Lady Luces's Story.

di Lu Gy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fatidica domanda. ***
Capitolo 2: *** Vergine di sguardi. ***
Capitolo 3: *** Genitori.. ***



Capitolo 1
*** La fatidica domanda. ***


Anno: 1570 d.C
Data: 24 Maggio.
Ore: 7:00




Mi alzai stanca dal letto, suonando la campana che avrebbe chiamato a me la servitù.
Arrivò la mia più cara amica, era già vestita, indossava un lungo abito nero, gli occhi erano tristi e stanchi, i lunghi capelli neri erano legati in una treccia delicata, adornati di rose nere che sbucavano sopra la sua nuca.
Zoelle aveva sempre avuto un'aspetto minaccioso, ma non per me.
Dalle vesti spoglie in cui ero l'abbracciai forte a me, e lei con abbastanza esitazione mi strinse a sua volta, guardò nel mio letto e mi sussurrò: "Niente maschi, sta notte, Lady Price?" Iniziai a ridacchiare, dandole una leggera spintarella sulla spalla.
Davanti alla corte dovevamo essere serie ed impassibili, ma da sole sembravamo due contadinelle, o ancora meglio, due bambine.
Poco dopo arrivò la servitù, che si inchinò a noi senza guardarci negli occhi, come gli aveva insegnato loro il Re di quel castello, Lord Corvinus.
"Lady Price, Lady Death... vi auguriamo una buona mattinata."
Io e Zoelle iniziammo a dirigerci verso il bagno, dove il figlio del Re aveva fatto mettere un camino per poter scaldare l'acqua.
Zoelle mi guardò divertita, sussurrando: "Vada nella vasca, per una volta l'acqua ve la scaldo io. Ultimamente lo ha sempre fatto lei." Sorrisi annuendo, ed era vero.
Chiusi la porta della stanza, sigillandola con un pezzo di legno, infilandomi nella vasca di marmo che avevano pulito il giorno prima.
Zoelle intanto accesse il fuoco, attaccando al gancio il pesante pentolone pieno d'acqua, che aveva pensato di mettere personalmente il figlio di Lord Corvinus.
Iniziai a rabbrividire per il gelo del marmo, cosa che Zoelle notò. "Dovevate infilarvi in vasca dopo che io abbia messo l'acqua, non prima. Lucinda siete proprio una ragazza strana.." Sorrisi leggermente fissandola "Mai quanto voi, così avete una cotta per il braccio destro di Lord Corvinus?" Lei arrossì di botto, fissando da un'altra parte... "Come immaginavo, siete innamorata di Messer Zerone, eh?" Lei annuì leggermente, togliendo il pentolone dal fuoco e infilandoci una mano dentro, sorridendo. "L'acqua è perfetta... la metto giù." Annuii chiudendo gli occhi, ed appoggiandomi con la schiena sul marmo. Misi i miei capelli biondi fuori dal bordo della vasca, non volevo che si bagnassero, ed emisi un leggero sospiro di piacere quando l'acqua andò a contatto con la mia pelle, riempendo la vasca. "Come mai il figlio di Lord Corvinus fa tutto questo per voi?" Sospirai fissando il dipinto sopra la mia testa, rappresentava un cielo con degli Angeli. "Non ne ho idea... forse ha qualcosa in mente per me." Zoelle deglutì, sedendosi su uno sgabello accanto alla vasca "Non vi vorrà forse prendere in moglie?"

