Cuore antico

di E and M
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PERSONAGGI

Hola gente! Alla loro prima apparizione nel campo delle fanfiction, due stelle del firmamento, due astri luminosi, due apparizioni fugaci…

(Chi ha parlato di apparizioni? Chi ha visto la Madonna? N.d. Mei

Oh mio Dio! Iniziamo bene! Mei stà parlando ad un albero    --___--“  N.d. Eva)

MEI-CHAN & EVA!!!

Ma chi sono queste due? Altra gente del grande fratello? N.d. tutti

No, sono solo altre due pazze furiose scappate da chissà quale manicomio (perché chi è quel pazzo che sarebbe disposto ad accoglierle?!) che non hanno di meglio da fare se non che infestare questo sito con le loro trovate da strapazzo!!! N.d. Alex

ZITTO! BAKA KABA CHE NON SEI ALTRO!!!   N.d Eva & Mei

Che Cazz’è nu baka kaba?

STUPIDO IPPOPOTAMO…ignorante!

*Alex si rifugia in un angolino e inizia a disegnare una chiocciola per terra*

Ma Mei, che razza di cugino ti ritrovi?

Non me lo sono mica scelta…altrimenti mi sarei presa il migliore amico di Ben Affleck  per avere qualche possibilità con lui…

È bello sognareeeeee… Va bé, cmq abbiamo interrotto la nostra presentazione. Prego Mr Pippolotto, continui pure!

Ecco…appunto…

Vi stavo introducendo queste due autrici…

Ma dove sono finiti i complimenti? Le stelle, gli astri, le apparizioni, i sogni ecc…?

Già…vi stavo parlando di queste due stupende, fantastiche,strabilianti autrici la cui entità, proprio per la loro grandezza, mi riesce difficile descrivere. La materia della mia presentazione è talmente alta che ciò che sento non può essere adeguatamente spiegato dalla ragione.

Bravo bravo, è quello per cui ti paghiamo!

*Mei passa una busta gialla a Mr Pippolotto dopo essersela fatta passare da Mario. Mr Pippolotto guarda dentro-.

-Ma è vuota!-

-Per forza, non pretenderai realmente che ti paghiamo! È un onore servire due stelle come noi! L’hai detto pure tu!-

Mei se ne va quatta quatta mentre Mr Pippolotto, ripresosi, la segue pretendendo di discutere sul contratto*

--___--“ … Oooooook! Andiamo avanti…Visto che il presentatore è al momento occupato a discutere con quella furba della mia socia ci penso io alle presentazioni. Come avrete già capito siamo due pazze, ma non preoccupatevi, non state per leggere una fanfiction demenziale, state invece per immergervi in una storia avvincente e misteriosa, un viaggio emozionante in un mondo lontano, in una terra fantastica ricca di segreti, enigmi. Un racconto che si snoda tra passato e presente, l’amore che lega due anime per l’eternità, l’amicizia, il valore della fedeltà e tanto altro ancora…non voglio anticiparvi nulla più. Solo vi dico LEGGETE LEGGETE LEGGETE e, soprattutto, RECENSITE RECENSITE RECENSITE altrimenti…

…altrimenti vi friggiamo nell’olio bollente in Messico, data la nostra affinità con calderoni e cucine.

Ah, sei tornata! E Mr Pippolotto?

Ho risolto con una botta in testa!

--___--‘ ……………Hai fatto Bene!   ^_____^

Fai dire qualcosa anche a me…e sì, una storia seria (quando ci impegniamo!!!) ma come al solito non potremo fare a meno di intervenire…tipico della nostra parte malata del cervello che ogni tanto riappare!

Si, va bé… cmq ora vi lasciamo alla lettura di questa bellissima storia, ovviamente dopo la presentazione dei personaggi!

 

 

PERSONAGGI

 

Vita passata: Bretagna, epoca risalente al regno di Camelot

 

Sir Oliver: 24 anni, principe di Estraux

Lady Patricia: 23 anni, principessa di Sorgalles

Sir Thomas: 25 anni, cugino di Ser Oliver

Sir Benjiamin: 25 anni, cugino di Lady Patricia

Sir Lantis: 26 anni, principe di Bordeaux, promesso sposo di lady Patricia, traditore e invasore dei regni di Estraux e Sorgalles

Sir Landon: 26 anni, cugino e alleato di Ser Lantis

 

Vita Presente: Bretagna, anno 2004 

 

Oliver Hutton: 24 anni, fattorino di pizze

Patricia Gatsby: 23 anni, studentessa di archeologia

Tom Becker: 25 anni, cugino di Oliver

Benji Price: 25 anni, cugino di Patricia

Lantis …: 26 anni, ragazzo di Patricia

Landon …: 26 anni, cugino e migliore amico di Lantis  

Professor Kaster: insegnante di archeologia e principale sostenitore degli scavi

 

 

Vista la moltitudine di personaggi che questa fanfiction presenterà, molti dei quali saranno solo delle semplici comparse o comunque avranno un ruolo quasi marginale (scenografico), abbiamo deciso, come giusto che sia, di elencare solo i personaggi principali, quelli che accompagneranno i nostri protagonisti per tutta la storia e che hanno effettivamente un ruolo fondamentale nelle loro vicende. Per quanto riguarda i nostri interventi, al fine di non creare disguidi e confusione, vale la seguente leggenda:

 

Rosso scuro: N.d. EVA

Verde acqua scuro: N.d. Mei

Blu notte: N.d. Alex

Grigio Blu: N.d. E&M

 

Detto ciò, non ci resta che salutarvi, e…………………………………………………………………

 

Signore e signori, ladies and gentelmen, la E&M Writing Corporation è lieta di presentarvi….TATATATATATATATATATATATATATATATATAMMMM

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1° ***


“Mi è sempre piaciuto osservare il blu della notte

“M’ammalian da sempre le tenebre.

