Please, Newt. Please.

di GRACE_WHITE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ragazzo curioso ***
Capitolo 2: *** Mi hai chiamato Tommy ***
Capitolo 3: *** Ho avuto paura per te ***
Capitolo 4: *** Il Labirinto ***
Capitolo 5: *** Mi hai salvato la vita ***
Capitolo 6: *** Gattabuia ***
Capitolo 7: *** Muori tu: muoio io. ***
Capitolo 8: *** Eruzione ***
Capitolo 9: *** Sei mio, Tommy ***
Capitolo 10: *** Uccidilo, Tom ***
Capitolo 11: *** Andrà tutto bene ***



Capitolo 1
*** Il ragazzo curioso ***




Il ragazzo curioso
 

Apro gli occhi, è notte fonda.
Sento i ruggiti dei Dolenti nel Labirinto, ma tutti gli altri dormono e non li sentono. Tutti. Tranne uno.
Il Pivello che è arrivato ieri. Il ragazzo curioso che fa tante domande. Quello che nello stesso giorno si è ricordato il suo nome.
Thomas.
-Thomas.- sussurro, guardandolo con la testa leggermente alzata. Sta scendendo dalla sua amaca appesa tra due tronchi, insieme a tutte le altre dei Radurai. Va verso le Porte del Labrinto… ma che caspio?!
Mi alzo di scatto dalla mia branda e corro verso di lui, le sta fissando- Che cacchio stai facendo?- mormoro quando sono dietro di lui, sobbalza e si gira di scatto.

-Newt!- esclama, con una mano sul petto- Mi hai fatto prendere un colpo.-
Dischiudo la bocca accigliato- Scusa,- lui fa un sorriso sforzato e abbassa lo sguardo- immagino che tu sia spaventato da tutto questo.-
-Già.-
-Ci sono passato anche io.- confesso, grattandomi il colo imbarazzato- Se non fosse stato per Alby, Gally e Mihno sarei impazzito, qui.-
-Non sembri un tipo che si spaventa.- dice e io trattengo una risata.
-Perché?-

-Bho, è un’impressione.- fa spallucce, imbarazzato. Si avvicina al muro del Labirinto, appoggia una mano sul cemento freddo e in seguito ci preme anche la fronte- Ti senti bene?-
-No. Voglio vedere cosa c’è oltre queste mura.- risponde, con la voce tremante.
-Il Labirinto, Pivello. Te lo abbiamo detto oggi.- vado verso di lui e incrocio le braccia- A te piace da morire il suicidio, vero? No, perché se vai oltre quelle mura il tuo desiderio verrà esaudito.-
-Ah-ah. Rido molto, Newt.- dice ironico, fissando la sua meta di cemento poi di nuovo me- Mettiamo caso che io domani entro nel Labirinto, sopravvivo e torno qui… mi uccidete o roba del genere?-
-Se tu entri lì dentro,- indico le Porte- ti uccido io appena rimetti piede nella Radura, perché mi hai disubbidito! Nessun Pive è mai stato tanto curioso come te, perché vuoi tanto andare lì dentro, eh?-

Lui fa spallucce e io alzo gli occhi al cielo, continuando- Tu vuoi andare a fare una cavolata colossale solo per… per… neanche tu sai quale sia il motivo!- sbotto.
-Non sei stanco di startene qua?- mi chiede, ad alta voce. Io mi guardo intorno e controllo che nessuno ci stia sentendo- Io sono qui da poco più che un giorno e già sto dando di matto rinchiuso in questo posto! Voglio andarmene, magari tornare anche da quelli che ci hanno mandato qui!- sta alzando troppo la voce.
Lo prendo per le spalle e lo blocco al muro, dove sono incisi tutti i nomi dei Radurai, tappandogli la bocca con una mano- Fa silenzio! Qui odiano tutti quelli che ci hanno mandati in questa maledetta Radura! Se ti sentisse qualcuno ti spedirebbe nel Labirinto, assicurandosi che tu non faccia più ritorno!-

Thomas ha uno sguardo furioso, avvicina la bocca al mio orecchio- Mi farebbe un favore.- sbuffo e lo lascio andare bruscamente. Lui cade per terra, con la schiena contro il muro.
-Sei uno stupido, Pivello!- gli volto le spalle, strofinandomi una mano sulla fronte.
-Non capisco quale sia il tuo problema,- si rialza e si mette davanti a me- non è che muori se qualunque cosa ci sia nel Labirinto mi ammazza! Quindi lasciami in pace!-
Rimango senza parole, abbasso lo sguardo e fisso l’erba sotto i miei piedi. Dischiudo appena la bocca- Hai ragione. Fa quello che caspio ti pare, non me ne frega niente se i Dolenti ti uccidono!-
Gli do una spinta per passare e mi incammino verso la mia amaca- Dolenti?- chiede lui, confuso.
Mi giro di scatto- Dolenti, si. Mostri. Esseri orrendi e deformi pronti a saltarti addosso e sventrarti se ti sentono soltanto respirare! Vai, vai in quel cacchio di Labirinto e fatti mangiare! Sai quanto me ne frega se muori.- l’ultima frase la bisbiglio, per paura che lui senta la mia voce tremare a quelle parole.

Ci rimane di sasso. Resta fermo, con le braccia lungo i fianchi e con la faccia sbigottita. Sta aspettando che dica qualcosaltro, magari qualcosa di confortante o che io tenti di fargli cambiare idea. Ma non lo faccio, per un momento ho pensato di dirgli “Buona notte.” In modo ironico, ma non faccio neanche quello.
Gli presterei troppa attenzione.
Così lo fisso negli occhi per l’ultima volta, sospiro e giro le spalle, dirigendomi verso la mia amaca.

Nota d'autrice: Okay, questa è la mia prima fanfiction slash sulla mia coppia preferita (Newtmaaas! *-*) quindi non so quanto possa essere... "bella" diciamo.
Probabilmente non introdurrò subito Teresa nella storia e sarà moooolto diversa questa ff dal libro... bhe, ho detto tutto.
Per favore, recensite.
Grace <3 <3 <3

P.S. comunque, sto scrivendo delle ff su Percy Jackson, se volete passate a dargli un'occhiata ;)

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Capitolo 2
*** Mi hai chiamato Tommy ***




Mi hai chiamato Tommy

 
 
Guardo Thomas allontanarsi con un secchio in una mano e una pala nell’altra per andare a prendere del fertilizzante. Quando cammina e appoggia i piedi per terra è deciso, come se sapesse quale si la sua meta precisa, dove vuole andare. La sua maglia celeste scuro gli sta leggermente larga e il vento la fa alzare leggermente, lui se la sistema goffamente e io sorrido, abbassando lo sguardo e continuando ad accettare il tronco d’albero.
-Ma perché è così fissato con il Labirinto?- mi chiede Chuck. E’ come se non lo sentissi, faccio una piccola risata e continuo a sorridere come un ebete- Newt? Ti senti bene?-
Mi giro verso Chuck e torno serio- S-si, perché?- aggrotto le sopracciglia e ripenso alla domanda che mi ha fatto prima- Forse perché ha un istinto omicida molto sviluppato: il Pivello è curioso.- spiego.
-E’ bello non essere più io il Fagio!- Chuck si mette le mani sui fianchi e guarda la Radura con fierezza- A me sta simpatico Thomas.-

-Ah si?- commento, distrattamente, mi siedo accanto al tronco dell’albero e fisso il terreno.
-Hai la testa tra le nuvole, Pive!- commenta il ragazzino grassottello, piegando la testa. Io gli scocco un’occhiataccia e lui si gratta dietro al collo, imbarazzato- Newt… volevo dire Newt. Scusa, sto cercando di essere come un Raduraio, non come il Fagio di prima.- ride.
-AIUTATEMI!- sento un grido, proveniente dal bosco. Mi alzo di scatto, afferro un bastone per terra. Gli altri Radurai si girano verso gli alberi- AIUTATEMI!- la voce di Thomas.
Lo vedo sbucare tra la vegetazione, sta correndo come un matto, come un… Velocista. Dietro di lui c’è Ben, sembra arrabbiato. Il Pivello inciampa come quando è uscito dalla Scatola e il Velocista gli si fionda contro.
Senza pensarci due volte corro verso di loro come non ho mai fatto prima, alcuni anche stanno andando verso i due. Chuck è dietro di me, ma grasso com’è potrebbe svenire per la fatica da un momento all’altro.

Ben sta colpendo a pugni Thomas che cerca di toglierselo di dosso. Alby e Mihno cercano di afferrare per le braccia il Velocista ma è inutile, continua a colpire il ragazzo- É colpa tua! É colpa tua, Thomas!!- sta gridando. Appena arrivo alzo il bastone e lo fiondo in testa a Ben, che cade accanto a Thomas.
Mihno solleva la maglietta all’aggressore e nel torace c’è uno sfogo violaceo, segno della puntura di un Dolente.
Il Pivello non è messo per niente bene, è sul punto di perdere i sensi. Mi chino su di lui e metto un suo braccio attorno alle mie spalle, guardo Alby- Voi occupatevi di Ben, io e Chuck portiamo il Fagio al Casolare.-
Il ragazzo grassoccio mi aiuta, io prendo Thomas dalle ascelle e lui dai piedi e lo stendiamo in un brandina nella grande casa di legno- Chuck prendimi delle bende- ordino, lui sembra agitato e si muove goffamente nell’infermeria- Lascia stare, faccio io!- prendo le garze dal cassetto di vimini, sento Thomas gemere di dolore- Tu vai fuori, lascia fare a me.-

Lui obbedisce e io vado verso il Pivello, ha uno zigomo gonfio e una ferita sul torace, sembra un graffio profondo- Ehi, Pive.- lo chiamo. Lui tossisce e fa una smorfia di dolore- Devi toglierti la maglietta.- gli dico, imbarazzato. Lui sgrana gli occhi- T-ti devo bendare il petto. Sei ferito, Tommy.- sembra sollevato dalle mie parole. Fa una faccia stana e quasi divertita sentendo il soprannome che gli ho appena dato.

Ma come diavolo mi è uscito!, penso, Tommy, Newt? Tommy?!.

Avvicina le dita al bordo della maglia, mentre la solleva io trattengo il fiato guardando il pavimento, imbarazzato.
Appoggia la maglietta per terra e io sposto lo sguardo sul suo torace, ha un graffio profondo, forse Ben era armato con un ramo o roba del genere. Immergo un panno in una ciotola di disinfettante naturale che ha inventato Jeff- Brucerà un po’.- mormoro, lui respira veloce e si morde le labbra. Gli premo la stoffa sul taglio e lui stringe una mano attorno al mio braccio, soffocando un verso di dolore, la sua presa è forte. Chiudo gli occhi, non ce la faccio a vederlo in questo stato.
Gli tolgo il panno e lui rilassa i muscoli del petto, io riprendo a respirare. Non lo guardo- Riesci a metterti seduto?- lui annuisce e con una smorfia tira su la schiena. Io mi siedo accanto a lui e inizio a fasciargli il petto, mi sta guardando, trasale quando stringo per fare un nodo alle bende- Ti ho fatto male?-

-Non più di quanto me ne ha fatto Ben.- commenta, si passa una mano sul livido nella guancia e stringe i denti- Come mai tutta questa premura nei miei confronti, ora?-
Serro la mascella e sospiro- Io… Bhe, non saresti servito a nulla da morto.- tento di fare una voce da menefreghista- E comunque, ci serve sempre un Raduraio in più qui.-

Mi guarda assorto per qualche momento- Prima mi hai chiamato Tommy.-

Lo fisso, studiando il suo volto, sorpreso e ingenuo allo stesso tempo- Sembra di si.-
-Mi piace.- commenta.
-Cosa?-
-Tommy.- dice- Il nome Tommy, mi piace, Newt.-
Come fai? Spiegami come fai, Thomas. Perché sono così strano con te? Abbozzo un sorriso e mi alzo dalla branda, vado verso l’uscita- Resta qui, oggi.-
-Oh, okay.- balbetta il Pivello- Dopo torni?-
Io trasalgo, me lo ha chiesto davvero. Stringo le labbra e scuoto la testa- No, ho da fare. Chuck verrà a controllarti più tardi.-
-Oh, okay…- ripete, di nuovo, con meno convinzione.

