You're my teenage dream

di _Anto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Surprise ***
Capitolo 2: *** Ci risentiamo? ***
Capitolo 3: *** Work in progress ***
Capitolo 4: *** Ti lascio andare ***
Capitolo 5: *** Mi manchi più di prima ***
Capitolo 6: *** Farai meglio ad esserci ***
Capitolo 7: *** Tuo per sempre ***



Capitolo 1
*** Surprise ***



 




Mark, Lea
 
 
20 settembre
 
(11:42)
Lo metto per inscritto: Chris Colfer stasera avrà la festa a sorpresa migliore di tutti i sempre.


(11:49)
Mark, non ricominciare! Abbiamo già deciso che saremo solo io, tu, Grant e Dianna e che gli faremo trovare una pizza e un po’ di musica quando tornerà a casa dall’università. Lo sai che Chris non ama le feste!
 
(11:51)
Davvero, Lea. Non immagini cosa mi è appena successo.
 
(11:53)
Non credo di volerlo sapere.
 
 
*chiamata in arrivo da Mark*
 
 
“Mark, che diavolo vuoi stamattina?”
 
“Lea, ascoltami. Poco fa sono andato a comprare qualcosa carino da mettermi stasera per il compleanno di Chris, mi sono infilato in macchina quando all’improvviso qualcuno ha aperto lo sportello del passeggero, si è seduto accanto a me e mi ha supplicato di mettere in moto e di correre.”
 
“…Okay, inquietante. Hai finito adesso?”
 
“Indovina chi era.”
 
“Uhm… un terrorista?”
 
“Darren Criss.”
 
“…COSA? È UNO SCHERZO? Cosa diavolo ci fa Darren Criss Clovis? Ma proprio quel Darren Criss?”
 
“Ha registrato un’intervista radiofonica per promuovere il suo terzo album che uscirà la settimana prossima, e dicono che sta andando un po’ ovunque. Era stanchissimo e inseguito dai paparazzi: quando gli ho dato il passaggio all’hotel che ovviamente era fuori città, mi ha detto che gli ho salvato la vita e che mi doveva un favore. Non pensi che questa sia una delle più grosse coincidenze di tutti i tempi? È l’idolo del nostro migliore amico, oggi è pure il suo compleanno… così gli ho dato l’indirizzo e gli ho chiesto di fare un salto alla festa stasera. Magari lo facciamo uscire fuori dopo avergli parlato.”
 
“Mark Wayne Salling, sei un idiota!”
 
“Cosa?!”
 
“Tu incontri Darren Criss e gli chiedi di passare alla festa dandogli un pezzo di carta? Sei impazzito? Credi davvero che verrà? Dovevi imbavagliarlo, portarlo a casa e obbligarlo ad essere il padre dei figli di Chris!”
 
“Sì e vissero tutti felici e contenti. Lea, sono sicuro che verrà. Sembra davvero un bravo ragazzo, posso capire perché Chris sia così tanto fissato. Mi ha detto che ha l’aereo per Los Angeles domani sera, ma che stasera ci sarà sicuramente. Ha fatto una faccia strana, certo, ma penso davvero che ci sarà.”
 
“Lo spero per te.”
 
 
 
A Chris non piacevano i compleanni.
Ma non gli piacevano davvero, e non come dice a volte la gente solo per fare in modo che le persone che li amano possano rendere quel giorno speciale. A lui non piacevano e basta.
Quando era piccolo li adorava ed era abbastanza scontato, dal momento che ogni bambino ha fretta di mettere una candela in più sulla torta per sentirsi più grande di un anno. Solo che Chris non era più un bambino, e quella candela non era altro che un piccolo promemoria del tempo che stava passando.
Chris aveva solo diciannove anni, in fondo, ma il problema stava nel fatto che non credeva di averli vissuti come avrebbe dovuto.
Ad esempio le superiori se le era immaginate diverse: e invece si era ritrovato una banda di scalmanati che lo giudicavano per la sua sessualità, che gli facevano del male e che cercavano gratuitamente di rendere la sua vita un inferno. E ci erano riusciti con successo.
In compenso Chris aveva degli amici che aveva conosciuto in chat ed erano sparpagliati un po’ in diverse scuole, ma dopo il diploma si erano riuniti e avevano deciso di prendere un loft dove poter vivere insieme. Chris era il più piccolo, quindi aveva dovuto aspettare un paio di anni prima di potersi trasferire, ma adesso stava al college e la sua vita era stranamente normale. Nessuno stava cercando di ferirlo, il primo anno all’università stava andando bene e i suoi amici erano straordinari.
Le sue giornate si dividevano tra lezioni, lavoro e corse verso la metropolitana per riuscire a rincasare ad un orario decente… ma niente di più.
Chris non aveva mai avuto un ragazzo e non era mai stato baciato: con quale spirito avrebbe festeggiato il fatto che adesso era più vecchio di un anno?
Ma quando chiuse la porta del suo loft e si ritrovò davanti tutti i suoi amici – Lea, Mark, Dianna e Grant - che urlavano a gran voce Sorpresa, con il loft addobbato per quella che sembrava essere la festa di compleanno di un tredicenne, capì che era stato un idiota a non sospettare nulla. Era così ovvio.
“Pensavi davvero che ti avremmo lasciato passare la serata al pc?” domandò divertito Mark, mentre si avvicinava al suo amico e lo tirava in un abbraccio. “Buon compleanno peste.”
“Grazie” mormorò Chris con un sorriso.
Essere il più piccolo del gruppo aveva i suoi vantaggi: si lasciò coccolare tutta la sera, beandosi delle attenzioni dei suoi amici, compresi gli scleri di Mark e i suoi litigi con Grant. Era tutto perfetto. Era la sua vita, e anche se non aveva un grande amore accanto con cui condividerla aveva loro, e doveva ritenersi fortunato per questo.
Quando ad un tratto suonò il campanello, Grant prese Chris per mano e lo trascinò nella sua stanza con la scusa di volergli parlare. Per i dieci minuti successivi, il festeggiato restò ad ascoltare il suo amico mentre gli raccontava qualcosa a proposito di una certa ragazza che aveva conosciuto e che si era presa un’imbarazzante cotta per lui.
“Dai Grant, basta parlarle e dirle che non sei interessato. Alla fine capirà” provò a consolarlo Chris, e si stava impegnando davvero per risolvere quel problema al suo amico, quando ad un tratto Dianna e Lea piombarono nella stanza e lo trascinarono via.
“Ragazze?” mormorò Chris preoccupato. “Cosa diavolo-”
“Ti abbiamo organizzato una sorpresa” spiegò semplicemente Grant, rivolgendo al festeggiato un sorriso dolce.
Un’altra?”
Ma non fece in tempo a protestare e a ricordare ai suoi amici che odiava le sorprese, che Mark lo spinse con poca delicatezza sulla poltrona. Solo in quel momento notò che il loft era letteralmente sottosopra: il tavolo, le sedie, e i divani erano stati messi tutti in un angolo per lasciare più spazio.
“Sono veramente confuso” mormorò Chris con un cipiglio mentre osservava i suoi amici.
Lea stava armeggiando vicino allo stereo che stava diffondendo una musica di sottofondo, poi raggiunse il resto dei ragazzi e si mise tra loro. Era una situazione davvero inquietante, inquietante perfino per loro che inquietanti lo erano circa ventiquattro ore al giorno.
“Silenzio in sala” sbottò Mark con fare teatrale, sbattendo un paio di volte le mani.
“In realtà all’inizio non era proprio una sorpresa. Volevamo semplicemente fare un discorso- o una specie, ma poi c’è stato un piccolo cambio di programma” disse Dianna, lanciando un’occhiata a Mark che fece un ghigno soddisfatto.
“Prima di tutto volevamo dirti che questa sorpresa te la meriti. È un modo per scusarci, no? Scusarci per non esserci stati quando eri alle superiori. Saremmo dovuti venire da te, fare qualcosa anziché starti solo vicino, e non abbiamo mosso un dito.”
Chris boccheggiò confuso. “Ma voi avete-”
“Non era abbastanza. Quando hai fatto coming-out noi non sapevamo come comportarci. Era una situazione che nessuno di noi aveva mai affrontato, ovviamente, ma possiamo immaginare che sia stato difficile. Tutto quello che hai sopportato…”
Mark sbuffò sonoramente interrompendo il discorso di Dianna, e Chris sbatté le palpebre confuso.
“Scusate, è vero che abbiamo programmato di fare un discorso ma c’è una sorpresa. Un’enorme sorpresa. Fanculo il discorso, facciamolo entrare-“
“Far entrare chi?” chiese Chris, guardandosi intorno nervoso.
Mark si beccò una gomitata nello stomaco da Grant, che subito dopo fece qualche passo in avanti e prese parola. “Non ci crederai, ma stasera è qui con noi la persona che veramente ti ha salvato. Che ti ha aiutato a rialzarti ad ogni caduta, che ti ha fatto pensare che ci fosse una speranza per te quando tutto il mondo ti remava contro, che ha avuto una grande influenza sulla persona che sei oggi e su quello che stai realizzando nella tua vita.”
“Tieniti forte Chris, prometti di non morirci, okay? Hai solo diciannove anni…”
Chris era già in lacrime da quando i suoi amici avevano cominciato il discorso, e adesso aveva le guance adorabilmente rosse e gli occhi un po’ gonfi per le lacrime. “Ragazzi, cosa-”
“Solo per te, stasera c’è qui con noi l’unico e solo: Darren Criss!”
Se Chris non fosse stato seduto probabilmente le gambe gli sarebbero cedute. Era convinto che i suoi amici lo stessero prendendo in giro, e che da lì a qualche secondo sarebbe uscito fuori qualche travestito che avevano pagato per fargli uno scherzo, così si alzò per ispezionare meglio il loft ed accertarsene di persona. Se ne era così convinto perché non riusciva a smettere di tremare?
E quando il suo sguardo si soffermò sulla porta della camera di Lea, finalmente accadde.
Un ragazzo con i capelli ricci e spettinati gli stava venendo incontro e ad ogni passo poteva ammirare un dettaglio: le sue gambe fasciate da jeans scuri, la t-shirt rossa e aderente, il sorriso splendente che gli stava porgendo, gli occhi caramellati che in fotografia non rendevano affatto giustizia… era Darren Criss in carne ed ossa. Le sensazioni che provò subito dopo, invece, avrebbe potuto perfettamente indentificarle come sintomi di un infarto precoce.
“Oh mio dio” mormorò portandosi le mani alla bocca incredulo, perché insomma, come poteva essere vero? Come poteva Darren Criss essere lì e soprattutto da quando in qua Darren Criss gli sorrideva se non da una fotografia nella quale fissava l’obiettivo?
Decise semplicemente di non pensarci perché Darren era lì, nella sua casa, tra le sue cose, e quando arrivò pochi metri da lui Chris per poco non cascò sulla poltrona, ma un paio di braccia forti corsero a sostenerlo.
“Ehi, ti tengo okay?” bisbigliò divertito il cantante, il fiato caldo che gli solleticava l’orecchio. “Buon compleanno Chris.”
Portò le braccia attorno al collo di quel magnifico uomo e singhiozzò sulla sua spalla, sentendosi un po’ come se fosse nato per stare lì tra quelle braccia, come se avesse vissuto gli ultimi diciannove anni alla deriva e solo ora aveva trovato la sua ancora.
Adesso il suo idolo davvero famoso era lì in casa sua e lo stava abbracciando, gli stava accarezzando la schiena e Chris si sentì completo come non era mai successo in tutta la sua vita.
E forse fino a pochi minuti fa aveva la piena convinzione che la sua vita fosse uno spreco, ma adesso poteva finalmente dire che quel momento valeva ogni secondo che aveva speso ad aspettarlo.
Darren stava ancora ridacchiando mentre lo stringeva forte a sé e okay, forse aveva ragione, Chris pensò di essere veramente patetico. Un po’ come una di quelle ragazzine fuori di testa che perdono i sensi appena vedono il loro idolo, ma Darren non aveva proprio idea dell’impatto che aveva avuto sulla sua vita.
Quando si staccarono riluttanti, Chris lanciò un’occhiata ai suoi amici e sorrise. “Ma- come avete fatto? Voi siete-”
“Gli amici migliori che ti potessero capitare. Sì, lo sappiamo” rispose Mark fiero. “Ringrazia me che te l’ho trovato io.”
Chris riportò il suo sguardo su Darren, le gambe gli diventarono di nuovo come gelatina e quasi come se gli avesse letto nel pensiero, il cantante gli afferrò la mano per non farlo cadere.
In fondo era così da sempre, Darren aveva questa particolare inclinazione a salvarlo ogni volta che sembrava sul punto di crollare.
“Vieni qui” mormorò trascinandolo con dolcezza sulla poltrona che era abbastanza grande per due. Chris si imbambolò qualche secondo a guardare la sua mano stretta da quella di Darren e dio- c’era qualcosa di più perfetto?
“Hai degli amici veramente straordinari, lo sai? Prima di tutto il tuo amico, Mark, stamattina mi ha salvato dai paparazzi. Ho pensato di girarmene tranquillo per Clovis semplicemente perché è una piccola cittadina e pensavo che nessuno mi avrebbe riconosciuto, e invece all’improvviso dieci uomini armati di macchine fotografiche e microfoni hanno cominciato ad inseguirmi. Lui mi ha dato un passaggio fino all’hotel.”
Chris sbuffò una risata guardando il suo amico e si ripromise che da quel momento in poi lo avrebbe apprezzato ancora un po’ di più, perché gli aveva appena fatto il regalo più bello e inaspettato di sempre.
“Mi ha chiesto il favore di venire qui a fare un’improvvisata, e… sono contento di averlo fatto. Hanno speso parole veramente belle nei tuoi confronti, e da quel poco che ho capito, sei una persona straordinaria ma soprattutto coraggiosa. A quanto pare hai affrontato quello che comporta fare un coming-out quando si è alle superiori da solo, e ti ammiro davvero. Qual è il tuo segreto?”
Chris rise un po’ all’ultima frase e cercò di mettere insieme una frase di senso compiuto, quando Lea lo anticipò con una semplice parola. “Tu.”
Darren spalancò un po’ gli occhi e tornò a guardare Chris curioso, che sorrise tra le lacrime e si torturò un po’ le dita imbarazzato. “Io- diciamo che tu mi sei stato molto d’aiuto.”
Gli occhi di Darren si illuminarono di luce propria a quella frase. “Sai… penso che se non fossi stato forte come credo che tu sia stato, non ne saresti uscito vivo.”
“Grazie” bisbigliò Chris intimidito.
Darren avrebbe preferito restarsene lì semplicemente a fissarlo e ad annegare in quell’oceano immenso che erano i suoi occhi, ma obbligò se stesso a darsi una mossa per non fare la figura dell’idiota.
Prese dalla tasca della sua giacca il regalo che aveva portato per Chris, e il festeggiato trattenne il fiato.
Se solo Darren avesse saputo di ritrovarsi davanti un ragazzo così bello, così dolce e così tremendamente unico, avrebbe preso un vero regalo perché- davvero, non era fisicamente in grado di togliergli gli occhi di dosso e questo era un bel problema.
“Ti avrei preso qualcosa di meglio, ma sai, Mark mi ha parlato di te solo stamattina” ridacchiò nervosamente Darren porgendoglielo.
“Oh mio dio, non- non dovevi” mormorò Chris. “Solo… grazie, è che tu- tu non dovevi proprio”
“Ehi, respira e scarta il tuo regalo di compleanno, okay?”
“Darren, penso che preferirebbe scartare te!” esclamò Mark prima che riuscisse a trattenersi, e Grant gli diede un’altra gomitata nello stomaco per farlo stare zitto.
Le guance di Chris si tinsero di rosso e inchiodò lo sguardo sul suo regalo. “Non fare caso a loro” mormorò mentre tirava il fiocchetto della confezione.
Quando finì di scartare il regalo si ritrovò davanti il suo ultimo cd, quello che non era ancora uscito e che stava ancora promuovendo. “…Okay, non ci posso credere. È vero? Davvero? Ci sono le tue canzoni in anteprima? Potrò ascoltarle veramente? Io solo… oddio, Darren!”
Il cantante ridacchiò – d’altronde doveva aspettarselo. Era un ragazzo bellissimo ma era anche uno suo fan, era piuttosto ovvio che avrebbe apprezzato il suo regalo.
“Grazie, davvero, sei stato… dolcissimo a venire qui. E a farmi un regalo- questo regalo, e io non riesco a parlare, scusami- ti sto solo facendo perdere tempo, magari tu ora devi andare e io ti sto trattenendo qui”
“Uhm… in realtà sono libero fino a domani pomeriggio che devo partire. Qui non conosco nessuno e piuttosto che tornare in una triste stanza di hotel, mi piacerebbe restare qui alla festa. Sempre se non sono d’intralcio.”
“Affatto. Non lo sei” rispose Chris completamente in trance.
I suoi amici risero di gusto, poi Lea si avvicinò e mise una mano sulla spalla del cantante. “È un onore averti qui, davvero. Anche se probabilmente dovrai tenerti il mio amico sulla coscienza.”
 