Mi sedetti di scatto. "COSA?!" Urlai fissando Zoelle, il suo sguardo era terribilmente serio. "Zoelle come potete pensare una cosa simile?..Le ricordo che siamo più di trenta donne non sposate in questo castello, e non sono una Lady di alto Rango." Zoelle inarcò un sopracciglio, sospirando "Lucinda le devo forse ricordare chi sono i suoi genitori? Erano stretti amici del Re, prima di morire. E poi lei è una donna dal bellissimo aspetto, molti uomini in città stravedono per lei." Sospirai riaffondando nella vasca, odiavo quando avevo ragione, ed odiavo il modo in cui aveva ragione.
-Sposare un Corvinus? Mai- Pensai fra me e me. Erano tutti così strani, iniziando dal Re stesso. Non giravano belle voci sui suoi comportamenti, prendeva una persona, sfruttava le sue qualità al massimo e poi, l'abbandonava, per continuare con suo fratello, Sogeking, non c'era nulla di più orribile di lui, non sembrava nemmeno figlio del Re che governava metà Mondo.
Chiusi gli occhi, quando sentimmo bussare alla porta della mia camera, accanto a noi, e la servitù che apriva la porta. "Dov'è Lady Price?"
La voce fredda e decisa del figlio di Sua Maestasità.
Io e Zoelle rimanemmo in silenzio, ascoltando la risposta della servitù. "Lady Price è al bagno con Lady Death, Sire.. vuole aspettarla qui?" La sua risposta fu diretta, decisa. "Sì. Ora uscite."
Sentimmo la servitù uscire in fretta, ed entrambe rimanemmo col fiato sospeso mentre si chiudeva la porta.
Dei passi che si avvicinavano alla nostra, di porta, e un lieve sussurro. "Appena avete finito, con calma, vorrei parlarle Lady Price... è importante. Ma come le ho detto, faccia con calma, indossi l'abito che vuole, i capelli li metta come vuole, sarà sempre bellissima davanti ai miei occhi da peccatore..." Zoelle si mise una mano sulle labbra per non scoppiare a ridere, io le diedi una gomitata leggera, bagnandola.
Mi schiarii la gola prima di parlare "Sì Sire, eseguirò il vostro ordine, ed accetto le vostre lusinghe da gentiluomo." Zoelle aveva il viso tutto rosso per quanto stava trattenendo una fragorosa risata.

Ed aveva ragione a farlo, tutto quella gentilezza nei miei confronti era ridicola.
Mi passò una spugna ed io mi lavai in fretta, scesi dalla vasca e lei mi asciugò.
Ci mettemmo davanti alla toilette ed infilai il corpetto, e lei mi strinse i lacci con forza, per poi annodarli.
Dava una forma snella al mio bacino, mettendo in risalto il mio già molto prosperoso seno.
 

Zoelle sbiancò, guardandomi. "Lucinda... i vostri abiti, non sono nel cassettone dell'altra stanza?" Sbiancai a mia volta. "Per l'amor del Cielo..."
All'improvviso ricordai che avevo un abito azzurro per le cerimonie sotto la toilette.
Lo presi e Zoelle mi aiutò ad indossarlo.
Entrambe non sopportavamo i pesanti colletti che le altre Miss indossavano, avevamo dei vestiti semplici, che tenevano scoperto il petto appena sotto alle clavicole, e delle pesanti e lunghe maniche.
Mi misi le scarpe blu abbinate al vestito mentre Zoelle mi sistemava i capelli sulla testa,creandomi una treccia come la sua, infilandoci i tulipani rossi che avevo in un vaso, accanto alla toilette.
Mi guardai allo specchio. Zoelle si mise accanto a me, sorridendo "Siete bellissima... ora uscite, che vi aspettano..."

Raddrizzai la schiena prima di uscire,e appena uscita mi inchinai galantemente al Principe, abbassando il capo, in un movimento sincronizzato a Zoelle.
Lui si avvicinò a noi, e si chinò fino ad arrivare all'orecchio di Zoelle. "Esca, subito." Zoelle si alzò, e con sguardo fermo e serio uscì a lenti passi, chiudendosi la porta alle spalle.

Il Principe mi appoggiò una mano sul volto, e me lo sollevò constringendomi a guardarlo negli occhi "Vuole diventare mia moglie, Lady Price?"

Deglutii a fondo. Rifiutarlo significava essere cacciata dal Regno e lapidata dal popolo. Accettare significava sposare un uomo che non amavo, ed essere costretta a dare a lui un erede. Ciò che mi spinse a mugolare leggermente fu il pensiero che non avrei potuto avere altri uomini, e lui essendo continuamente in battaglia non avrebbe potuto dedicarmi attenzioni, quelle necessarie a me per stare bene.
Sarei stata isolata in una stanza, a cucire ed aspettarlo, senza vedere nessuno. Nessun divertimento, per una Regina. Gestiva tutto il Re, e per Lei non c'era molto da fare, se non badare ai bambini. E sicuramente, l'uomo avanti a me non avrebbe sicuramente messo una pietra sopra a tutte queste cose.
Non mi alzai, rimasi immobile a fissarlo. "Capisco che lei è molto sbalordita di questa mia domanda, ma non mi sarei mai aspettato una reazione simile da lei..." I miei occhi si riempirono di lacrime, pensando che davanti a quella domanda io non avevo scelta.

