Sette giorni con Samara di FrenzIsInfected (/viewuser.php?uid=822976)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** Il limbo bianco ***
Capitolo 3: *** L'amico sconosciuto ***
Capitolo 4: *** Una ragazza chiamata Natalie ***
Capitolo 5: *** L'occhio del cavallo ***
Capitolo 6: *** Giro di boa ***
Capitolo 7: *** Il terrore e la pazzia ***
Capitolo 8: *** Ammissioni e accuse di colpa ***
Capitolo 9: *** Uno scorcio di Eola ***
Capitolo 10: *** Con lo sguardo al cerchio ***
Capitolo 11: *** Io ti perdono ***
Capitolo 12: *** Finale ***
Capitolo 1 *** L'inizio della fine ***
Andy riaprì gli occhi.
Provò a respirare, ma invece di aria,
respirò acqua. Tornò in superficie e riprese
fiato.
Era tutto buio, intorno a
lui. Toccò le pareti, sentendo mattoni umidi e pieni di
muschio.
Alzò lo sguardo al cielo.
Il
cerchio.
Ricordò.
Era stato scelto da Samara per passare con lei i sette
giorni che avrebbero infranto per sempre la maledizione.
Non riuscì a toccare il fondo
del pozzo, pertanto si
aggrappò alle pareti per non perdere le forze troppo
rapidamente per tenersi a galla.
- Samara! Dove sei? – la
chiamò il ragazzo.
Delle bolle cominciarono a formarsi
nell’acqua del pozzo. Dopo qualche
secondo, la mano della bambina si aggrappò alla
parete di fronte a quella dove stava il ragazzo. Uscì, e si
mise nella stessa
posizione di Andy. Aveva le stesse sembianze di quando era uscita dal
televisore di Noah per ucciderlo.
- Ora ci sono. – disse.
– Perché mi hai chiamato? - .
- Ero solo. – rispose Andy.
- Anch’io lo ero, sai?
– fece arrabbiata la bambina. –
Teoricamente non dovrei nemmeno avere un contatto con te. - .
- E allora perché sei qui?
Torna lì sotto, se proprio devi. –
disse il ragazzo.
- Non lo farò. – fece
Samara.
- Perché? - .
- Ci
sono cose che devi sapere. - .
Andy la guardò incuriosito.
Cos’altro poteva mai celare
quella bambina?
- Tipo? – chiese.
- Dato che dobbiamo passare questi sette
giorni insieme, ti
racconterò la mia vita, dalla nascita alla mia morte. Un
pezzo al giorno.
Intanto, tu sperimenterai la mia vita qui dentro durante quella
settimana di
sofferenza. – rispose Samara.
- Ed ogni sera, manderemo una cassetta a
Natalie. - .
Una
cassetta? Pensò Andy.
- Agirò da videocamera, e
racconterai alla tua ragazza
quello che succede qui dentro. Recapiterò ogni video via
sogno. - .
Il ragazzo non osò immaginarsi
cosa avrebbe provato Natalie
nel vederlo morire lì sotto.
Poi, Samara cominciò a
raccontare la sua storia.
Gli raccontò della sua nascita,
del tentativo di omicidio da
parte della madre annegandola in una fontana, dell’abbandono
nell’orfanotrofio
di Newport, dell’infanzia infernale passata lì
dentro, le balie che impazzivano, la difficoltà nello
stringere amicizie con gli altri orfani.
Una volta finito il suo racconto, la
bambina accettò di
ascoltare l’infanzia di Andy, senza dubbio più
felice di quella vissuta dalla bambina. Mentre lo faceva, il ragazzo
notò negli occhi di
Samara invidia, rancore, per tutto ciò che non era riuscita
a provare lei da
viva, nonostante ci avesse provato.
Quando anche il ragazzo ebbe concluso,
provò a dormire, ma
non ci riuscì. La paura di sprofondare ed annegare nel sonno
era enorme. La bambina, venendo incontro al
ragazzo, con un potere
psichico lo tenne a galla e lo fece riposare.
- Dopo che hai fatto tutto questo per me,
è il minimo che
possa fare. – disse sorridendo.
Andy
la guardò. Non se l'aspettava così gentile.
-
Grazie, Samara. - disse, ricambiando il sorriso.
Il ragazzo dormì per qualche
ora. Dopotutto, nel mondo reale
doveva essere notte fonda. Una volta sveglio, lasciò
riposare anche lui Samara,
nonostante si domandasse se un fantasma avesse bisogno di riposo.
Rimase
solo
per diverse ore, senza che la bambina venisse a fargli visita. Sentiva
il suo
corpo diventare quasi un tutt’uno con l’acqua,
tante erano ormai le ore in cui
era immersa in essa.
Fu
solo presumibilmente quando il primo giorno era allo
scadere, che Samara riemerse dall’acqua e fece il video ad
Andy.
In esso, il ragazzo cercò di
tranquillizzare Natalie,
dicendo che la bambina non gli stava facendo niente, anzi, la sua
presenza l’allietava.
Finito il video, Samara fece dormire il
ragazzo.
Il
primo giorno era passato.
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Capitolo 2 *** Il limbo bianco ***
Il risveglio, per Andy, fu
tutt’altro che dolce. Samara era
sfinita, ed aveva interrotto l’effetto del suo
potere per riposarsi; di conseguenza, il ragazzo si era ritrovato
nell’acqua
gelida. Si aggrappò di nuovo alla
parete, e cominciò a pensare su
come avesse potuto ingannare il tempo.
Canticchiò, nuotò da
parte a parte del pozzo, pensò ai
momenti felici vissuti con Natalie. Ripercorse
con la mente tutti gli attimi passati con lei: il
loro primo incontro, in mensa, all’inizio
dell’università; l’assiduità
dei loro
appuntamenti; l’ultima estate passata insieme a Los Angeles;
la sera della
visione dei due film; la loro indagine.
E
poi quella sera.
Quella sera che maledisse, anche se era
stato lui a
cominciare il tutto.
Ed ora eccolo lì, bagnato
fradicio chiuso in fondo al pozzo
con il fantasma di una bambina morta 25 anni prima.
Mentre pensava, la mano di Samara gli
afferrò il polso.
Il pozzo sparì.
Era in una stanza bianca. Sembrava non
aver mai fine.
- Dove sono? - si chiese il ragazzo.
- C’è qualcuno? - .
Andy si voltò.
Natalie vagava persa in quel candido limbo.
- Natalie! – la
chiamò il ragazzo.
Lei non lo sentì.
Il ragazzo riprovò, ma nulla.
