TUTTO EBBE ORIGINE QUELLA NOTTE NEL BOSCO di SHERAZARD (/viewuser.php?uid=61193)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CASA DOLCE CASA ***
Capitolo 2: *** IL VILLAGGIO DELLA NOTTE ***
Capitolo 3: *** RIFLESSIONI ***
Capitolo 4: *** SHOPPING SFRENATO ***
Capitolo 5: *** L'OMBRA DI UN FANTASMA DEL PASSATO ***
Capitolo 6: *** DOMANDE ***
Capitolo 7: *** UNA NUOVA MISSIONE ***
Capitolo 8: *** IL MATTINO DOPO ***
Capitolo 9: *** CUORE ***
Capitolo 10: *** VIAGGIO ***
Capitolo 11: *** VISITINA NOTTURNA ***
Capitolo 12: *** ARRIVA SAKURA ***
Capitolo 1 *** CASA DOLCE CASA ***
Allora, questa ff mi
è venuta in mente guardando” the goood girl (
anche se con il film non centra niente) Vi siete mai chiesti
perché Shino sia
sempre così distaccato da tutti e tutto? Perché
non sorride mai ecc ecc?? io sì
e questa è la mia versione! Spero che vi piaccia e che mi
lasciate qualche
commentino! In fondo siamo a Natale!!!!
E anche
un’altra giornata era finita. Un’altra stupida
noiosissima
giornata che si era svolta come al solito: la sveglia presto,
l’affidamento di
una missione da parte di Tsunade, la missione e la sua portata a
termine e il
ritorno al villaggio. Ma il peggio,come ogni giorno doveva ancora
arrivare. Lui
non era mai stato un ragazzo normale, era vero e lui ne era pienamente
conscio
ma trovava assurdo il suo comportamento. Tutti i ninja dopo una
missione
agognavano a tornare a casa per godere della compagnia dei loro
parenti!!!!!
Lui invece no. Odiava stare a casa, lo aveva sempre odiato e sempre
l’avrebbe
odiato . In particolar modo odiava stare a casa quando suo padre era
fuori per una
missione perché erano quelli i momenti che lo facevano
sentire solo e
vulnerabile, lo facevano sentire come l’agnello nella tana
del lupo e lei lo
sapeva, lo sapeva e ne approfittava. Lui non era un ragazzo fragile,
almeno non
dal punto di vista fisico ma non aveva loa forza per opporsi a quella
situazione e per quanto cercasse di convincersene non avrebbe mai
potuto
cambiare quella situazione! Con un sospiro rassegnato il ragazzo
varcò il
portone che troneggiava davanti al cortile di casa
sua.
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Capitolo 2 *** IL VILLAGGIO DELLA NOTTE ***
Ma buon giorno!!! allora questo è un piccolo capitolo di passaggio! Per ora non centrerà niente con la storia ma introdurrà solo un fatto che verrà spiegato verso la fine della ff e che sarà uno dei pilastri portanti della storia. Fatemi sapere cosa ne pensate!!! M raccomando ci conto.
Shibi si era alzato che il sole non era ancora sorto. Aveva
insistito tanto con l’Hokage affinché gli fosse affidata quella missione che
avrebbe potuto compiere anche un bambino dell’accademia. Lui però aveva
insistito per giorni e alla fine Tsunade, pur di non sentirlo più, gliela aveva
affidata. Si trattava semplicemente di consegnare un banalissimo rotolo al
sovrano del villaggio della notte. Shibi giunse al villaggio sul far del
tramonto. Erano passati vent’anni dall’ultima volta che ci aveva messo piede e
con sua grande gioia notò che non era cambiato di una virgola. Si affrettò a
consegnare il rotolo al regnante e dopo essersi congedato cominciò a correre
come un pazzo verso la periferia che ben conosceva. La periferia del villaggio
della Notte era molto più abitata del centro e anche se non aveva lo stesso
gusto estetico era molto carina e accogliente. Anche se la sua era un’opinione
molto di parte. In fondo in quella zona aveva passato i sette anni più felici
della sua vita. Sette anni veramente stupendi almeno fino a quando alla sua
compagna di squadra non era venuto in mente di fare quella terribile genialata.
Giunse finalmente davanti a una casa isolata rispetto alle altre. Era molto più
piccola e carina rispetto alle altre, ma aveva anche un non so che di
inquietante, come aveva sempre sostenuto Shibi con la proprietaria
dell’abitazione. Era tutta bianca, tranne la porta e le veneziane che erano di
un rosa shokking molto acceso . Era li che l’aveva vista per la prima volta.
Stava tornando al villaggio della Foglia assieme ai suoi due compagni di
squadra dopo aver scortato una carovana che trasportava dobloni d’oro. E lei
era li davanti la porta che spazzava la strada dalle foglie autunnali,
poco più che tredicenne con i capelli ricci e arruffati color rame e due
stupendi occhioni grigi. I loro sguardi si erano incrociati per meno di un
secondo e lui si era subito perdutamente e incondizionatamente innamorato di
lei. Era tornato un paio di mesi dopo in quella terra inospitale, sempre per
portare a termine una missione, e l’aveva rivista di nuovo. Questa volta però
aveva avuto il coraggio di avvicinarsi a lei. Avevano parlato un po’ e da
allora si erano visti e sentiti regolarmente. E se non fosse stato così stupido,
quella volta di diciassette anni prima, adesso avrebbero potuto essere marito e
moglie.
“Hai intenzione di rimanere a fissare la mia casa ancora per
molto?” Quella voce, la sua voce. “Ciao, è da tanto che non vieni più a trovarmi. Allora? Come va la vita?”
“Già, sono diciassette anni che non ci vediamo. A Konoha tutto uguale. Adesso abbiamo Tsunade come Hokage.” Rispose il ninja di Konoha con amarezza “E lui come sta?”chiese la donna in tono apprensivo
“ Come vuoi che stia?! Quell’arpia non perde occasione per rendergli la vita impossibile! Ma resiste bene anche se soffre tremendamente.” rispose Shibi rattristandosi . Nonostante il grande lasso di tempo in cui non si erano
visti, i due ex fidanzati si erano sempre tenuti in contatto. “Povera stellina!Lui non centra niente con tutta questa storia. Non è giusto che debba pagare per un suo sbaglio. Comunque, che ne dici di entrare in casa a bere qualcosa. Ti fermi per
la notte non è vero? Voglio approfondire questo argomento!! E poi Konoha è a più di dodici ore da qui. Non puoi affrontare il viaggio adesso anche perché
tra poco comincerà a nevicare” detto questo la bella ninja prese il suo vecchio “amico” per il braccio e lo trascinò in casa.
“Kora” sbuffò con fare fintamente scocciato “ non sei cambiata di una virgola”
Dopo aver preparato un pasto caldo e aver parlato del suddetto
argomento e di altre cose tipo “ il paese va a rotoli” o “ non ci sono più gli insegnanti di una volta” Kora cominciò a preparare il letto per il suo ospite. “ guarda che io mi accontento di dormire con
te” disse Shibi guardando la donna trafficare con copriletto,lenzuola e federine varie.
“Shibi Aburame ti ricordo che sei sposato!!” lo riprese scherzosamente la donna
“Chi? Io? No no ti confondi con qualcun altro” rispose con una faccia da angioletto che non gli apparteneva
“lo so che sei stato obbligato da tuo padre a sposare Riku, ma le hai giurato lo stesso amore e fedeltà eterna e tu lo sai che per me il matrimonio è sacro.
Mi dispiace tanto amore mio” disse Kora accarezzando la guancia dell’uomo che
amava.
“ Se sta notte hai bisogno di qualcosa non esitare a svegliarmi, io sono nella camera a fianco. Buona notte tesoro mio.” ( ma quanta confidedenza xd) “Kora, ti ho mai detto che ho paura del buio, in modo particolare ho paura quando fuori imperversa una bufera di neve e sono solo in camera!” fece il moro con aria
colpevole. La bella ninja lo squadrò per qualche secondo poi tornò indietro e si mise trafficare dentro un cassetto del
comodino. Alla fine prese un oggetto che diede in mano al suo “amico” dicendogli “la presa della corrente è dietro al divanetto, buona notte e mi raccomando non farti portar via dall’uomo nero” Detto questo diede un bacio sulla fronte all’uomo e si avviò verso
la sua camera da letto. Shibi guardò divertito l’oggetto che aveva in mano: una
piccola lucina da notte in vetro. Sulla superficie liscia del vetro era dipinto
un manto nero con una miriade di stelle e una grande falce di luna sulla quale
un tenerissimo coniglietto stava dormendo beatamente. Ricordava perfettamente
dove quando e perchè avevano acquistato quella lucina.
Era metà dicembre e come ogni anno nel villaggio della notte si
teneva la fiera annuale dell’artigianato e come ogni anno da quando l’aveva
conosciuta, Kora lo trascinava a quella stramaledetta fiera che ormai conosceva
a menadito. La donna stava curiosando qua e la quando all’improvviso lanciò un
urlo che lo fece spaventare non
poco.
“
Kora che hai, ti senti male?” aveva chiesto
l’uomo
“Shibiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, guardala! Non è un amore?!” aveva strillato con
altrettanta enfasi e senza nemmeno aspettare una sua reazione aveva aggiunto “
devo assolutamente comprarla per il nostro bambino!!!!!!!!!!!” e lasciandolo
spiazzato si apprestò a comprare quella cosa stupenda per il loro
bambino. Al che il ninja di Konoha fece alcune
riflessioni:
Punto primo: cosa diavolo c’era da urlare come un maiale sgozzato ( oddio che paragone orrendo, ma non me ne venivano altri, I’m really sorry) per un oggetto? Punto secondo:cos’era quel devo assolutamente comprarlo? Non la obbligava nessuno anzi, visto la quinta lata di cianfrusaglie già acquistate quella
poteva anche risparmiarsela dato e considerato che poi toccava a lui portare tutti i suoi acquisti. Punto terzo, nonché il più importante: che cazzo voleva
dire devo assolutamente comprarla per il nostro bambino? Lei non poteva essere incinta! Beh teoricamente poteva ma non doveva, sì insomma, lui desiderava avere una famiglia fare dei bambini ma, cazzo, aveva solo diciott’anni era troppo presto per diventare padre. E soprattutto era terrorizzato
all’idea di ciò che gli avrebbe fatto SUO padre non appena ne fosse venuto a
conoscenza. E poi un bambino non era certo come i suoi adorati insetti,
doveva essere curato, assistito, coccolato e amato: insomma aveva bisogno di
una miriade di attenzioni. Si riprese dai suoi pensieri quando una
felicissima Kora gli zompò su un piede comunicandogli di avere effettuato
l’acquisto e di essere riuscita a farsi fare un bello sconto sul
prodotto. Tutta allegra e giuliva la donna ricominciò a zampettare di qua
e di la fino a quando qualcuno non l’afferrò per un braccio e la costrinse a
voltarsi verso di lui(ma mica stava portando la miriade di roba che aveva
comprato la sua ragazza? Come cavolo ha
fatto?)
“ Kora,” disse Shibi con aria grave “ perché non me lo hai detto”
“detto cosa?” rispose ingenuamente “ che sei incinta, mi sembra ovvio”
“ma io non sono incinta” rispose Kora guardando il fidanzato come se fosse un alieno
“ah no? E allora cosa voleva dire
quel” devo assolutamente comprarla per il nostro bambino?” chiese acidamente
l’uomo
“ ma Shibi” disse come se stesse parlando a qualcuno che non vuole sentire ragioni su quanto appena detto“ io dicevo così
per dire!L’ho detto perché un giorno io e te avremo un bambino. Tranquillo
amore mio, quando sarò incinta sarai il primo a cui lo dirò. E poi scusa se non
l’avessi comprata ora sono certa che non l’avrei più trovata”disse dando un
bacetto a fior di labbra al suo ragazzo.
“Sarò il primo a saperlo?” chiese Shibi scettico “ e poi cos’è che avresti comprato?”
“Uffa e va bè sarai il secondo a saperlo. La mamma è sempre la mamma e a proposito Shibi, dopo tutto questo tempo non riesco
ancora a comprendere la tua avversione verso mia madre. Certo è una donna
severa, manesca, vendicativa e a volte anche un po’ perfida ma sono sicura che
tu le piaci” concluse Kora
“ come no, era certo che lui piacesse alla suocera tanto quanto a un cane piacesse
che un altro cane sconfinasse nel suo territorio” ( oddio! Oggi è la giornata
dei paragoni osceni!! Scusatemi davvero tantissimo) pensò il ninja di Konoha e
a proposito di questo gli tornò in mente la prima volta che aveva avuto
“l’onore” di conoscere la madre della sua ragazza. In pratica la nonnina gli aveva
detto chiaro e tondo che se avesse anche solo guardato sua figlia in un modo
che non le piaceva, gli avrebbe tagliato i gioiellini di famiglia e poi gli
avrebbe dato fuoco(a Shibi).
“comunque ho comprato questo” disse Kora riscuotendolo dai suoi”gioiosi”
ricordi.
“così di notte non avrà paura” disse porgendo al moro una bellissima lucina da notte
Sorrise nel ricordare quei magici momenti, poi ripose la lucina
nel cassetto e si mise sotto le coperte. Quella notte nessuno dei due ninja
dormì, sia a causa della tempesta di neve che imperversava sul
villaggio sia perché entrambi pensarono a quei meravigliosi sette anni passati
insieme,a tutte le cose fatte insieme, i momenti felici e quelli tristi che
avevano affrontato insieme, le missioni svolte insieme o quelle che
costringevano uno ad allontanarsi dall’altro per qualche tempo e ai mille
altri momenti passati insieme. E alla fine, sul fare dell’alba entrambi ripensarono
al giorno che segnò la rottura del loro rapporto: il 23 maggio di circa
diciotto anni prima.
Il mattino dopo Shibi si alzò poco dopo le dieci e si diresse in
cucina. Cominciò a preparare la colazione. Questo gesto semplice e
meccanico gli riportò alla mente il periodo in cui Kora si era trasferita
a Konoha e lui tutte le mattine si alzava silenziosamente dal letto per
prepararle la
colazione.
“
giorno Shibi” disse una Kora con i capelli scarmigliati (ma quando mai?!) e due enormi occhiaie violacee.
"Buon giorno piccola! Neanche tu sei riuscita a dormire??”
“ e come facevo a dormire se per tutta la notte ho avuto l’allegra orchestrina che suonava a tutto spiano
nella camera a fianco?” chiese acida la ninja. Shibi sghignazzò, era
vero. Non era cambiata di una virgola, pur di non farlo soffrire perché, con il
suo comportamento superficiale, gli aveva fatto capire che di lui era ancora
perdutamente innamorata, si inventava le scuse più
assurde. “Se lo dici tu!” sghignazzò nuovamente il ninja di Konoha
“ Fino a quando resti qui al villaggio, devo assolutamente portarti alla nuova gelateria che hanno aperto,
fanno un gelato davvero stupendo” tergiversò la donna
“Kora piantala di dire cazzate per favore! Di le cose come stanno! Guarda che non ti condanna nessuno
se ammetti di voler passare ancora del tempo con me e di amarmi ancora” Questa
forse era un’affermazione un po’ presuntuosa ma l’uomo sapeva corrispondere a
verità. Fu un attimo, il volto della donna da sereno e spensierato che appariva
si trasformò in una maschera di dolore. “Io non ce la faccio più a vivere senza di te amore mio” disse la donna buttandosi contro il petto dell’uomo e cominciando a piangere. “ Non ce la faccio più, non ce la faccio più” disse tra i singhiozzi e scuotendo il capo come in segno di diniego. “voglio averti sempre con me, voglio trovarti nel letto a fianco a me quando mi sveglio voglio dei bambini e voglio
invecchiare al tuo fianco” riuscì a dire tra i singhiozzi. ( Mi sembra giusto
che voglia dei bambini, altrimenti la lucina cosa l’ha comprata a
fare?)
“anch’io vorrei le stesse cose amore mio” sussurrò Shibi nell’orecchio
dell’amata
“ è solo colpa mia se ora non possiamo stare insieme, avrei dovuto aspettarmelo, quell’idiota mi aveva anche avvertito che si sarebbe vendicata,
avrei dovuto prestare più attenzione
avrei….”
