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Perdonatemi per la lunga assenza su efpfanfic. Tornerò presto con la continuazione di “Msn 2” ma, avendo preferito scrivere un horror a tema
natalizio mi sono messo da fare. Spero vi piaccia. :D
1
Mattina di Natale.
Sono le sei e ventitré e Kyoko sta
cautamente dormendo quando all’improvviso un grido la fa sobbalzare!
Terrorizzata, la ragazza cerca l’interruttore della corrente
a tastoni, ma finisce irrimediabilmente a sbattere violentemente il naso contro
il comodino accanto al suo letto. Le narici cominciano a sanguinare.
“Cazzo!” esclama tra qualche lacrima, coprendosi il naso con le lacrime,
proprio nel momento in cui dal piano di sopra dopo quell’urlo iniziano a
susseguirsi un tripudio di risate infantili “porca puttana…erano solo i bambini
dei vicini che hanno trovato i regali sotto l’albero…che spavento”
Con la testa che gira all’impazzata, una Kyoko
assonnata si infila velocemente un paio di pantofole e tenta di raggiungere il
soggiorno, dove ha posizionato i suoi regali sul tavolo.
Nonostante fosse single ama parecchio posizionare tutti i
regali a lei fatti sul tavolo perché questa procedura le ricorda nitidamente i
natali passati in infanzia, in braccio a papà ad aprire i regali. Sua madre non
voleva un albero di Natale dentro casa, temendo che si potesse sporcare il
pavimento. Per questo motivo il loro albero sorgeva tutti gli anni in giardino,
illuminato da palle di Natale dorate e seducenti ghirlande filiformi..
Pacchetti e pacchettini
di vario genere sono ora di fronte gli occhi di un’incredula ragazza
emozionata.
Solo una cosa non quadra: una strana lettera marrone chiusa
da un bizzarro filo che la circondava.
“Che diavolo è?” esclama prendendola in mano “Non ricordo di aver ricevuto un
biglietto del genere”
Con il cuore in gola, inizia a srotolare il filo ,che si
rivela essere la corda di un violoncello.
Ma proprio mentre tutto il filo sembra essersi srotolato, Kyoko si taglia leggermente un dito con la corda di
violino. Una goccia di purissimo e caldo sangue rosso cade sulla superficie
della lettera chiusa.
“Che male” impreca leggermente la ragazza, riuscendo
finalmente ad aprire il lembo della busta.
È una lettera scritta con una calligrafia classica e
ricercata.
“Cara KyokoKabae
Ti Penso Sempre.
Sei ormai un’ossessione per me.
Ti vedo da lontano.
Ogni tuo movimento diventa mio.
E tu sei una stella.
Forse non mi conosci,
ma non importa.
Non voglio questo.
Voglio avere il tuo corpo nudo
E sentirlo addosso al mio.
Ti verrò a prendere
Katsuya-Kun”
Kyoko rabbrividisce in un lampo:
quella non è una lettera d’amore, quella è una lettera da pervertito deviato!
“ti fisso sempre…ti penso sempre…ti vedo da lontano” parole
che cominciano a riecheggiare nella mente della ragazza indifesa e impaurita.
“Spero sia uno scherzo” esclama all’improvviso “sarà senza
dubbio il regalo di Natale del mio ragazzo!” afferma indispettita senza aver
toccato neanche uno degli altri pacchetti…roba non da lei.
Kyoko prende in mano il cellulare
e compone immediatamente il numero di Ryuji, il suo
ragazzo.
“pronto”
“pronto amore, come va?”
“male…”
“Ma come male? È Natale”
“già sveglio?”
“Mi sono svegliato alle 5 per colpa di un gruppo di bambinetti molto mattinieri…”
“La stessa cosa è capitata a me”
“Sul serio? Kyoko, hai già aperto
il mio regalo?”
“Non ancora…in compenso tra i miei pacchi ho trovato qualcosa di molto
inquietante”
“Che cosa?”
“Una lettera…inviatami da un certo Katsuya-Kun”
“Katsuya-Kun?”
“sì…una lettera molto inquietante”
“Che cosa dice?”
“Dice che mi spia, che mi osserva e che vorrebbe avere il
mio corpo contro il suo”
“Che cosa?”. Ryuji alza la voce. Attacco di gelosia.
“Sì…tranquillo…calmati…anche io ci sono rimasta di merda, ma
che devo farci”
“Non lo so…vuoi che venga lì”
“sì…ti prego, dopotutto anche se ti aspettavo per le otto, visto che sei
sveglio…vieni pure”
“Ok…buon Natale amore”
“Buon Natale”…
Capitolo 2 *** Una Strana Famiglia...Una Nuova Lettera ***
Ci sarebbero dovuti venti minuti affinchè Ryuji fosse venuto fino a casa
della sua dolce Kyoko, in trepida attesa
Ci sarebbero dovuti venti minuti affinchè Ryuji fosse venuto
fino a casa della sua dolce Kyoko, in trepida attesa. Così ecco che la ragazza
così, tanto per rompere il ghiaccio decide di portare
i regali ai suoi vicini del piano di sopra. Aveva comprato un profumo per la
madre, una bambola per sua figlia, una macchinina per il figlio e una cravatta
per il padre.
