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Salve, siamo Aryuna
e Emiko92, in arte (termine copiato da Roro e Lily) KazeToHi!
Abbiamo deciso di fare una FanFic insieme, o meglio, ci stiamo provando da secoli, ma
tutte le volte non trovavamo una storia! Quando io, in una delle mie notti
insonni (E: anche io sono un essere notturno! XD), ho finalmente trovato uno
spunto decente! Ed eccoci qui con la nostra storia!
E: Ho paura di non essere
all’altezza!
A: Dillo di nuovo e ti falcio! è.é*sguardoassassino*
E: …
Allora, il nick
è nato in modo curioso, in un’altra notte insonne (anche se me l’ero
dimenticato >.>)
E: Noi le collezioniamo le notti
insonni
A: Eh già ù.ù
Kaze è Emy,
perché adora il vento (E: Kagura! *.*), io Hi perché adoro il fuoco, e dato che siamo due giapponesine doc, (E: I love Japan♥♥)
il tutto è KazeToHi! ^^
Il nome della FF aveva un motivo,
ma me lo sono dimenticata due volte, se mi tornerà in mente vi faccio un
fischio >.>
E adesso passiamo alla storia, un
saluto da Emiko e Aryuna!
^^
Prologo
Il
mio nome è Kagome, e sono una Wicca.
Molti
mi conoscono con il nome di strega, veggente, sensitiva, ma sono solo nomi, che
non hanno peso né importanza.
Il
mio modo di vedere il mondo è molto diverso dal vostro, il mio credo e il
vostro sono separati, e non si sfiorano. Ma viviamo tutti nello stesso mondo, e
questo ci rende uniti e legati.
Mia
madre mi ha abbandonato da piccola, lasciandomi solo il dono della vita e della
Vista. La Vista che mi permette di vedere il futuro. E la nuova famiglia che mi
accoglie condivide e rispetta i miei pensieri.
Noi
Wicca abbiamo una sola, un’unica regola, ma che segna
tutta la nostra esistenza: ‘Fa ciò che vuoi se non fa male a nessuno’.
Dobbiamo
prendere sulle spalle il peso delle nostre azioni, come sto facendo io ora.
Ho
commesso il mio errore, e adesso ne pago il prezzo.
E
tutto perché ho deciso di mentire a me stessa, e di evitare la mia stessa
Vista.
Ciao a tutti!^_^ Sono Emiko! Me terrorizzata di non essere all'altezza di Ary...cioè,voglio dire...avete visto il suo prologo??AHHHH(una figura munita di coltello si avvicina ad Emiko)Ehm...Ary,ma ciao!^:^ Cosa stavo dicendo?Nulla,assolutamente nulla...*trema* Cmq...questo cap. mi ha fatto penare,visto che io già sono lenta di mio...in più ieri l'avevo quasi finito e cosa succede?Mi si cancella tutto!Non vi dico il colpo che mi sono presa...Devo ringraziare Aryuna e il suo amico Giando che sono venuti a casa mia e mi hanno impedito di farmi prendere dal panico,così l'ho riscritto a tempo di record^_^ Ary è rimasta scioccata dal fatto che ho riscritto IDENTICO parola per parola,ma è solo perchè rileggo i miei cap.in continuazione e li imparo a memoria...(Mostro!NdAry)(Ha parlato quella che ha scritto 4 canzoni! E poi solo io posso chiamarti mostro!NdMe) Dopo questo delirio vi lascio al cap. spero che vi piaccia almeno un po'!
Capitolo 1-Nomadi-
Era una mattina molto calda. Forse perchè l'estate era nel
suo pieno fervore o perchè l'ora di punta era già
scattata da un po'.
In lontanza si poteva udire il canto delle cicale mentre gli
uccelli,con i loro cinguettii,creavano un piacevole coro di sottofondo.
Da alcuni giorni,un quartiere della sempre affollata Tokyo,la Capitale
dell est,era in fermento. Sui muri e nelle bacheche dei locali,erano
infatti stati affissi dei manifesti che annunciavano l'imminente
spettacolo di un gruppo di nomadi.
Non a tutti interessava.
Molte persone infatti erano diffidenti nei confronti delle persone come
loro. Altri,invece,ne erano incuriositi. Erano soprattutto i bambini a
non stare più nella pelle dalla voglia di vedere le esibizioni e
i giochi di prestigio dei nuovi arrivati,e così vi trascinavano
anche genitori e parenti.
Quello era un piccolo quartiere,e non capitava spesso che vi fossero
degli eventi particolari. Questo aumentava la curiosità di
alcuni,e l'indifferenza di altri.
Lo spettacolo si sarebbe tenuto quella sera stessa,al calar del Sole,in un ampio campo
arido ai margini della città. Lì c'era ancora più
fermento,si stavano infatti svolgendo gli ultimi preparativi per
la manifestazione.
"SANGO! Passami i chiodi,per favore!" Urlò una voce maschile proveniente dal centro del campo.
"Sì,papà,arrivo! Eccoli!" Rispose una ragazza dai lunghi
capelli neri correndogli incontro per porgergli una scatoletta
metallica.
"Bene! Il palco è quasi pronto,ormai!" Esclamò l'uomo dopo un po'. "Come và il resto?"
"Piuttosto bene,direi...a parte i disastri combinati dai soliti..." Rispose Sango con espressione sconsolata.
"Eh,quei fratelli danno parecchio da pensare,ma sono molto bravi quando si tratta di svolgere i loro ruoli negli spettacoli!"
"Oh,sì...tralasciando tutte le volte in cui Jakotsu si è
catapultato giù dal palco nel mezzo di una scena,per assalire i
ragazzi che considerava affascinanti..." Disse Sango sarcastica.
Il padre aprì la bocca ma la richiuse subito,concentrandosi sul proprio lavoro,non avendo il coraggio di controbattere.
"Io qui ho quasi fatto." Disse dopo un po'. "Vai a dare una mano agli altri!"
Sango annuì cominciando l'ennesima 'ronda' per il controllo dei
preparativi. Lei era sempre la prima a finire i propri compiti e
così aveva preso l'abitudine di aiutare gli altri.
Loro erano tutti come una grande famiglia e,nonostante a volte
sorgessero delle incomprensioni,erano sempre molto uniti e si aiutavano
a vicenda.
Il ruolo di 'capo famiglia' era svolto dal padre di Sango che era anche il presentatore.
Lei e suo fratello minore Kohaku si erano allenati sin da
piccoli,sviluppando una grande agilità. Erano così
diventati i trapezzisti del gruppo. Le loro esibizioni erano molto
entusiasmanti.
Poi c'era quella che per loro era come una sorella: Kagome. La madre di
Sango,morta anni prima per una malattia,l'aveva trovata quando lei
aveva solo pochi giorni,e l'aveva presa con sè.
Crescendo,Kagome aveva scoperto di avere un particolare potere...un potere magico e misterioso... la Vista.
Sango si voltò alla propria destra,vedendo un ragazzo dai
capelli neri legati in una lunga treccia intento a far alzare sulle
zampre posteriori alcuni leoni. Il ragazzo si chiamava Bankotsu ed era
un domatore di animali. Nonostante la giovane età aveva una
grande esperienza e deteneva un record degli animali che era riuscito a
domare. Era arrivato a 999...gli mancava solo il millesimo.
Bankotsu era il maggiore dei sette fratelli che il padre di Sango aveva voluto nel gruppo dopo essersi accorto dei loro talenti.
Jakotsu era un ottimo attore di drammi e tragedie. Il suo unico difetto era quello di avere...strane tendenze,se così si può dire.
Ginkotsu intratteneva il pubblico con spettacoli d'alchimia e di tiro
al bersaglio,mentre Suikotsu era un trasformista e Kyokotsu un
sollevatore di pesi.
Poi c'erano Renkotsu,il Mangiafuoco e Mukotsu,l'addetto ai fumogeni.
Kagura e Kanna era le uniche youkai del gruppo. La prima recitava nelle
tragedie insieme a Jakotsu e,grazie alla sua capacità di
controllare i venti, si occupava spesso degli effetti scenici. La
seconda,nonostante fosse solo una bambina,era un'ipnotizzatrice di
grande talento.
L'ultimo ad essersi unito al gruppo era Miroku. Il maniaco per
eccellenza,l'incarnazione della perversione,ma con una spiccata
propensione per i giochi di prestigio e di carte. Insieme a lui c'era
l'anziano Mushin,che gli faceva da assistente.
"Kagome! Hai finito i tuoi preparativi?" Chiese Sango rivolta ad una
ragazza con i capelli lunghi e neri come i suoi,ma più mossi. Indossava un corto vestito a fiori,sbracciato.
"Sì,giusto adesso!" Rispose Kagome asciugandosi la fronte sudata
con un fazzoletto. "Ho appena sistemato la sfera di cristallo e i
tarocchi!" Aggiunse prendendo l'amica per mano conducendola dentro la
propria tenda.
"Senti,Kagome...volevo chiederti...mi leggeresti la mano?" Domandò Sango.
"Eh? Ma Sango...lo sai che in realtà sono tutte sciocchezze,no?
Io posso vedere il futuro delle persone toccandole.Ma è un
potere che non sò controllare,viene da solo. E non funziona
sempre. Non con tutti,almeno. Ma leggere la mano non serve davvero."
Ormai Kagome parlava tranquillamente del proprio dono. Ricordava che
quand'era molto piccola,ed aveva cominciato a svilupparlo,ne era stata
spaventata. Temeva che sua madre l'avesse abbandonata proprio
perchè non era una persona come tutte le altre.
Ma ora ci conviveva perfettamente...anzi,le piaceva,persino!
E per questo doveva ringraziare la famglia adottiva che l'aveva
accolta. Loro non le avevano mai fatto pesare il fatto di essere
'diversa',anzi...lo vedevano come una dote e Kagome si era sempre
sentita accettata.
Viveva secondo il credo delle Wicca.
Se doveva accadere un avvenimento importante lo sapeva in anticipo e
poteva conoscere il futuro delle persone toccandole,attraverso delle
visioni. La sfera di cristallo,i tarocchi,la lettura della
mano...erano tutti 'accessori' per attirare le persone. Lei non ne aveva bisogno.
"Beh,provaci lo stesso!" Esclamò Sango risvegliandola dai propri pensieri. "Così,per
divertirci. Chissà,magari avrai qualche visione interessante."
"Ok,se vuoi." Rispose Kagome alzando le spalle. "Mh...vediamo..."
Mormorò prendendole la mano,cominciando a seguirne le linee.
"Dunque...qui vedo...una vita lunga...un amore travagliato..." Cominciò.
"E tanti figli!" Sussurrò una voce alle loro spalle.
Le ragazze si voltarono di scatto,anche se erano certe di sapere
già chi avrebbero trovato. Ed infatti,un ragazzo con i capelli
neri legati in un codino e due occhi di un blu intenso,le osservava con
espressione innocente.
"Miroku! Cosa diavolo stai dicendo?!" Domandò Sango incrociando le braccia.
"Perchè?Non ti piacerebbe avere dei figli con me?" Chiese lui con tono malizioso.
"Tu...razza di...PERVERTITO!!" Urlò Sango lanciandogli la sfera
di cristallo di Kagome,che lo colpì in piena faccia.
Kagome si avvicinò riprendendosi al volo ciò che le apparteneva.
"Sango!" Disse poi rivolta all'amica. "Forse è meglio non
lanciare gli oggetti che ci servono per la manifestazione! E poi
perchè proprio i miei?!"
