Unconditionally III: When Darkness Fall

di Sherlokette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Una nuova minaccia ***
Capitolo 2: *** Il regno della luce ***
Capitolo 3: *** Visita notturna ***
Capitolo 4: *** Il tempio maledetto ***
Capitolo 5: *** Maghi oscuri ***
Capitolo 6: *** Quiete interrotta ***
Capitolo 7: *** Complicazioni ***
Capitolo 8: *** Nelle terre dei Nani ***
Capitolo 9: *** Malekith ***
Capitolo 10: *** Arriva la cavalleria ***
Capitolo 11: *** Infranto ***
Capitolo 12: *** Viaggio a Nifleheimr ***
Capitolo 13: *** La regina oscura ***
Capitolo 14: *** Due facce della stessa moneta ***
Capitolo 15: *** Il potere delle tenebre ***
Capitolo 16: *** Morto un cattivo, se ne fa un altro ***



Capitolo 1
*** Prologo: Una nuova minaccia ***


Angolo dell'autrice: Finalmente... Ci siamo. La terza parte di questa serie è qui!! Non spenderò troppe parole in questo angolino, lascerò che siano la storia e i vostri commenti a parlare! :) Buon anno, a proposito, e buona lettura!

 

 

 

I miei passi e quelli di Loki risuonavano lungo i corridoi del palazzo reale di Asgard a ritmo veloce. Eravamo stati convocati dal re e dalla regina con un breve messaggio accennante una grave emergenza.

Una volta al cospetto dei due sovrani, Odino non perse tempo: - La situazione è critica, purtroppo. Una forza malvagia si sta propagando, e presto infetterà tutti i Nove Regni. -

-Cosa è successo? - domandai, preoccupata.

-Le terre si inaridiscono e la vegetazione marcisce... - iniziò Frigga, - Orribili creature terrorizzano gli abitanti dei mondi colpiti. -

-Temiamo che l'infezione, che ha già colpito due regni, possa estendersi fino a Midgard e Asgard - concluse il sovrano.

-Cosa volete che facciamo? - si pronunciò Loki.

-Dovete raccogliere informazioni, trovare la causa di un tale disastro e annientarla. La vostra prima tappa sarà Alfheimr. E' tutto; contiamo su di voi. -

Ci congedammo, e fuori della sala del trono esultai: - Evvai!! Nuova missione, nuova avventura!! -

-Frena l'entusiasmo; sarà pericoloso. -

-Meglio, altrimenti non mi diverto! -

Lui sorrise: - Lo so. - Ci incamminammo verso le nostre stanze.

-Però... Ancora mi domando perchè abbiano scelto noi per questo compito. -

-Io so molte cose sulla magia oscura. E mi pare evidente che questa sia in atto al momento. -

-Vero. Marciume e bestie orrende non sono normali. -

-E tu sei ormai il mio braccio destro, insostituibile e inseparabile. -

-Credevo fossi tu il mio braccio destro. -

-Chi ti ha fatto da insegnante? -

Sospirai, sorridendo: - Tu. E me lo ricorderai vita natural durante. Considerando la mia acquisita immortalità, sarà un periodo lunghissimo. -

Loki mi prese a braccetto: - Ma siamo una squadra perfetta. -

-Vero. E i tuoi genitori mi adorano. Preparati al discorso matrimonio alla prossima cena in famiglia, caro. -

-Divertente, davvero. -

-Da parte mia stiamo bene così. Compagni in convivenza, partner sul lavoro e nella vita. Suona bene, no? -

Lui trattenne una risata.

-Ho un'altra domanda: se questa minaccia è così grave, dov'è Thor? -

-Probabilmente su Midgard, ad assicurarsi che l'infezione non giunga anche lì. -

-Mh. Bene se è così non ci resta che preparaci e andare. -

 

 

 

Gli abiti da viaggio di una lady di solito sono eleganti e confortevoli. Ma quelli che indossai prima di uscire dalla mia camera erano più funzionali: niente gonna, ma pantaloni in pelle nera attillati, stivali alti senza tacco sempre neri con una decorazione sull'orlo, una camicia bianca semitrasparente dalle maniche lunghe a campana chiusa in un corpetto nero con la scollatura piccola, una cintura d'oro a V intorno alla vita, guanti neri lunghi fino al polso e una mantella verde smeraldo con pelliccia (sintetica, non temete: nessun ermellino o creatura vivente è stato ammazzato per soddisfare le mie esigenze di vestiario).

Uscii, prendendo il mio borsone, e trovai Loki ad aspettarmi appoggiato al muro: - Heimdall ci sta aspettando, coraggio: Alfheimr ci attende. -

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Capitolo 2
*** Il regno della luce ***


Alfheimr è il regno dove dimorano gli elfi della luce. Un luogo incantato, che sembra nascere dalla penna del miglior scrittore fantasy. Puoi trovarvi fate, trent (gli alberi che camminano), e tante altre. Le abitazioni di tali creature sono protette da vaste foreste sempreverdi.

Purtroppo, però, lo scenario che ci si presentò davanti la prima volta che lo vidi fu terribile: il cielo era grigio, spento, e le foreste erano ridotte a gruppi di alberi scheletrici e secchi, i rami che si stagliavano in alto come tetri artigli pronti a ghermirci. Il terreno era secco, crepato, senza più un filo d'erba, e nell'aria aleggiava un odore insopportabile di marcio.

-Che disastro... - fu il mio commento attonito.

-E l'atmosfera non è delle migliori - rispose Loki, che mi prese per mano e aggiunse: - Se qui ci sono delle bestie pericolose, allora non siamo al sicuro così allo scoperto. Andiamo, dovrebbe esserci un villaggio non molto lontano da qui. -

Attraversammo un sentiero in mezzo a quegli alberi che di vivo avevano ormai ben poco. Era quello l'effetto dell'infezione?

Inoltre, regnava un silenzio innaturale, non c'era neanche un alito di vento.

Strinsi un po' di più la mano del mio compagno, che mi domandò senza scherno: - Hai paura? -

-E' più che altro un senso di inquietudine. -

-Capisco. Lo sento anch'io. E non per allarmarti ancora di più, ma questo sentiero è molto battuto dagli elfi, solitamente. Il non averne ancora incontrato nessuno non mi piace per niente. -

-Si saranno nascosti. -

-Lo spero. -

Scavalcammo i resti di alcuni alberi caduti, quando una piccola macchia bianca catturò la mia attenzione, fuori del sentiero, su un ceppo.

-Che cos'è? - Lasciai la mano di Loki e mi avvicinai: su quel legno scuro spiccava, raggomitolata su se stessa, una diafana creatura piuttosto esile, con forme vagamente femminili e i capelli biondo paglia pettinati all'insù. Indosso aveva un semplice abitino di foglie marroni; il piccolo torace si alzava e abbassava in modo irregolare.

-E'... Una fatina... - mormorò il dio, chinandosi al mio fianco.

-Poverina, sembra soffrire molto... - Provai a prenderla delicatamente tra le mani; Loki esclamò: - Ma... Non ha le ali! -

Sul suo volto comparve l'indignazione: - Solo un mostro può strappare le ali a una fata. Così facendo, è certamente destinata a morire. Portiamola con noi, forse gli elfi sapranno come aiutarla. -

-Loki, il paladino delle fatine... - scherzai senza allegria.

-Un tempo ero un dio maligno, ma come asgardiano mi è stato insegnato ad avere rispetto per le creature rare come lei. -

-Sono così difficili da trovare? -

-Sì, a meno che non siano loro ad avvicinarsi spontaneamente, ma accade di rado. -

Sentii tremare l'esserino fra le mie mani e la guardai, preoccupata: - Sembra malata... -

-Come tutto questo regno. Muoviamoci. -

Camminammo per diverso tempo, prima di giungere ad un tetro villaggio di case in legno che se prima dovevano essere graziose e accoglienti, in quel momento apparivano spettrali; sembrava fossimo piombati in una città fantasma.

-E' tutto troppo tranquillo... - mormorai, tenendomi pronta e con i sensi in allerta.

Loki mi rassicurò: - Non c'è pericolo, per il momento. - Avanzò di un passo e a voce alta declamò: - Gente di Alfheimr! Non abbiate timore! Veniamo dal regno di Asgard come aiuto contro la devastazione che vi ha colpiti! -

Seguì un minuto di silenzio, quando udii il cigolio di un cardine non molto lontano da noi. Voltandomi a destra, vidi una figura spettrale fissarmi con grandi occhi azzurro cielo da una porta socchiusa.

Questa si fece pian piano avanti, mostrandosi del tutto: era una giovane e graziosa elfa, dai lunghi capelli biondo oro e vestita di bianco.

Ma c'era qualcosa, in tutta quella bellezza, che non mi piaceva.

Era pallida. Molto, troppo pallida.

Malata era la parola giusta.

Dopo di lei altri si affacciarono dalle finestre e dagli usci delle case, tutti nelle medesime condizioni, e notai altre creature rifugiatesi assieme agli elfi.

Ci fissavano con diffidenza e perplessità, ma poco a poco uscirono fuori per avvicinarsi.

Tre fatine mi si avvicinarono, svolazzando trafelate, e con vocetta stridula indicarono l'esserino fra le mie mani: - E' nostra sorella Moon!! - - Temevo fosse morta!! - - Cosa è successo?!? -

Porgendola nella loro direzione, con orrore anche loro si resero conto delle sue condizioni. Quella che mi sembrava la più anziana delle tre strinse fra loro le minuscole mani all'altezza del cuore, in gesto di apprensione: - E' stata contaminata. Portiamola in casa, subito! -

Due di loro presero il mio fragile carico e la portarono via.

Un elfo dall'aria saggia, un po' più anziano degli altri, si fece strada fra la folla: Questo è l'aiuto che manda Asgard? In tutta franchezza mi aspettavo un esercito. -

Sembrava più sorpreso che arrabbiato.

-La forza bruta non può nulla contro qualcosa che ha evidenti origini magiche - replicò calmo Loki, - Voi dovete essere il capo di questo villaggio. -

-Mi chiamo Helgi, come uno degli antichi eroi del Valhalla. Io stesso sono un esperto guerriero. Anche se ormai, in queste condizioni, non riesco più a tenere in mano neanche un pugnale. -

-Potete dirci qualcosa di più sulla situazione attuale? - domandai.

-Venite a casa mia, vi spiegherò tutto con calma. -

 

 

 

-E' stato terribile. Piano piano la foresta ha cominciato a marcire e a morire. I trent sono quasi tutti scomparsi allo stesso modo. Abbiamo perso i contatti con gli altri villaggi, e molte creature non hanno più trovato da mangiare e sono diminuite di numero. Molte fate, come la piccoletta che avete trovato, hanno perso la vita perchè private delle ali, o divorate da qualche creatura oscura. Tutti si sono ammalati per la denutrizione e per il freddo. Le persone che avete visto sono i sopravvissuti di questo villaggio e dei dintorni. -

Il cupo racconto di Helgi mi fece rabbrividire.

-Avete idea di cosa possa aver scatenato tale orrore? - domandò Loki.

-Sospettavamo di un tempio abbandonato, sulle montagne a nord. Ci sono leggende di spiriti erranti in quella zona, ma qualcosa di molto più oscuro vi si annida ormai. -

-Ne siete certo? -

In risposta l'elfo si tirò su in modo deciso la manica del braccio destro, e inorridii nel vedere la recente cicatrice, ancora non completamente guarita, che lo solcava dal polso al gomito.

-Io e cento uomini andammo a perlustrare quel posto, in cerca di risposte. La prima accoglienza ci fu data da una quasi impenetrabile muraglia di punte di ferro. Riuscimmo a superarla a fatica. Superata quella, il sentiero per il tempio procede impervio attraverso le montagne. Ma una volta raggiunto quel luogo, siamo stati attaccati. - I suoi occhi assunsero una lieve sfumatura di terrore: - Non dimenticherò mai quel mostro. Enorme, nero come la pece, occhi rossi come le fiamme di Muspellheimr e la bocca irta di denti aguzzi e affilati. Io mi salvai per grazia di Odino. I miei uomini non ebbero questa fortuna. - Riabbassò la manica: - Nessuna arma sembrava efficace. Il suo corpo è come un'ombra inafferrabile, ma abbastanza consistente da permettergli di uccidere. -

Vidi Loki assumere un'aria pensierosa: - Avete incontrato altre bestie simili a questa? Nella foresta, intorno al villaggio... -

-No. Qua attorno ci sono creature molto più gestibili. Che purtroppo si stanno moltiplicando. -

Helgi ci guardò poi con rassegnazione: - Voi siete solo in due. Non capisco come Odino possa pretendere che da soli possiate fare qualcosa. -

-Come ho già accennato prima, qui sarà l'astuzia a prevalere, non la forza. - Il mio compagno si alzò in piedi: - Datemi il tempo di elaborare un piano. -

 

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Capitolo 3
*** Visita notturna ***


Quella sera lasciai Loki a rimuginare sulla strategia da adottare nella stanza che ci era stata messa a disposizione nella locanda del villaggio, per uscire e andare a trovare le fate. Queste si erano rifugiate in una casa non molto distante da quella di Helgi; bussai e mi venne aperto da una un'elfa di costituzione minuta e dagli occhi verdi.

-Salve. Stavo... Volevo vedere come stava Moon, la fatina che ho trovato nel bosco. -

Lei sembrò titubante per un attimo, poi si scostò dal vano della porta e con un cenno della mano mi invitò ad entrare.

In quella casa la poca luce era data da lumini ad olio sparsi qua e là. L'elfa mi guidò in mezzo ad una autentica folla composta da altri del suo popolo, ma anche altre creature dall'aspetto curioso che si nascondevano gli uni stretti agli altri. Proseguendo al piano di sopra, rimasi colpita dal calore che soffocava, quasi, in contrasto netto col gelo che regnava quella notte.

Raggiungemmo una camera dove non solo trovammo le fate che avevano soccorso la sorella, ma decine di altre, che svolazzando per la stanza facevano avanti e indietro da un letto singolo ai mobili.

Mi feci avanti con cautela. Le fate che avevo già conosciuto stavano prendendosi cura di Moon, che giaceva sul cuscino troppo grande per lei, con il corpicino avvolto in una coperta ricavata da più fazzoletti cuciti assieme, a strati. Chinandomi a fianco del letto, domandai alle altre: - Come sta? -

-Non bene... - rispose una, - E' stata avvelenata. Stiamo provando a disintossicarla, ma è difficile. Non si tratta di qualcosa di normale. -

Guardai la loro piccola paziente, che sudava vistosamente e ansimava.

-Se supererà la notte sarà fuori pericolo - aggiunse un'altra, - per ora è solo cosciente a fasi alterne. -

E infatti Moon aprì piano piano gli occhietti scuri, per guardarsi attorno, e nel vedere me sussurrò debolmente: - Tu... chi... sei... ? -

-Mi chiamo Mystery. Ti ho trovata nella foresta. Riesci a ricordare cosa ti è capitato? -

-Un... ragno... Grosso e nero... -

-Ragno? -

-Voleva mangiarmi... Mi ha preso le ali... mi ha morsa... - Chiuse di nuovo gli occhi, febbricitante.

-Vieni con me - mi disse la prima fata, accennandomi di venire a parlare con lei in privato; uscimmo dalla stanza e lei sospirò, prima di parlarmi, a bassa voce: - Moon non è la sola, altre fate hanno fatto una fine orribile per colpa di quelle bestiacce!! -

-Helgi ci aveva accennato ad altre creature nella foresta. Non hanno mai attaccato il villaggio? -

-No, per fortuna. E gli elfi guerrieri rimasti sorvegliano questo luogo giorno e notte. -

-Nessuno esce di casa... Ma allora mi domando cosa ci facesse Moon in giro da sola. -

La fata esitò un attimo: - Voleva... E' fissata con l'idea che non siamo le ultime fate di questo regno. -

-Fa bene. La speranza è l'ultima a morire, anche in situazioni come questa. Ha molto coraggio... - conclusi, fissando la porta chiusa da sopra la mia spalla.

 

 

-Dimmi che hai un piano, per favore! Dobbiamo fare qualcosa! - esclamai, rientrando nella stanza della locanda. Loki, seduto ad una grossolana scrivania, sobbalzò e mi domandò cosa mi fosse preso.

-Moon, la fatina, è fra la vita e la morte, e ho scoperto che ci sono i ragni nella foresta! -

-Ci sono sempre stati. -

-Non tanto grandi da mangiarsi le fate, però. -

-Come? - Si alzò in piedi: - Questo non va bene. Certe creature compaiono solo in presenza di magia nera. -

-Come nei libri fantasy? - mi sfuggì ingenuamente.

Lui mi guardò strano, per poi darmi un buffetto sulla testa: - Sì, mia cara, come nei libri fantasy che ti piacciono tanto. -

-Non usare quel tono. Non sono una bambina... - sbuffai.

