Ti regalerò sempre nuovi inizi

di ipusheveryoneaway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~~Sempre così, tutte le volte mi ritrovo nel mio letto, sbronza e con le orecchie che rimbombano ancora per la musica. Ma questa volta è stato diverso, le persone erano diverse o forse la mia concezione di loro lo era. E ora mi ritrovo sotto le coperte da sola e cosa mi è rimasto? Solo mozziconi di sigarette e bottiglie vuote con dentro tutta la rabbia e l'infelicità: il nulla.
E' stata la prima volta che mi sono accorta che l'unica cosa sicura per i ragazzi della mia generazione è la sbronza al sabato sera; mi sono pure meravigliata di me stessa, la ribelle Rebecca  che invece di bere e ballare allo sfinimento, si ferma e pensa a queste cavolate. Ma l'ultima volta che ero stata in discoteca la mia vita era diversa, io ero diversa e sopratutto non ero sola. Marco non mi avrebbe mai lasciato da sola, le sue mani sui miei fianchi a dirmi:'Sei mia e ti proteggerò sempre', il suo sorriso e la sua giacca che puntualmente mi metteva sulle spalle quando uscivamo a fumare. Ma questa volta lui non c'era, non ci sarebbe stato mai più.
Lo amavo così tanto, è stato il primo: il primo fidanzato, la prima volta, il primo amore. Per un po' ho seriamente pensato che potesse anche essere l'ultimo; di questa cosa mi ero pure stupita perchè mi sono sempre stancata facilmente delle cose ma di lui no, di lui ero sicura che non mi sarei mai stancata. Ero sicura che con lui non sarebbe finita mai e mi impegnavo pure per farla funzionare davvero; non avrei mai fatto nulla per ferirlo. Purtroppo però la nostra storia è finita contro un guardrail della superstrada alle ore 23.56 di un'orrenda notte di novembre. Così mi è stato strappato Marco, per colpa di un drogato che non ha ancora pagato per ciò che ha fatto.
Marco, 21 anni, bello, alto, capelli neri e occhi marroni che mi guardavano sempre con tutto l'amore del mondo era morto per lesioni interne. Quella notte non me la scorderò mai, mi chiamò suo fratello dicendomi la triste verità, Marco era morto e io iniziai a morire dentro.
Dopo il funerale non sapevo più per cosa vivevo. L'avevo visto per l'ultima volta sdraiato dentro  una bara che poi se lo portò via per sempre, infondo ad una buca di quel misero cimitero. Lì il suo corpo sarebbe rimasto, scomparendo anno dopo anno, ma lui sarebbe sempre rimasto in me, il suo profumo sulla nostra coperta preferita, i suoi occhi in tutte le nostre foto, il suo amore non lo avrei mai scordato e noi saremmo rimasti Noi per sempre. Infondo eravamo Marco e Rebi.
Stavamo insieme da un anno; quando ci mettemmo insieme nessuno ci avrebbe mai dato un soldo; avevamo 5 anni di differenza e a quest'età non è poco, io ero una ragazzina scapestrata che se ne fotteva del mondo e lui il classico belloccio che faceva il prezioso con tutte.
La prima volta che lo vidi lui era in quinta superiore ed io una primina a cui tutti guardavano il culo e lui probabilmente fu il primo a guardarmelo, ma di lui non me ne fregava nulla. Mentre tutte le ragazzine gli morivano dietro, io sapevo a malapena come si chiamasse. Lui non mi piaceva per niente, era un fighetto e non faceva nulla per nasconderlo. Una sera in discoteca mi offrì da bere, andammo a fumare una sigaretta insieme e provò a baciarmi, mi scansai e quando il lunedì lo raccontai alle mie amiche mi presero per scema. Ma lui stranamente non demorse, quello stesso lunedì, durante l'intervallo arrivò da me e davanti a tutti mi prese, mi buttò la sigaretta per terra e mi baciò. Andavamo in una scuola di provincia nella quale saremmo stati non più di 400 alunni e un'ora dopo tutti sapevano di quello che era successo, perfino gli insegnanti. Lui era così, impulsivo e testardo, maledettamente testardo e io l'amavo anche per questo.

NOTA AUTRICE:    
Questa è la prima storia che pubblico in assoluto, finalmente mi sono convinta a condividerla con voi. Ci tengo tantissimo perchè sto amando scriverla e spero che anche voi possiate apprezzarla. Questo è solo il prologo per introdurre la storia di Rebecca, la mia protagonista; il prossimo capitolo sarà il reale inizio!
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


~~«Rebi, sveglia è quasi l'una, vieni a pranzare con noi?».
Mia madre e la sua delicatezza!
«Si mamma, arrivo» le rispondo con poca convinzione e tanto sonno.
Sblocco il telefono: 56 messaggi su “Pray!”, le altre come al solito vogliono fare il solito giro della domenica e poi aperitivo al Kappa.
Fra, Silvia, Fede e Zoe, le migliori amiche che potessi chiedere, ci siamo conosciute in prima superiore e sono sempre state al mio fianco dopo la morte di Marco facendomi tornare a vivere come io non ero più capace di fare. Grazie a loro ho capito che anche se lui non c'è più non avrebbe mai voluto vedermi così. Loro mi hanno preso per mano e tirato fuori da quel buio che nessuna sedicenne non dovrebbe mai conoscere, facendomi tornare a vedere la vita a colori con la convinzione che dovunque sarei andata lui sarebbe sempre stato con me.
Mi alzo ancora assonnata, mettendomi i pantaloni della tuta e la prima maglia che riusco a trovare mi incammino verso la cucina.
«Ma buongiorno! Allora com'è andata ieri sera? Com'è stata la prima volta dopo tanto tempo?» mi chiede mio padre con un tono di incertezza e tanta paura della mia risposta.
«Pensavo  peggio, però è stato tutto molto strano.»
«Sono contento che tu sia uscita con le tue amiche, ti fa bene stare in mezzo alle persone»
«Sarà...» rispondo freddamente e poco convinta. «Comunque, a proposito di uscire, oggi pomeriggio vado con le altre a fare un giro, verso le sette e mezza sono a casa.»
«Ok, mi raccomando, non fate casini.»
«Papà, ma quando mai!» gli dico con quell'ironia che mi ha sempre contraddistinto.
Il pranzo passa così, veloce e indolore, per fortuna la mia famiglia sa fino a dove i discorsi possono arrivare e non vanno oltre, sanno che non potrei sopportarlo e che in ogni istante c'è il rischio che io mi alzi e me ne vada in camera mia, richiudendomi dentro il mio silenzio.
Alla fine del pranzo, prima di alzarmi riesco finalmente a trovare un momento di silenzio per parlare:«Comunque la prossima estate vorrei andare a Londra, non so ancora se da sola o insieme a qualcuno ma voglio fare lo zaino e partire, non so quanto voglio stare via, non so dove starò ma voglio andare e staccare un po'. Mi paghereste almeno il volo d'andata e i primi giorni? Arrivata là giuro che trovo un lavoretto e vi ripago di tutte le spese, però ci terrei tanto ad andare.»
«Non so cosa ne pensa tuo padre ma per me questa è una bellissima idea, vai là lavori e intanto impari la lingua!» dice mia madre entusiasta, con lei la risposta era quasi scontata, è tutta la vita che mi ripete che è importante fare queste esperienze di vita e che se lei avesse potuto da giovane non avrebbe mai smesso di viaggiare. Rivolgo lo sguardo pieno di speranze verso mio padre, aspettando una sua risposta.
«Alla fine anch'io penso sia una buona cosa, stacchi un po' da questo posto e conosci nuove persone. Certo che puoi andare!».
«O mio dio! Grazie papi non sai quanto sia importante per me» rispondo io così piena di gioia come non ero più da un bel po' di tempo.
Finito il pranzo torno nella mia camera stranamente contenta, ma questo sentimento viene subito spazzato via nel vedere la foto mia e di Marco, sento subito un nodo allo stomaco, sto per deprimermi di nuovo, ma poi mi ricordo che lui non vorrebbe che stessi così male; ora devo vivere la vita al massimo anche per lui e questo pensiero mi aiuta ad andare avanti.

Alle 16,30 sento suonare il campanello, cazzo mi rendo conto di essere ancora in tuta, così corro ad aprire a Zoe e torno in camera mia mettendo il primo paio di jeans che ho per le mani e una maglietta stropicciata che trovo sulla sedia.
“Mamma mia Rebi è possibile che tu sia sempre e perennemente in ritardo?.” Mi dice Zoe mentre io corro da una parte all'altra della casa.
“Eh lo so Zoe, mi sono persa e non ho guardato l'orologio!”.
“Dai, comunque muoviti che le altre ci aspettano davanti al Parco.”
Dopo essermi resa un minimo presentabile metto il cellulare, il portafoglio e le sigarette dentro la borsa, mi infilo velocemente le Converse ed esco dalla camera.
“Allora sei ancora qui?” dico ridendo a Zoe che intanto si è messa a parlare con mia mamma.
“Ce l'hai fatta, finalmente!”
Salutiamo mia mamma e usciamo; dopo 5 minuti siamo al Parco e le altre come al solito sottolineano la mia puntualità. Ci sediamo sulle nostre scale e puntualmente iniziano i gossip. Silvia è una vera esperta, io non so come faccia, ma come due si lasciano lei lo sa subito.
“Comunque rega, ieri sera ero messa male forte eh! Oggi bevo acqua e basta, solo al pensiero mi viene da vomitare” dice Fra ancora con una faccia che spiega quanto era finita la sera prima.
“Merda ma guarda che non è obbligatorio sfasciarsi tutti i week-end” afferma Fede, la più responsabile del gruppo.
“Si dai va bene Fede, nella vita poi ognuno fa quello che gli pare, ho 17 anni, tutta la vita davanti e se le cazzate non le facciamo adesso non le faremo mai più! Ma te che capisci sei vecchia dentro!”
Ed ecco che stava per ripartire una delle loro solite discussioni, su queste cose Fra e Fede discutevano in continuazione, sono come cane e gatto, ma alla fine sappiamo tutte che si vogliono un bene dell'anima.
“Dai ragazze, che palle la smettete? Tanto poi tutte le domeniche riparte sempre la stessa discussione e ovviamente non concludete mai niente.” subito Zoe.
“Vabbè... Comunque Rebi come eri messa ieri sera?”
“A pecora!” ci mettiamo tutte a ridere.
“No veramente, non ero più abituata a bere così tanto” aggiungo ancora con il sorriso sulle labbra.
“A proposito di bere, lo andiamo a fare o no sto aperitivo?” Silvia è veramente una piccola alcolizzata devo dire.
“Ah io ci sto, l'unica che non vedo benissimo è Fra, ma dai al massimo rimetti anche l'anima cosa vuoi che sia!” le dico mandandole un bacio.
“C'è poco da scherzare, stanotte tra un po' mi scopre pure mia madre! Comunque io ci sto tanto bevo dell'acqua!”
Ci incamminiamo tutte quante verso il Kappa, che è il punto di ritrovo di tutti i giovani e la domenica ci si ritrova tutti lì, tutti conoscono tutti e ognuno sa tutto delle vite degli altri. Io continuo a sostenere che i social netwotrk ci hanno rovinato!
Riusciamo a trovare  un tavolino fuori dal locale così da poter fumare. E' una bellissima giornata d'inizio Aprile, la primavera si è fatta sentire tutta oggi pomeriggio.
Dopo aver ordinato sono in bagno che mi lavo le mani quando ad un certo punto da dietro mi sento dire:”Ciao Tequila...”.
Non capisco e allora mi giro e mi ritrovo davanti la ragazza del bar della discoteca che mi aveva servito la sera prima.
“Scusa? Parli con me?”
“Certo!”. Mi risponde lei stupita, devo dire che non è stata una domanda molto intelligente considerando che in bagno ci siamo solo noi due.
“Scusa ma come mi hai chiamato?” le chiedo notando i suoi occhi smeraldo che mi fissano da capo a piedi
“Dopo i bicchierini di ieri sera ti sei guadagnata questo soprannome, non ho mai visto nessuno buttar giù la Tequila con tanta disinvoltura!”
“Si in effetti è un'arte!” le rispondo con un sorriso ancora un po' imbarazzato.
Alzo lo sguardo e mi accorgo che le si è illuminato il volto e incomincia a ridere. E in quel preciso momento le faccio una radiografia completa: ha pelle chiara i capelli neri raccolti in una specie di coda improvvisata, una maglietta verde un po' scollata e un paio di jeans stappati all'altezza delle ginocchia. La cosa che mi ha decisamente colpito, però, sono i suoi occhi verde smeraldo.
Ad un certo punto allunga la mano  verso di me:”Comunque piacere Valentina.”
“Rebecca. Piacere.” allungando a mia volta la mano e stringendola alla sua.
Dopo le presentazioni, lei entra nel bagno ed io ne approfitto per dileguarmi; mi sono sentita strana,  la sua presenza mi ha resa strana. Facendo finta di nulla torno al tavolo, mi accendo una sigaretta e mi accorgo che nel tavolino di fronte a me si è seduta lei ed in questo momento direi che mi sta fissando un po' troppo. Mi sento osservata e questo non mi piace, riesco a concentrarmi sulla discussione delle mia compagne e non ci penso più. Sarà rimasta veramente impressionata da quanto alcool riesco a mandar giù...

