SUMMER '14

di _ter87_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** Avviso! ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 pt. ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 5 pt.2 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 7 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


~~CAPITOLO 1
L'estate stava arrivando anche per quell'anno, ed Harry -insieme al suo gruppo di amici- stava organizzando un bel viaggio. O almeno, stavano tentando di farlo..le proposte erano tante, ma nessuno di loro riusciva seriamente a mettersi d'accordo sulla destinazione.
-"cosa ne dite di Ibiza?"- propose Jade all'improvviso, storica fidanzata di Niall Horan, il 'fondatore' del gruppo. Era stato lui, sei anni prima, a decidere che Harry Styles, Zayn Malik e Liam Payne sarebbro diventati i suoi migliori amici. All'inizio le cose non furono affatto facili. Harry e Zayn litigarono dopo solo una settimana, per colpa di una ragazza. Lei era cotta di Zayn, e per arrivare a lui sfruttò il buon cuore di Harry, che se la prese con il povero Malik. Il litigio durò qualche giorno, il tempo che ci impiegò Zayn a capire di che pasta fosse fatta quella MaryAnne. Dopo tanti anni, comunque, erano ancora lì, amici più che mai! -"Ibiza, sei matta?"- sbottò proprio Malik, scuotendo la testa in chiaro segno di diniego. Ibiza era chiaramente un bel posto, sia chiaro, a tutti piaceva..eppure nessuno sembrava intenzionato ad andarci. Valli a capire a volte, i ragazzi. Troppi soldi da spendere, secono loro. Troppe ore di aereo, secondo Niall che poverino, soffriva di vertigini. Che poi -come Harry si premurò di ricordargli poco dopo- l'aereo avrebbe dovuto fare uno scalo, in Italia se non ricordava male. Ma il suo parlare fu in ogni caso senza senso, visto che la proposta venne scartata senza eguali.                                                                                                        -“e se rimanessimo qui?”- tentò Liam, spinto più che altro dal suo senso di 'sono stanco di ascoltarvi'. Ma manco a dirlo, iniziarono tutti a parlare nello stesso momento, tutti dicevano cose diverse. Chi urlava, chi scuoteva solo la testa e ripeteva in continuazione 'no, no'. Tra le più si potevano distunguere vari 'sei matto?' 'qui a Londra?' 'ma qui c'è freddo. La chiamano estate per qualcosa!'. Solo un fischio -molto acuto- di Eleanor, mise fine a quel trambusto. Quella ragazza era sempre stata molto mascolina, e l'unica del gruppo capace di tener testa a Malik durante una gara di rutti. Poteva sembrare la ragazza perfetta a volte, amante dei videogiochi, del calcio, delle gare di macchine. Poteva battere Liam a braccio di ferro in pochi seconi eppure, eppure era ancora single. Non aveva ancora trovato la sua anima gemella, diceva sempre. La realtà era che non sapeva nemmeno lei cosa voleva realmente nella vita. Aveva alle spalle ventitrè anni di mascolinità mancata insomma, era un pò la 'mamma' del gruppo, e non era nemmeno la più grande! Quello era Liam, con i suoi venticinque anni di maturità alle spalle. Al contrario di Eleanor, lui cercava sempre di placare i bollenti spiriti con le parole, piuttosto che con le grida o i ricatti.
-“Allora”- sbottò poi Eleanor, appena ebbe ottenuto il suo silenzio -”Londra, no. Questo credo sia chiaro per tutti. Propongo una cosa, e voi seguirete la mia idea se non volete fare una brutta fine”- aggiunse anche, guardando ogni componente del gruppo in modo non molto carino. Era un tipino aggressivo, quindi riusciva facilmente ad avere il rispetto da tutti. Aggiunse ancora, poi -“ora scriveremo varie destinazioni su un foglietto, Payne pescherà e il luogo che uscirà sarà la nostra destinazione. Chiaro?”-
-“aspetta, perché devo essere io, a..”- ma l'occhiata che la ragazza gli lanciò bastò a farlo tacere. Il compito era difficile, certo, ma era comunque meglio che subìre la sua ira che sarebbe arrivata, lenta ed inesorabilmente crudele.         
Per almeno dieci minuti nessuno parlò, erano tutti troppo impegnati a scrivere la loro destinazione preferita. Qualcuno -ostinato- scrisse Ibiza. Mentre altri, decisamente più aperti di mente optarono per 'Francia' 'Germania' 'Turchia', addirittura uno tra loro scrisse 'Italia', ben sapendo che nessuno degli altri avrebbe preso in considerazione quella destinazione. Loro di italiano non sapevano nulla, nemmeno le basi, sarebbero stati un gruppo davvero divertente in quel posto!
-“Bene!”- e fu ancora Eleanor a parlare, dieci minuti dopo, forse dodici. Senza aggiungere altro prese a raccogliere tutti i bigliettini spiegazzati, lanciandoli alla meglio all'interno di un sacchetto di plastica, -di quelli che si usano in cucina di solito per metterci il pane dentro per farlo mantenere fresco, per capirci- chiudendolo una volta finito. Lo agitò per qualche secondo prima di riaprirlo e tenerlo fermo sotto il naso di Liam “forza, Payne” ordinò quasi, guardandolo fisso. E lui -da bravo 'succube' della ragazza qual'era- infilò subito la mano destra all'interno del sacchetto. Mischiò ancora un po' il contenuto, afferrando poi uno dei foglietti di carta e tirandolo fuori. Ok, la meta era appena stata scelta. E se non fosse stata gradita agli altri, sarebbero stati anche affari suoi!                  
Con mano tremante passò il bigliettino alla ragazza, che lo afferrò di colpo.  Lo aprì, lesse ciò che c'era scritto ed aggrottò le sopracciglia. Cosa mai poteva esserci scritto lì sopra? Iniziarono a guardarsi tutti tra di loro, che destinazioni avevano scelto? Eleanor si schiarì la voce poi, e tutti si zittirono. Li guardò, e “ragazzi, andremo in Italia!” annunciò. Tutti spalancarono la bocca, increduli. Tutti tranne Niall che, felice, iniziò a battere le mani facendo capire a tutti fosse stato lui a scegliere l'Italia come meta turistica, invece..                                                
-“non ci credo..”- disse solo, Zayn, -pakistano, 23 anni e dieci lavori all'attivo come barista, al momento disoccupato e migliore amico di Liam- incredulo “è uscito quello che ho scritto io..”-. Lo guardarono tutti, iniziando subito a chiedere come mai l'Italia ma Niall non lasiò parlare nessuno, visto che per tutto il tempo 'bravo, Zay, bravo' continuò a ripetere, facendo impazzire il ragazzo.
Fu Harry poi dopo un pò, ad avvicinarsi nuovamete al ragazzo e chiedergli “come mai l'Italia?”, ma la risposta che gli diede l'amico lo spiazzò.                                 
-“perché mi andava, non c'è un motivo..”- disse, e nessuno di loro riusciva a capire come stupido potesse sembrare a volte il loro amico. “Avanti, ci divertiremo!”- disse poi ancora, cacciando il pacchetto di sigarette dalla tasca e predendone una. Afferrò poi anche Liam, portandolo fuori con se a fumare mentre le ragazze, rimaste in camera, iniziarono a cercare dal cellulare dei posti carini nei quali poter passare le vacanze estive in Italia. Ci sarebbe stato da ridere, nessuno di loro conosceva nulla di quel posto, ma avrebbero sicuramente trovato qualcosa di carino.