Sale di corsa le scale, dopo aver chiuso per bene la porta
di casa.
Bussa sulla porta d’ebano.
Le viene aperto
“Salve”
“Oh ciao Kyoko … buon Natale”. La signora Fujima si presenta
in vestaglia, con i capelli arruffati e una sigaretta in bocca che si infila
tra le dita per poter salutare la vicina con un paio di baci sulla guancia.
“Buon Natale” afferma la ragazza, un poco
disgustata dal nauseante odore di tabacco che attraversa le cavità
dentali della signora Fujima “ho portato dei pensierini”
“Oh grazie…non dovevi” esclama la donna, strappando di mano con avidità i pacchetti
confezionati con cura.
“Beh…si…dopotutto…siamo amiche”
“sì…ma io non ti ho fatto nulla”
“Che stronza”
“Cos’hai detto?”
“Uhm…no…niente…farneticavo”
“Ah..certo”
“kyoko! Kyoko” i
piccoli Tatsuya e Kaori corrono a salutare la loro amica Kyoko con abbracci e
baci.
“Kyoko…vieni a vedere che bella Barbie mi ha portato Babbo
Natale” strattona Kaori, in preda ad una crisi di euforia
“No…Kyoko viene con me a giocare alle macchinine” Tatsuya afferra con uno
sfrattone violento l’altro braccio della ragazza, disorientata
“Su…lasciate stare la povera Kyoko” consiglia la madre,
aspirando un po’ di tabacco. L’aria che entra nelle cavità nasale è talmente
tangibile da far venire il voltastomaco.
“Ma…Ma” farneticano i due bambini all’unisono
“Niente ma!” esclama la madre, porgendo i doni di Kyoko a
loro “Kyoko ha avuto la bella idea di farvi qualche pensierino” “Grazie! Grazie!” urla Kaori, sempre più euforica “Che bambola graziosa! Che vestitini
glamour!”
“Ma guarda” esclama Kyoko sorpresa “conosci anche delle parole inglesi, ma che
brava e hai solo quattro anni…ammirevole”
“La mia Kaori legge spesso con me Cosmopolitan” esclama fiera di sé stessa la
signora Fujima, sotto un paio di sopracciglia inarcate e beffarde.
“Non è una lettura da bambini…”
“almeno capisce qualcosa degli uomini”
“…ma… questa macchinina ce l’ho già” sussurra tra le lacrime Tetsuya
“Ecco” irrompe con invadenza la madre “Gli uomini sono
incontentabili”
“Beh…ora vado…” dice Kyoko agitando la mano per salutare,
quasi fosse stanca di starsene in quella famiglia così bizzarra
“No…vai già?” gridano i bambini, nuovamente all’unisono
“Essì…purtroppo ho molte cose da fare”
“Ma è Natale…non stacchi un po’?” la signora Fujima non si fa mai gli affari suoi
“beh…”
“A…prima che mi dimentichi”
“Che cosa, signora Fujima”
“Ho trovato nella mia cassetta delle lettere una cosa strana…c’è
scritto il suo indirizzo sopra…evidentemente hanno sbagliato ad imbucarla”.
A Kyoko improvvisamente si ghiaccia il sangue nelle vene. I suoi
occhi diventano vitrei dal terrore.
“Ecco” acclama la donna, porgendole una lettera marrone,
circondata da una corda di violino.
Il respiro di Kyoko si fa affannoso.
“è lei che me le manda” sussurra insospettita e con il fiato pesante
“Che cosa?”
“Non faccia la finta tonta!” alza la voce. Comincia a gridare
“Ma non so di che cosa parli!”
“E lei che mi scrive queste minacce!”
“Minacce?”
“Io…io ho solo trovato quella lettera nella mia cassetta…tutto qui”
“Se…”
“Ho letto il tuo indirizzo sulla busta e mi sembrava una
cosa carina darla al destinatario”
“Certo”
Il terrore non se n’è andato e la signora Fujima, nonostante
il suo comportamento strambo non ha certo tempo né voglia di fare certi scherzi
a persone che le fanno i regali gratuitamente!
Dopo un burrascoso addio alla casa della famiglia pazza, Kyoko si
ritrova sulle scale con quella lettera tra le mani, la cui corda feriva le dita
con ossessione
Dopo un burrascoso addio alla casa della famiglia pazza,
Kyoko si ritrova sulle scale con quella lettera tra le mani, la cui corda
feriva le dita con ossessione.
“Chi cazzo può farmi tutto questo”
Con cautela, Kyoko srotola la corda e comincia a leggere, presa dal panico
“Oggi
Sono qui.
È Natale
Quale momentoè
migliore di questo
Per conoscerci a fondo?
Festeggiamo il Natale
Con allegria
Sorridi
Amore mio
Sto venendo a prenderti.
Mettiti un abitino sexy.
