Sette giorni con Samara

di FrenzIsInfected
(/viewuser.php?uid=822976)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** Il limbo bianco ***
Capitolo 3: *** L'amico sconosciuto ***
Capitolo 4: *** Una ragazza chiamata Natalie ***
Capitolo 5: *** L'occhio del cavallo ***
Capitolo 6: *** Giro di boa ***
Capitolo 7: *** Il terrore e la pazzia ***
Capitolo 8: *** Ammissioni e accuse di colpa ***
Capitolo 9: *** Uno scorcio di Eola ***
Capitolo 10: *** Con lo sguardo al cerchio ***
Capitolo 11: *** Io ti perdono ***
Capitolo 12: *** Finale ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine ***


Image and video hosting by TinyPic

Andy riaprì gli occhi. Provò a respirare, ma invece di aria, respirò acqua. Tornò in superficie e riprese fiato. 

Era tutto buio, intorno a lui. Toccò le pareti, sentendo mattoni umidi e pieni di muschio.

Alzò lo sguardo al cielo.

Il cerchio.

Ricordò. Era stato scelto da Samara per passare con lei i sette giorni che avrebbero infranto per sempre la maledizione.

Non riuscì a toccare il fondo del pozzo, pertanto si aggrappò alle pareti per non perdere le forze troppo rapidamente per tenersi a galla.

- Samara! Dove sei? – la chiamò il ragazzo.

Delle bolle cominciarono a formarsi nell’acqua del pozzo. Dopo qualche secondo, la mano della bambina si aggrappò alla parete di fronte a quella dove stava il ragazzo. Uscì, e si mise nella stessa posizione di Andy. Aveva le stesse sembianze di quando era uscita dal televisore di Noah per ucciderlo.

- Ora ci sono. – disse. – Perché mi hai chiamato? - .

- Ero solo. – rispose Andy.

- Anch’io lo ero, sai? – fece arrabbiata la bambina. – Teoricamente non dovrei nemmeno avere un contatto con te. - .

- E allora perché sei qui? Torna lì sotto, se proprio devi. – disse il ragazzo.

- Non lo farò. – fece Samara.

- Perché? - .

- Ci sono cose che devi sapere. - .

Andy la guardò incuriosito. Cos’altro poteva mai celare quella bambina?

- Tipo? – chiese.

- Dato che dobbiamo passare questi sette giorni insieme, ti racconterò la mia vita, dalla nascita alla mia morte. Un pezzo al giorno. Intanto, tu sperimenterai la mia vita qui dentro durante quella settimana di sofferenza. – rispose Samara.

- Ed ogni sera, manderemo una cassetta a Natalie. - .

Una cassetta? Pensò Andy.

- Agirò da videocamera, e racconterai alla tua ragazza quello che succede qui dentro. Recapiterò ogni video via sogno. - .

Il ragazzo non osò immaginarsi cosa avrebbe provato Natalie nel vederlo morire lì sotto.

Poi, Samara cominciò a raccontare la sua storia.

Gli raccontò della sua nascita, del tentativo di omicidio da parte della madre annegandola in una fontana, dell’abbandono nell’orfanotrofio di Newport, dell’infanzia infernale passata lì dentro, le balie che impazzivano, la difficoltà nello stringere amicizie con gli altri orfani.

Una volta finito il suo racconto, la bambina accettò di ascoltare l’infanzia di Andy, senza dubbio più felice di quella vissuta dalla bambina. Mentre lo faceva, il ragazzo notò negli occhi di Samara invidia, rancore, per tutto ciò che non era riuscita a provare lei da viva, nonostante ci avesse provato.

Quando anche il ragazzo ebbe concluso, provò a dormire, ma non ci riuscì. La paura di sprofondare ed annegare nel sonno era enorme. La bambina, venendo incontro al ragazzo, con un potere psichico lo tenne a galla e lo fece riposare.

- Dopo che hai fatto tutto questo per me, è il minimo che possa fare. – disse sorridendo.

Andy la guardò. Non se l'aspettava così gentile.

- Grazie, Samara. - disse, ricambiando il sorriso.

Il ragazzo dormì per qualche ora. Dopotutto, nel mondo reale doveva essere notte fonda. Una volta sveglio, lasciò riposare anche lui Samara, nonostante si domandasse se un fantasma avesse bisogno di riposo.

Rimase solo per diverse ore, senza che la bambina venisse a fargli visita. Sentiva il suo corpo diventare quasi un tutt’uno con l’acqua, tante erano ormai le ore in cui era immersa in essa.

Fu solo presumibilmente quando il primo giorno era allo scadere, che Samara riemerse dall’acqua e fece il video ad Andy.

In esso, il ragazzo cercò di tranquillizzare Natalie, dicendo che la bambina non gli stava facendo niente, anzi, la sua presenza l’allietava.

Finito il video, Samara fece dormire il ragazzo.

Il primo giorno era passato.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il limbo bianco ***


Il risveglio, per Andy, fu tutt’altro che dolce. Samara era sfinita, ed aveva interrotto l’effetto del suo potere per riposarsi; di conseguenza, il ragazzo si era ritrovato nell’acqua gelida. Si aggrappò di nuovo alla parete, e cominciò a pensare su come avesse potuto ingannare il tempo.

Canticchiò, nuotò da parte a parte del pozzo, pensò ai momenti felici vissuti con Natalie. Ripercorse con la mente tutti gli attimi passati con lei: il loro primo incontro, in mensa, all’inizio dell’università; l’assiduità dei loro appuntamenti; l’ultima estate passata insieme a Los Angeles; la sera della visione dei due film; la loro indagine.

E poi quella sera.

Quella sera che maledisse, anche se era stato lui a cominciare il tutto.

Ed ora eccolo lì, bagnato fradicio chiuso in fondo al pozzo con il fantasma di una bambina morta 25 anni prima.

Mentre pensava, la mano di Samara gli afferrò il polso.

Il pozzo sparì.

Era in una stanza bianca. Sembrava non aver mai fine.

- Dove sono? - si chiese il ragazzo.

- C’è qualcuno? - .

Andy si voltò.

Natalie vagava persa in quel candido limbo.

- Natalie! – la chiamò il ragazzo.

Lei non lo sentì.

