Gestalt

di Kairyporter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The skinny man ***
Capitolo 2: *** Gli armeni ***
Capitolo 3: *** Malcom ***
Capitolo 4: *** Yves ***
Capitolo 5: *** Yves: Conclusione ***



Capitolo 1
*** The skinny man ***


Liz spinse l’uomo attraverso la porta, una mano ferma sulla spalla sinistra, costringendolo a sedersi su una sedia in una stanza piena di spifferi: il tavolo di legno piccolo e traballante, come tuto in quella camera, aveva visto giorni migliori. Attraversò la stanza posizionandosi vicino alla finestra e osservando la strada , deserta come quando erano arrivati.
Reddington sedette di fronte ad un uomo magro con i capelli lunghi raccolti in una coda e senza fretta incrociò le gambe. “Gestalt…”
L’uomo magro alzò le sopracciglia sogghignando “Sarebbe? Un tipo di cibo?”
“No, non lo è” rispose Reddington scuotendo la testa ridendo, si tolse il cappello posandolo sul tavolo davanti a se. “E’ un tipo di psicologia sperimentale, nata all’inizio dell’900, sostenuta dalla scuola di Berlino, viene studiata e applicata molto spesso nella società moderna”.
Il ghigno di disprezzo dell’uomo si trasformò in confusione
“Oh mi spiace” Si scusò Reddington con disinvoltura “Lasciami spiegare meglio. Hai presente quelle immagini di frutta, che diventano volti? Ecco, Gestalt”
“Che cosa?” L’uomo era confuso, non capendo dove Reddington volesse andare a parare, credendo che lo stesse prendendo in giro.
“Avrai sentito la frase il tutto è più della forma delle sue parti?” si avvicinò  tavolo allineando il cappello con le scanalature e graffi segnati sul legno.
“Questo in realtà è un errore di traduzione” lo interruppe Liz non distogliendo lo sguardo dalla strada. “L’idea originale era nel complesso è altro che la somma delle sue parti, non più; Solo un entità separata”
“Vedi?”  Reddington indicò Liz con la mano mentre fissava l’uomo negli occhi “Lei sa di cosa sto parlando”
“Perché cazzo dovrei dar retta ad un gruppo di psichiatri tedeschi vissuti un centinaio di anni fa? “
“Sta tranquillo e ascoltami per un secondo, stai per imparare qualcosa” Rispose alzando il palmo per rafforzare la sua direttiva di silenzio. “Ora, una delle tante idee della scuola Gestalt prevedeva lo studio della comunicazione. La teoria è che mentre le persone odiano sentirsi dire cosa fare, amano ascoltare una buona storia. La storia viene ricordata, rimarrà impressa. E’ anche un ottimo modo per dare consigli perché non viene visto come un…giudizio. Se racconti una storia a qualcuno” Abbassò il tono con fare cospiratorio e si avvicinò all’uomo “-una storia del tuo passato, personale, che creerà una sorta di legame, una connessione-” Si appoggiò di nuovo allo schienale della sedia e continuò “   puoi dare il tuo parere senza nessuna conseguenza. Personalmente trovo funzioni a meraviglia come tecnica di manipolazione. Le persone sono molto più disposte a fare quello che vuoi. Amano pensare di essere abbastanza intelligenti da risolvere i problemi e prendere decisioni senza alcun aiuto.”
“Ne abbiamo ancora per molto” Chiese Liz continuando a guardare la strada, ancora deserta.
Reddington annuì senza distogliere lo sguardo dall’uomo. “Devo dire che utilizzo spesso questa tecnica. Trovo che funzioni abbastanza bene per smussare gli angoli e mantenere amicizie internazionali in situazioni culturali abbastanza difficili. Qualsiasi informazione do con questo metodo viene ben accettato perché sembra un suggerimento delicato. Ogni ammissione di colpevolezza, o sentimenti, vengono diminuiti con niente di più che una parabola, un racconto stravagante raccontato da un eccentrico uomo di mezz’età. Le mie storie servono a sostenere il peso di una potenziale risposta ad una scomoda domanda.”
L’uomo si spostò a disagio sulla sedia e si schiarì la gola, gran parte della sua spavalderia iniziale era sparita “Senti amico, non mi preoccupo per le tue storie o come diavolo hai fatto a trovare i miei capi. Se hai intenzione di chiedermi informazioni o, qualsiasi cosa posso fare per te, dillo e basta. La tua ragazza laggiù crede che dovresti accelerare e io sono d’accordo con lei, quindi che ne dici di dare un taglio a queste stronzate, professore?”
Gli occhi di Reddington si ridussero a fessure mentre continuava a studiare l’uomo prima di riprendere la storia come se non fosse mai stato interrotto. “Questo tipo di conversazione mi permette anche di testare l’intelligenza delle persona che ho di fronte. Un ascoltatore stupido non sarà in grado di capire il motivo per cui sto improvvisamente raccontando una storia apparentemente non correlata, come ad esempio il mio primo lavoro da adolescente o racconti su pesci messicani e raggi di luce. Un ascoltatore intelligente capirà il messaggio più profondo cercando di applicarlo alla situazione o alla relazione che ha con il “cantastorie”. A volte finisco per dover precisare la lezione. Altre persone sono abbastanza intelligenti da capire che voglio dire che sono il raggio di luce della mia storia”
Reddington, senza distogliere lo sguardo dall’altro uomo, vide Liz nell’angolo vicino alla finestra. Immobile. Poi sospirò sonoramente e scosse la testa “ Ora, dal momento che l’aspetto attuale del tuo viso ha una colorazione piuttosto intensa, direi un color fragola, ho capito  che non sei uno dei miei ascoltatori intelligenti.”
“Vaffanculo!”
“vado al dunque. Un gruppo di persone arriveranno in meno di cinque minuti. Dimmi dove posso trovare gli armeni e ce ne andremo, così potrai spiegare il perché di tutti quei cadaveri di sotto come preferisci. Se non mi dirai niente dovrò usarti come “via d’uscita” e molto probabilmente verrai ucciso nello scontro a fuoco. Ora io e il mio collega laggiù, abbiamo un ottima mira, ma a volte possiamo commettere errori e sono sicuro che potrei commetterne un paio se non ottengo quello che voglio. Ora…”
Red si chinò in avanti rimettendosi il cappello “Gli armeni” continuò
L’uomo a disagio si schiarì la gola “1113 Clark street, piano terra, hanno messo delle telecamere alla porta principale, dovrete usare la porta sul retro”
“Sono tutti lì?”
L’uomo alzò gli occhi incrociando lo sguardo di Red “Vatche non c’è, di solito è al pub, tre isolati più giù. Il Churchill. Misak potrebbe essere con lui”
Reddington si alzò sistemandosi meglio il capello, Liz lasciò la sua postazione avvicinandosi alla porta.
“Aspetta, ho detto tu..” L’esclamazione fu interrotta da due colpi.
Liz si voltò velocemente, Red abbassò la pistola fumante incrociando lo sguardo accusatorio della ragazza
“Perché hai voluto raccontargli tutta la storia?” Disse con tono duro “Abbiamo solo perso tempo”
“Chi ha detto che la storia era per lui?” Rispose Reddington riprendendo a camminare verso l’uscita
“Non c ‘era bisogno di ucciderlo”
“Sono un brutto pesce, ricordi?”
 