 
 
Chris stava rigirando la cannuccia nel suo drink, mentre guardava rapito il suo idolo girare per il loft, parlare con i suoi amici e ridere perfino alle battute di Mark. Era… era perfetto, non c’erano altri aggettivi per descriverlo. Era assolutamente perfetto.
Se l’anno prima qualcuno gli avesse detto che si sarebbe ritrovato Darren al suo prossimo compleanno, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere. Insomma, era Darren Criss, e già era sembrato surreale vederlo fare una comparsa per lui, ma vederlo adesso mentre parlava tranquillamente con i suoi amici come se fosse un semplice invitato, era veramente assurdo. Eppure per quanto cercasse di mischiarsi tra la folla per Chris brillava più di ogni cosa, con quel suo sorriso dolce e quei suoi occhi meravigliosi-
Rinsavì quando lo vide voltarsi verso di lui e rivolgergli un sorriso, poi si mosse per andare da lui e Chris si sentì morire un altro po’.
“Ti stai divertendo?” domandò Darren, mentre si lasciava cadere accanto a lui sul divano.
“Molto” rispose Chris con un sorriso. “E tu? Ti ho visto parlare con i miei amici e ridere a qualche battuta di Mark…”
“Stavo solo cercando di essere cortese” rispose Darren con un piccolo broncio. Chris rise un po’ e si morse un labbro quando realizzò che stava veramente avendo una conversazione con il suo idolo, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non stava tremando troppo, non stava balbettando e non stava sudando, il che era un bel passo avanti.
Darren trattenne un po’ il fiato quando vide Chris mordersi il labbro, ma scosse la testa e deglutì, affrettandosi a cercare qualcosa da dire per non fargli capire cosa gli stava passando per la testa in quel momento. “Quindi... cosa fai nella vita? Studi?”
“Sono al primo anno di college, e sto studiando giornalismo. Mi piace fare un mucchio di cose ma la mia vera passione è scrivere. Adesso ti chiederei che cos’è che fai tu o qualsiasi altra domanda banale, ma…”
“Sai già tutto” concluse Darren sbuffando appena. “Non è giusto.”
Chris tornò a mordicchiarsi il labbro. “Allora dimmi qualcosa di te che non sa nessuno.”
“Oh, mi piace questo gioco” mormorò Darren, distogliendo lo sguardo dalle sue labbra. “Posso pensarci? Voglio dire, è difficile.”
“Certo, aspetterò” rispose asciutto il più piccolo, e Darren sorrise dolcemente.
“Sai…” cominciò Darren, torturandosi le dita nervoso. “Oggi quando ero in macchina con Mark e stava cercando di convincermi a venire alla tua festa, mi ha raccontato una cosa. Cioè che non sei andato al ballo dell’ultimo anno perché non ti hanno fatto entrare, e che… non hai mai ballato con un ragazzo.”
Chris abbassò la testa per non fargli notare quanto fosse in imbarazzo: se solo Darren avesse saputo quante altre cose non aveva mai fatto con un ragazzo probabilmente avrebbe riso tutta la sera. Se solo avesse saputo quante volte si era raggomitolato di sera nel suo letto per poi passare tutta la notte a piangere, con un paio di cuffie nelle orecchie sperando che la voce di Darren riuscisse a sovrastare il rumore dei suoi pensieri, si sarebbe alzato e sarebbe scappato via spaventato.
E poi la sua voce, quella stessa voce che lo aveva salvato così tante volte, gli tese il braccio e lo salvò anche stavolta.
Per l'ennesima volta. Come tutte le volte.
“Vuoi ballare?”
Chris sbatté le palpebre un paio di volte e quasi stava pensando di chiedergli di ripetere perché non aveva capito bene, poi Darren gli porse una mano e fece un sorriso dolcissimo che distrusse tutti i muri che si era costruito attorno nel corso degli anni.
“Ragazzi? Fate partire un lento?” domandò il cantante rivolgendosi al gruppo di amici dall’altra parte del loft. Chris spalancò la bocca incredulo e malapena registrò i movimenti di Lea, che frugava tra i suoi cd alla ricerca di quello che stesso Chris aveva masterizzato, con tutte le cover di Darren.
Quando la musica di Teenage Dream in versione acustica si diffuse nel loft, Darren afferrò la mano di Chris e lo trascinò al centro della stanza.
“Metti le mani sulle mie spalle” soffiò Darren dolcemente. Chris fece come il ragazzo gli aveva detto, poi sentì le dita dell’altro  premere sulla sua schiena e appoggiò istintivamente la guancia contro la sua. Poteva percepire il naso di Darren solleticargli la mandibola e in altre circostanze avrebbe provato a mettere un po’ di distanza, ma adesso voleva soltanto chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da quelle braccia e non pensare più a niente.
Darren fece lo stesso, abbassò le palpebre e le strinse forte quando un’idea assolutamente assurda gli balenò nella testa. E doveva togliersela immediatamente perché non poteva fare una cosa del genere, doveva starsi zitto-
“Dammi il tuo numero e ti dirò qualcosa che nessuno sa di me.”
Chris sentì le gambe tremare a quelle parole, e dovette aumentare la presa sulle sue spalle per non rischiare di svenire. “Si può fare”, sussurrò, poi Darren sorrise soddisfatto e strinse più forte a sé quel ragazzo che era piombato nella sua vita come una tormenta e che si era trascinato via ogni suo principio, ogni più piccolo dolore.
Sapeva benissimo che si stava cacciando in un casino con le sue stesse mani, ma non aveva alcuna intenzione di fermarsi: tra quelle braccia aveva appena trovato il suo posto, quello che cercava da sempre.









