Se le vuoi bene davvero … lasciala andare

di MaryS5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° parte ***
Capitolo 2: *** 2° parte ***
Capitolo 3: *** 3° parte ***
Capitolo 4: *** 4° parte ***
Capitolo 5: *** 5° Parte ***
Capitolo 6: *** 6° parte ***
Capitolo 7: *** 7° parte ***



Capitolo 1
*** 1° parte ***


Era una giornata come tante per Ariana, la solita giornata strapiena di impegni.
Sveglia alle 6:00, se non prima, per andare a registrare il suo nuovo singolo, che doveva durare all’incirca dalle 7:00 alle 12:15, ma lei sapeva di dover cominciare prima. Poi doveva registrare il video per il singolo, che l’avrebbe trattenuta fino all’ora di pranzo, o anche più tardi.
Forse avrebbe saltato ancora il pranzo con sua madre e suo fratello e avrebbe dovuto mangiare il solito panino di fretta per poi ritornare sul set.
Dopodiché sarebbe dovuta andare allo studio a farsi scattare qualche foto per chissà cosa, ormai non lo ricordava nemmeno lei. Calcolando il tempo per truccarsi, cambiarsi ogni volta l’abito e mettersi d’accordo con il fotografo sulla posizione in cui doveva mettersi, avrebbe impiegato tutto il pomeriggio.
Appena uscita una folla di fans l’avrebbe accerchiata, così da farle perdere 1 o 2 ore tra foto, autografi e qualche domanda di sfuggita, ormai era sempre così.

La sera che era stranamente libera dagli impegni, avrebbe voluto dedicarsi completamente ai suoi fans, che l’avevano riempita di lettere i-mail, foto, video, disegni, poesie, regali e tutto ciò di immaginabile si possa dare ad una pop star, ma , probabilmente, non avrebbe potuto farlo per via della stanchezza, comunque ci avrebbe provato.
Il tutto era accompagnato dagli amici che la chiamavano molto spesso, non ne aveva mai avuto così tanti. Nello spettacolo c’è tanta gente da conoscere.

Ariana amava la sua vita, anche se era un po’ frenetica e stancante. Non era abituata a tutto questo, anche se penso che non si ci abitui mai ad una vita così.
Qualche volta era così stanca da non sopportare i fans che, dopo una lunga giornata di lavoro, le impedivano di tornare a casa. Certo non avrebbe mai voluto che succedesse loro qualcosa di brutto o addirittura che morissero, ma avrebbe voluto che tutti loro la smettessero di cercarla ovunque. In fondo Ariana amava molto i suoi ammiratori e adorava il fatto che cercassero in tutti i modi di vederla e di parlarle, anche a costo di fare un lungo viaggio. Molto spesso si chiedeva il perché di tutto questo, non si riteneva all’altezza, pensando che pochi anni prima era esattamente come loro.




Angolo dell’autrice:
 Scusate per la lunghezza della storia. Vi prego recensite! Proverò ad aggiornare presto. Ciao! 

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Capitolo 2
*** 2° parte ***


Mentre Ariana si stava preparando per iniziare una nuova giornata di lavoro, da qualche parte, in Italia, una ragazza, un po’ più piccola della cantante, si stava preparando per andare al liceo, doveva completare il 5° anno di scuola.

Vi chiederete cosa aveva di speciale, be non aveva assolutamente niente di straordinario.
Era una ragazza come tutte le altre, ma era una grande fan di Ariana Grande.
Certo,forse non aveva la stanza tappezzata di poster, come molte persone, o non aveva tutti i suoi CD, non le aveva parlato, twittato, scritto lettere, i-mail, ma le voleva bene, quasi come un’amica.
Pensate sia impossibile? Invece vi sbagliate.

Anna, questo è il nome della ragazza, riusciva a dare amore a tutti quelli che conosceva, anche chi le faceva dei torti, così, guardando foto, video e programmi cominciò a voler bene anche alla famosa pop-star.

La verità è che Anna “conosceva” , per così dire, Ariana già da prima che diventasse così ambita, dal programma tv “Victorious” e da musical prima di quello.
Quindi le faceva piacere che la sua attrice-cantante preferita avesse tanto successo.

