Frammenti di spazio e tempo

di Triz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Similitudini tra eterni secondi {Martha Jones/Mickey Smith} ***
Capitolo 2: *** Aaahhh! {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 3: *** Competizioni {Tenth Doctor & Donna Noble, Ninth Doctor & Rose Tyler} ***
Capitolo 4: *** Di divinità e capelli rossi {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 5: *** Sorpresa! {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 6: *** Per mano {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 7: *** Perfetta {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 8: *** Mancanze {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 9: *** Scommessa {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 10: *** Questione di feeling {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 11: *** Una cena per farli conoscere {Amy Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 12: *** Adrenalina {Amy Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 13: *** Tre coincidenze {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 14: *** Qualcosa di blu {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 15: *** Routine {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 16: *** Il cambio {Eleventh Doctor & Craig Owens & Alfie ***
Capitolo 17: *** Jacket {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 18: *** Un baby sitter particolare {Eleventh Doctor & Craig Owens} ***
Capitolo 19: *** Hiatus {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 20: *** Goodnight (and I love you) {Martha Jones/Mickey Smith} ***
Capitolo 21: *** Baby dream {Amy Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 22: *** Giostra {Craig Owens & Alfie Owens & Eleventh Doctor} ***
Capitolo 23: *** Pancake {Nefertiti/John Riddell} ***
Capitolo 24: *** Tahiti {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 25: *** Fire {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 26: *** La colazione più sudata dell'universo {Tenth Doctor & John Reese} ***
Capitolo 27: *** L'aquila d'argento {Amy Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 28: *** Bigger than Juppiter {Amy Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 29: *** Nutella tra le dita {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 30: *** Caccia all'intruso {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 31: *** Ovvietà {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 32: *** La ricerca della felicità {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 33: *** Troppo piccola {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 34: *** Le ultime volontà del Dottore {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 35: *** Pittura moderna {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 36: *** Per scappare {The Doctor} ***
Capitolo 37: *** Buongiorno al TARDIS {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 38: *** Quanto manca? {Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 39: *** 3D {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 40: *** Quel nome sulla pelle {Human!Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 41: *** Nuova musica {Tenth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***
Capitolo 42: *** America {Tenth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***
Capitolo 43: *** Il mistero dei tamburini fantasma {Human!Tenth Doctor & Donna Noble} ***
Capitolo 44: *** Il pugno in faccia {Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Eleventh Doctor & River Song} ***
Capitolo 45: *** Dettagli {Amy Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 46: *** Fantastica {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 47: *** Di cuccioloni sensibili e balli notturni {Tenth Doctor & Donna Noble & Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Tim Tooney} ***
Capitolo 48: *** Il punto fisso {Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Eleventh Doctor} ***
Capitolo 49: *** L'intervista {Human!Ninth Doctor/RoseTyler} ***
Capitolo 50: *** Gelosia portami via {Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Tenth Doctor & Donna Noble & Tim Tooney} ***
Capitolo 51: *** Punto di arrivo {Tenth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***
Capitolo 52: *** Passato in frammenti, unico futuro {Doctor & Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***
Capitolo 53: *** Promemoria di coraggio {Eleventh Doctor & Craig Owens} ***
Capitolo 54: *** Dottor Dumbo {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***
Capitolo 55: *** Duetto per chitarra elettrica e pianoforte {Twelfth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***
Capitolo 56: *** Nei miei occhi {Amelia Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 57: *** A thousand years {Amelia Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 58: *** Hogwarts {Amelia Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 59: *** Il nesso {Martha Jones/Mickey Smith} ***
Capitolo 60: *** Domani sarà tutto okay {Freddy ***
Capitolo 61: *** Pizza e maratona {Amelia Pond/Rory Williams} ***
Capitolo 62: *** Parafulmine {Second Doctor & Jamie McCrimmon & Zoe Heriot} ***
Capitolo 63: *** Passeggiata {Barbara Wright/Ian Chesterton} ***
Capitolo 64: *** Neve ad agosto {Third Doctor & Brigadier Alistair Lethbridge-Stewart} ***
Capitolo 65: *** A destra {Donna Noble/Lionel Fusco} ***



Capitolo 1
*** Similitudini tra eterni secondi {Martha Jones/Mickey Smith} ***


Prompt: L'unica a non metterlo in competizione con il Dottore. {Martha/Mickey}

Mickey Smith sarebbe stato un eterno secondo rispetto al Dottore: non aveva cabine blu con cui andarsene dove gli pareva, non aveva il suo carisma e, nonostante fosse un uomo in gamba, la sua intelligenza non poteva competere con quella del Signore del Tempo.
La sua partner Martha Jones lo sapeva ed era anche consapevole di essere molto simile a lui sotto questo aspetto: aveva viaggiato con il Dottore, ne aveva subito il fascino al punto di innamorarsi di lui, ma anche lei non era che un'eterna seconda a Rose Tyler agli occhi dell'alieno e, come Mickey, aveva imparato una lezione ed era maturata in fretta.
Era quindi per questo motivo che, tra un'armata aliena da rispedire al mittente e una missione in qualche luogo sperduto sulla Terra, la ragazza aveva cominciato a provare per lui molto più interesse rispetto a qualsiasi altro uomo con cui aveva lavorato. Persino rispetto al Dottore.

 
(152 parole)

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Capitolo 2
*** Aaahhh! {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Letteralmente qualsiasi cosa. Una bella litigata magari. {Tenth Doctor & Donna Noble}

Se si trattava di prendersi cura del TARDIS, il Dottore diventava sordo a qualsiasi cosa, dai Dalek che rispuntavano per l'ennesima volta come funghi al chiacchiericcio incessante di Donna Noble.
In altri tempi, Donna si sarebbe irritata e il suo chiacchiericcio sarebbe aumentato di volume, confermando dunque l'ipotesi della sua gelosia nei confronti della macchina del tempo, ma quel giorno tutto questo non accadde.
E quando la voce di Donna non mette a dura prova la concentrazione del Dottore, significava semplicemente che in silenzio stava tramando un piano molto creativo ai danni di un certo alieno camaleontico bicardiaco.
Conscio di questo, dunque, il Dottore alzò gli occhi dalla console del TARDIS e si voltò in cerca di Donna, trovandosi di fronte a una forchetta con un boccone di cibo che fluttuava di fronte al suo naso.
«Fai aaahhh!».
«Donna, che stai facendo?».
«Mi preoccupo per la tua salute, ecco cosa sto facendo» rispose Donna con il suo cipiglio autoritario e sventolò la forchetta come se fosse la bacchetta di un direttore d'orchestra: «Seriamente, immagino che nessuno ti abbia fatto notare che sei magro da far paura. Come puoi pretendere di viaggiare nel tempo, vedertela con gli alieni e prenderti cura del TARDIS se non metti su qualche chilo?».
«...».
«E ora forza, fai aaahhh!».

 
(214 parole)

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Capitolo 3
*** Competizioni {Tenth Doctor & Donna Noble, Ninth Doctor & Rose Tyler} ***


Prompt: "I maschi e i loro cacciavite..."
Note: È una what if? liberamente ispirata allo speciale per i 50 anni di Doctor Who ed è uscita una cosa molto crack e stupida.

È la dodicesima volta che Donna sospira ed è la quarta che lo fa in sincrono con Rose.
Sono diverse sotto molti aspetti - non accompagnano nemmeno lo stesso Dottore -, ma in quel momento, guardando la Nona e la Decima incarnazione del Dottore bisticciare come bambinetti all'asilo, hanno pensato entrambe alla stessa cosa - "Maschi, tsk!" - scuotendo il capo con evidente disapprovazione.
«E io ti dico che sarà molto più veloce se useremo il mio cacciavite sonico!» sbottava il Decimo puntando l'oggetto al naso della sua precedente incarnazione.
«Per poi rischiare di metterci troppo tempo ad analizzare questo sistema? Nossignore!».
«Ci metterei sicuramente meno tempo di quella vecchia ferraglia».
Il Nono strinse le labbra e involontariamente cominciò ad accarezzare il cacciavite sonico come se fosse un tenero gattino: «Tranquillo, non diceva sul serio» gli bisbigliò e Rose si schiaffò una mano in fronte.
Per la tredicesima volta, Donna Noble emise un sonoro sospiro: «I maschi e i loro cacciaviti...» borbottò, pregando che i due Dottori la piantassero al più presto.

 
(172 parole)

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Capitolo 4
*** Di divinità e capelli rossi {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Durante un viaggio Donna e il Dottore vengono separati. Donna finisce in un tempio dove, a causa del colore dei suoi capelli viene scambiata per la reincarnazione della divinità locale. Il Dottore cerca di riportarla a casa ma viene ostacolato da numerosi seguaci.

Il Dottore si prese la radice del naso tra pollice e indice e sbuffò.
Certe volte era proprio dura essere un Signore del Tempo errante e molto intelligente, specialmente se i viaggi lo portavano in contatto con popolazioni estremamente ottuse e superstiziose come gli Jezabiani.
«Per l'ultima volta, lei è una mia amica e viaggia con me».
«E invece sei tu quello in errore, miscredente!» tuonava a due millimetri dal suo viso il Grande Sacerdote - e il Dottore odiava quando qualcuno gli urlava in quel modo in faccia: «Lei è la nostra sovrana, lei è la Grande Madre dai capelli di fuoco!».
«Betty me lo diceva che avrei dovuto tingermi i capelli, dopo Lance» ribatté Donna amaramente, stanca di sei ore di rituali che prevedevano ondate di persone che le toccavano la chioma rossa per dei millantati poteri miracolosi: «Ti ho mai parlato di Betty, Dottore? Dopo che ci siamo conosciuti, non ha fatto altro che portarmi in giro dicendomi che avevo bisogno di...».
«Donna, non è questo il momento» la interruppe il Dottore, stroncando una delle infinite tirate di Donna.
«Non interrompere la Grande Madre quando parla!» sbottò il sacerdote indignato.
«Oh, che bello, almeno una cosa su cui siamo d'accordo» disse Donna e riprese da dove si era interrotta. Man mano che cambiava argomento - dalla sua amica Betty era passata a un lungo commento sull'ultima edizione di X-factor -, sia i fedeli che il Grande Sacerdote cominciarono a sospettare che Donna non fosse la reincarnazione della loro divinità: era vero che, come dicevano i manoscritti, la Grande Madre aveva i capelli rossi e sarebbe venuta su un carro color della notte, ma era descritta anche come una divinità molto taciturna e schiva. L'opposto di Donna, insomma.
E fu così che, prima ancora che Donna potesse esprimersi sul gossip terrestre, gli Jezabiani la restituirono al Dottore senza troppe cerimonie.

 
(312 parole)

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Capitolo 5
*** Sorpresa! {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Rose decide che il Dottore ha assolutamente bisogno di una festa di compleanno a sorpresa.

Il Dottore strabuzzò gli occhi dalla sorpresa, uscì dalla cabina telefonica blu e rientrando, per sicurezza, aggiunse anche un paio di pizzicotti al braccio.
Ma non stava affatto sognando: ogni centimetro quadro della sua nave spaziale era occupato da festoni, palloncini e scorte di dolciumi per almeno due anni. Alla console del TARDIS, vicino a una Rose dall'aria festaiola, una torta dall'aria invitante gli augurava un buon novecentunesimo compleanno con una glassa al cioccolato.
Il TARDIS avrebbe riportato le conseguenze di quel trauma per secoli.
«Auguri, Dottore!» esclamò Rose applaudendo entusiasta come una bambina al parco giochi ed enfatizzò l'atmosfera allegra del TARDIS suonando forte la trombetta.
Il Dottore doveva assolutamente reagire: il TARDIS non poteva essere assolutamente trattato in quel modo, non era mica uno di quegli sgabuzzini terrestri - che di solito venivano chiamati salotti - che Rose poteva rimaneggiare e risistemare a proprio piacimento. E i Signori del Tempo non avevano l'usanza del compleanno, ma questo era un dettaglio.
Stava per dire tutto questo, ma Rose se ne uscì con una frase che ricordò al Dottore quanto la amasse alla follia.
«Tranquillo, Dottore, è una torta alla banana».

 
(191 parole)

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Capitolo 6
*** Per mano {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Il Dottore impara cosa voglia dire non essere più soli.

Per quanto potesse essere deprimente l'idea, viaggiare da soli aveva i propri vantaggi.
Questo, perlomeno, era ciò che pensava il Dottore quando, dentro al suo TARDIS, si accorgeva che la nave era effettivamente un po' troppo grande per un solo occupante.
Meglio così, in fondo: perché entusiasmarsi per scarrozzare in giro perfetti sconosciuti e far rischiare le loro vite ogni due per tre?
Poi, una sera, aveva preso per mano una commessa di diciannove anni in un sotterraneo e l'aveva salvata dai manichini di plastica: le aveva chiesto di dimenticarlo, certo, ma Rose non lo aveva fatto e il Dottore aveva subito capito di avere a che fare con il classico essere umano cocciuto fino alla morte.
Che fosse questo il motivo per cui le aveva chiesto di accompagnarlo nei suoi viaggi?
Il Dottore era ancora un po' confuso al riguardo, ma sapeva che avrebbe preso Rose per mano altre dozzine di volte e che il TARDIS, adesso, non sembrava poi così grande.

 
(163 parole)

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Capitolo 7
*** Perfetta {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: "Perché lei è così speciale per te, Dottore?"