Tornata a casa sono stranamente contenta, vado su Facebook e ovviamente la prima cosa che noto è la richiesta d'amicizia della barista. Non ho idea di come mi sento ma probabilmente tutto ciò non dovrebbe farmi ne caldo ne freddo eppure sento qualcosa.

NOTA AUTRICE: Primo capitolo, primo incontro. Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra i preferiti/seguiti già dal prologo e chiunque l'abbia anche solo letto, mi fa veramente molto piacere.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


~~Il lunedì fondamentalmente è sempre un trauma; passato il lunedì è tutta una lunga discesa verso il sabato, una lunga discesa che molto probabilmente sarebbe finita in una sbronza.
Ovviamente, per restare in tema, indosso la mia maglietta preferita, una semplicissima t-shirt nera con una scritta bianca che cita: I Hate Monday!
La mia giornata scolastica ha un unico e solo obbiettivo quello di arrivare ancora intera al suono dell'ultima campanella. Non mi importa di farmi vedere dai prof, non voglio essere al centro dell'attenzione in classe, parlo con i professori solo quando vengo interpellata, per il resto mi concentro molto sul fare i cazzi miei e chiaccherare con le mie amiche. La scuola non è mai stata una parte troppo importante della mia vita, faccio quel che devo per passare senza problemi e all'ultima campanella la scuola usce dalla mia mente fino al mattino successivo.
“Allora cazzona oggi un giro lo fai?” mi dice Zoe dandomi una spallata.
“Dipende... Cosa volete fare?” chiedo quasi preoccupata della risposta.
“Boh nulla di impegnativo, magari ci troviamo al Parco a fare due chiacchere.”
“Oggi non credo, non ne ho proprio voglia, scusate..” dico poco convinta.
“Vabbè dai allora ci sentiamo dopo.”

Dopo aver detto alle altre che quel pomeriggio non sarei uscita, passo buona parte del tempo su Facebook e ad ascoltare la musica. Visto che ci sono i miei in casa e decido di andare a fare un giro cogliendo l'occasione per fumare una sigaretta.
Adoro fare passeggiate da sola, con l'iPod in tasca posso arrivare ovunque, è il mio modo di scaricarmi, esco di casa con le cuffie nelle orecchie e semplicemente cammino senza aver la minima idea di dove andare.
Sono persa nei miei pensieri, quando all'improvviso, con la coda dell'occhio vedo una macchina fermarsi di fianco a me. Stupita giro lo sguardo togliendomi una cuffia dall'orecchio.
“Ehi, ciao Tequila.”
Oh cazzo...
“Ehi ciao.” biascico con la gola completamente secca.
“Ti va di salire?” mi dice allungandosi per aprirmi la portiera.
'Rebecca rispondi, dì qualcosa! Stai facendo la figura della deficiente o è si o è no semplice'
“Ehm non lo so” quanto sono cogliona.
Lei mi guarda e ride:”Come non lo sai?”
“Cioè volevo dire che... non lo so”
“Ok allora decido io, dai sali!” mi ordina lei.
“Ma io veramente..” non ho la più pallida idea di cosa dire.
“Non provare a usare la scusa della mamma che non vuole che sali in macchina con degli sconosciuti perchè non me la bevo, se avessi avuto cattive intenzioni ti avrei messo quello che mi pareva in uno di quei bicchieri che ti servo tutti i sabati sera. E quelli già da soli ti fanno più male che un giro in macchina con la sottoscritta, quindi dai sali. Un giro non ha mai fatto del male a nessuno. Se alla fine ti sto così antipatica puoi decidere di mandarmi a fanculo liberamente”
“Non ho mai detto che mi stai antipatica!” replico con il sorriso.
Finalmente mi decido e salgo in macchina e subito vengo avvolta da un profumo di gardenia.
“E' tuo questo profumo?” le chiedo quasi esitante
“Si, non ti piace?” mi risponde lei staccando per un attimo gli occhi dalla strada e rivolgendomi lo sguardo
“Stai scherzando? E' il mio profumo preferito, mi ricorda il mare”
Lei mi sorride e io la guardo, non riesco a non guardare quegli occhi perfetti che a ogni sorriso si illuminano.
“Come fa un profumo alla gardenia a ricordarti il mare?” mi chiede
“E' una lunga storia” taglio corto perchè solitamente quando la racconto mi guardano tutti come se fossi una deficiente.
“Ora sono curiosa e in più ho tutto il tempo del mondo”
“Praticamente è una stupidata ma per tutta la mia infanzia e quando riusciamo ancora oggi con la mia famiglia andiamo al mare a Castiglione della Pescaia che ormai è diventata una seconda casa e quando ero piccola i miei genitori prendevano sempre una casa in affitto che si trovava in una via in cui passavano pochissime macchine così tutte le sere io e mio fratello facevamo le gare in bicicletta, avanti e indietro e i giardini delle case vicine erano piene di gardenie così siccome non avevo mai sentito quel profumo prima di quel momento pensai che fosse una cosa che apparteneva solo a quel luogo. E da quel momento il profumo delle gardenie mi ricorda il mare, la mia famiglia e tutti i momenti belli passati in vacanza insieme.” mentre finisco di raccontare mi accorgo di essermi persa con lo sguardo nel vuoto, così torno in me e ritorno a guardarla. Lei per un attimo non dice niente, io l'ho detto che era una stupidata..
“Ti rendi conto che non è per niente una stupidata? Anzi è una bellissima storia, è un ricordo della tua infanzia che ti porterai dietro per sempre e dovresti essere orgogliosa quando la racconti. Non tutti possono dire di avere ricordi così belli.”
“Tu ne hai? Intendo di ricordi di questo tipo?”
“No, i miei hanno divorziato quando ero ancora piccola, mia mamma se ne è andata, si è risposata e adesso sembra più una semplice conoscente che una mamma, così io sono cresciuta con mio padre, ma neanche con lui ho mai avuto un gran rapporto, lui era troppo preso dal lavoro per stare dietro ad una bambina, così appena ho avuto 18 anni me ne sono andata, ho iniziato a lavorare e adesso mi mantengo da sola. Questa in poche parole è la storia della mia vita!”
“Uhm mi dispiace.” classica frase da circostanza ma non ho idea di che cosa avrei dovuto dire.
“Ormai è passato. Comunque dai scendiamo” mentre parla ferma la macchina e intanto si slaccia la cintura. Io faccio la stessa cosa e guardo fuori e mi accorgo di essere in un posto che non conoscevo. Uscita dalla macchina mi siedo sul cofano di fianco a lei e continuo a guardare il paesaggio. E mi accorgo che da questo punto si riesce a vedere tutta la cittadina.
“Non sapevo dell'esistenza di questo posto”
“Bello eh? Mi ci ha portato una volta un mio fidanzato e me ne sono innamorata” appena lei nomina il fidanzato mi irrigidisco immediatamente
“Sia chiaro, del posto non del fidanzato!” la guardo e non posso che ridere per la faccia che fa. Ha questa capacità di espressione che non ti fa staccare gli occhi da lei.
Mentre restiamo in silenzio la sento che si avvicina. Io facendo finta di niente prendo una sigaretta dalla borsa e me l'accendo.
“Come mai siamo qui?” sputo fuori le parole insieme al fumo.
“Volevo fare un giro e quando non ho idea di dove andare vengo qui”
“Allora perchè hai portato me qui?” non ho idea di quali risposte stia cercando.
“Non lo so, ti ho chiesto di fare un giro e ho pensato a questo posto; nulla di più nulla di meno” sento una punta di irritazione nelle sue parole.
“Ok lascia perdere, non so neanche perchè te l'ho chiesto” dopo ciò cala il silenzio e con la coda dell'occhio noto che anche lei si è accesa una sigaretta.
“Da quanto fumi?” colgo la palla al balzo per far cessare questo imbarazzante silenzio.
“Ho iniziato a 16 quindi ormai sono 6 anni, merda sembra molto meno, e tu?
“Due anni fa, sai tutti i miei amici più grandi fumavano così una sera sono uscita con loro e mi hanno chiesto se volevo provare e da lì una cosa tira l'altra ed ho iniziato”
“I tuoi lo sanno o ti devi nascondere?” mi chiese ancora il tono un po' distante.
“Lo sanno, non che ne siano entusiasti ma sanno che ogni tanto capita, mia mamma tutte le volte che i trova un pacchetto o un accendino mi fulmina ma alla fine non mi dice mai niente”
“Beh almeno quello” finalmente si scioglie un po' e si riavvicina a me.
Io la guardo ma non riesco a reggere i suoi occhi color smeraldo che mi attraversano, così distolgo lo sguardo e butto via la sigaretta. Senza che io me ne renda conto, però, sento la sua mano sul mio mento che mi alza la faccia cercando con i suoi occhi i miei e in un attimo siamo così vicine che riesco a sentire il suo respiro sulle mie labbra.
Siamo sempre più vicine e io non so cosa fare. Non so che cosa devo fare, anzi lo dovrei sapere ma perchè non riesco a fare qualcosa? Perchè mi ritrovo qui immobile con le sue labbra vicine, troppo vicine alle mie e non sono capace di fare niente?
E all'improvviso succede. Mi sta veramente baciando e io la sto lasciando fare. Non posso crederci che sto ricambiando il bacio, ma come potrei non farlo? Una delle più belle ragazze che io abbia mai visto mi sta baciando, quindi perchè non dovrei ricambiare? Forse perchè sono etero, forse perchè io amo Marco.
Sento la sua lingua sul mio labbro inferiore che chiede di entrare ma tutto ciò è tremendamente sbagliato, io amo Marco, non posso fargli questo.
“No” dico mettendole una mano sul petto per allontanarla “Io... io non posso” sono letteralmente immobile, non riesco a fare niente, il solo pensiero di lui mi travolge come un treno e mi lascia debole.
Valentina se ne accorge subito e mi prende il viso in mezzo alle sue mani
“Ehi ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No, io devo andare... penso sia ora che io vada” mi alzo dal cofano, non capisco più nulla, vorrei piangere ma non ci riesco, vorrei urlare ma sento la gola troppo secca per far uscire qualunque  suono; prendo la mia borsa e mi incammino verso la strada. Mi sento prendere il polso e mi giro di scatto.
“Non puoi andare a piedi, sali che ti porto io” mi prende per mano e mi fa salire in macchina.
Per tutto il viaggio sono immobile, non riesco a pensare a nient'altro tranne che a quel bacio, mi sento in colpa, mi sento in colpa perchè mi è piaciuto. Non ho idea di come ho fatto a dirle dove abito ma arrivate sotto casa lei ferma la macchina e mi guarda.
“Sei sicura di stare bene? Se ho sbagliato puoi dirmelo, però ti prego dì qualcosa”
“E' stata una pessima idea” riesco a dire prima di scendere dalla macchina e senza voltarmi indietro.


NOTA AUTRICE: Finalmente sono riuscita ad aggiornare! Sarò ripetitiva ma penso che alla fine di ogni capitolo vi ringrazierò per aver letto quello precedente :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


~~Odio sentirmi così, odio non capire quello che mi sta succedendo. Sono passati 5 giorni e io non riesco a pensare ad altro. Ripenso al suo profumo, alle sue labbra sulle mie, alle sue mani intorno al mio viso e poi penso a quanto la detesto. Cosa voleva dire quel bacio?
Sono sdraiata sul letto quando la vibrazione del cellulare mi distoglie dai miei pensieri.

ZOE:-Stasera allora 23.30 ti passiamo a prendere io e Simone, ok? Mi raccomando Rebi per una volta sii puntuale cazzo!-
-Si si va bene, mi faccio trovare in strada :)-

Finalmente stasera è sabato e si esce. Non pensare per qualche ora mi può fare solo che bene

Per qualche strana magia divina alle 23.20 sono già pronta per uscire, così scendo prima in strada e ne approfitto per fumare una sigaretta. Quando arrivano salgo in macchina e mi accorgo che Zoe è dietro mentre nel posto anteriore c'è un ragazzo che non ho mai visto.
“Ehi Rebi, allora carica? Stasera ci divertiamo eh”
“Certo Fiorellino!” le dico usando il soprannome che le ha affibbiato Silvia
“Comunque Rebi lui è Andrea, è un amico di Simo” mi dice Zoe indicando il ragazzo davanti a me in macchina e immediatamente lui si gira.
“Piacere Andrea” e mi allunga la mano, io lo guardo e cazzo, è veramente un bel ragazzo, ha i capelli castani con un leggero accenno di barba.

