Piccolo, grande amore.

di EmilyG66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La principessa Elsa e Jack Frost ***
Capitolo 2: *** La perdita di Jack ***
Capitolo 3: *** Dolci e tristi attimi ***
Capitolo 4: *** I guardiani ***
Capitolo 5: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 6: *** L’incoronazione e la festa di Elsa ***
Capitolo 7: *** Nel castello di ghiaccio ***
Capitolo 8: *** Olaf ***
Capitolo 9: *** In pericolo ***
Capitolo 10: *** Un lieto fine per tutti ***



Capitolo 1
*** La principessa Elsa e Jack Frost ***


Era inverno ed Arendelle era ricoperta di soffice, bianca e scintillante neve. Abbastanza distante dal castello, si trovava un altro villaggio immerso completamente nella natura.
La foresta che lo circondava era abbastanza grande, del tutto innocua e senza la presenza di animali feroci.
Si diceva che fosse la meta preferita dei regnanti di Arendelle.
Di fatti nel mezzo della foresta una bambina di circa sei anni stava correndo verso un laghetto ghiacciato e cautamente si guardò intorno.
Aveva una carnagione pallida, occhi azzurri, capelli biondi color della luna raccolti una treccia ed indossava un vestitino celeste.
Quella bambina era Elsa, la principessa di Arendelle.
Si fermò sulla sponda dello specchio ghiacciato impaziente.
Cercò con lo sguardo un sasso da tirare per testare se il ghiaccio fosse sicuro, come le aveva insegnato suo padre, ma si fermò.
Un ragazzino, che aveva circa due o tre anni in più di lei, stava giocando sull’altra sponda del lago con la neve fresca.
Aveva i capelli marroni, indossava un mantello dello stesso colore dei suoi pantaloncini e una camicetta bianca.
Il ragazzino si alzò prendendo un sasso, evidentemente avendo la sua stessa idea, e lo lanciò sul ghiaccio.
Questo non si ruppe e il bambino cautamente cominciò a camminarci sopra.
Scivolò qualche volta poi si girò e si accorse di Elsa.
Lei era rimasta in disparte ad osservarlo ma come fu scoperta corse a nascondersi dietro un albero.
Era molto timida.
-C…ciao? –le disse il ragazzino.
Elsa sbucò da dietro l’albero e lentamente si avvicinò al laghetto.
Una volta sopra lo specchio d’acqua, e a qualche metro dal ragazzino, fece una piccola riverenza come le aveva insegnato la mamma.
Lo salutò poi normalmente.
-C…ciao. Come ti chiami? Io sono Elsa. –disse timidamente.
Il ragazzino sorrise.
-Io Jack. Vuoi giocare con me? –le chiese.
Elsa non sapeva cosa rispondere, avrebbe dovuto chiedere il permesso ai suoi genitori prima.
-Elsa! –si sentì chiamare.
-Sono qui madre! –rispose la principessa.
Da un sentiero innevato comparvero il re e la regina a cavallo, e sul destriero della donna c’era un’altra principessina di circa quattro anni. Aveva i capelli castani e si guardava in giro rimanendo abbracciata a sua madre.
Si trattava di Anna.
-Elsa ti avevo chiesto di aspettare prima di camminare sul ghiaccio. –le ricordò il re smontando da cavallo.
-Padre è sicuro. –le rispose.
Lo sguardo del re fu comprensivo poi notò Jack.
-E quel bambino chi è, un tuo amico? –chiese alla figlia.
Elsa lo guardò nuovamente.
-Sì padre. Il suo nome è Jack. –
Il ragazzino stava per fare un inchino quando anche lui si sentì chiamare.
-Jack! –
Si voltò in tempo per vedere una giovane donna dai capelli marroni correre verso di lui e arrestarsi di colpo.
-Oh vostre maestà! –disse facendo un inchino.
Jack la imitò subito.
-Buon pomeriggio. –la salutò il re.
-Padre posso giocare un po’ con Jack? –chiese Elsa infine.
I suoi genitori si guardarono perplessi poi il re richiamò Elsa che camminò a passo spedito verso di lui.
-Potrai giocare con Jack solo se mi prometti che non userai la magia. D’accordo? –sussurrò all’orecchio della figlia.
-Sì! Grazie! –esclamò contenta Elsa.
Diede un bacio a suo padre e poi andò da Jack.
Cominciarono a giocare, prima con la neve e in seguito sul ghiaccio sempre sotto gli occhi attenti dei genitori.
-Madre, anch’io voglio scendere a giocare. –disse dopo un po’ di tempo Anna stanca di stare ferma.
-No tesoro, Jack è un amico di Elsa e tu potrai giocare con lei a casa. Va bene? –le chiese la regina.
Anna annuì ma non sembrava convinta.
Intanto Jack ed Elsa si stava divertendo e ridevano tantissimo.
-Sei simpatico. –ammise Elsa sorridendo.
-Anche tu. –le rispose Jack ricambiando il suo sorriso.
Avevano costruito due pupazzi, si erano distesi sulla neve per fare degli angioletti ed ora stavano cercando di pattinare senza cadere.
Jack era quello che se la cavava meno, infatti Elsa gli prese le mani molte volte per farlo stare in piedi finché alla fine non caddero entrambi ridendo.
-Elsa! È ora di andare! –le disse suo padre.
-Arrivo! –esclamò lei, poi si voltò verso Jack.
-Verrai a giocare qui anche domani? –gli chiese.
Il ragazzino si girò verso sua madre che sorrideva continuamente guardandoli.
-Se non nevicherà, e se Jack si comporterà bene, verrà di sicuro qui a giocare.
Elsa annuì e salutò la donna con una riverenza che fu ricambiata da un inchino.
Fu poi il turno di Jack, ed infine Elsa ritornò dai suoi genitori.
-Padre, Jack può venire a giocare al castello qualche volta? –chiese speranzosa mentre il re la metteva sul cavallo.
-Certamente Elsa. –rispose alla figlia, lei lo abbracciò forte e salutò con la manina il suo amico che tornava a casa con la madre.
Il giorno dopo Elsa e Jack giocarono ancora insieme mentre la regina e la madre di Jack chiacchieravano e passeggiavano con Anna.
Il re invece era rimasto al castello per degli affari.
Intanto Elsa chiese a Jack quale fosse la sua stagione preferita.
-L’inverno! –rispose lui facendo un altro pupazzo di neve con la principessa.
-Anche la mia! E il tuo colore preferito? –chiese nuovamente.
-L’azzurro. –rispose ancora il ragazzino.
-Tu fai molte domande. –ammise.
-Puoi farle anche tu. –gli rispose sorridente lei.
Le giornate passarono così finché non cambiò stagione e i due ragazzini si persero un po’ di vista, poi Elsa colpì per sbaglio sua sorella e non le fu più permesso di giocare con lei.
Entrambe le principesse erano molto tristi.
Un giorno però…
-Vostre altezze reali avete una visita. –dichiarò il maggiordomo.
Dopo l’approvazione del re e della regina i visitatori si fecero avanti, erano Jack e sua madre.
-Vostre maestà. –disse la donna con un inchino mentre suo figlio faceva lo stesso.
-Jack voleva chiedere se fosse possibile per la principessa Elsa di giocare con lui. –dichiarò la donna.
Il ragazzino intanto guardava stupito il palazzo.
La regina si alzò con il miglior sorriso che riuscì a fare e disse:
-Ma certamente. Andremo subito a dirglielo, caro…- chiamò il re facendogli segno di seguirla.
Lui si scusò e la raggiunse nel corridoio.
-Cara non penserai di…-
-Tesoro, Elsa è molto giù per non poter più giocare con Anna…-
-È per il suo bene. –intervenne il re.
-Sì lo so, ma non portiamole via l’unico amico che ha. Sarebbe terribile anche per quel bambino. –affermò la regina supplichevole.
-D’accordo…-rispose suo marito sospirando.
La donna lo baciò e lo ringraziò, poi andò da Elsa mentre il re tornò nella sala del trono.
La regina bussò alla porta della camera di sua figlia.
-Elsa, cara posso entrare? –chiese dolcemente.
-Sì, entrate madre. –rispose la principessa con voce triste.
La regina varcò la porta ed osservò sua figlia.
Era seduta sul suo letto con un libro pieno di figure tra le mani.
-Tesoro c’è una visita per te. –ammise contenta sua madre.
Elsa si voltò di scatto.
-Anna? –chiese lentamente.
La regina scosse la testa.
-No. Si tratta di Jack, è venuto a trovarti per giocare con te. –affermò.
Elsa ne fu felice e sembrò illuminarsi, anche la stanza sembrava meno fredda ma poi il suo sorriso si spense e si guardò le mani coperte dai guanti.
-Ma madre io non…non posso…–cominciò a dire.
La regina la fermò.
-No Elsa, puoi giocare con Jack. Basta che tu non gli riveli dei tuoi poteri e, se non avrai paura, tutto andrà bene. Hai paura quando sei con Jack? -le chiese.
Elsa scosse la testa e sua madre sorrise.
-Allora andiamo. –la incoraggiò prendendola per mano.
La principessina annuì e scese allegramente dal letto.
Come arrivarono nella sala del trono…
-Elsa! –esclamò Jack.
Lei si fermò sorridente ma ancora un po’ insicura.
-Ciao. –rispose.
-Principessa. –la salutò la madre di Jack con un inchino ricambiato come al solito da una riverenza.
Elsa guardò sua padre per una conferma e lui annuì con la testa, allora la principessa corse da Jack afferrandolo per un braccio.
-Vieni Jack! Ti faccio vedere il castello! –esclamò tutta contenta correndo via con lui.
Gli adulti presenti ridacchiarono poi il re si rivolse alla madre di Jack.
-Ditemi, vostro figlio è sempre felice e spensierato? –le domandò.
-Oh sì. È molto attivo, sembra una piccola bufera di neve. –ammise la donna, ma guardando le facce preoccupate dei regnanti si corresse.
-Ma è giudizioso e quando fa dei pasticci trova sempre il modo di rimediare. È un bambino molto caro e attento anche se un po’ dispettoso. –continuò a dire la madre di Jack.
-Ma io mi fido ciecamente di lui. –dichiarò infine.
Il re e la regina si scambiarono un’occhiata, forse dovevano fidarsi anche loro di Elsa.
Intanto Jack venne condotto ovunque da lei: nelle stalle, nei giardini e persino sul tetto ma sempre accompagnati da un servitore.
La principessa era felicissima di rivede Jack e di giocare con lui.
Si sentiva sicura di non potergli fare del male e così fu.

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Capitolo 2
*** La perdita di Jack ***


