Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Mentre camminavo tra le file di sedili sull’autobus sul quale ero
appena salita, volgevo lo sguardo da una parte all’altra, alla ricerca di un
posto libero su cui accomodarmi.
L’avevo preso per un pelo, quella mattina ero in ritardo, come sempre
del resto...
Finalmente trovai un posto libero, avevo dovuto percorrere l’intero
autobus, ma non importava.
Mi accucciai sul sedile e posi la piccola borsa da viaggio, che mi ero
portata per affrontare il tragitto, dietro la nuca, a farmi da cuscino.
- Scusa… è libero? - mi girai al suono di quella voce: davanti a me se
ne stava una timida ragazza alta e magra, con dei bizzarri capelli verdi, (bhè,
non che i miei rosso rubino fossero poi tanto normali)
e due grandi occhi blu scuro, nascosti da un paio di tondi e grossi occhiali da
vista.
La fissai senza capire, poi, quando lei mi indicò il sedile vuoto
accanto al mio, finalmente compresi ed espressi il mio assenso con un cenno del
capo.
Lei mi sorrise e si accomodò; doveva essere di qualche anno più grande,
o perlomeno, questo era quello che mi parve.
- Comunque piacere, il mio nome è Retasu Midorikawa! - la guardai
inebetita, mentre mi porgeva la mano e aspettai qualche
secondo prima di risponderle a mia volta.
- P-piacere, io sono Ichigo Momomiya… - risposi, per poi tornare a
fissare il paesaggio al di là del finestrino che scorreva velocemente davanti
ai miei occhi.
- Come mai in viaggio? - la sua voce gentile mi giunse nuovamente alle
orecchie come il dolce suono di un’arpa. Senza far notare la mia irritazione
per quel disturbo, mi voltai nuovamente verso di lei in modo da guardarla.
- Mh… motivi di studio… - risposi vaga, sperando che fosse soddisfatta
e mi lasciasse in pace.
- Ah sì? Bhè io vado a trovare mio padre, abita lontano per
lavoro ed io…- non seguii più il suo discorso dopo la parola “padre”. Un
turbinio di sensazioni sgradevoli si dibatterono dentro al mio petto, come
quando stai aspettando che inesorabilmente arrivi il
tuo momento per essere interrogata, pur sapendo di non aver studiato. Quella
parola, quelle cinque lettere sussurrate da un’estranea mi rievocavano alla
mente cose che avrei preferito scordare, lasciar perse nel vuoto della mia anima…
- Sai tesoro…oggi l’Imperatore ha assunto un nuovo killer personale.
Ultimamente ci sono molti disordini nel regno e lui ha deciso di prevenire un
qualsiasi possibile attentato alla famiglia reale… - papà era strano mentre pronunciava quella frase, non saprei definire
come, visto che i miei occhi da bambina di soli dieci anni, ancora non
comprendevano certe cose, quindi me ne stetti buona e zitta a concludere la
cena che stavo consumando insieme ai miei genitori.
Mio padre era il consigliere dell’Imperatore, era normale che fosse a
conoscenza di certi particolari.
- Bhè, se crede che la sua famiglia sia in pericolo è giusto che la
tuteli, chiunqueal
posto suo lo avrebbe fatto. Ma dimmi, chi ha assunto? - mia madre era sempre
stata piuttosto comprensiva ed anche un po’ curiosa.
- Un Shirogane…- sussurrò mio padre, quasi
quel nome fosse un tabù impronunciabile.
Vidi mia madre sussultare e quasi strozzarsi con il boccone di cibo che
stava masticando a quel nome.
Ma che diavolo significava?!
- Ehi, tutto a posto? - mi chiese preoccupata, la mia nuova “compagna
di viaggio”, risvegliandomi dai miei ricordi, mi ci ero talmente immersa che
avevo finito per ignorarla del tutto.
- Sì, scusa… Dicevi? - chiesi cortesemente ed inutilmente, mentre la
mia mente riprendeva il suo pellegrinare fra le mie memorie, rievocando ricordi
ormai sepolti nel cuore.
- Mamma chi è Shirogane? - le chiesi un giorno, quando la mia curiosità
prese il sopravvento.
Mia madre tremò, facendo cadere i vestiti che si stava provando. Rimase
qualche secondo interdetta, ma poi si volse shockata
verso di me. Guardandomi con i suoi grandi occhi nocciola.
- S-Shirogane? - fece una pausa e si guardò attorno
timorosa, nella paura che qualche estraneo potesse ascoltare questa
nostra conversazione così intima -…nulla di importante tesoro, sono
semplicemente la più famosa e rinomata famiglia di killer di tutto il Giappone,
l’Imperatore ha assunto uno di loro per la sua protezione personale…- mi spiegò
celermente, posandomi una mano sul capo come se fossi un cucciolo da
soddisfare.
- Ma dimmi, se non sono indiscreta, potrei sapere che tipo di studi
vuoi affrontare? - mi domandò ancora, la ragazza al mio fianco, scrutandomi
curiosa.
Sorrisi, in fondo mi stava simpatica.
- Vado all’accademia Kuroyuki. La scuola per ninja!!
- le vidi spalancare gli occhi a quella mia rivelazione, come se avesse appena
visto un gigantesco ragno peloso saltarmi sulla faccia e mangiarla a morsi.
- A Kuroyuki?! Vuoi diventare una ninja? -
ripeté come un pappagallo. Annuì, il suo stupore non mi sorprese più di tanto,
era raro a quel tempo che le donne diventassero delle
ninja, dei killer a pagamento.
Lei rimase ancora qualche secondo frastornata,
poi mi sorrise di nuovo e si rilassò, come se non avesse mai udito le mie
parole.
- Comunque anche io sono diretta a Kuroyuki… - quell’affermazione mi
sorprese.
- Vuoi diventare anche tu una ninja?! -chiesi con evidente
stupore, lei cambiò espressione, squadrandomi inorridita.
- No, per carità! Io non sono per niente adatta ad una cosa del genere.
Te l’ho detto, vado a trovare mio padre… - affermò convinta, ed allora mi
calmai anche io. Pur non conoscendola mi parve strano che un tipo come lei
aspirasse a questo genere di cose.
- Ah, è un ninja? - le chiesi curiosamente.
- Già, da parecchio tempo ormai… - affermò fieramente, mentre gli occhi
le si illuminarono di orgoglio - È per questo che non
lo vedo da parecchio… -
- Papà? Papà dove sei? - lo trovai in piedi, davanti alla scrivania del
suo ufficio, mentre parlava agitatamente al telefono; si vedeva che era
nervoso, gesticolava e sudava freddo sempre di più ad ogni singolo minuto che
passava. Ad ogni parola che poteva udire uscire da quell’apparecchio.
Non compresi cosa diceva, ricordo solo che poi non lo vidi più per
giorni interi, settimane forse, fino a quando non si
decise a tornare. Bianco come un cadavere e magro fino all’osso.
Quel particolare ricordo, non me lo rammentavo distintamente, ricordavo
solamente il grande disagio di mio padre in quel periodo e la mia preoccupazione
di bambina, nel vederlo così.
- E per quale motivo vorresti diventare una ninja? - decisi che volevo
fidarmi di quella giovane che pareva tanto sincera ed onesta.
- Per vendetta…- pronunciai misteriosa, mentre i miei occhi si
infiammavano di rabbia. Un sentimento che portavo dietro da anni, da ben sei
anni…
Quella notte, vidi mio padre uscire clandestinamente di casa, come un
ladro che ha appena compiuto un furto. La mia curiosità prese il sopravvento
come sempre, e decisi di seguirlo, magari avrei scoperto il motivo del suo
strano comportamento di quell’ultimo periodo.
Seguendolo, mi ritrovai in mezzo al bosco, lo persi anche di vista.
Spaventata, mi aggirai tra gli alberi da sola, sperando di ritrovarlo
al più presto.
Finalmente lo scorsi e felice, gli corsi in
contro, gridando nel tentativo di attirare la sua attenzione.
Non lo raggiunsi mai però.
Vidi una figura scura, non troppo robusta, probabilmente un ninja,
raggiungerlo da dietro e recidergli spietatamente la gola.
Con un flebile singulto, mio padre si accasciò a terra e si spense.
Il suo sangue schizzò sui miei abiti e sulla mia pelle nivea,
macchiandomi di un indelebile sensazione di disgusto,
rabbia e disperazione.
Arrestai la mia corsa e guardai la figura con occhi sgranati, quando la
piena consapevolezza di quello che era accaduto, mi investì con tutta la sua
forza, come un treno in corsa.
Emisi solo un piccolo verso di sorpresa, facendogli notare la mia
presenza, e quando si girò verso di me, un particolare mi colpì: i suoi occhi,
di un azzurro acquamarina intenso e chiaro, quasi trasparente,
risplendevano nel buio della notte.
Non li scordai più.
- La vendetta? - mi fece eco. Annuì.
- Già…- probabilmente capì che non le avrei detto oltre, perché
riappoggiò la schiena al sedile e smise di fare altre domande.
Meglio così, non mi andava di spiegarle che avevo deciso di vendicare
mio padre.
Volevo trovare il suo assassino e ucciderlo: gliela averi
fatta pagare cara per quel che mi aveva fatto. E per trovarlo avevo un
indizio importate: quegli occhi, gli occhi che solo tutti i discendenti della
famiglia Shirogane possedevano, occhi di ghiaccio, occhi color del cielo.
Solo quelle due perle mi avrebbero portato
all’assassino di mio padre, da uno Shirogane.
Dopo
un giorno e mezzo di viaggio finalmente arrivammo a Tokyo, città che ospitava
l’accademia Kuroyuki.
Sapendo
che Retasu andava nella mia stessa direzione,
decidemmo di fare la strada assieme: infondo quella che conosceva l’ubicazione
della scuola era lei, non io.
Ci
arrivammo nemmeno dopo dieci minuti di cammino. Era un edificio enorme, fatto
di mattonelle color ocra, con enormi vetrate dalle quali i
splendidi raggi del sole si riflettevano fino a giungere alle nostre pupille,
infastidendole con la loro luce. A quel punto lei mi salutò, sparendo nella
scuola, ma non prima di avermi indicato la segreteria. Appena entrata mi
ritrovai davanti una fila enorme, composta principalmente da ragazzi dai sedici
anni in su, dato che la scuola non ammetteva alunni
che avessero meno di quell’età.
Capendo
che avrei aspettato per parecchi minuti mi trovai un posto calmo dove
appoggiarmi e gettando il borsone a terra andai ad osservare quelle poche
ragazze che c’erano in sala. Avevo proprio ragione. Erano rare le gentil
donzelle che si apprestavano a diventare assassine, seppur a rigor di logica
erano proprio loro quelle più dotate. Agili, scattanti, leggiadre e soprattutto
vendicative.
Certo,
il problema era che fossero fin troppo sensibili, legate ai sentimenti e al
buon senso, ma di certo chi voleva diventare un ninja
scordava queste futili sensazioni, rilegandole nelle profondità del cuore e
concentrandosi sulla proverbiale freddezza degli uomini.
Dopo
un quarto d’ora arrivò il mio turno. Arrivai davanti allo sportello dal quale
faceva la sua comparsa il volto invecchiato di una signoria, al di sopra dei
sessanta anni.
-Come
ti chiami?- mi chiese cordialmente, sfogliando distrattamente dei fogli.
-IchigoMomomiya!!- risposi
fiera, mentre la vidi scrivere faticosamente qualcosa al computer adiacente
alla scrivania, per poi sparire in uno sgabuzzino e uscirne subito dopo. Mi
porse dei vestiti bianchi come la neve, con una cintura nera e un pugnale con
la lama sfavillante d’argento. Era così lucido che mi potevo specchiare sulla
sua superficie.
-La
tua camera è la 202. Condividi la stanza con un’altra ragazza!!-
m’informò, mentre io, ringraziandola, presi le mie ultime cose e mi diressi
verso un ascensore.
Chiesi
informazioni e seppi che il mio alloggio si trovava al secondo
piano.
Salii
e con calma cercai la mia stanza. Appena trovata bussai, per poi aprire la
porta.
Non
vi trovai che una ragazza con un corpo pressoché
perfetto, che si stava mettendo la mia stessa divisa.
Imbarazzata,
e nettamente in soggezione per il suo corpo, mi girai dall’altra parte
arrossendo leggermente.
-S-scusa, non volevo!!- esclamai. Mi accolse una voce
profonda, suadente.
-Non
importa…- solo allora mi voltai a guardarla per bene. Aveva stupendi capelli
viola e magnetici occhi azzurri. A quella vista un dubbio mi assalì: che non
fosse una componente della famiglia Shirogane?
Ma
presto queste mie assurde ipotesi si dissolsero al sentire il suo nome.
-Piacere,
mi chiamo ZakuroFujiwara!!- mi porse la mano aperta, gliela strinsi e mi presentai a
mia volta. Guardandomi fissa negl’occhi accennò a qualcosa che doveva essere un
ghigno, prima di dirigersi in bagno e chiudersi al suo interno.
Incuriosita
dal suo strano comportamento gettai il borsone sull’ultimo letto rimanente e
cominciai a riporre i miei vestiti nell’armadio vicino, come aveva già fatto la
mia coinquilina.
Poco
dopo la vidi entrare nella stanza, con i capelli
acconciati in una perfetta coda di cavallo. Mi incantai a fissarla per un
attimo, come rapita dalla sua figura, prima di sentirmi sbraitare contro da
quella bocca perfetta.
-Cos’hai da fissare? E poi perché sei ancora vestita in quel modo? Non sai
che dobbiamo andare alla presentazione del preside?- sicuramente l'espressione
del mio viso le fece intendere che io di quello di cui mi stava parlando, non
ne sapevo nulla. Infatti sbuffo e si mise le scarpe,
anch’esse bianche come tutto il completo.
-Dobbiamo
sbrigarci, saranno già tutti lì.- un po’ goffamente mi preparai e le corsi
dietro per quei corridoi che sembravano dei labirinti, in quel luogo così
vasto.
Mi
stupii del fatto che conoscesse così bene l’edificio, così decisi di rompere il
ghiaccio e magari sapere qualche informazioni in più.
-Ehm,
Zakuro giusto?- vidi soltanto i suoi occhi
distaccati, posarsi sulla mia figura.
-Mh,
come mai conosce così bene l’accademia?- a quelle mie
parole andò a fissare il corridoio dinanzi a lei, rimanendo in silenzio per
pochi secondi.
-Sono
ripetente…- mi sconvolsi a quell’affermazione così
inaspettata -Perché per motivi di salute dovetti abbandonare il secondo
quadrimestre!!- spiegò poi, chiarendomi tutto.
Fui
sul punto di farle altre domande, quando la mia bocca si
zitti da sola. Asciugandosi del tutto: ci eravamo trovate davanti un’arena più
grande di quelle che si potessero trovare in qualunque
altra parte del mondo. Era enorme, sembrava una distesa pronta per essere
coltivata. Per non contare che tutt’intorno c’erano
le scalinate che rendevano il luogo ancora più maestoso e imponente di quel che
era.
Quando
mi ripresi, della mia compagna di stanza non v'era traccia.
La
vidi poco dopo, seduta su qualche scalinata più in là, in prima fila.
Notai
con piacere che le diverse classi, i diversi livelli di bravura, erano
contraddistinte da diversi colori dell’uniforme. Per esempio gli aspiranti ninja vestivano di bianco, con solo una cintura nera con
fondina per il pugnale. Chi frequentava il secondo anno vestiva di un blu molto
scuro, con la medesima cintura e quelli che dovevano essere al terzo ed ultimo
anno indossavano delle divise nere, utili per mimetizzarsi nella notte.
Andai
a sedermi in prima fila, come gli altri, e vidi che c’erano parecchi studenti
in prima, forse ripetenti come Zakuro…
Non
potetti nemmeno continuare a pensare, che nell’arena calò
il silenzio: aveva fatto il suo ingresso un uomo sui quarant’anni,
vestito con il tipico abito da cerimonia.
Nonostante
non fosse più giovanissimo, il suo corpo era asciutto
ed atletico. Gli occhi, di un blu scuro, molto intenso, mi ricordarono quelli
di qualcuno, ma al momento non mi veniva in mente di chi si potesse
trattare. Portava i capelli, grigi come il pelo di un lupo, lunghi e raccolti
in un piccolo codino basso.
-Do
il benvenuto a tutti i nuovi iscritti. Io sono il preside dell’accademia Kuroyuki, mi chiamo FujiMidorikawa, ma voi potete chiamarmi “Mio Signore”…- tutti
risero, anche se io non ci trovai nulla di divertente. Forse perché dopo quella
fatidica notte niente mi pareva tanto rallegrante.
Mi
sforzai di sorridere, sentendomi osservata. Mi voltai verso la mia nuova
compagna di stanza, ma lei osservava seria il preside; forse non aveva riso
nemmeno lei.
-Come
dovreste già sapere, questa accademia ha delle regole precise, che tutti voi
dovete rispettare, ma sono certo che i professori ve le spiegheranno alla loro
prima lezione…- indicò un folto gruppetto di persone che sedevano su una
panchina di fronte al rettore -Le lezioni si suddividono in due parti: al mattino seguiranno insegnamenti nelle aule, come in tutte
le normali scuole, dal pomeriggio fino a sera si svolgeranno gli allenamenti.
Questi non saranno fatti dal corpo insegnanti, ma
bensì dai studenti delle altre classi. Quelli del primo anno verranno
divisi un due gruppi: i ripetenti e quelli appena arrivati. I bocciati saranno
affidati alle mani dei studenti del secondo anno, mentre i nuovi iscritti a
quelli del terzo. Così come quelli della seconda classe, che a giorni alternati
si alleneranno con quelli del terzo, lasciando alle prime classi giorni liberi
in cui potersi dedicare allo studio!!- lo vidi
sorridere gentilmente, mentre alzava la testa come per vedere meglio i ragazzi
che vestivano in nero.
-Invece
voi del terzo, come ben sapete avrete poche occasioni per allenarvi “seriamente”, ma credo che gli esami che incomberanno su di
voi vi porteranno via già abbastanza tempo!!- si fermò a prendere fiato,
rallegrandosi e prendendo dalle mani di un altro insegnante una arancia di un
stupendo ed intenso colore vivo e lucente, screziato di rosso. Iniziò a giocarci,
come fanno i bambini, mentre osservava uno ad uno le
persone che sedevano in prima fila.
Non
capii perché i restanti allievi, quelli del secondo e terzo anno, cominciarono
a sghignazzare sotto i baffi e a ridere, fino a quando il direttore della scuola
non proferì parola.
-Prima
di suddividervi in gruppi, cioè affidarvi agli allievi più anziani, ho
intenzione di fare un giochino. Sia chiaro che non siete
obbligati a parteciparvi, ma non tiratevi indietro perché vi sentite in
imbarazzo…- lo vedemmo distendere il braccio destro davanti a sé, con il palmo
della mano che volgeva verso l'alto. Al suo interno, il frutto che poco prima
aveva afferrato. Continuammo a guardarlo non capendo il “gioco”, o forse ero
solo io l’ottusa?
-I
più temerari di voi scenderanno ed arriveranno qui,
dinanzi a me. Io terrò la mano sempre in questa posizione, non inclinandola,
nascondendola o altro. Il vostro compito sarà semplicemente quello, di rubarmi
l’arancio dalle mani… Credete che sia un’operazione tanto difficile?- sorrise
sornione, mentre si alzò un grande frastuono, composto da
chiacchiere e risate -Allora? Chi vuole provare?- chiese e tutti i ragazzi del
primo anno scesero nell’arena, convinti di batterlo, convinti di essere veloci
come fulmini.
Quanto
si sbagliavano…
Con
stupore, vidi quell’uomo di quarant’anni,
muoversi con la stessa agilità di un sedicente, anzi, era ancora più veloce di
loro.
Come
aveva promesso la mano rimaneva ferma, ma era lui quello che si muoveva a zigzag, come una lepre che tenta
la fuga da una volpe, scappando tra i campi di riso. Li batté uno ad uno e poi
li incitò ad attaccarlo tutti insieme. Era
incredibile, una cosa mai vista, quasi disumana.
Sembrava
che prevedesse l’arrivo dei colpi, la direzione da cui sarebbe scagliato
l’attacco… Si faceva da pedana con le schiene degli allievi, saltando ad una altezza allucinante. Non avrei mai pensato che un essere
umano potesse avere tanta forza di spinta nelle gambe. Ma eravamo sicuri che il
preside fosse un essere umano? Sembrava un film di combattimento, fatto di soli
effetti speciali.
Non
potevo credere a ciò che vedevo.
Quando
alla fine, dopo meno di venti minuti, tutti gli allievi caddero a terra esausti, grondanti di sudore e con il fiato corto si
degnò di mandarli a sedere.
Rise
sotto i baffi al vedere delle loro facce distrutte, al sentire dei loro
commenti pieni di ripensamenti.
-Ragazzi!!
Ragazzi suvvia!! Cosa devono sentire le mie povere
orecchie…!- regnò il silenzio -Un vero ninja non deve
mai avere esitazioni, e poi, anche voi un giorno riuscirete a rubarmi
l’arancio. Infatti solo un unico allievo dell’ultimo
anno è riuscito in questa impresa e ora egli ci dimostrerà come. Bhè, un allievo su sedici non è male, no?- questa volta non
risero, anzi, si disperarono ancora di più. Ed io, ahimè, mi accorsi che la
strada che mi avrebbe portata alla tanto agognata vendetta sarebbe stata ardua.
Poi,
come d’incanto, svegliandoci dal nostro sgomento arrivò una figura nell’arena.
Una camminata sicura, la testa alta, gli occhi, gli occhi…
Mi
si strinse il cuore, mentre una scintilla di rabbia accese il fuoco del mio
cuore. Occhi azzurri, occhi color del cielo, ma non potevo fargli un crimine,
anche Zakuro aveva gli stessi occhi, eppure non era
una Shirogane. Dovevo aspettare prima di sentenziare
accuse.
Lo
osservai attentamente: vestito tutto di nero, con un cappuccio che gli copriva
il volto tralasciando fuori soltanto la parte oculare.
Scarpe allacciate da stretti spaghi fino a metà polpaccio, i pantaloni raccolti
al loro interno e chiusi dalla cintura che anch’io
portavo. Una veste che gli copriva tutta la parte superiore del corpo,
lasciando scoperta solo una buona parte del petto e infine un copricapo che
andava stringendosi sul collo, come i polsini sulle mani per non far svolazzare
il tessuto.