“smettila di dire cretinate!!!! Baka la colpa non è affatto tua tu….. non potevi sapere, non potevi prevedere è successo e basta e a mio giudizio ne è
scaturita una cosa bellissima anche se questa cosa ci ha separati per sempre, non torturarti per qualcosa che non hai commesso ” disse Kora che ormai aveva
smesso di piangere anche se era comunque scossa da forti singulti.
Improvvisamente l’espressione della donna cambiò nuovamente, sul suo volto si aprì un sorriso a 32 denti.
“ dai smettila di trafficare tra i fornelli, andiamoci a prendere
un bel gelato.”
“un gelato? Alle 10:30 del mattino”domandò l’uomo che era anche un po’ spaventato dagli improvvisi quanto strani sbalzi di umore della donna.
“ smettila di fare il pignolo e andiamo” detto questo trascinò a forza l’uomo fuori da casa. Ma purtroppo la bella ninja non aveva fatto i conti con un piccolo quanto
fondamentale fatto. Non appena Kora chiuse la porta di casa, con la sua solita
delicatezza da elefante ubriaco, una montagna di neve sommerse i due ninja. I quali cominciarono a ridere come due deficienti per poi cominciare a fare
a palle di neve. Continuarono così fino al primo pomeriggio. Poi rientrarono in casa e si fecero una bella doccia, ognuno per fatti suoi(con immenso disaccordo
di qualcuno!!) dopodiché Shibi cominciò a trafficare tra i fornelli per preparare il pranzo (la merenda). Kora lo fissava appoggiata allo stipite
della porta. Certo che era davvero sexy! Con quei capelli sparati in aria del color del cioccolato fondente, lei adorava il cioccolato , quelle spalle forti
e larghe, il fisico che, nonostante i suoi 40 anni, era tonico e muscoloso, quel sedere così terribilmente…………. Ma che cavolo stava pensando? No, non
doveva. Se l’era promesso. Si era promessa di dimenticarlo, ma a quanto pare l’auto convincimento non dava
risultati.
“ bimba vieni che è pronto?” chiamò l’uomo ( ripeto, troppa confidenza xd) Kora aiutò l’uomo a portare le pietanze in tavola e poi cominciare a mangiare.
Il resto della giornata lo passarono chiacchierando(questi due sono peggio delle vecchiette). Al tramonto però Shibi decise che, pur se a malincuore, era
giunto il momento di lasciarla per tornare a casa sua.
“sicuro di voler partire ora? Non puoi aspettare domattina?” chiese Kora quasi in una supplica
“vorrei tanto restare ma è meglio che io vada, fidati! Ma prometto che tornerò presto da te. E poi io preferisco viaggiare di notte così almeno non soffro il
caldo.” “be allora ciao” disse tristemente la donna. “a presto bimba”
dicendo questo Shibi uscì da quella casa e in breve la neve che vorticava lenta
nel cielo lo inghiottì completamente cancellando le impronte che lasciava
dietro di se.
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Capitolo 3 *** RIFLESSIONI ***
riflessioni
Riflessioni
Erano
passati altri
due giorni e già si sentiva
morire.
“papà, ti prego torna presto, non ce
la
faccio più, ti prego papà”frignava
mentalmente Shino(ma poro tatino) Era
da almeno quattro ore che stava sfregando quel dannato pavimento con
quella
dannatissima spazzola per pavimenti per togliere quell’ancora
più dannatissima
macchia di sangue che non voleva saperne di sparire. Non ce la faceva
più, non
sentiva più i muscoli delle braccia e le ginocchia e gli
occhi non volevano più
saperne di rimanere aperti. Ma doveva resistere se non voleva che sua
madre si
infuriasse davvero. Per quel giorno ne aveva già prese a
sufficienza per non
aver fatto nulla di male, figurarsi se la madre lo avesse beccato a
batter la
fiacca. Lo avrebbe spedito all’ospedale come era successo
molte volte
negli anni passati. Shino non si capacitava
dell’atteggiamento che la madre
aveva nei suoi confronti e quello che più lo faceva
arrabbiare era il non
comprendere il motivo. Dacché Shino aveva memoria, la madre
aveva sempre avuto
quell’atteggiamento nei suoi confronti. Era violenta,
violenta fino
all’inverosimile, per niente femminile sadica giusto per il
gusto di esserlo e
terribilmente intransigente. Ma non era questo che gli faceva male, no,
quello
che lo faceva soffrire come un cane(ei! Lui ha già i suoi
insetti! Perché deve
rubarmi i cani?ndKiba) era il fatto che quel comportamento era
riservato solo e
unicamente a lui. Era lui che prendeva a calci e pugni quando le aveva
girate e
voleva sfogarsi era lui che umiliava per ogni cosa che faceva era con
lui se la
prendeva quando non aveva niente da fare era solo e soltanto lui la sua
preda
che si divertiva a torturare fisicamente e psicologicamente. E
nonostante
fossero passati diciassette lunghi anni dalla sua nascita non riusciva
ancora a
capirne il motivo. Shino cominciava a sospettare che non ci fosse un
motivo,
proprio come era successo qualche ora prima. Shino
dopo
aver sostato a lungo di fronte casa sua si era finalmente fatto
coraggio ed era
entrato, suo padre sarebbe stato via un paio di giorni e questo per lui
significava una cosa sola: l’inferno. Perché era
proprio nei giorni in cui il
marito era assente che la cara Riku Aburame dava il peggio di se. Come
al
solito era entrato silenziosamente in casa e si era avviato altrettanto
silenziosamente in camera sua per farsi una doccia. Purtroppo per lui a
metà
della scala aveva incontrato sua
madre.
“ciao mamma” salutò Shino un
po’ intimidito “ com’è andata
og….” Non
finì la parola che gli arrivò una ginocchiata nel
bassoventre. Shino cadde dalle scale procurandosi una serie di
abrasioni e
botte. Arrivò al termine della sua rotolata e cadde
malamente sulla schiena,
gli si smorzò il respiro; fece per mettersi in piedi ma una
fitta atroce lo
colpì e lo fece cadere a carponi sul
pavimento.
“ stammi a sentire
inutile e ributtante ammasso di cellule” disse acidamente
Riku dando un altro
calcio nello stomaco al figlio che emise un rantolo sordo ma non si
mosse dalla
sua
posizione.
“questa casa non è un albergo e
tu, stupida copia mal riuscita di un uomo non puoi
permetterti di andare
e venire come meglio ti pare” completò Riku per
poi ricominciare a prenderlo a
calci e a insultarlo con frasi tipo “ schifosissima feccia
umana” oppure
“figlio bastardo di un cane”(ma la volete smettere
di fregare i miei cani?
ndKiba). La storia andò avanti per un buon quarto
d’ora poi Riku soddisfatta
del proprio lavoro uscì di casa dicendo al figlio d ripulire
il SUO pavimento
dal suo sangue sporco. Non appena finì di pronunciare quelle
parole Riku prese
la borsetta e uscì di casa mentre suo figlio si accasciava a
terra privo
di sensi mentre dell’altro sangue si aggiungeva a quello che
già stava
sporcando il candido pavimento
.
E ora era li,a pulire il preziosissimo pavimento di
sua madre. Per due giorni era stato incosciente e nonostante le fitte
atroci
che aveva un po’ dappertutto si era costretto a stringere i
denti anche perché
nei due giorni che era stato incosciente Riku non si era nemmeno
sognata di
pulire il pavimento e non appena aveva visto il figlio gli aveva
rifilato due
cartoni in faccia, urlandogli di muovere quella sua inutile carcassa e
andare a
pulire il macello che LUI aveva combinato. Finalmente dopo quattro
interminabili ore e un consumo industriale di detersivi, spray e
solventi vari
quella dannata macchia si era decisa a cedere. Questo voleva dire che
finalmente poteva tornarsene a letto e riposare. Poi però fu
colto da un lampo
di paura: come si sarebbe giustificato con la sensei e i suoi compagni
di
squadra per essere sparito per due giorni interi? Ormai aveva terminato
tutte
le scuse possibili e immaginabili di questo mondo per giustificare le
sue
assenze. Dalla febbre alla sveglia che si era dimenticato di puntare la
sera
precedente. Aveva una paura matta che qualcuno scoprisse cosa gli
faceva la
madre. Con quel terrore addosso Shino si rintanò in camera
sua e dopo essersi
spogliato entrò nella doccia dove rimase per
un’ora vagliando le varie scuse da
poter rifilare ai suoi compagni. Alla fine optò per la scusa
più
plausibile:influenza. Infondo perché non avrebbero dovuto
credergli? Erano a
metà ottobre e faceva un freddo cane e bastava un nonnulla
per ammalarsi. Uscì
dalla doccia e cominciò a tamponarsi i capelli con un
asciugamano. Per caso gli
cadde l’occhio sull’enorme specchio del suo bagno.
La superficie che occupava
un’intera facciata rifletteva l’immagine di un
adolescente con i capelli e gli
occhi scurissimi. Il suo fisico scultoreo e tonico era
costellato da
lividi, tagli e abrasioni e per sua immensa sfortuna una di queste
ultime
l’aveva in faccia. Parti dalla tempia destra e scendeva
verticalmente fino alla
mascella. “cazzo” pensò il
moro “questa volta sono proprio fottuto la mia
giacca a vento non può coprirla tutta e ora come diavolo la
giustifico questa?”
il suo cervello mosse gli ingranaggi ed escogitò una
soluzione accettabile “se
dovessero chiedermi qualcosa dirò che la febbre stava
aumentando e quindi mi
sono alzato dal letto per scendere al piano inferiore per prendere una
compressa di tachipirina ma scendendole scale ho messo un piede in
fallo e sono
ruzzolato giù, non dovrebbero avere problemi a
credermi.” Soddisfatto delle sue
scuse si disinfettò le ferite dopodiché si
infilò i pantaloni del pigiama e poi
fece una delle cose più stupide della sua vita: si
buttò di peso sul letto.
Grosso, grossissimo errore. Tutte le ferite si riaprirono
simultaneamente e
Shino lanciò un urlò di dolore, un fiume di
sangue scorreva lungo tutto il
corpo del ragazzo. Ora si che era nei guai! Cosa poteva fare ora? Se
fosse
andato dalla madre sicuramente lo avrebbe ammazzato di botte, a
chiedere aiuto
a un medico non ci pensava minimamente. Fece la cosa che gli
sembrò più ovvia:
aspettare che le ferite si rimarginassero da sole. Più il
tempo passava più
Shino sentiva freddo e piano piano cominciò a perdere
sensibilità alle mani e
ai piedi, poi fu il turno delle braccia e delle gambe
dopodiché il freddo si
fece insopportabile e poco dopo il ragazzo cadde a terra svenuto.
Un
raggio do sole
penetrò dalle tende e colpì Shino in pieno viso
facendolo ridestare dal suo lungo sonno. Guardò la sveglia
sul suo comodino,
segnava le
14:19.
“maledizione” esclamò . fece per alzarsi
ma un violento capogiro lo costrinse a
rimanere sdraiato sul pavimento. Tutto intorno a lui una grossa macchia
di
sangue secco si era espansa fino a raggiungere la vaga figura di un
uomo. Ora
ricordava tutto, le ferite s i erano riaperte e poi era svenuto, ma
quanto
sangue aveva perso? Ecco perché si sentiva così
spossato nonostante avesse
dormito più di dodici ore e tutte le sue ossa erano
doloranti. Tentò nuovamente
di alzarsi questa volta con molta calma e ci riuscì, la
testa gli girava
vorticosamente e faceva una fatica tremenda a focalizzare gli oggetti
intorno a
lui. Con passo infermo andò verso il bagno e munitosi di
straccio e secchio
cominciò a sfregare il pavimento. Quando ebbe finito
sistemò tutto nel bagno e
si fece una doccia calda ,lavandosi via il sangue e il sudore. Si
vestì
frettolosamente e scese in cucina per mangiare qual cosina, ora che ci
pensava
erano due giorni e mezzo che non metteva nulla sotto i denti.
Sgattaiolò in
cucina e cominciò a frugare nei vari cassetti e ante
finchè trovò qualcosa di
suo gradimento: la nutella. Cominciò a prepararsi
la merenda quando una
voce alle sue spalle lo fece
sussultare
“ben
tornato dal mondo dei sogni”esclamò
affettuosamente la voce.
Shino si voltò verso la fonte di quella voce e dopo due
lunghi giorni quel
macigno che aveva sullo stomaco si
sciolse.
“ben tornato a casa
papà”rispose Shino calorosamente
“ vuoi che ti prepari qualcosa da
mangiare?”
“
no grazie cucciolotto mio, ho già mangiato”(se
continuo di questo passo mi
verrà il diabete) rispose Shibi andando ad abbracciare il
figlio. Shino
arrossì vistosamente non era abituato a ricevere una
così esplicita
dimostrazione d’affetto dal padre. Shibi non era il
tipo d’uomo che si
lasciava andare in simili gesti ma comunque lasciava intuire i
sentimenti che
provava nei confronti di una
persona
“allora?
Cos’hai fatto di bello
durante la mia assenza?” chiese Shibi al suo
cucciolo
“i-i-io? Niente di particolare! Le solite
missioni, abbiamo
riaccompagnato una bambina che si era persa al villaggio delle risaie,
poi
siamo stati sequestrati e torturati dalla madre della bambina che non
la finiva
più di rimpinzarci di dolci vari, ma alla fine
siamo riusciti a fuggire
anche se ci ha obbligati a portarci a casa una cascata di
dolciumi” disse Shino
indicando uno zaino poggiato sulla superficie di marmo della cucina. A
quelle
parole Shibi cominciò a ridere. L’immagine di suo
figlio e dei suoi compagni
costretti da una donna a mangiare dolci era davvero
esilarante.
“be
figliolo io te l’ho sempre detto che le
donne sono terribili e infime” disse l’uomo dando
una pacca sulla spalla del
figlio e uscendo dalla cucina. Quel gesto semplice e amorevole
strappò un
gemito di dolore al ragazzo.
“ lo so papà, e non puoi immaginare quanto io lo
sappia bene” pensò Shino mentre un rivoletto di
sangue impregnava la stoffa
della sua giacca a vento verde.
“Shinooooooo”
un urlo squarciò la quiete che regnava in casa
Aburame. Il ragazzo si precipitò al piano di sotto a rotta
di collo e raggiunse
la madre in
cucina
“si mamma? Cosa
c’è?”
aveva chiesto in tono remissivo il
ragazzo
“ stammi bene a sentire mangia
pane a tradimento, io vado dal parrucchiere e quando torno voglio
trovare
questa cucina in perfetto ordine! Chiaro?” urlò la
donna
“ si mamma tutto chiaro”
rispose sconsolato
Shino.
“sarà meglio per
te” detto questo girò sui tacchi e uscì
dalla
grande villa. Shino guardò la cucina sconsolatamente era un
vero e proprio
disastro. Il lavello era pieno di pentole, tegami e piatti sporchi il
bancone
della cucina era tutto sporco di sugo, olio,farina e chissà
cos’altro per non
parlare del pavimento. Ok era il caso di rimboccarsi le maniche e
mettersi al
lavoro.
Shino
aveva quasi
finito di lavare i piatti quando qualcuno suonò
il campanello. Andò ad aprire e indovinate un po’
chi era? Quella testa calda
di Kiba assieme alla
fidanzata.
“oih Shino” lo
salutò allegramente
Kiba “ sono secoli che non ci vediamo, credevamo che fossi
tenuto prigioniero
dalla matta del villaggio delle risaie” scherzò
Kiba
“Kiba! Non è educato
parlare
così” lo rimproverò Hinata con
dolcezza.
“come mai siete
passati da queste parti? Oggi non avete nessuna
missione?”chiese Shino con una
malcelata ansia. Non voleva che i suoi compagni vedessero
l’abrasione sul suo
volto
.
“come sarebbe a dire perché siamo venuti?
È la missione di oggi: recuperare il
nostro compagno di squadra”gli rispose Kiba con una faccia
fintamente
offesa.
“vi ringrazio ma non
ce n’era bisogno non appena mi sentirò meglio
io……”
“AAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRGGGGGGGGGGGGG”
Hinata si lanciò di
getto sul compagno
“scomparso”
“S_Shino,
la tua
faccia! Cosa hai?.......” lasciò in sospeso la
frase
“questa? Non preoccuparti Hinata non è
nulla è solo una piccola abrasione”
rispose Shino cominciando a sudare
freddo
“ma ma ma come piccola? È enorme Shino e
poi……. E poi potrebbe infettarsi. Oh
poverino ma come te la sei fatta?”chiese la piccola
Hinata quasi
sull’orlo delle lacrime. Shino le raccontò la
storiella che aveva inventato la
sera
prima.
“AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA”
Kiba si stava rotolando a terra dalle risate tenendosi la pancia
“ AHAHAHAHAHA
non ci posso credere AHAHAHAHAHAHAH Shino che ruzzola giù
dalle scale come un
novellino
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA”
“Kiba,
smettila di prenderlo in giro, brutto
maleducato” lo sgridò Hinata sta volta con rabbia
“Shino ti prego di non
starlo a sentire è solo uno stupido” disse
lanciando un’occhiata torva
“andiamo dentro, così te la medico”
propose Hinata andando a recuperare il suo
ragazzo e il legittimo
cane.
“ti
ringrazio molto
Hinata ma l’ho già medicata stamattina, non credo
che ce ne sia bisogno.
Comunque sarà meglio entrare perché ho dei
lavoretti da sbrigare” disse il moro
dirigendosi in casa e facendo cenno agli amici di
seguirlo.
“scusate il disordine ma stavo giusto pulendo quando siete
arrivati voi” disse
portando gli amici in cucina e facendoli accomodare sulle
sedie.
“posso offrivi qualcosa” chiese Shino mentre con
uno straccio puliva alla
meglio peggio il
tavolo.
“si,
grazie”rispose Kiba “ io vorrei qualcosa di fresco
da bere tu ci? Vuoi
qualcosa?”chiese rivolto ad
Hinata
“un bicchiere d’acqua se è possibile
grazie” disse Hinata
arrossendo
“d’accordo! Kiba ti va bene
una birra?” chiese Shino ispezionando
il
frigo.
“non potrei
chiedere di meglio” rispose l’altro. Non appena
tutti ebbero davanti ciò che
avevano chiesto Shino ritornò a occuparsi delle stoviglie
per poi cominciare a
chiacchierare con i
compagni.
“non
hai idea di che missione orribile ci sia capitata” si
lamentava Kiba “ abbiamo
dovuto prenderci cura della madre di un riccone, perché la
governante si era
ammalata. Quella donna era un vero mostro, mi ha fatto sgobbare come
uno
schiavetto, ho dovuto spostare i mobili del suo salotto un miliardo di
volte.
Mentre la signorina qui presente se l’è spassata a
prepararle i te e i
pasticcini.”disse rivolgendo una finta occhiata inviperita
alla sua
ragazza.
“ma amore mio!” protestò
Hinata “ l’ultima volta che hai provato a preparami
la colazione ho dovuto
farmi una lavanda gastrica! Non potevo permetterti di uccidere la
vecchia
altrimenti avremmo fallito la missione e non avremo ricevuto il nostro
compenso. E niente compenso uguale niente matrimonio.”
Rispose Hinata dando un
bacetto sulla fronte al
ragazzo.
“meno male che ci sei tu che
pensi a queste cose! A proposito. Shino ho proprio bisogno di una tata
non è
che verresti a casa mia a fare le faccende domestiche? Camera mia
è un vero e
proprio disastro” chiese Kiba cominciando a
sghignazzare.
“Inuzuka se vuoi fare a botte basta chiedere”
rispose acidamente il moro “ non
sono mica Cenerentolo, mi basta casa mia da pulire!”
esclamò Shino sciacquando
l’ennesimo
tegame.
“scusa tanto principessa non era mia
intenzione offendervi” gli
fece il verso
Kiba
“ripeto:
se vuoi fare a botte
basta chiedere” ribadì Shino asciugandosi le mani
con uno strofinaccio e
guardando Kiba in
cagnesco.
“ragazzi! Domani è
domenica e quindi niente missioni. Che ne dite di andare a fare
shopping? C’è
la svendita su tutto l’abbigliamento” se ne
uscì la piccola Hinata. I due
ragazzi la guardarono come se fosse un fantasma e poi scoppiarono a
ridere. Il
pomeriggio trascorse piacevolmente tra una chiacchiera e
l’altra e ora
finalmente la cucina di casa Aburame brillava come un
diamante.
“ah sentite questa! Non
indovinerete mai cosa è successo l’altra
notte mentre tornavo a casa”
disse Kiba sperando di aver suscitato la curiosità dei
presenti
“un povero gattino indifeso
che si era arrampicato sull’albero e non riusciva
più a scendere? E poi tu
l’hai salvato diventando il suo eroe?” lo
prese in giro Shino sedendosi
finalmente al tavolo con
loro.
“no idiota” rispose innervosito Kiba mentre Shino
sorrideva divertito dalla
reazione
dell’amico
“allora stavo tornando a casa mia
bello tranquillo e pacifico” cominciò a raccontare
Kiba
“Inuzuka
chi ti dice che a noi interessi
quello che hai da dire?” lo stuzzicò Shino
fingendo di sbadigliare. Al che Kiba
gli rivolse un’altra occhiata obliqua ma preferì
far finta di
nulla.
“allora dicevo, stavo tornando a casa quando sento delle urla
provenire da un
bar allora affretto il passo per vedere cosa
succede…..”
“
figurarsi se si faceva gli affaracci suoi, sei peggio delle vecchie
pettegole”
lo interruppe nuovamente
Shino
“stammi a sentire brutta copia di Cenerentola,
perché non torni alla fase mute?
Ti preferivo quando parlavi solo sporadicamente che adesso!”
disse infastidito
Kiba per poi ricominciare il suo racconto “ allora affretto
il passo e davanti
al bar indovinate chi c’era!?? Yoshino che prendeva a calci
nel sedere Shikaku
urlandogli che era solo uno stupido ubriacone senza cervello e che lo
avrebbe
addrizzato lei!” concluse Kiba con un ghigno sulla
faccia
“povero Shikaku, la moglie gli
avrà fatto passare un brutto
quarto d’ora” rise sommessamente
Hinata.
“parola mia, quella donna è un demonio. Non so
come abbia fatto il padre di
Shikamaru a sposarla! Non ho mai visto nessuna peggio di lei anzi mi ci
gioco
le palle che una peggio di lei non esiste” rise Kiba
“mi
spiace per le tue palle ma ti assicuro che
quella donna esiste e abita nella tua stessa città. E ti
assicuro che Yoshino a
suo confronto non è nessuno” pensò
Shino ripensando al rapporto che aveva con
sua madre.
Erano
ormai le 8
quando i due piccioncini decisero di togliere le
tende.
“allora a domani Shino- kun?” chiese
Hinata
“ sì d’accordo a domani”
rispose Shino salutando i due amici e cercando di
staccare Akamaru che si era attaccato alla sua gamba e non dava cenno
di
volersi
staccare.
“allora a domani Cenerentolo, passiamo a prenderti per le
10” detto questo,
Kiba cinse la vita della sua ragazza e richiamato il fedele cagnolino
si
incamminò verso casa.
“ e
un’altra giornata è andata”
pensò Shino massaggiandosi gli
occhi con il pollice e l’indice mentre si avviava verso la
sua stanza. Mentre
saliva le scale però sentì delle urla provenire
dalla cucina: erano di sua
madre. “ non voglio che la vedi più. Quella
è solo una schifosa puttana che non
vede l’ora di metterti le sue luridissime zampe
addosso.”stava urlando Riku
contro il marito, almeno questo era ciò che aveva dedotto
Shino dal contesto
della frase. Shino decise di onorare quel famoso detto”tra
moglie e marito non
mettere il dito” e cercando di non farsi sentire
sgattaiolò silenziosamente in
camera sua. Ma prima che riuscisse a raggiungere la stanza
udì suo padre dire
una frase che avrebbe capito soltanto alcuni mesi dopo” tanto
a te che cazzo
interessa?”
ka93: hihihi mi fa piacere che il chap ti sia piaciuto! |
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Capitolo 4 *** SHOPPING SFRENATO ***
Shopping
sfrenato
“Ma
chi cavolo me l’ha fatto fare?” pensò
Shino
maledicendosi in tutte le lingue del mondo. Come d’accordo i
suoi due compagni
di squadra erano passati a prenderlo e ora si trovavano al centro
commerciale.
E nonostante avesse appena aperto c’era già un
casino di gente, prevalentemente
di sesso femminile, che affollava l’edificio e schiamazzava
peggio delle oche.
Lui odiava la confusione ! non sopportava le cose che non avevano
né un capo né
una coda, eppure si era lasciato convincere ad accompagnarli.
“ ben ti sta,
così la prossima volta impari!!!”
“allora ragazzi, il programma è
questo, prima ci giriamo tutti i negozi
di abbigliamento e in particolare quelli d’intimo”
disse Hinata lanciando
un’occhiataccia al fidanzato che con una faccia schifata le
rispose:
“COSA????? Ma non ci penso proprio, te lo puoi
anche sognare”
“stammi
a sentire signorino, i tuoi calzini sono tutti consumati o bucati e io
non ho
nessuna intenzione di mandarti in giro così
chiaro??” disse Hinata
minacciosa (ma
io non porto le calze!!!
ndKiba) (dettagli!)
“come vuoi tu” le rispose
Kiba
imbronciandosi e mangiandosi le parole.
“bene allora muoviamoci, abbiamo solo 9 ore di
tempo”
“come???
Che intendi dire con questo????” chiese Kiba esterrefatto
“intendo
dire che questo cavolo di negozio chiude alle 8. Non è una
cosa assurda amore
mio??? Tutti gli altri centri commerciali chiudono alle 9.30”
rispose Hinata
facendo finta di imbronciarsi per poi cominciare a zampettare da una
vetrina
all’altra. I due ragazzi si guardarono con un’aria
rassegnata che poteva
significare benissimo “
SALVATECIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!”
La
giornata trascorse più o meno nel seguente
modo:
Hinata
che zampettava da un negozio all’altro e cercava di
convincere il suo ragazzo a
rinnovarsi il guardaroba, Kiba che si rifiutava, a prescindere, di
comprare
qualsivoglia capo di abbigliamento che la sua ragazza cercava di
rifilargli e
Shino che li seguiva divertito come un fedele cagnolino ( oggi Akamaru
era
rimasto a casa, per ovvi motivi e qualcuno doveva pur sopperire alla
sua
assenza, o no?) . davanti all’ennesimo negozio Hinata si era
trascinata dietro
il futuro marito per fargli “vedere” un bellissimo
completo: pantaloni tipo
quelli dei pescatori (larghi con tante tasche ) di color verde stinto
abbinati a
una maglietta aderente nera con il collo alto e un gilet con tante
tasche dello
stesso colore dei pantaloni. Mentre
i
due piccioncini litigavano, Shino era rimasto fuori dal negozio ad
aspettarli.
Mentre si guardava intorno, gli cadde l’occhio su un completo
esposto in
vetrina. Era un completo totalmente nero composto da un corpetto liscio
con i
lacci sul davanti, i pantaloni erano aderenti ed
erano retti da un cintura in pelle con la
fibbia rettangolare d’argento. Gli stivali erano in un
materiale lucido e
avevano le punte squadrate e un piccolo tacco squadrato, alle braccia
c’erano
dei guanti lunghi fino a sopra il gomito. Quel completo tanto semplice
quanto bello gli
fece tornare in mente
Lei .
“ Shino, smettila!!! Ti ho già detto
che devi smetterla di farti del
male rivangando il suo ricordo” si rimproverò
mentalmente il ragazzo anche se
doveva ammettere che quel completino le sarebbe stata
d’incanto. “ ma che
diavolo ti viene in
mente?? Non sai
nemmeno che faccia abbia adesso, come fai ad affermare certe
cose?” rincarò Shino
maledicendosi per quella sua debolezza. Nonostante fossero anni che
né la
vedeva né aveva sue notizie, Lei era sempre tra i suoi
pensieri.
“
oh certo come no, tanto la parte della cattiva tocca sempre a me, non
è
vero??!!!” stava urlando Hinata alla volta di Kiba il quale
“aveva accettato di
sua spontanea volontà e senza
alcuna
costrizione esterna” di comprare il famoso completo.
“ Shino?! Va tutto bene?”
chiese la ragazza aggrottando la fronte con aria perplessa.
“eh? Ah sì! Certo certo sto
bene!” rispose Shino riscuotendosi bruscamente
dai suoi pensieri.
“ecco bravissimo, visto che stai bene
dì a questo testone che il
completo che gli ho comprato è stupendo!!!”
s’infervorò Hinata sbattendo sotto
il naso di Shino il fantomatico completo. Il ragazzo più
grande dopo aver
fissato per alcuni secondi il completo bofonchiò un semplice
sì che, nonostante
Hinata non se ne fosse accorta perché era troppo contenta di
aver trovato
qualcuno che le desse ragione, stava a significare:Ti dico di
sì per farti
contenta ma non azzardarti a chiedermi di indossarlo. E così
il resto della
giornata trascorse relativamente tranquillamente. A parte le proteste,
molto
accese, dei due maschietti verso l’ora di pranzo,
perché se la loro intenzione
era quella di andare a mangiare, Hinata non voleva sentire ragioni.
Alla fine
giunsero al compromesso che, mentre Hinata andava in bagno i 2 si
sarebbero
fatti una capatina in un qualche posto per mettere qualcosa sotto i
denti.
Giunsero le 7. E Hinata decise che era giunto il momento di affrontare
la sfida
più ardua della giornata: il negozio di intimo. Dopo aver
litigato per mezz’ora
con il fidanzato e aver urlato come una pazza, Hinata riuscì
finalmente a
trascinare il suo cucciolotto, in quell’istante alquanto
incazzato, nel negozio
con il compito di cercarsi almeno tre paia di calze e altrettante di
boxer e
lasciando a Shino il compito di sovraintendere alle operazioni, mentre
lei era
andata a vedere della lingerie.
“mio padre ha ragione, più ci stai
insieme e più cercano di avere il
totale controllo su di te” ringhiò Kiba mentre era
intento a frugare nei
giganteschi cestoni della biancheria.
“sono
anni che ho le stesse calze e non si è mai lamentata di
niente. Poi di botto le
vengono in mente queste genialate”
“ tu sai
che Hinata ha perfettamente ragione vero?” chiese Shino
guardandolo come si fa
con un bambino piccolo che non vuole assolutamente saperne di aver
torto.
“non ti ci mettere pure tu Cenerentolo, qui la
faccenda è grave! Prima
l’abbigliamento, poi vorrà modificare il mio
carattere e poi chissà che altro,
ma ti pare possibile? Io non capisco per quale motivo debba fare sempre
averla
vinta lei! Vabbè che è una ragazza e che
è fragile però io non capisco cosa
diavolo voglia ottenere facendo così? Sbaglio o io non le ho
mai chiesto di
cambiare niente del suo modo di essere? E allora perché lei
deve fare così?? Tu
che ne pensi?? Ho ragione o no?” chiese Kiba retoricamente
“
io non ne voglio sapere niente!
La
ragazza è tua e io non voglio metterci becco, prima di
combinare danni.”
Rispose Shino allontanandosi inconsciamente dal cestone e appoggiandosi
alla
parete.
“perdonate vostra grazia se mi sono permesso di
chiedervi un parere!”
gli fece il verso Kiba che nel mentre aveva continuato a ispezionare i
cestoni
alla ricerca di qualcosa che gli andasse a genio
“a proposito Cenerentolo” riprese Kiba
dopo aver buttato svogliatamente
un paio di calze con disegnata la carica dei 101 nel carrello( k
fantasia
ragazzi!!!) “ma lo sai che mi preoccupi??!! Insomma tra tre
mesi compi diciotto
anni e non hai ancora la ragazza! E quel che è peggio non
cerchi la compagnia
dei tuoi coetanei, sai che è brutto? Insomma non puoi sempre
defilarti ogni
volta che qualcuno propone di uscire, devi uscire e fare nuove amicizie
così
magari ti trovi anche una bella ragazza e vi mettete insieme e poi
pensa a tua
madre, non sarebbe contenta se tu gli facessi tanti
nipotini?” non appena Kiba
pronunciò il nome di quella donna, Shino sentì
una morsa stringergli il petto.
“ mamma” pensò amaramente Shino.
Ma il più piccolo non parve accorgersi
di nulla e continuò imperterrito il suo discorso.
