Hora

di _SANGRE_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Rinascita ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Arma e Allenamento ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Arma ideale ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Potere oscuro ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Capitolo 0: L’inizio

Il mio nome è Riu, e vorrei raccontarvi la mia avventura;

Sembrerà strano, ma tutto ebbe inizio così:

Era una fredda giornata di inverno nel mio paese di nome Kadmus, uno dei tanti paesi nel

continente di Hora, forse è il più piccolo paese esistente, ma dato che non sono un viaggiatore non posso dirlo con certezza.

Dopo che il gallo cantò il suo inno di buongiorno mi alzai dal letto per andare alla fontana al centro del villaggio per lavarmi la faccia come ogni mattina.

Raggiunta la fontana iniziai a lavarmi le mani, l'acqua era limpida, così limpida che riuscivo a vedere il mio riflesso: Il mio viso era tempestato di puntini neri, segno che la barba iniziava a crescere, "sto diventando un uomo" pensai sorridendo.

Mi lavai energicamente la faccia, ero ancora stanco dalla giornata passata, si notava dai contorni neri intorno ai miei sottili occhi verdi e anche da alcune rughe che mi coprivano la fronte alta, meno male che i miei capelli biondi erano abbastanza lunghi da coprire il tutto.

Restai qualche attimo ad osservare il mio viso ancora umido riflesso nell'acqua, avevo ancora il naso e il mento sporchi di terra quindi mi lavai nuovamente << non è stata una buona idea andare nel bosco di notte, guarda come ti sei conciato. >> dissi tra me e me.

Dopo essermi pulito per bene ed asciugato, mi diressi come ogni mattina verso la prateria;

dovevo attraversare tutto il villaggio, ma ne valeva la pena.

Non feci in tempo a spostarmi dalla fontana che mia madre mi corse dietro e mi abbracciò << Buon Compleanno Riu, hai già compiuto 17 anni; ancora un anno e potrai andare dove vorrai; Non sei contento? >> disse mentre scioglieva l'abbraccio e mi guardava con i suoi occhi di ghiaccio; << Si mamma, grazie. Hai ragione, ancora un anno e potrò andare ad esplorare tutta Hora come ho sempre voluto fare, ma per il momento mi accontenterei di fare una visita alla prateria fuori dal villaggio se non hai bisogno di me >>, mia madre mi guardò scrollando le spalle e acconsentì << Va bene, per oggi puoi fare a meno di lavorare al campo ma la signora Berta, quella con i tre nipotini, ha detto che nei giorno scorsi mentre era nel bosco a raccogliere i melograni nel frutteto ha sentito degli stani rumori; ora dice che non li sente più ma per sicurezza vorrei che ti portassi dietro la lancia di tuo padre, a lui non servirà oggi >> si girò di scatto frustandomi il viso con la sua chioma bruna che gli arrivava fino al bacino, si stava dirigendo alla capanna per prendere la lancia quando la fermai << Mamma non si vedono animali feroci da anni ormai, gli unici animali sono i cervi che mangiamo e non mi sembrano aggressivi, lo sai che la signora Berta racconta sempre le storie ai bambini per tenerli buoni, se lo sarà immaginato >> dissi mentre mia madre si girò a guardarmi, scrollò nuovamente le spalle e nuovamente acconsentì << come preferisci, ma se senti qualcosa di strano torna subito a casa capito?  >>, annuii e la salutai con la mano dopo di che mi incamminai.

Il villaggio, era sempre in movimento, c'era chi andava a caccia con archi e lance, chi correva alla forgia, chi si dirigeva al pozzo per raccogliere l'acqua, chi andava al tempio per pregare in una buona raccolta per l'estate e chi invece andava a coltivare il grano nel proprio campo poco distante dalla prateria dove mi stavo dirigendo io.

Continuai a camminare, osservando la gente che correva in continuazione; il mastro armaiolo mi salutò sollevando sulla testa la pinza rovente <> mi urlò, ma rifiutai dicendo che avevo altro da fare. Quando non avevo nulla da fare stavo da lui e lo guardavo lavorare, ma questa è la prima volta che mi chiede se voglio costruire qualcosa, non l'aveva mai fatto perché se mi fossi fatto male mia madre l'avrebbe impalato con le lance che lui stesso costruisce e quando mia madre dice qualcosa quella è e quella rimane. Salutai molta gente, nel villaggio ci conoscevamo tutti e la maggior parte mi fecero gli auguri e mi chiesero se volessi imparare qualcosa, ma non ne avevo nessuna voglia, non oggi.

Raggiunta la prateria mi fermai a contemplare la sua bellezza: Era una grandissima distesa verde coperta di fiori bianchi, quasi volessero prendere il posto della neve, gli alberi erano completamente spogli, tranne qualche pino che dava un tocco di vita insieme ai fiori a quel freddo inverno;

Le montagne innevate erano stupende, il sole stava ancora sorgendo e le inondava di un chiaro color rosa, era uno spettacolo mozza fiato.

Tutto il villaggio era circondato da questo spettacolo, l'unica cosa che dal villaggio non si riusciva a vedere era un piccolo fiume che divideva la prateria.

Quel fiume aveva il nome di Serpente luminoso, infatti lo sembrava sul serio, aveva la forma di un serpente con quel suo letto ondulato, e sia con i raggi del sole che con i raggi della luna, quel fiume si illuminava completamente dando luce a tutta la prateria come se il fiume stesso non fosse composto da semplice acqua ma bensì da tanti cristalli che riflettevano i raggi, anche quello era un grande spettacolo perché tutto il letto del fiume era circondato dagli agrifogli che, con le loro bacche rosse, regalavano al fiume un tocco di pura magia, chiunque si fermasse a contemplare quello splendido fiume non poteva far altro che rimanerne incantato.

Dato che non avevo altro da fare, mi avvicinai al fiume, c'era una tranquillità incredibile, la brezza che scivolava fra i fiori e le piante e che mi accarezzava la pelle con quel suo tocco gelido mi dava un senso di benessere, ero felice di essere li, era l'unico posto dove una persona si poteva rifugiare per stare in tranquillità, lontano da tutto il trambusto che c'era nel villaggio.

Mentre mi accingevo nel lanciare alcuni sassi nel fiume ecco che dal bosco udii una donna urlare << AIUTO!! AIUTATEMI, PER FAVORE!! >>

Sorpreso da quell'improvviso urlo, corsi verso la voce della donna il più velocemente possibile, quando vidi Berta spuntare da dietro una serie di pini e corrermi incontro.

Era una donna anziana, poverina, correva con le braccia alzate cercando di coprire la testa coperta da corti capelli bianchi, << RAGAZZINO SCAPPA!! SCAPPA!! >> urlò continuando a correre verso di me ormai quasi completamente esausta, << RIU SCAPPA, IL BUFALO SI È INFEROCITO!! >>, appena terminò la frase ecco che spuntò dalla boscaglia un enorme bufalo con la testa chinata verso il basso, pronto a caricare chiunque si fosse messo in mezzo con le sue enormi corna curvate.

Era davvero enorme, un gigantesco bufalo con un pelo lungo e nero come la pece che correva nella mia direzione seguendo la donna; Non potevo semplicemente scappare, la donna non era veloce e l'animale la stava raggiungendo.

Senza indugio cercai il primo sasso a portata di mano, lo raccolsi e lo lanciai in testa al bufalo, non era molto lontano quindi riuscii a colpirlo, ma il bufalo quasi non sembrò accorgersene, era troppo impegnato nell'inseguimento;

Ebbi un'altra idea, certo era stupida, ma non potevo star li a guardare il bufalo mentre cercava di caricare la donna; raccolsi un bastone, e prendendo tutto il coraggio che avevo, cosciente del rischio che avrei corso, andai incontro al bufalo urlando con tutto il fiato che avevo in gola per attirare la sua attenzione.

Ci riuscii, il bufalo si accorse di me, lasciò perdere la donna e iniziò a inseguirmi; "bene" pensai "e ora che faccio? Se avessi avuto la lancia di papà forse sarei riuscito a difendermi".

Iniziai a correre molto velocemente in cerca di un riparo, ma fui sciocco a pensare di poter seminare l'animale, stava per raggiungermi e avevo poco tempo "ecco, il fiume... forse se mi butto li dentro il bufalo smetterà di inseguirmi", decisi di provare d'altronde era l'unica soluzione, di sicuro non potevo correre verso il villaggio, c'erano i bambini che giocavano e gli anziani che nutrivano le galline.

Quindi continuai a correre verso il fiume, mancava pochissimo quando accadde l'imprevedibile: inciampai in una buca scavata da qualche animale.

Non ebbi tempo di capire ciò che accadde, fu tutto molto rapido;

Caddi a terra sbattendo il viso sul terreno umido e morbido ma l'impatto bastò per rompermi il labbro e far fuoriuscire un rivolo di sangue, mi alzai velocemente ignorando il dolore al viso e alle ginocchia e guardai la signora che allo stesso tempo mi fissava con un espressione di orrore, dopodiché sentii un forte colpo alla schiena, il bufalo mi aveva colpito; riuscii a vedere il prato e i fiori che mi scorrevano sotto i piedi e un macigno a cui mi stavo avvicinando molto velocemente e poi... il buio totale.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Rinascita ***


Capitolo 1: Rinascita

 

Aprii improvvisamente gli occhi e d'istinto mi coprii il viso per ripararmi dalla furia di quel bufalo nero, ma non accadde nulla.