-Questo
è il tipico abito da ninja!!-
affermò il capo d'istituto, lanciando via l’arancio ed avvicinandosi al ragazzo
-Come potete vedere, tutti gli allievi del terzo anno sono vestiti nello stesso
modo, ma non indossano il copricapo perché questo viene usato soltanto nelle
missioni!!- tutti emisero un mugolio di assenso, mentre continuava
minuziosamente la sua spiegazione.
-Passando
alle armi… Nel caso in cui qualcuno vi attaccasse frontalmente, voi potreste
abbassarvi e prendendo i pugnali collocati all’interno degli stivali, colpire i
tendini delle caviglie, oppure affondare la lama nello stomaco del vostro
nemico!!- questo chiarimento fu mimato molto
lentamente e distintamente dai due.
-Nel
caso in cui veniate colpiti alle spalle, potreste
abbassarvi leggermente, facendo leva sulle ginocchia, e prendendo i pugnali che
tutti voi portate all’altezza del fianco, colpire l’avversario in tre punti
vitali: lo stomaco per farlo morire dissanguato, il petto per infilzargli il
cuore e la gola, per recidergliela…- a quelle due parole un
senso di vomito mi avvolse, inebriandomi di nausea. Stentai a trattenere il
conato.
-E
alla fine, all’interno della divisa sono stati cuciti speciali raccoglitori per
tenere fermi ishuriken, le
stelle dei ninja. Ma ora direi di far dimostrare a
questo giovane allievo l’abilità del componente di una famiglia tanto famosa e
rinomata in tutto il Giappone, che tutti voi sicuramente conoscerete…-
d’improvviso quel senso di disgusto scomparve all’udire delle ultime parole.
Non mi curai nemmeno del fatto che quel tizio avesse rubato al preside
l’arancio in meno di un minuto, ero solamente concentrata a conoscere il suo
nome, mentre le mie dita fremevano all’altezza del pugnale. Quando alla fine
decise di presentarlo a tutti, ebbi la conferma di chi si trattasse:
dell’assassino di mio padre, RyouShirogane!!
Mi
alzai in piedi, indirizzandomi istintivamente verso l’arena,
mentre il direttore mi chiedeva gentilmente se avevo qualche domanda da porre.
Lo ignorai e scesi fino a toccare il terreno polveroso. Intanto vidi quel
bastardo darmi la schiena ed andarsene, come se avesse di meglio da fare…
Sentii
il veleno della vendetta invadermi le vene e affluirmi velocemente in tutte le
parti del corpo, intorpidendolo e cancellando qualunque tipo di pensiero
razionale dal mio cervello.
Il
sangue mi ribollii impazzito nelle vene.
Non
capii perché all’improvviso tutto tacque, fino a quando
non mi resi conto ti impugnare l’arma che mi era stata data in dotazione.
-TU!!- urlai e per l’ennesima volta, mi accorsi in ritardo che
stavo piangendo, senza che io lo volessi, senza che io potessi far qualcosa per
fermare quelle lacrime, me le sentii scorrere lentamente ed inesorabilmente giù
per le guance, bagnandomele di salata furia e amarezza.
-Hai
ucciso mio padre…- continuai quasi in un sussurrò,
mentre quel verme rimaneva immobile, fermo al proprio posto, dandomi la sua
schiena -ASSASSINO!!- gridai dopo, aumentando maggiormente la stretta attorno
al manico del pugnale e iniziando a correre verso di lui, mentre questi
sembrava una statua di marmo.
Arrivai
a qualche metro di distanza, presi lo slancio e nel
momento in cui dovevo colpirlo direttamente alla schiena, la lama infilzò il
nulla, facendomi barcollare qualche passo in avanti. Quando mi rialzai per
vedere dove fosse sparito, mi ritrovai due lame taglienti appoggiate
candidamente alla gola. Rimasi immobile, mentre i singhiozzi mi stavano
divorando, lacerando da dentro.
Caddi
a terra e per fortuna lui tolse i coltelli dalla gola, permettendomi di
umiliarmi davanti a lui. Piansi, piagnucolai fino a quando
il rettore non mi venne vicino, togliendomi l’arma dalla mano ed esclamando
compiaciuto la peggiore condanna che mi potesse capitare:
-Shirogane… a quanto pare hai trovato la tua kohai!!-
Continua…
Prima di passare ai
ringraziamenti avrei una cosa da spiegare: io (Pfepfer)
e izayoi007 siamo
due persone separate!! Non abbiamo fatto la fusione
tipo Vegeta e Goku, eh!!xD
^O^ Ed ora passo a voi!!
Pichan: potresti spiegarti meglio? O.ò
Cosa intendevi con “mi aspettavo di meglio”? O.ò Io e la mia collega ci siamo scervellate per capire il
perché (io ho fatto una ipotesi e credo che sia quella
più probabile O.O, ma attendo la tua conferma!! ^O^). Grazie per aver commentato, un saluto.
Lucky & kikka:
scusatemi se non vi ringrazio singolarmente, comunque siamo liete che la nostra
storia vi piaccia. Un saluto ad entrambe!!
lala_g: calmati e
respira!! xD Davvero ti
piace così tanto la nostra storia? ** La trovi veramente così originale? (*v* indovina chi è la pazza delle due che si è inventato
questo mondo assurdo, dove tradizione e innovazione si mischiano in un mix
letale per i lettori?! xDD)
Comunque grazie mille laluccia!!
*ò* Continua a seguirci, un bacio!!
kashia & Geo88:
scusatemi anche voi due se non vi ringrazio singolarmente, ma diciamo che non
so cosa scrivervi sennonché un GRAZIE enorme!! xDD Un saluto ad entrambe!! ^O^
p_chan: per il tuo appunto…
hai notato che avevi ragione? xD
Si è chiaramente visto verso la fine di questo capitolo che Ichigo
è avventata in tutto quel che fa, e poi, ti assicuro che esiste gente che
inizia a parlare dei fatti suoi – anche personali – ad uno sconosciuto. Te lo
dico per esperienza personale!!xDD Comunque ti ringrazio per i complimenti, sei
stata molto gentile. Un bacio.
berty: grazie mille e
continua a seguirci, mi raccomando. Ciao!! *v*
Gaia: ma amore… che
commento esauriente!!xD Comunque so perché è così corto!! é.è Io, piccola bambina ti ha rotto le bolle durante Grey’sAnatomy!!
Chiedo perdono, ma per il prossimo mi aspetto qualcosa di più!!
^O^ Ciao coccolina mia!! ;*
Chloe92: ciao!! ^O^ Con noi va tutto bene e con
te? Comunque grazie mille tesoro, sei sempre così cara!!
*O* Continua a seguirci eh, mi raccomando!! Un baciotto!! >.<
Questi
erano i miei pensieri, mentre furente di rabbia, mi recavo nel luogo dei mio primo giorno di addestramento con l'assassino.
Non
capii perchè, ma lui, appena il giorno prima, mi diede appuntamento lì: una
vasta radura in mezzo alla foresta...
Quella
parola mi fa tuttora, rabbrividire parecchio, ma io lo capii, l'aveva fatto
sicuramente apposta. Aveva scelto quel posto per farmi soffrire maggiormente,
per riportare alla mia mente tutti gli incubi notturni
che mi perseguitano da quel giorno, anche mentre la stella più grande di tutte,
brillava incontrastata alta nel cielo.
Perchè
sennò, nonostante ci fosse un ben attrezzato campo specifico per le lezioni
pomeridiane con i sensei, non avrebbe avuto alcun senso andare in quel luogo
dimenticato da Dio.
Quando
fui arrivata, mi guardai intorno: di lui nessuna traccia.
Bene, mi
dissi, non mi andava di stare in sua compagnia, nemmeno per gli addestramenti,
tanto più che appena avessi avuto un’occasione, l'avrei ammazzato e non ci
sarebbe più stato il bisogno di prendere lezioni.
Dovevo
ammettere che nella mia sfortuna, aveva avuto una
piccola svolta favorevole.
Anche se
non volevo stare con lui, avrei avuto modo di
studiarlo, di studiare i suoi comportamenti e capire quando era il momento
giusto di attaccare, visto com'era miseramente fallito il mio primo tentativo.
Stancamente,
mi stesi sul prato e, dopo aver tirato fuori dal
piccolo zainetto che mi portavo dietro l'mp3, mi infilai le cuffie nelle
orecchie ed a occhi chiusi comincia a canticchiare il motivetto allegro che mi
passava nelle orecchie.
Passò
diverso tempo quando decisi di riaprire gli occhi, ma
non appena lo feci, il cuore mi saltò in gola: due paia di intensissimi e
ghiacciati occhi di zaffiro, mi fissavano a pochissima distanza dal volto.
Scattai
in piedi e lui fece lo stesso, distanziandosi da me di qualche metro, con un
agile balzo.
Sentì il
cuore martellarmi nel petto per la rabbia e la sorpresa, mentre lo fissavo con
stupore, e lui contraccambiava il mio sguardo con uno serio ed indifferente.
Solo
allora mi accorsi, guardandolo con maggiore attenzione, che non indossava la
divisa, ma dei semplicissimi abiti civili: un paio di jeans a vita molto bassa
ma dal cavallo alto, abbondantemente larghi sulle cosce e su buona parte del
polpaccio e ben stretti e fascianti sulle caviglie; una semplice maglietta
beige con dei lievissimo ricami che richiamavano il
jeans ai bordi, senza maniche e piuttosto aderente, di un tessuto simile al velluto
forse; al collo, una fascetta del medesimo colore.
Ma la
cosa che mi colpì di più, furono i suoi capelli; nelle uniche due occasioni in
cui l'avevo visto non avevo potuto osservali, in quanto coperti dal copricapo
ninja, ma ora che erano liberi, potevo notare con sorpresa il loro magnifico
color biondo oro chiarissimo, lucente e vivace, come le piume di un elegante
canarino. I raggi del sole si riflettevano su di essi,
dandogli ancora più luminosità e brillantezza.
- Ti sei
incantata Momomiya? - la sua voce, dal tono fastidiosamente insinuante, mi
riportò alla realtà come una secchiata d'acqua gelida, ricordandomi chi avevo
di fronte.
Non
risposi, guardandolo con odio crescente.
-
Iniziamo l'addestramento, non ho tempo da perdere con te...- proferì lui,
incrociando le braccia al petto.
Quella
frase mi fece infervorare ancora di più. Lo odiavo!
- Perchè
non hai la divisa? - chiesi acida.
- Non ne
ho affatto bisogno per una cosa del genere...- mi rispose, guardandomi con aria
superiore.
Mi stava
denigrando, si stava prendendo gioco di me, voleva umiliarmi ed io lo capii
immediatamente.
- Ah,
sì? - domandai a tono, scattando in avanti, non gli avrei permesso di sottovalutarmi
e tanto meno gli avrei permesso di vivere un secondo di più.
Afferrai
il pugnale con ambo le mani e corsi più velocemente che potevo, ma non feci
come l'ultima volta, la lezione mi era servita, invece di attaccarlo
direttamente, mi spostai di lato, e cominciai a corrergli attorno, iscrivendo
un cerchio con Shirogane al suo interno.
Prima di
iscrivermi a quella scuola, avevo preso qualche lezione privata a casa ed era
ora di sfruttare gli insegnamenti impartitimi.
Durante
il breve periodo del mio addestramento, avevo acquisito una velocità
invidiabile e una sorprendente rapidità, che il giorno prima
non avevo potuto mostrare a causa della furia che aveva preso il controllo su
di me.
Decisi
di provare a disorientarlo con movimenti rapidi e sconnessi.
Accelerai
e con movimenti felini, mi avvicinai sempre più a lui, fino a che non gli fui
pressoché vicino.
Per
tutto il tempo lui non si mosse, pareva una statua di marmo: guardava dritto
davanti a sé, senza accennare ad una minima reazione.
Mi
concentrai ancora di più su quello che faceva, distogliendo in parte,
l'attenzione che prima avevo dedicato ai miei movimenti.
Senza
che me ne accorgessi, mi ero praticamente fermata
davanti a lui.
Quando
me ne resi conto, capii che non riuscivo più a muovermi; sentii il mio stomaco
stringersi in una morsa dolorosissima che mi mozzò letteralmente il respiro:
caddi in ginocchio.
- Prima
lezione: mai farsi controllare dalla rabbia...- percepii che si muoveva,
cominciando a girarmi lentamente intorno, con le braccia conserte dietro il
capo.
- Questo
per la tua piccola improvvisata di ieri...- precisò.
Allora
era lui, era lui che mi stava facendo tutto quello, era lui che con la sua arte
di ninja, mi stava facendo patire le pene dell'inferno, torturandomi con quel
dolore indicibile.
-
Lezione numero due...- proseguì, continuando il suo girotondo -...mai perdere
la concentrazione sui propri movimenti, riversandola esclusivamente
sull'avversario...- e nel frattempo il mio dolore aumentava, facendomi sfuggire
un piccolo gridolino soffocato, non volevo dare a quel bastardo la
soddisfazione di vedermi soffrire; sarei morta io stessa piuttosto.
- Numero
tre, mai essere impulsivi! Impara a non essere così precipitosa, potresti
mettere a repentaglio, non solo la tua vita, ma anche quella dei tuoi compagni!
- mi sibilò all'orecchio.
Quella
fu la goccia che fece traboccare il vaso, non avrei sopportato oltre.
- Basta!!
Io non prendo lezione da TE!! - gridai con tutto il
fiato che avevo in gola e con un grosso sforzo, riuscì a liberarmi dalla sua
arte illusoria, e tentai di colpirlo con un calcio, naturalmente fallendo.
- NON
PRENDO LEZIONI DA UN ASSASSINO!!! - gridai ancora più
forte, facendomi venire il fiatone e stringendo i pugni lungo i fianchi.
Lui mi
squadrò impassibile.
- E tu
cosa pensi di essere? - mi domandò candidamente, lasciandomi perplessa e
confusa.
- Io non
sono un assassina! - ribattei convinta.
- Ah,
no? Allora cosa ci fai qui? Per quale motivo vuoi diventare una ninja? - quella
sua frase mi spiazzo, svuotandomi completamente.
Non
avevo mai pensato a quello, non avrei mai pensato che sarei potuta essere
considerata un’assassina.
Ed anche
se il mio scopo era solo quello di vendicarmi di mio
padre, per farlo mi sarei comunque dovuta macchiare di un crimine tanto orribile,
fosse stato anche solo per ammazzare un essere abbietto come quello.
- La
vendetta non ti porterà a nulla...- mi mormorò, prima di volgermi le spalle e
riprendere il suo cammino.
Rimasi
ancora una volta interdetta a fissare la sua schiena mentre
si allontanava.
- E va
bene!! Accetto di essere tua allieva!!
- gridai, quando finalmente riacquistai un po’ di favella - Ma non pensare che
per questo la mia opinione su di te sia cambiata, io ti ucciderò lo stesso!! - conclusi.
Non mi
rispose, né si voltò, continuò a camminare tranquillamente, con le mani in
tasca.
Ne tirò
fuori soltanto una, per farmi un cenno di saluto con due dita, prima di
scomparire del tutto.
Continua…
Fanciulle!! °° Ma ciao!! ^O^
Scusate se non abbiamo postato subito, ma avevo deciso che questo capitolo
sarebbe stato pubblicato dopo il mio ritorno dalla gita… et voila!! Bello nuovo tutto per voi!! Ma
prima di passare ai ringraziamenti ho delle cose da spiegare per chi non lo sapesse:
** NOTE **
1) Il
termine opposto a senpai (termine giapponese che indica gli studenti più
anziani) è kohai, che indica
quindi gli studenti più giovani;
2) Sensei
(letteralmente:
“nato prima”) è un termine giapponese che significa “maestro” (oltre a indicare i docenti scolastici, viene adoperato
anche all'interno delle arti e tecniche tradizionali, dove il maestro spesso
non viene visto come il semplice insegnante di nozioni, ma anche come un
individuo dotato di autorità ed esperienza, ovvero un “maestro di vita”);
3) OOC:Out Of Character; Fuori dal personaggio.
Quando nella fan fiction il personaggio descritto ha un carattere totalmente
diverso o addirittura opposto a quello dell’originale.
AU: Alternate
Universe;
Universo Alternativo. Quando il personaggio è posto in un contesto totalmente
diverso a quello a cui originariamente apparteneva.
Detto questo, passerei ai miei adorati lettori! ^O^
Pichan:
grazie del chiarimento. La mia deduzione invece era basata proprio
sull’introduzione intrigante, credevo che fossi rimasta delusa dal fatto che la
fan fiction non fosse scritta tutta in stile “middle hot”!!
^.-
Comunque non ti preoccupare, in teoria
tutte le scrittrici scrivono per migliorarsi e non dubitare, anche noi
faremo altrettanto. Un grazie di cuore per il complimento al capitolo. Continua
a seguirci.
kiki91:
grazie anche a te e la spiegazione del termine kohai la trovi nella prima nota. Saluti!!
Geo88: e chi
non vorrebbe essere al suo posto? (tranne in questo
capitolo, credo… xD) Hehe, grazie mille del commento *O* ci sentiamo presto.
Ciau!!
Sikky: Ma
ciau Sikuccia!! ** Grazie mille, sei sempre troppo
cara!! >< Comunque credo che tu sappia che io
odio il banale e che quindi cerco sempre l’originalità in tutto ciò che scrivo!! Ma parlando d’altro… anche per te, la spiegazione del
termine kohai la puoi trovare nella
prima nota!! ^.- Grazie ancora tesoro e continua a
seguirci, mi raccomando!! Bacioni!!
Gaia: chi? Io? O.ò? Io sono sazia (=ç= *in
sbav-mode*) non sono affamata di niulla!! ><
Comunque, cocchina mia grazie mille per avermi accontentata (una delle rare
volte *coff coff* ^O^). Sei sempre cozì zientile e
credo che qvesto capitolo ti sia piaciuto ancora di più!!
*-* Conosco la tua parte sadica *-* è identica alla mia *-* shìììììì!! *-* Picchiamo Ichi *-*… muahahahaha!!
*-* Saluti cocchina!! *-*
lala_g: ÇvÇ c-come non sai chi sia stata?
ÇvÇ Ti posso picchiare? ÇvÇ buaah!! ÇvÇ *me ti ignora
per l’ultima parte del commento* comunque grazie dei ringraziamenti tesoro!! ^O^ Ci fa piacere che ti piaccia
la storia!! Tanti cari saluti!! xDD
kaggi11: grazie ed eccoti accontentata. Spero
che ti piaccia!! ^.- Saluti!!
Ichigo12: spero anch’io che prosegua
tutto bene, in pace ed in armonia!! ^O^ Ma tralasciando il mio blaterale, ti
ringrazio dei complimenti e non ti preoccupare, ti prometto che sarà mio compito
quello di farti prendere colpi secchi al cuore e quindi di farti sbiancare fino
a farti sembrare un fantasma che si è appena immerso in una vasca di gesso!!xDD Ancora grazie e continua a
seguirci!! Baci!!
Hermy6: ma ciau cugi!!
Grazie mille del tuo entusiasmo!!(ma
anche del commento, eh!! xDD) Comunque non ti
preoccupare, la “lattuga” non sarà pericolosa nella storia, però dovresti
guardarti le spalle su altri personaggi!! Muahahahaha!! °° Me ti avvisa, nulla
è come sembra!! *me
sghignazza* Va buò, salutoni e su con la vita!! ^O^
p_chan: sììì!! *-* Anche io ho un senso
dell’umorismo veramente sadico!! *-* Ohohoh!!
Comunque, grazie mille e non ti preoccupare… hai già visto come sarà (ma non
sempre!! °°) Ryou in questa fan fiction. Per quanto
riguarda Zakura ancora non lo sappiamo. Momentaneamente il nostro cervello sta
navigando nell’oblio del nulla °° quindi non ti possiamo assicurare niente!! ^O^ Grazie ancora, baci.
kikka & black_angel: mi scuso per non avervi ringraziate singolarmente,
comunque siamo felici che la nostra storia vi entusiasmi e vi piaccia e come ho
già detto mi scuso anche per il ritardo nell’aggiornare. Mille grazie ancora ad
entrambe. Un saluto.
Francesca: tutte la risposte
alla tue domande si trovano nella terza nota. Non tutte le fan fiction devono
seguire il manga/anime. Ciao!! ^v^
Chloe92: ciao cara!! Grazie
come sempre dei tuoi commenti, siamo sempre felici che questa storia ti
piaccia. Un saluto anche a te!!
Prima di lasciarvi avrei una piccola
richiesta da fare a tutte le lettrici/fans o quant’altro di questa storia: per
piacere non assillateci, chiedendo quando abbiamo intenzione di aggiornare. Non
siamo macchine, ma semplici persone con i rispettivi
problemi e impegni. Non stiamo tutto il giorno attaccate al computer quasi fosse la nostra unica ragione di vita, abbiamo anche altro
da fare (è dura da dire, ma qualche volta studiamo… xD), quindi vi pregherei di
rispettare il nostro spazio. Grazie a tutti per la comprensione.
- Dici sul serio? - Retasu
parve shockata alla mia notizia e questo mi sorprese. Perché aveva quell’espressione sul viso?
- Sì, per mia sfortuna tuo padre mi ha
assegnato Shirogane come sensei!! - le spiegai demoralizzata. Solo da poco avevo scoperto
che effettivamente il preside dell’accademia era suo padre. Ma ero stata
veramente tonta a non accorgermene nel momento stesso in cui avevo sentito il
suo cognome.
Retasu, alle mie parole, spalancò così tanto gli occhi che avevo paura che le
sarebbero uscite le pupille dalle orbite da un momento all'altro. Sembrava uno
di quei pupazzetti di plastica, che se lo stringi strabuzza gli occhi fino a
farli uscire del tutto.
- Sfortuna?! - mi domandò stralunata,
prendendomi ambo le meni fra le sue, con gli occhi che le luccicavano di gioia.
-Tu hai come sensei
il ragazzo più bello, affascinante, intelligente e bravo di tutta la scuola e
ti ritieni sfortunata? - quelle parole mi fecero una rabbia incredibile. Che ne
voleva sapere lei? Una ragazzina con entrambi i genitori ancora vivi?!
Quello non era un essere umano come me e lei.
Quello era un dannatissimo diavolo che si divertiva a vestirsi d’angelo del
cielo!!
Certo, effettivamente non era un brutto ragazzo,
okay, era davvero fantastico, di una bellezza straordinaria, però era uno Shirogane!! Un dannatissimo Shirogane, colui che aveva ucciso mio
padre e chissà quante altre persone a sangue freddo.