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Allora, non so nulla di psicologia quindi se ho sbagliato qualcosa non è colpa mia ma dell’autore. Infatti è una traduzione. Mi sono sempre chiesta cosa fosse successo dopo Braxton ma non ho mai avuto il coraggio (o meglio idee) per poter sviluppare una storia. Fino a quando mi sono imbattuta in questa. Effettivamente non spiega molto xD ma me ne sono innamorate perché mentre la leggevo non potevo far altro che immaginare la voce di Red e le sue espressioni facciali che mi fanno morire ogni volta. E’ una storia a capitoli quindi prometto che appena finirò di tradurli li caricherò. Potrebbero esserci errori o incomprensioni. In quel caso avvisate.

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Capitolo 2
*** Gli armeni ***


Dembe costrinse l’ultimo armeno a inginocchiarsi facendogli pressione dietro il ginocchio. Gli altri uomini avevano le mani legate, inginocchiati, in fila sul cemento freddo di uno spoglio edificio dietro il vicolo di Clark Street, vicino al loro appartamento. Mr. Kaplan era ancora lì, ripulendo tutto ciò che poteva incriminare il suo amico, prima dell’arrivo dell’FBI.
Reddington stava davanti agli uomini, con Liz a qualche passo dietro di lui, che venne raggiunta da li a poco da Dembe. Reddington passeggiava tranquillamente davanti agli uomini, le mani intrecciate dietro la schiena.
“Condivido l’idea che non bisogna mai smettere di migliorarsi” Cominciò Reddington “Non voglio mai smettere di imparare, acquisire nuove conoscenze. Ultimamente, sono stato preso alla sprovvista dalla psicologia che ha fatto molteplici passi avanti. Sapete, ricordi rimossi, PTSD, amnesia dovuta ad un trauma, questo genere di cose. Le vostre affermazioni sul fatto che stavate solo eseguendo degli ordini mi hanno fatto venire in mente uno studio un po’ particolare. Esperimento Milgram, ne avete sentito parlare?” Red approfittò della pausa per osservare, ad uno ad uno, gli uomini inginocchiati in attesa di una risposta che, ovviamente, non arrivò “No, ci ho pensato molto” continuò voltandosi verso Liz e Dembe “Tu hai famigliarità con Milgram?” Chiese rivolgendosi a Liz inclinando leggermente la testa come era solito fare.
“Un’altra storia Reddington? Qual è il punto adesso?” Chiese Liz sprezzante e guardando Red in cagnesco.
“Bè, vedi, se ti do la lezione senza la storia, che ne sarà del mio metodo?” Rispose un po’ irritato
“Questa quindi è una lezione per me? O per loro?”
Reddington allargò le braccia e le sue labbra si allargarono in un sorriso compiaciuto non appena incrociò gli occhi della ragazza.  “E’ una lezione per tutti” disse allegramente per poi tornare a rivolgersi agli armeni. “ora, dove eravamo rimasti? Ah, Milgram. Nei primi anni del 1960, uno psicologo eseguì una serie di esperimenti in cui invitava dei soggetti in un laboratorio, che divise in due gruppi. Insegnanti e allievi. L’insegnante doveva dare delle scosse all’allievo nel caso questo non fosse riuscito a portare a termine un compito. L’insegnante e lo studente furono messi in due stanze separate, ma comunicanti.
Nel corso dell’esperimento, lo studente fallì più volte, e l’insegnate era stato incaricato di aumentare la tensione ogni qualvolta lo studente avesse sbagliato. Con il tempo le scosse hanno raggiunto dei livelli terribili, si poteva sentire lo studente urlare nella stanza accanto che chiedeva di essere liberato, sbatteva persino sul muro per pietà. Il conduttore dell’esperimento faceva pressione sull’insegnante nel caso ci fossero state delle esitazioni, a volte chiedendo al soggetto che non avevano altra scelta se non il continuare, ed era imperativo che le scosse continuassero.” Reddington smise di camminare e si sedette su una sedia arrugginita, dopo averle dato una leggera pulita, per poi continuare con il suo racconto.
“La scossa finale veniva somministrata tre volte, il rumore della stanza accanto era cessato. Gli insegnanti, a quel punto, avevano raggiunto diversi stati di compostezza, alcuni stavano meglio di altri, ma indovinate quanti di questi campioni casuali di popolazione erano disposti a continuare a torturare un altro essere umano solo perché veniva detto loro di farlo?” Reddington osservò di nuovo gli uomini “Qualcuno? No? Oltre il sessanta percento! Desideravano continuare a scioccarli oltre il punto di incoscienza, e forse  anche ucciderli, dopo  averli ascoltati mendicare per le torture, solo perché qualcuno in una posizione di autorità aveva detto loro di farlo”
“Nah” disse con beffa uno degli uomini “Questo è illegale, o qualcosa del genere, tu menti. Gli scienziati non potrebbero mai uccidere la gente”
“Credo che sia illegale per te uccidere la gente, ma questo non ti ha mai fermato, vero?” Reddington si spostò sulla sedia “Comunque sia l’esperimento era un trucco. Non ci sono mai state scosse. Gli “studenti” nelle stanze in realtà erano attori, che avrebbero dovuto sbattere sul muro e far andare delle registrazioni di urla disperate”
“Questa è una cazzata” Intervenne l’uomo di fronte Reddington
Red inarcò le sopracciglia e chinò la testa in senso d’accordo “Quindi si, hai comunque rispettato degli ordini. Non cambia il fatto che hai fatto quello che hai fatto. Il quaranta percento delle persone avrebbe rifiutato. Ecco perché vado in giro con quei due” aggiunse tendendo il braccio verso Liz e Dembe senza distogliere lo sguardo dai suoi prigionieri. “Sono il quaranta percento”
“Fammi indovinare” , disse lo stesso uomo “Tu devi far parte del sessanta percento che mandava scosse a quei poveri cristi nella stanza accanto?”
“No” rispose Red scuotendo la testa e ridacchiando con allegria “Tu sei il sessanta percento. Io sono l’uomo che conduce l’esperimento.” Si alzò e guardò gli uomini prima di lui, la testa inclinata con aria interrogativa. Prese la pistola e la batté distrattamente contro la sua coscia.
“Reddington” Lo ammonì Liz
Red serrò la mascella, emise un lungo respiro prima di alzarsi e iniziare il tragitto verso l’auto. “Chiamali. Dembe vieni con me. Ho bisogno di fare una telefonata”
“Mi lasci qui con loro?” Liz prese il telefono , cercando di mettersi in contatto con l’ufficio postale.
Dembe continuava a camminare raggiungendo l’assolato ingresso, ma Reddington rallentò girandosi verso Liz “Non andiamo lontano, agente Keen, ho solo bisogno del telefono nel bagagliaio” Poi fissò gli uomini “Sono legati bene e hai una pistola. Se uno di loro si muove, passa nel sessanta percento e sparagli” Con questo si voltò e scomparve nella luce del giorno



