Dolce Vendetta

di InoHaruna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Dolce Vendetta
 
Prologo
Paolo
 
 
Ancora non credo che sia possibile una cosa del genere...
Karla, la mia Karla, con un altro. No, non e` vero.
Osservo immobile le immagini che scorrono lente sullo schermo del pc, che raffigurano una ragazza dai riccioli mori e un sorriso raggiante, abbracciata ad un ragazzo biondo dal viso serio ma sorridente.
Mi butto sullo schienale della sedia sospirando pesantemente. Chi e` il tipo con Karla? Che storia e` questa?
Mentre il cuore mi martella nel petto e il respiro si fa irregolare osservando una foto che raffigura Karla che bacia affettuosamente questo sconosciuto, chiudo il pc con forza, rischiando di romperlo ed esco di corsa dalla stanza.
Esco fuori, ho bisogno di aria.
Karla mi tradisce? Da quando? Perche`?
Mi siedo sull’erba, cercando di calmarmi. Chi e` quello? Cosa vuole da lei?
Troppe domande e nessuna risposta.
Decido di chiamrla, quindi mi rialzo rischiando anche di cadere e fiondo in casa a prendere il cellulare, ma quando compongo il suo numero e la chiamo, stacco subito e lancio il cellulare con forza sul divano.
No, negherebbe. Negherebbe fino alla fine.
Ma forse e` solo un vecchio amico, o un parente che non vede da molto... Ma questo non spiega quel bacio.
Con un calcio butto a terra il tavolino del salotto, e mi passo una mano tra i capelli castani in un gesto nervoso. Vado nell’altra stanza e prendo il pc che perfortuna e` ancora intero. Chiudo la cartella di quelle immagini schifose e stacco la pendrive che casualmente stamattina ho trovato in una piccola scatola che ho trovato dietro una marea di vestiti nel suo armadio.
Stavo cercando il mio plettro, che aveva lei nella tasca del suo giubbotto, ma andando a vedere ho trovato quella scatolina a cui non ho saputo resistere dalla curiosita`... E oltre a qualche vecchia fotografia di lei da bambina, una collana, un biglietto per un concerto di Ligabue e qualche caramella, ho trovato questa pendrive.
Non sapevo di questa pendrive come le sue altre cose personali, ma perche` nasconderla? Perche` li ci sono le prove che lei ha un altro, ovviamente...
Mi sento ferito nel cuore e nell’orgoglio, io l’amo e non misarei mai aspettatto una cosa del genere da lei... Mai.
Decido di scoprirne di piu` su questa faccenda, prima di fare il gran casino. Perche` dentro di me, c’e` ancora una speranza che mi sia sbagliato...











Salve a tutti, 
e` la prima volta che mi cimento nelle storie originali :D
Spero che questo prologo vi abbia incuriosito, i prossimi capitoli saranno piu` esaudienti e lunghi!
Buonasera,
Marie Hali.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.
Elisa
 
 
- L'amour est quelque chose d'abstrait. – L’amore e` qualcosa di astratto, leggo piano il titolo del nuovo libro acquistato mentre abbasso il finestrino dell’auto per un po` d’aria fresca che mi sventola i capelli. Subito il mio sguardo si posa sul ragazzo seduto al mio fianco intento a guidare l’auto. Adrian.
E` proprio vero, l’amore e` qualcosa di astratto, come Adrian. Silenzioso, quasi assente, sempre perso nei suoi pensieri. A volte quando gli parlo mi sembra di parlare con il pavimento.
- Dove andiamo? – mi chiede pacatamente con lo sguardo fisso davanti a se`.
- A fare un giro in spiaggia? Oggi e` una bella giornata, magari ci facciamo anche il bagno. – rispondo allegra, ci vuole proprio un po` d’aria marina.
- Come vuoi. – aggiunge non distogliendo lo sguardo dalla strada. Lo guardo per un attimo e mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sospirando piano, leggermente offesa dal suo tono piatto e scocciato .
Adrian negli ultimi tempi e` diventato piu` astratto del solito, sembra quasi annoiarsi con me, e questo fa male. Inzio a sfogliare il libro che ho tra le mani, leggendo la biografia dell’autrice.
Camille Leroux, questa donna ne sa sull’amore.                                             
- Dai... Non fare cosi`. – mi prende una mano e la stringe delicatamente, si volta verso di me e mi sorride. I suoi occhi azzurri mi rivolgono uno sguardo gentile a cui rispondo con un sorriso.
- Cosa leggi? – mi domanda dopo qualche secondo.
- Il nuovo libro della Leroux, parla dell’amore astratto. – rispondo facendogli vedere la copertina del libro.
- Un altro romanzo? Dovresti avere il diabete a quest’ora. – Scherza stringendomi di nuovo la mano, e non posso fare a meno di sorride e stringerla a mia volta. Restiamo cosi` per un tempo indefinito, d’un tratto pero` sento la sua mano scivolare via e afferrare il cellulare nella tasca.
- Un messaggio? – chiedo immediatamente, mentre un pizzico di curiosita` mi prende fin nello stomaco.
- Sì, un amico. – risponde digitando sullo schermo, ritornando improvvisamente indifferente come prima. A quel punto sospiro di nuovo, stizzita. E` incredibile come cambia subito umore, allora, presa dalla curiosita` e da una punta di nervosismo mi sporgo per leggere il messaggio, ma lui, ovviamente, subito rotea il cellulare per non farmi leggere rivolgendomi un’occhiata un po` sorpresa e un po` nervosa, ma non m’importa. Voglio sapere con chi sta messaggiando.

