Romeo and Juliet in a different way

di ludo22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Personaggi e prologo ***
Capitolo 2: *** Atto I - parte I ***
Capitolo 3: *** Atto I fine scena I e scena II ***
Capitolo 4: *** Scene III e IV ***
Capitolo 5: *** Scena V - Parte I ***



Capitolo 1
*** Personaggi e prologo ***


Personaggi:

 

Il CORO

Il PRINCIPE DELLA SCALA (o MARCEL)            Signore di New Orleans

TYLER                                                                  Giovane nobile di New Orleans, parente del principe 

MICKEALSON                                                      Capi di famiglie in contesa tra loro
FORBES 

NIKLAUS                                                              Figlio dei Mickealson

ELIJAH                                                                 Altro figlio dei Mickealson, fratello di Niklaus

KOL                                                                      Parente del principe e amico di Niklaus

STEFAN                                                               Nipote dei Forbes

FRATE LORENZO                                              Francescani
FRATE GIOVANNI

DAMON                                                              Servitore di Niklaus

JEREMY
MATT                                                              Servitori dei Forbes 
ALARIC

ADRIAN                                                                Servitore dei Mickealson

MONNA FORBES                                            Moglie del Forbes e madre di Caroline
CAROLINE                                                       Figlia del Forbes
La NUTRICE di Caroline
Lo ZIO dei Forbes 

MONNA MICKEALSON                                   Moglie del Mickelason e madre di Niklaus

Uno SPEZIALE

Tre Musici - Il Paggio di Tyler - Un altro Paggio - Un Ufficiale
Cittadini di New Orleans - Parenti delle due famiglie - Maschere - Guardie - Vigili - Persone del seguito 

 

Prologo 

 

C'era un tempo in cui le famiglie a New Orleans potevano passeggiare tranquillamente, senza alcun ostacolo o battaglia ad impolverare le strade di quella città a lungo dannata.

Ma non è questo il tempo.

Infatti l'epoca che vi sto per narrare è un'epoca oscura soprattutto grazie alla presenza di due famiglie molto potenti e molto corrotte che si odiavano per motivi da ricercare nella storia dei tempi così lontana che nessuno sulla faccia della Terra saprebbe, da cui discendono una coppia di amanti, nati sotto una sfortunata stella, destinati a pacificare con la morte le loro famiglie.

La mia storia, come già ho detto nell'introduzione, è ambientata in una New Orleans indefinita (il tempo non lo specifica Shakespeare, come potrei farlo io? XD), sovrannaturale, dove sono presenti lupi mannari (Tyler), streghe (Marcel o Principe della Scala e il suo seguito), ibridi (Niklaus e la sua famiglia) e vampiri (Caroline e la sua famiglia). Mentre le streghe sono neutrali (o fingono di esserlo?), tra i licantropi, gli ibridi e i vampiri vige una guerra spietata che va avanti da secoli. Chi vincerà la sanguinosa guerra tra Forbes e Mikealson? Ci sarà qualche particolare diverso o sarà la solita rivisitazione della più famosa tragedia? Lo scoprirete solo continuando a leggere.

 

 

Nota dell'autrice 

Ciao ragazze, 

Spero vi piaccia la mia idea di ambientare il Klaroline anche ai tempi di Romeo e Giulietta.

Purtroppo non potrò dedicare tutta la mia attenzione a questa FF pur piacendomi molto l'idea perché ne ho già altre due da finire e una terza che avevo promesso e che per mancanza di tempo non sono ancora riuscita a finire.

Baci

Ludo

 

Ps. Premetto che riprenderò i punti più interessanti e lascerò quelli a mio avviso più noiosi, stravolgendo a volte i dialoghi e cambiando anche volto ai personaggi ma mantenendomi comunque fedele all'originale, per quanto possibile .
Pps. So che il prologo non è lunghissimo e fa parecchio schifo ma nel prologo di Romeo e Giulietta non dicono quasi niente di interessante, quindi ho preferito accorciarlo e iniziare la stesura del primo atto che dilungarmi inutilmente su questa parte.
Ppps. Il primo atto scena prima e seconda spero di finirli per fine mese 

 

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Capitolo 2
*** Atto I - parte I ***


Atto I, parte I 

Scena I - New Orleans, una piazza davanti alla casa dei Forbes.

 