“oppure
se incontri una bella gnocca, ma non hai
nessuna intenzione di metterti insieme a lei puoi sempre portartela a
letto e
poi darle il ben servito. Ma lasciando stare le ragazze,
perché una di queste
sere non esci con noi? Dai vedrai che ti divertirai! E poi una bella
uscita è
proprio ciò che ti serve, così magari ti apri un
po’ ” concluse Kiba
riemergendo definitivamente dal cestone della biancheria. Shino sollevò
un sopracciglio e fisso il suo
compagno di team a lungo negli occhi
e
cercando di capire se stesse scherzando o, come pensava che fosse,
stesse
parlando seriamente.
“questa
sarebbe la tua filosofia di vita?”
domandò Shino acido mentre Kiba lo guardava con un
gigantesco punto
interrogativo sulla testa.
“ usare una ragazza per
divertimento e poi fare come se non fosse successo niente”
chiarì Shino
“scusa tanto Cenerentolo, non era certo mia intenzione
turbarti, la
prossima volta me ne starò zitto invece di cercare di
aiutarti” lo rimbeccò
Kiba inalberandosi
“nessuno
ti ha chiesto di farlo!! Infondo sono solo un asociale che tiene sempre
il
broncio se non sbaglio sono parole tue Kiba” gli rispose
Shino riferendosi a
una conversazione che aveva sentito pochi giorni prima tra Inuzuka e
Nara
“io
non………… mi
dispiace ma… io veramente volevo”
balbettò Kiba colto con le mani nel
sacco
“non sprecare tempo a cercare scuse. Ormai
è fatta e non serve a niente
comportarsi così” ribattè Shino acido
distogliendo lo sguardo dal suo
compagno.
“allora
ragazzi
com’è andata la caccia??? Avete trovato qualcosa,
Shino? “ domandò la piccola
Hinata che era appena apparsa dopo aver fatto razzia di calze mutandine
e
reggiseni.
“perché
chiedi a lui scusa??” domandò Kiba infastidito
“perché tu non sei affidabile” lo
rimproverò dolcemente Hinata
“sì ha trovato qual cosina”
rispose vagamente Shino ancora arrabbiato
per l’affermazione di Kiba
“bene,
allora possiamo andare alla cassa. Seguitemi” rispose
allegramente Hinata. Si
misero in coda alle case e aspettarono il loro turno quando
“ah,
quasi mi stavo scordando. Mi ha chiamata Tenten ha detto che loro
stasera
mangeranno al chiosco di Teuchi se vogliamo accodarci anche
noi.” Disse Hinata
“ per me va bene” rispose Kiba
“e
tu Shino?? Che fai?” chiese Hinata
“ io
n….”
“ma certo che Shino viene
con noi!! Ma che domande stupidine fai amore mio??” si
intromise Kiba
abbracciando la sua ragazza e dandole un bacio a fior di labbra
“ma è meraviglioso”
trillò Hinata “allora io richiamo Tenten e le dico
che noi andiamo” detto questo Hinata si allontanò
per effettuare la chiamata.
“ma
che cazzo stai facendo?” sibilò Shino
“fidati
di me, vedrai che ci
divertiremo” gli rispose Kiba facendogli
l’occhiolino
Rieccomi
tornata a rompere le scatole XD. Chi sarà mai
questa Lei?? seguitemi e lo scoprirete XD Spero che il capitolo vi sia
piaciuto
e ringrazio tutti quelli che hanno letto e un grazie ancora
più grande alla mia
best che ha addirittura avuto il coraggio di commentare
ka93: grazie per la recensione! mi fa molto piacere che il chap ti sia
piaciuto!
quando vedo Riku le dirò di darsi una calmata, contenta' XD.
Un bacione a tutti e al prossimo capitolo. Ciao.
|
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Capitolo 5 *** L'OMBRA DI UN FANTASMA DEL PASSATO ***
L’ombra
di un fantasma del passato
E
anche quella volta era stato fregato alla grande.
Erano più di due ore che se ne stava seduto al chiosco di
Teuchi ad ascoltare i
discorsi insensati dei suoi compagni che per la maggior parte erano
ubriachi.
Kiba e Shikamaru stavano facendo a
gara
a chi beveva di più, Naruto e Choji mangiavano
ininterrottamente da due ore e
poi Sakura e Ino erano talmente brille che non si accorgevano neppure
di
parlarsi sopra a vicenda. E lui era lì. Solo come il
cucù a giocherellare con
un bicchierino da Sakè. Hinata e Tenten, beate loro, se ne
erano andate poco
prima a casa della Hyuga per lasciare le buste degli acquisti. “ ma porca di
quella schifosissima miseria!
Possibile che debba sempre farmi intortare dai discorsi del botolo?"
Possibile che sia così deficiente?” pensava Shino
continuando a giocherellare
con il bicchierino.
“Ragazzi
sono le 11 e 30! E per voi è ora di tornare a casa a dormire
che domani dovete
lavorare” disse Teuchi cominciando a raccogliere le stoviglie
sporche per
lavarle. “ grazie al cielo questa tortura è
finita” pensò Shino. Un dissenso
generale si levò dai ragazzi che non avevano nessuna
intenzione di finire così
la serata.
“Andiamo Teuchi,
non fare il guastafeste! La notte è ancora lunga”
si lamentò Kiba sbattendo sul
bancone un bicchierino che aveva appena svuotato, raccogliendo
l’assenso quasi
generale.
“Vedete di sparire e non
farmi
arrabbiare prima che vada di là a prendere la
scopa” li ammonì il venditore di
ramen. Shino fu il primo a defilarsi. Cominciò a correre ma
non si diresse
verso casa bensì nella direzione opposta. Non aveva nessuna
voglia di tornare a
casa sua. Si diresse a nord. Man mano che s’inoltrava a
settentrione uno spesso
strato di nebbia avvolgeva il panorama, appiccicandosi addosso e
rendendo il
luogo spettrale. Corse per circa un’ora finché non
giunse a un grande bosco di
pini secolari. Shino si fermò un secondo, ansante, ad
ammirare quell’immensa
distesa di verde per poi gettarvisi dentro e cominciare a correre.
Conosceva
ogni singolo anfratto di quel bosco che si estendeva per migliaia di
chilometri. L’aveva scoperto undici anni prima quando, come
al solito, sua
madre lo aveva picchiato e offeso e lui
aveva desiderato scappare via da Konoha e nello scappare si era
imbattuto in
quella che sarebbe diventata la sua seconda casa. E poi quello era il
posto
dove la sua vita era cambiata da un giorno all’altro. Era il
luogo in cui
l’aveva incontrata per la prima volta, il luogo in cui
avevano giocato assieme,
il luogo in cui si era sentito un bambino normale.
Nel
mentre che pensava a ciò aveva allungato il passo
e contro ogni sua previsione era già arrivato alla meta
designata: la radura.
Era uno spiazzo ampio una sessantina di chilometri: l’unico
luogo di quella
foresta millenaria in cui i raggi dei due grandi astri riuscissero a
lambire
l’ispida erbetta di ottobre. La radura era occupata per i 2/5
da un lago dalle
acque nere e immote. “ è qui che ti ho visto la
prima volta” pensò Shino
guardando nostalgicamente le sponde
del
lago dove ricordava ci fosse seduta una bambina. Restò
immobile per un tempo
indefinito rivangando i momenti felici trascorsi con la sua amichetta.
Aveva
faticato molto per autoimporsi di smetterla di pensare a lei ma quella
volta
aveva deciso di togliere, dalla sua mente, ogni freno inibitorio. Era
vero che
era stanco di continuare a soffrire per il ricordo evanescente di un
fantasma
del suo passato ma era pur sempre vero che con lei aveva vissuto parte
dei
momenti più felici della sua vita.
Inspirò a fondo l’aria gelida del
primo mattino e i suoi polmoni sembrarono
trapassati da tante piccole schegge di ghiaccio. Il ragazzo si riscosse
dai
suoi pensieri, era ora di smettere di pensare e cominciare ad allenarsi
dato e
considerato che era da parecchi giorni che non praticavano
più attività fisica.
Shino si tolse gli
occhiali e li ripose
nella tasca dell’impermeabile, prese un altro profondo
respiro e poi cominciò
ad allenarsi. Scattò in avanti tirando un calcio
all’altezza del volto di un
ipotetico avversario poi si abbassò e mettendosi
perpendicolarmente al terreno
e facendo perno con la mano destra su di esso, tirò un altro
calcio al suo
ipotetico avversario nella zona delle caviglie per poi poggiare anche
l’altra
mano sul terreno e fare una capovolta all’indietro per poi
scattare
immediatamente in avanti e parare un colpo dall’alto.
Continuò così per diverso
tempo finché la stanchezza ebbe la meglio su di lui che
cadde a terra ansante.
Si scoprì a fissare quell’immenso specchio
d’acqua che da ormai migliaia di
anni rifletteva l’effige della regina della notte assieme
alle sue figlie.
L’aveva sognata tante volte seduta sulle sponde: indossava un
lungo abito nero
aderente che le arrivava fin sotto i piedi, i lunghi capelli neri erano
sciolti
e le ricadevano a boccoli sulle spalle arrivando sino al terreno per
poi
sparpagliarsi su di esso, gli occhi dal taglio obliquo e freddo e dal
color
glaciale che lo fissavano e il suo bellissimo sorriso a incoraggiarlo a
sedersi
accanto a lei. Erano passati sette lunghi anni dall’ultima
volta che l’aveva
vista ma nonostante questo ricordava ogni singolo dettaglio di quella
mocciosetta: aveva quattro anni meno di lui ed era poco più
bassa di lui, aveva
lunghissimi capelli neri che legati in una coda alta le arrivavano
sotto il
sedere, la pelle era talmente pallida da fare impressione, gli occhi
erano
grandi e dal taglio obliquo e freddo di uno spettacolare blu
oltreoceano
tendente al viola, aveva un carattere molto particolare, era sempre
calma e non
si arrabbiava mai per nulla e quando lo faceva non si metteva a urlare
o robe
del genere, si limitava semplicemente a fissarti in un modo che era
capace di
farti sentirti il peggior verme esistente sulla faccia del pianeta e
,infine
c’era l’abbigliamento. Il modo di vestire era
davvero buffo, per non dire
osceno: indossava un vestitino grigio di pile che le arrivava oltre le
caviglie, un paio di stivali rosso fuoco di plastica, sul capo portava
un velo
a mo’ di cappuccio che le copriva gran parte del volto e
infine indossava
sempre dei guanti di velluto blu che le arrivavano fin sotto
l’ascella. E cosa
più strana di tutte era l’unica a non provar
ribrezzo nei suoi confronti; a lei
non importava che Shino al suo interno racchiudesse una colonia di
insetti
anzi, diceva sempre che era proprio quel dettaglio a renderlo speciale.
Un’altra
cosa strana era che a lei non importava di sporcarsi le scarpine o di
dover
rotolarsi nel fango, al
contrario di
tutte le altre bambine, non le importava molto di apparire bella e
presentabile
le importava solo di divertirsi assieme a lui, l’unica cosa
su cui non
transigeva era che la si toccasse e a proposito era stata molto chiara
con
Shino, lo aveva avvertito che se l’avesse toccata sarebbe
andato incontro a una
morte orribile e non era una minaccia. La bambina gli aveva fatto anche
vedere
il motivo per cui non avrebbe mai e poi mai dovuto toccarla e una volta
di più
Shino era riuscito ad affascinarla perché, a differenza di
tutti gli altri che
conoscevano le sue “ doti”, lui non era scappato
via urlandole che era solo un
mostro, al contrario le aveva fatto un sorrisone a trentadue denti (a
quel
tempo un po’ meno) e le aveva proposto di giocare a
nascondino così che non
avrebbe corso il rischio di sfiorarla. La loro amicizia era durata fino
a
quando lei non si era più fatta vedere, così da
un giorno all’altro. Shino come
ogni sera era uscito furtivamente dalla finestra, dopo che suo padre
era andato
in camera sua per rimboccargli le coperte e augurargli la buona notte.
Aveva
corso come un pazzo per un’ora intera, non stava
più nella pelle dalla voglia
di rivederla; l’aveva aspettata fino all’alba ma
lei non si era fatta vedere.
Quel teatrino era andato avanti per circa un anno e mezzo dopo di che
Shino si
costrinse a credere a ciò che aveva fiutato già
da tempo: lei non sarebbe
tornata mai più. E questo per lui avrebbe significato una
sola cosa: il ritorno
alla sua solitudine. Nonostante questo però, il ragazzo
aveva continuato ad
andare nella foresta, con la remota speranza che lei un giorno o
l’altro avesse
fatto ritorno.
Shino
si alzò da terra e s’incammino verso il
laghetto, restò a fissarlo per qualche secondo e poi decise
di farsi un bel
bagnetto. Si tolse
i vestiti e li poggiò
accuratamente per terra. L’acqua era gelida e Shino dovette
farsi coraggio
prima di immergersi completamente. Nuotò agilmente fino al
fondale. Cominciò ,
come al solito, a esplorare i fondali rocciosi che conosceva a
menadito, si
infilava nelle caverne esplorando ogni singolo anfratto, scandagliava
il fondo
roccioso alla ricerca di qualche forma di vita e così via.
All’improvviso
qualcosa attirò la sua attenzione, un oggetto luccicante sul
fondo roccioso.
Shino nuotò fino a quel luccichio intermittente e
riuscì, anche se con
un’immane fatica, a mettere a fuoco l’oggetto:
“È
la sua collana!” pensò Shino con un tuffo al
cuore! Qualche anno prima erano
impazziti per cercare quel dannato aggeggio che per la sua piccola
amica era
importante per qualche ragione che in quel momento non gli sovveniva e dopo giorni interi di
ricerca si erano
arresi. Quella catenella era sommersa da ettolitri di acqua da minimo
dieci
anni eppure non era stata intaccata da alcun tipo di alga, risplendeva
come la
prima volta che l’aveva vista. Improvvisamente Shino
notò qualcosa alle sue
spalle. Un riverbero aranciato colorava la parete rocciosa alle sue
spalle: era
l’alba; decise che era giunto il momento di smetterla di
giocare a fare la
sirenetta e tornare in superficie. Si arrotolò la collana
attorno al polso e
riemerse. L’aria in superficie era ancora molto pungente e un
venticello gelido
si era alzato, scuotendo pigramente le fronde degli alberi. Si diresse
nel
punto in cui aveva lasciato i suoi vestiti quando
all’improvviso sentì un
rumore di legna spezzata. Si voltò di scatto e si mise in
posizione difensiva
cominciando a scrutare attentamente l’immensa distesa verde
che gli si parava
davanti. Tutto era immoto e silenzioso, troppo immoto e silenzioso per
una
foresta, nessun verso di animale, nessuno scalpiccio niente di niente,
solo il
rumore ritmico e rilassante del vento.
“Non essere ridicolo
Shino chi vuoi che ci sia a quest’ora infame del mattino in
questo luogo
isolato dal mondo? Il rumore sarà stato solo un
miraggio” nonostante questi
pensieri affollassero la sua mente, sentiva due occhi puntati addosso
che lo
studiavano attentamente; si rivestì lentamente per poi
lasciarsi cadere sul
terreno esausto. Portò entrambe le mani sotto la nuca e
sollevò la gamba destra
puntellando il piede sul terreno, all’incirca
all’altezza del ginocchio della
gamba sinistra. Le palpebre erano pesanti e tutto il suo corpo anelava
al
sonno,, ma prima di farsi abbracciare da Morfeo diede
un’ultima occhiata
intorno a se e poco prima di chiudere gli occhi gli parve di scorgere
due iridi
fredde e assassine che lo fissavano insistentemente. Un
nome che non pronunciava più da ormai sette
lunghi anni gli si stampò a caratteri di fuoco nella mente:
“Tenebra”
Ciao
a tutti! Scusate l’enorme ritardo ma in questo
periodo sono molto occupata e quindi non ho molto tempo per la
scrittura Grazie
mille alle poche persone che leggono e un grazie particolare alla mia
Kimmy perché
recensisce. Allora dopo questo capitolo ce ne sarà un altro
e poi entreremo nel
cuore(per così dire) della storia. Ringrazio ancora una
volta coloro che hanno
letto. C risentiamo al prossimo capitolo. P.s. qualche commentino in
più non mi
dispiacerebbe ^^ non preoccupatevi anche se è una cosa
negativa è sempre ben
accetta!
Ka93:povero
Kiba un corno! Ma secondo te i maschietti
a cosa servono?? Xd grazie 1000 per la recensione. Un bacione
grandissimo.
