Sorairo - Color del cielo

di Izayoi007_Pfepfer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My name is ***
Capitolo 2: *** Assassin ***
Capitolo 3: *** Became Ninja ***
Capitolo 4: *** Swimming pool ***
Capitolo 5: *** New entry: Masaya Aoyama ***
Capitolo 6: *** My deep inside #1 ***
Capitolo 7: *** Mystery ***
Capitolo 8: *** Obsession ***
Capitolo 9: *** The party (first part) ***
Capitolo 10: *** The party (second part) ***
Capitolo 11: *** Raw Truth ***



Capitolo 1
*** My name is ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Primo capitolo:

My name is “revenge”

 

 

 

Ecco.

Finalmente ci sono riuscita.

Mentre camminavo tra le file di sedili sull’autobus sul quale ero appena salita, volgevo lo sguardo da una parte all’altra, alla ricerca di un posto libero su cui accomodarmi.

L’avevo preso per un pelo, quella mattina ero in ritardo, come sempre del resto...

Finalmente trovai un posto libero, avevo dovuto percorrere l’intero autobus, ma non importava.

Mi accucciai sul sedile e posi la piccola borsa da viaggio, che mi ero portata per affrontare il tragitto, dietro la nuca, a farmi da cuscino.

- Scusa… è libero? - mi girai al suono di quella voce: davanti a me se ne stava una timida ragazza alta e magra, con dei bizzarri capelli verdi, (bhè, non che i miei rosso rubino fossero poi tanto normali) e due grandi occhi blu scuro, nascosti da un paio di tondi e grossi occhiali da vista.

La fissai senza capire, poi, quando lei mi indicò il sedile vuoto accanto al mio, finalmente compresi ed espressi il mio assenso con un cenno del capo.

Lei mi sorrise e si accomodò; doveva essere di qualche anno più grande, o perlomeno, questo era quello che mi parve.

- Comunque piacere, il mio nome è Retasu Midorikawa! - la guardai inebetita, mentre mi porgeva la mano e aspettai qualche secondo prima di risponderle a mia volta.

- P-piacere, io sono Ichigo Momomiya… - risposi, per poi tornare a fissare il paesaggio al di là del finestrino che scorreva velocemente davanti ai miei occhi.

- Come mai in viaggio? - la sua voce gentile mi giunse nuovamente alle orecchie come il dolce suono di un’arpa. Senza far notare la mia irritazione per quel disturbo, mi voltai nuovamente verso di lei in modo da guardarla.

- Mh… motivi di studio… - risposi vaga, sperando che fosse soddisfatta e mi lasciasse in pace.

- Ah sì? Bhè io vado a trovare mio padre, abita lontano per lavoro ed io…- non seguii più il suo discorso dopo la parola “padre”. Un turbinio di sensazioni sgradevoli si dibatterono dentro al mio petto, come quando stai aspettando che inesorabilmente arrivi il tuo momento per essere interrogata, pur sapendo di non aver studiato. Quella parola, quelle cinque lettere sussurrate da un’estranea mi rievocavano alla mente cose che avrei preferito scordare, lasciar perse nel vuoto della mia anima…

 

 

- Sai tesoro…oggi l’Imperatore ha assunto un nuovo killer personale. Ultimamente ci sono molti disordini nel regno e lui ha deciso di prevenire un qualsiasi possibile attentato alla famiglia reale… - papà era strano mentre pronunciava quella frase, non saprei definire come, visto che i miei occhi da bambina di soli dieci anni, ancora non comprendevano certe cose, quindi me ne stetti buona e zitta a concludere la cena che stavo consumando insieme ai miei genitori.

Mio padre era il consigliere dell’Imperatore, era normale che fosse a conoscenza di certi particolari.

- Bhè, se crede che la sua famiglia sia in pericolo è giusto che la tuteli, chiunque  al posto suo lo avrebbe fatto. Ma dimmi, chi ha assunto? - mia madre era sempre stata piuttosto comprensiva ed anche un po’ curiosa.

- Un Shirogane…- sussurrò mio padre, quasi quel nome fosse un tabù impronunciabile.

Vidi mia madre sussultare e quasi strozzarsi con il boccone di cibo che stava masticando a quel nome.

Ma che diavolo significava?!

 

 

- Ehi, tutto a posto? - mi chiese preoccupata, la mia nuova “compagna di viaggio”, risvegliandomi dai miei ricordi, mi ci ero talmente immersa che avevo finito per ignorarla del tutto.

- Sì, scusa… Dicevi? - chiesi cortesemente ed inutilmente, mentre la mia mente riprendeva il suo pellegrinare fra le mie memorie, rievocando ricordi ormai sepolti nel cuore.

 

 

- Mamma chi è Shirogane? - le chiesi un giorno, quando la mia curiosità prese il sopravvento.

Mia madre tremò, facendo cadere i vestiti che si stava provando. Rimase qualche secondo interdetta, ma poi si volse shockata verso di me. Guardandomi con i suoi grandi occhi nocciola.

- S-Shirogane? - fece una pausa e si guardò attorno timorosa, nella paura che qualche estraneo potesse ascoltare questa nostra conversazione così intima -…nulla di importante tesoro, sono semplicemente la più famosa e rinomata famiglia di killer di tutto il Giappone, l’Imperatore ha assunto uno di loro per la sua protezione personale…- mi spiegò celermente, posandomi una mano sul capo come se fossi un cucciolo da soddisfare.

 

 

- Ma dimmi, se non sono indiscreta, potrei sapere che tipo di studi vuoi affrontare? - mi domandò ancora, la ragazza al mio fianco, scrutandomi curiosa.

Sorrisi, in fondo mi stava simpatica.

- Vado all’accademia Kuroyuki. La scuola per ninja!! - le vidi spalancare gli occhi a quella mia rivelazione, come se avesse appena visto un gigantesco ragno peloso saltarmi sulla faccia e mangiarla a morsi.

- A Kuroyuki?! Vuoi diventare una ninja? - ripeté come un pappagallo. Annuì, il suo stupore non mi sorprese più di tanto, era raro a quel tempo che le donne diventassero delle ninja, dei killer a pagamento.

Lei rimase ancora qualche secondo frastornata, poi mi sorrise di nuovo e si rilassò, come se non avesse mai udito le mie parole.

- Comunque anche io sono diretta a Kuroyuki… - quell’affermazione mi sorprese.

- Vuoi diventare anche tu una ninja?! -  chiesi con evidente stupore, lei cambiò espressione, squadrandomi inorridita.

- No, per carità! Io non sono per niente adatta ad una cosa del genere. Te l’ho detto, vado a trovare mio padre… - affermò convinta, ed allora mi calmai anche io. Pur non conoscendola mi parve strano che un tipo come lei aspirasse a questo genere di cose.

- Ah, è un ninja? - le chiesi curiosamente.

- Già, da parecchio tempo ormai… - affermò fieramente, mentre gli occhi le si illuminarono di orgoglio - È per questo che non lo vedo da parecchio… -

 

 

- Papà? Papà dove sei? - lo trovai in piedi, davanti alla scrivania del suo ufficio, mentre parlava agitatamente al telefono; si vedeva che era nervoso, gesticolava e sudava freddo sempre di più ad ogni singolo minuto che passava. Ad ogni parola che poteva udire uscire da quell’apparecchio.

Non compresi cosa diceva, ricordo solo che poi non lo vidi più per giorni interi, settimane forse, fino a quando non si decise a tornare. Bianco come un cadavere e magro fino all’osso.

 

 

Quel particolare ricordo, non me lo rammentavo distintamente, ricordavo solamente il grande disagio di mio padre in quel periodo e la mia preoccupazione di bambina, nel vederlo così.

- E per quale motivo vorresti diventare una ninja? - decisi che volevo fidarmi di quella giovane che pareva tanto sincera ed onesta.

- Per vendetta…- pronunciai misteriosa, mentre i miei occhi si infiammavano di rabbia. Un sentimento che portavo dietro da anni, da ben sei anni…

 

 

Quella notte, vidi mio padre uscire clandestinamente di casa, come un ladro che ha appena compiuto un furto. La mia curiosità prese il sopravvento come sempre, e decisi di seguirlo, magari avrei scoperto il motivo del suo strano comportamento di quell’ultimo periodo.

Seguendolo, mi ritrovai in mezzo al bosco, lo persi anche di vista.

Spaventata, mi aggirai tra gli alberi da sola, sperando di ritrovarlo al più presto.

Finalmente lo scorsi e felice, gli corsi in contro, gridando nel tentativo di attirare la sua attenzione.

Non lo raggiunsi mai però.

Vidi una figura scura, non troppo robusta, probabilmente un ninja, raggiungerlo da dietro e recidergli spietatamente la gola.

Con un flebile singulto, mio padre si accasciò a terra e si spense.

Il suo sangue schizzò sui miei abiti e sulla mia pelle nivea, macchiandomi di un indelebile sensazione di disgusto, rabbia e disperazione.

Arrestai la mia corsa e guardai la figura con occhi sgranati, quando la piena consapevolezza di quello che era accaduto, mi investì con tutta la sua forza, come un treno in corsa.

Emisi solo un piccolo verso di sorpresa, facendogli notare la mia presenza, e quando si girò verso di me, un particolare mi colpì: i suoi occhi, di un azzurro acquamarina intenso e chiaro, quasi trasparente, risplendevano nel buio della notte.

Non li scordai più.

 

 

- La vendetta? - mi fece eco. Annuì.

- Già…- probabilmente capì che non le avrei detto oltre, perché riappoggiò la schiena al sedile e smise di fare altre domande.

Meglio così, non mi andava di spiegarle che avevo deciso di vendicare mio padre.

Volevo trovare il suo assassino e ucciderlo: gliela averi fatta pagare cara per quel che mi aveva fatto. E per trovarlo avevo un indizio importate: quegli occhi, gli occhi che solo tutti i discendenti della famiglia Shirogane possedevano, occhi di ghiaccio, occhi color del cielo. Solo quelle due perle mi avrebbero portato all’assassino di mio padre, da uno Shirogane.

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Assassin ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Secondo capitolo:

Assassin

 

 

 

 

Dopo un giorno e mezzo di viaggio finalmente arrivammo a Tokyo, città che ospitava l’accademia Kuroyuki.

Sapendo che Retasu andava nella mia stessa direzione, decidemmo di fare la strada assieme: infondo quella che conosceva l’ubicazione della scuola era lei, non io.

Ci arrivammo nemmeno dopo dieci minuti di cammino. Era un edificio enorme, fatto di mattonelle color ocra, con enormi vetrate dalle quali i splendidi raggi del sole si riflettevano fino a giungere alle nostre pupille, infastidendole con la loro luce. A quel punto lei mi salutò, sparendo nella scuola, ma non prima di avermi indicato la segreteria. Appena entrata mi ritrovai davanti una fila enorme, composta principalmente da ragazzi dai sedici anni in su, dato che la scuola non ammetteva alunni che avessero meno di quell’età.

Capendo che avrei aspettato per parecchi minuti mi trovai un posto calmo dove appoggiarmi e gettando il borsone a terra andai ad osservare quelle poche ragazze che c’erano in sala. Avevo proprio ragione. Erano rare le gentil donzelle che si apprestavano a diventare assassine, seppur a rigor di logica erano proprio loro quelle più dotate. Agili, scattanti, leggiadre e soprattutto vendicative.

Certo, il problema era che fossero fin troppo sensibili, legate ai sentimenti e al buon senso, ma di certo chi voleva diventare un ninja scordava queste futili sensazioni, rilegandole nelle profondità del cuore e concentrandosi sulla proverbiale freddezza degli uomini.

Dopo un quarto d’ora arrivò il mio turno. Arrivai davanti allo sportello dal quale faceva la sua comparsa il volto invecchiato di una signoria, al di sopra dei sessanta anni.

-Come ti chiami?- mi chiese cordialmente, sfogliando distrattamente dei fogli.

-Ichigo Momomiya!!- risposi fiera, mentre la vidi scrivere faticosamente qualcosa al computer adiacente alla scrivania, per poi sparire in uno sgabuzzino e uscirne subito dopo. Mi porse dei vestiti bianchi come la neve, con una cintura nera e un pugnale con la lama sfavillante d’argento. Era così lucido che mi potevo specchiare sulla sua superficie.

-La tua camera è la 202. Condividi la stanza con un’altra ragazza!!- m’informò, mentre io, ringraziandola, presi le mie ultime cose e mi diressi verso un ascensore.

Chiesi informazioni e seppi che il mio alloggio si trovava al secondo piano.

Salii e con calma cercai la mia stanza. Appena trovata bussai, per poi aprire la porta.

Non vi trovai che una ragazza con un corpo pressoché perfetto, che si stava mettendo la mia stessa divisa.

Imbarazzata, e nettamente in soggezione per il suo corpo, mi girai dall’altra parte arrossendo leggermente.

-S-scusa, non volevo!!- esclamai. Mi accolse una voce profonda, suadente.

-Non importa…- solo allora mi voltai a guardarla per bene. Aveva stupendi capelli viola e magnetici occhi azzurri. A quella vista un dubbio mi assalì: che non fosse una componente della famiglia Shirogane?

Ma presto queste mie assurde ipotesi si dissolsero al sentire il suo nome.

-Piacere, mi chiamo Zakuro Fujiwara!!- mi porse la mano aperta, gliela strinsi e mi presentai a mia volta. Guardandomi fissa negl’occhi accennò a qualcosa che doveva essere un ghigno, prima di dirigersi in bagno e chiudersi al suo interno.

Incuriosita dal suo strano comportamento gettai il borsone sull’ultimo letto rimanente e cominciai a riporre i miei vestiti nell’armadio vicino, come aveva già fatto la mia coinquilina.

Poco dopo la vidi entrare nella stanza, con i capelli acconciati in una perfetta coda di cavallo. Mi incantai a fissarla per un attimo, come rapita dalla sua figura, prima di sentirmi sbraitare contro da quella bocca perfetta.

-Cos’hai da fissare? E poi perché sei ancora vestita in quel modo? Non sai che dobbiamo andare alla presentazione del preside?- sicuramente l'espressione del mio viso le fece intendere che io di quello di cui mi stava parlando, non ne sapevo nulla. Infatti sbuffo e si mise le scarpe, anch’esse bianche come tutto il completo.

-Dobbiamo sbrigarci, saranno già tutti lì.- un po’ goffamente mi preparai e le corsi dietro per quei corridoi che sembravano dei labirinti, in quel luogo così vasto.

Mi stupii del fatto che conoscesse così bene l’edificio, così decisi di rompere il ghiaccio e magari sapere qualche informazioni in più.

-Ehm, Zakuro giusto?- vidi soltanto i suoi occhi distaccati, posarsi sulla mia figura.

-Mh, come mai conosce così bene l’accademia?- a quelle mie parole andò a fissare il corridoio dinanzi a lei, rimanendo in silenzio per pochi secondi.

-Sono ripetente…- mi sconvolsi a quell’affermazione così inaspettata -Perché per motivi di salute dovetti abbandonare il secondo quadrimestre!!- spiegò poi, chiarendomi tutto.

Fui sul punto di farle altre domande, quando la mia bocca si zitti da sola. Asciugandosi del tutto: ci eravamo trovate davanti un’arena più grande di quelle che si potessero trovare in qualunque altra parte del mondo. Era enorme, sembrava una distesa pronta per essere coltivata. Per non contare che tutt’intorno c’erano le scalinate che rendevano il luogo ancora più maestoso e imponente di quel che era.

Quando mi ripresi, della mia compagna di stanza non v'era traccia.

La vidi poco dopo, seduta su qualche scalinata più in là, in prima fila.

Notai con piacere che le diverse classi, i diversi livelli di bravura, erano contraddistinte da diversi colori dell’uniforme. Per esempio gli aspiranti ninja vestivano di bianco, con solo una cintura nera con fondina per il pugnale. Chi frequentava il secondo anno vestiva di un blu molto scuro, con la medesima cintura e quelli che dovevano essere al terzo ed ultimo anno indossavano delle divise nere, utili per mimetizzarsi nella notte.

Andai a sedermi in prima fila, come gli altri, e vidi che c’erano parecchi studenti in prima, forse ripetenti come Zakuro

Non potetti nemmeno continuare a pensare, che nell’arena calò il silenzio: aveva fatto il suo ingresso un uomo sui quarant’anni, vestito con il tipico abito da cerimonia.

Nonostante non fosse più giovanissimo, il suo corpo era asciutto ed atletico. Gli occhi, di un blu scuro, molto intenso, mi ricordarono quelli di qualcuno, ma al momento non mi veniva in mente di chi si potesse trattare. Portava i capelli, grigi come il pelo di un lupo, lunghi e raccolti in un piccolo codino basso.

-Do il benvenuto a tutti i nuovi iscritti. Io sono il preside dell’accademia Kuroyuki, mi chiamo Fuji Midorikawa, ma voi potete chiamarmi “Mio Signore”…- tutti risero, anche se io non ci trovai nulla di divertente. Forse perché dopo quella fatidica notte niente mi pareva tanto rallegrante.

Mi sforzai di sorridere, sentendomi osservata. Mi voltai verso la mia nuova compagna di stanza, ma lei osservava seria il preside; forse non aveva riso nemmeno lei.

-Come dovreste già sapere, questa accademia ha delle regole precise, che tutti voi dovete rispettare, ma sono certo che i professori ve le spiegheranno alla loro prima lezione…- indicò un folto gruppetto di persone che sedevano su una panchina di fronte al rettore -Le lezioni si suddividono in due parti: al mattino seguiranno insegnamenti nelle aule, come in tutte le normali scuole, dal pomeriggio fino a sera si svolgeranno gli allenamenti. Questi non saranno fatti dal corpo insegnanti, ma bensì dai studenti delle altre classi. Quelli del primo anno verranno divisi un due gruppi: i ripetenti e quelli appena arrivati. I bocciati saranno affidati alle mani dei studenti del secondo anno, mentre i nuovi iscritti a quelli del terzo. Così come quelli della seconda classe, che a giorni alternati si alleneranno con quelli del terzo, lasciando alle prime classi giorni liberi in cui potersi dedicare allo studio!!- lo vidi sorridere gentilmente, mentre alzava la testa come per vedere meglio i ragazzi che vestivano in nero.

-Invece voi del terzo, come ben sapete avrete poche occasioni per allenarvi “seriamente”, ma credo che gli esami che incomberanno su di voi vi porteranno via già abbastanza tempo!!- si fermò a prendere fiato, rallegrandosi e prendendo dalle mani di un altro insegnante una arancia di un stupendo ed intenso colore vivo e lucente, screziato di rosso. Iniziò a giocarci, come fanno i bambini, mentre osservava uno ad uno le persone che sedevano in prima fila.

Non capii perché i restanti allievi, quelli del secondo e terzo anno, cominciarono a sghignazzare sotto i baffi e a ridere, fino a quando il direttore della scuola non proferì parola.

-Prima di suddividervi in gruppi, cioè affidarvi agli allievi più anziani, ho intenzione di fare un giochino. Sia chiaro che non siete obbligati a parteciparvi, ma non tiratevi indietro perché vi sentite in imbarazzo…- lo vedemmo distendere il braccio destro davanti a sé, con il palmo della mano che volgeva verso l'alto. Al suo interno, il frutto che poco prima aveva afferrato. Continuammo a guardarlo non capendo il “gioco”, o forse ero solo io l’ottusa?

-I più temerari di voi scenderanno ed arriveranno qui, dinanzi a me. Io terrò la mano sempre in questa posizione, non inclinandola, nascondendola o altro. Il vostro compito sarà semplicemente quello, di rubarmi l’arancio dalle mani… Credete che sia un’operazione tanto difficile?- sorrise sornione, mentre si alzò un grande frastuono, composto da chiacchiere e risate -Allora? Chi vuole provare?- chiese e tutti i ragazzi del primo anno scesero nell’arena, convinti di batterlo, convinti di essere veloci come fulmini.

Quanto si sbagliavano…

Con stupore, vidi quell’uomo di quarant’anni, muoversi con la stessa agilità di un sedicente, anzi, era ancora più veloce di loro.

Come aveva promesso la mano rimaneva ferma, ma era lui quello che si muoveva a zig zag, come una lepre che tenta la fuga da una volpe, scappando tra i campi di riso. Li batté uno ad uno e poi li incitò ad attaccarlo tutti insieme. Era incredibile, una cosa mai vista, quasi disumana.

Sembrava che prevedesse l’arrivo dei colpi, la direzione da cui sarebbe scagliato l’attacco… Si faceva da pedana con le schiene degli allievi, saltando ad una altezza allucinante. Non avrei mai pensato che un essere umano potesse avere tanta forza di spinta nelle gambe. Ma eravamo sicuri che il preside fosse un essere umano? Sembrava un film di combattimento, fatto di soli effetti speciali.

Non potevo credere a ciò che vedevo.

Quando alla fine, dopo meno di venti minuti, tutti gli allievi caddero a terra esausti, grondanti di sudore e con il fiato corto si degnò di mandarli a sedere.

Rise sotto i baffi al vedere delle loro facce distrutte, al sentire dei loro commenti pieni di ripensamenti.

-Ragazzi!! Ragazzi suvvia!! Cosa devono sentire le mie povere orecchie…!- regnò il silenzio -Un vero ninja non deve mai avere esitazioni, e poi, anche voi un giorno riuscirete a rubarmi l’arancio. Infatti solo un unico allievo dell’ultimo anno è riuscito in questa impresa e ora egli ci dimostrerà come. Bhè, un allievo su sedici non è male, no?- questa volta non risero, anzi, si disperarono ancora di più. Ed io, ahimè, mi accorsi che la strada che mi avrebbe portata alla tanto agognata vendetta sarebbe stata ardua.

Poi, come d’incanto, svegliandoci dal nostro sgomento arrivò una figura nell’arena. Una camminata sicura, la testa alta, gli occhi, gli occhi…

Mi si strinse il cuore, mentre una scintilla di rabbia accese il fuoco del mio cuore. Occhi azzurri, occhi color del cielo, ma non potevo fargli un crimine, anche Zakuro aveva gli stessi occhi, eppure non era una Shirogane. Dovevo aspettare prima di sentenziare accuse.