Passeggiavano tranquillamente Matt e Jeremy davanti alla casa dei loro padroni con spada e scudo s'intende (di quei tempi non si era mai troppo sicuri di chi potesse comparire davanti alla porta della loro casa) quando Jeremy parlò:
<< Non sopporteremo provocazioni di alcuna sorta! >>
<< Certo che no! Se verremo provocati risponderemo a dovere >> gli rispose Matt, facendo lo spaccone.
<< E se ci faranno arrabbiare più del dovuto, tireremo fuori le nostre armi >> sogghignò Jeremy, indicando prima i suoi denti e poi la sua spada, posata al suo fianco. << E se vedo un Mickelason che Dio lo assista. Basterebbe quello a farmi scattare. >> proseguì dopo qualche istante di silenzio.
<< Già ma scattare significa muoversi; rimanere fermi, quello è coraggio. Se tu scatti, scappi. >> osservò il compagno d'armi.
<< No, perché io sono in grado di scattare pure stando fermo: mi basta incontrare uno di quei cani. Fa che ne incontri uno, sia maschio o femmina, io prenderò la destra*. >> inveì Jeremy, iracondo.
<< Se ti metti sulla destra sembreresti storpio, perché in quella posizione ci va sempre il più debole >> notò nuovamente Matt.
<< Questo è vero. E' per questo che le donne stanno sempre in quella posizione. Perciò sai che faccio io? Caccio dalla destra i servi dei Mickealson e ci faccio mettere le serve >> scherzò Jeremy.
<< A quel punto ci sarà da vedersela tra uomini, padroni e servi >> commentò Matt.
<< Per me fa lo stesso. Mi farò vedere come fossi un tiranno: dopo che avrò combattuto con gli uomini, sarò gentile con le donne, tagliando loro la testa. >> provò nuovamente a far ridere Jeremy.
<< Ma che dici! Taglieresti la testa alle donne? >> chiese il biondo incredulo.
<< Taglierò loro la testa o mi prenderò la loro verginità. Prendila come più ti piace >> continuò Jeremy con le sue smargiassate.
<< Non sono io che lo devo prendere, quanto quelle ragazze nel senso che vuoi tu >> osservò sconvolto Matt. Non aveva mai visto un soldato più sbruffone e gradasso di Jeremy!
<< E puoi essere certo che finché le gambe mi reggeranno, tutte le ragazze lo sapranno >> continuò Jeremy, all'oscuro della pessima figura che stava facendo con il compagno << Lo sanno tutte che bel bocconcino sono >> finì.
<< Meglio per te che non sei nato pesce, sennò saresti uno stoccafisso >> ribatté Matt per le rime stavolta. << Piuttosto tira fuori la spada e mostra i denti che stanno arrivando dei Mickaelson >>
In quel momento anche Jeremy poté notare due figure che si avvicinavano con delle facce brutte come la morte e capì al volo anche lui che erano dei Mickaelson. Più precisamente Damon e Adrian, due servi.
<< Io la mia spada l'ho già snudata. Attacca tu per primo, io ti spalleggio >> disse Jeremy tremando leggermente mentre sentiva scendere i lunghi canini che assumeva quando era nella sua forma vampirica. Un cuor di leone insomma.
<< Cosa significa spalleggiare? Mi dai le spalle e scappi? >> chiese Matt, spaventato da ciò che sarebbe potuto succedere se Jeremy se ne fosse andato sul serio.
<< No, non temere >> lo rassicurò quest'ultimo ma con una punta di panico evidente nella voce, alla quale Matt rispose sarcasticamente:
<< Eh, di te ho paura. >>
<< Fatti furbo Matt, >> lo rimproverò il moro << restiamo dalla parte della legge, lascia che siano loro ad attaccare >>
<< Io gli passo davanti e gli faccio una smorfia. Che la prendano come vogliono. >> ribatté Matt.
<< La prenderanno come più gli aggrada. Io gli faccio una smorfia e alzo il dito medio e lo farò sembrare come un insulto. E se se la prendono tanto meglio. >> esclamò ringalluzzito Jeremy, mentre alzava il sopra citato dito.
In quel momento Adrian, il servitore di casa Mickaelson vide quel grave insulto e si accostò a loro, minacciosamente dicendo:
<< Per noi alzi il dito medio, compare? >>
<< Io si, alzo il dito medio >> rispose ghignando Jeremy.
<< La mia domanda era un'altra. E' verso di noi che volgi quel tuo sporco dito? Rispondi a tono >> chiese con tono ancora più minaccioso il servitore ibrido.
A Jeremy venne il dubbio e così decise di fugarlo chiedendo sottovoce al compagno:
<< Se rispondo di si, la legge è dalla nostra parte? >>
Matt gli rispose così piano che se non fossero stati vampiri probabilmente non avrebbe sentito niente:
<< No. >>
<< No, compare. Se alzo il dito medio non è per voi. Però lo alzo. Non vorrete mica attaccare briga? >> disse Jeremy, che aveva trovato il perfetto escamotage per far ricadere la colpa sui Mickaelson.
Sentendo quelle parole Adrian mostrò i lunghi canini, mentre sorrideva sardonicamente e commentava:
<< Briga noi? No. >>
<< Ma se ne aveste il desiderio, io sono a vostra piena discrezione. Il mio padrone vale quanto il vostro. >> notò il vampiro moro.
<< Ma nemmeno di più >> chiosò l'ibrido dagli occhi scuri.
<< D'accordo >> confermò non sicurissimo di quelle parole Jeremy. Tutti sapevano che gli ibridi erano un misto di sangue di vampiro e lupo mannaro e per questo erano visti male da entrambe le specie, non venendo considerati ne carne ne pesce. O almeno tranne in quella città dove erano odiati da tutti, essendo considerati alla stregua di animali bastardi. Che poi non erano nient'altro che quello. Anche i vampiri e i licantropi si odiavano ma almeno loro sapevano di venire da due specie pure.
Per questo quando Matt gli sussurrò:
<< Di "di più", sta venendo un parente del padrone >>, Jeremy non poté fare a meno che insultare i due ibridi che aveva davanti.
<< Vale di più, sissignore! >>
Sentendo quelle parole ad Adrian si rizzarono i peli sulle braccia e iniziò a berciare, mentre sentiva i denti allungarsi sempre di più e le ossa iniziare a rompersi: 
<< Tu menti! >>
<< Fuori i denti, se siete degli uomini! >> ringhiò Jeremy << Matt, pronto con la tua spada. >>
E iniziarono a lottare, unghie e denti e scudi e spade si scontravano, facendo risuonare nell'aria un piacevole frastuono.
Improvvisamente avanzò Elijah, furibondo con i suoi, talmente tanto da abbandonare la sua solita calma compostezza per mettersi ad urlare sopra le urla dei guerrieri:
<< Fermi, insensati, fermi! Giù le spade e i denti! Idioti! Non sapete quello che fate! >>
Visto che i contendenti non sembravano averlo udito sguainò la spada e mettendo in mostra i canini, lunghi almeno il doppio di quelli di un normale vampiro o ibrido di sorta, si mise in mezzo e con la propria spada obbliga a terra quelle dei quattro. 
Stefan scelse quel preciso istante per palesarsi e sussurrare all'orecchio di Elijah:
<< Sei bravo, eh?, Elijah, a trar la spada in mezzo a questi timidi cerbiatti! Voltati e guarda in faccia la tua morte >>  
Elijah pensò a mille e più insulti che avrebbe voluto rivolgere all'idiota dei Forbes che aveva davanti, ma decise per la vie pacificatrici. Il padre non avrebbe preso bene la scoperta della scaramuccia.
<< Sono qui solo per mettere pace. Perciò rinfodera la spada e smettila di mostrare i denti, o adoperali per aiutarmi a fargli fare pace. >>
Stefan, che si dimostrava sempre il più valoroso ma incosciente della famiglia Forbes, ribadì:
<< Stai scherzando? Tu, che parli di pace con la spada ed i denti in bella mostra? Questa parola, "pace" io la odio come l'inferno, i Mickealson e te! Combatti se hai il coraggio! 
I due cominciarono a battersi, mentre parecchie persone da entrambe le famiglie iniziarono a scendere per strada e a lottare tra loro; poi sopraggiunsero dei cittadini armati di mazze che iniziano a urlare quasi in coro:
<< Mazze ferrate! Picche! Partigiane! Datevi addosso, massacratevi tutti! Forbes e Mickealson, morte a tutti! >>
In quel momento uscì l'anziano Forbes, con zanne ben in vista e in vestaglia con Monna Forbes che prese ad urlare:
<< Che diavolo di pandemonio è questo? Datemi il mio spadone. >>
Monna Forbes, preoccupata dall'incoscienza del marito fermò i servi che già accorrevano con una spada:
<< Una spada? E a che ti servirebbe una spada? Dategli una stampella piuttosto! >>
<< Il mio spadone! Presto! Sta arrivando quel vecchio idiota di un Mickealson a provocarmi, con le sue odiose zanne e la spada in pugno. >> richiamò i servi che già correvano per posare la spada e prendere, al suo posto la stampella.
Prima sfocati, poi sempre più nitide apparvero le figure dell'anziano Mickelason e della sua signora, Monna Mickealson, anch'esso gridando:
<< Vile d'un Forbes! Vieni qui! Se ti prendo nemmeno il Signore Iddio potrà avere pietà della tua anima >>
Vorrebbe slanciarsi contro il nemico, ma la moglie lo trattiene per il mantello, così si rivolge a lei:
<< … E tu non tenermi! Lasciami andare a fargliela pagare a quel vile essere. >>
Monna Mickealson, con la stessa ragionevolezza di Monna Forbes cercò di fermarlo.
<< Non farai un passo per andarti a scontrare con il Forbes >>
In quell'istante accorse il Principe della Scala con il suo seguito che parlò in questo modo:
<> notò dopo un secondo, poiché erano tutti troppo presi dalla lotta, mentre la maggior parte dei restanti, erano troppo impegnati a fomentare quegli stupidi! << Oh, dico a voi, non uomini ma bestie, spegnete la dannosa rabbia che vi infiamma le vene! Fermi! Dovete gettare subito dalle vostre mani insanguinate quelle spade ed ascoltare la vostra condanna dalle mie labbra, quelle del vostro sdegnato Principe >> continuò Marcel, sorridendo compiaciuto alle sue ultime parole,  perché oltre ad essere il Principe di New Orleans era anche una tra le persone più boriose e arroganti sulla faccia della Terra. <> si fermò un secondo per ascoltare le parole di Jeremy e Matt, seguite da quelle di Adrian e Damon, per decidere la pena adatta al crimine commesso (anche questa impresa fu ardua, in quanto Damon urlò che non fosse giusto ascoltare prima i Forbes di loro, ma, dopo due scariche di magia infertagli da due guardie del suo seguito, la situazione si tranquillizzò), e così decise << Se disturbate le nostre strade ancora una volta, saranno le vostre vite, lo giuro, a pagare la rottura della pace. Per questa volta tutti gli altri a casa! Tu, Forbes, vieni con me, mentre tu Mickelason, questo pomeriggio, fatti trovare al palazzo di St. Louise, dove ha sede la nostra Corte di Giustizia, per conoscere le loro decisioni sulla decisione da dare per questo caso. Ora per chi non volesse essere messo a morte consiglio di andare via da questo luogo. >>
E se ne andarono tutti, meno Elijah, Mickealson e Monna Mickealson.