Il ragazzo riprovò, ma nulla.

- Sto vedendo quello che è successo nell’incontro tra Samara e Natalie! - .

 - Natalie. - .

Samara apparve di fronte a lei. Natalie strinse i pugni e cercò di avventarsi sulla bambina, non riuscendoci.

 - Cosa vuoi ancora? Mi hai portato via il mio ragazzo! MI HAI ROVINATO LA VITA! – urlò di rabbia e disperazione.

- Sono qui in sua vece. – disse la bambina.

Natalie la guardò tra le lacrime.

- Ti devo consegnare questa. - .

Tra le sue mani spuntò una videocassetta.

- Ogni notte passerò a dartene una, per farti sapere come sta. – informò Samara.

La ragazza ringraziò freddamente.

- Come mai questo eccesso di bontà? – domandò stupita.

- Sarò anche un mostro, ma non sono un’ingrata. – rispose la bambina.

Natalie si girò la cassetta tra le mani.

- Ora devo andare. A domani sera, Natalie. - salutò la bambina.

- Puoi lasciare un messaggio da parte mia per Andy? – chiese.

Samara acconsentì.

- Sto fuggendo verso Moesko Island. Non ci vorrà molto tempo prima che i nostri genitori capiranno che non sei più vivo. Proverò a trovare rifugio a Casa Morgan. – disse Natalie.

- Andrò da Ellie Grasnik, allora. Ti farò dare le chiavi. – propose Samara

La ragazza annuì.

- Grazie, Samara. - .

La bambina fece per andarsene, quando aggiunse:

- Digli che lo amo. - .

Samara si voltò.

 - Lo sa. – disse.

Poi, il pozzo riapparve ai suoi occhi.

Il ragazzo pensò alla sua famiglia, alle persone a lui care, cercando di non immaginare come potessero sentirsi appena avrebbero saputo che Andy Walcott era scomparso.

Le lacrime di Andy aggiunsero acqua a quella del pozzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'amico sconosciuto ***


Dopo qualche ora, Samara tornò a galla. Andy notò che, rispetto al giorno prima, aveva sembianze più…vive.

- Samara, sembri più…umana. – fece notare il ragazzo.

La bambina sorrise, e disse:

- Più ti avvicini alla morte, più assumerò sembianze “vive” - .

- Come sarebbe? Non è un altro tranello? – cominciò a balbettare Andy.

- Nessun tranello, credimi. Mi stai semplicemente liberando dalla maledizione. – spiegò Samara.

- E a me? Che sta succedendo? – chiese il ragazzo.

- Stai morendo. E basta. – rispose lei. - Ma tranquillo. Morirò anch'io il settimo girono. - .

Che consolazione. , commentò Andy sarcastico.

- Ora apri le orecchie. Ti svelerò qualcosa che nessuno ha mai saputo della mia storia. – annunciò Samara.

Il ragazzo si mise comodo, per così dire, e cominciò ad ascoltarla.

- Quando la balia mi disse che Anna e Richard erano arrivati all’orfanotrofio per prendermi, ero fuori di me dalla gioia. Gioia che raddoppiò quando li vidi ed ebbi la conferma di quanto annunciatomi. Anna era così simile a me che fu amore a prima vista. E Richard era così…severo ma buono. Avevo visto in quella coppia la realizzazione di un sogno. – raccontò Samara. – La fattoria non fu che l’apice del godimento. I cavalli…com’erano belli. Io, Richard ed Anna non perdevamo l’occasione per andare a fare un giro per il boschetto vicino. - .

- Fin qui tutte informazioni che già sapevo, o che potevo facilmente immaginare. – disse Andy.

- Lasciami finire. – disse Samara. - Un giorno, venne a trovarci la signora Anderson, con suo figlio, Tommy. Non abitavano distanti dalla fattoria. Mentre mamma e sua madre parlavano, io e lui andammo di fuori, e passammo tutto il pomeriggio insieme. Eravamo timidi entrambi, ma col passare del tempo chiacchieravamo e non riuscivamo più a stare zitti. Dopo quel giorno, Tommy ed io ci rivedemmo ogni pomeriggio, per giocare e stare del tempo insieme. I luoghi d’incontro variavano, ma dato che alla fattoria c’era molto più spazio, Tommy si faceva di corsa il kilometro che separa le nostre case per passare con me i pomeriggi. - .

Andy vide Samara brillare di gioia rimembrando quei momenti con Tommy.

- Era il mio migliore amico. Dopotutto, è stato l’unico. – convenne la bambina.

- Che cosa facevate, di solito? – chiese il ragazzo.

- Restavamo in camera mia a parlare, o giocare con la palla di fuori. Ma tanto mi bastava per rendermi migliore la giornata. – rispose Samara.

- Fin dal mattino, aspettavo che arrivasse il pomeriggio per vederlo. Non ti immagini quanta gioia potessi provare appena i miei occhi vedevano la sua piccola figura correre dalla campagna. - .

Andy quasi si commosse, sentendo la bambina felice.

Non voleva morire solo con un ricordo di tristezza e dolore del pozzo.

Samara gli stava facendo un piacere, ma d’altronde anche lei avrebbe smesso di vivere, per così dire, tra sei giorni.

- Io devo andare. – fece sospirando.

- No, ti prego! – disse Andy. – Parlami ancora di Tommy! - .

- Domani. Continueremo domani. Ci vediamo stasera. - .

E si eclissò sotto lo specchio d’acqua.

 

Il ragazzo rimase attaccato al muro per tutto il tempo seguente al congedo di Samara. Le uniche cose che interrompevano il silenzio erano i brontolii del suo stomaco e le mosche che volavano da parte a parte del pozzo. D’altronde, non mangiava da due giorni.

Nella visita serale di Samara, Andy raccontò, per la cassetta destinata a Natalie, i dettagli rivelatigli dalla bambina.

Poi si distese per dormire, lasciando che Samara lo tenesse a galla.

Il secondo giorno era passato.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una ragazza chiamata Natalie ***


Andy, per la seconda volta, si ritrovò immerso supino nell’acqua. Cominciava ad abituarsi a quella routine forzata. Dormiva sempre di meno: i crampi allo stomaco per la fame e la sete, saziata meramente dall’acqua putrida del pozzo, cominciavano a creare problemi al giovane. Il silenzio stesso cominciava a tormentarlo, e la compagnia di Samara era l’unica cosa in grado di alleviargli quei dolori, perché quando era concentrato sui suoi discorsi quasi non sentiva più nulla.