Al desinare l’ora in cui ognun s’assopisce e  quieto sogna, l’ora in cui si viaggia per lievi e fantasiosi mondi, in cui rifugge l’immensa ombra, io mi immergo nella caligine scura.

Solo, attorniato dal nulla, mi lascio accarezzare dal fresco vento nel mentre in cui la beltà di questi luoghi m’ammanta.

Come può l’umana gente avvertire in sé timore innanzi a questi luoghi, si insidiosi, ma colmi d’incanto?

Questa selva non è mai stata così magica come in questa notte di quiete e mistero.

Là i commilitoni banchettano lieti per sfuggire al nulla mentre io, ivi, segno su questi fogli gli accadimenti d’addì”

 

-Oliver…Oliver…siete qui? Vi ho cercato a lungo…per quale motivo vi siete appartato? Non gradite il banchetto?-

 

-No Patricia, non penate per me. Necessitavo di un attimo di  ritiro per meditare. Andate pure…vi raggiungerò tra poco.-

 

-Siete inquieto per domani? Non siate in apprensione, riavrete il vostro regno-

 

-Non ci resta che metterci nelle mani di Dio-

 

-Ho fede in voi, tenetelo bene a mente-

 

-Vi sono grato-

 

-Vi attendo al banchetto, Oliver-

 

“Lady Patricia è un angelo! Sir Thomas è nel giusto…io l’amo, l’amo su ogni altra cosa. Come potrei immaginare la mia vita senza il suo splendido sorriso?

Ella m’illumina, come la terra è illuminata dal sole.

Si come Camelot è rischiarata dal suo splendido astro, ella mi schiarisce il cammino.

È l’unica speranza mia e, nonostante la disfatta sembri ormai alle porte, se lei sarà al mio fianco il trionfo m’apparirà possibile.

È l’unica forza che mi sostiene, è la mia Excalibur.

È il mio cuore.

Eppure è si breve questa serenità che m’appaga i sensi, perché presto l’ansietà verso il domani m’attanaglierà a nuovo.

La gioia sul volto dei commilitoni, che in questo momento banchettano, sarà spazzata via, e chissà che la loro presenza non venga a mancare.

Domani è il giorno.

Il giorno della verità, il giorno in cui si scopriranno gli altarini.

Il giorno in cui mi si presenterà la possibilità di far tornare le cose come un tempo.

Il giorno della battaglia.”

 

 

-Patty! Ti ho trovata finalmente! È da un’ora che ti cerco, ma sei sempre qui?! –

-Arielle! Che ci posso fare…questo posto è…così affascinante! –

-E’ solo un mucchio di rovine! Ufffff! Non riesco proprio a capire cosa ci trovi di tanto interessante nell’archeologia! –

-Il passato! Sapere cosa è accaduto, rivivere antichi amori, svelare misteri nascosti…guarda qui, l’abbiamo trovato poco fa tra gli oggetti personali di Re Oliver. Il professor Kaster mi ha detto che posso tenerlo per un po’ per studiarlo, mi interessa particolarmente! –

-E’ solo un vecchio diario, che cosa pensi di trovarci scritto?! Sai com’era noiosa la vita allora? Non ci troverai nulla di interessante. Sarà solo un’altra delle tue perdite di tempo-

-Io non ne sarei così convinta! Ho letto qualche pagina verso la fine, in questo periodo della sua vita era ancora un semplice cavaliere. Parla del suo amore per una donna, ma è strano, non è la donna che ha sposato. Si tratta di una certa Patricia…dovrò indagare su di lei, voglio saperne di più! Il matrimonio tra Re Oliver e la Regina Amelia è sempre stato dipinto come il più bello e ricco d’amore di tutti i tempi, su di loro sono state scritte romanticissime storie…si narra, infatti, che i due, grazie alla forza del loro amore, siano riusciti a riconquistare e ricostruire il loro regno, rinato proprio grazie a quel profondo sentimento che li ha uniti e che continua ad assisterli tutt’ora. –

-E allora, cosa vuoi scoprire tu? Quella del diario potrebbe anche essere una semplice cotta giovanile, l’hai detto tu stessa che quando ha scritto quelle righe non era ancora Re, no?! –

-E’ probabile, ma non credo che sia così…c’è qualcosa che non mi convince, le parole con cui descrive i suoi sentimenti sono troppo profondi per essere dettate da una semplice infatuazione. E poi, il modo in cui parla di lei…-

-Sarà, ma non capisco perché ti faccia così tanti problemi. Invece di vivere delle storie degli altri dovresti vivere la tua! Lantis (Laanttisss!!! Ho la bava alla bocca… sto per avere un attacco di cuore … chiamate i soccorsi…anzi no chiamate Lantis che mi fa la respirazione bocca a bocca … Laaaaannnntttiiisss!!!!) è un ragazzo meraviglioso che ti adora letteralmente…e tu, invece, preferisci passare il tuo tempo tra delle vecchie rovine, mummie, ossa e un diario vecchi di secoli piuttosto che con il tuo ragazzo!?! Per me sei pazza! –

-Forse hai ragione, lo sto trascurando un po’ troppo… -

 

SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA!

[SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA!

Alex si materializza nella stanza come venuto dal nulla… ballando… SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA!

“-____--“--____-- KAMI SAMA KAMI SAMA KAMI SAMA……………………………………...

AAAAAAALLLLLLLEEEEEEEEEEEEEEXXXXXXXXXX!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

PIANTALA DI INTERRRRRRRROMMMMMMPERRRRRCCCCCCCIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!