- E dai, fammi vedere! – dico cercando di prendergli il cellulare di mano, ridendo un po`, così per allegerire un po` la cosa e non scatenare un litigio (anche se la mia risata e` piu` nervosa che divertita).
- Elisa! Ma fatti i fatti tuoi! – esclama il biondino in difficolta`, dato che con una mano deve guidare e con l’altra cercare di non farmi afferrare il cellulare.
- Voglio solo dare un’occhiata! – dico cercando in tutti i modi di prendere quel maledetto cellulare, rischiando anche di farlo sbandare e finire fuori strada e quel punto mi fermo, e alla fine vince lui, bloccando lo schermo. Incrocio le braccia al petto arrabbiata.
- Io di certo non ti chiedo di leggerei i messaggi che ti scambi con le tue amiche. – aggiunge lui gelido dopo aver posato il cellulare in tasca.
Non era un amico. Se fosse stato davvero così me lo avrebbe fatto leggere.
- Io non ho niente da nascondere. –
- Neanche io. –
- Allora perche` non me lo hai fatto leggere? –
- Non e` niete, solo una cavolata e tu ti sei fissata... –
La vena sul collo mi pulsa, e sento il nervoso fin dentro le ossa. So benissimo che e` stupido e patetico litigare per un messaggio, ma ho questa strana sensazione...
- Come si chiama? – chiedo dopo minuti di silenzio carichi di tensione.
- Chi? – finge lui.
- La tua amica. –
- Tsk, ma che stai dicendo?
- Come. Si. Chiama. – scandisco bene le parole rivolgendogli uno sguardo deciso e nervoso.
Lui mi guarda incredulo e apparcheggia l’auto per strada.
- Ora stai davvero esagerando. – Mi guarda negli occhi dopo aver spento il motore, prende il cellulare che quasi mi sbatte in faccia.
In effetti, era il suo amico Laurence. Apparte una serie di battuttacce sporche da ragazzini adolescenti, c’era l’invito ad una festa che si sarebbe svolta stasera. Velocemente premo il tasto indietro e mi compare la lista di tutte le conversazioni. Un contatto in particolare attira la mia attenzione.
 
K. L.
 
Immediatamente Adrian riprende il cellulare e lo spegne. Guardandomi con uno sguardo indecifrabile, tipico di Adrian. Tipico dei tedeschi.
Abbasso lo sguardo colpevole mentre il mio viso avvampa.
- Scusa... – sospiro pesantemente. Bel casino che ho fatto, e ora?
Restiamo in silenzio per un po`, seduti in macchina, ognuno con i suoi pensieri, con i suoi dubbi.
- Ti riporto all’universita`. – Adrian rimette in moto l’auto e prende la strada del ritorno, mentre una fitta mi trafigge il petto. Si poteva gia` vedere il mare e i gabbiani volare in cielo, gia` sentivo l’odore della salsedine e il venticello fresco tipico di questa stagione. Eravamo quasi arrivati... ma all’ultimo minuto e` cambiato tutto.
- Okey. – rispondo quasi sull’orlo di piangere. Ho rovinato tutto.
Colpa del mio carattere, delle mie insicurezze, della mia eccessiva curiosita`, colpa mia.
Nascondo il viso tra i folti capelli color caramello, mentre fingo di leggere il libro aperto sulle mie ginocchia.
Ma nella piu` totale tristezza, mi coglie un dubbio.
Chi e` K. L.?
 