Arrivati al Gallery mi rendo conto di una cosa: Valentina lavora lì.
Sono determinata a non farmi rovinare la serata dalla sua presenza, così entriamo e insisto per non andare nel bar principale dove l'ho già intravista ma di andare in quello della sala fumatori con la scusa della poca fila.
Sono già a quota 3/4 bicchieri più i vari shot quando mi rendo conto che Andrea, l'amico del fidanzato di Zoe, ci sta decisamente provando con me.. Sono ubriaca e lui è veramente figo, come faccio a dirgli di no? Così iniziamo a ballare insieme, lui mi mette le mani intorno alla vita e io lo lascio fare. Ci muoviamo insieme come una cosa sola.
Si avvicina e non ci penso due volte a baciarlo; l'unica cosa a cui riesco a pensare mentre la sua lingua entra nella mia bocca, però, è Valentina. Penso al nostro bacio, che al contrario di questo è stato fin troppo dolce. Dopo aver esplorato ognuno la bocca dell'altro ci stacchiamo e gli inizio a baciare il collo e alzando lo sguardo, i suoi occhi si posano sui miei per la prima volta in tutta la serata. Valentina è al bar, immobile, io la guardo ma subito torno a baciare il collo di Andrea, cercando di concentrarmi solo su di lui.
Ha ancora le mani sui miei fianchi, quando mi avvicina un po' per avvicinare le sue labbra al mio orecchio sinistro.
“Vuoi andare a bere qualcosa?” mi chiede.
Acconsento e mi prende per mano, mi giro e vedo Zoe divertita che mi sorride alzando il pollice in segno di approvazione.
Andrea che intanto tiene ancora salda la mia mano si ferma davanti al bar principale, sarà che per l'alcool non me ne frega più niente ma non mi oppongo e rimango in silenzio guardandolo mentre aspettiamo di ordinare.
In men che non si dica mi ritrovo al bancone di fronte a Valentina che mi guarda e ascolta impassibile Andrea che le ordina due Vodka-Redbull.
Lei non lo ascolta minimamente e si allunga dal bancone verso di me.
“Non credi di aver bevuto troppo?” mi dice nell'orecchio in modo che Andrea non riesca a sentire.
“E a te che te ne frega?”
“Non ci crederai ma mi frega. Mi hai evitato per tutta la settimana, possiamo parlare un attimo?” mi dice guardandomi dritta negli occhi .
“Non abbiamo bisogno di dirci niente” taglio corto io allontanandomi.
Finalmente lei si allontana e inizia a farci i due drink. Andrea continua a tenermi la mano e io mi riavvicino a lui. Finalmente Valentina ci da i nostri bicchieri guardandomi costantemente negli occhi, io le lancio uno sguardo di sfida, prendo il bicchiere dalle mani di Andrea poi mi allungo e lo bacio. Mi accorgo che lei distoglie lo sguardo e inizia a servire due ragazze di fianco a noi, così mi stacco dalle labbra di Andrea che intanto mi sorride e riprende la mia mano.
“Ehi vogliamo andare a fumare una sigaretta fuori?” mi dice.
“Ok, prendo la giacca e andiamo.”

Una volta fuori ci allontaniamo dall'uscita e ci andiamo a sedere su una scalinata poco più distante. Entrambi ci accendiamo una sigaretta e lui mette una mano sulle mie gambe scoperte dalla gonna.
In questo momento mi rendo conto di essere veramente ubriaca, mi sto lasciando andare come solo l'alcool è capace di farmi. Così non sento più freni inibitori, mi rendo conto che nella posizione in cui siamo non ci può vedere nessuno e allora mi mento a cavalcioni su di lui e inizio a baciarlo con rabbia. Lui mi mette una mano dietro al collo spingendomi ancora di più verso di lui e con l'altra mi tiene sulla schiena.
Esploro la sua bocca con la lingua, muovendomi con il bacino sempre più verso di lui, la sua mano dalla mia schiena scende fino al sedere, il sapore di sigarette invade le nostre bocche, le mie mani sono intorno al suo collo, gli prendo il labbro inferiore fra i denti e lo sento gemere.
Finalmente quando ci riusciamo a staccare lo guardo negli occhi, figo è figo non c'è nulla da dire!
“Vuoi farlo?” mi chiede sorridendo.
“Si” gli rispondo ancora frastornata dall'alcool.
“E allora vieni via con me” mi sposta per alzarmi e mi prende per mano
“Lei non va proprio da nessuna parte” riconosco subito la voce e mi si gela il sangue. Alzo lo sguardo e mi ritrovo Valentina davanti.
“E tu che cazzo vuoi?” le risponde Andrea innervosito, tirandomi per la mano.
“No che cazzo vuoi tu, lasciala andare, lei viene via con me” sono troppo ubriaca per reagire. Sento i loro sguardi su di me e l'unica cosa che riesco a fare è appoggiare una mano contro al muro e iniziare a vomitare. Sento un mano sul fianco e un'altra che mi tira su i capelli dalla faccia.
“E' tutta tua” sento Andrea dire e con la coda dell'occhio lo vedo allontanarsi.
Io intanto continuo a vomitare e senza accorgermene metto la mia mano libera sopra alla sua sul mio fianco e intreccio le mi dita alle sue.
Lei resta tutto il tempo di fianco a me, in silenzio.
Una volta che non ho più niente da vomitare, cerco tirarmi su ma sento le gambe cedermi.
“Merda Rebi” sento Valentina dire e improvvisamente tutto diventa nero.

Mi sveglio e cerco di aprire gli occhi al meglio che riesco, sento la gola secca e mi rendo conto di non essere a casa mia. Mi ritrovo in un letto matrimoniale con delle lenzuola grigie, mi giro e mi vedo in uno specchio che copre il muro dal pavimento fino al soffitto. La camera è tutta illuminata dalla luce del sole che entra da una grande finestra. Mi guardo di nuovo allo specchio e mi rendo conto di indossare una maglietta non mia.
'Ma dove sono finita?'
Non mi ricordo cosa sia successo ieri sera, ricordo di essere uscita con Andrea e di aver vomitato davanti a Valentina il resto è tutto un grande punto interrogativo.
Merda. I miei questa volta mi ammazzano. Li devo assolutamente chiamare! Così mi alzo dal letto e inizio a cercare la mia borsa nella stanza.
“La tua borsa è in sala, comunque non importa che li chiami, ci ho già pensato io”.
Ovviamente chi vuoi che sia: Valentina. Era così ovvio che fossi a casa sua. La guardo appoggiata allo stipite della porta con una tazza in mano. Lei mi guarda a sua volta fredda e distaccata.
“Scusami ma cos'è successo ieri sera?” le chiedo ancora frastornata.
“Hai vomitato e poi sei svenuta, ho cercato la tua amica ma non sono riuscita a trovarla, allora ti ho messo in macchina; ho mandato un messaggio a tua mamma che rimanevi da Zoe e uno a Zoe per farti coprire.” mi dice.
“Ma noi due...?” le chiedo, non ho idea di che risposta voglia sentirmi dire.
“No, uno perchè non me la farei mai con una persona in quello stato e due perchè mi hai ampiamente fatto capire che non ti interessa” sempre più fredda.
“Io non ho mai detto questo” cerco di giustificarmi.
“No tranquilla ci ha pensato il tuo 'E' stata una pessima idea'” mi dice girandosi.
Io rimango impassibile, non ho la minima idea di come replicare, lei intanto se ne va dalla stanza e mi dice:”Se vuoi in cucina c'è la colazione”.
Io cerco di ricompormi e la raggiungo in cucina. Mi siedo con lei a tavola e prendo del latte con il caffè. Questo silenzio è veramente orrendo, io continuo a concentrarmi sulla mia colazione mentre lei mi osserva.
“Quando sei pronta ti riporto a casa” mi dice posando la sua tazza nel lavello.
“Senti Vale mi dispiace per ieri sera, non volevo essere un peso” sono veramente mortificata.
“Non lo sei stata, ma la prossima volta che qualcuno ti dice che è ora di smettere di bere, tu smettila.” sono inerme alle sue parole, ieri sera ho veramente esagerato.

Dopo un viaggio in cui ha decisamente regnato il silenzio ci ritroviamo davanti a casa mia.
“Comunque scusami per lunedì, non volevo reagire così male, mi hai preso alla sprovvista” le dico prima di scendere dalla macchina.
“Non importa”
“Allora ciao e grazie ancora per ieri sera” finalmente scendo cercando le chiavi di casa nella borsa. Lei non dice niente e rimettendo in moto la macchina se ne va.
In casa non c'è nessuno, così mi avvio verso la mia camera tirando fuori dalla tasca il cellulare, che per tutta la mattina ho ignorato, mi ritrovo un messaggio di Zoe:
Questa me la devi spiegare!
In camera mia mi sdraio finalmente sul mio letto e l'unica cosa a cui riesco a pensare è lei e a come io abbia fatto la deficiente ieri sera, so che probabilmente non la rivedrò tanto presto.

NOTA AUTRICE: Nuovo capitolo, se volete fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


~~“Allora che cazzo è successo sabato sera? E sopratutto dov'eri?” mi chiede Zoe mentre ci incamminiamo verso scuola. E' di nuovo lunedì, non ci posso credere, la domenica è durata troppo poco, sarà che l'ho passata a pensarla tutto il pomeriggio ma avrei voluto che non finisse più.
“E' successo un mezzo casino Zoe” le dico accendendomi la prima sigaretta della giornata.
“Vedi di raccontarmi tutto perchè non ti trovavo più e Andrea era troppo ubriaco per raccontare cos'era successo; Rebi veramente con chi cazzo eri?”
“E' una storia lunga ma tu prometti di non raccontarla a nessuno, neanche alle altre!” la guardo e lei annuisce.
“Hai presente la barista della discoteca, Valentina? Quella con i capelli neri?”
“Si perchè?” mi chiede lei sempre più preoccupata.
“Ero a casa sua”
“E per quale cavolo di motivo tu eri a casa della barista che tutti i ragazzi della scuola si vorrebbero fare?” mi chiede quasi perplessa. Pensare che tutti i miei compagni eccitati se la vorrebbero fare e che io l'ho respinta mi fa' quasi sorridere.
“Perchè... beh praticamente le ho vomitato sui piedi..”
“E lei ti ha portato a casa sua? Se una deficiente ubriaca perlopiù sconosciuta mi vomita sui piedi la riempo di nomi altrochè portarla a casa mia!”. Ho una paura fottuta di dirglielo, perchè so che dovrei essere sincera al 100%.
“No, cioè diciamo che non siamo sconosciute”
“Rebi essere amiche su Facebook o vedersi un paio di volte al Kappa o in discoteca non vuol dire conoscersi, te lo dico”
“Cazzo Zoe, ti prego, ce la fai a stare in silenzio per 5 minuti? Io ti adoro, veramente ma questa cosa non è facile, perciò stai in silenzio, i commenti alla fine.”
“Ok scusami Fiorellino” mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
“Praticamente domenica scorsa ti ricordi che siamo andate a fare aperitivo al Kappa?”
“Si certo”
“Beh dopo aver ordinato sono andata in bagno, mi stavo lavando le mani quando è entrata lei, all'inizio non me ne ero accorta e lei ha richiamato la mia attenzione chiamandomi 'Tequila' per i bicchierini della sera precedente, comunque alla fine ci siamo presentate e io sono tornata al tavolo, per tutto il pomeriggio mi ha guardato e tornata a casa su Facebook ho trovato la sua richiesta d'amicizia.
Poi lunedì vi ho detto che non sarei uscita, ma alla fine ho deciso di andare a fare un giro a piedi per fumare una sigaretta, ad un certo punto lei mi si ferma di fianco in macchina e mi chiede di salire, così siamo andate a fare un giro e mi ha portato in questo posto stupendo dalla quale si vede tutta la città. Ci siamo messe a parlare, abbiamo fumato una sigaretta poi.. ci siamo.. cioè lei mi ha baciato.” sento che un peso enorme mi si solleva dallo stomaco.
“E...” dice Zoe alla fine.
“Come 'E..?' non hai nient'altro da dire?” le dico quasi incredula.
“Rebi mi devi dire qualcos'altro. Ti è piaciuto o no? Cos'è successo dopo?”
“L'ho respinta, però mi è piaciuto, tanto anche..”
“Perchè l'hai respinta se ti è piaciuto?” mi chiede.
“Secondo te perchè l'ho respinta?” le rispondo con gli occhi lucidi
“Marco?” quando pronuncia il suo nome una lacrima scende piano lungo la mia guancia.
“Rebi, non capisco perchè lei l'hai respinta a causa di Marco e con Andrea questo non è successo?”
“Perchè baciando Andrea non provavo nulla, baciando lei invece, cazzo qualcosa ho sentito ed anche forte, baciandola mi è venuto in mente Marco perchè mentre la baciavo il mio stomaco si contorceva proprio come succedeva con lui. Quando la sua lingua è arrivata al mio labbro inferiore mi sono venuti i brividi.” Se ci ripenso mi  vengono pure ora.
“Va bene, evitiamo i dettagli, ma comunque il fatto è questo Rebi: ti piace e tanto da quanto vedo” mi dice lei.
“Penso di si, il fatto è che ho rovinato tutto ancora prima che un qualcosa ci fosse. Dopo che l'ho respinta sono andata in panico ripensando a Marco, lei mi ha riportato a casa e prima di scendere le ho detto che era stata una pessima idea. L'altra sera, poi, l'ho fatta incazzare, lei mi voleva parlare e io ho continuato a bere e a baciare Andrea davanti a lei.”
“Rebi ma perchè l'hai fatto?” mi dice quasi delusa.
“Il problema è che non è tutto, dopo averle chiesto un drink mentre ero mano per mano con Andrea, sono uscita con lui, ci siamo messi sulle scale, nessuno ci poteva vedere e quindi diciamo che ci siamo ritrovati molto molto vicini. Quando lui mi ha chiesto se volevo farlo con lui è arrivata Valentina, dicendo che io non andavo da nessuna parte, la mia testa ha iniziato a girare e mi sono ritrovata a vomitare con Valentina che mi reggeva e Andrea che ci mandava a fanculo andandosene. Da quel momento ho un buco, non ricordo assolutamente niente. Ieri mattina mi sono svegliata nel suo letto con una sua maglietta. I messaggi a te e a mia mamma li ha mandati lei.”
“Beh dai, vorrà dire qualcosa se ti ha portato a casa sua perchè stavi male, le piaci Rebi.”
“Lo pensavo anch'io ma ti giuro Zoe che tu non hai visto come mi guardava ieri mattina, era.. disgustata e incazzata. Non ha praticamente visto l'ora di riportarmi a casa, io cercavo di parlarle, mi sono scusata per la sera prima e per lunedì scorso ma lei è rimasta impassibile; mi ha lasciato davanti a casa e poi se ne è andata.”
“E ci credo Rebi, prima l'hai respinta poi ti sei limonata uno davanti a lei, scusa che ti aspettavi? Che ieri mattina ti facesse la festa?”.
Zoe ha ragione e io mi sto rendendo sempre più conto che Valentina mi piace, si mi piace davvero.
“Voglio rimediare Zoe, voglio vedere come va a finire questa cosa. E ho una paura fottuta, ho paura di affezionarmi, ho paura di bruciarmi di nuovo e ho paura della depressione, perchè so che se anche questa cosa andrà male io ricadrò in quel buco nero e non so se sarò capace di rialzarmi una seconda volta.” le dico quando ormai stiamo salendo le scale d'entrata della scuola.
“Vuoi un consiglio Rebi?” annuisco. “Buttati, smettila di vivere sotto una campana di vetro perchè hai paura di ricadere. Lo so che hai vissuto il peggiore degli incubi, ma tu sei ancora qui. Devi vivere, vivi anche per lui. Lui vorrebbe così e questo lo sappiamo entrambe. Perciò, Valentina ti piace? Perchè sono quasi sicura che a lei tu piaccia, perciò chiedile scusa, parlale, fai qualcosa!”
Ha ragione, devo riavvicinarmi a lei. Devo trovare il modo.

