Il tango del sole a scacchi di Edmond Dantes (/viewuser.php?uid=403812)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Calì: Pop ***
Capitolo 3: *** Hanna: Six ***
Capitolo 4: *** Pansy: Squish ***
Capitolo 5: *** Luna: Uh-uh ***
Capitolo 6: *** Astoria: Cicero ***
Capitolo 7: *** Ginny: Lipschitz ***
Capitolo 8: *** Hermione: Cheat ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Il
tango del sole a scacchi
PROLOGo
- Hermione
aveva ascoltato le loro storie in silenzio, raggomitolata nell'angolo
più scuro della cella, il mento poggiato sulle ginocchia,
strette al
petto.
- In
un certo senso erano state una benedizione. All'inizio aveva creduto
di impazzire: le gocce d'acqua che battevano sulla dura pietra, i
sospiri dei
Dissennatori e lo zampettare incessante dei topi la
tenevano sveglia di notte. Poi la sensazione, opprimente e
imperturbabile, di essere stata privata di tutta la
felicità, la
tormentava da quando aveva messo piede nella prigione.
- Il
terzo giorno pensava già al suicidio.
- Devi
aspettare il processo,
si continuava a ripertsi, ma quel giorno pareva non arrivare
più.
“Difesa personale” avrebbero provato a definirlo,
addirittura
“omicidio involontario”, ma un Avada Kedavra non
viene scagliato
per caso. Era tutto destinato a finire con un bacio,
quello
del Dissennatore.
- Le
chiamavano “le sei mogli assassine di Azkaban”. Le
conosceva di
fama, conosceva anche le loro storie, eppure le aveva ascoltate lo
stesso come se fosse stata la prima volta. Avevano sussurrato le loro
vicende attraverso le grate delle loro celle, bisbigli che,
scivolando sulla pietra come un rigagnolo d'acqua, avevano raggiunto
le sue orecchie.
- «
Se lo sono meritato » ripetevano. « Se li avessi
visti, se li
avessi sentiti, scommetto avresti fatto la stessa cosa. Ci hanno
usato, hanno abusato di noi. È stato un omicidio, non un
crimine. »
- Ma
se non è stato un crimine, aveva
pensato Hermione, allora
perché siete qui?
- C
a t's corner: Betato da Bertu
|
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Capitolo 2 *** Calì: Pop ***
- CALI'S
STORY: POP
- «
SO I TOOK THE SHOTGUN OFF THE WALL,
- AND
I FIRE TWO WARNING SHOTS.
- INTO
HIS HEAD. »
- «
Incontrai Dean Thomas a scuola. Si dice che i più grandi
amori
nascano tra quelle mura,
e Hogwarts non fu da meno. Sembrava un ragazzo dolcissimo e
premuroso. Iniziammo a uscire durante il sesto anno: mi portava da
Madama Piè di Burro durante le gite ad Hogsmeade, mi faceva
regali a
San Valentino, Natale e Capodanno, era carino con mia sorella Padma:
riusciva a lasciarci lo spazio che ci serviva, senza però
trascurarmi. E poi era affabile, sensibile, protettivo e simpatico:
perfetto, insomma.
- «
Dopo il matrimonio, cambiò tutto radicalmente. Usciva la
mattina
presto e tornava a notte innoltrata, ubriaco fradicio; era dispotico
e violento. E poi aveva quei piccoli tic, cose quasi trascurabili,
ma, se sommate al tutto, riuscivano a farmi uscire di testa: lasciava
i calzini spaiati in giro per casa, la biancheria sporca sempre sotto
al letto e, il più fastidioso di tutti, gli piaceva
masticare gomme.
No, non masticarle, farle
scoppiare.
- «
Un giorno tornai a casa, veramente irritata, sperando in un po' di
compassione, che, puntualmente, non arrivò. Ecco Dean,
sdraiato sul
divano, una bottiglia di birra in una mano, il telecomando nell'altra,
occupato a masticare la sua gomma. No, non la stava
masticando, la stava facendo scoppiare! Non ero in vena
di tollararlo, e gli dissi “Fa scoppiare quella gomma
un'altra
volta...”. Lui alzò la testa solo in quel momento,
come se si
fosse appena accorto di me, e, con un ghigno irrisorio, quasi di
sfida, lo fece.
- «
Avrei potuto scegliere tra una vasta gamma d'incantesimi per mettere
in atto la mia minaccia: insomma, ero una strega diplomata, e con
ottimi voti! Invece presi il suo fucile da caccia babbano, quello di
cui si vantava con gli amici e che non aveva mai effettivamente
usato, e sparai due colpi d'avvertimento.