Rose Tyler non era perfetta e, probabilmente, non sarebbe mai stata tale: il Dottore potrebbe scrivere un'enciclopedia sulle cose che le ha detto di non fare e che lei ha fatto.
Come lì, nell'ex Satellite 5.
Voleva che vivesse felice nella sua epoca: avrebbe significato una vita in balia di sua madre Jackie e di Mickey l'Idiota, ma almeno era lontana dai Dalek e anche da se stesso.
E invece non solo era tornata indietro, ma per farlo aveva guardato nel cuore del TARDIS ed era diventata il Lupo Cattivo che li aveva accompagnati silenziosamente nello spazio e nel tempo.
"Chi ha paura del grande Lupo Cattivo?" faceva una vecchia canzoncina.
Non il Dottore, sicuramente.
Non aveva paura di qualcuno che era così speciale, che anche non essendo la perfezione fatta a persona avrebbe polverizzato centinaia di Dalek per tornare da lui.
E il Dottore, per Rose, era ormai disposto a fare altrettanto.
«Credo che tu abbia bisogno di un Dottore».

 
(161 parole)

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Capitolo 8
*** Mancanze {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Rose stava facendo le faccende di casa quando lui tornò di nuovo per un ultimo viaggio, per amarla per sempre.
 
Non la vedeva da cinque anni.
Certo, Rose non aveva sentito tutta questa mancanza - per lei è passato solo un mese -, ma è comunque passato troppo tempo per entrambi da quando lui l'ha abbracciata per l'ultima volta.
Ha continuato a viaggiare nello spazio e nel tempo e, di certo, le occasioni per sfuggire alla noia non sono mai mancate: ma una volta solo nel TARDIS, pronto a ripartire per chissà dove e chissà quando, il Dottore non poteva fare a meno di notare quanto le mancasse quella piccola combina guai di Rose Tyler.
Ed evidentemente il TARDIS aveva deciso di averne abbastanza di quella situazione e lo aveva portato dritto di filato in casa Tyler mentre Rose sbuffava imbronciata di fronte al soufflé bruciato.
«C'è un pianeta in cui si festeggia il Giorno del Soufflé» le aveva detto il Dottore con un sorriso e Rose si tirò un po' su: «Vogliamo andarci insieme, Rose?» chiese porgendole la mano e lei la afferrò.
Proprio come l'ultima volta.

 
(168 parole)

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Capitolo 9
*** Scommessa {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Una scommessa è sempre una scommessa.
Note preventive: La drabble che segue è molto stupida. Lettore avvisato...
 
«Donna, non ci pensare nemmeno».
«Eh no, caro il mio Dottore, una scommessa è una scommessa» ribatté Donna Noble con un malefico sorriso sulle labbra: «E bisogna pagare pegno, per cui...».
«Non preferiresti un viaggio nel tempo? O andare in qualche bel pianeta nel futuro? Ti lascio anche guidare il TARDIS, se vuoi, ma non questo».
«Mi stai tentando molto, ma... Nah!».
Il Dottore alzò gli occhi al cielo e sospirò: «È l'ultima volta che faccio una scommessa con te» disse.
«Hai detto la stessa cosa anche ieri, lo sai?».
Il Dottore sbuffò, esitò e infine cominciò a canticchiare.
«Ho tante noci di cocco splendide, ti ti ti...».
 
(108 parole)

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Capitolo 10
*** Questione di feeling {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Ma perchè tutti li definiscono una coppia? Loro proprio non lo capiscono.

«... insomma, nonno, alla fine ci guarda, abbassa il fucilone alla Rambo e fa "Bastava dirlo, signora, lei e suo marito potete passare"».
Wilfred Mott sorrise bonariamente davanti ai racconti entusiasti di sua nipote Donna, mentre di fronte a loro il Dottore beveva il tè e Sylvia guardava con sospetto la scatolina argentata che sua figlia le aveva regalato.
«Sai, Donna? Ora che ci penso» disse il Signore del Tempo rigirandosi la tazza tra le mani: «È da un po' di tempo che, ovunque noi andiamo, pensano sempre che siamo marito e moglie».
«Sì, e chissà perché, poi!».
«Non facciamo niente di particolare...».
«No, infatti».
«Eppure, ogni volta è la stessa storia, "Oh, noto con piacere che sua moglie è ancora tutta intera!"».
«Oppure, ti ricordi? "Signora, tenga suo marito lontano dalla mia piantagione di banane!"».
«Certo, Donna, e anche la mia preferita "Siete proprio una bella coppia"».
«Chissà perché lo dicono?».
«Infatti, non capisco».
«Nonno, tu che ne pensi?».
Wilfred, che aveva osservato il loro scambio di battute senza dire nemmeno una parola, finì di bere il proprio tè, appoggiò la tazza e disse: «Beh, avete provato a guardarvi?».

(190 parole)

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Capitolo 11
*** Una cena per farli conoscere {Amy Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Slice of life, cena dai suoceri.
«E così tu sei Rory Williams?».
«S-sì».
Andrew Pond non parlò più per il resto della cena e questo, secondo sua moglie Cecelia, era il massimo del comportamento civile che lui poteva ostentare.
Benché poco tranquillo a causa del padre di Amy che lo fissava torvo, Rory si dimostrò essere il più coraggioso dei fidanzati che la ragazza aveva presentato ai propri genitori: non passò troppo tempo a balbettare, non fece troppe smancerie con Amy e non cercò nemmeno di fare il simpatico per accattivarsi la signora Pond.
«Dimmi, che lavoro fai, Rory?» domandò il signor Pond quando l'intera famiglia fu al dolce.
«Io, ehm... lavoro come infermiere».
«Infermiere? Non dottore?».
«No, non dottore».
«Bene, perché a me i dottori non piacciono» berciò Andrew aggredendo il dolce e Amy e Rory si scambiarono un'occhiata interrogativa.

«Allora, Andrew, ti piace?».
«Che cosa?» chiese lui con finta disinvoltura girando la pagina del libro che leggeva.
«Rory, ti piace?».
Andrew chiuse il libro e si tolse gli occhiali da lettura, mentre Cecelia era pronta ad ascoltare una filippica sugli innumerevoli difetti che suo marito aveva trovato in quel povero ragazzo. Invece...
«Mi piace».
«Come, scusa?».
«Mi piace e penso che Rory sia perfetto per Amy».
Andrew inforcò gli occhiali e prese il libro in mano e Cecelia non riuscì a trattenere un sorriso trionfale.
«Cecelia, non dirlo ad Amy, intesi?» aggiunse lui riprendendo la lettura.

(232 parole)

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Capitolo 12
*** Adrenalina {Amy Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Rory vorrebbe andare al cinema, ma nessuno dei due riesce ad accettare che sia tutto tranquillo.

Andare al cinema era stata una pessima idea.
Il film era bello e pieno di azione, per carità, ma Amy e Rory non riuscivano a concepire che tutta l'adrenalina che smuoveva i protagonisti non scorresse nelle loro vene.
Dio, quanto mancavano a tutti e due le avventure con il Dottore!
«Mi annoio» sussurrò Rory sfinito dopo aver finito la confezione gigante di pop corn.
«Rory, sei stato tu a voler andare al cinema».
«E tu hai scelto il film, okay, ma...».
Rory si interruppe e avvicinò gli occhi allo schermo: quella cosa sullo sfondo, proprio alle spalle dei protagonisti...
«Amy, sbaglio o quello è il TARDIS?».

 
(106 parole)

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Capitolo 13
*** Tre coincidenze {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Due persone, se sono fatte l'una per l'altra, finiranno per trovarsi a dispetto della distanza, del tempo e persino delle circostanze. (Nora Erphon)

La prima volta in cui aveva visto Rose Tyler era stata la notte di Natale del 1998.
Aveva appena distrutto la sua intera specie nella Guerra del Tempo e il TARDIS aveva pensato bene di parcheggiare sul balcone innevato davanti alla finestra della sua camera.
Facendo un sacco di rumore.
«E tu chi sei?».
Maledizione.
Inchiodato al proprio posto, il Dottore non poté che girare su se stesso e affrontare colei che lo aveva scoperto, una ragazzina bionda di dodici anni ancora assonnata.
«Sei Babbo Natale, vero?» aggiunse la bambina inclinando la testa da un lato e scrutandolo con crescente curiosità.
«Babbo Natale?».
«Mi hai portato la bicicletta?».
Il Dottore rifletté un momento, poi con voce incerta disse: «Ma certo che te l'ho portata, ehm...».
«Rose» suggerì lei.
«Rose, sì, ora te la prendo, va bene?».
Rose annuì e aspettò trepidante che quel signore con la barba tirasse fuori dal suo... Carro? Veicolo? Beh, qualunque cosa fosse, Rose era convinta che ne sarebbe uscito con il suo attesissimo regalo.
Non dovette aspettare a lungo: il Dottore uscì poco dopo con una bicicletta rossa tutta per lei, appartenuta un tempo a sua nipote Susan.
«Grazie!» esclamò la ragazzina e in uno slancio emotivo abbracciò quello sconosciuto, il primo gesto d'affetto che il Dottore riceveva dopo un sacco di tempo.

La seconda volta che incontrò Rose Tyler accadde circa sei anni dopo, quando il Dottore si era appena rigenerato e il TARDIS, privo di qualsiasi controllo, fece un atterraggio di fortuna davanti allo stesso palazzone.
Non fece in tempo a uscire dalla nave che dovette abbassarsi per schivare una scarpa da ginnastica "Però, che accoglienza!" pensò sulle prime, ma solo in seguito comprese che la scarpa non era indirizzata alla sua testa.
«TU! Come. Hai. Potuto?».
Un tipo alto e muscoloso inciampava man mano che indietreggiava dalla ragazza bionda in lacrime che avanzava a passo di marcia verso di lui. Vicino a lei, una donna che le somigliava reggeva un cesto da biancheria pieno di scarpe e altri proiettili di fortuna.
«Rose, calmati!».
"Rose?".
Il Dottore guardò il palazzone e diede un'occhiata alla ragazza: possibile che fosse... Bah, anche volendo, magari si era trattata di una coincidenza.
«"Rose, calmati"? Sparisci!» ruggì la ragazza preparandosi a colpire ancora e il Dottore pensò che fosse opportuno allontanarsi.

No, non poteva essere una semplice coincidenza.
Dal lancio delle scarpe era passato un anno e il Dottore aveva rivisto Rose mentre ispezionava furtivo quel seminterrato pieno di Auton. Cercava un tizio di nome Wilson - probabilmente era l'uomo morto che lui aveva trovato poco prima - ed era ignara del pericolo che stava correndo.
Tra tutte le persone dello spazio e del tempo, perché proprio lei?
Qualunque fosse il motivo, rifletté il Dottore afferrando la mano di Rose, se ne sarebbe occupato più tardi.
«Corri!».

 
(469 parole)

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Capitolo 14
*** Qualcosa di blu {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Io credo che la cosa più sleale che una persona possa fare sia sparire dalla vita di qualcun altro senza una spiegazione. [cit.]
Note preventive: È una what if? della 4x13 in cui Donna non ha perso la memoria, ma il Dottore ha deciso di lasciarla per non costringerla a sacrificarsi per lui come altri in passato. Il nomignolo per Jack Harkness è quello che uso io per riferirmi a lui.

Donna frugava nei cassetti della cucina con una rabbia sempre crescente.
Come aveva potuto, dopo tutti i viaggi fatti insieme?
Oh, ma prima o poi qualche alieno pazzoide sarebbe piovuto dal cielo minacciando la Terra e il Dottore sarebbe tornato. Donna Noble avrebbe aspettato quel giorno con l'oggetto più pesante che aveva a propria disposizione, pronta per farlo assaggiare al suo cranio alieno.
«Donna, ha avuto le sue buone ragioni per farlo, non credi?» disse Wilfred assistendo impotente alla messa a soqquadro della cucina.
«Oh, immagino le sue buone ragioni!» sbottò inviperita saggiando la pesantezza tra due padelle.
Niente più viaggi, quindi si ritornava alla solita, vecchia vita da precaria annoiata che aspetta il posto fisso come qualcosa di grandioso e straordinario.
Non era giusto, non era assolutamente giusto.

Sei mesi dopo l'arrivo dei Dalek, Donna Noble aveva ricevuto la visita del capitano Jack Harkness - o Capitan Provolone, come lo aveva soprannominato una volta.
Dopo una tazza di tè e un'occhiata particolarmente interessata da parte di Sylvia Noble, Jack aveva spiegato a Donna che, dopo il loro matrimonio, Mickey e Martha Smith avevano lasciato il Torchwood per iniziare a lavorare in proprio e che lui, Jack, aveva bisogno di altri membri per la squadra. Il primo nome che gli era venuto in mente era stato appunto quello di Donna.
«So che hai già un altro lavoro e capisco se volessi rif...».
Ma nel giro di tre secondi, Donna si era licenziata, aveva mandato il suo capo a quel paese e aveva costretto il capitano a farle vedere la sede del Torchwood.

Senza il lavoro al Torchwood non avrebbe mai conosciuto Shaun Williams.
Shaun era un ricercatore che si occupava di identificare gli oggetti alieni in possesso del Torchwood e scoprire come sfruttarli a vantaggio degli esseri umani: amava a tal punto il suo lavoro che, durante il loro primo appuntamento, raccontò a Donna ogni sorta di buffo aneddoto che gli era capitato sul lavoro.
Ma nonostante questo, a Donna piaceva Shaun per la sua viva curiosità e per un momento non poté non paragonarlo al suo amico Dottore che non faceva che correre per andare chissà dove lontano da tutto.
E lontano anche da lei.

«Donna, non ti agitare».
«Non sono agitata, nonno!» esclamò lei asciugandosi le lacrime di gioia e si ammirò nel candido abito da sposa, controllando per l'ultima volta che fosse tutto a posto.
Qualcosa di vecchio? Donna si toccò gli orecchini della nonna che Wilfred le aveva regalato il giorno prima.
Qualcosa di nuovo? Più nuovo della collana che aveva indosso non c'era assolutamente nulla.
Qualcosa di prestato? Donna ringraziò con il pensiero Martha Jones, la sua damigella d'onore, che le aveva prestato all'ultimo minuto la tiara delle proprie nozze.
Mancava solo qualcosa di blu...