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Capitolo 6 *** DOMANDE ***
Domande
Il
sole era sorto da diverse ore e aveva ormai
raggiunto il suo apice e ora si apprestava a percorrere
l’ultimo tratto del suo percorso
verso l’oceano nel quale si sarebbe tuffato per concedersi il
meritato riposo
notturno. Un freddo vento soffiava sulla terra del Fuoco facendo
staccare le
foglie dagli alberi per farle volteggiare aggraziatamente
nell’aria di ottobre
e si intrufolava, dispettoso, sotto gli abiti dei poveri abitanti. Le
strade
erano vuote e l’unico suono udibile era
l’insistente sibilo del vento.
“Che
strana Konoha. Senza tutto quel suo solito brulicare di gente non
sembra
nemmeno lei” considerò Shino guardandosi
distrattamente intorno. Camminava con
passo dritto e spedito teso.
“Perché
ho la sensazione di essere continuamente tenuto sotto stretta
sorveglianza??”
si chiese Shino guardandosi in modo circospetto intorno
ma come era successo quello stesso
mattino non trovò nessuno
“Mi sto facendo suggestionare !”
concluse rallentando il passo e
imboccando la via di casa sua. Arrivato davanti al portone di casa sua
trasse
un profondo respiro e facendosi coraggio entrò
silenziosamente nella grande
magione. Il silenzio era pressoché assoluto forse anche
grazie all’orario. Si
diresse in cucina e si preparò qualcosa da mangiare,
all’improvviso alle sue
spalle una voce stridula e fredda: una donna di bassa statura sui
quarant’anni, dai
corti capelli biondi e lisci, gli occhi
di un grigio scuro, dalla costituzione esile ma con un seno molto
pronunciato,
la carnagione scura e l’aria da ragazzina svampita gli si
presentò davanti,
piantandosi di fronte a lui con le braccia incrociate al petto e con un
ghigno
cattivo stampato sul volto
“Guarda
guarda chi si degna di tornare a casa!! Dove cazzo sei stato brutto
deficiente
?? Se non te ne fossi ancora reso conto, brutto decerebrato senza spina
dorsale, qui c’è una casa da mandare avanti!! E
secondo te a chi tocca far si
che questa catapecchia vada come deve andare ? Si può sapere
dove cazzo sei
stato??” strillò la donna che arrivava a malapena
a metà torace del figlio
“Io
veramente…”
“NON
ME NE FREGA NIENTE DI DOVE SEI STATO!!” gli
sbraitò dietro la donna facendo
vibrare i vetri delle finestre “GRRRRRRRRRRRRR!!!Sai
perché i trattamenti di
bellezza che faccio dall’estetista ogni settimana non hanno
alcun effetto?!”
chiese retoricamente la donna diventando rossa in volto mentre la vena
sulla
tempia pulsava pericolosamente
“Io
non….” Cercò di tergiversare Shino per
cercare di far calmare la madre
“TE
LO DICO IO PERCHÈ ! PERCHÈ HO UN FIGLIO TALMENTE
INUTILE CHE MI FA INVECCHIARE
SOLO A GUARDARLO. TU SEI SEMPRE STATO UN PESO PER ME. UN INUTILE E
STUPIDO PESO
CHE HA ROVINATO LA MIA VITA PERFETTA. IO AVEVO TUTTO PRIMA CHE NASCESSI
TU E
TUTTO AD UN TRATTO SEI ARRIVATO TU E MI HAI TOLTO TUTTO CIÒ
CHE AVEVO DI BUONO.
SEI UN INSULSO ERRORE, UNA STUPIDA FATALITÀ CADUTAMI TRA
CAPO E COLLO
ALL’IMPROVVISO. IO L’AVEVO DETTO A TUO PADRE CHE
SAREBBE STATO MEGLIO PER TUTTI
SE AVESSI ABORTITO MA QUELL’IDIOTA NO!! PER FORZA CHE DOVEVA
FARTI NASCERE E
ORA GUARDA QUI CHE COSA INUTILE È USCITA”
urlò la donna per poi tirare un
sonoro ceffone al figlio, ceffone che mandò in frantumi gli
adorati occhiali di
Shino.
“Sai una cosa?? Avrei
dovuto
buttarti in un cassonetto il giorno maledetto in cui sei
nato!” disse
rivolgendogli uno sguardo carico d’odio e risentimento.
“Hai
ragione, sarebbe stato sicuramente meglio per tutti”
sussurrò voltandosi e
cominciando a correre! Fuori aveva cominciato a piovere e presto i
vestiti del
ragazzo s’inzupparono di acqua.
“Perché
non l’hai fatto?? Perché non mi hai ucciso o
abbandonato da qualche parte??
Saremmo stati tutti più felici” Non si era mai
sentito così odiato e fuori
posto come in quel momento, provava un’insopportabile senso
di vuoto e di
abbandono e aveva freddo, tanto freddo che non dipendeva
però dalla temperatura
circostante. Per l’ennesima volta nei suoi diciassette anni
si ritrovò a
correre come un forsennato verso quel luogo che tanto lo faceva sentire
a casa,
la stessa casa che lui non aveva mai sentito di avere! Corse fino alla
radura e
giunto li si fece cadere per terra dove pianse a lungo, aveva bisogno
di
sfogarsi e in quel momento il pianto era l’unica sua valvola
di sfogo. Non
sopportava quella sua condizione, non sopportava essere trattato
soprattutto
perché ci stava male e per secondo perché non
riusciva a capire il motivo di
tutto ciò! Che senso aveva avuto essere rimasta incinta e
quindi essersi
sposata ad appena 23 anni se poi trattava suo padre come una presenza
fastidiosa e lui come un giocattolo da maltrattare? Che fosse stato
solo un
matrimonio di convenienza? No, se così fosse stato lui non
sarebbe dovuto
esistere a rigor di logica! E allora? Nonostante fosse molto tempo che
si
poneva queste domande non era ancora riuscito a darsi una risposta; a
chiedere
spiegazioni ai suoi non ci pensava neppure non sapeva perché
ma aveva il
sentore che sapere sarebbe stato mille volte peggio che essere
all’oscuro di tutto.
Un giorno, forse, avrebbe avuto il coraggio ma per il momento era
meglio
ignorare. Calde lacrime velavano i suoi stupendi occhi grigio-piombo
con
sfumature bluastre attorno alla pupilla, ormai non più
protetti dai suoi
fedelissimi occhiali. Quei benedetti occhiali!! Quante volte
l’avevano salvato
dalle ire di sua madre, nascondendo le emozioni che provava?? Facendo
credere
alla donna che il loro padrone fosse rimasto impassibile mentre dietro
di loro
gli occhi diventavano umidi e lucidi? Tante, troppe forse!
Il
tramonto colorava con i suoi riflessi sanguigni
tutte le cinque terre, di li a poco sarebbero calate le tenebre. Shino
stava
seduto contro un albero e stava giocherellando con la collana che aveva
trovato
nel lago, la faceva dondolare davanti agli occhi come se volesse
ipnotizzarsi.
“ Quanto vorrei che fossi qui con me
adesso!”pensò mettendosi il
ciondolo al collo, rimase qualche secondo a fissarlo: su una catena
d’argento
formata da tante piccole maglie era agganciato un ciondolo di un viola
intenso
e dalla forma singolare, una specie di rombo con i lati adiacenti al
gancetto
molto più lunghi rispetto agli altri. Un piccolo frammento
materializzatosi del
suo passato. “Sono passati sette
anni
dall’ultima volta che ci siamo visti, figurati se lei si
ricorda ancora di te”
constatò però il ragazzo alzandosi e
cominciandosi a incamminarsi verso casa.
La
luna era ormai alta nel cielo quando Shino arrivò a
casa. Non aveva nessuna voglia di affrontare sua madre ne tanto meno
suo padre,
quindi decise di non entrare dalla porta di casa bensì dalla
finestra di camera
sua. Appena giunto in camera mise la collana al sicuro in un cassetto
poi si
spogliò velocemente e si fiondò sotto la doccia.
Tutti i muscoli gli dolevano,
sia per le percosse subite sia per la tensione accumulata in quei
giorni!!
Rimase a lungo sotto il getto caldo dell’acqua poi si avvolse
un asciugamano
attorno alla vita e si buttò di peso sul letto, emise un
gemito di dolore:
tutte le ferite che si era procurato in quei giorni tiravano e in
alcuni punti
si riaprirono. Shino tornò in bagno per prendere il
disinfettante ma si bloccò
davanti allo specchio: l’abrasione sulla parte destra del
volto aveva ripreso a
sanguinare e aveva tutta l’aria di essere infetta.
Sospirò affranto e prendendo
tutto il necessario tornò
in camera da
letto per medicarsi le ferite.
“
Non posso andare avanti così!! Non posso permettere che
qualcuno veda le
ferite. Ma come posso fare?? Come faccio a nasconderle??”
proprio in quel
momento gli cadde l’occhio sull’armadio spalancato:
su una gruccia dava bella
mostra di se un impermeabile verde e sotto di esso c’era una
maglia lunga grigia
il cui collo arrivava all’incirca all’altezza del
naso, quello era il completo
perfetto per nascondersi dalla vista indiscreta della gente.
“Perfetto”
esclamò poggiando la gruccia sulla sedia vicino al letto e
prendendo dall’armadio
un paio di pantaloni dello stesso grigio della maglia per poi buttare i
suoi
vecchi abiti in un angolino della stanza, cosa che non era
assolutamente da
lui, ma in quel momento non gli importava. Dopo aver preparato tutto
l’occorrente
per il giorno seguente sistemò tutto sulla scrivania e
spegnendo le luci si infilò
nel letto sprofondando immediatamente in un sonno profondo e senza
sogni.
Intanto da sopra un lampione di fronte a camera sua, un paio di occhi
glaciali
lo fissava silenziosamente, in attesa che Shino si accorgesse di loro e
a quel punto sarebbe iniziato il loro gioco.
Salve
a tutti!!! Che dite ho esagerato un pochino in questo capitolo???
comunque spero che vi piaccia lo stesso. e con questo concludiamo le
vicende del povero piccolo maltrattato dalla madre( per ora) nel
prossimo capitolo succederà qualcosa che metterà
in subbuglio tuttoXD Un grazie grandissimo a tutti quelli che hanno
letto lo scorso capitolo e un bacione grandissimo alla mia best
Ka93: mi fa piacere che questo capitolo ti sia piaciuto!!
spero sia lo stesso anke per questo.
un bacione alla prossima e mi raccomando RECENSITE!
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Capitolo 7 *** UNA NUOVA MISSIONE ***
Una
nuova missione
Era
il luogo perfetto.
Chi mai avrebbe sospettato di lui?? Nessuno
Quella era la collocazione perfetta per trovare
la fortunata, per così
dire. E la fortunata non avrebbe tardato a farsi trovare. Erano circa
le 8 di
mattina e a Konoha, per
le strade c’era
già tanta gente.
“Avanti zuccherino! Cosa aspetti a farti
vedere?”sussurrò l’ombra che se
ne stava appollaiata sul tetto del palazzo
dell’Hokage. Quel posto, infatti,
oltre ad essere sicuro quasi al 100% era anche uno degli edifici
più alti di
Konoha e quindi da lì era più facile vedere tutta
la zona limitrofa per poter
trovare la ragazza giusta. Era solo una questione di tempo. Di li a
poco
avrebbe potuto mettere le mani sulla sua nuova cavia.
“Tu
dici che non c’è
niente di cui preoccuparsi? Invece sì che bisogna
preoccuparsi!” aveva
sbraitato Kiba per la milionesima volta nel giro di 5 minuti. Come ogni giorno il team 8
si era recato al
loro solito posto di incontro e ora le 3 persone stavano
impazientemente
attendendo il loro compagno di squadra.
“Quante
volte l’ha fatto? Eh ? Te lo dico io quante volte!
Mai!” aveva rincarato il ragazzo
sedendosi vicino al suo cagnolone con le braccia conserte e un diavolo
per
capello.
“Ma tu sei proprio sicuro che oggi venga? Non è
che hai capito male?”
gli chiese Hinata titubante
“Sì che viene ne sono sicurissimo! Non sono mica
scemo, l’ho sentito con
queste orecchie”ringhiò il moretto
“Kiba! Hinata ha fatto solo una considerazione non
c’è bisogno di
arrabbiarsi e risponderle male! E poi mancano ancora 2 minuti
all’ora
prestabilita” disse la maestra Kurenai fissando
l’allievo dall’alto in
basso
“Sì, ha ragione maestra!”
rispose lui abbassando la testa e gattonando
fino alla sua ragazza
“Scusami bimba!” sussurrò
Kiba sulle labbra di Hinata che lo abbracciò
stretto e cominciò a giocherellare con i suoi capelli.
“Scuse accettate! E comunque non preoccuparti!
Shino arriverà, non
preoccuparti. In fondo è un essere umano e può
capitare anche a lui di essere
un po’ in ritardo” pigolò lei. In quel
momento come se fosse stato evocato da
qualcuno Shino si materializzò davanti ai 3.
“Hai
visto? Che ti dicevo?” trillò Hinata
“Si
può sapere dov’eri finito?”
rognò Kiba incazzoso rivoltò all’amico
“A
casa mia! Dove volevi che fossi?”
“Sei
in ritardo!” ribattè lui incazzoso
“Sono le 8 e 30
adesso” constatò lui
“Ma tu arrivi sempre almeno 15 minuti prima!”
ribattè cocciuto lui
“Scusa tanto se…”
“La
volete finire voi 2?”intervenne Kurenai “ Shino
stai bene ora?” domandò
“Io
sì maestra! Mi sono ristabilito completamente”
rispose il ragazzo con il suo
solito tono risoluto.
“Bene!
Allora sbrighiamoci, Tsunade-sama ci ha convocati per assegnarci una
missione”disse la donna incamminandosi
“Io e te dopo
parliamo” ringhiò Kiba sorpassando Shino per poi
affiancarsi alla sensei
“Non preoccuparti Shino! Kiba è solo
preoccupato per te ma non lo vuole
ammettere, non dargli troppa corda” gli soffiò
dolcemente Hinata
abbracciandogli il braccio contenta di rivederlo dopo tanti giorni
“Sarà….”
Rispose Shino scettico
[Poco
più tardi
nell’ufficio dell’Hokage]
“Bene
team 8, vi ho
chiamati per affidarvi una missione molto delicata e
particolare” Tsunade fece
una breve pausa
“In
che senso delicata e complicata?” chiese Kiba avanzando di un
passo verso la
scrivania gremita di fogli.
“Da
qualche tempo, in tutte le 5 terre, si stanno verificando una serie di
omicidi
molto cruenti e l’assassino sembra essere sempre lo
stesso” sospirò la donna
guardando distrattamente fuori dalla finestra.
“Tsunade-sama!
Perdoni la mia domanda, non dovrebbe essere la squadra Ambu ad
occuparsi di
queste questioni?” chiese Shino sbalordito
“Normalmente sì ma tutti i
membri della squadra Ambu sono
al
momento occupati in altre missioni fuori dal villaggio.”
“E
perché proprio noi? Perché non ha scelto un altro
team a cui affidare la
missione?”chiese Kiba
“Perché voi siete i ninja più
qualificati per questo genere di missione.
Forse siete più idonei della stessa squadra Ambu. Le
abilità di Kiba e Shino
risulteranno utilissime e il Byakugan di Hinata potrà
servire” sospirò Tsunade
“
Cos’ha di particolare quest’assassino?
Come mai dobbiamo occuparcene noi? Gli omicidi si sono
verificati in
tutte e 5 le terre! Come mai proprio i ninja di Konoha se ne devono
occupare? “
domandò Hinata
“Come
ho già detto voi siete le persone più qualificate
per questo lavoro e
poi dobbiamo occuparcene
noi perché la maggior parte degli omicidi si è
verificata nel paese del Fuoco.
Ed essendo noi il più forte paese ninja della terra del
Fuoco tocca a noi fare
il lavoro pesante, o meglio a voi”concluse la donna indicando
i 3 ragazzi
“Cosa sappiamo
dell’assassino?” domandò Hinata
“
È questo
il problema! Non sappiamo nulla
di lui! Praticamente riesce a compiere dei delitti perfetti: nessun
errore, nessuna
svista, nessuna piccola traccia di nessun genere, niente di niente.