Lo osservai attentamente: vestito tutto di nero, con un cappuccio che gli copriva il volto tralasciando fuori soltanto la parte oculare. Scarpe allacciate da stretti spaghi fino a metà polpaccio, i pantaloni raccolti al loro interno e chiusi dalla cintura che anch’io portavo. Una veste che gli copriva tutta la parte superiore del corpo, lasciando scoperta solo una buona parte del petto e infine un copricapo che andava stringendosi sul collo, come i polsini sulle mani per non far svolazzare il tessuto.

-Questo è il tipico abito da ninja!!- affermò il capo d'istituto, lanciando via l’arancio ed avvicinandosi al ragazzo -Come potete vedere, tutti gli allievi del terzo anno sono vestiti nello stesso modo, ma non indossano il copricapo perché questo viene usato soltanto nelle missioni!!- tutti emisero un mugolio di assenso, mentre continuava minuziosamente la sua spiegazione.

-Passando alle armi… Nel caso in cui qualcuno vi attaccasse frontalmente, voi potreste abbassarvi e prendendo i pugnali collocati all’interno degli stivali, colpire i tendini delle caviglie, oppure affondare la lama nello stomaco del vostro nemico!!- questo chiarimento fu mimato molto lentamente e distintamente dai due.

-Nel caso in cui veniate colpiti alle spalle, potreste abbassarvi leggermente, facendo leva sulle ginocchia, e prendendo i pugnali che tutti voi portate all’altezza del fianco, colpire l’avversario in tre punti vitali: lo stomaco per farlo morire dissanguato, il petto per infilzargli il cuore e la gola, per recidergliela…- a quelle due parole un senso di vomito mi avvolse, inebriandomi di nausea. Stentai a trattenere il conato.

-E alla fine, all’interno della divisa sono stati cuciti speciali raccoglitori per tenere fermi i shuriken, le stelle dei ninja. Ma ora direi di far dimostrare a questo giovane allievo l’abilità del componente di una famiglia tanto famosa e rinomata in tutto il Giappone, che tutti voi sicuramente conoscerete…- d’improvviso quel senso di disgusto scomparve all’udire delle ultime parole. Non mi curai nemmeno del fatto che quel tizio avesse rubato al preside l’arancio in meno di un minuto, ero solamente concentrata a conoscere il suo nome, mentre le mie dita fremevano all’altezza del pugnale. Quando alla fine decise di presentarlo a tutti, ebbi la conferma di chi si trattasse: dell’assassino di mio padre, Ryou Shirogane!!

Mi alzai in piedi, indirizzandomi istintivamente verso l’arena, mentre il direttore mi chiedeva gentilmente se avevo qualche domanda da porre. Lo ignorai e scesi fino a toccare il terreno polveroso. Intanto vidi quel bastardo darmi la schiena ed andarsene, come se avesse di meglio da fare…

Sentii il veleno della vendetta invadermi le vene e affluirmi velocemente in tutte le parti del corpo, intorpidendolo e cancellando qualunque tipo di pensiero razionale dal mio cervello.

Il sangue mi ribollii impazzito nelle vene. 

Non capii perché all’improvviso tutto tacque, fino a quando non mi resi conto ti impugnare l’arma che mi era stata data in dotazione.

-TU!!- urlai e per l’ennesima volta, mi accorsi in ritardo che stavo piangendo, senza che io lo volessi, senza che io potessi far qualcosa per fermare quelle lacrime, me le sentii scorrere lentamente ed inesorabilmente giù per le guance, bagnandomele di salata furia e amarezza.

-Hai ucciso mio padre…- continuai quasi in un sussurrò, mentre quel verme rimaneva immobile, fermo al proprio posto, dandomi la sua schiena -ASSASSINO!!- gridai dopo, aumentando maggiormente la stretta attorno al manico del pugnale e iniziando a correre verso di lui, mentre questi sembrava una statua di marmo.

Arrivai a qualche metro di distanza, presi lo slancio e nel momento in cui dovevo colpirlo direttamente alla schiena, la lama infilzò il nulla, facendomi barcollare qualche passo in avanti. Quando mi rialzai per vedere dove fosse sparito, mi ritrovai due lame taglienti appoggiate candidamente alla gola. Rimasi immobile, mentre i singhiozzi mi stavano divorando, lacerando da dentro.

Caddi a terra e per fortuna lui tolse i coltelli dalla gola, permettendomi di umiliarmi davanti a lui. Piansi, piagnucolai fino a quando il rettore non mi venne vicino, togliendomi l’arma dalla mano ed esclamando compiaciuto la peggiore condanna che mi potesse capitare:

-Shiroganea quanto pare hai trovato la tua kohai!!-

 

 

Continua…

 

 

Prima di passare ai ringraziamenti avrei una cosa da spiegare: io (Pfepfer) e izayoi007 siamo due persone separate!! Non abbiamo fatto la fusione tipo Vegeta e Goku, eh!! xD

^O^ Ed ora passo a voi!!

Pichan: potresti spiegarti meglio? O.ò Cosa intendevi con “mi aspettavo di meglio”? O.ò Io e la mia collega ci siamo scervellate per capire il perché (io ho fatto una ipotesi e credo che sia quella più probabile O.O, ma attendo la tua conferma!! ^O^). Grazie per aver commentato, un saluto.

Lucky & kikka: scusatemi se non vi ringrazio singolarmente, comunque siamo liete che la nostra storia vi piaccia. Un saluto ad entrambe!!

lala_g: calmati e respira!! xD Davvero ti piace così tanto la nostra storia? ** La trovi veramente così originale? (*v* indovina chi è la pazza delle due che si è inventato questo mondo assurdo, dove tradizione e innovazione si mischiano in un mix letale per i lettori?! xDD) Comunque grazie mille laluccia!! *ò* Continua a seguirci, un bacio!!

kashia & Geo88: scusatemi anche voi due se non vi ringrazio singolarmente, ma diciamo che non so cosa scrivervi sennonché un GRAZIE enorme!! xDD Un saluto ad entrambe!! ^O^

p_chan: per il tuo appunto… hai notato che avevi ragione? xD Si è chiaramente visto verso la fine di questo capitolo che Ichigo è avventata in tutto quel che fa, e poi, ti assicuro che esiste gente che inizia a parlare dei fatti suoi – anche personali – ad uno sconosciuto. Te lo dico per esperienza personale!! xDD Comunque ti ringrazio per i complimenti, sei stata molto gentile. Un bacio.

berty: grazie mille e continua a seguirci, mi raccomando. Ciao!! *v*

Gaia: ma amore… che commento esauriente!! xD Comunque so perché è così corto!! é.è Io, piccola bambina ti ha rotto le bolle durante Grey’s Anatomy!! Chiedo perdono, ma per il prossimo mi aspetto qualcosa di più!! ^O^ Ciao coccolina mia!! ;*

Chloe92: ciao!! ^O^ Con noi va tutto bene e con te? Comunque grazie mille tesoro, sei sempre così cara!! *O* Continua a seguirci eh, mi raccomando!! Un baciotto!! >.<

 

Ed ora… a voi le parole!!

Saluti da Pfepfer e Izayoi007!! ^O^

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Became Ninja ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Terzo capitolo:

Became Ninja

 

 

 

 

Diventare la sua kohai?!

Ma siamo impazziti?!

Ma che diavolo passa per la testa di quell'uomo?!

Questi erano i miei pensieri, mentre furente di rabbia, mi recavo nel luogo dei mio primo giorno di addestramento con l'assassino.

Non capii perchè, ma lui, appena il giorno prima, mi diede appuntamento lì: una vasta radura in mezzo alla foresta...

Quella parola mi fa tuttora, rabbrividire parecchio, ma io lo capii, l'aveva fatto sicuramente apposta. Aveva scelto quel posto per farmi soffrire maggiormente, per riportare alla mia mente tutti gli incubi notturni che mi perseguitano da quel giorno, anche mentre la stella più grande di tutte, brillava incontrastata alta nel cielo.

Perchè sennò, nonostante ci fosse un ben attrezzato campo specifico per le lezioni pomeridiane con i sensei, non avrebbe avuto alcun senso andare in quel luogo dimenticato da Dio.

Quando fui arrivata, mi guardai intorno: di lui nessuna traccia.

Bene, mi dissi, non mi andava di stare in sua compagnia, nemmeno per gli addestramenti, tanto più che appena avessi avuto un’occasione, l'avrei ammazzato e non ci sarebbe più stato il bisogno di prendere lezioni.

Dovevo ammettere che nella mia sfortuna, aveva avuto una piccola svolta favorevole.

Anche se non volevo stare con lui, avrei avuto modo di studiarlo, di studiare i suoi comportamenti e capire quando era il momento giusto di attaccare, visto com'era miseramente fallito il mio primo tentativo.

Stancamente, mi stesi sul prato e, dopo aver tirato fuori dal piccolo zainetto che mi portavo dietro l'mp3, mi infilai le cuffie nelle orecchie ed a occhi chiusi comincia a canticchiare il motivetto allegro che mi passava nelle orecchie.

Passò diverso tempo quando decisi di riaprire gli occhi, ma non appena lo feci, il cuore mi saltò in gola: due paia di intensissimi e ghiacciati occhi di zaffiro, mi fissavano a pochissima distanza dal volto.

Scattai in piedi e lui fece lo stesso, distanziandosi da me di qualche metro, con un agile balzo.

Sentì il cuore martellarmi nel petto per la rabbia e la sorpresa, mentre lo fissavo con stupore, e lui contraccambiava il mio sguardo con uno serio ed indifferente.

Solo allora mi accorsi, guardandolo con maggiore attenzione, che non indossava la divisa, ma dei semplicissimi abiti civili: un paio di jeans a vita molto bassa ma dal cavallo alto, abbondantemente larghi sulle cosce e su buona parte del polpaccio e ben stretti e fascianti sulle caviglie; una semplice maglietta beige con dei lievissimo ricami che richiamavano il jeans ai bordi, senza maniche e piuttosto aderente, di un tessuto simile al velluto forse; al collo, una fascetta del medesimo colore.

Ma la cosa che mi colpì di più, furono i suoi capelli; nelle uniche due occasioni in cui l'avevo visto non avevo potuto osservali, in quanto coperti dal copricapo ninja, ma ora che erano liberi, potevo notare con sorpresa il loro magnifico color biondo oro chiarissimo, lucente e vivace, come le piume di un elegante canarino. I raggi del sole si riflettevano su di essi, dandogli ancora più luminosità e brillantezza.

- Ti sei incantata Momomiya? - la sua voce, dal tono fastidiosamente insinuante, mi riportò alla realtà come una secchiata d'acqua gelida, ricordandomi chi avevo di fronte.

Non risposi, guardandolo con odio crescente.

- Iniziamo l'addestramento, non ho tempo da perdere con te...- proferì lui, incrociando le braccia al petto.

Quella frase mi fece infervorare ancora di più. Lo odiavo!

- Perchè non hai la divisa? - chiesi acida.

- Non ne ho affatto bisogno per una cosa del genere...- mi rispose, guardandomi con aria superiore.

Mi stava denigrando, si stava prendendo gioco di me, voleva umiliarmi ed io lo capii immediatamente.

- Ah, sì? - domandai a tono, scattando in avanti, non gli avrei permesso di sottovalutarmi e tanto meno gli avrei permesso di vivere un secondo di più.

Afferrai il pugnale con ambo le mani e corsi più velocemente che potevo, ma non feci come l'ultima volta, la lezione mi era servita, invece di attaccarlo direttamente, mi spostai di lato, e cominciai a corrergli attorno, iscrivendo un cerchio con Shirogane al suo interno.

Prima di iscrivermi a quella scuola, avevo preso qualche lezione privata a casa ed era ora di sfruttare gli insegnamenti impartitimi.

Durante il breve periodo del mio addestramento, avevo acquisito una velocità invidiabile e una sorprendente rapidità, che il giorno prima non avevo potuto mostrare a causa della furia che aveva preso il controllo su di me.

Decisi di provare a disorientarlo con movimenti rapidi e sconnessi.

Accelerai e con movimenti felini, mi avvicinai sempre più a lui, fino a che non gli fui pressoché vicino.

Per tutto il tempo lui non si mosse, pareva una statua di marmo: guardava dritto davanti a sé, senza accennare ad una minima reazione.

Mi concentrai ancora di più su quello che faceva, distogliendo in parte, l'attenzione che prima avevo dedicato ai miei movimenti.

Senza che me ne accorgessi, mi ero praticamente fermata davanti a lui.

Quando me ne resi conto, capii che non riuscivo più a muovermi; sentii il mio stomaco stringersi in una morsa dolorosissima che mi mozzò letteralmente il respiro: caddi in ginocchio.

- Prima lezione: mai farsi controllare dalla rabbia...- percepii che si muoveva, cominciando a girarmi lentamente intorno, con le braccia conserte dietro il capo.

- Questo per la tua piccola improvvisata di ieri...- precisò.

Allora era lui, era lui che mi stava facendo tutto quello, era lui che con la sua arte di ninja, mi stava facendo patire le pene dell'inferno, torturandomi con quel dolore indicibile.

- Lezione numero due...- proseguì, continuando il suo girotondo -...mai perdere la concentrazione sui propri movimenti, riversandola esclusivamente sull'avversario...- e nel frattempo il mio dolore aumentava, facendomi sfuggire un piccolo gridolino soffocato, non volevo dare a quel bastardo la soddisfazione di vedermi soffrire; sarei morta io stessa piuttosto.

- Numero tre, mai essere impulsivi! Impara a non essere così precipitosa, potresti mettere a repentaglio, non solo la tua vita, ma anche quella dei tuoi compagni! - mi sibilò all'orecchio.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, non avrei sopportato oltre.

- Basta!! Io non prendo lezione da TE!! - gridai con tutto il fiato che avevo in gola e con un grosso sforzo, riuscì a liberarmi dalla sua arte illusoria, e tentai di colpirlo con un calcio, naturalmente fallendo.

- NON PRENDO LEZIONI DA UN ASSASSINO!!! - gridai ancora più forte, facendomi venire il fiatone e stringendo i pugni lungo i fianchi.

Lui mi squadrò impassibile.

- E tu cosa pensi di essere? - mi domandò candidamente, lasciandomi perplessa e confusa.

- Io non sono un assassina! - ribattei convinta.

- Ah, no? Allora cosa ci fai qui? Per quale motivo vuoi diventare una ninja? - quella sua frase mi spiazzo, svuotandomi completamente.

Non avevo mai pensato a quello, non avrei mai pensato che sarei potuta essere considerata un’assassina.

Ed anche se il mio scopo era solo quello di vendicarmi di mio padre, per farlo mi sarei comunque dovuta macchiare di un crimine tanto orribile, fosse stato anche solo per ammazzare un essere abbietto come quello.

- La vendetta non ti porterà a nulla...- mi mormorò, prima di volgermi le spalle e riprendere il suo cammino.

Rimasi ancora una volta interdetta a fissare la sua schiena mentre si allontanava.

- E va bene!! Accetto di essere tua allieva!! - gridai, quando finalmente riacquistai un po’ di favella - Ma non pensare che per questo la mia opinione su di te sia cambiata, io ti ucciderò lo stesso!! - conclusi.

Non mi rispose, né si voltò, continuò a camminare tranquillamente, con le mani in tasca.

Ne tirò fuori soltanto una, per farmi un cenno di saluto con due dita, prima di scomparire del tutto. 

 

 

Continua…

 

 

Fanciulle!! °° Ma ciao!! ^O^ Scusate se non abbiamo postato subito, ma avevo deciso che questo capitolo sarebbe stato pubblicato dopo il mio ritorno dalla gita… et voila!! Bello nuovo tutto per voi!! Ma prima di passare ai ringraziamenti ho delle cose da spiegare per chi non lo sapesse:

 

 

** NOTE **

 

 

1) Il termine opposto a senpai (termine giapponese che indica gli studenti più anziani) è kohai, che indica quindi gli studenti più giovani;

 

2) Sensei (letteralmente: “nato prima”) è un termine giapponese che significa “maestro” (oltre a indicare i docenti scolastici, viene adoperato anche all'interno delle arti e tecniche tradizionali, dove il maestro spesso non viene visto come il semplice insegnante di nozioni, ma anche come un individuo dotato di autorità ed esperienza, ovvero un “maestro di vita”);

 

3) OOC: Out Of Character; Fuori dal personaggio. Quando nella fan fiction il personaggio descritto ha un carattere totalmente diverso o addirittura opposto a quello dell’originale.

AU: Alternate Universe; Universo Alternativo. Quando il personaggio è posto in un contesto totalmente diverso a quello a cui originariamente apparteneva.

 

 

Detto questo, passerei ai miei adorati lettori! ^O^

Pichan: grazie del chiarimento. La mia deduzione invece era basata proprio sull’introduzione intrigante, credevo che fossi rimasta delusa dal fatto che la fan fiction non fosse scritta tutta in stile “middle hot”!! ^.-

Comunque non ti preoccupare, in teoria tutte le scrittrici scrivono per migliorarsi e non dubitare, anche noi faremo altrettanto. Un grazie di cuore per il complimento al capitolo. Continua a seguirci.

kiki91: grazie anche a te e la spiegazione del termine kohai la trovi nella prima nota. Saluti!!

Geo88: e chi non vorrebbe essere al suo posto? (tranne in questo capitolo, credo… xD) Hehe, grazie mille del commento *O* ci sentiamo presto. Ciau!!

Sikky: Ma ciau Sikuccia!! ** Grazie mille, sei sempre troppo cara!! >< Comunque credo che tu sappia che io odio il banale e che quindi cerco sempre l’originalità in tutto ciò che scrivo!! Ma parlando d’altro… anche per te, la spiegazione del termine kohai la puoi trovare nella prima nota!! ^.- Grazie ancora tesoro e continua a seguirci, mi raccomando!! Bacioni!!

Gaia: chi? Io? O.ò? Io sono sazia (=ç= *in sbav-mode*) non sono affamata di niulla!! >< Comunque, cocchina mia grazie mille per avermi accontentata (una delle rare volte *coff coff* ^O^). Sei sempre cozì zientile e credo che qvesto capitolo ti sia piaciuto ancora di più!! *-* Conosco la tua parte sadica *-* è identica alla mia *-* shìììììì!! *-* Picchiamo Ichi *-*… muahahahaha!! *-* Saluti cocchina!! *-*

lala_g: ÇvÇ c-come non sai chi sia stata? ÇvÇ Ti posso picchiare? ÇvÇ buaah!! ÇvÇ *me ti ignora per l’ultima parte del commento* comunque grazie dei ringraziamenti tesoro!! ^O^ Ci fa piacere che ti piaccia la storia!! Tanti cari saluti!! xDD

kaggi11: grazie ed eccoti accontentata. Spero che ti piaccia!! ^.- Saluti!!

Ichigo12: spero anch’io che prosegua tutto bene, in pace ed in armonia!! ^O^ Ma tralasciando il mio blaterale, ti ringrazio dei complimenti e non ti preoccupare, ti prometto che sarà mio compito quello di farti prendere colpi secchi al cuore e quindi di farti sbiancare fino a farti sembrare un fantasma che si è appena immerso in una vasca di gesso!! xDD Ancora grazie e continua a seguirci!! Baci!!

Hermy6: ma ciau cugi!! Grazie mille del tuo entusiasmo!! (ma anche del commento, eh!! xDD) Comunque non ti preoccupare, la “lattuga” non sarà pericolosa nella storia, però dovresti guardarti le spalle su altri personaggi!! Muahahahaha!! °° Me ti avvisa, nulla è come sembra!! *me sghignazza* Va buò, salutoni e su con la vita!! ^O^

p_chan: sììì!! *-* Anche io ho un senso dell’umorismo veramente sadico!! *-* Ohohoh!! Comunque, grazie mille e non ti preoccupare… hai già visto come sarà (ma non sempre!! °°) Ryou in questa fan fiction. Per quanto riguarda Zakura ancora non lo sappiamo. Momentaneamente il nostro cervello sta navigando nell’oblio del nulla °° quindi non ti possiamo assicurare niente!! ^O^ Grazie ancora, baci.

kikka & black_angel: mi scuso per non avervi ringraziate singolarmente, comunque siamo felici che la nostra storia vi entusiasmi e vi piaccia e come ho già detto mi scuso anche per il ritardo nell’aggiornare. Mille grazie ancora ad entrambe. Un saluto.

Francesca: tutte la risposte alla tue domande si trovano nella terza nota. Non tutte le fan fiction devono seguire il manga/anime. Ciao!! ^v^

Chloe92: ciao cara!! Grazie come sempre dei tuoi commenti, siamo sempre felici che questa storia ti piaccia. Un saluto anche a te!!

 

Prima di lasciarvi avrei una piccola richiesta da fare a tutte le lettrici/fans o quant’altro di questa storia: per piacere non assillateci, chiedendo quando abbiamo intenzione di aggiornare. Non siamo macchine, ma semplici persone con i rispettivi problemi e impegni. Non stiamo tutto il giorno attaccate al computer quasi fosse la nostra unica ragione di vita, abbiamo anche altro da fare (è dura da dire, ma qualche volta studiamo… xD), quindi vi pregherei di rispettare il nostro spazio. Grazie a tutti per la comprensione.

 

Un saluto da Pfepfer e Izayoi007.

 

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Capitolo 4
*** Swimming pool ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Quarto capitolo:

 Swimming pool

 

 

 

- Dici sul serio? - Retasu parve shockata alla mia notizia e questo mi sorprese. Perché aveva quell’espressione sul viso?

- Sì, per mia sfortuna tuo padre mi ha assegnato Shirogane come sensei!! - le spiegai demoralizzata. Solo da poco avevo scoperto che effettivamente il preside dell’accademia era suo padre. Ma ero stata veramente tonta a non accorgermene nel momento stesso in cui avevo sentito il suo cognome.

Retasu, alle mie parole, spalancò così tanto gli occhi che avevo paura che le sarebbero uscite le pupille dalle orbite da un momento all'altro. Sembrava uno di quei pupazzetti di plastica, che se lo stringi strabuzza gli occhi fino a farli uscire del tutto.

- Sfortuna?! - mi domandò stralunata, prendendomi ambo le meni fra le sue, con gli occhi che le luccicavano di gioia.

-Tu hai come sensei il ragazzo più bello, affascinante, intelligente e bravo di tutta la scuola e ti ritieni sfortunata? - quelle parole mi fecero una rabbia incredibile. Che ne voleva sapere lei? Una ragazzina con entrambi i genitori ancora vivi?!