Per le prime due ore di scuola non faccio altro che pensarla.
Finalmente suona la campanella dell'intervallo, così con le altre ci avviamo verso il cortile per fumare una sigaretta.
“Zoe devo assolutamente trovare il suo numero!” Le dico piano in un orecchio.
“Tranquilla adesso chiedo a Lorenzo, lui ce l'ha di sicuro, conosce mezzo mondo, sopratutto quelli del Gallery”.
Mentre Zoe si avvia verso Lorenzo, un nostro compagno di classe, con le altre ci andiamo a mettere sui nostri scalini.
“Come mai Zoe è da Lorenzo?” chiede Fra, ormai innamorata pazza di lui, dopo che si sono baciati in gita più di un anno fa.
“Ha solo bisogno di una cosa per i compiti” le dico accendendomi la sigaretta. Quando Zoe ci raggiunge mi fa l'occhiolino, devo trovare un buon motivo per scriverle.
“Comunque sapete cos'è successo sabato in discoteca?” inizia Fede e noi la guardiamo senza capire.
“Avete presente la barista figa? Valentina Manfredi? Sabato sera è successo un casino, praticamente Rebi eravamo in fila dietro di te e dopo che ti ha servito e che te ne sei andata, noi ci siamo avvicinate al bancone ma lei si è girata verso il capo e gli ha detto che lei se ne doveva andare, si sono messi a discutere perchè ovviamente il Gallery sabato era stipato e lei non se ne poteva andare così, alla fine lui le ha detto che poteva andare ma di non tornare” sentendo questo mi sento responsabile, cazzo Valentina ha perso il lavoro per colpa mia. Zoe mi lancia un'occhiata per capire il mio stato d'animo, ma sinceramente non so neanch'io come mi senta. Di merda quasi sicuramente.
“Comunque lei lì non ha di certo problemi a trovare un nuovo lavoro, l'ha da un po' in giro com'è abituata a fare!”
Bene ora sono sicura di stare di merda!
Io e Zoe guardiamo Silvia con una faccia sbalordita.
“Eddai non ditemi che non lo sapevate, come pensate che sia riuscita ad andare a lavorare al Gallery? Lì se non conosci qualcuno non ci vai a lavorare e lei ovviamente proprio nel periodo in cui ha iniziato a lavorare lì se la faceva con il Dj, ufficialmente stavano insieme, ma chi sa quanto altri si faceva nel mentre”
“Scusa Silvia ma tu tutte queste cose come le sai?” le chiedo con la voce debole.
“Che è una troia? Beh basta poi vedere come si comporta, una sera io e Thomas siamo andati insieme al Kappa e lei ha iniziato a provarci con lui spudoratamente, davanti ai miei occhi, così come se nulla fosse. Poi non contenta quando Thomas le ha detto che non era interessato e sopratutto che aveva una fidanzata, lei ha avuto anche il coraggio di chiedere se volevamo un threesome! Per quanto ubriaca fosse, una troia è sempre troia sia da sobria che da ubriaca...”
Benissimo più parlano di Valentina più mi sento male. Quella che stanno descrivendo non è la persona che ho conosciuto io, almeno credo.
“Rebi ma ci sei rimasta male? Di gente del genere è pieno il mondo, non ti stupire” mi dice Fra quasi sorridendo.
Non riesco a pensare a nient'altro, butto la sigaretta e mi avvio da sola verso la classe, Zoe mi segue e mi prende per mano.
“Dai Rebi, lo sai come fanno le altre certe volte tendono ad ingigantire tutto.”
“Mi dai il numero? Così mi tolgo il pensiero subito..” lei mi allunga il bigliettino e io salvo il numero sull'iPhone.
“Che cosa le scrivi?”
“ZoZo sinceramente non ne ho idea”
Ritornate in classe suona la campanella, una bellissima ora di inglese mi aspetta, già che non posso vedere questa prof in più devo assolutamente pensare a cosa scrivere a Valentina.
Passo mezz'ora della lezione resto con lo sguardo perso nel vuoto, il telefono in mano con la chat aperta sul numero di Valentina.
“Castelli è mezz'ora che fissi il vuoto, se trovi la mia lezione così noiosa puoi uscire” la prof di inglese mi risveglia dal mio stato di coma. Così senza pensarci due volte mi alzo ed esco dalla classe.
Mi accendo una sigaretta e prendo il coraggio di mandare il messaggio.
-Ehi ciao, sono Rebecca, mi dispiace ancora per sabato e mi dispiace come ci siamo lasciate ieri, vorrei avere la possibilità di parlarti.-
Dopo averlo inviato, rimetto il telefono in tasca senza troppe speranze di risposta, butto la sigaretta e mi avvio verso la mia classe. Poco prima di entrare però sento il telefono vibrare.
-Va bene, ti vengo a prendere all'uscita da scuola.-
O mio dio.. Chiedendole di parlare non intendevo così presto, ho l'ansia a mille. Rientro in classe e mi vado a sedere nel mio banco di fianco a Zoe.
“Allora gliel'hai mandato il messaggio?” mi chiede curiosa.
“Si, le ho chiesto se potevamo parlare, non pensavo neppure che mi rispondesse e invece subito dopo mi ha scritto che mi viene a prendere all'uscita.”
“Secondo me non aspettava altro. E te? Sei in ansia?”
“Merda non puoi capire quanto, non ho idea di come cominciare il discorso , ho paura di non farmi capire e non so neanche se mi usciranno le parole.”
“Io Rebi se devo essere sincera non ho capito una cosa. Però non offenderti se te lo chiedo. Ho capito che Valentina ti piace, ma te ne sei resa conto vero che anche lei è una ragazza? Cioè voglio dire... sei lesbica?”
“Zoe, sinceramente non lo so, non ho mai guardato le ragazze da quel punto di vista, credo che mi siano sempre piaciuti i ragazzi ma in questo momento riesco a vedere solo lei, quindi di conseguenza non riesco a capire se mi piacciano le ragazze in generale o solo lei.”
“Rebi dopo questa ho avuto l'assoluta certezza che sei cotta  e non poco, quindi vedi di non far casini oggi pomeriggio. Sai che voglio solo vederti felice.”

   NOTA AUTRICE: Finalmente sono riuscita ad aggiornare, il prossimo capitolo sarà tutto dedicato a questa famosa chiaccherata tra Rebecca e Valentina (finalmente!)
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