Oppure non metterti proprio nulla
Credo che mi garberanno entrambe
Le opzioni
Katsuya-Kun”
Quel maniaco è lì. In quel condominio e la scruta.
Segue i suoi lineamenti come un gatto insegue un topolino
nascosto nell’erba.
Kyoko è in trappola: non può fuggire.
Non può rivolgersi alla polizia: a Natale troverebbe tutto
chiuso.
Forse il 911 avrebbe potuto salvarla, ma non avrebbero agito
con prove più concrete.
Kyoko inizia a respirare a fondo, lasciando cadere a terra
la lettera, sperando nel rientro del suo ragazzo.
“Ryuji…dove sei?”
Neanche il tempo di sussurrare questa frase, che rumori
improvvisi circondano la ragazza che, si guarda intorno di scatto, cercando di
visualizzare ogni movimento sospetto, ogni cosa fuori posto. Non nota nulla di
strano, ma i rumori continuano: ossessionanti, sincopatici, impazziti…
“Chi Cavolo Sei?” urla Kyoko terrorizzata, quando delle
labbra le si pongono sulla nuca: “Sono qui…sono dietro
di te”
Il cuore di Kyoko smette di battere.
Il terrore è alle stelle. Non ha il coraggio nemmeno di
guardare il suo aggressore con la coda dell’occhio. Avanzò a passi lenti e poi,
come un raptus, prese a correre, cercando di raggiungere casa sua.
“Aiuto! Aiuto!” grida
impazzita, cercando di attirare l’attenzione dei vicini, ma nessuno
sembra aprire la porta per controllare, nessuno la prende in considerazione:
sono tutti troppo occupati ad aprire i regali e cantare canzoni natalizie.
Kyoko, arrivata di fronte la porta di casa, cerca con fretta
le chiavi nella tasca dei pantaloni, mentre quella presenza oscura le si
avvicina sempre di più: sempre più tangibile.
Infila la chiave e tira di scatto.
“Sono salva…sono salva” sussurra tra sé Kyoko, in preda ad
un vortice di terrore, quando la mano del suo misterioso assalitore le si
avvicina alla spalla per afferrarla.
Dei brividi altissimi si innalzano nella ragazza, mentre i
peli fini del suo braccio si ereggono impazziti, controllati da una pelle d’oca
senza precedenti.
Delle gocce di sudore iniziano a caderle dalla fronte.
La porta si apre, di scatto. Kyoko si fionda in casa e la
chiude di colpo con le chiavi.
“Sono salva…sono salva” urla tra sé, mentre alcune lacrime cominciano a caderle
giù dagli occhi, bagnandole le guance, disegnando profondi confini trasparenti
su desolate lande di carne.
È felice, è felice di essere sfuggita da quel pazzo.
Ma la sua felicità è effimera. Presto ritorna il terrore:
Kyoko, infatti, nota con orrore la presenza di una nuova
lettera…in casa sua!
È sul tavolino in soggiorno e la occhieggia con impazienza,
quasi come se le dicesse: “Dai … aprimi…devi sapere cosa pensa quel pazzo di te”
Le dita alabastrine, lunghe e magre della donna si
avvicinano di più a quel pezzo di carta, imbellemente impacchettato nella
convenzionale corda di violino.
“Puttana…non ti libererai di me così
facilmente…
Dovrai decidere: o acconsentirai
Nell’avermi o per te questo sarà il giorno peggiore della tua vita
sta arrivando Ryuji giusto?
Bene, se continuerai a fuggirmi
Se continuerai a urlare, cercando di avvertire qualcuno
Beh…stai certa che questo sarà il suo ultimo Natale
Sarò io a fargli il regalo più grande di tutta la sua vita: la morte”
Mentre legge quelle righe, a Kyoko le si bloccano
le pupille impietrite: non aveva mai avuto tanta paura in vita sua.
Kyoko comincia a pensare : se non trova una soluzione in fretta, Ryuji
morirà
Kyoko comincia a pensare : se non
trova una soluzione in fretta, Ryuji morirà!
“Che cosa faccio? Che cosa faccio?” si chiede dubbiosa Kyoko, terrorizzata…quando
improvvisamente il suo campanello suona.
DIN-DON!
Il sangue le si ghiaccia nelle vene. Sarà Ryuji o
Katsuya-Kun?
Kyoko non lo sa, ma sa che disarmata non concluderà nulla:
se era il secondo uomo avrebbe dovuto in qualche modo difendersi.
Corre in cucina e si munisce di un tagliente e grosso
coltellaccio che scintilla, dando all’appartamento un’aria paradossalmente
natalizia.
Kyoko si avvicina lentamente, con il coltello ben alto,
mentre il campanello continua insistentemente a suonare.
Il suo sospiro si fa affannoso mentre il suo occhio si
avvicina lentamente allo spioncino.
Il cuore comincia a battere come una pompa, inarrestabile.
È Ryuji, imbellettato in giacca e cravatta con un sorriso
sulle labbra e un mazzo di fiori.
“Ryuji…sei proprio tu?” sussurra spaventata Kyoko dall’altro
lato della porta
“Kyoko…”
“Ryuji…sei tu?”
