Okami - Il Lupo Bianco e la Bambina

di KyubiKonanOfAkatsuki
(/viewuser.php?uid=34050)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Prologo ***
Capitolo 2: *** Tra Mortale e Divino ***



Capitolo 1
*** - Prologo ***


_

[Ecco che l’Autunno cede il passo all’Inverno. Si porta via con sé le ultime foglie color del bronzo dagli alberi. Essi vengono ricoperti con il soffice manto gelido della neve. Alzo il volto al cielo, lasciando che le sue delicate lacrime ghiacciate mi bacino il viso. Questa è l’ultima volta che posso godere di questa meravigliosa sensazione]

 

Masamune, venticinque anni.

Seduto all’ombra del tronco di un oramai spoglio ciliegio, mano alla wakizashi, riluttante.

Non avere rimorsi, samurai, fallo e basta, perché questo è il tuo destino.

Un falò ardeva dinnanzi a lui sulle braci bollenti, squagliando come burro la neve.

La Morte ha tanti, troppi, volti. Il Male soltanto uno.

Yamata no Orochi.

 

[Nella mia mente sono ancora impressi quei momenti: uno degli orribili musi del serpente mi viene incontro, gli occhi due tizzoni ardenti e le fauci spalancate, da cui usciva un turbinio di fiamme. Io lo schivo in tempo, e la gigantesca testa si schianta per terra, sulle mattonelle in pietra sporche del nostro sangue. Non ero solo…] 

 

Il più famoso forgiatore di lame dell’intero Giappone, colui cui che diede vita alla katana divina, portante il suo stesso nome, ovvero ‘Essenza Divina della Giustizia Eterna’.

Colui che parlava agli Dei.

I capelli biondi erano diventati ormai neri come la cenere, il volto era rosso per le bruciature subite durante la battaglia.

Riposta dietro la schiena la katana donatagli tanto tempo fa dalla sua fidanzata, ancora inconsapevole della sua morte, la lama chiamata ‘Artiglio di Nue’, intrisa con il potere del tuono.

 

[… Al mio fianco combatté il più grande guerriero mai esistito, Susano no Mikoto, divinità dei tuoni e delle tempeste, nonché fratello del divino Tsukuyomi e della dea Omikami Amaterasu. Ogni testa della bestia serpentiforme aveva un elmo samurai, per la precisione un hoshi kabuto, sulla fronte una rappresentazione di un elemento: la testa che affrontai rappresentava il Fuoco, il rispettivo ideogramma inciso sulla protezione. Orochi, protetto da uno scudo oscuro, mi sottovalutò, sfidandomi a colpirlo. Fu allora che la mia katana si illuminò del potere di Amaterasu, Colei che illumina i Cieli: rafforzata la presa sul manico, la spinsi nella fronte della bestia, da cui zampillò del sangue che andò a posarsi sulle mie vesti, bruciando la mia pelle…]

 

Doveva compiere seppuku.

La sorte di ogni samurai senza padrone, così come Minato.

Lui era un ronin.

Ormai aveva deciso: mai più girovagare per il mondo,

mai più scappare vilmente dai doveri del Bushido

era arrivata la fine.

 

[… Susano aveva già tagliato sette teste. Era stanco, l’enorme demone era una montagna insanguinata, che agitava i colli come un verme, cercando disperatamente di colpirci. Il Dio però non si accorse in tempo che l’ultima testa rimasta stava per trafiggerlo con le zanne avvelenate… Allora io feci da scudo. Yamata no Orochi mi colpì al braccio, iniettandomi quella letale sostanza che rapida mi contaminò le vene. Susano no Mikoto però tranciò via l’ultima testa, troppo tardi per me ormai. Poi, levò la sua spada al cielo coperto di nubi nere. Io, accasciato a terra, con le mie ultime forze mi alzai, imitandolo. Entrambe brillavano di un bagliore divino, l’etere si schiarì, rivelando la notte stellata: ad annunciare la nostra vittoria, una meravigliosa mezzaluna si materializzò argentata sopra di noi. Fu allora che persi conoscenza. Quando mi sono svegliato, ero sotto questo spoglio ciliegio…]

 

Il samurai scostò la stoffa delle sue vesti in corrispondenza del ventre.