*prendere la destra era considerato una cosa molto disdicevole per gli uomini dell'epoca, in quanto essi ritenevano che solo le donne e i bambini potessero posizionarsi in quel punto


Nota dell'autrice

Non mi odiate, vi prego, perché io ci provavo a scrivere qualcosa di sensato scrivendo questa storia, ma ogni volta mi usciva qualcosa di tremendo.
Come tutte le appassionate di Romeo e Giulietta noteranno, non ce l'ho fatta nemmeno a pubblicare tutto l'atto primo, scena prima, ma, come ripeto, veniva una schifezza ogni qual volta provavo a scrivere qualcosa (e Romeo e Giulietta è tipo tra le mie opere preferite e non mi andava di distruggere anche questo mostro sacro per me).
Spero in un vostro perdono e vi mando tanti baci,
Ludovica

ps. ci aggiorniamo con questa long a metà marzo spero.
pps. come avrete potuto notare in questa prima scena sono rimasta abbastanza fedele all'originale, ma già dal prossimo capitolo ho intenzione di cambiare parecchie cose :)

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Capitolo 3
*** Atto I fine scena I e scena II ***


[Dal capitolo precedente: 

<< Se disturbate le nostre strade ancora una volta, saranno le vostre vite, lo giuro, a pagare la rottura della pace. Per questa volta tutti gli altri a casa! Tu, Forbes, vieni con me, mentre tu Mickelason, questo pomeriggio, fatti trovare al palazzo di St. Louise, dove ha sede la nostra Corte di Giustizia, per conoscere le loro decisioni sulla decisione da dare per questo caso. Ora per chi non volesse essere messo a morte consiglio di andare via da questo luogo. >>
E se ne andarono tutti, meno Elijah, Mickealson e Monna Mickealson.]

