My Sun

di keli
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Pioggia ***
Capitolo 2: *** Cullen Family ***
Capitolo 3: *** Lacrime d'Aria ***



Capitolo 1
*** 1.Pioggia ***


Plick Plick Plick
E’ incredibile come anche in estate il cielo di Forks possa piangere in questo modo. E’ grigio nuvoloso e per nulla rassicurante. Anche se viene soltanto guardato da una finestra di una cameretta talmente piccola da rasentare il ridicolo.
Plick Plick Plick
Sospiro. Sono preoccupata, è questo non va bene, perché di solito la mia preoccupazione non porta che guai. Ok anche solo la mia presenza porta guai, lo so bene. Come so bene che non dovrei essere li, non in quella minuscola stanzetta dove tutto da calore anche alla mia pelle di marmo. Sono talmente incostante alle volte…e sciocca. Si una povera piccola sciocca. Non dovrei essere qui, me lo sto ripetendo da mezzora, o più. Ma la cosa buffa è, che anche se non dovrei, ci sono perché io voglio essere qui. Lo trovo talmente naturale da neanche badarci.
Mi stringo nelle spalle, nascondendo il viso nel collo della maglia che indosso, e inesorabilmente il mio sguardo si posa sul letto a due piazze nell’angolo della stanzetta, ma soprattutto a chi sta su quel letto.
Trattengo nuovamente il respiro, anche se so che non serve perché continuerei a vivere comunque, e seguo il profilo del giovane uomo steso su di esso.
E’ cresciuto in una maniera sconvolgente in questi mesi. Oramai supera i due metri, e nemmeno c’entra più nel letto che lo contiene. Ha mantenuto la bellezza dei tratti però. Il colore bronzeo della sua pelle, e i capelli lucenti, neri, sparsi sul cuscino. Gli sono ricresciuti più velocemente di quanto avrei pensato. Oh beh forse sono soltanto io che non capisco più il concetto del tempo.
Plick Plick Plick Pli…
Le ultime goccioline vengono giù come una scarica improvvisa, coperte dal rombo di un tuono lontano.
Trasalisco, voltandomi a guardare il ragazzo che dorme sul letto. Non ha mosso un muscolo, ed è quello a preoccuparmi. Avrei mille volte preferito vederlo scattare su preoccupato, che rimanere immobile come morto.
Scuoto il capo con forza. No non è morto, lo so lo so…semplicemente non può morire, non lui, non il mio sole.
Mi mordo un labbro, nervosamente, chinandomi sul viso perfetto e segnato da parecchie ferite. Appoggio una mano gelida sulla sua pelle bollente e vedo la sua espressione rilassarsi. Anche se è perfettamente abituato all’alta temperatura del suo corpo, i sessanta gradi non sono per niente normali, nemmeno per lui.
Trattengo un singhiozzo fra le labbra, anche se so che non posso piangere. Non più
Eppure cos’è questo dolore che sento, lancinante, all’altezza di un cuore che ha smesso di battere?Rimorso.
Rimorso e forse nemmeno soltanto quello. Perché dannazione è colpa mia se il mio Jake si trova in qualcosa di molto vicino alla morte. Mi viene da urlare, urlargli di svegliarsi e di aprire gli occhi.
Voglio vederlo sorridere per me, e sentire quel calore che non ho a dosso da molto, troppo tempo, oramai.
So benissimo che non dovrei essere qua, perché è principalmente colpa mia, di quello che sono, se ti trovi in questo modo.
Rimango in attesa del rumore della sedia a rotelle di Billy sul pavimento. Non dovrei essere qua, lo ripeto. Lui come tutti gli altri, non mi vogliono.
Forse non mi vuoi più nemmeno tu, Jacob, ma io non posso fare a meno di te.
Chiudo gli occhi, ritirando la mano dalla tua pelle, è sento come una voragine aprirsi nel mio cuore morto.
Sono in ritardo, probabilmente Alice e gli altri saranno preoccupati per me.
Da quando Edward non c’è più sono diventati la mia unica famiglia. E nemmeno loro mi vogliono così tanto vicina a te.
Ma non preoccuparti Jake, tu dormi, e sogna, sognami se puoi. So che sono assurdamente egoista ma è solo questo che voglio. Voglio riavere il mio sole.
Non preoccuparti, Jake, tornerò domani e domani e dopo domani ancora, fin quando non ti rivedrò sorridere.
Buona notte, Jake.



E’ la mia prima ficcy su Twilght. Questo è solo il preludio…muahahah…come avrete capito io lovvo in una maniera pazzesca Jake, e lo vedrei centomila volte meglio con Bella al posto di Eddino caro. Ma purtroppo…non che non mi piaccia Ed ma lo trovo snervante e melodrammatico da tagliarsi le vene…senza rancore eh(mpf..ndEd)Quindi. Fate mente locale. Edward è morto(ç__çndEd) più avanti scopriremo come e perché. Bella è un vampiro. Jake…Jake sta rischiando di morire. Scopriremo anche questo perché più avanti. Quindi…leggete leggete!Sao!