Vorrei restare qui tutto il giorno, ma non posso. Non è normale che mi sia già affezionato così tanto a lui, perciò esco dal Casolare, senza voltarmi.


Nota d'autrice: Buongiooorno!
Come vi è sembrato questo capitolo? Non preoccupatevi, dalla prossima volta saranno più lunghi ^^
Probabilmente continuerò a mettere immagini all'inizio del capitolo, così che riprendano un po' il film e rendano più reale il racconto. Come avrete notato provo a prendere delle immagini che richiamino il titolo. Ditemi se sto facendo un buon lavoro xD
Ringrazio i miei primi recensori, grazie mille, davvero :D
Spero di ricevere altre critiche, positive o negative che siano, in questo capitolo ;)
Grace <3 <3

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Capitolo 3
*** Ho avuto paura per te ***






Ho avuto paura per te.

 
Le Porte si stanno per chiudere e Mihno e Alby non sono ancora tornati. Da quando abbiamo spedito Ben nel Labirinto tutti si sono rifiutati di tornarci, temendo di essere punti anche loro in pieno giorno. Soltanto quei due matti hanno accettato per capire il motivo del perché i Dolenti girino per il Labirinto di giorno.
Sto fissando l’albero di mele davanti a me, con il cesto nelle mani mezzo pieno di frutta. Una mela cade accanto a me, l’avrei dovuta afferrare- Ehi, Newt!- mi chiama Chuck, in cima all’albero.
Io mi risveglio dai miei pensieri- Eh? Oh scusa, Chuck, non ti stavo ascoltando.-
Con un salto scende dal ramo più robusto e con fatica si rialza da terra- Guarda che non stavo parlando, però…- si ferma. Io non lo sto ascoltando neanche ora, sono concentrato sul Pivello: è alle prese con delle galline non troppo tranquille nel recinto, sobbalza appena una di loro lo sfiora. Io sorrido come uno scemo e Chuck se ne accorge.

Lui alza un sopracciglio, sorridendo- Non è che ti sei preso una cotta per Thomas, eh?-
Io sgrano gli occhi e balbetto qualcosa di incomprensibile, poi respiro profondamente e rispondo:- Pff, certo che no. Non potrebbe mai piacermi qualcuno come… come… Tommy.-
Chuck ride di gusto, tenendosi la pancia- Tu non sei bravo a mentire!-
-Si, lo so.- mormoro abbassando lo sguardo, poi mi rendo conto di quello che ho detto- Cioè, si non sono bravo… cioè io non mento, o almeno non ho mentito in questo caso!- sbotto.
-Okay, okay.- Chuck alza le mani, divertito- Comunque a me piace: è simpatico e non mi chiama faccia da caspio o Fagio, come ancora fanno alcuni.- storce la bocca e poi sorride di nuovo- Mi sta simpatico, punto.- conclude.

Rido e appoggio il cesto di mele per terra, Anche a me, penso, piace anche a me.

Io e il piccoletto raggiungiamo gli altri Radurai davanti alle Porte, che stanno per chiudersi. Thomas è davanti a tutti, mi faccio strada tra la folla e lo raggiungo, fissando il corridoio freddo, umido e pieno di edera dell’entrata del Labirinto.
-Non sono tornati?- chiedo, guardando il Pivello.
Scuote la testa poi si accorge che sono io ed è come se i suoi occhi si illuminassero- Newt! No, non sono tornati. Dovremmo andare a cercare Mihno e Alby.-
-E con “dovremmo” intendi tu?- sogghigno- Tommy, basta soltanto che aspettiamo, arriveranno a…- vengo interrotto dai cigolii che le Porte emettono quando si chiudono-… momenti.- finisco la frase, stupito.
-Oh no.- mormora Frypan, alle mie spalle- Come faranno?-

Avanti, penso, muovetevi! Le Porte si chiudono. Muovetevi!

Si sente un grido proveniente dal Labirinto, mi gela le vene. E’ la voce di Mihno, non è lontano- AIUTO!- sta gridando, poi ci sono dei ruggiti. Mi metto una mano sul petto, cosa sta succedendo?- AIUTATECI!- sono vivi ancora!
Le Porte stanno per chiudersi, con la coda dell’occhio noto che Thomas sembra più agitato di me: non riesce a stare fermo sul posto, sta stringendo i pugni e lancia occhiate al corridoio del Labirinto e alle Porte. Mi guarda e poi…

E poi scatta in avanti.

Tento di afferrarlo per la maglietta, ma lui si fionda nell’entrata.
Nel millesimo di secondo in cui lui mette un piede  per correre tra la fessura delle Porte penso a tante cose: a quanto sia stupido, quanto vorrei ucciderlo in questo momento per starmi per disubbidire e che dovrei seguirlo.

Lo seguo.

Le Porte ci stanno schiacciando, lui è avvantaggiato, potrà uscire per primo dall’altra parte. Probabilmente verrò stritolato, ma sento la mano di Thomas afferrare saldamente la mia e tirarmi con lui.
I due muri di cemento producono un forte rumore quando si chiudono.

Sono vivo, sono vivo! Sono… sopra Thomas!

Lui mi sta fissando con gli occhi sgranati, le mani appoggiate sul mio petto per sostenermi e le mie braccia accanto alle sue spalle. Sta arrossendo violentemente, io mi alzo di scatto e mi spolvero i vestiti. Situazione molto imbarazzante.
-Mi spieghi come ti è saltato in mente?- sbotto, aiutandolo ad alzarsi- Sei uno stupido idiota irresponsabile!-
-Perché mi hai seguito, Newt?-
-Perché…- ero convinto di sapere il motivo, ma non posso dirgli che il motivo è lui. Ho seguito Thomas perché ho avuto paura per lui. Ho avuto paura per te, Tommy, penso, ma non lo dico-… tu…- balbetto- Sei un testa di caspio patentato!-
-Ah, quindi sei qui ora per insultarmi?- mi provoca, guardandosi intorno.
Mi sta facendo avvampare di rabbia, stringo i pugni lungo i fianchi. Si sta avviando verso uno dei molteplici corridoi del Labirinto- Dove credi di andare?!-

-A cercare Alby e Mihno,- risponde, sfregandosi le braccia con le mani, forse per l’aria fresca e umida che c’è qui. Come fanno i Radurai a starci per più di mezza giornata qui? Io già non ci resisto più- vieni con me? Tu lo conosci il Labirinto, giusto?-
Sgrano gli occhi- Io non sono un Velocista, Tommy! Ci ho messo piede solo una volta qui, e non è stato… bello.- meglio non approfondire il discorso, è troppo doloroso. Inizio a seguirlo verso una strada che ha iniziato a percorrere, non sa neanche lui dove stiamo andando.
-Mmh… hai incontrato quei mostri? I Dolenti?- chiede.

-Ma perché sei così curioso?- sussurro, e lui si gira verso di me.
-Cosa?-
-Niente.- rispondo. Gli afferro un braccio e lo guardo negli occhi, la sua fronte è leggermente bagnata di sudore e la bocca è socchiusa- Se sono riusciti a sopravvivere anche ad un Dolente, prima, riusciranno anche a raggiungerci prima del tramonto. Aspettiamo che tornino qui, alle Porte.-
Si morde un labbro e guarda verso il cielo, appena rosato, da una parte si sta scurendo. Torna a guardarmi e annuisce- Okay, ma se non tornano?-

Vorrei dirgli quello che veramente penso, ma mi spezzerebbe il cuore: mi rifiuto di accettare che due miei migliori amici siano morti perciò dico quella che potrebbe essere un’idea suicida, ma che ha qualche speranza:- Li andremo a cercare, Tommy.-

Nota d'autrice: Buonporno a tutti!
No okay, figura di m**** già all'inizio della nota, chiedo perdono: è una frase che dice uno youtuber (Jared, dei Crookids) su ask... scusatemi, sono una ragazza con delle problematiche u.u
Tornando alla storia, vi è piaciuto questo capitolo? Volete ancora più dolcezza e più Newtmas? Bene signori e signore shippatori di questa coppia... nel prossimo capitolo sarete accontentati! ^^
Che ne dite di lasciarmi una recensione per farmi sapere cosa va e cosa non va nella storia? Thaaaanks!
Ringrazio quelli che hanno recensito fino ad ora, siete grandi!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 4
*** Il Labirinto ***




Il Labirinto
 
 
I rumori del Labirinto sono inquietanti: versi di Dolenti appena svegli, lo stridio che fanno i muri di cemento quando si spostano, lontano dall’entrata. Da i brividi.
Ci siamo arrampicati con l’aiuto delle piante rampicanti in cima ad una parete, così saremmo stati al sicuro da qualche attacco da parte delle creature. Prima abbiamo camminato un po’, saltando da muro a muro, con l’intenzione di non andare mai in basso, dove potremmo essere assaliti dai Dolenti. Quando è calato il sole ci siamo arresi, siamo rimasti sopra ad una parete abbastanza lunga, ma sottile, per cui abbiamo deciso di stare schiena contro schiena per non cadere o roba del genere.
Ora siamo qui, in silenzio da più di un’ora, lui che fissa le nuvole argentate e io che osservo attentamente ogni corridoio del Labirinto. Ma è impossibile, è infinito. I Velocisti non riusciranno mai a trovare una via d’uscita a questo cacchio di inferno!

Sento la sua schiena fredda di sudore nervoso, non lo da a vedere, ma anche lui sta morendo di paura. E’ bravo a nasconderlo, forse più bravo di me. Ad un certo punto sospira e io volto leggermente la testa e lo guardo con la coda dell’occhio- Tommy?-
-Mmh?- si sta attorcigliando tra le dita dei rametti di edera, è assorto nei suoi pensieri e in questo momento sono diventato curioso anche io: voglio sapere a cosa pensa.
-Stai bene?- chiedo.
-Si, credo.- risponde, indeciso. Poi si gira di scatto verso di me e io sobbalzo. Mi giro anche io verso di lui, entrambi a gambe incrociate e con un espressione distrutta in volto- No, non è vero. Non sto bene. E’ assurda questa faccenda della Radura e dei Radurai e di questo maledetto Labirinto!-

-Lo sappiamo,- rispondo, a nome di tutti i Radurai- Sono tre anni che stiamo in questo cacchio di posto, ma continuiamo a fare quello che sappiamo fare fin da quando siamo qui: sopravvivere e cercare un modo per uscire da qui.-
-Ma nessuno di voi  si è mai chiesto chi vi ha mandati qui?- ecco, ricomincia a chiedere- Non è strano che ogni mese vi mandino un nuovo ragazzo con provviste e roba del genere? Vi lasciano esplorare questo Labirinto entro un limite di tempo: non pensi che stiano facendo degli esperimenti su di voi?-
-Noi.- rispondo, ignorando tutta la serie di domande a raffica che ha fatto.
-Cosa?- aggrotta un sopracciglio.