- Cosa dici?! Quello
è solo un assassino! - gridai offesa, alzandomidi scatto da sotto la quercia dove
stavamo pranzando. La mia ciotola del bento finì a
terra, mentre il suo contenuto si spargeva senza controllo sul prato,
macchiando quello splendido verde smeraldo.
-Lui... Lui ha ucciso
mio padre! - sussurrai. Siccome ero sempre cresciuta da sola, senza un briciolo
d’amici per via della mia agognata vendetta, quando notai che in Retasu potevo trovare un’amica sincera, premurosa e
affidabile finalmente decisi di fidarmi. Così qualche giorno prima le avevo raccontato
tutta la mia storia. Dello strano comportamento di mio padre, del fatto che
assistetti alla sua esecuzione e di come io ne soffrì.
Di come non riuscì più a fidarmi di nessuno, tranne che di lei. Una ragazza che
mi ispirava un affetto indescrivibile. Da allora diventammo più amiche di
prima. Se così si poteva dire, dato che prima eravamo poco più che conoscenti.
Retasu abbassò dispiaciuta lo sguardo, come se si fosse ricordata solo allora di
ciò che le avevo raccontato così confidenzialmente.
- Perdonami... - mi bisbigliò, sinceramente
pentita delle sue ultime parole.
Sospirai stancamente, lei non aveva colpa di
quello che era successo e quindi non avrei dovuto aggredirla a quel modo. Ero
io quella in torto.
- Non fa nulla. Scusami tu per essere stata
così brusca...- la guardai con rammarico.
- Comunque ora devo andare. Ho lezione fra
dieci minuti! - scappai via senza darle il tempo di dire nulla, di salutarmi…
Non avevo voglia di sentire altro.
Non era vero che avevo lezione, avrei avuto
la giornata libera fino alle tre, in teoria per ripassare le lezioni, poi avrei
avuto l'allenamento con il “mio sensei”, ed ora era
appena mezzogiorno. Non sapendo cosa fare, me ne tornai in camera dove trovai Zakuro intenta a prepararsi per la sua lezione con la sua
maestra: le era capitata una ragazza piuttosto bassa di nome Minto Aizawa. Una mora antipatica e snob con la puzza sotto il
naso.
- Ciao!! - la salutai gentilmente, mentre lei
mi ricambiò con un elegante cenno del capo.
Non sentendole replicare altro, mi gettai sul
letto, incrociando le braccia dietro il capo. Stancamente chiusi gli occhi, mi
era venuta l’emicrania.
- Non è come sembra... - la sua affermazione
mi lasciò incerta su che cosa stesse parlando. Forse parlava tra sé e sé, o era
riferito proprio a me? E se era così… che cavolo significava?
Veramente, non riuscivo a capirla. Già dal
primo giorno era stata sempre di poche parole e tutto quel che diceva lo dovevi
per forza interpretare. Magari ti lasciava lì con un palmo di naso a chiederti
a cosa si stesse riferendo con quelle parole. Quella
ragazza era un enigma vivente.
- Intendo Shirogane...
- spiegò - Non dovresti giudicarlo prima di conoscerlo! - sentenziò continuando
a prepararsi impassibile.
Allora capì cosa intendeva, però non capì
come lei potesse essere a conoscenza di quel che sia successo tra la mia
famiglia e quella degli Shirogane.
A meno che lui…
- Zakuro san, ma tu
come...? - non mi lasciò finire la frase. Si diresse
verso la porta, la aprì con semplicità e prima di sparire dietro ad essa, mi disse un’ultima cosa:
- Non fidarti delle apparenze. Mai! -
bisbigliò morbidamente, facendomi seriamente riflettere su quanto mi aveva
detto. Non aveva di certo torto. Ma lui, lui era un assassino. No, non poteva
essere…
Ma se lei, ma se lei avesse avuto ragione?
Passò diverso tempo, nel quale io rimasi a
rimuginare sulle parole della mia misteriosa compagna di stanza, scervellandomi
con stupide paranoie fino a quando non arrivò l'ora di
andare.
Mi preparai ed uscì dall'edificio: avevo
appuntamento con Shirogane nella piscina interna.
Chissà cosa voleva farmi fare quel mostro!
Mi avviai nervosamente verso il luogo
dell'appuntamento, lo ero sempre prima d'incontrarlo e questo non mi aiutava di
sicuro a sviluppare le mie abilità di guerriera.
Non feci che pochi metri però, che vidi
qualcosa che stranamente mi sconvolse: Zakuro e Shirogane stavano discorrendo amabilmente, seduti su di una
panchina del giardino.
Nessuno dei due sorrideva o si sbilanciava,
ma si poteva vedere chiaramente che tra i due c'era un certo feeling, che non
erano semplicemente due conoscenti che parlavano.
Non seppi il perchè, ma in quel momento il
mio cuore fece una doppia capriola nel petto, lasciandomi completamente
stordita. Come quando si ha la febbre a quaranta e senti il mondo intorno a te
allontanarsi, farsi sempre più lontano, e non lo percepisci più.
Mi sentii d’improvviso strana, come se mi
avessero appena tirato un pugno in pieno stomaco.
Decisi di non fare caso a quelle sensazioni
così insolite, mai provate prima. Forse per la stupenda giornata avevo preso un
colpo di sole. Sì. Sicuramente è stata colpa della stella che brillava nel
cielo privo di nuvole.
Comunque mi fu chiaro il motivo per il quale Zakuro sapeva tutto. Era ovvio.
Velocemente, prima che quei due si accorgessero
della mia presenza, mi dileguai, dirigendomi verso la piscina. Non appena vi
giunsi, mi ritrovai senza fiato, non mi ero accorta di essermi messa a correre.
Per l’ennesima volta non mi resi contro delle mie stesse azioni. Mi capitava un
po’ troppo spesso da quando l’avevo incontrato…
Mi sedetti sul bordo della piscina ed attesi
l'arrivo dell'assassino.
Non dovetti aspettare molto, poco dopo lo
scorsi in lontananza, mentre si dirigeva verso di me. Sollevandomi con lentezza, decisi di andargli incontro e quando fui ad
una distanza sufficiente, mi accorsi che indosso aveva solo un semplice
costume: un paio di boxer neri semplicissimi, lunghi fino al ginocchio.
Rimasi, come di consueto, incantata ad
osservare il suo corpo statuario: il busto e l’addome ben scolpiti ma non
eccessivamente, spalle ampie e larghe nella giusta misura e gambe e braccia
snelle, toniche e muscolose.
- Bene Momomiya,
iniziamo la lezione!! - nemmeno un saluto, un misero
“ciao” o altro. Niente. E come se non bastasse, senza nemmeno guardarmi in
faccia, si avvicinò al bordo della piscina e socchiuse gli occhi.
- Ah! Dimenticavo... - riaprì le palpebre e
si voltò verso di me - Sarebbe il caso che ti mettessi in costume!! - mi suggerì, guardandomi serio.
- Non ho un costume, non sono venuta qui per farmi una nuotata! - ribattei acida, ma mi prendeva
in giro o parlava seriamente?
- Bhè, allora vedi
di procurartene uno in fretta, non ho tempo da perdere!!
- mi intimò, tornando a concentrarsi sui propri sensi.
- E come, di grazia!?
- gli chiesi, senza mai abbandonare il mio tono scocciato e infastidito.
- Questi non sono affari miei, procuratelo e
basta! - accidenti quant'era antipatico!! Peggio che una testa nel muro.
Iniziava proprio bene l'allenamento…
Sbuffando, mi diressi in camera e lì trovai Zakuro. Capì al volo il mio problema e molto gentilmente mi
prestò uno dei suoi costumi.
Dopo averlo preso e indossato mi guardai allo
specchio, arrossendo fino alla radice dei capelli. Cavoli quant'era
succinto. Fin troppo!!
Era un costume intero nero, ma in realtà il
pezzo sopra e quello sotto erano legati fra loro solamente da un paio di
leggerissimi filamenti. Il pezzo di sopra era piuttosto piccolo e mi copriva a
malapena, composto da un semplice reggiseno a
balconcino, con qualche ricamo argentato. La parte inferiore non era da meno:
anch'essa nera con finissimi ricami argentati ma molto, molto a vita bassa, mi
si potevano intravedere i peli dell'inguine e dietro era ben visibile buona
parte della riga del sedere. Cercai in tutti i modi di tirarmelo su, per
coprire le mie “grazie”, ma sembrava che non ne
volesse sapere di coprire le mie parti intime.
Non potevo presentarmi da lui in quel modo
accidenti! Però non avevo molta altra scelta.
Rassegnata tornai in piscina con le mano
conserte davanti alla pancia per nascondere la bassezza del costume. Quando lui
mi guardò, mi sembrò di vederlo sussultare impercettibilmente, ma forse era
stata solo la mia immaginazione. Di certo non gli interessavo…
- Bene...- mi disse, quando fui
sufficientemente vicino da mostrarli il seno che sporgeva vistosamente da quel
pezzo di tessuto.
-Iniziamo! - concluse, girando la testa
dall’altra parte per non vedere. Eh già. Come avevo sospettato: non gli destavo
alcun interesse.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo
lo vidi saltare e rimanere perfettamente in equilibrio su alcuni pannelli
bianchi che galleggiavano sul pelo dell'acqua, e fermarsi su uno di essi. Precisamente l’ultimo della fila.
Se l'avessi fatto io sarei affondata
miseramente, come una zattera su cui vengono caricate
tonnellate e tonnellate di mattoni.
- Bene, ora provaci tu! - quella sua proposta
mi fece ridere, prima di farmi completamente rabbrividire. Che cosa?! Allora dovevo farlo anche io?!
Ma stava scherzando, vero?
- Ma che dici! Non sarò mai in grado di
farlo, è troppo difficile! - gridai offesa. Lo vidi guardarmi spazientito.
- Se non ci provi non lo saprai mai! - mi
rispose di rimando, continuando a fissarmi innervosito.
- Forza, concentrati, visualizza ciò che devi
fare e... fallo!! - mi incitò, incrociando le braccia al petto; era un gesto
che faceva spesso.
Sospirai, se non avessi imparato cose di base
come quelle, non sarei mai potuta diventare una vera ninja
e non avrei mai potuto vendicare mio padre. Quindi dovevo almeno tentare…
Prendendo coraggio, cercai di concentrarmi e
dopo aver respirato affondo per un paio di volte, con gli occhi chiusi, li
aprii di scatto e facendo leva sulle gambe spiccai un balzo fino al primo
pannello.
Com’era prevedibile, finì inesorabilmente in
acqua, sollevandone una quantità industriale grazie a tutta la mia “grazia”.
Quando riemersi, mi voltai verso il sensei e lo squadrai corrucciata.
- Visto?! Cosa ti avevo detto?! - lui non mutò minimamente espressione.
- Riprova! - mi disse serio, continuando a fissarmi.
Sbuffando, nuotai verso il bordo e tornai
alla postazione iniziale.
Provai quel dannato esercizio per centinai di volte, finché non si fu fatta sera e il sole
moriva dietro le colline.
Alla fine ero riuscita ad arrivare solo al
penultimo pannello, non ero ancora giunta fino all'ultimo, fino a quello dove
stava lui.
Riemersi per la milionesima volta e mi
preparai nuovamente.
Ecco, il primo lo avevo passato.
Il secondo.
Il terzo.
Il quarto...
Ce l'avevo fatta, ci ero riuscita. Ora dovevo solo arrivare all'ultimo. Quando
giunsi al quarto, presi un'altra leggera spinta, okay, forse non troppo
leggera, ma non volevo rischiare, e così spiccai il tanto sospirato balzo.
Atterrai sul quinto a poca di stanza da lui,
ma probabilmente avevo calcolato male la forza della spinta, perchè inciampai
nel tentativo di fermarmi e senza che potessi fare nulla, finii direttamente
addosso a lui.
Attraverso i miei occhi vidi tutta la scena
al rallentatore e il mio cuore mancò di un battito quando
mi accorsi che entrambi eravamo sdraiati sul pannello, io sopra di lui che mi
guardava con uno sguardo indecifrabile.
Percepii il mio corpo bagnato e freddo a
stretto contatto con quello caldo e muscoloso di lui. La mia gamba destra era
appoggiata in mezzo alle sue gambe, il ginocchio a contatto ravvicinato con…
con… Oddio!!
Sentì le guance scaldarsi e il sangue
affluire velocemente ad esse e, probabilmente,
tingermele dello stesso colore dei miei capelli.
Il mio viso era anche vicinissimo al suo,
troppo. Potevo specchiarmi nei suoi gelidi occhi acquamarina.
Inspiegabilmente, mi sentì stringere ed
avvolgere maggiormente dalle sue forti braccia, ma non di un abbraccio doloroso
e malvagio, ma di una stretta calda, confortevole, sicura e protettiva. In quel
momento il mio cervello partì per un viaggio alle Bahamas.
Non vidi più ciò che mi stava attorno, lui
non mi apparve più solamente come un
assassino, come l'assassino di mio padre, ma anche come un semplice ragazzo, un
ragazzo estremamente affascinante con quel magnetico sguardo di ghiaccio, che
ti faceva confondere se ti fissava per lungo tempo.
- Ehi, levati che sei pesante!! - quella sua sgradevole uscita ruppe l'incanto creato
dalla mia mente ancora inesperta per questo genere di cose, risvegliandomi dal
mio dolce torpore: fu come una gelida secchiata d'acqua, gettatami addosso
senza alcun preavviso durante un’afosa giornata d’estate. Sentì lo spezzarsi di
qualcosa. Una remota speranza nascosta nel mio cuore si ruppe, facendo un
baccano infernale, tuonando nelle mie orecchie, come un pezzo di cristallo che cade al suolo, infrangendosi in miliardi di pezzi
irriconoscibili.
Cercai di alzarmi, ma per la mia sbadataggine
finì in acqua. Riemersi subito e facendomi largo arrivai fino al bordo della
piscina. Tirai su con il naso cercando di trattenermi, ma ahimè un singhiozzo
echeggiò sopra tutta la piscina, mentre io scappavo lontano da quel posto.
Ora era accertato: non mi sarei più illusa su
di lui. Mai più, e Zakuro aveva ragione: “Non fidarti delle apparenze…”
Già, mai illudersi troppo.
Continua…
Salve amici. Prima di passare a voi con i
ringraziamenti, ho due cose da darvi:
1) Buona Pasqua a tutti e mi raccomando… ABBONDATE CON IL
CIOCCOLATO!! ^O^
2) Questa è l’ultima volta che lo dico in un
modo così brutale…
Izayoi007_Pfepfer = Izayoi007 + Pfepfer =
SIAMODUEPERSONE!!DUE PERSONE COMPLETAMENTE
DIF –
FE – REN – TI!!
Vi dico questo perché c’è ancora gente che parla al singolare e fa i
complimenti al singolare. Posso capire che magari nei commenti parliate a me
(dato che io faccio i ringraziamenti e che mi piace anche scherzare), ma è
anche vero che quelle persone che cianciano con me alla fine del commento fanno
i complimenti ad entrambe. Perciò vi sarei grata se non ci faceste i
complimenti al singolare, dato che siamo in DUE (tanto per rendere l’idea!!xDDD)!!
Ed ora mie prodighe commentatrici, passo a voi:
Gaia: tu SEI sadica.
Punto!! °°” Comunque le menti geniali di questa storia ti ringraziano per i
complimenti. ^O^ Un bazino
piccolo loW!! ><
liliana87: ma graaaaassie!! *O* Troppo gentile ^////^ e comunque grazie
per i complimenti alla nostra storia. Continua a seguirci!!
;)
Pichan: tu °° ti sei
permessa °° di assillarci?? °° Devi pagare con la vita!! ** Hehehehehe!! Scherzi a parte
(per modo di dire… muahahahaha!!
°°”) grazie per ciò che hai scritto!! Siamo
contentissime!! >< Baci!!
p_chan: “Certo, nella serie
non prova un'esperienza tanto tragica, ma é comunque diversa. Più vera, con la
sua determinazione quasi irrazionale (se
non altro perché non ha uno straccio di possibilità - almeno per il momento -
di anche solo riuscire a sfiorare il Sommo Ryou...
-_-");” – Ahahahahaha!!
Guarda, togli comodamente quel “almeno per il momento”!!xDD Manco se campa per 100
anni non gli si avvicina (<.< ohoh, per fargli
del male intendo!! >.> ohoh). Comunque non so
te, ma personalmente questo commento mi è veramente piaciuto!! ** Adoro commenti del genere in cui le commentatrici
mettono in mostra i loro pensieri mooooooooooolto
arguti!!xDDD
Grazie, eh!! ** Mi raccomando, continua con commenti così esaurienti!! ;)
Ichigo12: grazie Ichigo, scusa se ti abbiamo fatta aspettare
ma di norma ci impiego un po’ a farmi venire la voglia di rispondere ai
commenti!! xDD Preferisco
ronfare a letto che stare al pc!! xDDD Grazie ancora, ciau!!
sakuchan: grazie mille!! **
Troppo gentile!! ^O^
lala_g: come? Perché mi
vieti di picchiarti? ÇòÇ L’avrei fatto con tanto
amore, sai? ÇwÇ … Comunque non era stata una tua
impressione, in effetti era un po’ corto, ma era un
capitolo di intermezzo!! >.< Va buò!! Un saluto e grazie per i complimenti!!
Bacio.
Geo88: impulsiva? O.ò? Why? Credo che sia stata più
impulsiva nel capitolo precedente (Assassin) che non
in questo (BecameNinja).
Comunque… già. Proprio una bella visione, non c’è che dire!!xDD Grazie per aver commentato.
Ciao!!
Hermy6: cugi…
U_U lo sai che mi piace turbarti psicologicamente!!U_U” mi diverto, come se
rubassi le caramelle ad una bambina di nome Hermy!!U_U””
Comunque hai ragione, gesto molto Ryanesco!! ** Grazie ancora cugi,
continua a seguirci!!
Sikky: Un enorme grazia
anche a te Sikuccia!! *O*
Bene.
Saluti da Pfepfere(che sta a significare che c’è qualcun’altro oltre a me,
quindi che siamo in… DUE!!)
Izayoi007!! ^O^
Dopo quell’incidente alla piscina non gli
rivolsi più la parola per i successivi giorni e a quanto sembrava lui mi stava
dando man forte. Si limitava solamente e impartirmi ordini e consigli su come
dovevo eseguire l’esercizio, nient’altro. Io in silenzio effettuavo ciò che mi
si era detto senza lamentarmi o opporre resistenza. Non volevo problemi. Pareva
però che lui di quel che fosse accaduto quel giorno non l’avesse detto a nessuno,
nemmeno a Zakuro. Comunque credo che lei abbia capito che qualcosa sia successo
tra noi due, ma da quel poco che l’ha conosco credo che non andrà di certo a
chiedere spiegazioni, aspetterà con calma fino a quando uno dei due non ne
vorrà parlarle e credo proprio che aspetterà a lungo. Io non le dirò nulla, non
le racconterò delle mie stupide illusioni. Delle mie speranze infrante,
spezzate come la vita di un moscerino che si va a schiantare contro il
parabrezza di una macchina in autostrada. Non aprirò bocca, non saprà nulla, a
meno che Shirogane non si vada a confidare con lei, anche se non ce lo vedo
proprio a parlarle delle sue paranoie e soprattutto, non credo che parlerà di
me.
-Momomiya, concentrati!!- caddi dalle nuvole
a quelle parole, urlatemi serie dal mio allenatore che stava dall’altro lato
della piscina all’aperto. Tutt’intorno a me c'erano solo alunni con i
rispettivi maestri che si allenavano sul mio stesso esercizio, ma in sezioni
diverse della vasca. Un fastidioso vociferare mi invase le orecchie, mentre io
prendendo la rincorsa iniziai a saltare da un pannello all’altro, arrivando
esausta fino all’ultimo. Posso concedermi di essere stanca dopo aver passato
tutta la mattina a fare sempre le stesse cose, sempre i soliti banali esercizi.
Ripresi fiato. Poi con un’ultima spinta sulle ginocchia atterrai a qualche
passo da lui, che con le braccia incrociate al petto continuò a fissarmi dietro
ai suoi occhiali da sole.
-Bene, puoi prenderti una pausa!!- mi
concesse poi, iniziando a parlare con un altro ragazzo, forse un suo compagno
di classe o conoscente. Non mi azzarderei a dire amico, dato che credo che uno
così non abbia amici per quel suo infimo caratteraccio che si ritrova.
Io intanto mi sedetti sulla panchina che
concedeva un’ottima visuale su tutta la piscina e su tutti i ragazzi. Frattanto
che mi posi l’asciugamano sulla testa per asciugarmi i capelli sentì sedersi
accanto a me due ragazze, anch’esse del primo anno. Con un tono di voce tipico
di due galline iniziarono a fare commenti poco decenti sul mio sensei,
studiando ogni singola parte del corpo che egli mostrava a quelle due.
Sembravano due avvoltoi che osservavano da lontano il cadavere della loro preda
andare in putrefazione, prima di lanciarsi addosso per finirla a beccate. Sorrisi
istintivamente alle sciocchezze che stavano dicendo quelle due, che come
ingenue credevano che Shirogane fosse il classico principe azzurro: dolce,
affabile, affascinante. Si sbagliavano di grosso. Oltre ad essere un lurido
assassino era stato anche cafone e irriverente. Doveva capire che nella vita
nulla gli sarebbe stato concesso solo per il suo bel aspetto e per il nome che
portava. Non doveva montarsi la testa solo perché aveva un bel faccino o perché
era bravo. Nella vita bisognava lottare per ottenere qualcosa. Io l’ho
sperimentato sulla mia pelle e anche lui avrebbe dovuto farlo in un qualche
modo. Sì. Avrebbe lottato per rimanere in vita…
Gettando l’asciugamano sulla panca mi tolsi
l’elastico dai capelli e me li strofinai cosicché potessero riprendere il
consueto volume, ma nel momento stesso in cui stavo per rifarmi la coda, il
nastro per capelli schioccò sulle mie dita, schizzando via e andando a
scontrarsi con la gamba di un ragazzo che stava passando lì per caso. Lo vidi
fermarsi e raccoglierlo, per poi guardarsi intorno per individuarne il
proprietario. Un po’ goffamente mi avvicinai e lui mi sorrise. Un sorriso
magnetico, dolce, premuroso che si intonava con la lucentezza dei suoi occhi
nocciola, in contrasto con dei capelli neri, luminosi per via dei raggi del
sole.