~~L'ultima ora è stata straziante, adoro filosofia ma finalmente è finita e io devo calmarmi perchè sto per rivedere Valentina.
Mi metto lo zaino in spalla e con Zoe mi avvio verso l'uscita; riconosco subito la sua macchina, poco lontano. Do un bacio sulla guancia a Zoe che mi dice:”Buona fortuna Rebi.” e mi avvio verso la sua macchina.
Ha il finestrino abbassato e una sigaretta in mano. Con una paura cane mi avvicino sempre più alla sua macchina e quando sto per aprire lo sportello prendo un grosso respiro.
“Ciao.” dico timidamente salendo.
“Ehi ciao.” mi risponde guardandomi negli occhi, non ha più quello sguardo grave di ieri mattina ma sicuramente non è molto più serena.
“Ti va se andiamo da me? Scommetto che hai fame e anch'io devo ancora magiare.”
“Si si va benissimo” o mio dio, non ha scelto un territorio proprio neutro per parlare.
Il viaggio dura relativamente poco, lei guida tenendo gli occhi sulla strada, la radio abbassata e io che la fisso come un'ebete.
Arrivate in casa sua appoggio la mia roba nell'ingresso in modo che non sia in mezzo e la seguo in cucina.
Mentre mette sul fornello la pentola con l'acqua io prendo coraggio.
“Vale, ti volevo dire che mi sento ancora una merda per come mi sono comportata sabato sera, ho sentito che hai perso il lavoro al Gallery per starmi dietro..”
“No quello non è un problema, mi sono già chiarita con Mirko.” mi dice lei e la mia mente si riempie di immagini a causa della sua reputazione.
“L'altra sera tu volevi parlare con me, in quel momento non riuscivo a connettere e adesso sinceramente vorrei essere uscita a parlare con te”
“Rebi fa lo stesso, non ti devi sentire in colpa a vita, hai semplicemente esagerato con l'alcool ed è una cosa che può succedere. Ero incazzata si, ma come hai sbagliato te sabato, ho sbagliato io lunedì scorso..”
“No in realtà..” cerco di fermarla.
“No Rebi, lasciamoci tutto alle spalle ok?” io annuisco ma non capisco dove lei voglia andare a parare.
“Amiche?” ecco appunto, l'unica cosa che non vorrei, ma non posso dirle di no.
“Uhm.. si certo.” che grandissima testa di cazzo che sono...
Il pranzo passa tranquillo, parliamo un po' delle nostre cose, lei mi chiede della scuola e poi mi racconta un po' la sua giornata, io la guardo completamente persa nel suoi discorsi. Scopro che pochi mesi fa si è laureata in economia con 110.
“Giuro che non ti facevo una secchiona.”
“L'apparenza inganna!” mi guarda sorridendomi.
“Quindi cosa andrai a fare?”
“Adesso farò la specialistica e dopo andrò a lavorare nell'azienda del 'papi'” mi dice ironica.
“Non è quello che vorresti fare?”
“No no non fraintendermi, fin da piccola volevo lavorare lì dentro e mandare avanti la baracca, perchè a mio padre non l'ho mai detto ma l'ho sempre ammirato, è partito dal nulla e ha costruito qualcosa di grande. L'altra volta non sono scesa nel dettaglio ma è vero che a 18 anni me ne sono andata di casa perchè mi sono sempre sentita una privilegiata, una che è nata e dalla vita aveva già tutto, perciò ho voluto provare a guadagnarmi le piccole cose da sola. Ciò non toglie che sono sempre stata la figlia ribelle, 'la pecora nera' insomma. Ma quando sarà il mio momento sarò felice di tirare avanti la baracca insieme a Davide.”
“Davide?” le chiedo dubbiosa.
“Si è mio fratello.. fratellastro in realtà, figlio di un precedente matrimonio di mio padre. E' più grande di me di 10 anni è sposato e ha una stupenda bambina di 3 anni. Siamo molto simili, abbiamo dovuto combattere le stesse battaglia con nostro padre e questo ci ha legato tantissimo. E' la persona da cui vado se ho un problema, lui è il mio faro.”
Io la continuo a guardare assorta e non riesco a professare parola.
“Lo so che non te lo saresti mai aspettata..”
“Non ti facevo così, sinceramente. Sembri una tutta incazzata con i tatuaggi che fa la figa in giro, poi alla fine sei una secchiona e poi diciamoci la verità un po' figlia di papà lo sei” le dico ridendo.
“Non è vero! Cioè non mi hanno mai fatto schifo i soldi di mio padre anzi, ma ho sempre sfruttato tutto per divertirmi, il fine ultimo durante la mia adolescenza era quello. Ero perennemente alle feste, per due anni sono andata a vivere a Milano da sola per frequentare una scuola privata, ero perennemente ubriaca e per un certo periodo ho pure iniziato a fare uso di sostanze. Così quando Davide e mio padre si sono resi conto che facevo più danni che altro mi hanno riportato qui, in una piccola realtà come questa ho imparato che nella vita i soldi non sono tutto, mi sono trovata un appartamento e ho iniziato a lavorare e a guadagnarmi i miei soldi senza più buttarli in droga come avevo iniziato a fare. Non fraintendermi continuo a divertirmi, continuo a bere ma non più come una volta.
L'altra sera quando ti ho visto così ubriaca, in te ho rivisto me stessa 6 anni fa. Ti ho seguito perchè sapevo per esperienza che in quello stato si fanno le peggiori cazzate, volevo evitarti i rimorsi del mattino dopo che fanno più male di un post-sbronza”
Ora sono confusa. Quindi non le piaccio? L'ha fatto solo per evitarmi di pentirmene il mattino dopo?
Non so cosa dire.
“Grazie, mi hai evitato non solo di fare una cosa di cui mi sarei pentita ma anche di tornare a casa ubriaca marcia rischiando di farmi scoprire dai miei.”
Siamo sul divano, una di fronte all'altra e vorrei dirle tutta la verità ma pensavo di piacerle e ora questo suo discorso mi ha fatto crollare tutte le certezze. Ma se non ci provo ora me ne pentirò per sempre.
“Vale, devo essere completamente sincera con te... Ti ho scritto per parlare, non pensavo neanche che tu mi avresti risposto, poi l'hai fatto e oggi fondamentalmente volevo dirti solo una cosa, perchè se non te lo dico ora, credo che non te lo dirò più...”
Lei è sempre lì, immobile, aspetta solo che io parli, ma la mia gola è diventata secca.
“Mi hai vomitato sui piedi, credo che ormai non dovresti più vergognarti così tanto con me” mi dice sorridendo.
“Allora... volevo spiegarti una cosa.. lunedì scorso quando mi hai baciato io...”
“Rebi veramente non è un problema, te l'ho detto che ho sbagliato a comportarmi così, non dovevo..”
“No Vale ti prego fammi finire..” lei mi guarda e si ferma per farmi continuare “dicevo che lunedì scorso dopo che mi hai baciato sono andata in crisi, poi sabato mi hai visto con quel ragazzo, volevo dirti solo una cosa: non ti ho respinta perchè sei una ragazza, ti ho respinta perchè quando mi hai baciato ho provato qualcosa, qualcosa che non provavo da tanto tempo ormai e che ho provato solo con una persona nella mia vita..”
Mi fermo, parlare di Marco non mi aiuta.
“Questa persona non c'è più e quel bacio con te, mi ha fatto tanto male quanto bene, ero incazzata con te perchè non capivo il motivo del mio stato d'animo, dopo che lui è mancato non ho più baciato nessuno poi tu ti sei avvicinata e mentre ci baciavamo mi si contorceva lo stomaco.”
Probabilmente ha capito dove voglio andare a parare, ma devo continuare e ammetterglielo ad alta voce.
“Sabato poi mi sono lasciata andare con quel ragazzo come non avevo mai fatto, probabilmente perchè volevo capire, volevo capire se la sensazione che ho provato con te, succedeva anche con altri o se era una cosa solo con te.”
“Oggi non sono venuta qui con l'intenzione di essere tua amica, forse non riuscirei neanche ad essere tua amica, perchè Vale baciando quel ragazzo ho capito una sola cosa, ho capito che quella sensazione la provavo solo con te, che eri tu il motivo per cui la provavo, mi sono resa conto che mentre lo baciavo l'unica persona a cui pensavo eri te. Ora mi prenderai per una pazza visto che è solo una settimana che ci conosciamo ma in questa settimana, ti ho odiata perchè non riuscivo ad ammettere che mi piacevi,che mi piaci più di quello che avevo programmato probabilmente.”
O mio dio, gliel'ho appena detto ad alta voce ed ora, dopo il suo discorso di prima, credo di essermi guadagnata una posto nella Friendzone.
“Devo essere sincera anch'io, lunedì scorso non è stato uno sbaglio baciarti anzi, è stata la cosa migliore che potessi fare. Sabato, poi, non ero incazzata con te perchè avevi bevuto troppo, non ti sono corsa dietro per risparmiarti i rimorsi del giorno dopo, ero incazzata e ti sono corsa dietro perchè volevo spaccare la faccia a quel coglione e per un momento l'avrei voluta spaccare anche a te. Se devo essere sincera ero gelosa, si ero gelosa perchè hai passato la serata e strusciarti e a baciarti con quel deficiente dopo che mi avevi respinto.
Sai conosco la tua storia, per tutta la settimana ho pensato che non fossi pronta o che semplicemente l'avevi fatto perchè ero una ragazza, così avevo deciso di lasciar perdere ma quando sabato ti ho vista il mio proposito se ne è andato a farsi fottere. Rebecca, ci conosciamo da una settimana, è vero, ma credimi che se tu sei pazza lo sono anch'io, perchè credo proprio di non voler essere tua amica, non ci riuscirei perlomeno. Credo di essere più pazza di te, quando mi rendo conto di essere persa per una ragazzina.”
Non ci capisco più niente.. Mi ha appena detto che anch'io le piaccio? Si credo proprio di si..
“Quindi ora che facciamo?”
Che domanda di merda.
“Ora, se prometti di non respingermi, ti bacio”
Le sorrido e lei si avvicina, si siede sulle mie ginocchia, mi prende il viso fra le sue mani e mi bacia. Le metto le mani alla vita e la tiro ancora più verso di me.
Le nostre lingue si incontrano, si accarezzano e si scoprono. Adoro questa sensazione, adoro toccarla, adoro il suo profumo e adoro lei sulla mia pelle. La sua mano sulla mia guancia mi accarezza piano. Il bacio è lungo e ci toglie il fiato, così ci stacchiamo restando l'una nelle braccia dell'altra.
“Questa volta le hai sentite le farfalle?” mi dice ridendo con la sua bocca sul mio collo.
“Non scherzare, quando smetterò di sentirle dovrai preoccuparti!” mi prende e mi bacia ancora e non c'è sensazione più bella di sentirla ridere sulle mie labbra.
“Sai questa è l'ultima cosa che mi sarei aspettata oggi.” le dico guardandola dritta negli occhi. Quegli occhi meravigliosi che mi entrano nella pelle tutte le volte.
“E cosa ti aspettavi?”
“Non ne ho idea, volevo chiederti scusa per la storia dell'altra sera ma non credevo di avere anche il coraggio di dirti tutta la verità. Poi hai tirato fuori la storia dell'essere amiche e lì pensavo di essermi sbagliata in tutto e che in realtà non ti piacessi”
Mi prende e mi bacia ancora, o mio dio vorrei non finisse mai.
“Quindi che vuoi fare oggi?” mi chiede mettendo la sua fronte contro la mia.
“Oggi Vale niente, devo andare a casa a studiare che domani ho l'interrogazione di matematica e quella mi fa il culo.”
“Ah che bello non andare più a scuola, non ho più di questi pensieri almeno!” ridiamo entrambe e velocemente mi lascia un altro bacio sulle labbra e si alza.
“Dai, fumiamo una sigaretta e poi ti porto a casa”
“Ok ci sto” mi alzo anch'io e le rubo un altro bacio.

Arrivata a casa non riesco a non pensare a lei e a quanto mi abbia fatto stare bene. In due ore da sole io e lei è cambiato tutto, dal nulla si è creato qualcosa di speciale e magico.
Finalmente dopo aver studiato anche se con scarsi risultati mi preparo per andare a letto e appena prima di addormentarmi sento vibrare il telefono, so già che è lei e questo mi procura il sorriso.
-Non ti scordare di me quando ti sveglierai domani mattina, perchè io sicuramente non lo farò! Oggi è stato l'inizio di qualcosa, non sprechiamolo...
Sì è stato veramente l'inizio di qualcosa...


NOTA AUTRICE: Questa volta sono riuscita ad aggiornare un po' prima :) Ditemi cosa ne pensate!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


~~Quando la sveglia suona sono pronta e scattante, stranamente. Mi sveglio con il sorriso stampato sulle labbra anche se so già che oggi quella di matematica mi farà il culo. Nana del cazzo.
Eppure non riesco a non sorridere. Sarà che non l'ho scordata per niente, anzi sono riuscita a pensare solo a lei e non vedo l'ora di rivederla. Non fosse che ho questa cazzo di interrogazione farei forca e andrei da lei.
Mentre mi preparo anche mia mamma nota la mia strana gioia mattutina.
“Rebi ma sei sicura di stare bene? Non è normale che tu sia così felice alle 7 del mattino..”
“Mamma hai presente quando ti svegli e sai che sarà una giornata di merda ma sei felice lo stesso?”
“Rebi, hai iniziato a drogarti per caso?”
“No mamma, non mi drogo, semplicemente sono felice!” le dico stampandole un bacio sulla guancia.
Prendo lo zaino e mentre esco di casa tiro fuori il telefono con un'unica idea: scrivere a Valentina.
-Buongiorno, visto!? Non mi sono scordata di te, anzi ti ho pensato, molto anche. Ci vediamo oggi?-
Questa mattina ho preso il motorino, così quando parcheggio davanti a scuola scendo e sento qualcuno che mi travolge.
“Brutta stronza ieri non mi hai più cagato.. Non si fa così con le amiche! Dimmi immediatamente quello che è successo!” mi giro per incontrare lo sguardo entusiasta di Zoe.
“Niente di che..” le dico sorridendole.
“Non ci provare stronzetta, ti conosco come le mie tasche, è successo sicuramente qualcosa se no ieri avresti risposto ai messaggi sul gruppo! Dai racconta, so che stai morendo dalla voglia!” mi dice sedendosi sul mio motorino.
“Ok Zoe, praticamente siamo andate a casa sua, abbiamo mangiato poi ci siamo messe a parlare e.. sai che si è laureata con 110?..”
“Vabbè si dai, passa oltre questo poi me lo dici dopo” mi dice Zoe con una faccia curiosa mentre io le sorrido.
“Beh all'inizio mi ha proposto di essere amiche e io le ho detto di si, ma ad un certo punto non ce l'ho più fatta e le ho detto che in realtà lei mi piaceva, lei mi ha guardato poi mi ha detto che anch'io le piacevo...”
“E poi?.. Merda Rebi dai non puoi lasciarmi così a metà!”
“E poi lei mi ha detto che mi baciava e mi ha baciato, cioè ci siamo baciate, tanto anche”
“O mio dio! Non ci posso credere, ti giuro Rebi che sono troppo contenta per te!” mi dice abbracciandomi e saltellando. 
Sotto braccio ci avviamo in classe, durante le prime tre ore cerco di stare più attenta che posso per riuscire a prendere appunti, ma il pensiero di non aver ancora ricevuto risposta da Valentina mi assilla.
Continuo a ripetermi 'ma starà dormendo' come mantra per non iniziare ad agitarmi.
Alla fine della terza ora sono già pronta per il patibolo.
“Ehi Rebi il folletto di Satana sta arrivando!” mi dice Fra riferendosi alla nostra 'non tanto alta' prof di matematica.

Alla fine l'interrogazione va meglio del previsto e riesco a strappare un 5, ma ancora nessun segno di vita da Valentina. Così all'ultima ora inizio a perdere le speranze. Fortuna che non si sarebbe scordata di me!
-Ehi, scusa se non sono riuscita a risponderti prima, comunque anch'io ti ho pensato e sì oggi avrei veramente tanta voglia di vederti..  
P.s. Com'è andata l'interrogazione?

O grazie Dio! Grazie a chiunque ci sia lassù!
Quella ragazza ha il potere di lasciarmi cadere e riafferrarmi appena prima che io possa perdere ogni speranza.
-Bene dai sono riuscita a prendere 5! Comunque oggi ho tutto il pomeriggio libero quindi dimmi te cosa vorresti fare!
-Ti passo a prendere verso le 15 poi pensiamo a cosa fare ok? A dopo.
-Ok perfetto a dopo!

Un altro pomeriggio con lei, non potrei chiedere di meglio!