-Però devo darti atto che quelle storie non sono del tutto irreali. Quei ragni, ad esempio. Sai descrivermeli? -

-Grossi. Neri. Evidentemente velenosi. -

-Mh... - Loki andò a frugare nella sua borsa da viaggio e ne trasse fuori un libro, che subito iniziò a sfogliare: - Ci sono ragni giganti in molte leggende. Sfortunatamente, sono invece molto reali. E infatti... - Si arrestò su una pagina e mi invitò a sedersi accanto a lui sul letto. Quando ubbidii, mi mostrò cosa avesse trovato: era l'illustrazione, arricchita da didascalie in calligrafia minuta, di un aracnide dall'aspetto orribile, che mi fissava con occhietti maligni e neri. Arricciai il naso, disgustata: - Credi che sia questo ad aver aggredito Moon? -

-E' una razza particolare di ragno. Compare solo in occasione della manifestazione di un grande potere oscuro, contamina tutte le altre creature avvelenandole col suo morso, e... Brutta notizia per te mia cara: può diventare grosso quanto un cane di taglia media. -

-Non basterà una pantofola a spiaccicarli... -

Gli strappai una risata.

-Secondo te perchè non hanno ancora attaccato il villaggio? - continuai.

-Qui c'è scritto che sono molto intelligenti. Probabilmente non si avvicinano per via delle guardie, ma aspettano gli incauti al varco. -

Mi strinsi un po' a lui: - E il mostro nel tempio? -

-Già risolto. Era un sospetto che ha trovato conferma nel libro che stavo consultando prima. E' un Segugio Oscuro di Svartalfheimr. Non ne vedevo uno da secoli; sono i cani da guardia degli Elfi Oscuri. -

-Elfi Oscuri? E cosa ci fa un essere simile qui? -

-Dove c'è una guardia, c'è qualcosa da sorvegliare. Il tempio sarà la nostra meta di domani. -

-Come facciamo con quella bestia? Helgi ha detto che nessuna arma è stata efficace. -

-Vorrà dire che useremo la magia. - Loki mi prese le mani: - E' il momento di mettere in pratica quello che hai imparato. -

-Che devo fare? -

-Al momento? Ti direi di riposare. D'altro canto... - Sogghignò: - Qui c'è un letto solo... -

-Ti avverto, non sono in vena... - sorrisi a mia volta, - Ho troppi pensieri per la testa. -

-Messaggio ricevuto. -Lui alzò le mani in segno di resa, poi domandò: - Ti preoccupa quella fatina? -

-Mi preoccupa che questa situazione possa venirsi a creare negli altri regni se non la fermiamo. -

Il dio mi tirò su il viso in punta d'indice, con delicatezza: - Non caricare sulle tue spalle il peso di difendere i mondi. Lo hai già fatto una volta. -

-Non posso farci niente. Fare l'eroina è nel mio DNA, ormai. -

Mi diede un soffice bacio sulla fronte: - E ti riesce benissimo... -

-Hai sbagliato mira... - scherzai, così il secondo bacio arrivò sulla mia guancia; ma come lui si fece più audace, lo fermai: - Ok, dato che so come potrebbe andare a finire, direi di dormire! -

Loki si imbronciò in quel suo modo buffissimo, ma si sdraiò lasciando che mi accomodassi accanto a lui, fra le sue braccia, sotto le coperte. Stretti così, ripresi il discorso: - Dunque vuoi che usi i miei poteri. -

-Sento che è l'unico modo per averla vinta sulla creatura che affronteremo. -

-Va bene. Farò del mio meglio. -

-Come sempre. - Mi sorrise un'ultima volta prima di spegnere le luci con un gesto della mano e augurarmi la buonanotte.

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Capitolo 4
*** Il tempio maledetto ***


Il mio primo pensiero il mattino seguente fu controllare le condizioni di Moon. La stessa elfa della sera prima venne ad aprirmi e a guidarmi verso la stanza delle fate.

Con mio grandissimo sollievo, Moon era salva, anche se ancora molto debole e con l'aria davvero triste.

-Come ti senti? - le domandai, gentile.

-Meglio. Ma senza le mie ali... mi sento un po' inutile. -

-Senti... Loki, il mio compagno, è un mago eccezionale. Forse può fare qualcosa per le tue ali. -

-E come? -

-Non lo so. Ma ha sempre un sacco di trovate geniali. -

Il mio tentativo di rincuorarla sembrava funzionare, così aggiunsi: - Siamo qui anche per risolvere questa brutta faccenda. Vogliamo porre fine al buio che vi opprime. -

La fatina annuì: - Promettimi solo che farai a pezzettini i ragni che hanno preso le mie sorelle! -

-Contaci! - conclusi sorridendo.

 

 

Seguendo la mappa che ci aveva dato Helgi, io e Loki iniziammo ad addentrarci nella foresta alla volta del tempio. Decisi di discutere con lui del piano un'ultima volta, per passare il tempo: - Che facciamo se incontriamo i ragni? -

-Se possiamo gestirli, li combatteremo. Altrimenti, una fuga strategica. -

-E il Segugio d'Ombra? -

-Ci penserai tu a... freddarlo. -

-Ah ah, carina, davvero... -

-Così potremo addentrarci nel tempio liberamente. Sono proprio curioso di scoprire chi o cosa vi si cela all'interno. -

-Pensi ci sia qualcuno? -

-La magia oscura non si realizza da sola. C'è un responsabile, e lo troveremo. -

-Quindi, il cane ha un padrone. -

-E' quasi una certezza. Aspetta. - Mi fece segno di tacere, e io mi arrestai. Tesi l'orecchio, arrivando quasi a trattenere il fiato, ma non riuscivo a sentire niente.

Poi, un ramo si ruppe con uno schiocco sonoro, e sobbalzai quando cadde a terra con un tonfo.

Guardai in alto, fra i rami fitti e scheletrici degli alberi, e delle inquietanti figure a più zampe cominciarono a sciamare verso di noi.

-CORRI!!! - mi ordinò Loki, e non ebbe bisogno di ripeterlo. Con il sibilo rabbioso dei ragni alle mie spalle, andai dietro al dio degli inganni cercando di non sbattere nei tronchi.

-Non voltarti!! -

Non obbedii. E così facendo vidi centinaia di quelle bestiacce muovere le lunghe zampe nere per inseguirci come un solo essere, una specie di onda scura, che faceva schioccare le mandibole in un sinistro coro.

A quel punto, la tragedia: inciampai in una radice.

Finii lunga distesa in avanti, e i ragni mi avrebbero raggiunta se non che un ululato li fermò, risuonando da lontano.

-Mystery!! - Loki si precipitò a soccorrermi.

-Sto bene... Guarda!! -

I ragni se ne andarono velocemente, rientrando nella foresta.

-Sembravano spaventati... - Guardai oltre la spalla del dio: - E forse so il perchè. -

Di fronte a noi si parò la muraglia di punte di ferro che ci aveva descritto l'elfo. Era alta, imponente, e talmente irta di spine da sembrare il dorso di un riccio.

Lanciai un fischio: - E adesso? -

-A quanto pare niente può entrare o uscire. Credo segni anche il confine del territorio del Segugio. -

-Helgi ha detto che con molta fatica sono riusciti a passare... -

-Ma grazie a te noi non dovremo fare lo stesso. -

-Prego? -

-Dimostrami di cosa sei capace... - concluse lui con un sorrisetto enigmatico.

-Va bene, dammi un momento... - Indietreggiai di qualche passo: - Ok... Così è sufficiente. -

Mossi le mani in direzione della muraglia, e un lastrone di ghiaccio comparve da dove mi trovavo giungendo fino alla cima dell'ostacolo.

Sbuffai: - Uffa, volevo fare una scala... Così scivoleremo! -

-Ci penso io. - Loki mi si affiancò e toccò il ghiaccio. Questo cominciò così a rimodellarsi e ad assumere una forma più somigliante a quella che avevo in mente. Anche se così facendo la pelle del dio iniziò a diventare blu, a partire dalle dita.

-Così può andare... - Loki salì un paio di gradini per testarne la solidità, poi si voltò verso di me e mi tese la mano: - Andiamo? -

Afferrai la sua mano e cominciai a diventare anch'io blu.

(La nostra piccola stranezza: il mio lato Jotun si manifesta solo le Loki tocca il mio ghiaccio e poi lui tocca me.)

Una volta in cima creai un'altra lastra a forma di scivolo.

-Vado prima io. In caso ci fosse il cane in agguato - si offrì lui.

-Sei un vero cavaliere - scherzai, - ma di solito si dice “prima le donne e i bambini”. -

-Non in questo caso. - Si posizionò sullo scivolo e si diede la spinta per la discesa. Arrivò in fondo e si rialzò agilmente, guardandosi attorno, per poi farmi cenno di raggiungerlo.

Una volta giù, esclamai: - Se non fosse che rischiamo di farci ammazzare, questa gita sarebbe divertente! -

-Chi dice che anche nel pericolo non possiamo... - Il sorriso sul volto del mio compagno svanì improvvisamente, sbarrò gli occhi e cominciò a guardarsi intorno nervosamente, mentre la sua pelle tornava pallida come sempre.

-Che c'è? - sussurrai, per ricevere un deciso “shh!!”.

Lì per lì non accadde niente, ma poi il suono di alberi che venivano abbattuti con violenza e che cadevano al suolo ci raggiunse da non molto lontano.

-Temo che il Segugio ci abbia individuati... - disse Loki in un sussurro, - E' davvero ben addestrato. -

Ciò che emerse dalla foresta morta ringhiando e sbavando non si poteva definire solo un “cane gigantesco”. Il mantello nero e lucido era davvero scuro, come una notte senza luna né stelle, e da sotto le zampe sbuffavano ad ogni passo nuvole di fumo nero, a sottolinearne l'evanescenza. Gli occhi rossi brillavano feroci, e i denti aguzzi erano scoperti e pronti ad azzannarci.

-Mystery... -

Guardai quell'animale così terribile, eppure così magnifico nel suo essere orripilante, che non potei non incantarmi a guardarlo.

-Mystery, questo sarebbe il momento giusto per prepararsi... -

L'incanto durò poco: il cane iniziò a correre verso di noi.

Mi tenni pronta.

Aspettai che si avvicinasse abbastanza da non poter eludere il mio attacco, poi gli scagliai contro tutto il mio potere, congelandolo all'istante. Il Segugio si ritrovò così intrappolato ni un blocco di ghiaccio.

-Bel colpo! - esclamò Loki, tastando la superficie fredda, - Ma tu guarda, ha un collare. Non ci sono più dubbi: c'è qualcuno qui. E ora niente più ci separa dallo stanarlo dal tempio. -

 

 

 

Seguendo il ripido sentiero che proseguiva prima nella foresta e poi fra le montagne, giungemmo infine all'ingresso dell'antico edificio in pietra bianca. Imponente, un tempo doveva essere uno spettacolo magnifico, ma il passare del tempo e il paesaggio sinistro e quanto mai cupo lo rendevano simile al tempio di un film dell'orrore.

-Fa impressione... - mormorai.

-Vero. Che ne dici, bussiamo alla porta o facciamo un ingresso a sorpresa? -

-Non bussare sarebbe da maleducati. -

-Ero sarcastico. -

Mi avvicinai al grosso portone di quercia: - Tanto, chiunque sia lì dentro sa già che stiamo arrivando, poco ma sicuro. Vale la pena provare. -

Detti due o tre colpetti con le nocche e l'uscio si aprì da solo, cigolando cupo.

-Andiamo? - sorrisi a Loki, che incredulo mi seguì all'interno.

Il tempio si presentava come uno spazio ampio, illuminato dalla luce che filtrava dalle finestre ormai prive di vetri, con un pavimento in marmo sporco e spaccato nei punti in cui la vegetazione si era infiltrata e in fondo un altare rettangolare.

Mano a mano che ci avvicinavamo a quest'ultimo, notai qualcosa poggiato sulla sua pallida superficie, e con orrore capii che si trattava di uno scheletro, sdraiato a pancia in su e con la mandibola slogata in un ghigno aperto.

Quello che davvero mi disgustò era la consapevolezza che non era lì da molto: sotto gli abiti stracciati, brandelli di carne in putrefazione mandavano un odore terribile.

Loki, con una smorfia, prese un pugnale nascosto nel suo stivale, e in punta di lama sollevò gli stracci per esaminare i resti.

-E' un elfo... - dichiarò infine, - e dai suoi abiti sembra un guerriero. -

-Uno degli uomini di Helgi? -

-Temo di sì. Che fine orribile. -

-Non è stato il cane, vero? -

Lu scosse la testa: - I Segugi d'Ombra non lasciano nemmeno le ossa delle loro prede. È stato chi si nasconde qui. -

Deglutii: - Perchè? -

-Temo per un rituale. - Il dio continuò l'esame: - Ha il collo rotto e la mascella slogata. Il cane l'ha ucciso e l'ha portato qui, dove il padrone l'ha fatto a pezzi e ha prelevato la maggior parte degli organi e della carne. - Si accigliò: - Alcuni rituali di magia nera, così come alcune pozioni, richiedono specifici ingredienti. Chiunque sia, sta preparando qualcosa di peggio per gli abitanti di questo regno. -

-Pensi sia ancora qui? -

-Ben nascosto. Diamoci da fare. Tu vai a destra, io a sinistra; se troviamo qualcosa usiamo il contatto telepatico. -

Annuii e sorrisi: - Ti adoro quando dai ordini. -

-Grazie. Ma ora... -

-Al lavoro, sì... Sai, a vederti armeggiare con quel cadavere mi è venuta un'idea: perchè non apriamo un'agenzia investigativa, io e te, una volta di ritorno sulla Terra? -

-Cosa? Sul serio? -

-Sì. Tu hai l'intelligenza e i poteri, e sono già la tua assistente in un certo senso. -

-Fammici pensare. Ora concentriamoci. -

-Ricevuto. -

Cercai e tastai ovunque sui muri e sulle colonne per cercare un ingresso segreto, ma Loki ebbe decisamente più fortuna: “Trovato. Raggiungimi.”

Obbedii e lo trovai di fronte ad una colonna in pietra che, spostandosi dalla parete, rivelava una scalinata che scendeva verso il basso, al buio.

-Vuoi andare laggiù? - domandai.

-C'è scelta? - replicò il mio compagno, creando una sfera magica luminosa che levitava a pochi centimetri dal palmo della sua mano.

Tenendoci vicini, lui mi guidò giù in quello che, se non fosse stato per la nostra unica fonte di luce, mi sarebbe sembrato un abisso.

Un odore innaturale e disgustoso cominciò a invaderci le narici, dandomi un lieve senso di vertigine.

Loki mi domandò se stessi bene.

-Non è niente, solo... Questo odore... -

-Prendi questo e mettilo sul viso - aggiunse, passandomi un fazzoletto, così potei coprire naso e bocca.

Proseguendo nella nostra discesa, trovammo delle torce accese. Il dio degli inganni mi fece cenno di stare in silenzio, spense la sua luce e procedette avanti a me in punta di piedi. Mi stupii dell'incredibile squallore che regnava in quei sotterranei, restando inoltre colpita dalla mancanza delle simpatiche bestiole tipiche di certi ambienti, come ratti, insetti e quant'altro. In compenso era tutto coperto di sporco e polvere.

Fu quest'ultima a darci aiuto: sul pavimento c'erano delle impronte, confuse e sovrapposte ma che davano un unico percorso verso una stanza senza porta, della quale rimaneva solo il vano.

-Stai indietro... - sibilò Loki rivolto a me con un filo di voce.

Rimasi dietro un angolo del corridoio, in ombra, mentre lo vidi avvicinarsi furtivamente all'ingresso della suddetta stanza. Restò nascosto per un po', poi mi fece cenno di avvicinarmi a mia volta.

Svicolai alle sue spalle, e mi sussurrò: - Non mi sembra che ci sia qualcuno, ma attendi il mio segnale. - Entrò, e fortunatamente non dovetti aspettare molto per il suo via libera.

Lì l'aria era resa ancora più irrespirabile da un odore pungente e pesante di indistinta natura. Mazzi di piante pendevano dal soffitto, messi a seccare, e riconobbi con facilità la belladonna, il vischio e altri arbusti velenosi. Un fuoco che si stava estinguendo in un rudimentale camino in pietra teneva in caldo il contenuto di un pentolone di metallo. Mi avvicinai per sbirciarvi dentro e mi venne un moto di nausea nel notare un occhio che galleggiava in una disgustosa brodaglia verde.

-Questo qua si è cucinato il poveretto del piano di sopra... - borbottai, cercando di allentare la tensione e spostando lo sguardo sugli strumenti poggiati su un tavolino di legno basso.

-Qui ci sono gli avanzi, credo... - mi rispose Loki, tenendo fra le mani un barattolo colmo di un liquido trasparente e contenente quello che mi sembrava un cuore.

-Mettilo via, ti spiace?!? - Mi voltai di scatto dall'altra parte.