«Cos'è?» chiese Donna quando entrò con Shaun nella sala da ricevimento e indicò il pacchetto sottile in cima ai regali per gli sposi.
«Ah, sì, un uomo di nome John Smith lo ha lasciato sul tavolo poco pri...».
Alle parole "John Smith", Donna si era fiondata sul pacchetto e lo aveva aperto freneticamente, tirando fuori il cacciavite sonico del Dottore con gli occhi sgranati.
Lo accese e la luce blu accompagnò lo squillare dell'oggetto.
«Qualcosa di blu» mormorò Donna spegnendo il cacciavite e sorrise.

 
(544 parole)

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Capitolo 15
*** Routine {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: “Mi hai mostrato quanto sia preziosa la vita vera, non solo fra le stelle ma anche a terra, ogni giorno”.
Note preventive: What if? grande come una casa in cui, dopo la 1x13, il Dottore non si è dovuto rigenerare e ha deciso di prendersi una pausa dai suoi viaggi.

A volte, guardando suo marito, Rose aveva la sensazione che la vita da normale essere umano lo annoiasse.
Si alzavano ogni mattina con la routine pronta ad aggredirli dopo il buongiorno di Jackie e con la consapevolezza che nessuna armata aliena, quel giorno, aveva in programma di invadere la Terra.
«Dottore, sei felice con me?» gli chiese a bruciapelo quella sera del 10 agosto, mentre aspettavano che una stella cadente passasse davanti ai loro occhi nel cielo scuro.
«E me lo stai chiedendo perché...?».
«No, così» disse Rose con un'alzata di spalle e sospirò: «È solo che, considerando che la vita di tutti i giorni non è come un viaggio con il TARDIS, ho pensato che ti annoiassi».
«Pensavi male, Rose».
«Ah, sì?».
«Viaggiare mi manca, certo, ma svegliarmi e vederti ogni mattina è altrettanto straordinario, credimi».
Rose rimase interdetta per un momento dallo stupore e gli sorrise, mentre una stella cadente passeggiava sopra le loro teste.

 
(157 parole)

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Capitolo 16
*** Il cambio {Eleventh Doctor & Craig Owens & Alfie ***


Prompt: A Stormageddon non piace che gli si cambi il pannolino.

Cambiare il pannolino ad Alfie era come domare un cucciolo di tigre molto ostinato.
Non appena vedeva suo padre Craig attrezzarsi per cambiarlo, infatti, il bambino mostrava le sue abilità di contorsionista in erba: si rannicchiava, tirava calci e sbatteva le braccia, impedendo a Craig persino di togliere il pannolino sporco.
Il tutto contornato dagli strilli ad alto volume, naturalmente.
«Dottore, una mano mi farebbe comodo!» sbottò Craig lanciando un'occhiata esasperata all'alieno: Sophie era partita il giorno prima con l'ansia per aver lasciato i suoi due ometti a casa e il Dottore era atterrato con il suo TARDIS nel salotto di casa Owens.
«Una mano? Perché?».
«Alfie si rifiuta di farsi cambiare il pannolino» spiegò il ragazzo con un sospiro e il piccolo emise un vagito di stizza.
«Ha detto che ha un nome, e cioè...».
«Stormageddon, l'Oscuro Signore di Tutto, lo so» sbuffò Craig: «Ma io gli ho scelto un altro nome e deve tenerselo».
«Bisogna che ti accontenti, Stormy» disse il Dottore ad Alfie: «E poi, ci vuole poco per cambiarti, perché devi fare i capricci ogni volta?».
Alfie scosse la testa, poi distese le gambe e lasciò che il non-mamma numero uno lo cambiasse. Quando la scocciatura finì, Alfie lanciò un gridolino e il Dottore sgranò gli occhi.
«Cosa ha detto?» domandò Craig curioso.
«Ha detto che, quando conquisterà il mondo, renderà illegale il cambio di pannolino».
«Ah».

(231 parole)

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Capitolo 17
*** Jacket {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Quella volta in cui, per aggiustare un qualche misterioso circuito del TARDIS, il Dottore fu costretto a togliersi il giaccone di pelle e Rose, invece di aiutarlo, senza che lui se ne accorgesse, ci affondò il naso dentro.
Bonus +1: Rose se lo prova e Nine si gira proprio in quel momento.

Rose Tyler aveva un'amica al liceo che era fissata con i vestiti e che si chiamava Sharon.
Tra le perle di saggezza che Sharon le rifilava ogni giorno in fatto di moda, ce n'era una che era la sua preferita: «Per capire una persona, devi dare un'occhiata al suo vestito preferito».
Rose ricordò quella frase di Sharon il giorno in cui il Dottore le affidò la giacca di pelle per rimboccarsi le maniche della maglia e riparare un qualcosa nel TARDIS - a questo proposito, la ragazza aveva imparato che era meglio lasciare fare a lui: Rose aveva rigirato la giacca tra le mani più volte, l'aveva osservata da più angolazioni differenti e, accarezzandola, aveva constatato che il Dottore doveva tenerci proprio tanto a quella giacca, se con una spazzolata addosso impediva continuamente alla polvere di sporcarla.
Allungò il collo per assicurarsi che il Dottore fosse ancora impegnato con la riparazione del TARDIS, poi si infilò la giacca e ci si avvolse dentro, inspirando a fondo il suo odore.
Grande e piena di calore, come il suo proprietario.
«Rose, che ci fai con la mia giacca addosso?».
Ops.


 
(188 parole)

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Capitolo 18
*** Un baby sitter particolare {Eleventh Doctor & Craig Owens} ***


Prompt: "Tranquillo, Craig, sono un ottimo baby sitter! Voi uscite pure a divertirvi!"

«Dottore, sei sicuro di riuscire...».
«Tranquillo, Craig, sono un ottimo baby sitter! Voi uscite pure a divertirvi!».
Ora, Craig Owens era decisamente restio a definire il Dottore un ottimo baby sitter. Non era perché trascurava Alfie per i suoi comodi - anzi, la sua capacità di parlare bambinese gli permetteva di capire i bisogni del piccolo all'istante -, ma era anche vero che il Dottore era una specie di calamita ambulante per i guai di origine aliena e Craig, da bravo papà preoccupato qual era, passava le serate con Sophie a chiedersi se avrebbe trovato Alfie in perfetta salute come lo aveva lasciato.
Craig sospirò: doveva fidarsi del Dottore per forza. Sua madre era in Scozia con le amiche e Doreen, la baby sitter che chiamava di solito, aveva avuto l'influenza.
«D'accordo, Dottore» mormorò Craig prendendo le chiavi della macchina e uscendo sottobraccio con Sophie, ma sulla soglia la coppia si fermò nuovamente: «E, Dottore, per qualsiasi cosa...».
«Ho il vostro numero per chiamarvi, lo so» continuò il Dottore alzando gli occhi al cielo e spingendoli fuori di casa.
«E se ci fosse un'emergenza...».
«I numeri utili sono appesi sulla credenza in cucina, ora via» disse l'alieno sbattendo la porta in faccia alla coppietta e augurando loro una buona serata.

"Lo ammazzo, lo ammazzo, lo ammazzo!" pensò insistentemente Craig guidando come un pazzo fino a casa. La signora Jones - o la Vicina Occhiolungo, come la chiamava sempre il Dottore - aveva visto una cabina blu atterrare bruscamente nel loro giardino e aveva udito distintamente qualcosa starnazzare.
Craig non ci aveva messo molto a capire che cosa era successo e, inchiodando davanti casa, rifletté che stavolta il Dottore non l'avrebbe passata liscia: se fosse riuscito a sfuggire a Sophie, arrabbiata quanto lui, avrebbe dovuto vedersela con Craig.
«Dottore, cosa accidenti...» berciò il ragazzo spalancando la porta di casa, ammutolendo subito dopo: sotto gli occhi divertiti del Dottore, Alfie scrutava attonito sette animali simili a paperelle viola che ruotavano su sé stesse intonando un buffo coretto. Craig non era sicuro di molte cose, ma poteva scommetterci quello che voleva che quelle papere non c'erano quando era partito da casa.
«Craig, Sophie, come mai siete già tornati? È successo qualcosa?».

 
(368 parole)

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Capitolo 19
*** Hiatus {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: "Rose, non puoi costringermi a viaggiare nel tempo solo perché non riesci a tollerare lo hiatus della tua serie preferita!"
Note: La serie citata nella storia è di mia invenzione.

Era una richiesta assurda.
Anzi, no, "assurdo" era un termine troppo riduttivo per definire quello che Rose gli aveva appena chiesto di fare, se paragonato alle motivazioni che gli aveva esposto subito dopo. Maledizione, non era mica un telecomando spaziale!
Il Dottore si passò una mano sul viso e tornò a guardare Rose, in trepidante attesa di una risposta.
«No».
«Ma Dottore!».
«Rose, non puoi costringermi a viaggiare nel tempo solo perché non riesci a tollerare lo hiatus della tua serie preferita!».
«Tu non capisci, Dottore, io... io ho un bisogno fisico di sapere cosa succede!» disse Rose in preda alla disperazione: «Il finale di stagione è stato terribile per me...».
«Tutti i finali di stagione sono terribili!».
«E vogliamo parlare di Danny e Seth? Quei due si amano, è evidente, e so per certo che nella seconda stagione si metteranno insieme».
Rose annuì convinta, ma il Dottore rimase ancora più fermo nella sua decisione: naturalmente lui sapeva cosa sarebbe successo nella seconda stagione e non solo Danny e Seth non si sarebbero messi insieme, ma ogni puntata sarebbe stata un'autentica valle di dolore.
E si poteva star certi che il Dottore non aveva voglia di sorbirsi le lacrime infinite di Rose.

 
(202 parole)

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Capitolo 20
*** Goodnight (and I love you) {Martha Jones/Mickey Smith} ***


Prompt: "I see friends shaking hands, sayin', "How do you do?" | They're really sayin', "I love you." | I hear babies cryin' | I watch them grow | They'll learn much more than I'll ever know | And I think to myself |What a wonderful world" (Louis Armstrong, What a wonderful world)
Note: Questa drabble partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

«Martha, aspetta».
Lei si voltò e Mickey non riuscì più a dire una parola.
Anche dopo aver passato un'intera giornata a combattere alieni, Martha Jones era bellissima. Mickey Smith lo sapeva, ma ciò non gli impedì di perdersi nei dettagli del suo viso e di dimenticarsi di dirle di essersi innamorato di lei sin dal primo momento in cui avevano lavorato insieme.
«Mickey, ci sei? Pronto?» domandò Martha alzando divertita un sopracciglio: «Pianeta Terra chiama Mickey Smith!» borbottò e Mickey rise.
«Io ti... Buonanotte, Martha».
«Buonanotte, Mickey» disse Martha scendendo dall'auto e Mickey rimase a guardarla mente apriva la porta di casa.

 
(97 parole)

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Capitolo 21
*** Baby dream {Amy Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Gravidanza
Note: La prima parte è ambientata nella 5x07, la seconda sul finire della 6x06. Questa drabble partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

Rory accarezzò con delicatezza il pancione di Amy e la baciò sulla guancia.
Il sogno della sua vita si stava realizzando davanti ai suoi occhi: non tanto di avere dei bambini, quanto piuttosto averli con la sua Amelia.
E mentre sentiva sotto le dita il calcetto del bambino, Rory non riusciva a immaginare che quella vita fosse solo un'illusione.

Non era così che Amy aveva immaginato la propria gravidanza.
Quando pensava di avere dei figli, si vedeva sempre circondata da medici e infermieri, magari mentre stritolava la mano di Rory.
«Devi spingere di più» disse con finta premura Madame Kovarian.
Amy spinse e piangendo desiderò la mano di Rory per poterla stringere.

 
(106 parole)

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Capitolo 22
*** Giostra {Craig Owens & Alfie Owens & Eleventh Doctor} ***


Prompt: Giostra
Note: Partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

«Allora, Alfie, ti sei divertito sulla giostra?».
Il bambino annuì con un sorriso che andava da un orecchio all'altro e iniziò a saltellare intorno a suo padre: «Un altro giro, papà, per favore!» lo implorò entusiasta e Craig Owens gli scompigliò i capelli.
Si guardò intorno in cerca del Dottore e lo chiamò, ma non c'era alcuna traccia dell'alieno e la musica della giostra coprì la sua voce insieme al chiacchiericcio delle altre famiglie che giravano per il parco giochi.
«Papà, il Dottore!» esclamò Alfie indicando il Signore del Tempo, che a prova della sua maturità cavalcava al contrario uno dei cavalli finti della giostra.

 
(102 parole)

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Capitolo 23
*** Pancake {Nefertiti/John Riddell} ***


Prompt: "Want you to make me feel like | I'm the only girl in the world," (Rihanna, Only Girl (in The World)
Note: Partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

Lei era la donna più importante d'Egitto.
Nefertiti non riusciva a capire come quell'uomo, quel John Riddell, potesse anche solo osare di trattarla come l'ultima delle sguattere. Se i suoi soldati fossero stati lì, avrebbe ordinato loro di fustigarlo.
«Ti ho chiesto se sai fare i pancake e tu mi guardi come se avessi ucciso qualcuno!».
«Sì, la mia reputazione!».
«Andiamo, Neffy, stai esagerando».
«Io ho tutto il diritto di esagerare, sono la regina d'Egitto!».
«D'accordo, regina d'Egitto, ma non hai ancora risposto alla mia domanda».
Incrociando le braccia, Nefertiti si voltò e John non poté nascondere un sorrisetto. Adorava punzecchiare in quel modo la sua unica regina.