Erano passati due giorni, dalla decisione di passare le vacanze estive in Italia, ma ancora non avevano deciso il dove. Su internet continuava ad uscire Roma, come meta preferita dai turisti, e loro sapevano essere la capitale -almeno quello- ma non volevano andare lì. Stavano cercando un posto dove potersi diertire, andare a ballare, magari in spiaggia, e far baldoria fino a tarda notte.  Oh, e ovviamente il mare, doveva esserci un bellissimo mare.                                
Per ora di pranzo Liam, Zayn e Danielle -fidanzata di Liam, ma solo per finta (solo Zayn era a conoscenza di questo, anche se non di tutta la verità)- si trovarono fuori per mangiare insieme, come accadeva spesso. Tra i vari discorsi del 'come fare per far capire ad Harry che lo desidero', uscì anche quello riguardante le vacanze. Loro erano molto più presi dagli altri, da questa cosa..forse perché erano i più festaioli del gruppo.
-“Ehi!”- esordì Liam improvvisamente, tenendo lo sguardo fisso sul proprio cellulare. Sembrava concentratissimo nel guardare qualcosa di bello. E quando sorrise, gli altri due ne ebbero conferma. Pensarono all'istante avesse trovato qualcosa, qualche posto interessante. Infatti quando girò il cellulare.. 'Riccione' lessero gli altri due e subito si guardarono, aggrottando poi le sopracciglia. Che posto era quello? Non lo avevano mai sentito nominare, ovviamente, ma a giudicare dalle foto che stavano guardando dal piccolo schermo e dalle facce allegre dei ragazzi che erano raffigurati, sembrava davvero un posto coi fiocchi, adatto a loro.                                                                                                          
-“Credete che agli altri piacerà?”- chiese però Danielle, leggermente scettica, che finiva sempre con il preoccuparsi per gli altri. Ventun'anni, inglese con la passione per la danza, Danielle era un tipo abbastanza chiuso. Solo con quei ragazzi era riuscita ad uscire un po' dal guscio, ma ancora -dopo tanto tempo- non aveva imparato a seguire ciò che piaceva a lei. Certo, eccezion fatta per Harry Styles. Il quale, però, sembrava non accorgersi nemmeno della ragazza.   
-“A te piace, Dani?”- Liam le rispose con un'altra domanda, ben conoscendo  il carattere della giovane. Era così, lui. Gli piaceva aiutare le persone, soprattutto se queste avevano ventun'anni, capelli ricci e facevano di nome Danielle. Ci mise poco Liam, ad affezionarsi a lei. E appena questo fu chiaro al resto del gruppo, iniziarono a girare delle voci su di loro. “Liam ama Danielle”. Voci che lui non si premurò mai di mettere a tacere. Non perché fossero vere, ma perché Liam, venticinque anni -come detto prima- inglese e futuro avvocato, era irrimediabilmente cotto di un'altra persona, tale Zayn Malik, che non se lo calcolava di striscio ovviamente, se non come migliore amico.                         
Era per questo che aveva deciso di diventare l'ombra di quella ragazza.    
L'unica che sapesse la verità. Lei lo guardò, dopo quella domanda e annuì. Certo, certo che le piaceva quel posto, sembrava davvero fantastico! Ma se non fosse piaciuto agli altri? Poco importava quale fosse il suo carattere, era comunque una cosa che dovevano decidere tutti quanti insieme.                  
Zayn parve accorgersi della sua difficoltà, perché “sta tranquilla, lo faremo vedere agli altri anche, ovviamente” le disse, sorridendole poi incoraggiante.           Zayn..Danielle lo adorava, era un ragazzo davvero straordinario. Duro all'apparenza, ma in realtà morbido come un pezzo di pane. Capiva Liam, che si era preso una cotta per lui. Non ci fosse stato il riccio, probabilmente se la sarebbe presa anche lei! Improvvisamente sorrise poi, guardando come i due ragazzi parlavano tra di loro ed ebbe un'idea. Si alzò, preparò frettolosamente le proprie cose, e “ragazzi, scusatemi..mi sono ricordata che devo prendere delle cose per mia madre, non posso fermarmi” si inventò di sana pianta, guardando perfino l'orologio come a voler far capire ai due che fosse in ritardo. Lasciò i propri soldi sul tavolo mentre si alzava, e dopo aver salutato i due amici con due baci sulla guancia si dileguò, lasciandoli soli.
Liam boccheggiò qualche secondo, resosi conto della situazione.                     
Gli succedeva ogni volta che si trovava solo con Zayn, nonostante fossero migliori amici e la cosa succedeva anche abbastanza spesso. Cadde un silenzio decisamente imbarazzante dopo un po' -all'inizio era sempre così, con Liam- finché Zayn lo ruppe, spostandosi leggermente in avanti e mormorando, guardandolo felice ed eccitato al tempo stesso;                                               
-“che dici, Lee, mandiamo le foto ad El?”-. L'amico fu ben felice di annuire alla sua proposta, e sempre restando in silenzio iniziò a fare screen, mandandoli alla ragazza in modo che le mostrasse agli altri. Mentre Liam faceva questo, Zayn finì di bere il cappuccino che intanto avevano ordinato entrambi. Si alzò, lasciò i soldi anche per l'amico -quando erano in gruppo pagavano sempre a turno, l'uno per l'altro- che aveva vuotato il bicchiere già da un po' e si alzò, facendogli segno di seguirlo. Dopo qualche passo cacciò le sigarette, offrendone una a lui, come sempre. Oltre ad Eleanor e Perrie, loro erano gli unici due fumatori del gruppo.    -“Allora”- disse improvvisamente Zayn mentre camminavano, facendo perdere un battito a Liam. Adorava la sua voce -“El ha risposto?”-. Liam scosse il capo, cacciando il cellulare per sincerarsi della sua risposta. E proprio mentre faceva questo, il telefono suonò. Entrambi i ragazzi si guardarono, scoppiando subito a ridere. Se non era tempismo questo!                                                                   
Ad ogni modo, la risposta della ragazza fu positiva. Il posto piaceva, a lei ed anche al resto del gruppo. Ora bisognava solo prenotare. E chi poteva farlo? Chi, alla loro età, poteva stare in casa -sicuramente- in una giornata come quella?
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-“pronto?”-                                                                                                               
-“Harry! Dovresti fare una cosa. Sei a casa, vero?”- e lui si, certo che era a casa. Dove altro poteva essere? Aveva lavorato qualche ora, poi stanco, si era rintanato in casa, coccolato dalla propria madre.                                                  
A chiamata conclusa, sospirando, si alzò dal letto, andando subito ad accendere il pc. E va bene, toccava a lui stavolta. Acceso il computer, aspettò si caricasse e intanto si segnò su un foglietto tutto quello che doveva cercare. Riccione, più aereo andata e ritorno, possibilmente diretto da Londra a Venezia.       Finalmente il pc si decise a caricarsi, così aprì subito internet, iniziando a cercare su ogni sito disponibile per la ricerca di voli economici. Certo, andare in qualche agenzia sarebbe stato sicuramente meglio, ma avrebbero dovuto anche pagare di più. E chi glielo faceva fare? No, decisamente meglio prenotarlo da soli. Dopo qualche ricerca, trovò finalmente qualcosa. Volo diretto da Gatewick al Marco Polo, areoporto di Venezia. Stando alla cartina sembrava abbastanza vicino -ma cosa ne sapeva lui, poi?- quindi prenotò senza troppi indugi. Povero, povero Harry..                                                                                                              
Trovò anche l'opzione volo più hotel -o appartamento, anche- e ne trovò proprio uno molto spazioso, decisamente carino. Poi era in centro! Senza guardare troppo o sincerarsi di altro, prenotò per otto, inserendo i dati della carta di credito della madre. Gli altri gli avrebbero dato i soldi poi. Fu solo quando ebbe finito la prenotazione, che qualcosa gli balzò alla vista. Bibione. La località era Bibione. Ma lui aveva cercato Riccione, non Bibione. Che posto era quello? Oh, no. Oh, no..aveva sicuramente combinato un guaio. E ormai non poteva più tornare indietro.                                                                                                                   
-“Oh, accidenti..i ragazzi mi uccideranno”- iniziò a torturarsi, finché si fece anima e coraggio e chiamò Liam. Con lui andava sempre sul sicuro.
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-“Che cosa hai fatto?”- ecco, forse quasi sempre sul sicuro. Iniziò a scusarsi in tremila modi differenti, Harry, ma per lui nessuno di quelli era abbastanza giusto. Quello che il povero ragazzo non sapeva poi, era che intanto Liam aveva raggiunto il resto del gruppo a casa di Eleanor -dove doveva sbrigarsi ad andare anche lui, tra parentesi- quindi anche gli altri erano ormai a conoscenza del suo disastro. Dopo una prima fase di 'lo ammazzeremo', i ragazzi raggiunsero la fase del 'non importa, basta che ci sia il mare'. E il mare c'era, eccome! Harry scaricò da internet un sacco di foto, che avrebbe poi mostrato loro una volta lì.              
E ai ragazzi quel posto piacque, pacque eccome! Il povero ragazzo si sentì decisamente sollevato, e quando Zayn gli si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla, quasi non cadde lungo disteso sul pavimento.                                          
-“Bene ragazzi”- disse poi Eleanor, battendo insieme le mani “dobbiamo metterci tutti e svegli presto, ok? Minimo alle sei della mattina.”-                         
-“Ma El, partiremo solo tra cinque giorni..”- tentò Jade, guardano la ragazza con le sopracciglia aggrottate. Errore. Lei la guardò malissimo, e 'allora?' le chiese, incrociando le braccia al petto 'non ho mica detto che dovete metterla per domani. E' che vi conosco, e ve lo dimenticherete.'. Cinque giorni giusto il tempo di fare le valigie.                                                                                                     
E come spesso succede in questi caasi, i cinque giorni volarono. Arrivò la sera prima, tutti avevano deciso di passare la notte da Harry, visto che mamma Anne li avrebbe accompagnati all'aeroporto la mattina dopo.                                 
Santa donna, sempre disponibilissima con tutti loro. Li considerava figli suoi, anche se aveva già due piccole pesti un po' cresciute. Dopo cena -a base di insalata, carne e gelato- i ragazzi volarono subito a letto. Nesuno di loro aveva sonno, certo, ma la mattina dopo si sarebbero dovuti svegliare prestissimo!       Le sveglie erano impostate -tranne qualcuna, che alla fine non venne messa perché 'ne suoneranno almeno quattro'- così, ognuno al proprio posto, si sistemarono nel grande salone di casa Cox-Styles. E Dio, la mattina dopo sarebbe di certo stato un massacro. Chi avrebbe passato una gran nottata, erano sicuramente Zayn e Perrie. Il ragazzo era finito sul grande divano, e vista la mancanza di altri posti, la ragazza finì proprio vicino a lui, con 'sommo piacere' da parte di Liam che, invece, aveva scelto Danielle coma vicina per quella notte.
Come deciso la sera precedente, le sveglie suonarono alle 6 precise.               
Fu un macello senza precedenti. Almeno cinque suoni tutti diversi, suonati tutti insieme. Non riuscendo a resistere oltre, i ragazzi si alzarono, pregando quasi che ogni cellulare che in quel momento stava suonando, si rompesse improvvisamente. Tutti tranne Zayn, che 'no, mamma..non voglio andare a scuola ti prego, ho mal di pancia' iniziò a farneticare, quando qualcuno provò a svegliarlo. Niall non approvò questo comportamento, così chiese ad Harry dove avrebbe potuto trovare un oggetto specifico, e quando lo ebbe tra le mani..         
-“Su, pelandrone! L'aereo non aspetta di certo te!”- iniziò a gridare, spruzzando acqua fredda sul corpo del ragazzo, grazie ad uno spruzzino che la madre del riccio usava per stirare. Liam avrebbe tanto voluto fermarlo, ma l'improvvisa immagine di Zayn completamente bagnato balenò nella sua mente e no, no..doveva proprio correre a prepararsi! “Andiamo, Niall!” sentiva dal bagno, ma non fece comunque nulla, finendo di prepararsi ed uscendo dalla stanza solo una volta sicuro di essere in ordine, trovando il ragazzo che ancora inveiva contro l'irlandese.
Entro le otto però, furono tutti vestiti e pronti ad uscire per dirigersi all'aeroporto. Tutti tranne il riccio, che 'aspettate, la mia fascia!'. Ventun'anni, un futuro come..come..beh, ancora non lo sapeva, ma una testa tutta stramba.            
Però gli altri ragazzo lo adoravano. Era proprio come sua madre, dolce e sempre disponibile. Ed era proprio per questo forse, che Danielle era così presa da lui. E poi era bello, ehi! Alto, decisamente troppo. Capelli ricci ed occhi verdi. Due gambe che facevano invidia ad ogni ragazza e due fossette troppo adorabili sulle guance. Decisamente non da buttare via.                                                              
-“Eccomi, sono qui”- disse poi affannando, tornando dagli altri ragazzi al piano di sotto. “Scusate” aggiunse poi “non riesco a stare senza”. E certo. Con quei capelli!                                                                                                                   
Si avvicinò poi anche mamma Anne, iniziando a fare ogni tipo di raccomandazione prima, durante e dopo il tragitto. 'State attenti'-'non andate in mare se piove'-'non entrate dopo mangiato, aspettate sempre almeno tre ore'-'non fate tardi la sera'. Insomma, solite cose da mamma. Prima di farli andare del tutto poi, aggiunse anche “Harry, chiamami appena arrivate. Chiaro?”. Una madre decisamente apprensiva.                                                    
Finalmente furono liberi di andare, e dato che ancora erano le 9,30, decisero -decise Harry, veramente- di sfruttare il tempo rimanenete per cercare di capire in che posto sarebbero finiti. Durante la notte Harry, incurante di chi stesse dormendo o meno, si era alzato, aveva acceso il pc e stampato ogni notizia possibili riguardante Bibione. Aveva poi stampato tutto in otto fogli -era il minimo, dpo quello che aveva combinato- ed ora che erano in fila, li stava distribuendo agli altri.                                                                                                                  
-“E questi?”- chiese Jade, girandosi il foglio tra le mani. “informazioni utili” rispose Harry, lanciandole un sorriso e passando poi un altro foglio a Liam, uno a Niall, Eleanor..                                                                                                                  
-“Molto intelligente” disse improvvisamente Zayn, dandogli una pacca amichevole sulla spalla, senza nemmeno guardarlo “bravo Haz!”. Harry sorrise felice, ma durò poco..perché si sentì chiamare subito dall'irlandese, che “ehi, Har..e questo?” gli chiese, e lui si avvicinò, guardando dalla sua spalla il punto indicatogli. Il riccio aveva scritto su 'boom boom, yea yea'. Al vedere quello arrossì all'istante. Quella era la discoteca della zona, il Koko, ma il nome non gli piaceva e così per ricordarsi, aveva scritto quella..quella cosa. E aveva intenzione di toglierlo, davvero! Voleva scriversi su 'discoteca', ma..lo aveva dimenticato, e di conseguenza ogni copia era uscita con quello scempio.         
-“E' la discoteca”- rispose subito, spiegando tutto al biondo e cercando di non far vedere troppo il proprio imbarazzo. Insomma, non ne stava combinando una giusta! Che altro doveva succedere? Magari avrebbe fatto precipitare l'aereo con la forza del pensiero, no? Ci manca solo ques..oh, no. Oh, no, lo aveva pensato. Adesso sarebbe accaduto qualcosa di tremendo, ne era certo. Accidenti a lui e alla sua stupida testa, ma anche superstizione. Nemmeno sentì la risposta di Niall che 'mi piace, bel nomignolo' disse, perché troppo impegnato a fare in modo che il proprio cervello non pensasse cose assurde, tipo cadute o morti varie. Un'ora e otto check-in più tardi, finalmente si trovarono all'interno della zona gate dell'aeroporto. Mancava ancora mezz'ora alla partenza, il loro gate non aveva nemmeno ancora aperto. Andarono quindi in uno dei tanti bar sparsi lì dentro per ordinare tre caffè, due cappuccini, un succo a pera e due a pesca, più due buste di patatine e quattro barrette -per Niall- di cioccolata Wispa. La amava.    Avevano due ore da passare per aria in fin dei conti, no? Avevano bisogno di forze! Zayn più degli altri forse, visto che 'mi da anche un panino con la cotoletta, per favore?' ordinò, lasciando tutti a bocca aperta. Mangiava come una ciminiera, ma dove metteva tutta quella roba? “Subito” rispose la barista, una ragazzina sicuramente senza alcun pudore, visto come guardava il ragazzo. E Liam se ne accorse, perché gli si avvicinò e con molta non chalance, gli spostò un ciuffo di capelli -il solito- che gli ricadeva sugli occhi.                                                     
-“Un po' di fame, Zaynie?”- gli chiese con un sorriso poi, perdendosi nei suoi occhi color caramello. Il ragazzo di fronte a lui annuì, passandosi una mano lungo la pancia. 'Sai, senza colazione' gli spiegò poi, facendolo sorridere ancora di più. E l'amico annuì, prima di 'ne faccia uno anche a me' chiedere alla barista, senza spostare gli occhi dal ragazzo, stessa cosa che stava facendo anche lei. E il pakistano dovette accorgersene, visto che iniziò a passarsi una mano tra i capelli, proprio come faceva quando...                                                                   
-“Ehi, Zay..cosa fai?”- gli chiese poi Liam, fingendosi però divertito. L'amico in risposta si strinse nelle spalle, rivolgendogli un sorrisetto furbo. Ma Liam capì subito. Voleva fare il sexy, e poi? Sedurre la ragazza? Accidenti. A lui, e..oh, accidenti! Sbuffò impercettibilmente dopo qualche secondo. Nessuno, tranne la sua amica Dani, lo sentì. Gli si avvicinò subito infatti, abbracciandolo dalla schiena. 'Su, Lee..non fare così' prese a sussurrargli, scatenando le mille fantasie degli amici che li credevano una coppia. Presero i panini, e dopo aver pagato il proprio, Liam si allontanò proprio con Danielle.                                       -“Stava praticamente flirtando con..con quella!”- sbottò quasi subito il ragazzo, portandosi una mano a spostare i capelli indietro “io..io non ce la faccio più, Dani” continuò poi, girandosi a guardare la ragazza.                                     
Ormai erano mesi che andava avanti quella storia -quasi due anni, ad essere precisi- e lui era giustamente stanco. Sapeva che i gusti del ragazzo andavano anche a suo favore, per metà, ma nonostante questo non aveva mai provato a dichiararsi, o mai aveva notato dell'interesse da parte sua. Non gli piaceva se non come migliore amico, lo aveva capito bene, però non voleva rinunciare a lui. Sentiva di non poterlo fare. Ma non voleva sìnemmeno di certo sprecare quei sette giorni di vacanza che avrebbero trascorso sotto lo stesso tetto, quindi..       
-“io rinuncio”- esalò infine, stringendosi nelle spalle. In quel momento si aprì il loro gate ed il ragazzo ci si fiondò subito, ignorando la sua amica che -incredula- cercava di fargli cambiare idea. E quella decisione faceva di certo più male a lui che a chiunque altro, ma non poteva più continuare così.                                      Il viaggio in aereo non fu dei migliori, per il povero Liam. Anche lì Danielle continuò ad 'importunarlo', cercando di farlo ragionare. Ma con Zayn che ci provava spudoratamente con una hostess, era un po' difficile farlo. Dovette capirlo anche lei, perché dopo un po' smise di parlare, sospirò e passò il resto del volo con le cuffie nelle orecchie. Si girò poi a guardarla Liam, sospirando appena. Non avrebbe mai potuto rinunciare a Zayn, lo sapeva. Sarebbe stato sempre inutile, ogni tentativo. Ma senza poterne più parlare con la sua migliore amica, ora, magari le cose sarebbero migliorate un pochino. Iniziò a guardare fuori dal finestrino poi, immaginandosi quasi se stesso, camminare su quelle soffici nuvuole. Che bello, sarebbe stato. Che sensazione di..liberazione, ma proprio quando stava per distendersi su di una nuvola..
'Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza, stiamo iniziando la manovra di atterraggio, presso...'
Accidenti, erano già arrivati? Sbuffò, decisamente contrario alla cosa e prese la cintura, facendosela passare intorno al corpo come avea già fatto al decollo. Erano in Italia, non poteva crederci. Non avrebbe mai pensato- tempo prima- che sarebbe mai andato lì, anche se in realtà lo voleva davvero tanto. Eppure ora era lì, stavano atterrando a Venezia. Aveva sentito parlare di quel posto in tv molte volte, era famoso per il fatto di essere una città praticamente costruita sull'acqua. La gente si spostava anche con le barche, quando necessario, e no..non barche! Gondole, ecco, si..le gondole. Avrebbe voluto tanto farci un giro, ma purtroppo dovevano prendere subito un treno per..per..dov'era che dovevano andare, ora? Ma ci avrebbero sicuramente pensato dopo, visto che 'ragazzi, prendiamo un altro caffè?' chiese quasi disperato Niall, guardandoli e sbadigliando subito dopo. Gli altri non poterono che essere d'accordo con lui, ed annuendo, subito si diressero a prendere i bagagli. E sembrava davvero tutto perfetto, finchè Zayn non distrusse tutti i loro sogni.                                                                                
-“Ragazzi, scusate..ora noi andiamo al bar, si? Ma sapete come arrivare alla stazione dei treni da qui, poi? E se facciamo tardi?”-                                             Accidenti. Accidenti ai treni, alla stazione e perché no, anche a Zayn! Però aveva ragione, così si avviarono al banco informazioni.                                                   
-“Vediamo di far presto, ok?”- si lamentò infine il povero Liam, decisamente desideroso di qualche minuto di silenzio sulla terra ferma.                                     -“Andiamo, Lee!”- ecco Zayn, la solita sigaretta dietro l'orecchio destro. “sono sicuro non ci vorrà molto” cercò di rincuorarlo, poggiandogli una mano sulla spalla. A quel tocco Liam trasalì, come sempre, poi lo guardò sorridente, mentre lui gli fece l'occhiolino. Probabilmente Liam arrossì, fortunatamente l'altro non disse nulla.                                                                                                      
Dopo quella piccola parentesi il ragazzo di Wolwerhampton non si lamentò oltre, prendendo a seguire gli amici verso l'esterno del posto, dove presero due taxi -ehi, erano pur sempre in otto!- che li avrebbero portati alla stazione dei treni di Venezia. Nel primo taxi finirono Zayn, Niall, Jade ed Eleanor, mentre nel secondo tutti gli altri. Il povero Harry finì seduto di fianco a Danielle, che non perse occasione -per quasi tutto il viaggio- per continuare con 'Harry, quando arriviamo ti va di andare a prendere un caffè insieme?' e cose simili fino a fargli perdere la pazienza. Ad un certo punto infatti, cacciò il proprio cellulare. Si scusò con la ragazza per la momentanea distrazione e chiamò la mamma, sospirando appena, contento di poterlo fare a quell'ora.
Dopo quasi un'ora di viaggio finalmente raggiunsero la stazione. Era enorme, si sarebbero sicuramente persi! Dopo aver pagato i taxi, borse alla mano si avviarono all'ingresso della stazione. Si guardarono prima di entrare, facendolo poi e restando a bocca aperta. Dentro era ancora peggio di fuori..                   Non avevano la minima idea di cosa fare, a chi chiedere. E poi le loro conoscenze sui posti erano basate sulla precedente destinazione! A parte le cose che Harry aveva segnato loro sui fogli, non sapevano altro. Nemmeno dove mai si trovassero le biglietterie, e quello si che sarebbe stato utile. Per loro fortuna però, alcune indicazioni erano in inglese, quindi riuscirono ben presto a raccapezzarsi in quella brutta situazione che si era venuta a creare, trovando il treno ed anche il binario in cui prenderlo.                                                               
-“Ragazzi, su..fate presto!”- iniziò a gridare Jade poco dopo, girandosi a guardare il resto del gruppo. Era molto più avanti lei, e grazie tante, le sue borse le stava portando praticamente tutte Niall! Lei aveva solo le due più piccole, le più leggere. Che poi, tutta quella roba per una sola settimana di ferie? Che esagerazione. Ma lei, lo sapevano tutti, non era davvero una brava persona..non le importava molto di ciò che faceva, degli altri. Diciamo che era una persona 'a convenienza'. Perché? Semplice. Niall non era un semplice ragazzo di vent'anni. No, Niall era il figlio di uno degli uomini più ricchi dell'Inghilterra, ed automaticamente anche lui era ricco. Aveva pagato metà della vacanza tutta lui, per tutti ed otto i suoi amici, e per la sua ragazza ovviamente. E lei, ecco..diciamo che di questa storia se ne faceva vanto, stando con lui apposta per apparire sui giornali ogni tanto, per avere i suoi soldi quando si usciva, per le sedute ai centri benessere. Insomma, lo sfruttava un po'. Lui ovviamente non se ne rendeva conto, era troppo innamorato..ma i suoi amici provavano ogni tanto a farlo ragionare. Cosa ne ricavavano? Sempre il solito 'ma cosa dite? Siete solo invidiosi perché è bellissima'. E lo era davvero, bella..ma anche molto acida e stronza con tutti loro. Niall non immaginava nemmeno quello.                           
Ad ogni modo, si sbrigarono tutti, stando a sentire la ragazza e seguendola, raggiungendo in pochi secondi il binario. Niall sorrise, fiero e contento di averla accanto e solo Perrie -cotta di lui ormai da tempo- si accorse della sua espressione.                                                                                                           
-“Pft, povero scemo”- mormorò improvvisamente, solo Danielle la sentì.           
La guardò per un attimo sorpresa infatti, aggrottando appena le sopracciglia e non riuscendo a trattenere un piccolo risolino divertito. Guardò poi in avanti, scorgendo la ragazza e -poco distante- il loro povero amico alle prese con quelle borse. Capì all'istante perché l'amica avesse fatto così poco prima e le si avvicinò, facendo passare un braccio intorno alle sue spalle. “Per, andiamo. Non fare così” le disse, cercando di tranquillizzarla. “so che è dura, ma le cose purtroppo stanno così, non puoi farci nulla. Anche l'altra volta, in pizzeria, lo ricordi? Cosa ti dissi?”                                                                                             -“Che devo dirgli tutta la verità o lasciarlo andare per sempre”- rispose la ragazza, diligentemente. L'altra annuì, le sorrise e con un'ultima pacca sulla spalla si allontanò, avvicinandosi al resto del gruppo già sistemato lungo il binario. Prima di andare lì anche la bionda si fermò, restando a guardare il ragazzo per il quale aveva una cotta da lontano, sospirando ed immaginandosi -ormai come faceva da quattro anni- al suo fianco. Non era giusto, continuava a ripetersi. Perché doveva essere così? Cosa aveva lei in più? Era bella? Certo, lo era, ma come poteva l'irlandese non essersi mai accorto dei suoi modi? Era così brava a fingere avanti a lui, ancora, dopo tutto quel tempo? Avrebbe di certo vinto l'oscar, fosse stata un'attrice! Sbuffò, decidendo finalmente di andare dagli amici che intanto stavano parlando della possibilità che non fosse il treno giusto. Poi “no” sentì dire da Liam, mentre posava il cellulare “è questo, dobbiamo fare solo poche fermate noi!” mettendo così fine ai dubbi degli altri sei. Il treno finalmente arrivò, anche se con un po' di ritardo. E quando aprì le porte, fu la ressa. Doveva esserci sicuramente stato qualche sciopero o chi sa cosa, perché riuscirono a salire per miracolo, non trovando nemmeno un posto. O almeno, non c'erano di certo otto posti tutti vicini. Come avrebbero fatto, ora?                          
-“E va bene, dovremmo dividerci”- disse ovvia Eleanor, -che fino a quel momento non si era mai intromessa nelle discussioni- facendosi strada tra i corridoi pieni del treno. Niall e Jade presero posto in due sediolini vuoti appena poco più avanti, sulla destra. Liam e Danielle furno mandati -insieme- nello scompartimento successivo, mentre Zayn invece, finì con Perrie ed Eleanor poco più avanti. Povero Liam, avrebbe tanto voluto lui passare quell'ora con Zayn, ma purtroppo il fato era contro di lui, in tutti i sensi. Stando solo con la riccia però, Liam si sentì per la prima volta in imbarazzo. Le aveva mentito qualche ora prima, e sapere di non potersi più confidare con lei lo faceva star male..ma lei sembrò quasi capirlo, così;                                                                                    -“Anche quest anno passerai le vacanze estive a giocare con lui senza dirgli nulla?”- e inizialmente l'amico rimase scosso da quelle parole. Non le aveva forse detto che lo avrebbe lasciato perdere?                                                          
-“Ma Dani, cosa..”-                                                                                                  
-“Tu non lo lascerai mai perdere, Lee. Io lo so, ed anche tu. Quindi..rispondi.”-. Liam non sapeva se ridere o meno. Aveva ragione lei, certo che aveva ragione. Non le rispose subito però, perdendosi qualche istante nei propri pensieri..era quello che succedeva ogni anno. Andavano in vacanza da qualche parte, trovavano la sala giochi -e lì aveva visto che ce n'erano in abbondanza- e si sfidavano in qualche stupido gioco. Il vincitore offriva da bere all'altro. Erano gli unici momenti in cui riusciva a stare davvero da solo con lui..                           
Ma quell'anno sarebbe stato diverso, sicuramente! Era stanco, stanco di star male per lui, mentre l'unica cosa a cui pensava l'amico erano le donne e come sembrare sexy di fronte a loro. Sospirò dopo qualche secondo, decidendosi a guardarla finalmente e in risposta alzò le spalle, lasciandosi poi andare contro il sediolino. Era stupido, lo sapeva bene. Ma cosa poteva farci? D'istinto poi, senza sapere nemmeno lui perchè, si girò, convinto di poter così vedere l'amico.        Ma erano in due scomparti diversi, e l'unico modo per vederlo, era..              
-“Oh, no. No, Liam..non mi farò incastrare così facilmente.”- si buttò avanti Danielle, appena vide il ragazzo girarsi verso di lei. No, non si sarebbe fatta ancora fregare dall'amico, non ora che si era anche riscaldata per bene il sediolin! No, no, mai e poi mai..
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-“Ehi, ragazzi..”- ma eccola lì, due minuti dopo, in piedi di fronte ai suoi amici. “sono venuta a proporvi uno scambio. Cosa ne dite?”-                                           -“Che tipo di scambio?”- chiede subito Perrie, con le sopracciglia aggrottate. Danielle sapeva lei fosse a conoscenza della cotta di Liam -in realtà lo avevano capito tutti tranne Zayn-  così la guardo in una maniera tale che capisse, e 'Liam è pesante, vorrei stare con le mie care amiche' disse, sapendo di avere l'aiuto della bionda. Infatti..
 -“Zay, hai sentito? Vai dal tuo amichetto, su..lascia un po' sole noi ragazze!”-. Il pakistano sbuffò infastidito, ma si alzò quasi all'istante, addentrandosi nel treno alla ricerca dell'amico. Lo trovò quasi subito e si sedette di fronte a lui -posto precedentemente della riccia- e lo salutò con un cenno della mano. Cenno che l'altro ricambiò subito. Appena il pakistano ebbe preso posto guardò l'amico, e dal nulla 'pronto per essere sconfitto anche quest'anno?' gli chiese, facendo ridere l'altro. Annuì subito Liam, guardandolo quasi con aria di superiorità e 'non sarà così ancora per molto, lo sai?' gli rispose, cercando di sembrare “autoritario”. Cosa che gli riuscì davvero male. E meno male che si era detto di tenere le distanze per quelle vacanze! Maledetto Liam, sei incorregibile, veramente.                                                                                                      
Dopo quella prima parte dell'ultima mezz'ora di viaggio passata a parlare di gare ed altre cose che avrebbero fatto, raggiunsero la parte del silenzio, in cui entrambi presero a guardare fuori -o il cellulare-, non rivolgendo più la parola all'altro. Ma per loro non era mai un problema, tutto quello.
Dopo qualche minuto -nove, per la precisione- raggiunsero finalmente Latisana, ed una volta giù Harry subito li avvertì che ora avrebbero dovuto prendere un autobus che li avrebbe portati nel centro di Bibione. Un coro di 'no, basta!' si levò dagli altri ragazzi. Sospirò. Quel viaggio stava diventando un vero incubo, ed anche lui lo sapeva..ma ne sarebbe valsa la pena, ne era più che certo! Per farsi perdonare dagli amici di tutto quel tram-tram che gli stava facendo subire, il riccio portò tutti al bar della stazione ed offrì caffè e brioche, oltre che prendere poi anche i biglietti dell'autobus. Si sentì davvero in colpa mentre prendeva quei biglietti, e quando uscì all'aria aperta non si accorse nemmeno -talmente era perso tra i propri pensieri- di essere andato a sbattere contro qualcuno. Anche quella. Harry, Harry, attento a cosa fai. 'Mi scusi' disse subito lui, non degnando nemmeno di uno sguardo il povero malcapitato.                                                     -“Non preoccuparti”- sentì rispondere poi, convinto -dal tono di voce- si trattasse di una ragazza. Arrivò dagli altri e consegnò loro i biglietti, giusto in tempo per l'arrivo dell'autobus che “BIBIONE” portava scritto in grande, in cima. Finalmente, fu probabilmente il pensiero dei ragazzi che si fiondarono -praticamente- sull'autobus, appena le porte si aprirono. Il viaggio non durò molto -come invece si aspettavano gli altri- e in men che non si dica 'Bibione autostazione', gridò il conducente, costringendo i ragazzi insieme agli altri passeggeri ad alzarsi per prendere quelle borse che erano riuscite a salire all'interno del veicolo, prima di recuperare il resto delle valigie. Appena giunti a destinazione e dopo essere scesi dall'autobus, notarono una cosa che non li rese per nulla felici. Stava piovigginando. Però, che botta di fortuna! Qualcuno sospirò, poi si guardarono tutti in faccia.                                                                                                            -“Secondo voi da che parte dobbiamo andare?”- disse dopo un po' Niall, guardandosi intorno. Era un posto nuovo per loro, non sapevano davvero come orientarsi. Avevano la cartina preparata da Harry, certo, -che povero ragazzo, era ancora in fase depressiva- ma non riuscivano comunque ad inquadrare per bene il posto. Fu ancora Niall a parlare poi, poco dopo, indicando un punto segnato sulla mappa. 'Qui!' urlò quasi, indicando l'autostazione su quel foglio. Ok, avevano trovato il punto in cui si trovavano loro. Seguendo la strada lessero poi i nomi di varie traverse. Via del Sagittario, via dell'Acquario, via dello Zodiaco..ma dov'erano finiti, su Marte? Riuscirono comunque a trovare la strada per raggiungere quello che doveva essere il centro nonostante quelle strade e si avviarono da quella parte, contenti del fatto che lì avrebbero trovato anche l'agenza attraverso la quale avevano prenotato l'appartamento per i sette giorni successivi. A metà strada però, la loro attenzione fu attratta da un negozio, che non era proprio un negozio di abbigliamento, ecco. Era un'hamburgheria. Hamburgher di ogni tipo e dimensione. Patatine fritte e bibite gassose. Il Paradiso dei giovani, insomma! Ovviamente si fermarono, era anche ora di pranzo e insomma..avevano decisamente fame. Ordinarono hamburgher e patatine, finendo con una quantità di bibite che di certo non facevano bene alla loro salute. Ma cosa importava? Erano troppo giovani ed affamati per pensare ai danni che quelle cose potevano fare.                                                                   
Si gustarono quelle cose seduti comodamente su delle panchine lungo la strada, e durante il pasto nessuno di loro parlò, troppo imegnati a riempirsi lo stomaco. Zayn fu l'unico ad alzarsi a metà panino per andare a dare un'occhiata veloce al negozio di scarpe, situato di fronte al posto in cui erano seduti loro. Aveva bisogno di un nuovo paio di scarpe, e quel negozio sembrava proprio avere ciò di cui lui necessitava. Venne raggiunto poco dopo da Liam, che 'vado a chiamarlo io' disse ai suoi amici, ma una volta lì -“trovato qualcosa?”- fu quello che in realtà gli disse, cercando di non mostrarsi troppo contento della situazione. Quando l'amico scosse la testa gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla. 'Forza e coraggio, Zay' disse, cercando di non ridere 'troverai qualcosa. E dato che sono qui..avrei bisogno anche io di un paio di scarpe nuove, sai?' aggiunse ancora, perdendosi ben presto all'interno del negozio insieme a lui. Gli altri intanto, rimasti fuori ad aspettarli, li attesero per qualche minuto, finché si fece ora di andare a prendere le chiavi in agenzia. Fecero quasi la conta per decidere chi dovesse andare a chiamarli, ma Danielle si offrì volontaria e tutti le furono grati.
.“Lee, noi stiamo andando”- avvertì l'amico una volta lì. “quando avete finito ci raggiungete lì, ok? Fate con calma.”- e prima di andare via, gli fece l'occhiolino. Danielle lo capiva sempre, nonostante tutto. Appena la ragazza andò via, lui rtornò dal pakistano. Stava provando delle scarpe e subito prese posto accanto a lui, osservandolo alzarsi e camminare lungo il corridoio del negozio per tastarne la comodità. Si perse ad osseervare le sue movenze, i suoi lineamenti. Non sembrava affattto pakistano, si perse a pensare Liam, era decisamente bello. Non come certi che fanno vedere alla tv! No, lui era diverso. Di una bellezza mozzafiato, nel vero senso della parola. Si sentì sospirare, ma si sbrigò a tornare normale sperando che l'amico non l'avesse sentito. Poi lo guardò, era troppo lontano per sentire qualcosa di così basso come un sospiro. Si alzò poi dopo qualche secondo, raggiungendo l'altro che ora si stava guardando attraverso lo specchio del negozio le nuove scarpe che ancora portava ai piedi.                       
-“Secondo me ti stanno bene, Zay. Dovresti prenderle.”- gli disse, condendo poi il tutto con un grosso sorriso incoraggiante. L'amico lo guardò. 'Davvero?' gli chiese per avere conferma e Liam annuì, incoraggiante. Pochi secondi dopo poi, eccoli di nuovo sulle strade con tanto di busta con le scarpe nuove dentro. Zayn notò subito mancassero gli altri, ma Liam si sbrigò a spiegargli cosa gli aveva detto Danielle e dove li avrebbero trovati.                                                              
-“Bene”- rispose Zayn, sorridendogli. “ti va di aspettarli al bar lungo la strada? Ci vedranno al ritorno.”-. 
Si, quella vacanza sarebbe stata decisamente fantastica, convenne Liam, seguendo immdiatamente l'amico verso il bar indicatogli.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Come sospettato da Zayn, al ritorno i ragazzi notarono i due al bar. Si unirono anche loro e gli spiegarono nell'agenzia cosa gli era stato detto. Ben presto decisero che era ora di andare a vedere quello che sarebbe stato il loro appartamento per sette giorni e dopo aver pagato si avviarono lungo le strada -a loro ancora sconosciute- di Bibione. Trovarono subito la casa -non lo credevano possibile- e una volta su capirono subito che per otto persone sarebbe stata piccolina. Avevano solo sue stanze, e si, per ognuna c'erano due posti letto, ma aggiungendoci il divano ne uscivano comunque solo sei! -“Avremo bisogno di due materassini”- disse allora Liam, già pronto ad avventurarsi per le strade alla ricerca di un materassino adatto. Tanto lo sapeva, ci sarebbe finito lui lì sopra. Per ora di cena comunque, erano riusciti a fare tutto. Perrie ed Eleanor avrebbero condiviso il divano letto, Harry e Zayn la cameretta, Niall e Jade la camera da letto mentre -lui ne era certo- Liam e Danielle avrebbero dormito sui materassini che avrebbero poi gonfiato. Chi aveva una camera aveva già sistemato tutto. Danielle e Liam cercarono invece di arrangiarsi con i bagagli nei posti rimasti negli armadi.. Appena fu tutto pronto, cenarono, e dopo cena la prima uscita era d'obbligo. Era la loro prima sera a Bibione, e dopo una giornata di viaggio nessuno di loro aveva voglia di andare a far baldoria, ma era la loro vacanza. E dovevano divertirsi! Chi invece non ne volle proprio sapere di uscire fu Harry, impegnato a guardare alla tv il film che stavano trasmettendo quella sera. 'Dragon Ball – Revolution'. La realtà era che si sentiva ancora in colpa per tutto il casino che aveva creato, ma se lo avesse detto ai ragazzi gli avrebbero riso in faccia. Loro lo avevano già dimenticato, lo sapeva..ma lui non era come loro. Rimasto solo in casa, alzò il volume della tv. Si alzò poi, andando a prendere un acchetto di patatine rimasto dal viaggio, trangugiandolo in pochi minuti. Aveva ancora un po' di fame, nonostante la cena finita da poco. Il pensierò gli tornò agliamici, ed ecco che il senso di colpa lo attanagliò, facendolo sospirare. Aveva rovinato la vacanza a tutti ed ora voleva condire il tutto facendo il depressone di turno? No, di certo non voleva anche quello. Il film non era ancora finito, ma in un attimo il ragazzo decise che quella sera sarebbe uscito anche lui, fosse anche solo per mezz'ora. Corse di filato in camera, sfilandosi quegli orrendi pantaloncini che la madre gli aveva fatto indossare con la forza ed infilando invece, il suo paio di jeans preferiti -neri, leggermente consumati sulle caviglie anche a causa delle tante cadute che prendeva sull'asfalto- che gli aveva regalato Leigh-Anne, la ragazza più carina della scuola. Lei lo aveva fatto per attirare la sua attenzione, Harry lo aveva capito solo dopo, ma lui non la guardava nemmeno. Non che fosse brutta, per carità, solo che a lui non interessava, ecco tutto. E ci aveva provato anche ad uscire con lei, ma a fine serata, al momento del fatidico bacio della buonanotte, era stato sempre lui a tirarsi indietro e non aveva mai capito il perché. Ad ogni modo, una volta indossati i jeans ed una maglia in tinta su, indossò le scarpe correndo subito dopo in bagno a lavarsi faccia e denti e sistemare -o almeno cercare di farlo- i capelli. Ci mise ancora una mezz'ora, ed una volta finito afferrò il secondo mazzo di chiavi e lasciò finalmente l'appartamento. Prima di uscire, però, il ragazzo si premunì di carta e penna. Insomma, non era del posto ed era solo. La ricetta perfetta per perdersi e restare lì per sempre! Una volta in strada girò sulla sinistra, ricordava che erano venuti da quella parte..ma arrivato all'incrocio non seppe decidersi per qualche minuto finché, alla fine, decise per la strada sulla destra che sembrava quella più 'animata'. Scoprì però, qualche metro dopo, che quella non era stata esattamente la sua idea migliore. Il centro -che aveva visto solo poche ore prima- non arrivava. Doveva essere dal lato opposto, sicuramente, e lui si stava di certo perdendo. Fantastico. Continuò a camminare però, nella speranza di trovare qualcosa di interessante..e la sua attenzione venne catturata pochi istanti dopo da uno di quei pittori di strada, tipici dei posti di mare. Al contrario dei soliti vecchi e rugosi, questo qui sembrava un ragazzo. In quel momento stava facendo il ritratto di una giovane coppia -sposata, a giudicare dalle fedi alle loro mani- che sorrideva, immobile. Harry si avvicinò maggiormente, come a voler vedere più da vicino l'opera d'arte ma anche lui. Non capitava tutti i giorni di vedere un ragazzo di questo calibro di bravura, no? E lo era davvero, bravo, davvero tanto, constatò Harry, osservando le sue mani muoversi -e muovere il carboncino- abilmente sul foglio bianco fino a pochi istanti prima immacolato. Il riccio avrebbe tanto voluto restare lì per sempre, guardandolo e studiando ogni suo singolo movimento..ma pochi minuti dopo lo vide posare ogni cosa, segno che aveva già finito. Rimase di stucco. Quel ritratto era davvero somigliante alla coppia che aveva avanti e stentava a credere si trattasse solo di un disegno. Sentì il ragazzo mormorare alla sua sposina 'lo appenderemo in salotto, quando saremo a casa nostra' ma non afferrò del tutto il significato della frase, visto che no parlavano inglese e lui -oltre a quella- non conosceva altre lingue. Rimase fermo nella stessa posizione anche mentre il ragazzo pagava il pittore e prendeva il ritratto, riponendolo al sicuro in una busta. Avrebbe tanto voluto chiedergli che scuola avesse fatto, come fosse diventato così bravo.. E ne approfittò quando, qualche secondo dopo, la folla si diradò e il ragazzo rimase solo. Si stava ripulendo le mani dal nero che gli riempiva le dita con l'acqua ragia, ma si vedeva chiaramente che era in difficoltà, essendo solo. Decise allora di avvicinarsi, e con un timbro di voce basso e roco -suo tono di voce naturale- mormorò un gentile 'serve aiuto?' in direzione del pittore. Adorava essere d'aiuto alle persone, e quella poi gli sembrava davvero una situazione di emergenza. Ma visto soprattutto che stava per riempirlo di domande sul suo lavoro, gli sembrava il minimo! Il pitttore, dal canto suo, all'udire una voce così vicina e gentile aggrottò le sopraciglia, restando qualche secondo in più piegato, cercando di capire se si stesse rivolgendo a lui. Insomma, non gli capitava certo tutti i giorni che qualcuno gli offrisse il proprio aiuto. Lentamente alzò lo sguardo poi, vedendo due mocassini con la punta rivolta a se. Fece scorrere lo sguardo lungo quel corpo -era un ragazzo- e quando arrivò al viso credette quasi di morire. Due occhi verde chiaro erano lì fermi a fissarlo. Una massa di ricci castani poi, incorniciavano gli occhi -ma anche il viso- più belli che avesse mai visto. Fece scorrere ancora lo sguardo lungo il suo corpo, soffermandosi poi alle sue gambe. Erano magre e sottili, come quelle di una ragazza, fasciate da un paio di jeans scuri che -secondo il pittore- gli stavano davvero a pennello. Il petto, coperto da una semplice maglia a mezze maniche, sembrava decisamente ben formato. E quei tatuaggi, quei tatuaggi che aveva notato subito sul braccio destro avevano decisamente catturato la sua attenzione e rischiavano di fargli quasi esplodere il cervello. Harry poi, dal canto suo, rimase immobile sul suolo nell'esatto momento in cui incrociò gli occhi azzurri del ragazzo. Non aveva mai vito una cosa simile. Si sentì sospirare senza volerlo, continuando la radiografia di quel viso. Un leggero accenno di barba faceva da contorno alle sue labbra, sottilissime. Lunghi capelli castani -a giudicare da quello che riusciva a vedere attraverso il cappellino- facevano invece da cornice allo spettacolo più bello che avesse mai visto. Era un pittore di strada, quindi era normale che indossasse dei vestiti così smessi ed un cappellino, per proteggere i capelli. Aveva infatti una felpa che quasi lo faceva sparire al suo interno, e quel cappellino -per chi non lo avesse guardato bene- occludeva almeno la metà del suo viso. Non era molto alto, quello lo aveva notato subito, ma era di certo molto bello. Il giovane pittore si perse a guardare quelle due gemme che lo stavano scrutando da almeno due minuti. Aveva risposto alla sua domanda? A giudicare dalla sua espressione, no. E quindi 'si, ti ringrazio molto' disse finalmente, sentendo la propria voce leggermente più acuta del solito. Al contrario del tono roco del ragazzo di fronte a lui, la sua voce era molto bassa, quasi femminile. La odiava. ma..cos'era quello, un sorriso? Quel ragazzo gli stava sorridendo? Abbassò immediatamente lo sguardo nel vederlo, sorridendo imbarazzato. Ma che poi, perché lo era? Solo perché un bellissimo ragazzo gli aveva appena sorriso? Andiamo, Louis -si disse, questo il suo nome- non essere il solito, è solo un sorriso. Rimase ad osservarlo quasi incantato, mentre prendeva la bottiglia e la riversava lentamente sulle sue mani. Il suo tocco era delicato e gentile, quasi femminile. Louis iniziò subito ad intrecciare le mani tra di loro nel tentativo di pulirle per bene, senza smettere però per un secondo di guardare l'altro. -“Chi devo ringraziare per l'aiuto?”- mormorò pochi istanti dopo, tenendo un tono di voce più basso. Non voleva certo rifare la brutta figura di poco prima.. Gli sorrise, mentre aspettava la risposta che non tardò ad arrivare ed 'Harry' rispose il riccio, ricambiando volentieri quel sorriso 'Harry Styles'. Harry..Louis iniziò ad assaporare, quasi, il suo nome, nella propria mente. Era decisamente un nome dolce, si ritrovò a pensare, quasi da bambino. -“Allora grazie, Harry. Io sono Louis, Louis Tomlison.”- rispose il pittore, agitando la mano destra per mandare via le ultime gocce d'acqua e tendendola poi al ragazzo, stringendo la sua mano sinistra. -“Louis, tu non sei di queste parti, vero?”- chiese ancora Harry, non riuscendo a trattenersi. Era un chiacchierone nato, e appena gliene si presentava occasione sfoggiava questo suo..lato oscuro. Sperò di non risultare troppo rompiscatole, con tutte quelle domande, ben conscio della sua brutta abitudine. Ma rimase sorpreso, quando invece di un 'fatti gli affari tuoi', si sentì dire un sorridente 'no, sono francese'. Ah, lui lo sapeva, ne era certo! Si vedeva che non era italiano. Insomma, diciamoci la verità, le aveva viste le persone lì.. -“Si”- disse poi Harry, senza pensare molto -“si vede che sei francese”-. Ma cosa aveva appena detto? Si maledì subito, sperando di sprofondare o sparire nel nulla, in stile Harry Potter, ma non successe nulla. Il francese avrebbe voluto invece chiedergli da cosa mai si capisse fosse francese, ma decise di saltare e così sorrise ancora. Ma qualcosa doveva pur dirgli, insomma. Non poteva certo fare scena muta! Ma quando fece per aprir bocca l'altro fu più veloce, e 'ehi, Louis' disse -e quanto era bello il suo nome pronunciato dalla sua voce?- guardandolo quasi fosse imbarazzato 'volevo..vorrei, farti qualche domanda sul tuo lavoro. Sarebbe possibile?' e diciamoci la verità, avrebbe mai potuto lui rifiutare tale richiesta? Certo che no, ma a delle condizioni. -“Puoi farmi tutte le domande che vuoi”- ed Harry sorrise, felice e soddisfatto insieme -“a patto che..”- e qui il sorriso sparì, lasciando spazio ad un'espressione corrucciata -“ti lasci ritrarre da me”-. L'espressione di Harry da corrucciata si fece seria, poi pensierosa. Era serio? Voleva davvero fargli un ritratto? Ma perché mai.. -“Vedi”- riprese lui, rispondendo -senza saperlo- ad ogni sua domanda -“sai come lavorano i pittori, no? Sono sempre in cerca di cose belle da ritrarre. E tu, permettimi di dirtelo, sei decisamente una cosa bella. Vorrei riprodurre i tuoi occhi sulla carta..me lo permetteresti? Non vederci nulla di male, Harry, si tratta di lavoro.”- si sbrigò ad aggiungere, notando la sua espressione. Quello che però non sapeva, era che l'espressione del riccio era così non perché gli desse fastidio tutto quello, bensì per il motivo opposto. Non gli era mai successo, ecco, era in imbarazzo. -“Te ne farò anche una copia, se vuoi, ovviamente..”- aggiunse ancora Louis, vedendo che il ragazzo non gli rispondeva. -“ma se non vuoi, io capirò..”-. A questo punto alzò lo sguardo a lui, puntò ancora gli occhi nei suoi e scosse la testa, sussurrando 'scusa, non mi hanno mai chiesto di posare per un quadro, cerca di capirmi. Non mi da affatto fastidio, anzi, mi piacerebbe vederti al lavoro!'. Quel ragazzo gli stava decisamente simpatico. Sarà stato per l'età, simile alla propria. Sarà stato per chi sa cosa, ma con lui si sentiiva già bene, e lo conosceva solo da..quanto? Un quarto d'ora? Anche il francese sorrise al sentire quelle parole, ma il sorriso sparì quasi subito, lasciando spazio all'imbarazzo, quando sentì la domanda successiva di Harry. -“Scusa, hai detto che mi faresti una copia, ma..l'altro?”- ed ora cosa gli avrebbe detto? Lo voglio appendere in casa per guardarti? Che poi non sarebbe nemmeno stata la verità vera..in realtà voleva tenerlo lì in esposizione, come con i ritratti di gente famosa. E gli indicò proprio quel punto infatti, tornando subito a guardarlo. -“Vorrei metterlo lì, se non ti dispiace..”- a questo punto Harry arrossì furiosamente, ma fu anche felice di poter avere un posto così importante nella 'bacheca' di quel pittore. Acconsentì quindi, e il sorriso che si fece largo sul viso dell'altro ragazzo era davvero inspiegabile, a parole. In fretta e furia sistemò il cavalletto, posizionandoci su un foglio bianco. Lo attaccò alla base con del nastro adesivo bianco e girò leggermente il proprio sgabello -posto esattamente di fronte la sedia di Harry- facendolo ruotare e sollevare di quache centimetro. In questo modo avrebbe potuto guardarlo fisso negli occhi. Fece poi sedere il riccio, facendogli un cenno con la mano senza staccare gli occhi dal foglio. Stava cercando la giusta angolazione dalla quale iniziare il ritratto di quel viso. Ed ecco di nuovo la gente iniziare a radunarsi intorno a loro. Harry sentiva l'imbarazzo crescere, lo stavano guardando proprio tutti! Senza rendersene conto mosse i piedi, facendo scricchiolare le pietrine sull'asfalto. Solo in quel momento Louis alzò gli occhi e finalmente lo guardò. Era seduto, mani incrociate perfettamente insieme sulle gambe chiuse. Sembrava quasi un soldato..e il pensiero fece sorridere Louis. -“Sono così esilarante, messo così?”- chiese allora Harry, fingendosi piccato da quella sua risata. Louis si bloccò, trasformando la risata pian piano in un sorriso. Scosse la testa, e 'no' mormorò 'è che sembravi un soldato. Non sarai un soldato, vero?' aggiunse immediatamente, con il chiaro intento di scherzare. Non aveva per nulla la faccia del soldato..e poi aveva troppi capelli, decisamente. A quelle parole anche Harry scoppiò a ridere, scusandosi subito per essersi mosso. -“No, non sono un soldato, ahimé. E cred che nonpotrei mai esserlo..sai, a volte ho paura della mia stessa ombra!”- gli confessò, sbarrando gli occhi subito dopo. Cosa..cosa aveva appena detto? Era impazzito, forse? Nessuno sapeva di questa sua paura per tutto..cosa gli aveva detto in quel momento il cervello per farlo reagire così alla sua domanda? -“Cioè, volevo dire..”- tentò di difendersi, ma il pittore scosse il capo. -“Sta tranquillo, non lo dirò in giro.”- disse subito, quasi gli avesse letto nel pensiero. Rimasero poi in silenzio fino a quando Louis non terminò la sua opera, ed una volta finito Harry tornò a respirare, girando il viso per guardarsi intorno. La folla guardava da lui a Louis in modo così attento da spaventarlo, quasi. Louis diede gli ultimi tocchi e quado 'finito!' annunciò, Harry gli si avvicinò nuovamente, ansioso di poter finalmente vedere il ritratto. Ed era decisamente bellissimo. Molto più dell'originale, pensò. Quel ragazzo aveva de talento.. -“Ehi, complimenti!”- gli disse dopo qualche secondo, girandosi a guardarlo. Louis sorrise grato e subito tirò via il foglio, iniziando a piegarlo. Le sue iniziali intenzioni erano svanite nel momento in cui aveva iniziato quel disegno.. No, si disse, non lo avrebbe mai condiviso con nessuno. Lo legò con una specie di elastico e stava per porgerlo al ragazzo, quando una voce che 'Harry?!' disse sorpresa, lo fece bloccare. Si girò alla propria destra, la parte dalla quale aveva sentito la voce, e vide una ragazza che guardava il riccio come se fosse sorpresa di vederlo lì ma anche felice. Come lui, anche Harry era saltato al sentirsi chiamare, ma quando aveva visto chi era si era rilassato, sorridendo all'indirizzo della ragazza. Che fosse la fidanzata? Era probabile, in fondo non gli aveva chiesto se lo fosse o no, o che preferenze avesse, ecco. O ancora, magari, era una sua ex.. Non sapeva cosa pensare, ma una cosa era certa. Gli affari propri non riusciva mai a farseli. -“Ehi, riccio. Alla fine sei uscito!”- continuò ancora la ragazza, avvicinandosi a dare una pacca sulla spalla al ragazzo. Ma più che quello, furono le sue parole a catturare l'attenzione del francese. Quindi erano lì insieme? -“Si”- rispose subito Harry, annuendo, leggermente in imbarazzo -“avevo pensato che camminando magari sarei riuscito a raggiungervi, ma credo di..beh, essermi perso..”- -“Harry, Harry..sempre il solito.”- disse subito la ragazza, ed Harry iniziò a ridere sotto lo sguardo serio e concentato di Louis. Raggiungervi? Era con degli amici allora? Oh, insomma..lui voleva sapere! Ma ecco che pochi istanti dopo, qualcuno venne a rispondere ad ogni sua domanda. -“Harry!”- sentì ancora, e si girò subito verso la nuova voce. Vide un ragazzo biondo, occhi azzurri come il cielo e non molto alto che -come la ragazza di poco prima- sembrava sorpreso di vedere il ricciolino per strada. Il nuovo ragazzo si avvicinò subito alla ragazza, cingendole le spalle con un braccio. Con la mano le accarezzò il viso prima di prendere la sua -che la ragazza aveva alzato verso il suo indirizzo- facendo intrecciare le loro dita. Ok, erano sicuramente fidanzati e quindi no, non stava con Harry. -“Potevi uscire con noi, no?”- chiese ancora il biondo, volgendo lo sguardo verso l'amico. Piegò poi il viso verso la sua ragazza che proprio in quel momento gli chiese dove mai fossero finiti gli altri. 'In sala giochi, amore' rispose subito lui, ridacchiando appena. Si dissero qualcos altro che lui non afferrò e li vide entrambi ridere. Spostò allora lo sguardo su Harry, che in quel momento lo stava guardando, e nascondendo l'imbarazzo istantaneo si schiarì la voce, mormorando; -“Credo tu debba andare ora, no?”- e il riccio annuì istantaneamente, stringendo appena il ritratto tra le mani. La coppia guardò subito il pittore, che fino a quel momento non aveva notato, aggrottando le sopracciglia. Harry lo conosceva? E cosa aveva in mano? Aveva fatto un ritratto? -“Allora ci si vede in giro!”- lo sentì dire al biondo, alzando una mano ed agitandola, in segno di saluto. L'altro annuì e ricambiò il saluto, prima di girarsi e tornare al proprio lavoro. E mentre lui attendeva gente da ritrarre per vivere, Harry arrivò alla sala giochi in compagnia dei due amici. Arrivato alla sala giochi, trovò -come ogni estate, ormai- Liam e Zayn intenti a sfidarsi al tavolo dell'Air Hockey. Erano 17 pari, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a mollare prima per lasciar vincere l'altro. Harry si avvicinò al tavolo cercando di non farsi vedere, non voleva essere certo la causa della perdita di uno dei due! Ma Zayn si distrasse per qualche secondo, e 'gooooal!' si sentì la voce di Liam riecheggiare per tutta la sala, dal piano terra al secondo, dove erano loro. Il pakistano, invece di guardare male Liam si girò verso Harry con sguardo omicida. -“Harry! Hai visto cosa mi hai fatto fare? Ora passerà il resto della settimana a deridermi, e io..”- ma Harry aveva già smesso di ascoltarlo. Stava ripercorrendo la propria serata. Era stato bello posare per un quadro, e Louis era stato davvero bravo a cogliere ogni sfumatura del proprio viso. Li aveva visti gli occhi, erano un misto tra ridenti e spenti, come i propri. Come aveva fatto a rendersene conto in così poco tempo? Lasciando che l'amico sclerasse in pace Harry uscì all'aperto, per prendere un po' d'aria. Incontrò Niall e Danielle che stavano fumando, allora si avvicinò a loro. -“Harry!”- disse subito Niall, vedendolo arrivare -“stavamo parlando proprio di te”-. Il riccio aggrottò le sopracciglia. Perché mai stavano parlando di lui? -“Stavo raccontando a Danielle che ti abbiamo incontrato accanto ad un pittore di strada che ti aveva appena fatto un ritratto, e..a proposito, quanto lo hai pagato? Sai, vorrei fare un regalo a Jade, e..”- -“Non l'ho pagato..”- disse subito Harry, guardandolo e stringendosi nelle spalle. -“Louis me lo ha regalato, in realtà lui voleva..”- -“Louis?”- chiese subito Danielle, sentendo la gelosia venire a galla. Si, era un maschio ok, ma lei era gelosa di qualsiasi cosa ronzasse intorno ad Harry, anche se doveva stare attenta a non farlo vedere troppo. Il ragazzo annuì alla sua domanda, e spiegò agli amici come lo avesse conosciuto, del fatto che fosse francese e che volesse esporre al pubblico il proprio ritratto. A racconto finito Harry, stanco di stare all'aperto, chiese indicazioni per tornare a casa. Non aveva alcuna voglia di tornare dentro e stare a sentire gli scleri dell'amico sul fatto che avesse perso contro Liam. Che poi, aveva davvero perso? Non gli interessava molto, sinceramente..voleva guardare ancora una volta il suo ritratto. Quel pensiero, del ragazzo che lo fissava per ritrarlo, lo faceva sentire stranamente bene. Sorrise senza rendersene conto, tanto che i due amici gli chiesero se stesse bene e se fosse in grado di tornare a casa da solo senza perdersi. Annuì, e grazie alle indicazioni dell'amico irlandese, ben presto tornò al loro appartamento. Prima di entrare in casa sospirò fuori la porta, guardandosi intorno. Gli aspettavano altri sei giorni in quel posto. Cos'altro sarebbe successo?