Passò un anno.
Anna, che era sempre stata messa da parte, aveva trovato un po’ di serenità giocando con i domestici o con gli animali del castello ma non era lo stesso che giocare con sua sorella.
-Sai Elsa, tra un po’ anche io avrò una sorellina o un fratellino. –disse Jack mentre mangiavano il gelato nei giardini del castello.
-Davvero?! Che bello! –esclamò la principessa contenta per lui.
La sorella di Jack nacque dopo alcuni mesi e venne chiamata Emma Frost.
Divenne una specie di calamita per la regina che, come la vide, corse a congratularsi con la madre di Jack.
Altri anni passarono e Jack ed Elsa crescevano insieme.
Un giorno la regina e il re di Arendelle pensarono che fosse il momento di fare un “discorso” alla loro figlia.
-Tesoro, Jack arriverà a momenti ma prima che venga vorremmo dirti una cosa che spero non ti turbi. –disse sua madre seduta sul letto della figlia.
Elsa, che ormai aveva quindici anni, la guardò preoccupata ma ascoltò molto attentamente.
-Elsa ormai sei una signorina, e sai bene che quando sarai grande diventerai la regina e dovrai sposarti. –continuò a dire la donna.
Elsa annuì comprensiva.
-Quello che stiamo cercando di dirti è che siamo felici che tu abbia un amico come Jack ma non sarebbe consono che tu ti affezionassi troppo a lui. –cercò di spiegare il re.
La principessa sembrò confusa e preoccupata.
“Non volevano più che vedesse Jack?” la stanza scese rapidamente di qualche grado ed entrambi i regnanti lo avvertirono.
-Tesoro. –cercò di attirare la sua attenzione la regina, prendendole la mano.
La trovò incredibilmente fredda anche con i guanti ma non la lasciò.
-Tuo padre sta cercando di dirti che puoi ancora essere amica di Jack ma niente di più. Sarebbe indiscreto se ti innamorassi di lui. Hai capito? –le chiese sua madre.
Elsa si tranquillizzò.
-Sì madre. –rispose normalmente.
-Elsa, promettici che qualunque cosa accada prenderai in seria considerazione l’idea di sposarti esclusivamente con un principe. –concluse suo padre serio.
-Ve lo prometto. –promise la principessa.
Il re soddisfatto uscì dalla stanza, la regina stava per fare altrettanto ma si fermò accanto alla porta.
-Tuttavia se così non fosse…-riprese la regina facendo voltare la figlia.
-hai la mia approvazione. –concluse la donna sorridendo e chiudendo la porta.
Elsa sorrise a sua madre ma poi cominciò a pensarci seriamente.
Dopo qualche minuto sentì bussare alla porta.
-Principessa Elsa è arrivato il vostro amico Jack. –disse la donna della servitù.
La principessa sorrise e rispose che sarebbe scesa subito.
Jack intanto era all’entrata.
Era cambiato notevolmente ma in meglio.
Era diventato un ragazzo di diciotto anni snello ed alto, la sua pelle era rimasta poco rosea e i suoi capelli marroni, si erano allungati ma sempre di una misura non eccessiva.
Quando vide Elsa un sorriso si dipinse sul suo volto.
-Ehi. -le disse con un gesto della mano.
Lei sorrise.
Era diventata una bella ragazza dai lineamenti sottili e aggraziati, anche i suoi capelli si erano allungati notevolmente ma erano sempre acconciati nel modo preferito di sua madre.
-Ciao. –lo salutò normalmente.
-Passeggiata nei giardini? –chiese il ragazzo.
-Sì. –accettò la principessa.
Entrambi presero a camminare fianco a fianco e ben presto giunsero nei giardini.
Parlarono un po’ e Jack ogni tanto cercava di divertirsi facendo il buffone.
Elsa rise ma si vedeva che qualcosa la turbava ed il ragazzo se ne accorse.
-Che cos’hai? -le chiese fermandosi.
Sembrava più un’affermazione che una domanda.
La principessa sembrò riprendersi.
-Cosa? –gli domandò a sua volta.
-Ti conosco bene, hai una faccia che dice chiaramente che sei preoccupata. –la informò.
Elsa lo guardò negli occhi nocciola, era così bravo a leggerla dentro.
Fece un respiro profondo.
-Non è niente. –gli rispose.
-Andiamo! So mantenere un segreto. –le disse cercando di essere convincente.
Elsa ridacchiò. Sapeva che era un perfetto bugiardo, lo diceva sempre anche Emma.
Scosse la testa e il ragazzo lasciò stare.
Quanto voleva potergli rivelare il suo segreto.
Solo a lui.
Jack cercò di tirarle su il morale e si mise di fronte a lei.
-Balliamo. –propose divertito.
Elsa sorrise appena.
-Io non so ballare Jack. –gli ricordò.
-Beh nemmeno io. –affermò.
Prese in fretta le braccia della principessa e la fece roteare così tante volte che cominciò a girarle la testa.
Rise tanto e, quando a Jack sembrò bastare, le fece lo sgambetto per farla cadere ma Elsa lo trascinò giù con lei.
Il ragazzo si ritrovò steso a pancia in giù con il viso nell’erba mentre la principessa era al suo fianco distesa sulla schiena.
Ripresero a ridere e Jack si mise in ginocchio.
-Non male no? –le chiese ironico.
Elsa si sedette e lo guardò fintamente offesa.
-È stato davvero poco galante ciò che hai fatto. –lo rimproverò.
Il ragazzo sì alzò e le tese una mano.
-Ma ci siamo divertiti. –le fece notare.
La principessa sorrise e afferrò la sua mano.
-Sì hai ragione. –concluse tirandosi su.
-Però guarda la tua camicia. –gli disse grave Elsa.
Jack la osservò. In effetti era completamente passata da bianca a verde.
-Sono finito. Posso nascondermi al castello finché mia madre non mi trova? –domandò scherzosamente.
La principessa rise di gusto.
-No, vieni. Andiamo a prenderne un’altra. –ammise guidandolo fuori dai giardini.
Anche il vestito di Elsa era leggermente macchiato di verde e quindi decise di andare a cambiarsi mentre la servitù trovava una camicia per Jack.
La principessa si cambiò poi uscì dalla sua stanza cercando Jack, lo trovò intento a parlare con il maggiordomo che gli porse una camicia.
Elsa stava per annunciarsi quando il ragazzo ringraziò il maggiordomo e si tolse la camicia davanti agli occhi dell’uomo.
La principessa divenne viola dall’imbarazzo.
Jack non era niente male senza camicia, aveva un fisico molto magro ma i muscoli non mancavano.
Elsa si voltò in fretta nascondendosi dietro il muro e respirando a fatica.
Non erano pensieri da fare per una signorina come lei.
Sentì il muro dietro di lei cominciare a gelare sotto il suo tocco e fu certa che dei fiocchi di neve stessero scendendo sui suoi capelli.
S’intimò di stare calma, evidentemente Jack non conosceva molto bene l’etichetta altrimenti non si sarebbe spogliato in giro per il castello.
La principessa sbucò fuori dal muro attirando l’attenzione di Jack che, vestito e sorridente, le si avvicinò e la guardò curioso.
-Ti senti bene? Hai la faccia tutta rossa. –le fece notare.
Lei rispose di sì e cercò di non avvampare ulteriormente ma quel giorno diede più occhiate di quante dovesse alla camicia che Jack portava.
Quella però fu l’ultima volta che Elsa lo vide. Lei doveva studiare spesso per imparare a regnare bene e Jack doveva passare più tempo con la sua sorellina ma a lui non dispiaceva.
Un orribile giorno d’inverno, mentre la neve copriva Arendelle e nel castello si cenava…
-Vostra altezza, una lettera. –disse il maggiordomo porgendo al re una busta.
La famiglia reale stava cenando ma in silenzio, visto che ne Elsa ne Anna si rivolgevano la parola.
Il sovrano ringraziò e prese la lettera, l’aprì e la lesse.
Sbiancò di colpo e i suoi occhi si fecero tristi indugiando sulla sua primogenita.
La regina colse quello sguardo.
-Caro? –gli domandò.
Lui le passò la lettera e a quel punto sia Elsa che Anna si voltarono verso il re.
-Elsa…-cominciò a dire suo padre.
La regina si coprì la bocca con la mano mentre leggeva il foglio e fece un gemito.
Anche i suoi occhi si velarono di tristezza e forse di lacrime.
-si tratta di Jack…- continuò il re.
Elsa sentì una fitta al cuore e capì.
-è venuto a mancare…mi dispiace. –concluse abbassando la testa.
Anna si voltò preoccupata verso sua sorella e la stanza si raffreddò in un momento.
-No…-sussurrò Elsa prima di correre via con il viso inondato di lacrime.
-Elsa! –la chiamò sua sorella ma il re la fermò con lo sguardo.
La regina intanto stava piangendo e suo marito le diede un abbraccio consolatorio.
Nel frattempo nella camera di Elsa...
La principessa era distesa sul suo letto e stringeva le lenzuola ormai ghiacciate.
-No…Jack! –continuava a dire Elsa soffocando i singhiozzi nel suo cuscino.
La stanza era in preda ad una vera e propria tempesta di neve. Il gelo ricopriva ogni cosa ed ogni sussurro della principessa diveniva uno spuntone di ghiaccio che colava dal soffitto.
“Non può essere morto! Non Jack!” continuava a pensare Elsa disperatamente.
Era distrutta ed il dolore che provava era atroce finché, tra un singhiozzo e un altro, si addormentò profondamente.
Il giorno dopo la famiglia reale pensò bene di andare ad alleviare il dolore della famiglia di Jack con delle condoglianze.
La madre di Jack ne fu grata, ma non vedendo Elsa, anche molto dispiaciuta.
Emma intanto non faceva altro che piangere.

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Capitolo 3
*** Dolci e tristi attimi ***


Tornati dalla famiglia Frost la regina andò da sua figlia per vedere come stesse.
Non era scesa né a colazione né a pranzo e questo la preoccupò.
Quando entrò nella stanza di Elsa rimase sotto shock per la quantità di freddo presente in quella camera e dovette sfregarsi le mani per evitare di perdere la sensibilità alle dita.
Elsa trovò finalmente il coraggio, e la calma, per chiedere a sua madre cosa fosse accaduto a Jack.
Lei le raccontò quello che la madre di Jack aveva saputo da Emma ed Elsa fu piena di orgoglio per l’atto protettivo ed estremamente eroico che Jack aveva compiuto ma le venne da piangere nuovamente.
-Madre potete andare ora. Non voglio che i miei poteri vi feriscano. –concluse mentre i suoi occhi azzurri tornarono lucidi.
Sua madre annuì, le accarezzò una guancia gelata e la lasciò sola nella sua stanza.
Elsa ricominciò di nuovo a piangere.
Jack le mancava moltissimo.

Intanto nella radura innevata Jack Frost stava rinascendo e l’uomo nella luna lo stava liberando dalle profondità del lago ghiacciato.
Lo spirito dell’inverno aprì gli occhi e vedendo la luna non ebbe più paura di cosa stesse accadendo.
Come fu in piedi sul ghiaccio guardò il suo riflesso, era davvero lui?
Si ricordava tutto quello che era accaduto.
Lui doveva essere morto ma aveva subito dei cambiamenti.
I suoi occhi erano diventati azzurri, i suoi capelli bianchi e la sua pelle era fredda e pallida.
Jack fece qualche passo e quasi scivolò. Trovò un bastone, ci giocò un po’ e scoprì di poter volare e creare neve dalle mani.
Cominciò a divertirsi dimenticandosi momentaneamente di tutti poi l’immagine di sua sorella lo colpì e tornò a casa sua.
“Volò” fin lì ma nessuno dei suoi famigliari sembrava vederlo, provò a chiamarli e a parlagli ma niente.
-Sono qui, non mi vedete! Emma, mamma, papà! –gridò.
Tutto inutile.
L’unica cosa che ottenne stando lì fu il dolore e le lacrime di tutti.
Anche lui pianse un po’.
Tornò nella sua stanza per un’ultima occhiata, era esattamente come l’aveva lasciata. Prese una felpa blu, si cambiò e volò via.
Era distrutto al pensiero di dover abbandonare i suoi ma doveva anche vedere un’altra persona prima di considerarsi definitivamente morto.
Volò fino ad Arendelle e dritto alla finestra di Elsa, avrebbe voluto rivederla prima di morire ma ormai era troppo tardi.
Si affacciò alla finestra e la vide.
Portava un leggero abito ceruleo, era accasciata in ginocchio accanto al letto e piangeva.
Ciò che lo sconvolse però oltre a quella vista era lo stato della camera di Elsa.
Nonostante la finestra non fosse aperta la stanza era piombata nel vivo dell’inverno e Jack questo non riusciva a spiegarselo.
Abbandonò quel pensiero, aprì la finestra ed entrò.
La sua principessa non smetteva di singhiozzare e quel suono gli provocò una fitta di dolore al cuore, anche se non palpitava più non avrebbe mai potuto smettere di battere per Elsa.
Né da vivo, né da morto.
-Jack…- continuava a ripetere incessantemente e instancabilmente lei.
-Oh Elsa, vorrei che tu mi vedessi. Mi basterebbe anche un giorno per stare ancora con te. –ammise malinconico lo spirito.
-Jack? –domandò la principessa alzando la testa.
-Sì, sono qui Elsa. –dichiarò tristemente.
Lei si voltò di scatto e lo vide.
Un bellissimo ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli bianchi, era diverso ma avrebbe riconosciuto la sua voce tra mille.
-Jack! –lo chiamò con nuove lacrime agli occhi.
Lo spirito rimase immobile per lo stupore, lei poteva vederlo!
Non poté formulare un pensiero che Elsa si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte.
Al diavolo l’etichetta, i suoi poteri e tutto il resto.
Jack, scosso dal suo abbraccio, la strinse a se.
In pochi secondi una dolce nevicata si posizionò sulla testa di entrambi troppo impegnati per accorgersene.
-Elsa sono qui e non me ne andrò però smettila di piangere. Sono stanco di persone che piangono. –ammise.
Elsa sciolse l’abbraccio e guardò Jack negli occhi.
Azzurro nell’azzurro.
Lo spirito le tolse le restanti lacrime dagli occhi e lei parlò.
-Hai fatto una cosa davvero eroica Jack…ma cosa ti è successo? Sei morto però sei qui difronte a me. –gli disse la principessa.
-Lo so. La luna mi ha portato indietro ed ora sono uno spirito ma solo tu sei riuscita a vedermi. –le disse dolcemente.
Elsa arrossì, stava per dire qualcosa ma Jack la precedette.
-Elsa la tua stanza…- le fece notare.
Lei si guardò in torno e decise di svelargli il suo segreto.
-È colpa mia. –ammise la principessa voltandosi e dando le spalle allo spirito.
-Cosa intendi dire? –le chiese Jack con uno sguardo confuso.
-Jack, c’è una cosa che non ti ho mai detto di me. Sono nata con dei poteri. Riesco a controllare la neve e il ghiaccio. –affermò voltandosi di nuovo.
Si tolse i guanti lentamente e formò dei fiocchi di neve davanti agli occhi di Jack, lui rimase a bocca aperta.
-Wow ma è fantastico! Perché non me lo hai mai detto prima?! –le chiese felicemente.
Elsa sorrise, era esattamente la reazione che si sarebbe aspettata da Jack.
Lo fece accomodare, chiuse la finestra e gli raccontò dell’incidente con Anna.
-Mi dispiace. –le disse sinceramente lo spirito.
-A me dispiace per te. –rispose la principessa guardandolo malinconicamente.
-Vuoi vedere che cosa sono in grado di fare ora? –le domandò Jack in tono divertito spezzando il clima di tristezza che c’era.
Elsa lo guardò storto ma quando Jack prese a volare per la sua stanza il suo sguardo divenne di puro stupore.
Lo spirito se la rise di gusto.
-Guarda. –riprese a dire formando un fiocco di neve dalle mani.
Gli occhi di Elsa luccicarono a quella vista e non poté non sorridere.
-Ora ci divertiremo più di prima. –le fece notare Jack per una volta contento di essere morto.
Elsa sarebbe voluta rimanere con lui ancora un po’ ma la obbligò a scendere per la cena.
La principessa tentò in tutti i modi di rimanere composta e seria mentre cenava con i suoi ma non poté fare a meno di pensare che Jack l’aspettava.
Non appena ebbe terminato di mangiare scappò letteralmente via sotto gli sguardi curiosi della sua famiglia.
Continuò a parlare con Jack tutta la notte e a giocare con la neve finché non le uscì uno sbadiglio.
-Credo sia ora di andare a dormire. –le disse lo spirito normalmente.
-E tu dove dormirai? –gli domandò Elsa.
-Siamo in un castello no? Una stanza la troverò. –ammise Jack facendo ridacchiare la sua principessa.
-Buona notte Elsa. –le augurò.
-Buona notte Jack. –gli rispose.
Quando lo spirito stava per uscire…
-Jack! –lo richiamò lei.
Jack si fermò e si girò lentamente.
-Ci sarai domani mattina? –gli domandò credendo ancora che si trattasse di un sogno.
Lui sorrise.
-Verrò a svegliarti. –le assicurò.
Elsa sorrise finché non lo vide uscire poi si addormentò.
La mattina successiva Jack si svegliò di buon umore.
Tutto quello che era successo gli sembrava pazzesco ma era del tutto vero.
Si alzò dal letto in una delle camere degli ospiti poi guardò fuori dalla finestra. Il tempo era perfetto per una battaglia a palle di neve o per una corsa sullo slittino.
Ricordandosi la sua promessa andò a svegliare Elsa.
Bussò alla sua porta ma non sentendo alcun rumore entrò e richiuse la porta alle sue spalle.
Elsa era immersa nelle coperte ed aveva un viso dolce e rilassato.
Non voleva svegliarla ma glielo aveva promesso.
-Elsa…Elsa svegliati. –le sussurrò a mezz’aria.
La principessa si girò nel letto ma non si svegliò.
-Jack…-disse assonnatamente.
Lo spirito stava per ridere ma si trattenne.
-Elsa…svegliati. Dai, voglio costruire un pupazzo di neve con te. -ammise divertito.
Elsa si rigirò nuovamente e aprì finalmente gli occhi azzurri, quasi si spaventò quando vide Jack volteggiare a qualche centimetro dal suo viso.
-Buon giorno. –la salutò.
-Buon giorno. –gli rispose felicemente.
-Prima di cominciare a divertirci, cosa c’è per colazione? –chiese Jack.
Elsa lo guardò allegramente.
-Ti va della cioccolata calda? Puoi prendere di tutto dalla cucina. –lo informò.
Jack si leccò le labbra alla menzione delle cioccolata calda.
-Per quanto riguarda il “divertirci” ricordati che io non posso ne uscire ne fare magie. -gli ricordò.
-Beh nessuno ha detto che dovevamo andare fuori. Se devi rimanere chiusa in questa stanza per i tuoi poteri lo farò anch’io. –affermò lui.
-Ma io non so sciogliere la neve che creo. –ammise lei immaginando la stanza sommersa fino al soffitto dalla neve.
Jack la guardò confuso.
-Hai detto di avere questi poteri fin da quando eri piccola, qualcuno avrà pur dovuto pulire la tua stanza no? –ipotizzò.
Elsa annuì e alla fine accettò la sua idea.
Chiese alla servitù di portarle due tazze di cioccolata calda, loro la guardarono stranamente ma fecero come lei gli aveva detto.
-Hm…amo la cioccolata. –affermò lo spirito tuffando le labbra nel liquido scuro.
Elsa fece altrettanto poi cominciarono a giocare con i loro poteri. Una risata contagiava l’altra, così che la giornata passò in un baleno ed era già sera.
-Jack credo sia ora di anda…cosa stai guardando? –gli chiese la principessa vedendolo alla finestra.
-La luna. Mi sta parlando…-ammise Jack concentrato sulla sfera bianca.
Elsa si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lui.
-E cosa ti sta dicendo? –domandò nuovamente.
Lo spirito si voltò verso la principessa guardandola seriamente.
-Di trovare i guardiani, loro mi stanno cercando e hanno bisogno di me. –le riferì.
Entrambi si stavano chiedendo chi fossero i guardiani.
Elsa rimase perplessa ma poi parlò.
-Allora dovresti andare, e quando tornerai riprenderemo i nostri giochi. –gli disse convinta.
Jack le sorrise, si salutarono e poi partì alla ricerca dei guardiani.
Elsa lo guardò volare via dalla finestra e già avvertiva la sua mancanza, anche Jack si sentiva allo stesso modo mentre il vento lo trasportava lontano.