-Ma come, non eri tu l'amante dei film di paura? -

-Sì, ma questo è troppo persino per me! -

-In effetti... Questo una volta era un regno che sembrava scaturito da una favola, mentre adesso si è trasformato in una specie di incubo. - Ripose il barattolo e continuò: - Chiunque si nasconda qui non deve essere andato via da molto. Fammi vedere quel calderone... -

Lui prese un mestolo dal tavolino degli strumenti e girò lentamente quella schifezza, per poi domandarmi maligno: - Vuoi assaggiare? -

-Non farmi rispondere male, Loki. -

-Scherzavo, mia cara. Mhmm... La maggior parte degli ingredienti si è disfatta, ma c'è qualcosa sul fondo... -

Lo guardai ritirare l'arnese da cucina, togliersi il pezzo di armatura dal braccio, arrotolarsi la manica in su e, con una smorfia di disgusto (anche da parte mia) immergere l'arto con cautela in quella roba.

-Non fidarti!! - esclamai istintivamente.

-Tranquilla, è solo un preparato base. È caldo... e sembra che ci sia la gelatina in fondo... -

-Hai finito? Ho già con lo stomaco in rivolta!! -

-Scusa, è solo che farti arrabbiare mi distrae dal sentirmi male a mia volta... Aspetta, aspetta, ci sono!! Prendi una ciotola, ho trovato qualcosa!! -

Obbedii velocemente, porgendogli una bacinella in legno, e lui trasse fuori il braccio, tenendo stretto nel pugno sporco qualcosa che, lasciato ricadere nel recipiente, aveva una forma approssimativamente rotonda e piena di bozzi.

-Dammi uno straccio, Mystery, ti prego... -

Si ripulì in fretta, per poi esaminare l'oggetto: - Oh no... temo di sapere che cos'è... - Si precipitò ad un leggio, rimasto in ombra fino a quel momento: - Siamo nei guai!! -

-Che succede? - Lo raggiunsi, allarmata.

-Quella pietra è... come posso dire... Un catalizzatore. È usata nei rituali di magia nera per realizzare pozioni particolarmente potenti, accrescendo l'efficacia degli ingredienti. Vedi? - Mi mostrò la ricetta sul volume, indicandone la lista: - Carne di elfo della luce... E indovina un po? Ha realizzato un veleno. -

-Veleno? -

-Ne basterà una sola goccia per contaminare un'intera falda acquifera... - Colto da un'improvvisa illuminazione mi prese per le spalle: - Mystery! Il villaggio! -

-Cosa? -

-Non ha un pozzo poco fuori il suo confine? -

Inorridii: - Stai dicendo che... -

-Prendiamo il libro e torniamo indietro, sperando che non sia già troppo tardi!! -

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Capitolo 5
*** Maghi oscuri ***


Ci precipitammo fuori dal tempio, e ci accorgemmo che il tempo era volato: la pallida luce stava via via scemando verso uno scuro crepuscolo.

-Non arriveremo mai in tempo... - espirai, - Ha un grosso vantaggio su di noi... -

-Avremmo bisogno delle ali per farcela... - mi fece eco Loki.

Mi venne un'idea: - O di un mezzo veloce e inarrestabile. -

-Cosa intendi? -

-Fidati di me! - Corsi giù per il sentiero.

 

 

-Mystery, non è una buona idea. -

-Dobbiamo provarci. È un cane, dopotutto, basta fargli capire chi è il padrone. -

Di fronte al Segugio d'Ombra ancora congelato, io e il dio stavamo discutendo sulla possibilità di farci aiutare da questo: in groppa all'animale, avremmo raggiunto il villaggio più velocemente.

-E' addestrato a far fuori gli intrusi a vista, cosa speri di ottenere? -

Non gli risposi, e scongelai il cane. Quando quest'ultimo ricominciò a muoversi, fui pronta a lanciargli contro una museruola e un guinzaglio di ghiaccio, e avvalendomi del suo smarrimento e della mia forza acquisita da asgardiana lo tirai giù, costringendolo pancia a terra: - A cuccia, bello! -

Il Segugio rimase fermo, così iniziai, con più autorità possibile: - Noi dobbiamo arrivare al villaggio a sud di qui. E tu ci porterai. Sono stata chiara? -

L'animale sembrò rilassarsi, così, a mo' di zuccherino, presi dalla borsa dei biscotti secchi.

-E quelli? - domandò Loki.

-Li avevo presi come spuntino, ad Asgard. - Li infilai tramite la museruola nella bocca del cane, e lui parve gradire. Lasciò che gli salissi in groppa, e sistemando il guinzaglio come delle briglie, chiamai il mio compagno: - Forza, sali! È tutto sotto controllo. -

Accomodandosi dietro di me, Loki mi sussurrò: - Sbalorditivo. Non finisci mai di stupirmi. -

-Ci so fare con gli animali. Basta prenderli per il verso giusto. -

-Non negarlo: ti piace comandare. -

Sogghignai: - Le allusioni a dopo, mio principe, abbiamo delle vite da salvare! Tally-ho, bestione!! - Spronai la nostra improvvisata cavalcatura alla corsa, questa si impennò e partì a tutta birra.

 

 

Col vento che ci scompigliava i capelli, attraversavamo la foresta come frecce. Loki intanto, tenendosi alla mia vita con un braccio, esaminava il libro sottratto dal tempio: - E' senza dubbio un libro degli Elfi Oscuri. Da sempre sono in guerra con gli altri regni, anche se non credo che il nostro amico, se fa parte di questa razza, sia il solo responsabile di quanto sta accadendo. -

-Perchè? -

-Perchè non sono dei maghi così potenti, presi singolarmente. Ve ne fu uno soltanto talmente pericoloso da venir bandito da mio padre e dal suo stesso popolo. Ma è morto ormai. -

Al nostro passaggio, i ragni nella foresta si disperdevano all'istante.

E per la prima volta da quando eravamo in quelle terre desolate, una nota di colore spezzò la monotonia dei toni grigi e neri: il rosso acceso del tramonto.

Non avevamo molto tempo, perchè come aveva letto Loki su quel libro, il veleno avrebbe avuto effetto solo se versato alla luce del tramonto, contaminando l'acqua e uccidendo lentamente chiunque l'avesse bevuta.

Per fortuna le zampe del Segugio erano lunghe e robuste, e coprimmo la distanza che ci separava dal villaggio in fretta.

Le guardie che videro arrivare il cane gli puntarono contro le frecce, ma quando si accorsero di noi sul suo dorso abbassarono le armi. Chiamai a gran voce Helgi, il quale, venendoci incontro a passo malfermo, ci guardò allibito.

Scesi con un balzo e tenni saldamente il guinzaglio: - Siete tutti in pericolo, Helgi! -

-Mystery!! -

Il grido allarmato di Loki mi portò a guardare prima lui, poi il punto che stava indicando, e trovai il pozzo. Di fianco ad esso, con orrore, vidi un uomo incappucciato, dalla pelle pallida e a tratti nero-bluastra, che con un ghigno sadico mi stava a sua volta fissando. Notai poi il suo braccio teso sopra il pozzo. Nella mano teneva un'ampolla contenente un liquido verdastro.

E stava per versarlo.

Ad occhi sbarrati, vidi al prima pericolosa goccia del liquido mortale cadere giù, e come in una scena al rallentatore andare verso l'acqua. Non persi tempo: lanciai uno strato di ghiaccio a coprire il pozzo, come un coperchio, sul quale la goccia si infranse, fallendo il suo scopo. Un lampo d'ira guizzò negli occhi neri del mago, che richiuse in fretta l'ampolla e cercò di fuggire. Ma gli arcieri del villaggio lo circondarono prontamente, e Helgi, come animato da nuova forza, gli si gettò addosso e lo placcò a terra dopo una breve zuffa. Loki sottrasse la boccetta dalle mani del nemico e la fece sparire nella propria borsa.

Tirai un sospiro di sollievo.

 

 

Legato e portato in casa di Helgi, il nostro prigioniero non aveva alcuna intenzione di rispondere alle nostre domande. Loki si spazientì del suo stoicismo, e ordinò a me e al nostro amico di uscire. Avrebbe adoperato le “raffinate arti dell'interrogatorio”, ci disse. E dal suo tono capii che non voleva essere disturbato.

-Un Elfo Oscuro... Roba da matti! - borbottò Helgi nella nostra attesa.

-Loki dice che non può essere stato solo lui l'autore di questo - e indicai con un gesto circolare del braccio i dintorni.

-Gli do ragione. Mi chiedo se... -

-Cosa? -

-No, niente. -

La sua preoccupazione mi insospettì, così provai ad insistere: - Helgi, qualunque cosa, anche la più insignificante, potrebbe aiutarci a capire cosa sta succedendo. -

L'elfo sospirò: - Se la responsabilità è degli Elfi Oscuri, allora non c'è un mago malvagio così potente fra di loro se non uno: il suo nome era Malekith. -

-Malekith? -

-Un essere spregevole, disposto a sacrificare persino il suo popolo per i propri scopi. Ma è morto molto tempo fa, non può trattarsi di lui. -

-E se... solo per ipotesi... Fosse vivo? -

-Allora tutto avrebbe senso. Il suo potere dell'ombra era capace di uccidere i regni più floridi. -

Non potemmo continuare la conversazione, poiché le fate ci vennero incontro allegre, portando in volo la piccola Moon.

-Hey! Vedo che stai molto meglio! - esclamai, salutandola e offrendole i palmi delle mani come appoggio. La fatina vi venne adagiata sopra dalle sorelle, e lei vi si accomodò a gambe incrociate: - Sì, sono completamente guarita ormai! -

-Ne sono lieta. Dato che sei qui, se avrai un po' di pazienza, vedremo di fare qualcosa per le tue ali; te l'avevo promesso, no? -

Un sorriso smagliante le illuminò il visino: - Davvero?? Grazie!!! Grazie mille!!! -

 

 

 

Aspettammo praticamente tutta la notte, così dovetti andare alla locanda solo con Moon a farmi compagnia. Fu solo alle prime luci dell'alba che Helgi venne a chiamarmi per dirmi che Loki aveva finito.

Vidi quest'ultimo di fronte alla porta di ingresso della casa dell'elfo, stanco ma con il volto da vincitore: - Tutti i pezzi sono al loro posto, finalmente! -

-Cosa ti ha detto? -

-Che contaminare questo regno con il veleno è stata un'idea di un altro Elfo Oscuro, malvagio, potente e pericoloso! -

-Malekith? - dissi io.

Il dio assunse la stessa espresione di quando qualcuno ti rovina la festa a sorpresa: - Come lo sai? -

-L'ha nominato Helgi. -

-Oh. -

-Allora non è morto come pensano tutti. -

-Già, ed è una storia parecchio interessante. Direi di portare il nostro amico ad Asgard e farla sentire anche a Padre e Madre. -

Helgi trascinò fuori il mago tirandolo per le corde.

-Loki? -

-Sì? -

-Puoi fare qualcosa per lei? - Gli mostrai la fatina addormentata fra le mie mani.

Lui la osservò, poi scosse la testa: - Potrei fare come per i capelli di Sif, ma avrei bisogno di un paio d'ali da... -

-Ci penso io. - Con uno sbuffo di ghiaccio creai un paio d'ali simili a quello delle altre fate. Sorrisi: - Farò in modo che non si sciolgano mai, così anche in estate potrà svolazzare libera senza problemi. -

-Niente male. -

-Grazie. -

Posando una mano sulle ali posticcie, Loki le portò ad aderire perfettamente alla piccola schiena di Moon, che si mosse nel sonno. Una volt completata l'opera, provai a svegliarla del tutto: - Moon? Apri gli occhi. Moon. -

Lei ebbe un tremito, per poi aprire piano gli occhi: - Chi è? -

-Sono Mystery. -

La fatina si tirò su e si stiracchiò, per poi bloccarsi ed accorgersi che c'era qualcosa di strano. Rimase immobile, per poi voltarsi di scatto a destra e a sinistra, sbattendo le nuove ali con gli occhietti lucidi d'emozione: - Ali!!! Ho di nuovo le ali!!! - gridò, felice.

-Fai un giro di prova! - le suggerii.

Lei si librò prontamente in volo, facendo due o tre giri attorno a me e poi andando dalle sorelle, continuando a emettere gridolini di gioia. Ad un certo punto si fermò, per guardare me e il mio compagno, commossa: - Grazie... Grazie a tutti e due! -

-Che disgusto... - borbottò il mago imprigionato, beccandosi uno spintone da parte di Helgi. Quest'ultimo si rivolse a noi: - Vi conviene portare via questa feccia prima che ci ripensi e lo dia in pasto al Segugio. -

-Tranquillo, porteremo via entrambi - aggiunsi, facendo un fischio per richiamare il cane. Questo giunse trotterellando verso di me.

-Sembra che ti si sia affezionato parecchio! - scherzò Loki.

-Hey, magari a tuo padre serve un cane da guardia per... qualunque cosa ci sia ad Asgard. -

-Non starai seriamente pensando di tenerlo? - si scandalizzò l'elfo della luce.

-So cosa pensi di questo animale, ma quel che ha fatto non sarà mai peggio di quel che ha fatto lui - risposi, rivolgendomi con disprezzo al prigioniero, - o che aveva intenzione di fare. Un animale è giustificato dall'istinto, mentre gli esseri senzienti possono essere accusati di premeditazione. -

Loki prese il prigioniero in custodia e ci avviammo fuori dei confini del villaggio. Chiamò Heimdall affinché aprisse il Bifröst, e mi rivolsi agli abitanti di quel luogo devastato: - Non preoccupatevi, risolveremo questa situazione! Spargete la voce: Asgard vi è vicina! -

Entrando nel cerchio, Loki mi parlò tramite la telepatia: “Sei carina a fare propaganda per il nostro regno.”

“Finiscila.”

Salutammo un'ultima volta le creature di Alfheimr e venimmo trasportati via dal ponte.

 

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Capitolo 6
*** Quiete interrotta ***


-Quando Malekith venne esiliato, molti lo seguirono. Compreso me. Per secoli meditò vendetta su Asgard e sugli altri regni, ma stava invecchiando e rischiava di non portare a termine i suoi propositi. Così escogitò un modo per non morire: si recò in gran segreto nel cuore di Svartalfheim, e prelevò un antico manufatto. Un libro, intriso di tutto il potere oscuro dei grandi maghi del passato. Il nostro signore ha così pronunciato un incantesimo contenuto in esso, ottenendo l'eterna giovinezza come voi dei della luce. Ha ritrovato il suo vigore e il suo potere, e anche di più, a tal punto da donarne anche a me perchè potessi cominciare a spianargli la strada della vittoria, infettando quel mondo di pusillanimi! Anche gli altri, presto, cadranno!! -

Al racconto (che qui vi ho riportato in breve) dell'Elfo Oscuro seguì una sua risata cupa e sguaiata, prontamente zittita dalla sottoscritta con uno strattone alle corde che lo imprigionavano.

Odino e Frigga, seduti sui rispettivi troni, si guardarono preoccupati, ma subito il re fu pronto a porre una nuova domanda: - Dove si trova Malekith? Parla! -

-Non una parola uscirà più del necessario dalla mia bocca! -

-Parla, o giuro che ti strapperò la verità fra le urla della tortura! -

-Oh, maestà... - Stavo per dire che non sarebbe stato necessario, e neanche producente, ma il nostro prigioniero si scavò la fossa da solo sputando per terra e apostrofando il re con un epiteto nella sua lingua, che dalla faccia disgustata di Loki fui ben lieta di non aver capito.

Odino si incollerì e ordinò alle sue guardie di portarlo via. Si alzò in piedi e discese verso di noi: - Almeno adesso sappiamo chi c'è dietro agli ultimi avvenimenti. Ottimo lavoro, figlioli, ma vorrei che mi spiegaste una cosa. -

-Cosa? - domandai.

Il padre degli dei indicò alle mie spalle il Segugio d'Ombra, legato col guinzaglio ad una colonna dell'ampio corridoio di ingresso alla sala del trono: - Quello... Cosa vi è saltato in mente? -

Con tutto il candore del mondo, gli detti la risposta che davo sempre a mia madre quando, da bambina, portavo animaletti randagi a casa: - Ci ha seguiti fino a qui. -

Loki soffocò una risata, ma si zittì subito all'occhiataccia del padre, che aggiunse rivolto a me: - Mystery, quell'animale è pericoloso. -

-Ghost non è pericoloso, ha solo bisogno di un padrone migliore! - risposi, carezzando il fianco del cane che iniziò a scodinzolare.

-Ghost? -

-E' così che l'ho chiamato. -

-E ti pareva... - espirò il mio compagno.