-Su di noi.- ripeto- Che tu lo voglia o no, Tommy, ci sei dentro anche tu in questa splof e se siamo cavie noi, sei una cavia anche tu. Perciò meglio non rimuginarci tanto sopra. Ognuno ha il suo compito qui, c’è chi se ne sta nella Radura e chi si mette ad esplorare il Labirinto, invano.-
Lui dischiude la bocca e mi guarda semplicemente. Mi piace quando fa questa espressione, sembra un po’ stupido e questo lo rende, in qualche modo assurdo, dolce e tenero. Sospira e fa una smorfia con le labbra- Io voglio solo andarmene da qui…-
-Tommy…- lo interrompo, mettendo una mano sopra il suo avambraccio- Devi capire che non… non c’è possibilità di andarsene da qui. Ti prego, finirai per impazzire se pensi sempre a questa roba.-
Guarda la mia mano- Okay, scusa.- io la tolgo, imbarazzato.

-Non scusarti.- tento di cercare un argomento per cambiare discorso- Perché non… riposiamo un po’?-
-Potremmo cadere di sotto.- commenta, guardando il basso e facendo una faccia alla “Oh-mio-dio-quanto-è-alto-ora-vomito-!”. Mi guardo intorno e i miei occhi  ricadono sulle piante di edera, così attuo il mio piano per dormire.
A fine lavoro ci ritroviamo stesi sul marmo del pilastro, il mio fianco destro è attaccato al suo sinistro, siamo legati dall’edera che ci permette di non cadere di sotto. Abbiamo le braccia libere, la pianta non ci ricopre tutto il busto.
Fissiamo entrambi il cielo che si sta facendo scuro di stelle, ma la luna non c’è ed è una cosa che mi fa sentire così triste.
Dopo qualche minuto che ho chiuso gli occhi sento la mano di Thomas cercare la mia, stesa lungo l’imbracatura vegetale. Resto con gli occhi chiusi, ma trasalgo quando timidamente intreccia le sue dita alle mie.

Apro gli occhi e lo guardo, lui stringe le labbra, continua a fissare il cielo. Sa che lo sto osservando, ma non ricambia il gesto, forse è troppo concentrato sulle stelle- Ho paura.- sussurra.
Sono tentato di rispondere, ma preferisco soltanto stare in silenzio, guardare le stelle come fa lui e sorridere al pensiero della mia mano tenuta stretta dalla sua.

E io la stringo a mia volta.


Nota d'autrice: ciao. Scusate il ritardo per la pubblicazione, ma non mi sono sentita motivata ad andare avanti con la storia visto che non ho trovato molte recensioni nello scorso capitolo... non ne ho proprio trovate.
Comunque il capitolo è stato corto perchè è soltanto un piccolo momento puccioso tra i due, spero vi sia piaciuto.
Grace <3 

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Capitolo 5
*** Mi hai salvato la vita ***






Mi hai salvato la vita

 
Quando mi sveglio sono ancora sul pilastro di cemento del Labirinto, è l’alba, il cielo è ricoperto da uno strato sottile di nuvole rosate. Stringo la mano e non sento quella di Thomas. Alzo la schiena di scatto e mi guardo intorno- Tommy.- sussurro, ma lui non c’è e l’imbracatura che ci legava ieri sera è allentata.
Mi alzo in piedi e per poco il vento non mi scaraventa di sotto. Facendo attenzione a dove metto i piedi scendo dal muro alto, usando come scala l’edera cresciuta.
Quando tocco con i piedi il pavimento non aspetto neanche un secondo a voltarmi- Tommy?- chiamo, nessuna risposta e qui mi prende il panico- Tommy!- grido.
Mi premo una mano sul petto e inizio a zigzagare tra i corridoi del Labirinto, senza allontanarmi troppo dalle Porte, ancora chiuse- Thomas! Tommy dove sei!?- continuo a chiamarlo a squarciagola, con la paura di poter svegliare qualche Dolente.

Al solo pensiero di quei mostri mi balena in mente l’idea che il Pivello sia stato… No, no!, mi rimprovero, Non devo neanche pensarci! E’ qui da qualche parte, ne sono sicuro.

Inizio a correre, gridando il suo nome decine di volte, ormai ho il fiatone. Mi fermo sentendo dei rumori alle mie spalle. Mi prende il panico e cerco di mimetizzarmi tra le piante di un muro. Trattengo il respiro e chiudo gli occhi per la paura, sono dei passi, qualcuno sta camminando davanti a me. Apro gli occhi e vedo il Pivello che continua a camminare, guardandosi intorno.
Mi tolgo dalla vegetazione e lui sobbalza- Newt!-
Gli do un pugno sul braccio e lui fa un verso di dolore, stringendosi la parte colpita- Si può sapere dove caspio eri?! Ma non sentivi che ti chiamavo? Mi hai fatto prendere un colpo, Tommy!-
-Io…- balbetta, strofinandosi le dita sulla fronte, con le sopracciglia aggrottate- Sono andato a cercare Mihno e Alby, tu dormivi e non volevo svegliarti. Non volevo spaventarti.-

Faccio un respiro profondo e non penso a quello che faccio: mentre lui non mi guarda negli occhi colgo l’occasione per andargli incontro, a braccia aperte, per poi chiuderle intorno a lui. Quando lo stringo a me lo sento trasalire, sta per qualche secondo rigido, ma poi anche lui si scioglie e mi abbraccia. Appoggia il mento sulla mia spalla, i nostri toraci sono attaccati e io posso sentire il suo cuore martellargli nel petto. Vorrei restare così per sempre, mi dimentico perfino che siamo nel posto più mortale del mondo, potrei fare di tutto per stargli accanto.
Non posso credere a quello che sto pensando, forse Chuck ha ragione. Mi sono preso davvero una cotta per Thomas.
Sento il rumore che producono le Porte quando cominciano ad aprirsi e io afferro delicatamente le braccia del ragazzo per allontanarlo da me- Dobbiamo tornare alla Radura, andremo a cercarli più tardi. Non voglio neanche pensare a quello che…- interrompo la frase vedendo il volto di Thomas sbiancare- C-che c’è?-

-Oh mio dio,- mormora, con la voce strozzata- Newt, non muoverti.- sussurra. Mi giro lentamente e quasi rimango paralizzato dalla paura. Quello che sembra un Dolente, è immobile davanti a noi. Le zampe da ragno, metalliche e il corpo deforme, probabilmente è un insieme di animali. La bocca è digrignata e da essa proviene una specie di gorgoglio, gli occhi… gli occhi mi fanno gelare il sangue, neri e con una piccola pupilla rosso-laser.
Mette un artiglio davanti e io faccio un passo indietro, mi viene spontaneo mettere un braccio davanti a Thomas, come per proteggerlo. Il suo petto è attaccato alla mia schiena, il suo cuore sembra un martello pneumatico, mi mette una mano sulla spalla- Corri.- sussurro, gli afferro di scatto la mano e lo trascino con me- Corri, Tommy!-

Lui fa come dico, con la mano ancora più salda alla mia, il Dolente ha iniziato ad inseguirci, emette suoni orrendi, simili a ruggiti mischiati a grida. Thomas inizia ad abituarsi alla corsa e in meno di qualche secondo inizia a superarmi. Gli lascio la mano, lo rallenterei soltanto- Corri!-
-Dobbiamo andare alle Porte!- annuncia, con il fiatone. Probabilmente ci stiamo perdendo, ma non abbiamo scelta, dobbiamo cercare di seminare il Dolente, che intanto sta andando a sbattere contro i muri per le svolte che facciamo.
-Tu corri, non voltarti, Tommy!- ma lui continua a guardarmi con la coda dell’occhio, sta correndo più piano ora, ha visto che io sono più lento- Non preoccuparti, sono dietro di te. Continua a correre e non ti voltare!- lui annuisce e guarda avanti, aumentando la velocità.

Premo una mano sotto alle costole, quel punto mi fa male, probabilmente perché non sono abituato come i Velocisti. Il Dolente mi ha quasi raggiunto, forse Thomas ce la può ancora fare, basta che lui sopravvive. Faccio per rallentare così da permettere al mostro di raggiungermi e dare più tempo al Pivello per scappare, ma appena mi fermo il Dolente mi supera senza degnarmi di uno sguardo, vuole raggiungere Thomas.
-Thomas!- grido, ma lui sembra troppo impegnato a correre, così decido di imitarlo, inizio a muovere le gambe il più veloce possibile, usando tutta la forza che ho in corpo. Il Dolente non mi ha neanche sfiorato, forse ho qualcosa che non gli piace, magari in qualche modo sono immune. Sto per superare il Dolente- Tommy!- ora si gira e sgrana gli occhi, si blocca per aspettarmi. Ma che stai facendo, idiota?!

-Corri, Newt!- mi incita, verrà ucciso se rimane lì. Io sono immune? Bhe, vediamo.
Mi butto contro Thomas  e cadiamo entrambi per terra, attaccati al muro- Stai fermo.- ordino, mettendomi sopra di lui, in modo da coprirlo. Se il Dolente non mi si avvicina neanche allora il Pivello non corre rischi sotto di me, ragiono.
Lo blocco a terra- Ci ucciderà.- sussurra, con la voce piena di paura. Io lo guardo negli occhi, con la bocca dischiusa. Sta respirando così veloce, si deve dare una calmata, appoggio una mano sopra il suo petto e premo leggermente.
-Calmati.- sussurro. Sento il Dolente dietro di noi, sembra mi stia annusando. Il ragazzo trattiene il fiato e stringe gli occhi, afferrandomi la mano sopra il petto e stringendo anche quella- Fidati di me, Tommy.-

Trattengo il fiato finche non vedo il Dolente andarsene, deviando un angolo del corridoio. Sento ancora i suoi grugniti, ma dopo pochi secondi svaniscono anche loro. Cado a peso morto sopra il Pivello, rilasciando un sospiro di sollievo- Mi sono sploffato sotto.- sussurro, con la testa appoggiata alla spalla di Thomas.
Sono così spaventato da rendermi conto solo ora che sono sopra di lui, di nuovo, così mi tolgo e mi distendo accanto a lui, con una mano sopra la pancia che fa su e giù velocemente. Thomas sta fissando l’alto, paralizzato, io mi alzo in piedi e mi chino su di lui- Ehi, stai bene?-
Ora sposta lo sguardo su di me e si alza lentamente, sembra davvero traumatizzato, gli porgo una mano per aiutarlo ma lui fa da solo. Resta immobile di fronte, i suoi occhi sui miei, dischiude leggermente la bocca- Mi hai salvato la vita.- bisbiglia, appoggiando una mano sulla mia spalla. Io non so cosa fare, perciò annuisco.

