro… credo che volesse spogliarti con gli occhi- mi sorprende ed è inutile fingere di offendermi. Non posso far altro che compiacermi della metafora che ha utilizzato. Fortunatamente per me è Riccardo ad avere il giubbino di pelle e non lui, altrimenti.. be, ciao ciao razionalità, benvenuti ormoni a mille.

-Sediamoci in fondo- Anna mi prende per mano e ci imbuchiamo in fondo al treno, isolate. Da qui possiamo vedere tutti e, se vogliamo andare in bagno, dobbiamo per forza passare davanti all’intera sezione “B” e “N”.

-Per il tuo ego – mi spiega ridendo – lui dove si è seduto?

Mi alzo appena sul sedile e do un’occhiata veloce.

-Non lo vedo.. aspetta! E’ seduto in uno di quei posti a quattro con Riccardoe altri due… mmm… si chiamano Francesco e Alessio, credo.

-Ehi, Sara, escluso il fatto che è una blasfemità andare in gita in quinta in settimana bianca e soprattutto con la “B”, sai cosa comporta questa gita?- ha un aspetto divertito e mi preoccupa.

-Sarebbe?

-Che gli ormoni di tutti, come in tutte le gite, saranno sparati a mille e quindi tu e Michele finirete certamente a letto!- squittisce, entusiasta – e, naturalmente…, mi dovrai raccontare T-U-T-T-O!

Nei minimi dettagli! Chissà come usa le mani…

Ok, Anna è partita. Ed è single! Non oso immaginare se avesse un ragazzo… lo distruggerebbe!

-Calma, razza di assatanata!- scherzo, ma subito divengo seria –non succederà nulla fra noi, a meno che non ci siano lenzuole azzurre sui letti.

Anna ride di gusto e scute il capo, incredula.

-Ancora con questa fissa?

Scrollo le spalle e le chiedo se ha l’Ipod carico. Domanda inutile. Lei ha sempre l’Ipod carico.

-Cosa cantiamo?- domanda allegra.

-Siamo in un vagone con cinquanta studenti e vuoi cantare a squarciagola come tuo solito?- corrugo la fronte interdetta.

-Terrò il volume di voce basso e poi tu canti con me.

-Scordatelo!

-Dai, da qui non ci sentirà mai, lui!

La guardo male. Sempre a parlare di Rizzardi! Quell’ignobile essere inizia a monopolizzare persino le discussioni con la mia migliore amica: inammissibile.

-E cosa vorresti cantare?

-Le sigle dei cartoni animati?

No. Questo no. Vado in quinta superiore e ormai ho passato la fase dei cartoni! Tutta colpa di Anna, se ancora oggi le conosco a memoria.

-Canti?

-No.

-Se metto i Modena City Ramblers?

Sorrido.

-Questo è un altro discorso.

 

MICHELE POV

 

-Quando arriviamo?- sbuffa Alessio, annoiato.

-Se lo dici un’altra volta, ti scaravento fuori dal finestrino- minaccia Riccardo, finendo di scrivere per l’ennesima volta un sms.

-A chi scrivi?- chiedo all’improvviso, distraendolo da Alessio che si lamenta come un bambino.

Scrolla le spalle e mette in tasca il cellulare, guardandomi in tralice.

-Non leggere i miei messaggi, Miky.

È talmente serio che non ho il coraggio di non rispettarlo.

Ma uffa! Non è giusto! Sono il suo migliore amicooo… bene, mi sento tanto una bambinetta che veste di rosa, in questo momento, ma è l’unico modo per esprimere il mio profondo disappunto!

Come può nascondermi qualcosa che riguarda una ragazza?

Oh, perché io sono sicuro che c’entra una ragazza. Ci sono tutti i sintomi, primo fra tutti: ricarica cellulare ogni dieci minuti.

Un paio di ragazze della “N” si dirigono verso il bagno, sempre accoppiate, queste donne.

Peccato che non sia Sara. No. Lei non si degna nemmeno di alzarsi da quel bastardissimo posto a sedere, in culo ai lupi, per di più!

Uffa!

La vita è ingiusta!

-Secondo voi quando arriveremo?

-Ale, chiudi la bocca! Sembri un bambino dell’asilo!

-Ma…

-Ma niente!

Francesco si toglie le cuffiette del suo Mp3, osservando di sfuggita Alessio seduto accanto a lui.

Ride e si rivolge a me e Riccardo.

-Fa sempre così,ogni volta che viaggia!

-Ricordatemi di non invitarlo al nostro viaggio per la maturità…- bofonchio e, prima che Alessio possa ribattere, mi ritrovo davanti un foglio bianco, con qualche scarabocchio.

-Ma cos...

Caterina, capelli biondi, lunghissimi, mi guarda con sguardo languido.

-Miky! Il professore mi ha chiesto di darti questo!- squittisce con una voce stridula.

Ehm… ma quanto mascara ha questa ragazza sulle sue povere ciglia? E il lucidalabbra.., brrr

-Grazie Cate.- dico strappandole quasi il foglio dalle mani e liquidandola con un sorriso forzato.

Sembra in estasi, decisamente. Sono cinque anni che mi corre dietro, ma con una così non ci starei mai. Ho una dignità anch’io!

-Cos’è?- domanda Francesco sporgendomi verso il documento che mi aveva lasciato Caterina e lo guardo bene per la prima volta. Non faccio nemmeno in tempo a finire di leggere la prima frase che quel perfettino di Riccardo, con il cellulare in mano, spiega:

-Bisogna scrivere i corsi a cui vogliamo partecipare e l’orario. Hanno organizzato tutto all’ultimo minuto, quindi non trascorreremo tutto il giorno sulla neve, ma poche ore. I pranzi e le cene devono avvenire tutti i giorni in albergo e tutti insieme. Il coprifuoco è alle 11.00.

-Grazie Ricky…- lo prende in giro Alessio e mi prende dalle mani il foglio.

-Ehy!- esclama dopo un po’ – siamo gli ultimi a cui è arrivato! Gli orari migliori sono già andati…

-Sai solo lamentarti- commenta Riccardo e si appropria del documento, pronto a leggerlo ad alta voce.

-Per prima cosa dobbiamo scegliere se sci o snowboard…

-Snowboard!- quasi urlo ad una voce con Alessio e Francesco.

-Immaginavo- borbotta Riccardo – avete una biro?

Francesco traffica con lo zaino, mentre gli ingranaggi della mia mente lavorano febbrilmente.

-I gruppi da quante persone sono formati?

-Minimo sei persone… massimo otto- mi risponde indifferente Riccardo – perché?

Una lampadina si accende dentro di me e mi nasce, INVOLONTARIO- giuro che è involontario - un ghigno divertito.

Non mi soffermo sulle facce dei ragazzi: si staranno guardando preoccupati.

-Riccardo, dammi quel foglio.

Riccardo allunga di scatto la mano verso di me e lo sento sussurrare un “sono guai” fra le labbra.

Ricerco in fretta un nome e lo trovo. Sotto il corso di snowboard delle prime ore del mattino, spicca il nome “Sara Ghirardi” scritto con una calligrafia rotonda e ordinata. Sotto a quello di Sara, leggo Anna Zanetti e altre due ragazze.

Be, il massimo è otto no?

-Biro- ordino e me la ritrovo fra le mani un attimo dopo.

Il mio nome, seguito da quello degli altri, si mette in coda dietro alle quattro ragazze.

-Dovremo svegliarci presto- ridacchio con un’espressione soddisfatta.

Francesco si affretta a prendere fra le mani il foglio per leggere la loro condanna.

-Il corso alle sette e mezza? Di mattina?

Alessio geme sofferente.

-Suvvia, cosa volete che sia? Ci sveglieremo come tutti i soliti giorni di scuola!

-Non eri tu quello che voleva a tutti i costi godersela questa vacanza?- chiede Riccardo, facendomi sorridere.

-Ma io ho tutta l’intenzione di godermela…- scoppio a ridere, sotto il loro sguardo allibito.

-Fammi indovinare…- borbotta Alessio e, in un lampo di intelligenza: - c’è Sara Ghirardi nel nostro stesso gruppo.

-Ovvio- ribatte Francesco, per nulla sconvolto dell’orario mattuttino.

Riccardo mi sembra molto più scocciato, ma non ribatte.

Ora sono libero di pensare a tutte le mie arti di seduzione possibile. Peccato che sarò imbaccuccato in una tuta enorme per il freddo… e il casco! Cielo, mi spiaccica tutti i capelli in testa…

Forse non è stata mica una così bell’idea…

-Fra, - chiedo angosciato – hai portato il gel, vero?

 

NARRATORE POV

 

Anna guarda fuori dal finestrino del treno.

Il paesaggio non è visibile nitidamente: il treno corre troppo veloce e Anna distingue solo colori e immagini sfocate.

Sara alla sua destra canticchia una canzone, con gli occhi chiusi.

Pensa se sia possibile chiedere all’albergo delle lenzuola azzurre, ma come spiegare una simile richiesta?

Sara e Michele stanno bene, insieme. Anna ne è convinta da sempre. Il loro rapporto la diverte, ma il suo obiettivo è spingere Sara fra le braccia del ragazzo e tutti i loro giochi di seduzione, la ostacolano.

Michele è innamorato, ma lui ancora non lo sa. Per non parlare di Sara, che cerca disperatamente di negare l’evidenza.

Anna si morde un labbro, pensierosa. Il cellulare vibra nella tasca della tuta e la ragazza si affretta a leggere il messaggio.

 

Sara ha il cellulare spento. Salutamela e dille che la chiamo stassera, fate buon viaggio…!

Simone

P.S. spero che non facciate cazzate…

 

Anna ride.

Sa che l’ultima parte del messaggio non si riferisce a Sara, ma ha lei e...

Cazzate? Neanche una.

Non vuole fare cazzate. Deve sfruttare a tutti i costi la situazione in favore di Sara e Michele.

-Chi è?- le chiede Sara, svogliata – sei stata al telefono un sacco di tempo.

-E’ Simone, ci augura buon viaggio e vuole chiamarti stassera.

-Simone?- Sara si fa più attenta e osserva la sua migliore amica negli occhi.- da quando hai il suo numero?

Anna distoglie lo sguardo alzando le spalle e ritornando a fissare il paesaggio.

-L’ho sempre avuto.

Non si volta verso l’amica, fingendo un’aria disinteressata.

Forse Simone ha ragione. Non devono fare cazzate, o rischiano di farsi scoprire.

 

 

Angolino personale!

 

Buona sera a tutte voi!

Purtroppo è un periodo schifoso… perdonatemi il ritardo e il capitolo…^^

È un po’ più corto del normale! Tutto questo tempo e non vi soddisfo nemmeno… acci!

Però la prossima volta c’è la lezione numero uno di snowboard...

Dovrebbero saltare fuori delle belle cose, almeno dal mio attuale progetto!

 

Non risponderò qui alle recensioni, vi mando un mp!!! Non so se riuscirò a farlo stassera stessa…

Sono così impegnata! Ed è davvero un periodo no: ho scoperto di odiare il Latino!

 

E fra poco è natale!! Non è bellissimo? Io adoro il clima natalizio *-*

Tutte le lucine in cittàààà!!! Sono fantastiche! E poi … non so… mi sento sempre bene quando vado in giro ;)

 

Sono andata a vedere Harry Potter!!! E voi?? Avevo persino il simbolo dei tre doni disegnato sulla guancia =D

Da fanatica quale sono… in realtà non mi è piaciuto moltissimo… cioè, hanno tagliato le parti che ritenevo più interessanti.. come al solito =.=’’

Ci andrò anche domani in realtà xD!

Facciamogli guadagnare un po’ U___U

 

Be, ancora scusa per il ritardo e… TANTI AUGURI, se non aggiorno prima!!! ( ma spero di poterlo fare ^^)

 

Eklypse

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo diciassettesimo_ Neve ***


CAPITOLO DICIASSETTE_ Neve

Tantissimi auguri di buone feste... decisamente in ritardo!

 

MICHELE POV

 

Sara Ghirardi mi ha trucidato con lo sguardo, quando mi ha visto arrivare nel luogo dove avremmo dovuto incontrare il nostro istruttore, seguito dal mio stuolo di compari, ancora mezzi addormentati.

Stava per commentare acidamente la nostra apparizione, ma l’arrivo del maestro ha distolto la sua attenzione da me. Momentaneamente, ovvio.

Chissà quale sorpresa, per lei, trovare il suo peggior amico nello stesso corso!

L’insegnante è giovane, giovanissimo, pochi anni più di noi.

Ha salutato gentilmente noi ragazzi e ha ammiccato in direzione delle ragazze, guadagnandosi l’odio di tutta la fauna maschile presente innanzi a lui.

-Allora,- incomincia a discorrere bonariamente sotto i nostri sguardi attenti e guardinghi – siete pronti?

-No- sbuffa ad alta voce Anna, impertinente e immune al fascino del ragazzo – Non siamo pronti. E’ l’alba, fa un freddo cane e a quest’ora avremmo potuto essere a Parigi. Per non parlare del fatto che dobbiamo fare tre ore di.. sport! Come possiamo essere pronti?

L’insegnante boccheggia, mentre tutti scoppiano a ridere di gusto. Anche Sara ed è bellissima con un sorriso vero dipinto sul volto.

Il ragazzo è scocciato e non si dilunga nei convenevoli, incominciando subito a insegnarci come prendere confidenza con la tavola dello snowboard.

Nessuno di noi ragazzi- escluso Riccardo - sta attento. L’inverno scorso noi quattro siamo andati in montagna per una settimana di snowboard intensiva e ci ricordiamo bene come si fa.

-Come si chiamano le ragazze insieme alla Ghirardi?- mi sussurra Alessio, dopo pochi minuti, battendo i denti per il freddo.

Il cielo è plumbeo e non mi sorprenderebbe se scendessero fiocchi di neve in giornata.

-La sua migliore amica è Anna, le altre penso siano Michela e Laura.

-E quella alta qual è?- si intromette Francesco, interessato, indicando quella che- fino a prova contraria- si chiama Laura. Indossa una giacca a vento gialla, sgargiante, che s’intona con i colori strambi di quella di Francesco.

-Carina no?- bofonchia ed io alzo le spalle borbottando un “ tutta tua”.

Sia chiaro, io ho occhi solo per Sara.

E’ elegante persino se completamente imbacuccata.

I capelli ricci sono legati, ma alcune ciocche, elettriche se a contatto con la cuffia viola, le scivolano sul viso e, con un movimento fluido del capo, le allontanano ogni pochi secondi.

Guardando i suoi capelli penso disperatamente ai miei, sommersi da un chilo di gel, ma purtroppo spiaccicati dalla cuffia e, poi, dal casco.

Riccardo ci ammonisce con un’occhiata, seguito, con un tempismo perfetto, dall’istruttore, che, ancora scocciato dalla nostra precedente risata, ne approfitta per rimetterci in riga.

Bene, ho deciso.

Mi sta antipatico.

-Ricky? Ricky..??

-Che c’è?- ringhia sottovoce.

-Mi sta antipatico- biascico e mi devo trattenere nel pestare i piedi per terra.

Alza gli occhi al cielo e sospira.

-Lo so.

-Fai qualcosa.- e ancora mi mordo la lingua per non gridare un “papà” rivolto al mio migliore amico.

-No.

Stronzo.

Mi volto automaticamente alla mia destra, osservando Alessio che sbadiglia annoiato.

-Ehi, Ale… mi sta sul cazzo.

Alessio mi guarda con uno scintillio negli occhi.

-Sembra che voglia spogliare le ragazze con gli occhi- afferma convinto.

-Sì, bhe, tranne Anna- ridacchio – credo voglia sopprimerla…

Ridiamo insieme, senza nemmeno preoccuparci più di tanto di soffocare la risata.

Francesco chiede spiegazioni. Odia essere tagliato fuori.

-Rendiamogli la vita un inferno- dico, con un tono pomposo e ammicco divertito.

-Approvato.

-Perfetto.

-Idioti.

Inutile, siamo così entusiasti che gli insulti soffocati di Riccardo non ci sfiorano nemmeno.

-E cos’hai architettato?- mi domanda Alessio eccitato.

Interrompo la mia risata assatanata per guardarlo di traverso.

-Be, - incomincio con aria cospiratoria – prima di tutto dobbiamo convincerlo a mostrarci il suo talento sulla neve. Ci fingeremo ammirati e ci offriremo di lucidare la sua tavola. Una volta in albergo con essa, cospargeremo un po’ di balsamo per capelli sul retro della tavola e gliela consegneremo la mattina, chiedendogli nuovamente una dimostrazione… al chè lui, senza accorgersi della superficie scivolosa…

E qui mi fermo, ma non a causa delle risate convulse e sguaiate di Alessio e Francesco, ma perché Riccardo, con un sorriso divertito, mi ha mollato un ceffone così forte che la cuffia non lo ha attutito per niente.

Di nuovo, gli sguardi di tutti sono su di me, che, indignato, mi massaggio il capo.

-Ahia- ringhio rivolto a Riccardo che si limita a scrollare le spalle indifferente.

-Adesso basta- oh cielo, il Grande Capo ha parlato…- Se non avete intenzione di seguire la lezione perché siete tanto bravi, prego, siete liberi di scendere in pista da soli.

E dovrebbe essere una minaccia?

Mi volto verso Riccardo con uno sguardo da cucciolo bastonato e anche Alessio e Francesco seguono i miei movimenti.

Riccardo nemmeno mi guarda. Osserva fisso avanti a sé.

-No- dice.

-Ti prego…. Ti prego…

-No!

-Ma…

-Michele, non fare il bambino, ti ho detto…

 

-Sì! Perché ti ho detto sì, Michele Rizzardi?

Riccardo è furioso. Ma non è affatto colpa mia, se siamo in questa situazione no?

Neri, professore di matematica, ci sta rimproverando da quasi… sì, trenta minuti esatti.

Riccardo, ovviamente, non ha saputo resistermi e alla fine ci ha dato il permesso e, fra parentesi, anche lui ha mandato a cagare il Grande Capo per iniziare a scivolare sulla neve senza seguire nessuna inutile lezione tenuta da un gran figo so-tutto-io.

Purtroppo - giuro che non lo sapevo- era proibito !

Quindi eccoci qui, a sopportare Neri, gli sguardi delle ragazze annoiate, anche loro richiamate dall’insegnate e, soprattutto, a sopportare le lagne di Riccardo che si dichiara innocente.

-Perché ti sei divertito molto di più?

Riccardo mi guarda male, ma sospira e si arrende.

-Sul fronte sventola bandiera bianca…- ridacchio e provoco un attacco di furia non repressa al povero prof di mate.

E solo dopo mille promesse, mille altre raccomandazioni, Neri ci lascia andare, borbottando frasi sconnesse.

-Che scemi- commenta Laura. Sembra incazzata nera, perché abbiamo mandato a monte la prima giornata di snowboard.

Al contrario, Anna sembra volerci prendere le misure per far costruire una statua in nostro onore.

-Io vi amo! Vi adoro! Ma che bello!

-Anna, chiudi il becco- bisbiglia Sara, stiracchiandosi. Non sembra né infastidita né felice. Neutra, diciamo. E l’ho osservata bene… si è tolta la tuta pesante, ma indossa lo stesso un maglione così grande e imbottito che non si scorge nessuna delle sue curve così sensuali..

Che spreco!

-Ti è piaciuto il cambiamento di programma?- ridacchio avvicinandomi ad Anna che mi ricambia con un sorriso a trentadue denti.

-No che non le è piaciuto!- si intromette Laura e Anna ridacchia sommessa, guardando in modo strano Riccardo.

-E adesso cosa possiamo fare tutti insieme!? – chiede e tutti si fermano, in mezzo al corridoio. Lei per prima.

Cos’ha appena detto?

 

SARA POV

 

Soffochiamo Anna.

È il nome dell’operazione 001.

Non può averlo detto sul serio. Non può.

Non è forse lei, la prima che afferma che fra la classe “B”  e la “N” del Liceo Calini non può che scorrere cattivo sangue?

Non è forse lei che rinnega ogni possibile trattato di pace?

E ora che fa? Propone di fare qualcosa tutti insieme! Per fortuna nessuno sarà d’accordo… non può farmi questo! Significa stare a stretto contatto con quel…

Santo cielo. Prima, entrato in albergo si è tolto il berretto… e i capelli, ribelli, gli sono volati da tutte le parti. Ma cosa vuole? Che lo stupri?

Deve solo chiedermelo!

-Sono perfettamente d’accordo. -Riccardo sta osservando sorridente Anna – Potremmo fare un giro nei dintorni. Fa freddo, ma il paesaggio innevato è bellissimo.

-Chi è con noi!- esclama Anna, tutta allegra.

Mi avvicino, prendendola per un braccio e allontanandola dal gruppetto.

-Ma cosa stai dicendo?

-Niente- mi guarda come se fossi pazza – semplicemente, abbiamo un intero pomeriggio davanti a noi, e anche una buona parte della mattinata! Non possiamo stare solo noi ragazze per tutto il giorno! E non hai visto come guarda Laura, Francesco?

No, non l’avevo notato. Così Francesco sembra interessato? Ma allora dobbiamo assolutamente cercare di spingerli l’uno fra le braccia dell’altra…

Sara, non s-concentrarti.

Scaccio i miei pensieri da Agenzia Matrimoniale, per prestare attenzione solo ad Anna.

-Cavoli loro- commento acida, anche se non lo penso – e poi tu stessa non vuoi che il sangue si mischi fra “B” e “N”.

-Ormai siamo grandi per certe cose!

-Ma se fino a tre ore fa eri convinta che..

-Le persone cambiano!- strilla allegra e sorridente, piantandomi in asso e tornando dal gruppo.

Li seguo indisposta, osservando l’aria tesa dei ragazzi – escluso Riccardo che è al settimo cielo per qualcosa che conosce solo lui e Michele, che saltella come un idota – e quella stralunata di Michela e Laura.

-Anna è impazzita- dico alle mie amiche che annuiscono vigorosamente. Laura è particolarmente incavolata.

-E’ tipico suo cambiare umore da un momento all’altro- sorride tranquilla Michela con lo sguardo fisso sulla schiena del… biondino?

-Miky, stai mica puntando a Alessio?

Arrossisce visibilmente borbottando qualche difesa, terrorizzata per essere stata scoperta.

-Davvero? Oh, Miky, è fantastico!- esclama Laura, presissima.

Rallento il passo. Io che provoco Michele, Francesco che sembra interessato a Laura, Michela presa da Alessio e Anna che sembra divertirsi con Riccardo come se lo conoscesse da sempre… mi sento in un film.. in uno stupido film dove tutti sono accoppiati!

Alcuni fiocchi di neve si depositano sulle nostre cuffie, appena mettiamo piede fuori dall’albergo. È con stupore che ci accorgiamo che ha incominciato a nevicare.

-Nevica!- esclamano Anna e Michela estasiate. Non l’avevo capito.

Mi mordo le labbra per non dirlo davvero. Mi rendo conto da sola di essere estremamente stronza. Una notevole dose di veleno è sempre pronta sulla punta della mia lingua.

Sono nervosa! Da un lato voglio a tutti i costi approfondire la conoscenza di Rizzardi, dall’altro espormi troppo significa fornirgli una quantità di indizi su di me che dovrebbero rimanere nascosti a lui.

Una mano leggera mi sfiora una guancia e un dito gelido si posa sulle mie labbra, torturate dai denti, per indurmi a liberarle da quella tortura.

Gli altri sono in mezzo al parcheggio semideserto dell’hotel e discutono su qualcosa di impreciso.

Michele mi fissa così intensamente da togliermi il fiato e con amarezza constato che sto trattenendo il respiro.

-Così le rovini- mormora senza smettere di accarezzarmi.

Mi lascia indietro e rimango imbambolata a fissare la sua giacca a vento scura.

Ed è tutta colpa sua se non vedo Anna che si china su un’automobile per acciuffare una manciata di neve;

è tutta colpa sua se, due minuti dopo, sono completamente sommersa dalla neve.

I miei ricci bagnati si annodano seduta stante.

Sbatto le palpebre interdetta osservando i cinque ragazzi davanti a me ridere a crepapelle.

Sara, conta fino a dieci… conta fino a …

Anna ride come una matta e si scambia il cinque con Rizzardi.

Come ci si sente ad essere tradite dalla propria migliore amica?

Bene, meravigliosamente bene, se si pregusta già la vendetta.

 

Non dirlo, non dirlo… non dire quello che stai pensando, non dirlo..!

Scatto rapidamente, nascondendomi fra una vecchia panda bianca e una bmw metallizzata.

Il proiettile mi sfiora il braccio, ma riesco a schivarlo.

Mi sto divertendo da matti!

Sono secoli che non mi diverto così innocentemente!

Battaglia di palle di neve. Tutti contro tutti.

Siamo completamente bagnati, ma tutti con un sorriso a trentadue denti.

Non ho mai visto Rizzardi così spontaneo, mentre mira alle sue prede con un’attenzione degna di un cecchino.

I suoi bersagli preferiti siamo io e Riccardo, ma, se quest’ultimo se la cava, io sono decisamente messa peggio. Non mi sento più le mani e le dita per il freddo e ho i capelli completamente bagnati.

-Credi di potermi sfuggire?

Sobbalzo spaventata, voltandomi di scatto e trovando, in piedi a pochi metri da me, Rizzardi che mi guarda ghignando con in mano una palla di neve.

Ha una mira micidiale, figurarsi se non riuscirà a prendermi in pieno a questa distanza.

-Non oserai- sibilo, con uno scintillio negli occhi.

Beh, ci speravo. Invano direi.

Mentre sta per lanciarmi la neve, mi alzo rapidamente, cercando di allontanarmi.

Ripeto: invano.

La neve ghiacciata mi bagna i capelli e il collo. Mi pietrifico, gelida, trattenendo un urlo. La neve continua a scivolare dolcemente verso la base del mio collo, accarezzando la pelle al di sotto della mia giacca pensante.

Rizzardi ride a crepapelle, mentre impreco in turco.

Gli altri non prestano attenzione a noi, sono intenti a scappare e a rincorrersi.

-Maledetto… cretino… Sotto la maglietta!- urlo cercando di togliermi la neve fredda.

-Wow! Ho fatto centro!

E continua a ridere, come se stesse guardando uno sketch di Aldo Giovanni e Giacomo.

-Tu!- ululo furiosa, ma durante il mio movimento repentino, peggioro solamente la situazione. Sgrano gli occhi boccheggiando, mentre la neve ormai mi ha bagnato la schiena.

-Dio! E’ fredda!

La mia voce suona lamentevole anche a me stessa, ma il mio broncio sembra riuscire ad attirare l’attenzione di Michele.

Si avvicina quasi con la coda fra le gambe e un sorriso così dolce, quanto insolito, che mi mozza il fiato.

No. lontano. Lontano! Non avvicinarti o mi sbatteranno in galera per stupro!

-Mi perdoni?- mormora sfoggiando uno sguardo da cucciolo bastonato.

-No!