Come ogni mattina, si abbandonò a rimembrare il suo passato.


Chiuse gli occhi, e si ritrovò nella mensa dell’università. Aveva in mano un vassoio pieno di cibo.

Tutti i tavoli erano occupati, tranne uno.

Andy ci si fiondò, iniziando, una volta seduto, a tagliare il roast beef con espressione a dir poco famelica.

- Scusa, è occupato? - .

Una ragazza dai lunghi capelli neri era in piedi di fronte a lui, con il vassoio in mano.

- No, accomodati pure. – rispose Andy, guardandola di sfuggita.

L’aveva già vista passare per i corridoi dell’università, e qualche volta l’aveva anche incrociata per le vie di Seattle.

- Com’è? – chiese lei, vedendo Andy mangiare il roast beef.

- Mamma cucina meglio, ma non mi posso lamentare. – disse ridendo il ragazzo.

La ragazza rise.

- Il purè? Insipido come sempre? – chiese Andy.

- Stavolta no. Evidentemente qualcuno ha contestato l’assidua mancanza di sapore.- rispose lei.

- Ti ho già visto da qualche parte, qui a scuola. – aggiunse poi.

- Beh, sai com’è, frequentiamo lo stesso istituto! – esclamò divertito Andy.

Lei rise di nuovo.

- Hai per caso fatto le Olimpiadi della Fisica contro l’università di Astoria? – chiese.

- Esatto. –confermò Andy.

- Ero la segnapunti.  – disse.

Andy ricordò; quel giorno, a parte rispondere ai quesiti, non faceva altro che guardarla. Arrossì al sol pensiero.

- Ti ho visto che mi fissavi. – disse lei sghignazzando.

- Sai com’è, eri l’unica ragazza carina in quella stanza. – ribatté stizzito Andy.

La ragazza rise.

- E dire che anch’io ti guardavo, di nascosto. - .

Il ragazzo la guardò. Cos’aveva quella ragazza che le altre non avevano?

- Io sono Natalie. – si presentò la ragazza.

- Andy. – rispose lui. -  Piacere di conoscerti, Natalie. - .

I due restarono a parlare per tutta la durata della pausa pranzo. Una volta usciti dalla mensa, si scambiarono i numeri di telefono, e si diedero appuntamento alla fine delle lezioni.

La realtà, poi, chiamò.

Samara gli afferrò il polso.

Si ritrovò nel limbo bianco. Natalie attendeva l’arrivo della bambina.

Andy fissò la sua fidanzata, confrontandola con la ragazza che aveva conosciuto anni prima all’università. Quanto era cambiata!

Samara apparve con la videocassetta.

 - Come sta? – chiese Natalie.

- Sta ancora bene. Ma presto comincerà ad accusare i primi sintomi di denutrizione e ipotermia.  – rispose la bambina, consegnandogliela.

- Sembri più…viva. – notò la fidanzata di Andy.

- Nella cassetta c’è spiegato il perché. – disse Samara.

- Dove sei, adesso? – chiese poi.

- Ho raggiunto Shelter Mountain. Mi sono nascosta nella dimora dell’affittacamere. Probabilmente domani mi imbarcherò per l’isola. – rispose Natalie.


Natalie e Samara sparirono, ed Andy tornò a patire il freddo e la fame.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'occhio del cavallo ***


Andy sobbalzò dalla paura quando Samara uscì dall’acqua.

- Mi hai spaventato. – disse appena la bambina si appostò nella parete di fronte.

- Scusa. – rispose Samara.

Andy la guardò. Nel suo volto c’erano sempre meno rughe, e le gambe erano praticamente tornate come quando era viva, insieme a qualche parte delle sue braccia e mani.

- Cosa mi racconterai, oggi? – chiese il ragazzo.

- Di quando tutto ha cominciato ad andare a rotoli, sancendo l'inizio della mia rovina. – rispose Samara.

Andy tese le orecchie. Era giunto il momento migliore della giornata.

- Un giorno, i miei mi portarono a Blane per una manifestazione ippica. Ci appostammo sugli spalti, e la gara iniziò. Tutto sembrava filare liscio, fin quando, il cavallo di un fantino incontrò il mio sguardo. Dopo esser rimasto in un primo momento fermo, il cavallo ha cominciato a dimenarsi, facendo sbalzare via il fantino, quasi uccidendolo, per poi correre verso il mare, suicidandosi. - .

Ad Andy venne in mente l’articolo di giornale visto da Rachel sull’argomento in questione, in “The Ring”. Proprio grazie a quell’articolo, era riuscita a scoprire che i Morgan avevano una figlia.

- Ad Anna non sfuggì questo rapido scambio di occhiate, e fu da quel momento che strane, ma giuste supposizioni, cominciarono a formarsi nella mente della mia madre adottiva. – aggiunse Samara.

- Poi? Che successe? – domandò Andy.

- Tornammo a Moesko Island, ed Anna informò Richard su quello che era successo. Ma da quel momento, Anna non volle più fare cavalcate con me e Richard. Era diventata più tesa, meno tranquilla. Provava gli stessi sentimenti di sempre, ma era come più vigile. Non era più serena. Cominciava ad aver paura di me. – rispose la bambina.

- Ma gli altri cavalli della tenuta? Non penso che Anna e Richard abbiano trovato un modo per non farti vedere i cavalli. – obiettò il ragazzo.

- Quando dovevano portarli fuori, Anna mi trovava qualcosa da fare, che mi tenesse occupata e alla larga dai cavalli. Che so, aiutarla a pelare le patate o a cucinare qualcosa. – raccontò Samara.

- E con Tommy? Come facevate a vedervi? – chiese Andy.

- Per fortuna, Anna ci lasciava incontrare, a patto che stessimo lontani dalla stalla dei cavalli. Alla fine, ci bastava anche stare solo in camera a chiacchierare. E, cosa strana, non era cambiato come Anna e Richard. Evidentemente non sapeva nulla di quello che era successo a Blane. – rispose la bambina.