Lui mi tira dalla spalla e mi getta anche l’altro braccio al collo, stringendomi forte. Per un attimo resto con le mani lungo i fianchi, incosciente di quello che sta succedendo, ma poi gli sfioro leggermente i fianchi con le mani, per poi abbracciarlo anche io- Grazie, Newt.-
-Non ringraziarmi,- mormoro nel suo orecchio- non potranno toccarti finche ci sarò io.- Ci stacchiamo e subito ho il bisogno di sentire un contatto con lui. Cala un silenzio imbarazzante, forse mi sarei dovuto tenere per me l’ultima frase. Mi gratto il collo, non sapendo cosa dire- Ehm… do-dobbiamo tornare alla Radura. Dobbiamo dare la notizia agli altri.-
Lui sgrana gli occhi- Q-quale notizia?-
-Non siamo riusciti a trovare Mihno e Alby, dobbiamo rimediare a questo, trovarli in qualche modo.- spiego e lui si acciglia, poi aggrotta le sopracciglia.

-Okay, ma perché il Dolente non ha neanche provato ad ucciderti?- chiede.
-Non lo so, a questo penseremo più tardi.- decido, faccio cenno a Thomas di seguirmi e lui fa come dico- Ora pensiamo a tornare indietro.-


Nota d'autrice: scusate il ritardo di pubblicazione, ma sono un po' indaffarata con un progetto bellissimo: la Mondadori ha chiesto a me e ad altri 4 ragazzi di scrivere un libro (rosa/viaggio) e perciò ho colto l'opportunità e mi sto dando da fare soprattutto su questa nuova storia, che mi impediscono di pubblicare anche qui per i diritti d'autore eccetera eccetera xD
Spero che recensiate e magari potreste darmi qualche idea per il nome del protagonista (diciassettene), graaazie!
Grace <3 <3

 

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Capitolo 6
*** Gattabuia ***




Gattabuia


 
-Che vuoi dire che il Dolente non ti ha nemmeno sfiorato?!- sbotta Gally, dopo aver sentito il nostro riassunto su quello che abbiamo passato nel Labirinto. I suoi occhi azzurri hanno un che di poco rassicurante, le sopracciglia sono inclinate verso il naso e i capelli color biondo spento. Lo conosco bene, può essere severo (mooolto severo) ma lo fa per il bene di tutti, infatti sta puntando a diventare capo, al posto di Alby.
-Ti hanno detto quello che è successo, Gally.- si intromette Frypan, alzandosi dal suo posto. E’ in atto un’adunanza nel Casolare- Il Dolente è stato alla larga da Newt, probabilmente ha qualcosa che a quei mostri non piace.-
Io mi acciglio e spalanco la bocca- Ehm… grazie mille, Frypan.- borbotto- Comunque è vero, forse non sono troppo buono per quei pezzi di splof.-
-E’ la storia più assurda che io abbia mai sentito,- ribatte Gally- e comunque non sarebbero dovuti entrare nel Labirinto. Solo i Velocisti hanno il permesso…-

-Thomas è un Velocista nato,- lo interrompo- l’ho visto correre tra quelle mura e ammetto che non ho mai visto nessun Pive così veloce.- tutti i Radurai si voltano per guardare il ragazzo, dietro di me.
E’ seduto e sembra in imbarazzo, si sta aggrovigliando i bordo della sua maglietta tra le dita- Io… ho solo fatto quello che lui mi ha detto di fare.- sposta lo sguardo su di me- Se sono vivo è solo merito suo, però. Il Dolente mi avrebbe ucciso se non fosse stato per lui. Grazie, Newt.- ci fissiamo per qualche secondo.
-Oh, vi prego!- sbotta Gally, alzando le braccia al cielo- Avete infranto le regole, e finche Alby o Mihno non ritorneranno dobbiamo continuare a seguirle. Dovrete passare una notte in gattabuia, mi dispiace.-

Thomas si alza di scatto- No, non è vero! A te non dispiace affatto.- punta il dito contro il petto di Gally- Tu vuoi soltanto metterci da parte perché vuoi arrivare a comandare e finche ci sarà Newt non puoi, perché i Radurai si fidano più di lui che di te!- il Pivello viene spinto con forza e cade all’indietro. Io corro subito da lui, aiutandolo ad alzarsi.
Lo prendo per un braccio e con delicatezza lo tiro su- Ehi, tutto bene?-
-Si,- lancia un’occhiata al ragazzo che lo ha spinto e mentre si appoggia a me per alzarmi, mi sussurra all’orecchio:- che stronzo.- senza farsi sentire, io trattengo una risata.
-Gally!- esclama Jeff- Ora basta, sbattili soltanto in gattabuia, se continuate così entro sera i medicali avranno un sacco da fare.- ci rimprovera.

-Lascia che torni nel…- inizia Thomas, tentando di convincerlo, ma lui non lo fa finire. Batte il piede a terra e poi lo guarda furibondo.
-No! L’adunata è finita!- annuncia, i Radurai cominciano ad andarsene- Chuck, pensaci tu a loro.- ordina all’ex-Fagio.
-Mmh, okay.- annuisce controvoglia.


***


La notte è scesa sulla Radura, le torce vengono spente dagli altri ragazzi, Chuck è costretto a spegnere anche la nostra, poi raggiunge gli altri alle amache.
Io e Thomas siamo con la schiena contro il legno della gattabuia, infossata nel terreno, c’è pochissima luce proveniente dalle grate di bambù della botola. Sta sera c’è la luna, anche se ogni tanto viene oscurata dalle nuvole.
Vorrei parlare con il Pivello, soltanto per sentire la sua voce; ma lui continua a fissare il terreno con uno sguardo vuoto. E’ così bello quando è assorto nei suoi pensieri, ecco! Questo potrebbe essere un argomento di cui parlare, ma forse sembrerei troppo invadente.
Prendo coraggio e mi sporgo un po’ verso di lui- A cosa stai pensando, Tommy?

Lui trasale, è come se si fosse appena risvegliato da un sonno lungo e travagliato. Si passa una mano nei capelli- E’ strano che tu me lo chieda: sinceramente, stavo pensando a cosa pensi tu.-
Sgrano gli occhi- Oh…- balbetto- Perché?-
Lui fa una piccola risata- Potrei farti la stessa domanda, Newt.-
Io sogghigno- Bhe… sono solo curioso, vorrei sapere cosa ti passa per quella testolina ogni tanto.- lui ride e io lo imito, mi piace quando ride, vorrei tanto dirglielo, ma meglio non farlo. Appoggio una mano su un suo ginocchio e lo guardo- Ehi, grazie per essere diventato mio amico.-

La sua risata svanisce lentamente e torna serio, appoggia la sua mano sopra la mia- Grazie a te.- io assumo un’aria interrogativa e lui sorride dolcemente- Per avermi protetto, nel Labirinto. Mi hai salvato la vita, Newt.-
-Io, bhe… finche ci sono io con te, ti giuro che nessuno potrai mai farti del male.- dico, abbozzo un piccolo sorriso di imbarazzo. Lui arrossisce lievemente, la bocca dischiusa e con un’espressione indecifrabile in volto. Lo vedo in questo stato e deduco che sarei dovuto stare zitto- Mi sarei dovuto tenere questa frase vero?-
Thomas si acciglia e si sporge un po’ verso di me, mettendo una mano sulla mia spalla- No, no!- si affretta- Tranquillo, Newt, è solo che… cioè… è stata una cosa bella da dire… io, insomma, mi hai fatto sentire protetto.- quanto vorrei saltargli addosso, bloccarlo per terra e baciarlo, ma ho paura della sua reazione. Sono sicuro di essere respinto se facessi questo- Forse dovrei stare zitto.- ridacchia.

Mi mordo il labbro- No, ti prego, mi piace sentirti parlare.- commento.
Il suo sguardo si fa languido e si avvicina sempre di più, fino a sfiorarmi con le labbra una guancia. Mi ha dato un semplice bacio sulla guancia, ma è bastato a mandarmi in pappa il cervello. Vorrei che lo facesse di nuovo, però sulla mia bocca- Sei dolce.- mormora, tornando a fissare davanti a lui, con i gomiti sopra le ginocchia.
E’ così imbarazzante.
Senza farmi notare da lui, mi passo una mano sulla guancia che è stata sfiorata dalle sue labbra e sorrido debolmente. Ecco, è successo di nuovo: mi è andato in pappa il cervello- Tommy, io dovrei dirti una cos…-

Vengo interrotto dal suono più inquietante e familiare che conosco: lo stridio delle Porte che si aprono… seguito dai ruggiti dei Dolenti.


Nota d'autrice: Salve gentah!
Come è stato questo capitolo? Fatemelo sapere con una recensione, perchè non vedo l'ora di pubblicare il prossimo che sarà una BOMBA! *riferimenti a Primrose Everdeen puramenti casuali xD*
La cosa importante che vi dovevo dire è che ho cambiato il nome del titolo della storia perchè mi sembra adattissimo e sarà importante per una parte della fanfiction ^^
Detto questo, spero recensiate in tanti,
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 7
*** Muori tu: muoio io. ***





Muori tu: muoio io

 
 
Scatto in piedi e cerco di guardare fuori dalle sbarre di legno, ma non riesco a vedere bene. Le torce si accendono, i Radurai che gridano e l’inconfondibile ruggito dei Dolenti che sovrasta le grida.
Thomas si alza- Come hanno fatto i Dolenti ad entrare nella Radura?- la sua voce è tremolante.
-Non lo so.- rispondo- Le Porte sono chiuse.-
-Hanno scavalcato le mura.- sgrana gli occhi.
Scuoto la testa- Non sarebbero capaci, non hanno zampe, ma braccia di ferro. E’ impossibile.-
-Dobbiamo andare fuori ad aiutare gli altri.- propone il Pivello, iniziando a spingere contro la grata d’uscita. Sferriamo dei calci sul legno e dopo pochi secondi la porta cede- Forza andiamo!-
Lo blocco afferrandogli le spalle e spingendolo delicatamente nella gattabuia- No, tu devi stare qui. Potresti morire o essere punto.-

Mi guarda con occhi supplicanti e sorpresi- Ma anche gli altri rischiano! Dobbiamo uccidere i Dolenti!- il suo altruismo è adorabile, ma la sua ingenuità lo è ancora di più.
-Vado io, non possono toccarmi, tu inve…-
-No!- protesta. Un Dolente ha appena infilzato con un suo braccio meccanico uno dei nostri, trapassandogli il torace- Questi Dolenti potrebbero essere diversi da quelli del Labirinto, potresti morire! Io vengo con te. Muori tu: muoio io, Newt.-
Sto per controbattere ma vengo interrotto da qualcosa che ricorderò finche avrò vita: Thomas mi mette una mano dietro al collo e mi tira a se, le sue labbra si incastrano con le mie. Non sono lucido in questo momento, non posso credere che stia accadendo e soprattutto non posso credere che stia accadendo proprio nel bel mezzo di un attacco di quei testa di caspio di Dolenti.