-Dopotutto può rivelarsi utile, è un cane da guardia! - ripresi, - Scommetto che con un po' di addestramento e disciplina sarà un compagno fedele. -

-Odino ci pensò su un attimo, poi rispose, lisciandosi la barba: - Molto bene. Lo affiderò ai nostri migliori allevatori. Andate, ora, vi siete meritati un po' di riposo. Vi richiamerò una volta stabilita la nostra prossima mossa. -

 

 

 

Nella mia stanza, cercavo di rilassarmi e sgombrare per un po' la mente dagli ultimi avvenimenti. Ma non potevo non pensare al pericolo nuovamente incombente sui Nove Regni. Pensavo a casa, alla mia famiglia, ai miei amici...

Un rumore attirò la mia attenzione: uno starnuto. Flebile, infantile, ma stranamente familiare.

Mi voltai verso il letto, dove avevo lasciato il mantello da viaggio in gesto distratto, e notai un movimento. Sollevai la stoffa e con mio stupore un faccino sbucò fuori, salutandomi con un sorriso: - Ciao Mystery! -

-Ma... Moon! Che ci fai qui? -

-Mi sono nascosta e ti ho seguita fin qui, che domande! - Uscì da sotto il mantello e iniziò a svolazzare per la stanza.

-Le tue sorelle sanno che... -

-Certo! Non sono scappata, sono partita! - Si sedette in cima ad una lampada spenta: - Mi sono sentita in debito con te. Non solo per le ali, ma... Ecco, se tu non mi avessi trovata nella foresta sarei morta. Ti devo la vita. Perciò d'ora in avanti resterò con te! -

Mi venne spontaneo un sorriso: - Sul serio? -

-Sì! Sarò piccolina, ma posso rendermi utile in tanti modi! La tua assistente insomma! -

Mi venne da ridere e mi sedetti sul bordo del letto: - Beh, chiediamolo a Loki. Lui sa sempre come impiegare una “risorsa”. -

-Ad essere sincera lui mi fa paura, sai? -

-E perchè? -

-Ha sempre una faccia così seria... - e imitò l'espressione del dio, facendomi ridere di nuovo.

-Non è sempre così. Imparerai a conoscerlo. -

-Però mi piace. Mi ha ridato le ali come promesso, quindi mi fido! A proposito, ma voi due siete sposati per caso? -

-Uhm... Quasi. -

-Fidanzati? -

-Qualcosa del genere. Sai, per lui ne ho affrontate di tutti i colori. -

-Raccontami! - esclamò, con vocetta eccitata.

Nel narrare la storia dal principio, vidi la sua espressione cambiare in assoluta meraviglia, e mi guardava a bocca aperta.

-Ma allora tu sei una valorosa guerriera!! Un'eroina!! Meriteresti un posto qui ad Asgard come una dea!! - esclamò infine.

-Ah, non pretendo tanto. Quel che ho fatto è stato per amore, e il mio posto è con Loki. Non dirgli che te l'ho detto, però. -

-Aw, sei così dolce!! - si emozionò lei, - Sì, sei una romantica guerriera! D'ora in avanti ti chiamerò così! -

Scossi la testa, divertita, e guardai fuori. Ormai era il tramonto.

-Senti, è quasi ora di cena, hai fame? -

-Sì, tantissima!! -

-Lasciami cambiare e andiamo, allora. -

 

 

 

C'era fermento e allegria fra i guerrieri quella sera. Seduta di fianco a Loki, stupito inizialmente dalla presenza di Moon, e con quest'ultima sul tavolo a gustarsi frutta fresca e bacche, conversavo con Sif, che tuttavia mi sembrò assente.

-Stai bene? - le domandai ad un certo punto.

-Sì, io... è solo che è arrivata una notizia da Midgard oggi. -

-Da Midgard? Di che si tratta? -

-Thor. Ha annunciato il suo fidanzamento ufficiale con quella donna mortale, Jane. -

Rimasi stupefatta: - Sul... Sul serio?!? - Cercai di non esclamare a voce troppo alta, rendendomi conto della sottile rabbia contenuta nelle parole “quella donna mortale”.

-Sapevo che sarebbe successo. Mi consolo del fatto che la vita degli esseri umani è un soffio rispetto alla nostra. -

Questo mi turbò. Era vero anche per me: diventando praticamente immortale, avrei vissuto più a lungo di una donna normale.

Sif si scosse: - Perdonami. Tu... -

-Sei arrabbiata. Lo capisco. Ti eri fatta dei piani diversi; purtroppo questi a volte non vanno come vorremmo. -

-Già. -

-E per quello che hai detto... Vorrà dire che quando non avrò più niente su Midgard verrò a vivere qui con voi. Ma dovrà passare parecchio tempo. -

-Fino ad allora, manteniamo alti gli spiriti!!! - esclamò Moon, che aveva origliato la conversazione, per spezzare la piega triste che aveva preso il discorso.

-Finché si può... - aggiunse la dea, alzando il calice. In quel momento il portone d'ingresso alla sala si spalancò con un grande botto, e un servitore si precipitò di fronte alla nostra tavola: - Sire! Sire! Notizie da Nidhavellir!! Il re dei Nani... -

Odino si alzò lentamente in piedi, dando tempo all'uomo di riprendere fiato: - Il re dei Nani... E' stato rapito!! -

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Capitolo 7
*** Complicazioni ***


Ci precipitammo nella sala del consiglio. Lì, un Nano, dalla folta barba di un biondo sporco legata in treccine, con indosso un'armatura e fornito di una elaborata ascia, iniziò a guardarci con occhi marroni pieni di ansia, che tuttavia trasmettevano grande tempra e carattere, e scattò in piedi.

-Grande Odino, in che tragiche circostanze dobbiamo incontrarci di nuovo!! -

-Brökkr!! - esclamò il re, - E' vero ciò che mi è stato riferito? -

Loki rimase in disparte nell'ombra, e non potevo biasimarlo: quello era lo stesso Nano che, a suo tempo, forgiò per lui tre doni per gli dei, ma disturbandolo in forma di mosca il dio gli aveva impedito di completare a dovere il martello del dio del tuono.

-Purtroppo sì. Re Bürnir è stato portato via. Un triste giorno per noi!! -

Odino si voltò di scatto un servitore: - Portategli da bere!! -

-Ma signore, ha già mandato giù tre boccali di birra... - Alla risposta titubante dell'uomo seguì un'occhiata ammonitrice del re, che bastò a farlo muovere.

-Cosa è successo? - domandai. Il Nano si lasciò cadere di nuovo al suo posto: - Siamo stati attaccati. Maledetti Elfi Oscuri... Normalmente non sarebbero un problema, ma ce n'erano alcuni che non avevano niente di normale. Veri e propri mostri! Erano più forti, cattivi... Uno solo di quelli ne ha uccisi venti di noi! - Dopo aver preso un sorso dal boccale che gli era stato portato, colando un po' di birra sulla barba, riprese: - Ho visto con i miei occhi il re farne fuori un paio, prima di venir ficcato in un sacco come selvaggina e portato via! -

-E' evidente che la magia di Malekith sia efficace anche sui suoi soldati... - si pronunciò Loki, uscendo prudentemente dal suo angolino.

Brökkr scattò come una molla: - Tu!!! Anima nera, dannato!! Che ci fai qui? Non eri stato imprigionato a marcire per l'eternità?!? -

-Sono uscito per buona condotta. -

-Loki... - lo ammonii.

-Da quanto sei lì nascosto, ingannatore?!? -

-Da prima. La tua vista si è annebbiata con l'età? -

-Loki, no... - riprovai, ma il Nano brandì la sua ascia: - Questa volta non mi limiterò a cucirti la bocca, ti taglierò quella linguaccia falsa che ti ritrovi!!! -

Fui pronta a frappormi in mezzo ai due e a congelare il guerriero, cogliendolo di sorpresa, bloccandolo dal collo in giù: - Chiedo scusa... Ma è meglio evitare di sporcare col sangue il suolo di Asgard. -

-Strega!!! Liberami subito!!! -

-Lascia in pace Loki, allora. Non è lui il nemico adesso. -

Il Nano ringhiò: - E va bene... -

Lo liberai, ma subito tentò di scagliarsi nuovamente contro il dio degli inganni: - Ma abbiamo ancora un conto in sospeso!!! -

Gli creai di fronte una parete di ghiaccio, che non poté non prendere di piena faccia, ruzzolando poi a terra con un tonfo metallico.

Loki fece capolino dall'altro lato dell'ostacolo: - Spiacente, vecchio mio, ma per quanto mi riguarda il debito è stato saldato molto tempo fa. -

Brökkr si rialzò, e stava per replicare, quando Odino ordinò di smetterla. In seguito aggiunse: - Il nostro nemico è Malekith. E vorrei che ci spiegassi, Brökkr, cosa può mai volere dal re dei Nani. -

-Facile. La regina di Svartalfheimr. Si sta nascondendo, e il nostro re l'ha aiutata. È l'unico che sa dove si trovi. -

-Ovviamente la cerca per ucciderla... - mi intromisi io, - Chi ha un trono, ha dei sudditi. E i sudditi obbediscono, volenti i nolenti. -

-E gli Elfi Oscuri seguono chiunque abbia il potere! - esclamò il nostro ospite con malcelato disprezzo, - Non hanno onore. Non appena perdono un sovrano, lo rimpiazzano alla svelta, gli basta solo avere un capo da seguire, ai pecoroni. Malekith li condurrebbe in guerra, mentre la loro regina è diversa, ama la pace. -

-Allora direi che il piano è semplice! - Misi le mani sui fianchi: - Troviamo dove tengono rinchiuso il re dei Nani e troviamo Malekith. Troviamo Malekith e gli diamo una bella lezione. -

Il nano sorrise: - Ragazza, cominci a piacermi! -

 

 

 

Verso l'ora di andare a dormire, mi stavo pettinando i capelli davanti allo specchio, in camicia da notte, quando qualcuno bussò alla mia porta. Era Loki.

-Posso entrare? -

-Certo. -

-Sei da sola? -

-Sì. Moon è andata a cercarsi un angolino tranquillo in giardino; è abituata a dormire negli alberi ha detto. -

Lui allora si fece avanti e chiuse la porta alle sue spalle: - Dobbiamo parlare. -

Il suo tono era preoccupato, così posai la spazzola e gli diedi completa attenzione.

Loki si sedette sul mio letto: - Ho fatto qualche ricerca su Malekith. -

-Dunque? -

-E' un autentico mostro. Ti risparmierò i dettagli, ma sappi che la scia di morte che si è lasciato dietro è una ferita ancora aperta dopo tutti questi secoli. -

Non mi scomposi: - Un passato di sangue non è una novità. -

-Mystery, ascoltami... E' più pericoloso di Surtr. -

-Vuoi dissuadermi dal partire domani? -

Lui non rispose, e si lasciò andare all'indietro sul letto. Lo raggiunsi e lo guardai intenerita, carezzandogli la testa: - Che cos'hai? -

-Dissuaderti è impossibile. Una volta assaggiato il brivido del pericolo, non ne puoi più fare a meno. Solo... -

-Starò attenta. - Mi accoccolai fra le sue braccia: - E sono certa che finirà tutto bene. -

Lui sembrò rasserenarsi: - Un po' di positività fa bene allo spirito. -

-Sono qui per questo. -

-Passiamo ad altro... - Lasciò scivolare un braccio sul mio fianco: - Visto che nessuno ci disturberà fino a domani mattina, potremmo... Non lo so... -

-Non ti va proprio giù la faccenda delle camere separate, eh? - scherzai.

-Affatto. - Mise su un faccino triste: - Non dormo bene senza di te. -

-Che tenero che sei! - continuai.

-Io? Ma dai... -

Mi spostai, per trovarmi faccia a faccia con lui, le punte dei nostri nasi che si sfioravano, e sorrisi, complice: - Scherzi a parte, neanche io riesco più a dormire bene da sola. -

-Dunque? Che si fa? -

-Tu spegni le luci, e poi si vedrà... -

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Capitolo 8
*** Nelle terre dei Nani ***


Il paesaggio di Nidhavellir era composto principalmente da montagne, rocce e caverne. La poca vegetazione era costituita da una pianura erbosa, centrale al regno, con una foresta attorno. Ma quest'ultima era morta, come ad Alfheimr, constatai dall'alto del monte dove eravamo atterrati.

Moon, appollaiata sulla mia spalla, tremò leggermente. Faceva freddo.

Brökkr ci faceva da guida: - Dobbiamo scendere in quella galleria laggiù. Gli altri Nani ci aspettano. -

Dopo aver percorso un breve tratto di sentiero in mezzo alle rocce imboccammo un cunicolo illuminato da lampade emananti una luce giallastra. Queste illuminarono la via per almeno mille metri, durante i quali la fatina cercava di farci passare il tempo canticchiando motivetti allegri della sua terra. La sua voce, assieme ai nostri passi, erano gli unici suoni a rimbombare sulle pareti di pietra.

Loki sbuffò alle mie spalle: - Manca l'aria qua sotto... E il soffitto è troppo basso. -

-Piantala di lamentarti! - sbottò il Nano, in testa al gruppo, - Potevi anche non venire. -

-E lasciare Mystery sola in mezzo ai Nani? Scordatelo. -

Un'immagine buffa e inesplicabilmente spontanea mi si figurò in testa, ma la tenni per me.

Quando la galleria terminò, un moto di meraviglia mi spinse a trattenere il fiato: l'interno della montagna era stato scavato per chilometri verso il basso. Le pareti erano percorse da impalcature in legno e ferro, e sopra di esse si muovevano i Nani, che scavando le rocce ne ricavavano metalli preziosi e gioielli grezzi, trasportati in profondità (dove la luce di una fornace ci arrivava tenue) da un elaborato sistema di carrelli su binari e grandi recipienti tenuti su da corde e pulegge.

-Fantastico! - esclamai.

-Questi sono quelli che vogliono tenersi occupati in attesa di notizie... - buttò lì Brökkr, che ci portò verso una scala di pietra dal ballatoio in legno grezzo.

Seguendolo, mi diede un'infarinatura sulla struttura e la storia del regno: - Sotto le montagne si estendono altre miniere come questa, ma è qui che ha sede il palazzo reale. Oltre la fucina c'è un passaggio che ci porterà direttamente lì. I Nani nostri predecessori partirono a scavare da nord per giungere fino a qui, e dal basso hanno cominciato a scavare verso l'alto, per creare passaggi anche in superficie. -

-Hai detto che attendete notizie; ci sono dei guerrieri sulle tracce degli Elfi? - domandò Loki.

-Ovvio... - rispose l'altro, rude, - e se non ti dispiace, evita di interrompermi. -Terminò con un ringhio basso la conversazione.

La discesa comportò anche un aumento della temperatura: la fornace, infatti, sbuffava incessantemente, rendendo l'aria rovente. In quell'inferno, altri Nani controllavano le gemme una a una, dividendo gli zirconi dai preziosi, oppure colavano i metalli fusi in vari torni che ruotavano, distribuendo il materiale a varie postazioni di fabbri e artigiani. Molti, notai, stavano rifinendo spade e lance di indicibile bellezza.

-State fabbricando armi per un esercito... - borbottai.

-Infatti. Non solo siamo stati decimati, ma la armi normali non hanno effetto su quei mostri. Stiamo lavorando ad una lega speciale che li possa uccidere. -

Alla spiegazione di Brökkr, mi cadde l'occhio su un altro minatore, che aveva una benda attorno alla testa e un braccio fasciato. Nonostante questi handicap, lavorava senza sosta scavando la parete con il braccio rimasto sano a colpi di piccone.

-E i sopravvissuti non vedono l'ora di fargliela pagare, a quelle bestie. -

 

 

Il castello del re dei Nani non aveva nulla da invidiare a quello di Odino: scavato nella nuda roccia, la facciata era un tripudio di diamanti, smeraldi e rubini, e le finestre erano di un vetro spesso e ben lavorato, lastroni unici che sembrava quasi non ci fossero. Le guglie delle torri si confondevano con le stalattiti del soffitto, e un lago sotterraneo di acqua limpida rifletteva la struttura con il gioco di luci delle gemme, creando arcobaleni a seconda del punto dal quale la guardavi, luce data da un'apertura sul soffitto che illuminava strategicamente il palazzo come un faro.

-E' bellissimo... - mormorò Moon, estasiata.

Ma non c'era molto tempo per ammirare oltre quel luogo. Brökkr ci guidò lungo un sentiero rialzato che correva sulle sponde del lago fino all'enorme portone di quercia e ferro dell'edificio. Il Nano bussò con forza, facendo rimbombare tutto, e gli venne immediatamente aperto. Percorremmo così un corridoio in pietra granitica illuminato da torce e sorvegliato da grossi Nani in armatura (se grossi si potevano definire), e accompagnati da statue in marmo di creature leggendarie giungemmo alla sala del trono, che un tempo doveva essere magnifica, ma che il recente attacco aveva quasi distrutto. Le colonne in pietra che circondavano l'ampia stanza erano per la maggior parte crollate, i pezzi ancora in corso di rimozione; qua e là i muri recavano i segni di una lotta selvaggia e varie brecce ne sfregiavano le pareti affrescate. Armi e pezzi di armature sparsi in giro completavano il quadro.