 
(101 parole)

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Capitolo 24
*** Tahiti {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Sbronza a mezzanotte
Note: Partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

«Dove accidenti sei stato, Dottore?» sbottò Donna con le mani sui fianchi quando il Signore del Tempo rientrò nel TARDIS dopo essere sparito per più di cinque ore.
«Te l'ho... hic! Te l'ho detto, Donna... hic! Ero alla Festa di Mezzanotte di Tahiti» farfugliò il Dottore, ridacchiando come un babbeo: «E non lo stato, ma...».
«Il pianeta Tahiti, lo so» lo interruppe lei annusando l'aria nella sua direzione: «Dottore, sei ubriaco?».
«Si nota tantoooops?» rispose lui incespicando tra le braccia di Donna mentre si avvicinava ai comandi del TARDIS. La donna sospirò e puntellò il Dottore fino a una delle infinite camere da letto del TARDIS.

 
(103 parole)

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Capitolo 25
*** Fire {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: "Now let it calm the fire that burns within your heart tonight | For some are too blind to see the world as it's meant to be," (Alter Bridge, Calm the fire)
Note: Partecipa alla sfida La corsa delle ventiquattro ore indetta su Facebook.

Il Dottore era come il fuoco che, lasciato incustodito, si era trasformato in un incendio.
Il dolore per la perdita dei Signori del Tempo e del pianeta Gallifrey si era trasformato in una rabbia tale da divampare nel mondo intorno a sé e distruggere tutto ciò che toccava.
Se il Dottore era il fuoco, Rose era l'acqua che aveva calmato quella fiamma.
Non ci era riuscita del tutto e, anzi, c'erano giorni in cui quel fuoco non sembrava diminuire, ma il Dottore aveva visto tante facce e quello di Rose era l'unico volto per cui il Signore del Tempo era disposto a uscire ogni giorno dal TARDIS.

 
(104 parole)

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Capitolo 26
*** La colazione più sudata dell'universo {Tenth Doctor & John Reese} ***


Prompt: Il Dottore conosce John per puro caso e finisce per portarselo dietro in un'avventura per trovare il numero successivo della macchina. Qualcosa di comico se possibile.
Note: John Reese non è un mio personaggio, ma appartiene alla serie TV Person of Interest

«Sarà divertente, fidati».
No, non era stato per niente divertente.
Innanzitutto, John Reese non era nemmeno sicuro che quello strano tizio con le converse rosse sapesse guidare quel coso - «Si chiama TARDIS, John!» - e poi nel giro di due ore aveva dovuto salvare due volte la vita del Dottore, aveva scoperto che nel 3870 ci sarebbe stata una dittatura e si era ritrovato sposato con la regina Cleopatra.
E lui voleva solo fare colazione nel chiosco sotto casa.
«Aprite e arrendetevi alla gloria dell'Impero Sontaran!» tuonò autoritario il capo dell'armata di patate-soldato a cui il Dottore aveva sottratto un'arma illegale in sei o sette galassie. Si trovavano nella biblioteca e avrebbero volentieri fatto affidamento sul TARDIS se solo il Dottore non l'avesse lasciato scorrazzare libero per l'universo insieme alla Macchina, con cui la cabina blu aveva avuto il tempo di flirtare.
«Dovresti riconsiderare il tuo concetto di divertente, Dottore» disse John caricando la propria mitraglietta.
«O forse sei tu che non ti sai rilassare».
«Non è facile rilassarsi con delle patate parlanti che ci tengono in trappola, non credi?».
«No, non direi» mormorò il Dottore provando a richiamare il TARDIS con il telefono sottratto al clone di Finch creato dai Sontaran e ora legato e imbavagliato al piano di sopra: «Vorrà dire che la prossima volta...».
«Mi pagherai la colazione? Ottima idea» tagliò corto John prendendo la mira quando i Sontaran iniziarono a prendere a spallate la porta.

 
(240 parole)

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Capitolo 27
*** L'aquila d'argento {Amy Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Harry Potter!AU

«Espet... No, Expecto Patronum, ecco».
Rory mormorò a mezza voce quell'incantesimo nella solitudine del dormitorio dei Tassorosso, ma dalla sua bacchetta non uscì proprio nulla.
No, non ce l'avrebbe fatta a evocare un Patronus per l'indomani mattina, quando ci sarebbe stata la lezione di Difesa contro le Arti Oscure: il professor Van Gogh aveva avvisato la sua classe che erano rari i maghi e le streghe sotto i trent'anni a riuscire in un incantesimo simile - e allora perché spiegarlo in classe? -, ma Rory non era intenzionato a desistere.
Perché la lezione di Difesa contro le Arti Oscure, il giovedì mattino, si faceva insieme ai Grifondoro e questo significava che, tra gli allievi che avrebbero assistito, ci sarebbe stata anche Amy Pond.
Quella ragazza...
Rory aveva una cotta per lei sin dal primo momento insieme nello scompartimento dell'Espresso per Hogwarts e per colpa di uno stupido Cappello Parlante potevano incontrarsi solo a lezione o incrociarsi per caso nei corridoi. Sempre che Amy non fosse impegnata a impedire al Corvonero John Smith di far saltare in aria la scuola per un ingrediente sbagliato nella nuova pozione che stava creando, si capisce.
Rory si sedette con un sospiro sul letto e si rigirò distratto la bacchetta tra le dita.

«Non serve arrabbiarsi, è perfettamente normale non riuscire a evocare un Patronus al primo tentativo» disse il professor Van Gogh: «Dovete concentrarvi su un pensiero felice e solo su quello, poi pronunciare l'incantesimo solo se siete convinti di quello che state facendo».
Qualche commento maligno sulla sanità mentale del professore fu l'unico rumore che si udì prima che gli studenti sfoderassero di nuovo le bacchette: c'era tempo per un ultimo tentativo tutti insieme prima del suono della campanella e la classe si riempì di mormorii, di sbuffi argentei e di commenti di Van Gogh.
«Okay, Rory, un pensiero felice» disse tra sé il Tassorosso e si concentrò. Dall'altra parte dell'aula, Amy alzava un sopracciglio di fronte al vapore argenteo della bacchetta: Rory osservò solo per un istante la ruga di concentrazione sul suo viso, poi tornò alla propria bacchetta.
"Su, un pensiero felice".
E pensò a Amy, ai suoi capelli rossi e al piccolo trionfo che aveva provato dentro di sé scoprendo che anche lei, la sua migliore amica, era una strega in un paese pieno zeppo di Babbani. Pensò al week end a Hogsmeade a cui aveva intenzione di invitarla e non osò immaginare come avrebbe reagito se lei gli avesse risposto sì.
«Expecto Patronum» disse con decisione e un'aquila d'argento volò via dalla sua bacchetta nello stupore generale.

 
(428 parole)

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Capitolo 28
*** Bigger than Juppiter {Amy Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Esplorando il TARDIS.

Se il Dottore non aveva intenzione di dare loro una camera con un letto matrimoniale, ci avrebbero pensato loro a trovarsela.
Questo era il senso della spedizione all'interno del TARDIS di Rory e Amy, ma per il momento non sembrava andare a buon fine. In compenso avevano trovato una piantagione al coperto di banane, la sua collezione di cravattini e la vasca di palline colorate più grande che Amy avesse mai visto.
«Chiederlo direttamente a lui no, eh?».
«Lo abbiamo fatto e ci siamo ritrovati due amache invece del letto a castello».
«Ma si può sapere quanto è grande il TARDIS? Non ce la faccio più!» si lamentò Rory, che non si riteneva capace di camminare così tanto.
«Hai presente... uhm, Giove?».
«Sì?».
«Beh» disse Amy prendendo le spalle di Rory: «Il TARDIS è ancora più grande».
Il povero Rory Williams sbiancò.

 
(142 parole)

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Capitolo 29
*** Nutella tra le dita {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: «Non mi dire che in più di novecento anni non hai mai mangiato la Nutella con le dita, Dottore!»

«Okay, Rose, cos'è quella faccia?».
«Quale?».
«Quella che mi fai ogni volta che vedi un alieno che non sono io» disse il Dottore, poi indicò l'interno del TARDIS, dove stavano facendo colazione: «Solo che, stavolta, siamo da soli».
«Ma no, Dottore, è solo che... La Nutella».
«Sì, e allora?».
«La stai raccogliendo con il cucchiaino».
«E quindi?».
«Andiamo, non vorrai dirmi che in più di novecento anni non hai mai mangiato la Nutella con le dita, Dottore!».
Il Dottore si accigliò e cercò di ricordare: ma certo che aveva mangiato la Nutella con le dita, era stato quella volta su Ferrara - non la città, il pianeta - quando... Ah, no, quello era una poltiglia disgustosa che aveva dovuto spalmarsi sulla lingua per un rito di purificazione o qualcosa del genere.
Ora che ci pensava, Rose aveva ragione.
Guardò il cucchiaino, alzò le spalle e lo appoggiò sul tavolo, poi intinse le dita nel vasetto di Nutella per la gioia di Rose.

(162 parole)

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Capitolo 30
*** Caccia all'intruso {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Donna becca Ten a sbirciare dentro una delle sue innumerevoli valigie.

Il Dottore era certo di una cosa: se Donna Noble non fosse stata una precaria, sarebbe stata un'ottima tiratrice scelta dell'esercito.
«Dimmi che cosa stai facendo, razza di pervertito, o giuro che ti lancio anche questa?» ringhiò Donna puntandogli contro la seconda scarpa.
«Pervertito? Ma che cos... Ahia!» ululò lui quando la seconda scarpa lo centrò nelle parti basse: «Mi faresti parlare, per cortesia?» boccheggiò piegato in due dal dolore.
Donna incrociò le braccia e alzò il mento, spronando il Dottore a proseguire: «Un... qualcosa si è nascosto tra le tue valigie...».
«Mh-mmh?».
«E io lo stavo cercando con quello...» aggiunse il Dottore indicando il detector che gli era caduto di mano.
«Mh-mmh?».
«Non avevo alcuna intenzione di guardare tra i tuoi reggiseni, giuro!».
«Ah, sì? Beh, vedi di raccontarla a qualcun... Oh, ma che amore!» trillò portandosi le mani sulle guance e raccolse da terra il cucciolo di gatto-cobra che era appena uscito dalla sua cappelliera.

 
(157 pagine)

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Capitolo 31
*** Ovvietà {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Di quella volta in cui Rose aveva chiesto al Dottore di guardare insieme le stelle cadenti.

«Rose, sei stata tu a chiedermi di vedere le stelle cadenti!».
«Sì, ma non così da vicino!».
Il boato causato dalle meteore che bruciavano nell'atmosfera era talmente forte che Rose e il Dottore furono costretti a urlare, nonostante fossero a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra: «Avresti potuto specificarlo, allora!» gridò il Dottore.
«Pensavo che fosse ovvio!».
«Evidentemente non lo era!» disse allora il Dottore chiudendo la porta del TARDIS e mettendosi alla console. La cabina blu portò il Dottore e Rose sulla riva di uno sconosciuto lago di Dio solo sa dove, ma da cui le stelle cadenti si vedevano in tutta la loro bellezza.
«Ora va meglio?» domandò il Dottore imbronciato incrociando le braccia.
«Sì, adesso sì» sussurrò lei in risposta e lo baciò sulla punta del naso.

(130 parole)

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Capitolo 32
*** La ricerca della felicità {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: "Sei felice, Dottore?"
Note: Questa storia è una pre-ship e più precisamente si ambienta nella 1x01, quando Nine torna da Rose mezzo minuto dopo che lei ha rifiutato di viaggiare con lui. Ora, da qualche parte avevo letto un headcanon secondo cui, in realtà, per Nine passarono delle settimane e ripensando a quell'headcanon è venuto fuori questo.

Il Dottore viaggiava e pensava.
Erano passate tre settimane da quando quella ragazza bionda - come si chiamava? Ah, già, Rose - lo aveva aiutato a sconfiggere gli Auton: aveva pensato spesso a lei, al punto di scoprire di esserci rimasto male quando aveva rifiutato di seguirlo nei suoi viaggi, e per la prima volta da quando si era rigenerato il Dottore si era reso conto di non essere più felice di stare da solo.
Per carità, una parte di sé era convinta che Rose Tyler avesse fatto bene a dargli due di picche - aveva già rischiato abbastanza la sua vita con gli Auton e inoltre, da quello che aveva visto, non dava l'impressione di ascoltare sempre i saggi consigli altrui. D'altro canto, però, il Dottore era convinto che prendere il TARDIS e fare marcia indietro per rivedere Rose fosse un primo, piccolo ma importante passo verso la propria felicità.
Sì, sarebbe stato felice di avere la compagnia di Rose.
Quindi tornò a Cardiff, ma per Rose non era passato nemmeno un minuto, per cui doveva trovare una scusa - anche stupida - per quello che ai suoi occhi era un ripensamento istantaneo.
«Ti ho detto che posso viaggiare nel tempo?».

 
(202 parole)

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Capitolo 33
*** Troppo piccola {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: "Sono troppo vecchio per te"

Il Dottore non aveva mai pensato a Rose come una compagna nel senso intimo del termine.
Un'amica con cui vivere un sacco di avventure e con cui essere meno solo, questo sì, ma come fidanzata no: era troppo piccola, secondo il Dottore, e per l'età che avevano entrambi potevano essere considerati padre e figlia, se non addirittura nonno e nipote.
No, il Dottore era troppo vecchio per Rose e glielo confidò quando, insieme, si trovavano sul pianeta Elleria per vedere le sue sette lune allineate per la prima volta dopo diecimila anni.
«Va bene, Dottore, ammettiamo che tu sia troppo vecchio» rispose lei con un'alzata di spalle.
«Ah, grazie tante».
«E con questo?».
Si guardarono negli occhi, i loro visi sempre più vicini...
A illuminare quel bacio sulle labbra ci furono solo le sette lune sopra di loro.