Anzi no,
una cosa la sappiamo. L’assassino è un ninja dalle
incredibili capacità. Tenete
! questo è il fascicolo contenente tutte le informazioni sui
delitti e
sull’assassino” disse la donna indicando un enorme
fascicolo
“Esaminatelo e vedete se
riuscite a cavarne fuori qualcosa. Questo è tutto. Andate
ora” li congedò la
donna
“D’accordo” risposero i
ninja in coro per poi prendere il fascicolo e
scomparire
[Quella
stessa sera]
“Ragazzi?
Avete trovato
qualcosa?” chiese Kiba stiracchiandosi e sdraiandosi sul
pavimento con le mani
dietro la nuca
“No,
niente” rispose Hinata poggiando i fogli che
stava leggendo e stropicciandosi gli occhi
“Nemmeno io” ribadì Shino
imitando l’amica per poi alzarsi e dirigersi
verso il frigo. Prese 3 bottiglie di birra e le poggiò sul
tavolo .
“Grazie
Cenerentolo!” gli disse Kiba guadagnandosi uno sguardo storto
da parte dell’Aburame
“Grazie
Shino” trillò Hinata
“Ragazzi
io propongo di lasciar stare per stasera e di ritrovarci domani mattina
per
analizzare nuovamente tutta la documentazione “ propose Shino
finendo la sua
birra e buttando la bottiglia.
“Sì,
anche secondo me è meglio. Anche perché mi
bruciano gli occhi e ho un sonno
terribile” sbadigliò Kiba
“Sì, e poi è tardi e
non è carino invaderti casa fino a
quest’ora” concluse Hinata alzandosi
“Bè
allora ci si vede domani al solito posto per le 9 e 30 e poi decidiamo
il da
farsi” propose Kiba alzandosi e incamminandosi verso
l’uscita seguito a ruota
da Hinata.
“Buona notte Shino, a domani”
trillò Hinata sparendo poi assieme a Kiba
nel buio della notte
“A domani” sussurrò Shino verso il nulla
chiudendo la porta
Salve a tutti! e
rieccomi con un nuovo capitolino. Sinceramente non sono molto
soddisfatta di questo capitolo.
ka93: E lo so che
è antipatoca! Però lei è
così. Il vestito gliel'ho cambiato perchè lo
cambia nel manga. Spero che il chap ti piaccia. Una bacione a
presto
Grazie anche a chi ha
solo letto. Mi raccomando recensite
|
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Capitolo 8 *** IL MATTINO DOPO ***
Il
mattino
dopo…
Sangue,
tanto sangue,
tanto e ovunque. Questo era l’unico indizio. Pareti e
pavimenti imbrattati di
quella sostanza marrone scuro. Shino gettò quelle fotografie
sul tavolino e si
sistemò meglio sulla poltrona chiudendo gli occhi e
massaggiandosi le tempie.
Erano le 4 del mattino e non aveva ancora risolto niente. Dopo che i
suoi
compagni di team se ne erano andati, Shino si era preparato velocemente
qualcosa da mangiare e dopo aver consumato il pasto in completa
solitudine si
era rimesso al lavoro ma non era venuto a capo di niente. Ormai
conosceva a
memoria quelle foto, aveva analizzato ogni piccolo dettaglio eppure non
aveva
trovato neppure il più piccolo indizio, nessuna impronta,
nessun capello o
pelo. Era assurdo, come poteva fare
un
uomo ad essere così meticoloso in un momento come quello?
“Adesso basta scervellarsi”
pensò il ragazzo poggiando i piedi sul
tavolino
“Continuerò
domani assieme a Kiba e Hinata” dopodiché chiuse
gli occhi e cadde in un sonno
profondo
Un
suono stridulo e
continuo gli giunse da lontano, destandolo dal suo sonno: il
campanello. Shino
si stiracchiò pigramente poi si alzò controvoglia
dalla comoda poltrona e si
avviò verso l’ingresso, durante il tragitto
udì una ragazza che piangeva
disperata e poi sentì la voce tonante di Kiba che urlava
“
Shino, apri questa cavolo di porta”
un
singulto più forte degli altri risuonò nel
silenzio
“
Cosa avrà mai da sbraitare” borbottò il
ragazzo facendo scattare la serratura
della porta. Shino non fece in tempo a vedere i suoi due compagni di
team che
si ritrovò sdraiato per terra con qualcuno avvinghiato
addosso che piangeva
disperatamente.
“Dico,
ma ti sono entrati quei tuoi stramaledetti insetti nel cervello? Dio ma
lo sai
che infarto ci hai fatto prendere? Guarda come è ridotta
Hinata” sbraitò Kiba trattenendosi
dal prenderlo a calci .
Shino guardò il compagno di team spiazzato per
qualche secondo, poi il
suo sguardo cadde casualmente sull’orologio
dell’ingresso: erano le 10:56.
“Cazzo”
mormorò
“Esatto,
cazzo” ringhiò Kiba
“Mi
sono addormentato” disse semplicemente lui accarezzando la
schiena di Hinata
nel tentativo di farla calmare
“Ah ma davvero. E a me?” ringhiò
inferocito
“Io…io…io
credevo…credevo che ti avesse ucciso”
singhiozzò Hinata stringendosi ancora di
più a Shino
“No Hina, sta tranquilla sto bene. Non mi ha fatto niente, mi
sono solo
addormentato”
“E
potrei sapere come mai? Ti stai dando alla vita notturna?”
frecciò Kiba
prendendo Hinata in braccio permettendo a Shino di alzarsi
“Non
mi sono dato alla vita notturna” sibilò risentito
Shino “ Sono stato sveglio
fino alle 4 a cercare qualche indizio. Comunque sia Hinata sembra
davvero
sconvolta, meglio portarla in soggiorno e farla stendere un
po’. Vieni” disse
Shino avviandosi in soggiorno seguito da Kiba ma non appena giunse
sulla soglia
della porta che dava nel soggiorno si arrestò di botto
“Non
entrare” sussurrò quasi impercettibilmente
chiudendo la porta del
soggiorno
“Che
ti prende adesso?” rispose Kiba shockato
“Porta
Hinata in camera mia”rispose semplicemente
“Ma
si può sapere cosa diavolo stai blaterando?”
“Portala
in camera mia, sbrigati”ripetè Shino, Kiba lo
fissò interdetto ma poi fece
quello che gli stava ordinando il suo amico. Rimasto solo Shino si fece
coraggio e aprì nuovamente la porta del soggiorno fissando
lo spettacolo
raccapricciante che gli si presentava davanti.
Salve
a tutti! Rieccomi
dopo tanto tempo con un altro chap. Lo so che è corto!
Farò meglio nel
prossimo. Un grazie gigantesco a ka93e Yum per le recensioni e il fatto
di aver
aggiunto la ff nei preferiti, anche perché ero tentata di
cancellare la storia
ma grazie a voi ho cambiato idea^^
Yum:Adorabile?!
Wow,
sono davvero commossa! Pensavo che fosse una schifezza questa ff e
volevo
cancellarla ma mi sa che cambio idea XD Concordo, Shino è
proprio un tesorino
anche se gliene sto combinando di tutti i colori ma tanto tra poco ci
penserò
Tenebruccia sua a consolarloXD. E no mi dispiace, Hinata non se lo fila
più
Naruto! Sai che anche io pensavo che la relazione di Kiba e Hinata
fosse strana
anche se io l’avrei definita infantile e non ridicola,
però poi ognuno la pensa
come vuole. Cercherò di sistemare la cosa. Spero che anche
questo chap ti sia
piaciuto
Ka93:
salve best, e si
la missione è complicata ma i nostri eroi ce la faranno!! M
fa piacere che il
chap t sia piaciuto. Un bacione a domaXD
Ok
ragazzuoli, questo è
tutto! Per il prossimo aggiornamento ci si vede ai primi di settembre.
Mi
raccomando, recensite questo chap! Mi fareste veramente felice
Buone
vacanze a tutti
|
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Capitolo 9 *** CUORE ***
Cuore
“Sono
morto, sono un
uomo morto” continuava a pensare Shino fissando quella
“meraviglia artistica”
sulla parete del suo salotto. Sua madre questa volta lo avrebbe
scannato, ne
era certo. Avrebbe detto addio alla sua giovane vita ma prima di morire
avrebbe
almeno dato una mano nelle indagini e quindi come un bravo detective si
era
messo a scattare delle foto a quella “cosa” e aveva
chiuso tutte e finestre per
evitare di contaminare la scena
“Ok Cenerentolo! Adesso io e te ci sediamo e parliamo come
due persone
ci…” Kiba non finì la frase a causa
dell’orrenda visione che gli
si parò di fronte
“Come
sta Hinata? L‘hai fatta stendere?” chiese Shino
posando la macchina fotografica
sul tavolino e fissando intensamente il compagno di team
“Dimmi
che quello non è
ciò che penso”sussurrò
Kiba nauseato
“Sangue??
Sì lo è” rispose sbrigativo
“E
che cazzo però Cenerentolo, hai la finezza
di un ippopotamo ubriaco” si lamentò
il ragazzo più giovane
“Non sei più un bambino, non hai
bisogno che qualcuno ti addolcisca la
pillola” lo riprese il più grande
“Stupido
spirito di patata del cavolo” cincischiò Kiba
avvicinandosi alla parete
“decorata”
“Sembrerebbe
che tu abbia un’ammiratrice! Anche se devo dire che
è “leggermente” macabra la
ragazza”
“Divertente,
ho dimenticato di ridere” rispose Shino cupamente
“Mamma
mia, dovrebbero nominarti mister simpatia”
“Noti
niente?” chiese Shino indicando la parete
“Sì,
che è una bella porcata e che tu sei molto fotogenico, anche
quando dormi”
“No” rispose secco Shino, cominciava a
spazientirsi
“Che
sarebbe un bel cuoricino se non fosse stato fatto col
sangue?” tentò nuovamente
non sapendo che pesci pigliare
“Ritenta,
sarai più fortunato”
“Che
puzza terribilmente di sangue?” rispose Kiba tappandosi il
naso
“Che
l’ha fatto una donna!” rispose brusco
“E
la signoria vostra illustrissima saprebbe spiegare a un rozzo plebeo
quale sono
in base a cosa riesce ad affermare tale convinzione” chiese
Kiba sfoggiando le
migliori parole del suo repertorio
“Punto primo: piantala con questi nomignoli perché
mi stai facendo
incazzare! Punto secondo: guarda bene il cuore, la linea che lo forma
ha una
sottile striscia di colore più scuro esattamente al centro e
l’intera linea
misurerà più o meno 2,5 cm e questo mi fa
presumere che il sangue sia stato
steso con le falangi dell’indice e del medio ma la larghezza
è troppo piccola
perché sia stato un uomo e poi guarda”disse
mostrandogli alcuni punti della
striscia rossa “ In questi punti ci sono dei tratti quadrati
con meno sangue,
questo mi porta a pensare che chi lo abbia fatto avesse le unghie
lunghe e
quadrate e a meno che non abbiamo a che fare con un travestito
particolarmente
esile penso che sia stato una donna” concluse fieramente
Shino sedendosi sul
divano
“E
tu hai capito tutto questo guardando un disegnino?” chiese
Kiba allibito
“Esattamente”
asserì semplicemente, fissando quell’opera in suo
onore: un cuore di circa 50
cm quadri e al centro c’era una sua foto, raffigurante lui
poche ore prima che
dormiva placidamente sul divano e intorno alla
foto c’era un altro cuore attorniato da tanti
piccoli cuoricini
“Da
quello e da questa” chiarì mostrando un foglio
piegato su se stesso
“Dove l’hai trovata?” chiese Kiba
afferrandola
“
Sul tavolino” rispose semplicemente “ E da quel
foglio di carta ho scoperto che
chi ha disegnato quel cuore altri non è che la nostra
assassina” concluse con
aria grave
“Come hai fatto a
capire da questi disegnini che la donna che ha fatto il cuore
è l’assassina che
stiamo cercando?” domandò il ragazzo
più piccolo con un grosso punto di domanda
in testa, girando il foglio cercando di leggervi qualcosa
“Non
sono disegnini” disse esasperato Shino strappandogli il
foglio di mano “ è
cirillico” spiegò saccente
“Ovvero?”
“L’alfabeto
usato nelle terre nordiche” spiegò alzandosi
“Mia nonna era di quelle parti”
“Sai anche parlare… quella
lingua” chiese fissandolo come se avesse
davanti un alieno
“Sì”
in quel momento qualcuno bussò alla porta
“Certo
che sei proprio pieno di sorprese”cincischiò Kiba
seguendo il maggiore alla
porta
“Cosa è successo?” una
Tsunade tutta trafelata era appoggiata allo stipite della porta,
ansimava
pesantemente dopo l’immane corsa che aveva fatto dal suo
ufficio fino alla
residenza Aburame
“Buon giorno Tsunade-sama, venga dentro le faccio
vedere” rispose Shino
educatamente facendo strada alla donna, la condusse in soggiorno, le
mostrò
l’opera d’arte, le espose le sue teorie e le
parlò della lettera
“Le terre
nordiche sono immense Shino, come pensi di trovare qualche indizio sul
killer?”chiese Tsunade
“Credo
di sapere più o meno dove cercare”
asserì con sicurezza “Vede in questa lettera
non è stato usato il russo tradizionale, è stata
scritta in una forma
dialettale” spiegò porgendo la lettera
all’Hokage “ E quel dialetto è
utilizzato solo nella parte più
settentrionale, in pratica solo il villaggio della Notte lo
utilizza”
“Sei
certo di ciò che dici?” chiese la donna poggiando
la lettera sul tavolo del
salotto e osservando raccapricciata il cuore sulla parete
“Non
ho la certezza che l’assassina sia del villaggio della Notte,
anzi, potrebbe
essere anche originaria di Konoha o di Suna e aver avuto genitori del
villaggio
della Notte ma questo è l’unico indizio che fin
ora abbiamo e non so perché ma
sento che questa sia anche la pista giusta”
constatò il ragazzo
“Shino
voglio che tu stili un rapporto su quanto successo oggi a casa tua e
che mi
traduca questa lettera”
“Sarà fatto signorina” la
rassicurò Shino
“Partirete
oggi stesso” comandò imperiosa la donna
“ Dobbiamo agire tempestivamente”
“Sissignora” risposero all’unisono
“Dov’è Hinata? “ chiese la
donna accorgendosi solo in quell’istante
dell’assenza del terzo componente del team
“In camera mia! Si è sentita male e
l’abbiamo fatta sdraiare”
rispose vago Shino
“Ho
capito, Kiba potrei sapere cosa fai ancora qui?”
sussurrò dolcemente
Tsunade
“Chi? Io? Perché?” chiese il ragazzo
stralunato
“HO APPENA FINITO DI DIRE CHE QUESTA È UNA
FACCENDA URGENTE!! VA A PREPARARTI”urlò
“Sì signorina Tsunade! Mi scusi vado
immediatamente a prepararmi” detto
questo corse fuori dalla casa
“Riguardo a te” sospirò
Tsunade puntellando le braccia sui fianchi e camminando verso il
ragazzo “Sta
attento, è una pazza e probabilmente è
mentalmente instabile e tu sei l’oggetto
dei sui desideri, farà del male alle persone che ti stanno
accanto se queste
costituiranno una minaccia per i suoi piani o potrebbe fare del male a
persone
che crede tue nemiche. Promettimi che sarai prudente!” lo
supplicò la donna
congiungendo le mani a mo di preghiera
“Glielo prometto signorina! Prometto di essere più
prudente possibile e
di non compiere azioni incaute”
Tsunade
lo fissò per qualche istante poi presa da un impulso
irrefrenabile lo
abbracciò. Aveva paura. Paura di mandare quei 3 giovani a
morte certa ma in
particolar modo temeva per lui. Lo considerava come
figlio suo e l’idea che quella creatura andasse
incontro a quella svitata la straziava, conosceva Shino da prima della
sua
nascita, era stata lei a tirarlo fuori dal grembo di sua madre e a
tagliare il
cordone che lo stava soffocando,era stata lei a tenere per prima quello
scricciolino minuscolo in braccio ed era stata lei a curarlo per i mesi
successivi alla sua nascita che era avvenuta prematuramente. Era nato
con tre
mesi di anticipo e da subito aveva avuto tanti problemi: respiratori,
circolatori
e nutrizionali. Pesava a malapena 2 chili e con il passare dei mesi non
aveva
accennato a prendere peso, anzi era talmente piccolo e cagionevole che
ogni
volta che gli si dava il biberon invece che prendere peso dimagriva a
causa del
grande sforzo che faceva per succhiare il latte. E poi oltre alle
sofferenze
fisiche aveva anche quelle psicologiche, la madre infatti lo aveva
subito
rifiutato non volendo nemmeno che glielo si avvicinasse e di questo
Shino aveva
risentito moltissimo nonostante le grandi attenzioni che il padre gli
dava. Per
quanto si sforzava non sarebbe mai riuscita a capire Riku, come aveva
potuto
non innamorarsi a prima vista di quello scricciolo? Come aveva fatto a
non
desiderare convulsamente di stringere quel piccolo a se e coccolarlo?