 
 
 
 
Paolo
 
 
E` stato difficile fingere che non sia successo niente. Che non abbia scoperto niente.
Ieri sera e` tornata tardi. E so il perche`. Le ho fatto trovare la cena pronta e io che sonnecchiavo sul divano guardando un film. Ho fatto ricorso a tutta la mia calma per sembrare il piu` naturale possibile, ma lei comunque aveva intuito qualcosa.
Mi e` venuta accanto e mi stampato un bacio sulle labbra, a cui non ho risposto. Mi ha fatto schifo, su quella bocca c’era il sapore di un altro... Credevo davvero non c’e` l’avrei fatta a mantenere la calma ancora per molto e che sarei scoppiato da un momento all’altro, ma incredibilmente sono riuscito a controllarmi. Mi sorprendo di me stesso.
Dopo cena e` andata a farsi una doccia ed e` andata a dormire. Io lo raggiunta due ore dopo, quando gia` dormiva profondamente. In queste due ore ho cercato di trovare la forza di dormire di nuovo con lei, sapendo benissimo che c’era la possibilita` che fino a poche ore prima abbia condiviso il letto con un altro...
La mattina dopo abbiamo fatto colazione insieme e lei mi ha detto che sembravo strano. Ho risposto vagamente che avevo mal di testa.
E` uscita prima di me, e l’ho osservata attentamente dalla finestra finche` non e` scomparsa dalla mia visuale.
Lei frequenta un’accademia di danza, classe quarta. E` una ballerina portento. E` stato proprio questo ad attrarmi di lei tre anni fa, come si muoveva, come ballava. Per non parlare dei suoi occhi verdi, bellissimi.
Per sua sfortuna ho copiato sulla mia pen drive tutti i dati presenti sulla sua, nascosta nell’armadio. E quindi, invece di andare al’universita` stamattina, sono rimasto a casa a frugare nei suoi dati.
Ora so come si chiama il tipo nelle foto.
Adrian Miller.
Ecco come si chiama il bastardo. Un fottuto tedesco e` riuscito a fregarmi la ragazza.
Come ci sia riuscito non lo so. Non ha niente in piu` di me!
Lui e` un bel biondino, io un bel moretto. Abbiamo tutte due gli occhi chiari, un naso, una bocca, due braccia, due gambe... Non capisco proprio cosa ci abbia trovato Karla in questo tipo.
Lo cerco su Facebook e cerco di capire chi sia, i suoi amici, i suoi parenti, se ha una fidanzata, se frequenta la stessa accademia di Karla, quanti anni ha...
Ringrazio Mark Zuckerberg per la fantastica invezione di Facebook. Perfetto per scoprire tutto s’una persona.
Infatti, una fidanzata c’e`! Si chiama Elisa Gentili.
Vado sul suo profilo e scopro che frequenta la mia stessa universita`, ha la mia stessa eta`, cioe` 24 anni, studia lingue, e... E` la persona con cui devo parlare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed ecco il primo capitolo!
Che ne pensate?
E` piu` lungo rispetto al prologo ;)
Cerchero` di farli ancora piu` lunghi, e i prossimi capitoli saranno narrati anche da Karla e Adrian XD
Questa storia mi sta prendendo molto, ho gia` tutto in mente.
Grazie per aver letto,
al prossimo capitolo!
Marie Hali
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.
 
Adrian
 

 
 
Fermo l’auto dinanzi l’ingresso dell’universita` che frequenta Elisa, lei scende in silenzio con un espressione triste sul viso, e si avvicina al mio finestrino.
- Ti chiamo io. – le dico senza il coraggio di guardarla negli occhi.
- Okey, ci sentiamo. – mi stampa un lieve bacio sulla guancia, si volta ed entra nella scuola. Rimetto in moto l’auto e sfreccio via a tutta velocita`.
C’e` mancato poco che non mi scoprisse. Devo stare piu` attento la prossima volta, Elisa sara` anche un po` ingenua, ma non e` di certo stupida.
Facendo un sospiro di sollievo prendo il cellulare e leggo il messaggio che mi aveva mandato Karla.
 
K. L.:
Grazie per la bellissima serata passata ieri.
 
Adrian:
E` stato bello anche per me, ti amo.
 

Rimetto il cellulare in tasca e mi dirigo a lavoro. Forse non avrei dovuto scriverle “Ti amo”, ogni volta che glielo dico ho un terribile senso di colpa e penso subito ad Elisa, la mia piccola Liz.
Ci stiamo allontanando sempre di piu`, ed e` colpa mia. Ricordo quando ci siamo conosciuti, lei era così timida e dolce, e mi piaceva da impazzire... Ma quando ho incontrato Karla, e` stata la fine, ma e` stato anche l’inizio di una bellissima storia.
Apparcheggio l’auto sul bordo della strada, scendo ed entro nel bar.
- Che ci fai qui? – mi domanda mia madre sorpresa servendo due caffe` sul bancone a due clienti sulla cinquantina. 
- Non dovevi essere con Liz? – si avvicina e mi accarezza un guancia premurosa, troppo, come sempre.
- Lascia stare. – le rispondo afferrando il grembiule appeso al muro e legandomelo dietro la schiena.
- Cosa devo fare? – le chiedo cercando di cambiare argomento, di non guardarla negli occhi, lei mi sorride dolcemente capendo gia` tutto.
- Vai a chiedere ai clienti appena entrati se ordinano qualcosa. – detto questo ritorna alla macchinetta del caffe` espresso, mentre io eseguo l’ordine in silenzio dirigendomi ai tavoli dei clienti appena entrati.