Poi, si inginocchiò con le punte dei piedi rivolte indietro…

Si trapassò con la wakizashi.

Dato che non aveva kaishakunin, toccava lui sopportare la morte lenta e dolorosa.

Ma si alzò, ormai moribondo

E si gettò tra le fiamme del falò.

 

[... E così finisce e comincia la mia storia.]

 

 

Ok, lo so che dovrei prima finire le mie fanfic, anziché scriverne altre.

Ma siccome l’ispirazione c’era… Eccoci qui.

Se vi piacciono le leggende giapponesi, la religione shinto e, in generale, le storie avventurose, beh… Penso che questa fic vi piacerà!

Ho messo miti molto comuni e altri meno, tutti però più o meno conosciuti (almeno secondo i miei canoni).

 

Vocabolario:

 

*Masamune: leggendario forgiatore di katane del Giappone medioevale, operò tra il 1200-1300. A lui si è dovuta la  Masamune, una katana che, si raccontava, rendesse invincibili in battaglia.

 

*Nue: la chimera giapponese, con le zampe di tigre, il muso di scimmia, il corpo di tanuki (cane procione) e un serpente come coda. In genere, possono trasformarsi in una nube nera e volare. Portano sfortuna.

 

*Hoshi kabuto: elmo dell’ o-yoroi, l’armatura samurai. E’ un tipo di elmo semplice ma duro e resistente.

 

*Ronin: samurai senza padrone. I samurai solitamente sceglievano il suicidio quando il loro padrone moriva, altrimenti avrebbero vissuto nel disonore. Altrimenti diventavano ronin.

 

*Wakizashi: il ‘guardiano dell’onore’. Spada simile alla katana ma lunga 60-70 cm. Veniva portata sempre insieme alla katana, allora per indicarle entrambe si usava dire ‘Daisho’ (lett. ‘Grande’ e ‘Piccola’). Veniva usata per il seppuku.

 

*Seppuku: suicidio del samurai. Consisteva nel tagliarsi lo stomaco con la wakizashi, sopportando il dolore, bisognava restare assolutamente impassibili.

 

*kaishakunin: amico o, raramente, samurai che assisteva al seppuku. Aveva il compito di tagliare la testa del samurai per evitargli ulteriore dolore, lasciando sempre un lembo di pelle in modo che la testa non rotolasse indecorosamente per terra.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Tra Mortale e Divino ***


_

[Mi ricordo ancora quello scontro, sebbene le mie memorie siano ormai tutt’uno con quelle di un umano. Ormai, al mio arrivo, Susano e il samurai Masamune avevano già tagliato tutte le teste del demone. Sebbene provi ancora rancore nei confronti di mio fratello, lo aiutai nel sigillare Orochi. Il guerriero dai capelli biondi giaceva a terra, svenuto, sfinito dalla battaglia. Sul momento io non riuscii a trattenere un sorriso: mai un essere umano avrebbe resistito a uno scontro come quello…]

 

Esiste una leggenda risalente a molto tempo fa. Una leggenda su una divinità che tutti chiamavano… Amaterasu. Amaterasu poteva assumere la forma di una lupa bianca e librarsi come il vento sulle distese sconfinate, osservando in silenzio le verdeggianti pianure traboccanti di vita. Tutti i popoli non perdevano occasione di venerarla, prima fra tutte le divinità…

------------------------------------------------

Una statua.

Immersa nel verde, dietro di essa un grande e robusto ciliegio.

Erano passati cento anni.

Cento anni da quando il leggendario samurai aveva sconfitto Yamata no Orochi assieme a Susano no Mikoto e, dopo l’intervento di Amaterasu, sigillato.