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Capitolo 3
*** Avviso! ***


Cari lettori, voglio fare un avviso importante. Avrei dovuto scriverlo in precedenza, prima che iniziassi a pubblicare i capitoli. In passato avevo già provato a scrivere storie, ma per miei motivi le avevo rimosse. Adesso ho deciso di riprovare con questa storia Larry dei One Direction. Grazie per l'ascolto. Buona lettura!

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***


~~Arrivò finalmente la mattina dopo, e questo stava a significare solo una cosa: mare, ed era ora! I ragazzi avevano impostato due sveglie la sera prima, per le 8,30. erano sicuri che non si sarebbero svegliati in tempo per il primo sole caldo, altrimenti. E per fortuna lo avevano fatto! Quando suonarono erano ancora tutti nel pieno di un sonno talmente profondo, che solo Niall sentì quei suono fastidiosi..
Non si alzò subito, però. Rimase qualche altro minuto a poltrire nel letto matrimoniale che condivideva con Jade, prima che 'amore, è ora di alzarsi' dicesse lei, facendolo sospirare. Era proprio ora.
Chi invece proprio non voleva saperne di alzarsi, era Zayn. Lui e Liam avevano fatto molto tardi la sera precedente -si erano sfidati altre due volte, e il pakistano aveva sempre perso- e quindi al momento erano entrambi ancora addormentati fino a russare. Avrebbero potuto lascarli a casa a riposare ancora un po', ma Eleanor e Danielle non erano dello stesso parere. Con l'aiuto di Perrie e Jade iniziarono a cantare e far baccano per tutta la casa, e ci vollero quindici minuti prima che uno dei due desse qualche segno di vita.

Arrivarono in spiaggia tre quarti d'ora dopo, ed una volta lì andarono diretti al baldacchino che gli avrebbe condegnato il numero del loro ombrellone. C'era una bella fila, e dopo soli quindici minuti di attesa, pian piano sparirono tutti lasciando il povero Harry alle prese con i soldi. Solo Niall rimase con lui più degli altri, ma dopo un po'..
-“Ehi, Haz..io ti voglio bene, lo sai. Starei con te qui anche due giorni di fila, ma..devo proprio andare in bagno.”- lo avvisò, sparendo in pochi secondi. Intanto la fila andò avanti, e al suo turno mancavano solo tre persone. Ma gli altri dove erano finiti senza il numero di ombrellone?
In bagno intanto, Niall rischiò quasi di cadere per il pavimento troppo bagnato. Ma appena uscì e andò a lavarsi le ani notò qualcosa, qualcosa che non catturò subito la sua attenzione. Louis invece, lo aveva riconosciuto subito. Era impossibile non ricordarsi di una persona come lui! Il pittore capì che il biondo non si sarebbe ricordato mai, così si avvicinò lui e gli battè due dita sulla spalla il tanto che bastava a fargli capire che qualcuno lo stava chiamando. Il ragazzo si girò, e quando lo vide aggrottò le sopracciglia, chi era quel ragazzo?
-“Scusa..”- iniziò il francese, guardandolo con la faccia da cucciolo bastonato, quasi. Il fatto era che lui era un ragazzo timido, e mai si sarebbe sognato nella vita di parlare con qualcuno di 'sconosciuto' in un bagno pubblico. 'Si?' rispose subito Niall, guardandolo ancora con la stessa espressione di poco prima. Non si ricordava proprio, cosa avrebbe fatto ora?
-“Ehm..io sono..”- ma quella vicinanza evidentemente era servita, perché 'ma io ti conosco!' gridò improvvisamente il biondo, facendo spaventare l'altro ragazzo che indietreggiò, portando le mani avanti quasi come a volersi proteggere da una qualche sfuriata improvvisa. “Tu sei quel pittore di ieri sera, vero?” continuò il ragazzo dagli occhi chiari, scrutando attentamente Louis, che sorrise, annuendo.
-“Si, sono io”- rispose subito, rilassandosi e sorridendo maggiormente. Lo aveva riconosciuto, era fantastico! Avrebbe voluto chiedergli di Harry, voleva salutarlo, ma si vergognava da morire. Così;
-“Come va?”- gli chiese solamente, alzando una mano a grattarsi il collo. Lo faceva quando era nervoso. Da questa domanda iniziarono a parlare, finché l'irlandese non gli propose di seguirlo proprio da Harry. Che era quello che voleva, certo, ma cosa gli avrebbe detto? Ehi, sono Louis, ti è piaciuto il quadro ieri? No, certo ce no. E poi ci sarebbero sicuramente stati gli amici lì..
No, meglio evitare. Ringraziò il ragazzo ma rifiutò gentilmente la sua offerta. Di brutte figure ne aveva collezionate già abbastanza nella propria vita, non era il caso di farsi riconoscere anche in Italia.
Si, perché lui era lì quasi in incognito, se così vogliamo metterla. Era andato via dalla sera alla mattina dal suo paese, dopo che tutti gli abitanti -ne contava 700, lui compreso- avevano scoperto della sua omosessualità. Nelle piccole comunità non era facile tenere segrete certe cose, lo sapeva, ma lui ci era riuscito bene finché non era arrivato Jacques che 'scausalmente' se l'era fatto scappare di fronte ai suoi amici che lo avevano detto subito ai genitori che lo avevano detto agli amici e così via. L'omosessualità in quel posto era vista ancora come un qualcosa di sbagliato. Era considerato malato, indemoniato, e chi più ne ha più ne metta. Grazie ai propri studi all'accademia di belle arti era riuscito a fare qualche soldo per un mezzo di trasporto che gli permettesse di viaggiare in lungo e in largo. Quando poi lo aveva trovato, aveva deciso di trasferirsi in Italia e dopo aver avuto la licenza eccolo lì, a fare ritratti ai passanti che andavano a divertirsi per 7 euro.
Il biondino però non ne volle sapere, così se lo trascinò fuori e verso il baldacchino dei biglietti per gli ombrelloni. Cosa stavano andando a fare..ma poi lo vide. Era in fila forse ad aspettare il proprio turno, da solo. Si sentì un po' meglio, almeno non avrebbe dovuto affrontare i suoi amici, se era con loro che era in vacanza. Sentì il ragazzo al proprio fianco urlare 'Haz!' e lo guardò. Stava guardando avanti. Guardò avanti anche lui mentre ancora si lasciava trascinare e lo vide, il riccio, Harry, si era appena girato e lo aveva visto. Non riuscì a decifrare subito la sua espressione, però..sembrava sorpreso, ma contento. Tutto sommato non era una brutta espressione. Ancora prima di salutarlo 'cosa ci fai qui?' si sentì chiedere, e decise di dire la verità.
-“Ero in bagno. Ho incontrato lui e..beh, mi ha trascinato qui”- rispose, indicando con l'indice della mano sinistra il ragazzo alla propria destra. Harry rise, era tipico di Niall. Immaginò anche si fosse messo a parlare, magari della sua 'bella Irlanda', facendolo impazzire.
-“Scusalo, in realtà non è pazzo..”- disse allora il riccio, guardando poi l'amico che lo guardò in cagnesco per qualche secondo, prima di cacciargli la lingua. 'Me ne vado dagli altri, almeno loro mi vogliono' disse dopo un po', lasciandoli soli e rispondendo così al quesito di poco prima di Louis. Era lì con altri amici oltre al biondo e fidanzata. Scacciando quei pensieri, si rese conto del fatto che l'altro ragazzo era in costume da bagno. Costume giallo, cappellino di paglia e occhiali da sole neri tenuti appesi al collo, alla collana che portava. Velocemente -senza farsi vedere- squadrò il suo intero corpo, notando la miriade di tatuaggi che lo popolavano. Prese mentalmente nota di chiedergli in futuro cosa volessero dire e perché mai avesse scelto proprio quei disegni. Ma togliendo questo, era..favoloso. Poteva dirlo? Oh, al diavolo, era seriamente favoloso. Non troppo muscoloso ma nemmeno 'flaccido' quanto lui. Aveva bisogno di andare in palestra, lo sapeva..ma aveva anche bisogno di trovare la forza e la voglia di farlo! Come fosse stato pizzicato da qualcuno poi, tornò a guardare il ragazzo, sorridendogli.
-“Non preoccuparti, Harry. Io lo trovo molto simpatico.”- gli rispose, facendo sorridere anche lui. Ci si può innamorare a prima vista di un sorriso? Louis era convinto di si, altrimenti non avrebbe saputo spiegare il vuoto che sentì all'altezza dello stomaco, quando vide quel sorriso che gli rivolse il ragazzo. Alla luce del sole era tutt'altra cosa!
-“Non farti sentire, potrebbe innamorarsi perdutamente di te. E non scherzo!”- rispose poi Harry, cercando di fare la faccia il più teatrale possibile. Fu il turno di Louis ora di sorridere, e guardò Harry dritto negli occhi come a volergli far provare le emozioni provate da lui poco prima. Evidentemente però, non ci riuscì, dato che il ragazzo non ebbe particolari reazioni. 'Ora devo andare a casa' disse allora Louis, stringendosi appena nelle spalle 'devo preparare il lavoro per stasera'. Ma faceva il pittore, di strada, cosa doveva mai preparare? Si chiese Harry, senza però dirlo a voce. Non conosceva i retroscena, magari c'era davvero qualcosa da preparare, prima! Annuì alle sue parole allora, e prima di salutarlo si girò a guardare avanti, poggiandosi al bancone del baldacchino. Toccava a lui. Disse ciò che doveva al ragazzo dietro il vetro e tornò poi a girarsi verso Louis.
-“Scusa”- gli disse subito -“un'altra mezz'ora di fila non vorrei proprio farmela. Mi capisci, no?”- il pittore annuì, e dopo le ultime parole -Harry aveva anche cercato di convincerlo a restare- era andato via. Accidenti, ma perché? Sembrava quasi stesse scappando..che stesse scappando sul serio? Ma no, impossibile. Dopo aver preso il numero dell'ombrellone ed aver pagato per tutta la settimana, Harry andò verso i suoi amici che erano tutti al bar, come aveva saputo da Niall.
Ordinò un caffè mentre mostrava il numero dell'ombrellone agli amici, e a senirlo, Zayn si affrettò subito ad alzarsi dopo aver lasciato i soldi della propria parte sul tavolino. Lo seguì a ruota Eleanor, seguita da Perrie e Danielle. Rimasto solo con gli altri, Harrry li guardò uno ad uno. Voleva dire loro di come Louis era andato via, e di come lui avrebbe tanto voluto sapere dove abitava per..per..per cosa, in effetti? Non ne era certo, ma quel ragazzo gli trasmetteva sicurezza, calma e serenità. Quando era vicino a lui si sentiva in pace con il mondo. Ecco, forse era quello. Oltre alla sua famiglia -la madre e la sorella- nessuno lo aveva mai fatto sentire in quella maniera. Quando anche il resto degli amici si alzarono, lui fece lo stess. Li seguì fino all'ombrellone, dove 'torno subito' annunciò agli amici, decidendo in pochi secondi che sarebbe andato a parlare con Louis.
-“Fa presto”- rispose Liam -“stiamo per iniziare una partia di pallavolo!”-.

Avere sempre la risposta, o il dialogo, pronti, non era da tutti. Lo sapeva bene Louis, che pensò durante tutto il percorso che fece a quanto stupido potesse esser parso agli occhi del riccio quando, come uno stupido, era andato via. Ma cosa avrebbe potuto fare? Era in imbarazzo! E poi, alla fine, non lo aveva mica mandato a quel paese! E la colpa, pensandoci col senno di poi, non era nemmeno stata sua ma del suo brutto carattere.
Forse sarebbe dovuto tornare indietro. Andare da lui, ed affrontare una conversazione come ogni persona normale. Ne avrebbe avuto il coraggio? Certo che no..e allora? Cosa fare per rivederlo e non sembrare un bambino? Iniziò seriamente a pensarci, perché lui voleva davvero rivederlo quel ragazzo. Quel verde, i suoi occhi, lo avevano completamente stregato, non riusciva a farne a meno. Quello che gli mancava però, era il coraggio di girare i tacchi e tornare indietro..
Ci pensò, a lungo..poi, ecco l'idea. Corse fino a casa propria, entrò senza nemmeno salutare Princess, la sua gattina, che miagolò contrariata, e prese da uno dei cassettoni posti in alto dei tavolini il suo costume. Un pantaloncino azzurro che aveva comprato proprio lì, a Bibione, due anni prima. Spesa inutile, perché allora non riuscì a fare nemmeno un bagno per via del lavoro. Ma all'epoca lavorara mattina e sera, non era mica come ora che durante il giorno dormiva, o girava per il posto come un vero turista. Ad ogni modo, dopo aver indossato il suo adorato costume uscì nuovamente, diretto alla spiaggia. No, no..non stava per fare niente di coraggioso. Nessuna scena da film con il classico lieto fine. Aveva semplicemente deciso di tornare si in spiaggia, ma di restare in disparte a 'spiare' quel ragazzino. O almeno, lo avrebbe fatto finché non avesse avuto la certezza che fosse solo. Una volta sulla strada del ritorno verso la spiaggia, si ritrovò a pensare; 'e poi? Una volta io e lui da soli, cosa gli dico?'. Insomma, lo avrebbe salutato, si sarebbe di certo scusato per come si era comportato poco prima, ma poi cosa gli avrebbe detto? Lui non era bravo con le parole, e di fronte al ragazzo si sarebbe di certo imbambolato. Di fondo era sempre un timidone, lui. Per questo aveva deciso di fare il pittore, per poter esprimere -attraverso la tela ed i colori- le proprie emozioni ed i propri sentimenti senza doversi aspettare una risposta in cambio, che sia essa positiva o negativa.
Di certo però, le cose non sempre andavano sempre bene, nonostante i disegni.. C'era stata una volta, molti anni prima, in cui Louis aveva usato un disegno come sostituto per un 'ti voglio bene'. Lo aveva fatto con Edward, suo -ormai ex- migliore amico, dai capelli rossi. Troppo stupido per ammettere di essere gay anche lui. Era abbastanza famoso per la scuola, e per non essere deriso, aveva deciso di farlo lui, mettendo in ridicolo l'amico di fronte a quasi tutta la scuola, facendolo vergognare per giorni. Per questo Louis aveva paura dei legami, sentimentali e non. Non gli piacevano molto le persone perché erano cattive, spaventose perfino. Poi però, aveva conosciuto Harry, che di spaventoso e cattivo non aveva davvero nulla.

Un sorriso si dipinse sulle sue labbra solo al pensiero di quel ragazzo e il passo si affrettò, facendolo ben presto arrivare al bar della spiaggia dove, poco prima, aveva passato lunghi minuti in sua compagnia.
Non potevano essere già andati via, si disse Louis, sicuro di se stesso. Dovevano per forza essere ancora lì, da qualche parte. Cercò una posizione migliore dalla quale poter spiare il riccio, pur non vedendo ancora nessuno de suoi amici o lui stesso. Si, si sentiva un po' uno stalker, ma era l'unica cosa che poteva fare..no? No, non era l'unica e lo sapeva bene. Sarebbe dovuto andare lì direttamente, salutare tutti e presentarsi, poi prendere da parte Harry per scusarsi. Sospirò. Si rimise dritto e si diresse direttamente al bar, dov'era poco prima. Ordinò un caffè, e quando si girò vide una persona che conosceva..si, l'aveva già vista. Ma dove? La guardò bene e la riconobbe come la ragazza che quella sera aveva chiamato Harry, la fidanzata del biondino della mattina. Era una congiura, pensò Louis, non faceva altro che incontrare solo loro due!
Inseme a lei però, c'era una ragazza che non aveva mai visto. Forse un'altra del gruppo. Bel fisico, gambe lunghe e lunghi capelli castani, mossi. Una bella ragazza, certo, ma a lui non interessava minimamente. Si fissarono tutti e tre per qualche secondo, ma nè Louis nè tantomeno l'altra ragazza, si salutarono. La vide solo piegarsi verso la mica e sussurrarle qualcosa, forse che lo conosceva. Decise di ignorarle il pittore, così tornò a girarsi verso il bancone e ringraziò la brista, iniziando a bere il suo caffè macchiato. Amava il caffè, quando viveva ancora in Francia, nella sua bella Valence, un piccolo paesino che distava 824km da Bibione, ne beveva in quantità davvero enormi. Ma i caffè migliori -e Louis può giurarlo- li ha bevuti a Parigi, in un bar nella 'Place du Tertre', la piazza degli artisti di strada. Un posto che lui adorava e nel quale aveva trascorso alcuni tra i migliori momenti lì, in quella bellissima città. Lì aveva mosso i primi passi come pittore di strada, dipingendo la Tour Eiffel, i classici mulini di Montmartre e perfino la Basilica del Sacro Cuore, posta in cima alla collina. Era stato aiutato da artisti che avevano 'studiato' con Bansky, chi aveva studiato la tecnica di Georges Braque. Insomma, tutti grandi artisti. Aveva imparato molto da loro, appreso ogni tecnica, assorbito tutto quello che poteva assorbire. Poi, quando ormai si era fattto tutto troppo, da sopportare, Louis aveva comprato una vecchia roulotte ed aveva iniziato il suo viaggio itinerante, che lo aveva infine portato a Bibione, dove -dopo aver ricevuto una licenza dal Sindaco- aveva iniziato la sua carriera di artista/pittore di strada.
Non si lamentò comunque di quel caffè, bevendolo fino alla fine e pagandolo perfino.
-"Ciao, Lou, a domani"- lo salutò il barista, che ormai lo conosceva bene. Le due ragazze non c'erano più, probabilmente erano corse a dire ad Harry che lo avevano visto al bar. Fantastico, pensò, così si farà un'idea ancora peggiore!
Ma Harry non era affatto con i suoi amici sulla spiaggia, bensì era in giro per Bibione, senza avere la minima idea di dove Louis potesse abitare. Che avesse una camera in hotel? No, non era probabile. Che avesse una villetta, allora? Si, si questo aveva più senso. Ma dove? Si fermò a metà della strada principale e si guardò attorno. Ma cosa voleva fare? Dove voleva andare? Sbuffò sconfitto, ed entrò nella prima gelateria che vide aperta. Era mattina, si, e allora? Lui voleva un gelato.
-"Una coppetta al cioccolata con la panna montata, grazie"- ordinò alla ragazza, rivolgendole un debole sorriso. Lei preparò quello che lui le aveva chiesto e glielo diede, prendendo in cambio i soldi. Ma prima di lasciarlo uscire dal proprio negozio.
-"ehi"- lo chiamò -"qualcosa non va?"-. Harry s girò a guardarla. Ce l'aveva con lui? Guardò dietro, vuoto. Guardò allora ancora avanti e si strinse nelle spalle. 'Si' rispose, 'sto solo cercando una persona, ma non ho idea di dove poterla trovare. Lavora qui'. La ragazza si eresse in tutta la sua altezza ed aggrottò le sopracciglia, preparandosi a pensare.
-"Di chi si tratta?"- gli chiese, sperando già di poterlo aiutare. Era così carino..
-"Louis, è un pittore e ieri sera era all'angolo della strada, più o meno..ma da quella parte"- indicò la parte destra -la sua destra in quel momento- della strada, ma la ragazza lo bloccò con un cennoed annuì. 'Tomlinson?' chiese 'ben piazzato, occhi chiari? Abita in fondo la strada. Dopo i giardini, c'è una roulotte. Quella è casa sua!'. Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Lo aveva trovato? Lo aveva davvero trovato? Iniziò a ringraziare in continuazione la ragazza, e dopo averle quasi rotto il vetro dell'espositore di gelati a furia di piegarsi in avanti lasciò il negozio, seguendo la strada che le aveva indicato lei. Quando arrivò nel posto indicatogli però, rimase per qualche secondo perplesso. Era davvero una roulotte, una di quelle vere! Era davvero quella la sua casa? Ma come poteva vivere lì? Certo, si spostava spesso quindi doveva essere abituato, ma..
Ad ogni modo, si avvicinò. Ed una volta arrivato abbastanza vicino, battè due volte le nocche sulla porta. Quando però non ebbe risposta, decise di lasciar perdere..poi notò una scritta proprio accanto a quello che doveva essere una specie di campanello. 'Tomlinson'. Allora quella ragazza aveva ragione, era davvero casa sua e quello era il suo cognome. Doveva tenerselo a mente..
In quel momento, la sua voglia di conoscere meglio quel ragazzo crebbe a dismisura. Non poteva evitarlo, insomma..dipingeva! Ed era francese, ottima scusa per visitare il posto in un futuro -sperò Harry- non troppo lontano. Magari lui ed i suoi amici sarebbero potuti andare da lui per le vacanze dell'anno....ma cosa stava facendo? Si stava distraendo, no! Scosse il capo e riprese subito a bussare, aggiungendo ora vari 'Lou, ehi Louis sono Harry', sperando di convincerlo ad aprirgli.
Ma Louis non poteva 'essere convinto', perché in quel momento si trovava in spiaggia, nella remota speranza di vedere dei capelli ricci e scuri spuntargli improvvisamente avanti, cosa che ovviamente non sarebbe mai successa, visto che l'altro ragazzo era dalla parte opposta quasi, da dove si trovava lui. Dopo qualche minuto ormai che era seduto a quel tavolino, Louis vide la ragazza di prima, -quella alta con le gambe lunghe- tornare indietro e dirigersi verso il campo di pallavolo accompagnata stavolta da una bionda, sicuramente un'altra componente del folto gruppo di amici di Harry. Che volessero giocare? Gli sarebbe piaciuto davvero guardare una partita, lui amava quello sporta, e..ma stava divagando con i pensieri. Le vide sedersi su un muretto poco distante, sigaretta alla mano. Da lì poteva sentire qualcosa di quello che si dicevano, erano davvero vicine..
-"Capisci, El?"- riuscì a percepire dopo un po' dalla bionda, avvicinandosi al cespuglio per origliare meglio (male Louis, malissimo). Non sentì la risposta di 'El' come l'aveva chiamata, ma forse non le aveva affatto risposto. Louis si maledisse per la propria posizione. Era un curiosone di natura, lui..e tenerlo lì senza poter sentire e vedere tutto per bene, era una vera tortura. Avrebbe voluto avvicinarsi, ma tutto quello che gli venne in mente di fare fu alzarsi per andare a fumarsi una sigaretta. Molto intelligente, Louis, davvero.
Si sedette anche lui sul muretto, poco distante da loro. Il caffè lo aveva già pagato, ovviamente. Si accese una sigaretta ed aguzzò l'udito, ma le ragazze dovevano aver smesso di parlare dopo il suo arrivo, perché non fu in grado di sentire più nulla. Ma aveva talmente tanta voglia di sentire che ad un certo punto -proprio mentre si alzava, pronto ad andarsene- gli parve di sentire 'Danielle ed Harry si sono baciati'.

Dopo di quello, Louis si alzò, lasciando la propria postazione tattica e tornando al bar per ordinarsi un secondo caffè. Per lui era come bere una vodka liscia. Era di stomaco debole, e portato per il bruciore di stomaco. Come se non bastasse, soffriva di una patologia che non gli permetteva di bere troppi caffè, gli avrebbero fatto schizzare il cuore! Ma in quel momento non gli importò di niente e nessuno, e in due sorsi si fece fuori il secondo caffè. E siccome si trovava seduto dentro, al bancone, non vide Harry, che proprio in quel momento stava tornando in spiaggia dopo essere stato chi sa dove. 'Magari via con Danielle' gli suggerì una vocina, lui sbuffò. Lo osservò allontanarsi e fermarsi a parlare con le due amiche, poi iniziò a guardarsi intorno freneticamente. Chi sa cosa gli avevano appena detto..doveva uscire? Doveva salutarlo? Poi lo vide allontanarsi di tutta fretta verso l'ombrellone dei suoi amici. Che fosse successo qualcosa? Sperò di no, e mentre lo guardava allontanarsi, non rendendosene conto, ordinò il suo terzo caffè della giornata.
Arrivato all'ombrellone invece, Harry trovò una gradita sorpresa che per qualche secondo lo distrasse dai pensieri che -da prima- stava facendo sul pittore francese. Trovò i suoi amici, con un pallone in mano. Avrebbero fatto una partita? Lo sperava davvero, amava la pallavolo.. Si avvicinò a loro sorridente, ed una volta lì 'si gioca?' chiese, unendo insieme le mani come se stesse per mettersi a pregare. Liam annuì, spostandosi intanto dalla posizione in cui era e andando vicino a Zayn e Niall, facendo passare le braccia sulle loro spalle.
-"Faremo femmine contro maschi"- lo avvisò -"ci stai?"- ci stava? Era praticamente già sul campo da gioco! Annuì subito, sfilandosi le ciabatte -che ancora aveva al piede- ed iniziando a fare strani movimenti con il corpo, (cercava di riscaldarsi) avviandosi poi verso il campo. Fortunatamente Zayn venne a salvarlo dopo qualche secondo, da quella specie di strana danza ridicolizzante alla quale il riccio si stava sopponendo di sua spontanea volontà e lo tirò via, verso un lato del campo. E fu lì, mentre Zayn chiamava le ragazze, che Harry lo vide. Era al bar con una tazza di caffè avanti. Doveva invitarlo a giocare? Sarebbe stato corretto, e poi così i suoi amici avrebbero potuto conoscerlo..senza pensarci una volta di troppo, si diresse al bar. Entrò dentro e andò diretto da lui, poggiandogli un mano sulla spalla.
Louis era troppo perso nei propri pensieri per rendersi di conto di cosa stava per succedere, e al sentire un qualcosa di caldo sulla propria pelle saltò in aria, notando solo dopo il ragazzo che ora si stava contorcendo dalle risate.
-"Ehi, non è divertente!"- cercò di difendersi lui, dandosi poi un contegno. Smesso di ridere, Harry si scusò. Solo allora notò che fosse in costume, e subito dopo notò un'altra cosa che già prima -anche se in modo diverso- aveva notato. Quel ragazzo era davvero bello. Sarà anche stato basso, sarà anche stato antipatico (con lui non lo era stato), ma era davvero un bel ragazzo. Restò a fissarlo qualche secondo di troppo forse, perché 'cosa c'è? Ho qualcosa in faccia?' sentì chiedere dalla sua voce stridula e subitò scattò, guardandolo e sentendosi colpevole di qualche reato.
-"Cosa..no!"- rispose subito Harry, scuotendo la testa imbarazzato. Era stato scoperto, accidenti. -"no, è che..stiamo per iniziare una partita di beach volley. ti..ti va di unirti?"- gli chiese subito, prima di darsi il tempo di cambiare idea. Louis studiò la sua espressione per qualche secondo, prima di sussurrare un flebile 'non so giocare', che causò un altrettanto flebile 'ohw..' da parte del riccio, che però si riprese subito.
-"Nemmeno io, in realtà."- disse, sorprendendo il francese. -"andiamo Lou, ci divertiremo. E ti farò conoscere gli altri!"-. Come poteva..come poteva dire di no a quello sguardo, quegli occhi? Era bravo a convincere le persone a fare quello che voleva, doveva dargliene atto. Sospirò dopo qualche secondo ed Harry sorrise, già consapevole del fatto che avesse vinto.
-"E va bene"- disse infatti Louis qualche istante dopo -"ci vengo"-.