- Sto vedendo quello che è
successo nell’incontro tra Samara e
Natalie! - .
-
Natalie. - .
Samara apparve di fronte a lei.
Natalie strinse i pugni e cercò di avventarsi sulla bambina,
non riuscendoci.
-
Cosa vuoi ancora?
Mi hai portato via il mio ragazzo! MI HAI ROVINATO LA VITA! –
urlò di rabbia e
disperazione.
- Sono qui in sua vece. – disse
la bambina.
Natalie la guardò tra le
lacrime.
- Ti devo consegnare questa. - .
Tra le sue mani spuntò una
videocassetta.
- Ogni notte passerò a dartene
una, per farti sapere come
sta. – informò Samara.
La ragazza ringraziò
freddamente.
- Come mai questo eccesso di
bontà? – domandò stupita.
- Sarò anche un mostro, ma non
sono un’ingrata. – rispose la
bambina.
Natalie si girò la cassetta tra
le mani.
- Ora devo andare. A domani sera, Natalie.
- salutò la bambina.
- Puoi lasciare un messaggio da parte mia
per Andy? –
chiese.
Samara acconsentì.
- Sto fuggendo verso Moesko Island. Non ci
vorrà molto tempo
prima che i nostri genitori capiranno che non sei più vivo.
Proverò a trovare
rifugio a Casa Morgan. – disse Natalie.
- Andrò da Ellie Grasnik,
allora. Ti farò dare le chiavi. –
propose Samara
La ragazza annuì.
- Grazie, Samara. - .
La bambina fece per andarsene, quando
aggiunse:
- Digli che lo amo. - .
Samara si voltò.
-
Lo sa. – disse.
Poi,
il pozzo riapparve ai suoi occhi.
Il ragazzo pensò alla sua
famiglia, alle persone a lui care,
cercando di non immaginare come potessero sentirsi appena avrebbero
saputo che
Andy Walcott era scomparso.
Le
lacrime di Andy aggiunsero acqua a quella del pozzo.
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Capitolo 3 *** L'amico sconosciuto ***
Dopo qualche ora, Samara tornò
a galla. Andy notò che,
rispetto al giorno prima, aveva sembianze più…vive.
- Samara, sembri più…umana. –
fece notare il ragazzo.
La bambina sorrise, e disse:
- Più ti avvicini alla morte,
più assumerò sembianze “vive”
- .
- Come sarebbe? Non è un altro
tranello? – cominciò a
balbettare Andy.
- Nessun tranello, credimi. Mi stai
semplicemente liberando
dalla maledizione. – spiegò Samara.
- E a me? Che sta succedendo? –
chiese il ragazzo.
- Stai morendo. E basta. –
rispose lei. - Ma tranquillo. Morirò anch'io il settimo
girono. - .
Che
consolazione. , commentò Andy sarcastico.
- Ora apri le orecchie. Ti
svelerò qualcosa che nessuno
ha mai saputo della mia storia. – annunciò Samara.
Il ragazzo si mise comodo, per
così dire, e cominciò ad
ascoltarla.
- Quando la balia mi disse che Anna e
Richard erano arrivati
all’orfanotrofio per prendermi, ero fuori di me dalla gioia.
Gioia che
raddoppiò quando li vidi ed ebbi la conferma di quanto
annunciatomi. Anna era
così simile a me che fu amore a prima vista. E Richard era
così…severo ma buono.
Avevo visto in quella coppia la realizzazione di un sogno. –
raccontò Samara. –
La fattoria non fu che l’apice del godimento. I
cavalli…com’erano belli. Io,
Richard ed Anna non perdevamo l’occasione per andare a fare
un giro per il
boschetto vicino. - .
- Fin qui tutte informazioni che
già sapevo, o che potevo
facilmente immaginare. – disse Andy.
- Lasciami finire. – disse
Samara. - Un giorno, venne a trovarci la signora
Anderson, con suo
figlio, Tommy. Non abitavano distanti dalla fattoria. Mentre mamma e
sua madre
parlavano, io e lui andammo di fuori, e passammo tutto il pomeriggio
insieme.
Eravamo timidi entrambi, ma col passare del tempo chiacchieravamo e non
riuscivamo più a stare zitti. Dopo quel giorno, Tommy ed io
ci rivedemmo ogni
pomeriggio, per giocare e stare del tempo insieme. I luoghi
d’incontro variavano,
ma dato che alla fattoria c’era molto più spazio,
Tommy si faceva di corsa il
kilometro che separa le nostre case per passare con me i pomeriggi. - .
Andy vide Samara brillare di gioia
rimembrando quei momenti
con Tommy.
- Era il mio migliore amico. Dopotutto,
è stato l’unico. –
convenne la bambina.
- Che cosa facevate, di solito?
– chiese il ragazzo.
- Restavamo in camera mia a parlare, o
giocare con la palla
di fuori. Ma tanto mi bastava per rendermi migliore la giornata.
– rispose Samara.
- Fin dal mattino, aspettavo che arrivasse
il pomeriggio per
vederlo. Non ti immagini quanta gioia potessi provare appena i miei
occhi
vedevano la sua piccola figura correre dalla campagna. - .
Andy quasi si commosse, sentendo la
bambina felice.
Non voleva morire solo con un ricordo di
tristezza e dolore
del pozzo.
Samara gli stava facendo un piacere, ma
d’altronde anche lei
avrebbe smesso di vivere, per così dire, tra sei giorni.
- Io devo andare. – fece
sospirando.
- No, ti prego! – disse Andy.
– Parlami ancora di Tommy! - .
- Domani. Continueremo domani. Ci vediamo
stasera. - .
E si eclissò sotto lo specchio
d’acqua.
Il
ragazzo rimase attaccato al muro per tutto il tempo
seguente al congedo di Samara. Le uniche cose che interrompevano il
silenzio
erano i brontolii del suo stomaco e le mosche che volavano da parte a
parte del
pozzo. D’altronde, non mangiava da due giorni.
Nella
visita serale di Samara,
Andy raccontò, per la cassetta destinata a Natalie, i
dettagli rivelatigli
dalla bambina.
Poi
si distese per dormire, lasciando che Samara lo tenesse a galla.
Il
secondo giorno era passato.
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Capitolo 4 *** Una ragazza chiamata Natalie ***
Andy, per la seconda volta, si
ritrovò immerso supino nell’acqua.
