Obliviate anno VII

di willow11
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'ascesa del Signore Oscuro ***
Capitolo 2: *** i sette Potter ***
Capitolo 3: *** nessun altro morirà ***
Capitolo 4: *** il testamento di Albus Silente ***
Capitolo 5: *** Il matrimonio di Bill e Fleur ***
Capitolo 6: *** ben tornata ad Hogwarts Santana Lopez ***
Capitolo 7: *** è arrivato l'inverno ***
Capitolo 8: *** il ministero della magia ***
Capitolo 9: *** l'esercito di Silente ***
Capitolo 10: *** San Valentino ***
Capitolo 11: *** villa Malfoy ***
Capitolo 12: *** Testa di Porco ***
Capitolo 13: *** Beda il bardo ***
Capitolo 14: *** consegnatemi Harry Potter ***
Capitolo 15: *** La battaglia di Hogwarts pt.1 ***
Capitolo 16: *** La battaglia di Hogwarts pt.2 ***
Capitolo 17: *** i doni della Morte pt.1 ***
Capitolo 18: *** i doni della Morte pt.2 ***
Capitolo 19: *** la bacchetta di Cedro ***
Capitolo 20: *** 19 anni dopo ***



Capitolo 1
*** l'ascesa del Signore Oscuro ***


Obliviate Anno VII_1
Premesse
Questa fan fiction chiude la saga di Obliviate e Obliviate anno VI
crossover di Harry Potter con un mix tra i personaggi di Hp e Glee.
Questa storia segue gli eventi narrati nell'ultimo capitolo della saga di Harry Potter.
Vi consiglio di leggere le storie precedenti prima di leggere questa.. Almeno ci capite qualcosa :D

Credo che saranno in tutto una quindicina di capitoli e cercherò, come sempre,
 di pubblicarli settimanalmente.

Intanto, buona lettura, ci vediamo alla fine!





 


L’aria che avvolgeva le piccole palazzine era tetra e gelida.
Un uomo con un lungo mantello e un naso adunco comparve dal nulla.

Senza lasciarsi condizionare dal buio, l’uomo percorse il lungo vialetto, raggiungendo l’enorme cancello di villa Malfoy.
Con un movimento saldo del polso, agitò la bacchetta e il cancello si spalancò al suo passaggio.


--


-Bene Smythe, vedo che le tue idee sono molto chiare a riguardo…- sibilò l’essere.

Il ragazzo dal viso scavato e lo sguardo spavaldo annuì senza aggiungere altro.

-Possiamo ritenere chiusa la questione insegnanti di Hogwarts-  

Tutti i Mangiamorte seduti attorno al grande tavolo sorrisero.
Tra di loro presenziava il giovane Malfoy, anche lui aveva il viso scavato, ma l’aria era decisamente più stanca di Sebastian Smythe.

L’essere che aveva appena parlato, seduto proprio a capotavola, sorrise entusiasta allargando di poco quelle piccole fessure che aveva al posto del naso.
Poi, percependo del dissenso, si girò alla sua destra.
-Sì, Bellatrix?- Chiese lui alla strega seduta giusto due posti lontano da lui.
-Mio Signore, non crede che la presenza di tutti questi giovani ad Hogwarts, possa come dire… confondere gli studenti?-
-Non capisco la tua preoccupazione Bellatrix, sono ragazzi qualificati e facilmente persuadibili-
-Certo mio Signore, ma stiamo parlando di otto nuovi insegnanti…-
-Quanti sono gli insegnamenti obbligatori, giusto Draco?-
Il ragazzo annuì in silenzio.

L’essere sorrise.

-Mio Signore, mi scusi se mi permetto- disse uno degli uomini seduti al tavolo -l’idea di togliere i primi due anni agli insegnanti storici la trovo geniale…- poi si girò verso Bellatrix –Proprio non capisco le tue riserve Lastrange-
La donna non rispose.

A quel punto Sebastian si girò verso di lei -conosco bene questi nuovi insegnanti, sono dei bamboccioni, faranno tutto ciò che gli chiederemo di fare pur di mantenere il prestigioso incarico... Saranno i nostri burattini e ci plasmeranno le nuove generazioni…-

-E che mi dici di quella Lopez?- Sputò Bellatrix.

Sebastian deglutì visibilmente, anche Malfoy sembrava particolarmente colpito da quella domanda.
Voldemort alzò la grande mano bianca per afferrare la pergamena davanti a lui e consultarla.
-Lei e la sua amichetta corvonero hanno combattuto a fianco di Potter per ben due volte- continuò sempre con più enfasi la strega.
-Ti riferisci all’insegnate di volo e alla nuova insegnate di trasfigurazione del biennio?- Chiese Voldemort, una volta trovato il nome delle ragazze sulla pergamena.
-Sì mio signore-
-Sento del risentimento Bellatrix… Non è che per caso c’è dell’altro?- Chiese ancora l’essere.
-No mio Signore- si affrettò a rispondere la strega abbassando lo sguardo.

Voldemort fissò a lungo la donna, poi sentendo dei passi spostò lo sguardo verso l’ingresso.

-Oh buonasera Severus, sei in ritardo- disse, appena l’uomo dal lungo mantello e dal naso adunco, fece il suo ingresso in sala-vieni siediti, c’è un posto per te-
L’uomo si sedette proprio di fronte a Bellatrix.
-Stavamo appunto discutendo dei Tuoi nuovi insegnanti… Bellatrix pensa che l’insegnante di volo sia pericolosa-
Piton sentendo quelle parole guardò la strega –non ne vedo il motivo Bella- disse scandendo ogni singola parola.
-Non te la ricordi nella foresta proibita? E al ministero due anni fa?- replicò lei.
-Mio Signore, senza dubbio è una ragazza con delle grandi doti, lo stesso Silente l’ha inserita nel corpo docenti prima ancora che si diplomasse-

Voldemort continuò a fissarlo.

-Era il capitano della squadra di quidditch dei serpeverde e insieme alla Fabray era la migliore del suo anno. E’ una leader mio Signore e in quanto serpeverde è una potenziale mangiamorte… se davvero è pericolosa… è meglio tenerla sotto controllo- concluse Piton.
-Mi sembra la scelta migliore- decretò l’essere passando la lunga pergamena a Sebastian –Hai una lunga lista e un compito importante Smythe, non deludermi-

Sebastian prese la pergamena e, dopo un inchino, lasciò il tavolo.
Bellatrix seguì il ragazzo allontanarsi senza con gli occhi pieni di rabbia senza però aggiungere nulla.

Il Signore Oscuro fece un respiro profondo e si girò verso Severus.

-Hai delle altre novità, confido-
-Accadrà sabato prossimo, al calar della notte- rispose Piton.

-Ho sentito diversamente mio Signore- s’intromise uno dei mangiamorte seduto sulla destra del lungo tavolo in mogano –Doris l’auror si è lasciato sfuggire che il ragazzo Potter non sarà trasferito fino al trenta di questo mese, il giorno prima dei suoi 17 anni-
-Questa è una falsa pista – replicò Piton –gli auror non giocano più alcun ruolo nella protezione di Harry Potter… Quelli più vicini a lui credono che ci siamo infiltrati nel ministero-

Uno dei mangiamorte seduto dalla parte opposta rispetto a Voldemort ridacchiò –l’hanno capita giusta no?- disse facendo ridere diversi mangiamorte.

-Che ne dici tu, Pius?- Chiese Voldemort all’uomo in giacca e cravatta posto al capotavola opposto.
-Si sentono molte cose mio Signore, che tra queste ci sia la verità, di certo non è chiara- rispose il funzionario della magia.
Voldemort rise –parole di un vero politico, credo ti dimostrerai molto utile Pius-
-Dove sarà portato il ragazzo?- Chiese ancora l’essere guardando Piton.
-In una casa più sicura, probabilmente alla dimora di qualcuno dell’ordine, mi dicono che è fornita di ogni genere di protezione possibile, una volta li, sarà poco pratico attaccarlo-

-Se non possiamo attaccare il ragazzo una volta giunto a destinazione, dobbiamo attaccarlo mentre è in viaggio- rifletté l’essere.
-E qui siamo in vantaggio mio Signore, abbiamo parecchi infiltrati all’ufficio dei trasporti, se il ragazzo usa la metro polvere o si materializza, lo sapremo all’istante- disse il funzionario della magia.

-Non farà né l’una, né l’altra cosa, l’ordine sa che il ministero non è più un posto sicuro- replicò Piton.
-Tanto meglio- disse ancora Voldemort -dovrà muoversi allo scoperto, sarà più facile catturarlo-
-Mio Signore- disse Bellatrix –permettimi di uccidere il ragazzo…- chiese quasi implorante facendo agitare tutta la stanza.

-No!-tuonò Voldemort zittendo tutti –io devo uccidere Harry Potter… E sarò io a farlo!-



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-Avada Kedavra-
Un lampo di luce verde illuminò gli alberi della foresta proibita e si scagliò sul petto di Harry Potter.
Santana, nascosta dietro un albero non troppo distante da Harry, era terrorizzata e non sapeva davvero come fare, poi l’essere dal volto non più umano che aveva appena scagliato la maledizione senza perdono, spostò lo sguardo verso di lei e vi puntò la bacchetta.


-NO-
Santana aprì gli occhi terrorizzata dall’incubo che aveva appena fatto.
Fece dei respiri profondi cercando di regolarizzare il battito, poi si guardò intorno.
La luce chiara della luna che entrava prepotente dalla finestra, illuminava l’altra parte del letto dove, serenamente, dormiva Hermione.
Santana sorrise a quella vista celestiale e ricominciò a respirare.

Per Merlino se era bella.

Vedendo che si era scoperta leggermente prese il lenzuolo portandolo all’altezza del collo.
Le poggiò un leggero bacio sulla tempia e si alzò dal letto.

Si avvicinò alla finestra guardando il paesaggio londinese.

Un brivido di freddo le percorse la schiena.

Tutto era immobile, ma lei poteva sentire l’agitazione muoversi in ogni singolo pensiero: la guerra era arrivata.






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Eccoci qua carissimi, come promesso entro la fine dell’anno.

Il capitolo è corto, ma è un prologo e ci sta...
Scrivere questa fanfiction e pubblicarla settimanalmente è un impegno non indifferente, spero davvero di mantenerlo… E spero che ne valga la pena…
Fatevi leggere, sono curiosa di sapere che ne pensate e cosa vi aspettate da questa ultima storia!
Ci vediamo tra una settimana!

Intanto buon Natale  in ritardo, ed un felice anno nuovo

A presto
Chiara

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Capitolo 2
*** i sette Potter ***


obliviate 3.2
La camera da letto di Hermione non era mai stata così disordinata.
I vestiti della Grifondoro e quelli di Santana erano sparsi ai piedi del letto (che l’ispanica aveva provveduto a rendere a due piazze).
Anche la scrivania, spesso adibita allo studio estivo, sembrava essere un campo di battaglia; al posto delle pergamene arrotolate e delle piume c’era poggiato, in maniera pittosto scomposta, il grosso borsone verde scuro di Santana da cui sbucavano vari vestiti tra cui anche un paio di tanga con lo stemma dei serpeverde, sui quali, fortunatamente la grifondoro aveva deciso di non fare domande.
L’unica cosa che sembrava non aver subito la presenza della latina erano i quadretti appesi alla parete ricoperta di carta da parati color salmone.
Erano tutte foto dei suoi anni ad Hogwarts che Hermione aveva ben pensato di stampare e incorniciare.
Tra le varie foto ce ne era una che li ritraeva, a soli undici anni, la sera del loro primo halloween a Hogwarts, pochi istanti prima di affrontare il grande troll.
Accanto ce ne era un’altra li aveva immortalati in infermieria, pieni di lividi ma sorridenti subito dopo la liberazione di Sirius.
Tra le varie foto c’era anche un foglio di giornale con sopra scritto “amore al torneo”, scatto rubato da Rita Skeeter, dove Hermione correva ad abbracciare Harry prima della prova dei draghi al torneo Tremaghi e, sempre dello stesso anno, alla destra di questa, c’era una foto di Hermione che scendeva le scale con addosso l’abito rosa per poi farsi portare in sala da Victor Krum.
Sopra il letto c’era la foto più grande della stanza, quella che ritraeva l’esercito di Silente poco prima dell’arrivo della Umbridge, in quella foto Hermione e Santana non erano messe vicine, ma mentre tutti sorridevano la più piccola cercava con lo sguardo la serpeverde come se volesse accertarsi che stesse bene.
Infine, sul comodino accanto ad un paio di tazzine di caffè fumanti, c’era la foto di quando si erano messe insieme: Santana era vestita estiva con una maglia rossa, mentre Hermione portava una felpa rosa con le maniche a tre quarti, la foto le ritraeva abbracciate sotto la grande quercia. Erano entrambe molto emozionate.

Santana prese in mano la foto e la guardò, passando lo sguardo dai lineamenti spensierati di Hermione nella foto a quelli decisamente più tesi della vera Hermione che stava dormendo accanto a lei.
La latina accarezzò la foto e la rimise sul comodino, poi fece un leggero movimento della mano e l’aroma di caffè che fuoriusciva dalle tazzine si sparse per tutta la camera.

L’intenso profumo arrivò fino alla grifondoro solleticandole le narici.

Hermione aprì lentamente gli occhi con il sorriso già stampato sulle labbra.
-Sei proprio una dormigliona Granger…-

Hermione affondò ancora di più nel letto stropicciando gli occhi verso la sua ragazza che la guardava con un sorriso beffardo.

-Eppure non l’avrei mai detto…-
Hermione si stiracchiò facendo un grande sbadiglio –con te mi rilasso…- disse una volta sveglia.
Santana sorrise ancora e si avvicinò poggiandole un leggero bacio.

-Speriamo che questo caffè ti svegli allora…- le sussurrò sulle labbra.
-Ma non avevi detto che oggi, come ieri, e l’altro ieri ancora- cominciò a dire la grifondoro guardando il disordine della sua stanza -avremo passato la giornata a letto?-

-Infatti- rispose con un sorriso eloquente la latina mentre lasciava una scia di baci sul collo della fidanzata.

Hermione ansimò per quel risveglio meraviglioso, cominciandosi a contorcere sotto il tocco caldo della sua latina.
L’ispanica sorrise sentendo le emozioni della ragazza aumentare sempre di più.
Completamente in balia di quelle sensazioni incredibili, fece scorrere le mani prima sulle gambe della grifondoro e poi sotto la magliettina.
Hermione capendo le intenzioni della latina si sbarazzò subito della maglia.
Santana sorrise sentendo una fitta al basso ventre, impazziva quando la sua ragazza prendeva quel genere di iniziativa.

-e mi raccomando non urlare come l'ultima volta o l'incantesimo di insonorizzazione sarà del tutto inutile, lo sai che ci tengo a fare bella figura con i tuoi-
Senza aspettare la risposta, Santana, riprese a baciarle il collo scendendo dolcemente sul petto formoso.

Hermione ansimò ancora, amava quel suo modo di fare, e amave essere baciata da Santana, essere toccata da Santana e non capiva come facesse ogni volta a rendere tutto così meravigliosamente perfetto.

-Sono una strega superdota- rispose la latina a quella domanda silenziosa mentre baciava con devozione uno dei suoi capezzoli.

-Non avevi detto che almeno a letto…ah…. avresti attivato l’incantesimo di protezione?- La punzecchiò la Grifondoro ansimando.
-Mi godo quel che resta…- rispose affannata Santana.

Hermione non capendo il senso di quella risposta fermò quella piacevole tortura afferrando la testa di Santana con le sue mani. Sapeva benissimo di non dover aggiungere altro.
Santana si staccò dal corpo che lei stessa aveva reso bollente e si mise accanto a lei.

-Ci ho pensato a lungo Herm e non mi sembra giusto…-

La grifondoro perse un battito, possibile che pensasse ancora a Brittany?Voleva davvero lasciarla?

-Granger ma per la barba di Merlino… NO! Ma sei impazzita? Perché mai dovrei lasciarti?- Corse subito ai ripari Santana avendo sentito il suo pensiero.

Hermione tirò su un respiro di sollievo –ok, ti ascolto…-

Santana sorrise –sei proprio stupida a volte!-
La grifondoro non disse niente.
-Pensavo solo che potevo fare l’incanto obscuro su di te…- disse velocemente.
-Cosa?-
-L’incanto obscuro… così da non poterti più leggere la mente…- Spiegò Santana.
-So che cos’è l’incanto obscuro Santana e nonostante io apprezzi tantissimo anche solo il fatto che tu l’abbia pensato… non puoi…-
-No?-
-Certo che no San, sarebbe da folli!-
-Ma perché? Qualunque cosa TU farai, IO ti starò incollata al culo! Non abbiamo bisogno della telepatia…- argomentò con enfasi la più grande.
Hermione scosse la testa.
Proprio in quel momento un picchiettio proveniente dalla finestra attirò la loro attenzione.

Sul davanzale della finestra un grosso falco bianco le fissava.

Santana scosse la testa –tempismo perfetto Fabray!-

Hermione si rimise velocemente la maglietta e si alzò dal letto.
Si avvicinò al davanzale e aprì la finestra prendendo il piccolo bigliettino di pergamena avvolto in una delle zampe del grande uccello.
-Grazie Quinn- disse poi Hermione.
Il falco si girò verso Santana aspettando una risposta –Sì, sì Quinn pennuto Fabray…Grazie!-

A quel punto il falco spalancò le grandi ali e spiccò il volo.
-Comunque ne riparliamo… Adesso togliti la maglietta-

-è oggi!- disse Hermione una volta letto il biglietto.

Santana si alzò dal letto e si avvicinò alla ragazza per leggerlo anche lei.

Hermione lasciò il bigliettino nelle mani di Santana e tornò a sedersi sul letto. Sapeva che sarebbe arrivato presto quel giorno, ma in cuor suo, sperava non dovesse arrivare mai.


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-Herm, se vuoi posso farlo…-
-No…ce la faccio…- rispose risoluta –solo, non credevo così presto- rispose Hermione mentre finiva di mettere le sue ultime cose nello zaino.

-Li ritroveremo… Quando tutto sarà finito, ti aiuterò a ritrovarli, e gli faremo ricordare tutto…-

Hermione annuì anche se poco convinta.
Santana provò ad avvicinarsi ma Hermione fu più veloce, si asciugò una piccola lacrima ribelle e si girò a guardarla.

-Ti… ti dispiace aspettarmi fuori?- Chiese cercando di non mostrarsi scortese.
L’ispanica annuì e le baciò la fronte, poi agitò la bacchetta e il suo grande borsone si tramutò in un piccolo zaino, lo mise spalla e, dopo aver guardato con sicurezza la sua ragazza, uscì dalla stanza.


Hermione scese le scale di casa sua, non poteva pensare che lo stesse per fare veramente.

Così, mentre i suoi erano intenti a fare colazione gli puntò contro la bacchetta di Vite.
-Obliviate…-

Un raggio di luce uscì dalla bacchetta andando a colpire in pieno i genitori di Hermione che sembrarono non accorgersi di niente, mentre la figura sorridente di Hermione cominciò a scomparire da tutte le foto.

Ecco, l’aveva fatto davvero: aveva cancellato se stessa dalla vita della sua famiglia.


Hermione con addosso solo uno zaino, superò la porta d’ingresso e uscì fuori cercando di non voltarsi indietro.
Santana, anch’essa con lo zaino sulle spalle la stava aspettando sul ciglio della strada con la mano tesa ad accoglierla.

Una volta raggiunta, Hermione afferrò la mano dell’ispanica e insieme si allontanarono dalla villetta di casa Granger.


--


Le due ragazze si materializzarono davanti casa Duddley.
Santana si guardò intorno: una serie di villette a schiera all’apparenza tenute bene riempivano tutto il circondario –insomma lo sfregiato è cresciuto qui-

Hermione scosse la testa ormai abituata a quelle battute tipicamente serpeverde, senza però lasciarle la mano.

Dopo una manciata di secondi si materializzò anche Quinn.

-Fabray, dove hai lasciato le penne?- le chiese sarcastica.

-Ma la finirà mai?- Replicò la bionda, visto che da quando Santana aveva scoperto che era diventata un animagus la ricopriva di battute.
-La conosci meglio di me…- rispose Hermione sorridendo a Quinn.

La corvonero sbuffò, poi costatando che non ci ancora fosse nessuno prese una pergamena dalla borsa e la passò a Santana.
-Che cos’è?-
-E’ arrivata stamattina a casa tua- cominciò a spiegare Quinn mentre l’ispanica leggeva con attenzione.
-Che ci facevi a casa mia?-
-Abitiamo di fianco Lopez! A proposito i nostri genitori sono partiti ieri per l’Australia…-

-I vostri genitori lavorano insieme?- Chiese curiosa Hermione, che effettivamente sapeva ben poco della famiglia di Santana.

-Sì, fanno i ricercatori- tagliò corto l’ispanica non distogliendo gli occhi dal foglio.

Hermione guardò Quinn cercando una risposta più esaustiva. La bionda per tutta risposta scosse la testa.

-Ci hanno riconfermate ad Hogwarts…- disse poi guardando Santana -A me hanno addirittura dato interamente le classi del primo e del secondo anno-  
-Mi hanno alzato la paga?- Disse sorpresa la latina.
-Che cosa?- Chiese Hermione leggendo pure lei la lettera –ma com’è possibile? C’è la guerra e vi alzano il salario!-
-Beh… è ovvio che ci vogliano lì…- Disse semplicemente Quinn.

-Hermione!-

Le tre si girarono a guardare.

A pochi metri da loro, infatti, si erano appena materializzati i gemelli Weasley e Ron che, non curante della furia latina, si era precipitato a salutare la sua migliore amica.
Santana non fece in tempo a replicare che a pochi passi da lei si materializzarono anche Puck, Dave e Jesse St.james.
-Kurofsky?-
-Sorpresa!- disse lui aprendo le braccia.

Intanto Quinn era rimasta interdetta dalla presenza di Puckerman che sorrideva beffardo.


-Potter sei minorenne!- iniziò a spiegare Jesse una volta entrato in casa di Harry con tutto il seguito di auror e di ex alunni –quindi hai ancora addosso la traccia-

-Cos’è la traccia?- Chiese Harry ancora sorpreso per quella visita improvvisa.
-Beh se starnutisci il ministero saprà chi ti pulisce il naso, il punto è che dobbiamo utilizzare mezzi di trasporto che il ministero non possa individuare… Scope, testral e così via… Si viaggia in due! Così se ci sarà qualcuno ad aspettarci, e ritengo che ci sarà… Non saprà quale Harry Potter è quello vero…-

-Aspetta…Hai detto quale?- Chiese Harry.

-L’ho detto che non l’avrebbe presa bene…- rispose sarcastica Hermione guadagnandosi una smorfia di approvazione da parte della fidanzata.

Jesse guardò Harry negli occhi e afferrò dal taschino una bottiglietta –credo che tu conosca questo particolare infuso…-
Harry cominciò a scuotere la testa –no, se credete che lascerò che rischiate la vita per me…-
-Non l’abbiamo mai fatto vero?- Lo canzonò Ron.
A quel punto Santana si mosse veloce e staccò un capello dalla cute di Harry passandolo a Jesse –e non credere che non mi costi molto Potter, pensa se qualcosa va storto e perdo queste- disse afferrandosi il seno con le mani –per sempre!-
Quinn ed Hermione al suono di quelle parole alzarono gli occhi al cielo divertite.

-Qui siamo tutti maggiorenni Harry- disse Lupin prendendo parola.
-E sappiamo a cosa andiamo in contro- aggiunse Tonks, anche lei presente nella stanza.

-Beh… tecnicamente a me mi hanno costretto!- disse un uomo posto sul fondo della stanza e tenuto sott’occhio da Dave e Puck.
-Mundungus, da sempre suo grande ammiratore-
-Piantala Mundungus- urlò Jesse –bene- disse poi abbassando il tono di voce e guardando la fialetta.

A quel punto Santana guardò Hermione “sei pronta?” le chiese mentalmente.
La grifondoro annuì tranquilla.
Santana si morse un labbro e si girò verso Dave.
Al ragazzo non servì neanche la telepatia che subito fece si con la testa.

-Bene, se qualcuno non l’ha mai provata vi avverto, sa di piscio di folletto- disse Jesse passando la fiala ai ragazzi.

Per primo la bevve Fred e si abbassò subito di 30 centimetri.
Dopo fu la volta di Quinn che fece subito una smorfia poichè schifata da quel sapore orripilante.
Poi tocco a Santana ed Hermione
-Potevate dirmelo che faceva così schifo… Non avrei accettato!- si lamentò la latina.
Poi venne il turno di Ron e infine di Mundungus.

Harry si guardò attorno basito, non poteva credere ai suoi occhi: erano sei Harry Potter idendici a lui.

Jesse sorrise entusiasta e prese la borsa contenente i vestiti: sette paia di jeans, con sette magliette rosse e sette felpe con la zip blu scuro, decisamente in stile harry potter.

Tutti cominciarono a spogliarsi.

-Non avrai intenzione di cambiarti qui?- intimò Santana alla sua fidanzata.
Hermione guardò Santana nel corpo di Harry con addosso un reggiseno nero di pizzo e storse il naso –ma ti sei vista? Dovrei essere io a minacciarti!-
-Santana bel intimo!- ridacchiò Puck alle sue spalle facendo ridere Quinn.

La mora sbuffò e si mise subito la maglietta senza togliersi il reggiseno poi prese la felpa blu e si girò per coprire Hermione che era già perfettamente vestita.

-Già fatto!- disse la più piccola con un grosso sorriso sulle labbra.
Santana scosse la testa leggermente seccata.

-Ma fa sempre così?- Chiese Ron avvicinandosi quatto quatto alla sua amica.
-E questo non è niente…- sussurrò Hermione.
-Ti seeento!- replicò Santana.

-Va bene ragazzi bando alle ciance… Formiamo le squadre… Mundungus, tu verrai con me!- Disse velocemente Jesse afferrando per le braccia uno dei sette Potter.

A quel punto Dave si avvicinò ad Hermione –signorina Granger posso avere l’onore di scortarla?-
Hermione sorrise sorpresa, nonostante fosse nel corpo di Harry, Santana riusciva a vederlo, quel modo così dolce di arricciare la bocca apparteneva decisamente alla grifondoro.
-Tu con chi andrai?- Chiese Hermione con un tono un po’ preoccupato.

Santana si guardò intorno cercando di capire le coppie che si erano formate: ovviamente George era Fred, a Ron era stato assegnato Lupin, a Quinn era toccato, inspiegabilmente, Puck, e il vero Harry avrebbe viaggiato con Hagrid.

-Tonks- disse infine la latina –Ninfadora viaggiamo insieme!-
L’Auror la guardò sorridendo –speravo proprio di conoscerti meglio!-

Santana sorrise guadagnandosi un sopracciglio alzato di Hermione che evidentemente non approvava la cosa.



-Bene muoviamoci- disse velocemente Lupin dopo aver baciato sulla fronte Tonks.

Adesso tutti si erano spostati fuori da casa Duddley
Quasi tutti erano sulle scope, tranne Quinn e Puck e Jesse e Mundungus che cavalcavano due testral, e ovviamente Hagrid e Harry che erano in sella alla moto del guardia caccie.

“Hai visto?” Disse mentalmente l’ispanica ad Hermione riferendosi al gesto affettuoso di Lupin verso Tonk “non hai motivo di essere gelosa”.
“la verità è che non mi va che non viaggiamo insieme” pensò Hermione.
“non va neanche a me, ma abbiamo promesso che avremmo aiutato Harry, e servivano persone minute per trasformarsi in lui…”
-se solo fossi stata più alta- la canzonò Hermione prima di strapparle un bacio a fior di labbra, stupendo non poche persone li presenti.

-Starete attenti?- chiese infine Santana guardando sia Hermione che Dave.
-San… sono un battitore da 20000 galeoni all’anno, so cavalcare una scopa!- disse il ragazzone stringendo forte la sua protetta.
Santana annuì tranquilla, poi si girò verso Quinn e Puck che erano già sopra il grande animale alato –fate i bravi voi due…- disse con un tono un po’ troppo protettivo.
-Certo che quegli occhialetti ti stanno proprio bene Lopez!-
-Non si può dire lo stesso di te Fabray!-

Hermione seguì lo scambio di battute delle due ragazze, sapeva che in qualche modo si erano dette di stare attente, entrambe. Doveva ammettere che quelle due avevano uno strano modo di dimostrarsi l’affetto reciproco e, semplicemente, le adorava insieme.


-Bene al mio tre si parte- urlò Jesse guardando dritto davanti a se.

Santana nel corpo di Harry guardò prima Hermione(nel corpo di Harry) e poi Dave, ce l'avrebbero fatta, ne era convinta.

-uno, due... e tre-


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Santana e Tonks stavano volando in sella ad un vecchio manico di scopa sopra i tetti di Londra.
La latina avrebbe preferito di gran lunga guidare lei, per Salazar era una promessa del quidditch!
Si concentrò su altro, almeno se non guidava poteva concentrarsi a sentire la situazione, e su Hermione e Quinn, se qualcosa sarebbe andato storto, lei l’avrebbe sentito.

-Hermione Granger? Chi l’avrebbe mai detto…-
Per poco Santana non cadde dalla scopa.

-Attenta ragazzina o ci farai ammazzare!!- l’ammonì divertita Tonks.
-No è che non sono abituata a parlare di certe cose…- rispose la latina urlando per farsi sentire.
-Immagino, non deve essere stato facile… Anche io prima di Lupin ho avuto una relazione come dire… Stravagante… Non che stare con un lupo mannaro non lo sia!- urlò l’auror con un sorriso beffardo.
Santana dovette invocare l’incantesimo di protezione per non visualizzare i pensieri sconci di Ninfadora.
-Ma la Granger… insomma ho sempre pensato si sarebbe messa con Harry o con Ron…-
Santana scoppiò a ridere –ma figurati sarebbe incestuoso, sono come fratelli per lei…-
-Forse hai ragione… devo dire che se l’è cercata proprio bene la fidanzata!- continuò Tonks.
Santana avvampò ma subito dopo qualcosa attirò la sua attenzione.

-Tonks accelera stanno arrivando- urlò Santana.
-Ma dove?- non fece in tempo a replicare Tonks che un lampo verde le si scagliò contro.






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BUON 2015!!!!!
e bentornati se vi siete accorti solo adesso che ho ripreso a pubblicare...
Devo dire che adoro questo capitolo... Non vedevo l'ora di citare la scena dell'obliviate di Hermione e di raccontare quello che nella mia mente succedeva prima e subito dopo.
E infine i sette Potter... Potevano i nostri eroi non farne parte?

Un grazie a tutti
spero di leggervi presto

Chiara

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Capitolo 3
*** nessun altro morirà ***


obliviate 3.3
-Tonks accelera… stanno arrivando- urlò Santana.
-Ma dove?- non fece in tempo a replicare che un lampo verde le si scagliò contro.

Santana si allungò verso l’estremità della scopa e riuscì a deviare sulla destra evitando l’incantesimo.
-Bei riflessi Lopez- disse Tonks una volta ripresa.

-Ci stanno incollati al culo!- Urlò Santana mentre scagliava incantesimi non verbali ad un paio di mangiamorte dietro di loro.
-Lo sapevano maledizione- urlò ancora Tonks –quanti sono?-
-Due, anzi no tre…-

Dalla bacchetta di Vite di Santana uscivano saette rosse e azzurre tese a contrastare quelle verdi dei mangiamorte.

-Reggiti forte Lopez!-
-Aspetta! Ho un’idea, dammi la tua bacchetta-
Tonks incerta passò la sua bacchetta a Santana che intanto stava armeggiando con una grossa cinghia  che fece passare tra il suo corpo e quello dell’auror.

-Geniale!- disse la donna non appena si rese conto di cosa volesse fare la latina.

-Adesso puoi correre!- urlò la più giovane che non avendo più bisogno di tenersi scagliava incantesimi con entrambe le bacchette.

-Ancora uno sforzo Lopez, ci siamo quasi!-


--


Davanti casa Weasley non volava una mosca.
Il sole era ormai tramontato da tempo lasciando spazio alle tenebre che avvolgevano la pittoresca casa a più piani.

La scopa di Tonks bucò la barriera che proteggeva l’abitazione andando a schiantarsi al suolo.

-La prossima volta guido io- si lamentò la latina, ancora nelle sembianze di Harry Potter, mentre si alzava da terra.
-Harry è già qui!- Disse Tonks indicando la moto di Hagrid malamente parcheggiata nel vialetto.
-Quindi siamo le seconde?- Chiese sorpresa Santana che, visto l’imprevisto dei mangiamorte pensava di essere arrivata per ultima.
-Credo proprio di si Lopez!- Urlò Tonks praticamente da dentro casa.

Santana deglutì a vuoto e si concentrò su quel cielo pieno di stelle cercando di percepire qualcosa. Doveva capire se gli altri stavano bene.
Chiuse gli occhi respirò a fondo e subito la vide.
Stava bene.

Santana sorrise per un attimo cercando di non perdere la concentrazione.

Subito dopo Un lampo verde illuminò tutto il cielo della sua visione andando a colpire una nuvola, dalla stessa nuvola uscirono, in sella ad una scopa, Kurofsky con dietro Hermione ancora nel corpo di Harry Potter.
L’ispanica seguì il movimento dei due.
L’aura di Hermione era sempre più vicina, era chiaro che sarebbero arrivati da un momento all’altro.

La latina riaprì gli occhi e sorrise, sapeva quella che quella missione poteva diventare molto pericolosa, è per questo che aveva affidato Hermione al suo migliore amico, e il saperli sulla via del ritorno la tranquillizzava parecchio.

Intanto davanti casa Weasley erano appena atterrati Fred e George, e Ron e Lupin.
Stavano tutti bene.

Senza deconcentrarsi troppo, Santana si focalizzò su Quinn e Puck.
Con il ragazzo aveva un po’ di difficoltà a percepirlo da lontano, erano legati, ma non così tanto da poterlo sentire in quella situazione.
Cosa ben diversa era per Quinn, la sua essenza l’avrebbe riconosciuta anche a 10.000 miglia di distanza.

Santana richiuse gli occhi per visualizzarli, ma il tocco caldo di Hermione la fece ridestare.

La latina si girò di bottò e la vide: Hermione era lì, era tornata, era di nuovo Hermione, bella con il sole e con addosso quegli abiti maschili che la rendevano ancora più sexy.
Solo allora Santana si guardò il petto, rendendosi conto che anche lei era tornata ad essere la donna che conosceva.
Le due si abbracciarono con forza.
Santana respirò a fondo immergendo il volto nei capelli mossi di Hermione, inebriandosi del suo profumo.
La grifondoro le diede un veloce bacio sulle labbra e si staccò dall’abbraccio.

-Torna da Quinn…- Le disse consapevole che la ragazza stesse provando a sentire la sua migliore amica.

Santana annuì e richiuse gli occhi, questa volta il cielo era illuminato di lampi azzurri, rossi e verdi. Sembravano fuochi di artificio.
Quinn e Puck solcavano il cielo su un grande thestral, dietro di loro Jesse e Mundungus tenevano il passo su un thestral più piccolo, sbattevano velocemente le ali cercando di seminare i sei mangiamorte.

Hermione si sentì stringere forte la mano dalla latina, evidentemente qualcosa stava andando storto.

Santana vide Puck e Quinn accelerare mentre un lampo verde si scagliava contro Jesse e Mundungus, quest’ultimo per evitarlo si spostò indietro facendosi scudo con il corpo di Jesse.

Un secondo dopo, Mundungus si era smaterializzato e l’essenza di Jesse St.James era svanita.
Santana sbarrò gli occhi.
-No!-

Proprio in quel momento Quinn e Puck avevano superato la barriera ed erano scesi dal thestral.

-State tutti bene?- Chiesero subito agli altri presenti.
-Si...- rispose Harry che era appena uscito dalla casa.
-Chi manca?- Chiese Fred.
-Jesse St.James- rispose prontamente Lupin

-Era dietro di noi…-comincio a spiegare Puck.

Santana a quel punto guardò Quinn e le comunicò mentalmente cosa aveva visto.

La bionda la guardò shockata, poi prese per mano Noah impegnato a raccontare di come erano scappati ai mangiamorte, e lo interruppe.

-Jesse è morto- disse la corvonero.
Hermione si girò verso Santana, ma non disse niente, sapeva che quell’informazione veniva da lei.
-Tu eri davanti e non l’hai visto…-spiegò al ragazzo totalmente basito, poi si girò verso gli altri -Mundungus stava per essere colpito e ha usato Jesse per proteggersi…-

Tutti tacquero, ogni parola sarebbe stata superflua, un altro membro dell’ordine se ne era andato.
Ancora.


--


-Perché non hai detto agli altri la verità?- Chiese Hermione una volta sotto le coperte.
Molly Weasley, non si sapeva come, era riuscita a ritagliare una stanza tutta per loro.

-Di che parli?- Chiese la latina girandosi verso di lei.
Hermione la guardò accigliata rispondendole con la mente.

Santana s’incupì appena -Silente mi ha consigliato di non raccontare a tutti del mio potere, lo sai, se avessi detto di Jesse avrei dovuto pure dare delle spiegazioni…-
-Si ma stiamo parlando dell’ordine della fenice, puoi fidarti…- replicò Hermione accoccolandosi di più a lei.
-Non è così semplice, cioè è ottimo per comunicare, ma sapere che qualcuno può invaderti la mente non è carino…-
-Ma tu non lo fai! Non invadi la mente-

Al suono di quelle parole, Santana sorrise beffarda.

A Hermione spuntò un sorriso –che scema che sei… Lo sai a cosa mi riferisco… Quello che voglio dire è che sei sempre rispettosa…-

-Questo è vero, ma agli occhi degli altri non è così… Sono già un’emarginata Hermione, stare con una ragazza non è una cosa così normale!-
-Cosa c’entra adesso?-
-C’entra eccome!-
-Invece no!- S’impose di petto Hermione.
Santana la guardò sorpresa, di certo non si aspettava quella presa di posizione così forte.
A quel punto la più piccola fece uno scatto e la baciò sulle labbra.
E poi ancora un bacio.
E ancora un altro.

Poi si fermò e la guardò negli occhi –sei straordinaria Santana, non puoi negarlo!- disse facendola sorridere -ma se continui a reprimerti come faranno gli altri a vederti?-
-Tu mi vedi…-
-Lo so, e anche Quinn, e probabilmente Dave e sicuramente ti vedeva anche Brittany…- disse con fermezza.

Santana sentendo quel nome perse un battito.

-Tutte persone meravigliose a mio avviso…- disse ancora Hermione.
-Ma devi dare anche agli altri la possibilità di conoscerti…- concluse con un sorriso e una carezza.

Santana, sentendo tutto l’amore che provava quella ragazza per lei, si sciolse come un ghiacciolo al sole
-Sei splendida-

Hermione sorrise, faticando dentro di sé a nascondere la delusione per quelle due mancate paroline che da tempo aspettava.
Santana, che tutto voleva tranne mentirle, la baciò dolcemente e la guardò negli occhi –arriveranno… Dammi tempo…-
 
Hermione annuì arricciando le labbra e Santana la baciò di nuovo, questa volta in maniera molto più passionale.
Doveva assolutamente oscurare i suoi pensieri, o la loro relazione ne avrebbe risentito parecchio.


--


Fuori dal labirinto il pubblico era in fermento.
Tutte le tre scuole inneggiavano il nome del proprio campione. Adesso che Fleur De Lacour era stata messa ko dallo stesso labiranto, Bobatoux aveva iniziato a tifare per l’unica ragazza rimasta in gara, ovvero Brittany S. Pearce.
Si respirava un clima di festa
Santana con in mano una grossa bandiera di tassorosso, che con difficoltà aveva accettato di mostrare, se ne stava seduta in quarta fila fissando con un sopracciglio alzato le ragazze francesi.
-Sannie tifano per lei, non hanno mica detto che se la vogliono portare a letto- ridacchiò Quinn seduta accanto a lei.
-Quinn ha ragione, dai goditi il momento che tra un po’ la tua bella tornerà con la coppa Tre Maghi!- sorrise Dave dandole una leggera spinta.
Santana allora si girò verso i due ragazzi –nessuno vi ha interpellato!- disse seria –e poi lo pronunciano male, si dice Brittàny non Brittanì!-
Quinn sbuffò, Santana gelosa Lopez era incorreggibile.
-Aspetta vedo qualcosa- disse Dave indicando il centro del labirinto da dove si era appena sollevato il corpo del bulgaro.

-È Krum!- Disse velocemente Quinn con un grosso sorriso –questo vuol dire che…-
-Che Hogwarts ha già vinto!- Disse contento Dave.
Santana intanto non si era resa conto.
Brittany avrebbe davvero potuto vincere la coppa Tre Maghi. Cavolo stava per succedere veramente.
E se davvero fosse successo?
Lei sarebbe dovuta uscire allo scoperto, come le aveva promesso!
Santana si appoggiò sudata al gradone dove era seduta.
Era terrorizzata dall’idea di dover rivelare a tutti la verità.
Cosa avrebbero detto di lei?
Non poteva, non era pronta.
Non ancora…
Forse tra cinque o dieci anni…

-Ce la farà, vincerà lei… Me lo sento!!- Disse Quinn con un sorriso a trentacinque denti –vero?-
La bionda si girò verso l’amica che non sembrava essere dello stesso avviso.
-Che succede Sannie?-
-Niente perché?- Chiese la latina tornando a sorridere.
Non poteva dire a Quinn la verità, l’avrebbe presa per una totale idiota, quale effettivamente era.
-Forza Brittany!- Urlò Santana.
I tre continuarono a inneggiare il nome della tassorosso, fino a quando una luce bianca creò una specie di portale proprio davanti l’ingresso del labirinto.
Dal portale fuoriuscirono Harry Potter, Brittany e la coppa tre maghi che rotolò a terra.
I musicisti ripresero a suonare con più forza.
Santana ci mise un po’ prima di mettere a fuoco.
Brittany era distesa a terra con gli occhi sbarrati, sopra di lei Harry piangeva a dirotto.
Un urlo si levò tra gli studenti e il sorriso scomparve dal viso di Santana.


Sudata e con il cuore a mille, l’ispanica aprì gli occhi.

Era da più di un anno che non sognava di Brittany, e quel ricordo in particolare l’aveva praticamente rimosso.

Si guardò intorno e tutto era immobile.
Accanto a lei Hermione dormiva beatamente.

Santana scivolò fuori dalle coperte e si mise velocemente un jeans e la felpa bordeaux usata l’anno prima nella caverna, Hermione adorava quella felpa.

Cercando di non fare rumore, uscì dalla stanza.
Aveva decisamente bisogno d’aria.



Uscita da casa Weasley respirò a pieni polmoni provando ad assaporare quel profumo di erba bagnata che tanto la tranquillizzava.

Un rumore di passi attirò la sua attenzione.

L’ispanica prese in mano la bacchetta di Brittany e, senza farsi sentire, seguì i passi.