Sull'imponente trono in pietra incastonato nella roccia di fronte a noi, un altro esponente di quella gente forte, dalla folta barba nera e che ispirava un'aura di regalità, sedeva composto e quasi statuario.

-Principe Björn, sono giunti gli aiuti da Asgard - si inchinò Brökkr, rispettoso, e Loki mi diede una lieve gomitata per dirmi di fare altrettanto.

-Ah, bene, bene... - borbottò l'altro con voce profonda, - E questi sono gli araldi che Odino ci ha mandato assieme ai suoi uomini? -

-Veramente siamo solo noi... - confessai, in un tono che cercava di non suonare nervoso.

-Ma bastiamo per salvare il re. Siamo abili nel muoverci con discrezione - argomentò il mio compagno, sfoggiando la sua parlantina, - e abbiamo doti che ci rendono dei degni campioni del nostro regno. Odino ha ritenuto che un esercito avrebbe potuto non avere successo in queste circostanze, e... -

-Basta così. - Il principe si alzò in piedi: - Frena la lingua, ingannatore, e risparmiami le parole che distribuisci come oro falso a tutti gli altri. -

-Ma è la verità! - replicai, - Io e Loki siamo... -

-Non voglio sentire altro! Odino non ci onora mandandoci il suo maligno secondogenito e una donna! -

-Hey, come sarebbe a dire?!? - Ero già partita in quarta per dirgliene quattro, e vano fu il tentativo di Brökkr di fermarmi: - Mi stia bene a sentire, lei: siamo in missione per salvare non solo il re, ma anche tutti i mondi, dalla minaccia di Malekith! Quando si scatenò il Ragnarok fummo noi a risolvere tutto e ad impedire la distruzione, perciò non le permetto di trattarci così! -

Tutti i presenti avevano bloccato le loro attività per guardare la scena. Piantai le mani sui fianchi e guardai il principe con decisione, per nulla intimorita. Potei sentire il sospiro pesante di rassegnazione di Loki alle mie spalle. Moon si nascose fra i miei capelli.

-Quel che dice... è vero... - borbottò Brökkr, imbarazzato.

Seguì un momento di silenzio, dove mantenni la mia posizione.

Alla fine, Björn scoppiò in una grassa e lunga risata, seguito dai suoi uomini.

-Ne hai di fegato per rivolgerti così a me!! - esclamò poi, riprendendo fiato, - E se questa è la verità, ragazza, devi avere chissà quale potere speciale! -

-Diciamo che quel che so fare lo faccio bene - affermai, rilassandomi.

-Bella risposta! - mi sussurrò la fatina all'orecchio.

-E va bene, allora: concederò una chance al figlio di Odino e alla sua compagna. Non appena avremo notizie... -

Proprio in quel momento giunse un altro Nano, trafelato: - Maestà!! Maestà!! -

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Capitolo 9
*** Malekith ***


Si erano tutti radunati alla fornace. I Nani avevano interrotto il loro lavoro, facendo capannello in uno spiazzo centrale.

Facendoci largo, raggiungemmo l'oggetto di tanto scompiglio: uno dei loro guerrieri era a terra, e sanguinava copiosamente da una ferita sul fianco inferta da qualcosa che era stata capace di trapassare l'armatura che indossava.

Subito il principe, dopo due parole di conforto, lo interrogò: - Cosa è accaduto? -

Con voce roca e stentata, l'altro rispose: - Ci hanno scoperti... Hanno ucciso gli altri... Il re è tenuto prigioniero nelle caverne a sud... Ma stanno per partire... Non c'è più tempo... Non... -

La voce gli morì in gola, il corpo si irrigidì e rimase a fissare a occhi aperti il principe Björn, che borbottò qualcosa.

Moon si lasciò sfuggire un'esclamazione impietosita, e appoggiò la testolina contro il mio collo. Le toccai una spalla con l'indice in gesto consolatorio, e guardai Loki, che comprese: il poveretto era riuscito a dirci la cosa più importante prima di spirare. Ora dovevamo agire.

 

 

Il principe ordinò che il guerriero fosse seppellito con tutti gli onori. Nei suoi occhi e in quelli di Brökkr ardeva una fiamma vendicativa.

A quest'ultimo venne ordinato di raccogliere più armi e uomini possibili, per organizzare le forze e attaccare, ma non potei non intervenire: - Aspettate, un attacco frontale è troppo rischioso, morireste tutti prima di trovare il re. -

-Mystery ha ragione - mi appoggiò Loki, - Ci occorre prima sapere quanti Elfi Oscuri dobbiamo affrontare, ed elaborare una strategia. Forse noi possiamo riuscire dove le vostre spie non hanno potuto, ma ci occorre qualcuno più piccolo di un Nano... -

Fissava con troppa insistenza Moon; la coprii con una mano in segno di disapprovazione, ed esclamai: - Scordatelo! -

-No, è perfetta! Ascolta: lei può andare ovunque senza farsi vedere, può diventare i nostri occhi per osservare là dove noi non possiamo andare. -

-E come, se posso? - replicai, scettica.

-Mi sono portato una cosetta da Midgard che ci sarà utile. Un regalino del caro Stark. -

Posò la sua borsa a terra e la aprì. Il “regalino” in questione era una microscopica telecamera, di quelle che lo S.H.I.E.L.D. utilizzava per per mostrare ai colleghi i soggetti sorvegliati, completa di un monitor wi-fi per noi. Il dio appuntò l'attrezzatura sul vestito della fatina, e dopo averle dato una semplicistica spiegazione sulla tecnologia del nostro mondo (che comunque capì solo in parte) le espose il piano per esteso: - Il tuo obiettivo sono le caverne a sud. Grazie alla camera, vedremo quello che vedi tu; dovrai raggiungere il nascondiglio del nemico, nel frattempo ti seguirò passo passo. Rileverò la tua posizione sullo schermo e ti raggiungeremo, dovrai restare lì nascosta finché non ti verremo a prendere. Tutto chiaro? -

Moon fece un goffo saluto militare: - Signor sì signore! - Iniziò a svolazzare in giro, po domandò: - Uhm... Da che parte devo andare? -

-Seguimi... - sospirò Brökkr.

-Contiamo su di te! - incoraggiai la mia piccola amica, - E fai attenzione. -

-Sicuro!! A dopo Mystery! -

 

 

Per ore seguimmo il percorso fatto dalla nostra piccola spia. Nel frattempo mi stupii di come Loki fosse migliorato nell'uso dei nostri mezzi tecnologici: non solo seguiva in tempo reale gli spostamenti di Moon, ma stava mappando la zona segnalando ostacoli e vicoli ciechi, calcolando così la strada migliore da seguire.

-Sei bravo. Quando hai imparato? -

-Non mi sono certo girato i pollici mentre tu ti addestravi allo S.H.I.E.L.D., sai? - sogghignò lui.

-Capisco. Fortuna che impari in fretta! - conclusi, schioccandogli un bacio sulla guancia.

Il dio si irritò e sibilò, colto di sorpresa: - Mystery, ti prego, non davanti ai Nani... ! -

Gli feci una linguaccia con faccia dispettosa, quando la voce di Moon esclamò, dallo schermo: - Woah!! Lo vedete anche voi?!? -

Nella finestra della telecamera apparve, tetra e magnifica, quella che a tutta prima mi sembrò un'astronave, nera come la notte, gigantesca, incastrata nella roccia. Elfi Oscuri, che indossavano delle curiose maschere bianche, e orribili mostri di tenebra si stavano affaccendando attorno ad essa, trasportando su delle passerelle casse e materiali di vario tipo.

-Oh no... - mormorò Loki. Si poteva quasi definire atterrito: - Quella è la nave da guerra di Malekith. Sui libri c'era scritto che era stata distrutta... -

-Sui libri c'era anche scritto che era morto - puntualizzai.

-A che gli serve una nave? - domandò uno dei Nani, rimasto con noi in attesa.

Ragionai: - Ci saranno centinaia, migliaia di Elfi Oscuri a bordo. E se il re è là sopra... -

-... Malekith lo obbligherà a guidarlo dalla regina degli elfi - aggiunse Loki.

-La ucciderà... -

-Prenderà il controllo del regno... -

-Avrà ancora più uomini a disposizione... -

-... e saremo spacciati. - L'amara conclusione del principe Björn causò un mormorio fra i Nani che si erano avvicinati a noi.

-Che facciamo? - ripresi.

-Dobbiamo salire sulla nave e recuperare il re. Qualcuno dovrà infiltrarsi; andare tutti sarebbe un suicidio... - disse il dio degli inganni.

-Ci vorrebbe un diversivo... - propose Brökkr.

-Aiuterebbe. Ma non riesco ad immaginare chi sarebbe così pazzo da... -

-Ho un'idea! - esclamai, - E' rischiosa, potenzialmente mortale e incredibilmente azzardata, ma terrebbe occupati i nostri nemici il tempo necessario a far infiltrare un gruppo scelto di guerrieri per attaccare a sorpresa. -

-Mystery, cosa vuoi fare? - Leggevo sincera preoccupazione nello sguardo del mio partner.

-Mettere a frutto le mie doti di recitazione - sogghignai.

 

 

Raggiunsi Moon grazie alla mappa di Loki assieme a Brökkr, e le esposi il piano. Tentò invano di fermarmi: mi incamminai verso gli Elfi Oscuri a passo deciso, e appena mi videro ebbero la reazione che avevo previsto: tentarono di attaccarmi. Prontamente feci sfoggio dei miei poteri, congelandone qualcuno e difendendomi, lasciandoli stupiti.

Con voce ferma, mi ricomposi: - Voglio parlare con Malekith. Dovete condurmi al suo cospetto, ora! -

Un loro soldato osò farsi avanti con cautela, e mi sibilò: - Seguitemi. -

Camminai in mezzo a tutti quei nemici mantenendo la calma. Notai allora che i mostri altri non erano che Elfi Oscuri trasformati, più muscolosi e bestiali dei loro compagni, e che avevano un sinistro alone rosso scuro attorno.

Venni condotta su una delle passerelle a bordo della nave, sperando che la mia comparsa avesse permesso a Loki, Brökkr e ai guerrieri scelti fra i Nani di salire a bordo indisturbati.

Salii con passo fermo, senza staccare gli occhi dall'elfo, e una volta all'interno si fece buio all'improvviso. La via poi si illuminò poco dopo grazie a luci artificiali, anche se poche zone erano effettivamente illuminate, fra le quali una stanza senza pareti, centrale a quel mezzo immenso, che intuii essere la sala di controllo. Lì, un Elfo Oscuro, vestito di nero, dalla pelle pallidissima e anche un po' tirata, dai capelli bianchi legati all'indietro, stava consultando delle carte e delle mappe.

-Mio signore... - borbottò la mia guida, che si inchinò. L'altro si voltò, fissandoci con uno sguardo gelido che mai dimenticherò: i suoi occhi neri sembravano fatti dell'oscurità più pura. Mi superava in altezza anche più del mio compagno, e per un nanosecondo rimasi terrorizzata dalla figura di Malekith.

-Cosa vuoi? - Lessi il fastidio in quegli occhi di ossidiana.

-Questa donna vuole parlare con voi... -

L'elfo portò l'attenzione su di me: - Chi sei? -

Mantenni la calma, preparandomi a recitare la mia parte: - Porto il nome della precedente signora di Jotunheimr, Farbauti. Sono un Gigante di Ghiaccio mezzosangue. -

-Provalo. -

Subito mi concentrai, lasciando che il mio potere rendesse la mia pelle blu, facendolo scorrere in me senza lasciarlo andare. Malekith mi afferrò rudemente per un polso, osservandomi, e io rimasi tranquilla a lasciarlo fare.

-Non sembra un'illusione... - mormorò lui infine, lasciandomi andare, - Cosa ti porta qui? -

-Ho sentito della vostra impresa e voglio unirmi a voi. -

-Perchè? -

-Gli asgardiani. Mi hanno privata della mia famiglia, e mi hanno esiliata dal mio mondo, lasciandomi sola come una criminale. Voglio vendetta. -

Lui mi camminava attorno; cercai in tutti i modi di risultare credibile con quella bugia.

-Bene, Farbauti... Dammi solo un valido motivo per il quale dovrei acconsentire ad arruolarti nella mia causa. -

La mia guida gli sussurrò qualcosa all'orecchio, e Malekith alzò un sopracciglio: - Davvero? Ma tu guarda... Hai congelato i miei uomini? -

-E' un dono. Posso esserti più utile di quanto pensi. -

-Per il momento andrai in una cella. È troppo pericoloso lasciarti vagare per la mia nave, capisci... -

Alzai la testa, senza scompormi: - Se hai paura, sei giustificato. -

Temetti di aver esagerato, e gli altri soldati si allontanarono dal loro signore temendo un suo scatto d'ira, ma per mia fortuna ottenni solo una risposta secca: - Io non ho paura di niente! Portatela via. -

Come i suoi uomini provarono ad afferrarmi, ringhiai loro contro: - Non osate. Cammino da sola. -

 

 

 

La cella era tetra, un po' piccola, ma pensai che fosse il minimo che potesse capitarmi.

Era collegata sia a destra che a sinistra ad altre, tutte uguali, unite a coppie come tanti box a schiera.

Accanto a me, attraverso le sbarre, vidi una figura rannicchiata, con gli abiti stracciati e la barba bianca e folta. Stava in un angolo a fissare il vuoto.

Un Nano.

Mi avvicinai: - Re... Bürnir? - azzardai in un sussurro.

-Chi è? - rispose rauco.

Temendo potessero sentirci, ebbi un'idea: creai sul pavimento della sua cella uno strato di neve, e vi impressi un messaggio: “Non temete. Sono un'amica. Io e i vostri uomini siamo qui per salvarvi.”

Il re si voltò, gli occhi identici a quelli del figlio, con espressione più luminosa.

Fu allora che tutto iniziò a tremare.

La nave era partita.

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Capitolo 10
*** Arriva la cavalleria ***


Dopo un'ora circa di viaggio, domandai al re se sapesse qualcosa sui piani di Malekith.

-La regina degli Elfi Oscuri è solo un altro tassello della sua folle corsa alla vendetta. Gli ho detto dove trovarla, ma ovviamente è il luogo sbagliato; non glielo rivelerei neanche se fossi impazzito del tutto! Vuole anche portare la pestilenza e l'oscurità ovunque, a partire dal cuore di Yggdrasil. -

-Che cosa?? -

-Asgard è il suo principale obiettivo. I due regni infettati erano solo un campo di prova dei suoi reali poteri. Se quel verme arrivasse al cuore dell'albero cosmico, immetterebbe il suo potere nel flusso vitale dello stesso, rendendolo però mortifero e portatore di buio. Ucciderebbe tutto. -

Inorridii: - Dobbiamo andarcene alla svelta... Avvisare Odino, fermare questa follia! -

-E come? Anche se qui non ci sono guardie, non possiamo uscire senza le chiavi. -

Prima che potessi rispondere, un botto spaventoso ci raggiunse dall'ingresso alla prigione. Udii delle grida, poi qualcuno che prendeva ripetutamente a colpi la porta.

Sembravano...

-Martellate...? -

La porta volò via, e nel vano libero apparve l'imponente figura di Thor, seguito a ruota da Loki, che aveva Moon appollaiata su una spalla, e i Nani della spedizione di salvataggio.

Sporsi una mano fra le sbarre: - Siamo qui!! -

Subito ci raggiunsero, e il dio del tuono mi disse di stare indietro. Con la sua forza prodigiosa, piegò le sbarre e mi aprì un passaggio.

-Thor! Che ci fai qui? -

-Padre mi ha mandato a chiamare su richiesta di Loki - spiegò in breve mentre liberava anche re Bürnir.

-Ho pensato che poteva farci comodo della forza in più. Stai bene? - mi domandò il dio degli inganni.

-Sì. E Malekith? -

-Non lo abbiamo visto. Ma adesso che abbiamo il re, dobbiamo muoverci, e di corsa! - Mi prese per mano e iniziammo a fuggire tutti insieme attraversando i corridoi della nave, diretti verso l'alto, mentre altre guardie si affrettavano a vedere cosa fosse tutta quella confusione.

Un drappello di soldati provò a sbarrarci la strada, ma un colpo di Mjöllnir bastò a neutralizzarli.

-Per la cronaca, Moon ha un futuro come spia! - ricominciò Loki, - Ha scoperto come Malekith ha potenziato i suoi uomini: sono pieni di potere oscuro purissimo, che li rende più aggressivi, più forti, e fa loro perdere l'identità, rendendoli schiavi del proprio signore. E se per puro caso muoiono, il loro potere passa a un altro, non importa se lo vuole o no. -

-E' orribile! Ma non è finita qui... - Gli spiegai brevemente quello che il re mi aveva raccontato, mentre Thor continuava a farci strada a colpi di martello e i Nani sorvegliavano la retrovia, rimandando indietro chi ci raggiungeva nella fuga.