Woah, che bello essere tornata nel mondo CrissColfer con una long! Non potete capire quanto mi sia mancato scrivere di loro da quando ho finito No Physical Contact!
Quindi... okay, il perché di questa cosa?
Innanzitutto devo ringraziare No_H8 perché è la beta di questa storia e anche perché senza di lei adesso non ci sarebbe.
In pratica stavamo sclerando in chat e all'improvviso ho cominciato ad immaginare questa trama sclerando come una matta e lei invece di fermarmi mi ha detto tipo "stai ancora qui? Quando la scrivi?"
Quindi... sì, pubblico queste cazzate epiche solo a causa sua. Non so se devo ringraziarla o colpevolizzarla...
E... niente, se avete seguito la mia ultima long CrissColfer sapete come sono fatta. 
No Physical Contact era per fangirlizzare (non ha caso aveva il nome di una riot) sui CC, la loro """"vera""" storia e scriverla.
Questa invece è una AU sulla quale ho sclerato, quindi come vedete questi due, a differenza dei Klaine, non riesco proprio a prenderli sul serio!
Okay, credo di aver detto tutto e ora posso pure andarmene.
Spero che non vi faccia troppo schifo D:

Per aggiornamenti, foto, scleri e quant'altro  mi trovate qui c: 

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Capitolo 2
*** Ci risentiamo? ***




Darren, Chris, Chord, Lea
 
 
 
21 settembre
 
Quando Chris si svegliò il giorno dopo il suo compleanno, aveva la piena convinzione che fosse stato tutto un lungo e meraviglioso sogno dal quale si era appena risvegliato.  
Ma quando cominciò a canticchiare nel letto una delle nuove canzoni di Darren che aveva sentito quella notte, e quando vide l’album che non era ancora uscito poggiato sul comodino, realizzò che era tutto vero.
Darren – non Darren Criss, solo Darren, quel ragazzo divertente, umile e incredibilmente gentile - aveva fatto irruzione al suo compleanno e come se non bastasse ci era restato, parlando con i suoi amici e strappandogli via il primo ballo di tutta la sua vita.
E se chiudeva gli occhi poteva sentire ancora le braccia di quel meraviglioso uomo che lo stringevano forte a sé, il suo profumo che lo inebriava completamente e il suo fiato che gli solleticava l’orecchio mentre gli chiedeva dolcemente se potevano risentirsi di nuovo. Così, come se fosse la cosa più naturale di sempre per loro che non facevano parte nemmeno dello stesso mondo.
Come se potessero ballare insieme aggrappati l’uno all’altro ogni giorno della loro vita e non solo in occasione del suo compleanno.
Chris si rabbuiò un po’ quando si rese conto che Darren gli aveva chiesto il numero di cellulare, ma lui non gli aveva dato il suo. Come biasimarlo? Probabilmente lo stava solo prendendo in giro, anzi era sicuramente così, perché mai avrebbe dovuto cercare di mettersi in contatto con lui?
Non potevano, lui d’altronde era Darren Criss, il cantante che a soli ventiquattro anni era famosissimo in tutto il mondo mentre lui era solo Chris, il ragazzo della porta accanto che aveva vergogna della sua stessa ombra. E dettaglio da non tralasciare, non era nessuno. Per il mondo era totalmente invisibile, era così da sempre e le cose non sarebbero cambiate. Non dovevano e non potevano cambiare.
Si stava crogiolando in questi pensieri poco felici quando il suo cellulare vibrò sul suo comodino. Per un momento pensò che si trattasse di qualche suo compagno di corso che lo esortava a darsi una mossa, poi si ricordò che quel giorno non aveva lezioni. Di solito la sua famiglia lo chiamava, non gli inviava sms e i suoi amici… be’ erano tutti nello stesso loft, e non avevano motivo di scrivergli.
Alla fine si sporse verso il comodino con l’intenzione di cancellare il messaggio della sua compagnia telefonica, quando finì per bloccarsi con il suo cellulare a mezz’aria.
 
(11:01)
Ehi ciao Chris!
Senti, volevo dirti che sono nei paraggi e non ho idea di cosa fare fino all’orario della partenza. Posso passare da te?
Darren
 
Il cellulare gli scivolò vergognosamente dalle mani e cadde sul pavimento con un tonfo, così Chris sbatté le palpebre e rotolò, nel vero senso letterale, giù dal materasso per recuperarlo. Nel farlo la sua caviglia si scontrò accidentalmente con il cellulare che finì sotto al letto e Chris dovette allungarsi lì sotto per prenderlo.
“Chris!” squittì Lea sulla soglia della porta. L’amico sussultò d’istinto e batté la testa sotto al materasso.
Ahia! Lea, sei impazzita?” sbottò lui, massaggiandosi con una mano la testa mentre con l’altra cercava di togliersi da lì sotto.
“Sei steso a pancia in giù sul pavimento! Sei tu che sei impazzito! Io lo avevo detto a Mark che far venire Darren Criss alla tua festa di compleanno avrebbe segnato la tua condanna-”
Chris riuscì finalmente a rimettersi in piedi e sventolò in aria il suo cellulare con fare trionfante. “Lea, mi ha scritto! Darren mi ha mandato un messaggio! Me lo ha mandato davvero!”
“Oh mio dio, stai scherzando?” domandò Lea sconcertata, poi si lanciò a capofitto sul suo amico per prendersi il cellulare e leggere il messaggio con i suoi stessi occhi. “Solo… oddio. Il signor Darren Criss si è preso una cotta per te.”
“Certo, e io sono Katy Perry” rispose sarcastico Chris, strappandole via il cellulare da mano.
“Uh-uh, poi vedrai. Comunque vado a vestirmi e mi trascino via gli altri, così avrete la casa solo per voi.”
Chris arrossì furiosamente a quelle parole. “Sta’ zitta.”
 
 
 
Darren quella mattina si era svegliato in una camera d’albergo vuota, un po’ come succedeva tutte le volte che era fuori per lavoro.
Non che viaggiasse da solo, aveva sempre Chord – il suo manager e il suo migliore amico – che adesso era bloccato a Los Angeles con l’influenza, ma era una cosa del tutto diversa.
Si sentiva veramente solo.
Non poté fare a meno di pensare alla sera prima e un sorriso stupido affiorò sulle sue labbra quando ripensò a Chris, quel meraviglioso ragazzo che aveva avuto la fortuna di conoscere.
E Chris non era solo meraviglioso, no. Chris era una di quelle bellezze che ti toglie il fiato.
Chris era delicato, attento ad ogni passo che compiva, quasi come se gli anni trascorsi al liceo gli avessero insegnato a stare sempre sull’attenti e a non lasciarsi andare.
Ma Chris sorrideva: sorrideva contro la sua spalla quando lo ha abbracciato la prima volta, sorrideva mentre lo guardava interagire con i suoi amici, sorrideva quando parlavano uno accanto all’altro e sorrideva quando Darren gli chiedeva di ballare.
E Darren avrebbe continuato all’infinito solo per vedere quel sorriso, quegli occhi azzurro infinito luccicare come due solitari, le sue labbra morbide tremare come due foglie d’autunno mentre gli diceva qualcosa.
Chris era semplicemente il ragazzo più bello che avesse mai incontrato e non riusciva a smettere di pensare a lui, a quanto volesse rivederlo e far in modo che facesse parte della sua vita.
Fu per questo motivo che prese il suo cellulare e dopo aver pensato un po' a cosa scrivere, gli inviò un messaggio.
Quando Chris rispose fu come vedere il sole sorgere di nuovo.
 
 
(11:10)
Certo, ti aspetto!
 
 
 
Chris aprì la porta del loft con un sorriso enorme stampato sulle labbra, e proprio quando era sul punto di prendere un respiro e salutare Darren, il cantante lo anticipò.
“Non mi piacciono i popcorn” disse tutto d’un fiato. Chris si spostò per farlo passare e Darren entrò come una furia. Sembrava davvero iperattivo mentre si voltava per mettersi a faccia a faccia con Chris che aveva appena chiuso la porta.
“Okay, cosa?” domandò divertito il più piccolo.
“Mi hai chiesto di dirti una cosa di me che nessuno sa, ed è questa. Non mi piacciono i popcorn. Voglio dire, non lo sa nessuno perché- andiamo, a tutti piacciono i popcorn e ogni volta che vado al cinema, o sto a casa con i miei amici e loro me li offrono, rifiuto ricordandogli semplicemente che ai popcorn preferisco le patatine. Ma in realtà mi vergogno di dirlo, perché sembro essere l’unico al mondo a cui non piacciono.”
Chris sbatté le palpebre e un sorriso timido affiorò sulle sue labbra. “Oh, va bene.”
“Non mi giudicare” mormorò Darren imbarazzato.
“Giuro che non lo faccio” replicò Chris alzando le mani con fare innocente. “Tutti hanno dei difetti.”
Darren sbuffò una risata e si mosse all’interno del loft completamente a suo agio, come se non fosse solo la seconda volta che si ritrovava lì. Si lasciò cadere sul divano e guardò Chris, in attesa che il ragazzo si sedesse accanto a lui.
“Posso offrirti qualcosa?” chiese Chris cortese.
“Sì, la tua compagnia” borbottò Darren. “Vieni?”
“Certo” bisbigliò Chris imbarazzato, camminando verso il divano. Si sedette accanto a Darren,  mantenendo comunque le distanze, e premette la guancia contro il cuscino.
“Sembri stanco” osservò Darren, gli occhi che scrutavano a fondo quelli di Chris.
“Stanotte per sistemare tutto si è fatto tardissimo, poi… ho passato la notte sveglio ad ascoltare il tuo nuovo album.”
“Ah sì?” domandò Darren e i suoi occhi si illuminarono un po’. “Come ti è sembrato?”
Chris si morse un labbro. “…Posso essere sincero con te?”
Darren spalancò un po’ gli occhi a quelle parole. Onestamente si aspettava che Chris lo riempisse di complimenti, e non perché fosse egocentrico, ma perché era il suo idolo, e tecnicamente i fan venerano i propri idoli come se fossero divinità. Non hanno mai niente da ridire su di loro.
Così si limitò ad annuire, leccandosi le labbra con ansia.
“Okay… ieri te l’ho detto che tu mi hai aiutato tantissimo quando ero alle superiori, no? Hai una voce strepitosa e come se non bastasse, tu riponevi nei testi che scrivevi tutto il tuo dolore. Non so spiegarti quanto sia stato significativo l’impatto che la tua musica abbia avuto sulla mia vita, soprattutto quando ho scoperto che-”, si prese un momento prima di continuare, “che sei come me, che hai passato un periodo simile al mio e che quella storia che raccontavi nelle tue canzoni era la tua.”
Darren annuì in silenzio, e il cuore gli si strinse un po’ nel petto a pensare a quel ragazzo magnifico che passava anche una piccola parte di quello che lui aveva dovuto affrontare alle superiori.
“Diciamo che negli ultimi anni le tue canzoni sono cambiate. Non fraintendermi, mi piacciono da morire e tu sei veramente bravissimo, ma... tu nelle canzoni parlavi del tuo dolore. Se non lo facevi si percepiva. Ora…”
“Credo di aver capito” sussurrò Darren, mordendosi piano un labbro. “E hai ragione. È che gli ultimi anni sono stati davvero… vuoti. Sì, il lavoro non mi ha dato una tregua per dieci minuti e poi ci sono stati i tour, le promozioni, certe volte non avevo il tempo nemmeno per dormire. Sono diventato Darren Criss il cantante a tempo pieno, e ho trascurato la mia vita privata. Dopo quella non ho avuto più alcuna storia da raccontare.”
Chris annuì comprensivo, facendosi piccolo tra i cuscini del divano. “Dovresti ritagliarti un po’ di tempo, sai? Darren Criss il cantante non può essere tale senza di te.”
Darren sorrise, un sorriso vero, e non quelli di plastica che era costretto a sfoggiare quando era davanti ai riflettori. Darren sorrise e sorrise solo Darren, non il cantante, e Darren si prese un momento per cercare di ricordare quale fosse stata l’ultima volta in cui era stato lui a sorridere. Poi guardò Chris e semplicemente non gli importò più, perché adesso aveva lui e sapeva che avrebbe cominciato a sorridere un po’ di più. Sentiva che sarebbe stato Chris a diventare la sua storia.
“Grazie per essere stato sincero.”
 