Si avvicina ancora, un passo per volta, continuando a osservarmi con occhioni luccicanti e quel sorriso da bimbo che cerca di farsi perdonare dalla mamma.

-Perfavore… non l’ho fatto apposta!

-Come no!- ringhio, allontanandomi di riflesso ad ogni suo passo.

Sorprendendomi, si lancia –letteralmente- verso di me, afferrandomi una mano.

-Ehi! Lasciami!

-Solo se mi perdoni…- mormora, ma questa volta la sua voce è diversa: più bassa, roca e decisa. Porta la sua mano alle sue labbra e bacia lentamente le dita, una alla volta, sfiorandole appena con le sue labbra gelide.

Sono pervasa da scosse e brividi, ogni volta che bacia la mia mano, con una devozione tale da sorprendermi. È… dolce. Romantico.

Qui qualcosa non va. Non va…

Socchiudo gli occhi lasciando trapelare fra le mie labbra un gemito muto.

Ci mancano solo i fiorellini rosa come sfondo e potrei essere proiettata in uno dei manga che legge sempre Anna!

Gli occhi di Michele incontrano i miei, soddisfatto. Si rende conto dell’effetto che mi provoca e, solo quello, lo appaga pienamente. O quasi.

 Verde e azzurro. Leggiamo dentro di noi, senza parlare, perdendo la cognizione del tempo.

-Non ti perdono- bisbiglio con la voce spezzata.

Ride, sulla mia pelle.

-Mi perdonerai, alla fine.

-Non ci contare…

Ma non mi fa finire di parlare. Con facilità, mi trascina vicino a lui.

Mi tiene la mano fra le sue, intrecciando le sue dita con le mie, in un gesto di affetto.

L’altra affonda nei miei capelli, fregandosi del fatto che siano fradici.

E le sue labbra… le sue labbra piene,  rosse, si posano prepotentemente sulle mie, cercando subito libero accesso.

Come potrei negarglielo?

Lo bacio con trasporto e passione, cingendogli il collo con le braccia.

Alcuni soffici fiocchi di neve ci svolazzano accanto e mi devo accontentare: niente fiori, ma va bene lo stesso.

Mi separo da lui ansante, ma subito si rituffa sulla mia bocca, famelico.

Mi morde il labbro inferiore con i denti e le accarezza con la lingua, in un continuo contrasto fra violenza e dolcezza.

I fischi dei nostri compagni ci giungono chiari alle orecchie, ma non me ne curo e nemmeno lui.

Quando però Anna fa un commento particolarmente spinto, ma divertente, rido sulle labbra di Michele e ricambio il favore, mordendogli un labbro, così forte da farlo gemere di piacere e dolore.

Si allontana da me, ansante e stupito, leccandosi il piccolo taglio.

Risate e nuovi fischi dal nostro pubblico.

-Ma che stronza!- esclama, cercando di stringermi ancora a lui, ma sguscio dalle sue braccia ridacchiando sotto gli improvvisi lamenti delgli spettatori.

-Ghirardi!- esclama Alessio – ti ritiri?

Ridacchio, avvicinandomi a loro e lanciando uno sguardo a Michele, da sopra la mia spalla.

-E’ solo il primo round.

E la mia voce, suona sensuale a tutti, non solo a me stessa.

 

 

Angolino personale

 

Eheheh… linciatemi pure, ne avete il diritto… sono ehm… leggermente in ritardo?

LO SOOO!!! Scusatemiiii =.=

Ma davvero, non ho mai un briciolo di tempo!!

In questo periodo ho riniziato a leggere un po’, dopo un periodo vuoto e ad ogni attimo libero ho un libro in mano..

Mi spiace avere trascurato la storia. Purtroppo la mia vena creativa si è rivolta ad altri progetti, altre storie e mi sono ritrovata in palla nello scrivere questa…

Ma non l’abbandonerò! Ve lo giuro!

Mi rendo conto che sia difficile aspettare i miei tempi, ma vi chiedo di non abbandonare Sara e Michele!

 

Che ve n’è parso di questo capitolo?

E’ vero, non è successo molto! Mi diverto a scrivere di vita quotidiana, se così si può chiamare.

Non vorrei inoltre trascurare gli amici… e quindi ho deciso di ampliare il raggio di azione all’intera compagnia… che insieme ne combineranno delle belle! O forse no? XD

Il bacio non è descritto nei minimi particolari, non volevo finire per essere noiosa.

Michele ha persino tenuto le mani a posto ;)

in effetti sembrano abbastanza tranquilli, a aprte gli istinti iperviolenti di sara nei confronti di Michele XD 

devo rimediare in fretta!

lo giuro!

 


Volevo renderlo un bacio… non so, impulsivo, non premeditato. Persino davanti agli amici non si sono trattenuti e secondo me è una specie di maturazione dei personaggi.

La loro attrazione ormai è così forte da non poter essere trattenuta solo con la scusa di essere in pubblico, e lo stanno capendo anche loro!

 

Un bacione a tutti e

TANTISSIMI AUGURI !!!!!!!!!!!!!!!!

Spero abbiate passato delle buone feste! Cos’avete fatto??

 

E sapete che il mio compleanno è sabattoooo???? Sono felicissima!!!! ;)

 

Ekly

 

@4lb1c0cc4 - - > che cosa ne pensi dello sviluppo fra… Anna e Riccardo?? Si piacciono?? Beh, senza dubbio una certa.. simpatia c’è, fra i due, ma sarà perché stanno aiutando Sara e Michele o solo perché si intrigano a vicenda?

E non lo saprete mai! xD

Solo nel capitolo… EXTRA! Ovvero quello dopo la fine.. quindi ce n’è xD

Scusa ancora tanto per il ritardo! Spero tu abbia passato delle buone feste!

Un bacio e un abbraccio per farmi perdonare!

Ekly

 

@vero bigia - -> L’amore secondo me non nasce subito e non sempre ha gli aspetti che siamo soliti affibiargli! Quei due non so se lo capiranno mai. Dovranno conoscersi, non solo fisicamente e spero che questra gita di quasi sette giorni li aiuti a capire xD

Non mi sembri affatto male a scrivere recensioni! E sono felicissima che tu lo abbia fatto! Mi fa piacerissimo!

Spero di non deluderti troppo.. il ritardo non ripaga le aspettative, me ne rendo conto, ma… ^^

Eh la vita xD

Scusa e grazie ancora

Un bacio alla mia nuoca commentatrice =D!

Ekly

 

@saketta - - > I capelli di Michele sono ingellati per bene! Però lo stesso sfuggono da tutte le parti! Io adoro i capelli ribelli e Michele li DEVE avere per forza! E lo pensa anche Sara, direi xD

Anche a me è dispiaciuto per Dobby. Sinceramente non so come reggerò il colpo alla morte di Fred!!! BUUUAAAAAAA :’(!

Grazie per gli auguri e scusa il megalitico ritardo… ehm^^ facciamo che ti faccio gli auguri per la befana???? =D!!!

Un bacione !

Ekly

 

@Maddy - -> ho recuperatoo Latinooo!!! Anche se ho 5/6 in mate, ma latino ce l’ho fatta! Sono al settimo, no anzi all’ottavo cielo xD

E tu in inglese? Io odio l’inglese anche se so che è importante… ma lo odio!!

Se ti può consolare, l’occupazione al calini è stata a dir poco pietosa.. organizzata da schifo =.= ‘ hanno una possibilità e la sprecano, bah! Passiamo al capitolo, comunque =)

Sinceramente, anche io preferisco Parigi, città che amo, ma alla fine potevo far succedere cose più divertenti in settima bianca, così ho scelto questa gita ^^

E io vedo per lo meno me e le mie compagne che siamo stronzissime con le altre ragazze a pelle… bah! xD

Allora, anche in questo capitolo, fra Anna e Riccardo si percepisce una certa… simpatia?? E cosa succederà fra i due??????

MAH!! XD

Sono crudeleeee ahahhahahahahahaha huuhuhuhuuh

Ok, basta u.u

Io con degli amici ho cantato in treno a squarciagola le canzoni dei cartoni, abbiamo anche il video su fb! xD però c’erano solo altre 3 o 4 persone nel vagone xD

Come hai costatato, Anna è furiosa per lo sport xD avrei fatto di tutto per cercare di stare in albergo xD

L’orario ostico mi serve perché così poi hanno TUTTO IL GIORNO LIBEROOO

Uguhuuhuhuhuh xD

Simone sa un sacco di cose sai? Poverino, lui è stato trascinato da Anna, ma alla fine – molto in fondo xD- si diverte e tiene d’occhio Anna e il ragazzo misterioso!

Sappi che anche se fai i capricci non ti dico niente xD!

Eh sì, sono MALEFICAAAAAAA XD

Sì mi paicciono molto le decorazioni, soprattutto in centro..! la neve io la adoroo! Sogno un metro e mezzo di neve per il mio compleanno così non si torna a scuola il dieci… UUHUHUUHUHU

Non mi annoi mai, adoro le tue recensioni!

Bacioni e abbracci e una mega scusa per il ritardo megagalattico!

Ekly!

 

@dragon16 - -> sperò di soddisfare e incalzare la tua curiosità, con questo capitolo! Come tutte hai capito che fra Anna e Riccardo… ma io non dico nulla xD

Scusa per il ritardo, ti prego, perdonami *-*!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non abbandonarimiiiiiiiii ti preggooooooooo!!!

Ti è piaciuto il capitolo?? E il bacio???

Fammi sapere!

Un bacione!

Ekly

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo diciottesimo_ briscola, cioccolata e un pizzico di zenzero ***


Capitolo 18_ Briscola, cioccolata e un pizzico di zenzero

 

Dedicato a tutte le ragazze che hanno recensito questa storia,

in particolare a quelle che hanno commentato il capitolo 17, leggendolo dopo un mese di ritardo!

Grazie!

 

 

SARA POV

 

I leggeri fiocchi di neve di ieri, si sono trasformati ben presto in una vorticosa bufera e sono ormai dodici ore che non accenna a smettere.

Logicamente, tutti i corsi sono saltati, per grande gioia di Anna e per allucinante dolore di Laura.

Personalmente, non me ne frega niente.

Mettere o no ai piedi una tavola da snowboard non mi cambia la vita e meno sto in contatto con Michele Rizzardi, più la gita scorrerà piacevole e tranquilla.

La porta del bar dell’hotel si apre silenziosa e alzo di scatto il capo, per l’ennesima volta.

È un uomo vecchio, con i capelli brizzolati e due occhi privi di qualsiasi passione.

Mi rimetto composta sulla seggiola, schioccando infastidita la lingua.

Sento Laura ridere e mi accorgo di avere gli occhi di tutte puntati su di me.

-Che c’è?

-Oh, niente!- dice Anna, giocando la sua carta: fante di briscola – solo che Rizzardi, probabilmente, a quest’ora è ancora a letto, quindi è poco probabile che..

-Strozzati!- esclamo, lasciando cadere le carte sul tavolo, mostrandole anche alle nostre avversarie.

Ora mi ha stufato! Cambio migliore amica.

La guardo malissimo, con il sottofondo delle risatine di Michela e Laura.

È tutta la mattina che cerco di levarmi dalla testa Rizzardi, la sua voce, il suo viso, le sue labbra e lei non fa altro che ricordarmelo.

Il mio corpo ormai agisce autonomamente e ogni dannata volta che vedo qualcuno entrare o camminare fuori dai vetri che si affacciano su un bellissimo cortile interno completamente innevato, cerco disperatamente di incontrare i suoi occhi azzurri.

-Devo dimenticarlo- dico dopo aver vinto la mano – devo dimenticarlo o sarò nella merda!

-Lo sei già- risponde Michela con un’alzata di spalle – sei cotta.

Per la seconda volta, mollo le carte che tengo in mano ( Anna urla scandalizzata, perché è in coppia con me) e la fisso a bocca aperta.

-Co- come hai detto?

Io cotta di.. io bruciacchiata di… io ARROSTO DI MICHELE RIZZARDI?

Ok, evidentemente ho fame, ma… dai, non è possibile!

-Non scherzare- dico forzatamente.

-Ma è vero!- conclude bellamente Anna e Laura annuisce con così vigore che sembra che la testa potrebbe volare via.

-No- dico seria – no.

Continuo a ripetere. Mi sento circondata da occhi maliziosi e sapienti, come se loro avessero capito cose che io non so ancora.

-Sentite- ora parlo davvero seriamente – vi prego di non parlare più di questo argomento, perché io sono assolutamente convinta che…

-Principessa!

Sobbalzo sulla sedia.

La voce calda di Rizzardi mi sorprende. Ma non doveva essere ancora a letto?

Avvolto da morbide coperte… il piumone soffice… oddio voglio essere una coperta!

Grazie al cielo non possono leggermi nella mente.

Mi mollo un piccolo schiaffo per distrarmi da quei pensieri assai poco casti.

-Ma tu non dovevi essere ancora a dormire?- sbuffo scocciatissima, voltando il capo dalla parte opposta.

-Riccardo- il suo è un vero e proprio ringhio, ma anche una spiegazione sufficiente.

-Che cos’ha fatto?- chiede tutta interessata Laura, scambiandosi uno sguardo di intesa con Anna.

Si sono messe d’accordo per farlo rimanere qui, non è vero? Oh, ma mi sentiranno…

-Ci ha svegliato alle otto! Potevamo dormire fino all’ora di pranzo e lui ci sveglia! Dice che dormire fa male alla pelle.

Sembra davvero depresso, poveretto.

Ricordarsi di fare i complimenti a Riccardo per aver fatto qualcosa che lo ha infastidito. Appuntato.

-Spostati un po’.

Mi giro a guardarlo con occhi sgranati.

-What?

Alza gli occhi al cielo divertito e mi spinge verso il bordo della sedia, sedendosi accanto a me.

Ora è il mio turno di ringhiare una parola poco fine in sua direzione.

Per tutta risposta sorride sornione, rivolgendosi alle mie compagne.

-A cosa giocate?

-Briscola!

-A coppie- aggiungo – e siamo già sistemate, quindi evapora, Rizzardi.

-Facciamo che mandiamo a monte la partita e chiacchieriamo?

-No

-Certo!

Mi accascio sul tavolo, dopo che le mie compagne hanno allegramente sistemato tutte le carte in uno stesso mazzo, lasciando perdere la partita e sfoggiando sorrisoni all’ameba accanto a me.

Coalizzate contro di me. Ora inizio a sventolare bandiera bianca…

-E i tuoi amichetti?

Chiede Laura, riacquistando il suo carattere pungente nei confronti dei componenti della “B”.

-Francesco sta ancora facendo la doccia

Prima che possa terminare la frase, lo zittisco con una gomitata e Anna e Michela cambiano espressione, con seri intenti omicidi, mentre Laura lo guarda con due occhi enormi, a palla.

-Prego? Perché Francesco?

Mi congratulo con lei, il suo tono è quasi disinibito.

-Oh, così…- sussurra Michele massaggiandosi le costole, ritrattando ciò che voleva dire.

Ora lo uccido e sistemo tutti i problemi che mi assillano.

-Qualcuno mi ha chiamato?

Oh, ci mancavano le altre tre grazie!

Francesco, con un sorriso che gli occupa metà faccia, si è appena unito a noi e anche Alessio e Riccardo, con più calma e sorridenti, ci raggiungono.

-Cosa fate di bello?

Questi ragazzi non hanno davvero fantasia, tutti con le stesse domande inutili.

-Ora niente, dato che Rizzardi è gentilmente venuto a rovinarci la giornata.

-Esagerata- soffia Michele a un centimetro della mia pelle. Cerco di allontanarmi da lui, ma con una prontezza di riflessi che non smetterà mai di stupirmi, riesce a riacciuffarmi e immobilizzarmi, cingiendomi le spalle con un braccio.

Sbuffo ancora, ma mi arrendo, cercando di guardare ovunque tranne che nella sua direzione.

-Che ne dite di fare di nuovo qualcosa tutti insieme?- chiede Alessio a bruciapelo, fissando di sottecchi Michela.

-Perché no? siamo una bellissima compagnia!- gli da corda Laura, salvando Michela che stava diventando bordeaux sotto quello sguardo insistente.

Ma tre minuti fa era contraria! Perché devo avere per amiche delle lunatiche croniche?

Adesso mi metto a piangere e al diavolo l’orgoglio! Mi stanno abbandonando tutte….!!

-Noi della “N” abbiamo organizzato un torneone a palle di neve, in mattinata- spiega dispiaciuta Anna – però dopo pranzo abbiamo il pomeriggio libero! Potremmo andare in paese a bere una cioccolata!

La sua proposta è accolta da tutti, in particolare Michele che mi sorride con uno sguardo innocente.

-Non ti aspettare che io venga- gli dico così piano che può sentirmi solo lui.

Come se fosse preda di un riflesso incondizionato, mi stringe maggiormente a lui, sempre allegro.

-Verrai, verrai…

-Le ragazze non mi convinceranno a venire, Rizzardi.

-Ma non ce ne sarà bisogno. Tu vuoi venire, Sara.

Mentre si alza stiracchiandosi e saluta. Lo guardo così male che, se gli sguardi potessero uccidere, sarebbe già morto stecchito.

 

MICHELE POV

 

-Michele, esci di lì, siamo già in ritardo!- sbraita Riccardo da dietro la porta del bagno.

-Arrivo!- brontolo, fissandomi allo specchio con occhio critico.

Fa troppo freddo per andare in giro senza giubbotto, ma naturalmente non ho portato il mio mongomery, quindi devo uscire con una giacca a vento oscena ed enorme! E i capelli non mi stanno a posto!

Non è giusto!

-Non mi stanno giù i capelli!

-Non ti stanno mai a posto! E tu li adori scompigliati!

Riccardo mi sembra che abbia un tono un po’ alterato.

-Ti ricordo che nella nostra nuova compagnia c’è anche SARA GHIRARDI!

Riccardo trattiene un’imprecazione, molla un pugno alla porta e lo sento andarsene.

Sbuffo contrariato, ma mi affretto a seguirlo fuori dalla nostra stanza e giù per le scale.

Nell’atrio ci aspettano Ale, Fra e.. tre ragazze. Sara Ghirardi non c’è.

-Dov’è?- chiedo immediatamente, senza nemmeno salutare.

-In camera. Si rifiuta di venire, ma in realtà vorrebbe. Tanto. Quindi valla a prendere.

Anna me la sposo. Di fisso.

Faccio retro-front.

-Aspettateci in paese. Torneremo in due.

-Non lo mettiamo in dubbio…- commenta Alessio petulante e divertito.

Non lo sto ascoltando. Questa mattina, quando l’ho presa in giro, ammetto di essere stato fin troppo sicuro di me. So benissimo che sarebbe in grado di sacrificare un pomeriggio d divertimento, pur di non darmi una piccola soddisfazione.

Che otterrò lo stesso.

Al terzo piano cerco la camera duecentodue. Duecento, duecentouno…

Mi fiondo sulla porta, bussando forte e chiamandola con un tono deciso e perentorio.

-Che vuoi?- domanda Sara, dall’interno della camera.

-Apri- dico stancamente, appoggiandomi con le braccia alla porta.

 Non risponde e non sento alcun rumore, ma, alla fine, mi apre la porta, accogliendomi con un cipiglio infastidito. Indossa una tuta pesante e un paile rosso sgargiante, i capelli acconciati con una fascia dello stesso colore.

-Vieni.

Fa una smorfia, scuote il capo e si dirige verso il centro della stanza, accoccolandosi sul letto matrimoniale che condivide con Anna. Mi guarda arrogante.

-Io non cedo per prima.

Trattengo una risata e guardo il soffito, indeciso.

-Voglio che tu venga con me. A bere una cioccolata bollente.- sembra quasi un ordine.

Mi ignora con un sorrisino leggero e accende la televisione, facendo zapping, indifferente alle mie incitazioni.

-Non farò nessun commento- arrivo a promettere, umiliandomi, ma niente! Fissa senza vederlo davvero lo schermo della televisione.

Ma io voglio che mi ascolti. Lo voglio.

In due passi la raggiungo, salendo sul letto e riuscendo a ottenere la sua attenzione.

-Cosa fai?

-Ti bacio, stronza.

Le afferro le spalle, spattendola con violenza sul letto che per sua fortuna è morbido.

Catturo le sue labbra prima che possa capire cosa sto facendo e riesco a dominarla.

Ha un fremito, lo sento. Sento il suo corpo scosso da brividi di sorpresa e di piacere sotto il mio.

La mia lingua cerca la sua, sfidandola a respingermi.

Ci baciamo con così tanta passione da lasciarmi senza fiato dopo pochi secondi e ci obbliga a fermarci per riprendere il respiro, ma, ansanti ci rigettiamo l’uno sulle labbra dell’altro.

I suoi ricci si spargono sul copriletto bianco e li accarezzo, rigirandoli fra le dita, stringendoli con foga quando il nostro bacio si fa ancora più intenso.

Lei mi abbraccia, ma non riesce a rimanere tranquilla. Sposta le sue mani dalle mie spalle, al mio petto, fino a quando non raggiunge la cerniera del mio cappotto.

È in quel momento che devo riprendere fiato e la osservo negli occhi. Quegli occhi così verdi, che brillano di una luce propria solo sotto le mie attenzione.

-Dio, Sara…- sospiro con voce roca.

Ansima, al suono della mia voce, provocandomi una scossa di desiderio.

Mi chino su di lei, attendo a non pesarle e la intrappolo nuovamente nel gioco della mia lingua.

-Ehi! Voi due.

Mi metto a sedere di scatto, ansimante, mentre Sara fa lo stesso, interdetta.

Ho lasciato la porta aperta e Neri, scandalizzato, ci guarda dal corridoio.

-Potreste almeno contenervi!- esplode indignato – non voglio.. non voglio niente di… simile! Non in gita! Rizzardi, esci da questa stanza!

Cerco di regolarizzare il respiro chiudendo gli occhi, mentre Sara mormora qualche scusa, indebolite dal fattore: voce spezzata e ansimante che annuncia orgasmo.

-Ora ce ne andiamo!- annuncio, prima che Neri possa continuare la sua ramanzina.

Mi alzo e mi dirigo all’attaccapanni accanto alla porta d’ingresso.

Prendo il cappotto che trovo appeso, una sciarpa e un berretto, poi torno da Sara, mentre il professore non demorde, ormai gettato a capofitto in  una discussione sull’etica e la morale.

-Vieni principessa?- domando allungando verso di lei una mano.

-Dovrei?

Sorrido e scoppio a ridere. Prendo la sua mano e la trascino con me.

E incomincio a correre.

 

-Fermati! Fermati, Rizzardi!

Le urla di Sara mi arrivano nitide, ma non le ascolto, ignorandole con una sonora risata.

Stiamo correndo a perdifiato, sulla strada innevata che collega l’albergo alle prime case del paese, mano nella mano e Sara sembra stremata.

-Così scivoliamo! – protesta ancora e questa volta la ascolto, fermandomi di colpo in mezzo alla via.

-Sì, forse hai ragione- acconsento e quando la guardo, mi rendo conto che non le ho ancora dato il cappotto e che mi osserva con aria truce, battendo i denti.

-Hai tutte le pomelle rosse- riesco solo a dire. In realtà, il suo respiro spezzato a causa del freddo mi portano inevitabilmente a pensare a un altro genere di ansimi…

-Ho freddo, cretino!- sbraita e subito le passo il giubbino, aiutandola a indossarlo, in fretta.

-Scusa, scusa, scusa!- ripeto, sistemandole anche il cappello sul capo.

-E i guanti?- chiede sfregando fra di loro le mani, in cerca di calore.

-Be, non potevo prendere tutto!- le stringo la sciarpa attorno al collo e so che vorrebbe strozzarmi con quella stessa lana colora.

Ridacchio.

La situazione è davvero troppo comica e il freddo dell’aria mi aiuta a sbollire l’eccitazione accumulata pochi minuti fa.

-Neri sarà furioso, al nostro ritorno- dico sovrapensiero.

-E’ solo colpa tua, genio- si incammina lungo la strada e la affianco, come un fedele cagnolino – Dovevi proprio lasciare la porta aperta?

-Allora lo ammetti che avresti voluto continuare!

Appena termino la frase si gira verso di me, fermandosi. Ecco, ora mi uccide.

Urlerà, darà fuori di matto, mi castrerà…

Deglutisco, pronto alla gogna.

-Sì, infatti- commenta tranquilla e fresca come una rosa, proseguendo.

La seguo con lo sguardo, basito e boccheggiante.

Ecco. Mi ha letteralmente ucciso, mandandomi a fuoco.

 

NARRATORE POV

 

-Non risponde- Anna riattacca il telefono. Il suo respiro si condensa nell’aria ghiacciata e una nuvoletta bianca si forma a pochi centimetri dal suo viso.

-Sono seduti sul bordo di una fontana spenta, nella piccola piazza del paese, di fronte a una chiesetta spoglia, ma accogliente.

-Se la staranno spassando- esclama Alessio con un’alzata di spalle e la comitiva non può che essere d’accordo.

-Aspetta… Riccardo puoi provare a chiamare Michele? Magari lui risponde.

-Dubito- dice Francesco – ha sempre la batteria scarica.

Nonostante tutto, Riccardo compone il numero di Michele, ma il telefonino dell’amico risulta spento.

-Niente.

-E allora? Che si fa?- Michela li guarda interrogativa, nascosta da una sciarpa grigia e un cappello scuro. Sta congelando e continua a battere i denti.

-Fa troppo freddo per andarli a cercare- mormorò Riccardo – rifugiamoci in un bar. Non mi preoccuperei troppo, saranno insieme, dopotutto.

-E’ per quello che mi preoccuperei…

E alla battuta di Alessio tutti scoppiano a ridere, allegri, mentre si danno alla caccia di un locale non troppo rustico, dove magari si può ordinare un cocktail per brindare alla nuova compagnia.

Si imbattono dopo poco in un bar prettamente turistico, con sedie e tavoli di legno e foto a tutto spiano di monti, neve e mucche.

-Dentro- comanda Anna, quando non si sente più le mani dal gelo.

Sono fortunati. Escluso il barista, non c’è nessuno e anche se alzeranno la voce, non disturberanno.

E anche solo mentre scelgono dove sedersi, alzano continuamente la voce, ridendo.

-Guardate lì!- urla Laura, facendoli spaventare. Si alza velocemente, si dirige al bancone e torna vittoriosa con due volantini colorati in mano.

-Cos’è? – domanda Francesco tutto interessato. Più a lei, che ad altro.

-Al laghetto in pineta hanno allestito una pista da pattinaggio!- esclama entusiasta – e invece ogni sera, in comune proiettano dei film… cioè, un film, sempre lo stesso.

-Cavolo, è avanti questo posto!- ironizza Alessio, guardando con disgusto una foto di una mucca che dorme.

-Io dico di andarci.

-Non oggi però- il carattere razionale di Riccardo si fa strada fra il suo entusiasmo infantile per quella gita – Ormai il sole sta già calando e non possiamo lasciare fuori Sara e Michele.