 

 

Paolo

 

 

La scena che mi si e` presentata davanti mi ha lasciato a bocca aperta.
Elisa che scende dall’auto di Adrian, con gli occhi gonfi e tanta tristezza nello sguardo da trasmettermi un senso di tenerezza nei suoi confronti... E quel bastardo non degnarla neanche di uno sguardo e sfrecciare via come se fuggisse dalla peste. Ora che l’ho visto meglio anche se da lontano (nascosto dietro un albero), in effetti qualche difetto c’e` l’ha!
I lineamenti del viso troppo seri, un neo sotto l’occhio sinistro e una tale strafottenza e arroganza nello sguardo e nei gesti che farebbero incazzare perfino un hippy!
Elisa invece, sembra tutto il contrario, con il viso tondo, grandi occhi nocciola e folti capelli color caramello.
E` proprio vero che gli opposti si attraggono.
A passo lento entra nell’ingresso della scuola, e a questo punto decido di entrare in scena. Sbuco fuori dal mio nascondiglio (spaventando due ragazze che stavano tranquille a prendere il sole sotto l’albero) e mi dirigo verso la ragazza.

 

- Elisa Gentili! – la saluto correndo verso di lei che non appena mi vede si ferma e guarda confusa.
- Ci conosciamo? – chiede lievemente stordita.
- Paolo Oliviero. – le porgo la mano sorridendole sicuro, dopo un attimo di esitazione me la stringe seppur  un po` titubante.
- Piacere, Elisa. Ma lo sai gia`. Come lo sai? – chiede squadrandomi da capo a piedi sorpresa. Mi scappa un sorrisetto divertito, e lei mi guarda non capendo. Le stringo piu` forte la mano e la trascino via all’interno dell’universita`.
- Ehi! Ma che stai facendo!? – obbietta lei, lasciandosi trascinare.
- Tranquilla, ti porto in un luogo lontano da occhi e orecchie indiscrete... – la rassicuro guardandola negli occhi, lei annuisce non fidandosi completamente.
A passi svelti attraversiamo i lunghi corridoi, e dopo aver girato un po` a vuoto cercando un luogo dove parlare tranquilli, entriamo in un’aula vuota. Chiudo la porta e lei si allontana da me un po` stizzita.
- Perche` mi hai portata qui? Cosa vuoi da me? – chiede con voce tremante. Oh no, non ditemi che ha paura che la stupri!
- Tranquilla, devo solo parlarti... – mi avvicino a lei sorridendo.
- Ti avverto, sono cintura marrone di Ju Jitsu! – esclama allontanandosi da me. Non so che cosa c’entri il Ju Jitsu in tutta sta storia, ma va be`. Sospiro e decido di dirglielo anche se le fara` male, in fondo lei e` nella mia stessa identica situazione.
- E` difficile dirtelo, ma... – all’improvviso si avvicina di scatto alzando elegantemente la gamba e roteando con il corpo colpendomi in pieno viso con una forza tale da farmi cadere a terra.
Impreco mentalmente mentre sento un dolore lancinante alla mandibola e un sapore ferrereo in bocca. Tossisco un po` e noto il sangue colarmi dal labbro inferiore.
- Te l’avevo detto! – detto questo fa per uscire dall’aula, e io per fermarla l’afferro per un piede.
-  Adrian ti tradisce con la mia fidanzata! – sputo tutto d’un fiato. Lei s’irrigidisce tutto d’un pezzo e si volta a guardarmi sconvolta.
- E` la verita`, l’ho scoperto l’altro ieri... Adrian Miller e Karla Leroy ci tradiscono! – aggiungo cercando di alzarmi, ma con la faccia che rimbomba dal dolore e il sangue che sgocciola non e` di certo facile.
Inaspettatamente Elisa mi aiuta ad alzarmi, tira fuori dalla tasca dei pantaloni dei fazzoletti e inizia a tamponarmi la ferita delicatamente. I suoi occhi sono sbarrati e la sento tremare. Per calmarla le afferro la mano e la stringo forte, per darle forza. La forza che ho avuto io di non abbattermi. Lei mi guarda negli occhi mentre alcune lacrime le rigano il volto.
- ... mi dispiace! – esclama abbassando il volto iniziando a singhiozzare. Lentamente le circondo la schiena con le braccia e la stringo a me.
- Anche a me... – e non resisto piu`. La bacio.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Et voila` il secondo capitolo!
Scusate l’attesa :)
Che ne pensate? Magari lasciate un commentino XD
Un saluto a tutti, al prossimo capitolo ;*
Hali.

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