Quando il passato ritorna

di la luna nera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La cena di classe ***
Capitolo 2: *** Rivederti dopo tanto tempo... ***
Capitolo 3: *** Non posso innamorarmi di nuovo di te ***
Capitolo 4: *** Sotto i ferri ***
Capitolo 5: *** Nel buio. E tu sei lontano ***
Capitolo 6: *** Stasera esco con lui ***
Capitolo 7: *** I primi dubbi ***
Capitolo 8: *** Donna senza cuore ***
Capitolo 9: *** Parole sfuggite ***
Capitolo 10: *** Quindici anni in un istante ***
Capitolo 11: *** L'ultimo abbraccio ***
Capitolo 12: *** Anno nuovo, vita nuova. Forse ***
Capitolo 13: *** Possibile che....? ***
Capitolo 14: *** Quanto mi sei mancato amore mio! ***
Capitolo 15: *** Primi pettegolezzi ***
Capitolo 16: *** Pomeriggio allo zoo ***
Capitolo 17: *** Come una vera famiglia ***
Capitolo 18: *** La mamma è sempre la mamma. O quasi! ***
Capitolo 19: *** Rinasce la speranza ***
Capitolo 20: *** Sporco ricatto ***
Capitolo 21: *** Quanto può essere falsa? ***
Capitolo 22: *** L'inizio di una nuova vita ***



Capitolo 1
*** La cena di classe ***


 
Raga, scusate devo andare.” Cosimo si alzò dal  tavolo e prima che riuscisse a raggiungere l’uscita del ristorante, Monica gli sbarrò la strada.
“Non so dove hai la testa, ti avevo detto di rientrare per le dieci!”
Guardò l’orologio: segnava le dieci e un quarto. “Non mi ero reso conto dell’ora, scusa.”
“Un corno!” Gli mise in braccio la bambina. “Occupatene tu, io ho altro da fare e lo sapevi bene. La prossima volta considera bene se accettare o meno inviti a cena da certi stupidi come quelli lì!”
La giovane donna girò sui tacchi e lasciò il locale affollato di gente. Cosimo restò impalato con la piccola Ludovica in braccio che lo guardava con i suoi dolci occhi innocenti. Si voltò verso di noi che non avevamo battuto ciglio e non avevamo fatto alcun commento. Tornò al suo posto mettendo la bimba sulle ginocchia, la quale afferrò un pezzo di pane e iniziò a mangiucchiarlo. Ero seduta di fronte a lui e non potei fare a meno di leggere un mix di rabbia, nervosismo, rassegnazione e tristezza nelle sue iridi che tentava di nascondere, sentiva che le lacrime stavano lì per uscire. E lui voleva trattenerle dentro, specie se teneva la figlia fra le braccia.
“Scusate.” Gli uscì un filo di voce.
“Va tutto bene?” Mattia, seduto accanto a lui, provò a dirgli due parole.
“Si. Si, va tutto bene.” Alzò gli occhi tentando di ingoiare il nodo. “Non mi ero reso conto dell’ora, sarei dovuto tornare a casa già da almeno mezz’ora.”
“Perché? E’ ancora presto e poi sono anni che non facevamo una rimpatriata del genere con tutta la classe.”
“Si, lo so… E infatti l’idea di rivedervi mi è piaciuta subito, ma….”
“Ma?”
“Monica aveva una serata organizzata con certi uomini d’affari al Palacongressi giù in città alla quale non poteva rinunciare per mandarmi a cena con i miei vecchi compagni di classe. Qualcuno doveva occuparsi di Ludovica e non avendo trovato nessuna baby sitter disponibile avevamo raggiunto un piccolo accordo: dovevo rientrare per le dieci per permetterle di uscire, ma mi sono fatto prendere dall’euforia e ho dimenticato l’ora.”
“Senti compare, “Mattia gli poggiò la mano sulla spalla strattonandolo amichevolmente “non ti preoccupare, la tua piccolina è la benvenuta al nostro tavolo, così come suo padre. A farle da baby sitter ci pensiamo noi!”
“Naturalmente!” Intervenne Ambra. “Eravamo una classe inossidabile alla scuola media e lo siamo ancora. Se qualcuno ha bisogno di aiuto, basta chiedere.” Il suo cellulare squillò, la ragazza rispose. “Mhm, anche io fra poco avrò bisogno di aiuto…..”Si alzò da tavola. “Devo salutarvi, mia madre sta per esplodere. Le ho lasciato i bambini, sono due pesti e da sola non riesce a gestirli troppo bene.”
Anche Ambra non se la passava certo bene: ha avuto due figli e il suo compagno si è dileguato poco dopo la nascita del secondo. Ci salutò e lasciò a malincuore il locale.
Partecipare a questa cena di classe è stato bellissimo e quando ho saputo che la stavano organizzando mi sono lasciata trasportare dall’entusiasmo e dai ricordi. Uno di quelli, forse il più profondo e nascosto, riguarda appunto Cosimo, anche se non pensavo di rivederlo in quell’occasione dato che è quasi sempre in giro per il mondo con la sua donna. Mi ero presa una cotta stratosferica per lui che come da copione aveva occhi solo per la cretina dell’altra classe. Ricordo ancora il pugno nello stomaco che avvertii quando seppi che stavano assieme. E di come l’avrei presa a calci nel culo quando lo mollò per passare di settimana in settimana dalle braccia di tutti i ragazzi della nostra comitiva! Lui stava male, diceva addirittura di voler morire e invece ero io quella che si sentiva morire dentro nel vederlo in quelle condizioni. Poi a distanza di anni e dopo essersi divertita abbastanza, tornò da lui e da buon coglione se la riprese, tanto ne era innamorato. Sono stati assieme per anni, fino a che lei lo ha piantato una volta per tutte ed è rimasta incinta di un altro. Gran bella carriera, non c’è che dire!
Lui non ha mai saputo che mi piaceva, non l’ho mai rivelato a nessuno. Perché? Beh, mi vergognavo come una ladra. Di cosa non so, ma era così. Forse del mio aspetto fisico a metà fra il cactus e l’essere umano? Forse della mia goffaggine e della mia timidezza?
Ad ogni modo tutto questo appartenva al passato e la mia cotta per lui non faceva eccezione. Eravamo cresciuti e vedevamo il mondo sotto una luce diversa, alcuni di noi erano sposati o convivevano stabilmente da tempo, c’erano figli piccoli di cui essere orgogliosi e storie d’amore troncate di netto per motivi più o meno assurdi (categoria nella quale rientra la sottoscritta). Quella bella serata fu utile per dimenticare l’amarezza insita in molti do noi per le condizioni precarie in ambito lavorativo, impieghi con contratto a termine, altri in nero con l’incubo di esser licenziati senza poter controbattere, lo stress di cercare un posto e sentirsi sempre dire “no” con tanto di porta sbattuta in faccia e così via. Quella sera tentammo di tornare indietro nel tempo ripercorrendo i vari momenti vissuti assieme fra il compito di matematica e gli strafalcioni in analisi grammaticale e dimenticare tutto il resto. Anche Cosimo si sforzava di ridere, ma notavo che non era spontaneo. La sua bambina, che ad occhio poteva avere tre-quattro anni, si stava divertendo tantissimo, rideva e giocava con noi nascondendosi ogni tanto fra le braccia del padre. La trovavamo tutti semplicemente stupenda!  
Nonostante la sua vitalità, crollò addormentata poco prima delle undici e Cosimo fu costretto suo malgrado a salutarci. Anche altri dovettero andare e dunque quella stupenda serata terminò con la promessa di ritrovarci quanto prima di nuovo tutti insieme attorno ad un tavolo, anche solo per un panino, per dimenticare i nostri problemi e le nostre paure per il futuro.
 
“Povero Cosimo, non lo invidio!” Esordì Giovanna mentre camminavamo per tornare a casa.
“Perché? Ha una figlia che sembra un angelo!”
“Non è per la piccolina, è per quella che ha accanto, quella Monica.”
“La conosci?”
“Personalmente no, ma le chiacchiere di paese la descrivono come la perfetta donna in carriera sempre in giro per il mondo. Credo si occupi di villaggi turistici sparsi ovunque ed è per questo che lui non si vedeva più da queste parti.”
“Erano sempre in giro per il mondo… Si, avevo sentito dire qualcosa.”
“Non so come abbiano fatto quando è nata la bambina! Dev’essere stato uno shock per lei sapere di essere incinta!”
“Beh, i metodi per evitare le gravidanze esistono…”
“Può darsi che volesse diventare mamma ad ogni costo. Lui è sempre stato così, quando si innamora lo puoi comandare a bacchetta.”
Lo sapevo eccome! Ricordavo per filo e per segno che si comportava come un docile cagnolino quando stava con la cretina! “Già, ma stasera ho avuto l’impressione che non sia andata così.” Anche lei la pensava come me. Eravamo amiche inseparabili ai tempi della scuola media ed esattamente come me si era presa una cotta stratosferica per Cosimo. L’unica differenza stava nel fatto che lui lo sapeva e che non perdeva occasione di mostrarsi carino nei suoi confronti. Ed io marcivo di gelosia…..
Giunsi sotto casa, salutai la mia amica e salii su. Aprii la porta di casa e trovai mio padre sul divano incollato alla televisione in soggiorno per la serata della finale di pugilato; mia madre stava in cucina davanti all’altra TV sciogliendosi in lacrime per l’ultimo colpo di scena della sua soap opera preferita. A quasi trent’anni ecco la mia vita: di nuovo con mamma e papà dopo una convivenza durata poco meno di tre anni che si era conclusa con un lapidario “è finita, non sei quella che credevo, adesso mi vedo con un’altra”. Punto e tanti saluti.
 
La mia vita però avrebbe preso una strada diversa proprio a partire da questa serata, una strada che si sarebbe incrociata con il passato, con quello che tenevo celato nel mio cuore e che avevo cancellato da anni.
 
O almeno era ciò che credevo.
 
 


 
Ciao a tutti!
 
Non so se ho incuriosito qualche potenziale lettore con questo primo capitolo-introduzione. A primo avviso potrebbe sembrare la classica storia d’amore con il ragazzo dietro il quale la protagonista moriva sui banchi di scuola rincontrato alla cena con i vecchi compagni che esplode in un amore travolgente… Già, ma qua c’è una bambina in mezzo e naturalmente pure la compagna-super-donna-in-carriera piena di soldi.
Credete sia sufficiente per una storia incasinata?
Sono super graditi i commenti! Coraggio!
Vi aspetto
 
La Luna Nera

 

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Capitolo 2
*** Rivederti dopo tanto tempo... ***


 
 
“Ale, vai tu a spedire la posta per favore? Ho ancora un fortissimo raffreddore, vorrei evitare di prendere freddo…”
“Non preoccuparti, ci penso io. Controlli tu la cottura dei vasetti?”
“Certo.”
“Li ho messi in forno cinque minuti fa ed ho attivato il timer, fai attenzione che non si spacchino altrimenti Marta mi ammazza.”
Prendo la borsa ed esco dal laboratorio di ceramiche in cui lavoro da poco meno di un anno. Ho avuto una botta di fortuna incredibile, ho sempre adorato disegnare e dipingere, quando scorsi il cartello con su scritto “cercasi”, mi proposi per quel posto forte anche del mio diploma alla scuola d’arte. Era rimasto chiuso in un cassetto a prendere la muffa e mi ero affannata nell’accettare i lavori più disparati, da operatrice di call center ad addetta alla vendemmia.
Finalmente, come si suol dire, è arrivata una botta di culo anche per me.
 ; )
L’aria è frizzante oggi e ciò mi mette di buon umore. Quando sono in questo stato riesco a riempire  quaderni di disegni e bozzetti da utilizzare nei giorni in cui il mio cervello non vuol funzionare.
Esco dall’ufficio postale dopo aver fatto il mio dovere, inclusa l’auscultazione gratuita delle chiacchiere delle signore in attesa di ricevere la pensione, e mi sento chiamare. Mi volto…
“Cosimo! Ciao! Come mai in giro?” Cazzo, quant’è figo ancora!
“Ho accompagnato Ludovica all’asilo, stamani non aveva voglia di andarci.”
Sorrido ripensando alla sua bambina. “L’abbiamo fatto tutti.”
“Già, lei deve ancora abituarsi alla nuova realtà.”
“Allora devo pensare che torni a vivere qui in modo stabile.”
“Detto fra noi lo spero. Ma non so mai cosa abbia in mente Monica, la mia compagna… E’ possibile che nel giro di un paio di ore decida di partire.” Resta un po’ in silenzio, ho l’impressione che non sia particolarmente entusiasta della prospettiva di fare le valigie. “Tu?”
“Io?”
“L’altra sera a cena non abbiamo avuto occasione di parlare molto. Che mi racconti?”
“Poche cose interessanti…. Lavoro in un laboratorio di ceramiche e vivo sempre con i miei.”
“Ceramiche? Bello davvero! Sei sempre stata un’artista, ricordo che a scuola presentavi sempre dei disegni eccezionali.” Mi guarda sfoderando uno dei suoi soliti e indimenticabili sorrisi.
: D Allora qualcosa di me si ricorda!! “Oh, non esagerare adesso!” Sento caldo, meglio defilarsi, altrimenti rischio di fare una delle mie solite goffe figure. “Ehm... scusa ma.. devo tornare al lavoro. Ho messo nel forno dei pezzi affidandoli alla mia collega prima di uscire…”
Comprende che nutro poca fiducia. “Dov’è il tuo laboratorio?”
“In fondo alla strada poco dopo la cartoleria.”
“Potrei passare a farti visita con Ludovica? Sai, adora disegnare…”
“Ma certo! Passa pure quando vuoi! Ciao!”
Mi saluta con un gesto della mano e raggiungo a passo piuttosto svelto il laboratorio. Nonostante tutto il tempo che è passato, su di me esercita ancora un fascino irresistibile. *_*
Torno sul posto di lavoro, trovo la mia collega attaccata al telefono con la sua amica e la cosa mi preoccupa. Mi avvicino al forno con un brutto presentimento.
“Ma porca troia, Giulia!” Sbatto i piedi a terra dalla rabbia. “Perché non hai spento il forno?!”
“Eh? Dici a me?” Mi degna della minima considerazione chiudendo rapidamente la telefonata.
“Ti avevo chiesto di dare un’occhiata al forno! Potevi pure togliere i vasetti quando il tempo di cottura era terminato!”
“Oh, scusa…. Non ho sentito suonare il timer.”
Non le rispondo perché la insulterei oltre ogni limite consentito. Tutto il lavoro del giorno precedente è andato: di dieci vasetti se ne sono salvati solo due, gli altri sono da buttare. Senza perdere altro tempo mi rimetto al lavoro per realizzarne di nuovi e la prossima volta all’ufficio postale ci va lei pure con la febbre a quaranta. Inizio a dipingere e decorare i superstiti, sperando di rimediare al danno. Marta, la titolare dell’attività, non si scompone: domani la merce deve essere pronta per la spedizione e dunque sono cavoli miei, dovrò trattenermi ben oltre l’orario di chiusura.
Quella stronza della mia cara collega non si è degnata di dirmi neanche un misero “scusa”, si è solo limitata a salutarmi quando è uscita dal lavoro lasciandomi lì, ben consapevole che avrei fatto le ore piccole per colpa sua.
 
Passano i giorni, non ho più incontrato Cosimo e comincio a pensare che sia di nuovo in giro per il mondo trattenuto col guinzaglio da quella.
Sto ben concentrata sui nuovi bozzetti che dovrò sottoporre all’attenzione di Marta: dobbiamo realizzare delle ceramiche recanti decorazioni ispirate alle quattro stagioni per una mostra mercato che si terrà fra un paio di mesi. Ho riempito decine di fogli con disegni, nessuno dei quali però mi convince del tutto.
“Ma guarda che tesoro!” Giulia mi desta dal torpore con il suo grido di entusiasmo e quando fa così qualcosa l’ha colpita a fondo. “Come si chiama questa bimba meravigliosa?”
Dopo alcuni attimi di esitazione, una voce maschile pronuncia il nome. “Ludovica… Coraggio, glielo dici anche tu?”
:o  Ludovica?! Ho sentito bene? Ed quel timbro di voce mi è del tutto sconosciuto? Distolgo l’attenzione dai miei bozzetti e mi volto verso il negozio sbirciando: Cosimo è davvero lì con la sua bambina che indossa ancora il grembiulino rosa della scuola materna. Vedo che si nasconde dietro le gambe del padre mentre la mia collega la ricopre di complimenti che la fanno diventare rossa come una timida fragolina di bosco.
“Per caso lavora qui una ragazza di nome Alessia?”
“Si…. Aleee! Hai visite!” Mi chiama urlando come se mi trovassi a dieci kilometri.
Lascio perdere istantaneamente i pensieri che affollano la mia mente, tutti fatti di intrecci di foglie autunnali e fiocchi di neve, raggiungo il negozio mostrando sorpresa nel constatare chi fossero le persone che chiedono di me.
“Cosimo! Ciao, che bella sorpresa!” Bomba! E’ da mo’ che ti ho visto.
“Ciao, scusa se mi presento così all’improvviso. Ti disturbo?”
“Oh no, per niente.”
“Stamani Ludovica non voleva andare all’asilo, perciò le ho promesso che l’avrei portata in un posto dove poter disegnare come i grandi…. Vero piccolina?” Prende in braccio la bimba sorridente che mi guarda con i suoi occhioni dolcissimi (uguali a quelli del padre) mentre tenta sempre di nascondersi. “Spero non ti dispiaccia.”
“Assolutamente no!” E’ così in fondo. Nonostante il lavoro che devo ultimare nel giro di poco, l’idea di trascorrere del tempo con quella bambina (e magari con suo padre) è allettante. “Però devi lasciare papà, altrimenti come facciamo ad entrare nel laboratorio delle fate?”
Al suono di quelle parole Ludovica solleva la testa dalla spalla di Cosimo e mi guarda incuriosita. Decido di fare un passo in più e le porgo la mano. “Vuoi venire con me?”
Continua ad osservarmi mostrando un timido sorriso. “Però deve venire anche papà.”
“Affare fatto!”
Scende dalle braccia paterne, prende per mano sia me che lui ed entriamo insieme nel mio laboratorio che in questa occasione appartiene alle fate.
Con la coda dell’occhio vedo Giulia che mi guardo con una punta di malizia.
Mi metto seduta al mio tavolo in cui sono sparse ovunque le pagine su cui da giorni consumo la vista e le matite. Cosimo prende posto accanto a me tenendo in braccio la figlia.
“Posso fare un disegno sui bicchieri?”
“Certo, ma prima devi farmi vedere quanto sei brava.” Le porgo carta e matita. “Sai, dobbiamo prima fare il disegno qui e poi lo passiamo sul bicchiere.”
“Perché non posso farlo subito lì?”
“Perché se sbagli non puoi cancellare.”
Resta un attimo in silenzio come se stesse riflettendo, poi senza aprire bocca inizia a tracciare dei segni sul foglio. E’ concentratissima e sbirciando ciò che sta realizzando percepisco subito che nonostante la tenera età, è capace di dare forme piuttosto reali a ciò che disegna. “Questo è papà ” Indica l’omino stilizzato “poi c’è il sole, le nuvole e la barca sul mare.” Effettivamente i soggetti sono intuibili. Ma fra tutti quei segni noto che la mamma non compare.
“Bravissima! Papà mi aveva detto che sapevi disegnare bene, ma non immaginavo così!”
Mi regala un sorriso talmente luminoso da spazzar via tutte le nubi che affollano la mia mente.
“Ora mi dai i colori?”
“Certo.” Le metto davanti una scatola colma di matite che la riempie di entusiasmo. I bambini sono così, se riesci a catturare la loro attenzione con qualcosa che li coinvolge, li incoraggi facendoli sentire importanti, si aprono come fiori al sole e ti inondano di quella gioia ingenua e spontanea che non ha eguali. Osservo con interesse Ludovica, ma il mio sguardo cade rovinosamente su Cosimo: seguo con gli occhi il profilo del suo volto, la sua fronte emerge da ciuffetti ribelli, il biondo dei suoi capelli mi pare quasi invariato da come lo ricordavo, c’è solo qualche piccolo filo bianco in particolare sulle tempie. I suoi occhi, marroni e profondi come voragini, sono incollati sulla figlia e sprizzano un amore incondizionato appartenente solo al binomio genitore-figlio. Le sue labbra sono leggermente piegate in un compiacente sorriso, labbra morbide e calde… Almeno è ciò che la mia mente inizia ad immaginare. Percepisco l’odore della sua pelle, non è riconducibile ad un profumo o deodorante, forse si tratta di dopobarba, deve essersi raso poco prima di recarsi a prendere Ludovica all’asilo. Mi piacerebbe accarezzare la sua pelle, sentirne la morbidezza e magari assaggiarne il sapore con un bacio…. La mia mente è stata invasa dai ricordi al pari di un fiume in piena, come quando eravamo sui banchi di scuola quando mi perdevo in simili contemplazioni, finendo sempre con essere colta in flagrante e fare le mie solite figuracce. Il Cosimo che ho davanti non è più il ragazzino quasi adolescente che mi ha fatto battere il cuore, è un uomo adulto maledettamente affascinante, con quell’aria da mascalzoncello tenuta forse a freno ma scovabile dietro certi sguardi furbetti. E’ cresciuto e maturo, la cosa che mi dà una nota di malinconia è il pensiero che sia anche padre di una bambina avuta forse per caso da una super manager in carriera. Avevo saputo che per un certo periodo era uscito con Giovanna, la mia amica che aveva una cotta per lui e inevitabilmente mi chiedevo se mai, rivelandogli i miei sentimenti, anche io avessi avuto una piccola opportunità. Orami tutto appartiene al passato, per lui non provo più nulla…..
 
*o*
E allora perché lo sto fissando come un’idiota?!
 *o*
 
“Alessia, stai bene?”
Qualcuno mi sta chiamando?
“Alessia!!”
Mi pare di vedere una mano muoversi davanti ai miei occhi ed il lieve spostamento di aria mi fa riprendere in mano le mie funzioni vitali.
“Eh?.. che.. che c’è?”
“Sembravi ipnotizzata.”
Resto in silenzio ricollegando il tutto: mi sono incantata a fissarlo esattamente come facevo di nascosto a scuola. Mi perdevo in mille innocenti fantasie che con il passare degli anni e alla luce di certe esperienze non sono più tanto innocenti. : /
Scuoto la testa “Sto bene, non ti preoccupare. Mi è solo venuta in mente un cosa…” Sapessi cosa!
“Ah, capisco. Allora forse è meglio se ce ne andiamo così ti lasciamo lavorare in pace.”
“No no! Restate pure!” Mi alzo solo per allontanare mente e corpo dalla fonte dei miei pensieri che mi stanno causando un’insolita sudorazione e una sensazione strana all’altezza dello stomaco.
Cos’è?
Dentro di me lo so benissimo, sono passati anni dall’ultima volta che quegli insetti dalle ali variopinte non svolazzavano più dentro di me, ma ricordo molto bene quel loro formicolio. Fatico ad ammetterlo, ma l’improvviso ritorno di Cosimo nella mia vita mi ha destabilizzato più di quanto potessi immaginare.
“Ti piace?”
Mi volto e vedo Ludovica con il disegno colorato: me lo mostra orgogliosa del suo lavoro e fiduciosa del mio apprezzamento.
“E’ bellissimo!” Prendo il foglio continuando a tenerci gli occhi appiccicati.
Le mie parole la illuminano.
“Alessia ha ragione.” Cosimo si avvicina a me prendendola in braccio, “ma ora dobbiamo andare via. Lei deve lavorare e le abbiamo già fatto perdere un sacco di tempo.”
“No! No! No! Io voglio stare qui!”
“Dai, non fare i capricci. Dobbiamo andare a casa, vuoi che la mamma torni e non ti trovi?”
Sul visetto della bambina compare tristezza. “Io voglio stare qui a disegnare con lei. La mamma non vuole che disegno.”
Resto in silenzio. Intuisco che quella è sua madre solo perché l’ha partorita ed il mio animo viene invaso dalla malinconia e dalla rabbia. Perché mai un angioletto come lei deve avere una tale mamma? >: (
“Ascolta…” Mi faccio coraggio. “La prossima volta che torni qui coloriamo insieme un bel piatto, ok?”
La bimba mi sorride, mi regala un dolcissimo abbraccio e poi torna da suo padre finalmente felice.
La loro visita è stata un autentico raggio di sole: come per incanto riprendo a disegnare con grinta e convinzione, realizzando nel giro di poco delle bozze di cui posso andare davvero fiera.
 



 
Ciao a tutti!
Voglio subito ringraziare chi ha recensito e chi ha deciso di seguire la storia, nonché tutti voi che le avete dedicato un po’ del vostro tempo.
Alessia e Cosimo non si vedevano da anni e il loro riavvicinamento ha provocato in lei una scarica di emozioni che ben presto sfoceranno in quello che tutti voi immaginate. Lui per ora la considera solo un’amica.
Ma accadranno cose che….
 
Spero abbiate la pazienza di continuare la lettura e vi invito a lasciare qualche commentino, per me sarebbe un onore scambiare due parole con ognuno di voi.
Grazie e a presto!
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 3
*** Non posso innamorarmi di nuovo di te ***


 
Qualcuno mi insegue, ma chi? E soprattutto dove cavolo sono finita? Sembra un bosco il luogo in cui sto correndo senza una meta, ma non riesco a capire altro. Sento nell’aria qualcosa che mi incute ansia e paura, una terribile sensazione che mi dice solo di darmela a gambe senza voltarmi indietro. Il terreno declina verso il basso, ci sono dei rovi le cui spine hanno graffiato le mie braccia e le mie gambe. Stranamente non sento dolore, eppure fuoriesce del sangue e mi fa pure impressione. Come un miraggio scorgo uno specchio d’acqua fra i tronchi di alcuni alberi, penso subito di ripulirmi quelle piccole ferite e quindi mi dirigo verso il laghetto dimenticando per un attimo quello stato di ansia che mi soffocava fino a qualche istante fa. Mi chino fino a sfiorare la superficie, l’acqua è piacevolmente fresca. All’improvviso il mio riflesso viene sovrastato da un’inquietante figura nera che mi poggia una mano (o quello che può essere, non ho il coraggio di guardare) sulla spalla.
“Perché fuggi dal passato?”
La sua voce è roca e debole allo stesso tempo, come se volesse riemergere da un vortice che l’ha tenuta prigioniera e che ora ha allentato le corde che la trattenevano permettendogli di fuggire.
“Perché fuggi dal passato?”
Nel riflesso sull’acqua vedo due scintille in corrispondenza degli occhi, mi infondono coraggio e mi volto: l’oscuro personaggio si scopre la testa liberandosi del cappuccio che lo nasconde. *_* E’ Cosimo!
“Vieni con me.” La sua voce è calda e sensuale. “Seguimi.”
Decido di assecondarlo, ma all’improvviso mi ritrovo sola in mezzo alla nebbia. Provo a chiamarlo senza ottenere risposta, ho l’impressione di essere di nuovo sola con i fantasmi del mio passato a farmi compagnia. All’improvviso la nebbia se ne va, dietro di me si è materializzata una casetta di legno e da lì sento di nuovo la voce di Cosimo che mi invita a raggiungerlo. Mi affaccio all’interno del piccolo edificio e nella penombra lo intravedo: è disteso su di un letto, sembra che indossi sono una canottiera nera e dalla vita in giù è coperto da un lenzuolo chiaro. Con un lieve cenno della mano mi invita a raggiungerlo, le sue labbra sono piegate in un sorriso terribilmente sexy e il suo sguardo è incollato su di me. Mi distendo accanto a lui che mi cattura all’istante fra le sue braccia, mi stringe forte e mi accarezza con le sue mani calde. Mi fissa negli occhi sussurrandomi “Perché mi hai nascosto tutto? Perché ancora fuggi?”
Le mie labbra si muovono senza emettere alcun suono e in una frazione di secondo vengono bloccate dalle sue che le imprigiona in un bacio mozzafiato. Le sue mani iniziano ad intrufolarsi sotto i miei abiti, cercano la mia biancheria intima e percepisco nettamente la sua voglia di amore che si mischia con il devastante desiderio che ho di lui. Come per magia fa scomparire i miei abiti, lui si libera della canottiera permettendomi di catturare tutta la sua prestanza fisica fra me le mie braccia, iniziamo a finirci di baci sempre più bollenti, ci controlliamo sempre con minore lucidità. Poi lui cattura il mio viso fra le mani, mi fissa sussurrandomi a pochi millimetri dalla punta delle labbra “Dovevi dirmi tutto e non l’hai fatto… Quanto tempo abbiamo perso! Ora dobbiamo recuperare.” Mi bacia mozzandomi quasi il fiato e poi inizia a lasciare una scia di baci che parte dal mio collo e scende sempre più giù, più giù….   Mi esce un urlo, ho l’impressione di cadere all’indietro e, aprendo gli occhi, mi rendo conto che è tutto un sogno.
Ti pareva…!
Sono seduta sul mio letto nella mia camera che ho abbandonato solo con l’immaginazione, ho il respiro affannoso e i battiti del mio cuore sono tutt’altro che regolari. Guardo la sveglia, segnano quasi le quattro del mattino. Sbuffo e mi getto di nuovo all’indietro fissando il soffitto. Che sogno del cavolo!
 
 
: P   Alle 7:00 la mia sveglia suona come ogni mattina, non ho più dormito. Sono stata solo capace di girarmi e rigirarmi nel letto con quello strano sogno ad occupare la mia mente.
Cosa può significare?
Beh, in fondo lo so ma rifiuto di ammetterlo anche a me stessa.
Mi alzo tentando di riprendere le mie facoltà vitali con una veloce doccia e dopo aver bevuto un bel caffé, esco sotto il cielo di un piacevole mattino autunnale.
Cerco di concentrarmi al massimo sul lavoro per non pensare alle mille cose che con prepotenza bussano alla mia mente, mi son buttata a capofitto sui progetti da presentare ad un potenziale cliente che, se vanno a buon fine, significheranno moltissimo per il nostro piccolo laboratorio.
 
Ma nubi minacciose iniziano ad addensarsi all’orizzonte.
E la prima perturbazione è a pochi metri dall’ingresso.
“Sei tu Alessia?”
Alzo gli occhi dai miei disegni: sono quasi sicura che quella tipa-manager-donna-in-carriera-super-figa davanti a me sia Monica, la compagna di Cosimo. “Si, sono io, buongiorno. Cosa posso fare per lei?”
Mi scruta con un sorriso che non promette niente di buono. “Fai finta di non conoscermi?”
“Così a primo avviso sinceramente non riesco a ricollegarla a nessuna delle mie conoscenze.” Sto mentendo spudoratamente di proposito.
Sospira. “Ti credevo più sveglia.” Controlla il cellulare, pardon, l’I-Phone 6 ultimo grido, che ha emesso un segnale. “Senti, ho un appuntamento e non ho tempo per questi stupidi giochini. Io sono la compagna di Cosimo Borghesi e quindi la madre di Ludovica. So che sono venuti qui da te qualche giorno fa. Adesso mi segui?”
“Si…. Si. Sono stati qui.” >: P  Incrocio le braccia. “E dunque?”
“Tu metti in testa a mia figlia delle strane cose.”
“Come prego?”
“Disegnini idioti, fatine, farfalle e tutte quelle stupidaggini!” Comincia ad esasperarsi. Si avvicina a me con fare minaccioso. “Ho detto a chiare lettere a Cosimo di non tornare mai più qui con la bambina, tu non t’intromettere nella nostra vita familiare perché quello che le hai inculcato non rientra affatto nei nostri progetti. E’ chiaro?”
“Io avrei inculcato cose a tua figlia?!” Sbotto mandando al diavolo l’educazione. “Ma fammi il piacere! Cosimo è passato di qui per salutarmi dato che siamo vecchi amici, alla bambina piace disegnare e…”
“Sta’ zitta. Io sono sua madre ed io so cos’è giusto per lei. Preoccupati dei tuoi figli, anche se dubito tu ne abbia ora e in futuro.”
Gira sui tacchi ed esce dal negozio con il cellulare attaccato all’orecchio mentre fruga nella sua borsa super griffata cercando il pacchetto di sigarette.
Resto immobile al centro della stanza anche se una vocina dentro di me mi suggerisce di prenderla per il collo.
Vai! Picchiala! Falle del male fisico!
Quella non è una donna! E’ un serpente a sonagli!  
“Mamma mia!” Giulia mi raggiunge pochi secondi dopo. “Che diavolo era quella?”
Deglutisco. “Una cretina…” E l’ho trattata bene. >: §
“Beh, l’avevo intuito.”
“Scusa, non mi va di parlarne.”
Mi rigetto a capofitto sul lavoro nonostante l’insistenza della mia collega nel voler conoscere tutti i retroscena.
Mai una volta che si faccia i cazzi suoi!  
Ripensando al sorriso di Ludovica e a quanto ancora è figo suo padre, non riesco a capacitarmi di come possa stare in piedi quella famiglia… sempre che si possa definire tale . Perché una donna come quella può godere della presenza di due persone così meravigliose? Perché sento nascere dentro di me tutta questa rabbia? In fondo ho trascorso pochissimo tempo con Ludovica, ma forse in quei brevi minuti è nata una sintonia che può aver infastidito la mammina tutta presa dalla carriera?
E Cosimo? In questa situazione assurda che posizione potrebbe occupare? Chi sono io per pormi tutti questi problemi? Che diritto ho di pensare così a lui? Non è altri che il mio primo amore adolescenziale che ora appartiene al passato.
 
Al passato?
 
Ed ecco riaffacciarsi quello strano sogno: io che corro e all’improvviso dietro di me spunta una figura tetra che si rivela Cosimo e che mi sussurra una certa frase…. Senza contare il resto *_*
Mayday! Mayday!
Cavolo, no! Non può essere!
Quell’incubo-sogno o quello che vi pare non può che essere un frutto della mia mente contorta! Una semplice suggestione creata dal pensiero dei tempi della scuola!
E se invece…
“Alessia!”
Quella voce mi fa destare dal torpore. Mi volto. “Cosimo…” *_*
Mi raggiunge rapidamente. “Stai bene?”
“Si…. Perché me lo chiedi?”
“So che Monica è stata qui.”
Annuisco in silenzio. Il tono della sua voce mi sembra preoccupato.
“Non so che diavolo ti ha detto e non lo voglio sapere.” Mi alza la testa catturandomela fra le mani e fissandomi negli occhi esattamente come nel sogno di stanotte. “Promettimi di dimenticare tutto, ti prego….” Continua a guardarmi senza sosta… nel sogno poi mi bacia.
: o 
Già, ma adesso sono ben sveglia.
: P
E infatti non accade niente di tutto ciò. Sigh!
Mi sforzo di sorridergli. “Certo, non ti preoccupare. Tu piuttosto… promettimi di pensare a tua figlia.” Faccio una breve pausa e in quei momenti rischio di annegare nei suoi occhi. “Forse non dovrei dirtelo, ma ho come l’impressione che non abbia un bel rapporto con la madre.”
Si morde il labbro, comprendo che non vuole rispondermi.
“Giurami che resterai quella che sei.”
Mi fissa negli occhi in un modo che non gli ho mai visto fare nei miei confronti. Bello mio, già non dormo la notte pensando a te, se fai così sono fregata! Devo mio malgrado troncare seduta stante il nostro incontro.
“Scusa, devo concludere alcune cose rapidamente” Mi stacco da lui tornando al mio tavolo “magari ci sentiamo nei prossimi giorni…”
“Certo.” Scorgo un leggero tremito nella sua voce. “Scusa ancora per poco fa.”
Mi saluta ed esce dal laboratorio.
 