 




<< Dimmi figliolo, sono vere le parole dei servi di Forbes? Eri qui quando hanno cominciato? >> chiese il padre tranquillamente al figlio.
<< Quando sono arrivato, era già iniziata tra i nostri e loro questa dannata rissa. Per cercare di separarli ho impugnato la spada, ma in quello stesso istante è arrivato Stefan, spada e denti bene in vista e mi ha sussurrato parole di sfida all'orecchio. Poi mi ha attaccato e mentre ci scambiavamo colpi è accorsa un mucchio di gente e la zuffa cresceva e si ingrossava, fin quando non è arrivato il principe che ci ha divisi! Mi dispiace padre. >> finì Elijah.
<< Niklaus, dov'è? L'hai visto stamattina? Sono proprio contenta che non si sia trovato in questa rissa. >> chiese la madre, preoccupata sia dal comportamento che avrebbe assunto il marito di li a qualche secondo, sia da quello dello stesso Niklaus. Erano giorni che non mangiava e che si comportava in modo strano. 
Come volevasi dimostrare Mickelason si infuriò a sentire quelle parole e ribatté:
<< Donna, il fatto che sia il mio primogenito non ne fa il mio automaticamente erede diretto! E poi… >>
Ma Elijah intervenne per evitare le incresciose parole che sicuramente sarebbero uscite dalla bocca del padre
<< Madre, vi dirò: questa mattina, prima che il sole sorgesse, un qualcosa mi fece uscire di casa; e lo vidi proprio fuori del bosco di aceri che sorge a ovest della città. Gli sono andato incontro per scambiare quattro chiacchiere ma appena si è accorto della mia presenza, è scomparso. Io, già turbato dalla tristezza che stamattina aveva albergato il mio animo, decisi di non seguirlo. >>
Il padre era già pronto ad intervenire con una delle sue battute cattive ma la madre dei due ragazzi intervenne:
<< Lo hanno già notato là molte mattine, mentre piange e cova una tristezza infinita. Poi, come spunta il sole, il mio povero ragazzo si rinchiude nella sua stanza, riproducendosi ad arte, un'altra notte. Questo umore gli sarà fatale, se qualcuno non gli darà qualche buon consiglio. >>
<< E il motivo di tanta tristezza lo conosci, nobile padre? >> chiese Elijah andando a parare proprio dove la madre voleva: la curiosità e la saggezza del Mickealson che infatti rispose balbettando e arrossendo:
<< No, e lui stesso non mi da modo di conoscerla >>
<< Quindi avete già provato ad interrogarlo? >> chiese Elijah diplomaticamente.
<< Ci ho provato e come me anche i suoi più fidati amici. Ma il solo confidente del suo male è lui stesso. Somiglia ad un bocciolo di un fiore che, morso da un verme, esita ad aprire i petali. Se sapessi cosa lo angustia farei il possibile per fargliela passare. Che c'è moglie? E' sempre il mio figliastro. >>
In quel preciso istante, Elijah poté scorgere in lontananza la figura di Nicklaua che si avvicinava. Quindi disse ai genitori:
<< Eccolo che arriva. Mettevi in disparte: mi deve dire lui stesso, con le sue labbra, cosa lo preoccupa, o mi dovrà dire mille volte che non ha nulla. Ma ora vi prego, allontanatevi. >>
<< Spero che tu sia tanto fortunato da avere, qui, a quattr'occhi con lui, una risposta finalmente sincera. Andiamo cara. >> commentò Mickealson andandosene.
<< Buongiorno fratello >> interruppe Elijah i pensieri di Niklaus che intanto si era avvicinato.
<< Che ore sono? >> chiese sconvolto il biondo
<< Sono appena le nove. >> gli rispose il fratello.
<< Ah quanto sono lunghe e tristi le ore per l'uomo. Ma era nostro padre quello che ho visto allontanarsi? >> chiese nuovamente l'ibrido.
<< Era nostro padre, si. Ma qual'è la pena che affligge le ore di Niklaus? >> domandò Elijah notando per la prima volta la brutta cera che aveva il fratello. Era più pallido del solito, con delle profonde occhiaie violacee, come se non si nutrisse da giorni. 
<< Io sono… >>
<< Innamorato? >> chiese Elijah, preoccupato.
<< Dentro… >>
<< Dentro all'amore? >> tornò a chiedere Elijah, sempre più confuso.
<< All'amore? Assolutamente no, fratello. Dentro all'odio semmai!
La odio e lei odia me. L'odio è uno dei sentimenti più grandi al mondo, Elijah, perché viene dal nulla, è violento e oscuro, serio e pazzo, caldo e freddo, malato ma al tempo stesso sano. Ridi di me? >> chiese poi Niklaus.
<< No, sono triste perché tu lo sei. >> gli rispose empaticamente il buon Elijah, cui Niklaus scoccò uno sguardo di apprezzamento.
<< L'odio è follia. Arrivederci fratello. >> disse quest'ultimo allontanandosi.
<< Aspetta Niklaus, dimmi chi è che odi? >>
<< Odio una donna >>
<< L'avevo immaginato >> ribatté Elijah << Ma chi è questa fantomatica ragazza? >>
<< Camille.     Lei è brutta, antipatica e cattiva (a volte perfino più di quanto lo siano i Forbes stessi!). E il massimo è che non riesco a farmi odiare da lei… >>
<< Cosa potrà aver mai fatto Camille Forbes per farti infuriare tanto? >> domandò Elijah, stupefatto. Il fratello era una persona irritabile e tendenzialmente molto impulsiva, ma un odio così profondo non l'aveva mai visto provare per nessuno… Tantomeno per una ragazza! 
Mai fatta domanda più sbagliata, ebbe modo di notare, quando il fratello gli lanciò un'occhiataccia.
<< Ah, ora capisco… Ti ha rifiutato, beh dimenticala. Ci sono tante altre ragazze che morirebbero pur di avere un appuntamento con te! >>
<< No, non posso dimenticarla! >>

 

Scena II - New Orleans, una via

 