La mia vita da quel momento in avanti, sarebbe finita in entrambi i casi.
Il ragazzo si inginocchiò davanti a me e mi prese una mano, baciandola.
Poi mi guardò negli occhi "Se mi dice di no... le prometto che non la prenderò male. Non la farò lapidare, e non dirò a nessuno di questa sua decisione. Sono un uomo di parola, Lady C- Price!"

Si stava già immaginando che un giorno, mi chiameranno Lady Corvinus, che orribile imperfezione...
"Sire io... sono lusingata ma... non abbiamo parlato molto, e non ho avuto modo di innamorarmi di voi, che il mio aspetto la confonda?Il vostro erede sarà maestoso ma forse, è più giusto voi l'abbiate da una donna di livello più alto del mio. Magari di un altro Regno a noi alleato."
Lui mi sorrise guardandomi a lungo...

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Capitolo 2
*** Vergine di sguardi. ***


Anno: 1570 d.C Data: 24 Maggio. Ore: 8:10 I suoi occhi si riempirono di lacrime, e l'osservai nel modo in cui si metteva i suoi capelli albini dietro un'orecchio. I suoi occhi azzurri erano così penetranti che le mie gambe vacillarono sotto il suo sguardo "Un'altra, dice?" Io annuii lentamente. La paura era talmente forte che i miei occhi blu, profondi come un mare in tempesta, iniziarono a lacrimare. Lui mi prese dolcemente la vita, facendomi alzare insieme a lui. Mi sentivo il cuore in gola, la testa mi girava e probabilmente, da un momento all'altro sarei svenuta. Probabilmente sbiancai perchè il Principe mi mise una mano dietro la testa, e mi sostenne dai fianchi. "Lucinda, state bene?..." Guardai i suoi occhi, di quell'azzurro intenso, esattamente come quelli del padre. Ed esattamente come suo padre, mi avrebbe usata per avere un erede, e poi abbandonata. Come tutti pensavamo avesse fatto il caro Enrico VIII con le sue carissime mogli. "Alucard io...lei non è l'uomo giusto per me." L'avevo chiamato per nome. E non ero ancora sua moglie. Grandissimo errore. "Mi ha chiamato..." I suoi occhi si sgranarono fissandomi. Alucard deglutì lentamente e alla fine le lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Mi prese per le gambe e per la vita appoggiandomi sul letto. Mi diede un lievissimo bacio sulla fronte e alla fine uscì dalla mia camera, con ancora le guance bagnate di lacrime. Rimasi lì, a fissare il soffitto, finchè i giramenti di testa non mi passarono. Decisi di alzarmi, ed andare in giardino a chiacchierare con qualcuno. "Chiunque ma non Alucard.." pensai fra me e me, aggiustandomi la treccia davanti allo specchio di camera mia. Camminai a lenti passi eleganti fino alla porta, ed uscii lentamente, prendendo il mi ombrellino ed il mio ventaglio. L'ombrello era nero, con sopra il marchio del castello in seta rossa. Arrivai, scendendo con un passo che sfinirebbe un bradipo, infondo alle lunghe scale, ed iniziai a passare sotto un arco, che portava fino al giardino. Un passetto, e un leggero stop, un passetto, e un leggero stop. Avanti così tenendo la schiena dritta. Aprii lentamente l'ombrellino, mentre camminavo, e me lo misi lateralmente in modo da coprirmi dal sole. Sentii dei passi dietro di me, molto veloci "Lucinda! Signorina Lucinda!" Mi voltai con grazia,sorridendo verso il ragazzo che mi stava chiamando. Era un ragazzo alto, cosparso di lentiggini, ed era inginocchiato a terra, probabilmente sfinito. "Lord Neiman... ma cosa... cosa sta facendo?" Sorrisi leggermente, per poi iniziare a ridacchiare, smettendo dopo poco. "Sir Corvinus, le vuole parlare urgentemente." Mi irrigidii, per poi iniziare a correre tirandomi su il vestito e scoprendomi le caviglie. Ansimavo mentre correvo verso il Salone Principale. Essere chiamati urgentemente dal Re non era una cosa esattamente positiva. Arrivata lì davanti mi sistemai l'abito e i capelli, pregando il Signore che si fosse sbagliato. Bussai lentamente, e mi aprì il Conte Zerone. Era un sollievo vederlo, era la persona che conoscevo da più tempo in