- Ma se l’hai guardato negli occhi…avresti dovuto fargli lo stesso effetto che hai avuto con i tuoi genitori! – esclamò Andy.

- Sai una cosa? A distanza di tutti questi anni non me lo spiego. – fece la bambina.

I due stettero in silenzio, poi Samara lo salutò.

La serata fu uguale alle precedenti, con il ragazzo che aggiornava Natalie sulla situazione.

 

Il terzo giorno era passato.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Giro di boa ***


Andy aveva dormito solo quattro ore, quella notte. I dolori aumentavano sempre di più col passare del tempo. Era quasi arrivato al giro di boa, alle 10.30 il conto alla rovescia verso la sua morte avrebbe percorso metà della strada. Si girò verso Samara, che ancora non era scesa in acqua.

- Posso farti una domanda? – chiese. La bambina annuì.

- Come farò a sapere con esattezza quando morirò? Cioè…non c’è una specie di timer che misuri il tempo che mi resta da vivere? - .

- Perché non guardi il tuo braccio? – disse Samara.

Andy si tirò su la manica del braccio dove era tatuato il cerchio.

Quasi metà di esso era svanito.

- Quando saranno le 21, tra tre giorni, il tuo cuore farà l’ultimo battito. Il cerchio sparirà del tutto. Il tuo, come quello di Natalie. – spiegò la bambina.

- Natalie potrà vedere quando morirò? – domandò Andy stupito.

- Sì. – confermò Samara.

Il ragazzo abbassò lo sguardo verso l’acqua. Non voleva pensare in alcun modo alla sua ragazza, pensare che stesse soffrendo.

- Hai consegnato la cassetta di ieri sera a Natalie? – domandò continuando a fissare il fondo del pozzo.

- Certo. Vuoi che ti faccia vedere l’incontro? – chiese la bambina. Andy annuì.

La bambina gli afferrò il braccio e si ritrovarono nuovamente nel limbo bianco.

Natalie sembrava più stremata degli altri giorni.

- Che ti è successo? – chiese Samara.

- La polizia è sulle mie tracce. Sono accusata dell’omicidio di Andy. – annunciò.

Il ragazzo rimase a bocca aperta e per qualche secondo smise di respirare.

- Ho avuto qualche problema a Bellingham, ma una volta preso il traghetto è filato tutto liscio. Ellie mi ha portata a Casa Morgan. Sono lì, al sicuro, per ora. – disse.

- Hai avuto modo di vedere le cassette? – domandò la bambina.

- Sì. Sono strazianti. – rispose Natalie.

Andy vide nel suo volto tanta tristezza e tanto dolore.

- Non sai cosa si prova. – aggiunse.

- Neanche tu sai cosa sta provando lui. – rispose Samara, punta nel vivo.

Le consegnò la cassetta.

- Guarda il tuo braccio. – ordinò.

Natalie obbedì e vide il cerchio dimezzato.

- E’ il tempo che resta ad Andy prima di morire. – disse.

Andy osservò Samara.

La bambina aveva compiuto metà della sua trasformazione.

La faccia era chiazzata, tra parti di pelle viva e pelle morta.

Le gambe erano tornate come quando era viva.

Le braccia presentavano ancora molte parti morte.

Le stavano rispuntando le unghie.

- Ora lasciami andare. – disse Natalie.

- Lo sai che ti sta osservando? – fece Samara.

Natalie aprì bocca ed occhi.

- Dov’è? – chiese.

- In fondo al pozzo. Ma vedrà ogni singolo incontro che facciamo, appena si sveglierà. – rispose la bambina.

Poi tutto svanì.

Andy tornò a fissare il cerchio, in alto. Samara era scomparsa di nuovo. Si guardò il braccio.

Metà era svanito.

 

Era al giro di boa.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il terrore e la pazzia ***


- Era ora che arrivassi! – esclamò Andy appena la testa di Samara affiorò dall’acqua.

- Arrivo sempre alla solita ora, sai? – disse divertita la bambina.

- Beh…quando si è da soli, il tempo passa più lentamente. – affermò il ragazzo.

- Ora si velocizzerà, tranquillo. – fece la bambina, mettendosi nella solita posizione.

- Vai. Sono tutt’orecchi. – proferì Andy.

Samara sorrise. Gli faceva piacere che il ragazzo fosse interessato alla sua storia.

- Dopo qualche tempo, Anna provò ad addormentarmi suonando la melodia che si sente nei titoli di coda dei due film. La cosa strana, fu che nei primi tempi, oltre che a farmi dormire, riuscii a starmene cheta e far rilassare i miei genitori. Arrivai anche al punto di entrare in contatto con i cavalli senza che essi dessero segni di squilibri. Anna, da quel momento, ogni sera mi suonava quella melodia. Sembrava tutto tornato come prima. - .

- E qui penso che ci sia stato un colpo di scena. – suppose Andy.

- Esattamente. – confermò la bambina. – Un giorno, Anna si ammalò, e non riuscì a suonarmi la melodia. Bastò un giorno di astinenza. I miei poteri si liberarono in tutta la loro devastante potenza. Anna peggiorò e fu colta da attacchi di delirio; era come pazza. Richard era sempre nervoso e scontroso nei miei confronti. - .

E fu così che ebbe inizio. Pensò Andy.

- Richard mi rinchiuse nella stalla dei cavalli, trasferendo la mia camera in una piattaforma rialzata, raggiungibile da una scala. –

Al ragazzo vennero in mente gli avvenimenti del fienile.

- Un giorno, per vendetta, gli uccisi i suoi due cavalli preferiti. Il ranch venne messo sotto controllo. Iniziò la rovina dei Morgan. – disse Samara.

- Ma durante questi controlli, tu dov’eri? – domandò Andy.

- Io ed Anna venivamo portate da Richard dalla dottoressa Grasnik, nel vano tentativo di curarci. Appena gli investigatori se ne andavano, ci tornava a prendere. – rispose la bambina.

- E Tommy? Anche lui fu coinvolto in quella vicenda? – chiese il ragazzo.

Samara, cogliendo di sorpresa anche Andy, scoppiò in pianto.

Il ragazzo la raggiunse, e la strinse in un abbraccio.

- Cos’è successo a Tommy, Samara? – domandò.

