Girotondo

di Randa_Zero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "La Principessa e il Soldato " ***
Capitolo 2: *** "Il Soldato e la Mercante" ***
Capitolo 3: *** "La Mercante e il Povero" ***
Capitolo 4: *** "Il Povero e la Ladra" ***
Capitolo 5: *** "La Ladra e il Mago" ***
Capitolo 6: *** "Il Mago e la Principessa" ***



Capitolo 1
*** "La Principessa e il Soldato " ***


“La principessa e il soldato”

Ero rinchiusa tra quelle mura da molto, molto tempo.
Tenuta in vita solo dalla maledizione che mi legava a quel posto.
Passavo il tempo, a fissare il vuoto.
Non provavo più nulla. Felicità, tristezza, rammarico, rabbia.
Non provavo più nessuno di questi sentimenti.
Ormai ero solo un contenitore: viva fuori, morta dentro.
Un rumore mi fece distogliere lo sguardo dal mattone che avevo iniziato a studiare.
Vidi un luccichio, una crepa.
Il mio cuore ormai fermo da tempo, riiniziò a battere sempre più velocemente.
Strisciai verso quella che mi sembrava un piccolo buco.
Mi sporsi in avanti, e vidi all’interno di esso un’ombra muoversi  veloce.
Uno squittio.
Era un topo, uno di quelli che infestava il palazzo.
Doveva aver scavato una piccola buca.
Poi un raggio di luce investì il mio viso e mi accecò.
Non vedevo la luce da così tanto tempo…
Mi sporsi a guardare ancora nel buco, e vi scorsi il giardino del castello.
Non vedevo alberi da così tanto tempo…
Al centro di quel piccolo spazio verde vidi una figura. Un uomo, un soldato.
Non vedevo esseri umani da così tanto tempo…
Lui come ad accorgersi della mia presenza, si girò.
Non vedevo occhi tanto vivi da così tanto tempo…
E allora feci qualcosa che mi aspettavo di non saper più fare.
Parlai.
-Aiuto.
Il giovane sembrò sentire la mia voce, e si avvicinò al muro.
-Chi sei ?
-Sono Diana, la principessa di questo castello… Aiutami.
-Dove sei?
-Sono rinchiusa in una cripta al primo piano, devi trovare un interruttore nel muro … Aiutami, ti prego.
-Arrivo.
Lui se ne andò.
Io aspettai.
E fu allora che provai, dopo tanto tempo, la prima emozione. Speranza.
Passò molto tempo.
Io aspettavo.
Ad un tratto sentii un rumore sordo. Familiare.
La porta della cripta si aprì piano.
Una forte luce mi investì.
Piano riaprì gli occhi e mi trovai davanti una figura maschile.
-Mia principessa.
Disse il ragazzo porgendomi la mano con un inchino.
Io mi alzai.
Tremavo.
Era da così tanto tempo che non mi muovevo.
Alzai lo sguardo, sempre tenendo la mano del soldato.
E lì riconobbi la gioia.
Sorrisi.
Lui mi sorrise.
Una lacrima scese sul volto del soldato.
Io tremante mi  sporsi verso di lui.
Lo baciai.
Un bacio dolce, caldo e veloce.
Scostandomi, sorrisi di nuovo.
Una lacrima rigò il mio viso.
-Addio.
Un bagliore cominciò a circondarmi.
-Addio mia principessa.
Un esplosione di luce.
Un giovane soldato in una cripta.
L’eco, infinito, di una parola.
-Grazie.

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Capitolo 2
*** "Il Soldato e la Mercante" ***


“Il Soldato e la Mercante“

Le lacrime scorrevano sul mio viso.
Un vero uomo non piange.
Mentre scendevo le scale del palazzo tremavo.
Un vero uomo non trema.
Alzai lo sguardo. Le mie labbra si piegarono in un sorriso triste.
Un vero uomo non può essere patetico.
Mio padre era un soldato.
Un vero uomo.
Io sono un soldato.
Un vero idiota.
Ripresi a scendere le scale.
Con la manica della mia uniforme mi strofinai gli occhi.
Un vero uomo non piange.
Risi. Ironico.
Mi aveva lasciato solo quello. Solo delle misere parole.
Un vero uomo non trema.
Strappai la manica bagnata dalle mie lacrime e la buttai a terra.
Un vero uomo non può essere patetico.
Ripresi a camminare con una mano sulla spada.
-Un vero uomo non strappa così i suoi vestiti.
Mi fermai.
Il cuore prese a battere più lentamente.
-Non sono una sarta ma posso procurartene di nuovi.
Mi girai per vedere chi avesse parlato.
Rosso. I suoi capelli.
Come il sole che tramonta.
 Verde. I suoi occhi.
Come le foglioline appena nate.
-Una vera donna non porta i pantaloni.
Lei arrossì.
Io sorrisi.
-La vuoi o no questa camicia?!
Mi avvicinai.
Un carretto ci separava.
Abiti colorati lo ricoprivano.
Il carretto era piccolo.
-Non lo so, cosa mi consigli?
Sapevo già cosa volevo.
Un vero uomo non piange.
-Prova questa bianca.
Stese il suo piccolo braccio. Nella mano una camicia bianca.
Un vero uomo non trema.
-Preferisco quella rossa qua sotto.
Mi guardò stranita. Poi il suo sguardo di posò su una piccola macchia rossa.
Un vero uomo non può essere patetico.
-Questa?
Allungò la mano verso il panno colorato.
Poi cosa veniva dopo?
-Si grazie
Ah si ora ricordo.
Le presi la mano.
Mi piegai verso di lei.
E la baciai.
-Ma c-cosa?
Il suo viso si tinse di rosso.
Proprio il colore che volevo.
-Un vero uomo sa sempre quando agire.
 