Sango non rispose,lanciando l'ennesima occhiataccia a Miroku,che si stava ancora massaggiando il volto dolorante.
"Piuttosto!" Esclamò la ragazza dopo un po'. "Hai finito i tuoi preparativi?"
"Sì,Mushin si stà occupando delle ultime cose." Rispose lui. "Perchè non venite a dare un'occhiata?"
Sango l'osservò di sottecchi,sospettosa.
"Vi aspetto!" Disse lui uscendo dalla tenda.
"Allora,andiamo,Sango?" Domandò Kagome trascinando l'amica fuori dalla tenda.
Lei annuì,per poi voltarsi a guardarla.
"Kagome?" La chiamò.
"Mh?"
"Ecco...l'amore travagliato di cui parlavi prima...quando mi hai letto la mano..." Cominciò.
"Sì?" La incoraggiò Kagome,non capendo dove volesse arrivare.
"N-no...niente! Non farci caso!" Esclamò infine Sango iniziando a camminare,precedendola.
Kagome restò a guardarla per un attimo,poi sorrise. A volte
Sango si dimenticava che lei era una Wicca...non poteva ingannare le
sue percezioni.
Giunte a destinazione,le ragazze salutarono Mushin che,come al
solito,era intento a scolare una bottiglia di sakè. E non doveva
essere la prima,visto il visibile rossore sul volto dell'uomo. Ma tanto
ci era abituato!
Il banco di Miroku era un tavolo in legno non troppo grande,coperto da
una tovaglia. Sopra vi erano diverse carte,attrezzi per prestigiatori
ed un barattolo contenente molte palline colorate. Chi aveva la fortuna
di pescare quella con inciso il numero 2 vinceva. Era una sorta di lotteria.
Accanto alla bancarella era situata una piccola libreria. In fila,sugli
scaffali,c'erano i premi che era possibile vincere: erano tutti
peluches a forma di animali.
"Stavo finendo le ultime prove." Disse Miroku dalla propria postazione.
"Vuoi fare un gioco anche tu? Se vinci ti regalo un peluche!" Aggiunse
poi,rivolto a Sango.
La ragazza decise di metterlo alla prova,per constatare se avesse migliorato le sue brutte abitudini,e non si riferiva solo al fatto che fosse un maniaco!
"D'accordo,voglio provare!" Disse,mentre Mushin si allontanava con il proprio fidato sakè.
"Bene! Con quale gioco vuoi tentare?" Chiese Miroku.
"Mh...è uguale! Fai tu!"
Il ragazzo ci pensò un po' su,poi prese un mazzo di carte e ne posizionò due sul tavolo,capovolte.
"Tra queste due carte c'è un asso. Se lo peschi hai perso,altrimenti vinci un peluche!" Spiegò,sorridente.
Sango ci pensò per qualche secondo,poi pescò la carta di sinistra...era un asso di picche.
"Mi spiace!" Esclamò Miroku,reinserendo nel mazzo la carta rimasta sul tavolo. "Se vuoi ti faccio riprovare!"
Sango lo guardò per un attimo,con le braccia incrociate. Poi,con
un movimento fulmineo gli strappò dalla mano il
mazzo,cominciando ad osservare le carte una ad una.
Kagome si avvicinò e,dopo averle guardate,scosse la testa con un espressione tra l'arrabbiato e lo sconsolato.
"Come immaginavo!" Esclamò Sango lanciando il mazzo sul tavolo,sdegnata. "Sono tutti assi!"
"Ogni volta che facciamo uno spettacolo bari a tutti i giochi!" Aggiunse Kagome.
"E che male c'è?" Domandò Miroku avvicinandosi alle
ragazze con il suo solito sguardo totalmente innocente. "L'importante
è guadagnare più soldi possibili,Sango-chan!"
"Ti ho già detto di non chiamarmi Sango-chan!" Rispose la mora,non potendosi però impedire di arrossire leggermente.
"Ma perchè?!" Domandò Miroku fingendosi offeso. "In fondo
qui siamo tutti una grande famiglia,no?" Così dicendo
allungò una mano sul fondoschiena di Sango.
La sua risposta fu una gomitata sotto il mento del ragazzo.
"Su questo ti dò ragione!" Disse. "Ma di solito i miei familiari NON mi palpano il sedere!"
Kagome sospirò. Ormai era abituata a certe scene: erano all'ordine del giorno con quei due!
I tre sentirono dei passi avvicinarsi e si voltarono. Una donna
vestita con un kimono estivo bianco,i capelli neri legati in uno
chignon e profondi occhi rossi passò davanti a loro,senza
neanche guardarli. Nella mano destra stringeva un ventaglio e aveva
l'aria di essere davvero molto nervosa. Ormai ci erano tutti
abituati. Kagura non sopportava che le si dicesse cosa fare,e quando
qualcuno provava a dirle come recitare reagiva sempre così.
Dietro di lei,camminava una bambina dalla carnagione chiarissima. Era
interamente vestita di bianco,lo stesso colore dei capelli. Soltanto
gli occhi erano di un nero intenso. Tra le mani stringeva uno specchio
rotondo,da cui non si separava mai. Kanna era l'esatto opposto di
Kagura: sempre calma e tranquilla,non si arrabbiava praticamente mai.
Si sentì la voce di Kohaku provenire da vicino al palco: "PAPA'! KAGURA HA ROTTO LA SCENOGRAFIA CON UNA LAMA DI VENTO!"
"DI NUOVO?!" Domandò l'uomo incredulo.
Kagome si lasciò scappare una risata,mentre Sango era intenta a schivare l'ennesimo tentativo di 'palpazione' da parte di Miroku.
"Jakotsu,hai affisso i manifesti per la città?" Domandò
Bankotsu rivolto al fratello. Avevano entrambi ultimato le prove e si
stavano concedendo una pausa.
"Certo,fratello! Tutti e 20 i manifesti!" Rispose Jakotsu con la sua voce roca.
"Ma...non erano 30?" Domandò il fratello,perprlesso.
"Ok,lo ammetto...il fatto è che a un certo punto ho visto
passare due fusti incredibili in motocicletta,e per inseguirli ho perso
alcuni manifesti..."
"Non cambierai proprio mai,eh,Jakotsu!" Disse un uomo molto
basso,avicinandosi. Aveva il volto coperto da una mascherina,soltanto
gli occhi erano visibili. "Sempre a correre dietro agli uomini!
Speriamo piuttosto che ci sia qualche ragazza carina stasera...magari
una accetterà di sposarmi!"
"Lascia perdere,Mukotsu!" Esclamò Bankotsu ammirando i proprio
attrezzi. "Che all'ultimo spettacolo,tra te e questo qui avete fatto
fuggire mezzo pubblico,se non di più!"
"Ah,fratello! Non fare il guastafeste,dai! Chissà,magari
incontrerò qualche youkai...hanno un fascino tutto particolare!"
Esclamò Jakotsu con espressione sognante,mentre Mukotsu lanciava
un occhiataccia a Bankotsu.
"Dove sono gli altri fratelli?" Domandò quest'ultimo dopo un po'.
"Ancora a fare le prove. Renkotsu come al solito stà aiutando Ginkotsu con le giunture." Rispose l'addetto ai fumogeni.
"Capisco..."
I preparativi durarono ancora per tutto il pomeriggio,finchè,con
l'avvicinarsi del tramonto,i margini del campo si riempirono di una
folla incuriosita.
Allora,che dite? PAURAAA>_>
Ed ora...le risposte ai vostri stupendi commenti!!*_*
Mikamey: Sono felice che l'idea ti piaccia^:^ Eh,hai ragione,anche io penso che se il destino deve far accadere qualcosa non si possa sfuggirgli!U_U Infatti,hai visto la frase simbolo della nostra fic,no:Il futuro non si cambia!XD Grazie mille per il commento,alla prossima!^_^
Roro: Roro-chan!*_* Nipotina mia!(Cuginetta!!!*_*NdAry)Davvero lo trovi interessante?? Bè,si sà,i prologhi ad effetto di Ary-cahn sono unici!^_^Per questo...dico che non sono all'altezz...(EMIKOOOOOOé_èNdAry)Ehm,no nulla,nulla!!>_> Cmq...Ma che coincidenza che stavi leggendo proprio un articolo sulle streghe!^_^Lo sempre detto che io e te abbiamo una telepatia tutta nostra!Eheheh.Ma..davvero hai un canrino che si chiama Kaze???Ti adoro ti adoro ti adoro ti adoroooooo*_* E adoro il tuo canarino,ovviamente^:^ Grazie della fiducia che hai in me,farò di tutto per non rovinare la storia ad Ary(*rispunta il coltello di Aryuna!*)Un bacione! E salutami il piccolo Kaze!
Ary22: Felici di intrigarti!^_^ Grazie del commento e dei complimenti. Baci.Ciao!!
sunsunset: Ma ciao!!!*_* Il prologo di ary continua il suo successo eheheh XD Mi fà piacere che Kagome Wicca t'ispiri,in effetti anche io ce la vedo bene! Senti..non c'entra nulla ma...hai più letto "fiore d'arancio"? Se sì,spero che stia continuando a piacerti!UN kiss,e grazie!^_^Ciau!
Kaggy_Inu91:Ciao Giulia!^_^(eh?NdAry)(Non dicevo a te=_=NdEmi)Noi due non siamo ancora mai riuscite a parlarci su msn...sob...ma sono felicissima che tu sia venuta a commentare^:^ Caruccia la battuta!XD Grazie mille per i complimenti,ciao!!!E speriamo di trovarci su msn presto!^_^
Maryku: Vabbè,io con te sono abituata con "Fiore d'arancio",non ti si può nascondere nulla(Ary,dovrai abituartici anche tu,è Maryku la vera Wicca!U_U)Spero che la storia non ti deluda,grassie per la fiducia! Ciao^_^
Un
caldo sopportabile per tutti, meno che per una ragazza rossa, che sembrava
soffrirlo fin troppo. Si sventolava con un ventaglio decorato con disegni di fiori
di ciliegio, e aspettava seduta ad un tavolino dei un bar. Accanto a lei, era
seduto un ragazzo fuori dal comune. Lunghi capelli argentati, occhi dorati e
felini, un berretto nero in testa, ogni ragazza che camminava sul marciapiede
lo fissava rapita, invidiando la rossa che gli sedeva accanto: rossa che,
peraltro, si comportava in modo tutt’altro che femminile.
“Ma
insomma, che fine ha fatto Koga?”, si lamentò,
puntando i gomiti sul freddo tavolo di metallo, cosa che la rinfrescava. Il
ragazzo la guardò, tenendo il mento con il braccio, decisamente disinteressato.
“Non
capisco come fai a non avere caldo”, continuò la ragazza, agitandosi sulla
sedia.
“Guarda
che solo tu sei così calorosa”, ribatté finalmente l’altro, con voce roca e
scocciata, “e riguardo Koga, forse non ti rendi conto
che gli hai fatto ordinar…”.
“Koga!”, urlò finalmente la ragazza, distogliendo gli occhi
smeraldo dal ragazzo e interrompendolo nel bel mezzo della frase. Quello
sbuffò, infastidito, mentre un ragazzo con lunghi capelli neri sciolti e coda
da lupo si avvicinava al tavolo in una condizione…
precaria. Gli occhi azzurri fissavano le varie bottiglie che portava – circa 5
– e i bicchieri – 4 – come a cercare di tenerli fermi con chissà quale
magnetismo.