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Capitolo 4
*** I guardiani ***


Jack continuava a volare nel cielo da interminabili minuti ormai cavalcando il vento che non accennava a diminuire.
Credeva che non avrebbe mai raggiunto il luogo dove si trovavano i guardiani finché il vento cessò e lo spirito atterrò lentamente su un terreno innevato.
Scorse una fabbrica in quella landa deserta e per un momento credette di essere arrivato al polo nord davanti al laboratorio di Babbo Natale.
Non poté fare ulteriori considerazioni poiché si sentì afferrare per la felpa ed essere messo…in un sacco?
-Ehi! Fatemi uscire! –gridò da dentro l’involucro che cominciò a gelare sotto il suo tocco.
Gli sembrò di galleggiare ed infine atterrò con un tonfo a terra.
Sentì delle voci ed uscì da qualsiasi oggetto lo avesse rinchiuso.
Era davvero un sacco!
-Jack Frost! –disse un omone grande e vestito di rosso somigliante parecchio a…
-Babbo Natale? –chiese lo spirito un po’ scettico.
-Tu puoi chiamare me Nord. –ammise.
Il ragazzo sorrise alle parole sconnesse e con l’accento russo dell’omone ma poi tornò serio.
-Sei uno dei guardiani? –chiese Jack alzandosi.
-Oh sì, da tanto tempo ormai. –affermò Nord.
Lo spirito annuì poi si guardò intorno.
La fabbrica di Babbo Natale era piena di fermento, elfi e…yeti?
-Gli altri saranno qui a momenti. –riprese a dire l’omone in rosso.
Jack non fece in tempo a chiedere che…
-Nord l’hai trovato. –disse una voce.
Lo spirito si voltò e vide tre personaggi piuttosto strani.
Uno era piccolo e tutto giallo, l’altro doveva essere un canguro o qualcosa di simile e l’ultima era una specie di uccello-donna.
-Certo Calmoniglio, cosa credevi? –chiese Nord al coniglio.
“Ah allora è un coniglio.” Pensò un per momento Jack divertito.
-Sarebbe lui? Ma è un ragazzino! –lo indicò Calmoniglio.
-Ehi! E tu saresti?!- chiese Jack offeso.
-È pure sfacciato! No, no no. Io non ci sto a lavorare con lui. –affermò il coniglio alzando le zampe.
Lo spirito strinse il suo bastone, stava per congelarlo quando Nord parlò.
-Calmoniglio non essere maleducato. È tempo di presentazioni. –ammise Babbo Natale.
Jack si rilassò ma continuò a guardare male il CANGURO.
-Lui è Calmoniglio, il coniglietto di Pasqua. –lo presentò.
Jack non disse niente.
-Poi c’è Dentolina, fata dei dentini. –continuò indicando la donna uccello.
Lo spirito le fece un cenno con la testa e la fata si lisciò le piume. Suppose che le aveva una lieve cotta per lui.
-Ed infine Sandman, l’omino del sonno. –concluse Babbo Natale indicando il tizio giallo.
-Ehilà. –lo salutò Jack.
Tra tutti il piccoletto era quello che gli sembrava più simpatico.
Lui lo salutò con la mano e aprì la bocca ma non ne uscì neanche un suono.
Allora questi erano i guardiani? Beh a parte il coniglio sembravano ok.
-Molto bene. Tutti sappiamo perché tu sei qui. –si rivolse a lui Nord.
-Sì, perché l’uomo nella luna ha detto che vi serve il mio aiuto. –rispose Jack.
-Ah ma non solo tuo aiuto, ci servi come guardiano. –disse con grandezza Babbo Natale.
Lo spirito rimase di stucco.
-Io? Come guardiano? Scherzi vero? -chiese guardandolo scetticamente, Nord non batté ciglio.
-Ok non stai scherzando…ma io non voglio essere un guardiano! –ammise.
-Uomo nella luna ha detto contrario. Tu darai una mano noi per fermare Pitch, l’uomo nero, e poi diventerai guardiano. –decretò Babbo Natale.
-No e poi no! Io non farò ne regali di Natele, ne nasconderò delle uova e ne prenderò i denti di nessuno chiaro!? –affermò deciso Jack.
I guardiani lo fissarono male ma poi Dentolina gli spiegò bene cosa facessero in realtà.
-Jack, noi facciamo queste cose per i bambini. Siamo guardiani e il nostro compito è quello di proteggere tutti loro. –disse indicandogli un grosso globo con delle lucine.
-E se Pitch non verrà fermato saranno tutti in pericolo. –concluse Calmoniglio.
Lo spirito dell’inverno guardò il globo luccicante.
Una di quelle luci rappresentava sua sorella e anche se lui era morto avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
-Va bene. –decise infine.
I guardiani tornarono alle loro mansioni mentre Nord raccontava a Jack di Pitch.
Dopo qualche ora Calmoniglio tornò informandoli che c’era un problema al palazzo di Dentolina.
Babbo Natale caricò tutti sulla sua slitta e partirono.
Quando arrivarono Jack fece la conoscenza di Pitch che gli ricordò molto bene che nessuno credeva in lui, ma lo spirito sapeva che si sbagliava.
L’uomo nero venne poi scacciato dai guardiani e Jack scoprì che i denti contenevano i ricordi di ciascun bambino.
Nel furto erano spariti anche quelli di sua sorella e per questo si infuriò parecchio.
Dopo una notte passata a raccogliere i dentini Jack conobbe anche Jamie, un ragazzino che aveva una sorellina più piccola e che un po’ gli ricordò se stesso da bambino.
Per un “incidente” Sandy fu costretto ad addormentare Calmoniglio e tutti gli altri guardiani, poi lui e Jack combatterono contro Pitch.
In quella lotta però l’omino del sonno fu sconfitto e lo spirito dell’inverno mostrò tutto il suo grande potere.
Quando i guardiani tornarono infine al polo nord fecero una piccola cerimonia per Sandy.
Anche se Jack non lo conosceva bene gli dispiacque parecchio per lui.
Nord disse poi a tutti che potevano alloggiare nella fabbrica perché ora più che mai dovevano restare uniti.
Lo spirito dell’inverno si ritrovò quindi in una camera da letto troppo natalizia, ma non gli importava.
I suoi pensieri erano volati spesso a sua sorella Emma ma adesso sentiva solo la mancanza della sua principessa.
Sorrise al pensiero di lei che lo abbracciava.
Della neve uscì dalla sua mano e la modellò formando una Elsa in miniatura.
Jack l’ammirò con attenzione.
Non poteva vedere i dettagli colorati della principessa, come i suoi occhi o i capelli biondi, ma la sua forma emanava la grazia e la bellezza che Elsa possedeva ed il suo sorriso sembrava quasi vero.
Lo spirito si ritrovò a sorridere senza rendersene conto.
-Chi essere lei? –chiese una voce alle sue spalle.
Jack quasi saltò dal letto sentendo la voce di Nord ed arrossì.
-Ehm…Elsa. È…hm…una principessa. –disse voltandosi verso Babbo Natale.
Lui gli diede un’occhiata maliziosa e si avvicinò osservando la statuetta sul palmo della mano di Jack.
-È bella ragazza. –ammise.
-Sì lo è. –rispose lo spirito tornando a guardarla.
-Tua fidanzata? –domandò Nord con un sorriso strano.
-No! Siamo solo amici! –si difese in fretta il ragazzo.
Nord ridacchiò.
-Essere immortali no vieta di innamorarsi di umani, ma non farlo fa soffrire meno. –dichiarò Babbo Natale.
Jack fu colpito come un getto d’acqua fredda.
Era vero, lui era immortale ora ed Elsa avrebbe continuato a vivere finché un giorno non l’avrebbe persa per sempre.
Lo spirito si sentì svuotato e rimase immobile forse per minuti finché Nord non gli mise una mano gigante sulla spalla.
-Se ami lei Jack dovrai dirglielo prima che sia tardi. –lo informò.
Jack scosse via quei pensieri ed annuì ma ne lui ne Babbo Natale si erano accorti che un paio di occhi rosa li stavano osservando.
Una volta riuniti i guardiani nella fabbrica Calmoniglio invitò tutti ad aiutarlo a portare la pasqua, nella sua tana trovarono poi Sophie con cui dipinsero le uova e Jack la riportò a casa nonostante fu pregato di non farlo.
Appena terminato il suo compito sarebbe dovuto ritornare dai guardiani ma non lo fece poiché sentì la voce di sua sorella e si decise a trovare i suoi denti da solo.
Errore.
Pitch lo attendeva nel suo nascondiglio e raggirando Jack gli fece perdere tempo rovinando la pasqua e la sua amicizia con i guardiani.
Affranto lo spirito andò su una montagna, combatté contro Pitch e per Dente da latte (una fatina che seguiva sempre Jack) consegnò il suo bastone che fu poi spezzato.
Jack venne colpito e non trovò più un motivo per continuare a combattere finché non gli venne in mente sua sorella così riuscì a riparare il suo bastone ed andò dall’ultimo bambino che credeva nei guardiani.
Lo aiutò a credere fermamente facendosi anche vedere, capì poi il suo scopo nella vita dei bambini quando si accorse di non poter battere l’uomo nero da solo.
Radunò gli amici di Jamie, i guardiani combatterono di nuovo contro Pitch, Sandy ritornò e tutto si aggiustò per il meglio finché Nord non chiese a Jack di unirsi a loro.
Lo spirito dell’inverno sapeva che doveva accettare.
La sua mansione sarebbe diventata quella di far divertire tutti i bambini del mondo con il suo potere e loro avrebbero creduto in lui ma era combattuto.
Non voleva lasciare Elsa da sola mai più, almeno finché non sarebbe giunta la sua ora…o forse prima? Non lo sapeva ancora con esattezza ma diventando un guardiano avrebbe protetto Emma e forse un giorno i suoi figli assieme a quelli di Elsa e di Anna.
-Accetto. –decise alla fine.
Fece il giuramento e chiese il permesso di potersene andarsene momentaneamente via.
I tre guardiani non capirono la ragione ma Nord sì ed acconsentì.
Jack allora prese il volo e, con un vento potente e veloce, tornò ad Arendelle.
Non vedeva l’ora di riabbracciare la sua principessa, ma ciò che non sapeva era che, nonostante fossero passati solo alcuni giorni, Elsa stava soffrendo di nuovo.
Il re e la regina erano scomparsi per sempre e i guai stavano per cominciare.