 
Alla fine Darren accettò di rimanere per pranzo, ma ad una condizione: che avrebbero cucinato insieme. Così si ritrovarono in piedi davanti ai fornelli a preparare da mangiare, ridendo e scherzando come se si conoscessero da una vita e al contempo come se si conoscessero appena, come se Chris non avesse avuto una cotta stratosferica per lui quando era al liceo e non fosse stato sul punto di svenire la sera prima quando si era ritrovato tra le sue braccia.
Darren aveva trovato in fondo alla dispensa un pacco di spaghetti che aveva comprato Mark un paio di settimane prima – e non perché la sapesse cucinare, semplicemente perché si era azzardato ad andare al supermercato nel bel pieno di una sbronza e aveva comprato un po’ di tutto.
Chris restò ad osservare affascinato l’altro mentre si muoveva abilmente nella cucina e preparava la pasta, ma poi si impose di muoversi e dargli una mano per non fare la figura dell’idiota.
“È davvero così buona come dici sempre?” domandò Chris, riferendosi alle decine di interviste in cui Darren lodava la pasta e il suo bellissimo periodo in Italia.
“Perché, non l’hai mai assaggiata?” domandò a sua volta Darren ridendo un po’, ma la sua risata scemò quando notò che sul viso di Chris non c’era traccia di divertimento. “Aspetta, cosa? Fai sul serio?”
Chris annuì, il labbro inferiore intrappolato tra i denti. “Ehi, non giudicarmi. A te non piacciono i popcorn.”
“Ora me lo rinfaccerai per sempre?” domandò Darren alzando gli occhi al cielo e Chris perse almeno mille battiti mentre si chiedeva quanto durasse quel per sempre che aveva appena citato Darren. “Dai, almeno tu sei ancora in tempo per rimediare.”
Darren trattenne un sorriso e si avvicinò alla pentola dove stava cuocendo la pasta, e dopo qualche secondo passato ad accertarsi che questa fosse pronta, spense i fornelli e infilò la forchetta all’interno. Raccolse uno spaghetto e lo arrotolò attorno alla posata, poi lo bagnò nel condimento che c’era nella padella a parte e alla fine riportò il suo sguardo su Chris. “Okay, ci siamo. Apri.”
Chris deglutì, imbarazzato. “C-cosa?”
“Apri la bocca” rispose asciutto Darren, una mano che sorreggeva la forchetta e l’altra sospesa a mezz’aria sotto per non far cadere gocce di sugo a terra.
Chris si ritrovò quindi costretto ad aprire la bocca per farsi imboccare da Darren, poi questo restò fermo a fissarlo in attesa di un giudizio. Chris masticò lentamente, guardando oltre il ragazzo davanti a lui per concentrarsi sul sapore della pasta e non su quegli occhi che lo stavano osservando.
Alla fine ingoiò e gli scappò un gemito. “Diamine, è la cosa migliore che io abbia mai assaggiato.”
Darren sorrise soddisfatto. “Preparo i piatti.”
Pranzarono insieme, seduti uno accanto all’altro e con le ginocchia che si sfioravano di continuo sotto al tavolo. Darren parlò del suo viaggio in Italia e della prima volta che aveva assaggiato la pasta, mentre Chris mangiava e ascoltava rapito il suo racconto. Quando finirono di pranzare restarono seduti ancora un altro po’ a parlare, e Chris rise come non era mai successo in vita sua quando Darren cominciò a raccontargli di tutte le cose esilaranti che erano successe durante i concerti con i suoi fan.
Poi Darren poggiò il mento sul palmo della mano e restò ad ascoltare Chris che gli parlava del college, dei professori e di tutti gli scherzi idioti che i suoi amici mettevano in atto per rendere le lezioni meno pesanti. In fondo il liceo non era stato sempre così terribile.
Dopo sparecchiarono insieme e lavarono i piatti, ma finirono per schizzarsi acqua e rincorrersi per tutto il loft ridendo.
Alla fine crollarono sul divano, dove Darren trovò finalmente il coraggio di chiedergli del suo passato.
E Darren lo ascoltò in silenzio mentre gli parlava dei suoi anni alle superiori, il bullismo che aveva subito e il modo in cui lo aveva affrontato.
Riusciva a leggerlo nei suoi occhi mentre ne parlava: Chris non era minimamente consapevole di quanto fosse forte e coraggioso. E lo ammirava, lo ammirava davvero con tutto se stesso, perché malgrado tutto ciò che aveva passato lui adesso era lì a raccontarglielo, con un sorriso timido appena accennato e gli occhi che sorridevano tristemente.
“Chris?” bisbigliò ad un tratto Darren. “S-sono contento di averti conosciuto. Davvero, so che è incominciata in un modo strano, ma... Sei una persona veramente straordinaria e non voglio interrompere i rapporti. Se per te è troppo strano essere amico di uno come me lo capirei, credimi, ma… mi dispiacerebbe tanto.”
Chris sbatté le palpebre, poi si leccò le labbra che si erano fatte improvvisamente secche. “Stai- stai scherzando? Voglio dire… mi sarebbe dispiaciuto se avessi scoperto che in realtà sei uno stronzo e che ho perso anni della mia vita a seguire una persona che ammiravo, ma in realtà sei anche meglio di quanto pensassi. Quindi… non è così strano, credo.”
Darren sorrise timidamente. “Oh… bene. È- davvero fantastico, sì. Perfetto.”
Finirono per guardarsi un film insieme sul divano, e Chris fremeva dalla voglia di accoccolarsi vicino a Darren, poggiare la testa sulla sua spalla e sentire sotto di sé il sul corpo caldo, ma sapeva che avrebbe invaso troppo i suoi spazi soprattutto dopo che Darren gli aveva appena proposto di essere amici.  Solo amici.
Purtroppo le cinque del pomeriggio arrivarono troppo presto e i due ragazzi si guardarono consapevoli quando Darren disse che si stava avvicinando il momento di andare via.
Passarono quegli ultimi minuti tranquillamente, parlando e basta. Di tanto in tanto uno dei due allungava la mano e sfiorava il braccio dell’altro - Darren addirittura quando aveva visto Chris abbassare lo sguardo gli aveva spazzolato via una ciocca di capelli dalla fronte, sorridendo quando aveva sentito la pelle dell’altro fremere sotto al suo tocco.
Sembrava tutto così amplificato con lui e si permise per un solo secondo chiedersi come sarebbe stato vivere in quel posto, poterlo vedere ogni giorno, cibarsi di quelle sensazioni così frequentemente senza stancarsi mai.
La magia fu interrotta dalla porta che improvvisamente si aprì, e Darren neanche allora smise di fissarlo. Guardò il modo in cui Chris lasciò scivolare via la mano che aveva poggiata contro la sua tempia, il modo in cui allungò il collo per sbirciare chi stesse entrando nel loft. Poté vedere chiaramente i dubbi che svanivano per lasciare posto a un’espressione tranquilla sul suo viso.
"Ehi ragazzi, disturbiamo?" domandò allegra una delle ragazze, e voltandosi – soltanto perché non voleva essere scortese – Darren abbinò quella voce a Dianna, la ragazza bionda e gentile con cui aveva parlato la sera prima. Dietro di lei c’erano anche gli altri ragazzi.
"In realtà stavo proprio per andare" disse Darren alzandosi dal divano.
Chris deglutì e si rimise in piedi anche lui, decisamente controvoglia. Quelle ore erano davvero volate e già stava male al pensiero di dover lasciare andare via Darren. “T-ti accompagno” biascicò, seguendolo.
Restò qualche istante in disparte a guardarlo salutare i suoi amici con la promessa che si sarebbero rivisti presto, poi lo lasciarono andare e Chris lo accompagnò fino a fuori la porta.
“Quindi… eccoci qui” mormorò il diciannovenne imbarazzato, mentre si chiudeva la porta alle spalle.
“Sono stato davvero bene oggi” sorrise dolcemente Darren. “Grazie per tutto, anche per le- sì insomma, per le critiche. È bello una volta tanto avere qualcuno che è sincero con te, oramai nemmeno più i miei amici riescono ad esserlo.”
Chris annuì, un sorriso triste si formò sulle labbra al pensiero che forse non lo avrebbe più rivisto, o almeno non lo avrebbe mai più rivisto così, come se facesse parte fisicamente della sua vita.
“Pensa un po’ a te stesso Darren. Cerca di vivere di più” mormorò.
Darren sorrise appena. “Te lo prometto, Chris”, poi senza aggiungere altro si sporse verso l’altro e lo tirò in un abbraccio. Chris tornò letteralmente a respirare e affondò il viso nella sua spalla, mentre stringeva la maglietta all’altezza della sua schiena.
Alla sua festa di compleanno si erano abbracciati e lo aveva preso per mano, ma era solo una piccola interazione tra idolo e fan. Adesso erano solo loro, Chris e Darren, due ragazzi che avevano passato una giornata favolosa insieme e che non avevano per niente voglia di dirsi addio.
“Ci sentiamo, okay?” mormorò il cantante in una tacita promessa.
Chris lo strinse un po’ più forte prima di lasciarlo andare e bisbigliò un okay, poi sfoggiò un altro dei suoi sorrisi tristi e lo guardò mentre camminava per uscire fuori.
Quando Chris rientrò nel loft trovò i suoi amici che lo fissavano in attesa di una spiegazione, ma la sua espressione sognante parlava da sé.
“Non ho trovato preservativi usati in giro, ho controllato anche nella pattumiera. Che cazzo avete fatto tutto il giorno?” sbottò Mark infastidito.
Chris scosse la testa sorridendo e andò a chiudersi in camera senza dire una parola, perché non c’era bisogno di dire proprio niente.
Aveva trascorso una delle giornate più belle della sua vita.
 
 
 
(17:08)
Daisy, ma a che ora arrivi? Devo dire che ti fai sentire quando non sto con te.
 

(17:08)
Sono sarcastico, nel caso te lo stessi chiedendo.
 

(17:10)
Chord, smettila di fare il melodrammatico. Sono in aereo in questo momento, ma parte tra venti minuti quindi alle cinque e mezza spengo il cellulare.
 

(17:11)
Credi che mi interessi? Piuttosto, dimmi che fine hai fatto.
 

(17:13)
Sono stato da quel ragazzo a cui ho fatto la sorpresa ieri.
 
 
*chiamata in arrivo da Chord*
 
 
“Uhm… sì?”
 

“Darren, che diavolo stai combinando?”
 

“Io? Niente-”
 

“Ti sei preso una cotta per un tuo fan?”
 

“Chord! Siamo solo amici…”
 

“Siete solo amici? Lo conosci appena da diciotto ore, Dare. Non dovreste essere già amici. E poi è un tuo fan, non dovreste essere proprio un bel niente-”
 

“La vuoi smettere? Lui- lui è diverso, okay?”
 

“Dare, ti sei preso una cotta per un tuo fan?”
 

“Ti ho già detto che siamo solo amici e sì, possiamo esserlo anche solo dopo diciotto ore, visto che abbiamo passato gran parte di queste ore insieme.”
 

“Non mi metto ad urlare solo perché non lo vedrai più…”
 

“…In realtà ci siamo scambiati i numeri.”
 

"Che cosa hai fatto?" 
 

“Senti Chord, non ho intenzione di scusarmi perché per la prima volta dopo tanto tempo ho conosciuto qualcuno che mi interessa. E sai che ti dico? Se non mi supporti significa che allora non sei mio amico nemmeno tu.”
 

“Ma-”
 

“Ci sentiamo appena arrivo, non ho intenzione di passare questi ultimi minuti a parlare con te.”
 
 
*fine chiamata*
 
 
(17:19)
Ehi.
 

(17:20)
Ehi. Non sei ancora partito?
 

(17:20)
Parto tra pochi minuti. Che fai?
 

(17:21)
Sinceramente cerco di evitare i miei amici che mi chiedono di te. Tu?
 

(17:21)
Sinceramente faccio lo stesso.
 

(17:21)
Magari dovremmo farli conoscere.
 

(17:22)
Sì, lo penso anche io. È così strano che io e te siamo amici?
 

(17:23)
Lo siamo?
 

(17:24)
…No?
 