Quando capii che non c'era nessun bufalo mi guardai intorno, era tutto bianco, era come se fossi circondato completamente da nuvole.

Mi accorsi di essere sdraiato per terra e sentivo dolori ovunque; cercai di capire dov'ero guardandomi intorno in cerca di qualche punto che potesse per lo meno

farmi capire in che posto mi trovavo ma nulla, non c'era nessun punto di riferimento, nulla che mi aiutasse a capire.

Mi misi seduto, nel farlo notai che non indossavo più gli stracci che mettevo di solito per lavorare o per fare le mie scampagnate nella prateria di Kadmus, bensì indossavo una tunica anch'essa completamente bianca << Che fantasia, è tutto bianco qua... che sogno strano >> dissi con un filo di voce.

Una voce profonda interruppe i miei pensieri << Non è un sogno ragazzo, sei morto per colpa di quell'animale, nel tentativo di salvare la donna. >>

<< Chi sei? >> chiesi <>.

<< Un sogno? >> ripeté la voce << credi a ciò che vuoi ragazzo, ma la verità è questa, se non mi credi, guarda tu stesso.... abbassa lo sguardo >>

Feci come disse la voce e ciò che vidi non fu gradevole, anzi fu molto impressionante: vidi una distesa enorme di terra circondata da acqua, in alcune zone questa terra era di colore bianco, verde e grigio; non volli credere a ciò che vedevo ma per intuito capii che ciò che stavo guardando erano i paesi del continente di Hora e, infatti, al centro di quella piattaforma colorata vidi il mio paese: Kadmus.

In effetti era davvero il paese più piccolo, da quassù si vedeva bene la differenza.

Riconobbi le montagne che circondavano il paese, la foresta spoglia, il grande villaggio con il tempio sacro dedicato a Zinta l'angelo dei lavoratori;

Notai subito che qualcosa non andava, dove si trovavano i cittadini? Ovunque guardassi negli altri paesi si notavano bene dei puntini in movimento;

Improvvisamente l'immagine di tutta Hora si espanse sotto i miei occhi e Kadmus diventò sempre più grande finché li vidi, stavano correndo verso il Serpente luminoso già circondato da molte persone.

Vicino al fiume... c'era il mio corpo, immerso in una pozza di sangue e vicino a me vidi il grande bufalo nero che pochi istanti prima mi colpì alla schiena, anch'esso era coperto di sangue con una lancia incastrata nel costato.

Le persone parlavano tra di loro e interrogavano una donna anziana, era la donna che cercai di salvare: << Cosa è successo donna?! >> chiese un uomo scuotendola dalle spalle: mio padre e dietro di lui, mia madre che cercava di calmarlo << Dimmi cosa diamine è successo! >>.

La donna piangeva e raccontò l'accaduto: << Il ragazzo cercò di salvarmi dal bufalo, ma inciampò e il bufalo lo ha colpito alla schiena facendolo scontrare contro il masso >> la donna continuò a raccontare ai cittadini tutto l'accaduto << Io ve lo avevo detto che c'era qualcosa nei boschi ma non mi avete creduto >> disse continuando a piangere;

Le orecchie iniziarono a fischiarmi molto forte e la vista si appannò procurandomi spaventose vertigini, capii che stavo per svenire e mi misi seduto, "è reale? no, è impossibile".

<< Come può essere? >> domandai coprendomi le orecchie che fischiavano sempre più forte << Dimmi, tu chi sei? e dove mi trovo? >>

La voce iniziò a parlare coprendo quasi completamente il fastidioso sibilo << Mi chiamo Raxius e sono il padrone di questo posto, sono il padrone della città degli angeli, e tu ora sei dentro di essa... ora tu sei uno di noi >>.

<< Mi prendi in giro? >> chiesi con voce tremante << come può esistere un posto del genere? >> ero sempre più agitato, non volevo credere a ciò che mi stava capitando, era impossibile!

<< Non ti prendo in giro, tu sei uno dei prescelti Riu, ti ho fatto venire qua per addestrarti, ti osservo da tempo, questo mondo ha bisogno di coraggio e tu sei la persona più adatta al compito, uno come te senza paura e senza timore che ha sacrificato la propria vita per una donna sconosciuta... >> ci fu un momento di pausa, poi continuò << ...dimmi: qualcun'altro avrebbe fatto la tua stessa azione?? certo che no, il mondo è sempre più codardo, in preda a paure del tutto infondate e che lascia la carne della propria carne in balia del proprio destino senza preoccuparsene, tu sarai il nuovo angelo protettore dei più deboli, tu sei il CORAGGIO! >>.

Un brivido mi passò lungo la schiena, tutto ciò che mi disse provocò in me una reazione di paura, nessuno mi aveva mai fatto un discorso così, “era forse un tono di fiducia quello che sentii poco fa?”;

<< Un angelo? io? un semplice ragazzo? Cosa ho di speciale? esistono migliaia di persone più intelligenti di me e con più coraggio probabilmente. >> dissi perplesso;

<< Hai avuto bisogno di studiare per salvare quella donna? il tuo gesto non ha nulla a che vedere con l'intelligenza, è stato solo puro istinto, tu hai salvato una donna con tre nipoti piccoli, se non avessi fatto ciò che hai fatto che ne sarebbe stato dei tre bambini?! >> chiese ad alta voce, sembrava quasi nervoso e mi fece venire un altro brivido;

Non ero sicuro che fosse tutto vero, ma ora ero li e non mi restava altro da fare se non dar retta alla voce.

<< Va bene, diciamo che ti credo... ora che succede? >> domandai;

<< Ora entrerai nella vera città dove incontrerai Sally, sarà lei ad addestrarti, fai attenzione però, è una brava guerriera e non gli piacciono i perditempo. >> rise << Buona fortuna ragazzo, ci sentiremo quando avrò bisogno di te. >>

<< come faccio ad entrare nella città? è tutto bianco qua dentro, non c'è una porta!! >> urlai, ma non ricevetti risposta.

Udii un rumore che proveniva da dietro di me, mi girai e vidi una porta che prima ero sicuro che non ci fosse, essa si spalancò emettendo un bagliore accecante che mi costrinse a coprirmi gli occhi.

Quando ebbi recuperato la vista guardai oltre la porta e dietro di essa trovai una ragazza che mi sorrideva e che mi disse << Benvenuto a Celestia, la tua nuova casa. >>

Era una ragazza all'apparenza giovane, con grandi occhi celesti, un piccolo naso sottile leggermente schiacciato, labbra color rosa e una lunghissima chioma folta di color rosso sangue, indossava una giacca bianca e sotto di essa portava una maglietta cortissima che mostrava, dal costato alla vita, una pelle color miele con una piccola voglia a forma di stella poco più sotto dell'ombelico, i pantaloni sempre bianchi erano lunghi e coprivano in parte i piedi nudi;

Aveva una cintura marrone che cascava da un lato con appesa una spada ondulata dalla lama bianca scintillante, era sorprendente, non avevo mai visto una ragazza così carina.

<< Hei, sveglia >> disse sorridendo << non ti addormentare. Mi chiamo Sally, e Raxius mi ha dato il compito di addestrarti, quindi non perdiamo tempo: seguimi. >>.

Feci come mi chiese, mi avvicinai alla porta e la sorpassai, dietro la soglia c'era la città di Celestia;

era uno spettacolo stupendo, tutte le case completamente bianche, i cespugli di agrifoglio, i pini e le querce e le betulle, tutto era sospeso nell'aria e si spostava con lo spostarsi del vento, era una città incredibile.

A fianco delle case in movimento c'erano delle nuvole quasi invisibili posizionate a forma di scale, le persone che ci camminavano sopra quasi sembravano fluttuare nell'aria.

Mi fermai a osservare il cielo, di un celeste meraviglioso, senza nuvole ma con un sole che riscaldava la pelle come quando si sta vicino al falò d'inverno, creando una sensazione di relax che invadeva tutto il corpo.

Gli abitanti indossavano tuniche di colore diverso, alcuni avevano tuniche marrone chiaro, altri blu, altri rossi, altri bianche, iniziai a domandarmi il motivo di questi unici quattro colori quando Sally interruppe i miei pensieri:

<< Bene, questa è Celestia. Quelle che vedi ora sono le abitazioni degli angeli che hanno il

compito di tenere a bada l'equilibrio della terra, dell'acqua, del fuoco e del vento, riconoscerai i loro ruoli in base al colore della loro tunica;

il loro non è un compito complicato, ma senza di loro su Hora ci sarebbe il caos totale perché senza di loro gli elementi non avrebbero nessun controllo. >> parlava in modo rapido e deciso, facevo quasi fatica a capire quello che diceva.