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Capitolo 2
*** Cullen Family ***


Corro. Le fronde degli alberi mi sfiorano ed è come essere accarezzati da mille piume. I rumori della foresta gravitano attorno a me rendendomi partecipe del suo mondo. I miei occhi allenati scorgono ogni essere vivente, che, intuendo la mia natura, cerca di nascondersi dalla fonte del pericolo.
Sbuffo piano. Forse hanno ragione. E’ da parecchi giorni che non vado a caccia…sarà l’ansia. So per certo che i miei occhi sono cerchiati di rosso e questo non va bene, ne per me ne per le persone che mi stanno vicine.
Spicco un balzo mettendo un po’ troppa forza nel piede destro e spezzando in due un ramo robusto, ascolto disinteressata il rumore del legno che si spezza in due e le schegge che volano lontane. Decisamente, anche se nel mio cervello c’è molto più spazio di quando ero umana, ancora trovo difficile ritrovarmi in queste assurde distrazioni. Ma la realtà è una sola e io non posso negarla, non a me stessa.
Alzo il viso, tendendo le orecchie per cercare qualche animale, e le narici dilatate per cercare di capire di cosa si tratta. Poco avanti a me, sento il chiaro odore di selvaggio che caratterizza i puma. Sono due. Oggi deve essere il mio giorno fortunato.
I due animali sono all’erta, gli occhi dorati fissi sulle fronde dove sono nascosta. Non mi importa la loro forza è nulla pari alla mia. Aspetto qualche secondo, poi mi getto su di loro, iniziando una lotta che non dura più di tre minuti.
Quando finalmente sono sazia, alzo il viso dalla carcassa dell’animale, passandomi la lingua sulle labbra. Ormai sono esperta nella caccia, e non mi disastro più come una volta. Ghigno al ricordo.
“Sei un animale, Bella…”
Alzo il capo, voltandomi verso la voce. La riconoscerei fra mille, è come lo scampanellare argentino e acuto di mille campanellini d’argento.
Vedo la figura minuta e flessuosa di mia sorella scivolare agilmente al mio fianco, e arricciare il naso alla vista di quello che ho combinato.
Sospiro, roteando gli occhi di sicuro tornati oro, incrociando le braccia al petto.
“Se per questo, Alice, avrei parecchi anneddoti…”
“Nel senso, potevi lasciarmi almeno un puma, no?!”
La guardo e rido. E’ sempre così questo piccolo folletto. Ricambia col suo solito sorriso accattivante, che anche nel buio acceca. Poi di colpo la sua espressione si fa seria. So dove vuole arrivare, e non mi piace.
“Bella…”
“No, Alice, non farmi le tue solite ramanzine, ti prego”
Mi fissa con i suoi occhioni ambrati, apprensiva, torcendosi le mani in maniera compulsiva.
“Sai che non riesco a vederti, se sei nel raggio d’azione dei cani…e dio solo sa cosa ti può succedere nei miei momenti di cecità!So che Edward non me lo perdonere…”
Si blocca guardandomi con ansia, come se si aspettasse una mia esplosione. Chiudo gli occhi convincendomi a respirare, aspettando un dolore che però non arriva. Strano
“..oh Bella..mi dispiace così tanto..”
Cerco di sorridere, e ci riesco, come non lo so ma non risulta per niente fasullo agli occhi della piccola Cullen
“No, Alice..non preoccuparti…dovremo tornare a casa, ora, no?”
Ricambia il sorriso, più rincuorata, e annuisce. Mentre la seguo piroettare da un ramo all’altro, mi chiedo soltanto se un'altra ramanzina da parte di Carlise sia più dolorosa del suo solito, accondiscendente, silenzio.