NOI STIAMO LAVORANDO…..CAPPPPIIIITTTTTOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!

Ma se stavate ballando!

Mei estrae dalla tasca un martellone di 5oo kg e si appresta ad usarlo, mentre Eva raccoglie le scommesse.

VAI-VAI-VAI-VAI-VAI-VAI! N.d. Tutti

Alex, che intuisce il pericolo, tenta la fuga…ma…

DOVE CREDI DI ANDARE….CODARDO!!!

Mei attacca con il  martello e lo colpisce nei punti vitali ( come è logico non è la testa il punto vitale di un uomo, per noi ominide, ma è la terza gamba di cui sono dotati), Alex tenta di riprendersi ma Mei si siede su di lui, con il suo dolce peso, e gli rifila una scarica di ceffoni, lo alza da terra come un lenzuolo. A questo punto Mei ed Eva attuano la loro mossa  segreta ( antica scuola del Genio delle tartarughe Eh eh, nessuno lo sa, ma in realtà…Goku…è mio fratello!!!) e lo spediscono in orbita

E NON FARTI VEDERE MAI PIUUUUUUUU’!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Mei ed Eva, soddisfatte, decidono di tornare, finalmente, alla storia…

SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! MEEEEEEEIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!]

 

 

 

-…scusa un attimo Arielle. Pronto… -

# Ciao amore! Dove sei? #

-Lantis, ciao, sono agli scavi… -

# Come immaginavo! #

-Ti prego, non farmi la predica anche tu, ci ha già pensato Arielle! –

# Ok, non ti preoccupare. Comunque preparati, ti vengo a prendere. Stasera ti porto fuori a cena e poi andiamo da Jimmy, dà una festa a casa sua. #

-Beh, credo di dovertelo, ti sto trascurando un po’ troppo…-

# Già, non puoi dirmi di no, assolutamente! Sto arrivando, fatti trovare pronta e, per favore, evita di portarti qualche souvenir! #

-Ok, ti aspetto, a dopo…Lantis, scusa, mi farò perdonare, lo prometto. –

# Ci conto, ciao! #

-Ciao –

 

Patricia Gatsby chiuse la chiamata e sospirò profondamente. Difficile da credersi per una ragazza della sua età, ma la sua passione per l’archeologia era talmente forte da farle sembrare noioso e frustrante tutto il resto. Le piaceva scavare nel passato alla scoperta di nuovi avvenimenti, intrecci, imbrogli…tutto ciò l’affascinava. Sembrava come alla costante ricerca di qualche cosa, era come se credesse che in quelle rovine potesse finalmente ritrovare se stessa.

New Camelot era una ridente cittadina della Bretagna, il suo carattere solare e misterioso avevano sempre attratto numerosi turisti affascinati dai racconti e dalle leggende riguardo il glorioso regno di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda. Gli archeologi sostenevano che la collocazione in cui era stata edificata la cittadina era in realtà l’antico luogo in cui sorgeva la lucente Camelot, ecco il perché del nome attribuitole. Infatti in quel luogo venivano riportati alla luce ogni giorno sempre nuovi reperti riconducibili proprio alla vecchia leggenda e, ogni giorno, sempre nuovi misteri si aggiungevano ai precedenti. Ma gli unici ad affascinarsene erano, oltre agli archeologi, i turisti, denotando al contrario nella popolazione locale un’indifferenza disarmante. Ma in fondo è un comportamento abbastanza normale: non ci si accorge mai di quello che già si ha, si vede solo quello che non si possiede. Gli abitanti di New Camelot sembravano però esserne affetti in maniera particolare e tanto più radicale. Solo Patricia sembrava essere esente da questa indifferenza. Lei era diversa da tutti gli altri, e chiunque se ne sarebbe accorto. Era come pervasa, impregnata di tutta quella energia,di quella magia, di tutto il mistero che la circondava. La sua passione e le sue continue ricerche però la rendevano sempre più strana agli occhi degli altri cittadini, tanto che molti, soprattutto i più anziani, cominciavano ad essere prevenuti nei suoi confronti. In effetti tutta quell’indifferenza era generata da una paura profonda, non si sapeva bene per cosa, ma da secoli era nata una leggenda che parlava di una maledizione, una maledizione che avrebbe colpito chiunque avesse osato spingere oltre la propria curiosità, una maledizione scritta evidentemente per tenere lontano i ficcanaso da chissà quale antico imbroglio. In realtà nessuno sapeva esattamente qual’era l’oggetto tabù, né cosa avrebbe comportato la violazione del seguente avvertimento. Tutti quanti erano troppo impauriti per tentare di scoprirlo. Il loro era un timore ormai a carattere ereditario, divenuto un elemento proprio caratteristico, radicato grazie all’influsso di secoli di tramandazione. Così essi preferivano rimanere nella loro ignorante indifferenza, fregandosene letteralmente di ciò che era la storia e denotando un carattere assai superficiale.

Patricia guardava il tramonto all’orizzonte: le era sempre piaciuto guardare il cielo nel punto in cui s’incontra con la terra, soprattutto nel momento in cui i loro colori si avvicinavano fino a mischiarsi, diventando poi di un profondo blu notte. L’affascinava assistere a quel meraviglioso processo che mutava i colori del cielo da luminosi a tenebrosi. Le piaceva osservare il buio della notte poi…quella vista le dava i brividi: si sentiva sprofondare, annegare in tanta bellezza, le faceva paura tutto ciò, ma, allo stesso tempo, l’affascinava dandole un profondo senso di conforto. Era come se sentisse che da qualche parte nel mondo qualcun altro, una persona a lei molto cara, il suo futuro amore forse, fosse impegnato anch’egli in quella contemplazione. Era come se ciò le ricordasse qualcosa di vissuto, e quella sensazione le riempiva ogni volta il cuore di felicità e serenità.