 
(138 parole)

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Capitolo 34
*** Le ultime volontà del Dottore {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: "Dovresti mettere su qualche chilo, sai, SpaceMan? Credo proprio che per il prossimo viaggio chiederò in tutti i modi alla TARDIS di portarti in Italia, così da zimpilarti di arancini, pizza e lasagne alla bolognese." Bonus se il Dottore va matto per i Perugiotti.

«Donna, ti ho voluto bene».
«Mh».
«Sul serio, voglio che tu lo sappia prima della mia dipartita».
Donna annuì accondiscendente mentre si guardava le unghie della mano destra e con la sinistra stringeva la mano del "moribondo". Inutile dire che la donna si era già pentita del lauto pasto all'italiana che aveva offerto al Dottore con la speranza di fargli mettere su qualche chilo: Donna Noble si alzò con un sospiro e gettò nell'inceneritore del TARDIS le carte vuote dei Perugiotti, che avevano dato il colpo di grazia alla digestione del Signore del Tempo.
«Non credi di esagerare, Dottore? È solo una piccola indigestione».
Per tutta risposta, il Dottore emise un lungo, agonizzante lamento: «Donna, voglio dettarti le mie ultime volontà» mugugnò.
«Oh, Signore!» sbuffò Donna alzando gli occhi al cielo.

 
(131 parole)

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Capitolo 35
*** Pittura moderna {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: Quando il Dottore si improvvisò pittore.

«E questo sgorbio cos'è, Dottore?».
«Non è uno sgorbio, Donna, è un ritratto».
«Ne sei sicuro?».
Benché ferito nel suo orgoglio di pittore, il Dottore alzò gli occhi dalla tela e affrontò Donna Noble, diventata improvvisamente una critica d'arte: «È un piccolo esperimento di pittura contemporanea, okay?».
«Se ne sei così convinto».    
«Certo che ne sono convinto» disse il Dottore tornando a dipingere.
Il silenzio durò tre minuti esatti, poi Donna tornò all'attacco: «Toglimi una curiosità, Dottore, di chi è il ritratto?» chiese.
«Beh, mi sembra ovvio che sei tu, no?» disse il Dottore firmando la propria opera, poi con un sorriso tutto denti sottopose la tela a Donna: «Cosa ne pensi? Ti piace?».
Per tutta risposta, il quadro finì nella spazzatura.

 
(122 parole)

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Capitolo 36
*** Per scappare {The Doctor} ***


Prompt: Hopeless time to roam, the distance to your home fades away to nowhere.

Perché il Dottore viaggia?
In tanti se lo sono chiesto, alcuni saggi di galassie lontane hanno addirittura scritto riflessioni filosofiche lunghissime e complicatissime per rispondere a questa domanda.
Ma nessun tentativo di risposta si avvicina alla verità.
Il Dottore, infatti, non viaggia per la conoscenza dell'universo o per portare scompiglio nei popoli che incontra.
No, il Dottore viaggia per scappare.
Scappa da se stesso, dai suoi errori passati e dai possibili sbagli futuri; scappa da questo e da molto altro, il Dottore, ma più il suo TARDIS corre, più quella distanza che lui vuole aumentare finisce per diminuire fino a ridursi al niente.
E ogni volta che succede è sempre la stessa storia.

 
(113 parole)

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Capitolo 37
*** Buongiorno al TARDIS {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Nonostante il Dottore sia assolutamente imprevedibile, Rose ha scoperto che, all'interno del TARDIS, sa essere estremamente abitudinario.
Note: È venuta fuori una cosa crack, parecchio crack.

«E chi è la mia piccolina? Chi è la mia sexy TARDIS, eh? Sei tu, mia piccola Sexy!» cinguettò il Dottore con una vocetta sottile mentre accarezzava la console del TARDIS.
Era un rituale, per il Dottore, dare in questo modo il suo buongiorno alla macchina del tempo e Rose lo aveva scoperto da poco per un puro caso. La ragazza era rimasta basita la prima volta, intenerita la seconda e divertita dalla terza in poi: il Dottore, di solito così serio e sicuro di sé, era troppo impegnato a vezzeggiare il TARDIS come un bambino di due anni per rendersi conto di essere osservato.
Rose rise tra sé e scosse la testa: «Come mai non coccoli me come fai con il TARDIS, Dottore?» chiese divertita congelando il Dottore sul posto.

 
(131 parole)

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Capitolo 38
*** Quanto manca? {Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: È il viaggio ad essere importante, non la destinazione.

Viaggiare con il Dottore su una macchina a quattro ruote non era affatto divertente.
«Quanto manca?».
«Dottore, non ricominciare!».
«Quanto manca, ho detto?».
«Un'altra ora e mezza, poi siamo arrivati».
«Dove?».
«Oh, santo cielo, te l'ho detto un milione di volte: andiamo a passare una giornata al mare».
«Perché?».
«Perché hai bisogno di una vacanza, di abbronzarti e di ingrassare. E ora zitto!».
No, decisamente non era divertente: lagnoso come un bambino, il Dottore non era abituato a viaggiare come le persone comuni, cioè affrontando il traffico lento dei bagnanti diretti alla spiaggia sotto il cocente sole di agosto.
«Avresti potuto metterti qualcosa di più estivo, invece del solito completo!» lo rimproverò Donna Noble: «Non senti che stai morendo di caldo?».
«Mi posso sempre rigenerare».
«È un modo di dire, Dottore» sbuffò Donna, non sapendo se avrebbe retto un'altra ora e mezza in quel modo.

* * *

«Papà, quanto manca?» chiese il piccolo John dal seggiolino sul sedile posteriore dell'auto.
Donna tirò una poderosa gomitata al marito Shaun, che si riscosse dal torpore del caldo: «Ci vorrà ancora un po', John» mormorò.
«Ma io mi annoio».
«Perché tu e la mamma non mi cantate qualcosa, mh?» propose Shaun e il bambino parve rifletterci un po', poi attaccò le prime note della sua canzone preferita, ma Donna parve non seguirlo.
Aveva una strana sensazione, come se avesse vissuto una cosa simile, ma che non riuscisse a ricordare...
«Mamma, tocca a te».
«Cosa? Ah, già».
E Donna cantò, dimenticando quella sensazione come aveva fatto con il Dottore.

 
(256 parole)

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Capitolo 39
*** 3D {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Parole crociate.

«Perché non possiamo uscire dal TARDIS, Dottore?».
«Perché in questo momento sta attraversando una tempesta di meteore».
«E quanto durerà?».
«Non ne ho idea».
Rose sbuffò, continuando a girarsi i pollici, poi chiese: «E adesso cosa facciamo?».
«Potremmo fare le parole crociate» propose il Dottore e Rose alzò un sopracciglio.
«Le parole crociate? Sul serio?».
«Certo, mai sentito parlare di parole crociate in 3D?» disse il Dottore premendo qualche tasto della console e le luci del TARDIS si spensero non appena apparve un ologramma di un parallelepipedo con alcune caselle annerite: «Orizzontale, verticale e perpendicolare, funziona esattamente come la versione 2D. Per inserire la risposta devi solo dirla a voce alta».
«Detta così è divertente».
«Lo è, comincia tu».
«Okay, allora... Prima perpendicolare!» disse Rose e una riga di caselle si illuminò.

 
(132 parole)

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Capitolo 40
*** Quel nome sulla pelle {Human!Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Soulbond!AU, Destinata a conoscerti.
Note: Nell'universo in cui è ambientata questa storia il Dottore è un essere umano.

«Mi raccomando, tesoro, prenditi cura di John, intesi?» disse Jack strizzando l'occhio a Rose.
La ragazza sobbalzò quando sentì quel nome e, con la bocca aperta dallo stupore, fissò quel capitano dell'esercito uscire dal ristorante dove era andata a cena con Nine, l'uomo che aveva cominciato a frequentare da un po' di tempo a quella parte.
«John? Tu ti chiami John?».
«Esatto, capitano John Smith, medico militare in congedo» disse Nine con una finta aria di importanza: non amava ricordare gli anni passati nell'esercito, per questo non ne aveva mai parlato con Rose. Abbassò gli occhi sulle mani e poi tornò a guardare Rose: «Ma preferisco farmi chiamare Nine» aggiunse dopo un breve momento di silenzio.
«Oh».
«Cosa c'è? Credevi che il mio nome fosse Nine?».
«No, non è questo».
Rose si rigirò l'anello che aveva all'anulare destro e sorrise: forse era giunto il momento di parlare a Nine del nome John che lei portava scritto sulla pelle…

 
(158 parole)

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Capitolo 41
*** Nuova musica {Tenth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***


Prompt: Il Dottore insegna a Novecento una nuova arte.
Note: Il personaggio di Novecento appartiene all'omonimo monologo teatrale di Alessandro Baricco.

Lo incontrò un anno prima di Tim.
Quella sera si era mescolato con una tale perfezione tra i passeggeri della nave che nessuno immaginò che si trattasse di un clandestino. Nessuno, tranne Novecento.
Il pianista era bravo in queste cose, a capire dagli occhi e dalle parole di chi aveva davanti tutto, o quasi tutto, ciò che quella persona si portava addosso: quella persona - quell'uomo che poi si presentò come il Dottore - sembrava giovane, eppure i suoi occhi avevano visto talmente tante cose che non sarebbe bastata una vita di un uomo comune per elencarle tutte. Sorrideva a chi gli rivolgeva la parola e, spesso, si scatenava sulla pista da ballo insieme a qualche ragazza che aveva ammiccato nella sua direzione, ma a Novecento non sfuggì quella tristezza e quella solitudine talmente grandi da portare chiunque alla disperazione più nera.
Quello che Novecento vide nel Dottore, o forse fu il Dottore stesso, gli ispirò la sua musica più straordinaria.
I primi a fermarsi furono gli altri musicisti della band, poi fu la volta dei camerieri e alla fine di quelli che stavano ballando: non una mosca volò mentre le mani di Novecento correvano sugli ottantotto tasti del pianoforte e nessuno applaudì quando la musica finì.
Quella curiosa esibizione fu sulla bocca di tutti per una settimana, ma solo Novecento e il Dottore sapevano cosa passasse per la testa del musicista in quei ventuno minuti e trentadue secondi di esecuzione: il Dottore aveva avuto a che fare con popoli, re e personaggi strani di ogni sorta, ma quel pianista degli anni Venti, quello era la cosa più straordinaria che avesse mai trovato nei suoi viaggi nello spazio e nel tempo.
«Raccontami uno dei tuoi viaggi, Dottore».
«Una volta sono stato nella Galassia di Buddha e...».
E mentre il Dottore narrava delle cose che aveva visto, sentito e provato - cose che il pianista aveva già intuito, in un certo senso -, vedeva Novecento socchiudere gli occhi e provare a immaginare nella sua testa quei posti e quelle epoche così lontani da loro.
Il Dottore rimase sul Virginian per tredici giorni e Novecento provò una strana sensazione quando l'ultimo bagliore del TARDIS svanì davanti ai suoi occhi: era come una malinconia, un lento blues romantico che il pianista non voleva far ascoltare a nessuno ed era certo, mentre se ne andava in terza classe, che mai per nessun altro avrebbe potuto provare qualcosa di simile.

 
(405 parole)

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Capitolo 42
*** America {Tenth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***


Prompt: Passeggiata per la nave mano nella mano.

Novecento adorava passeggiare per il Virginian di notte.
Quel silenzio, lo stesso che regnava dalla suite della prima classe alla cabina dell'ultimo marinaio, era musica per le orecchie del pianista, che quasi in punta di piedi si muoveva per i corridoi della nave che ormai conosceva a memoria.
Non era la prima volta che girava per la nave di notte, ma quella volta era speciale: insieme a lui, con le dita intrecciate tra le sue, un uomo in giacca e cravatta e con i capelli spettinati si lasciava guidare sul ponte del Virginian.
Quella notte sarebbe stata speciale: il Dottore gli aveva annunciato che lui e il suo TARDIS sarebbero partiti per chissà dove nel pomeriggio e per nulla al mondo Novecento avrebbe sprecato in inutili chiacchiere l'ultima notte insieme.
Si appoggiarono alla ringhiera e aspettarono che le prime luci dell'alba lasciassero il posto a un nuovo giorno, ma Novecento non aveva occhi che per il suo Dottore. Fu in quel momento, nei grandi occhi scuri del Signore del Tempo, che Novecento la vide.
Chiedendosi come avesse fatto a sfuggirgli una cosa simile, Novecento avvicinò il proprio viso a quello del Dottore: sì, non c'era alcun dubbio, sarebbe stato lui - lui e nessun altro - a vedere per primo l'America e a gridarlo a tutti.
«Perché sorridi? Ho un Orbofungo nell'occhio?» chiese il Dottore divertito e Novecento rise, pur non avendo la più pallida idea di cosa fosse un Orbofungo.
«Lo capirai presto».
Si baciarono, mentre i primi marinai del Virginian si alzavano per cominciare una nuova giornata di lavoro.

 
(261 parole)

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Capitolo 43
*** Il mistero dei tamburini fantasma {Human!Tenth Doctor & Donna Noble} ***


Prompt: AU in cui Donna è un'appassionata di alieni e del paranormale in generale e Ten è il poveraccio che la accompagna nelle sue 'avventure', o meglio follie.