Non voglio più vederlo. E non per le pseudo minacce della sua donzella, ma perché sento rinascere di nuovo quel formicolio interno. Non promette niente di buono, solo guai. Non siamo più sui banchi di scuola, non posso più permettermi di lasciarmi andare alla cotta adolescenziale! Lui ha un’altra, è padre di una bambina! E maledetto il giorno in cui ho accettato l’invito alla cena coi vecchi compagni! Forse se non ci fossimo incontrati di nuovo tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Non devo innamorarmi di nuovo di lui! Ci sono già passata da ragazzina ed ho pianto a pomeriggi interi. Ho ricevuto solo pugnalate vedendolo amoreggiare con quella troia che lo prendeva solo per il culo, ho ingoiato bocconi amari in silenzio fino a che non ci siamo persi di vista e il tempo ha spento ogni cosa. E ora non posso accettare di ricadere di nuovo in quella trappola senza via d’uscita. Lui ha un’altra donna che lo ha reso padre: questa è la realtà. Per me non avrà mai occhi.
Ora come allora.
 
E perché sto piangendo?
E che accidenti è ‘sto dolore che sento alla pancia?
 
 



 
Ciao! : )
Inizio con very special thanks ad eppy! ; )
Allora… Monica inizia a farsi conoscere, tenterò di farvela odiare per cui preparatevi a furibonde discussioni in futuro. Alessia ha una fottutissima paura dell’amore, le ha portato solo delusioni in passato ed ora, pur non volendo, sta cedendo di nuovo sotto i colpi delle frecce di Cupido.
E Cosimo per ora tace. Anche se….
Grazie a tutti voi che leggete anche solo per caso.
Una commentino? *_* Please?
 
A presto!
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 4
*** Sotto i ferri ***


 
Sento le sirene e intravedo i lampeggianti blu. Qualcuno preme sulla mia pancia e mi provoca un fortissimo dolore. Forse sto di nuovo sognando? E allora perché sto così male? Quelle fitte al basso ventre sono troppo reali per essere frutto del mio subconscio… Mi sento sollevare e rapidamente mi rendo conto di trovarmi su letto d’ospedale.
: O 
Ospedale?!
Ho una flebo al braccio destro, poco dopo il dolore inizia ad essere meno intenso, così crollo addormentata.
 
 
Riapro gli occhi, dalla finestra entra una debole luce. Sembra l’alba o poco più e guardandomi attorno inizio a realizzare di essere davvero in ospedale.
°_°  Allora non era un sogno, davvero sono ricoverata!
E quel tremendo dolore alla pancia non è dovuto né alle farfalle, né alla rabbia che covavo per le parole di Monica. C’è dell’altro e questo mi spaventa.
Entra un’infermiera che controlla la flebo.
“Mi scusi… Lei sa dirmi perché mi trovo qui?”
Quella mi guarda con aria sorpresa. “Che domande? Stai male!”
: P Grazie tante, l’avevo intuito. “Potrebbe illuminarmi un po’ di più?”
In quel momento entra un dottore. “Vedo che si è svegliata, come si sente?”
“Confusa.” Tento di mettermi seduta ma sono trattenuta da una forte fitta alla pancia.  X( Ahia!   “Almeno lei mi sa dire cosa mi è successo?”
“Ha avuto una forte colica e dagli accertamenti abbiamo individuato una ciste alle ovaie che dovremo rimuovere chirurgicamente quanto prima.”
°O° !
Ecco fatto! Pure sotto i ferri devo andare?!
“Non possiamo trattenerla oltre qui in pronto soccorso, quindi fra poche ore la trasferiamo in reparto.”
“Mi ricoverate?! Dottore, io non posso restare in ospedale! Devo consegnare delle cose urgenti alla mia responsabile e…”
Quello si avvia verso la porta. “Lei non esce fino a che non sarà nelle condizioni di poter tornare a casa. Chiami la sua responsabile e se fa storie ci parlo io.”
 
Nella tarda mattinata di quello stesso giorno vengo trasferita nel reparto di ginecologia, accanto alla maternità. Ogni tanto sento le urla delle future mamme e il mio pensiero non può che tornare a Ludovica.
Si, anche a suo padre.
Chissà come dev’essere stato emozionante vivere quel momento! *_* Vedere la propria figlia venire al mondo in quel contesto di dolore fisico e contemporaneamente gioioso, quando il miracolo della vita si compie di nuovo. Chissà quando anche io potrò vivere un’esperienza del genere!
Tento di restare più tranquilla possibile (e la cosa di per sé è piuttosto difficile), per mia madre sembra debba andare al patibolo, non mi incoraggia proprio! Sta seduta vicino al mio letto tenendomi stretta la mano, vedo nel suo volto la preoccupazione di una mamma per la sua bambina. Nonostante sia cresciuta, per lei sono sempre quel fagottino rosa  che ha messo al mondo con non poche complicazioni tanti anni fa.
 
Sono quasi le 21:00. Fortunatamente non ho nessun’altro in stanza, l’anziana signora che mi ha fatto “compagnia” è stata dimessa poco prima e ciò mi permette di fare i cavoli miei senza doverne sentire le lamentele perché ascolto musica o faccio un giochino col cellulare per ingannare il tempo.
Poggio l’apparecchio sul comodino e incollo gli occhi al soffitto.
Inutile negarlo: ho paura.
Non sono mai stata un leone e in più camici bianchi ed ospedali rientrano da sempre nella categoria “incubi”. Per non parlare della sala operatoria. Ho già effettuato tutte le visite dall’anestesista e onestamente mi sono bastate.
Guardo verso la finestra, c’è un leggero chiarore dovuto ai lampioni del parcheggio, poi un’altra luce illumina la stanza: è il mio cellulare. Quello che appare sul display è un numero che non conosco e nonostante ciò, rispondo.
“Pronto?”
“Alessia… Come stai?”
: o  Un sussulto. “Cosimo?”
“Si… mi sono fatto dare il tuo numero dalla tua collega. Nel pomeriggio ero passato a salutarti con Ludovica ed ho saputo tutto. Spero non ti dispiaccia,,”
“Ma ti pare.”
“Come stai?”
“Domattina vado sotto i ferri, ho una ciste che devono rimuovere prima possibile.”
“Cavolo… Mi spiace davvero tanto…”
A chi lo dici, bello mio! Sospiro. “Spero vada tutto bene. I medici dicono che in un paio di giorni dovrei tornare a casa.” Sento un nodo in gola, ho fifa per quell’intervento e neanche la voce di un amico come lui è in grado di tirarmi su.
“Ma certo che andrà tutto bene, vuoi mica scherzare?” Tenta di farmi forza, *_* quant’è dolce! “Appena torno, vengo a trovarti con Ludovica. Ha una gran voglia di disegnare di nuovo con te. Sai, ha riempito un quaderno di disegni che vuole mostrarti appena torniamo.”
Sorrido mentre sento i miei occhi diventare lucidi. Poi ripenso a quanto mi ha appena detto. “Non dirmi che sei di nuovo in partenza?”
“Si.” Silenzio. “Domani andiamo a Creta. Monica deve prendere parte ad un incontro per il bilancio della stagione turistica dei villaggi di cui si occupa.” Altro silenzio. “Ed ovviamente noi dobbiamo seguirla.”
Ti pareva…. “Beh… Buon viaggio allora e…. divertitevi.”
“Faremo il possibile.” Lo dice con una punta di rassegnazione. “Ti prego, stai su col morale e se hai bisogno di sfogarti o fare due chiacchiere, chiamami!”
“Ok.” Sto per mettermi a piangere. “Senti…. Ora ti devo lasciare, fra poco passeranno le infermiere e non gradiscono le telefonate.”
“Certo.” Ha un tale calore nella voce che già mi ha fatto uscire qualche lacrima. “Allora… in bocca al lupo.”
“Crepi e… buonanotte. Grazie per la chiacchierata.”
“Ciao…”
 
T_T
Libero tutte le lacrime che ho bloccato durante la telefonata. Quanto è dolce! Si è preoccupato tantissimo per me, cosa che sarebbe stata pura fantascienza ai tempi delle scuole! E’ passato con sua figlia a salutarmi nonostante quella vipera glielo abbia proibito e sicuramente lo ha fatto per quella meravigliosa bimba che con me aveva trovato una valida compagna di “scarabocchi”.
Già, forse è solo quello il motivo per cui mi ha cercata. Cos’altro posso aspettarmi? C’è un’altra donna accanto a lui che, nonostante sia un’arpia, lo ha reso padre di un angelo ed sono pronta a scommettere che quell’angelo sia tutta la sua vita.
E forse in parte lo è anche per me.
Da qualche parte ho letto che a volte ci nascondiamo dietro qualche pretesto per vedere una persona, ad esempio, perché non vogliamo ammettere che il desiderio ci divora. Vorrei poter pensare che lui usa la scusa della figlia che vuol disegnare per venire da me… Wow, sarebbe fantastico! Devo ammettere comunque che rispetto ai vecchi tempi sta nascendo un rapporto di amicizia impensabile fra di noi.
E la cosa non mi dispiace affatto. ; )
 
Quello che temo di provare per Cosimo in quelle ore precedenti l’intervento mi fa compagnia e con la mente ripercorro tutti i momenti del passato a partire da quella sera in cui facemmo visita alla cugina di mia madre che da poco aveva partorito. Abitava nello stesso suo condominio e come per incanto, mentre stavamo uscendo, lo incontrai, mi salutò e magicamente mi resi conto che era un figo da paura.
: o  
*_*
Da quella sera diventò mio malgrado il protagonista dei miei sogni, mi sentivo incendiare ogni volta che avevo a che fare con lui, fosse stato anche solo il gruppo di disegno nell’ora di educazione artistica o la stessa squadra di pallavolo in educazione fisica. Lui era bravissimo a praticare qualsiasi sport, giocava a calcio e diceva sempre di voler diventare un grande calciatore di serie A. Io facevo letteralmente schifo in ginnastica, non ho mai praticato sport in vita mia (sono pigraaa) tranne qualche passeggiata in bicicletta nella bella stagione. Fino a quella maledetta festa di fine anno Cosimo non aveva mai mostrato particolare simpatia nei confronti di nessuna ragazza (almeno per quanto ne sapevo) poi come d’incanto apparve Federica, quella stupidina dell’altra classe. Non so se il loro si poteva considerare un colpo di fulmine, fatto sta che nel giro di pochissime settimane stavano insieme. Lei era molto carina, si vestiva sempre nel modo giusto e, insomma, era la ragazza perfetta.
Peccato poi che, consapevole del suo fascino e dell’ascendenza che questo aveva sui maschietti, lo piantò in asso per darsi alla pazza gioia. Negli anni a seguire si erano di nuovo avvicinati, lui innamorato perso, dimenticò tutti i momenti bui che aveva passato per colpa sua, momenti che spezzavano il cuore anche a me nel vederlo in quello stato. La loro storia ha attraversato tanti anni e sembrava dover sfociare nel matrimonio, se non ché tutto svanì per motivi che ancora ignoro. Lei ha iniziato a frequentare un altro che l’ha messa rapidamente incinta e lui, stando alle chiacchiere di paese, è finito nelle grinfie della manager. Ed ora il destino ha fatto incrociare di nuovo le nostre strade.
 
 
E’ l’alba, non ho dormito un tubo. Sento già un gran via vai nelle corsie, ecco l’infermiera che mi porta quel camice in tessuto non tessuto che dovrò indossare in sala operatoria.
Sono quasi le 7:30, i miei sono accanto a me.
Ho paura.
Penso all’in bocca al lupo di Cosimo e mi esce una lacrima.
Il barelliere viene nella mia direzione, è ora di andare in sala.
Mamma e papà si tengono le mani e mi lanciano un bacio.
 
Poi la porta si chiude.
 
 


Ciao a tutti!
Ho aggiornato prima del solito per una serie di motivi e già vi dico che il prossimo capitolo dovrebbe arrivare giovedì.
Cosimo è in partenza e Alessia in ospedale, magari qualcuno sperava che i due interagissero già da ora, ma abbiate fede che quel momento arriverà presto. Si stanno riavvicinando dopo anni e queste vicende iniziali mi servono per creare la situazione ingarbugliata che…. Vedremo in seguito!
Spero abbiate ancora voglia di seguire la storia e, recensite!!!
 
Vi lascio un piccolo assaggio del prossimo capitolo:
 
Vedo l’appartamento di Cosimo, è tutto chiuso quindi deduco che ancora sono fuori. E se provassi a chiamarlo o inviargli un messaggino?
La tentazione è forte, lo ammetto. Prendo il cellulare, digito un Ciao! Tutto bene? Sono tornata un paio di giorni fa dall’ospedale…. E’ letteralmente un messaggio del cavolo, il mio cuore mi sta suggerendo un Quando torni? Mi manchi da morire e mi manca anche la tua meravigliosa bimba. Ti prego manda a cagare Monica e torna da me.
..........
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 5
*** Nel buio. E tu sei lontano ***


 
Come previsto dai medici, due giorni dopo l’intervento sono nelle condizioni di poter tornare a casa. Sento ancora dei dolori nei punti attraverso cui sono entrati in me con quelle sonde per intervenire, ma è un dolore sopportabile per quanto fastidioso. Papà sta scendendo con la mia valigia, io devo passare in sala visite per ritirare il foglio di dimissioni in cui ci sarà la terapia che dovrò seguire.
Il medico firma il foglio. “Ecco signorina, deve continuare con l’assunzione dell’antibiotico nei dosaggi qui riportati e l’aspettiamo fra due settimane per il controllo.”
Prendo quel pezzo di carta e leggo… “Ovaiectomia?!” Guardo di nuovo il dottore. “Mi avete tolto le ovaie? Sono sterile come una vecchia di ottant’anni?!”
“Ovaiectomia parziale.” Mi corregge.
Parziale? Che culo….
“La ciste purtroppo era di dimensioni notevoli e già può ritenersi fortunata visto che l’abbiamo tolta in tempo. L’ovaia su cui insisteva era irrecuperabile e non abbiamo potuto fare altrimenti. Lei, signorina, non è sterile perché l’altra ovaia è sanissima… “ Fece una breve pausa. “Certamente una sua possibile gravidanza futura può risultare estremamente difficoltosa e non per quanto riguarda la gestazione.”
“Cioè mi faccia capire… Ho pochissime possibilità di restare incinta?”
“Si.” Quelle due lettere mi uccisero. “Ad ogni modo non si scoraggi, oggi la scienza medica offre un sacco di opportunità e non mi sento di escluderle tassativamente la possibilità di avere figli. Tenga comunque presente che con un’ovaia sola l’inizio della sua menopausa avverrà con un certo anticipo rispetto alla situazione originaria. Ne parli con il suo fidanzato o compagno… non conosco la sua vita privata…  e comunque per almeno sei mesi cerchi di avere rapporti sessuali protetti. Le ripeto che le probabilità di una gravidanza sono bassissime, comunque sia ritengo più saggio evitarle totalmente fino a che il suo ciclo mestruale non si sarà regolarizzato.”
Non sento più la stimolo di dire una sola parola, piego quel foglio, mi alzo e senza salutarlo esco da quella stanza e, percorrendo i corridoi con passo da funerale, mi avvio verso l’uscita.
 
Durante il tragitto verso casa non ho né la voglia né lo stimolo di dire una sola parola, nonostante mia madre sia euforica di potermi riportare a casa. Mi sembra di sentirla parlare di pranzi coi parenti, cene, feste e cose del genere. Figuriamoci se ho voglia di festeggiare o di sorbirmi certe zie-gufi che si mostrano compassionevoli nei miei confronti e poi iniziano il loro personale elenco di disgrazie, malattie e cataclismi.
Ho solo voglia di stare sola, non voglio compassione né gente che mi pianga addosso. Ora mi sento come stordita, ho bisogno di tempo per rendermi conto di quello che mi è accaduto. Forse lo accetterò, forse no, forse avrò bisogno di aiuto o forse ce la farò da sola. Non lo so, ma non voglio nessuno fra i piedi almeno per ora. In questo momento mi serve solo solitudine e tranquillità. Ho una gran voglia di piangere, sento gli occhi gonfiarsi, soprattutto vedendo che lì, in piedi davanti a quella vetrina, c’è una mamma con la carrozzina. Non potrò mai spingere quella di mio figlio o di mia figlia, non sarò mai mamma…. Ho già trent’anni e non ho uno straccio d’uomo, andrò in stand-by prima del normale e per restare incinta ci vorrebbe un miracolo…
Ma cos’ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
Perché proprio a me che adoro i bambini e sogno da una vita di averne?
D’istinto penso a Ludovica, al suo dolcissimo sorriso e al binomio perfetto che forma con suo padre. Saranno ancora a Creta? Oppure da lì avranno spiccato il volo verso altri luoghi lontani? Se penso a quell’arpia che li trascina da un capo all’altro del mondo come pacchi postali provo una tale rabbia che sarei capace di distruggere qualunque cosa mi si pari davanti.
Siamo a casa, non ho fame e non ho voglia di stare con nessuno. Con la scusa di sonno e spossatezza, evito la cena a base di semolino e mela cotta per chiudermi in camera mia ed infilarmi sotto le coperte.
 
TRE GIORNI DOPO
 
“Alessia, ti prego! Sono tre giorni che non esci di lì!”
“Mamma per favore!! Ho bisogno di riposare, lo ha detto anche il dottore!”
“Apri questa porta almeno un minuto, c’è Marta che deve parlare con te.”
°_° ?
Marta?! La titolare del laboratorio?! E che diavolo vuole da me?
Ha già il certificato dell’ospedale più i referti con annessi e connessi. Forse vuole sbirciare nella cartella clinica? Non ho voglia di aprire neanche a lei, ma è pur sempre la mia datrice di lavoro, già si è mostrata seccata del fatto che non posso lavorare, se non la incontro quella è capace di licenziarmi. Mi alzo dunque dal letto e, barcollando, apro la porta.
“Allora? Come ti senti?”
“Mh… Così così.”
“E quando pensi di riprendere il lavoro?”
“Non lo so. La settimana prossima devo tornare al controllo in ospedale, poi ti farò sapere.”
Tira fuori dalla borsa un blocco. “Tieni. Visto che in laboratorio non puoi venire, almeno sfrutta il tempo che passi a casa per disegnare qualcosa. Pensavo di lanciare qualche oggetto da innamorati per San Valentino, quindi mentre stai a letto fatti venire qualche buona idea.” Mi mette i fogli in mano. “Cerca di rimetterti presto.” Mi saluta e se ne va.
Fanculo!
Resto senza parole. Ma quella ce l’ha il cuore o quando è nata era un optional che costava troppo? Sbuffo e sbatto tutti quei fogli sulla scrivania, figuriamoci se ho la voglia di scarabocchiare!
Mia madre si è impadronita della mia camera, ha già iniziato a spalancare la finestra e sbattere il mio scendiletto.
Fanculo anche a lei.
Credo sia meglio allontanarmi momentaneamente, tanto quando si mette in testa di far le pulizie ad ogni costo può arrivare pure il Presidente della Repubblica, non demorde.
Mi vesto e vado un po’ fuori.
E’ una piacevole giornata con il sole che tenta di riscaldare come può questo pomeriggio di metà novembre. Sto un po’ sulla panchina dei giardini pubblici tentando di liberare la mente dai mille pensieri che la attanagliano. Impresa pressoché impossibile: attorno a me vedo schiere di pupetti da zero a dieci anni in compagnia di mamme, nonni e baby sitter. Quel nodo allo stomaco si riaffaccia: non potrò mai portare la mia creatura ai giardinetti. Ho gli occhi gonfi, lo sento. Infilo gli occhiali da sole e riprendo la mia piccola passeggiata. Mi sento debole e depressa. Forse è meglio che torni a casa, i miei genitori potrebbero preoccuparsi se resto fuori più del dovuto. Fra l’altro non ho ancora detto loro quello che mi è stato tolto sotto i ferri assieme a quel cavolo di ciste.
Vedo l’appartamento di Cosimo, è tutto chiuso quindi deduco che ancora sono fuori. E se provassi a chiamarlo o inviargli un messaggino?
La tentazione è forte, lo ammetto. Prendo il cellulare, digito un Ciao! Tutto bene? Sono tornata un paio di giorni fa dall’ospedale…. E’ letteralmente un messaggio del cavolo, il mio cuore mi sta suggerendo un Quando torni? Mi manchi da morire e mi manca anche la tua meravigliosa bimba. Ti prego manda a cagare Monica e torna da me. Guardo in direzione del muscolo cardiaco “Ti sei bevuto il cervello forse?” Decido di cancellare tutto, credo sia meglio così. Se per assurdo la super manager dovesse leggere un tale messaggio, potrei metterlo in una situazione poco piacevole…
E se invece provassi con un Ciao! semplice semplice? Ma si, dai!
Digito quelle quattro lettere e lo invio. Riprendo la mia passeggiata e, come se il destino volesse spararmi addosso, incontro Ambra con i suoi due bambini. La maggiore, Ylenia, compirà tre anni fra due mesi, il piccolino, Guido, ha sette mesi. Ha una forza d’animo invidiabile nell’andare avanti da sola con il misero stipendio di estetista part-time. Il suo compagno è come scomparso, le chiacchiere lo dicono tornato in Indonesia, suo paese d’origine, ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo. Nonostante ciò ha sempre il sorriso sulle labbra e mai l’ho vista piangersi addosso.
Mi sento un verme
Ci salutiamo rapidamente, ha l’appuntamento dalla pediatra ed è già in leggero ritardo.
Infilo le mani in tasca e sento vibrare il cellulare…. °_° Vuoi vedere che…?
Ciao! Come va? Dimmi che stai bene, ti prego!
Sul mio viso compare un sorriso ebete.
Sono stata dimessa un paio di giorni fa, non sono proprio al top ma me la cavo. Siete sempre a Creta?
Un minuto e
No, adesso siamo a Sharm-el-Sheik. Dovremmo tornare a casa sabato prossimo. Forse.
Quella deficiente li sballotta come due sacchi postali. >: (
Ok. Quando siete a casa preparo un bel piatto da far dipingere a Ludovica.
Forse sbaglio, ma il mio cuore di donna sente che quella bimba merita questo e altro.
Contaci! Ci sentiamo appena posso.
E’ stato solo un semplice scambio di messaggi fra amici, però è stato un vero toccasana per me e soprattutto per il mio cuore. Ho voglia di piangere perché so bene cosa significhi tutto questo formicolio che mi sta mettendo sotto sopra l’esistenza: mi sto innamorando di nuovo di Cosimo! E non posso più negarlo! La mia mente sta combattendo da giorni con il mio cuore, sta tentando di fargli capire che è un pozzo senza via d’uscita, che lui appartiene ad un’altra e forse per me prova solo amicizia. E’ assurdo poter pensare che pianti in asso la madre della sua creatura per la sottoscritta visto che mi conosce da anni e non mi ha mai filato, se ci cado di nuovo rischio solo di farmi male e rompermi le ossa. Dovrei invece iniziare a guardarmi attorno, buttare il passato e concentrarmi su presente e futuro…
Già, facile a dirsi. Peccato che il mio passato, presente e futuro si chiamano solo Cosimo.
 
 
 
Ciao a tutti!
Come promesso ecco il capitolo 5. Posso dirvi che in un certo senso qua si conclude la parte introduttiva, da questo momento le cose prenderanno una strada diversa.
Vi lascio con un piccolo spoiler del prossimo capitolo che dovrebbe arrivare nei primi giorni della prossima settimana.
Voi intanto recensite! ; )
 
 
Mi afferra la mano e mi trascina su di sé. Affonda la testa sulla mia spalla e sento le sue braccia avvolgermi sempre di più, mi massaggiano la schiena mentre nel mio orecchio inizio a sentire qualche singhiozzo. Lo abbraccio forte anche io, lo abbraccio come desideravo fare tanti anni fa quando per lui ero solo quella da cui copiare i compiti di inglese, lo abbraccio ed affondo le dita fra i suoi capelli spettinati, massaggiandogli la testa nel disperato tentativo di fargli capire che gli sono accanto molto più di quanto possa immaginare,……
 
 
Ringrazio tutte voi che avete scelto di seguire la storia e in particolare eppy! ; )
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 6
*** Stasera esco con lui ***


VENERDI’ DELLA SETTIMANA SUCCESSIVA
 
Sono appena uscita dall’ospedale dopo aver fatto il controllo post operatorio. Fortunatamente va tutto bene, tutto tranne il mio morale.
: (
Dire che sta sotto terra non rende bene il mio stato d’animo. Ancora non riesco ad accettare la mia semi infermità riproduttiva. Si, lo so, come definizione fa letteralmente schifo, ma così rende meglio l’idea della situazione in cui mi trovo. Cosimo and family sono di nuovo a casa, almeno è ciò che ho immaginato quando ad inizio settimana ho ricevuto un suo messaggio in cui mi diceva di essere tornato e che mi avrebbe chiamata non appena possibile. Poi il silenzio. Confesso che nutro una leggera preoccupazione, quella stupida può aver combinato di tutto.
Torno a casa e mi infilo sotto la doccia, ho troppa voglia di togliermi di dosso quell’odore di disinfettante puzzolente e fastidioso.
Dopo cena infilo il pigiama e guai a chi mi rompe le palle: stasera ho solo voglia di stare da sola in camera e guardare qualche film romantico strappalacrime mangiando schifezze.
Mi posiziono sul letto con una ciotola stracolma di patatine stringendo il cuscino e tenendo i fazzoletti di carta a portata di mano, afferro il telecomando e squilla il cellulare.
: (
Sul display appare quel nome.
: )
Rispondo con il cuore in gola.
“Cosimo! Ciao.”
“Ale.. Scusa…”
“Che succede?!”
“Ale.. Scusa se ti rompo le palle…Possiamo vederci?”
“Certo, ma…”
“Ho bisogno di parlare con qualcuno e tu sei la prima persona che mi è venuta in mente… Scusami.”
“Ma figurati! Cos’è successo?”
“Passo a prenderti fra mezz’ora, poi ti spiego.”
“Ok.”
Bene, programma della serata saltato. Schizzo fuori dal letto e mi catapulto sull’armadio in cerca di qualcosa di decente da mettere.
Ohé, ragazzi! Sto per uscire con LUI!
: D  Yeah!!
Jeans, camicia bianca con maglioncino di cotone…. Ok, può andare. Un velo di trucco e due gocce di profumo. Scendo giusto una manciata di secondi prima che i fari della sua auto mi illuminino. Salgo rapidamente e partiamo. C’è silenzio fra noi, lo vedo tesissimo nella penombra. La luce dei lampioni gli illuminano il viso ad intermittenza, mi sembra di scorgere una rabbia tremenda nel suo sguardo. Sta guidando ad una velocità un po’ troppo elevata per i miei gusti ed ho leggermente paura.
: I
 Non ho idea di cosa stia passando, non so perché guida così e non ho il coraggio di chiedergli nulla, potrei peggiorare le cose. La velocità sta rasentando i 100 km orari, siamo su una strada extraurbana, se ci fermano, finiamo nei guai tutti e due.
Si volta per un istante e forse comprende che me la sto facendo sotto dalla fifa.
“Scusa.” Inizia a rallentare.
“Fa niente.” Beh, non proprio, però….
“Beviamo qualcosa?”
“Ok.” A patto che per tornare guido io!
Si dirige verso il Señor Frog, quel locale che frequentavamo da ragazzi. E’ una vita che non ci rimetto piede, chissà che effetto fa tornarci dopo tanti anni! L’auto si ferma, mi slaccio la cintura di sicurezza e
“Aspetta.” Mi blocca. “Ti devo delle spiegazioni.”
Resto in totale silenzio osservando il suo profilo.
Madonna com’è bello! *_*
“Monica ha portato via Ludovica.”
“COSA?!”
“Oggi pomeriggio sono andato a prenderla all’asilo e le insegnanti mi hanno detto che era uscita con la madre dopo l’ora di pranzo.”
“E tu non lo sapevi?” Mi tremavano le mani dalla rabbia. E non solo quelle.
“No. Immaginavo fossero a casa, per cui non mi sono allarmato più di tanto in un primo momento. Poi però rientrando non le ho trovate, ho tentato di chiamarla sul cellulare ed è partita la segreteria. Stavo per andare a denunciarne la scomparsa quando mi sono accorto che mancava il suo trolley, per scrupolo ho controllato ed ho avuto la conferma dei miei sospetti: erano spariti pure i loro passaporti. Un attimo dopo si è degnata di chiamarmi per dirmi di trovarsi a Parigi con la bambina per un qualcosa che onestamente non ho neanche ascoltato, tanta era la rabbia che provavo.”
“Io…. Io… non so che dire..”
“Scusami se ti ho chiamata.” Sta per piangere, vorrei abbracciarlo e stringerlo forte a me. Vederlo così per me è una pugnalata. “Scusami davvero, non sapevo chi altri chiamare, ma non me la sentivo di stare solo.”
“Hai fatto benissimo.” Gli sfioro l’avambraccio. “Ricordati che puoi sempre contare su di me.”
Mi afferra la mano e mi trascina su di sé. Affonda la testa sulla mia spalla e sento le sue braccia avvolgermi sempre di più, mi massaggiano la schiena mentre nel mio orecchio inizio a sentire qualche singhiozzo. Lo abbraccio forte anche io, lo abbraccio come desideravo fare tanti anni fa quando per lui ero solo quella da cui copiare i compiti di inglese, lo abbraccio ed affondo le dita fra i suoi capelli spettinati, massaggiandogli la testa nel disperato tentativo di fargli capire che gli sono accanto molto più di quanto possa immaginare, che sarei capace di andare a Parigi a riprendere sua figlia se me lo chiedesse, che prenderei per il collo quella zoccola che lo ha ridotto così. Vorrei fermare il tempo, vorrei che il nostro abbraccio durasse in eterno, vorrei vederlo sorridere di nuovo, ma tutto quello che posso fare in questo momento è coccolarlo e fargli capire che non è solo.
E’ lui che pone fine a questo nostro bizzarro primo contatto profondo, si allontana leggermente da me e si asciuga le lacrime con la mano. Gli porgo un fazzoletto, lo prende tentando di sorridermi e mi guarda.
“Hai l’eyeliner sciupato.”
°O° “Cosa?”
Mi guardo nello specchietto e scopro che la mia faccia sembra quella del Joker. “Oh, cazzo! E adesso che faccio?!”
Scoppia a ridere, mentre con il fazzoletto tenta di rimediare al danno fatto dalle mie lacrime. “Non sei cambiata affatto, sei sempre la solita pasticciona che ricordavo.”
“Beh, almeno ti ho fatto ridere.”
Scendiamo finalmente dalla macchina ed entriamo nel locale teatro di tante serate divertenti inghiottite dalle nebbie del tempo. Non è cambiato quasi niente, ci sono i soliti tavolini con le solite poltroncine verde ranocchio, le solite colonne con le zampette di rana e il bancone azzurro del bar con le care vecchie onde dipinte. L’unica cosa diversa è la gente che frequenta il posto paragonata a noi: studenti ed universitari, ragazzi di vent’anni poco più e qualche sporadico gruppo di quasi trentenni in assetto da rimorchio.
Posso dirlo? Mi sento vecchia!
Ordiniamo due birre, lui vuota il suo boccale nel giro di un paio di minuti, sono pronta a scommettere che ogni tanto la rabbia lo fa precipitare nello sconforto. Ne ordina un’altra, poi chiede un drink più forte ed io inizio a preoccuparmi. Qua non si torna a casa! Help! °o°!
“Non credi sia meglio smettere di bere?”
“Umpf…”
“Cosimo, dobbiamo tornare a casa in auto.”
“Chi se ne frega.”
“Ti prego, non fare il cretino!”
“Ah, lasciami stare!”
Mi spintona e si allontana da me. “Ecco fatto! E ora?”
Lo vedo bere, bere, bere…. Non riesco a farlo smettere nonostante tenti l’impossibile. Fa il cretino con un paio di ragazzine e la cosa attira l’attenzione dei gorilla della sicurezza che lo afferrano trascinandolo verso l’uscita. Tenta di reagire, offendendoli e dimenandosi, ma quelli non lo mollano e nel giro di pochi secondi lo sbattono fuori. Lo raggiungo e lo sollevo da terra.  
XP
Puzza da fare schifo. “Ma quanto cazzo hai bevuto?!”
Tossisce. “Bimba mia… dove sei…” Vomita schifezze, si tiene lo stomaco con le braccia, sta malissimo, altri conati lo assalgono e butta fuori altra roba.
: (  Sto per piangere anche io nel vederlo così distrutto.
Non si regge in piedi, è sudato e rischia di prendersi un accidente. Tento in modo piuttosto maldestro di asciugarlo e sorreggendolo con non poca fatica, ci avviciniamo all’auto. Devo guidare io se vogliamo tornare a casa. Avverto i miei che resto a dormire fuori inventandomi una serie di scuse e cazzate (ma ditemi voi se alla mia età devo ancora fare il resoconto dei cavoli miei a mamma e papà). Non sono tranquillissima mentre torniamo a casa, lui parla a vanvera, dice parole sconnesse, ogni tanto tossisce ed ho il terrore di venire invasa da robaccia. Sposto la sua testa verso il finestrino leggermente aperto, magari un po’ di aria fresca gli fa bene.
Entriamo a casa sua, fortunatamente abita al primo piano. E’ la prima volta che ci metto piede, vedo che ogni angolo di quell’abitazione profuma di Ludovica. Ci sono foto praticamente ovunque, giocattoli, disegni attaccati con la calamita al frigo, fermagli ed elastici per capelli… E pensare che quell’angelo è così lontano da suo padre… Cosimo si siede in cucina, respira meno affannosamente di prima, mi guarda.
“Che serata del cazzo….” Inizia di nuovo a piangere, io mi sento impotente.
Si alza barcollando e si avvicina alla macchina del caffé. Tenta di premere il pulsante, prende una tazzina ma gli cade di mano andando in mille pezzi.
“Ma porc..!”
“Sta’ calmo per favore!” Lo allontano per evitare che si faccia male con quei cocci. “Penso io a pulire, tu vai a letto.”
Fortunatamente mi dà ascolto e scompare dalla mia vista. Riordino ogni cosa, sono da poco passate le una e mezzo della notte. Non ho sonno ma devo pur tentare di riposare un po’, il divano andrà benissimo.
Lo sai invece che il divano non è ciò che vorresti, di’ la verità.
Maledetta vocina interna! Sta’ zitta!
Va’ da lui, guardalo mentre dorme! Sdraiati accanto e riempilo di coccole.
Bastarda di una coscienza! Ma devo ammettere che la tentazione è forte. Coraggio Ale, almeno controlla come sta!
Nella sua camera c’è la luce ancora accesa, la porta è socchiusa…
Beh, una sbirciatina non sarà la fine del mondo. *_*
Mi affaccio e…..
 