Cominciava ad abituarsi a quella routine forzata. Dormiva
sempre di meno: i crampi allo stomaco per la fame e
la sete, saziata meramente dall’acqua putrida del pozzo,
cominciavano a creare
problemi al giovane. Il silenzio stesso cominciava a tormentarlo, e la
compagnia
di Samara era l’unica cosa in grado di alleviargli quei
dolori, perché quando
era concentrato sui suoi discorsi quasi non sentiva più
nulla.
Come ogni mattina, si abbandonò
a rimembrare il suo passato.
Chiuse gli occhi, e si
ritrovò nella mensa dell’università.
Aveva in mano un vassoio pieno di cibo.
Tutti i tavoli erano occupati, tranne uno.
Andy ci si fiondò, iniziando,
una volta seduto, a tagliare
il roast beef con espressione a dir poco famelica.
- Scusa, è occupato? - .
Una ragazza dai lunghi capelli neri era in
piedi di fronte a
lui, con il vassoio in mano.
- No, accomodati pure. – rispose
Andy, guardandola di
sfuggita.
L’aveva già vista
passare per i corridoi dell’università, e
qualche volta l’aveva anche incrociata per le vie di Seattle.
- Com’è? –
chiese lei, vedendo Andy mangiare il roast beef.
- Mamma cucina meglio, ma non mi posso
lamentare. – disse ridendo
il ragazzo.
La ragazza rise.
- Il purè? Insipido come
sempre? – chiese Andy.
- Stavolta no. Evidentemente qualcuno ha
contestato l’assidua
mancanza di sapore.- rispose lei.
- Ti ho già visto da qualche
parte, qui a scuola. – aggiunse
poi.
- Beh, sai com’è,
frequentiamo lo stesso istituto! – esclamò
divertito Andy.
Lei rise di nuovo.
- Hai per caso fatto le Olimpiadi della
Fisica contro l’università
di Astoria? – chiese.
- Esatto. –confermò
Andy.
- Ero la segnapunti.
–
disse.
Andy ricordò; quel giorno, a
parte rispondere ai quesiti,
non faceva altro che guardarla. Arrossì al sol pensiero.
- Ti ho visto che mi fissavi. –
disse lei sghignazzando.
- Sai com’è, eri
l’unica ragazza carina in quella stanza. –
ribatté stizzito Andy.
La ragazza rise.
- E dire che anch’io ti
guardavo, di nascosto. - .
Il ragazzo la guardò.
Cos’aveva quella ragazza che le altre
non avevano?
- Io sono Natalie. – si
presentò la ragazza.
- Andy. – rispose lui. -
Piacere di conoscerti, Natalie. - .
I
due restarono a parlare per tutta la durata della pausa
pranzo. Una volta usciti dalla mensa, si scambiarono i numeri di
telefono, e si
diedero appuntamento alla fine delle lezioni.
La realtà, poi,
chiamò.
Samara gli afferrò il polso.
Si ritrovò nel limbo bianco.
Natalie attendeva l’arrivo della bambina.
Andy fissò la sua fidanzata,
confrontandola con la ragazza
che aveva conosciuto anni prima all’università.
Quanto era cambiata!
Samara apparve con la videocassetta.
-
Come sta? – chiese Natalie.
- Sta ancora bene. Ma presto
comincerà ad accusare i primi
sintomi di denutrizione e ipotermia. –
rispose la bambina, consegnandogliela.
- Sembri più…viva.
– notò la fidanzata di Andy.
- Nella cassetta c’è
spiegato il perché. – disse Samara.
- Dove sei, adesso? – chiese poi.
-
Ho raggiunto Shelter Mountain. Mi sono nascosta nella
dimora dell’affittacamere. Probabilmente domani mi
imbarcherò per l’isola. –
rispose Natalie.
Natalie
e Samara sparirono, ed Andy tornò a patire il freddo
e la fame.
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Capitolo 5 *** L'occhio del cavallo ***
Andy sobbalzò dalla
paura quando Samara uscì dall’acqua.
- Mi hai spaventato.
– disse appena la bambina si appostò
nella parete di fronte.
- Scusa. – rispose
Samara.
Andy la guardò. Nel
suo volto c’erano sempre meno rughe, e le
gambe erano praticamente tornate come quando era viva, insieme a
qualche parte
delle sue braccia e mani.
- Cosa mi racconterai, oggi?
– chiese il ragazzo.
- Di quando tutto ha cominciato
ad andare a rotoli, sancendo
l'inizio della mia rovina. – rispose Samara.
Andy tese le orecchie. Era
giunto il momento migliore della
giornata.
- Un giorno, i miei
mi portarono a Blane per una
manifestazione ippica. Ci appostammo sugli spalti, e la gara
iniziò. Tutto sembrava filare liscio, fin quando, il cavallo
di
un fantino incontrò il mio sguardo. Dopo esser rimasto in un
primo momento
fermo, il cavallo ha cominciato a dimenarsi, facendo sbalzare via il
fantino,
quasi uccidendolo, per poi correre verso il mare, suicidandosi. - .
Ad Andy venne in mente
l’articolo di giornale visto da
Rachel sull’argomento in questione, in “The
Ring”. Proprio grazie a quell’articolo,
era riuscita a scoprire che i Morgan avevano una figlia.
- Ad Anna non sfuggì
questo rapido scambio di occhiate, e fu
da quel momento che strane, ma giuste supposizioni, cominciarono a
formarsi
nella mente della mia madre adottiva. – aggiunse Samara.
- Poi? Che successe?
– domandò Andy.
- Tornammo a Moesko Island, ed
Anna informò Richard su
quello che era successo. Ma da quel momento, Anna non volle
più fare cavalcate
con me e Richard. Era diventata più tesa, meno tranquilla.
Provava gli stessi
sentimenti di sempre, ma era come più vigile. Non era
più serena. Cominciava ad
aver paura di me. – rispose la bambina.
- Ma gli altri cavalli della
tenuta? Non penso che Anna e Richard
abbiano trovato un modo per non farti vedere i cavalli. –
obiettò il ragazzo.
- Quando dovevano portarli
fuori, Anna mi trovava qualcosa
da fare, che mi tenesse occupata e alla larga dai cavalli. Che so,
aiutarla a
pelare le patate o a cucinare qualcosa. – raccontò
Samara.
- E con Tommy? Come facevate a
vedervi? – chiese Andy.
- Per fortuna, Anna ci lasciava
incontrare, a patto che
stessimo lontani dalla stalla dei cavalli. Alla fine, ci bastava anche
stare solo
in camera a chiacchierare. E, cosa strana, non era cambiato come Anna e
Richard. Evidentemente non sapeva nulla di quello che era successo a
Blane. –
rispose la bambina.