“Maledetto
cane, vieni ad aiutarmi!”, ringhiò verso il ragazzo dai capelli argento, che
per tutta risposta distolse lo sguardo. La ragazza decise di aiutare il povero youkai, mostrando a sua volta una coda da lupo, e scostando
i capelli dietro le orecchie a punta.
“Koga, mi dici a che servivano gli elastici?”, chiese la
ragazza confusa, poggiando sul tavolo 4 bottiglie. Il lupo fece notare che,
legati alle dita con i tre elastici in questione, c’erano due coni gelato e un
ghiacciolo confezionati.
Il
ragazzo argentato ridacchiò, mentre il demone lupo si legava i capelli in una
coda alta, e la ragazza lo imitava sistemando i suoi in due codini, alti
anch’essi.
“Ayame, non ti sembra di aver ordinato troppe cose?”,
domandò quindi Koga. L’altro ragazzo sbuffò: magari
doveva farglielo notare prima, non ora. Ma, prima ancora di finire la frase, la
ragazza aveva già scolato i primi due bicchieri.
“Come
dici?”, domandò stappando una bottiglia di aranciata. Il ragazzo argentato
scoppiò a ridere, e il lupo lo squadrò.
“Che
ti ridi, cagnaccio! Sfotti la mia ragazza?”, sbraitò, tirandogli un pugno.
L’altro lo schivò, ma il cappello volò via, scoprendo due piccole e delicate
orecchiette bianche da cane.
“Koga, lascia in pace Inuyasha”,
brontolò Ayame bevendo il quarto bicchiere.
“Ma
dove li metti tutti quei liquidi?”, domandò Inuyasha,
ridacchiando.
“Fatti
gli affari tuoi?”, sibilò Koga prendendolo per la
maglietta.
“Uffa,
e la smettete di litigare?”, sbottò Ayame,
interrompendo la bevuta della terza bottiglia, “nessuno vedendovi crederebbe
mai che siete migliori amici! Quando vi chiamate vi mandate e quel paese a
vicenda!”.
“Non
siamo amici!”, dissero i due in coro, Inuyasha
tirando i capelli di Koga, e l’altro tirando le
orecchie dell’altro, “Hanyou e youkai
non sono amici!”. Ayame sospirò, e si rivolse a Inuyasha.
“Quindi,
tu non mi vuoi bene”, disse con il broncio. Inuyasha
sobbalzò, in difficoltà.
“A..
Ayame, tu sei la mia migliore amica”, balbettò,
mentre gli occhi di quella si facevano lucidi, “è… è
diverso!”.
“Ma
sono una youkai”, singhiozzò lei, “e poi tu e Koga eravate così amici prima che io e lui ci mettessimo
insieme”.
“È
geloso”, concluse Koga ridacchiando. Inuyasha mandò a segno un pugno nello stomaco, continuando
a fissare Ayame come se il lupo non avesse parlato.
“Allora
è colpa mia!”, scoppiò in lacrime la ragazza, cogliendo i due alla sprovvista.
“N… NO!”, urlarono, poi proseguì solo Koga,
“certo che siamo amici, Ayame! Non è colpa tua se
litighiamo, siamo fatti così”. Debole giustificazione.
“Se
Inuyasha non è geloso di me tanto da rovinare la
vostra amicizia, dimostratelo!”, singhiozzo Ayame,
asciugandosi qualche lacrima.
“Va
bene, quello vuoi”, disse Inuyasha pur di farla
smettere. Giocati. Tutte le volte era così. Ayame
piangeva, loro evitavano il pianto. E lei rideva vittoriosa.
Un’attrice
nata.
“Ta-dan!”, disse allegra esibendo un manifesto, che teneva
nascosto chissà dove. Solo qualche riga bagnata sulle guance avrebbe fatto
sospettare il pianto di prima. Anzi, neppure, poteva essere scambiata per sudore.
“C’è
uno spettacolo di nomadi stasera, ci voglio andare!”, continuò, sventolando
felice il foglio, che i due fissavano sconfitti. Non potevano più dire di no,
ormai.
“Può
venire anche Rin?”, chiese, interrompendo subito la
protesta di Inuyasha, “Tanto tuo fratello lavora
stasera, non verrebbe”. I due ragazzi la fissarono boccheggiando.
“Tu
avevi già chiamato Rin prima di chiedere a noi!”,
ringhiò Koga, mentre Ayame
annuiva per niente colpevole.
“Bè, voi due siete così prevedibili, sapevo avreste detto di
sì”, liquidò lei, prendendo in mano il ghiacciolo, “Ops,
si è sciolto”, commentò, “mi sa che è meglio se i cornetti li mangiate voi”. I
due, sospirando, presero in mano il gelato in contemporanea, rassegnati
all’idea che il programma della serata non era tra i loro preferiti.
“Spostate
la roulette di Kagura dietro, qui è d’impiccio”,
disse Bankotsu, finendo gli ultimi preparativi. Il
cielo stellato era ben visibile nonostante le luci delle attrazioni, e ormai la
folla era assiepata attorno al campo. Tra poco sarebbero cominciati gli
spettacoli.
Renkotsu
salì sulla macchina di Kagura, e la spostò con la
relativa roulette, senza aspettare la conferma della padrona, impegnata nelle
ultime prove teatrali. La parcheggiò vicino a quelle delle altre famiglie, proprio
mentre Kagome, vestita di tutto punto con un abito
orientale che lasciava scoperto il ventre, usciva dalla sua seguita da Sango, con una tuta aderente nera ricca di decorazioni
rosa, tra cui un foulard legato in vita.
“Kagome, sei uno schianto”, commentò il ragazzo, mentre lei
gli faceva la linguaccia.
“Spero
che ti bruci, Renkotsu!”, rispose piccata, mentre
lui, ridendo se ne andava. Sango la osservò,
sospirando per le manie di inferiorità di Kagome.
“Guarda
che non ti prende mica in giro”, mormorò, scrocchiandosi le nocche e allungando
le braccia in degli esercizi di stretching. Kagome
sbuffò, divertita.
“Se
è così, ci crederò solo quando sarà Jakotsu a farmi i
complimenti”, disse avviandosi verso la sua tenda, sorridente. Sango sospirò, con un’espressione sconfitta.
“Voglio
vedere quello! Anzi no, quell’altro!”, urlavano Ayame
e Rin, euforiche, mentre i due ragazzi le seguivano
sconsolati.
“Koga, c’è un prestigiatore, un prestigiatore!”, esclamò Ayame tirandoselo dietro fino al banco in questione, dove
un ragazzo con il codino stava giocherellando con un mazzo di carte.
“In
mano ho cinque carte, Signore e Signori, uno solo è il Jolly! Se pescate il
jolly avete perso, altrimenti vincete un peluche!”, diceva allegro Miroku, mostrando bene le carte, “Un partita costa poco, le
possibilità di vincere solo alte! Avanti!”.
“Uh,
Koga! Voglio un peluche!”, urlò Ayame,
praticamente buttandolo davanti al banco.
“Ma
Ayame, io…”, protestò lui,
mentre Miroku adocchiava la preda.
“Vogliounpeluchevogliounpeluchevogliounpeluchevogliounpeluchevogliounpeluche”,
cominciò la ragazza, senza neppure respirare.
“Eh
va bene, basta che la smetti!”, sbraitò, sedendosi davanti al prestigiatore.
“Scommetto
che perde”, mormorò Inuyasha, divertito, quando una
tempesta lo investì.
“Che
ragazzo carino!”, urlò la ragazza che le si era lanciata contro. Inuyasha se la staccò di dosso, e notò con orrore che si
trattava di un ragazzo.
“Jakotsu, torna immediatamente sul palco!”, sbraitò una voce
roca e scontrosa, che rivelò essere di una bellissima yasha
dagli occhi rossi.
“Ma
Kagura, dico l’hai visto? Hai visto le sue
orecchie?”, strillò l’attore, mentre il ragazzo cercava di tenerlo a distanza. Ayame e Rin ridevano come matte,
e lo avrebbe fatto anche Koga, se non fosse che aveva
già perso quattro volte contro Miroku – ed era troppo
orgoglioso per smettere senza almeno una vittoria.
“Jakotsu, se non vieni tu, allora…”,
mormorò la yasha tirando fuori un ventaglio.
“Nooo, non farlo!”, urlò Mukotsu
dal retroscena, mentre Jakotsu correva sul palco per
evitare l’esecuzione. La gente, divertita, osservava la scena, qualcuno,
preoccupato, si allontanava dal palco.
Koga
continuava a perdere.
“Suvvia
Koga, hai solo perso venticinque partite!”, cercò di
consolarlo Ayame. Lui sbuffò, fissando Rin con astio.
“Lei
ha vinto al primo tentativo”, sibilò, di pessimo umore.
“Bè, non volevo fartelo notare”, ribatté la ragazza mora,
“ma tu continuavi a prendere la carta che il prestigiatore teneva più alta
rispetto alle altre. Era un trucco: tu eri convinto che non avrebbe mai tenuto
il jolly così in vista, quindi lo pescavi”. Koga la
fissò incredulo.
“Sei
proprio tonto”, commentò Ayame, trattenendolo dal
tornare indietro per riprovare. Inuyasha rideva come
non mai.
“Allora,
io voglio fare l’ipnosi”, mormorò la rossa, “quindi l’unico che non ha ancora
partecipato a nulla è Inuyasha”.
“E
non lo farò”, precisò il ragazzo.
“E
dai, fallo per la tua… i tuoi migliori amici!”, pregò
Ayame, tirando Koga con
lei.
“Fallo
per la ragazza di tuo fratello!”, supplicò Rin. Inuyasha roteò gli occhi, scocciato. Ma perché? Perché si
era scelto amici simili?
“Voglio
che ti fai leggere il futuro!”, disse Ayame
entusiasta della resa dell’hanyou.
“Ah,
non posso neppure scegliere?”, borbottò scocciato. La ragazza scosse la testa,
e lo spinse verso la tenda della chiromante.
“Entra,
ti aspettiamo fuori”, ordinò, “e ci dirai tutto. Tutto, chiaro?”.
“Tanto
non ci credo”, commentò lui, scostando la tenda. Ayame
lo fissò, sillabando nuovamente il ‘tutto’.
L’ambiente
era piccolo, la tenda decorata all’interno da piccole luci che imitavano il
cielo stellato. Al centro, dietro un tavolino rotondo, era seduta una ragazza… di rara bellezza, dovette ammettere. Indossava un
reggiseno blu, ricco di decori dorati e di veli che scendevano morbidi dietro
la schiena, o che si legavano alle braccia creando delle curiose maniche
svolazzanti. Era decisamente formosa, ma non volgare, non riusciva a vederne le
gambe, ma non riusciva ad immaginarle in nessun modo se non lunghe e snelle.
Arrossì:
non era solito pensare cose simili sulle ragazze, non le interessavano.
Oltretutto, quell’umana aveva un odore piuttosto forte, dolce e inebriante. Gli
rivolse un ampio sorriso, grazioso a suo dire.
“Benvenuto”,
disse con voce vellutata, “dalla tua faccia direi che ti hanno obbligato”.
“Bingo,
bell’inizio”, rispose lui, sorridendo a sua volta e sedendosi. Lei rise, con
voce cristallina.