Appena entriamo nel salotto, Alice mi da una spintarella rassicurante, correndo, o per meglio dire, danzando verso il suo Jasper, che se ne sta acquattato come al suo solito sui primi gradini delle scale.
Quando le si avvicina lui alza sorpreso lo sguardo, e inevitabilmente incrocia il mio. Lo fisso apprensiva, e ad un tratto tutta la tensione scivola via dal mio corpo. Se potessi lo farei a pezzi, non sa quant’è snervante cader vittima dei suoi cambiamenti d’umore. Intuisce i miei pensieri e mi fa un piccolo sorriso divertito. Si si, anch’io ti voglio bene…
“Sei tornata…”
Non c’è bisogno di voltarmi per capire che Carlise è seduto nella sua poltrona a leggere uno dei suoi tanti libri. Scrollo le spalle, osservandolo. Per quanto sia possibile, sembra più vecchio e stanco che mai, anche se il suo corpo è ancora quello di poco più che un trentenne altamente affascinante. Ma ad una più accurata occhiata, si nota perfettamente che la sua pelle pallida ha sfumature grigie e che l’oro dei suoi capelli ha perso lucentezza. Può un vampiro invecchiare per il dolore?
“Si Carlise…sono stata a caccia…”
Beh non è proprio una bugia, ma non posso dirgli la verità, anche se lui la conosce meglio di me. E grazie tante ad Alice. Mi fa sempre male vedere l’ombra di dolore nei suoi occhi calmi, e ancor di più constatare che fa finta di niente, sorridendomi come sempre. Preferirei mille volte che mi urlasse contro tutta la sua frustrazione. Io lo farei…
“Dove sono Rose e Emmet?”
Chiedo per cambiare discorso
“Oh…a caccia suppongo, cara, non li hai visti in giro?”
Mi sorride Esme, facendo capolino dalla cucina. Ormai la considero una madre a tutti gli effetti. Non sa il bene che le voglio. Scrollo il capo, sedendomi davanti alla tv come fa di solito Emmet tutto il santo giorno. Il mio simpatico fratello orso è un teledipendente, ormai c’ho fatto il callo.
“Umm..no. Credo si siano allontanati dal confine, perché non ho sentito le loro tracce…”
“Ah…va bene, cara…”
Fa Esme, sorridendomi dolcemente, e tornando dentro a pulire l’argenteria. Non l’ammetterà mai, ma è preoccupata per tutti quelli che considera, ormai, suoi figli. Anche se lo fa vedere certamente più del dottore.
Chiudo gli occhi, sospirando sommessamente. Che situazione…vorrei che tutto tornasse in dietro, e che nulla di quello che è successo si ripetesse. Sento qualcosa muoversi leggiadra accanto a me, non apro nemmeno gli occhi, perché so già di chi si tratta
“Che c’è, Alice?”
Lei sorride, so che lo sta facendo, anche se non capisco come, e mi prende una mano con la sua piccola e delicata, sembra euforica.
“Andiamo a Portangeles!”



Ed eccomi tornata,un po’ in ritardo. Che ne pensate?Carlise mi fa una pena, poretto…Va beh alla prossimaaa!

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Capitolo 3
*** Lacrime d'Aria ***


Mi scuso per il terribile ritardo ma il capitolo non ne voleva sapere di venire fuori xD Ma ora le idee sono tornate e aggiornerò regolarmente (entro i limiti del possibile xD) giuri giuretta!Baci a tutti ^.-