Non troppo distante, Harry Potter con solo uno zaino in spalla si stava allontanando dalla Tana.
La serpeverde storse il naso, possibile che quel grifondoro volesse sempre fare tutto da solo?
Così abbassò la bacchetta e corse a inseguire il ragazzo.

-Dove credi di andare, sfregiato?-
Il ragazzo si bloccò e si girò verso Santana.
-Nessun altro morirà… Non per me!- rispose prima di riprendere a camminare.
-Per te?- Chiese la latina con tono accusatorio –credi che St.James sia morto per te? Che Silente o Brittany- disse con difficoltà –siano morti per te?-
Sentendo quei nomi il ragazzo si fermò di nuovo.

-Tu sarai il prescelto sfregiato… Ma questo è un fatto molto più grande… E’ sempre stato più grande- concluse lei.

A quel punto Harry si girò a guardarla, sapeva benissimo che non poteva leggere i suoi pensieri, non dopo l’incanto obscuro, ma questo non la rendeva meno potente.
Santana era pur sempre una grande strega.

-Vieni con me-

-E lasciare Hermione? Vuoi vedermi bestemmiare in spagnolo Potter… Non è un bello spettacolo!- ridacchiò la latina.
-E’ pericoloso Santana… Dopo Brittany vuoi rischiare di perdere pure lei?- Chiese lui con tono aggressivo.

Il ghigno beffardo scomparve dal volto dell’ispanica che, improvvisamente, si fece seria.

-Ho promesso a me stessa che non l’avrei mai più lasciata sola- disse, mantenendo la calma.

Harry addolcì lo sguardo, quella ragazza doveva tenerci veramente tanto alla sua amica.

Santana fece un paio di passi verso di lui -sarebbe da folli Harry, lo sai che Hermione… e Quinn… e anche Ron a modo suo, ci servono come il pane per fare quello che Silente ti ha chiesto… E poi hai ancora la traccia addosso…-
-E allora?-
-E poi c’è il matrimonio… Ginny ci rimarrebbe malissimo-

-Non m’importa del matrimonio…- Replicò Harry tornando su i suoi passi -Devo cominciare a cercare quegli Horcrux… Ogni momento che restiamo qui, lui diventa più forte-

-Non è la serata giusta… Gli faremmo solo un favore- disse ancora la latina avvicinandosi ancora di più a lui.

I due si fissarono per un tempo indefinito, poi Harry lasciò cadere lo zaino.
Santana allora lo prese e, senza dire niente, aspettò che il ragazzo si decidesse a rientrare.

-Scusa per prima- disse il ragazzo sulla strada verso casa.
-Non importa… Sei solo molto protettivo… Come lo sono io…-

Il ragazzo sorrise -dicono che sia una dote dei grifondoro-

Santana a quel punto lo fulminò con lo sguardo -non ti ci mettere anche tu Potter!-




--
--



E buon weekend!
Quando ho scritto questo capitolo ero così gasata che mi sono improvvisata grafica divertendomi un pò(scusate le imperfezioni)

Sul capitolo non c'è tanto da commentare, come ben sapete in hp7 i toni sono molto più dark e ci sono diversi caduti... Quindi preparatevi :/
Spero che la storia vi stia continuando a piacere e che non vi stia annoiando...


Grazie ai fedelissimi che continuano puntualmente a recensire,
e grazie anche a chi legge silenziosamente (siete tantissimi) anche se sarei curiosa di sapere cosa ne pensate!
A prestissimo

Chiara

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Capitolo 4
*** il testamento di Albus Silente ***


obliviate 3.4-ottocentoeuno, ottooocentoedue…-
-stai scherzando spero… Ottocento flessioni ma sei impazzito?-

Dave girò il viso grondante di sudore e vide Santana, che col suo solito ghigno alla serpeverde se ne stava in piedi di fianco a lui.

Erano sul prato a poche centinaia di metri dalla Tana e Santana, era letteralmente scappata.
Il giorno del matrimonio di uno dei fratelli di Ron era arrivato, e la signora Weasley era così tanto in fibrillazione che era impossibile da sopportare, in più in quella casa cominciavano ad essere davvero tanti.
-Hai visto Quinn o Puck?-
-Puck era qui fino a dieci minuti fa, Quinn non so…- rispose lui col fiatone.

Santana sbuffò, ormai erano li da una settimana e tutte le volte che cercava di parlare con Quinn era sfuggente e davvero non riusciva a capire il perché.
Sarebbero partite subito dopo il matrimonio, aveva bisogno di parlarle, di studiare una strategia.
Ma niente.


-Dai Daveuccio quante ancora ne devi fare?- Chiese poi l'ispanica.
-Cosa ti serve?- Chiese con fatica il ragazzo continuando a flettersi su e giù.
-Potrei ritenermi offesa per questa tua illazione- replicò altezzosa.
A quel punto Dave scosse la testa e si lasciò cadere sull'erba distrutto -illazione Sannie? Certo che quella saputella ti sta proprio addomesticando per bene!- La beffeggiò con un lieve sorriso.
-Non c'entra Hermione, è colpa dell'insegnamento, dovevo darmi un tono- rispose Santana mentre agitava la bacchetta facendo apparire un asciugamano.
Dave prese l'asciugamano, se lo passò sul viso e si alzò da terra.
-Grazie…-

-Sei molto più grosso…- disse l'ispanica notando che le braccia e i pettorali di Dave fasciati solo da una canottiera erano molto più gonfi.
-Finita questa guerra potresti sempre pensare di unirti a noi…- disse il ragazzo con un grosso sorriso sornione.
-Mi ci vedi con quei bicipiti?- Ironizzò la latina.
Dave aggrottò le sopracciglia.
-non credo proprio, ma magari la tua bella apprezzerebbe…- disse il ragazzo indicando Hermione che scherzava con Ron dall'altra parte del giardino.
-Apprezza ben altro, fidati- rispose sicura Santana perdendosi un attimo in quell'incanto della sua fidanzata -però è proprio bella…-
-Meravigliosa e… Grifondoro!- la canzonò ancora lui.
-Ma da dove l'hai tirata fuori tutta questa ironia…E poi non eri tu che uscivi con un grifondoro fino a qualche tempo fa?-
Il ragazzo s'incupì appena.
Santana sentì quanto quella storia l'avesse segnato.
Lo sentivo nascosta dentro di lui, in profondità. Ma lo sentiva.
-Un po' mi manca… da quanto ne so ha trovato un nuovo ragazzo… Un certo Blaine, è tipo il prefetto di Corvonero…-
-Potrebbe conoscerlo Quinn… Vuoi che chiedo informazioni per distruggerlo?-
Dave scosse la testa -no davvero San, sto bene, va bene così, prima o poi troverò qualcuno… E poi Kurt era troppo piccolo...- disse Dave mimando la statura d Kurt con le mani.

-Cioè adesso ti piacciono gli orsi?- Chiese le sarcastica.
-No… Forse, ma stando tanto a contatto con questi atleti cominci ad apprezzare di più certe cose…- spiegò leggermente imbarazzato.
Santana lo fissò con attenzione e vide quello che il ragazzo stava pensando.
-Sei un depravato Kurofsky! Quelli sono degli spogliatoi non dei bordelli!!!- lo intimò lei con sguardo schifato.
-Mi hai letto la mente non è valido!- replicò giocoso lui.

Santana stava per rispondere a tono ma l'improvvisa apparizione di un ospite inaspettato la bloccò sul più bello.
-Primo ministro-


--


Harry, Ron, Hermione ed ovviamente Santana, stavano seduti sul divano del soggiorno. Ron stava seduto in mezzo, Harry sulla destra ed Hermione sulla sinistra, mentre sul bracciolo sinistro, proprio accanto alla grifondoro, c'era, ovviamente, Santana.

Davanti a loro il primo ministro, Rufus Grimgeour aveva appena aperto un foglio.
-Qui sono espresse le ultime volontà testamentarie di Albus, Percival Wulfric Brian Silente…
 Primo… a Ronald Bilius Weasley lascio il mio deluminatore, un congegno di mia invenzione nella speranza, che quando le cose sembrano più tenebrose, possa mostrarti la luce-
Santana ascoltava con attenzione le parole dell'uomo, cercando di capire cosa celassero davvero.  Sfortunatamente era troppo concentrato sulle reazioni dei ragazzi per pensare ad altro.

Ron afferrò il piccolo oggetto della stessa forma di un manico di qualcosa e chiese spiegazioni a riguardo.

Santana allora guardò l'oggetto e, notando un piccolo cappuccio pieghevole sull'estremità, allungò il braccio.

-Permetti?- Chiese scoperchiano l'oggetto.
Ron strabuzzò gli occhi e davanti a lui apparve una piccola luce che si spostò come una saetta sulle lampade illuminando ancora di più la stanza.
Poco dopo, le stesse e piccole fiammelle di luce tornarono sul deluminatore.

-Penso che funzioni così…- rispose Santana guadagnandosi un sorriso fiero da parte di Hermione.
Il primo ministro aspetto che i ragazzi si concentrarono nuovamente sul testamento e tornò a leggere.
-Ad Hermione Jane Granger lascio la mia copia di fiabe di Beda il Bardo, nella speranza che le trovi appassionanti e istruttive-
Hermione afferrò il vecchio libro e guardò prima i suoi amici e poi Santana che sembrava sempre meno convinta.
Ma a che gioco stava giocando Silente?

-A Harry James Potter lascio il boccino catturato alla sua prima partita di quidditch ad Hogwarts, in memoria delle ricompense della perseveranza e abilità-
L'uomo prese dalla borsa un pezzo di stoffa scura, in un cui dentro avvolto, c'era il boccino d'oro.
L'ispanica sentì nitidi i suoi pensieri.
I boccini d'oro hanno una memoria tattile, l'uomo sperava che al tocco d Harry l'oggetto si aprisse.
Per un attimo fu tentata di intervenire e di dire ad Harry di non toccarlo, non ancora.
Ma poi si fermò. Sarebbe stato troppo semplice.

Ed infatti, appena Harry lo prese, il boccino non si aprì.

Anche Hermione e Ron erano visibilmente delusi, solo Harry sembrava non aver capito assolutamente niente.

Santana decise di non approfondire, non in quel momento, ci sarebbe stato tempo.

-E' tutto?- Chiese serio Harry.
-Non esattamente, Albus Silente ha lasciato qualcosa anche a lei signorina Lopez- disse l'uomo girandosi contrariato verso Santana.

-A Santana Marie Lopez lascio, la spada di Godric Grifondoro-
Ron scoppiò a ridere per l'idiozia di quel connubio.
Hermione allora gli diede una veloce gomitata per zittirlo.

-Nella speranza- continuò Grimgeour - che il coraggio e la lealtà, nobilitino le anime di chi si metterà sulla sua strada…- lesse l'uomo -Purtroppo Albus Silente non aveva la facoltà di donare quell'arma…  Senza contare che la signorina Lopez è stata una serpeverde…-

-Non significa niente, Silente l'ha lasciata a lei…- s'intromise con fermezza Hermione.
-Non ha comunque importanza, l'attuale collocazione della spada è ignota-
-Come scusi?- Chiese Harry sorpreso, quella spada, da che si ricordava lui era sempre stata nell'ufficio di Silente.
-La spada è scomparsa- spiegò l'uomo.
Santana si girò verso Harry perplessa.
-Non so cosa lei stia tramando signor Potter, ma non puoi combattere questa guerra da solo, lui è troppo forte…-


--


Santana era seduta sul letto della piccola camera che ormai ospitava lei e la grifondoro da più di una settimana. Si era da poco messa in tiro per l'imminente matrimonio.
Un lungo abito da sera rosso smanicato le fasciava perfettamente il corpo.
I capelli corvini erano sciolti e i leggeri boccoli le cadevano disordinati sulle spalle scoperte.
Mentre aspettava che anche Hermione finisse di vestirsi, sfogliava con interesse il libro di favole che Silente aveva lasciato alla ragazza.
Quel libro lo conosceva bene, lei e Quinn avevano imparato a leggere proprio grazie a quelle storie quando avevano solo quattro anni.
Doveva esserci un segno, doveva per forza esserci qualcosa, perché nulla di quei doni sembrava avere un senso logico.

-Allora, come sto?-
Santana alzò gli occhi e per poco non svenne.
Il rosso acceso del piccolo abito con un generoso decolté e le mezze maniche, scendeva aderente appena sopra le ginocchia. I capelli sciolti e chiari le incorniciavano il viso leggermente truccato.

-E' un vero peccato che tu non possa leggermi la mente…- disse seria Santana afferrandola per i fianchi.

Hermione arrossì ancora di più.

-Quindi, dovresti uscire vestita così…-
Hermione sbuffò sonoramente mentre Santana l'attirava a se.
-San il vestito…-
L'ispanica si staccò a malincuore nonostante sentisse che anche Hermione la desiderava da morire.
-Mi stai leggendo la mente?- La punzecchiò la più piccola.
-Come lo sai?-
-Cambi espressione quando mi leggi la mente… inarchi le sopracciglia e ti spuntano due fossette proprio qui- spiegò Hermione toccando con le dita i punti precisi della fronte della latina.

Santana sorrise, poi afferrò con le proprie mani quelle della grifondoro e le baciò.
-Herm…- disse con un tono che sembrava quasi una supplica.

Hermione la guardò confusa.

-Ti prego… Ti prometto che non ci succederà niente e vinceremo questa guerra insieme…Ma ti prego, permettimi di farti l'incanto obscuro…-
-Santana non…- cercò di bloccarla Hermione, ma l'ispanica le mise l'indice sulla bocca.
Hermione capì quanto quelle parole fossero difficili da pronunciare per la sua compagna e annuì facendole intendere di continuare.

-So che quella che ci perderà sarò io… adesso faccio tanto la straordinaria perché ti leggo letteralmente nella testa…- riprese Santana facendo un leggero sorriso che contagiò l'altra.

-Ma non voglio più farlo- aggiunse poi tornando subito seria -non riesco a controllarlo sempre, non riesco a proteggermi sempre… E io ne ho bisogno, ho bisogno di non sapere quello che pensi perché lo sento… io lo voglio sapere e basta…-

Hermione fece fatica a non sciogliersi davanti quella dichiarazione.

-L'hai provato tante volte questo discorso?- Disse la più piccola facendo combaciare la sua fronte con quella di Santana
-Giusto un paio- rispose con un sorriso.
-Sei testarda…-
-Sono una serpeverde…-

Hermione chiuse gli occhi.

-Facciamolo!-
-Davvero?- Chiese sorpresa Santana che quasi non ci sperava più.

-Non l'hai ancora detto ad alta voce, ma questa è una dimostrazione d'amore con i fiocchi Santana… E sì, un po' mi manca rimanere sola con i miei pensieri, anche se sto pensando a te…-
L'ispanica arrossì violentemente.

-E poi è sempre più raro vederti arrossire così tanto per qualcosa che ti dico…-

-Quindi dovrei oscurarti per alimentare il tuo ego?- Chiese beffarda l'ispanica una volta tornata di un colorito normale.
Hermione annuì felice.

-Lo facciamo adesso?- Chiese seria Santana.
La più piccola annuì ancora -se per te va bene…-

Santana sospirò, di certo non si aspettava di farlo subito. Ma forse era meglio, Hermione avrebbe potuto cambiare idea.
Così prese la bacchetta e guardò la fidanzata.

-Ok…- disse fra sé e sé.

-Devo fare qualcosa?- Chiese Hermione titubante.
Santana scosse la testa.

-Ok… Allora sono pronta-
-Tranquilla non ti farà male…- La rassicurò la più grande.
-E a te?- Domandò preoccupata la grifondoro.
-Neanche-

Santana fece un paio di passi allontanandosi da Hermione, poi si girò verso di lei e le puntò la bacchetta contro.

-Bene… allora… uno, due… Obscuro!-





---
---



Svelato il testamento di Silente...
Che ne pensate?

Okok... So che vi stavate aspettando anche qualcosa per Quinn, ma la ragazza è sparita da un pò di giorni,
quindi niente regalino per lei...

Su Santana e la spada non mi esprimo,
ma questa cosa che le venga detto spesso che è una grifondoro mancata mi fa ridere parecchio...

E infine l'incanto Obscuro... Qualcuno ha già qualche idea di cosa questa cosa comporterà???

Intanto vi lascio aspettando i vostri commenti
grazie a chi segue, legge e recensisce la storia
a prestissimo
Chiara

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Capitolo 5
*** Il matrimonio di Bill e Fleur ***


obliviate 3.5

Nel grande tendone la famiglia Weasley con i tanti parenti e amici, stavano festeggiando il matrimonio del primogenito Bill con la francese Fleur Delacour.
Si respirava aria di festa e, nonostante fuori dal tendone ci fossero diversi auror a sorvegliare la situazione, quasi tutti sembravano essersi dimenticati della guerra.

Sebbene i novelli sposi avessero aperto le danze incantando i presenti con abili passi, adesso la pista da ballo era invasa da praticamente tutti gli invitati.
Harry ballava con Ginny e Ron con la sorella di Fleur che, rispetto al torneo Tre Maghi era decisamente sbocciata. In un angolo Puck e Dave sghignazzavano con due bicchieri di vino, magicamente sempre pieni e infine c’era Santana che se ne stava al centro della pista a dondolarsi con una splendida Hermione.
Per l’ispanica quella era una situazione nuova.
Ballare in pubblico con la sua ragazza, era qualcosa che aveva sempre avuto paura a fare.
E adesso che teneva le braccia sui suoi fianchi e gli occhi incatenati ai suoi, faticava a capirne il perché.

Santana guardava Hermione perdendosi in quegli occhi nocciola e quello sguardo intelligente.
Chissà a cosa stava pensando?
Anche quella per lei era una situazione nuova.
Tanto nuova, quanto normale.

-A cosa pensi?- Chiese poco dopo.

Hermione sorrise divertita -volevo vedere quanto resistevi senza chiedermelo-
Santana la guardò storta.
-Scherzavo…- replicò Hermione stringendosi ancora di più a lei e poggiandole la testa sulla spalla.
-Non so se ho fatto bene ad oscurarti Granger… Mi sa che dovrò farci l’abitudine…- rispose con un filo di ironia.
Hermione respirò profondamente perdendosi in quel profumo meraviglioso di caffè, poi si staccò e la guardò sorridente specchiandosi ancora in quegli occhi magicamente intensi.
Santana le sorrise di rimando quasi sorpresa da quello sguardo così intenso e con gli occhi le chiese se era tutto ok.

-Ti amo…- rispose Hermione.
Quelle parole le erano uscite così spontanee che non era proprio riuscite a trattenerle.

Santana avvampò e abbassò lo sguardo.
Era sempre così, ogni volta il suo cuore esplodeva di gioia.
Non sapeva come, ma quella ragazzina riusciva a lasciarla senza fiato.
E inoltre, il non poter prevedere quella dichiarazione, aveva decisamente amplificato quelle sensazioni.

Così, senza pensarci troppo, rialzò lo sguardo, e guardò la sua ragazza.
Forse era arrivato il momento.

Non poteva più sentire i suoi pensieri, ma sapeva che Hermione se lo aspettava.
Lo sapeva perché qualsiasi persona innamorata se lo sarebbe aspettato.
Lo sapeva perché solo quelle due paroline avrebbero soffiato via quel briciolo di insicurezza che leggeva nei suoi occhi ogni volta che usciva il nome di Brittany.
Glielo doveva.
Lo doveva ad Hermione, probabilmente a Brittany e soprattutto a se stessa.
La latina prese un respiro profondo.

-Hermone!-

Sentendo quel nome pronunciato con quell’inconfondibile accento, entrambe le ragazze si girarono.
Santana non poteva crederci. La sua dichiarazione d’amore, stroncata da un bulgaro.
Anzi da due bulgari.

-Vicktor!!!!!!!- Urlò emozionata Hermione che staccatasi da Santana, si fiondò da lui.

-Finn, ci sei anche tu!!- disse subito la grifondoro dopo aver abbracciato il bulgaro.
Finn sorrise e abbracciò Hermione
-Mica potevo lasciare solo il mio amico- disse impeccabile Finn.
-Il tuo inglese è migliorato!- constatò con una punta di orgoglio la ragazza.
-Hermione comi sta?- disse poi Vickor guardando la ragazza.
-Io sto… sto bene!- rispose felice lei, ancora non le sembrava vero, Vicktor non lo vedeva da un sacco di anni.
Poi improvvisamente si ricordò di Santana, che aveva abbandonato in mezzo alla pista.
-San- la chiamò, cercando di risultare il più dolce possibile.
La latina, visibilmente irritata, si avvicinò a loro.

Finn non le era mai piaciuto, e quel Victor era stato con Hermione, insomma una carneficina annunciata.
-Ciao Hudson… Krum-
-Oh ma io ricordare te…- cominciò Victor -tu era amica di Brittany al torneo… Eri la suo tesoro nel lago nero-
Santana sorrise amara cercando di mantenere l’autocontrollo, non le era mai piaciuto che la gente associasse Brittany solo al torneo Tre maghi.
-Dispiace molto per lei…- concluse con rispetto Vicktor.

Santana continuò a sorridere di circostanza, poi la mano di Hermione afferrò la sua e, magicamente, il disagio scomparve.
-Vicktor, permettimi di presentarti la mia fidanzata…-

Santana arrossì e si girò a guardare Hermione, non si aspettava di certo un gesto così ardito.

Vicktor e Finn spalancarono gli occhi increduli.
-Voi due state insieme?- Chiese Finn sorpreso -ecco perché tu non volevi stare con me, che stupido- continuò Finn con il sorriso sulle labbra.
Hermione annuì sorridente mentre Santana le cingeva le spalle per marcare il territorio.
Vicktor non aveva detto praticamente niente.
Santana cominciò a fissarlo incuriosita, c’era stupore in lui, ma c’era anche dell’altro, una sorta di invidia.
-Tra alti e bassi, è praticamente un anno…- continuò Hermione.
L’ispanica a quel punto sbarrò gli occhi cercando di trattenere una risata.
-Sì, un anno e due mesi…- disse cercando di ricomporsi.
Hermione la guardò per un attimo non capendo il perché di quel tono divertito.
-Vicktor- riprese la latina senza dare spiegazioni -conosci Dave Kurofsky? È uno dei battitori dei Chudley Cannons-
Il ragazzo scosse la testa non capendo il perché di quella domanda.

Santana allora lo prese a braccetto e lo trascinò davanti il suo migliore amico, che vista la cotta leggendaria per il bulgaro cominciò a sudare freddo.

Hermione in tutto questo faticava a capire il perché di quello slancio d’affetto da parte della latina.

-È sempre stata un poco strana…- disse perplesso Finn, anche lui rimasto a guardare la scena da lontano.

-Strana? A volte è proprio fuori di testa!- Commentò Hermione ipnotizzata a guardare la sua ragazza presentare Vicktor Krum a Dave Kurofsky.

-Sono contento però, sembra che ti vuole bene, e poi Rachel mi ha parlato bene di Santana- disse ancora Finn.
Hermione si girò verso di lui –Rachel, l’infermiera?- Chiese sorpresa.
-Sì, siamo usciti insieme questa estate, l’ho fatto vedere Bulgaria… lontano lontano da guerra-
-Wow… non sapevo che voi due…- Disse ammiccante la ragazza, decisamente felice che il ragazzo avesse trovato qualcuno.
-Niente di ufficiale come te e Santana però, Rachel non vuole impegni fissi… Non so bene il perché-

-Eccomi!- Disse la latina una volta tornata dalla propria fidanzata.
-Si può sapere che stai combinando?- Chiese Hermione guardando in direzione di Vicktor e Dave che adesso sembravano essere diventati grandi amici.
Anche Finn sembrava essere incuriosito dalla questione.
Santana guardò la ragazza, in quel momento le sarebbe piaciuto proprio comunicare con la mente, ma non poteva, non più.

-Io capito, vi lascio sole- disse Finn alzando le mani e allontanandosi.
-No, tranquillo Finn, tu rimani qui e non disturbarli… Io ho bisogno di prendere un po’ d’aria- disse Santana prendendo per mano Hermione e trascinandola fuori dal capannone.



-Ho letto la mente di Krum!- disse Santana una volta fuori dal capannone.
Hermione inarcò le sopracciglia senza rispondere.
-È gay!-
-Che cosa? Ma è stato con me!-
-E allora? Motivo in più, visto l’attuale stato delle cose…- replicò con un sorriso beffardo.
-Non ho parole- rise Hermione.
-Ma dai sono perfetti insieme, sono grossi e muscolosi e…-
-Vuoi fare pure l’agente matrimoniale adesso?- La interruppe giocosa la grifondoro.
-Effettivamente potrei usare il mio dono per far mettere insieme le persone…- disse falsamente pensosa.
-A volte sei proprio scema… A proposito, lo sapevi che Finn e tua cugina hanno una specie di relazione?-
-L’ho iniziato a sospettare quando Rachel ha iniziato a sbavare dopo aver visto i suoi pettorali… E pensa non ho neanche dovuto usare i miei superpoteri-
Hermione rise di gusto facendo sorridere anche l’altra.
Poi sospirò sonoramente e si guardò intorno -come cambiano le cose…-
-Già…- rispose la latina che lontana dal caos della festa riusciva finalmente a sgomberare la mente.
-Ti va se rientriamo? Comincia a fare freddino- disse la più piccola riscaldandosi le braccia con le mani.
-Sì, dammi 5 cinque minuti, ho bisogno di…- disse toccandosi la testa.
Hermione che ormai conosceva le emicranie della latina annuì baciandole la testa.
-Certo, ti aspetto dentro…-

Santana la vide allontanarsi e sospirò, possibile che non era ancora riuscita a dirle quello che provava per lei!

-Herm!- la richiamò.
La grifondoro si girò.
Col cuore in gola e una stretta allo stomaco, la latina riuscì solo a dire –aspettami per il lento!-
Hermione sorrise e rientrò nel tendone.

Santana fece un respiro profondo.
Era davvero così difficile dichiararle il proprio amore?
E se non lo fosse stato?
L’ispanica chiuse gli occhi cominciando ad allontanare tutti i pensieri e gli umori dei presenti in sala. Senza dubbio padroneggiava molto meglio l’incanto protego, ma in situazioni come quelle era davvero difficile schermarsi da tutto.

Mentre i pensieri più euforici e festaioli si allontanavano sempre di più, un leggero singhiozzare si fece spazio nella sua mente: Quinn.


Santana percorse il giardino e s’introdusse in casa.
Era da un po’ di giorni che non vedeva la bionda, ed effettivamente non l’aveva neanche vista al matrimonio.
Salì le scale e si diresse verso la camera dove alloggiava la sua amica.

Aprì piano la porta e, finalmente, la vide.

Accucciata sotto la finestra, con le gambe al petto e con gli occhi umidi c’era Quinn.
Alla latina le si strinse il cuore, come era possibile che la sua amica stesse in quello stato e che le non lo sapesse.

-Quinn?-
La corvonero alzò lo sguardo e vide Santana quasi a risvegliarsi da uno stato di trance.
La serpeverde con delicatezza si avvicinò e si sedette accanto a lei senza dire nulla.
Quinn allora appoggiò la testa sulla sua spalla.

-Com’è possibile?- disse poi interrompendo il silenzio -Passi 19 anni a fare la cosa giusta, poi ti distrai per un momento, solo per un momento e puff...-

Santana intanto ascoltava attenta senza dire niente.

-Per cosa poi?- continuò la bionda –per paura? Per passione? Per amore? Non so neanche se lo amo più…-
-Stai parlando di Puck?-
Quinn annuì.
-Cosa ha fatto questa volta?- Chiese indispettita la latina.

A quel punto Quinn alzò la testa dalla spalla e si girò a guardare l’amica.
-Sannie, promettimi che non glielo dirai… non fino a quando non avrò deciso cosa fare col bambino…-
-Ok- balbettò Santana un attimo prima di realizzare –che cosa?- Chiese subito dopo strabuzzando gli occhi.

Quinn annuì con gli occhi colmi di lacrime -sono incinta-


--


-Francamente ragazzo mio… Sei sicuro di averlo conosciuto?-
Harry seduto al tavolo dei drink, guardò confuso la donna che gli aveva appena rivelato notizie schoccanti su Albus Silente.
Da quando aveva smesso di ballare con Ginny aveva appreso fin troppe informazioni, sia da Krum, riguardanti lo strano triangolo che portava al collo il padre di Luna, sia su Silente. E stranamente le due cose erano connesse.

Harry si alzò dal tavolo spaesato, doveva assolutamente parlare con Hermione, Ron e Santana di quello che aveva scoperto.
Di certo non erano tracce dirette per trovare gli Horcrux, ma senza dubbio erano informazioni importanti.

Quando si guardò intorno per cercare i suoi amici, l’aria si fece subito fredda.

C’era qualcosa di strano.

Cercò Hermione nella speranza di trovare Santana, ma stranamente la ragazza era sola.
Dopo una manciata di secondi una sfera luminosa penetrò la tenda e si posizionò al centro della pista da ballo attirando l’attenzione di tutti.

Harry si avvicinò alla sfera.

-Il ministero è caduto… il ministero della magia è morto… Arrivano… Arrivano-

Harry alzò guardò oltre la sfera e vide Hermione terrorizzata.
C’era solo una cosa da fare, e dovevano farla in fretta.


--


-Dici che quando nasce viene fuori con la cresta?-
Quinn scoppiò a ridere.
Santana sollevò la sua burrobirra –alla cresta?-
-Ma sì, alla cresta!- Rispose Quinn brindando con lei.

Appena le due ragazze smisero di ridere, Santana si fece improvvisamente seria.
-Dovresti tenerlo…-

Quinn si morse un labbro –voglio venire Sannie… Voglio essere d’aiuto-

-Staremo in contatto Q. io e te, quando tu non fai questi cavolo di incantesimi di protezione e mi tagli fuori, riusciamo a comunicare a miglia e miglia di distanza… E se saremo in pericolo verrai ad aiutarci… Sarai d’aiuto comunque-

Quinn sembrava poco convinta.

Santana allora cercò ancora di più i suoi occhi inclinando di poco la testa.
-Quinn… Lo so che vuoi tenerlo…- disse con un sorriso amorevole.

La bionda fece spallucce e sorrise in segno di resa.
Era decisamente vero, anche se non era programmato e il momento non era adatto, non aveva nessuna intenzione di abortire.
Santana sorrise bevendo un altro sorso di burrobirra e si alzò da terra.

Si avvicinò alla finestra e cominciò a fissare il grande tendone.
Era davvero strano non sentire Hermione.
Ma era sicura che col tempo si sarebbe rivelata la scelta giusta.

-San… Lo vedi anche tu?-
Santana guardò in direzione della mano di Quinn.
Un puntino luminoso si era appena materializzato nel cielo e si muoveva veloce verso la tenda.

Santana cominciò a sudare freddo.
Il puntino era appena entrato nella tenda e sentiva l’ansia e la tensione crescere nel cuore di tutti gli invitati.
-Dobbiamo andare- disse, catapultandosi al piano di sotto.
-San che succede?- urlò Quinn mentre seguiva la sua amica.

-Non ne ho idea…- rispose velocemente Santana che adesso aveva in mano la bacchetta e correva verso il tendone.


L’ispanica entrò nel tendone senza capire cosa stesse succedendo.
La metà degli invitati si era smaterializzata, erano rimasti solo i pochi membri dell’ordine e qualche Auror che stava combattendo contro i mangiamorte.

-Attenta!-

Santana si girò in direzione dell’urlo e scansò un lampo verde diretto a lei.
Puntò la bacchetta verso il mangiamorte che le aveva mandato la maledizione e lo fece schiantare verso un tavolo ancora imbandito.

Si guardò intorno cercando Hermione ma non la trovò.

Il cuore le batteva forte, non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Poi improvvisamente vide Dave intendo a combattere con un altro mangiamorte.
Corse verso di lui schiantando il mangiamorte.
Il ragazzo sorpreso guardò l’amica sorpreso –Per Salazar dove eri finita?- Chiese lui.
-Dave dov’è?- Chiese ferma Santana.
Il ragazzo perse un battito e non rispose.

-Dobbiamo andare- urlò Tonks raggiungendo i due ragazzi insieme a Quinn e Puck.
-Non me ne vado senza di lei…- Replicò Santana mentre piano piano i mangiamorte si smaterializzavano via.

-Non c’è tempo!- Disse Lupin raggiungendo il gruppetto assieme ai gemelli Weasley e Ginny.
-Ginny dove sono andati?- Chiese Santana sempre più nel panico.
La rossa non rispose.

Per Merlino perché nessuno le rispondeva!

-Andiamo!- Urlò risoluto Lupin afferrando con forza la mano di Santana che non riuscendo a replicare si smaterializzò con loro.


--


Una volta materializzatosi in un appartamento a lei sconosciuto, Santana si guardò intorno ancora stordita.
Appena la vista si fece più nitida, si alzò da terra e si avviò con passo deciso verso Lupin che l’aveva trascinata li.
-Dove sono?- Chiese all’uomo sbattendolo al muro e puntandogli contro la bacchetta.

-Santana calmati- disse Tonks che era accanto a lui.
-Ho detto, dove sono?- Continuò lei senza neanche degnarla di uno sguardo.
-Non lo so! Si sono smaterializzati appena è arrivato il messaggio che il ministro era stato ucciso-
-Il ministro è stato ucciso?- Chiese Quinn.
-Cercavano Harry, sono scappati per questo- aggiunse piano Tonks.
La latina abbassò la bacchetta incredula.
Poi guardò i presenti nella stanza e, senza dire niente, si allontanò.

Salì le scale del piccolo appartamento ed entrò nella prima stanza sulla sinistra.
C’era solo un letto matrimoniale, qualche foto di Tonks e Lupin e un armadio con delle fialette.
Si lasciò cadere sul letto con lo sguardo perso nel vuoto.

Come era potuto accadere?
Era stata una stupida, avrebbe dovuto prevedere che sarebbe successo.

Cercando di trattenere le lacrime si alzò dal letto e si diresse verso il balcone.

Aprì la grande porta a vetri e uscì fuori.

Chiuse gli occhi concentrandosi verso Hermione.

Ma ovviamente non successe niente, era impossibile sentirla, l’aveva oscurata lei stessa qualche ora prima.

Mantenne la calma, ci doveva essere un modo.
Ron, Ron era l’unico che non aveva oscurato.
Santana fece un altro respiro profondo e si concentrò sul ragazzo dai capelli rossi.

-Ehy…- disse la bionda entrando in stanza.

-Non lo sento Quinn… Non ho abbastanza confidenza… Cazzo-
-Hermione? Non possono essere andati così lontani?-
-L’ho oscurata oggi pomeriggio…- disse a bassa voce la latina.

Quinn la guardò sorpresa, come aveva potuto oscurarla con la guerra imminente?
Santana sentendo quel pensiero la guardò afflitta, era stata un’idiota, una totale idiota.
Quinn evitò di infilare ancora di più il dito nella piaga, semplicemente si avvicinò di più a lei e l’abbracciò con forza.

-Se la caveranno…-
-No…- rispose singhiozzando Santana.
-Shh… sono tre maghi potenti…- cercò di consolarla.
-E se qualcosa va storto… e se…- disse col cuore in gola.
-San, Sannie, guardami- disse Quinn prendendole il volto tra le mani -loro torneranno vivi e noi vinceremo questa guerra... V..Vol…Voldemort verrà distrutto per sempre… E vendicherai Brittany una volta per tutte… Ma devi essere lucida… Io non posso farcela da sola…-
Santana annuì mentre con il dorso della mano si asciugava le guance rigate dalle lacrime.

Quinn l’abbracciò con forza, non avrebbe permesso a nessuno di rovinare per la seconda volta la vita della sua migliore amica.
Anche a costo della sua.

L’ispanica si staccò dall’abbraccio e guardò verso l’orizzonte intravedendo la leggera foschia luminosa che apriva il cielo al nuovo giorno.

-Che faremo adesso?-
-Non abbiamo tante alternative- rispose Quinn.

Santana annuì e, investita da una consapevolezza che a lei stessa faceva paura, pronunciò l’ultima delle frasi che avrebbe pensato di pronunciare
-Dobbiamo tornare ad Hogwarts-




--
--



Ta tan...
Colpo di scena, o no?
Qualcuno se l'aspettava, qualcuno era terrorizzato all'idea che potesse succedere...
E'ovvio che l'incanto obscuro non stava li per caso...

In questo capitolo succedono un sacco di cose,
Abbiamo il ritorno di Finn e di Krum... che ne pensate di questa nuova improbabile coppia (anche detti K al quadrato)
Abbiamo il ritorno di Quinn... chissà chissà cosa comporterà questa dolce attesa...
E poi c'è tanta Santione, dolci e coccolose fino al momento cruciale...
Dai sono curiosissima di sapere cose ne pensate... Anche perchè non credo che le due si rincontreranno molto presto(sadismo inside)

Intanto vi ringrazio per continuarmi a seguire e spero di leggervi nelle recensioni!
un grazie speciale a chi già spende quei minuti a scrivermi che ne pensa!
A presto
Chiara

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Capitolo 6
*** ben tornata ad Hogwarts Santana Lopez ***


obliviate 3.6


-Forza Brittany!- Urlò Santana.
I tre continuarono a inneggiare il nome della tassorosso fino a quando una luce bianca creò una specie di portale proprio davanti l’ingresso del labirinto.

Dal portale fuoriuscirono Harry Potter, Brittany e la coppa tre maghi che rotolò a terra.

I musicisti ripresero a suonare con più forza.

Santana ci mise un po’ prima di mettere a fuoco.

Brittany era distesa a terra con gli occhi sbarrati, sopra di lei Harry piangeva a dirotto.

Un urlo si levò tra gli studenti e il sorriso di Santana scomparve dal suo volto.

Si alzò di scatto e si catapultò giù dai gradoni.

Arrivata a pochi metri dal corpo di Brittany la professoressa McGranitt la bloccò con le braccia.
C’era molta agitazione, il professor Moody aveva appena portato via Potter e il preside e gli altri professori guardavano sorpresi il corpo senza vita della ragazza.
Santana si sganciò dalla presa della professoressa colmando la poca distanza che la separava da Brittany.
Dalla sua Brittany.
L’ispanica, ancora incredula, si inginocchiò davanti a lei con gli occhi colmi di lacrime.
Le toccò una mano, era gelida.
Tremante alzò lo sguardo verso il viso.

Santana sbarrò gli occhi vedendo che al posto di Brittany c’era Hermione.

-aaaaaaaa-


Il treno diretto ad Hogwarts era partito da un paio d’ore.  

Il cielo coperto da qualche nuvola lasciava intravedere il sole ormai destinato a tramontare.

-Sannie… Sannie-
La latina aprì gli occhi e guardò la sua amica che, in piedi di fronte a lei, la guardava preoccupata.
Santana spostò lo testa che fino ad un secondo prima era poggiata al finestrino.

-Hai urlato nel sonno San-
-Stavo… E poi è apparsa Hermione- cercò di spiegare Santana –non mi ero neanche accorta di essermi addormentata-

Quinn sorrise con gli occhi tristi, poi si sedette accanto a lei e le afferrò la mano.
Santana si soffermò sul paesaggio fuori dal finestrino.
-Sto bene Q…-
La bionda alzò gli occhi al cielo, odiava quando la sua amica reprimeva i suoi sentimenti.
-Tu piuttosto come stai?- Aggiunse la latina.
-Bene… che vuoi che sia qualche nausea-

-Qualcosa dal carrello?- Chiese la donna che vendeva snack affacciandosi al loro scompartimento.
Quinn vide il carrello pieno di dolciumi e panini e cambiò espressione.
Un attimo dopo la bionda era già corsa fuori dallo scompartimento.

La donna del carrello seguì la bionda scappare e poi si girò guardare Santana.

-Soffre i binari- rispose con faccia tosta la latina.
Poi si alzò e si avvicinò al carrello.
-Mi sa che prenderò le gomme bollenti e un paio di burrobirre...- poi ci pensò su, Quinn non poteva più bere la burrobirra –solo le bollenti…-

La signora del carrello diede le caramelle alla latina e si allontanò.
Santana rimanendo sulla porta scorrevole, aprì un pacchetto di caramelle e ne prese una facendo attenzione a non scottarsi.

Mentre masticava con fatica qualcosa attirò la sua attenzione.

Dalla sua destra arrivava qualcosa di diverso, qualcosa che lei stessa cominciava ormai a riconoscere.

Così afferrò la bacchetta di Brittany e si diresse verso i vagoni di destra.


Superò il vagone dei corvonero e si diresse verso quello dei grifondoro da cui proveniva tutta quella frustrazione.
Non fece in tempo ad aprire  la porta del lungo scompartimento che questa si spalancò e un mangiamorte uscì da li.

Santana deglutì alla vista di quell’uomo che aveva già visto sulla torre di astronomia la notte dell’omicidio di Silente.

Il mangiamorte squadrò la latina e sorrise beffardo prima di smaterializzarsi.

-Cercava Harry- disse Neville avvicinandosi a lei.
Santana non rispose.
-Tu sai dov’è?- Aggiunse sottovoce.
La latina scosse la testa e si guardò intorno sentendo che la frustrazione non era del tutto svanita.

-Tieni sempre la bacchetta a portata di mano Paciok, loro sono ancora qui…- disse per poi voltarsi e allontanarsi da lui.

-Santana- la chiamò ancora Neville.
L’ispanica si girò.
-Sono contento che almeno tu sia tornata-
La latina, sentendo tutta la stima che il ragazzo provava per lei, sorrise, nonostante avrebbe preferito di gran lunga non essere li in quel momento.


--


-Lo senti questo freddo?-
-E’ una cosa da super poteri?- Chiese svogliata Quinn
-Credevo di no, e invece… Cavolo si gela…- Rispose Santana mentre varcava la soglia della sala grande.


-Per la barba di Merlino, cosa è successo qua?-

Santana non rispose continuando a guardarsi intorno.

La sala grande era sempre stata il punto di raccolta degli studenti, era un luogo di studio e di svago.
I lunghi tavoli servivano per condividere i pranzi e le colazioni. E il cielo stellato e le candele fluttuanti le avevano sempre dato un certo senso di protezione.
Ogni volta che tornava si sentiva a casa.

Santana percorse il lungo stanzone spoglio con un senso di inquietudine nel cuore.
In fondo alla sala il nuovo preside di Hogwarts, Severus Piton, osservava i ragazzi entrare.
Il suo volto non tradiva nessuna emozione.

L’ispanica guardò a lungo l’uomo che aveva ucciso Silente.

Era la prima volta che lo vedeva dopo quella notte e davvero non sapeva cosa pensare.

Perché Silente l’aveva costretta ad assistere a quella scena senza poter agire?
E soprattutto perché Piton l’aveva ucciso?
Santana non si dava pace per quelle domande a cui ancora non aveva trovato una risposta.

Il preside, come se percepisse il pensiero di Santana, poggiò lo sguardo su di lei.

Il chiacchierare degli studenti era svanito, Santana fissava Piton e Piton fissava Santana come se non esistesse nessun altro.

-Noah?-
Santana sbatté le palpebre un paio di volte per riprendersi da quello scambio di energie e si girò nella direzione in cui la sua amica si era girata a guardare.
-Cosa ci fanno Puck e Chang e per Salazar quello è bocca di trota?- sbottò Santana vedendo tutti quei volti conosciuti.