“Allora
dimmi…Inuyasha…”,
sussurrò, fissandolo negli occhi dorati, “non l’ho indovinato, è scritto sul
ciondolo che hai appeso al collo”. Rise, divertita dallo sguardo sorpreso che
aveva assunto il ragazzo. Gli piaceva, era affascinante. E lui apprezzava la
sincerità di quella ragazza; normalmente una chiromante avrebbe detto che il
nome glielo avevano detto gli spiriti, o roba simile. E, oltretutto, non
avrebbe mai immaginato di trovare una ragazza, ma una vecchia rugosa o simili.
“Come
vuoi cominciare?”, chiese nuovamente l’indovina, “Se ti fa sentire a tuo agio,
mi chiamo Kagome”.
“Cosa
funziona, di solito?”, chiese Inuyasha, divertito.
“Leggere
la mano funziona certe volte”, ammise lei. In fondo era vero, toccandolo aveva
più probabilità di avere una visione.
“Allora
proviamo”, disse porgendogli il palmo.
“L’altro
palmo”, ribatté lei, rapida, e il ragazzo cambiò mano, arrossendo, “Bene,
vediamo un po’ che dice… hai una vita molto lunga,
essendo hanyou, vedo un’increspatura, forse un
incidente, ma chissà quando. E poi…”. Gli prese la
mano tra le sue, per vedere meglio.
Luce.
Non
vedeva più.
Era
in un ambiente appannato, una visione distorta e confusa. Il ragazzo era
seduto, se un panchina, aspettando qualcuno. Qualcuno che non si fece aspettare
più a lungo. Una ragazza dai capelli corvini, di spalle, gli corse incontro. Lo
baciò, appassionata, e parlarono, ridendo allegri. Poi, la ragazza si voltò,
sorridente.
Kagome
spalancò gli occhi, ritornando alla sua tenda. Il ragazzo la fissava
preoccupato.
“Fuori”,
sussurrò, tenendosi la testa.
“Come?”,
chiese Inuyasha confuso.
“Non
mi sento bene. Esci, per favore”, mormorò, alzandosi in piedi.
“Sicura
che non ti serve nulla?”, ribatté lui, confuso.
“Fuori!”,
sbraitò Kagome, e lui uscì fin troppo in fretta.
Lei
posò una mano sul tavolo, cercando di reggersi in piedi. Le veniva da vomitare,
e aveva mal di testa. La visione era ancora chiara nella sua mente, riusciva a
vederla chiaramente scorrere davanti ai suoi occhi.
Quella
ragazza era lei.
Ringraziamenti:
-KagoLove:
*tossicchia* ehm… chiedo perdono per l’aggiornamento
in ritardo *profondo inchino in cui Aryuna tocca il pavimento con la fronte*
Il fatto è che Emiko non poteva leggere il cap, e io non potevo pubblicare senza che lei leggesse ^^
Prima di ciò, sono stata colpita dall’inguaribile mancanza d’ispirazione =__=
Insomma, chiedo perdono, mi perdoni vero? ^^’ è anche apparso Inu! Speriamo di aggiornare prima la prossima volta,
scusaci! ç_ç*Aryuna e Emiko si inchinano per farsi perdonare da KagoLove e da tutti coloro che probabilmente vogliono
falciarle per il ritardo*
-Roro: Roro-chan!!! *___* Non dire che non sai all’altezza!.. o sai… cosa succederà…*coltello dietro la schiena di Aryuna*
(Noo, sono all’altezza, sono all’altezza! O__O ndRoro) Bene, così va meglio ^^ Allora, appare finalmente
il nostro scontrosissimo Hanyou, in compagnia dei
suoi amici! ^^ Che ne dici eh? Miroku che lo batte a
carte 25 volte lo adoro! Ops, non dovrei dirlo
proprio io che l’ho scritto >.> *mi sembra un dejavu, prima Emi ha scritto la stessa cosa nei commenti a FdAXD* Saluta anche a me Kaze, e per prima, non ci siamo connesse perché dovevamo
correre in fumetteria a comprare Inuyasha
>.> *perdonoperdonoperdono* Adesso non mi connetto per colpa di mio bro, a te la falce, fai pure piazza pulita ù.ù O, se preferisci, chiama i nostri amici Shinigami*fa un fischio a Ryuk, Rem, Takuto, Izumi, Meroko e Jonathan* Bye! ^^
-Ary22:
Grazie, abbiamo bisogno di supporto! *__* Come vedi Inu
è arrivato, forse un po’ più rumoroso del solito, sarà l’influenza di Koga? >.> (sei proprio sicura che non sia rumoroso di
solito? O.ondEmiko) Uhm,
in effetti >.>’’ Grazie mille per il commento, tu commenti sempre! *___*
Ti adoriamo! *Emi e Ary in coro* Un bacio!
-SunSunSet: A
proposito di Fiore d’Arancio, ha aggiornato proprio oggi ^^ Che carino, sono
felice che Kagome ti ricordi Alice! *___* Io la adoro
Alice! *anche se l’idea non è venuta da lei, ma la
adoro comunque!**Aryuna
si agita per conto suo* Uhm, mi sono ripresa
>.> *stava pensando ad Edward…
Edward! *___* * *Emiko schiaffeggia Aryuna* (riprenditi! è.éndEmi) Ah, sì, ci sono >.> Scusa, ignora tutto questo
ù.ù (O_OndSunsunset) Kagome e Inu, già litigano! Ok, è singolare come litigio, ma
litigano ù.ù Speriamo che non vadano avanti così
>.> *non ne ho la più pallida idea!* Grazie
mille per il commento, un bacione! ^^
-Mikamey: Ehm… rimando tutto ciò che riguarda il rapido aggiornamento
alla prima risposta, quella a Kagolove >.>’
Perdonaci anche tu! >.< Lo sappiamo, siamo cattive, crudeli, ci sediamo
sui ceci e facciamo penitenza, ti regaliamo anche un pezzetto della pelliccia
di Sessho*Aryuna ne taglia
un pezzetto dall’altare dove si trova, rapita dal proprio proprietario da mesi ormai* ma tu perdonaci! >___< *Ary
e Emi si agitano per conto loro* Continua a
commentarci, concedici il tuo perdono *si allontanano
inchinandosi ogni tre passi*
-Jessy101:
JessJess! ^^ Come puoi ben vedere, Emiko soffre di complessi di inferiorità ù.ù*emiko lancia una scarpa ad Aryuna, che schiva* Ma in realtà
e bravissima, che che ne dica ù.ùMiroku…bè, senza speranza è
l’espressione giusta >__> Hai proprio ragione a dire che è perfetto nel
ruolo dell’imbroglione! ^^ *oimbrogliatore,
se preferisci, coniamo un nuovo termine apposta per lui! ^o^* Per il ritardo… rimando anche te alla risposta a KagoLove… Perdono! ç____ç
-Kaggi_Inu91:
Omonima Cara! *___* Anche te sei rimandata alla prima risposta riguardante il nostro…coffcoff…ritardo… >__>’’’… =__=… comunque *evita il discorso* adesso siamo
proprio al completo! ^^Eh eh, il capitolo finisce con un po’ di suspance!
Che succederà ai nostri ragazzi? Come finiranno a frequentarsi? Non te lo dico ù.ù (cattiva! ç_çndGiulia) Lo so, la crudeltà è la mia natura ù.ù*Emiko sventola un filo
davanti ad Aryuna, che comincia ad inseguirlo stile gatto… al margine del filo c’è un modellino di Takkun* (Sé, la crudeltà ù.ùndEmi) *si risveglia dal torpore
che l’aveva colpita inseguendo Takkun* Eh? Che è
successo? >__> Comunque dicevo ù.ù Non so
quando Emi potrà leggere purtroppo, privata di internet, proverò a fargli
leggere qualcosa qui dal mio pc, anche se gli
arretrati sono…*una
montagna di arretrati si stanzia davanti ad Aryuna* …
bè, ci proveremo ^__^’’’ Un bacione!
-Bchan: …
rimando anche te al primo commento… riguardante il nostro…*una fossa enorme si para
davanti a Aryuna*Rit..
ritardo >.>’’ Ci dispiace ç__ç cercheremo di non ritardare mai più così
tanto! ç__ç Pro… (non fare promesse che non puoi
mantenere! è_éndEmi) … ah,
ma infatti volevo dire, Pro-veremo! ù.ù (bugiarda
=__= ndBchan) >.>’’ Grazie mille per il
commento, tu commenti sempre *__* Un bacione!
-Mel_Nutella:
*Aryuna viene colpita da infarto. Comincia a correre
per la stanza agitandosi agonizzante per conto suo. Poi torna indietro e stende
un enorme tappeto rosso sulla strada di Mel e lo ricopre di petali di fiore di ciliegio* MELLL!!! *___* Enorme onore! Oddio, la nostra fic è commentata da Mel! Mel! *__* *Aryuna
impazzisce, Emiko continua il ringraziamento*
Ehm, sì, ignorala ^^’ (Mel! *__* ndAry) siamo felici
che la storia ti piaccia, ed è un onore sapere che l’hai messa tra i preferiti!
*Aryuna collassa completamente, Emiko
la sposta con il piede in un angolino* (Ehi, questa è
omissione di soccorso! O_OndAryuna)
Taci ù.ù Comunque, come abbiamo detto, cercheremo di
aggiornare più in fretta ^^’ Chiediamo scusa anche a te! *arretrano
inchinandosi ogni due passi, spargendo petali di ciliegio sul tappeto*
Ehm...salve!
*Emiko si avvicina a piccoli passi,imbarazzata* Probabilmente ormai non
ci speravate più...ma sono tornata!^_^" Vi chiedo scusa
per
la lentezza con cui aggiorno ma non avendo internet e non potendo mai
stare su EFP,sinceramente non riesco quasi mai a farmi venire
un'ispirazione decente. Non è una giustificazione,perchè
dovrei essere in grado di scrivere comunque...ma io sono una a cui
l'ispirazione viene leggendo le fic altrui e stando
nell'"ambiente"...non
posso farci nulla. Oltretutto in quest'ultimo periodo sono stata
totalmente presa da "Breaking dawn"(capitolo conclusivo del mio libro
preferito,ovvero "Twilight")...che,una volta finito,mi ha poi portato
inesorabilmente a rileggere i 3 volumi precedenti...--_-- è
che...quel libro mi fà un effetto-droga assurdo!!@_@ Anche se
forse questo è dovuto in gran parte al protagonista...*Emiko
pensa ad Edward e cade a terra,svenuta* *Aryuna si avvicina
sospirando,armata di una boccietta di sali per farla rinvenire* (C-che
succede?Dove sono?NdEmiko) (Stavi presentando il capitolo della nostra
fic...--__--NdAryuna)(Ah,sì...giusto!Il capitolo!NdEmiko)
Coff
coff...dicevo...per fortuna ogni tanto ho delle botte improvvise di
'inspiration'^_^ Soprattutto perchè quando scrivo questa
storia mi diverto davvero tanto,specialmente in questo cap. in cui ho
cercato di rendere Ayame degna di quella ASSOLUTAMENTE PERFETTA
della mia partner Ary ed ho inserito il gelido Sessho,cosa che fin ora
non avevo avuto l'onore di fare,dato che nell'altra mia fic deve ancora
apparire^_^ Spero che i miei stati d'animo traspaiano nella storia XD
Ora vi lascio e,a fine cap. come sempre i ringraziamenti!! E vi
prego,continuate a seguirmi anche se sono lenta!!!