……………..
Mentre l’FBI ispezionava sia l’appartamento che l’edificio abbandonato, Reddington aspettava tranquillamente nel vicolo, sotto la stretta sporgenza di un tetto, evitando il triste e costante scrociare della pioggia.
Liz camminava affianco ai SUV dell’FBI incurante degli schizzi di fango che creava mentre attraversava le pozzanghere.
“Perché le lezioni criptiche e le storie?” Chiese accigliata. “Sei stato molto più pesante oggi” Si fermò ad alcuni passi da lui, più lontano del loro consueto spazio personale.
“Ti ho provato a chiamare ieri. Più volte. E anche il giorno prima. Credo che ci siano stati più di dieci tentativi ,da parte mia, di parlare con te negli ultimi giorni, dopo quello che è successo con Braxton.” Reddington le rivolse un piccolo e triste sorriso prima di continuare “Alcune persone potrebbero sentirsi feriti da questo tipo di atteggiamento freddo”
“Sto lavorando con te. Questo è tutto. Io non voglio avere alcun contatto personale con te, solo lavoro” Rispose dura
Reddington scrutò Liz “Se l’unico modo per parlare con te è essere chiuso in una stanza con dei teppisti o malfattori, allora credo che lo farò.” Fece un passo verso di lei che, per tutta risposta indietreggiò mettendo ancora più distanza tra loro, incrociò le braccia e lo fissò con uno sguardo glaciale. Quando parlò di nuovo la voce di Reddington era bassa e sofferente “Lizzie, voglio scusarmi per..”
“Così questa mattina mi hai martellato con la storia dei brutti pesci e dei raggi di luce” Lo interruppe “E oggi pomeriggio cosa? Dirmi che ti piace il fatto che non torturo nessuno solo per eseguire degli ordini?” Liz si fermò e alzò le sopracciglia “Sei sicuro di questo? Visto quello che sai di…” si guardò intorno e abbassò la voce che divenne appena un sussurro “per quello che ho fatto a Tom?”
Uno strano sguardò passo sul viso di Red che Liz non seppe interpretare, e sospirò, mentre con lo sguardo percorse tutto il vicolo. “E’ stata una situazione completamente diversa, Lizzie. Questo è stato…” Si schiarì la voce e si guardò indietro, dopo un lungo momento “Qual è la tua opinione sull’etica dopo Milgram?” chiese osservandola
“L’etica?” Ripeté Liz
“Dietro l’esperimento. Il sessanta percento… La critica dei metodi di studio dicono che i soggetti che assistevano alla la serie completa di shock… alcuni piangevano, altri sudavano, alcuni lo ritenevano malato o debole. Ci possono essere dei danni psicologici sui volontari per il bene della scienza?”
“Stai dicendo che il fine giustifica i mezzi?”
Reddington sollevò le sopracciglia in un gesto silenzioso di inchiesta.
Liz si voltò dalla parte opposta di Red, le braccia ancora incrociate, lo sguardo rivolto verso il furgone dell’FBI. “No” disse alla fine, guardandosi  gli stivali, sprofondati in una pozzanghera”
“Ci hai creduto con Tom”
Liz si girò di scatto, il suo volto furente “Hai appena detto che era una situazione divera”
Red scosse la testa, il viso piegato dall’emozione, fece un altro passo in avanti solo per veder Liz ritrarsi ancora. Alzò le mani in segno d’arresa e chinò  la testa, come per promettere con non avrebbe proceduto ulteriormente. “Quello che sto cercando di dirti è… non c’è mai una reazione corretta al cento percento. Etica e morale dipendono sempre delle situazioni. Le nostre reazioni e ciò che siamo disposti a fare, dipendono sempre da ciò che c’è in gioco”
“E tu eri disposto a torturami quando c’è in gioco il Fulcrum”
La bocca di Reddington si aprì, cercando disperatamente di controbattere ma le parole non uscivano, così la richiuse. La sua mano destra si trasferì sull’addome, quasi a significare che la risposta era nel suo profondo. “Lizzie, fammi scusare per…”
“Non voglio ascoltare” Disse seccamente girando sui tacchi e dirigendosi verso il veicolo, lasciando Reddington solo sotto la pioggia.