-"Sicuro che i tuoi amici mi accetteranno in squadra?"- gli chiese Louis per la quarta volta, sulla strada per il campo. Sembrava davvero spaventato da loro, osservò Harry, ma non c'era nessun bisogno di esserlo! Ma non gli rispose. 'Tu non conosci le regole del beach volley, vero?' gli chiese invece, aspettandosi la risposta negativa che in effetti, ricevette.
-"Sta tranquillo"- cercò di rassicurarlo subito -"le regole sono proprio come la pallavolo, solo che invece i sei giocatori in squadra per parte di campo, ce ne sono due."-. Louis alzò subito il capo al sentire quelle parole, e sorrise. In realtà conosceva bene le regole del beach volley, ed era anche un discreto giocatore..ma ancor meglio, era un grande attore.
-"Oh, davvero?"- gli chiese, con aria ancora leggermente spaventata -"allora forse dovrebbe essere più facile."- provò, ben sapendo la risposta, che non tardò ad arrivare dal riccio.
-"No. non c'entra nulla. Le regole sono quasi uguali, fatta eccezione per qualcosa. In ogni caso, metticela tutta. Ok?"-
E il ragazzo annuì, mordendosi il labbro inferiore come un bambino che fa qualcosa per la prima volta. Appena arrivarono dal gruppo di amici di Harry però, Louis sentì nuovamente l'ansia e la paura salire. In fondo era un estraneo, in quel momento. Chi sa cosa avrebbero pensato di lui.. Ma si sorprese invece, quando si avvicinarono tutti salutando entrambi. Il primo fu un ragazzo decisamente carino, con la pelle leggermente scura. 'Ciao, sono Zayn' si presentò, stringendo la mano del francese. A ruota fecero lo stesso anche gli altri e scoprì così che la ragazza altissima che aveva visto poco prima si chiamava Eleanor, e da vicino era decisamente troppo alta. In quel momento, attorniato dagli amici del riccio, Louis si sentì per la prima volta -dopo tanto, troppo tempo- felice. Era con delle persone che sembravano meravigliose, e lui non si sentiva sbagliato, fuori posto, per una volta. Gli altri ripeterono un'ultima volta le regole -Harry aveva detto loro che Louis non le conosceva- e dopo aver finito si diressero tutti insieme verso il campo da gioco ormai vuoto.
-"Allora, ragazzi, io farò l'arbitro"- disse Zayn, mostrando un fischietto che aveva appeso al collo. Forse l'aveva comprato la sera precedente in qualche negozio sul Corso del Sole. Vide anche Niall avvicinarsi a lui, e subito dopo iniziarono a guardarlo. Forse stavano decidendo le squadre.. Notò il riccio ancora al proprio fianco, e per un attimo pensò fosse lì perché avrebbe fatto squadra con lui, ma..
-"Harry, tu sei in squadra con Eleanor, va a riscaldarti"- disse ancora Zayn, distruggendo tutti i sogni di Louis. Guardò poi proprio quest'ultimo, e 'tu farai squadra con Danielle, ok?' gli disse, sorridendogli incoraggiante. Per qualche secondo il francese restò immobile, guardando semplicemente avanti a se. Squadra con Danielle? La presunta ragazza di Harry? Beh, in realtà lo aveva solo baciato -e non ne era ancora nemmeno sicuro- ma era comunque 'il nemico', e poi avrebbe preferito fare squadra con Niall, piuttosto. Ma non era maschi contro femmine? Forse avevano cambiato idea all'ultimo secondo.. Perso tra i propri pensieri, non aveva visto Harry dirigersi al centro del campo accompagnato da quella Eleanor e da altre due ragazze -Perrie e Jade, se non ricordava male- che si guardavano sott'occhio come volessero uccidersi a vicenda quando avrebbero dovuto eessere compagne di squadra.
-"Buona fortuna, amore!"- sentì gridare all'improvviso. Si girò e vide Niall, mentre si agitava in direzione di Jade (forse, era questo il nome?). Andò allora a sedersi proprio di fianco a lui, salutandolo con un sorriso. Avrebbe anche lui voluto fare il tifo, ma non di certo per Jade! Finalmente la partita iniziò, ogni set sarebbe finito a 21 punti, come la pallavolo normale. L'unica differenza? Avrebbero cambiato spesso campo per via del sole, che quel giorno aveva deciso di battere come se volesse farli estinguere tutti. La prima a battere fu Perrie, la bionda con la ciocca azzurra -che Louis non aveva notato prima- che con un 'PALLA' urlato a pieni polmoni schiacciò, mandando quest'ultima dritta nel campo avversario, facendola cadere per terra e segnando così il primo punto del primo set.
-"Punto per la squadra due!"- urlò Zayn, dalla sua postazione di fianco al palo sinistro. Louis avrebbe tanto voluto alzarsi in piedi ed iniziare a gridare 'forza Harry, sei il migliore', ma decisamente non sarebbe stata una buona idea. Fece allora quello che gli riusciva meglio. Nell'attesa di scoprire la squadra vincente cacciò un foglietto ed una matita -che portava sempre dietro- dalla tasca ed iniziò a tracciare delle righe, che sarebbero poi diventate un ritratto di ciò che vedeva. Doveva alleviare l'agitazione, ma quando Harry segnò..
-"Bravo Haary, grande schiacciata! Sei il migliore!"- urlò. Si alzò perfino in piedi! E fu l'unico a farlo..ops. Quel gesto però, fece sorridere Harry, che da quel momento acquistò maggior fiducia in se stesso e nelle proprie capacità finendo con il vincere la partita. E mentre Niall corse a consolare Jade ("su, amore..vincerò io per te sta tranquilla!"), Harry andò a Louis.
-"Ehi, grazie per il supporto. E' merito tuo se ho vinto.."- a quelle parole il cuore di Louis perse un battito. Merito suo? Davvero? Ma non era vero per niente..lui aveva vinto con le sue mani, non con il proprio tifo! Non glielo disse, preferendo rispondere con un 'non ho fatto nulla di che, lo meritavi, sei bravo'.
-"Louis, tocca a te!"- eccolo Zayn, che lo cercava sempre quando era con Harry. Che lo facesse apposta? Urlò un 'arrivo' il francese, poi sorrise al riccio prima di iniziare a correre via, verso il campo. Ok, toccava a lui. Doveva vincere, per forza. Se lo avesse fatto avrebbe giocato contro di lui, e beh..da una parte era proprio quello che voleva. Battè l'altra squadra, per iniziare. Toccava a Liam, che tra parentesi non sembrava molto felice di dover stare lì. Ma l'apparenza inganna a volte, come si suol dire, e con quella battuta fece il primo punto. Iniziava male, decisamente..
Seconda battuta. 'Mia!' urlò Louis, buttandosi -anzi, lanciandosi- sulla sabbia. Riuscì a prendere la palla e passarla a Danielle, che la passò nuovamente a lui, che con una schiacciata degna di un giocatore della nazionale francese, fece punto. Rimasero tutti di sasso, prima di scoppiare in un fragoroso applauso. Harry saltò in piedi, ma non per copiare lui, bensì perché lo meritava. E meno male che non sapeva giocare, pensò. Ma quella performance da urlo non ebbe l'effetto desiderato, persero il primo set e al cambio di campo Harry si avvicinò al pittore;
-"Grande schiacciata, complimenti!"-. Louis sorrise, e 'solo fortuna' rispose, stringendosi nelle spalle. Guardò poi la propria compagna di squadra, e scusandosi si congedò dal riccio, avvicinandosi a lei per discutere riguardo alcuni accorgimenti che avrebbero fatto bene alla squadra, portandola -forse- addirittura alla vittoria. Iniziò il secondo set, e toccava proprio a Danielle battere palle. Si piegò per afferrarla dal lato del campo e seguendo la riga arrivò alla propria postazione. Si mise dritta ed alzò il braccio destro, quello con il quale teneva la palla. Con il sinistro invece fece un movimento perpendicolare al terreno e intanto mandò la palla in aria. Questa poi, fece un piccolo balzo prima di tornare giù ed essere colpiata dalla sua mano aperta. 'Palla!' urlò, mentre era ormai già in volo.finì dritta sulla sabbia del campo avversario, facendo esplodere altre grida, che non venivano solo dal gruppo. Una piccola folla si era radunata intorno al campo per osservare quei ragazzi giocare. Danielle sembrò rinata dopo quella battuta vincente, e quel nuovo tifo li portò a vincere -come voleva Louis- il secondo set. Harry fu tra i primi a complimentarsi per la vincita, ma passò da Danielle prima che da Louis, e la cosa lo fece ingelosire. Toccò poi -finalmente- a lui, e quando gli fu vicino gli battè una mano sulla spalla, un gesto eloquente: 'distanza'. Poco prima di riprendere la partita poi, vide ancora Harry avvicinarsi, con un bicchiere di acqua in mano, proprio a Danielle. Allora era un vizio! Sbuffò e chiuse er qualche secondo gli occhi, riprendoli solo per guardare avanti a se e andare dritto al campo da gioco. Fece mettere ancora Danielle dietro, alla battuta -anche se toccava alla squadra avversaria- perché aveva capito quanto poteva rendere nelle retrovie. Poco prima di battere per l'ultimo set poi, Niall si vvicinò al pubblico, facendo segno a Jade -la sua ragazza- di avvicinari. La baciò, come 'portafortuna', e tornò in campo non notando la appena accennata smorfia da parte di Zayn. Chi invece si fece trasportare dai pensieri, fu come al solito Louis che si perse ad immaginare lui fare la stessa cosa fatta dal biondo. Con chi? Nemmeno da dirlo. Trasalì dopo qualche secondo, quando sentì delle urla provenire da lontano che lo richiamarono all'attenti. Niall aveva appena segnato, e la colpa era stata proprio dei suoi sogni ad occhi aperti!
-"Louis!"- sentì improvvisamente, urlato con voce stizzita. Si girò, e 'scusa, Danielle' le disse, sinceramente dispiaciuto. Basta sogni ad occhi aperti, doveva vincere assolutamete. E dovette combattere con tutte le proprie forza per non ricadere nella trappola che sono i suoi pensieri, ma fortunatamente ce la fece. Certo, Danielle a la sua prontezza aiutarono molto, ma tutto sommato se la cavarono egregiamente. Poi toccò proprio a lui battere..prese la palla e andò verso la postazione, lanciando uno sguardo alla squadra avversaria. Quei due sembravano troppo tranquilli..doveva forse offendersi? Non lo reputavano abbastanza all'altezza per batterli? Certo, stavano vincendo, ma -come aveva imparato prima- l'apparenza inganna. E questa volta fu il loro turno di essere ingannati, prché Louis con la sua battuta fece punto. La partita finì qualche minuto dopo, con la vittoria schiacciante -nessuno lo avrebbe mai detto- di Louis e Danielle. Ventuno a quindici, questo il risultato. Il francese era decisamente soddisfatto di questa vittoria, non tanto per la vincita quanto perché avrebbe giocato contro Harry. Proprio quello che voleva! Per la preparazione all'ultima partita, nessuno si avvicinò a nessuno. I tifosi ai propri poti, i giocatori nel campo a prepararsi. Harry e Louis non si guardarono quasi per nulla, al contrario di Eleanor che squadrò il francese per quasi tutto il temppo, e chi sa cosa aveva in mente, pensò perfino, Harry.

-"Va bene, le squadre in posizione!"- disse dopo dieci minuti Zayn, riprendendo il comando della situazione. Subito le squadre si posizionarono nella loro formazione migliore e solo allora, Harry lanciò un'occhiata a Louis, il quale stava sorridendo anche se non nella sua direzione.. Il ricciò piegò leggermente la testa come fosse un cane che segue qualcosa attentamente, poi lo vide girarsi verso di se ed avvicinarsi addirittura. Si rimise dritto, senza staccargli gli occhi di dosso. Cosa voleva?
-"Scusa per il time out"- disse subito il francese, facendo aggrottare le sopracciglia dell'altro. Time out? Lo aveva chiesto? Quando? Annuì, per non fare la figura dello scemo, e continuò a guardarlo in attesa che gli dicesse quello che gli voleva dire. "Ho una proposta" continuò infatti, facendo incuriosire sempre più Harry "se vinci tu, io andrò in giro per tutta Bibione in boxer, urlando che 'Harry Styles è il miglior giocatore del mondo'..".
-"E se perdo?"- chiese subito Harry, senza farlo nemmeno finire di parlare. Amava le sfide.
-"Se perdi"- riprese Louis tranquillamente, come se non fosse mai stato interrotto a lui. -"mi offrirai da bere una di queste sere"-. Harry non avrebbe mai, mai pensato i trattasse di un appuntamento, che poi..appuntamento non era. Era -sarebbe stato- un semplice incontro tra due amici. Uno dei quale gay, molto probabilmente infatuato dell'altro, sicuramente etero. Una semplice uscita tra due amici, appunto. Il riccio accettò la sfida, e Louis si sbrigò a stringere la mano che gli stava porgendo per sigillare l'accordo, prima che cambiasse idea. Tornò indietro poi, e prima di iniziare quell'ultimo scontrò lancò uno sguardo a Danielle, uno sguardo che urlava in ogni lingua conosciuta e sconosciuta; 'dobbiamo vincere'.
La partita iniziò, e con essa tutto il tifo della gente che ormai si era appassionata a quella sfida amichevole. Ma per Louis era molto di più, c'era in ballo un'uscita con Harry, insomma! Ma questo non bastò a dargli la carica necessaria. Il primo set finì, e loro persero.
Più grinta, più grinta, continuava a ripetersi Louis in testa e a Danielle. Dopo il cambio campo chiese di iniziare subito il secondo set, e fu accontentato.
E all'inizio, le cose parvero sistemarsi in suo favore..

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4 ***


~~Aveva perso. Aveva davvero perso, non poteva crederci! Non che fosse esattamente un campione della pallavolo, ma..davvero, non era così male! E poi, perché aveva perso? Perché era inciampato su una stupida lattina nascosta nella sabbia, tornata allo scoperto 'grazie' ai loro piedi. Ma qualcuno doveva averla gettata, per forza. Che gente invicile, davvero, avrebbe dovuto far ripetere tutta la partita perché..insomma, lui doveva, aveva..oh, al diavolo. Ormai era andata così, evidentemente non era destino che uscisse con quel riccio dagli occhi verde prato. Ed eccoli proprio lì, per l'appunto, quei due occhi. Lo stavano fissando dal lato opposto della rete. 'Starai di certo gongolando, vero?' pensò Louis, costringendosi a sorridere. Si avvicinò poi per porgergli la mano, a lui e ad Eleanor, in un gesto gentile.
-"Oh, a quanto pare hai vinto"- riuscì poi a dirgli, sbuffando impercettibilmente ma facendosi sentire comunque da Harry che rise leggermente, sotto i baffi. Louis lo vide ed aggrottò le sopracciglia. Oltre al danno la beffa, quindi? Fantastico, davvero. Lo avrebbe volentieri preso a botte, lui e quel sorriso beffardo che ora gli brillava sul viso! Ma non lo avrebbe mai fatto per davvero, però. Tutto quello che fece invece, fu avvicinarsi e piazzargli un pizzico ben assestato sul fianco destro. Ecco, ben gli stava! Harry urlò e si allontanò a tutta velocità, iniziando a ridere e guardarlo come volesse ucciderlo al tempo stesso. Era una cosa possibile? 'Louis!' urlò 'non farlo mai più!'.
-"E tu non battermi più a pallavolo!"- gli rispose allora lui con tono da bimbo offeso. Si perché era così che si sentiva, un bimbo che era stato offeso. Che non aveva ottenuto quello che voleva. Ma lo voleva ancora, ora anche di più! Harry ridacchiò leggermente, lasciandosi però sentire. Cosa che irritò ancora di più il pittore.
-"Ehi, non vorrai tirarti indietro riguaro la scommessa ora, vero?"- disse il riccio, trattenendo a stento le risate. Quel ragazzo era troppo scaltro, per i suoi gusti. Se la stava godendo, vero? Rideva delle sue disavventure. Si prendeva gioco deliberatamente di lui!
-"Io non mi tiro affatto indietro!"- rispose Louis, stizzito. Cosa stava insinuando, quello lì? -si, ora era 'quello lì'- che non era coraggioso? Ah, non lo conosceva. Non lo conosceva proprio. -"io mantengo sempre le mie promesse!"- concluse Louis, incrociando le braccia al petto.
-"Va bene"- annuì Harry -"allora su, vediamo"-. Lo stava sfidando, certo che lo stava facendo. Ma poi lo sorprese, continuando.. -"voglio vedere dove mi porterai.."-. Louis lo guardò a bocca aperta per qualche secondo. Aveva sentito bene? Lui aveva detto..ma aveva vinto! La scommessa era che se lui iavesse perso, avrebbe..ma 'allora?' chiese di nuovo Harry, risvegliando Louis dai propri sogni ad occhi aperti.
-"Cos..si, si ti farò vedere..credo..io..ti farò sapere dove, ok?"- era confuso. Decisamente. Non capiva il motivo del suo comportamento, ma per una volta che la fortuna sembrava dalla sua parte, perché sfidarla?

Presto il campo da gioco si svuotò, e ognuno tornò alle proprie faccende. Tutti compreso il folto gruppo, che dopo i dovuto festeggiamenti per la squadra vincente corse a rinfrescarsi in acqua. L'aria era davvero afosa, quel giorno..ed era strano dato che la notte aveva piovuto. Louis stava anche lui per andarsene, ma Harry gli fece segno di seguirlo e lo fece, raggiungendolo sotto l'ombrellone. Ed il francese lo fece volentieri, perché doveva chiederglielo, doveva sapere..
-"Perché?"- chiese infatti subito, senza nemeno sedersi, cosa che Harry invece fece praticamente subito. Rise poi, capendo all'istante la domanda ed abbassò lo sguardò sulla sabbia, allungando la mano destra prenderne un po'. Gli scivolò tra le dita, e quando si ritrovò con la mano vuota alzò lo sguardo a lui, guardandolo e stringendosi nelle spalle.
-"Non mi va di vederti correre per le strade in boxer. Potrebbero rinchiuderti in qualche manicomio, ammesso che qui ce ne siamo."- si difese lui, scoppiando poi a ridere. E non era nemmeno una bugia, quella. Era una mezza verità, ecco. Davvero non gli andava di vederlo correre in boxer per le strade con quel freddo che tirava, ma era anche curioso del fatto che volesse portarlo fuori a bere. Perché? -"e poi sono io ad aver vinto, in ogni caso"- continuò dopo un po', rialzandosi in piedi -"ed io dico che voglio che mi porti fuori a bere, per festeggiare. Cioè, per festeggiarmi, visto che tu sei un perdente!"- ci tenne ad aggiungere, guardando il ragazzo -che ora lo stava squadrando con sguardo omicida- con espressione divertita. Si, ne sarebbero successe delle belle, ad uscire con lui, decisamente. Poi però divenne serio, e Louis quasi si spaventò. Stava per chiedergli cosa fosse successo così all'improvviso, ma non ce ne fu bisogno, perché;
-"Comunque sono felice, di aver vinto."- disse ancora Harry, girando ora lo sguardo verso il mare. Non voleva guardarlo? -"ero spaventato, quando mi hai proposto quella scommessa. Mi sono detto: 'ehi, non posso perdere. E se vedo che sto per farlo, allora devo fare qualcosa. Che sia anche di brutto', e.."-
-"Aspetta"- lo bloccò però subito Louis, guardandolo sconvolto -"non vorrai dirmi che quella lattina.."-
-"Cosa..no! Non sarei mai arrivato a tanto. E poi come avrei potuto mettere quella lattina lì se stavo giocando? Andiamo, ragiona.."- rispose subito il riccio, ridendo appena per la stupidaggine che aveva appena detto il ragazzo al suo fianco. -"la verità era che non volevo fare una brutta figura davanti ai miei amici, e a te.."- rivelò finalmente Harry, lasciandosi cadere e finendo quasi steso sull'asciugamano.
-"Sono un ragazzo molto timido, senza molto amici come puoi vedere.."- e Louis stava per ribattere, ma Harry lo bloccò -"lo so, ma non sono amici amici. Nessuno di loro mi conosce a fondo..per questo cerco sempre di dare il meglio. Far vedere che sono capace di tutto, o quasi.. Non avrei mai potuto perdere, oggi..ma al tempo stesso mi avrebbe fatto piacere uscire a bere qualcosa con te, un nuovo amico. Capisci l'importanza che può avere una persona per me?"-. Louis sentì qualcosa crescere dentro di se, era compassione. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma non poteva farlo così, all'improvviso. Così gli sorrise, poggiandogli una mano alla meglio sulla spalla e scosse il capo come a dire 'basta, ora basta parlare'.
-"Sei stato un grande avversario, Harry. Avresti vinto anche se non ce l'avessi messa tutta."- e lo pensava davvero. Harry era un giocatore fantastico, poi era altissimo, il che non guastava affatto. L'altro lo ringraziò, arrossendo leggermente. Si, le persone timide erano proprio così..tremendamente adorabili. Anche Louis sorrise, intenerito, e stavolta non pot resistere. Fece passare un braccio sulla sua spalla in una specie di abbraccio, senza però stringerlo. Piegò poi leggermente il viso per guardarlo, in quella posizione sembrava lui quello alto. Quasi gli venne da ridere..quel pensiero era semplicemente assurdo. Lui alto? In quale vita passata?
-"Domani sera alle sette in spiaggia, può andare bene? Potremmo andare a cena, invece che bere solo qualcosa..mh? Così mi parli ancora un po' della tua timidezza. Cosa ne dici?"-. Harry quasi scoppiò a ridere. Era davvero interessato a conoscere i segreti di un povero ragazzino idiota spaventato dal mondo? A giudicare dalla sua espressione tremendamente seria, si..lo era. Smise di ridere -quella risata quasi di scherno- e lo guardò annuendo. 'Si' rispose allora, sorridendogli ora quasi riconoscente 'andrà benissimo'.

La sera dopo Harry iniziò a prepararsi per l'appuntamento con Louis intorno alle cinque. Sembrava una ragazzina che doveva uscire con il suo fidanzato, ma in realtà era solo un ragazzo che doveva uscire per un giro con un suo amico. Eppure era nervoso perché -come aveva detto a Louis il giorno prima- lui non aveva molti amici e la gente non era quasi mai contenta di passare il tempo con lui, dopo un po'. Ecco perché, ora che aveva il francese come amico, non voleva perderlo assolutamente. Perrie ed Eleanor erano in casa con lui, lo aiutavano a prepararsi e nel metre cucinavano per gli altri che erano ancora in spiaggia 'a fare i bambini', come spesso diceva Liam. Era per queste piccole cose che lui era considerato quello più maturo, quello di cui tutti avevano 'paura' quando si trattava di fare qualche stupidata tipo fumarsi una canna. Se Liam lo proibiva, non lo facevano. Era il "capo", in un certo senso. Harry voleva bene a Liam, si sentiva più vicino a lui che a chiunque altro del gruppo, anche se tutti avrebbero detto fosse più vicino a Niall. Certo, anche lui era importante. E poi andiamo, chi non voleva bene a Niall? Ma no, Liam per lui era una specie di fratello maggiore, solo che non glielo aveva mai detto. Forse avrebbe dovuto farlo, prima o poi..
-"Ehi Haz. Stai molto bene!"- Perrie lo distrasse da quei pensieri, passandogli di fianco mentre sistemava il colletto della camicia. Davvero stava bene? Lui si vedeva solo molto ridicolo con quei jeans neri leggermente consumati sulle ginocchia e quella camicia bianca che sembrava troppo piccola per lui. Si vedeva la forma di ogni singola parte del suo petto. Non che fosse grasso o cosa, solo..si vergognava. Si sentiva quasi nudo..ma sorrise ugualmente, ringraziando l'amica prima di correre in bagno a lavare i denti e sistemare -o almeno provare a farlo- i capelli.

Louis invece stava avendo qualche difficoltà. Certo, vivere in una roulotte poteva anche essere definito 'figo' dai più, ma fare una doccia lì dentro? Una vera tortura..
Dopo qualche minuto in più per cercare di uscire vivo da lì dentro andò a vestirsi sul fondo, dove aveva il secondo tavolino. Dio, doveva proprio cambiare posto. Aveva pensato di prendere una stanza in qualche albergo, in realtà..o meglio, una casetta in affitto per il periodo lavorativo. Ma avrebbe lavorato per pagarla, e non gli sarebbe affatto convenuto. Con questi pensieri finì di vestirsi, e tornato in cucina prese una sigaretta dal pacchetto che aveva lascito di fianco al lavello quando era tornato a casa. Marlboro gold, le migliori sigarette in assoluto. Cambiare marca era stata la scelta più saggia, decisamente. La accese e fece il primo tiro, andando a sedersi. Subito Princess gli fu accanto, e con un miagolio gli fece intendere di voler essere accarezzata. Amava quella gattina, non sarebbe mai riuscito a vivere senza di lei. Le sorrise e portò subito la mano libera alla sua testolina, accarezzandola dolcemente. Lei si piegò come sempre, facendo in modo che la mano del pittore passasse per bene ed interamente sul suo corpo. 'Ti piacciono le coccole, vero piccina?' ma ovviamente la gatta non rispose, continuando a fare strani movimenti e piegarsi, cercando di ricevere più coccole possibili. Quando dopo un po' Louis lanciò uno sguardò all'orologio, scoprì di essere in ritardo. Accidenti a lui ed alle sigarette! Aveva finito con il fumarne tre, avrebbe dovuto seriamente pensare di smettere.
Non lo avrebbe mai fatto, ma gli piaceva pensarlo. E con questi pensieri si avviò -di corsa- verso la spiaggia. Arrivò per primo, almeno così credeva, e nell'attesa -nemmeno a dirlo- si accese un'altra sigaretta. Fu solo in quel momento che si accorse che qualcuno lo stava guardando, e quel qualcuno era Harry.
-"Tu fumi?"- gli chiese, prima ancora di salutarlo. Louis annuì e 'ciao, Har' lo salutò con un diminutivo a cui aveva appena pensato.
-"Oh, si ciao..scusa, è che..non lo sapevo"- disse il riccio, ancora sconvolto. Ma insomma, non era mica un assassino? Cosa c'era da essere così sconvolti da una cosa simile? Ma non fece commenti, e cercando di mostrarsi sorridente gli indicò la loro destra. 'Andiamo?' gli disse, Harry annuì. Mentre camminavano, il pittore si perse per qualche secondo a guardare il riccio al suo fianco. Portava dei skinny jeans scuri ed una camicia bianca, la vedeva quando la lunga giacca nera si spostava ad ogni passo. Ai piedi aveva dei mocassini e i capelli, i capelli erano così ricci. Ci passava spesso le dita attraverso, ma non si scompigliavano mai, riprendevano sempre la loro solita forma. Come faceva? Fortunatamente non si accorse degli occhi di Louis su di se, altrimenti sarebbe stato imbarazzante, per lui, spiegare perché mai lo stava guardando in quella maniera.
Percorsero un tragitto abbastanza lungo, prima di arrivare nel posto in cui Louis aveva deciso di portarlo. Un ristorante che si trovava sul Corso del Sole, la via principale di Bibione, il 'CA BIANCA'. Era per lo più pzzeria, ma su richiesta facevano anche altri piatti. E lì tutti conoscevano Louis a quanto pareva, visto come vennero accolti. Un coro di "'ehi' 'Lou' 'il solito tavolo?'" gli fece da tappeto rosso mentre entravano, ed Harry i sentì quasi importante. Era come essere a cena con una celebrità, no? Sorrise a tutti, salutando con un cenno del capo. Sentì appena Louis che diceva 'un tavolo per due', perché troppo perso a guardarsi intorno. Quel posto era davvero molto bello, molto alla Louis. Aveva i tavolini all'estero e qualcuno all'interno, ma oltre a quelli aveva anche una specie di terrazzo esterno sul retro. C'erano cinque o sei tavolini, forse qualcuno di meno. E proprio lì, fecero sedere i due ragazzi. Harry non smise di guardarsi intorno esterrefatto nemmeno per un secondo. Anzi, il suo stupore aumentò quando notò, da dove erano seduti loro, altri tavolini al piano di sotto. Ma quel posto era immenso?
-"Ma è grandissimo"- non potè fare a meno di dirlo, e Louis non potè fare a meno di ridere mentre annuiva. Harry si sentì in imbarazzo, che figura che aveva fatto..ma cosa poteva farci? Quello era nuovo per lui, non era abituato a cose così sfarzose! Già per lui andare nella piccola pizzeria del suo paesino era un lusso, figuriamoci questo!
-"Cucinano molto bene"- gli venne in soccorso Louis, e lui gliene fu molto grato. Annuì pensieroso ed agguantò un menù, cosa avrebbe potuto prendere? Era in Italia, in un ristorante..beh, la pizza! No? Oppure la pasta..oh, era così indeciso. Guardò poi il ragazzo di fronte a se.
-"Ehi, Lou. Tu cosa prendi di solito?"- ma invece di ricevere una normale risposta da lui, quello che il riccio ricevette furono risate. Ma insomma, come si faceva a ridere per una domanda del genere? Era forse impazzito? Aggrottò le sopracciglia continuando però a guardarlo, stava ancora aspettando la risposta, e 'pizza' rispose lui, non smettendo di sghignazzare. Ma cosa diavolo aveva, da ridere? Si chiese ad un certo punto Harry, guardandolo ancora senza riuscire a capire. Quando Louis si accorse che l'altro non stava affatto ridendo come lui si bloccò, tossendo come per sscacciare via l'imbarazzo di quell'improvvisa risata.
-"E' che a me..piace la pista con sopra la pasta.."- gli spiegò per bene il francese, guardando ovunue tranne che verso il suo viso ed arrossendo, ben consapevole di quanto fosse assurdo ttto quello. Insomma, chi mangiava pizza e pasta? Solo lui in tutto l'universo, forse! Ma al contrario di quanto si aspettava, Harry non rise. Al contrario sorrise, lasciando scorrere ancora gli occhi sul menù.
-"Sono sicuro che sia molto gustoso come piatto, ma prenderò una pizza ai uattro formaggi, per questa volta."- era la prima volta che qualcuno non rideva e non lo prendeva in giro per i suoi strani gusti. Quel ragazzo era sempre più sconvolgente.. Louis gli sorrise grato ed annuì, facendo poi un cenno al cameriere per farlo avvicinare, ed ordinare così i loro piatti.

Dopo cena -pagò Louis, con tanto di proteste da parte di Harry- decisero di tornare verso la spiaggia, perché in realtà non avevano altra meta. Ma appena fuori del ristorante, qualcosa attirò l'attenzione di Harry. Seguendo il suo sguardo, il francese capì che si tratta del 'Gasoline', un locale proprio di fronte al ristorante. Lì avrebbero finalmente potuto prendere quel famoso 'qualcosa da bere', e Louis lo propose immediatamente ad Harry, che accettò volentieri..ma con una condizione.
-"Prima.."- propose Harry, indicando un punto alle loro spalle. Cosa..cosa voleva fare? Louis girò il viso, e..davvero? Voleva..
-"Vuoi prenderlo, Harry?"- gli chiese subito, quasi incredulo. Lo immaginava lì su a ridere, mentre guidava..magari facendo una gara contro d lui. Scosse poi il capo, facendo segno al ragazzo di seguirlo. Se voleva il risciò, lui avrebbe pagato per fargli fare un giro sul risciò.