Loki si accigliò: - Dobbiamo avvisare Padre; fortuna che abbiamo un mezzo di trasporto! -

Giunti all'ultimo piano dell'astronave, il dio del tuono ne sfondò il tetto, e dal fischio del vento temetti per un istante che saremmo stati risucchiati fuori, ma così non avvenne.

-Avanti! - Procedendo a mo' di catena umana, uscimmo all'esterno. Il vento creto dal movimento della nave era fortissimo.

-Come facciamo a respirare?? - gridai.

-C'è uno scudo attorno alla nave! Ora andiamo, abbiamo rubato una delle loro navette!! - rispose Thor, indicando un punto dritto davanti a noi.

Una versione ridotta della nave madre era parcheggiata proprio lì alla bell'é meglio.

 

 

A bordo, facemmo la conta dei presenti per verificare di non aver perso nessuno, e sollevati constatammo di esserci tutti.

-E ora via, verso Asgard! - annunciò Thor, mettendosi ai comandi.

-Hey, che stai facendo? - domandò Loki.

-Cerco di far partire questo affare, no? -

-Thor, tu non sai come pilotare una navetta. -

-Sì, invece. -

-No. L'ultima e unica volta che Padre ha provato ad insegnarti hai decapitato la statua di tuo nonno! -

-Ancora con questa storia? Ho fatto pratica da allora, per chi mi hai preso?? -

-Vuoi lasciar pilotare me, che sono più pratico? -

-Scordatelo! -

-Thor... -

-Finitela! - intervenni, - Sembrate due bambini! Andiamocene da qui e basta! -

-Giusto. Andiamo... Ah... Dov'è il pulsante... - Thor sembrava in difficoltà, cercando di accendere la navetta.

-Oh, per l'amor di Odino!!! - sbottai, e scansandolo andai a premere il bottone giusto. La navetta ebbe uno scossone e si accese; Loki prese il comando.

-Come facevi a saperlo? - mi domandò il dio del tuono.

-Se invece di passare il tuo tempo a cacciare e divertirti ti fossi messo a studiare le lingue scritte dei Nove Regni, capiresti la scrittura degli Elfi Oscuri - lo schernì il mio compagno, che aggiunse, - e fortunatamente ho trovato il tempo di insegnarne le basi anche a Mystery. -

-Pensavo sarebbe servito, e avevo ragione. -

Thor ci guardò male: - Mi state velatamente dando dello stupido? -

-No, caro, ti stiamo solo riconoscendo un limite! - risposi, dandogli una pacca sulla spalla. Questo fece ridere Loki e i nostri passeggeri.

-Scherzavo, comunque - mi affrettai ad aggiungere, - Lo sappiamo che non sei stupido. -

-Grazie. -

Ma l'allegria durò poco: eravamo appena decollati che subito avemmo uno scossone e scattò un allarme. Moon lanciò un gridolino.

-Che succede??? - urlai, aggrappandomi dove potevo.

-Perdiamo quota, siamo troppo pesanti!! Ma non è possibile... - Loki premeva disperatamente i comandi, poi realizzò: - Qualcosa è salito sulla navetta, ed è là fuori!! -

Altri scossoni ci tolsero l'equilibrio, e se non fosse stato per la mano ferma del dio degli inganni ci saremmo di sicuro messi a roteare nel vuoto.

La mia piccola amica si era rifugiata nella mia borsa, terrorizzata, e due o tre Nani rotolavano sul pavimento incapaci di reggersi da qualche parte.

-Tenetevi forte!!! - urlò Loki, diretto verso quello che sembrava un piccolo pianeta.

Qualcosa iniziò a graffiare il metallo esterno, producendo un rumore stridente.

-...heim!!! - gridò qualcuno, indicando quello che adesso si era rivelato un pianeta molto più grande. Nella confusione generale, fra urla di terrore, con balzi violenti e qualche ultimo scossone alla fine ci fermammo.

Dopo circa trenta secondi trascorsi cercando di non dare di stomaco, dissi: - Chi... non è morto... batta un colpo... -

Qualche Nano mugugnò degli “ohi ohi”, Moon fece capolino dal suo nascondiglio stravolta, Thor mandò un grugnito e si rialzò. Sembravano tutti interi. Io traballavo, ma riuscii a tirarmi su a mia volta. Loki prese ad armeggiare sui comandi, ma sbottò: - Maledizione!!! Non riparte. Siamo bloccati qui! -

-Sicuro? - Lo raggiunsi e guardai la console: spenta.

-Il motore è danneggiato. -

-Quando vuoi un carro attrezzi non c'è mai, eh? - buttai lì, per non far pesare la tensione.

-Heimdall potrebbe tirarci fuori dai guai... - propose Thor, - … ma comporterebbe uscire e affrontare la cosa che ci ha attaccati. -

Calò il silenzio. Un brivido mi percorse la spina dorsale nel realizzare che quel mostro poteva attaccarci da un momento all'altro.

-Dunque? - domandò un Nano ad un certo punto.

-Non abbiamo scelta. Combatteremo, sia che lo aspettiamo qui che se usciamo - affermò il dio del tuono.

-La fai facile figlio di Odino! - borbottò Brökkr, - E se quello fosse un soldato potenziato? Come ho già detto, uno si è sbarazzato di venti di noi in un colpo solo! -

-Non disperate; forse abbiamo una possibilità con questo. - Loki trasse dalla borsa una daga, finemente lavorata sia sul fodero che sulla lama.

-E' bellissimo! - esclamai.

-Ma letale: è intriso del veleno sottratto a quel mago ad Alfheimr. -

-Hey, ma quello è nostro! - esclamò un guerriero.

-E' in prestito. O posso pagarvelo, se volete. Ad ogni modo, nessuna creatura può sopravvivere a questo veleno. Colpendolo al cuore dovremo riuscire a liberarcene. -

-Allora uscirò prima io - si offrì Thor, - Così gli darò pane per i suoi denti. Lo tratterrò il più a lungo possibile. -

-E io potrò colpirlo. Una buona idea, ma tu guarda! - scherzò Loki.

-Ricominci? Forza, allora: diamoci da fare. -

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Capitolo 11
*** Infranto ***


Thor sfondò il portellone della navetta e balzò fuori.

Sbirciai con prudenza l'esterno: l'ambiente era uno sconfinato paesaggio di dune altissime costituite da ghiaia scura, con un cielo giallastro e nuvoloso. Guardai quest'ultimo: il Sole era fermo in un'eclissi perenne.

L'unica altra caratteristica rilevante era il vento forte che sferzava quel luogo desolato.

-Perfetto... Siamo nella tana dell'orso... - borbottò un Nano.

-Prego? - mi scossi.

-Svartalfheim. - Loki pronunciò gravemente questo nome, facendomi rabbrividire per un momento.

Calò poi un silenzio altrettanto pesante. Il dio del tuono si guardava attorno, girando prudentemente attorno alla navetta, tenendo il martello pronto.

Aspettammo un po' prima di sentirlo esclamare: - Venite qui!! -

Con passo cauto, io, Loki e alcuni guerrieri ci avvicinammo alla coda del mezzo. Nella scia irregolare del nostro atterraggio, una massa inerte, colore della pietra, con spunzoni qua e là sul corpo, giaceva sul terreno.

Moon fece capolino dall'uscio della navetta un paio di volte, prima di squittire, terrorizzata: -E'... morto? -

-Non lo so... - risposi, - Forse non è sopravvissuto allo schianto... -

-No, se fosse morto non avrebbe più questo aspetto. - Loki sguainò il pugnale: - Sarà meglio fare in fretta. -

-Mi raccomando, un colpo solo... - mormorai.

-Sì, mia compassionevole metà! - scherzò lui, avvicinandosi al mostro a piccoli passi leggeri.

Ma a solo un metro di distanza dal suo obiettivo, questo ebbe un fremito.

-Loki... - pronunciai, spaventata. Lui si arrestò.

La creatura si erse con esasperante, terribile lentezza.

-Loki...! - continuai, retrocedendo di un passo e avvertendo alle mie spalle i Nani che preparavano le armi.

Il dio degli inganni inciampò all'indietro, perdendo momentaneamente l'arma.

Quello di fronte a noi era molto più grosso degli altri soldati potenziati che avevamo visto, e sembrava anche più feroce.

-Loki!!! - urlai a quel punto, ma quest'ultimo era come paralizzato.

Il mostro ruggì, ma prima che potesse scagliarsi sul mio compagno, Thor gli si buttò addosso per primo, colpendolo con Mjöllnir e scaraventandolo lontano, iniziando con lui una lotta furiosa.

Corsi in aiuto al dio degli inganni: - Cosa è successo? -

-Io... Non lo so... E' stato come... - Quando si accorse del combattimento in corso si riprese all'istante: - Oh no... Li ucciderà!! - Fu tutto ciò che gridò prima di rialzarsi, pugnale alla mano, e gettarsi nella mischia.

Io feci altrettanto, ma commisi un grave errore. Non tenni conto dell'agilità, oltre che della forza del mostro, che mi colpì con un pugno in un fianco, mozzandomi il fiato e scaraventandomi via.

Ebbi un mancamento.

E strano a dirsi, un flashback, che in seguito avrei attribuito allo shock.

 

 

 

Ero ad Asgard, su una delle tante terrazze del palazzo reale, a guardare il tramonto, in totale serenità.

Poi, alle mie spalle, giungeva Loki, che abbracciandomi da dietro mi sussurrava: - E' bellissimo, vero? -

-Sì, una vista meravigliosa. -

Lui cambiava la direzione della conversazione: - Sicura di voler tornare su Midgard, domani? Abbiamo ancora un po' di tempo. -

Io gli rispondevo con un sorriso: - Ho due posti che chiamo “casa” ormai. Devo dividermi fra l'uno e l'altro. -

-Ma un giorno resterai qui. Con noi. Con me. -

-E' una proposta, questa, Loki? -

-A lungo termine. Non c'è fretta. - Mi carezzava una guancia e proseguiva: - Per il momento ti seguirò ovunque mi vorrai. -

-Preparati, ti farò correre da un capo all'altro dell'universo! - scherzavo infine.

 

A quel punto, iniziai a riprendere conoscenza.

 

 

 

-...stery! Mystery! Svegliati! -

La voce, resa acuta dal panico, di Moon, mi riportò alla realtà.

Scattai su a sedere: il combattimento era ancora in corso, perciò calcolai di essere rimasta svenuta per poco tempo.

I due dei sembravano in difficoltà.

Invano i Nani cercavano di aiutarli, il mostro si sbarazzava di loro facilmente, scuotendoseli di dosso. I colpi di martello di Thor non sembravano avere effetto, e Loki non riusciva ad avvicinarsi abbastanza per colpirlo con il pugnale avvelenato.

Mi rialzai, intimando alla fatina di stare indietro, e provai a bloccare il mostro, congelandolo, ma nemmeno quello pareva funzionare; si liberava del ghiaccio come niente.

Thor, allora, tentò una manovra estrema: raggiunse con un balzo le spalle del mostro, e afferrando alle due estremità il manico di Mjöllnir gli si agganciò al collo nel tentativo di trattenerlo.

Loki provò ad agire, ma la creatura si imbizzarrì e iniziò a correre via, portandosi addosso il dio del tuono.

Li inseguimmo, superando almeno un paio di dune.

Dall'alto della seconda, vidi Thor scaraventato a terra, il martello a pochi metri da lui, ma non ebbe il tempo di richiamarlo a sé: il mostro lo intercettò, scaraventando l'oggetto fuori portata del dio, e lo placcò a terra con un piede sul petto. Sguainò una spada.

Ero talmente atterrita che non mi accorsi subito che Loki si era gettato verso di loro.

Assistetti alla scena come in una sequenza a fotogrammi.

Il pugnale di Loki fendette l'aria.

Colpì il mostro nella schiena.

Un urlo atroce.

Poi, come nel più orribile dei miei incubi, la spada dell'Elfo Oscuro si conficcò all'altezza dello stomaco del dio degli inganni, trapassandolo di qualche centimetro.

Fu come se mi avessero sparato una seconda volta.

Peggio: fu come se mi avessero strappato il cuore dal petto.

A occhi sbarrati, raggiunta dai Nani in cima a quella duna, mi sentii svuotare di colpo della vita.

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Capitolo 12
*** Viaggio a Nifleheimr ***


Il mostro non ebbe il tempo di lasciare andare Loki che stramazzò a terra in pochi secondi. Rimase immobile.

Corsi giù a rotta di collo dalla duna, seguita dai nostri alleati, in lacrime.

Thor aveva preso il fratello fra le braccia, a sua volta sconvolto, e gli teneva il capo sollevato.

-Loki... - Caddi in ginocchio, privata di ogni energia, di fianco a due. Esitai a sfiorare con le mani il volto del dio degli inganni: - No, ti prego... - Aveva la bocca socchiusa e gli occhi aperti, inespressivi. Il mio divenne un pianto dirotto, e Moon, che mi aveva raggiunta, iniziò a farmi eco da sopra la mia spalla.

Thor, che piangeva in modo più discreto, lasciò che prendessi il mio compagno fra le braccia. Lo strinsi a me, appoggiando la mia fronte contro la sua: - Non farmi questo, Loki, ti scongiuro... Dopo tutto quello che abbiamo passato, non puoi... - I singhiozzi non mi permettevano di continuare; affondai il viso sul petto del dio e mi lasciai andare alla disperazione.

Non potevo crederci.

Non volevo.

Anche se il sangue che mi sporcava le mani era reale, mi ostinavo ad aggrapparmi alla speranza che non poteva finire così.

Fu allora che un profondo sospiro mi spaventò, un sospiro che scosse la figura inerte del mio compagno, che in seguito tossì.

Lo fissai, rimanendo incredula: sì, respirava, affannosamente ma respirava, e passava lo sguardo da me a Thor, a sua volta scioccato.

-Loki!!! - esclamai, sentendomi riavere.

-Che... In nome di Hel, credevo fosse giunta la mia ora! - si pronunciò quest'ultimo, rauco, con un'esclamazione di dolore.

-Sei... sei vivo! - Alle pesanti lacrime di dolore si sostituirono quelle più lievi di gioia.

-C'è mancato poco, però... Qualche centimetro più in alto... -

Non lo lasciai finire: presi a baciarlo sulla fronte, sulle guance e sulle labbra in un moto incontrollabile di felicità.

-Così lo soffochi... - riuscì a dire Thor, asciugandosi in fretta gli occhi.

Moon prese a svolazzare felice attorno a noi, e i Nani lanciarono un grido di vittoria.

Strinsi a me il mio compagno, poggiando la sua testa all'altezza del mio cuore e carezzandogli i capelli: - Mi hai spaventata a morte... Credevo... -

-Non dimenticare... che sono per metà asgardiano... Sono più resistente di quel che sembra... Mia cara... - Gli sfuggì un sibilo di sofferenza.

-Ti rendi conto che hai salvato tuo fratello?!? - gridò ad un certo punto la fatina.

Con una smorfia, Loki replicò: - Ho solo colto... l'occasione per agire. E' stato un caso. -

-Caso o no, è quello che hai fatto, fratellino... - affermò il dio del tuono.

-Come ti pare. Ow... - Il dio degli inganni coprì la ferita con una mano: - Dobbiamo tornare ad Asgard. Subito. O non mi riprenderò in tempo per l'inevitabile battaglia contro Malekith... -

Inutile dire che Thor fu subito pronto ad aprire il Bifröst. I Nani circondarono il loro re per scortarlo lungo il cammino, e mentre sorreggevo Loki notai che le sembianze della creatura erano tornate quelle di un normale Elfo Oscuro.

 

 

 

Loki venne portato in una stanza per essere medicato. A nessuno era permesso entrare tranne che alla regina.

Così, a malincuore, lasciai il mio compagno nelle mani della madre e dei guaritori, preparandomi a fare rapporto a Odino assieme a Thor e al re dei Nani.

Quest'ultimo, rifocillato assieme ai suoi guerrieri, ci rivelò il vero nascondiglio della regina degli Elfi Oscuri: - La sua scelta è stata saggia: l'unico luogo sicuro per lei era la casa di Hel, poiché nessuno, neanche un folle, oserebbe attaccare la signora degli Inferi. Tuttavia, ho ritenuto necessario mantenere il segreto dando a Malekith l'indicazione sbagliata, perchè quello è più che folle! Purtroppo temo che la mia piccola bugia non reggerà a lungo. La troverà. - Si rabbuiò: - La regina ha sempre cercato di mantenere la pace, e ha permesso ai nostri popoli di convivere pacificamente fino ad ora. Se le dovesse capitare qualcosa, ciò che abbiamo così faticosamente costruito andrà in pezzi come niente. -

-C'è solo una cosa da fare... - Il padre degli dei si alzò dalla sedia e si rivolse a me: - Hel ti conosce, ed è in debito con te. E' crudele, ma non ingrata. Devi parlare a lei e alla regina degli Elfi Oscuri; convinci quest'ultima a cercare protezione qui ad Asgard. Thor ti accompagnerà. -

-Vorrei partecipare anch'io! - si offrì Brökkr, - La mia ascia è al servizio della salvatrice del mio re. -

Rimasi colpita da tale offerta, e anche Moon disse la sua: - Vado anch'io! Non ho paura! -

-Molto bene. Andate a prepararvi, dunque - concluse il sovrano.