<< Tu, come me, non avrai un'abitazione del genere, anzi non avrai una casa di tua proprietà, la tua casa sarà l'accademia finché non ti verrà assegnata una missione, e nel campo di addestramento tu lavorerai giorno e notte finché non padroneggerai alla perfezione l'arma e il potere. >>, rimasi perplesso dall'ultima parola: < > gli chiesi;

<< Tutti gli angeli denominati Guardiani possiedono un potere che scopriranno durante l'addestramento nell'utilizzo dell'arma scelta dalla persona stessa, per ora pensiamo a scoprire qual'è l'arma adatta a te, poi penseremo al tuo potere, ora seguimi, ti accompagno alla forgia! >>.

"Non perde tempo questa ragazza, non sa nemmeno il mio nome e già mi porta alla forgia... che sia tutto reale?" pensai fissandola.

Sally iniziò a camminare con passo svelto su per le scale di nuvole che si trovavano sulla destra fino a raggiungere un vicolo lunghissimo dove, sui lati, passeggiavano in tutta tranquillità gli abitanti; mentre la seguivo notai che i passanti guardavano Sally con aria di rispetto, alcuni abbassavano gli occhi, altri si inchinavano, sembrava quasi che Sally fosse temuta da tutti e che quindi abbia guadagnato il rispetto del popolo grazie a qualche sua impresa passata.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Arma e Allenamento ***


Capitolo 2: L'arma e l'allenamento.

 

In fondo al vicolo c'era una casupola con un camino, era la prima casa su cui ne vedevo uno da quando ero qua, dal camino fuoriusciva un fumo nero, Sally senza perdere tempo aprì la porta e, fermandosi sulla soglia, con un gesto della mano mi invitò ad entrare.

Dopo qualche momento di esitazione decisi di varcare la soglia;

c'era un'unica stanza tutta scura e impolverata, al centro di essa c'era la forgia con all'interno i carboni ardenti utilizzati per la fusione del materiale, ai lati della stanza c'erano i materiali per la fusione e alcuni stampi per la creazione delle armi insieme ad una vasca piena di acqua e a svariati mobili dal contenuto a me ignoto.

<< Bene,sei capace di creare un'arma tutto da solo o hai bisogno di aiuto? >>

domandò con un sorriso stampato sul viso, quasi volesse sfidarmi a farlo da solo;

<< si, dovrei essere in grado di farcela, nel mio paese seguivo ogni tanto il fabbro mentre creava gli attrezzi per gli agricoltori. >> risposi mentre mi guardavo in giro.

<< Bene allora, ti farò lavorare da solo, io rimarrò fuori dalla porta finché non avrai finito. >> stava per uscire dalla porta quando si bloccò << Ricorda, l'arma che creerai sarà colei che potrebbe salvarti la vita un giorno, quindi scegli bene. Anche il tuo potere sarà influenzato dall'arma, se non riuscirai a padroneggiare bene la tua arma allora non riuscirai a padroneggiare bene nemmeno il tuo potere anche se la tua fosse la mentalità più potente di tutte. >> detto questo uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Non capii subito cosa intendesse, ma non aveva importanza supposi, sapevo solo che non ero in grado si utilizzare nemmeno un bastone per difendermi, figurarsi una vera arma .

Rimasi da solo in quella stanza calda, quasi soffocante, a pensare quale potrebbe essere l'arma più adatta a me.

Andai verso gli stampi delle armi, erano sei , lo stampo di una falce, di uno scudo, lo stampo di una grande spada con l'impugnatura a due mani, una spada con l'impugnatura ad una mano sola, lo stampo di un pugnale ed infine lo stampo di una lancia;

Osservai bene tutti e sei gli stampi, esclusi immediatamente le armi pesanti quali lo scudo e lo spadone, erano troppo grandi per la mia stazza.

La lancia non mi ispirava fiducia come non lo fece nemmeno l'idea di impugnare una falce, erano armi troppo lunghe, probabilmente non adatte a me.

Rimase lo stampo del pugnale e della spada, sembravano le uniche due armi che sarei stato in grado si utilizzare facilmente "quale delle due? entrambe potrebbero essermi utili, e non sembrano difficili da maneggiare, è una decisione difficile." pensai.

Rimasi per qualche minuto ad osservare i due stampi cercando di ragionare su quale potesse essere l'arma migliore.

Ero davvero indeciso, quando fui colto da uno strano pensiero: "e se... le forgiassi entrambe? O se forgiassi due spade identiche invece di una sola?" l'improvvisa idea mi incuriosì, sarei stato in grado di infliggere più colpi in caso di necessità durante l'addestramento, però mi sarei dovuto allenare molto dato che non ne sapevo usare nemmeno una da sola; "bene, ho deciso che forgerò

due spade uguali, una spada e un pugnale sarebbero stati difficili da maneggiare contemporaneamente data la loro differenza di lunghezza." dissi tra me e me in modo sicuro.

Mi guardai intorno e raccolsi i materiali per iniziare il lavoro: presi il metallo e iniziai a fonderlo, nel frattempo preparai il martello, l'acqua per la tempra e gli stampi delle due spade.

Sistemai gli attrezzi sul piano di lavoro e mi organizzai in modo da imitare le azioni del fabbro di Kadmus che solitamente creava dei manufatti davvero eccellenti;

Quando il metallo fu fuso lo feci scorrere all'interno dei due stampi facendo attenzione che il metallo si cospargesse in modo omogeneo: "ora non resta che attendere

che si raffreddi" pensai mentre cercavo di mantenere viva la brace utilizzando il mantice.

Era una grande fatica, il mantice era duro e come se non bastasse, il calore iniziava a farmi sudare, ero quasi tentato ad uscire da quel posto “come fa il fabbro a resistere a questo calore? Deve essere una persona molto forte per riuscire a fare questo lavoro giorno e notte” pensai mentre resistevo alla tentazione di uscire dalla forgia per prendere un po' d'aria, dopotutto: ero li per un motivo preciso;

anzi, il motivo ancora non mi era chiaro, ma ero intenzionato a scoprirlo quindi decisi di continuare la creazione delle mie future armi.

Quando gli stampi furono freddi estrassi le due spade ancora rozze e calde e le misi nella brace per poterle lavorare una volta diventate ardenti e malleabili.

Non ci volle molto tempo prima che diventassero incandescenti, decisi di concentrarmi su una spada per volta in modo da essere il più preciso possibile durante la lavorazione;

Presi la prima spada rovente utilizzando un'enorme pinza con l'impugnatura coperta da una stoffa sudicia di olio e fuliggine, la misi sull'incudine e iniziai a lavorarne la lama con il martello, battendolo forte sul ferro.

Martellata dopo martellata, scintille su scintille, la lama iniziò a modellarsi; cercai di creare una lama non troppo sottile in modo che, durante il combattimento, non ci fosse il rischio di spezzarla.

Imitando le tecniche che avevo imparato a Kadmus martellai il ferro diagonalmente in modo da costringerlo ad assumere una forma ancora più lunga; la lama e l'anima della spada, cioè la parte centrale, le modellai in modo da incurvarle leggermente verso l'alto e in modo tale che il filo della lama fosse presente solo in un lato e dall'altro lato lo

strato di ferro fosse molto spesso in modo da aumentarne la resistenza.

Una volta data la forma desiderata, immersi la lama ancora sporca di fuliggine nella vasca che conteneva l'acqua per la tempra, un grande fumo uscì dalla vasca con un rumore simile allo scoppiettio della legna ancora fresca buttata nel fuoco, dopo questo passo rimisi la spada sulla brace per poi ritemprarla nuovamente.

Feci lo stesso passaggio per tre volte come faceva il fabbro. Poi mi concentrai sull'elsa della spada, la misi sulla brace e poi la martellai con vigore: dovevo dare alla guardia una forma tale da coprire la mano nel caso qualcuno decida di disarmarmi, è stato un compito arduo ma alla fine ci riuscii: la guardia era un semplice disco, abbastanza grande e spessa da permettere alla mano di rimanere riparata.

Il risultato finale fu una spada con una lama lucente, argentea “ora capisco davvero il motivo per cui il fabbro ritemprava così tante volte gli attrezzi”.

Dovevo soltanto coprire l'impugnatura in modo da poter avere un'ulteriore aumento della presa durante il combattimento, trovai del fil di ferro, lo presi e lo arrotolai tutto intorno all'impugnatura e la coprii con della stoffa che si trovava di fianco al mantice.

La prima spada era pronta, quindi feci lo stesso procedimento con l'altra spada.

Al termine della mia creazione ebbi come risultato due spade identiche con l'impugnatura corta, tipica delle spade a una mano, ma con la lama decisamente più lunga, non troppo spessa e con una curvatura particolare mai vista prima; il fatto che il filo della lama si trovasse solo su un lato gli dava un ché di nuovo, infatti che io sappia non esistevano spade simili.

Decisi di dare un nome a queste due spade uniche nel loro genere, le chiamai: Katane.