Una cosa però desiderava ardentemente; così come tutti gli altri fans, voleva conoscerla o almeno vederla e parlarle un po’.
Anna non era molto brava in inglese, ma si era impegnata tanto sullo studio di questa lingua nell’eventualità di incontrarla, anche se aveva poche speranze riguardo questo.

Quel giorno si prospettava esattamente come gli altri, ma successe qualcosa di inaspettato.
Mentre era seduta al suo posto e, con la sua classe , stava per cominciare una lezione di italiano, la professoressa fece un annuncio : << nella scuola è stato aperto un concorso, per avvicinare più studenti in quest’istituto. Sarà una competizione di un testo scelto a caso, come premio si vinceranno dei soldi. Il testo sarà molto difficile, ma il premio è abbastanza sostanzioso >> .


Anna pensò subito ad una cosa -se vinco i soldi potrò partire per incontrare il mio idolo! -.
Lei aveva avuto molte possibilità per incontrare Ariana, ma non aveva abbastanza disponibilità finanziarie e non voleva certo mettere in difficoltà la sua famiglia chiedendo ai suoi genitori di partire per un viaggio in America.
Così aspettava il momento giusto e quello lo era. Si impegnò tanto per quel concorso, studiando giorno e notte. Finalmente il giorno del concorso arrivò.


Anna era nervosissima, probabilmente era la sua unica possibilità e non doveva farsela sfuggire .

Aspettò a lungo prima che anche la sua classe potesse partecipare alla gara, ma finalmente arrivò anche il suo turno.
Il test era sorprendentemente semplice e riuscì a finirlo in poco tempo.

Nei giorni precedenti alla rivelazione del risultato la tensione era palpabile, ma finalmente il giorno fatidico arrivò.




Angolo dell'autrice: scusate ancora per la lunghezza della storia, ma l'ho già scritta da un pò (ora dovrei trovare solo il tempo per pubblicare) e i capitoli sono quello che sono :/
scusate anche per il ritardo ma ho avuto enormi problemi con il computer.

Per favore ( vi sto supplicando) recensite, vorrei sapere il vostro parere, positivo o negativo è pur sempre un aiuto a migliorare :'). oppure cancellerò la storia, non voglio perdere tempo per qualcosa che non piace a nessuno ... :'(
grazie comunque a tutti quelli che leggono .
grazie ancora e a presto! :) 

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Capitolo 3
*** 3° parte ***


La prof entrò con la sua solita aria annoiata questa volta, però sembrava nascondere qualcosa :<< bene ragazzi i risultati sono arrivati e il preside vuole che gli studenti di ogni classe, che hanno ottenuto un punteggio abbastanza alto, vengano in aula magna per annunciare il vincitore >> .
-Il vincitore- pensò Anna – allora è un ragazzo? No. La parola vincitore è stata detta in generale, si riferisce anche alle ragazze, posso essere anch’io. Forse vogliono nascondere fino alla fine l’identità del vincitore. Devo restare calma ... –

<< adesso elencherò dei nomi e chi verrà chiamato andrà in aula magna >> disse la prof,
<< Giorgio, Marta, Eleonora, Dario, Sofia e … … … Anna >> .
Non riusciva a crederci, ad ogni nome perdeva un battito e finalmente il suo.

Poteva aver vinto! Piena di eccitazione abbracciò le sue compagne e si diresse con gli altri.

Prima che tutti arrivassero nell’aula passò una buona mezz’ora.
Questo contribuì solo ad innervosire Anna.

Finalmente il preside salì sul palchetto di legno e cominciò il suo discorso.
Passò altro tempo tra i ringraziamenti, gli elogi e gli avvertimenti del preside, poi arrivò il momento tanto atteso da tutti.

<< Adesso, visto che siete molto nervosi, non perdiamo altro tempo. Il vincitore del concorso della scuola è …  >> disse aprendo una busta, << oh, dovrei dire la vincitrice … … …  >> .
I ragazzi sospirarono rassegnati, mentre Anna si stava innervosendo tantissimo.