Quello non era un essere umano come me e lei. Quello era un dannatissimo diavolo che si divertiva a vestirsi d’angelo del cielo!!

Certo, effettivamente non era un brutto ragazzo, okay, era davvero fantastico, di una bellezza straordinaria, però era uno Shirogane!! Un dannatissimo Shirogane, colui che aveva ucciso mio padre e chissà quante altre persone a sangue freddo.

- Cosa dici?! Quello è solo un assassino! - gridai offesa, alzandomi  di scatto da sotto la quercia dove stavamo pranzando. La mia ciotola del bento finì a terra, mentre il suo contenuto si spargeva senza controllo sul prato, macchiando quello splendido verde smeraldo.

 -Lui... Lui ha ucciso mio padre! - sussurrai. Siccome ero sempre cresciuta da sola, senza un briciolo d’amici per via della mia agognata vendetta, quando notai che in Retasu potevo trovare un’amica sincera, premurosa e affidabile finalmente decisi di fidarmi. Così qualche giorno prima le avevo raccontato tutta la mia storia. Dello strano comportamento di mio padre, del fatto che assistetti alla sua esecuzione e di come io ne soffrì. Di come non riuscì più a fidarmi di nessuno, tranne che di lei. Una ragazza che mi ispirava un affetto indescrivibile. Da allora diventammo più amiche di prima. Se così si poteva dire, dato che prima eravamo poco più che conoscenti.

Retasu abbassò dispiaciuta lo sguardo, come se si fosse ricordata solo allora di ciò che le avevo raccontato così confidenzialmente.

- Perdonami... - mi bisbigliò, sinceramente pentita delle sue ultime parole.

Sospirai stancamente, lei non aveva colpa di quello che era successo e quindi non avrei dovuto aggredirla a quel modo. Ero io quella in torto.

- Non fa nulla. Scusami tu per essere stata così brusca...- la guardai con rammarico.

- Comunque ora devo andare. Ho lezione fra dieci minuti! - scappai via senza darle il tempo di dire nulla, di salutarmi…

Non avevo voglia di sentire altro.

Non era vero che avevo lezione, avrei avuto la giornata libera fino alle tre, in teoria per ripassare le lezioni, poi avrei avuto l'allenamento con il “mio sensei”, ed ora era appena mezzogiorno. Non sapendo cosa fare, me ne tornai in camera dove trovai Zakuro intenta a prepararsi per la sua lezione con la sua maestra: le era capitata una ragazza piuttosto bassa di nome Minto Aizawa. Una mora antipatica e snob con la puzza sotto il naso.

- Ciao!! - la salutai gentilmente, mentre lei mi ricambiò con un elegante cenno del capo.

Non sentendole replicare altro, mi gettai sul letto, incrociando le braccia dietro il capo. Stancamente chiusi gli occhi, mi era venuta l’emicrania.

- Non è come sembra... - la sua affermazione mi lasciò incerta su che cosa stesse parlando. Forse parlava tra sé e sé, o era riferito proprio a me? E se era così… che cavolo significava?

Veramente, non riuscivo a capirla. Già dal primo giorno era stata sempre di poche parole e tutto quel che diceva lo dovevi per forza interpretare. Magari ti lasciava lì con un palmo di naso a chiederti a cosa si stesse riferendo con quelle parole. Quella ragazza era un enigma vivente.

- Intendo Shirogane... - spiegò - Non dovresti giudicarlo prima di conoscerlo! - sentenziò continuando a prepararsi impassibile.

Allora capì cosa intendeva, però non capì come lei potesse essere a conoscenza di quel che sia successo tra la mia famiglia e quella degli Shirogane.

A meno che lui…

- Zakuro san, ma tu come...? - non mi lasciò finire la frase. Si diresse verso la porta, la aprì con semplicità e prima di sparire dietro ad essa, mi disse un’ultima cosa:

- Non fidarti delle apparenze. Mai! - bisbigliò morbidamente, facendomi seriamente riflettere su quanto mi aveva detto. Non aveva di certo torto. Ma lui, lui era un assassino. No, non poteva essere…

Ma se lei, ma se lei avesse avuto ragione?

Passò diverso tempo, nel quale io rimasi a rimuginare sulle parole della mia misteriosa compagna di stanza, scervellandomi con stupide paranoie fino a quando non arrivò l'ora di andare.

Mi preparai ed uscì dall'edificio: avevo appuntamento con Shirogane nella piscina interna. Chissà cosa voleva farmi fare quel mostro!

Mi avviai nervosamente verso il luogo dell'appuntamento, lo ero sempre prima d'incontrarlo e questo non mi aiutava di sicuro a sviluppare le mie abilità di guerriera.

Non feci che pochi metri però, che vidi qualcosa che stranamente mi sconvolse: Zakuro e Shirogane stavano discorrendo amabilmente, seduti su di una panchina del giardino.

Nessuno dei due sorrideva o si sbilanciava, ma si poteva vedere chiaramente che tra i due c'era un certo feeling, che non erano semplicemente due conoscenti che parlavano.

Non seppi il perchè, ma in quel momento il mio cuore fece una doppia capriola nel petto, lasciandomi completamente stordita. Come quando si ha la febbre a quaranta e senti il mondo intorno a te allontanarsi, farsi sempre più lontano, e non lo percepisci più.

Mi sentii d’improvviso strana, come se mi avessero appena tirato un pugno in pieno stomaco.

Decisi di non fare caso a quelle sensazioni così insolite, mai provate prima. Forse per la stupenda giornata avevo preso un colpo di sole. Sì. Sicuramente è stata colpa della stella che brillava nel cielo privo di nuvole.

Comunque mi fu chiaro il motivo per il quale Zakuro sapeva tutto. Era ovvio.

Velocemente, prima che quei due si accorgessero della mia presenza, mi dileguai, dirigendomi verso la piscina. Non appena vi giunsi, mi ritrovai senza fiato, non mi ero accorta di essermi messa a correre. Per l’ennesima volta non mi resi contro delle mie stesse azioni. Mi capitava un po’ troppo spesso da quando l’avevo incontrato…

Mi sedetti sul bordo della piscina ed attesi l'arrivo dell'assassino.

Non dovetti aspettare molto, poco dopo lo scorsi in lontananza, mentre si dirigeva verso di me. Sollevandomi con lentezza, decisi di andargli incontro e quando fui ad una distanza sufficiente, mi accorsi che indosso aveva solo un semplice costume: un paio di boxer neri semplicissimi, lunghi fino al ginocchio.

Rimasi, come di consueto, incantata ad osservare il suo corpo statuario: il busto e l’addome ben scolpiti ma non eccessivamente, spalle ampie e larghe nella giusta misura e gambe e braccia snelle, toniche e muscolose.

- Bene Momomiya, iniziamo la lezione!! - nemmeno un saluto, un misero “ciao” o altro. Niente. E come se non bastasse, senza nemmeno guardarmi in faccia, si avvicinò al bordo della piscina e socchiuse gli occhi.

- Ah! Dimenticavo... - riaprì le palpebre e si voltò verso di me - Sarebbe il caso che ti mettessi in costume!! - mi suggerì, guardandomi serio.

- Non ho un costume, non sono venuta qui per farmi una nuotata! - ribattei acida, ma mi prendeva in giro o parlava seriamente?

- Bhè, allora vedi di procurartene uno in fretta, non ho tempo da perdere!! - mi intimò, tornando a concentrarsi sui propri sensi.

- E come, di grazia!? - gli chiesi, senza mai abbandonare il mio tono scocciato e infastidito.

- Questi non sono affari miei, procuratelo e basta! - accidenti quant'era antipatico!! Peggio che una testa nel muro.

Iniziava proprio bene l'allenamento…

Sbuffando, mi diressi in camera e lì trovai Zakuro. Capì al volo il mio problema e molto gentilmente mi prestò uno dei suoi costumi.

Dopo averlo preso e indossato mi guardai allo specchio, arrossendo fino alla radice dei capelli. Cavoli quant'era succinto. Fin troppo!!

Era un costume intero nero, ma in realtà il pezzo sopra e quello sotto erano legati fra loro solamente da un paio di leggerissimi filamenti. Il pezzo di sopra era piuttosto piccolo e mi copriva a malapena, composto da un semplice reggiseno a balconcino, con qualche ricamo argentato. La parte inferiore non era da meno: anch'essa nera con finissimi ricami argentati ma molto, molto a vita bassa, mi si potevano intravedere i peli dell'inguine e dietro era ben visibile buona parte della riga del sedere. Cercai in tutti i modi di tirarmelo su, per coprire le mie “grazie”, ma sembrava che non ne volesse sapere di coprire le mie parti intime.

Non potevo presentarmi da lui in quel modo accidenti! Però non avevo molta altra scelta.

Rassegnata tornai in piscina con le mano conserte davanti alla pancia per nascondere la bassezza del costume. Quando lui mi guardò, mi sembrò di vederlo sussultare impercettibilmente, ma forse era stata solo la mia immaginazione. Di certo non gli interessavo…

- Bene...- mi disse, quando fui sufficientemente vicino da mostrarli il seno che sporgeva vistosamente da quel pezzo di tessuto.

-Iniziamo! - concluse, girando la testa dall’altra parte per non vedere. Eh già. Come avevo sospettato: non gli destavo alcun interesse.

Come se fosse la cosa più naturale del mondo lo vidi saltare e rimanere perfettamente in equilibrio su alcuni pannelli bianchi che galleggiavano sul pelo dell'acqua, e fermarsi su uno di essi. Precisamente l’ultimo della fila.

Se l'avessi fatto io sarei affondata miseramente, come una zattera su cui vengono caricate tonnellate e tonnellate di mattoni.

- Bene, ora provaci tu! - quella sua proposta mi fece ridere, prima di farmi completamente rabbrividire. Che cosa?! Allora dovevo farlo anche io?! Ma stava scherzando, vero?

- Ma che dici! Non sarò mai in grado di farlo, è troppo difficile! - gridai offesa. Lo vidi guardarmi spazientito.

- Se non ci provi non lo saprai mai! - mi rispose di rimando, continuando a fissarmi innervosito.

- Forza, concentrati, visualizza ciò che devi fare e... fallo!! - mi incitò, incrociando le braccia al petto; era un gesto che faceva spesso.

Sospirai, se non avessi imparato cose di base come quelle, non sarei mai potuta diventare una vera ninja e non avrei mai potuto vendicare mio padre. Quindi dovevo almeno tentare…

Prendendo coraggio, cercai di concentrarmi e dopo aver respirato affondo per un paio di volte, con gli occhi chiusi, li aprii di scatto e facendo leva sulle gambe spiccai un balzo fino al primo pannello.

Com’era prevedibile, finì inesorabilmente in acqua, sollevandone una quantità industriale grazie a tutta la mia “grazia”.

Quando riemersi, mi voltai verso il sensei e lo squadrai corrucciata.

- Visto?! Cosa ti avevo detto?! - lui non mutò minimamente espressione.

- Riprova! - mi disse serio, continuando a fissarmi.

Sbuffando, nuotai verso il bordo e tornai alla postazione iniziale.

Provai quel dannato esercizio per centinai di volte, finché non si fu fatta sera e il sole moriva dietro le colline.

Alla fine ero riuscita ad arrivare solo al penultimo pannello, non ero ancora giunta fino all'ultimo, fino a quello dove stava lui.

Riemersi per la milionesima volta e mi preparai nuovamente.

Ecco, il primo lo avevo passato.

Il secondo.

Il terzo.

Il quarto...

Ce l'avevo fatta, ci ero riuscita. Ora dovevo solo arrivare all'ultimo. Quando giunsi al quarto, presi un'altra leggera spinta, okay, forse non troppo leggera, ma non volevo rischiare, e così spiccai il tanto sospirato balzo.

Atterrai sul quinto a poca di stanza da lui, ma probabilmente avevo calcolato male la forza della spinta, perchè inciampai nel tentativo di fermarmi e senza che potessi fare nulla, finii direttamente addosso a lui.

Attraverso i miei occhi vidi tutta la scena al rallentatore e il mio cuore mancò di un battito quando mi accorsi che entrambi eravamo sdraiati sul pannello, io sopra di lui che mi guardava con uno sguardo indecifrabile.

Percepii il mio corpo bagnato e freddo a stretto contatto con quello caldo e muscoloso di lui. La mia gamba destra era appoggiata in mezzo alle sue gambe, il ginocchio a contatto ravvicinato con… con… Oddio!!

Sentì le guance scaldarsi e il sangue affluire velocemente ad esse e, probabilmente, tingermele dello stesso colore dei miei capelli.   

Il mio viso era anche vicinissimo al suo, troppo. Potevo specchiarmi nei suoi gelidi occhi acquamarina.

Inspiegabilmente, mi sentì stringere ed avvolgere maggiormente dalle sue forti braccia, ma non di un abbraccio doloroso e malvagio, ma di una stretta calda, confortevole, sicura e protettiva. In quel momento il mio cervello partì per un viaggio alle Bahamas.

Non vidi più ciò che mi stava attorno, lui non mi apparve più solamente come un assassino, come l'assassino di mio padre, ma anche come un semplice ragazzo, un ragazzo estremamente affascinante con quel magnetico sguardo di ghiaccio, che ti faceva confondere se ti fissava per lungo tempo.

- Ehi, levati che sei pesante!! - quella sua sgradevole uscita ruppe l'incanto creato dalla mia mente ancora inesperta per questo genere di cose, risvegliandomi dal mio dolce torpore: fu come una gelida secchiata d'acqua, gettatami addosso senza alcun preavviso durante un’afosa giornata d’estate. Sentì lo spezzarsi di qualcosa. Una remota speranza nascosta nel mio cuore si ruppe, facendo un baccano infernale, tuonando nelle mie orecchie, come un pezzo di cristallo che cade al suolo, infrangendosi in miliardi di pezzi irriconoscibili.

Cercai di alzarmi, ma per la mia sbadataggine finì in acqua. Riemersi subito e facendomi largo arrivai fino al bordo della piscina. Tirai su con il naso cercando di trattenermi, ma ahimè un singhiozzo echeggiò sopra tutta la piscina, mentre io scappavo lontano da quel posto.

Ora era accertato: non mi sarei più illusa su di lui. Mai più, e Zakuro aveva ragione: “Non fidarti delle apparenze…”

Già, mai illudersi troppo.

 

 

Continua…

 

 

Salve amici. Prima di passare a voi con i ringraziamenti, ho due cose da darvi:

1) Buona Pasqua a tutti e mi raccomando… ABBONDATE CON IL CIOCCOLATO!! ^O^

2) Questa è l’ultima volta che lo dico in un modo così brutale…

 

Izayoi007_Pfepfer = Izayoi007 + Pfepfer =

SIAMO DUE PERSONE!! DUE PERSONE COMPLETAMENTE

DIF – FE – REN – TI !!

 

Vi dico questo perché c’è ancora gente che parla al singolare e fa i complimenti al singolare. Posso capire che magari nei commenti parliate a me (dato che io faccio i ringraziamenti e che mi piace anche scherzare), ma è anche vero che quelle persone che cianciano con me alla fine del commento fanno i complimenti ad entrambe. Perciò vi sarei grata se non ci faceste i complimenti al singolare, dato che siamo in DUE (tanto per rendere l’idea!! xDDD)!!

Ed ora mie prodighe commentatrici, passo a voi:

Gaia: tu SEI sadica. Punto!! °°” Comunque le menti geniali di questa storia ti ringraziano per i complimenti. ^O^ Un bazino piccolo loW!! ><

liliana87: ma graaaaassie!! *O* Troppo gentile ^////^ e comunque grazie per i complimenti alla nostra storia. Continua a seguirci!! ;)

Pichan: tu °° ti sei permessa °° di assillarci?? °° Devi pagare con la vita!! ** Hehehehehe!! Scherzi a parte (per modo di dire… muahahahaha!! °°”) grazie per ciò che hai scritto!! Siamo contentissime!! >< Baci!!

p_chan: “Certo, nella serie non prova un'esperienza tanto tragica, ma é comunque diversa. Più vera, con la sua determinazione quasi irrazionale (se non altro perché non ha uno straccio di possibilità - almeno per il momento - di anche solo riuscire a sfiorare il Sommo Ryou... -_-");” – Ahahahahaha!! Guarda, togli comodamente quel “almeno per il momento”!! xDD Manco se campa per 100 anni non gli si avvicina (<.< ohoh, per fargli del male intendo!! >.> ohoh). Comunque non so te, ma personalmente questo commento mi è veramente piaciuto!! ** Adoro commenti del genere in cui le commentatrici mettono in mostra i loro pensieri mooooooooooolto arguti!! xDDD Grazie, eh!! ** Mi raccomando, continua con commenti così esaurienti!! ;)

Ichigo12: grazie Ichigo, scusa se ti abbiamo fatta aspettare ma di norma ci impiego un po’ a farmi venire la voglia di rispondere ai commenti!! xDD Preferisco ronfare a letto che stare al pc!! xDDD Grazie ancora, ciau!!

sakuchan: grazie mille!! ** Troppo gentile!! ^O^

lala_g: come? Perché mi vieti di picchiarti? ÇòÇ L’avrei fatto con tanto amore, sai? ÇwÇ … Comunque non era stata una tua impressione, in effetti era un po’ corto, ma era un capitolo di intermezzo!! >.< Va buò!! Un saluto e grazie per i complimenti!! Bacio.

Geo88: impulsiva? O.ò? Why? Credo che sia stata più impulsiva nel capitolo precedente (Assassin) che non in questo (Became Ninja). Comunque… già. Proprio una bella visione, non c’è che dire!! xDD Grazie per aver commentato. Ciao!!

Hermy6: cugiU_U lo sai che mi piace turbarti psicologicamente!! U_U” mi diverto, come se rubassi le caramelle ad una bambina di nome Hermy!! U_U”” Comunque hai ragione, gesto molto Ryanesco!! ** Grazie ancora cugi, continua a seguirci!!

Sikky: Un enorme grazia anche a te Sikuccia!! *O*

 

 

Bene.

Saluti da Pfepfer e (che sta a significare che c’è qualcun’altro oltre a me, quindi che siamo in… DUE!!) Izayoi007!! ^O^

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Capitolo 5
*** New entry: Masaya Aoyama ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Quinto capitolo:

 New entry: Masaya Aoyama

 

 

 

Dopo quell’incidente alla piscina non gli rivolsi più la parola per i successivi giorni e a quanto sembrava lui mi stava dando man forte. Si limitava solamente e impartirmi ordini e consigli su come dovevo eseguire l’esercizio, nient’altro. Io in silenzio effettuavo ciò che mi si era detto senza lamentarmi o opporre resistenza. Non volevo problemi. Pareva però che lui di quel che fosse accaduto quel giorno non l’avesse detto a nessuno, nemmeno a Zakuro. Comunque credo che lei abbia capito che qualcosa sia successo tra noi due, ma da quel poco che l’ha conosco credo che non andrà di certo a chiedere spiegazioni, aspetterà con calma fino a quando uno dei due non ne vorrà parlarle e credo proprio che aspetterà a lungo. Io non le dirò nulla, non le racconterò delle mie stupide illusioni. Delle mie speranze infrante, spezzate come la vita di un moscerino che si va a schiantare contro il parabrezza di una macchina in autostrada. Non aprirò bocca, non saprà nulla, a meno che Shirogane non si vada a confidare con lei, anche se non ce lo vedo proprio a parlarle delle sue paranoie e soprattutto, non credo che parlerà di me.

-Momomiya, concentrati!!- caddi dalle nuvole a quelle parole, urlatemi serie dal mio allenatore che stava dall’altro lato della piscina all’aperto. Tutt’intorno a me c'erano solo alunni con i rispettivi maestri che si allenavano sul mio stesso esercizio, ma in sezioni diverse della vasca. Un fastidioso vociferare mi invase le orecchie, mentre io prendendo la rincorsa iniziai a saltare da un pannello all’altro, arrivando esausta fino all’ultimo. Posso concedermi di essere stanca dopo aver passato tutta la mattina a fare sempre le stesse cose, sempre i soliti banali esercizi. Ripresi fiato. Poi con un’ultima spinta sulle ginocchia atterrai a qualche passo da lui, che con le braccia incrociate al petto continuò a fissarmi dietro ai suoi occhiali da sole.

-Bene, puoi prenderti una pausa!!- mi concesse poi, iniziando a parlare con un altro ragazzo, forse un suo compagno di classe o conoscente. Non mi azzarderei a dire amico, dato che credo che uno così non abbia amici per quel suo infimo caratteraccio che si ritrova.

Io intanto mi sedetti sulla panchina che concedeva un’ottima visuale su tutta la piscina e su tutti i ragazzi. Frattanto che mi posi l’asciugamano sulla testa per asciugarmi i capelli sentì sedersi accanto a me due ragazze, anch’esse del primo anno. Con un tono di voce tipico di due galline iniziarono a fare commenti poco decenti sul mio sensei, studiando ogni singola parte del corpo che egli mostrava a quelle due. Sembravano due avvoltoi che osservavano da lontano il cadavere della loro preda andare in putrefazione, prima di lanciarsi addosso per finirla a beccate. Sorrisi istintivamente alle sciocchezze che stavano dicendo quelle due, che come ingenue credevano che Shirogane fosse il classico principe azzurro: dolce, affabile, affascinante. Si sbagliavano di grosso. Oltre ad essere un lurido assassino era stato anche cafone e irriverente. Doveva capire che nella vita nulla gli sarebbe stato concesso solo per il suo bel aspetto e per il nome che portava. Non doveva montarsi la testa solo perché aveva un bel faccino o perché era bravo. Nella vita bisognava lottare per ottenere qualcosa. Io l’ho sperimentato sulla mia pelle e anche lui avrebbe dovuto farlo in un qualche modo. Sì. Avrebbe lottato per rimanere in vita…

Gettando l’asciugamano sulla panca mi tolsi l’elastico dai capelli e me li strofinai cosicché potessero riprendere il consueto volume, ma nel momento stesso in cui stavo per rifarmi la coda, il nastro per capelli schioccò sulle mie dita, schizzando via e andando a scontrarsi con la gamba di un ragazzo che stava passando lì per caso. Lo vidi fermarsi e raccoglierlo, per poi guardarsi intorno per individuarne il proprietario. Un po’ goffamente mi avvicinai e lui mi sorrise. Un sorriso magnetico, dolce, premuroso che si intonava con la lucentezza dei suoi occhi nocciola, in contrasto con dei capelli neri, luminosi per via dei raggi del sole.