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Capitolo 5
*** Di nuovo insieme ***


La neve ad Arendelle si era sciolta del tutto ma aleggiava ancora un’aria fredda nei dintorni.
Jack arrivò davanti alla finestra di Elsa in un momento ma quando guardò nella stanza si pentì subito di essersene andato.
La sua principessa stava piangendo nuovamente ed era seduta a terra contro la porta delle sua stanza.
Il guardiano si sentì male, che fosse stata colpa sua?
Scosse quei pensieri ed entrò nella stanza.
-Elsa…-la chiamò.
Lei alzò lo sguardo ma non sorrise.
-Jack…oh Jack…–riuscì solo a dire tra i singhiozzi mentre il suo potere incontrollato ricoprì tutta la stanza.
Jack si avvicinò e s’inginocchiò davanti alla ragazza alzandole il volto.
-Che cos’è successo? -Le chiese premuroso come sempre.
Elsa non rispose ma lo afferrò stringendolo a se più che poteva.
Il guardiano si era abituato in fretta a questo gesto e circondò la principessa con le sue braccia permettendole di appoggiarsi su di lui.
-Jack…i…i miei genitori…se ne sono andati per sempre! –concluse Elsa piangendo ancora di più.
Jack rimase a bocca aperta.
“Oh no…” pensò.
-Shh…-le fece accarezzandole la testa e la schiena.
-Sono sola ora Jack. –ammise Elsa alzando lo sguardo verso il guardiano.
Non era del tutto vero visto che aveva ancora Anna che soffriva tanto quanto lei.
-Non sarai mai da sola Elsa finché ci sarò io. –la informò il guardiano.
La principessa fece un sorriso tirato poi lo abbracciò nuovamente mentre lui le accarezzava i capelli.
Tutto quello a cui riuscì a pensare Elsa fu la promessa che aveva fatto ai suoi genitori ma non poteva rispettarla.
Sospirò tra le braccia di Jack ed immerse più affondo il suo viso nella sua felpa.
Si era innamorata di lui e questo sarebbe mai cambiato.
Tuttavia doveva cercare un principe per il bene del regno, anche se lei non voleva.
Lasciò andare quei pensieri mentre i suoi occhi cominciarono a chiudersi ed infine si addormentò.
Jack sentì il corpo di Elsa farsi più pesante e i suoi respiri rallentare.
Si era addormentata ma il guardiano non vi diede peso, infatti la prese in braccio e la mise sul letto rimboccandole le coperte.
Si avvicinò al suo viso e le diede un dolce, freddo bacio sulla fronte sussurrandole: -Sono qui se hai bisogno di me…- poi scivolò sul muro accanto alla finestra sedendosi a terra, si mise il cappuccio e con un ultimo sguardo alla sua principessa cadde in un sonno profondo.
La mattina dopo Elsa si svegliò sentendosi un po’ meglio ma avvertì che c’era qualcosa di diverso nella sua stanza.
Nonostante soffrisse ancora per la perdita dei suoi, la stanza era tornata normale e c’era Jack.
Un momento…Jack!?
La principessa da distesa si mise in fretta a sedere guardando il ragazzo addormentato nella sua stanza.
Portava il cappuccio ed Elsa non riuscì a vedere il suo viso così, lentamente, scese dal letto e si avvicinò a Jack.
Quando fu a qualche centimetro dal suo viso fece scendere il cappuccio dolcemente e lo guardò sorridendo.
Il guardiano stava ancora dormendo ed era bellissimo come sempre, guardò poi il suo letto.
Non ricordava come fosse arrivata lì ma era certa che Jack l’avesse presa in braccio.
Arrossì al pensiero e si concentrò nuovamente sul ragazzo. I suoi capelli bianchi e ribelli sembravano così soffici e setosi che Elsa non resistette a non toccarli.
Avvicinò quindi la sua mano e li sfiorò, erano davvero setosi.
Fissando il suo viso sentì una voglia strana di baciarlo sulle guance o peggio, sulle labbra pallide ma si impose di non farlo.
Invece voleva parlare con lui, quindi allungò una mano ed accarezzò la guancia di Jack.
-Jack… -lo chiamò.
Il guardiano emise un respiro più forte degli altri ed aprì gli occhi svegliandosi.
-Mh…Elsa. Come ti senti? –le chiese mentre si alzava.
-Meglio. Ti ringrazio per ieri. –affermò la principessa tirandosi su a sua volta.
Jack le sorrise e rispose :-Dovere di guardiano. –
La principessa fece un largo sorriso poi lo invitò, con lo sguardo, a sedersi sul letto con lei.
Lo spirito le raccontò tutto quello che gli era successo, tranne della conversazione che aveva avuto con Nord.
-Non vorrei chiedertelo ma…i tuoi- tentò di domandarle.
Elsa tornò triste, fece poi un respiro profondo ed assunse un’aria così seria e altezzosa che Jack pensava non fosse più lei.
-Sono partiti per andare a visitare il regno di mia cugina Rapunzel ma la loro nave è affondata. –ammise la principessa cercando di non far tremare la sua voce.
-E non appena avrò compiuto diciotto anni toccherà a me governare il regno. –lo informò guardandolo dritto negli occhi.
Jack fece un lieve sobbalzo e la sua bocca si dischiuse leggermente.
Lei sarebbe diventata una regina!
-Sarai un’ottima regina. –le disse cercando di confortarla.
Elsa per tutta risposta scosse la testa, fece un sospiro e si alzò.
-Solo se nasconderò i miei poteri e darò al regno tutto quello di cui ha bisogno, compreso…un re e un giorno un’erede. –ammise camminando verso un cassetto ed estraendo un paio di guanti azzurri.
Il guardiano che la stava ascoltando sentì quelle parole ferirgli più di qualsiasi altra cosa al mondo ma non poteva vedere che Elsa era più triste di lui.
-Jack. –lo chiamò la principessa.
Lui alzò lo sguardo su di lei.
Era contrario al fatto che non usasse i suoi poteri perché erano una parte di lei che la rendeva speciale.
-Mi dispiace ma non potremo più giocare. –ammise non riuscendo a nascondere minimamente la sua tristezza e la sua delusione.
Jack cercò di darle un sorriso di conforto.
-Non importa, mi basta sapere che non mi caccerai a calci. –le disse.
Elsa sorrise, non sarebbe mai cambiato.
L’avrebbe sempre fatta sentire meglio, in ogni momento e con qualsiasi mezzo.
-Non ho alcuna intenzione di farlo. –ammise.
Dopo un paio di minuti la principessa ridacchiò e il guardiano la osservò confuso.
-Ora che ci penso ti devo cacciare in realtà…perché ho bisogno di vestirmi. –gli fece notare.
Jack la guardò, indossava un vestito da notte ma non poteva andare in giro così.
-Ripasserò dopo. –affermò lui con le mani dietro la testa e uscendo dalla porta.
Elsa scosse la testa e cominciò a slacciare qualche bottone del suo abito quando la porta si aprì di scatto e lei gridò incrociando le mani avanti al petto dove erano slacciati i primi bottoni.
Un Jack sorridente e divertito entrò nella stanza.
-Ho dimenticato il mio bastone. –ammise ridacchiando e prendendo il suo arnese appoggiato accanto alla finestra.
-Jackson Overland Frost! Scommetto che lo hai fatto di proposito! –lo sgridò Elsa.
-Noooooo. –rispose ironicamente lui mentre usciva.
La principessa scosse la testa, chiuse la porta a chiave e si vestì.
-Può darsi. –ammise il guardiano dietro la porta di Elsa prima di dileguarsi.
Cominciarono le lezioni su come governare un regno e vennero seguite anche da Jack, visto che si annoiava e che nessuno poteva vederlo.
Dovevano risultare noiose ma la principessa Elsa si tratteneva ogni volta dallo scoppiare a ridere poiché il guardiano dell’inverno riempiva l’atmosfera con le sue esilaranti battute.
-Come direste al vostro popolo che non c’è più cibo? – le venne chiesto durante una di queste lezioni da un uomo basso e molto in carne.
-Basta dire che te lo sei mangiato tutto tu. –rispose Jack che volteggiava dietro l’uomo.
Si fermò un attimo e poi gonfiò le guance assomigliando ad uno scoiattolo.
La principessa tentò di non ridere, mise anche le mani di fronte alla bocca ma cominciò a ridacchiare.
-Tutto bene vostra altezza? –le chiese un altro uomo alla sua destra.
Elsa si schiarì la voce.
-Hm…sì certo, perdonatemi. –si scusò continuando tuttavia a sorridere.
Molte delle lezioni prendevano questa piega e la futura regina passava per una donna poco affidabile e seria.
In altri casi invece Jack non poteva partecipare perché doveva portare la neve in qualche parte del mondo.
Arrivò il giorno dell’incoronazione e già dal risveglio si prevedeva una giornata molto dura.
-Regina Elsa…vostra altezza reale…posso svegliarvi o devo prima fare l’inchino? –chiese il guardiano divertito entrando nella camera della sua principessa.
-Smettila Jack. –gli rispose Elsa assonnata.
Si mise poi a sedere mentre il guardiano chiuse la porta dietro di se e cominciò a camminare per la stanza.
-Avanti, oggi è il tuo gran giorno. Dovresti sentire le lodi che tessono di te gli abitanti. –la informò.
-Davvero? E cosa dicono, sentiamo. –gli disse lei incrociando le mani e sorridendo.
Jack si schiarì la voce.
-Oh ma che sudditi fortunati che siamo, e la regina è così bella! –li imitò il guardiano appoggiando il dorso della mano sulla fronte con fare tragico. Poi fece l’occhiolino ad Elsa per quello che riguardava l’ultima parte del suo discorso.
Lei arrossì e lo scacciò.
-Forza esci che mi devo preparare. –gli ordinò scendendo dal letto.
-Ai vostri ordini maestà. –la prese in giro Jack facendo un inchino.
-Jack! –lo sgridò.
Lui si tirò su e sorrise.
-Ti aspetto in salotto. –le disse mentre usciva.
Elsa si vestì in fretta.
Quel giorno l’aveva sia atteso che non.
Da una parte non voleva diventare regina, dall’altra voleva solo farla finita.

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Capitolo 6
*** L’incoronazione e la festa di Elsa ***