- Ma se l’hai
guardato negli occhi…avresti dovuto fargli lo
stesso effetto che hai avuto con i tuoi genitori! –
esclamò Andy.
- Sai una cosa? A distanza di
tutti questi anni non me lo
spiego. – fece la bambina.
I due stettero in silenzio, poi
Samara lo salutò.
La serata fu uguale alle
precedenti, con il ragazzo che
aggiornava Natalie sulla situazione.
Il
terzo giorno era passato.
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Capitolo 6 *** Giro di boa ***
Andy aveva dormito solo quattro
ore, quella notte. I dolori
aumentavano sempre di più col passare del tempo. Era quasi
arrivato al giro di
boa, alle 10.30 il conto alla rovescia verso la sua morte avrebbe
percorso metà
della strada. Si girò verso Samara, che ancora non era scesa
in acqua.
- Posso farti una domanda?
– chiese. La bambina annuì.
- Come farò a sapere
con esattezza quando morirò? Cioè…non
c’è
una specie di timer che misuri il tempo che mi resta da vivere? - .
- Perché non guardi
il tuo braccio? – disse Samara.
Andy si tirò su la
manica del braccio dove era tatuato il
cerchio.
Quasi metà di esso
era svanito.
- Quando saranno le 21, tra tre
giorni, il tuo cuore farà l’ultimo
battito. Il cerchio sparirà del tutto. Il tuo, come quello
di Natalie. – spiegò
la bambina.
- Natalie potrà
vedere quando morirò? – domandò Andy
stupito.
- Sì. –
confermò Samara.
Il ragazzo abbassò
lo sguardo verso l’acqua. Non voleva
pensare in alcun modo alla sua ragazza, pensare che stesse soffrendo.
- Hai consegnato la cassetta di
ieri sera a Natalie? –
domandò continuando a fissare il fondo del pozzo.
- Certo. Vuoi che ti faccia
vedere l’incontro? – chiese la
bambina. Andy annuì.
La bambina gli
afferrò il braccio e si ritrovarono
nuovamente nel limbo bianco.
Natalie sembrava più
stremata degli altri giorni.
- Che ti è successo?
– chiese Samara.
- La polizia è sulle
mie tracce. Sono accusata dell’omicidio
di Andy. – annunciò.
Il ragazzo rimase a bocca
aperta e per qualche secondo smise
di respirare.
- Ho avuto qualche problema a
Bellingham, ma una volta preso
il traghetto è filato tutto liscio. Ellie mi ha portata a
Casa Morgan. Sono lì,
al sicuro, per ora. – disse.
- Hai avuto modo di vedere le
cassette? – domandò la
bambina.
- Sì. Sono
strazianti. – rispose Natalie.
Andy vide nel suo volto tanta
tristezza e tanto dolore.
- Non sai cosa si prova.
– aggiunse.
- Neanche tu sai cosa sta
provando lui. – rispose Samara, punta nel vivo.
Le consegnò la
cassetta.
- Guarda il tuo braccio.
– ordinò.
Natalie obbedì e
vide il cerchio dimezzato.
- E’ il tempo che
resta ad Andy prima di morire. – disse.
Andy osservò Samara.
La bambina aveva compiuto
metà della sua trasformazione.
La faccia era chiazzata, tra
parti di pelle viva e pelle
morta.
Le gambe erano tornate come
quando era viva.
Le braccia presentavano ancora
molte parti morte.
Le stavano rispuntando le
unghie.
- Ora lasciami andare.
– disse Natalie.
- Lo sai che ti sta osservando?
– fece Samara.
Natalie aprì bocca
ed occhi.
- Dov’è?
– chiese.
- In fondo al pozzo. Ma
vedrà ogni singolo incontro che
facciamo, appena si sveglierà. – rispose la
bambina.
Poi tutto svanì.
Andy tornò a fissare
il cerchio, in alto. Samara era scomparsa di
nuovo. Si guardò il braccio.
Metà era svanito.
Era
al giro di boa.
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Capitolo 7 *** Il terrore e la pazzia ***
- Era ora che arrivassi!
– esclamò Andy appena la testa di Samara
affiorò dall’acqua.
- Arrivo sempre alla solita
ora, sai? – disse divertita la
bambina.
- Beh…quando si
è da soli, il tempo passa più lentamente.
–
affermò il ragazzo.
- Ora si
velocizzerà, tranquillo. – fece la bambina,
mettendosi nella solita posizione.
- Vai. Sono
tutt’orecchi. – proferì Andy.
Samara sorrise. Gli faceva
piacere che il ragazzo fosse
interessato alla sua storia.
- Dopo qualche tempo, Anna
provò ad addormentarmi suonando
la melodia che si sente nei titoli di coda dei due film. La cosa
strana, fu che
nei primi tempi, oltre che a farmi dormire, riuscii a starmene cheta e
far
rilassare i miei genitori. Arrivai anche al punto di entrare in
contatto con i
cavalli senza che essi dessero segni di squilibri. Anna, da quel
momento, ogni
sera mi suonava quella melodia. Sembrava tutto tornato come prima. - .
- E qui penso che ci sia stato
un colpo di scena. – suppose Andy.
- Esattamente. –
confermò la bambina. – Un giorno, Anna si
ammalò, e non riuscì a suonarmi la melodia.
Bastò un giorno di astinenza. I
miei poteri si liberarono in tutta la loro devastante potenza. Anna
peggiorò e
fu colta da attacchi di delirio; era come pazza. Richard era sempre
nervoso e
scontroso nei miei confronti. - .
E fu così che ebbe
inizio. Pensò Andy.
- Richard mi rinchiuse nella
stalla dei cavalli, trasferendo
la mia camera in una piattaforma rialzata, raggiungibile da una scala.
–
Al ragazzo vennero in mente gli
avvenimenti del fienile.
- Un giorno, per vendetta, gli
uccisi i suoi due cavalli
preferiti. Il ranch venne messo sotto controllo. Iniziò la
rovina dei Morgan. –
disse Samara.
- Ma durante questi controlli,
tu dov’eri? – domandò Andy.
- Io ed Anna venivamo portate
da Richard dalla dottoressa
Grasnik, nel vano tentativo di curarci. Appena gli investigatori se ne
andavano, ci tornava a prendere. – rispose la bambina.
- E Tommy? Anche lui fu
coinvolto in quella vicenda? –
chiese il ragazzo.
Samara, cogliendo di sorpresa
anche Andy, scoppiò in pianto.
Il ragazzo la raggiunse, e la
strinse in un abbraccio.