-Hai ragione- mai come in quel giorno, Anna dava ragione così tante volte a una stessa persona. E ciò non sfuggì alle amiche, che avevano imparato a conoscerla e il suo sguardo puntato su Riccardo non faceva che confermare i sospetti delle due.

-E’ partita- sussurra Laura a Michela, che ride sommessamente.

-Cosa ti ha detto?- chiede subito, interessato, Alessio, guardandola negli occhi e provocandole un disturbo al cuore.

-N-niente, niente…- mormora, timida, ma Alessio non si fa spaventare e attacca bottone, sommergendola di parole.

Laura sorride e volta il capo dalla parte opposta, incrociando lo sguardo di Francesco, perdendo il sorriso e diventando boerdeaux.

E’ sempre così. Lei, così allegra, vivace, appena dovev confrontarsi con un ragazzo che la attraeva, non parlava più, ma rimaneva a boccheggiare come un pesce.

Non era certo Sara, dopotutto.

-Mi sembra che Riccardo e Anna siano nel mondo dei sogni- le dice Francesco, ammiccando e indicando gli amici, che stanno parlando sottovoce, per non farsi sentire.

Eppure, se guardassero bene, si accorgerebbero che non si stanno affatto facendo la corte, ma che discutono di cose per loro assolutamente urgenti e serie.

-Sembra anche a me.

-Che film hai detto che proiettano?

Rossa, Laura gli porge il volantino.

-Non ho letto il titolo, io non lo conosco.

-Già, nemmeno io…- dice pensieroso il ragazzo – eppure sono un appassionato di cinema!

-Anche tu? Io ho visto un sacco di film! L’ultimo è stato...

E il chiacchiericcio in quel bar era così piacevole e naturale, che l’uomo dietro il bancone non si preoccupò di avvisarli che non avevano ancora ordinato niente.

 

SARA POV

 

-Dovevi proprio avere il cellulare scarico? Ma non ne fai mai una giusta!- lo rimprovero, mentre mi siedo in un piccolo bar d’angolo, poco frequentato, ma, nel complesso, carino.

Ma ritengo sia di cattivo gusto, appendere corna di cervo ad ogni parete libera del locale.

-E tu, che non l’hai nemmeno portato?

-Sei stato tu a obbligarmi a uscire!

-Dettagli!

Ci guardiamo male, per qualche secondo, ma sembra che Michele non possa avercela con me, perché torna subito allegro.

-Bene! Io prendo qualcosa di super alcolico!

Lo guardo rassegnata. Mi sento sua madre, ma…

-Sono solo le cinque! Non puoi ubriacarti adesso!

-Ma non mi ubriaco con un bicchierino.

-Senti, adesso tu non prendi niente che abbia anche solo mezzo grado di alcool, chiaro?

-Ma chi sei, mia madre?

-Non rompere!

-Sei tu che rompi!

-Io? Mi preoccupo per te!

-Ma non dire stronzate!

-Lo dico ai professori?

-Cosa? che ho preso dell’alcool? Ma cosa siamo alle elementari?

-E’ la prima cosa che mi è venuta in mente.

-Non ti facevo così infantile!

-COME??

-Cosa prendete, ragazzi?

Sobbalziamo, quando la cameriera, evidentemente divertita, interrompe la nostra discussione filosofica.

Prima che questo depravato che mi ritrovo di fronte possa ordinare solo-lui-sa-cosa, rispondo alla signora.

-Due cioccolate. Una allo zenzero, se c’è, oppure una normale con zenzero puro a parte.

-Ho dello zenzero- risponde la cameriera, dopo aver pensato un secondo.

-Va benissimo.

Quando torno a guardare Michele, mi accorgo che non è pronto a incolparmi di non aver potuto ordinare un super alcolico, perché è così stupito che mi osserva come se fossi un drago.

-Chiudi quella bocca, Rizzardi- replico acida e lui esegue l’ordine, rapidamente.

-Zenzero?

-Be, certo, zenzero. Con la cioccolata.- spiego come se avesse quattro anni.

-Ma.. ma…- è schifato – è terribile, lo zenzero! Atroce! Fa schifo!

Michele Rizzardi ha una dote particolare per dire sempre ciò che NON DEVE dire.

-Lo zenzero- dico con voce strozzata e cercando di tarttenermi nell’esplodere – è la cosa più buona che esista. E con la cioccolata, è paradisiaco.

-Guarda che poi non ti bacio, se hai quel sapore schifoso in bocca.

-Non ti preoccupare. Non devi farlo- ribatto orgogliosa, ma l’allusione al bacio, non mi lascia indifferente.

Perché non chiude quella bocca, così posso baciarlo per benino? Glielo do io il sapore di zenzero…

Le cioccolate arrivano in fretta e, accanto alla mia, una ciotola piena di zenzero zuccherato.

Mi addolcisco subito, con questa combinazione.

Ah, lo zenzero e il cioccolato!

Michele sorseggia la sua bevanda, osservandomi mentre faccio lo stesso.

Come al solito, non posso bere soltanto la cioccolata. La adoro. Quella bella densa e cremosa.

La mescolo, intingo lo zenzero e lo addento, per poi ripetere ad ogni boccone l’operazione.

Per tutto il tempo, non alzo lo sguardo verso Rizzardi, ma sento i suoi occhi puntati su di me.

Quando finisco lo zenzero – tutto!- mi dedico alla cioccolata, ma prendendone un cucchiaino alla volta, per gustarmela fino in fondo.

-Tu non hai idea di quello che ti farei, con quella cioccolata.

Quasi mi va di traverso la bevanda calda a quelle parole, dette con un tono così eccitato da darmi alla testa.

Mi sta fissando intensamente, con gli occhi leggermente lucidi e uno sguardo con il quale cerca disperatamente di spogliarmi.

Lascio la tazza sul tavolino. Non l’ho finita, ma credo che continuerò a sentirne il sapore ancora per un bel pezzo, sulle mie e sulle sue labbra.

-Sei ancora sicuro di non volermi baciare, per colpa dello zenzero?

Sospira e cambia posto, mettendosi seduto accanto a me e non più di fronte, cingendomi la vita con un braccio.

È vicino. Vicinissimo, sento il suo respiro sulla mia pelle, la sua mano che mi stringe possessivamente.

-Posso fare questo sacrificio.

E poi è solo buio, oblio.

Il suo profumo, il suo sapore, i capelli ribelli sotto le mie dita, la pelle d’oca e i brividi che mi provoca.

Lo bacio con tutta la passione che provo per lui e le nostre lingue, sono ballerine esperte, ma che non si stancheranno mai di scoprirsi e danzare insieme.

 

 

Angolino personale

 

Ho scritto il capitolo in due giorni, mi sento molto ispirata sapete? E poi mi devo ASSOLUTAMENTE far perdonare del ritardo!

=) che ne dite, or dunque??

VI PIACEEEE??????????????????????????????????

Io li adoro quei due che discutono, litigano, poi all’improvviso si saltano addosso u.u

Insomma, sono molto coerenti eh?

Anche se effettivamente, in questo capitolo non succede niente ^^

XD

Mi pare anche che sia più lungo degli altri, o sbaglio? Non potevo lasciarlo a metà, anche se non ho ben descritto le parti dei baci, ma a me sinceramente piace così ^^

Ho voluto anche mostrare cosa stessero facendo gli altri e direi che non sentono la mancanza dei due imboscati (?)!

Michele ormai fa fatica a contenere i suoi istinti… UMANI e Sara, dal canto suo, rischia l’ergastolo per stupro. xD

Non sono adorabili? Sara e Michele?

*-*

Non capisco perché, sarà che sono allegra e mi appare tutto bello =)!

Oggi è il sei, tanti auguri!!!!

( però non pubblico oggi^^ xD)

 

Sono ultra impegnata, in questi giorni! Domani shopping la mattina ( saldi! *-*), il pomeriggio esco in centro, sabato mattina sono al supermercato per i viveri per il mio compleanno, il pomeriggio sistemo la casa e la sera, festa xD!

Molto tranquilla, comunque u.u

 

E voi, ragazze mie??

Cosa fate?

Siete pronte per il rietro?

Se dite di sì siete più pazze di me!

 

UN BACIONE A TUTTE!

 

EKLY

 

 

@Angio - -> mia cara *-*

Grazie, Grazie, Grazie *-*

Spero continui a piacerti =) che cosa ne pensi di questo capitolo?

Lo so, non sto facendo succedere molto, mi perdoni???

Grazie mille per la recensione! Un bacio alla mia nuova lettrice

Ekly

 

@DreamsBecameTrue - -> mia cara, ma dov’eri finita?? O.o mi hai fatto preoccupareee xD!

Grazie mille per la recensione e per gli auguri!!! =D

Ti piacciono i baci di oggi? Sono abbastanza tranquilli, dopotutto O.O !!!

Un bacio, alla prossima!

Ekly

 

@saketta - -> il secondo round lo vince Michele, direi, quando la scaraventa sul letto xD

Notato Sara quanto è stronzetta? Ci starebbe anche lei xD!

Comunque è tutta colpa di Neri, stupido professore!

Grazie di cuore perché segui la storia, perché recensisci e per gli auguri!!!!!!!!!! =D

Un bacione!

 

@Maddy- -> ma guarda che le tue recensioni sono sempre il massimo O.O!

Mi spiace per la scuola, però ora arriva il secondo quadrimestre: SPACCA! FATTI VALERE!

Anna ti sta simpatica ??? in effetti io la adoro ( è ispirata a me, come sono modesta! AHHAHAHAHHA XD)

E poi fra lei e Riccardo c’è simpatia, ma non so se si conoscevano già da prima!

Io non mi esprimo ;)!

Sara è in crisi perché ormai cede sempre più facilmente, però anche Michele, è sempre più attratto e, soprattutto… sempre più GELOSO!

E poi hai ragione: sono dei bambini, perché sono un pochiiiino arroganti xD sono ispirati ai malandrini della Rowling u.u!

Davvero ti piacciono le coppie?? È un po’ molto scontato, ma mi piaceva così e  vaffanbagno a tutto e tutti u.u

Anche io ho una mira da schifo!!! Ma proprio tanto!! Però la neve mi piaceeee =)!!!! Povera lei, è così tenera!!!

Le mie feste sono andate benone, un mucchio di regali, ma non sono pronta per il rientro =( che palle =(!

Tu tutto bene??

Guarda che le tue recensioni sono bellissime!

Un bacio!

Ekly

 

@baby2080- -> UNA NUOVA LETTRICE! Grazie!!!!!! Sono contentissima che ti piacciano i personaggi! Chi preferisci =)???

Il bacio era abbastanza romantico?? Sì????

=)

Oddio scusa, ma mi piace troppo avere nuove lettrici!!

Un abbraccio

Ekly

 

@4lb1c0cc4  - -> scusa ancora per il ritardo, per farmi perdonare ho postato abbastanza presto no?????

Però ora non so quando avrò di nuovo tempo di scrivere eheheh ^^’’’’

Che ne pensi di questo capitolo???

Ormai tutti pensate che Anna e Riccardo celino qualcosa… ma io non parlo assolutamente!!!!! ;)

L’idea delle coppie è troppo banale???? :S

Un bacione, alla prossima !

Ekly

 

@dragon19 - -> io gli amici li adoro O.O sono così teneri!

E anche io ho riso mentre scrivevo di Michele che voleva vendicarsi in modo alquanto osceno =D!

Il bacio è sul sero bello??  E quelli di questo capitolo?? Come li trovi???

Grazie mille per gli auguri!!! =) +ricambio quelli per la befana! ;)

Un bacione

Ekly

 

@ellie_Sama - -> dici che la Anna della storia mi assomiglia ?? ;) anche io ci vedo proprio la Laura e Michela, penso sempre a loro prima di scrivere. xD!

Magari in quinta faremo una gita calini e copernico insiemee!! Iuppyyy!!! xD

Un bacione, fammi sapere cosa ne pensi degli attori!!!!!! ;)

Ekly

p.s. grazie per l’8 =)!

 

 

 

 

 

LA CORREZIONE DEL CAPITOLO VERRA’ EFFETTUATA IN SEGUITO ;)

 

Ed ora, una piccola sorpresina per voi… che ne dite degli attori che ho scelto? Spero di non condizionare la vostra fantasia!

 

MICHELE RIZZARDI ( capelli più scuri!)

http://nicolasramospintado.files.wordpress.com/2008/02/hayden-cristensen.jpg

 

SARA GHIRARDI (con i capelli più scuri e lunghi u.u)

http://www.eventi-nightanday.com/wp-content/uploads/2008/07/nicole_kidman.jpg

 

ANNA

http://4.bp.blogspot.com/_qTbQgwy8qkk/SpxbQuefx9I/AAAAAAAABfg/DnStZlKHkqY/s400/ellen-page-5.jpg

 

RICCARDO

http://27.media.tumblr.com/tumblr_l7kyx9rZuz1qbv003o1_400.jpg

 

SIMONE

http://h2oxkilkaxlatxpozniejx.blox.pl/resource/EmmettCullen1.jpg

 

ALESSIO

http://www.lahiguera.net/cinemania/actores/alex_pettyfer/fotos/5284/alex_pettyfer.jpg

 

MICHELA

http://2.bp.blogspot.com/_cznOdI_Wqmk/ScKtpGBB0yI/AAAAAAAABEk/b_rBfe2gXzc/s320/Dakota-Fanning.gif

 

LAURA

http://i.telegraph.co.uk/telegraph/multimedia/archive/01209/Dakota_Blue_Richar_1209496c.jpg

 

FRANCESCO

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b4/JimSturgess08TIFF.jpg/200px-JimSturgess08TIFF.jpg

 

naturalmente, sono solo “ispirati” a questi attori! Io stessa non li ho immaginati perfettamente uguali!

Anche i colori degli occhi non coincidono, era solo per dare un’idea, mi era stato chiesto da una di voi ;)!

Che cosa ne dite?

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo diciannovesimo_ Lentamente ***


Capitolo 19_  Lentamente

 

NARRATORE POV

 

Il cellulare di Anna squilla insistentemente, con una musichetta fastidiosa.

Appena la sente, Sara inizia a urlare a squarciagola, dall’interno del bagno, per obbligare Anna a far smettere quella tortura.

-Adesso rispondooo- urla in risposta Anna, tenendo fra le mani il cellulare, ma divertendosi a far provare quel tormento all’amica, che sta litigando con la piastra per capelli da quasi mezz’ora.

Quando ormai c’è il rischio che Simone, dall’altro capo del telefono, riattacchi, Anna risponde, ridendo e dileguandosi dalla stanza, lontana da orecchie indiscrete.

Si hanno sempre dei segreti, anche nei confronti della propria migliore amica.

La verità è che a Anna fa piacere.

Le piace che ogni tanto Simone le mandi dei messaggi o la chiami.

All’inizio chiedeva solo di Sara e Michele, ma gli ultimi messaggi sono puramente gratuiti. Vuole solo parlare con lei.

Anna arrossisce al pensiero, mentre Simone la saluta con un tono stanco.

Dopotutto, a lei incomincia a piacere Riccardo. Non deve provare quei sentimenti nei confronti di un altro ragazzo.

Riccardo… quel ragazzo pacato, ma che Anna è sicura non lo sia per davvero. Dopotutto, è il migliore amico di Rizzardi, no?

-Come va in montagna?

Simone si rode da quando solo partiti. Probabilmente la sua classe quest’anno non andrà in gita e l’invidia è palese, ma soprattutto non sopporta stare lontano da Sara e, deve ammetterlo, nemmeno da Anna, negli ultimi tempi.

-Benone!- esclama Anna fermandosi sulle scale dell’albergo e sedendosi su uno scalino – ieri non abbiamo fatto snowboard, ma oggi le piste erano abbastanza sicure e ci è toccato. Mi sono quasi spaccata un braccio.

Simone ride sguaiatamente, per infastidirla.

-Ma perché non hai scelto gli sci?

-Perché io non ho mai provato a sciare, sarebbe lo stesso. E poi gli sci sono due! Lo snowbord è uno!!

-Oddio, quanto sei stupida…

-Ma che stronzo! Guarda che riattacco!- minaccia Anna con voce alterata.

-No, no, scusa, sto buono…

Anna si blocca a quelle parole.

Il triangolo no! non possono piacerle contemporaneamente due ragazzi. Si morde le labbra, pensierosa e cambia discorso, a disagio.

-Non vuoi sapere di Michele e Sara?

Sinceramente, a Simone non importa niente, ma, a chilometri di distanza, anche lui incomincia a insospettirsi della sua improvvisa benevolenza con Anna e meno il suo cuore si fa sentire, meglio è.

-Dimmi tutto.

-Si sono baciati! Un sacco di volte, in realtà. Una davanti a tutti! E poi mi ha raccontato Sara…

Anna incomincia a narrare, concentrandosi solo sulla storia dell’amica.

No, non ha voglia di preoccuparsi dei suoi sentimenti, per ora. Prima vuole riuscire a strappare di bocca due parole a Sara e Michele:

Ti amo.

È sicura che non sarà così difficile.

 

SARA POV

 

Anna rientra quando , finalmente, termino di lisciarmi i capelli.

Non sono affatto abituata a farlo, ma ogni tanto mi diverto a stravolgere il mio look. Come questa sera, per esempio.

I miei capelli sono completamente- posso affermare con orgoglio – lisci e così sono anche più lunghi!

Ho messo un’ombretto chiaro, insolito per me, e niente rossetto.

I jeans stretti si accordano splendidamente con il vestito che mi ha prestato Anna, verde, che mi arriva a mezza coscia.

L’ho sempre adorato, con le maniche a sbuffo e decori floreali sulla gonna.

Riconosco una cosa bella, quando la vedo, e oggi io sono bella. Non sembro nemmeno una ragazza, per così dire… che si diverte.

Rizzardi non mi ha mai vista con i capelli lisci… ah! Non vedo l’ora di gustare la sua reazione!

-Chi era?

-Elisabetta- mastica Anna, a voce più bassa del solito.

-Che c’è, ti è andata via la voce?

-No, no, affatto!- esclama e quando mi vede, fa un fischio ammirato.

-Wow! – è il suo primo commento e devo dire che aiuta la mia autostimia a superare i mille – stai benissimo. E io che spero ancora di trovarmi il ragazzo! Con te accanto, poco, ma sicuro, non lo avrò mai!

Sorride e so che sta scherzando, ma un senso di colpa che non provavo da anni mi attanaglia lo stomaco.

È successo in terza. Un ragazzo che Anna adorava aveva cominciato a contattarla sul computer, sempre più frequentemente e, una volta ottenuta la sua fiducia, aveva cominciato a parlare… di me.

Anna ha carattere. È per questo che è la mia migliore amica.

Non si è fatta mettere i piedi in testa e ha fatto sentire quello stronzo un umile esserino inutile. Il giorno dopo, a scuola, mi aveva raccontato tutto con un sorriso e un’alzata di spalle.

Mi sento a disagio, non sono brava con gesti di affetto commoventi e non sono nemmeno stata in grado di consolarla, ma lei non mi ha mai rinfacciato niente.

-Non è vero- mormoro, pianissimo – non è vero, Anna. Tu sei una persona fantastica.

Mi guarda con una mezza smorfia sul viso.

-Chi io? Ma ti è andato in pappa il cervello?

La sua risata è così sincera che mi risolleva il morale.

-Idiota!- sbotto. Io che volevo essere gentile – e poi mi sembra che Riccardo…

E ammicco in sua direzione.

Anche questa volta mi ha salvata. Non sono in grado di essere uno zucchero e lei lo sa. È brava, a deviare il discorso.

Diventa boerdeux, inizialmente, poi passa a una tonalità di un rosso più acceso.

-Chiudi il becco. Non dire niente. Non osare fare battute. Non parlarne mai più con me.

Senza pretese, la ragazza.

Alzo le mani a mò di scusa e mi stringo nelle spalle.

-Ti stanno bene quei jeans, ti fanno un bel culo – dico.

-E’ un complimento?

Prende il cellulare, le chiavi della camera e si dirige baldanzosa alla porta.

-Andiamo? Oggi siamo al tavolo con Roberta e Serena.

La seguo docile con un cagnolino, giù per le scale, per poi fiondarci nella sala da pranzo dell’hotel.

Oltre alle nostre due classi, ci sono pochi ospiti, molto discreti che non si preoccupano del casino che cinquanta adolescenti provocano.

Roberta e Serena sono già sedute a un tavolo da quattro. E’ una cosa stupida, ma l’hotel non permette tavolate da venticinque persone e quindi dobbiamo mangiare a gruppetti. Una cosa orribile.

-Buona sera, donzelle- saluta Serena mordicchiando un grissimo

-Che figa, Sara!- mi dice Roberta.

Sorrido gentilmente, mentre ci sediamo, salutando con un cenno i compagni che incrociamo con lo sguardo.

C’è un chiacchiericcio educato, stasera.

Evidentemente lo sport di oggi e le notti in bianco ci distruggono, tutto sommato.

-Oh, non sei l’unica che l’ha notato- ribatte Serena, palesemente divertita.

-E chi altri?- chiedo tutta interessata. Qualche nuovo candidato?

Serena mi indica con il grissino un punto dietro di me e, con un PARTICOLARE presentimento, mi volto lentamente.

Beh, lo sguardo di Rizzardi mi fa vincere a tavolino il terzo round.

I suoi occhi, seppur lontano, mi sembranno vicinissimi. Sembra… sembra…

-Sembra che ti voglia togliere i vestiti a morsi e fare sesso selvaggio sul pavimento.

Ecco. Anna ha sempre ragione.

-Non ci sono le lenzuola azzurre- commento, mordendomi un labbro e concentrandomi sulle mie amiche, ignorando lo sguardo di Michele, puntato su di me.

-Eh?- Roberta mi osserva stralunata.

-Perché azzurre?

Ridacchio e con la coda dell’occhio vedo Michele che si alza per dirigersi al buffet delle insalate continuando a fissarmi.

-Lasciate stare, ragazze, non ha importanza.

 

MICHELE POV

 

-Puoi contenerti, Michele?

-Non sto facendo niente, Fra- ribatto irritato, infilzando la mia povera torta di rose.

-Potresti smetterla di guardarla, sarebbe un grande passo avanti.

-Stai zitto, Ale.

Sara, troppo lontana per i miei gusti, mi dà le spalle.

I suoi capelli, liscissimi, ondeggiano a un suo particolare movimento. Sta ridendo.

Di cosa parlano?

Di me? Di altri? Voglio saperlo!

Avvicino il boccone alle labbra, ma sono così intento a fissare dritto davanti a me che non centro la bocca.

Inutile dire che gli altri incominciano a ridere furiosamente, sbattendo le mani sul tavolo.

-Finitela- minaccio, mentre mi ripulisco.

Il rumore ha attirato lo sguardo di Sara? Non alzo gli occhi per scoprirlo, una figura grama come questa, è meglio che non la veda mai.

-Andiamo, Miky, sei insopportabile, non le hai staccato gli occhi di dosso nemmeno un secondo!

-Ma l’avete vista?- esclamo e alzano tutti e tre gli occhi al cielo – insomma, dove crede di andare, vestita così? In discoteca?

Perché il mio tono è isterico? Perché?!

-A me sembra normalissima, bella, naturalmente, ma non “sexy” – commenta Riccardo e Alessio e Francesco annuiscono solennemente.

-Non- se-xy?- sillabo basito – siete pazzi vero? Insomma è terribilmente eccitante!

-Mah, non metto assolutamente in dubbio che Sara lo sia, ma ormai credo che le vorresti saltare addosso anche quando indossa una semplicissima tuta.

A quelle parole, la mia mente corre immediatamente a quello strano pomeriggio a casa sua, al nostro primo bacio.

Indossava una tuta.

Cazzo.

Abbasso lo sguardo. Mi sento accaldato e spero con tutto me stesso di non essere arrossito.

-Cavolo, Miky! Sei arrossito!

Bastardo.

-Non dirmelo!- ride Francesco.

Stronzo.

-Davvero volevi saltarle addosso una volta che l’hai vista in tuta?

Ora credo di essere bordeaux.

Cazzo.

-Fai schifo- quasi urla Alessio con una smorfia.

Che manica di idioti.

Neri, quella sottospecie di essere inutile, si alza dal suo tavolo degli insegnati, in centro alla sala – manco fossimo a Hogwarts – e si schiarisce la voce.

-Ragazzi- esordisce con tono insigne – questa sera vi concediamo completa libertà.

-Troppo gentile- non mi trattengo e abbozzo un sorriso che più finto non si può.

Neri mi osserva adirato e sembra proprio che, se potesse, si metterebbe a ringhiarmi contro.

-Fino a mezzanotte- sottolinea e un coro di proteste si alza da entrambe le classi – Fate silenzio! E ora sparite!

Ci alziamo tutti strisciando per terra le sedie e sempre protestanti.

-Quindi che si fa?- chiedo. Cinquanta ragazzi che si spintonano e urlano, non posso permettermi di scrutare Sara in questa situazione.

-Andiamo al cinema con le ragazze!- dice Riccardo con ovvietà.

-Tutti insieme?- domando, mentre cerchiamo di uscire dalla sala da pranzo.

-Certo, Miky, te l’avevo già detto.

Mi mordo le labbra.

-Lo so… - bisbiglio – lo ricordo.

-Mettiamo i cappotti e scendiamo, fra dieci minuti nella hall.

Rimango in silenzio, mentre indosso la mia orribile giacca a vento. Non mi preoccupo nemmeno dei capelli, tanto sono perso in un mondo tutto mio.

È il terzo giorno.

Cinema.

Certo, io e Sara potremmo stuzzicarci, divertirci…ma non è questo quello che voglio. Non oggi.

Incrociamo le ragazze sulle scale e sono sorrisi e baci.

Da quando siamo diventati un gruppo?

Ci conosciamo così bene dopo due giorni?

Quasi non sento i suoni, come se qualcuno avesse abbassato il volume della mia vita. Eppure ero convinto di gestirlo io.

Sara è splendida anche con un piumino pesante addosso. I suoi occhi chiarissimi mi sembrano più verdi del normale.

Anche lei rimane incantata dal mio sguardo. Seguiamo gli altri giù dalle scale, chiudendo la piccola fila.

Siamo solo io e lei.

Tutto mi giunge ovattato.

La mia mano agisce da sola. Le prendo la sua e la obbligo a fermarsi, senza essere troppo violento.

Mi asseconda mentre gli altri nemmeno se ne accorgono.

Avvicino le sue mani alle labbra e le bacio.

-Andiamo in camera mia.

 

SARA POV

 

Non dovevo cedere. Lo so bene.

Ma come potrei resistere a lui? Al suo profumo, al suo sapore?

Prendo la tessera magnetica che mi porge, cercando di aprire la camera d’albergo che condivide con Riccardo.

Certo, sono assai più concentrata sulle sue mani sul mio corpo e i baci che mi lascia sul collo, famelico.

Appoggio entrambe le mani alla porta e si avvicina schiacciandomi al muro, continuando a baciarmi.

Sento il suo bacino aderire perfettamente al mio e gemo leggermente, in modo sensuale.

Sembra scoppiare. Con foga mi strappa di mano la chiave e spalanca la porta, spngendomi dentro e chiudendola con un piede.