C'erano volte in cui John Smith malediceva il giorno in cui, all'asilo, decise di diventare vicino di banco di Donna Noble.
Già dal suo disegno dei mostri verdi avrebbe dovuto capire che la bambina non era del tutto a posto con la testa: con il nonno Wilfred che le leggeva storie di fantascienza come favole della buonanotte, cos'altro poteva scarabocchiare Donna nei fogli bianchi dell'album se non navicelle spaziali, pianeti lontani e alieni dalle facce più strane?
Crescendo, Donna non era per nulla migliorata e coinvolgeva John sempre più nelle sue fantasie allucinanti: John non avrebbe mai dimenticato le ore sulla sua macchina blu per raggiungere convegni dedicati agli UFO o le interminabili tirate dell'amica su eventi paranormali di ogni tipo, lui che con il suo buonsenso riusciva a mitigare almeno in parte l'esuberante entusiasmo di Donna.
«Dobbiamo assolutamente andarci, John!» disse Donna quella sera ed era con quella frase che Smith previde i dolori in arrivo: «Bisogna assolutamente svelare il mistero dei tamburini fantasma che hanno portato Harold Saxon in manicomio!».
«Donna, ma ti rendi conto che è a tre ore di macchina da qui?».
«Ma noi non andremo in macchina, sciocchino, ma a piedi».
«Prego?».
«Ma sì, ti devi rendere conto, John, che con il rumore, i fari e tutto quanto, gli spiriti dei tamburini...».
«Ammesso che esistano».
«... non si mostreranno mai a noi» disse Donna, ignorando il commento di John: «Quindi ci aspetta una lunga passeggiata, sì, ma vedrai che non te ne pentirai».
«...».
«Allora?».
«No, Donna, questa te la puoi scordare».

«Oh, sono così contenta che tu abbia cambiato idea, John» esclamò Donna tutta felice mentre si incamminava in gran carriera lungo la strada.
«Non avevo molte alternative dopo che tu mi hai preso per un orecchio e trascinato giù per le scale» borbottò John imbronciato issandosi lo zaino in spalla: la schiena era tutto un dolore, le gambe pure e la lingua era penzoloni per la fatica.
«Uff, quanto sei pignolo» sbuffò Donna: «Forza, risparmia il fiato, abbiamo ancora tanta strada da fare. Hop, hop, hop!».

 
(343 parole)

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Capitolo 44
*** Il pugno in faccia {Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Eleventh Doctor & River Song} ***


Prompt: La seconda volta che il Dottore giunse sul Virginian era accompagnato da sua moglie.

Fu come un pugno dritto in faccia.
«Lei è tua...».
«Moglie, sì» disse il Dottore con il più grande sorriso sulle labbra che riuscì a rivolgergli e lasciò che la donna dai capelli biondi e ricci appoggiasse la sua testa sulla spalla: «River, lui è Novecento, il pianista di cui ti ho parlato».
Come un automa, Novecento si lasciò stringere la mano da River Song - una donna dal carattere forte, proprio quello che ci voleva per uno come il Dottore: fissò la coppia senza riuscire ad ascoltare nient'altro, non riuscendo ancora a capacitarsi del fatto che il suo Dottore fosse cambiato così tanto.
«Novecento, yu-huu!» lo chiamò il Dottore sventolandogli una mano davanti alla faccia.
«Cosa?».
«Ah, ma allora ci sei! Ti dicevo che stanotte io e River verremo a vederti suonare, come ai vecchi tempi, che ne pensi?».
«Io... sì, ehm... Scusa, Dottore, devo andare».
«È tutto okay?».
«Sì, è solo che ho... uhm, da fare. Ci vediamo».
Si allontanò velocemente, quasi di corsa, prima che il Dottore potesse chiedergli altro.

 
(173 parole)

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Capitolo 45
*** Dettagli {Amy Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Una AU ambientata nell'episodio del matrimonio di River Song con Amy e Rory soldati.

Amelia Pond ricordava quel giorno nello Utah.
Ricordava l'astronauta che sparava al Dottore e che esitava nell'ucciderlo, il Dottore morto e, al contempo, il suo viso incredulo davanti all'esitazione del suo assassino, ma non ricordava nulla dell'uomo che era accanto a lei mentre accadeva tutto questo.
Sapeva che là, in quell'altro universo, lei e quest'uomo erano sposati, che si amavano molto e che questo ipotetico marito non aveva esitato ad aspettarla per duemila anni armato solo di spada.
Sapeva solo questo di lui, ma per quanto si sforzasse Amy non riusciva a evocare alcun dettaglio del suo viso o il suono della sua voce.
Non le era rimasto, allora, che cercare di osservare di nascosto i visi dei suoi sottoposti durante il solito giro di ronda per controllare i Silenzi: credeva che le sarebbe bastato un gesto o una frase buttata lì per caso per ricostruire ciò che l'alterazione del punto fisso aveva distrutto, ma nessuno di loro riuscì a ricordarle qualcosa.
Forse ci sarebbe riuscita il capitano Rory Williams, ma Amy non guardò mai il suo volto con la dovuta attenzione.

 
(182 parole)

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Capitolo 46
*** Fantastica {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Il Dottore vorrebbe solo dirle quello che prova, ma non può, perché sa che presto o tardi dovrà dirle addio.

Era da tanto che voleva dirle quanto fosse straordinaria.
Il Dottore cercò di non spaventare Rose mentre la rigenerazione iniziava a fare il suo corso: anche se sarebbe stata un'incognita, non avrebbe potuto salvarsi in nessun altro modo e avrebbe voluto che Rose lo capisse. Non avrebbe sopportato, infatti, l'idea di un suo rifiuto solo perché nella sua nuova faccia non avrebbe visto nulla o quasi di lui.
«Volevo solo dirti che sei fantastica. E sai cosa?».
Lei scosse la testa e il Dottore continuò a sorriderle, ben consapevole che non c'era nulla di divertente in quella situazione. Doveva solo dirle che era stato ciò che provava per lei a spingerlo a sacrificare la sua rigenerazione, implorarla di non avere paura di quello che sarebbe venuto dopo e rassicurarla che anche il nuovo se stesso avrebbe provato le stesse cose nei suoi confronti.
Doveva solo dirle questo, ma la rigenerazione divenne più rapida del previsto.
«Lo sono anche io».
Il Dottore si lasciò andare, con la speranza che in futuro sarebbe stato più fortunato.

 
(174 parole)

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Capitolo 47
*** Di cuccioloni sensibili e balli notturni {Tenth Doctor & Donna Noble & Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Tim Tooney} ***


Prompt: Quando una cabina blu comparve sul Virginian e uno strano Dottore convinse Novecento a suonare per tutta la notte. Bonus: Ten e Donna ballano sulle note per tutta la sera.
Note: Questa flash è slegata dalle altre sulla stessa crossover. Inoltre, c'è un piccolissimo riferimento a Harry Potter.

Il Dottore e Donna Noble poterono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Davanti a loro, l'enorme cane a tre teste ronfava beato come se non avesse messo in fuga con la sua presenza le decine di passeggeri della prima classe del Virginian: come ogni membro della sua specie, anche lui aveva un orecchio molto sensibile alla musica e, grazie al cielo, Donna e il Dottore avevano potuto contare sull'abilità del pianista della jazz band della nave, un tipo molto simpatico di nome Novecento.
«E ora che si fa, Dottore?» chiese Donna accarezzando una delle teste del cane.
«Ho mandato un messaggio dal TARDIS al pianeta Tylan, mi hanno assicurato che manderanno una nave per prendere questo bel cucciolone».
«Cucciolone? Quello?» domandò Tim Tooney, il trombettista della band della nave: il suono della tromba avrebbe potuto rendere vani gli sforzi del Signore del Tempo e della sua compagna per ammansire il cane, perciò il suo contributo alla situazione fu di salvare Novecento da morte certa per un paio di volte e scolarsi due bicchieri di alcolici per superare lo shock di quella serata molto movimentata.
«Beh, sì, in fondo ha solo due mesi terrestri».
Per tutta risposta, Tim Tooney decise di bersi un terzo bicchiere: «E quando verranno a riprenderselo?» bofonchiò il trombettista e il Dottore alzò le spalle.
«A occhio e croce, domani mattina».
«Domani mattina?».
«Tranquillo Tim, posso andare avanti per tutta la notte» disse Novecento alzando per un attimo gli occhi dalla tastiera: una delle teste del cane ringhiò per un momento, poi riprese a russare.
«E fino ad allora?» chiese Donna smettendo di accarezzare il cane.
«Beh...» emise il Dottore facendo alzare la sua compagna: intuendo le intenzioni del Signore del Tempo, Novecento velocizzò il ritmo e osservò la coppia ballare scatenata davanti a lui, mentre Tim decideva finalmente di rilassarsi e sedersi a cavalcioni sulla sedia vicino al pianoforte.

 
(313 parole)

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Capitolo 48
*** Il punto fisso {Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Eleventh Doctor} ***


Prompt: L'unica volta che Novecento lasciò il Virginian fu per viaggiare nell'Universo. Bonus: Il Virginian viene distrutta quando Novecento è in viaggio con il Dottore.

«Tu, come hai potuto?».
«Novecento, ti prego...».
«Avevi promesso che mi avresti riportato sul Virginian, maledizione!».
«Ascoltami...».
«È saltata in aria, Dottore, e là avrei dovuto esserci anche io!».
Il Dottore tacque e si sistemò il cravattino: aveva ritrovato Novecento quando la guerra era agli sgoccioli e sulle prime non lo aveva riconosciuto, tra gli infermieri che spostavano i cadaveri e i feriti che urlavano il loro dolore. Lo aveva trovato per caso mentre canticchiava una ninna nanna nell'orecchio di un soldato che avrebbe potuto avere l'età di Rory Williams e che era morto tra le loro braccia: dopo essere stato la spalla su cui poter piangere di frustrazione, il Dottore aveva proposto a Novecento di seguirlo nei suoi viaggi nello spazio e nel tempo, lontano dalla Terra e dalla sua guerra spietata, in nome dei vecchi tempi felici.
«Promettimi, però, che mi riporterai sulla nave» gli aveva detto Novecento accarezzando la ringhiera che circondava la console del TARDIS.
«Ehi, ma per chi mi hai preso?» gli aveva risposto il Dottore ed era stato contento, in quel momento, di vedere l'ombra di un sorriso sul volto del pianista.
Ma ora quello era un ricordo lontano, la guerra era finita e la nave, ormai ridotta a un rottame, era stata fatta saltare in aria pochi istanti prima del loro ritorno.
«Torna indietro nel tempo, puoi farlo, no?» domandò Novecento: «Ti scongiuro, Dottore, torna indietro nel tempo e portami su quella nave».
«In questo caso non posso farlo, mi dispiace».
«Cosa?».
«Il tuo viaggio nell'universo e la tua assenza nella nave sono punti fissi nel tempo che non posso alterare» spiegò il Dottore prendendo la testa di Novecento tra le mani: «So che quella nave è stata la tua casa, so cosa significa perderla, ma non posso e non voglio causare un paradosso che potrebbe far collassare l'universo su se stesso, capisci?».
Novecento esitò prima di annuire e si lasciò guidare dal Dottore fino a una poltrona: il Signore del Tempo guardò per un attimo quegli occhi persi nel vuoto e fece partire il TARDIS.

Tim Tooney era tornato da Plymouth a mani vuote.
Neil O'Connor gli aveva assicurato che Novecento non era sceso dalla nave, ma una volta arrivato alla carcassa del Virginian non aveva trovato tracce di lui, pur essendosi fatto aiutare da alcuni operai del porto.
Si chiuse la porta di casa alle spalle e si tolse cappello e cappotto imprecando contro gli scherzi di dubbio gusto di O'Connor, ma qualcuno bussò alla porta: «E ora chi diavolo è?» borbottò Tim andando ad aprire e rimase di sasso nel vedere Novecento regalargli un sorriso colmo di tristezza.
Dietro il pianista, Tim vide la porta del TARDIS scomparire nel nulla.

 
(450 parole)

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Capitolo 49
*** L'intervista {Human!Ninth Doctor/RoseTyler} ***


Prompt: HG!AU, Rose è un tributo, Nine il suo mentore. E non ci potrà essere mai nulla, oltre a quegli sguardi.

«E ora un applauso a Rose Tyler, del Distretto 8».
Rose è radiosa - è bellissima - mentre si avvicina con un gran sorriso alla poltrona vicino a quella di Caesar Flickerman. Cassandra ha fatto un buon lavoro preparandola per l'intervista e John Smith non può non ammetterlo, pur non provando alcuna simpatia nei confronti della capitolina: lei, con il suo entusiasmo fuori luogo per dei Giochi che mandano a morte decine di ragazzi, ha estratto il bigliettino con il nome di Rose, costringendo John a promettere a sua madre Jackie che farà di tutto per riportare la ragazza a casa.
«Lascia che te lo dica, sei meravigliosa» dice Caesar con una risatina finta prima di attaccare a parlare di banalità con Rose. La ragazza risponde in modo amabile a ogni sua domanda e John non può che sorridere davanti al meglio che Rose sta dando di sé: pur avendo combinato ogni genere di pasticci dal giorno in cui è arrivata a Capitol City, Rose è in gamba e John spera che la buona impressione che ha fatto a lui sia la stessa anche per qualche ricco capitolino presente in sala.
«E parliamo d'amore, cara» ammicca Caesar e Rose arrossisce lievemente: «Raccontaci, chi ti aspetta a casa?».
Rose cerca lo sguardo del suo mentore in platea e John le fa un cenno di assenso: si sono preparati anche a questo - Caesar Flickerman non è contento se non chiede dei fidanzati almeno un paio di volte - e, anzi, ci hanno discusso sopra per ore prima che John riuscisse a convincerla che doveva parlare di Mickey.
«Ma io non amo Mickey, Nine» aveva protestato Rose chiamandolo con quel curioso soprannome con cui lo conoscono tutti in città.
«Rose, si tratta solo di una serata» le aveva risposto John accarezzandole i capelli.
«Perché non posso parlare di te?».
Il cuore di Nine aveva avuto un piccolo tuffo, ma il mentore era fermo nella sua decisione quando disse: «Lo sai, Rose, cosa accadrebbe a te, a me e alla tua famiglia».
E quella sera, John si ritrova a pregare che Rose non faccia la ribelle e che parli in modo buffo di Mickey, magari intenerendo qualche spettatore. Una regola di Capitol impedisce una relazione tra il tributo e il proprio mentore e John ha sentito troppo spesso di genitori massacrati e di tributi morti in "incidenti" nell'Arena: lui stesso, quando ha vinto gli Hunger Games, ha perso la sua famiglia per aver sfidato Capitol City e non vuole che Rose subisca lo stesso destino, se può evitarlo.
Con enorme sollievo di Nine, Rose parla di Mickey come se fosse la cosa più bella del mondo e non il patetico idiota che John ha conosciuto al Distretto: pur con la tristezza nel cuore e con l'angoscia per quello che potrebbe accadere nell'Arena di Rose, John Smith sorride perché sa che tutte le parole d'amore che la ragazza sta dicendo alle telecamere, in realtà, sono rivolte solo a lui.