Continuava a ripetersi che non doveva rimanere delusa se non fosse uscito il suo nome. Qualche secondo dopo, il preside pronunciò il nome della persona vincente.
Anna restò in mobile, si sentiva avvampare e sudava freddo, le sue braccia e gambe erano pesantissime.
Non sentiva nemmeno gli applausi dei compagni.

Era … …. Il SUO NOME!!! Spinta dai compagni, salì sul palco.
Le gambe le tremavano. Il preside le strinse la mano, lei disse qualche parola balbettando e, poco dopo arrivò un uomo che le diede l’assegno.
Per tutta la mattina non pensò ad altro, non poteva crederci, sembrava quasi un sogno, ma il bello doveva ancora arrivare.

Tornò a casa e annunciò la bella notizia ai genitori, che l’abbracciarono felici.
Anna spiegò subito ai suoi l’intenzione che aveva e insieme decisero sul da farsi.
La ragazza sarebbe partita sola, usando una parte del denaro, mentre l’altra parte sarebbe dovuta andare in beneficienza.

L’idea di Anna fu accolta con piacere, così pochi giorni dopo fu pronta per partire.
Si era informata bene si dove sarebbe dovuta andare Ariana, il giorno in cui lei desiderava incontrarla, così da non trovare brutte sorprese, il resto della vacanza l’avrebbe passata a visitare l’America.
La mattina della partenza si alzò presto e suo padre l’accompagnò in aeroporto, però, prima di partire, Anna salutò la madre e il fratello più piccolo, che stava ancora dormendo.

Dopo l’imbarco bagagli salì in aereo e cercò di concentrarsi completamente sul paesaggio, non pensando al suo idolo.

Si innervosiva pensando di incontrare Ariana, aveva paura di essere ignorata, questo l’avrebbe ferita per la vita, ma lei aveva deciso di rischiare.

Arrivata, andò in albergo per posare i bagagli e si diresse in uno studio di registrazione.
Durante il tragitto scattò qualche foto.
Si sentiva strana, voleva ritardare quel momento, anche se era da quasi tutta la vita che l’aspettava.

Si fermò davanti allo studio, dove si trovavano tutti gli altri fans.
 Per un momento si concentrò ad ascoltare i loro discorsi.
 Parlavano velocissimo, erano quasi incomprensibili.

Per distrarsi, Anna, riguardò le foto che aveva scattato, nell’attesa che la cantante uscisse dall’edificio.







Angolo dell'autrice: salve a tutti!
prima di tutto ringrazio di cuore tutti quelli che seguono, ma sopratutto recensiscono, la storia! :)
poi vi vorrei esortare a recensire, mi fareste un grande favore.
Grazie, spero che fino ad ora vi sia piaciuta.
CIAO!

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Capitolo 4
*** 4° parte ***


Nel frattempo Ariana era all’interno della stanza insonorizzata.

Stava registrando un’altra canzone insieme ad alcuni coristi, ma era così concentrata su se stessa che non si accorse dei gesti del regista, al di là del vetro, che la pregava di fermarsi.
Una corista fu costretta a riportarla alla realtà richiamandola.

Ariana aveva sbagliato ancora le parole,eppure qualche giorno prima conosceva la canzone a memoria!
Era una giornata NO per la cantante.

La sera prima aveva partecipato ad una festa, a cui lei non voleva andare, che l’aveva tenuta sveglia tutta la notte.
Poi aveva dovuto saltare un’intervista a cui teneva molto, per riposarsi un po’, poiché le era venuto un fortissimo mal di testa.

Come se non bastasse nel tragitto da casa sua allo studio, la sua macchina si era rotta e, siccome non c’erano ne taxi liberi, ne macchine disponibili, le toccò andare a piedi, per evitare di ritardare ancora, fortunatamente l’autista si offrì di aspettare il meccanico e di pensare a tutto lui.

Ariana era stanca e frustrata, quella mattina aveva provato in continuazione la canzone, voleva solo tornare a casa e stare un po’ con la sua famiglia.