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Capitolo 3
*** Malcom ***


Reddington socchiuse gli occhi incontrando lo sguardo di Malcom mentre camminava attraversando l’entrata. Si guardò intorno prendendosi un momento per studiare le numerose opere d’arte e sculture che affollavano lo spazio. C’era una grande testa di cavallo, di vetro verde, in cima ad un obelisco, al centro della costosa pavimentazione in marmo. Liz stava in disparte seduta sul borsone di Dembe, accanto ad un guazzabuglio di cubi di metallo incastrati gli uni con gli altri che dal pavimento si innalzavano verso il soffitto.
Reddington si fermò davanti ad una teca di vetro che conteneva un ombrello arancione sospeso, la maniglia era la ricostruzione di un cuore umano. Arricciò le labbra ed emise un verso di insoddisfazione: “La tua collezione mi fa improvvisamente apprezzare quell’opera di Vermeer, quell’inquietante donnina che suona quella musica orribile” Scosse la testa osservando meglio l’opera “Non condividiamo lo stesso gusto per l’arte, temo.”
“Hai appena fatto un terribile errore Reddington” Dichiarò Malcom tenuto fermo dalla mano di Dembe sulla spalla. “Gli armeni erano il mio corpo contundente. Facendoli fuori non hai di certo indebolito la mia attività. E quanto a te, venire qui oggi… ho telecamere posizionate su tutta la proprietà e ho pagato la migliore società di sicurezza che...”
“Si, si il sistema di sicurezza è di prim’ordine” Lo interruppe Reddington con un gesto della mano. Indicò una telecamera nascosta “Se solo fosse accesa. Vedi, sappiamo che tua moglie è a tre fusi orari di distanza, in Napa questo fine settimana, sappiamo che la tua amante, Claudia, arriva sempre puntuale alle dieci quando avete intenzione di trascorrere la giornata insieme. Dopo aver suonato quattro volte il citofono, abbiamo scambiato quattro chiacchiere e ora si trova nel bagagliaio della mia macchina”
Malcom aprì la bocca con rabbia cercando di alzarsi, ma la mano di Dembe strinse la presa
“Sta bene, te l’assicuro” Si affrettò a chiarire Reddington “In uno spazio abbastanza angusto però. Il bagagliaio, in questo modello è nettamente inferiore rispetto agli altri” Intrecciò le mani, com’era solito fare, e annuì “Ogni volta che tua moglie è fuori città, Claudia si presenta qui alle dieci, suona quattro volte al cancello e si spegne immediatamente il sistema di sicurezza in modo che non ci sia alcuna traccia della sua presenza nella tua proprietà, così da permetterti di spassartela allegramente con lei in ogni angolo della casa. Il sistema riparte quando se ne va, di solito dopo le dodici ore circa, e ovviamente la tua società di sicurezza questo lo sa” Sorrise “Per questo non saremo disturbati per un po’”
Malcom impallidì improvvisamente
Reddington studiò l’uomo per un lungo istante prima di inclinare la testa e spostare lo sguardo verso Liz come se cercasse di prendere una decisione importante. Dopo qualche secondo iniziò “Quando ero un ragazzino giocavo sempre con un bambino che abitava nella mia stessa strada, Christopher Basler.”
Liz alzò gli occhi al cielo “Va bene… Non starò qui un minuto di più. Dato che stai ricominciando con le tue storie, io vi aspetto in macchina. Divertitevi”
“Per quanto sia convinto che Claudia godrebbe volentieri della tua compagnia, preferirei che restassi Lizzie” Disse mentre osservava Liz prendere il borsone, ignorandolo.
“Bene” cedette vedendola andare via “ma ho bisogno di una cosa nel borsone prima che lo porti via” Si avvicinò a Liz che era inginocchiata per aprire il borsone, in attesa che Reddington ispezionasse il contenuto. Red chinandosi frugò per un attimo, mentre Liz si voltò a guardare fuori, osservando le auto nel vialetto, in attesa che finisse.
Sentendo un clangore metallico e gli scatti famigliari delle chiusure delle manette Liz guardò in basso trovando il suo polso destro legato ad un paio di manette. Strattonò il polso, perdendo l’equilibrio e cadendo su un fianco. L’altra manetta era fissata intorno alla parte inferiore di una massiccia armatura che le stava affianco.