-Scusa…- borbottai, mentre lui mi porgeva
l’oggetto incriminante di tanti fastidi.
-Di nulla, ma tu…- mi fissò dubbioso -Non sei
per caso la kohai di Shirogane?- mi chiese poi, mentre io mi feci una coda di
cavallo bella alta, mostrando le mie doti di parrucchiera.
-Sì, sono io. Mi chiamo Ichigo Momomiya!!-
risposi con un enorme sorriso sulle labbra, porgendogli la mano aperta.
-Piacere mio, io sono Masaya Aoyama. Sono un
compagno di classe di Shirogane!!- mi strinse dolcemente il palmo, mentre io mi
perdevo nel suo sorriso. Era davvero magnetico, un sorriso dal quale era
difficile staccare gli occhi di dosso. Personalmente sarei rimasta lì a
fissarlo per ore, solo per vedere la dolcezza dischiusa in delle labbra così
sottili e perfette. Dopo Shirogane, non avevo mai incontrato un ragazzo che
potesse eguagliare la sua bellezza, anzi, lui al confronto di quell’assassino
era… per - fet - to!! L’aiutava molto il suo buon carattere e la dolcezza che
esprimeva tramite la sua voce profonda e sensuale.
Senza accorgermene arrossì come una
miserabile bamboccia delle medie, restando incantata a fissare le sue labbra,
senza mai staccare la mia mano dalla sua. Stranamente volli rimanere in quella
posizione per tanto, tanto tempo, ma ahimè sentii una mano intrusa stringermi
il polso e distaccarmi dal mio nuovo “amico”. Ebbi il tempo di scorgere la
faccia seccata di Shirogane prima di ritrovarmi sott’acqua…
Quel bastardo mi aveva gettato in piscina!!
Riemersi ed andai a cercarlo con lo sguardo.
Lo vidi chiacchierare seriamente con Masaya a qualche centimetro di distanza
dal sua viso. Erano gravi in volto, anzi, il moretto sembrava essere divertito
da quel che gli stava dicendo Shirogane.
Ma perché?
-EHI!!- urlai seccata verso di lui, ma pareva
non mi avesse sentito, così decisi di nuotare fino al bordo e di fargliela
pagare per la misera figura che mi aveva fatto fare davanti a quel bel ragazzo.
Nuotai fino a toccare le piastrelle del
margine e quando alzai lo sguardo lo vidi sopra di me. Ma a differenza delle
altre volte sembrava veramente irritato e… sì. Sembrava addirittura incazzato.
-La pausa è finita Momomiya!! Torna ai tuoi
esercizi!!- non potei, anzi, non riuscii ad obbiettare sentendo il tono di voce
che aveva usato. Non credevo che un tipo come lui potesse essere così crudele e
freddo con le parole.
Nuovamente senza obbiettare, o portare in
porto le mie premeditate azioni, nuotai fino all’altra parte della piscina,
riemergendo e preparandomi per l’allenamento. Con lo sguardo cercai Masaya, ma quando
non lo vidi tornai a saltare sui miei panelli bianchi.
Per tutta la mattina rimuginai su quel che era
successo. Non riuscivo a comprendere il comportamento di Shirogane, forse aveva
la luna storta, ma sapevo che dovevo chiedere scusa a Masaya per quel che era
successo. Così mi informai e scoprii che l’ultimo anno nelle ore pomeridiane
aveva una simulazione dell’esame di fine quadrimestre, ma dato che gli studenti
del terzo anno erano in tanti, furono suddivisi in due classi. Faticai a
trovare quella giusta, dato che non avevo nessuno a cui chiedere informazioni
più precise. Per fortuna una delle due classi finì prima così che uno degli
studenti fu così gentile da dirmi che Aoyama Masaya si trovava al terzo piano.
Così, ben presto mi trovai lì. Davanti alla
porta dell’aula, mentre lo aspettavo annoiandomi a dismisura. Purtroppo la
classe in cui stava aveva iniziato più tardi la simulazione per l’assenza del
professore, così erano stati costretti a finire più tardi, ma finalmente vidi
la porta aprirsi. Mi misi in piedi, staccandomi dalla parete ed andando a
cercare tra i ragazzi (e ragazze) che stavano uscendo, il moretto. Finalmente
lo vidi e lo salutai con un ampio gesto della mano. Appena mi vide mi sorrise
con quelle sue dolci labbra e mi raggiunse.
-Hey! Che ci fai qui?- mi chiese gentilmente
appoggiando la mano sul muro, proprio vicino al mio orecchio destro.
-Ecco vedi… io volevo scusarmi per questa
mattina. Non so davvero cosa sia successo a Shirogane, ma non volevo di certo
finire il nostro discorso in quel modo così ambiguo!!- lo vidi sorridere
maliziosamente, mentre la sua mano libera si spostò verso la mia frangetta,
spostandola leggermente.
-E tu sei venuta fin qui per dirmi questo?-
chiese retoricamente, prima di spostare la mano dai capelli alla guancia,
accarezzandola dolcemente e facendomi nuovamente arrossire -Che carina che sei.
Non ho mai incontrato ragazze così dolci come te…- mi sussurrò, non appena fu
abbastanza vicino al mio orecchio. Ora i nostri visi erano a qualche centimetro
di distanza l’uno dall’altro e lui mi stava fissando intensamente.
Contraccambiai, ma non appena fui sul punto di perdermi in quelle perle ambrate
sentii una voce pungente…
-Ma che scenetta romantica!!- entrambi ci
voltammo a fissare la figura che si era appoggiata sul muro affianco a noi. Era
Shirogane. Se ne stava lì, immobile con le mani incrociate al petto e con gli
occhi chiusi.
-Tu…- sussurrò poi, aprendo le palpebre ed
andandomi a fissare severamente, come se avessi appena compiuta un reato
capitale -Allontanati immediatamente da quello là!!- sgranai gli occhi non
capendo a cosa si stesse riferendo, ma non appena volli controbattere a mia
volta mi trovai già un polso stretto in una presa d’acciaio e Masaya che mi
osservava allontanarmi con Shirogane.
Arrivati in un corridoio apparentemente vuoto
mi sbatté sulla parete, bloccandomi ogni via di fuga con le mani.
-Che questa sia la prima e ultima volta che
te lo dico: stai lontana da Masaya Aoyama!!- stette in silenzio, guardandomi
con finta aria di sfida -E bada bene, questo non è un consiglio… è un ordine!!- detto ciò, quasi urlato che
dir si voglia, mi diede le spalle allontanandosi da una me, completamente sotto
shock.
Ora era ufficiale: non ci stavo capendo più
nulla, ma non gliela avrei data vinta nemmeno morta!!
-Ehi!! Ma chi ti credi di essere per darmi
ordini, eh?!- si volse a fissarmi, in silenzio. Il suo sguardo mi scrutava
serio, senza lasciar trasparire alcuna emozione.
-Tu non sei nessuno!! Sei solo un lurido
assassino, l’assassino di mio padre!! Tu, non puoi darmi ordini!! Io faccio ciò
che voglio, frequento chi voglio e non sarà di certo un lurido e arrogante
componente della famiglia che ha distrutto la mia vita a dirmi cosa posso e
cosa non posso fare!! Ti è chiaro, eh, Shirogane..?!-
Continua…
Oggi sono di poche parole, so solamente che
questo capitolo darà fastidio a molti di voi, perciò invece di perdermi in
chiacchiere (o sfottamenti xDD muahahaha!!), passerei subito a voi.
liliana87: grazie mille, sei sempre così cara!! ^///^
me happy!!
Sikky: muahahahaha!! Mi è venuto in mente quel
confronto perché mi ero ricordata che avevo due portachiavi di quel genere (un
delfino e poi un porcellino), al primo andavano fuori gli occhi, all’altro…
beh, partiva da dietro!! xDDD Comunque grazie mille del commento Sikuccia, a presto.
lala_g: (extra – “Tainted Love”: O_O;; Ehm, che
dire… le tue parole mi hanno sconvolta [in senso buono], sei molto profonda e
ti auguro anch’io che un giorno tu riesca a leggere la fan fiction come me
l’ero immaginata io. È molto duro leggere storie nel modo in cui l’autore
avrebbe voluto farle leggere al pubblico!! ^O^) suvvia!! °° Non disperiamoci
per nulla!! Ichi merita di soffrire un po’ (ma anche tanto xDD). Comunque
grazie mille del commento. Bacio.
susisango: invece noi speriamo che con l’andare dei
capitoli tu rimanga coinvolta dalla storia. Pur tuttavia ti ringraziamo del
commento!! ^O^
p_chan: “Diciamocelo, abbiamo
tutte cominciato a leggere la fic per arrivare a questo... ;-P E voi, ben
sapendolo, l'avete messo nel riassunto introduttivo, facendoci 'penare'” ma dico io: come fai ad essere così perspicace?? xDDDD Muahahaha!! Incolpa
me, la piccola furbacchiona!! ** Comunque grazie mille e prego, figurati!! xDDD
Questo ed altro per te!! Hehehe, per la tua adorata Zakuro, dovrai penare
ancora un po’!! Muahahahaha!! °° Un sadico saluto!! ^.-
kikka: hehehe, grazie e non preoccuparti. Commenta
quando ne hai la possibilità!! ^.- Saluti!!
Alex: non c’era bisogna di dirlo, anche se non
l’avessi scritto avrei risposto comunque. Ma prima di passare alla mia personale risposta, la mia collega
Izayoi007 ti ringrazia dal profondo del suo cuoricino, rallegrato e felice,
gioioso e spensierato per la sincerità smisurata che hai dimostrato nel
commento; lei ama la sincerità!! ^O^ Ora passo a risponderti: mi pare che sia
ovvio a tutti che questa storia non segua né l’anime e né il manga, dato che è
una AU e una OOC (nel caso in cui non
sapessi cosa significano le abbreviazioni, puoi trovare le risposte nel
capitolo “Became ninja” oppure sulla Guida alla pubblicazione del sito).
Difatti io (Pfepfer) non amo più le fan fiction che a quanto pare tu apprezzi.
Ormai mi hanno stufato le lotte contro gli alieni ai quali si è rotta la
navicella, gli scontri con i nuovi nemici, le vite concluse dopo il progetto
mew-mew e altro ancora, perciò la maggior parte delle mie fan fiction sono in
stile AU e OOC (quelle poche, che non sono contrassegnate da questi due simboli, parlano di sentimenti in
generale con lo svolgersi delle cose in un tempo non definito). Ma la cosa che
mi preme di più è questa: se a te piacciono le storie con gli alieni, l’acqua
mew, le trasformazioni, ecc…(da quel che ho capito io dal commento) perché
leggi storie che sicuramente non
seguiranno la storia di base? (c’è scritto nell’introduzione, sotto la voce
“Note”). Passando oltre, io e la mia collega ci chiediamo cosa tu intenda con:
“vi ci vuole più tecnica e poi non mi piace il vostro modo di scrivere”.
Speriamo di ricevere delucidazioni nel prossimo commento. Saluti!! ^w^
Hermy6: (extra – “Tainted Love”: grassssie cugi!!
Molto zientile!! °O°) spiritosona!! xDD Comunque la mia collega ci tiene a dire
che è stata lei a voler che specificassi che eravamo in due!! ^O^ Passando
oltre, grazie e come ho già detto… muahahaha!! Scoprirai più in là qual è la
subdola relazione che lega Zakuro a Ryou!! Muahahaha!! ** Saluti cugi!!
>.<
Ichigo12: ma ciauu!! Ma figurati cara, commenta
quando ne hai la possibilità!! ^O^ (sbaglio o sto diventando ripetitiva?? O.ò?)
Comunque grazie mille per il commento ed.. eh sì, ancora poco mancava che il
cervello di Ichigo rimanesse alla Bahamas!! xDD Continua a seguirci!! Baci!! ^.-
Che silenzio
maestoso regna in questa coltre di tenebre.
Mi avvolgono così
dolcemente, quasi volessero inghiottirmi con la loro
crudeltà.
… plic … plic
…
Che cos’è questo
rumore fastidiosamente incessante che mi martella il cervello?
… plic … plic
…
Che cos’è questo
profumo così pungente che mi sta straziando le narici?
… plic … plic
…
È forse… sangue…?
Sì. Lo vedo. È
sangue.
Liquido rosso,
denso, che odora di un’irritante aroma di metallo.
Mi sta avvolgendo
tutto, tingendomi di quel tanto odiato colore che non posso e non voglio
scorgere.
Chiudo gli occhi.
Fermo il respiro. Tappo la bocca.
Non serve.
Sto soffocando.
Sto sparendo…
No sleep /Non dormirò
No sleepuntilI'm donewithfinding the answer / Non
dormirò fino a quando non avrò trovato la risposta Won't stop / Non mi fermerò Won't stop before I find the cure forthiscancer / Non mi fermerò
prima di aver trovato la cura per questo cancro
-Mamma?!- chiamò
un bambino dai magnetici occhi azzurri e dai stupendi capelli dorati. La donna,
dal suo stesso aspetto, si volse a guardarlo incuriosita, pur non smettendo di
sorseggiare il suo prezioso tè ai frutti di bosco.
-Sì? Cosa c’è Ryou?-
il piccolo chinò la testa, iniziando a giocare con i bordi della maglietta che
stava indossando -Posso andare a giocare con gli altri bambini al parco?-
chiese supplichevole, con una vena di tristezza nella voce, forse già
conoscendo la risposta della donna, che gli arrivò quasi subito:
-Mi dispiace tesoro… Lo sai che papà non
vuole che tu perda tempo a giocare. Vai a studiare, su!!-
l’unica cosa che fece il bambino è dare la schiena alla madre ed andare in
camera sua.
Piangendo.
Sometimes I feellikegoing down, I'm so disconnected / A volte mi
sento come se affondassi, mi sento così incoerente Somehow I knowthatIamhauntedtobewanted / In qualche modo so di
essere tormentato perché sono ricercato
Fermate il sangue
che sta scorrendo.
Fermate la mia
caduta.
I've beenwalking,
I've beenwaiting / Ho camminato, ho aspettato
In the shadowsformy time / Nell’ombra, per tutto il mio tempo I've beensearching, I've beenliving / Ho cercato, ho
vissuto Fortomorrowsallmy life/ Per il domani, per
tutta la mia vita
Una cena tranquilla in famiglia.
Famiglia. Che parola assurda per definire
due persone dietro ad un tavolo. Un figlio e una madre abbandonati dal resto
dei parenti.
-Mamma?!- chiamò
un bambino biondo. L’unica risposta della donna fu quella di alzare il capo e
di andarlo a fissare.
-Perché non posso andare a scuola come
tutti gli altri bambini?- chiese, mentre lei sorrise affabilmente, prima di
esprimere verbalmente la sua eterna condanna:
-Perché sei unShirogane, tesoro!!-
Theysaythat
I mustlearntokillbefore
I can feelsafe / Dicono
che debba imparare a uccidere prima di sentirmi sicuro But I, I'd
ratherkillmyselfthan turn intotheir slave / Ma io, io
preferisco suicidarmi piuttosto che diventare uno dei loro schiavi
Fermate la mia
scomparsa da questo mondo.
Salvatemi da
questa vita.
Il dolce suono di una foresta. Il fruscio
delle foglie, il suono assordante di tutti gli animali boschivi che vi ci
abitano.
Due figure vestite in
modo tale da mimetizzarsi, padre e figlio, entrambi con un fucile in spalla.
Si accucciano ed osservano un’intera
famiglia di cinghiali pascolare sulla prateria. Una femmina con i piccoli che
come le palline impazzite nel flipper saltellano di qua e di
là, sotto la severa protezione della madre.
-Avanti, prendi la mira e sparale
direttamente nella fronte!!- queste furono le parole
che il capofamiglia dei Shirogane sussurrò al figlio
minore, Ryou, che ora stava prendendo la mira,
rimanendo però immobile.
-Che fai? Sparale!- ordinò il padre,
mentre il figlio rimanevo fermo, duro come una statua di marmo.
-Sparale ho detto!!-
ed ecco che un colpo partì, ma a vuoto, facendo fuggire l’allegra famigliola.
Il ragazzo chinò la canna del fucile, come
la sua testa, prima di sentirsi una guancia bruciare dal dolore.
Il suono dello schiaffo echeggiò tutt’intorno.
-Sei la vergogna di questa famiglia, Ryou!! Se non sei capace di
eliminare un insulso animale, come farai ad uccidere un uomo?- silenzio, privo
di sentimento -Sei una nullità!!-
Sometimes I feelthatIshould
go and play with the thunder
/ A volte sento che dovrei andare a giocare con il tuono Somehow I just don't wanna stay and waitfor a wonder/ In qualche modo
voglio solo non stare ad aspettare un miracolo
…
I've beenwalking, I've beenwaiting/ Ho camminato, ho aspettato
In the shadowsformy time / Nell’ombra, per tutto il mio tempo I've beensearching, I've beenliving / Ho cercato, ho
vissuto Fortomorrowsallmy life / Per il domani, per
tutta la mia vita
Finalmente tutti, tutti i componenti della
famiglia Shirogane sono riuniti a tavola.
Stranamente, nessuno aveva un qualche impegno più importante da eseguire.
-Allora Ryou,
come va all’accademia Kuroyuki?- la madre era sempre
stata la prima a rompere i sinistri silenzi in quella famiglia, lei era sempre
stato un tipo un po’ vivace e spensierato.
-Bene…- lui invece è sempre stato una
persona di poche parole, non aveva mai nulla di importante da dire.
-Tsk!! Per quel che devo pagarla
deve andare bene, anche se… all’età di sedici anni non ha ancora ucciso nessuno!! E pensare che sua sorella ha sgozzato la sua prima
vittima all’età di quindici anni e guarda caso non le sono servite stupide
scuole!! Si vede chi in questa famiglia ha del talento
e chi è soltanto un peso per tutti!!- lui, il
padre, quello più severo, quello che ama alla follia la figlia e quello che
odia a dismisura il figlio, che a dire suo, è l’essere meno portato per portare
avanti la tradizione dei Shirogane…
Lately, I've beenwalking, walking in circles /Ultimamente sono entrato, sono entrato in un circolo vizioso Watching, waitingforsomething / Cercando,
aspettando qualcosa Feel me, touch me, heal me / Sentimi, toccami, guariscimi
Come take me higher / Portami più in alto
-Se sono una nullità, perché mi costringi
a diventare un miserabile ninja?- urlò lui, il
ragazzo di poche parole.
-Perché non si è mai visto uno Shirogane fare il medico!! Tu
porterai avanti la nostra tradizione ad ogni costo!!
Anche se l’idea mi disgusta, tu sei l’erede della mia famiglia… quindi, tu,
diventerai un killer e non uno stupido idiota che cura la gente!!- rise, sadicamente -Tu non salverai le persone, le
ucciderai!!-
… plic … plic …
Basta!!
-Hai ucciso mio padre…
ASSASSINO!!-
No!! Non è vero!! Basta!!
Sei solo un
lurido assassino, l’assassino di mio padre!! Tu, non puoi darmi ordini!! Io
faccio ciò che voglio, frequento chi voglio e non sarà di certo un lurido e arrogantecomponente della famiglia che ha distrutto
la mia vita a dirmi cosa posso e cosa non posso fare!!
Cosa credete?!
Che solo perché
io porto il loro stesso nome possa essere giudicato come loro?
Come una persona
senza cuore, crudele, fredda?
Quando capirete
voi, stupidi ed insulsi esseri umani, che io sono stato costretto a questa
vita?
Quando capirete
che io volevo aiutare la gente, diventando un medico, anziché togliere la linfa
vitale, diventando un killer?!
Questa vita non
mi appartiene.
Io non vivo.
Io sono morto,
lentamente, dentro.
Non vivo più di
ricordi, non vivo più di illusioni, non vivo più dei miei futili sentimenti.
Sono stanco di
portare una maschera… perché nessuno lo capisce?
Perché vi
ostinate a dipingermi come il male su questa terra?
Forse avrò anche
io il diritto di vivere un attimo in pace o questo, o questo nome è la mia
perenne condanna?
Quando qualcuno
mi accetterà per quel che sono e non per quello che rappresento?
I've beenwalking,
I've beenwaiting / Ho camminato, ho aspettato
In the shadowsformy time / Nell’ombra, per tutto il mio tempo I've beensearching, I've beenliving / Ho cercato, ho
vissuto Fortomorrowsallmy life / Per il domani, per
tutta la mia vita
Io non sono così.
Io non sono come
loro, non voglio essere come loro.
Non voglio essere
spietato, senza cuore, privo di sentimenti, un assassino… ma allora perché è
questo ciò che sto diventando?
I've beenwatching
/ Ho guardato I've beenwaiting / Ho aspettato I've beensearching / Ho cercato I've beenliving / Ho vissuto Fortomorrows / Per il domani
In the shadows /
Nelle tenebre
Quando qualcuno
mi accetterà per quel che sono e non per quello che rappresento?
Quando per voi,
insulsi esseri umani privati dell’affetto dei vostri cari defunti, mi
considererete solo Ryou e non quell’assassino
di Shirogane?
Vi prego…
aiutatemi.
In the shadows /
Nelle tenebre
I've beenwaiting
/ Ho aspettato
La mia vita è
come un incubo da cui non riesco più a svegliarmi.
Continua…
Salve lettori
adorati. Prima di tutto mi vorrei scusare per il ritardo, ma ho seri problemi
col pc che si spegne inaspettatamente, ahimè devo
usare il computer di mio padre. Ma passando oltre… vorrei specificare che la
canzone riportata nel testo (PoVRyou)
è dei The Rasmus
– In the shadows. Ed ora, passo
a voi!!
liliana87: era ironico quel “mi mancava Masaya”?? xDD Comunque grazie mille dei complimenti, continua a
seguirci.
Sikky: muahahaha!! Me essere tentata di dirti quale versione del tuo
ponderare sia giusta, ma non posso!! >.<
Comunque grazie mille, sai che mi piacciono le similitudine
cretine!! xDD Mi
diverto!! (O.O” ti riferivi
al moscerino… vero? O_O;;). Ancora tante grazie!! Bacio!! ;*
lala_g: ti fa ridere la – breve – vita di un
piccolo, insignificante moscerino che diventa una frittata sul parabrezza di
una macchina?? Muahaha!! Anche a me!!xDD Comunque comprendo i
tuoi sentimenti (Masaya) e i tuoi dubbi amletici (tobe or nottobe? xDD), ma dovrai pazientare affinché tutti i nodi
vengano al pettine! ^.- In ogni caso un grosso grazie per i complimenti!! ^O^
Geo88: non ti preoccupare e non inchinarti… PROSTRATI ai nostri
piedi!!è.éHehehe!! ^O^ Comunque come
ben sai, tutte le fan della coppia Ichigo/Ryou si fanno la stessa tua domanda!!U_U” Grazie anche a te, saluti.
susisango: muahahaha!! Lo
scoprirai più in là (anche se sembrerà che ci siamo
dimenticate del “rapporto” Masaya/Ryou,
don’t worry. La spiegazione
avverrà in seguito, non tutto dev’essere scoperto
subito!! ^.-). Grazie anche a te, bacioni!!