C’è buio. Il sole è calato da un pezzo, eppure le nostre labbra si ritrovano con estrema facilità.

Indossiamo ancora i cappotti e ci danno fastidio. Senza smettere di baciarmi, mi toglie il giubbino e faccio lo stesso, lasciamo che cadano a terra, dolcemente.

Le mie mani salgono subito sul suo viso. Sento la pelle morbida del suo viso sotto le mie dita, mentre lui mi abbraccia, stringendomi convulsamente a lui.

Il letto.

Dove cazzo è il letto?

Mi separo da lui, alzando il capo al soffitto, col respiro pesante.

Subito mi bacia e lecca il collo, con dedizione. Chiudo gli occhi, abbandonandomi;

per qualche attimo cosa potrà succedere?

-Sara…- la sua voce roca, vicinissima alle mie labbra è destabilizzante.

Avverto le sue mani che giocano con i miei capelli, mentre appoggio le mie sul suo petto, facendo una leggera pressione.

Capisce al volo e, lasciandosi guidare da me, arriva sull’orlo del letto, dove si lascia cadere.

Ci baciamo, ancora e ancora. Non vorrei mai lasciarlo.

Il suo sapore che si confonde con il mio: insieme formano una fragranza semplicemente perfetta.

Lo voglio da impazzire, lo vuole il mio cuore e il mio corpo.

Con violenza lo spingo sul materasso e lo fisso neglio occhi, scorgendo un’espressione leggermente sorpresa, dietro al velo di eccitazione che leggo nell’azzurro.

Ansimo sulle sue labbra, ma non oso spezzare quel contatto visivo che mi provoca i brividi.

È lui che prende l’iniziativa, lasciando scorrere le mani sulle mie cosce.

Mi chino immediatamente a baciarlo. I capelli scivolano dalle mie spalle e gli solleticano il viso, ma non sembra preoccuparsi di niente, se non della mia bocca.

Quando dobbiamo rprendere fiato, muovo indietro la testa infastidita, per allontanare i capelli; avrei bisogno di un laccio.

Non faccio a tempo a sbuffare scocciata che Michele mi artiglia i fianchi, spingendomi di lato assai poco gentilmente e ribaltando le posizioni.

Sono io che comando.

Di solito… ma vederlo gemere per i miei baci, a cavalcioni su di me, mi appaga completamente.

Si appoggia al letto con i gomiti e si adagia lentamente sul mio corpo.

La sua erezione è contro il mio bacino e il contatto fra i nostri corpi mi manda in estasi. Gemo ad alta voce, gettando indietro la testa, mentre il suo respiro mi accarezza il collo.

-Ti voglio… -mormora sensualmente.

-Non mi avrai, oggi- ansimo, chiudendo gli occhi.

-Lo so- sibila e mi morde la clavicola, senza farmi male davvero.

Gioco con i suoi capelli ribelli, mentre si dedica ancora una volta con estrema attenzione al mio collo.

-Però possiamo divertirci, giusto?- aggiunge, ghignando.

Un sorriso malizioso mi spunta sulle labbra e rido leggermente, occupandomi della sua felpa.

La faccio sparire in fretta, con il suo aiuto ben accettato.

La maglietta che indossa mi fa ridere. Ha rappresentata una vignetta stupida di Rat-Man.

Nel buio della stanza, la mia risata spezza il silenzio. Lascio ricadere il capo sulle lenzuola, chiudendo gli occhi, allegra.

Dio, che pena.

Sono allegra, felice. Come se fosse la prima volta che sto da sola con un ragazzo.

Riapro gli occhi, studiando Michele che mi osserva sorridente, i capelli scompigliati, le labbra gonfie e gli occhi… Quegli occhi sono tutto.

Annego. Persino al buio mantengono il loro colore cristallino.

Gli sfioro lentamente le guance, poi lascio scorrere affabilmente le mie dita verso il collo, il petto. Arrivo velocemente al bordo della t-shirt e intrufolo la mano al di sotto di essa. Niente canottiera, solo il suo ventre piatto, teso.

Mi lascio andare, gemendo lentamente, accarezzando i suoi addominali.

Alza le braccia e gli tolgo anche la maglietta, lasciandolo a petto nudo. Non me lo ricordavo così bello.

Bello e impossibile.

La canzone di Gianna Nannini mi torna in mente e scuoto il capo divertita, senza staccare gli occhi da quel corpo perfetto.

Sarà mio, totalmente, prima o poi…

Continuo a guardarlo, ma lui riporta la mia attenzione al suo viso, quando avvicina una mano fra i capelli, avvicinandomi a lui e baciandomi.

Lo abbraccio stretto, mordendogli il labbro inferiore, godendo del suo respiro affannato.

Ora tocca a lui spogliarmi e devo dire che ho talmente caldo, che non mi dispiace affatto.

Mi accarezza le cosce, alzando sempre di più il vestito, fino a sfilarmelo dalla testa.

È il suo turno di studiare il mio corpo e la sua espressione estasiata, mi soddisfa. Mi bacia l’incavo dei seni, leccando e succhiando, lasciandomi dei segni rossi dopo il suo passaggio.

Mi invita a inarcare la schiena, per riuscire a slacciarmi il reggiseno – semplice, con un leggero pizzo.

Gioca divertito fra i miei seni, torturando i capezzoli già turgidi, strappandomi gemini spezzati.

-Michele…- ansimo, quando mi bacia il ventre e stuzzica l’ombelico.

Mugugna, eccitato al suono della mia voce.

Tutte queste attenzioni… vanno ripagate, giusto?

Mi metto a sedere, obbligandolo a interrompersi, purtroppo.

-Ehi..- protesta, leggermente preoccupato dalla mia reazione, osservandomi spaesato. Ha la voce profonda.

Allontano per l’ennesima volta i capelli da viso, poi mi chino su di lui, baciando piano il suo petto.

Automaticamente, mi stringe a lui, quasi per accertarsi che non me ne vada.

Non c’è problema, non ne ho intenzione.

Un bacio sul petto, uno sul ventre, uno all’ombelico e l’ultimo terribilmente vicino al bordo dei suoi jeans.

Geme ad alta voce e non si fa pregare, quando, dopo averlo sfiorato solo con una mano, si lascia cadere sul letto, lasciandomi trafficare col bottone dei calzoni.

Ringrazio la mia esperienza che non mi fa esitare, né sbagliare.

Ho fretta.

Voglio sentirlo ansimare, voglio che venga grazie a me.

Non so se riuscirò davvero a fermarmi, forse lo farà lui. Anche lui gioca il mio stesso gioco, dopotutto.

Quando lo accarezzo, percorrendolo per tutta la sua lunghezza, mi sento fremere.

Ricerco le sue labbra e lo bacio con passione, mentre la mia mano incomincia a muoversi, adattando  il movimento della mia mano ai suoi desideri.

Smetto di baciarlo, ma rimango a pochi centimetri dalla sua bocca.

È destabilizzante ascoltare i suoi ansi, ma non mi lascio incantare e proseguo a occuparmi di lui.

Il mio cellulare, nella tasca del giubbino, vibra forte.

Mia mamma? I gemelli? Anna? Simone?

Non mi interessa. Ho solo un nome nella mia mente: Michele.

-Dio, se sei brava…- sibila, prima di ansimare più forte e si avventa sulla mia bocca, baciandomi e mordendomi, per soffocare un gemito più intenso degli altri.

-Lo so…- bisbiglio, baciandolo e continuando ad accarezzarlo.

Mi bacia la fronte, cercando di farmi rilassare.

-Ora, ti sdrai, ti rilassi e ti lasci sbottonare i pantaloni- mi dice pianissimo, ironico, come se spiegasse qualcosa a una bambina di cinque anni.

E io gli dò pure corda!

Annuisco, portandomi al centro esatto del letto matrimoniale, sdraiandomi con lentezza studiata e affondando la testa nei cuscini.

Povero Riccardo, dico davvero.

Guardo solo il soffitto e Michele mi slaccia il bottone dei jeans, attento.

Allungo le mani, per chiamarlo a me.

Ho voglia di baciarlo ancora. Non smetterei mai di farlo.

Quando incomincia a torturare la mia intimità non capisco più niente.

I miei ansimi riempiono la stanza buia, soffocati. I miei denti mordono violentemente le mie labbra.

E’ come se non appartenessi più a questo mondo.

 

Angolino personale

 

Ehm… ehm…

Oh santissimi numi =.=

Lo so che non devo piangermi addosso, il problema è che io non sono affatto soddisfatta!

Insomma… volevo farvi una sorpresona e invece… INVECE NIENTEEEE ç___ç

Non sono proprio capace a scrivere romanticherie. Il mio modo di scrivere non è proprio adatto, le frasi spezzettate e che descrivono esclusivamente le azioni, e non i sentimenti…

Insomma, non ci sta. Non va bene.

Leggo tutte le altre fanfic e proprio… insomma, non voglio copiare, ma prendere spunto, eppure alla fine non combino niente.

Rimane tutto uguale.

 

Perdonatemi.

 

Insomma, mi sento in colpa! Per le vostre aspettative! A volte penso che dovrei pbblicare le mie storie, quelle “vere”, decisamente rispecchiano meglio il mio metodo di scrittura! Mi sono intortata >.

 

Comunque sia, spero vi piaccia.

So di essere in ritardo, anche se non come qualche tempo fa xD ^^

Spero di pubblicare di qui a due settimane massimo, anche se, oltre lo studio, ora ho una caterba di attività extrascolastiche, da svolgere a scuola, interi pomeriggi!

Non so come incastrare tutto… ma che pensano i prof?

Che noi siamo macchine? O che non abbiamo una vita sociale????

=.=’’

Per non parlare del fatto che sono cotta di Michele u.u lo voglio per me! Sara vada a farsi friggere xD!!

 

Beh, lascio a voi il giudizio, spero di ricevere un po’ di commenti! Non trattenetevi, dite, SINCERAMENTE, quello che pensate!

 

@4lb1c0cc4 - -> I personaggi li trovi somiglianti?? Mi fa piacerissimo… per Sara, inizialmente avevo pensato alla modella di intimissimi, ma mi sono imbattuta in quella foto di Nicole Kidman e mi sembrava così bella… ^^ anche se i capelli sono diversi, Sara li ha più scuri ed è più riccia ^^!

Per Anna, Laura e Michela ero tentata di mettere le foto mie e delle ragazze a cui mi sono ispirata, ma la privacy prima di tutto XD

Il loro modo di fare pace, non lo nego.. LO ADORO ehehehe XD anche perché ora diventano sempre più intimi ;)

Ti ringrazio per i complimenti, spero ti piaccia anche questo, se hai delle critiche sai che puoi ( anzi devi!) farmele! ;)

Un bacione!

 

@angio - -> mi spiace, ma il rientro c’è stato e, fidati… è STATO TERRIBILE =.=

Buuuu non ne posso già più!

Mi fa piacere che Michele e Sara ti piacciano, dopotutto sono teneri, in fondo in fondo!

Fra Anna e Riccardo c’è del tenero… però sembra che ad Anna piaccia… anche Simone…

Però Riccardo lo adoro come personaggio ^^

L’amico semi-coscienzioso che alla fine ne combina pure lui…

Fammi sapere per questo diciannovesimo!

Un bacione!

 

@Happycloud - -> ossanto, adesso mi faccio le pare XD mi spiace di non aggiornare in fretta. Ti capisco benissimo perché alcune delle fic che seguo vengono aggiornate una volta ogni morte di papa e ciò mi fa soffrire terribilmente!

Se poi mi dici che mi promuovi a preferita.. mamma mia, ciò mi mette in ansia! Spero di non deluderti! Dimmi che non ti deludoooo xD

Copernico? Tze tze, sei mia rivale U____U (eri)

Ovviamente scherzo, fosse per me, tutte le scuole sono meravigliose ( beh, però quelli del classico … :S ahahhaha xD)

Un bacione!

 

@baby2080- - > quello che avrebbero combinato se Neri non li beccava… è questo XD

Però ancora non cedono. Certo, diventano sempre più intimi, ma ancora nessuno cede. Del tutto, per lo meno xD

In realtà non so come sia la cioccolata con lo zenzero XD so solo che lo zenzero o piace un sacco, o non piace xD e a volte leggo nei menù la cioccolata con lo zenzero, se non esiste è colpa di mia mamma che mi ha detto che esisteva xD

Che lavoro fai *-*???

Ok, sono leggermente curiosa, che vuoi farci XD

Spero questo capitolo ti piaccia!

Un bacioneeee!

 

@Maddy - -> Non scherzi invece! È vero, pubblico ogni morte di papa >.< colpa del Calini!

Davvero ti piace Francesco? ^^

È uno dei più simpatici… me lo vedo come il “decerebrato” ( ma si scrive così °_°?) del gruppo, Riccardo come il coscienzioso, Alessio come il cretino, che pensa a tutto fuorchè a ciò che dovrebbe pensare, e Michele… be, Michele è Michele XD

Ahhahahaah ok, allora hai ragione tu XD FORSE!

Hhahaahah xD

Mamma mia, Sirius è qualcosa di superiore, insieme a James, ovviamente! James James James! Cavolo quanto adoro questo nome? In tutte, ma tuttissime ( tranne questa che è “italiana”) creo un personaggio di nome James!

Che hai fatto a Capodanno, BRICCONCELLA xD????

Anche io sarei felicissima, per la mancata lezione XD

Sara cerca disperatamente di negare anche a se stessa il fatto di volere sempre Michele a portata di mano u.u       che bimba capricciosa xD

Riccardo deve per forza essere il guasta feste ( o dormite, in questo caso xD) ma la verità è che si diverte un mondo a fare incazzare il suo migliore amico!

Tutti i ragazzi hanno un sensore segreto! Anche nella realtà! Appaiono sempre nei momenti meno opportuni!!!xD

Non dirlo a me, anche io vorrei essere convinta da un figo stratosferico come Michele… *____* in quel modo poi!

Laura non vuole cedere a causa delleostilità fra classi e perché, il primo giorno, le hanno mandato a farsi friggere il corso, però Francesco la mette a dura prova!

Mi fa piacerissimo che ti piacciano le coppiette! ^^

Romanticheria sparata a mille!

xD

Sara ha mooooolto cervello, o forse non ne ha, visto che non è ancora saltata addosso a Rizzardi, non del tutto xD!!

Come dicevo, o lo zenzero piace o… NON PIACE xD

Fai uno sforzo come Michele XD

Ehm…

Veniamo a noi, tesorino.. questo fantomatico capitolo!

Ti piace??? Ti piace????

Santo cielo, se hai critiche, SCRIVILE!

Un bacione!

 

@Vera1982 - -> grazie Grazie! Mi fa piacerissimo che ti piaccia! Davvero!

Sara e Michele sono un caso perso xD

Ma proprio tanto!

Scusami se non aggiorno così in fretta! >.<

Un bacione, alla prossima!

 

@saketta - -> Spero che abbia alleggerito il tuo rientro XD

T posso assicurare che i due qui presenti piccioncini anche nei prossimi giorni rimarranno… da soli ;)

E no, Neri non è stato giovane! Insomma, è uno di quei professori nevrotici che si fanno diecimila pare per la responsabilità che hanno e robe varie. Vogliono rompere, rompere, rompere! Odioso!

Anche io voglio il bacio al cioccolato *-*

Shi, shi u.u!

Davvero i personaggi che ho scelto ti piacciono??? =D! evvai >.

Ti ringrazio ancora per gli auguri e spero che questo capitolo nonostante tutte le rripetizioni e gli errori ti piaccia!!!! =)!

Un bacione!

 

@MatiNile - -> Anche a me è piaciuta molto la frase di Michele “ ti bacio stronza”, mi sembrava proprio per loro due XD!

Il rapporto che hanno loro è quello che vorrei avere io con un pretendente figo come Michele u.u

( nei sogni, ovviamente!)

La battuta era un po’ banale, però anche a me faceva ridere xD

Grazie, se poi ti piace anche lo sviluppo con gli altri personaggi non può che farmi piacere!

Un bacione, alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo ventesimo_Ghiaccio ***


Capitolo Ventesimo_ Ghiaccio

 

Il capitolo non è ricorretto. Questo perché ero già in ritardo con la pubblicazione e non volevo più rimandare.

Correggerò a tempo debito!

Perdonate eventuali errori o stonature!

 

MICHELE POV                                

 

Apro piano la porta della mia stanza, dando un’occhiata veloce al corridoio.

Nessuno in vista: perfetto.

-Sara… -bisbiglio – Il corridoio è buio e deserto, possiamo…

-Oh, finiscila di fare il cretino!- sbotta raggiungendomi sulla soglia – sono le quattro del mattino, chi vuoi che ci sia in giro?

Sfoggio un broncio assolutamente adorabile, mentre una ciocca di capelli mi scivola sugli occhi.

-Antipatica- mi lamento, però sto ben attento a non fissarla negli occhi: ne va del mio autocontrollo.

Il letto è ancora sfatto.

Come ho fatto a non esplodere?

I ricordi dei nostri ansimi mi ritornano in mente, in un attimo.

Ok. Stai buono. Michele junior, stai buono!

Questa decisamente è stata la nottata più bella di tutta la mia vita! E non ho nemmeno fatto sesso… figuriamoci quando potrò gustare tutto il dolce, e non solo la panna…

Sara mi passa davanti, tutta tranquilla, ma non mi sfuggono le sue labbra più rosse del normale e le guance rosee. Se alzassi lo sguardo sui suoi occhi, li troverei brillanti.

-Non siamo mica 007- commenta, ridacchiando.

-Semmai io sono 007, tu saresti la ragazza che lo accompagna…- ammicco e la osservo arrossire, compiaciuto.

Non è imbarazzo, è passione, è eccitazione e lussuria.

La amo.

Sgrano gli occhi a quel pensiero che mi ha attraversato la mente come un fulmine squarcia il cielo.

N-No. non è così.

Io sono libero come il vento. Mi chiamo Rizzardi no?

L’occhio mi cade sul lato Sud di Sara, sulle sue gambe.

No, non la amo. Voglio lei, il suo corpo, ma io appartengo solo a me stesso e anche il mio cuore.

-Ehi, ci sei?

-Eh? Oh, certo, arrivo.

La seguo docile docile, mentre si avvicina alla porta della sua stanza.

-Hai la chiave?- domando, rimanendo a debita distanza da lei.

-No…- ammette dopo un attimo di esitazione e mi guarda come se potessi trasmutargliene una.

La fisso negli occhi per la prima volta, dopo gli avvenimenti di questa notte.

È più bella di ieri sera, anche se i capelli si stanno arricciando in modo disordinato, anche se il poco trucco che aveva è leggermente sbavato.

Perché cazzo è più bella di ieri sera? Non è logico!

Osservo il soffitto improvvisamente interessato alle piccole incrostature nella pittura.

-Credi che Riccardo sia dentro con Anna?- chiede pensierosa.

-Se così fosse lasciamoli in pace!- esclamo – dormi con me…

Complimenti, davvero, Michele. Se non volevi fare una figura da morto di fame hai scelto la strada corretta!

Aspetta, sbaglio o l’espressione di Sara è… tentata?

Mi avvicino con un solo passo, passando una mano sulla sua schiena e chinandomi sulle sue labbra.

-Andiamo… lasciamoli da soli…

-Vuoi fare il bis, Rizzardi?- ironizza Sara senza allontanarsi da me.

-In realtà non abbiamo ancora terminato la prima performance- decreto, serio, rimpiangendo ancora la serata mancata.

-Voglio le lenzuola azzurre- sbuffa, con un broncio adorabile.

Sospiro.

-Perché?

Scruta il mio sguardo con un’attenzione quasi morbosa, poi accenna un sorriso lieve, misterioso.

-Chiamo Anna per svegliarla.

Si libera dalla mia presa, ma non la forzo, gemendo frustrato.

Traffica con le tasche del vestito – che vorrei vedere per terra – e prende il cellulare, alzando un sopracciglio, sorpresa.

-Cosa succede?- chiedo mogio, ma pur sempre incuriosito.

-Ho tredici chiamate perse e sei messaggi.- commenta, ridacchiando – ma tu hai sentito vibrare così tante volte il mio cellulare?

-No- dico – ero troppo preso a fare altro.

Prima frecciatina lanciata.

Questa volta è il suo turno di provocare, piazzandosi a meno di cinque centimetri dal mio naso.

-Ad ansimare sotto le mie attenzioni?- interroga maliziosa, lasciandomi a bocca asciutta.

-C-cos… No!

Scoppia a ridere di gusto, con uno sguardo fiero e vincente.

Come può essere così tranquilla e appagata?

Dovrebbe sentirsi insoddisfatta, frustrata, delusa.

Eppure appare completamente padrona di sé.

Digita un numero che conosce a memoria e, nello stesso istante in cui appoggia il cellulare all’orecchio, una musichetta fortissima ci giunge ovattata dall’interno della camera.

Poi all’improvviso si spegne.

-Mi ha messo giù!- esclama Sara, scandalizzata.

-Perfetto!- dico con un ghigno – quindi torniamocene in camera…

Sara non demorde. Non vuole proprio darmi soddisfazione.

La chiama ancora e sentiamo ancora una volta il cellulare di Anna suonare.

Sara tamburella sulla porta con le dita, incerta.

-Non risponde- si lamenta con uno sbuffo tenero.

Cerco di nuovo di avvicinarmi, ma la porta si spalanca di scatto, facendomi sobbalzare e facendo perdere l’equilibrio a Sara che si era appoggiata.

Ghirardi finisce esattamente sul petto di Riccardo, con mala grazia.

Il mio migliore amico sembra accorgersene tardi, talmente è assonnato. Gli occhi sono lucidi e semichiusi, le labbra socchiuse in un’espressione inebetita.

-Ehi- biascica – tutto bene..?

Non va bene niente.

-Tu- ringhio incazzato, strappandogli letteralmente Sara dalle braccia – Che cazzo stai facendo!

Il mio urlo sembra risvegliarlo.

Mi guarda come se fossi matto e Sara, stretta nella mia presa possessiva, mi osserva compiaciuta.

-Come sei geloso…!- squittisce divertita.

-Non sono geloso!

-Sì che lo sei.

-Non è vero!

-Avete finito?

-Per me sei gelosissimo.

-Devo negare. E negare ancora, lo faccio per per il tuo bene...

-Ehm… ragazzi…

-Io invece dico che sei gelos..

-SARA!

L’urlo di Anna ci terrorizza, nel vero senso della parola.

La sua amica, furiosa e con seri intenti omicidi, ci sta squadrando con due occhi che emettono scintille.

Immagino non sia il caso di farle notare che ha i capelli ingarbugliati e il rimmel sbavato.

-Scusa Anna- borbotta Sara, improvvisamente senza alcuna malizia.

Riccardo scuote il capo, interdetto.

-Avrete svegliato tutti quanti- commenta, sbadigliando.

-Razza di adolescenti con gli ormoni in sobbuglio- mormora Anna, impettita.

La osservo leggermente stralunato.

Cos’ha? Cinquant’anni?

Accenno una risata e mi guadagno un’occhiata infuocata da parte di Anna.

-Ora che ne dite: Andiamo tutti a dormire. Buona notte Ricky- gli schicca un bacio sulla guancia, agguanta Sara e ci chiude la porta sul naso.

-Che caratterino- spezzo il silenzio dopo qualche secondo trascorso in religioso silenzio nel corridoio buio, davanti alla camera delle ragazze.

-Idiota.

-Ma cos’ho fatto?

Riccardo si trascina con aria trasandata verso la nostra, di camera.

Lo seguo saltellando, piuttosto arzillo. Non mi sembra affatto che siano le quattro di mattina.

Riccardo raggiunge a tentoni il letto, una volta trovata la porta giusta.

-Ma non potevate torrnare prima?- mugugna, con la testa affondata nel cuscino.

-Sai com’è…-sogghigno, straiandomi accanto a lui.

Siamo entrambi vestiti, ma non ce ne frega niente.

Appena mi sdraio, il sonno mi trova, irrimediabilmente.

Ma io non ero arzillo fino a tre minuti fa?

-Ammazza, che sonno- borbotto, trovando assai gradevole la consistenza morbida del cuscino.

-Mmm… Miky…- mi chiama con voce flebile Riccardo.

-Che c’è..?

-Ma che avete fatto?

Sbuffo, deluso.

Non so decidermi.

Certo, mi è piaciuto da morire, ripeterei l’esperienza altre cento volte, ma non ce la faccio più, sto per scoppiare. Devo, fare, S E S S O!

-Preliminari- dico, in un soffio.

Silenzio.

Quando ormai credo che Riccardo si sia addormentato, un suo strillo acuto mi fa fare un salto.

-Oddio! MA  CHE SCHIFO! SUL MIO LETTO!!

 

SARA POV

 

-Sara..!- una voce femminile si fa strada nella mia mente.

Qualcuno mi sta chiamando?

Il mio nome rimbomba dentro di me, sempre più forte.

-Sara!

Spalanco gli occhi e una luce accecante mi sorprende, obbligandomi a chiuderli di nuovo.

La lampada nella stanza è accesa e le tende, che io e Anna avevamo accuratamente tirato per impedire al sole di filtrare, sono raccolte ai lati della finestra.

-Ma cos… Laura?

-No, Dio. Certo che sono io!

Mi stiracchio lentamente, sentendo i muscoli tutti indolenziti e la voce imperiosa di Laura che cerca di buttare giù dal letto anche Anna.

Le lenzuola mi sembrano morbidissime e mi lascio cullare dall’odore di pulito che emanano, stanchissima.

-Laura, sei una rompi cazz…- la protesta poco fine di Anna, appena svegliata, viene soffocato da un gemito.

Evidentemente Laura sta cercando di soffocarla con un cuscino, però sono troppo stanca per aprire le palpebre e accertarmene.

-Siete in mega ritardo, idiote.

-Mmm- ha forse detto qualcosa?

-In ritardo?- sbotta Anna con voce impastata – Per cosa?

-Come per cosa!- Laura sembra depressa – come potete esservene dimenticate? Andiamo alla pista di pattinaggio con i ragazzi!

Pista di pattinaggio… ritardo… ragazzi… Rizzardi.

Rizzardi… OH CAZZO!

Mi metto a sedere così all’improvviso che Laura sobbalza con un urlo e Anna mi osserva basita, senza vedermi in realtà, visto che senza occhiali o lenti è cieca.

-Sara? Tutto bene?

Ho bisogno di qualche secondo per riordinare le idee e pian piano, tutti i tasselli nella mia mente si riordinano.

Stanotte, una volta lasciato Michele, Anna non ha aspettato un secondo e mi ha tartassato di domande a cui ho risposto in modo dettagliato per circa due ore.

Alle sette ci hanno buttato giù dal letto e non ho mai odiato tanto l’istruttore di snowboard che mi faceva gli occhi dolci, quando io non sognavo altro che un letto.

Nella mia stessa situazione c’erano Anna, Riccardo e Michele, incapaci di reggersi in piedi da soli.

Ovviamente io e Anna ci siamo precipitate a letto una volta tornate in albergo e stavo dormendo un sonno senza sogni… fino ad adesso.