<< Proviamo ancora una volta, te la senti Ariana?>> chiese il regista accendendo il microfono che dava alla stanza.
<< sí >> mentì lei, visibilmente stanca.

Provarono ancora, ma quando sembrava stesse andando tutto bene, la ragazza sbagliò l’accordo.

<< STOP!! Bene, basta così per oggi. Siete stati tutti molto bravi>>. Disse l’uomo interrompendo la musica.

Ad Ariana erano salite le lacrime agli occhi, non ce l’aveva fatta ancora, ma allo stesso tempo era sollevata.
Per oggi era andata.
Appena uscita dalla stanza il suo manager la raggiunse velocemente: << Forza piccola cambiati, dobbiamo andare! Il meccanico non è riuscito a riparare la macchina in tempo, ma andremo a piedi. Fuori ci sono molti tuoi fans, passa un po’ di tempo con loro e poi fatti accompagnare dalla guardia del corpo all’ingresso, ti aspetterò li. Oggi pomeriggio dovrai … …>>.
La cantante non era più riuscita a seguire il suo manager. – NO! – pensò – ANCORA!- sapeva che la giornata non era finita, ma sperava non fosse così.

<< Ariana!>> il regista si avvicinò a loro correndo e interrompendo l’altro, << Domani dobbiamo cominciare due ore prima, per via del contrattempo di oggi, chiaro?>> li guardò sconvolta, ma cosa pensavano che fosse una specie di robot che esegue gli ordini senza stancarsi mai?!!.

Scappò velocemente in bagno ignorando tutti quelli che la chiamavano.

Chiuse a chiave la porta, si avvicinò e si appoggiò al lavandino di ceramica bianca.
automaticamente si guardò allo specchio di fronte a lei.
Aveva gli occhi annacquati di lacrime, ma si trattenne dal piangere.
 Concesse a se stessa qualche minuto, prima di dirigersi nei camerini.
Una volta arrivata si cambiò lentamente, respirando altrettanto lentamente, per cercare di calmarsi.

Uscita dal camerino il manager la raggiunse ancora.



angolo dell'autrice:
salve a tutti!!!
scusate ancora per il ritardo, ma il mio computer sta cominciando a fare cilecca.
ringrazio come sempre tutti quelli che seguono e recensiscono la storia.
a presto, ciao!

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Capitolo 5
*** 5° Parte ***


Fuori dallo studio la gente stava cominciando ad essere impaziente.

Dalle voci che giravano si diceva che Ariana non “sarebbe venuta” e che “ aveva di meglio da fare”.

Anna si auto convinse che la sua cantante preferita non sarebbe arrivata, continuava a pensare che era in ritardo con il programma e ciò la innervosiva molto.
-Non voglio certo condizionare tutta la sua vacanza per un leggero ritardo o un’assenza- pensava, ma in realtà se lo ripeteva perché non voleva rimanere delusa e questo, in un certo senso, era un modo per non rimanere ferita. Stanca, dopo ore di attesa, decise di tentare il tutto per tutto.

Si diresse nel retro del piccolo edificio ed entrò da una porta di sicurezza aperta ( chissà come era potuto succedere!) e non controllata.
Confusa, decise di avviarsi verso i camerini e, per fare ciò passò dalla via più buia, che aveva di fronte, per non essere notata. Si mise anche il cappuccio della felpa nera, ringraziando se stessa per aver scelto di indossare abiti di un colore scuro e non più acceso, e camminò il più vicino possibile al muro.

Non sapeva dove stesse andando o cosa avrebbe fatto.

Decise di trovare Ariana e farsi fare almeno un autografo, anche se non era sicura che avesse tempo nemmeno per quello.
Mentre era sovrappensiero si accorse che un uomo stava venendo verso di lei e, spaventata, salì velocemente delle scale, apparentemente instabili, che si trovavano davanti a lei.

Arrivò al piano superiore, il piano d’illuminazione, dove ogni sorta di lampada, lampadina, faro, riflettore o proiettore faceva bella mostra.