 
(495 parole)

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Capitolo 50
*** Gelosia portami via {Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento & Tenth Doctor & Donna Noble & Tim Tooney} ***


Prompt: Da quando sono partiti tutti e quattro Novecento ed il Dottore si mangiano con gli occhi, ma Tim fa di tutto per separarli con l'aiuto di Donna.

Ora ogni cosa, per Donna Noble, acquisiva un nuovo senso.
"Il Dottore è..." pensò allibita mentre l'alieno circondava con un braccio le spalle di Novecento. Il Dottore le aveva già raccontato di Novecento, parlando di lui come "un amico molto intimo", ma Donna non immaginava che fosse \così\ intimo.
Vicino a lei, Tim teneva il broncio davanti ai sorrisetti che Novecento e quell'alieno attira - casini si scambiavano: a furia di rodersi dentro dalla gelosia, ne era certo, gli sarebbe venuto il mal di stomaco.
«Piantatela, voi due!» berciò Tim nella loro direzione e sottolineò il concetto incrociando le braccia.
«Non faccia il guastafeste, non si vedono da tanto tempo» lo rimproverò Donna.
«Appunto, chi si è sorbito le storielle sull'alieno dopo che è sparito per quattro anni sulla scatoletta magica? Io! E chi è che ora sta con Novecento? IO!» sbottò Tim tamburellando impaziente il piede.
«Tim, calmati, io e il Dottore siamo solo amici» gli aveva risposto Novecento con un largo sorriso: «E poi, lo sai che adesso ci sei solo tu, per me» aggiunse facendogli l'occhiolino - come se questo potesse farlo diventare meno incazzato di quanto non fosse!
Con un grugnito, Tim Tooney sbuffò e Donna rise: «È così geloso?» chiese.
«Perché, lei no?».
Donna si voltò verso il Dottore e lo sorprese a guardare Novecento come se avesse davanti la cosa più bella dell'universo o come se, peggio ancora, stesse per saltargli addosso da un momento all'altro. E, ora che ci pensava, il Dottore l'aveva addirittura ignorata da quando aveva incrociato Novecento per i corridoi della nave.
«Spaceman, piantala di fissarlo in quel modo!».

 
(269 parole)

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Capitolo 51
*** Punto di arrivo {Tenth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***


Prompt: Quando capirono di amarsi era, ormai, troppo tardi.

«E così, Dottore, stai morendo».
«Già».
«E non c'è niente che io possa fare?».
«No, non credo».
Novecento annuì leggermente e invitò il Dottore a sedersi sulla carica di dinamite di fronte a lui: erano soli in quella grande nave vuota ed entrambi sapevano che non era solo il Dottore ad avviarsi verso la morte.
«Ma tu sei proprio sicuro, Novecento?».
«Di cosa?».
«Di farti saltare in aria con la nave».
«Non ho molte alternative, temo».
«Le hai, invece» protestò il Dottore, poi strinse i denti per un'improvvisa fitta di dolore e aggiunse: «Sali sul TARDIS insieme a me, Novecento, potremmo viaggiare insieme nell'universo quando mi sarò rigenerato».
«L'universo non è il posto per me, Dottore».
«Ma io non voglio che tu te ne vada, se posso impedirlo!».
Novecento scosse la testa e accarezzò la guancia del Signore del Tempo, facendogli capire che per quello che lo riguardava la questione era chiusa. Il Dottore aprì bocca per un ultimo, disperato tentativo di convincere il pianista a cambiare idea, ma lo guardò negli occhi e capì che non ci sarebbe riuscito.
Si alzò, facendosi aiutare da Novecento, e sulla porta del TARDIS lasciò che lo baciasse sulla fronte: si avvicinò alla console della nave con i cuori a pezzi e abbassò una leva per raggiungere la sua ultima destinazione, Rose Tyler.

 
(220 parole)

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Capitolo 52
*** Passato in frammenti, unico futuro {Doctor & Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***


Prompt: Quando Novecento vide il Dottore quella volta non ci poteva credere, non lo aveva mai visto in quella versione. Bonus: il Dottore è in una delle versione della serie classica (da First a Eight.)

Ogni volta che il TARDIS approdava sul Virginian, Novecento non era in grado di stabilire quale Dottore ne sarebbe uscito.
Fortunatamente, l'Undicesimo Dottore o forse il Quarto - Novecento non lo ricordò mai con esattezza - gli aveva spiegato che, nei viaggi del tempo, era perfettamente normale che due linee temporali non fossero in sincronia: bastava non farsi spoiler a vicenda e tutto sarebbe andato bene.
Novecento non sapeva cosa volesse dire la parola "spoiler", ma ciononostante riuscì a cavarsela con tutti i Dottori che incontrò, anche se le prime volte non erano state le più semplici - il Quinto Dottore, per esempio, se ne andò domandandosi chi mai fosse Rose Tyler.
Per il resto, fu uno dei pochi esseri viventi dell'universo a conoscere tutti i Dottori e le loro compagne: indimenticabile fu il duetto per pianoforte e flauto dolce improvvisato con il Secondo tra gli applausi della terza classe, così come rimase impresso nella sua memoria la fuga con il Sesto da un'enorme lucertola aliena che aveva fatto il nido nella lavanderia del Virginian. Durante una notte di burrasca suonò un valzer facendo volteggiare il Primo Dottore e sua nipote Susan, mentre la notte successiva si ritrovò a consolare il Guerriero per i sensi di colpa della Guerra del Tempo.
Novecento fu il passato frammentato del Dottore e il Signore del Tempo, a giudicare dalla profonda tristezza che vide una volta negli occhi del Dodicesimo, fu il futuro unico e compatto che aspettava il pianista.

 
(246 parole)

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Capitolo 53
*** Promemoria di coraggio {Eleventh Doctor & Craig Owens} ***


Prompt: "Stai sprecando il tuo tempo per me?" "E' questo che fanno gli amici."

Craig era abituato a non credere molto nelle proprie capacità.
Prima che il Dottore bussasse per la prima volta alla sua porta, Craig Owens credeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di confessare a Sophie quello che provava per lei.
Ci era riuscito contro ogni aspettativa e, da quel passo in un sentiero pieno di se e ma, era nato il piccolo Alfie.
E quando credeva che non sarebbe stato in grado di fare il bravo padre, il Dottore era tornato ed era stato sufficiente il pianto del suo bambino per liberarsi dei Cybermen che lo volevano trasformare in un leader privo di emozioni.
Forse, rifletteva Craig mentre cercava di convincere Alfie a mandare giù la pappa, il Dottore perdeva il suo tempo con lui per questo: per ricordargli che gli atti di coraggio, grandi o piccoli che fossero, venivano anche dalle persone più inaspettate.
E non passava sera che, prima di addormentarsi, Craig non ringraziasse il suo amico Dottore per questo promemoria.

(164 parole)

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Capitolo 54
*** Dottor Dumbo {Ninth Doctor/Rose Tyler} ***


Prompt: Rose parla nel sonno. Tiene veri e propri comizi, per la precisione.
Note: È di un'idiozia, davvero, ma spero che vi piaccia.

«Mammaaaaa!».
Il Dottore e Jack Harkness sgranarono gli occhi e in due secondi furono in mutande al centro della stanza con le armi soniche puntate contro il nulla. Fortunatamente, nessun bambino con la maschera a gas attentava alle loro vite: era solo Rose che parlava... nel sonno?
«Oh che bello, hai fatto le lasagne» mugugnò rigirandosi nelle coperte: «Le hai preparate anche per il Dottore, vero?».
Gli altri due si guardarono per un attimo e si rimisero sotto le coperte, tirando un sospiro di sollievo per il cessato pericolo. E invece...
«No, Mickey, non ti permettere di chiamarlo Dottor Dumbo davanti a me» borbottò convinta e Jack cercò di trattenere un accesso di risatine: «Beh, sì, lo so che ha le orecchie grandi, le vedo tutti i giorni!».
Il Dottore si portò le mani alle orecchie e Jack dovette affondare la faccia nel cuscino per non scoppiare a ridere fragorosamente.
«Ma sono cooosì carine» mormorò Rose con un largo sorriso: «Passerei tutto il giorno a stropicciarle».
Dal troppo ridere, Jack cadde dal letto con un tonfo che ebbe il dono di interrompere Rose e il suo dibattito sulle orecchie del Dottore.
«Che è successo, Dottore?».
«Niente, Jack ha sognato orecchie giganti ed è caduto dal letto» le rispose il Dottore: «Ora torna a dormire, okay?».

 
(215 parole)

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Capitolo 55
*** Duetto per chitarra elettrica e pianoforte {Twelfth Doctor/Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento} ***


Prompt: Il Dottore crede che il giorno dopo morirà, per questo passa tutto il tempo possibile con Novecento.
Note: Contiene spoiler sulla nona stagione. Lettore avvisato...

Sin dal momento in cui il Dottore gli propose di improvvisare insieme un duetto per pianoforte e chitarra elettrica, Novecento capì che gli stava nascondendo qualcosa.
A confermarlo non furono tanto i piccoli gesti che il Signore del Tempo faceva - come attaccare la chitarra e la cassa a una presa elettrica del TARDIS o evitare accuratamente tutte le sue domande - quanto piuttosto un qualcosa negli occhi che sulle prime Novecento non seppe definire con esattezza: tristezza, vergogna e un finto entusiasmo che il Dottore aveva giustificato con un "Sono molto felice di vederti".
«Ho voglia di creare un anacronismo musicale, Novecento, che ne dici? Anticipiamo i Beatles di qualche decennio?».
«Dottore...».
«Mh, no, hai ragione. L'ultima volta che l'ho fatto, Paul mi ha colpito in testa con il basso».
«Dottore...».
«Grande idea, un arrangiamento del pezzo con cui hai stracciato Jelly Roll Morton l'anno scorso».
«Dottore, fermati un attimo e dimmi che cosa ti sta succedendo».
Il Signore del Tempo abbandonò la chitarra da una parte con movimenti lenti e guardò Novecento negli occhi: non poteva nemmeno passare la vigilia della sua morte senza che lui e la sua fastidiosa empatia mettessero un dito su quella piaga, e la cosa peggiore era che a lui Novecento piaceva proprio per questo. Maledizione!
«Sto per morire, Novecento, e una persona che non mi piace ha chiesto di me» disse dopo un'eternità e Novecento piegò la testa da un lato, gesto che faceva sempre quando si parlava di qualcosa di interessante: «Ma non so se ci andrò, tutto qui».
«E quando vorresti partire?».
«Domani».
«Quindi lo incontrerai?».
«Mi sembra evidente».
Novecento annuì e il Dottore lasciò che gli prendesse la mano: si aspettò che Novecento cercasse di convincerlo a non andarci o, peggio ancora, di consolarlo per una fine che lui sentiva imminente e che Novecento aveva intuito già dal suo arrivo sul Virginian.
Ma, grazie al cielo, il pianista non era così prevedibile.
«Suoniamo?».

 
(324 pagine)

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Capitolo 56
*** Nei miei occhi {Amelia Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Soulbond!AU, Amy non avrebbe mai detto che il suo cuore sarebbe stato legato per tutta la vita proprio a quello di Rory. Eppure...
Note: È una AU un po' strana dove sono tutti umani e dove il nome dell'anima gemella è scritta nell'iride dell'occhio sinistro e scompare quando si trova questa persona.

Rory
Quattro lettere impresse nell'iride che potevano indicare chiunque, ma erano bastate ad Amelia Pond per accendere la sua fantasia di ragazzina. Chiunque fosse questo Rory, nell'immaginazione di Amy era un Adone forte e generoso tra le cui braccia, ne era sicura, si sarebbe sentita amata e protetta.
Invidiò molto John Smith, il suo migliore amico, quando decise di girare il mondo a bordo della sua macchina blu alla ricerca della misteriosa Melody e lei non poté seguirlo: non le restò, dunque, che leggere le cartoline di John, fantasticare e salutare distrattamente il figlio dei vicini Williams, che passava sempre in bicicletta davanti casa sua per andare in ospedale dove lavorava come infermiere.
Poi accadde che quelle quattro lettere cominciassero a svanire e Amy andò nel panico: non aveva ancora trovato Rory, chiunque egli fosse, e quella scritta sull'iride era l'unica prova certa che lui esistesse davvero. O forse - e Amy rabbrividì al solo pensiero - quella che lei credeva una scritta era in realtà un banale difetto di vista?
«Amy, il postino ha consegnato per sbaglio a me una cartolina per te» le disse il figlio dei vicini porgendole timidamente una cartolina dallo Utah: pieno di entusiasmo, John annunciava alla sua amica di aver trovato Melody, anche se era una latitante ricercata per omicidio. Amy fece una smorfia amareggiata e si mise la cartolina nella tasca.
«Grazie, ehm...» disse incerta, ricordandosi in quel momento di non sapere come si chiamasse il suo vicino. In quel momento, Brian Williams uscì brandendo un pennello sporco di vernice verde.
«Rory, dove sei finito? Non mi dovevi aiutare a ridipingere il salotto?» disse con rimprovero e il ragazzo tossicchiò. Amy lo fissò a bocca aperta mentre la salutava e rientrava in casa, seguito da suo padre.
Rory?