 
 


 
Ciao a tutti!
Vorrei innanzitutto ringraziare voi che state seguendo la storia e in particolare voi che recensite.
Allora… come forse qualcuno avrà intuito, un primo avvicinamento fra i due c’è stato. Da qui iniziano tutta una serie di vicissitudini che coinvolgeranno Cosimo fino a farlo precipitare nel dubbio e nella confusione. E Alessia che farà una volta affacciatasi alla porta della camera in cui sta lui?
Si accettano scommesse!
E intanto una piccola anticipazione tutta per voi:
 
Confesso che mi sento un po’ a disagio… Sto accanto a lui ed occupo il posto di una che detesto a morte per più di un motivo. Si mette di fianco senza smettere di fissarmi, mi prende una mano e sento che la stringe forte. Che calore meraviglioso! E’ in momenti come questo che sono tentata di darmi un pizzicotto per scoprire se sto sognando oppure no.
 
E’ possibile che non riesca ad aggiornare in questa settimana, ad ogni modo fatevi avanti! Non si sa mai che con qualche recensione in più….. ; )
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 7
*** I primi dubbi ***


 
Cosimo è steso sul letto a due piazze, credo stia dormendo. Ha gettato sul pavimento gli abiti sporchi e puzzolenti di alcol e fumo, è coperto dal lenzuolo azzurro fino alla vita, le sue gambe sembrano leggermente divaricate. La mano sinistra è poggiata sull’addome coperto solo da una canottiera nera, l’altro braccio è proteso verso l’altro cuscino.
°o°
Esattamente come quel sogno.
*_*
Meno male che esistono le pareti su cui sciogliersi, altrimenti sarei caduta a terra… le mie gambe mi sorreggono sempre meno. Ha ancora un fisico da urlo, mi sembra di tornare indietro fino a quella sera in cui vinse il torneo di calcetto dell’oratorio e venne verso di noi a torso nudo sventolando la maglia a mo’ di bandiera.
Puah, ed andò a baciare quella zoccola di Federica. : P
Ora la vista del suo fisico terribilmente sexy è solo per me e se fossi così spudorata da assecondare il tremendo impulso che sento nello stomaco, mi butterei su quel materasso, lo finirei di baci fino a svegliarlo e….
Mi sentirei dire Ehi, che cavolo ti passa per la testa?!
: /
Scivolo sulla parete fino a che il mio fondo schiena non tocca il pavimento. Cerco di regolarizzare il respiro chiudendo gli occhi, devo assolutamente lasciare questa stanza prima che mi becchi a guardarlo come un’affamata di desiderio.
“Ale vieni qui….”
Apro gli occhi, è sveglio e mi sta fissando. Beccata!
“Che c’è?”
“Vieni accanto a me per favore…”
Non vorrei, cioè, lo vorrei eccome! Non dovrei piuttosto!
“Ti prego Ale…”
E chi resiste alla sua voce dolce che mi sussurra di stendermi accanto a lui?! Prendo fiato e lo raggiungo tentando di fare l’indifferente. Confesso che mi sento un po’ a disagio… Sto accanto a lui ed occupo il posto di una che detesto a morte per più di un motivo. Si mette di fianco senza smettere di fissarmi, mi prende una mano e sento che la stringe forte. Che calore meraviglioso! E’ in momenti come questo che sono tentata di darmi un pizzicotto per scoprire se sto sognando oppure no.
Mi trascina verso di sé catturandomi in un abbraccio stupendo, la mia testa è nell’incavo del suo collo, chissenefrega se puzza di sudore, sogno da una vita di cullarmi fra le sue braccia. E il bello è che non sa niente di quello che provo per lui! Lo abbraccio anche io, Dio, potrei anche morire in quest’istante perfetto! Mi sfiora la fronte con un bacio… Sto per impazzire.
“Cosimo…”
“Mhm…”
Alzo la testa, le punte dei nostri nasi si sfiorano. Giuro che se mi bacia non rispondo più di me.
“Cosimo, stai bene?”
“Mhm… Si, certo che sto bene.” Se lo dici tu… “Perché me lo chiedi?”
“Non mi sembra tu abbia passato una gran serata.”
Spegne la luce. “Sei qui con me e questo mi basta per stare bene.”
°-° Ho sentito bene?!  “Come hai detto?” Ti prego, ripetimelo perché non ci credo che l’hai detto davvero!
Lo sento mugugnare. “Ho detto che mi è bastato averti accanto stasera per sentirmi bene. Vuoi che aggiunga che la tua presenza è stata fondamentale?”
Non ci credo *_* Ha detto davvero quelle cose?
“Beh? Hai perso la lingua?”
“Eh? No-no…” Mi giro nel letto tentandomi di posizionarmi a pancia in su, ma il suo braccio me lo impedisce catturandomi di nuovo ed avvicinandomi pericolosamente al suo corpo.
“Che fai, scappi? Ti faccio davvero così schifo?”
Devo risponderti sinceramente? Non provocarmi oltre bello mio, potresti pentirtene! “Ecco… Non vorrei darti fastidio…” > p   Ale, che cavolo di risposta è questa?!
Mugugna di nuovo. “Lo sai che io e te non siamo mai usciti insieme prima di stasera?”
“Ah, davvero?” Falsaaaa!!
“Certo che potevi chiedermelo quando andavamo a scuola, sono uscito con tante di quelle ragazze!”
“E dovevo far parte dell’elenco?”
“Si, non sei mai stata troppo estroversa, non sono mai riuscito a capire se ti piaceva qualcuno e magari uscendo insieme sarei stato capace di scoprire qualcosa in più su di te. Mi incuriosivi e sinceramente questa curiosità ce l’ho ancora…. Anzi, forse adesso mi intrighi tantissimo.”
Non riesco a credere alle mie orecchie! Dovrei rispondergli vuotando il sacco? Dovrei forse dirgli che non gli ho mai chiesto di uscire con me anche se ero innamorata pazza di lui perché ero sicura del suo rifiuto?
Insomma, non riesco a farmi uscire nulla dalla bocca, ho le corde vocali completamente paralizzate.
“Ti piaceva qualcuno quando eravamo compagni di scuola?”
“Forse.” Devo cercare di restare sul vago e dribblare l’argomento.
“Che vuol dire forse? Ti piaceva qualcuno si o no?”
Ma cavolo! Proprio tu me lo chiedi?! “Perché lo vuoi sapere?”
“Sono curioso.”
“E se ti dicessi picche?”
“Allora proviamo con un’altra domanda più facile…”
Sento il suo braccio destro muoversi accarezzandomi fino a raggiungere il mio viso. Com’è calda la sua mano! Potrei anche morire in quest’istante, ho già toccato il cielo… *_* “Che fai?” Sono forse un po’ troppo nervosa, mi sta sfiorando le labbra con il pollice.
“Quanti uomini hanno assaggiato il sapore di un tuo bacio?”
“Perché me lo chiedi?” Help! Help! Qualcuno allerti il 118!
“Perché non me lo dici?”
“Dove vuoi arrivare?”
“Abbracciami e restami accanto per tutta la notte.” Mi cattura letteralmente privandomi della possibilità di scendere dal letto. Giuro su quello che volete che mai e poi mai avrei immaginato di vivere istanti del genere. So che non dovrei, lui in teoria sarebbe impegnato, ma potete concedermi almeno per una notte di credere che non gli sia del tutto indifferente? Che forse tutto ciò che mi ha detto non gli è sfuggito solo perché deve ancora smaltire la sbornia? Ha ancora l’alito piuttosto pesante, lo sento in modo chiaro dato che le nostre labbra sono pericolosamente vicine. Non ce la faccio, lo accarezzo e sfioro con il pollice il suo labbro superiore. E se eliminassi questa insopportabile quanto irrisoria distanza fra di noi? E’ immobile, l’unico segno di vita che proviene da lui è il respiro… Provo ad accendere la luce dell’abat-jour e mi volto di nuovo a guardarlo.
Si è addormentato come una macigno, russa pure. : P  Ti pareva, era troppo bello per essere vero….
Deve smaltire la sbornia e forse è meglio così. Se mi avesse baciata sotto l’effetto dell’alcol sarebbe stato tutto schifosamente fasullo e insensato.
Eppure avrei dato l’anima per avere anche solo un minimo contatto con le sue labbra. Potrei farlo adesso che lui dorme come un ghiro e la mia coscienza sta urlando bacialo! a squarciagola, ma qualcos’altro mi suggerisce di trattenermi. Dire che mi sento confusa è poca cosa… Insomma, sono forse quindici anni che mi sciolgo dietro a questo ben di Dio ed ora che sta qui davanti a me, sbronzo e addormentato, totalmente indifeso davanti alle mie grinfie semi perverse, me ne sto imbambolata a fissarlo, a contare tutti i suoi capelli che disordinatamente gli cadono in fronte, me ne sto qui ad ascoltare ogni suo singolo respiro, a riempirmi i polmoni del suo profumo (beh, non è proprio un’acqua di colonia ma a me va bene lo stesso) a percorrere con gli occhi il suo profilo, i suoi muscoli che si alzano e si abbassano …. Me ne sto qui a fissarlo senza muovere un dito. Ma i miei occhi piangono e sanno bene perché: io lo amo. Non è più quella semplice cotta di una volta, adesso la cosa va ben oltre. In lui non vedo più soltanto il figo che comunque è, vedo l’uomo che vorrei accanto a me per tutta la vita, con cui dividere gioie e dolori. Ora è distrutto dalla situazione ingarbugliata che gli sta intorno, somiglia ad un cucciolo che chiede amore, sostegno e forza per andare avanti. Vedo in lui la disperazione di chi non vuole rassegnarsi ad abbandonare la propria creatura, che forse questa situazione lo spronerà a tirare fuori le palle e combattere come un vero guerriero contro la strega cattiva che gli ha sottratto la sua principessa. Bella favoletta Alessia, complimenti. E tu che ruolo hai nella storia? Quella che regge momentaneamente il moccolo per poi essere scartata dopo l’illusione che ti ha fatto vivere poco fa, è la parte che meglio sai recitare!
E’ vero, però amo da impazzire questo prode guerriero addormentato e sarei pronta a tutto pur di vederlo felice con sua figlia. Cosa posso offrirgli in cambio? Solo il mio amore forse, ma non so se lo vorrà mai accettare.
“Qualsiasi cosa accada, io sarò al tuo fianco.” Gli sussurro queste poche parole che mi escono dritte dal cuore, gli soffio appena sulle labbra con le mie e spengo di nuovo la luce.
 
COSIMO
 
Madonna, che mal di testa…. Apro gli occhi e dopo qualche secondo realizzo di trovarmi nel mio letto. Com’è che ci sono finito? Non mi ricordo un accidente delle ultime ore, ricordo solo che Ludovica non c’è e che… Alessia!
°O° Alessia si trova nel mio letto?!
Calma, calma Cosimo. Prendi fiato e tenta di capire qualcosa.
Dunque…. Primo step: ieri giornata di merda. E fin qui non ho dubbi.
Poi l’ho chiamata e… Sono uscito con lei ieri sera!
Faccio volare via le lenzuola, scendo dal letto barcollando, nella penombra vedo i miei abiti sparsi sul pavimento… Mica avrò fatto qualche cazzata con lei?! Mi sembra di notare solo il suo maglioncino a terra, però questo non significa nulla. Potremmo aver fatto qualcosa io e lei? Cavolo, non mi ricordo un accidente! E se lo avessimo fatto? E se l’avessi dimenticato?! Se mi fosse piaciuto un sacco e non me lo ricordo?!
: I  Devo ammettere che la cosa mi intriga.
A passo lento ed incerto mi avvio verso la cucina, tiro su l’avvolgibile e vedo che l’orologio segna le una meno un quarto. Erano secoli che non dormivo fino a quest’ora! Sento dei rumori provenire dal soggiorno, mi affaccio e la vedo venire verso di me barcollando semi addormentata.
E’ vestita come quando sono andato a prenderla a casa, allora è altamente probabile che non abbiamo fatto niente. Posso confessarlo? Mi dispiace.
“Buongiorno.”
Vedo che si stiracchia sbadigliando. “Ahwm…. Buongiorno.” Sembra imbarazzata… ah, già.. sono in mutande.
“Caffé”
“Mhm, bello forte, grazie.”
E’ buffissima, tenta di guardare le cose più assurde per non fissare gli occhi sul mio abbigliamento non del tutto impeccabile!
Mi raggiunge in cucina e si siede continuando ad osservare con interesse le tende. Ale, sei fantastica quando fai così!  
Devo dire che mi fa una tenerezza immensa, se non l’avessi avuta accanto ieri sera, avrei potuto fare qualche cazzata. Nella mia mente inizia a farsi strada un piccolo dubbio: possibile che lei sia in grado di illuminarmi la vita in questo modo? In fondo la conosco da anni e l’ho sempre trovata strana, impenetrabile, a tratti pure insignificante… Ma tutte queste considerazioni appartengono al passato, adesso tutto mi sembra così diverso, lei in primis. Si è trasformata tantissimo fisicamente conservando quel pizzico di goffaggine e spontaneità che la rendono deliziosa ai miei occhi.
Cristo Santo, che mi sta succedendo?
“Sono quasi le una…” Spalanca gli occhi. “Le una?! Cazzo, i miei mi ammazzano!”
Questa sua colorita esclamazione mi desta dal torpore. “Perché? Devi ancora render conto a loro della tua vita?”
“Ricordi com’è mia madre? Se non mi faccio viva alla svelta è capace di chiamare i Carabinieri. Le ho detto che sarei rimasta a dormire da un’amica, forse se l’è bevuta, forse no. Comunque credo sia meglio che la chiami non appena sveglia per bene.”
Le porgo la tazzina di caffé. “Zucchero?”
“Uno, grazie.” Inizia a girare col cucchiaino.
Devo scoprire cosa abbiamo fatto ieri sera altrimenti esplodo. “Senti… Ieri sera..” Mi fissa in volto quasi spaventata. “Non ricordo un tubo di quello che è successo dopo il nostro ingresso al  Señor Frog…”
Beve un sorso di caffé. “Hai iniziato a bere e ti sei ubriacato.” Mi pare di scorgere una punta di imbarazzo e nervosismo nel tono della sua voce.
Yeah, fantastico.. .“E poi?”
“Ci hanno sbattuti fuori perché ti sei messo a fare il cretino con un paio di quindicenni.”
°_° Silenzio.
“Sono stata io a riportare a casa te e l’auto… Ah, non ti preoccupare, non te l’ho graffiata.”
“Grazie….”
“Per l’auto?”
“Per tutto…” Devo chiedergli ancora dettagli. “E qui a casa che è successo?” Ti prego, dimmi quello che spero!
Ride. “Sbronzo com’eri cosa credi di aver fatto? Hai rotto una tazzina, sei infilato nel letto e ti sei addormentato.”
“Ah, capisco.” Mai che ne combinassi una giusta.
“Veramente prima di dormire un po’ abbiamo chiacchierato.”
Bevo anch’io del caffé, sento che ne ho un gran bisogno. “E che ci siamo detti?”
Voglio sbagliarmi, ma vedo le sue guance diventare rosse. “Mi hai chiesto…”
Non termina la frase, sentiamo infilare le chiavi di casa nel portone d’ingresso che un istante dopo si apre. E davanti ai nostri occhi appare Monica con Ludovica.
 
 



 
Ciao a tutti!
Come previsto non sono riuscita ad aggiornare prima, purtroppo ho avuto da fare ed il tempo per scrivere si è volatilizzato. Non per ultimo ho quasi riscritto metà capitolo perché non ero convinta per niente della prima stesura.
Allora…. Qua c’è un grande avvicinamento fra i due e Cosimo inizia a crollare mostrando i primi dubbi. Tutto quello che le ha detto sarà stato dettato dal cuore o dall’alcol? Come gran finale Monica li coglie insieme e la piccola Ludovica assiste suo malgrado alla scena.
Grazie a tutti quelli che hanno inserito la storia in qualsiasi elenco!
Se vi appassiona o vi sembra noiosa, vi prego, ditemelo!!
Il vostro parere è di enorme importanza per me!
Vi aspetto!
 
Un abbraccio
La Luna Nera
 
 
Mini-spoiler del prossimo capitolo:
“E’ solo che avevo voglia di scambiare due parole con un’amica… Spero non ti dispiaccia se ho pensato a te.”
Credo i miei occhi stiano brillando. “Assolutamente no.” Sfodero un sorriso che ricambia appieno. Non sono mai stata così in sintonia con lui.
 
 
 

 

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Capitolo 8
*** Donna senza cuore ***


 
 
“Papà!!” La mia meravigliosa creatura mi corre incontro abbracciandomi stretto con le sue dolci manine.
“Tesoro mio, quanto mi sei mancata! Come stai?”
“Che significa questa?” Monica interrompe il nostro momento magico, getta la sua borsa sulla sedia e indica Alessia.
Mi alzo tenendo sempre Ludovica in braccio. “Non sono io quello che deve spiegazioni. Tu piuttosto, mi dici che cazzo ti è saltato in mente?! Perché sei andata via con lei senza dirmi nulla?!”
“Affronteremo l’argomento più tardi. Mi dici cosa ci fa questa cretina in casa nostra?!” Il suo tono di voce è sempre più carico di stizza.
“Ohe’, modera i termini!” Alessia si alza scocciata.
“Zitta tu! Nessuno ti ha interpellata!”
“Ah, no? Allora come mai sono stata tirata in causa?”
La fissa negli occhi, sembra voglia strangolarla. “Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Hai approfittato della mia assenza per scopartelo, vero?”
“Cosa? Ma per favore!” Sta per mandarla a cagare, forse è meglio che intervenga.
“Scusate…”
“Chiudi il becco tu!” Monica mi blocca.
“Come ti permetti?! Non ho scopato proprio nessuno!”
“E allora perché lui è in mutande?!”
“Adesso basta!” Mi metto in mezzo. Ludovica sta iniziando a piangere. “Non credo sia il momento adatto per discutere così!”
“Dai la colpa a me?” Monica è furibonda.
“Io me ne vado, non voglio restare un minuto di più con certa gente.” Alessia prende le sue cose e si dirige verso il portone.
“Ecco, brava. Sparisci dalle nostre vite.” Attende che se ne sia andata. “E non provare mai più a farla venire qui, né tu ad andare da lei. E’ chiaro?”
“Chi sei tu per darmi ordini?” Accarezzo la bambina che piange abbracciata a me.
“Chi sono io?” Accende una sigaretta. “Sono quella che ti fa campare, bello mio.”
C’è tensione nell’aria. Troppa tensione per una bimba di quattro anni. Sta singhiozzando nel sentirci discutere in questo modo. Monica non comprende che questo nostro continuo litigare di fronte a lei non le dona la serenità in cui dovrebbe crescere.
Ludovica è stanca, ritengo più saggio metterla a letto. “Tranquilla piccola mia, papà ti porta a letto così dormi un po’ che ti fa bene.”
 
 
Poi torno in cucina, dove Monica sta sorseggiando un caffé davanti alla finestra.
“Ora mi spieghi perché sei andata a Parigi  con la bambina senza dirmi nulla?!”
“Te l’ho già detto per telefono: c’erano le sfilate Moda Baby e il signor Giussano, quel nostro cliente a capo di una prestigiosa casa di alta moda per bambini mi ha invitata. C’era la possibilità di far sfilare Ludovica e quello poteva essere il suo debutto come modella se solo non si fosse messa a piangere e a fare i capricci.”
°o° “Cosa volevi fare?!” Non credo alle mie orecchie.
“Guarda che nell’ambiente delle sfilate i bambini guadagnano un sacco di soldi. Ludovica ha un grande potenziale e potrebbe avere un futuro nel settore.”
“Toglitelo dalla testa.” Mi guarda con l’aria di chi ha appena sentito una cazzata. “Stiamo parlando di una bambina di quattro anni!”
“E dunque?” Accende una sigaretta buttando fuori una nuvola di fumo.
“Io… Io non ti capisco.” Sto per perdere la pazienza. “Non ti sta a cuore la serenità di nostra figlia?”
“Certo. Cosa credi?”
“Se piangeva quando volevi obbligarla a sfilare, ti sei chiesta perché?”
“Oh, tu e lei siete uguali. Non riuscite proprio a cogliere al volo le occasioni, siete troppo sentimentali e tradizionalisti.”
“Io voglio solo che cresca nel modo più sereno possibile. Dovrebbe fare quello che piace a lei, non che quello che piace a te!”
“E cosa vorresti farle fare, eh? Dipingere tazzine con la tua amichetta?”
“Se è ciò che la fa sorridere e stare bene… si.”
Si avvicina a me. “Guarda che sua madre sono io e sono io che decido per mia figlia. Ormai Ludovica c’è e voglio sfruttare la situazione al meglio cogliendo al volo le opportunità che la vita può offrirle.”
“Si dà il caso che io sia suo padre e ritengo di aver voce in capitolo se parliamo del suo futuro! Non ti permetterò di trattarla come un oggetto per far soldi!”
“Sei solo un povero fallito, se fai la bella vita lo devi solo a me. Dove saresti arrivato con il tuo vecchio lavoro? Sai quante pareti dovevi pitturare per guadagnare quello che porto a casa ogni mese? Non puoi fossilizzarti dietro ideali sorpassati come la classica famigliola da spot pubblicitario!!”
“Cosa vorresti dire?”
“Ludovica è stata solo un errore, volevo abortire, sapevamo benissimo che un moccioso fra i piedi ci avrebbe creato solo problemi e così è stato infatti. Se non l’ho fatto è stata solo colpa tua, tua e di tutte le tue promesse idiote!”
“Che ragionamenti fai?”
“Sono una donna che vuole arrivare lontano e non posso fossilizzarmi attaccata ad una culla! Avevamo fatto un patto quando sono rimasta incinta per colpa tua, c’era da girare il mondo, tu hai accettato di seguirmi nel bene e nel male occupandoti a tempo pieno della bambina, non puoi troncarmi la carriera per una stronzata simile.”
“Tua figlia sarebbe una stronzata?”
“Forse lo è la tua amichetta che le ha messo in testa strane idee.”
“Alessia non c’entra nulla. E’ una mia vecchia amica e se ho passato la serata con lei è stato solo per la disperazione che tu mi hai scatenato con quello che hai fatto!”
“Oh, senti come la difendi. Deve averti consolato proprio bene.”
“Non meriti risposta.”
“Già. La discussione finisce qui.”
“Invece…”
“Stop! Ho detto basta e basta dev’essere. Risolverò il problema alla radice.”
Detto questo si chiude in bagno e poco dopo sento scorrere l’acqua della doccia. Entro nella camera del mio angioletto: dorme nel suo letto apparentemente tranquilla. L’accarezzo. “Tesoro mio, ti difenderò fino in fondo. Te lo giuro sulla mia stessa vita.” Le do un bacio e la lascio riposare.
 
ALESSIA
 
E’ una settimana che non sento Cosimo, so che si trovano sempre qui ma non ho il coraggio di chiamarlo per chiedergli come sta. Da quel sabato mattina fra noi è sceso il silenzio. Eppure quelle poche ore trascorse insieme sono state stupende per me, è stato un tuffo nel passato sotto ogni aspetto, dall’illusione di potergli interessare all’amara realtà di constatare che accanto a lui c’è un’altra. Vorrei tanto tentare di scoprire se tutte quelle cose meravigliose che mi ha detto sono sincere, se davvero lo intrigo come ha sussurrato semi addormentato o se era tutto dovuto alla sbronza. Che situazione! Ho capito che il suo ritorno nella mia vita mi ha fatto innamorare di nuovo di lui, mi ha fatto scarabocchiare dappertutto come facevo nel diario segreto unendo le nostre iniziali fra miliardi di cuori… Ed ora che ho ripreso il lavoro dopo l’intervento chirurgico sono riuscita a sbattere sotto il naso di Marta tutte le idee per le ceramiche da rifilare agli innamorati per San Valentino.
“Wow, hai avuto delle idee davvero carine.” Giulia, la mia collega che si occupa di amministrazione, osserva i miei progetti che hanno appena incassato l’approvazione della responsabile.
“Grazie. Se vuoi te ne faccio uno in esclusiva per te e per il tuo ragazzo… Come si chiama?”
“Gianni. Che ne dici di due romantiche tazzine con le nostre iniziali?”
“Carina l’idea…”
“A proposito di idee… Mi spieghi da dove saltano fuori questi disegni?”
Ha un’aria maliziosa che non promette niente di buono.
“Fino a poco tempo fa eri quasi apatica, senza idee, spenta…. E ora? Puf! Tutto d’un tratto te ne esci con cose stra-mega-romantiche, canticchi tutto il giorno, hai la testa fra le nuvole… Che succede?”
Uno di questi giorni la mando in quel posto. “Che succede? Niente. Sto solo attraversando un periodo positivo, tutto qua.”
“E come si chiama questo periodo positivo?”
>:s  La guardo fulminandola. “Dove vuoi arrivare?”
“Ti sei innamorata?”
“Ti prego… Non dire stronzate…” Sto modellando dei vasi ed ho le mani ben imbrattate altrimenti l’avrei già strangolata, rischia grosso se spara quello che non voglio sentire.
“E di quel tuo amico figo con la bambina che mi dici?”
Appunto. “Ma chi, Cosimo?”
“Mhm… Cosimo… Metti un tale tocco di dolcezza nel pronunciare quel nome…”
Mi alzo e faccio finta di cercare degli strumenti per allontanarmi da quell’avvoltoio. “E’ solo un amico. E per di più ha una figlia.”
“Ah, beccata! Se non ti interessasse mi avresti risposto diversamente.”
°_°
: P
“Giulia, sparisci per favore, ho da fare.”
Esce finalmente dal laboratorio ridacchiando lasciandomi libera di terminare il lavoro.
Cavolo, è così evidente?!
Vado in bagno a ripulirmi le mani mentre mi guardo allo specchio. Ho immediatamente la risposta alla mia domanda: *_* si, è decisamente evidente!
 
Prendo dei disegni che ho fatto alcuni giorni fa: uno di essi l’ho realizzato pensando a lui e rimettendo i panni dell’adolescente innamorata. Ci sono le nostre iniziali intrecciate al centro di una particolare ghirlanda verde che ha dei piccoli cuori rosa e rossi al posto dei fiori. Quanti ne facevo da ragazzina! E ora sento di nuovo quella malinconia accentuata dagli ultimi avvenimenti: ci siamo riavvicinati terribilmente, per una sera ho sognato ad occhi aperti oltre ogni aspettativa e poi… beh, poi è tornata quella ed è successo ciò che è successo. L’unica cosa certa è che amo Cosimo, ma non glielo posso dire, rovinerei troppe cose belle, in primis la nostra ritrovata amicizia. E poi c’è Ludovica, l’unico vero amore della sua vita.
 
Sono quasi le 17:00, fuori è già buio, è ora di tornare a casa.
Prendo il mio giaccone, la borsa ed esco dal laboratorio non prima di passare in negozio per lasciare alcuni ordini ricevuti tramite internet.
L’e-commerce, che invenzione!
“Marta, qui ci sono alcune cose da spedire. E’ tutto pronto, domani possiamo chiamare il corriere.”
“Ok, lasciali qui, poi controllo io e faccio preparare le fatture…. Ecco a lei, grazie.”
“Grazie… Ciao Alessia.”
Alzo gli occhi da tutte le scartoffie che ho depositato sul tavolo con la velocità di una tartaruga…. “Cosimo… Scusa, non ti avevo proprio visto.”
Stupenda figura di merda.
“Stai uscendo?”
“Si…”
“Ho comprato alcune decorazioni natalizie, scommetto che sono tutte idee uscite dalla tua testolina.”
Avvampo all’istante. “Beh, più o meno…”
“Alessia è una ragazza molto modesta, ma ha un talento e una creatività fuori dal comune.” Marta non fa che alimentare l’incendio. “Sono felice che lavori per me.”
Finite le sviolinate, esco dal negozio seguita da Cosimo. Vorrei chiedergli un sacco di cose, da quella rovinosa mattina non ci siamo né visti, né sentiti. “Come… come sta tua figlia?”
“Bene, ha solo un po’ di raffreddore.” Fa una breve pausa. “Ricordi quel quaderno che voleva mostrarti?”
“Quello coi disegni?”
“Si. Adesso sono due.” Sorride. “Li tiene nascosti sotto il letto, mi ha detto che quello è il suo segreto.”
“Se te lo ha detto non è più un segreto.”
“I bambini sono così. Lo ha detto a me… non a sua madre.” C’è una punta non troppo velata di malinconia.
Silenzio. Lo guardo senza aprire bocca, sembra mi legga nel pensiero.
“Abbiamo discusso molto negli ultimi giorni.”
“Per colpa mia, vero?”
“Non lo so. Lei è una donna volubile, ambiziosa, determinata e intraprendente.”
…e non sai quanto sarei felice di strangolarla con le mie mani! >: ( Quanto sono cattiva!!!
Raggiungiamo il bar all’angolo della strada e ci fermiamo a bere un drink.
E decide di raccontarmi la sua storia.  “Quando ci siamo conosciuti Monica non era così, è stato il suo lavoro a trasformarla in quella che è adesso. Aveva appena conseguito la laureata in marketing del turismo e da poco era impiegata in un’agenzia di viaggi. Ci siamo incontrati per caso ad una festa, avevo da poco chiuso la mia storia con Federica… te la ricordi?”
“Si, certo.” E chi se la scorda quella zoccola!
“Forse mi sono lasciato affascinare dalla donna matura…lei ha cinque anni più di me… non lo so cosa sia accaduto in quel periodo, ma abbiamo iniziato a frequentarci. Stavo bene con lei, mi sentivo di nuovo un uomo dopo la botta della rottura di un fidanzamento lungo…. Pochi mesi dopo le proposero di diventare manager delle strutture turistiche per un colosso delle vacanze a livello mondiale. Doveva viaggiare soprattutto nell’area dell’Oceano Indiano per verificare i villaggi turistici, gli hotel e quant’altro. Lei non c’ha pensato due volte ed ha accettato, io sono stato costretto a lasciare il mio lavoro per seguirla, diceva che col suo stipendio potevamo vivere alla grande e in effetti era così. Col passare del tempo il suo carattere forte e deciso ha preso il sopravvento ed è diventata arida di emozioni, pensava solo ai soldi, alla bella vita e alla carriera. Più di una volta ho avuto l’impressione di essere solo una comparsa nel film della sua vita. E poi è rimasta incinta.”
“Quindi non era una gravidanza programmata…”
“No. Lei si incazzò tantissimo con me, me ne disse di tutti i colori. L’idea di diventare padre mi entusiasmava incredibilmente, ma la cosa non era reciproca. Figurati che voleva abortire…”
“Cosa?!” Resto quasi interdetta. Il solo pensiero che una mia eventuale gravidanza sarebbe pressoché impossibile mi dà ai nervi. E quella voleva abortire! > (
“Sono stato io a convincerla di portarla avanti. Mi sarei occupato a tempo pieno della bambina e così è stato. Non puoi immaginare la gioia che ho provato quando per la prima volta ho guardato in faccia mia figlia…” C’è un orgoglio nelle sue parole e nel suo sguardo che non ha eguali. E’ innamorato perso della sua creatura. “Ops… scusa, forse ti sto annoiando con queste chiacchiere.”
“Ma ti pare!”
“E’ solo che avevo voglia di scambiare due parole con un’amica… Spero non ti dispiaccia se ho pensato a te.”
Credo i miei occhi stiano brillando. “Assolutamente no.” Sfodero un sorriso che ricambia appieno. Non sono mai stata così in sintonia con lui.
“Le mie donne di casa sono a farsi belle, fra poco devo passare a prenderle.” Ci alziamo dal tavolino del bar e squilla il suo cellulare. “Mia madre?” Mi guarda. “Non mi chiama quasi mai. Spero non sia successo qualcosa.”
 
 



Ciao Belli!
Vorrei ringraziare tutti voi che seguite regolarmente la storia e pure voi che passate di qui per caso. Un grazie speciale va invece a eppy!  ; )
Dunque, se qualcuno ancora sperava in un ravvedimento di Monica dovrebbe aver cambiato idea, almeno il mio intento era questo. Cosimo ci ha raccontato la sua storia e la sintonia fra lui e Alessia si fa sempre più speciale. E per ultima arriva una telefonata.. Che sarà successo?
 
Intanto lo spoiler del prossimo capitolo….
Ci guardiamo in faccia sorridendoci a vicenda. Fra noi c’è una sintonia che un po’ mi spaventa, c’è la serenità di una famiglia che tanto servirebbe alla bambina. Invece io e sua madre possiamo offrirle solo tensione. Una parte di me vorrebbe che Monica tornasse ad essere quella che era quando ci siamo conosciuti, una parte invece mi sta suggerendo di mandarla a cagare perché la felicità che cerco sta qui davanti ai miei occhi. Ed è quest’ultima che sta urlando più forte.
…dove potrebbe succedere qualcosa!
 
Curiosi?
Intanto voi commentate ; )
Un abbraccio
La Luna Nera
 

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Capitolo 9
*** Parole sfuggite ***


 


“Mamma, che c’è?.... Cosa? No, chi te l’ha detto? …..Ti giuro, non so nulla di questa storia. ….Va bene, cerco di scoprire qualcosa… si-si… Ciao.”
Chiude la telefonata con sua madre e mi fissa.
“Che succede?”
“Sembra che il mio appartamento sia stato messo in vendita.”
“Cosa?”
“Forse c’è stato un errore, non capisco.” E’ perplesso.
Facciamo un po’ di strada insieme in direzione del salone di estetica in cui ha accompagnato Monica e Ludovica.. Purtroppo abito in quella zona altrimenti avrei evitato di accompagnarlo. Non ci scambiamo una sola parola, lo vedo elettrico e potrebbe esplodere da un momento all’altro.
“Ah! Alla buon ora!” La sua dolce metà ci sbarra la strada. “Dovevo immaginare che dietro il tuo ritardo c’era lei.”
>: P  Ce l’ha proprio a morte con me!
La bimba lascia la mano materna e si fionda fra le braccia del padre.
“Hai detto che dovevo essere qui per le 17:30 e lo sono adesso.” La sua voce è glaciale mentre le mostra con fastidio l’orologio.
“E la tua amica che vuole?”
“Ci siamo incontrati, perché? Non si può?”
“Cosimo, non voglio ritornare sull’argomento. Forza, adesso andiamo a casa che ho una cena importante.” Sta già controllando i suoi appuntamenti sull’I-pad.
“A proposito di casa… Ti risulta in vendita? ”
“Ah si… ce l’ho messa io. C’è già qualche acquirente?”
Trattiene a stento gli occhi che stanno per schizzare fuori dalle orbite. “Cosa?! Ma-ma….”
“Tranquillo, non andremo a vivere in mezzo alla strada. La settimana prossima farò il compromesso per il nostro nuovo appartamento. Pensa, un meraviglioso attico di 300 metri quadrati vicino all’aeroporto della Malpensa!”
“Stai scherzando?”
°o° Non riesco a credere alle mie orecchie: quella vipera maledetta vuole portarmelo così lontano?!
“Sapevo che saresti rimasto sorpreso. Così siamo vicinissimi all’aeroporto quando dovremo partire. Comodo, vero?”
“Monica… Perché non me ne hai parlato?” E’ elettrico.
“E perché avrei dovuto farlo? Non hai mai un briciolo di iniziativa degno di nota! Insomma, qui non c’è niente di niente, né un centro estetico all’altezza, né la possibilità di fare vita sociale. E’ un mortorio totale! Tu sei smorto e senza idee, pensi solo alla bambina e a fare quei giochino stupidi con lei! Sappi invece che a Milano potrà vedere come funziona il mondo reale, potrà pure studiare presso le migliori scuole al mondo e finalmente sarà nelle condizioni di lasciare quello schifo di asilo pubblico.”
“Scordatelo. Io e Ludovica da qui non ci muoviamo. E ritira subito la vendita della casa, era dei miei nonni che l’hanno intestata a me. Io sono l’unico proprietario e senza il mio benestare la casa non si vende. Hai capito?”
Si mette a ridacchiare. “Cosimo, a volte mi fai pena, lo sai?” Si accende una sigaretta. “Se dovessi dare ascolto a tutte le tue stronzate saremmo ancora due comuni genitori. Sei totalmente out, non hai voglia di vita mondana, sei troppo tradizionalista insomma! Svegliati! Abbiamo trent’anni! Vuoi goderti o no la vita?”
“Me la godo come mi pare. A Milano non ci vengo e non cambio idea. Ludovica sta bene qui, si sta creando le amicizie che le sono sempre mancate e finalmente vive una vita tranquilla.” Tenendo sempre in braccio la bambina, le spara l’ultima dose di rancore. “Credo sia meglio che tu stasera…”
Squilla il cellulare della donna. “Pronto?.... Si, scusa hai ragione. Un cretino mi ha fatto perdere tempo. Dammi mezz’ora e sono da voi.” Riattacca e si rivolge a Cosimo. “Non farmi perdere altro tempo, ho un’importante aperitivo-cena all’Hotel Majestic, non aspettarmi sveglio.”
“Tranquilla, non ti aspetterò proprio. Per me puoi andare a Milano nella tua nuova casa già da adesso.”
Quella non mostra rimorsi, prende di nuovo il telefono e chiama un taxi, passeggiando su e giù per il marciapiede.
Cosimo si è già allontanato con la figlia che mi fa ciao ciao con la manina. Riprendo anche io il cammino verso casa a debita distanza da lui, quella è ancora nei paraggi e da una squilibrata del genere c’è da aspettarsi di tutto. Entro in casa, mia madre è impegnata ai fornelli ma il mio stomaco non dimostra apprezzamento per quel profumino che sta salendo per le mie narici. Sono ancora presa dal brutto spettacolo cui ho assistito mio malgrado, l’odio che sento per quella sale vertiginosamente. Vuole portare via Cosimo e Ludovica!
>X (  E’ totalmente pazza!
Chissà lui come sta in questo momento…. Potrebbe aver bisogno di sfogarsi con qualcuno ma potrebbe anche aver voglia di stare da solo…..
Fanculo a tutte queste seghe mentali! Lo chiamo.
 