Erano passate ore ormai da quando ero entrato in quella forgia, ero sfinito e completamente zuppo di sudore e sporco di fuliggine, ma non era il momento di riposarsi dovevo chiamare il mio futuro maestro: << Sally!! ho finito! >> urlai, la ragazza non esitò ad entrare, "che fosse davvero rimasta li tutto quel tempo in attesa?" mi domandai.

<< Bene, vedo che hai terminato >> disse con calma abbassando lo sguardo verso le mie due creazioni << posso chiederti perché hai deciso di creare due spade invece di una come ti avevo detto? >> mi chiese con aria incredula.

<< Beh, ho seguito l'istinto, e l'istinto mi diceva di creare due spade. So che mi troverò meglio con due invece che con una. >> risposi con tono deciso.

<< Istinto? bene, ora vedremo se il tuo istinto ti aiuterà nell'addestramento! >> disse con voce nervosa << Fa vedere! >> prese le armi e le guardò attentamente da vicino, le soppesò e con una smorfia che sembrava quasi di compiacimento me le porse << se non le affili non ti serviranno a nulla! ti do 10 minuti per affilarle e per riposare dopodiché inizieremo con l'addestramento e li vedremo le tue doti da Guardiano! >>.

Mi sedetti fuori dalla forgia e iniziai ad affilare le armi con una pietra porosa; c'era un venticello che mi fece sentire subito meglio, la sudata all'interno della forgia era diventata ormai insopportabile e quella brezza era un tocco risanante per me.

Affilai entrambe le lame appoggiando la pietra sul filo alla base della lama e facendola scorrere fino alla punta prima da un lato e poi dall'altro finché, una volta appoggiato il dito sulla lama, non sentii che era abbastanza tagliente; al termine del lavoro fissai Sally intenta a pulire la sua spada bianca; la sua chioma rosso sangue era raccolta in una coda di cavallo che rendeva il suo viso ancora più luminoso alla vista.

<< Posso chiederti come mai la tua spada ha quella forma e quel colore particolare? non sembra fatta di ferro come la mia. >> chiesi guardando le mie due spade decisamente meno appariscenti;

<< Quando un Guardiano scopre il suo potere può donarne parte alla propria arma attraverso un rito di passaggio, essa prenderà la forma desiderata dal proprietario e il colore sarà lo stesso del potere posseduto dalla persona >> disse in tono pacato.

<< Dato che la tua spada è bianca, quale sarebbe il tuo potere? >> chiesi sempre più curioso;

<< Io ho scoperto che il mio potere è la luce, non so come spiegarlo in effetti. sembra banale sentendolo dire così, lo so, ma è un grande dono, te lo proverò in combattimento >> disse sorridendo.

<< Bene la pausa è finita, andiamo al campo! >> Sally si alzò e si diresse verso un cancello al lato della forgia, io la seguii. Dietro al cancello c'era un lungo viale pieno di pini da entrambi i lati della strada che ne tracciavano il percorso e al termine della strada, in fondo ad una scalinata fatta di nuvole si trovava un campo rotondo completamente bianco e, vicino al contorno di quell'enorme cerchio, si trovavano dei pupazzi di paglia secca appesi a dei pali.

Al centro del campo notai un'enorme cerchio rosso dove, ipotizzai, si disputassero i combattimenti.

Non c'era altro in quel campo, non c'era nemmeno il cielo, sembrava una bolla bianca... era davvero un posto triste.

<< Ora andiamo verso i manichini e vediamo cosa sai fare con le tue nuove armi >> mi disse; ero un po nervoso, non avevo mai combattuto con delle armi e ora che me ne trovavo addirittura due in mano non sapevo come comportarmi.

<< Non ho mai usato un'arma in vita mia >> gli dissi abbassando lo sguardo verso terra;

<< Non c'è nulla di complicato, colpisci il manichino e basta, alla tecnica ci pensiamo dopo. Fai quello che il tuo corpo ti dice di fare: segui l'istinto >> disse con aria assente.

"Va bene, proviamoci" pensai, tenni le due katane in mano e mi posizionai davanti al manichino; lo fissai per qualche secondo poi partii all'attacco.

Con la spada nella mano destra tirai un colpo dritto sul collo del manichino e contemporaneamente con la spada nella mano sinistra tirai una stoccata sul suo petto, la stoccata fu stroppo forte e la spada rimase conficcata nel petto del manichino.

<< Beh, che dire: non male per un novellino è stato un attacco abbastanza veloce ma era anche troppo forte, imparerai a controllare la forza. riprova! >> disse Sally, che si era seduta per terra qualche metro dietro di me.

Misi un piede sul manichino e feci forza, la spada uscì di colpo facendomi cadere a terra. Sentii Sally ridere e divenni rosso per l'imbarazzo ma cercai di far finta di nulla. Strinsi le spade e provai nuovamente: mi piegai sulle gambe, feci una giravolta verso sinistra, risalii e tirai un montante con la punta della spada sul mento del manichino e nuovamente la lama rimase incastrata. Tirai con forza ma non riuscii ad estrarla e preso dal nervosismo con la spada nella mano sinistra colpii il collo del fantoccio, la testa si staccò e rimase conficcata nella spada.

<< Hahaha, sei un po violento ragazzo; non ti pare? >> disse ridendo;

<< La tecnica non è male, ma non credere di poter sconfiggere qualcuno con delle mosse

spettacolari ma totalmente inutili come quella che hai appena fatto! ricorda: non devi mai perdere di vista l'obbiettivo. >> Sally si alzò da terra; << vieni nel cerchio rosso, facciamo pratica io e te! >> disse dirigendosi all'interno del cerchio.

Dimenai la spada finché la testa del fantoccio non volò via, poi la seguii ed entrai con lei. Sally si mise davanti a me e dopo che ebbe estratto la spada mi incitò ad attaccarla.

<< non voglio colpirti >> dissi con voce tremante, non avevo mai combattuto con nessuno figurati se dovevo iniziare con una ragazza.

<< Avanti, non mi toccherai nemmeno >> disse ridendo.

Notando che non avevo intenzione di muovermi disse: << ok, inizierò io allora! >> dopodiché mi si lanciò contro, lo scatto fu così veloce che non ebbi tempo di reagire, era troppo veloce! Me la ritrovai contro, con una mano mi stringeva la gola e la lama della spada era puntata dritta al cuore;

non rideva più, i suoi occhi fissavano i miei ed erano diventati quasi due fessure come se tenesse gli occhi chiusi, aveva un'aria cattiva.

<< Allora? che vuoi fare? combattiamo sul serio o terminiamo qua? questo non è un gioco, non sei qua per divertirti ricordatelo, non sei stato scelto per il tuo bel visino! >> si allontanò rapidamente da me con sguardo truce, senza mai levarmi gli occhi di dosso.

<< Pronto?! >> chiese con voce tonante.

<< SI! >> dissi in modo deciso, dovevo reagire, dovevo contrattaccare o per lo meno tentare di parare i suoi colpi.

Mi lanciai all'attacco, lei fece lo stesso; cercò di tirarmi un colpo sullo stomaco ma riuscii a pararlo con la spada destra mentre con la sinistra tentai un rovescio che lei riuscì a parare senza difficoltà;

mi lanciai all'indietro ma Sally non mi lasciava il tempo di respirare, tentò di colpirmi la spalla sinistra, poi la gamba e di nuovo la spalla con una serie di affondi, io riuscii a pararli tutti e tentai di rispondere agli attacchi ma sempre senza risultati, infine lei fece un salto in avanti verso la mia

direzione e tirò un fendente in piena fronte, la parai e risposi con un colpo alla gamba; rimasi sbalordito quando sentii la lama affondare nella carne.

Sally si ritrasse di qualche metro e poi si lasciò cadere a terra, io lasciai cadere le spade e andai in suo soccorso: << Sally? tutto bene? scusami non volevo far... >> non riuscii a terminare la frase, vidi Sally rialzarsi senza nessun problema, la gamba era intatta eppure ero sicuro di averla ferita in modo grave.

<< Ma come è possibile? >> chiesi stupito;

<< Su Celestia non si può morire, le ferite si rimarginano quasi all'istante. Si, mi hai colpito ma non mi hai fatto nulla. Certo, se fossimo stati sulla terra di Hora ora avrei la gamba fuori uso. Comunque sei stato bravo, mi hai sconfitto complimenti! >> disse con un sorriso.

Il suo sorriso era sospetto "chi riderebbe della propria sconfitta?" mi domandai.

<< Ora capisco >> dissi fissandola << nel tuo primo attacco sei stata fulminea mentre negli attacchi successivi riuscivo a prevedere le tue mosse, mi hai attaccato lentamente apposta! non sono stupido. >> dissi quasi offeso. "Mi crede un buono a nulla, si è forse già dimenticata che non ho mai usato un'arma in vita mia? Anche se ci vorrà del tempo gli dimostrerò che si sbaglia, promesso!!" pensai infuriato.

Raccolsi le due spade, mi girai verso Sally pronto a scontrarmi nuovamente con lei.