Il soffitto era molto basso, così dovette camminare ricurva in avanti, anche per una questione di sicurezza, visto che non voleva essere trovata e cacciata via.

Si avvicinò alla ringhiera e si affacciò al piano di sotto.
Guardò attentamente gli individui che andavano avanti e indietro, proprio sotto di lei.
Alcuni portavano degli oggetti, tra cui scatoloni che davano l’impressione di essere molto pesanti, altri spostavano costumi, chiacchieravano, prendevano caffè o altre bevande del genere oppure stavano semplicemente per conto proprio.

Due uomini la colpirono particolarmente, stavano parlando tra di loro, sembravano confusi e allo stesso tempo arrabbiati.

Poi, finalmente, la vide.

Il suo idolo era a pochi metri da lei!!!

Cominciò ad agitarsi e a ridere nervosamente, naturalmente non troppo forte.
Voleva urlare, chiamarla, ma sapeva perfettamente che l’avrebbero sbattuta fuori, così, nonostante il cuore le battesse a mille e stesse tremando per l’entusiasmo, cercò di calmarsi, senza scollarle lo sguardo di dosso.






angolo dell'autrice: salve a tutti!! scusate per l'ennesima volta del ritardo, ma sapete benissimo il motivo, proprio così il computer! -_-
grazie infinite a chi recensisce o segue la storia!
per chi non avesse ancora scritto un propria opinione personale, per favore lo faccia, è molto importante per me. Ricordate non è mai troppo tardi. ;)

a presto! ciao!!

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Capitolo 6
*** 6° parte ***


Ariana si avvicinò al suo manager, che la stava raggiungendo, lasciando solo il regista.
<< che ti è preso piccola? >>, << scusami Scott>>.
<< presto dobbiamo andare!!>> disse ignorando completamente il comportamento, di poco prima, della ragazza.
<< Ah!! Tua madre ha chiamato!>>, << cos’ha detto?>> domandò curiosa,
<< ha detto che devi tornare a casa per le 8:00, per fare una festa a tuo fratello, che ha ottenuto la parte nel nuovo film>>.

<< cosaaa?!! Ce l’ha fatta!!! Lo sapevo!!! Ci teneva talmente tanto!!!>> esultò Ariana muovendo rapidamente le braccia e guardandosi intorno eccitata.


<< si, ma le ho detto che non verrai >>, disse il manager interrompendola.
<< eh?!>> lo guardò con un’espressione interrogativa.

<< non ricordi? questa sera devi andare a cena con il signor … >>
<< CHE HAI FATTO!?!?!!>> urlò interrompendolo.

<< POTEVI AVVERTIRMI!! NO?!! Non mi importa niente della cena!! E del signor “ come cavolo si chiama”!!!! non mi importa se è famoso, se può aprirmi grandi strade nel mondo dello spettacolo!!! Non esiste solo il lavoro! Ma anche la famiglia!! Io ho bisogno della MIA famiglia! Ho bisogno di stare a casa, di passare del tempo con mia madre!! Di essere ascoltata per una buona volta!! ODIO TUTTA QUESTA PRESSIONE!! “Ariana di qua! Ariana di là!!” BASTA!!!>>
Quell’ultima parola rimbombò nello studio su cui adesso era calato il silenzio.

Anna l’aveva sentita, tutti l’avevano sentita.

Ariana scappò via con le lacrime agli occhi e uscì dalla porta di sicurezza del retro dove, poco prima, era entrata la sua fan.

Anna rimase con la bocca aperta, sconvolta.
Tutto sotto di lei ricominciò a scorrere come se non fosse successo niente. Si inginocchiò e cominciò a riflettere.

-È tutta colpa mia- pensava – sono io, siamo noi, tutti i suoi fans! Pretendiamo troppo da lei vogliamo che appaia spesso in tv, vogliamo sentire sempre più frequentemente nuove canzoni e vogliamo che, nonostante tutto, passi del tempo con noi.
 È colpa nostra! Solo nostra! Non ci accorgiamo che tutto questo stress è troppo per una ragazza della sua età! Ma anche per qualsiasi altra persona! Non pensiamo che ha bisogno sempre, esattamente come noi, di stare con i propri familiari! Di sentirsi protetta!-
Interrompendo i suoi pensieri decise che era il momento di andare.