 
(295 parole)

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Capitolo 57
*** A thousand years {Amelia Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Song!fic sulla canzone A thousand years di Christina Perri.
I pensieri di Rory mentre aspetta duemila anni che la Pandorica si riapra.
 
Time stands still
Beauty in all she is
I will be brave
I will not let anything take away
What's standing in front of me
Every breath
Every hour has come to this

Rory cercò di ignorare le sirene di allarme e annodò la corda intorno alla Pandorica più stretta che poté. Alzò lo sguardo e vide gli aerei nazisti avvicinarsi come uno stormo di corvi per terrorizzare Londra e decise di non esitare un solo istante di più: afferrò la corda con entrambe le mani, se la issò sulla spalla e attraversò le strade della città trascinando la Pandorica dietro di sé.
La Pandorica è indistruttibile e nulla, nemmeno la morte, poteva entrarci: questo aveva detto il Dottore e Rory non aveva avuto motivo di dubitare delle sue parole, ma non credeva comunque sicuro per Amy trovarsi proprio sotto le bombe tedesche.
Gli conveniva sbrigarsi, pensò stringendo i denti per lo sforzo e ignorò gli sguardi attoniti dei passanti che lo osservavano, né alle sue orecchie giunsero le urla delle persone che vedevano sganciare le prime bombe dal cielo. Un militare provò addirittura a strappargli di mano la corda per intimargli di mettersi al sicuro, ma bastò che Rory sguainasse la spada per fargli cambiare idea.

 
I have died every day waiting for you
Darling, don't be afraid
I have loved you
For a thousand years
I'll love you for a thousand more

Alla fine di quella notte troppo lunga, gli allarmi cessarono e il silenzio tornò a dominare Londra.
Esausto, Rory Williams si tolse l'elmo e si sedette accanto alla Pandorica, come aveva sempre fatto da quella lontana notte del 102 dopo Cristo: sfiorò con le dita le linee arzigogolate del cubo di pietra e per un momento provò a immaginare che fosse la pelle della guancia di Amy oppure i suoi capelli rossi. Avrebbe voluto entrare nella Pandorica solo per dirle quanto le dispiacesse per quello che le aveva fatto e per ricordarle quanto l'avesse amata e per quanto l'avrebbe amata ancora.
Rory avrebbe dovuto aspettare altre centinaia di notti come quella, ma alla fine avrebbe potuto riabbracciare la sua Amy e questo, per il momento, era la cosa più importante.

 
(364 parole)

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Capitolo 58
*** Hogwarts {Amelia Pond/Rory Williams} ***


Prompt: Durante uno dei loro viaggi con il Dottore, Amy e Rory si ritrovano bloccati a Hogwarts.

«Datemi un minutooo!» riuscì a gridare il Dottore prima che il continuum spazio-temporale lo risucchiasse per la settima volta. Amy Pond sospirò e si ammirò le unghie, mentre suo marito Rory Williams, seduto accanto a lei, ignorava bellamente gli abitanti del pianeta, incuriositi dai bizzarri costumi che indossavano: prima il Dottore avrebbe chiuso il continuum e prima i Pond avrebbero potuto lasciare...
«Hogwarts, eh?».
«Come la scuola di magia».
«Solo che è un pianeta».
«Già».
La loro meta era il più grande raduno di Potterhead che la storia avesse potuto ricordare, organizzato per il cinquecentesimo anniversario della nascita della Rowling e che comprendeva un mucchio di cose divertenti a tema. Il Dottore e i suoi compagni non potevano assolutamente perdersi un evento del genere e così, con i costumi da Golden Trio addosso e con tanto entusiasmo, erano partiti per il pianeta Hogwarts del 2465.
Peccato, però, che un continuum spazio-temporale di un paio di decenni più tardi avesse deviato il TARDIS, con tutte le fastidiose conseguenze del caso.
«Il TARDIS ha un qualcosa anti-continuum o roba del genere, giusto?».
«Sì, Rory, ma ti ricordi cosa è successo l'ultima volta che il Dottore lo ha attivato?».
«Parli di quella volta in cui la cabina blu si è riempita di galline a tre zampe?».
I due Pond risero al ricordo e Amy spettinò i capelli di Rory che lei aveva tinto di un arancione inguardabile meno di sei ore prima nel disperato tentativo di farlo assomigliare a Ron Weasley, mentre Rory circondò la sua vita con un braccio.

 
(257 parole)

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Capitolo 59
*** Il nesso {Martha Jones/Mickey Smith} ***


Prompt: Il primo bacio.

«Bene, e anche questa è fatta!» disse Martha Jones ammanettando l'ultimo alieno rimasto. Lei e il suo partner Mickey Smith avrebbero dovuto solo sorvegliare gli alieni arrestati in attesa della UNIT, dopodiché anche quella lunga ed estenuante giornata sarebbe finita.
«Martha?».
«Sì?».
«Lavoriamo insieme da più di un anno, ormai» mormorò Mickey.
«Sì, è così».
«E oggi è San Valentino».
«Okay, e il nesso?».
Uno degli alieni riuscì a liberarsi dalle manette, ma Mickey e Martha gli puntarono alla testa le pistole che avevano con sé e lo costrinsero a riammanettarsi. Dopo aver rinfoderato l'arma, Martha alzò lo sguardo e incontrò il viso di Mickey a pochi centimetri dal suo.
Da lontano, sulla porta di una vecchia cabina blu, un Signore del Tempo osservava il loro bacio e sorrideva.

 
(129 parole)

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Capitolo 60
*** Domani sarà tutto okay {Freddy ***


Prompt: In un what if? in cui White, prima di essere ucciso dalla polizia, non ha sparato a Orange, lasciandolo sopravvivere, Freddy chiede al Dottore di riportarlo indietro nel tempo per poter mangiare un altro, ultimo taco con lui.
Note: I personaggi di Freddy e Larry appartengono al film Le iene di Quentin Tarantino

«Sembri un cadavere, ragazzo, sei sicuro di stare bene?».
Freddy annuisce e addenta, dopo un quarto d'ora, il taco che ha preso con Larry: è la notte prima del colpo ed è stato Freddy a proporre un ultimo taco insieme, quasi come un brindisi portafortuna per il successo del giorno dopo.
«Vattene a casa e riposati, non voglio che domani tu faccia cazzate per un'indigestione, intesi?».
«Ti dico che sto bene».
«Stronzate».
«Cristo, credo di saperlo se sto bene, no?».
Larry scuote la testa e dà un ultimo morso al taco, guardando Freddy che fa altrettanto più lentamente, poi gli dà una pacca sulla spalla e ride: «Vedrai che domani sarà tutto okay».
«Già, sarà tutto okay» mormora Freddy piano, finendo il suo taco senza più parlare.

«Lo hai visto?».
«Sì».
«E glielo hai detto?» chiese il Dottore sorreggendo il poliziotto e aiutandolo ad arrivare alla sedia più vicina.
«E anche se fosse?».
«Per l'amor di Dio, Freddy, la morte di Lawrence Dimmick è...».
«Un fottuto punto fisso, lo so» concluse Freddy, stanco di sentirsi ripetere quella cosa per l'ennesima volta: «Rilassati, Doc, non gli ho detto niente, le tue stronzate spazio-temporali sono al sicuro».
Il Dottore sospirò appena per il sollievo e non provò nemmeno a rimproverare Freddy per il linguaggio che stava usando: si limitò a riportarlo in ospedale, prima che qualcuno potesse accorgersi della sua assenza.

 
(229 parole)

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Capitolo 61
*** Pizza e maratona {Amelia Pond/Rory Williams} ***


Prompt: High school popular kid/nerd AU!
Note: Partecipa alla sfida su Facebook che trovate qui. Questa flash è una AU in cui non sono mai avvenuti i fatti della serie.

«Vediamo se ho capito bene, per "una serata indimenticabile" intendevi "pizza e maratona di Ritorno al futuro" a casa tua?».
Rory si guardò in giro imbarazzato sperando di non incontrare gli occhi di Amy: almeno all'inizio, Rory aveva cercato di organizzare una serata per non far capire alla ragazza più popolare della scuola quanto nerd lui fosse in realtà, fallendo miseramente quando costatò che ogni pub, cinema e qualsiasi luogo d’intrattenimento avevano il tutto esaurito proprio per la sera in questione. Aveva quindi pescato la trilogia di Ritorno al futuro dallo scaffale, ordinato la pizza e pregato che Amy non gli ridesse in faccia.
«Ehm, sì?».
Amy fece una smorfia e Rory si preparò a ricevere il più clamoroso due di picche della storia dell'umanità. Pizza e maratona! Ad Amy! Che razza di...
«Perché no? Si può fare!».
Eh?

 
(140 parole)

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Capitolo 62
*** Parafulmine {Second Doctor & Jamie McCrimmon & Zoe Heriot} ***


Prompt: Ombrello
Note: La storia è ambientata nella serie classica di Doctor Who e partecipa alla seconda edizione de La corsa delle ventiquattro ore.

«Dottore, ci dispiace».
Il Signore del Tempo mantenne il suo broncio e Jamie, alzando gli occhi al cielo, implorò Zoe di aiutarlo: quattrocentocinquant'anni e si comportava come un bambino per piccolezze simili!
«Non avevamo scelta, Dottore, ci serviva un parafulmine per uscire da lì» intervenne la ragazza con fare ragionevole, ma il Dottore sbottò.
«E dovevate per forza usare il mio ombrello? Il mio preferito, per giunta?» esclamò sventolando sotto il naso dei compagni quello che rimaneva del suo ombrello color TARDIS.
«Non è il caso di fare il drammatico, Dottore, l'importante è che siamo usciti sani e salvi, o no?».
«Noi, forse» sospirò il Dottore sinceramente addolorato e, a malincuore, gettò via i poveri resti del suo ombrello.

(119 parole)

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Capitolo 63
*** Passeggiata {Barbara Wright/Ian Chesterton} ***


Prompt: Uscire per fare una passeggiata
Note: La storia è ambientata nella serie classica di Doctor Who e partecipa alla seconda edizione de La corsa delle 24 ore.

Era stata un'idea di Ian quella della passeggiata dopo le lezioni.
Ne avevano fatte molte insieme, da quando avevano lasciato il Dottore e la sua folle corsa nello spazio e nel tempo: Barbara trovò buffo pensare a lui in quel momento e costatò per l'ennesima volta che, se non fosse stato per il nonno di Susan, lei e Ian non sarebbero mai andati oltre i saluti formali per i corridoi della Coal Hill.
Camminavano vicini, interrompendo i lunghi silenzi con le esclamazioni di sorpresa ogni volta che incrociavano una cabina della polizia inglese e rivangando i ricordi dei viaggi con il Dottore: fu quando giunsero al parco e si sedettero a una panchina per godersi il primo sole estivo che qualcosa fece diventare diversa quella passeggiata rispetto alle altre.
«Barbara?» mormorò Ian inginocchiandosi davanti a lei e tirando fuori dalla tasca una scatolina di velluto.

(145 parole)

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Capitolo 64
*** Neve ad agosto {Third Doctor & Brigadier Alistair Lethbridge-Stewart} ***


Prompt: “Le domeniche d'agosto quanta neve che cadrà” (Un nuovo bacio, Gigi D'Alessio)
Note: La storia è ambientata nella serie classica di Doctor Who e partecipa alla seconda edizione de La corsa delle 24 ore.

«Guardi il lato positivo, Brigadiere, sua figlia si diverte».
«Io no!».
Il Dottore si grattò dietro la testa imbarazzato e cercò con lo sguardo Jo, ma la ragazza aveva preferito il più allegro compito di aiutare la piccola Kate a fare un pupazzo di neve che assomigliasse al suo papà. Un maldestro esperimento del Dottore aveva esposto il ridente villaggio turistico in cui si trovavano a una tormenta di neve in pieno agosto e il Brigadiere aveva dovuto interrompere il suo giorno libero con la figlia per farsi strapazzare da tutte le autorità possibili e immaginabili. Tanto per cambiare.
«Adesso lei, Dottore, trova un modo per sbarazzarsi di tutta questa neve, adesso».
«Non c'è alcun bisogno di agitarsi, la mia mente è già al lavoro».
«Bene, allora metta al lavoro anche il resto del suo corpo e si sbrighi» ribatté il militare con un tono che non ammetteva repliche prima di farsi trascinare dalla figlia per ammirare il suo capolavoro di neve.

(162 parole)

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Capitolo 65
*** A destra {Donna Noble/Lionel Fusco} ***


Prompt: Battibeccare
Note: I personaggi di Lionel e di Finch appartengono alla serie tv Person of interest e la storia partecipa alla seconda edizione de La corsa delle 24 ore.

«Tu hai detto a destra!».
«Era la tua destra, idiota!».
Incurante dei limiti di velocità, Lionel guidava come un pazzo e imprecava contro l'invasione aliena - «Proprio oggi, dannazione!» -, contro il Dottor Stramboide rincretinito da chissà quale droga sul sedile posteriore e contro Donna Noble, la tipa che a furia di chiacchiere gli aveva fatto venire un mal di testa atroce.
«Era la mia destra, che diamine!».
«Allora non era abbastanza a destra!».
«Cosa diavolo vuol dire?».
«Vuol dire quello che vuol dire, ecco!».
«Ma porc...»
«Ehi, lo sapete? Siete proprio una bella coppia!» farfugliò il Dottore cominciando a ridacchiare, ma non era proprio aria.
«TU sta' zitto!» berciarono all'unisono Lionel e Donna, mentre il detective cercava di mettersi in contatto con Finch.

(124 parole)

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