- Cos’è
successo a Tommy, Samara? – domandò.
Lei lo guardò, con
gli occhioni ancora pieni di lacrime.
- Dopo quel giorno, quando
tutto peggiorò, peggiorò anche
lui. Mi veniva a trovare di nascosto, nel fienile. Mi diceva che vedeva
il
fantasma di una ragazzina dal sudario bianco ed i capelli neri che le
coprivano
il volto. Tormentava i suoi sogni dicendo che sarebbe morto. Ma a parte
questo,
non succedeva nulla di male, a parte il fatto che le visite erano
velocissime. –
rispose.
Andy tese ancor di
più le orecchie.
- Poi, un giorno… - .
Gli afferrò il polso.
Andy vide Samara stare distesa
nel lettino, dentro la
stalla. I cavalli facevano sempre più baccano.
La porta si aprì, ed
entrò un bambino, probabilmente Tommy. Aveva
una camicetta a scacchi e dei jeans rattoppati.
Salì le scale, e si
presentò al cospetto della bambina.
- Ciao Samara. –
salutò Tommy.
Samara si alzò dal
letto.
- Ehi, Tommy! – fece
sorridente la bambina.
Ma appena vide il suo volto
cambiare dal sorriso al terrore.
- Tommy, che ti succede?
– domandò Samara.
Tommy cominciò a
balbettare.
- Sei tu! –
esclamò quasi urlando.
- Abbassa la voce, o ci
sentiranno! – disse la bambina.
Le tue urla sono inutili.
Una voce perfida si
propagò nella mente di Tommy.
Non vedeva l’amica
davanti a lui, ma il fantasma che lo
tormentava da giorni.
- Cosa vuoi da me? –
chiese terrorizzato.
- Tommy, che stai dicendo?
– fece Samara in preda al panico.
Tu morirai.
- Prima Anna, poi i cavalli! Non
sarò la tua prossima
vittima! - urlò Tommy.
Oh sì che lo sarai.
- Non andartene, Tommy!
– supplicò Samara. – Ti
prego…che ti
succede? - .
Il bambino scese dalle scale e
si diresse verso la porta.
- Addio, Samara. NON MI AVRAI
MAI! – urlò Tommy, chiudendo
la porta.
Io ti ucciderò,
Tommy Anderson.
- Ti prego, Tommy! Torna qui!
– disse tra i singhiozzi la
bambina.
Morirai…e lo sai.
Andy vide di nuovo la bambina
appoggiata su di lui
piangente.
- Restai lì a
piangere per la disperazione. Avevo perso l'unico amico che avessi mai
avuto in tutta la mia vita. - disse Samara.
Il ragazzo la
abbracciò, cullandosela per diversi minuti.
Povera Samara.
Pensò Andy. Ti
è stato negato uno dei pochi
sollievi della tua misera vita.
Toccò i suoi
capelli, accarezzandoglieli.
Avrebbe voluto passare tutto il
tempo che gli rimaneva da
vivere con quella bambina attaccata a lui.
Dopo poco, però,
Samara si staccò da lui e tornò
sott’acqua.
La sera, dopo la registrazione,
Samara accettò di buon cuore
di stare un po’ con Andy.
Vedeva in quel ragazzo il
fratello che non aveva mai
avuto.
Cercò di godersi al
meglio quei momenti.
Poi, quando il ragazzo fu
stanco, lo fece addormentare.
Il
quarto giorno era passato.
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Capitolo 8 *** Ammissioni e accuse di colpa ***
Per tutta la notte, a parte
quei pochi momenti in cui aveva
dormito, Andy era rimasto a fissare il cerchio.
Era stravolto. Lo stomaco era
tutto un brontolare. Gli occhi
a momenti restavano chiusi, altre volte restavano spalancati per un
tempo che
al ragazzo sembrava interminabile. Il freddo lo divorava dentro e
fuori. Stava
progressivamente perdendo sensibilità.
Dormivo di più quando
stavo in campeggio. Pensò. Avevo la
tenda e il sacco a pelo, non dormivo tanto ma di sicuro più
tempo di ora.
Cercava di pensare il meno
possibile a Natalie, ma sapendo
che l’avrebbe vista a momenti, non poteva che rimembrare, a
momenti alterni, i
momenti vissuti con lei, come del resto faceva da cinque giorni.
Cinque giorni.
Mancavano poco più
di 48 ore alla sua morte.
Aveva solo 23 anni.
Un ragazzo, alla sua
età, di solito aveva una vita davanti.
A lui erano rimasti due giorni
di vita.
I suoi genitori dovevano essere
immersi nel dolore per la
sua perdita. Andy pianse pensando a questo.
La madre, che l’aveva
sempre sostenuto nei momenti
difficili, aiutato, cresciuto. Nonostante i litigi, Andy gli aveva
sempre
voluto bene, sapendo che se lo sgridava o rimproverava era per il suo
bene.
Il padre, con cui aveva
condiviso i momenti più belli della
sua vita: le settimane in campeggio, le battute di pesca, i lavoretti
in
garage, i consigli con le donne.
E tanti, tanti altri momenti
stupendi che Andy rimpiangeva e
ricordava con piacere.
Samara lo riportò
per qualche secondo alla realtà,
ritrovandosi nel limbo bianco pochi secondi dopo.
Natalie aveva un’aria
sempre più esausta. I suoi occhi non
erano più luminosi come lo erano prima di tutta quella
storia. La situazione
che si era creata aveva messo a dura prova i suoi nervi, ed i solchi
nel viso
della giovane lo provavano.
La bambina apparve poco dopo.
- Come stai? – chiese
a Natalie.
- Ho tirato il fiato.
– rispose Natalie. – Non so quanto possa
essere al sicuro qui. - .
Natalie prese la cassetta.
- Non lo riconosco
più. – disse, riferita ad Andy.
- E quello che hai visto
è nulla. Il settimo giorno non
potrai neanche dire di avere davanti il tuo fidanzato. – fece
Samara.
Natalie fissò la
cassetta. Non riusciva ad immaginarsi in
che condizioni avrebbe trovato Andy.
- Cosa dicono di te i giornali?
– disse poi la bambina.
- Che l’ho rapito ed
ucciso. Ma non hanno uno straccio di
prove, solo la testimonianza della madre di Andy, che diceva che
avremmo passato
la serata insieme, cinque giorni fa. La polizia basa le sue indagini su
quella
dichiarazione e su alcune persone che mi avrebbero vista diretta a nord
ed avvistatami
a Bellingham, nella zona del porto. – rispose la ragazza.