Pichan: anche tu non preoccuparti, comunque lo
sappiamo (infatti perché odio Masaya?
Perché NON ESISTE un essere umano così perfetto nella vita reale!!ò.ò). Ciononostante, grazie
mille!! ^O^
Alex: ho capito che, praticamente, la pensiamo
in modo completamente differente. Comunque grazie mille per aver espresso la
tua opinione riguardante la
storia. Saluti.
heijihattori: una nuova lettrice!! ^O^ Grazie mille
e… per non ricadere nelle ire della mia collega, vorrei ricordati che siamo in DUE a scrivere la fan fiction. Baci!! ^.-
p_chan: *me osserva commento di p_chan* … *me si gratta il ciapet*
… quale dovere abbiamo? Morale? xDDMuahahaha!! Perspicace come sempre – per il resto
intendo!! ^.- Comunque grazie mille, hai perfettamente
capito il nostro dolore nello descrivere quell’essere
di dubbia sessualità!! Ç.Ç Siamo commosse dalla tua
comprensione, grazie per tutto!!xDD
Hermy6: (extra: Tainted Love – ma
grazie cugiiiiiiii!!
>.<) lo sappiamo, ma non vogliamo di certo fare discriminazioni sui personaggio, perciò il nostro Masaya
è stato descritto in quella maniera. Grazie ancora cugi
e… continua a seguirci!! ^O^
Gaia: amore!! ** cucciola!! ** ma ciao!! *O* Lo so che odi Masaya, ma
porta pazienza!! ^O^ Grazie
eh, per il commento!! >.< Che tenera che sei!! Il mio purceddu rosa!!xDDD *I’m in delirium-mode* ^.-
Non compresi mai il perché,
ma improvvisamente mi ritrovai, per la terza volta in quella giornata,
letteralmente gettata contro il muro, quasi fossi un sacco da box con cui i
pugili generalmente si allenano. Da quella prima volta che mi aveva aggredita
verbalmente ne seguirono altre. Questa era una di quelle.
-Stai zitta!!!- mi sibilò il
mio sensei a pochi centimetri, forse addirittura millimetri, dal viso. Certo,
anche io mi sarei spazientita se ogni giorno mi fossi sentita dire sempre le
solite cose, ma non sapevo in che altro modo controbattere se non offendendo la
sua famiglia e pretendendo la libertà che mi era dovuta sin dalla nascita.
-Tu non sai nulla di me e
della mia famiglia. Nulla!! Quindi limitati a fare come ti ho ordinato, ed in
silenzio!!- potevo sentire il suo fiato sulla mia bocca e il respiro
irregolare, dettato dalla rabbia, che si infrangeva sulle mie labbra come le
onde del mare contro gli scogli.
Probabilmente, come al mio
solito, arrossii fino all’inverosimile ed il cuore prese a battermi ad una
velocità sovrumana. Forse non del tutto per l’emozione di trovarmelo lì, sbattuta
sul muro con il suo corpo che si aderiva al mio, ma maggiormente per la sua
espressione furibonda e infinitamente triste allo stesso tempo. Non avrei mai
creduto che due sentimenti così distanti, come la rabbia e la tristezza, si
potessero riscontrare contemporaneamente in un essere umano, ma ora vedendolo,
ne avevo la prova certa. Poteva accadere.
I suoi occhi, ora che potevo
osservarli con attenzione, mi parvero due oceani in tempesta ed i miei ci si
persero come una barca in balia di essa, trascinati dalla corrente delle sue
forti emozioni che si intravedevano così nitidamente, che quelle perle azzurre
sembravano di cristallo per essere così trasparenti.
Non ebbi il tempo di
replicare nulla che lui si staccò lasciando il vuoto sulla mia pelle che però
reclamava la sua presenza, nonostante tutto. Ma mentre il mio corpo stava
reagendo chimicamente alla nostra separazione, lui, dandomi le spalle con le
mani in tasca, quasi non fosse accaduto nulla di rilevante, si allontanò
sparendo lungo il corridoio. Senza più forze, abbandonatemi nel momento in cui
lui si era tirato indietro, come se le avesse trascinate via con sé, mi lasciai
scivolare lungo la parete, fino a toccare il freddo pavimento della scuola con
il sedere. Nonostante le apparenze, dentro di me un turbinio di emozioni
negative si stavano infrangendo contro il mio cuore.
Stavo ribollendo dalla rabbia.
Maledetto Shirogane!! Come si
permette di darmi ordini?! Questa volta non l’avrebbe passata liscia, ancora
non aveva capito con chi aveva a che fare: voleva la guerra? Sì? Ebbene,
l’avrebbe avuta!
Decisa ad attuare il mio
piano di vendetta per tutte le volte che la mia povera schiena fu sbattuta su di
un muro freddo in mezzo ad un corridoio deserto, anche quel giorno, mi recai
alla classe dove gli alunni dell’ultimo anno partecipavano alle lezioni
inerenti alla preparazione per gli esami e mi appostai fuori dalla porta, in
attesa che concludessero in modo tale da poter incontrare Masaya quando fosse
uscito.
Non dovetti attendere molto:
pochi minuti dopo lui e il resto della classe vennero fuori.
Con un cenno del capo e un
piccolo richiamo, lo attirai a me. Come previsto, quando mi vide mi sorrise in
modo veramente dolce e mi si avvicinò velocemente, per non perdere tempo.
-Ancora tu? Cosa c’è questa
volta, piccola? - mi domandò in tono
ironico, mentre con un delicato gesto della mano mi spostò una ciocca di
capelli dietro l’orecchio. Inutile dire che arrossì come un pomodoro maturo.
-Ecco, io… volevo solamente
vederti!- confessai, imbarazzata come mai in vita mia. Non ero di certo abituata
a fare certi discorsi ad un ragazzo, per lo più così carino.
Lo vidi sorridermi teneramente
e avvicinarsi maggiormente alla mia figura.
-Devo ammettere che mi piaci
davvero molto…- mi sussurrò, rendendomi felice come poche volte in vita mia,
dopotutto non avevo mai sentito parole più gentili essermi sussurrate
all’orecchio in una scuola. Se possibile arrossì ancora di più per l’agitazione
di trovarmi così a stretto contatto con lui.
Stavo per rispondere con un
altro complimento rivolto a lui, ma mi accorsi che alle sue spalle, Shirogane
ci guardava con il fuoco negli occhi. Come più e più volte aveva fatto in
questi giorni.
Ecco il momento più opportuno
per effettuare il mio piano diabolico, ponderato da ore immemorabili.
Senza nemmeno pensare alle
probabili conseguenze di quel gesto, ma solo desiderando la mia piccola vendetta
per tutte quelle volte che avevo fatto delle figure da stupida imbecille
davanti a Masaya e al resto della scuola, mi lanciai tra le braccia del moretto
stringendo con le mani il colletto della camicia. Deglutendo a fatica e
sentendo le mie guance, come tutto il mio corpo, andare a fuoco decisi di
proseguire con il mio piano, così premetti le mie labbra contro le sue in un
impeto che non credevo di possedere. Sembrava che la persona che stava
compiendo quel gesto non fossi io, come se fossi una semplice spettatrice che
osserva estasiata la scena clou di un film romantico.
Ma fu solo un semplicissimo
bacio a stampo, due labbra una sopra l’altra, privo di qualche altro sentimento
più profondo e coinvolgente, però dovetti ammettere che non mi dispiacque affatto.
Forse, perché era il mio primo “bacio”?
Quando mi staccai da lui e
riaprì gli occhi per godere nel vedere l’espressione allibita di Shirogane, del
bel biondo non vi era nemmeno l’ombra. Se n’era andato. Ma in compenso alla mia
stupidità mi rimase solo l’imbarazzo creato dallo sguardo sorpreso di Aoyama,
che mi fissava quasi fossi un fantasma che lo stava perseguitando. Sorrisi in
modo ottuso per sciogliere il ghiaccio e la tensione per quel gesto insulso.
-Che audacia!- disse, non
appena ebbe ripreso un po’ di favella, con un sorrisetto malizioso dipinto
sulle labbra sottili. In quel momento mi sentii veramente una perfetta
imbecille per quel che avevo fatto poco prima.
-Ehm, scusami. Mi dispiace…-
mormorai impicciata, non riuscendo nemmeno a sostenere il suo sguardo per la
troppa vergogna.
-No, no. Non fraintendermi.
Mi è piaciuto!- ammise, accarezzandomi delicatamente una guancia arrossata
-Anzi, che ne dici di uscire qualche volta? Io e te soli?- mi propose
semplicemente con quel dolce e magnetico sorriso sulle labbra, quello capace di
sciogliermi come se fossi un semplice pezzetto di burro.
Non sapendo che rispondere,
meglio dire: non riuscendoci minimamente, annuì semplicemente.
-Va bene, allora ci vediamo
questo venerdì alle quindici davanti all’entrata della scuola, ok?- aggiunse.
Annuì nuovamente, incapace di pronunciare alcun suono a causa dell’emozione che
si era impossessata di me per quel che mi stava capitando: avevo un
appuntamento con Masaya Aoyama.
Okay, forse non avrei mai
dovuto lanciargli una sfida senza tenere in considerazione il fatto che lui,
essendo il mio sensei, aveva il coltello dalla parte del manico.
Questa consapevolezza mi
sfiorò il cervello solamente mentre facevo il ventiquattresimo giro di corsa, con
due pesi ai polsi e due alle caviglie da quattro chili ciascuno, attorno alla
scuola che, tanto per rendere l’idea, solo parlando dell’edificio in sé senza
piscine e palestre esterne, per percorrerne il perimetro, occorreva fare
intorno ai tre chilometri.
Senza forze e senza più
percepire i muscoli delle gambe, sembrava che il mio corpo iniziasse
dall’ombelico in poi, mi accasciai a terra, guardandomi intorno, nella speranza
di non essere vista da Shirogane.
-Momomiya!! Si batte la
fiacca, eh?!- neanche il tempo di concludere il precedente pensiero che me lo
ritrovai davanti con le mani sui fianchi e quell’aria da cane rabbioso che lo
rendeva davvero insopportabile ai miei occhi.
-Sono stanca morta. Ho le
dita dei piedi che sembrano dei wurstel cotti al vapore!!- replicai gridando e
gettando a terra i pesi che tenevo legati ai polsi.
Finalmente un po’ di
sollievo, anche se la pesantezza che invadeva ogni fibra delle gambe non
sarebbe scomparsa tanto facilmente e nemmeno in un giorno. Ero certa che i
dolori sarebbero continuati a tormentarmi anche per metà della settimana
successiva.
-Non mi interessa se sei
stanca. Non mi pareva che lo fossi stamattina mentre ti scambiavi dolci effusioni con Aoyama!- ribatté
furibondo.
-Ti ripeto che io faccio
quello che voglio!! Non puoi impormi certe cose!!- gridai piccata per questo
spasmodico interessamento nei miei confronti.
-Io invece ti ripeto di stare
lontana da Aoyama!!- non aveva mai alzato così tanto il tono della voce con me.
Sicuramente se lo era sentito fino alle aule.
Ne rimasi letteralmente
shockata.
Probabilmente se avessi avuto
un paio di orecchie canine mi si sarebbero abbassate all’istante e la mia
espressione doveva essere tutto meno che allegra e contenta.
Lui mi sembrò incredibilmente
alto e grande, più di quanto lo fosse normalmente almeno.
-Ed ora riprendi a correre!
Ti mancano ancora settantasei giri da fare! E poi devi fare altri esercizi sui
pannelli!!- mi comunicò, allontanandosi e lasciandomi lì, come una povera
stupida. Purtroppo faticai ad alzarmi perché ormai i muscoli avevano messo in
circolo l’acido lattico.
Per il resto del tempo non
feci altro che eseguire gli esercizi rimanenti in assoluto silenzio, come
succedeva ormai da diverso tempo.
Era inutile, non riuscivamo
proprio a trovare un punto d’incontro, saremmo rimasti per sempre due universi
distanti e completamente differenti.
Certo, devo ammettere che
nemmeno io mi sforzavo molto per cercarlo, ma lui non era decisamente da meno;
si dava un gran da fare per farmi irritare sempre di più. Sembrava quasi che si
divertisse a torturarmi psicologicamente.
Comunque non riuscivo proprio
a spiegarmi la sua particolare avversione per Aoyama, per quanto tentassi di
trovare un valido movente, proprio non vi riuscivo. Naturalmente poi lui non è
che mi aiutasse con il suo essere così scarsamente loquace e irritantemente
irriverente .
Con molta probabilità, ne
sapeva qualcosa la mia compagna di stanza. Così decisi di parlarle quella sera
stessa. Dovevo pur scoprire il mistero che si celava dietro Masaya ed a
Shirogane.
-Aoyama, eh?- mi fece, con
sguardo freddo, glaciale, quasi privo di espressione, mentre seduta sul
divanetto della nostra stanza si passava un olio emolliente sulle gambe, dopo
la consueta doccia serale.
-Esatto Zakuro san, ne sai
qualcosa?- la sua espressione si fece ancora più seria e mi squadrò da capo a
piedi, quasi con un ghigno schifato sulle labbra.
-Perché vuoi sapere di lui?-
arrossii e chinai il capo, cercando di non farle notare il colorito vermiglio
che imporporava le mie guance ormai abituate a questi sbalzi di temperatura
corporea.
-Beh, l’ho conosciuto qualche
giorno fa ma Shirogane mi ha ordinato di non frequentarlo…- spiegai laconica,
mentre rialzavo lo sguardo per guardarla meglio.
-Capisco. Beh, io non ti dirò
nulla, se vorrà lo farà lui!- ribatté antipaticamente, mentre io gonfiai le
guance indispettita, come un criceto quando si riempie la bocca di cibo e
sbuffai come una ciminiera.
-Comunque ti dico una cosa,
un consiglio che mi diede tanto tempo fa un monaco: non devi mai fidarti di chi
alle apparenze sembra una persona gentile e buona di cuore, quelle di solito
sono le persone peggiori. Fidati invece di chi, trasmette un’aura egoista e che
senza peli sulla lingua ti dice le cose in faccia, quelle persone generalmente
fanno ciò che fanno per il tuo bene e sono proprio loro che hanno un cuore
capace di amare il prossimo…- dicendo ciò sparì nel bagno, lasciandomi
perplessa in mezzo alla stanza.
Continua…
Ahahaha!! [… continuo a
ridere per altri dieci minuti …] xD
Già mi immagino le vostre
facce alla lettura della prima parte… Ma poveri ciccini miei!! Riprendetevi!!
é.è Hihihi, che bastard inside che sono!! Godo della vostra sofferenza!! °-°”
Ma, evitandomi clamorosamente… xDD
Prima di passare a voi vi
vorrei avvertire che nonostante abbiamo già fatto 12 capitoli (ahahahaha, come godo!! xDDD) ritarderemo nell’aggiornare
perché io (PFEPFER!! è.é) esigo
essere avanti col lavoro per non rischiare di finire come l’ultima volta – no
comment – e perciò, dato che la mia somma collega ha problemucci col pc (°-° ma
che è? Un epidemia di pc? °O°), finché non arriveremo a metà dei capitoli
pubblicati (esempio: è stato pubblicato il sesto capitolo, ma noi ne avevamo
già scritti dodici) questo, per il momento, sarà l’ultimo aggiornamento. Non so
se vi è chiaro…? O.ò
Zoe93: toh,
una nuova commentatrice? ^O^ Ma grazie cara, siamo liete che ti piaccia (eh sì,
siamo in due a scrivere… xDD) la nostra fan fiction. Saluti.
liliana87:
allora suppongo che quello che ho sopraccitato sia, per te, vero?! Muahaha!!
Soffri!! ** … Naaa!! Dai che ti passa tesoro!! ^O^ Grazie dei complimenti
ciccina, sempre felici di riceverne!! ;)
black_angel:
grazie!! >< Quanto sei gentile!! *O* Continua a seguirci, mi raccomando!!
Baci.
heiji hattori:
ehehe!! Scoprirai man mano il suo passato, la sua psiche e via dicendo.
Personalmente credo che sia meglio progredire con calma (non troppa però xD)
che affrettare le cose. Comunque grazie mille cara!! ** Bacini!!
Sikky: my
low!! ** ehehehe!! Contorta? Ma cosa ti viene in mente… ehehehe!! xDDD Ryouccio
è tanto teneroso!! >< In seguito vorrai coccolarlo, vedrai!! **
Muahahaha!! … O.ò non so voi, ma mi sento bastarda oggi… O.ò…
Va bè, ignorandomi, grazie
mille del commento. Salutoni coccolosi!! :*
Pichan:
Ç_Çcompatiscilo!! COMPATISCILO!! è.é
Già, povero piccolo Ryou, ma
bada bene che se tu credi di aver visto il peggio… ti sbagli di grosso!! Non
conosci la nostra sadica pazzia!! ** Muahaha!! ** Comunque grazie anche a te!!
Baci!! ^O^
Gaia: =.=”
simpatica come una pianta di cactus ficcata su per il c- °O° opalala!! Stavo
per offendere la mia lepre preferita!! Pardon mua mademoiselle!! u.u” Comunque,
dicevo… STA ZITTA!! è.é Per colpa tua Pfefy è di nuovo qui!! è.é È tutta colpa
tua, hai aperto il vaso di Petra e hai fatto uscire il male in persona!! … O.ò…
Okay, stop. Finiamola qui!! °-°” Tesoro, grazie del commento. Baci!! °° - mi
faccio paura da sola - °°;;
lala_g: cosa
cosa cosa? Ogni dubbio? Anche quello che riguarda Masaya? Ma davvero? E cosa
hai concluso? Dimmi!! xDD (se nel caso tu avessi veramente un’opinione sul
rapporto Ryou-Masaya, faccelo sapere!!). Ciononostante ti ringrazio per il
commentuccio, merci!! ^O^
susisango:
l’unica cosa che ti posso dire, oltre a grazie
(!!), è quella di ripeterti di stare bona!! °° Hehehe!! xD Baci cara!!
p_chan:
prima di risponderti decentemente: da quand’è che Masaya ha cambiato sesso?
xDDD Okay, sembra una donnina isterica qualche volta, ma arrivare a una cosa
così radicale… Ahahaha!! Ti giuro che non ho smesso di ridere per almeno 5
minuti!! xDDD O mammina santissima!! xDDD
Okay, calmiamoci… (ahahah!! “Ma la sorella di Ryou sarà mica Masaya?”
muahaha!! xDDDD) Io, personalmente non mi offendo. Hehehehe!! *in gongol-mode*
Comunque, che dire… °°” a parte che mi son persa nella mia stupidità… ‘petta
che ritorno a leggere il comme… … … … <= leggo piano!! xDDD Ah, ecco!!
Mancava il consueto ringraziamento!! xDD Graaaaazie tesoro, siamo felici che ti
sia piaciuto!! Hehe. Baciotto!! ;*
Hermy6: chi
o che cosa ti fa credere che a tirarlo su sarà Ichi? xDD Ahaha!! *-* Non mi
esprimo oltre *-* ti ringrazio solamente *-* grazie cugi (xDDD) *-* ci sentiamo
presto *-* bacini!! *O*
Ichigo12:
°°;; se lo sapessi te lo direi!! xDD Comunque davvero hai trovato sorprendente
Ryou con il suo voler diventare medico? O.ò? Boh, forse sarò io, ma mi sembra
così ovvio… xDDD Mah, chi mai scoprirà i misteri del mio cervello? … Se vuoi
saperlo (credo e spero di no!!
°O°) non ti resta altro che continuare a seguirci (credo e spero di sì!! xDD). Grazie ancora, cara. Ciauuu!! ^O^
And now… Byeeeee!! xDDD
Pfepfer & Izayoi007!! J <= ormai è il nostro simbolo questo smile!! xDD
Solo in seguito mi fu riferito che il giorno
dell’appuntamento con Masaya era libero. Per dirla
tutta avevamo a disposizione tre giorni (venerdì, sabato e domenica) per far
visita ai nostri genitori. Dato che la maggior parte degli allievi veniva da
Tokyo non avevano problemi, ma io abitavo più lontano e per far visita a mia
madre avrei impiegato più di un giorno e mezzo. Se fossi partita non l’avrei
nemmeno potuta salutare come si deve che sarei già dovuta andare, così decisi
che i due giorni li avrei passati in relax in camera mia, magari studiando un
po’.
Per l’appuntamento avevo optato per qualcosa di semplice.
Una maglia a maniche lunghe rosa, col collo abbastanza alto e con una finta
cintura cucitaci sopra di un arancione ramato che al lato sinistro pendeva fino
a metà coscia. Minigonna jeans dal classico colore blu che arrivava fino le
ginocchia e stivaletti color beige, stretti da inconfondibili lacci neri. Per
l’acconciatura ci avevo impiegato un po’ più di tempo. Mi ero pettinata in modo
tale da stringere ai lati delle orecchie due piccoli codini
molto bassi e siccome il ciuffo della frangia svolazzava incontrollato,
l’avevo bloccato ad un lato con un fermaglio. Per ogni evenienza, oltre alla
piccola borsetta, presi anche una giacca jeans nel caso in cui la giornata
fosse risultata più fredda del previsto.
Stavo camminando su è giù davanti l’entrata tesa come non
mai in vita mia, mentre stavo aspettando impazientemente il mio cavaliere. Non
tardò ad arrivare, infatti lo vidi corrermi incontro
salutandomi con un semplice gesto della mano, ma aggraziandomi con un
meraviglioso sorriso. Era stupendo in abiti informali, con quei jeans neri e
quella maglia bianca, sensualmente attillata, ma ahimè coperta da una camicia
azzurra aperta sul petto.
-Ciao!!- mi salutò gentilmente,
mentre io ricambiavo leggermente imbarazzata -Sei proprio bella oggi, lo sai?!-
continuò poi, facendomi completamente arrossire per così tanti complimenti
assolutamente non meritati. In fondo ero una ragazza come tutte le altre.
-Grazie, sei molto gentile.