Con attenzione Scese le scale e uscì da dove era entrata. 

Ma con sorpresa se la ritrovò davanti.
Ariana era seduta in una panchina di legno poco distante da lei.
Era rannicchiata su se stessa e aveva la testa poggiata sulle gambe.
Qualche singhiozzo la faceva sussultare.
Stava piangendo.

Per un momento, Anna, fu tentata di raggiungerla e consolarla, ma poi cambiò idea, forse era meglio lasciarla sola.
Sgusciò dietro l’angolo, fuori dalla visuale della ragazza e si appoggiò al muro tirando un sospiro.


Purtroppo no fu abbastanza veloce. Ariana si accorse della sua presenza.

Arrabbiata, pensando che fosse un giornalista e che avesse scattato delle foto, si avvicinò, con il viso rosso dalla collera e sporse la testa verso di lei, con l’intenzione di sorprendere chiunque ci fosse e coglierlo di sorpresa.
Appena la vide fu lei a sorprendersi.
Sospettò che fosse una sua ammiratrice, ma non aveva idea del perché si trovasse li e non con tutti gli altri.

Si chiese perché, se l’aveva vista, (sicuramente si) non l’avesse raggiunta come molti avrebbero fatto.

La osservò per un po’ incuriosita, cercando di non fare accorgere la ragazza della sua presenza .

 Notò che osservava il cielo pensierosa e che una lacrima le stava attraversando il volto.
Con uno scatto Anna afferrò la sua borsa e si mise a frugare dentro di essa.

Ariana indietreggiò senza smettere di guardarla.
Finalmente l’altra trovò quello che stava cercando, si girò un attimo dal lato opposto ad Ariana e lei non poté vedere ciò che stava facendo.
Poi Anna si rigirò bruscamente.

La cantante si nascose dietro la parete, sperando di non essere vista.

Anna fu tentata di tornare indietro, ma ci ripensò ancora una volta. Inconsapevolmente fece cadere ciò che aveva in mano, ma era troppo distratta per accorgersene.

Ariana aspettò un po’, poi si girò affacciandosi dall’altra parte del muro, ma non la vide più.
Sen’era andata.

Mentre stava per tornare dentro notò un foglietto bianco, era a terra, nello stesso punto dove prima si trovava Anna.
Suppose che fosse suo. Lo raccolse,il foglio era un po’ bagnato dall’acqua.
Probabilmente, cadendo a terra, si era inzuppato in una pozzanghera, poiché aveva piovuto da poco.

Sul biglietto era scritto qualcosa a penna.
Ariana riuscì a capire ciò che era stato riportato, nonostante fosse stato scritto in lingua italiana.
Il primo rigo era stato cancellato volontariamente dall’inchiostro nero, mentre, proprio al centro del foglio, una parola padroneggiava risaltando su tutto quel bianco:
“ SCUSA”









Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!!! chiedo ancora una volta perdono per il ritardo.
 Questa volta non è tutta colpa del computer, che si ci è messo comunque, ma è colpa mia.
Non mi sono certo dimenticata della storia, ma sono stata male per un po’ e non avevo proprio la forza per aggiornare. Scusate.
Un veloce ringraziamento a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono la storia!
Grazie!!
Forse ci “rivedremmo”.
Ciao!

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Capitolo 7
*** 7° parte ***


Angolo dell’autrice: Salve a tutti!!!
Purtroppo questo è l’ultimo capitolo!
Spero sia di vostro gradimento! Ci ho lavorato tanto, veramente tanto, è stato complicato,( mi è venuto una specie di “blocco dello scrittore).
Vi ringrazio tutti per aver seguito la storia fino a questo punto e … godetevi il finale! ;)






Passata la settimana di vacanza in America, Anna tornò a casa.
Raccontò felice tutto quello che aveva fatto, alla sua famiglia e qualche amico ( praticamente era così felice che lo raccontò a ogni persona che le passava davanti), tralasciando il fatto accaduto con Ariana.
Tutto sommato era stata una bella esperienza, si era divertita tantissimo.