-Che cosa ci fai qui?- Chiese subito la bionda guardando il ragazzo con la cresta.
-Ciao Quinn… Lopez…- Rispose il ragazzo parecchio imbarazzato.
-Puckerman…- lo salutò la latina.
-Volevo farvi una sorpresa… Sono il nuovo insegnante di- Noah non finì la frase che Piton cominciò a parlare.

-Sarò breve… La cerimonia di smistamento è stata abolita, i nuovi allievi quando hanno ricevuto le lettere sono già stati assegnati in una delle quattro case di Hogwarts-

Santana si girò a guardare Quinn scioccata.

-Inoltre tutti gli insegnamenti sono stati divisi... Ai vecchi docenti rimangono le classi dal terzo anno in su, mentre ai nuovi insegnanti verranno assegnati i primi due anni...-

I professori si guardarono tra di loro basiti.

Anche gli ex studenti non erano sicuri di aver capito bene.

Quinn cercò lo sguardo della McGranitt che scuoteva la testa sconsolata.

Piton fece comparire una lunga pergamena e cominciò a elencare i nuovi insegnanti.

-Incantesimi: Professor Vitius e Professor Artie Abrams-

Il ragazzo sulla sedie a rotelle si fece avanti e sorrise prima agli studenti, al professor Vitius e al preside Piton.

Santana lo conosceva di vista, era un corvonero dell’ultimo anno quando lei era soltanto una matricola. Nonostante la carrozzina, era stato capo scuola dopo Jesse St.James e a quanto ne sapeva, adesso, lavorava al ministero.

-Pozioni: Professor Lumacorno e Professor Mike Chang-
Il ragazzo dai tratti orientali sorrise al professor Lumacorno che sembrava molto confuso dalla situazione.

-Erbologia: Professoressa Sprite e Professor Sam Evans-

L’ex tassorosso sorrise con quelle sue grosse labbra.

Quinn scosse la testa al commento mentale della sua amica che lo chiamava bocca di trota. Sapeva bene che quel commento era per smorzare la tensione.
Sam era stato un amico di Brittany, un caro amico. Tuttavia l’ispanica era sempre stata molto gelosa del rapporto tra i due, diceva sempre che il ragazzo ci provava spudoratamente. Senza dubbio averlo li tutti i giorni, avrebbe riaperto ferite non ancora rimarginata.

-Le intere classi di volo e cura delle creature magiche essendo meno ore saranno affidate rispettivamente a Madama Lopez e Noah Puckerman-

Noah si passò una mano sulla cresta e sorrise ai ragazzi mentre Quinn lo guardava sorpresa, doveva aspettarselo, lui studiava i draghi, era perfetto quell’insegnamento.

-Trasfigurazione: Professoressa McGranitt e Professoressa Quinn Fabray-

“perché tu sei professoressa e io madama?” chiese mentalmente l’ispanica ad un Quinn che sorrideva ai ragazzi.
“non farmi ridere idiota”

-E infine difesa contro le arti oscure…-

Santana si guardò intorno, non c’era nessun altro ex alunno nella sala e in effetti non sapeva neanche chi sarebbe stato l’insegnante principale visto che Piton era diventato preside.

Sentì un brivido percorrerle la schiena e la frustrazione e la paura la invasero.

Le porte della grande sala si spalancarono e i ragazzi si spostarono ai lati della stanza.

Santana perse un battito vedendo avanzare il suo ex compagno di squadra con accanto due mangiamorte.

-I fratelli Carrow saranno a capo della sicurezza e si alterneranno nella classe di Arti Oscure… Mentre il biennio sarà affidato al Professor Sebastian Smythe-


--


-Dei mangiamorte? Dei mangiamorte come professori di difesa… Anzi no, arti oscure?- Disse esasperata Santana mentre svuotava la valigia.

-Dovresti leggere questa…- aggiunse Quinn che era già distesa sul proprio letto con in mano una pergamena –è il nuovo regolamento per gli insegnanti… È tremendo…-

-Dobbiamo andarcene… Sarà una carneficina Quinn…-
-Non possiamo lasciare i ragazzi da soli… Hanno bisogno di noi…-
-Puck non è più un ragazzo…- la beffeggiò l’ispanica –a proposito quando pensi di dirglielo?-

Quinn sospirò e si toccò la pancia ancora piatta.
-Ancora non si vede…-
-Questo lo dici tu…-
La bionda per tutta risposta le fece una smorfia.

-Potresti sempre trovare un incantesimo che non la faccia vedere-
-Così potrei non doverlo dire a Noah…- disse entusiasta la bionda.

Santana aprì la bocca, la sua era ovviamente una battuta, ma prima di riuscire a replicare qualcuno bussò alla porta.

-Parli del diavolo…- Disse la latina una volta spalancata la porta.
-Sannie? Pensavo fosse la camera di Quinn…- disse il ragazzo spaesato.
-Condividiamo la stanza…- Rispose ovvia la latina dopo averlo fatto entrare.
-Perché?- Chiese scocciato.
-Dovevamo chiederti il permesso forse?- replicò Quinn alzandosi dal letto e guardandolo male.
-Avanti Q. volevo farvi una sorpresa… Ci pensi? Io insegnante ad Hogwarts…? Io? Che ho superato i MAGO per un solo misero punto-

-Infatti dovresti farti qualche domanda…- aggiunse acida la bionda.

-Credi davvero che non lo sappia? Credi davvero che non abbia capito il motivo per cui siamo tutti qui? Per Salazar, Quinn! Quando la smetterai di trattarmi come un bambino- disse seccato prima di uscire sbattendo la porta.


-Voleva solo darti la buonanotte-
-Voleva darmi il buongiorno, hai visto che faccia aveva?- Replicò Quinn.
-Gli ho letto la mente Fabray… Ti assicuro che non aveva quelle intenzioni… E poi pensavo che le cose andassero meglio tra di voi-
-Questo prima che mi mettesse incinta- replicò a tono la bionda.
Santana per tutta risposta alzò un sopracciglio di disappunto.
-Ok… Hai ragione… è colpa degli ormoni- rispose seccata Quinn.

Santana la fissò per un attimo e scoppiò a ridere.
Quinn rise di rimando e si ributtò sul letto.

-Sarà un anno lungo Fabray…- disse poi la latina sedendosi accanto a lei –l’hai detto tu, avranno bisogno di noi… e dobbiamo rimanere uniti… Tutti quanti…-

Una bussata molto più leggera della precedente le interruppe.
Santana guardò la maniglia e la porta si spalancò.

-Santana che ci fai qui? Ciao Quinn…-
L’ispanica sbuffò e si alzò dal letto –ho capito, vado a farmi un giro! Bentrovata Berry-
Quinn intanto non aveva smesso un attimo di guardare la ragazza che era appena entrata.
-Rachel…-
L’infermiera sorrise e si chiuse la porta alle spalle.



Santana si allontanò velocemente dalla stanza, non aveva proprio nessuna intenzione di sentire la sua migliore amica darsi da fare con sua cugina. E poi non si erano tipo lasciate?

Cercando di sgomberare la mente, si diresse verso il punto più alto del castello.

Arrivata sotto la grande scala, guardò in alto e fece un respiro profondo, non tornava in quel posto dal giorno del funerale di Silente.

Una volta giunta in cima aprì la grande porta e subito una brezza fredda le scombinò i capelli.


“Albus non posso” disse lui comunicando con la mente con Silente.
“Hai promesso” rispose il professore.
“non posso” replico Piton.
-Severus ti prego…- Chiese a quel punto il preside facendosi sentire da tutti.
Severus smise di pensare e puntò la bacchetta verso l'uomo.
-Avada Kedavra-

Un lampo verde colpì a pieno il professor Silente facendolo cadere dalla torre.


La latina si asciugò una lacrime ribelle mentre si sporgeva per guardare oltre la ringhiera da dove mesi prima era scomparso il preside.

Alzò lo sguardo cercando l’orizzonte oltre il lago nero.
C’era buio, ma si intravedeva qualche puntino luminoso, probabilmente era Hogsmade.

Si concentrò oltre, guardando verso qualcosa di sconosciuto.
A quel punto chiuse gli occhi e i suoi pensieri si focalizzarono subito sulla persona che le aveva stravolto la vita negli ultimi due anni.

Forse da lassù sarebbe riuscita a sentirla.


-Troppo eccitata dal nuovo anno per prendere sonno, Lopez?-
Santana si ridestò dai suoi pensieri, afferrò la bacchetta e la puntò sul ragazzo alle sue spalle: Sebastian.

-Metti giù quell’affare Lopez, siamo colleghi adesso…- disse lui con un sorriso sornione.
-E sarebbe un’attenuante?-
-Non potrai puntarmi addosso la bacchetta ogni volta che mi vedrai passare… Qualcuno potrebbe farsi male-
-Probabile, vogliamo provare subito?- rispose a tono.
-Su Lopez, ho solo un tatuaggio sul braccio, ma sono sempre io… Il miglior cercatore con il quale tu abbia mai avuto l’onore di giocare- disse ancora il ragazzo cercando di allentare la tensione.

L’ispanica percepì l’intenzione del ragazzo.
Non l’avrebbe aggredita, non quella notte almeno, stava solo cercando un contatto, il motivo tuttavia rimaneva ignoto.
Decise di fare il suo gioco e abbassò la bacchetta.

-Il quidditch fa sempre colpo!- Disse lui ammiccante mentre con un movimento della mano faceva apparire due burrobirre.
Santana sbarrò gli occhi, come aveva fatto senza bacchetta?

-Stupefacente non è vero?- Disse lui passando un boccale alla latina che lo afferrò dubbiosa.

-Mi ha dato poteri che neanche immagini…-

-Non diventerò una mangiamorte- mise subito in chiaro la latina.
-Sono sicuro che non eri qui per caso…- contro attaccò lui –c’è qualcosa che ti tormenta lo vedo nei tuoi occhi e non è dentro queste mura…-
Santana cercò di non mostrare alcun tipo di emozione anche se quell’affermazione così sicura l’aveva spiazzata.

Sebastian si avvicinò di più a lei –hai solo da guadagnarci Lopez… Pensaci…- gli sussurrò sicuro all’orecchio.

Santana un brivido di terrore percorrerle la schiena.

Ben tornata ad Hogwart Santana Lopez.




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Finalmente qualche faccia conosciuta!
Che ne pensate di questi nuovi insegnanti?
E di Sebastian?  Sapevano sarebbe tornato... Dite che riuscirà nella sua missione?

E di Quinn che mi dite?
Ve l'aspettavate felice e contenta con Puck...?

Cosa pensate che succederà adesso?

Ci aggiorniamo al prossimo capitolo!
A presto
Chiara


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Capitolo 7
*** è arrivato l'inverno ***


obliviate 3.7

-Buongiorno a tutti, per chi non mi conoscesse, sono Madama Lopez, la vostra nuova insegnante di volo- disse la ragazza passando in mezzo alle due file di studenti che avevano accanto dei manici di scopa.

-Buongiorno Madama Lopez- risposero in coro i ragazzi.
Santana sorrise percependo la loro ammirazione nei suoi confronti.
Adorava quella parte dell’insegnamento.

-Per prima cosa, mettete una mano sopra la vostra scopa e dite: SU-

I ragazzi del primo anno fecero come la professoressa aveva ordinato loro, ma prima ancora che riuscissero a mettere in pratica la formula, un concentrato di cattiveria e di frustrazione, si avvicinò a loro.
Santana si voltò, trovando alle sue spalle uno dei fratelli Carrow.
-Madama Lopez mi segua- disse lui con voce arrogante.

Santana, confusa, guardò l’uomo e poi i ragazzi –torno subito- disse titubante.

La latina seguì Carrow fino a dentro il castello, non riusciva a capire cosa fosse successo, l’unica cosa che aveva percepito era che la stava portando da Piton per essere punita.

Arrivati davanti il grosso Gargoyle che un tempo custodiva l’ufficio di Silente, l’uomo agitò la bacchetta rivelando la scala a chiocciola.

Santana salì le scale seguita dal mangiamorte ed entrò nell’ufficio del preside.

-Preside Piton- disse lui.
L’uomo col naso adunco seduto di spalle rispetto alla porta, si girò verso di loro.

-Ho beccato la Lopez ad infrangere il regolamento-
-Che cosa?- si ribellò lei.

Carrow non la degnò di uno sguardo.

-Stava insegnando a volare ai mezzosangue- continuò lui.
-E da quando il volo non si può insegnare ai figli di babbani?- Replicò adirata lei.

-Grazie Carrow, puoi andare adesso, ci penserò io a lei…- disse Piton.

Il mangiamorte visibilmente deluso per non essere riuscito a punire Santana con i suoi metodi, si congedò uscendo dall’ufficio.

Santana ancora sconcertata per il “nuovo regolamento” seguì con la coda dell’occhio il mangiamorte uscire, poi si girò a guardare Piton.

-Non avevo dubbi che avrebbe infranto il nuovo regolamento, tuttavia non credevo così presto…-
-Ho dimenticato di leggerlo, ma non credo di condividerlo, preside- rispose lei.
-Quello che condivide o no non ha importanza, lei è qui per svolgere un compito, non per condividerlo-

Santana percependo la sfumatura di dolore inflitta da quelle parole, si concentrò su di lui e su i suoi pensieri.

Piton, sentendosi in qualche modo violato, cambiò espressione.

Santana lo scrutò con attenzione cercando di capire il perché.

-Si attenga al regolamento Signorina Lopez…-scandì l’uomo guardandola negli occhi -adesso può andare-

La latina, molto sorpresa dall’atteggiamento del preside, fece per andarsene, poi si ricordò di un dettaglio che aveva fino a quel momento trascurato.

-Lei è un occlumante, vero professore?-
-Ebbene?-
-Non sapevo che gli occlumanti riuscissero a comunicare così bene con la mente-

L’uomo sbiancò, com’era possibile che Santana Lopez avesse quell’informazione.
Sentendo quel pensiero, Santana si voltò nuovamente verso di lui pensando intensamente alla notte in cui Silente era stato ucciso.

Santana vide per un attimo gli occhi cambiare colore e cominciare a brillare, ma fu solo un istante.
Così, senza aggiungere altro, uscì dalla stanza.

Piton vide la porta chiudersi e un brivido gli percorse la schiena.
Santana Lopez sapeva molto di più di quanto sospettasse.


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“Quindi credi che Piton stia facendo il doppio gioco?”
“Si ma, non so da che parte stia veramente…!”
“Ha ucciso Silente” ripeté ancora Quinn mentre continuava a tirare fuori dei libri di trasfigurazione dalla loro libreria privata.
“Già” rispose mentalmente la serpeverde appoggiata alla scrivania.

Quando non erano nella loro stanza, usavano spesso la telepatia per comunicare visto la presenza di mangiamorte in quella scuola.

“Hai già un piano per farlo parlare?”
L’ispanica scosse la testa.

-Direi che abbiamo iniziato bene!- Disse sarcastica la bionda.
-Perché non mi parli delle tue di lezioni?-
-Non lo so, non poter interagire con i figli di babbani è snervante… e poi Puck è passato casualmente un paio di volte dalla mia aula-
-Ma non aveva lezione anche lui?- La beffeggiò Santana.
-Oggi no…- disse la bionda arrossendo leggermente.
-Perché non glielo dici e basta… Non capisco cosa ti blocca davvero…- Santana la fissò intensamente -e per Salazar non lo sai neanche tu!!!- Aggiunse con enfasi dopo aver visto tanta confusione nella sua mente.

Quinn fece spallucce, poi guardò i sedici volumi che aveva tirato fuori dalla libreria e sorrise a Santana –bene, possiamo andare adesso-



-Fabray, avevi detto “qualche libro”… ma non bastava il manuale di trasfigurazione della Mc Granitt- si lamentò Santana mentre percorreva il corridoio con in mano una decina di volumi che le ostruivano la visuale.
-Su non lamentarti sempre, voglio solo essere preparata- replicò lei che aveva in mano altri sei libri -e ho bisogno di non stancarmi troppo, ho letto che in questa fase è molto pericoloso stressarsi-
-E studiare sedici volumi di trasfigurazione è una cosa leggera… vero Fabray… Fabray?-

Santana sentì un grosso tonfo e si girò subito a guardare.

Distesa a terra con addosso i libri c’era Quinn, svenuta.


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-Santana vai a dormire, ti vengo a chiamare appena si sveglia-
-E lasciartela stuprare nel sonno? Mai- replicò la latina.

-Shh!- l’ammonì Rachel guardando il lettino dove dormiva Mike Chang

Santana guardò il lettino con sopra il nuovo insegnante di pozioni.

-Che gli è successo?-
-Indigestione…-
L’ispanica annuì.
-Dai davvero Santana puoi andare… Non c’è motivo per cui tu rimanga qui…- disse Rachel lasciando intravedere a Santana un velo di tristezza.
-Scusa ma non avevi iniziato a frequentare quel bulgaro… Finn?-
Rachel si sentì avvampare.
-Allora ti piace…!- La punzecchiò la latina.
-È complicato…- rispose solo Rachel.
-Cosa?- Chiese ancora Santana.
-Finn è la persona più dolce della terra, ed è bello, è veramente bello Santana, non immagineresti mai che muscoli nasconde sotto la divisa-

Rachel si fermò vedendo la faccia schifata della cugina che, leggendole la mente, aveva appena visualizzato lei e Finn nudi fare sesso.
Ma questo ovviamente Rachel non lo sapeva

-penso potrei vomitare adesso… Ma tu continua pure!-

Rachel non riuscì replicare che Quinn cominciò a muoversi.
L’infermiera fece segno a Santana di non dirle niente.
L’ispanica ovviamente fece una faccia innocente ed alzò le mani.

-Quinn tesoro come stai?- Disse Rachel avvicinandosi a lei.

Santana, che era in piedi dietro di lei, per poco non vomitò: Tesoro? L’aveva veramente chiamata tesoro?

-Bene…- disse semplicemente la bionda.
-Ti ho prelevato un po’ di sangue, così capiamo cosa ti è successo- disse Rachel –ma visto il tuo gonfiore deduco tu non abbia digerito il brodo di rospo del pranzo-

A quel punto Quinn guardò storta Santana.

“non gliel’hai detto?” le chiese mentalmente.
“e toglierti il colpo di scena, non avrei mai potuto”
“ti odio”
Santana rispose con un sorriso beffardo.

L’infermiera guardò prima Quinn e poi Santana, non capendo perché le due si guardassero in quel modo.

-Rachel- la richiamò Quinn -non serve capire cosa sia successo… anzi forse si, per verificare che sia tutto apposto-
-Non credo di aver capito bene- rispose confusa l’infermiera.

-Aspetto un bambino Rachel…- disse tutto d’un fiato.

L’infermiera sbatté le palpebre un paio di volte.

-E da…- cercò di argomentare la ragazza.
-Sono circa a otto settimane… dovrebbe nascere in primavera- rispose Quinn accennando un sorriso che dedicò anche a Santana.

Rachel si girò verso sua cugina come volesse constatare che non la stessero prendendo in giro.

-Non guardarmi così, non l’ho mica messa incinta Io!- L’ammonì l’ispanica.

L’infermiera allora tornò a guardare Quinn.

-È una splendida notizia…-
-Un po’ inaspettata e fuori luogo… ma decisamente splendida- rispose Quinn.
-E Noah?- Chiese la ragazza titubante –come l’ha presa? Mi sembrava di aver capito che voi due non…-

-Infatti non lo sa- si affrettò a rispondere Quinn sotto lo sguardo inquisitore di Santana.
L’infermiera annuì ancora perplessa.

-Per caso conosci un incantesimo che nasconda la pancia Berry… Vista la brutta aria che tira sarebbe il caso di non renderlo pubblico…- disse Santana attirando volutamente la sua attenzione.
Rachel guardò Quinn un po’ incerta –scusa ma non sei l’insegnante di trasfigurazione?-

-Non è solo una questione estetica, voglio proteggerlo…- cercò di spiegare la bionda.
-Abbiamo già dato un’occhiata in biblioteca ma…-

-Ho capito cosa cercate- la interruppe l’infermiera -credo di aver letto qualcosa nella biblioteca del ministero della magia-
-Ottimo!- rispose Santana.

-Rachel tutto bene?- Chiese la bionda notando che la ragazza aveva ancora lo sguardo sconvolto.
La brunetta si ridestò –certo! Solo mi sono ricordata che dovevo fare una cosa… Se non vi dispiace… Io… Per qualsiasi cosa Quinn mi trovi… Vabbe sono l’infermiera è ovvio che per qualsiasi cosa mi trovi qui- farfugliò velocemente.

Quinn e Santana la videro allontanarsi e uscire dall’infermeria.

-A cosa stava pensando?- Chiese velocemente la corvonero.
-Ha solo bisogno di tempo per metabolizzare la cosa… Ma non era finita tra voi?-
Quinn sbuffò lasciandosi scivolare sui cuscini e ancora una volta Santana percepì dalla sua mente un groviglio di emozioni confuse.

Accanto a loro Mike Chang, disteso sul lettino e con gli occhi spalancati, aveva sentito tutto.



Rachel uscì dall’infermeria chiudendosi la porta alle spalle.
Si appoggiò ad essa mentre faticava a trattenere le lacrime.

-Rachel, Rachel, Rachel… La mia infermierina preferita… Cosa ti hanno fatto per ridurti in questo stato?-
La brunetta guardò il nuovo insegnante di arti oscure e cominciò a piangere.


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-Sai che ti dico Rachel Berry, non ci pensare… quello stronzo non ti merita!- disse Sebastian versandogli il terzo bicchiere di idromiele barricato.

La ragazza prese il bicchierino e butto giù tutto il liquido alla goccia.

-Grazie Sebastian mi ci voleva proprio… Che poi non capisco perché l’ha fatto, aveva detto che non voleva starci… Ok non voleva stare neanche con me però…-

-Sei un po’ troppo enigmatica Berry…- sorrise lui riempiendosi il proprio bicchiere e quello della ragazza.

Rachel sospirò appoggiandosi allo schienale della comoda poltrona del tetro ufficio del ragazzo.

-Sai mantenere un segreto?- Chiese lei.
Il ragazzo sorrise beffardo –parola di serpeverde-

Rachel alzò su entrambe le sopracciglia, ai tempi della scuola non si sarebbe mai fidata di un serpeverde, lei era una grifondoro per Godric.

Ma i tempi erano cambiati, e stranamente, quella sera, sentiva di potersi fidare di lui.

-Si tratta di Quinn… Abbiamo avuto una specie di cosa l’anno scorso…-

Sebastian strabuzzò gli occhi -Quinn? Quinn Fabray?-

Rachel annuì –nulla di serio insomma, poi ho conosciuto Finn e pensavo di averla dimenticata ma l’altro giorno l’ho rivista e… Cos’è quella faccia?-

Il ragazzo si ridestò –scusa Berry… siete due ragazze stupende e la mia mente cavalca praterie sconosciute-

La ragazza lo guardò per un attimo e poi scoppiò a ridere –sei un porco Smythe, dammi un altro po’ di idromiele-
-Hai il bicchiere pieno…- la corresse lui.
-Ah… giusto!- disse la ragazza constatando che effettivamente c’era del liquido nel suo bicchiere, così senza indugiare lo portò sulle labbra e lo buttò tutto giù.
-Adesso è vuoto!-
Sebastian rise e le versò dell’altro liquore.

-Mi ha detto che aveva chiuso sia con me che con Puck e che non aveva nessun intenzione di mettersi con qualcuno… Ma sai che c’è?-
-Che cosa?-
-C’è andata a letto!-
-Con chi?-
-Con Puck naturalmente… Io non avrei mai potuto- Rachel si bloccò prima di finire la frase e scoppiò a piangere -Che sciocca che sono stata-

A quel punto Sebastian si alzò dalla propria scrivania e si diresse verso una grande cassettiera posta al lato opposto della propria stanza.

Rachel si asciugò le lacrime e seguì i suoi movimenti.

Il ragazzo aprì l’ultimo cassetto in basso e tirò fuori una scatola di legno.
Si avvicinò a Rachel sedendosi sulla poltrona accanto a lei.
-Ho sempre fatto colpo sulle donne riempiendole di regali… Certo anche il mio fascino aveva la sua importanza-
-Quinn non è una tipa da regali-
Sebastian sorrise e aprì la scatola.
L’infermiera rimase sbalordita dal bagliore dell’oggetto, era così luminoso e bello.

-È un diadema-
-È bellissimo…- disse solo Rachel prendendo in mano la piccola coroncina a forma di aquila.
-Era di mia zia, era una corvonero… Forse è il caso che ritorni alla sua casa di appartenenza- disse piano il ragazzo facendole l’occhiolino.


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-Sannie… posso venire con te…-
-No, sei svenuta solo due giorni fa e devi stare a riposo… L’ha detto la tua infermiera preferita- rispose risoluta Santana mentre sistemava la bacchette di Vite nel manico della mantella.
-Smettila- l’ammonì Quinn –e poi il ministero è caduto, non sappiamo quale sia la situazione- replicò mettendosi seduta sul letto.

-Sono un insegnante e il mio stato di sangue non è dubbio… E poi devo andare a prendere un libro, cosa potrebbe succedermi?-
-Almeno non andare da sola!-
-Da quando sei diventata così apprensiva???- Chiese estenuata Santana.
-Ormoni- rispose la bionda con un sorriso.

L’ispanica sbuffò –e va bene mi porterò Puckerman… Contenta?-
Quinn sorrise.
L’ispanica scosse la testa –ok ci vediamo dopo… Per qualsiasi cosa pensami… E io saprò di cosa hai bisogno-
La bionda sorrise ancora –in effetti ho una certa voglia di cioccorane ma anche di caramelle gommose e conosci quel frutto…-

-Buon pomeriggio Fabray!- disse la latina uscendo e sbattendo la porta.


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Santana percorse il corridoio del terzo piano in direzione del dormitorio di Noah Puckerman, che a detta di Quinn si trovava in fondo a destra.


-Signorina Lopez-
-Professoressa McGranitt- rispose la latina all’insegnante di trasfigurazione proprio dietro di lei.
-Sta andando da qualche parte?- Chiese la donna vedendola con addosso una grossa borsa.
-In effetti si… Non avevo lezione e…-
-Non c’è bisogno che ti giustifichi Santana, siamo colleghe da più di due anni… Solo che devi coprirti di più o ti beccherai un raffreddore… è iniziato l’inverno-
Santana sorrise imbarazzata.

-Ho sentito dire che Quinn è stata poco bene… Mi chiedevo se avesse bisogno di qualcosa-
Santana sorrise percependo quanto quella donna tenesse alla sua amica, quanto le volesse bene quasi come una figlia o una nipote visto l’età.

-Quinn sta bene, ha solo avuto un abbassamento di pressione ma si è già ripresa-

La donna sorrise felice –bene, finalmente delle buone notizie-

Santana annuì contenta, ma subito dopo uno strano e familiare sibilo attirò la sua attenzione.


Così si congedò velocemente dalla McGranitt e si concentrò sul rumore.
L’ultima volta che l’aveva sentito si trovava nell’ufficio di Silente.
La latina seguì il sibilo con la bacchetta alla mano.

Percorse velocemente il corridoio sentendolo sempre più vicino, poi girò l’angolo trovandosi davanti solo Rachel Berry.

-Santana! Ciao! Non sei in camera, bene- disse leggermente impanicata.
-Berry…-
-Vado a vedere come sta Quinn… Le sto portando degli integratori- disse indicando la scatola di legno che aveva in mano.
Santana confusa da tutti quei pensieri contorti della cugina, non disse niente.
-Vado!- disse l’infermiera.
Santana la guardò allontanarsi insieme a quello strano sibilo.
Forse aveva sentito male, forse era solo la presenza dei mangiamorte ad averla confusa.
O forse…

Decise di lasciare correre.
Aveva una missione da compiere e non poteva di certo uscire dopo il crepuscolo.


Arrivata davanti la camera di Puck bussò forte.

-Arrivo arrivo- disse una voce rauca.

-Lopez che ci fai qui?-
-Potrei chiedere la stessa cosa a voi- replicò Santana vedendo che nella camera di Puck beatamente stesi sul suo letto con in mano due burrobirre c’erano sia Sam Evans che Mike Chang.

-Stavamo brindando alla tua coinquilina!- disse tranquillo Sam Evans.
-Shh- lo ammonì Noah.
Santana guardò prima il ragazzo con la cresta e poi l’ex tassorosso cercando di leggergli la mente.
Era ovvio che i tre stavano parlando di Quinn.

-Cosa vuoi Lopez?- Chiese il proprietario della stanza parecchio irritato.
Santana sorrise percependo che quello sarebbe stato un lungo pomeriggio -cercavo compagnia!-




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Capitolo lungo e pieno di avvenimenti
qualcuno sospetta cosa potrebbe succedere nel prossimo???
Diciamo che in questo capitolo sono successe tante cose che senza dubbio avranno delle conseguenze in seguito.
Inoltre oltre tutto quello che è prevedibile, succederà qualcosa di veramente imprevedibile(almeno secondo me)
Quindi vi lascio un pò col fiato sospeso e ci si becca settimana prossima... o prima... forse..

grazie a tutti
buon sabato
Chiara


 

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Capitolo 8
*** il ministero della magia ***


obliviate 3.8
-Come hai saputo di Quinn?- Chiese Santana mentre camminava velocemente per le fredde vie londinesi.

Puck, che camminava a fianco a lei con in testa un buffo cappello con una cresta di lana verde, si girò verso Mike e Sam, poi tornò a guardare Santana.
-Era in infermeria quando Quinn si è sentita male e ha sentito tutto… -

-Certo… L’indigestione… Etciù- starnutì con forza la latina.

-Per Salazar, Sannie perché me l’avete tenuto nascosto? Quinn aspetta un bambino e se la fa con... tua cugina?- Disse seccato e deluso allo stesso tempo.
-Quinn è maggiorenne, sa benissimo fare le sue scelte da sola!-
-Ok…- disse il ragazzo cercando di calmarsi –posso capire che era sconvolta per il bambino... ma la Berry?-

Santana fece un mezzo sorrisetto e alzò le mani in segno di resa, ci sarebbe stato tempo per dargli delle spiegazioni.
Poi si fermò davanti ad una cabina telefonica.

-Ti servono delle monetine per chiamare Santana?- Chiese ingenuamente Sam.
-No, bocca di trota-
-Invece ti servono, per entrare al ministero devi mettere 4 penny e 87 centesimi- spiegò l’orientale.
-Dici che da pure il resto?- Chiese sorpreso Sam toccando la cabina rossa.

-Ok ragazzi ascoltatemi- disse Santana attirando l’attenzione dei tre –non sappiamo quale sia la situazione dentro al ministero… Entriamo, prendiamo il libro e usciamo… Siamo tutti e quattro dei purosangue etciù…-
All’ennesimo starnuto, Mike le passò un fazzolettino.

-grazie…- disse Santana dopo essersi soffiata il naso –dicevo…. e siamo anche degli insegnanti- aggiunse con fatica tirando su con il naso –non dovrebbero farci problemi…-
I tre ragazzi annuirono.


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Entrarono senza troppa fatica, confondendosi con la massa di maghi e streghe che popolava quel posto.
Poi, senza neanche accorgersene, si ritrovarono all’ingresso davanti la grande statua che troneggiava possente sopra la cascata.
I quattro ragazzi si fermarono indignati.

Santana deglutì a vuoto vedendo tutti quegli uomini di pietra schiacciati dal peso del grande monumento.

-Questo posto mi da i brividi, cosa pensate raffigurino?- Chiese Sam guardando il monumento.
-Sono babbani… Al posto che gli spetta- rispose velocemente l’ispanica.
-Sbrighiamoci ad andare via- disse Puck.

Santana annuì e guardò Mike che aveva lavorato fino all’anno prima proprio nella biblioteca del ministero.

-Dove sta la biblioteca?-
-Al primo piano… seguitemi- disse lui dirigendosi verso gli ascensori!-


-Signorina Lopez, che piacevole sorpresa-
Santana sbarrò gli occhi, avrebbe riconosciuto quella voce anche nella confusione più totale.
Decise di voltarsi piano, magari aveva sentito male.

-Professoressa Umbridge come sta?- Disse con un sorriso tiratissimo non appena i suoi occhi incrociarono quelli della donna.

La donna vestita di rosa fece un enorme sorriso –devo ammettere piuttosto bene, lei invece? Vedo che ha cambiato compagnia, mi fa molto piacere!- aggiunse la donna squadrando i tre ragazzi che non sapevano bene come rispondere.

-Sono dei miei colleghi ad Hogwarts- cercò di argomentare Santana.
-Ma certamente…- disse la donna con un sorriso ammiccante di chi era convinta di saperne molto di più.
-Ci servono i nuovi testi per la didattica…-
-Pensavo che ve li avessero recapitati tutti al castello- disse preoccupata la donna.
-Ne manca qualcuno…- rispose con un sorriso Santana cercando di risultare il più credibile possibile.
-Capisco…- annuì la donna prima di avvicinarsi di più all’ispanica -in verità…- cominciò a spiegarle sottovoce -quando ho saputo che la sua cattedra era stata riconfermata anche quest’anno volevo venirla a trovare… Mi dispiace molto come si sono evolute le cose tra noi e speravo con una buona tazza di the di metterci una pietra sopra-
Santana sorrise falsamente –mi sembra un’ottima idea professoressa-

Proprio in quel momento l’ascensore si aprì.

-Anche questa è occupata- si lamentò Mike.

-O Mafalda- disse la Umbridge notando che nell’ascensore c’era la sua assistente -ti ha mandato Travelen? Bene, andiamo subito giù.. Tu non sei arrivato?- Chiese all’uomo che era in ascensore con la sua assistente.

Santana vide l’uomo uscire dall’ascensore parecchio confuso mentre con la coda dell’occhio non smetteva di fissarla.

-È stato un vero piacere conferire con lei signorina Lopez- disse poi la Umbridge richiamando l’attenzione dell’ispanica -ci conto allora per la tazza di the-
-Sicuramente- rispose la latina con un sorriso sempre più tirato.

La donna vestita di rosa entrò nell’ascensore e premette il pulsante.

Santana, sentendosi osservata, spostò lo sguardo verso l’assistente al suo fianco.

Stranamente aveva qualcosa di familiare.


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L’ispanica fissava la grande statua del ministero da dentro la biblioteca, attraverso le vetrate che dividevano i due ambienti.

Mike si era offerto d cercare il volume per Quinn e Sam Evans si era offerto di dargli una mano.

-Cosa non ti convince?- Chiese Puck avvicinandosi a lei.
-Da quando siamo entrati non sto sentendo nessuno… Forse il ministero è stregato- disse tutto d’un fiato l’ispanica.
-Probabile, forse ci sono molte più barriere di quante ne vediamo realmente!- Rispose Noah.

-Trovato!- disse contento Sam arrivando con un grosso libro.
-Pagina 214- disse Mike.
Santana aprì il libro e andò alla pagina indicatogli l’incantesimo.

-Come nascondere e proteggere una gravidanza senza dare nell’occhio- lesse a bassa voce l’ispanica -è lui!-
-Benissimo, mi faccio rinnovare la tessera e…- Mike si bloccò esterrefatto –cosa hai fatto?- Chiese preoccupato.

Santana piegò velocemente il foglio che aveva appena strappato e se lo mise nella borsa –ops-


-Santana nell’atrio!- urlò Noah.
-Cosa?-
-C’è Harry Potter! Lo stanno urlando giù- disse il ragazzo che adesso correva verso il piano terra.
Santana non realizzando bene cosa stesse succedendo, si precipitò al piano di sotto.


C’era confusione, i lampi di luce saettavano per tutto il grande atrio.
Santana intravide tre figure familiari ma vestite in maniera del tutto fuori dall’ordinario correre verso i camini della metro polvere.

Riconobbe immediatamente il tailleurs a righe che indossava la donna accanto alla Umbridge nell’ascensore.

Il cuore le si fermò.

Hermione era li, era stata a pochi passi da lei.

Hermione era li, era viva.

Si diede mentalmente della stupida per non averla riconosciuta.


-Fermateli!!!-
L’uomo che li stava inseguendo agitava la bacchetta sigillando una ad una tutti i camini del ministero.
Santana fece per scagliarsi all’inseguimento della sua fidanzata ma Puck la bloccò.

-Sei pazza… Vuoi farci uccidere tutti?- urlò il ragazzo tenendola stretta per le braccia.
Santana si dimenò invano, Puck era troppo forte in confronto a lei, così riprese fiato e si concentrò con la mente sui camini sperando, almeno, di riuscire a bloccare l’incantesimo di chiusura.

Ma stranamente non successe niente.
I camini continuavano, inesorabilmente, a chiudersi.

Poi vide la sua ragazza, Ron ed Harry correre verso l’ultimo camino con il passaggio ancora aperto.

Sperò con tutta se stessa che riuscissero a passarci.

Dopo una manciata di secondi i tre si erano smaterializzati.

L’ispanica sorrise tirando un respiro di sollievo.

Era salva, almeno per ora.


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-San, San… Sannie fermati!- Urlò Puck facendo girare metà dei passanti presenti nella strettissima via a pochi metri fuori dal ministero.
La serpeverde si girò infuriata.
Aveva le lacrime agli occhi e il naso congelato.


-Perché mi hai fermata, c’era Hermione con loro!-
-Lo so, ma non avresti fatto in tempo-
-Questo non puoi saperlo- l’ammonì l’ispanica prima di starnutire di nuovo.


-Ti sei beccata un brutto raffreddore Lopez!-

I quattro ragazzi si voltarono verso la voce che li aveva appena chiamati.
Da una minuscola via infatti, sbucava dall’oscurità la testa di Tonks.
-Presto sbrigatevi!-


--


Adesso i quattro più Lupin e una Tonks con una lieve pancia stavano seduti davanti un caminetto a sorseggiare del the fumante.

-Come avete saputo che stavano al ministero?- Chiese.
-È stato un momento- cominciò a spiegare il lupo mannaro –appena ci hanno informati che Harry Potter era stato avvistato al ministero ci siamo precipitati… Ma era troppo tardi… Santana tu hai una vaga idea di cosa stiano facendo?-

L’ispanica guardò l’uomo e poi Tonks e fece no con la testa. Poi per togliersi da quella situazione imbarazzante si alzò dal divano.

-Scusate, ho bisogno del bagno…- disse.
-Ti accompagno- disse l’auror scambiandosi un’occhiata complice con Lupin.

-Non sei più una studentessa… Hai una certa età, ti devi coprire quando esci!- La beffeggiò Tonks –cosa facevate al ministero?-
-Dovevamo prendere una cosa per Quinn-
-Cosa?-
Santana fissò la pancia –ti sorprenderebbe sapere quanto siete simili in questo momento!-
Tonks sbarrò gli occhi –non mi dire?-

L’ispanica annuì mostrandole la formula che avevano preso per la corvonero.

-Devo ricordarmela…- disse Tonks –ci scommetto la bacchetta che è di Puckerman e che l’hanno concepito la notte che abbiamo trasferito Harry- poi si avvicinò all’orecchio si Santana –quei due avevano la stanza accanto alla mia- le sussurrò.
-Per Salazar che scena raccapricciante- si schifò Santana cominciando a ridere.
Tonks rise con con lei.

-Adesso mi dici che missione sta facendo la tua ragazza?- Chiese la donna ricomponendosi.
-lei sta…-
Santana si bloccò all’istante e guardò la donna sorridente e decisamente con altri piani per la testa, ma com’era possibile che non avesse sentito quali fossero le sue vere intenzioni.
In effetti era da quando erano usciti che aveva smesso di “sentire”.


-Tonks, a cosa stai pensando?-
-Sto escogitando un modo per farmi dire la verità da te, che domande- rispose beffarda.
-Cazzo!-
Santana si toccò la testa senza riuscire a capire il perché di quella situazione.


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-Finalmente… ce ne avete messo di tempo!- Si lamentò la bionda vedendola rientrare in stanza.

Santana si chiuse la porta alle spalle, le passò la busta con le cioccorane e la formula magica. Poi si buttò sul letto.

-E le caramelle gommose?-

L’ispanica non rispose, l’ultima cosa che voleva era replicare ad una donna incinta in preda agli ormoni.

-Etciù-
-Noto che ti sei coperta bene-
Santana per tutta risposta starnutì ancora.
-E mettiti una mano davanti la bocca- la intimò acida.
-Per Merlino quanto sei pesante… Non ho ancora sentito un grazie- replicò la latina.
-Sei tu che sei entrata con quell’aria da funerale-

Santana si risollevò sedendosi sul letto, aveva gli occhi lucidi e lo sguardo perplesso.

-Che è successo Sannie?-
-C’era Hermione al ministero…-
-Che cosa?-
-C’era Hermione ed Harry e Ron… Credo fossero li per un horcrux… Ma avevano bevuto la pozione polisucco e non sono riuscita a riconoscerli-
-Ma lei ti ha vista?-

Santana annuì ripensando alla scena dell’ascensore.

-E come… Come hai fatto a capire che erano loro?-
-La pozione ha finito il suo effetto mentre stavano scappando, penso qualsiasi cosa stessero cercando credo l’abbiano trovata…-

Quinn sembrò pensarci su.

-Ma se stavano effettivamente cercando un horcrux, tu non l’avresti dovuto sentire? O per lo meno percepire…-
-In teoria…- rispose Santana sempre con quello sguardo dubbioso.
-E allora?- Chiese la bionda.

-Non so come ma… credo di aver perso i miei poteri, Quinn!-



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Per la barba di Merlino, e adesso?
Non commento, non vi dico niente di niente... Accetto scommesse su quello che è successo e quello che succederà!
Buon San Valentino a tutti

Chiara



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Capitolo 9
*** l'esercito di Silente ***


obliviate 3.9

-ah…-
-apri di più quella boccaccia Santana, non vedo niente- l’ammonì Rachel con in mano un cucchiaio che le teneva bassa la lingua.

L’ispanica sbuffò e aprì di più la bocca –aaaaaaaaa-

L’infermiera guardò nella cavità orale della cugina cercando un qualche tipo di infezione.
-Niente, non ci sono placche e niente di niente-

-Ne sei…Etciù… Sicura? Etciù…- Chiese Santana rimettendosi la grossa sciarpa di serpeverde intorno al collo.
-Nessuna malattia infettiva togli poteri?- Continuò a domandare la latina.

-Certo Santana- rispose la brunetta -ti sei solo beccata un brutto raffreddore… Ti serve solo un po’ di riposo- Spiegò tranquilla Rachel passandole un fazzoletto per asciugarsi il naso.

Santana ci pensò su, come era possibile che fosse solo un raffreddore.
I raffreddori non toglievano i poteri magici.
In teoria.

-Senti Berry…- cominciò vaga -devo farti una domanda-
L’infermiera sorrise, conosceva bene sua cugina e sapeva che quell’espressione significava solo una cosa: era in difficoltà.
Così, tanto per metterla un tantino più in difficoltà, si sedette sul lettino accanto a lei.
E infatti Santana, sobbalzò.
-Dimmi tutto Sannie…- la incitò Rachel.
Santana la guardò storta.