Il bastone che avevo preso da terra scivola dalle mie mani, sono troppo concentrato ad osservare gli occhi stretti di Thomas e le sue guance arrossarsi, la sua mano è salda ancora al mio collo e io ho una voglia matta di accarezzargli le guance per approfondire il bacio, ma non possiamo ora. Ci sono i nostri amici che hanno bisogno di noi.
Mi allontano lentamente dalle sue labbra, cerco di mantenere costante il respiro- Scusa.- bisbiglia.
Raccolgo il bastone lungo e sottile da terra- Ne riparliamo dopo, dobbiamo andare ad aiutarli.- gli afferro la mano per confortarlo e poi la lascio- Stai dietro di me, capito?- lui annuisce e io inizio a correre, con lui a seguito.
Ci saranno una decina di Dolenti che inseguono i Radurai, con lo sguardo tento di trovare Gally, per chiedere spiegazioni ma è lui che alla fine trova noi, praticamente si scontra contro Thomas- Gally! Che caspio sta succedendo? Le Porte sono chiuse.-

Il suo volto è scioccato dall’orrore- Non lo so, Frypan ha visto un Dolente uscire dalla Scatola, probabilmente li stanno mandando quei bastardi che ci hanno rinchiuso qui. Ci vogliono morti.-
Un ruggito di un mostro mi distrae, mi volto e vedo che sta venendo verso di noi. Spingo Gally e Thomas a terra e mi metto sopra di loro a pancia in su, il Dolente si avvicina e ringhia guardandomi negli occhi- Oh mio dio.- geme Gally, impaurito.
-Shh.- lo zittisco- Restate fermi.- un altro ringhio, sto morendo di terrore, il mio cuore potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Quando sento la mano di Thomas prendere la mia trattengo il respiro, sembra che la paura stia svanendo. Il Dolente ci lancia un ultimo sguardo e poi torna ad inseguire altri Radura.
Aiuto i due ad alzarsi- Dobbiamo nasconderci nella Scatola, saremo al sicuro li. Dobbiamo andare ad avvisare gli altri.-
-Voi andate alla Scatola,- ci ordina Gally, puntando il dito contro la gabbia- ci penso io ai… pochi Radurai rimasti.- rabbrividisco a quelle parole, è vero, vedo almeno una decina di corpi per terra. Possibile che solo io sia immune a questa splof?!

La mano di Thomas afferra di nuovo la mia, riscuotendomi dai miei pensieri ed inizia a correre trascinandomi verso la Scatola. Chiudiamo la grata metallica e aspettiamo che qualcuno dei nostri la apra per entrare.
Siamo appoggiati alle pareti umide e fredde, il Pivello stringe le ginocchia al petto, guardando verso l’alto e sussultando ad ogni ruggito di Dolente. Si vede che ha paura, cerca di nasconderlo, vuole mostrarsi forte e all’altezza. Un po’ come me.
Freno l’impulso di circondargli le spalle con un braccio e stringerlo a me, come per proteggerlo da un qualsiasi pericolo invisibile all’interno di questo ascensore. Sono tentato di sollevargli il mento e far scontrare di nuovo le nostre labbra, ma non mi sembra il momento più opportuno.

-Stai bene?- chiedo, pregando che alzi lo sguardo sul mio.
Sfortunatamente non lo fa, sta fissando un punto a caso davanti a se. La bocca è appoggiata sulle braccia, sopra le ginocchia- Non proprio.- risponde, sobbalza ad un altro urlo di un Raduraio e io non resisto più: gli metto un braccio dietro la schiena e l’altro sul petto, stringendolo a me.
Lui si aggrappa a me dalle spalle, stropicciandomi la maglia dietro al collo. Preme la faccia sulla mia clavicola e sento il suo fiato caldo sulla mia pelle, sta tremando- Calmati, Tommy.- gli accarezzo la testa, infilando le dita tra i suoi capelli.
Cerca di respirare in modo regolare, stringendo una mano sul petto- Ecco, così. Respira.- dico, ma non so se lo sto dicendo più a me o a lui. Sento la voce di Gally ordinare ai nostri compagni di scendere nella scatola, così afferro delicatamente le spalle e lo allontano. Vedo scendere una quindicina, massimo venti, Radurai. Hanno tutti il fiatone e sono ridotti molto male, nessun ferito ma hanno le magliette strappate o sporche di terra ed erba- Dove sono tutti gli altri?- chiedo a Gally. Ma non risponde, abbassa soltanto lo sguardo e io capisco che non ci sono altri da aspettare, così lui chiude la grata della Scatola.

 
I ruggiti sono continuati per ore, tutta la notte, i Dolenti si sono ammassati intorno alla gabbia e hanno tentato di romperla. Verso l’alba hanno cominciato ad allontanarsi e non si è sentito più nessun rumore.
Le luci fioche del sole filtrano nella Scatola, illuminando i volti di alcuni Radurai, riconosco i visi più familiari di Jeff, Clint, Gally, Frypan e altri a cui sono meno affezionato. Ognuno con la stessa espressione: paura, orrore, rabbia. Thomas è appoggiato con la testa sulla mia spalla, sta dormendo. Non so come ci riesca, anche se non si è addormentato da molto, forse io gli do sicurezza e questo mi riporta mi episodio che è successo sta notte. Il nostro bacio, ho quasi paura di essermelo sognato per quanto fosse impossibile.
Facendo attenzione a non svegliarlo, mi alzo in piedi e apro lentamente la botola- Ma che fa?- bisbiglia Gally- Potrebbero essere ancora lì fuori.- ma io non lo ascolto.

Faccio capolino con la testa e noto una cosa assurda- Ehm… ragazzi, venite a vedere.- esco definitivamente e gli altri mi imitano. Thomas esce per ultimo e mi viene accanto. Osserviamo sbigottiti una specie di elicottero o come caspio si chiama, accanto al portellone del velivolo c’è una ragazza magra, con i capelli neri lisci che le ricadono sulle spalle. Si sta avvicinando.
-Teresa?- bisbiglia Thomas.
Io lo guardo sgranando gli occhi- La conosci?- e lui annuisce con la bocca semi aperta, guardandola venire verso di noi.

Oddio, e questa chi è adesso?

Accenna un piccolo sorriso al Pivello e ho un tuffo al cuore quando dice:- Ciao, Tom!-

Nota d'autrice: BOOM! Ecco a voi il bacio tanto attesoo!
Si, so che non è così romantico, ma dopotutto stiamo parlando di Thomas e Newt: riuscirebbero ad essere romantici anche se si picchiassero a vicenda ^^
Comunque non sono finite qui le scene "dolciose" tra i nostri protagonisti *non sta facendo ASSOLUTAMENTE riferimenti a momenti hard nei prossimi capitoli*... *Fa l'occhiolino* xD
Lasciatemi una recensione ;)
Grace <3 <3<3

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Capitolo 8
*** Eruzione ***





Eruzione

 
 
Alcuni uomini abbastanza grossi e minacciosi ci hanno costretto a salire su quella specie di navetta, si chiama Berga, hanno spiegato. Ci hanno fatto sedere su dei seggiolini attaccati alle pareti metalliche dell’elicottero, io tra Jeff e Frypan, mentre Thomas davanti a me, accanto alla ragazza dai capelli corvini e vaporosi. Lei gli sta parlando, lui la sta ascoltando. Non riesco a sentire cosa dicono perché c’è il rumore dei suoni che fa questa stupida Berga mentre vola, ma quando lui apre bocca per dirle qualcosa lei inizia a sorridere e sento crescere in me un odio spropositato per lei.
Lui la conosce, ha subito saputo il suo nome, Teresa. E lei sapeva il suo. Si conoscono già da prima che lui arrivasse nel Labirinto, ne sono certo.
Dopo una o due ore atterriamo, ci obbligano a metterci in fila indiana, ci fanno uscire dalla Berga e osservo il territorio circostante: siamo in una specie di “cortile” di un manicomio, è tutto, e dico TUTTO!, grigio. I muri, il pavimento simile a quello di marciapiedi, le finestre dell’edificio che circonda lo spazio quadrato dove siamo atterrati sono annerite.

Mi prende un colpo quando vedo Mihno e Alby venire trascinati per un braccio verso di noi, quando mi vedono strabuzzano gli occhi. Sono vivi, solo un po’ acciaccati ma vivi, si infiltrano nella fila e io sono tentato di chiedergli cosa sia successo, ma uno degli uomini indica una porta abbastanza grande nel muro alla nostra destra.
Ci fanno entrare, sento qualche Raduraio protestare:- Dove ci state portando? Cosa ci farete? Chi siete?- e tante altre domande, ma io mi limito a seguire la fila formata fissando Thomas e Teresa che continuano a parlare, camminano a lato degli altri, indisturbati.
Pochi minuti dopo aver svoltato corridoi dello stesso colore dell’edificio Tommy e la ragazza restano indietro, io mi blocco fermando la fila- Torna al tuo posto.- mi ordina una guardia. Ma io sono troppo occupato a veder sorridere Thomas, è come se il mio cuore fosse fatto di cristallo e al primo battito che faccio andasse in frantumi. Lui le sorride- Torna al tuo posto, Newt.- ordina di nuovo. Come fa a sapere il mio nome? Preso dalla paura alla vista della pistola appesa alla sua cintura, ritorno in fila.
Camminiamo un altro po’ e ci fermiamo in una sala bianca, priva di finestre o mobili. Arrivano altri uomini in divisa nera, prendono due di noi alla volta e li portano via. Molti si dimenano e tentano di sferrare calci e pugni ma vengono bloccati dagli omaccioni. Mihno viene preso per un braccio, insieme a Jeff, mi guardano entrambi con preoccupazione come per dire “E tu che farai?”

Con lo sguardo rispondo “Non lo so.” Sono rimasto solo. Non c’è più nessun Raduraio nella sala, apparte altri due uomini di questo posto che bloccano l’uscita. A un certo punto fanno entrare una donna dai capelli grigio chiaro, indossa una gonna a tubino e una giacca formale dello stesso colore delle sue ciocche.
-Buona sera, Soggetto A5. Io sono la Cancelliera Ava Paige- dice lei, con le mani unite dietro la schiena.
-Mi chiamo, Newt.- stabilisco.
-Lo so, ma alla WIKED sei il Soggetto A5.- spiega- E la WIKED è tutto ciò che ti circonda, al di fuori del Labirinto, fino al confine della Zona Bruciata.-
-Zona Bruciata?- ripeto, inarcando il sopracciglio- Cosa significa?-
-Ogni cosa a suo tempo,- la sua voce è tagliente e irritantemente dolce contemporaneamente- ora, come abbiamo fatto con gli altri, ti scorteremo alla tua camera. Ma prima…-
-Dov’è Thomas?- chiedo, interrompendola.