Poco dopo tornò alla vita di sempre, ci mise un po’ ad abituarsi, le sembravano passati anni dalla sua partenza e ogni momento era un’occasione per ricordare con nostalgia la sua fantastica avventura.

In quel momento si ritenne abbastanza consapevole delle responsabilità delle star, anche se pensava di non poter nemmeno immaginare ciò che si potesse provare a viverle.

Un giorno Anna era concentrata a fare i compiti nella sua stanza.

Beh si fa per dire “concentrata”, rimaneva immobile, sfogliando il libro di filosofia, sperando che la voglia di studiare arrivasse, prima o poi ( diciamo la verità … … questo non sarebbe successo ne ora e ne mai …).

Continuava a leggere distrattamente sempre lo stesso rigo, pensando a chissà ché e, in qualche momento di lucidità, ripeteva a se stessa di stare attenta, ma ciò non succedeva.
A casa c’erano solo lei e suo fratello di 10 anni, che, beato lui, aveva finito i compiti e si gingillava nella sua stanzetta.

Certe volte Anna desiderava ritornare piccola come lui, ma ripensando a tutta la strada che aveva fatto, cambiava subito idea, immaginando di dover ricominciare tutto da capo.

Si sentii un suono acuto rimbombare per tutta la casa.
Qualcuno aveva bussato alla porta. << Spencer! Va tu ad aprire!!>> urlò imponendosi per la millesima volta di prestare la dovuta attenzione al libro enorme di fronte a lei.
Il suono si ripeté, << SPENCER!!>> lo chiamò ancora, cercando di mantenere la calma.

Non ricevendo alcuna risposta dal suo “amabile” fratellino e continuando a sentire quel suono fastidioso, Anna si dichiarò sconfitta alzandosi annoiata dalla sedia.

Strisciando i piedi si diresse sbuffando verso la porta.

La aprì e osservò, curiosa, la donna dall’altra parte.
<< signora Rossi! Cosa posso fare per lei?>>.

La signora anziana aveva tra le braccia un gatto, il suo piccolo Edward.

Anna non ricordava, nella sua lunga permanenza in quell’umile condominio, che la sua vicina fosse mai stata senza un gatto.

In quel periodo tre micini si aggiravano nella casa dei coniugi Rossi.
La donna adorava raccontare storie sui loro gatti e preferiva farlo ai ragazzi e bambini che si trovavano nello stesso palazzo, quindi lei e suo fratello si ritrovavano molte volte a parlare con lei dei suoi “piccoli”.
 Sapevano praticamente tutto.
Edward era uno dei più piccoli della casa, nonché il più coccolone, aveva ereditato il colore del pelo di suo padre, che aveva il manto di color miele, non per niente il suo nome era Ginger.
La mamma gatta era morta in una complicazione del parto dell’ultima cucciolata, la simpatica vicina aveva pianto molto per questo avvenimento, poiché con lei sen’erano andati altri due cuccioli.
Oltre Edward si era salvato anche un’altro piccolo, tutto bianco, chiamato Lucky , proprio perché il veterinario l’aveva dato per morto, visto che, appena nato, era molto debole, ma poi si era ripreso velocemente, diventando il più dispettoso della casa.

Prima di questi tre gatti c’erano: Gigi, Marissa, Bongo, Lucy, Antonia, Kitty, Puzzola, Molly, James, Mortino, Camilla, Otto, Giuggiolo, Fiore, e molti, moltissimi altri gatti, ognuno con la propria storia.

L’abilità di saper convincere le persone di quella donna era sorprendente.
Più che una volta lei era riuscita a convincere la famiglia di Anna a prendere un gatto, ma ciò finiva sempre per stressare la madre che si trovava con lavoro in più e una peste per casa ( come se Spencer non bastasse …).

La ragazza si concentrò a guardare la mano della donna che si muoveva lentamente sul manto del gatto che, a sua volta, ad occhi socchiusi, produceva delle rumorose fusa.