-Scusa…- borbottai, mentre lui mi porgeva l’oggetto incriminante di tanti fastidi.

-Di nulla, ma tu…- mi fissò dubbioso -Non sei per caso la kohai di Shirogane?- mi chiese poi, mentre io mi feci una coda di cavallo bella alta, mostrando le mie doti di parrucchiera.

-Sì, sono io. Mi chiamo Ichigo Momomiya!!- risposi con un enorme sorriso sulle labbra, porgendogli la mano aperta.

-Piacere mio, io sono Masaya Aoyama. Sono un compagno di classe di Shirogane!!- mi strinse dolcemente il palmo, mentre io mi perdevo nel suo sorriso. Era davvero magnetico, un sorriso dal quale era difficile staccare gli occhi di dosso. Personalmente sarei rimasta lì a fissarlo per ore, solo per vedere la dolcezza dischiusa in delle labbra così sottili e perfette. Dopo Shirogane, non avevo mai incontrato un ragazzo che potesse eguagliare la sua bellezza, anzi, lui al confronto di quell’assassino era… per - fet - to!! L’aiutava molto il suo buon carattere e la dolcezza che esprimeva tramite la sua voce profonda e sensuale.

Senza accorgermene arrossì come una miserabile bamboccia delle medie, restando incantata a fissare le sue labbra, senza mai staccare la mia mano dalla sua. Stranamente volli rimanere in quella posizione per tanto, tanto tempo, ma ahimè sentii una mano intrusa stringermi il polso e distaccarmi dal mio nuovo “amico”. Ebbi il tempo di scorgere la faccia seccata di Shirogane prima di ritrovarmi sott’acqua…

Quel bastardo mi aveva gettato in piscina!!

Riemersi ed andai a cercarlo con lo sguardo. Lo vidi chiacchierare seriamente con Masaya a qualche centimetro di distanza dal sua viso. Erano gravi in volto, anzi, il moretto sembrava essere divertito da quel che gli stava dicendo Shirogane.

Ma perché?

-EHI!!- urlai seccata verso di lui, ma pareva non mi avesse sentito, così decisi di nuotare fino al bordo e di fargliela pagare per la misera figura che mi aveva fatto fare davanti a quel bel ragazzo.

Nuotai fino a toccare le piastrelle del margine e quando alzai lo sguardo lo vidi sopra di me. Ma a differenza delle altre volte sembrava veramente irritato e… sì. Sembrava addirittura incazzato.

-La pausa è finita Momomiya!! Torna ai tuoi esercizi!!- non potei, anzi, non riuscii ad obbiettare sentendo il tono di voce che aveva usato. Non credevo che un tipo come lui potesse essere così crudele e freddo con le parole.

Nuovamente senza obbiettare, o portare in porto le mie premeditate azioni, nuotai fino all’altra parte della piscina, riemergendo e preparandomi per l’allenamento. Con lo sguardo cercai Masaya, ma quando non lo vidi tornai a saltare sui miei panelli bianchi.

 

Per tutta la mattina rimuginai su quel che era successo. Non riuscivo a comprendere il comportamento di Shirogane, forse aveva la luna storta, ma sapevo che dovevo chiedere scusa a Masaya per quel che era successo. Così mi informai e scoprii che l’ultimo anno nelle ore pomeridiane aveva una simulazione dell’esame di fine quadrimestre, ma dato che gli studenti del terzo anno erano in tanti, furono suddivisi in due classi. Faticai a trovare quella giusta, dato che non avevo nessuno a cui chiedere informazioni più precise. Per fortuna una delle due classi finì prima così che uno degli studenti fu così gentile da dirmi che Aoyama Masaya si trovava al terzo piano.

Così, ben presto mi trovai lì. Davanti alla porta dell’aula, mentre lo aspettavo annoiandomi a dismisura. Purtroppo la classe in cui stava aveva iniziato più tardi la simulazione per l’assenza del professore, così erano stati costretti a finire più tardi, ma finalmente vidi la porta aprirsi. Mi misi in piedi, staccandomi dalla parete ed andando a cercare tra i ragazzi (e ragazze) che stavano uscendo, il moretto. Finalmente lo vidi e lo salutai con un ampio gesto della mano. Appena mi vide mi sorrise con quelle sue dolci labbra e mi raggiunse.

-Hey! Che ci fai qui?- mi chiese gentilmente appoggiando la mano sul muro, proprio vicino al mio orecchio destro.

-Ecco vedi… io volevo scusarmi per questa mattina. Non so davvero cosa sia successo a Shirogane, ma non volevo di certo finire il nostro discorso in quel modo così ambiguo!!- lo vidi sorridere maliziosamente, mentre la sua mano libera si spostò verso la mia frangetta, spostandola leggermente.

-E tu sei venuta fin qui per dirmi questo?- chiese retoricamente, prima di spostare la mano dai capelli alla guancia, accarezzandola dolcemente e facendomi nuovamente arrossire -Che carina che sei. Non ho mai incontrato ragazze così dolci come te…- mi sussurrò, non appena fu abbastanza vicino al mio orecchio. Ora i nostri visi erano a qualche centimetro di distanza l’uno dall’altro e lui mi stava fissando intensamente. Contraccambiai, ma non appena fui sul punto di perdermi in quelle perle ambrate sentii una voce pungente…

-Ma che scenetta romantica!!- entrambi ci voltammo a fissare la figura che si era appoggiata sul muro affianco a noi. Era Shirogane. Se ne stava lì, immobile con le mani incrociate al petto e con gli occhi chiusi.

-Tu…- sussurrò poi, aprendo le palpebre ed andandomi a fissare severamente, come se avessi appena compiuta un reato capitale -Allontanati immediatamente da quello là!!- sgranai gli occhi non capendo a cosa si stesse riferendo, ma non appena volli controbattere a mia volta mi trovai già un polso stretto in una presa d’acciaio e Masaya che mi osservava allontanarmi con Shirogane.

Arrivati in un corridoio apparentemente vuoto mi sbatté sulla parete, bloccandomi ogni via di fuga con le mani.

-Che questa sia la prima e ultima volta che te lo dico: stai lontana da Masaya Aoyama!!- stette in silenzio, guardandomi con finta aria di sfida -E bada bene, questo non è un consiglio… è un ordine!!- detto ciò, quasi urlato che dir si voglia, mi diede le spalle allontanandosi da una me, completamente sotto shock.

Ora era ufficiale: non ci stavo capendo più nulla, ma non gliela avrei data vinta nemmeno morta!!

-Ehi!! Ma chi ti credi di essere per darmi ordini, eh?!- si volse a fissarmi, in silenzio. Il suo sguardo mi scrutava serio, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

-Tu non sei nessuno!! Sei solo un lurido assassino, l’assassino di mio padre!! Tu, non puoi darmi ordini!! Io faccio ciò che voglio, frequento chi voglio e non sarà di certo un lurido e arrogante componente della famiglia che ha distrutto la mia vita a dirmi cosa posso e cosa non posso fare!! Ti è chiaro, eh, Shirogane..?!-

 

 

Continua…

 

 

Oggi sono di poche parole, so solamente che questo capitolo darà fastidio a molti di voi, perciò invece di perdermi in chiacchiere (o sfottamenti xDD muahahaha!!), passerei subito a voi.

liliana87: grazie mille, sei sempre così cara!! ^///^ me happy!!

Sikky: muahahahaha!! Mi è venuto in mente quel confronto perché mi ero ricordata che avevo due portachiavi di quel genere (un delfino e poi un porcellino), al primo andavano fuori gli occhi, all’altro… beh, partiva da dietro!! xDDD Comunque grazie mille del commento Sikuccia, a presto.

lala_g: (extra – “Tainted Love”: O_O;; Ehm, che dire… le tue parole mi hanno sconvolta [in senso buono], sei molto profonda e ti auguro anch’io che un giorno tu riesca a leggere la fan fiction come me l’ero immaginata io. È molto duro leggere storie nel modo in cui l’autore avrebbe voluto farle leggere al pubblico!! ^O^) suvvia!! °° Non disperiamoci per nulla!! Ichi merita di soffrire un po’ (ma anche tanto xDD). Comunque grazie mille del commento. Bacio.

susisango: invece noi speriamo che con l’andare dei capitoli tu rimanga coinvolta dalla storia. Pur tuttavia ti ringraziamo del commento!! ^O^

p_chan: “Diciamocelo, abbiamo tutte cominciato a leggere la fic per arrivare a questo... ;-P E voi, ben sapendolo, l'avete messo nel riassunto introduttivo, facendoci 'penare'” ma dico io: come fai ad essere così perspicace?? xDDDD Muahahaha!! Incolpa me, la piccola furbacchiona!! ** Comunque grazie mille e prego, figurati!! xDDD Questo ed altro per te!! Hehehe, per la tua adorata Zakuro, dovrai penare ancora un po’!! Muahahahaha!! °° Un sadico saluto!! ^.-

kikka: hehehe, grazie e non preoccuparti. Commenta quando ne hai la possibilità!! ^.- Saluti!!

Alex: non c’era bisogna di dirlo, anche se non l’avessi scritto avrei risposto comunque. Ma prima di passare alla mia personale risposta, la mia collega Izayoi007 ti ringrazia dal profondo del suo cuoricino, rallegrato e felice, gioioso e spensierato per la sincerità smisurata che hai dimostrato nel commento; lei ama la sincerità!! ^O^ Ora passo a risponderti: mi pare che sia ovvio a tutti che questa storia non segua né l’anime e né il manga, dato che è una AU e una OOC (nel caso in cui non sapessi cosa significano le abbreviazioni, puoi trovare le risposte nel capitolo “Became ninja” oppure sulla Guida alla pubblicazione del sito). Difatti io (Pfepfer) non amo più le fan fiction che a quanto pare tu apprezzi. Ormai mi hanno stufato le lotte contro gli alieni ai quali si è rotta la navicella, gli scontri con i nuovi nemici, le vite concluse dopo il progetto mew-mew e altro ancora, perciò la maggior parte delle mie fan fiction sono in stile AU e OOC (quelle poche, che non sono contrassegnate da questi due simboli, parlano di sentimenti in generale con lo svolgersi delle cose in un tempo non definito). Ma la cosa che mi preme di più è questa: se a te piacciono le storie con gli alieni, l’acqua mew, le trasformazioni, ecc…(da quel che ho capito io dal commento) perché leggi storie che sicuramente non seguiranno la storia di base? (c’è scritto nell’introduzione, sotto la voce “Note”). Passando oltre, io e la mia collega ci chiediamo cosa tu intenda con: “vi ci vuole più tecnica e poi non mi piace il vostro modo di scrivere”. Speriamo di ricevere delucidazioni nel prossimo commento. Saluti!! ^w^

Hermy6: (extra – “Tainted Love”: grassssie cugi!! Molto zientile!! °O°) spiritosona!! xDD Comunque la mia collega ci tiene a dire che è stata lei a voler che specificassi che eravamo in due!! ^O^ Passando oltre, grazie e come ho già detto… muahahaha!! Scoprirai più in là qual è la subdola relazione che lega Zakuro a Ryou!! Muahahaha!! ** Saluti cugi!! >.<

Ichigo12: ma ciauu!! Ma figurati cara, commenta quando ne hai la possibilità!! ^O^ (sbaglio o sto diventando ripetitiva?? O.ò?) Comunque grazie mille per il commento ed.. eh sì, ancora poco mancava che il cervello di Ichigo rimanesse alla Bahamas!! xDD Continua a seguirci!! Baci!! ^.-

 

Saluti vivissimi da Pfepfer e Izayoi007!! J


 

 

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Capitolo 6
*** My deep inside #1 ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Sesto capitolo:

My deep inside #1

 

 

 

Che silenzio maestoso regna in questa coltre di tenebre.

Mi avvolgono così dolcemente, quasi volessero inghiottirmi con la loro crudeltà.

 

plicplic

 

Che cos’è questo rumore fastidiosamente incessante che mi martella il cervello?

 

plicplic

 

Che cos’è questo profumo così pungente che mi sta straziando le narici?

 

plicplic

 

È forse… sangue…?

Sì. Lo vedo. È sangue.

Liquido rosso, denso, che odora di un’irritante aroma di metallo.

Mi sta avvolgendo tutto, tingendomi di quel tanto odiato colore che non posso e non voglio scorgere.

Chiudo gli occhi. Fermo il respiro. Tappo la bocca.

Non serve.

Sto soffocando.

Sto sparendo…

 

No sleep /  Non dormirò
No sleep until I'm done with finding the answer / Non dormirò fino a quando non avrò trovato la risposta
Won't stop / Non mi fermerò
Won't stop before I find the cure for this cancer / Non mi fermerò prima di aver trovato la cura per questo cancro

 

-Mamma?!- chiamò un bambino dai magnetici occhi azzurri e dai stupendi capelli dorati. La donna, dal suo stesso aspetto, si volse a guardarlo incuriosita, pur non smettendo di sorseggiare il suo prezioso tè ai frutti di bosco.

-Sì? Cosa c’è Ryou?- il piccolo chinò la testa, iniziando a giocare con i bordi della maglietta che stava indossando -Posso andare a giocare con gli altri bambini al parco?- chiese supplichevole, con una vena di tristezza nella voce, forse già conoscendo la risposta della donna, che gli arrivò quasi subito:

-Mi dispiace tesoro… Lo sai che papà non vuole che tu perda tempo a giocare. Vai a studiare, su!!- l’unica cosa che fece il bambino è dare la schiena alla madre ed andare in camera sua.

Piangendo.

 

Sometimes I feel like going down, I'm so disconnected / A volte mi sento come se affondassi, mi sento così incoerente
Somehow I know that I am haunted to be wanted / In qualche modo so di essere tormentato perché sono ricercato

 

Fermate il sangue che sta scorrendo.

Fermate la mia caduta.

 

I've been walking, I've been waiting / Ho camminato, ho aspettato
In the shadows for my time / Nell’ombra, per tutto il mio tempo
I've been searching, I've been living / Ho cercato, ho vissuto
For tomorrows all my life/ Per il domani, per tutta la mia vita

 

Una cena tranquilla in famiglia.

Famiglia. Che parola assurda per definire due persone dietro ad un tavolo. Un figlio e una madre abbandonati dal resto dei parenti.

-Mamma?!- chiamò un bambino biondo. L’unica risposta della donna fu quella di alzare il capo e di andarlo a fissare.

-Perché non posso andare a scuola come tutti gli altri bambini?- chiese, mentre lei sorrise affabilmente, prima di esprimere verbalmente la sua eterna condanna:

 -Perché sei un Shirogane, tesoro!!-

 

They say that I must learn to kill before I can feel safe / Dicono che debba imparare a uccidere prima di sentirmi sicuro
But I, I'd rather kill myself than turn into their slave / Ma io, io preferisco suicidarmi piuttosto che diventare uno dei loro schiavi

 

Fermate la mia scomparsa da questo mondo.

Salvatemi da questa vita.

 

Il dolce suono di una foresta. Il fruscio delle foglie, il suono assordante di tutti gli animali boschivi che vi ci abitano.

Due figure vestite in modo tale da mimetizzarsi, padre e figlio, entrambi con un fucile in spalla.

Si accucciano ed osservano un’intera famiglia di cinghiali pascolare sulla prateria. Una femmina con i piccoli che come le palline impazzite nel flipper saltellano di qua e di là, sotto la severa protezione della madre.

-Avanti, prendi la mira e sparale direttamente nella fronte!!- queste furono le parole che il capofamiglia dei Shirogane sussurrò al figlio minore, Ryou, che ora stava prendendo la mira, rimanendo però immobile.

-Che fai? Sparale!- ordinò il padre, mentre il figlio rimanevo fermo, duro come una statua di marmo.

-Sparale ho detto!!- ed ecco che un colpo partì, ma a vuoto, facendo fuggire l’allegra famigliola.

Il ragazzo chinò la canna del fucile, come la sua testa, prima di sentirsi una guancia bruciare dal dolore.

Il suono dello schiaffo echeggiò tutt’intorno.

-Sei la vergogna di questa famiglia, Ryou!! Se non sei capace di eliminare un insulso animale, come farai ad uccidere un uomo?- silenzio, privo di sentimento -Sei una nullità!!-

 

Sometimes I feel that I should go and play with the thunder / A volte sento che dovrei andare a giocare con il tuono
Somehow I just don't wanna stay and wait for a wonder/ In qualche modo voglio solo non stare ad aspettare un miracolo

 


I've been walking, I've been waiting/ Ho camminato, ho aspettato
In the shadows for my time / Nell’ombra, per tutto il mio tempo
I've been searching, I've been living / Ho cercato, ho vissuto
For tomorrows all my life / Per il domani, per tutta la mia vita

 

Finalmente tutti, tutti i componenti della famiglia Shirogane sono riuniti a tavola. Stranamente, nessuno aveva un qualche impegno più importante da eseguire.

-Allora Ryou, come va all’accademia Kuroyuki?- la madre era sempre stata la prima a rompere i sinistri silenzi in quella famiglia, lei era sempre stato un tipo un po’ vivace e spensierato.

-Bene…- lui invece è sempre stato una persona di poche parole, non aveva mai nulla di importante da dire.

-Tsk!! Per quel che devo pagarla deve andare bene, anche se… all’età di sedici anni non ha ancora ucciso nessuno!! E pensare che sua sorella ha sgozzato la sua prima vittima all’età di quindici anni e guarda caso non le sono servite stupide scuole!! Si vede chi in questa famiglia ha del talento e chi è soltanto un peso per tutti!!- lui, il padre, quello più severo, quello che ama alla follia la figlia e quello che odia a dismisura il figlio, che a dire suo, è l’essere meno portato per portare avanti la tradizione dei Shirogane

 

Lately, I've been walking, walking in circles /  Ultimamente sono entrato, sono entrato in un circolo vizioso
Watching, waiting for something / Cercando, aspettando qualcosa
Feel me, touch me, heal me / Sentimi, toccami, guariscimi
Come take me higher / Portami più in alto

 

-Se sono una nullità, perché mi costringi a diventare un miserabile ninja?- urlò lui, il ragazzo di poche parole.

-Perché non si è mai visto uno Shirogane fare il medico!! Tu porterai avanti la nostra tradizione ad ogni costo!! Anche se l’idea mi disgusta, tu sei l’erede della mia famiglia… quindi, tu, diventerai un killer e non uno stupido idiota che cura la gente!!- rise, sadicamente -Tu non salverai le persone, le ucciderai!!-

 

plicplic

 

Basta!!

 

-Hai ucciso mio padre… ASSASSINO!!-

 

No!! Non è vero!! Basta!!

 

Sei solo un lurido assassino, l’assassino di mio padre!! Tu, non puoi darmi ordini!! Io faccio ciò che voglio, frequento chi voglio e non sarà di certo un lurido e arrogante componente della famiglia che ha distrutto la mia vita a dirmi cosa posso e cosa non posso fare!!

 

Cosa credete?!

Che solo perché io porto il loro stesso nome possa essere giudicato come loro?

Come una persona senza cuore, crudele, fredda?

Quando capirete voi, stupidi ed insulsi esseri umani, che io sono stato costretto a questa vita?

Quando capirete che io volevo aiutare la gente, diventando un medico, anziché togliere la linfa vitale, diventando un killer?!

Questa vita non mi appartiene.

Io non vivo.

Io sono morto, lentamente, dentro.

Non vivo più di ricordi, non vivo più di illusioni, non vivo più dei miei futili sentimenti.

Sono stanco di portare una maschera… perché nessuno lo capisce?

Perché vi ostinate a dipingermi come il male su questa terra?

Forse avrò anche io il diritto di vivere un attimo in pace o questo, o questo nome è la mia perenne condanna?

Quando qualcuno mi accetterà per quel che sono e non per quello che rappresento?

 

I've been walking, I've been waiting / Ho camminato, ho aspettato
In the shadows for my time / Nell’ombra, per tutto il mio tempo
I've been searching, I've been living / Ho cercato, ho vissuto
For tomorrows all my life / Per il domani, per tutta la mia vita

 

Io non sono così.

Io non sono come loro, non voglio essere come loro.

Non voglio essere spietato, senza cuore, privo di sentimenti, un assassino… ma allora perché è questo ciò che sto diventando?

 

I've been watching / Ho guardato
I've been waiting / Ho aspettato
I've been searching / Ho cercato
I've been living / Ho vissuto
For tomorrows / Per il domani

In the shadows / Nelle tenebre

 

Quando qualcuno mi accetterà per quel che sono e non per quello che rappresento?

Quando per voi, insulsi esseri umani privati dell’affetto dei vostri cari defunti, mi considererete solo Ryou e non quell’assassino di Shirogane?

Vi prego… aiutatemi.

 

In the shadows / Nelle tenebre

I've been waiting / Ho aspettato

 

La mia vita è come un incubo da cui non riesco più a svegliarmi.

 

 

Continua…

 

 

Salve lettori adorati. Prima di tutto mi vorrei scusare per il ritardo, ma ho seri problemi col pc che si spegne inaspettatamente, ahimè devo usare il computer di mio padre. Ma passando oltre… vorrei specificare che la canzone riportata nel testo (PoV Ryou) è dei The Rasmus – In the shadows. Ed ora, passo a voi!!

liliana87: era ironico quel “mi mancava Masaya”?? xDD Comunque grazie mille dei complimenti, continua a seguirci.

