The Dragon Seeds

di Brixegael
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Vecchio della Locanda. ***
Capitolo 2: *** Quel Dottore Privo di Senno. ***



Capitolo 1
*** Il Vecchio della Locanda. ***


-Cos'è la Realtà?- Chiese il vecchio schioccando le labbra mentre poggiava il suo piccolo bicchiere di vetro mezzo pieno di Brandy e un paio di cubetti di ghiaccio. -Per come la vedo io, nessuna delle Realtà che percepiamo è quella.. reale.- Continuò sogghignando per quel pessimo gioco di parole. -Come potete affermare che i vostri sensi percepiscano la unica e sola Realtà? Gli Occhi non vedono tutto ciò che può essere visto, le Orecchie non possono sentire tutti i rumori che possono essere sentiti e così via e così discorrendo..- L'anziano prese una pausa, sorseggiando il proprio alcolico, causando picchiettii acuti dai cubetti di ghiaccio che sbattevano contro il bicchiere e i suoi denti ingialliti. La coppia di Cacciatori seduti intorno al piccolo tavolino rotondo di legno di quercia lo osservavano: un gran cappello di giallo scurito, vecchio quanto il possessore, con una lunga fascia scura alla base, la quale faceva il giro della testa, lasciando però cadere dell'avanzo sul retro del capo, come se quella fosse in realtà una cintura di cuoio legata attorno al copricapo per non farlo volar via dal vento, o farlo cadere al suolo quando tracannava i suoi liquori gettando all'indietro la testa. Da sotto al gran cappello cadevano dei lunghi capelli, i quali gli carezzavano le spalle, un po' ingrigiti o bianchi e qualche ciuffo ancora del loro naturale color corvino; gli occhi, seppur stanchi della vecchiaia, avevano ancora una punta di azzurro cielo, che andava via via sbiadendo fino ad una probabile, seppur quasi certa, cecità. Una volta finito il suo drink il vecchio alzò il braccio destro, agitando il bicchiere nella sua mano, facendo rimbalzare il ghiaccio rimasto all'interno contro le pareti del piccolo contenitore di vetro, come se fosse una campana, avvertendo il banchiere di portargli altro Brandy, il quale fece un cenno alla cameriera: una donna molto giovane si avvicinò al tavolo con una bottiglia di alcolico mezza piena, disegnando una smorfia con le labbra marcate da un pesante rossetto rosso fuoco. Ridacchiando dal viso del vecchio che sembrava supplicare per un altro po' di liquore, ne riempì il bicchiere, sorridendo poi e allontanandosi, chiudendo la vecchia porta cigolante che separava quella piccola stanzina dal resto del locale. L'anziano era chiaramente un cliente abituale della locanda, tanto da essersi guadagnato il suo "spazio privato", completo di una sedia a dondolo nell'angolo davanti ad una finestrella, con vetri così vecchi e sporchi da sembrare perennemente appannati. Dopo un altro sorso di Brandy, ripose infine il bicchiere sul tavolino, di fronte a sé. Con gli occhi socchiusi osservò la coppia che lo avevano rintracciato a quella locanda: un uomo, poco più trentenne, con capelli castani chiaro, con riflessi quasi biondi, mentre gli occhi completamente scuri, nero pece, e un paio di cicatrici sul viso, una verticale che compiva un ampio arco attorno all'occhio destro e un'altra che spaccava il labbro inferiore diagonalmente, dalla guancia sinistra fino alla mandibola. La sua compagna invece era una ragazza, sulla ventina, probabilmente un'iniziata dell'Ordine alle prime armi; un viso dolce, una corporatura esile adornata da lunghi capelli dorati e occhi rosso ardenti. Le loro vesti, lunghi cappotti di pelle nera, stretti da svariate cinture poste lungo tutto il corpo, di dimensioni differenti che contenevano svariate fiale, attrezzi e armi "di lavoro", con una mantella che copriva loro le spalle, erano chiaramente il simbolo dell'Ordine dei SeedsHunters,  Cacciatori di Semi: un gruppo di fanatici per la maggior parte delle persone, ma un'Organizzazione segreta temuta da chi ne conosce l'esistenza e rispettata da coloro che ne comprendono la missione. -..e non pensate che la Realtà sia ciò che vivete, perché si può distinguere il Sogno dalla Realtà solo nel momento del risveglio.