Merda…

Stamattina ero troppo rincretinita per mettere insieme anche solo due parole e la vista di Michele non mi ha poi così terrorizzata… ma adesso?

-Ma che ti preoccupi- sbotta Anna, scendendo dal letto, strisciando sul materasso con gli occhi ancora chiusi – tu e Michele appena vi rivedrete e realizzerete ciò che c’è stato stanotte, vi salterete addosso e chiusa lì.

Fulmino Anna con un’occhiataccia, mentre Laura spalanca la bocca, sorpresa.

-Che cosa? Cos’è successo che io non so?

-Niente- ribatto acida, trascinandomi verso il bagno, inseguita dalle urla isteriche e insistenti di Laura.

-Tutto e niente- sento spiegare solennemente Anna e Laura sembra capire.

Acqua.

Necessito di acqua.

Il liquido gelido mi risveglia completamente.

Ammetto che il metodo di Anna di lavarsi la faccia con l’acqua ghiacciata funziona. Permette di pensare razionalmente.

Ed è quello che dovrei fare io, adesso.

Ecco, dovrei.

Invece penso solo al metodo più convicente per rimanere qui in albergo sola con Michele.

Gemo sofferente, appoggiandomi al lavandino.

Così non va, proprio non va bene. Mi sento ribollire appena lo penso e mi batte il cuore se mi concentro su questa notte. Mi batte il cuore! A me!

Dio, l’ultima cotta l’ho presa a tredici anni!

Scuoto il capo, dandomi piccoli colpetti sulle guance.

Sara Ghirardi, tira fuori gli artigli.

La guerra non è ancora finita.

 

-Cinque euro a testa- annuncia Alessio, tornando dal bar dove vendevano i biglietti per la pista da pattinaggio.

La pista è stata allestita in un piccolo laghetto artificiale nel centro della cittadina.

Abeti altissimi la incorniciano e un piccolo edificio in legno è l’unico punto di ristoro nei dintorni.

Tutto molto pittoresco.

C’è pochissima gente, a parte noi e qualche altro ragazzo, della stessa sezione di Rizzardi. Forse arriveranno anche i nostri compagni, a deturpare l’aria tranquilla.

Ah no! Pper rovinarla bastiamo noi!

Affidiamo i soldi nelle mani di Alessio che trotterella di nuovo nel bar, seguito da una divertita Michela.

-Anna. Mi raccomando- sussurro alla mia migliore amica.

Anche io ho i miei punti deboli, uno di questi?

L’equilibrio.

Insomma, sono davvero imbranata. Appena il professore menziona l’asse di equilibrio, ho seri attacchi isterici.

-Ma certo, Sara! Fidati di me!

Anna ha quasi urlato e il mio intento di evitare una mega figuraccia è andato a farsi benedire e il suo sorriso molesto, non mi convince nemmeno un po’.

-Cosa stai tramando?- le chiedo assottigliando lo sguardo.

Lei sorride sorniona, ignorandomi.

-Riccardo!- esclama avvicinandosi al ragazzo e a Rizzardi, che parlottano fra loro.

Sono entrambi uno spettacolo. Spettinatissimi e pallidi, con gli occhi appannati dal sonno. Rizzardi ha incrociato il mio sguardo solo una volta, sorridente, ma è ricaduto subito nella sua trance.

Anna allontana Riccardo da Michele di pochi passi e gli dice qualcosa, ma a questa distanza non riesco a sentire nulla.

Riccardo ride e annuisce, Anna si finge offesa, ma poi gli schiocca un bacio sulla guancia.

Quei due non me la raccontano giusta.

Anna ritorna da me, facendo un cenno a Laura e Francesco che si stanno scambiando opinioni sull’ultimo film di Woody Allen.

-Ecco fatto!- annuncia Anna battendo le mani guantate, sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

-Cosa?- chiedo con una punta di isterismo.

-Visto che io sono imbranata a pattinare ho chiesto a Riccardo di aiutarmi…

-Tu hai fatto cosa?- sbotto. Non ci credo! Lei pattina bene! – Perché?

-Oh, per me puoi arrivarci.

La osservo stranita, mentre Alessio e Michela ci raggiungono con i biglietti.

-I pattini sono in una stanza sul retro- spiega Michela, indicando la casetta di legno.

Per tutto il tempo che impieghiamo per raggiungerla e cercare i numeri giusti, avverto lo sguardo intenso di Michele sulla mia schina.

Do una veloce occhiata dietro di me, incrociando i suoi occhi azzurrissimi.

È seduto mollemente su una panchina scomoda, appoggiato al muro scrostato, apparentemente annoiato, ma forse è solo la stanchezza.

Chissà se lui sa pattinare…

Oddio, perché penso cazzate?

Scuoto la testa e scrollo le spalle, cercando il trentotto.

La dimostrazione pratica, dopotutto l’avrò di qui a poco.

-Sara, muoviti a infilarti i pattini!

Guardo Anna, paralizzata.

-Ma non siamo ancora sul ghiaccio!- protesto, pensando alle mie povere gambe che saranno piene di botte, stasera.

-Ci sono si e no tre metri, dalla pista, ci andiamo con addosso già i pattini- mi spiega con un’alzata di spalle.

Mi mordo le labbra, indecisa. Con la coda dell’occhio guardo Michele che si sta allacciando i pattini che Riccardo gli ha portato e sembra ascoltare l’amico molto attentamente.

Quando finisco di allacciare gli strumenti di morte che sono ai miei piedi, mi rendo conto di aver fatto un’enorme cazzata.

Enorme.

Insomma, potevo benissimo aspettare gli altri fuori pista, scattare foto a tutto spiano e poi ridere alle loro cadute… invece no! io ho firmato il matrimonio con il ghiaccio gelido del laghetto!

Michela e Alessio, accompagnati da una scoppiettante Laura e un alquanto allegro Francesco, escono sulla neve tutti contenti, con grida ed esclamazioni eccitate.

Infantili, penso imbronciata.

-Sara, ci sei?- domanda Anna impaziente, ma divertita a osservarmi nella mia disperazione.

-No- sbotto – sono al bar.

Sospira, abbattuta.

Il suo sguardo si posa su Michele e Riccardo che stanno ancora chiacchierando – darei oro per sapere di cosa parlano, date le loro facce serissime – e poi vedo di nuovo spuntare sul volto della mia migliore amica una smorfia soddisfatta.

-Ricky!- urla con una voce da oca che non le appartiene, prendendomi di scatto la mano e obbligandomi a mettermi in piedi – andiamo? Mi devi insegnare no?

-Assolutamente!- esclama arzillo, venendo verso di noi. Mi volto prima di capire se anche Rizzardi l’ha seguito, puntando verso la porta.

Posso farcela.

Un passo dopo l’altro – non scivolo!- raggiungiamo l’ingresso della casetta e davanti a me si estende il laghetto, il ghiaccio e il mio suplizio!

Stringo fortissimo la mano di Anna, ripetendomi “ ce la posso fare”.

Forse la mia non è semplice incapacità, ma pura ossessione.

Vado pochissimo in bici proprio perché mantenere l’equilibrio mi costa estrema fatica.

Ormai siamo sull’orlo della pista, io mano nella mano con Anna, lei aggrappata a Riccardo.

Anna è perfettamente a suo agio nei pattini e mi chiedo se Riccardo non sospetti niente, eppure sembra tranquillo e per nulla dubbioso.

Con un sospiro – e chiudendo gli occhi – azzardo un passo sul ghiaccio. Con le gambe tremanti e appoggiandomi quasi totalmente ad Anna, mi stabilizzo su quel terreno nefasto.

Purtroppo Anna mi detesta.

Mi scrolla di dosso malamente, e, con un solo, piccolo slancio, si butta a capofitto nel centro della pista addossata a Riccardo.

-Ehi!- urlo, ma mi sbilancio troppo.

Il suolo si muove! Il suolo si muove!

Non so nemmeno come, ma i miei piedi si incrociano fra loro e a nulla servono le mie braccia che oscillano pericolosamente.

Perdo completamente l’equilibrio, soffocando un urlo e chiudendo gli occhi all’improvviso, pronta al trapasso.

Però non cado. Non avverto il freddo del ghiaccio e nessun dolore fisico, solo un senso di sicurezza.

Apro piano gli occhi, alzando il viso verso quello di Rizzardi che mi sta guardando con un ghigno divertito, sorreggendomi.

Mentre cerca di aiutarmi a riacquisire stabilità, il suo profumo maschile mi investe, facendomi venire voglia di affondare il viso alla base del suo collo, per inebriarmi di lui.

Arrossisco leggermente, credo, perché mi sento accaldata.

-Non…- cerco di dire qualcosa, ma lui mi ferma con una sonora risata.

-Non sei capace. Ti aiuto io.

-No!- esclamo, cercando di allontanarlo con una spinta, ma ciò mi fa sbilanciare di nuovo e sono costretta ad aggrapparmi al lui, immergendo il viso nella sua giacca a vento.

Il suo petto si alza e si abbassa regolarmente e le sue mani mi reggono, posate leggere sui miei fianchi.

-Mi aiuta Anna- mormoro, senza dare cenni di volermi allontanare.

Al diavolo. Al diavolo tutto, io da lui non mi stacco… anche se dovrei fare di tutto per allontanarmi.

-Pattina con Riccardo- mi fa notare tranquillo.

All’improvviso la sua voce è bassa e roca.

-Gli ha fatto credere di non essere capace- spiego, avvicinandomi di qualche centimetro.

-Mmm… sicura? A me sembra che stiamo pattinando entrambi molto bene.

A quelle parole, seppur a malincuore, abbandono il suo abbraccio per scrutare la pista.

Michele non mente: Anna e Riccardo pattinano tranquillamente con Francesco e Laura, che insistono per fare un trenino.

-Traditrice- ringhio furiosa.

Tutta opera sua!

E Riccardo avrà riferito il loro piano a Michele…! Ecco perché parlottavano.

Stizzita, mi appoggio con entrambe le mani alla balaustra, rimanendo precariamente in piedi.

-Sparisci- soffio arrabbiata a Rizzardi, dietro di me, che sta trattenendo una risata.

-Non prendertela… a me fa piacere che l’abbiano fatto…

La sua voce mi giunge nell’orecchio, sottile.

Le sue mani si appoggiano accanto alle mie, sulla ringhiera di legno, imprigionandomi fra quella e il suo corpo.

Aiutandosi con il naso, mi abbassa la sciarpa, cercando la pelle del mio collo.

-Fidati di me, no?- mi domanda, baciandomi dolcemente.

Sleale!

Quant’è sleale!

Mugugno qualcosa, girando il capo verso di lui.

Grazie al cielo è pronto a sorreggermi, perché, mentre lo bacio, le gambe mi cedono.

Con la mia schiena appoggiata al suo petto e una mano che affonda nei suoi capelli scuri lo bacio con tutta me stessa.

Come una coppietta qualsiasi che va a pattinare e incomincia a sbaciucchiarsi.

Quant’è patetico e sbagliato.

Per due come noi è un errore, tutto ciò, eppure mi sembra dannatamente giusto.

Il suo profumo ora è il mio, i nostri sapori si mescolano.

Che diritto ho di allontanarlo se il mio corpo e il mio cuore vogliono solo lui?

 

Angolino personale

 

Osantissimi numi! <.<

Non avete idea di quanta fatica per scrivere questo capitoletto dove non succede… niente O.O!

L’ispirazione è andata a farsi benedire direi eheheh ^^

Non c’è nulla da ridere, lo so x)

È per non piangere!

In realtà non so come ho fatto a scrivere 7 pp di word senza far accadere nulla… insomma … è un capitolo inutile!

 

Dunque, Sara ha un punto debole! ( olè!) mi sono divertita a scriverla come una povera fanciulla terrorizzata! E ovviamente Michele è il principe azzurro x)!

Riccardo e Anna sono dei grandi!

È nato tutto dalla mente malata di Anna, sappiatelo e subito è corsa a rendere partecipe Riccardo del suo piano malefico! Ahahah !

 

Punto due: sono in ritardo. Lo so!

Però matematica, latino, i corsi a scuola!!! :S!

 

Il prossimo capitolo è l’ultimo giorno di gita ( mi pare, ora come ora! x)!! ) poi torneranno a casa… e dopo un paio di capitoli… CI SARA’ L’ATTESISSIMA (?) FINE!

Iuuu!!!

State con noi! xD

Fra poco smetterò di rovinarvi la vita con questa storia che più va avanti più mi delude, anche se continuo ad adorare i personaggi!

 

Un bacione a tutte quante

 

4lb1c0cc4 - - > in realtà la difficoltà che ho di scrivere i sentimenti mi blocca moltissimo.

In questo capitolo ho messo loro una pulce nell’orecchio. Ormai non possono più negare di provare qualcosa l’un l’altro.

Ahahah, è vero, una nuova coppia, anzi, un nuovo terzetto x)

Non svilupperò il loro triangolo rettangolo (?) in questa storia, quindi non pensateci troppo xD!

Michele… che uomo! <3

Le lenzuole azzure??

Mica ve lo posso dire! Però è un motivo banalissimo e credo che possiate arrivarci molto in fretta!

Un bacione, perdona il capitolo inutile xD

 

@Angio - - > mi fa piacere che ti sia piaciuto il capitolo! =)

E mi fa piacere sapere che fra quei due si avverta tutta la loro passione! Amplificala al massimo e otterrai ciò che volevo trasmettervi! xD

Davvero assomigli a Riccardo!!! ??? *___*

Fantastico!!!!!!! =D

Descriviti, è un ordine xD

Voglio leggere la tua descrizione  caratteriale xD!

Un bacione!

 

@LittleDia- - > Ti assicuro che io mi autocritico sempre! Mi rendo conto delle mie mancanze, purtroppo! Grazie per aver letto e recensito!

Davvero ti piace come scrivo? E in questo capitolo, ti sembrano troppo.. non so, “ tirate” le emozioni? Fittizzie?

Un bacione, alla prossima!

 

@Maddy - -> Non riesco a non farmi paranoie ç___ç i’m so sorry! xD

Per quanto riguarda i malandrini, tu sirius, io James, a posto! X)

Che cosa puoi aver mai fatto a capodanno? Suvvia!!!!!!!! Non penso sia così… vero??? O.O oddio e io che ti credevo una ragazza calma e innocente!!! X)

Scrivendo di Sara come una ragazza capricciosa ci hai azzeccato in pieno! È capricciosa e forse un po’ egoista xD ma d’altronde io la amo così e con Rizzardi ha il suo filo da torcere =)

Le coppiette ormai sono praticamente formate :3 quindi anche la rivalità diminuirà notevolmente, fra le classi :3

Ahahha, speravo di far rimanere stupite per l’origine ( appena accennata) del triangolo Anna-Simone-Riccardo! xD

Come finirà?

Non lo saprete mai, perché per adesso non ho intenzione di scrivere nulla su di loro xD ohohohoohoh

Simone lo trovi insieme a tutti gli altri, alla fine dello scorso scorso capitolo =)

Ho scelto l’attore che ha interpretato Emmett in Twilight, premettendo che odio quel film xD ( e libro, e storia, e personaggi xD)

In questo capitolo i due, qui xD, fanno un enoooorme passo avanti: quasi lo ammettono a loro stessi XD

Io ho i capelli spaghetto, quindi non so cosa voglia dire lisciarseli e non provo nemmeno a farmi i boccoli, visto che non reggono affatto :S

Dire che Anna non se la sia presa, è troppo, solo che non vuole far sentire in colpa Sara, perché dopotutto, non è colpa sua.

Inoltre il tutto è visto dal punto di vista di Sara ( e non l’ho approfondito), Anna ovviamente ci è rimasta male, ma ha recuperato bene U___U

Non ti preoccupare, non sei matta, perché io la penso ASSOLUTAMENTE come te x)!

Litigare  e poi fare pace ;)!

Ahhahaha x)

Alè! Sesso violento ovunque x)

Succederà u.u

Forse… xD

Non ci avevo pensato, del buffet :S era una bella idea!!!! Sarà per la prossima storia :)

Ahahha copiare le frasi delle tredicenni xD oddio xD però alcune sono corrette dai! Questo, per esempio, è vero!

Il commento di Michele “ da quando siamo un gruppo” non voleva essere negativo, semplicemente stupito.

Michele non si è reso conto che le cose si sono evulute in fretta e ciò lo mette in gioco direttamente perché è costretto a fare i conti con i suoi sentimenti per Sara.

Non possono fare più dei preliminari… non ci sono le lenzuola azzure XD!

E poi i prof non entravano mica… xD sennò erano espulsi alla grande ahahhah!

Anche io spero ti torni il pc e tranquilla, le tue recensioni sono assolutamente fantastiche!

;)

Un bacio <3

Ekly

 

@HappyCloud- - >Grazie mille per i complimenti, spero di non aver fatto troppo schifo in questo capitolo XD

Sono un po’ in para xD

Sara deve far soffrire Michele, è il suo gioco, da stronza e seduttrice xD

Spero leggerai anche il seguito e mi perdoni del ritardo ;)!

Un bacio

Ekly

 

@saketta - - >Grazie! Sono contenta se credi che sia scritta bene la scena un po’ hot tra i due protagonisti!

Ahahha Michele è completamente partito xD anche a me è capitata una scena simile oddio xD

Spero di non deluderti!

Bacioni!

Ekly

 

@baby2080 - -> Esattamente, mancavano le lenzuole azzurre e Sara non si concede così facilmente! Loro lo programmeranno, in un certo senso. Entrambi sapevano che non avrebbero combinato niente. Non ancora, per lo meno =)

In gita, un classico XD quindi io non lo faccio XD

Come vedi, in questo capitolo si stanno “smollando”. Devono ammetterlo ormai che non possono più ignorarsi l’un l’altro.

Non ti scoraggiare, per il lavoro ( e grazie per aver risposto alla mia curiosità xD), anche se non è un periodo facile, se è ciò che ti piace fare, o se hai delle finalità, riuscirai a fare tutto!

Un bacio, alla prossima!

Ekly

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo ventunesimo_ Vecchio, Mitico Woody ***


 

Capitolo Ventunesimo _ Vecchio, mitico, Woody

 

 

MICHELE POV

Riccardo spalanca la porta con molta poca grazia, entrando nella nostra camera, trafelato.

Alzo appena lo sguardo dalla mia valigia, che sto inutilmente tentando di chiudere, con l’infallibile metodo di sedercisi sopra.

Domani mattina presto partiremo e saluteremo le montagne, per tornare a Brescia e ho già sistemato tutti gli indumenti da neve, come un bravo bambino.

Poi non importa nulla, se le ho cacciate dentro a caso… e non importa nemmeno se la valigia sta per esplodere.

Insomma, chi l’ha detto, che solo le ragazze hanno il potere di far implodere i bagagli? Nessuno o se qualcuno l’ha detto, ha sparato un’enorme cazzata.

-Ehy, Riccardo! Cosa ti è success…

-Sei un coglione- sbotta all’improvviso, con voce alterata.

Quella frase, ha lo stesso effetto di un secchio gelido, su di me.

Ormai capisco in fretta se Riccardo scherza o è serio.

Questa volta nessuno dei due: è furioso.

-Cos’ho fatto, questa volta?- non bisogna giocare col fuoco, soprattutto se si tratta di Riccardo, ma  il mio orgoglio mi proibisce di abbassare lo sguardo davanti a chicchessia.

Il mio tono prepotente, non aiuta a calmare le acque.

-Non fare il finto tonto!- urla, avvicinandosi di un passo. Se non lo conoscessi così bene, penserei che stia per darmi un pugno sul viso.

Inarco le sopracciglia, stringendo le labbra.

Lo ammetto. Una mezza idea ce l’ho, ma di che cosa si impiccia, Riccardo?

La vita è mia, faccio quello che voglio.

Sono troppo giovane per lasciarmela scappare. È solo un gioco, ma in cui voglio vincere anche a costo di barare.

Mi ha rotto Riccardo, con il suo finto perbenismo, proprio lui che in realtà è uno stronzo, fatto finito!

-Se hai finito con la tua sceneggiata, io devo ancora riordinare alcune cose- replico, con un tono secco.

-Non fare il duro con me, Michele, non mi spaventi. Si può sapere perché hai baciato Caterina? Caterina Guizzoni! La stessa barbie che sfottevi fino a ieri e che al posto delle labbra ha una confezione di lucidalabbra!

Ok, detta così sembra una stronzata … sembra che sia io, quello ammattito.

-Avevo voglia di un po’ di sano sesso.

Riccardo ride amaro, tanto che quasi mi fa paura.

Che diavolo sta succedendo?

-So benissimo che non ci sei stato a letto. Per prima cosa, non si è mai mossa dalla sua camera e con lei c’erano anche Linda e Francesca… seconda cosa… dopo aver quasi raggiunto il traguardo con Sara, ti abbassi così tanto? Farsi la Guizzoni? Mi faresti davvero schifo.

È come se mi avessero mollato uno schiaffo. L’ultima offesa Riccardo l’ha appena bisbigliata, rigettandomi addosso tutto la sua… delusione.

Andiamo, non posso davvero sentirmi in colpa… che cos’ho fatto di male? Solo un bacio con Caterina!

-E Sara?- prosegue Riccardo imperterrito.

Quel nome… non voglio nemmeno sentirlo.

Avanzo rapido verso la mia giacca, afferrando convulsamente una sigaretta che sapevo dispersa nelle tasche e mi fiondo sul piccolo terrazzo, incurante del freddo.

Sigaretta… fumo… non voglio nemmeno sentirla nominare, quella…

Faccio un tiro più lungo del solito, inebriandomi del sapore intenso.

Una bella sigaretta per sfogare la rabbia… un miracolo se ancora non ho finito un pacchetto!

-Non parlarmi di lei- ringhio.

Cosa vogliono tutti da me? Mai che danno la giusta colpa anche alla Ghirardi!

-Ah, no! non puoi essere davvero così stupido.

Questa volta, Riccardo non urla, anzi, il suo timbro di voce è… rassegnato?

Mi giro con circospezione, dando le spalle alle montagne innevate.

Ricky è seduto sul letto, con la mani incrociate davanti a sé e uno sguardo sconsolato stampato in faccia.

-Sara mi ha ignorato tutta mattina- esordisco, ormai appassionato – e credevo che dopo tutto ciò che c’è stato fra noi, avessimo completamente superato la fase “ ignoriamoci”, ma oggi ha pensato bene, Dio solo sa perché, di non cagarmi un secondo. Ero arrabbiato ok? La prima ragazza che mi sono trovato davanti, l’ho baciata! Hai visto come mi ha guardato Sara, no? era gelosa, gelosa marcia-

Ero soddisfatto, sono, soddisfatto.

Quello che non mi aspettavo, però era che lei iniziasse a fare la casca morta con i suoi compagni di classe!

Riprendo fiato e un altro tiro. Queste sigarette sono forti.

-Sei uno stupido- ripete sospirando il mio migliore amico, mentre scuote ripetutamente il capo – Sara stanotte è stata male.

Sono stupito, molto stupito e la mia faccia deve evidenziare in modo ottimale la cosa, perché Riccardo alza gli occhi al cielo.

-Questa mattina si è imbottita di antidolorifici per poter sciare, anche se Anna era contrarissima. Non ha guardato in faccia nessuno, se non te ne sei accorto, non ha salutato nemmeno Laura e Michela, questa mattina. Poi a pranzo, al rifugio, tu hai pensato bene di fiondarti da Cate e, ovviamente, Sara, che stava meglio, ha pensato bene di “fartela pagare”-

Riccardo mima le virgolette con le mani, alle ultime parole.

Così Sara stava male…

-Cos’aveva?- mi informo, rigido. Accidenti. È finita la sigaretta.

Riccardo scrolla le spalle.

-Mal di testa e pancia… sì, insomma, cose femminili.

Ah.

Quindi Sara oggi non mi ha evitato perché qualche strana divinità celeste gliel’ha ordinato, ma solo perché stava male.

-Ah.- dico ad alta voce.

Perché mi sento un cretino? E perché… mi sento in colpa?

-Lo sai che sei innamorato, vero?

Sgrano gli occhi, a quelle parole, lasciando cadere a terra il mozzicone consumato.

No. Questo non è possibile, è sbagliato.

Sara è una bella ragazza, una ragazza con cui sogno di andare a letto, niente di più.

-Smettila- borbotto, rientrando e sedendomi accanto a lui.

-Non ti serve a niente, negarlo.

-Smettila!- questa volta parlo in modo più deciso.

Sono stufo, di lui, di Sara che si fa aspettare… di me che non riesco a stare lontano da lei.

-D’accordo…- Riccardo si alza come una furia, prendendo il cellulare in mano e componendo un numero – d’accordo. L’hai voluto tu eh?

Lo guardo come se fosse matto e forse, un po’ andato lo è perché inizia a camminare avanti e indietro, senza mai fermarsi, nemmeno quando Anna gli risponde al telefono.

-Michele è un caso perso,Anna- afferma il mio amico con convinzione.

Una risposta ignota.

-Piano B al via?- chiede Riccardo, con uno strano ghigno sul volto – Fra dieci minuti.

Chiude la chiamata, rivolgendomi uno sguardo indecifrabile, alquanto… ehm..? assatanato?

-Tu!- grida indicandomi – mettiti il cappotto.

-Eh?

-Indossa il cappotto!- ripete Riccardo sillabando ogni parola, come se avessi cinque anni.

-Tu sei matto- dico, scuotendo il capo, ma non penso sia il caso di contraddirlo. Bisogna sempre assecondare i malati!

-Dove dobbiamo andare?

Domanda inutile. Non risponde, ma mi afferra per il colletto e mi trascina, letteralmente, in paese.

Non sembra, ma Riccardo ha alle spalle parecchi anni di sport e i muscoli delle braccia li ha eccome.

-Ma dove..?

-Stà zitto!- dopo l’ennesimo urlo di Riccardo, lo seguo docile docile, fino al…

-Il Municipio?- chiedo, stranito.

-Aha- conferma tutto allegro quel matto che ho per amico. Ora è stranamente al settimo cielo –Cinema.

Cinema? Mi guardo attorno ed è allora che lo vedo: una grande locandina del vecchio film Manhattan di Woody Allen.

Oddio. Un film in bianco e nero e della preistoria. Assolutamente no!

-Se non vieni, te la faccio pagare, dicendo un po’ di cose ai tuoi genitori, sul tuo comportamento scolastico…

Manhattan! Il mio film preferito!

-Che aspetti? Prendiamo i biglietti!- lo esorto con un fintissimo sorriso. L’ho detto che è uno stronzo! Stronzo e ricattatore, perfino.

Entriamo nella hall del municipio- piccolissima- e notiamo subito un banchetto di legno dietro al quale un montanaro corpulento sta leggendo un giornale.

Riccardo si avvicina chiedendo allegramente due biglietti. Solo quando ritorna da me, incomincio il mio interrogatorio.

-Cos’è il piano B?- lo attacco prima che possa parlare.

Con mia enorme sorpresa, non esita nemmeno un secondo.