“Sì…sono io…ma…che ti prende?”
Tac.
La porta viene aperta.
“Entra ti prego” sussurra nel panico la dolce Kyoko, paranoica e desolata
“Ma si può sapere che succede?”
“Sto continuando a trovare lettere minatorie…dappertutto”
“Lettere…”
“Sì…una era quella di cui ti ho raccontato al telefono, poi ce ne sono altre
due”
“Fammele leggere” esclama Ryuji, chiudendo dietro di sé la porta e appoggiando
i fiori sul tavolo in soggiorno.
“Ecco”. Kyoko porge le lettere a Ryuji con gli occhi
semichiusi, come se non volesse più vederle.
“Ma non sono solo lettere” riprende la donna
“Che cosa ancora?” sussurra basito Ryuji, perso tra le parole
di quegli scritti cartacei
“lui è nel condominio…”
“Che cosa?” l’uomo distoglie lo sguardo da quelle parole perfette, scritte in
stupenda calligrafia, per fissare la sua amata con sguardo perso.
“Mi ha inseguita…ho sentito il suo respiro sul mio collo”
“E così vorrebbe uccidermi…”
“Non so che fare…Ryuji…aiutami tu”
“Beh…non è probabile che sia qualcuno che
conosci? Magari una tua amica invidiosa…”
“No..no…è un uomo…ne sono sicura”
“Allora un tuo amico”
“Sii serio, ti prego…sono preoccupata”
“Lo sono anche io…pensavo che queste cose accadessero solo nei film”
“E il bello è che non conosco nessuno di nome Katsuya…”
“Nessuno nessuno?”
“Beh…c’era un mio compagno delle superiori che si chiamava così, ma non lo vedo
da anni e poi quando era in classe con me aveva già una ragazza…non può essere
lui”
“Può darsi che ha rotto con la sua fidanzata…può darsi che
abbia da sempre avuto un’ossessione per te…cosa ne sai?”
“Non puoi basarti su un nome per colpevolizzare qualcuno, Ryuji”
“Senti…non hai qualche vecchio annuario del liceo?”
“Sì…dovrei averne…ma perché?”
“Tu cercali…voglio vedere il volto di questo Katsuya”
Kyoko annuisce e inizia a frugare nell’armadio come una forsennata: gli aveva
messi lì, tra i pastelli a cera e le bambole di quando era piccole. Non mancavano
né i vecchi quaderni di scuola né degli album di fotografie.
Ed eccoli! Tutti gli annuari scolastici…
Impolverati fino all’orlo.
Kyoko sottovalutava quell’ammasso di libri abbandonati,
inconscia del fatto che avrebbero potuto risolvere un mistero davvero
inquietante.
Kyoko aprì la pagina 23 dell’annuario della terza liceo, quella su cui
campeggiava la foto di classe
Kyoko aprì la pagina 23 dell’annuario della
terza liceo, quella su cui campeggiava la foto di classe.
Solo in quel momento notò con ribrezzo che tutte le facce
dei suoi compagni di scuola erano segnate da “X” rosse. Il volto di Kyoko,
sorridente, era invece circondato da un cuore rosso.
“Ma…” sussurrò Kyoko confusa e terrorizzata, notando che
proprio il volto meno inaspettato era invece letteralmente tagliato via,
lasciando un buco nella pagina: era quello di Katsuya.
“Perché tutti quegli strani segni?” domandò Ryuji confuso
“Non lo so…io non li ho mai fatti” disse Kyoko scorrendo le pagine, mentre
Ryuji consultava l’annuario di seconda superiore, dove apparivano gli stessi
segni a “X” a recidere i volti di tutti i ragazzi, tranne Kyoko, circondata da
un cuore rosso e Katsuya a cui mancava proprio la faccia.
“Guarda…” esclamò all’improvviso Ryuji, spezzando il
silenzioe
mostrando una pagina dell’annuario alla sua ragazza.
Era la pagina dei talenti: dove ragazzi che si sapevano
cimentare in un talento venivano fotografati durante la loro esibizione e messi
tra le pagine dell’annuario scolastico. Era Katsuya quello che campeggiava
nella foto e reggeva un violino, che suonava ad occhi chiusi.
Violino…tutte le lettere minatorie erano circondate da una
corda di violino. Bizzarra coincidenza.
Ma non fu l’unica sorpresa di quella foto: da notare,
infatti, l’inquietante particolare di un braccio bianco ed ossuto che stringeva
la spalla del giovane.
“Oddio” sussurrò Kyoko terrorizzata, mentre in cucina improvvisamente
si fece strada un rumore stridulo ed inquietante
“Che cos’era?” sussultò Ryuji
“Non lo so”
“Vuoi che vada a vedere”
“no…vado io…questa è casa mia, porca puttana!” disse Kyoko alzandosi e
munendosi del coltello che aveva appoggiato sul tavolino.
Rumori si rincorrevano sempre di più: la ragazza barcollava
con il terrore nel corpo.