ç_ç
Little Aryuna Space: Scusate l'intrusione, è solo che avevo aggiornato Ghost Love Score, ma non l'ha commentata nessuno esclusa roro-chan ç___ç Non vi piace più? Se è così vi prego di dirmelo, per capire se qualcosa non va! Grazie mille per la mini attenzione! ^^ (ehi, questo capitolo tocca a me! è_é ndEmiko) Sì ma... (Via, sciò! ndEmiko caccia ary con una scopa) Aiutto! O__O
Capitolo 3-Cambiare il fato-
"Ti ripeto per l'ennesima volta
che non le ho fatto assolutamente nulla!" Esclamò InuYasha con
tono esasperato,mentre Ayame gli camminava appiccicata,squadrandolo con
sguardo inquisitorio. Da quando erano usciti dal campo nomade non gli
aveva dato un attimo di tregua!
"Mhh...non mi convinci..." Sibilò la rossa assottigliando ancora
di più gli occhi,come per individuare nell'hanyou una
chissà quale conferma ai propri sospetti. "Non può
averti sbattuto fuori senza una ragione logica!"
"Ma è così invece!" Sbraitò InuYasha. "Te lo
ridico: improvvisamente ha cambiato atteggiamento,ha detto solo di non
sentirsi bene...e mi ha obbligato ad andarmene!" Concluse con una punta
di fastidio nella voce. "Ma perchè continuo a darvi
spiegazioni? Che me ne importa?" Disse dopo un po' assumendo la sua
solita aria indifferente e superando gli altri a grandi passi.
"Ha detto che la chiromante era una giovane ragazza,no?" Esordì
Koga. "Non sarà che gli istinti del cagnolino si sono finalmente
risvegliati?" Lo disse in tono malizioso,con un sorriso di sfida sulle
labbra,mentre Rin lo guardava scandalizzata. Ayame assunse
l'espressione di chi aveva appena appreso una grande verità.
"COSA HAI DETTO,LUPO ROGNOSO?" Urlò un InuYasha rossissimo in volto avventandosi sul demone lupo.
"Perchè ti scaldi tanto? Ho forse fatto centro?" Domandò sempre più malizioso Koga evitando il colpo.
"No! Mi scaldo tanto perchè insinui cavolate!" Rispose l'hanyou afferrandolo per la maglietta.
"INSOMMA! FATELA FINITA VOI DUE!" L'urlo di Ayame li fece bloccare
entrambi: InuYasha con un pugno a mezz'aria e Koga pronto a schivarlo.
"Ma...senti,InuYasha...ciò che dice Koga..." Cominciò Rin,titubante.
"...è la verità?" Concluse Ayame mettendosi tra i due
demoni ancora litiganti,fissando l'hanyou dritto negli occhi.
"Ma come ti viene in mente?" Urlò quest'ultimo sempre più rosso.
Ayame non sembrò per niente convinta.
Andarono avanti così per un bel po',finchè arrivarono
sulla strada dove erano parcheggiate l'auto di InuYasha e la moto di
Koga.
L'hanyou era semplicemente esausto...o forse esasperato era il termine più adatto.
"Ehm,ragazzi..." Cominciò Ayame,smettendo per un attimo di
tartassarlo di domande. "Dovremmo accompagnare Rin a casa. Non
può certo tornare da sola con questo buio."
"Mi spiace per il disturbo..." Mormorò la mora imbarazzata,abbassando lo sguardo.
"Oh,non preoccuparti! Inu sarà ben felice di farti questo favore!" Rispose la youkai mettendole una mano sulla spalla.
"CHE?! E perchè dovrei farlo proprio io?" Si lamentò
InuYasha,ignorando persino il fatto che Ayame l'avesse chiamato con il
diminutivo che non aveva mai sopportato.
"Semplice!" La youkai scosse le spalle. "La moto ha solamente due posti: uno per me e uno per Koga. La tua macchina invece..."
"Tsk! Non mi và!" Disse semplicemente l'hanyou,voltandosi
dall'altra parte con le braccia incrociate,rabbrividendo al pensiero di
chi avrebbe trovato a casa di Rin.
"Eddai!" Ayame gli afferrò un braccio,costringendolo a voltarsi. "Neanche se ti dico che credo alla tua storia?"
"Lo dici solo perchè ti conviene!"
"Ma no! Noi gli crediamo,vero ragazzi?"
"Io per nien.." La frase di Koga fu interrotta da una gomitata in pieno
stomaco da parte della propria fidanzata,che si era mossa ad una
velocità incredibile.
"Ti prego-ti prego-ti prego!" Continuò quest'ultima
riaggrappandosi ad InuYasha. "Non vorrai lasciare che Rin torni a casa
da sola,VERO?" L'ultima parola suonò minacciosa,mentre la
stretta sul braccio dell'hanyou diventava sempre più ferrea.
Lui si voltò verso Rin,che lo guardava speranzosa...e sospirò.
Ayame sferrò il proprio sguardo più
implorante,aprofittando dell'attimo di cedimento,pronta ad utilizzare
la propria frase preferita.
"Fallo per i tuoi..."
"Per i mei migliori amici, lo so..." Concluse InuYasha
scocciato,liberandosi dalla presa della youkai e dirigendosi verso la
propria macchina.
"Avanti,sali!" Gridò rivolto a Rin. Si voltò per salire a
sua volta,non vedendo così il sorriso soddisfatto che comparve
sulle labbra di Ayame.
Appena Rin fu salita in macchina,InuYasha girò la chiave nel
cruscotto e accese il motore. Stava per partire,ma si bloccò
quando due odori familiari giunsero al suo naso. Si
voltò,vedendo,seduti sul sedile posteriore,un Ayame tutta
sorridente ed un Koga parecchio scocciato.
"E voi che ci fate qui?" Domandò rivolto ai due.
"Io ne farei volentieri a meno." Mugugnò Koga.
Ayame lo ignorò completamente. "Veniamo anche noi! Non mi
và di tornare a casa di già!" Disse afferrando la mano di
Koga,per essere sicura che non tentasse di scendere aprofittando di un
momento di distrazione.
"Tsk! Non se ne parla!" Esclamò InuYasha. "Il tanfo di lupo di quello scemo mi riempirebbe la macchina!"
"Come ti permetti,dannato..." Cominciò Koga. Ma un odore di
lacrime arrivò presto ai due demoni,facendoli sussultare.
"A-allora...v-vuol dire...che anche il mio odore ti dà
fastidio...v-visto che...sono un lupo..." Balbettò Ayame tirando
sù col naso.
InuYasha venne preso dal panico. "N-no,Ayame! Che dici?! Il tuo odore
è diverso! Non mi dà fastidio,davvero!" Disse
gesticolando in preda all'agitazione.
"Maledetto! Come osi far piangere la mia ragazza?" Urlò Koga
mentre Ayame gli stringeva la mano sempre più
forte,singhiozzando.
"Stai zitto,tu! Dai,Ayame,non piangere! Mi hai frainteso,te lo assicuro!"
"Q-quindi...possiamo venire a-anche noi?"
"Daccordo! Basta che la smetti!"
"Evviva!! Koga!Koga!Hai sentito? Possiamo andare!" Esclamò Ayame improvvisamente sorridente,molleggiando sul sedile.
InuYasha e Koga sospirarono...ci erano cascati di nuovo.
L'hanyou mise in moto,mentre Rin non potè trattenersi dallo
scoppiare a ridere,vedendo le espressioni sconfitte dei due demoni.
"Che ti succede,Kagome?" Domandò Sango preoccupata,osservando la
ragazza rannicchiata su uno dei futon della loro roulette.
"Perchè?" Sussurrò quest'ultima,cercando di mostrarsi
calma. Si sentiva ancora un po' stordita,soprattutto perchè
aveva dovuto continuare a lavorare per lo spettacolo,nonostante
la nausea che continuava a tormentarla. Era sempre stata un po' male
dopo alcune visioni particolarmente forti,a causa dello sforzo
fisico,ma mai così tanto...probabilmente perchè non aveva
mai avuto una visione tanto nitida prima di allora. E
inoltre...arrossì,cercando di non pensarci,quando la voce di
Sango arrivò nuovamente alle sue orecchie,facendola sussultare.
"Sei pallida..." Disse semplicemente quest'ultima,sedendole
accanto,anche se per un attimo le era sembrato di scorgere un lieve
rossore sulle guance dell'amica,ma si convinse che doveva esserselo
immaginato,visto l'aspetto...cadaverico che continuava ad avere.
Kagome abbassò lo sguardo,consapevole che Sango non ci avrebbe
messo molto ad intuire qualcosa,la conosceva troppo bene...
"Hai avuto una visione durante lo spettacolo?"
Appunto.
La mora annuì,incapace di mentire,sotto lo sguardo attento della propria 'sorella acquisita'.
"Lo immaginavo..." Disse lei. "Ormai mi sono abituata a riconoscere...i
sintomi!" Nel dire l'ultima parola si sciolse in una lieve risata e
Kagome non potè evitare di sorridere a sua volta.
"Però...c'è dell'altro,vero?" Chiese Sango ritornando seria. "Sembri...sconvolta..."
Kagome annuì nuovamente. Ma perchè ci azzeccava sempre!? E dire che la Wicca era lei...
Si alzò un attimo per prendere un bicchiere d'acqua. Non appena
si fu riseduta Sango la incitò nuovamente a parlare.
La ragazza si posò il bicchiere sulle ginocchia,tendendolo stretto con le mani,e cominciò a raccontare...
"COSA!? L'HAI BACIATO!?" Urlò Sango alzandosi sulle gionocchia.
A Kagome per poco non andò di traverso l'acqua.
"Shhh!Che ti urli!!" Esclamò in preda al panico tappando la bocca dell'amica in tutta fretta.
Sango le fece cenno di essersi calmata,ottenendo così il 'permesso' di parlare nuovamente.
"E...hai detto che non l'avevi mai visto prima quel tipo?" Domandò appoggiandosi al muro alle proprie spalle.
"Già." Rispose semplicemente Kagome fissandosi i piedi,imbarazzata.
"E che per di più era un hanyou."
"Già."
"E vi siete baciati..."
"Gi...LA VUOI SMETTERE DI RIPETERLO!? E comunque non
l'ho...propriamente baciato...era...una visione." Il colorito sulle
guance di Kagome si avvicinava sempre di più al porpora.
"Però se l'hai visto...vuol dire che accadrà,no?"
Domandò Sango cercando di utilizzare un tono che fosse il
più delicato possibile.
"Non se evito di incontrarlo ancora." Rispose Kagome decisa.
"Ma lui come l'ha presa quando gli hai parlato di...sì,insomma...del 'responso'"
"Non gliel'ho detto..."
Sango assunse un espressione interrogativa.
"L'ho...cacciato fuori dalla tenda..." Kagome abbassò lo
sguardo,quella sera sembrava non saper fare altro. Non voleva usare
proprio il termine 'cacciare'...ma purtroppo nessun altro sembrava
più adatto.
"COME?!" Passata la sorpresa iniziale,Sango scoppiò a ridere.
"Gli sarà preso un colpo a quel poveretto! Avrà pensato
di essere incappato in una pazza!"
"Che avrei dovuto fare,scusa?" Domandò Kagome con espressione offesa.
Sango si fece improvvisamente seria,voltandosi a guardare l'amica negli occhi.
"Hai intenzione...di cambiare il fato?"