……
 
“Mamma, papà! Io esco!”
“Dov’è che andresti?”
“A cena fuori… con amici.”
“Non è che ci vai un po’ troppo spesso?”
“Beh? Che c’è di male?”
“Tesoro, non c’è niente di male… E’ solo che ultimamente passi poco tempo con noi…”
Capita l’antifona. “Mamma, stai tranquilla. Quando ci sarà qualcosa da sapere, te lo dirò, ok?” E fatti un po’ i cavoli tuoi!
 
COSIMO
 
Alessia ha avuto proprio una bella idea, ci voleva proprio una cena informale a tre in una pizzeria a taglio per togliermi dalla testa tutti i guai che mi stanno facendo impazzire. Ludovica ha insistito per passare da casa a prendere i suoi quaderni da mostrarle, è elettrizzata! Con lei sta davvero bene, la vedo sprizzare gioia da ogni poro e spero non si sia dimenticata del piatto da dipingere insieme alla mia principessa perché lei se lo ricorda molto bene.
“Eccomi!” Arriva correndo. “Scusate se vi ho fatto aspettare, mia madre mi ha fatto il terzo grado.”
Forse è una mia impressione, forse è l’odio che inizio a nutrire per Monica, stasera la mia amica mi sembra più carina del solito. *_*  “Tranquilla, siamo appena arrivati.”
“Bene…. Entriamo?”
Ludovica la prende per mano. “Vieni, devo farti vedere il mio libro segreto.”
Ci accomodiamo in un tavolino in disparte e mentre aspetto che i pezzi di pizza ci vengano scaldati le guardo.
E penso.
Penso di nuovo che fantastica idea abbia avuto Alessia nel proporci di venire qui stasera. Fossi restato solo in casa con la bambina avrei ripensato alla mia situazione di merda facendomi solo del male. Guardo le mie compagne di cena, mia figlia ha gli occhi pieni di stelle mentre le mostra i suoi capolavori. Ne va orgogliosa ed oltre tutto si sente apprezzata, importante e soprattutto felice. Mi siedo con loro consegnando ad ognuna quanto ordinato. Inizio a tagliare la pizza a Ludovica, ma lei vuole che sia Alessia a farlo. Ci guardiamo in faccia sorridendoci a vicenda. Fra noi c’è una sintonia che un po’ mi spaventa, c’è la serenità di una famiglia che tanto servirebbe alla bambina. Invece io e sua madre possiamo offrirle solo tensione. Una parte di me vorrebbe che Monica tornasse ad essere quella che era quando ci siamo conosciuti, una parte invece mi sta suggerendo di mandarla a cagare perché la felicità che cerco sta qui davanti ai miei occhi. Ed è quest’ultima che sta urlando più forte.
“Papà, guarda!” La voce del mio angelo mi distoglie dai miei pensieri. “Tutto!” Mi mostra con orgoglio il suo piatto vuoto.
“Bravissima.” Le do un bacio sulla guancia.
“Papà è un gran bugiardo.” Guardo Alessia stupito. “Dice sempre che fai un sacco di capricci per mangiare e invece stasera sei stata bravissima.”
Le regala un abbraccio tenerissimo che mi scioglie il cuore, forse non avevo mai visto mia figlia così serena. Fra di loro è nato un rapporto indescrivibile! Qualcuno vedendoci così affiatati potrebbe pensare ad una bella famiglia felice e potrebbe stupirsi nel constatare che non è proprio così. Alessia non è la madre di Ludovica e…. confesso che la cosa mi dispiace. Comincio a pensare che lei potrebbe essere la persona giusta sia per me che per mia figlia. Vedendola più spesso mi sono reso conto di quanto la sua presenza sia importante per la mia stessa esistenza, non è più la bambocciona timida e maldestra che ricordavo. E’ una donna in gamba, spontanea, affidabile e maledettamente dolce, devo ammetterlo.
°-° E se fosse davvero lei?
°O° Porca puttana, è lei la prima persona a cui ho pensato quando avevo bisogno di aiuto, l’ho cercata per i motivi più disparati trincerandomi dietro il desiderio di Ludovica di stare con lei… se ci penso bene ero io quello che voleva vederla! Nessuna, e lo sottolineo, nessuna mi fa stare meglio, nessuna mi infonde il coraggio, la grinta e la forza di stare sereno in questi difficili giorni. Forse mi sto innamorando seriamente di lei?
° O ° Possibile?!
“Papà!”
Silenzio, sono momentaneamente assente.
“Cosimo, ci sei?”
“Papà! Insomma!”
“Eh?... Cosa…cosa c’è?”
“Cosa c’è te lo chiedo io. Stai bene?”
“Si. Credo di si. “ La fisso. “Anzi, forse non sono mai stato meglio.”
Credo non abbia capito il senso delle mie parole, forse per il momento è meglio così.
Pago il conto e lasciamo il locale. Invito Alessia a fermarsi a dormire a casa nostra e sono contento quando accetta assecondando l’incalzante richiesta di mia figlia. Entriamo in casa, Ludovica si precipita ad afferrare il telecomando della TV e mette i cartoni.
“Vieni qui con me?” La sta chiamando. “Ti faccio vedere il mio cartone preferito.”
Alessia si accomoda accanto a lei. “E’ questo?”
“Peppa Pig!”
L’espressione della mia amica (forse non più) varia dal divertito all’incredulo mentre guarda quella famiglia di maiali saltellare estasiati nelle pozzanghere di fango. Mi guarda ridendo, Monica non l’ha mai più fatto specie da quando è diventata mamma. *_* I suoi occhi brillano, sono come due fari nella notte che illuminano la mia vita e fanno svanire le tenebre e i dubbi. Vado in cucina ed accendo la macchina del caffé restando lì immobile a guardare i pulsanti lampeggiare in attesa che la temperatura dell’acqua sia quella necessaria.
E rifletto sulla tempesta che mi ha invaso nelle ultime ore:
A=amore mio,
L=l’unica che mi fa stare bene,
E=e mi dà emozioni uniche,
S=solo tu,
S=sai farmi,
I=innamorare,
A=amore mio.
Ecco: la mia mente conosce solo questo, il mio cuore sta per esplodere.
Questi sono i sintomi e non ho bisogno di tante spiegazioni per fare la diagnosi.
<3 <3 <3 I’m in love!
Mi affaccio in soggiorno mentre Peppa Pig grugnisce nel fango. Alessia si è addormentata con Ludovica fra le braccia, anche la mia bimba dorme. La loro vista mi fa commuovere, sento una lacrima bagnarmi il viso, il mio cuore sta per scoppiare d’amore: davanti a me ci sono le mie donne, ora non ho più tanti dubbi. Porto la bambina nel suo letto, le do un bacio e la lascio riposare, ha un’espressione calma e rilassata in volto.
Torno di là e sono tentato di passare la notte abbracciato a lei. Chiudo a chiave il portone mettendo anche la catenella di sicurezza, non voglio sorprese.
Guardo Alessia: Dio mio, non mi ero mai reso conto che è bellissima! Possibile che non me ne sia mai accorto prima? Le accarezzo il viso spostandole una ciocca di capelli che le copre la fronte, chissà cosa pensa lei di me? Chissà se mi considera un coglione per tutte le cazzate che ho fatto (e non sono poche), forse mi è stata vicina solo per Ludovica?
Ho una voglia matta rubarle un bacio e credo questo sia il momento più opportuno visto che sta dormendo.
Il mio cuore sta per esplodere, sono al limite dell’infarto, devo farlo!
Mi avvicino a lei che sta riposando, bellissima, e poggio le mie labbra sulle sue. <3  Una sapore ed una sensazione che ricorderò finché campo. Ma non ricorderò solo questo: le sue braccia mi catturano e mi stringono, sento che ricambia il bacio in modo per me assolutamente sorprendente.
°-° Che significa?!
Mi allontano da lei di qualche centimetro mentre sta nel dormiveglia e la sento bisbigliare qualcosa che mi fa letteralmente collassare.
 “Mhm…. Ancora il solito sogno…”
“Quale sogno?”
“Quello che faccio da quindici anni…”
“Cioè?”
“Che mi baci e poi facciamo l’amore….”
°o° Ho sentito bene?! “Cosa?!”
°_° Spalanca gli occhi. “Oh cazzo…. Non sto dormendo!”
“No.”
“Sono sveglia?!”
“Si.”
“Oh cazzo…. L’ho detto davvero….” Ha un filo di voce che a me sembra una melodia.
“Si l’hai detto davvero.”
 
 


 
 
Hello my dear friends!
Come molti immaginavano, Cosimo è uscito allo scoperto… e non solo lui.
Alessia infatti non gli ha mai rivelato i suoi sentimenti e non lo avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà. E invece….
 
Questo è il piccolo spoiler del prossimo capitolo…
Quanto invidio le talpe! Loro possono ficcarsi sotto terra e restarci per sempre! Io no, cavolo! Cosimo non molla, non si è spostato di un centimetro e non mostra intenzione di lasciarmi andare, sta solo zitto e mi fissa con un’espressione mai vista prima. Devo spezzare questo momento, altrimenti è la mia esistenza a spezzarsi.
“Ti prego, di’ qualcosa, mi va bene anche un vaffanculo-mi-fai-schifo.”
…è praticamente già pronto e se siete curiosi di sapere come reagiranno i due, fatevi avanti! Più recensite, prima potrebbe essere pubblicato!
 
Grazie a chiunque dedichi il suo tempo alla storia e very special thanks a chi commenta!
Un abbraccio
La Luna Nera
 

 

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Capitolo 10
*** Quindici anni in un istante ***



ALESSIA
 
°_° Panico.
Cosimo sa tutto, cazzo!
Mi sono sputtanata da sola! Sta immobile e semi disteso sul mio corpo e non ha nessuna voglia di distogliere il suo sguardo da me.
Non è che per caso il Padreterno potrebbe darmi una mano in questo momento imbarazzante? Che so, potrebbe far saltare l’elettricità in tutta Italia, far atterrare un ufo qua fuori, far riemergere Atlantide?!?
Qualsiasi cosa purché questo momento si spezzi!
No, eh? Grazie tante…
Quanto invidio le talpe! Loro possono ficcarsi sotto terra e restarci per sempre! Io no, cavolo! Cosimo non molla, non si è spostato di un centimetro e non mostra intenzione di lasciarmi andare, sta solo zitto e mi fissa con un’espressione mai vista prima. Sento un nodo strettissimo alla gola che mi sta lentamente strangolando, mentre i miei muscoli stanno iniziando a tremare senza che io possa controllarli. Devo spezzare questo momento di altissima tensione, altrimenti è la mia esistenza a spezzarsi.
“Ti prego, di’ qualcosa, mi va bene anche un vaffanculo-mi-fai-schifo.”
Sorride divertito. “Cos’è che dovrei dirti? Se sono stato io per primo a baciarti credi davvero di farmi schifo?”
°_°  ?!
Mi ammutolisce, l’unico rumore che proviene da me è il battito cardiaco che si sta pericolosamente avvicinando alla soglia dell’infarto.
“Alessia, fammi capire una cosa…” Deglutisce. “Se fai quel sogno da quindici anni, significa quello che penso?”
Riesco a sollevarmi dal divano, mi metto seduta e decido di vuotare il sacco, ormai non posso più nascondergli niente. Ma non chiedetemi di guardarlo in faccia perché non riuscirei a dirgli un tubo! Congiungo le mani come se volessi pregare (beh, una mano da parte Sua non mi dispiacerebbe affatto) e fisso un punto imprecisato del pavimento.
“Mi ero presa una cotta pazzesca per te quando eravamo alla scuola media, forse tu per me sei stato davvero il primo amore, quello che ti fa vivere nel mondo delle favole, ti fa battere forte il cuore e sentire le farfalle nello stomaco. Tu davi un senso alla mia vita in quegli anni, ero felice quando mi alzavo al mattino, entravo in classe e potevo vederti, credevo che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui ti saresti accorto che esistevo….non solo per copiare i compiti. E invece quel giorno non arrivava mai.” Mi esce una lacrima, non avrei mai pensato di dovergli raccontare tutto. “Arrivò invece Federica che ti catturò con un semplice sguardo. Ti ha fatto sognare e soffrire, Dio solo sa quanto avrei voluto prenderla a calci nel culo quando ti spezzò il cuore. E di come mi sentivo impotente quando cambiava ragazzo ogni settimana sotto i tuoi occhi gonfi di lacrime….” Me ne asciugo una. “Poi per fortuna le nostre strade si sono divise e il tempo ha affievolito tutto.”
“Perché non ha mai fatto niente per farmelo capire?”
“Perché?” Mi volto finalmente a guardarlo. “Ricordi che sgorbio ero? Ti piaceva quell’altra, la ragazza praticamente perfetta sotto ogni aspetto, che motivo avevo di dirti tutto? Mi sarei vergognata ancora di più di com’ero…. E avrei ottenuto solo l’ennesimo umiliante rifiuto.”
Resta in silenzio per qualche secondo, poi le sue braccia mi catturano stringendomi forte. “Scusa.” Le sue labbra sono a pochi millimetri dal mio  orecchio. “Scusa per tutte le sofferenze che ti ho provocato.”
“Non è colpa tua, io ho scelto di tacere ed è giusto che ne abbia pagato le conseguenze.”
“Tutti credevano che ci fosse qualcosa fra te e Mattia, dunque non era così….”
“Lui era il mio migliore amico, non c’è mai stato nient’altro fra di noi.”
“Sicura?”
“Qualcuno sosteneva che gli piacevo, sinceramente non me ne sono mai accorta. Avevo solo te nel cuore e non riuscivo a vedere nessun’altro.”
Mi dà un bacio sulla guancia. “Adesso dobbiamo recuperare il tempo perso. Il passato ormai è passato, godiamoci il presente.” Mi sorride.
“Il presente?”
“Certo… Insomma, se ancora fai certi sogni immagino che non ti sia indifferente.”
“Se devo essere sincera credevo di averti dimenticato, sono stata insieme ad un altro che mi ha mandata a quel paese non troppo tempo fa. Ma quando ci siamo rivisti alla cena di classe e poi tutti i nostri incontri dei giorni successivi… Non so com’è potuto succedere… Insomma, qualcosa si è mosso di nuovo dentro di me.” Devo riprendere fiato. “Io non volevo, non potevo caderci di nuovo. Sapevo benissimo che non eri libero e per di più eri diventato padre di una bimba meravigliosa…. Non mi hai cagata per anni ed anni, potevo forse sperare che in un paio di giorni tu ti accorgessi di me?
“Quello che non è accaduto in quindici anni, può accadere in un istante.” Mi accarezza il viso bagnato di lacrime con la sua mano… Che calore meraviglioso! “Saranno state le esperienze che ho vissuto o il modo diverso di vedere le cose, comunque sia stasera ho capito tante di quelle cose che non basterebbe una vita intera per elencarle. Ho capito che non posso fare a meno di te, fai parte della mia esistenza ormai, c’è una complicità fra di noi che non so spiegare. Noi siamo fatti per amarci, per stare insieme… tu ed io. Perdonami ti prego, perdonami se mi ci sono voluti quindici anni per innamorarmi di te.”
°o°
Sono letteralmente paralizzata: Cosimo, il mio Cosimo, mi ha appena confessato il suo amore.
Quindici anni, quindici lunghissimi e fottutissimi anni ci sono voluti perché si accorgesse di me!
Anni di sospiri, sogni irrealizzabili, desideri nascosti, segreti inconfessabili, lacrime amare ingoiate in silenzio: in una manciata di minuti tutto questo è stato spazzato via. Cosimo è innamorato di me! Ancora non riesco a crederci! Non ci posso credere!
Sto forse sognando?
“Ti prego, dammi un pizzicotto.” Gli accarezzo il viso cercando nel contatto con lui la prova tangibile che l’uomo davanti a me e che mi sta stringendo non è frutto della mia immaginazione. Gli ho chiesto un pizzicotto e per tutta risposta mi cattura le labbra, mi serra stretta fra le sue braccia e mi bacia, mi bacia, mi baciaaaa…..
Potrei anche morire in questo istante, la mia vita ha toccato l’apice della felicità. ; )  <3<3<3<3<3 !
Le mie labbra sono completamente in suo possesso, le bacia, le accarezza con la lingua, le mordicchia….
E posso dirvelo? Bacia da Dio!
Insomma, mai neanche nei miei pensieri o sogni più o meno proibiti, ho immaginato un tale senso di piacere, di meraviglia, di sensazioni che fatico a comprendere e spiegare. Vi rendete conto? Dopo quindici anni assaggio il suo sapore, sento il calore del suo corpo sul mio, sento il profumo della sua pelle e il battito del suo cuore che si fonde col mio.
Voglio piangere, si, avete capito bene, voglio piangere. Sono troppo felice, non ci riesco proprio, devo piangere di gioia. Lui se ne accorge sfiorandomi le guance con la mano mentre mi accarezza.
“Che fai, piangi?” Mi guarda sorridendo.
“Forse non sono la sola…. Sbaglio?” Non negarlo, amore mio, hai gli occhi lucidi.
“E’ solo che…” Si morde il labbro. “..sono felice come non ero da una vita.”
Esplodo in un sorriso, lo abbraccio forte e lo trascino su di me, sentirlo una cosa sola con il mio corpo mi manda in estasi. Affondo le dita nei suoi capelli spettinati, è una vita che sogno di poterlo fare in un contesto del genere. E tutto è stupendamente meraviglioso.
Lui è mio, raga! Finalmente Cosimo è mio! Quindici anni, ma adesso è mio!
                                                                                              
“Papà….”
°O°  Al suono di quella parola Cosimo schizza via dalle mie braccia, lasciandomi sola e distesa come un’idiota sul divano. La piccola Ludovica avanza barcollando verso di lui stropicciandosi gli occhi semichiusi dal sonno.
“Pipì….”
“Certo tesoro, andiamo.”
Mi metto seduta mentre accompagna la bimba in bagno. Passo una mano fra i miei capelli arruffati tentando di capacitarmi di ciò che ho appena vissuto. Ritornando al discorso di prima devo fare una correzione: Cosimo è mio, ma devo dividerlo con la figlia e di conseguenza con la madre, a meno che non voglia lasciarla. In alternativa dovrei recitare il ruolo dell’amante.
°_° Non scherziamo!
Se davvero ci amiamo credo sia giusto chiarire le cose e uno dei punti fondamentali secondo me è la sua situazione familiare. E’ innamorato perso di quell’angioletto che è sua figlia (e chi non lo è!) e l’ultima cosa che mi passa per la testa è farle del male, vista anche la situazione del cavolo in cui sta crescendo.
“Eccomi, abbiamo fatto pipì e siamo di nuovo nel mondo dei sogni.” Cosimo si siede di nuovo accanto a me e mi cattura fra le sue braccia.
“Credi che Ludovica ci abbia visti prima?”
“No, camminava dormendo.” Mi sfiora di nuovo le labbra.
“Senti… Insomma… Non credi che dovremmo parlare un po’ di noi?”
“Del nostro amore?”
*_* Mhm…il nostro amore! Che suono meraviglioso per le mie orecchie!
“Si.” Lo guardo in volto. “Non so se hai dimenticato un piccolo particolare che ti riguarda: tu in teoria saresti impegnato con un’altra e hai una figlia. In questo bel quadretto familiare che posizione occupa la sottoscritta?”
Tace abbassando lo sguardo da me. “E’ vero, nonostante negli ultimi tempi le cose fra me e Monica non vadano affatto bene, non siamo ufficialmente separati. Io però amo te, voglio stare con te e non ho nessunissima intenzione di perderti.”
“E Ludovica?”
“Ti adora quasi quanto me e per lei saresti la mamma perfetta.”
“Già, ma non lo sono.” Catturo le sue mani fra le mie. “La tua metà  mi odia, non so se aveva già capito quello che provo per te o mi detesta per un motivo che ignoro, magari ti ama ancora… L’unica certezza che ho è che sarebbe pronta a tutto pur di mettermi fuori gioco.”
“Deve prima fare i conti con me.”
“Ti comanda a bacchetta! Cosa speri di fare?”
“Ne va della mia felicità e di quella di mia figlia. Spesso mi sono soffermato a pensare cosa ne sarebbe stato delle nostre vite restando accanto ad una come lei, mi sono sforzato di sopportare tutto per amore di Ludovica, ho sempre ritenuto giusto farla crescere accanto a sua madre, alla donna che l’ha portata in grembo nove mesi e l’ha messa al mondo perché comunque un legame fra madre e figlia deve pur esistere. Ma poi ho incontrato te dopo tanti anni e i primi dubbi si sono fatti strada nel mio cuore. La mia bambina è rinata in tua compagnia, tu riesci a darle tutto quello che dovrebbe darle una mamma, la fai sentire importante, trascorri il tempo con lei a guardare i cartoni animati… Monica non lo fa mai, è sempre presa dal lavoro e dalla cura maniacale della sua persona, non  trova mai tempo per la sua famiglia.” Mi bacia di nuovo. “Ed hai restituito la vita pure a me. Se solo ci fossimo riavvicinati prima… Se solo non fossi stato così cieco probabilmente le cose fra di noi sarebbero decollate già da tempo.”
“E’ inutile piangere sul latte versato, se non vogliamo perderci, dobbiamo cercare una soluzione.”
In quel momento il suo cellulare squilla e sul display appare quel nome. Mi guarda. “Scusa, devo risponderle.”
“Si… mhm….. E perché dovrei?.... E se invec.” Alza gli occhi al cielo. “E’ fuori dal portone, fra poco sarà qui.”
“Oh cazzo, se mi trova mi ammazza.”
“Esci dalla porta e vai sul pianerottolo del secondo piano, così quando sarà entrata in casa potrai andare via.”
“Vedi che ti comanda come un ufficiale nazista…?”
Afferro velocemente la mia giacca e mi precipito verso l’uscita, lui mi ruba un ultimo bacio e mi dileguo.
Mi sento calata nella parte dell’amante alla perfezione!
 
Passeggio un po’ in completa solitudine mentre torno a casa. E’ da poco passata la mezzanotte, in giro non c’è anima viva, solo le stelle lassù nel cielo mi guardano mentre vago come un’idiota nel cuore della notte. Cosimo mi ama ed io amo Cosimo.
Ma non possiamo.
Sembra un assurdo paradosso, eppure è così.
Stasera ho vissuto un sogno ad occhi aperti, quel sogno che da ragazzina credevo irrealizzabile. Quanti pomeriggi ho passato attaccata alla radio ascoltando canzoni tipo “T’innamorerai” di Marco Masini o “Mi rubi l’anima” di Laura Pausini feat. Raf ed anche “L’elefante e la farfalla” di Michele Zarrillo che mi riempivano il cuore di malinconia, di dolce dolore e delicata sofferenza! Beh, a questo punto potrei anche aggiungere “Non amarmi”… Ve la ricordate? La cantavano Aleandro Baldi e Francesca Alotta stravincendo Sanremo Giovani tanti anni fa. E’ l’esatta colonna sonora di questa sera, meravigliosa per quanto assurda.
Sono a casa, fra poco è Natale e ovunque si respira aria di festa. Mamma ha messo quelle tende rosse con le stelline che le ho regalato io.
 
Riuscirò a passare qualche giorno con lui durante le feste?
 


 
 
Ciao!
Chiedo umilmente scusa se aggiorno solo adesso, per più di un motivo non ho potuto toccare il computer… : (  Oltre tutto mi sono pure bloccata e non sono riuscita a scrivere tantissimo, motivo per cui non vi posso lasciare lo spoiler. Spero non me ne vogliate.
Spero anche che questo capitolo vi sia piaciuto, i due protagonisti si sono finalmente scoperti innamorati e subito sorgono i primi dubbi su come gestire la situazione. Sul finale una piccola carrellata di canzoni, forse un po’ datate, a mo’ di colonna sonora per i momenti di malinconia sognando il proprio “lui”. Conoscete questi brani?
Grazie a chi legge ed in particolare a chi commenta.
Very special thanks to HERM74 e eppy.
 
A presto!
La Luna Nera

 

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Capitolo 11
*** L'ultimo abbraccio ***




Mancano un paio di giorni a Natale, le cose fra me e Cosimo sono in una fase di stallo. Ci vediamo di nascosto, pochissimo e nei luoghi più impensabili per non destare scandali e sospetti così da alimentare i pettegolezzi delle signore del paese. Mia madre già annusa qualcosa e non perde occasione per tentare di farsi i cavoli miei da poter spifferare a destra e a manca. Il problema è che, anche volendole dire qualcosa, non saprei cosa! Io per prima non so che cavolo di rapporto sto portando avanti con il mio adorato principe azzurro! Non abbiamo avuto l’occasione di affrontare di nuovo l’argomento, ultimamente sono quasi sempre chiusi in casa e Monica lo marca stretto come un difensore di Serie A. Esce quasi sempre con lei e per avere un po’ di privacy per potermi vedere deve inventarle le cazzate più assurde.
Lei, a suo dire, se le beve tutte.
: / Ma a me la cosa puzza.
 
Sono quasi le 18:00, mi ha dato appuntamento al solito posto: viene a prendermi all’ingresso dei campi da tennis e ce ne andiamo per fatti nostri. Ha detto che deve dirmi delle cose importanti ed ho qualche perplessità.
Eccolo che arriva, salgo in macchina e ripartiamo. Stranamente non mi saluta con il solito bacio e la cosa mi suona come un campanello d’allarme.
“Va tutto bene?”
Mi fa cenno di si con la testa, resta in silenzio e continua a guidare.
Ci fermiamo nel parcheggio di un supermercato, luogo decisamente azzeccato per un incontro romantico. : P
Mi sembra preoccupato, inizio ad esserlo anche io.
“Mi spieghi il motivo di quell’espressione?”
Si volta, noto solo adesso che ha gli occhi lucidi. “Domani parto. Vado a vivere a Milano.”
°_°  Sono diventata un pezzo di ghiaccio in un istante.
“Perdonami se te lo dico solo ora, lotto da giorni su come trovare le parole giuste per non farti male.”
Non so che dire, non so che fare.. Anzi, saprei che fare: prenderlo a sberle e costringerlo a restare con me.
ç_ç
Le prime lacrime iniziano a bagnarmi il viso, non ci posso credere che se ne va via domani.
“Mi spieghi almeno perché?”
“Lo faccio per mia figlia.”
“Che c’entra tua figlia?”
“Sembra stia recuperando il rapporto con la madre.”
Krack   Gelo totale nel mio cuore.
“Negli ultimi giorni Monica è cambiata, è più affettuosa sia con me che con lei… Figurati che sono riuscito a farle ritirare dalla vendita la nostra casa.”
“E allora che ci vai a fare a Milano?”
“E’ stato il prezzo da pagare per mantenere di mia proprietà l’appartamento in cui vivo e che era dei miei nonni.”
“Vedi che ti ricatta come vuole?!”
“Non è vero!”
“Non dire cazzate per favore.” Sto perdendo il lume della ragione. “Ti trasferisci lassù nel mega appartamento extra lusso come vuole lei?”
“Andiamo a vederlo e proviamo a trascorrerci le festività.”
“Capisco.”
“Sto solo cercando di non mandare a monte la famiglia per offrire a Ludovica la serenità che merita. Lo faccio per lei anche se per Monica non provo più nulla. Sai che amo te e basta.”
“Me lo ripeti all’infinito e mi sono pure convinta che sia davvero così. Ma se te ne vai mi spezzi il cuore, non c’hai pensato?”
“Certo che c’ho pensato, cosa credi? Sono tre notti che non chiudo occhio pensando a te e al modo in cui dovevo dirtelo.”
Me ne sto in silenzio tentando di metabolizzare la botta. Certo, è tutto troppo bello per essere vero, chiedo troppo se per una volta la sfiga non mi prende di mira e mi fa vivere un po’ in santa pace con l’uomo che amo da una vita. Si, ok, il nostro rapporto non si è mai ufficializzato e sapevo che dovevo dividerlo con un’altra. O forse dovrei dire con altre due donne.
“Scusa Cosimo.” Le parole mi escono a fatica dalla gola. “Hai ragione, io non sono nessuno per costringerti ad abbandonare la tua famiglia. Forse ho sbagliato sin dall’inizio e quella sera invece di restare con te e dirti tutto, sarei dovuta sparire per sempre dalla tua vita. Non ce l’ho fatta purtroppo, il desiderio che avevo di te mi ha fatto uscire di testa e sono crollata sotto i tuoi baci. In quei momenti non comprendevo di essere costretta a diventare la tua amante se volevo continuare a frequentarti, non mi sembrava vero che dopo anni ed anni finalmente ti eri accorto di me. Hai due donne che sono la tua vita ed è giusto che io mi faccia da parte.”
Il mio viso è completamente bagnato di lacrime, gli sto dicendo addio e fa un male cane. Non so se sto peggio adesso o quando lo vedevo amoreggiare con Federica.
Forse adesso che, dopo averlo avuto, lo devo lasciar andare.
Mi cattura fra le sue braccia forti e protettive. “Doverti lasciare mi uccide più di una pugnalata, è tutta colpa mia. Ho combinato casini su casini e mi detesto ogni giorno di più perché adesso che ho trovato l’amore e la felicità devo perderli. E’ tutta colpa mia e se mi odierai per il resto dei tuoi giorni ne avrai il motivo. Sappi però che il mio unico vero amore sei solo tu. Avrei voluto amarti alla luce del sole, gridare al mondo intero quello che provo per te senza dovermi nascondere, ma non posso farlo. Almeno per il momento.”
“Portami a casa per favore.”
Mi guarda in faccia, è distrutto. “Adesso?”
“Si, adesso. Se davvero dobbiamo separarci, voglio che accada subito.”
Tento di resistere e di fare la dura, ma è difficilissimo.
“Possiamo ritagliarci almeno un’ultima mezz’ora?”
“Per far cosa? Sfinirci dalle lacrime?”
“No.” Mi fissa negli occhi annebbiati. “Vorrei tanto poterti amare almeno una volta.” Mi accarezza dolcemente. “Come nel sogno che facevi…”
*o* Vuole fare l’amore con me? Per poi lasciarmi con il rimpianto di ciò che non potrò mai più avere? Senza contare quel mio piccolo problemino fisico a causa dell’intervento chirurgico di cui non sa. “Credo sia meglio di no.”
“Perché?”
“Dirti addio sarebbe impossibile dopo aver fatto l’amore.” Non ho il coraggio di guardarlo in faccia e potrete pensare che sono una codarda. Bene, si, lo sono.
“D’accordo, come vuoi.” Riavvia il motore della macchina restando in silenzio. Guida guardando avanti, serio ed impassibile. So di avergli spezzato il cuore, così come lui ha fatto a me. Ci amiamo e non possiamo amarci. Non ho la minima idea di quello che sia accaduto fra lui e la deficiente in questi giorni, questo suo cambiamento improvviso, questo suo interesse per la figlia onestamente mi puzza un po’.
Forse sono io che lavoro troppo di fantasia?
Ma certo, non può che essere così. L’istinto materno si è finalmente svegliato dal letargo e Ludovica potrà essere felice con la sua mamma e con il suo papà.
 
Siamo a pochi isolati da casa mia, l’ora di salutarci è arrivata.
 
Mi slaccio la cintura, poggio la mano sulla maniglia per aprire la portiera senza mai guardarlo. Mi afferra e mi trascina verso di sé catturandomi fra le sue braccia. “So che non mi credi, ma ti amo sul serio e lasciarti andare via mi distrugge. Questa scelta dolorosa è stata fatta per amore, quando sarai mamma capirai.”
Mi allontano leggermente da lui. “Già. Peccato che io mamma non diventerò mai.”
“Che vuoi dire?”
“Addio amore mio.”
Mi libero dalle sue braccia senza cercare un ultimo bacio altrimenti sarebbe stato impossibile smettere.
Esco da quell’auto sentendomi i suoi occhi incollati addosso, sentendomi vuota e distrutta per essere arrivata al suo cuore quando ormai era troppo tardi.
Non mi volto e corro a testa bassa verso casa mia con l’aria attorno a me frizzante di gioia per il Natale alle porte. Tutto è sfavillante di luci e lustrini, mi sembra anche di sentire canzoni in lontananza. Fa piuttosto freddo stasera ma il gelo che ho nel cuore non ha eguali, è completamente sommerso di neve e tutta questa allegria che si respira per le strade del paese non fa che farmi sentire ancora più triste.
Che Natale è se devo trascorrerlo lontano dalla persona che amo?
Che motivo ho di festeggiare se tengo la morte nel cuore?
Che senso ha tutto questo?
Io e Cosimo ci siamo detti addio, lui domani va via con la sua famiglia. Ho creduto di poter tenere in piedi la nostra storia clandestina, ma con l’amore che nutre per sua figlia non posso competere.
Lui ha scelto lei ed io devo accettarlo.
 
Guardo il cielo con gli occhi annebbiati dalle lacrime e come per magia nella mia mente si materializzano le parole di una vecchia canzone, perfetta colonna sonora per queste ore….
 
Che Natale sei, sempre lo stesso,
per chi è solo come me sei una festa a metà…..
 