“Stai attenta” la avvertiva Ryuji dietro di lei, che non
faceva a meno di guardarla.
Kyoko spinse la maniglia della porta della cucina, che si
trascino dietro un lungo scricchiolio inquietante, prima di aprirsi
completamente.
“Chi c’è?” disse Kyoko, fino ad urlare all’improvviso:
sulle pareti della cucina si stagliava una macabra scritta di sangue: “VOLTATI”.
Quella scritta stramba copriva letteralmente gli armadietti della cucina, fino
a propagarsi con goccioline rosse sul lavandino e sul forno.
Kyoko rabbrividì e cercò di guardare con la coda dell’occhio
dietro di sé.
Si voltò, ma quella misteriosa figura dietro di lei la colpì
sulla fronte con un mattarello. La ragazza svenne con un rantolo.
“Kyoko? Tutto bene?”
la voce di Ryuji risuonava lontana e confusa, mentre la ragazza si sentiva
trascinare.
“Che cosa succede?” sussurra Kyoko, riprendendo conoscenza.
Aprì gli occhi e vide qualcuno di oscuro trascinarla,
davanti a sé una scia di sangue si trascinava sulle piastrelle bianche: era
ferita.
Kyoko cominciò a trascinarsi, si divincolò e riuscì a
liberarsi, riuscendo a schiantarsi contro Ryuji, che era venuto proprio in quel
momento per controllare se la sua fidanzata stesse bene.
“Stai bene?” urlò Ryuji tenendola stretta a sé
“Mi ha presa…è qui… è qui” urlò Kyoko strattonandosi dall’abbraccio,
per guardare intorno alla cucina, incredula: mattarello e coltello erano
gettati sul pavimento senza premura. In quel mentre Ryuji notò che la sua
camicia era sporca di sangue: “Sei ferita?” kyoko si toccò la testa con i polpastrelli della mano
destra: aveva un male atroce che la faceva quasi svenire “Quello stronzo mi ha
dato un colpo in testa”
“Usciamo…usciamo Kyoko…se è in casa come
cazzo facciamo? Andiamo alla polizia!”
“Ryuji è Natale! Dove
cazzo andiamo?”
“Prova dai vicini...”
“Non possiamo scappare…dobbiamo scoprire cosa sta succedendo…subito”
“Ma se stiamo qui…” “Ryuji, questa è casa mia! E io non voglio che un
bastardo entri in casa mia come gli pare! Scopriamo cosa cazzo sta succedendo e
usciamone, a costo di uccidere quel figlio di puttana”
“Come vuoi tu”
“Accendi il computer”
“Che cosa vuoi fare?”
“Semplice indagine”
“Beh…dove lo tieni il tuo computer?”
“è in camera mia, sulla mia scrivania”
“Vieni con me Kyoko, non voglio che ti succeda nient’altro”
“Certo”
“Se quello prova ancora a metterti le mani addosso lo
ammazzo”
“Anch’io”
Ryuji schiacciò con una grande eleganza il tasto d’accensione
del pc portatile.
“Scusami” sussurrò sommessa Kyoko, seduta sul suo letto a gambe incrociate e a
testa bassa, mentre sul monitor del pc appariva il logo di Windows Vista
“Per cosa?”
“Ti ho sporcato la camicia con il mio sangue” “Ma sei impazzita? Stavi per morire e ti preoccupi di
questa stupida macchia…tu non sei normale Kyoko”
“Scusami per essere così superficiale”
“Si è connesso…cosa faccio”
“Cerca informazioni su Katsuya Kobayashi”
“E tu speri di trovarlo su internet?”
“Non so…voglio vedere se è sospettato per qualche internet o se ha compiuto
qualcosa in passato”
“Bah…proviamo”
Ryuji, con incredibile velocità digitò il nome del ragazzo
misterioso sull’url di Google e aspettò.
“Leggi” esclamò Kyoko
“Katsuya Kobayashi: quattro piemi vinti al festival musicale
di Kobe”
“Mmmh…non c’è qualcosa di più intrigante?”
“Trovato morto Katsuya Kobayashi”
“Che cosa?” Kyoko rabbrividì.
“il giovane violinista Katsuya Kobayashi è stato ritrovato
morto apparentemente suicida il 25 dicembre 2005”
“tre anni fa” sospirò Kyoko “a Natale…esattamente tre anni
fa!”
“Oddio”
“Che cosa?” “Fu ritrovato nella sua stanza…i suoi numerosi violini furono
ritrovati scordati: le corde erano agganciate alle due estremità della stanza,
alcune piombavano dal soffitto. Corde innumerevoli che riempivano quella
stanza agghiacciante: il corpo di Katsuya morto soffocato avvolto da quelle
corde e sospeso penzolante, sconvolse la poesia per la macabra originalità del
suo suicidio”
“Ma è terribile”
“Non può essere lui a perseguitarti”
“E…e se fosse tornato sottoforma di fantasma”
“Ma che cazzo dici?”