 

 

 

Bussai alla porta di Loki: - Posso entrare? Sono Mystery. -

-Vieni avanti - rispose la regina Frigga.

Aprendo l'uscio, mi sorpresi del calore che riempiva la stanza.

Il dio, sdraiato nel suo letto, mi guardò con un'espressione stanca ma sorridente, vegliato dalla madre seduta al suo fianco, i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle.

Li raggiunsi senza esitazione: - Come stai? -

Lui mi prese la mano: - Meglio. Non temere. -

Gli carezzai la testa, ostentando un sorriso: - Quando la smetterai di farmi prendere certi infarti, eh? -

-Vi lascio soli... - sussurrò Frigga, comprensiva.

Quando fu uscita, salii sul letto e mi accoccolai accanto al mio compagno, poggiandogli la testa sul petto e stando attenta a non toccare la ferita. Avevo bisogno di ascoltare in silenzio quel cuore che temevo di non sentir battere più, di lasciare che mi abbracciasse e mi facesse dimenticare quel che era successo neanche qualche ora fa come se si fosse trattato davvero di un brutto sogno.

-Hai i tuoi abiti da viaggio... - osservò lui, a bassa voce, - Dove andate? -

-Nifleheimr. Facciamo una visita di cortesia a tua figlia. -

-Magnifico, davvero. Un posto più pericoloso non esiste, e io non posso accompagnarti. -

-Beh, la mia scorta consiste in tuo fratello, una fatina e un Nano. Attraversare il regno dei morti sarà una passeggiata in confronto a quel che abbiamo passato fino ad ora. -

-Hai ripreso il tuo senso dell'umorismo, vedo. Buon segno. -

Gli sfiorai il viso con il dorso delle dita: - Solo perchè non ti ho perso. - Lo guardai, ingoiando il groppo che mi si stava formando in gola: - Ora sono determinata più che mai a farla pagare, molto cara, a Malekith e al suo esercito. Nessuno, ripeto nessuno, può... -

Loki cercò di ridere, ma si bloccò per un improvviso colpo di tosse: - Ti prego, certi scossoni sono un dolore atroce... -

-Scusa. Ma perchè ridevi? -

-Perchè so che lo farai. Dopo mio padre, il Ragnarok e tutto il resto, so bene che niente può fermarti. -

Sorrisi, e gli scostai una ciocca di capelli dal viso.

Frigga mi richiamò dall'esterno: - Mystery? E' ora di andare. -

-Arrivo... - La mia risposta suonò svogliata. Stavo per alzarmi, quando Loki mi trattenne per un braccio e mi riportò vicino a sé, per poi catturarmi per almeno altri dieci secondi in un bacio caloroso.

-Tornerò presto... - lo rassicurai, con la dannata voglia di piantare in asso la spedizione e restare invece lì con lui, ma l'insistenza di Brökkr, anch'egli fuori della porta, mi costrinse a scegliere il dovere.

-Sono persi senza di te, è normale che ti vogliano con loro... - sogghignò il mio compagno.

Prima di uscire, gli domandai: - Vuoi che porti i tuoi saluti a Hel? -

-Sarebbe carino. E stai attenta. -

Lo salutai, chiudendo la porta con lentezza per imprimermi bene la sua immagine nella mente e tenerla stretta come motivazione in più per ridurre Malekith in cubetti di ghiaccio.

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Capitolo 13
*** La regina oscura ***


Dalla mia lista di posti e mondi da visitare potei tranquillamente depennare Nifleheimr. Una landa desolata di roccia e ghiaccio si stendeva di fronte a noi; il cielo era limpido, azzurro pastello, il che accresceva il gelo a livello percettivo. Dovevamo stare attenti a dove mettevamo i piedi, poiché l'unica strada che portava direttamente alla dimora della dea degli Inferi era un fiume ghiacciato, il cui insidioso sentiero si snodava attraverso un lastrone candido rotto in vari punti.

-Ah, Thor... - mi pronunciai, tentando di avviare una conversazione che spezzasse il silenzio, - ho sentito che vuoi sposare Jane. -

-E' così. -

-E' una bellissima notizia! -

-Devo ancora chiederglielo ufficialmente però. Non so se Padre acconsentirà, non ha mai visto di buon occhio Jane. -

-Lo sai meglio di me che il caro e saggio Odino a volte è difficile da convincere. Ma si arrenderà. -

-Lo spero. Io non ho le tue doti di persuasione. -

Quest'ultima affermazione mi strappò una risata, quando Moon esclamò: - Caspita!! Avete visto? -

Il percorso proseguiva fra due alte mura di ghiaccio scuro, costellate di scheletriche figure protese in avanti, bloccate nell'atto di fuggire e con un'espressione sofferente in volto.

-Queste sono le anime dei perduti... - spiegò Thor, colmo di rispetto, - Sono gli antichi guerrieri che combatterono nelle guerre all'inizio dei tempi. -

-Perchè sono... Così? - domandai, avvicinando una mano ad una di quelle congelate, intravedendo il volto del suo possessore.

-Perchè i loro corpi andarono perduti. Non potendo ascendere con una tumulazione adeguata, sono eternamente bloccati qui. -

Gli occhi vacui dell'anima prigioniera si girarono di scatto verso di me, e io ritrassi la mano, spaventata: - Non possono farci niente? -

-No, non temere. Altri sono i pericoli che si aggirano per questi luoghi. -

Il mio disagio aumentò considerevolmente.

Superate le due mura, ci ritrovammo nuovamente all'aperto. Proseguimmo su un ponte ghiacciato sospeso con alte e robuste colonne al di sopra di un burrone della quale non potevamo vedere la fine. Mi allarmai dei sibili che provenivano dal fondo.

-Serpi dei ghiacci. Puoi trovarli solo qui e nelle terre dei Giganti... - borbottò Brökkr, - State attenti a non cadere. -

Fui sollevata di superare anche quell'ostacolo. Un rumore roboante ci fece scattare, ma con sollievo ci rendemmo conto che era solo un pezzo di ghiaccio staccatosi da una parete e crollato.

-Dov'è Hel? - domandai a un certo punto.

-Lassù - mi indicò il dio del tuono, - nel versante della montagna. -

-Vorrai dire “sul” versante. -

-No. È scavato nella montagna. -

-Davvero? -

-Guarda tu stessa. Siamo arrivati. -

La montagna grigio scuro si parò di fronte a noi come un imponente mostro di pietra. Il versante era talmente ripido che avrei sfidato chiunque a scalarlo. Notai poi delle colonne di pietra che incorniciavano delle finestre, e un ingresso che sporgeva leggermente e collocato in maniera tale che chiunque vi si fosse trovato di fronte non poteva non essere visto dalla padrona di quel luogo.

-Tu hai il potere di creare con il ghiaccio. Puoi fare qualcosa per risolvere il problema di come arrivare lassù? - domandò il Nano.

-Ci posso provare. -

Tentai la stessa manovra che avevo attuato ad Alfheimr, ma temevo che avrei ottenuto un risultato simile. E non c'era Loki a correggere un mio eventuale errore.

“Avanti, Mystery... Contano su di te, puoi farcela...” Mi decisi, e con mio sollievo una perfetta scala di ghiaccio cominciò a formarsi e a salire fino all'ingresso.

-Bella mossa! - esultò Moon.

Saggiai la resistenza della mia opera e potei dare un esito positivo agli altri.

Quello che sembrava un ingresso normale, più da vicino si rivelò un portone di pietra nera. Recava sulla superficie inquietanti rappresentazioni a bassorilievo di morte, guerra e tortura, e pregai che quella rappresentazione sadica fosse solo un modo per tenere gli ospiti sgraditi alla larga.

-Speriamo che Hel sia più gentile di quanto sembri... - mormorò la fatina.

Bussai per tre volte, e quel monumento al macabro iniziò ad aprirsi con un cigolio cupo e sinistro. Entrando per prima, notai subito la differenza con l'esterno: era un ambiente sobrio, piuttosto monocromatico dato che era tutto in pietra nera, e con sollievo non vidi niente di raccapricciante in giro. Una volta tutti all'interno, a malincuore sciolsi la scala. Il mio istinto suggeriva di non rischiare.

Provai a chiamare: - Hel...? Sono... Mystery. Ti ricordi di me? Sei in casa, Hel? -

Lì per lì non ci fu risposta, quando una voce perplessa mi fece eco dal fondo della sala dove entrammo: - Mystery? -

La dea della morte apparve, avvolta in un abito nero e con i capelli legati in una coda morbida, da una porticina laterale. Il volto bicolore tradì la sua sorpresa.

-Scusa per questa apparizione improvvisa... Ti trovo bene - continuai.

-Posso dire lo stesso di te. Principe Thor... - salutò lei con un cenno del capo, - Se siete qui immagino che non si tratti di una visita di cortesia. -

-Perspicace, ehm... Purtroppo è così. Ma prima forse dovremmo aggiornarti sui fatti... -

Le mie parole la scossero abbastanza, specialmente quando giunsi al momento del combattimento su Svartalfheimr. La sua maschera si ruppe, e si lasciò cadere su una sedia portandosi una mano al cuore: - Padre mio... Sta bene, adesso? -

-Fortunatamente sì. - Rimasi colpita da quel cambiamento, tuttavia proseguii: - Data la piega che hanno preso gli eventi, Odino vuole portare la regina degli Elfi Oscuri ad Asgard, per la sua sicurezza e penso anche per la tua. Se la trovano qui, ti elimineranno, incuranti... -

-Ma allora sarà Asgard ad essere in pericolo. E comunque, non potrebbe fare un passo fuori di qui senza che le spie di Malekith vi vedano. Sono dappertutto. -

-Ecco perchè è stato facile avvicinarci - esclamò Brökkr, - Neanche le anime hanno il coraggio di vagare con quei mostri in giro! -

-E allora che differenza c'è fra un luogo ed un altro? Non sono al sicuro da nessuna parte. -

Una seconda voce femminile pronunciò queste parole.

Dalla porta laterale di prima comparve la regina in persona. Più bella di come l'avevo immaginata, le forme aggraziate erano avvolte in un abito di velluto rosso orlato d'oro, e il colore risaltava il pallore del viso sottile e il nero corvino dei capelli e degli occhi. Sembrava una bambola di porcellana.

Thor le si rivolse con un rispettoso inchino: - Regina Alflyse di Svartalfheimr, sono lieto di rivedervi. -

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Capitolo 14
*** Due facce della stessa moneta ***


Alflyse si accomodò vicino ad una delle finestre, con lo sguardo perso e triste: - Malekith mi vuole morta. Come ho detto, nessun luogo per me è sicuro. Le sue spie sono qui da giorni. Nonostante il re dei Nani abbia cercato di sviarlo, lui saprà presto dove sono. -

-Ma sono molto lontani da qui - affermai.

-La sua nave ha il potere di aprire varchi nello spazio. Come con il Bifröst, ma invece di un ponte sono semplici passaggi. -

-Ma lo abbiamo lasciato vicino Svartalfheimr. Non può già sapere dove siete, le comunicazioni con i suoi... -

Un rombo nel cielo ci fece scattare.

-Oh no... - mormorò Hel. - Sono qui. -

-Mia signora, dovete venire con noi; vi uccideranno! - tentai ancora, - Voi volete vivere, giusto? -

-Devo. Ho promesso a mio padre che avrei mantenuto la pace dopo l'ultima guerra che me l'ha portato via. E ho giurato di non far mai più accadere un simile massacro. -

-E allora andiamo. Asgard saprà difenderla e difendersi. -

Lei mi guardò tristemente: - Se non mi trovano qui, Hel... -

-Mystery!! - esclamò Moon, guardando un piccolo vaso poggiato su un tavolo: vibrava. Piano piano tutto iniziò a tremare, e un rumore di motori percorse l'aria.

La dea degli Inferi ci intimò di seguirla, e alla svelta.

 

 

 

Hel ci condusse nei meandri della montagna, tramite vari passaggi segreti, fino a giungere nel sottosuolo più profondo. Lì, scavata nella roccia, c'era una stanza, spoglia se non per un portale ovale in pietra bianca al centro.

-Questo è un passaggio segreto che attinge da uno dei rami di Yggdrasil - spiegò lei, - Lo utilizzo spesso per i miei spostamenti. Ma temo di doverlo distruggere, dopo che sarete passati. -

-Cosa? Ma Hel, ti uccideranno!! - esclamai, - Vieni anche tu con noi! -

-Non possono. Sono l'intoccabile dea della morte, ricordi? D'altro canto, ho un altro luogo dove rifugiarmi. - Toccò qualche runa incisa sul portale e si allontanò una volta che queste si furono illuminate: una luce riempì lo spazio vuoto del vano. - Vi porterà direttamente ad Asgard. Andate ora. -

Prima di seguire Thor e la regina, mi trattenni: - Sicura della tua scelta, Hel? -

-Sei gentile a preoccuparti. Ma qualcuno deve chiudere il passaggio per impedire agli Elfi Oscuri di seguirvi. - Mi prese le mani fra le sue: - Non lasciare che mio padre affronti Malekith. Ho già perso i miei fratelli, non voglio che gli accada qualcosa. -

-Te lo prometto. -

Il suo volto assunse una sfumatura più feroce, e lessi la sua famigerata crudeltà nello sguardo: - Fagli pagare il sangue che mio padre Loki ha versato nell'ultima battaglia, mi raccomando. -

Mi limitai ad annuire, a occhi sbarrati per il terrore che mi suscitava quell'espressione.

Poi un'altra vibrazione mi spinse a correre nel passaggio con Brökkr.

Il viaggio si rivelò più turbolento rispetto a quelli con il normale Bifröst, ma ci riportò ad Asgard come previsto.

Odino e Frigga accolsero con gioia e preoccupazione insieme Alflyse; il re ordinò subito al figlio maggiore di andare da Heimdall e di riferirgli se, o meglio, quando, gli Elfi Oscuri avessero invaso i confini del regno.

E aveva già indosso l'armatura.

-Avete intenzione di combattere? - domandai, tesa.

-Mi pare ovvio. -

-Il fatto è che... -

-Sono uscito dal mio Sonno di recente. Ho tutte le energie che mi servono. -

-Certo, ma... -

-Sarò anche un re anziano, ma sono ancora capace di maneggiare la mia lancia. -

-Non intendevo questo... -

La regina Frigga sguainò una spada dalla lama sottile: - Parteciperò anch'io, allora. Difenderò il lato sud del castello. -

-Sei sicura, mia signora? - Una lieve apprensione venne tradita dal tono di voce di questa domanda del sovrano, e non sfuggì alla regina, che sorrise sicura: - Non è la mia prima battaglia. -

-Che posso fare? - ripresi, rivolta a lei.

-Vai al lato est, rinforza le mura con il tuo potere. Inoltre, ti affido le truppe. -

-Cosa? Ma io... -

-Puoi riuscirci. - Mi posò una mano sulla spalla: - E' un ordine. -

-... Va bene. -

-E prima che tu me lo chieda, Loki sta meglio. - Mi sorrise comprensiva prima di avviarsi dai suoi soldati.

Strinsi i pugni: ero più che decisa a chiudere in quella battaglia la faccenda di Malekith una volta per tutte. Mi incamminai, determinata, con il Nano al mio fianco.

-Mystery, ora comincio ad avere un po' di paura... - squittì Moon da sotto il mio mantello. Quasi mi ero dimenticata di lei, poverina, che era rimasta silenziosa dalla nostra fuga da Nifleheimr.

-Ce la faremo. L'oscurità non può trionfare sulla luce. -

-Ma senza la luce non esisterebbe il buio, lo sapevi? - brontolò Brökkr.

-Pensieri profondi, amico mio. Ma io so solo che non permetterò a Malekith di distruggere l'universo. Anche se non sarò io a fermarlo, voglio dare il mio contributo. Inoltre, e non lo dico per vantarmi, persino il potente Surtr ha imparato a sue spese cosa vuol dire mettersi contro di me. -

Ai miei compagni sfuggì una risata, poi una voce si aggiunse: - Come dimenticarlo? -

Arrestai il passo con il batticuore, riconoscendo la suddetta voce, e mi voltai di scatto: appoggiato ad una colonna, nascosto in parte dall'ombra di questa, c'era Loki, a braccia incrociate sul petto, che mi fissava sorridente.

Sorrisi a mia volta, e gli corsi incontro, ma quando lo abbracciai lui lanciò un'esclamazione soffocata di dolore.