“Reddington!!” Ringiò furiosa cercando di afferrare il cappotto dell’uomo, ma Red era già fuori dalla sua portata. Fece qualche passo indietro scansando per poco il calcio di Liz diretto alla sua caviglia.
“Oh tranquilla Lizzie, non ho intenzione di lasciarti li” La osservò mentre Liz cercava disperatamente di liberarsi giocando con il meccanismo delle manette
Reddington incrociò lo sguardo di Malcom “Nonostante non l’abbia mai vista liberarsi credo che ci sappia fare, quindi dobbiamo fare velocemente” Si avvicinò fino ad avere Malcom di fronte. Dembe lo lasciò andare facendo un passo indietro.
“Christopher Basler. Il ragazzo in fondo alla strada. Aveva una sorella maggiore, Catherine, che si prendeva cura di noi, e lo faceva abbastanza bene considerando che eravamo dei bambini estremamente vivaci. Un caldo giorno d’estate stavamo giocando in giardino con un tubo flessibile e una piscina per bambini, correndo avanti e indietro in casa ogni volta che volevamo fare uno spuntino o quando ci serviva un nuovo battaglione di soldatini per aumentare le nostre truppe. C’era una grande porta di vetro scorrevole in cucina che era stata aperta tutto il giorno. Quando si fece buio notai che gli insetti entravano in casa, così chiusi la porta. Povero piccolo Christopher… non se ne accorse. Quando corse verso la cucina cadde rompendo il vetro… Un disastro! ... Quel ragazzo sanguinava come un maiale sgozzato, e non mi ha mai perdonato. Ma vedi” Reddington si avvicinò ancora a Malcom “Ho sempre pensato che fosse stata colpa sua. Lui credeva che fosse un percorso senza ostacoli, ma avrebbe dovuto osservare meglio. Solo perché eri sicuro che le ultime sette non c’erano pericoli, non significa che l’ottava  sia sicura” Red fece una pausa prima di continuare in tono greve “Ho bisogno dell’elenco dei clienti degli ultimi sei mesi”
“Stai scherzando, spero”
“Claudia è viva e sta bene per il momento Malcom. Ma se ti lasciamo qui legato e ce ne andiamo posso assicurarti che non vedrai mai più quella ragazza. E’ entrata in questo paese illegalmente e, credo, ci siano persone a Minsk che sarebbero contente se ritornasse nel suo paese d’origine”
“Sei un bastardo!”
“Si” Concordò “Spesso e volentieri” Indicò con una mano una porta chiusa che dava sul corridoio “Sono sicuro che la lista è nel tuo ufficio. Dembe ti accompagnerà”
Mentre i due uomini si allontanavano, Reddington si voltò di nuovo verso Liz che sedeva a gambe incrociate sul marmo del foyer. Sospirò e scosse la testa guardando il braccio della ragazza, nascosto dietro alla gamba accanto alla statua. “Lizzie, mi deludi. Dovresti essere libera ormai!”
Il volto di Liz era attento, lo sguardo curioso. Senza distogliere lo sguardo da Red alzò la mano mostrando il polso libero e la manetta appesa. “Pensi che mi sia già ferita oltrepassando la porta di vetro? O mi stai dicendo che devo stare più attenta?” Chiese
Red si inginocchiò accanto al borsone cercando le chiavi delle manette. “Anni dopo, quando eravamo al liceo, chiesi a Catherine un appuntamento. Il tema del povero Christopher saltò fuori e le chiesi quali difficoltà le avessi creato a causa di quell’incidente. I suoi genitori dovettero trovare uno spettacolo orribile quando tornarono: gravi danni alla casa, il loro figlio urlante e sanguinante. Mi aveva accusato per tutto quel casino?”  Trovando le chiavi si avvicinò a Liz per sbloccare la manetta legata all’armatura. Lei non si mosse, ma osservava con attenzione. “Si è scoperto che Catherine si era presa la colpa. Si sentiva male per quello che era successo al fratellino, desiderava così tanto che quell’incidente non fosse mai avvenuto che, se tornasse indietro, legherebbe il fratello ad una sedie e lo lascerebbe in camera” Red si sedette sui talloni, i palmi sulle cosce, le manette buttate nel borsone. “Al momento pensai che era un po’ estrema come soluzione. Per proteggere qualcuno che amava, ma ora…” si interruppe guardando Liz con un dolce e triste sorriso.
Liz rimase seduta per un lungo istante prima di interrompere il contatto visivo. Non disse nulla. Si alzò e tornò alla macchina.