Lantis era un ragazzo bellissimo, molto premuroso nei suoi confronti, sempre disponibile con tutti. Stavano insieme da ormai tre anni e lui era letteralmente cotto di lei. Patty, invece, non riusciva a coinvolgersi più di tanto. Era la ragazza più invidiata, ma forse anche l’unica che avrebbe fatto volentieri a meno di stare con Lantis. Lei non lo amava e, in cuor suo, sapeva che non l’avrebbe mai amato. Non era lui la sua anima gemella, se lo sentiva, sapeva che il destino aveva altri progetti per lei, il suo vero amore era lì da qualche parte, doveva solo aspettarlo. Ma nel frattempo non poteva fare a meno di ascoltare quella vocina dentro di lei che la spingeva verso il passato, e allo stesso tempo era incuriosita da un’altra voce, questa volta proveniente da un tempo lontano. Ormai tutte le notti faceva lo stesso sogno: era in un prato enorme e indossava abiti medioevali, vicino a lei vi erano due cavalli e un uomo anch’egli vestito anticamente. Doveva essere un cavaliere e, in sua compagnia, Patty sembrava divertirsi moltissimo, provava una strana sensazione, un calore che l’avvolgeva completamente e che le arrivava dritta al cuore. Ma non era mai riuscita a vederlo in faccia, o meglio i lineamenti del suo volto erano sempre sfuocati e irriconoscibili. Questo sogno ricorrente era sempre nei pensieri della ragazza: era sicura che in esso avrebbe trovato la chiave che le avrebbe finalmente fatto ritrovare se stessa, ed era certa anche che quel cavaliere fosse la sua anima gemella, il suo grande amore! Le sensazioni che aveva provato durante quelle notti di sonno felice erano talmente belle…il calore che aveva sentito nemmeno Lantis con il suo amore gli e lo aveva mai trasmesso. Non si era mai sentita così bene! E notte dopo notte stava sempre meglio, come se un sentimento antico si stesse riscoprendo piano piano, diventando sempre più grande. Patty non amava Lantis, ma era troppo buona per lasciarlo, non voleva farlo soffrire. Per Patty uscire quella sera con Lantis sarebbe stato solo un dovere.

 

 

 

Entrando a Pizza Hut, era come se si entrasse in un altro mondo.

Anche se faceva parte di una catena di pizzerie molto famosa, la piccola filiale di New Camelot non aveva a che fare con lo stile tipico dei fast food. Almeno non del tutto. In fondo vendeva pizza a domicilio.

Il locale principale non aveva alcuno stile.

Era una tremenda accozzaglia di stili totalmente diversi fra loro, ma così diversi che non si sarebbe riusciti a creare la stessa cosa neanche a farlo apposta.

Il bancone era quello tipico dei fastfood delle grandi città, in quella plastica colorata che sembra fatta per i bambini, con incollati i diversi poster delle offerte del mese.

Accanto al bancone da fast food ne stava uno da bar, che se fosse arrivato direttamente da un pub irlandese nessuno si sarebbe stupito. Ne aveva l'aspetto e sicuramente l'età.

Sulle pareti di un aranciato antico stavano appesi trofei marinareschi come nelle più antiche taverne della costa: ancore, pesci imbalsamati, nodi marinari, quadri che rappresentavano le navi più famose, addirittura ex voto.

La luce nel locale era talmente bassa nella zona antica dove si trovavano i tavoli che raramente potevi vedere quello che stavi mangiando e bevendo.

In contrasto la zona  per così dire moderna era sovrailluminata da luci al neon di pessima marca e tremendamente fastidiose.

Tutto in quel locale era una mescolanza di stili, di modi d'essere, di persone, di odori.

Odore di pizza e patatine fritte, di birra inglese d'oltremanica, di aglio e vino francesi, di crauti tedeschi, di paesi lontani, di mondi passati e sconosciuti.

Anche la gente che passava di lì era fatta a modo suo.

Turisti di ogni dove che trovavano nel locale qualcosa di familiare nell' omologata tipologia del fast food, cittadini che si ritrovano per la birra con gli amici, marinai e uomini d'affari di passaggio, studiosi che si occupavano di ricerche nella zona archeologica.

In realtà, nonostante tutta quella mescolanza, c'era una sorta di armonia in tutto quello.

Una sorta di familiarità, di calore indefinito, di strana dolcezza che al solo entrare in quel luogo l'unica sensazione che ti sovveniva era quella di essere a casa.

Una casa per chi camminava nel freddo vento della Bretagna, una casa per i disperati che si aggrappavano fortemente a quel bancone antico, una casa per chi era rimasto senza famiglia.

Una casa per Oliver.