-Distrarti- ammette – io e Anna eravamo convinti che sareste stati incazzati tutto il giorno, quindi, io ti porto a vedere Woody Allen, mentre Anna adesso starà portando Sara alla pista da pattinaggio.

Sai come sono le ragazze, loro vorranno parlare, mentre noi due ci gustiamo un film!

Sbuffo, annoiato.

-Non ce n’era bisogno- sibilo, ma Riccardo non mi ascolta.

Lui è già stato al cinema, qui in paese, con Ale e Fra e anche le ragazze, il giorno non lontano in cui io e Sara…

Cambiamo pensieri, è meglio!

Riccardo mi accompagna lungo due rampe di scale arrivando al terzo piano del recente palazzo dove sorge il comune.

Ci sono due porte, una lucida, dove spicca la scritta “toilette”, scarabocchiata a mano e una spalancata e oscurata da una spessa tenda blu.

-Entra pure, io devo andare in bagno… anzi, credo che fumerò anche una sigaretta- mi  annuncia Riccardo.

-Vengo anch’io- ho proprio voglia di un’altra dose di nicotina, dopotutto devo vedere tre pallosissime ore di Woody Allen preistorico, quindi devo prepararmi bene.

-Assolutamente no!- esclama Riccardo, guardandomi male – tu ti siedi e mi aspetti. Non esagerare con il fumo.

-Ma..

-Niente ma!

Mi spinge in direzione dell’entrata del “cinema” e non oppongo resistenza.

Non so cosa gli passi per la testa, oggi e non sono sicuro di volerlo conoscere.

Spalanco il tendaggio, trovandomi, con mia grande sorpresa, in un piccolo, ma accogliente teatro.

Le poltrone sono disposte in una ventina di file, su un piano pendente verso il basso, in modo che non siano sullo stesso livello. Sono tutte di un blu elettrico, che si confonde con le pareti scure.

Un sipario dello stesso colore nasconde il palcoscenico e davanti ad esso è stato calato un telo bianco, dove proiettano i film.

Non sarà una mega-sala cinema, mancano anche i pop corn, ma nel complesso è carina.

Come immaginavo, c’è pochissima gente, oltre a me e Riccardo.

Una coppia è seduta in terza fila, con un bambino addormentato in braccio, di pochi anni, un vecchio con un cappello da alpino al centro e un uomo megalitico proprio a due passi da me, stravaccato su due poltrone.

Che compagnia interessante, penso.

Mi incammino verso l’ultima fila, appartato, nello stesso istante in cui si spalanca di nuovo il tendone oscurante.

Ma non è Riccardo.

Sara Ghirardi fa un passo nel teatro, con espressione stanca e piuttosto annoiata, che muta repentinamente, non appena incrociamo lo sguardo.

Eh? Eh? Eeeh?

-E tu cosa ci fai qui?- diciamo insieme, osservandoci circospetti.

-Tu dovevi essere alla pista di pattinaggio!- esclama, agitata.

-Tu dovevi esserci! Riccardo…

-Ma Anna mi ha detto...

No! non ci credo... altro che “distrarre”, il piano B era questo.

-Che idioti- sbotto arrabbiato.

-Abbastanza- conferma acida – e ingenui, se pensano che io stia qui come una scema con te.

-Lo stesso vale per me, Ghirardi.

-Benissimo- sibila, voltandosi, ma proprio in questo momento, il montanaro che distribuiva i biglietti appare sulla soglia del teatro-cinema.

-Oh!- dice con un vocione possente – voi dovete essere i due timidoni.

Non sono sicuro di aver sentito bene: mi ha chiamato “ timidone”?

-Come, scusi?- Sara ha un’espressione così sconvolta da farmi ridere, ma mi guardo bene dal farlo davvero.

-Ma sì, i vostri amici me l’hanno detto!- oddio, ci ha ammiccato! Ha ammiccato davvero in nostra direzione! Credo di stare per morire… - vorreste tanto un appuntamento insieme, ma siete troppo timidi e ogni volta che vi trovate di fronte, scappate invece che affrontare la situazione! Oh, mi ricordate me e mia moglie da giovani…

No, vi prego, tutto ma non la storia datata! E poi cos’è questa storia dell’appuntamento?

Maledetti Anna e Riccardo.

Sara la pensa esattamente come me, per una volta ed è già pronta per ribattere a tono, ma l’uomo ci afferra per un braccio, trascinandoci verso l’ultima fila, da me adocchiata prima.

-Venite, venite, qui in fondo non vi disturberà nessuno! Io rimarrò vicino all’ingresso, così impedirò a uno dei due di scappare e a non sconfiggere la timidezza! Un’idea geniale, no? tutto merito dei vostri amici, sì, sì.

Ex- amici, prego.

L’omone si siede a tre metri da noi, indicandoci continuamente l’ultima fila.

-Stanno scherzando. Non l’hanno fatto davvero – commenta Sara, con gli occhi sgranati e le labbra socchiuse.

Le luci si spengono, il film incomincia.

Lo sguardo insistente del complice di Riccardo e Anna, ci obbliga ad ubbidirgli.

-Questa volta, ce la pagano – sussurra Sara.

Non posso  che essere in accordo con lei.

 

SARA POV

 

Michele è troppo vicino.

Decisamente troppo. Sento il suo profumo nelle narici e ogni volta che si muove, sbuffando, un brivido mi scende sulla schiena.

Ma non dovrebbe andare così, dovrei essere furiosa. Io sono furiosa.

E poi, chi sarebbe, questa Caterina? Caterina. Ma che razza di nome è?

Si trucca troppo, in modo volgare e non è affatto fine!

Caterina! Che nome da zoccola!

Torturo le mie labbra coi denti, ignorando completamente il film e cercando di stare lontana da Michele. Ma è davvero troppo vicino e non sono in grado di spostarmi di un solo posto, come pure lui.

Lo detesto, dovrei odiarlo, anzi, lo odio, sia chiaro, ma non riesco a stare lontana da lui!

Sto diventando isterica!

Sbuffo, questa volta sonoramente e un ricciolo mi cade sul viso.

Mi accorgo che Michele mi sta fissando solo quando mi sposta la ciocca scura dagli occhi.

Sussulto e subito ritrae la mano, incerto, combattuto quanto lo sono io.

-Questa volta me la pagano- ripeto in un sussurro impercettibilmente, ma Michele mi sente lo stesso.

-Ti aiuto.

Il suono della sua voce, sensuale come la ricordo, mi provoca una scossa elettrica, ma è anche la goccia che fa traboccare il vaso.

-Immagino preferiresti stare qui con Cate- sbotto acida, mentre i pochi spettatori ridono per una battuta che non ho sentito.

Mi pento immediatamente.

Non posso averlo detto davvero… ho mostrato il fianco, totalmente scoperto, in favore del mio nemico…!

Ma Michele mi sorprende. Non ha la minima intenzione di accusarmi di essere gelosa, al contrario, reagisce… esattamente come ho fatto io.

-E tu di avere qui i tuoi simpatici amichetti- sibila, stringendo le mani sui braccioli della poltrona.

Amichetti? Amichetti?

-Io non mi sono fatta nessuno, per lo meno- ribatto, mantenendo un tono di voce basso per non disturbare gli spettatori.

-Era un bacio- si difende. Esattamente, non me lo sono sognato, ma il suo tono è incerto e quasi colpevole.

No, è impossibile. Lui non cederebbe mai.

-Non ti bastavano i miei? – chiedo con una vocetta infantile che maschera la mia rabbia. Ok, sono gelosa, ma anche ferita nell’orgoglio.

Io bacio meglio di quella, io sono più bella di quella, io sono molto meglio! Io!

Come ha osato infilare la lingua in bocca ad un’altra?

Rimane zitto a lungo, tanto che credo si stia concentrando sul film, ma mi risponde, quando meno me lo aspetto.

-Mi avevi ignorato tutta la mattina.

Il suo bisbiglio mi giunge a un soffio dall’orecchio, procurandomi un acceleramento del battito cardiaco.

È la mia impressione o la sua voce è terribilmente eccitante?

Dev’essere la mia impressione.

E poi cos’è questa storia dell’averlo… cosa?

Mi volto di scatto verso di lui, così repentinamente da farmi male al collo.

-Ignorarti?

Fa una smorfia e cerca di deviare il mio sguardo. Con violenza gli afferro un braccio, obbligando ad alzare gli occhi su di me.

-Sei stupido?

-Non attacca con me la storia del malessere- soffia sul mio viso.

-Stavo male, cretino. Non capivo niente. Secondo te per quale assurdo motivo ti avrei dovuto ignorare?- sussurro con la sua stessa cattiveria.

Se Hogwarts esistesse, finiremmo entrambi a Serpeverde.

-Questo dovresti dirmelo tu- ribatte.

È ora di ribaltare le sorti della partita.

-Quindi tu ti sei gettato fra le braccia di Caterina solo per gelosia- gli angoli delle mie labbra si ri-curvano in su, maliziosamente.

Game Over, Rizzardi? domando, dentro di me.

Apre la bocca per ribattere, ma non parla, al contrario cerca di leggere i miei occhi verdi.

-Potrei dire lo stesso.

Si sta arrampicando sugli specchi, se ne rende conto, ma ha deciso di usare una strategia decisamente vincente.

Si avvicina repentinamente, sfiorandomi il naso con il suo.

-Non è così?

Certo che è così, hai sempre ragione, se la metti in questi termini.

Fammi quello che vuoi.

Mi ritrovo a pensare, completamente destabilizzata dalla sua vicinanza.

Uno pari, sembra gridarmi il viso sbeffeggiante di Rizzardi.

-Nessuno cederà mai- commento senza allontanarmi e compiendo un vero e proprio atto di violenza sul mio corpo. Non baciare la sua pelle, le sue labbra… un suicidio.

-Sono d’accordo.

Un secondo. Un’immagine più chiara delle altre illumina la sala, i nostri volti.

Un secondo. Il suo respiro si mescola al mio, invitante.

Un secondo. L’azzurro dei suoi occhi mi sembra brillare al buio.

Un secondo. E le sue labbra sono sulle mie, nel posto esatto dove dovrebbero essere sempre.

Il suo sapore unico, da uomo, ma dolce allo stesso tempo, si confonde con il mio e mi sento bene.

I muscoli tesi si rilassano, la mia mente si abbandona all’istinto.

Solo perché mi ha baciata, solo perché mi sta baciando.

La mia mano si muove automaticamente verso il suo viso, verso i suoi capelli spettinati.

Anche lui reagisce pronto, sporgendosi verso di me e sistemandosi in modo più comodo sui sedili morbidi.

Riprendiamo fiato nel momento in cui Woody viene ripreso in un inquietante primo piano, ma siamo troppo impegnati a fissarci.

Getto entrambe le braccia al collo di Michele e sento le sue mani che esplorano le mie gambe e i miei fianchi. Non oso immaginare se indossassi una gonna e fosse estate.

Ma si da il caso che sia inverno e io sia imbacuccata in un triplo strato di vestiti e lui pure. Frustrante, terribilmente frustrante.

Un solo sospiro ancora e si avventa di nuovo sulle mie labbra piene, che non possono far altro che accoglierlo.

Un gemito sospirato e perso nel buio del cinema, ma quando incomincia a vezzeggiarmi il collo, allora mi perdo in un oblio sconosciuto a tutti, appartenente solo a me.

Un sospiro strozzato ci avvisa che stiamo superando il limite e che non siamo soli.

-Rizzardi- bisbiglio con fiato affannoso.

-Scappiamo- progetta Michele con voce roca.

Dove vuoi scappare, se sono sul punto di saltarti addosso?

-Il tipo all’ingress..- ma non posso terminare la frase, perché Michele si è avvicinato di nuovo baciandomi in quel modo prepotente, ma allo stesso tempo delicato che caratterizza il suo tocco.

Al diavolo l’uomo che vuole aiutarci a interagire, direi che siamo già abbastanza bravi.

-Scappiamo- asserisco quando sono in grado di formulare una frase di senso compiuto.

Ci alziamo nello stesso momento, con urgenza e Rizzardi mi prende per mano, lasciando che le nostre dita si intreccino. Si incastrano alla perfezione.

Scivoliamo lungo il corridoio laterale e ci accorgiamo con sollievo – e anche con rassegnazione- che l’uomo assoldato da Riccardo e Anna non è assolutamente affidabile, perché è sprofondato in un sonno profondo.

Ridendo piano, usciamo dalla sala e ad accoglierci c’è la luce finta delle lampadine, così intensa da lasciarmi un attimo confusa.

E a peggiorare le cose si aggiungono le labbra carnose di Michele che non esita un attimo a schiacciarmi contro il muro del municipio.

Michele ha perso qualsiasi dolce intento. Ha voglia di me, lo percepisco da come le sue mani percorrono il mio corpo, da come cerca di intrufolarsi sotto il maglione pesante e toccare la mia pelle.

Lo stringo, tirando le ciocche che si arrotolano sulle mie dita dispettose.

Lo mordo, sulle labbra e sul collo.

Questa mattina non si è rasato e una piccolissima peluria ruvida, quasi invisibile, mi graffia le labbra che, con troppa forza, ho spinto sulla sua pelle.

Ci avvolge un silenzio innaturale, scandito dai nostri gemiti sussurrati e dal nostro respiro affannoso.

Zeus, ti prego, ti prego… fa che Woody, il caro, mitico Woody, non finisca troppo presto.

 

 

Angolino Personale!

 

Perdonate il ritardo… ho spiegato nello “spoilerino” i motivi di esso.

In realtà sto portando avanti altri scritti, che hanno il solo fine di migliorarmi e ho un po’ trascurato la fic.

Vi chiedo di perdonarmi

*sì inchina!*

Dunque, nel complesso, il capitolo mi piace, anche se, rileggendolo, non lo trovo particolarmente accattivante e forse troverete degli errori… scusate in anticipo…xD!

Però la scena finale mi compiace (XD) abbastanza.. voi che cosa ne dite?

Ormai la gita è finita e nel prossimo capitolo vedremo i nostri protagonisti a casa propria :3

Sappiate che la fine si avvicina!

Ho abbozzato un epilogo, in questo periodo, ma per la scrittura di un epilogo… prima vi chiederò una cosa :3!!!!

Che cosa vi è capitato, in questa lunghissima attesa?

 

Ieri io e una mia amica ci siamo travestite da Hippy e ci siamo scattate una caterba di foto =D

È stato divertenteeee!!+

Voi cosa fate per capodanno?

Io, grazie al cielo faccio due giorni di vacanza, altrimenti non riuscivo più a connettere!

 

Un bacione a presto!

Eklypse

 

 

 

p.s.  ALLE RECENSIONI RISPONDO SUCCESSIVAMENTE, non vi preoccupate, risponderò certamente!

Mi fa così piacere, se recensite!!!

 

RINGRAZIO TANTO CHI LEGGE, CHI MI ASPETTA, E CHI, NONOSTANTE TUTTO, LASCIA UN COMMENTO SEMPRE GRADITO!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo Ventiduesimo_ Si mescolano le carte ***


CAPITOLO VENTIDUESIMO _

Si mescolano le carte…

 

Il capitolo è breve e frettoloso, ma il prossimo, credo per nulla. Inoltre penso di scrivere il ventitreesimo capitolo interamente dal punto di vista del narratore-

 

Perdonatemi per il ritardo… e leggete l’angolino in fondo, Grazie di cuore!

 

SARA POV

 

La vista di Simone, sorridente, alla fermata dell’autobus, mi provoca un duro attacco di “Intenerimento acuto”, che raggiunge il suo apice quando mi scaravento fra le sue braccia, stritolandolo.

Certo, è il doppio di me in larghezza e altezza, ed è più lui ha spaccarmi le costole, ma sono dettagli. Il concetto è che ci abbracciamo a lungo, come se fossero anni che non ci vediamo.

Mi è mancato un sacco e visti gli sviluppi della mia relazione con Rizzardi, non potergli raccontare tutto subito, mi ha messo a dura prova.

Certe cose non si possono dire per telefono, dopotutto.

-Come stai piccola? – domanda con sguardo dolce, espressione che riserva solo a me.

Sono gelosa di Simone, ma ancora non ha incontrato sulla sua strada una ragazza che gli facesse battere il cuore. Per mia grande gioia, è ancora tutto mio.

-Sono stanca- affermo sporgendo il labbro inferiore in un tenero broncio – e domani dobbiamo già tornare a scuola!

-Sei stata in vacanza cinque giorni!- protesta. Lui quest’anno non andrà in gita, perché i suoi professori hanno scelto di non portare nessuna classe del Copernico in viaggio di istruzione, in segno di protesta contro le recenti controriforme.

-Guarda che ho faticato tutti i giorni- ribatto, anche se la mia tesi non regge molto…

-Ceerto, la tua lingua ha certamente fatto parecchio esercizio.

Mi separo da lui e punto lo sguardo nei suoi occhi.

Ho capito subito a cosa si riferisce, ma io non gli ho mai detto niente.

Ho accennato a un bacio con Rizzardi, ma nulla di più.

-Cosa intendi dire?

Simone si morde impercettibilmente un labbro e continua a sorridermi.

-Indovina!- esclama ironico, alzando lo sguardo al cielo – Mi riferisco a te e Rizzardi, ovviamente. Ormai mi sono rassegnato, a voi due…

Alzo le sopracciglia, scettica.

-Ma come sai che c’è stato uno sviluppo fra noi?- insisto.

-Sara!- quasi si mette a urlare e una vecchina accanto a noi sobbalza accigliata, rischiando un attacco di cuore – E’ ovvio, che sarebbe andato avanti… in quel senso!

Ovvio?

-Hai ragione- confermo, ma dentro di me non ne sono così sicura – In effetti è così.

Dimentico tutte le mie preoccupazioni, perché ho troppa voglia di raccontargli tutto.

-Mi stai chiedendo scusa? Stai bene?- domanda stralunato, guardandomi sospetto.

Rifletto il suo sguardo stupito.

Ho davvero chiesto scusa?

L’ho fatto davvero?

-E’ colpa di Rizzardi- afferma con convinzione Simone, con un’espressione tanto simile a quella di Detective Conan quando trova la prova decisiva per incolpare l’assassino – ti manda il cervello in tilt…

Prima che io possa ribattere, mi passa amichevole un braccio attorno alle spalle, ammiccando.

-Dai, piccola, dimmi tutto.

-Tutto cosa?- chiedo con un tono da bambina dell’asilo.

Simone ghigna divertito e lo fermo prima che commenti con una frase poco consona al mio stato nobiliare.

-Ho capito, Simo. Troviamo un posto al caldo, la primavera non accenna ad arrivare.

 

-Quindi niente sesso.

Una ragazzina di circa quattordici anni alza di scatto il viso dal suo bicchiere di Coca Cola e lo punta sulla schiena di Simone.

Subito si china verso la sua amica, sussurrandole qualcosa di estremamente trasgressivo, per loro: il sesso.

Stupide ragazzine.

E poi cosa sono quelli sguardi languidi rivolti a Simone?

-No- confermo, trattenendomi dallo scatenare una scenata di gelosia.

Ma andiamo… si sono viste? Con i capelli tinti, il trucco troppo pesante e le magliette più strette di loro?

Come credono di competere con me?

-Chi guardi?

Simone segue il mio sguardo, provocando un attacco di ridarella alle due mocciosette.

-Esseri di minore intelligenza.

Simone scoppia a ridere di gusto.

-Oh, povera la nostra regina che deve confrontarsi con umili persone…- ribatte con una voce in falsetto – come posso ringraziarla, visto che mi permette di parlare con lei?

Gli lancio un’occhiata di fuoco, sorseggiando il mio pirlo.

-Idiota.

Continua a ridacchiare come un cretino, ma mantiene un minimo di contegno.

-Stavamo dicendo?- domanda prendendo un lungo sospiro.

Lo guardo con aria di sufficienza, ma ormai sa leggere i miei reali sentimenti dietro la maschera da gran donna e non ottengo nemmeno il risultato di metterlo in soggezione.

-Ah già- si risponde da solo – della tua situazione sessuale. Da quanto sei in astinenza?

-Simone!- lo rimprovero – Non sono una ninfomane, non tengo il conto dei giorni trascorsi dalla scorsa performance!

Ancora una volta ride di gusto, tutto felice di aver detto una cazzata, tanto per cambiare.

-Scusa piccola, mi diverto.

-Tu staresti bene con Anna- commento – ogni tanto esce con frasi sconnesse a doppio senso, degne di un bambino di undici anni.

Me ne rendo conto tardi, ma ha storto le labbra al nome della mia migliore amica.

Possibile che la odi così tanto? Invidia? Gelosia? Semplice antipatia?

Non l’ho mai capito e ultimamente mi pesa molto avere due migliori amici che non si parlano neanche.

-Già…

Sbaglio o ha solo sospirato lievemente, senza trucidarmi?

-Stai bene?- è il mio turno di domandare.

Annuisce solo con un sorrisone.

-La stanchezza mi impedisce di rispondere a tono.

Lo osservo attentamente e lui ricambia lo sguardo, per nulla assoggettato.

-Faccio finta di crederci?

-E’ la verità, non vedere misteri in tutto, piccola.

Appoggio il viso sulle braccia incrociate sul tavolino trasparente.

-Fra poco devo andare…- bisbiglio scrutando le tenebre al di fuori del piccolo bar. A casa mi aspettano per cena e i gemelli so già che mi salteranno addosso, prengandomi di giocare con loro…

-Ti accompagno?

-Sei in moto?

-Sì

Annuisco impercettibilmente. Facciamo per alzarci, ma Simone mi ferma, sfiorandomi la spalla, leggero.

-Lo sai vero, che per qualsiasi cosa… io e Anna ci saremo sempre? Anche quando finalmente ti lascerai andare con Rizzardi.

Sento un nodo allo stomaco, probabilmente dettato dalla commozione che sto provando.

Io, Anna e nemmeno Simone, diciamo spesso frasi simili e se lo facciamo, è perché ci crediamo davvero.

Lo abbraccio stretto, ignorando le occhiate – giustamente- invidiose delle due ragazzine di poco fa.

Non un ringraziamento esce dalle mie labbra, ma Simone capisce ugualmente.

-Offri tu, non è così?

 

NARRATORE POV

 

Simone lascia cadere le chiavi di casa nel piattino di ceramica posto sul cassettone vicino all’ingresso.

È solo, i suoi si sono concessi tre giorni di vacanza per festeggiare i venticinque anni di matrimonio.

A passo svelto si dirige verso la camera, senza accendere nessuna luce e rischiando di rompersi l’osso del collo inciampando nel tappeto.

Le 19.00.

E’ quasi certo che Anna sarà connessa.

Tamburella con le dita sul piano della scrivania, mentre il computer si accende lentamente.

Deve assolutamente ricordare ai suoi genitori di comprarne uno nuovo…

Facebook si apre dopo un paio di imprecazioni da parte del ragazzo, ma rimane soddisfatto nel vedere il nome di Anna nella chat con un pallino verde accanto.

Ci pensa pochi secondi, poi clicca sulla sua foto e si apre la schermata della conversazione, bianca, ma tra poco sarà drappeggiata da righe sottili.

 

-Ciao!

 

-Ciao Simo! ^^

 

-Mi sono quasi fatto beccare da Sara che mi avevi già raccontato tutto, ma credo di essere riuscito a distrarla.

 

-Ci farai scoprire, cavolo. Ricorda: NON DEVE SOSPETTARE NIENTE!

 

-Me lo ripeti cinquanta volte al giorno! E poi per me è una cazzata, lasciali nel loro brodo a crogiolare ben bene…

 

-Sei matto? Quei due ispirano sesso violento solo a guardarli, è nostro DOVERE  fare qualcosa!

 

-Tu sei matta lo sai?

 

-Anch’io ti voglio bene! <3

 

 

-Ma da quando poi? Tu mi odi, ricordalo! D:

-Cavolo, hai ragione! Come ho potuto tradirmi così? Ti detesto, stronzo.

 

-Troia

 

-Non direi D:

 

-Situazione sentimentale sempre uguale?

 

-Già…

 

Simone sfoggia un sorriso allo schermo.

Situazione sentimentale di Anna : nulla. Questo gli piace.

 

 

MICHELE POV

 

-Michele, staccati da quel telefono- Alice, quella sottospecie di oca, che poi è mia sorella, mi fissa incavolata per poi riservare la stessa occhiataccia anche a Riccardo.

In effetti la situazione potrebbe risultare comica: due ragazzi, alias io e Riccardo, appiccicati alla cornetta del telefono come due vecchie zitelle.

Ma ci sono news troppo succose.

Ho appena parlato come una bimba minchia? Sto davvero parlando come…?

Che umiliazione.

Schiocco la lingua infastidito, ma Riccardo mi ammonisce con lo sguardo, pronto ad uccidere ad un’altra interruzione.

Ignoriamo bellamente le lamentele di Alice che rivendica il telefono per sé, concentrandoci sulla voce di mio cugino Edoardo.

-Ripeti- ordino, strattonando la cornetta verso di me, ma Riccardo la tiene ben salda fra le mani e sono costretto a condividerla con lui, rischiando di non capire ciò che ci sta comunicando Edo.

-Ve l’ho appena detto: Sabato, Celeste Milgazzi ha organizzato una festa in maschera in casa sua. E ci sarà mezza Brescia.

-Ma dove abita?- chiede Riccardo, impedendomi di rispondere per primo.

-In Panoramica (*), ha una casa enorme e i suoi non ci sono. È tutta per noi.

-In quanti saremo?- mi informo subito. Adoro le feste gremite di gente, sono quelle in cui mi applico maggiormente per fare il coglione.

-Tanti, ti ho già detto. Celeste non conosce moltissima gente, ma gli imbucati saranno moltissimi. Voi venite sicuramente no?

-Ovvio!- rispondo per entrambi, ma Riccardo non sembra dello stesso avviso.

-Edo- esordisce – che significa “festa in maschera”?

-Chi ha parlato di festa in maschera?- sbotto guardandolo come se fosse un alieno e lo vedo alzare gli occhi al cielo.

-Tuo cugino, cretino, l’ha detto per due volte nemmeno un minuto fa.

Questa volta riesco ad appropriarmi del telefono.

-FESTA IN CHE??

Riccardo mi fa segno di abbassare la voce e Edoardo mi fa sapere, gentilmente, che gli ho appena spaccato un timpano.

-In maschera, Michele, in maschera!

-E che vuol dire?

Ditemi che è solo un arricchimento di vocaboli al termine “festa” e che non implica…

-Bisogna travestirsi.

NO! No, no, no una festa stile telefilm NO!

-Non veniamo.

Edoardo trattiene una risata.

-Verrai, e ci verrai travestito.

-E scommetto che mi obbligherai tu ve…

-Ci sarà anche Sara Ghirardi.

Io ADORO le feste a tema.

 

-Che cosa ne dici di questo?

Osservo Riccardo con una smorfia schifata sul viso.

-Scordatelo.

-Non è così male…

-Riccà! Non mi travestirò da gay.- affermo. Non che abbia nulla in contrario ai gay, ma io dico, come diamine fanno a non svenire dietro a una bella ragazza?