“Pensaci…le corde di violino, le lettere firmate con il suo nome, le sue
apparizioni continue”
“Sì, ma pensaci…pensa alla mano sulla sua foto”
“ah già”
“Forse era qualcuno che odiava lui e odia te…forse quel qualcosa ha ucciso
prima lui e ora sta puntando a te spacciandosi per lui”
“Può darsi…ma è una cosa alquanto assurda”
“mmmh…” “Oddio! Guarda!” l’urlo di Kyoko
scaturì una strana sensazione in Ryuji, il cui sangue si ghiacciò nelle vene.
“Cosa?”
Sullo schermo del computer appariva l’immagine del corpo di Katsuya,
sospeso e avvolto dalle corde di violino
Sullo schermo del computer appariva l’immagine del corpo di
Katsuya, sospeso e avvolto dalle corde di violino. Il sangue gocciolava sul
pavimento della sua stanza.
Disgustato da quell’orrenda visione, Ryuji spense il
computer.
“Ma che cazz…?” si lasciò sfuggire il
ragazzo, mentre Kyoko ansimava dal terrore.
“E questa?” sussurrò poi Ryuji trovando misteriosamente per
terra una fotografia insanguinata.
“Che cos’è?” gridò Kyoko “Quella non era lì prima!”
La foto ritraeva una Kyoko sorridente in divisa scolastica
abbracciata al suo ragazzo delle superiori: Tomoro.Ryuji la pulì dal sangue con il polsino della
camicia, Kyoko gli venne appresso e guardò anch’ella quella foto “Non capisco”
“Guarda qui!” indicò terrorizzato Ryuji sul fondo della fotografia: il volto di
Katsuya emergeva dall’oscurità.
“Oddio…Ryuji cosa facciamo?” le prime lacrime spuntarono sul
volto terrorizzato della donna, ormai in presa ad una crisi di nervi.
“Non ci sto capendo più niente”
“Neanche io”
“Senti Kyoko…ma tu sei sicura che non hai avuto niente a che
fare con questo Katsuya? Ho notato che ogni volta che viene pronunciato
il suo nome rabbrividisci”
“No”
“Dimmelo Kyoko…tu nascondi qualcosa”
“Non servirebbe a nulla…non servirebbe a nulla raccontarti…”
“Dimmelo Kyoko!” Ryuji alzò la voce, faceva paura
“Non urlare così, ti prego”
“Dimmi che non hai fatto nulla di male” “vuoi la verità? Eccola!: Tomoro è
morto”
“Il tuo ragazzo?” “A quel tempo ero insieme a lui, ma mi sono innamorata
follemente di Katsuya e anche lui era innamorato di me. Ci vedevamo di
nascosto, ci baciavamo di nascosto…Tomoro non lo sapeva fino a che…”
“Fino a che?” “Fino a che una ragazza del mio liceo vide me e Katsuya
baciarci dietro ad un cespuglio. Il problema è che si trattava della
migliore amica di Tomoro e glielo confidò. Tomoro andò su tutte le furie e
promise di uccidere Katsuya se mai l’avrei rivisto ancora… così io e Katsuya
abbiamo deciso…” “Cosa? Cosa avete deciso?”
“Di ammazzarlo”
“Cosa?”
“Sì abbiamo ripreso il delitto con una
telecamera. L’abbiamo addormentato con un potente sonnifero e l’abbiamo
trascinato nel capanno degli attrezzi. L’abbiamo bendato e abbiamo tentato di
soffocarlo con delle corde di violino. Incominciò a sputare sangue, ma non
moriva. Allora Katsuya impugnò una sega e iniziò a tagliare il collo al ragazzo
finchè la testa non si staccò completamente dal suo corpo.”Ryuji rabbrividì di fronte a quel racconto così macabro e
irreale “Incenerimmo il cadavere e gettammo le ceneri in un fiume. Poi ci siamo lasciati”
“Perché?”
“Eravamo sconvolti dal rimorso…non dovevamo arrivare a così tanto”
“non ci credo, tu non faresti mai
una cosa del genere!” “E invece l’ho fatto Ryuji! Ho tentato di dimenticare
questo ricordo con tutta me stessa e non ce l’ho ancora fatta. Quando immagino
di notte le grida di Tomoro mi viene da impazzire. Ho paura del buio, ho paura
di me stessa: ogni volta che mi guardo allo specchio vedo il volto di un’assassina
e sto male”
“No…”
“Ryuji…perdonami” in quel momento Kyoko scoppiò in lacrime: un misto di
lacrime di rimorso, lacrime di terrore e lacrime…di gioia.
Kyoko si gettò tra le braccia di Ryuji, in preda ad una crisi di pianto
Kyoko si gettò tra le braccia di Ryuji, in preda ad una
crisi di pianto.
“E ora che tu hai confessato” sussurrò Ryuji all’orecchio
dell’amata, baciandole dolcemente l’orecchio “Tocca a me confessare”.
Spaventata Kyoko si staccò dall’abbraccio “che…che cosa?”
“Kyoko devo dirti delle cose che avresti dovuto sapere prima”
“Che cosa?”
“Sai chi sono?”