Jack passeggiò per i corridoi e vide Anna correre via cantando.
-Buon giorno Anna, bel vestito. –la salutò come se potesse sentirlo.
Raggiunse lo studio e si mise a sedere sul divano aspettando pazientemente.
Elsa entrò dopo qualche minuto abbondante e Jack si voltò.
Era bella come sempre e il guardiano pensò che il vestito fosse fortunato ad essere indossato da lei.
-Carino, mi piace. Peccato per le maniche lunghe, visto che siamo in estate. –le disse sinceramente Jack alzandosi dal divano.
-Grazie. -rispose Elsa entrando nella stanza e chiudendo la porta.
Cominciò poi a canticchiare.
-Celare, domare, non lasciare che loro lo sappiano, controllati, niente emozioni. –ripeteva.
A Jack quelle parole non piacquero per niente.
-Come? –le chiese con uno sguardo serio e confuso.
-Sono le parole che mi ha sempre ripetuto mio padre a proposito dei miei poteri. –ammise lei avvicinandosi al ritratto di suo padre.
Il guardiano le fu subito affianco.
-Stupidaggini. –affermò freddo.
-Jack! –lo riprese Elsa voltandosi sconvolta.
-Mi dispiace ma è così, tuo padre non ha mai capito niente! Devi provare emozioni…come ogni altro essere umano! E devi mostrare alle persone chi sei o un giorno verrà fuori tutto quello che hai tenuto nascosto! –esclamò ancora più convinto.
La principessa lo guardò negli occhi azzurri e lesse rabbia e preoccupazione.
-Nessuno ha chiesto la tua opinione! –gli urlò contro lei.
Stettero in silenzio per qualche minuto.
Jack sembrò pentito solo in parte.
-Perdonami, so che ti mancano i tuoi…e che non avrei dovuto…ma…-cominciò a dire.
-No scusami tu. È solo che…questo giorno non doveva arrivare così in fretta ed è un giorno speciale soprattutto i miei genitori…non per me. –ammise Elsa scusandosi.
Jack le sorrise docile.
-No. È il tuo giorno, ed io sarò presente in prima fila nella chiesa. Cosa devi fare esattamente? –le domandò per cambiare discorso.
La principessa sorrise poi sospirò.
Si tolse i guanti, prese in mano una candela e un piccolo contenitore rotondo poi si girò verso Jack.
-Devo tenere due oggetti come questi nelle mani…ma ho paura. Tutti saranno lì a fissarmi e se i miei poteri uscissero allo scoperto…- iniziò a dire Elsa abbassando lo sguardo.
Visto che era tesa il suo potere uscì fuori e ricoprì di brina entrambi gli oggetti.
Stava per metterli via quando le mani di Jack si appoggiarono dolcemente sulle proprie.
Elsa guardò per un momento quelle mani pallide prima di alzare lo sguardo sul bel ragazzo.
-Andrà tutto bene Elsa. –la rassicurò.
La principessa non sembrò convinta.
Aveva già sentito quelle parole in un’altra occasione ed era finito tutto male, anche il guardiano le aveva dette ad Emma prima di morire.
Pensando a questo la camera scese di qualche grado ma Jack diede ad Elsa un sorriso così rassicurante che lei non poté non sorridere.
-Se sarai nervosa guarda verso di me. –le suggerì.
La principessa sorrise di cuore.
Lui era lì per lei, e ci sarebbe sempre stato.
Lo fissò dritto negli occhi e nessuno dei due si accorse che le emozioni di Elsa avevano sciolto il ghiaccio che ricopriva gli oggetti nelle sue mani.
Lei li rimise al loro posto senza degnarli di uno sguardo ed uscì fuori dalla stanza scortata da Jack poi la cerimonia cominciò.
Elsa si inchinò per ricevere la corona e Jack la guardava dalla prima fila con gli occhi sognanti.
La ragazza si tirò su e fu il momento di ricevere i due oggetti d’oro che rappresentavano il governo del regno.
La principessa sperò che l’uomo che presiedeva la cerimonia lasciasse perdere i guanti ma quando le ricordò di levarseli lei si sentì male e li tolse lentamente.
Cominciò a tremare e lo spirito dell’inverno assunse un’espressione seria e concentrata fissando le mani di Elsa.
Lei si girò verso il suo pubblico e cominciò ad agitarsi guardando i due oggetti d’oro tra le sue mani, questi cominciarono a ricoprirsi di ghiaccio.
“Oh no! Coraggio Elsa, calmati. La frase in latino è terminata? No! Parla più in fretta.” Pensò la futura regina.
-Elsa…- disse una voce.
La principessa si voltò verso Jack, lui le stava facendo segno di guardarlo.
“Oh è vero, c’è anche Jack.” Pensò inoltre la futura regina un po’ più sollevata e diede un lieve cenno con la testa allo spirito.
-…Elsa regina di Arendelle! –terminò di dire l’uomo.
“Finalmente!” si disse Elsa mettendo in tutta fretta gli oggetti d’oro sul cuscino e rimettendosi i guanti.
Sorrise infine al suo pubblico e soprattutto a Jack. Lui ricambiò il suo sguardo e le fu subito accanto.
-Vorrei essere il primo a congratularmi con voi regina Elsa, una cerimonia perfetta. –ammise facendole un inchino.
-Grazie…- rispose lei sinceramente.
Arrivò la sera e con lei la festa per l’incoronazione della nuova regina.
Le persone presenti si inchinarono mentre il maggiordomo presentò Elsa ed Anna.
-Ed ecco a voi anche il famoso Jack Frost! –si annunciò Jack entrando con fare altezzoso.
Gli uomini e le donne presenti fecero un grande applauso per la regina e la principessa ma il guardiano fece finta che fosse per lui.
-Grazie. Troppo buoni, ne sono lusingato. –affermò facendo un inchino.
Elsa a quella vista ridacchiò e cominciò a parlare con sua sorella.
Jack trovò quelle conversazione un po’ fredda e insicura all’inizio ma piano piano si scaldò, arrivò poi un vecchio duca che chiese di ballare con la regina.
-Con chi vuole ballare questo nonnetto? –domandò il guardiano ad alta voce.
Il vecchio duca fece qualche mossa e un inchino così che quasi tutti i suoi “capelli” finirono per staccarsi dalla testa.
Elsa ed Anna ridacchiarono mentre Jack se la rideva di gusto.
-Ehi Elsa, scaricalo a tua sorella. Si vanta sempre di essere un’ottima ballerina. –le disse divertito lo spirito.
La regina si schiarì la voce poi fece come le aveva suggerito Jack.
Mentre Anna e il vecchio duca ballavano Elsa continuava a ridacchiare con il guardiano.
Finito il ballo la principessa tornò da sua sorella e continuarono a parlare.
-Vorrei che fosse così sempre. –ammise Anna.
-Anch’io…ma non posso. –affermò Elsa.
-Perché no devi solo-
-Non posso e basta! –la interruppe la regina voltandosi.
-Scusa, con permesso…- disse infine sua sorella allontanandosi singhiozzando.
-Va tutto bene? –le chiese Jack mettendole una mano sulla spalla.
Elsa sospirò.
-No…-gli rispose sincera.
-Sei stata troppo dura con lei. –le fece notare lo spirito.
-Lo so, ma lei non capisce. Lo faccio solo per proteggerla. –ammise la regina.
Prima che Jack potesse risponderle si presentarono alla regina una nobile coppia.
-Oh vostra altezza che splendida cerimonia, e che ricca festa! Ciò che manca ora al regno è solamente un bel re! –ammise la donna.
Elsa passò in fretta il suo sguardo su Jack.
-Vado a…a mangiare qualcosa. –si inventò lo spirito prima di sparire al buffè.
La regina scosse la testa e sorrise ai suoi ospiti continuando a parlare.
Dopo qualche minuto il guardiano del divertimento stava ancora mangiando.
Non poteva di certo afferrare gli oggetti e sperare che qualcuno non li vedesse scomparire magicamente, quindi doveva muoversi con calma.
I suoi occhi viaggiarono di nuovo alla sua regina che stava chiacchierando con qualche giovane.
Jack strinse forte il suo bastone, i principi che ronzavano in torno ad Elsa erano interessati solo a diventare re.
Tornando alla sua regina vide bene che congedò con estrema naturalezza tutti quegli spasimanti.
Il guardiano si sentì sollevato ma anche un po’ un’egoista, doveva pensare al bene di Elsa e non al suo.
Osservò nuovamente la regina giusto in tempo per vedere arrivare Anna con un principe.
Jack stava per distogliere lo sguardo quando notò Elsa in difficoltà e lasciò perdere il buffè per volare subito accanto a lei.
-Che succede? Tutto bene? –le chiese.
-Non puoi sposare un uomo che conosci appena. –disse la regina a sua sorella facendo capire anche a Jack.
-Cosa?! Vuole sposarsi con lui?! E chi sarebbe?! –le domandò il guardiano.
La conversazione durò ancora un po’ e Jack era sempre più stupito.
-Maestà se potessi chiarire con voi- cominciò a chiederle il principe Hans.
-No, non puoi. –gli rispose fredda.
-Vi prego. –la supplicò il principe.
La regina lo squadrò bene.
Non si fidava di nessuno che non fosse Jack.
-Elsa ti prego, almeno ascoltalo. –le disse disperatamente Anna.
Elsa guardò sua sorella negli occhi.
Lei forse non avrebbe mai trovato un principe che l’amasse anche per i suoi poteri ma Anna aveva una possibilità, inoltre sarebbe stata più felice e al sicuro con qualcuno affianco.
-D’accordo, vi concedo il permesso di spiegarvi principe Hans. –gli disse.
-Cosa!? –esclamò Jack irritato.
-Grazie vostra maestà. Potremmo discuterne in privato? –le chiese facendo un inchino.
Elsa ci pensò su. Non era una buona idea rimanere in una stanza da sola con uno sconosciuto, ma lo faceva per Anna.
-Va bene. –rispose.
-No! –disse il guardiano ancora più arrabbiato.
-Seguitemi. –ammise la regina guardando sia Hans che Jack.
Lo spirito dell’inverno capì che neanche lei si fidava del principe e voleva che lui le fosse accanto, ma cosa avrebbe potuto fare invisibile com’era se le cose fossero andate male?
Avrebbe solo potuto gelare il fondo schiena al principe.
Hans lasciò il braccio di Anna e seguì Elsa mentre il guardiano stava allerta dietro di loro.

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Capitolo 7
*** Nel castello di ghiaccio ***


Come i tre sparirono in un corridoio il principe sorrise in modo malvagio e Jack, che non aveva smesso di guardarlo, socchiuse gli occhi pericolosamente.
-Sta sorridendo Elsa. –la informò.
Lei si girò a guardare Hans ma lui mise su uno sguardo serio e sottomesso.
-Doppia faccia…- lo insultò il guardiano per poi creare un sottile strato di ghiaccio sul pavimento.
Hans scivolò ma non cadde.
Elsa, che era girata di schiena, lo sentì e sorrise.
-Fate attenzione, il pavimento è scivoloso. –disse senza voltarsi.
-Me ne sono accorto. –ammise il principe.
Arrivarono nel salotto e Jack fu sorpreso nel vedere che, appena chiusa la porta, Hans cominciò a sorridere in un modo che doveva risultare…seducente?
-Vostra maestà…-cominciò a dire il principe girando lentamente attorno alla regina.
-…io so che voi non vi fidate di me perché non mi conoscete, ma vi assicuro che non ho cattive intenzioni. –le disse abbassando le palpebre.
Elsa stette in guardia, quello sguardo non le piaceva.
-Sono solo un nobile uomo che si è invaghito di vostra sorella ma capisco che voi vogliate che questo non accada. –ammise fermandosi.
-Cosa state insinuando? –gli domandò la regina offesa.
-Semplice, ho visto i vostri occhi posarsi su di me spesso questa sera e ne deduco che vi siate invaghita di me al primo sguardo. – le mentì avvicinandosi a lei.
-Ehi, ti conviene stare indietro…–gli rispose minaccioso Jack parandosi di fronte a Elsa, lei era rimasta senza parole.
Come osava quel principe dire che lei…
-Ma non temete io posso sistemare le cose con vostra sorella Anna se volete. In effetti lei è graziosa ma non è certo più bella di voi…- ammise Hans passando attraverso un Jack furioso.
“Sta facendo la corte a tutte e due!” pensò il guardiano con un istinto omicida crescente.
Non appena Hans fu abbastanza vicino a Elsa lei lo colpì con la mano guantata dandogli un sonoro schiaffo.
-Come vi permettete! Avete chiesto la mia benedizione e ora vi comportate in questo modo inopportuno con me!? –gli urlò contro la regina disgustata.
Jack sembrò ritrovare il sorriso, ma non era un sorriso felice bensì accattivante e vittorioso. Voleva persino applaudire per il comportamento di Elsa.
Hans invece la guardò sia con odio che con stupore massaggiandosi una guancia e allontanandosi.
-La conversazione termina qui. Non vi azzardate a tornare in questo reame e state alla larga da mia sorella Anna. –gli impose seria Elsa uscendo con Jack che fece la boccaccia al giovane.
La regina tornò nella sala sotto le lodi del guardiano.
Anna invece si fece subito incontro ad Hans ma lui le disse semplicemente che Elsa aveva rifiutato.
Lei diede un altro sguardo alla coppia poi disse alle guardie: -La festa è finita, chiudete le porte. –
Avrebbe protetto sua sorella a tutti i costi e da chiunque le volesse fare del male, compreso il principe Hans.
Anna tentò comunque di parlarle ma le sfilò il guanto ed Elsa le disse di andarsene.
Jack vide che la situazione stava leggermente degenerando.
-Elsa andiamocene. –le suggerì.
Lei sospirò e si voltò per fare come Jack le aveva detto ma sua sorella la richiamò.
-Non ti agitare Elsa. –cominciò a dirle lo spirito in un orecchio mentre la conduceva verso la porta.
Anna però non smise di attaccare Elsa che infine liberò il suo potere.
Il guardiano accanto alla regina sobbalzò per la sorpresa, lei lo guardò sperando di non averlo colpito e lui le diede un cenno rassicurante.
Elsa continuò poi a guardare tutte le persone presenti spaventata, Anna la osservò stupita e anche il vecchio duca disse la sua.
-Elsa corri! –le ordinò il guardiano a cui le parole del vecchio puzzavano di minaccia.
La regina aprì la porta e corse via.
Non appena furono all’esterno Elsa non riuscì a passare tra la folla, Jack avrebbe voluto aiutarla ma non poteva farla volare sopra centinaia di persone come se niente fosse.
La regina ghiacciò la fontana e fece cadere il vecchio duca poi, con la paura impressa sui volti delle persone, riprese a correre assieme a Jack e raggiunsero il fiordo.
Elsa si fermò guardando l’acqua davanti a lei poi sentì la voce di Anna e fece qualche passo all’indietro.
L’acqua a contatto con i suoi piedi cominciò a congelare e Jack osservò quel fatto con un’espressione seria mentre un’idea si faceva largo nella sua mente.
La regina intanto stava fissando l’acqua ghiacciata sotto i suoi piedi poi si voltò verso il guardiano osservandolo agitata. Stavano pensando la stessa cosa.
-Credi che sia abbastanza solido? –gli chiese lei preoccupata.
-Non ho con me un sasso per testarlo ma sono certo che il tuo potere è più forte di quanto credi. –ammise Jack.
Elsa annuì e non appena vide comparire Anna corse sull’acqua che divenne uno strato di ghiaccio liscio e solido.
Nonostante fosse ormai lontana, la regina non riusciva a smettere di correre.
Alla fine rallentò e cominciò a camminare per la montagna del nord seguita come sempre dal suo guardiano.
-Potremmo andare dai guardiani al polo nord per un po’. –le suggerì Jack per allentare la tensione.
-No…vorrei solo stare da sola. –gli rispose la regina voltandosi verso di lui e guardandolo tristemente.
Lo spirito dell’inverno spalancò gli occhi.
-Da sola senza di me? –le chiese preoccupato.
Elsa sorrise dolcemente.
-No. Da sola con te. –specificò lei, poi però accorgendosi di come suonava quell’affermazione arrossì.
Jack invece ne fu felice e si sollevò in aria per cercare un posto dove passare la notte ma niente sembrava fare al caso loro.
Scese per dirlo alla sua regina ma si bloccò, Elsa stava cominciando a canticchiare e Jack amava sentirla cantare.
L’aveva ascoltata una volta, per pura casualità, intonare una canzone da dentro la sua stanza prima che lui potesse bussare per informarla del suo arrivo.
Era rimasto perciò in piedi e immobile davanti a quella porta bianca con i decori azzurri per tutto il tempo necessario affinché Elsa finisse di cantare ma lei aprì la porta proprio mentre stava intonando le ultime parole e, vedendo Jack, si ammutolì arrossendo imbarazzata.
Riuscì a stento a chiedergli se l’avesse sentita e lui, che si era ripreso dalla sorpresa, le sorrise assicurandole che aveva una voce stupenda.
Elsa cominciò a cantare, si sfilò il guanto e sorrise mentre dava sfogo al suo potere creando anche un bel pupazzo di neve.
Si disfò del suo mantello e cominciò a camminare verso un crepaccio, poi si girò.
Elsa non guardava mai il guardiano del divertimento mentre cantava ma questa volta lo osservò sorridente e Jack fece lo stesso facendole cenno di continuare.
Lei allargò il suo sorriso e corse verso il crepaccio mentre lo spirito dell’inverno la seguiva curioso di vedere cosa avrebbe combinato.
La regina creò una scala di ghiaccio e la oltrepassò sicura, poi sbatté il piede a terra formando un enorme fiocco di neve.
Jack non capì cosa volesse fare finché Elsa non alzò le mani e il ghiaccio si sollevò insieme a lei.
Divenne un pavimento al quale si aggiunsero colonne, archi e muri.
Il guardiano dovette volare subito vicino alla sua regina per evitare di essere lasciato all’esterno e capì che Elsa stava costruendo un castello.
Rimase estasiato dalla bellezza e dalla potenza dei suoi poteri che superavano di gran lunga i propri, si sentì anche orgoglioso di lei.
La regina terminò il lampadario della stanza e Jack stava per congratularsi con lei, ma non aveva ancora finito.
Elsa prese la sua corona e la gettò via, si sciolse i capelli lasciando che un morbida treccia cadesse sulla sua spalle e trasformò il suo abito in un vestito scintillante degno di una regina del ghiaccio e della neve con tanto di spacco e strascico.
Lo spirito dell’inverno rimase a bocca aperta, Elsa era stupenda.
-Wau…-uscì solo dalla sua bocca.
La regina delle nevi sorrise e le sue guance si colorarono leggermente, Jack non l’aveva mai guardata in quel modo.
Uscì poi sul terrazzo intonando le ultime parole e rientrò nel castello chiudendo la porta-finestra.
-Che cosa ne pensi? –chiese al guardiano indicando lo spazio attorno a loro.
Lui guardò per un momento i dintorni poi si voltò verso di lei e le sorrise.
-Penso che tu sia fantastica. –ammise sincero.
Elsa rimase piacevolmente soddisfatta.
Ormai era l’alba e loro non avevano niente da fare, così insieme costruirono e decorarono le stanze del palazzo.
Passarono l’intera giornata a divertirsi e a scherzare finché all’ora di pranzo Jack pensò bene di andare a trovare qualcosa da mangiare.
Il guardiano tornò presto con della frutta e disse di essere stato molto fortunato ad averla “trovata” da un omone di nome Oaken.
Arrivò la sera ed entrambi sbadigliarono per poi augurarsi la buona notte.
Come la regina delle nevi uscì dalla stanza di Jack chiudendo la porta, lui si distese sul suo letto di ghiaccio felice.
Stava trascorrendo dei momenti indimenticabili con Elsa ma il pensiero che tutto questo sarebbe finito in un paio di anni lo atterrì e lo rattristò nuovamente.
Si impresse inoltre nella sua mente l’immagine della regina con un altro uomo e gli occhi di Jack divennero delle fessure.
Prese in fretta il suo bastone e scagliò un colpo tentando di centrare quell’orribile immagine di fronte a lui ma l’unica cosa che ottenne fu un pasticcio sui decori raffinati che ricoprivano il muro.
Lo spirito si alzò in piedi e lentamente raggiunse la superficie liscia, fece passare due dita su di essa e i decori comparirono nuovamente.
-Perché le cose non possono essere diverse? -si domandò rassegnato.
Intanto Elsa continuava a fare avanti e indietro nella sua camera da letto persa nei suoi confusi pensieri.
Sarebbe dovuta tornare indietro e chiedere scusa?
Le persone le avrebbero fatto davvero del male?
Doveva rinunciare nuovamente alla sua magia?
Si sarebbe mai sposata con un principe che amasse lei e i suoi poteri?
Tutti i pensieri si focalizzarono poi su Jack ed immaginò gli occhi azzurri del guardiano.
La regina sospirò mettendosi a sedere sul suo letto e arrivò ad una conclusione.
Jack era immortale e lei no.
-Non posso cambiare questo. –disse Elsa osservando la luna piena fuori dalla finestra.