 

-…una pizza ai funghi doppio pomodoro e una ai carciofi…si…in meno di mezz’ora saranno da lei, arrivederci!-

DRRRIIIIIINNNNNNNNNNN

-Pizza Hut, in cosa posso servirla? Oh, Signora Palma, buona sera…aspetti solo un secondo _

Tom, ci sono le acciughe?//Certo Bob!_ certamente signora, una pizza alle acciughe pronta a casa sua tra venti minuti, grazie e arrivederci!-

DRRRIIIIIINNNNNNNNNNN

-Pizza Hut, in cosa posso servirla?…………………-

TRIN TRON TRAN   (suono che accompagna la porta all’apertura)

-Eccomi!-

-Oliver, dov’eri finito, l’orario d’apertura è già passato da un bel pezzo, potevi almeno avvertire!-

-Mi scusi Mr Hut, ma ho avuto qualche problema…le spiegherò tutto più tardi-

-Ok giovanotto. Ecco, questo è il tuo ordine…devi portare queste pizze a casa Mcfaste. Mi raccomando, fai in fretta…si tratta di una delle famiglie più ricche della città: la merce deve arrivare nelle condizioni migliori, intesi?!-

-Signorsì!-

-E sbrigati anche a tornare: stasera qui è un casino, c’è bisogno di te, assolutamente, ho un altro ordine tra poco più di trenta minuti. Con Alfred e Richard malati siete rimasti solo tu e Andrè a consegnare le pizze. Per stasera Tom resta in pizzeria, darà una mano a Antoin. Vai, presto!-

-Ci vediamo dopo Mr Hut…Tom, passami le pizze-

 

Oliver Hutton prese il pacco, lo caricò sulla motocicletta di proprietà del locale e partì a tutto gas: direzione…quartiere Stilton, il più IN in assoluto e frequentato solo da gente piena di soldi. Odiava quel posto, odiava l’idea di doverci mettere piede, lo considerava il luogo dello spreco e dell’ipocrisia assoluta. Era come se in quel quartiere fosse concentrata tutta la vanità dei cittadini di New Camelot, talmente ricco e sfarzoso da far venire la nausea…per lo meno ad uno come Oliver che aveva sempre vissuto contando solo sulle proprie forze e capacità. La gente che viveva in quelle enormi ville era talmente odiosa e così piena di sé, non faceva altro che, volgarmente parlando, tirarsela dalla mattina alla sera, si dava talmente tante arie da essere ormai gonfia come una mongolfiera. E per cosa poi? Per avere un mucchio di ricchezze ottenute grazie alle loro grandi, per non dire immense, doti di ruffiani leccaculo? Oppure si sentivano talmente importanti a causa della loro capacità di farsi una vita a spese della felicità di altri? Erano bigotti, spocchiosi ed egoisti, tutti quanti, nessuno escluso, ed Oliver poteva ben dirlo perché li conosceva tutti. erano poche famiglie quelle, ma si sentivano e si comportavano come fossero i padroni del mondo…a cominciare da quel Price. Oliver era diverso, il suo mondo era diverso…non avrebbe mai potuto sopportare una vita tanto falsa e meschina. Era cresciuto in una situazione difficile, troppo difficile per un bambino della sua età: aveva solo cinque anni quando suo padre se ne andò di casa, lasciandolo solo con la madre. Le difficoltà erano sempre state molte…non era facile mantenere e curarsi di un bimbo e allo stesso tempo lavorare, soprattutto visto e considerato il fatto che non potevano contare sull’aiuto di nessuno: i nonni paterni erano praticamente scomparsi, mentre quelli materni non avevano neanche voluto riconoscere come tale il nipote, considerata la giovane età della figlia al momento della gravidanza. Purtroppo la situazione peggiorava sempre più: sua madre aveva perso il lavoro e tutti si rifiutavano di offrirgliene uno. Le cose si complicarono ulteriormente quando, all’età di dodici anni, Oliver vide la madre ammalarsi gravemente di un tumore e, nel giro di breve tempo, morire. A questo punto i nonni non potevano fare altro che accettare la custodia del ragazzino, ma il loro rapporto fu sempre molto duro: lui era visto come uno sbaglio, simbolo dell’irresponsabilità di una ragazza che ormai avevano smesso di considerare una figlia. Così, finiti gli studi medi, abbandonò la scuola e iniziò a compiere qualche lavoretto part time. All’età di diciotto anni prese coraggio e se ne andò, vivendo alla giornata e lavorando dove gli capitava. Andò avanti per più di cinque anni a viaggiare per l’Inghilterra e la Francia, fino a quando non giunse in Britannia, a New Camelot. In questo luogo risiedeva ormai da poco più di tre mesi, forse il periodo più lungo che aveva trascorso nello stesso luogo da quando se ne era andato via da “casa”. Qui aveva conosciuto un componente della sua famiglia che nemmeno sapeva di avere: suo cugino Tom, figlio della zia paterna che non aveva mai conosciuto. Seppe di suo padre, che era scappato con una donna, la sua segretaria precisamente, ma a quanto pare i due avevano fatto una brutta fine. Incappati in un brutto affare, più grande dei loro mezzi e necessità, erano stati…eliminati. Ad Oliver dispiacque, non poteva negarlo, dopotutto era pur sempre suo padre, ma quello che riuscì a provare fu solo quel dispiacere comune che si può provare verso un lontano conoscente. Non l’aveva mai perdonato per averli abbandonati: allora era piccolo per capire appieno la situazione, ma man mano che cresceva aveva preso sempre più coscienza di quanto era accaduto e allora……….aveva cominciato ad odiarlo! Ora aveva deciso di cominciare una nuova vita, ed era certo che ci sarebbe riuscito, lì, a New Camelot, con la sua nuova vera famiglia…ora finalmente anche lui avrebbe avuto l’occasione di essere felice!

La strada era parecchio tranquilla quella sera, per forza, tutti preferivano starsene in casa e farsi portare la cena a domicilio…che pigrizia! E si che faceva anche abbastanza caldino! Oliver notò la presenza di un cartello, uno identico a quelli stradali che ti indicano che stai per entrare nel territorio di quella città…solo che quello portava scritto QUARTIERE STILTON Il ragazzo sorrise amaramente, quasi divertito dalla vista di quella buffonaggine…raggiunse l’abitazione a cui avrebbe dovuto consegnare le pizze, parcheggiò la motocicletta, prese il carico e si avviò lungo il vialetto verso la porta d’ingresso. Dall’interno proveniva una musica altissima e fastidiosissima accompagnata da urla e schiamazzi. “Ecco, ci risiamo…l’ennesima festa!” Era già la terza quella settimana, ed era solo giovedì! Oliver fece un grosso sospiro e si preparò ad affrontare uno di quegli odiosi esseri. Cercò il campanello e lo suonò.