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Capitolo 3
*** "La Mercante e il Povero" ***


“La Mercante e il Povero”

Camminavo inquieta.
Correvo quasi.
Dovevo allontanarmi.
Presto.
Presto.
Presto.
Mi detersi il sudore dalla fronte.
Il carretto, il soldato, il bacio.
Tutto si ripeteva nella mia mente.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
Scossi la testa.
Basta!
Il mio cuore batteva veloce.
La pancia, la pancia mi doleva.
Basta!
Giravo lo sguardo a destra.
A sinistra.
E poi ancora a destra.
Lo cercavo.
Non volevo cercarlo.
Lui.
Lo intravedevo nella folla.
Il mio cuore iniziava a battere ancora più velocemente.
“Non è lui”
Il mio cuore si fermava.
Ma bastava il suo ricordo e…
Dovevo allontanarmi.
Presto.
Presto.
Presto.
Avevo caldo.
Avevo troppo caldo.
La testa.
Non riuscivo più a pensare.
Lui.
Lui…
Lui era in tutti i miei pensieri.
Avanzavo nella folla a gomitate.
Avevo caldo.
Volevo urlare.
Poi d’un tratto inciampai.
Caddi a terra.
Una ciotola rotolò via.
La pancia mi doleva.
Mi volsi imprecando.
Un uomo.
Un povero.
Era seduto a terra sotto una lacera coperta.
Ma il suo sguardo…
Era uno sguardo di pietà.
Un’idea.
Un semplice pensiero mi attraversò la mente.
Avevo caldo.
Mi sporsi verso il povero, immobile.
Era colpa sua se stavo male.
Il mio cuore stava per esplodere.
Ormai ero a pochi centimetri dal povero.
Che cosa potevo fare?
Che cosa ?
Che cosa?
Che cosa?
Ma si certo…
Sorrisi.
E mentre il mio cuore rallentava.
Mentre tutto pareva diventare più sereno,
Più calmo.
Diedi un bacio a quel misero.
A quel povero uomo.

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Capitolo 4
*** "Il Povero e la Ladra" ***


“ Il Povero e la Ladra “
 
Guardavo in alto,
verso il cielo.
Un bacio.
Sogghignai,
una presa in giro.
Chi ero io d’altronde.
Appoggiai la schiena al muro.
Chiusi gli occhi.
Cosa avevo?
Niente.
La mia vita?

Sopravvivevo.
Il mio corpo sopravviveva.
Io ero morto.
Morto quella sera di 10 anni fa.
Bruciato da quel fuoco che mi aveva portato via tutto.
Chi ero io?
Nessuno.
Perché allora non morivo?
Strinsi gli occhi.
Perché?
Mi portai le mani alla testa,
convito che quel gesto potesse aiutarmi.
Perché?
Le braccia mi ricaddero sui fianchi.
Risi.
Io non avevo niente.
Io non ero più niente.
E da quando il niente sa rispondere a qualcosa?
Una goccia.
Pioggia.
Sbuffai.
Aprii gli occhi.
Correvano,
tutti correvano alla ricerca di un riparo.
Io?
Il niente si bagna?
Poi la vidi.
Lei non correva.
Camminava.
Tranquilla.
Verso di me.
Ma non fu quello a colpirmi.
Si lei mi colpì.
Perché?
Perché aveva visto il niente.
Si fermò.
Si fermò davanti a me.
“Ancora qui eh?! “
Sorrise.
Un sorriso familiare.
Allungò la mano.
Un gesto familiare.
Nella sua mano stringeva una ciotola.
Chinai lo sguardo.
Una ciotola delle stesse dimensioni  giaceva ai miei piedi.
“Allora oggi non vuoi la cena?”
Alzai lo sguardo.
“Capisco… non vuoi beneficenza da una ladra vero?”
Lentamente ritrasse la mano.
Di scatto io l’afferrai.
La ciotola cadde a terra.
Lei perse l’equilibrio.
Io mi sporsi per tenerla.
Mi sorrise.
Un sorriso familiare.
Sorrisi anch’io.
Mi sporsi.
E la baciai.
Strano …
Il niente può baciare qualcuno?
Non lo so.
Mi scostai quando sentii un urlo.
“Al ladro!”
La ragazza, rossa in volto, si girò di scatto.
E senza neanche guardarmi corse via.
Perché allora non morivo?
Non lo so,
io sono il niente,
ma forse quella ragazza,
quella ragazza che ha visto il niente,
può dirmelo.