Lei lo guardò, con gli occhioni ancora pieni di lacrime.

- Dopo quel giorno, quando tutto peggiorò, peggiorò anche lui. Mi veniva a trovare di nascosto, nel fienile. Mi diceva che vedeva il fantasma di una ragazzina dal sudario bianco ed i capelli neri che le coprivano il volto. Tormentava i suoi sogni dicendo che sarebbe morto. Ma a parte questo, non succedeva nulla di male, a parte il fatto che le visite erano velocissime. – rispose.

Andy tese ancor di più le orecchie.

- Poi, un giorno… - .

Gli afferrò il polso.



Andy vide Samara stare distesa nel lettino, dentro la stalla. I cavalli facevano sempre più baccano.

La porta si aprì, ed entrò un bambino, probabilmente Tommy. Aveva una camicetta a scacchi e dei jeans rattoppati.

Salì le scale, e si presentò al cospetto della bambina.

- Ciao Samara. – salutò Tommy.

Samara si alzò dal letto.

- Ehi, Tommy! – fece sorridente la bambina.

Ma appena vide il suo volto cambiare dal sorriso al terrore.

- Tommy, che ti succede? – domandò Samara.

Tommy cominciò a balbettare.

- Sei tu! – esclamò quasi urlando.

- Abbassa la voce, o ci sentiranno! – disse la bambina.

Le tue urla sono inutili.

Una voce perfida si propagò nella mente di Tommy.

Non vedeva l’amica davanti a lui, ma il fantasma che lo tormentava da giorni.

- Cosa vuoi da me? – chiese terrorizzato.

- Tommy, che stai dicendo? – fece Samara in preda al panico.

Tu morirai.

- Prima Anna, poi i cavalli! Non sarò la tua prossima vittima! - urlò Tommy.

Oh sì che lo sarai.

- Non andartene, Tommy! – supplicò Samara. – Ti prego…che ti succede? - .

Il bambino scese dalle scale e si diresse verso la porta.

- Addio, Samara. NON MI AVRAI MAI! – urlò Tommy, chiudendo la porta.

Io ti ucciderò, Tommy Anderson.

- Ti prego, Tommy! Torna qui! – disse tra i singhiozzi la bambina.

Morirai…e lo sai.



Andy vide di nuovo la bambina appoggiata su di lui piangente.

- Restai lì a piangere per la disperazione. Avevo perso l'unico amico che avessi mai avuto in tutta la mia vita. - disse Samara.

Il ragazzo la abbracciò, cullandosela per diversi minuti.

Povera Samara. Pensò Andy. Ti è stato negato uno dei pochi sollievi della tua misera vita.

Toccò i suoi capelli, accarezzandoglieli.

Avrebbe voluto passare tutto il tempo che gli rimaneva da vivere con quella bambina attaccata a lui.

Dopo poco, però, Samara si staccò da lui e tornò sott’acqua.

 

La sera, dopo la registrazione, Samara accettò di buon cuore di stare un po’ con Andy. 

Vedeva in quel ragazzo il fratello che non aveva mai avuto.

Cercò di godersi al meglio quei momenti.

Poi, quando il ragazzo fu stanco, lo fece addormentare.

 

Il quarto giorno era passato.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ammissioni e accuse di colpa ***


Per tutta la notte, a parte quei pochi momenti in cui aveva dormito, Andy era rimasto a fissare il cerchio.

Era stravolto. Lo stomaco era tutto un brontolare. Gli occhi a momenti restavano chiusi, altre volte restavano spalancati per un tempo che al ragazzo sembrava interminabile. Il freddo lo divorava dentro e fuori. Stava progressivamente perdendo sensibilità.

Dormivo di più quando stavo in campeggio. Pensò. Avevo la tenda e il sacco a pelo, non dormivo tanto ma di sicuro più tempo di ora.

Cercava di pensare il meno possibile a Natalie, ma sapendo che l’avrebbe vista a momenti, non poteva che rimembrare, a momenti alterni, i momenti vissuti con lei, come del resto faceva da cinque giorni.

Cinque giorni.

Mancavano poco più di 48 ore alla sua morte.

Aveva solo 23 anni.

Un ragazzo, alla sua età, di solito aveva una vita davanti.

A lui erano rimasti due giorni di vita.

I suoi genitori dovevano essere immersi nel dolore per la sua perdita. Andy pianse pensando a questo.

La madre, che l’aveva sempre sostenuto nei momenti difficili, aiutato, cresciuto. Nonostante i litigi, Andy gli aveva sempre voluto bene, sapendo che se lo sgridava o rimproverava era per il suo bene.

Il padre, con cui aveva condiviso i momenti più belli della sua vita: le settimane in campeggio, le battute di pesca, i lavoretti in garage, i consigli con le donne.

E tanti, tanti altri momenti stupendi che Andy rimpiangeva e ricordava con piacere.

Samara lo riportò per qualche secondo alla realtà, ritrovandosi nel limbo bianco pochi secondi dopo.



Natalie aveva un’aria sempre più esausta. I suoi occhi non erano più luminosi come lo erano prima di tutta quella storia. La situazione che si era creata aveva messo a dura prova i suoi nervi, ed i solchi nel viso della giovane lo provavano.

La bambina apparve poco dopo.

- Come stai? – chiese a Natalie.

- Ho tirato il fiato. – rispose Natalie. – Non so quanto possa essere al sicuro qui. - .

Natalie prese la cassetta.

- Non lo riconosco più. – disse, riferita ad Andy.

- E quello che hai visto è nulla. Il settimo giorno non potrai neanche dire di avere davanti il tuo fidanzato. – fece Samara.

Natalie fissò la cassetta. Non riusciva ad immaginarsi in che condizioni avrebbe trovato Andy.

- Cosa dicono di te i giornali? – disse poi la bambina.

- Che l’ho rapito ed ucciso. Ma non hanno uno straccio di prove, solo la testimonianza della madre di Andy, che diceva che avremmo passato la serata insieme, cinque giorni fa. La polizia basa le sue indagini su quella dichiarazione e su alcune persone che mi avrebbero vista diretta a nord ed avvistatami a Bellingham, nella zona del porto. – rispose la ragazza.