E mentre loro si avviavano al negozio, il gruppo di amici di Harry si avviava ad uscire. Chi tra loro però, non era felice di farlo, era Danielle che non capiva 'come aveva potuto Harry, uscire da solo senza di loro'.
-"Andiamo, ha un nuovo amico. Ne aveva tuto il diritto!"- cercò di farla ragionare Liam, senza successo. Era gelosa marcia, di quel francese. Anche se era bravo a giocare a beach volley ma non tanto da farla vincere. E se agli altri piaceva. E se era un bravo ragazzo. E se disegnava..oh, insomma. Era gelosa di Harry, va bene? E non le importava nulla. Per quella sera, sarebbe stata gelosa. Nonostante gli altri avessero deciso di andare al luna park, quella sera..
Luna park? Accidenti, Niall ne aveva il terrore. Quando era piccolo, -avrà avuto cinque anni, ma lo ricorda ancora ora- era andato a festeggiare il compleanno di un suo amichetto di scuola in un luna park da festa di paese lì in Irlanda. Ma non era una festa di paese qualunque, era San Patrizio. Insomma, erano lì che si divertivano, quando il biondo si trovò a passare con due amici di fianco una giostra che ruotava velocemente di cui non sapeva il nome. Ed era lì lì per chiederlo ai suoi amici, quando venne completamente investito da qualcosa che lo coprì da capo a piedi. Subito gli amici si allontanarono da lui -miracolosamente illesi- e quando uno sgradevole odore arrivò al suo naso e fino al cervello, capì da cosa era stato coperto.
Ad ogni modo, li seguì. Non poteva certo restare a casa da solo! E poi sapeva che Jade, la sua ragazza, li adorava. Non poteva certo deluderla! Andò quindi a finire di prepararsi mentre Danielle e Liam gli passavano di fianco, andando a chiudersi in camera a scegliere i vestiti. In realtà dovevano finire di parlare, e non potevano farlo di fronte agli altri..
-"Non mi importa, chiaro?"- continuò Danielle, incrociando le braccia al petto. Si lasciò cadere sul letto poi, sbuffando e girandosi a guardare l'amico. -"anche se è un ragazzo, ne sono gelosa. Perché non posso tenerlo sott'occhio, come vorrei"- e Liam la capiva, certo che la capiva. Annuì e si sedette al suo fianco, poggiandole una mano sulla spalla.
-"Ascoltami, so come ti senti. Ok? Ma io cosa dovrei dire allora, mh?"- lei si girò a guardarlo, segno che lo stava ascoltando. Qualcuno era già sceso intanto, tranne Niall che era ancora in bagno e Zayn, che stava correndo in giro per cercare il portafoglio. Fu proprio in quel momento che passò fuori una stanza, -non sapeva chi ci fosse dentro- e 'io che devo stare a guardare Zayn che le fa tutte, senza potergli dire quanto in realtà mi piace' sentì. Stavano parlando di lui? Drizzò le orecchie, ed aggrottò le sopracciglia. Non aveva notato chi era già sceso..qualcuno era cotto di lui? E lui non se ne era..
-"Lo so, Liam..ma.."- ma oltre a questo, Zayn non sentì più nulla. Si gelò sul posto, e nemmeno quando Niall uscì dal bagno -'amico, che fai qui? Andiamo!'- riuscì a muoversi. Liam? Liam, il suo migliore amico, era cotto di lui? Da quanto tempo? Perché non se ne era reso conto, ma soprattutto..cosa avrebbe potuto fare, ora? Poteva entrare nella stanza e farsi scoprire, o..ma quando sentì lo scatto della maniglia corse in salotto, fingendo di prendere qualcosa dal tavolo.
-"Il portafoglio, lo avevo dimenticato.."- si giustificò -un po' troppo velocemente- con i due ragazzi appena usciti dalla stanza e con un sorriso scappò via, chiudendosi anche la porta alle spalle senza aspettarli. Gli altri due si guardarono confusi prima di seguirlo e chiudere la porta con il secondo mazzo di chiavi che era sul mobile, non immaginando minimamente cosa fosse capitato al loro amico.

Harry e Louis infine, presero il risciò. Due ore, fino alle 23 per un totale di 18 euro da pagare al ritorno. All'insaputa di Harry però, Louis pagò prima di partire e così per tutto il viaggiò continuò a dire 'questo lo pago io, questo lo pago io' senza sapere che in realtà stava già viaggiando gratis. Per farsi perdonare, sempre senza rivelargli la verità, il francese permise all'altro di guidare. Ma appena furono sulla strada, se ne pentì. Quel ragazzo era troppo attento, guidava decisamente meglio di lui, doveva ammetterlo, ma era lento. Troppo. Dopo qualche minuto il pittore iniziò a prenderlo in gir con frasi tipo 'c'è un bambino!' oppure 'occhio, il gatto!' facendolo spaventare ogni volta e facendogli perfino perdere il controllo del veicolo di tanto in tanto: -"Louis, vuoi ammazzarci per caso?!"-. Un'ora dopo il riccio si fermò in mezzo la strada. Scese, e 'Louis, ora guidi tu!' gli disse stizzito, facendo scoppiare a ridere l'altro ragazzo che corse alla guida. Finalmente poteva sfoggiare tutta la sua bravura, non vedeva l'ora!
Era un risciò a pedali, quindi uno di quelli che tutti potevano prendere, anche i bambini. Ma a Louis Tomlinson avrebbero dovuto vietarlo. Avrebbero dovuto vietargli di prendere anche una semplice bicicletta! Questo pensò Harry quando, con quella macchinetta sotto i piedi, Louis schivò un pedone per la quarta volta. Era un pazzo, alla guida. Senza nessun dubbio. Doveva ricordarsi di non accettare nessun tipo di passaggio in macchina o in triciclo addirittura, da lui, in futuro! Continuò a guardarlo di sottecchi per tutto il restante del viaggio, riuscendo solo a notare quanto tranquillo sembrasse mentre era lì.
Non una sola emozione traspariva dal suo viso, così sereno..
-"Per caso facevi il pilota?"- gli chiese poi dopo un po', improvvisamente. Ma invece di ricevere una risposta dall'altro, ricevette una risata. Ma cosa aveva da ridere? Lui era serio!
-"Ehi, non ridere, guarda che ero serio!"- disse allora il riccio, incrociando le braccia al petto. L'altro lo guardò ancora divertito, poi piegò il viso verso il suo e scosse il capo. 'No' disse 'non credo di essere portato per quello sport, troppo pericoloso'. Come se a lui il pericolo lo spaventasse, visto come guidava, avrebbe voluto dirgli, ma non disse nulla alla fine e si limitò a girare il viso in avanti, seguendo la strada con gli occhi ed aiutandolo a pedalare. Alle 23 tornarono nella rimessa, ripresero i documenti lasciati prima di partire e quando Harry fece per pagare;
-"Ha già pagato l'altro ragazzo, prima che andaste via"- lo avvertì il commesso. Inutile spiegare la faccia del riccio in quel momento. Era furibondo! Aveva pagato tutto lui..c'era qualcosa che sarebbe riuscito a pagare? Ma gli passò di mente il pensiero, quando rivide il locale di poco prima ancora aperto. Potevano andare a bere qualcosa lì..lo indicò infatti a Louis che acconsentì subito, ed Harry ne fu felice. Era contento di poter passare ancora un po' di tempo in sua compagnia, si stava davvero divertendo, come se lo conoscesse da sempre e non da pochi giorni!
Una volta nel bar, Louis mandò Harry a cercare un tavolo mentre lui avrebbe ordinato.
-"Cosa prendi?"- gli chiese, e 'una coca cola' rispose lui, che non amava l'alcool 'ma non provare a pagare anche stavolta, o giuro che ti prendo a pugni!'. E tra le risate suscitate dalle parole del riccio, Louis si allontanò verso il bancone con in testa un solo pensiero; quel ragazzo iniziava a piacergli. Dopo dieci minuti il francese andò al tavolo con le bibite fresche. Non era stato difficile trovare Harry, i suoi capelli sarebbero stati riconoscibili anche in una folla immensa. Posò la coca cola di fronte a lui e la propria bibita di fronte a se poi si sedette, lanciandogli uno sguardo.
-"Come mai la coca cola?"- gli chiese, incuriosito dal fatto che il ragazzo non bevesse. E si, non era affar suo, ma lui voleva saperlo per poterlo conoscere meglio..conoscere i suoi gusti in modo da rendersi conto fin dove poteva spingersi con lui.
-"Non mi piace l'alcool"- spiegò lui, semplicemente -"è troppo forte, poi non mi piace la sensazione che si sente quando si è ubriachi.."- a questo punto Louis aggrottò le sopracciglia. Se parlava così voleva dire che almeno una volta si era ubriacato..fece allora un sorriso sghembo, e 'ehi, ricciolo, non vorrai farmi credere di esser stato un cattivo ragazzo, in passato?' gli chiese, spingendolo scherzosamente con il gomito. Al contrario di quanto si aspettava però, Harry arrossì ed abbassò il capo, annuendo lentamente. Cosa? Era vero? Questa non voleva perdersela davvero!
-"Cosa? Sei serio? Devi raccontarmi tutto, lo sai vero?"- disse allora Louis, ridendo ora ed avvicinando la sedia a lui. Il riccio sospirò, ed iniziò il suo racconto.

Gli amici invece erano, intanto, arrivati al luna park. Niall ultimo della fila che cercava ancora di escogitare un metodo per scappare. Liam notò il suo comportamento, ma c'era qualcos'altro che al momento stava catturando tutta la sua attenzione, e quel qualcosa era Zayn. Da quando erano usciti di casa era stranamente taciturno, e non una volta si era avvicinato a Liam, cosa che invece -quando erano fuori- faceva sempre. Questa cosa turbò il ragazzo che, dopo quasi una mezz'ora passata a chiedersi cosa fare, decise di avvicinarsi a lui per chiedergli qualche spiegazione.
Zayn, dal canto suo, quasi saltò in aria quando notò Liam al proprio fianco, e cercando di essere il più naturale possibile gli sorrise, poggiandogli il gomito sul braccio. Poi, come un lampo, gli tornò in mente ciò che aveva sentito poco prima e come se il suo braccio fosse stato attraversato da una scossa elettrica, si allontanò, cercando sempre di non essere troppo brutale. L'amico però se ne accorse e un lampo di tristezza gli attraversò gli occhi. Cosa gli stava succedendo?
-"Ehi, Zay..tutto ok?"- chiese Liam, con un tono di voce decisamente abbattuto. Non voleva sembrare così triste, ma..come poteva non esserlo? Il pakistano lo guardò appena e si strinse nelle spalle, annuendo. Chiaramente qualcosa non andava..Zayn non si era mai comportato così con lui. Avrebbe davvero voluto scoprirlo, Liam, ma..non in quel momento. In quel momento voleva solo sprofondare..
Senza aggiungere una parola si allontanò da Zayn, tornando alla propria posizione iniziale al fianco di Danielle. Zayn lo vide, e fece per allungare la mano destra come per chiamarlo..ma se la ritirò quasi subito, sospirando e tornando a guardare avanti, verso i propri piedi. Si stava comportando male con Liam, lo sapeva..ma cosa avrebbe potuto fare? Si sentiva strano, confuso. Liam cotto di lui..non poteva essere vero. Insomma, erano due uomini, due uomini non potevano amarsi, no? Era quello che suo padre gli diceva sempre; 'Zayn, a Londra sono strani. Non prendere le loro mode, sono sbagliate ed immorali'. Questo faceva parte delle cose 'immorali' che intendeva suo padre? Sicuramente si, lui non sarebbe mai stato d'accordo. Però..però lui non ci vedeva nulla di catastrofico nell'amare qualcuno del proprio sesso, e allora perché ora che si trattava di lui si comportava come un perfetto idiota? Restò a pensarci su qualche secondo, doeva almeno farsi perdonare da Liam per il comportamento che stava tenendo con lui. Cotta o non cotta, era pur sempre il suo migliore amico!

-"Beh, Harry, non ti facevo così birbante!"- al bar invece, i due ragazzi erano entrati nel vivo della serata. Harry aveva appena concluso il suo entusiasmante racconto che aveva decisamente incollato Louis alla sedia. E chi se lo sarebbe aspettato tutto quello, dal riccio! -"e infine, con quella ragazza?"- chiese ancora Louis, spingendosi leggermente in avanti sul tavolo e portando entrambe le mani sotto il proprio mento, intrecciandole insieme per tenerlo su. Harry alzò le spalle, senza rispondere. Bevve ancora un sorso di coca cola, e quando posò il bicchiere si alzò, mormorando un basso 'vado in bagno, torno tra un attimo'. Lì per lì Louis rimase immobile. Che avesse detto qualcosa di sbagliato? In attesa del riccio ordinò un secondo giro delle stesse bevande appena finite. Questo lo avrebbe offerto lui senza dubbio, per farsi perdonare.
Ma non bevvero mai quel secondo giro perché una volta fuori dal bagno, Harry volle andar via. Louis pagò ugualmente ciò che aveva preso lui, anche se non avevano consumato, ma non lo disse ad Harry, convinto di essere riuscito a pagare lui per intero questa volta. Durante il tragitto che fecero per tornare nel punto in cui si erano incontrati, Louis cercò più volte di parlare ad Harry per cercare di scoprire cosa gli fosse preso in pochi minuti. Prima di andare in bagno stava bene, no? Forse gli era arrivato un messaggio, forse una chiamata. O forse quel vecchio ricordo gli faceva ancora male..chi era quella ragazza? Questo non era proprio affar suo, Louis lo sapeva bene, ma non voleva vedere Harry stare in quello stato.
Non gli chiese niente alla fine, ma continuò a camminare al suo fianco..

Al luna park, Zayn stava combattendo contro il suo mostro interiore. Avrebbe voluto fermare Liam, parlargli..ma non ce la fece. Non poteva farlo..
E ancora l'immagine del padre che lo rimproverava per tutto gli comparve dinanzi agli occhi. Non poteva dire nulla a Liam, assolutamente. Doveva comportarsi come sempre, come se non sapesse niente. Prima però doveva farsi perdonare, ed era sicuro che se avesse proposto a Liam di restare inieme al luna park fino a tardi -tenendo conto di ciò che sapeva- l'altro sarebbe di certo stato felice di accettare!
E così fu. Togliendo Danielle che continuava a spintonarlo perché lui aveva preso paura da quel repentino cambiamento nel ragazzo, accettò di passare il resto della serata con lui quando -verso mezzanotte- gli altri decisero che volevano invece tornare a casa. Rimasti soli, i due ragazzi iniziarono a camminare, quando improvvisamente, il pakistano si girò vero l'altro.
-"Liam, credo di avere un problema.."- disse solo, guardandolo di profilo. Non aggiunse altro e Liam, ovviamente, non capì di cosa stesse parlando. Ma era il suo migliore amico, e non gli serviva un motivo, alla fine. Così si girò verso di lui;
-"Hai bisogno d'aiuto?"- Zayn alzò lo sguardo, guardandolo dritto negli occhi. Da quanto tempo non erano più accesi, sorridenti come sempre? Ed era colpa sua, aveva spento lui i suoi occhi? Forse si, forse no. Ma non potè, a questo punto, fare a meno di chiedersi mentre lo guardava sospirando: 'quanto sto facendo soffrire il mio migliore amico?'. E per un breve istante rimase fermo, immobile, a guardare il ragazzo di fianco a se. Come aveva potuto fargli tutto quello? E quanto altro male gli avrebbe fatto? Cercando di scacciare questi pensieri gli sorrise, afferrandolo dal braccio come faceva sempre. Una scarica elettrica gli attraversò la spina dorsale in pochi secondi ma non lo lasciò, sospirando e proseguendo lungo la strada. Ben presto, si ritrovarono di fronte la loro prima tappa: la casa stregata. Nessuno dei due sapeva cosa avrebbero trovato dentro, ma entrambi volevano andarci così si avvicinarono al botteghino, dove acquistarono due biglietti.
-"Pronto a fartela sotto?"- disse poi Zayn, appena si furono seduti nel loro vagoncino. Liam si girò a guardarlo, ma invece di rispondergli gli alzò il dito, facendo ridere l'altro a crepapelle. Ma quando furono dentro, il primo ad urlare -e per nulla, per un piccolo urlo in sottofondo- fu Zayn, urlo seguito immediatamente dalle risate di Liam che 'come godo, come..tu non immagini' continuò a ripetergli per i cinque minuti successivi facendo mettere il muso al povero ragazzo spaventato. Dopo la casa stregata, fu la volta degli autoscontri. Almeno così sarebbe dovuto essere, ma lungo la strada..
-"Zay, Zay..oddio guarda lì!"- con una voce estremamente infantile, Liam, urlando, indicò all'amico 'la pesca dell'oca', classico gioco da luna park. Si vinceva sempre qualcosa, certo, ma Zayn sapeva bene quanto quei giochi fossero truccati. Qualche anno prima aveva lavorato in un parco divertimenti, a Londra, e Dio solo sapeva quanta gente aveva fregato -nel senso buono della parola- con quei giochetti. Ma il viso di Liam urlava 'ti prego, ti prego' da ogni poro, e 'va bene, va bene' disse infine Zayn con un sospiro. Si avvicinò al bancone e posò su 20 euro. Se dovevano farlo, dovevano farlo per bene, no? Certo, questo penserebbe chiunque, la realtà però era che Zayn degli euro proprio non aveva ancora capito nulla. La sterlina era così facile da usare, ma che senso aveva questo euro? Liam provò a fargli capire che aveva leggermente esagerato nel dare tutti quei soldi alla signora, ma ormai era troppo taardi. Lei li aveva già incassati ed aveva passato la canna al ragazzo che ora era concentrato nell'impresa.
Dieci minuti e venti papere dopo, si allontanarono con un grande orso marrone del quale Liam si era innamorato a prima vista. 'Devo essere geloso?' aveva detto Zayn 'non è che poi diventa lui il tuo migliore amico?', ma Liam lo aveva guardato male, e lui aveva sorriso.

Decisero di tornare a casa quando ormai la lancetta piccola era sul due, mentre la grande era sul sei. Insomma, avevano fatto tardi. Ed erano quasi sotto il palazzo, quando, in lontananza, videro avanzare due ombre che si rivelarono poi essere Harry e Louis. Si salutarono e subito Zayn  Louis iniziarono a parlare. Harry rimase perplesso, il pakistano aveva fatto davvero una buona impressione sul pittore e viceversa. Doveva esserne geloso? No, si era già chiarito con se stesso. Louis era amico suo e anche di Zayn, non doveva essere possessivo. Si risvegliò dai propri pensieri quando poi si sentì chiamare dalla voce leggermente femminea proprio del suo amico che 'allora ci stai?' gli chiese, ma Harry aggrottò le sopracciglia. Ci stai? A cosa doveva stare?
-"Vogliono organizzare un falò sulla spiaggia"- gli venne in aiuto Liam -"per domani sera"-. Un falò la sera dopo? Tutti loro insieme ed anche Louis sulla spiaggia tutta la notte? Ci stava, certo che ci stava! Annuì all'istante, e dopo gli accordi si salutarono, con tante nuove aspettative per il giorno -ma soprattutto serata- dopo.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 5 pt. ***


~~CAPITOLO 5
Tutti i piani progettati la sera precedente, però, sparirono nell'esatto momento in cui, la mattina dopo, Zayn si svegliò con 39 e mezzo di febbre.
-"Ma come diamine hai fatto? In piena estate!"- Zayn guardò la sua amica multicolor -come chiamava lui Perrie- e le fece una smorfia come a dire 'non ti ci mettere anche tu'. Era buttato sul letto come fosse in fin di vita, ed erano tutti privi di toccarlo perché al minimo sfioramento era tutto un 'ahi, mi fai male'. Una vera lagna.
Si propose Harry come 'infermiere di turno', e scese a prima mattina per andare in farmacia -leggermente distante da casa loro- a prendergli le medicine. Serviva l'aspirina, la tachipirina, un termometro -perché loro si erano basati solo sul "calore" delle proprie bocche- e infine una coperta, perché in quella casa non ne avevano abbastanza. Al ritornò pensò di fare il giro largo, passando da casa del pittore..ma se lo avesse infastidito? Erano pur sempre le otto di mattina. Rinunciò, tornando diretto a casa, l'amico aveva più bisogno di lui in quel momento.

Quello che Harry non poteva sapere, era che Louis era già sveglio. E per forza, con una gatta che passa la sua intera esistenza a cercare cibo di qualsiasi tipo, non c'è da stupirsi che alle otto del mattino sia già bello che attivo! Proprio in quel momento decise di uscire di casa, non si sa mai avesse fatto qualche incontro interessante..
L'unico incontro che fece però, fu con la ragazza della gelateria in cui prendeva sempre una coppetta allo yoghurt la sera dopo il lavoro. Quella ragazza ci provava sempre con lui, ne era consapevole, ma a lui purtroppo non interessava. Ed era un vero peccato, in fondo era una brava ragazza, davvero! Ma lui aveva in testa altro, e non aveva nemmeno nessuna voglia di mettersi in mezzo a qualche casino. Prese lì il caffè, visto che la mattina apriva la parte bar, e subito dopo andò verso la spiaggia -ormai erano le nove e mezza, quasi- con la speranza in corpo di fare qualche incontro interessante, ancora. Alle dieci però, non vide nessuno. Pensando che probabilmente quella mattina non sarebbero scesi, si allontanò, tornando verso il centro per controllare una buona postazione per quella sera.

Su in casa intanto, i ragazzi si stavano preparando per scendere. Avevano fatto molto tardi quella mattina, si, ma la colpa era stata tutta di Zayn che aveva continuato ad infastidirli per farsi portare ogni volta qualcosa di diverso. E una volta l'acqua, una volta la coperta, una volta una tazza di tè. C'era sempre qualcosa! Quando finalmente furono liberi di andare erano ormai le dieci passate. Ma non c'era problema, il mare li avrebbe aspettati! Quando arrivarono al loro ombrellone presero ognuno un lettino, quella mattina era andata bene a due persone che di solito finivano per terra, visto che ne mancavano altrettante. Si perché Liam si era offerto di restare con Zayn, per aiutarlo in caso di bisogno. E povero Liam, lo avrebbero di certo trovato distrutto!
Due minuti dopo essere arrivati in spiaggia, Harry si alzò avvertendo tutti che sarebbe andato a prendere un caffè perché ne sentiva il bisogno, ma nessuno ci credette visto che lo avevano appena preso in casa..qualcuno lo guardò per tutto il tragitto,tornando a concentrarsi sui discorsi degli altri appena la testa riccia sparì nel bar. A quel ragazzo stava succedendo qualcosa, e Danielle -che non gli staccava gli occhi di dosso nemmeno di notte, si può dire- lo avrebbe scoperto.

Un'altra persona che stava per scoprire qualcosa quella mattina, era Liam. Il povero ragazzo non sapeva cosa gli aspettava per quella giornata in compagnia del suo amico, ma lo scoprì presto, quando -rimasti ormai soli in casa- il pakistano si girò verso di lui, mormorando:
-"So tutto, Liam."-. Quelle parole fecero perdere qualche anno di vita al povero ragazzo che si girò lentamente verso di lui, guardandolo ma senza parlare. A cosa si staava riferendo? Non poteva saperlo, assolutamente no. Perchè gli diceva così?
-"io..non.."-
-"ti ho sentito, mentre parlavi con Danielle"-. Fu come una doccia fredda per il ragazzo. Lui sapeva, lo aveva sentito. Si sentì arrossire e desderò sparire, o per lo meno sprofondare nel divano sul quale si era seduto. Aveva ancora la mano sulla sua fronte, stava controllando la febbre, ma la ritirò subito, scattando in piedi. Quel gesto improvviso fece rattristare per qualche secondo Zayn che non lo capì, poi -come un avvertimento- varie scene gli comparsero dinanzi agli occhi facendogli capire che..beh, tutto sommato aveva fatto bene a spostarsi. Perché lo stava toccando? Zayn si girò, cercando di dargli le spalle;
-"Sai che non posso ricambiare i tuoi sentimenti, vero?"- continuò a parlare, guardandosi intorno nella stanza. Che discorsi stava facendo? Con Liam, davvero? -"tu sei..insomma, il mio migliore amico. E un ragazzo, io non posso.."- ma sentì la mano dell'amico posarsi sulla propria spalla e allora si fermò. Girò lentamente gli occhi indietro verso la sua direzione,
-"dimmi la verià, Zayn"- disse Liam, guardandolo fisso negli occhi -"io ti ho visto. Con maschi e femmine, non venirmi a fare la storia del 'siamo due maschi'. Lo so anche io cosa siamo"-. L'amico lo guardò per un po' poi abbassò lo sguardo. Era vero, era stato con maschi e femmine..ma allora era diverso. I maschi non erano Liam, tantomeno le femmine. Quindi..il suo problema era lui?

Harry intanto dopo il bar decise di fare un giro per il luogo in solitaria, non gli andava di stare sulla spiaggia con i suoi amici..non perché non volesse loro bene, sia chiaro. Voleva bene ad ognuno di loro, anche se in modo diverso..c'era Niall, l'irlandese, quello che aveva sempre le idee geniali. C'era Jade, la sua strana fidanzata che più di una volta gli aveva dato l'impressione di essere pazza. Eleanor, lui stravedeva per quella ragazza. Dal carattere forte e deciso, un po' la invidiava. C'era poi Danielle. E per carità, le voleva bene, ma sospettava della sua cotta e non sapeva come dirle che non era affatto interessato. Poi, c'era Liam. Il più grande, il ragazzo di Danielle anche se non sempre avevano atteggiamenti da fidanzati. Era un bambinone, ed estremamente dolce quando si imbarazzava, ma se c'era da aiutare qualcuno era sempre in prima fila. Perrie, l'arlecchina del gruppo. Ogni giorno con un colore diverso di capelli, ed irrimediabilmente cotta di Niall. Lo avevano capito tutti, tranne Niall. Non andava molto d'accordo con Jade, ovviamente, ma cercavano di non essere troppo 'tigri' per rispetto degli altri. E infine, ultimo ma non per carattere o altro, c'era Zayn che -poverino- in quel momento era a casa servito e riverito dal suo migliore amico perché malato. Una cosa che li accomunava? Erano sempre pronti a perdonare le sue stupidate, e ne faceva spesso. Quindi..come poteva non voler bene a quelle persone? Ma ogni tanto sentiva il bisogno di starsene un po' per conto proprio. Era normale, no?
Iniziò a camminare lungo la strada, una strada che non aveva mai visto perché di solito proseguivano dritto, per andare verso casa. Stavolta aveva deciso di prendere la prima strada e girare sulla destra. Non c'erano negozi, di nessun tipo. Solo hotel, uno accanto all'altro ed erano tutti uno più bello dell'altro..
Uno in particolare catturò la sua attenzione: l'hotel Parigi. Era molto bello, di colore bianco e azzurro. Otto scalinate con nove luci posizionate su forse per la sera, e al centro vicino le porte, una lunga colonna azzurra. Perché non avevano scelto un hotel? -si chiese- perché proprio un appartamento? Chi sa com'era fatto all'interno. Non ne aveva idea, ma era certo fosse bellissimo, era un quattro stelle per qualche motivo, no? Sospirò, continuando il suo giro. Un po' si stava annoiando a stare da solo, ma era quello che preferiva..
Non lo faceva per darsi arie di superiorità o per cercare di essere compiadito, no di certo! Lo faceva perché..beh, perché era il suo carattere. Si sentiva a proprio agio solo quando era da solo -anche se odiava esserlo- e sicuramente questo era dovuto a ciò che gli era accaduto quando aveva solo sei anni.
Era in prima elementare, nella scuola pubblica del paese. Intervallo. Aveva appena finito di parlare con la maestra di inglese quando i suoi compagni di classe -solo i maschi- lo accerchiarono, finendo per chiuderlo in un bagno per il resto della giornata. Nessun insegnante si accorse della sua assenza essendo un bambino di per se molto taciturno in classe, e solo quando la madre aspettò fino alle 17.45 -usciva alle 17, lui- e non lo vide uscire, iniziarono tutti a chiedersi dove fosse quello strano bambino tutto ricci. Iniziarono a cercarlo per tutta la scuola, perfino sul tetto! Nulla..scesero nella cantina, cercarono nella stanza del bidello poi, finalmente, si decisero ad andare a controllare nei bagni dei maschi al secondo piano. Una volta lì, una voce catturò la loro attenzione. La voce di un bambino che piangeva, disperato. Riuscirono a riaprire la porta e quasi come avesse visto la luce, il piccolo Harry fece un balzo in avanti, lancianosi tra le braccia della madre urlando 'sapevo che mi avresti trovato'.
Ecco, forse la colpa dell'attuale carattere del ragazzo era da attribuire a questo episodio -non unico, ma di certo il più significativo- della sua infanzia. Quasi sicuramente.
Tornò al presente, un presente nel quale stava ancora camminando lungo quella strada, almeno finché non andò a sbattere contro una persona, il solito distratto.
-"Mi scusi, non l'ho vista. Stavo camminando, e.."-
-"Harry..?"- lo sconosciuto conosceva il suo nome? Come faceva? Alzò lo sguardò, guardando finalmente negli occhi lo sconosciuto non più tale.
-"Louis!"- e si, era proprio lui -"cosa ci fai qui?"-
-"In realtà ci vivo d'estate, e ci lavoro, ma.."- iniziò, trattenendo le risate. Harry sbuffò divertito, aveva sempre voglia di scherzare quel ragazzo!
-"intendevo qui, in strada, in zona..oh andiamo, hai capito!"- l'altro annuì, ancora troppo divertito dalla reazione del riccio, e 'facevo un giro' rispose 'cerco un posto per stasera, vorrei cambiare. E tu?'. Cosa poteva dirgli? Fuggo per stare da solo? No, troppo vittima..
-"Volevo visitare un po' il posto, dato che ancora non abbiamo visto nulla. Questa strada per esempio, non l'avevo mai vista..mi piace molto"-
-"Vero.."- annuì Louis -"anche io passeggio spesso lungo questa strada. E' quella che preferisco di tutta Bibione..tutti questi hotel.."- se l'era cavata, non poteva crederci. Louis se l'era bevuta davvero! Forse avrebbe dovuto fare l'attore, da grande! Si trovò comunque d'accordo con il ragazzo e restò lì con lui qualche minuto, finché il francese non gli propose di prendere un caffè insieme. Ovviamente accettò.

-"E i tuoi amici?"- gli chiese, dopo qualche minuto di conversazione basata su dipinti, pittori e scultori. Avevano molto in comune, scoprì Harry, tra cui il fatto che entrambi amavano Leonardo Da Vinci.
-"Qualcuno in spiaggia"- rispose subito Harry, senza pensarci. Si era completamente dimenticato di come si era trovato a stare lì con l'altro ragazzo, che sembrò non capire subito le sue parole, visto che 'qualcuno?' gli chiese, come se fosse più interessato a stare con i suoi amici che con lui. Ma non ne sarebbe di certo rimasto sorpreso..lui ci provava ad essere simpatico, non antipatico..ma alla fine la gente prederiva sempre stare con tutti, tranne che con lui. O per lo meno non troppo a lungo e da soli. Louis però gli aveva offerto il caffè..forse a lui piaceva la sua compagnia. Scosse il capo per mandare via anche i pensieri e raccontò al francese di come Zayn si era beccato l'influenza in piena estate.
-"Accidenti, poverino.."- fu la sua risposta -"salutamelo tanto appena lo vedi, ok? Spero guarisca, mi sta molto simpatico"-, e 'ovviamente' pensò Harry, ma non lo disse. Annuì invece con un sorriso gentile poi si offrì di pagare il caffè, ma l'altro si rifiutò perché 'sono stato io ad offrirtelo!'.
Dopo il caffè ripresero a girare per la città, stavolta insieme. Louis spiegò cose ad Harry su quei luoghi che lui poteva solo lontanamente immaginare. Passarono qualche altra piacevole ora insieme, fino a che non fu ora di tornare a casa per il pranzo. Dallo sguardo che il riccio tenne per tutto il tempo -sorriso tirato, mai troppo visibile- Louis capì che qualcosa non andava, ma non gli chiese nulla ben sapendo che l'altro non avrebbe parlato.
Harry invece dal canto suo, si era depresso con i vecchi ricordi. Non si aspettava certo che Louis capisse che qualcosa non andava..nessuno gli prestava mai tanta attenzione, in fondo.

Per tornare verso casa, passarono dalla spiaggia. Per fare prima, dato che la gente si era tutta riversata per strada; chi voleva rimanere fuori per pranzo. Passarono -Harry non se ne accorse minimamente- accanto il suo ombrellone dove un coro di 'Harry, Louis' li accolse. I suoi amici erano ancora lì? Come mai?
-"Cosa ci fate ancora qui, non siete a casa per mangiare?"- chiese allora immediatamente, stupito. Pensava fossero già seduti tutti intorno al tavolo, senza badare alla sua assenza, invece..
-"Aspettavamo te, stupido riccio!"- spiegò subito Niall, sorprendendolo. Lo stavano aspettando, davvero? Sorrise loro, grato per tutto quello e 'scusate' disse 'ho incontrato lui e mi ha offerto un caffè..'. Dopo le dovute scuse, spiegazioni e quant'altro, tornarono insieme verso casa. Louis venne invitato da Eleanor, ma accettò gentilmente l'invito visto che aveva ancora tanto da fare prima di sera. Ma si sarebbero visti presto, era una promessa.