InuYasha parcheggiò la macchina davanti ad una casa a due piani in stile piuttosto antico: casa di Rin.
"Volete fermarvi a prendere un tè?" Domandò la ragazza,gentile come sempre.
Un brivido percorse la schiena di InuYasha.
"Sì! E' un'ottima idea,vero Koga-kun?" Esclamò Ayame pimpante.
Il lupo stava per ribattere,ma una forte stretta al braccio lo fece desistere.
"Dai,andiamo!!" Così dicendo Ayame scese dall'auto trascinandosi dietro il proprio rassegnato fidanzato.
Quando anche Rin fu scesa,la youkai aprì la portiera dalla parte di InuYasha,intimandogli di sbrigarsi.
"Io non vengo." Disse l'hanyou in tono deciso,senza muoversi dal sedile.
"Come sarebbe?" Domandò Ayame,continuando a tenere stretto a sè il braccio di Koga.
InuYasha non rispose. Cercò di mettere in moto la macchina,ma
Ayame gli si lanciò addosso prima che potesse far girare la
chiave.
"Lasciami!" Urlò l'hanyou,cercando di liberarsi dalla stretta della rossa.
"Non ci penso nemmeno! Giù le mani da quella chiave!"
"Non riuscirai a fermarmi! Non ho nessuna intenzione di vederlo,quello
lì!" Gridò InuYasha riuscendo finalmente ad accendere il
motore.
"Sei cattivo! Non sei mai partecipe!" Esclamò Ayame afferrandogli il piede per non fargli premere la frizione.
Koga e Rin osservavano la scena. L'una divertita e l'altro scocciato.
Anadarono avanti così,finchè InuYasha non si
ritrovò catapultato sul sedile del passeggero,con Ayame
praticamente sdraiata addosso che cercava di bloccargli mani e piedi.
Alla fine ci rimetteva sempre dato che con una donna non poteva usare il massimo della forza!
"InuYasha,guarda che Sesshomaru è ancora a lavoro!" Disse Rin avvicinandosi alla macchina.
L'hanyou riuscì a rialzarsi a fatica,Ayame gli teneva ancora i
polsi. Rin sorrise vedendo i capelli della youkai completamente
spettinati,con numerose ciocche sfuggite agli elastici.
"Ne sei sicura?" Domandò InuYasha fissando Rin.
"Certo!" Esclamò lei sorridendo raggiante.
"InuYasha...sai bene che non ti farò fuggire da qui,vero?" Sibilò Ayame minacciosa.
L'hanyou si liberò dalla presa della youkai,scocciato,e scese
finalmente dalla macchina. Ayame non aspettò un attimo di
più: gli prese le chaivi di soppiatto affrettandosi a chiudere
l'auto,per poi mettersele in tasca.
"Queste sono requisite!" Esclamò aggiustandosi i capelli.
InuYasha sibilò un 'khe' avviandosi verso l'entrata
dell'abitazione. "Prendiamo questo maledetto tè prima che quel
dannato ritor..." Si bloccò,sentendo un odore conosciuto
giungergli al naso. S'immobilizzò immediatamente,drizzando le
orecchie.
Uno youkai dai lunghi capelli argentati come quelli di InuYasha,ma
più lisci,si avvicinò a loro a grandi passi. Sesshomaru
era il fratellastro di InuYasha,un demone completo. Rispetto a lui aveva
lineamenti più delicati ed un modo di fare decisamente
più...elegante. Indossava un lungo cappotto nero che gli
arrivava alle caviglie. Solo lui era solito indossare abiti tanto
pesanti in piena estate. Un'estate particolarmente calda,per giunta.
Rin gli corse incontro non appena lo vide,salutandolo.
"Bentornato,Sesshomaru! Mi ero dimenticata che il fine settimana torni prima!" Disse sorridente prendendogli la valigia.
InuYasha la fulminò letteralmente,anche se lei non ci fece troppo caso.
Sesshomaru lo guardò per un attimo,per poi voltarsi con
espressione sprezzante. L'hanyou stava per urlargli contro qualcosa,ma
la voce allegra di Rin lo bloccò. "Sesshomaru,ho invitato
InuYasha e gli altri a prendere un tè! Possono venire,vero?"
Chiese la ragazza,speranzosa.
Sesshomaru si limitò a guardarla per un attimo,per poi entrare dentro l'abitazione senza dire una parola.
"Vuol dire che accetta." Esclamò Rin sorridente.
"Come fai a stare con quel pezzo di ghiaccio!?" Si domandò Koga.
Ayame gli sfoderò una gomitata nel fianco.
"Insomma!Ma ti sembrano cose da chiedere?"
"Non preoccuparti,Ayame." Disse Rin. "Vedete,ormai mi sono abituata al
suo modo di fare. Lui è fatto così. E poi...quando siamo
da soli non è sempre così freddo,sapete?" Mentre parlava
sembrava davvero felice,e Koga non ebbe il coraggio di
controbattere.
Si avviarono tutti verso l'entrata della casa, mentre Rin faceva strada.
Soltanto una persona restò ferma.
"InuYasha! Ti vuoi muovere?" Strillò Ayame all'hanyou. Era
rimasto immobile a fissare con sguardo ostile il punto in cui si
trovava Sesshomaru poco prima. Non vedendo alcuna reazione da parte
sua,Ayame lo raggiunse per poi spingerlo fino alla porta.
Koga passò un dito lungo il bordo della tazza ormai
vuota,tendendo la testa appoggiata alla mano,con il gomito sul tavolo.
Non si era mai annoiato tanto in vita sua.
Guardò con la coda dell'occhio le persone sedute al tavolo in
legno che,ormai,non faceva altro che fissare da una mezz'ora buona.
Rin e Ayame chiaccheravano animatamente sui migliori negozi per fare
shopping a prezzi convenienti; InuYasha e Sesshomaru-che stava
lì con loro esclusivamente per fare piacere a Rin-si guardavano
in maniera a dir poco ostile a vicenda.
Quando Ayame finalmente disse che era ora di tornare a casa,si sarebbe
messo a fare i salti di gioia se non fosse che non era nel suo
carattere.
"Eccoti le tue chiavi,InuYasha!" Esclamò Ayame porgendo all'hanyou il piccolo mazzo. "Ci accompagni a casa,vero?"
"Non vi sembra di aprofittare un po' troppo di me?" Disse l'hanyou
piccato dirigendosi verso il parcheggio. "Dopo ciò che mi avete
fatto subire stasera avete ancora il coraggio di chiedermi favori...!"
"Ehi,cagnolino! Guarda che io non ti ho chiesto proprio niente!" Rispose Koga parandosi davanti a lui.
"Togliti da davanti,maledet..."
"Ragazzi,mi spiace ma non ho proprio voglia di assistere ad una rissa
stasera." S'intromise Ayame interrompendoli,ormai era il suo compito
giornaliero. "Non vorrai lasciare la tua migliore amica a piedi in piena notte,InuYasha..." La youkai sfoderò il proprio sguardo più supplichevole.
InuYasha sibilò un "Tsk! Tanto non ho scelta" e si diresse verso la macchina.
"Kagome...sai,io non penso che sia una buona idea cercare d'interferire
con il fato." Disse Sango,appoggiando la testa al finestrino al suo
fianco.
Lei e Kagome erano state incaricate di andare ad un Convenience
Store,uno di quei supermercati aperti tutta la notte,per fare
provviste. Vicino al campo abbandonato in cui si erano stabiliti non
c'erano molti negozi,così avevano preso la macchina della loro
roulette. Sango aveva la piena intenzione di aprofittarne per fare una
bella predica alla propria "sorellina".
"Ormai l'ho già fatto...mandando via quel ragazzo senza dirgli
ciò che ho visto..." Rispose Kagome cambiando la marcia.
"Proprio per questo ti stò dicendo che secondo me hai commesso
un errore!" Disse Sango cercando di mantenere un tono pacato.
"Ma cerca di capire! Forse ho agito avventatamente,è vero! Ma mi
sono vista mentre mi baciavo con un tizio che non avevo mai visto e
conosciuto prima! Tu che avresti fatto al mio posto?" Sbraitò
Kagome.
"Ammetto che non sò cosa avrei
fatto...Però,Kagome,vivendo insieme a te ho imparato a capire il
modo di vivere di voi Wicca. Ed ho imparato l'importanza di rispettare
il fato,di non cercare di modificare il futuro con le nostre azioni. E
anche...che può essere pericoloso farlo. Non sei stata sempre tu
a ripetermelo?"
Kagome per un attimo si sentì confusa dalle parole di Sango. Aveva ragione,eppure...
"Però..." Disse. "La regola più importante per noi Wicca
è non far male a nessuno. Se la rispetto non ci saranno
problemi. Sò che ciò che ho fatto non è
giusto...ma non ti nascondo che forse se rivedessi quel
ragazzo...probabilmente cercherei ancora di evitarlo."
"E se dovessi pentirtene? In fondo in quella visione sembravi felice,no?"
La confusione nella testa di Kagome aumentò,così come il
colorito delle sue guance,mentre il ricordo della visione si faceva
nuovamente strada tra i suoi pensieri,più vivido che mai. Ormai
non pensava più alla strada davanti a sè.
"ATTENTA,KAGOME!"
L'urlo di Sango la riscosse,ma era troppo tardi. Quasi non si accorse
di ciò che stava succedendo,mentre si sentì strattonare
all'indietro da una forza potente ed invisibile. Il rumore stridente
dei freni sull'asfalto le riempì le orecchie ed una forte fitta
alla testa la costrinse a serrare gli occhi.
L'ultima cosa che sentì fu un forte boato.
Pio non vide più nulla...soltanto buio.
Ecco fatto!^_^ allora,che ne pensate? Mi sà che questo cap.
lascia un po' col fiato sospeso...bè,per questo prendetevela con
Ary>_> (Ehi!!é_èNdAryuna)
Ed ora...i ringraziamenti!!! (Mi sento ignorata...--__--NdAryuna che fà i cerchietti a terra)
Roro: Roro-chan!!!!!!!!!!!!*_*(Emi-chan!*_*NdRoro)(--__--NdAryuna)
Quanto tempoç_ç Ahhhh...rivoglio
internet!!!*disper*...ok,ora mi ricompongo...coff coff...il tuo
commento mi è piaciuto tantissimo,sai?^_^ Come sempre del resto!
Emi-chan adora i commenti di Roro-chan!!*_*
Roro-chan!!(Emi-chanNdRoro)(Di nuovo???>_
Intanto ti devo chiedere scusa perchè ho aggiornato solo ora...e
ti avevo detto che avrei aggiornato tempo fà...SCUSAAAA!!! Mi
dispiace!Mi dispiace! *Emiko,presa da un attacco di sensi di
colpa,sbatte la testa sulla tastiera*
(Emikooo!!Calmati!NdRoro&Aryuna preoccupate)
Ok...posso farcela...*respira profondamente*...Spero che questo cap. ti
sia piaciuto,Roro-chan! Nonostante la lentezza mi ci sono impegnata
tanto a scriverlo e ci tengo al tuo parere :D comunque tranquilla,la
fine non è così preoccupante come sembra! (Non dare
spoiler!NdAry)(Ma se gli spoiler sono il tuo credo!NdEmi)(Sì,ma
rovini la suspance é_èNdAry).
Spero di risentiriti presto,Roruccia*_* E grazie ancora del commento! Ti voglio tanto tanto bene! Baciotti!