Dopo 18
lunghi anni ancora non riusciva a capacitarsene. Lei avrebbe fatto
carte false
per avere quella fantastica opportunità, se Dan fosse stato
ancora vivo era
sicura che avrebbe avuto almeno 4 figli.
“Sta attento piccolino, guardati le spalle”
singhiozzò Tsunade cominciando
a piangere
“La squadra Ambu arriverà prima possibile, voi non
aspettateli. Partite
non appena sarete pronti. E mi raccomando state attenti”
detto questo scappò
via, aveva bisogno di restare sola
“Piccolino?? A me?” si chiese Shino
esterrefatto “Chissà perché Tsunade
si è messa a piangere. Bha !”
Tsunade
sedeva
comodamente nel suo ufficio con lo sguardo perso fuori dalla finestra,
sulla
sua scrivania era appoggiata una cartellina contente il rapporto che
aveva
chiesto al giovane Aburame e la traduzione della lettera. Se prima
aveva il
cupo presagio che sarebbe potuto succedere qualcosa di brutto adesso
aveva la
più assoluta certezza che di li a poco si sarebbe scatenato
una specie di
inferno. Lei lo sapeva bene, una donna innamorata era capace di
qualunque cosa,
figurarsi un’assassina seriale ed esibizionista. Tsunade
aprì la cartellina e
lesse nuovamente quelle poche righe, unica testimonianza tangibile
della loro
ideatrice
“Signorina
Tsunade le ho portato il pranzo” Shizune entrò
nell’ufficio seguita dalla
fedele maialina, distraendo così l’Hokage dai suoi
pensieri
“Ti
ringrazio, poggia pure sulla scrivania e poi vai. Oggi vorrei rimanere
sola se
non ti dispiace”
“Come
vuole signorina ma è successo qualcosa!” chiese
spaventata la giovane
assistente
“Non
ancora Shizune, non ancora” mormorò
l’Hokage tornando a fissare fuori dalla
finestra
Yum: ciao bella,
grazie per i bei complimenti!! sei davvero molto carina. Non credo
però che vedrai mai Hinata svenire per Naru... almeno io non
lo avevo programmato poi però nn si sa mai^^
NUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU davvero vuoi che Sakura muoia?? Ma
perchè vuoi fare del male a quella povera ragazza della
quale non ho ancora capito la funzione nel manga e che rompe il c***o a
tutti ?bha mistero XD Ci farò un pensierino( mooooooooolto
approfondito) ma sl xkè me lo chiedi tu ^^ male che vada
allungherò la storia!!! Scusa però non ho capi la
storia dll firma, dove devo andarla a vedere?? Fammi sapere e spero che
questo chap ti sia piaciuto ciao (spero) al prossimo
Ka93: e sì
dormire fa molto male alla saluteXD spero il chap ti sia
piaciuto al prossimo... tvtrb
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Capitolo 10 *** VIAGGIO ***
Viaggio
“Ho
una proposta da
fare” esclamò Kiba rompendo il silenzio che
regnava da ore tra i componenti del
team 8
“No” rispose Shino lapidario
“Non
hai ancora sentito di cosa si tratta, come fai a dire no??”
“No,
qualunque cosa sia la risposta è no”
“Potrei
sapere dove ti eri cacciato quando distribuivano la simpatia?? Sono 10
ore che
camminiamo e non ci siamo fermati nemmeno il tempo di andare al bagno e
io non
ce la faccio più” sbottò parandosi
davanti al compagno
“Non è un problema mio”
sbottò acido aumentando volutamente il passo
“Shino potrei sapere che hai? Sono un paio di settimane che
ti comporti
in maniera strana. Perché?”
“Affari miei, tu impicciati delle cose tue” sapeva
di essere acido e
assolutamente antipatico in fondo Kiba si stava solo preoccupando per
lui ma
nonostante questa consapevolezza non riusciva proprio a farne a meno,
forse a
causa del dolore fisico che provava( come al solito sua madre
l’aveva ridotto a
un ferro vecchio, per la storia del cuore) forse per il contenuto della
lettera
o per la reazione dell’Hokage, non lo sapeva ma quello che
sapeva era che non
voleva sentire niente e nessuno, tantomeno Kiba
“Sai
che ti dico? Spero che cadi in un fosso e ti spezzi l’osso
del collo stupido
Cenerentolo dei miei stivali”
“Si
dice spero che tu cada in un fosso”mugugnò Shino
calciando un sassolino davanti
a se
“GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR! Mi stai seriamente dando sui nervi,
non me ne
fotte un cazzo di come si dica”
“Di
come si dice” continuò imperterrito il
più grande
“Ma
perché perdo tempo con te? Per quale assurdo motivo continuo
a impuntarmi a
volerti cambiare?”
“Non lo so,
stai facendo tutto tu!”
“NON PARLAVO CON TE!! Era una cosa mia”
sbraitò Kiba superando il suo
compagno, Shino sbruffò si sarebbe fatto perdonare ma non
era quello il
momento. Per la milionesima volta da quando erano partiti Shino diede
un breve
sguardo a Hinata: era sdraiata sulla schiena di Akamaru , ancora
addormentata,
respirava normalmente e sembrava stare bene, meglio così.
Erano quasi a metà
strada e la temperatura era assurdamente bassa e di li a poco sarebbe
cominciato a nevicare e camminare sarebbe diventato difficoltoso: Kiba
aveva
ragione bisognava fermarsi. Il problema però era trovare un
buon nascondiglio,
niente di più facile comunque.
Un piccolo sciame di insetti fuoriuscì dalla sua manica e si
sparpagliò nelle 4
direzioni.
“Ei
coso” Kiba era fermo una decina di metri davanti a lui
“ Sbrigati a venire qui,
voglio fare un discorsetto con te”
“Oh Kami aiutami tu!” pensò Shino
sconsolato affrettando
il passo
“Che
c’è?” chiese Shino diffidente,
presentiva che sarebbe stato un discorso…
particolare
“Che c’è tu? Tu non
sei il mio Cenerentolo, non più. Posso sapere, senza che ti
incazzi, che
succede?”
“E io posso sapere chi ti ha insegnato a parlare
Dove sei andato a
prenderlo “senza che ti incazzi”?”
“Oddio, chi se ne frega! Lo sai che sono una
capra, smettila di
correggermi. Dimmi piuttosto che cavolo combini e non venire a
rifilarmi balle
perché non ci casco, credo di conoscerti abbastanza bene
quindi per favore non
raccontarmi frottole, voglio che tu sia completamente sincero con
me”non era
più arrabbiato.
“È
complicato e non mi va di raccontartelo. Non ora comunque”
“Sai
Shino, adesso non voglio fartele girare più di come tu ce le
hai ma credo che
dovresti uscire un po’ e soprattutto toglierti quei vestiti e
metterti qualcosa
di più… normale. Non voglio offenderti ma quei
vestiti sono davvero
orrendi”
“Potrei sapere quale è il nesso logico tra quanto
ti ho detto e quello
che mi stai dicendo?”
“Scusa
se te lo dico ma visto che ci sono… Tu fai schifo”
“Viva la
sincerità” mugugnò Shino infastidito
continuando a camminare
“No Shino parlo seriamente! Ti assicuro che è
così, non voglio
offenderti e non voglio nemmeno farti deprimerti ma è
così!Sei un grande ninja
più potente di Sasuke, Neji e Naruto questo lo so di certo,
anche se non vi
siete mai confrontati io lo so. E sei il mio idolo!”
“Il
tuo idolo?” Shino arrossì a
quell’affermazione ma nessuno se ne sarebbe mai
accorto
“Sì il mio idolo! È da quando stiamo in
squadra assieme che lo sei.
Insomma tu sei un ninja fantastico, saresti un degno Hokage. Ma lascia
che ti
dica che sul piano umano sei una merda! Non so che aria tiri a casa tua
ma la
vita non funziona in questo modo! Insomma dai, guardati! Hai quasi 18
anni e
hai la vita sociale di un verme solitario, non ti senti solo? Non vuoi
avere
tanti amici come chiunque altro? E una ragazza? Una bella ragazza che
ami solo
te e che ti faccia sentire la persona più speciale di questo
mondo?”
“Continuo a non capire il nesso”
“Shino
io posso comprendere che tu sia introverso, che non ami stare in
compagnia e
qualunque diavoleria ma non è normale. Sai che se fossi una
donna ti salterei
addosso senza pensarci?”
“Mi
stai facendo delle avance?”chiese Shino fermandosi allibito
“Può
darsi” rispose Kiba con aria furbetta
“Non sei il mio tipo, hai qualcosa di troppo per i miei
gusti,
spiacente”
“Lo vedi? Vedi che quando vuoi riesci a essere
simpatico?” sorrise
Kiba
“Grazie
ma per il momento non mi interessa la vita sociale”
“Come
vuoi, se cambi idea fammelo sapere” mormorò Kiba
mogio mogio
“Lo farò” era una bugia ma per lui
andava bene così. Dopo qualche minuto
il piccolo sciame fece ritorno dal suo padrone, aveva trovato un
rifugio per la
notte.
“Che
succede?” chiese Kiba ansioso fissando gli insetti
“Avevi
ragione tu! Dobbiamo accamparci tra poco comincerà a
nevicare ed è notte fonda.
Meglio non rischiare di perderci” rispose brusco
incamminandosi nella direzione
che gli insetti gli avevano indicato. Camminarono in silenzio
finchè giunsero
al riparo: una piccola grotta non troppo profonda ma abbastanza
capiente da far
entrare tutti quanti.
“Posso farti una domanda? L’ultima giuro”
chiese improvvisamente Kiba,
erano accampati da circa un paio d’ore, avevano acceso un bel
fuoco
scoppiettante e avevano fatto una cena veloce.
“Dimmi” rispose Shino atono continuando
imperterrito a fissare i candidi
fiocchi di neve che mulinavano vorticosamente per aria
“Ti sei mai innamorato?” domandò
stiracchiandosi rumorosamente
“Sì, lo sono”
“C-cosa?
Tu sei innamorato? E di chi?” mormorò Kiba
scandalizzato, non si sarebbe mai
aspettato una risposta positiva
“Non
la conosci e non ho voglia di parlarne! Sto cercando di
dimenticarmela” rispose
ostentando una freddezza e un distacco che però non aveva,
il solo ripensare
alla SUA Tenebra
gli aveva fatto tremare
il cuore
“Ma allora sei proprio scemo, ma ascolti quando parlo?
Provaci e subito
pure, non fartela scappare e non azzardarti a rifilarmi scuse stupide
come non
sono al suo livello chiaro?” lo ammonì severamente
“Se ne è andata quasi 8 anni fa”
mormorò atono
“Mi
dispiace Shino, io non sapevo che…”
“Non
è morta baka! È semplicemente sparita dalla mia
vita, così da un giorno
all’altro e io non ne ho più saputo niente. Lei
era tutto per me e nonostante
non sappia nemmeno che faccia ha ora non riesco a togliermela
dalla mente.”
“Mi spiace davvero! Da quanto sei innamorato?” Kiba
si rendeva conto che
quello era un momento più unico che raro: Shino si stava
aprendo con lui, si
stava sfogando, un’altra occasione del genere non sarebbe
ricapitata tanto
presto.
“Ho maturato la cosa nell’ultimo paio
d’anni. Patetico vero? Non riesco
a togliermi dalla testa una ragazzina sparita 8 anni fa e che
probabilmente
nemmeno si ricorda della mia esistenza”scoppiò in
una risata isterica
“No,
non sei patetico per niente! E forse ho capito di chi stai parlando.
È nera con
gli occhi blu, la pelle chiarissima e vestita in una maniera
assurda?” chiese
il più piccolo andandosi a sedere vicino al compagno
“Sì
è lei, quando l’hai vista?” chiese Shino
strabiliato, non credeva che qualcuno
conoscesse la sua piccola amica
“Una
volta era tarda notte” rimase vago, non
gliel’avrebbe raccontato, non
ancora almeno sia perché non era il momento adatto per Shino
sia perché lui non
trovava il coraggio di ammetterlo ad alta voce, ormai aveva accettato
quella
situazione ma non aveva mai avuto la forza di ammetterlo ad alta voce
“Capisco” asserì
semplicemente Shino “Coraggio andiamo a dormire, domani
sarà una giornata impegnativa”
“Sì
hai ragione. Buona notte” detto questo Kiba si
sdraiò vicino a Hinata
affondando il volto tra i folti capelli di lei. Poco dopo Shino si
sistemò
dalla parte opposta rispetto a Kiba ein breve tutti e 4 i
componenti del team
8 dormivano profondamente tenuti sotto controllo da un paio di occhi
gelidi.
ka 93: se ciau eh... Mila e Shiro 2 cuori nella pallavolo!!!
è ShiNO non ShiRO.... best nn puoi farmi qst errori
madornaliXD Ma povera bestia per quale strambo motivo vuoi ke muoia???
è tnt caruccio^^ sìsì tra il piccolino
nn la tradirà^^ fammi sapere cosa pensi d qst chap anke se
è molto ma molto corto baci tvtrb
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Capitolo 11 *** VISITINA NOTTURNA ***
Camminava
lentamente
nell’ombra, lungo le pareti del castello principesco. Non
aveva fretta,
l’ultima cosa che voleva era incontrare quell’uomo
disgustoso e spregevole ma
purtroppo prima o poi avrebbe dovuto fargli rapporto. Decise di
togliersi
quella seccatura alla svelta, si diresse verso la sala del trono, una
stanza immensa scarsamente illuminata, e senza nemmeno
bussare entrò e
si piantò di fronte all’uomo che tanto odiava
cominciando a esporgli ciò che
aveva da dire, finito il discorso si mimetizzò con le ombre
della stanza che
l’accolsero
nascondendola allo sguardo di disprezzo dell’uomo, cosa che
non poteva esserle
più indifferente,l’ombra
cominciò lentamente a
camminare avanti
e indietro lungo la parete davanti al trono
“Cosa diavolo vorranno quei dannati bastardi
della foglia da noi?”
sbraitò l’uomo, aveva sempre detestato gli
abitanti del villaggio della foglia,
specialmente i ninja
“Pagherai anche per questo”
pensò l’ombra
“Seguili!
Controlla ogni loro mossa e scopri che intenzioni hanno”
ordinò l’uomo
“E poi? Quando lo scopro che faccio? Li invito a prendere il
te?”
rispose l’ombra! Adorava provocare quel verme, chiunque altro
al suo posto
sarebbe stato decapitato per aver dato una risposta simile, ma non lei,
lei
poteva permettersi questo e altro. Il
regnante del Villaggio della Notte era un uomo noto per la totale
assenza di pazienza e senso dell'umorismo ma anche di qualunque altra
caratteristica umana
“ Tu brutto scherzo della natura
non…”
“Taci
se non vuoi fare la fine che ti spetta” ordinò
austera l’ombra voltando le
spalle al governante e sparendo dalla stanza, per quella notte ne aveva
avuto
abbastanza. Anche perchè aveva per la testa una
cosa che desiderava ardentemente fare e querll'uomo
viscido le stava solo sottraendo tempo da decicare all'iniziativa
Era
notte fonda quando
Shino fece ritorno all’abitazione messa a disposizione del
team 8 dal
governatore del villaggio della Notte. Dire che era stravolto era
niente, aveva
trascorso tutto il giorno negli archivi del palazzo reale per trovare
qualunque
traccia potesse riguardare l’assassina…ma non
aveva trovato assolutamente nulla.
Si trascinò stancamente nella sua enorme camera da letto e
spossato si buttò
sul letto pregustando un meritato sonno, senza però far
prima i conti con Kiba!