Il pranzo filò abbastanza liscio, data l'atmosfera che trovarono una volta in casa. I due ragazzi erano uno sul divano, uno sulla sedia. Nessuno aveva cucinato nulla e i due non si parlavano. Non era mai successa una cosa simile ed erano tutti curiosi di sapere i motivi di tutto quello, ma nessuno ebbe il coraggio di chiedere. Fu ben presto chiaro a tutti che per quella giornata sarebbe andata così, con i due ragazzi che si sarebbero ignorati per chi sa quali motivi. Avevano intenzione di organizzare un falò per quella sera, per passare qualche ora tutti insieme al fresco portato dal mare e sotto le stelle, ma avrebbero accettato anche loro? E Zayn? Aveva la febbre lui, quindi non era proprio il caso di chiedere.
Non tornarno a mare quel pomeriggio, preferendo restare tutto il giorno in casa a cercare di trovare un compromesso a quello -sicuramente- stupido litigio che era nato tra i due. Ci provarono e riprovarono, ma nessuno di loro diede qualche spiegazione valida, continuarono ad incolparsi per almeno tre ore, finché Perrie propose di uscire a cena, per calmare i bollenti spiriti. L'idea fu accolta ben volentieri da tutti, tranne dai due. O meglio, fu tutto un 'se viene lui, io non vengo' di Liam, che si concluse con Zayn sotto le coperte -causa febbre di nuovo alta- e lui in giro con gli amici, a divertirsi.
L'idea del falò, accantonata da un po', fu riproposta per la sera seguente in modo tale che anche Zayn fosse presente e per quella sera, decisero di cenare fuori. Cena, gelato, giro e dritti a casa. Non aveva avvisato Louis, Harry, ma non ci sarebbero stati problemi. E poi, non aveva nemmeno il numero di telefono!

La cena al ristorante 'Atmosphera' andò bene, nonostante l'atmosfera- per l'appunto- leggermente 'fredda' che regnava ancora nel gruppo nonostante fosse presente solo Liam. Il punto era che nessuno voleva iniziare un discorso che per lui sarebbe stato imbarazzante, ma.. -"Ehi, Lì..ci vuoi dire che cosa è successo con Zay?" ovviamente Niall non si fece problemi. Liam stava mangiando un enorme piatto di fettuccine ai funghi in quel momento, e quasi rischiò di strozzarsi per quella domanda. Alzò lentamente il viso, puntando lo sguardo verso l'irlandese.
-"Non è successo assolutamente nulla, perché?"- stava mentendo spudoratamente, lo sapevano tutti. E non era da Liam mentire, per questo ne furono molto sorpresi, Harry prima di tutti gli altri. Sentirono Danielle sospirare -lei che aveva, più o meno, capito la situazione- e subito tutti gli sguardi furono su di lei che liquidò gli amici con un 'io ne so quanto voi', prima di tornare a mangiare.
Il raazzo non disse nulla, sviando ogni volta il discorso fino a far stancare gli altri che lasciarono perdere. Dentro però, il ragazzo stava urlando. Non riusciva davvero a capire perché Zayn faceva tutte queste difficoltà come se gli avesse proposto di fare una rapina. Non gli aveva nemmeno detto 'voglio stare con te', o 'vogliobaciarti'. No, lui a prescindere non accettava il fatto di piacere al suo migliore amico. Forse era proprio per quello? No, glielo avrebbe detto. Allora perché..?

Dopo cena, Eleanor e Perrie insistettero per andare a ballare in discoteca. La discoteca, la famosa discoteca che Harry aveva visto da internet, ci sarebbero andati. A lui non lo entusiasmava molto l'idea, ma a quanto pareva gli altri volevano andare tutti -Niall compreso, che era quello che non voleva mai fare nulla- e lui non poteva essere sempre il solito asociale. Non sapeva Harry, che quella sera avrebbe fatto una grossa scoperta, ma ancor meno sapeva che avrebbe trovato Louis all'ingresso..
-"Harry?"- si sentì chiamare il riccio, che subito si girò verso la voce. Quando lo vide rimase a bocca aperta, era proprio lui cosa ci faceva lì? Non doveva lavorare?
-"Louis? ma..non dovevi.."-
-"Ho staccato prima.."- rispose lui ancor prima di lasciargli finire la frase. Harry annuì, segno che aveva capito. Improvvisamente poi, sorrise. Gli piaceva l'idea di passare la serata con il francese in discoteca.

Come non detto però, ben presto iniziarono i casini. Primo tra tutti, Harry si perse. 'Vado a prendere da bere' aveva detto a Louis, ma al suo ritorno non lo aveva più trovato. Con gli altri si era perso da tanto, ma contava sulla compagnia del pittore, svanita ora anch'essa.
Notò dopo qualche minuto una chioma rosso fuoco volteggiare tra la folla. Che fosse Perrie? Aveva comprato una parrucca proprio di quel colore poco prima..cercò di raggiungere la fiamma, ma ad ogni suo passo sembrava quasi si stesse allontanando. Vide un tavolino alla propria destra, e pronto a prendersi anche due pugni salì su di esso, lanciando sguardi intorno. Eccola lì, era proprio lei! Ma era da sola, degli altri non c'era nemmeno l'ombra e a giudicare dai movimenti era anche abbastanza brilla. Doveva fare qualcosa? Certo che si, non avrebbe nemmeno dovuto chiederselo! Con un sospiro balzò giù dal tavolino e si diresse verso l'amica, sperando di trovarla ancora lì al suo arrivo. Ma da lei, non ci arrivò mai. No, perché a metà strada successe -anzi, vide- qualcosa che lo fece bloccare. Louis. Lo aveva ritrovato! Ma non era solo, stava ballando..ma con chi? Si avvicinò ancora, e lo vide. Era un ragazzo. Non lo aveva mai visto eppure era lì, incollato al corpo del pittore. Harry sbarrò gli occhi, ma cosa stava succedendo? Notò anche un'altra cosa, qualche secondo dopo. Le mani del ragazzo, che erano bene in vista, poggiate sul sedere di Louis.
-"Ma cosa.."- si avvicinò, o almeno questo era quello che voleva fare, ma le sue gambe non sembravano essere dello stesso parere. Rimase immobile a guardare i due ragazzi che si strusciavano l'uno contro l'altro sulla pista da ballo, cercando di combattere quella strana sensazione -che non riuscì a capire- che pian piano si fece strada dentro di lui.
Senza rendersene conto, aveva iniziato a camminare. Ben presto si ritrovò di fronte ai due ragazzi, e fu in quel momento che il francese si girò, per dare le spalle all'altro e ballare in quella maniera con lui. Fu in quel momento, che vide Harry.
 Terrore, ecco cosa c'era in quel momento sul volto di Louis. Puro terrore. Harry era lì, Harry il suo ricciolino era lì e lo stava guardando in una maniera che gli fece venire i brividi. Sembrava nervoso, o forse era semplicemente schifato da lui. Non volle scoprirlo però, preferendo al confronto la fuga. Il riccio non ebbe nemmeno la forza di corrergli dietro o gridare il suo nome, quando lo vide scappare, un solo pensiero nella testa: Louis è gay.

Zayn odiava la febbre, ancor di più quando lo costringeva nel letto, a casa, per lo più da solo e in vacanza. I suoi amici si stavano divertendo senza di lui, mentre lui..lui eccolo lì, che litigava con il telecomando per cercare di trovare qualche programma decente da guardare in tv. La maggior parte era in italiano, una parte in tedesco. E lui non capiva assolutamente nulla di nessuna delle due lingue! Certo, le studiavano a scuola, ma lui non era portato per lo studio, quindi aveva rinunciato ad imparare ogni cosa, tanto alla fine dei conti non conta cosa hai in mano, ma cosa realmente sai. E lui, su questo, era a posto.
Mentre cambiava canale per l'ennesima volta, i suoi pensieri furono nuovamente invasi da Liam. Quell'accidente di ragazzo, non poteva starsene in silenzio? Ma poi una vocina entrò nella sua testa, ricordandogli che effettivamente Liam era stato in silenzio, era stato lui ad origliare la sua conversazione con Danielle. Sospirò. Non andava bene, non andava proprio per niente bene..

Harry intanto, stanco del comportamento di Louis di poco prima, si era dimenticato della povera Perrie che -brilla come forse non l'aveva mai vista- se ne andava ancora liberamente in giro per la discoteca, facile preda per gli 'avvoltoi'.
E l'avvoltoio arrivò proprio pochi istanti dopo. La ragazza cercava di trovare il bagno, dopo tutto quello che aveva bevuto ne aveva proprio bisogno, quando all'improvviso sentì una mano sulla spalla. Non ebbe la forza di chiedere chi fosse ma si girò, lanciando uno sguardo confuso all'ombra dietro di se. Non era molto alto e sembrava biondo..che fosse Niall? Sorrise, chiuse gli occhi e si lasciò andare contro il petto di quella persona.
-"Niall, sei tu?"- biascicò confusa. Ma non era Niall, per nulla, e approfittando del'occasione il ragazzo ghignò mugugnando un 'si, sono io', prima di portarla lontano da lì.
In tutto questo, Niall era ancora con Jade tra la folla, a ballare. Passato il primo attimo di confusione e rabbia, Harry finalmente si era mosso fino a trovarli.
-"Ehi, Nì, hai visto Perrie? Non riesco a trovarla"- chiese subito al biondo, abbassandosi per pottergli parlare meglio all'orecchio. Ma l'amico scosse il capo, ed ecco che i sensi di colpa iniziarono a farsi spazio dentro di se. Cosa avrebbe fatto se le fosse capitato qualcosa? La colpa sarebbe stata sua, solo sua..
'Devi aiutarmi a cercarla' disse allora al ragazzo che subito annuì, girandosi per dare le spalle alla sua ragazza.

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Si, lo so. E' brutto, corto e magari anche senza senso. Ma tra lavoro e feste è il massimo che è uscito. Chiedo perdono...

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 5 pt.2 ***


-"Niall, cosa credi di fare?"- Jade lo aveva inseguito, afferrandolo da un braccio appena le fu possibile intravederlo tra la folla. Cosa voleva fare? Andare ad aiutare Perrie? Ma non esisteva. Sapeva bene lei, della cotta della ragazza. E mai, mai avrebbe permesso al suo ragazzo di correrle dietro. Primo caso fra tutti, non poteva permettersi di perdere Niall..perché lo amava da morire, no? Assolutamente no. Perché le avrebbe fatto comodo in futuro, quando -e lei ne era convinta- si sarebbero sposati e avrebbero avuto tanti bambini e lei avrebbe fatto la mantenuta. Niall non sembrava essere del suo stesso parere però, visto che si era già attivato per trovarle un buon lavoro..al momento però, era più interessato dall'aiutare Perrie che, cotta o no, era pur sempre in giro da sola, ubriaca.

E lei, ancora accecata dall'alcool, non aveva capito che il ragazzo dietro di se non poteva essere Niall per svariati motivi, primo tra tutti..era deciamente troppo alto. Seconda cosa, era moro..ma per quanto le piacesse Niall, nulla in quel momento le avrebbe fatto pensare che quel ragazzo non fosse il suo principe azzurro corso a salvarla. In cuor suo però, seppur tristemete, la ragazza sapeva bene che non poteva essere lui, sapeva bene che mai si sarebbe staccato dalla sua Jade per andare ad aiutare lei, ed una volta fuori, con l'ariaa a sferzarle il viso, ne ebbe la conferma. Quel ragazzo decisamente non era Niall. Aveva perfino gli occhi scuri!

-"Chi..chi sei tu?"- provò allora a chiedere, stringendo gli occhi per aguzzare la vista e vedere meglio quel ragazzo. Per tutta risposta, lui ghignò. Fece qualche passo intorno al corpo della ragazza, squadrandola, poi si fermò di fronte a lei. 'E' così importante saperlo?' disse finalmente, guardandola negli occhi. Ma cosa stava dicendo? Certo che lo era, per lei lo era! Allora annuì, ma quello non rispose, ridendo ancora ora decisamente in tono di presa in giro.

-"Mi porteresti dai miei amici?"- chiese allora lei, confidando ancora nel buonismo dell'essere umano. Le risate si fermarono, ora la stava guardando in tono serio, quasi severo. 'Non preferiresti restare qui?' chiese lui, avvicinandosi forse un po' troppo.

-"N-no, veramente vorrei.."-

-"Beh, non puoi"- fu la risposta secca di lui, seguita immediatamente dalle sue mani che andarono ad avvolgere una il corpo della bionda e l'altra la sua bocca.

-"Devi fare silenzio ora, ok?"- bisbigliò lui in tono acido -"se vuoi rivederli, i tuoi amici"-. Ma cosa stava succedendo? Chi era quella persona e perché tutto quello stava accadendo proprio a lei? Voleva urlare, voleva chiedere aiuto ma sentì le forze venire sempre più meno, e quella mano..non le permise di urlare. Una sola frase, ripetuta come un mantra, nella sua testa: 'Niall, aiutami'.

Una delle mani di quel ragazzo intanto, si era spostata. Non più sulla sua schiena, ma sul suo fianco. Era come guardare un film dell'orrore, solo che questa volta era lei a vivere quell'incubo.

E perché non vedeva un paio di occhi azzurri pronti a correre in suo aiuto? Perché non vedeva quei capelli biondi muoversi nell'aria mentre si avvicinavano a lei? Si guardò intorno, ancora. I ragazzi ballavano..c'era chi fumava, chi si divertiva al di là di quelle porte di plastica, ignari di ciò che stava per accadere fuori. Non resistè più e provò ad urlare, nel mentre iniziò a piangere. La mano si era spostata ancora e davvero, questo non poteva sopportarlo.


 

-"Che cosa sta succedendo qui?"- improvvisamente una voce sferzò l'aria. Chi era? No, non era importante. Era salva?

-"Nulla, stavo solo.."- ma stavolta Perrie fu più veloce, riuscendo a liberarsi le labbra e 'aiuto' urlò 'aiutatemi'. In un attimo quella persona, seguita evidentemente da molti altri, fu vicino a loro. Assestò un pugno secco al ragazzo, dando modo alla bionda di liberarsi. Si lasciò cadere a terra lei, iniziando subito dopo a piangere. L'aveva scampata per un pelo..

Poi, subito dopo..

-"Perrie, Perrie!"- era lui, finalmente. Alla fine l'aveva trovata in mezzo a tutto quel trambusto..immediatamente si sentì più tranquilla e quando si sentì anche più sicura, cioè quando vide il ragazzo trascinato praticamente via, trovò la forza di alzare lo sguardo, trovandosi un paio di occhi chiari simili ai propri fissi a guardarla.

-"Niall.."- sibilò, riabbassando quasi subito lo sguardo. Si sentiva in imbarazzo per quello che le era appena successo e dopo il primo impatto aveva perso il coraggio di guardare quegli occhi ch le facevano battere il cuore. 'Come stai?' sentì la sua voce e il proprio petto tremò. Non resistendo, scoppiò a piangere e si portò le mani sul viso, mani che subito vennero sostituite con il petto caldo del ragazzo che, inginocchiatosi, l'aveva stretta tra le braccia.

-"Mi dispiace, mi dispiace per quello che è successo. Io non potevo sapere che.."-

-"Perrie, Per ehi..calma. Non è stata colpa tua, le persone sono così purtroppo..non sei mica stata tu a chiedere a quel ragazzo di tentare di farti del male, no?"-.

A queste parole, la ragazza scosse immediatamente il capo. Certo che non era stata lei a dirglielo, non era mica una pazza! L'irlandese però non aspettò la risposta della bionda, e 'allontaniamoci, vieni' le disse, avvolgendole le spalle con un braccio e portandola via da quella folla che si andava via via formando. Una volta lontano da quell'incubo, la ragazza sembrò calmarsi. Lentamente si staccò dall'amico, asciugandosi le lacrime che si erano posate sulle proprie guance,rimanendoci.

Poco distante, Harry era ancora in preda ad una semi crisi a causa di Louis e della sua amica. Non sapeva ancora nulla di Niall, se l'aveva trovata, se stava bene. E nessuno si dava la pena di avvisarlo, comunque. Provò anche a chiamarlo due o tre volte, ma ogni volta la stessa storia. Segreteria telefonica.

-"Accidenti!"- sbottò allora improvvisamente, sbattendo la porta del bagno nel quale si era rifugiato per poter sentire la voce dell'amico in caso di risposta -"andate tutti a quel paese, me ne torno a casa."-. La questione di Louis lo aveva lasciato davvero scosso e così, stanco di quell'allerta inutile, lasciò la discoteca poco dopo, andando verso casa dove regnavano pace e silenzio, dove lui avrebbe potuto mettere in ordine i propri pensieri con calma.


 

Mentre Harry se ne tornava all'appartamento, Louis era già nel suo. O meglio, nella propria roulotte. Anche lui come il riccio, era entrato in crisi. Era scappato di fronte a lui, e certo, cos'altro avrebbe potuto fare? Lo aveva beccato in flagrante, mentre ballava, con un altro ragazzo! A questo punto avrebbe in fretta fatto due più due e capito la realtà delle cose. Cosa sarebbe successo poi? Lo avrebbe snobbato in eterno? Lo avrebbe odiato? Cercato solo per mandarlo al diavolo? Sospirò, piegandosi sulle ginocchia per poter alzare in braccio la sua piccola Minù, l'unica che gli era rimasta sempre vicino.

-"Minù..il tuo papà è propio uno scemo, lo sai?"- disse alla gatta che in tutta risposta lo guardò, miagolando subito dopo. E cos'altro avrebbe potuto fare? Ah, se solo avesse potuto parlare..

Dopo le dovute coccole e l'ultima sigaretta della giornata, il ragazzo andò a dormire sperando così di far sparire o per lo meno di dimenticare la scena di quella sera per sempre.


 

Quando la mattina dopo si svegliò però, i ricordi di ciò che era successo la sera precedente erano più vivi che mai nella sua testa.

Con un leggero urlo di disperazione che fece spaventare Minù si alzò dal letto, andando verso il fornello. C'era ancora la macchinetta della mattina precedente e dentro ancora un goccio di caffè. Se lo versò in una tazza pulita -forse l'ultima rimasta- e se lo scaldò al microonde. Microonde che ormai era da buttare.

Imprecò quando, a metà giro, si fermò improvvisamente. Aveva esalato l'ultimo respiro.

Recuperò la tazzina con uno sbuffo e si accese la piccola tv sistemata sul letto del 'piano superiore', come lo definiva lui. Ed Harry? Chi sa cosa stava facendo in quel momento....


 

I quel momento, Harry era seduto in mezzo al proprio letto. Non era riuscito a dormire nemmeno cinque minuti, tormentato dalle immagini della sera precedente che ancora popolavano la sua mente. Ma cos'è che aveva visto? Perché Louis non gli aveva mai detto che era gay? Poi..il loro incontro, il secono, l'appuntamento, il modo che aveva di guardarlo...tutte le immagini girarono vorticosamente nella sua testa per almeno dieci secondi finché si bloccò tutto, lasciando una curiosa consapevolezza nel riccio. Si portò le mani alla bocca, alzandosi subito dopo dal letto. Sarebbe stata una lunga giornata..

E se sarebbe stata una lunga giornata per lui, lo sarebbe di certo stata anche per qualcun altro. Mentre il riccio aveva deciso di andare fino a casa del pittore, Zayn aveva deciso di chiarire quella questione con Liam. Qualcosa era andato storto quella sera, lo sapeva bene, e doveva assolutamente rimediare prima che fosse troppo tardi. Prima che quella lite pendesse il sopravvento sulla loro vecchia e -quasi- sempre salda amicizia.

Quando arrivò fuori la stanza però, qualcosa lo bloccò. Era una voce..

'no, non ce la farei Dani, sei matta? Mi ha trattato come merda!' era la sua voce, senza alcun dubbio. Liam stava parlando di lui con Danielle, quella che lui credeva essere la sua fidanzata ma che, a quanto pareva, era tutt'altro. Cosa aveva appena sentito? Lo aveva trattato come merda? Eera esagerato, avevano litigato era vero, ma da qui a dire che..poi, ecco qualche sprazzo della discussione fare capolino nella sua testa. Parole forti erano volate da entrambe le parti, soprattutto da lui. Liam aveva ragione, lo aveva trattato malissimo, come se si sentisse imbarazzato dalla sua presenza o peggio, schifato. Ma non era così, non era affatto così e nemmeno lui riusciva a capire il motivo di quella sorta di attacco frontale contro il ragazzo.

Con le mani tra i capelli a stringerli si girò, allontanandosi dalla porta. Aveva ragione Liam, ad odiarlo. Si odiava lui stesso in quel momento, immaginava lui.. Ma così non andava bene, affatto. Doveva fare qualcosa, e la doveva fare al più presto.


 

Un'altra persona in difficoltà in quel momento, era Perrie. Si sentiva in colpa per la sera precedente, per quello che stava per succederle e come aveva potuto essere così stupida? E Niall, il povero Niall che aveva dovuto sopportarla lungo il tragitto verso casa..cosa avrà pensato di lei? E Jade? Jade avrà sperato per il peggio, senza dubbio..ma l'aveva davvero lasciata così, da sola, per andare a cercare lei? Impossibile, non l'avrebbe mai fatto a meno che non avesse avuto un motivo davvero valido. A meno che..no, no. Scosse subito il capo, scacciando quei pensieri che avevano iniziato a farsi strada nella sua mente. Non doveva, non doveva o sarebbe finita male per lei. Non era così, non lo era mai stato e mai lo sarebbe stato. Doveva farsene una ragione ed andara avanti, doveva..

-"Ehi, tutto ok?"- Niall, solo lui ci mancava. Al momento giusto! La bionda si girò, cercando di mostrarsi felice di vederlo. Non che non lo fosse, ma avrebbe preferito di gran lunga non incontrarlo da sola. Così 'ehi' rispose solo, abbassando lo sguardo. Vide la sua ombra -stagliarsi lungo il balcone- muoversi e capì che si stava sedendo al suo fianco. Sospirò, così non andava affatto secondo i suoi piani..

-"Tutto ok?"- ripetè ancora, e Perrie scosse il capo. 'Scusa' sussurrò, piegando maggiormente la testa come a volersi nascondere e stringendosi le gambe al petto. Niall aggrottò le sopracciglia. Si stava scusando? E per cosa? Lei non aveva fatto niente di male..

-"Ehi.."- continuò allora lui, allungando una mano e poggiandola sulla sua spalla -"di cosa ti scusi, mh?"- ma la ragazza non ebbe il coraggio di rispondergli. Cosa poteva dirgli? Che lo stava aspettando? Che quasi sperava le succedesse qualcosa per vedere se lui l'avrebbe salvata? Voleva forse morire? No, certo che no..allora avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa. Continuò anche a non rispondergli, aspettando che dicesse qualcosa lui e poco dopo infatti, come avesse capito;

-"Se è per ieri sera, sta tranquilla. Non è stata colpa tua, affatto. Se sei preoccupata per me, sta tranquilla anche in quello..ok? Tu non hai fatto niente."- e dopo averle detto queste parole si alzò, lasciandola sola così com'era prima del suo arrivo. Per qualche secondo rimase ferma, guardando fisso nel vuoto. Come aveva fatto a capire cosa stava pensando? Come aveva capito per cosa era nervosa? Improvvisamente, senza preavviso, scoppiò in lacrime e quasi come per magia, Zayn fu al suo fianco pronto per consolarla.


 

Fuori la porta di Louis, Harry si bloccò. Cosa gli avrebbe detto? Aveva paura. Magari lui non voleva vederlo, magari era contento di esserselo tolto finalmente davanti, eppure..eppure c'era quel pensiero che non voleva andare via. Aveva bisogno di conoscere la verità, bella o brutta che fosse stata. Bussò alla porta, non rimanendo affatto sorpreso quando non arrivò nessuno ad aprirgli. Cosa si aspettava, una festa di benvenuto? Non l'avrebbe avuta per quella giornata, e probabilmente non sarebbe mai successo..

Quando stava per mollare tutto ed andarsene poi, sentì finalmente un rumore dall'interno e pochi istanti dopo, ecco il portellone aprirsi. Ne uscì un Louis completamente diverso da come si era abituato a vederlo. Probabilmente non si era ancora lavato ne tantomeno sistemato i capelli, in quel momento sembrava davvero un barbone.

-"Ehi"- lo salutò, non ottenne risposta. L'altro semplicemente si spostò, lasciandogli lo spazio per entrare. Era un passo avanti, si disse Harry, almeno o aveva fatto entrare in casa. Una volta dentro rimase a guardarsi attorno per qualche secondo, per essere una roulotte era davvero grande! Sentì poi dei movimenti e quando si girò trovò il francese alle prese con il piccolo fornello e la macchinetta del caffè. Dopo averla preparata e messa a fare andò a sedersi al tavolino dove aveva già preso posto il riccio. Gli si sedette di fronte e prese a guardarlo fisso, il suo sguardo sembrava inanimato.

-"Mi dispiace"- disse, aveva la voce roca. Che avesse pianto tutta la notte? Immediatamente Harry si spinse in avanti, allungando una mano a voler prendere la sua. Il ragazzo però dovette fraintenderlo perché si portò subito le mani alla testa, coprendola come se Harry stesse per colpirlo. Immediatamente si bloccò infatti, riprendendo subito dopo più lentamente, fino a toccare la sua testa. Con piccoli movimenti gli accarezzò i capelli, sorridendo appena e mormorando poi; 'non so chi tu abbia incontrato nella tua vita, ma mi dispiace per loro. Io non sono quel tipo di persona, e mai lo sarò..ok?'. Come rima, non ottenne risposta. Il ragazzo rimase sulla difensiva ancora un po' finché, forse incuriosito, spostò finalmente le mani liberando gli occhi. Sbattè le palpebre un paio di volte velocemente, guardando l'altro come un cerbiatto impaurito. Stavolta Harry rise di gusto, e lentamente scosse la testa.

-"Non ti sparerò, giuro.."- gli disse divertito, alzandosi lui per togliere il caffè dal fuoco qualche minuto dopo.

Quando fu abbastanza lontano, finalmente Louis trovò il coraggio per scoprirsi del tutto il viso. Sempre in silenzio rimase a guardare il ragazzo sche spegneva il fuoco e riempiva due tazze. Ci metteva il latte e poi lo zucchero, fino a portarglielo avanti. Tornò a sedersi e Louis, sempre in silenzio ma a viso scoperto, afferrò la tazza quasi avidamente, iniziando a bere quel liquido caldo che tanto amava.

-"Solo.."- riprese la parola Harry qualche sorso di caffe dopo, posando la tazza sul tavolino. Louis, per niente rinfrancato da quella parola ma anzi, nuovamente preoccupato, posò a propria volta la tazza e sospirò, chiudendo gli occhi ed abbassando il capo. 'Solo?' chiese, non sicuro però di voler sentire la risposta. Harry scosse il capo, riprendendo la tazza e tornando a bere il caffè. Cosa? Non aveva intenzione di parlare, davvero? Il francese rialzò il viso, guardandolo in un misto tra il nervoso, curioso e triste.

-"Ehi, non..non puoi fare così!"- gli disse, cercando di tenere la voce ferma e non farla tremare. -"se inizi un discorso, devi portarlo a termine! Insomma..insomma, io.."- era davvero da ridere, in quel momento. Tanto bello quanto preoccupato..

Il riccio sorrise e posò nuovamente la tazza. Scosse poi il capo, e;

-"Ma non era nulla, era solo.."- e alzò lo sguardo, puntando gli occhi in quelli del ragazzo che aveva di fronte. -"perché non me lo hai detto?"- e il pittore rimase in silenzio, guardandolo e soppensando ogni pensiero. Non sapeva davvero cosa rispondere, tutto si aspettava..tranne quella domanda. Perché non glielo aveva detto? Beh, era facile..per paura. Perché non voleva perderlo, almeno come amico. Ma non glielo avrebbe detto, non era ancora impazzito.

-"Non lo so.."- rispose -"suppongo mancanza di coraggio.."- il che era una mezza verità, ma il riccio non si fece fregare, e 'bugiardo' disse subito, quasi scoppiando a ridere 'tu volevi farlo, ma hai avuto paura..'. Eccola, questa era la verità..Louis sospirò ancora lasciando uscire insieme una mezza risata.

-"E va bene, mettiamo il caso che tu abbia ragione..ho avuto paura, e allora? Vorrei vedere te al mio posto!"- ed incrociò le braccia il petto, facendo il broncio. Harry, con la lingua trai denti, rise, guardandolo e portandosi entrambe le mani sotto il mento, incrociandole insieme per tenerlo su. Louis si accorse solo dopo che il riccio lo stava praticamente fissando, e quando lo fece non si accorse di arrossire fino alla punta dei capelli. L'altro lo vide, e rise ancora di più trovandolo estremamente piccolo e dolce.

Una volta finito il caffè si alzò, portando la tazza fino al piccolo lavello e posandocela dentro.

-"Credevi che non ti avrei accettato?"- se ne uscì improvvisamente, facendo bloccare Louis che anche si era alzato per mettere via la tazza. Quel ragazzo sapeva per caso leggere nel pensiero? Non aveva detto nulla, ma lo aveva capito..e il tono di voce che aveva usato per dire quelle parole..oh, Louis se ne accorse..era ferito, quasi deluso. Si sentì rodere dalla vergogna e dai sensi di colpa e non gli rispose, in fondo chi tace acconsente, no?

Si sentì poi un sospiro, proveniente dal riccio, e quelle parole che ne seguirono: 'ma per chi mi hai preso?' lo fecero seriamente sperare di riuscire a sprofondare nel pavimento. Aveva sbagliato, ne era consapevole. Ma lui era un debole, era forse un peccato? A mente lucida però, capì che effettivamente era stato un po' affrettato nel giudicare l'inglese. Gli aveva mai detto qualcosa riguardo l'argomento? No, e tantomeno ne avevano mai parlato, ma ciò non voleva dire nulla..

Ancora il francese non disse nulla ed Harry, prendendo quei silenzi quasi come una convizione dell'altro sul fatto che lui non fosse affidabile, dopo aver lasciato la tazza nella quale aveva bevuto sul colapiatti, recuperò il proprio cellulare dal tavolo andando poi verso la porta ed uscendo, andando verso la propria casa senza voltarsi indietro. Louis non lo seguì.


 

Dopo aver passato quasi metà mattinata cercando di consolare la sua migliore amica, Zayn aveva deciso di scendere a mare a fare un bagno da solo, per schiarirsi le idee. Parlare con la bionda gli era servito molto, grazie a quello aveva capito molte cose di lei che ignorava, ma anche molte cose di se. Ad esempio, ora sapeva che era più bravo ad ascoltare i problemi di cuore degli altri che risolvere i propri come prima cosa. E secondo, era arrivato il momento di parlare con Liam..

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 6 ***


I giorni passavano sempre più velocemente, e alla loro partenza mancava sempre meno. Una settimana -otto giorni in realtà- passa in un lampo, dicevano, e così era stato. Giunti al venerdì, avevano tutti una nuova consapevolezza..presto sarebbero tornati in Inghilterra. Tutto quello che era successo, o ancora no, in quel posto sarebbe rimasto lì nel momento esatto in cui sarebbero saliti sull'aereo che li avrebbe riportati a casa. Tutti, tranne Louis. Lui sarebbe rimasto lì a lavorare, si sarebbe spostato di marciapiede e a fine stagione sarebbe tornato nel suo paese..

Da quel giorno lui ed Harry non si erano più parlati, e anche se ne erano passati solo due per lui era come fosse un'eternità. Da parte sue però, il francese ormai non aveva più dubbi. Quel riccio gli piaceva, e nemmeno poco..ma cosa poteva farci lui, se era così orgoglioso? La madre glielo rinfacciava sempre; 'questo tuo orgoglio ti metterà nei guai, Louis', e aveva ragione. Eccolo lì, dopo aver passato gli ultimi due giorni a spiare una persona che per lui era diventata un qualcosa della quale non poter fare a meno. Non sembrava dello stesso parere Harry, però..che aveva visto ridere e scherzare con gli amici, come nulla fosse. E forse per lui era davvero nulla. In fondo non gli aveva detto 'mi piaci, ma vado via perché sei uno stronzo'. No, assolutamente, era uno dei soliti film fattosi dal ragazzo.

Dopo l'ennesimo pensiero su quel ragazzo sospirò, infilando una maglietta ed uscendo di casa. Sarebbe andato in giro a cercare ispirazione per qualche disegno, era l'unica cosa rimastagli che non lo avrebbe abbandonato, dopo la sua Minù.


 

Aveva da poco iniziato a disegnare, seduto da solo sulla riva del mare, quando una voce -l'ultima che si sarebbe aspettato di sentire- lo chiamò, costringendolo a voltarsi, non poco sorpreso.

-"Zayn? Cosa ci fai qui, pensavo avessi la febbre.."-

-"Ciao, Tomlinson! Si, l'ho avuta in effetti..ma sono guarito. Ma tu? Non sembri esattamente il ritratto della felicità. Cosa succede?"- e lui sospirò. Si vedeva così tanto quanto male stesse per quella situazione? Non voleva spiegare al ragazzo i motivi, avrebbe significato rivelare anche a lui la verità. Ma non poteva nemmeno inventarsi un problema non reale, quindi..