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Capitolo 4
*** Yves ***


Reddington entrò nel ristorante precipitandosi verso la parte posteriore della sala dove, in un tavolo nascosto, erano seduti un uomo e una donna che si godevano la fine del pasto.
“Yves! Dio mio! Hai un aspetto fenomenale! Come riesci a sembrare più giovane ogni volta che ci incontriamo? Quanto tempo è passato? Cinque? Dieci anni?” Senza aspettare un invito, Red prese una sedia dal tavolo vicino e si posizionò tra la coppia, facendo cenno a Liz di sedersi. La bella bionda al tavolo la squadrò con aria interrogativa. Gli occhi dell’uomo rimasero fissi su Reddington mentre Liz prendeva posto.
Yves si spostò sulla sedia, cercando di nascondere il disagio dell’arrivo, senza preavviso, di Reddington. “Più vicino a cinque credo, che a dieci” rispose Yves con un lieve accento francese, sollevando il tovagliolo per pulirsi l’angolo della bocca. “Sei andato via da un ristorante, molto simile a questo, lasciandomi pagare un conto straordinariamente salato. E non ti sei fatto più vivo.” Si schiarì la gola e bevve un sorso d’acqua. “Fino ad ora. Il che pone la domanda…” Bevve un altro sorso d’acqua “…A cosa devo il piacere?”
“Ho appena lasciato un tuo amico; Ernie Malcom” L’espressione di Yves si scurì ma Reddington continuò come se non se ne fosse accorto. “Sei mai stato a casa sua? Non ho mai visto un tale orribile, pretenzioso miscuglio di arte moderna in vita mia, e pregherei di non vederlo più. Ma non hai risposto alla mia prima domanda” Red si sporse con fare cospiratorio “Sto notando, dai piccoli cambiamenti strutturali del tuo viso, che non hai trovato la fonte della giovinezza, ma che hai trovato un meraviglioso chirurgo plastico. Chiunque sia, fagli i complimenti. Ottimo lavoro.”
Yves, a disagio, si appoggiò allo schienale della sedia come Reddington strizzò gli occhi sul suo viso, studiandolo attentamente. “Nuovi zigomi, mento nuovo, nuovi capelli…” Red diede un occhiata a Liz che sembrava suggerirgli che non era una fan di trapianti di capelli “… e anche un nuovo tiraggio delle palpebre a quanto pare” La testa di Red oscillò da Yves al suo giovane appuntamento a cena, mostrando un sorriso d’apprezzamento mentre la guardava “E tu. Sei nuova anche tu”
Liz emise un suono seccato per poi osservare il resto del ristorante.
Il sorriso di Red non vacillò mentre si voltava nella sua direzione. “Non fate caso a lei. E’ ancora arrabbiata con me per averla ammanettata ad una struttura di metallo stamattina”
La testa di Liz scattò verso Reddington, gli occhi lampeggianti, ma non disse nulla.
“Raymond” Intervenne Yves “Perché sei qui?”
“Si, beh, come ho detto, abbiamo fatto una visita a Ernie Malcom questa mattina e gli ho gentilmente chiesto di dare una sbirciatina alla lista dei suoi recenti clienti. Quando gli ho fatto notare la merce di scambio, mi ha risparmiato la fatica di leggere quella noiosa lista dicendomi che il cliente con cui avevo bisogno di parlare avrebbe cenato qui stasera, a questo tavolo, ed ecco… io entro e trovo il tuo bel viso, eccessivamente botoxato che mi fissa” Reddington prese la bottiglia di vino sul tavolo e ispezionò l’etichetta
“Non ho rapporti d’affari con Ernie da mesi, Raymond. Recentemente non abbiamo fatto altro che giocare a golf e, occasionalmente, cenare insieme. Quando sua moglie è fuori città”
Reddington inarcò le sopracciglia. “Non avevo idea che funzionasse in questo modo, Yves. Quindi lei è per lo show?” chiese voltandosi a guardare la donna bionda.
“Ceniamo quando la moglie è via” dichiarò Yves indignato, indicando il suo appuntamento “perché la sua fidanzata, Claudia, è un’amica di Aleksandra, e a nessuno di noi quattro piace la moglie di Ernie.”
“Ah. Bene” Red interruppe il contatto visivo con Aleksandra e tornò a guardarla nella sua interezza “sarebbe un peccato sprecare… tutto questo” aggiunse agitando la mano su e giù verso la bionda, inclinando la testa e squadrandola.
Liz fece lo stesso suono basso di prima, alzando gli occhi al cielo questa volta.
Yves raggiunse il suo bicchiere di vino, sembrava più rilassato rispetto allo shock iniziale. “Raymond, pare che la tua partner sia invidiosa di Aleksandra” sorrise