Andiamo?- chiesi sorridendo leggermente, mentre con un cenno della mano mi fece
capire di procedere in avanti. Camminammo per un po’ in completo silenzio,
qualche volta capitava di incontrare per strada gli altri allievi e di
salutarli, ma dal nostro incontro fino ad ora non ci siamo rivolti la parola.
Forse aspettava che fossi io la prima a parlare, ma veramente non sapevo cosa
dire. Ogni argomento mi sembrava infinitamente banale e senza senso, quindi
preferivo di gran lunga camminare in questo silenzio disagevole che fare la
figura di una perfetta imbecille. Grazie a Shirogane,
e a me stessa, ne avevo già fatte fin troppe di figure.
-Ehm!!- si schiarì
improvvisamente la voce, suscitando la mia curiosità.
-Volevo chiederti…- cominciò quasi incerto, mentre io con
il capo gli facevo cenno di continuare -Com’èShirogane?-
Avete presente i manga, quando alla protagonista ad un
certo punto compare una smorfia sulla faccia, le si cala
la maglietta facendo vedere una spalla e dietro ad essa compaiono assurdi
animali che spezzano l’atmosfera? Ecco. Se fossi un personaggio cartaceo
assumerei la stessa posizione.
Ma perché in momenti come questi, profondi, tra un bel
ragazzo come Masaya e me, un’anonima fanciulla, deve
infiltrarsi sempre la figura di quel essere insulso di Shirogane?
-In che senso?- domandai non capendo perché in una
situazione del genere avesse tirato fuori quell’assassino.
-No, cioè… Vorrei sapere com’è in intimità…- lo vidi
grattarsi il mento, per poi sorridere molto stupidamente e spostare la mano
verso la testa e sfregarsela con un leggero rossore sulle gote. Sembrava
imbarazzato, ma… perché?
-Eh?-
-No, non farti strane idee!!
Ecco, non so. Se ha qualche caratteristica particolare…- tirai un sospiro di
sollievo, prima di percepire una scarica fredda percorrere la schiena alle sue
successive parole, sussurrate taglienti e fredde -Se ha un punto debole…-
sgranai gli occhi. Non lo avevo mai sentito parlare con voce così agghiacciante
e calcolatrice. Pareva il classico cattivo della situazione con quel tono, ma
soprattutto con quello sguardo ambiguo, in bilico tra il sadico e il perfido.
Era AoyamaMasaya
quello che avevo davanti o era un perfetto estraneo?
-Cosa?- esclamai pietrificata, chi era quel ragazzo
davanti a me?
-No, no. Dimentica ciò che ti
ho det- non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase,
che mi prese per un polso e mi trascinò dietro ad un palo, tappandomi la bocca
con l’unica mano libera.
-Guarda…- mi disse poi, indicando una figura che stava
camminando a qualche metro di distanza da dove ci eravamo nascosti. Quando ebbi
notato anche io il ragazzo mollò la presa, permettendomi così di respirare
nuovamente. Lo andai a fissare dubbiosa e decisamente infastidita dal suo
comportamento sconveniente, ma l’unica cose che fece
lui era sorridermi e di esclamare fermamente divertito: -Ti va di fare un
giochino?-
-Vado a prendere qualcosa da bere. Tu resta qui e non
muoverti… e fa in modo che non ti veda!!- lo fissai
scomparire dietro gli alberi del parco.
Ora era palese: Masaya aveva
un’ossessione spasmodica nei confronti di Shirogane.
Non solo mi aveva costretta a questo “giochino”, ovvero pedinare il biondo, ma
durante tutto il tragitto mi aveva tappezzata di domande alle quali io non
sapevo rispondere. Mica spiavo ogni mossa del mio allenatore e per dire il vero
neanche mi interessava farlo. E quel disgraziato si permetteva anche di
arrabbiarsi perché io non controllavo ossessivamente il mio sensei?! Quello era completamente fuori. Ora capivo perché Shirogane non volesse che lo frequentassi, ma ormai il
danno era fatto. Oramai ero nascosta dietro ad un cespuglio del parco e stavo
fissando il mio maestro seduto su una panchina in
attesa di qualcuno.
Sospirai rassegnata, appoggiando i gomiti sulle ginocchia
e posando il viso fra le mani. E dire che avevo aspettato con tanta impazienza
questo giorno. Ci avevo impiegato l’intera mattinata a prepararmi per farmi
bella. Infondo mai prima d’ora un ragazzo mi aveva invitata fuori e speravo che
questa volta sarebbe stata quella buona nella quale sarebbe successo qualcosa
di interessante. Certo, Masaya era uno psicopatico,
ma era anche un bel ragazzo. Sarei stata molto felice se ci fossimo messi
insieme o almeno entrati in confidenza, quando mai mi sarebbe ricapitata
un’occasione del genere?! Ma ahimè, sembrava che ogni
ragazzo che incontrassi avesse seri problemi di
personalità.
Sbuffai andando a guardare annoiata Shirogane.
Indossava dei jeans molto scuri, color blu notte, una
camicia del medesimo colore di seta, ovvia dimostrazione del suo stato sociale,
e aveva una fascetta nera legata intorno al capo per fermare i capelli troppo
lunghi. Il capo rivolto verso il basso, la mani congiunte
davanti al viso.
Sembrava triste.
Improvvisamente vidi comparirgli davanti una donna molto
bella. Lunghi capelli biondi lasciati sciolti sul meraviglioso vestito di raso
bianco, un cappello abnorme che conteneva e proteggeva la testa dai raggi
solari, postura autoritaria, raffinata, da vera signora dell’altra società. Mi
incantai a fissarla in tutta quella bellezza che mai prima di allora avevo
notato in una donna, mentre osservai allibita Shirogane
alzarsi e, prendendola per le spalle, schioccarle un bacio sulla guancia e
chiacchierarci amichevolmente. Pareva che la conoscesse.
Che fosse sua madre? Si assomigliavano molto in fondo.
All’improvviso sentì qualcosa di umido leccarmi il
polpaccio. Inorridita andai a individuare il colpevole di cotanta abbondanza di
batteri sulla mia gamba: un tenero cagnolino che appena ebbe finito di
assaggiare la mia pelle mi guardò scodinzolando per poi allontanarsi
tranquillamente. Continuai a guardarlo per un po’ scorrazzare
per il prato prima di girare nuovamente il capo nella direzione dei
“due” nuovi pedinati. Rimasi immobile nel constatare che Shiroganefosse scomparso, ma in compenso vidi chiaramente la
madre avvicinarsi verso il mio nascondiglio. Impaurita cascai a sedere e quando
tentai di retrocedere la mia mano finì su una scarpa.
Un brivido di freddo percorse ogni cellula del mio
essere, mentre uno strano presentimento si stava impadronendo di me.
Lentamente alzai lo sguardo fino a incrociare due iridi
azzurre che abbellite da un sorriso infastidito si
dipingevano sul volto del mio sensei.
-Ciao!!- dissi sorridendo
stupidamente a trentadue denti nel vano tentativo di passarla liscia.
Ci speravo un po’ troppo in effetti!!
-Dov’è il tuo complice?- mi chiese
di rimando lui, ringhiando tra i denti per non rischiare di urlarmi addosso.
-Eh? Quale complice?!- domandai
con finto stupore, ma nel momento stesso in cui notai la furia omicida passare
negl’occhi di Shirogane, una voce melodiosa ed
infinitamente dolce invase le mie orecchie, trasportandomi in un mondo che
sembrava il Paradiso.
-Ryou, questa bella signorina chi è?
Che ne dici di invitarla a bere una tazza di tè con noi?-
O mamma. Ero morta, stramorta e seppellita sotto terra. Shirogane mi avrebbe uccisa.
La cameriera mi pose la tazza davanti al naso, mentre io
ringraziandola gentilmente andai ad osservare i due. La donna sedeva composta e
sorseggiava con raffinatezza la bevanda, Shirogane
invece era… letteralmente sdraiato sulla sedia con fare seccato.
-Ryou!!- lo
richiamò severa -Sii più composto a tavola. Dove sono finite
le tue buone maniere?- vidi il biondo con molta lentezza sedersi normalmente,
accavallare le gambe e appoggiare il mento tra il dito pollice e quello indice,
esclamando ironico:
-Je suis désolé madame!!-
-Continua così e qualcuno farà visita a GaijinShirogane…- vidi gli occhi
del mio sensei incupirsi e diventare letteralmente
artici, sembravano fatti di sottili strati di ghiaccio, limpidi e trasparenti,
ma anche paurosi e inquietanti. Aveva il tipico sguardo di chi cercava di fare
il duro nonostante avesse paura. E ora io mi chiedevo: chi era GaijinShirogane? Il padre? E
perché lui ne doveva avere paura?
-Quindi tu sei la kohai di mio
figlio?- la voce armoniosa della donna mi riportò alla cruda realtà, cioè che
io ero alla mercé della famiglia Shirogane, mentre
quel disgraziato di Masaya si era letteralmente
volatilizzato nel nulla. Chissà dov’era finito quella sottospecie di ninja?!
-Sì!!- risposi imbarazzata, non
sapendone il motivo -E dimmi… Anche con te è sgarbato, irriverente e
maleducato?- perché mi dava fastidio? Perché non sopportavo che sua madre lo
trattasse così? Era successo anche prima, mentre lo stava rimproverando. Che si
trattasse di pena? Non ne sapevo il motivo ma, anche se in teoria avrei dovuto
godere alla visione di Shirogane sottomesso, non
credevo che fosse giusto trattarlo in quel modo poco amorevole, atipico da
parte di una madre che di grazia avrebbe dovuto amare alla follia il figlio.
-No, anzi. È molto gentile e premuroso con me. Mi tratta
sempre con gentilezza e tutto ciò che fa lo fa per il mio bene, preoccupandosi
per me. Purtroppo sono io quella che gli da delle grane perché, ahimè, non
sopporto ricevere ordini anche se sono a fin di bene.
Quindi direi che tutti quei aggettivi che ha attribuito a suo figlio sarebbero
calzati a pennello su di me, non su di lui!!- mi stupì
di me stessa. Ero partita in quarta senza nemmeno ragionarci sopra, senza
nemmeno aver pensato a cosa dire. Le parole mi sono uscite dalla bocca da sole,
spontanee come un fiume in piena.
Cosa diavolo avevo fatto?
Andai a fissare di sottecchi Shirogane
che mi stava fissando con stupore. Certo, alle apparenze
sembrava che mi stesse solamente guardando freddamente, ma dai suoi occhi
traspariva tutta la meraviglia per le parole appena udite.
Diavolo!!
-Ah, quindi tu e mio figlio siete molto amici, a quanto pare…- sgranai gli occhi pronta a controbattere, ma
non mi lasciò finire -Dato che è così, che ne dici di passare questi giorni da
noi? In fondo prima mi hai detto che saresti rimasta all’accademia da sola, no?! Dai, vieni da noi. Anche io e Ryou
siamo soli a casa, ci farebbe piacere averti con noi!!-
sorrise cordialmente, mentre io andavo a chiedere aiuto con lo sguardo a Shirogane. Lo vidi girare la testa dall’altra parte, come
per dire che era una mia decisione, che erano fatti miei.
Oh mio Dio!! Ero nella merda fino al collo!! Cosa diavolo
dovevo fare?
Continua…
Salve!! E voi che ci credevate morte!!xD
Non preoccupatevi, siamo più vive di prima. Comunque ci
scusiamo, ma tra problemi di pc, la scuola e tutto il
resto abbiamo veramente tardato ad aggiornare. Comunque chiedendo perdono,
passerei velocemente ai 16 commentatori:
kry333: eheh, lo scoprirai!! ^.- Intanto ti ringraziamo del
commento. Ciau!!
liliana87: mi
dispiace che ti abbiamo fatto aspettare tanto, ma spero che questo capitolo ci
faccia perdonare del ritardo. Baci.
susisango: purtroppo alle tue domande non c’è ancora
risposta, ma pazienta ancora un po’ e tutto sarà svelato!!
Pichan: anche
per le tue domande dovrai aspettare per avere la risposta e comunque, abbiamo
avvisato che ritardavamo nell’aggiornare, quindi non vedo il motivo del tuo
ultimo commento. Saluti.
heijihattori: un secolo eh? *me
pondera* va bene, per il prossimo capitolo aspetterai un secolo intero!! xDHehehe,
scherzi a parte, grazie per i complimenti. Continua a seguirci!!
Gaia:
amore, sei un po’ ripetitiva (per essere precisi: 250.000 volte ripetitiva!!xD),
comunque io e la mia collega ti ringraziamo per il commento. Bacini affettuosi!! *///*
kikka: *me e Iza ci
crogioliamo nel nostro essere geni* hehehe!! Grazie
del complimento e spero che anche questo capitolo ti piaccia. Ciao!!
clitty: un grazie anche a te, continua a seguirci!! ^.-
lala_g: ti posso dire che il tuo ragionamento è
sbagliato e che non ti sei avvicinata minimamente alla verità? xD Comunque credo che prima che tu
riesca a capire cosa nasconde il rapporto Shirogane –
Masaya dovrà passarne di acqua sotto i ponti.
Dovresti avere molta fantasia per capire, comunque ti ringraziamo dei
complimenti. Besitos!! ><
Sikky: le
cassiate sui wurstel, ahimè, sono opera del mio cervello!!xD In ogni modo grazie e
continua a seguirci (ma soprattutto, lascia il mio Ryou!!
Lo voglio coccolare io!! >< ).
Geo88:
presto (ahahah, che stupidata che ho scritto!!xD)
scoprirai perché Ryou odia Masaya!!
** Grazie e spero che anche questo capitolo ti piaccia. Saluti.
Hermy6: sono
stata fin troppo gentile invece!! *me ti fa
linguaccia* Nonostante non avessi una “fabbrichetta” piena di capitoli ho aggiornato comunque!! *gnegnegne* xDD
In ogni modo grazie del commento cugi!! **
p_chan: °O° mannaggia!!
Dannazione!! Cavolo!! °O° NOOOOO!! Cosa ho fatto?! °O° Ho fatto aprir bocca a Zakuro!!Nu!! Ç_Ç
Bene, ho deciso!!u_u” La prossima volta le faccio fare la comparsa!! xDD A parte gli scherzi avrei
molto da dire, ma mi limito ad un sincero grazie
per i complimenti e anzi, io preferisco i commenti lunghi!! ^.-
Ichigo12: ma grazie cara e come ho già detto, spero che questo capitolo
serva per farci perdonare del ritardo!! ^.- Ancora grazie, ciao!!
kaggi11: come
ho già detto nella mia fan fiction Il
filo rosso del destino, ciò che hai scritto non lo considero come un
commento e per dirla tutta, se avessi letto ciò che avevamo scritto nel
precedente capitolo avresti capito che per vari problemi avremo ritardato
nell’aggiornare. Spero che in futuro tu ci lasci dei veri commenti. Saluti!!
kami: grazie anche a te del commento e mi raccomando,
continua a seguirci!! ^.-
Come avrete notato sono stata molto arida nello
rispondervi, ma se avessi divagato, come faccio di solito, i ringraziamenti sarebbero
stati più lunghi del capitolo!!xD
Sbuffai
ancora una volta, ultimamente sembravo una ciminiera. Ma che cavolo ci potevo
fare se non me ne andava una giusta nella mia miserabile vita?!
Sembrava che qualcuno lassù si divertisse a tirare i fili della mia vita, come
un burattino, per farmi finire nel baratro della disperazione.
Guardai di nascosto Shirogane
che era al mio fianco, mentre camminavamo “quasi” come due persone normali per
strada. Perché diavolo non aveva detto nulla quel cretino?!
Sapeva che non avrei mai potuto dire di no ad una donna come sua madre, capace
di rigirare la gente con la stessa facilità con cui si rivolta un calzino.
-Se sbufferai ancorai una volta crederò di avere con
me una teiera…- proferì lui sarcastico, rompendo quel pesante silenzio che si
era andato a creare. Mi fermai a guardarlo furiosa, mentre lui continuava a
fissarmi indifferente, con quella sua aria da snob, le mani in tasca e lo
sguardo celeste puntato sul mio.
-Perché non hai detto nulla?!-
chiesi, portandomi le mani sui fianchi, indispettita.
Per tutta risposta lui spostò lo sguardo da un lato e
riprese a camminare, sorpassandomi.
-Nessuno ti obbligava ad accettare, eri liberissima di
non farlo se non ti andava.- mi rispose, continuando a camminare imperterrito,
mentre io, allibita per quella risposta, mi bloccai nuovamente in mezzo al
marciapiede.
Certo. Era facile per lui parlare. Non sarebbe stato
di certo lui ospite della famiglia
che aveva assassinato un componente della propria famiglia. No. A chi importava
che io non volessi entrare in quella casa?!Tsk, a nessuno.
Ancora una volta fissai il contenuto della mia valigia,
praticamente vuota.
Non avevo la più pallida idea di cosa portare con me
per il mio soggiorno dai Shirogane, eppure ne avevo
di vestiti. A bizzeffe. Beh, forse avrei potuto portare con me qualcosa di
comodo, come una tuta. Oppure un qualcosa di più elegante e seducente…
Ma che cavolo mi veniva in mente?!
Dovevo andare a casa di quel odioso essere insulso, mica dovevo andare ad un
gran gala. Perché mi facevo tutte queste paranoie per dei stupidi abiti?
Con stizza presi un po’ della
mia roba e la stipai quasi a casaccio all’interno della valigia. Non mi andava
di scervellarmi tanto per un assassino.
Uscii velocemente e raggiunsi il mio sensei, altrettanto alla svelta. Insieme raggiungemmo
silenziosamente casa sua e finalmente potei rilassarmi nella camera a me
designata. Dopo qualche minuto che mi trovavo stesa su quel morbido letto però,
sentì bussare lievemente alla porta e quando diedi a chiunque si trovasse al di
là di essa, il permesso di entrare, la mia faccia divenne una maschera di
stupore non appena davanti ai miei occhi si presentò la signora Shirogane.
Non nascondo di essere rimasta meravigliata dalla sua
presenza, comunque infondo quella donna non mi dispiaceva più di tanto, quindi
non fui scontenta della sua improvvisata.
La donna mi sorrise rassicurante e con tono gentile mi
chiese se potevamo parlare di una questione che le premeva nel profondo, per cui
la feci accomodare e in poco cominciammo la nostra
conversazione.
-Sai cara…- iniziò pacatamente -Questa sera ci sarà una
grande festa qui alla villa e gradirei che tu vi partecipassi come mia ospite!!- mi spiegò, sempre con quel suo sorriso incantatore
dipinto sul volto. Annuii, anche se non ne ero del tutto convinta. In quanto
figlia di un nobile ed importante membro di corte, avevo preso parte a qualche
ricevimento, ma non credo che possano essere paragonabili a quelli di una
famiglia tanto importante come quella dei Shirogane. Inoltre non avevo nulla da indossare per un occasione simile, avevo portato solo lo stretto
necessario.
-Mi preme chiederti anche un piccolo favore in
proposito…- proseguì lei esitante, riportando la mia attenzione sulla sua figura.
-Vedi, il mio Ryou
non ha mai portato a queste feste così altolocate una ragazza e devo dire che,
in quanto madre e componente della famiglia Shirogane,
è molto sconveniente questo comportamento per l’immagine pubblica di questa
famiglia. Perciò mi farebbe estremamente piacere che accettassi di fargli
compagnia per questa serata, almeno per un festa avrà
un’accompagnatrice così graziosa.- mi confessò, facendomi deglutire
pesantemente dall’agitazione.
Che?! Io dovevo fare da accompagnatrice a Shirogane?! Dovevo fare da
accompagnatrice al mio sensei?!
Alt! Qui il mondo stava andando avanti senza che io me ne accorgessi e mi
trovavo spettatrice inaspettata della mia stessa vita. Ormai avevo perso il
conto di tutti gli avvenimenti assurdi che mi erano capitati fino ad allora, ed
erano talmente tanti che avevo proprio rinunciato a farlo. Ma non potevo
rifiutare, che figura ci avrei fatto? Quella donna era stata così gentile e
disponibile con me, che non potevo assolutamente negarle una cosa simile, che
infondo non era nulla di tanto grave. Almeno così credevo.
Sospirai profondamente e con voce rassegnata emisi un
flebile e forzato “Sì”, appena sussurrato. Ma lei non fece caso al modo in cui
lo dissi, limitandosi a gorgheggiare felice per la mia risposta affermativa.
All’improvviso però mi ricordai di una cosa piuttosto rilevante ed espressi
imbarazzata il mio dubbio alla mia interlocutrice.
-Ehm… Mi dispiace signora Shirogane,
però io non ho un abito con cui presentarmi alla festa…- mormorai con un
luccichio negl’occhi. Forse questa era la mia occasione di rinuncia. Forse
questo piccolo particolare mi avrebbe permesso di evitare la festa e quindi di
presentarmi come accompagnatrice del mio allenatore. Non ci avevo pensato. Sì.
Questa era un ottima, magnifica notizia per me.
Sembrava che finalmente la fortuna avesse iniziato a girare dalla mia parte,
una delle poche volte che questa decideva di farlo.
Senza nemmeno accorgermene, subito dopo aver fatto
presente il mio problema alla donna, mi dipinsi sul volto un sorriso a
trentadue denti che si estendeva per quasi tutta la metà del mio viso. Ero
talmente felice di poter evitare una situazione del genere che sembrava sarei
scoppiata di gioia da un momento all’altro, ma lei, ignorando la mia ostentata
felicità, si limitò a prendermi ambo le mani tra le sue e a guardarmi radiosa,
come quando si ha la vittoria in pugno.
-Oh, non preoccuparti cara. Ci penso io per l’abito, quello
non è certo un problema!!- esclamò entusiasta, prima
di alzarsi e raggiungere la porta. Mi salutò e con la promessa che avrebbe
presto mandato qualcuno ad aiutarmi per prepararmi al ricevimento, se ne andò
definitivamente.
Rassegnata mi lasciai scivolare sul letto. Avevo perso
l’ennesima battaglia.
Era passata un ora ed io ero
già nel panico più totale. Dopo non molto tempo che la signora se n’era andata,
alla mia porta si erano presentate cinque o sei cameriere che, dopo avermi
fatto il bagno ed aver cosparso la mia pelle di unguenti e oli profumati d’ogni
tipo, pettinato e sistemato i capelli in un elaborata
acconciatura, mi stavano truccando in tutta fretta perché il tempo a loro
disposizione era ormai poco. La festa si sarebbe svolta dalle sette e si
sarebbe protratta fino all’alba, ma ahimè ora erano
già le sei e cinquanta minuti. Conoscendomi, ero già in ritardo.