-"Ho avuto una discussione con Harry, stamattina. Non so perché, improvvisamente abbiamo litigato.."- le sopracciglia di Zayn si aggrottarono. Harry? Harry il suo amico che non litigava mai con nessuno? Ci credette poco, data il temperamento del riccio che ben conosceva ma annuì comunque al francese, memorizzandosi il fatto di dover parlare con l'amico una volta tornato a casa. Rimase con il ragazzo almeno tre ore, osservò il suo modo di disegnare e di approcciarsi con le persone, e poi, all'ora di pranzo, lo bloccò facendogli posare 'gli attrezzi del mestiere' e chiudendogli ogni foglio, tirandoselo via dal braccio.

-"Ehi, ehi Zayn cosa fai? Devo lavorare!"-

-"E' ora di pranzo!"- rispose solo il ragazzo -"vieni a mangiare con me, devo parlarti!"-.


 

Harry, tornato a casa, era ancora sconvolto e un po' perplesso riguardo la lite avvenuta poco prima con il ragazzo. Quindi era gay e non glielo aveva detto perché temeva fosse uno di quei ragazzi omofobi e stronzi di cui si sentiva spesso parlare in giro? Non poté negare Harry, di sentirsi tradito dall'amico. Il non fidarsi di lui stava a significare che quei pochi giorni in cui si era mostrato carino e gentile nei suoi confronti non erano serviti assolutamente a fargli capire che tipo di persona era. Sospirò più e più volte chiuso in camera sua, seduto sul suo letto. Vennero a chiamarlo per il pranzo almeno quattro volte -ed era sempre una persona diversa- e provarono a mandare da lui perfino Liam, ma nulla..nessuno riuscì a cavargli parola su quato successo con il biondino francese.

Si decise solo quando, ormai stanco, sentì il proprio stomaco brontolare ripetutamente alla disperata voglia di cibo. Gli si avventarono contro, riempiendolo di domande tipo 'cosa succede, Harry?' 'perché stai così?', ma lui non rispose a nulla, andando semplicemente a sedersi a tavola per mangiare. Capendo la situazione nessuno più gli chiese niente tantomeno parlarono tra di loro se non quano, sempre il riccio, chiese dove fosse finito Zayn. Ci misero un po' a rispondergli ovviamente, dato che il loro amico era proprio con Louis ma alla fine cedettero, rivelando tutto ad Harry che sbattè la forchetta contro il proprio piatto e si alzò, mormorando qualcosa ed agguantando la propria giacca, uscendo di casa sbattendo la porta a dovere.

-"Forse avremmo dovuto stare zitti su Zayn"- disse Niall dopo un po', guadagnandosi solo delle occhiatacce da parte degli amici. Per tutta risposta il ragazzo si strinse nelle spalle, guardandoli come a dire 'cosa volete'. Nessuno seguì però il ragazzo, che andò a rifugiarsi sulla spiaggia..


 

Gli altri due ragazzi invece, avevano finito con l'andare a mangiare in un posto simile al Mc Donald's, ma decisamente non della stessa grandezza o importanza. Ma poco importava, aveva Hamburgher e questa era la cosa che più contava! Erano lì da quasi mezz'ora, quando;

-"Ehi Zay, sei venuto per dirmi qualcosa se non sbaglio..beh, avanti, di cosa si tratta?"- sbottò improvvisamente Louis, dando un enorme morso al proprio panino non staccando gli occhi dall'amico. L'altro inghiottì ciò che aveva in bocca annuendo, e dopo aver bevuto un sorso della propria coca-cola si asciugò la bocca.

-"Io e gli altri abbiamo pensato di fare un falò sulla spiaggia stasera, dato che tra qualche giorno ripartiremo per Londra. Che ne dici di unirti a noi?"- l'altro schiuse le labbra pronto per dire qualcosa, ma non ne uscì nulla se non qualche lamento incomprensibile seguito da una smorfia e da un sospiro rassegnato. Scosse poi il capo e sorridendo guardò il pakistano:

-"Non credo sia il caso, Zayn, davvero..spero voi vi divertiate, ma.."-

-"Non voglio sentire storie, francesino. Tu stasera verrai con noi e senza discutere, sono stato chiaro?"- non si poteva certo dire che il ragazzo non avesse le idee chiare su cosa voleva e sul come le voleva. Louis non potè far altro che sbuffare scocciato ed accettare infine, l'invito dell'altro.

Due ore dopo rimase nuovamente solo, avendo così modo di pensare a come avrebbe affrontato Harry quella sera. Non aveva voglia di vederlo, non aveva voglia di parlargli. Cosa avrebbe fatto una volta che si sarebbe trovato faccia a faccia con il riccio? Louis se lo chiese per tutto il resto del giorno. Mentre salutò Zayn che finalmente andò via, mentre tornò a casa e mentre fece la doccia. Tutto il tempo lo stesso pensiero; 'cosa devo fare?'. Ma dopo tutti i vari ripensamenti, com'era ovvio che fosse, finì con l'andarci..


 

Come lui, anche Harry passò l'intera giornata a pensare e pensare. Ma al contrario del ragazzo, non era a conoscenza del falò che gli amici avevano organizzato. Lo scoprì solo quando, una volta tornato a casa, -erano ormai le 19.30- vide gli amici alle prese con borsoni e costumi.

-"Ragazzi, che succede?"- chiese allora lui incuriosito, addentrandosi nell'appartamento. -"abbiamo deciso di partire prima?"- buttò lì, ridacchiando. Ma nell'istante in cui lo disse, realizzò che non era affatto quello che voleva e sperò con tutto se stesso che il motivo di quel trambusto non fosse davvero quello. Non aveva alcuna intenzione di lasciare quel posto così, improvvisamente.. 'o magari, Luis' suggerì poi una vocina dentro di lui, cogliendolo alla sprovvista. Si bloccò in mezzo al corridoio, guardando gli amici uno ad uno spaventato, cercando di capire se avessero sentito i suoi stessi pensieri -cosa assolutamente non possibile-. Una volta constatato che tutto era ok continuò a camminare fino alla propria stanza dove trovò l'irlandese piegato nell'armadio, alle prese con altri costumi. Probabilmente quelli di Jade, che dopo il loro litigio era diventata -se possibile- ancora più rompiscatole. Non lasciava in pace il biondino nemmeno per un secondo, diventando una vipera in presenza di Perrie. Non accettava il fatto che il suo ragazzo l'avesse aiutata, si vedeva..e anche se non lo aveva mai detto, tutti loro sapevano bene che avrebbe preferito ripulire il sangue della ragazza, piuttosto che guardare Niall aiutarla.

Ad ogni modo, Harry lo guardò, si tirò le gambe al petto sedendosi poi a gambe incrociate in mezzo al letto, poi lo chiamò.

-"dimmi Har.."- rispose lui,girandosi a guardarlo sorridente e con un pezzo di sopra di un costume che gli pendeva sugli occhi. Lì per lì il riccio rimase in silenzio, indeciso se ridere o continuare a parlare, poi..

-"posso sapere che cosa sta succedendo?"- chiese, ed a quel punto il biondo si fermò, rialzandosi in piedi ed avvicinandosi al letto, iniziando a piegare tutti i costumi.

-"Nessuno ti ha detto del falò di stasera?"- confuso dalle sue parole, il riccio lo aggrottò le sopracciglia e scosse più volte il capo. No, era evidente che qualcuno aveva dimenticato di informarlo di questa cosa, ma di certo non avrebbe rifiutato di..

-"ho saputo che Zayn ha pranzato con Louis oggi pomeriggio, probabilmente verrà anche lui"- appunto. Harry chiuse gli occhi qualche secondo, come a riprendere fiato. Quando li riaprì guardò l'amico;

-"come hai detto?"- gli chiese il ragazzo, balzando praticamente in piedi. Si portò le mani ai capelli stringendoli appena e sospirando. Non era possibile, doveva essere un piano architettato da una qualche forza superiore per..poi si fermò. Un momento, lui non doveva reagire in quel modo! Avevano litigato, ok, ma non fino a quel punto. Insomma..avrebbe potuto ignorarlo, perché vietarsi un divertimento come poteva essere un falò sulla spiaggia per colpa di quel ragazzo?

-"Sai cosa ti dico?"- disse dopo qualche secondo al ragazzo con ora un grosso sorriso sulle labbra. -"ci vengo. E metterò anche il costume più belle che ho!"- e corse poi all'armadio, alla ricerca del famoso costume, sotto lo sguardo attonito di Niall, sempre più convinto che avrebbe dovuto far ricoverare l'amico in qualche istituto mentale....


 

All'ora stabilita comunque, pazzi e non, erano tutti sulla spiaggia. Quello stesso pomeriggio Liam e Niall erano stati al negozio all'angolo -poco prima della chiacchierata tra l'irlandese e il riccio-, ed in salumeria e così avevano potuto comprare qualcosa per passare il tempo e per placare quel piccolo languorino che sarebbe sicuramente venuto loro in tarda notte. Oltre a quello c'era vodka alla fragola -rigorosamente scelta dalle ragazze- e molta, forse troppa, birra.

Erano ormai le 22.00, quando videro una figura abbastanza familiare arrivare decisa verso di loro.

-"Deve essere Louis."- disse Zayn, allungando il collo in modo da vederlo meglio. Era convinto che non si sarebbe presentato, invece eccolo lì con tanto di busta in mano. Sicuramente aveva preso anche lui qualcosa per la nottata..

A sentire il suo nome, Harry si mosse sul posto senza mostrare però strani comportamenti. Certo, avrebbe voluto alzarsi ed andarsene ora che erano in ballo, ma non poteva farlo. Che figura avrebbe fatto? Non si mosse da lì, ma fato volle che il ragazzo finisse proprio al suo fianco..

-"ehi.."- sussurrò timidamente il francese, guardandolo appena sott'occhio e giocherellando intanto con la sabbia. -"ci sei anche tu.."-.

Harry non rispose subito. Sospirò appena, passandosi una mano tra i ricci che gli ricaddero subito dopo sugli occhi.

-"Già.."- rispose poi finalmente, alzando gli occhi al cielo. Il ragazzo al suo fianco se ne accorse, e non fu contento di quel comportamento. Sapeva che ce l'aveva ancora con lui per non avergli detto la verità, ma ignorarlo in quella maniera?

-"Harry, ti prego.."- ritentò, ma ancora una volta il riccio non gli diede ascolto, ignorandolo alla grande. Riprese vita solo quando, poco dopo, vide uno dei suoi amici -Niall, per la precisione- alzarsi e girarsi per prendere qualcosa da terra. Scoprì subito che si trattava della sua chitarra, dalla quale non si separava mai. Non voleva mica mettersi a cantare o suonare proprio in quel momento? Sperò tanto di no, ma ovviamente..

-"Vi va di cantare, ragazzi?"- disse il biondo, che aveva l'animo irlandese semre acceso. Tutti acconsentirono e spinsero subito Zayn in prima fila per farlo cantare, dato che aveva una bella voce. Come seconda scelta di solito puntavano Harry e così fecero anche quella sera, ma 'no' rispose lui 'non mi va'. Imperterriti, gli amici, non demordettero. Iniziarono ad insistere in continuazione sul farlo cantare ma lui non voleva sentire ragioni per quella sera finché;

-"Adesso basta!"- urlò, scattando in piedi nel bel mezzo della spiaggia ed iniziando ad allontanarsi in direzione dei lidi senza voltarsi a guardare gli amici. Dove sarebbe andato? Non ne aveva idea, ma non gli importava nemmeno..voleva solo stare lontano da quelle persone, non sentire le loro voci che continuavano ad ossessionarlo. Lui non voleva cantare, non ne aveva voglia, non voleva farlo avanti a Louis..insomma, non era in vena di fare il carino quella sera. Ma gli amici, evidentemente, non erano in grado di comprenderlo.


 

Per qualche secondo nessuno si mosse o disse una parola. Non aveva mai reagito in quel modo l'amico, che fosse successo qualcosa? Avevano capito ormai tutti che c'era stato qualche piccolo screzio con il francese, ma non pensavano certo fino a quei livelli..

-"qualcuno..qualcuno di voi sa cosa..?"- tentò Niall dopo qualche secondo, ma quello che ottenne furono solo dinieghi e alzate di spalle. L'unico a prendere coraggio ed alzarsi per seguire il ragazzo fu, nemmeno a dirlo, Louis. Il restante del gruppo fu ben felice dilasciare il compito al ragazzo perché nessuno, e senza nessuna eccezione, voleva prendersi la responsabilità per quello che avrebbe detto o fatto il riccio. Nemmeno Danielle, che tanto proclamava il suo amore per lui. Gli volevano bene, un gran bene, certo..ma i problemi, oh..quelli non erano proprio bravi a risolverli.

Louis intanto aveva preso a percorrere la stessa strada che poco prima aveva percorso Harry. Doveva trovarlo, ad ogni costo. Doveva parlargli, chiarire una volta per tutte..non avrebbe retto ancora un minuto di più in quello stato..


 

Lo intravide pochi minuti dopo, e per fortuna, si disse mentalmente, seduto -quasi nascosto- su uno dei tanti pedalò parcheggiati a riva. Gli si avvicinò lentamente, cercando di non fare il minimo rumore per non spaventarlo magari e costringerlo ad andare via. Si lasciò scivolare pian piano al suo fianco appena fu sicuro di non cadere e non cadergli in braccio ed a quel piccolo rumore Harry saltò, girandosi ad osservarlo in silenzio. 'Ed ora cosa vuole questo' pensò, facendo per alzarsi. Il pittore però fu più veloce di lui e lo afferrò da un braccio, facendolo bloccare.

-"Harry no, aspetta..devo parlarti."- disse, guardandolo con occhi imploranti. Il riccio restò in silenzio qualche minuto, prima di 'ok' rispondere, senza nemmeno guardarlo 'una cosa veloce però'.

La cosa veloce durò quasi quaranta minuti. Louis si lasciò uscire tutto, anche le cose più segrete tranne il fatto, ovviamente, riguardante il piacere. Gli raccontò di come aveva scoperto la sua omosessualità, il suo primo fidanzato e come lo aveva tradito. Gli raccontò delle prese in giro, delle botte ricevute, delle porte chiuse in faccia dalla sua stessa famiglia..

A fine racconto, Harry era completamente diverso. Era sconvolto, quasi. Come ci si poteva comportare così con un'altra persona, anche se era 'diversa' da noi? Che poi lui non ci vedeva niente di diverso in Louis, anzi..a dirla tutta vedeva più diverso Zayn, o Liam, che Louis. Ora capiva per quale motivo il francese non si era fidato subito di lui, tanto da dirgli quella verità sicuramente un po' scomoda. Ed ora era lui stesso a sentirsi in colpa. Stupido, in imbarazzo, e perché no..anche un po' fuori luogo. Senza volerlo si era comportato come tutte le altre persone che lo avevano deriso, offeso, maltrattato..e lui non voleva questo. No, assolutamente. Lui al ragazzo si era già affezionato, forse anche troppo. Per quale motivo avrebbe voluto farlo star male?


 


 


 


 


 


 

-"Louis, senti..io.."- tentò di iniziare a scusarsi, ma la mano dell'altro lo fermò quasi subito. Scosse poi il capo il pittore, ad occhi chiusi e sorridendo appena.

-"Non importa, Harry..non potevi sapere. Va bene così, non ti faccio una colpa per nulla.."- gli disse, chiudendosi subito dopo in un silenzio decisamente imbarazzante per entrambi.

-"Ehi.."- fu sempre Louis a parlare qualche istante dopo, girandosi -ora sorridente- verso il riccio. -"ti va di andare a fare un giro lungo la riva del mare?"-.

Harry ci pensò su qualche secondo. Ma si, perché no..un bel giro era proprio quello che ci voleva in quel momento. Si sarebbe distratto ed avrebbe avuto modo di parlare ancora un po' con il pittore, di chiarire quel grosso malinteso che c'era stato tra di loro.

Si alzarono allora, insieme, girando verso sinistra come a voler tornare verso gli altri ma restando a riva, senza inoltrarsi nella spiaggia. L'aria non era poi così fresca, come invece ci si aspetta di sera. Certo, non faceva nemmeno caldo..il tempo era semplicemente adatto ad una passeggiata serale.


 

Si avvicinarono maggiormente al mare..ora una lieve brezza accarezzava loro le guance mentre camminavano -l'uno accanto all'altro- lungo la riva, i piedi quasi che toccavano l'acqua. Erano gli ultimi giorni che avrebbero trascorso insieme, entrambi lo sapevano bene..nessuno dei due però, aveva il coraggio di aprire il discorso. Nessuno dei due voleva lasciare l'altro, questo era abbastanza chiaro ormai, solo loro due stessi -da stupidi- non lo avevano ancora capito bene.

Ad ogni passo che facevano si sentivano le onde infrangersi contro la sabbia compatta, c'era la bassa marea..

Giunti ormai quasi in acqua, prima uno poi l'altro si tolsero le scarpe, tenendole in mano in modo da non farle bagnare e continuando la loro passeggiata. E fu in quel momento, grazie forse a quei pochi passi che stavano facendo insieme, che Harry sentì una fitta attraversargli lo stomaco. Qualcosa che non aveva mai provato prima. Si girò a guardare l'amico, e capì che semplicemente Louis era più che importante per se..

Stare lì con lui, camminare lungo la riva..era come se..come se lo avesse sognato. Come se avesse sempre saputo che si sarebbe trovato lì con lui, prima o poi..e in quel momento gli fu tutto chiaro. Louis gli piaceva.

Non come amico, non come persona, gli piaceva come uomo. E quelle crisi che gli erano venute in quei giorni, quella sera in discoteca..era gelosia. Lui era stato geloso di un ragazzo. Di quel ragazzo, che aveva appena capito di volere accanto il più a lungo possibile.

Ma lui sarebbe presto tornato a Londra, e lui sarebbe rimasto lì, da solo..come poteva dirgli una cosa del genere proprio adesso, a due giorni dalla partenza? Lo aveva appena capito, ma doveva già dirgli addio. Era giusto? Sospirò in silenzio cercando di non farsi sentire da lui e continuò a camminargli di fianco, cercando di non pensare a quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni..quella nuova scoperta, che lo aveva lasciato di sasso a primo impatto, iniziava a mostrargli i primi segni sul come lui era sempre stato così, anche se non lo aveva mai accettato apertamente. Improvvisamente gli vennero in mente vecchi ricordi, vecchi amici con i quali aveva litigato perché stanchi di lui. Si, ma perché si stancavano? Lui, che era sempre stato convinto di essere un bravo amico, di punto in bianco capì la verità. Si allontanavano perché capivano, perché era peggio di una zecca, perché con il suo carattere lo rendeva troppo visibile. Ma allora Liam e Zayn? E Niall? Forse semplicemente li vedeva come amici, niente di più. Ma con Louis non era riuscito a trattenersi, ancora una volta. Sorrise sotto i baffi; e così anche lui era gay..e come se non bastasse, aveva appena capito di avere una cotta per un ragazzo che avrebbe dovuto salutare per sempre tra due giorni. Complimenti Harry, arrivi sempre in tempo, si disse, portandosi una mano a stringere leggermente i ricci mossi da quel leggero vento che si era alzato. Il silenzio regnava ancora intorno a loro, l'unico rumore era quello dell'aria che arrivava dal mare e soffiava, sembrava quasi parlare, come stesse suggerendo ad Harry 'diglielo, diglielo', ma lui semplicemente preferì non ascoltare.

Ben presto, ecco che ritornarono dove ancora erano gli altri ragazzi. E loro se la stavano godendo quella serata, a pieno. Perfino Liam e Zayn sembravano aver deciso di mettere da parte la loro lite, per il momento..

Il primo cantava, Niall suonava e Liam, per l'appunto, li aiutava con la beat-box di cui era un vero maestro. Le ragazze facevano da coro, e visti così sembavano davvero un grande gruppo di amici. Di quelli come solo nei film.

Ma tutti loro sapevano che non era davvero così. Il pakistano e l'altro, cosa era successo tra loro? E tra Niall e Jade? E con Perrie? Varie storie, tutte diverse tra loro ma per nulla facili accomunava quel gruppo. Sarebbero riusciti a risolvere ogni cosa in due giorni?

Al ritorno a casa, Louis pensò tutto il tempo a quella passeggiata che aveva fatto con il ragazzo, al silenzio che c'era stato tra loro. Perché non aveva trovato nulla da dire? Poteva inventarsi qualsiasi argomento, qualcosa con la quale trovare un punto d'incontro con il riccio. Eppure era rimasto in silenzio, e in più..Harry, lui si era comportato in modo davvero strano ai suoi occhi.

Era rimasto anche lui in silenzio, si, ma poi lo aveva visto..quel leggero sorriso nascere sulle sue labbra mentre erano con i piedi nell'acqua. Non lo aveva immaginato ne era certo, m nonostante ciò era rimasto in silenzio senza dire una parol. Cosa gli era passato nella mente? Non gli era dato saperlo per il momento, e cercando di non pensarci più si spogliò, infilandosi sotto le coperte solo dopo aver dato la buonanotte alla piccola Minù.


 

Al gruppo di amici invece, il ritorno a casa non era andato nel migliore dei modi. Tutta colpa, e sembra quasi fatto apposta, di Jade. Un passo fatto un po' fuori posto, ed eccola che stava per cadere..

-"Ehi, Jade..hai visto 200 sterline per terra?"- ecco la solita battuta, fatta da Zayn, il burlone del gruppo. Alle sue parole, tutti iniziarono a ridere. Tutti compresa la povera Perrie che al primo accenno di risata venne indicata dal dito teso della ragazza, che;

-"Tu"- urlò, improvvisamete -"cosa mai ci troverai di così tanto divertente, eh? Non ti è mai capitato di cadere?"-. La ragazza a primo acchitto ci restò di sasso. Cosa aveva fatto, ora? Tutti ridevano, perché solo lei..

-"Ehi, Jade. Tutti ridono, cosa vuoi da me?"-

-"Cosa voglio? Mi stai chiedendo davvero cosa voglio?"-

-"Si, parliamo del fatto che te la prendi sempre e solo con me"-

-"E allora noi.."- disse subito lei, non lasciandola finire nemmeno di parlare -"vogliamo parlare del fatto che sei innamorata di Niall da quasi tre anni?"-.

Perrie spalancò la bocca, divenne bianca e un silenzio tombale si fece spazio intornò a loro. Nessuno più rideva, nessuno ppiù respirava quasi..unico rumore, il leggero tossire di Liam che squarciò improvvisamente l'atmosfera..

-"Ehi, forse è il caso.."- tentò Danielle, afferrando il braccio di Perrie. Ma lei lo scacciò, girandosi ed iniziando a correre via, lontano da loro.


 

E mentre Luis dormiva, loro cercavano la bionda..dove poteva essere sparita in così poco tempo? Non era da nessuna arte, non nei bar almeno..

Dopo qualche istante, Niall ebbe l'idea di andare a cercarla vicino al luna park, poco distante dal loro appartamento. La prima sera l'aveva sentita mentre diceva a tutti quanto le piaceva quel posto..ed infatti eccola lì, seduta sul muretto esattamente accanto l'ingresso. Nascosta, come a non volersi far vedere..


 

-"Stavi quasi per farmela.."- esordì l'irlandese, scivolando al suo fianco. -"meno male che mi sono ricordato cosa avevi detto la prima sera, vero?"- quando si girò a guardarla, lei lo stava già facendo. Si specchiò per qualche istante nei suoi occhi azzurri, ora rossi per via delle lacrime, e le sorrise, allungando una mano ad asciugare una di quelle gocce salate che le stavano colando lungo le guance rosee.

-"Che brutte queste lacrime..smettila di farle cadere ora, mh?"-.

Ma al suo tocco, la ragazza chiuse gli occhi leccando via la lacrima e spostandosi un po', quel tanto da riuscire a girare la testa.

-"Non dovresti essere qui.."- si decise a dire poi. Il ragazzo sospirò.

-"Perrie, quello che Jade ha detto prima, è.."-

-"Non voglio parlarne, ok? Dimenticalo. Non ha senso.."-

-"Ma per me lo ha, Pez!"- improvvisamente urlò lui, scattando in piedi e guardandola, una mano poggiata sul petto. -"per me ha senso, per me è importante. Io ho bisogno di sapere, Perrie. Era la verità, si o no? Me lo devi, almeno questo. Non ti pare?"-, e in fin dei conti il ragazzo aveva ragione. Ormai il guaio era stato fatto, che senso aveva continuare a stare in silenzio? Ma c'era sempre quella parte di lei..quella che non voleva rivelare nulla, nè ora ne mai.

-"Niall.."- iniziò -"vedi, io..è che.."-

-"Perrie, ti prego.."- ora aveva la voce implorante, lui. Il suo viso da teso che era, divenne improvvisamente preoccupato, poi triste, e -"devo saperlo."- continuò -"Perché anche io sono innamorato di te"-.


 

Quella notte l'avrebbero ricordata per molto tempo, poco ma sicuro. Un po' per il divertimento che c'era stato -perché c'era stato eccome- in spiaggia, un po' per ciò che era successo.

Lasciarono la spiaggia intorno alle 3.30 di notte, ma fecero ritorno a casa solo verso le 5 quando ormai il sole stava per sorgere nuovamente nel cielo. Ma a loro non importava, addosso avevano solo la voglia di buttarsi sui loro letti morbidi e dormire per ore, anche fino alla sera del giorno dopo magari..tanto cosa avevano da fare? Chi però non era molto d'accordo con quell'idea, era Jade. Il suo Niall non era ancora tornato, e lei immaginava benissimo dove mai potesse essere..


 

Dopo quella dichiarazione, Perrie rimase in silenzio senza sapere se ridere, piangere, urlare o chi sa cos'altro. Quanto aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quella bocca? Quanto aveva sognato quel momento? Ed ora che era successo, ora che si trovava faccia a faccia con il suo amore segreto che le confessava a sua volta di amarla, lei..lei semplicemente non sapeva cosa fare.

-"No, tu non mi ami Niall.."- disse di botto, ma in realtà non sapeva nemmeno lei cosa stava dicendo. Si stava scavando la fossa da sola probabilmente, e non capiva perché diceva quello quando il suo cervello ed il suo cuore stavano gridando 'abbracciami, ti prego'.

Niall non le rispose come giusto che fosse dopo quelle parole. Si lasciò scappare una risata di scherno e scosse il capo, sospirando poi e guardandola mentre infilava le mani in tasca.

-"Io non riesco a capirti, Perrie. Mi ami, ti dico che ti amo anche io e tu cosa fai? Dici di no, che non è vero. Allora cosa devo fare per fartelo capire? Ma tu lo sai perché sto con Jade, eh? Perché tu non mi hai voluto anni fa..te lo ricordi?

La prima volta che ti ho aperto il mio cuore tu mi hai riso in faccia. Mi hai riso in faccia Perrie, e mi hai detto di andare via, di dimenticarti.. Ed io l'ho fatto, con Jade. Poi ci siamo ritrovati nello stesso gruppo di amici e nonostante Jade, nonostante il suo amore.."- e qui scappò ora alla bionda una leggera risatina, come di scherno. Niall lo notò, ma preferì non dire nulla, avrebbero chiarito poi dopo riguardo a quello; -"io non ti ho mai dimenticata. Quando la sera mi metto nel letto, sei tu il mio ultimo pensiero..e la mattina..lo sai perché mi alzo prima di tutti per preparare il caffè? Perché so che poi lo prenderai anche tu, ma io lo faccio per tutti così non possono parlare riguardo le mie faccende personali, ma io penso a te. E puoi anche non credermi, non mi importa.."- concluse, stringendosi nelle spalle. Le aveva detto che la amava ancora, dopo tutto quel tempo. Le aveva aperto il cuore, ancora una volta..ma stavolta, che l'avrebbe accettato o meno, non era più affar suo.


 

La mattina dopo arrivò prima del previsto. Louis dormì molto poco, e quel poco tempo in cui riuscì a chiudere gli occhi, dormì malissimo. Mille incubi popolarono la sua mente nel silenzioso buio e quando quella mattina uscì di casa dopo aver fatto la doccia e dopo aver preso il caffè, si diresse direttamente verso la spiaggia. La brezza leggera della mattina era quella che preferiva..si sentiva sempre felice in riva al mare, con il suono dei gabbiani e un vento leggero a sferzargli il viso. Era tutto uguale anche quella mattina; spiaggia vuota, brezza marina e gabbiani nel cielo. Mancava solo una cosa, le voci di quel gruppo di ragazzi della sera prima..la SUA voce, principalmente.

Sospirò, scoprendosi a ricercare quella cadenza inglese nel vento, nel rumore che faceva il mare infrangendosi contro la riva, in chi -come lui- aveva deciso di scendere in spiaggia presto quel giorno..forse per non doverci essere più tardi, quando le urla dei bambini sarebbero state troppe, da sopportare. E poi, quasi come fosse stato mandato dal cielo..

-"Louis?"- a sentire quella voce il pittore non si girò, credendo si trattasse ancora della sua immaginazione. Ma quando 'Lou..' sentì ancora, non ebbe più dubbi, e girandosi lo vide lì, in piedi dietro di se che lo guardava con quell'espressione che a lui piaceva da morire. Era confuso il riccio, di vederlo lì. Ma al tempo stesso sembrava come..felice di vederlo? Ecco, si.. Louis ci avrebbe messo la mano sul fuoco su quello. Quelle due gemme verdi sembravano urlare felicità da ogni parte, alla sua vista. Ma più che da quello, Louis venne in primo luogo distratto dalla bellezza che emanava Harry di prima mattina. Gli occhi ancora impastati di sonno, di qualcuno che ha deciso improvvisamnte di alzarsi dal letto presto, quando non era affatto prorammato. E avrebbe voluto chiedergli come mai era lì così presto, ma ancora una volta, la sua vista venne 'distratta' da lui.

Si perse ad osservare il suo corpo ben formato, fasciato in un paio di pantaloncini grigi ed una maglietta bianca a maniche corte a nascondere forse, quella pelle ancora bianca che aveva potuto ammirare qualche mattina prima. E gli sembrava così dannatamente bello e sexy anche conciato in quella maniera. Come può essere possibile direte voi, eppure, ai suoi occhi, quel ragazzo dai capelli ricci e gli occhi più verdi che avesse mai visto gli saarebbe sembrato il più bello anche con una busta della spazzatura poggiata sulla testa. Perché in fondo l'amore era questo, no? Amare l'altro/a incondizionatamente, in ogni modo e in ogni caso. E senza dubbio alcuno, era quello che stava facendo lui. Poi;

-"Harry.."- disse dopo qualche secondo, risvegliandosi da quel torpore e girandosi completamente verso di lui -"scusami non ti avevo sentito"- aggiunse subito, avvicinandosi lentamente a lui. Il riccio scosse il capo a quelle altre parole e gli sorrise, stringendosi poi nelle spalle.

-"Sta tranquillo Lou"- rispose tranquillo, ma dentro di se pensò di avergli dato fastidio e che quasi avesse fatto apposta il pittore a non vederlo, per non doverlosalutare. Si sentì morire un po' ma sempre sorridente alzò una mano per salutarlo, mormorando poi:

-"Beh, ti lascio a quello che stavi facendo Louis, ci vediamo più tardi magari..ok?"- e senza aspettare una risposta si girò, allontanandosi da lui. Dal canto suo, il francese rimase sbigottito. Per quale motivo faceva così quel ragazzo? Che gli era preso? Avrebbe voluto corrergli dietro e fermarlo, dirgli 'ehi, Harry, ma cosa fai..'. Eppure non fece nulla di tutto ciò. Rimase immobile nella sua posizione e lo guardò mentre si allontanava sempre di più.

Il riccio tornò indietro fino al bar, deciso a tornare a casa. Quando quella mattina si era svegliato era sceso in spiaggia con tutte le buone intenzioni del mondo, sapendo già di trovarci il ragazzo lì.. Aveva seguito i suoi movimenti negli ultimi giorni e in questo modo aveva potuto scoprire i suoi orari e quando avrebbe potuto trovarlo solo e lontano dal suo luogo di lavoro. Era rimasto però deluso, quando si era visto lanciare quella occhiata. Pensava di farlo felice facendosi trovare lì, avrebbero potuto fare quattro chiacchiere liberamente..ma evidentemente non era stata proprio una buona idea. Più che felice, Louis sembrava quasi disturbato dalla sua presenza ed ecco perché Harry aveva deciso di allontanarsi il più presto possibile da lì. Non voleva certo infastidirlo!