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Capitolo 8
*** Olaf ***


Il mattino seguente la regina aprì gli occhi e si stiracchiò.
Era un altro giorno.
Un bellissimo nuovo giorno, anche se lei era una regina ricercata e il suo complice era uno spirito invisibile e immortale.
Pensando al guardiano Elsa stava per scendere dal letto ma sentì dei passi avvicinarsi e si distese nuovamente fingendo di dormire.
Era un comportamento inusuale per lei ma amava che Jack la venisse a svegliare ogni mattina.
Infatti arrivò e si avvicinò al letto.
La regina era pronta a sentire le solite parole che Jack le diceva ma non furono quelle ad uscire dalla sua bocca.
-Vorrei che tu fossi mia per sempre… -le sussurrò in un orecchio.
Il cuore di Elsa cominciò a battere freneticamente e lei cominciò a tremare sperando che il guardiano non si accorgesse che era sveglia.
Jack le accarezzò una guancia e la regina si immobilizzò all’istante.
-Elsa…svegliati…- cominciò a dirle.
Lei fece un sospiro di sollievo ed aprì gli occhi fingendo di essersi appena destata, ma come lo vide arrossì tremendamente.
Il guardiano le diede il buon giorno, la fece scendere dal letto poi volò via per cercare qualcosa da mangiare.
La regina ebbe qualche minuto per se stessa e cercò di convincersi che Jack era quello di sempre ma evidentemente non lo conosceva così bene, perché non si era mai accorta che lui si fosse innamorato di lei.
Mentre rifletteva il lo spirito dell’inverno tornò con frutta, verdura e con uno sguardo strano.
“Dovrei dirle che nel suo regno è pieno inverno?” pensò Jack turbato, poi scosse la testa. Non voleva agitarla e farle dubitare dei suoi poteri nuovamente così entrambi si misero a mangiare.
-Cosa facciamo ora? –chiese Elsa.
-Beh potremmo…-il guardiano smise di parlare e tese l’orecchio sentendo il rumore di una porta che si apriva.
Nel castello era appena entrato qualcuno.
Anche la regina captò qualcosa e scesero entrambi le scale che portavano all’ingresso.
-Chi è Jack? –chiese Elsa che non vedeva da dietro la spalla del guardiano.
-Non ci credo! –esclamò lui scansandosi.
L’intruso non era altro che il pupazzo di neve che Elsa aveva costruito e stava camminando!
-Cavolo… -disse lui mentre osservava il castello, poi i suoi occhi si posarono sulle due figure e corse da loro.
-Ciao! Io sono Olaf e amo i caldi abbracci! –esclamò.
-Olaf? –chiese divertito Jack guardando Elsa.
Lei continuò ad osservare il pupazzo di neve.
-Sei…vivo? –gli chiese sorpresa.
-Sì... –le rispose un po’ triste per non aver ricevuto un abbraccio da nessuno dei due.
La regina delle nevi si guardò i palmi delle mani.
-Te l’avevo detto che il tuo potere è più forte di quello che sembra. –le ricordò Jack volando di schiena.
-Ah! Ma tu sai volare! –affermò Olaf felice ed eccitato.
Il guardiano sorrise e scese nuovamente mettendosi in ginocchio davanti al pupazzo.
-E non solo. –ammise creando un fiocco di neve nelle sue mani.
Olaf rimase a bocca aperta.
-Sei come Elsa!? Sei fantastico! –gli disse con ammirazione.
Jack si alzò in piedi e si voltò verso Elsa.
-Mi piace il piccoletto. Posso tenermelo? –chiese indicandolo.
La regina sorrise e il guardiano osservò nuovamente il pupazzo dubbioso.
-Però…ti manca qualcosa, aspetta un momento. –gli ordinò prima di prendere il volo.
Tornò dopo qualche secondo con una carota che aveva preso quella mattina e gliela mise.
Olaf ne sembrò entusiasta e abbracciò Jack sulle gambe, lui si abbassò per dargli un “caldo” abbraccio.
Elsa rimase intenerita a guardare quella scenetta.
Quando i due si divisero il simpatico pupazzetto corse anche da lei e la circondò con le braccine ramose.
Durò qualche secondo poi la regina lo lasciò e Olaf squadrò sia Jack che Elsa.
-Se mi hai creato tu, saresti la mia mamma? –le chiese il piccolo ammasso di neve vivente.
La regina arrossì lievemente, in un certo senso era così ma i suoi piani non consistevano nel diventare madre a diciotto anni.
-Sì, in un certo senso sarebbe così. –affermò imbarazzata.
-Evviva! –esclamò Olaf.
Jack ridacchiò ma il pupazzo di neve aveva qualcosa da dire anche a lui.
-E tu allora dovresti essere il mio papà! –ammise.
Il guardiano smise subito di ridere ma in compenso cominciò a farlo la regina.
-Cosa!? No! –affermò.
Lui non aveva fatto un figlio-pupazzo di neve con Elsa e per come suonava la faccenda non l’avrebbe mai fatto!
Forse il marito di Elsa avrebbe fatto un “pupazzo di neve” con lei.
-Ma mi hai dato un naso però. – rispose il Olaf toccandosi la carota.
-Ma non centra niente! –cercò di difendersi lui.
-Beh non importa, per me è così. –ammise il pupazzo incrociando le braccia legnose.
-Va bene! –accettò Jack alzando gli occhi al cielo esasperato.
Olaf sorrise felice.
In fin dei conti il guardiano adorava i bambini, perché con un piccolo pupazzo di neve doveva essere diverso? Era fatto del suo elemento dopotutto.
-Che si fa? Giochiamo a qualcosa! –propose il pupazzo di neve.
Elsa lo guardò sorridente poi lei e Jack si scambiarono un’occhiata.
Andarono tutti al piano di sopra e cominciarono a divertirsi con la neve appena creata, fecero alcuni giochi e Olaf si smontò spesso facendo ridere sia la regina che il guardiano.
Ora erano seduti sulla neve fresca e stavano facendo una pausa.
Jack guardò il pupazzo accanto a lui che raccoglieva la neve e la lanciava in aria ricoprendo se stesso mentre ridacchiava poi guardò Elsa che si trovava dall’altra parte e stava creando un piccolo pupazzo di neve senza usare la magia.
Il guardiano sospirò contento, niente sarebbe potuto andare meglio.
Sì sentì un bussare alla porta e tutti e tre s’irrigidirono.
-Non hai creato altri pupazzi viventi vero? –le domandò retorico Jack.
Elsa scosse la testa e si alzò andando a vedere.
Il guardiano stava per fermarla ma Olaf seguì la regina saltellando e lui non ebbe altra scelta che volare dietro di loro.
-Anna. –disse Elsa una volta arrivata all’ingresso.
Sua sorella le fece i complimenti, lei la ringraziò ma provò comunque di farla andare via nonostante fosse felice di rivederla.
Jack e Olaf stavano in disparte nascosti dietro una colonna ma il pupazzo di neve non resistette a non presentarsi e uscì allo scoperto.
-Olaf! Torna qui! –lo richiamò il guardiano.
Anna vide quell’esserino e fu sia sorpresa che intenerita.
-Sembra quello che abbiamo fatto da piccole…- cominciò a dire alla sorella.
Elsa annuì e sua sorella tentò nuovamente di riallacciare i rapporti con lei.
La regina stava per cedere ma si ricordò di quello che le aveva fatto e rifiutò raggiungendo più in fretta che poteva il piano superiore.
Jack si scansò facendola passare e la seguì insieme ad Anna e Olaf.
Come furono di sopra Elsa tentò di far cambiare idea alla sorella ma lei le rivelò che Arendelle era intrappolata in un inverno perenne.
La regina sgranò gli occhi e fissò Jack, lui non poteva non essersene accorto!
Si fece prendere dal panico e liberò i suoi poteri.
Olaf si gettò a terra, nonostante fosse basso, per evitare il colpo.
Anna fu colpita in pieno al cuore ma anche Jack sembrò aver preso un colpo infatti barcollò piegandosi in avanti.
La regina delle nevi si voltò sconvolta proprio mentre un uomo si precipitò da sua sorella.
La giovane principessa era una calamita attira uomini!
Elsa scosse la testa e disse ad Anna di andarsene ma lei rifiutò.
Allora la regina delle nevi scagliò i suoi poteri a terra e creò un gigante di neve.
-Wow! –esclamò Jack mentre si tirava su e si massaggiava il petto dolorante.
-Fratellino! –disse Olaf contento al gigante.
-Fratellino? –gli chiese ironico il guardiano.
-Fratellone? –si corresse il pupazzetto guardandolo incerto.
Il gigante di neve buttò fuori Anna e il suo accompagnatore e liberò la lingua di Sven dalla scala di ghiaccio che aveva creato la sua padrona, forse con troppa forza poiché la principessa si arrabbiò e gli scagliò una palla di neve.
Marshmallow si adirò ed inseguì i due fuggiaschi.
Intanto nel castello di ghiaccio Elsa era caduta in ginocchio e stava singhiozzando.
Non ne faceva mai una giusta!
Le pareti del castello cominciarono a cambiare colore, Jack andò subito accanto alla sua regina e le mise una mano sulla spalla.
Elsa sembrò riprendersi e si voltò verso il guardiano che la osservava con uno sguardo preoccupato e con una mano sul petto.
La regina sgranò gli occhi e si alzò in fretta.
Non le importava se Jack non le avesse detto che la sua terra era ricoperta dal freddo, teneva davvero troppo a lui e lo avrebbe perdonato comunque.
-Jack ho colpito anche te! –affermò spaventata.
-Non preoccuparti, i miei poteri deviano i tuoi. Mi hai solo dato una bel colpo. –ammise cercando di non farle pesare quanto era accaduto.
Elsa sembrò non credergli così il guardiano le afferrò in fretta il polso puntandolo verso se stesso.
La regina delle nevi si spaventò e involontariamente un getto di ghiaccio uscì dai suoi palmi verso Jack.
Elsa rimase col fiato sospeso per la preoccupazione ma il suo potere rimase a qualche centimetro dal petto del guardiano e deviò sia a destra che a sinistra senza toccarlo.
Jack sorrise e Elsa lo abbracciò.
-Sono contenta di non poterti fare del male. –affermò lei mentre l’aspetto del palazzo ritornava normale.
Il guardiano voleva che i loro abbracci durassero in eterno ma qualcuno li interruppe.
-Oh…che carini…- ammise Olaf con le braccine legnose appoggiate sulle guance.
I due sciolsero l’abbraccio giusto qualche secondo prima che entrasse Marshmallow.
-Fratellone! Mh…serve un nome, ti chiamerò…Marshmallow! –decise Olaf entusiasta.
-Perché Marshmallow? –chiese Jack cercando di non ridere.
-Ovvio no? Perché assomiglia ad un enorme marshmallow. –spiegò il pupazzo di neve.
-Ovviamente. –rispose Jack ironico.
Elsa sorrise e scosse la testa per poi rivolgersi alla sua nuova creazione.
-Potresti sorvegliare il palazzo? Ho paura che qualcuno entri nuovamente. –ammise.
Marshmallow annuì ed uscì dal castello.