Passeggiavano tranquillamente l'anziano Forbes, Tyler e Alaric, chiacchierando del più e del meno, quando il primo dei tre parlò:
<< Il Mikealson ha, come me, sulla testa la minaccia di una grande punizione nel caso non riuscissimo a sedare le fazioni più estreme delle nostre famiglie; ma, essendo parecchio anziani, non credo che avremmo particolari problemi di convivenza, oramai. >>
Tyler intervenne.
<< Godete entrambi di un'alta stima. E' davvero un peccato che entrambe le vostre famiglie si odino così tanto… Ma ditemi, mio caro Forbes, qual'è la vostra risposta alla mia proposta? >>
<< Non posso che ripetervi quello che vi ho già detto: mia figlia ha solo diciassette anni; lasciamo che cresca ancora di due anni, prima che la si possa chiamare sposa. >> temporeggiò il Forbes. Tyler era un licantropo, e come ben sappiamo, tra lupi mannari e vampiri scorreva cattivo sangue. Per stemperare questa tensione, il padre di Tyler, rimasto abbagliato dalla bellezza della giovane Forbes, aveva deciso che i due ragazzi si dovessero sposare. 
<< Ragazze più giovani di lei sono già fresche spose >> commentò infastidito il giovane.
<< Quelle che vanno spose più giovani di diciassette anni, perdono la bellezza ancora prima. Caro Tyler, se posso darvi un suggerimento, intanto corteggiatela; e cercate di conquistarne il cuore. Se anche a lei piacete, allora avrete il mio consenso in meno di un giorno. >> poi alla vecchia volpe di Forbes gli venne in mente un piano << Stasera darò a casa mia, come è vecchia usanza della mia famiglia, una festa. Spero che vi unirete anche voi a noi, come mio gradito ospite >> suggerì dopo qualche istante rimarcando quel gradito, perché alle feste che normalmente si davano in casa Forbes, la caccia al licantropo era quasi la parte più divertente. Se non eri il licantropo, ovviamente. << Sotto il mio tetto, potrete ammirare tutte le bellezze di New Orleans e potrete fare, allora, la vostra scelta. Di certo ne troverete di più belle della mia. >> Poi si rivolse ad Alaric << E tu, compagno, vai in giro ad invitare, senza perdere tempo, per le belle strade di New Orleans, tutti i nomi presenti su questa lista; fa sapere, te ne prego, che offriamo ospitalità a tutti i presenti. >>
Dopo aver detto questo, il vecchio e Tyler se ne andarono per fatti loro, lasciando solo il povero Alaric, che sbuffò:
<< Andare a cercare tutti i nomi presenti su questa lista… Ma io non ho mai imparato a leggere, accidenti. Ci vuole qualcuno che si istruito e che sappia farlo. Oh, guarda te che fortuna! >>
In quel momento passarono, casualmente, Niklaus ed Elijah.
<< Il fuoco consuma il fuoco stesso, caro fratello. Il dolore disperato trova la sua cura solo quando incontra un dolore ancora più disperato del proprio. >> diceva il saggio Elijah. << Date all'ammalato una medicina e immediatamente lui starà meglio. >>
<< Eh già, pure la foglia di piantaggine lo è! >> commentò il cuore infelice.
Elijah interruppe la sua filippica per prestare orecchio a cosa diceva il fratello e chiese: 
<< Ma rimedio a cosa? >>
<< Nel caso ti si rompesse uno stinco! >> gli rispose Niklaus.
<< Ma che dici, sei matto? >> domandò Elijah allarmato.
<< Matto no, ma come un matto incatenato, si, frustrato, tormentato >> spiegò il fratello, prima di vedere il servo dei Forbes, cui si rivolse << Buongiorno, buon uomo! >>
<< E che lo sia per voi! Di grazia, sapete leggere? >> chiese Alaric.
<< Si, purtroppo >> commentò Niklaus.
<< Sapete leggere tutto, quindi? >> continuò a chiedere il servo.
<< Si certo, Se conosco l'alfabeto e la lingua in cui è scritto. >> mormorò il maggiore dei due.
<< Questo è parlare da persona onesta! Vi saluto. >> mormorò Alaric, affranto. Per strada non si vedeva nessuno e ciò significava che sarebbe dovuto tornare a casa Forbes e chiedere informazioni a chi ne sapeva più di lui.
<< No, amico, resta, questo lo so leggere >> mormorò Niklaus, strappando al poveretto il foglio. << 'Signor Lockwood, con moglie e figli',
'Conte Bennett e le sue belle sorelle',
'La bella dama vedova Nadia',
'Zio Forbes con signora e figlie',
'Signor Fell e graziose nipoti',
'La mia bella nipote Camille',
'Katherine, il signor John e suo cugino',
'Stefan, Lorenzo e l'effervescente Elena'.
Una bella combriccola, e dove vanno? >> chiese Niklaus.
<< Ci sarà una festa stanotte a casa Forbes. Se non siete Mikealson siete invitati per bere un po' del nostro buon vino. Addio >> disse poi Alaric, andando trafelato a consegnare la notizia della festa ai dovuti ospiti, maledicendo il padrone che lo faceva sgobbare da una parte all'altra della città.
<< A questa festa ci saranno oltre a Camille anche tra le più belle ragazze di New Orleans. Andiamoci e potrai riscattare la tua vendetta, uccidendola o stuprandola, a piacer tuo >> disse Elijah, fermamente convinto che il fratello non avrebbe accettato l'invito.
Ma Niklaus lo stupì, perché accetto senza battere ciglio.
<< Ma si, andiamoci, glielo farò vedere io a quella maledetta cosa significa mettersi contro un Mikaelson >> disse, ritrovando il famoso ghigno che lo contraddistingueva dal fratello. 

 

 

N/A 

Eccomi qui, con solo tre giorni di ritardo di cui mi scuso, ma è impossibile stare dietro a quattro long e cercare di raccapezzarci qualcosa :).
Come avrete notato, Mikeal l'ho reso ostile a Klaus, che nella mia storia è il primogenito, ma non troppo. 
E quella poveraccia di Camille? Bhe fa la fine che merita.
Nel prossimo capitolo comparirà finalmente Caroline. 

Baci 

Ludovica

 

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Capitolo 4
*** Scene III e IV ***


Dal capitolo precedente:

[<< A questa festa ci saranno oltre a Camille anche tra le più belle ragazze di New Orleans. Andiamoci e potrai riscattare la tua vendetta, uccidendola o stuprandola, a piacer tuo >> disse Elijah, fermamente convinto che il fratello non avrebbe accettato l'invito.
Ma Niklaus lo stupì, perché accetto senza battere ciglio.
<< Ma si, andiamoci, glielo farò vedere io a quella maledetta cosa significa mettersi contro un Mikaelson >> disse, ritrovando il famoso ghigno che lo contraddistingueva dal fratello.] 