<< Prendi la tua spada e combatti sul serio! non voglio favori, se sono davvero stato scelto per essere il Guardiano di non so nemmeno cosa, allora addestrami come si deve!! >> una furia incredibile iniziò a emergere dal profondo del mio corpo, volevo imparare a combattere!

<< Bene ragazzo, ora si che mi piaci! avanti, fatti sotto!! >> disse con un tono di sfida che mi fece infuriare ancora di più.

Le corsi incontro, Sally raccolse la spada e la protese verso di me, quasi come se tenesse in mano una lancia e poi... un fascio di luce uscì dalla lama della spada, quel fascio mi fece bloccare di colpo, non riuscivo più a muovermi talmente ero sorpreso, era una cosa mai vista: era una piccola fascia di luce bianca che si muoveva sinuosamente come un serpente intorno alla spada, sembra più un liquido a dire il vero; in modo rapido, iniziò a concentrarsi su un punto formando una

sfera di luce bianca; quella sfera roteò su se stessa per qualche secondo e poi mi si lanciò

contro. Ero paralizzato e non ebbi tempo di scansarla, la sfera di energia mi colpì la spalla scagliandomi a circa 10 metri di distanza dal punto in cui mi trovavo qualche secondo prima.

Il colpo fu così forte che mi fece quasi perdere i sensi, iniziai a vedere tutto rosso con puntini bianchi qua e la, non vedevo altro.

Mi rialzai dopo aver ripreso l'uso della vista e guardai Sally che se la rideva di gusto << Ma che diavolo era quel coso? >> gli chiesi, ero shockato e tremante, quel colpo mi ricordò lo scontro con il bufalo nero.

Sally iniziò a parlare con un tono divertito << Quello era il mio potere, il potere della luce. ti avevo detto che ne possedevo uno se non sbaglio. Credevi sul serio di potermi sconfiggere? Sciocco, avrai qualche possibilità quando anche te avrai scoperto il tuo potere, ma soprattutto dopo che avrai imparato ad usare quegli stuzzicadenti che tu chiami spade. >> parlava con un sorriso che mi innervosiva.

"Si sta divertendo a prendersi gioco di me! me la pagherai" pensai.

La mia rabbia cresceva, so che era inutile arrabbiarsi, dopotutto io ero un novellino nell'uso delle armi dato che non sapevo usarle, però l'atteggiamento di Sally mi faceva infuriare, la conoscevo da poco ma già sapevo che era prepotente e vanitosa, la classica ragazza troppo sicura di se, al villaggio ce n'erano a dozzine.

<< Ti diverti a vincere in modo sleale, ti sei dimenticata che sono qua da un giorno e che non so usare ne armi ne poteri, ma dai tempo al tempo, inizia a dirmi come faccio a scoprire il mio potere poi vedremo se sarà così facile abbattermi >> chiesi tentando di utilizzare un tono calmo ma con scarsi risultati;

<< Non lo so, il tuo potere verrà fuori nel momento opportuno, ora io me ne vado, tu continua ad allenarti. Verrò io da te quando ne avrò voglia, per vedere come te la cavi. >> disse con calma, ripose la spada nel fodero della cintura e si diresse verso l'uscita risalendo le scale di nuvole che la portavano alla forgia, ed uscì senza voltarsi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Arma ideale ***


Capitolo 3: L'arma ideale.

 

Rimasi da solo, con le mie due katane e i fantocci all'interno di quel campo di addestramento.

Non sapevo cosa fare, ero ancora pieno di rabbia dalla sconfitta precedente.

Mi sedetti difronte ai fantocci e rividi la scena di quella sfera di luce che mi scagliava via come se fossi una foglia portata via dal vento.

"Sally è molto furba, aveva capito che mi ero dimenticato del fatto che lei possedeva un potere e ha colto l'occasione per mettermi in ridicolo" pensai furibondo “perché sono qui? Non so nulla, mi hanno fatto entrare in un posto sconosciuto, mi hanno fatto creare delle armi e mi hanno malmenato senza dirmi il motivo” ero confuso, non sapevo perché ero li o perché dovevo allenarmi, ero solo un contadino appena passato a quella che tutti chiamano Miglior Vita, ma di migliore non c'era nulla, c'erano solo persone che ti sparavano palle di energia in piena faccia.

<< Eh già Riu, Sally è davvero furba >> disse una voce alle mie spalle che mi fece sussultare.

Mi girai velocemente, quella voce mi aveva colto alla sprovvista.

Mi trovai davanti un uomo anziano con lunghi capelli bianchi e una folta barba bianca altrettanto lunga, entrambe arrivavano fino al bacino, i suoi occhi verdastri solcati da piccole rughe mi fissavano e risaltavano un viso cadente, come se la persona che mi trovavo davanti avesse un'età avanzata, era davvero molto anziano.

Indossava una lunghissima tunica celeste con una fascia color porpora che portava come cintura e su di essa era stato cucito un simbolo: un comune cristallo anch'esso celeste.

L'uomo mi guardò sorridendo, aveva capito che ero rimasto sorpreso da quella visita inaspettata, poi disse: << io sono Raxius, il padrone di questo posto come ti ho accennato tempo fa >> mentre parlava si accarezzava la barba bianca, poi continuò << Sally è l'astuzia, proprio come te sei il coraggio; il suo dono è speciale e molto potente, come hai constatato tu stesso >> mi guardava con uno sguardo dolce, quasi paterno, che mi faceva sentire al sicuro, e poco a poco sentivo la rabbia svanire del tutto.

Rimase in piedi a fissarmi << spero che ti stia ambientando qua, certo non sarà facile, ci vorrà del tempo ma sono convinto che ti troverai bene. Scommetto che Sally non ti ha accennato nulla riguardo al potere, o sbaglio? >> chiese.

<< no infatti, non mi ha detto nulla, ne del potere ne del motivo per cui sono qua dentro. Ha detto solo che avrei scoperto da solo il mio potere, nulla di più. >>.

<< Capisco, allora inizio col dirti che l'utilizzo del potere è una cosa complicata, tutto è basato sulla propria mentalità e perché no: anche dalla fantasia >> si avvicinò a me, si sedette sul terreno, incrociò le gambe e poi continuò << il potere che una persona acquisisce può essere utilizzato in svariati modi, dipende tutto da ciò che la tua mente è in grado di creare. Ora te lo mostro >>.

Raxius spostò lo sguardo da me al fantoccio, e iniziò a fissarlo.

Aveva sempre uno sguardo calmo, e sempre con sovrumana calma e serenità iniziò a sollevare la mano destra con il palmo rivolto verso il fantoccio.

Tutto accadde così lentamente che quasi rimasi ipnotizzato.

Raxius tenne la mano spalancata davanti al fantoccio per qualche secondo senza mai togliere lo sguardo da esso, dopodiché chiuse di scatto la mano.

Io ebbi giusto il tempo di spostare lo sguardo dalla mano al fantoccio, per vedere lo stesso pupazzo esplodere in un istante in mille frammenti di ghiaccio.

Rimasi sbalordito, il fantoccio era diventato un cumulo di ghiaccio tritato che già si stava liquefacendo.

<< Il tuo è il potere del ghiaccio >> dissi guardandolo con molta ammirazione "è un potere magnifico" pensai sorridendo.

<< Esattamente, quello che hai visto era proprio ghiaccio >> disse con un sorriso.

<< Ho deciso di far esplodere il fantoccio giusto per mostrarti il mio potere, ma se avessi voluto, avrei potuto anche... che so... intrappolarlo in una gabbia. Posso fare qualunque

cosa con il mio potere, tutto dipende da ciò che la mia mente... >> continuò, toccandosi la fronte << ...può o non può creare. Non vedo l'ora di scoprire ciò che puoi fare tu con il tuo potere >> disse ridendo.

Si alzò con estrema lentezza, si stiracchio e poi aggiunse un'ultima frase: << il mio potere è basato sulla forza della calma, se io perdessi il controllo dei miei sentimenti il mio potere sarebbe inutile. Per farti capire meglio: se Sally non riuscisse ad usare l'astuzia, non so, magari perché si trova nelle condizioni di non poter ragionare con lucidità, anche il suo potere diverrebbe inutilizzabile. E finché non riuscirà a ragionare nuovamente con lucidità per riacquistare il suo potere, continuerà ad essere vulnerabile agli attacchi dei nemici o per lo meno potrebbe difendersi, ma solo con la sua spada. Ora: io ti ho detto che la tua forza è il coraggio; prova durante i combattimenti con il fantoccio ad immaginare qualcosa, come per esempio una sfera di energia, e di lanciarla contro il fantoccio. Per aiutarti meglio nell'impresa, prova a ritornare con la mente al giorno in cui hai lanciato quel sasso in testa al bufalo, ricorda il coraggio che hai avuto nel farlo... forse così riuscirai a capire qual'è il tuo potere e soprattutto se la tua forza deriva davvero dal coraggio. >> finita la frase si diresse verso la scalinata che portava fuori dal campo di addestramento e mentre mi salutava con la mano aggiunse: << Quando avrai completato l'addestramento risponderò a tutte le tue domande, lo farei ora ma purtroppo ho del lavoro da fare; ricorda Guardiano, impara in

fretta. Non si può mai sapere quando io avrò bisogno delle tue doti. >> dopo di che sparì.