Alla fine della loro opera mi guardai allo specchio e
per poco non svenni dallo stupore: quell’abito era meraviglioso in tutte le sue
sfaccettuature e, dovendo parlare da persona egoista, dovevo ammettere che mi
stava davvero bene. Sembravo quasi una principessa vestita in quel modo così
elegante e raffinato.
L’abito ero costituito da un unico pezzo, bianco
perla, fatto di un bustino senza spalline con dei lacci intrecciati di raso di
un tenue color rosa, molto aderente e rigido, dal quale partiva una lunga
gonna, piuttosto gonfia, ma non eccessivamente, dello stesso colore, a due
strati: la parte inferiore di raso semplice, mentre la parte superiore da veli
di tulle sovrapposti con petali dorati in tessuto. Alle mani, guanti in tulle
elasticizzato, mentre ai piedi, un paio di decolté dello stesso colore,
piuttosto alti, per slanciarne la figura.
Non feci però in tempo a finire di “ammirarmi”, che mi
accorsi che la servitù era sparita dalla mia stanza. Guardai spaventata l’ora:
erano esattamente le sette e cinque minuti. E ora io, senza la presenza di
qualcuno che conoscesse la casa e l’ubicazione della sala da ballo, come avrei
fatto a raggiungere il luogo della festa?! Quella
villa era enorme, più che altro era un castello e per dire il vero non l’aveva
nemmeno vista tutta. Shirogane si era stancato di
farmi da guida dopo i primi quindici minuti del nostro tour. Ero nel pallone,
ormai l’unica cosa che dovevo, anzi, che potevo fare era vagare come un
fantasma in pena per tutto l’edificio sperando di giungere al posto designato. Rassegnata
uscii dalla stanza e presi a precorrere un corridoio dopo l’altro. Dannatamente
mi sembravano tutti stupidamente uguali.
Girovagai per una buona mezz’ora senza ottenere alcun
risultato, anzi, sembrava che mi fossi persa in quella villa che, quasi quasi, non aveva nulla da invidiare al palazzo imperiale.
Ma inaspettatamente vidi una fioca luce proveniente da uno spiraglio, lasciato in
bella mostra da un drappo rosso mal posto intorno ad una porta aperta. Non
nascondendo un certo sollievo per aver ritrovato un po’ di civiltà, andai in
quella direzione. Se c’era una luce accesa significava che nell’altra stanza
c’era qualcuno acui magari
avrei potuto chiedere spiegazioni. Dopo trenta minuti passati in solitudine,
senza aver visto l’ombra di un essere umano era confortante vedere una luce
accesa.
Senza
pensare alle eventuali conseguenze del mio gesto, infondo cosa c’era di tanto
pericoloso nell’entrare in una stanza, ed ormai anche stanca di girare a vuoto
per quella reggia, mi feci spazio tra le tende e le oltrepassai a passo svelto.
Ma non appena fui dall’altro lato, le mie guance si tinsero immediatamente di un
acceso color porpora nel notare di essere in cima ad un’enorme scalinata di
marmo, con lo sguardo di tutti i partecipanti della festa puntatomi addosso.
Sorrisi nervosamente per la sorpresa.
Beh, almeno
ero arrivata nella sala giusta.
Continua…
Nota: “Mai che la fortuna invece di essere più miope di una talpa nei miei
confronti si degnasse di comprare degli occhiali e vedermi, in tutto il mio
dolore.” – Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo. Mai sentita
questa frase? ^O^
Ma ciao! E per la prima volta sono io (Izayoi007 ^_^)ad inserire nuovo chap!
Devo ammettere che la cosa migliore di questo chap.
probabilmente è l'abito di Ichigo ( ^O^ mi piace un sacco!!!!) Ma vedrete che nel prossimo sarà ben altro ad attirare la
vostra illustre attenzione...(hihihihihihi!) Ok, non
dico altro altrimenti la mia mitica collega finirà con lo strozzarmi per aver rivelato
troppo! Ehm...sono una chiacchierona! Va bene...allora dedichiamoci ai saluti e dovuti
ringraziamenti...dunque...vediamo....
...
...
...
AHAHAHAHAHAHAHA! O_O ( Me guarda shockata e anche con una punta...- ok, un enorme
punta - di soddisfazione il numero e la consistenza dei commenti e per poco non
sviene!!! ) Siete davvero tanti...WOW! Ora vi meritate una parolina uno per
uno:
Sikky: No, Ryou
è tutto mio!Tsk! Hihihih,
comunque sì, non hai completamente sbagliato...ma poi
vedrai meglio in seguito, per ora non aggiungo altro! ^x^ Mia cara...ma farvi stare sulle
spine è una nostra specialità! Fa parte del nostro lato maligno! ( Me guarda orde di ragazza dall'alto di un'enorme
piedistallo immaginario con aria superiore ed un luccichio sinistro negli occhi...)
(wahwahwahwah!)XD Se no come fareste a volerci così
bene?! Scommetto che stentereste anche a riconoscerci!
desi: Eccoti accontentata! Abbiamo
aggiornato! Liete che tu ti sia unita al nostro caro pubblico di lettrici!( Piccolo inchino) ^O^
liliana87: Tesoro, non lo sai che
l'attesa aumenta il piacere?! Vero che in questo caso forse è stata un pò troppa...ma...goditi il chap!
heijihattori: Io ho sempre sostenuto entrambe le tue teorie...mah...!staremo a vedere...
geo88: Carissima! Quanto tempo?! Grazie mille per i complimenti e devo avvisarti che ti
tocca metterti in coda per entrare in casa Shirogane...c'è tanta gente che ha mosso una richiesta e le prime
della lista per un incontro ravvicinato con il bel biondino siamo io e la Pfe!
(hihihihi!)
gaia: *_* Susu!
Calmati! Prendi fiato e respira! Mamma mia come sei diventata isterica! O_O quando si parla dell'americano qui nessuno capisce più
un tubacchiolo!Comunque come vedi il tuo desiderio è
stato esaudito...
ryan92: O_OSanto cielo! O////////O che fiume di parole e
complimenti! Grazie sul serio! (inchino) Sappi solo
che tutti i tuoi dubbi si scioglieranno solo leggendo i prossimi chap...io ho la bocca cucita! ^X^
lala_g: Ma vah?!
Davvero?! Non avevamo mica ancora capito che non
sopporti Masaya! Ma come...piace
così tanto a tutti! Povero ragazzo! ( Nel frattempo Iza con in mano un enorme martello e i chiodi in bocca sta
appendendo in un angolo della parete ua bambolina woodou con le sembianze di Masaya
per poi dargli fuoco con risata riabolica di sottofondo...)
Ma vedrai che anche lui sarà sistemato molto presto...ihihihi!
p_chan: Mhmm...il
mio ego non è ancora abbastanza gonfio...e nemmeno quello della Pfe...forse dovresti idolatrarci ancora per un pò...e comunque non sperare che cn
tutti questi complimenti aggiorneremo più spesso! Tsk!
Lecchina! (hihihihi)
comunque sappi che sono ben accetti ed apprezzati come sempre! Beh, io penso
che comunque il caro Ryouccio sia venuto su piuttosto
bene anche con una famiglia del genere!!!Sìsì! XD
kry333: @_@ mhmmm...gradiremmo
che tu specificassi meglio ciò che intendi dire con "molto confuso" cosìcchè noi possiamo chiarire i nostri dubbi e migliorare
il nostro modo di scrivere...comunque grazie!
ichigo12: Entrambe ti ringraziamo per la
tua sempre-bene-accetta gentilezza! XD Vedo che come al solito ci
azzecchi!
blackangel: come al solito ci tengo a
ribadire che siamo in due e che il merito è di entrambe ed lavoro svolto è il
frutto del sudore di due persone! Quindi entrame ti
ringraziamo e salutiamo!
hermy6: (Iza
porge ad hermy un fazzolettino guardandola
disgustata...no skerzo! ihihihi!)Vedi di riparare la tastiera al più presto
che devi commentare questo nuovo chap.! Non accetto scuse! comunque altro che
momento teneroso! Poi vedrai...!!!!
(muahahaha!)
strawberry love: Ripeto:
siamo in due! Ed antrambe ti ringraziamo immensamente
per aver gradito la nostra storia!
ilary90: Calmati tesoro, oppure ti
verrà la tachicardia! E noi non vogliamo che tu muoia! Altrimenti poi chi ci
commenta la ff?!
Bene...anf!anf...!credo
di aver concluso! Ringrazio ancora tutti coloro che hanno commentato od anche
solo letto e vi saluto! alla prossima!
Mi guardai attorno, cercando almeno una faccia famigliare
cosicché da poterle correre incontro e quindi tentare di nascondermi da questa
situazione totalmente assurda ed imbarazzante, quando finalmente notai lo
sguardo stranamente compiaciuto della signora Shirogane, che mi sorrideva in
modo davvero sadico. Deglutii a fatica, mentre scorsi poco più in là
l’espressione apparentemente tranquilla, ma comunque meravigliata ed incantata di
Shirogane stesso, che mi guardava come se fossi stato un essere che non aveva
mai visto in vita sua, un’aliena venuta dal pianeta Venere.
Me ne restai completamente immobile, quando, poco dopo,
vidi sua madre avvicinarsi a lui e sussurrargli qualcosa all’orecchio,
attirando la sua attenzione su di sé e spezzando così quell’incanto che si era
venuto a creare tra i nostri sguardi, che si erano magicamente incrociati
qualche istante prima. Lo vidi sussultare e guardare stranamente sua madre,
quasi avesse appena visto un fantasma, ma poi si voltò verso di me e prese a
camminare nella mia direzione, serio.
Per via della concentrazione che avevo incentrato sui
movimenti del mio sensei, non notai una sottospecie
di araldo piazzarsi proprio in cima alla scala, poco distante da me, ma vidi
solamente Shirogane affiancarsi a me e porgermi il braccio. Non capii subito
cosa volesse, inebetita com’ero dal suo essere così maledettamente affascinante
in quell’elegante smoking nero scuro, che faceva risaltare sia i suoi capelli
sia gli occhi così incredibilmente chiari. Quando mi resi finalmente conto di
cosa volesse, mi aggrappai delicatamente al suo braccio ed arrossendo di
vergogna, chinai lievemente il capo.
-Tira su il viso!!- mi ammonì
lui in un sussurro. Effettivamente aveva ragione: non era molto elegante
scendere una scalinata a testa bassa a delle feste così altolocate.
Prima che potessi dirgli qualcosa, sentì battere per due volta a terra. Il rumore fu provocato dal bastone che
l’ometto affianco a me teneva in una mano. Subito dopo aver attirato
l’attenzione degl’ospiti tirò fuori da una tasca una sottospecie di pergamena e
prese letteralmente a gridare a tutti quelli che erano già in sala:
-Il signorino Shirogane e la sua
accompagnatrice, la signorina Momomiya!!- se possibile diventai ancora più
rossa di quel che già ero e senza nemmeno accorgermene, serrai maggiormente la
presa intorno al braccio di lui.
Lentamente e con lo sguardo di tutti nuovamente puntato
su di noi, scendemmo elegantemente le scale, dopodiché lui mi condusse con
nonchalance da sua madre.
-Mia cara, devo ammettere che sei davvero stupenda con
quell’abito!- affermò, trovando approvazione nei nobili al suo fianco, tutti
uomini grassocci e tarchiati dall’aria incredibilmente pervertita, che mi guardavano
come un branco di iene affamate osservano una carcassa in mezzo alla savana.
Sorrisi impacciata, ma improvvisamente sentì la presa di
Shirogane venir meno. Mi voltai a guardarlo disperata: voleva lasciarmi lì da
sola con quel mucchio di vecchi maiali pronti a saltarmi addosso da un momento
all’altro?!
Lui ignorò totalmente il mio sguardo implorante di
restarmi vicino e si dileguò tra la folla di gente che parve comparire dal
nulla.
Non seppi mai nemmeno come, ma finalmente riuscì a
liberarmi da tutti quei tizi e dalle loro mille domande sulle mie origini, la
mia famiglia, la mia vita in tutte le sue molteplici forme e persino sul
rapporto che mi legava al figlio dei Shirogane. Già
stanca e completamente annoiata di questa festa, mi rintanai in un angolino a
guardare quell’ammasso di gente che danzava e chiacchierava tra di loro con
estrema raffinatezza.
-Cosa c’è? Ti annoi?- la sua voce mi fece sobbalzare
dallo spavento e quando, voltandomi, me lo ritrovai praticamente addosso per
poco non svenni dall’emozione. Era vicinissimo a me, appoggiato al muro a
qualche centimetro dal mio corpo.
-N-No…-
bofonchiai poco convinta delle mie stesse parole. Lo vidi sorridermi
amaramente, mentre spostò lo sguardo sulla sala e su tutte le persone che vi
facevano la loro comparsa.
-Non è necessario che lo neghi, mi annoio anche io…-
ammise, lasciandomi del tutto sorpresa. Non credevo che un componente di una
famiglia tanto illustre, certamente abituato a questo tipo di party, si potesse
scocciare o, perlomeno ammettere apertamente di seccarsi a stare qui a fare la
bella statuina per l’immagine dei Shirogane. Era
strano.
Lo vidi afferrare due drink dal vassoio di un cameriere
che passava proprio per di lì e infine porgermene uno. Lo fissai titubante: ero
astemia, non bevevo alcolici, non l’avevo mai fatto in vita mia. Non sapevo che
effetti potessero provocarmi.
-Non mi dirai che non hai mai bevuto?- mi disse lui, con
ironica insinuazione, facendomi innervosire all’istante. Con un gesto di stizza
afferrai il bicchiere, me lo portai alle labbra e ne mandai giù il contenuto
tutto di un fiato solo per non dargliela vinta. Subito dopo mi salirono le
lacrime agli occhi e la testa prese a vorticarmi per un istante. Oltre a non
aver mai toccato alcolici ero persino a stomaco vuoto, quindi il suo effetto su
di me era raddoppiato.
Lo vidi sorridere appena, per poi portarsi anch’egli il
bicchiere alle labbra per sorseggiarne tranquillamente il contenuto.
-Scusami, ma ora devo andare a salutare altri ospiti…-
soggiunse, prima di sparire di nuovo tra la folla di gente.
Passai il resto della serata a parlare con quei noiosissimo vecchi cilindri e a bere ogni sorta di
cocktail che questi mi porgevano. Non facevo quasi in tempo a finirne un
bicchiere che subito me ne porgevano un altro. Sembrava che lo facessero
apposta per farmi ubriacare, così da potersi permettere qualche palpatina al
mio sedere. Ne avevo già sentita una da un tizio alto e magro che mi aveva
offerto l’ultimo drink.
Dopo l’ennesima bevanda alcolica assorbita mi aggrappai
al tavolo per non rischiare di cadere, mentre la testa mi girava
incredibilmente e le voci, come le immagini attorno a me, si facevano sempre
più confuse e strane.
Ad un certo punto, udì qualcosa che però attirò la mia
attenzione, anche se non seppi mai bene da chi provenissero quelle voci.
-Hai visto? Quella è Tsukino Agawa!-
stava bisbigliando una voce femminile al suo fianco destro, dove si trovava
un’altra donna.
-Sì! A quanto pare la promessa sposa del figlio dei Shirogane ha deciso di venire alla festa. Certo che è
proprio brutta! Guarda come se lo stringe bene il suo futuro marito! Se non
fosse perché ha gli occhi azzurri probabilmente non sarebbe tanto importante…-
soggiunse un’altra ancora.
-Già, a quanto pare è destinata a garantire il proseguimento
della tradizione degli occhi di ghiaccio della stirpe dei
Shirogane.- cercai in tutta la sala gli oggetti delle loro discussioni, curiosa
di vedere la futura moglie del mio sensei e
stranamente arrabbiata per la notizia appena ricevuta.
Finalmente li vidi: i due erano impegnati in una pacifica
discussione e lei era avvinghiata letteralmente a lui per un braccio. Ogni
tanto gli si strusciava pure contro, come fosse un gatto che gli faceva le
fusa. Erano disgustosi e lei era veramente brutta come avevano detto quelle
tizie poco prima, di fronte al tavolo a cui mi aro
appoggiata. Cominciai a scrutarli attentamente e non sapendone il perché, una
rabbia cieca, alimentata forse dal mio stato di ubriaca, mi spinse a
raggiungerli, seppur in malo modo. Sembrava che tutto girasse intorno a me ed
inoltre, le voci degl’uomini d’affari mi sembravano
così distorte, sembravano tutti dei Paperini.
Con rabbia o sotto l’effetto di un qualche strano
sentimento, ma soprattutto sotto lo sguardo allibito di tutti i presenti,
afferrai l’intrusa per il braccio libero e la staccai da lui, che in quel
momento mi guardò interrogativo. Lei, come tutti gli altri, mi contemplò
interdetta ed io presi ad insultarla con le parole più insensate che avessi mai
potuto dire in quel momento o meglio, con le uniche definizioni che mi
venissero in mente.
-Tu, brutta ninfetta da quattro soldi! Perché non te ne
ritorni nel mondo dei Puffi? Come ti permetti di stare così appiccicata al mio uomo?!-
sibilai rabbiosa, parandomi davanti a lui per “difenderlo” dalle grinfie della
puffa azzurra. Lei mi guardò per un istante incredula,
come se stesse vivendo dentro ad un film di fantascienza, ma poi il suo sguardo
si fece furioso tanto quanto il mio.
-Come ti permetti TU di allontanarmi dal mio futuro sposo?!- sbraitò, con una voce così stridula e fastidiosa da
spaccarmi i timpani ormai troppo sensibili ai suoni.
Sorrisi maliziosa alla sua uscita e mi avvicinai
maggiormente a Shirogane, che fino ad allora non aveva
replicato nulla, anzi, sembrava divertito dalle cavolate che avevo iniziato a
sparare.
-Ah sì?!- sbottai, scoppiando in
una fragorosa e ridicola risatina, simile a quella di una strega imbecille
-Beh, stai a vedere nano rosa!-
Mi voltai e senza nemmeno guardarlo, baciai Shirogane con
avidità e una passione che normalmente non mi si addicevano. Mentre premevo le
labbra contro le sue sentì un coro di voci cariche di stupore levarsi per tutta
la sala, ma non ancora soddisfatta del gesto appena compiuto, introdussi anche
la lingua nella sua bocca e nella foga gli morsi il labbro inferiore, che prese
a sanguinare. Mi staccai subito da lui con un semplice “Ops!”
birichino e lo vidi fissarmi eloquentemente: probabilmente aveva capito quanto
io avessi bevuto dal mio alito, che sicuramente non odorava di fiorellini.
Quando mi staccai da lui, ridendo come una scema, mi
voltai verso la mia “rivale” forse un po’ troppo di
scatto, perché persi l’equilibrio e rischiai di cadere come un’idiota, ma mi
sentii sorreggere e sollevare da terra. In poco mi ritrovai tra le braccia
forti e sicure del biondo.
-Scusate l’inconveniente. La nostra ospite non si sente
molto bene, credo sia il caso che la porti via…- gli sentii dire, prima di
sentirlo muoversi in direzione dell’uscita con me tra le braccia che continuavo
a ridere come una stupida.
Quando fummo soli, imboccò il corridoio e prese a
percorrerlo tranquillamente, a passo lento, come se nulla fosse successo e come
se pesassi quanto una piuma di struzzo.
Dopo un piccolo silenzio in cui invece di starmene buona
avevo preso a gongolare soddisfatta della mia vittoria, lo sentì dire serio:
-Sei ubriaca!- scoppiai nuovamente a ridere e con le dita
feci buffamente il segno di un qualcosa di ipoteticamente piccolo che stava tra
di esse.
-Nooooooo!! Solo
un po’!- farneticai confusa. Lui mi fissò con un sopracciglio inarcato ed
un’aria piuttosto eloquente, dalla quale si capiva che non mi credeva
minimamente.
-Ok! Ok! Sono ubriaca marcia!- gridai senza contegno,
gesticolando ampiamente con le braccia -Ma quei cosi erano così buoni e tutti
continuavano a darmene bicchieri e bicchieri e bicchieri…- proseguii quel
monologo senza senso per un po’, poi mi fermai di botto, andandolo a fissare
con gli occhi lucidi di ebbrezza.
-Sai Ryouchan
che sei davvero molto bello?!- dissi, mentre un’altra
risata mi sgorgò dalle labbra e non smisi per un bel po’. Poi mi fermai
nuovamente, stando in silenzio per qualche secondo.
-È strano però…- proseguì incerta, ma allo stesso tempo
felice.
-Cosa?- mi domandò lui, tenendo lo sguardo dritto davanti
a sé.
-Io ho sempre creduto che gli assassini fossero brutti e
arcigni, ma tu non lo sei.- e mollai un’altra risata sguainata -Anzi, cavolo se
sei bellissimo! Non mi sembra di aver mai visto un ragazzo più bello di te!!- esclamai, agitandomi tra le sue braccia.
Dopo aver fatto un monologo assurdo e senza senso, dal
quale Shirogane sicuramente aveva capito che l’alcol aveva influito
pesantemente sulla funzionalità del mio cervello, arrivammo in camera mia. Mi
stese dolcemente sul letto, mentre continuavo ad agitarmi e quando fece per
andarsene, lo trattenni per il collo della camicia, tirandolo verso di me.
-Nooooo!!- il
mio tono da bambina imbronciata gli fece sfuggire un sorriso divertito -Non te
ne andare! Non lasciarmi tutta sola soletta in questa grande stanza paurosa!-
proseguii, allo stesso modo, trascinandolo con la forza al mio fianco, sul
letto. Rassegnato si stese di fianco a me e continuò a fissarmi senza dire una
parola. In quello stato di semi buio i suoi occhi azzurri risplendevano come zaffiri
lucenti, riflettendosi allo stesso modo come fanno gli occhi dei gatti.
Con delicatezza, presi a giocare con una ciocca dei suoi
capelli biondi che gli ricadevano dispettosi sul viso e senza distogliere lo
sguardo dal suo cominciai ad avvicinarmi sempre di più. Appoggiai l’indice sul
suo labbro inferiore e una smorfia divertita mi sfuggì dalle labbra,
ricordandomi come si era procurato quella ferita.
Senza avvedermene gli ero finita praticamente sopra e in men che non si dica mi ritrovai a baciarlo senza freni. Con
un audacia ed una passione che non credevo davvero di
avere. Presi a baciargli prima il collo, poi le labbra ed ancora il collo,
anche il lobo dell’orecchio. La sua pelle aveva un sapore e un odore davvero
buonissimo e sembrava che non ne potessi fare a meno.