- Il vecchio si avvicinò lentamente col viso verso la coppia di fronte a sé, come se volesse sussurrare. -Ma la verità è che a nessuno di noi interessa ciò che è Reale, perché la Realtà è semplicemente noiosa..-  rise il vecchio, tossendo un paio di volte sopra il suo bicchiere. -..e quindi, tutto ciò che ci resta da fare è sognare, vivere un nostro Sogno, anche ad occhi aperti.- Continuò tornando a sorseggiare l'alcolico, facendo roteare il bicchiere, giocando coi cubetti di ghiaccio ormai quasi del tutto sciolti. -Sapete cosa penso?- Chiese in modo retorico, sapendo di non ricevere alcuna risposta dai Cacciatori, i quali erano soliti mostrare apatia durante i loro sporchi lavori. -Penso che la Realtà si trovi proprio qui..- Disse indicandosi la testa con un ghigno. -..se non siamo capaci di ingannare la nostra mente, allora stiamo vivendo una Realtà.- Concluse riprendendo il proprio bicchiere e tracannandone il contenuto, commentandone sottovoce di come il ghiaccio abbia allungato troppo l'alcolico, rovinandolo. -Ma sono soltanto un vecchio ubriacone di una sperduta locanda, non fate caso a ciò che dico.- Ridacchiò sottovoce. -Penso che voi signori abbiate del lavoro da sbrigare e non vorrò tediarvi oltre.- Fu in quel momento che la ragazza mostrò un'emozione: la sua ultima. Con un leggero movimento del sopracciglio comunicò al vecchio la sua noia, quanto odiasse starsene seduta a sentire la sua preda balbettare su ragionamenti per lei inutili: vi era una sola Realtà, lei era una SeedsHunter che deve sterminare i Semi del Drago, prima che questi possano contaminare la razza umana. Pensieri inutili ormai, ora che il suo cuore era stato strappato dal proprio petto dal vecchio, il quale si era appropriato della distrazione della giovane. La regola più importante per i SeedsHunter è quella di non mostrare alcuna emozione: coloro che vengono definiti come DragonSeeds possono alterare la Realtà delle persone che mostrano loro sentimenti, dal bloccare tutti i sensi del malcapitato al divenire veloci come fulmini, sfruttando poi la propria forza fisica per sopraffare i loro avversari. Il vecchio lasciò cadere il cuore ancora pulsante della ragazza sul tavolo, mentre osservava il corpo ormai esanime cadere al suolo in una pozza di sangue nero. -Voi cacciatori non imparerete mai..- Sussurrò mentre scorticava la pelle dal petto dell'uomo, dilaniando le carni, strappando ossa, e spappolando con la mano destra il cuore di quel Cacciatore nel suo petto. -..se ho raggiunto un'età così avanzata è solo perché sono più furbo di voi.- Rise mentre strappò il cuore dell'uomo, lasciandosi ricoprire da spruzzi di sangue nero. -E sono più furbo di voi perché so che questo non basta per uccidervi.- Sussurrò mentre gettò l'organo vicino a quello della ragazza, il quale, stava ancora pulsando nel tentativo di rigenerarsi e tornare nel corpo sul suolo, mentre il sangue che si era ormai sparso ovunque, ribolliva, trascinandosi verso i cadaveri. Togliendosi il cappello, lasciò scoprire delle grosse scaglie nere che coprivano il suo capo: con violenza ne strappò una e infilzò gli organi ancora vivi. Questi si contorsero, annerendosi, per poi scomparire come polvere. -Ossidiana..- Parlottò il vecchio. -..Tutto ciò che serve per uccidervi è un semplice contatto con queste scaglie..- Avvicinandosi ai corpi, lì sfiorò con quel materiale che null'altro sembrava che vetro colorato e, come per i due cuori, i cadaveri svanirono senza lasciare traccia mentre il loro sangue evaporava. Riponendo la scaglia sul capo, si ricoprì col cappello e si sedette sulla sedia a dondolo, osservando quel vetro opaco che non rifletteva nemmeno la sua immagine: solo due piccoli puntini rosso fuoco erano visibili su quella finestra, i suoi occhi fiammeggianti ardevano divertiti e soddisfatti dall'ennesima coppia di Cacciatori uccisi in quella locanda.