Andy guardò Samara. La bambina guardava con compassione Natalie. Riconosceva il male che aveva fatto.

Non vuoi fare del male a nessuno?

Però lo faccio. E mi dispiace.

- A domani. – disse Natalie, congedandosi.

- Buona fortuna. – augurò la bambina.



Andy tornò nel pozzo.

Appoggiò una mano nel muro, ma le unghie rimasero incastrate tra i mattoni.

Nel tentativo di estrarla, però, anche l’altra mano rimase incastrata.

Con tutta la forza che gli era rimasta nel suo corpo già esausto, Andy si tirò via.

 

Le sue unghie rimasero a far compagnia a quelle di Samara nelle pareti del pozzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Uno scorcio di Eola ***


Andy piangeva ed urlava di dolore. Le sue unghie erano rimaste attaccate alle pareti, come era successo a Samara tanti anni prima, ed ora le sue dita sanguinavano copiosamente. Erano ore che andava avanti così. Non smetteva di piangere e urlare. L’odore di sangue penetrava nelle narici.

Ad un tratto, Samara corse ad arrampicarsi sulla parete.

- Ma che ti è successo? – chiese allarmata.

Andy le mostrò le dita senza unghie.

- Ah capisco. – disse, recuperando il tono tranquillo.

- Non potresti alleviarmi il dolore? – chiese il ragazzo cercando di non urlare.

- Ci provo, dammi qualche secondo. – fece Samara.

La bambina tentò e ritentò, ma invece di migliorare, Andy peggiorò.

- Scusami. – disse. – Non ce la faccio. - .

Non vuoi fare del male a nessuno?

Però lo faccio, e mi dispiace.

- Lasciale in acqua e muovile il meno possibile. – fece Samara.

Andy obbedì, e le fece tornare sotto lo specchio d’acqua. La bambina cominciò il suo racconto.

- Il giorno seguente all’addio di Tommy, andai con Anna all’ospedale di Eola, che ben conosci. Ci rimasi per diversi mesi, come ben sai, senza che ottenessi un margine di miglioramento. - .

- Ok, fin qui ci sono. Cosa non so della tua permanenza ad Eola? – chiese il ragazzo.

- Ora ti farò vivere in prima persona alcuni momenti che ho vissuto lì dentro, quando non dormivo. – disse lei.

Lei non dorme mai.

Gli afferrò il polso.

I suoi occhi divennero quelli di Samara.

E il pozzo svanì.



Andy era diventato Samara. La stanza dove era rinchiusa la bambina durante la permanenza all’ospedale di Eola County si formò intorno a lui. Le pareti color turchese la circondavano. Sedeva su un letto.

Sono sola.

Samara fissava la parete di fronte, rimanendoci per otto ore, senza mai muoversi.

Mamma, dove sei?

Si alzò, e si mise davanti alla porta, fissando l’orologio sopra di essa, rimanendoci per sei ore.

Quanto dovrò rimanere qui? Sono sola. Mamma, dove sei?

Non l’aveva più vista da quando erano arrivati all’ospedale.

Samara si appoggiò al muro, fissando catatonica il pavimento per quattro ore.

Perché sono qui? Sono sola. Mamma, dove sei?

Si spostò di fronte alla telecamera che la stava riprendendo da sedici ore, e la fissò.

Mi manchi, Tommy. Sono sola. Mamma, dove sei?

Come lo aveva fatto con il televisore nella stalla, Samara riuscì ad imprimere delle immagini attraverso quella telecamera. Le raccolse.

Una prima mostrava i due bambini giocare nel cortile di casa Morgan.

Una seconda mostrava il volto sorridente di Tommy.

Una terza mostrava la madre.

Tornò sul letto, e le fissò per tutto il tempo che le rimaneva prima della prossima seduta col Dottor Scott.

Appena sentì la porta aprirsi, le nascose sotto il cuscino.

- Vieni, Samara. Hai la seduta col dottore. – disse l’infermiera.

Samara uscì, prendendo la mano dell’infermiera.

Aiuto.

Lungo i corridoi, incrociò lo sguardo di tanti altri pazienti.

Sono sola.

Il dottore apparve dinanzi a lei.

- Ciao, Samara. Accomodati pure. – salutò lui.

Mamma, dove sei?



Andy tornò nel pozzo. Samara guardava l’acqua.

- Samara. – la chiamò Andy.

La bambina alzò lo sguardo.

- Vieni qui. – disse.

Samara, obbedì, ed appena fu a portata di braccio Andy la strinse a sé.

La bambina ricambiò il gesto, stringendolo forte.

- Ci stai prendendo gusto. – fece ridendo.

- In fondo, non volevi qualcuno che ti desse un po’ d’affetto? Un po’ d’amore? – rispose il ragazzo.

Samara si commosse, sentendo quelle parole.

Andy alzò il braccio con il cerchio, e vide parte di esso scomparire.

 

Il quinto giorno era passato.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Con lo sguardo al cerchio ***


Andy non dormiva. Parlava a stento. Si muoveva il meno possibile. Stava a galla supino, fissando ininterrottamente il cerchio. Si sentiva morto, consapevole che tra meno di quarantotto ore lo sarebbe stato.

La sera prima, nella cassetta per Natalie, gli aveva riferito che l’indomani non sarebbe stato in ottima forma, e già dopo poche ore era ridotto in quello stato.

Samara, come tutte le mattine, non aveva mostrato segni di vita, a parte dargli la visione di quello che era successo con Natalie, che non aveva notizie rilevanti.

Era anche troppo stanco per pensare. Fissava il cerchio catatonico.

Controllò il braccio, e vide il tatuaggio continuare a sparire minuto dopo minuto.

Stava morendo, e lo sentiva.

 

Smise di fissare il cerchio, quando sentì Samara arrampicarsi lungo le pareti del pozzo.

Uscì dall’acqua, e lo guardò.

- Non commentare. – disse sibilando Andy.

- Non lo farò. – rispose Samara.

Il ragazzo le rivolse lo sguardo.

La bambina aveva acquisito totalmente le sembianze vive. Ed era tremendamente somigliante all’interpretazione che ne aveva dato Daveigh Chase.

- Sono tutt’orecchi. – disse Andy.