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Capitolo 9
*** In pericolo ***


-Aww…- sbadigliò Olaf.
Elsa sorrise.
-Credo che dovrò preparare un camera anche per te. –disse la regina dileguandosi.
Quando ebbe terminato scortò il pupazzo di neve nella sua nuova camera e lui saltò dalla felicità.
-Ah! La mia stanzetta! Grazie mille Elsa! –l’abbracciò.
Lei ricambiò poi mise Olaf a letto mentre Jack osservava la scena.
Tutti e tre insieme sembravano come una bella, e magica, famiglia felice.
Il guardiano scosse quei pensieri, salutò ed uscì.
Elsa sapeva cosa stava provando Jack perché lo provava anche lei.
Tornò a guardare il dolce pupazzetto di neve accanto a lei, si era addormentato subito e stava facendo degli starni versi con la bocca.
La regina sorrise ed uscì dalla stanza avviandosi verso la sua camera.
Il giorno dopo…
Jack si svegliò ed uscì in fretta dalla sua camera per andare a svegliare Elsa.
Durante il suo tragitto però incontro Olaf che era già sveglio.
-Olaf! Buon giorno. –lo salutò lo spirito.
-Ciao! Dove vai di bello? –chiese il pupazzo di neve.
-Vado in giro. –gli rispose non curante Jack per poi prendere il volo.
Olaf sorrise, aveva già capito tutto.
Dopo qualche minuto nella sala comparvero il guardiano e la regina.
Jack andò a prendere qualcosa da mangiare per lui e per Elsa e poi tutti e tre andarono a divertirsi con la neve.
Verso il tardo pomeriggio però…
-Cavoli…io non ho mai visto una fata. –ammise il pupazzetto dopo che il guardiano gli aveva parlato un po’ dei guardiani.
Tutto era perfettamente tranquillo finché non si udirono delle voci venire dall’esterno del palazzo e non si sentì Marshmallow arrabbiarsi.
Elsa guardò con preoccupazione Jack poi andò al portone e aprì.
Il gigante di neve stava respingendo dei nemici, la regina a quella vista richiuse il portone.
-Jack! Olaf! Presto di sopra! –ordinò mentre correva lungo una scalinata.
Il guardiano del divertimento afferrò Olaf e fece come le aveva detto Elsa.
Il pupazzo era contento di volare ma la sua espressione era preoccupata così come quella di Jack.
-Lassù! –si sentì gridare.
-Elsa cosa succede? –domandò Olaf messo a terra dal guardiano.
-Guardie reali. –ammise la regina spaventata.
I passi degli uomini furono sempre più vicini.
-Olaf vatti a nascondere! –gli suggerì Jack.
Il pupazzetto corse via e sparì dietro una colonna.
-Jack cosa vuoi fare? –chiese Elsa conoscendo già la risposta.
-Combattiamo. –rispose secco il guardiano voltandosi in direzione delle voci.
-Ma io non voglio ferire nessuno! –esclamò la regina.
-Non c’è bisogno di colpirli, basta respingerli. –disse Jack.
Le guardie fecero il loro ingresso e cominciò una battaglia.
Elsa inizialmente sembrava spaventata.
Infatti se non fosse stato per il suo guardiano una freccia l’avrebbe colpita in pieno.
Dopo qualche minuto però la regina cominciò a prenderci la mano e si lasciò trasportare forse un po’ troppo dal suo potere.
Arrivarono altre guardie capitanate dal principe Hans poi successe tutto così in fretta: il principe ricordò ad Elsa che non era un mostro, una guardia stava per colpirla, Hans deviò il colpo sul lampadario e quello cadde.
La regina corse per salvarsi ma inciampò e perse i sensi.
Jack osservò la scena con il fiato sospeso.
-Elsa! –gridò volando verso di lei.
Si mise in ginocchio e la osservò, grazie al cielo stava bene.
-Aiutate loro due, discuteremo di questo atto di tradimento in un altro momento. –ordinò Hans alle guardie.
Il principe si inginocchio accanto ad Elsa passando attraverso Jack.
Lui lo guardò con gli occhi pieni di odio.
-E la regina? –domandò un soldato.
Il guardiano non fece in tempo a dire o fare niente che Hans prese Elsa in braccio.
-La riportiamo ad Arendelle. –ammise cominciando ad allontanarsi.
Jack stava ribollendo, si sentiva del tutto impotente e non sapeva cosa fare.
Guardò nuovamente Hans che portava via la sua Elsa e si alzò in piedi.
-Elsa…- si sentì dire.
Lo spirito dell’inverno si voltò per vedere un Olaf triste e spaventato e volò verso di lui.
-Olaf rimani qui io tornerò presto con Elsa. –ammise.
-Fai attenzione…- lo pregò l’ammasso di neve.
Jack annuì e seguì le guardie che portavano via la sua regina.

Elsa si riprese e il suo risveglio fu orribile. Tutto il suo corpo le faceva male, il piano dove aveva dormito era scomodo e si trovava in una prigione.
Provò a mettersi in piedi e non appena vide una finestra tentò di raggiungerla ma qualcosa la bloccò.
Delle catene le impedivano di muoversi e di usare i suoi poteri.
-Elsa! –la chiamò Jack.
Lei si voltò, il guardiano era lì accanto a qualche metro di distanza.
-Jack… che cosa è successo? –domandò.
Il guardiano si alzò e l’abbracciò poi le fece guardare fuori dalla finestra.
La regina osservò la tempesta che irrompeva di fuori e improvvisamente si ricordò tutto.
Stava per dire qualcosa ma il principe Hans entrò nella cella.
-Voi! Vi avevo ordinato di non farvi più vedere nel mio regno! –gli urlò contro.
-Suvvia, vi ho salvato la vita. Dovreste ringraziarmi. –ammise avvicinandosi a Elsa.
La regina era disgustata e provò ad allontanarsi ma Hans afferrò le catene e l’attirò a se.
La prese poi per la vita e Jack si infuriò.
Sbatté il suo bastone a terra creando degli spuntoni appuntiti di ghiaccio che uscirono dal pavimento e che colpirono il principe.
Lui si ritrasse immediatamente quando sentì dolore alle gambe e osservò la regina.
Il ghiaccio la circondava con fare protettivo e Hans pensò che fosse stata lei a farlo.
Le diede infine uno sguardo indignato e maligno, poi uscì.
Quell’espressione non prometteva niente di buono.
Elsa e Jack rimasero nuovamente da soli e la regina pensò che fosse il momento di chiarirsi con lo spirito.
-Non dovresti da proteggermi da tutto Jack. –ammise lei mentre il ghiaccio che la circondava sparì.
-Non posso a farne a meno. –disse sinceramente Jack che le dava le spalle.
-Perché? –chiese Elsa avvicinandosi a lui.
-Sai il perché. –le rispose il guardiano voltandosi lentamente e trovandosi a pochi centimetri dalla sua regina.
-Io ti amo Elsa. –ammise con un sorriso un po’ triste e rassegnato.
Elsa distolse un momento lo sguardo dai suoi occhi, arrossì e poi guardò nuovamente Jack mentre gli occhi le scintillavano pieni di emozioni.
-Ti amo anch’io Jack. –dichiarò lei.
Il guardiano ne rimase poco sorpreso, lo sapeva già.
Avvicinò un po’ il suo viso in avanti, forse per baciare Elsa, ma lei non se ne accorse e voltò la testa di lato.
-Ma non potremo mai stare insieme. –affermò la regina dispiaciuta.
-Perché? –domandò Jack.
Conosceva la risposta ma voleva sentirla dire da lei.
Elsa voltò di nuovo lo sguardo verso di lui.
“Ti prego non farmelo dire…” pensò la regina implorante.
“Io non lo dirò, perché non lo accetto.” Pensò lo spirito deciso.
Entrambi stettero in silenzio finché…
-Perché sei immortale! –riuscì a dire infine Elsa più affranta di prima.
-Non mi importa della corona o del regno, non voglio nessun’altro al mio fianco che non sia tu. Ma non posso averti. –ammise lei.
-Anch’io non voglio oltre che te. –le rispose Jack posando la fronte sulla sua.
La regina tornò ad avvampare ma quando sentì il respiro del guardiano su di se si rilassò.
-Sì è ancora qui, sta parlando da sola. –disse la voce di una guardia fuori dal cella.
-Dobbiamo uscire subito di qui. –affermò Jack mentre si allontanava da Elsa.
La regina cominciò ad agitarsi e vide i suoi poteri congelare il metallo che le imprigionava le mani.
Jack ghiacciò il soffitto e i muri, poi Elsa cominciò a tirare le catene per liberarsi.
Quando ci riuscì il guardiano fece un buco sul muro ed entrambi scapparono via.

Anna intanto stava tornando ad Arendelle per baciare Hans ma a metà del tragitto Kristoff le aveva detto di amarla e lei si era dimenticata completamente del principe.
Baciò così lo spacca ghiaccio e fu salva da morte certa ma tentò ugualmente di raggiungere il suo regno.

Elsa e Jack erano fuori ormai da molti minuti tentando di proseguire a piedi quando davanti a loro comparve Hans.
La regina delle nevi tentò di scappare ma il principe le afferrò il polso.
-Non potete sfuggire a questo! –le gridò indicandole ciò che i suoi poteri stavano facendo.
Elsa lo guardò spaventata ma poi trovò la determinazione per affrontarlo.
-Avete ragione, non posso…perché non devo. –ammise allungando in fretta la mano libera e scagliando un’ondata di gelo contro Hans.
Lui venne sbalzato per qualche metro cadendo sul ghiaccio.
La regina sorrise trionfale, stava per girarsi verso Jack ma lui la prese in braccio alzandosi in volo.
-Bel lavoro vostra altezza. –si congratulò con lei.
Scorsero una barca e Jack scese depositando anche Elsa.
-Elsa adesso devi soltanto sciogliere Arendelle. –le disse.
-Non sono sicura di riuscirci Jack. –rispose lei guardandosi i palmi.
-Allora facciamolo. –affermò il guardiano.
-Cosa!? –chiese confusa Elsa.
Quella frase poteva essere fraintesa…
-Sciogliamo Arendelle insieme. –spiegò Jack.
Il guardiano prese la regina per le spalle voltandola verso il mare ghiacciato, le afferrò poi dolcemente le braccia e molto lentamente le portò in alto.
Elsa era così emozionata che sentì di potercela fare e il ghiaccio cominciò a sciogliersi.
Quando le mani della regina si congiunsero poi sopra la sua testa, formando un enorme fiocco di neve, Jack la lasciò ed Elsa dissolse la neve rimanente.
-Ce l’hai fatta visto? –sussurrò il guardiano alla regina abbracciandola da dietro.
-Grazie Jack…- lo ringraziò lei mettendo una mano sulle sue mentre con l’altra gli accarezzò una guancia.
-Elsa! –si sentì chiamare da sua sorella che era sulla riva del fiordo.
Lei la salutò.
-Credo che io debba rimediare ad alcune faccende. –affermò Elsa.
Dopo qualche minuto Hans era su una nave diretto a casa, il vecchio duca con le guardie stavano camminando sul pontile accusati di tradimento ed Anna, dopo aver abbracciato sua sorella, si stava sbaciucchiando con Kristoff.
Elsa invece era nel cortile del palazzo di Arendelle a creare il ghiaccio per far pattinare i suoi sudditi, tuttavia voleva parlare con Jack.
-Dite che ritornerò a breve. –dichiarò la regina ad un servo.
Questo annuì ed Elsa rientrò nel palazzo chiudendosi nella sua stanza. Come fu dentro guardò fuori dalla finestra il suo popolo, sembravano entusiasti di lei e questo la fece sorridere.
-Sei diventata finalmente la regina che ho sempre sperato che diventassi. –disse una voce.
Elsa sapeva che era Jack e si voltò per averne un’ulteriore conferma.
-Quale regina? –gli chiese.
-Una bellissima e speciale regina che è se stessa e usa i suoi poteri per far divertire gli altri. –ammise il guardiano sorridendo dolcemente.
Lei sorrise.
-Cosa hai intenzione di fare adesso, rimarrai? –domandò Elsa al guardiano.
-Non lo so…-rispose Jack pensoso.
La regina delle nevi sospirò sollevata.
-Allora vieni. –lo incitò.
-Dove andiamo? –chiese lo spirito.
-Mi hai aiutata, lascia che ora io aiuti te. –ammise Elsa sorridente.
Entrambi uscirono dalla stanza.