Sikky: muahahaha!! Me essere tentata di dirti quale versione del tuo ponderare sia giusta, ma non posso!! >.< Comunque grazie mille, sai che mi piacciono le similitudine cretine!! xDD Mi diverto!! (O.O” ti riferivi al moscerino… vero? O_O;;). Ancora tante grazie!! Bacio!! ;*

lala_g: ti fa ridere la – breve – vita di un piccolo, insignificante moscerino che diventa una frittata sul parabrezza di una macchina?? Muahaha!! Anche a me!! xDD Comunque comprendo i tuoi sentimenti (Masaya) e i tuoi dubbi amletici (to be or not to be? xDD), ma dovrai pazientare affinché tutti i nodi vengano al pettine! ^.- In ogni caso un grosso grazie per i complimenti!! ^O^

Geo88: non ti preoccupare e non inchinarti… PROSTRATI ai nostri piedi!! è.é Hehehe!! ^O^ Comunque come ben sai, tutte le fan della coppia Ichigo/Ryou si fanno la stessa tua domanda!! U_U” Grazie anche a te, saluti.

susisango: muahahaha!! Lo scoprirai più in là (anche se sembrerà che ci siamo dimenticate del “rapporto” Masaya/Ryou, don’t worry. La spiegazione avverrà in seguito, non tutto dev’essere scoperto subito!! ^.-). Grazie anche a te, bacioni!!

Pichan: anche tu non preoccuparti, comunque lo sappiamo (infatti perché odio Masaya? Perché NON ESISTE un essere umano così perfetto nella vita reale!! ò.ò). Ciononostante, grazie mille!! ^O^

Alex: ho capito che, praticamente, la pensiamo in modo completamente differente. Comunque grazie mille per aver espresso la tua opinione riguardante la storia. Saluti.

heiji hattori: una nuova lettrice!! ^O^ Grazie mille e… per non ricadere nelle ire della mia collega, vorrei ricordati che siamo in DUE a scrivere la fan fiction. Baci!! ^.-

p_chan: *me osserva commento di p_chan* … *me si gratta il ciapet* … quale dovere abbiamo? Morale? xDD Muahahaha!! Perspicace come sempre – per il resto intendo!! ^.- Comunque grazie mille, hai perfettamente capito il nostro dolore nello descrivere quell’essere di dubbia sessualità!! Ç.Ç Siamo commosse dalla tua comprensione, grazie per tutto!! xDD

Hermy6: (extra: Tainted Love – ma grazie cugiiiiiiii!! >.<) lo sappiamo, ma non vogliamo di certo fare discriminazioni sui personaggio, perciò il nostro Masaya è stato descritto in quella maniera. Grazie ancora cugi e… continua a seguirci!! ^O^

Gaia: amore!! ** cucciola!! ** ma ciao!! *O* Lo so che odi Masaya, ma porta pazienza!! ^O^ Grazie eh, per il commento!! >.< Che tenera che sei!! Il mio purceddu rosa!! xDDD *I’m in delirium-mode* ^.-

 

Saluti da Pfepfer & Izayoi007!! J

 



 



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Capitolo 7
*** Mystery ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Settimo capitolo:

Mystery

 

 

Non compresi mai il perché, ma improvvisamente mi ritrovai, per la terza volta in quella giornata, letteralmente gettata contro il muro, quasi fossi un sacco da box con cui i pugili generalmente si allenano. Da quella prima volta che mi aveva aggredita verbalmente ne seguirono altre. Questa era una di quelle.

-Stai zitta!!!- mi sibilò il mio sensei a pochi centimetri, forse addirittura millimetri, dal viso. Certo, anche io mi sarei spazientita se ogni giorno mi fossi sentita dire sempre le solite cose, ma non sapevo in che altro modo controbattere se non offendendo la sua famiglia e pretendendo la libertà che mi era dovuta sin dalla nascita.

-Tu non sai nulla di me e della mia famiglia. Nulla!! Quindi limitati a fare come ti ho ordinato, ed in silenzio!!- potevo sentire il suo fiato sulla mia bocca e il respiro irregolare, dettato dalla rabbia, che si infrangeva sulle mie labbra come le onde del mare contro gli scogli.

Probabilmente, come al mio solito, arrossii fino all’inverosimile ed il cuore prese a battermi ad una velocità sovrumana. Forse non del tutto per l’emozione di trovarmelo lì, sbattuta sul muro con il suo corpo che si aderiva al mio, ma maggiormente per la sua espressione furibonda e infinitamente triste allo stesso tempo. Non avrei mai creduto che due sentimenti così distanti, come la rabbia e la tristezza, si potessero riscontrare contemporaneamente in un essere umano, ma ora vedendolo, ne avevo la prova certa. Poteva accadere.

I suoi occhi, ora che potevo osservarli con attenzione, mi parvero due oceani in tempesta ed i miei ci si persero come una barca in balia di essa, trascinati dalla corrente delle sue forti emozioni che si intravedevano così nitidamente, che quelle perle azzurre sembravano di cristallo per essere così trasparenti.

Non ebbi il tempo di replicare nulla che lui si staccò lasciando il vuoto sulla mia pelle che però reclamava la sua presenza, nonostante tutto. Ma mentre il mio corpo stava reagendo chimicamente alla nostra separazione, lui, dandomi le spalle con le mani in tasca, quasi non fosse accaduto nulla di rilevante, si allontanò sparendo lungo il corridoio. Senza più forze, abbandonatemi nel momento in cui lui si era tirato indietro, come se le avesse trascinate via con sé, mi lasciai scivolare lungo la parete, fino a toccare il freddo pavimento della scuola con il sedere. Nonostante le apparenze, dentro di me un turbinio di emozioni negative si stavano infrangendo contro il mio cuore.

Stavo ribollendo dalla rabbia.

 

Maledetto Shirogane!! Come si permette di darmi ordini?! Questa volta non l’avrebbe passata liscia, ancora non aveva capito con chi aveva a che fare: voleva la guerra? Sì? Ebbene, l’avrebbe avuta!

Decisa ad attuare il mio piano di vendetta per tutte le volte che la mia povera schiena fu sbattuta su di un muro freddo in mezzo ad un corridoio deserto, anche quel giorno, mi recai alla classe dove gli alunni dell’ultimo anno partecipavano alle lezioni inerenti alla preparazione per gli esami e mi appostai fuori dalla porta, in attesa che concludessero in modo tale da poter incontrare Masaya quando fosse uscito.

Non dovetti attendere molto: pochi minuti dopo lui e il resto della classe vennero fuori.

Con un cenno del capo e un piccolo richiamo, lo attirai a me. Come previsto, quando mi vide mi sorrise in modo veramente dolce e mi si avvicinò velocemente, per non perdere tempo.

-Ancora tu? Cosa c’è questa volta, piccola? - mi domandò in tono ironico, mentre con un delicato gesto della mano mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Inutile dire che arrossì come un pomodoro maturo.

-Ecco, io… volevo solamente vederti!- confessai, imbarazzata come mai in vita mia. Non ero di certo abituata a fare certi discorsi ad un ragazzo, per lo più così carino.

Lo vidi sorridermi teneramente e avvicinarsi maggiormente alla mia figura.

-Devo ammettere che mi piaci davvero molto…- mi sussurrò, rendendomi felice come poche volte in vita mia, dopotutto non avevo mai sentito parole più gentili essermi sussurrate all’orecchio in una scuola. Se possibile arrossì ancora di più per l’agitazione di trovarmi così a stretto contatto con lui.

Stavo per rispondere con un altro complimento rivolto a lui, ma mi accorsi che alle sue spalle, Shirogane ci guardava con il fuoco negli occhi. Come più e più volte aveva fatto in questi giorni.

Ecco il momento più opportuno per effettuare il mio piano diabolico, ponderato da ore immemorabili.

Senza nemmeno pensare alle probabili conseguenze di quel gesto, ma solo desiderando la mia piccola vendetta per tutte quelle volte che avevo fatto delle figure da stupida imbecille davanti a Masaya e al resto della scuola, mi lanciai tra le braccia del moretto stringendo con le mani il colletto della camicia. Deglutendo a fatica e sentendo le mie guance, come tutto il mio corpo, andare a fuoco decisi di proseguire con il mio piano, così premetti le mie labbra contro le sue in un impeto che non credevo di possedere. Sembrava che la persona che stava compiendo quel gesto non fossi io, come se fossi una semplice spettatrice che osserva estasiata la scena clou di un film romantico.

Ma fu solo un semplicissimo bacio a stampo, due labbra una sopra l’altra, privo di qualche altro sentimento più profondo e coinvolgente, però dovetti ammettere che non mi dispiacque affatto. Forse, perché era il mio primo “bacio”?

Quando mi staccai da lui e riaprì gli occhi per godere nel vedere l’espressione allibita di Shirogane, del bel biondo non vi era nemmeno l’ombra. Se n’era andato. Ma in compenso alla mia stupidità mi rimase solo l’imbarazzo creato dallo sguardo sorpreso di Aoyama, che mi fissava quasi fossi un fantasma che lo stava perseguitando. Sorrisi in modo ottuso per sciogliere il ghiaccio e la tensione per quel gesto insulso.

-Che audacia!- disse, non appena ebbe ripreso un po’ di favella, con un sorrisetto malizioso dipinto sulle labbra sottili. In quel momento mi sentii veramente una perfetta imbecille per quel che avevo fatto poco prima.

-Ehm, scusami. Mi dispiace…- mormorai impicciata, non riuscendo nemmeno a sostenere il suo sguardo per la troppa vergogna.

-No, no. Non fraintendermi. Mi è piaciuto!- ammise, accarezzandomi delicatamente una guancia arrossata -Anzi, che ne dici di uscire qualche volta? Io e te soli?- mi propose semplicemente con quel dolce e magnetico sorriso sulle labbra, quello capace di sciogliermi come se fossi un semplice pezzetto di burro.

Non sapendo che rispondere, meglio dire: non riuscendoci minimamente, annuì semplicemente.

-Va bene, allora ci vediamo questo venerdì alle quindici davanti all’entrata della scuola, ok?- aggiunse. Annuì nuovamente, incapace di pronunciare alcun suono a causa dell’emozione che si era impossessata di me per quel che mi stava capitando: avevo un appuntamento con Masaya Aoyama.

 

Okay, forse non avrei mai dovuto lanciargli una sfida senza tenere in considerazione il fatto che lui, essendo il mio sensei, aveva il coltello dalla parte del manico.

Questa consapevolezza mi sfiorò il cervello solamente mentre facevo il ventiquattresimo giro di corsa, con due pesi ai polsi e due alle caviglie da quattro chili ciascuno, attorno alla scuola che, tanto per rendere l’idea, solo parlando dell’edificio in sé senza piscine e palestre esterne, per percorrerne il perimetro, occorreva fare intorno ai tre chilometri.

Senza forze e senza più percepire i muscoli delle gambe, sembrava che il mio corpo iniziasse dall’ombelico in poi, mi accasciai a terra, guardandomi intorno, nella speranza di non essere vista da Shirogane.

-Momomiya!! Si batte la fiacca, eh?!- neanche il tempo di concludere il precedente pensiero che me lo ritrovai davanti con le mani sui fianchi e quell’aria da cane rabbioso che lo rendeva davvero insopportabile ai miei occhi.

-Sono stanca morta. Ho le dita dei piedi che sembrano dei wurstel cotti al vapore!!- replicai gridando e gettando a terra i pesi che tenevo legati ai polsi.

Finalmente un po’ di sollievo, anche se la pesantezza che invadeva ogni fibra delle gambe non sarebbe scomparsa tanto facilmente e nemmeno in un giorno. Ero certa che i dolori sarebbero continuati a tormentarmi anche per metà della settimana successiva.

-Non mi interessa se sei stanca. Non mi pareva che lo fossi stamattina mentre ti scambiavi dolci effusioni con Aoyama!- ribatté furibondo.

-Ti ripeto che io faccio quello che voglio!! Non puoi impormi certe cose!!- gridai piccata per questo spasmodico interessamento nei miei confronti.

-Io invece ti ripeto di stare lontana da Aoyama!!- non aveva mai alzato così tanto il tono della voce con me. Sicuramente se lo era sentito fino alle aule.

Ne rimasi letteralmente shockata.

Probabilmente se avessi avuto un paio di orecchie canine mi si sarebbero abbassate all’istante e la mia espressione doveva essere tutto meno che allegra e contenta.

Lui mi sembrò incredibilmente alto e grande, più di quanto lo fosse normalmente almeno.

-Ed ora riprendi a correre! Ti mancano ancora settantasei giri da fare! E poi devi fare altri esercizi sui pannelli!!- mi comunicò, allontanandosi e lasciandomi lì, come una povera stupida. Purtroppo faticai ad alzarmi perché ormai i muscoli avevano messo in circolo l’acido lattico.

Per il resto del tempo non feci altro che eseguire gli esercizi rimanenti in assoluto silenzio, come succedeva ormai da diverso tempo.

Era inutile, non riuscivamo proprio a trovare un punto d’incontro, saremmo rimasti per sempre due universi distanti e completamente differenti.

Certo, devo ammettere che nemmeno io mi sforzavo molto per cercarlo, ma lui non era decisamente da meno; si dava un gran da fare per farmi irritare sempre di più. Sembrava quasi che si divertisse a torturarmi psicologicamente.

Comunque non riuscivo proprio a spiegarmi la sua particolare avversione per Aoyama, per quanto tentassi di trovare un valido movente, proprio non vi riuscivo. Naturalmente poi lui non è che mi aiutasse con il suo essere così scarsamente loquace e irritantemente irriverente .

Con molta probabilità, ne sapeva qualcosa la mia compagna di stanza. Così decisi di parlarle quella sera stessa. Dovevo pur scoprire il mistero che si celava dietro Masaya ed a Shirogane.

-Aoyama, eh?- mi fece, con sguardo freddo, glaciale, quasi privo di espressione, mentre seduta sul divanetto della nostra stanza si passava un olio emolliente sulle gambe, dopo la consueta doccia serale.

-Esatto Zakuro san, ne sai qualcosa?- la sua espressione si fece ancora più seria e mi squadrò da capo a piedi, quasi con un ghigno schifato sulle labbra.

-Perché vuoi sapere di lui?- arrossii e chinai il capo, cercando di non farle notare il colorito vermiglio che imporporava le mie guance ormai abituate a questi sbalzi di temperatura corporea.

-Beh, l’ho conosciuto qualche giorno fa ma Shirogane mi ha ordinato di non frequentarlo…- spiegai laconica, mentre rialzavo lo sguardo per guardarla meglio.

-Capisco. Beh, io non ti dirò nulla, se vorrà lo farà lui!- ribatté antipaticamente, mentre io gonfiai le guance indispettita, come un criceto quando si riempie la bocca di cibo e sbuffai come una ciminiera.

-Comunque ti dico una cosa, un consiglio che mi diede tanto tempo fa un monaco: non devi mai fidarti di chi alle apparenze sembra una persona gentile e buona di cuore, quelle di solito sono le persone peggiori. Fidati invece di chi, trasmette un’aura egoista e che senza peli sulla lingua ti dice le cose in faccia, quelle persone generalmente fanno ciò che fanno per il tuo bene e sono proprio loro che hanno un cuore capace di amare il prossimo…- dicendo ciò sparì nel bagno, lasciandomi perplessa in mezzo alla stanza.

 

 

Continua…

 

 

Ahahaha!! [… continuo a ridere per altri dieci minuti …] xD

Già mi immagino le vostre facce alla lettura della prima parte… Ma poveri ciccini miei!! Riprendetevi!! é.è Hihihi, che bastard inside che sono!! Godo della vostra sofferenza!! °-°” Ma, evitandomi clamorosamente… xDD

Prima di passare a voi vi vorrei avvertire che nonostante abbiamo già fatto 12 capitoli (ahahahaha, come godo!! xDDD) ritarderemo nell’aggiornare perché io (PFEPFER!! è.é) esigo essere avanti col lavoro per non rischiare di finire come l’ultima volta – no comment – e perciò, dato che la mia somma collega ha problemucci col pc (°-° ma che è? Un epidemia di pc? °O°), finché non arriveremo a metà dei capitoli pubblicati (esempio: è stato pubblicato il sesto capitolo, ma noi ne avevamo già scritti dodici) questo, per il momento, sarà l’ultimo aggiornamento. Non so se vi è chiaro…? O.ò

Zoe93: toh, una nuova commentatrice? ^O^ Ma grazie cara, siamo liete che ti piaccia (eh sì, siamo in due a scrivere… xDD) la nostra fan fiction. Saluti.

liliana87: allora suppongo che quello che ho sopraccitato sia, per te, vero?! Muahaha!! Soffri!! ** … Naaa!! Dai che ti passa tesoro!! ^O^ Grazie dei complimenti ciccina, sempre felici di riceverne!! ;)

black_angel: grazie!! >< Quanto sei gentile!! *O* Continua a seguirci, mi raccomando!! Baci.

heiji hattori: ehehe!! Scoprirai man mano il suo passato, la sua psiche e via dicendo. Personalmente credo che sia meglio progredire con calma (non troppa però xD) che affrettare le cose. Comunque grazie mille cara!! ** Bacini!!

Sikky: my low!! ** ehehehe!! Contorta? Ma cosa ti viene in mente… ehehehe!! xDDD Ryouccio è tanto teneroso!! >< In seguito vorrai coccolarlo, vedrai!! ** Muahahaha!! … O.ò non so voi, ma mi sento bastarda oggi… O.ò…

Va bè, ignorandomi, grazie mille del commento. Salutoni coccolosi!! :*

Pichan: Ç_Ç  compatiscilo!! COMPATISCILO!! è.é

Già, povero piccolo Ryou, ma bada bene che se tu credi di aver visto il peggio… ti sbagli di grosso!! Non conosci la nostra sadica pazzia!! ** Muahaha!! ** Comunque grazie anche a te!! Baci!! ^O^

Gaia: =.=” simpatica come una pianta di cactus ficcata su per il c- °O° opalala!! Stavo per offendere la mia lepre preferita!! Pardon mua mademoiselle!! u.u” Comunque, dicevo… STA ZITTA!! è.é Per colpa tua Pfefy è di nuovo qui!! è.é È tutta colpa tua, hai aperto il vaso di Petra e hai fatto uscire il male in persona!! … O.ò… Okay, stop. Finiamola qui!! °-°” Tesoro, grazie del commento. Baci!! °° - mi faccio paura da sola - °°;;

lala_g: cosa cosa cosa? Ogni dubbio? Anche quello che riguarda Masaya? Ma davvero? E cosa hai concluso? Dimmi!! xDD (se nel caso tu avessi veramente un’opinione sul rapporto Ryou-Masaya, faccelo sapere!!). Ciononostante ti ringrazio per il commentuccio, merci!! ^O^

susisango: l’unica cosa che ti posso dire, oltre a grazie (!!), è quella di ripeterti di stare bona!! °° Hehehe!! xD Baci cara!!  

p_chan: prima di risponderti decentemente: da quand’è che Masaya ha cambiato sesso? xDDD Okay, sembra una donnina isterica qualche volta, ma arrivare a una cosa così radicale… Ahahaha!! Ti giuro che non ho smesso di ridere per almeno 5 minuti!! xDDD O mammina santissima!! xDDD

Okay, calmiamoci… (ahahah!! Ma la sorella di Ryou sarà mica Masaya? muahaha!! xDDDD) Io, personalmente non mi offendo. Hehehehe!! *in gongol-mode* Comunque, che dire… °°” a parte che mi son persa nella mia stupidità… ‘petta che ritorno a leggere il comme… … … … <= leggo piano!! xDDD Ah, ecco!! Mancava il consueto ringraziamento!! xDD Graaaaazie tesoro, siamo felici che ti sia piaciuto!! Hehe. Baciotto!! ;*

Hermy6: chi o che cosa ti fa credere che a tirarlo su sarà Ichi? xDD Ahaha!! *-* Non mi esprimo oltre *-* ti ringrazio solamente *-* grazie cugi (xDDD) *-* ci sentiamo presto *-* bacini!! *O*

Ichigo12: °°;; se lo sapessi te lo direi!! xDD Comunque davvero hai trovato sorprendente Ryou con il suo voler diventare medico? O.ò? Boh, forse sarò io, ma mi sembra così ovvio… xDDD Mah, chi mai scoprirà i misteri del mio cervello? … Se vuoi saperlo (credo e spero di no!! °O°) non ti resta altro che continuare a seguirci (credo e spero di sì!! xDD). Grazie ancora, cara. Ciauuu!! ^O^

 

And now… Byeeeee!! xDDD

Pfepfer & Izayoi007!! J <= ormai è il nostro simbolo questo smile!! xDD

 

 

 

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Capitolo 8
*** Obsession ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Ottavo capitolo:

Obsession

 

 

Solo in seguito mi fu riferito che il giorno dell’appuntamento con Masaya era libero. Per dirla tutta avevamo a disposizione tre giorni (venerdì, sabato e domenica) per far visita ai nostri genitori. Dato che la maggior parte degli allievi veniva da Tokyo non avevano problemi, ma io abitavo più lontano e per far visita a mia madre avrei impiegato più di un giorno e mezzo. Se fossi partita non l’avrei nemmeno potuta salutare come si deve che sarei già dovuta andare, così decisi che i due giorni li avrei passati in relax in camera mia, magari studiando un po’.

Per l’appuntamento avevo optato per qualcosa di semplice. Una maglia a maniche lunghe rosa, col collo abbastanza alto e con una finta cintura cucitaci sopra di un arancione ramato che al lato sinistro pendeva fino a metà coscia. Minigonna jeans dal classico colore blu che arrivava fino le ginocchia e stivaletti color beige, stretti da inconfondibili lacci neri. Per l’acconciatura ci avevo impiegato un po’ più di tempo. Mi ero pettinata in modo tale da stringere ai lati delle orecchie due piccoli codini molto bassi e siccome il ciuffo della frangia svolazzava incontrollato, l’avevo bloccato ad un lato con un fermaglio. Per ogni evenienza, oltre alla piccola borsetta, presi anche una giacca jeans nel caso in cui la giornata fosse risultata più fredda del previsto.

Stavo camminando su è giù davanti l’entrata tesa come non mai in vita mia, mentre stavo aspettando impazientemente il mio cavaliere. Non tardò ad arrivare, infatti lo vidi corrermi incontro salutandomi con un semplice gesto della mano, ma aggraziandomi con un meraviglioso sorriso. Era stupendo in abiti informali, con quei jeans neri e quella maglia bianca, sensualmente attillata, ma ahimè coperta da una camicia azzurra aperta sul petto.

-Ciao!!- mi salutò gentilmente, mentre io ricambiavo leggermente imbarazzata -Sei proprio bella oggi, lo sai?!- continuò poi, facendomi completamente arrossire per così tanti complimenti assolutamente non meritati. In fondo ero una ragazza come tutte le altre.