Andy guardò Samara.
La bambina guardava con compassione
Natalie. Riconosceva il male che aveva fatto.
Non vuoi fare del male a
nessuno?
Però lo faccio. E mi
dispiace.
- A domani. – disse
Natalie, congedandosi.
-
Buona fortuna. – augurò la bambina.
Andy tornò nel pozzo.
Appoggiò una mano
nel muro, ma le unghie rimasero incastrate
tra i mattoni.
Nel tentativo di estrarla,
però, anche l’altra mano rimase
incastrata.
Con tutta la forza che gli era
rimasta nel suo corpo già
esausto, Andy si tirò via.
Le
sue unghie rimasero a far compagnia a quelle di Samara
nelle pareti del pozzo.
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Capitolo 9 *** Uno scorcio di Eola ***
Andy piangeva ed urlava di
dolore. Le sue unghie erano
rimaste attaccate alle pareti, come era successo a Samara tanti anni
prima, ed
ora le sue dita sanguinavano copiosamente. Erano
ore che andava avanti così. Non smetteva di piangere e
urlare. L’odore di sangue penetrava nelle narici.
Ad un tratto, Samara corse ad
arrampicarsi sulla parete.
- Ma che ti è
successo? – chiese allarmata.
Andy le mostrò le
dita senza unghie.
- Ah capisco. –
disse, recuperando il tono tranquillo.
- Non potresti alleviarmi il
dolore? – chiese il ragazzo cercando
di non urlare.
- Ci provo, dammi qualche
secondo. – fece Samara.
La bambina tentò e
ritentò, ma invece di migliorare, Andy
peggiorò.
- Scusami. – disse.
– Non ce la faccio. - .
Non vuoi fare del male a
nessuno?
Però lo faccio, e mi
dispiace.
- Lasciale in acqua e muovile
il meno possibile. – fece
Samara.
Andy obbedì, e le
fece tornare sotto lo specchio d’acqua. La
bambina cominciò il suo racconto.
- Il giorno seguente
all’addio di Tommy, andai con Anna
all’ospedale di Eola, che ben conosci. Ci rimasi per diversi
mesi, come ben
sai, senza che ottenessi un margine di miglioramento. - .
- Ok, fin qui ci sono. Cosa non
so della tua permanenza ad
Eola? – chiese il ragazzo.
- Ora ti farò vivere
in prima persona alcuni momenti che ho
vissuto lì dentro, quando non dormivo. – disse lei.
Lei non dorme mai.
Gli afferrò il polso.
I suoi occhi divennero quelli
di Samara.
E il pozzo svanì.
Andy era diventato Samara. La stanza dove era rinchiusa la
bambina durante la
permanenza all’ospedale di Eola County si formò
intorno a lui. Le pareti color
turchese la circondavano. Sedeva su un letto.
Sono sola.
Samara fissava la parete di
fronte, rimanendoci per otto
ore, senza mai muoversi.
Mamma, dove sei?
Si alzò, e si mise
davanti alla porta, fissando l’orologio
sopra di essa, rimanendoci per sei ore.
Quanto dovrò
rimanere qui? Sono sola. Mamma, dove sei?
Non l’aveva
più vista da quando erano arrivati all’ospedale.
Samara si appoggiò al
muro, fissando catatonica il pavimento
per quattro ore.
Perché sono qui?
Sono sola. Mamma, dove sei?
Si spostò di fronte
alla telecamera che la stava riprendendo
da sedici ore, e la fissò.
Mi manchi, Tommy. Sono sola.
Mamma, dove sei?
Come lo aveva fatto con il
televisore nella stalla, Samara
riuscì ad imprimere delle immagini attraverso quella
telecamera. Le raccolse.
Una prima mostrava i due
bambini giocare nel cortile di casa
Morgan.
Una seconda mostrava il volto
sorridente di Tommy.
Una terza mostrava la madre.
Tornò sul letto, e
le fissò per tutto il tempo che le
rimaneva prima della prossima seduta col Dottor Scott.
Appena sentì la
porta aprirsi, le nascose sotto il cuscino.
- Vieni, Samara. Hai la seduta
col dottore. – disse l’infermiera.
Samara uscì,
prendendo la mano dell’infermiera.
Aiuto.
Lungo i corridoi,
incrociò lo sguardo di tanti altri
pazienti.
Sono sola.
Il dottore apparve dinanzi a
lei.
- Ciao, Samara. Accomodati pure.
– salutò lui.
Mamma, dove sei?
Andy tornò nel pozzo.
Samara guardava l’acqua.
- Samara. – la
chiamò Andy.
La bambina alzò lo
sguardo.
- Vieni qui. – disse.
Samara, obbedì, ed
appena fu a portata di braccio Andy la
strinse a sé.
La bambina ricambiò
il gesto, stringendolo forte.
- Ci stai prendendo gusto.
– fece ridendo.
- In fondo, non volevi qualcuno
che ti desse un po’ d’affetto?
Un po’ d’amore? – rispose il ragazzo.
Samara si commosse, sentendo
quelle parole.
Andy alzò il braccio
con il cerchio, e vide parte di esso
scomparire.
Il
quinto giorno era passato.
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Capitolo 10 *** Con lo sguardo al cerchio ***
Andy non dormiva.
Parlava a stento. Si muoveva il meno
possibile. Stava a galla supino, fissando
ininterrottamente il cerchio.
Si sentiva morto, consapevole che tra meno di
quarantotto
ore lo sarebbe stato.
La sera prima, nella cassetta
per Natalie, gli aveva riferito
che l’indomani non sarebbe stato in ottima forma, e
già dopo poche ore era
ridotto in quello stato.
Samara, come tutte le mattine,
non aveva mostrato segni di
vita, a parte dargli la visione di quello che era successo con Natalie,
che non
aveva notizie rilevanti.
Era anche troppo stanco per
pensare. Fissava il cerchio
catatonico.
Controllò il
braccio, e vide il tatuaggio continuare a
sparire minuto dopo minuto.
Stava morendo, e lo sentiva.
Smise di fissare il cerchio,
quando sentì Samara
arrampicarsi lungo le pareti del pozzo.
Uscì
dall’acqua, e lo guardò.
- Non commentare. –
disse sibilando Andy.
- Non lo farò.
– rispose Samara.
Il ragazzo le rivolse lo
sguardo.
La bambina aveva acquisito
totalmente le sembianze vive. Ed
era tremendamente somigliante all’interpretazione che ne
aveva dato Daveigh
Chase.