-Ok… Mettiamo caso che una mia amica abbia dei poteri un po’ particolari…-
Rachel alzò un sopracciglio.
-e che un giorno, sempre per caso ovviamente, proprio il giorno che si becca un brutto raffreddore questi poteri un po’ particolari le spariscano e che…-

-Ok ok.. fermati Santana non c’è bisogno che fingi con me- L’interruppe l’infermiera -so tutto del tuo dono trasmesso sessualmente da Brittany…-
-Non è una malattia venerea, Berry!- si affrettò a replicare la latina, poi la guardò sconvolta –Per Salazar come lo sai?-

-Se l’è fatto scappare la tua compagna di stanza… durante uno dei nostri incontri l’anno scorso…-
-Che cosa?-
-Sì stava li li per… e ha detto qualcosa tipo che non si sarebbe mai riuscita a togliere dalla testa questa immagine e che tu l’avresti beccata…-
-Risparmiami i dettagli…- la bloccò Santana con un velo di delusione negli occhi.

-Dai non te la prendere-
-No, non me la prendo, solo che... Non importa- disse evidentemente seccata.

-Scusa… non credevo t’importasse tanto, se no me l’avresti detto tu, no?!- la schernì l’infermiera.
Santana abbassò lo sguardo dispiaciuta.
-Non è vero che non importa di te… solo che… scusami hai ragione… so bene che posso fidarmi di te…-
Rachel sorrise appena.

-Che cosa mi succede Rach? Perché non sento più niente?-
-Ei San non è niente di grave, anzi è normalissimo-

Santana la continuava a fissare senza capire.

-Sei evidentemente stressata per tutto quello che ti sta accadendo e il corpo si è ribellato-

-Cioè? Parte da me e non dal raffreddore?-

-Praticamente si… Sta proprio qui- disse Rachel afferrando un volume dalla libreria dell’infermeria.
-Storia della medicina magica. Capitolo quattro: poteri magici e influenze-
L’ispanica guardò il volume incuriosita.

-Da quello che mi sembra di aver capito, il tuo potere parte dalla mente ma sei comunque tu ad alimentarlo-

Santana continuava a leggere il testo con interesse.

-È come se avesse finito le energie e si dovesse ricaricare… Per questo appena hai messo il naso fuori ti sei raffreddata come se fossi stata sulla scopa una notte intera…-
-Quindi l’unica cosa che posso fare è stare a riposo e aspettare che mi passi il raffreddore?-
Rachel annuì -si…-
-E quanto pensi che durerà?-
-Una settimana, due mesi, un anno… Non lo so-
-Un anno? Un semplice raffreddore?- sbottò lei.
-Santana è un raffreddore da stress magico… Non posso prevedere quanto duri-
-Posso fare qualcosa per farmelo passare più in fretta?-

Rachel scosse la testa dispiaciuta.


--


Santana camminava per i grandi corridoi del castello non sentendo praticamente nulla.
Ed era strano.
Di solito sentiva una quantità di pensieri e di emozioni che era costretta a fare l’incanto protego per non rischiare di andare a dormire con l’emicrania.
Non che le dispiacesse, alla fine era un piccolo compromesso da accettare per i suoi grandi poteri, eppure tutta quella tranquillità le cominciava a piacere.
Ormai erano passate diverse settimane da quando erano andati al ministero e dei suoi poteri nessuna traccia.

-Etciù-
Santana si asciugò il naso con il fazzoletto che portava sempre con sé e cominciò a salire le scale che portavano la biblioteca. Visto che fuori pioveva e che non poteva fare lezione, ne avrebbe approfittato per fare delle ricerche.
Magari riusciva ad anticipare i tempi di guarigione.
Anche perché senza poteri e con Quinn nervosa per via degli ormoni le rimaneva fin troppo tempo per pensare.
E pensare significava una sola cosa: Hermione.
Si sentiva come mutilata, impotente su tutti i fronti.
Sentiva che non stava facendo niente per gli horcrux e niente per trovare Hermione, e questo la devastava.
Ma visto che non doveva stressarsi, l’unica cosa da fare era non pensarci.
Almeno per ora.

Arrivata al corridoio del terzo piano però, la sua attenzione fu attirata da delle strane urla.
Erano di un ragazzo, e non potevano essere mentali, lei non sentiva più.
No, erano decisamente vere.

Santana, con la bacchetta di Brittany alla mano, seguì le urla fino ad arrivare ad una grossa porta di mogano: l’aula che fino all’anno scorso era di “difese contro le arti oscure” e che adesso era diventata semplicemente “arti oscure”.

L’ispanica fece un respiro profondo e aprì la porta.

Dentro l’aula un gruppo di tassorosso e serpeverde dell’ultimo anno stava in cerchio attorno ad un ragazzo di corvonero.
Un serpeverde, con in mano la bacchetta puntata addosso al corvonero, stava praticando la maledizione cruciatus.
Dietro di loro Alecto Carrow con accanto Sebastian sorridevano beffardi.

Sebastian, notando la presenza della latina, bloccò immediatamente la lezione.

-Madama Lopez, quale onore- disse il ragazzo facendo voltare tutti i suoi alunni.
Santana esterrefatta fece un paio di passi in avanti avvicinandosi al ragazzo in mezzo al cerchio.
-Di solito usiamo i ragazzini del primo anno, ma il signor Anderson era in punizione- continuò lui.
L’ispanica allora si chinò aiutando il ragazzo, completamente stordito, a rialzarsi.

-Lei sta interrompendo una mia lezione, farò rapporto al preside- disse la Carrow.
-Non mi sembrava di aver letto che fosse lecito utilizzare uno degli studenti come cavia per le vostre lezioni- replicò Santana.

-Sta forse mettendo in dubbio la mia autorità?- Chiese con rabbia la donna.

-Andiamo- sussurrò la serpeverde al corvonero.

I due si avviarono verso l’uscita.

-O forse preferisce essere lei la cavia…-
l’ispanica, sentendo quelle parole allontanò il ragazzo e si girò di scatto verso la sua interlocutrice.
-Cru…- la donna non fece in tempo a scagliarle contro la maledizione senza perdono che l’ispanica aveva già contro attaccato.
-Pietrificus Totalus-

La donna si irrigidì e cascò a terra.

Santana guardò prima gli studenti basiti per la prontezza di riflessi, e poi Sebastian che adesso era visibilmente nervoso.

-Non finisce qui Lopez-


--


Santana si allontanò velocemente dall’aula dirigendosi verso un punto preciso del castello.
Accanto a lei, il corvonero la seguiva senza fare domande.

I due arrivarono davanti il grande muro che custodiva l’entrata della stanza delle necessità.
Dopo neanche una manciata di secondi, sul muro comparve una porta.
Santana allungò la mano e aprì la porticina.

Il corvonero entrò nella piccola stanza dove c’era solo un lettino con sopra gli stemmi della casata corvonero.

-Riposati, ne avrai bisogno-

Il ragazzo si sedetto sul letto -è la stanza delle necessità?-
-Wow, sei sveglio per essere un corvo!- disse sarcastica Santana.
-Me ne ha parlato il mio…- il ragazzo si fermò di botto –un mio amico, mi ha raccontato di averla frequentata parecchio diversi anni fa-

L’ispanica guardò meglio il ragazzo –come hai detto che ti chiami?-
-Anderson… Sono Blaine Anderson…-

-…da quanto ne so ha trovato un nuovo ragazzo… Un certo Blaine, è tipo il prefetto di Corvonero…-

La ragazza annuì ricordandosi le parole di Dave il giorno del matrimonio di Bill Weasley.

-Il tuo amico, quello che ti ha parlato di questo posto… è il motivo della tua punizione, vero?-

Il corvonero arrossì.

Santana sorrise beffarda, di certo non le servivano i poteri per fare due più due.
-Devo fare una ramanzina a Kurt… Volevate forse farvi ammazzare?-

Blaine abbassò lo sguardo -ma è stato un momento… Ormai è impossibile stare insieme… Certo se avessimo avuto un posto del genere forse… Voi perché la frequentavate?-

Santana sbarrò gli occhi –Anderson sei un genio!-


--


La stanza delle necessità non era mai stata così sovraffollata.
C’erano studenti di tutte le case, c’erano amache e letti, c’era un angolo per duellare e uno per mangiare, c’era pure una piccola stazione radiofonica illegale allestita per comunicare con il mondo esterno, nel caso ce ne fosse stato bisogno.
Ma soprattutto c’erano tanti visi sorridenti e carichi di energia.

-Devo ammetterlo Lopez hai avuto un’idea semplicemente fantastica- disse Quinn guardando quello che Santana aveva appena realizzato, mentre con una mano si accarezzava quella leggera pancia che almeno li non doveva tenere nascosta.

-Com’è che adesso sei tutta dolce e in camera sei sempre tanto acida?- La punzecchiò l’ispanica che effettivamente non si spiegava come fosse possibile che ogni volta che Quinn toccava il letto si trasformava in un mostro.
-Ormoni- rispose la bionda con superficialità.

-Miseriaccia Santana sei un fottutissimo genio!-
-Grazie Neville- rispose sorpresa l’ispanica non appena il ragazzo le si palesò davanti.
-Questo non è solo l’Esercito di Silente, è anche il nostro rifugio…- continuò il ragazzo ancora estasiato per l’idea della latina -
-Per lo meno stiamo tutti insieme- disse Ginny facendo un sorrisetto amaro.

Santana guardò la ragazza e allungò la mano per stringere la sua.
Sapeva che pure lei stava soffrendo per l’assenza di Harry.
Non che fossero mai state particolarmente unite, ma la condivisione di quel dolore in quegli ultimi giorni le aveva avvicinate tantissimo.
-Adesso manca solo un passaggio segreto per uscire- continuò il grifondoro.
-Ci lavoreremo..- rispose Santana guardandosi intorno.

-Neville, Ginny ci aiutate con l’albero?- Chiese Seamus Finnigan che insieme a Dean Thomas era intento a tirare su il grande albero di Natale.


-Dovremmo dirlo anche agli altri insegnanti… e a Rachel… I ragazzi potrebbero aver bisogno di lei- Disse Quinn non appena i due grifondoro si furono allontanati.

Santana la guardò male –proprio non riesci a deciderti tra i due? E non mi dire che è colpa degli ormoni-

Quinn sbuffò –Puck da quando l’ha saputo è diventato iperprotettivo, la settimana scorsa mi ha incrociato in corridoio e si offerto di portarmi in braccio-
-Sei seria?-
Quinn annuì.
-E la questione Rachel? Come l’ha presa?-
-Non lo so… Non ha fatto battute… E visto che è Noah, forse dovrei preoccuparmi-
-Credo proprio di si- sorrise la latina.

Quinn fece una pausa pensando ai due ragazzi che le avevano totalmente sconvolto l’esistenza -comunque non è perché non mi riesco a decidere tra i due il motivo per cui li voglio qui!-

Santana allora poco convinta dell’affermazione della sua migliore amica, alzò un sopracciglio contrariato.
-Sono seria Sannie, se mai dovessero scoprirci almeno avremo altri dalla nostra parte…-
-Ok…ok… Puoi dirlo a mia cugina… e a Puck… Ma non agli altri… Non so se possiamo totalmente fidarci di loro…-
-Per via di Sebastian?- Chiese la bionda.
-All’inizio dell’anno aveva qualcosa in mente… Qualcosa che riguardava tutti i nuovi insegnanti… Ed è plausibile visto che hanno rivoluzionato il sistema scolastico…-
Quinn sembrò pensarci su.
-Forse hai ragione e poi già sembra un accampamento per profughi…-

Santana sorrise -vado, ho lezione…-
-Di Pomeriggio?-
L’ispanica scosse la testa e si avviò al perimetro dei duelli alla loro destra –devo insegnare l’incanto patronus a dei tassorosso del secondo anno-
Quinn sorrise vedendo i piccoli tassi un po’ intimiditi dalla situazione avvicinarsi a Santana che aveva già in mano pronta la bacchetta.

Effettivamente non capiva, quando stavano in camera tutto diventa opprimente e claustrofobico. Più di una volta aveva desiderato di mandarla a quel paese per le lagne su Hermione e su i suoi non poteri.
Mentre adesso… era decisamente orgogliosa di lei.
L’idea di rimettere su l’esercito di Silente era stata a dir poco geniale e se davvero fossero riusciti a sopravvivere, il rimanere uniti in quel modo li avrebbe resi sicuramente più forti.
Quinn si concentrò ancora sulla latina, intenta a spiegare con molta tranquillità, come posizionare la bacchetta ad uno dei tassi.

Se solo fosse stata ancora viva, Brittany ne sarebbe stata fiera.




A pochi passi dal rifugio studentesco, fermo davanti al grande muro di pietra, Sebastian osservava impotente la grande magia che il castello custodiva con rispetto.

Il ragazzo si avvicinò ancora di più ai mattoni sfiorandoli con i polpastrelli.
Sapeva bene che celavano qualcosa.
Se non voleva rischiare la vita, avrebbe dovuto agire in fretta.




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Capitolo 10
*** San Valentino ***


obliviate 3.10La neve ormai densa aveva ricoperto il grosso cancello di villa Malfoy.
Una figura incappucciata si materializzò a pochi passi da esso.
Il cancello si spalancò e la figura percorse tutto il vialetto.

L’uomo salì le scale fino ad arrivare alla sala ricevimenti.
-Sei arrivato- disse una voce di donna.
L’uomo si tolse il cappuccio rivelando il volto del nuovo insegnante di arti oscure.
-Avevo un paio di punizioni da sistemare- disse Sebastian avvicinandosi a lei.

Bellatrix fece un paio di passi in avanti e senza aspettare un minuto di più annullò le distanze con un bacio famelico.
Il ragazzo ricambiò facendosi travolgere dalla passionalità perversa di quella donna.

-Il signore oscuro non è contento… neanche un mangiamorte dall’inizio dell’anno- disse suadente lei mentre gli sbottonava i pantaloni.
-Sto lavorando su più fronti-
A quel punto la donna allungò la mano facendola passare sotto i boxer.
Sebastian sussultò.

-Anche sulla Lopez?-

-Certo, grazie alla fidanzata della sua compagna di stanza a breve scoppierà una bomba e Santana rimarrà sola-

-La fidanzata della sua compagna di stanza?- disse lei fermando quel gioco pericoloso.
Il ragazzo riprese fiato -Non te l’ho detto? Quinn Fabray è lesbica… Non mi stupirebbe che anche la Lopez lo sia diventata… Almeno si spiegherebbe il motivo per cui mi ha rifiutato-

La donna, dopo una breve riflessione, sorrise sadica e allontanò la mano dal corpo eccitato di Sebastian –portami la Lopez-

-Come?-
-La voglio qui-
Il ragazzo annuì senza ben capire le motivazioni di quella richiesta, lui voleva allontanarla da Quinn per convincerla a diventare una mangiamorte non per rapirla.

Bellatrix si portò la mano davanti la bocca e se la leccò prima di scoppiare in una risata crudele.


--


-Odio San Valentino- disse Quinn mentre affondava i piedi sulla neve soffice che aveva ricoperto Hogsmade.
-Di che ti lamenti… Avevi due opzioni e hai scelto di uscire con me… Senza contare che non sei tu quella ad aver perso i poteri- replicò acida Santana.
-Non ricordarmelo… Sono terrorizzata al pensiero che un giorno potresti ricominciare a violare la mia privacy!-
Santana fece una smorfia e aprì la porta dei Tre manici di scopa.

Le due si bloccarono sull’uscio.

Quel posto era diventato angusto e tetro e brulicava di facce brutte.

-Dovevamo andare da Alberfort!- Si affrettò a dire la bionda.
-Lo sai che non mi piace la sua cucina… e poi avevamo bisogno di cambiare area- disse Santana mentre prendeva posto in uno dei pochi tavolini vuoti rimasti sotto la vetrata poi, vedendo che Quinn si era incantata a fissare qualcosa o qualcuno alle sue spalle, si voltò.

Non troppo lontano da lei, Finn e Rachel erano intenti a scambiarsi delle inequivocabili effusioni davanti due boccali di burrobirre.

Sempre nella stessa direzione, a pochi tavoli di distanza, Puck e Angelina Jones stavano bevendo dell’idromiele.
Puck evidentemente stava raccontando di qualche drago perché era tutto impegnato a mimare un movimento simile ad uno sbatter d’ali.

Santana non fece in tempo a commentare quella situazione che Quinn era già uscita dalla locanda, così guardò oltre la vetrata e vide un grande falco bianco spiccare il volo.

Sospirò dispiaciuta, per Quinn non doveva essere un buon momento, anche se in realtà non lo era neanche per lei: erano in guerra, la sua ragazza era non so dove in quale parte del mondo a cercare dei pezzi di anima dell’essere più potente della terra, non leggeva più la mente per via di un raffreddore e da stress e il suo appuntamento di San Valentino, che per giunta era Quinn Fabray, l’aveva appena mollata da sola in una locanda ricca di smielate coppiette e perfidi mangiamorte.

Insomma, cosa poteva andare peggio?

-San…-
L’ispanica sentendo quel nome sussurrato si guardò intorno cercando di capire da dove venisse.
-San, siamo qui… Vieni!-
Santana vide che a chiamarla erano un uomo e una donna che non aveva mai visto.
Abbastanza dubbiosa e con la bacchetta a portata di mano, si alzò dal suo tavolo per raggiungere quello della strana coppia.
L’uomo con una folta barba nera ma dall’espressione familiare le fece segno di sedersi.
-Santana siamo noi! Blaine e Kurt!-

L’ispanica sbatté le palpebre un paio di volte guardando prima l’uomo e poi la donna con i lunghi capelli scuri e gli occhi azzurri.

-Che cosa vi è successo? Kurt sei una… una…- Disse Santana cercando di mantenere il tono di voce basso.

-Volevamo festeggiare San Valentino- spiegò subito Kurt.
-Ma gli studenti non possono più uscire da Hogwarts…- s’intromise Blaine.
-Quindi siamo passati dal PS- riprese Kurt stando ben attento a non nominare la parola passaggio segreto ad alta voce.

-Però potevamo essere riconosciuti!- aggiunse Blaine.

Santana muoveva la testa da destra a sinistra cercando di seguire il racconto, anche se era molto difficile. Blaine ancora era passabile, aveva giusto la barba e qualche ruga in più. Ma Kurt era inguardabile: i lunghi capelli neri e quel trucco pesante, lo facevano assomigliare più ad una strega cattiva delle fiabe.

-E quindi ci siamo camuffati!- Concluse Kurt.
-Capisco… Ma perché tu sei vestito da donna?- Chiese ancora sconvolta.
-Te l’abbiamo detto… Volevamo festeggiare San Valentino tranquilli- rispose ovvio Kurt.
-Siete semplicemente orrendi-

I due risposero con una smorfia.

-Ti facevo più simpatica Santana… Amore vado in bagno- disse Blaine prima di dare un bacio sulle labbra a Kurt e alzarsi dal tavolo.

-Lo so che non approvi- disse velocemente Kurt.
-Certo che non approvo, potevi trasformarti in una donna un po’ più carina-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.

-Lo sai che non parlo di questo-

Santana lo fissò senza capire.

Kurt allora sbuffò –parlo di me e Blaine…-
-E perché non dovrei approvare? Insomma, tralasciando quei capelli che sembrano essere stati appena leccati da un basilisco ma per il resto mi sembra ok-
-Davvero?-
-Certo Hummel, e anche Dave è sereno… Almeno lo era, non lo sento da un po’ di mesi…-

A quel punto il ragazzo si sfilò un braccialetto di cuoio dal polso.
-Allora… Se lo dovessi sentire, potresti restituirgli questo-
Santana prese in mano il bracciale riconoscendolo.
-Me l’ha regalato quando ci siamo messi insieme… Ma so che ci teneva tantissimo, era appartenuto a suo padre e prima a suo nonno…-
-Ok ok Hummel, sarà fatto- disse Santana indossando il piccolo bracciale.
Poi si guardò il polso –però, mi sta anche bene, potrei pensare di tenermelo-

Kurt la fulminò con lo sguardo.
Santana sorrise divertita e fece per replicare ma il picchiettio continuo sulla finestra posta vicino a lei, attirò la sua attenzione.
L’ispanica si girò verso la finestra e vide un grosso falco bianco appollaiato sul davanzale.


--


-Che è successo?- Chiese Santana una volta chiusa la porta della loro stanza.

Quinn si tolse la grande mantella e prese la bacchetta toccando tre volte il suo stomaco –ingordo-

Il ventre di Quinn si gonfiò rivelando una pancia degna di una gravidanza.

-Ho visto Ron-
Santana per poco non svenne -che cosa?-
-Sì, stavo volando sopra la distesa di folkstone e l’ho visto che vagava-
-Da solo?- Chiese terrorizzata la latina.
Quinn annuì.
-E non gli hai chiesto dove fossero gli altri?-
-Non ho fatto in tempo, quando ho planato verso di lui si è smaterializzato-

Santana cominciò a muoversi avanti e indietro per la stanza.

-Che vuol dire non hai fatto in tempo?-
-Che non ho fatto in tempo Santana- rispose scazzata.

-Potevi fare un incantesimo… non lo so, e se fosse successo qualcosa a Hermione!- Replicò ansiosa Santana.

-Sempre con questa Hermione, e una volta ti lagni per Brittany e una volta dopo ti lagni per Hermione, non fai altro che lamentarti- rispose Quinn mentre allungava le gambe sul letto.

Santana guardò la bionda confusa.
Da quando in qua la sua migliore amica era diventata una stronza?
Così fece un paio di passi verso il suo letto e una ventata di rabbia la travolse.

-E tu allora?- cominciò nervosa -Che non riesci a scegliere se vuoi stare con un uomo o con una donna?

-È diverso-

-O certo… e perché è diverso? Perché tu hai gli ormoni impazziti?-
-Io non ho gli ormoni impazziti… Aspetto un bambino Santana, è normale che sono in stato confusionale!-
-In stato confusionale, per Salazar!- inveì l’ispanica.

-Sentila lei… io almeno non mi piango addosso perché ho perso i miei poteri…- la ammonì la bionda.

-Allora è questo il problema, tu sei gelosa di me?-

-E perché io dovrei essere gelosa di te?-

A quel punto Santana si allontanò di nuovo dal letto.

-Andiamo Quinn non mi hai neanche detto che stavi studiando per diventare un animagus-
-Questo non c’entra un tubo, sei tu che da quando ti sei messa con quella grifondoro ti sei tutta rincretinita… Non mi hai neanche detto dell’esercito di Silente-

-Ma è una cosa successa due anni fa!-

-E allora… Tu non ti fidi più di me da anni- la rimproverò ancora la corvonero.

-Che cosa? No non è vero… Sei tu che ti sei trovata spiazzata dal mio potere-

-Prego?-

-Tu non accetti che io sia più potente di te…- disse Santana tutto d’un fiato.

-Figuriamoci- replicò Quinn -non hai fatto niente per meritarti quel potere… Sei solo andata a letto con una tasso mezza ritardata che non…-
Quinn non riuscì a finire la frase che si ritrovò una cinquina di Santana stampata sulla guancia.

Silenzio.
Le due si guardarono per un tempo indefinito.
Santana non poteva credere alle sue orecchie.

-San io…- Disse Quinn come solo in quel momento si fosse resa conto di quello che aveva detto.
L’ispanica però senza aspettare altro, prese la sua mantella e uscì dalla stanza.

Quinn rimase seduta sul letto sconvolta. Aveva una rabbia in corpo che neanche lei riusciva a giustificare. Ma come aveva potuto dire quelle parole alla sua migliore amica?


--


Santana corse velocemente fino ad arrivare alla torre di astronomia.
Aveva bisogno d’aria.

Arrivata alla grata, mise la mano sulla ringhiera e respirò a pieni polmoni cominciando a urlare tutta la rabbia che aveva accumulato in quella stanza.

Devastata si accasciò sul muro antistante alla grata e si addormentò.


Santana nascosta dietro un albero nella foresta proibita vide Harry, non troppo distante da lei, avanzare verso una piccola radura.
-Il ragazzo, che è sopravvissuto… Venuto a morire per me-
Di fronte ad Harry Potter si era appena palesato il signore Oscuro.
Santana deglutì a vuoto non avendolo mai visto così da vicino.
Era qualcosa di molto diverso da un essere umano. Anche perché, Voldemort non aveva niente di umano.
Harry non disse niente, semplicemente guardò l’essere aspettando che questo facesse la prima mossa.
Al lato di Voldemort, l’ispanica riconobbe Bellatrix Lastrange, Sebastian Smythe e qualche altro mangiamorte.
Ma perché lei era li, e perché Harry non si stava difendendo?

Un lampo di luce verde illuminò gli alberi della foresta proibita e si scagliò sul petto di Harry Potter.

Santana terrorizzata, vide il corpo di Harry accasciarsi a terra.
-Adesso è il tuo turno Santana…- disse l’essere puntandole addosso la bacchetta.
-Santana-

-Santana svegliati-

L’ispanica aprì gli occhi, trovandosi davanti un viso familiare.
-Santana-
-Sebastian?- Chiese lei ancora con gli occhi impastati di sonno.

Il ragazzo sorrise beffardo per poi puntarle addosso la bacchetta.

-Pietrificus Totalus-




--
--



e adesso?
Sebastian e Bella insieme? sono un pò perversi e sadici non vi pare?
e Quinn?

si accettano scommesse per cosa accadrà nel prossimo capitolo...


piccola nota:
mi dispiace per i fedelissimi, ma probabilmente rallenterò un pò l'aggiornamento,
sono sommersa di lavoro e sto facendo veramente tanta fatica ad essere puntuale nell'aggiornamento.
Ci provo, ma non vi assicuro niente...

A presto
C


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Capitolo 11
*** villa Malfoy ***


obliviate 3.11Santana aprì gli occhi cercando subito di mettere a fuoco quel luogo a lei sconosciuto.
Sentiva i muscoli pesarle su tutto il corpo, in particolare le braccia, le sentiva come atrofizzate.

Piano piano le forme davanti a lei cominciavano ad avere dei contorni: un caminetto, un divano e tanti quadri appesi alle pareti.

Istintivamente spostò la mano verso la testa per stropicciarsi gli occhi ma qualcosa glielo impedì.
Santana girò prima la testa a destra e poi a sinistra rendendosi conto che le braccia erano legate da delle grosse catene ben saldate sui polsi.

-Buongiorno Madama Lopez…- disse Sebastian avvicinandosi a lei.

-Dove sono…?- Chiese la latina con difficoltà.

Il ragazzo sorrise beffardo e si spostò svelando la donna dietro di lei.
-Finalmente ci rincontriamo…- disse la mangiamorte con un ghigno.

-Bellatrix Lastrange?-


--


-Io vi giuro che non volevo… non pensavo quelle cose…-
Puck abbracciò la ragazza in preda alla crisi di pianto.

-Quinn sei incinta, è normale essere un po’ suscettibile- le disse Rachel che non poteva più abbracciarla, non almeno davanti a Puck -dovete solo parlare e chiarirete tutto…-
-Si dai, figurati, non è la prima volta che litigate quest’anno…-

Quinn si asciugò le lacrime.
-Sembra fatto apposta ogni volta che mi distendo sul letto mi viene una rabbia e…- la bionda si fermò pensando alle parole che lei stessa aveva detto.

-Q. tutto bene?- Chiese subito Puck vedendo che la bionda aveva appena repentinamente cambiato espressione.
-Che succede Quinn?-

-La stanza… è stregata…- disse sbarrando gli occhi.

Puck e Rachel la guardarono senza capire.

-Non capite… Qualcuno ha voluto dividerci… Dobbiamo trovare Sannie!!-


--


-Sei stato bravo Sebastian, senza i suoi amici, o forse dovrei dire le sue amiche, non è poi così potente- disse compiaciuta la strega.

Santana guardò il ragazzo senza capire.

La donna si avvicinò a lui e senza ritegno lo baciò.

L’ispanica sorpresa e disgustata abbassò lo sguardo.
Bellatrix aprì gli occhi e vide che l’ispanica non stava guardando.

-Oh mi dispiace carina, non è questo il genere di spettacolo a cui ti piace assistere o sbaglio?-


--


-Dove diavolo è finita?- Chiese Quinn dopo aver cercato Santana per tutto il castello.
-Forse dovremmo capire prima cosa vi ha fatto litigare- disse Puck.

Quinn si girò sorpresa verso di lui, decisamente aveva avuto un’ottima idea.



-Fate attenzione… Non vorrei che influenzasse anche voi- disse la bionda aprendo lentamente la porta della propria stanza.

I tre ragazzi entrarono con prudenza.

-C’è un’aria strana- disse subito Rachel.
-Rivelati- disse Puck muovendo la bacchetta, ma senza nessun risultato.

Quinn scosse la testa per via dei due ragazzi che sembravano facessero a gara per impressionarla.

-Non succede niente!- constatò dispiaciuta Rachel.


--


-Non so di cosa tu stia parlando…- Rispose l’ispanica.
Bellatrix sorrise malefica tirando fuori dalla manica la bacchetta di Brittany.

-Ridammela!- urlò con fermezza.

La donna scoppiò in una grossa risata, poi si girò verso Sebastian -lasciaci sole-

Il ragazzo annuì senza fiatare e lasciò la stanza.

Bellatrix si avvicinò di più all’ispanica.
-Dicono tutti che sei una strega molto dotata…- disse la donna facendole scorrere la bacchetta sulle gambe.

Santana deglutì a vuoto terrorizzata.

-Ma l’occlumanzia è una materia troppo complessa anche per una stundentessa brillante-
L’ispanica al suono di quelle parole sbarrò gli occhi.

-Sai, non è buona educazione invadere la mente delle persone…- Bellatrix scosse la testa beffandosi di lei, poi si alzò da terra puntandole addosso la bacchetta –crucio-

Santana sentì una fitta allo stomaco e cominciò a contorcersi dal dolore.

-Credevi davvero di poterti prendere i miei ricordi senza subirne le conseguenze- urlò stridula la strega.

Santana non smetteva di contorcersi
–non volevo… non sono riuscita a controllarlo- disse singhiozzante.

Bellatrix a quel punto agitò la bacchetta e fermò l’incantesimo.

-È patetica questa cosa delle bacchette non ti pare?…Quando uno muore si consegna la sua bacchetta alla persona ad essa più cara…- disse guardando la bacchetta di Brittany.

-Non avevo ancora capito di che tipologia fosse il vostro rapporto fino a l’altra sera, quando Sebastian si è fatto uscire un particolare sulla tua compagna di stanza… E li tutto è stato chiaro-
Santana dolorante faticava a capire cosa volesse dire quella donna.

-Tu e la figlia di Sue siete state insieme, è per questo che tu hai la sua bacchetta ed è per questo che hai ereditato i suoi poteri… Non è così?- Tuonò la donna –sei una perversa, hai contaminato la figlia di Sue!-

L’ispanica non poteva credere alle sue orecchie, davvero Bellatrix la stava accusando di aver “deviato” Brittany?

Decise di giocare d’astuzia.

-Qual è il tuo problema, Bella?-

Sentendosi chiamare in quel modo la mangiamorte si stranì.

-Non sopporti l’idea che Brittany sia stata contaminata? O non sopporti l’idea che tu e Sue non siate stati così forti da vivere quello che io e Britt abbiamo vissuto?
Bellatrix sbiancò ancora di più.

-O forse il tuo problema è che Sue non ti amava… Altrimenti anche tu avresti ereditato il potere della mente-

-Che idiozia, quel potere deriva unicamente da questa bacchetta-

-Dovresti provare allora- la sfidò Santana.

Bellatrix fisso ancora la ragazza come a volerle dare ragione, poi scoppiò nell’ennesima risata sadica e le puntò addosso la bacchetta di Brittany -Crucio-


--


Sam mise l’ultima manciata di foglie sullo stipite della porta e fece un paio di passi indietro.
Quinn guardò incuriosita l’operato dell’insegnante di erbologia, che dopo essere stato brutalmente svegliato nel sonno aveva raccolto le foglie di salice e le aveva cosparse negli angoli della stanza.

-Sam, sei sicuro che queste erbacce risolveranno il problema?- Chiese Puck scettico guadagnandosi un’occhiataccia sia da Quinn che da Rachel.

Il biondo non rispose e tirò fuori la bacchetta –guarda e impara fratello-
-Inverno-

Improvvisamente le foglie si alzarono come mosse dal vento iniziando a roteare per tutta la stanza.
I ragazzi guardarono incantati quella magia fino a quando le foglie non si concentrarono tutte vicino al comodino del letto di Quinn.

-Viene da la- disse sicuro Puck guardando il comodino.
-Come sei perspicace- lo beffeggiò Rachel.
Quinn sbuffò sonoramente e si avvicinò con cautela al suo letto.

Sam che era il primo della fila puntò la propria bacchetta contro il mobile di legno –potresti non avere più un comodino… è un problema?-

Quinn ovviamente scosse la testa.
-Incendio!-

Una grossa fiammata avvolse il comodino.
I tre ragazzi, illuminati solo dalle fiamme ardenti guardarono ammirati in direzione di Sam, lui era un tasso, insomma non aveva mai brillato per intelligenza, eppure in quel momento sembrava avere tutta la situazione sotto controllo.

Dopo qualche minuto il comodino era scomparso tra le fiamme, tuttavia tra la cenere qualcosa luccicava.

-Che cos’è?- Chiese Sam incuriosito.

-Magia oscura…- disse Puck attratto da quell’oggetto.
Rachel guardò l’oggetto riconoscendo il diadema di corvonero che lei stessa aveva regalato alla ragazza all’inizio dell’anno. Scioccata si portò una mano alla bocca.

-Rachel dove hai preso quel coso?- Chiese Quinn che effettivamente faticava a capire.

-Non lo so, me l’ha dato Sebastian e…-

-Sebastian? Tu hai regalato a Quinn un oggetto che ti ha dato Sebastian? Sebastian il mangiamorte?- Chiese irritato Noah.
-È un mangiamorte?- Si stupì Rachel.

Puck allora fece uno scatto e strappò una delle tendine della stanza, poi senza sentir ragione afferrò l’oggetto con cautela, stando ben attento a non toccarlo e si allontanò dalla stanza.

-Dove lo stai portando?- Chiese Quinn.
-Nell’unico posto dove nessuno potrà mai più ritrovarlo!-Urlò Noah.

-Quinn mi dispiace, ti giuro che non lo sapevo io…-
-Ok Rachel…- disse solo la bionda vedendo il ragazzo allontanarsi sempre di più.
-L’ho fatto arrabbiare vero?- Chiese ancora l’infermiera.
Sam rispose arricciando le grandi labbra.

-Per la barba di Merlino dobbiamo trovare Santana!- Urlò Quinn.


--


-Quindi tu avresti ereditato quel potere grazie alla sola forza dell’amore- rise la mangiamorte.
Santana non rispose, non poteva, il dolore della maledizione senza perdono la stava distruggendo.

-Leggimi la mente Santana Lopez… Coraggio leggimela… Dimostrami quanto era forte il vostro amore…- Sputò la mangiamorte.

-Io… non ci riesco- rispose con fatica la latina

-Bugiarda-

-Lo giuro, ho perso i miei poteri-

-Tu menti-

-No!-

-La maledizione Imperio ti scioglierà la lingua e sai che faremo poi?- Chiese con quel tono stridulo che la caratterizzava.
Santana guardò la donna inerme, non sentiva più i muscoli e ultime forze la stavano abbandonando.

-Tu sentirai dove sono i tuoi nuovi amichetti e me lo dirai…- continuò la donna -In caso contrario…-

Bellatrix non riuscì a finire la frase che due figure imponenti, in sella a due scope, planarono dentro la sala ricevimenti di Villa Malfoy infrangendo le grandi vetrate.

-Ma cosa…- provò a dire la mangiamorte che era stata letteralmente colta di sorpresa.

Senza temporeggiare i due si fiondarono verso Santana lanciando incantesimi a raffica per confondere la donna.
-Crucio!- urlò uno dei due e una nuvola di polvere si alzò da terra.

-Kurofsky- ansimò l’ispanica riconoscendo il viso del suo salvatore.

Dave le sorrise e fece saltare in aria le catene mentre Vickor Krum, anche lui venuto in soccorso, lanciava incantesimi per confondere Bellatrix.

Dave si caricò la migliore amica sulle spalle facendo segno a Krum che potevano andare via.

-Vigliacchi fatevi vedere!!!!- Tuonò la mangiamorte mentre mandava incantesimi a caso.
I ragazzi schivarono i lampi verdi e si diressero verso le finestre con i vetri frantumati.

-Noooo!!- Urlò la Mangiamorte.


--


Santana respirò a pieni polmoni il cielo londinese.
Non poteva crederci, era viva.
Senza dire niente strinse di più il suo amico che, non sapeva ancora come, era riuscito a sapere che era in pericolo.


-Andiamo a casa mia-
-Devo tornare ad Hogwarts- rispose Santana con fatica.
-Tua amica pazza- Urlò Krum sentendo le parole dell’ispanica.
Dave scosse la testa.
-E da dove vuoi entrare? Dal cancello principale? Magari manda un gufo a Piton così ti fa trovare aperto- la beffeggiò il ragazzo.

-Hogsmade… C’è un passaggio segreto alla testa di Porco-

-Ai suoi ordini… allora reggiti forte Sannie…- Urlò il ragazzone alla guida prima di allungare la mano verso Vicktor Krum –Thor…uno, due…-

Thor? Lo chiama Thor, penso la latina parecchio basita, tuttavia non riusci a dire nulla perché appena le mani dei due giocatori di quiddich si toccarono i tre si smaterializzarono nel nulla.




--
--




E adesso? Vi aspettavate un incontro con Hermione, ma vi assicuro che non si sono incrociate davvero per pochissimo...
Ma tranquilli, per chi si aspettava Dobby non preoccupatevi, avrà il suo piccolo ma simpatico momento
Vi è piaciuto questo salvataggio?Secondo voi come hanno fatto Dave e Kurofsky a trovarla?
E ancora... Sono curiosa di sapere cosa ne pensate di Bellatrix...
e di Quinn...
Avevate capito tutti che quelle due avevano un Horcrux in camera???
Grazie per continuarmi a seguire, e scusate per il giorno di ritardo... potrebbe risuccedere...
A prestissimo
C

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Capitolo 12
*** Testa di Porco ***


obliviate 3.12
-Ecco si sta svegliando…-

Santana sentendo quelle voci aprì gli occhi con lentezza riconoscendo subito l’aria trasandata della Testa di Porco.
Non si ricordava neanche di essersi addormentata.

-Sannie… sei al sicuro adesso-

Santana girò la testa verso il ragazzo seduto su una sedia accanto al lettino dov’era distesa. Dietro di lui Alberfort la scrutava divertito.

L’ispanica sorrise all’uomo dalla lunga barba bianca.

-Quando mi sono…?-
-Non hai retto la smaterializzazione e sei svenuta- Spiegò il ragazzo toccandole la testa.

Santana per tutta risposta fece uno scatto e l’abbraccio con forza, come se avesse realizzato solo in quel momento tutto quello che era successo.

-Ehy tu non stringere così forte che fa male!- Lo ammonì Viktor che stava a pochi passi da loro proprio accanto ad Alberfort.

Santana sorrise con le lacrime agli occhi –devo ringraziare anche te suppongo-

-Amici di David sono amici miei- rispose il bulgaro.

-David?- Sussurrò sorpresa Santana che non aveva mai sentito nessuno chiamare il suo amico in quel modo.

L’ex compagno di squadra arrossì e si staccò dall’abbraccio.

-Fuori c’è una guerra, come ci sei finita la sotto?- Chiese il locandiere.
-Io stavo… e poi…- provò ad argomentare la latina –vi giuro che non lo so- concluse con gli occhi ancora terrorizzati.

-Come avete fatto a sapere che ero li?- Chiese poi.
Dave le afferrò il polso ancora marcato dai segni delle catene e le fece notare il bracciale che portava al polso.

-Non ho idea di come sia finito a te Sannie, ma ti ha salvato la vita-

-Me l’ha dato Kurt ieri, ha detto che ci tenevi molto- rispose la latina.
-Fortunata- commentò il bulgaro.

Dave sorrise –è un bracciale magico, se la persona che lo porta è in difficoltà, io lo vengo a sapere- spiegò il ragazzo mostrando il proprio bracciale gemello legato al suo posto.

-Per Salazar…- sospirò la ragazza.
-Ma perché non hai usato i tuoi poteri? Ti aveva fatto qualche incantesimo?-
Santana s’incupì appena –è da un po’ che non ho più i miei poteri…-
-Di che poteri parli?- Chiese Alberfort curioso.

-Santana leggi menti e cose del genere- rispose tempestivamente Krum.

L’ispanica guardò subito il suo amico –scusa gliel’ho detto-

-E perché non li hai più?- Chiese seccato il locandiere.

-Stress… Berry… o meglio l’infermiera della scuola- si corresse Santana –mi ha spiegato che dipende dallo stress e che mi sarebbero tornati da soli una volta guarita-

L’uomo sbuffò e si diresse verso la propria dispensa.
-Bazzecole! Dobby!!!!-

Santana corrucciò le sopracciglia.

-Rachel Berry e la sua omeopatia del piffero- continuò l’uomo prendendo un calderone.

-Hai chiesto di Dobby?- Chiese il piccolo elfo libero una volta che si fu materializzato in cucina.

-Sì, dovrebbe esserci della pelle di serpente in cantina… Me la prenderesti per favore-

-Ma certo- disse il folletto smaterializzandosi nuovamente.

Santana fece una faccia schifata.
Dopo qualche istante l’elfo si materializzò con in mano la pelle.
-Grazie Dobby- disse l’uomo prendendo la pelle per buttarla dentro al calderone che aveva cominciato a bollire.

-Dobby è felice di aiutare amici di Harry Potter- disse l’elfo guardando Santana.
-Tu conosci Harry?- Chiese la latina senza però alzarsi dal letto.
-Certo Harry è il migliore amico di Dobby e anche Ron ed Hermione…-

A Santana, sentendo quel nome, le si illuminarono gli occhi.

-La signorina Granger è sempre stata molto dolce con Dobby, ha fatto pure una petizione per rendere liberi tutti gli elfi…-
-Davvero?- Chiese sorpresa Santana.
L’elfo annuì sorridendo.

-Basta con le chiacchiere, bevi- ordinò l’uomo passando la tazza bollente alla ragazza –sarò pure un povero vecchio ma qualche trucchetto me lo ricordo ancora...-

La ragazza cominciò a bere il liquido giallo che sapeva di muffa.

-Farà effetto tra un paio d’ore-
Santana guardò l’uomo incredula, non poteva crederci, un paio d’ore?

Dopo circa una mezzora l’ispanica si alzò dal letto sorretta da Dave e Vicktor e si diressero verso il quadro di una ragazza dai lunghi capelli castani e lo sguardo dolce.

-La accompagnate voi?- Chiese Alberfort preoccupato.
-E chi la lascia più- rispose Dave sorridendo.
-Sto benissimo- replicò la latina che tuttavia non si reggeva in piedi.