 

Scena III

 

Nel mentre, a casa Forbes, vi era un'accesa discussione.
Monna Forbes urlava a squarciagola dove fosse Caroline, sua figlia.
<< Balia, dov'è Caroline? >> chiese irritata, pensando che non era possibile che ogni volta che chiedeva di lei, la ragazza, puntualmente, spariva. << Valla a chiamare e dille di venire da me! >>
<< L'ho già chiamata, diamine! >> ribatté la diligente nutrice, cui poco piaceva chi metteva in giro la voce che lei era una lazzarona << Caroline…, Care… Oh dove diavolo si è andata a cacciare quella ragazza? >> continuava ad invocare la nutrice.
<< Che c'è? Chi mi vuole? >> rispose una voce da dentro una delle stanze.
Caroline era appena tornata da una passeggiata nel bosco con alcuni dei suoi amici e sapeva bene che la madre non avrebbe approvato ne la sua passeggiatina notturna, tantomeno che fosse uscita con i figli dei servi di casa Forbes. 
Quindi le toccò cambiarsi in fretta e, per la maledetta, uscì con il corsetto del vestito non del tutto allacciato.
<< Vostra madre! >> le rispose la nutrice, sollevata dal sentire la voce della sua protetta.
<< Accidenti, accidenti, accidenti >> mormorò la giovane vampira, rassettandosi il vestito. Poi, fece un respiro profondo e si avviò verso il patibolo. O una sorta di esso, pensò, quando scorse la madre che le stava fissando il seno. 
Abbassò velocemente lo sguardo e si rese conto dell'errore.
<< Scusatemi, madre, ma stavo… >>
<< Sei uscita ancora una volta con i servi, ho capito. Non servono tante spiegazioni. >> disse Monna Forbes, il tono di voce meno irato di quanto Caroline si aspettasse, il che le fece presagire niente di buono << Comunque, devo parlarti. Nutrice lasciaci sole, anzi, rimani. Tu sai quanti anni ha mia figlia? >>
<< Come no: ve la posso precisare senza sbagliare di un'ora >> commentò la nutrice, inorgoglita.
<< Ne sta per compiere sedici, giusto? >> 
<< Sedici, ci scommetto sedici dei miei denti, se non fosse che ne sono rimasti solo sei. Tra quanto tempo è il dieci di ottobre? >> chiese poi la nutrice.
<< Due settimane, più o meno. >> le rispose prontamente Monna Forbes.
<< Allora mancano due settimane al compimento del suo sedicesimo anno di età >> disse la nutrice << Oh, Caroline, che il Signore ti abbia in grazia. Sei stata la bambina più bella che mi si sia mai attaccata al seno. Se solo vi potessi vedere sposata, non avrei nessun altro desiderio. >> proseguì la nutrice.
Monna Forbes non si fece scappare l'occasione e chiosò:
<< Sono venuta proprio per parlarti di questo: quando ti sposerai. Caroline, amore mio, dimmi, che ne pensi del matrimonio. >>
Caroline rabbrividì istintivamente al pensiero di un'anello al dito che non fosse il suo anello solare e così ripeté:
<< Matrimonio? >>
<< Si, si, matrimonio cara! >> le rispose la madre, provando ad interpretare le espressioni facciali della figlia.
<< Non voglio sposarmi, madre. Il mio desiderio è vivere per sempre sola con la mia famiglia ed i miei amici! >> replicò la giovane, arrabbiata.
Non poteva credere al fatto che sua madre la voleva far sposare, con uno sconosciuto, per giunta.
<< Ma Caroline… Siete una ragazza. E' cosa normale e giusta che vi sposiate >> la nutrice provò a stemperare la tensione che leggeva nei volti delle donne che stavano parlando.
<< Normale per voi forse, ma sta sorgendo una nuova era, madre! Vi prego. Io riesco a sentirla, perché voi non potete fare altrettanto? >> pianse Caroline. Ma erano lacrime di rabbia le sue, non di paura o tristezza.
<< Non mi interessano le tue farneticazioni su un nuovo mondo e tutte quelle bestialità che ti raccontano i tuoi amici servi >> le rispose acida la madre. << Tyler ha chiesto la tua mano e tuo padre è intenzionato a concedergliela. >> 
<< Tyler, >> mormorò Caroline mentre avvertiva le lacrime fermarsi << il licantropo Tyler? >> 
<< Oh che bel giovane che è quel Lockwood, sembra un figurino! >> disse la nutrice, con la segreta speranza che Caroline accettasse, almeno, di vederlo.
<< E' uno dei più bei ragazzi di tutta New Orleans >> confermò la madre.
<< E' vero, quel ragazzo è proprio tra i più belli sul mercato. >> continuò a dire la nutrice.
<< Che ne dici, Caroline? Te la senti di poter amare quel licantropo? Lo vedrai stanotte alla festa, comunque: cerca di leggere la bellezza che è scritta nel suo volto, guardagli soprattutto gli occhi, tesoro mio. E' lì che si nascond il cuore di un uomo. Se deciderai di sposarlo sarai partecipe di un possesso tale, senza in questo modo, diminuire te stessa. >> 
La balia intervenne: 
<< Diminuire se stessa? Ma che dice, padrona? Generalmente le ragazze ingrassano quando si sposano… >>
Monna Forbes guardò malamente la povera serva e tornò a chiedere alla figlia:
<< Insomma, ti senti o no in grado di amare Tyler? >>
<< Non lo so, madre! Ho solo sedici anni e non so nemmeno cosa significhi l'amore. Ma se per voi è tanto importante stanotte lo osserverò bene. >> le rispose Caroline, molto più calma.
In quel momento entrò un servitore che, con invidiabile savoir-faire le chiamò per avvertirle che la festa era inziata e che tutt chiedevano della signora e della fanciulla. 
<< Seguitemi, presto però >> finì, uscendo.
<< Arriviamo, grazie. >>  disse Monna Forbes.
<< Vai, Care, e mi raccomando, torna vincitrice! >> le sussurrò la balia

 

Scena IV 

 