(17:25)
Ci conosciamo appena.
 

(17:25)
Tecnicamente tu mi conosci da quando avevi quindici anni.
 

(17:26)
Dare, sai cosa voglio dire.
 

(17:26)
Diamoci un po’ di tempo prima di metterci delle etichette, okay?
 

(17:27)
Penso che si possa fare.
 

(17:28)
Quindi hai parlato di me ai tuoi amici?
 

(17:28)
È così strano?
 

(17:29)
È uno strano bello. Mi piace.
 

(17:29)
Ne sono contento.
 

(17:30)
Buon viaggio, Dare.
 

(17:30)
Ps: Essendo amici adesso dovrei chiederti di “mandarmi un messaggio per dirmi che sei arrivato”?
 

(17:31)
Uhm… suppongo di sì.
 

(17:31)
Mandami un messaggio quando arrivi.
 

(17:32)
Lo farò volentieri.
 
 

 
(17:33)
Lea?
 

(17:34)
Tesoro? Perché mi stai scrivendo se sono nella stanza accanto alla tua?
 

(17:36)
…Lea, è fantastico. Come persona, voglio dire.
 

(17:37)
Davvero?
 

(17:39)
Ha parlato di me ai suoi amici, sai? E ha detto che vuole continuare a sentirmi, infatti mi ha scritto venti minuti fa. È così meraviglioso, Lea. Oggi è stato un sogno.
 

(17:40)
Passo per la cucina a prendere il gelato e vengo da te, così mi racconti tutto.
 

(17:41)
Passa a prendere anche Dianna.
 

(17:42)
Grant e Mark pure?
 

(17:44)
…Okay, va bene.
 

 
 
(19:01)
Ehi, sei arrivato?
 

(19:03)
Chris! Stavo per scriverti io!
 

(19:04)
Scusa, è che dimenticavo che il viaggio in aereo tra Clovis e Los Angeles è veramente brevissimo!
 

(19:04)
Comunque sono felice di saperti vivo.
 

(19:05)
…Wow. Chi lo ha detto che non potevamo essere amici?
 

(19:06)
Non ne ho idea, siamo fantastici e gli altri sono solo invidiosi.


(19:07)
Esatto.
 

(19:10)
Dare, da buoni amici che siamo ho bisogno di parlare con te di una cosa.
 

(19:12)
…Vuoi che ti chiami?
 

(19:15)
È per i tuoi spaghetti.
 

(19:16)
Che avevano i miei spaghetti?
 

(19:18)
Credo che li sognerò stanotte. E domani notte. E tutte le altre notti successive.
 

(19:18)
Ti sono piaciuti davvero così tanto?
 

(19:20)
Li ho amati!
 

(19:24)
Magari quando ci rivediamo te li cucino di nuovo…?
 

(19:27)
Magari :)
 

(19:30)
Mi vuoi vedere solo per i miei spaghetti. Sei crudele.
 

(19:32)
Per quei spaghetti ne vale la pena.
 

(19:32)
Per me no?
 

(19:33)
Sfamami prima e poi ti faccio sapere :)
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Work in progress ***




 
Kurt, Blaine, Chord, Lea
 
 
 
 
 
22 settembre
 
 
(12:13)
Sai cosa stavo pensando?
 
 
(12:14)
Effettivamente no. Posso aggiungerlo alla lista delle cose che non so di te?
 
 
(12:16)
Simpatico.
 
 
(12:16)
Dovresti farmi leggere qualcosa. Di quello che scrivi, intendo.
 
 
(12:19)
Uhm... No, non dovrei.
 
 
(12:21)
Andiamo, Chris! Io le mie canzoni te le faccio ascoltare!
 
 
(12:25)
Forse perché è il tuo mestiere...?
 
 
(12:26)
Tecnicamente scrivere è anche il tuo mestiere. Uno bravo come te farà sicuramente strada.
 
 
(12:29)
Ma se non sai nemmeno come scrivo!
 
 
(12:32)
Be' sono convinto che sei bravissimo.
 
 
(12:35)
E io sono convinto che dovresti rivedere le tue convinzioni.
 
 
(12:38)
E io sono convinto che dovresti rivedere le tue convinzioni su di me che dovrei rivedere le mie convinzioni.
 
 
(12:40)
... Non mi piace questo gioco.
 
 
(12:42)
Dai Chris...
 
 
(12:48)
Dare, è diverso. Cantare e farti ascoltare dalle persone è il tuo mestiere. Io scrivo per... Sentirmi fuori dal mondo, capisci? Per stare da solo ma non sentirmi come tale.
 
 
(12:52)
Okay, scusa. Solo semmai un giorno cambiassi idea a me piacerebbe davvero tanto stare da soli insieme.
 
 
(12:58)
Che grandissimo cliché, Everett.
 
 
(13:00)
Touché.
 
 
(13:01)
Aspetta, ma io non so il tuo secondo nome!
 
 
(13:05)
Non lo saprai mai!
 
 
 
 
 
 
(12:52)
Tesoro, mi hanno aggiunto un’altra lezione quindi torno più tardi a casa!
 
 
(13:07)
D’accordo :)
 
 
(13:10)
Ehi, smettila di scambiarti messaggini con il tuo ragazzo e cerca di essere più puntuale quando rispondi ai miei messaggi!
 
 
(13:13)
Lea! Non è il mio ragazzo!
 
 
(13:15)
…Oh mio dio. Vi state scambiando dei messaggi per davvero?
 
 
(13:24)
Non è niente.
 
 
(13:26)
Mi spieghi perché cerchi di fare l’orgoglioso anche su di lui che praticamente è l’unico uomo su cui tu abbia mai fantasticato?
 
 
(13:30)
Non è la stessa cosa, Lea. Neanche lo conoscevo.
 
 
(13:32)
E ora?
 
 
(13:33)
E ora è così reale che mi spaventa.
 
 
(13:33)
È una cosa positiva?
 
 
(13:39)
Non ne ho la più pallida idea.
 
 
 
 
 
 
23 settembre
 
 
(10:12)
Sai cosa stavo pensando?
 
 
(10:15)
Che vorresti proporre la frase “sai cosa stavo pensando?” come buongiorno ufficiale?
 
 
(10:19)
Pensavo al fatto che hai diciannove anni.
 
 
(10:21)
Bisogna ammettere che per essere uno che era presente al mio ultimo compleanno, sei veramente perspicace.
 
 
(10:25)
E tu sei piccolo!
 
 
(10:25)
Scusa?
 
 
(10:29)
Hai diciannove anni, Chris.
 
 
(10:31)
E tu ne hai ventiquattro. Quindi?
 
 
(10:32)
Sai la mia età? Davvero?
 
 
(10:34)
E io sto ancora qui a parlare con te esattamente perché…?
 
 
(10:36)
Perché la tua vita senza di me non varrebbe la pena di essere vissuta.
 
 
(10:39)
Eri meglio quando ti limitavi a cantare nello stereo della mia stanza!
 
 
(10:41)
Sta’ zitto, lo so che mi adori c:
 
 
 
 
1 ottobre
 
 
 
(15:32)
…Chord? Posso parlarti di una cosa?
 
 
(15:33)
Certo amico. Vengo da te?
 
 
(15:35)
Non serve, possiamo farlo anche qui.
 
 
(15:35)
Va bene, dimmi pure.
 
 
(15:40)
Ho conosciuto un ragazzo.
 
 
(15:43)
Okay, sto arrivando.
 
 
(15:43)
NO!
 
 
(15:45)
Chord davvero, non serve.
 
 
(15:48)
Perché si tratta di Chris, vero?
 
 
(16:00)
Andiamo, Dare…
 
 
(16:08)
Andiamo cosa? Tanto lo so come la pensi.
 
 
(16:10)
E tu sai anche che lo dico per te.
 
 
(16:12)
Però mi dispiace davvero, sono stato affrettato e non mi sono preoccupato nemmeno di sapere cosa provi.
 
 
(16:20)
Io non so cosa provo, okay? Ci conosciamo a malapena.
 
 
(16:22)
So solo che Chris è… una ventata di normalità, Chord. È come se mi sentissi di nuovo umano, capisci?
 
 
(16:25)
Sì, lo capisco.
 
 
(16:26)
Non si tratta di provare qualcosa per lui, è solo che… è davvero una bella persona, Chord. Non sai quanto sono stato bene con lui mentre ero a Clovis. Siamo stati insieme tutto il giorno e abbiamo riso, scherzato, ho cucinato la pasta, abbiamo parlato tanto di lui, di me, della mia musica.
 
 
(16:30)
È vero, sono andato a letto con qualche ragazzo che non era famoso, ma con lui è diverso. Non si tratta di sesso… è solo che stavo bene quando ero con lui, e sto bene ogni volta che risponde ad un mio messaggio.
 
 
(16:32)
Dici che non si tratta di sesso né di sentimenti, eppure perché sei qui a parlarmi di lui?
 
 
(16:35)
Te l’ho detto, Chord. Non ho una cotta per lui.
 
 
(16:39)
Sto salendo in macchina.
 
 
(16:40)
Perché?
 
 
(16:42)
Perché voglio che tu me lo dica guardandomi negli occhi, Darren.
 
 
 
 
 
(23:35)
C’è qualcuno nella tua vita che ti conosce più di quanto ti conosca tu?
 
 
 
(23:37)
…Credo di sì.
 
 
(23:42)
Ma credo che sia solo un’illusione, sai? Voglio dire, non è che non ci conosciamo. Ci sono semplicemente cose di noi che non vogliamo ammettere a noi stessi, mentre le persone che ci stanno intorno ce le leggono negli occhi.
 
 
(23:45)
È più facile voler capire le cose quando non si provano sulla propria pelle.
 
 
(23:50)
…Okay, sto divagando.
 
 
(23:52)
Non lo stai facendo.
 
 
(23:55)
Ehi? Stai bene?
 
 
(23:56)
Sto bene.
 
 
(00:00)
Buonanotte Chris.
 
 
(00:02)
…Buonanotte Darren.
 
 
 
 
 
(10:12)
Ieri eri strano.
 
 
(10:15)
E buongiorno anche a te!
 
 
 
(10:18)
Ehi, guarda chi parla!
 
 
(10:24)
Seriamente però, eri strano.
 
 
(10:30)
Lo so. È che sono stato tutto il giorno con il mio migliore amico, e ha questa strana tendenza di farmi impazzire.
 
 
(10:34)
Ci avrei scommesso che c’entrava Chord.
 
 
(10:37)
Lo conosci?
 
 
(10:38)
Oh, giusto. Tu sai chi è.
 
 
(10:40)
Il tuo migliore amico e il tuo manager. Mi sembra pure ovvio, no?
 
 
(10:42)
Sì, solo che è strano.
 
 
(10:43)
Tu sei strano.
 
 
(10:45)
No tu sei strano. Mi hai scritto prima tu, Chris!
 
 
(10:49)
Fottiti, ero preoccupato per te!
 
 
(10:51)
Solo per questo?
 
 
(11:00)
Ci sei ancora?
 
 
(10:05)
Dare, ho una lezione importante in questo momento. Ci sentiamo più tardi, okay?
 
 
 
 
 
(21:38)
Ehi.
 
 
(21:40)
Sei vivo!
 
 
(21:41)
A quanto pare…
 
 
 
*chiamata in arrivo da Darren*
 
 
 
“D-Dare?”
 
 
“Ehi, straniero!”
 
 
“Mi hai chiamato!”
 
 
“Sì, disturbo?”
 
 
“Affatto, sono in camera mia mentre gli altri sono di là a guardare un film.”
 
 
“Perfetto. Volevo sentirti.”
 
 
“…Oh. Sembri particolarmente euforico.”
 
 
“Non strano?”
 
 
“Tu sei sempre strano, Dare.”
 
 
“Sono uscite le date del mio tour-”
 
 
“Cosa? Perché io non ne sapevo niente?”
 