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Capitolo 2
*** Quel Dottore Privo di Senno. ***


Sul freddo tavolo rettangolare di ferro, giaceva il corpo completamente nudo di una donna di trent'anni, con lunghi capelli castani scuro che le coprivano delicatamente le spalle e una piccola parte dell'esile collo che fino a qualche giorno prima reggeva uno splendido volto: dalle labbra carnose, ma eleganti, le quali nient'altro potevano sussurrare che parole d'amore, un piccolo nasino a punta che non catturava con egoistico narcisismo l'attenzione grazie alla sua dolcezza; e i suoi occhi, glaciali, la vera attrazione di quel candido viso, i quali potevano penetrarti nell'anima e rubarti il cuore grazie all'incanto ammaliatore che causava il solo incrocio di sguardi. Lentamente, una mano maschile, tremante ma delicata, accarezzò il viso della donna, spostandole i capelli dal viso e dalle spalle, facendoli poggiare delicatamente sul tavolo sotto di lei: il respiro dell'uomo accanto al cadavere si fece leggermente più pesante, quando accarezzò il piccolo collo del corpo senza vita, ponendo infine la mano fra i due prosperosi seni. -Che peccato..- Sussurrò con voce roca, portandosi la mano sinistra vicino al viso, ponendo l'indice sul naso e accarezzandosi fino all'attaccatura del volto, sistemandosi i piccoli occhialini rotondi, i quali scivolavano lentamente più la mano destra accarezzava il cadavere. -..E' un vero peccato che una donna così.. Promettente.. Sia su questo tavolo..- Il respiro dell'uomo si appesantiva ulteriormente mentre delle piccole gocce di sudore si formavano sulla sua fronte e la salivazione aumentava nel momento in cui accarezzò il seno sinistro della donna. -Chissà quanti uomini ti avranno fatto la corte, chissà cosa fossero stati disposti a fare pur di sentire il tuo respiro sul loro collo..- La voce roca si affievoliva, gli occhialini tornarono a scivolare lentamente lungo il naso dell'uomo mentre afferrava con violenza i seni del cadavere. -..Avanti..- Disse saltando sopra il lettino di ferro, sedendosi sul bacino della donna e raccogliendo le proprie gambe vicino a quelle del cadavere. -..RACCONTAMI LA TUA STORIA!- Urlò con forza animalesca mentre iniziava a strappare pelle e carne, inondandosi di sangue nero come la notte, ridendo maniacalmente ad ogni spruzzo che gli ricopriva il corpo. -NON ESSERE.. COSI'.. TIMIDA!- Gli occhi dell'uomo erano completamente spalancati, l'iride si era ritratta in un piccolo punto completamente nero, con vene pulsanti di sangue che coloravano di rosso fuoco il bulbo oculare e un incontrollabile spasmo alla palpebra sinistra faceva tremare il suo volto. Infilando le mani nel corpo, afferrava e strappava con violenza gli organi interni della donna, scagliandoli per la stanza: un polmone su di un lettino affianco, un altro che cuoceva sopra la grande lanternina che come un faro illuminava l'intero obitorio, un rene spappolato contro una parete, parte di intestino impigliato col lampadario adornato da piccole gemme di vetro colorato sul soffitto, frammenti di fegato nelle varie porticine a muro aperte, le quali contenevano altri cadaveri o completamente vuote, la milza tagliata e morente sopra un piccolo supporto per attrezzi scientifici e ossa scagliate prepotentemente contro il suolo mentre una fontana di sangue colorava la piccola stanza di nero. L’uomo, che appariva alle persone come un gentile dottore di quarant'anni dai capelli biondi molto chiari, quasi bianchi come se la vecchiaia stesse facendo il suo corso, scese dal lettino una volta goduto da quello smembramento. -E’ stato un vero piacere conoscerti..- Disse sistemandosi nuovamente gli occhialini, voltandosi verso una di quelle piccole porticine, sigillate e incontaminate da quel macello. -..Di nuovo.