- «
Dritti
dentro la sua testa.
»
- Cat's
corner: Terribile ritardo, perdonatemi! È che
ho appena iniziato la
scuola (sono in prima superiore) e mi sta prendendo un sacco di
tempo. Comunque spero di riuscire a pubblicare i capitoli per tempo,
d'ora in poi.
- Grazie
per aver letto,
- C
a t
- Credits: Grazie
a Bertu per il betaggio.
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Capitolo 3 *** Hanna: Six ***
- HANNA:
SIX
- «
so that night, when he came home from work
- i
fixed him a drink, as usual.
- You
know, some guys just can't hold their Draught
of the living death!
»
- «
Non ebbi molto fortuna con la scuola: non ero una studentessa
modello, brillante e diligente,
e
me la cavai appena con la sufficienza. Dopo il diploma non
riuscì a
trovare lavoro. Passai quattro anni terribili; sopravvissi solo
grazie ai soldi che mi passavano mensilmente i miei genitori. Fu un
vero supplizio. Poi Madama Rosmerta, conoscendo la mia situazione, mi
contattò, facendomi sapere che aveva bisogno di una
cameriera.
Iniziai a lavorare quel settembre: non era un impiego che avrei
scelto di mia spontanea volontà, ma, considerando tutto, mi
sembrò
sciocco rifiutare. E poi guadagnavo bene, e avevo pure un alloggio
proprio sopra la locanda.
- «
Conobbi Neville perché lui, in qualità di
professore di Hogwarts,
aveva il dovere di accompagnare gli alunni ad Hogsmeade. Lo conoscevo
già di vista, a scuola frequentavamo lo stesso anno, ma non
avevamo
mai parlato molto. Lui veniva ai Tre Manici di Scopa, si sedeva al
bancone, ordinava il cocktail rosa che gli piaceva tanto e rimaneva
lì a chiacchierare con me fino a quando doveva
riaccompagnare i
ragazzi a scuola. Mi parlava del suo lavoro, dei suoi amici, della
sua famiglia. Mi disse che era single e che viveva solo in un
appartamento nella scuola.
- «
Fu così fino a metà marzo, quando venne
licenziato. A causa di uno
scandalo, dicevano alla locanda, ma io avevo imparato a non dar
importanza a quei sussurri. Lui tornava comunque lì tutte le
sere,
ordinava il suo cocktail rosa pallido, aspettava l'orario di chiusura
e poi mi portava a fare un giro. Mi trasferii da lui tre mesi dopo e,
come si aspettavano tutti, ci sposammo.
- «
Single, mi disse! Single
col cavolo! Non
solo era sposato, aveva altre sei mogli! Era uno di quei mormoni.
Trovai
una scatola con altre sei fedi e, anche se potrò sembrare
stupida,
riuscii a fare due più due. All'inizio me la presi un sacco,
ma poi
mi tranquillizzai: era solo una scelta di vita, infondo.
- «
Così, il giorno seguente, quando tornò a casa dal
lavoro, andò
tutto come al solito: si sedette sul divano, prese il giornale e io,
da brava moglie, gli portai il cocktail rosa che ordinava sempre ai
Tre Manici di Scopa.
- «
Sapete, certe
persone proprio non reggono il Distillato di Morte Vivente! »
Credits: Betaggio di Bertu
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Capitolo 4 *** Pansy: Squish ***
- Pansy:
Squish
- «
And then he run into my knife.
- He
run into my knife ten times. »
- «
Quello tra me e Draco non fu un matrimonio d'amore: eravamo destinati
a sposarci già da quando avevamo poco più tre
anni. I nostri
genitori organizzavano incontri e riunioni per far sì che
legassimo
e imparassimo a conoscerci: io partivo sempre piena di buoni
propositi che lui, puntualmente, distruggeva. Era riservato e schivo
e le poche parole che mi rivolgeva servivano a intimarmi di tacere.
Si sedeva sotto un albero, il manico di scopa sulle gambe, e rimaneva
tutto il tempo a lucidarlo e controllare i rametti della coda.
Successivamente, a Hogwarts, entrammo nella stessa casa, e i nostri
genitori ne furono estremamente contenti. Però non fu che
un'altra
delusione: certo, ero entrata a far parte della sua cricca, ma venivo
trattata come un oggetto scenico più che come una persona.