Una volta uscita dal scuola prendo il motorino e mi dirigo verso casa. Sotto il casco inizio a cantare come una matta. Sono felice di rivederla e sono molto più felice di sapere che anche lei ha voglia di rivedermi.
Arrivata a casa mangio di fretta e mi dirigo in camera per cercare qualcosa di decente da mettermi.
Sono finalmente le 15 e io non sto più nella pelle. Vedo la sua macchina e mi catapulto fuori di casa.
“Ehi” mi dice lei allunandosi per darmi un bacio.
“Te l'ho già detto quanto mi piace il tuo profumo?” le dico sorridendo.
“Si ma puoi continuare a dirmelo fino all'infinito, tranquilla non mi stanco” e le ridò un'altro bacio.
“Allora cosa vuoi fare oggi?” mi chiede rimettendo in moto la macchina.
“Non ne ho la più pallida idea, volevo solo rivederti!”
“Ok allora ti porto nel mio posto”
Arrivate mi rendo ancora più conto di quanto bello sia quello slargo che da su tutta la cittadina. Scendiamo e ci sediamo sul cofano della macchina. Entrambe ci accendiamo una sigaretta.
“Ti devo chiedere una cosa..” le dico guardandola dritta negli occhi.
“Dimmi tutto” mi dice strappandomi un altro bacio.
“Non voglio che te la prenda sul personale ma non sono ancora pronta per rendere pubblica questa cosa, ho sempre odiato che la gente parlasse di me e qui tutti parlano di tutti e giudicano senza conoscere, non voglio affrettare le cose e mi piacerebbe che andassimo con calma, almeno con le altre persone.”
“Sono d'accordo, in più la mia reputazione non ti aiuterebbe per niente. Non mi frega assolutamente nulla di quello che dicono gli altri ma se questo è quello che vuoi per me non cambia niente, che gli altri lo sappiano o no non cambia nulla quando sono con te. Mi piaci, tanto, punto e basta”
“Anche tu mi piaci e sia chiaro che non lo faccio ne perchè tu sei una ragazze ne per la tua reputazione, ma soltanto perchè se questo è l'inizio di qualcosa vorrei che fosse speciale, solo fra me e te.”
“Sei speciale lo sai vero?”. Mi bacia io la bacio e il mondo intorno non conta. La sento sulla mia pelle, sento il suo profumo, il suo respiro sulla mia faccia, il suo sapore di fumo si mescola con il mio, le nostre lingue si toccano, si accarezzano. La sua mano sulla mia guancia segue il movimento delle nostre bocche. Quando riapro i miei occhi incrocio subito i suoi e mi ci perdo dentro.
“Ora vorrei chiederti una cosa io, vorrei che tu fossi veramente sincera e sappi che qualunque cosa dirai non mi ferirà capito?”
“Mhmh ok” non ho idea di cosa mi sta per chiedere e questo mi spaventa.
“Cosa hai sentito dire di me?”
Eccola qui la domanda che più temevo.
“In che senso Vale?”
“Rebi lo sai di cosa sto parlando; te l'ho detto me lo puoi dire tranquillamente. Non saresti la prima, comunque!” la sua ultima frase mi colpisce ma cerco di far finta di niente.
“Beh praticamente ho sentito che girano delle voci che tu abbia ottenuto il lavoro al Gallery perchè te la facevi con il dj, che però intanto andavi anche con altre persone, ho sentito anche che sei il sogno erotico di tutti i ragazzi etero della scuola, difatti il tuo numero me l'ha dato uno di loro. Ma sinceramente Vale a me queste cose non interessano, io voglio conoscere te non quello che dicono di te”
“Lo so che ora non te ne frega niente di quello che dicono gli altri ma prima o poi inizierà a pesarti questa cosa credimi, per questo sono felice che tu lo voglia tenere per noi.”
“Ah e per la storia del dj è vero che stavamo insieme ed è anche vero che sono andata con altre persone ma solo dopo che lui si era imboscato dietro la discoteca non con una ma con due ragazzine probabilmente più piccole di te. Per il fatto dei tuoi compagni di scuola, scusami ma non posso farci niente se sono stupenda” mi dice esaltandosi e riprendendomi per baciarmi
“E poi ci sarebbe anche un'altra cosa...” le dico esitante.
“Vai spara, cos'altro dicono?”
“Una mia amica mi ha raccontato che una volta al Kappa tu hai iniziato a provarci con il suo fidanzato e poi quando lui ti ha detto che era impegnato tu gli hai proposto un threesome”
“Uh su questo mi dispiace ma non posso dirti niente, colpa mia”
Ero sicura che le altre non avessero esagerato, ha appena ammesso di averlo fatto veramente e sinceramente mi da fastidio anche se non ci conoscevamo ancora.
“Sei arrabbiata?” mi chiede.
“No però se vogliamo far funzionare questa cosa non deve più succedere. E non lo dico perchè voglio fare la bacchettona ma perchè io faccio fatica a fidarmi e se mi apro con qualcuno vorrei essere sicura che non mi sta prendendo per il culo”
“Ok lo so ho sbagliato ma ti assicuro che non lo rifarei più. Quella sera avevo esagerato più del solito e non sapevo quello che facevo” mi risponde prendendomi e baciandomi ancora e ancora.
“Per me questo è l'importante ora ok? Voglio che tu ti possa fidare”
“Mi sto fidando” le dico e le stampo un altro bacio.
“Quindi ora sei mia? Cioè stiamo insieme?” mi chiede abbracciandomi da dietro prendendo le mie mani nelle sue e appoggiando la testa sulla mia spalla.
“Sono tua”
..e tutto il mondo intorno non conta più..

NOTA AUTRICE: Grazie di continuare a seguire la mia storia, che piano piano cresce grazie anche al vostro interesse! :)

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


~~Stiamo insieme, finalmente.
Sembriamo due dodicenni che si nascondono e può sembrare strano ma mi piace, perchè viviamo qualcosa di solo nostro. Sono passati quattro giorni e ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo l'una dell'altra e io adoro ogni suo piccolo pregio e ogni suo difetto.
Stasera non ci vedremo, io esco con le mie amiche e lei ha una cena dello staff del Gallery, così abbiamo deciso che forse ci vedremo al Kappa, ma ovviamente davanti a tutti siamo due perfette sconosciute.
Così mi preparo e alle otto mi passa a prendere Silvia in macchinino, ci troviamo con le altre per fare aperitivo e poi andiamo a mangiare a ristorante tutte insieme. Una tipica serata solo tra di noi.
Siamo a tavola ormai da un po', Silvia e Fra stanno parlando della loro serie tv preferita così io Zoe e Fede ci alziamo e ne approfittiamo per uscire a fumare dall'entrata secondaria, per evitare che qualcuno che ci conosce possa vederci.
“Era da tanto che non uscivamo solo noi, mi mancava.” dice Fede mentre le passo l'accendino.
“Si davvero, ci voleva una serata solo tra noi senza dover andare in discoteca che alla fine ci perdiamo tutte” dico io.
Continuiamo a parlare delle nostre cose, spettegolando un po'.
Quando rientriamo, mi siedo fra Silvia e Fra che è a capotavola.
“Merda ma l'hai visto?”
“Si è sempre più bello porcatroia” le sento dire ma non capisco.
“Scusate ma di chi state parlando?!” gli chiedo perplessa
“Di quello strafigo del dj del Gallery, Mattia!” mi dice Fra. Subito non connetto le due cose così mi giro per vedere a che tavolo è seduto.
“Sono arrivati mentre voi eravate fuori, a quanto pare fanno la cena dello staff del Gallery” continua Silvia.
Non mi aveva detto che venivano qui, così quando i nostri sguardi si incrociano lei mi guarda senza essere vista dagli altri, mi fa l'occhiolino e io le sorrido.
Mi rigiro verso le mie amiche facendo finta di niente e ascolto io loro discorsi passivamente finendo la mia birra.
Mentre le altre prendono il dolce io ho urgente bisogno del bagno, la birra mi fa sempre venire la pipì. Così mi alzo e vado verso il bagno, dentro non c'è nessuno e io entro dentro a quello delle donne.
Una volta uscita però mi ritrovo Valentina appoggiata al lavandino.
“A quanto pare siamo destinate ad incontrarci nei bagni” mi dice, io le vado incontro, le metto le braccia intorno al collo e ci baciamo. E' passato meno che un giorno dal suo ultimo bacio e mi mancava come l'aria. Tutto di lei mi mancava.
“Non mi avevi detto che facevate qui la cena!” e la bacio di nuovo.
“Non sapevo neanch'io dove ci avrebbe portato Mirko. Comunque sei bellissima come al solito” mi dice guardandomi.
“Ma se ho semplicemente una maglietta e un paio di jeans!”
“Saresti bella pure come un saio se proprio lo vuoi sapere, sei o no la mia fidanzata? Mi piace troppo dirlo. Fidanzata” mi dice lei, sottolineando l'ultima parola. La guardo e ci mettiamo a ridere.
“Comunque con quel vestito capisco perchè tutti i miei compagni vorrebbero farlo con te” le dico ammirandola meglio. Ha un vestito corto nero, che le risalta le lunghe e perfette gambe con un paio di tacchi di pelle con le stringhe davanti.
“Sai come saremmo tutte e due più belle? Nel mio letto senza vestiti” mi dice nell'orecchio baciandomi poi il collo. Non abbiamo ancora parlato di sesso, certo in questi giorni non sarebbero di certo mancate le occasioni ma lei si è sempre trattenuta capendo che io non ero ancora pronta. Adesso non so, sono troppo presa da lei da riuscire veramente a respingerla, però ho comunque paura. Per me sarebbe qualcosa di nuovo ma vorrei farlo solo con lei, ed ho intenzione di farlo solo con lei.
“Scema.. Dopo venite al Kappa?” le chiedo.
“Probabilmente si, ti va di dormire da me stasera? Mi sei mancata oggi. Chiedi a Zoe se ti copre, ti prego”
Come faccio a dirle di no? Infondo anch'io non potrei trovare una scusa con me stessa per non andare.
“Ok, dopo glielo chiedo ma sicuramente lo farà, sai le piaci”
“Dille che mi dispiace ma sai io sto con la sua migliore amica, non sarebbe giusto nei tuoi confronti” mi dice ridendo.
“Che cretina, guarda che per me è importante avere il benestare di Zoe, se tu non le fossi piaciuta forse non saremmo qui ora, quindi dovresti ringraziarla!”
“Vabbè io bacio te così dopo la ringrazi tu da parte mia”
E' ancora appoggiata la lavandino, le mie braccia intorno al suo collo e le sue attorno alla sua vita. Ci baciamo lentamente e dolcemente, le nostre lingue si accarezzano come ormai sono abituate a fare.
Improvvisamente sento dietro di me dei colpi di tosse. Ci stacchiamo entrambe spaventate a morte.
“Cazzo Zoe mi hai fatto perdere 10 anni di vita!”
“Scusami ma Rebi le altre vorrebbero andare e si chiedevano se per caso tu fossi caduta nel water!”
“Si ok dai andiamo. Ah a proposito Valentina lei è Zoe, Zoe Valentina” le presento e Zoe è stranamente silenziosa.
“Comunque Zoe io e Vale ci chiedevamo se riuscissi a farci un favore, stasera andrei a dormire da lei, mi puoi coprire?” le chiedo con la faccia da cucciolo.
“Si si tranquilla Rebi!” l'abbraccio e le stampo un bacio sulla guancia.
“Sei fantastica, grazie”
“Grazie anche da parte mia!” le dice Valentina “Comunque ci vediamo dopo” mi dice baciandomi a stampo e uscendo dal bagno.
“Vedo che le cose vanno molto più che bene! Siamo già passati alle presentazioni!”
“Si chiama educazione Zoe eravate entrambe qui, dovevo far finta di niente!?”
“Sto scherzando stupida, sono felice se tu sei felice te l'ho detto!”
“Comunque hai già chiamato tua mamma?”
“No adesso lo faccio, comunque domani sera dormi da me così parliamo”
“Uh si così mi racconti tutto!”
Finita la chiamata con mia mamma usciamo dal bagno, paghiamo e ci avviamo tutte verso il Kappa che ovviamente di sabato sera è pieno.
Andiamo al bancone e ordino il mio solito Mojito.
Siamo sedute ad un tavolino fuori quando vedo arrivare Valentina con alcune sue college del Gallery. Nello stesso momento però sento qualcuno prendermi da dietro.
“Ciao bellezza!”
Mi giro per vedere in faccia chi mi sta parlando, avendo già riconosciuto la voce.
“Ehi ciao Dani!” mi allungo e gli do un bacio sulla guancia.
“E' da un po' che non ci vediamo? Tutto ok? La scuola?”
“Tutto apposto te? Non ti hanno ancora licenziato?”
“Ah simpatica, comunque no carina, sto anche quasi simpatico al capo!” ci mettiamo a ridere e mi offre un sorso del suo drink. Ovviamente Coca e Rum. Quanto odio il rum. Nello stesso istante in cui sto bevendo dal suo bicchiere esce dal locale Valentina e mi lancia il peggiore degli sguardi.
“Dai Dani sai che non riesco più bere il rum!” faccio finta di niente, dopo le spiegherò, non si può incazzare per questo.
“Scusami piccola ubriacona, non mi ricordavo che ne hai rimesso una bottiglia intera nella mia macchina! Te lo ricordi?!” ed entrambi ridiamo.
“Eh si bei tempi”
“Bei tempi perchè non l'hai dovuta pulire tu la macchina!”
“Che scemo che sei, come se tu non avessi mai vomitato!”
Continuiamo a parlare tranquillamente e io cerco di evitare il più possibile lo sguardo di Valentina.
Dopo due ore che siamo lì mi arriva un messaggio:
-Io sto andando a casa, vieni con me?
Riesco a capire che è incazzata già dal messaggio.
-Si ti raggiungo in macchina al parcheggio.
Vedo che lei si alza e saluta le sue amiche. Io faccio lo stesso con Fra, Silvia, Fede e Zoe e prima di andare via, saluto Daniele.
“Non sparire eh! Un giorno ci potremmo vedere”
“Si, ti mando un messaggio” e gli do un bacio sulla guancia andandomene.
Una volta salita in macchina aleggia il silenzio più totale.
“Ehi, che hai?” le chiedo incerta.
“Che ho? Stai scherzando?! Sei stata attaccata a quel ragazzo tutta sera!”
Senza pensarci mi metto a ridere.
“Rebi mi stai prendendo per il culo?”
“Sei veramente arrabbiata perchè ho parlato con Dani?”
“No tu non ci hai semplicemente parlato e questa cosa mi fa incazzare perchè se ci avessi solamente parlato non mi sarebbe neanche importato!” Si sta veramente alterando, lo sento dalla sua voce che è sempre più alta.
“Era il migliore amico di Marco! Perciò sì se mi va di abbracciarlo lo abbraccio, se mi va di stare tutta la sera con lui ci sto e sinceramente non ti permetto di dirmi niente. E' importante per me e io lo sono per lui, solo noi sappiamo cosa abbiamo perso!”
Cala il silenzio. Lei non sa cosa dirmi e io sono troppo infastidita.
Daniele è sempre stata una persona importante per me, è stato come un secondo fratello maggiore. Quando uscivo con Marco lui c'era sempre, a scherzare e farmi ridere.
“Vuoi sempre venire a dormire da me?”
“Certo..” mette in moto e ce ne andiamo.
Arrivate a casa sua, siamo sempre in silenzio. Lei è appoggiata al bancone di cucina. Io allora mi avvicino e la abbraccio da dietro.
“Mi dispiace se ti ha dato fastidio”
“Non sapevo fosse amico di Marco, mi dispiace, sono gelosa e non ci posso fare nulla”
La prendo per il bacino, la faccio girare e la bacio.
“Mi piace che tu sia gelosa” e sorrido con le mie labbra fa le sue.
Continuiamo a baciarci, lei mette la sua mano sotto la mia maglietta e mi viene la pelle d'oca.
“Dovremmo andare a letto” le dico.
“Hai sonno?”
“No Vale penso che dovremmo andare a letto”
Lei mi guarda capendo a cosa mi riferisco e mi bacia ancora.
Mi sento pronta e voglio farlo.
Voglio fare l'amore con lei.