-"Stupido, stupido Harry..ma cosa ti aspettavi?"- si disse infatti poco dopo, mentre calciava la sabbia che bruciava quasi il doppio ora contro i suoi piedi. Il sole aveva iniziato la sua salita in cielo e si sentiva decisamente, quella giornata sarebbe stata forse molto più calda delle altre. Non credeva di essere stato perdonato Harry, no..credeva solamente che, dopo la sera prima, almeno un minimo il ragazzo sarebbe stato in grado di poter dialogare con lui tranquillamente. Ma forse aveva semplicemente parlato troppo presto..quello sguardo che gli aveva lanciato, no..non lo avrebbe dimenticato di certo entro la fine della giornata, e non avrebbe nemmeno..

-"Harry!"-

Poi d'improvviso, quella voce a urlare il suo nome. La sua voce, inconfondibile dalle altre.. Lentamente si girò, e una volta fatto lo trovò lì alle proprie spalle, immobile con i suoi occhi cielo a scrutargli anche l'anima. Non si mosse ulteriormente Harry, tantomeno disse una parola. Restò semlicemente a guardarlo, aspettando che fosse lui il primo a parlare, e infatti..

-"Scusa, non avrei voluto che arrivassi fin qui. E' solo che..ci ho messo un po' per capire cosa fare.."-

Harry aggrottò le sopracciglia, quello non se lo aspettava..certo, voleva essere fermato da lui ma..cosa fare? In che senso? Che lui sapeva non c'era nulla da fare..poi lo vide iniziare a muovere i piedi, si stava lentamente avvicinando, poi riprese a parlare.

-"Mi dispiace, per essere stato pessimo dall'inizio, per non essere stato sincero con te. Avevo paura, e ora che conosci anche tu la mia storia penso mi possa dare almeno un po' di ragione.

Ti chiedo scusa anche per il modo in cui hai scoperto di me, in quello squallido posto..credimi, non avrei voluto che le cose andassero così, assolutamente. E se solo potessi ritornare indietro farei in modo di farle andare in modo migliore, te lo direi io..subito stavolta. E mi dispiace per tante altre cose che ho sicuramente fatto anche se ora non me le ricordo. Poi voglio anche chiederti scusa per le cose future che farò, perché Harry..mi dispiace davvero, ma non ce la faccio più. Ti prego, perdonami"-. Ed ormai era troppo vicino anche per il cervello di Harry, completamente offuscato da quelle parole, dai suoi occhi, dal suo odore di fumo misto a vaniglia -e può un uomo odorare di buono in questo modo?- che nemmeno volendo sarebbe stato più in grado di mandare via dal prorio corpo. Rimase lì, inerme di fronte a lui mentre si avvicinava ancora un po', e poteva distinguere la rada barba sul suo mento ormai, sentire il suo respiro contro il proprio viso, le proprie labbra..vicino, ancora di più..e poi, le loro labbra finalmente si incontrarono. Fu tutto così inaspettato, ma al tempo stesso..facile, come fosse ovvio che loro due si baciassero in quel momento e lì. Nell'istante in cui le loro labbra si toccarono, entrambi furono certi di una cosa. Avrebbero potuto vivere altri dieci, cento, mille anni, avrebbero potuto viaggiare per tutto il mondo ma nulla, nulla..avrebbe eguagliato l'intensità di quel momento.  

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 7 ***


Inizialmente, Harry rimase sconvolto a quel gesto e sbarrò gli occhi sorpreso, ma lo era più da se stesso forse, perché quel bacio avrebbe dovuto fargli quanro meno senso, invece -scoprì quasi subito- gli stava piacendo decisamente più del necessario. Quasi fosse quello che stava aspettando da quel ragazzo, come se quel bacio lui lo volesse più di ogni altra cosa, prima di andarsene via da lì.

Alzò anche le braccia, lasciando che le propie mani si posassero sulle sue spalle e gliele strinse appena, lasciando che i propri occhi si chiudessero lentamente, lasciandosi andare a quel bacio. Fu pochi istanti dopo però, che il ragazzò trasalì riaprendo gli occhi e spingendo, senza troppa forza, via il ragazzo che restò a guardarlo a bocca aperta, confuso ora..visto come si era comportato fino a quel momento. La confusione sul viso di Luois ben presto si tramutò in tristezza ed abbassò il capo, sospirando e portando una mano a grattarsi leggermente il collo, nell'imbarazzo più totale.

-"Harry..scusami, io non so cosa.."-

-"No"- rispose però lui, con voce forse troppo acuta e in modo troppo veloce. -"cioè, voglio dire.."- si riprese poi, abbassando di poco il tono -"non c'è bisogno che ti scusi non..non è successo niente in fondo"-.


 

Non è successo niente. Queste parole rimbombarono per le due ore successive all'incontro nella testa del francese.

Quindi per lui quel bacio non aveva avuto nemmeno il significato più minimo. No, non aveva significato niente nella maniera più assoluta. Cosa avrebbe fatto adesso? L'indomani il riccio sarebbe partito, e lui non l'avrebbe rivisto mai più. Dopo un rifiuto del genere qualsiasi persona sana di mente avrebbe rinunciato, ma non lui..non Louis. Lui doveva parlare con quel ragazzo perché lo aveva sentito, lui aveva ricambiato..lo stava quasi stringendo, poi la paura aveva preso il sopravvento. Sospirò, portandosi le mani a stringere i capelli. Aveva fatto un bel guaio probabilmente, ma forse non tutto era perduto..ci voleva un'idea, e quell'idea gli passò avanti proprio dieci minuti dopo..

Stava camminando lungo il viale del Sole, quando..

-"Lou?"- si sentì chiamare. Inizialmente pensò si trattasse di Harry e si girò così velocemente che sentì un 'crack' nella zona del collo ma non ci diede peso. Rimase però deluso quando vide che non era affatto Harry, ma Liam, il più grande del gruppo. Lo salutò e l'altro gli si avvicinò a passo di corsa, raggiungendolo subito.

-"Sembri abbattuto amico, qualcosa non va?"- gli chiese, non potendo ovviamente sapere cosa era successo solo poche ore prima. E non sapendo Louis fin dove potesse spingersi a parlare con il ragazzo, decise di rimanere in silenzio. Insomma, quella era una cosa tra lui ed Harry, non aveva nessun diritto di andarla a sbandierare ai quattro venti, soprattutto se non conosceva il pensiero del riccio riguardo l'argomento. 'Anche se, considerando come ti ha mandato via non devono essere proprio belli..' disse però improvvisamente una voce dentro la sua testa. Lui la scosse come a volersene liberare e Liam notò quel gesto e aggrottando le opracciglia, poggiò una mano sulla sua spalla.

-"Posso offrirti un caffè?"- disse semplicemente, Louis non controbattè più.


 

E mentre Louis si decise finalmente a confidarsi con qualcuno, Perrie sentì di avere lo stesso bisogno. Per sfogarlo scelse Zayn ovviamente, il suo migliore amico. Quello che la bionda non sapeva però, era che il pakistano al momento si trovava più o meno nella sua stessa situazione. Da quella sera non aveva più parlato con Liam, il clima all'interno del gruppo era sempre più teso anche se nessuno osava chiedere i motivi e la sera prima addirittura avevano quasi raggiunto lo stadio finale. Liam gli aveva dato contro, e se non fosse stato per Niall se ne sarebbe tornato a Londra con tanti cari saluti..

Da bravo amico qual era però, lui accettò senza esitazione alcuna l'invito della ragazza, rendendosi così disponibile ad ascoltarla e si trovarono nel bar all'incrocio, poco lontano da casa. Si sedettero, ordinando un'aranciata amara per lei ed una coca-cola con ghiaccio per lui. Il caldo si faceva sentire già nonostante fossero appena le 9 del mattino, e cercando di reprimere uno sbadiglio, Zayn si obbligò ad ascoltare la ragazza..

Ma i suoi pensieri, lo sapeva dal principio sarebbe successo, continuavano a cadere sul ragazzo dagli occhi nocciola. Perché non poteva semplicemente non pensarci e vivere in pace? Perché quelle parole, quello sguardo, dovevano continuare ad importunarlo sempre nei momenti meno opportuni. La loro non sarebbe mai stata una relazione possibile. E non perché a lui non piacessero i ragazzi, perché qualche eserienza l'aveva avuta, bensì perché erano amici. E se la loro amicizia fosse stata rovinata per sempre se le cose fossero andate male?

'Ma se fossero andate bene, invece?' gli suggerì poi una voce, facendolo trasalire. Fu in quel momento che vide la ragazza di fronte a se parlare ancora. Era uscito per lei, per ascoltarla e consigliarla, stupido..stupido Zayn. Ma quando aveva smesso di farlo? La vide bloccarsi e guardarlo. Accidenti, e adesso?

-"Tu cosa ne pensi?"- gli chiese lei, attendendo come ovvio che fosse, la sua risposta. Il pakistano deglutì, ponderando per bene sulle parole da dirle..non aveva ascoltato nemmeno una parola, ma aveva comunque capito il fulcro del discorso. Niall.

-"Ti piace Niall?"- provò allora lui, riuscendo solo a guadagnarsi un'occhiataccia da parte della bionda.

-"E' quello che sto dicendo da quando ci siamo seduti qui, Zayn"- rispose lei, facendolo arrossire per l'imbarazzo. Stavolta l'aveva fatta grossa..doveva solo ascoltare la sua migliore amica, ma perché non lo aveva fatto? Sempre per il solito motivo, Liam e la sua stupida confessione!

-"Perrie..scusami, io..non so cosa..ti stavo ascoltando però, te lo giuro!"- a quella giustificazione la bionda sorrise, avrebbe fatto meglio ad evitare di dirle certe parole, pensò, prima di lanciare uno sguardo sconfitto al ragazzo.

-"Che cosa ti succede, Zay?"- chiese, accettando il fatto che per quella giornata non avrebbe risolto i propri problemi. Immediatamente il pakistano si rizzò a sedere, guardando verso la ragazza quasi terrorizzato. Non che non volesse parlarne con lei, era solo che non si aspettava quelle parole da lei, e poi..beh, non voleva parlarne con lei.

-"Cosa dici, Per? Non succede nulla.."- rispose forse un po' troppo velocemente, tanto che la bionda aggrottò le sopracciglia, per nulla convinta dalle sue parole. Si portò con il busto leggermente in avanti allora, sovrastando di poco il tavolo ed avvicinando il viso a quello dell'altro.

-"Zay"- ripeté, ora con un tono di voce leggermente più basso ma tendente al nervoso -"che cosa succede?"-

Il ragazzo la guardò senza rispondere, deglutendo appena e pensando intanto a cosa potersi inventare per togliersi da quel pasticcio nella quale si era cacciato da solo. A quel punto però lei, aspettandosi quella reaione da parte del ragazzo, come giusto che sia, passò alle minacce.

-"Vorrà dire che dirò a tuo padre che stai frequentando un corso di canto di nascosto."- mormorò, guardandosi con una finta aria d'indifferenza le unghie. Zayn quasi si strozzò con ciò che stava bevendo e la guardò in tralice, incrociando le braccia al petto.

-"Questo si chiama ricatto"- rispose stizzito, piegandosi leggermente verso il lato destro, come a volerle dare le spalle.

-"Io lo chiamerei scambio equo, amico mio"- rispose lei pronta con una risatina, alzando appena le spalle.

E fu lì, in quel modo, che per la prima volta Zayn espose i propri sentimenti riguardo Liam. Il suo provare qualcosa per lui sicuramente oltre l'amicizia, il suo sentire le farfalle nello stomaco ad ogni incrocio di sguardi, la felicità provata nel sentire quelle parole, pochi giorni prima..

Quando finì di raccontare, guardò quasi spaventato verso l'amica, aspettando una sua reazione che non tardò ad arrivare, anche se non fu proprio quello che si aspettava...

-"Finalmente!"- furono le sue prime parole, seguite da un piccolo applauso felice. Zayn rimase a guardarla a bocca aperta, che cosa voleva dire? Forse sapeva? O magari sospettava solamente..

-"Come.."- iniziò allora, ma lei lo bloccò praticamnte subito, alzando una mano e sbattendogliela quasi in faccia.

-"Amico, si vede che vi volete entrambi. Mi domando solo come mai si sia deciso a dichiararsi soltanto adesso.."- aggiunge poi portandosi un dito al mento, pensierosa. Zayn era senza parole. Com'era possibile che lei avesse capito quello che a lui non era stato chiaro fino a quel momento? Stando alle parole dell'amica a quel punto lo avevano capito tutti..certo, tutti tranne chi davvero lo doveva capire. Si sentiva confuso il povero ragazzo, e avrebbe tanto voluto trovarsi da solo in quel momento in modo da ripensare a quella discussione cercando di trovarci un senso, ma ormai era con lei e non poteva di certo lasciarla sola solamente per un suo capriccio! Oltre a questo però, altro lo aveva mandato in confusione. Quel 'si vede' che lei aveva detto..si morse il labbro. Allora se davvero era così evidente lui aveva fatto solo la figura del cretino per tutti quei giorni? Ma soprattutto..cosa avranno pensato i suoi amici di Liam, e di lui? Era stato un vero stupido.


 

Si sentì preso improvvisamente dalla disperazione più totale e chiuse gli occhi, stringendosi le tempie con entrambe le mani. Li riaprì solo qualche istante dopo, puntandoli in quelli chiari della ragazza di fronte a se che lo stava ancora guardando, cercando di capire come potesse sentirsi in quel momento il pakistano. Non ci sarebbe riuscita nemmeno volendolo con tutte e sue forze, questo lo sapeva bene..bevve quindi un sorso del suo caffè, posando con grazia la tazza sul piattino e guardandolo intanto in tralice. Avrebbe voluto chiedergli cosa gli stesse passando per la mente, se poteva aiutarlo in qualche modo..ma non voleva sembrare una rompiscatole, no di certo! Era una ragazza intelligente quando voleva, e sapeva perfettamente quando era il caso di fermarsi. Quello era decisamente il caso, ma non se la sentiva di starsene in disparte, soprattutto quando era stata in grado di capire le vere intenzioni di Jade. E quello che aveva visto nel corso dei mesi le aveva dato la certezza che, in quel caso, avrebbe dovuto aiutare più che lasciar perdere.


 

Rimasero in silenzio ancora per qualche secondo. Fu Zayn a romperlo, guardando Perrie con sguardo quasi assente.

-"E tu?"- disse solamente, abbassando gli occhi a guardare il tavolo. La ragazza non capì al volo ed aggrottò le sopracciglia, mantenendo quel silenzio che le stava facendo compagnia da qualche minuto ormai.

-"Tu.."- riprese Zayn -"mi stai dando dei consigli, mi dici cose..ma tu perché non li segui? Perché non parli con Niall riguardo i tuoi sentimenti?"-.

Perrie rimase di stucco. Come erano tornati a parlare di quello? Pensava che i ruoli fossero ormai invertiti e che toccasse a lei consolare lui. Non si aspettava certo che se ne sarebbe uscito in quella maniera, senza preavviso..

-"Io..non..questo non è quello che noi.."-

-"Tu mi hai chiesto di uscire per parlare di qualcosa, no? Io credo che questo qualcosa sia proprio quello che tu provi per Niall, sbaglio forse?"- e no, affatto. Era esattamente per quello che la ragazza lo aveva chiamato. Il problema era che ora, trovandosi finalmente faccia a faccia con qualcuno per parlarne, lei non se la sentiva più di farlo. Panico? Ne aveva, oh si. Aveva paura che in qualche modo Jade sarebbe venuta a saperlo, che si sarebbe vendicata di lei nel modo più orribile per aver solo pensato di dire qualcosa del genere al suo fidanzato, anche se in fondo era stata lei stessa a rivelargli i sentimenti della ragazza che, aveva scoperto poi, lui ricambiava..

E un leggero sorriso nacque sulle sue labbra a quel pensiero, ma morì subito perché no, lei non poteva farlo. Per il bene di Niall, del gruppo e soprattutto suo, doveva smetterla di pensare a lui. Sapeva che lo avrebbe amato ancora a lungo, ma lei era fatta così..metteva sempre la felicità degli altri al primo posto. Ed era una cosa questa, che aveva imparato nel corso degli anni, sfruttando -ahimè- le persone al liceo.

-"Zay, il fatto è.."- iniziò, sospirando e lasciandosi intanto cadere con la schiena contro la sedia -"che non.."- avrebbe dovuto dirgli tutto? In fondo era il suo migliore amico e non meritava quel trattamento, anche se..

-"non c'è nulla per davvero, Zay..ho già risolto tutto da sola!"- non riuscì a dire la verità. Si vestì di un finto sorriso e conclusero in quella maniera quella passeggiata improvvisata.

Sarebbero passati, lo avrebbe dimenticato e tutti sarebbero stati felici per sempre. Tutti, tranne lei..


 

-"Cosa stai cercando di dirmi, Louis?"- Liam e Louis intanto al contrario degli altri due ragazzi, stavano ancora parlando. In realtà il francese aveva cercato di evitare la cosa il più a lungo possibile, finché non erano finiti a parlare del tempo. E a quel punto non poteva più tergiversare...

-"Ecco..vedi Liam, non è facile.."- aveva deciso di fidarsi un po' di più delle persone. Di cercare di fare qualche amicizia al di fuori della sua schiera di clienti, -quasi tutti bambini, tra l'altro- e Liam gli sembrava la persona più adatta a lui. Restava il fatto però, che dire a qualcuno 'sono gay', non era mai facile.

-"Giuro che non ti mangio, per fortuna non sono ancora diventato un cannibale!"- disse dopo un po' il ragazzo a mò di battuta. Louis rise, ma non si tranquillizzò comunque.

Anzi, si sentì forse più nervoso ancora ed iniziò a respirare quasi a fatica, tanto che il ragazzo dagli occhi nocciola iniziò a spaventarsi, poi, d'improvviso, si bloccò. Prese un profondo respiro -e qui Liam sospirò di sollievo perché, insomma..era ancora vivo!- e gli scappò una leggera risatina nervosa prima di iniziare a torturarsi le mani, e.. 'mi..mi piace Harry' sussurrare, talmente piano che l'altro dovette farsi più avanti per cercare di sentirlo.

-"Potresti ripetere per favore?"- sussurrò allora lui a propria volta, facendo ridere l'altro e riuscendo finalmente a farlo sentire un po' più tranquillo.

-"Mi..mi piace.."- ripeté, guardandolo ora negli occhi e alzando leggermente la voce. Stavolta aveva sentito Liam, e 'oooh' disse, annuendo e rimettendosi dritto contro la sedia, incrociando braccia e gambe ed annuendo intanto. No, non aveva capito di chi il pittore stesse parlando ma decise di andarsene per un'idea e per esclusione optò per Danielle, pensando che il suo comportamento fosse dovuto al fatto che la ragazza era, per loro, la 'sua ragazza'.

-"Ascolta Lou, io..credo di doverti confessare una cosa. Vedi, lei non è davvero la mia ragazza!

In realtà siamo solo amici, lei finge per.."- ma il francese aveva smesso di ascoltarlo a metà frase. Con le sopracciglia aggrottate lo guardò per un po', fino a che..

-"No, Liam..credo che tu abbia preso un gran.."-

-"Tranquillo Lou! Non devi spiegarmi nulla. Parlerò io con Danielle!"- e a quel punto Louis quasi si strozzò con la sua stessa saliva, sbarrando gli occhi e prendendo a scuotere la testa in segno di diniego più e più volte.

-"Liam, Liam..frena ti prego. Non hai capito, io non parlavo di Danielle. Nemmeno ricordo chi è Danielle! Io parlavo di.."-

-"Eleanor?"- e no, non si sarebbe stato in silenzio molto presto. Il povero ragazzo scosse ancora il capo, alzando gli occhi al cielo mentre l'altro 'allora Perrie? Se è lei te lo sconsiglio, sai credo sia già innamorata di..' ma;

-"No! Non è nemmeno lei, potresti solo..smettila di dire i nomi di tutti i tuoi amici!"- sbottò, facendo bloccare Liam sul posto a bocca aperta. Sussurrò uno 'scusa' appena udibile non capendo davvero dove avesse sbagliato. Lui credeva di aiutarlo non voleva certo peggiorare la sua situazione! Però non capiva, aveva detto i noi di tutte le sue amiche e non era nessuna di loro..Jade aveva deciso di non nominarla nemmeno perché, beh..era la fidanzata di Niall! Allora chi..

Poi lentamente, una piccola consapevolezza si fece strada nella mente del più piccolo. Spalancò sempre più gli occhi guardando ogni istante più sbalordito il ragazzo. E riusciva a vederle Louis quelle parole che volevano uscire dalla sua bocca.

Iniziò a prepararsi psicologicamente a rispondere al milione di domande che sicuramente il ragazzo gli avrebbe fatto riguardo il perché, riguardo lui, e poi..

-"Non mi dira ora che invece è proprio Jade.."- e per poco il pittore non si buttò con la testa contro il tavolo. Ma davvero era stato così bravo a nascondere i propri sentimenti in presenza del riccio? O magari era stato Liam a non stare attento alle sue mosse..

Scosse ancora una volta, l'ennesima ormai, il capo e a quel punto Liam alzò le mani in segno di resa. Louis prese un respiro profondo;

-"Harry, Liam..mi piace Harry"-.


 

"Eeel, dove sei? El!"- Danielle credette di impazzire. Era alla ricerca della ragazza ormai da qualche minuto, aveva cercato in ogni angolo della casa anche due volte ed era ormai chiaro che non era lì. Dove poteva essere mai finita proprio ora che aveva bisogno di lei per una cosa seria?

-"Che cosa urli, Danielle?"- Niall uscì come un matto -e attenzione, lui non perdeva mai la calma!- dalla propria stanza vestito di tutto punto per il mare. E forse era proprio l'unico quella mattina, ad avere tutta quella voglia..

-"Credo che Eleanor non sia in casa, lo sai?"- disse ovvio, incrociando le braccia al petto. La ragazza sbuffò, guardandolo imbronciata.

-"Guarda che lo so anche da sola!"- disse, facendo solo arrabbiare maggiormente l'irlandese, che 'e allora che cosa urli ancora?' rispose stizzito, alzando di poco la voce. L'altra non rispose e il ragazzo, spazientito, andò verso la cucina dove prese una bottiglina di thè alla pesca prima di andare alla porta e uscire, lasciando la ragazza da sola in casa.

-"Accidenti a te, Eleanor!"-.


 

Eleanor intanto era, molto pacificamente, in giro per il centro della città a fare shopping. Era passata una settimana ormai, e lei non aveva fatto altro che stare in spiaggia e uscire di sera finendo però per fare sempre il solito giro insieme ai suoi amici. Aveva risparmiato tanto per quella vacanza e ancora non era riuscita a spendere qualche euro per se, questo non andava affatto bene! Nei giorni precedenti era riuscita ad adocchiare un negozietto davvero carino sulla strada principale e quella mattina appena sveglia aveva deciso di alzarsi, fare una doccia e dirigersi immediatamente lì. In verità aveva deciso di uscire presto perché ormai non sopportava più l'atmosfera che si era creata in quella casa. Gente che litigava di continuo o che si faceva dispetti, che razza di amici erano? Scosse il capo mentre camminava, aggiustandosi i grandi occhiali da sole neri che amava e spostandosi i lunghi capelli indietro. Sentì qualche fischio dietro di se a quel gesto ma non ci diede peso come ormai aveva imparato a fare e continuò a camminare, fino a raggiungere la propria meta. Tally-weijl era lì di fronte a se, fortunatamente aperto. Appena dentro si diresse subito verso i pantaloncini, ne aveva adocchiato uno in jeans decisamente carino e con una cintura ancora più carina e anche il prezzo non era affatto male! Dopo essersi fatta aiutare da una commessa per la ricerca della giusta taglia andò nel camerino non notando il ragazzo che proprio in quel momento passò fuori dal negozio..


 

Niall aveva deciso di non aspettare nessuno quella mattina. Si era alzato, preparato e sceso per andare in spiaggia sentendo il bisogno di starsene un po' per le sue senza nessuna fidanzata stressante, o amica bugiarda. Ma non c'era nulla a fare, qualsiasi cosa facesse, la bionda finiva per occupare sempre almeno la metà dei suoi pensieri. Ovunque andasse la vedeva, negli sguardi della gente, nelle piccole cose..

Addirittura gli era parso di vederla seduta al bar accompagnata da Zayn, ma non era possibile..Zayn era già sceso in spiaggia quella mattina, no? Aveva detto che andava lì presto anche lui..


 

Prima di andare in spiaggia però, aveva deciso di fare un giro per il centro. Doveva distrarsi, e quale metodo migliore se non spendere tutti i suoi soldi in cose futili? Iniziò dal negozio di scarpe a due piani. Lui le adorava, ne aveva un'infinità a casa. A volta il biondo era un po' come una ragazza..andava dietro alle mode, agli oggetti e ne comprava quantità esorbitanti anche se alla fine non usava o indossava nessuna di quelle cose. Trovò le scarpe da lui desiderate prima del previsto quella mattina e non soddisfatto, optò per il negozio di vestiti. Una bella camicia era quello che ci voleva..ma di quale colore poteva prenderla? A lui sarebbe piaciuta in verde chiaro, ma forse Perrie l'avrebbe preferita..si bloccò con la mano a mezz'aria dal prendere una camicia azzurra e la lasciò andare immediatamente come scottato. Ancora una volta, quella ragazza stava avendo la meglio. Doveva fare qualcosa il prima possibile se non voleva finire col morire per lei, assolutamente! Annuendo al manichino -e meno male nessuno lo vide- strinse la mano a pugno, addentrandosi nel negozio fino ad arrivare al reparto camicie classiche. L'avrebbe presa bianca, o nera. Il nera lo sfinava e per lui che non era proprio un figurino come Harry o Zayn, era decisamente l'ideale.

-"Scusi, una 44 di quesa camicia per favore, l'avete?"- ecco, bravo Niall. Bisogna che inizi dalle piccole cose, si disse, prima di entrare nel camerino a provare il suo prossimo acquisto.


 

Liam era rimasto a bocca aperta solo per pochi secondi alla confessione del ragazzo. Insomma, doveva ammettere che effettivamente Harry era davvero un bel ragazzo e sfidava chiunque fosse gay, tranne lui, ovviamente, a resistergli. Quello che lo sorprese di più era il fatto che..accidenti! Anche lui era gay. E Zayn ci era stato a contatto a lungo..

-"Ne hai parlato con Zayn per caso? Ti ha detto qualcosa, un suo pensiero personale, un.."- niente, non c'era nulla da fare..Liam aveva deluso Louis su tutta la linea! Dov'era lo stupore, le domande, il 'ma sei impazzito?' ? Davvero tutto quello che sapeva dire era..quello?

-"No, Zayn non lo sa. Perché avrei dovuto..."- riuscì solo a dire prima di essere nuovamente bloccato da Liam che 'allora lui non lo sa' disse felice, battendo quasi le mani come un bambino che vede il Natale materializzarsi prima del tempo. Louis era sempre più confuso, ma non aveva il coraggio di fargli domande per paura delle risposte che lo avrebbero lasciato di certo più confuso.

-"Ehm..s-si, bene..Liam, oh, io ora devo proprio andare. E' davvero tardi, e.."-

-"Aspetta!"- gli gridò però Liam, alzandosi dopo di lui ed allungando una mano a prenderlo dal braccio.

-"scusami"- riprese -"è che..lascia stare, non importa. Mi dicevi che ti piace Harry, giusto?"- sembrava tornato alla normalità il ragazzo e lentamente il pittore annuì guardandolo, anche se non fidandosi al cento per cento.

-"Lui lo sa?"- eccola lì. La domanda che voleva sentire per ultima era invece arrivata per prima, e non se la sentiva ancora di raccontare tutto al ragazzo, così scosse il capo decidendo poi per una mezza verità....


 

..... -"e questo è tutto"- concluse il francese, ma non era affatto tutto. Si era accertato per bene di non farsi scappare nulla che avesse a che fare con il bacio che, lo aveva capito solo ora, non avrebbe mai dovuto dare al ragazzo. Era sempre stato questo il problema di Louis, si buttava subito a capofitto in ogni cosa e soprattutto quando si trattava di ragazzi carini. Non aveva pensato nemmeno per un secondo che al ragazzo avrebbe potuto non piacere, che lui lo vedeva solo come un amico. No, per lui contava solo il fatto che voleva baciarlo in quel momento, nient' altro. In sua difesa però, avrebbe potuto dire che il riccio gli aveva mandato dei segnali sbagliati, ad esempio..perché non si era spostato al momento del bacio? Avrebbe potuto spingerlo via, eppure non lo aveva fatto e forse era stato questo l'errore di Louis, credere che da quel gesto potesse uscirne un significato diverso. Ascoltò le parole che Liam gli disse dopo, i suoi consigli e dopo aver pagato i caffè - -"per oggi offro io, Liam, mi hai ascoltato quasi due ore!"- - decise che era ora di mettersi a lavoro. Quel giorno avrebbe fatto disegni anche di mattina, c'era bel tempo e per strada ci sarebbe stata tanta gente! Almeno questa sarebbe stata la scusa che avrebbe usato, in caso di strane domande.


 

Quella giornata era iniziata bene per Harry, finché non si era imbattuto in Louis su quella spiaggia, quella mattina. Cosa ci faceva lì? Lo stava aspettando? Lo stava seguendo? Forse lo aveva fatto ogni giorno da quando erano lì! Cos'altro sapeva di lui? Ma soprattutto..quel bacio, al quale non riusciva a smettere di pensare..chi glielo aveva dato il permesso? Come aveva osato.. 'tu però non ti sei spostato affatto, Harry' quella vocina, prima o poi l'avrebbe tirata fuori dalla propria testa e fatta fuori. Spuntava sempre nei momenti peggiori, e sempre con parole che il ragazzo non voleva ascoltare..quella volta però si bloccò a riflettere e si, la vocina aveva ragione. Non si era spostato affatto. Non era uno scemo, aveva capito benissimo cosa stava per succedere eppure, non lo aveva evitato. Anzi, ad un certo momento aveva perfino chiuso gi occhi, quasi si stesse godenso quel bacio con quel ragazzo francese dalle labbra sottili, e morbidi, che combaciavano perfettamente con le proprie, e..oh insomma, Harry! Si schiaffeggiò da solo sulla testa e sbuffò, calciando un sassolino innocente che si ritrovò di fronte ai piedi e continuando la sua camminata. Da quando era lì? Forse proprio da dopo il bacio..ma non riusciva a tornare a casa. Avrebbe trovato tutti i suoi amici e loro avrebbero capito subito che c'era qualche problema e non l'avrebbero lasciato in pace finché non avesse parlato. E lui non voleva parlare.

Non subito almeno, ma forse neppure dopo.


 

Quella mattina, complice forse il fatto che fosse l'ultima giornata lì a Bibione, ognuno dei ragazzi aveva da fare, aveva bisogno di essere consolato o ancora, voleva rimanere solo. L'unica che sembrava immune a quella strana epidemia era Jade che, felice come una Pasqua, se ne stava in ammollo da ormai una buona mezz'ora. Anche lei era scesa da sola in spiaggia, ma al contrario di qualcun altro lei lo aveva fatto per non doversi subìre i problemi degli altri. Erano così fastidiosi, e lei non aveva tempo da perdere con loro!

-"Ora tanto sono io la cattiva, certo. Ho messo in imbarazzo la povera Perrie"- disse dopo un po' parlando da sola, girandosi intanto e stendendosi in acqua galleggiando perfettamente e tranquillamente, convinta di averceli tutti in pugno. Forse era stata cattiva, ma nessuno aveva pensato di difendere Niall da lei però, quando anni fa ne era innamorato, vero? No, all'epoca avevano tutti paura di quella sciacquetta.

-"Oh, ma adesso le carte in tavola sono cambiate. La biondina ha bisogno di capire cosa vuol dire servirsi delle persone, farle sentire piccole. Io starò anche sfruttando Niall per i suoi soldi, ma almeno gli voglio bene davvero!

-"Ah..molto presto verrà cacciata dal gruppo, ne sono certa"-

Ne era certa..ma non aveva considerato Jade, che qualcuno sarebbe potuto scendere da casa e raggiungerla, sentirla addirittura..ed era proprio quello che era appena successo. Ed a sentirla era stata l'ultima persona persona al mondo che doveva farlo..Niall.

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