Niklaus, Kol ed Elijah passeggiavano davanti casa Forbes, con alcuni amici, alcuni con delle torce, aspettando di sentire la musica partire per entrare. D'altronde non volevano farsi scoprire entrando in una stanza piena di Forbes, perché pur avendo il vantaggio delle zanne (letali per qualsiasi vampiro), poi ne avrebbe risposto il padre e nessuno voleva questo.
Per questo si erano tutti travestiti, Niklaus in particolare era mascherato da lupo.
<< Un perfetto travestimento per farti prendere dai Forbes >> aveva commentato Kol ghignando al suo indirizzo.
<< Oh fatti i fatti tuoi, Kol. >> aveva risposto Klaus., per poi chiedere ad Elijah << Allora, entriamo si o no?
<< Niklaus, ricorda, niente casini… Siamo qui per ballare e divertirci. Niente spargimenti di sangue o morsi… A chiunque! >> aggiunse dopo qualche istante.
<< Allora tanto vale che mi si dia una torcia, >> commentò il maggiore dei due. Aveva una mezza idea di tornare a casa, perché Elijah gli aveva detto che si sarebbe potuto vendicare, e invece ancora una volta, doveva sottostare alle regole del padre << non sono intenzionato a ballare o a divertirmi! >> 
<< Oh no, no, caro mio. Tu stasera ballerai >> quasi urlò Kol, con il solito ghigno che lo contraddistingueva << Se vuoi dimenticare quella sgualdrina di una Forbes, divertirsi con un'altra di esse è il minimo che tu possa fare! >>
<< Non credo che riuscirei a farcela >> sogghignò al suo indirizzo Klaus.
<< Su, bussate ed entrate, la musica è iniziata >> commentò Elijah, quietamente.
Niklaus si limitò a dire a Kol, cui un compagno aveva appena dato una torcia, per potersi infilare una maschera.
<< Allora, me la dai quella torcia? Lascio a voi il piacere della danza, io starò a reggere il moccolo in disparte. La caccia per me è già finita d'altronde! Ma ora andiamo, Elijah e gli altri sono già entrati. >>

 

 

N/A 

Come potete vedere la mia Giulietta aka Caroline non è esattamente la tipica ragazzina sperduta, anzi. L'ho resa ribelle e un attimino anticonformista, come è nella prima stagione di TVD con la madre.
Inoltre ho accorciato sensibilmente la quarta scena, perché trovo inutile tutto il sogno del buon Mercuzio/Kol (Mercuzio e Kol vi voglio bene!)
Spero che le puriste della tragedia me lo perdoneranno…       
Ci vediamo il mese prossimo con un nuovo capitolo

Baci 

Ludovica

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Capitolo 5
*** Scena V - Parte I ***


Attenzione: ricordo a tutti che, nella mia storia, Klaus è il primogenito, mentre Elijah è il secondo.
Kol è un'ibrido, pur essendo parente del principe Marcel perché mi piace Buzolic con le zanne quindi mi dispiace per chi lo voleva mago ;).

 

Scena V - La casa dei Forbes

 