- «
Raggiunti i vent'anni, come da contratto, ci sposammo. Avemmo un...
contatto
solo
la prima notte di nozze, e io rimasi incinta. Non che Draco Malfoy si
fosse improvvisamente votato alla castità, oh no! Aveva una
sfilza
di amanti che non si premurava nemmeno di nascondere. In compenso, mi
toccava solo quando era ubriaco fradicio, e non si spingeva mai
troppo in là. Quando persi il bambino fu un trauma. Lui mi
guardava
come se la colpa fosse solo mia, e no delle sue urla e dei suoi colpi
violenti.
- «
Un giorno ero in cucina a farmi i fatti miei, stavo lavando i piatti,
mentre un coltello incantato tagliava delle bistecche di pollo per la
cena. Draco entrò di corsa con una bottiglia di Whiskey
Incendiario
in mano, che lanciò sul pavimento, mandandola in frantumi.
"Te
la fai con il lattaio!". Era in preda ad un attacco di gelosia,
ma ormai capitava spesso. "Te la fai con il lattaio!"
continuava a urlare, avvicinandosi sempre più. Mi prese per
il
braccio, e iniziò a precuotermi, continuando a gridare.
- «
Fu un colpo di bacchetta, e lui cadde sul mio coltello. Cadde
sul mio coltello dieci volte. »
Credits: betaggio di Bertu
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Capitolo 5 *** Luna: Uh-uh ***
- Luna:
Uh-uh
- La
storia di Luna era la più tragica. Conobbe suo marito Rolf
grazie al
Cavillo, il giornale per cui lavorava. Lui condivideva le sue idee
rispetto Nargilli, Ricciocorni Schiattosi e tutti gli altri animali
che suo padre aveva inventato nel corso degli anni. Le inviava
numerose lettere d'apprezzamento per gli studi che puntualmente
pubblicava sul Cavillo, alle quali aggiungeva la sua opinione.
Iniziarono a uscire insieme e, qualche anno dopo, si sposarono.
- Durante
il loro secondo anno di matrimonio Luna iniziò a registrare
degli
spostamenti di massa di Nargilli, che li portarono a trasferirsi
nell'America del Sud, ai confini con la Foresta Amazzonica.
All'interno di essa trovarono una tribù d'indigeni che
veneravano
esseri
simili ai Nargilli e praticavano una medicina molto simile
alla magia. Luna e suo marito entrarono a far parte di questa
tribù,
assorbendone cultura, costumi e lingua.
- Vissero
tranquillamente lì per più di cinque anni,
lasciandosi quasi
totalmente alle spalle la loro vita precedente. Un giorno,
però, un
gruppo di bracconieri che fuggiva alle autorità Sudamericane
riuscì
ad entrare nella tribù, creando scompiglio. Tra Luna e Rolf
non
c'era più affiatamento come al principio del matrimonio: lui
iniziava a sentire la mancanza del tenore di vita che avevano in
Inghilterra, della sua famiglia e dei suoi amici, mentre lei sarebbe
volentieri rimasta tra i selvaggi. Questo, sommato
all'ingenuità di
Luna, la portarono tra le braccia di uno dei bracconieri: le sue
promesse di amore eterno e felicità la fecero innamorare,
portandola
persino a progettare una fuga.
- Non
poteva però immaginare che l'uomo stesse mirando alla
ricchezza del
marito
e che, invece di una fuga, stesse progettando un omicidio: avrebbe
ucciso Rolf e poi, dando la colpa a Luna e consegnandola alla
polizia, sarebbe scappato con l'amante in un paese dell'Europa
Orientale.
- La
parte riguardante l'omicido era la più confusa: la ragazza,
totalmente dimentica della lingua inglese, era riuscita ad esprimersi
solo a gesti, dando una versione completamente diversa rispetto a
quella dei giornali. Un unico punto combaciava in entrambi i
racconti: l'uomo era stato ucciso da un potente veleno ed era stato
trovato al limitare della foresta, tra le braccia della moglie,
grazie ad una soffiata anonima. In principio si era pensato ad un
serpente, ma, non essendo presenti morsi sul corpo della vittima e
avendo trovato le mani dell moglie cosparse della letale sostanza, si
era passato facilmente all'omicidio.
- «
Ma allora sei stata tu? » chiese confusa Hermione dopo aver
ascoltato il racconto da Ginny, guardando nel punto dove pensava si
trovasse la cella di Luna.
- «
Uh-uh.
Non colpevole. »
Angolo autrice: Lo so, lo so, sono in tremendo ritardo. E non ho
scusanti, perché i capitoli sono già tutti pronti
e betati dalla grandissima Bertu. Questo capitolo è
piuttosto diverso dagli altri, ma mi piace particolarmente. Un bacio,
Catherine.