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Capitolo 10
*** Un lieto fine per tutti ***


-Oh vostra altezza che onore! –disse la donna dai capelli marroni facendo un inchino.
-Vi ringrazio ma non ce n’è bisogno. Potrei parlare qualche minuto con Emma? –chiese la regina sulla soglia della porta.
Dopo neanche due minuti Elsa, Emma e Jack erano al lago dove il ragazzo era morto.
La sorella di Jack doveva avere ormai undici o dodici anni.
-Emma so che ti manca molto Jack ma sono anche sicura che tu puoi vederlo se vuoi, quindi chiudi gli occhi. -le suggerì.
La sorella di Jack fece come Elsa le aveva detto.
-Che…che cos’hai in mente Elsa? –chiese il guardiano confuso.
Lei non gli rispose ma continuò a parlare con la ragazzina.
-Devi sapere Emma che tuo fratello ora è un guardiano, uno spirito che protegge i bambini. Io l’ho visto, e ha dei poteri proprio come me con cui porta il freddo e tanta, tanta neve ogni inverno. Ma chi non crede in lui purtroppo non riesce a vederlo. –disse la regina.
La sorella di Jack aveva la bocca leggermente aperta ma gli occhi sempre chiusi, Elsa allora le prese le mani dolcemente.
-Emma, tu ci credi in quello che ti ho detto? Credi in Jack Frost? –le domandò nuovamente la regina.
-Sì. –rispose la sorella di Jack sicura.
Elsa sorrise.
-Brava, perché è proprio vicino a me. Apri gli occhi dai. –la incitò.
Emma alzò in fretta le palpebre e una luce azzurra comparve di fronte ai suoi occhi.
-Jack! –esclamò la ragazza sorpresa e felice lasciando le mani di Elsa.
Il guardiano rimase di stucco.
Sua sorella lo vedeva, …lei credeva in lui!
Emma corse subito ad abbracciarlo. Non lo oltrepassò ma lo strinse forte a se piangendo.
Anche Jack quasi si mise a piangere e cercò di confortare sua sorella come meglio poteva.
-Sono qui Emma. Grazie per aver creduto in me. –la ringraziò quasi con le lacrime agli occhi.
-Grazie per avermi salvata. –ammise lei tra i singhiozzi.
Jack sorrise.
-Lo rifarei ancora. Ti voglio bene sorellina. –concluse.
-Anch’io. –rispose Emma.
Elsa fu commossa nel vedere quella scena.
-Emma! –la chiamò il padre facendo il suo ingresso con la moglie.
-Tesoro perché stai piangendo, va tutto bene? –chiese sua madre.
-Mamma! Papà! Jack è tornato! –esclamò stringendolo di più.
-Loro non credono. –la informò Jack accennando un sorriso.
-Allora falli credere. –gli disse.
Il guardiano osservò i suoi genitori dubbioso poi lanciò sui loro visi alcuni fiocchi di neve.
Evidentemente funzionò perché sua madre gettò a terra della legna che aveva raccolto e corse ad abbracciarlo.
-Jack! Oh il mio Jack! –ammise riempiendolo di baci e carezze.
-Figlio mio! –esclamò suo padre rimasto a bocca aperta prima di correre anche lui verso il guardiano.
-Mamma, papà mi siete mancati. –affermò.
Jack era al colmo della felicità.
Non sapeva come potessero vederlo anche i suoi genitori ma pensava che fosse l’amore a farli credere in lui.
Elsa era riuscita nel suo intento e si asciugò le lacrime che erano scese dai suoi occhi lucidi.
-Grazie Elsa. –la ringraziò il guardiano tra gli abbracci della sua famiglia.
-Ci vediamo domani mattina. –gli disse lei sorridente prima di lasciare quella famiglia finalmente riunita.
Jack raccontò tutto quello che gli era successo e i suoi genitori furono orgogliosi di lui, soprattutto ora che era un guardiano.
Lo spirito promise che avrebbe fatto visita ai suoi genitori spesso tra una nevicata e l’altra e loro ne furono entusiasti, anche Emma ne fu felice.
Sembrava che tutto fosse tornato un po’ alla normalità, anche se con qualche piccolo cambiamento.
Il giorno successivo Jack si svegliò nel suo letto.
Da quanto tempo non accadeva! Gli mancava tanto la sua vecchia vita.
Fece colazione con i suoi poi volò da Elsa.
Quanto fu dentro il castello si diresse verso la camera da letto della regina e bussò alla porta.
Non sentendo arrivare nessun suono dall’interno della stanza Jack entrò.
-Elsa…- la chiamò dolcemente.
La regina stava dormendo e il guardiano le si avvicinò.
-Elsa…svegliati…- tentò di svegliarla accarezzandole la guancia, ma lei non aprì gli occhi.
-Ehi…Elsa? –tentò nuovamente ma niente.
Jack fu assalito momentaneamente dal panico.
-Elsa! –la chiamò Anna felicemente ed entrando in fretta nella stanza.
Attraversò il guardiano e scosse sua sorella ma lei non si mosse.
-Elsa? –la richiamò Anna toccandole la fronte. Sobbalzò.
-È congelata! Elsa svegliati! –riprovò ancora sua sorella e quando la regina rimase immobile Anna corse fuori dalla stanza.
-Kristoff! Vieni presto! –lo chiamò.
Jack rimase impietrito finché lo spacca ghiaccio non irruppe nella stanza catapultandosi da Elsa e prendendole una mano.
-È fredda come il ghiaccio! –ammise preoccupato.
-Come lo ero io? Quindi dobbiamo-
-Sì, dobbiamo portarla subito dal Gran Papà. –concluse.
Jack era sempre più preoccupato mentre seguiva i due che, a cavallo, portavano Elsa chissà dove.
Si fermarono in una radura e Kristoff scese con in braccio la regina delle nevi chiedendo aiuto.
I massi cominciarono a muoversi da soli e lo spirito strinse il suo bastone.
-Oh Kristoff! E la regina! C’è anche la fidanzata di Kristoff! –dissero i troll.
Jack si fece avanti ed osservò quelle strane creature, sembravano affidabili quindi abbassò il suo bastone.
-Kristoff cosa è successo…Jack Frost? –disse il troll più anziano voltandosi verso il guardiano.
Tutti i presenti si girarono verso di lui e lo osservarono.
-Jack!? Sei proprio tu?! –chiese Anna stupita.
Il guardiano rimase a bocca aperta.
-Com…come fate a vedermi? Non vi siete mai accorti di me! –ammise Jack confuso.
-In questo posto risiede la magia Jack. Qui ogni creatura magica più essere vista. –affermò il Gran Papà.
Il guardiano assimilò le nuove informazioni per poi scuotere la testa.
-Che cos’ha Elsa? –chiese serio avvicinandosi alla sua regina.
Fece cenno a Kristoff di lasciargliela, lui non sapeva se fidarsi o meno ma quando incontrò il suo sguardo preoccupato gliela porse.
Jack strinse Elsa a se delicatamente mentre lo spacca ghiaccio tornò accanto ad Anna.
-Hm…fammi vedere ragazzo. –gli disse il vecchio troll allungando le mani.
Jack si abbassò permettendo al troll di controllare la regina.
-Ha liberato tutto il suo potere accumulato negli anni in una volta sola? –chiese.
Il guardiano annuì.
-Come temevo…Elsa sta diventando come te Jack. –affermò Gran Papà.
Il guardiano non capì e si ritrasse con la regina delle nevi ancora in braccio.
-Morta?! –chiese Anna spaventata.
-No, no. Elsa ha tenuto per così tanto tempo imprigionato il suo potere che quando l’ha liberato improvvisamente questo ha cominciato congelarla da dentro. –spiegò il vecchio troll.
-È molto grave Gran Papà? –domandò Kristoff.
Jack guardò Elsa tra le sue braccia, se stava diventando come lui…e non stava morendo…questo voleva dire che…
Il guardiano sgranò gli occhi quando realizzò quello che stava succedendo alla sua preziosa Elsa.
-Non è grave Kristoff, sconvolgente ma non grave. La regina sta solo diventando-
-Immortale?! –chiese Jack con speranza negli occhi.
-Esatto. –gli rispose.
-Cosa? No…- cominciò a dire Anna dispiaciuta.
Il guardiano dell’inverno invece non poteva essere più felice, sorrise entusiasta e tornò a guardare Elsa.
Si chinò su di lei e le sussurrò in un orecchio: -Ora potremmo stare insieme per sempre. – concluse dandole un bacio sulla fronte.
Mentre i troll sospiravano addolciti, e il Gran Papà sorrideva leggermente, Anna guardò Jack confusa.
-Ehm…posso avere una spiegazione? –chiese la principessa.
-Cosa c’è da spiegare Anna? La ama! –ammise Kristoff, come se fosse ovvio, e indicando lo spirito.
-Sì ma quando?! Come…- la principessa lasciò stare e il guardiano ridacchiò pensando che fosse più curiosa e confusa che sconvolta.
Jack raccontò ad Anna tutto quello che era successo tra lui ed Elsa da quando era morto e la principessa fu felice per sua sorella.
Il guardiano lasciò poi i troll e si recò al palazzo di ghiaccio promettendo alla principessa che si sarebbe preso cura di Elsa e che non appena si fosse svegliata sarebbe venuto ad informarla.
Jack arrivò al castello, tranquillizzò un Olaf preoccupato e depositò Elsa sul suo letto. Ora non restava altro che attendere suo risveglio.
Passò la giornata e verso notte fonda la stanchezza cominciò a farsi sentire sul guardiano che si addormentò.
Quando fu l’alba Jack avvertì qualcosa accarezzargli i capelli e udì la voce di Elsa chiamarlo.
Alzò di scatto la testa e vide la regina sorridergli dolcemente.
Lo spirito si spostò lentamente dalla sua posizione di dormiveglia sorrise a Elsa e l’abbracciò.
-Potrei sapere cos’è successo? Ieri dormivo nel mio letto e stamattina mi ritrovo qui, mi hai rapita per caso? –domandò scherzosamente lei.
Il guardiano sorrise sciogliendo l’abbraccio.
-In realtà sono cambiate un po’ di cose. –rispose Jack.
Elsa alzò un sopracciglio confusa.
Il guardiano le raccontò tutto e quando ebbe terminato la sua regina era rimasta a bocca aperta.
-Sono…sono immortale adesso…-si disse Elsa cercando di convincersene.
-È una cosa tanto brutta? –le chiese in tono divertito Jack.
-Certo che lo è per il mio popolo! Dovrò lasciarli dopo solo qualche giorno dalla mia incoronazione! E Anna?! Oh! Dovrà occuparsi lei della guida del regno, delle questioni finanziarie…-
Jack alzò gli occhi al cielo ed Elsa smise di parlare.
Il guardiano la osservò con uno sguardo allusivo e malizioso che la regina non aveva mai visto su quel viso.
-P…perché mi guardi in quel modo? –chiese nervosamente Elsa.
Jack, che era seduto accanto a lei, le si avvicinò e appoggiò le mani sul letto ai lati del corpo di Elsa.
-È davvero questa la prima cosa a cui hai pensato quando ti ho detto che sei immortale? –le domandò scettico.
Elsa lo guardò negli occhi, arrossì e poi voltò la testa di lato.
Il palazzo cominciò a cambiare e prese a nevicare.
-No…io…-cercò di dire.
Jack le mise una mano sulla guancia e la fece voltare verso di lui.
-Tu? –la incitò sorridendo.
-…ho pensato…che noi…avremmo potuto…-la regina si zittì troppo imbarazzata per continuare.
-Baciarci? –concluse Jack malizioso.
-Stare insieme! Volevo dire stare insieme…-lo corresse Elsa stringendo le coperte.
In realtà entrambi stavano pensando di baciarsi.
Elsa abbassò lo sguardo imbarazzata e Jack s’irrigidì.
Voleva baciarla, doveva baciarla.
-Elsa…- la chiamò leggermente nervoso.
Lei si voltò e lo spirito le prese lentamente il viso fra le mani.
-Jack…-quasi sussurrò lei appoggiando le mani sopra le sue braccia.
Jack deglutì a fatica, non aveva mai fatto una cosa del genere.
I loro volti si avvicinarono, gli occhi di entrambi si chiusero e le loro labbra morbide e fredde si incontrarono.
Quel contatto fece sospirare Elsa che infilò mani nei capelli di Jack. Lui si rilassò e circondò la vita della sua regina con le braccia.
Quando si separarono entrambi si sorrisero.
-Elsa! Ti sei svegliata! –esclamò Olaf entrando e correndo da lei.
La regina gli fece una carezza.
-Già, e dobbiamo andare a dirlo ad Anna. –rispose Jack prendendo il suo bastone.
-Vengo anch’io! –disse Olaf.
-Mi dispiace Olaf ma siamo in piena estate, ti scioglieresti. –lo frenò il guardiano.
-Potrei pensarci io. –ammise Elsa scendendo dal letto e creando una nube sulla testa del pupazzo. Lui ne fu entusiasta.
Il guardiano sorrise osservando Olaf poi si voltò verso la sua regina.
-Elsa. –la chiamò Jack avvicinandosi nuovamente a lei.
-Ti amo. –le disse sorridendo.
-Ti amo anch’io. –rispose lei ricambiando il suo sorriso.
Si baciarono nuovamente mentre Olaf emise un: -Oh! -e si coprì gli occhi con le braccine legnose.
Fine.

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