 



Ciao!
Qualcuno pensava forse che sarei sparita? Beh, ci sono andata vicina, non posso negarlo. Volenti o nolenti, dovete ancora sopportarmi. Ho avuto un periodo in cui mi sono completamente bloccata e non riuscivo a scrivere niente di convincente. Ancora non mi sono ripresa del tutto, confido nel vostro sostegno per ripartire prima possibile.
Che la storia fra Alessia e Cosimo era in salita fin dall’inizio probabilmente era comprensibile, immaginavate una rottura così rapida? Monica avrà qualcosa in mente o sarà solo amore ciò che l’ha spinta a partire con Cosimo e la figlia?
Vi lascio il link di YouTube attraverso il quale potete vedere ed ascoltare la canzone di cui Alessia parla a fine capitolo…
 
https://www.youtube.com/watch?v=D_MyFc7LUD8
 
…e che ricalca perfettamente lo stato d’animo dei protagonisti.
Che ne pensate?
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 12
*** Anno nuovo, vita nuova. Forse ***




“…Tre! Due! Uno! Buon Annoooo!!!”  *<*<*<*
 
Volano i tappi fra le grida festose per l’arrivo dell’anno nuovo.
Quanta voglia ho di sorridere e fare baldoria? Zero assoluto. Mi trovo a questo veglione con alcuni amici che mi hanno letteralmente trascinata fuori di casa nonostante avessi altri programmi per la sera di San Silvestro.
 : (
Esatto, volevo andare a letto presto dopo una bella cenetta in compagnia di un barattolino di gelato alla vaniglia. I miei hanno organizzato la classica serata con amici a base di tombola e mercante in fiera al circolo ricreativo in piazza. : P Avrei avuto casa libera per starmene in santa pace ma Giovanna ed Elisa hanno insistito talmente tanto che alla fine ho ceduto. Le mie amiche non sanno della pseudo relazione che ho intrecciato con Cosimo, non ho detto nulla di proposito. Ho giustificato la mia aria da funerale inventando loro che sono uscita per un po’ con uno che mi piaceva ma la cosa non ha funzionato.
E in sostanza del vero c’è. Comunque si dice il peccato e non il peccatore come recita il proverbio.
Tento di stare su col morale bevendo qualche bicchierino di spumante in più con la speranza che mi annebbi il cervello quel tanto che basta a farmi dimenticare la malinconia.
Forse vi starete chiedendo se sono rimasta in contatto con lui…
X Picche!  
Ho troncato tutto. Non l’ho più cercato, non gli ho fatto neanche gli auguri a Natale, nonostante mi abbia tempestata di messaggi. Lo amo ancora e non lo posso negare, però preferisco dare un taglio netto al passato e tentare di dimenticarlo una volta per tutte.
Impresa quanto mai ardua.
Poco importa se resterò zitella, quando hai conosciuto l’amore vero e lo hai perso per sempre non t’importa più di cercarlo altrove.
Bevo un altro po’ e vengo trascinata in quegli odiosi trenini tipici delle feste con tanto di cappello di carta in testa (una delle cose che ho sempre detestato) mentre sento cantare le solite canzoncine idiote da ultimo dell’anno.
Usciamo sul terrazzo del locale in cui stiamo festeggiando per goderci lo spettacolo dei fuochi artificiali e dei botti che illuminano a giorno il cielo sopra le nostre teste. La vista di tutti quei colori e giochi di luce mi strappa un sorriso, ricordo con nostalgia quando ero piccola ed aspettavo con ansia la festa del patrono, uno dei pochi momenti in cui questo paesello si riempiva di gente, di bancarelle piene di dolciumi, c’era il luna park, la musica e il ballo in piazza. Ovviamente tutto era concluso dai fuochi artificiali e dalla promessa di ritrovarci tutti quanti l’anno successivo.
 
Bella l’infanzia, momento stupendo della vita che si affaccia sul mondo.
Credi a Babbo Natale e alla Befana, alla fatina dei dentini e l’omino del sonno. Credi che, passeggiando nel bosco, spuntino fate, gnomi e folletti, ascolti assorta le favole di Biancaneve e Cenerentola immaginando che quel paese lontano lontano esista sul serio con le sue belle principesse amate dai rispettivi principi azzurri che vivono nel castello felici e contenti. *_*
Poi si cresce e puf! Come per incanto tutto scompare in una bolla di sapone. : (
 
Forza e coraggio! Anno nuovo, vita nuova. Cosimo fa parte del passato e devo accettare la cosa, devo essere contenta del fatto che finalmente ha capito che esisto e che sono stata importante per lui.
Bevo un altro calice di spumante e rientro nel salone con gli altri che già si sono lanciati nelle danze.
: P
 
COSIMO
 
Bella Milano, città decisamente fashion per dirla alla Monica.
L’appartamento che ci ospita ha tutto quello che un comune mortale possa desiderare: spazio a volontà, arredamento lineare e di design, elettrodomestici ultimo grido, TV e wi-fi da paura, enormi finestre forse un po’ esagerate per i miei gusti ma di grande effetto…. Laggiù in lontananza si intravede lo scalo aereo della Malpensa, quando scende la sera è molto suggestivo vedere tutte quelle luci che contrastano con il buio. Dovrei essere felice di ciò che mi circonda, la mia compagna è soddisfatta e stiamo tentando di ricreare quel nucleo familiare da me tanto sognato.
E allora perché sento tanta amarezza dentro di me?
Forse perché qui ho tutto ma in realtà non ho niente?
Ludovica sta guardando i cartoni animati alla TV, c’è Peppa Pig e la mia mente vola a quella sera in cui la mia Alessia le faceva compagnia. Quella sera ho finalmente capito di amarla come nessun’altra.
: (  Dio, quanto mi manca!
Ho l’impressione che ce l’abbia a morte con me, non ha mai risposto a nessuno dei miei messaggi né alle mie telefonate. Posso forse biasimarla? L’ho dovuta lasciare come uno stronzo spezzandole il cuore e mi sono odiato per giorni e giorni, in un modo o nell’altro riesco sempre a farla soffrire… Io che l’amo più della mia vita.
Spero solo tutto questo serva a donare serenità alla mia adorata bimba.
Eppure sento che qualcosa non va.
Inizio ad avere dei dubbi, da quando siamo qua infatti Monica ha diminuito le attenzioni nei suoi confronti… e pure nei miei devo dire. Mi riempiva di coccole, facevamo l’amore più spesso e devo confessare in maniera da urlo. Poi, dopo un paio di giorni dal nostro arrivo   puf!    è morto tutto.
Quando la bambina resta con la mamma sta puntualmente incollata alla TV e ai videogiochi, devo essere sempre io quello che la sprona a fare altro, ad uscire per andare al parco o in giro fra le bancarelle di Natale. Monica se ne disinteressa quasi completamente, sembriamo tornati indietro di qualche settimana. Ha predisposto una stanza adibendola ad ufficio in cui si ritira per lavorare e tenere video conferenze. Quando sta lì dentro non tollera la presenza di nessuno di noi e la cosa un po’ mi infastidisce. Comincio a pensare che nasconda qualcosa e che da quando abbiamo lasciato il mio paesello stia pian piano tornando la donna acida di sempre. Quando la guardo negli occhi vedo gelo, non c’è un briciolo di affetto né per me, né per Ludovica.
A volte ho l’impressione che noi siamo solo d’intralcio per lei.
E allora che motivo c’era di venire qui?
Perché mi sento un pesce fuor d’acqua? 
Le festività stanno quasi per finire, per me non sono mai iniziate. A me piace trascorrerle in famiglia, mi piacerebbe stare con mia figlia seduto sotto l’albero di Natale o di fronte al camino mentre le racconto di quando ero bambino ed aspettavo l’arrivo di Babbo Natale. Non l’ho mai potuto fare da quando sono padre perché ogni anno dovevamo trascorrere le feste in giro per il mondo, in luoghi tropicali che per quanto affascinanti e da sogno non hanno niente a che vedere con l’immagine che abbiamo noi di queste festività. Ho troppi pensieri per la testa, mi hanno pure causato una forte emicrania, prendo un antidolorifico e mi siedo sul divano con il tablet, farò un giochino per ingannare il tempo.
“Cosimo!”
Sobbalzo e mi volto verso Monica che sta appoggiata allo stipite della porta mentre controlla il suo make up nello specchietto.
“Vai a prendere due pizze per cena, non ho voglia di cucinare.”
E quando mai ce l’hai? Non fai mai un cazzo tranne incipriarti il naso e chiuderti nel tuo bunker!  “Va bene… Il solito?”
“Certo. Prendi i soldi.”
Mi lancia il borsello quasi in faccia e torna nel suo ufficio privato.
“Dai un’occhiata tu alla bambina?”
Silenzio.
Stronza!
“Tesoro” Mi avvicino al mio angioletto “papà scende un attimo a prendere la pizza. Mi aspetti qui?”
La mia dolce bimba annuisce e torna concentrata sulla TV.
Esco, prendo le pizze rapidamente e torno in casa, non mi va di lasciare Ludovica sola troppo a lungo, in fondo è ancora piccola.
Poggio la nostra cena sul tavolo della cucina, vado in bagno per lavarmi le mani e quando esco, noto che la porta del bunker di Monica è socchiusa. Sento che sta parlando al telefono e quello che odono le mie orecchie non è proprio una dolce melodia, ma è un qualcosa che mi apre finalmente gli occhi e mi fornisce le risposte a tante domande.
“Si, tranquillo…. No, il coglione non c’è, l’ho mandato a comprare qualcosa per cena…..” Ride. “Sei un genio… un genio che mi fa impazzire. Una di queste sere ci vediamo… penso a tutto io, tranquillo tigrotto.. Hai avuto proprio una bellissima idea, questo appartamento che mi hai regalato è una favola! Ora sono qui vicino a te con quel cretino del mio compagno a mia completa disposizione per scaricargli la mocciosa……”
Mi allontano da quella porta, altrimenti potrei fare qualche follia.
Ciò che ho sentito è più che sufficiente, non mi occorre altro.
 
Brutta z*****a maledetta p*****a schifosa!
Ho capito tutto finalmente, forse ho impiegato un po’ di tempo ma l’ho capito. Mi sta usando per scopare con un altro! L’ha fatto apposta di farmi venire qui fingendosi una brava mamma!
Pezzo di m***a!
Allora sarei un coglione, eh?
E pure un cretino?
Aggiungo cornuto, così siamo al completo. Se ho ben capito si diverte come una matta col suo tigrotto alla faccia mia.
Ma ce l’ha il cuore?
Posso concederle di odiare me, ma considerare mocciosa sua figlia no, scusate tanto, non lo tollero.
Credevo un po’ di amore materno esistesse in quella specie di donna, invece se ne sbatte totalmente le palle di sua figlia! Preferisce metterla davanti alla TV 24 ore su 24 per fare i suoi porci comodi se non c’è il coglione ad occuparsene.
 
Basta. Questa volta ha superato ogni limite, sono saturo.
Tutto questo finisce qui, questa volta sono determinato ad andare in fondo. Ho lasciato Alessia come uno stronzo, ho forse perso l’unica donna della mia vita per venire fino qui a farmi prendere per il culo da una bastarda!
 
Basta.
 
Non voglio avere più niente a che fare con lei.
Domani torno a casa mia.
 
E la bambina viene con me.
 




 
Ciao!!
Confesso che il caldo mi sta facendo cadere fra le grinfie della pigrizia, comunque sono riuscita a scrivere qualcosa nonostante le idee in questo periodo stiano andando in vacanza.
E’ buffo parlare di Natale e Capodanno ora che siamo in estate, forse aiuterà anche voi a sopportare meglio l’afa…
Alessia ha troncato tutto, Cosimo invece ha capito quello che Monica ha architettato per portarselo via. E c’è rimasto piuttosto male.
Voi che avreste fatto al suo posto?
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se non ne sono convintissima io per prima.
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 13
*** Possibile che....? ***




ALESSIA
 
Archiviate le feste di Natale, tento per quanto possibile di tornare alla normalità. Questo mio sforzo comprende anche la completa cancellazione di Cosimo dalla mia mente, ho rimosso il suo numero di telefono inclusi i messaggini dal mio cellulare.
Rileggerli mi fa stare ancora troppo male.
Ho ripreso il lavoro gettandomi a capofitto nella mia attività. Le idee regalo per San Valentino stanno destando un discreto successo nonostante manchi ancora un mese alla festa degli innamorati. Abbiamo ricevuto vari ordini tramite internet, per cui il da fare non mi manca.
Ho in mente un’ideuzza per il periodo primaverile, l’ho disegnata e dovrei mostrarla fra poco a Marta. Avrei pensato ad un servito da caffé con piattini color acqua e tazzine a mo’ di foglia di ninfea, con farfalla o libellula poggiata sul bordo. Spero me la approvi, così posso iniziare a realizzare qualche campione.
“Alessia, mi ero dimenticata di dirti che oggi abbiamo una visita molto particolare.” La titolare entra nel laboratorio consegnandomi altri ordini da inserire in produzione.
“Chi attendiamo?”
“I bimbi della scuola materna.”
°_° Yeah, gli ex compagni di Ludovica. Il destino ce l’ha con me!
“Scusa se non te l’ho detto prima, ho avuto l’ok da parte della preside solo ieri sera, mancavano alcune autorizzazioni dei genitori.” Sta per uscire. “Dovrebbero esser qui fra mezz’ora. Hai qualcosa da far dipingere?”
“Si… Ho delle piastrelle non troppo grandi.”
Laggiù in quell’angolo c’è il piatto che avevo preparato per Ludovica. L’ho riposto sullo scaffale e non l’ho più toccato da quando se n’è andata a Milano. Forse se avessi saputo già da ieri della visita dei bambini mi sarei data malata, non ho idea della reazione che potrei avere nel vedere quel gruppo di cuccioli senza di lei.
 : (   Spero solo di non farmi scappare qualche lacrima.
 
Eccoli che arrivano, quanto sono belli! Somigliano a tanti folletti del bosco imbacuccati da cappelli colorati e sciarpette per difendersi dal freddo.
Le maestre li raggruppano secondo l’età per poterli controllare meglio ed evitare che urtino inavvertitamente qualche oggetto rischiando di mandarlo in mille pezzi.
 
°_° Non ci credo!
 
No, ragazzi, datemi un caffé bello forte! Quel batuffolo col cappello rosa che mi fa ciao ciao con la manina mentre mi guarda sorridendo non può essere lei! Lei è a Milano con i suoi genitori, non può essere qui! Ho forse le allucinazioni? Quella bambina confabula con l’amichetta non appena ricambio il suo saluto, il gruppo è davanti a me ma io non riesco a smettere di fissarla. La maestra li fa presentare uno ad uno e lei pronuncia proprio quel nome aggiungendoci che io sono la sua amica che fa i disegni sui piatti.
 
Se Ludovica è qui in carne ed ossa, non può essere tornata da sola!
 
Il pensiero che Cosimo potrebbe trovarsi di nuovo qui mi fa tremare le gambe, ho la gola bloccata da un nodo strettissimo, guardo a destra e a manca come se fossi fatta-strafatta.
 
Possibile che sia tornato?
 
Vengo destata dal torpore da Giulia che mi strattona per un braccio mentre gli occhietti curiosi dei bambini sono incollati su di me e sembrano chiedersi se sono sveglia o sto dormendo.
Pure con i bambini riesco a fare figuracce! : P
Facciamo indossare loro dei grembiulini e li facciamo accomodare attorno ad un tavolo: vi ho disposto le piastrelle da far decorare e alla vista dei colori e dei pennelli esplodono di gioia ed allegria. C’è chi si cimenta nel disegnare il proprio animale domestico, chi preferisce un fiore, un cuore o l’eroe dei cartoni animati.
Sono dolcissimi!
Ludovica mi sorride (e indovinate a chi somiglia il suo sorriso?) e mi chiede di avvicinarmi a lei.
“Guarda! Ti piace?”
“E’ bellissimo!” Osservo il suo lavoro: vedo tre cuori, due più grandi con al centro uno più piccolo.
“Questo è per me” dice indicando quello piccolo ”questo per papà” e indica quello grande a sinistra “e questo è per te!” Mentre mostra con orgoglio l’altro sorridendomi.
Le gambe mi sorreggono a fatica. “Per me?” Tesoro mio, mi fai piangere!
“Si! Ti piace?”
“Tantissimo.” Sono commossa, devo allontanarmi da lei altrimenti mi metto a piangere come una fontana. “Vado a controllare i tuoi amici, torno dopo da te. Ok?”
ç_ç
Annuisce con la testa concentrandosi di nuovo sul suo capolavoro.
Non ha fatto niente per la mamma, io avrei fatto una forca, ha pensato solo a me e al suo meraviglioso papà.
Vorrà pur dire qualcosa, no? *w*
Sarà tornata da sola con il padre o ci sarà anche l’innominata?
: s
Non ce la faccio, devo scoprirlo altrimenti esplodo!
Devo escogitare il modo di domandarglielo senza cadere in fallo.
Non so come, ma devo farcela.
 
“Coraggio bambini, è ora di tornare a scuola!” Le maestre richiamano i loro piccoli alunni che rispondono in coro con un “no” collettivo.
“Tranquilli bambini, vi farò avere direttamente a scuola i vostri lavoretti una volta che saranno stati cotti nel forno.”
Non sono particolarmente entusiasti di andare via, comunque obbediscono alle maestre ed infilano i loro cappottini colorati. Prima che se ne vadano, devo fare quella cosa, so che non dovrei, ma non resisto.
Mi avvicino a Ludovica. “Tesoro, dimmi una cosa… Quando sei tornata?”
“Dopo che la Befana mi ha portato la Casa di Barbie. E’ grande così!” Spalanca le braccia con entusiasmo.
“Meravigliosa! ...E… mhm… mica sei qui da sola?”
“No, sono con papà. La mamma è rimasta nell’altra casa…. Quella lontano.”
°_°
“Grazie piccola. Ci vediamo.”
“Ciao!” Esce dal negozio con il resto del gruppo.
Sono tornati dunque… lei da sola col padre.
Che diavolo è successo?
La vipera è riuscita a convincerlo a vendere la casa ed è tornato qui per questo?
La loro è solo una permanenza temporanea?
O forse c’è qualcosa sotto?
Qualcosa che spero e sogno da tempo?
Se la bimba ha ripreso a frequentare la scuola materna forse….
 
: P Idiota, se solo gli avessi risposto una misera volta quando ti chiamava!
CavoloCavoloCavolo! Non ce la faccio! : S
 
L’orologio segna le 16:00, fra poco i bimbi dell’asilo escono.
Devo farlo!
“Marta, devo uscire un po’ prima oggi, recupero l’ora domani.”
“Perché? Che devi fare di così urgente?”
“Una cosa di vitale importanza.” Per me lo è. “Comunque non ti preoccupare, mi sono avvantaggiata col lavoro.”
“Mhm, e va bene…” E’ scocciata, ma non me ne importa un fico secco!
“Grazie! Ci vediamo domani!”
Esco come un siluro dal negozio, corro a perdifiato verso la scuola materna sperando di arrivare in tempo.
Ho il fiato corto : b.. sono decisamente fuori allenamento, mi siedo su un muretto lì vicino ed attendo col cuore in gola che il miracolo si compia davanti a i miei occhi.
Dal grande cancello della scuola materna che ho frequentato pure io tanti anni fa entrano ed escono mamme, nonni, qualche papà in compagnia dei loro cuccioli ben coperti da giacche a vento e cappelli più o meno buffi.
Forse mi sono illusa…
Attendo per quasi venti minuti, poi decido di lasciar perdere giusto per non rischiare che i miei piedi diventino ghiaccioli, la temperatura odierna non è fra le più indicate per gli appostamenti! :=I   Mi incammino, faccio appena due passi e mi blocco: da un furgoncino esce Cosimo in abiti da imbianchino ed entra nell’edificio. Il furgoncino riparte, io no.
Sono paralizzata.
Tempo un paio di minuti e scende con Ludovica per mano.
Mi vede.
Dopo lunghe settimane di silenzioso buio i nostri sguardi si incrociano di nuovo.
Nessuno di noi ha il coraggio di dire una sola parola, mi sento un enorme nodo in gola, ho voglia di piangere perché nonostante tutti i miei sforzi non l’ho mai dimenticato.
“Papà! Allora?”
Viene strattonato dalla piccola che lo desta dal suo torpore e desta pure me. “Che c’è tesoro?”
“Posso andare a casa di Nadia?”
“A… a casa di Nadia?”
“Ti prego ti prego ti prego!!”
“Non lo so, dobbiamo chiederlo alla sua mamma….”
“Non c’è nessun problema.” La giovane donna che esce dalla scuola materna tenendo per mano un altro frugoletto adorabile raggiunge Cosimo e Ludovica entusiasta.
Le due bambine si abbracciano felicissime. “Mia figlia ha sentito molto la mancanza della sua amichetta durante le feste. Sono felice che siate tornati.”
Cosimo le sorride e mi lascia senza fiato. Anche se sporco di pittura mi fa svenire. *_*  
“Già, mancava molto anche a lei.” Si avvicina alla figlia. “Mi raccomando, fai la brava. Ok?”
La bimba annuisce con gli occhi pieni di stelle e poco dopo si allontana saltellando felice con l’amica e la madre.
Lui si volta verso di me e mi fissa di nuovo come prima, con quegli occhi che mi fanno impazzire, con quelle labbra il cui sapore fa parte dei ricordi indelebili, con quei capelli spettinati fra i quali affondavo le dita….
“Bentornato.” Riesco solo a dire quest’unica ed insignificante parola, poi lui mi prende per mano e mi trascina in un abbraccio stringendomi fino a togliermi il fiato.
“Mi odi ancora?” Un debole sussurro vicino al mio orecchio.
“Come posso odiarti?”
I nostri occhi si perdono gli uni negli altri, è lampante per entrambi che l’amore scoppiato fra di noi non è mai finito.
Nonostante quello che è accaduto nelle ultime settimane non posso detestarlo, è più forte di me. Nei momenti più difficili ero ben decisa a sputargli in faccia il rancore che mi graffiava il cuore, ma non appena ho sfiorato l’idea del suo ritorno senza contare l’attimo in cui l’ho visto scendere da quel furgone, tutto è scomparso come per magia.
E questa magia, lo sapete bene, ha un solo nome: amore.
 
 



 
Ciao a tutti!
Ci siete ancora sotto questa canicola che ci sta liquefacendo?
Non so da voi, ma qui si muore di caldo….
Dunque, Cosimo è tornato da solo con la bambina. Forse qualcuno si aspettava la litigata fra lui e Monica, per ora ho preferito affrontare l’incontro fra i due protagonisti. Di quella ci occuperemo più avanti… mica penserete che la signora se ne stia con le mani in mano, vero?
E adesso cosa potrebbe accadere fra Cosimo e Alessia?
 
Sarei onorata di conoscere la vostra opinione sulla storia, coraggio!
Non siate timidi!!
 
Un abbraccio
La luna Nera
 
PS. Probabilmente non riuscirò ad aggiornare prima di metà della prossima settimana dato che starò fuori per qualche giorno. Ciaooo!!
Voi intanto recensite! ; )

 

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Capitolo 14
*** Quanto mi sei mancato amore mio! ***


 
La porta del suo appartamento si chiude alle nostre spalle. Faccio appena in tempo a notare degli scatoloni ammassati in soggiorno, poi lui mi cattura fra le sue baraccia e mi mette con le spalle al muro. Fa sue le mie labbra mentre le sue mani non smettono di accarezzarmi, di sfiorarmi e di avvolgermi. Anch’io non desidero altro, non desidero che di sentirlo mio, di percepire il suo respiro che ansima mentre i battiti dei nostri cuori si fanno sempre più intensi.
Quanto mi sei mancato amore mio!
Prendo il suo viso fra le mani allontanando di pochi millimetri la sua bocca dalla mia, mi piace da matti guardarlo da distanza ravvicinata!
“Dimmi che non te ne vai, ti prego…”
“Certo che non me ne vado, l’ho mandata a fanculo.”
*_* “Davvero?”
“Davvero.” Mi bacia di nuovo con passione. “Scusa per tutto il dolore che ti ho provocato, mi sono sentito una merda in questi giorni.”
Mi asciuga una lacrima. “E tutte quelle scatole cosa sono?”
“La roba di Monica. Domani verrà un corriere per ritirarla e fargliela avere a Milano.”
“Stai scherzando?”
“No. Mi ha solo preso per il culo, me ne sono accorto un po’ tardi ma forse ancora in tempo per recuperare la mia vita e quella di mia figlia. Se la intende con un altro, considera Ludovica una mocciosa ed un fottuto errore, la cosa migliore che pensa di me è che sono un coglione.” Piega l’angolo destro delle labbra. “Forse lo sono sul serio se ho creduto di tenere ancora in piedi la relazione con lei rinunciando a te.”
Poggio le mie mani sul suo petto ed inizio a giocherellare con il bordo della sua maglia. Quanto vorrei strappargliela via! “Quando sei tornato?”
“Dopo l’Epifania. Un paio di giorni dopo ho imboccato l’autostrada per tornare qui. Ho provato a dirtelo, ma mi sono bloccato un milione di volte, credevo mi odiassi a morte e ne avevi tutte le ragioni del mondo.”
“Scusa…” Lo bacio di nuovo. “Volevo credere che tu fossi felice lassù con loro e sarei stata disposta a rinunciare per sempre all’amore… Oggi però quando ho visto entrare i bimbi della scuola materna nel nostro laboratorio, non riuscivo a credere che fra di loro ci fosse Ludovica. Ero sicura di avere le allucinazioni… Poi mi ha confidato di essere tornata qui con te e basta…. E allora non c’ho visto più e sono venuta fuori dell’asilo a vedere coi miei occhi che eri tornato davvero.”
“Non hai idea di quanto è stato meraviglioso rivederti, sei sempre più bella e ogni attimo che passa sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta…”
*_* <3 *_*
Catturo di nuovo le sue labbra, a costo di restare senza fiato non voglio sprecare un solo istante di più in chiacchiere inutili. Sento le sue mani cercare la chiusura lampo della mia giacca a vento, in meno di un minuto vola sul pavimento. Si libera anche lui del suo giaccone che usa per andare al lavoro, poi infila le sue mani sotto il mio maglione iniziando a solleticarmi la schiena.
Ci allontaniamo di qualche millimetro, mi fissa negli occhi. “Sai che ho ripreso a lavorare con mio padre?” Percepisco una punta di malizia nel tono della sua voce calda.
“Davvero?”
“Già, pitturo di nuovo le pareti e restauro appartamenti.”
“Beh, mi fa piacere.”
“E’ un lavoro in cui ci si sporca molto e quando torno a casa devo lavarmi.”
“Allora me ne vado?” Ho una vaga idea di quello che può avere in mente.
Ride infatti. “Ho bisogno di qualcuno che mi lavi per bene la schiena, tutta questa polvere potrebbe irritarmi la pelle.”
“Oh, sei così delicato?”
“Molto più di quanto immagini.” Mi solleva fra le sue braccia, mi aggrappo alle sue spalle, X I  non sono proprio un peso piuma e mi porta in camera da letto.
“Ti lavi qui?” Sorrido con una punta di ironia specchiandomi nei suoi occhi mentre mi poggia sul letto.
“Volevo prima farti vedere la mia….la nostra nuova camera. Ho cambiato tutto l’arredamento materasso incluso, mi faceva schifo stare qui dove sentivo quella presenza ingombrante e sgradita.”
Esplodo in una risata che spazza via dubbi, paure, perplessità. E’ meraviglioso, mi sembra di vivere in una favola! L’avrò ripetuto un miliardo di volte: dopo tanti anni di lacrime ingoiate adesso la sorte mi sorride ed è una sensazione pazzesca. : D 
Cosimo si stende su di me e si lascia catturare fra le mie braccia, mi ruba un dolcissimo bacio. “Sai, anche tu dovresti lavarti… Hai della polvere addosso.”
“E’ colpa tua.” Gli faccio una linguaccia scherzosa e lui prontamente fa sua la mia lingua.
“Lo so, l’ho fatto apposta.”
Leggo un desiderio devastante nel suo sguardo, si toglie felpa e maglietta restando a torso nudo *_* ….che pettorali!  Inizia a slacciarsi i pantaloni e automaticamente i miei battiti cardiaci accelerano in modo pericoloso, il respiro si fa più affannoso e inconsciamente mi mordo il labbro quando resta in mutande.
L’hai già visto in questa mise, non dovresti eccitarti così.
Giusto, ma il contesto è un tantino diverso…
Eccolo di nuovo che si distende su di me, mi accarezza il viso, mi bacia di nuovo. Faccio andare su e giù le mie mani sulla sua schiena provocandogli brividi a non finire, sento che si sta eccitando. I suoi occhi sono incollati ai miei, vi leggo un desiderio esplosivo come mai nessuno ha mai avuto nei miei confronti. Rapidamente fa volare via la mia maglia, imprigiona il mio corpo semi nudo in un abbraccio che quasi mi toglie il respiro, prende a lasciare una scia umida di baci sul mio collo sfiorando con le sue labbra calde proprio quel punto che mi fa vedere le stelle. Lo stringo forte a me, non voglio perdere un solo centimetro della sua pelle, voglio che ogni atomo del suo corpo aderisca al mio fondendosi in una cosa sola. Non si ferma, dalla base del mio collo le sue labbra partono per un viaggio che mi accompagna nel piacere, il mio respiro è sempre più affannoso, mi lascio sfuggire qualche gemito quando sfiora la mia pancia, quando la sua mano inizia a sbottonarmi i jenas che nel giro di un minuto vanno a far compagnia alla  maglia sul pavimento. Mi accarezza, afferro la coperta con la mano destra e la stringo fin quasi a strapparla, mi mordo il labbro per non iniziare ad urlare quanto un’affamata.
Torna con la faccia a due centimetri dalla mia, fa passare le sue braccia dietro la mia schiena. “Sono stato un idiota ad aver sprecato tutto questo tempo e a rischiare di perderti. Sei bellissima…”
“Davvero?”
“Si.” E di nuovo mi bacia.
“Anche se ho un po’ di pancetta e non ho una quinta di reggiseno?”
“Si.” Un altro bacio.
“Ti amo Cosimo…. Ti prego non lasciarmi mai altrimenti mi ammazzo.”
“E chi ti lascia amore mio?” Sta piangendo. E quando un uomo piange facendosi vedere da una donna significa tutto.
T_T  *_*
Ci stringiamo forte, mi solleva facendomi alzare dal letto senza smettere di guardarmi e mi porta con se fin sulla soglia del bagno. Capisco le sue intenzioni e percepisco perfettamente i segnali del mio corpo che non chiede altro. Dopo tutti i baci e le carezze che ci siamo scambiati non potremmo desiderare altro che amarci fino all’ultimo respiro.
Apre la manopola per far scorrere l’acqua e torna ad abbracciarmi.
“Stai tremando…” Mi stringe più forte e inizia a massaggiarmi la schiena. “Hai freddo?”
Nego con il movimento della testa che vado a poggiare sulla sua spalla. “Credo sia l’emozione. Ho immaginato per tanto tempo come poteva essere vivere un tale momento con te che non mi sembra ancora vero stia accadendo sul serio.”
Mi accarezza i capelli, poi la spalla ed il braccio su e giù per una, due, tre, cento volte. E le spalline del mio reggiseno si abbassano sotto le sue mani calde e delicate, mi bacia sul collo. “Hai mai fatto l’amore sotto la doccia?”
“No… Goffa come sono sarei stata capace di scivolare.”
Sorride. “Scommettiamo invece che non accadrà?”
“Cosa te lo fa pensare?”
“Il fatto che siamo io e te, il binomio perfetto.”
*_* <3 *_*
Un altro bacio carico di passione fa aumentare ulteriormente il mio battito cardiaco, sposto le mie mani cariche di desiderio sul suo fondo schiena  ; 9  mentre lui per tutta risposta cerca il gancetto e slaccia il reggiseno. “Credo che l’acqua abbia raggiunto la temperatura giusta.”
Mi trascina a due centimetri dal box doccia, confesso che sto morendo di vergogna ed imbarazzo… Anche se lui mi accetta per come sono, difetti inclusi, tengo sempre un pizzico di disagio nel mostrarmi senza vestiti. Si toglie i boxer, mi massaggia il ventre e inizia a coprirlo di baci.
“E’ qui che ti hanno fatto l’intervento?” Accarezza le piccolissime cicatrici che ancora sono visibili sulla mia pelle.
°_° “Si…” Questa cosa mi fa balzare alla mente l’incubo peggiore che potessi vivere: io non posso fare l’amore con lui! I sei mesi dall’operazione non sono ancora trascorsi! Quel dottore mi aveva consigliato di non avere rapporti sessuali per evitare ogni rischio e nonostante non desideri
altro, non posso farlo adesso.
  : (
Devo dirglielo, forse si offenderà ma devo farlo. Accidenti a me, mi detesto oltre ogni limite! Catturata da questi pensieri non mi accorgo che la mia biancheria si trova all’altezza dei piedi e lui sta quasi per essere travolto da una passione irrefrenabile.
Il solo pensiero di dover distruggere questo nostro primo vero momento d’amore mi fa sentire un verme.
Mi prende per le mani e mi invita a seguirlo sotto quel tiepido getto d’acqua, i suoi occhi sono pieni di stelle, i miei si stanno riempiendo di lacrime.
Sono catturata dal suo ennesimo abbraccio mentre i nostri corpi si stanno pian piano bagnando, è una sensazione bellissima.
E’ tutto così meraviglioso, così eccitante, così sensuale…..
Posso sfiorare ogni centimetro della sua pelle cosparsa di centinaia di gocce, forse sbaglio nel compiere questi gesti ma resistere è difficile, molto difficile. Afferra la mia gamba destra e fa in modo che passi dietro di lui, mi appoggia alla parete senza smettere di baciarmi, il mio corpo è una cosa sola con il suo e sento perfettamente la sua eccitazione.
Dovrei bloccarlo ma non ci riesco, cazzo!
Le sue labbra piegate in un sorriso sono ora a meno di cinque centimetri dalle mie. “Finalmente amore mio…. Finalmente posso dimostrarti tutto l’amore che provo per te.”
Bastardo di un destino!  
Il mio corpo si irrigidisce  non appena sento che prova ad entrare dentro di me e naturalmente Cosimo se ne rende conto.
“Che c’è? Non te la senti?”
Piango e le mie lacrime si mischiano con l’acqua che scorre su di noi. “Perdonami, ma non posso farlo….”
“Perché?”
“C’è una cosa che non ti ho detto… Fatico pure io ad accettarlo… Quell’intervento che ho avuto a fine ottobre… quello della ciste” ingoio un singhiozzo “mi hanno tolto un’ovaia che era piena di infezione. Il dottore ha detto che per almeno sei mesi non devo avere rapporti sessuali. Non lo so perché, forse il mio corpo deve abituarsi a questa menomazione o forse c’è dell’altro…. Ma ho paura di quello che potrebbe accadermi e… Ti prego non odiarmi….”
Mi fissa in silenzio, gli unici rumori udibili sono lo scorrere dell’acqua e qualche mio sporadico singhiozzo.
Mi sento un verme…..
 