Lei sorride, so che lo sta facendo, anche se non capisco come, e mi prende una mano con la sua piccola e delicata, sembra euforica.
“Andiamo a Portangeles!”
Alzo di scatto gli occhi, facendola sobbalzare. Cosa…cos’ha detto?Vi prego…vi prego non può essere vero. Mi sforzo di fare un sorriso poco convinto
“Emm…puoi ripetere?”
Lei allarga il sorriso, sorniona. Una vampira che non sente è come un cane che non scava buche. Ok forse non è il paragone migliore, ma il mio supercervello sta perdendo colpi, quindi è l’unica cosa che riesco a elaborare.
“Certo, ho detto che oggi, io e te, andremo a Portangeles!”
Ma dove lo trova tutto questo entusiasmo?Sono anni che sa che io e lo shopping sfrenato non andiamo d’accordo. Poi ho un colpo di genio. La sua Porche Giallo Canarino è da un po’ che non si sente rombare in giro…non mi dire che vuole utilizzare questa scusa per guidarla un po’!Sarò anche una vampira, ma l’alta velocità che non sia dovuta alle mie gambe proprio non la reggo. Osservo di sottecchi il suo sorriso tramutarsi in un espressione da cucciolo smarrito, e i suoi occhioni ambrati farsi languidi. Che tu sia mille volte dannata, Alice Cullen!
“Ma…ma…”
“Ok!Prendi la borsa è andiamo!”
Questo è un affronto bello e buono, sono indignata
“Non ti ho detto di si…”
“Ma lo farai tra, tre..due…”
“Ahh ok ok!”
Tanto vince sempre lei. Con le sue maledette predizioni sa come rigirarmi come e quando vuole. Sbuffo, mentre si fionda a sbaciucchiare il suo Jasper, e poi torna, trascinandomi per un braccio fino al garage. Mi sono sempre chiesta dove nasconde tutta questa forza nel suo corpo da folletto. Bah.
Come previsto (credo che tra un po’ potrò benissimo dichiararmi “veggente” pure io) si catapulta nella sua adorata macchina, aspettando che faccia lo stesso con un sorriso che le arriva alle orecchie.
Odiosa, semplicemente odiosa.
“Almeno possiamo andare a velocità normale?”
Lei mi guarda sogghignando, sul viso un espressione di finto stupore
“ E quale sarebbe la velocità normale Bella?”
La guardo roteando gli occhi. L’ho già detto? Si, beh fa lo stesso: Odio Alice Cullen!
Entro nella parte del passeggero, sprofondando nel sedile di pelle bianco, senza pensare minimamente di allacciare la cintura. Non è ho bisogno, anche se il primo impulso sarebbe quello visto e considerato che mia sorella è convinta di partecipare a una gara di formula uno ogni volta che mette piede (ooops, auto) in strada.
In nemmeno cinque minuti siamo già in strada, sotto il cielo nuvoloso di Forks (se c’è un Dio, benedica il tempo schifoso che c’è ogni singolo giorno qui). Alice canticchia allegra sotto le note di una canzone di Madonna, con il suo solito tono deliziosamente scampanellante che ora mi da alla testa. Credo di impazzire. Un vampiro può avere mal di testa?
“ Alice ti prego eviteresti… ?”
Lei si volta, guardandomi con il suo solito sorriso che si è fatto accondiscendente, senza guardare la strada, e evitando per miracolo di schiantarsi contro un Tir davanti all’auto, il cui conducente ora ci strombazza dietro riempiendoci di epiteti non poco carini. “Figlie di una vecchia gallina pazza?! Questa non l’avevo mai sentita “
Ridacchia tranquillamente lei, come se non avessimo rischiato di distruggere un mezzo pesante e il suo strambo conducente.
La guardo truce, affondando le unghie nel sedile di pelle per il nervosismo e provocandole un lamento da animale ferito.
“Oh taci. “
Ribatto infastidita, voltando il viso e guardando la strada che sfreccia veloce dal finestrino, riuscendo però a distinguere ogni pietra, ogni singolo filo d’erba che dondola sulla carreggiata.
Se fossi ancora umana direi che sono lì lì per rimettere l’anima.
Rimango silente, appoggiando il viso contro il vetro e non sentendo minimamente il cambio di temperatura, oh che bello. Sospiro impercettibilmente, ma all’orecchio supersensibile della mia pazza sorellina questo non sfugge. Mi guarda con la coda nell’occhio, sta volta senza staccare lo sguardo dalla strada per evitare un altro quasi incidente.
“ Bella… “
“ Alice secondo te Carlisle mi odia?”
Butto lì, parlando contro il vetro con un tono che rasenta quasi il patetico. Sembro una bambina piagnucolona che si dispera perché ha combinato un pasticcio e il padre l’ha rimproverata. Peccato che mio padre (quello che ho imparato a considerare come un padre) davanti ai miei guai resti muto, e si tenga tutto dentro, soffrendo in silenzio dei miei sbagli.
La vampira al mio fianco mi guarda con dolcezza, andando più piano probabilmente per farmi un favore.
“Oh tesoro, Carlisle non ti odia affatto! “
“Allora perché, perché usa sempre quel tono accondiscendente con me? Perché non mi urla contro che sono solo una povera idiota, e che è tutta colpa mia?! “
“Bel-“
“No Alice! Sono stufa della solita solfa: Bella è brava, Bella è buona, Bella non c’èntra niente è solo la vittima della storia! Beh sentimi bene, io non sono la vittima, non lo sono per nulla! “
Prendo un respiro profondo, anche se questo non mi serve a nulla, cercandomi però di calmare con l’odore di pelle dell’auto.
“ Sono stufa capisci? Stufa di vederlo lì, seduto, a distruggersi nel dolore giorno dopo giorno! Sta invecchiando Alice! Malgrado non vogliate ammetterlo è così! Non è più il dottore gentile e premuroso che ho conosciuto ed è… è tutta colpa mia… “
Balbetto, scoppiando in singhiozzi silenziosi che non possono venir accompagnati da lacrime. Porto le mani al viso nascondendo gli occhi liquidi che non vedranno mai più nient’altro che un pianto evanescente come la mia pelle. Alice rimane in silenzio, continuando a guidare. Sa che non c’è nulla da fare.
“Io… “
Tenta, parlando piano. Io scrollo il capo, bloccandola, portando una mano alla maniglia della portiera.
“N-no… Mi dispiace Alice, andremo a Port Angeles un'altra volta… “
Sussurro, spalancando la portiera e balzando fuori, dandole un leggero calcio per richiuderla, capitolando a terra senza farmi niente. Vedo l’auto fermarsi solo dopo qualche metro, ma inizio a correre verso la foresta, veloce sempre più veloce. Sento Alice che tenta di richiamarmi in dietro, ferma sul ciglio della strada, ma non mi volto.
Non posso continuare così, non posso né voglio.

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