- Quando io ed Anna tornammo da Eola, Richard mi rinchiuse nuovamente nel fienile. Le giornate tornarono a passare monotone come sempre. Finché, un giorno, Anna non corse alla porta del fienile chiamandomi a gran voce. - .

Gli prese il polso e si ritrovò nella stalla.

- Samara! Vieni qui, subito! – chiamò la madre adottiva.

La bambina scese le scale e corse alla porta.

- Mamma! Che ci fai qui? Se papà ti vede, ci sgriderà! – disse.

- Non m’interessa. Devo farti alcune domande. – fece sbrigativa Anna.

- Cos’è successo? – .

- Samara, cosa hai fatto a Tommy Anderson? - .

La bambina si stupì. Cosa aveva fatto a Tommy?

- Nulla, mamma. – rispose Samara.

- Non è vero. – fece la madre.

La bambina era sempre più sorpresa.

- Sì, invece. – rispose.

- No, invece. – ribatté Anna.

- Mamma, mi spieghi cos’è successo? – domandò Samara.

La madre stette qualche secondo in silenzio.

Poi disse:

- Tommy Anderson è morto. - .

 

Samara non credette a quello che sentì. Tommy non poteva essere morto…

- Come sarebbe morto? – chiese.

- Morto, Samara. Morto. – disse la madre. - Tu l’hai ucciso. - .

- IO? – urlò Samara. – NON L’HO UCCISO IO! ERA IL MIO MIGLIORE AMICO! - .

- E allora perché Rosaline mi ha detto che il figlio continuava a raccontare che lo tormentavi nel sonno? – domandò Anna.

Cosa vuoi da me?

Non sarò la tua prossima vittima!

- Perché lo hai fatto, Samara? Perché? - .

Ma la bambina era già corsa via, e piangeva nel lettino della stalla.

 

Gli occhi di Andy tornarono a fissare il cerchio. Li girò verso Samara, che era in lacrime.

- Non me lo sono mai perdonato. – disse. – Appena morirò…gli chiederò perdono. - .

Andy si rimise a fatica in piedi, e contro il volere della bambina, la abbracciò di nuovo.

La capiva. E voleva farglielo capire.

 

Il sesto giorno era passato.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Io ti perdono ***


Settimo giorno, tra le 22 e le 8.

Samara non se ne volle andare, dopo aver registrato la cassetta del sesto giorno. Non voleva lasciare Andy da solo, in quelle 24 ore che gli restavano da vivere. Fu costretta ad assentarsi solo per consegnare la cassetta a Natalie. Quando tornò, Andy era ancora sveglio.
- Non chiudi occhio da giorni. Dormi un po’. – disse Samara.
- Che…senso ha…dormire…quando…tra…meno…di…ventiquattro ore…dormirò…per sempre? – ansimò Andy.
Questa frase colpì molto la bambina. Nonostante fosse stata da sola, nel pozzo, si rispecchiava in lui.
- Natalie non sta bene. – disse.
- Cos’ha? – chiese il ragazzo.
- La polizia ha raggiunto Moesko Island. Non so quanto potrebbe impiegare per raggiungere casa Morgan, ma non è più al sicuro. – riferì Samara.
- Altro? – domandò Andy.
- No, per ora no. – fece la bambina.
Si appostò alla parete e vegliò su Andy.
- Non…ti…preoccupare…per me. Vai…a…dormire… - sibilò il giovane.
- Io non dormo mai. – rispose Samara.

Settimo giorno, tra le 8 e le 12

Samara raccontò ad Andy l’ultimo episodio della sua vita, ovvero i fatti di Shelter Mountain.
- Ehi, Andy. – disse una volta finito di parlare la bambina.
Andy la guardò.
- Grazie per avermi dedicato la tua attenzione, per avermi sopportata in questi sette giorni. – .
Andy accennò un sorriso, tornando a fissare il cerchio.
- Non…era…questo…che…volevi? Attenzione? Essere…ascoltata? – rispose.
Samara sorrise, e continuò a tenergli compagnia.

Settimo giorno, tra le 12 e le 20

Samara registrò la cassetta con Andy che cercava di tenersi in piedi. La bambina gli trasmise energia per riuscire almeno a parlare bene.
- Beh, Natalie, eccomi qui. Il settimo giorno. Samara non è stata così cattiva, in fondo. Ammettilo. Ci ha tenuti in contatto. Ci ha dato il modo di spezzare la sua maledizione, salvare innumerevoli vite sacrificandone una. E’ un peccato, ma in fondo, ognuno non vorrebbe stare al mio posto. Ti lascio un compito: fai vedere queste cassette al mondo per scagionarti e far presente che la leggenda della cassetta che uccide dopo sette giorni è, o almeno, era vera. Beh, ti saluto. Devo andare. Ti amo, Natalie. - .
Samara portò la videocassetta a Natalie, e quando tornò vide Andy sprecare le ultime energie in un pianto liberatorio.
La bambina gli strinse la mano, e gliela accarezzo, standogli vicino anche tutto il pomeriggio.

Settimo giorno, ore 20.58.

Andy non si muoveva più da ore. Non ce la faceva più. Ogni secondo che passava, le forze nel suo corpo diventavano sempre di meno.
Samara gli era rimasta accanto tutto il tempo, come una madre al capezzale di un figlio malato.
Ad un tratto, la bambina vide il cerchio di Andy ridotto a pochi centimetri. Mise un dito su di esso.
- Hai 60 secondi di vita. – disse al ragazzo.
Andy tossì, aprì gli occhi e vide il cerchio.
- Allora…è…vero…prima…di…morire…si vede…il…cerchio. – disse ansimante.
- Non sforzarti. Hai 35 secondi. – disse la bambina.
- Al…diavolo! Devo…dirti…una…cosa…Samara. – fece Andy.
La bambina si chinò su di lui.
20 secondi.
- Samara…io…ti…perdono. – disse.
La bambina pianse.
- Samara…io…ti…perdono. – .
10 secondi.
- Samara… - .
5 secondi.
Prese tutta la forza che gli restava nel corpo ed urlò:
- IO TI PERDONO! - .
Le 21.
Andy vide il cerchio, sopra di lui.
Samara si gettò tra le braccia del ragazzo.
Andy la abbracciò.
Il cuore del ragazzo si fermò.
Chiuse gli occhi, e piano piano affondò con la bambina.
Grazie.
Delle bolle.
Poi, un tonfo sordo.
Andy Walcott era morto.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Finale ***


Di seguito, sono riportati alcuni titoli del Seattle Post Intelligencer durante la permanenza di Andy in fondo al pozzo.