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Capitolo 5
*** "La Ladra e il Mago" ***


“La Ladra e il Mago”

“Al Ladro. Al Ladro”
“Fermatela”
Da quanto correvo?
Dieci minuti come minimo.
Dalla bancarella vicino al palazzo mi pare…
Oh una collana, chissà quanto vale?
“Al ladro!”
“Mi ha derubato”
Sono stanca.
Forse dovrei fermarmi.
Non ho così tanta resistenza.
Oh quel bracciale sarà d’oro?
“Al Ladro”
“Il mio bracciale”
Magari a quella curva mi fermo.
Si ho deciso…
Mi fermo!
Appena prendo quella borsa di cuoio.
“Fermatela!”
“Mi ha derubato”
Uh i polmoni mi scoppiano.
La curva, La curva.
Devo fermarmi.
Chi è quello?
“Al ladro!”
“La mia spada!”
Mi pare di averlo visto uscire da palazzo.
Ah il petto, mi brucia.
La sua tunica… Un mago.
Oh che bel copricapo.
“Aiuto”
“ Mi ha derubato”
Cosa tiene in mano?
Aspetta…
Quella è una pietra.
Una pietra molto luminosa.
 “ Al ladro”
“ Ehi tu cosa vuoi? “
Ah si è girato.
Sono troppo stanca.
Non reggerò ancora per molto.
Ma quella pietra è così bella…
“Al Ladro”
“ Sei tu il Ladro?”
Accidenti.
Le gambe.
Mi ha scoperto.
La gemma …
“ Fermala”
“ Senti tu ora vieni con me … “
Devo farlo tacere…
O lancerà l’incantesimo.
Ah la testa.
Quella gemma.
“ Fermala!”
“ … substitit illa “
Aaaah la testa.
Cosa faccio.
La gemma !
… Ah … Il povero.
“Al ladro”
“….”
Il mio cuore.
Un bacio, che strano.
Che dolce è arrossito…
Rosso come la pietra.
“Fermala!”
“... Ma cosa?”
E oggi siamo a due…
Forse è il mio giorno fortunato.
Ah è proprio liscia come sembrava.
Questa gemma è bellissima.
“ Fermatela!”
“ La mia gemma”

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Capitolo 6
*** "Il Mago e la Principessa" ***


“Il Mago e la Principessa”

Perché?
Perché?
Perché a me?!
La gemma.
Il tesoro del re.
E quel bacio…
Quel bacio che mi ha maledetto.
Rinchiuso tra le mura del castello.
Fino a quando non succederà di nuovo ...
Un bacio.
Il tesoro del re.
La gemma.
Perché a me ?!
Perché a me?!
Non è colpa mia!
Ah sono solo.
Mura.
Roccia.
Roccia.
Muro.
Aiuto!
Perché a me?!
Non è colpa mia !
Non è colpa mia!
Sono qui da solo.
Solo.
Solo.
La luce …
La luce …
Cos’ è la luce?!
Ho paura!
Ho fame!
Ho sete!
Sete.
Fame.
Paura.
Aiuto.
Non è colpa mia!
Non è colpa mia …
E lei.
E lei.
È tutta colpa sua.
Ho freddo.
È colpa sua.
Sono solo.
È colpa sua.
Sono morto.
È colpa sua.
Ah.
Ah.
Deve morire.
E colpa sua.
Mi ha ucciso.
ASSASSINA.
Lei deve stare qui.
Ah.
Ah.
C’è troppo silenzio.
Aspetta.
Cos’era?
Un rumore strano?
Cos’è un rumore?
“C’è qualcuno?”
Ah.
Una voce.
Una donna.
Aiuto.
Aiuto.
Vita.
Vita.
Devo sopravvivere,
Lei deve morire.
“Vieni avanti giovane fanciulla”
“Chi sei?”
Chi sono?
Chi sono?
Non me lo ricordo.
Accidenti.
Accidenti.
ACCIDENTI.
“Sono un mago,
Un mago che puo esprimere i desideri,
Si,
Si,
Si,
Un mago, un mago”
“…”
“Vieni avanti, non mordo mica”
“… davvero puoi esprimere un mio desiderio?”
“Si
Si
Si”
SI
SI
“…Cosa devo fare?”
“Solo un bacio”
Solo un bacio.
E poi…
E poi…
Devo uscire.
Devo ucciderla.
“ Va bene …”
Ah si.
Si.
Va bene.
Va bene.
Ah un bacio.
Si un bacio.
Proprio come quella volta.
Si
Si
Ora avrò la mia vendetta.
Ah.
AH.
No.
No.
Brucia.
Brucia.
Perchè queste fiamme.
Brucia
Brucia.
Precipito.
Di nuovo tutto buio.
La mia vendetta.
No.
No.
Aiuto.
AIUTO.

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