Toru85: Ciao!^_^
Senti,ma il tuo nick l'hai preso dalla protagonista di Fruits Basket?
Sai,me lo sono chiesto appena ho visto il tuo commento XD Spero che il
cap. ti sia piaciuto! Continua a seguirci,mi raccomando!^_^ E grazie
mille della fiducia! Kiss.
lilika: Ni-hao!^_^
Che carino il tuo nick!!*_* Sono contenta che la fic ti sia piaciuta! Mi spiace solo di aver
aggiornato così tardi...spero che continuerai a leggere
comunque! grazie ancora! A presto! XD
sunsunset: Sunsunset*_*
Ciao!! Quanto tempo^_^ Sì,in effetti è stato un
incontro...originale XD Aryuna le fà sempre per bene le
cose...ehehehe^_^ Ti ringrazio,commenti sempre le mie storie^_^ Ti
adoroooo*_* Continua anche con i prossimi cap,eh! >_^ Un bacione!
pIcCoLaKaGoMe92: Ehi,a
giudicare dal tuo nick deduco che siamo coetanee^_^ Grazie mille per il
commento! E scusa...forse non ho aggiornato proprio
prestissimo...--__--
Bchan: *Emiko
s'inchina davanti a Bchan,terrorizzata* Chiedo umilmente
perdonoooooooooooooooç_ç Ahhhh me lo merito il
linciaggio...sono una scrittrice degenere...e tu sei una delle
commentatrici più fedeli...scusa;_; Continuerai a leggere lo
stesso...vero? Pleaseç_ç Scusa ancora e grazie per la
recensione! A presto!(Spero...ç_ç)
mel_nutella: Ahhhhh!
Mel ha commentato di nuovoO.O *Emiko e Aryuna corrono a prendere nuovi
mazzi di fiori di ciliegio e vi cospargono tutto il pavimento intorno a
Mel* Non dire che non te lo meriti! Se una scrittrice brava come te
commenta la nostra umile fic cosa dovremmo fare secondo te?@_@ (E le
piace anche!!O_ONd Aryuna) Non saremo mai degne di te!! (Si nota che
ADORIAMO le tue fic?^_^") Dobbiamo continuare questa fic in modo che
Mel sia soddisfatta!!*Un'aura di determinazione circonda Emiko*
(Giusto!!*_*NdAry fiammeggiante)(Mha...--__--NdMel perplessa).
*Emiko e Aryuna spingono InuYasha e Koga a prendere le candele da
mettere lungo la strada percorsa da Mel* (Perchè proprio
noi?NdInu e Koga) (Perchè siete quelli che vengono sempre
sfruttati da tutti!NdAryuna) (Non fate storie o vi rimando a casa di
SesshomaruNdEmiko) *InuYasha e Koga corrono a prendere le
candele,terrorizzati*
*Emiko e Aryuna s'inchinano davanti all' altarino costruito per Mel* Continua a seguirci,per favore!!*_*
La
testa… la testa le pulsava come se dovesse esplodere
da un momento all’altro. Sentiva delle voci confuse, ma non riusciva a
distinguere le parole, né a ricordare dove fosse o il perché di quel mal di
testa. Era persa dentro al suo corpo, non riusciva a riconoscere gli occhi, o
la mano… cercò di muovere le dita, e sentì un
formicolio percorrerla. Le voci divennero più forti, come a volerle entrare
nella testa brutalmente, strappandola da quel fastidioso torpore. Sembravano
sorprese, se aveva sentito bene stavano esultando perché aveva mosso la mano. Bè, almeno adesso sapeva di essere riuscita a muoverla.
Forse sarebbe anche riuscita ad aprire gli occhi. Fece un tentativo, ma subito
li richiuse, infastidita. La vista era appannata, e c’era una forte luce
accecante.
“Signorina
non si preoccupi, sta arrivando l’ambulanza”, disse una voce, tramutata dalle
sue orecchie in un fastidioso ronzio di sottofondo. Ambulanza? Cercò di
ripercorrere gli ultimi avvenimenti, ma la sua mente rifiutava di collaborare
con lei. Nonostante questo, ben presto la sirena fece braccia nel suo torpore,
costringendola ad affrontare gli avvenimenti, e soprattutto quella
fastidiosissima luce. Aprì gli occhi lentamente, cercando inutilmente di
abituarsi al bagliore. Un uomo e una donna la fissavano preoccupati dal
finestrino abbassato. Ci mise diversi secondi a rendersi conto che era in
macchina. Poi, ci mise molto meno a capire cosa era successo.
“Sango”, urlò, ma dalla sua bocca uscì solo un debole
mormorio, e il suo collo si rifiutava di girarsi. Sembrava fissato al sedile
con un chiodo, tale era il dolore che le faceva assieme alla testa.
Richiuse
gli occhi, sospirando faticosamente. Le stava tornando un po’ di memoria, e
perse il senso temporale. Sentì che la tiravano fuori, mettendola su una
barella, le fecero delle domande, ma non riusciva a rispondere con lucidità a
nulla.
Sperava
solo di arrivare in fretta in ospedale.
La
prima cosa che sentì di quel posto era un fortissimo odore di medicina. La
raggiunse prima ancora dei rumori nel corridoio, prima ancora di accorgersi che
non poteva muovere il collo. E che la schiena le faceva un male tremendo. Aveva
la bocca secca, e il braccio le formicolava in modo fastidioso. Strizzò gli
occhi, per assicurarsi di essere sveglia, e poi si concentrò ad aprirli
lentamente. Il luogo era illuminato da fastidiose lampade al neon, i muri
bianchi peggioravano solo la situazione per le sue iridi abituate al buio.
Nonostante tutto, era abbastanza lucida. Ora. Perché se cercava di ricordare il
prima, tutto ciò che le tornava alla mente era un rumore metallico e uno strano
stridore. Dato che il formicolio al braccio non finiva, concentrò lo sguardo
lì, con fatica, perché il collo non si muoveva, come se fosse bloccato.
Impallidì alla vista del suo braccio
con quella cosa addosso.
“Ah”,
mormorò spaventata, cercando di calmarsi.
“Sango!”. La ragazza concentrò lo sguardo su una sedia lì
vicino. Kagome la fissava con sguardo sollevato, ora
che si era accorta che era sveglia.
“Toglimi
questa cosa!”, strillò la ragazza agitandosi. Pessima idea, tutto il suo corpo
reagì con fitte terribili, obbligandola al silenzio e all’immobilità. Kagome sorrise, fissando la flebo sul braccio dell’amica.
Sapere che stava bene, o almeno meglio di prima, la rasserenava. Soprattutto se
pensava che era lei la causa dell’incidente. Se solo non si fosse distratta.
“Potresti
dire qualcosa tipo: ‘Oh Kagome, stai bene anche tu!
Cos’è successo sorellina adorata?’”.
“Sì,
nei tuoi sogni, ora staccami questo…questo… coso!”, ringhiò Sango,
cercando di non agitarsi nuovamente. Kagome ridacchiò
di nuovo, divertita da questo lato pauroso della sorellastra.
“Si
chiama ago, Sango”.
La ragazza rabbrividì. “E comunque non te lo tolgo, quella flebo contiene non
so quale medicina che allevia il dolore”.
“Oh
sì, sono certa che non-so-quale-medicinasia vitale per la mia guarigione!”, si
lamentò l’altra borbottando. Kagome si fece seria.
“Hai
una frattura alle vertebre cervicali. Per il contraccolpo”, spiegò, fissando il
collare che impediva il movimento del collo di Sango.
La ragazza inarcò un sopracciglio, uno dei pochi gesti che non la indolenziva.
“Kagome, cosa è successo? E tu stai bene?”, chiese subito,
dato che la sua mente non era proprio decisa a ripercorrere eventi futuri. O
forse era svenuta prima. L’altra fece uno sguardo colpevole, e cominciò
nervosamente a incrociare le dita tra di loro.
“Ecco… siamo finite nella corsia opposta senza accorgercene,
e…bé, abbiamo preso una
macchina. Chiunque sia, ora è in prognosi riservata. Sembra che non avesse la
cintura”. Sango sospirò, colpevole a sua volta. Aveva
distratto Kagome con discorsi che la preoccupavano.
“Papà?”,
chiese dopo un lungo silenzio, entrambe riflettevano sugli accaduti, “E non mi
hai ancora detto come stai tu”.
“Bè, io ho solo sbattuto la testa, nulla di grave. E papà…bè, l’ho chiamato, ma non
poteva venire qui. Sembra che manderà Kohaku e
qualcun’altro”, spiegò Kagome facendo spallucce, come
per dimostrare che sì, non si era fatta nulla. Sango
arricciò il naso, riflettendo sull’eventuale qualcuno. “Senti Kagome… ma tu cosa pensi
di…”.
“LO
SAPEVO CHE DOVEVA DORMIRE DA NOI”. Le ragazze sobbalzarono, mentre una tempesta
vivente attraversò il corridoio, con tanto di spostamento d’aria. Fissarono
allibite e confuse la porta, mentre una serie di infermiere si affrettava a
inseguire la suddetta tempesta per limitare i danni a cose o pazienti.
“K-Kagome, vai un po’ a controllare”, disse Sango preoccupata, e probabilmente con un piano per
togliersi il coso – alias l’ago – dal
braccio con qualche complesso stratagemma. La ragazza annuì, alzandosi dalla
sedia e dirigendosi verso la porta lentamente. Il dottore le aveva detto di evitare
movimenti bruschi, e questo la scocciava parecchio. Era fastidioso muoversi
alla velocità di un bradipo malaticcio. Molto. Comunque, al momento il
corridoio sembrava controllato da due infermieri robusti, quindi non doveva
essere in pericolo di vita nell’avventurarsi nel famigerato ospedale. Sorrise
al pensiero, come poteva una sola persona aver causato quel cataclisma? Dalla
voce, oltretutto, le era sembrata una donna.
“Signorina,
la smetta di urlare!”.
“NO,
LASCIATEMI!”. Kagome vide in fondo al corridoio una
massa di cinque infermiere che cercavano di trattenere una ragazza. Accanto, un
ragazzo alto e moro attendeva afflitto il termine della ‘rissa ospedaliera’.
“La
prego, si calmi!”, insistette una delle povere infermiere, “il suo amico è in
prognosi riservata, solo ai familiari è permesso di…”.
“Al
diavolo i familiari!”, urlò la ragazza, i lunghi capelli rossi spettinati e
scomposti, con diverse ciocche che aderivano al volto sudato. A vederla doveva
aver fatto una bella corsa. Anche il ragazzo era parecchio sudato, e Kagome notò una lunga coda da lupo che spuntava dai jeans.
C’era da aspettarselo: demoni. Chi altro poteva fare un simile baccano? La
ragazza rossa continuava a strillare, attirando l’attenzione di tutti i
pazienti che, in cerca di avventure durante la malattia, si avventuravano oltre
la porta della loro stanza. “Se conosceste suo fratello direste che sono molto
meglio io, maledetti!”.
Kagome
avrebbe capito solo dopo da cosa nacque l’impulso che la spinse ad avanzare
verso la ragazza rossa. Non c’era un motivo preciso, sentiva di doverla
calmare, in qualche modo. Come se lo stesse decidendo qualcun altro.