 
“Perché tu hai avuto la notizia in anteprima! Ancora dobbiamo pubblicarle sui social.”
 
 
“ …Oh, capisco.”
 
 
“Be’, comunque vengo anche lì, a Clovis.”
 
 
“Stai scherzando? Perché dovresti fare un concerto qui?”
 
 
“…Be’ diciamo che ho insistito molto, ecco. Ci tenevo ad essere lì.”
 
 
“Dare…”
 
 
“Non comprare il biglietto, okay? Tu e i tuoi amici avrete dei posti riservati in prima fila.”
 
 
“D-Dare, ma non serve-”
 
 
“Chris, mi spieghi perché ti comporti così?”
 
 
“Così come?”
 
 
“Come se sentissi che tutto ciò che faccio per te sia un enorme piacere. Perfino parlarti.”
 
 
“Io, non è vero-”
 
 
“Allora perché non mi scrivi mai? Perché devo farlo sempre io per primo? Quando sono stato con te quel giorno sembrava quasi che non ti ricordassi chi ero, ti stavi lasciando andare ed è stata… s-seriamente Chris, non stavo così bene da tanto tempo. Solo sto cercando di capire perché ti comporti in questo modo, okay?”
 
 
“D-Dare, io…Non voglio sembrarti pesante. Quando ci siamo conosciuti praticamente ti sono saltato addosso e sono scoppiato a piangere come un idiota, perché- non era questo che dovevamo essere, Darren. Doveva finire lì, e tu dovevi tornare a casa e magari raccontare distrattamente a Chord che avevi fatto una sorpresa ad un tuo fan. E io non mi sto lamentando del fatto che hai voluto restare in contatto con me-”
 
 
“Pensavo che lo volessimo entrambi”
 
 
“È questo il punto. Voglio che tu sappia che io lo voglio perché mi dispiacerebbe non sentire più il ragazzo che ha ballato con me al mio compleanno, che si è presentato il giorno dopo a casa mia e ha passato tutto il giorno con me… ma non perché sei Darren Criss e ti ascolto da quando avevo quindici anni. Non- sto approfittando della tua popolarità, e non voglio che tu arrivi a pensare una cosa del genere. Per questo sono un po’ freddo e non riesco a lasciarmi completamente andare…”
 
 
“Chris, io… non penso questo. Non penso che tu sia quel tipo di persona.”
 
 
“E io non penso che tu lo pensi. Solo… sono fatto così, okay? È una cosa mia, lascia perdere.”
 
 
“…Wow, okay. Adesso ascolta me, okay?”
 
 
“Okay…”
 
 
“Io mi fido di te.”
 
 
“Ma-”
 
 
“Ma niente, Chris. Io mi fido di te e so che sembra assurdo perché ci conosciamo… io non so nemmeno se posso permettermi di dirti che ti conosco davvero, solo… sento che posso fidarmi. L’ho sentito dal primo secondo in cui sono entrato in quella stanza e ho incrociato il tuo sguardo. Io so che posso fidarmi di te, okay? Quindi mi fido di te.”
 
 
“Okay…”
 
 
“La smetterai di rispondermi a monosillabi?”
 
 
“…Oh. Okay. Oddio l’ho fatto di nuovo! Solo volevo dire… okay.”
 
 
“Stai ridacchiando.”
 
 
“Uhm… sì?”
 
 
“N-niente, solo… mi era mancato. Sai… tu, tu mi sei mancato.”
 
 
“Oh…”
 
 
“Chris!”
 
 
“Okay, scusa, scusa! È solo che non so cosa dire. Puoi smetterla di lasciarmi senza parole?”
 
 
“Allora, verrai al concerto? È tra un mese.”
 
 
“Certo che verrò, Dare.”
 
 
“E ti siederai in prima fila come ti ho detto?”
 
 
“…Chi sono io per rifiutare la transenna?”
 
 
“AH! Perfetto, non vedo l’ora.”
 
 
“Sì… anche io.”
 
 
“Già.”
 
 
“Dare?”
 
 
“Sì?”
 
 
“Stai bene, sì? Ieri con tutta quella storia di Chord mi hai fatto preoccupare.”
 
 
“…”
 
 
“Merda. Ho invaso troppo i tuoi spazi-”
 
 
“Non lo hai fatto, giuro. Solo che era una serata un po’ così, non so nemmeno io cosa mi stava passando per la testa.”
 
 
“E adesso è passato?”
 
 
“Adesso è passato.”
 
 
“Okay…”
 
 
“Era uno sbadiglio quello?”
 
 
“Ehm… scusa, è che mi alzo presto la mattina e la sera praticamente crollo. Ti dispiace se ti lascio?”
 
 
“Non ti preoccupare. Solo… posso chiederti una cosa?”
 
 
“Sì?”
 
 
“Facciamolo di nuovo. Voglio dire- questa cosa del chiamarci…”
 
 
“Sì- sì, sono d’accordo.”
 
 
“…Dormi bene, Chris.”
 
 
“Buonanotte.”
 
 
 
*chiamata terminata*
 
 
 
Chris se ne stava raggomitolato sotto le lenzuola, la guancia poggiata sul cuscino e gli occhi chiusi per ripararsi dalla luce fioca della luna che filtrava dalla finestra.
Aveva sonno ma non riusciva a dormire nemmeno un po’, almeno non dopo la chiamata con Darren che lo aveva letteralmente scombussolato, facendolo sentire l’adolescente che non era mai stato mentre se ne stava rintanato nel letto a pensare e a ripensare a quella telefonata, alla voce rauca di Darren mentre gli diceva che aveva sentito il bisogno di chiamarlo, la sensazione che aveva provato quando gli aveva detto che si fidava di lui… era tutto semplicemente troppo da sopportare per una persona sola.
Ad un tratto sentì qualcuno bussare, e un attimo dopo vide la testa di Grant comparire dietro la porta. “Ehi, stai dormendo?”
“No, no” rispose velocemente Chris, accendendo il lume sul comodino mentre si metteva seduto. “Entra pure.”
“Ti ho sentito parlare prima. Eri a telefono?” domandò, mentre si chiudeva la porta alle spalle e andava a sedersi sul letto del suo amico.
“Era Darren” mormorò, con un sorriso timido che giocava sulle sue labbra pallide. “Ha detto che ha fatto mettere un concerto qui a Clovis e ci ha regalato dei posti in prima fila.”
"Wow" sussurrò Grant. "Sembra un sogno"
"Stare in prima fila?" domandò Chris divertito.
Grant gli rivolse un sorriso dolce. "Parlavo di te e lui."
"Grant" cominciò Chris con voce spezzata. "Siamo amici, ed già è complicato definire questo..."
"In che senso?"
Chris scrollò le spalle. "Solo... è così strano parlare con lui. Cioè, l'idea di parlare con lui lo è, non il fatto in sé, capisci cosa intendo? Mi piace sentirlo- dio, direi che è la parte migliore della giornata.”
“Sì” mormorò Grant, senza mai smettere di sorridere. “Spero che continuerete a farlo, mi piace vederti così felice. E poi non devi sentirti a disagio, sai? Ho visto come ti guardava al tuo compleanno. Sembrava veramente preso...”
Chris si morse un labbro imbarazzato. Si fidava ciecamente di Grant, ma sapeva benissimo che si era immaginato ogni cosa. Darren non poteva essere preso da lui in quel senso, era praticamente impossibile, ma preferì ignorare quella parte della frase e andare oltre. “Gli ho parlato e abbiamo chiarito. È tutto okay, ora.”
“Okay” ripeté Grant. “Vi vedrete dopo il concerto?”
Chris boccheggiò. “Non lo so. Forse. Al massimo per qualche minuto, ci sarà un caos pazzesco.”
“Be’ io credo che sia troppo intelligente per obbligarti a venire e poi non trovare un modo per vederti” ridacchiò Grant. “Tu parlagli, okay?”
“Uhm… sì, forse glielo chiederò.”
Quando Grant si ritirò nella sua stanza quella notte, lasciò un Chris pieno di dubbi e di ansie, che contava già i giorni che lo separavano dal rivedere Darren.
 
 

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Capitolo 4
*** Ti lascio andare ***





Chris, Darren 




16 ottobre

 
 
 
(15:42)
Mancano quindici giorni.
 
 
(15:48)
Stai contando i giorni?
 
 
(15:50)
Ehi, che razza di fan sarei se non contassi i giorni?
 
 
(15:52)
Giusto!
 
 
(15:55)
Comunque non vedo l’ora.
 
 
(16:00)
Neanche io. Non vado ad un tuo concerto tipo… da una vita.
 
 
(16:03)
Aspetta. Sei venuto ad un mio concerto?
 
 
(16:05)
Dare… che razza di fan sarei se non venissi ai tuoi concerti?
 
 
(16:07)
Oddio. Raccontami subito!
 
 
(16:08)
Avevo diciassette anni e i miei genitori decisero di portarmi a Los Angeles per Natale.
 
 
(16:08)
Fu bellissimo.
 
 
(16:10)
E io non ti ho visto?
 
 
(16:11)
C’era tanta gente.
 
 
(16:11)
Mi dispiace.
 
 
(16:12)
Non farlo.
 
 
(16:15)
Be’ comunque per quanto tempo resti?
 
 
(16:18)
Oh, due giorni circa. Arrivo il 2 per il concerto, il 3 c’è l’instore con i fans e la mattina del 4 parto dal momento che devo stare a Los Angeles prima di pranzo. Che dura la vita quando si è famosi!
 
 
(16:20)
Non ti invidio nemmeno un po’.
 
 
(16:23)
Ne riparliamo quando sarai famoso anche tu e ci sarà una fila davanti a te che desidera soltanto di vederti farti mettere una firma sulla copia del tuo libro che hanno comprato.
 
 
(16:26)
Sì certo, okay.
 
 
(16:30)
Perché, pensi di non essere bravo abbastanza?
 
 
(16:32)
Ehi! Io sono bravissimo.
 
 
(16:35)
Allora non hai niente da temere.
 
 
(16:36)
Okay.
 
 
(16:40)
Okay.
 
 
(16:47)
Chris?
 
 
(16:47)
Sì?
 
 
(16:48)
Non vedo l’ora di vederti.
 
 
 
2 novembre
 
(20:12)
Ehi, siamo arrivati! Siamo già ai nostri posti :)
 
 
(20:29)
Ti vedo.
 
 
(20:30)
E sei bellissimo.
 
 
Lo sguardo di Chris saettò dallo schermo del suo cellulare al palcoscenico: era così preso tra le righe di quei messaggi che neanche si era reso conto delle luci che si spegnevano, il boato che era esploso attorno a lui e Darren che saliva silenziosamente sul palco, rivolgendo ai suoi ammiratori un enorme sorriso.
Durò solo un secondo perché poi permise a se stesso di osservare Chris, splendido come sempre nel suo trench nero, degli stivaletti che gli abbracciavano i polpacci e i capelli perfettamente acconciati dalla lacca.
Lo aveva già visto prima di entrare quando gli aveva inviato quel messaggio, ma vederlo adesso più da vicino, con quel sorriso dolcissimo mentre leggeva qualcosa che gli aveva scritto lui, gli faceva battere forte il cuore nel petto.
“Buonasera a tutti!” esclamò entusiasta Darren. “Woah, ne siete veramente tantissimi! Sono felice di essere qui a Clovis stasera, ci tenevo davvero tanto a fare un concerto qui e spero che stasera vi divertiate insieme a me e alla mia musica.”
Lanciò uno sguardo alla band dietro di lui e questa cominciò a suonare. Mentre aspettava di attaccare con la prima strofa salutò con un cenno della mano gli amici di Chris, poi soffermò lo sguardo su di lui e gli mandò un bacio.
E vederlo sorridere di nuovo, con le guance arrossate, fu come venire al mondo per una seconda volta.
 