Lei sorride- E’ con Teresa. Ci siamo accorti che ti sei affezionato molto a quel ragazzo, soprattutto da quando ti ha mostrato il suo affetto nella Radura, quando abbiamo mandato i Dolenti ad attaccarvi, vero?- io resto zitto, i pugni stretti alla stoffa dei pantaloni e un leggero arrossimento in volto, mi sento violato- Bene, allora abbiamo fatto bene a scegliere voi come soggetti principali. L’esperimento può procedere.-
Gli uomini vengono verso di me e io mi allontano camminando all’indietro- Cosa? Che esperimento? Cosa centra Thomas?!-
-Ti sei chiesto perché sei immune dai Dolenti?- mi domanda e io annuisco, ma non ho mai trovato una risposta- Perché hai l’Eruzione.-
-Eru-che?-

-Eruzione.- ripete- Una malattia che attacca il cervello scatenando violenza, l’Eruzione è stata creata dal DNA di dei Dolenti, come esperimento. E tu hai, in qualsiasi assurdo modo, DNA di Dolente dentro di te. Ma purtroppo questa malattia si è dispersa e ora stiamo facendo test su quanto possa essere forte questa epidemia. Abbiamo preso un Raduraio sano e uno contagiato e li abbiamo messi insieme in una stanza, se entrambi sopravvivono senza uccidersi a vicenda allora possono passare alla Fase 2.- sono inorridito da quello che mi ha appena detto.
-La Fase 2? Cos’è la Fase 2?- chiedo, sento il cuore battere forte.
-Ogni cosa a suo tempo.-
Cerco di dimenarmi dalle prese degli uomini per cercare di colpire la Cancelliera, ma non mi lasciano- Voi vi aspettate che io faccia del male a Thomas?- grido.

-In teoria si.- risponde, pratica- Ma poi bisognerà vedere se riuscirete a sopravvivere insieme per una settimana in una stanza, poi passeremo alla Fase 2.- ripete.
-Uccidete me!- imploro- Ma non toccate Thomas!-
Si preme un dito su un aggeggio attaccato al padiglione auricolare- Teresa, porta Thomas alla stanza.- poi guarda le guardie- Portateci anche lui.- indica con il mento l’uscita, loro obbediscono.
-No!- grido- Non puoi farlo! Ti ucciderò se proverai a toccare Thomas solo con un dito!- i miei polmoni sono in fiamme.
-Tranquillo,- cerca di rassicurarmi ironicamente- farai tutto da solo.-
Detto quello aprono una delle altre porte nel corridoio che collega alla sala di prima e mi ci spingono dentro, chiudendo a chiave. Io colpisco con i pugni la porta, prima di maniglia all’interno- Aprite! Non potete farlo!-

-Newt.- la voce di Thomas.
Oh, no, penso, stringendo gli occhi e mordendomi il labbro inferiore. Mi giro lentamente verso di lui, è in piedi davanti a me. Io resto fermo, irrigidito, non voglio che si avvicini, non voglio fargli del male. Ma lui sembra di tutt’altro avviso, mi viene incontro con un sorriso e mi lancia le mani al collo, stringendomi forte a se.
Io resto fermo.
Spingo via Thomas, facendolo barcollare all’indietro. Lui sembra confuso dal mio gesto, ma non posso permettere che si avvicini più di tanto a me. Mi guardo intorno, la stanza ha l’intonaco di un grigio cenere, sbiadito e mal curato. Ci sono due letti, l’uno attaccato al muro opposto dell’altro, c’è un materasso e sopra un lenzuolo con un cuscino su ognuno.
La mia attenzione viene attirata da una piccola finestra con due sbarre, larga più o meno cinquanta centimetri e alta un metro, riesco a intravedere i flebili raggi di sole rimasti, il cielo è colorato di un arancione pastello.

Mi avvicino alla finestra e stringo le mani intorno alle sbarre e mi aggrappo per vedere cosa ci sia oltre queste mura: il deserto. Un deserto arido e infinito, alla fine dell’orizzonte riesco a vedere dei monti o colline, non riesco a capire cosa siano davvero. Tiro verso di me le sbarre, cercando in qualche modo di sradicarle dal cemento e poter uscire, andarmene da questo posto che mi sta già facendo impazzire. Le mani cedono e io cado all’indietro, picchiando la schiena sul pavimento.
-Newt.- dice Thomas, si china su di me e mi aiuta ad alzarmi- Calmati, ci faranno uscire fra una settimana. Dobbiamo solo aspettare, non ci faranno niente, me lo ha detto Teresa.-
Lo guardo e stringo la mandibola- Non saranno loro a farti del male…- io mi allontano di scatto da lui- Thomas, devi starmi alla larga. Capito? Stammi lontano.- lo avverto, alzando una mano verso di lui per fargli capire che deve indietreggiare.
-Perché?- chiede, non mi da ascolto. Io appoggio la schiena nell’angolo della stanza, alla destra della porta- Teresa ha det…-

-Basta!- sentire il nome della ragazza di nuovo mi da i nervi, soprattutto se pronunciato da lui con quella che sembra dolcezza. Mi porto le mani alle orecchie e premo forte i palmi- Basta, basta, basta! Stammi lontano!
-Si può sapere cosa diavolo hai?- mi chiede, spazientito- E’ per quel bacio che ti ho dato nella Radura? Puoi anche dimenticarlo se ti da tanto fastidio, non era chissà cosa.-
Questa frase l’ho sentita forte e chiara, è arrivata come un proiettile freddo e duro. Ma non l’ho percepita dalle orecchie, ma dal petto. Ed è più doloroso. Per un momento, dopo il nostro bacio, ho pensato di avere una possibilità con lui, non so come ho fatto a formulare una cosa così assurda. Come potrebbe mai avverarsi una cosa tanto bella quanto impossibile?
Il petto mi sta bruciando e fa male. Forse sarebbe meglio se mi lasciassi andare e dare il controllo della mia mente all’Eruzione, ucciderò Thomas. Una fitta di dolore più grande, non potrei mai farlo, non posso.

Uccidilo. dice una voce nella mia testa, sembra la mia, ma più roca e fredda, Uccidi Thomas.

Scuoto la testa e guardo il ragazzo, devo essere proprio in condizioni pessime se mi sta guardando con quella che sembra compassione- Stai lontano da me o ti ucciderò, Thomas.- sussurro e lui inizia a indietreggiare.

Nota d'autrice: Ecco a voi un altro capitolo, che ve ne pare? Okay, non vedo l'ora di pubblicare il prossimo perchè... bhe... non ho messo tanto per fare la parola "Erotico" sul genere, non so se mi spiego ;)
Lasciatemi una recensione e fatemi sapere se volete che lo metta, ringrazio anche tutti quelli che hanno recensito fino ad ora: vi adoro!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 9
*** Sei mio, Tommy ***


Leggete la nota d'autrice alla fine ^^ :*



Sei mio, Tommy
 
 
Ho tentato di uccidermi, durante le notti. In ogni modo. Mi sono messo le mani al collo e le ho strette intorno alla trachea fino a che il mio organismo mi ha obbligato a toglierle per respirare. Mentre Thomas dormiva mi tiravo dei pugni nello stomaco, nel petto, soffrendo in silenzio. Non ci parlo da sei giorni, ogni tanto provava a iniziare un discorso ma io gli dicevo di stare zitto e lui obbediva.
Ora sono nel mio letto, girato su un fianco con gli occhi che fissano il muro. Ho una paura tremenda che questa notte potrei perdere il controllo e diventare un mostro. Sono pericoloso, devo morire. Thomas deve vivere. Manca solo una notte e sarò fuori di qui.
Non sei niente per Thomas, continua a ripetere la voce nella mia testa, lui è di Teresa. una fitta al petto e la rabbia che sale, Devi ucciderlo.

-Basta.- sussurro, con le lacrime agli occhi. Mi passo ripetutamente le mani sui capelli e sulle guance per scacciare via i pensieri- Basta, basta.- sussurro con la voce tremolante di lacrime. Soffro in silenzio.
Al’improvviso sento una mano sfiorarmi la spalla e sobbalzo sul materasso, girandomi di scatto verso Thomas, in piedi davanti a me. Faccio per dirgli di allontanarsi ma lui non mi da tempo e si stende sul letto con me, appoggiando la testa su una mia spalla e un braccio sul mio torace che sta facendo su e giù per l’agitazione.
-Thomas… ti prego.- mormoro, singhiozzando.
-Ssh.- mi guarda negli occhi. Anche se è notte fonda la luce della luna mi permette di vederlo abbastanza chiaramente, è bellissimo- Questa notte dormirai, ci sono io con te.-

-Infatti non credo che riuscirò a dormire.- dico, immobile.
-Perché vuoi uccidermi, Newt?- mi chiede, appoggia una mano sulla mia guancia e io stringo gli occhi. Guardarlo mi fa male.
-Prima che mi rinchiudessero qui, una donna di nome Ava Paige mi ha detto delle cose… spiacevoli.- racconto quello che mi ha riferito la Cancelliera: l’Eruzione, il fatto dell’uccisione del ragazzo, la Fase 2 se saremmo sopravvissuti. Ho omesso la parte che spiega il perché hanno scelto me e Thomas come soggetti principali, mi vergogno a dirlo. Resta in silenzio ad ascoltarmi finché non finisco di parlare- Non voglio farti del male, Thomas.-
Si tira su con un gomito e china la testa un po’ verso di me- Non mi farai del male, Newt.-
-Non puoi saperlo!- sbotto- Se non ti ho ancora ucciso è perché non permetto all’Eruzione di prendere il controllo!-
-E come fai a controllarla?-
-Perché io tengo più a te che a me, perché non vuoi capirlo, eh?!- grido. Lui continua a guardarmi, le labbra socchiuse ed un’espressione indecifrabile negli occhi. Si avvicina e la distanza tra i nostri visi si dimezza pericolosamente.

-E’ la stessa cosa per me.-
Scuoto la testa- No, no, no. Tu non capisci Thomas.-
-Tu devi chiamarmi Tommy.- dice d’improvviso.
Sono esasperato- Io…- sbuffo, è così ingenuo, non sa cosa potrei fargli davvero se continua così. Potrei letteralmente fargli di tutto, sia in senso negativo (per colpa dell’Eruzione) sia positivo. Faccio un mezzo sorriso- Okay.- restiamo in silenzio per qualche minuto a guardarci dritti negli occhi, poi ad un certo punto si mette a cavalcioni sul mio ventre. Trattengo il respiro e mi mordo il labbro- Cosa stai facendo?-
-Posso baciarti?- mi chiede. Io rispondo mettendogli una mano dietro al collo e tirandolo verso di me, il suo respiro si mischia con il mio. Con i pollici mi accarezza lievemente gli zigomi, i miei occhi si perdono sui suoi, così intensi, di un verde scuro e che stanno mandando il mio buon senso a farsi fottere.

Quando sento di nuovo il sapore delle sue labbra penso che nessuno possa essere più felice di me, in questo momento, non ho mai provato qualcosa di così forte. Come se il mio petto stesse andando a fuoco, ma la fiamma che ha acceso questo incendio dentro di me è piacevole, buona e magnifica. E’ Thomas che mi sta provocando tutto questo, è lui che mi trasmette questo sentimento, ma mi spaventa. Mi stacco da lui e appoggio la schiena contro il muro, seduto sul cuscino basso, mi è passato una specie di flash davanti, ho come l’impressione di aver già vissuto questo momento: dejavù. Ma come è possibile? Thomas mi guarda- Ehi, tutto bene?-
-Ecco io… se continuiamo così non risponderò delle mie azioni.- io deglutisco e scuoto lentamente la testa, mi premo la mano sul petto e sento il cuore battere forte. Si siede sopra le mie cosce e appoggia la sua mano sopra la mia e sente anche lui il mio battito, sospira e su toglie lentamente la maglietta- Così non mi aiuti.- balbetto, guardandogli il fisico.
-Togliti la maglietta.- ordina, e io, come se fossi vittima di un maledetto incantesimo, obbedisco. La getto sul pavimento, accanto alla sua e lui si avvicina di più a me, stringendomi a se, con il suo torace attaccato al mio.