Rimasi nuovamente da solo, insieme ai fantocci a pensare e ripensare a quello che mi aveva appena detto, però avevo ben altro da fare.

Decisi di fare come mi aveva detto Raxius, dovevo imparare a controllare il mio potere qualunque esso fosse.

Mi alzai da terra con le spade in mano e mi posizionai davanti ai fantocci di paglia.

Feci qualche respiro profondo, allungai la mano destra con la spada puntata verso il fantoccio e chiusi gli occhi;

"concentrati, torna indietro nel tempo", con la fantasia mi ritrovai nella prateria di Kadmus, la prateria coperta di fiori, il fiume luminoso circondato da agrifogli e... la donna che urlava inseguita dal bufalo.

Puntai la mano con il palmo aperto contro il bufalo e cercai di creare la sfera luminosa identica a quella creata da Sally poco fa.

Ci riuscii in poco tempo, la sfera mi roteava davanti agli occhi creando una luminescenza bianca che mi copriva parte del braccio.

"E' tempo: LANCIALA!" pensai, aprii gli occhi convinto di esserci riuscito, ma fui colto da

un'improvvisa delusione: in mano non avevo nulla a parte la spada.

Scossi la testa sconvolto, era più complicato di quanto pensassi, "come posso controllare il mio potere se non so nemmeno di che si tratta?! che sensazione devo provare? Devo provare benessere, rabbia o cos'altro?" non capivo.

Provai un'altra volta: posai entrambe le spade a terra e, mentre prendevo posizione, respirai a fondo cercando di rilassarmi poi puntai nuovamente la mano destra contro il fantoccio e chiusi gli occhi.

Ancora una volta mi apparve davanti il bufalo nero con quella sua lunga pelliccia, e la donna che urlava mentre scappava da esso.

<< Inutile >> dissi riaprendo gli occhi.

"non sento nessuna sensazione, niente di niente, come faccio a creare qualcosa che non esiste?" pensai infuriato.

Mi accasciai a terra, pensando e ripensando a dove stavo sbagliando.

Davanti avevo le due spade conficcate con la punta nel terreno, ed ecco che ricordai una frase detta da Sally: << Ricorda, l'arma che creerai sarà colei che potrebbe salvarti la vita un giorno, quindi scegli bene. Anche il tuo potere sarà influenzato dall'arma, se non riuscirai a padroneggiare bene la tua arma allora non riuscirai a padroneggiare bene nemmeno il tuo potere. >>

Ecco dov'era l'errore! io non sapevo ancora controllare bene le armi, quindi il mio potere non può fuoriuscire.

"il combattimento contro Sally è stato arduo, non riuscivo a combattere bene con le due spade, ero lento e impacciato, forse è per questo... non sono armi adatte a me... forse è il caso di distruggerle e crearne un'altra migliore" pensai deluso ripensando a tutta quella fatica nella forgia per nulla.

Guardai le due armi che scintillavano ripensando alla loro breve vita, quando ad un certo punto caddero a terra una sovrapposta all'altra.

Mi alzai per raccoglierle quando mi venne un'idea: "che strana posizione che hanno preso, una sopra all'altra" sgranai gli occhi << Ma certo! non devo per forza distruggerle, potrei benissimo unirle insieme e creare una spada con doppia lama. Così non perderò tempo nel creare una nuova arma, è un'idea perfetta! >> sul viso mi comparve un enorme sorriso, avevo trovato il modo.

Le raccolsi e le osservai "hmm, credo di poterci riuscire... andiamo!".

Salii la scalinata del campo di addestramento per dirigermi verso la forgia quando un uomo coperto completamente da una tunica di un rosso acceso e incappucciato mi bloccò la strada: << dove credi di andare ragazzo? >> mi chiese con voce possente << nessun Guardiano può uscire dal campo di addestramento finché non avrà terminato l'allenamento, e da quanto ho visto: tu non sai nemmeno quale sia il tuo potere ne tanto meno come maneggiare le tue armi! O sbaglio? >> con il cappuccio calato non riuscivo a vederlo ma ebbi l'impressione che mi stesse studiando da capo a piedi.

<< Ha ragione, ma nessuno mi ha parlato di questa regola. >> gli dissi con tutta calma <> conclusi.

<< Per fare cosa? se posso chiedere. >> chiese nuovamente.

<< Le armi create da me non sono adatte, non riesco ad utilizzarle e vorrei portarle a fare una modifica. Sally mi ha detto che se non riesco a maneggiare bene le mie armi non potrò utilizzare il mio potere. quindi vorrei andare di nuovo alla forgia! >>.

Ormai avevo preso la mia decisione, dovevo modificare le armi, altrimenti potevo scordarmi del mio potere.

L'uomo incappucciato incrociò le braccia, rimase in silenzio qualche minuto e poi disse << Sally eh? se ti facessi passare poi lei se la prenderebbe con me >> si portò una mano sotto al cappuccio quasi per coprirsi la bocca e iniziò a

ridere << si, in effetti si arrabbierà con me, ma non importa... ti lascerò passare ma devi promettermi che ci metterai poco tempo, altrimenti anche Raxius se la prenderà con me >> mentre lo diceva si fece da parte e mi fece passare.

<< Ci metterò poco. Grazie >> mi chinai in segno di saluto e poi corsi il più velocemente possibile verso la forgia.

<< Addio Guardiano del coraggio, ci rivedremo presto >> la voce parve molto lontana e quando mi girai l'uomo era scomparso.

Continuai a correre verso la forgia e una volta raggiunta aprii la porta e me la chiusi alle spalle.

"Bene, iniziamo" sapevo già quel che dovevo fare quindi non persi tempo.

Appoggiai entrambe le spade sull'incudine e mi misi alla ricerca del martello e di uno scalpello con la punta piatta.

Quando li trovai appoggiai lo scalpello sull'elsa della prima spada e, con il martello, la ruppi a metà.

Se volevo unire le due spade prima dovevo rompere a metà le due guardie altrimenti sarebbe stato impossibile fare un buon lavoro.

Dopo che le spade furono prive di metà guardia, levai il filo metallico che copriva l'impugnatura e le misi nella brace.

Mentre attendevo che l'impugnatura di entrambe le spade diventassero roventi, cercai in giro un altro scalpello con una punta arrotondata e con diametro piccolo, e poi presi due grandi pezzi di ferro e li misi a fondere.

"Bene, ora arriva la parte difficile, mi ustionerò di sicuro, ma ne varrà la pena" pensai, mentre cercavo di trovare il modo per fare ciò che avevo in mente.

Presi la prima spada con l'impugnatura rovente, l'appoggiai sull'incudine e iniziai ad incidere dei fori che poi curvai subito dopo l'incisione; in pratica la mia idea era di saldare sulla seconda spada degli uncini che poi avrei fatto scorrere all'interno dei buchi della prima spada in modo da incastrarle e di disincastrarle a mio piacimento.

La prima spada era pronta, avevo creato tre file con due buchi ciascuna "dovrebbero bastare per tenere unita la spada" pensai.

Successivamente mi concentrai sulla creazione degli uncini: quindi presi il ferro fuso e lo cosparsi sull'incudine.

Dovevo fare alla svelta prima che il ferro si raffreddasse; con l'aiuto di uno scalpello iniziai a modellare il ferro liquido creando degli uncini rudimentali simili agli aghi da pesca, non è stato difficile, in poco tempo ottenni sei uncini di medio spessore, con grandezza uguale ai fori creati sulla prima spada.

Ora restava la seconda spada, la misi sull'incudine e creai tre file da due buchi ciascuna.

Inserii la parte lunga degli uncini dentro i rispettivi buchi, con la curvatura dell'uncino rivolta verso il pomolo, dopodiché ci versai sopra del ferro fuso in modo da saldarli tutti.

Gli uncini si erano saldati perfettamente, ne tirai alcuni per vedere se reggevano e decisi che erano abbastanza resistenti.

Ora non restava altro che provare.

Presi entrambe le spade, feci scorrere gli uncini nei buchi e con un "tac" le due spade si

incastrarono una a fianco all'altra.

Le due else che avevo precedentemente spezzato combaciavano alla perfezione e quasi non si notava l'unione delle due spade.

Era diventata una katana unica ma con due lame "è perfetta" pensai orgoglioso di me

"l'impugnatura non è nemmeno troppo grande quindi riesco a tenere la spada con una mano sola; certo, è più pesante ma ci farò presto l'abitudine".

Incastrai e disincastrai le spade più e più volte per vedere se scorrevano bene, facevano un po di fatica in effetti ma trovai dell'olio in un catino ed usai quello per lubrificare i fori.

Le spade erano pronte, ma visto che ero già li non persi l'occasione per affilare le lame della spada, trovai una pietra ruvida che fece proprio al caso mio.

Il lavoro è terminato, “ora devo correre il più velocemente possibile al campo prima che Sally se ne accorga”, ma subito dopo realizzai "Ma cosa corro a fare? tanto se ne accorgerà comunque, la spada mica si trasforma da sola no?" pensai ridendo da solo.