 
Ciao! : )
Scenetta piccantina, doveva arrivare prima o poi, no?
Ma naturalmente si è interrotta sul più bello. Alessia ancora non può donarsi a Cosimo come vorrebbe, il suo fisico potrebbe risentirne e lei per prima ha paura di rovinare il suo futuro con lui. Nonostante le sia costato tantissimo, doveva dirglielo. Non sa che reazione potrebbe avere lui, secondo voi?
Mi raccomando, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate! Per me sarebbe un onore scambiare due parole con voi!
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 15
*** Primi pettegolezzi ***


 
Cosimo continua a fissarmi senza dire una sola parola, l’acqua scorre sui nostri corpi nudi ed abbracciati. Piango lacrime amarissime ma non posso mentirgli, potrei peggiorare le mie condizioni fisiche pregiudicando il nostro futuro.
> (  Nonostante ciò mi prenderei a sberle.
“So che mi stai detestando, te lo leggo in faccia…. E sappi  che mi detesto anche io.”
Per tutta risposta mi sfiora le labbra con un bacio, mi afferra la mano destra e la trascina . “Afferralo ti prego. Fammi godere.”
Non posso rifiutarmi, in fin dei conti siamo entrambi al culmine dell’eccitazione e posso ritenermi fortunata che non mi abbia sbattuta fuori dal box doccia senza vestiti e completamente bagnata.
Il mio cuore però sente che non avrebbe mai fatto una cosa simile.
“Spero di essere all’altezza delle tue aspettative.” Con una mano inizio ad accarezzarlo su e giù per la schiena, ho capito che quel movimento lo manda in estasi; con l’altra lavoro cercando di fare del mio meglio.
Poggia la fronte sulla mia spalla mentre percepisco in modo chiaro il suo respiro farsi sempre più intenso. Imprime baci sulla mia pelle, prima dolci e leggeri, poi sempre più focosi e passionali, mi abbraccia, mi accarezza dappertutto facendomi sentire in paradiso. Ho avuto pochissime esperienze in vita mia, devo confessarlo, ma nessuno mi ha mai fatto volare così in alto quanto lui. Solleva la testa dal mio corpo e la manda all’indietro, migliaia di gocce d’acqua gli scorrono sulla pelle, la sua mano si è intanto intrufolata fra le mie gambe e mi sta solleticando piacevolmente.
“Dai amore…. Ci siamo…”  Sbuffa catturandomi di nuovo fra le sue braccia non appena raggiungo l’effetto desiderato.
Restiamo immobili sotto il getto della doccia per lunghi minuti, poi chiude l’acqua.
Mi regala un altro tenero bacio. “Grazie.”
“Sono io che devo ringraziarti di non avermi mandata a fanculo.” Lo accarezzo.
“Non l’avrei mai fatto.” Scorge una nota di sollievo sul mio viso. “Dobbiamo attendere ancora un po’, poi potremo amarci quando vogliamo, giusto?”
Annuisco. “Scusa, non avrei mai voluto fermare tutto, mi sono lasciata trascinare dal momento e non sono stata abbastanza lucida per fermare tutto sul nascere. Sai benissimo quanto anche io desideri fare l’amore con te….”
Sorride rassegnato. “Aspetterò.”
Esce dal box, lo seguo e i nostri corpi sono ben presto avvolti in candidi teli da bagno. Ci asciughiamo rapidamente, fra poco deve andare a prendere Ludovica che sta dalla sua amichetta. Una piccola punta di delusione però nei suoi occhi c’è e non posso che sentirmi in colpa.
Forse dovrei rivelargli pure l’altro piccolo dettaglio riguardante una mia ipotetica gravidanza, detesto mentirgli ma ho anche una gran paura di peggiorare le cose fra di noi…. : s   Che già sono precarie.
Mi vesto e mi rassetto per non incorrere in odiosi interrogatori da parte di mia madre quando tornerò a casa.
“Ale…pensavo una cosa.”
Mi volto verso di lui che sta finendo di abbottonarsi quella camicia blu che gli sta da Dio. *_*
“Ti andrebbe di venire a vivere con me?”
: D   La sua proposta mi coglie di sorpresa. “Dici sul serio?”
“Certo.” Sorride mozzandomi il fiato. “Per me sarebbe una cosa meravigliosa.”
“Anche per me.” Prendo le sue mani fra le mie abbassando solo per un attimo lo sguardo. “Non vorrei affrettare troppo le cose, Ludovica potrebbe aver bisogno di tempo per abituarsi alla mancanza di sua madre.”
“Non credo, mi sono sempre occupato io di lei perché Monica era sempre troppo presa dai suoi mille impegni e non aveva mai tempo per sua figlia.”
Ho un tuffo al cuore nel pensare quanto sia schifosa quella, sempre troppo occupata persino per dare il bacio della buonanotte alla sua creatura. >: P  “E di noi due cosa potrebbe pensare?”
“E’ vero, hai ragione…. In fin dei conti ci siamo lasciati da pochissimo, forse sto affrettando troppo i tempi.” Abbassa lo sguardo poggiando la fronte contro la mia. “Non so come riesci ad essere così razionale, ho bisogno di una donna come te al mio fianco altrimenti sarei capace di rovinare un sacco di cose col mio entusiasmo.”
“Dai tempo al tempo e vedrai che tutto si aggiusterà da solo.”
Mi bacia. “E poi chissà, potremmo regalare a mia figlia un fratellino o una sorellina.”
Altra botta nello stomaco, questi momenti perfetti proprio non devono esistere! >:s
“Ho di nuovo detto qualcosa di sbagliato, te lo leggo in faccia.”
Non riesco proprio a nascondergli nulla, accidenti! Ma voglio tentare di sdrammatizzare la situazione per non distruggergli ulteriormente il morale… Altrimenti prima o poi mi manda a cagare e non me lo posso permettere! °o°
“Vorresti un figlio da me dunque?” Lo vedo annuire con qualche perplessità. “Dipende da te, tesoro mio.”
“Cioè?”
“Quanto sei…. stallone?
“Beh, me la cavo…. Ma..” Mi guarda con malizia. “Che vuoi dire?”
Gli massaggio i capelli. “Ho una sola ovaia, te l’ho detto…. E quindi le probabilità di restare incinta sono minori del normale ed entrerò in menopausa prima della media, per cui devi darti da fare.”
“Avresti problemi pure per mettere in cantiere un figlio?” Il suo entusiasmo sta raggiungendo la quota dello zero assoluto.
“Più o meno.” Gli accarezzo l’avambraccio. “L’ovaia che mi hanno lasciato è sanissima, perciò perfettamente funzionante e quindi la possibilità di avere un bambino c’è.”
“Ma avremo bisogno di innumerevoli tentativi, giusto?”
Annuisco in silenzio. “Scusami…. Scusami davvero, ma in qualche modo dovevo dirtelo. Detesto mentirti soprattutto su una cosa importante come questa.”
Mi bacia. “E’ anche per questo che ti amo, per questo tuo essere sincera e voler condividere con me gioie e dolori.” Un altro bacio. “Quanto sono stato imbecille in passato.”
“Grazie amore mio…” Lo stringo forte, tutta la comprensione che mi ha dimostrato significa che il sentimento sbocciato fra di noi è vero e la cosa mi fa toccare il cielo con un dito.
“Andiamo insieme a prendere la bambina?”
“Volentieri.” Mi prende per mano e insieme usciamo dal suo appartamento.
 
 
 
Passano i giorni e le settimane, nell’aria inizio già a sentire odore di primavera. Mi sembra di vivere in una favola, le cose fra me e Cosimo vanno alla grande : ) Monica sembra scomparsa e la piccola Ludovica si sta pian piano abituando a vedermi al fianco di suo padre. Non abbiamo ancora deciso di fare il grande passo ed iniziare a convivere, preferisco di gran lunga che chiarisca la situazione con la sua ex, in particolare per quanto riguarda la bimba. Quando se n’è andato ha lasciato troppe cose in sospeso e mi aspetto qualche colpo basso dall’oggi al domani.
Mi meraviglierei del contrario.
Sono appena uscita dal lavoro, devo passare a fare un po’ di spesa al supermercato perché stasera ho promesso al mio uomo che mi metto ai fornelli per preparargli una cenetta coi fiocchi. Non sono proprio un fenomeno in cucina, ma questa volta voglio mettermi d’impegno e stupirlo!   ; )
Ho preso la pasta sfoglia, preparerò una torta salata con prosciutto cotto e formaggio, poi pensavo ad un risotto….magari coi funghi, e per secondo non lo so. Sto vagando fra gli scaffali nella speranza di farmi venire in mente qualche buona idea ma per il momento non ho niente in testa.
“Alessia!”
Mi volto e vedo la mia vecchia amica venire verso di me sorridendo. “Ciao Giovanna! Sei di spesa pure tu?”
“Già, sto organizzando il compleanno a mio figlio e  quindi inizio a procurarmi il necessario per non ridurmi all’ultimo minuto.”
“Compie due anni, giusto?”
“Si.” Ne è fiera ed io sono felice per lei. “Senti… ehm, posso chiederti una cosa?”
“Certo.”
“Ecco… Girano voci secondo cui esci con Cosimo…”
: I  Wow, i pettegoli sono già al lavoro… “Si, ci vediamo.”
Sorride con una punta di nostalgia. “Quando eravamo sui banchi di scuola lui mi piaceva  un sacco, ti trascinavo sempre su e giù per la strada dove abitava sperando di vederlo, ricordi?”
Sorrido ripensando a quei bei vecchi tempi. “Già.”
“Non è che per caso mi son persa qualcosa?”
“Non ti sei persa proprio niente, è solo che dopo la cena di classe abbiamo iniziato a vederci un po’ più spesso e… da cosa nasce cosa, tutto qua.”
“E in che rapporti siete?”
“In che senso?”
“Cosimo ha una compagna-vipera ed una figlia…. Di’ la verità, sei diventata la sua amante?” Ride e in quel momento le lancerei in faccia il barattolo della maionese.
“No, Cosimo ha mandato a cagare la vipera.” Inizio a scocciarmi delle sue battutine al veleno. “E la cosa fra di noi si sta ufficializzando.”
Mi guarda stupita.
Tesoro mio, fatti un po’ di cazzi tuoi!
“Oh, ne sono felice…”
Sarà, ma la sua espressione non sembra rispecchiare quanto ha appena detto. E infatti….
 “Ecco….. non posso nasconderti la mia sorpresa: Cosimo piaceva a me e non a te…. A meno che…” Mi guarda con gli occhi spalancati. “Non dirmi che anche tu….”
“Io che? Certo che mi piace! Altrimenti non staremmo assieme, ti pare?”
Che ti aspettavi, bella?
“Giusto. Comunque…cara Alessia, mi hai meravigliato tantissimo. Tutti avrei pensato accanto a te tranne lui. E’ un bravo ragazzo, cerca di tenertelo stretto.” Mi sorride. “Salutamelo. Ciao!”
Ricambio il saluto, ad ogni modo un piccolo tarlo si sta insinuando nella mia mente: quello che mi ha detto sulla mia relazione con Cosimo non mi fa stare troppo tranquilla.
Girano già voci sul nostro conto dunque…
Tutte le chiacchiere e i pettegolezzi che da sempre caratterizzano le solite signore per bene hanno mietuto più di una vittima in passato… A volte sono più pericolose le parole delle armi, sono capaci di distruggere l’esistenza delle persone, mettendole pure nelle condizioni di andarsene via. Ricordo che una decina di anni fa furono capaci di far rimuovere quel giovane prete che secondo loro infastidiva noi adolescenti. Erano accuse totalmente infondate, era un tipo affascinante, devo riconoscerlo, ma ha fatto sempre e solo il prete. Forse dava loro fastidio il fatto che volesse portare aria di rinnovamento in parrocchia coinvolgendo quanta più gente possibile? Erano infastidite dal non potersi più impicciare ed avere l’esclusiva su certe decisioni? Comunque siano andate le cose, dovette lasciare il nostro paesello per un’altra destinazione e tutto questo grazie al loro intervento provvidenziale per non creare brutte situazioni nella Casa di Dio.
>: P ….patetiche!
Noi adesso potremmo diventare il loro prossimo bersaglio e giuro su quello che volete che non riusciranno a distruggere le nostre vite, mi difenderò con le unghie e i denti se necessario! Dopo quindici anni sono felice con il mio unico grande amore e non ho nessuna intenzione di mollare né di nascondermi.
E poi perché?
Perché ci amiamo?
Sono invidiose della nostra felicità?
Io credo solo che se un amore è vero e sincero supera ogni difficoltà.
Ed è ciò che dovremo dimostrare….
State pur certi che ce la faremo.
; )
 
 

 
Ciao a tutti!
Sicuramente conoscerete il proverbio “Paese piccolo, la gente mormora” ed essendo Alessia e Cosimo usciti allo scoperto, la gente ha già iniziato a mormorare. E ancora non è finita, in più non dimenticate Monica. Credete forse che si sia arresa?
Prima di salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo, vorrei dirvi che ho iniziato a pubblicare una nuova storia di genere fantasy ma che comprende sempre una storia d’amore. Vi lascio il link
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3197921&i=1
 
se avete voglia di dare un’occhiata ne sarei estremamente felice.
 
Grazie a tutti
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 16
*** Pomeriggio allo zoo ***


 


 
“Alessia, puoi venire qui un attimo?”
“Certo mamma.”
La raggiungo in cucina, sta finendo di mettere le verdure nel frigorifero mentre mio padre ha il telecomando della TV in mano e sta saltando di canale in canale alla ricerca di qualcosa di suo gradimento.
“Che c’è?”
Mia madre si siede e mi fa cenno di fare altrettanto. E la cosa mi preoccupa.
“Tesoro mio, sai benissimo che io e tuo padre abbiamo cercato di fare il massimo perché tu crescessi bene, con sani principi nel rispetto del buon costume.”
“Si, certo che lo so.” Queste parole non promettono niente di buono.
“E allora mi spieghi perché corrono voci poco piacevoli su di te?”
Credo di aver capito dove vuoi arrivare. “In che senso?”
“Fai finta di non capire?”
“Non mi sembra di aver detto o fatto niente di compromettente.”
“E di quel tipo con cui ti vedi? Se ben ricordo eravate compagni di scuola…”
“Stai parlando di Cosimo Borghesi?”
“Si. Lui è sposato ed ha una bambina! E presto avrà un altro figlio!” Sbatte la mano sul tavolo. “Stai diventando una rovinafamiglie e una poco di buono!”
Sto per perdere la pazienza. “Puah, sono solo stronzate! Lui non è sposato e non sta per diventare padre un’altra volta! Vedi quante cazzate spara la gente?! Io non sono quella che le tue amiche pettegole dicono!”
“Però una bambina ce l’ha!”
“E allora?”
“Non voglio che frequenti più quel ragazzo.”
“Non se ne parla proprio.” Incrocio le braccia. “Mamma, ho quasi trent’anni, credo di essere grande abbastanza per decidere della mia vita, non ti pare?”
“Sei grande solo di età, adesso stai dimostrando il cervello di una bambina capricciosa! In paese tutti ci guardano con sospetto e parlano fra sé quando passo per il mercato, sanno tutti quanti che sei stata tu a farli separare, sei considerata l’amante di Borghesi e…”
“Basta mamma! Scusami se alzo la voce ma non sopporto più che mi spari merda addosso!” Mi alzo in piedi in preda alla rabbia, ho pure distolto lo sguardo di papà dalla TV. “Cosimo ha lasciato la sua compagna perché non c’era più niente fra di loro, non mi sono intrufolata nel loro rapporto!”
“Ma la gente dice che…”
“Non m’importa un cazzo di cosa dice la gente! Ti fidi più delle chiacchiere di paese o di tua figlia?!”
Mamma non risponde.
“Io sono felice con lui, lo capisci? Non puoi chiedermi di lasciarlo solo perché in questo paese di stupidi ci sono miliardi di pregiudizi e malelingue. Ricordi cos’hanno prodotto le dicerie su don Giacomo? Era tutto falso ma tanto si sono impegnate che è stato costretto ad andarsene… E stai pur certa che se continuano su questa strada anch’io farò come lui.”
Mi alzo ed abbandono la stanza. Detesto fare così, ma ditemi voi se devo impostare la mia vita dando ascolto a quelle maledette malelingue!
Sto seriamente pensando di andare a vivere con lui nonostante abbia ancora qualche timore sulle cose rimaste in sospeso con quella. Il fatto è che quando trascorriamo del tempo assieme, compresa la piccola Ludovica, tutto è perfetto. Nei nostri volti compaiono solo sorrisi, c’è quel calore umano fra di noi che va oltre ogni cosa. Probabilmente c’è solo un mare di invidia nei nostri confronti, esistono persone dalla mente così contorta che godono come matti nel rovinare l’esistenza altrui. Sono quelle che non hanno da fare un tubo dalla mattina alla sera ed ingannano il tempo intrufolandosi nella vita di chiunque gli capiti sotto tiro. So che sono solo stupide e senza cervello, ma non nascondo che qualche volta mi sono soffermata a pensarci…
 
 
Cosa che non faccio oggi invece: abbiamo in programma una bella gita fuori porta con destinazione il giardino zoologico. Cosimo mi ha confidato che la bambina ha dormito pochissimo stanotte, tanto era eccitata!
Entriamo e consultiamo subito la piantina dell’area.
“Allora…. Da che parte cominciamo?”
“Io voglio vedere il leone e poi la tigre e poi l’elefante! E anche la giraffa!” Ludovica non sta più nella pelle. “Nadia mi ha detto che è alta così!”
“Davvero?”
La piccola annuisce. “Andiamo papà! Sbrigati!”
Afferra Cosimo per la mano e lo trascina per il vialetto in direzione della sezione dedicata ai grandi felini e agli animali africani. Li seguo e la mia mente viene invasa dalla serenità più pura e disinteressata.
Non solo ho accanto a me l’uomo che amo, ho anche una famiglia meravigliosa! *_*
“Le giraffe vivono lontano da noi?”
“Si, in un grandissimo continente che si chiama Africa.”
“E vivono da sole?”
“No, ci sono tantissimi altri animali come gli elefanti, i leoni, le gazzelle…”
“E le scimmiette?”
“Certo, ci sono pure loro.”
“Anche qui?”
“Vuoi andare subito a vederle?”
“Siiii!!”
Ludovica sprizza entusiasmo da ogni poro della pelle, prende sia me che Cosimo per la mano e insieme, come una vera famiglia, ci dirigiamo verso le scimmie.
E’ bello non doversi preoccupare degli sguardi delle persone che si trovano qui, nessuno ci conosce e nessuno si cura di impicciarsi della nostra vita. In effetti possiamo dare l’impressione di essere una famiglia felice in piena regola, il calore della mano di Ludovica mi scalda il cuore, è tenerissima e, a costo di essere ripetitiva, chiedo di nuovo come quella che dovrebbe essere sua madre possa infischiarsene così.
Eccoci in prossimità delle scimmie che tanto entusiasmano la bambina: ce ne sono due che stanno litigando per accaparrarsi l’esclusiva della ruota-altalena, poco più in là un cucciolo in braccio alla madre e, sotto le piante, altri esemplari a far la siesta. Ludovica non è l’unica bimba ad essere attratta da quei primati, ci sono altri ragazzini più o meno grandi che stanno ammirando quegli animali così simili a noi. Inizia a parlottare con loro e ben presto ci allontaniamo di qualche metro per permetterle di socializzare. Vengo catturata alle spalle dalle braccia di Cosimo che mi stringe a sé. “Grazie di questa bellissima giornata, amore mio.”
Poggio la testa all’indietro sulla sua spalla, adoro stare così! “Dovrei dirti la stessa cosa.”
Mi imprime un bacio sul collo che definirei caliente ma prudente. “Quand’è che devi tornare dal medico?”
“La settimana prossima.” Inspiro il suo profumo che mi scioglie letteralmente. “Mancano un paio di settimane allo scadere dei sei mesi, spero mi dica buone notizie.”
“A chi lo dici, ho una voglia matta di stringerti forte forte fino a farti mancare il fiato. Poi ti guarderei negli occhi fino a che i miei non mi faranno male e ti sfinirei di baci prima di amarti come neanche ti immagini.”
“Oh” Sono estasiata dalle sue parole “Ti giuro che se quando andavamo a scuola mi avessero detto che romanticone sei, mi sarei sfinita dalle risate.”
“Grazie tante, io faccio il sentimentale e tu mi ripaghi così?”
Mi volto verso di lui, lo catturo fra le braccia e lo bacio. “Così va meglio?” Mi sorride. “Con la mia immaginazione ho sognato situazioni talmente dolci e zuccherose da farmi cariare i denti.”
“Sono come una caramella gommosa?”
“No, sei molto meglio, credimi!” Gli rubo un altro bacio. “Sei qualcosa che rende ogni giorno speciale, che mi fa comprendere quanto di bello possa ancora esistere nella mia vita.”
“E poi sono io quello romantico!” Ride e questa sua semplicissima azione rende ancor più luminosa la giornata. Gli rubo un bacio a stampo mentre i nostri occhi, che ogni tanto vanno a controllare Ludovica, sono pieni di stelle.
“Oh-oh! Allora in tutte le chiacchiere di mia nonna c’è del vero!”
Voglio sbagliarmi, ma riconosco il timbro della voce che con quelle poche parole ha interrotto il nostro tenero momento. Ci voltiamo e come un fantasma del passato Federica si materializza davanti a noi.
Si, esatto. Proprio quella Federica, l’ex di Cosimo che guarda caso ha deciso di portare suo figlio allo zoo proprio oggi.
: P Wow, che culo….
“Ciao.” La voce di Cosimo è piuttosto freddina. >: )
“Giuro che non ci volevo credere, mia nonna continuava a ripetermi che tu stavi con lei e a me pareva totalmente assurdo e impossibile!”
“E perché?” Incrocia le braccia quasi scocciato.
“Beh… Sapevo che stavi con Monica Sempione ed avevi una bimba piccola, dunque… Immaginavo fossi impegnato in modo definitivo.”
“Le coppie si prendono e si lasciano, dovresti esserne al corrente… No?”
 
COSIMO
 
Nonostante gli anni trascorsi Federica non è cambiata di una virgola nel suo modo di fare. Certo che ero un gran bel fesso quando stavo con lei, pendevo letteralmente dalle sue labbra e le davo ragione anche su cose che adesso mi sembrano assurde.
“Credo che Ludovica voglia dar da mangiare alle giraffe….” Alessia non ha mai perso di vista mia figlia. “Hai soldi spicci?”
“Tieni.” Le consegno il portamonete, si alza e la raggiunge. Deve fidarsi ciecamente di me, non tutte sarebbero capaci di lasciarmi da solo con la mia ex….
: ) E questo è un altro dei motivi per cui l’adoro ogni giorno di più.
Federica mi fissa, devo riconoscere che è sempre una gran bella ragazza. I suoi occhi blu sono incollati su di me e la cosa mi infastidisce, conosco quello sguardo sicuro fin troppo bene, conosco quel sorriso e conosco quel suo gesto con il quale imprigiona le dita fra i capelli.
“Allora… te la intendi davvero con Alessia.”
“Già.” E se le spari merda addosso potresti farmi inkazzare a dovere. “Buffa la vita, vero? Quello che non accade in una vita, accade in un attimo.” Il mio sguardo segue le mie donne.
“In tutta onestà devo confessarti che mi hai un po’ deluso…”
Mi volto verso di lei: quello che ha detto non mi piace proprio.
“Sai benissimo di poter ambire a donne molto più affascinanti… Perché accontentarsi di una sciatta e insignificante?”
“Che?” Attenta a quello che dici….
“Sai, poco dopo la nostra rottura, quando venni a sapere che avevi un’altra, provai uno strano senso di tristezza e angoscia… non so come spiegartelo… Insomma, sentivo terribilmente la tua mancanza.”
“Oh beh, Riccardo non ti sapeva consolare?” Mi sto innervosendo. “Tempo un paio di mesi ed eri incinta.”
“E’ vero. E se non fosse stato per quella gravidanza sarei tornata da te.”
°_° Che?!
“Non fare quella faccia Cosimo! Non dimenticarti che tu per me sei stato il primo amore, la mia prima volta…e pure la tua.  Sei stato il primo di ogni cosa e tutto ciò che abbiamo vissuto insieme ci ha accompagnati per anni ed anni, pensavi che ti avessi dimenticato rapidamente?”
“Tutto lo faceva supporre.”
“Senti… Perché non ci ripensi? Perché non riproviamo a vederci più spesso?”
Che faccia tosta! “Federica, io sono felicemente impegnato e sto benissimo così.”
Scuote la testa. “Sbagli se pensi di fossilizzarti su una come lei.”
I nostri sguardi vanno su Alessia che come una mamma perfetta aiuta Ludovica alle prese con il mangime per le giraffe. *_* Mi sto sciogliendo
“Che ti piaccia o no, io sto con lei.”
“Non la conosci bene, potresti restarne deluso.”
“Perché dici così?” Sei solo invidiosa, ora non m’incanti più.
“Vedrai col tempo che ho ragione. Sei sempre un gran testardo e un gran bel bocconcino, proprio come quando eravamo una cosa sola ….orsacchiotto.”  Mi accarezza avvicinandosi pericolosamente a me. “Che ne dici di passare a bere un caffé da me una di queste sere?”
Mi strizza l’occhio, comprendo il senso delle sue parole. “Cosa?! Ma che cazzate ti vengono in mente?!”
Ho forse alzato un po’ troppo la voce, chiedo scusa, ma quanno ce vo’, ce vo’! Alessia si volta e ci fissa, ha capito al volo che qualcosa non va come dovrebbe. Se potesse, fulminerebbe Federica all’istante. Prende in braccio Ludovica e ci raggiunge.
“Tutto bene?”
“Si, certo. Federica mi stava salutando, sta andando via.” La guardo di nuovo con aria minacciosa. “Non è così?”
“Se lo dici tu… Ciao.” E’ visibilmente delusa dal mio rifiuto e non me ne frega un tubo se si è offesa. Ci vuole una gran bella faccia di bronzo nel fare certe proposte e se sperava che cadessi ai suoi piedi come ai vecchi tempi, beh, si sbaglia di grosso. Adesso non mi faccio più abbindolare da due moine sdolcinate o da un’occhiata piena di desiderio, ora so che la vera bellezza, la gioia, la serenità vanno cercate oltre le apparenze. Troppe volte sono rimasto vittima del fascino femminile che viene usato per comandare a bacchetta un uomo e tenerlo legato solo per il semplice gusto di sentirsi capace di dominare.
L’amore è dare e ricevere, è mettere una parte di te nelle mani dell’altra persona e ricevere nelle tue una parte di lei.
L’amore non chiede né di comandare né di essere comandato.
L’amore significa stare sullo stesso piano, condividere gioie e dolori, piangere e ridere insieme, scambiarsi idee ed opinioni senza pretendere di aver sempre ragione.
Tutto questo l’ho trovato in Alessia. E per quanto la gente ci spari letame addosso, per quanto ci possano invidiare, per quanto male vogliano tentare di farci, io non la lascerò mai.
 
 



 
Ciao! : )
Permettetemi di ringraziare tutti voi che avete inserito la storia nelle varie liste seguite/ricordate/preferite. Confesso che non mi aspettavo una tale risposta da parte dei lettori visti i miei precedenti….
Capitolo incentrato in parte su chiacchiere e pettegolezzi, chi abita in paesi di poche anime sa quanto è dura conviverci. Ma Cosimo e Alessia sono ben decisi ad andare avanti, nonostante altri ostacoli che incontreranno in futuro.
Grazie a chi vorrà lasciare un commento! E se volete, passate dall’altra mia storia!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3197921&i=1
 
A Presto
La Luna Nera
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 17
*** Come una vera famiglia ***


 


La bellissima giornata che ho trascorso con Alessia e la mia bambina al giardino zoologico si è conclusa troppo in fretta, è sempre così quando si ha a che fare con i momenti piacevoli. E’ il tramonto quando infilo la chiave nella porta di casa, Ludovica è stanca ma felice ed ha intenzione di raccontare tutto per filo e per segno alle maestre ed i compagni quando, lunedì mattina, tornerà all’asilo. E naturalmente vuole fare tanti disegni di tutti gli animali che ha visto. Sono contento che preferisca trascorrere del tempo lontano dalla TV o i videogiochi, quando c’era sua madre ne ha abusato troppo per i miei gusti.
Stasera Alessia si ferma a dormire qui e la cosa mi scalda il cuore. Si, ancora non possiamo amarci come desideriamo, ma sentire la sua presenza accanto a me sotto quelle lenzuola, percepire il suo respiro dolce e rilassante, potermi svegliare e specchiarmi nel suo viso addormentato, mi inonda il cuore di gioia e serenità. Ho appena terminato di riordinare la cucina mentre lei aiuta Ludovica ad indossare il pigiamino, la porta della sua cameretta è socchiusa e da buon padre impiccione mi soffermo presso la soglia ad osservarle.
*_*
“Ecco qua, pronta per la nanna. Ma lo sai che quando ero piccola avevo anche io un pigiama pieno di stelle?”
“Davvero?”
“Si, era il mio preferito. Volevo solo quello e mi arrabbiavo sempre quando la mia mamma lo metteva in lavatrice perché non potevo indossarlo finché non era asciutto.”
La bimba le sorride, credo le piaccia sentirsi raccontare di quando i grandi erano piccoli. Poi la fissa. “Perché non diventi tu la mia mamma?”
°_°
Alessia sussulta ed io pure, sento una forte fitta al cuore.
“Tesoro, tu una mamma ce l’hai già.”
“Ma non mi vuole bene. Tu si invece.”
Per tutta risposta cattura la bambina fra le braccia, la stringe forte mentre le accarezza i capelli. Si è accorta della mia presenza dietro la porta, ci guardiamo negli occhi comprendendoci in un lampo. Entro nella stanza e mi unisco al loro abbraccio, asciugo una lacrima che sta scendendo sul viso di Alessia.
“La tua mamma ti vuole bene anche se adesso è lontana.”
“Dai piccola… E’ ora di dormire.”
E’ stanca e vedo benissimo che il sonno sta avendo la meglio su di lei. La aiuto ad infilarsi sotto le coperte e la lasciamo entrare dolcemente nel mondo dei sogni. Spengo l’abat-jour non appena sono sicuro che sta dormendo, le do un bacio e raggiungo Alessia che si trova in bagno, si è appena lavata la faccia e nonostante ciò noto che i suoi occhi sono ancora lucidi. La catturo fra le braccia facendo aderire la sua schiena al mio corpo, percepisco la malinconia scesa nei nostri cuori e ogni attimo che passa ringrazio la provvidenza per avermi fatto aprire gli occhi in tempo per salvare la vita mia e quella di mia figlia avendomi fatto incontrare di nuovo Alessia. In questi momenti di silenzio mi chiedo per l’ennesima volta come possa essere stato così cieco da non accorgermi per tanti anni quanto di meraviglioso esiste nel cuore e nell’anima della mia attuale compagna. Lei è il mio sole, la mia stella, la mia guida… con lei sto bene e forse posso finalmente sentirmi un uomo vero. La invito a seguirmi in camera da letto, sappiamo bene entrambi che il nostro momento ancora non è giunto, però a noi basta anche stare insieme abbracciati, guardarci negli occhi, perdersi l’uno nel profumo dell’altra…
Accolgo la sua testa sulla mia spalla e l’abbraccio mentre i nostri corpi si rilassano sotto le coperte, nonostante tutto siamo piuttosto stanchi. Sento la sua mano calda e morbida poggiarsi sul mio petto ed un dolcissimo bacio posarsi sulle mie labbra.
“Stai bene amore?”
“Si… E’ solo che… Insomma… Tua figlia prima mi ha presa alla sprovvista e..”
“Già, non mi aspettavo una cosa del genere. Ti vuole bene come se fossi davvero sua madre.”
“Lei una mamma ce l’ha ed io non voglio sostituirmi a lei, non credo sia giusto.”
Catturo le sue labbra in un bacio attraverso il quale tento di trasmetterle tutto l’amore che brucia nel mio cuore per lei. Alessia è ciò che mi completa perfettamente: ha quella semplicità mista ad un tocco di razionalità capace di frenarmi quando sono preso dall’entusiasmo che spesso mi porta a fare cavolate e a ficcarmi nei guai. Anche in questo momento per esempio: sarei tentato di spingerla a prendere il posto di Monica e farsi chiamare mamma da Ludovica, ma non sarebbe giusto perché andrebbe a creare confusione nella mente della mia adorata creatura.
Tento di cambiare discorso, pensare anche solo per un istante a Monica mi rovinerebbe tutta la serata.
>: P Non ci penso nemmeno!
Nella penombra scorgo i suoi occhi fissi nei miei, questo momento pur così semplice per me è meraviglioso. “Quando hai l’appuntamento dal medico?”
“Giovedì alle 18:00.”
“Posso accompagnarti?”
“E Ludovica?”
“Chiederò a mia madre di tenerla. Voglio cercare di capire quanto ancora devo attendere.” Faccio una breve pausa. “E poi sono geloso!”
“Di che?”
“Del dottore che ti guarda nella zona proibita.”
La sento ridacchiare. “Guarda che mi segue un medico donna.” Mi accarezza. “E poi che ci sarebbe di male? Un ginecologo è abituato a certe cose.”
“Già, ma a me dà fastidio.” Imprigiono le dita fra i suoi capelli morbidi e poggio la fronte sulla sua. I nostri respiri sono una cosa sola, è una sensazione bellissima che mi fa stare bene, ma bene davvero.
“Se dobbiamo parlare di gelosia, non mi batti amore mio.”
Scorgo una nota di sfida nelle sue parole. “Che vuoi dire?”
“Ricordi la gita di terza media? Tu eri già alle dipendenze di Federica, eravate appiccicati come il velcro, non perdevate occasione di sbaciucchiarvi e le compravi tutto quello che le piaceva… orecchini, braccialetti….”
“Però, che memoria!”
“Non hai idea di come ero gelosa! E per di più dovevo sopportare tutta la rabbia di Giovanna che rosicava… piacevi anche a lei che era la mia migliore amica e mi confidava sempre che se avesse potuto, avrebbe strangolato la tua dolce fidanzatina con le sue mani…. Ed io l’avrei aiutata con enorme piacere.”
“Quanto sei cattiva! Non l’avrei mai detto!” Ovviamente sto scherzando e mi vengono in mente le proposte provocanti che proprio oggi ho ricevuto dalla mia storica ex… Chissà se l’avesse sentita! °M° !
“Sono gelosa…. Semplicemente gelosa fradicia di te che amo da una vita e non tollero intromissioni femminili fra di noi, l’unica che accetto è tua figlia. Sei sempre un gran bel bocconcino appetibile per qualsiasi donzella affamata di cosa buone.”
“Davvero?”
“Oggi allo zoo c’erano alcune ragazze che ti mangiavano con gli occhi.” Sento le sue dita risalire fino al collo solleticandomi piacevolmente. “Voglio sbagliarmi ma anche nello sguardo di Federica c’era qualcosa che non doveva esserci.”
Con un rapido gesto la trascino sotto di me e la blocco fra le mie braccia, le punte dei nostri nasi sono a pochi millimetri. “Cosa vuoi mi importi delle altre, ho te e non potrei desiderare di meglio. Sono stato sul punto di perderti ed è stato allora che ho avuto la conferma che mi sarei lasciato sfuggire una parte di me.” Faccio mie le sue labbra, ormai sono come una droga per me. “E’ vero, non posso nascondertelo… Mi ha bisbigliato cose che non mi sono piaciute per niente.”
“Proposte indecenti?”
“Più o meno.” L’accarezzo. “E le ho risposto per le rime.” Queste mie parole le strappano un sorriso luminosissimo che vedo nonostante la penombra nella stanza. Mi lascio abbracciare, sto troppo bene in questa posizione.
“Sai che in certi momenti stento ancora a credere che stiamo insieme?” Sento la sua mano risalire la mia schiena. “E’ buffo però quando finalmente ottieni una cosa che desideri da una vita, fai fatica a realizzare che ce l’hai davvero. Forse è l’abitudine di ricevere sempre il due di picche, forse era vederti sempre con altre ragazze oppure l’essere considerata ogni volta insignificante e sciatta…. Non lo so, però quella sera quando mi hai baciata credevo davvero che fosse il sogno di ogni notte.” Ride. “E quando ho aperto gli occhi realizzando che mi ero tradita da sola, ti giuro, sarei sprofondata nelle viscere della terra pur di non trovarmi lì. Avevo una paura matta di sentirmi rifiutare da te che eri e sei la mia vita.”
L’orecchio che poggio sul suo corpo sente i battiti del suo cuore, una dolcissima melodia che va aumentando man mano che le sue labbra sussurrano parole cariche di amore. E’ sempre stata una ragazza piuttosto timida e riservata, immagino non le resti troppo facile aprirsi così e questo mi riempie di orgoglio dandomi l’ennesima conferma di ciò che il mio cuore ben conosce: mi ama in modo puro e disinteressato. Lascio una piccola serie di baci sulla sua pelle calda e profumata tentando per quanto possibile di non incendiare né me né lei. Forse questo periodo di attesa forzata mi sta aiutando a riscoprire che l’amore non è completo solo nel momento in cui lo facciamo, è bellissimo pure se ci coccoliamo, ci sussurriamo cose deliziose e divertenti, è fantastico condividere piccoli momenti di calma e tranquillità rilassandoci l’uno fra le braccia dell’altra esattamente come sta accadendo in questi istanti.
“Sei stanca?”
“Un po’.” Tenta di nascondere uno sbadiglio. “E tu?”
“No. Se vuoi dormire, fa’ pure. Sei stupenda quando dormi e potrei osservarti per una notte intera senza mai stancarmi.”
Sussulta per l’emozione e ne sono felice.
Quando si hanno altre esperienze alle spalle viene quasi normale fare dei paragoni col passato: ebbene, con lei ho raggiunto il massimo del desiderabile. Non lo dico perché è la mia attuale compagna (e sfido chiunque a non aver mai parlato male delle ex con la  propria ragazza), lo dico perché con lei tutto è meraviglioso anche senza il sesso, mi lascia i miei spazi completandomi allo stesso tempo, mi fa sentire un uomo vero e non un cagnolino ubbidiente da tenere al guinzaglio. Tocco il cielo con un dito grazie alle cose apparentemente più insignificanti, come passeggiare mano nella mano, un gesto semplicissimo ma che con lei assume tutt’altro significato.
Ci addormentiamo così, abbracciati come due ragazzini innamorati ed è bellissimo trascorrere la notte immersi l’uno nel profumo dell’altra.
Per la prima volta in vita mia posso dire con assoluta certezza che le cose si son finalmente messe sulla retta via.
 