-Tenetemi aggiornato- disse l’uomo non appena il quadro si spalancò lasciando intravedere il passaggio segreto.

-Vuoi che anche Dobby ti aiuta?- Chiese l’elfo.
La ragazza sorrise e scosse la testa –no ma… Grazie, grazie per tutto-

L’elfo sorrise alla latina che da subito le era stata molto simpatica.

-Ok ok andatevene adesso- li congedò l’uomo.

Senza aggiungere altro, i tre s’introdussero nel passaggio segreto e sparirono nell’oscurità.

Alberfort sorrise scuotendo la testa, poi una voce a lui conosciuta attirò la loro attenzione.

L’uomo si avvicinò allo specchio appeso a cui mancava un pezzo.

-Ti prego, aiutaci-


--


Dentro la stanza delle necessità, la gente era aumentata a dismisura, ormai era diventato il rifugio segreto per quasi tutti gli studenti di Hogwarts.

-La McGranitt sta arrivando!- disse Rachel avvicinandosi a Quinn.

La ragazza seduta in un angolino impegnata a leggere l’ennesimo libro di trasfigurazione annuì perplessa.

-Quinn la troveremo, stai tranquilla- disse l’infermiera mettendola una mano sulla spalla –però dovresti dormire un po’ adesso… Non fa bene a te e non fa bene al bambino- le suggerì con voce apprensiva.

-Per caso hai incrociato Noah?- Chiese la bionda che non vedeva il ragazzo da quando si era allontanato col diadema.
La ragazza scosse la testa mordendosi un labbro.

-Ragazzi arriva qualcuno!- Urlò Neville.
Le due donne si girarono a guardare verso il quadro del passaggio segreto che si era appena spalancato.

Dall’oscurità comparvero Dave Kurofsky, Santana Lopez e Viktor Krum.
Santana decisamente affaticata sorrise alla vista di quella stanza così gremita.

-Sannie…- disse incredula Quinn.
-Ciao Fabray-

La corvonero si alzò di scatto e si fiondò sulla latina ancora sorretta dai due.
Senza far caso al suo stato, la bionda l’abbracciò con forza.

-Ti prego ti prego perdonami, non le pensavo quelle cose-
-Quinn è tutto ok- farfugliò confusa Santana.
-No ma ti giuro Sannie…-
-Okok… solo ti stacchi?- Chiese con fatica.
Quinn si staccò velocemente notando che la ragazza era piena di lividi -scusa-

-Grazie mi stavi stritolando- disse Santana.
Quinn sorrise asciugandosi una lacrima ribelle.

-Stai piangendo Q?-
-Sono gli ormoni…-
Santana alzò il sopracciglio sano, visto che l’altro era stato sfregiato dalla mangiamorte, e le sorrise beffarda.
Quinn allungò la mano e le accarezzò i graffi che aveva in viso, poi rendendosi conto che la ragazza non era sola, spostò lo sguardo verso i suoi accompagnatori.

-Mi spiegate cos’è successo?-


--


-Quindi cos’era?-
-Un diadema con sopra uno zaffiro e una testa di corvo- Spiegò Quinn dopo aver raccontato a Santana come erano andate le cose.
-Il diadema di corvonero?- Chiese Dave incuriosito.
Quinn annuì.

-Faceva tutto parte del piano- convenne pensosa la latina.
-Si ma perché non portarti subito da tu-sai-chi?- Chiese Quinn.
-Bellatrix Lestrange aveva un conto in sospeso con me…-
Quinn la guardò curiosa.

-Più che conto in sospeso, adesso deve avercela proprio a morte…- ridacchiò Dave.

A Santana un brivido le percorse la schiena ripensando a tutto quello che aveva dovuto sopportare per colpa di quella donna.

-Dov’è il diadema adesso?- Chiese poi la latina.

-Non lo so, Noah si è infuriato e l’ha portato via- disse Quinn guardando in direzione di Rachel che se ne stava dall’altra parte della stanza a medicare uno studente del primo anno.

-E lei come sta?- Chiese l’ispanica dopo aver realizzato quanto la cugina si dovesse sentire in colpa.


-Sei proprio incasinata Fabray!-

A quel punto Quinn la guardò stupita –io non ho detto niente-
-Sì, hai detto che sai che ha sbagliato ma che non riesci ad odiarla…- replicò Santana.

Quinn sorrise -non l’ho detto Sannie… In realtà…-ci ragionò su -l’ho pensato!-
-Davvero?- Chiese la latina con gli occhi sbalorditi.
Quinn annuì.
Santana allora si alzò in piedi e si guardò intorno.
Improvvisamente tutta l’euforia e la paura e la voglia di vincere quella guerra la travolsero.

-Ci sento!-
-Ci senti!-
-Grande Alberfort- disse euforico Dave.
Santana non stava più nella pelle.

-Devo assolutamente trovare quell’essere immondo e scoprire cos’altro ha escogitato- disse Santana che era già pronta a lasciare la stanza.

-Scordatelo Santana!-

L’ispanica si girò verso quella voce familiare.

-Professoressa McGranitt-
-Quante volte ve lo devo dire che mi potete chiamare Minerva- disse la donna avvicinandosi a loro, poi vedendo l’enorme pancia della bionda si bloccò.

-Madama Berry, questa era una delle novità di cui dovevate parlarmi suppongo?-

L’infermiera si avvicinò al gruppetto di ragazzi e annuì.

-Quinn Fabray non posso credere che dopo tutto questo tempo e tutta l’incondizionata fiducia che ti ho mostrato in questi anni tu mi abbia tenuto allo scuro di una notizia così… Così-

La bionda guardò la donna perplessa.

-Meravigliosa…- disse poi la donna scoppiando in lacrime e andando ad abbracciare la ragazza.

Dopo mezz’ora di pianti di commozione, le due ragazze spiegarono alla loro ex insegnante quanto era accaduto fino a quel momento.

La McGranitt aveva ascoltato con attenzione il racconto e di una cosa era certa, se Quinn o Santana si fossero fatte vedere ad Hogwarts sarebbero state entrambe in serio pericolo.

-Diremo che siete in malattia senza specificare dove- disse risoluta la donna.
-Il preside Piton potrebbe sospettare- replicò Santana.
-Quell’uomo non c’è mai, ma se vi sostituiamo non avrà nessuna ragione di recriminare!- convenì la McGranitt.
-E con chi dovrebbero sostituirci?- Chiese Quinn.
La McGranitt allora spostò lo sguardo sui due ragazzi di fianco a Santana.
Dave subito fece no con la testa. Vicktor invece sembrava non aver afferrato il concetto.

-Se posso permettermi professoressa- disse Rachel attirando la loro attenzione.

-Credo che Dave sia perfetto come insegnante di volo… Ma ho un’idea migliore per l’insegnante di trasfigurazione-

La McGranitt, Quinn e Santana guardarono Rachel con curiosità.


--


Da un piccolo spiraglio che le due ex insegnanti erano riuscite a chiedere alla stanza delle necessità, si vedeva il grande cancello di Hogwarts.

Le due ragazze videro il cancello aprirsi davanti a due volti familiari.

Da una parte c’era Dave Kurofsky e dall’altra c’era Finn Hudson che venivano scortati con entusiasmo dalla professoressa McGranitt e da Rachel Berry, sotto lo sguardo indispettito di Sebastian.

-Ti ha giocato un tiro mancino- commentò sarcastica Santana.
-È colpa mia… Non riesco a lasciarla andare- rispose rammaricata la bionda.

-Pensavo fosse Puck l’amore della tua vita e che con Berry fosse solo… sesso…-
Quinn fece un respiro profondo riflettendo sulle parole dell’amica.
-Si possono amare due persone contemporaneamente?-

Santana ci pensò su e per un attimo provò a immaginare cosa sarebbe successo se Brittany fosse tornata nella sua vita in quel momento.

Senza dubbio sarebbe stato un gran casino.
-Non ne ho idea- disse con sincerità.

Quinn scrollò le spalle e si spostò verso l’interno della piccola stanza che le due si erano ritagliate all’interno dello stanzone delle necessità.

-Non vieni a dormire?-

Santana non rispose.
Qualcosa stava succedendo ed era qualcosa di grosso proprio li vicino al castello.
Quinn capì –Sannie cosa senti?-

L’ispanica chiuse gli occhi e lo vide: Voldemort stava scoperchiando la tomba di Silente.

Subito spalancò gli occhi terrorizzata, non le era mai successo di avere delle visioni così nitide.
E poi cosa voleva quell’essere da un corpo senza vita?
Forse era stata un’allucinazione?
Doveva assolutamente controllare, ma lei non poteva uscire era troppo rischioso.

-Allora?- Chiese preoccupata Quinn.

San si girò verso di lei rendendosi conto di aver appena trovato la soluzione.
-Quinn, ho bisogno delle tue ali!-





--
--




Eccoci qua!
Alberfort e Dobby,  non potevo non dare un piccolo tributo al nostro amato Dobby.
Nessuno di voi aveva indovinato chi ha fatto la soffiata a Dave, ma era impossibile...
Finalmente San ha ricominciato a sentire...
E di Quinn che ne pensate..?(che ragazza confusa)

Volete provare a indovinare cosa succederà nel prossimo capitolo?

;)

Grazie a tutti
a presto
Chiara




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Capitolo 13
*** Beda il bardo ***


obliviate 3.13Ormai era passato più di un mese da quando Santana era riuscita a scappare dalle grinfie di Bellatrix Lastrange e si era rifugiata nella stanza delle necessità assieme a mezzo castello.
Ma a differenza degli altri studenti, che andavano e venivano in base alle loro lezioni, lei e Quinn erano costrette a rimanere chiuse lì dentro fino a nuovo ordine.
Sebbene Sebastian e gli altri mangiamorte non avessero dato particolari problemi nell’ultimo periodo, la prudenza, tra le mura della nuova Hogwarts, non era mai troppa.
Per questo, le due ragazze, passavano le giornate sui libri, cercando un nesso tra tutto quello che era successo e quello che non stava succedendo.
In particolare Santana, che dopo aver visto Voldemort rubare la bacchetta di Silente, non si dava pace sul perché questo fosse accaduto.

Cosa aveva di tanto speciale quella bacchetta?


--

Il signore oscuro guardò a fondo il suo fedele servitore.
-Stanotte- riprese Piton –quando arriverà il ragazzo, la bacchetta non fallirà, ne sono sicuro… Risponde a voi, e a voi solo…-
-Davvero?- Sibilò l’essere.
-Mio signore…- tentò lui.
-La bacchetta, risponde veramente a me?- Chiese ancora l’essere girandoci attorno.
Severus continuò a fissare un punto dritto davanti a sé.
-Sei un uomo intelligente Severus… In chi è riposta la sua lealtà?-
Il preside tentennò e si mise le mani dietro al schiena –in voi, ovviamente-
-La bacchetta di Sambuco non può servirmi adeguatamente perché, io non sono il suo vero padrone…- continuò Voldemort –essa appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario…- disse avvicinandosi sempre più.
-Tu hai ucciso Silente Severus, finchè vivi la bacchetta di Sambuco non può essere veramente mia…-
Il volto di Piton era immobile e terrorizzato allo stesso tempo.
-Sei stato un servo molto bravo e fedele Severus, ma solo io, posso vivere, per l’eternità-

-San, Sannie, Sannie svegliati!-

L’ispanica sbarrò gli occhi.
Era sudata e completamente terrorizzata da quello che aveva appena visto.
Era stato tutto così confuso che aveva distinto giusto i due interlocutori ma senza capire dove fossero.

Santana, dopo aver regolarizzato il battito, sbatté le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco Quinn che cercava di dirle qualcosa.

-Che è successo?-
-Non lo so, ero sveglia e ho visto che ti stavi agitando nel sonno e mi sono preoccupata- argomentò la bionda -o forse… non sono abituata a dormire nello stesso letto con te e… ti muovi un sacco ultimamente… è sempre stato così?-
Santana guardò il lettone, che ormai da tempo condivideva con la sua migliore amica, e sorrise leggermente divertita da quell’affermazione.

Era buffo, erano tutti preoccupati per la salute di Quinn, motivo per cui non era il caso che dormisse da sola, ma lei, non volendo ferire né Puck, né Rachel aveva scelto Santana.

-Dovresti chiedere a Hermione abbiamo dormito insieme tutta l’estate…- rispose la latina con un sorriso amaro.
-E dormirete insieme pure l’estate prossima- la rassicurò Quinn.
Santana abbassò lo sguardo preoccupata.

-Chiediamolo a lui, se scalcia vuol dire che sta bene- disse Quinn accarezzandosi il pancione.
-Questa cosa che per te sia già un “lui” la trovo molto maschilista Fabray…- replicò Santana mettendo una mano sul ventre dell’amica.
Quinn sbuffò divertita –che dici piccolino o piccolina… Credi che Hermione stia bene?-
Le due aspettarono per qualche secondo fino a quando non sentirono un movimento.
Quinn sorrise.
-Non vale è corrotto da te-
-Certo che è corrotto da me, sono sua madre…- rispose a tono la bionda.

Santana si staccò dal pancione appoggiandosi alla testiera del letto.

-Quindi cos’hai sognato?-
-Non lo so, non sono sicura che fosse un sogno…-
-Cioè?-

L’ispanica raccontò a Quinn del sogno ormai ricorrente della foresta e di quello che aveva appena fatto. Entrambi avevano troppe informazioni per essere dei sogni e basta. Inoltre quello su Piton dava delle risposte esaustive sul perché Voldemort avesse rubato la bacchetta di Silente.

-È strano che tu abbia fatto questo sogno proprio adesso... Sembra quasi che i tuoi poteri ti vogliano aiutare-
-Ma non può essere una premonizione Quinn… Silente ha detto chiaramente che io non sono una veggente-
-Silente può sbagliarsi… ma andiamo per gradi…- disse la bionda cercando di tranquillizzare la sua amica.

Santana fece un respiro profondo e annuì.

-Intanto sappiamo che tu-sai-chi ha rubato la bacchetta di sambuco-
Santana annuì ancora.
-Dove abbiamo già sentito parlare di questa bacchetta? Non mi sembra di averla mai studiata- rifletté la bionda.
-È quello che sto cercando di ricordare- aggiunse Santana –se riuscissimo a sapere di più su questa bacchetta forse…-
-Un libro sulle bacchette? Abbiamo dato esami del genere?- La interruppe Quinn che ci stava continuando a pensare.
Santana scosse la testa –La bacchetta di sambuco… l’ho già sentita nominare ma non è un ricordo di Hogwarts…- disse lasciandosi scivolare sotto le coperte.
Quinn la guardò facendo un grosso sbadiglio.
-Domani ci verrà in mente…-
-Già- rispose Santana continuando a pensare al sogno che aveva fatto.
-Non pensarci rilassati…- le sussurrò la bionda.

Santana annuì e chiuse gli occhi, forse Quinn aveva ragione.


--


-Devi solo concentrarti di più Roderick- disse Santana mentre mostrava al ragazzino paffutello del secondo anno come tenere la bacchetta durante un incantesimo di disarmo.

-la bacchetta vi ha scelto- continuò a spiegare Santana alla decina di maghi che stavano facendo “lezione” con lei –è un po’ come il prolungamento del vostro braccio, è parte di voi-
I ragazzi annuirono.

-va bene, per oggi abbiamo finito- disse infine l’ispanica con un sorriso.
Santana aspettò che tutti i ragazzi si allontanarono per avvicinarsi a Quinn e passarle la bacchetta.

-Grazie- disse solo.

Quinn afferrò la propria bacchetta di mogano e se la mise nella mantella.

-Perché non te ne fai recuperare una da Puck o da Dave…-

-Non ne voglio recuperare una… Voglio la mia-
-Da quanto ne so io la tua è sepolta in un lago di inferi- rise Quinn.
Santana rispose con una smorfia.

-Ok ok… Ma chiamala col suo nome… è la bacchetta di Brittany, portale un po’ di rispetto- aggiunse Quinn.
-Non posso credere di averla lasciata da quella pazza- disse affranta Santana.
La corvonero a quell’affermazione si morse un labbro.
La mora guardò interrogativa.
-Potevi morire San…-
-Lo so… Ma non è successo…-

Quinn non fece in tempo a replicare che l’arrivo di Puck con la cresta tutta spettinata le fece sobbalzare.
-Li hanno visti! Li hanno visti!-


--


-Che cosa?- Urlò l’ispanica dopo aver sentito il racconto di Puck.
-Te l’ho già detto due volte Lopez, hanno avvistato un drago volare sopra la Gringott…- scandì il ragazzo che adesso si stava riscaldando davanti il caminetto.

-Non quella parte Puck!- Lo ammonì Santana.
-Sopra il drago c’erano Harry Potter e i suoi due amici… Questo è quello che mi hanno riferito…-

Santana fece fatica a trattenere le lacrime per la commozione e si buttò tra le braccia del suo amico che, superato il primo momento di sorpresa, ricambiò la stretta guadagnandosi un sorriso divertito da parte di Quinn.

Dopo qualche secondo, Santana si staccò ancora incredula.
-È viva…- disse guardando i suoi amici come se si fosse appena liberata di un peso –Hermione è viva!- ripeté.
Ginny, che si era unita a loro sotto invito di Quinn, aveva gli occhi lucidi come Santana, se Hermione era viva, anche Harry e suo fratello Ron lo erano.

-Te l’avevo detto di stare tranquilla- la beffeggiò Quinn.
Santana non rispose ma si limitò a sorridere ancora emozionata.

-Come hai fatto a… voglio dire… Li hanno visti in tanti?- Chiese Ginny.
-Questo non lo so… Avendo lavorato con i draghi, mi mandano tutti i giorni una specie di bollettino su i draghi di tutto il mondo-

-Davvero?- Chiese Quinn sorpresa.

-Certo- rispose ovvio Puck –se c’è un drago in difficoltà e qualcuno di noi è vicino dev’essere il primo a correre-

-Ma che figata amico, sembra quasi di stare in “il drago, il mago e il ceppo ghignante”- Disse Sam, che da quando si era unito al gruppo di profughi non faceva altro che intromettersi nelle discussioni.
Puck sorrise all’amico e poi si voltò verso Quinn che lo stava guardando ammirata.

Santana improvvisamente si girò verso Sam –cosa hai detto scusa?-

-Che è una figata!-
-No, dopo-
-Il drago, il mago e il ceppo ghignante, la favola di Beda il Bardo-
-Beda il bardo…- ripeté Santana –Ecco dove abbiamo letto della bacchetta…- disse guardando Quinn.
-Di che bacchetta parli?- Chiese Puck.
-Silente ha lasciato a Hermione una copia di Beda il Bardo… Ci scommetto la mia scopa che le due cose sono connesse-

-Ci serve quel libro- disse Quinn.

Santana annuì e poi guardò Puck, Sam e Ginny che non avevano ben capito di cosa le due stessero parlando.


--


-Perché dovete sempre complicare le cose voi corvi?-

Il piccolo scoiattolo che se ne stava accucciato sulla mano del tasso, allungò il muso e gli diede un morso.

-Ahi… Ok ok anche serpeverde… Miseriaccia Santana mi hai fatto male!- Replicò Sam portandosi il dito alla bocca.

Santana intanto, che era stata trasfigurata da Quinn in quel piccolo animaletto zompettava divertita sulle spalle del ragazzo.

-Te la stai spassando eh?- Rise Puck guardando lo scoiattolo.

Santana per tutta risposta saltò sulla cresta del suo ex compagno di squadra.

-Quasi non si vede la differenza!- Lo beffeggiò Sam.

-Molto, molto, molto spiritoso Lopez… Adesso scendi però- l’intimò il ragazzo.

-E qui, le nostre strade si dividono- disse Ginny che li aveva accompagnati fino al corridoio del secondo piano –devo prendere delle cose in sala comune, ci vediamo dopo-
I due ragazzi annuirono.

-È carina la rossa…- disse Sam mentre Ginny si allontanava.
-Credo sia già impegnata amico- rispose Puck aprendo la porta della biblioteca.
Sam sbuffò deluso e cominciò a guardarsi intorno.
Non c’era un’anima viva.

Puck si allungò fino al lato opposto della sala.
-Qui nessuno!-
Sam allora annuì e tirò fuori la bacchetta -colloportus-
Al suono di quelle parole la porta si chiuse.
Santana scese dalla testa del ragazzo.

-Potrei lasciarti così volendo…- la beffeggiò Noah.
Lo scoiattolino sbuffò e accigliò le sopracciglia.

-Scherzavo… finitem incantatem- disse poi Puck puntandole addosso la bacchetta.

Un lampo giallo fuoriuscì dal piccolo pezzo di legno e l’ispanica riprese le sue sembianze.

-Ma di solito dopo le trasfigurazioni non si è nudi?- Chiese deluso Sam.

-Ti piacerebbe…- rispose Santana mentre si stava stiracchiando la schiena –per fortuna ho genio come migliore amica!-

-Avremmo potuto prenderti noi in libro, così Quinn non si sarebbe dovuta impegnare con quella magia- la rimproverò Puck.
-Te l’ha mai detto nessuno che sei diventato iperprotettivo…-
-Ha ragione…- aggiunse ridacchiando Sam.
Puck s’incupì appena.
-Avevo bisogno di uscire da quella stanza… E comunque sono in grado di distinguere un incantesimo complicato da una roba di ordinaria magia- lo rassicurò Santana.
-Se lo dici tu…- rispose Puck.

A quel punto Santana sorrise e cominciò a cercare il libro.

-Ah… e per la cronaca bocca di trota, Ginny Weasley è impegnata con Harry Potter… Dovresti smetterla di mettere gli occhi sulle ragazze di altri, o di altre- aggiunse Santana che adesso era già di fronte allo scaffale delle fiabe.

Sam per tutta risposta guardò l’amico, non era sicuro di aver capito bene a cosa si riferisse.

-Sto parlando di Brittany, Sam- intervenne l’ispanica che gli aveva letto nel pensiero.
-Brittany?- Chiese il ragazzo.
-Lasciala perdere, ha sempre pensato che tu ci provassi con Brittany- disse annoiato Puck.

-Con BrittBritt? Io?- Disse il ragazzo prima di scoppiare a ridere.
Santana si fermò per un attimo dalla sua ricerca e si girò a guardare il ragazzo abbastanza sconvolta.

-Come facevo a provarci? Brittany stravedeva per te, e io rispetto l’amore- rispose serio.

L’ispanica avvampò –tu lo sapevi?-

-Scherzi? Tutti lo sapevano, non ufficialmente, ovvio, ma era palese che ci fosse qualcosa tra di voi-

-Io l’ho sempre detto- s’intromise Puck.
-Brittany non me ne ha mai parlato… e quando voleva un consiglio mi faceva dei giri di parole così strani… Ma io sapevo che parlava di te…-

-Davvero non te l’ha mai detto?- Chiese Santana sorpresa.
-In realtà una volta le è scappato il tuo nome, era così presa dai racconti sul quidditch… che appena si è accorta di aver detto il tuo nome si è messa una mano davanti la bocca ed è diventata tutta rossa…-
Santana s’intenerì immaginandosi la sua Brittany in quella situazione.

-Li ho capito che voleva dirmelo ma per qualche motivo non poteva…- concluse Sam.

Al suono di quelle parole, l’ispanica deglutì a vuoto sentendosi in colpa, il motivo di quella scelta ovviamente era lei che non si era mai fidata di nessuno.

-Così le ho detto che non avevo ascoltato l’ultima frase perché mi ero perso in altri pensieri-
-E lei ti ha creduto?-

-Senza dubbio si è tranquillizzata… Penso mi abbia voluto credere…-

-Sono una brutta persona-
-No… Eri solo spaventata…-
Santana guardò il ragazzo con una nuova consapevolezza.
Aveva fatto un grosso errore di valutazione con lui.
Ma avrebbe recuperato.

Quella amicizia la doveva a Brittany, e forse anche un po’ a se stessa.

-Ragazzi l’ho trovato!- disse Puck con in mano il libro.


--


Distesa sul lettino della piccola infermeria ritagliata nella sala comune, Quinn stava distesa con il pancione scoperto.
Accanto a lei con la bacchetta appoggiata sopra il ventre, c’era Rachel che, con gli occhi chiusi e molto concentrata, stava ascoltando qualcosa.
Quinn non aveva smesso un attimo di guardarla.
Era veramente bella e come muoveva la bacchetta senza perdere mai il contatto con il suo corpo, non la muoveva nessuno.

Dopo qualche secondo l’infermiera smise di muovere la bacchetta e aprì gli occhi.
-Quindi?- Chiese subito Quinn leggendo un filo d’incertezza negli occhi della ragazza.
-Sta benissimo Quinn, ha tutto apposto e… Sono pure riuscita a vedere il sesso…-
La bionda sorrise emozionata.
-Vuoi saperlo?- Chiese l’infermiera.
Quinn scosse la testa –No… Io e Puck  vogliamo che sia una sorpresa- disse velocemente rendendosi solo alla fine di aver nominato il ragazzo.

La mora sorrise leggermente imbarazzata.

-Scusa…- disse subito Quinn abbassando la testa.
Rachel prese la camicia di Quinn e le coprì il pancione, poi si sedette accanto a lei.
La corvonero la guardò leggermente confusa da quel gesto.
-Quante volte l’abbiamo fatto questo discorso?-
-Ho perso il conto- rise Quinn per smorzare la tensione.

-So quello che significa Noah per te… senza contare che adesso c’è anche…- Rachel guardò la pancia della ragazza –non ho mai preteso di prendere il suo posto Quinn… E poi c’è Finn-
La bionda aveva smesso di ascoltarla.
-lo so che è un po’ bulgaro ma sta iniziando a piacermi… tanto… e…-

-Sono innamorata di te- disse la bionda tutto d’un fiato.

Rachel sbarrò gli occhi mentre il suo cuore aveva appena perso un battito.
-E so che può sembrare assurdo ma... Amo anche Puck… non so come sia potuto accadere ma… quando siete entrambi nella stessa stanza… Mi sembra d’impazzire- concluse con estrema sincerità.

Rachel deglutì a vuoto terribilmente confusa dalla situazione.

-E io? Cosa dovrei fare adesso?- Chiese alzandosi dal lettino e prendendo le distanze.
-Rach aspetta-

-Ragazzi guardate!- Urlò Neville facendo voltare tutti tra cui anche le ragazze.

Quinn e Rachel guardarono in direzione del passaggio segreto coperto da quadro.

Nel quadro comparve la figura di una ragazza dagli occhi spenti.
-Ariana?- Disse Neville avvicinandosi al quadro.


--


Santana, Puck e Sam con in mano il libro aperto delle fiabe di Beda il Bardo stavano leggendo velocemente l’inizio di tutte le storie.

-Eccola!- Esultò l’ispanica toccando con il dito un punto preciso della pagina a destra.
-Come fai ad essere già li?- Chiese Sam stupito.

Santana non rispose e lesse ad alta voce –Il maggiore chiese una bacchetta più potente al mondo, così la morte gliene fece una da un albero di sambuco che era nelle vicinanze…-

-non crederai che esista veramente Lopez- l’interruppe Mike spuntando praticamente dal nulla e seguito da Artie in carrozzella.

I tre ragazzi alzarono gli occhi dal libro.

Santana sentendo che qualcosa non andava s’irrigidì immediatamente.

-Bello ma che fine avevi fatto? È da un po’ di giorni che non ti si vede in giro…- disse contento Sam.
-Ho avuto da fare- rispose serio lui non smettendo per un attimo di fissare Santana.
-Santana sei guarita- constatò Artie.

L’ispanica annuì senza dire nulla, aveva sentito una ventata di frustrazione attraversarle lo stomaco proprio appena i due erano comparsi.

-Quindi dobbiamo avvisare il preside Piton che ricomincerai presto ad insegnare- continuò Artie.

-A cosa vi serve quel libro?- Chiese serio Mike.
-Noi stiamo cercando- cominciò Puck ma Santana lo interruppe mettendogli una mano davanti.
Poi fissò a lungo i due ragazzi davanti a lei.

-Forse posso capire cosa ha promesso ad Artie- disse Santana puntando contro i due ragazzi la bacchetta di Quinn–ma a te… Mike… Cosa ti ha promesso?-
Sam e Puck faticavano a capire.

L’asiatico allora prese in mano la sua bacchetta e la puntò contro la latina.

-Il potere delle conoscenza Santana… Solo la conoscenza… Tu sai bene cosa significhi- rispose lui tornando serio.
A quel punto Artie si alzò dalla carrozzella, scatenando lo stupore di Puck e Sam –rendici le cose facili Lopez… Sebastian ti sta aspettando-

-Temo che dovrà aspettare ancora un po’…- l’ispanica agitò la bacchetta facendo esplodere la libreria dietro i due ragazzi.

-Andiamo!- Urlò prendendo per mano Puck che a sua volta prese per mano Sam.


I tre uscirono velocemente dalla libreria e cominciarono a correre per il castello.
Dietro di loro Mike e Artie lanciavano incantesimi per fermarli.

-Che cosa gli è successo?- Urlò Sam nascosto dietro l’angolo.
-Sono diventati mangiamorte!- rispose Santana mentre si stava coprendo dietro una grossa statua a forma di cavaliere sita del secondo piano.
-Ne sei proprio sicura?- Urlò Puck che come lei stava nascosto dietro un’alta statua –stupeficium-

-Ragazzi dobbiamo correre! Al mio tre, uno, due…-

Santana uscì dal nascondiglio e agitò velocemente la bacchetta facendo comparire della nebbia.
-Andiamo- urlò la latina scappando verso il piano superiore seguita da Sam e Puck.



A pochi passi dal grande muro che custodiva la stanza delle necessità, il murò si tramutò in una grande porta.

-Veloce!- Urlò Santana che era quasi arrivata a destinazione.

Sam e Puck raggiunsero la porta e l’aprirono oltrepassandola.
Santana sentendo che i due neo mangiamorte erano tornati alle calcagne, non ci pensò due volte e oltrepassò la porta che scomparve subito dopo.



-Per un pelo!- disse Sam asciugandosi il sudore.
-Dov’è il libro?- Chiese Santana notando che Puck non aveva più il volume in mano.
-Mi deve essere scivolato… Scusa Sannie è che…-

-Non importa- rispose lei evidentemente delusa.

-Non ci posso credere… Mike?- Disse Puck evidentemente dispiaciuto.
-Potrebbe essere la maledizione imperio- disse Santana cercando di consolarlo.

-Che sta succedendo di la?- Chiese Sam vedendo che tutti i ragazzi si erano accalcati davanti il quadro del passaggio segreto.



Santana percependo anche lei l’euforia e la gioia di tutti i presenti, si avvicinò al passaggio segreto.

Per la prima volta dopo tanto tempo sentiva la speranza, come se gli abitanti di quella stanza avessero riconquistato fiducia in loro stessi e nel mondo magico.


Successe tutto in un attimo.
Un attimo decisamente insaspettato.


Non appena i suoi occhi si poggiarono su quelli nocciola della grifondoro, il tempo sembrò fermarsi.

Non le importava più dei mangiamorte, della bacchetta di sambuco o di Voldemort.


Hermione era li, era tornata.

Era sana e salva.

E sorrideva immobile aspettando che Santana, pietrificata quanto lei, facesse il primo passo.


Se Harry Potter era tornato, voleva dire solo una cosa: la battaglia finale era appena cominciata.

Ma adesso niente e nessuno le avrebbe mai più separate.





--
--




Il magnifico trio è tornato,
e le due ragazze sono di nuovo insieme...
io ero la prima ad aspettare questo momento... Ma credo anche voi non stavate più nella pelle...
E adesso?
Che succederà?
Ormai siamo agli sgoccioli...

Aspetto di sapere cosa ne pensate
A presto
Chiara
ps.non ho ancora visto glee... quindi niente spoiler! :/

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Capitolo 14
*** consegnatemi Harry Potter ***


obliviate 3.14
Hermione era li, era tornata.
Era sana e salva.

Senza aspettare un minuto di più, si fiondarono l’una nelle braccia dell’altra.
Santana chiuse gli occhi e la strinse con forza.
Hermione era tornata, Hermione stava bene, respirava, era viva.
Sentì il cuore della grifondoro battere con un ritmo accelerato, evidentemente anche lei stava impazzendo.

Santana si staccò leggermente dall’abbraccio e la guardò negli occhi, giusto un istante, prima di suggellare quel momento con un bacio.
Hermione si fece trasportare approfondendo il bacio, non poteva credere che era di nuovo tra le braccia di Santana, della sua Santana.

-Stai bene?- Le chiese la latina notando che la ragazza aveva il viso pieno di graffi.
-Adesso sì…- rispose Hermione dandole un altro bacio.
Santana rispose al bacio per poi staccarsi subito dopo, aveva le lacrime agli occhi.

-Sono stata un’idiota ad oscurarti Herm…- disse Santana in preda alle lacrime –ti prego Hermione…perdonami-
-Shh… San va tutto amore…- disse la più piccola afferrandole il viso tra le mani -sono qui, mi vedi? Sto bene!- ripeté mentre lasciava piccoli baci sulle guance.

Santana fece un respiro profondo e smise di piangere –Ti vedo… sei bellissima- disse per poi stringerla ancora fra le sue braccia.

-Tu piuttosto, cosa ci facevi a villa Malfoy? Ti hanno fatto del male?-
-E tu come lo sai?- Chiese sorpresa l’ispanica staccandosi nuovamente da lei.

Hermione prese dalla sua borsa la bacchetta di Brittany e la passò a Santana.
Santana la afferrò guardandola con stupore.

-Harry- disse Ginny, facendo voltare le due ragazze che si erano totalmente estraniate.
Santana per la prima volta si rese conto che insieme ad Hermione, ovviamente, erano tornati anche Harry e Ron.

-Piton lo sa, sa che è stato avvistato Harry ad Hogsmade-


--


-Abbiamo bisogno di un piano- disse serio Lupin che non appena aveva saputo del ritorno di Harry si era catapultato al castello passando per il passaggio segreto.
Assieme a lui c’era, ovviamente, Tonks che senza più il peso della gravidanza era prontissima a combattere, la famiglia Weasley e altri auror di cui Santana si dimenticava sempre il nome.
A fare gli onori di casa, insieme a Santana c’era Quinn e il suo pancione, Puck e Sam, Rachel e ovviamente Finn, Dave e Krum. Tutti erano confusi su quale dovesse essere la prima mossa da fare.

-Ma non abbiamo tempo- disse Ron, poi si girò a guardare sua sorella –hai detto che Piton ha convocato tutti in sala grande vero? Quanto tempo passerà prima che qualcuno parli-

-Solo i ragazzi che erano qui sanno che Harry è nel castello- cercò di rassicurarlo Quinn.
-Possiamo fidarci?- Chiese Tonks incerta.
-Certo! Li conosciamo uno per uno, tutti quanti, non tradirebbero mai Harry!- Rispose a tono la bionda.

Santana, con la mano saldamente intrecciata a quella di Hermione, ascoltava con attenzione tutte le proposte e i dubbi dei ragazzi. Certi li esprimevano ad alta voce, altri li pensavano e basta sperando che qualcuno parlasse al posto loro.

Poteva sentirli tutti, tranne Hermione ed Harry ovviamente.

Tuttavia, a giudicare da come il ragazzo la stava osservando, sembrava stesse cercando di comunicarle qualcosa.

Hermione si accorse del piccolo scambio di sguardi tra Harry e Santana e senza dire niente guardò la sua donna muovendo leggermente il capo.

Semplicemente le stava dicendo di agire.

L’ispanica la guardò sorpresa ma contenta, allora non servivano i superpoteri per leggere dentro qualcuno.

Così si schiarì la voce interrompendo quel dibattito ormai inutile.

-Sono la prima che metterei la mano dentro la bocca di un drago e so per certo che non mi brucerei… Noi ci fidiamo di quei ragazzi, di ognuno di loro- disse la latina attirando l’attenzione di tutti.
-Ma tutti voi state pensando la stessa identica cosa…-
Quinn strabuzzò gli occhi, Hermione invece era ammirata.

Santana si alzò da terra -Non abbiamo bisogno di un piano, dobbiamo agire adesso-
I presenti la guardarono sorpresi.

-Quando dici che sai quello che stiamo pensando, significa che…- disse incerto Sam.
-Sì bocca di trota, e non devi preoccuparti di non essere all’altezza perché da quello che ne so la tua abilità non si riduce solo al giardinaggio-

Il ragazzo diventò paonazzo e incassò il complimento suscitando la curiosità di quasi tutti i presenti, o meglio di quelli che non sapevano del dono di Santana.

-Da quando sei un occlumante, Lopez?- Chiese Tonks sorpresa.
-Non sono un occlumante… Leggo la mente per via di un dono che ho ereditato dalla famiglia Sylvester-
-Sue Sylvester? Quella Sue Sylvester?- Chiese Molly sbalordita.
Santana annuì.
-Da quanto tempo?- Chiese Lupin.
-Da un po’…- rispose Santana abbassando lo sguardo.
-Perché non ce lo hai detto prima- intervenne seccata Tonks -avremmo potuto usarlo per…-
-L’ha già fatto- la zittì Hermione con piglio arrogante.
Santana si girò verso di lei e le sorrise in segno di gratitudine.
-Perché ce lo dici adesso?- Chiese ancora Molly.

-Perché è un’arma in più, e stiamo per andare a combattere- disse Quinn guadagnandosi un “grazie” sussurrato dalla sua amica.

-Io direi che Piton ha aspettato fin troppo- disse serio Harry.


--


A pochi passi dalla sala grande, Santana, gli auror e ovviamente Ron, Hermione e Quinn,  aspettavano pazientemente di agire.
Harry si era infiltrato nella sala fingendosi uno studente per smascherare Piton, al segnale sarebbero intervenuti.

-Sono fiera di te- disse piano Hermione senza neanche guardarla.
-Con te accanto è tutto più semplice-

A quel punto la più piccola si girò a guardarla e il suo sguardo si fece improvvisamente serio.

Santana accigliò lo sguardo curiosa.

-Ci sono stati dei giorni- cominciò Hermione -che non sapevamo davvero cosa stessimo facendo, vagavamo per i boschi ed eravamo… persi… Ma non so come, sentivo che tu stavi bene… era come se non ci fossimo mai divise… e questo mi ha dato una forza enorme… che neanche io credevo di avere…-

-Io non… Io non ho fatto niente…- balbettò provata Santana.

-Non è vero… Tu mi hai portata qui… Tu mi hai salvata… molto più di quanto io abbia salvato te…-

Santana era letteralmente senza parole, il cuore le batteva a mille, e lei sapeva perché, lo sapeva benissimo.

-Io…- provò la mora.

-HermTana… Ci sarà tempo per le smancerie…- disse divertita Quinn indicando la grande porta della sala che si stava aprendo.
Poi agitò la bacchetta e si toccò il pancione un paio di volte e questo scomparve.

Santana scosse la testa e sorrise imbarazzata.

Hermione sbatte le palpebre un paio di volte vedendo quell’incantesimo –poi questa me la spieghi- disse alla propria ragazza.

L’ispanica ridacchiò –è una lunga storia-


--


-Sembra che nonostante le sue esaustive strategie difensive, lei abbia ancora un problema di sicurezza preside-
Harry si voltò verso la porta principale della sala grande che si spalancò facendo entrare tutti gli auror.
-E temo che sia parecchio esteso…- Continuò il grifondoro.

Santana con accanto Hermione da una parte e Quinn dall’altra, era concentratissima su tutti i presenti, se erano presenti dei traditori, andavano scovati subito.

-Come osa stare dove stava lui?- Incalzò ancora Harry -racconti com’è andata quella notte quando lo ha guardato negli occhi… Un uomo che si fidava di lei e lei lo ha ucciso-

Santana a quel punto spostò lo sguardo su Severus Piton, sotto quella maschera di ghiaccio c’era sicuramente qualcosa, qualcosa che ancora le sfuggiva.

L’uomo sentendosi violato su più fronti, sfoderò la bacchetta e la puntò contro Harry.

Santana non fece in tempo a soccorrere il ragazzo che la McGranitt si era già contrapposta tra lui e il preside.
Severus temporeggiò e la McGranitt cominciò ad attaccarlo lanciandogli fiamme incandescenti.

Dopo aver parato l’ultimo colpo, il preside si voltò a guardare Santana, poi si avvolse nel proprio mantello e si fiondò fuori dalla finestra infrangendone il vetro.

Quello con Santana fu solo per un attimo, un impercettibile scambio di sguardo che sembrò notare solo Hermione.

-San… Amore…- Le sussurrò infatti la più piccola.
Santana si girò sconvolta verso di lei.
-Ha provato a comunicarmi qualcosa… Ma era tutto confuso… Non ne sono sicura- bisbigliò la latina mentre la McGranitt ridava vita alla sala grande.

Qualche secondo più tardi, le luci si spensero di nuovo e un urlo si levò nella stanza.
Harry Potter cadde a terra.

Santana cominciò a toccarsi la testa con entrambi le mani, poi si voltò verso Harry e con il labiale sussurrò quel nome che non poteva essere nominato: Voldemort.

-So che molti di voi vorranno combattere, so che molti di voi penseranno persino che combattere… sia saggio… Ma è una follia! Consegnatemi Harry Potter… Fatelo e a nessuno verrà fatto del male… Consegnatemi Harry Potter e io lascerò la scuola intatta… Consegnatemi Harry Potter… e sarete… ricompensati… Avete un’ora-


Improvvisamente la voce sibilante svanì nel nulla e tutte le candele ripresero a illuminare la sala.

Santana riprese fiato, sentire il terrore di tutti i presenti l’aveva bombardato la testa, poi si girò verso Harry, decisamente più scosso di lei.

-Che cosa aspettate? Qualcuno lo prenda!- Disse una ragazza dei serpeverde indicando Harry.

Immediatamente Ginny Weasley si piazzò davanti a Harry seguita da Ron, Hermione, Santana e tutti gli Auror.

-Studenti fuori dal letto! Studenti nel corridoio!!- Urlò il signor Gazza arrivando urlando dall’entrata principale.

-Loro devono stare fuori dal letto emerito idiota!- replicò la professoressa McGranitt guadagnandosi un’approvazione generale tra cui anche quella di Quinn che sembrava particolarmente ammirata.
-Si da il caso, signor Gazza- riprese la professoressa -che il suo arrivo si alquanto opportuno e le chiederei per favore- continuò avvicinandosi alla ragazza che aveva proposto di consegnare Harry a Voldemort –di portare la signorina Parkinson e gli altri della casa di Serpeverde fuori dal corridoio-

-Ecco, ci risiamo con la discriminazione- sussurrò l’ispanica guadagnandosi un leggero spintone da parte di Hermione.

-Esattamente dov’è che dovrei portarli?- Chiese il signor Gazza.
-Le segrete andrebbero bene- rispose ferma la McGranitt.

Santana scosse la testa.

-Dai non te la prendere, è una battaglia persa, lo sai- la beffeggiò Hermione.
-Kitty, Madison, Manson- li richiamò Santana.
I tre ragazzi della casa di serpeverde si girarono fiduciosi verso di lei.
-Voi rimanete qua!-

Kitty sorrise ammiccante, per tutta risposta Hermione la guardò storta.