La statua, raffigurante un lupo in posizione di attacco, era coperta da piante rampicanti.

 

-----------------------------------------------

 

Un tempietto in rovina.

Lungo la stradina in pietra, gli alberi erano ancora inceneriti.

La terra era rossa come il sangue, il cielo grigio come il fumo.

Un torii* shinto quasi distrutto.

Un uomo si incammina fiducioso verso il tempio.

Al centro di esso c’è un piedistallo, su di questo una roccia con incastrata una spada, incarnazione del divino Tsukuyomi, dio della luna e della notte.

Il sigillo che imprigiona Orochi.

 

[… Mi avvicinai a lui, osservandolo incuriosita: aveva un’espressione che mai avevo visto in essere umano, un’espressione di purezza e determinatezza uniche. Chissà se ora lui ricorda com’era quand’era una creatura sola…? In quanto a me, ero a detta di molti… Beh, una dea scesa in terra: i miei capelli erano neri e lisci, gli occhi color nocciola e i tratti delicati. Il mio kimono era d’oro come il sole e la pelle mia brillava come una stella la notte…]

 

…Poi, una tragica notte, la disgrazia: quelle terre avvolte dal caldo abbraccio di Amaterasu furono corrotte da una forza maligna: il demone dalle otto teste e otto code, Orochi, era tornato. Ingurgitò senza pietà il mondo delle piante, degli animali e degli uomini, arrivando ad inghiottire perfino il Sole. L’oscurità piombò inesorabilmente su ogni cosa…

------------------------------------------------

???: -Dunque è questo il tempio dove è stato sigillato tempo addietro il temibile Serpente…?-

 

Si avvicinò con sicurezza alla lama nella roccia.

Era di una bellezza più unica che rara.

Era blu come uno zaffiro, una luna impressa vicino all’impugnatura, e attorno ad essa aleggiava una nube nera punteggiata da piccoli lumicini: le stelle.

Era un ‘pezzo’ di cielo.

 

???: -… Saranno sciocchezze, nient’altro-

 

Il ladro afferrò l’elsa della spada, con l’idea di estrarla e venderla per guadagnarci qualcosa, inconsapevole di quel che sarebbe accaduto dopo…

La prese.

Subito un ruggito fece tremare la terra, mentre dalla terra uscivano delle ombre, otto lunghi colli e rispettiva testa: era Orochi.

 

Orochi: -Finalmente… Dopo cento anni di prigionia, sapevo che qualcuno, che qualche sciocco mi avrebbe liberato!-

 

Il ladro fece per scappare, ma inciampò.

Ormai il demone lo aveva messo alle strette.

 

Orochi: -Ora dì le seguenti parole, in modo che io possa liberare tutti i miei poteri: ‘Desidero che l’Oscurità regni per sempre’! Fallo, e ti risparmierò la vita!-

 

L’uomo si rialzò e corse via, inseguito da Orochi, che con i suoi orribili poteri sradicò alberi, avvelenò l’aria e distrusse le montagne, facendo volare rocce e quant’altro.

 

Tuttavia, un piccolo villaggio non era ancora raso al suolo.

Questo piccolo villaggio riuscì a sopravvivere all’ira del demone grazie all’intervento di uno spirito della Natura, Sakura Haruno, conosciuta anche come Konohana Sakuya, che abitava nell’albero sacro che proteggeva gli abitanti. Insieme alla sacra statua di Amaterasu sotto forma di lupa.

Il villaggio si chiama Konoha.

Lei era ben a conoscenza che il villaggio, in tempi antichi, aveva fatto un patto con la potente divinità del Sole, poiché Konoha era anche casa di Masamune.