Ma
 
Come nelle favole più famose arriva sempre il momento del cattivo.
Sono appena tornato dal lavoro quest’oggi, martedì, e pochi minuti dal mio rientro in casa con mia figlia, suonano al citofono. Ricevo una notifica proveniente dal tribunale di Milano e non ho bisogno di molta fantasia per capire chi c’è dietro tutto questo.
Ma ciò che mi manda in bestia è leggere il contenuto.
Come può pretendere una cosa simile dopo tutto quello che ha fatto?
E Alessia? Come la prenderà?
 
 




 
 
Ciao a tutti!
Mi duole lasciarvi in sospeso, magari qualcuno è curioso di sapere cosa riporti quella notifica, ma sabato parto per le tanto sospirate vacanze e quindi non sarò nelle condizioni di poter andare avanti con la storia. Potrò comunque rispondere a eventuali messaggi e recensioni (che sono sempre ben accette) tramite cellulare, perciò fatevi avanti senza paura!
Non so se ho reso bene l’idea del quadretto familiare che si è creato: Cosimo, Alessia e Ludovica. Non c’è bisogno di fare cose mirabolanti per essere felici, basta anche solo un gesto semplicissimo con la persona giusta. Capitolo dunque piuttosto tranquillo ma una tempesta si sta preparando all’orizzonte….
 
 
A presto!!
Ci sentiamo fra due settimane!
La Luna Nera

 

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Capitolo 18
*** La mamma è sempre la mamma. O quasi! ***


 


ALESSIA
 
“Eccomi, scusa il ritardo…” Poggio la borsa con la frutta sul tavolo. “C’era una signora avanti a me che ha impiegato un’eternità nel decidere cos… Che hai?”
Solo ora che lo osservo vedo che ha i nervi a fior di pelle e gli occhi lucidi.
“Che succede?”
Mi sbatte sotto gli occhi tutte quelle carte bollate provenienti dal tribunale di Milano; leggo rapidamente e apprendo con orrore che Monica gli ha mosso causa per ottenere l’affidamento esclusivo di Ludovica.
“Non ci credo…” Mi trema la voce e non solo. Sono una bomba ad orologeria, sento crescere tanta di quella rabbia in me che potrei davvero distruggere qualunque cosa mi si pari davanti. “E’ uno scherzo…. Dimmi che è una candid camera….”
“Magari… magari lo fosse! Cazzo!” Sbatte un pugno sul tavolo, è furioso. Le sue labbra tremano, sta per piangere e fa  di tutto pur di trattenere le lacrime, la bambina è nella sua cameretta alle prese con la scatola di pennarelli e l’album da disegno che ha ricevuto dai suoi nonni, chiaramente vuole evitare di coinvolgerla nella questione. Si alza dalla sedia e cammina nervosamente su e giù per il soggiorno, sono quegli attimi in cui proprio non so cosa dire, né cosa fare. Mi avvicino a lui che finalmente si è fermato, sta appoggiato alla parete con il gomito e tiene la mano sulla fronte, lo abbraccio tentando per quanto possibile di trasmettergli tutta la mia vicinanza, ora più che mai devo sostenerlo e devo dimostrargli che gli sarò accanto fino all’ultimo in questa assurda battaglia. Quella se ne è sempre fregata della bambina, l’ha partorita e spedita fra le braccia del padre per fare i suoi porci comodi, pensa solo a se stessa e a scopare con un altro.
Pensare che adesso la rivuole mi pare totalmente e semplicemente impensabile.
“Era tutto troppo bello per essere vero….” Finalmente parla. “Durante l’ultimo litigio, pochi minuti prima della mia partenza definitiva, le ho sputato in faccia tutto l’odio ed il rancore che covavo dentro da tempo. Le ho detto di non cercarmi più, di far finta che io e Ludovica non esistessimo, così poteva continuare a fare la troia con il suo amante.”
“E lei?”
“Si è meravigliata, non pensava fossi capace di tanto, per amore tuo e di mia figlia ho trovato il coraggio di combattere e far valere i miei veri sentimenti.”
“Cretina….”
“Non l’ho neanche salutata, quando sono uscito era troppo impegnata nella conversazione telefonica, sicuramente era più importante del tentare di chiarire le cose con me per il bene di sua figlia. Da allora non l’ho più sentita, forse è stata all’estero per tutto questo tempo, forse era troppo impegnata a scopare, non lo so e non me ne importa un cazzo…. Se vuole Ludovica deve passare sul mio cadavere.”
“E anche sul mio.” Ci guardiamo negli occhi. “La considero mia figlia nonostante non lo sia e farò di tutto perché resti qui.”
Mi stringe forte a sé, Dio quanto lo amo!
“Ho novanta giorni di tempo prima dell’udienza, non sarà facile trovare un avvocato che si accontenti dei due soldi che ho.”
Già, dimenticavo l’aspetto economico della faccenda. “Non ho grandi somme da parte, ma puoi contare su di me. Proverò a chiedere l’anticipo sul TFR se necessario, non credo di poter contare sull’appoggio dei miei genitori visto che mia madre non accetta la nostra relazione.”
“Sei meravigliosa.” Mi bacia con dolcezza. “Non voglio chiederti troppo amore mio, in fin dei conti sono casini che ho costruito in anni ed anni di stupidità e dovrei cavarmela da solo senza coinvolgerti.”
“Noi siamo una cosa sola, non dimenticarlo. I tuoi casini sono i miei casini e sarò al tuo fianco finché tutto sarà risolto. Ludovica resterà qui, ne sono certa.” Non sono convintissima del buon esito della faccenda, ma in un modo o nell’altro devo cercare di tirarlo su.
 
GIOVEDI’ POMERIGGIO
 
Esco dal lavoro alle cinque in punto, fra un’ora ho l’appuntamento dalla ginecologa per il controllo.
Spero che almeno lei mi dia qualche buona notizia visto che gli ultimi tempi non me ne hanno portate.
Mi fermo rapidamente a casa per lavarmi e cambiarmi, sono forse un po’nervosa. Mentre sto per varcare la porta, noto mia mamma vestita come se dovesse uscire e mi fa cenno di aspettarla.
“Hai bisogno di un passaggio?”
“No, voglio venire con te dal medico, in fondo sono sempre tua madre e la tua salute mi sta a cuore.”
“Oh, ti ringrazio…”
“Non è che ti dispiace se ti accompagno? Devi forse andarci con qualcuno?”
: S
L’idea era quella, dovevo recarmi dalla dottoressa con Cosimo ma sta girando come un disperato alla ricerca di un legale low-cost e dunque il nostro progetto è saltato. “No.”
Scendiamo, saliamo in auto e partiamo. Onestamente l’idea di andare in giro con mamma mi fa sentire bambocciona. Forse è perché ormai mi sento grande abbastanza da potermela cavare da sola….
“Come vanno le cose fra te e quel ragazzo?”
“Bene.” Mi sarei meravigliata se mi avesse chiesto altro.
“Non vuoi raccontarmi più niente?”
“Perché dovrei?”
“Sono tua madre, credo di aver il diritto di sapere qualcosa.”
“Certo, solo che ho il timore che rapidamente anche tutte le tue amiche pettegole sappiano i cavoli miei.”
“Se non hai niente da nascondere, puoi parlarmene, no?”
“Dove vuoi arrivare?”
“Non è che per caso sei incinta e vuoi tenermelo nascosto?”
Ringrazio il Cielo per averle fatto dire questa cosa non appena ho spento il motore dell’auto altrimenti avrei potuto tamponare come minimo qualche decina di veicoli. Mi volto verso di lei con i fulmini che mi escono dagli occhi.
“Che ho detto di così tremendo?”
“Mamma, non sono incinta! Magari lo fossi!” Mi vengono le lacrime.
Mix perfetto di rabbia e tensione.
“Che dici, figlia mia?”
“Avere un bambino mi renderebbe la persona più felice del mondo, ma per me non sarà così semplice.”
“Cosa vuoi dire?”
“Ho un’ovaia sola mamma, una sola! L’altra me l’hanno tolta con quella ciste di merda lo scorso ottobre!! Perché rimanga incinta ci vorrebbe un miracolo!” Mi asciugo una lacrima, leggo stupore e preoccupazione nel volto di mia madre. “Scusa se non te l’ho mai detto, faccio una fatica tremenda ad accettare che forse non sarò mai mamma…. E se solo tu ne avessi parlato con qualcuna di quelle maledette pettegole linguacciute con cui ti vedi, non te l’avrei mai perdonato…”
“Tesoro…”
“Aspetta… Fammi finire… So che detesti Cosimo, non lo vuoi vedere accanto a me perché ha una figlia da un’altra donna, ma non è quello che molti pensano. E’ un bravo ragazzo, un padre meraviglioso e se ha lasciato la sua ex lo ha fatto per la bambina. Sua madre se ne sbatteva sempre i coglioni, la sballottava in lungo e in largo per il mondo come un pacco postale e se non ti basta lui ha da poco scoperto che se la intende con un altro uomo. E la sai l’ultima? Gli ha mosso causa per togliergli la bambina ed ora lui sta disperatamente cercando un legale che possa assisterlo senza chiedergli un patrimonio…. Credi ancora che sia un deficiente? A tutti può capitare di commettere errori, a pochi riesce di fare l’impossibile per rimediare.” Prendo il cellulare dalla borsa e le mostro una foto di Ludovica. “Guarda mamma: questa è sua figlia. Un giorno potrebbe chiamarti nonna se quella non se la porta a Milano, io e Cosimo faremo l’impossibile per non perderla… lei per me è mia figlia, …quella figlia che forse non potrò mai avere.”
Mamma ha gli occhi lucidi, credo le brillino nell’osservare la foto della bambina, con quel sorriso puro ed innocente incastonato nel suo dolce viso d’angelo. So che mia madre ha un cuore d’oro, forse si lascia spesso coinvolgere da certe amiche dalla lingua lunga ed è per questo che spesso ho evitato di confidarmi con lei. Oggi però sento il fortissimo bisogno di lei che, in quanto donna oltre che madre, può capire in che situazione del cavolo sono e in che stato d’animo mi trovo.
Scendiamo dalla macchina dopo che mi sono un po’ calmata altrimenti faccio tardi. Ci sediamo nella sala d’attesa degli studi medici, la segretaria ci informa che la dottoressa è in leggero ritardo. Osservo i quadri appesi alla parete ingannando il tempo, mostrano donne col pancione, pupetti che spuntano dalle foglie del cavolo o dal sacco della cicogna.
*_* Tenerissimi!
Sono nervosa e agitata, sento il cuore che batte forte e un gran bel nodo alla bocca dello stomaco.
La porta si apre dopo un quarto d’ora, esce una coppia dallo sguardo sognante e non ho bisogno di tanta fantasia per capire che presto saranno genitori. E’ probabile che lei si trovi nel primo trimestre dato che non noto rotondità, ma il suo volto presenta la luce riconducibile a quell’evento meraviglioso che è la maternità.
“Prego.” Il richiamo della dottoressa mi desta dalla contemplazione, entriamo nello studio e subito consulta la mia cartella. Controlla gli ultimi esami a cui mi sono sottoposta e mi invita ad accomodarmi sul lettino per l’ecografia e la visita ginecologica. : P
Mia madre resta seduta sulla poltroncina antistante la scrivania, ho l’impressione che il suo sguardo sia assente, non ha detto una sola parola da quando siamo scese di macchina.
“Qua è tutto a posto.” Sentenzia la dottoressa mente quel gel su cui si muove la sonda viene sparso sulla mia pancia. “L’ovaia sembra perfettamente adattata alla nuova situazione post operatoria. Le cicatrici interne non presentano anomalie e l’utero è in ottime condizioni, in fondo non era stato minimamente infettato. Bene… “ Ripone lo strumento e mi porge della carta per pulirmi. “Adesso controlliamo il collo uterino.” Indossa i guanti in lattice mentre mi stendo su quel coso…
Non so voi, ma detesto stare sul lettino ginecologico a gambe aperte mentre quella mi visita.
“A posto.” Si toglie i guanti mentre scendo e indosso di nuovo biancheria e pantaloni, adesso mi sento decisamente più a mio agio.
“Posso affermare con certezza che sei guarita.”
“Sta scherzando?”
°o° Non ci credo, dopo tutte le batoste degli ultimi giorni non mi sembra vero che qualcosa vada per il verso giusto!
“Certo che no, puoi riprendere totalmente la tua vita pre-intervento.” Mi sorride, comprendo perfettamente cosa intende. Sorride anche mia madre, sicuramente la notizia la riempie di gioia, ma ho come la sensazione che nasconda qualcosa, che non stia più nella pelle per un motivo che ignoro.
Avete presente quando non vedete l’ora di dare una buona notizia a qualcuno e siete impazienti? Ecco, mamma è così.
Usciamo dagli studi medici con un raggio di sole che mi illumina il viso, che sia un segno del destino?
“Mamma, scusa un attimo… Chiamo Cosimo, vorrei dirgli che va tutto bene, poi andiamo…. Ti dispiace?”
“Aspetta a chiamarlo, prima fammi fare una telefonata, avrai anche altro da dirgli.”
La guardo, non capisco chi deve chiamare di così importante.
“Si… Va tutto bene, Alessia sta benissimo. Senti un po’, hai ancora il numero di cellulare di Giorgio Bresciani?... Si, lui! …. Chiamalo, se davvero ti deve un favore adesso è il momento giusto. ….tranquillo, ti spieghiamo tutto a casa. Ciao.”
Ripone il cellulare in borsa e mi guarda. “Andiamo?”
“Scusa, chi hai chiamato?”
“Tuo padre.”
“E perché?”
“Sai chi è Giorgio Bresciani?”
“No.”
“E’ un avvocato. “
°_°?  I miei occhi si illuminano.
“Era un vecchio amico di famiglia e per di più è stato il consulente legale per la piccola impresa presso la quale papà lavorava prima di andare in pensione. Sono in ottimi rapporti di amicizia e spesso ha avuto bisogno di lui per dei lavoretti a casa sua. Diceva sempre che poteva contare su di lui per qualsiasi cosa e adesso è giunto il momento di utilizzare questa disponibilità. Forse non vi fornirà assistenza legale gratuita, ma sono certa che vi tratterà bene, poi qualcosa da parte io e tuo padre ce l’abbiamo. E’ un ottimo avvocato, sai! Forse non te lo ricordi, ma quando eri piccola uscivamo spesso con lui e la sua famiglia.”
Non credo alle mie orecchie! “Mamma ti voglio bene!!!” La travolgo con un abbraccio che le fa quasi perdere l’equilibrio.
“Adesso puoi chiamare Cosimo.” Il suo sorriso luminoso mi riempie di gioia, forse è prematuro pensarlo ma credo che adesso abbia iniziato a cambiare idea sul suo conto.
E’ stata proprio lei a fornirci la soluzione! T_T Piango di gioia!
Vi rendete conto? Forse la speranza di combattere ad armi pari contro quella vipera e la sua schiera di super avvocati c’è! Forse possiamo tentare di tenere con noi Ludovica!
E tutto grazie a mamma! <3
E’ proprio vero: la mamma è sempre la mamma!  O quasi…. (Vedi Monica).
 
 
 

 
Ciao a tutti!
Ci siete ancora? Come vi avevo promesso, terminate le ferie T_T son di nuovo qua a raccontarvi le peripezie di Alessia e Cosimo.
La nostra “dolce mammina” adesso rivendica la sua creatura, ci sarà stato un ripensamento o nasconderà dell’altro?
 
Grazie ad ognuno di voi numerosi lettori che state seguendo la storia, vi abbraccio tutti uno ad uno!
Al prossimo capitolo! E intanto, recensite please!
La Luna Nera
 

 

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Capitolo 19
*** Rinasce la speranza ***




Siamo nella sala d’attesa dell’avvocato amico di mio padre, Cosimo è molto nervoso però nutre una buona dose di speranza che questa sia la volta buona. Tutti i legali cui ci siamo rivolti fin ora ci hanno chiesto cifre piuttosto consistenti fra spese legali e parcelle, in più potevamo pagare a “rate” previo versamento di almeno la metà dell’importo totale. Poi poteva pure capitare qualche spesuccia accessoria ma niente di che a detta loro….
>: P Come se i soldi spuntassero all’improvviso sotto le piastrelle del bagno.
Forse per loro è così, per noi comuni mortali no.
L’attesa è snervante, tentiamo di ingannare il tempo giocherellando col cellulare, cancellando vecchi sms, ricontrollando se ci sono tutte le carte, leggendo e rileggendo quelle maledette parole messe nero su bianco che potrebbero farci precipitare in un baratro.
E proprio ora che da parte dei miei genitori si è finalmente aperto lo spiraglio che tanto speravo!
Oltre tutto stasera Cosimo e Ludovica vengono a cena da me e sono pronta a scommettere che fra lei e i miei genitori sarà amore a prima vista. Sono certa che conoscendo meglio il mio compagno capiranno che non è quel poco di buono che la gente crede.
Gli accarezzo il dorso della mano, con un rapido gesto afferra la mia e me la stringe, è fredda e sudata allo stesso tempo, sbatte quasi impercettibilmente il piede sinistro su e giù da un bel po’ di tempo quando finalmente la porta dello studio dell’avvocato si apre ed escono due uomini di mezza età che si congedano.
Bresciani si avvicina alla segretaria massaggiandosi la fronte. “Preparami un caffé bello forte per cortesia, i Torricelli mi hanno veramente distrutto.” Sbuffa, probabilmente i clienti appena usciti lo hanno fatto tribolare un bel po’. Si volta verso di noi dopo pochi attimi e lo vedo sorridere mentre la segretaria armeggia con la macchina del caffé. “Alessia!”
“Buona sera.” Mi alzo in piedi e Cosimo fa lo stesso.
“Giuro che non ti avrei mai riconosciuta! E’ passato un bel po’ di tempo da quando facevamo i pic nic estivi con la tua famiglia.”
“E’ vero.” Avrò avuto si e no tre anni! Ci stringiamo la mano. “Come sta?”
“Non mi posso lamentare.” Sorseggia il caffé e getta il bicchierino nel cestino. “Prego, accomodatevi.”
“Grazie. Lui è Cosimo Borghesi, il mio compagno.”
Si salutano cordialmente mentre ci sediamo di fronte all’elegante scrivania in mogano scuro su cui sono sistemate con praticità delle carte, un portapenne rivestito di conchiglie, un telefono fisso e due cellulari oltre l’indispensabile computer.
“Allora ragazzi, da quel poco che ho appreso da tuo padre, c’è di mezzo una bambina…”
“Esatto.” Cosimo tira fuori tutte le carte e gliele porge iniziando a raccontargli per filo e per segno la situazione.
 
……
 
Bresciani ascolta con grande attenzione annotando tutto ciò che ritiene importante (e non sono poche righe), controlla con estrema cura le pagine leggendo con calma. “Quindi la sua ex compagna pretende l’affidamento esclusivo della figlia nonostante il totale disinteresse mostrato fin ora.”
“Esatto.”
“Beh, devo dire che ha una bella faccia tosta!” Piega l’angolo destro del labbro. “E sulla base di cosa vorrebbe la bambina?”
“Forse per ripiego, onestamente non vedo altre spiegazioni…”
“Mhm” Annuisce. “Si è rivolta allo studio legale Massarosa, è uno dei più famosi e tosti di Milano. La signora non ha problemi di soldi a quanto pare.”
“Infatti avvocato, noi invece li abbiamo.” Cosimo prende una boccata di aria prima di continuare a parlare. “Purtroppo non possediamo grosse cifre e non posso prometterle di pagare tutto e subito.” La sua voce trema, un po’ per il dover ammettere di non essere in grado di disporre di un consistente gruzzolo, un po’ per il terrore di vedersi l’ennesima porta sbattuta in faccia.
Il tizio ci fissa restando in silenzio per una manciata di secondi che per noi sono interminabili. “State tranquilli ragazzi.” Congiunge le mani. “Tuo padre, Alessia, è come un fratello per me e l’ultima cosa a cui sto pensando in questo momento sono i soldi. Dato il grandissimo affetto che ci lega, non m’interessa di ricevere subito il compenso che chiederei ad altri… Certo, delle spese legali che lo Stato impone ci sono, vorrà dire che anticiperò quello che serve e me li restituirete quando potete.”
“Sta scherzando?” Cosimo ha un filo di voce e gli occhi lucidi.
“C’è una bambina di mezzo e non avete idea di quanto siano dannosi per i piccoli tutti i dissapori fra genitori. Ho la netta sensazione che sua a figlia manchi tantissimo una figura femminile di riferimento come dovrebbe essere la madre e questa carenza potrebbe portare a gravi conseguenze in futuro. Per questo non mi interessano i soldi, mi interessa piuttosto la serenità di questa creatura e state pur certi che mobiliterò schiere di periti e psicologi per ottenere tutte le carte necessarie a ridonare il sorriso alla piccola.” Fa una breve pausa e piega l’angolo destro della bocca. “E poi non posso negare un piccolo favore alla figlio di un mio caro vecchio amico.”
“Io… io non so come ringraziarla…” Ha la voce rotta dalla commozione.
“Non fatevi prendere dall’entusiasmo, ragazzi… La battaglia sarà tutt’altro che semplice, ho già idea di come controbattere la loro richiesta, se è vero ciò che mi avete raccontato sarà proprio la piccola a giocare un ruolo fondamentale. E tu, Alessia, tieniti pronta perché sicuramente gli psicologi della controparte ti tartasseranno di domande più o meno assurde per capire se vuoi sostituirti alla madre naturale ed hai circuito la bambina. Sono giochetti molto in uso in questo tipo di cause.”
“Sono pronta ad affrontarli.”
Ride. “Sei proprio la figlia di tuo padre, determinata ad andare in fondo a tutto.” Ci alziamo in piedi e ci congeda con una stretta di mano che oserei definire molto cordiale. “Studierò ogni dettaglio e vi contatterò se ho bisogno di altre informazioni prima dell’udienza. State tranquilli, in un modo o nell’altro ce la faremo, fidatevi.”
Usciamo dallo studio rincuorati, mano nella mano, e ci avviamo verso l’auto per tornare nel nostro paesello di impiccioni. Il cielo è limpido e si sta riempiendo dei colori del tramonto, un raggio di sole illumina il viso di Cosimo, mi sembra che sia molto più rilassato finalmente. Negli ultimi giorni è stato così nervoso che niente lo faceva sorridere, neanche quando gli ho detto che le mie condizioni fisiche erano ottimali e che potevamo amarci dopo tanta attesa. Naturalmente lo stato psicologico in cui ci troviamo adesso non consentirebbe a nessuno di noi di lasciarci andare e vivere fino in fondo il nostro amore per cui attendiamo tempi migliori.
>: (
In un modo o nell’altro quella cretina riesce sempre a rovinare tutto!
 
Siamo a due passi dalla casa dei suoi genitori che si sono occupati di  Ludovica mentre stavamo dal legale, lì vicino c’è parco pubblico meta delle comitive di ragazzi e adolescenti di oggi come di ieri. Vedo che osserva quel muretto, piega l’angolo della bocca in un sorriso che sa di nostalgia. “Ricordi quando c’eravamo noi laggiù?”
Sorrido anch’io ripensando ai bei vecchi tempi. “Già. Sono passati tanti anni ma ho come l’impressione di rivedermi fra quei ragazzi.”
“Erano sicuramente tempi migliori….” Si volta verso di me. “Ops, scusa…”
“E di che?”
“Forse per te non lo erano.... E la colpa era del sottoscritto.” Abbassa lo sguardo.
Lo abbraccio. “Ti sbagli, amore mio. Sai, quelli sono gli anni in cui ogni pretesto è buono per sognare ad occhi aperti, che sia dietro ad un idolo o alla persona che ti ha rubato il cuore. Sono gli anni in cui trascorri le giornate a chiacchierare con l’amica del cuore e le serate con gli amici in totale spensieratezza. E’ un periodo della mia vita che mi è servito per crescere e capire tante cose che ora vedo sotto un’altra luce.”
“A chi lo dici.” Mi bacia la fronte con una tenerezza che mi fa sciogliere. “Con due moine crollai ai piedi di Federica… Se ripenso a tutto quello che mi ha fatto passare…. Se solo avessi aperto gli occhi prima e mi fossi reso conto di che pasta è fatta…”
“Adesso basta.” Gli sfioro appena le labbra con le mie. “Lascia il passato nel passato.”
“Hai ragione.” Sorride. “Andiamo, la nostra bimba ci aspetta.”
 
 
*      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *      *
 
 
Non appena apro la porta di casa, vengo invasa da quel profumino che adoro: mamma ha fatto l’arrosto con le patate!
*_*
Quand’è così, mamma è di ottimo umore!
 : D
Pancia mia fatti capanna!
Entriamo in soggiorno, papà sta apparecchiando la tavola?! °_° Non credo ai miei occhi! Se ne sta sempre in poltrona a guardare la TV quando è in casa, non fa mai un tubo ed ora apparecchia?!
“Oh, ben arrivati.” Ci accoglie con un gran bel sorriso. “Prego, accomodatevi pure.”
Ludovica sorride mentre affonda la testa sulla spalla di Cosimo nel tentativo di nascondersi.
“Grazie…. E…” Deglutisce. “Vorrei ringraziarla per tutto quello che ha fatto per noi…”
Papà lo guarda. “Non devi ringraziarmi, ragazzo mio. La felicità di mia figlia non ha prezzo e da quando vi frequentate l’ho vista rinascere giorno dopo giorno. Chiedere un piccolo favore al mio vecchio amico avvocato è il minimo che potessi fare… E poi questa bimba vergognosa potrebbe diventare la mia nipotina, giusto?”
“A patto che mi aiutiate a far l’abitudine alla parola nonna!”  Mamma ci raggiunge, tiene in mano un pacchettino. “Ho un regalo per una bimba, ma glielo do solo se mi dice il suo nome.”
Ludovica alza la testa quel tanto che le consente di verificare l’esistenza del regalo, stringe ancora di più le braccia attorno al collo di suo padre mentre sorride bisbigliando il suo nome.
“Coraggio piccola, non essere timida.” Cosimo le dà un bacio sui capelli e la mette in terra.
Negli occhi di mia madre iniziano a formarsi miriadi di stelle, sapevo che si sarebbe innamorata di quella bambina in un lampo!
“So che il tuo cartone animato preferito è Peppa Pig, giusto?”
La bimba annuisce in silenzio.
“Indovina cosa c’è qua dentro?”
“Peppa!” Dopo un attimo di esitazione risponde e si avvicina a mia madre per prendere quel pacchettino, ovviamente senza lasciare la mano di suo padre. Scarta velocemente il suo regalo ed esplode di gioia quando vede il pupazzo della sua eroina. Regala ai miei genitori un sorriso talmente luminoso che provoca nei loro occhi qualche minuscola lacrima di commozione.
*_* Solo il Cielo sa come mi sento adesso…
Ci sediamo a tavola, la spontaneità di Ludovica mista alla sua dolcezza con quel pizzico di innocenza e candore conquista tutti attimo dopo attimo.
Papà gioca con lei come non ha mai fatto con me, figuratevi che le fa l’aeroplanino con la forchetta per aiutarla a mangiare la torta! Mamma ogni tanto si alza e va in cucina… non deve fare niente di particolare, solo asciugarsi le lacrime. Credo abbia capito che Cosimo non è quel bamboccione che molti considerano. Forse lo era un tempo, ora non più.
La nostra prima cena in famiglia è stata un successone e ne sono orgogliosa.
Cosimo e Ludovica tornano a casa, stasera io resto qui.
Per poco però.
Aiuto a rassettare la cucina, c’è aria di serenità fra di noi. Racconto di come è stato comprensivo l’avvocato nei nostri confronti e della speranza rinata in noi di poter tenere qui la bambina. Mi confidano di essere compiaciuti che accanto a me ci sia un ragazzo come lui. Lo conoscevano già, dato che abbiamo frequentato la scuola insieme, e non avevano una grande stima di lui fino a poco fa. Cosimo adesso è un uomo adulto, è cresciuto ed è maturato proprio grazie a tutti gli ostacoli che la vita gli ha messo  fra le gambe. La lotta che sta portando avanti per sua figlia lo hanno fatto diventare l’uomo vero che è.
Vado a letto tranquilla, adesso mamma e papà mi sostengono, avrò bisogno anche di loro per continuare la battaglia a fianco del mio unico grande amore.
 