-S-si, in cosa posso esserle utile?-

Oliver era rimasto completamente spiazzato, senza parole…ad aprire era stata una meravigliosa ragazza dai capelli color dell’ebano, lucenti, e due occhi intensi ed espressivi, dolci e ammalianti come quelli di  una cerbiatta. La sua pelle, di una carnagione chiara, rendeva la sua immagine ancora più idilliaca. La sua reazione, ad occhi esterni, poteva sembrare esagerata, dopotutto quel posto era pieno di magnifiche ragazze! Ma c’era qualcosa di strano il lei…quando i loro sguardi si erano incontrati fu come se il mondo accanto a loro si fermasse. Un brivido li attraversò e per un breve ma lunghissimo istante tutto intorno ogni cosa scomparve, lasciando posto solo a loro due. Oliver si riscosse da quello strano stato di torpore, doveva riprendere il controllo di sé!

-H-ho portato le pizze-

-Oh, certo… Arielle, aiutami a portarle dentro…quanto ti devo?-

-Beh, solitamente il proprietario lascia segnato il pagamento sul conto, gli dia questa ricevuta, può passare domani a pagare-

-Ok, grazie…buona serata!-

-Anche a lei!-

Oliver tornò alla sua motocicletta, ancora un po’ frastornato…non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di quella ragazza…gli sembrava così diversa da tutti gli altri…un pesce fuor d’acqua! Scrollò la testa per cercare di pensare ad altro, ma senza risultato…aveva come l’impressione che quell’incontro avrebbe portato significativi cambiamenti nella sua vita.

Dal canto suo anche Patty era rimasta…senza parole! Aveva aperto alla porta, felice di poter evadere per qualche istante da quella situazione tanto odiosa, e si era ritrovata innanzi la figura di un bellissimo ragazzo, dai capelli corvini e sistemati in uno studiato disordine (o forse no?!), con occhi così scuri e profondi da sembrare di potercisi immergere e perdere…erano così simili alla notte che tanto adorava! Aveva provato delle sensazioni mai conosciute prima, si sentiva emozionata, trepidante…il suo cuore batteva a mille. Le sembrava di conoscerlo, si, aveva come la sensazione di essere in qualche modo legata a quello “sconosciuto”! la voce di lui, poi, gli era così familiare…dolce e confortante, sensuale! Aveva chiuso quella porta a malincuore, non avrebbe mai voluto lasciarlo andare via…ma qualcosa le diceva che l’avrebbe sicuramente rivisto. E allora…chissà…

 

(NON PUOI LASCIARMI QUI COSI’ CON LA STORIA IN SOSPESO!!!!!!!!!!!! °___°

MEI! Anche tu sei l’autrice…..SAI COME VA A FINIRE!!!! --___--‘

AH, già…eeeeeeè vvvvvvero!!! ^__________^)

 

E il primo capitolo…è andato! Si, ma che fatica!!! Ci ho messo più tempo a inserire quest’interventi insieme a te….CHE A SCRIVERE TUTTO IL CAPITOLO!!! MA, DICO IO, LA TASTIERA…LA SAI USARE????!!!!!!!!!!!!

SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA!

--___--………non mi ascolta nemmeno…adesso so come si sente Luna quando sgrida Bunny…e si che di solito Bunny sono io!!!

Dai Eva, vieni anche tu a ballare! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA!

Beh, sapete come si dice…se non puoi sconfiggerlo……..unisciti al nemico! MEI, ASSSPETTTAMIIII…

SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA!

SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA! SAN SALVADOR! TARATATATTATATATATTA!

 

 

Fine primo capitolo!^^ ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


- Eva!!!!!!! Io ti avevo detto che era troppo presto per pubblicare! Adesso abbiamo fatto aspettare i
nostri lettori un sacco di tempo..-

- Eddai su! @.@ sono sicurissima che ci perdoneranno (vero???)

(OOOOH, coooome no! N.d. tutti)


(cattivi ç.ç...almeno reggetemi il gioco, no!)

(E no cara…quel che è giusto è giusto…non siamo corruttibili!)

(Ooook…allora facciamo…1 miliardo, ok?!)

( o_- -_o ok, sgancia! Ma si, ma no, ma su ma dai…non preoccuparti…gli impegni, l’università, il lavoro…sono cose che capitano…PERDONATA!!! ^___^)


Visto Mei? Tutto come previsto…^.^ -

- Grrrrr…cominciamo va’…-



“ Perché se è vero che la vita è un circolo, allora tutto prima o poi ricomincerà da capo.
E chissà che la nostra vita, non sia già stata vissuta da qualcun altro.”



CAPITOLO II




Nebbia.
Nebbia fitta.
Dove sono?
Non posso vedere a un palmo dal naso.
Nulla.
Il nulla m’attornia.
Nebbia ed affanno.
Il fiato corto, le membra pesanti, gli occhi che bruciano.
Perché quest’affanno?
Corsa.
Sto correndo.
Sento i miei passi, le mie gambe si muovono.
Verso cosa? Verso dove?
Verso chi?
Nebbia, affanno.
Paura.
Un terrore profondo che sale dal profondo dell’anima.
Di cosa?
Non è di qualcosa.
E’ per qualcuno.
Qualcuno d’importante.
Troppo importante.
Un forte odore di bruciato.
Calore immenso sulla pelle.
Non è nebbia è fumo.
Tutto intorno a me brucia.
I muri, le tende, gli oggetti, persino l’aria che respiro brucia immensamente.
Ora posso vederlo chiaramente.
Posso vedere le fiamme che divorano ogni cosa.
Non importa.
Io devo trovarla. Devo!
A costo della vita, io devo trovarla.
Morirà!
Devo trovarla. Devo!