“…” Kyoko rimase in silenzio, basita e scioccata, con
sguardo completamente perso
“Sai chi sono? Sono il fratello di Tomoro. Ho scritto io
quelle lettere e ti ho fatto credere che Katsuya, che ti aveva lasciata ti
volesse ancora
“C-c-che cosa?”
“Sì…devo ucciderti, Kyoko”
Kyoko cominciò a gridare “No…no…è impossibile se sei tu che
mi perseguiti allora chi ha ucciso Katsuya e chi mi ha colpita quando ero in
cucina? Chi è stato?”
“Sono stato io ad uccidere Katsuya…riguardo a chi ti ha
colpita in cucina, resta a te scoprirlo”
Ryuji uscì dalla stanza, mentre Kyoko veniva presa da diversi brividi, che la
facevano tremare di paura. Si tolse una scarpa e la strinse tra le mani.
“Ryuji” cominciò a piangere “dimmi che non è vero”
Il ragazzo tornò poco dopo con un coltello nella mano destra. Si avvicinò
lentamente, mentre i sospiri di Kyoko si facevano sempre più feroci.
“Devo farlo per mio fratello” sospirò Ryuji, con un lampo di
nostalgia: come se non volesse realmente uccidere quella donna che aveva amato
per due mesi.
“Non Farlo!” gridò Kyoko, ma più la lama si avvicinava al
suo viso e più cresceva in lei il terrore, così scattò in piedi e con una mossa
veloce infilò il tacco della scarpa che reggeva tra le mani, nell’occhio del
ragazzo. Il sangue cominciò a sgorgare, mentre Ryuji si dimenava e imprecava
dal dolore.
“Stronzo!” gridò Kyoko, togliendogli dalle mani il coltello e cominciando a
pugnalarlo su tutto il corpo. Il sangue schizzò a fiotti “Credevo che tu mi
amassi! Bastardo! Bastardo!”
l’arma trafisse la gola dell’uomo, che dopo qualche spasmo enalò l’ultimo
respiro.
Kyoko si guardò : era coperta letteralmente di sangue, dalla
testa ai piedi.
Pose il coltello per terra e cominciò a piangere, seduta sul
pavimento a braccia conserte, quando vide una videocassetta sotto il mobile del
computer. Si avvicinò a carponi, rischiando di inciampare nel piede del
cadavere di Ryuji. Allungò la mano sotto la fessura del tavolo e la guardò: era
coperta di polvere e sull’etichetta impressa sul videotape si leggeva in
ideogrammi tremolanti: “I Miei Peccati”.
Era quella videocassetta.
Andò in soggiorno e la inserì nel videoregistratore.
A CHARMING VAMPIRE…SI…MI CHIAMO MATTEO, COME LO SAI
A CHARMING VAMPIRE…SI…MI CHIAMO MATTEO, COME LO SAI? :D
GRAZIE PER LE TUE
SEMPRE GRADITE RECENSIONI, SOPRESO/A DAL COLPO DI SCENA?.
Lo schermo mostrava il capanno degli attrezzi chiuso.
Una voce esterna, quella di Kyoko sbiascicava qualcosa di
incomprensibile. La telecamera si volse verso di lei per riprenderla:
“Salve popolo amatore degli snuff, mi chiamo Kyoko
eio e il mio ragazzo Katsuya” non
sembrava affatto triste, ma anzi…era contenta e sorrideva “stiamo per uccidere
brutalmente il mio ex fidanzato Tomori”.
Proprio nel momento in cui nel video veniva aperta la porta
del capanno, ecco che dietro Kyoko si trascinò un lungo sibilo. Laragazza mise il
video in pausa e si voltò di scatto.
Il rumore stridulo continuò senza fermarsi, fino a che una
mano non afferrò di colpo la spalla di Kyoko. Questa urlò di terrore e si buttò
a terra, trascinandosi sino al muro di schiena, aiutandosi con i gomiti.
Gemeva nel vedere una figura avvicinarsi a lei. Non era
molto chiara, ma era minacciosa e desiderava solo la sua morte.
I passi di quella strana forma spettrale scricchiolavano
nell’oscurità ed erano lenti, ma pieni di angoscia. Kyoko
si sentì svenire
“Tu…” sussurrò “Tu chi sei?”
“Amore mio” sussurrò quello “Sono il tuo Tomori…sono venuto
a prenderti…per tornare via con te”
“No! No!” gridò
Kyoko, correndo all’impazzata, sino alla cucina, dove si chiuse a chiave.
Per sicurezza mise una sedia sotto la maniglia, che cominciò a tremare, come se
fosse in predaa crisi epilettiche.
“Apri amore mio…il viaggio è lungo” “Vattene! Tu sei morto! Tu…” “Sai una cosa? Non avevo solo un fratello…ma anche una
sorella”
“Vattene via!”