Lui però non sembrava disdegnare, anzi, si era disteso
completamente a pancia all’aria, spostando le mani ai miei fianchi per
stringermi meglio. Quando invece mi avvicinavo al collo per attaccarlo con
teneri succhiotti, lui spostava da una parte il viso per agevolarmi il dovere,
mentre quando andavo a baciarlo rispondeva con la stessa mia
passione.
Continuammo così per un po’ fino a quando io, un po’ per
l’alcool, un po’ per la stanchezza, non crollai addormentata tra le sue braccia
con la bocca rivolta verso il suo collo, ormai arrossato dalla mia foga.
Quando l’indomani mattina mi svegliai, mi ritrovai
completamente sola nel mio letto. Dovevo aver sognato tutto.
Confusa e stralunata, mi sollevai a sedere, ma un gran
mal di testa mi colse ed il senso di nausea mi costrinse a corre
subito in bagno per espellere ciò che sentivo salirmi fastidiosamente e
velocemente alla gola.
Quand’ebbi finito, mi infilai sotto la doccia e nel
frattempo continuai ad arrovellarmi il cervello su quanto potesse essere
successo la sera prima, di cui avevo solo dei vaghi e sfocati ricordi per via
della sbronza. Con il passare dei minuti mi convinsi sempre di più, che quello
che ricordavo era solo puro frutto della mia immaginazione, poiché anche da
ubriaca non ritenevo di essere in grado di tali azioni quali avrei
ipoteticamente commesso la sera precedente. Solo al pensiero sentivo il calore
invadermi il viso ed il sangue affluire velocemente al cervello per la vergogna
di averlo baciato così avidamente.
Dopo essermi velocemente rivestita, scesi giù in sala da
pranzo dove trovai la signora Shirogane seduta in attesa della colazione. Non
appena mi vide mi guardò con aria preoccupata.
-Ichigo cara, come ti senti questa
mattina?- mi chiese apprensiva, come una qualunque madre.
-Meglio…- mentii imbarazzata. Che magra figura avevo
fatto la sera prima. Chissà cosa avrà pensato la signora di me, dopo avermi
visto in quello stato, ma ahimè io non sono così.
-Oh, ne sono contenta. Su, vieni cara, siediti che tra un
po’ si mangia la colazione. Vedrai che dopo un buon pasto ti sentirai subito
meglio!!- mi invitò dolcemente ed io mi sentii un po’
più sollevata. Forse avevo solo riso o urlato a squarciagola frasi insensate
durante la festa, niente di più.
Sì, era sicuramente così.
Mi sedetti e presi a sorseggiare il succo d’arancia dal
bicchiere posto davanti a me e poco dopo udì la porta aprirsi e la signora
Shirogane salutare il nuovo entrato.
-Buon giorno tesoro!!- cinguettò
allegramente al figlio. Mi voltai a mia volta per salutarlo, ma quello che vidi
mi sconvolse, facendomi andare di traverso la bevanda: Shirogane stava davanti
a me e il suo labbro inferiore era solcato da un piccolo taglietto ancora
leggermente arrossato, mentre dalla maglia si potevano vedere i residui dei
miei succhiotti.
Mi impietrì sul posto, mentre la consapevolezza che
quello che era successo la notte precedente non era stato solo un sogno mi
colpì, come un pugno in pieno volto.
Non potevo crederci. Non mi ero immaginata tutto.
Quello, non era stato un sogno…
Continua…
Qualcuno pensò che eravamo morte.
Qualcuno pensò che la colpa fosse di Pfepfer
(beh… in effetti… insomma… è giusto!! >.>)!
Qualcuno pensò che non avrebbe mai più visto un
aggiornamento e…
Qualcuno pensò e basta! Ò.ò
Ma cari miei, siamo tornate più in forma che mai. E devo
dire, anzi, scusarmi in ginocchio (parla Pfepfer),
perché è veramente tutta colpa mia. Purtroppo nella vita si ha dei momenti di
crisi e avevo deciso di mollare tutto, perché non ne valeva la pena. Poi ci
furono dei problemi con internet che mi tennero lontana per altri mesi e alla
fine, grazie alla mia collega, che comunque ha perseverato mi ha di nuovo
convinta a tornare. E ora siamo qui, con dei capitoli già pronti ed altri in
fase di scrittura.
Spero vi piaccia questo capitolo e ringrazio ancora tutti
quelli che ci hanno incitato a continuare. Grazie di cuore. Inoltre vorrei
rispondere a tutti i commenti (sarebbe anche una punizione più che degna per
me), ma mi sto auto fustigando da sola per la mia stupidità, perciò spero non
me ne vogliate, se non lo faccio ad uno a uno.
In ogni modo, grazie di cuore a: liliana87, kami,
Sikky, desi, Geo88, sakura_uchiha, Gaia, kry333, ECA90, cucciolotta94, Ilary90, lala_g,
ryan92, Hermy6, ichi_chan,
HypnoticPoison, bellina, aryuka, MIRY, pinkgirl,
demu.
Grazie ancora e a presto! xD Pfepfer & la mia amata, dolce, tenera collega
Izayoi007! xD
Che
vergogna immane. Accidenti a me e a quei stupidi tizi della festa che mi
avevano rimpinzato di bevande. Come avevo potuto fare una cosa simile?! E con lui poi, con Ryou
Shirogane. Almeno fosse stato un perfetto estraneo. Certo, sarei stata
imbarazzata del mio gesto, ma almeno non lo avrei visto tutti i santissimi
giorni. Dannazione!!
La colazione fu consumata il più in fretta e
silenziosamente possibile, fatta eccezione per la cara signora Shirogane
che tentava in tutti i modi di instaurare un dialogo, ma vedendo che
stranamente nessuno di noi due quella mattina era particolarmente loquace –
almeno io che di solito ero dalla chiacchierata facile – desistette quasi
subito e noi andammo tranquillamente ognuno per la sua strada, senza mai
degnarci di uno sguardo.
In quel momento, mentre la mia mente non faceva altro
che concentrarsi su quanto io fossi stupida, ero sdraiata sul comodo lettone
della mia momentanea sistemazione e sospiravo guardando il soffitto di
quell’elegante camera da letto.
-Ma quanto sono stupida!- mi dissi a voce alta, tanto
per ribadire nuovamente il concetto, nel caso in cui le pareti della stanza non
l’avessero ancora capito.
Nel frattempo che mi ripetevo mentalmente, quasi fino
allo sfinimento, quelle quattro parole, flash della serata precedente mi
passavano davanti agli occhi in una spasmodica sequela di immagini
interminabili che si susseguivano una dopo l’altra con scene sempre più
imbarazzanti e confuse. Non potevo credere che quella fosse la realtà, era così
assurda. Sembrava più un sogno, anzi, meglio dire un incubo, era tutto così
dannatamente caotico che non riuscivo a capacitarmi che quelle parole, azioni,
gesti li avessi causati io stessa. Io, che nemmeno nell’anticamera del mio
cervello avrei mai pensato di compiere gesti così osceni, prendendo perfino
l’iniziativa. Ma sembrava che lui non avesse disprezzato tanta audacia, anzi… O
cavolo!! Lui nemmeno per un momento mi aveva
allontanata o ammonita. Lui, anche lui mi aveva baciata con la stessa mia passione!! Che questo voglia
significare qualcosa? Infondo a scuola è sempre stato molto freddo con me,
oppure anche lui era sotto gli effetti dell’alcol? E se non fosse così? Se
provasse qualcosa per me? Cosa sarebbe successo se non mi fossi addormentata?
Ooooo! Basta!!
Qui ci sono un po’ troppe domande e pochissime risposte.
Stizzita dai miei stessi pensieri mi sollevai di
scatto e presi una decisione: era completamente inutile stare lì a rimuginare
su quanto era successo e a farmi mille domande di cui non potevo conoscere la
risposta, quindi decisi di andare a parlarne direttamente con Shirogane. Sarei
morta di vergogna nel farli quelle domande così imbarazzanti per me, ma
perlomeno avrei avuto chiara quella situazione una volte per tutte.
Con lentezza, quasi stessi andando al patibolo, uscii
dalla mia stanza e mi diressi verso quella del biondo, che era particolarmente
lontana dalla mia, ma mai come quella volta mi parve incredibilmente vicina.
Quasi fosse a due passi dalla mia.
Tremante, bussai leggermente alla porta ma nessun
suono provenne da essa. Riprovai un paio di volte ancora, accompagnando quel
gesto con dei richiami leggeri ma come prima, nulla. Decisi quindi di entrare e
con mia somma delusione mi accorsi che in camera non vi era nessuno.
Contrariamente a quanto avrei dovuto fare, visto che la persona per cui ero lì
non c’era, entrai e chiusi la porta alle mie spalle con fare sospetto, sperando
che non mi vedesse nessuno. Sapevo che non avrei dovuto, ma la curiosità era
troppa nel ficcanasare nella sua stanza. Cominciai quindi a guardarmi attorno.
La camera non era molto diversa dalla mia, fatta eccezione per il grosso letto
a baldacchino, elegante e di grande suggestione con un design sottilmente
minimalista, dalla testata e i piedi in ferro battuto, piuttosto elaborato e il
tendaggio rosso scuro, quasi bordeaux, in tinta con i colori del copriletto ed
anche un grosso televisore al plasma, maxi schermo, sistemato ai piedi del
letto.
Affascinata mi accomodai sul giaciglio constatando la
sua morbidezza e altrettanto incuriosita, mi alzai per osservare il televisore
abnorme che non avevo mai visto dal vivo, se non su qualche pubblicità alla tv.
Notai con piacere che su di un ripiano lì accanto vi erano numerosissime
cassette ed una in particolare attirò la mia curiosità. Era nascosta dietro a
tutte le altre. Se una persona non si metteva lì ad osservare attentamente il
ripiano rischiava di non vederla, ma io me n’ero
accorta. Sicuramente era qualcosa di compromettente per la sua immagine, che
non doveva far vedere a nessuno tranne che a lui stesso, magari nelle notti
solitarie. Sicuramente era una di quelle cassette che hanno tutti i ragazzi
nascoste sotto al letto oppure in bella vista, ma con una etichetta
“sbagliata” per non far capire di quale
film si trattasse. Sadicamente curiosa di avere la conferma di ciò che pensassi
– perciò avere qualcosa con cui minacciarlo – la presi in mano e la tirai fuori
dalla custodia. Sopra vi erano state scritte con un elegante scrittura, per
niente simile a quella che avevo visto qualche volta scritta sui quaderni di
Shirogane, poche parole:
“ Per non dimenticare chi sei!!”
Che titolo strano, pensai. Non sembrava quel genere di cassetta, ma di certo non
mi potevo far ingannare così facilmente. Seppur a malincuore dovevo
ammettere che il mio sensei era molto furbo,
quindi sicuramente il titolo era stato ideato per sviare i curiosi.
Infilai delicatamente il nastro nel video registratore
e dopo aver afferrato il telecomando mi accomodai nuovamente sul letto per poi
accendere il televisore e godermi lo spettacolo: ero impaziente di ricevere la
prova del suo libido e quindi di avere un asso nella
manica da giocare a mio piacimento nel momento più opportuno.
Ma
presto dovetti ricredermi. Sembrava il classico filmino fatto in famiglia.
Rammaricata nel constatare che non avevo nulla con cui minacciarlo mi decisi ad
osservare il video, che era iniziato con frasi insensate di due persone che non
conoscevo, che si dirigevano a passi svelti verso una stanza a me ormai nota…
Una figura dai capelli biondi
aprì di scatto la porta alla quale si era diretta a passo svelto, seguita da
un’altra figura che le stava dietro con una telecamera.
Vide un ragazzino sussultare
alla sua vista e tentare di nascondere qualcosa in un cassetto della scrivania,
ma senza successo, dato che l’uomo lo prese bruscamente per un braccio e lo
distanziò dal tavolo.
-Papà!!-
urlò il ragazzo tentando di allontanarlo -Non è come sembra!!- continuò, ma
ricevette un sonoro ceffone in pieno volto, che lo fece zittire all’istante. Il
capofamiglia aprì il tiretto e prese in mano dei fogli e dei libri. Li osservò
per pochi istanti, prima di gettarli in viso al figlio, facendogli del male agl’occhi e alla bocca.
-Che cos’è questo eh, Ryou?!- domandò furente, prendendo
da terra un albo sull’anatomia del corpo umano e sventolandolo prepotentemente
davanti alla faccia ammaccata del ragazzo.
-Cosa ti avevo detto?- lo
prese per il bavero della maglia, alzandolo da terra e portandolo a qualche
centimetro dalla propria faccia -Quante volte ti ho detto di piantarla con
queste sciochezze? Te lo vuoi ficcare in quella cazzo di testa che tu non diventerai un medico, eh!?-
il biondino iniziò a singhiozzare, farneticando frasi senza senso, mangiate dai
singulti che facevano vibrare il suo piccolo corpo ancora infantile. Allorché
l’uomo lo accostò malamente a terra o lo prese per una mano, trascinandolo con
la violenza fuori dalla stanza.
-Ora te la faccio passare io
la voglia di studiare di nascosto!! Così impari a
disubbidirmi e a crederti più furbo di me!!- ringhiò,
prendendo il figlio in braccio, il quale continuava a dimenarsi, urlando di
lasciarlo andare, che non avrebbe mai più trasgredito ai suoi ordini.
Lui lo ignorò.
Furono inutili i suoi
successivi tentativi di liberarsi, il padre era più forte di lui e quindi i
pugni, i calci che gli dava non avevano alcun effetto. Era in trappola.
Percorsero tra urla e
singhiozzi un pezzetto di corridoio deserto, oltrepassando anche la madre, che
alla vista del figlio imprigionato dalle grinfie del padre, volse lo sguardo
dall’altra parte. Sapeva che punizione gli sarebbe toccata avendo per l’ennesima volta ignorato gli ordini del padre, ma la cosa
più crudele che fece in quel momento, fu quella di ignorare il richiamo del
bambino, che la pregava di aiutarlo.
Arrivarono in una stanzetta
semibuia, illuminata da una fioca luce proveniente da una lampadina in procinto
di spegnersi. Alle pareti due catene che alla fine avevano due pezzi di pelle
scamosciata. Spinse il figlio nella loro direzione, bloccandogli le mani con
quei due pezzi di stoffa e alzandogli la maglia al fine di scoprirgli la schiena. Poco dopo
prese in mano una frusta nera e la strinse tra le dita, frustando come prova il
pavimento sottostante.
-Un giorno mi ringrazierai per questo, quando diventerai una persona
fredda, senza cuore. Quando diverrai un killer a tutti gli effetti!!-
Urlò, il ragazzo urlò
disumanamente quando una striscia rossa, dalla quale cominciò a sgorgare un po’
di sangue, gli si tatuò sulla schiena, seguita da altre linee, accompagnate
sempre da altrettante grida.
-Un Shirogane NON deve MAI urlare, nemmeno quando patisce le pene
dell’inferno!!- un’altra retta rossa sulla schiena -Hai capito?!- nessun suono
si espanse nell’aria. L’unico rumore fu il suono del contraccolpo della frusta.
La
telecamera si spostò dalla schiena ormai insanguinata al viso sudato e chiuso
in una smorfia di Shirogane. Dopo l’ennesima frustata vidi scendergli dalle
guance delle gocce salate, ma senza essere seguite da alcun lamento. In quel
momento, quando socchiuse gli occhi e si voltò verso la camera, notai per la
prima volta gli occhi di lui. In quel preciso istante persero la loro vivacità,
diventando gli occhi freddi e inespressivi che vedevo ogni giorno
all’accademia.
Mi
portai la mano alla bocca, mentre lo schermo diventava improvvisamente nero per
colpa di una figura che aveva staccato la spina. Alzai lo
sguardo verso quello di Shirogane, che mi guardava nello stesso modo come nel
video. Lo osservai in silenzio per qualche istante, poi presa da uno strano
sentimento mi alzai dal letto e mi gettai tra le sue braccia, piangendo come
fosse la prima volta. Non riuscivo proprio a smettere di far scendere dai miei
occhi quelle stille, che prepotentemente, con la loro tristezza, avevano
avvolto anche il mio cuore ricolmo di dolore.
Come…?
Come
si poteva odiare una persona che aveva avuto un’infanzia così? Come si poteva
continuare a coltivare rancore nei confronti di chi era stato costretto a una
vita del genere?
No.
Non potevo. Anche se aveva ucciso mio padre, il mio cuore, la mia anima si
rifiutavano di odiarlo, di ucciderlo. Razionalmente sapevo di doverlo fare, ma
dopo aver visto una cosa del genere preferivo dimenticare le sue colpe.
Sicuramente non aveva voluto uccidere mio padre. Lui era in un certo senso
innocente, il vero colpevole era il padre che lo aveva obbligato a fare una
cosa tanto orribile. Sì. La colpa era dell’uomo e non di questo ragazzo, una
marionetta nelle mani dell’arido capofamiglia, con un
cuore distrutto, ormai incapace di provare sentimenti umani.
Nessuno
lo aveva mai amato. Tutti l’avevano sempre trattato come un pupazzetto utile
per perseguire solo i loro scopi.
-Perdonami…-
singhiozzai nella speranza che lui potesse capire, che mi potesse scusare per
tutte quelle volte che gli avevo urlato in faccia di essere un assassino.
Potevo capirlo. Comprendere il dolore che gli avevo arrecato tutte quelle volte
che gli avevo fatto ricordare il suo passato.
-Perdonami,
ti prego…-
Lui non
fece nulla, non disse niente. Restò immobile nella posizione in cui l’avevo
visto qualche minuto prima: con il cavo del televisore in mano e con me, che lo
stringevo quasi con possesso, piangendo disperatamente. Però, sapevo che
nonostante tutto quello che gli dicessi, urlassi, lui non mi avrebbe mai
sentita.
Gli
occhi…
I
suoi occhi erano lontani anni luce dai miei.
Continua…
Eccoci
tornare.
Credevate
che l’aggiornamento sarebbe stato tra 50 anni eh?? XD
Ahaha,
scherzi a parte. Spero che questo capitolo vi piaccia (povero piccolo Ryoué.è il nostro sadismo non ha
limiti! Muahaha!!;P) e prima di passare ai commenti mi riempie di gioia
scoprire che ci sono ancora commentatrici (chiedo pardon
agli omini *asd*) di quando io ero giovane, ergo,
quando ancora scrivevo/aggiornavo le mie fan fiction.
Mi fa
veramente piacere ritrovarvi ancora qui!! *O*
Ma
ora… i commenti!
ECA90: macciauuu!! Ecco una delle “vecchie” commentatrici!!
*asd* Come stai? Spero tutto
bene, in ogni modo moooolte cose dovranno essere spiegate
e tranquilla per la promessa sposa, sai bene com’è fatta Izayoi007 (ogni riferimento al suo modo di far finire le fan
fiction è puramente casuale, dato che se fosse per me morirebbero tutti dopo il
primo capitolo! Ahahaha! XD).
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero di risentirti presto.
Un
bacione!
lucialair: ehehe, grazie mille ma…
non è tutto oro ciò che brilla (mi sa che non era proprio così la cosa! XD) e…
se son rose fioriranno! Ahaha, scusa, ma era per
farti capire che non è ancora tutto deciso e scontato! Muahaha!
Molte cose devono ancora succedere!! *altra risata
maligna*
In
ogni modo grazie anche a te per il commento, saluti!
liliana87: ecco qui un’altra “vecchia”…
commentatrice! XD Ahaha! Guarda, anche io non ci
credevo che sarei tornata a scrivere, eppure sono qua. In ogni modo grazie
anche a te e continua, imperterrita, a seguirci. Mi raccomando! *O*
Bacioni!
stezietta w:
TI STIMO FRATELLA! *in Zelig mode*
Indovina?
Me too viene dal FVG, io sono di Gorizia! ^O^ *gongola*
Ma
passando ad altro, ci fa piacere che questa fan fiction, fino ad ora, ti sia
piaciuta. Speriamo che continui a piacerti anche in seguito e grazie del
commento.
Ciao!
drin_chan: uh, grazie. Io invece mi son
messa a urlare quando mi ha contattato Izayoi007!
… AHAHAHAHAHAHA!! No dai,
poverella! Scherzo collega *faccina con occhi a cuoricino*!
^O^
Grazie
ancora e a risentirci. Baci!
Geo88: altra “vecchia”… conoscenza!
XD Come stai? Ne è passata di acqua sotto i ponti eh? XD Che dici? Sìsì, sono stati belli i tempi passati, io e te, te ed io! XD Ahaha, no dai, grazie cara per il commento e non demordere *_* Izayoi007 mi costringerà a finire questa
ficcy! xD
Adieu!
algin91: diciamo che interrompere il
capitolo così, con il lettore con la bavetta alla bocca, gli occhi a palla e
intrisi di insana curiosità è il nostro scopo primario. Noi due, nella vita,
siamo conosciute come le: “SuspanceLadies” e ne andiamo fiere!!
*faccina da eroe* Ehehe, in ogni modo eccoti accontentata e speriamo
che il capitolo ti sia piaciuto! Saluti!
demu: ma tesoro, a chi è riferito
quell’“amore”? *_* A me (Pfepfer) o a Izayoi007? Guarda, meglio che non sia
per Iza, altrimenti quella pazza potrebbe ucciderti
nel sonno! XD
In
ogni modo, grazie per il commento e a risentirci! Baci! ;)
Gaia: se qualcuno ha la memoria
corta e deve rileggere i capitoli… *d’improvviso Pfe
si sente addosso lo sguardo accusatore di Iza*…
Bene,
dicevamo? xD
E che
ti devo dire? Tanto ti sento ogni santissimo giorno a te! XD Sei fastidiosa
come un brufolo! XD
Va bè, Iza ti ringrazia del commento
e io no, dato che ti ho dovuto costringere a leggere e a commentare la fan
fiction! Sei una donna inutile, mi raccomando però, commenta anche gli altri! ò.ò
Baciottimonbrufolon! Ahaha! XD
Bene,
finiti i ringraziamenti ringraziamo ancora tutti quelli che hanno letto e basta
*non badate al coltello dietro la schiena* e auguriamo a tutti un Buon Natale
e un Felice
2009!
Saluti
da Pfepfer & Izayoi007! J
PS:
mi scuso per il continuo “vecchia” – XD – ma mi mancavate!
ç_ç *lecca-ciapet mode: ON*