<< oh! Anna, cara ragazza! Potresti gentilmente chiamare tuo padre? La serranda della cucina si è rotta ancora … >>, << sempre colpa di Lucky?>> chiese lei sorridendo appena.
<< si, quel micino non sta fermo un attimo! … mio marito non riesce ad aggiustarla da solo, sai com’è pasticcione!>> le disse scoppiando in una piccola risata imbarazzata.
<< vorrei aiutarla, ma mio padre non c’è! Tornerà stasera. Appena arriva lo avvertirò immediatamente!>>, << grazie! Ma non c’è fretta! Dì a tuo padre di venire quando vuole, d’accordo?>>,
<< certo!>> << grazie ancora, ciao!>> la ringraziò la signora allontanandosi, << prego, non c’è di ché, arrivederci!>> la salutò cordialmente lei chiudendo la porta.

La signora Rossi era molto simpatica e gentile, Anna le voleva tanto bene, anche se a volte era un po’ impicciona, ma lei le voleva bene anche per questo!

Pensò un attimo avrebbe dovuto fare, sentiva proprio che doveva fare qualcosa, ma cosa? … … i compiti!!!

Si diresse sbuffando verso la stanza, non poteva rimandare ancora.

Arrivata davanti alla scrivania si sedette pesantemente sulla scomoda sedia e si mise in posizione “di studio”.
Si sentì ancora il suono del campanello, questa volta più insicuro, quasi come se avessero premuto il pulsante davanti alla porta per sbaglio oppure era qualcuno che teneva qualcosa di pesante in mano, probabilmente era la madre con la spesa.

<< Spencer!! Va tu!!>> non ricevette ancora risposta, << vedi che io ci sono andata prima ora tocca a te!!>> continuò arrabbiata, << dai Spencer!! Devo studiare!!>>.
Digrignando i denti si alzò ancora, sbattendo pesantemente i piedi a terra e mormorando qualcosa di non molto carino.
<< e adesso chi cavolo è?!>> si disse irritata afferrando la maniglia.


Una volta aperta la porta rimase pietrificata e impallidì di colpo.
Se non fosse stato per il respiro accentuato e gli occhi sbarrati, poteva benissimo essere scambiata per un cadavere.
Forse stava semplicemente sognando. È questo l’effetto dello studio.
In pochissimo tempo si accorse che era tutto vero, niente telecamere nascoste, niente scherzi!!

Ariana era lì!!
Il suo idolo era davanti a lei, sorridente e con una mano alzata in segno di saluto.

Questa volta Anna non riuscì a trattenere la sua emozione e urlò con tutto il fiato che aveva in gola, mentre la cantante si copriva delicatamente le orecchie con le mani.

Spencer raggiunse la sorella allarmato, aveva un giocattolo di un super eroe in mano.
Guardò prima la sorella con uno sguardo confuso e poi la ragazza.
<< CIAO!>> disse tranquillamente lui ad Ariana, << CIAO!>> rispose questa con un marcato accento americano.

Il fratello, indeciso sul da fare, visto che la sorella era ormai andata, la scostò lentamente e invitò Ariana ad entrare, -come se fosse la cosa più normale del mondo!!- pensava Anna.

Una volta che la ragazza si fu calmata, Ariana poté finalmente parlare, cercando di farsi capire come poteva.
La ringraziò per essere stata comprensiva nei suoi confronti, per non essere intervenuta ( nessuno avrebbe potuto sapere cosa sarebbe successo se l’avesse fatto ..).
le spiegò velocemente come aveva fatto a trovarla, che aveva visto il biglietto, che voleva imparare l’italiano ( lo so, questo non c’entra molto).
Le due ragazze parlarono un po’ e, i giorni successivi Anna fu felice di farle visitare L’Italia … … beh la parte dell’Italia, dove abitava lei.
Camminarono, mangiarono e si divertirono tantissimo, nei giorni prima della partenza di Ariana.

Nessuno seppe niente di quella piccola scappatella della cantante, rimase un segreto tra la dolce Anna e la talentuosa Ariana.



  
                                                                        FINE

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