- Sono tutt’orecchi.
– disse Andy.
- Quando io ed Anna tornammo da
Eola, Richard mi rinchiuse nuovamente
nel fienile. Le giornate tornarono a passare monotone come sempre.
Finché, un
giorno, Anna non corse alla porta del fienile chiamandomi a gran voce.
- .
Gli prese il polso e si
ritrovò nella stalla.
- Samara! Vieni qui, subito!
– chiamò la madre adottiva.
La bambina scese le scale e
corse alla porta.
- Mamma! Che ci fai qui? Se
papà ti vede, ci sgriderà! –
disse.
- Non m’interessa.
Devo farti alcune domande. – fece sbrigativa
Anna.
- Cos’è
successo? – .
- Samara, cosa hai
fatto a Tommy Anderson? - .
La bambina si stupì.
Cosa aveva fatto a Tommy?
- Nulla, mamma. –
rispose Samara.
- Non è vero.
– fece la madre.
La bambina era sempre
più sorpresa.
- Sì, invece.
– rispose.
- No, invece. –
ribatté Anna.
- Mamma, mi spieghi
cos’è successo? – domandò
Samara.
La madre stette qualche secondo
in silenzio.
Poi disse:
- Tommy Anderson è
morto. - .
Samara non credette a quello
che sentì. Tommy non poteva
essere morto…
- Come sarebbe morto?
– chiese.
- Morto, Samara. Morto.
– disse la madre. - Tu
l’hai ucciso. - .
- IO? –
urlò Samara. – NON L’HO UCCISO IO! ERA
IL MIO
MIGLIORE AMICO! - .
- E allora perché
Rosaline mi ha detto che il figlio continuava
a raccontare che lo tormentavi nel sonno? –
domandò Anna.
Cosa
vuoi da me?
Non sarò la tua
prossima vittima!
- Perché lo hai
fatto, Samara? Perché? - .
Ma la bambina era già
corsa via, e piangeva nel lettino
della stalla.
Gli occhi di Andy tornarono a
fissare il cerchio. Li girò
verso Samara, che era in lacrime.
- Non me lo sono mai perdonato.
– disse. – Appena morirò…gli
chiederò perdono. - .
Andy si rimise a fatica in
piedi, e contro il volere della
bambina, la abbracciò di nuovo.
La capiva. E voleva farglielo
capire.
Il
sesto giorno era passato.
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Capitolo 11 *** Io ti perdono ***
Settimo
giorno, tra le 22 e le 8.
Samara non se ne volle andare, dopo aver registrato la cassetta del
sesto giorno. Non voleva lasciare Andy da solo, in quelle 24 ore che
gli restavano da vivere. Fu costretta ad assentarsi solo per consegnare
la cassetta a Natalie. Quando tornò, Andy era ancora sveglio.
- Non chiudi occhio da giorni. Dormi un po’. –
disse Samara.
- Che…senso
ha…dormire…quando…tra…meno…di…ventiquattro
ore…dormirò…per sempre? –
ansimò Andy.
Questa frase colpì molto la bambina. Nonostante fosse stata
da sola, nel pozzo, si rispecchiava in lui.
- Natalie non sta bene. – disse.
- Cos’ha? – chiese il ragazzo.
- La polizia ha raggiunto Moesko Island. Non so quanto potrebbe
impiegare per raggiungere casa Morgan, ma non è
più al sicuro. – riferì Samara.
- Altro? – domandò Andy.
- No, per ora no. – fece la bambina.
Si appostò alla parete e vegliò su Andy.
- Non…ti…preoccupare…per me.
Vai…a…dormire… - sibilò il
giovane.
- Io non dormo mai. – rispose Samara.
Settimo giorno, tra le 8 e le 12
Samara raccontò ad Andy l’ultimo episodio della
sua vita, ovvero i fatti di Shelter Mountain.
- Ehi, Andy. – disse una volta finito di parlare la bambina.
Andy la guardò.
- Grazie per avermi dedicato la tua attenzione, per avermi sopportata
in questi sette giorni. – .
Andy accennò un sorriso, tornando a fissare il cerchio.
-
Non…era…questo…che…volevi?
Attenzione? Essere…ascoltata? – rispose.
Samara sorrise, e continuò a tenergli compagnia.
Settimo giorno, tra le 12 e le 20
Samara registrò la cassetta con Andy che cercava di tenersi
in piedi. La bambina gli trasmise energia per riuscire almeno a parlare
bene.
- Beh, Natalie, eccomi qui. Il settimo giorno. Samara non è
stata così cattiva, in fondo. Ammettilo. Ci ha tenuti in
contatto. Ci ha dato il modo di spezzare la sua maledizione, salvare
innumerevoli vite sacrificandone una. E’ un peccato, ma in
fondo, ognuno non vorrebbe stare al mio posto. Ti lascio un compito:
fai vedere queste cassette al mondo per scagionarti e far presente che
la leggenda della cassetta che uccide dopo sette giorni è, o
almeno, era vera. Beh, ti saluto. Devo andare. Ti amo, Natalie. - .
Samara portò la videocassetta a Natalie, e quando
tornò vide Andy sprecare le ultime energie in un pianto
liberatorio.
La bambina gli strinse la mano, e gliela accarezzo, standogli vicino
anche tutto il pomeriggio.
Settimo giorno, ore 20.58.
Andy non si muoveva più da ore. Non ce la faceva
più. Ogni secondo che passava, le forze nel suo corpo
diventavano sempre di meno.
Samara gli era rimasta accanto tutto il tempo, come una madre al
capezzale di un figlio malato.
Ad un tratto, la bambina vide il cerchio di Andy ridotto a pochi
centimetri. Mise un dito su di esso.
- Hai 60 secondi di vita. – disse al ragazzo.
Andy tossì, aprì gli occhi e vide il cerchio.
-
Allora…è…vero…prima…di…morire…si
vede…il…cerchio. – disse ansimante.
- Non sforzarti. Hai 35 secondi. – disse la bambina.
- Al…diavolo!
Devo…dirti…una…cosa…Samara.
– fece Andy.
La bambina si chinò su di lui.
20 secondi.
- Samara…io…ti…perdono.
– disse.
La bambina pianse.
- Samara…io…ti…perdono.
– .
10 secondi.
- Samara… - .
5 secondi.
Prese tutta la forza che gli restava nel corpo ed urlò:
- IO TI PERDONO! - .
Le 21.
Andy vide il cerchio, sopra di lui.
Samara si gettò tra le braccia del ragazzo.
Andy la abbracciò.