 
(22:27)
Ehi, dove sei?
 
 
(22:28)
Non ne ho idea! C’è una folla incredibile qui!
 
 
 
 
3 novembre
 
 
(02:32)
Mi dispiace da morire, Chris.
 
 
(02:40)
So che dovevamo vederci stasera. Avevo una voglia matta di rivederti in realtà. Solo che all’improvviso non c’era più campo e non riuscivo a chiamarti, poi hanno provato ad assalirmi e prima che me ne rendessi conto mi sono ritrovato in macchina con l’autista che guidava per portarmi in un hotel fuori città.
 
 
(02:41)
Avrei voluto chiamarti, ma pensavo che ce l’avessi con me e poi… era tardissimo, e non volevo disturbarti.
 
 
(03:02)
Forse avrei dovuto farlo, almeno ti avrei rivisto.
 
 
(03:05)
Mi dispiace davvero.
 
 
 
 
(09:21)
Ehi Dare. Ho appena letto i tuoi messaggi e davvero, non devi preoccuparti di niente. Posso capire come funziona… un po’ me lo aspettavo. Tu pensa a lavorare oggi, okay? Magari se finisci presto mi chiami e ci vediamo stasera, sempre se vuoi.
 
 
(09:25)
Oh sì, certo.
 
 
(09:27)
Grazie per avermi dato una seconda possibilità.
 
 
(09:30)
Scemo! Va tutto bene, davvero :)
 
 
 
 
Chris era tornato a casa quella sera, la testa poggiata contro il finestrino della macchina e lo sguardo preoccupato dei suoi amici addosso che lo stavano osservando.
Non aveva detto niente, si era limitato a sorridere forzatamente e a far capire ai suoi amici che andava tutto bene, che vedersi quella sera con Darren sarebbe stato difficile, che c’era troppa gente ed era piuttosto scontato che il suo staff lo trascinasse via per portarlo nell’albergo che avevano prenotato fuori città.
Insomma, lui non ci stava sperando per niente. Affatto. Non stava contando i giorni al pensiero di riabbracciarlo.
Eppure il giorno dopo si sentiva estremamente triste, e dopo una lunga chiacchierata con i suoi amici – che consisteva più o meno in loro che lo trascinavano fuori dal letto gettandogli addosso dei vestiti alla rinfusa – si convinse ad andare all’instore. Tra l’altro i ragazzi gli consigliarono di chiamarlo per avvisarlo che sarebbe andato così magari lo avrebbe aspettato con Chord da qualche parte, ma Chris non era mai andato ad un evento del genere – Darren a Clovis non ci aveva mai nemmeno cantato prima di quella sera – così quando arrivò lì, acquistò un altro cd per avere il pass e si mise in fila.
Il negozio era pieno di gente, e a Chris veniva da ridere nel vedere tutte quelle ragazzine che urlavano e cantavano a squarciagola le sue canzoni.
Era felice che Darren fosse così tanto apprezzato dalle persone perché se lo meritava, era una persona davvero magnifica e Chris ora poteva dirlo con assoluta certezza.
Era già in fila da tre ore quando Darren arrivò, e le urla disumane che invasero il negozio quasi lo stordirono. La fila si smaltì in fretta, dopotutto si trattava semplicemente di un saluto, una firma ed una foto e poi si passava oltre, e adesso mancavano poche persone e poi sarebbe stato il suo turno.
C’erano due ragazze vicino a Darren quando una guardia gli disse di iniziare ad avvicinarsi, così lo fece e poggiò il suo album sul tavolo.
Darren era così distratto a fare dediche che nemmeno si accorse di lui.
“Uhm, okay” disse con lo sguardo fisso sul cd. “Questo invece è di…”
Chris esitò qualche secondo, il tempo che le ragazze se ne andassero e restassero da soli. “Paul.”
Quando udì quella voce alzò lo sguardo, e i suoi occhi si illuminarono istantaneamente quando vide Chris. Davvero, il mondo smise di girare in quel momento e addirittura non sentì nemmeno più le urla disumane delle ragazze che stavano aspettando di vederlo – c’era solo Chris. “Tu, c-cosa-”
“Il mio secondo nome è Paul” spiegò con dolcezza, ricordandogli quando qualche settimana prima gli aveva detto che non gli avrebbe mai fatto sapere il suo secondo nome. “Posso avere il mio autografo?”
“Io preferisco Chris” bofonchiò Darren allegro, avvicinando il pennarello all’album.
Scrisse sopra qualcosa, poi  chiuse l'album e rivolse a Chris un sorriso. 
"Vuoi una foto?"
Chris ridacchiò scuotendo appena la testa. "No grazie, sto bene così" fece il giro del tavolo mentre Darren si alzava con la scusa di volerlo salutare.
"Io ho quasi finito. Se vuoi aspettarmi vai da Chord e digli chi sei, okay? Lui capirà."
Chris annuì, poi Darren lo salutò con un bacio sulla guancia per non destare sospetti e lo lasciò andare.
Mentre firmava l'autografo della ragazza che arrivò dopo, non riusciva a staccare gli occhi da Chris. C'era un casino di gente che lo chiamava, e lui riusciva a sentire solo i suoi pensieri. Non te  ne andare,  Chris. Ti prego rimani rimani rimani-
Gli scappò un sorriso enorme quando lo vide avvicinarsi a Chord e dirgli qualcosa. Questo annuì appena e camminò verso la stanza in cui si erano sistemati prima di entrare, e Chris lo seguì mentre cercava di confondersi tra la folla.
"Mi chiamo Charlotte" disse la sua fan passandogli il cd.
"Hai un bellissimo nome" commentò Darren con dolcezza, e in tutto questo non riusciva fisicamente a smettere di sorridere.
Chris era rimasto.
 
 
 
 
Al cretino che ha fatto una fila di tre ore solo per vedermi,
con affetto
Darren
 
Chris si portò una mano alle labbra per camuffare la sua risata mentre leggeva la dedica che gli aveva lasciato Darren sul cd.
Lo stava aspettando da circa mezz’ora – Chord lo aveva portato in una sorta di studio che probabilmente era quello del capo del negozio, e poi da lì c’era una terrazza che affacciava su un giardino immenso. C’erano anche le scale per scendere, ma Chris restò fermo lì appoggiato alla ringhiera mentre si godeva quello splendido panorama.
Chord lo aveva solo accompagnato e poi era andato via, e mezz’ora trascorsa semplicemente lì a fare niente, si ricordò della dedica che Darren gli aveva lasciato sull’album.
E adesso non riusciva a fare a meno di sorridere, accarezzando la scritta con la punta delle dita ed era assurdo, ma per il solo fatto che Darren aveva tenuto quell’album tra le mani riusciva a sentire il suo profumo, quello della sua pelle, e-
“Ti piace?” domandò una voce e Chris sobbalzò per lo spavento, poi quando vide Darren poggiato alla soglia del balcone a braccia conserte sorrise.
“È particolare, direi” ridacchiò Chris chiudendo l’album. “Ma mi hai dato del cretino. Me lo ricorderò.”
Darren alzò gli occhi al cielo e lasciò scivolare le sue braccia lungo i fianchi mentre si avvicinava a Chris, ed esitò appena si ritrovò a poche spanne da lui.
“Quindi… ciao” sussurrò Darren, gli occhi che brillavano di luce propria mentre si affacciavano in quelli di Chris. Poggiò una mano sul suo fianco tremando un po’, e Chris sorrise capendo le sue intenzioni.
“Scemo, vieni qui” lo tirò a sé con dolcezza e lo chiuse in un abbraccio, e Darren permise al suo corpo di provare sollievo appena si ritrovò avvolto tra le braccia di Chris. Poi sorrise, malgrado gli facesse male la mandibola per tutti i sorrisi che aveva sfoggiato nelle ultime ore: con Chris era sempre così, riusciva a farlo sorridere davvero senza forzarlo nemmeno un po’. E alla fine il sollievo si tramutò in qualcosa di più forte a cui non sapeva dare un nome, sapeva soltanto che voleva stringerlo il più forte possibile e non lasciarlo andare mai più, perché era un mese e mezzo che non lo vedeva e aveva sofferto la sua mancanza come l’aria.
“Finalmente” bisbigliò un attimo prima che Chris lo lasciasse andare. “È bello vederti, cretino.”
Chris alzò gli occhi al cielo a quel nomignolo, ma quel sorriso stupido proprio non voleva andare via. "Okay, me ne vado" mormorò fingendosi offeso.
Darren lo afferrò per un polso prima che questo potesse anche solo osare allontanarsi e con un forte strattone lo tirò a sé, ridendo insieme a lui quando lo vide barcollare. “Tu non vai proprio da nessuna parte” bisbigliò Darren con un sorriso, lasciando scivolare la mano sul suo braccio per sfiorare le sue dita.
Chris sbatté le palpebre spaesato, poi si schiarì piano la voce e fece un piccolo sorriso. “Quindi, che facciamo?”
“Uhm…” mormorò Darren dando un’occhiata fuori dalla terrazza. “Probabilmente questo posto sarà circondato dai miei fans. Aspetta che mi travesto.”
Si portò una mano alla tasca posteriore dei suoi jeans e tirò fuori un piccolo cappello di lana, poi sfilò dalla maglietta con lo scollo a V un paio di occhiali da sole per indossarli e infine guardò Chris con un sorriso enorme.
Tadaaan! Come sto?”
Chris si morse le labbra per reprimere un sorriso. “Mm, manca qualcosa.” Lo fissò dubbioso per qualche altro secondo, poi ebbe il lampo di genio e si sfilò la sciarpa dal collo. L’avvolse attorno a quello di Darren e lo coprì fino sotto al naso. “Ora sei perfetto.”
 
Chris aveva avuto l’ansia per settimane al solo pensiero di rivedere Darren.
Il che era ridicolo perché si erano già visti due volte, da allora si erano sentiti praticamente ogni giorno, di tanto in tanto si chiamavano perfino e passavano ore a ridere e scherzare a telefono.
Era una amicizia… non strana, semplicemente sentivano ancora di non conoscersi abbastanza così entrambi cercavano di non superare i limiti.
Certe volte Chris tornava a casa dal college dopo aver passato una brutta giornata, poi Darren lo chiamava e anziché raccontargli tutto, il suo umore cambiava radicalmente mentre si lasciava travolgere da quell’uragano che  era entrato nella sua vita e lo aveva trascinato via con sé.
E anche quando Darren era triste, non ne parlavano mai. Per quanto si fidassero l’uno dell’altro non erano ancora arrivati a quel punto in cui si raccontavano ogni cosa, ogni più piccolo dolore, probabilmente perché ci tenevano troppo entrambi a quello che stava nascendo tra loro e avevano paura che lasciarsi andare avrebbe rovinato ogni cosa.
Per Darren era bello anche mandargli messaggi esilaranti durante una lezione sperando che lo facesse sorridere – avrebbe dato ogni cosa per vedere quel sorriso, ma quello che contava per lui era sapere che Chris sorridesse.
Non erano arrivati a quel punto in cui si raccontavano ogni cosa, certo, ma di sicuro erano arrivati al punto in cui sentire la risata l’uno dell’altro mentre parlavano a telefono era la parte più bella della giornata, quando sentire quella vena di gioia nel loro tono di voce era l’unico importante obiettivo a cui aspiravano, quello in cui quei sorrisi stupidi e felici se li portavano a letto e restavano fermi sotto al piumone, lo sguardo rivolto al soffitto  mentre immaginavano ad occhi aperti di rivedersi.
Ma erano soltanto amici – assolutamente, non c’era niente di più tra loro. E anche se Chris aveva avuto l’ansia per settimane al pensiero di rivederlo, era sparito tutto nell’esatto momento in cui i loro occhi si erano incrociati di nuovo. Ogni più piccolo pezzo era ritornato al proprio posto.
“Okay amico” si sentì all’improvviso da dentro la stanza, e Darren si diede mentalmente dell’idiota quando si rese conto di essersi completamente dimenticato di Chord, che un attimo dopo comparì sulla soglia. “Sono andati via tutti, possiamo andar- oh. Siete qui. Scusa, pensavo che te ne fossi andato-”
Chris fece un sorriso imbarazzato. “Uhm… grazie per avermi aiutato, Chord. È un piacere conoscerti.”
“…Sì” sussurrò Darren rivolgendosi al suo amico. “Lui è Chris, nel caso non lo avessi capito.”
“Certo, il famoso Chris. Praticamente mi sembra di conoscerti meglio di mia madre, Darren non fa altro che parlare di te-” Darren fece qualche passo indietro a Chris per rivolgere un’occhiata al suo amico, e gli fece chiaramente segno che gli avrebbe staccato la gola se non si fosse stato zitto. “Quindi, sì. Ci vediamo in albergo stasera, Dare. Perché torni a dormire, vero? Domani dobbiamo partire presto”, Darren continuò a dimenarsi perché – andiamo, aveva appena insinuato che sarebbe rimasto a dormire da Chris. Ma Chord non sembrò capire. “Okay, sì scusa, fate con comodo. Ti aspetto in aeroporto.”
Darren sospirò pesantemente e si poggiò contro la ringhiera, mentre Chris ridacchiava in un modo adorabile, con due dita poggiate contro le labbra.
“Okay, è meglio che vada” borbottò Chord imbarazzato.
“Ma no, aspetta!”  lo fermò Chris. “Sei qui per stare dietro a quell’idiota del tuo amico, no? Perché non venite entrambi a cena da me? Ti avviso, ci sono i miei amici che possono sembrare fuori di testa, ma non sono niente male quando li conosci bene.”
E prima che Darren osasse anche solo aprire bocca e provare a fare segno al suo amico di rifiutare perché voleva stare solo con Chris, Chord sorrise entusiasta. “Accetto l’invito con piacere! Grazie, Chris!”
 