Oliver si svegliò nel bel mezzo della notte madido di sudore.
L’incubo che lo aveva tormentato non avrebbe potuto essere più spaventoso.
Sembrava quasi…..vero.
Come già vissuto.
Ma non lo era, ringraziando il cielo,non lo era.
Era a casa nel suo letto.
Al sicuro.
Si alzò dal letto e si diresse in bagno, per lavarsi la faccia.
Le mani gli tremavano.
Possibile che il sogno fosse stato così reale?
Decise di scendere in cucina a mangiare qualcosa per riempire lo stomaco e per avere il tempo di rinfrancarsi l’animo.
La casa era immersa in un silenzio assordante.
Illuminati dalla luce della torcia, che Oliver aveva deciso di usare per non svegliare nessuno, gli oggetti assumevano toni inquietanti.
Una tremenda sensazione di terrore lo prese alla sprovvista e, improvvisamente, gli apparve il volto della giovane donna che in serata gli aveva aperto la porta al quartiere Stilton.
Poi tutto passò.
Oliver si corrucciò.
Possibile che le loro strade si fossero già incontrate?
Eppure una così bella donna avrebbe dovuto ricordarsela…
S’infilò in cucina e aprì il frigo.
Ma in quell’istante sentì la porta sul retro aprirsi.
Oliver afferrò una pentola messa ad asciugare per colpire l’eventuale ladro ma si trovò davanti suo cugino.


- Cosa cavolo stai facendo in cucina a quest’ora con una pentola e una torcia?
- No, cosa cavolo rientri, tu, a quest’ora! Ma hai visto che ore sono?!
- Schhhttt non fare casino che se si sveglia mamma mi ammazza ! Dovevo essere qui tre ore fa..
- Sei sempre il solito…

Da sopra si udirono dei passi timorosi.
Thomas bisbigliò:
- Ecco! L’ hai svegliata!

Una voce flebile si udì dalle scale.

- Chi..chi è?

Oliver, cercando di non ridere per l’espressione sconvolta sul viso del cugino, si sporse fuori dalla cucina e disse a bassa voce:

- Sono io, zia! Avevo fame e sono sceso a mangiare qualcosa.
- Oh, pensavo fosse un ladro! Aspetta mi metto qualcosa e scendo a prepararti qualcosa da mangiare.
- No! Non ti preoccupare mi sono già fatto un panino. Torna pure a dormire.
- Ah. Va bene. Non stare alzato troppo. E’ già tardi.
- Certo. Buonanotte.

Oliver rientrò in cucina e con aria di rimproverò apostrofò a Thomas:

- Questa è l’ultima volta che ti salvo!

Ma neanche un secondo dopo aver pronunciato la frase la voce di sua zia tornò ad echeggiare nelle scale.

- Oliver?

Oliver si affacciò nuovamente.

- Si?
- Mi fai un favore?
- Quello che vuoi, zia.
- Puoi dire a tuo cugino che è in punizione per tutta la settimana per essere rientrato così tardi.

Oliver rise guardando Thomas sbattere la testa contro il muro ripetutamente.

- Certo zia. Ma credo che abbia capito.
- Meglio così. Buonanotte ragazzi.


^.^/ ^.^/ ^.^/





La fresca brezza della sera che sfiora la pelle e scompiglia i capelli.
Scintille di fuoco che s’innalzano verso il cielo.
Stelle, miriadi di stelle, lontane, puntini nella volta celeste immensa.
L’attesa frenetica di qualcosa di imminente.
Il profumo del cibo, le risa della gente intorno, i suoni ovattati.
L’assenza di lui così marcata e pressante.
La paura folle di perderlo, lui così importante, così essenziale.
La voglia di vederlo, di sapere che lui è vicino.
Passi felpati sull’erba.
Una figura nella notte buia che si staglia sulla luna all’orizzonte.
Imponente, forte, sicura.
Lo sguardo fiero fisso all’orizzonte.
Il volto corrucciato, il mento volitivo e teso per la preoccupazione.
Eccolo, è lui.
L’uomo che amo.


- Patricia! Patricia! Vuoi svegliarti?

Patricia aprì gli occhi e si guardò attorno.
Quando la nebbia causata dal sonno si diradò, si ricordò di aver accettato il passaggio di Arielle per tornare a casa dopo la festa.
Anche se Lantis le aveva proposto di accompagnarla a casa, lei aveva rifiutato con la scusa che Arielle abitava più vicino e che era molto tardi.
In realtà, dopo un’intera serata, sopportava poco la sua presenza.

(Cioè se non lo vuoi io me lo prendo pure. Come dice Straga, non si butta via niente!)


(Meiii…ma che dici!!! Non credi che per festeggiare il mio esame sia più giusto lasciarlo a me!!!^^ )


(Neanche per idea!!!)


(MA INSOMMA…NOI VORREMMO LEGGERE LA STORIA! NON LE VOSTRE STRAMBERIE!!!)