“Oh no, ti posso assicurare che non è invidiosa. Gelosa, forse, ma non invidiosa” Rispose Red, segnando al cameriere di portargli un bicchiere di vino.
Yves sorseggiò il vino e posò il bicchiere “perdonami ma non capisco le sottigliezze della lingua inglese, ma penso che l’invidia e la gelosia sono essenzialmente la stessa cosa, no?”
“Oh no” rispose Red sorridendo a Liz, dall’altra parte del tavolo. “L’invidia è desiderare qualcosa che l’altro ha. Dubito che Aleksandra abbia qualcosa che vuole. La gelosia, d’altra parte, si riferisce alla paura che qualcuno ti porti via qualcosa. E’ l’emozione che si verifica quando temi di essere sostituito da qualcuno che… ti interessa.”
Il volto di Liz era impassibile, e Reddington sostenne il suo sguardo per un lungo momento fino a quando non furono interrotti dal cameriere che portò il vino.
“Ah! Marvelous” esclamò Red prendendo la bottiglia e versandosene un bicchiere. Dopo aver chiuso gli occhi, per assaporare meglio il suo gusto, mise il bicchiere sul tavolo con un sorriso soddisfatto e si appoggiò allo schienale della sedia. “Yves,” iniziò con voce più greve di quanto non fosse prima “ho bisogno di un nome”
“Temo di non potertelo dare, perché non ne conosco: non sono un cliente di Ernie da tempo ormai. Godiamo della reciproca compagnia. Questo è tutto. I miei rapporti d’affari hanno preso una direzione diversa, l’anno scorso ci siamo amichevolmente lasciati, finanziariamente parlando, e da allora passiamo il tempo libero insieme quando le signore organizzano. Quindi, se sei alla ricerca di un nome recente, non ce l’ho.”
“Penso che ci sia la storia di Pinocchio, qui da qualche parte, su ciò che accade al naso quando si mente” Reddington parlava a Liz, dall’altra parte del tavolo, come se l’altra coppia non fosse a corrente della conversazione, “ma onestamente, quest’uomo è talmente pieno di rinoplastica che dubito ci sia abbastanza tessuto originale da fargli crescere qualcosa, a questo punto. Cosa è successo all’invecchiare con grazia?” chiese, sfoderando uno sguardo comicamente confuso e un volto serio. Senza fermarsi, e con velocità spaventosa, Reddington afferrò un coltello da bistecca, prendendolo dal piatto di Yves, e lasciò cadere la mano sotto il tavolo. Liz si irrigidì, ma non parlò. Per chiunque altro nel ristorante, Reddington sembrava stesse scherzando con un amico a cena
“Il nome” ringhiò a bassa voce
Yves afferrò il tavolo con una mano, l’altra scese sull’avambraccio di Reddington. “Vorresti uccidermi in pubblico?” sibilò “Recidere un arteria non ti permetterà di uscire da questo ristorante”
“Oh Yves, no, non ho intenzione di ucciderti, Yasmine non mi perdonerebbe mai. So che prova ancora qualcosa per te, ma questa lama è seghettata, e francamente, sono un po’ curioso di vedere che tipo di danni provoca. Proverò con… la baguette… se non ottengo il nome del contatto russo”
Yves fissò Reddington, la sua respirazione aumentava ed era in preda al panico
“Oh, andiamo, non serve iperventilare. Sappiamo che hai un chirurgo di talento che probabilmente può rimettere i pezzi, più o meno, di nuovo insieme. Ma perché scoprirlo? Dammi il nome”
“Ernie ha mentito!” sussurrò Yves “Non ho avuto rapporti con i russi negli ultimi anni! Non so cosa ha detto ma-”
“Reddington” Disse Liz piano, guardando in silenzio la bionda al suo fianco
“Ernie non ha mentito, Yves” Continuò, ignorando Liz
“Reddington” Lo chiamò di nuovo, con più forza
Red strinse le labbra esalando bruscamente, guardò Liz irritato per averlo interrotto. “Che c’è?” chiese, infastidito
Liz stava ancora fissando Aleksandra. “Malcom ti ha detto che la persona con cui dovevi parlare era a questo tavolo. Ti ha detto che era lui?
Reddington tolse delicatamente il coltello da Yves, posandolo sul tavolo mentre rivolgeva la sua attenzione alla bionda, che lo fissava tranquilla
“Ben fatto Lizzie” Disse Red piano, con voce impressionata. Sorrise alla donna bionda “Devi esserti divertita molto quando ti ho catalogato solo per una dolce fanciulla. Le mie più sincere scuse, mia cara. Posso assicurarti…” Red abbassò ancora di più il suo tono di voce “Che ora hai la mia completa attenzione”