NOTA AUTRICE: Ecco un nuovo capitolo, finalmente la storia di Valentina e Rebecca prende forma e iniziano veramente a tenerci l'una all'altra!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Siamo solo io e lei.

Le ho appena detto che voglio fare l'amore con lei. Voglio essere totalmente e completamente sua.

Mi prende per mano e mi porta in camera. Siamo ai piedi del letto, una difronte all'altra. Mi bacia dolcemente e inizia a tirarmi su la maglietta provocandomi i brividi al contatto delle sue mani con la mia pelle.

Sicura?” mi dice, io annuisco e lei mi tira definitivamente via la maglietta e la lascia cadere per terra, continua a baciarmi, scendendo sul collo, lasciando baci bagnati. Mi guarda e mi prende le mani per farsi slacciarle il vestito.

Una volta sfilato, lei resta in reggiseno e in un paio di mutande veramente striminzito.

Mi stende sul letto, slacciandomi i pantaloni e togliendomeli.
Continuiamo a baciarmi e sento le sue mani sul mio corpo.

Quando si avvicina all'elastico delle mie mutande, la sento staccarsi dalle mie labbra. Io apro gli occhi. Le sue dita sono sempre più vicino.

Non scordarti di respirare..” mi sussurra nell'orecchio.

E la sento dentro di me. Prima un dito e poi due. Si muove non staccando le nostre labbra. Mi morde il labbro e gemo, attirandola ancora più a me con una mano dietro al collo. 

Passiamo tutta la notte insieme ed è la cosa migliore di tutte.



Mi sveglio con la luce del sole che entra dagli scuri, sono girata sul fianco destro, sento un paio di braccia che mi circondano e mi tengono stretta.

Ehi sei sveglia” sento sussurrarmi nell'orecchio. Così mi giro per guardarla in faccia e le do un bacio veloce sulle labbra.

Da quanto sei sveglia?” le chiedo.

Boh un po', mi volevo riaddormentare ma poi ti ho visto e non sono riuscita a richiudere gli occhi.”

O mio dio, Valentina Manfredi non ti facevo così romantica” le dico ridendo.

Non sono romantica!” mi prende girandosi per mettersi sopra di me “Sei tu che sei stupenda!” mi dice baciandomi.

Si alza e io noto un tatuaggio sul fianco sinistro. E' un geco con la lettera L tatuata alla fine della coda.

E quello?” le chiedo. Spero veramente che non sia l'iniziale di un suo ex fidanzato perchè non la faccio così stupida ma tremo al pensiero.

E' un tatuaggio..”

Grazie capitan ovvio, chiedevo il significato...” la guardo da sotto le coperte mentre lei si veste.

Nessuno, è il primo tatuaggio che mi sono fatta, avevo 16 anni e devo dire che non ero del tutto sobria.” mi risponde lei legandosi i capelli in una coda.

Ma la L?”

Ma come siamo curiose stamattina!” si allunga sul letto per darmi un altro bacio.

Poi si alza e se ne va in cucina senza dire niente. Io resto per un po' in silenzio nel suo letto con il suo profumo ancora addosso.

Rebi vieni, c'è il caffè!” mi dice lei alzando la voce dall'altra stanza per farmi sentire.

Così mi risveglio dai miei pensieri, mi rimetto i vestiti di ieri sera che trovo tutti sparsi per la camera e la raggiungo in cucina.

E' bellissima anche con i capelli scombinati ed una tuta.

Credo di aver ritrovato quella felicità che avevo perso e che pensavo di non poter più vivere.



Quando mi riaccompagna a casa, ci scambiamo un lungo bacio.

Sono stata bene, te l'ho detto?” le dico sussurando tra le sue labbra.

No ma avevo già intuito qualcosa dai gemiti di stanotte!” mi dice ridendo.

Scema!” e ci baciamo.

Una volta entrata in casa saluto i miei e mi fiondo in camera. Non faccio in tempo a chiudere la porta che Nicolò, mio fratello entra dentro alla camera.

Rebi che hai fatto?” mi chiede sedendosi sul mio letto.

In che senso?” gli chiedo. Lui allora sorride.

Ieri sera..”

Sono stata al Kappa con le altre e poi sono andata a dormire da Zoe. Perchè? qual'è il problema?” gli chiedo indispettita.

Rebi non mi freghi, con chi sei stata veramente ieri sera?” mi chiede continuando a sorridere.

Nico ma cos'è un interrogatorio? E poi come fai a sapere che non ho dormito da Zoe?!”

Perchè ti conosco cara sorellina! Quindi chi è?”

Io e Nico siamo sempre stati molto uniti, lui è sempre stato il fratello più protettivo che potesse esistere sia con me sia con Giulia, nostra sorella piccola. Parliamo di tutto e dovevo aspettarmi che si accorgesse di qualcosa.

Una persona” ho paura a parlargli di Valentina, sicuramente lui la conosce e ho paura che anche lui possa giudicare tutto troppo in fretta.

Grazie, dell'indizio molto specifico! Dai Rebi mi hai sempre detto tutto!”

Ehm, non è facile, cioè lo è... è una ragazza”

Lui mi fissa in silenzio.

Ti piacciono le ragazze?” l'unica cosa che riesce a chiedermi.

No... cioè si, mi piace lei, tanto anche” gli dico.

Guarda Rebi che lo sai che io non ho problemi, ci sono rimasto male perchè non credevo che ti potessero piacere anche le ragazze... Comunque, chi è?”

E' la barista del Gallery, Valentina” gli dico quasi incerta.

La sua espressione cambia completamente.

Ah...” e rimane veramente senza parole.

Nico lo so cosa stai pensando”

Rebi, sono preoccupato per te e basta, la conosco e non è una da storie serie, ho paura che tu ti possa far solo del male”

Ma non è così! Con me lei è diversa”

Lui mi guarda arrabbiato.

Lo dicono tutte Rebi, sai quante ragazze conosco che si sono innamorate di lei lì e poi sono state lasciate perchè lei si era stancata di loro?”

Credevo che almeno tu mi avresti capito!” ora anch'io sono arrabbiata.

Rebi ma lo capisci che io penso solo al tuo bene?! E lei non credo possa farti bene, anzi”

Ma io non sono il suo giocattolo nuovo!”

Si che lo sei Rebi, cazzo apri gli occhi!”

Se non ti va bene puoi uscire dalla mia stanza, non ho intenzione di discutere con te su questo, te l'ho detto perchè mi fido di te e non pensavo che avresti reagito così”

Quindi hai intenzione di continuare a vederla?!”

Certo!” alzo la voce perchè mi sento offesa, ho veramente paura di farmi male con lei ma non voglio nemmeno perderla.

Ok, allora la voglio incontrare, se non me lo fai tu vado direttamente al Gallery io sabato prossimo, scegli...”

Non mi aspettavo che mi dicesse così, ma so già cosa le vuole dire.

Va bene, ma dopo non mi potrai dire più niente, io continuerò a vederla che a te piaccia o no!” Sono arrabbiata perchè non mi aspettavo questa sua reazione, lo so che ci tiene a me ma non rinuncerò a Valentina solo perchè lui non si fida.

Appena esce dalla stanza io crollo in un pianto e sfogo tutto il mio dispiacere. Alla fine decido di scrivere a Valentina.

-Ehi Vale, ho raccontato tutto a mio fratello, vuole parlare con te...

Le scrivo e poco dopo ricevo la sua risposta.

-Tutto a posto? Per me va bene. L'ha presa così male?

-Non ne è entusiasta, diciamo così.

Non c'è nemmeno bisogno di scriverle il perchè, penso che l'abbia capito. Non è facile per nessuna delle due ma credo proprio che quando smetteremo di nasconderci sarà ancora più dura.

-Fra 2 ore al Parco va bene?

-Si perfetto, mi manchi.

Non ce l'ho fatta a trattenermi, lo deve sapere.

-Anche tu!

Dopo essermi svegliata fra le sue braccia penso che questa sia la seconda che più mi ha fatto felice oggi. 

NOTA AUTRICE: Sono più in ritardo del solito, perdono!

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Sono in macchina con Nico e stiamo andando al Parco, dove tra l'altro ho detto anche a Zoe di incontrarci così dopo verrà a dormire a casa mia.

Nico è tutto il pomeriggio che non professa parola, sta in silenzio e mi fissa. Non riesco a capire cosa possa pensare, mi dispiace che lui non si fidi di me, ma gli voglio dimostrare che Valentina non mi sta prendendo per il culo.

Almeno credo...

Una volta arrivati, Valentina non c'è ancora ma vedo Zoe a sedere sugli scalini. Mi saluta e saluta anche Nico. Non le ho ancora spiegato la situazione ma capisce che qualcosa tra me e lui non va.

Da lontano vedo arrivare Valentina così Zoe mi prende per mano e capisce la mia tensione.

Ehi ciao” mi dice Valentina dandomi un bacio sulla guancia notando l'espressione di mio fratello.

Scusa se ti ho messo in questa posizione, ma sarebbe comunque venuto lui da te” le sussurro all'orecchio. Lei mi guarda facendomi capire che è tutto ok.

Ciao Nicolò” lei gli dice.

Valentina” risponde lui distaccato.

Scusate ma voi due quanto bene vi conoscete?” non capisco più a che punto siamo, mio fratello mi aveva detto di conoscerla, ma non pensavo così bene, pensavo solo di vista. Non avevo realizzato che hanno la stessa età e potrebbero aver frequentato la stessa compagnia.

Diciamo abbastanza bene, so che razza di stronza è..” risponde Nicolò.

Perchè non me l'hai detto che la conoscevi bene?” chiedo a mio fratello.

Lui e Valentina si guardano.

L'hai voluto tu.” gli dice lei. Io rimango impassibile davanti a loro due.

Avete avuto una storia?” chiedo.

Macchè storia!” mi dice lui quasi schifato.

Ti ricordi Silvia?” mi chiede Nico. “Si perchè? Cosa centra?” rispondo.

Secondo te perchè l'ho lasciata?” Valentina. “Lei ci ha provato fino alla morte, quando ci è riuscita se l'è portata a letto facendole credere chissà cosa e poi il giorno dopo l'ha scaricata, dicendole che lei voleva solo quello e nulla di più, sai il gioco nuovo l'aveva già stancata!” finisce di dire Nico.

E' vero?” chiedo girandomi verso Valentina.