Uscii con tutta tranquillità dalla forgia rigirandomi da una mano all'altra la mia nuova creazione e mi diressi al campo, la gente continuava a passeggiare tranquillamente per il vicolo non curante di ciò che facevo, la giornata sembrava non finire mai, il sole era ancora alto.

Una volta raggiunto il campo vidi Sally, seduta all'interno del cerchio rosso, che mi fissava con aria irritata.

<< Ti sei divertito a fare la tua passeggiata?! >> mi chiese mentre si alzava da terra.

<< Sono andato ad aggiustare la spada, non ero in grado di maneggiarne due contemporaneamente quindi ho deciso di unirle, è un problema? >> chiesi con un tono serio "non sono in una prigione" pensai irritato.

<< Ti avevo detto di restare qua ad allenarti, non di andare a spasso! >>.

<< E' colpa mia Sally, non te la prendere con lui >>, era l'uomo vestito di rosso, era dietro di me e non me ne ero nemmeno accorto.

<< gli e l'ho consentito io, quindi se ti devi arrabbiare con qualcuno fallo con me! >> la sua voce calma e profonda riecheggiava in tutto il campo.

<< Si, va bene Smoz. Non sapevo che fosse opera tua >>, Sally aveva cambiato atteggiamento, ora aveva il capo chino e parlava in modo più calmo.

Io guardai l'uomo incappucciato "chi è costui? perché Sally ha cambiato atteggiamento così rapidamente?" era una domanda a cui non sapevo dare risposta.

<< Bene Guardiano, ora che hai finito di modificare la tua arma puoi tornare all'allenamento. Sally? seguimi, Raxius ti vuole. >> detto questo si girò e se ne andò, e Sally lo seguì senza rivolgermi neanche uno sguardo.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Potere oscuro ***


Capitolo 4: Potere oscuro.

 

"Bene, ora posso continuare l'allenamento".

Per prima cosa avrei dovuto imparare ad usare l'arma quindi mi diressi verso il fantoccio.

La spada era pesante quindi iniziai l'allenamento passandomi la spada da una mano all'altra ed effettuando qualche attacco semplice che non prevedesse movimenti bruschi o eccessiva forza in modo da abituarmi al suo peso.

Attaccai il fantoccio con colpi al costato, alla testa e alle gambe e ad ogni colpo lasciavo due solchi profondi che a volte facevano intravedere l'asta su cui era collocato, ero sempre più meravigliato da quanto fosse affilata e bella la mia creazione.

Man mano che riducevo il fantoccio a piccoli pezzi di paglia sbriciolata sentii la spada diventare sempre più leggera, segno che mi stavo abituando.

Continuai il mio allenamento per un tempo che avrei definito interminabile e ormai ero al decimo fantoccio distrutto finché non decisi che ero abbastanza abituato alla pesantezza della spada.

Ora che ero in grado di effettuare gli attacchi semplici senza perdere l'equilibrio e senza che mi scivolasse la spada a terra, mi dedicai alla tecnica “ ma sbaglio o Sally avrebbe dovuto farmi da maestro? Mi sto allenando da solo” pensai mentre mi mettevo in posizione; cominciai con qualche giravolta, con dei salti avanti e indietro e di tanto in tanto disincastravo le due lame per creare un attacco combinato

contro il fantoccio, ottenendo come risultato un attacco goffo che in un combattimento vero avrebbe significato la mia sconfitta “dovrò allenarmi meglio anche con le due lame separate”.

Ero completamente sudato e senza fiato, ma non potevo negare che l'allenamento mi divertiva: prima di prendermi un momento di riposo decisi di provare un'ultima tecnica: “probabilmente sarà lenta come prima ma tentar non nuoce” Mi posizionai davanti al fantoccio con la spada in mano, mi avvicinai a lui con una giravolta verso sinistra, lo colpii sul busto e con una seconda giravolta disincastrai le lame e colpii nuovamente il fantoccio al petto e al collo tenendo le lame parallele tra di loro, il colpo fu così potente che il fantoccio si tagliò in tre parti e la testa rotolò via.

"Non è male, magari dopo aver migliorato la tecnica a due spade potrei decidere di perfezionare questa mossa" pensai sorridendo.

Dopo questo attacco mi sedetti a terra per godermi qualche minuto di meritato riposo.

“E' strano, non so quanto tempo sia trascorso da quando sono qua, so che è passato molto tempo, ma non avverto nessuna sensazione di stanchezza o di fame, mi manca solamente il fiato per via degli sforzi ma nulla di più; eppure ho fatto tantissime cose.” pensai asciugandomi la fronte “E se qua il tempo non trascorresse mai? Sally ha detto che siamo immortali quindi vuol dire che il tempo non passa, non esiste ne giorno ne notte? ne fame ne sete? è davvero strano”.

Ripensai a tutti gli eventi che mi hanno portato in quel preciso momento; all'inizio ero convinto che fosse tutto una mia invenzione ma ora credo di aver capito che ciò che sto vivendo è tutto reale, deve esserlo per forza.

Dieci minuti dopo decisi di continuare ad ad allenarmi.

Sapevo come muovermi ormai, e anche che mosse utilizzare, quindi ora dovevo allenarmi sulla velocità. Sally è veloce e devo esserlo anche io se voglio batterla un giorno.

Mi misi in posizione ed iniziai ad attaccare il fantoccio facendo degli scatti in avanti e in dietro tirando continue stoccate al petto.

Dopo un certo numero di volte cambiai esercizio, separai le due spade e, sempre con scatti in avanti e indietro, colpii il bersaglio con colpi diagonali, dall'alto verso il basso creando delle ferite a forma di croce sul busto del fantoccio.

Aumentai il ritmo dei colpi, sempre più veloce, sempre più veloce poi, notando che il fantoccio era quasi distrutto, pieno di solchi profondi lo colpii alla testa decapitandolo ponendo fine all'allenamento.

<< Bravo, buon esercizio. >> disse una voce: era Sally.

<< Vedo che stai migliorando a vista d'occhio nonostante sia passato pochissimo tempo >> era immobile vicino ad un fantoccio con le braccia incrociate.

<< Qualche notizia del tuo potere? >> chiese dirigendosi verso di me.

Scossi la testa << no, ancora niente. Mi sto concentrando sull'allenamento, vediamo se così succede qualcosa, anche se avrei preferito che fossi tu ad allenarmi, non so nemmeno se le tecniche che ho inventato al momento vanno bene >>.

<< Hmm, proviamo a fare un combattimento? forse una forte emozione ti potrà sbloccare, che ne dici? Così mettiamo alla prova quello che hai imparato da solo >> mi domandò con un sorrisino furbetto, "cosa sta tramando?" mi chiesi.

<< Ok, per me va bene. >> risposi, dirigendomi verso il cerchio rosso.

<< Perfetto... Smoz!! Ha accettato, vieni pure! >> urlò Sally, poi mi guardò e sogghignò.

Sgranai gli occhi "cosa? Smoz? il tizio incappucciato che faceva paura a Sally?" un brivido mi percorse la schiena, era forse paura questa?

L'uomo incappucciato sbucò dalle scale portandosi dietro una falce enorme.

La lama, color sangue, aveva una forma spaventosa, simile alle descrizioni delle storie di mostri che mi raccontava mia madre da piccolo. Il lato affilato era normale mentre il lato che non possedeva la lama era piena di una lunga fila di spuntoni argentati. L'asta, l'unga quanto il suo possessore, era decorata con squame nere e rosse che la percorrevano completamente terminando con una testa di serpente da cui fuoriusciva una sottile lama biforcuta.

Smoz si diresse lentamente verso il cerchio rosso, tenendo la falce con una mano e facendola strisciare sul terreno dietro di sé provocando scintille ad ogni passo che percorreva.

Senza dire una parola, si mise in posizione, impugnò la falce con entrambe le mani e aspettò.

Io, pieno di paura nel vedere la sua arma, mi diressi tutto tremante davanti al mio avversario, la mia spada sembrava un ramoscello in confronto alla sua falce.

<< Pronto Guardiano? >> mi chiese.

<< Si, sono pronto >> risposi cercando di fermare il tremito.

Smoz mi si avventò contro con la falce posizionata sopra la testa, a un metro di distanza mi tirò un colpo verso la spalla sinistra che riuscii a parare con grande fatica, se non ci fossi riuscito, quasi sicuramente, mi avrebbe tranciato il braccio; quel colpo era talmente forte che mi fece barcollare e la spada quasi mi cadde dalle mani.

Non contento, caricò un nuovo colpo che partiva nuovamente dall'alto mirando alla mia testa, se mi avesse colpito sarei stato tagliato in due.

Feci una capriola a destra per schivare il colpo, poi mi lanciai contro di lui con la spada dritta, con l'intenzione di colpirgli lo stomaco.

Non feci in tempo ad accorgermene che Smoz lasciò a terra la falce che si era conficcata quasi completamente nel terreno, tese una mano contro di me e creò una sfera di fuoco che mi colpì in pieno viso.