-Non è da gay, Michele- sospira Riccardo – è da principe. Pronto? PRINCIPE! Alle ragazze piace.

-Non alla mia.

Mi rendo conto di ciò che ho detto solo grazie allo sguardo malizioso di Riccardo.

-La TUA ragazza?- domanda sfoggiando un sorriso che sottintende molte cose.

Ignorare il nemico. È sempre l’arma migliore. Coscienziosamente, mi volto dal lato opposto, dirigendomi verso alcuni abiti rossi sgargianti.

Esattamente. Proprio così.

IO sono in un negozio di costumi. Io.

Cosa si non fa per conquistare una ragazza? Quella ragazza?

-E allora cosa indossi!?- esclama Riccardo esasperato.

-Se lo sapessi- ribatto ironico – non sarei in questo posto, non credi? Piuttosto, tu da cosa ti travesti?

-Mi travesto da hamburger- borbotta Riccardo fra i denti.

Lo guardo di traverso, so che suona strano, ma io sono convinto che potrebbe anche farlo. Sul serio.

-Non saresti molto virile- commento perdendomi fra i meandri del negozio.

-Parla per te…

Riccardo mi segue lanciando occhiate fra lo schifato e il divertito a tutti i vestiti che ci circondano. Ce ne sono di tutti i tipi, avremmo solo l’imbarazzo della scelta, se fossimo semplici ragazzi. Ma noi siamo non siamo semplici adolescenti.

-Che ne dici di superman?- mi domanda allegro indicandomi un vestito polveroso rosso e blu.

-No, scusa, la calzamaglia non mi dona!- esclamo con un tono acuto e in falsetto.

-Ma cosa dici!- civetta lui mimando le parole con le mani – sono sicuro che saresti bellissimissimo!

Ridiamo come scemi, incuranti della commessa che ci guarda male e annoiata.

-Ma Ale e Fra come si vestono? Da pagliacci? – chiedo incuriosito.

-Non sono sicuro di volerlo sapere… - mormora Riccardo – ma penso che abbiano scelto un semplice mantello nero per tentare di spacciarsi per Dracula. Ma sotto al lenzuolo indosseranno jeans e maglietta.

-E non possiamo farlo anche noi?

Non ricevo risposta. Riccardo si è immobilizzato davanti a una serie di vestiti dai colori scuri. Sbircio al di sopra della sua spalla, scoprendo anche un paio di cappelli piumati.

-Ho detto niente costumi principeschi!- ribatto, ma Riccardo mi zittisce con una gomitata ben piantata nel mio stomaco.

-Non è da principe, idiota- sbotta, afferrando i vestiti.

Un solo attimo e sfoggio un sorriso storto. Questi costumi, sono semplicemente perfetti.

Ecco il travestimento perfetto per rubare il cuore a Sara Ghirardi.

-Tortuga? (**)

Riccardo sorride malandrino.

-Tortuga.

 

(*) E’ una via di Brescia, in collina, diciamo così, dove ci sono un sacco di villazze!

(**) spero che tutte voi conosciate la maledizione della prima Luna ;) e ho detto tutto!

 

 

Angolino personale.

 

Ho davvero finito questo capitolo? Sul serio?

Da quando è salvato incompleto fra i miei documenti?

Davvero troppo, troppo tempo.

Io e la scrittura abbiamo perso un’affinità che credevo fosse incrinabile. Non so cosa mi sta succedendo, ma è quasi un’estranea. Scrivo e nulla mi soddisfa, le parole risuonano vuote, anche dentro di me.

Mi sembra di essermi trovata a un bivio e che senza saperlo, il pilota automatico ha scelto una strada che mi allontana da quest’arte.

Non le cosa mi piaccia, anzi. Fin da quando ho sette anni voglio diventare scrittrice, o, perlomeno, scrivere per mio tornaconto. E invece è cambiato tutto.

Avevo progettato tutta la mia vita, ma il mio castello di carte è crollato lasciandomi vuota!

Cosa farò ora? avere un futuro nebuloso, anche se ho solo diciassette anni, mi manda davvero in crisi.

 

Mi rendo conto che è una scusa inutile, ma davvero, anche Sara e Michele mi sembrano lontani, in questo periodo. Perdonatemi, non so quando aggiornerò ancora, ma lo farò. Se volete mollare vi capisco! Se tenete duro, vi ringrazio per seguirmI!

 

E a voi che leggete, che abbiate recensito o no, COME STATE?

Il tempo è passato veloce, amate ancora la lettura, la scrittura? Come state? Fatemelo sapere!

 

Scusate i discorsi deprimenti, ma mi sento proprio così giù! Scusate!

GRAZIE SE LEGGETE QUESTA STORIA, SE SEGUITE ANCORA SARA E MICHELE NELLA LORO AVVENTURA <3

 

 

 

Rispondo a tutte voi che avete recensito l’ultimo capitolo, con un unico commento.

 

Innanzitutto, parlando del capitolo, ringrazio il fatto che vi sia piaciuto.

Tutte concordiamo, io per prima ;), che Riccardo e Anna sono sia diabolici che geniali xD

Descrivendo la scena con il “montanaro”, stavo ridendo dal ridere, anche se è un personaggio tipo, un vero e proprio stereotipo xD

So che questo è solo un capitolo di passaggio, ma posso assicurarvi che la storia sta volgendo al termine! Mancano solo due capitoli, se tutto va bene =)

L’epilogo sarete voi a decidere se ci sarà o no e per quanto riguarda un capitolo extra per il triangolo, forse ci sarà, o forse no! perché io adoro lasciare le storie un po’ in sospeso anche se so che i lettori lo odiano ( rimango sempre sadica eh!)

Spero che voi tutte leggiate anche questo capitolo, lo spero tanto.

UN ENORME GRAZIE E UN ABBRACCIO

 

Eklypse

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo Ventitreesimo_ I can do it ***


 

Capitolo Ventitreesimo_ I can do it

 

 

Sara chiude il portone di casa, impedendo agli strilli dei fratelli di raggiungerla.

Con un ultimo respiro più lungo del normale stabilizza i suoi battiti cardiaci, scostandosi un ricciolo dal viso.

Si sente un’adolescente alla prima festa e se ne vergogna.

Negli ultimi mesi è cambiata così velocemente da non accorgersene. E tutto per cosa?

Per un ragazzo.

Prima che possa arrossire al pensiero di Michele, Sara obbliga se stessa a ricomporsi.

Alla festa non è nemmeno sicura che Rizzardi partecipi, perché rimuginare tanto su di lui? Questa è la sua serata. Nessuna conquista, nessun gioco con i ragazzi di turno.

Questa sera rimarrà con Anna, Simone e altri pochi amici, a bere e ballare, scatenarsi come da bambini.

Dopotutto la scuola sta per finire, presto affronteranno gli esami e ognuno seguirà la propria strada, anche se ciò significa allontanarsi, forse perdersi.

 

Allora Sara, sei pronta a crescere davvero?

 

 

SARA POV

 

Scendo rapidamente le scale, per quanto posso essere repentina con i tacchi che mi martoriano i piedi.

Anna mi sta aspettando e so quanto odia essere in ritardo. E dire che siamo delle imbucate!

Quando esco in strada, un’arietta piacevole mi solletica il viso e le braccia lasciate nude dal mio costume.

È una bella serata, limpida.

Sicuramente se i lampioni fossero spenti si potrebbero distinguere tutte le costellazioni.

Avvisto subito la macchina scura di Anna con le quattro frecce che lampeggiano, sembra quasi che vogliano mettermi fretta, con le loro luci a intermittenza.

Avanzo a passi rapidi, fino a quando non mi ritrovo sul sedile del passeggero, con lo sguardo scrutatore di Anna addosso. Michela dai sedili anteriori mi saluta, felice.

Ricambio con un sorriso tirato. L’esame di Anna non è finito, per questo non dico niente e rimango in attesa.

Ricordo che una volta, in terza superiore, Anna aveva giudicato il mio aspetto “troppo stile baldracca” – testuali parole – e mi aveva obbligata a cambiarmi.

Non ricordo cosa avessi addosso, sicuramente niente di troppo volgare, ma il giudizio della mia migliore amica è l’unico che conta.

Dopo quella che mi pare un’eternità, finalmente sorride, sincera.

-Approvo…- annuisce alla fine, mettendo in moto – però sei provocante, non è vero Michi?

Michela ridacchia, sporgendosi verso di me e inarcando le sopracciglia.

-E’ vero!- conferma – vuoi fare perdere la testa a qualcuno..?

Storce il naso e ride, ammiccando.

Metto il broncio. Ma so che hanno ragione.

Forse, la mia serata tranquilla prevede anche qualche occhiata maschile di troppo…

Lascio che Michela racconti degli sviluppi della sua storia con Alessio e mi alieno un po’, osservando i lampioni che si susseguono rapidi, le strade cupe della città e i pochi cittadini che si intravedono sui marciapiedi.

Forse l’anno prossimo mi mancheranno, queste stesse vie che ora guardo con superficialità.. però ormai ho preso la mia decisione, soprattutto grazie ad Anna. Lei non mi ha detto di non partire, non ha tentato di fermarmi… lei mi ha solo promesso che al mio ritorno sarà in aeroporto ad aspettarmi.

Chiudo gli occhi sprofondando nel buio ed è solo quando sento il nome di Michele Rizzardi che mi decido a riaprirmi e inserirmi nella conversazione.

-Rizzardi?- dico soltanto, forse tradendomi.

Infatti Anna non si è fatta sfuggire quel mio improvviso intervento e mi guarda maliziosa.

-Ovviamente ci sono anche loro. L’ho chiesto stasera a Riccardo e mi ha confermato la presenza anche di Francesco, Alessio e Michele.

Mi lascio sfuggire un sospiro simile a un lamento e non parlo più.

Cosa mi aspettavo davvero?

Il mio subconscio desiderava ardentemente che ci fosse anche lui, ma la mia razionalità mi induceva a bramare l’opposto.

-Fortuna che viene anche Simone..- commento soltanto pensando al mio amico, uno dei pochi invitati ufficiali e non solo un imbucato.

A quelle parole, Anna frena bruscamente per poi ripartire in fretta, mormorando scuse frenetiche.

Guardo a occhi sbarrati la strada.

Anna. Simone. Strada. Frenata..

-Anna!- quasi urlo istericamente –c’è qualcosa che devi dirmi?

Anna arrossisce fino alla radice dei capelli.

-Assolutamente no- dice convinta appena si riprende, nascondendo qualsiasi suo sentimento dietro a una maschera ben definita.

Continuo a fissarla per tutto il tragitto, immersa in pensieri e congetture, ma Anna ha ripreso il controllo di lei stessa e non abbassa mai la guardia, ben attenta a evitare passi falsi.

Non impieghiamo molto ad arrivare a casa della festeggiata, ma non possiamo dire altrettanto per trovare  parcheggio.

Macchine di ogni tipo sono stipate nei pressi della villa e siamo costrette a parcheggiare parecchio lontano, anche se una breve passeggiata sotto l’arietta fresca di maggio non può che farci bene e infatti, una volta arrivate alla cancellata dell’abitazione siamo cariche per affrontare la festa.

Un nugolo di ragazzi bazzica nell’immenso giardino, fumando. Riconosco alcuni ragazzi che hanno finito la nostra scuola un paio di anni fa, ma nessun altro.

-Erba- commenta Anna dopo un po’, arricciando il naso in modo buffo.

E’ vero. Una folata di vento ci porta alle narici un odore intenso e, a mio parere, disgustoso.

-Una festa coi fiocchi- ride Michela saltellando a ritmo della musica ritmata che ci giunge dall’interno della casa.

-Oh no… non questa musica- biascica Anna, disperata, ma la ignoriamo, entrando nell’ingresso.

Se avessi tempo di contemplare la casa, rimarrei senza fiato.

L’atrio è forse grande come metà di casa mia, arioso e luminoso. Qui convogliano diversi corridoi che chissà dove portano.

Non è arredata con un cattivo gusto, anzi, mi stupisco ad apprezzare i quadri contemporanei e il mobilio essenziale e moderno.

Proprio di fronte al portone principale si apre una porta a vetri che si immette su un giardino, da dove provengono risate, gridolini e musica.

-Di là- afferma Michela – non credo ci sia bisogno di tutti questi cartelli.

È vero. La padrona di casa si è premurata di appiccicare cartellini ovunque con la scritta “di là”.

Non credevo di essere tornata alle elementari…

Con un sospiro simultaneo, tutte e tre facciamo i primi passi nel giardino, scoprendo che è un cortile interno, splendido e, a dispetto di ciò che ci aspettavamo, non troppo affollato.

C’è gente – molta gente- ma si disperde con facilità, sia nelle altre aree della casa sia ai lati del prato, dove parecchie maschere chiacchierano sedute nell’erba.

Non ci sono grandi addobbi e nemmeno troppe luci. Solo una consolle rialzata da dove arriva questa musica, se così si può chiamare e un lungo tavolo pieno zeppo di birra e alcolici. Ci sarà della coca-cola? penso ironica.

Anna e Michela mi precedono di qualche passo, mentre puntano a un angolo vuoto del giardino come postazione per dare un’occhiata in giro e individuare i ragazzi presenti.

Approfitto per fare uno squillo a Simone, che mi risponde con un messaggio dove dice di essere ancora in macchina.

Alzo lo sguardo scocciata e mi concentro per la prima volta sulle mie amiche.

Sono belle, anche se acconciate in maniera diversissima.

Michela indossa un abito bianco, lungo fino ai piedi, ricavato da un lenzuolo candido, che lascia scoperte le braccia, ornate con bracciali spessi, colorati.

Una ghirlanda di fiori le decora il capo e una sciarpa d’edera le avvolge il petto e le braccia.

Una musa greca, semplice, ma perfetta.

Credo che ad Alessio piacerà.

Anna invece non so bene da cosa si sia travestita. Un misto fra un marinaio e un pirata, o forse è un girovago?

Porta i capelli sciolti e volutamente arruffati, coperti in parte da un cappello verde scuro bombato, come quelli dei macchinisti dell’ottocento.

Indossa una maglietta bianca, piuttosto larga di qualche taglia più grande, stretta in vita dai pinocchietti scuri  a sbuffo.

non so dove le abbia trovate, ma ha messo anche delle bretelle che le danno un’aria trasandata, da vagabondo.

Sta benissimo e se solo avesse un po’ più di coraggio, andrebbe in giro ogni giorno vestita in questi modi assurdi, che la proiettano in mondi lontani.

-Eccoli!- esclama ad un certo punto Anna, indicando un gruppetto di ragazzi fra cui individuo subito Alessio, Francesco Riccardo e, con un tuffo al cuore, Michele Rizzardi.

Indossa un costume da pirata del Settecento e gli sta da Dio: calzoni di cuoio rovinati e stretti in stivali d’epoca, una maglietta larga avvolta in vita da una cintura molto simile a quella di Jack Sparrow, un gilet orlato da spago  con bottoni d’ottone e, per finire, un meraviglioso cappello piumato sul capo.

Il suo compare è vestito praticamente identico, mentre Alessio e Francesco indossano dei sobri mantelli scuri abbottonati e sospetto che non si siano impegnati a trovare abiti migliori.

Anna si catapulta da Riccardo che l’accoglie con un abbraccio, mentre Michela è più riservata e saluta Alessio con due baci sulle guance.

Saluto tutti e due con un cenno del capo e faccio lo stesso con Francesco che poi saluta Anna e Michela. E ignoro bellamente Michele Rizzardi.

 

 

POV MICHELE

 

Si può sapere che diamine ha intenzione di fare?

Vuole avere l’intera fauna maschile ai suoi piedi? È sulla strada giusta.

Quasi non mi accorgo che Anna mi sta salutando con due baci, ma presto mi rendo conto che ci sta mettendo troppa enfasi…

Lancio un’occhiata a Riccardo che se la ride, per nulla geloso. Eppure avrei detto che quei due…

-Laura non c’è?- Francesco si rivolge a Anna, o forse a Michela, non so.

-Negativo, mi dispiace- credo che a rispondere sia stata Anna, sì, ne sono quasi certo.

Riccardo si accosta a me, con un ghigno malizioso.

-Puoi anche smetterla di spogliarla con gli occhi…

Tento di mollare un pugno alle costole di Riccardo, ma il colpo va a vuoto.

Ma cos’ha in testa, quella ragazza?

Indossa dei calzoni di pelle nere che le fasciano le gambe snelle in modo sensuale e ai piedi porta tacchi vertiginosi. A coprirle il petto ha un corpetto nero, stile gotich, con delle rose ricamate in rilievo, color rosso sangue. Ha abbinato perfettamente il trucco, nero e bordeaux e ha decorato la pelle accanto all’occhio destro con ghirigori floreali.

È bellissima, sensuale. Altro che Bella di twilight, che mia sorella tanto adora, lei sì che sarebbe un vampiro perfetto…

Dio… continuo a fissarla, senza riuscire a levarle gli occhi di dosso.

Sono nel pieno delle mie facoltà, assolutamente… e poi non mi sembra che Sara sia da meno. Il mio costume deve intrigarla parecchio.

Ok, ammettiamo, modestia a parte, con questo travestimento sto davvero bene!

Però mi rimane l’amaro in bocca, perché, anche se dal suo sguardo capisco che approva il mio abito, non mi rivolge la parola, evitandomi accuratamente.

Sbuffo, infastidito.

I lenti progressi che abbiamo avanzato in gita scolastica non possono essere cancellati.

Il suo sapore, il suo profumo, il suo sguardo abbandonato mentre le accarezzo la pelle sono ben nitidi dentro di me.

Non mi è indifferente, lo so benissimo, quindi perché si comporta come una ragazzina alle prime armi?

Ragazze, tutte uguali.

Si fanno desiderare a tal punto da farti impazzire, poi all’improvviso si fingono suore, ma in realtà nessuna è suora, soprattutto quelle che dicono che non si concederanno mai se non per una storia importante, e alla fine, quando tu cerchi di distrarti con una bella bionda, ritornano da te sbandierando idee assai poco caste e il loro profondo affetto – amore no, solo le più idiote utilizzano questo termine con un ragazzo qualsiasi- per te.

Sara sarà anche diversa, forse, ma il succo è sempre lo stesso.

Baci e preliminari, ma ancora mi vuole tenere sul filo del rasoio. Potrei anche stufarmi, non l’ha messo in conto?

La guardo di sfuggita, mentre la vedo parlare con Francesco, in modo amichevole.

Ma a chi voglio darla a bere?

D’accordo, Michele, almeno sii sincero con te stesso.

Non mi annoierò mai di giocare con lei, è vero, ma sto scoppiando davvero.

Cavolo. Sono mesi che non faccio sesso, cazzo. Mesi. Non l’ho nemmeno detto a Riccardo o avrebbe ricominciato con la storia dell’innamoramento…

Inorridisco. Innamorato. Che parola orribile…

-Michele, mi stai ascoltando?

Sobbalzo quando mi accorgo che Anna mi sta sventolando una mano a un centimetro dal naso, reclamando la mia attenzione.

-Scusami, dicevi?- rimedio sfoggiando un sorriso e sistemandomi il cappello piumato sulla testa.

Anna fa una smorfia divertita e si scambia uno sguardo eloquente con Riccardo, che alza gli occhi al cielo.

-I sorrisi accattivanti non funzionano con me, lo sai?- esclama Anna, ridacchiando.

Oh, devo aver utilizzato il mio sorriso-ammalia-ogni-esemplare-femminile senza essermene accorto…

-Lo so, sono quelli di Riccardo che ti mandano in est… Ahi!

Due pugni ben mirati mi colpiscono in simultanea e devo sostenere gli sguardi dei miei amici, abbastanza incazzati.

-Tu sei proprio scemo!- sbotta Anna – Riccardo, ci penso io a lui?

Riccardo sorride, inchinandosi e alzando il cappello, dandole in permesso, a quanto pare.

-E cosa vorresti fare?

Per tutta risposta, Anna mi afferra per un polso in modo ben saldo, trascinandomi con lei.

-Anna?

Mi accorgo abbastanza soddisfatto che le libertà che si sta prendendo sono state notate da Sara, che non appare particolarmente entusiasta.

Ma Anna non si ferma, anzi, accelera il passo, incurante di urtare i ballerini in pista o di sembrare leggermente… pazza?

In un attimo mi ha costretto a seguirla nell’atrio della villa,  dove una coppietta limona felicemente sulle scale che portano al piano superiore, mentre qualche ragazzo fuma e chiacchiera sulla porta d’ingresso.

-Si può sapere cosa ti è preso?- domando irritato, ma Anna mi stupisce ancora, spingendomi forte contro il muro.

-Ora mi ascolti, razza di decelebrato!

Sgrano gli occhi e non oso ribattere, mentre sento la mia irritazione scemare per lasciare spazio allo stupore e alla curiosità, ma ovviamente non  posso dimostrarmi accondiscente.

-Senti un po’, tesoro, se volevi appartarti con me bastava dirlo, ti avrei anche accontentata!

Potevo aspettarmi un grido indignato, uno schiaffo, un calcio ben mirato, ma di certo non una risata sincera e cristallina.

La guardo mentre ridacchia senza riuscire a fermarsi e quasi il cappello da ferroviere che ha in testa le cade in avanti.

-D’accordo, scusa la foga che ho avuto, ma anche tu…- non sembra accennare a smettere di ridere – smettila di dire stronzate e di comportarti come un idiota!

Mi lascia andare il polso che ancora stringeva e si allontana di un passo, sospirando.

Mi passo una mano fra i capelli, pensieroso, ma non dico niente.

Si riferisce a Sara, senza dubbio, e io cosa dovrei dire?

-Anna per caso ci stai provando con il ragazzo di Sara?

Entrambi ci voltiamo sorpresi verso il nuovo arrivato che ci sta fissando sconcertato. È un ragazzo alto, biondo con capelli tagliati corti e due occhi chiarissimi. È vestito da lord inglese, con un completo nero, un foulard rosso che gli orna il collo, una tuba in testa e un bastone da passeggio in mano.

-Ciao Simone!- dice Anna, con un tono di voce calmo e quasi imbarazzato. Quindi questo è il famoso migliore amico di Sara! L’avevo già visto da qualche parte, infatti.

In realtà, mentre lo squadro, mi accorgo che sta guardando solo Anna e sembrano entrambi pesci fuor d’acqua.

Fermi tutti! Questa storia non mi piace. Anna flirta con Riccardo! Deve flirtare con Riccardo, mi piacciono questi due insieme e tutti i loro tramini, non può comparire un terzo incomodo!

Gli lancio uno sguardo penetrante e mi preparo a difendere l’onore del mio migliore amico, ma le uniche parole che mi salgono sulle labbra sono:

-Sara non è la mia ragazza!

Protesto imbronciato e in questo modo ottengo l’attenzione di Anna e Simone. La prima sembra rianimarsi alle mie parole e riacquista il suo cipiglio arrabbiato.

-Sei arrivato giusto in tempo, Simone, stavo per fare un discorsetto al qui presente Rizzardi Michele.

-Per Sara?

-Naturale.

Simone scuote il capo e si rivolge a me, per la prima volta.

-Ti conviene ascoltarla, diventa impossibile quando si mette in testa qualcosa.

Sorrido di traverso e non dico niente. Ormai mi sento completamente impotente davanti alle pieghe che ha preso la situazione.

-E cosa vorresti dirmi?- chiedo ironico ad Anna.

Lei si schiarisce la voce.

-Tre parole, Rizzardi: Datti. Una. Mossa! Si può sapere cosa state aspettando tu e Sara? La conosco ed è orgogliosa, ma le manca poco ormai per lasciarsi andare! E tu non l’hai nemmeno capito!

Sia tu che lei avete bisogno l’uno dell’altra e non parlo solo dal punto di vista fisico. Forse ancora non siete pronti per il cosiddetto “amore”, ma potete stare insieme, razza di idioti! Ma Sara non farà il primo passo, lo capisci questo? Devi FARLO TU! Quindi ora vai di là, la prendi e la baci o fai quello che vuoi, basta che stasera finiate a letto, hai capito? Non ne posso più di inventare piani per farvi stare insieme! Sono a corto di idee! Anche Riccardo e Simone non sanno più cosa inventare!

A bocca aperta fisso lei e poi Simone e penso a Riccardo.

-Voi tre…- bisbiglio e non finisco la frase.

-Non guardare me!- si difende Simone divertito – è Anna che mi ha tirato dentro questa storia. All’inizio ero contrario a te e a Sara… se è per quello, all’inizio io e Anna ci odiavamo. Però siamo diventati amici, quindi ti dovrei ringraziare, immagino.

Mi accorgo che quell’”amici” è stato detto forzatamente e fra i denti, segno che Simone forse si aspetta qualcosa di più, di certo non è del tutto soddisfatto.

Lui, Anna e Riccardo si conoscono, è meglio lasciare che Ricky ci pensi da solo alla sua vita sentimentale, anche perché io evidentemente sono un disastro.

Sospiro mentre Anna e Simone, appagati dal discorso della ragazza, stanno tornando dagli altri. Rimango impalato ancora qualche secondo, trascorrendo il tempo a imprecare contro di me, Sara e il mondo intero.

Dovrò difendere l’onore di Riccardo, senza dubbio, e aiutarlo a venir fuori dal triangolo, ma prima devo salvare il mio.

 

Non so da quale Dio io sia guidato. Quasi senza rendermene conto raggiungo Sara e gli altri, ma ho occhi solo per lei.

Sta salutando Simone che, quando mi vede, mi rivolge un cenno di muta approvazione e scorgo per caso i sorrisi di Anna e Riccardo.

Sara non è altrettanto felice di vedermi. Ha un adorabile broncio stampato in faccia e i suoi occhi mi guardano incupiti.

Non le lascio dire niente, la prendo solo per mano, con gentilezza.

Sotto gli occhi sbigottiti dei miei amici la invito a seguirli dolcemente, ma allo stesso tempo deciso.

-Rizzardi si può sapere dove vorresti andare?

Mi fermo di botto in mezzo ai ragazzi che saltano a ritmo di musica e mi giro verso di lei. Prima che possa accorgersene la stringo contro di me e la bacio piano, senza fretta né foga.

Devo muovermi bene, scoprire le carte con calma e vincere il gioco.

Rimane spiazzata, lo capisco da come si è paralizzata, incerta su come reagire. Infine ricambia il bacio, seguendo i miei movimenti cauti.

-A casa mia- rispondo- vieni con me…

Il mio è un sussurro sulle sue labbra.

Devo trattenere un grido di vittoria e gioia quando annuisce con un’aria un po’ spaesata.

Usciamo dalla villa, lontani dalla festa, dalle risate, dalla musica.

La mia moto non è lontano e la raggiungiamo in un religioso silenzio spezzato ogni tanto da qualche bacio rubato e sospirato.

Dopo che Sara si è stretta a me provocandomi diversi brividi, metto in moto.

 

 

Angolino personale

 

Non ci credooo! Il penultimo capitolo è stato scritto! (in ritardo colossale, ma capitemi!)