Il suo compagno di team ,infatti, da quando Hinata era stata ricoverata
in
ospedale per una brutta polmonite, era diventato intrattabile e
paranoico.
Quando non era in ospedale a vegliare sulla sua compagna passava il
tempo
disperando Shino…
“Avrei dovuto lasciarle
qualcosa da leggere, si starà annoiando a morte povero amore
mio”
“Oh Kami, ricomincia” sbottò
Shino ficcandosi la testa sotto al cuscino
“E se avesse
bisogno di qualcosa? E se si sentisse sola e se…”
“E se la smettessi di stressare il prossimo e
andassi a dormire?”
“Ma
Hinata potrebbe”
“Kiba, per la milionesima volta, Hinata sta
benissimo! È nelle mani di
professionisti e noi non potremmo fare di meglio!!! Ora per piacere
esci da
questa camera e vai a dormire”
sospirò Shino sospingendo il compagno fuori
dalla porta, Kiba restò un attimo davanti alla porta
fissando il suo compagno
di team poi tutto afflitto e sconsolato se ne andò nella sua
camera da
letto
“Kami ti ringrazio” detto questo si
ributtò sul letto per sprofondare in un sonno profondo
Un
rumore forte ridestò
Shino dal suo sonno, un tuono! Da piccolo Shino era terrorizzato dai
temporali,
ogni volta che ce n’era uno si rifugiava sotto la sua
copertina, in attesa che
la madre si addormentasse, per poi sgusciare nel lettone e rifugiarsi
tra le
braccia protettive del padre. Ormai i temporali non lo spaventavano
più in
compenso c’era qualcos’altro che quella notte lo
terrorizzava: era sdraiato a
pancia in giù e fredde gocce di pioggia gli bagnavano la
schiena e …. Qualcosa
di lungo ed affusolato gli accarezzava dolcemente le spalle per poi
scendere
sulla schiena e risalire lentamente fino a insinuarsi tra i suoi folti
capelli:
una mano con delle
unghie molto
lunghe
“Ben
svegliato bellezza” cinguettò una voce dolce e
gentile
“Come sei entrata?” sibilò
Shino cercando di essere più freddo
possibile, non voleva incoraggiare quella pazza schlerata in alcun modo
“Dalla finestra” mormorò palesemente
offesa, non doveva aver apprezzato
il tono ostile
“Cretino,
cretino,cretino Shino sei un cretino” si maledì
mentalmente
“Sai
tesoro, sono così contenta di rivederti! Ho sempre sperato
che tu avresti
capito” soffiò dolcemente smettendo di
accarezzarlo e poggiando la guancia
sulla sua scapola
“Sei diventato davvero un bell’ometto
e un ninja davvero prodigioso. Hai
mai pensato di candidarti come Hokage?”
“La
politica non mi interessa” adesso doveva restare calmo e non
fare mosse
avventate, doveva soppesare cautamente le parole e cercare di farle
confessare
il più possibile cercando di essere più diretto
possibile
“Perché lo fai?” forse
aveva appena fatto un passo falso, infatti appena udite quelle parole
la
ragazza si alzò di botto
“Perché lo faccio? Perché non ho altra
scelta e tu lo sai! Tu sai cosa significa essere diversi, essere
emarginati
perché gli altri ti considerano un……
mostro” la voce man mano che parlava si
era incrinata, diventando fredda e acuta. Seguì qualche
minuto di silenzio
“È stato bello vederti, mi ha fatto
davvero molto piacere, adesso però
devo andare, il tuo amico si è svegliato e non voglio che mi
trovi qui! Tornerò
a trovarti appena possibile. Buona notte” la donna gli
accarezzò dolcemente la
testa per poi sparire nel nulla
Shino si voltò immediatamente, alzandosi dal letto,
scrutò tutta la
stanza cercando qualche traccia della donna ma non ne trovò.
Con un moto di
stizza andò alla finestra e la chiuse violentemente, rimase
per
qualche tempo a fissare la tormenta per poi tornarsene a letto
“Dannazione, me
la sono lasciata scappare come un idiota”
“Shino,
Shino
sveglia”
“mmmmmmm” mugugnò cercando di mettere a
fuoco il suo disturbatore
“Io vado da Hinata, ci
vediamo stasera” lo salutò Kiba
“Ciao” sprofondò nuovamente
nel cuscino, non aveva bisogno di guardare
l’orologio: erano le 7:30, Kiba lo svegliava ogni giorno a
quell’ora da quando
Hinata era stata ricoverata. Restò ancora a lungo nel letto
a riflettere su
quanto successo la notte precedente, cercando di tirarne fuori qualcosa
ma non
riuscì a concludere niente. Sì alzò
per fare colazione. La casa era un’enorme
villa con giardino, era composta da 10 stanze molto spaziose e luminose
tutte
perfettamente arredate semplicemente ma nonostante questo
l’ambiente risultava
elegante. Seduto al tavolo di legno della cucina Shino rifletteva su
cosa
avesse fatto cambiar idea al sovrano di quella terra! Appena aveva
incontrato
il ninja di Konoha era sembrato profondamente irritato e per niente
propenso
alla collaborazione ma una decina di minuti dopo la sua opinione era
radicalmente cambiata. Pensò a lunga alla motivazione ma non
gli venne in mente
nulla di lontanamente plausibile e lasciò perdere decidendo
che era ora di
mettersi al lavoro, finì di prepararsi in una decina di
minuti ma poco
prima di lasciare la sua stanza gli
cadde l’occhio sull’enorme finestra: pioveva
“Sai Shino? Io adoro la pioggia e la neve”
Shino sospirò
esasperato, non riusciva a raggiungere quel dannato proposito di
dimenticarla.
“Sono
sicuro che oggi sarai di ottimo umore” Shino sorrise
amaramente in direzione della
finestra per poi uscire dalla stanza
ka93: rieccomi. ammettilo che non c speravi più!!!!!
Sìsìsì vedi cm è solare??
è anche dolce e coccoloso!!1 Ke ne pensi di questo chap?
fammi sapere
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Capitolo 12 *** ARRIVA SAKURA ***
Arriva
Sakura
Era
pomeriggio tardi, la neve turbinava incessantemente e Shino camminava
per le strade del villaggio della notte incurante dei fenomeni
atmosferici. Era
esausto, e frustrato: l’ennesima giornata infruttuosa; erano
già due settimane
che si trovavano in quel paese e non avevano fatto nemmeno un
microscopico
progresso. Circa una mezzoretta dopo Shino arrivò a casa per
poi buttarsi
pesantemente sul grande letto matrimoniale del tutto intenzionato a
lasciarsi
sopraffare dal confortante tepore del piumone....
“Shino, devo parlarti” la voce di Kiba lo fece
desistere dai suoi intenti.
Il ragazzo più piccolo si sedette pesantemente sul bordo del
letto dando le
spalle al più grande.
“Che c’è?” chiese Shino
cercando di avere un tono civile
“Me ne vado” rispose laconico
“ Le condizioni di Hinata sono drasticamente peggiorate e ha
urgente
bisogno di cure mediche. Ha bisogna di Tsunade”
“Mi dispiace” fu tutto quello che riuscì
a proferire il più grande
“ Non sai a me quanto” Kiba nel dire quella frase
cominciò a singhiozzare
senza controllo per poi cercare conforto nell’abbraccio
dell’amico, che a quel
gesto fu preso assolutamente alla sprovvista
“ Lei è tutto il mio mondo, tutta la mia vita,
tutto. I-i-i io non…”
“Kiba sta calmo! Andrà tutto bene” lo
rassicurò fissando il suo amico negli
occhi
“Andrà tutto bene, tutto bene” stettero
a lungo abbracciati, finché dei
singhiozzi disperati di Kiba non rimase
che un respiro profondo e irregolare
“Grazie Shino, grazie davvero”
“Figurati”
“Beh io allora vado, ho sentito Tsunade e ha
detto che al più presto ti manderà
qualcun
altro per aiutarti”
“Ha detto chi per caso?” non voleva certo in mezzo
ai piedi una piattola“No, niente ma
tanto chiunque sarà non ti
andrà bene, vero?”
“Mmmmm” mugugnò il più grande
ostentando indifferenza
“ Shino, prima che me ne vada….. voglio che tu mi
prometta una cosa
“ Cosa?”
“Fatti una vita al di fuori di quella del ninja”
“Qual è la richiesta” tale risposta
strappò un sospiro tra l’esasperato e
il rassegnato a Kiba
“ Ci sono tanti ragazzi della nostra età e sono
estremamente aperti e
simpatici. Non chiuderti nel tuo riccio non appena me ne
sarò andato”
“ .. non chiuderti a riccio…”
“MA SOPRATTUTTO” alzò la voce, fingendo
di aver ignorato quella correzione
“ ci sono tante belle ragazze. Quindi pensaci! Promettimi che
almeno ci
penserai” un
lungo silenzio calò tra i
due
“ Ci penserò” queste due semplici e
inaspettate parole stupirono Kiba, che
già si era dato sconfitto, strappandogli un enorme sorriso
“Ti ringrazio. Ora però devo proprio andare,
stammi bene” detto ciò si alzò
e uscì silenziosamente dalla stanza
Pioveva da giorni ormai. Ininterrottamente! La pioggia
arrivava anche nei
più piccoli pertugi spazzando via qualunque cosa: polvere,
spazzatura,
impronte, sangue. Una figura esile camminava lentamente e incurante
della
grande quantità d’acqua che il cielo le stava
riversando addosso, portava in
braccio il cadavere di una donna; continuò a camminare a
lungo finché non
giunse di fronte all’immenso castello. Ghignò
malignamente appoggiando il corpo
della vittima per terra, quasi con delicatezza, per poi estrarre dalla
tasca
una bustina di plastica sigillata contenente un foglio che
appoggiò sul petto
della donna. L’ennesimo piano perfetto: accortezza era stata
la sua parola
d’ordine ma anche se avesse, accidentalmente, commesso anche il più piccolo
errore la pioggia avrebbe
sistemato tutto nel giro di poco. Lanciò un ultimo sguardo
compiaciuto al
cadavere e poi si dissolse nel nulla.
Niente!
Lo zero più assoluto. Ecco quello che Shino trovò
spulciando
l’intero archivio reale in cui erano contenuti tutti i dati
di ogni singolo
essere umano, ninja o no, del Villaggi della Notte. Che avesse
sbagliato tutto?
Che il suo giudizio razionale dei fatti si fosse ingannato?? No, Shino
non lo
credeva, tuttavia non riusciva a capacitarsi di
quell’umiliante insuccesso.
“Maledizione” imprecò mentalmente, ormai
non sapeva più da che parte
sbattere la testa, cosa pensare, cosa fare o tentare, era stanco e
demotivato e
per di più non riusciva a evitare di pensare a Tenebra:
troppe volte aveva
sorpreso se stesso a fantasticare su di lei e questo non era per niente
producente
“Sai che così non fai altro che farti del
male?” cinguettò una voce dolce e
premurosa. Una figura esile si sedette
di fronte a Shino, sorridendogli dolcemente
“Io sono Kora” si presentò la donna
porgendogli la mano, Shino ricambiò il
gesto più per cortesia che per altro
“Shino, piacere”
“Lo so tesoro, lo so”sorrise sognante “
Sei identico a tuo padre”
“Prego?” chiese Shino sulla difensiva
“Che sia lei la squilibrata?”
“Io e tuo padre siamo….” Ci fu una breve
pausa alquanto imbarazzante”amici”
concluse la donna con un sorriso a 32 denti
“Mio padre ha l’amante?!” Shino fu
immediatamente certo di questo pensiero!
La confidenza che quella donna
si era
liberamente presa, il modo in cui si rivolgeva a lui e come si era riferita a suo
padre… non c’era la minima
ombra di dubbio. Un odio profondo e cieco
s’impossessò del ragazzo, una voglia
prorompente di fare del male fisico a quella donna lo prese
improvvisamente. Si
alzò di scatto, facendo cadere la sedia e con un tono gelido
disse
“Devo andare”
“ Ma ma aspetta” balbettò Kora ma Shino
era già sparito.
Un pugno si abbatté violentemente
contro l’anta dell’armadio provocando una
discreta infossatura
“ Cazzo, cazzo, cazzo” in tutta la sua vita Shino
non avrebbe mai potuto
credere che in un solo essere umano potessero essere racchiuse collera
e
frustrazione tante quanto ne provava lui. Suo padre era sempre stato un
idolo,
un’icona sacrale, un emblema di ineguagliabile potenza e
perfezione, esterno a
qualsivoglia comportamento non etico ma ora questa immagine che tanto
aveva
idolatrato e che voleva a ogni costo eguagliare si stava completamente
e
inesorabilmente sgretolando. Shino aveva sempre creduto di conoscere
l’uomo che
gli aveva donato la vita ma a quanto pare si sbagliava.
“
Perché? Perché? Che diavolo ha quella puttanella
che mia madre non ha??
Forse mamma lo sa, forse è per questo che mi tratta
così quindi è tutta colpa
di quella strega se io ho dovuto passare una vita infernale”
una scarica di
adrenalina s’impossessò completamente del corpo
del ninja che cominciò a
infierire violentemente contro l’arredamento della stanza da letto.
Quindici minuti più
tardi la stanza sembrava un campo di battaglia.
Shino
era seduto in un angolo con le gambe distese, le braccia adagiate
mollemente lungo il busto e la testa ciondoloni sul petto. Era sfinito.
Lentamente
si alzò e uscì da casa, in quel momento avrebbe
dato qualunque cosa per potersi
rifugiare nella sua adorata foresta.
La stanza era completamente buia. Si buttò sul
letto pesantemente, aveva
avuto una giornata pesante. Uccidere non era esattamente una
passeggiata,
specialmente se la vittima non assecondava i desideri del carnefice.
Nonostante
la stanchezza un senso di euforia si era impadronito del suo corpo: il
solo
ripensare all’omicidio fomentava il desiderio di uccidere di
nuovo e certamente
l’avrebbe rifatto a breve. Il mattino seguente avrebbe
ricominciato la ricerca
ma prima doveva fare una visita e per farla aveva bisogno della
discrezione che
soltanto la notte poteva garantirle. Ghignò pregustando
ciò che stava per
accadere e si alzò dal letto… era ora di agire
Era
mattino inoltrato quando Shino fece ritorno a casa. Era stato tutta la
notte in giro, sotto l’incessante bufera di neve, cercando di
far sbollire la
rabbia e magari farsene anche una ragione, ovviamente invano. Appena
entrò in
casa si accorse immediatamente che qualcosa non andava, c’era
qualcuno in casa .
Velocemente estrasse un kunai e cautamente e silenziosamente
cominciò a cercare
l’intruso che era certo fosse la donna che cercava
ininterrottamente da ormai 2
settimane , questa volta l’avrebbe presa. Improvvisamente un
tonfo sordo ruppe
il silenzio carico di tensione che regnava nella casa.
“ Cavolo” esclamò una voce contrariata
che Shino conosceva fin troppo bene ma
sperava vivamente che quella persona non fosse li. La voce proveniva
dalla
camera di Kiba e Shino vi ci si diresse con passo pesante, spalancando
la porta
in malo modo più per sincerarsi che la persona fosse
veramente chi pensava che
fosse che per darle il benvenuto. Inginocchiata davanti al letto
c’era una
delle ragazzine più irritanti, insopportabili e dispotiche
del villaggio della
foglia: Sakura Haruno.
“Ciao Shino, indovina?! Dovremo lavorare insieme”
la ragazza proferì queste
parole come se per lei fosse un piacere fare coppia con lui ma lui
sapeva per
esperienza che le ragazze
si trovavano
sempre a disagio in sua presenza ma questo disagio era reciproco.
Più che
disagio per Shino si trattava di profonda irritazione: Sakura era
soltanto un’inutile
palla al piede che avrebbe rallentato soltanto il suo lavoro.
“
Meraviglioso” era già stufo di quella ragazzina
falsa e insulsa e senza
nemmeno salutare uscì dalla stanza per rinchiudersi nella
propria, sbattendo la
porta
Eccomi
qua dopo qualcosa tipo 2 secoli….
Ka93:
Cara amica ombra… tra poco la conosceremo bene,
lo so che Shino è sempre da te a tracannare te….
Vabbè me ne farò una
ragione!!! Fammi sapere cosa pensi di queste 2 pagine intense
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