 


 
Ciao a tutti!
Vorrei innanzitutto ringraziare voi lettori che continuate a seguire la storia e vorrei invitarvi a lasciare un minuscolo commentino, please!
Quando i genitori litigano sono i bambini a risentirne maggiormente e adesso sembra che Cosimo e Alessia abbiano tutto quello che serve per affrontare Monica ad armi pari, compreso il sostegno familiare.
Mancano pochissimi capitoli alla fine e non mi dispiacerebbe conoscere la vostra opinione sulla storia. Anche due misere paroline.
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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Capitolo 20
*** Sporco ricatto ***


 


“E anche questi sono pronti… Mamma mia che faticaccia!” Dispongo sullo scaffale gli ultimi vasetti realizzati in una settimana di lavoro serrato e snervante.
Sono orgogliosa di ciò che ho creato! : )
“Vado al bar a prendere un caffé, volete qualcosa?”
“Un caffé anche per me, grazie.” Giulia non se lo fa ripetere due volte.
“Marta, ne vuoi anche tu?”
“Prendimi una lattina di the freddo per favore.”
Mi avvicino all’uscita del laboratorio e i miei piedi si inchiodano al pavimento: davanti a me, immersa nella luce diurna, una sagoma scura mi sbarra la strada. °_° E’ un’apparizione da incubo, non ci posso credere che sia tornata qui.
“Cosa ci fai qua?” Un filo di voce mi esce appena dalla piccolissima apertura creatasi fra le mie labbra.
“Sono venuta per parlare con te.” Fa due passi nella mia direzione, anche Giulia e Marta riconoscono in quella figura intransigente la ex di Cosimo, Monica. “Seguimi.”
Come mossa da una forza inspiegabile, vado con lei e ci sediamo al tavolino del bar in cui avrei dovuto acquistare ciò che le mie colleghe volevano. Sento una grande agitazione nel mio stomaco, spero solo di riuscire a controllarmi! Ha negli occhi una gran sicurezza, il suo look è impeccabile, non ha un capello fuori posto e la sua schiena dritta è sinonimo di superiorità nei miei confronti. Già, forse non ha fatto bene i calcoli e crede che mi faccia mettere i piedi in testa con facilità.
Se crede di mettermi ansia, si sbaglia….. °_° quasi!
“Senti, non ho voglia di perdere tempo con te.” Accende una sigaretta ed aspira del fumo. “Non so cos’hai fatto a Cosimo per farlo cadere ai tuoi piedi e non m’interessa. Sappi solo che farlo allontanare da me con la bambina è stato un grandissimo errore.”
“Come?” Stringo forte il pugno che vorrei sferrarle in viso, devo cercare di controllarmi. “Te ne sei sempre sbattuta le palle di tua figlia!!”
“Che ne sai tu? Non sei mamma….O credi di esserlo usando Ludovica?” C’è del veleno nelle sue parole.
“Non sto usando nessuno per giocare a fare la mamma! Credi forse sia sufficiente una gravidanza ed un parto per definirsi tale?”
“Certo stupidina che non sei altro, la madre è colei che mette al mondo un figlio!”
 “Vedi che non hai capito nulla invece!” Sbatto il pugno sul tavolino … X ( e mi faccio pure male. “Essere mamma significa rimboccare le coperte alla propria creatura prima di dormire, coccolarla e trascorrere del tempo con lei anche solo a guardare i cartoni animati! Significa esserci, rinunciare ad una parte del proprio tempo per aiutarla a crescere, consolarla se cade e si fa male, accompagnarla all’asilo e…..”
M’interrompe bruscamente inveendo contro di me. “Per tutte queste cose c’era già suo padre!”
“Se i figli si fanno in due un motivo ci sarà.” Incrocio le braccia.
Sogghigna. “Puah, stronzate da idealisti. Parli proprio come Cosimo. Zero iniziative e dinamismo. Preferite fossilizzarvi dietro le solite cazzate antidiluviane.”
“Ognuno ha il suo punto di vista.” >: P Ma sei proprio infima!
“Esatto.” Mi fissa irritata. “Proprio per questo non avevi il diritto di intrometterti nella nostra famiglia che già aveva un suo buon equilibrio!”
Mi scappa una mezza risata. “Un buon equilibrio? Hai sempre deciso tu per tutti loro senza chiedere mai un parere, più che equilibrio direi dittatura!”
“Porto io i soldi a casa e dunque sono io a decidere. Il denaro è potere, stupidina. Puoi pitturare tutte le tazze che vuoi, non arriverai mai a guadagnare quello che guadagno io.”
“Forse si, ma il sorriso di Ludovica e la serenità che abbiamo raggiunto con Cosimo mi donano tutto ciò che mi serve per essere felice. Per te esistono solo il lavoro e la carriera, hai mai visto una carta di credito correrti incontro a braccia aperte quando rientri a casa?! E’ inutile che tenti di arrampicarti sugli specchi, quella bambina è stata solo un maledetto errore per te, ammettilo!”
“Che ti piaccia o no, sono io sua madre. E la rivoglio.”
“Scordatelo. Faremo anche l’impossibile per tenerla qui.” Fisso il suo volto ininterrottamente, sto tirando fuori una forza che non immaginavo di possedere, spero comprenda bene che non ho intenzione di cedere.
“L’impossibile può non servire.” Spegne la sigaretta soffiando fumo dalla bocca come un drago inferocito.  “Visto che sei così testarda potremmo scendere ad un compromesso.”
“Cioè?”
“Lascia Cosimo ed io interrompo la causa.”
“Cosa?!” Per poco gli occhi non mi escono dalle orbite.
“Se vuoi che la battaglia legale non abbia inizio, devi separarti da lui. Non avete speranza di vincere contro uno dei più famosi studi legali di Milano. Posso permettermi i migliori avvocati sulla piazza, poi non dimenticare che da che mondo è mondo i bimbi piccoli sono sempre affidati alle madri in caso di separazione. Sii ragionevole, sai meglio di me quanto Cosimo tenga alla figlia, se per colpa della tua testardaggine la dovesse perdere definitivamente pensi che possa continuare ad amarti alla follia come sostieni?” Tace per un attimo con in volto la sicurezza di chi crede di avere il coltello dalla parte del manico. “Voi due insieme cosa potete offrirle? Niente di niente. Io posso darle una casa grande, giocattoli, bei vestiti, una vita di agi e comodità…. Tutto insomma. Voi siete solo due squattrinati sognatori.” Si alza. “ Dammi retta, lascialo e rifatti un’altra vita. Che ti piaccia o no, Ludovica unisce le nostre vite in modo incancellabile. Non sarai certo tu a far scomparire ciò che è stato.”
Se ne va impedendomi di controbattere. Resto lì per qualche secondo come un’imbecille ripensando a tutto ciò che mi ha detto.
Lasciare Cosimo?!
Ma stiamo scherzando?! 
Mi accascio sul tavolino sputando fuori tutta la tensione che riempie il mio corpo. Sono sopravvissuta ai suoi attacchi, non è male!
Apro gli occhi dopo qualche secondo, devo tentare di riorganizzare le idee. Tralasciando la storiella dei quindici anni che ben conoscete, lui è tutta la mia vita! Come posso pensare di mandarlo a fanculo dall’oggi al domani senza uno straccio di spiegazione?! Sarebbe come rinunciare ad una parte di me. Quella…. Non so neanche come definirla…. rivuole sua figlia, quell’errore che ha sempre considerato d’intralcio per la sua carriera! Accusa me di non sapere cosa significa essere mamma, forse lei lo sa? Non si è mai occupata di Ludovica e me ne sono resa conto di persona: oltre a quello che mi ha raccontato Cosimo vedo benissimo che la figura materna è praticamente inesistente per la bimba, lo vedo nel suo atteggiamento, in ciò che dice e in ciò che fa, lo scorgo nell’ingenuità e nell’innocenza delle sue parole. Se ce la tolgono, non potrò mai perdonarmelo.
Tento per quanto possibile di tornare in me, mi avvicino al bancone ed ordino i due caffé ed il the freddo, poi torno nel laboratorio con l’andatura di una persona assente. Non ho voglia di parlare, penso ininterrottamente allo sporco ricatto di Monica… se davvero riuscirà a portarci via la bambina, Cosimo non avrà più pace. E una buona parte di responsabilità ce l’avrei pure io.
ç_ç Che devo fare?
Non voglio lasciarlo e non voglio neanche perdere Ludovica. L’unica certezza che avrei nell’accettare la sua aberrante proposta è che padre e figlia non si separerebbero. E se così non fosse? Se quella strega prendesse tutti quanti per il culo? Forse dovrei parlarne con Cosimo, non vorrei farlo preoccupare ancora di più, già di notte dorme pochissimo. Confesso che inizio a preoccuparmi pure del suo stato psico-fisico, sta attraversando un periodo tremendo e se solo gli parlassi dell’incontro-scontro che ho appena avuto…. Non lo so, cavolo non lo so!  Temo di peggiorare le cose, ma anche tacerglielo non le fa certo migliorare.
ç_ç  Mi sento con le mani legate.
 
Faccio scivolare la giornata lavorativa ed il momento di tornare a casa arriva trovandomi sempre con il morale a terra. Vorrei evitare di trascorrere la serata con lui, vorrei non cadere in fallo e lasciarmi sfuggire parole che per il momento devono restarmi dentro. Gliene parlerò quando avrò le idee più chiare o quanto meno nel momento il cui avrò deciso cosa fare. Esco dal laboratorio, faccio due passi e lo vedo venire nella mia direzione con in faccia un sorriso forzato.
“Ciao amore.” Mi saluta con un piccolo bacetto.
“Ciao… Come mai qui? E’ forse successo qualcosa?”
 XP Questo non dovevo dirlo.
“No, perché me lo chiedi?” Mi guarda con curiosità.
“Niente…non farci caso, sono solo un po’ stanca.”
“Avevo voglia di vederti ed ho pensato di farti una sorpresa. Ho staccato prima dal lavoro oggi, ti va di andare a bere qualcosa?”
Lo abbraccio accettando di buon grado il suo invito, come posso anche solo pensare di rinunciare a lui? Sto bene fra le sue braccia, sto maledettamente bene! “La bimba?”
“E’ dai miei genitori, mio padre le ha promesso di portarla in bici al parco.” Questo pensiero strappa ad entrambi un sorriso. “Le farà bene, ho l’impressione che senta tutta la tensione che c’è nell’aria in questo periodo.”
Prendiamo due bibite e ci sediamo su una panchina in attesa che scenda la sera. Nessuno di noi ha voglia di parlare, desideriamo solo stare vicini ed abbracciati per sentirci una cosa sola e indivisibile. Non posso lasciarlo, non ne sarei mai capace, non potrei mai distruggere la serenità nata fra di noi. Siamo indispensabili l’un l’altro, già quella piccola separazione nel periodo del Natale ci ha messi a dura prova (e allora il nostro rapporto non era ben definito)….ora siamo una famiglia in piena regola e ci amiamo oltre ogni limite. E credo sia giusto rivelargli del mio incontro pomeridiano…
“Senti Cosimo… c’è una cosa che dovrei dirti….”
“Anche io.” Ci fissiamo negli occhi, il battito del mio cuore accelera. Poi lui continua. “Ho ricevuto una telefonata di Monica.”
°_° Doccia gelata.
“E’ tornata qui e vuole incontrarmi.”
“Si, so che è qui.” Mi guarda meravigliato. “Oggi è venuta in laboratorio e ci siamo viste.”
“Come?!” Dal suo stupore comprendo che non se l’aspettava.
“Le ho tenuto testa, sai? Sono stata brava.” Già, peccato che me la son quasi fatta sotto…
“Che ti ha detto?”
“Rivuole sua figlia.” Pausa. Forse dovrei vuotare il sacco. “E’ sicura di vincere la causa e di portarti via Ludovica. A meno che….”
“A meno che?”
“E’ disposta a ritirare tutto quanto se…. Se io ti lascio… Ecco, l’ho detto.”
Sbatte un pugno sulla panchina, è elettrico. “Bastarda!” Trattiene a stento le lacrime, io me ne resto in silenzio. Sapevo che si sarebbe arrabbiato, ma secondo voi dovevo tacergli una cosa del genere?
“Io non voglio cedere al suo ricatto schifoso, ma se per assurdo dovessero toglierci la bambina….”
Mi cattura fra le braccia affondando la faccia fra i miei capelli. “Non pensarlo neanche per scherzo….. Mi batterò fino allo stremo delle forze per non perdervi.”
Gli rubo un bacio, so che non siamo nelle condizioni migliori per abbandonarci all’amore, spero comunque di donargli la forza necessaria per affrontare quella strega e fargli capire per l’ennesima volta che io ci sono e ci sarò sempre.
 
 



Ciao a tutti!
Pensavate che Monica si rifacesse viva solo in tribunale? Ovviamente da una del suo calibro dobbiamo aspettarci di tutto, e infatti eccola con uno sporco ricatto nei confronti di Alessia. Ed ora vuole incontrare pure Cosimo: gli proporrà la stessa cosa o avrà dell’altro in mente?
 
Grazie infinite a tutti voi che seguite numerosi!
E grazie a chiunque voglia lasciare un commento!
 
Alla prossima
La Luna Nera

 

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Capitolo 21
*** Quanto può essere falsa? ***


 

COSIMO
 
Sono seduto a questo tavolino già da venti minuti e quella stronza non si vede ancora. Probabilmente avrà fatto tardi dal parrucchiere o fra le braccia del suo tigrotto.
Ho già bevuto una lattina di birra e mangiato due confezioni di patatine, sono nervoso.
Spero di riuscire a controllarmi senza dare in escandescenza, ho tanta di quella rabbia dentro che già quando vidi il suo nome sul display del telefono ebbi l’impulso di sbatterlo a terra. Sapevo che prima o poi l’averi dovuta affrontare, detesto ammetterlo, mi sento terribilmente agitato ed ho un nodo allo stomaco che mi rende insofferente ad ogni cosa, pure al cinguettio degli uccelli.
 
Monica si presenta a me con mezz’ora di ritardo rispetto all’orario concordato,  si siede senza neanche degnarsi di pronunciare un misero scusa per il ritardo. Chiama invece il cameriere ed ordina un cocktail.
“Ne vuoi uno anche tu?”
Finalmente si degna di rivolgermi la parola.
“No.”
Il cameriere torna poco dopo con un bicchiere colorato e pieno di frutta, Monica sorseggia facendo attenzione a non rovinare il make-up.
E ancora tace.
>: s Ciò mi irrita oltre ogni limite.
“Hai intenzione di continuare a fare i cazzi tuoi ancora per molto?”
Mi guarda con aria stupita e strafottente. “Perché? Hai da fare?”
“Taglia corto, cosa vuoi?”
Beve un sorso e poggia con tutta calma il bicchiere sul tavolino. “Voglio tornare con te, ecco cosa voglio.”
°_° ?!  Tutto mi sarei aspettato, tranne questo!
“Non fare quella faccia stupita Cosimo, non ho detto un’assurdità.”
Sento una rabbia tremenda stritolarmi lo stomaco. “ La cosa non è reciproca.”
“Sii ragionevole, sono pur sempre la madre della tua creatura e se tornassimo assieme formeremo di nuovo quel nucleo familiare a cui tieni tanto.”
Mi scappa un sorriso di scherno. “Già fatto, grazie. E con una persona che pur non essendo la madre naturale di Ludovica se ne prende cura come se lo fosse.”
“Quella ragazzina da quattro soldi che ti ha fatto perdere la testa come un adolescente….” Ride ironicamente. “Mi sono soffermata spesso a pensare come possa averti abbindolato visto quello a cui eri abituato.”
Si passa la mano fra i capelli per sottolineare che si riferisce a se stessa.
“Non sono cose che ti riguardano.” Congiungo le mani per evitare di afferrare il suo cocktail e lanciarglielo in faccia se  continua a sparlare di Alessia. “Se non hai altre cazzate da dire, io me ne vado.”
“Mi devi ancora una risposta.”
“Se vuoi che torni con te, sai già che la risposta è no.”
“Non prendere decisioni affrettate, riflettici su invece.” Leggo nei suoi occhi la determinazione di chi non accetta rifiuti.
Spiacente, non mi piego ai tuoi ricatti.
 “Io e te siamo stati bene insieme ed abbiamo messo al mondo una bambina meravigliosa. Possiamo permetterci di girare il mondo, fare la bella vita e vivere nel lusso, tornando con me non hai che da guadagnarci.”
“Sempre sui soldi vai a cadere, non sai che esiste anche altro?”
“Forse, ma sono quelli che ti permettono di essere qualcuno e di fare quello che ti pare.”
“E’ inutile, non attacca. Io con te non torno.”
“Pensaci bene Cosimo: la tua fidanzatina cosa può offrirti? Niente…” Piega il lato sinistro in un sorriso meschino. “Lei non può offrirti neanche la possibilità di diventare di nuovo padre. Forse non te l’ha detto che è sterile?”
La fisso negli occhi. So che Alessia ha avuto quell’intervento, ma parlava solo di un’ovaia asportata… Non ci credo che mi abbia raccontato una stronzata!   “Come sai queste cose?”
“In amore e in guerra tutto è lecito, ho i miei fidati informatori e so tutto di voi….evidentemente molto più di te. Lei non può avere figli, per questo ha fatto in modo che tu le cadessi fra le braccia con la bambina, così ha risolto tutti i suoi problemi esistenziali in un colpo solo.” Beve un altro sorso. “Ti sta prendendo per il culo senza che te ne renda conto.”
“O sei tu quella che mi prende per il culo?”
“Sei liberissimo di credere a quello che ti pare, io e lei ci siamo incontrate ieri ed è allora che ho avuto la conferma. Lei sfrutta te e la bambina, apri gli occhi una buana volta!”
Sa troppe cose per i miei gusti e non ho la minima idea di chi le abbia spifferato certe informazioni così personali. E’ impossibile che la mia dolce Alessia sia sterile, ha le mestruazioni perciò significa che non tutto è perduto.
A meno che non ci sia dell’altro…
“Sicuramente ti avrà raccontato del nostro incontro…”
“Certo.”
“E ti avrà detto solo parte della chiacchierata.”
“Mi ha detto che rivuoi la bambina e mi è bastato per capire che non sei cambiata affatto. Non ti bastano i tuoi maledetti soldi? Non ti basta scopare con chi ti pare? Cosa cazzo vuoi ancora da me?!”
“Voglio la bambina.”
“Non se ne parla.”
“Senti, io sono disposta a ritirare la causa di affidamento pagando tutte le spese che il tribunale pretende, ma ad una condizione.”
“E sarebbe?”
“Tornate con me a Milano, tu e Ludovica.”
“Scordatelo.”
“Cosimo, io non ho mai smesso di amarti! So che a volte sono stata un po’ dura ma è il mio lavoro che….”
“E scopati il tuo lavoro! Non cercarmi più! Fa’ finta che non esista!” Mi alzo in piedi esasperato. “Io non ti voglio, lo capisci?!”
“Non puoi rifiutarmi! Sono la madre di tua figlia, Cosimo io ti amo!!”
Non l’ascolto, mi alzo e me ne vado duro e insensibile verso tutti i ti amo ancora che sento indirizzati verso di me. Non le credo, lei non mi ama e forse non mi ha mai amato sul serio. Non è capace di fare la sentimentale, prima o poi va sempre a cadere sui soldi, per lei solo quelli contano. So che non potrò mai comprare alla mia bimba tutti i giochi e i vestiti griffati come può fare lei, la vita è fatta anche di altre cose come una carezza o un sorriso: cose non monetizzabili ma che per me e Alessia hanno un valore incalcolabile.
 
Alessia…
Possibile che sia totalmente sterile?
No, è l’ennesima stronzata che si è inventata quella strega per allontanarmi da lei.
E se lo fosse davvero?
Non voglio rinunciare a lei, l’amo troppo.
Non ci posso e non ci voglio credere.
Qualunque sia la verità, l’accetterò.
E se il Cielo non vorrà darci altri figli me ne farò una ragione.
Anche se un po’ mi costa, devo ammetterlo.
 
Apro la porta dell’appartamento, Ludovica mi corre incontro abbracciandomi teneramente.
Ditemi voi se un gesto come questo ha prezzo.
E’ sporca di tempere. “Ehi tesoro, che hai combinato? Perché sei tutta colorata?”
“Mamma Alessia mi sta aiutando a fare un disegno bellissimo per te.”
L’ha chiamata mamma Alessia ç_* . La guardo, vedo che nel suo sguardo che si sforza di essere sereno c’è un goccio di impazienza e preoccupazione: sa che mi sono visto con lei e sicuramente muore dalla voglia di sapere cosa ci siamo detti.
Tenendo sempre mia figlia in braccio, vado a sedermi accanto a lei e le catturo le labbra con un bacio delicato. La fisso negli occhi, è bellissima.
“Sta’ tranquilla, l’ho affrontata e mandata a cagare.”
“Non hai paura che se la porti via?” Indica Ludovica con il mento.
“Si, ne ho eccome. Ma voglio fidarmi delle parole dell’avvocato e battermi fino alla fine. Non posso pensare che la legge non tenga in considerazione la serenità in cui sta iniziando a vivere dopo anni travagliati.”
La catturo in un abbraccio: queste due donne sono tutta la mia vita e sarei disposto a tutto pur di non perderle.
Ludovica afferra di nuovo il pennello e riprende a stendere macchie colorate sul cartoncino in cui ha già dipinto quella che somiglia moltissimo ad una giraffa. “Adesso faccio l’albero con tante foglie verdi, così la giraffa mangia.” Intinge il pennello nel verde ed inizia a realizzare la chioma dell’arbusto. “Guardami papà!”
“Sei bravissima piccola mia.”
Sento di avere gli occhi lucidi e un enorme nodo allo stomaco. La mano di Alessia sfiora il mio avambraccio, ha capito al volo il mio stato di angoscia, si sente impotente, farebbe l’impossibile per tirarmi fuori da questo vortice che mi trascina giù rubandomi il fiato.
Poggio la testa contro la sua. “Grazie amore mio.”
Ora più che mai abbiamo bisogno l’uno dell’altra.



 
 
Bene, carissimi!
Ci siamo: questo che avete appena finito di leggere è il penultimo capitolo.
Monica ha tentato di separare Alessia e Cosimo ricorrendo alle cattiverie più assurde. Loro, ovviamente, non mollano e fanno leva sull’amore che nutrono reciprocamente e sulla serenità che possono offrire alla bambina.
Basterà tutto questo?
 
Vi do appuntamento alla prossima settimana con la sentenza del tribunale.
Voi intanto recensite, please!
 
A presto
La Luna Nera

 

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Capitolo 22
*** L'inizio di una nuova vita ***


 
ALESSIA
 
Mancano pochi minuti alle 18:00, il tempo non ne vuole proprio sapere di scorrere. Cosimo è in tribunale con l’avvocato Bresciani, oggi è il giorno X ed ogni minuto che passa per me equivale ad un’eternità.  Ho trascorso praticamente tutta la giornata con Ludovica, dividendoci fra passeggiate senza meta e disegni più o meno logici.
Stiamo terminando di pitturare quel famoso piatto che preparai appositamente per lei tanti mesi fa, quando ancora non sapevo che Cosimo si sarebbe innamorato di me.
La piccola è tranquilla, io sono un generatore elettrico.
Lei mi sorride serenamente, io in modo forzato.
Il suo cuore innocente batte regolare, il mio rasenta la soglia dell’infarto.
Lei non sa che oggi si deciderà il suo destino, io si e la cosa mi toglie il sonno e il senno.
Sento infilare la chiave nella porta, i battiti del mio cuore aumentano vertiginosamente. La chiave fa scattare la serratura, la maniglia si piega e la porta lentamente si apre. Cosimo compare davanti a me, sembra un fantasma, è sudato, ha la faccia distrutta.
Dio solo sa quanta tensione ha accumulato negli ultimi tempi e di quanto dura sia stata per lui questa giornata.
Mi alzo a fatica, le mie gambe tremano, sembrano fatte di marmellata, lui fa qualche passo verso di me, mi raggiunge, mi gettale braccia al collo, poggia la testa sulla mia spalla e scoppia a piangere.
“Cazzo…. Non dirmi che….” Ho una paura matta di sentirmi dire quello che non voglio sentire.
“Amore mio….. Abbiamo vinto….” Piange come un bambino. “Il nostro cucciolo resta con noi.”
*_* T_T Scoppio a piangere anch’io  come una fontana abbracciandolo stretto.
 
: D   Non mi sembra vero!
X D E’ la fine di un incubo!
>: D Quella stronza presuntuosa ha avuto quel che si meritava!
 
Le lacrime non smettono di bagnare i nostri volti l’aria è satura di singhiozzi, ci accasciamo a terra tentando di far funzionare di nuovo tutti i muscoli dei nostri corpi che oggi tanto sono stati messi alla prova. Dei nervi poi non ne parliamo. La tensione che abbiamo accumulato giorno dopo giorno ci impedisce di saltare per la gioia e sorridere per l’esito positivo della vicenda. Giuro, non avrei avuto più pace se avesse vinto quella vipera e in un certo qual modo mi sarei sentita complice della cosa.
 
“Papà! Papà perché piangi?” Cosimo solleva la testa dalla mia spalla, si asciuga l’ennesima lacrima e guarda il faccino della sua creatura che lo osserva con aria interrogativa.
“Perché piango, tesoro mio?” Si passa di nuovo le mani sugli occhi. “Perché ti voglio bene….”
“Anch’io ti voglio bene, ma non piango mica così!”
Questa sua uscita strappa sia a me che a lui un sorriso. “Hai ragione, vedi… ci sono delle cose un po’ difficili da capire.” L’accarezza, ho l’impressione che voglia toccare con mano che lei è qui e ci resterà. “Te lo spiegherò quando sarai grande.”
“Papà! Io sono grande! Ho già cinque anni!” Pare piuttosto indispettita! “Te lo sei dimenticato?!”
“Certo che no. Ricordo benissimo la stupenda festa che abbiamo organizzato.” La prende in braccio e si alza. “Che ne dici se ne organizziamo un’altra?”
“Per me?!” Non appena annuisce, viene travolto dalle braccia entusiaste della bambina.
Ed io non riesco a smettere di piangere, oggi ho dovuto sopportare tante di quelle emozioni da bastarmi per il resto dei miei giorni.
Un giorno, quando Ludovica sarà grande sul serio, saprà tutto. Saprà che sua madre non ha fatto i salti di gioia quando ha saputo del suo arrivo, saprà che ha vissuto come un pupazzo sballottato qua e là. Le diremo che il suo papà ha lottato come un leone perché fosse felice, che io non sono la sua vera mamma ma la adoro come se lo fossi… Beh, queste ultime cose credo già le sappia perché il cuore non mente mai e tutto quello che facciamo viene dal cuore.
 
 
 
Ho appena terminato di rassettare la cucina, abbiamo deciso di comune accordo di restare a casa stasera e di prenderci tutto il relax che ci serve. Avremmo potuto cenare fuori, magari con una mega pizza-triplo-strato-di-mozzarella come piace a me, ma l’idea di trascorrere la serata in un locale affollato di gente che vocia e strepita proprio non ci entusiasmava, perciò siamo rimasti fra le care silenziose mura domestiche.
“Ecco qua, una bella tisana rilassante a base di melissa e camomilla.” Porgo a Cosimo la sua tazza, ne verso anche nella mia e mi siedo accanto a lui sul divano. “Ludovica dorme come un angioletto con il pupazzo di Peppa Pig.”
“Almeno lei non ha sofferto lo stress di questa giornata del cazzo….” Beve un sorso e se ne esce con una smorfia. “Bleah… Ma che c’hai messo?!”
“Te l’ho detto: melissa e camomilla più tre cucchiaini di zucchero.”
“Tre?! A me piacciono le cose amare!”
Mi mordo il labbro, me n’ero completamente dimenticata! “Scusa amore… Ti preparo un caffé.”
“No, lascia stare.” Mi trascina fra le sue braccia, adoro stare a stretto contatto con lui e sentire il battito del suo cuore, ora finalmente regolare, che unendosi al mio produce una musica celestiale. “So che hai passato delle settimane terribili anche tu…. Scusa, è tutta colpa mia.”
Lo fisso negli occhi, in quegli occhi che mi hanno fatto innamorare tanti anni fa e che mi fanno lo stesso effetto anche adesso. “Se dici di nuovo una cosa del genere…. Ti lascio!”
Piega l’angolo della bocca. “Sparane un’altra, so che non ne saresti mai capace.”
Ha perfettamente ragione. “Allora ti sfinisco dal solletico!” Gli salto letteralmente addosso mentre lui tenta di dimenarsi fra le mie dita che si infiltrano ovunque.
“Non hai idea di come mi senta felice adesso, amore mio….”
Mi serra fra le braccia, è tutto meravigliosamente magnifico.
Poi decide di raccontarmi quello che è accaduto.
“All’uscita del tribunale Monica aveva un diavolo per capello.”
“Mhm, immagino che neanche la piastra della migliore marca sarebbe riuscita a lisciarle la criniera.” >: D Cattiva sono!
Sorride. “Già, era sicura di vincere, sosteneva sempre che quelli con un gruzzolo consistente detengono il potere e la facoltà di fare a modo loro. Però la legge privilegia e tutela la serenità dei bambini e tutte le relazioni dei periti, psicologi e di tutta quella schiera di gente che ha lavorato per noi ha evidenziato in modo incontestabile che la madre era perennemente assente nella vita della figlia. Hanno visionato i disegni fatti all’asilo, hanno avuto colloqui con le insegnanti oltre che con te e con molte persone con cui abbiamo avuto a che fare. Il filo conduttore che ne è uscito è uno solo: madre assente. Per questo hanno deciso di collocarla presso di me anche se con l’affido condiviso.”
“Vittoria quasi su tutta la linea quindi.”
“Si e per di più deve versarci un assegno mensile per la bambina. Se sei d’accordo metterei tutto in un libretto di risparmio di cui potrà disporre da grande.”
“Mi sembra la soluzione migliore.
”Non ti ho ancora detto tutto.” Poggia la testa sul cuscino  del divano. “Sai perché voleva Ludovica?”
“Fammi indovinare: per far soldi?”
“Brava! Il suo amante è quel tipo che possiede una grande industria di abbigliamento per bambini, uno pieno di grana ma senza figli. Lei tentava di lanciare Ludovica come modella junior e puntava a farle intestare delle quote societarie. Era inkazzata nera, mi sputava ripetutamente in faccia che avevo fatto perdere alla bambina un’occasione irripetibile e altre cose piuttosto pesanti che evito di ripetere.”
Mi scappa da ridere. “Così invece di guadagnarci su, deve pagare!”
“Già.” Si fa scappare uno sbadiglio, evidentemente la tisana sta facendo effetto. “Andiamo a farci due coccole sotto le lenzuola?”
Accetto di buon grado la sua proposta, spengiamo tutto e ci ritiriamo in camera da letto.
Tempo pochi attimi e la mia testa su culla nell’incavo del suo collo, ho l’impressione di essere tornata indietro fino a quella sera in cui uscimmo insieme per la prima volta, quando la bimba era stata portata a Parigi dalla madre e lui in preda alla disperazione si era ubriacato. La posizione è la stessa, ma il contesto diametralmente opposto.
Semplicemente meraviglioso. <3
 
Immaginerete bene cosa mi aspetto da queste ore fra le sue braccia, visti i numerosi rimandi per le cause che ben sapete e comprenderete bene la mia…. ehm… delusione quando mi rendo conto che si è addormentato.
Ma che posso imputargli? E’ distrutto anche se felice e forse con una sana e rigenerante dormita sarà in gran forma domani sera. Almeno spero!
 
 
Abbiamo dormito tutta la notte abbracciati e forse questo benedetto riposo ha giovato anche a me. Afferro il cellulare, sono le 7:30 e Cosimo non è al mio fianco. Mi metto seduta sul letto e nella penombra vedo qualcosa di piacevolmente anomalo nella nostra camera.
C’è una enorme mazzo di rose rosse sulla sedia e sul comò troneggia una bottiglia di spumante. Passano alcuni secondi e la porta si apre: Cosimo appare come un miraggio, ha in mando due bicchieri ed una ciotola di fragole.
°o° Sono senza parole.
“Buongiorno.” Si siede accanto a me salutandomi con un bacio. “Volevo farti una sorpresa ma ti sei svegliata prima che tutto fosse pronto. Peccato.”
“Pensi di non esserci riuscito?” Lo spettino con la mano.
Mi sembra di vivere uno di quei sogni che facevo da adolescente quando sognavo la mia prima volta.
Apre la bottiglia e riempie i bicchieri porgendomene uno. “A noi. E al nostro futuro.”
Sento di avere gli occhi umidi mentre brindiamo e sorseggiamo quella bevanda che trovo sublime. Mangio qualche fragola mentre mi lascio trascinare dall’avvolgente profumo delle rose. Poi lui mi abbraccia forte fin quasi a togliermi il fiato e nel giro di mezzo minuto ci ritroviamo distesi l’uno sull’altra sul letto. Ci specchiamo nei nostri occhi, il momento che tanto sognavamo è arrivato perché adesso non ci sono più ostacoli né di tipo fisico né psicologico: dopo mille tribolazioni ci possiamo amare.
C’è solo una maglia grigia ad impedire ai miei occhi di bearsi del suo fisico, faccio scivolare quindi le mie mani sotto quel sottile strato di stoffa ed inizio a solleticarlo un po’ prima di afferrare i lembi e sfilargli via quell’insopportabile barriera. “Mhm, qualcuno ha appetito di primo mattino?”
“Lo sai che quando bevo un bicchierino di troppo perdo lucidità.” Sono quasi del tutto astemia, anche una misera flute mi annebbia il cervello!
Prende ad accarezzarmi le gambe, indosso un paio i pantaloncini corti del pigiama….. pardon, indossavo. Me li ha sfilati con una rapidità da guinness dei primati mentre le nostre labbra si assaggiano a vicenda, si mordicchiano, si accarezzano. Fra sorrisi, baci e carezze ben presto tutti i nostri abiti (quei pochi che ancora coprivano i nostri corpi intendo) finiscono sul pavimento e ci lasciamo avvolgere dal fresco lenzuolo che come un velo ci divide dal mondo permettendoci di vivere appieno questo momento tutto nostro.
E’ la nostra prima volta e sento dentro di me un’emozione che fatico ad esprimere con le parole. Non faccio l’amore da un bel po’ di tempo, per la precisione da quando fui piantata dal mio ex perché non ero quella che credeva. Sono in astinenza da mesi ormai e se mi avessero detto che il prossimo sarebbe stato Cosimo avrei faticato a crederci. Si, perché è tutto troppo meraviglioso con lui che amo da una vita, perché il calore che sprigiona il suo corpo mentre mi tiene stretta mi dà tranquillità e mi infonde sicurezza; perché baciare la sua pelle ha un sapore indescrivibile; perché farmi sfiorare dalle sue mani mi fa sentire donna centimetro dopo centimetro; perché sussurrarci ti amo ad un soffio di labbra è quanto di più dolce si possa immaginare. Le mie mani che vanno su e giù per la sua schiena unite alla scia di baci che gli sto lasciando sul collo lo stanno facendo eccitare tantissimo. Lui mi sfiora i seni, mi solletica la pancia con le labbra facendomi quasi morire e finisce per baciarmi in quella che lui chiama la zona proibita. Sono, anzi, siamo eccitatissimi e l’aria delicatamente illuminata dall’abat-jour è densa del nostro profumo d’amore.
“L’ultima cosa che mi passa per la testa è farti male, amore mio. Se dovesse accadere ti chiedo scusa fin d’ora.”
“Farmi male tu?!” Sorrido con una punta di commozione e per tutta risposta lo bacio con voracità, apro il più possibile le gambe per invitarlo ed accoglierlo dentro di me.
E finalmente ci riusciamo <3  *_*  <3  : )  : D
Vi chiedo scusa se non sono capace di descrivere tutto quello che proviamo in quei momenti, vi basti solo pensare che i nostri occhi sono lucidi e pieni di stelle allo stesso tempo, che i nostri corpi sono un tutt’uno, che quel piccolissimo doloretto che ho avvertito quando è entrato dentro di me ha assunto il significato di liberazione dal passato, dai tabù e dagli ostacoli che la vita ci ha messo davanti.
Ma è stato semplicemente bellissimo elevato all’ennesima potenza.
Cos’altro potrei dirvi?
 
 
Beh, qualcosa in verità si.
 
Sono passati sei anni da quella nostra meravigliosa prima volta.
Ludovica ha quasi terminato la scuola elementare, è bravissima! Ha ottenuto voti che suo padre si sognava quando stava sui banchi. XD
Le cose fra di noi funzionano perfettamente e proprio come volevamo, siamo riusciti a resistere agli attacchi velenosi delle pettegole.
L’unica cosa che davvero ci manca è quel figlio che tanto vorremmo ma che il mio corpo ancora non riesce a darci. Anche Ludovica ogni tanto ci chiede un fratellino o una sorellina perché tutte le sue amiche ce l’hanno. Sapevo che sarebbe stato difficile per me concepire, sto seguendo delle terapie ormonali per stimolare l’ovulazione e nonostante tutto l’impegno che Cosimo ci mette, fino ad oggi il destino non ci ha sorriso.
Ma da due settimane mi sento strana e per di più ho un ritardo anomalo.
Vuoi vedere che proprio quando avevo perso la speranza si è compiuto il miracolo?
Ho comprato il test di gravidanza ed ho una paura matta di farlo.
Ho atteso che Cosimo rientrasse dal lavoro, voglio averlo vicino nel momento in cui quell’aggeggio ci comunicherà il suo responso.
Ho paura di dargli l’ennesimo delusione, si sente impotente in certi momenti perché nonostante tutto il suo impegno non ci siamo ancora riusciti.
Coraggio Alessia! Fa’ quello che devi fare e togliti il dubbio.
Questi minuti che dobbiamo attendere sono un’eternità, la mia mano trema e quella di Cosimo non smette di accarezzarmi nel tentativo di farmi stare calma.
Poi il miracolo.
Ci guardiamo negli occhi, entrambi al limite dell’incredulità.
Afferro di nuovo la confezione del test cercando le istruzioni e leggendole per l’ennesima volta.
Legge anche lui, poi mi toglie dalle mani quella roba e mi abbraccia.
Sento una lacrima sul mio viso; è mia? E’ sua?
Non lo so.
So solo che la cicogna si è finalmente decisa a mettersi in volo verso casa nostra.
 
 
 


 
Bene, my dear friends,
siamo giunti al termine della storia di Alessia che ha impiegato la bellezza di quindici anni per arrivare al cuore del suo amato Cosimo.
Se potessi, ringrazierei personalmente tutti voi che avete seguito la storia, in particolare chi ha recensito. Vi sono davvero grata per il sostegno dimostrato. <3<3<3<3<3 E vi sarei ancora più grata se lasciaste un commento generale sulla storia… Please!
 
Un’ultima cosa: se per caso qualcuno volesse continuare a seguirmi, sto pubblicando una nuova storia sospesa a metà fra il fantasy e soprannaturale ovviamente con buona dose di sentimento. Si intitola “107” e parla di una ragazza che riceve dalla vecchia prozia una strana eredità che dovrà guadagnarsi interpretando correttamente il significato dei numeri. Accanto a lei c’è lo zio e un affascinate giovane…. E poi compariranno esseri sconosciuti…. Forse angeli?
Vi lascio il link del prologo.
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3197921&i=1
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 

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