-Fanno parte dell’esercito di Silente…- rispose ovvia Santana.
-Davvero? Ma sono dei serpeverde!- Replicò Hermione.
-Ehy Granger… Non vorrei dirtelo ma anche la tua ragazza è una serpeverde…- Commentò Kitty.

Hermione chiuse gli occhi a fessure cominciando a guardare male la ragazzina dei serpeverde.
-Ok direi che è un po’ presto per cominciare a combattere… Non vi pare?- Le bloccò Santana imbarazzata.


-Presumo che ci sia un motivo per il tuo ritorno Potter, di cosa hai bisogno?- Chiese la McGranitt al ragazzo attirando l’attenzione di Santana.
-Di tempo professoressa- rispose Harry mentre tutti gli alunni e i professori stavano cominciando a muoversi.
-Tu fai quello che devi fare, io proteggerò il castello- rispose la McGranitt.

-In effetti Potter, oltre la guerra imminente, perché diavolo sei qui?- Chiese Santana, realizzando solo in quel momento che non aveva ancora fatto né a Harry né ad Hermione quella fatidica domanda.

-Pensiamo che ci sia un Horcrux ad Hogwarts… Anzi ne siamo sicuri-
-Ok…-
-Tu hai sentito niente in questi mesi?- Le chiese velocemente Harry.
-Ho avuto l’influenza… Ma adesso ci sento- rispose evasiva.

Harry la guardò senza capire.

-Ok… mi spiegherai poi… Crediamo che sia un oggetto piccolo di corvonero…- disse il ragazzo spostandosi verso le scale.
-Di corvonero?- Domandò interessata Quinn.
-Sì, ed è logico perché abbiamo preso l’anello, il diario che sono oggetti personali, il medaglione di Serpeverde, la coppa di tassorosso e…-
-Ok ok, non fa una piega…- rispose pensosa Santana.

-Questi Horcrux… Che cosa fanno esattamente?- Chiese Rachel avvicinandosi al piccolo gruppo insieme a Puck e a Finn.

-Niente di visibile ad occhio nudo… Arrivano a influenzarti però…- rispose Harry.
-Tipo che ti innervosisci senza motivo?- Chiese Quinn guardando i suoi amici.
Harry annuì –anche…-

-Corvonero hai detto?- Chiese Puck fissando Quinn e Rachel.
-Sì…- rispose Harry confuso.

Santana invece che aveva letto il filo dei pensieri dei suoi amici, sapeva perfettamente dove volessero arrivare.

-Allora so dove trovarne uno…- disse sorridente Puck.
-Davvero?- Chiese sorpreso Harry.

-Harry!!- Urlò Hermione correndo verso di loro insieme a Ron.
-Io ed Hermione abbiamo pensato…- Cominciò il fulvo.
-Ron l’ha pensato ed è un’idea geniale…-
-Se riesci a trovare l’horcrux…-
-L’abbiamo già trovato Weasley- rispose Santana
-Davvero?- Chiese sorpresa Hermione.
Harry e Santana annuirono.
-Ok… -rispose Ron –comunque devi trovare un modo per distruggerlo… Ti ricordi quando … ecco noi sappiamo dove trovarne uno!-

-Vengo con voi- disse velocemente Santana afferrando la mano di Hermione.

-Ragazzi…- disse piano Quinn.

-E io vado con lo sfregiato, ricordo perfettamente dove l’ho messo- disse velocemente Puck.

-Ragazzi…- disse di nuovo la bionda alzando il tono di voce.


Tutti i ragazzi si girarono verso di lei e la videro con una pozza d’acqua proprio le gambe.

-Fabray, adesso?- Chiese Santana totalmente basita.

Quinn prese la sua bacchetta e toccò lo stomaco tre volte facendo rigonfiare la pancia.

Rachel si avvicinò tempestivamente a lei e si abbassò all’altezza del pancione, poggiando la bacchetta tra il pancione e il suo orecchio.

-Sì, adesso… Dobbiamo farla partorire subito…- disse Rachel preoccupata.
Puck guardò disperato la sua Quinn e poi Santana che subito capì.

-Vai con loro Puckerman, andrò io con Harry…-

Puck tirò un respiro di sollievo.

-Fammi solo vedere dove hai messo l’horcrux- aggiunse velocemente guardandolo negli occhi.

Il ragazzo visualizzò la stanza delle necessità adibita a magazzino.

Santana chiuse gli occhi muovendosi nello spazio con lui.
Dopo poco li riaprì.
-Ok, Harry so dove dobbiamo andare-

 Puck annuì e si avvicinò subito a Quinn prendendola in braccio.
-Non serve Noah- si lamentò la bionda.

-Invece sì… - replicò seria Rachel, poi si guardò velocemente intorno -l’infermeria è dall’altra parte del castello, è troppo lontana, cerchiamo un’aula qui vicino-

-Vi aiuto…- Disse Finn.
Rachel annuì e guardò Santana -noi andiamo, sarà lunga…-

Santana annuì e senza pensarci troppo abbracciò con forza sua cugina che si trovò spiazzata da tutto quell’affetto.

-Ragazze se siete in difficoltà pensatemi… Ok?- Disse dopo aver lasciato un bacio sulla fronte a Quinn.

-Voi pensate a distruggere gli Horcrux…- disse Quinn sempre più pallida.
Santana annuì e i quattro si allontanarono velocemente.

A quel punto si girò verso Hermione.

-Non dire niente… ci vediamo qui tra un’ora- la bloccò lei dandole un bacio sulle labbra prima di allontanarsi con Ron.

-Ragazzi prendete questa- disse Harry passandogli la mappa del malandrino.

I ragazzi afferrarono la mappa e scesero le scale.
A quel punto Harry si girò verso Santana.

-Andiamo?-

La mora annuì e i due salirono velocemente e scale sparendo tra la folla.



--
--


Sembra la guerra sia iniziata...

Fatevi leggere, sono curiosa di sapere cosa ne pensate,
anche perchè siete davveto tanti a seguire questa storia e vi ringrazio per questo!

Secondo voi che succederà?
Chi sopravviverà?

Una buona domenica a tutti!
Chiara



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Capitolo 15
*** La battaglia di Hogwarts pt.1 ***


obliviate 3.15
nb. non me ne vogliano gli studenti di medicina/gli infermieri o chi ne capisce di medicina...
buona lettura...





-Mi faccia capire professoressa… Ci da pure il permesso di farlo?- Chiese Neville mentre seguiva la McGranitt.

-Esattamente Neville Paciock…- Rispose la donna sempre più decisa.
-Di farlo esplodere… Bum…-
-BUM!- urlò la donna.
-Mitico!-

La donna si fermò davanti le mura del castello, accanto a lei c’erano Molly Weasley, il professor Vitius, Dave Kurofsky e Victor Krum.

-Ti rendi conto che non possiamo tenere fuori a lungo –tu-sai-chi- disse il professor Vitius.
-Ma questo non vuol dire che non possiamo rallentarlo… Il suo nome è Voldemort… Lui tenterà di ucciderti in un modo o nell’altro… Tanto vale che lo usi…- disse la donna mentre si girava verso le enormi statue di pietra.
-Kurofsky, dov’è Quinn?-
-Sta partorendo professoressa…- rispose lui.
La professoressa  strabuzzò gli occhi –adesso?-


--


-Quinn devi spingere di più!!- la esortò Rachel da sotto le sue gambe -io l'ho fatto l'incantesimo per accellerare il processo... Ma devi spingere!-

Quinn, distesa su un letto che avevano fatto comparire nell’aula di incantesimi, fece un paio di respiri e riprese a spingere –Cazzo ma quant’è grande…. AHHHH-


Dietro di lei Puck le teneva le spalle cercando di aiutarla nei movimenti –Dai Q. spingi!-

-Puck ti odio cazzo, ti odio!- Urlò Quinn mentre con fatica continuava a spingere.

-Risparmia il fiato per respirare Quinn…- l’ammonì Rachel sotto lo sguardo sconvolto di Puck.

Quinn sbuffò e respirò a pieni polmoni, poi ricominciò a spingere.

-Questo è il primo parto che vedo!- disse Finn che, a pochi metri da loro, sorvegliava l’ingresso dell’aula.

-Dubito ne vedrai altri così- rise Puck.
-Zitti voi due… Cazzo!! AHHHHH!!!!- Urlò ancora Quinn.

Finn e Puck scossero il capo alzando gli occhi al cielo.


-Vedo la testa!- Disse contenta Rachel.


--


Harry e Santana camminavano velocemente verso il corridoio del quarto piano.
L’ispanica era frastornata da tutta quell’agitazione che c’era nell’aria.
La paura, Voldemort e il pensiero costante di non sopravvivere si mischiavano con la frustrazione e l’odio dei mangiamorte ancora lontani.
Le stavano bombardando il cervello, ma di certo non poteva proteggersi.
Il suo potere era un’arma troppo potente per Hogwarts, e doveva essere in grado di sfruttarlo a pieno.

-Santana!- La richiamò Harry dopo essersi avvicinato ad una finestra.

L’ispanica si ridestò dai suoi pensieri e si avvicinò al ragazzo spalancando gli occhi.

Fuori sembrava essere cominciato uno spettacolo pirotecnico.
La barriera protettiva che proteggeva il castello, custodendolo in una grande bolla, cominciava ad essere attaccata, sempre con più forza, dagli incantesimi dei mangiamorte che rimbalzavano su di essa.

Santana si focalizzò su quei giochi di luci che illuminavano la notte e un pensiero la travolse.

-È iniziata…- disse Harry, poi si girò verso Santana che sembrava essere ancora sotto shock –dobbiamo sbrigarci Santana… Santana?-

-La guerra è iniziata…-
-Lo so…- replicò Harry adesso leggermente ansioso.
-La guerra è iniziata e io non ho detto ad Hermione che sono innamorata di lei-
 
Il ragazzo sorrise.

-Grandioso… Ma adesso vogliamo muoverci?- Disse sempre più ansioso il ragazzo.

Santana annuì sorridendo ancora frastornata dal pensiero.


Dopo poco, i due arrivarono davanti un grande muro di pietra.
Santana guardò il grifondoro facendogli un cenno di approvazione, il ragazzo annuì velocemente.

I due si girarono contemporaneamente verso il muro che aveva già cominciato a trasformarsi in porta.

Harry afferrò la maniglia e aprì la porta.

Santana sentendo dei pensieri diversi nell’aria temporeggiò ad entrare.

-Santana…- la chiamò Harry da dentro la stanza.

L’ispanica si guardò ancora attorno e poi entrò.


--


-Ci siamo quasi… Ancora uno sforzo Quinn…- disse sicura Rachel.
Quinn raccolse le ultime forze che le erano rimaste e riprese a spingere.

Dopo una manciata di minuti il pianto di un bambino cominciò a riempire la stanza.

-Sta bene- disse Rachel tenendo in braccio il piccolo bimbo tutto sporco di sangue.

Quinn non credeva ai suoi occhi, quella era suo figlio?

Puck invece aveva le lacrime agli occhi.

-Prendi la bacchetta Noah, devi tagliare il cordone

Il ragazzo ancora incredulo, afferrò la bacchetta dalla cintura e con un leggero movimento tagliò il cordone ombelicale.

-È una bambina?- Chiese Quinn che piano piano stava perdendo sempre più le forze.

Rachel annuì mentre agitava la bacchetta sulla piccola bambina per pulirla.

Quinn allora girò lo sguardo verso il ragazzo -è una bambina Noah… è la nostra bambina-

Puck si avvicinò di più a lei per baciarla ma appena appoggiò le labbra su quelle di Quinn si accorse che queste erano gelide.

-Berry!!!-
La ragazza con in mano la bambina si girò verso Quinn e la vide bianca in viso.
Subito dopo abbassò lo sguardo e notò che il sangue, che la ragazza aveva perso, era veramente tanto.

-Miseriaccia…-
-Cosa?- Rispose preoccupato Puck.
-Ha bisogno di sangue- rispose velocemente la ragazza.
Puck allora si tirò su la manica portandosi una bacchetta verso il bicipite.

Quinn, con le poche forze che le erano rimaste, allungò la mano per fermare il ragazzo.
-Perché? È un po’ di sangue Quinn-

-Lei è zero negativo Noah… Il tuo non va bene- rispose velocemente l’infermiera.

L’ex serpeverde la guardò disarmato.

-Ragazzi la barriera è caduta! Stanno per arrivare!- Urlò Finn dall’uscio della porta.

-Ci sono delle sacche in infermeria- disse risoluta Rachel guardando il ragazzo.
-Corro-
-Prendi una scopa- suggerì Quinn con un filo di voce.

Il ragazzo seguì la traiettoria dello sguardo di Quinn e vide quattro scope abbandonate in un angolo.

-Farò più veloce della smaterializzazione- disse lui.

-Puck ascoltami- lo fermò Rachel mentre i suoni di vetri infranti cominciavano a riecheggiare nell’aria.
Il ragazzo con la scopa in mano guardò l’infermiera.

-Entri, sulla destra c’è un mobile con uno sportello di vetro, accanto c’è un piccolo frigo… non puoi sbagliarti... sulla sacca deve esserci scritto 0 rh negativo… Io preparo qui-

Il ragazzo annuì e poi si girò a guardare Quinn che cominciava a tremare.

-Non voglio che soffra-
-Non lo voglio neanche io…- rispose solo Rachel.

Il ragazzo annuì di nuovo, poi guardò per un ultima volta la piccola bambina e salì in sella alla scopa.
Un secondo dopo, era già volato fuori dalla finestra

Rachel si girò a guardare Finn che adesso stava provando a barricare la porta con un armadio.

-Possiamo farcela-


--


-Lo senti?- chiese Santana mentre cercava di visualizzare mentalmente dove fosse il diadema.
-Sì…- rispose lui guardandosi intorno in quella stanza piena di oggetti.

Santana con in mano la bacchetta di Brittany si diresse verso una cassettiera piena di polvere.

-Ci siamo sfregiato…-

Il ragazzo si avvicinò a Santana e aprì la cassettiera.

-Dovrebbe esserci una scatola di legno-

Il ragazzo annuì, tirando fuori la scatola di legno.
-È qua dentro…- confermò Harry temporeggiando ad aprire la scatola.

Santana guardò ancora la scatola e poi di nuovo Harry.
Il ragazzo annuì e l’aprì.

Improvvisamente quel rumore assordante si sparse per tutta la stanza delle necessità.

Santana fu costretta a indietreggiare, conosceva quel sibilo, ma in quel momento era così forte e così vicino, che quasi la spaventava.

Appena Harry afferrò il diadema il sibilo si amplificò.

Santana fissò a lungo il ragazzo ricordandosi che non era la prima volta che succedeva una cosa del genere.


-Ma se si riuscissero a trovare tutti, se si distruggessero tutti gli Horcrux?- Chiese Harry.
-Si distruggerebbe Voldemort- rispose con enfasi Silente.
-Si ma come trovarli? Potrebbero essere dovunque…- replicò il ragazzo.
-È vero ma la magia molto oscura…-
Harry allora allungò la mano per prendere l’anello.
Santana seguì con attenzione il movimento.
Appena il dito di Harry sfiorò l’anello il sibilo aumentò per un attimo.
Il preside guardò prima il ragazzo e poi Santana come se le volesse dare delle risposte di cui neanche lui ne era certo.



“Santana” la richiamò il preside usando la mente.
“Professore” rispose lei fermandosi proprio accanto alle scale a chiocciola della torre di astronomia.
“ho bisogno che tu pietrifichi Harry e che ti nascondi e non faccia niente, è fondamentale che tu veda quello che sta per succedere... Santana, mi raccomando, non lasciarlo solo quando sarà il momento”.


“Albus non posso” disse lui comunicando con la mente con Silente.
“Hai promesso” rispose il professore.
“non posso” replico Piton.
Santana sbarrò gli occhi completamente incredula.
Mai avrebbe pensato di assistere ad uno scambio di pensieri tra Silente e Piton.
-Severus ti prego…- Chiese a quel punto il preside facendosi sentire da tutti.
Severus smise di pensare e puntò la bacchetta verso l'uomo.
-Avada Kedavra-


Santana guardò il ragazzo come se lo vedesse per la prima volta e improvvisamente tutto le fu più chiaro.

-Santana, mi raccomando, non lasciarlo solo quando sarà il momento”-

Allora era veramente così?
Silente l’aveva designata sin dal principio per rivelare ad Harry la verità?

E soprattutto, se Harry era un horcrux questo significava che…

Per un attimo si sentì mancare vedendo il ragazzo così vulnerabile e indifeso.
Ma non poteva esserne certa, e sapeva già chi le avrebbe potuto dare la risposta a quella atroce domanda: Severus Piton.


-Santana… Non siamo più soli…- disse Harry ridestandola dai suoi pensieri.

-Cosa ti porta qui Potter… Lopez… sempre più in basso eh?- Chiese Draco comparendo dal nulla con affianco Artie e Mike, tutti e tre avevano la bacchetta puntata contro di loro

-Sei in buona compagnia anche tu- replicò la latina.
-E tu? Perché sei qui?- Chiese Harry.
-Hai una cosa che mi appartiene… La rivorrei indietro…- rispose Draco.
-Cos’è che non va in quella che hai?- Replicò con serenità Harry.

-È di mia madre… è potente ma… non è la stessa cosa… non riesce a capirmi…-   

Santana guardò sia Harry che Draco, sentendo che c’era un grosso conto in sospeso tra di loro.

-Perché non gliel’hai detto? A Bellatrix? Sapevi che ero io…-

L’ispanica sentendo i pensieri confusi del serpeverde decise di intervenire.

-Non tutti i serpeverde sono cattivi Draco… Puoi sempre cambiare idea, sai?-

-Cosa?- sputò lui – per poi accoppiarmi con una lurida mezzo sangue!-

Santana guardò il ragazzo infuriata con gli occhi iniettati di sangue –questo, non avresti dovuto dirlo-

Improvvisamente, una gigantesca fiamma si levò proprio dietro i mangiamorte cominciando ad arrampicarsi sugli scaffali bruciandoli ad uno ad uno.

I tre mangiamorte sbarrarono gli occhi terrorizzati.

-Experliamus- urlò Hermione arrivando correndo.

La bacchetta di Draco volò via e i tre scapparono riuscendo a lanciare solo qualche incantesimo.

-Cos’è successo?- Chiese Hermione vedendo che la stanza delle necessità stava andando a fuoco.

Harry, con il volto illuminato dalle potenti fiamme guardò scioccato la sua amica.

-La tua ragazza… Ricordami di non farla arrabbiare-

Hermione non fece in tempo a realizzare le parole dell’amico che Ron arrivò correndo.
-Va tutto a fuoco scappiamo!!!!-


--


-Andrà tutto bene Quinnie- disse Rachel accarezzandole la fronte.

Quinn tremava ed era sempre più pallida.

A pochi metri da loro Finn faceva fatica a tenere la porta sigillata.
-Ci servono rinforzi!-

-Voglio tenerla in braccio…-

Rachel la guardò preoccupata, sapeva che non aveva le forze.

-Rach ti prego… è mia figlia- faticò Quinn.

Rachel non si fece pregare, così si avvicinò al piccolo cesto dove era riposta la minuta bambina e la prese in braccio.

-Ti aiuto- disse l’infermiera mentre i tonfi fuori la porta erano sempre più violenti.
Quinn sorrise appena e Rachel le passò con delicatezza la bambina continuando a sorreggerla.

-Ciao… Sei perfetta…-
-È bellissima, proprio come la sua mamma…- rispose Rachel che aveva la voce rotta.

Quinn sorrise ma un secondo dopo questo si tramutò in una smorfia di dolore.

-Rachel!- urlò il bulgaro dallo stipite della porta.

-Avada Kedavra!-

Non appena l’infermiera si voltò, Finn era già caduto a terra, colpito dall’anatema che uccide.

-NO!- urlò la ragazza in preda al panico, così afferrò la bacchetta e si interpose tra i mangiamorte e Quinn.
Carrow avanzò verso di lei lasciando intravedere dietro d lui un secondo mangiamorte: Sebastian Smythe.

-Non puoi… Ti prego- disse Rachel cercando lo sguardo del ragazzo.
 
Sebastian temporeggiò notando che Quinn aveva in braccio una piccola bambina.
A differenza sua, Carrow aveva già sollevato la bacchetta.

-Sebastian NOOOO!!!- Urlò Puck entrando trafelato.

-Noah attento!- Urlò Rachel notando che Carrow, vedendolo entrare, aveva cambiato traiettoria puntando la bacchetta contro di lui.

Rachel gli si buttò addosso, lasciando così Quinn senza protezione.

-Avada Kedavra-

Un enorme bagliore verde illuminò tutta la stanza.


--


Santana sbarrò gli occhi mollando leggermente la presa della scopa che lei stessa stava guidando per scappare dalla stanza in fiamme.

Fortunatamente Hermione, pronta di riflessi, afferrò il manico e guidò lei e la sua ragazza fuori dalla stanza.

Dietro di loro Harry con in sella Draco Malfoy e Ron con in sella Mike Chang li seguivano a ruota.

Appena toccarono suolo i mangiamorte si divincolarono e scapparono via.

-San… San?- la richiamò Hermione vedendo che la ragazza era entrata in trans.
-È successo qualcosa a Quinn- disse la latina.

-Harry l’horcrux- urlò Ron lanciando al ragazzo il dente del basilisco

Santana ed Hermione si girarono a guardare.

Harry afferrò il dente e lo conficcò in mezzo al diadema.
Ron si avvicinò a lui correndo e con un calcio fece volare il diadema in mezzo alla fiamme provocando una violenta esplosione.

Santana allora guardò la porta della stanza ancora spalancata per farla chiudere prima che l’esplosione li travolgesse, ma era troppo grande.
Hermione intrecciò velocemente la sua mano con quella della latina.

Un secondo dopo, la porta era chiusa.

Santana ancora col fiatone, guardò la propria ragazza sconvolta.
Hermione ricambiò lo sguardo cercando di regolarizzare il battito.

Cos’era successo?

Santana non fece in tempo a chiederlo che le urla di dolore di Harry la fecero ridestare.






--
--






Che dire?
Ho amato scrivere questo capitolo… E succedono veramente tante cose…
Ma almeno un po’ vi siete emozionati? È nata una bella bambina…
E sì lo so, è morto pure qualcuno…ma io vi avevo avvertito che ci sarebbero state delle perdite…
Non posso spoilerarvi altro ma per me è stata mooolto dura…

Cambiando argomento, i più attenti avranno sicuramente notato la citazione a Buffy… ;)

Insomma aspetto commenti, anche dai più silenziosi… anche perché ci sono solo 3 capitoli  e l’epilogo… e io sono curiosa di pubblicarli tutti solo per sapere cosa ne pensate…
Non mi pare vero che stiamo finendo!

Intanto vi auguro buona Pasqua
A presto
C

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Capitolo 16
*** La battaglia di Hogwarts pt.2 ***


obliviate 3.16

-Harry… Harry!- urlò Hermione preoccupata avvicinandosi a lui.

-È il serpente… lui è l’ultimo… è l’ultimo horcrux…- disse Harry con la voce rotta.

Hermione si girò a guardare Ron, di certo non si aspettavano quella rivelazione.

Santana intanto non aveva smesso un attimo di osservare il ragazzo, evidentemente provato, come se lui per primo fosse stato toccato dalla distruzione del precedente horcrux.

-La bacchetta di Sambuco non può servirmi adeguatamente perché, io non sono il suo vero padrone…- continuò Voldemort –essa appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario…- disse avvicinandosi sempre più.
-Tu hai ucciso Silente Severus, finchè vivi la bacchetta di Sambuco non può essere veramente mia…-
Il volto di Piton era immobile e terrorizzato allo stesso tempo.
-Sei stato un servo molto bravo e fedele Severus, ma solo io, posso vivere, per l’eternità-
Voldemort guardò a fondo l’insegnante fino a quando agitò la bacchetta con un pugnale tagliandogli la gola.
-Nagini… Uccidi…-

Santana aprì gli occhi sconvolta.
Se quella era davvero una premonizione, doveva correre subito da Piton per farsi dare le risposte di cui aveva bisogno.

-Guarda dentro di lui Harry, se vedi dove si trova, possiamo trovare il serpente e mettere fine a questa storia- lo esortò Ron avvicinandosi a lui.

-Io devo andare…- disse velocemente Santana.
-Cosa? Dove?- Chiese preoccupata Hermione.
-Devo fare una cosa…-
-È per via di Quinn?-
A Santana le si bloccò il respiro ricordandosi della sensazione che aveva avuto qualche minuto prima sulla sua migliore amica.

-Temo dovrà aspettare- disse solo cominciandosi ad allontanare.

-San, San aspetta…- La rincorse Hermione.

-Ci vediamo in sala grande, amore- urlò Santana che ormai era già corsa lontano.

Hermione si girò verso Harry e Ron decisamente sotto schock –mi ha chiamata amore…-


--


Santana entrò nell’ufficio di Silente cercando di recuperare il fiato.
Non era da sola.
Seduto alla scrivania del ex preside di Hogwarts, infatti, sedeva il professor Piton.
L’uomo le dava le spalle ma Santana percependo i suoi pensieri non aveva dubbi che fosse lui.

-Come sapeva che ero qui- disse l’uomo sempre dandole le spalle.
-Sesto senso…-
-Cosa vuole?-
-Ho bisogno di risposte- rispose seria Santana.

-Perché le chiedi a me?-
-Silente mi ha condotto qui…-
-Silente è morto… Io, l’ho ucciso-

-Questo è quello che crede Voldemort… Ma io so che non è così-

A quel punto Severus si alzò in piedi e si girò verso di lei.

-Come fa ad esserne così sicura?-
-Non lo sono, infatti… Ma prima, in sala grande lei ha cercato di dirmi qualcosa- disse Santana abbassando il tono di voce –e poi ho avuto la visione su…-

L’uomo fissò la ragazza cercando di capire cosa stesse pensando.

-Ho solo bisogno di sapere la verità su Harry Potter…- aggiunse risoluta.
-E perché dovrei saperla io?-
-Perché se no Silente non mi avrebbe condotto da lei…-


-Non dovrebbe essere qui- disse lui superando la ragazza.


-Vuole ucciderla… non gli funziona la bacchetta di sambuco e crede sia colpa sua… A breve la verrà a cercare-


Sul volto di Severus comparve un’espressione spaventata, Santana non poteva vederla ma, senza dubbio, poteva sentirla.

Così senza pensarci fece un paio di passi e si trovò di nuovo di fronte all’uomo.

-Se davvero sa qualcosa… questo è il momento… La prego-

-È stupefacente… Legge anche il futuro…- disse l’uomo evidentemente provato dalla notizia.

-La prego- ripeté Santana avvicinandosi di più a lui.

Dopo qualche istante di esitazione il preside decise di parlare.

-Sei testarda… Proprio come Silente… D’accordo Santana, ti dirò tutto-


--


Harry, Ron ad Hermione correvano in mezzo alla grande guerra.
C’erano streghe e maghi, giganti e centauri e animali di tutti le dimensioni.

I tre continuarono a correre cercando di non voltarsi mai.
Concentrarsi troppo, sarebbe significato iniziare a contare il numero dei morti e cominciarsi a disperare per ognuno di loro.

Dovevano correre e uccidere il serpente, o per lo meno capire come ucciderlo.

Hermione evitò l’ennesimo incantesimo scagliatogli addosso nascondendosi con i ragazzi sotto una grossa campana.


--


Santana si sedette sul gradino che conduceva alla grande scrivania.
Era sconvolta dalle parole del preside.
Allora era tutto vero?

Harry era davvero l’ultimo horcrux e lei era stata designata per scortarlo a morire.
Non poteva, non voleva crederci.

L’uomo abbassò lo sguardo, evidentemente dispiaciuto per quando gli aveva appena detto.

Era raro che il suo volto raccontasse un’emozione, ma in quel caso non era così.

Un rumore di porta li fece ridestare.
L’uomo guardò Santana e le fece cenno di nascondersi.

Santana allora si alzò e si nascose dietro una delle grandi libreria.

-Severus- disse la voce dell’uomo che era appena entrato.

A Santana quella voce sembrò familiare. Che fosse il papà di Draco, Lucius Malfoy?

-Il signore Oscuro vuole vederti- disse ancora l’uomo.

Severus non rispose, semplicemente uscì dalla stanza.

Lucius Malfoy diede un’ultima occhiata alla stanza e uscì chiudendosi la porta alle spalle.


Santana sentendo ormai lontani i pensieri dei due mangiamorte, uscì dal proprio nascondiglio.

L’ispanica cominciò a camminare avanti e indietro nella grande stanza dove un tempo aveva imparato a controllare il potere della sua mente.

Doveva capire quando parlare con Harry, cosa dirgli e come dirglielo.

Si fermò a guardare il quadro di Silente, dove il preside era intento, come al solito, a dormire.

-Non credo tu debba girarci troppo intorno, Harry Potter è un ragazzo intelligente…-

L’ispanica riconoscendo quella voce calda, si girò verso l’alto.

E infatti sopra la grande libreria, decisamente molto impolverato, giaceva il cappello parlante.

-Come fai a ricordarti il mio nome? Ho fatto lo smistamento nove anni fa…-

-Ricordo tutti i casi difficili Signorina Santana Marie Lopez- rispose a tono il cappello a punta.

-Il mio è stato un caso difficile?-
-Certo che lo è stato! Stavo per pronunciare la tua futura casa quando hai iniziato a chiedermi di non metterti li…-

-Davvero?- Chiese divertita Santana che aveva rimosso quell’episodio.

-Perché credi che Silente ti abbia lasciato la spada di Godric Grifondoro?-

Santana guardò il cappello ricordandosi delle parole del preside.

-A Santana Marie Lopez lascio la spada di Godric Grifondoro… Nella speranza che il coraggio e la lealtà, nobilitino le anime di chi si metterà sulla sua strada…-


--


-Avete combattuto con valore ma in vano… Io non desidero questo… Ogni goccia di sangue magico versato, è un terribile spreco, pertanto ordino alle mie forze di ritirarsi. In loro assenza disponete dei vostri morti, con dignità… Harry Potter, ora mi rivolgo direttamente a te, questa notte hai consentito che i tuoi amici morissero per te invece che affrontarmi di persona… Non c’è disonore più grande… Raggiungimi nella foresta proibita e affronta il tuo destino… Se tu non lo farai, io ucciderò ogni fino all’ultimo uomo, donna o bambino, che cercherà di nasconderti a me…-

Santana, appena fuori dall’ufficio di Silente, alzò la testa provata.
Le parole di Voldemort erano state fin troppo precise e incisive.

Il momento era arrivato, doveva trovare Harry e dirgli tutta la verità.

E poi l’avrebbe accompagnato a morire.

Improvvisamente le venne in mente di Quinn. Ad un certo punto aveva smesso di sentirla.

Così cominciò a scendere le scale incrociando, di volta in volta, i corpi senza vita di persone che conosceva o che aveva conosciuto per caso.
Ogni gradino che scendeva la paura di trovare uno dei suoi amici, disteso a terra, aumentava sempre di più.

-Sannie!-

L’ispanica si voltò verso destra, tutto ammaccato ma ancora in piedi c’era Dave Kurofsky.

A Santana le venne subito da sorridere, ma sentendo che qualcosa non andava, si avvicinò a lui con timore.

-È successo qualcosa a Victor?-

Il ragazzo scosse la testa –Thor sta bene… Si sta facendo medicare giù…-

Santana allora continuò a fissarlo cercando di capire.

-Kurt…- disse, buttandosi tra le sue braccia.

Santana lo strinse con forza leggendo nella sua mente l’immagine massacrante di quando il ragazzo aveva scoperto i corpi senza vita di Kurt e Blaine.

La latina lo strinse ancora di più, senza dire niente.


Dopo un po’ Dave si staccò provando ad asciugarsi le lacrime

Santana allora decise di fare quella domanda che tanto temeva.

-Hai notizie di Quinn? Puck e Rachel?-

Il ragazzo scosse la testa.
-Dov’è Hermione?- Domandò subito dopo.

-Con Harry e Ron-
-Riesci a sentirla? Ma non l’avevi oscurata?- Chiese sorpreso lui.

-Infatti…- rispose confusa la ragazza –ma per qualche motivo so che è fuori pericolo…-
Il ragazzo annuì sorridendo appena.

-Andiamo a cercare gli altri-

I due scesero fino al piano terra facendo slalom tra le macerie della scuola.

Avevano la morte nel cuore, quel castello era stata la loro casa per troppo tempo, non poteva essere stata ridotta così.

L’ispanica si fermò.
-Lo senti anche tu?-

Dave la guardò confuso.

-È il pianto di un bambino…- disse sorridente la ragazza.
-Un bambino?-
-Il figlio di Quinn… è nato!- disse ancora Santana.

Dave seguì Santana fino alla classe di incantesimi.

L’ispanica vide un paio di ragazzi accerchiare quello che poteva essere un lettino.
Dai capelli biondi e una buffa cresta riconobbe subito Sam e Puck.

Tirò un respiro di sollievo, almeno loro erano vivi.

Puck sentendo la presenza di qualcuno si girò verso di lei.

L’ispanica notò subito gli occhi lucidi, ma un secondo dopo una voce che avrebbe riconosciuto anche fra mille, la chiamò.

-Sannie…-
Santana scavalcò Puck e Sam e si fiondò sul lettino dove distesa con in braccio un bebè c’era Quinn Fabray che sorrideva a fatica.

L’ispanica la strinse con forza e cominciò a piangere.

-Per Salazar Fabray, mi hai fatto preoccupare- disse continuando a piangere dalla commozione.

Poi si staccò e guardò il bambino che teneva stretto.

-È bellissimo- disse commossa.

Quinn si fece seria e Santana perse un battito, conosceva bene quell'espressione.

 -E' una femmina Sannie... Si chiama Rachel…-


Il sorriso le morì in volto.

Quinn si voltò verso destra.
Santana seguì il suo sguardo.
A terra, su un paio di barelle, distesi l’uno accanto all’altro, c’erano Finn Hudson e Rachel Berry.

La latina si portò una mano sulle labbra.
Non poteva essere, non Rachel.
-NO!-


Un secondo più tardi sopraggiunse Hermione che l’abbracciò con forza sorreggendola in quel pianto.

A vedere quella scena, a Quinn sfuggì un'altra lacrima, l’ennesima di quella notte.

Puck allora le si avvicinò.
Quinn si strinse a lui e a sua figlia cercando di non pensarci, ci sarebbe stato tempo.


-Chi altro?- Chiese Santana guardando la sua ragazza.
-Fred…-
-Fred Wesleay?- Chiese l’ispanica.

Hermione annuì con gli occhi lucidi.

-E poi?-
-Tonks e Lupin…-
Santana abbassò lo sguardo sempre più sconvolta cercando di trattenere le lacrime.

-Amore…- le disse Hermione stringendola di più a sé.
-Non è giusto…-
-lo so…- rispose la grifondoro.

-Dov’è Harry?-
-Nella sala grande con Ron…-
Santana annuì -devo parlare con lui…-

Hermione dopo un attimo di esitazione guardò Santana con uno sguardo consapevole.

-Sai già di cosa sto parlando?- Chiese Santana leggermente sorpresa.

-Credo di sì…-
-Ed Harry?-
-Penso l’abbia capito da un pezzo…-
-Io devo andare con lui Hermione-
-Perché?-
-Perché me l’ha chiesto Silente…-

Hermione scosse la testa terrorizzata–no, no…-

-Devo-
-Vengo con voi!-
-No…- Rispose ferma Santana.

Hemione non avendo più parole per replicare le si fiondò tra le braccia e la baciò con passione.

-Staremo insieme…- disse l’ispanica staccandosi.

Hermione annuì asciugandosi le lacrime.

-E lo sai perché?-

La grifondoro scosse la testa.

Santana allora sorrise mentre una lacrima aveva appena preso a rigarle il viso.

-Perché ti amo… e non avrebbe senso vivere questa, o qualsiasi altra vita, senza di te-




--
--





Scrivere questo capitolo è stata un'impresa,
ma anche gli altri due che seguono non sono da meno.

Se in questo capitolo vi siete commossi, preparate tanti fazzoletti per il prossimo.

Aspetto i vostri pensieri per commentare con voi,
A presto
Chiara


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Capitolo 17
*** i doni della Morte pt.1 ***


obliviate 3.17

-Torna indietro Santana- disse Harry avanzando nella penombra della foresta proibita.
-No… E poi ho il tuo mantello dell’invisibilità- replicò la ragazza sorridente con in mano il mantello argenteo.
-Già…-

-È uno dei doni della morte…- pensò ad alta voce Santana.

-Insieme alla bacchetta di sambuco che adesso appartiene a Voldemort e alla pietra della resurrezione- rispose Harry.

-Chissà se esiste? Strano che Silente non l’abbia mai trovata… Bramoso com’era-

Harry alle parole di Santana si fermò.

Santana dopo un paio di passi, sentendo che il ragazzo era rimasto indietro, si fermò e si girò verso di lui.

Il ragazzo infilò la mano nel taschino e tirò fuori il piccolo boccino d’oro che il preside gli aveva lasciato in eredità.

Lo portò sulle labbra e sulla patina d’oro comparve una scritta: mi apro alla chiusura.

-Sto andando a morire- disse il ragazzo sotto lo sguardo confuso di Santana.

Il boccino cominciò a fluttuare per aria e si aprì in due, e al suo interno comparve una piccola pietra.

Harry l’afferrò e lo strinse con forza.

Santana faticava a capire.

Improvvisamente, la foresta cominciò a risplendere.

Harry e Santana si guardarono intorno accorgendosi di non essere più soli.

-Sirius, Lupin…- disse Harry riconoscendo il proprio padrino e il suo vecchio insegnante.

Santana sorrise non appena vide materializzarsi proprio davanti a Harry entrambi i suoi genitori.
Che cos’erano fantasmi?

Così cominciò a guardarsi intorno e proprio accanto a lei si materializzò Rachel Berry.

-Berry?- Si stupì Santana vedendo il fantasma dell’infermiera.
La ragazza sorrise.
L’ispanica istintivamente le si avvicinò a l’abbracciò, ma le sue braccia le passarono attraverso.

-Sveglia come sempre Santana- commentò l’infermiera.

-Cosa sei?- Chiese la mora ancora sconvolta.
-Sinceramente non lo so, un pensiero, un ricordo… O forse solo… Io in versione  fluttuante- disse Rachel con un mezzo sorriso.

-Mi dispiace…- rispose provata Santana.

-Va bene così, sono morta per una buona causa- sorrise l’infermiera.
-Quinn sta bene… e anche la bambina e Puck- cercò di argomentare Santana ma non trovava davvero le parole.
-Lo so- la rassicurò Rachel mentre accanto a lei compariva un altro fantasma molto più alto di lei.
L’ispanica riconobbe immediatamente il bulgaro che tanto aveva infastidito l’anno precedente.
Il ragazzo le sorrise mentre appoggiava una mano sulla spalla di Rachel.
Santana provò una pena indescrivibile e gli occhi le si inumidirono, avrebbe dovuto fare di più.

-Asciugati le lacrime Sannie, non vorrai farti vedere da Lei in questo stato-
Rachel guardò dritto oltre l’ispanica e sorrise.


La serpeverde seguì la traiettoria indicatole dalla cugina e si voltò lentamente.


-Amore-

Santana sbatté le palpebre un paio di volte completamente incredula.

A pochi passi da lei c’era Brittany vestita completamente di bianco, che la guardava con un sorriso che avrebbe illuminato anche la notte più buia.

-Brittany?- disse Santana con la voce spezzata.

La bionda sorrise ancora.

-Ti trovo in forma Sannie…- disse subito la ragazza cercando di smorzare la tensione.

Santana fece un paio di passi verso di lei con lo sguardo sempre più sconvolto.

-Tu… Io…- cercò di argomentare con fatica.

-Respira amore, non è morto nessuno- disse sarcastica la bionda.

L’ispanica non riuscì a trattenersi e sorrise facendo cascare un paio di lacrime per la commozione.

-Finalmente sorridi- constatò la bionda –sei più bella quando sorridi-

-Tu... Sei... meravigliosa- riuscì a dire la latina mentre si asciugava le lacrime.


-La tua fidanzata potrebbe essere gelosa…- ridacchiò la tassorosso.

L’ispanica sbiancò e Brittany si fece immediatamente seria.

-Io non… tu…- cercò di argomentare la latina mentre andava nel panico.

Brittany scoppiò a ridere -sto scherzando amore, sto scherzando…-

Santana la guardò affondo cercando di capire se quei meravigliosi occhi cielo erano sinceri.

-In realtà sono felice che hai finalmente ricominciato a vivere…- aggiunse seria Brittany ma sempre con il sorriso sulle labbra.

-Davvero?-

-Certo Sannie… Ho sempre voluto il meglio per te…-
Santana sorrise guardandola dolcemente.

-E poi Hermione mi piace… Insomma è merito suo se non mi hai cancellato, no?- disse ancora Brittany.

A Santana venne in mente il giorno in cui la grifondoro le aveva impedito di fare l’obliviate.

-Non volevo… Ma tu non c’eri più e nulla aveva senso- balbettò Santana cercando di giustificarsi.

-Lo so amore…- disse la ragazza cambiando espressione.

Fu solo per un istante, ma Santana intravide un luccichio negli occhi che fino a quel momento Brittany non si era concessa di mostrare.

La bionda abbassò lo sguardo arrossendo appena.

-Per Salazar sei tu! Sei vera?- disse ancora Santana -Io non... vorrei solo stringerti…- aggiunse con un filo di voce.

Brittany sorrise facendosi scappare un velato “anche io”.
Santana increspò un sorriso mordendosi un labbro.

-Mi dispiace per quello che è successo Sannie- disse poi il fantasma –ma chi poteva saperlo che era una passaporta-

Santana scosse la testa –avrei dovuto proteggerti-

-L’hai sempre fatto…-
-No…-
-Sì amore mio, e lo fai ancora…- replicò Brittany cercando i suoi occhi.
-Non è vero…-
-Tu mi proteggi Santana, mi proteggi ogni volta che mi nomini e ti fermi a pensarmi… Non potrei essere più fortunata-

A Santana scivolò un’altra lacrima.

-Non piangere amore mio- le sussurrò la bionda con gli occhi dispiaciuti.

Santana non rispose, semplicemente la fissò ancora per qualche secondo, perdendosi in quei lineamenti perfetti.

Brittany arrossì violentemente sotto lo sguardo intenso della latina.
Era sempre stato così, e sarebbe stato così anche tra un milione di anni, viva o morta.

-Non piango- disse sorridendo e tirando su con il naso.
-Per Salazar... Britt ci sono una marea di cose che vorrei dirti-

-Non puoi- disse la tassorosso.
Poi si avvicinò di più a lei e cominciò a parlare sotto voce -devi andare a salvare un amico…-

-Hai parlato con Silente?- Chiese confusa Santana.
Brittany sorrise.

-Era tutto calcolato? Lui voleva che venissi qui per permettermi di parlare con te?- Chiese sorpresa l’ispanica.