Mentre Niklaus stava per fare il passo decisivo che lo avrebbe consegnato nelle mani del nemico, sopraggiunse un servo di casa Mikealson, che prese ad urlare al suo indirizzo:
<< Niklaus, Niklaus, presto, dovete correre a casa vostra! Vostro padre… >>
<< Che ha combinato quel balordo? >> commentò Elijah, uscendo dalla villa, mentre il povero Nik, che non era che parzialmente entrato si fermò, in attesa.
<< Oh padroncino Elijah, padroncino Niklaus, >> il servo fece una riverenza quando li vide << dovrebbe essere ancora un segreto, perché non è il caso di sbandierare queste cose ai quattro venti, ma vostro padre mi ha detto di dirvi che è tempo che cerchiate moglie, e lui ha già ben chiaro chi sia la vostra damigella fortunata! >>
<< Ah no, >> ringhiò il biondo, cui il fratello si affrettò a mettere una mano su una spalla per calmarlo ed impedirgli di saltare al collo del poveretto, << Stavolta il vecchio non mi rovinerà la serata con una delle sue assurde pretese! Mi sono stufato dei suoi continui tentavi di farmi andare via di casa >> aggiunse mentre usciva il Forbes per invitarli ad entrare.
<< La notte è fredda, signori. Che fate qui? Entrate a bere un goccio di vino, su! >> 
In quel momento entrarono nell'ampio salone Caroline, Monna Forbes, Stefan e la nutrice, dopo qualche istanti raggiunti dal Forbes, mentre gli invitati iniziavano ad entrare dal portone principale.
Il padrone dell'immensa villa, lieto che tutti gli invitati fossero venuti, parlò:
<< Signori, benvenuti in casa mia! Le dame senza calli ai loro piedi balleranno con noi. Avanti, avanti! Benvenuti! C'era un tempo in cui anche io indossavo una maschera, per sussurrare parole galanti alle orecchie di qualche bella signorina, ma oramai quel tempo è passato. >> disse il Forbes, indicando il giovane Niklaus, Elijah, Kol e i loro amici, che già avevano adocchiato il loro bersaglio per la serata << Voi siete i benvenuti miei signori! Andiamo musicisti, date fiato alle trombe. >>
<< La vedi? >> chiese Niklaus a Kol, che era il suo compagno preferito quando si trattava di malefatte.
<< Come potrei? Qui sono quasi tutti in maschera! >> ribatté impaziente Kol. 
<< Il primo che la vede faccia un segno all'altro così che la prendiamo e la potrò mordere e in questo modo la mia onta verrà pulita! >> disse Niklaus, fiducioso nelle capacità di riconoscere la sua ex amata da parte dell'amico.
Dopo aver detto ciò i due si separarono, entrambi alla ricerca di Camille.
Poco dopo Niklaus scorse Kol che faceva degli strani segni al suo indirizzo.
<< Eccola! Non è lei? >> chiese l'amico di mille malefatte.
<< Che occhio Kol, complimenti >> mormorò Niklaus, per un secondo rapito dai profondi occhi verdi della ragazza.
<< Come intendi procedere? Lo sai che ne Elijah, tantomeno tuo padre approveranno il tuo piano! >> ghignò Kol.
Niklaus si girò per vederlo in faccia e vide i lunghi canini dell'amico già spiegati, pronti a stillare il letale veleno per qualsiasi vampiro.
<< Controllati Kol! >> lo rimproverò il biondo << Non hai dieci anni, per Dio! E poi siamo in pieno territorio Forbes. Se ci pescasse quell'idiota di Stefan sarebbe la nostra fine… >> mormorò poi, vedendo avvicinarsi un servo della sopracitata famiglia.
<< Ma sarebbe spettacolare vedere il cadavere della tua ex che ciondola dalle scale, o no? Magari attaccata con un cappio al collo, tanto per rendere le cose più realistiche. >> osservò il più scapestrato dei due 
Niklaus si impensierì per qualche istante, e ciò diede a Kol la possibilità di fare qualche passo in avanti e di portarsi dietro la ragazza.<< Camille, che piacere vederti! >> prese a dire il ragazzo. << Come stai? >>
<< Scusami, ci conosciamo? >> chiese la vampira con quell'irritante voce stridula.
<< No, ma credo che il mio amico qui ti conosca abbastanza bene… >> mormorò Kol, snudando i canini.
Camille non ebbe il tempo di dire una parola che fosse una che il malefico Kol le si avventò sul collo, mordendola.
Niklaus sentì il profumo del sangue della ragazza, e poco mancò che iniziasse anche lui a nutrirsi di lei, ma, avendo più lucidità di Kol, che era al quarto o quinto bicchiere di bourbon, riuscì, con uno strattone a liberarla dalla presa dell'amico.
<< Che fai? Sei impazzito? >> sibilò, sostenendo il corpo della giovane, che nel frattempo era svenuta, e portandola sul fondo della sala, dove l'oscurità faceva da padrona. << Vuoi morire per caso? Non hai sentito le parole di quell'arrogante di Marcel? Se qualcuno ti avesse visto? >> 
<< Nik, rilassati e bevi un goccio del sangue della ragazza! Ti posso assicurare che è delizioso. >> rispose Kol con la solita calma e il ghigno che lo contraddistinguevano.
Ma Kol doveva avere ragione. 
Se il sangue di Camille era buono la metà del suo profumo doveva essere una cosa sensazionale.
Il biondo ibrido osservò il sangue denso colare lungo la gola della giovane, con gli occhi pieni di bramosia e sentì i canini della sua forma ibrida scendere.
Si accertò che nessuno li stesse guardando prima di chinarsi e dilaniare la carne della ragazza.
Non appena azzannò il tenero muscolo che congiungeva la spalla con il collo, capì che se non si fosse fermato subito l'avrebbe dissanguata.
Ma quel sangue era semplicemente divino, pensò mentre addentava più in profondità e iniziava a bere a grandi sorsate.
Perse il conto quando arrivò Elijah, con al seguito un paio di loro amici.
In un primo momento il minore dei due non seppe che dire.
Il fratello non solo aveva disobbedito alle parole del padre, aveva anche attentato alla sicurezza sua e di tutti i loro amici.
<< Niklaus… >> sussurrò, sconvolto.
L'interpellato alzò la testa dal corpo della sua ex amata, a metà tra l'inorridito e il compiaciuto, mentre sentiva il lieve tonfo della leggera figura con cui, fino a qualche istante prima, aveva banchettato.
Inorridito per ciò che avrebbe fatto il padre una volta che fossero tornati a casa, compiaciuto perché non era da tutti riuscire ad entrare nel palazzo dei Forbes e cibarsi del corpo di uno dei membri della famiglia.
Uno dei membri più importanti della famiglia.
<< Elijah, mi dispiace… >> riuscì a mormorare.
Ed era vero.
Per quanto detestasse il padre, amava il fratello.
Quel fratello puro e buono. 
Quel fratello che non aveva ancora mai preso una vita umana, beveva sangue, certo, ma non era mai arrivato a dissanguare nessuna delle sue vittime.
Quel fratello che gli voleva comunque bene, nonostante non avessero lo stesso padre, nonostante la sua anima si fosse macchiata dei più efferati delitti.
Si guardò per un istante infinito le mani.
Erano sporche, sia di polvere che di sangue, e gli venne da vomitare, mentre sentì il ghigno che gli scivolava via.
Aveva ucciso un'innocente, colpevole solo di averlo rifiutato.
Si alzò di scatto, sconvolto tanto e più del fratello.
<< Dobbiamo andare via… >> sussurrò Elijah, contrito. << Presto, Prima che qualcuno ci possa vedere! >>
<< Dov'è Kol? >> chiese uno dei ragazzi.
<< Era qui, fino a qualche istante fa… >> mormorò Niklaus, i brividi oramai evidenti. 
<< Qualcuno lo andasse a cercare. Subito! >> ordinò il più piccolo dei due.
<< Vado io! >> si offrì Niklaus << Elijah, >> lo fermò prima che potesse parlare << la colpa è mia. Non avrei dovuto accettare a venire a questa festa. Permettimi almeno di ripagare in parte al torto. >>
Il biondo poté leggere nelle iridi scure del fratello che non era così che si sarebbe fatto perdonare da lui, ma annuì con il capo.
<< Prima pulisciti il sangue >> si limitò a commentare, caricandosi Camille sulla spalla e iniziando a girarsi attorno, alla ricerca di un'uscita meno visibile di quella principale.

 

N/A

Mi sento di aver sconvolto la tragedia abbastanza per oggi XD.
Allora, allora, allora, Klaus in questo capitolo non è proprio quello di TVD, ma non è nemmeno il classico Romeo.
Diciamo che ho voluto fare un mix dei due (non è un granché, lo so, abbiate pietà!), in cui ho mischiato sia la passione per il sangue del malvagio ibrido di TVD, sia il rimorso che ha provato Romeo quando uccide Tebaldo (aka Stefan).
Non è detto che Stefan non faccia la stessa fine della povera Camille (e di Tebaldo stesso, ma attualmente ho la testa da un'altra parte, quindi spero mi perdonerete gli eventuali errori e le discrepanze.  
Spero che vi continui a piacere questa mia rivisitazione.
Tanti baci 

Ludovica

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