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Capitolo 6 *** Astoria: Cicero ***
Astoria: Cicero
- «
I can't remember a thing, it wasn't until later,
- when
i was washing the blood off my hands,
- I
even knew they were dead. »
- «
Conobbi mio marito in un modo non proprio... casto. Io
ero una ballerina in uno strip-club, uno dei più famosi del
mondo
magico, e Blaise era un cliente abituale: veniva lì tutti i
sabati
sera, lanciava un po' di monete sul palco, ordinava da bere e poi mi
pagava per seguirlo nel privè. "Sei la mia preferita",
diceva quando finivamo. "Troverò un modo per farti uscire da
qui", ripeteva, dando per scontato che odiassi il mio lavoro.
Comunque, un modo lo trovò: sposandomi.
- «
Lui era un ricco figlio di papà, io un arrampicatrice
sociale: mai
esistita coppia meglio assortita! Cercai di convincerlo a mettere i
soldi per un progetto che mi svolazzava in testa da un po' di tempo,
e, con molta difficoltà, riuscii a farmi finanziare.
Così io e mia
sorella Daphne partimmo per una tournèe nei migliori teatri,
Babbani
e non, mettendo in scena uno spettacolino acrobatico, e lui venne con
noi.
- «
Facevamo venti numeri acrobatici di fila: uno, due, tre, quattro,
cinque, spaccata, aquila ad ali spiegate, doppio salto mortale,
flip-flop uno dietro l'altro. Eravamo perfettamente sincronizzate e
ci mettemmo poco ad essere conosciute in tutta Inghilterra. Avevamo
spettacoli ogni sera, con incassi record e un pubblico che ci
adorava.
- «
Non andava tutto perfettamente, però, tra di noi. Io e mia
sorella
litigavamo spesso per decidere chi dovesse fare questo o quel numero,
entrambe vogliose di essere l'unica al centro dell'attenzione del
pubblico, e mio marito sembrava aver ripreso il vizietto che lo
spinse a sposarmi. O, più probabilmente, non l'aveva mai
abbandonato.
- «
Una notte prima dello show ci trovavamo al Cicero, un hotel
lussuosissimo poco distante dal teatro dove ci saremmo esibite il
giorno dopo. Eravamo solo noi tre, bevendo e divertendoci come non
accadeva quasi mai. Finimmo il ghiaccio, e io scesi alla reception
per prenderne dell'altro. Quando tornai su, trovai Daphne e Blaise
che facevano il numero diciassette sul mio letto: l'aquila ad ali
spiegate. Lanciai loro un Sectumsempra, solo per
ferirli, e
poi ci fu un blackout totale nella mia mente.
- «
Ecco, ero in uno stato di shock totale che non riesco a ricordare
niente. Solo mentre mi stavo lavando il sangue dalle mani, capii
che erano morti. »
Credits: betaggio di Bertu.
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Capitolo 7 *** Ginny: Lipschitz ***
- Ginny:
Lipschitz
- «
I guess we can say we broke up because of artistic differences:
- he
saw himself as alive,
- I
saw him dead. »
- «
Harry Potter fu la mia cotta da adolescente, ma un po' tutte eravamo
innamorate di lui: insomma, era il mago che aveva sconfitto Voldemort
a nemmeno un anno d'età. Fu una sorpresa quando il Bambino
Sopravvissuto, ormai diventato un uomo, dimostrò un suo
interesse
nei miei confronti. Presi l'occasione al volo e, dopo l'ultimo anno
di scuola, ci sposammo.
- «
Comprammo una casetta a Godric's Allow, avemmo tre figli e vivemmo
felici e contenti a lungo. Lui lavorava come Auror al ministero
assieme a mio fratello Ron, che intanto si era sposato con Lavanda
Brown, e io mi occupavo di casa e bambini. Ci sorprendemmo tutti
quanti quando lui lasciò il lavoro per diventare un pittore.
Era un
uomo davvero artistico e sensibile, e faceva dei quadri splendidi,
che non ebbero però molto successo. I bambini erano ormai ad
Hogwarts per la maggior parte dell'anno, e ciò voleva dire
tre
bocche in meno da sfamare, ma anche noi due dovevamo pur campare con
qualcosa.
- «
Percui, mantre io mi spaccavo la schiena facendo anche più
lavori
alla volta, lui continuava a ripetere che doveva cercare sé
stesso.
Così lui usciva tutte le sere e sulla strada trovava Ruth,
Gladys,
Rosemary e un certo Irving
Lipschitz.