Percepisco il suo cuore battere come il mio, forse più forte, quando stavo correndo nel Labirinto, mentre il Dolente lo stava inseguendo. Contraccambio l’abbraccio stringendo le braccia attorno ai suoi fianchi, lui mi lascia dei baci leggeri sul collo- Visto?- chiede- Ora si sente soltanto un cuore che batte.- è vero, i nostri battiti non si distinguono più, Thomas muove lentamente il bacino e continua a baciarmi sulle labbra- E’ come se ne avessimo solo uno, da dividere.-
Sta dicendo delle bellissime parole, belle quasi quanto lui in questo momento. Le nostre labbra diventano un tuttuno, la mia mente va alla deriva, le mani che percorrono l’uno il corpo dell’altro.

Il silenzio viene riempito dai gemiti trattenuti di Thomas, dai miei sospiri, che dopo pochi minuti diventano più pesanti e intensi. Cerco di più, voglio di più da Thomas, e anche quando riesco ad ottenerlo non ne ho abbastanza. Ho bisogno di sentire di nuovo le dita del ragazzo artigliate alle mie spalle, sentendolo supplicare di volere di più anche lui, voglio vederlo stringere i denti per non far uscire suoni scandalosi dalla sua bocca perfetta. Voglio sentire il suo respiro simile ad un lamento, che si infrange contro il mio collo. Ho bisogno di vederlo mentre dice il mio nome con quella voce così languida e spezzata dagli ansiti.
Mentre dorme lo osservo: la testa dolcemente appoggiata sulla mia spalla, la pelle appena sudata e appiccicaticcia alla mia, gli occhi chiusi che non fanno trasudare neanche un incubo. Il suo respiro è veloce, ancora stanco e stremato da quello che abbiamo appena fatto...

Sembra felice tra le mie braccia, gli passo una mano tra i capelli per scostarli dalla fronte bagnata e appoggio le labbra sulla pelle- Sei mio, Tommy.- sussurro.

Nota d'autrice: Okay, so che in confronto ad altre storie a sfondo erotico questo capitolo non è di certo nella top 10, ma è che mi sono vergognata abbastanza a scriverlo >.<
Comunque, oggi finalmente è finita la scuolaa! Yeah! L'estate potrà andare a farsi fottere perchè io me ne starò a casa a leggere e scrivere fantifction! Yeaaah! xD
No dai, scherzo. Quest'estate ho intenzione di andare in qualche paese europeo, ma non so dove, potete consigliarmi qualcosa? :)
Lasciate una recensione sia con un commento per la storia sia con una città, magari, graziee! :*
Grace <3 < 3<3

p.s. scusate se nella foto c'è una scritta, ma l'ho presa su internet

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Capitolo 10
*** Uccidilo, Tom ***





Uccidilo, Tom


 
Ho le palpebre ancora chiuse, ma percepisco il calore dei raggi del sole che le illumina, provenienti dalla piccola finestra sbarrata. Lentamente apro gli occhi e osservo tra le ciglia il sole che mi sta illuminando il volto: non è una luce forte, è come se quel pianeta fosse stato oscurato da nuvole fatte di polvere, rendendo la sua luminosità più tenue e meno fastidiosa per le pupille. Ma non c’è nessuna nuvola in cielo.
Spalanco definitivamente le palpebre e mi guardo intorno, osservo il soffitto della stanza in cui sono rinchiuso, le pareti, il fondo del letto dove i miei piedi fanno capolino dal lenzuolo. Ci sono dei lunghi rigonfiamenti sotto la coperta, sopra le mie gambe, li seguo e solo dopo pochi istanti capisco che si tratta del corpo di Thomas intrecciato al mio: è girato di fianco, una sua coscia mi copre il ventre, leggermente piegata. Un braccio saldamente appoggiato sopra il mio petto e la mano che mi sfiora il collo e l’orecchio.

Quando poso gli occhi sul suo volto mi accorgo che mi sta guardando, un lato della bocca chiusa e appena alzato, come se fosse un sorriso. Lo fisso e ripenso alla notte precedente, come può essersi spinto così tanto con me? Non ne valgo la pena, non sono un granché, nessuna persona vorrebbe mai me. Al contrario di Thomas: chiunque vorrebbe un ragazzo tanto perfetto come lui. Come ha fatto, ieri notte, a non allontanarsi da me, a non ribellarsi quando… lo abbiamo fatto. Eppure sapevo che gli stavo facendo male, lui non mi ha fermato, anzi, mi ha spronato a continuare quello che stavo facendo.
-Newt?- mi mette una mano sulla guancia e strofina il pollice con il mio zigomi.
Eccolo qui, che mi guarda con quegli occhi sperduti e ingenui, che sembrano nascondere tutti i ricordi più dolorosi della sua vita. E a fissarlo così intensamente mi accorgo di una cosa: sono innamorato di lui. All’improvviso sento un bisogno disperato di dirglielo, ma ho paura che non provi lo stesso. Mio dio, ora che me ne sono accorto capisco di quanto sia stata orribile la vita senza di lui. Caspio, quanto lo amo!

-Thomas.- dico, prendendogli la faccia tra le mani- Ehi, Tommy.- la mia voce sembra disperata- Ieri, noi… io… mi dispiace, non avrei mai voluto farti del male. L’Eruzione mi ha spinto a fare questo. Scusa, sul serio, ti prego, perdonami.-
-Ma che stai dicendo?- chiede- Se potessi tornare indietro, lo rifarei. Non cambierei niente.
-Ci conosciamo da poco, si, ma io… bhe…- glielo voglio dire, anche se mi sembra affrettato.
Mi accarezza il labbro inferiore con il pollice e sorride- Ssh.- si avvicina e mi bacia. Oh, quanto mi sono mancate da quando l’ho baciato per l’ultima volta, ieri notte. Dischiudo la bocca e sento la sua sottile e morbida lingua cercare la mia, ed ecco che sento di nuovo quell’istinto di appropriarmi di nuovo di lui. Metto una mano dietro la sua nuca e lo attiro più a me, lui si sporge e continuiamo a baciarci con foga.

Quando riapro le palpebre noto che i suoi occhi sono lucidi e ho un tuffo al cuore, gli accarezzo una guancia- Che cos’hai?- La prima lacrima solca un mio dito, appoggiato sotto il suo occhio- Tommy.- lo chiamo con tono severo- Perché piangi?-
Lui non dice niente, si avvicina di più a me e si rannicchia tra le mie braccia, con la testa tra il cuscino e il mio collo. Con un braccio mi circonda la schiena e mi avvicina di più a lui, io non posso fare a meno di ricambiare il gesto- Non voglio perderti... di nuovo.- bisbiglia. Aggrotto le sopracciglia, cosa vuole dire con questa frase?
-In che senso “Di nuovo”?- chiedo, ma veniamo interrotti da un rumore metallico proveniente dalla porta che si apre leggermente, rimanendo socchiusa.

Io e Thomas restiamo immobili, con il lenzuolo tirato su fino al mento, ma ora che ci penso è passata una settimana. Ci hanno aperto la porta, possiamo andarcene e passare alla Fase 2- Dobbiamo andare.- dice lui, sollevando la testa di scatto-Rivestiamoci.- ci alziamo dal letto e mentre mi rivesto gli do le spalle, mi sento abbastanza imbarazzato ad un tratto da tutta questa intimità che c’è tra noi. Forse anche per lui è una situazione un po’ vergognosa, ma è strano visto quello che abbiamo fatto ieri notte.
Appena finisco di vestirmi vado verso la porta e la apro lentamente, il corridoio è buio, visto che non ci sono finestre. Ci sono delle luci al neon che sfarfallano ogni tanto, mi fa quasi venire i brividi questo scenario- Ehi.- Thomas mi prende la mano- Andiamo?-
-Andiamo.- rispondo. Lui esce per primo, con le dita intrecciate ancora alle mie, mi trascina tra un corridoio e l’altro. I suoi occhi ispezionano ogni centimetro di cemento delle pareti e del pavimento, prima di prendere altre direzioni, sembra che conosca la strada- Dove sono tutti?-

-Non lo so,- risponde- questo Teresa non me l’ha detto.- aggiunge e mi guarda con la coda dell’occhio.
Vorrei chiedergli come conosce Teresa, che rapporto c’è tra di loro, ma non voglio sembrare geloso o possessivo… solo a pensare queste cose mi sento ridicolo- Te l’ha detto lei dove andare una volta passata la settimana?- chiedo, con noncuranza osservando l’ambiente- E’ li che mi stai portando?- aggiungo.
-Si, mi ha detto dove andare.- risponde. Apre una porta blu elettrico e davanti a noi c’è una piccola stanza con un tavolo con sopra due zainetti e del… cibo!
Mi avvicino al tavolo e osservo il da mangiare- Teresa ci ha lasciato questo.- indica la frutta, tra cui mele, ananas, anguria e ciliegie, e dei panini con vari tipi di condimento- Mangiamo?- ma io la prendo come una domanda retorica e mi avvicino al cibo.


Finiamo di mangiare dopo una mezz’ora, ma non so di preciso che ora sia, non ho un orologio. Thomas da un ultimo morso alla mela e la appoggia insieme agli scarti. Abbiamo pensato di tenerci qualche panino di scorta, mentre abbiamo finito quasi tutta la frutta, tranne l’anguria. Non mangiavo così bene da… non mi ricordo neanche.
Dentro agli zaini c’è una coperta termica, tre bottiglie d’acqua, una corda e infine i nostri sandwich. Abbiamo trovato anche dei vestiti puliti all’interno, due paia di jeans un po’ strappati, una canottiera, che ho indossato io, e una maglia grigia che ha messo Thomas.
-Perché ci ha aiutato?- chiedo.
-La conosco da molto, probabilmente.- risponde, caricandosi lo zaino in spalla e passandosi una mano sulla fronte accaldata-  Vuole che io resti vivo.-
-Ah si?- chiedo, aggrottando un sopracciglio. Vuole lui vivo. Non me- E perché allora aiuta anche me?-

Alza le spalle e resta in silenzio, allora capisco che non ha voglia di parlare. Forse è stato lui a chiedere a Teresa di aiutare anche me. Scuoto la testa, questa cosa non ha senso, tutto questo non ha senso. Mi limito a non pensarci, mi farei del male da solo.
Quando prendo in mano da sotto lo zaino sento un rigonfiamento all’interno di una tasca e mentre Thomas è impegnato ad allacciarsi gli scarponcini io apro la zip e infilo una mano dentro. Sento qualcosa di freddo, liscio e elaborato duramente. Di nascosto tiro fuori l’oggetto dalla tasca e rimango scioccato.

Una pistola.

Sgrano gli occhi e osservo l’arma, perché era dentro lo zaino?
Thomas ora si allaccia l’altra scarpa e io ne approfitto per dirgli dell’oggetto che ho trovato, ma mi fermo non appena mi accorgo di cosa c’è scritto un piccolo biglietto attaccato alla canna della pistola:

Uccidilo, Tom. Alla prima occasione, uccidilo.