-Ti sorprenderebbe sapere quante cose abbiamo in comune con il buon vecchio Albus!-

L’ispanica strabuzzò gli occhi e Brittany le fece l’occhiolino.

Un istante dopo, dietro Brittany si materializzò una donna.
Santana non poteva esserne certa, ma non era la prima volta che la vedeva.

Il fantasma allungò la mano e la poggiò sulla spalla di Brittany.

La tassorosso, riconoscendo il tocco di sua madre, si girò verso di lei e le annuì.

-Devo andare adesso- disse la bionda sempre con molta serenità.
-Aspetta…- Santana prontamente allungò la mano per afferrarle il braccio ma questa le passò attraverso.
Brittany abbassò lo sguardo dispiaciuta.
-Scusa…- disse Santana imbarazzata.

-Non preoccuparti, è molto più bello se sei tu a passarmi attraverso…-

Dietro di lei Sue si schiarì la voce per rimproverarla.

Brittany allora alzò gli occhi al cielo e Santana capì che non poteva troppo sbilanciarsi nelle manifestazioni d’affetto.
Forse perché era solo, un fantasma?


-Adesso devo andare però…-
-Ma se Silente ti ha mandato qui, saprai anche come faccio a salvare lo sfregiato?-
-Tu sai già come salvarlo Sannie!-
-Ah si?-
Brittany sorrise -Cavolo Santana, sei davvero la serpeverde più fasulla che abbia mai conosciuto-

L’ispanica accigliò entrambe le sopracciglia senza capire a pieno le parole della tassorosso.

Brittany semplicemente sorrise.

-Va…- disse poi, sapendo che il tempo a loro disposizione era finito.

Al suono di quelle parole il fantasma di Sue scomparve e quello di Brittany cominciò a diventare sempre più trasparente.

A Santana cominciò a battere forte il cuore, non era pronta a lasciarla andare.
Non lo era mai stata.

-E se volessi vederti ancora? Mi basterà usare la pietra?-
-Non ti serve una pietra per vedermi Sannie, tu sai dove trovarmi…- disse Brittany indicandole il petto.
Santana si toccò il proprio petto all’altezza del cuore che batteva fortissimo.

Poi rialzò gli occhi verso di lei, ancora umidi.

Brittany si morse un labbro e, vedendo che attorno a lei tutti i fantasmi erano praticamente scomparsi, inspirò profondamente e si avvicinò alla sua ragazza.

Fu solo per un attimo, lo spirito di Brittany prese corpo e annullò le distanze che la separavano da Santana.

L’ispanica chiuse gli occhi assaporando ogni istante di quel momento magico.

Brittany si staccò prima di subito strabuzzando gli occhi –Wow… Mi cacceranno dal paradiso per questo… Ma… Wow-

-Davvero potrebbero farlo?-
Brittany scosse la testa –nahh…-

-Com’è il paradiso?- Chiese l’ispanica.
-Sannie!- La rimproverò Brittany.
-Va bene vado…- disse la latina con sguardo finto colpevole.

-Brava… E mi raccomando… comportati bene con Hermione… Non fare al solito tuo che dai di matto e…-
-Ehy! Ma tu da che parte stai?- Chiese l’ispanica alzando un sopracciglio.

Brittany sorrise divertita, poi si ricordò che doveva dire a Santana ancora una cosa.
-Ah Sannie… Devo chiederti un favore-


--


Harry e Santana, ormai vicini alla radura di mangiamorte, avanzavano lenti.
Erano entrambi sconvolti per l’esperienza appena vissuta.
In particolare Harry sembrava ogni passo più agitato.

-Metto il mantello- disse Santana.
Il ragazzo annuì senza dire niente.

Allora l’ispanica temporeggiò a mettersi il mantello e gli si piazzò davanti.
Sul volto del ragazzo si dipinse un’espressione confusa.

Senza dire una parola, l’ispanica l’abbracciò con forza.
Poi si staccò e si mise il mantello.

-Buona fortuna Harry- disse, prima di scomparire.
-San…- la richiamò il ragazzo.
L’ispanica allora si tolse il cappuccio rimanendo con la testa sospesa in aria.
-Prendi la mia bacchetta, tanto non mi serve…- disse lui allungandole la bacchetta.

Santana afferrò la bacchetta facendo comparire la mano dal nulla e si rimise il cappuccio.

Harry annuì con un mezzo sorriso ed entrò dentro la piccola radura.

Santana seguì con lo sguardo il ragazzo, poi si guardò intorno riconoscendo immediatamente l’albero da cui avrebbe dovuto seguire tutta la scena.

Dopo le parole di Piton, non aveva più dubbi che il sogno ricorrente fosse una premonizione.
Ma d'altronde Silente aveva da tempo deciso che il posto di Santana in quella notte, doveva essere li, accanto ad Harry.

Santana fece un lungo respiro e si avvicinò all’albero alla sinistra di Harry.
Quella radura era un concentrato di frustrazione odio.
Non lontano, infatti, poteva intravedere i mangiamorte, il serpente Nagini e, ovviamente Voldemort.

Alla vista dell’essere si sentì mancare.

Era la prima volta che lo vedeva dal vivo e metteva i brividi.
Accanto a lui Bellatrix Lastrange e Sebastian Smythe sorridevano vittoriosi.

-Harry no! Che cosa ci fai qui?-
Le urla di un Hagrid incatenato ad un albero la destarono.

Harry era appena entrato nella radura.

Santana seguì il passo lento di Harry fino a quando questo non si fermò ad una manciata di metri da Voldemort.

-Harry Potter, il ragazzo che è sopravvissuto… venuto a morire… per me- disse l’essere.

L’ispanica si guardò intorno, sapendo bene che quelle parole era un campanello d’allarme.
Se Silente l’aveva mandata li, doveva esserci un motivo.

Voldemort alzò la bacchetta e la puntò verso Harry.

Santana sempre più agitata era come paralizzata, cosa doveva fare?

-Avada Kedavra- urlò Voldemort e subito dopo un lampo verde si scagliò violento contro il ragazzo.

Alla vista di quell’omicidio, Santana si mise una mano davanti la bocca per evitare di urlare.


Harry era morto.
Harry Potter era morto e lei non aveva fatto niente per impedirlo.



--
--


Ok... Quanti di voi si aspettavano questa scena?
quanti ci speravano?
e quanti ne sono rimasti sorpresi?
Ho aspettato quasi un anno per scriverla... diciamo che uno dei motivi per cui ho scelto di continuare a scrivere obliviate era proprio questo.
L'ho scritta e l'ho riscritta miliardi di volte..
volevo raccontare tante cose e tante emozioni... Personalmente mi sono emozionata molto a scriverlo... E far parlare Brittany è stato...Wow...

Non aggiungo altro,

A prestissimo
C

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Capitolo 18
*** i doni della Morte pt.2 ***


obliviate 3.18
Harry era morto.
Harry Potter era morto e lei non aveva fatto niente per impedirlo.

Alla vista di Harry disteso per terra, l’ispanica era rimasta impietrita.
Si sentì mancare.
Cosa avrebbe dovuto fare?
E perché non l’aveva fatto?

Un paio di lacrime le scivolarono ribelli seguendo tutto il contorno del viso, arrivando silenziose, alla sacca aperta che l’ispanica aveva con sé.

Un’altra goccia e qualcosa cominciò a luccicare.

Santana spostò lo sguardo verso la sacca dove aveva custodito il cappello parlante e rimase sbalordita.

-Mio Signore? State bene?- Chiese Bellatrix cercando di aiutare l’essere a rialzarsi.
-Non mi serve il tuo aiuto!- Disse serio Voldemort mentre si alzava con fatica continuando a guardare il corpo accasciato di Harry.

-Sebastian- disse poi.

Il ragazzo si girò verso il Signore Oscuro e annuì.

Santana ancora sorpresa per la scoperta appena fatta guardò il ragazzo spostarsi verso Harry.

“Santana”

Il suo nome pronunciato con fatica dalla mente di Harry Potter la fece sobbalzare.
Harry era vivo,
Harry era vivo e poteva comunicare con lei.

Santana guardò Harry, poi Sebastian, e poi la spada di grifondoro, luccicare dentro la sua sacca.

-A Santana Marie Lopez, lascio la spada di Godric Grifondoro… Nella speranza che il coraggio e la lealtà, nobilitino le anime di chi si metterà sulla sua strada…-

Santana sbatté le palpebre un paio di volte ricordandosi di un altro dettaglio che aveva fino ad allora trascurato.
Lei poteva influenzare il pensiero, glielo aveva detto Silente un anno prima.

-Ma professore lei crede che davvero che un uomo che ha manomesso il proprio ricordo fossa fornirmi la risposta?-
-No, è ovvio che il professor Lumacorno si stia proteggendo da qualsiasi tentativo di invadergli la mente… Tuttavia conoscendo Horace credo sia molto incline alla persuasione…-
-Persuasione?-
Silente sorrise.
-Quindi oltre a leggere la mente... Crede che possa anche riuscire a controllarla?-
-I genitori di Brittany sono morti, rammenti?-

-Il ragazzo? È morto?- Chiese Bellatrix guardando Sebastian che ormai era praticamente davanti Harry.

Sebastian si inginocchiò per sentire il battito.
La latina allora si concentrò su di lui.

“Sebastian tu non sei come loro…”

L’ex cercatore dei serpeverde, sentendosi invadere la mente si bloccò.

“Credi di non avere scelta ma non è così… Si ha sempre una scelta”

Il ragazzo vide la testa di Harry muoversi appena.
“Dove sei Lopez?” Chiese mentalmente Sebastian.

“Stai tranquillo Smythe ti copro le spalle… serpeverde una volta serpeverde per sempre” lo rassicurò Santana.

Il ragazzo sorrise appena per poi tornare subito serio.

-È morto- disse guardando Voldemort e gli altri mangiamorte.

Poi si voltò verso l’albero alla sua sinistra come se sapesse.
Santana gli sorrise da sotto il mantello tirando un respiro di sollievo.


--


In quello che era stato, in un tempo non troppo lontano, il cortile interno della scuola, si erano radunati praticamente tutti.
Da una parte l’esercito dei mangiamorte con davanti Hagrid che teneva tra le braccia il corpo di Harry, mentre dall’altra rimaneva tutto il mondo magico: auror, allievi, professori e sopravvissuti.
Precisamente al centro dei due gruppi, Voldemort stava osteggiando la sua vittoria.

Hermione con accanto Ron, Quinn, Puck e Dave si guardava intorno cercando Santana.
Sapeva che era viva, e in cuor suo, anche se il suo amico sembrava morto, sapeva che non era tutto perduto.

Non ancora.

“San… Amore… Dove sei?”
“Come fai a sentirmi? Ti ho oscurata” rispose con voce sorpresa Santana.

Hermione si guardò intorno continuando a non vederla.

“Non lo so, ma ti sento… San dimmi che sta succedendo… Stai bene? Harry?”

-Stai parlando con lei? Come fai a parlare con lei ti ha oscurata?- Le bisbigliò all’orecchio Quinn.

Hermione la guardò scioccata –come fai a sapere che sto parlando con lei?-

-Ti sei messa a fissare un punto imprecisato… Dov’è? Anzi aspetta glielo chiedo io-

“Per la barba di Merlino Lopez, dove diavolo sei finita?”

“Sentite ragazze volete lasciare a Paciock i suoi dieci secondi di celebrità?” rispose l’ispanica a entrambe.

Le due ragazze sorprese si girarono verso il centro del cortile dove si era appena spostato Neville.

-Vorrei dire una cosa- disse il ragazzo.
-Bene Neville sono certo che saremo tutti affascinati nel sentire quello che hai da dire- rispose Voldemort.
-Non importa che Harry sia morto, la gente muore tutti i giorni, amici, familiari… Sì, abbiamo perso Harry stanotte, ma lui è ancora con noi, qui dentro, e così Fred e Remus, Tonks… Tutti loro-

Santana sempre sotto il mantello e a pochi passi da Harry guardava il ragazzo ammirata.

-Non sono morti invano…- continuò il ragazzo prima di girarsi nuovamente verso Voldemort -Ma tu lo sarai-

Il Signore Oscuro cominciò a ridere.

-Perché ti sbagli! Il cuore di Harry batteva per noi, per tutti noi-

Neville allora alzò la bacchetta verso di lui.

Proprio in quel momento, Harry scivolò dalle braccia di Hagrid e Santana si tolse il mantello dell’invisibilità comparendo dal nulla.


-Potter!- Urlò l’ispanica lanciandogli la bacchetta.
Harry l’afferrò lanciando subito un incantesimo contro il serpente.


Santana invece si catapultò verso Hermione per stringerla con forza.

-ti amo, ti amo, ti amo, ti amo!- Le disse velocemente Santana.

-Come se avessimo dei dubbi- urlò Quinn che insieme agli altri studenti stava rientrando velocemente nel castello.
Santana, non curante delle parole della migliore amica, si staccò dalla forte presa e guardò negli occhi la sua ragazza che sembrava paralizzata da quelle dichiarazioni così forti.

-E che sento che potrei scoppiare se non te lo ripeto duecento volte-
-Oook… Magari prima vinciamo la guerra- rispose Hermione sorridendo.


-Attiriamolo nel castello dobbiamo distruggere il serpente- disse Harry passando in mezzo alle due ragazze.

Santana allungò la mano per afferrare la sua.
-Andiamo!-


--


Tra saette e lampi colorati, gli studenti correvano per il castello continuando a scontrarsi con i mangiamorte.
Tuttavia, questa volta, erano in maggioranza.
Molte mangiamorte, infatti, scoprendo che Harry Potter era ancora vivo, avevano deciso di disertare e smaterializzarsi lontano.

-Dove sono andati?- Chiese Hermione cercando Harry e Voldemort.
-Harry se la caverà… noi dobbiamo trovare il serpente- replicò Santana.
-Abbiamo le zanne di basilisco!- S’intromise Ron facendo vedere le zanne all’ispanica.
-È un inizio- rispose lei.

-La testa!-
Santana si girò velocemente verso l’urlo del suo amico Dave, e abbassò la testa.

Un attimo dopo Dave e Krum erano passati sopra di lei volando su un paio di scope.



-Tu a destra io a sinistra!- Urlò il ragazzo appena fuori dal castello.
I due giocatori di quidditch si separarono planando nelle due direzioni opposte, disegnando un grande cerchio nel cielo.

Davanti a loro i fratelli Carrow volavano dentro due nuvole di fumo nero.

I due ragazzi tirarono fuori le bacchette cominciando a tracciare la loro scia.

-Ancora una volta!- Urlò Kurofsky.

Krum volò verso destra continuando a disegnare il cerchio magico, stessa cosa fece Dave verso sinistra.

Senza accorgersene i due Carrow erano in trappola, rinchiusi in un vortice di energia.

Dave guardò Victor e sorrise soddisfatto.


--


Sulla grande scalinata centrale, Santana ed Hermione stavano combattendo fianco a fianco contro tre mangiamorte.

Non poco lontano da loro c’era Ron spalleggiato da Kitty.
Anche loro erano impegnati a combattere contro un paio di mangiamorte.

Santana con un abile movimento del braccio, parò l’ennesimo attacco di uno dei tre mangiamorte.

Hermione, senza dire niente, fece uno scatto e agitò la bacchetta andando a schiantare il mangiamorte che aveva provato a colpire Santana.

L’ispanica a quel punto strabuzzò gli occhi e guardò Hermione con aria interrogativa.

-Che c’è?- Chiese la grifondoro con sguardo fin troppo innocente.

Allora Santana si girò a guardare i due mangiamorte rimasti e, senza neanche agitare la bacchetta, disse con aria seccata –mi avete stancato-

Un secondo più tardi, i due mangiamorte erano volati fuori dalla grande finestra.


-Potevi farlo prima- la schernì Hermione.
-Come hai fatto?- Chiese l’ispanica.
-Come ho fatto a fare cosa?-
Santana inclinò di poco il capo e la guardò –mi prendi in giro? Hai fatto un incantesimo senza pronunciarlo!-

Hermione sorrise appena cercando di articolare una risposta.


-Lopez attenta!-

Santana si voltò e vide Bellatrix Lastrange lanciare un pugnale proprio addosso a lei.

Successe tutto troppo velocemente, l’ispanica non fece in tempo a spostarsi che Sebastian si era già buttato letteralmente in mezzo, prendendo in pieno il pugnale della mangiamorte nel petto.

Bellatrix guardò il ragazzo scioccata –non è ancora finita, carine!– disse, prima di smaterializzarsi nuovamente.

-No!- urlò l’ispanica avendo realizzato solo in quel momento che il ragazzo era stato ferito a morte.

Sebastian barcollò e cadde a terra.
Santana gli afferrò delicatamente la testa.

-Alla fine, te le ho coperte io le spalle…- disse il ragazzo con un sorrisetto divertito, mentre dalla bocca continuava a sputare sangue.

-Hai sempre avuto degli ottimi riflessi Smythe- rispose Santana commossa.
Accanto a lei Hermione non sapeva cosa dire.

-Sai cosa?- Disse lui.
L’ispanica lo guardò interrogativa.

-Avrei voluto fare prima la scelta giusta… Proprio come te- disse spirando il suo ultimo respiro.
Santana abbassò lo sguardo e la mano di Hermione si poggiò sulla sua spalla.

-Harry è vivo grazie a lui… E a quanto pare anche io- disse guardando la sua ragazza.
-Che vuoi dire?-
-Silente voleva che cambiassi il suo pensiero… Era l’unico modo per Harry di sopravvivere-
-Ci sei riuscita…-

L’ispanica scosse la testa –no… alla fine ha scelto da solo… Come adesso-

Santana si premurò di chiudergli gli occhi e di accasciarlo delicatamente sul pavimento.
Hermione allungò la mano aiutandola ad alzarsi.



-Bombarda-

Le due ragazze si girarono contemporaneamente verso il tetto che era appena stato bombardato.

Santana guardò immediatamente Hermione schiantandola dalla parte opposta.

Un secondo dopo la cascata di pietre le crollò addosso.


--


Sulla torre di astronomia Harry Potter e Voldemort, combattevano la loro ultima battaglia.

-Sai avevi ragione!- Urlò Harry mentre Voldemort lo spingeva sul cornicione -quando hai detto al professor Piton che la bacchetta ti resiste e ti resisterà sempre-

-Io ho ucciso Piton- Replicò l’essere con la bacchetta puntata verso di lui.

-E se la bacchetta non fosse appartenuta a Piton… E se la sua lealtà fosse diretta a qualcun altro- disse Harry con le sue ultime forze.

Voldemort non rispose ma sembrò pensarci su.

Harry allora ne approfittò per afferrarlo.
-Avanti Tom, finiamola come abbiamo cominciato… Insieme-


--


Hermione aprì gli occhi, davanti a lei una montagna di pietre le ostruiva il passaggio.
Si guardò intorno e Santana non c’era.
Perse un battito al pensiero che potesse essere finita sotto le macerie.

-Santana? San amore rispondi!-

Niente.
Nessuna risposta.
Soltanto un sibilo fastidioso.

Hermione si voltò dal lato opposto dalla frana e, a pochi metri da lei c’era il grosso e strisciante Nagini.


--


-Ma perché non sei rimasta con nostra figlia… Reducto!- urlò Puck mentre lanciava l’ennesimo incantesimo.
-Dovevo combattere...- rispose Quinn dandogli le spalle.
-E credi che lasciarla con la McGranitt sia stata una buona idea?- chiese lui mentre continuava a combattere –Bombarda!-

Puck fece esplodere un pilastro e i due mangiamorte davanti, saltarono in aria.

-Ma certo! Minerva non vedeva l’ora… Experliamus!-
La bionda agitò la bacchetta e il mangiamorte davanti a lei si schiantò su un pilastro.


-Bene bene bene… Quinn Fabray… La compagna di stanza…-

Quinn si voltò verso la donna che l’aveva appena chiamata –Bellatrix Lastrange-

-Non sono riuscita a uccidere la tua amica, ma con te, stai sicura che non sbaglierò- aggiunse Bellatrix.

La bionda deglutì a vuoto, accanto a lei Puck aveva la bacchetta puntata contro la strega.

-Non ne sarei così sicura- replicò Quinn che tentò invano di agitare la bacchetta.

Bellatrix fu veloce, e con un solo movimento disarmò entrambi i ragazzi.

-Trasformati, scappa!- le sussurrò Puck.

-Non ti lascio- rispose la bionda afferrandogli la mano.

-Che carini… così innamorati… e così stupidi!- ridacchiò sadica la mangiamorte avvicinandosi sempre di più a loro.


-Incastra!!!-

Improvvisamente la donna venne immobilizzata da una pianta.
Prima le mani, poi il collo e mano a mano tutto il corpo.

-Ma cosa?- Provò a dimenarsi la mangiamorte.

Da dietro Bellatrix comparve Sam con in mano la sua bacchetta.

Puck e Quinn tirarono un respiro di sollievo.

-Bel tempismo fratello… Ma… Davvero, una pianta?- Chiese Noah guardando Bellatrix assomigliare sempre di più ad una mummia.

Sam guardò prima Bellatrix e poi i suoi amici -è carnivora…-


--


Harry e Voldemort si schiantarono a terra facendo volare entrambe le bacchette proprio in mezzo al loro.
Harry aprì gli occhi e vide la bacchetta di sambuco.
Poteva ancora farcela.
Così cominciò a strisciare verso di essa.

Tuttavia anche Voldemort si era ripreso e stava già strisciando verso la stessa bacchetta.


--


-Che è successo?- Chiese Ron arrivando trafelato.
Hermione guardò prima il suo amico e poi il grosso serpentone alla sua sinistra.

Ron con in mano la zanna di basilisco si interpose tra Nagini ed Hermione.
Il serpente si mosse veloce attaccando il ragazzo.

-Dov’è finita la tua ragazza?- Urlò lui mentre evitava di essere morso.
Hermione cominciò a pensare intensamente alla serpeverde.
“Santana…”

Dalla parte opposta alla frana, l’ispanica era distesa a terra con gli occhi chiusi, priva di sensi.

--


Harry afferrò la propria bacchetta e si alzò da terra.
Contemporaneamente Voldemort fece lo stesso.

Entrambi puntarono la bacchetta l’uno contro l’altro.
-Experliamus-
-Avada Kedavra-

Un raggio verde ed uno rosso si scontrarono.

Voldemort sembrava stremato ma anche Harry non era da meno.


--

Dentro il castello, Hermione e Ron stavano scappando dal serpente che l’inseguiva.
Non erano servite a niente le zanne del basilisco.
Si erano rivelate troppo piccole per colpire l’enorme animale.

Hermione nel fremito della corsa, si girò ancora una volta verso la frana che aveva divorato Santana.
“Santana, abbiamo bisogno di te”


Dalla parte opposta alla frana, l’ispanica aprì gli occhi.
Le pietre le ostruivano la visuale e faticava a capire cosa stesse succedendo.

Poi abbassò lo sguardo e vide la spada di grifondoro dentro la sua borsa.

Girò nuovamente gli occhi verso la frana.



Intanto Hermione e Ron, rinchiusi in un angolo da Nagini, non avevano più vie di fuga.

Un’esplosione attirò la loro attenzione.

La frana non c’era più e da una nuvola di polvere comparve Santana con in mano una spada scintillante.

L’ispanica corse verso di loro e con un colpo secco divise in due il serpente.

L’animale si polverizzò non lasciando nessuna traccia.

Santana con ancora il fiato corto, lasciò cadere la spada e sorrise.
Poi allungò la mano verso Hermione e Ron e li aiutò ad alzarsi.



Un attimo dopo tutti e tre correvano verso il cortile interno.

Il tempo sembrò fermarsi.

Harry era li, al centro del cortile, completamente circondato dalle macerie.
Tra le mani, teneva stretta la bacchetta di sambuco.

Davanti a lui Voldemort, si stava decomponendo in cenere.

Con gli occhi colmi di lacrime, Santana si strinse forte ad Hermione, sentendosi per la prima volta, dopo tanto tempo, al sicuro.

Era finita, era davvero finita.





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Pare che siamo arrivati alla fine.
In realtà questo capitolo era più lungo, ma l'ho volutamente spezzato (il prossimo sarà corto) perchè volevo dare il giusto tempo alle cose.
e poi ci sarà l'epilogo (curiosi...)

Alla fine  San ha fatto una cosa molto semplice,
ma è una di quelle cose che nel libro mi ha sempre lasciato un pò perplessa... Comunque ho cercato di mantenere la trama e quindi la redenzione.
Ho nel cuore Sebastian e non so fino a che punto è stato compreso, ma per me rimane un gran personaggio.
Poi Hermione... avete notato qualcosa di strano?

Poi poi... Sam e la pianta carnivora...
Sono stata un sacco di tempo indecisa su chi avrebbe ucciso Bellatrix...
Dave e Quinn erano dei gran candidati, ma tra una cosa e l'altra avevano avuto il loro momento... Per questo ho messo Sam... Mi è sembrata una cosa carina pure nei confronti di Brittany.

Il resto si commenta da solo,
Santana ha usurpato il posto a Neville... lo so... Ma ci stava *_*

Fatemi sapere che ne pensate voi...
Ormai manca davvero poco :)
grazie a tutti quelli che seguono questa storia...

A prestissimo
Chiara











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Capitolo 19
*** la bacchetta di Cedro ***


obliviate 3.19-Dovrebbe essere più riconoscente con la natura signorina Lopez- disse il preside Silente facendo ricrescere i fili d’erba che la ragazza aveva appena strappato.
L’uomo agitò la bacchetta facendo spuntare uno sgabellino e si sedette davanti alla ragazza; poi, guardò con attenzione la bacchetta con cui aveva appena fatto la magia.
Santana riconobbe la bacchetta di Brittany e guardò il preside con stupore.
-Vite, 13 pollici e mezzo con crine di unicorno, particolarmente flessibile… Si dice che la vite sia tra le più sensibili…-
-a riconoscere anche senza contatto diretto i loro padroni- completò l’ispanica come se conoscesse a memoria quella formula.
L’uomo sorrise passò la bacchetta a Santana che si premurò di afferrarla con cura.
-Si dice anche che i loro padroni siano particolarmente intuitivi-
Santana sorrise per la prima volta -è buffo, Brittany non era famosa per essere una persona intuitiva…- fece un respiro profondo, come se pronunciare quelle parole significasse rivelare un grandissimo segreto -ovviamente non era così…- concluse, prima di agitare la bacchetta e far comparire da terrà un girasole.
-Doveva avere un rapporto molto speciale con la Signorina Pierce, di solito le bacchette rispondono solo ai loro padroni-
Con fatica l’ispanica trattenne una lacrima e poggiò per terra la bacchetta, non voleva rispondere a quella domanda così poco velata.
-Professor Silente… Lei crede davvero a Potter… insomma alla faccenda di…-
-Di Voldemort?- Si affrettò a precisare il preside.
Santana annuì.
Silente sembrò pensarci su.
-Il signor Potter si è trovato ad affrontare qualcosa più grande di lui e sicuramente questo può averlo confuso, tuttavia, credo che tempi duri attendono Hogwarts -
-Non sono sicura di voler tornare…-
-Beh sarebbe un peccato Signorina Lopez, perderebbe l’occasione di fare d’assistente al prossimo insegnante di difesa contro le arti oscure…-
-Come scusi?-
-So che vuole diventare un Auror… Sicuramente questo impiego gioverebbe al suo curriculum- disse il preside Alzandosi dal piccolo sgabello che sparì improvvisamente.
Santana guardò l’uomo alzarsi non sapendo cosa rispondere.
-Non mi deve rispondere adesso, ha tutta l’estate per pensarci…- aggiunse il preside.
Santana guardò Silente allontanarsi e poi abbasso gli occhi sulla bacchetta di Brittany.
L'afferrò, la portò al petto e cominciò a piangere.
Da quel momento, non si sarebbe più separata da lei.


-A che pensi?-
Santana, con in mano la bacchetta di Brittany, si ridestò dai suoi pensieri e si girò a guardare Hermione.
La sua Hermione.
Anche piena di graffi rimaneva comunque bellissima.

Hermione arrossì appena.
Santana allora allungò la mano verso la grande quercia che era rimasta intatta, e ne accarezzò la corteccia.

-Pensavo a quando Silente mi ha proposto di tornare per fare da assistente alla Umbridge-
-A quando ti ha dato la bacchetta di Brittany…- aggiunse Hermione con tono leggermente inquisitorio.

Santana sorrise sapendo che era stata colta in flagrante.

-Sì... A quando mi ha dato la bacchetta di Brittany- ripeté, staccando la mano dall’albero per cingere Hermione sulla vita.

Hermione fece lo stesso e le due cominciarono a camminare.

-Sei molto perspicace ultimamente- la punzecchiò l’ispanica.

Hermione avvampò e abbassò lo sguardo.

-Che succede?- Chiese la latina con dolcezza.
-Devo dirti una cosa…-

Santana accigliò lo sguardo ma vedendo che l’altra era titubante, decise di sciogliere un po’ la tensione -puoi dirmi tutto Granger-

Hermione, sentendosi chiamare per cognome, sorrise.

-Credo che tu ti sia veramente innamorata di me…- cercò di argomentare.

Santana strabuzzò gli occhi -evviva la modestia-

-Quanto sei idiota! Guarda che sto cercando di dirti una cosa importante-

-Cioè? Che ti ho passato i poteri di Brittany?-

-Sì…- rispose secca Hermione, poi si girò a guardarla –No, aspetta quando l’hai capito?-

-Amore, ti avrò fatto l’incanto obscuro, ma sono pur sempre uno dei fiori all’occhiello di questa scuola… decaduta- disse la latina guardando quello che era rimasto del castello –allora? Com’è leggere il pensiero?- la punzecchiò l’ispanica.

Hermione si risentì –io non leggo nel pensiero, non ancora!-

-Ehy, non ti sto mica accusando!- la schernì ancora la latina –però se potessi leggere quello che sto pensando adesso, penso che sarei molto felice!- aggiunse Santana con un sorriso malizioso.

Hermione la guardò scioccata –pervertita! Com’era la formula dell’incanto obscuro?-

-Non se ne parla neanche!- l’interruppe Santana –abbiamo rischiato di morire per quella cazzata che ho fatto…-

-Amore siamo vive- cercò di calmarla Hermione.

-Per miracolo...-
-Ma io sentivo che stavi bene…- sorrise Hermione.
-Ma io no!- Replicò Santana –e questa cosa mi ha ucciso… Ogni giorno, per più di otto mesi Hermione…-

La grifondoro si sciolse davanti a quella dichiarazione d’amore e la strinse con forza.

-Ma l’incanto obscuro è irreversibile… Non c’è mago o bacchetta che possa scioglierlo!-

Santana ebbe come un’illuminazione.


--


Nella camera che in un tempo non troppo lontano era appartenuta a Santana e a Quinn, la corvonero se ne stava seduta sul letto con in braccio la sua bambina che dormiva beatamente.
Accanto a lei Noah Puckerman era incantato a guardare sua figlia.

-È bellissima…- disse il ragazzo con diversi tagli sul viso –proprio come sua madre-

Quinn al suono di quelle parole perse un battito.
-L’ha detto pure lei…- disse continuando a guardare sua figlia.

Puck, sentendosi in qualche modo colpevole dell’accaduto, abbassò lo sguardo.
-Dovevo essere più veloce… Se solo io-
-Sei stato fantastico Noah - l’interruppe subito Quinn guardandolo negli occhi.

Il ragazzo con la cresta incrociò i suoi occhi carichi di commozione, nonostante la notte folle appena trascorsa avesse lasciato dei segni evidenti su tutto il corpo, rimaneva sempre la ragazza più bella che avesse mai conosciuto.

Sorrise a quel pensiero ma si ridestò subito non sapendo più cosa la ragazza provasse per lui.

-Cosa faremo adesso?-
-Non lo so- rispose Quinn accennando un sorriso sincero.

Entrambi abbassarono gli occhi verso la piccola Rachel intenta a sbadigliare e sorrisero emozionati.


--


Fermi sul grande ponte che portava all’ingresso di Hogwarts, Harry Potter, con la bacchetta di sambuco puntata contro Hermione, si stava preparando a sciogliere l’incanto obscuro.

Non era sicuro del risultato, ma valeva la pena tentare.

Santana in piedi di fianco alla sua ragazza, le teneva stretta la mano.

Harry si girò per l’ultima volta verso l’ispanica che gli fece cenno di procedere.

Harry annuì e agitò la bacchetta –finitem incanto obuscuro-

Accanto a loro, Ron guardava la scena incuriosito.

Improvvisamente, una nuvola di fumo circondò la testa di Hermione cominciando a roteare con forza fino a dissolversi.

Hermione sbattè le palpebre un paio di volte e si voltò subito a guardare Santana, sapeva bene che se le avesse fatto una domanda e basta non avrebbero sciolto il dubbio.
In fondo anche lei era riuscita a leggere la mente.

Così si concentrò su un ricordo ben preciso.

-Bene ragazzi, vi ho fatto venire qui perché per la prossima prova ci occorre rubare un tesoro a ognuno dei quattro campioni- disse il preside guardandoli dall’alto della propria scrivania.
Hermione guardò prima Ron scrollando e le spalle e poi si sporse a vedere gli altri ragazzi ossia la sorella di Fleur De la Cour e il portiere dei serpeverde.

La serpeverde, sentendosi osservata girò lo sguardo verso Hermione e le imbruttì.

Hermione alzò un sopracciglio di dissenso, senza capire il perché l’avesse guardata in quel modo.

-Cioè, vuole che le diciamo il tesoro di Harry?- Chiese Ron.
Silente sorrise –non proprio sig. Weasley… piuttosto crediamo che lei sia il tesoro del signor Potter-

Il ragazzo sbiancò.

-Come scusi? Che vorrebbe insinuare con questo?- Chiese subito la serpeverde mettendosi sulla difensiva.

-Oh assolutamente niente Signorina Lopez, solo che il legame che lega due amici è sempre molto potente-
-Ok, ma nessuno dei serpeverde è nel torneo- disse la mora sempre più ostile.
-Infatti… Ma credevo che fosse lei il tesoro più prezioso della signorina Pierce…-rispose pacato Silente -in tal caso potrei suggerire di chiamare il signor Evans…-  
Santana avvampò sotto lo sguardo incuriosito di Hermione che non aveva smesso un attimo di fissarla.

-Io andrò benissimo, che cosa devo fare?- Chiese infine Santana stizzita.



L’ispanica dopo aver visto il suo ricordo, aprì occhi confusi.
-Cos’era?-
-La prima volta che ti ho notata…-
-Per Salazar… Ti sarò sembrata una pazza isterica!-
Hermione sorrise e la baciò –decisamente!-

-Aspetta... Ha funzionato!- Sorrise la latina staccandosi dal bacio della sua ragazza.
Hermione senza rispondere la baciò di nuovo con passione.


-Harry, sei proprio sicuro?- Chiese Ron, avvicinandosi al suo amico che aveva ancora in mano la bacchetta di sambuco.
-Con quella bacchetta saremmo invincibili…-

Harry, dopo aver messo a posto la propria bacchetta, si girò a guardare Ron.

-Perché non togliamo pure a Harry l’incanto obscuro? Sai, potrei approfittare e farmi dire cosa pensa- disse Ron indispettito.

-Non serve- rispose Santana –credo che morendo abbia perso tutte le sue difese…-

-Allora puoi provarlo a convincere tu... so che sai essere molto persuasiva-
-Non osare Santana- la bloccò Hermione.

-Mi piacerebbe Weasley, ma quella bacchetta è un potere troppo grande… Tuttavia credo che possa essere utilizzata ancora per una cosa…-

Hermione e Ron guardarono Santana senza capire.

Questa si avvicinò ad Harry e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.

Il ragazzo la guardò sorpreso –Davvero?-

Santana annuì –Sì, è arrivato il momento-

Harry fece un respiro profondo e agitò la bacchetta di sambuco verso il cielo –accio bacchetta di Santana!-


L’ispanica fece un paio di passi indietro andando ad afferrare la mano di Hermione che non era sicura di aver capito bene.

Qualche minuto più tardi, una bacchetta molto più scura di quella che Santana teneva stretta in mano, planò atterrando proprio ai piedi di Harry.

Il ragazzo si abbassò per afferrarla e la passò a Santana.

Hermione era senza parole.

-È di cedro- spiegò Santana -12 pollici, meno flessibile di quella di Brittany, ma pur sempre flessibile… Infondo non sono perfetta- rise la latina giochicchiando con la propria bacchetta.

-Sei proprio sicura amore? Se è per dimostrarmi qualcosa, lo sai che…-
-Lo so- rispose serena.

Hermione sorrise percependo la sua ragazza molto tranquilla.

-Ma la bacchetta di Brittany è potente, vogliamo distruggere anche quella?- Chiese sarcastico Ron guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Harry.

-Certo che no!-
-E allora, chi l’avrà?- Chiese ancora Ron.

Santana si avvicinò a Hermione senza smettere un secondo di guardarla.
La grifondoro dopo un attimo di esitazione sorrise e annuì.
Santana la guardò sorpresa come se non fosse sicura di quella risposta e la guardò di nuovo con aria interrogativa.

A pochi passi da loro, i due ragazzi confusi guardavano la scena senza capire.

-Sai Harry, ho sempre invidiato il dono di Santana, la capacità di leggere la mente e di comunicare senza aprire bocca... ma in questo momento, mi sembrano due pazze- rifletté Ron.
-Sai Ron... Credo che tu abbia ragione- rispose Harry con un sorriso.


La grifondoro, senza far caso alle parole dei suoi amici, sorrise alla silenziosa richiesta di Santana e annuì con più enfasi -sì, sì...-
All'ispanica le si illuminò il viso per quella risposta così spontanea e, senza aspettare un secondo di più, annullò le distanze con un bacio carico di amore.

Hermione approfondì il bacio prendendole il viso tra le mani.
Santana allora lasciò cadere a terra entrambe le bacchette e la strinse con forza in un bacio che raccontava tutta la loro vita.




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E buonasera a tutti,
in realtà questo capitolo doveva far parte del precedente, ma poi non mi convincevano insieme e li ho divisi.
E' sempre complicato scrivere i finali e sinceramente non sono tanto soddisfatta.
Però mi piaceva l'idea che San ricominciasse a usare la sua bacchetta, mi sembrava un gesto simbolico che in qualche modo doveva a se stessa...
Su Hermione diversi di voi ci avevano preso,
mi piaceva tanto come idea la questione dell'amore che passa i doni... e non volevo mettere da parte Hermione, non lo so, non mi sembrava giusto.

E poi buh... volevo scrivere tante cose ma Santana non collaborava, come se dovesse rielaborare tutta la grande guerra in silenzio...
Chissà cosa si saranno dette in silenzio...

Non ho inserito tanti personaggi ma ci saranno sull'epilogo, vi dico solo che faranno una breve comparsata anche due ragazze che so piacervi tanto.
Scopriremo anche cosa ha chiesto Brittany a Santana... Avete qualche idea?

Quindi che dire,
vi aspetto numerosi per l'epilogo (che sono triste.......)
Alla prossima
buonanotte
C





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Capitolo 20
*** 19 anni dopo ***


obliviate 3.20

19 anni dopo


-Avanti mamma è tutto qui quello che sai fare? Dieci anni nella nazionale spagnola e non riesci a segnare ad una diciottenne?- la beffeggiò una bellissima ragazza dai tratti ispanici.
Gli occhi erano quelli di Santana, così come i capelli scurissimi che arrivavano disordinati appena sotto le orecchie. Per tenerli fermi, portava una fascia blu in pandan con il resto della divisa da quidditch di corvonero.
Santana guardò sua figlia alzando un sopracciglio, cosa che accentuò ancora di più le piccole rughe che le si erano formate col passare degli anni, poi strinse con forza la mazza che aveva in mano e tirò in aria la pluffa.

-Se proprio insisti, Sue- rispose prima di guardare la pluffa che magicamente si divise in tre.

Sue, in difesa degli anelli, sbarrò gli occhi, vedendo sua madre colpire con forza la prima delle tre pluffe magiche.

Così virò la scopa verso destra per difendere l’anello più in basso.
Un istante dopo, Santana aveva già lanciato la seconda palla verso l’anello centrale.
Sue, dopo aver parato il primo colpo, fece roteare la scopa e riuscì col piede ad allontanare la seconda pluffa.

L’ex serpeverde, senza aspettare che si riprendesse, lanciò con forza la terza pluffa verso l’anello alla sua sinistra.
Sue si buttò con tutte e due le mani verso la difesa dell’ultimo anello, ma proprio all’ultimo momento la palla roteò deviando verso destra.

Santana sorrise divertita, di certo sua figlia non poteva aspettarsi una pluffa ad effetto.

Sue, completamente sbilanciata, allungò la mano verso il polpaccio e afferrò la bacchetta di vite.
-Reducto!-
Un raggio azzurro uscì dalla sua bacchetta andandosi a schiantare verso la pluffa un secondo prima che questa entrasse dentro l’anello.

Sue tirò su un respiro di sollievo, prima di girarsi verso la madre -ho vinto… di nuovo-

Santana con il viso serissimo volò verso i tre anelli.

-Hai barato, non si usa la magia!-
-Anche tu hai usato la magia- replicò a tono la figlia.
-Non c’entra… Quante volte ti ho detto che non devi tirare fuori la bacchetta mentre sei sul campo… è contro il regolamento!- Disse alzando il tono di voce.
-Ma ci stavano allenando…-
-Non vuol dire niente!- Replicò seria Santana.

Sue fece per rispondere ma lo sguardo intimidatorio dell’ispanica la bloccò.

-Ok…- disse solo abbassando il capo.

“Ragazze tornate? Tra poco arrivano tutti!”

Santana e Sue si guardarono.
-Direi che può bastare…- disse Santana allungando la mano verso quella di sua figlia.

Sue, avendo sentito anche lei il richiamo di Hermione, afferrò la mano di sua madre.

Un istante dopo le due erano scomparse.


--


-Tesoro mi passi il sale… Altrimenti mamma chi la sente…-

Una bambina con gli occhi vispi e dei lunghi capelli mossi castano chiaro, afferrò un barattolo rosso e lo portò alla donna impegnata ai fornelli.

-Grazie Lucy!-
-Mi metto ad apparecchiare?- Chiese eccitata la bambina guardando la grande tavolata con sopra solo una tovaglia arancione.
-No amore! Aspetta che tornino quelle sfaticate- rispose divertita la donna che con un cucchiaio di legno stava per assaggiare il sugo che aveva appena salato.
-Sfaticate hai detto?- Chiese Santana materializzandosi proprio dietro di lei e abbracciandola da dietro.

Hermione non fece in tempo a replicare che l’ispanica aveva già assaggiato il sugo al posto suo.

-È sciapo!-
 
La grifondoro si girò a guardarla male da dietro i suoi spessi occhiali da vista.
-Lo stavo appunto sistemando…-
Poi guardò Sue intenta a togliersi le protezioni dalle gambe.
-Avete fatto tardi… Chi ha vinto?-

-Io- risposero in coro Santana e Sue facendo ridere la piccola Lucy.

Santana allora si girò verso la bambina facendole la faccia cattiva.
-Adesso ti prendo!- disse, correndo verso di lei.