- «
Si può dre che rompemo per divergenze artistiche: lui
si vedeva libero, mentre io lo vedevo morto.
»
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Capitolo 8 *** Hermione: Cheat ***
- Hermione:
cheat
- «
Cormac McLaggen mi fece una corte spietata ad Hogwarts. Non era
esattamente il mio tipo: troppo pieno di sé, così
sicuro di ciò
che faceva e assolutamente pronto a sacrificare lo studio per il suo
prezioso ruolo di portiere nella squadra di Grifondoro¹. Uscii
con
lui due volte, durante il quinto anno, solo perché non avevo
nessuno
con cui passare le gite ad Hogsmeade, ma lasciai perdere subito: si
era dimostrato un emerito idiota, proprio come mi aspettavo. Poi,
però, qualcosa lo cambiò e, durante l'ultimo anno
di scuola, riuscì
a strapparmi un altro appuntamento. Mi convinse che il modo in cui si
comportava era una maschera, che gli interessavo davvero e che con me
voleva fare sul serio. Così iniziammo a frequentarci:
più che
altro, studiavamo assieme in biblioteca, ci sedevamo vicini in Sala
Grande e in Sala Comune e andavamo ad Hogsmeade insieme. Era una cosa
molto adolescenziale, e fu un tira-e-molla anche fuori da Hogwarts:
il nostro lasciarci e riprenderci durò per anni, e
terminò con un
matrimonio troppo affrettato.
- «
Tra me e Cormac, però, c'era almeno una cosa positiva: la
passione.
Era su quello che si basava il nosto matrimonio – oltre,
certo, al
suo sconfinato amore nei miei confronti. Non che io non lo amassi:
gli volevo molto bene, ma il mio amore era nettamente inferiore a
quello che provava lui per me. Ahimè, quel sottile pilastro
che
portava avanti la nostra relazione si sgretolò sotto il peso
degli
anni, e io iniziai quasi ad odiarlo, quello sciocco, che pensava gli
fossi devota come al principio.
- «
In più, io volevo fama, essere conosciuta ovunque, mentre
lui si
accontentava semplicemente del suo stupido posto da Florian
Fortebraccio e voleva mettere su una famiglia. Una famiglia! Come se
non sapesse che tutto ciò mi avrebbe soltanto frenata.
- «
Così conobbi Fred Weasley, che possedeva tutto
ciò che bramavo e
che Cormac non poteva più darmi: passione, avvenenza e una
promessa
di fama e popolarità. Accecata, caddi facilmente tra le sue
braccia,
e iniziai a tradire ripeutamente Cormac, che, pur di portare qualche
soldo in più per soddisfare i miei bisogni, lavorava pure di
notte.
"Ti presenterò a questo mio amico!" mi diceva Fred,
"diventerai famosa ovunque!" continuava, mentendo
spudoratamente.
- «
Una notte insistetti più del dovuto, e Fred perse la
pazienza.
"Stupida vacca, credevi veramente a ciò che dicevo?" mi
urlò mentre si rivestiva, "ti facevo più
intelligente, e
invece sei buona solo ad aprire le gambe al primo che passa!". E
io, come una stupida
vacca,
me ne stavo rannicchiata in un angolo, piangendo. O, almeno, feci
così finché una furia incredibile si
impossessò del mio corpo,
facendomi agguantare la baccheta e lanciare un Avada
Kedavra.
Lo colpì dritto al centro del petto, senza dargli il tempo
nemmeno
di finire la frase,
e
facendogli sbattere la testa sul tavolino.
- «
Cormac stette al mio gioco, in principio, dicendo alla polizia che lo
aveva colpito per legittima difesa, visto che stava cercando di
derubarci, e che lo aveva colpito con uno Stupeficium
andato
a male. Poi, però, quando seppe il nome della vittima,
capì del mio
tradimento, e smise di coprirmi, raccontando all'Auror²
come stessero veramente le cose.
- «
E io capii tutto in quel momento: quanto ero stata ingrata con
quell'uomo che mi amava così tanto, e quanto fossi stata
stupida a
sposarlo: se non lo avessi fatto, probabilmente ora non sarei qui a
parlare con voi! »
- ¹Nel
mio strano universo in cui Hermione riesce a finire in prigione
(really?), non è mai diventata amica diventata amica di Ron
e Harry,
e quindi non ha lanciato il Confundus
a
Cormac durante le selezioni.
- ²Suppongo
che, rintracciando una Maledizione Senza Perdono, il Ministero abbia
preferito mandare un Auror.
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