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[Mi ricordo ancora quello
scontro, sebbene le mie memorie siano ormai tutt’uno con quelle di un umano.
Ormai, al mio arrivo, Susano e il samurai Masamune avevano già tagliato tutte le
teste del demone. Sebbene provi ancora rancore nei confronti di mio fratello, lo
aiutai nel sigillare Orochi. Il guerriero dai capelli biondi giaceva a terra,
svenuto, sfinito dalla battaglia. Sul momento io non riuscii a trattenere un
sorriso: mai un essere umano avrebbe resistito a uno scontro come quello…]
Esiste una leggenda risalente a
molto tempo fa. Una leggenda su una divinità che tutti chiamavano… Amaterasu.
Amaterasu poteva assumere la forma di una lupa bianca e librarsi come il vento
sulle distese sconfinate, osservando in silenzio le verdeggianti pianure
traboccanti di vita. Tutti i popoli non perdevano occasione di venerarla, prima
fra tutte le divinità…
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Una statua.
Immersa nel verde, dietro di essa
un grande e robusto ciliegio.
Erano passati cento anni.
Cento anni da quando il
leggendario samurai aveva sconfitto Yamata no Orochi assieme a Susano no Mikoto
e, dopo l’intervento di Amaterasu, sigillato.
La statua, raffigurante un lupo
in posizione di attacco, era coperta da piante rampicanti.
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Un tempietto in rovina.
Lungo la stradina in pietra, gli
alberi erano ancora inceneriti.
La terra era rossa come il
sangue, il cielo grigio come il fumo.
Un torii* shinto quasi
distrutto.
Un uomo si incammina fiducioso
verso il tempio.
Al centro di esso c’è un
piedistallo, su di questo una roccia con incastrata una spada, incarnazione del
divino Tsukuyomi, dio della luna e della notte.
Il sigillo che imprigiona Orochi.
[… Mi avvicinai a lui,
osservandolo incuriosita: aveva un’espressione che mai avevo visto in essere
umano, un’espressione di purezza e determinatezza uniche. Chissà se ora lui
ricorda com’era quand’era una creatura sola…? In quanto a me, ero a detta di
molti… Beh, una dea scesa in terra: i miei capelli erano neri e lisci, gli occhi
color nocciola e i tratti delicati. Il mio kimono era d’oro come il sole e la
pelle mia brillava come una stella la notte…]
…Poi, una tragica notte, la
disgrazia: quelle terre avvolte dal caldo abbraccio di Amaterasu furono corrotte
da una forza maligna: il demone dalle otto teste e otto code, Orochi, era
tornato. Ingurgitò senza pietà il mondo delle piante, degli animali e degli
uomini, arrivando ad inghiottire perfino il Sole. L’oscurità piombò
inesorabilmente su ogni cosa…
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???: -Dunque è questo il tempio
dove è stato sigillato tempo addietro il temibile Serpente…?-
Si avvicinò con sicurezza alla
lama nella roccia.
Era di una bellezza più unica che
rara.
Era blu come uno zaffiro, una
luna impressa vicino all’impugnatura, e attorno ad essa aleggiava una nube nera
punteggiata da piccoli lumicini: le stelle.
Era un ‘pezzo’ di cielo.
???: -… Saranno sciocchezze,
nient’altro-
Il ladro afferrò l’elsa della
spada, con l’idea di estrarla e venderla per guadagnarci qualcosa, inconsapevole
di quel che sarebbe accaduto dopo…
La prese.
Subito un ruggito fece tremare la
terra, mentre dalla terra uscivano delle ombre, otto lunghi colli e rispettiva
testa: era Orochi.
Orochi: -Finalmente… Dopo cento
anni di prigionia, sapevo che qualcuno, che qualche sciocco mi avrebbe
liberato!-
Il ladro fece per scappare, ma
inciampò.
Ormai il demone lo aveva messo
alle strette.
Orochi: -Ora dì le seguenti
parole, in modo che io possa liberare tutti i miei poteri: ‘Desidero che
l’Oscurità regni per sempre’! Fallo, e ti risparmierò la vita!-
L’uomo si rialzò e corse via,
inseguito da Orochi, che con i suoi orribili poteri sradicò alberi, avvelenò
l’aria e distrusse le montagne, facendo volare rocce e quant’altro.
Tuttavia, un piccolo villaggio
non era ancora raso al suolo.
Questo piccolo villaggio riuscì a
sopravvivere all’ira del demone grazie all’intervento di uno spirito della
Natura, Sakura Haruno, conosciuta anche come Konohana Sakuya, che abitava
nell’albero sacro che proteggeva gli abitanti. Insieme alla sacra statua di
Amaterasu sotto forma di lupa.