Sue sbuffò seccata, poi si diresse verso il piano di sopra –vado a lavarmi e ti vengo ad aiutare…-

Hermione seguì i momenti della sua primogenita e, intuendo che qualcosa di strano, si girò subito a guardare male sua moglie che non la degnò di uno sguardo.
Era troppo impegnata a fare il solletico alla piccola Lucy.

-Mamma smettila ormai sono grande!- Rise la bambina guardando l’ispanica.
-È vero… Domani è il tuo primo giorno di scuola…- disse fiera Hermione cercando di attirare l’attenzione di Santana.
-E mi raccomando di farti smistare nella casa giusta…- l’ammonì giocosa la latina.
-Santana!!! Non ascoltarla tesoro- la tranquillizzò Hermione –certo che se andassi a grifondoro... Saresti in sala comune con James Potter- aggiunse con un filo di malizia.

-Ehy… Questo si chiama giocare spor… poco pulito Granger!- si lamentò Santana.

La bambina si divincolò dalle braccia di Santana diventando rossa in viso, poi fece un respiro profondo per riprendersi e, con fare saccente, si girò verso entrambe le madri –non so ancora in che casa mi metterà il cappello parlante… Ma mi fido del suo giudizio…-
-Chissà da chi ha preso…- sussurrò Santana.

-Tesoro perché non vai a controllare la borsa per domani? Poi si fa tardi…- la esortò Hermione continuando a cucinare.
-L’ho già controllata tre volte, ma forse la quarta è meglio-

Santana seguì la piccola salire le scale fino a quando questa non scomparve.

-Mi lavo le mani e ti aiuto…-
-Che è successo con Sue?- Chiese subito Hermione.
-In che senso?- rispose innocente l’ispanica.

La grifondoro la fulminò con lo sguardo.

-Abbiamo avuto un piccolo diverbio…-
-Su cosa?- Chiese la donna con tono inquisitorio.

Santana abbassò lo sguardo colpevole.

-Ha usato di nuovo la bacchetta?- disse Hermione senza averle letto il pensiero.
L’ispanica non rispose.
Hermione allora lasciò per un attimo il sugo e si diresse verso di lei.
-Ma perché le dai addosso?-
-Ma è contro il regolamento!- si difese la latina.
-Ma era con te…-
-Ma appena comincerà gli allenamenti io non ci sarò più…-
-Se la caverà-
L’ispanica sbuffò seccata –no… se usa la magia!-
-Da che pulpito… Mi ricordo perfettamente dell’uso improprio di certe premonizioni durante dei rigori… Olanda 2012- La punzecchiò Hermione che adesso le aveva circondato la vita e la guardava negli occhi.
-2013…- La corresse Santana -Ed È successo una volta-

Hermione la guardò storta.

-Va bene, un paio di volte… Ma è diverso, era una finale e l’arbitro aveva espulso due dei nostri…-
-San...-
-Sue mi odia…- disse l’ispanica abbassando la testa.
-Non è vero, Susan ti adora… Sei solo troppo possessiva…-
-Certo che sono possessiva, è la bacchetta di Brittany, e se si rompesse?- Cercò ancora di argomentare la latina.
-Mi prendi in giro? Lo so benissimo che non è quello il problema- disse prima di poggiarle un leggero bacio sulle labbra.

-Possibile che ogni volta che entriamo in questa casa, ci siete vuoi due che vi sbaciucchiate?- disse Quinn facendo il suo ingresso insieme a Puck e ad un ragazzino con i capelli a spazzola.


--


-Permesso?-

Non sentendo nessuna risposta la ragazza aprì piano la porta.
La stanza era di media grandezza, con le pareti piene di disegni di animali che si muovevano da soli e stendardi di tassorosso.
Seduto alla scrivania, un ragazzo minuto dai capelli ricci, legati con un elastico, era assorto nel suo passatempo preferito: disegnare.

-Che figo!- Esclamò Sue vedendo che il ragazzo aveva appena disegnato il castello di Hogwarts in tutti i suoi dettagli.
-Credi che alla preside McGranitt piacerà? Lo voleva per il giornalino della scuola-
-Secondo me se lo frega e lo appende in ufficio…-

Il ragazzo arrossì appena.

-Quindi sei carico per domani…-
-Si…- mugugnò lui –anche se avrei preferito ancora un po’ di vacanza… E poi adesso inizia l’autunno, sai quante piante nascono in autunno?-
-In Inghilterra? Non fa un po’ troppo freddo?- Chiese scettica la mora.
-No Infatti… Appena mi diplomo voglio fare un viaggio dall’altra parte del mondo… Proprio come lo zio Sam…- disse il ragazzo entusiasta.
-Potresti chiedere alle mamme di portartici l’estate prossima… Il diploma lo vedo ancora lontano…-
-Quanto vorrei essere al tuo posto…-Sospirò il tassorosso.
-Ci arriverai pure tu- rispose la mora continuando a fissare i disegni del ragazzo.

-Ti rendi conto? Sei entrata nella squadra dei Falmouth Falcons- disse lui con gli occhi felici –non vedo l’ora di vederti giocare…-
-Mi hai visto già giocare-
-Ma ad Hogwarts è diverso… Adesso si parla del campionato… Di una squadra vera- disse lui sempre più esaltato.
-Lo sai che mi mancherai Seb- disse sincera.

Sebastian sorrise.
-Ti farò un ritratto di famiglia…- rispose con dolcezza.

-Meglio di no, o rischierei di colpire qualcun’altro  mentre uso la faccia di Santana come bersaglio per gli schiancantesimi-

-Non ci credo, avete litigato di nuovo…- disse lui riprendendo a disegnare.

-Non è colpa mia! È lei che è sempre nervosa ultimamente-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo mentre completava con attenzione i mattoncini della torre di astronomia.

-Ma le hai più chiesto “quella cosa”?-
Sue fece per rispondere ma la porta si spalancò.

-Ohy Seb!- disse il ragazzo dai capelli spazzola entrando in camera –ciao Sue!-
-Mike! Vieni ho quasi finito il castello- disse il ragazzo incitando l’amico ad avvicinarsi.

-Ciao Mike… Ma Rachel? È venuta?-
-No, c’è brutto tempo a Cuba e hanno dovuto posticipare il volo…-
-Ma non erano andati con la passaporta?- Chiese confusa la ragazza.
-No, perché Teddy voleva viaggiare in aereo…-
-Peccato volevo salutarla…-
-Se vai giù mi sa che la becchi, mamma e papà la volevano sentire-


--


Nel grande giardino di casa Granger-Lopez, le due coppie di amici a cui si erano aggiunti anche Ginny ed Harry Potter con la rispettiva prole, erano intente a parlare con due ologrammi.

-Prenderemo il primo volo domani mattina- disse tranquillo Teddy Lupin, un ragazzo alto e magro, con gli occhi grandi di Ninfadora Tonks e i lineamenti di Remus Lupin.
Harry e Puck sembravano alquanto alterati.

-Ma perché dovete volare con quegli affari babbani… Non sarebbe stato meglio una scopa… o un drago- replicò Puck.
Quinn allungò una mano verso il marito cercando di tranquillizzarlo -Sam ha detto che ci chiama più tardi…- disse la bionda guardando verso l’ologramma di Teddy e di sua figlia Rachel –… Lui e Luna sono stati a Cuba un paio di settimane fa… Potremmo farci dire la passaporta più vicina-

Hermione guardò Santana.
“ci chiama Sam?”
“sì, hanno detto che volevano esserci con lo spirito” rispose l’ispanica con la telepatia.

-Mamma, l’aereo andrà benissimo, non capisco perché vi preoccupate tanto…-
-è l’età… Quando si arriva ai quaranta diventano così- rispose Teddy guardando la sua ragazza.

-Ehy!- L’ammonirono in coro Quinn e Santana.

-Ne abbiamo trentasette- replicò acida l’ispanica.
-Nove…- starnutì divertita Hermione.

Quinn e Santana si girarono verso di lei con gli occhi stretti come due fessure.
Hermione alzò le mani in segno di resa.

-Rach, Teddy!- disse Sue correndo verso il gruppetto.
Poi lanciò un’occhiataccia alle sue mamme “potevate avvisarmi che li stavate chiamando”.
Hermione si girò subito verso Santana e la guardò in cagnesco.

-Susy mi dispiace di averti lasciato da sola insieme a questi vecchi- disse subito Rachel rivolgendosi alla sua migliore amica.

-Ancora con questi vecchi, se non la smetti guarda che ti faccio revocare l’internato al ministero!- l’ammonì serio Puck –e parlo anche con te Signor Teddy Remus Lupin, già è tanto che ti ho permetto di uscire con mia figlia- continuò facendo la voce grossa.

Il ragazzo diventò paonazzo.

-Stai tranquillo, sta scherzando- corse subito ai ripari Rachel guardando il suo fidanzato –ancora non lo conosci?-

-Sono serissimo invece- replicò Noah.
-Mi sa che sei poco credibile- lo beffeggiò Ginny.

-Allora? Hai fatto le valigie? Quando hai detto che parti?- Chiese poi Rachel rivolgendosi a Sue.

Sentendo tutte quelle domande, Santana s’incupì ancora di più e si allontanò dal gruppo.


--


Nella lunga tavolata allestita in sala da pranzo, c’erano praticamente tutti.
Oltre alle padrone di casa con la rispettiva prole, c’erano Quinn e Puck, Harry e Ginny, Dave e Victor con la loro piccola Katie e, ovviamente, Ron Weasley con due gemelli a carico e sua moglie Kitty (sì quella Kitty!)

La cena era finita da poco e i ragazzini si erano alzati tutti per andare a giocare nelle varie stanze, solo Sue, seduta tra Quinn ed il posto vuoto di sua sorella Lucy, era rimasta a conversare con i “grandi”.

-Lo smistamento è una questione molto delicata!- replicò Santana immersa nella discussione.
Victor si girò verso Hermione cercando manforte.
-Non guardarmi così Vic… E’ testarda… dovresti saperlo ormai-
-Ma se un paio d’ore fa ti sei messa a fare i giochetti mentali con Lucy!- l’ammonì Santana.
-Davvero?- Chiesero in coro Ron ed Harry guardando la loro amica.
-Non erano giochetti mentali… Le ho solo prospettato le alternative…- si giustificò Hermione.
-Ma io non capisco… Voglio dire che vi importa in che casa viene smistata?- Chiese Victor, poi si girò verso Dave –io non ho problemi se tra due anni Katie va in una casa invece che un’altra-

-Questo perché sei un Durmstrang!- rispose Dave col sorriso tirato.
-Vedi? Kurofsky mi capisce…- affermò Santana toccando la spalla all’amico.
-Scusa Santana ma dove sta scritto che i figli debbano seguire le orme dei propri genitori?- Chiese Ron che aveva il braccio appoggiato sulla sedia dov’era seduta sua moglie.

-Fate presto a parlare, avete due gemelli uno in grifondoro e uno in serpeverde- Replicò l’ispanica.
-Hanno due caratteri molto diversi!- Constatò Kitty.
Santana annuì guadagnandosi un calcio sotto il tavolo da parte di Hermione che non aveva mai sopportato quella serpeverde, in effetti non capiva nemmeno perché Ron se la fosse sposata.
-Il capello parlante non sceglie in base alla famiglia d’origine, sceglie in base alle attitudini- s’intromise Quinn -prendi Sue ad esempio- disse, passando il braccio attorno alla ragazza –è una tipa tosta, studiosa e molto più diligente di sua madre… quella pazza…- precisò facendo ridere la tavolata.

L’ispanica alzò gli occhi al cielo.

-E dove l’hanno smistata? A corvonero… Come poteva essere diversamente- concluse Quinn stringendo a sé la ragazza.

-Non infilare la bacchetta nella piaga Fabray!- Rispose Santana con un po’ troppa arroganza, cosa che fece incupire Sue.

-San…- la richiamò Hermione.

-Ok… Ma prendiamo Sebastian…- ricominciò Santana –ha la stessa età di Mike, sono cresciuti insieme… Mike è stato smistato a serpeverde e lui a tassorosso… a tassorosso capite? Mio figlio è un tassorosso?-

-Di che casata era Brittany?- Chiese Quinn con aria di sfida.
Santana le fece una smorfia.
Sue rise appena mordendosi un labbro.

-Ma Seby è un sognatore… Non poteva mica finire a serpeverde…- rispose Ginny.

-Perché scusa?- Chiesero in coro Santana, Puck, Dave e Kitty facendo ridere tutti.

-Devo ammettere che con Seb ci ho sperato…- sussurrò Hermione alla rossa.
-Vedrai che Lucy la smistano in grifondoro- rispose Ginny all’orecchio di Hermione.

-Vi ho sentito…- Le ammonì, divertita Santana.

-Noi ad Albus Severus non stiamo mettendo nessuna pressione- disse Harry.
-Perché gli bastano i due nomi che gli avete messo per mettergli pressione- ridacchiò Santana.

-Pessima- mosse il labiale Quinn guardando l’ispanica.

-In effetti… Harry, ad Albus gli è capitata un’accoppiata proprio impegnativa- aggiunse Hermione.

-A qualcuno doveva capitare, tutti i nostri figli hanno i nomi di persone scomparse, è un modo per rendergli omaggio…-

Sue sentendo quelle parole si rattristò sempre di più.

-Anche nostra figlia è un omaggio…- disse Victor.
-Sì un omaggio alla mia giocatrice di quidditch preferita…- Disse felice Dave.

-Quanto si vede che manca il tocco di una donna- sospirò Ginny.

-Ognuno rende omaggio ai propri cari, che c’è di male?- Replicò Harry.

-Niente… Lo sai che adoro tutti e tre i tuoi figli Potter, ma Albus Severus è un nome pesantissimo- disse Santana.

-Ma Brittany no!- Replicò a tono Sue guardando sua madre.

Per un attimo calò il gelo.

Santana guardò a lungo sua figlia cercando di capire cosa le passasse per la mente, ma sapeva benissimo che non poteva leggerle la mente, almeno non in casa.

-Infatti Brittany era tutto tranne che pesante- s’intromise con un sorriso Hermione.

-Come fai a dirlo? Non l’hai neanche conosciuta!- replicò acida la corvonero.

-Ehy! Non usare quel tono con tua madre ragazzina!- L’ammonì Santana con voce grossa.

-Calma fanciulle, non è successo niente…- Disse Puck cercando di stemperare gli animi.

Sue si alzò di scatto continuando a guardare male Santana, poi senza dire niente si allontanò da tavola.

Santana ed Hermione fecero per alzarsi, ma Quinn fu più veloce e le bloccò entrambe –voi calmatevi… è pur sempre una corvonero-

-Oh ragazzi dobbiamo sentire Sam- disse Puck per cambiare discorso.
-Dove hai detto che sono adesso?- Chiese Ron alzandosi.
-In Messico...- rispose Puck alzandosi pure lui per uscendo fuori casa

-Certo che questa cosa che non si possono fare magie dentro casa è veramente snervante- disse Kitty prendendosi la mantella per coprirsi e uscire fuori.
-In effetti…- la supportò Ron mettendosi la giacca.

-E come dovevano fare scusa? Leggono tutti il pensiero… Sai che macello! Santana ed Hermione hanno avuto un’idea geniale ad oscurare tutta la casa da qualsiasi forma di magia, è più sano- rispose a tono Ginny.

-Grazie- disse Hermione alla sua migliore amica, poi si voltò verso Santana che era ancora seduta –non vieni?-

La latina ancora turbata per la reazione della figlia, annuì e si alzò da tavola.


--


In mansarda Sue si era appena distesa sul letto, le mani erano incrociate dietro la testa, e lo sguardo era rivolto sul soffitto dipinto di blu. La pareti della camera invece erano tutte colorate di celeste e argento, e appesi ad esse c’erano poster di giocatori di quidditch che avevano fatto la storia della magia.
Aperti in un angolo, c’erano due grossi bauli con dentro dei vestiti piegati e le protezioni da quidditch.

Sentì scricchiolare le scale.

-Vattene Santana- disse velocemente girandosi dall’altra parte.
-Non sono Santana, sono Quinn…-
-Scusa Quinnie- disse velocemente la ragazza.
La bionda si avvicinò e si sedette sul suo letto.

-Dovresti chiedere scusa alle tue mamme, non a me… E poi lo sai che Santana odia che la chiami per nome-

Sue si girò guardandola in maniera eloquente.

-Per la barba di Merlino, siete proprio identiche-
-Non è vero- replicò la ragazza –se lo fossimo non mi odierebbe-
-Tua madre non ti odia!-
-Sì invece, mi odia da quando sono nata, altrimenti mi avrebbe chiamato Brittany!-

Quinn ci rimase un attimo, di certo non si aspettava quell’affermazione così ragionata e pungente.

-Ma hai la sua bacchetta, o sbaglio?-
-Sì certo… Ed è così terrorizzata che la possa rompere che non mi permette di usarla…- disse la ragazza mettendosi seduta sul letto.
-Beh non sarebbe la prima volta- rifletté tra sé e sé la bionda –ma non può essere, altrimenti non te l’avrebbe mai data-
-E il discorso sullo smistamento allora? Era rivolto a me! Tutti voi avete i figli nelle case di dove eravate da ragazzi… Lei mi voleva in serpeverde…-
-Tu volevi finire in serpeverde?-
-No!!Corvonero anche fra mille anni!- rispose a tono la ragazza.

-Come darti torto- sorrise Quinn.


--


Dal giardino di casa Granger-Lopez provenivano tanti schiamazzi.
Sam e Luna stavano mostrando entusiasti un grosso uovo di un acceso verde smeraldo.
-È di una specie protetta- stava spiegando Sam con addosso un sombrero e una mantella.
Accanto a lei anche Luna indossava un sombrero più grande di quello di Sam e una mantella coloratissima.
-Ma quindi non è di Drago?- Chiese Puck curioso.
-No… Sono i cugini messicani dei Testral…- Spiegò Luna.
-Che sono i Testral? Chiese Kitty guardando Ron.
Ron mosse la mano –lascia perdere-

-Zio Sam stai facendo le foto per me?- Chiese Sebastian che era uscito fuori apposta.
-Certo Seb- disse il biondo facendo vedere al ragazzino la grande macchina fotografica che portava al collo-
-Tranquillo Sebino.. Passa più tempo con quell’affare che con me… e io lo so… e io lo so che quella macchinetta si sta riempiendo di nargilli!- disse Luna abbassando il tono di voce.

Santana guardò suo figlio continuare a parlare con Sam con aria sognante e provò una gioia infinita.
Nonostante l’avesse partorito Hermione, così come Lucy, quel ragazzo aveva ereditato la spensieratezza tipica dei tassorosso e tipica di Brittany.
Magia?

Poi, come colta da una fitta al cuore, si girò a guardare verso la mansarda e cominciò a pensare alla sua primogenita: Susan.
Con lei era diverso, era una lotta continua, forse perché tanto simili e tanto diverse allo stesso tempo?

Hermione seguì lo sguardo della moglie verso la mansarda.
Lei sapeva perfettamente perché Santana si comportava in quel modo.

-Questa cosa che Quinn deve fare da tappa buchi mi sta cominciando a stancare- disse l’ispanica avvicinandosi ad Hermione.

-Quinn ci vuole bene, e sa quanto puoi essere burbera alle volte-
-Dici che devo andarle a parlare?-
-Ti sei calmata?-
Santana abbassò lo sguardo, come al solito sua moglie la conosceva meglio di lei.
Hermione allora le diede un bacio sulla guancia –le parlo io…-


--


-Tu però non dirgli che te l’ho detto- disse divertita Quinn.

-Dirmi cosa?-

Quinn e Sue si girarono verso le scale dove si era appena palesata Hermione.
-Non parlavamo di te!- disse la bionda.
-Ovviamente…- sorrise Hermione.
-Quinn mi ha detto che San…- cominciò la mora.

Hermione la guardò storta.

-Che la mamma- si corresse la ragazza – doveva essere smistata in grifondoro…-
-Vuoi proprio farla arrabbiare stasera…- rispose a tono Hermione.
-Bene il mio lavoro è finito…- disse Quinn alzandosi dal letto –mi mancherà non vederti a scuola signorina Granger-Lopez-
-Se vuoi ti mando dei gufi con su scritto… “Cara professoressa Fabray”…-
-Potrebbe essere un’idea…- ridacchiò la bionda dandole un bacio sulla fronte prima di lasciare madre e figlia da sole.

-Vedo che Quinn ti fa bene…- rise Hermione.
-Lei mi capisce…- rispose la ragazza –e non mi odia- aggiunse tornando seria.
-Potrei ritenermi offesa per questa affermazione- si risentì la donna.
-Tu non mi odi…- si premurò di specificare la corvonero abbracciandola –però sei sua complice- disse staccandosi.
-È mia moglie! Ed è tua madre Susan…- la ammonì la grifondoro.
-E io sono sua figlia… Ma forse non mi ritiene all’altezza…-
-Pensi che non ti voglia bene?- Chiese subito Hermione

Sue scosse la testa mordendosi un labbro.

-Se si comporta così è perché te ne vuole troppo… ed è terrorizzata all’idea di non vederti più-
-Ma tutti quando finiscono Hogwarts, vanno fuori casa…-
-Lo so tesoro, ma lei è… Sai le cose che le sono successe… che ci sono successe… Ci hanno reso tutti un po’… Un po’ protettivi…- cercò di spiegare Hermione.
-Protettivi? Ma mamma… una persona protettiva tenta di proteggere qualcuno, non di allontanarlo… sarebbe da stupidi!-
-Beh… diciamo che Santana a volte non brilla per lucidità…- rifletté ad alta voce Hermione.
-Vedi!-
-Ok… Vuoi dei fatti concreti?-

La ragazza annuì ed Hermione cominciò a pensare.

-Ti sei mai chiesta perché ad un certo punto tua madre ha smesso di giocare a quidditch?-
-Perché era vecchia?- Tentò la corvonero.
-Ancora con questa storia- la rimproverò la donna –aveva… Quanto? Trentun’anni… Zio Vitctor  gioca ancora…-
-Zio Victor… è Victor Krum… Il più grande cercatore del mondo- Precisò Sue come un libro stampato guadagnandosi un’occhiataccia da parte di sua madre.

-Ok, afferrato il concetto, non siete vecchie…-
-Grazie Susan…-

-Allora visto che poteva continuare a giocare perché non l’ha fatto? Invece di prendere la cattedra ad Hogwarts proprio l’anno che ho iniziato scuola?-

-Prova a fare due più due… Sei una corvonero, dovresti essere perspicace in questo genere di ragionamenti!-
Sue ci pensò per un attimo perplessa, poi lasciò cadere la mascella sorpresa.
Hermione sorrise annuendo.

-L’ha fatto per me? Mamma ha smesso di giocare a Quidditch… per controllarmi?-
-Direi per starti vicino… Lei non era pronta a lasciarti andare… E come dimostrano gli ultimi avvenimenti, direi che è terrorizzata all’idea che da adesso in poi tutto sarà diverso… Solo che è troppo orgogliosa per dirlo ad alta voce.-

-È per questo che mi rimprovera sempre?-
-Sì, ma non è colpa tua… quando non la insulti almeno, in quel caso è colpa tua…- precisò la grifondoro.

-Io pensavo che avesse paura per la bacchetta di Brittany-

-Le hai letto il pensiero mentre giocavate?-

La ragazza annuì.

Hermione sbuffò –che genio del male, a volte dimentico che è pur sempre una serpeverde- disse fra sé e sé.
Sue la fissò senza riuscire a comprendere a fondo.

Il fatto che dentro quella casa tutti fossero oscurati, era un sollievo.
Ma in circostanze come quelle avrebbe barattato volentieri i suoi segreti più nascosti con i pensieri di sua mamma.
-Amore, per prima cosa, non devi credere a tutto quello che pensa tua mamma…-
-Che significa? Che pensa delle cose che non sono vere solo per farmi credere che??? Mamma ma è da pazzi!- Disse, alzando il tono di voce.

Hermione scosse la testa divertita.
Nonostante sua figlia avesse ereditato tante qualità e tanti difetti della serpeverde, a volte risultava un po’ troppo ingenua per far fronte a Santana.
Ma questa ingenuità, era un aspetto del suo carattere che Hermione adorava.

-Quello che devi capire di tua madre…- disse ricomponendosi -è che non è una persona semplice… Ma di una cosa puoi stare certa… Lei non ti odia… Anzi… ti vuole un bene dell’anima… Il giorno che sei nata… Per la barba di Merlino, non posso dimenticare i suoi occhi… Scoppiava di gioia-
-Davvero?-

Hermione fece di sì col capo –questo non vuol dire che vuole meno bene a Seb o a Lucy…-
-Non l’ho neanche pensato…- disse abbassando lo sguardo.
Hermione la fissò ancora per qualche istante, sentendo che c’era dell’altro.
–ma se era così felice perché non mi chiamo Brittany?- tentò un po’ incerta la mora –sei stata tu a impedirglielo?-

La donna la guardò colpita da quei ragionamenti così acuti e allo stesso tempo molto sensibili.
-potrei capirlo sai… Anche io sarei stata gelosa…- disse ancora la ragazza.

-È questa la giustificazione che ti sei data? Pensi che tua madre mi abbia impedito di chiamarti come la mia prima ragazza?- disse Santana avvicinandosi a loro.

Sue che grazie a Quinn ed Hermione si era sciolta, tornò subito seria.

Hermione si spostò leggermente facendole spazio nel letto.

-Tua figlia è sveglia anche senza poteri…- l’informò Hermione.
-È una frecciatina?- Chiese Santana facendo sorridere anche Sue.
Hermione alzò le sopracciglie.

-Lo so che è sveglia…- aggiunse l’ispanica guardando dolcemente la ragazza.
-Vuoi sapere perché non ti chiami Brittany?- Chiese nuovamente.

Susan annuì immediatamente.

Santana si girò a guardare sua moglie che per tutta rispose le sorrise, come a volerle dare il consenso per poter raccontare quella storia.

-Diciannove anni fa, durante la notte della grande guerra, di cui hai sentito parlare milioni di volte…- cominciò Santana –accompagnai Harry da Voldemort… Ma questo lo sai già…-

La ragazza annuì di nuovo.

-Quello che non sai, è che Harry era entrato in possesso di uno dei doni della morte… La pietra della resurrezione… Quella notte parlai con mia cugina Rachel-

Sue strabuzzò gli occhi.

-Sì Sue- sorrise Santana –sto parlando della stessa Rachel che da il nome alla tua migliore amica… era molto serena, nonostante fosse morta qualche ora prima per salvare la vita a Quinn e Puck… e ovviamente… -

-A Rach…- aggiunse Susan che era completamente incantata dal modo di parlare si sua madre.

Anche Hermione lo era, lo era ormai da ventidue anni.

-Subito dopo vidi Brittany… è fu tutto molto intenso- continuò Santana con la voce che tremava.
Hermione le strinse la mano.
Santana le sorrise intrecciando la sua mano con la sua cosa che fece emozionare Susan.

-Quella notte, Brittany mi chiese un favore… Mi chiese di chiamare mia figlia, la mia primogenita, con il nome di sua mamma perché lei non aveva potuto…-

Sue spalancò la bocca incredula ma non disse niente, allora Santana decise di continuare il racconto.

-Andai via completamente sconvolta… Ma qualcosa era cambiato, sentivo che non potevo più aspettare…-

Santana fece una pausa e si girò a guardare Hermione –così la mattina successiva, chiesi a tua madre di condividere il resto della sua vita con me…-
Hermione arrossì ricordandosi quel momento magico sul grande ponte distrutto.

L’ispanica si rigirò a guardare sua figlia –e poi, dopo averti aspettato per un tempo pari all’eternità… sei arrivata tu… Susan Jane Granger Lopez… per gli amici Sue, come Sue Silvester, la mamma di Brittany-

Sue, ancora incredula, continuava a guardare sua madre con gli occhi spalancati.

-Ho stupito mia figlia… Vincerò un premio per questo?- Chiese Santana divertita.
-Perché non me l’hai detto prima?-
-Non tutti sanno della pietra della resurrezione…- Rispose subito la donna.
-Che è andata persa ormai- precisò Hermione.
-E poi...- provò Santana.

-Ok, ho capito… Non devi aggiungere altro mamma… Davvero ho capito- disse Sue con un sorriso –ho bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare la cosa… ok?-

Santana annuì pensando quanto fossero simili e si alzò dal letto aiutando Hermione a fare lo stesso.

-Domani andremo via molto presto, hai salutato Seb e Lucy?- Chiese Santana.
-Vi accompagno alla stazione- disse sicura la corvonero.

La latina sorrise.

-E a me al ministero… in quel luogo angusto? Non mi accompagna nessuno?- Si lamentò giocosa Hermione.
-Ti sei scelta un lavoro del piffero…- la beffeggiò la latina facendo ridere Sue.
Hermione sbuffò divertita.

-Dai mamma, ti prometto che quando finisce il campionato, torno e ti ci accompagno io, tutte le mattine…- precisò Sue abbracciandola.
-Così va meglio- sorrise Hermione tirando a sé anche Santana che non se lo fece ripetere due volte.


--


-È cresciuta…- disse Hermione mettendosi sotto le coperte.
Santana prese il segnalibro con lo stendardo di serpeverde disegnato sopra e lo mise dentro il grosso libro che stava leggendo.

-Un po’ troppo in fretta, non trovi?-
Hermione fece spallucce e si tolse gli occhiali.
Santana allora poggiò il libro sul comodino e si girò verso sua moglie.

-Non voglio che vada via…- disse, tutto d’un fiato.

Hermione sorrise -finalmente, pensavo che non l’avresti mai detto-

Santana arrossì –ho i miei tempi...-
-Lo so…- rispose Hermione dandole un bacio sulle labbra –ma ti amo anche per questo- aggiunse prima di salire a cavalcioni sopra di lei.
-Che fai?- Chiese sorpresa.
-Devo forse essere più esplicita?- rispose provocante.

-Ti sto dicendo che sono triste che nostra figlia vada via di casa e tu… mi proponi di fare sesso?-

-mmm… Sì- rispose con un sorriso.

-È il fascino dei quaranta? O solo una scusa per non pensare che domani si svuota casa?-
-Un po’ tutti e due- rispose la grifondoro.
-Sei diabolica…-
-No...- disse Hermione –non voglio che mi prenda a male… Domani va via pure Lucy…-

-Come fai? Io impazzirei se non insegnassi ad Hogwarts… Non ho lezioni con loro tutti i giorni ma almeno li vedo, li sento…-

-E io li vedo attraverso i tuoi occhi Santana, sapere che sono con te mi fa sentire meno la loro mancanza-

Come se quelle parole fossero state un richiamo, l’ispanica con un colpo di addominali, colmò quella piccola distanza che le divideva e la baciò sulle labbra.
Hermione approfondì quel bacio inaspettato chiudendo gli occhi, gustandosi ogni secondo.

Poi Santana si staccò -e io non ti mancherò?- Le chiese con una punta di orgoglio.
Hermione sorrise cominciandole a dare piccoli baci su tutto il corpo –tu ritorni tutte le sere, distrutta dal lavoro e dal viaggio… ma ritorni tutte le sere…-
-Come potrei non farlo?- Rispose con ovvietà l’ispanica godendosi quei tocchi praticamente perfetti.

Hermione sorrise ancora poi alzò gli occhi nocciola fino ad incrociare quelli scuri di Santana sempre più carichi di passione.

Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta.
Hermione si staccò subito e si sistemò mentre si dirigeva verso la porta.

-Hai chiuso a chiave?- Chiese sorpresa Santana.
La grifondoro rispose con uno sguardo eloquente.
-Sei una…- le parole le si fermarono in gola non appena Hermione aprì la porta, rivelando la piccola Lucy.

-Che c’è amore?- Chiese la grifondoro.
La bambina non rispose, semplicemente allungò le braccia per farsi prendere in braccio da sua mamma.
-Abbiamo un ospite stasera…- disse sorridente Santana mentre sua moglie accucciava la piccola ragazzina mezza addormentata nel lettone.

-Non dirlo a James…- mugugnò la piccola con gli occhi chiusi.
Santana scosse la testa divertita.

Hermione fece per rispondere ma qualcos’altro attirò la sua attenzione.

Sul ciglio della porta, adesso c’era Sebastian. Anche lui in pigiama e con i capelli ricci tutti arruffati.

Santana lo guardò divertita, poi alzò la coperta e gli fece segno di raggiungerle nel letto.
Il ragazzo non si fece pregare e corse subito ad infilarsi sotto le lenzuola.

Un secondo più tardi davanti la porta ancora aperta, passò Sue con in mano una tazza di latte fumante.
La ragazza guardando quel quadretto di famiglia alzò un sopracciglio di disappunto.

-Vuoi venire anche tu? Non lo diciamo a nessuno, promesso!- L’esortò Hermione.

-Per tutti i corvi, no! Ho un letto talmente comodo…- rispose la ragazza andando verso camera sua.

Hermione si girò a guardare Santana che aveva il sorriso fisso sulle labbra.
-È proprio tua figlia…-
-Già…-


--


-A tutti gli studenti del primo anno… Benvenuti ad Hogwarts… Per tutti gli altri… Bentornati e spero che le vacanze estive siano andate bene… Questo sarà un anno grandioso!- Disse con un luminoso sorriso la preside McGranitt.

-Ho sempre adorato questo momento…- Sussurrò Quinn alla donna al suo fianco.
Seduta al tavolo degli insegnanti, accanto alla sua migliore amica, Santana sollevò la testa verso di lei ridestandosi dai suoi pensieri.

-Come hai detto, scusa?-
-Che ti succede Sannie?- Chiese subito la bionda preoccupata.

Santana sbuffò, guardando dritto verso di lei verso il tavolo delle matricole dove sedeva sua figlia Lucy, che fortunatamente era impegnata a conversare con Albus, anche lui matricola.

-Ho avuto una premonizione…- rispose Santana continuando a guardare la piccola.
-Quando? Adesso?-
-Stanotte- bofonchiò la latina.
-Ma dai? Era da tanto che non ti succedeva…- disse l’ex corvonero, poi constatando che la latina era fin troppo giù di morale, cominciò a preoccuparsi – è qualcosa di brutto?-
La latina, senza distogliere lo sguardo da sua figlia, rispose con voce ferma –molto!-

-Bene, prima da dare inizio al banchetto, inizierei subito con la cerimonia dello smistamento!- Disse la McGranitt con in mano il grosso cappello parlante.

-No, non mi dire?- Disse Quinn trattenendosi una risata, dopo aver sentito le parole della preside.

Santana si girò verso di lei con uno sguardo più che eloquente.


--


-Dai non farla così tragica… È solo… Grifondoro…- Disse Quinn camminando a testa alta per il grande corridoio che fiancheggiava quasi tutte le aule del castello.

-Vorrei vedere te al suo posto… Tu a Puck ne avete avuto uno a testa- replicò Dave che camminava insieme a loro con in mano un grosso baule.

Santana lanciò uno sguardo di gratitudine al suo migliore amico.

-Ora che mi ci fai pensare… La notte prima dello smistamento di Mike, Noah era terrorizzato… Voleva assolutamente che suo figlio fosse un serpeverde… Orgoglio maschile…- minimizzò la bionda.
-E se Rachel non fosse finita in corvonero?- Chiese ancora Dave.
-Me ne sarei fatta una ragione!- Rispose a tono la donna.

Santana e Dave la guardarono male.

-Ok… Che stressanti che siete voi serpi! Ma tu non sei arrivato?- Chiese irritata Quinn indicando l’arco che dava verso il cortile dove si facevano le lezioni di volo.

Dave sospirò –un altro anno è iniziato, anche se vi dirò… è divertente insegnare a volare a questi pesi piuma-

-Un occhio di riguardo a tua figlioccia…- gli ricordò Santana.
Dave sorrise –Tranquilla mamma iperprotettiva, Lucy è in buone mani… Ah Quinn, quando vedi Puck?-
-Il fine settimana, come sempre…-
-Ok, gli puoi dire che il suo abbonamento per i Ballycastle Bats l’ha presto Thor...- aggiunse Dave
-Ah perfetto!-

Il ragazzo sorrise a entrambe e si allontanò da loro.

Quinn e Santana ripresero a camminare.

-Dove hai detto che andava questa settimana?- Chiese Santana.
-In Normandia… Hanno trovato una specie protetta di pterodattilo…-
-Wow sembra figo… Molto da Puckerman!-
-Dovresti vederlo, è fantastico nel suo lavoro e poi ogni volta che parte gli luccicano gli occhi come se fosse un bambino…- disse Quinn con un sorriso dolce.

-È un grande uomo, con una cresta opinabile… Ma è un grande uomo- rispose Santana felice per l’amica.
-È il mio uomo e la persona più onesta e più buona che io conosca- rispose Quinn con aria sognante.
-Stiamo parlando dello stesso uomo?- ridacchiò Santana.
-A volte ci penso, sai?- disse, attirando completamente l’attenzione di Santana.

-Se quella notte le cose fossero andate diversamente…- aggiunse Quinn.
-Ne abbiamo parlato migliaia di volte-
-Lo so, ma questa è la mia aula- Quinn si fermò davanti un’aula dove all’interno c’erano già un bel gruppetto di studenti del quinto anno.
-E quella- disse indicando l’aula di fronte –è l’aula di incantesimi… L’aula dove è nata Rach-
Santana sorrise triste pensando a come Quinn pesava bene le parole.
-Cosa avresti fatto? Se quella notte fosse andata diversamente?-

Quinn fece spallucce e sorrise –non lo so…- poi senza aggiungere altro si voltò a guardare i suoi studenti.

Santana si affacciò appena e vide suo figlio seduto al tavolo con il figlio di Quinn. I due ragazzi con in mano un disegno, sembravano intenti a discutere su come far muovere le ali al drago disegnato.

-È il ragazzo più dolce che conosca-
-Invece Mike è un terremoto, ma credo che quest’anno si concentrerà su altro...- disse la bionda vedendo che al tavolo dei due si erano avvicinate due ragazze di serpeverde.
-Tu dici? Non lo so, Seb mi è sempre sembrato un po’… gay- le sussurrò a bassa voce.

Proprio in quel momento Sebastian mostrò il proprio disegno ad una delle ragazze facendole segno che poteva tenerselo.
Quinn tossì appena –Il tuo gay radar ha fatto sempre cilecca…-
-Non ci credo… Ho tre figli, nessuno è serpeverde e nessuno è gay…- disse sconsolata Santana.

-Io non giurerei…- disse la corvonero.
-Dici che il cappello parlante ha sbagliato?-

Quinn guardò a lungo la sua amica suggerendole mentalmente la risposta.
-Susan?- Chiese la mora sbarrando gli occhi.
La corvonero fece uno di quei sorrisi di chi la sa lunga.

-Non è possibile, Sue è troppo impegnata ad allenarsi per pensare a queste cose…-
-Sì certo, anche tu eri impegnata ad allenarti quando hai conosciuto Brittany… Non dirle che te l’ho detto…-
-Non mi hai detto niente! E poi perché sono sempre l’ultima a sapere le cose?-
-Perché sei sua madre…- rise Quinn entrando in aula.

Santana scosse la testa e la salutò.
Poi riprese a camminare.
Com’era possibile che Susan fosse lesbica e lei non ne sapesse niente?
In realtà ci aveva già pensato, ma visto tutto quello che aveva dovuto passare lei, aveva allontanato il pensiero.
Eppure non aveva mai sentito disagio o altri strani pensieri da parte della figlia.

Che le cose fossero realmente cambiate?

Santana continuò a camminare salendo ai piani più alti.
Nonostante la grande guerra, quella scuola era stata ricostruita in ogni suo piccolo dettaglio e ogni angolo, le riportava alla mente ricordi lontani.

Dentro quelle mura aveva regalato il suo cuore e l’aveva visto frantumarsi, per poi ritrovarlo a un passo dal perderlo per sempre.
Come abitudine ogni volta che passava da li, si fermò davanti al bagno delle ragazze del terzo piano, lanciando un’occhiata veloce allo specchio che l’aveva riflessa nel giorno in cui aveva provato a cancellare Brittany per sempre.
Erano passati ventitré anni eppure non passava giorno senza fermarsi a pensare a lei.
Non era un pensiero brutto o nostalgico, era semplicemente lì e lei aveva imparato a conviverci e non l'avrebbe mai dimenticato.

Hermione stessa, la notte prima di sposarla, le aveva detto che tutte le ferite profonde lasciano delle cicatrici che col tempo possono solo sbiadire, ma è impossibile che spariscano del tutto.
E poi aveva aggiunto che erano state proprio quelle cicatrici a farle perdere la testa per lei.
“Un po’ borderline” aveva commentato Santana prima di strapparle un bacio.

Quella notte, ancora una volta, Hermione aveva dimostrato di essere la donna migliore che avesse potuto incontrare.



Salita al penultimo piano, Santana si fermò e alzò lo sguardo verso la grande scala a chiocciola che portava all’aula di divinazione.

Sorrise pensando a quanto fosse imprevedibile la vita.

Così iniziò a percorrerla, cominciando a sentire sempre più i nitidi i pensieri dei suoi studenti, che la stavano aspettando in aula per cominciare la lezione.






fine





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Oggi è sabato…
Non ci posso credere che sia finita davvero…
In realtà questo lunghissimo epilogo è proprio cattivo, invece di chiudere il cerchio, presenta un sacco di personaggi con molto potenziale…
Vi sono piaciuti?
L’idea era quella di fotografare un momento di vita quotidiana e di farvi vedere  persone che sono diventate.
Ognuno ha il proprio lato oscuro… ovviamente!
Volevo che tutto risultasse il più realistico possibile e non edulcorato, anche se siamo sempre nel mondo di Harry Potter.
Mi rendo conto che ci sono un sacco di informazioni ma spero che riusciate a capire tutto.

Volevo ringraziarvi, perché avete trasformato una storia, nata dalla voglia di esplorare una nuova coppia...  in una trilogia bella e buona!

Obliviate ha significato molto per me, quando ho iniziato a scriverla la mia vita era molto diversa, con certezze e prospettive che nell’ultimo anno sono cambiate.
Sono cambiate così tanto che adesso vi sto pubblicando il capitolo dall’altra parte dell’oceano.

Quindi grazie per esserci stati, per aver letto e commentato ogni singolo capitolo(a buon intenditor poche parole :) ...grazie!), e per avermi fatto sentire che il sabato era un giorno speciale anche perché si pubblicava #obliviate!
Mi piacerebbe sapere cosa vi è piaciuto di più di queste tre storie, se avete amato qualcosa o qualche personaggio in particolare...
Sono curiosissima!

Comunque adesso posso dire di aver letto una fan fic Santana/Hermione... e devo dire che non mi dispiacciono affatto come coppia.

Per qualsiasi cosa, aggiornamenti, nuove fanfic... o domande sulla vita dei personaggi mi trovate sui social

twitter

e vi ricordo che se siete arrivati solo adesso alla storia trovate tutte e tre le storie qui

grazie ancora!
Spero di pubblicare presto qualcosa di nuovo, ma chi lo sa!
Un abbraccio
Chiara





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