- Concluse mentre apriva lo sportellino: una piccola nuvola fuoriuscì dalla cameretta, scivolando verso il suolo, ricoprendo i piedi del dottore. Questo, vi infilò le mani e raccolse una scatolina, chiusa a chiave, ponendola poi su di un lettino vuoto, affianco al cadavere. Combattendo il desiderio di aprire la scatola, l’uomo osservò il suo lungo camice fradicio di sangue nero e, sorridendo, si trattenne dal ridere nuovamente in modo maniacale. Muovendosi ai vari lati del lettino, si assicurò che polsi e caviglie fossero legate da una cintura di pelle contenente una spessa catena di ferro battuto, lavorato malamente, così che non solo potesse bloccare la vittima, ma causare dolore schiacciando i muscoli e tagliando la pelle. -Dicono che voi SeedsHunter siate immortali..- Sussurrò mentre continuava a stringere le catene con tutta la sua forza sovrumana. -..Che l’unico modo per uccidervi sia colpirvi con le nostre scaglie.- Continuava tornando accanto alla scatolina accanto al lettino. -Ma perché uccidervi quando posso divertirmi così tanto?!- Rise il dottore staccandosi una piccola chiave di rame dalla catenella che portava attorno al collo e infilandola senza più esitazioni nella fessura del contenitore: aprendo la scatola, il cuore della Cacciatrice pulsava in modo frenetico, rimbalzando fuori dalla scatola fino a cadere al suolo. L’aria si fece pesante, il sangue che dipingeva la stanza ribolliva, gli organi si riformavano e venivano trascinati da una forza quasi magnetica verso il cadavere della donna. -C’è una cosa che voglio sapere da te..- Sussurrò avvicinandosi verso il capo della donna, accarezzandone i capelli sorridendo malignamente. -..Mentre il vostro cuore non è nel corpo e quest’ultimo viene dilaniato..- Continuava chinandosi, avvicinando le labbra alle orecchie della donna. -..Cosa succede quando il cuore ritorna nel cadavere senza che tutte le ferite siano rimarginate..?- Chiese mentre afferrò il cuore della Cacciatrice al suolo, infilandolo forzatamente nel corpo, tornando poi a strappare più e più volte le budella della vittima. Una volta che il cuore tornò a rintoccare nel petto della donna, questa spalancò gli occhi, gridando dalla disperazione e dai dolori che quel dottore privo di senno le stava causando. L’uomo era estasiato, sorrideva felice, slanciando le proprie mani al cielo. -CANTA! CANTA PER ME! INTONA LA MELODIA DELLA DISPERAZIONE E DELL’ABBANDONO!- La Cacciatrice si dimenava, le catene le laceravano pelle e carni in costante rigenerazione, gli organi le venivano strappati ogni qual volta che tornavano nel corpo, il sangue ribolliva nelle stesse vene per evitare che la donna morisse di dissanguamento mentre il cervello moriva sotto un tale sforzo. -Non è ancora finita per te..- Disse il dottore mentre lasciò infine rigenerare completamente gli organi e allentava con cautela i lacci attorno al letto. -..Non è ancora finita, Joenna..- Sussurrò prendendo una lunga siringa contenente un liquido giallastro, quasi ocra, e picchiettando il vetrino tenendo l’ago verso l’alto, premendo con cura alla base dello strumento finché uno zampillo di calmante ne fuoriuscì dalla punta. -..Hai sterminato la mia famiglia, giustiziato la mia piccola bambina, condannato mia moglie e sterminato il mio Seme.- L’uomo si trattenne con tutte le sue forze dall’uccidere quella donna in lacrime che nient’altro chiedeva che la Morte. -Non solo soffrirai..- Le disse mentre infilzava il cuore della Cacciatrice con la siringa. -..Ma ti farò perdere la ragione.. Giorno dopo giorno.. Subirai la mia vendetta..- Sussurrava come fosse una ninna nanna, accarezzando i capelli della donna che stava per svenire. -..E la Morte che desideri così tanto.. Non arriverà mai..- Gli occhi di Joenna si chiudevano di nuovo, nella falsa speranza che non si sarebbe risvegliata un’altra volta.

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