“Una sorella che si chiamava Yoko e che si è suicidata quando ha scoperto della
mia morte…sei stata cattiva Kyoko, ma ora verrai punita…amavo tanto Yoko da
riportarla in vita per tornare ad ucciderti…è lì, con te…”
“C-c-c-che cosa?” Kyoko balbettò tra le lacrime,
mentre con incredibile inquietudine dietro di lei cadde una pentola che, a
contatto con il pavimento lanciò un rumore lancinante.
Kyoko si voltò e per un momento rabbrividì
per il glaciale silenzio che si venne a creare, quando notò con riluttanza che
dalla fessura della porta stava entrando del sangue, che si allargava sempre
più fino a possedere tutte le piastrelle, raggiungendo con incredibile velocità
anche le dita della ragazza “Vattene via! Vattene via!”.
Fu in quel momento che una delle
ante in cucina si aprì lentamente, trascinandosi un assordante scricchiolio. Kyoko
afferrò un cacciavite e si rannicchiò in un angolo, vedendo che due mani bianche
e ossute apparvero da quella dispensa fino a scendere sino al lavandino, con
rantoli improvvisi. Lunghi capelli neri penzolavano quasi danzando. Era una
donna, forse il fantasma di Yoko, che si avvicinò sempre più alla povera Kyoko,
spaventata in quell’angolo.
Yoko si avvicinava scricchiolando, con i capelli neri e lunghi danzanti
nell’atmosfera
Yoko si avvicinava scricchiolando, con i capelli neri e
lunghi danzanti nell’atmosfera. Kyoko si fece forza e con un sospiro prolungato
ritrovò il coraggio e si scagliò contro il fantasma, puntando nell’occhio il
cacciavite. Il sangue della donna spettro cominciò a schizzare all’impazzata, inarrestabile flusso rosso di lava sanguinea.
Un po’ di convulsioni e Yoko si ritrovo esanime sul
pavimento.
Kyoko letteralmente sporca di sangue, strinse nel suo polso
il cacciavite e aprì la porta che continuava a sbattere.
In una frazione di secondi colpì la testa di Tomori, che
cadde a terra dopo svariati colpi sulla fronte, che determinarono altri schizzi
di sangue.
“Nessuno mi rovinerà il Natale” sorrise Kyoko facendo cadere
il cacciavite e prendendo la telecamera.
Rec.
“Ciao” cominciò a dire, con il viso sporco di schizzi di
sangue e con un sorriso irreale e statico “Popolo amatore degli snuff, mi
chiamo Kyoko e ho appena ucciso tre persone…l’ho fatto perché non mi volevano
lasciar passare il Natale con serenitàper il semplice fatto che volevano
uccidermi”.
In quel momento, però, il televisore spento fino ad un
secondo prima, si accese di colpo. Kyoko spense la telecamera e schiacciò play,
volendo vedere per intero l’uccisione filmata di Tomori.
All’inizio, però, con sua sorpresa non appariva Kyoko! Era…era
Yoko!
“Salve popolo amatore degli snuff,
mi chiamo Yoko e io amo il mio ragazzo Ryuji” disse quella ragazza vestita di
bianco
“Ma cosa???” esclamò spaventata
Kyoko
“Ho assoldato Tomori, il mio ex ragazzo, per poter uccidere
in questo caseggiato l’ex ragazza di Ryuji, Kyoko Nomura”
Kyoko rabbrividì all’istante. Non capiva cosa le capitasse sotto gli occhi. Il video
dimostrava che la vittima era lei e non Tomori…
Poi in un colpo capì: Ryuji non stava parlando con lei poco
prima, stava parlando con Yoko. Voleva ucciderla perché la ragazza era presa
dal rimorso del loro omicidio e tentava di costituirsi alla polizia. Per spaventarla
e per farla tacere, Ryuji scrisse quelle lettere firmate “Kyoko” e non “Katsuya”.
Era Tomori, quindi, che era stato
ritrovato morto, sospeso dalle corde di violino.
Kyoko non capiva, non riusciva a capire…lei doveva essere…un
fantasma, un fantasma che si èvendicato dei suoi assassini: aveva
ucciso Yoko, Ryuji e Tomori.
“N-n-non è possibile” gridò “i-io
io sono viva!”
In quel momento dietro di lei apparve un’altra Kyoko,
identica in tutto e per tutto a lei dal punto di vista fisico.
“Chi sei?” domandò la vera Kyoko
“Hai fatto un ottimo lavoro…ora che ti sei vendicata, non hai più conti sospeso
su questo mondo e puoi andare nell’aldilà” “io sono viva! Io sono viva!”
“Kyoko…ancora non te ne rendi conto?” “Ho parlato con i vicini del piano di sopra! Loro mi hanno vista!”
“Tesoro…quell’appartamento è vuoto da anni”
“Che cosa?”
“è vuoto dal 2004, quando la famiglia che abitava sopra il
tuo appartamento è morta in un incendio”
“Sono fantasmi anche loro?”
“Si, come te…e ora Kyoko devi venire con me” “No! No! No!”
La donna si avvicinava sempre di più a Kyoko, velocemente. Poi, una volta
davanti a lei allungo i capelli sul suo viso atterrito, fino a nasconderglielo
e sussurrò “Buon Natale”