“Ehm… mi scusi, infermiera. Cosa…?”,
cominciò timidamente, e subito si sentì fuori luogo. Cosa poteva fare lei, se
cinque infermiere non servivano a nulla? Forse poteva consigliare l’uso di un
po’ di morfina…
“Ah,
sei la ragazza dell’incidente!”, esclamò l’infermiera. Kagome
annuì, e attese il seguito, per avere una spiegazione. L’infermiera, però,
distolse lo sguardo, fissando nuovamente la rossa. In quell’istante Kagome si rese conto del silenzio innaturale che era sceso
nel corridoio. Due occhi smeraldo la stavano fissando.
“Ragazza
dell’incidente?”, domandò la youkai con voce
strozzata. L’infermiera annuì.
Peggio,
precisò.
“Sì,
era alla guida del veicolo che ha scontrato quello del vostro amico”. Kagome dovette ammettere di non aver mai visto uno sguardo
tanto carico d’odio. Già, neppure quando aveva accidentalmente rotto uno dei ventagli di Kagura.
Mai.
“TU!”,
urlò improvvisamente, facendo sobbalzare tutti, “IO TI AMMAZZO!”. Per la prima
volta, il ragazzo la prese per un braccio, tirandola e sé, e la strinse con
forza.
“Ayame, calmati”, le sussurrò all’orecchio, “calmati ti
prego”. La ragazza si divincolò, ma riuscì a liberare un braccio, che usò
debitamente per additare insistentemente Kagome
mentre sbraitava.
“Si
può sapere cosa fai mentre guidi? Leggi il giornale per caso? Come diavolo hai
fatto a finire nell’altra corsia, IDIOTA! Se lui… se lui…”. Si morse un labbro, e per un attimo si immobilizzò. Kagome alzò un braccio, afflitta, per cercare di
consolarla, ma subito l’altra si riprese, facendola sobbalzare. “PIRATA DELLA
STRADA! Se credi di passarla liscia ti sbagli, ti perseguiterò in eterno, e ti
causerò ogni singola frattura che tu hai causato al mio amico!”.
“Ayame calmati, lui guarisce in fretta, non è la stessa cosa”,
cercò di trattare il ragazzo, e in quel momento Kagome
cominciò a prendere sul serio le minacce.
“Zitto,
o fratturo anche te!”, minacciò la ragazza, ma effettivamente cominciò ad
urlare di meno, anche se le minacce continuavano a scendere come una cascata
sulla non proprio poveraKagome. Le infermiere tirarono un sospiro di sollievo.
“Ayame!”, disse una voce dal fondo del corridoio, che
aggiunse in tono da rimprovero, “te lo avevo detto che stava qui, solo lei
poteva causare tutto quel baccano”.
“Rin”, mormorò il ragazzo, fissando lo sguardo su lei e sul
demone che la accompagnava, “come ha fatto a trascinarsi dietro Sesshomaru?”.
“Ottimo,
ci servirà”, sentenziò Ayame con tono minaccioso, e
affilando gli occhi.
“Koga, cosa avete saputo?”, chiese la nuova arrivata
preoccupata al ragazzo.
“Nulla,
non ci dicono nulla, dato che non siamo familiari”,
rispose acida Ayame al suo posto, fissando in modo
accusatorio le infermiere. Rin tirò a sé Sesshomaru, mentre Koga
sospirava, liberando la rossa. Kagome arretrò
d’istinto.
“Lui
è un parente”, disse Rin indicandolo, Sesshomaru rispose con un ‘Mmm’
infastidito, “e loro sono amici”.
“Se
promettono di stare in silenzio, forse posso farvi passare tutti”, disse un
medico uscendo da un stanza alludendo a Koga e Ayame.
“Certo,
saremo buoni”, disse l’altra con volto angelico. Nulla di più falso. Solo in
quel momento, Rin si accorse di Kagome.
“Oh,
vieni anche tu?”, domandò dolcemente. Ayame la
fulminò immediatamente. “Certo che viene! Deve
scusarsi con Inuyasha!”.
…
I-I-INUYASHA?
“Ehm,
in realtà mia sorella dovrebbe…”.
“Tu
verrai”, sibilò Ayame,
prendendola per la maglietta. E così, la trascinarono con loro. Kagome arrossì inevitabilmente. Quella stupida,
stupidissima visione! E quello stupidissimo destino!
“Sesshomaru, mi dici che ci fai qui?”, domandò Koga perplesso. Sesshomaru non si
sarebbe mosso di un millimetro nemmeno per andare al funerale del fratello.
“Per
riconoscere il corpo all’obitorio”, rispose lui, ghiacciando tutti i presenti,
meno l’innocente Rin. “Oh, ma che domande, l’ho
convinto io a portarmi con la macchina”, disse lei sorridente, come se il
fidanzato avesse appena invitato tutti i presenti a cena fuori.
Ogni
dubbio di Kagome, ormai era chiarito.
Stava
in mezzo ad una gabbia di matti.
Ora
il punto era: come fuggire? Il corridoio era dritto e senza vie di fuga, ed era
circondata. Venne spinta fino ad una porta bianca, prontamente aperta dal
medico, ed entrarono nella stanza che faceva da anticamera alla sala
operatoria. Aveva un vetro con tendine, dal quale si scorgeva l’interno. Ayame strinse convulsamente il braccio di Koga, terrorizzata, mentre il medico elencava la serie di
operazioni che avevano svolto sul ragazzo. Kagome
sentì un terribile groppo allo stomaco. Le veniva da vomitare, e sentiva un pressante
senso di colpa. Ma non era normale. Sentiva il bisogno di aggiustare le cose. E le era difficile trattenersi, anche se non
poteva effettivamente fare nulla.
“Dovete
ringraziare che il vostro amico è un hanyou”, terminò
il primario, stringendo la maniglia della sala operatoria, “un essere umano
sarebbe morto. La cintura è importantissima in questi casi, tenerla slacciata è
stato imperdonabile”. Ayame annuì debolmente,
fissando il vetro. Anche Kagome concentrò lo sguardo
su quel punto, vedendo il lettino al centro della stanza, circondato da
numerosi macchinari. Il bisogno che sentiva aumentò, e si morse un labbro per
trattenere quello strano istinto. Cosa le stava succedendo?
“Possono
entrare solo i familiari”, precisò il medico, facendo passare Rin e Sesshomaru ed entrando,
chiudendo la porta dietro di sé. Gli altri tre rimasero a fissare il letto
attraverso il vetro.
Inuyasha
era lì, immobile. Aveva la flebo al braccio, il collare e il tubo
endotracheale. Ayame scoppiò a piangere, e Koga la strinse a sé, cercando di consolarla. Inuyasha era il loro migliore amico. Vederlo ridotto così… non potevano descrivere neppure un decimo di quello
che provavano. Ed era vivo per un pelo. Kagome
cominciò a sentirsi male. Sentiva di dover vomitare da un momento all’altro, e
lo stomaco le sembrava quasi contrarsi.
“Io…”, balbettò, stringendosi il ventre, “torno quando si
sarà svegliato”. Corse via senza attendere risposta, e Ayame
non la fermò, non stavolta. Non ne aveva la forza, e le era sembrata pallida.
In fondo, anche lei era stata coinvolta nell’incidente.
“Kagome!”, strillò Kohaku,
abbracciandola non appena la ragazza rientrò nella camera, “sorellona,
stai bene!”. Kagome riprese colore immediatamente, e
sentì il malessere scivolare via. Sembrava che la vicinanza di Inuyasha le facesse male. Alzò lo sguardo, trovando nella
stanza anche Miroku, che la salutò con un gesto
rapido.
…
Miroku?!
“E
tu cosa ci fai qui?”, domandò Kagome confusa. Kohaku sospirò rassegnato, con l’aria di uno che la sa
lunga sulla situazione.
“Papà
non voleva mandarmi da solo, e nessun altro poteva. I ragazzi dovevano badare
agli strumenti e agli animali, Kagura lo ha fulminato
prima di dileguarsi, e intanto lui”,
sottolineò indicando Miroku, “saltellava da una parte
all’altra dicendo ‘Scegli me, scegli me!’. Oh, sorella”, aggiunse rivolto a Sango, “il viaggio in macchina è stato tremendo, ammiccava
a tutte le ragazze che vedeva lungo la strada!”. Kagome
e Sango si scambiarono un’occhiata più che eloquente,
per poi osservare Miroku con sguardo truce e severo.
Il ragazzo, che casualmente si sentì
colpevole, schizzò in corridoio con Kohaku, dicendo
che doveva chiamare per informare la famiglia.
Kagome
si lasciò cadere su una sedia, distrutta.
“Bè? Che è successo in corridoio?”, domandò Sango con innocenza. Kagome si
pietrificò, sbiancando. “Nulla”. L’altra la fissò poco convinta. Era sicura di
stare bene? La sorella le sembrava pallida, e terribilmente preoccupata.
“Kagome, non mentire”, disse Sango,
con lo stesso tono di un monito. L’altra scosse la testa, dicendo che non
mentiva affatto, e anzi, rimproverò l’altra perché si era tolta la flebo senza
il permesso delle infermiere. Sango alzò gli occhi al
cielo, ignorandola ampiamente.
“Insomma
Kagome, smettila di ignorare l’argomento e dimmi chi
abbiamo preso!”, sbraitò Sango, sempre immobilizzata
dal collare. Era così fastidioso. Non
poteva muoversi come voleva, tantomeno risultare minacciosa come avrebbe
voluto. “Ho saputo che è un’hanyou, per nostra
fortuna, o eravamo accusate di omicidio”. Kagome
sbiancò ancora, per quanto fosse possibile ancora farlo, e questo fece
insospettire Sango. Vediamo, la sorella che sbianca
per la parola omicidio? No, era impallidita un po’ prima…Sango spalancò gli occhi, incredula.
“Oh.
Mio. Dio!”, esclamò a bocca aperta. Kagome la fulminò
immediatamente. “Non è come pensi, Sango!”, sbraitò,
ma ormai l’altra era già totalmente indignata.
“Kagome! Io t…”.
“Non
dire ‘Io te l’avevo detto’!”, urlò la sorella
scattando in piedi, “c-che ti credi?! Che io abbia agito senza pensare? Cioè,
mettiti nei miei panni! Io… tu cosa avresti fatto
davanti ad una visione del genere?”. Sango sospirò,
mentre osservava l’altra andare avanti e indietro per la piccola stanza,
mordendosi le mani. Capiva benissimo che la situazione era problematica. E,
soprattutto, aveva paura per Kagome. Aveva o no
violato una regola? L’unica regola? Miroku tornò
nella stanza, annunciando felicemente che era tutto a posto, e che il dottore
aveva detto che Kagome poteva tornare a casa, a patto
che tornasse a farsi visitare il giorno successivo. La ragazza sospirò,
fissando la sorella.
“Non
preoccuparti per me”, disse subito l’altra sorridente, “tornerete a trovarmi
domani”. Kagome annuì, e si diresse verso la porta
con Miroku e Kohaku.
“Ah,
Kagome”. “Sì?”. “Un’ultima cosa”, fece dolcemente Sango, “prima che tu te ne vada”. Kagome
si voltò, fissandola perplessa. Sango sorrise,
facendole poi la linguaccia.
“Io
te l’avevo detto!”.
Ok,
non ho tempo per i ringraziamenti purtroppo, quindi ringrazio tutti coloro che
hanno commentato lo scorso capitolo nonostante il nostro mostruoso ritardo ^^’
Ringraziamenti:
-Roro
-Toru85
-Demetra85
- Bchan
-Mikamey
Ringrazio
anche tutti coloro che ci hanno messo tra i preferiti! *___*