-Grazie, sei molto gentile. Andiamo?- chiesi sorridendo leggermente, mentre con un cenno della mano mi fece capire di procedere in avanti. Camminammo per un po’ in completo silenzio, qualche volta capitava di incontrare per strada gli altri allievi e di salutarli, ma dal nostro incontro fino ad ora non ci siamo rivolti la parola. Forse aspettava che fossi io la prima a parlare, ma veramente non sapevo cosa dire. Ogni argomento mi sembrava infinitamente banale e senza senso, quindi preferivo di gran lunga camminare in questo silenzio disagevole che fare la figura di una perfetta imbecille. Grazie a Shirogane, e a me stessa, ne avevo già fatte fin troppe di figure.

-Ehm!!- si schiarì improvvisamente la voce, suscitando la mia curiosità.

-Volevo chiederti…- cominciò quasi incerto, mentre io con il capo gli facevo cenno di continuare -Com’è Shirogane?-

Avete presente i manga, quando alla protagonista ad un certo punto compare una smorfia sulla faccia, le si cala la maglietta facendo vedere una spalla e dietro ad essa compaiono assurdi animali che spezzano l’atmosfera? Ecco. Se fossi un personaggio cartaceo assumerei la stessa posizione.

Ma perché in momenti come questi, profondi, tra un bel ragazzo come Masaya e me, un’anonima fanciulla, deve infiltrarsi sempre la figura di quel essere insulso di Shirogane?

-In che senso?- domandai non capendo perché in una situazione del genere avesse tirato fuori quell’assassino.

-No, cioè… Vorrei sapere com’è in intimità…- lo vidi grattarsi il mento, per poi sorridere molto stupidamente e spostare la mano verso la testa e sfregarsela con un leggero rossore sulle gote. Sembrava imbarazzato, ma… perché?

-Eh?-

-No, non farti strane idee!! Ecco, non so. Se ha qualche caratteristica particolare…- tirai un sospiro di sollievo, prima di percepire una scarica fredda percorrere la schiena alle sue successive parole, sussurrate taglienti e fredde -Se ha un punto debole…- sgranai gli occhi. Non lo avevo mai sentito parlare con voce così agghiacciante e calcolatrice. Pareva il classico cattivo della situazione con quel tono, ma soprattutto con quello sguardo ambiguo, in bilico tra il sadico e il perfido.

Era Aoyama Masaya quello che avevo davanti o era un perfetto estraneo?

-Cosa?- esclamai pietrificata, chi era quel ragazzo davanti a me?

-No, no. Dimentica ciò che ti ho det- non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che mi prese per un polso e mi trascinò dietro ad un palo, tappandomi la bocca con l’unica mano libera.

-Guarda…- mi disse poi, indicando una figura che stava camminando a qualche metro di distanza da dove ci eravamo nascosti. Quando ebbi notato anche io il ragazzo mollò la presa, permettendomi così di respirare nuovamente. Lo andai a fissare dubbiosa e decisamente infastidita dal suo comportamento sconveniente, ma l’unica cose che fece lui era sorridermi e di esclamare fermamente divertito: -Ti va di fare un giochino?-

 

-Vado a prendere qualcosa da bere. Tu resta qui e non muoverti… e fa in modo che non ti veda!!- lo fissai scomparire dietro gli alberi del parco.

Ora era palese: Masaya aveva un’ossessione spasmodica nei confronti di Shirogane. Non solo mi aveva costretta a questo “giochino”, ovvero pedinare il biondo, ma durante tutto il tragitto mi aveva tappezzata di domande alle quali io non sapevo rispondere. Mica spiavo ogni mossa del mio allenatore e per dire il vero neanche mi interessava farlo. E quel disgraziato si permetteva anche di arrabbiarsi perché io non controllavo ossessivamente il mio sensei?! Quello era completamente fuori. Ora capivo perché Shirogane non volesse che lo frequentassi, ma ormai il danno era fatto. Oramai ero nascosta dietro ad un cespuglio del parco e stavo fissando il mio maestro seduto su una panchina in attesa di qualcuno.

Sospirai rassegnata, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e posando il viso fra le mani. E dire che avevo aspettato con tanta impazienza questo giorno. Ci avevo impiegato l’intera mattinata a prepararmi per farmi bella. Infondo mai prima d’ora un ragazzo mi aveva invitata fuori e speravo che questa volta sarebbe stata quella buona nella quale sarebbe successo qualcosa di interessante. Certo, Masaya era uno psicopatico, ma era anche un bel ragazzo. Sarei stata molto felice se ci fossimo messi insieme o almeno entrati in confidenza, quando mai mi sarebbe ricapitata un’occasione del genere?! Ma ahimè, sembrava che ogni ragazzo che incontrassi avesse seri problemi di personalità.

Sbuffai andando a guardare annoiata Shirogane. Indossava dei jeans molto scuri, color blu notte, una camicia del medesimo colore di seta, ovvia dimostrazione del suo stato sociale, e aveva una fascetta nera legata intorno al capo per fermare i capelli troppo lunghi. Il capo rivolto verso il basso, la mani congiunte davanti al viso.

Sembrava triste.

Improvvisamente vidi comparirgli davanti una donna molto bella. Lunghi capelli biondi lasciati sciolti sul meraviglioso vestito di raso bianco, un cappello abnorme che conteneva e proteggeva la testa dai raggi solari, postura autoritaria, raffinata, da vera signora dell’altra società. Mi incantai a fissarla in tutta quella bellezza che mai prima di allora avevo notato in una donna, mentre osservai allibita Shirogane alzarsi e, prendendola per le spalle, schioccarle un bacio sulla guancia e chiacchierarci amichevolmente. Pareva che la conoscesse.

Che fosse sua madre? Si assomigliavano molto in fondo.

All’improvviso sentì qualcosa di umido leccarmi il polpaccio. Inorridita andai a individuare il colpevole di cotanta abbondanza di batteri sulla mia gamba: un tenero cagnolino che appena ebbe finito di assaggiare la mia pelle mi guardò scodinzolando per poi allontanarsi tranquillamente. Continuai a guardarlo per un po’ scorrazzare per il prato prima di girare nuovamente il capo nella direzione dei “due” nuovi pedinati. Rimasi immobile nel constatare che Shirogane fosse scomparso, ma in compenso vidi chiaramente la madre avvicinarsi verso il mio nascondiglio. Impaurita cascai a sedere e quando tentai di retrocedere la mia mano finì su una scarpa.

Un brivido di freddo percorse ogni cellula del mio essere, mentre uno strano presentimento si stava impadronendo di me.

Lentamente alzai lo sguardo fino a incrociare due iridi azzurre che abbellite da un sorriso infastidito si dipingevano sul volto del mio sensei.

-Ciao!!- dissi sorridendo stupidamente a trentadue denti nel vano tentativo di passarla liscia.

Ci speravo un po’ troppo in effetti!!

-Dov’è il tuo complice?- mi chiese di rimando lui, ringhiando tra i denti per non rischiare di urlarmi addosso.

-Eh? Quale complice?!- domandai con finto stupore, ma nel momento stesso in cui notai la furia omicida passare negl’occhi di Shirogane, una voce melodiosa ed infinitamente dolce invase le mie orecchie, trasportandomi in un mondo che sembrava il Paradiso.

-Ryou, questa bella signorina chi è? Che ne dici di invitarla a bere una tazza di tè con noi?-

O mamma. Ero morta, stramorta e seppellita sotto terra. Shirogane mi avrebbe uccisa.

 

La cameriera mi pose la tazza davanti al naso, mentre io ringraziandola gentilmente andai ad osservare i due. La donna sedeva composta e sorseggiava con raffinatezza la bevanda, Shirogane invece era… letteralmente sdraiato sulla sedia con fare seccato.

-Ryou!!- lo richiamò severa -Sii più composto a tavola. Dove sono finite le tue buone maniere?- vidi il biondo con molta lentezza sedersi normalmente, accavallare le gambe e appoggiare il mento tra il dito pollice e quello indice, esclamando ironico:

-Je suis désolé madame!!-

-Continua così e qualcuno farà visita a Gaijin Shirogane…- vidi gli occhi del mio sensei incupirsi e diventare letteralmente artici, sembravano fatti di sottili strati di ghiaccio, limpidi e trasparenti, ma anche paurosi e inquietanti. Aveva il tipico sguardo di chi cercava di fare il duro nonostante avesse paura. E ora io mi chiedevo: chi era Gaijin Shirogane? Il padre? E perché lui ne doveva avere paura?

-Quindi tu sei la kohai di mio figlio?- la voce armoniosa della donna mi riportò alla cruda realtà, cioè che io ero alla mercé della famiglia Shirogane, mentre quel disgraziato di Masaya si era letteralmente volatilizzato nel nulla. Chissà dov’era finito quella sottospecie di ninja?!

-Sì!!- risposi imbarazzata, non sapendone il motivo -E dimmi… Anche con te è sgarbato, irriverente e maleducato?- perché mi dava fastidio? Perché non sopportavo che sua madre lo trattasse così? Era successo anche prima, mentre lo stava rimproverando. Che si trattasse di pena? Non ne sapevo il motivo ma, anche se in teoria avrei dovuto godere alla visione di Shirogane sottomesso, non credevo che fosse giusto trattarlo in quel modo poco amorevole, atipico da parte di una madre che di grazia avrebbe dovuto amare alla follia il figlio.

-No, anzi. È molto gentile e premuroso con me. Mi tratta sempre con gentilezza e tutto ciò che fa lo fa per il mio bene, preoccupandosi per me. Purtroppo sono io quella che gli da delle grane perché, ahimè, non sopporto ricevere ordini anche se sono a fin di bene. Quindi direi che tutti quei aggettivi che ha attribuito a suo figlio sarebbero calzati a pennello su di me, non su di lui!!- mi stupì di me stessa. Ero partita in quarta senza nemmeno ragionarci sopra, senza nemmeno aver pensato a cosa dire. Le parole mi sono uscite dalla bocca da sole, spontanee come un fiume in piena.

Cosa diavolo avevo fatto?

Andai a fissare di sottecchi Shirogane che mi stava fissando con stupore. Certo, alle apparenze sembrava che mi stesse solamente guardando freddamente, ma dai suoi occhi traspariva tutta la meraviglia per le parole appena udite.

Diavolo!!

-Ah, quindi tu e mio figlio siete molto amici, a quanto pare…- sgranai gli occhi pronta a controbattere, ma non mi lasciò finire -Dato che è così, che ne dici di passare questi giorni da noi? In fondo prima mi hai detto che saresti rimasta all’accademia da sola, no?! Dai, vieni da noi. Anche io e Ryou siamo soli a casa, ci farebbe piacere averti con noi!!- sorrise cordialmente, mentre io andavo a chiedere aiuto con lo sguardo a Shirogane. Lo vidi girare la testa dall’altra parte, come per dire che era una mia decisione, che erano fatti miei.

Oh mio Dio!! Ero nella merda fino al collo!! Cosa diavolo dovevo fare?

 

 

Continua…

 

Salve!! E voi che ci credevate morte!! xD

Non preoccupatevi, siamo più vive di prima. Comunque ci scusiamo, ma tra problemi di pc, la scuola e tutto il resto abbiamo veramente tardato ad aggiornare. Comunque chiedendo perdono, passerei velocemente ai 16 commentatori:

kry333: eheh, lo scoprirai!! ^.- Intanto ti ringraziamo del commento. Ciau!!

liliana87: mi dispiace che ti abbiamo fatto aspettare tanto, ma spero che questo capitolo ci faccia perdonare del ritardo. Baci.

susisango: purtroppo alle tue domande non c’è ancora risposta, ma pazienta ancora un po’ e tutto sarà svelato!!

Pichan: anche per le tue domande dovrai aspettare per avere la risposta e comunque, abbiamo avvisato che ritardavamo nell’aggiornare, quindi non vedo il motivo del tuo ultimo commento. Saluti.

heiji hattori: un secolo eh? *me pondera* va bene, per il prossimo capitolo aspetterai un secolo intero!! xD Hehehe, scherzi a parte, grazie per i complimenti. Continua a seguirci!!

Gaia: amore, sei un po’ ripetitiva (per essere precisi: 250.000 volte ripetitiva!! xD), comunque io e la mia collega ti ringraziamo per il commento. Bacini affettuosi!! *///*

kikka: *me e Iza ci crogioliamo nel nostro essere geni* hehehe!! Grazie del complimento e spero che anche questo capitolo ti piaccia. Ciao!!

clitty: un grazie anche a te, continua a seguirci!! ^.-

lala_g: ti posso dire che il tuo ragionamento è sbagliato e che non ti sei avvicinata minimamente alla verità? xD Comunque credo che prima che tu riesca a capire cosa nasconde il rapporto ShiroganeMasaya dovrà passarne di acqua sotto i ponti. Dovresti avere molta fantasia per capire, comunque ti ringraziamo dei complimenti. Besitos!! ><

Sikky: le cassiate sui wurstel, ahimè, sono opera del mio cervello!! xD In ogni modo grazie e continua a seguirci (ma soprattutto, lascia il mio Ryou!! Lo voglio coccolare io!! >< ).

Geo88: presto (ahahah, che stupidata che ho scritto!! xD) scoprirai perché Ryou odia Masaya!! ** Grazie e spero che anche questo capitolo ti piaccia. Saluti.

Hermy6: sono stata fin troppo gentile invece!! *me ti fa linguaccia* Nonostante non avessi una “fabbrichetta” piena di capitoli ho aggiornato comunque!! *gnegnegne* xDD In ogni modo grazie del commento cugi!! **

p_chan: °O° mannaggia!! Dannazione!! Cavolo!! °O° NOOOOO!! Cosa ho fatto?! °O° Ho fatto aprir bocca a Zakuro!! Nu!! Ç_Ç Bene, ho deciso!! u_u” La prossima volta le faccio fare la comparsa!! xDD A parte gli scherzi avrei molto da dire, ma mi limito ad un sincero grazie per i complimenti e anzi, io preferisco i commenti lunghi!! ^.-

Ichigo12: ma grazie cara e come ho già detto, spero che questo capitolo serva per farci perdonare del ritardo!! ^.- Ancora grazie, ciao!!

kaggi11: come ho già detto nella mia fan fiction Il filo rosso del destino, ciò che hai scritto non lo considero come un commento e per dirla tutta, se avessi letto ciò che avevamo scritto nel precedente capitolo avresti capito che per vari problemi avremo ritardato nell’aggiornare. Spero che in futuro tu ci lasci dei veri commenti. Saluti!!

kami: grazie anche a te del commento e mi raccomando, continua a seguirci!! ^.-

 

Come avrete notato sono stata molto arida nello rispondervi, ma se avessi divagato, come faccio di solito, i ringraziamenti sarebbero stati più lunghi del capitolo!! xD

Non me ne vogliate, ok?! ^O^

 

Saluti da Pfepfer & Izayoi007!! J

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** The party (first part) ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Nono capitolo:

The party (first part)

 

 

Sbuffai ancora una volta, ultimamente sembravo una ciminiera. Ma che cavolo ci potevo fare se non me ne andava una giusta nella mia miserabile vita?! Sembrava che qualcuno lassù si divertisse a tirare i fili della mia vita, come un burattino, per farmi finire nel baratro della disperazione.

Guardai di nascosto Shirogane che era al mio fianco, mentre camminavamo “quasi” come due persone normali per strada. Perché diavolo non aveva detto nulla quel cretino?! Sapeva che non avrei mai potuto dire di no ad una donna come sua madre, capace di rigirare la gente con la stessa facilità con cui si rivolta un calzino.

-Se sbufferai ancorai una volta crederò di avere con me una teiera…- proferì lui sarcastico, rompendo quel pesante silenzio che si era andato a creare. Mi fermai a guardarlo furiosa, mentre lui continuava a fissarmi indifferente, con quella sua aria da snob, le mani in tasca e lo sguardo celeste puntato sul mio.

-Perché non hai detto nulla?!- chiesi, portandomi le mani sui fianchi, indispettita.

Per tutta risposta lui spostò lo sguardo da un lato e riprese a camminare, sorpassandomi.

-Nessuno ti obbligava ad accettare, eri liberissima di non farlo se non ti andava.- mi rispose, continuando a camminare imperterrito, mentre io, allibita per quella risposta, mi bloccai nuovamente in mezzo al marciapiede.

Certo. Era facile per lui parlare. Non sarebbe stato di certo lui ospite della famiglia che aveva assassinato un componente della propria famiglia. No. A chi importava che io non volessi entrare in quella casa?! Tsk, a nessuno.

 

Ancora una volta fissai il contenuto della mia valigia, praticamente vuota.

Non avevo la più pallida idea di cosa portare con me per il mio soggiorno dai Shirogane, eppure ne avevo di vestiti. A bizzeffe. Beh, forse avrei potuto portare con me qualcosa di comodo, come una tuta. Oppure un qualcosa di più elegante e seducente…

Ma che cavolo mi veniva in mente?! Dovevo andare a casa di quel odioso essere insulso, mica dovevo andare ad un gran gala. Perché mi facevo tutte queste paranoie per dei stupidi abiti?

Con stizza presi un po’ della mia roba e la stipai quasi a casaccio all’interno della valigia. Non mi andava di scervellarmi tanto per un assassino.

Uscii velocemente e raggiunsi il mio sensei, altrettanto alla svelta. Insieme raggiungemmo silenziosamente casa sua e finalmente potei rilassarmi nella camera a me designata. Dopo qualche minuto che mi trovavo stesa su quel morbido letto però, sentì bussare lievemente alla porta e quando diedi a chiunque si trovasse al di là di essa, il permesso di entrare, la mia faccia divenne una maschera di stupore non appena davanti ai miei occhi si presentò la signora Shirogane.

Non nascondo di essere rimasta meravigliata dalla sua presenza, comunque infondo quella donna non mi dispiaceva più di tanto, quindi non fui scontenta della sua improvvisata.

La donna mi sorrise rassicurante e con tono gentile mi chiese se potevamo parlare di una questione che le premeva nel profondo, per cui la feci accomodare e in poco cominciammo la nostra conversazione.

-Sai cara…- iniziò pacatamente -Questa sera ci sarà una grande festa qui alla villa e gradirei che tu vi partecipassi come mia ospite!!- mi spiegò, sempre con quel suo sorriso incantatore dipinto sul volto. Annuii, anche se non ne ero del tutto convinta. In quanto figlia di un nobile ed importante membro di corte, avevo preso parte a qualche ricevimento, ma non credo che possano essere paragonabili a quelli di una famiglia tanto importante come quella dei Shirogane. Inoltre non avevo nulla da indossare per un occasione simile, avevo portato solo lo stretto necessario.

-Mi preme chiederti anche un piccolo favore in proposito…- proseguì lei esitante, riportando la mia attenzione sulla sua figura.

-Vedi, il mio Ryou non ha mai portato a queste feste così altolocate una ragazza e devo dire che, in quanto madre e componente della famiglia Shirogane, è molto sconveniente questo comportamento per l’immagine pubblica di questa famiglia. Perciò mi farebbe estremamente piacere che accettassi di fargli compagnia per questa serata, almeno per un festa avrà un’accompagnatrice così graziosa.- mi confessò, facendomi deglutire pesantemente dall’agitazione.

Che?! Io dovevo fare da accompagnatrice a Shirogane?! Dovevo fare da accompagnatrice al mio sensei?! Alt! Qui il mondo stava andando avanti senza che io me ne accorgessi e mi trovavo spettatrice inaspettata della mia stessa vita. Ormai avevo perso il conto di tutti gli avvenimenti assurdi che mi erano capitati fino ad allora, ed erano talmente tanti che avevo proprio rinunciato a farlo. Ma non potevo rifiutare, che figura ci avrei fatto? Quella donna era stata così gentile e disponibile con me, che non potevo assolutamente negarle una cosa simile, che infondo non era nulla di tanto grave. Almeno così credevo.

Sospirai profondamente e con voce rassegnata emisi un flebile e forzato “Sì”, appena sussurrato. Ma lei non fece caso al modo in cui lo dissi, limitandosi a gorgheggiare felice per la mia risposta affermativa. All’improvviso però mi ricordai di una cosa piuttosto rilevante ed espressi imbarazzata il mio dubbio alla mia interlocutrice.

-Ehm… Mi dispiace signora Shirogane, però io non ho un abito con cui presentarmi alla festa…- mormorai con un luccichio negl’occhi. Forse questa era la mia occasione di rinuncia. Forse questo piccolo particolare mi avrebbe permesso di evitare la festa e quindi di presentarmi come accompagnatrice del mio allenatore. Non ci avevo pensato. Sì. Questa era un ottima, magnifica notizia per me. Sembrava che finalmente la fortuna avesse iniziato a girare dalla mia parte, una delle poche volte che questa decideva di farlo.

Senza nemmeno accorgermene, subito dopo aver fatto presente il mio problema alla donna, mi dipinsi sul volto un sorriso a trentadue denti che si estendeva per quasi tutta la metà del mio viso. Ero talmente felice di poter evitare una situazione del genere che sembrava sarei scoppiata di gioia da un momento all’altro, ma lei, ignorando la mia ostentata felicità, si limitò a prendermi ambo le mani tra le sue e a guardarmi radiosa, come quando si ha la vittoria in pugno.

-Oh, non preoccuparti cara. Ci penso io per l’abito, quello non è certo un problema!!- esclamò entusiasta, prima di alzarsi e raggiungere la porta. Mi salutò e con la promessa che avrebbe presto mandato qualcuno ad aiutarmi per prepararmi al ricevimento, se ne andò definitivamente.

Ecco. Lo sapevo, ne ero certa. Mai nella vita che qualcosa girasse nella maniera giusta. Mai che la fortuna invece di essere più miope di una talpa nei miei confronti si degnasse di comprare degli occhiali e vedermi, in tutto il mio dolore. Cosa avrò mai fatto per meritarmi un trattamento del genere dagli Dei? Non bastava che  avessi una vita così tormentata, ora dovevo addirittura fare da accompagnatrice a chi aveva ucciso mio padre? Bene. Praticamente la mia esistenza stava andando a rotoli.

Rassegnata mi lasciai scivolare sul letto. Avevo perso l’ennesima battaglia.