Il cuore del ragazzo si fermò.
Chiuse gli occhi, e piano piano affondò con la bambina.
Grazie.
Delle bolle.
Poi, un tonfo sordo.
Andy Walcott era morto.
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Capitolo 12 *** Finale ***
Di seguito, sono riportati
alcuni titoli del Seattle Post Intelligencer durante la permanenza di
Andy in fondo al pozzo.
Quarto
giorno
Il killer che non ti
aspetti
Da
ormai tre giorni
non si hanno
più notizie di Andy Walcott. Il giovane di Seattle, 23 anni,
dopo aver passato
una serata con la sua fidanzata, Natalie Johnson, 23 anni, è
misteriosamente
scomparso, senza lasciare un messaggio né un avviso. Non si
può dire
altrettanto della fidanzata, da giorni in fuga verso il Canada. Recenti
avvistamenti segnalano la sua presenza a Bellingham, ma le forze
dell’ordine
non sono riuscite a rintracciarla. La Johnson, dopo esser stata
avvistata nella zona del porto, si è volatilizzata, facendo
perdere le sue tracce.
Le
accuse, per la ragazza,
potrebbero essere sequestro di persona e omicidio.
Settimo
giorno
Natalie Johnson
avvistata a Moesko Island
Sembra
che Natalie Johnson, la ragazza
accusata dell’omicidio del fidanzato, Andy Walcott(di cui non
si hanno ancora
notizie), sia stata avvistata a Moesko island, l’isola in cui
sono ambientati
gli avvenimenti del celeberrimo film horror “The
Ring”.
Come
mai proprio lì?
Cosa
ha portato Natalie a Moesko
Island?
Semplice
coincidenza o sotto c’è
qualcosa di più grosso?
Questi,
invece, i titoli dopo la
morte di Andy.
Un
giorno dopo la
morte
“The
Ring” è vero
Questo
è ciò che avrebbe
affermato Natalie Johnson in una cassetta lasciata nella dimora dei
defunti
coniugi Morgan di “The Ring”, a Moesko Island.
Insieme a questo video, ve n’erano altri sette,
che racchiudevano immagini raffiguranti “Andy Walcott nella
sua prigionia in
fondo al pozzo con Samara”.
Video
che, secondo la Johnson,
sarebbero stati girati
da Samara stessa e consegnati via sogno.
A
confermare il presunto marchio
di fabbrica della diabolica bambina, secondo le testimonianze dei
presenti,
sarebbe la mancanza dei
numeri identificativi della traccia video in tutte e
sette le videocassette.
Sono
stati chiamati
alcuni membri del "Ring"(fan di "The Ring" che si sottopongono
a
vicenda alla tortura della videocassetta) locale, ed hanno confermato
la provenienza del video.
I
due giovani, ha raccontato
Natalie, avevano condotto un’indagine personale sul film,
culminata con la
liberazione dello spirito di Samara, la visione del video maledetto e
il
sacrificio di Andy(passare sette giorni nel pozzo dove era perita
Samara,
patendo le sue stesse pene), compiuto per spezzare la maledizione della
bambina.
A
questo punto, benché tutto ciò
sembri una bufala anziché la triste verità, le
accuse contro la Johnson
scomparirebbero.
Ma di lei, ancora, nessuna
traccia.
Tre
giorni dopo la
morte
Natalie
come Anna
Natalie
Johnson si sarebbe
suicidata, gettandosi dalla stessa
scogliera da dove si era suicidata Anna
Morgan.
Non
si conoscono i motivi del
gesto estremo della ragazza.
Secondo
Ellie Grasnik, conoscente
della vittima ed abitante dell’isola, sarebbe stata afflitta
dal “senso di
colpa del sopravvissuto”.
Il
suo corpo è stato recuperato
nella stessa riva dove, tanti anni prima, erano state rinvenute le
carcasse dei
cavalli del Morgan Ranch.
La
ragazza è
morta portandosi con sè tutti i segreti di questi
avvenimenti,
dalla morte di Andy e la scomparsa del suo corpo, alle videocassette
dalla provenienza ignota.
Tante
domande, nessuna risposta
precisa.
Solo
una cosa è certa: Non si
farà mai abbastanza luce su questa incredibile vicenda.
Fine.
***
Messaggio dall'autore.
E infine ci siamo.
I sette giorni sono passati.
Andy è morto. Natalie pure.
Non potete immaginarvi quanto possa dispiacermi.
Li ho visti cambiare, amarsi...e morire.
Non ho parole, credetemi.
Passiamo alla seconda parte noiosa: il mio personale giudizio su questa
storia.
Contrariamente a "Il richiamo di Samara", non mi è piaciuto
scrivere questo episodio. Mi è sembrato troppo monotono,
benchè avesse certe parti toccanti. Ma d'altronde sono state
così le giornate in fondo al pozzo per Andy. Monotone.
Spero che almeno voi lettori l'abbiate apprezzato.
Ed ora, i ringraziamenti!
Come al solito, grazie ai lettori silenziosi.
Ed un grazie ancora più grande va a:
- Stella
cadente,
che, nonostante la latitanza(ognuno ha diritto ad avere una vita
sociale), non ha fatto mancare il suo piccolo ma grande apporto in
termine di incoraggiamenti via recensione. Mi scuso inoltre con la
suddetta, per avergli spudoratamente copiato il finale stile articoli
di giornale usato in "Lei voleva solo essere ascoltata";
-
skyistorn,
puntualissima, breve e diretta come sempre, appassionata a questa
storia, che, come Stella cadente, non smetterò mai di
ringraziare.
Ora
mi chiederete: Frenz, farai altre storie su "The Ring"? Questa serie
avrà un altro episodio?
La
risposta alla prima domanda è: Per il momento no.
Ho
già tormentato abbastanza Samara da meritarmi una sua
visita.
Ho in mente tanti altri progetti, tra cui un prequel di "The Ring",
"Quel weekend a Shelter Mountain". Ma, per il fandom di "The Ring", ho
momentaneamente chiuso.
La
risposta alla seconda domanda è: Forse.
Avevo
in mente di scrivere un
prequel, sull'amicizia tra Samara e Tommy, ma, come detto sopra, per il
momento non ho intenzione di scrivere altro per il fandom di "The Ring".
Detto
questo, vi saluto, e spero di trovarvi in altre mie storie.
Vi
lascio con un mio disegno (fatto male) elaborato durante le ore di
chimica.
A presto!
Frenz
P.s.: Ve
lo ordino. Fate partire "The Well" di Hans Zimmer. ORA!
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