Ora mi metto di impegno. Anche se l’ispirazione è ben lontana, non posso aspettarla per scrivere, altrimenti voi non leggerete mai più il finale di questa storia!

Spero di riuscire ad aggiornare con l’ULTIMO CAPITOLO, presto!

Purtroppo sarà il più difficile. Insomma, diciamo che ci saranno un po’ di parti interessanti… ;) e spero di riuscire a renderle accattivanti e non patetiche o banali!

Però è davvero difficilissimo.

Il pov Michele non mi piace molto, mi sembra poco adatto a lui, ma se dovessi cambiarlo ancora, non finirò mai! Accettate i deliri di questa pazza u.u

Ora che la storia sta per finire, mi rendo conto che ci sono punti che non ho sviluppato bene e che addirittura ci sono errori! Che ancora non ho corretto!

Per esempio, in un capitolo i gemelli fratelli di Sara hanno 8 anni, in un altro sono diventati di quinta elementare!

Di questo tipo di errori ce ne sono, ma alla fine ho intenzione di rileggere tutta la storia e correggere. Sistemarla un po’!

 

Poi volevo ringraziare di cuore KURO ICHIGO perché, dopo aver pubblicato, mi segnala seeeeeempre gli errori da correggere!

Non so come farei senza di lei! Ti ringrazio tantissimo !! <3

 

Ed ora, un grazie speciale a tutte coloro che non hanno abbandonato questa storia <3. GRAZIE! E a chi mi ha incoraggiato a non mollare.

 

UN BACIO

Ekly

 

 

 

@valespx78 - -> grazie per la pazienza! Davvero ! *_____*

 

@4lb1c0cc4 - -> grazie mille, davvero, per i consigli e perché non hai ancora mollato la storia… ^^ io credo di aver perso l’affinità con entrambe le cose: i personaggi e la scrittura! La pausa me la sto prendendo eccome, ma non posso proprio mollare la storia, quindi mi metto di impegno a scrivere l’ultimo capitolo ( aiutooo!!!!) ^^

In realtà alla festa non è successo gran chè, solo che mi serviva il discorso di Anna e Michele che si convinceva! Allelujaaa!  Grazie di tutto!

 

@Maddy - -> alla recensione avevo risposto  via mp, mi pare. Quindi colgo l’occasione per ringrazi arti tantissimo per l’appoggio! Davvero, grazie per i consigli e perché mi hai incoraggiata ad aspettare ( xD) l’ispirazione! Grazie grazie grazie!!!

p.s. ehi, ma gli esami ??? fammi sapere!!

 

@Bells Swan Cullen - - > mi fa davvero piacere di avere una nuova lettrice ! WOW! =D purtroppo come hai certamente notato aggiorno un po’… ehmmm lentamente ^^

Però spero davvero di farcela in poco tempo! Anzi, inizio subito il nuovo capitolo! Un basioo!

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** EPILOGO ***


Ragazze. Non so davvero cosa dire. Forse dovrei solo tacere.

Chissà se qualcuna dopo tutto questo tempo, ancora leggerà quest'ultimo e dannato capitolo.

Ho abbandonato la storia perché ormai non mi apparteneva più.

Non mi piaceva lo stile della scrittura, non mi piacevano più nemmeno le situazioni in cui avevo messo i personaggi! Per non parlare del titolo piuttosto imbarazzante!

Ieri sera (sette aprile) ho trovato una nuova recensione di una nuova e recentissima lettrice ed ero con una mia carissima amica ( a cui dedico questo capitolo!!) che mi ha aspramente criticato per aver lasciato in sospeso una storia, proprio al penultimo capitolo.

Così oggi ho scritto questo, di getto, cercando di ricordami come volevo far terminare questa storiella. Spero che sia coerente con il resto della storia, perché non la rileggo da anni.

Ho giusto appena riguardato alcuni capitoli vecchi per capire come scrivevo e mi sono accorta di molti errori, sia grammaticali che di forma!

Vi chiedo scusa. Mi sembrano passati secoli da quando scrivevo! Ormai non tocco penna da moltissimo e non sono assolutamente in grado di darvi un finale con i fiocchi.

Ripeto, ho scritto tutto di getto e sicuramente ci sono errori. Ma stanotte ho voglia di pubblicare questo capitolo...

Concludiamo questa storia, direi che è arrivato il momento.

Non so se la terrò ancora a lungo su EFP. Spesso sono stata tentata di cancellarla, ma non ci sono mai riuscita, proprio perché era incompleta e non mi sembrava corretto.

 

Mi sono interrotta al pov Sara per scrivere queste righe.

Non credo che riuscirò a descrivere bene la “scena clou”.Non so come avessi in mente di scriverla in passato... ora la cosa mi imbarazza molto... cercherò di inventare qualcosa, ma temo di deludere chi fra voi ancora leggerà..!

Inoltre potrebbero esserci incongruenze proprio perché, come accennavo prima, non ho riletto gli ultimi capitoli... perdonatemi!

 

E se ci saranno lettrici, vi ringrazio per avermi sostenuta in passato.

 

A presto e grazie,

dopo quasi cinque anni, ecco la fine!

 

 

EPILOGO

dedicato a DomiSlytherin e a tutte voi

 

Anna non è rimasta zitta un secondo.

Durante tutti i preparativi per la serata, durante tutto il tragitto in macchina e anche adesso, in mezzo alla folla, continua a raccontare a Sara la sua nuova vita universitaria.

 

Sara si sente spaesata, come se fosse fuori posto. Vivere in un'altra nazione, anche solo per i nove mesi dell'anno in cui deve frequentare le lezioni dell'università, la fa sentire un'estranea fra i ragazzi della sua città.

I volti le sono tutti sconosciuti e le sembra strano riuscire a comprendere senza difficoltà le conversazioni di chi la circonda.

A Londra raramente è in grado di capire le conversazioni che gli inglesi scambiano fra loro, alle feste o in metropolitana. Parlano così velocemente e con un accento così marcato che anche lei, che ormai l'inglese lo parla fluidamente, non li comprende affatto.

 

-Non riconosco nessuno- borbotta in un lamento, appena Anna si zittisce.

L'amica alza le spalle e ride.

 

-Perchè, credi che io qui conosca qualcuno?

 

Sara la guarda male. Non aveva nessuna voglia di uscire e di andare a quello stupidissimo “shot party”.

 

-Cosa ci siamo venute a fare?- si lamenta.

 

-Non possiamo sempre starcene chiuse in casa, Sara!- ribatte Anna allegra. Troppo allegra.

 

Non ha bevuto, Sara ne è sicura, dopotutto sono appena arrivate. Inoltre non ha mai amato le feste.

Perché diamine l'ha trascinata in quel posto?

 

Anna si butta tra la gente, puntando al bar, trillando qualcosa di simile a un “forza, sorella, facciamoci uno shottino!”, ma Sara riesce ad arrestare la sua avanzata.

 

-Anna – sibila, socchiudendo gli occhi truccati. Le sue ciglia scure, messe in risalto dal mascara, le oscurano la vista per un secondo– hai in mente qualcosa?

 

Anna si volta a guardarla e stringe le labbra in un sorriso sottile. È vestita molto semplicemente, poco curata.

Troppo poco curata.

 

C'è nell'aria qualcosa, Sara ora lo capisce e si dà della stupida per non essersene accorta prima.

 

-Tu hai sicuramente in mente qualcosa!- la accusa.

 

Anna si guarda attorno, le sorride e scuote la testa.

 

-Oh... smettila di fare così. Sono la tua migliore amica, cosa vuoi che faccia. Avevo solo voglia di divertirmi un po'..

 

-Anna...

 

-Ok, va bene mi arrendo – alza le mani, facendo il gesto di arrendersi -volevo venire a tutti i costi, perché c'è un ragazzo che ho conosciuto in università che mi interessa e stasera...

 

-E tu vieni a una festa del cazzo vestita... alla cazzo!..-esclama Sara sgranando gli occhi e indicando i jeans sportivi di Anna e la sua semplicissima maglietta viola – per far colpo su un ragazzo!? Are you fucking kidding me?

 

-Non parlare in inglese, tesoro, siamo in Italia! Andiamo a berci qualcosa?

 

Questa volta Sara non intende assecondare le pazzie della sua amica. È stanca e a disagio, ma non perché si trova in mezzo a perfetti sconosciuti.

Ora è il contrario. All'improvviso l'ha assalita una spiacevole sensazione di ansia e paura di poter incontrare qualcuno di conosciuto.

Qualche compagno di classe del liceo, o peggio, delle elementari. O peggio, qualche suo ex.

 

Ex.

 

Ex- ragazzo? Ex... fiamma..?

 

Trattiene rumorosamente il fiato.

 

-Anna! - esclama stridula. Sta per avere un attacco di panico, se lo sente. Lo stesso che ebbe il suo primo giorno di università. -Non mi dire che qui c'è... non dirmi che è in giro!

 

-Chi?- chiede Anna. Con enfasi. Troppa enfasi.

 

Sara attanaglia il braccio dell'amica, conficcandole le unghie nel braccio. La graffia, ma non se ne rende conto. È impallidita.

Ma Anna non si arrabbia, la guarda con dolcezza, quasi con compassione.

 

-Come puoi farmi questo!?- domanda Sara in un sussurro – sai che non voglio vederlo. Lo sai!

 

A quelle parole Anna la fissa seria. Con calma le prende la mano che ancora le artiglia il braccio e la stringe.

 

-Sei una codarda- la accusa -sei sempre scappata da lui e dai tuoi sentimenti. Sei stata tu a troncare ogni rapporto. Tu che hai usato quella stupida scusa della lontananza per...

 

-Non era una scusa!

 

-Sì che lo era! Sei scappata!- ribadisce Anna con veemenza – e hai messo in mezzo anche tutti gli altri. Hai messo in mezzo Simone, Riccardo.. me. Eravamo diventati amici, eravamo un gruppo...

 

Anna distoglie lo sguardo dall'amica. Non la vuole incolpare, ma vuole essere sincera, per la prima volta dopo tanto tempo.

Poco importa che il luogo che ha scelto sia un locale piccolo e affollato, dove la musica è così alta che devono quasi leggersi le labbra per sentire l'una le parole dell'altra.

Non è il posto adatto per parlare, ma l'unico in cui possono farlo. Di fronte agli occhi di tutti e allo stesso tempo nascoste nel loro intimo mondo.

 

-Abbiamo trascorso una bella estate insieme, ci siamo divertiti. Spesso le strade si dividono... ma in questo case sei stata tu a voler prenderne un'altra diversa dalla nostra. Di cosa avevi paura Sara?

 

Sara non risponde. Si passa una mano fra i capelli.

Ora sono più corti, li ha tagliati.

L'estate della sua maturità, si era divertita come mai in vita sua. Si era sentita libera, felice e viva. Usciva ogni sera con Anna e Simone. Spesso si univano Riccardo e... Michele.

 

Michele. Michele.

 

Al pensiero del ragazzo, lo stomaco di Sara si aggroviglia e le tornano in mente tutti i momenti trascorsi con lui. Il suo sguardo, i capelli spettinati, gli occhi azzurri, il suo sorriso sghembo...

L'aveva conquistata. In ogni senso.

Aveva incominciato a pensare a lui. Pensava solo a lui. Voleva sentirlo ogni giorno, condividere ogni cosa. Con lui si abbandonava come mai aveva fatto e il ragazzo aveva incominciato a diventare una presenza necessaria nella sua vita quotidiana.

 

Anna aveva ragione. Era scappata.

Settembre si avvicinava, così come la sua partenza. Se n'era andata salutandolo con un bacio, un sorriso e uno sterile e spassionato “è stato bello”.

 

-Lo amavi.

 

Sara guarda Anna con sguardo vacuo. Fa un mezzo sorriso a quelle parole, con la mente lontana all'anno precedente.

 

-No, ma stavo per farlo. Stavo per innamorarmi di lui. E me ne sono andata.

 

-Codarda- ripete Anna. Poi lo urla ancora, cercando di sovrastare la musica. Qualcuno vicino a loro le fissa allibito. Ma Anna non è arrabbiata. Si sente sollevata e quasi felice. Sorride apertamente alla sua migliore amica.

 

-Ma ora rimediamo.

 

Sara si lascia trascinare fra i ragazzi che ballano e bevono. La presa di Anna è decisa, ma basterebbe poco per liberarsi e andarsene.

Ma la verità è che non riesce a voltare le spalle all'incontro imminente. Non vuole.

Lo ha temuto e desiderato troppo a lungo.

 

Mentre cammina sotto le luci colorate a intermittenza, con il pensiero è lontano. A un anno prima


UN ANNO PRIMA - POV SARA

 

Casa sua non è lontana, ma il viaggio in moto mi è sembrato comunque troppo lungo.

Rimango vicino a lui mentre parcheggia frenetico la moto e con una mano, gli sfioro la spalla e gli accarezzo i capelli.

Lui trema leggermente, al mio tocco.

Che ore sono?

Non ho nemmeno avvisato Anna che me ne sarei andata da quella festa.

Mi stacco da Michele con enorme disappunto di entrambi e mi allontano di qualche passo, mentre lui finisce di legare la moto.

Cerco il cellulare nella borsa. Voglio scrivere ad Anna, ma appena prendo il telefono fra le mani, mi accorgo che non ce n'è bisogno.

 

So dove sei. Fortuna che hai detto a tua mamma che ti fermi da me a dormire. Tranquilla non ti aspetto sveglia... Domani mi racconterai TUTTO.”

 

Sobbalzo quando il cellulare vibra e suona all'improvviso. Un altro messaggio, ancora una volta, è Anna.

 

Ah. Precauzioni. Sono troppo giovane per diventare zia. E poi sono ancora single. Sarei una “zia zitella”. Terribile”

 

Mi scappa una risata e non mi accorgo subito che Michele mi ha raggiunta.

Mi abbraccia da dietro, congiungendo le mani sul mio ventre.

Il suo sussurro mi giunge all'orecchio e sento il suo fiato che accarezza il mio collo.

-Perchè ridi?- mi domanda piano.

Ma non ho la forza di rispondergli. In un ultimo momento di lucidità, metto al sicuro il cellulare, prima che mi sciolga come una gelatina ai baci che Michele mi sta depositando sul collo.

Piego la testa indietro, verso di lui, abbandonandomi contro il suo corpo. Mi sostiene senza sforzo e continua a baciarmi, mentre affondo una mano fra i suoi capelli spettinati.

Lo voglio.

Non posso più trattenermi. L'ho capito io e l'ha capito anche lui. Sa che stanotte sarò sua. Lo avverto da come mi stringe sicuro, senza esitazione.

Mi lascio sfuggire un gemito appena udibile, ma è un segnale per entrambi.

 

Mi allontano un poco, quanto basta per riprendere fiato.

Cazzo. Ci manca solo che qualcuno ci veda, avvinghiati e gementi in mezzo a una strada.

Dio, morirei di imbarazzo!

-Forse...- accenno con voce roca -forse dovremmo entrare.

Mi sorride. Mi sorride e, davvero, non so con che forza io possa evitare di saltargli addosso sul marciapiede.

-Può essere una buona idea- borbotta.

 

Lo seguo all'interno del condominio. Appena chiude la porta dell'ingresso alle spalle, sprofondiamo nel buio.

Rimango immobile e incerta.

-Aspetta...

Lo sento muoversi e un secondo dopo la luce delle scale mi abbaglia.

Prima che me ne renda conto, mi ha già presa per mano e mi conduce verso l'ascensore, ma lo fermo un secondo prima che schiacci il bottone tondo per chiamarlo.

-Scale.

-Eh? - mi guarda stralunato – Perchè? Sto al quarto piano, facciamo prima a..

-Se prendiamo l'ascensore, non ne usciremo più.

Lo guardo eloquente e lui non impiega molto a capire.

Io e lui. Ormoni a mille. La nuvoletta del sesso prossimo che ci svolazza sopra. Una scatoletta di un metro quadro.

No, decisamente meglio le scale.

-Ok – sospira- ok.

 

Senza lasciare la mia mano mi trascina su per le scale, facendo i gradini a due a due. Non gli sto dietro, ma invece di arrabbiarmi, la sua foga mi diverte e mi eccita.

Sono felice, felice di trovarmi esattamente dove voglio essere.

No, non dove. Con chi.

 

Ridacchiando, inciampando e fermandoci un paio di volte per avventarci uno sulle labbra dell'altro, arriviamo a quel benedetto quarto piano.

-Ci siamo- ansimo per la corsa. E non solo.

Michele continua a sorridere. Le sue labbra sono perennemente incurvate all'insù e i suoi occhi... oh sono uno spettacolo, una mia personalissima vittoria.

Sono fuoco puro e brillano ogni volta che il suo sguardo si posa su di me.

Infila le chiavi nella toppa, ma appena prima di aprire la porta, torna a fissarmi e non riesco a non correre a baciarlo.

In un secondo le mie mani sono fra i suoi capelli e le mie labbra giocano con le sue, mai stanche di incontrarsi.

Per la foga fa un passo indietro e colpisce la porta con un tonfo sordo. Lo intrappolo tra essa e il mio corpo.

Non credo gli dispiaccia molto, perché mi tiene stretta e un secondo dopo ribalta le posizioni, schiacciando me contro la sua porta d'entrata.

 

I nostri baci e i nostri sussurri risuonano sul pianerottolo, ma non ci accorgiamo del tempo che passa.

La luce delle scale si è ormai spenta da un pezzo, quando Michele si stacca da me.

-Non...- cerca di parlare, ma si deve schiarire la voce per articolare una frase con senso compiuto..

E per me è ancora una vittoria, sentire la sua voce così rauca ed eccitata, solo a causa mia, solo per me.

-Dovremmo entrare- riesce a dire, dopo avermi baciata ancora.

Annuisco e riusciamo ad aprire la porta dell'appartamento.

Nessuno a mai pensato a un premio Nobel per chi riesce ad avere la lucidità di aprire una porta blindata, nelle nostre condizioni?

 

In silenzio, mi guida verso la sua stanza e, sulla soglia, riprende a baciarmi.

-La luce...- mormoro. Non l'ha accesa appena entrati in casa sua, ma così, al buio, per quanto invitante, non riesco a distinguere i suoi lineamenti né posso vedere i suoi occhi.

-'Petta- biascica. Mi porta con sé al centro della stanza e urto con gambe il suo letto.

Un attimo dopo mi ha già spinto su di esso ed è sopra di me, baciando ogni centimetro del mio viso e del collo e io non riesco più a evitare di ansimare pesantemente.

Lo voglio.

Lo voglio.

Il mio cervello è in stand-by. Riesco solo a pensare a Michele e al suo profumo, che mi avvolge completamente, nella sua stanza.

-Voglio vederti- gemo.

 

Oddio. È davvero la mia voce?

Sembra più una voce da chat erotica.

 

Oh, be, al diavolo. Devo vederlo, voglio vederlo. Perché cazzo non accende una fottuta luce?

Gli mordo un labbro infastidita.

-Ahi- esclama – sta' buona, tigre.

Si sporge un po' sopra di me e accende una piccola abat-jour che tiene sul comodino.

La lampada emette una luce leggera, azzurrina.

 

Finalmente posso vederlo ed è uno spettacolo.

Sono completamente sdraiata fra le sue lenzuola e Michele mi sovrasta, puntellandosi sui gomiti, per non pesarmi troppo.

Ha i capelli più spettinati del solito -per via delle mie carezze-, gli occhi languidi che vibrano, mentre si fissano nei miei – perché io lo sto eccitando-, le labbra rosse spezzate dai sospiri – per via dei baci che io gli sto dando.

 

Rimaniamo così per alcuni secondi, a studiarci.

-Ho acceso la luce e tu non hai notato niente?- mi chiede dopo un poco, ironico.

Lo guardo interrogativa e lui mi fa un cenno con il capo. Indica il cuscino su cui sono sdraiata.

Incuriosita mi volto e mi accorgo sono allora che non solo sono sdraiata fra le sue lenzuola morbidissime, ma sono sdraiata fra le sue lenzuola morbidissime e azzurrissime.

 

Ho sempre sognato di avere Michele in mio potere. Abbandonato sotto di me, fra le lenzuola dello stesso colore dei suoi occhi.

Nella mia mente, ho sempre conservato l'immagine di Michele eccitato, che mi guarda da sotto in su, con gli occhi chiari in risalto, grazie al colore delle coperte.

 

Rido di cuore, gettando la testa all'indietro e stringendolo.

Ora non me ne frega niente.

Stanotte starei con lui anche se le lenzuola fossero grige. O anche se non ci fossero affatto.

La luce è troppo bassa per far risaltare quelle dannate coperte e i suoi occhi maledetti e non rispecchia i miei sogni proibiti...

Oh, ma che si fotta la luce.

 

I suoi occhi così come sono adesso, sono perfetti. Più scuri del normale e lucidi, esprimono tutta la voglia che lui ha di me.

Due pozzi blu, come la notte che ci nasconde.

 

-Ti voglio- nello stesso instante in cui lo dico, le mie mani corrono alla cintura dei suoi pantaloni.

-Sei mia- replica lui, dedicandosi al mio collo e al mio petto, mentre cerca di slacciarmi il corsetto.

Sono così presa che faccio fatica a slacciargli la cintura, così come lui non trova modo di liberarmi del costume.

-Ma che cazzo hai addosso? - borbotta dopo un po', seriamente incazzato.

Per tutta risposta, infilo la mia mano sotto i suoi pantaloni e sotto i suoi boxer scuri.

È eccitato. Sentivo la sua erezione contro di me, ma sfiorarla non ha solo un effetto solo su di lui, che si zittisce all'istante. Anche io trattengo il fiato, quasi fossi una ragazza inesperta, sopresa delle sue stesse mosse.

 

-Sara...

Lo accarezzo lentamente, ascoltando il suo corpo tendersi verso di me.

-Cazzo- sillaba ancora e con foga torna a concentrarsi sul mio corpetto.

-Faccio io- propongo, ma prima che finisca, sento il rumore di uno strappo.

 

Che cazzo ha fatto questo deficiente??

 

-Al diavolo. Te lo ripago.

E mi bacia, stroncando la mia protesta isterica sul nascere.

Le sue mani seguono il percorso delle mie. In un secondo sono sul mio corpo, ovunque.

 

E fanculo al corpetto strappato.

 

Mi stringe il seno fra le mani, lo bacia; mi accarezza le spalle, le braccia e il ventre, scendendo sempre più in basso con le carezze.

Mi mordo le labbra, ma nulla riesce a impedirmi di gemere a voce alta quando inizia a dedicarsi al mio piacere.

 

Ansimo il suo nome, ancora e ancora, e sento il mio pronunciato dalle sue labbra, con il mio stesso desiderio.

I nostri pantaloni finiscono in un lampo sul pavimento, seguiti dal nostro intimo.

Non fa freddo in quella stanza, anzi, anche se siamo sopra le coperte, mi sento come nell'abbraccio di un fuoco vero e scoppiettante.

-Non resisto più- sibilo.

Mi stringe i capelli con forza, mentre si china a baciarmi.

-Arrivo.

Si stacca da me – ed è un miracolo che non mi metta a lamentarmi come una bambina frignona– e lo vedo che traffica vicino alla scrivania.

Quando torna da me gli strappo di mano il preservativo e mi scosto i capelli dal viso con un gesto secco.

 

-Faccio io-

Mi lascia fare, mentre io proseguo, attenta a non fare cazzate e a rimanere concentrata.

Ed è un'impresa difficile, perché sono nuda nel suo letto, fissandolo intensamente e con estrema attenzione, mentre sento il suo sguardo su ogni centimetro del mio corpo.

Come prima le sue mani non riuscivano a stare ferme, ora il suo sguardo si sposta in continuazione su di me, lusingandomi e imbarazzandomi allo stesso tempo.

 

Quando finalmente termino l'operazione, non faccio in tempo a guardarlo che mi spinge nuovamente di schiena, sul letto.

Le sue mani ora sono ben ferme sulle mie gambe aperte e pronte ad accoglierlo. Entra con una sola spinta decisa, facendomi rimanere senza fiato.

-Sara

E' l'ultima cosa che sento, prima di lasciarmi andare al piacere intenso che mi provoca averlo dentro di me.

Conficco le unghie nella sua schiena e mi stringo a lui, mentre regolarizziamo i nostri movimenti e le nostre spinte.

Ed è meglio di qualsiasi altra cosa al mondo.

Pensavo di conoscere cosa significasse fare sesso con un ragazzo, ma niente può essere paragonato a questa notte.

Veniamo insieme.

Sgrano gli occhi mormorando il suo nome e graffiandolo con le unghie e Michele, per tutta risposta, mi stringe forte, mordendomi, ma senza farmi male, il collo.

Ci lasciamo andare uno accanto all'altro, ancora tremanti e scossi dall'orgasmo.

 

E rimaniamo a guardarci negli occhi, mentre tentiamo di regolarizzare il respiro e di riordinare le idee confuse.

 

Il gioco è finito. Le carte sono state scoperte.

E non capisco se la mia sia una vittoria o una sconfitta.

 

 

-Sei pronta?

Anna mi sorride complice, riportandomi alla realtà.

-No.

-Perfetto, allora!

Arriviamo vicino al bancone del bar, dove sono stati sistemati malamente alcune sedie e cuscini. Ci sono molti gruppetti di ragazze e ragazzi seduti e subito il mio sguardo corre fra loro, cercandolo.

-No, non lì- mi avvisa gentilmente Anna – al bancone.

Respiro profondamente, per poi voltarmi e seguire la direzione del suo sguardo.

Riccardo mi vede per primo e mi sorride.

Non è sorpreso di vedermi. Sicuramente lui e Anna si sono messi d'accordo per organizzare tutto questo.

Michele è voltato verso il barista. Indossa una camicia bianca e un paio di jeans scuri. Anche da lontano si riconoscono immediatamente i suoi capelli spettinati. Sta scherzando con un amico e ha un cocktail davanti a sé.

Riccardo gli dà di gomito e colgo appena il cenno che Riccardo indirizza verso di me, per indurre l'amico a girarsi.

Girati. Guardami.

Quale sarà la sua reazione?

Mi accorgo che non sto respirando e che sto stringendo quasi disperata la mano di Anna.

Guardami. Giuro che questa volta non scapperò... guardami.

Si volta.

Non mi riconosce subito, ma quando realizza chi ha davanti, il suo sorriso si ghiaccia, lasciando posto a un'espressione stupita prima e irritata poi.

La musica è alta e ritmata, le luci lampeggiano.

La nostra storia – se di storia si può parlare – ripassa momento per momento sotto i nostri occhi.

Poi lo vedo scuotere il capo, chiudendo gli occhi.

Mi sento morire, mi do della stupida, ma è solo un attimo.

Riapre gli occhi e mi guarda, con la stessa espressione con cui si rivolgeva sempre a me. Con un'aria di sfida e superiorità, egocentrico e presuntuoso.

Sorride.

 

E finalmente capisco che la nostra partita non è mai stata realmente conclusa e che il mazzo è stato mescolato di nuovo. E' il momento di tornare a giocare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=560573