 

Era passata un ora ed io ero già nel panico più totale. Dopo non molto tempo che la signora se n’era andata, alla mia porta si erano presentate cinque o sei cameriere che, dopo avermi fatto il bagno ed aver cosparso la mia pelle di unguenti e oli profumati d’ogni tipo, pettinato e sistemato i capelli in un elaborata acconciatura, mi stavano truccando in tutta fretta perché il tempo a loro disposizione era ormai poco. La festa si sarebbe svolta dalle sette e si sarebbe protratta fino all’alba, ma ahimè ora erano già le sei e cinquanta minuti. Conoscendomi, ero già in ritardo.

Alla fine della loro opera mi guardai allo specchio e per poco non svenni dallo stupore: quell’abito era meraviglioso in tutte le sue sfaccettuature e, dovendo parlare da persona egoista, dovevo ammettere che mi stava davvero bene. Sembravo quasi una principessa vestita in quel modo così elegante e raffinato.

L’abito ero costituito da un unico pezzo, bianco perla, fatto di un bustino senza spalline con dei lacci intrecciati di raso di un tenue color rosa, molto aderente e rigido, dal quale partiva una lunga gonna, piuttosto gonfia, ma non eccessivamente, dello stesso colore, a due strati: la parte inferiore di raso semplice, mentre la parte superiore da veli di tulle sovrapposti con petali dorati in tessuto. Alle mani, guanti in tulle elasticizzato, mentre ai piedi, un paio di decolté dello stesso colore, piuttosto alti, per slanciarne la figura.

Non feci però in tempo a finire di “ammirarmi”, che mi accorsi che la servitù era sparita dalla mia stanza. Guardai spaventata l’ora: erano esattamente le sette e cinque minuti. E ora io, senza la presenza di qualcuno che conoscesse la casa e l’ubicazione della sala da ballo, come avrei fatto a raggiungere il luogo della festa?! Quella villa era enorme, più che altro era un castello e per dire il vero non l’aveva nemmeno vista tutta. Shirogane si era stancato di farmi da guida dopo i primi quindici minuti del nostro tour. Ero nel pallone, ormai l’unica cosa che dovevo, anzi, che potevo fare era vagare come un fantasma in pena per tutto l’edificio sperando di giungere al posto designato. Rassegnata uscii dalla stanza e presi a precorrere un corridoio dopo l’altro. Dannatamente mi sembravano tutti stupidamente uguali.

Girovagai per una buona mezz’ora senza ottenere alcun risultato, anzi, sembrava che mi fossi persa in quella villa che, quasi quasi, non aveva nulla da invidiare al palazzo imperiale. Ma inaspettatamente vidi una fioca luce proveniente da uno spiraglio, lasciato in bella mostra da un drappo rosso mal posto intorno ad una porta aperta. Non nascondendo un certo sollievo per aver ritrovato un po’ di civiltà, andai in quella direzione. Se c’era una luce accesa significava che nell’altra stanza c’era qualcuno a cui magari avrei potuto chiedere spiegazioni. Dopo trenta minuti passati in solitudine, senza aver visto l’ombra di un essere umano era confortante vedere una luce accesa.

Senza pensare alle eventuali conseguenze del mio gesto, infondo cosa c’era di tanto pericoloso nell’entrare in una stanza, ed ormai anche stanca di girare a vuoto per quella reggia, mi feci spazio tra le tende e le oltrepassai a passo svelto. Ma non appena fui dall’altro lato, le mie guance si tinsero immediatamente di un acceso color porpora nel notare di essere in cima ad un’enorme scalinata di marmo, con lo sguardo di tutti i partecipanti della festa puntatomi addosso. Sorrisi nervosamente per la sorpresa.

Beh, almeno ero arrivata nella sala giusta.

 

 

Continua…

 

 

Nota: “Mai che la fortuna invece di essere più miope di una talpa nei miei confronti si degnasse di comprare degli occhiali e vedermi, in tutto il mio dolore.” – Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo. Mai sentita questa frase? ^O^

Ma ciao! E per la prima volta sono io (Izayoi007 ^_^)  ad inserire nuovo chap! Devo ammettere che la cosa migliore di questo chap. probabilmente è l'abito di Ichigo ( ^O^ mi piace un sacco!!!! ) Ma vedrete che nel prossimo sarà ben altro ad attirare la vostra illustre attenzione...(hihihihihihi!) Ok, non dico altro altrimenti la mia mitica collega finirà con lo strozzarmi per aver rivelato troppo! Ehm...sono una chiacchierona! Va bene...allora dedichiamoci ai saluti e dovuti ringraziamenti...dunque...vediamo....

...

...

...

AHAHAHAHAHAHAHA! O_O ( Me guarda shockata e anche con una punta...- ok, un enorme punta - di soddisfazione il numero e la consistenza dei commenti e per poco non sviene!!! ) Siete davvero tanti...WOW! Ora vi meritate una parolina uno per uno:

Sikky: No, Ryou è tutto mio!Tsk! Hihihih, comunque sì, non hai completamente sbagliato...ma poi vedrai meglio in seguito, per ora  non aggiungo altro! ^x^ Mia cara...ma farvi stare sulle spine è una nostra specialità! Fa parte del nostro lato maligno! ( Me guarda orde di ragazza dall'alto di un'enorme piedistallo immaginario con aria superiore ed un luccichio sinistro negli occhi...) (wahwahwahwah!)XD Se no come fareste a volerci così bene?! Scommetto che stentereste anche a riconoscerci!

desi: Eccoti accontentata! Abbiamo aggiornato! Liete che tu ti sia unita al nostro caro pubblico di lettrici!( Piccolo inchino)  ^O^

liliana87: Tesoro, non lo sai che l'attesa aumenta il piacere?! Vero che in questo caso forse è stata un troppa...ma...goditi il chap!

heiji hattori: Io ho sempre sostenuto entrambe le tue teorie...mah...!staremo a vedere...

geo88: Carissima! Quanto tempo?! Grazie mille per i complimenti e devo avvisarti che ti tocca metterti in coda per entrare in casa Shirogane...c'è tanta gente che ha mosso una richiesta e le prime della lista per un incontro ravvicinato con il bel biondino siamo io e la Pfe! (hihihihi!)

gaia: *_*  Susu! Calmati! Prendi fiato e respira! Mamma mia come sei diventata isterica! O_O quando si parla dell'americano qui nessuno capisce più un tubacchiolo!Comunque come vedi il tuo desiderio è stato esaudito...

ryan92: O_O Santo cielo! O////////O che fiume di parole e complimenti! Grazie sul serio! (inchino) Sappi solo che tutti i tuoi dubbi si scioglieranno solo leggendo i prossimi chap...io ho la bocca cucita! ^X^

lala_g: Ma vah?! Davvero?! Non avevamo mica ancora capito che non sopporti Masaya! Ma come...piace così tanto a tutti! Povero ragazzo! ( Nel frattempo Iza con in mano un enorme martello e i chiodi in bocca sta appendendo in un angolo della parete ua bambolina woodou con le sembianze di Masaya per poi dargli fuoco con risata riabolica di sottofondo...) Ma vedrai che anche lui sarà sistemato molto presto...ihihihi!

p_chan: Mhmm...il mio ego non è ancora abbastanza gonfio...e nemmeno quello della Pfe...forse dovresti idolatrarci ancora per un ...e comunque non sperare che cn tutti questi complimenti aggiorneremo più spesso! Tsk! Lecchina! (hihihihi) comunque sappi che sono ben accetti ed apprezzati come sempre! Beh, io penso che comunque il caro Ryouccio sia venuto su piuttosto bene anche con una famiglia del genere!!!Sìsì! XD 

kry333: @_@ mhmmm...gradiremmo che tu specificassi meglio ciò che intendi dire con "molto confuso" cosìcchè noi possiamo chiarire i nostri dubbi e migliorare il nostro modo di scrivere...comunque grazie! 

ichigo12: Entrambe ti ringraziamo per la tua sempre-bene-accetta gentilezza! XD Vedo che come al solito ci azzecchi! 

blackangel: come al solito ci tengo a ribadire che siamo in due e che il merito è di entrambe ed lavoro svolto è il frutto del sudore di due persone! Quindi entrame ti ringraziamo e salutiamo! 

hermy6: (Iza porge ad hermy un fazzolettino guardandola disgustata...no skerzo! ihihihi!)Vedi di riparare la tastiera al più presto che devi commentare questo nuovo chap.! Non accetto scuse! comunque altro che momento teneroso! Poi vedrai...!!!! (muahahaha!) 

strawberry love: Ripeto: siamo in due! Ed antrambe ti ringraziamo immensamente per aver gradito la nostra storia!

ilary90: Calmati tesoro, oppure ti verrà la tachicardia! E noi non vogliamo che tu muoia! Altrimenti poi chi ci commenta la ff?! 

Bene...anf!anf...! credo di aver concluso! Ringrazio ancora tutti coloro che hanno commentato od anche solo letto e vi saluto! alla prossima! 

Saluti da Pfepfer & Izayoi007!! J

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Capitolo 10
*** The party (second part) ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Decimo capitolo:

The party (second part)

 

 

Mi guardai attorno, cercando almeno una faccia famigliare cosicché da poterle correre incontro e quindi tentare di nascondermi da questa situazione totalmente assurda ed imbarazzante, quando finalmente notai lo sguardo stranamente compiaciuto della signora Shirogane, che mi sorrideva in modo davvero sadico. Deglutii a fatica, mentre scorsi poco più in là l’espressione apparentemente tranquilla, ma comunque meravigliata ed incantata di Shirogane stesso, che mi guardava come se fossi stato un essere che non aveva mai visto in vita sua, un’aliena venuta dal pianeta Venere.

Me ne restai completamente immobile, quando, poco dopo, vidi sua madre avvicinarsi a lui e sussurrargli qualcosa all’orecchio, attirando la sua attenzione su di sé e spezzando così quell’incanto che si era venuto a creare tra i nostri sguardi, che si erano magicamente incrociati qualche istante prima. Lo vidi sussultare e guardare stranamente sua madre, quasi avesse appena visto un fantasma, ma poi si voltò verso di me e prese a camminare nella mia direzione, serio.

Per via della concentrazione che avevo incentrato sui movimenti del mio sensei, non notai una sottospecie di araldo piazzarsi proprio in cima alla scala, poco distante da me, ma vidi solamente Shirogane affiancarsi a me e porgermi il braccio. Non capii subito cosa volesse, inebetita com’ero dal suo essere così maledettamente affascinante in quell’elegante smoking nero scuro, che faceva risaltare sia i suoi capelli sia gli occhi così incredibilmente chiari. Quando mi resi finalmente conto di cosa volesse, mi aggrappai delicatamente al suo braccio ed arrossendo di vergogna, chinai lievemente il capo.

-Tira su il viso!!- mi ammonì lui in un sussurro. Effettivamente aveva ragione: non era molto elegante scendere una scalinata a testa bassa a delle feste così altolocate.

Prima che potessi dirgli qualcosa, sentì battere per due volta a terra. Il rumore fu provocato dal bastone che l’ometto affianco a me teneva in una mano. Subito dopo aver attirato l’attenzione degl’ospiti tirò fuori da una tasca una sottospecie di pergamena e prese letteralmente a gridare a tutti quelli che erano già in sala:

-Il signorino Shirogane e la sua accompagnatrice, la signorina Momomiya!!- se possibile diventai ancora più rossa di quel che già ero e senza nemmeno accorgermene, serrai maggiormente la presa intorno al braccio di lui.

Lentamente e con lo sguardo di tutti nuovamente puntato su di noi, scendemmo elegantemente le scale, dopodiché lui mi condusse con nonchalance da sua madre.

-Mia cara, devo ammettere che sei davvero stupenda con quell’abito!- affermò, trovando approvazione nei nobili al suo fianco, tutti uomini grassocci e tarchiati dall’aria incredibilmente pervertita, che mi guardavano come un branco di iene affamate osservano una carcassa in mezzo alla savana.

Sorrisi impacciata, ma improvvisamente sentì la presa di Shirogane venir meno. Mi voltai a guardarlo disperata: voleva lasciarmi lì da sola con quel mucchio di vecchi maiali pronti a saltarmi addosso da un momento all’altro?!

Lui ignorò totalmente il mio sguardo implorante di restarmi vicino e si dileguò tra la folla di gente che parve comparire dal nulla.

Non seppi mai nemmeno come, ma finalmente riuscì a liberarmi da tutti quei tizi e dalle loro mille domande sulle mie origini, la mia famiglia, la mia vita in tutte le sue molteplici forme e persino sul rapporto che mi legava al figlio dei Shirogane. Già stanca e completamente annoiata di questa festa, mi rintanai in un angolino a guardare quell’ammasso di gente che danzava e chiacchierava tra di loro con estrema raffinatezza.

-Cosa c’è? Ti annoi?- la sua voce mi fece sobbalzare dallo spavento e quando, voltandomi, me lo ritrovai praticamente addosso per poco non svenni dall’emozione. Era vicinissimo a me, appoggiato al muro a qualche centimetro dal mio corpo.

-N-No…- bofonchiai poco convinta delle mie stesse parole. Lo vidi sorridermi amaramente, mentre spostò lo sguardo sulla sala e su tutte le persone che vi facevano la loro comparsa.

-Non è necessario che lo neghi, mi annoio anche io…- ammise, lasciandomi del tutto sorpresa. Non credevo che un componente di una famiglia tanto illustre, certamente abituato a questo tipo di party, si potesse scocciare o, perlomeno ammettere apertamente di seccarsi a stare qui a fare la bella statuina per l’immagine dei Shirogane. Era strano.

Lo vidi afferrare due drink dal vassoio di un cameriere che passava proprio per di lì e infine porgermene uno. Lo fissai titubante: ero astemia, non bevevo alcolici, non l’avevo mai fatto in vita mia. Non sapevo che effetti potessero provocarmi.

-Non mi dirai che non hai mai bevuto?- mi disse lui, con ironica insinuazione, facendomi innervosire all’istante. Con un gesto di stizza afferrai il bicchiere, me lo portai alle labbra e ne mandai giù il contenuto tutto di un fiato solo per non dargliela vinta. Subito dopo mi salirono le lacrime agli occhi e la testa prese a vorticarmi per un istante. Oltre a non aver mai toccato alcolici ero persino a stomaco vuoto, quindi il suo effetto su di me era raddoppiato.

Lo vidi sorridere appena, per poi portarsi anch’egli il bicchiere alle labbra per sorseggiarne tranquillamente il contenuto.

-Scusami, ma ora devo andare a salutare altri ospiti…- soggiunse, prima di sparire di nuovo tra la folla di gente.

Passai il resto della serata a parlare con quei noiosissimo vecchi cilindri e a bere ogni sorta di cocktail che questi mi porgevano. Non facevo quasi in tempo a finirne un bicchiere che subito me ne porgevano un altro. Sembrava che lo facessero apposta per farmi ubriacare, così da potersi permettere qualche palpatina al mio sedere. Ne avevo già sentita una da un tizio alto e magro che mi aveva offerto l’ultimo drink.

Dopo l’ennesima bevanda alcolica assorbita mi aggrappai al tavolo per non rischiare di cadere, mentre la testa mi girava incredibilmente e le voci, come le immagini attorno a me, si facevano sempre più confuse e strane.

Ad un certo punto, udì qualcosa che però attirò la mia attenzione, anche se non seppi mai bene da chi provenissero quelle voci.

-Hai visto? Quella è Tsukino Agawa!- stava bisbigliando una voce femminile al suo fianco destro, dove si trovava un’altra donna.

-Sì! A quanto pare la promessa sposa del figlio dei Shirogane ha deciso di venire alla festa. Certo che è proprio brutta! Guarda come se lo stringe bene il suo futuro marito! Se non fosse perché ha gli occhi azzurri probabilmente non sarebbe tanto importante…- soggiunse un’altra ancora.

-Già, a quanto pare è destinata a garantire il proseguimento della tradizione degli occhi di ghiaccio della stirpe dei Shirogane.- cercai in tutta la sala gli oggetti delle loro discussioni, curiosa di vedere la futura moglie del mio sensei e stranamente arrabbiata per la notizia appena ricevuta.

Finalmente li vidi: i due erano impegnati in una pacifica discussione e lei era avvinghiata letteralmente a lui per un braccio. Ogni tanto gli si strusciava pure contro, come fosse un gatto che gli faceva le fusa. Erano disgustosi e lei era veramente brutta come avevano detto quelle tizie poco prima, di fronte al tavolo a cui mi aro appoggiata. Cominciai a scrutarli attentamente e non sapendone il perché, una rabbia cieca, alimentata forse dal mio stato di ubriaca, mi spinse a raggiungerli, seppur in malo modo. Sembrava che tutto girasse intorno a me ed inoltre, le voci degl’uomini d’affari mi sembravano così distorte, sembravano tutti dei Paperini.

Con rabbia o sotto l’effetto di un qualche strano sentimento, ma soprattutto sotto lo sguardo allibito di tutti i presenti, afferrai l’intrusa per il braccio libero e la staccai da lui, che in quel momento mi guardò interrogativo. Lei, come tutti gli altri, mi contemplò interdetta ed io presi ad insultarla con le parole più insensate che avessi mai potuto dire in quel momento o meglio, con le uniche definizioni che mi venissero in mente.

-Tu, brutta ninfetta da quattro soldi! Perché non te ne ritorni nel mondo dei Puffi? Come ti permetti di stare così appiccicata al mio uomo?!- sibilai rabbiosa, parandomi davanti a lui per “difenderlo” dalle grinfie della puffa azzurra. Lei mi guardò per un istante incredula, come se stesse vivendo dentro ad un film di fantascienza, ma poi il suo sguardo si fece furioso tanto quanto il mio.

-Come ti permetti TU di allontanarmi dal mio futuro sposo?!- sbraitò, con una voce così stridula e fastidiosa da spaccarmi i timpani ormai troppo sensibili ai suoni.

Sorrisi maliziosa alla sua uscita e mi avvicinai maggiormente a Shirogane, che fino ad allora non aveva replicato nulla, anzi, sembrava divertito dalle cavolate che avevo iniziato a sparare.

-Ah sì?!- sbottai, scoppiando in una fragorosa e ridicola risatina, simile a quella di una strega imbecille -Beh, stai a vedere nano rosa!-

Mi voltai e senza nemmeno guardarlo, baciai Shirogane con avidità e una passione che normalmente non mi si addicevano. Mentre premevo le labbra contro le sue sentì un coro di voci cariche di stupore levarsi per tutta la sala, ma non ancora soddisfatta del gesto appena compiuto, introdussi anche la lingua nella sua bocca e nella foga gli morsi il labbro inferiore, che prese a sanguinare. Mi staccai subito da lui con un semplice “Ops!” birichino e lo vidi fissarmi eloquentemente: probabilmente aveva capito quanto io avessi bevuto dal mio alito, che sicuramente non odorava di fiorellini.

Quando mi staccai da lui, ridendo come una scema, mi voltai verso la mia “rivale” forse un po’ troppo di scatto, perché persi l’equilibrio e rischiai di cadere come un’idiota, ma mi sentii sorreggere e sollevare da terra. In poco mi ritrovai tra le braccia forti e sicure del biondo.

-Scusate l’inconveniente. La nostra ospite non si sente molto bene, credo sia il caso che la porti via…- gli sentii dire, prima di sentirlo muoversi in direzione dell’uscita con me tra le braccia che continuavo a ridere come una stupida.

Quando fummo soli, imboccò il corridoio e prese a percorrerlo tranquillamente, a passo lento, come se nulla fosse successo e come se pesassi quanto una piuma di struzzo.

Dopo un piccolo silenzio in cui invece di starmene buona avevo preso a gongolare soddisfatta della mia vittoria, lo sentì dire serio:

-Sei ubriaca!- scoppiai nuovamente a ridere e con le dita feci buffamente il segno di un qualcosa di ipoteticamente piccolo che stava tra di esse.

-Nooooooo!! Solo un po’!- farneticai confusa. Lui mi fissò con un sopracciglio inarcato ed un’aria piuttosto eloquente, dalla quale si capiva che non mi credeva minimamente.

-Ok! Ok! Sono ubriaca marcia!- gridai senza contegno, gesticolando ampiamente con le braccia -Ma quei cosi erano così buoni e tutti continuavano a darmene bicchieri e bicchieri e bicchieri…- proseguii quel monologo senza senso per un po’, poi mi fermai di botto, andandolo a fissare con gli occhi lucidi di ebbrezza.

-Sai Ryou chan che sei davvero molto bello?!- dissi, mentre un’altra risata mi sgorgò dalle labbra e non smisi per un bel po’. Poi mi fermai nuovamente, stando in silenzio per qualche secondo.

-È strano però…- proseguì incerta, ma allo stesso tempo felice.

-Cosa?- mi domandò lui, tenendo lo sguardo dritto davanti a sé.

-Io ho sempre creduto che gli assassini fossero brutti e arcigni, ma tu non lo sei.- e mollai un’altra risata sguainata -Anzi, cavolo se sei bellissimo! Non mi sembra di aver mai visto un ragazzo più bello di te!!- esclamai, agitandomi tra le sue braccia.

Dopo aver fatto un monologo assurdo e senza senso, dal quale Shirogane sicuramente aveva capito che l’alcol aveva influito pesantemente sulla funzionalità del mio cervello, arrivammo in camera mia. Mi stese dolcemente sul letto, mentre continuavo ad agitarmi e quando fece per andarsene, lo trattenni per il collo della camicia, tirandolo verso di me.

-Nooooo!!- il mio tono da bambina imbronciata gli fece sfuggire un sorriso divertito -Non te ne andare! Non lasciarmi tutta sola soletta in questa grande stanza paurosa!- proseguii, allo stesso modo, trascinandolo con la forza al mio fianco, sul letto. Rassegnato si stese di fianco a me e continuò a fissarmi senza dire una parola. In quello stato di semi buio i suoi occhi azzurri risplendevano come zaffiri lucenti, riflettendosi allo stesso modo come fanno gli occhi dei gatti.

Con delicatezza, presi a giocare con una ciocca dei suoi capelli biondi che gli ricadevano dispettosi sul viso e senza distogliere lo sguardo dal suo cominciai ad avvicinarmi sempre di più. Appoggiai l’indice sul suo labbro inferiore e una smorfia divertita mi sfuggì dalle labbra, ricordandomi come si era procurato quella ferita.