 

Quarto giorno

Il killer che non ti aspetti

 

Da ormai tre giorni non si hanno più notizie di Andy Walcott. Il giovane di Seattle, 23 anni, dopo aver passato una serata con la sua fidanzata, Natalie Johnson, 23 anni, è misteriosamente scomparso, senza lasciare un messaggio né un avviso. Non si può dire altrettanto della fidanzata, da giorni in fuga verso il Canada. Recenti avvistamenti segnalano la sua presenza a Bellingham, ma le forze dell’ordine non sono riuscite a rintracciarla. La Johnson, dopo esser stata avvistata nella zona del porto, si è volatilizzata, facendo perdere le sue tracce.

Le accuse, per la ragazza, potrebbero essere sequestro di persona e omicidio.

 

Settimo giorno


Natalie Johnson avvistata a Moesko Island

 

Sembra che Natalie Johnson, la ragazza accusata dell’omicidio del fidanzato, Andy Walcott(di cui non si hanno ancora notizie), sia stata avvistata a Moesko island, l’isola in cui sono ambientati gli avvenimenti del celeberrimo film horror “The Ring”.

Come mai proprio lì?

Cosa ha portato Natalie a Moesko Island?

Semplice coincidenza o sotto c’è qualcosa di più grosso?

 

Questi, invece, i titoli dopo la morte di Andy.

 

Un giorno dopo la morte

“The Ring” è vero

 

Questo è ciò che avrebbe affermato Natalie Johnson in una cassetta lasciata nella dimora dei defunti coniugi Morgan di “The Ring”, a Moesko Island. Insieme a questo video, ve n’erano altri sette, che racchiudevano immagini raffiguranti “Andy Walcott nella sua prigionia in fondo al pozzo con Samara”.

Video che, secondo la Johnson, sarebbero stati girati da Samara stessa e consegnati via sogno.

A confermare il presunto marchio di fabbrica della diabolica bambina, secondo le testimonianze dei presenti, sarebbe la mancanza dei numeri identificativi della traccia video in tutte e sette le videocassette.

Sono stati chiamati alcuni membri del "Ring"(fan di "The Ring" che si sottopongono a vicenda alla tortura della videocassetta) locale, ed hanno confermato la provenienza del video.

I due giovani, ha raccontato Natalie, avevano condotto un’indagine personale sul film, culminata con la liberazione dello spirito di Samara, la visione del video maledetto e il sacrificio di Andy(passare sette giorni nel pozzo dove era perita Samara, patendo le sue stesse pene), compiuto per spezzare la maledizione della bambina.

A questo punto, benché tutto ciò sembri una bufala anziché la triste verità, le accuse contro la Johnson scomparirebbero.

Ma di lei, ancora, nessuna traccia.

 

Tre giorni dopo la morte

Natalie come Anna

 

Natalie Johnson si sarebbe suicidata, gettandosi dalla stessa scogliera da dove si era suicidata Anna Morgan.

Non si conoscono i motivi del gesto estremo della ragazza.

Secondo Ellie Grasnik, conoscente della vittima ed abitante dell’isola, sarebbe stata afflitta dal “senso di colpa del sopravvissuto”.

Il suo corpo è stato recuperato nella stessa riva dove, tanti anni prima, erano state rinvenute le carcasse dei cavalli del Morgan Ranch.

La ragazza è morta portandosi con sè tutti i segreti di questi avvenimenti, dalla morte di Andy e la scomparsa del suo corpo, alle videocassette dalla provenienza ignota.

Tante domande, nessuna risposta precisa.

Solo una cosa è certa: Non si farà mai abbastanza luce su questa incredibile vicenda.

Fine.

***

Messaggio dall'autore.

E infine ci siamo.
I sette giorni sono passati.
Andy è morto. Natalie pure.
Non potete immaginarvi quanto possa dispiacermi.
Li ho visti cambiare, amarsi...e morire.
Non ho parole, credetemi.
Passiamo alla seconda parte noiosa: il mio personale giudizio su questa storia.
Contrariamente a "Il richiamo di Samara", non mi è piaciuto scrivere questo episodio. Mi è sembrato troppo monotono, benchè avesse certe parti toccanti. Ma d'altronde sono state così le giornate in fondo al pozzo per Andy. Monotone.
Spero che almeno voi lettori l'abbiate apprezzato.
Ed ora, i ringraziamenti!
Come al solito, grazie ai lettori silenziosi.
Ed un grazie ancora più grande va a:

 - Stella cadente, che, nonostante la latitanza(ognuno ha diritto ad avere una vita sociale), non ha fatto mancare il suo piccolo ma grande apporto in termine di incoraggiamenti via recensione. Mi scuso inoltre con la suddetta, per avergli spudoratamente copiato il finale stile articoli di giornale usato in "Lei voleva solo essere ascoltata";
 - skyistorn, puntualissima, breve e diretta come sempre, appassionata a questa storia, che, come Stella cadente, non smetterò mai di ringraziare.

Ora mi chiederete: Frenz, farai altre storie su "The Ring"? Questa serie avrà un altro episodio?

La risposta alla prima domanda è: Per il momento no.

Ho già tormentato abbastanza Samara da meritarmi una sua visita. Ho in mente tanti altri progetti, tra cui un prequel di "The Ring", "Quel weekend a Shelter Mountain". Ma, per il fandom di "The Ring", ho momentaneamente chiuso.

La risposta alla seconda domanda è: Forse.

Avevo in mente di scrivere un prequel, sull'amicizia tra Samara e Tommy, ma, come detto sopra, per il momento non ho intenzione di scrivere altro per il fandom di "The Ring".

Detto questo, vi saluto, e spero di trovarvi in altre mie storie.

Vi lascio con un mio disegno (fatto male) elaborato durante le ore di chimica.


A presto!

Frenz


P.s.: Ve lo ordino. Fate partire "The Well" di Hans Zimmer. ORA!

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3088862