Credo di essere sbiancato. Lo ha scritto lei, è Teresa che lo chiama così. Questo era lo zaino che avrebbe dovuto prendere Thomas, sento il mio cuore andare in frantumi. E se lui lo sapeva? Se era d’accordo con lei?
Gli occhi mi bruciano di lacrime, mi sento uno stupido, com'è possibile che sia tanto idiota da piangere per questo... ci sono questioni ben più gravi e a me viene da piangere per questo.
Provo a scacciare via le lacrime.
Vorrei lasciare che l’Eruzione prendesse il controllo del mio cervello e si lasciasse andare, ma invece rimetto con calma l’arma nella tasca e mi carico lo zaino in spalla. Quando Newt si alza mi guarda- Tutto bene, Newt?- si avvicina.
Oh, se prova solo a baciarmi gli tiro un pugno!, penso.
Faccio un respiro profondo- Si, Tommy. Sto bene.- sorrido, e spero non si accorga che è il più falso che abbia mai fatto- Ora andiamo.-

Prima di uscire dalla porta sento la sua mano cercare la mia, ma questa volta, io la allontano.

Nota d'autrice: scusate ma sono un po' di fretta ora, vorrei chiedervi perdono per il ritardo ma sono stata rimandata di matematica e quindi ho avuto un po' da fare con l'informarmi dei recuperi e impicci vari >.<
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, ringrazio tutti per le vostre recensioni, non sono riuscita a rispondervi per il motivo che vi ho appena scritto, non ho davvero avuto tempo.
sO che la nota è corta ma devo davvero scappare ora, alla prossiam, vi adoro!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 11
*** Andrà tutto bene ***


Leggete la nota d'autrice ;)


Andrà tutto bene

 
Appena usciamo dall’edificio faccio una lunga boccata d’aria ma, al contrario di come me l’aspettavo io, fresca di mattino, è arida e secca. Il sole è forte e fastidioso. –Dove ti ha detto di andare Teresa?- chiedo. Solo pronunciare il suo nome istiga l’Eruzione a scatenarsi, ma mi limito a stringere i pugni e respirare lentamente.
-Dobbiamo uscire da questa struttura.- risponde. Mi fa cenno verso le mura che circondano l’edificio, ad una trentina di metri c’è una porta che sembra di ferro, alta quasi quanto la barriera.
-Là!- indico la porta- Passeremo da lì.- raggiungiamo la destinazione e la troviamo bloccata. Sulla destra, attaccato al muro, sembra ci sia un interruttore con dei tasti di lettere e attaccato ad esso c’è una specie di piastra metallica con appeso una lama.
-Cosa dovremmo fare?- aggrotto le sopracciglia, stressato da tutti questi indovinelli che ci sta facendo la WIKED. Guardo attentamente Thomas mentre si avvicina al muro e prende il coltello appeso al gancio, avvicina la lama alla sua mano e io trasalgo appena il metallo sfiora la sua pelle. Mi slancio in avanti e lo fermo- Che stai facendo, Tommy?!-

-Guarda.- con la punta preme sul tessuto e con uno scatto il suo palmo si macchia di rosso, gemo e stringo gli occhi alla vista del suo sangue. Appoggia la mano sulla lastra argentea e trattiene un verso di dolore, quando la toglie la piastra metallica è come se risucchiasse il sangue di Thomas all’interno. Ed ecco che si attivano i tasti dell’interruttore, lui inizia a premere le lettere ma non digita il suo nome:

 
Soggetto A2

-Ora tocca a te.- dice e io mi spavento. Perché sa tutte queste cose? Non può avergli detto tutto Teresa e questo mi fa fidare di meno di lui.
Trattengo il respiro quando mi provoco il taglio, e tengo i denti stretti quando appoggio la mano. Con l’altra premo i tasti, scrivendo il mio vero nome. Ma i tasti emettono un bagliore rosso e un suono simile ad clacson- Newt…-
-Si.- lo interrompo- Si, ho capito.- mi scoccia dover scrivere quello che non sono, quello che sono per la WIKED. Provo una tale rabbia mentre schiaccio le lettere:

 
Soggetto A5

La porta di metallo si apre emettendo uno stridio metallico e cruento, e questo mi riporta alla Radura: il rumore delle Porte quando si aprivano all’alba e si chiudevano al tramonto. Sento come un’ondata di nostalgia pervadermi, quanto vorrei tornare nella Radura, con Tommy, Mihno e tutti i Radurai, che probabilmente ora sarebbero tutti vivi se non ci fosse stato quel maledetto attacco di quei maledetti Dolenti.
Facciamo qualche passo e ci troviamo fuori dalle mura: l’aria è più calda qui, c’è una distesa di deserto infinito davanti a noi; non capisco se sia un miraggio o no, ma in lontananza sono sicuro di aver visto degli edifici. Come è possibile?
-E ora cos…- vengo interrotto da una voce femminile, proveniente dall’interno delle mura della WIKED.
-Che la FASE 2 abbia inizio.- la porta si chiude lasciandoci fuori, poi sento un suono metallico, inizialmente basso e flebile. Faccio in tempo a girarmi verso Thomas, che ha dipinto in volto uno sguardo interrogativo, poi il suono si fa più alto e acuto: insopportabile.

Ci portiamo entrambi le mani alle orecchie, i denti stretti. Mi accascio a terra e il fischio aumenta, poi chiudo gli occhi e sento la mente appesantirsi. Svengo.


 
Capisco di essere precipitato in un sogno (o peggio, un incubo) quando sbatto le palpebre e mi ritrovo su una collina, ricoperta di erba leggermente secca. Mi guardo intorno e mi rendo conto di essere poco lontano dalla sede della WIKED, all’inizio penso che mi abbiano abbandonato qui e si siano presi Thomas, ma poi mi rimangio tutto quando vedo lui e un ragazzo dai capelli biondi con la schiena contro un albero, a qualche metro da me. Mi avvicino a loro- Tommy?- la mia voce sembra più un eco, loro non fanno caso a me.
Trasalgo quando mi accorgo che il ragazzo dai capelli giallo spento sono io: la testa appoggiata sulla spalla di Thomas, le gambe intrecciate alle sue e la sua mano sopra la mia. Abbiamo entrambi uno sguardo contento, fissiamo il sole che tramonta dietro le colline aride di deserto- Lo sai che fra poco dobbiamo tornare, vero?- mi informa lui, credo stia facendo riferimento alla sede della WIKED.

-Si, ma restiamo ancora un po.- lo prega il mio sosia. Thomas gli lascia un leggero bacio sulla nuca e ridacchia.
-Torneremo domani, come ogni giorno.- lo conforta il moro.
-No,- risponde il Newt del sogno- sai che non è così Tommy.- sento una stretta al cuore a sentire il nome abbreviato, e più passano i secondi più non mi sembra un sogno, ma… un ricordo- Ho sentito la Cancelliera parlare con qualcuno, ha detto che domani mi manderà nella Radura. Ho visto cosa fanno ai Radurai. Non mi ricorderò più di te…-
A Thomas vengono gli occhi lucidi, e per quanto sia possibile anche a me- Farò in modo che non ti portino via da me, okay?- gli prende il viso tra le mani per guardarlo negli occhi- Andrà tutto bene.- le sue parole restano sospese nell’aria e la scena cambia di botto.
 
Mi trovo in una specie di laboratorio, ci sono delle persone in camice e alcune in divisa grigia con la scritta WIKED su un badge attaccato al petto. Riconosco la Cancelliera Ava Paige che osserva attentamente degli schermi multimediali raffiguranti… i volti dei Radurai con i nomi e le descrizioni, li conosco. Vedo il volto di Alby, quello di Mihno. Non riesco a crederci, io lavoravo per la WIKED prima di andare nella Radura? Mi metto una mano sul petto e sento il cuore battere di paura e orrore.
-Newton!- una voce chiama il mio nome, completo, io mi giro di scatto con gli occhi sbarrati.
-Si?- non sono io che ho risposto, ma il Newt del sogno. Mi volto ed è dietro di me, che armeggia con degli schermi. Posso percepire la sua paura, sposta lo sguardo un attimo su Thomas che sta lavorando davanti alla sua postazione.
-Seguici.- ora associo la voce ad un volto, uno degli uomini con i camici gli fa cenno di andare con lui ma resta fermo. Mi accorgo che c’è Teresa nella stanza, è accanto alla Cancelliera, stanno guardando la scena con un’espressione difficile da decifrare, sia seria sia fiera.

A quel punto Thomas si alza e va lentamente vicino al me del ricordo- C’è qualche problema?-
-Tommy no.- sussurra- Ti prego, non fare cavolate.- lo prega.
-Tom,- lo chiama Teresa- puoi venire qui un secondo? La Cancelliera vorrebbe parlarti, ci penseranno loro a Newt.- lo rassicura. La sto odiando in una maniera spropositata in questo momento, lei mi voleva fuori dai piedi sin dall’inizio. Thomas resta immobile e guarda in cagnesco Teresa, non l’ho mai visto così arrabbiato e questo mi spaventa un po’; lui si mette davanti a Newt e da dietro la schiena lo vedo intrecciare le dita della sua mano alle sue.
-Thomas,- dice uno degli uomini- spostati.-
-No.-
-Tommy…-

-Prendetelo!- ordina Ava Paige, e di scatto loro si gettano su di Newt e Thomas. Il moro non gli lascia la mano, anche se gli uomini li hanno presi loro si dimenano e non si lasciano la mano.
-No!- grida Thomas tendendo un altro braccio verso di me per afferrarmi quello libero, stanno cercando di dividerci ma noi continuiamo a ribellarci- Non potete separarci! Non potete!- urla. Mi tocco una guancia con l’impressione che sia bagnata dalle lacrime, ma per qualche motivo non riesco a piangere.
La Cancelliera prende in mano una siringa e Teresa la imita, vanno verso i due- Teneteli fermi.- dice Ava Paige, loro obbediscono. La ragazza appoggia l’ago della siringa con un liquido verde alla base del collo di Newt e lo stesso fa la donna con Thomas, restano entrambi immobili per paura di essere perforati credo.

-No, vi prego no.- non posso credere che il me del ricordo stia supplicando quella sgualdrina di Teresa, e poi in lacrime- Non farlo.- lei neanche lo guarda negli occhi, con un movimento veloce ficca l’ago nel collo e preme la siringa facendo entrare il liquido.
Mi vedo mollare la presa della mano mentre Thomas, anche se pure a lui è stato iniettato quello che sembra un sonnifero, resiste e me la tiene stretta- Mi dispiace, Newt.- la sua voce è disperata- Ti…- le sue forze lo abbandonano, ma riesce a dire:- ritroverò.- e poi sviene.
Vedo il volto del mio clone nel sogno disperato, con la faccia distrutta e le lacrime alle guance- Tommy…-  e poi sviene anche lui, tra le braccia degli uomini che li stavano tenendo con forza.
Io riapro gli occhi, ma questa volta non sono in un’altra scena di un sogno.

Sono sveglio.

Nota d'autrcie: scusate il ritardo, ma ho preferito aspettare di finire i corsi di recupero a scuola (per matematica) così sarei stata libera di pubblicare per il resto dell'estate. Ho l'impressione che questo capitolo, specialmente la parte del sogno, sia stato un po' confusionario, fatemi sapere se c'è qualcosa da chiarire.
Grace <3 <3 <3

P.S. Ho pubblicato una one shot Newtmas: I Still Believe, se volete andate a darle un'occhiata ^^

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