Senza avvedermene gli ero finita praticamente sopra e in men che non si dica mi ritrovai a baciarlo senza freni. Con un audacia ed una passione che non credevo davvero di avere. Presi a baciargli prima il collo, poi le labbra ed ancora il collo, anche il lobo dell’orecchio. La sua pelle aveva un sapore e un odore davvero buonissimo e sembrava che non ne potessi fare a meno.

Lui però non sembrava disdegnare, anzi, si era disteso completamente a pancia all’aria, spostando le mani ai miei fianchi per stringermi meglio. Quando invece mi avvicinavo al collo per attaccarlo con teneri succhiotti, lui spostava da una parte il viso per agevolarmi il dovere, mentre quando andavo a baciarlo rispondeva con la stessa mia passione.

Continuammo così per un po’ fino a quando io, un po’ per l’alcool, un po’ per la stanchezza, non crollai addormentata tra le sue braccia con la bocca rivolta verso il suo collo, ormai arrossato dalla mia foga.

 

Quando l’indomani mattina mi svegliai, mi ritrovai completamente sola nel mio letto. Dovevo aver sognato tutto.

Confusa e stralunata, mi sollevai a sedere, ma un gran mal di testa mi colse ed il senso di nausea mi costrinse a corre subito in bagno per espellere ciò che sentivo salirmi fastidiosamente e velocemente alla gola.

Quand’ebbi finito, mi infilai sotto la doccia e nel frattempo continuai ad arrovellarmi il cervello su quanto potesse essere successo la sera prima, di cui avevo solo dei vaghi e sfocati ricordi per via della sbronza. Con il passare dei minuti mi convinsi sempre di più, che quello che ricordavo era solo puro frutto della mia immaginazione, poiché anche da ubriaca non ritenevo di essere in grado di tali azioni quali avrei ipoteticamente commesso la sera precedente. Solo al pensiero sentivo il calore invadermi il viso ed il sangue affluire velocemente al cervello per la vergogna di averlo baciato così avidamente. 

Dopo essermi velocemente rivestita, scesi giù in sala da pranzo dove trovai la signora Shirogane seduta in attesa della colazione. Non appena mi vide mi guardò con aria preoccupata.

-Ichigo cara, come ti senti questa mattina?- mi chiese apprensiva, come una qualunque madre.

-Meglio…- mentii imbarazzata. Che magra figura avevo fatto la sera prima. Chissà cosa avrà pensato la signora di me, dopo avermi visto in quello stato, ma ahimè io non sono così.

-Oh, ne sono contenta. Su, vieni cara, siediti che tra un po’ si mangia la colazione. Vedrai che dopo un buon pasto ti sentirai subito meglio!!- mi invitò dolcemente ed io mi sentii un po’ più sollevata. Forse avevo solo riso o urlato a squarciagola frasi insensate durante la festa, niente di più.

Sì, era sicuramente così.

Mi sedetti e presi a sorseggiare il succo d’arancia dal bicchiere posto davanti a me e poco dopo udì la porta aprirsi e la signora Shirogane salutare il nuovo entrato.

-Buon giorno tesoro!!- cinguettò allegramente al figlio. Mi voltai a mia volta per salutarlo, ma quello che vidi mi sconvolse, facendomi andare di traverso la bevanda: Shirogane stava davanti a me e il suo labbro inferiore era solcato da un piccolo taglietto ancora leggermente arrossato, mentre dalla maglia si potevano vedere i residui dei miei succhiotti.

Mi impietrì sul posto, mentre la consapevolezza che quello che era successo la notte precedente non era stato solo un sogno mi colpì, come un pugno in pieno volto.

Non potevo crederci. Non mi ero immaginata tutto.

Quello, non era stato un sogno…

 

 

Continua…

 

Qualcuno pensò che eravamo morte.

Qualcuno pensò che la colpa fosse di Pfepfer (beh… in effetti… insomma… è giusto!! >.>)!

Qualcuno pensò che non avrebbe mai più visto un aggiornamento e…

Qualcuno pensò e basta! Ò.ò

Ma cari miei, siamo tornate più in forma che mai. E devo dire, anzi, scusarmi in ginocchio (parla Pfepfer), perché è veramente tutta colpa mia. Purtroppo nella vita si ha dei momenti di crisi e avevo deciso di mollare tutto, perché non ne valeva la pena. Poi ci furono dei problemi con internet che mi tennero lontana per altri mesi e alla fine, grazie alla mia collega, che comunque ha perseverato mi ha di nuovo convinta a tornare. E ora siamo qui, con dei capitoli già pronti ed altri in fase di scrittura.

Spero vi piaccia questo capitolo e ringrazio ancora tutti quelli che ci hanno incitato a continuare. Grazie di cuore. Inoltre vorrei rispondere a tutti i commenti (sarebbe anche una punizione più che degna per me), ma mi sto auto fustigando da sola per la mia stupidità, perciò spero non me ne vogliate, se non lo faccio ad uno a uno.

In ogni modo, grazie di cuore a: liliana87, kami, Sikky, desi, Geo88, sakura_uchiha, Gaia, kry333, ECA90, cucciolotta94, Ilary90, lala_g, ryan92, Hermy6, ichi_chan, Hypnotic Poison, bellina, aryuka, MIRY, pinkgirl, demu.

Grazie ancora e a presto! xD
Pfepfer & la mia amata, dolce, tenera collega Izayoi007! xD

 

  

 

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Capitolo 11
*** Raw Truth ***


SORAIRO

SORAIRO

- Color del cielo -

***

Undicesimo capitolo:

Raw Truth

 

 

Che vergogna immane. Accidenti a me e a quei stupidi tizi della festa che mi avevano rimpinzato di bevande. Come avevo potuto fare una cosa simile?! E con lui poi, con Ryou Shirogane. Almeno fosse stato un perfetto estraneo. Certo, sarei stata imbarazzata del mio gesto, ma almeno non lo avrei visto tutti i santissimi giorni. Dannazione!!

La colazione fu consumata il più in fretta e silenziosamente possibile, fatta eccezione per la cara signora Shirogane che tentava in tutti i modi di instaurare un dialogo, ma vedendo che stranamente nessuno di noi due quella mattina era particolarmente loquace – almeno io che di solito ero dalla chiacchierata facile – desistette quasi subito e noi andammo tranquillamente ognuno per la sua strada, senza mai degnarci di uno sguardo.

In quel momento, mentre la mia mente non faceva altro che concentrarsi su quanto io fossi stupida, ero sdraiata sul comodo lettone della mia momentanea sistemazione e sospiravo guardando il soffitto di quell’elegante camera da letto.

-Ma quanto sono stupida!- mi dissi a voce alta, tanto per ribadire nuovamente il concetto, nel caso in cui le pareti della stanza non l’avessero ancora capito.

Nel frattempo che mi ripetevo mentalmente, quasi fino allo sfinimento, quelle quattro parole, flash della serata precedente mi passavano davanti agli occhi in una spasmodica sequela di immagini interminabili che si susseguivano una dopo l’altra con scene sempre più imbarazzanti e confuse. Non potevo credere che quella fosse la realtà, era così assurda. Sembrava più un sogno, anzi, meglio dire un incubo, era tutto così dannatamente caotico che non riuscivo a capacitarmi che quelle parole, azioni, gesti li avessi causati io stessa. Io, che nemmeno nell’anticamera del mio cervello avrei mai pensato di compiere gesti così osceni, prendendo perfino l’iniziativa. Ma sembrava che lui non avesse disprezzato tanta audacia, anzi… O cavolo!! Lui nemmeno per un momento mi aveva allontanata o ammonita. Lui, anche lui mi aveva baciata con la stessa mia passione!! Che questo voglia significare qualcosa? Infondo a scuola è sempre stato molto freddo con me, oppure anche lui era sotto gli effetti dell’alcol? E se non fosse così? Se provasse qualcosa per me? Cosa sarebbe successo se non mi fossi addormentata?

Ooooo! Basta!! Qui ci sono un po’ troppe domande e pochissime risposte.

Stizzita dai miei stessi pensieri mi sollevai di scatto e presi una decisione: era completamente inutile stare lì a rimuginare su quanto era successo e a farmi mille domande di cui non potevo conoscere la risposta, quindi decisi di andare a parlarne direttamente con Shirogane. Sarei morta di vergogna nel farli quelle domande così imbarazzanti per me, ma perlomeno avrei avuto chiara quella situazione una volte per tutte.

Con lentezza, quasi stessi andando al patibolo, uscii dalla mia stanza e mi diressi verso quella del biondo, che era particolarmente lontana dalla mia, ma mai come quella volta mi parve incredibilmente vicina. Quasi fosse a due passi dalla mia.

Tremante, bussai leggermente alla porta ma nessun suono provenne da essa. Riprovai un paio di volte ancora, accompagnando quel gesto con dei richiami leggeri ma come prima, nulla. Decisi quindi di entrare e con mia somma delusione mi accorsi che in camera non vi era nessuno. Contrariamente a quanto avrei dovuto fare, visto che la persona per cui ero lì non c’era, entrai e chiusi la porta alle mie spalle con fare sospetto, sperando che non mi vedesse nessuno. Sapevo che non avrei dovuto, ma la curiosità era troppa nel ficcanasare nella sua stanza. Cominciai quindi a guardarmi attorno. La camera non era molto diversa dalla mia, fatta eccezione per il grosso letto a baldacchino, elegante e di grande suggestione con un design sottilmente minimalista, dalla testata e i piedi in ferro battuto, piuttosto elaborato e il tendaggio rosso scuro, quasi bordeaux, in tinta con i colori del copriletto ed anche un grosso televisore al plasma, maxi schermo, sistemato ai piedi del letto.

Affascinata mi accomodai sul giaciglio constatando la sua morbidezza e altrettanto incuriosita, mi alzai per osservare il televisore abnorme che non avevo mai visto dal vivo, se non su qualche pubblicità alla tv. Notai con piacere che su di un ripiano lì accanto vi erano numerosissime cassette ed una in particolare attirò la mia curiosità. Era nascosta dietro a tutte le altre. Se una persona non si metteva lì ad osservare attentamente il ripiano rischiava di non vederla, ma io me n’ero accorta. Sicuramente era qualcosa di compromettente per la sua immagine, che non doveva far vedere a nessuno tranne che a lui stesso, magari nelle notti solitarie. Sicuramente era una di quelle cassette che hanno tutti i ragazzi nascoste sotto al letto oppure in bella vista, ma con una etichetta “sbagliata” per non far capire di quale film si trattasse. Sadicamente curiosa di avere la conferma di ciò che pensassi – perciò avere qualcosa con cui minacciarlo – la presi in mano e la tirai fuori dalla custodia. Sopra vi erano state scritte con un elegante scrittura, per niente simile a quella che avevo visto qualche volta scritta sui quaderni di Shirogane, poche parole:

Per non dimenticare chi sei!!

Che titolo strano, pensai. Non sembrava quel genere di cassetta, ma di certo non mi potevo far ingannare così facilmente. Seppur a malincuore dovevo ammettere che il mio sensei era molto furbo, quindi sicuramente il titolo era stato ideato per sviare i curiosi.

Infilai delicatamente il nastro nel video registratore e dopo aver afferrato il telecomando mi accomodai nuovamente sul letto per poi accendere il televisore e godermi lo spettacolo: ero impaziente di ricevere la prova del suo libido e quindi di avere un asso nella manica da giocare a mio piacimento nel momento più opportuno.

Ma presto dovetti ricredermi. Sembrava il classico filmino fatto in famiglia. Rammaricata nel constatare che non avevo nulla con cui minacciarlo mi decisi ad osservare il video, che era iniziato con frasi insensate di due persone che non conoscevo, che si dirigevano a passi svelti verso una stanza a me ormai nota…

 

Una figura dai capelli biondi aprì di scatto la porta alla quale si era diretta a passo svelto, seguita da un’altra figura che le stava dietro con una telecamera.

Vide un ragazzino sussultare alla sua vista e tentare di nascondere qualcosa in un cassetto della scrivania, ma senza successo, dato che l’uomo lo prese bruscamente per un braccio e lo distanziò dal tavolo.

-Papà!!- urlò il ragazzo tentando di allontanarlo -Non è come sembra!!- continuò, ma ricevette un sonoro ceffone in pieno volto, che lo fece zittire all’istante. Il capofamiglia aprì il tiretto e prese in mano dei fogli e dei libri. Li osservò per pochi istanti, prima di gettarli in viso al figlio, facendogli del male agl’occhi e alla bocca.

-Che cos’è questo eh, Ryou?!- domandò furente, prendendo da terra un albo sull’anatomia del corpo umano e sventolandolo prepotentemente davanti alla faccia ammaccata del ragazzo.

-Cosa ti avevo detto?- lo prese per il bavero della maglia, alzandolo da terra e portandolo a qualche centimetro dalla propria faccia -Quante volte ti ho detto di piantarla con queste sciochezze? Te lo vuoi ficcare in quella cazzo di testa che tu non diventerai un medico, eh!?- il biondino iniziò a singhiozzare, farneticando frasi senza senso, mangiate dai singulti che facevano vibrare il suo piccolo corpo ancora infantile. Allorché l’uomo lo accostò malamente a terra o lo prese per una mano, trascinandolo con la violenza fuori dalla stanza.

-Ora te la faccio passare io la voglia di studiare di nascosto!! Così impari a disubbidirmi e a crederti più furbo di me!!- ringhiò, prendendo il figlio in braccio, il quale continuava a dimenarsi, urlando di lasciarlo andare, che non avrebbe mai più trasgredito ai suoi ordini.

Lui lo ignorò.

Furono inutili i suoi successivi tentativi di liberarsi, il padre era più forte di lui e quindi i pugni, i calci che gli dava non avevano alcun effetto. Era in trappola.

Percorsero tra urla e singhiozzi un pezzetto di corridoio deserto, oltrepassando anche la madre, che alla vista del figlio imprigionato dalle grinfie del padre, volse lo sguardo dall’altra parte. Sapeva che punizione gli sarebbe toccata avendo per l’ennesima volta ignorato gli ordini del padre, ma la cosa più crudele che fece in quel momento, fu quella di ignorare il richiamo del bambino, che la pregava di aiutarlo.

Arrivarono in una stanzetta semibuia, illuminata da una fioca luce proveniente da una lampadina in procinto di spegnersi. Alle pareti due catene che alla fine avevano due pezzi di pelle scamosciata. Spinse il figlio nella loro direzione, bloccandogli le mani con quei due pezzi di stoffa e alzandogli la maglia al fine di scoprirgli la schiena. Poco dopo prese in mano una frusta nera e la strinse tra le dita, frustando come prova il pavimento sottostante.

-Un giorno mi ringrazierai per questo, quando diventerai una persona fredda, senza cuore. Quando diverrai un killer a tutti gli effetti!!-

Urlò, il ragazzo urlò disumanamente quando una striscia rossa, dalla quale cominciò a sgorgare un po’ di sangue, gli si tatuò sulla schiena, seguita da altre linee, accompagnate sempre da altrettante grida.

-Un Shirogane NON deve MAI urlare, nemmeno quando patisce le pene dell’inferno!!- un’altra retta rossa sulla schiena -Hai capito?!- nessun suono si espanse nell’aria. L’unico rumore fu il suono del contraccolpo della frusta.

 

La telecamera si spostò dalla schiena ormai insanguinata al viso sudato e chiuso in una smorfia di Shirogane. Dopo l’ennesima frustata vidi scendergli dalle guance delle gocce salate, ma senza essere seguite da alcun lamento. In quel momento, quando socchiuse gli occhi e si voltò verso la camera, notai per la prima volta gli occhi di lui. In quel preciso istante persero la loro vivacità, diventando gli occhi freddi e inespressivi che vedevo ogni giorno all’accademia.

Mi portai la mano alla bocca, mentre lo schermo diventava improvvisamente nero per colpa di una figura che aveva staccato la spina. Alzai lo sguardo verso quello di Shirogane, che mi guardava nello stesso modo come nel video. Lo osservai in silenzio per qualche istante, poi presa da uno strano sentimento mi alzai dal letto e mi gettai tra le sue braccia, piangendo come fosse la prima volta. Non riuscivo proprio a smettere di far scendere dai miei occhi quelle stille, che prepotentemente, con la loro tristezza, avevano avvolto anche il mio cuore ricolmo di dolore.

Come…?

Come si poteva odiare una persona che aveva avuto un’infanzia così? Come si poteva continuare a coltivare rancore nei confronti di chi era stato costretto a una vita del genere?

No. Non potevo. Anche se aveva ucciso mio padre, il mio cuore, la mia anima si rifiutavano di odiarlo, di ucciderlo. Razionalmente sapevo di doverlo fare, ma dopo aver visto una cosa del genere preferivo dimenticare le sue colpe. Sicuramente non aveva voluto uccidere mio padre. Lui era in un certo senso innocente, il vero colpevole era il padre che lo aveva obbligato a fare una cosa tanto orribile. Sì. La colpa era dell’uomo e non di questo ragazzo, una marionetta nelle mani dell’arido capofamiglia, con un cuore distrutto, ormai incapace di provare sentimenti umani.

Nessuno lo aveva mai amato. Tutti l’avevano sempre trattato come un pupazzetto utile per perseguire solo i loro scopi.

-Perdonami…- singhiozzai nella speranza che lui potesse capire, che mi potesse scusare per tutte quelle volte che gli avevo urlato in faccia di essere un assassino. Potevo capirlo. Comprendere il dolore che gli avevo arrecato tutte quelle volte che gli avevo fatto ricordare il suo passato.

-Perdonami, ti prego…-

Lui non fece nulla, non disse niente. Restò immobile nella posizione in cui l’avevo visto qualche minuto prima: con il cavo del televisore in mano e con me, che lo stringevo quasi con possesso, piangendo disperatamente. Però, sapevo che nonostante tutto quello che gli dicessi, urlassi, lui non mi avrebbe mai sentita.

Gli occhi…

I suoi occhi erano lontani anni luce dai miei.

 

 

Continua…

 

Eccoci tornare.

Credevate che l’aggiornamento sarebbe stato tra 50 anni eh?? XD

Ahaha, scherzi a parte. Spero che questo capitolo vi piaccia (povero piccolo Ryou é.è il nostro sadismo non ha limiti! Muahaha!! ;P) e prima di passare ai commenti mi riempie di gioia scoprire che ci sono ancora commentatrici (chiedo pardon agli omini *asd*) di quando io ero giovane, ergo, quando ancora scrivevo/aggiornavo le mie fan fiction.

Mi fa veramente piacere ritrovarvi ancora qui!! *O*

Ma ora… i commenti!

ECA90: macciauuu!! Ecco una delle “vecchie” commentatrici!! *asd* Come stai? Spero tutto bene, in ogni modo moooolte cose dovranno essere spiegate e tranquilla per la promessa sposa, sai bene com’è fatta Izayoi007 (ogni riferimento al suo modo di far finire le fan fiction è puramente casuale, dato che se fosse per me morirebbero tutti dopo il primo capitolo! Ahahaha! XD). Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero di risentirti presto.

Un bacione!

lucia lair: ehehe, grazie mille ma… non è tutto oro ciò che brilla (mi sa che non era proprio così la cosa! XD) e… se son rose fioriranno! Ahaha, scusa, ma era per farti capire che non è ancora tutto deciso e scontato! Muahaha! Molte cose devono ancora succedere!! *altra risata maligna*

In ogni modo grazie anche a te per il commento, saluti!

liliana87: ecco qui un’altra “vecchia”… commentatrice! XD Ahaha! Guarda, anche io non ci credevo che sarei tornata a scrivere, eppure sono qua. In ogni modo grazie anche a te e continua, imperterrita, a seguirci. Mi raccomando! *O*

Bacioni!

stezietta w: TI STIMO FRATELLA! *in Zelig mode*

Indovina? Me too viene dal FVG, io sono di Gorizia! ^O^ *gongola*

Ma passando ad altro, ci fa piacere che questa fan fiction, fino ad ora, ti sia piaciuta. Speriamo che continui a piacerti anche in seguito e grazie del commento.

Ciao!

drin_chan: uh, grazie. Io invece mi son messa a urlare quando mi ha contattato Izayoi007! … AHAHAHAHAHAHA!! No dai, poverella! Scherzo collega *faccina con occhi a cuoricino*! ^O^

Grazie ancora e a risentirci. Baci!

Geo88: altra “vecchia”… conoscenza! XD Come stai? Ne è passata di acqua sotto i ponti eh? XD Che dici? Sìsì, sono stati belli i tempi passati, io e te, te ed io! XD Ahaha, no dai, grazie cara per il commento e non demordere *_* Izayoi007 mi costringerà a finire questa ficcy! xD

Adieu!

algin91: diciamo che interrompere il capitolo così, con il lettore con la bavetta alla bocca, gli occhi a palla e intrisi di insana curiosità è il nostro scopo primario. Noi due, nella vita, siamo conosciute come le: “Suspance Ladies” e ne andiamo fiere!! *faccina da eroe*
Ehehe, in ogni modo eccoti accontentata e speriamo che il capitolo ti sia piaciuto! Saluti!

demu: ma tesoro, a chi è riferito quell’“amore”? *_* A me (Pfepfer) o a Izayoi007? Guarda, meglio che non sia per Iza, altrimenti quella pazza potrebbe ucciderti nel sonno! XD

In ogni modo, grazie per il commento e a risentirci! Baci! ;)

Gaia: se qualcuno ha la memoria corta e deve rileggere i capitoli… *d’improvviso Pfe si sente addosso lo sguardo accusatore di Iza*…

Bene, dicevamo? xD

E che ti devo dire? Tanto ti sento ogni santissimo giorno a te! XD Sei fastidiosa come un brufolo! XD

Va , Iza ti ringrazia del commento e io no, dato che ti ho dovuto costringere a leggere e a commentare la fan fiction! Sei una donna inutile, mi raccomando però, commenta anche gli altri! ò.ò

Baciotti mon brufolon! Ahaha! XD

 

Bene, finiti i ringraziamenti ringraziamo ancora tutti quelli che hanno letto e basta *non badate al coltello dietro la schiena* e auguriamo a tutti un Buon Natale e un Felice 2009!

Saluti da Pfepfer & Izayoi007! J

 

PS: mi scuso per il continuo “vecchia” – XD – ma mi mancavate! ç_ç *lecca-ciapet mode: ON*

 

 

 

 

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