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Capitolo 5
*** Yves: Conclusione ***


Reddington sorrise ad Aleksandra e si chinò verso di lei. “Devi esserti divertita molto quando ti ho classificato come una dolce fanciulla. Le mie scuse più sincere, mia cara. Posso assicurarti…” Red abbassò ancora di più il suo tono di voce “Che ora hai la mia completa attenzione”
La donna bionda sorrise serenamente e sollevò il calice di vino per berne un sorso. Guardò acutamente Reddington da sopra il bicchiere. “Ti piace il nostro vino, stasera?” chiese casualmente
“Lo trovo complesso, fumoso e solo leggermente fiammeggiante” Reddington sorrise e fece roteare il bicchiere con grazia. “Mi sto divertendo immensamente, dal momento che mi ricorda me”
“Mmmm” Aleksandra sorrise a Reddington, non continuando il flirt, cadendo in un silenzio fiducioso.
Rendendosi conto che la donna non aveva intenzione di dire niente, Reddington guardò Yves. “Lo sapevi? No. Guarda la tua faccia. Tu non sai niente.” I suoi occhi tornarono su Aleksandra. “Tu e Claudia. Siete entrambe molto più intelligenti di quando il tuo ragazzo creda.”
Aleksandra sorrise di nuovo.
“Gli occasionali appuntamenti a quattro? Yves non aveva idea che quelle cene erano, in realtà, affari con Ernie Malcom, hm? Molto carino.” Reddington indicò l’altro uomo al tavolo. “Ma se tu fai parte dello show, perché la cosa non ti disturba?”
Aleksandra mise un broncio giocoso. “Non importa quanto sia intelligente una bella donna, gli uomini come te sono riluttanti ad andare a letto con lei” squadrò Reddington, come aveva fatto lui, prima di aggiungere con una voce suadente, “… professionalmente parlando, naturalmente
“Certo” ripeté, chinando il capo in accordo con la sua valutazione e sorridendole. “Quindi stai continuando la grande tradizione di donne come Margaret Bulkey.”
Aleksandra strinse gli occhi in modo provocante. “Chi?” chiese dolcemente.
“La prima donna a diventare un medico britannico, nel 1800. Eseguì il primo taglio cesareo con successo in Africa, in cui sia la madre che il bambino sono sopravvissuti. Divenne la responsabile di diversi ospedali militari. E tutto questo in un periodo in cui alle donne non avevano neanche il permesso di frequentare la scuola di medicina.” Reddington fece una breve risata e scosse la testa
“Se lei non poteva andare a scuola, come ha fatto a fare carriera?” Chiese Aleksandra, prendendo un altro sorso di vino.
“Oh, è andata a scuola di medicina, da uomo… James Barry” Reddington guardò Yves, che sembrava scioccato. “Ha usato quel nome per continuare le sue attività.” Ha spiegato. “Nel caso in cui non fossi riuscito a stare al passo.” Come Reddington riportò l’attenzione su Aleksandra, avvicinò il coltello da bistecca vicino al vino, di fronte a lui.
Aleksandra rise. “Cosa hai intenzione di fare?” Chiese. “Io non ho… baguette da minacciare.”
“No. No non ce l’hai.” Reddington teneva il coltello dalla parte del manico, sfiorando con la punta la tovaglia. “Ma so anche che sei abbastanza intelligente da non lasciare tracce sul collegamento tra le imprese con cui lavori. O dovrei dire quelle di Yves. E’ tutto a suo nome quindi, se le cose si mettono male, il tuo nome rimane…pulito. Giusto?”
Aleksandra mostrò un sorriso enigmatico
Reddington posò il coltello.
Prima che lui potesse continuare, Liz parlò in tono professionale. “Aleksandra, solo negli ultimi giorni abbiamo preso Claudia, Ernie Malcom e Yves, nonché dei teppisti russi, cercando il contatto. Prima di allora abbiamo ucciso molti uomini all’interno di un magazzino.” Gli occhi di Liz si spostarono dalla donna a Reddington, con uno sguardo di disprezzo. “Quando non rispondono a tutte le nostre domande gli spara due volte al petto. E’ violento, sconsiderato e un bugiardo.” Liz rivolse la sua attenzione di nuovo ad Aleksandra. “Detesto dover lavorare con quest’uomo in questo momento, ma devo farlo, e non posso negare che i suoi metodi rozzi ottengono risultati. Ora, nonostante non conosciamo il tuo cognome, posso assicurarti che abbiamo lavorato con molto meno. Abbiamo informazioni sufficienti per creati dei problemi in futuro, e paralizzare i tuoi affari. Penso sia nel tuo interesse darci il contatto, lasciare Yves e pagare qualunque debito hai collezionato a suo nome. Tagliare le perdite ed andare avanti. Sappiamo entrambi che puoi costruirti facilmente un nuovo impero e, sono sicura che ti sei annoiata con lui…” Liz indicò Yves, “Così come io sono stufa del mio” Liz finì guardando Reddington, il cui volto era una maschera paziente.
Aleksandra sospirò, incrociò le gambe sotto il tavolo. “Arkady Golovkin” disse. Prendendo un sorso finale del suo vino e studiando Liz. “Buona fortuna con il tuo. E lungi da me dire ad un’altra donna come fare il suo lavoro ma… sembra che tu abbia bisogno di stringere un po’ il guinzaglio” Strinse le spalle e sorrise. “Pensaci”
Aleksandra si alzò elegantemente dalla sedia, passò dietro Reddington girando intorno al tavolo, e mise la mano sul volto di Yves. “Oh, un altro consiglio,” Disse rivolgendosi ancora a Liz, non guardandola direttamente. “Non lasciare che il lavoro diventi qualcosa di personale. Trovo che la chirurgia plastica renda un uomo così… gauche” si chinò e premette un bacio leggero all’angolo della bocca di Yves. “Grazie per aver preso il controllo” mormorò contro la sua guancia.
Molti uomini si girarono mentre Aleksandra si muoveva con grazia tra i tavoli e uscì dal ristorante. “Bè” Reddington sospirò, alzando un sopracciglio. “Non mi sento inadeguato”
 
 
 
 
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Scusate il ritardo xD ma le traduzioni non sono facili e tra la mia FF e altri impegni non sono riuscita ad aggiornare velocemente come volevo xD scusate >_< Fatemi sapere se ci sono errori. Baci baci J

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