Il villaggio si chiama Konoha.
Lei era ben a conoscenza che il
villaggio, in tempi antichi, aveva fatto un patto con la potente divinità del
Sole, poiché Konoha era anche casa di Masamune.
Salvò appena in tempo la statua
che stava per venire distrutta da una roccia vagante, vi poggiò un grande
specchio e si inginocchiò a pregare…
Sakura: -O divinità dalle
sembianze di lupo bianco, che corre per la Foresta Celestiale,
il tuo popolo ha bisogno di te. Torna da noi, difendi il tuo regno, perché il
demone Orochi è fuggito dalla sua prigionia! La terra è bruciata, deturpata, i
mostri smembrano le genti un pezzo alla volta, degli alberi non restano che
ceppi anneriti! Corri veloce, combatti con zanne e artigli, Amaterasu,
salvaci…-
Le nuvole che oscuravano il cielo
si aprirono.
Qualcosa di luminoso stava
scendendo dal cielo come una cometa.
Un altro fascio luminoso vorticò
attorno alla ‘cometa’, prima di entrare entrambi nella statua.
Per un attimo, sembrò che il sole
fosse sceso in terra.
Al posto della statua ora c’era
un ringhiante lupo bianco, che ululò orgoglioso.
Il pelo era adornato di eleganti
marchi rossi, arricciato su spalle e coda.
Lo specchio avvolto dalle fiamme
levitò sulla schiena dell’animale.
Sakura: -Grande Madre
Amaterasu!-
???: -Cosa… Cosa è
successo…?-
Ma la voce non era quella di
Amaterasu. Era il samurai Minato ‘Masamune’!
Sakura: -Non è possibile…
Dev’essere andato storto qualcosa!-
Evidentemente, la ragazza non
aveva richiamato solo la
Dea, ma anche il samurai. Una voce femminile, materna,
parlò…
Amaterasu: -Va tutto bene. Mi hai
evocata perfettamente, ma ho deciso di riunire in questo corpo di lupo anche
l’anima del samurai della katana divina, Masamune. Sarà lui che fermerà il Male,
che tornerà vittorioso con noi al Takamagahara*. Con me, ovviamente. Persino io,
da sola, non ce la farei mai-
Sakura: -Capisco… In ogni modo,
Madre, sembrerebbe che tutti i suoi poteri si siano dispersi quando ho
trasferito il suo spirito. Dopotutto, sono passati cento anni dall’ultima volta
che lei aveva una forma ‘in carne ed ossa’…-
Amaterasu: -Vero… Il sigillo era
tanto potente da avermi ridotta a uno spirito-
Masamune: -Madre Amaterasu… Se il
mio destino ora è questo, lo compirò senza ripensamenti-
Amaterasu: -Ottimo. Soltanto…
Quando partiremo, non parlare più. Ogni volta che lo fai, la tua anima scivola
via sempre di più… Fino a che non sparirà del tutto-
Ci fu una pausa. Nessuno
parlò.
Sakura: -Ad ogni modo, al
villaggio c’è una giovane, una bambina… Si chiama Hinata, è un’apprendista
geisha, e a quanto pare ha una purezza pari a quella di una dea. Inoltre, ho
scoperto che è capace di avvertire la presenza di demoni o presenze
sovrannaturali…-
Amaterasu: -Verrà con noi. Sarà
lei a farci da interprete-
Masamune: -Come una medium?-
Amaterasu: -Esatto-
Sakuya: -Pregherò per la vostra
vittoria, Madre-
Lo spirito sparì. Era il momento
di andare.
*Takamagahara: è il luogo in cui
vivono gli Dei.
Konohana Sakuya è un personaggio
comune nello shinto, ma approfondirò in seguito. Ecco una fanart (non mia), che raffigurerebbe la forma attuale di Amaterasu e Minato: http://snowwolfmystic.deviantart.com/art/Okami-Through-the-Spirit-Gate-106278560
Dato che ci tengo ai miei
lettori, risponderò a ogni recensione (e se c’è qualcosa che volete sapere, sarò
ben lieta di spiegarvi)! ^^
xNamine1593: Grazie per i
complimenti, spero che la mia fic ti piaccia! Beh, io sono giapponese (per
metà), quindi la maggior parte di leggende la conosco ^^
xSHERAZARD: Ma come è triste?
XD
Dopotutto nel medioevo così
andava la vita, per un samurai! Buone feste anche a te!
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