Lo guardai: - Ma... Non stai ancora bene... -

-I nostri guaritori sono bravi, ma non fanno miracoli... Almeno mi reggo in piedi. -

-Loki... -

-Credi che lascerò a te e a Thor tutta la gloria? Scordatevelo. -

-Ma... -

Prima che potessi replicare, un boato fin troppo familiare annunciò l'arrivo del nemico.

 

 

 

Angolo dell'autrice: Volevo solo precisare che il titolo fa riferimento a Hel, e che sto pubblicando un po' meno di frequente per colpa degli esami, ma sono ancora qui, non preoccupatevi ;) Sherlokette

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Capitolo 15
*** Il potere delle tenebre ***


Il cielo si oscurò rapidamente.

Qualcosa si era posto esattamente fra il sole di Asgard e il suolo, proiettando la sua ombra sul castello. Udii delle grida d'allarme; ci precipitammo alla nostra postazione, circonati dai soldati in agitazione. Loki cominciò a dare ordini a destra e a manca per ripristinare un po' d'ordine, ma lo fermai: - Tu devi restare indietro. -

-No. -

-Non sei ancora guarito, quindi... -

-Posso resistere, Mystery. -

Lo afferrai per gli avambracci: - Non voglio che ti succeda di nuovo qualcosa; cosa farei senza di te, ci hai pensato?!? - esclamai, esasperata.

Lui mi fissò in silenzio per un attimo, poi mi prese le mani fra le sue: - Sono sempre tornato da te, o sbaglio? -

-Oh, no... - borbottò Brökkr, di fianco a me.

-Loki... - Gli poggiai una mano sulla guancia: - Non posso combattere sapendo che sei in pericolo. Ti scongiuro, non rischiare di farti uccidere... di nuovo. -

-E tu non chiedermi di lasciarti sola. -

-Non lo sarà, la proteggeremo noi! - esclamò Moon, sempre e comunque nascosta dov'era prima.

-Allora andrò al cuore di Yggdrasil - continuò Loki, - nel malaugurato caso che Malekith riesca a superare la difese, è lì che andrà. -

-No... -

-Basta che la finiate con le smancerie e che tu ti decida, ingannatore... - brontolò di nuovo il Nano.

-Farò attenzione, te lo giuro. - Mi prese il viso fra le mani e cercò di rassicurarmi: - So che al momento giusto tu sarai lì al mio fianco. Fidati di me. -

-Per la barba di mio nonno, stanno arrivando! Vi muovete?!? - riprese una terza volta Brökkr, spazientito, beccandosi un'occhiataccia da parte mia.

-E va bene... - concessi al dio, - ma stai attento. -

Mi guardò un'ultima volta prima di affrettarsi alla sua destinazione. Mi voltai verso i soldati, in attesa di ordini.

Pensai in quel momento a cosa avrebbe fatto il mio amico Steve Rogers. Non bastava dare ordini, ma darli con giudizio e strategia.

-Voglio una prima linea di difesa con chi di voi ha lance e scudi. In questo modo, se dovessero riuscire a sfondare le mura del castello, i primi Elfi Oscuri faranno la fine degli spiedini. Gli arcieri in posizione in retrovia: una pioggia di frecce... -

Ma non riuscii a finire.

Qualcosa cominciò a bombardare il muro con forza.

-Prendete posizione, presto!! - conclusi.

Il muro cedette.

Nel fragore e nella polvere, i nemici cominciarono a sciamare dalla breccia, ma come previsto la maggior parte di loro finì dritta contro la barriera di lance. Una seconda ondata fu accolta dai guerrieri con la spada, spronati alla carica da Brökkr, ma non riuscirono a respingerli tutti all'esterno.

I superstiti vennero abbattuti dagli arcieri; la battaglia era così spostata all'esterno.

 

Riuscimmo a difenderci a lungo, anche contro i soldati potenziati, seppur contando anche noi delle perdite. Usando le macerie come difesa, gli arcieri non davano tregua a chi si salvava dai colpi d'ascia e di spada. Per poco un Elfo Oscuro non colpì Brökkr con un pugnale, ma fui rapida a proteggere il mio alleato creando uno scudo attorno a lui.

Vi eravate dimenticati del mio potere difensivo? Mi ero esercitata parecchio anche con quello, arrivando a creare scudi per me e per gli altri.

Udii un ululato lontano, proveniente dal lato sorvegliato dalla regina Frigga.

-Ghost... - mormorai. Sapevo che avrebbe fatto comodo al Padre degli dei.

Fu allora che Moon, che avevo mandato in avanscoperta, mi volò vicina portandomi notizie, trafelata: - Mystery!! Ne arrivano altri!! -

-Quanti? -

-Non lo so, e... Guarda!!! -

Inorridita, mi accorsi che la vegetazione marciva a vista d'occhio. L'aria si fece pesante, e nubi di nebbia nera cominciarono a uscire dalla nave da guerra.

-E' lui... - borbottai, a denti stretti dalla rabbia. - Moon, vai da Loki, assicurati che stia bene, noi ce la caveremo. -

-Ma... -

-Vai, ti prego! -

La fatina obbedì. Fu allora che Malekith in persona scese dalla sua nave, seguito dai suoi soldati trasformati. Una presenza terrificante, la sua, e tutto si arrestò in un lungo attimo di paura. Nessuno credeva che si sarebbe fatto vivo, nemmeno io. Si accorse di me, e nel suo sguardo carico di odio capii: il trono di Svartalfheimr non gli interessava più.

La sua era una missione di morte per i Nove Regni.

Poi, come in un'illusione, svanì in una nuvola nero pece, che iniziò a vagare a zig zag nell'aria diretta verso il castello.

Tremai al pensiero di dove fosse diretto.

-Brökkr!! - chiamai. Il Nano mi diede attenzione dopo un colpo bene assestato ad un Elfo Oscuro: - Ti affido il comando; devo fermare Malekith!!! -

 

Non avevo idea di cosa fare. Stavo solo correndo verso il cuore dell'albero cosmico a perdifiato.

Loki era in pericolo.

Eravamo tutti in pericolo, a pensarci bene, ma quando si tratta di chi ami è difficile concentrarsi su tutto il resto.

Giunsi alla sala del palazzo che fungeva da ingresso al luogo sacro. Le porte erano aperte.

Mi trattenni persino dal respirare; temetti di essere arrivata troppo tardi. Con cautela, diedi un'occhiata all'interno.

Il cuore di Yggdrasil era un'immensa sala dorata, circolare, il cui centro era pervaso dal fascio di pura energia dell'albero, racchiusa in un'alta colonna irregolare dello stesso materiale del Ponte dell'Arcobaleno, e che emanava gli stessi riflessi iridescenti.

Ma ammirare quello spettacolo meraviglioso non servì a placare la mia ansia. Vidi Malekith; mi dava le spalle e parlava con qualcuno.

Dopo due passi silenziosi, intravidi anche Loki, a fronteggiarlo.

Sembrava non si fossero accorti di me.

-Guardati, Loki figlio di Laufey: un tempo eri un alleato delle forze del Male; adesso sei una pedina nelle mani di Odino! -

-Sento il tuo disprezzo, Malekith, ma non sono una pedina. Semplicemente ho un valido motivo per essere cambiato, un motivo che il tuo cuore nero non potrà mai comprendere. -

Mi avvicinai ancora un po', silenziosa.

-Vediamo se posso riuscirci. Spiegati. Ho tempo. -

-E' vero che perseguivo il male. Ciò mi ha portato soltanto a finire dentro una prigione sotterranea. Ho solo imparato la lezione. -

-E che mi dici di quella piccola strega? -

Vidi Loki impietrirsi mentre cercava di non perdere la calma.

-E' la tua donna, vero? E' per lei, dunque. Amore... - concluse sprezzante.

Gli occhi del dio incrociarono un attimo i miei. Lui sapeva che ero lì, e il suo sguardo si addolcì un attimo prima di tornare, feroce, su Malekith, che proseguì: - Sul serio un sentimento così sciocco ti ha cambiato? -

Loki non rispose.

-Hai ragione. Non comprendo. - L'Elfo Oscuro tirò su una mano e creò una sfera di fumo nero: - Il buio. Il freddo. L'odio. Io posso comprendere solo queste cose. E presto le farò provare a tutti gli esseri viventi... - Protese la sfera verso il cuore dell'albero cosmico, ma prima che colpisse il bersaglio fui pronta a formare uno scudo attorno ad esso. La sfera si annientò contro la protezione.

Malekith si voltò, allarmato: - Tu... - sibilò, con uno sguardo omicida.

Loki sogghignò: - Inoltre, Malekith, lei non è la mia donna. E' la mia compagna. - Il dio tentò un affondo con il pugnale avvelenato, ma il nostro nemico lo schivò, tentando di attaccare me.

Ma un grido acuto di carica arrivò dall'alto, e Moon gli andò addosso, cominciando a colpirlo sulla testa con calci, tirandogli i capelli e ficcandogli le dita negli occhi, e lui non riusciva a liberarsi della fatina, che continuava a gridare: - Questo è per le mie sorelle! E questo! E questo per gli Elfi della luce!! -

Loki colse l'occasione di placcarlo a terra; in quel momento entrarono in scena Thor, Odino e Frigga.

Cercai di bloccare Malekith con il ghiaccio, ma questo, con una mossa repentina, tirò una gomitata sulla ferita ancora non guarita del dio degli inganni, si liberò e afferrò Moon con una mano, lanciandola via e gridando: - Non perderò!! Ci vuole più di un parassita con le ali e di una strega a fermarmi!! -

Radunò tutto il suo potere oscuro: un vento fortissimo prese a girare nella stanza; fulmini neri si infrangevano ovunque e un rombo assordante percuoteva l'aria.

-E' la vostra fine!! - gridò Malekith, - Vi porterò tutti con me nel buio!!! -

-Sta creando un buco nero!! Dobbiamo fermarlo!! - esclamò Odino, sovrastando il rumore.

Moon si aggrappò con tutte le sue forze ai miei vestiti, ma io stessa, a causa della forza di gravità sempre più forte, stavo scivolando verso l'elfo.

Creai una fune di ghiaccio che ci tenesse tutti legati al pavimento; la stanza tremava e temetti per le nostre vite. Il buio calò attorno a noi, come se si fosse fatta notte all'improvviso.

Di colpo, un'illuminazione: protesi una mano verso il nemico.

Loki, a gran voce, gridò: - Mystery!! Che cosa vuoi fare?!? -

Concentrandomi, cercai di creare un secondo scudo attorno al nostro nemico, senza tuttavia togliere protezione al cuore di Yggdrasil.

-Mystery!! - Anche Thor si era accorto delle mie intenzioni.

Era difficile: creare uno scudo così grande per me era uno sforzo non da poco, figuriamoci due. La testa mi scoppiava e non sentivo più niente.

Poi, finalmente, il vento cominciò a calare, i fulmini erano meno violenti: ci stavo riuscendo.

Malekith, però, diede ulteriore energia al buco nero, e l'onda d'urto vanificò il mio sforzo: ruppe lo scudo, mi sbalzò indietro a terra e di conseguenza non riuscii a mantenere neanche il primo.

Yggdrasil era vulnerabile.

-Malekith!! - gridò ancora il re, - Ferma questa follia, o distruggerai anche te stesso! -

-Nulla ha più importanza, vecchio! Altri Elfi Oscuri verranno dopo di me; io spianerò loro la strada per la conquista dei Nove Regni!!! -

Loki mi raggiunse, spezzando al sua fune col pugnale e gettandosi su di me.

-Ho fallito... - mormorai, stringendomi a lui.

-Non è ancora finita! Thor! Padre! -

I due si voltarono verso di noi.

-Il corpo di Malekith adesso è instabile! Se lo colpite adesso esploderà, e il buco nero smetterà di formarsi! -

-Come sai che funzionerà?? - gridò il dio del tuono.

-Non lo so, ma dobbiamo tentare!! -

Padre e figlio allora unirono le forze: uno con i fulmini e uno col potere della sua lancia, colpirono il bersaglio.

Monn perse la presa e rischiò di finire risucchiata nel vortice d'aria, ma la ripresi al volo con la mano.

L'Elfo Oscuro mandò un urlo di rabbia. Ebbi modo di vederlo: il suo corpo, completamente nero, era attraversato da capo a piedi da crepe di luce bianca provocate dai colpi dei due asgardiani, assorbendola come fa un buco nero ma a quanto pare incapace di contenerla.

-Avanti, continuate!! - spronai.

Frigga indietreggiò più che poté, reggendosi alla sua fune; Loki si teneva stretto a me e Moon tremava fra le mie mani.

La gravità continuò a tirarci verso il buio, sollevandoci da terra, per poi cessare all'improvviso: con un botto spaventoso, Malekith esplose. Il suo corpo si disintegrò, il vento iniziò a scemare e tornò la luce. Yggdrasil era integro.

-Ci siamo... Riusciti? - dissi timidamente rivolta al dio degli inganni.

Quest'ultimo, sdraiato sopra di me, alzò la testa: - Sì... sì, è finita... -

Guardammo in giro: Thor si rialzava da terra, mentre Odino prestava soccorso alla sua regina.

Ci prendemmo un minuto per constatare che sì, avevamo vinto.

Brökkr arrivò di corsa: - Hey!! Gli Elfi Oscuri se la stanno dando a gambe, e i loro soldati potenziati sono morti! Caduti giù come frutti maturi, vi dico! -

-Hanno perso il loro padrone, e di conseguenza il loro potere... - constatò Loki.

-Fantastico... Bene... -

Sentii qualcosa di appiccicoso sotto il naso, e con la punta delle dita osservai con disgusto che era sangue.

-Mystery...! -

Tutto attorno a me si fece buio all'improvviso, e persi i sensi.

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Capitolo 16
*** Morto un cattivo, se ne fa un altro ***


-Sto bene! Andatevene tutte fuori, forza! -

Allontanai con rabbia le ancelle attorno al mio letto, e rimasi da sola con Loki, che mi criticò: - Sei svenuta per uno sforzo eccessivo. -

-Non ho bisogno delle balie - sbuffai.

-Ci hai fatto preoccupare tutti, Mystery. - Si sedette sul materasso, accanto a me: - E' il momento di un po' di riposo. -

Mi rilassai: - Forse hai ragione. È stata un'impresa non da poco. -

-E ne canteranno nelle sale di Nidhavellir per i secoli a venire. - Brökkr comparve sulla porta, l'elmo sottobraccio: - Torno nel mio regno. E' stato un onore combattere con voi, anche se non considero ancora la nostra faccenda conclusa, Loki. Ci rivedremo. -

-Arrivederci, Brökkr. -

Il Nano salutò entrambi con un cenno del capo, chiudendosi la porta alle spalle.

Dopo un po', commentai: - Mi mancherà. È una brava persona, nonostante volesse ammazzarti. -

-Sì, in fondo. -

Cadde uno strano silenzio. Passò un minuto buono prima che Loki riprendesse: - Stavo pensando... -

-Cosa? -

Mi si affiancò: - Forse... Dovremmo prenderci una pausa da tutto questo. -

-Che vuoi dire? -

-Le guerre, le battaglie, la lotta contro il male... Solo per un po'. -

-Una vacanza? -

-Esatto. -

-Dovremo chiedere a Fury... -

-Temo che non sarà possibile... - Thor fece il suo ingresso, con aria grave.

-Cosa vuoi dire? Cos'è quella faccia? -

 

Quasi mi sentii male di nuovo alle notizie che riportava Thor da Midgard.

Lo S.H.I.E.L.D., la cui sede centrale era andata distrutta, si era rivelata piena di agenti dell'H.Y.D.R.A.; Fury era scomparso e con lui anche Capitan America, mentre Coulson cercava di porre rimedio al caos creatosi in quella situazione assieme alla sua squadra.

-Non puoi respirare un momento che subito ne succede un'altra... - fu il mio apatico commento. Corsi dietro al paravento nella mia camera e recuperai i miei vestiti.

-Che stai facendo? - domandò Loki.

-Torniamo a casa. I ragazzi sono nei guai. - Prima che il mio compagno si pronunciasse, continuai: - Una vacanza ce la prenderemo quando avremo trovato Fury e Cap. Promesso. Ma adesso ho solo voglia di prendere a calci qualche agente corrotto. Ci stai? -

Lui sospirò, guardò Thor e poi me: - E' più forte di te, vero? Correre in aiuto di chi ne ha bisogno, sempre e comunque. -

-E non mi ami per questo? - scherzai.

-Ovviamente. -

 

 

 

Angolo dell'autrice: Finale moooolto aperto di questo capitolo finale di questa terza parte! (suonano le trombe) Sono davvero 15 capitoli, ma non vi preoccupate: Loki e Mystery torneranno molto presto! Datemi il tempo di risolvere due o tre cose e arriverà una quarta parte :* Baci e abbracci, Sherlokette

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