(Gomen!!! ^^’ ^^’ )



Non le si era staccato di dosso nemmeno per un momento.
Ma il sogno che aveva fatto le aveva lasciato addosso una sensazione di calma e pace assoluta.
Un po’ come quando ti svegli di domenica mattina e te ne stai al calduccio ad ascoltare la pioggia fuori che cade.
Come il profumo di caffè e brioche.
Come rientrare in casa dopo essere stati per ore al freddo e trovare qualcosa di caldo da bere.
Fatto sta che rientrando in casa da sola a quell’ora tarda di notte
non riusciva a togliersi di dosso la sensazione di aver vissuto realmente una situazione come quella.
Tanto tempo fa.
L’amore provato era così vero, reale da non poter essere solo un sogno.
I luoghi sembravano quelli…
Ma si, quelli del diario!
Forse si era solo lascia suggestionare dalla lettura.
Lo aveva immaginato tanto da farsi coinvolgere nella vicenda.
Si, doveva essere proprio così.
Ma allora perché era così felice?



^.^/ ^.^/ ^.^/




Oliver venne svegliato bruscamente dalla suoneria del cellulare.
Aveva deciso di dormire fino a tardi, dato che non aveva lezioni, ma
evidentemente qualcun altro aveva deciso che non era fattibile.
Guardò l’ora sulla radiosveglia appoggiata sul comodino.
Le nove e un quarto.
Non era possibile.
Chi voleva morire per averlo svegliato così presto?
Recuperò il cellulare e lesse sullo schermo il nome lampeggiante di Tom.
Era andato a letto alle cinque ed era già in giro.
Ma come diavolo faceva?
Fu tentato di sbattere il telefono contro il muro ma pensando che
potesse trovarsi nei guai, come suo solito, rispose.

- Pronto.
- Ciao Holly!! Come stai?
- Stavo meglio quando dormivo!
- Ecco avrei un favore da chiederti..
- C’ero già arrivato. Dimmi.
- Te la ricordi Helen, la mia ragazza. Quella bionda, occhi
azzurro-grigio, molto carina, molto intelligente, al primo anno
di scienze dell’editoria… quella di cui sono cotto e stracotto?

( Mi ricorda qualcuno…. Uhm.. ma non è il ritratto sputato di Eva? E poi dimmi che non ti voglio bene..)


(Mmmeiuccia!!! @.@…ma quanto sei caruccia!!! Hai bisogno di qualcosa? Ti offro la pizza? Ti organizzo il matrimonio! @.@ )




- Vieni al sodo.
- Ecco le ho promesso che oggi le portavo un libro che le serve per una lezione. Ma me ne sono dimenticato. Me lo porti?
Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego…
- Di che libro si tratta?
- M. Foucault, La volontà di sapere. Lo trovi sulla mensola in camera mia.
- Ok arrivo.
- Grazie mille. Cosa farei senza di te? Ti aspetto al bar della facoltà.
- Allora mi offrirai la colazione!

Oliver si alzò bruscamente per non permettere al suo corpo di rimettersi a letto e di tornare a dormire.
Si vestì in fretta e, dopo aver rintracciato il libro in quella che suo cugino chiamava camera, uscì nella luce del mattino.
Arrivò all’università nel giro di dieci minuti perché a quell’ora tutto il traffico era già sparito.
Salì le scale tre a tre e, se fino a quel momento era stato così
fortunato da non incappare in ostacoli sul suo cammino, mentre
già riusciva ad intravedere il bar in fondo al corridoio, inciampò in qualcuno che usciva da un aula.

( Il solito imbranato! n.d. Mei )

Non fu tanto la caduta o la botta a scombussolarlo tanto ma molto di più il trovarsi sotto il naso gli occhi scuri di Patricia,
perché nello stesso istante un ricordo improvviso gli balenò in mente con la sua feroce brutalità lasciandolo stordito a terra fino a che Tom,
accorso al richiamo del caos che si era creato, lo risvegliò dalla momentanea confusione.

- Holly! Si può sapere cosa ci fai per terra con quella faccia da pesce lesso?

( Questa però se l’è cercata…. Se fosse un po’ più sveglio noi non gli daremmo sempre del pesce o del baccalà…N.d. Mei )




Dal canto suo Patricia, che aveva ricevuto lo stesso trattamento di Oliver, era fuggita spaventata a morte dalla forza
dell’inquietudine provata.
Non riusciva più a giustificare quei sentimenti come una suggestione data dal diario.
E non sapeva che fare.


Ringraziamenti!!!

Rossy: Grazie grazie grazie… in fondo Holly fattorino fa parte delle nostre fantasie erotiche… ehm… no scherzo… beh un po’ si dai….
Mica solo fattorino… postino, pilota, autista… et cetera..

Ailin : Si può quantificare il grado di “ fuorità”? No perché noi siamo fuori come un balcone e forse anche di più… grazie per i complimenti … li apprezziamo sempre moltissimo …

Pè: Io non ci avevo fatto caso al fatto della situazione inversa…cmq eccoti finalmente il secondo capitolo….
Dopo mille anni …è qui…te lo abbiamo fatto penare ma finalmente… non ti aspettare troppo presto il 3 perché tocca a Eva ed è tutto dire…
Eva non ribattere che io ci ho messo una vita perché all’inizio sei stata tu a dirmi di aspettare e poi il lavoro è stato un casino ed eccomi qui…
che poi io lo avevo finito settimana scorsa… e poi… ops.. ho degenerato…

Betty: Grazie…grazie grazie… sono davvero a corto di parole oggi… cmq grazie dal profondo del cuore ( antico)..ah questa era pessima…

Sondaggio: cosa combinerà Eva oggi al suo primo giorno di lavoro come cassiera al supermarket?
A voi la risposta!
Ogni diavoleria, birboneria, cavolata, pensiero tremendo eccetera è ben accetto…
Ma vedrete che la realtà supererà la fantasia!

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