Salvò appena in tempo la statua che stava per venire distrutta da una roccia vagante, vi poggiò un grande specchio e si inginocchiò a pregare…

 

Sakura: -O divinità dalle sembianze di lupo bianco, che corre per la Foresta Celestiale, il tuo popolo ha bisogno di te. Torna da noi, difendi il tuo regno, perché il demone Orochi è fuggito dalla sua prigionia! La terra è bruciata, deturpata, i mostri smembrano le genti un pezzo alla volta, degli alberi non restano che ceppi anneriti! Corri veloce, combatti con zanne e artigli, Amaterasu, salvaci…-

 

Le nuvole che oscuravano il cielo si aprirono.

Qualcosa di luminoso stava scendendo dal cielo come una cometa.

Un altro fascio luminoso vorticò attorno alla ‘cometa’, prima di entrare entrambi nella statua.   

Per un attimo, sembrò che il sole fosse sceso in terra.

Al posto della statua ora c’era un ringhiante lupo bianco, che ululò orgoglioso.

Il pelo era adornato di eleganti marchi rossi, arricciato su spalle e coda.

Lo specchio avvolto dalle fiamme levitò sulla schiena dell’animale.

 

Sakura: -Grande Madre Amaterasu!-

???: -Cosa… Cosa è successo…?-

 

Ma la voce non era quella di Amaterasu. Era il samurai Minato ‘Masamune’!

 

Sakura: -Non è possibile… Dev’essere andato storto qualcosa!-

 

Evidentemente, la ragazza non aveva richiamato solo la Dea, ma anche il samurai. Una voce femminile, materna, parlò…

 

Amaterasu: -Va tutto bene. Mi hai evocata perfettamente, ma ho deciso di riunire in questo corpo di lupo anche l’anima del samurai della katana divina, Masamune. Sarà lui che fermerà il Male, che tornerà vittorioso con noi al Takamagahara*. Con me, ovviamente. Persino io, da sola, non ce la farei mai-

Sakura: -Capisco… In ogni modo, Madre, sembrerebbe che tutti i suoi poteri si siano dispersi quando ho trasferito il suo spirito. Dopotutto, sono passati cento anni dall’ultima volta che lei aveva una forma ‘in carne ed ossa’…-

Amaterasu: -Vero… Il sigillo era tanto potente da avermi ridotta a uno spirito-

Masamune: -Madre Amaterasu… Se il mio destino ora è questo, lo compirò senza ripensamenti-

Amaterasu: -Ottimo. Soltanto… Quando partiremo, non parlare più. Ogni volta che lo fai, la tua anima scivola via sempre di più… Fino a che non sparirà del tutto-

 

Ci fu una pausa. Nessuno parlò.

 

Sakura: -Ad ogni modo, al villaggio c’è una giovane, una bambina… Si chiama Hinata, è un’apprendista geisha, e a quanto pare ha una purezza pari a quella di una dea. Inoltre, ho scoperto che è capace di avvertire la presenza di demoni o presenze sovrannaturali…-

Amaterasu: -Verrà con noi. Sarà lei a farci da interprete-

Masamune: -Come una medium?-

Amaterasu: -Esatto-

Sakuya: -Pregherò per la vostra vittoria, Madre-

 

Lo spirito sparì. Era il momento di andare.

 

 

*Takamagahara: è il luogo in cui vivono gli Dei.

 

Konohana Sakuya è un personaggio comune nello shinto, ma approfondirò in seguito. Ecco una fanart (non mia), che raffigurerebbe la forma attuale di Amaterasu e Minato: http://snowwolfmystic.deviantart.com/art/Okami-Through-the-Spirit-Gate-106278560

 

Dato che ci tengo ai miei lettori, risponderò a ogni recensione (e se c’è qualcosa che volete sapere, sarò ben lieta di spiegarvi)! ^^

 

xNamine1593: Grazie per i complimenti, spero che la mia fic ti piaccia! Beh, io sono giapponese (per metà), quindi la maggior parte di leggende la conosco ^^

 

xSHERAZARD: Ma come è triste? XD

Dopotutto nel medioevo così andava la vita, per un samurai! Buone feste anche a te!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=310077