quel castello, e il suo sguardo era allegro e felice. Buoni propositi. A mento alto, mi dirissi lentamente sotto il trono di Sir Corvinus, inchinandomi abbassando il capo talmente tanto da far toccare il mento con il petto. Aspettai che fu il Re a parlare. "Lady Lucinda Price di Venezia, risponde a questo nome?" Deglutii a fondo prima di parlare, con voce alta e imponente. "Sì sua Maestà." Scese le scale che lo conducevano fino a me. Mi prese il mento con una mano, e mi constrinse a guardarlo negli occhi "Alzati, ragazza." Eseguii l'ordine. Lui era più alto di me di alcuni centimetri, ma il suo aspetto mi fece comunque rabbrividire "Mio figlio mi ha detto delle sue intenzioni riguardo a te, e al matrimonio. Ti sei rifiutata, e lui mi ha detto il perchè di ciò. Meriti onore, Lucinda. Ma ora vorrei capire una cosa.." Mi strinse di più il mento fra le dita "Ormai ha già quindici anni e non ha ancora marito, eppure girano voci che le sue labbra non siano più vergini." Corrugai la fronte, confusa "Sire si sbaglia, nessuna parte del mio corpo ha ancora provato la passione." Lui sorrise, e i suoi capelli neri svolazzarono, probabilmente c'era una finestra aperta. "Lucinda Price di Venezia, figlia della famiglia De Medici e dei Price.. lei è veramente una ragazza particolare. E per questo, merita protezione. Rodrigo si occuperà di trovarle una guardia reale, che la protegga." Il Re si chinò, dandomi un bacio sulla fronte. "Lei è come una figlia per me, non se lo scordi." Io annuii lievemente, osservandolo mentre risaliva le scale, e si sedeva sull'unico trono su quello spalco. Sua moglie era morta dopo il parto. La voce del Re era possente, quando chiamò Lord Zerone "Rodrigo Zerone, confido nella sua scelta, ora accompagni la signorina Lucinda dalla persona che lei ha pensato per questa fanciulla." Zerone annuì, si avvicinò a me e mi prese sottobraccio, accompagnandomi all'uscita. Usciti dal Salone mi guardò in faccia, ancora sorridente. Aveva gli occhi azzurri, la pelle abbronzata dalla nascita, e i capelli neri come la pece. Non era il tipo di uomo che a me interessava, ma ci credevo che Zoelle avesse perso la testa per lui. Mi accompagnò a lenti passi fino ad una stanza che era riservata agli ospiti d'onor e, e bussò lentamente. Aprì un ragazzo vestito molto elegante, i capelli erano neri, gli arrivavano fino alle spalle ed erano mossi. Sorrise guardando il ragazzo accanto a me, poi rivolse uno sguardo a me, e potei guardare i suoi occhi. Erano di un marrone/verdastro, intensi, appena intrecciarono lo sguardo con i miei mi sentii il sangue scorrere più velocemente, e un forte "tum tum" nelle orecchie. Le nostre labbra si socchiusero contemporaneamente. I suoi lineamenti erano delicati, gli zigomi erano ben segnati e le labbra, quelle labbra... erano così carnose.. Togliemmo lo sguardo l'una dall'altro solamente quando Lord Zerone si schiarì la voce "Scusate, volete che vi lasci soli?"Sorrisi arrossendo, imbarazzata. "No, non si preoccupi... mi scusi ma i-io.." Rialzai lo sguardo sull'uomo avanti a me, che mi fece un lieve occhiolino. Arrossai ancora di più. "Allora... Come entrambi sapete io sono Rodrigo. Lucinda Price di Venezia, figlia dei De Medici e dei Price, le presento Sir Faier Gonzaga... beh, ora vi lascio davvero soli. Vado a fare una passeggiata in città. Il popolo sarà felice di vedermi." Si ritirò in questa maniera, lasciandoci soli. Faier mi guardò ancora negli occhi, per poi inginocchiarsi e baciarmi la mano. "Lady Lucinda, è per me un enorme onore farle da tutore. La proteggerò come fosse mia sorella, e la tratterò e vizierò come fosse mia figlia." A quel giuramento rimasi senza parole, e non potei fare a meno di farmi sfuggire uno "Wow..." appena sussurrato. Faier si alzò, continuando a fissarmi. "Porteranno il mio letto nella vostra stanza questo pomeriggio, se non le dispiace." Sorrisi, continuando a fissarlo "Non mi dispiace affatto. Di