La sfera creò un'onda d'urto che, dopo l'esplosione, mi catapultò fuori dal cerchio rosso e mi fece sbattere contro la scalinata del campo; All'impatto una miriade di stelle rosse mi esplosero davanti agli occhi, la testa mi pulsava e stavo perdendo i sensi.

Scossi la testa per riprendere l'uso della vista, il volo che feci fu incredibile, venti metri di volo se non di più prima dell'impatto.

"Alzati! avanti, alzati e combatti! non devi arrenderti!" pensai.

Mi alzai e corsi contro il mio avversario, entrai nel cerchio rosso, mi abbassai per raccogliere l'arma e attaccai Smoz.

Divisi le due spade e iniziai a colpire Smoz con una tempesta di colpi con tutta la velocità e la forza che avevo in corpo. Non era importante la velocità, dovevo solo impedirgli di contrattaccare. Smoz continuava a parare i miei colpi senza problemi mentre indietreggiava per mantenere il controllo della situazione. Ben presto la fatica si fece sentire e i colpi rallentarono troppo. Smoz riuscì a trovare uno spiraglio per poter contrattaccare, mi tirò un calcio sullo stinco e con la lama posizionata sul pomolo della falce tentò un colpo alla gola.

Riuscii a pararlo all'ultimo, unendo le spade formando una croce davanti a me e sollevando l'asta portandola sopra la testa.

Smoz continuava a spingere con tutta la sua forza verso il basso e la punta della falce si avvicinava sempre di più ai miei occhi, ma io ero più determinato che mai, non volevo arrendermi e poi decisi di tentare un colpo azzardato.

Lasciai la presa spostandomi leggermente verso sinistra, la falce mi colpì alla spalla ma io ebbi abbastanza tempo per infilargli entrambe le spade nel petto.

"ce l'ho fatta, l'ho colpito" pensai entusiasta.

L'uomo lasciò cadere a terra la falce, Indietreggiò di qualche metro poi prese le due spade e se le sfilò dal petto;

Una volta che ebbe estratto le spade notai che non c'erano ne ferite ne sangue, proprio come successe con Sally quando la colpii alla gamba.

<< Complimenti! eccezionale per un novellino. >> disse ridendo, << Ma il combattimento non è ancora finito!! >> tuonò improvvisamente smettendo di ridere.

Infatti prima che avessi avuto il tempo di dire qualcosa, Smoz lanciò le spade davanti a me ed iniziò ad urlare.

Era un urlo assordante, mi tappai le orecchie e indietreggiai di qualche passo.

Quello che vidi subito dopo mi fece cadere in ginocchio, le gambe mi cedettero completamente.

Smoz stava prendendo fuoco.

Vidi la tunica infiammarsi, i brandelli si trasformarono in cenere lasciando scoperto... uno scheletro.

Smoz non era un essere umano o per lo meno non lo era più, non c'era ne carne ne muscoli, solo ossa tenute insieme da una fiamma che gli dava un contorno umano.

Il suo corpo completamente infiammato emetteva un grande calore, mi stavo letteralmente scottando.

Dopo che smise di urlare mi fissò con le orbite vuote per qualche secondo, mi puntò il dito ossuto contro e disse poche e semplici parole che mi paralizzarono: << Facciamo sul serio! >>.

Sollevò entrambe le mani con i palmi rivolti verso l'alto sopra la testa fiammeggiante; una minuscola sfera apparve assorbendo le fiamme che circondavano il mio avversario.

Poco per volta la sfera cresceva e cresceva e cresceva sempre di più, fino a che non divenne un'enorme masso che roteava sopra la testa del mio nemico.

Non sapevo più cosa fare, ero spaventato a morte, mi alzai e iniziai a correre senza nemmeno raccogliere le spade, corsi verso le scale con l'intento di scappare.

<< Dove vai marmocchio?! non puoi sfuggirmi! >> mi urlò contro lo scheletro.

Ero cosciente del fatto che non sarei riuscito a scappare, ma ci provai; stavo per salire le scale quando accadde qualcosa.. mi fermai di colpo.

"Cos'è questa sensazione?" pensai "mi sento bruciare, ma non da fuori... dal dentro! È paura? Rabbia? Vergona?".

Mi guardai i vestiti e le braccia e rimasi sbigottito; un denso fumo, nero e blu, mi ricopriva la tunica e mi risaliva fin sopra la testa.

Una strana energia mi pervase dissipando la stanchezza "No, non scapperò!" pensai all'improvviso.

Sentii un nuovo tipo di forza, mai sentita prima, ricoprire il mio corpo fin dentro le ossa, scacciando via quella sensazione di paura che poco prima quasi mi impediva di correre, tutto intorno a me diventò nero e osservai con meraviglia delle scariche elettriche generarsi dal mio corpo e colpire il terreno e scorrere per tutto il campo.

Mi girai e osservai Smoz con un‘improvvisa sicurezza; << Addio ragazzo >> disse urlando. Lanciò la sfera, che nel frattempo era cresciuta ancora di più.

Senza capire ciò che facevo, pervaso da un'euforia improvvisa, protesi la mano verso la sfera che mi veniva incontro; non feci nulla, pensai solo che dovevo difendermi. Davanti a me si formò una sfera che in pochi attimi raggiunse la dimensione di quella di Smoz, con la differenza che la mia era completamente nera con delle vene bluastre che la percorrevano formando delle zigrinature sulla superficie... Osservai la mia opera per qualche secondo mentre mi roteava davanti, ci ero riuscito << Non oggi! >> sussurrai prima scagliare la mia sfera contro la palla di fuoco.

Le due sfere si scontrarono in pochi secondi fondendosi l'una nell'altra per poi esplodere con un boato gigantesco.

Io, Smoz e Sally fummo spazzati via dalla potenza sprigionata dall'impatto delle due sfere.

Riuscii a vedere l'intero campo incendiarsi, i fantocci di paglia disintegrarsi lasciando al loro posto un cumulo di cenere che venne immediatamente spazzato via dalla forza del colpo.

Anche i miei vestiti vennero bruciati quasi completamente.

"Hahaha ce l'ho fatta!!" pensai alzandomi in piedi, per poi saltare dalla gioia come un bambino.

Stavo per correre verso Smoz per ringraziarlo, in fin dei conti è grazie a lui che ho scoperto il mio potere, quando mi bloccai.

Sia Sally che Smoz mi fissavano immobili, Sally tremava e aveva uno sguardo pieno di paura.

<< No, non è possibile >> disse Smoz ad alta voce, continuando a fissarmi.

<< Non puoi essere tu, sei stato esiliato migliaia di anni fa, come puoi essere tu? >>.

<< Di che stai parlando? non ti capisco >> chiesi stupito.

Non capii cosa successe, ma improvvisamente una grande gabbia di fuoco mi imprigionò << Sally, corri a chiamare Raxius, avvertilo! Denzo è tornato! >>, Sally non perse tempo e corse fuori dal campo veloce come un fulmine.

<< Chi è Denzo? >> gli urlai contro, ero completamente coperto dalle fiamme che mi ustionavano il viso "Cosa ho fatto di male?" non riuscivo a capire questo loro comportamento.

<< Denzo era un Guardiano bandito per tradimento, ragazzo. E tu hai il suo stesso potere: il potere dell'Oscurità! non ti muovere o ti incenerisco, non morirai ma ti assicuro che soffrirai come un cane! >> la sua voce si faceva sempre più cattiva.

<< Fermo Smoz! >> era Raxius che correva verso di lui.

<< Come fai ad essere sicuro che il ragazzo sia come Denzo? Quel demonio era malvagio, lui no! ha sacrificato se stesso per salvare una donna, mi sembrava di avertelo detto se non sbaglio >> disse senza fiato per la corsa.

<< Raxius, spiegami allora come fa ad avere il suo stesso potere! la cosa è impossibile e tu lo sai! >> ora fissava Raxius, capii che era spaventato dal tono della voce "uno scheletro che ha paura! questa è buona" pensai ridendo, "no che fai? non puoi ridere in un momento come questo" mi dissi, e tornai serio.

<< Non so come può essere accaduta una cosa simile ma so che il ragazzo è buono! Di Guardiani ce ne sono pochi non possiamo sapere se sia possibile o meno che alcuni di noi possano avere un potere uguale >> continuò.

<< Allora provami che è buono, provamelo o lo mando da Chester per esiliarlo! >> Smoz ridusse la gabbia in cui mi ritrovavo talmente tanto da costringermi ad accovacciarmi per non ustionarmi ulteriormente.

<< D'accordo, come vuoi... portiamolo nella stanza della prova! Ti dimostrerò che ho ragione >> aggiunse Raxius con tono calmo.

<< Affare fatto! Però dovrà superare le prove che dico io! >> disse senza togliermi gli occhi di dosso, la sua voce era cambiata: sembrava si fosse calmato.

La gabbia di fuoco divenne più spessa e mi copri completamente impedendomi di ascoltare e di vedere qualsiasi cosa.

 

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