Sì, cioè... sì è vero”. Mi dice lei, facendo spallucce come se niente fosse.

Resto spiazzata. Pensavo di riuscire a superare qualunque cosa mio fratello le avesse detto ma questa mi ha buttato giù, non mi ha demoralizzato tanto quello che ha fatto ma la semplicità con cui ha ammesso la cosa, senza un minimo di rimorso negli occhi, senza provare a spiegare. Così come se nulla fosse.

Possiamo andare?” chiedo a mio fratello, tenendo la mano di Zoe.

Aspetta Rebi possiamo parlare?” mi chiede Valentina mettendomi una mano sul braccio.

Mio fratello mi guarda diffidente e io gli dico di aspettarmi in macchina. Così lui e Zoe si avviano e mi lasciano da sola con Valentina.

Rebi veramente, credimi, io ci tengo a te”

Ho le lacrime agli occhi. Non so cosa fare, mi sento impotente, non riesco a parlare.

Ehi ti prego non piangere” mi dice lei avvicinandosi e io di scatto indietreggio.

Valentina se mi stai prendendo per il culo dimmelo ora, te ne prego, dimmi la verità. Dimmelo così io entrerò in quella macchina e farò come se nulla fosse successo”

No Rebi non ti sto prendendo per il culo. Te l'ho detto, ho fatto delle cose non troppo giuste nella mia vita, ma credimi, io ci tengo a te!”

Sai qual'è il problema? Io non mi fido, non mi fido di te. Hai ammesso quella cosa con una leggerezza che mi ha lasciato spiazzata..”

Volevi che mentissi? Ti ho detto la verità, che cos'altro dovevo fare?”

Non so, forse non dirlo come fosse stata la cosa più semplice del mondo?”

La prossima volta se vuoi mi metto in ginocchio e chiedo perdono al Padre Eterno!” mi dice alzando la voce. Non reggo più, mi volto per andarmene.

Lei mi prende e mi gira verso di lei. “Non fare la bambina e parlami!”

Spiegami come si fa a parlare con te!? Un minuto prima sembri la persona più tranquilla del mondo e il minuto dopo sei la più grossa stronza che io abbia mai incontrato!”

Rebi, cazzo, secondo te starei qui a discutere se non ci tenessi? Non mi sarei neanche presentata a parlare con tuo fratello se fosse stato quello il mio obbiettivo! Cazzo ci tengo a te! Quante altre volte te lo devo dire?!”

Resto in silenzio, non so se crederle o no. Non ho idea di cosa dovrei fare ora. Se me ne vado probabilmente la perdo e se resto sono sicura che prima o poi me ne pentirei.

Te l'avevo detto che non sarebbe stato facile! Però tu che fai? Abbandoni così al primo ostacolo?”

Io non sto abbandonando...” le dico con i lacrimoni.

Invece a me pare proprio di si!”

Credi quello che vuoi! Io ora me ne vado”

Brava! Mi meraviglio più di me stessa che mi sono fatta prendere da una bambina! Perchè Rebi sei questo: una bambina!” la sento alzare la voce dietro di me.

Ah scusa tu invece sei la donna matura!” le dico, le lacrime sono passate; solo rabbia, tanta rabbia.

Almeno io sono qui per te! Sto cercando di dimostrarti che ci tengo, tu invece che fai? Scappi...”

Lo vuoi capire che non so che cazzo fare? Lo capisci che anch'io ci tengo e ho paura di tornare a stare male?” le dico avvicinandomi.

Rebi io non sono Marco! Sono qui con te e ci voglio restare.”

Non lo nominare!” il suo nome mi da alla testa, mi da fastidio che si sia paragonata a lui.

Lei resta, in silenzio, si avvicina e senza lasciarmi possibilità mi abbraccia. Mi tiene stretta a lei, il suo profumo mi invade e mi tiene legata a lei.

Non te ne andare” mi sussurra all'orecchio.

Come non avessi sentito la sua preghiera mi stacco da lei e mi avvio verso la macchina. Salgo dietro, abbraccio Zoe e mi metto a piangere. Lei mi tiene fra le sue braccia, cercando di asciugarmi le lacrime; mio fratello non dice niente, mette in moto la macchina e partiamo.

Quando alzo lo sguardo lo vedo. Conoscendolo avrei detto che avesse la faccia da “Te l'avevo detto” e invece lo vedo dispiaciuto, capisco che si sente in colpa e che non aveva realizzato che a Valentina ci tenessi così tanto.

Ormai però quello che è fatto è fatto.

L'ho lasciata lì, dopo che mi aveva chiesto di restare. Non sono riuscita neanche a guardarla in faccia, non sarei riuscita ad andarmene altrimenti. Ho preso la mia decisione e ovviamente sono piena di rimorsi. La vecchia me avrebbe scelto diversamente ma la nuova me ha imparato a mettere se stessa al primo posto e a proteggersi da tutto ciò che può darle dolore.

Sono consapevole che questa non può essere vita, ma finché mi tiene a galla l'accetto così com'è.



NOTA AUTRICE: Purtroppo la scuola mi ha tenuto un po' occupata, ditemi cosa ne pensate di come si sta evolvendo la storia!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Sono passati 4 giorni ormai, Valentina mia ha tempestato di telefonate e di messaggi sempre con lo stesso contenuto:

-Rebi ci tengo a te!

-Cazzo rebi rispondi, mi manchi.

-Non puoi buttare tutto nel cesso, ti prego vediamoci.

Non sono mai riuscita a rispondere a nessuno di questi. Le telefonate poi le ho evitate proprio e tutte le volte faccio partire la segreteria.

Nicolò subito dopo essere tornati a casa domenica mi ha chiesto scusa, ma ho capito che lo faceva solo per il mio bene. E' strano come vadano certe volte le cose. Domenica mattina ero pronta a lottare come un leone per Valentina, ma dopo il confronto con mio fratello non ho idea di cosa mi sia scattato in testa e non riuscivo più a vederla con gli stessi occhi. Avevo e ho ancora una paura fottuta di bruciarmi e questo mi porta a evitarla. Forse se mi scordo di lei smetterò di stare così male, infondo siamo state insieme solo una settimana e in una settimana non puoi costruire qualcosa di importante. Certo come posso stare male per una persona che conosco da così poco? Mi sono convinta che prima o poi passerà e quando succederà riuscirò a tornare alla mia solita vita.

La prossima settimana parto e vado in gita con la scuola, penso sia un'ottima occasione per staccare il cervello e cercare di dimenticarla.

Sento il telefono vibrare sul comodino, lo prendo e lo sblocco, anche se ho già capito che è Zoe.

-Sono alla Kappa, c'è lei, mi ha fermato per parlare e sinceramente credo che non ti stia prendendo per il culo. Una persona che non ci tiene non fa così! Vieni qua a parlarci Rebi.

Fisso il telefono per un tempo indeterminato. Sono una contraddizione vivente, 5 minuti fa ho detto che la voglio dimenticare e adesso voglio correre da lei, anzi non riesco a non andare da lei.

Basta, sono solo una cretina. Come faccio anche solo ad aver pensato di buttare all'aria tutto. Ci tengo troppo. E sono una deficiente. Io la voglio.

Per arrivare al Kappa ho rischiato la vita 3 o 4 volte ma non mi importa. Sono qui per lei. Solo per vederla e dirle che sono stata stupida.

-Rebi!-

sento mentre mi sto togliendo il casco.

-Rebi finalmente sei venuta! Ora mi ascolti!- già dal tono della voce capisco che è ubriaca, mi giro e la vedo con un bicchiere in mano. Siamo nel parcheggio e nessuno ci può vedere perciò mi avvicino e l'abbraccio.

-Vale cosa ci fai qua da sola? E quanto cavolo hai bevuto!?-

-Ti stavo aspettando!- mi dice con una voce un po' più alta del normale.

-Ora tu mi devi ascoltare...-

-Vale lo so..- le dico guardandola.

-No non sai niente! Cazzo io ci tengo a te, sarò anche un po' ubriaca ma voglio te!-

-Anch'io voglio te- le dico accarezzandole una guancia.

-No tu non capisci! Io voglio te! Non puoi non credermi! In vino veritas!-

Mi metto a ridere e la bacio. La bacio come non ho mai fatto, come se tutto dovesse dipendere da quello. Lei non si tiene in piedi e mentre la bacio la sorreggo.

-Dimmi che non mi stai lasciando, giuro che faccio un casino!- mi dice lei e io le sorrido.

-Scema sei talmente ubriaca che non ti rendi conto che ti ho appena detto che anch'io voglio te!- e mentre continuo a ridere le stampo un altro bacio.

-Forse ho esagerato con l'alcol, ma Rebi non farei mai nulla per farti del male te lo giuro!- mi dice accarezzandomi la guancia e baciandomi ancora e ancora.

-Quindi è vero...- sento una voce alle mie spalle.

Mentre mi giro mi rendo conto che è Silvia. D'istinto mi allontano da Vale che fatica ancora a reggersi in piedi da sola.

-Ehm Silvia...-

-Stai scherzando? Con lei lì?!-

-Silvia ascoltami...-

-Cosa sei lesbica adesso?- mi chiede ironica.

-No, cioè non lo so!-

-Cosa non sai? Rebi dimmi che non ti sei messa con lei!- sta quasi urlando e mentre lo fa indica Vale.

-Ehi ragazzina calmiamoci!- dice Vale con un tono grave.

-Tu stai zitta.-

Vedo Valentina che le va incontro, con pessime intenzioni. Così la prendo per i fianchi e la fermo.

-Vale ti prego...- così lei si gira e mi guarda in faccia e mi bacia davanti a Silvia.

-Oh dai ti prego.- la sento dire. Così mi stacco da Valentina e la allontano quanto basta per parlare con Silvia.

-Silvia, non mi interessa quello che pensi di lei, non mi interessano tutte le voci sul suo conto. Io sto con lei, cazzo non è un mostro! E si forse sono lesbica o bisessule, quindi? Mi vuoi mettere in croce? Non ti facevo così retrograda!-

La guardo e il suo sguardo dice tutto quello che non mi sarei mai aspettata: dispiacere.

-Mi conosci così poco Rebi? Non mi importa che tu sia etero, lesbica, bisessuale o qualcos'altro! Sai cosa mi importa invece?- la guardo e non so cosa dirle.

-Tu mi importi Rebi! Mi importa della mia migliore amica. Mi importa di quello che pensa, mi importa di aiutarla quando è in difficoltà. Tu mi importi! Cazzo abbiamo raccolto i tuoi pezzi e ti abbiamo ricostruita! Sai, quando ho sentito la voce su voi due mi sono detta: No Rebi non può essere così stupida, la mia migliore amica non può essere così stupida da mettersi con l'unica persona che quasi sicuramente la ferirà e la spezzerà ancora! E sai cosa, se questo succederà io sarò ancora lì al tuo fianco perchè ti voglio bene. Non importa quante cazzate tu possa fare, io sarò sempre lì. Ma permettimi di essere incazzata e lo sono perchè ti voglio bene! Io sono qui, incazzata, perchè a te ci tengo.-

-Anch'io ti voglio bene...- sussurro mentre continuo a tenere la mia mano in quella di Valentina-

-Però non metterò fine a questa storia. Sono felice, lei mi rende felice. E sai chi è stata l'ultima persona che mi ha reso così felice? Marco. E probabilmente hai ragione tu- sento Vale che mi stringe la mano- però ci voglio provare. Posso sembrare masochista ma almeno mi sarò data un'occasione, un'occasione per tornare ad essere felice. Un'occasione per non continuare a vivere nel buio.-

Silvia mi guarda e resta in silenzio.

-Posso abbracciarti?- le chiedo insicura. Lei annuisce, così stacco la mia mano da quella di Valentina e la stringo per farle capire quanto lei sia importante per me.

-Ti giuro che se le fai del male io ti vengo a cercare e ti spezzo.- dice Silvia rivolta a Valentina appena ci stacchiamo dall'abbraccio.

-Farò del mio meglio...-

Guardo Silvia che mi abbraccia ancora una volta e se ne va. Ci sarà tempo per parlare. Le devo raccontare tante cose.

Mi giro verso Valentina che sembra un po' più presente. Lei mi prende, mi avvicina a lei e mi bacia. Quando ci stacchiamo appoggio la mia testa nell'incavo del suo collo e sento il suo cuore battere.

-Hai combattuto.. per me.- mi dice.

-Sai poco prima di rendermi conto che era una tua amica mi è sembrato di toccare il cielo con un dito ma poi quando l'ho vista mi sono sentita ricadere all'inferno. Ti ho guardata e per un secondo ho dubitato di te, pensavo che questa sarebbe stata la fotocopia dell'incontro con tuo fratello e che tu mi avresti lasciata di nuovo qui a guardarti andare via. Invece tu hai combattuto.-

Le do un soffice bacio sul collo.

-Credo di amarti.- mi sussurra e il mio cuore comincia a battere all'impazzata.

-Anch'io-



N. A.: scusate per il colossale tempo passato dall'ultimo aggiornamento! Ringrazio chi continua a seguire la storia! Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate della storia! :)

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