fatto lei è il mio tutore, mi sembra giusto che mi stia affianco il più possibile." Mi porse il braccio sinistro, e io mi ressi a lui, con l'ombrellino sull'altra spalla. Il suo odore era forte, ma rassicurante. Non era l'odore di un contadino, nè di un ubriacone, e tanto meno di un nobile. Sudore, Alcool, cipria sembravano non appartenere al suo mondo. Profumava semplicemente del suo odore, non sentivo altri odori su di lui, forse solo l'odore della stoffa... "Mi scusi Mister Faier ma.... fa per caso dei bagni molto caldi?" Lui mi sorrise annuendo, mentre salivamo le scale che conducevano alla mia stanza, posta accanto a quella di Zoelle. Io aprii lentamente la porta, e lasciai che entrasse lui prima di entrare io. Si sedette sul letto osservando attorno a se, una stanza forse fin troppo perfetta per uno come lui, o forse... troppo uguale alle altre, troppo banale. "Lucinda le dispiace chiudere la porta?" Sorrisi annuendo, girando sui miei tacchi e chiudendola. Lui si sistemò sul mio letto senza dire una parola, e con un gesto della mano mi invitò accanto a lui. Arrossai di colpo. Il mio pensiero in testa era uno, e il gentiluomo che vedevo avanti a me improvvisamente sembrava un mostro uguale a tutti gli altri. Mi paralizzai, e rimasi immobile a guardarlo. Faier si alzò di fretta e furia e si avvicinò e a me, prendendomi il viso fra le mani "Si sente male?" Sussurrò guardandomi negli occhi. Il suo sguardo era preoccupato e lo vedevo teso. Forse non voleva invitarmi a letto nella maniera in cui io credevo... "Mi perdoni, la prego... sono solamente tesa, non c'è mai stato un uomo nel mio letto e pensavo..." Abbassai lo sguardo, sospirando lievemente. Quando alzai lo sguardo i suoi occhi sorridevano, così come le sue labbra. Sembravano così soffici viste da così vicino... Appoggiai le mie mani sulle sue spalle, accarezzandogliele lentamente. Quel gesto era esgerato per la poca confidenza che avevamo. Era scandaloso. Lui chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare, come se quelle carezze fossero per lui la cosa più rilassante su questo pianeta. Tolsi le mani dalle sue spalle, guardando i suoi occhi che lentamente si dischiusero. La sua mano mosse lentamente il pollice per accarezzarmi il viso, poi, vedendomi rossa in viso, si allontanò anche lui, arrossendo ancora di più "Mi perdoni.." Sussurrammo contemporaneamente. Sorrisi abbassando lo sguardo sulle sue scarpe in cuoio. Alzai lo sguardo quando tornò ad avvicinarsi a me,questa volta prendendo delicatamente i miei fianchi. Lo guardai a lungo negli occhi, quando una ciocca dai miei capelli scivolò via dalla treccia ed andò a coprirmi il viso. Lui la scostò lentamente dietro il mio orecchio. Si avvicinò lentamente con il viso contro il mio.

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Capitolo 3
*** Genitori.. ***


Anno: 1570 d.C Data: 24 Maggio. Ore: 10:04 Il mio cuore era a mille, il suo viso era così vicino... perchè avrebbe dovuto baciarmi? Non ce n'erano ragioni, ci conoscevamo appena, e l'attrazione fisica non era molto cavalleresca. Scostai il viso di lato e lui si spostò, schiarendosi la voce. "Vado...mi ritiro nelle mie stanze. Lady Price...a presto..." E svanì dietro la porta. Mi accasciai contro la parete, iniziando a lacrimare. Non ne sapevo bene il motivo, ma le lacrime uscirono da sole dai miei occhi blu. Non riuscivo più a contenerle. "Contegno, Lucinda... per essere una brava Miss dovrai avere contegno.", la voce di mia madre risalì alle mie memorie, e piansi ancora di più. "Non devi piangere così..." questa era quella di mio padre, in quella giornata piovosa, loro due erano distesi a letto, malati. Il medico aveva detto che in poche ore sarebbero morti. Piansi ancora di più in preda alla rabbia quella notte, avevo nove anni, eppure capivo benissimo cosa stava per accadere... | Continua dopo il 15 maggio...

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