 
“…E lui è Mark” concluse Chris, facendo un cenno al suo amico per presentarlo a Chord. Questo allungò la mano e la strinse sorridendo. “Quindi, okay… che ne dite di una pizza?”
“La pizza va benissimo” rispose meccanicamente Darren, sfiorando il gomito di Chris.
Decisero di aspettare un po’ prima di cenare – era decisamente presto, e approfittarono di quel tempo libero per riunirsi tutti insieme nel soggiorno e dare modo a Chord di ambientarsi.
Mark lo aveva preso sotto la sua ala protettiva praticamente dal primo secondo in cui gli aveva messo gli occhi addosso, e malgrado si fossero appena conosciuti, Darren sorrise guardando il suo amico ridere con quel ragazzo. Aveva una voglia matta di stare da solo con Chris, ma in fondo stava con lui, dopo lunghe settimane lo stava rivedendo di nuovo e questo in  un certo senso bastava.
Erano seduti uno accanto all’altro sul divano, ed essendo in molti praticamente erano uno appiccicato all’altro. Poteva sentire perfettamente il suo profumo, il suo respiro, la sua risata quando qualcuno diceva qualcosa che lo divertiva particolarmente. Era così impegnato a perdersi in tutti questi dettagli che quasi non percepì il suo respiro che gli solleticava l’orecchio mentre si sporgeva verso di lui.
“Ehi, stai bene?” e senza nemmeno accorgersene Chris posò la mano sulla sua.
Darren restò qualche istante imbambolato a fissare le loro mani, poi senza pensarci troppo roteò il polso e fece in modo che le loro dita si intrecciassero. “Grazie per essermi venuto a cercare oggi” bisbigliò, poco prima di baciargli dolcemente la guancia.
Kurt si sciolse in un sorriso e si voltò appena per lasciargli a sua volta un bacio tra i ricci, senza alcuna pretesa. Erano amici da troppo poco tempo per essere legati, ed erano troppo legati per essere solo amici. Eppure a nessuno dei due importava di mettere delle etichette, stavano bene così e non sentivano alcun bisogno di mettere in chiaro le cose tra loro. Erano felici così com’erano.
I ragazzi si bloccarono qualche istante a fissarli, poi Mark diede una gomitata a Grant e tirò Chord da sopra la sedia. “Ho fame, noi ragazzi andiamo a prendere le pizze.”
Chris lasciò controvoglia la mano di Darren e fece per alzarsi dal divano, ma Grant lo bloccò. “Tu resti qui.”
“Ma possiamo farvi compagnia-”
Mark scosse la testa. “Colfer, ti sei dimenticato di chi è il tuo amico? Dobbiamo comprare solo delle pizze, non abbiamo bisogno di essere assaliti da ragazzine isteriche.”
“Oh, giusto” mormorò Chris, e rivolse a Darren uno sguardo mortificato. “Mi dispiace, è che ultimamente tendo a dimenticarlo.”
Darren scosse la testa ridacchiando e si sporse per prendere il suo polso e tirarlo sul divano. “Sei tutto scemo, Paul.”
“Ehi!” esclamò Chris un po’ per il nomignolo e un po’ per il fatto che Darren lo aveva praticamente trascinato sulle sue gambe. “Non puoi dire un segreto ad un amico che ti si ritorce contro.”
Lea e Dianna si scambiarono uno sguardo divertito e accompagnarono i ragazzi alla porta, poi da lì si diressero in cucina per lasciare gli altri due da soli.
Nel frattempo Darren aveva iniziato a solleticare i fianchi di Chris, e questo nella fretta di dimenarsi finì per stendersi di schiena sul divano.
“D-Dare, ti prego, io non ho fatto niente!” esclamò tra le risate e dio- Darren non avrebbe mai smesso. Vedere Chris ridere era la cosa che più gli era mancata.
“La smetto solo se posso tenermi la tua sciarpa” ribatté Darren.
Chris si accigliò. “Assolutamente no, hai abbastanza soldi per comprartela-” Darren riprese la sua scarica di solletico e Chris cominciò a ridere più forte. “No, o-okay è tutta tua. Te la regalo, tienitela, solo… pietà, Dare.”
A quel punto Darren lo lasciò finalmente andare e si stese accanto a lui, poggiando le braccia sopra alla pancia di Chris. Restò a fissarlo mentre la sua risata scemava e si riprendeva, ma con ancora un sorriso timido stampato sulle sue labbra pallide.
“Non farlo mai più” borbottò Chris, tentando di sembrare serio ma senza successo.
Indietreggiò per mettersi seduto contro il bracciolo del divano, e scoppiò a ridere sguaiatamente quando Darren ricadde sui cuscini. "Ma ehi!" protestò debolmente.
"Okay, scusa" sorrise Chris, poi allungò una mano verso di lui. "Dai, vieni qui."
Darren sorrise ampiamente e corse ad accoccolarsi accanto a Chris, un braccio attorno ai suoi fianchi e il viso premuto nella curva morbida del suo collo.
Non era fisicamente in grado di smettere di guardarlo, non sapeva proprio come fare a non cercare costantemente un contatto con lui, a inalare il suo profumo che era come droga, affondare nei suoi occhi e bearsi delle sue labbra quando da serrate si incurvavano dolcemente in un sorriso.
“Quindi… sono un cretino” mormorò Chris, mentre ingrovigliava le dita nei ricci dell’amico. “Sono davvero offeso da questa cosa-”
“Ma tu sai che ti voglio bene, no?” domandò istantaneamente Darren, sollevando gli occhi per incrociarli a quelli di Chris. Lo sentì irrigidirsi un po’ a quelle parole, e solo allora realizzò che non glielo aveva mai detto. D’altronde si conoscevano da poco più di un mese e mezzo, ma Darren si sentiva inspiegabilmente legato a quel ragazzo. Come se avesse cominciato a tenerci a lui dal momento in cui era uscito dalla stanza di Lea e si era diretto sorridendo verso di lui, guardandolo andare letteralmente a pezzi con gli lacrime salate che gli sgorgavano da quegli occhi che avevano rapito tutto l’oceano con un battito di ciglia. Era così scontato e naturale volergli bene, come poteva non essere altrimenti?
“S-scusa” biascicò Darren, quando le dita di Chris si bloccarono tra i suoi capelli. “Troppo affrettato?”, soffiò timoroso.
A quel punto Chris si lasciò andare ad un piccolo sorriso e tornò ad accarezzargli i ricci. “No, è perfetto” mormorò con voce spezzata. “E ti voglio bene anche io, scemo.”
E Darren nella sua vita si era sentito dire quelle tre parole almeno un milione di volte, ma sentirselo dire da Chris era tutta un’altra storia. Era assurdo provare tutte quelle cose e ne era consapevole, ma sapeva di avere tutto il tempo del mondo e non aveva alcuna intenzione di sprecarlo a cercare disperatamente di capire cosa gli stava succedendo.
 
 
 
“Ehi! È già la quarta fetta, Mark!” esclamò Chord, colpendo la mano del ragazzo con un piccolo schiaffo. “Molla la pizza che è mia.”
“Okay, da quanto tempo si conoscono questi due?” domandò divertita Dianna, sporgendosi verso Chris per non farsi sentire dagli altri due che stavano lottando per avere l’ultimo trancio.
"Abbiamo fatto un bel guaio a presentarli" ridacchiò Darren. "Magari potremmo guardare un film, così si calmano per un po’…” propose, cercando gli occhi di Chris.
“Sono d’accordo. Comincio a sparecchiare” rispose questo entusiasta. “Voi scegliete il film e, mi raccomando, niente di horror che… uhm, non mi piacciono.”
“Hai paura?” domandò Chord sconvolto, guadagnandosi una gomitata dal suo amico.
Chris ne approfittò per evitare la domanda e ordinò alle ragazze di stare ferme perché avevano già apparecchiato, e potevano benissimo andare a riposarsi sul divano.
Darren fu l’unico altro ragazzo che si offrì di aiutare, e così i due si ritrovarono di nuovo soli mentre portavano le cose in cucina.
“A che ora parti domani?” domandò Chris evitando accuratamente il suo sguardo. Cercò di concentrarsi su quei dannati cartoni da piegare che altrimenti non sarebbero mai entrati nella pattumiera.
“Ho l’aereo alle sei e mezza” rispose Darren mentre gettava via i bicchieri di plastica. Vide Chris annuire appena, poi si avvicinò e poggiò le mani sulle sue. “Lascia fare a me, okay?”
Chris annuì e si spostò, poggiandosi contro il bancone della cucina. “Che c’è?” domandò Darren notando i suoi occhi tristi.
C’è che stare poche ore con te dopo quasi due mesi senza vederti è troppo poco,
c’è che sei qui per lavoro ma non ci sarai più e questo mi fa stare male,
c’è che non avrai più un motivo per tornare,
c’è che sei ancora qui ma già mi manchi da morire.
Chris scosse la testa e si limitò a fare un piccolo sorriso triste mentre Darren finiva di sistemare i cartoni. “Niente, solo… è bello averti qui. Tutto qua” disse mentre l’amico si sciacquava le mani.
“Sicuro?” domandò e senza aspettare una risposta, spostò la mano da sotto il rubinetto e schizzò Chris con le dita.
“Ehi!” esclamò questo sconvolto. “Sei impazzito?”
Darren si bagnò abbondantemente le mani e si avvicinò velocemente a Chris, che cercò di scappare ma si ritrovò bloccato tra lui e il tavolo. “Acqua o solletico?” domandò Darren con fare malefico.
“Ti odio” borbottò Chris, e in risposta si ritrovò Darren che gli tastava lo stomaco con le mani per bagnargli la maglietta. Il più piccolo stava quasi riuscendo a scansarsi, ma Darren lo strinse forte per i fianchi e lo portò più vicino a sé. Chris stava ridendo ancora come un pazzo, le palpebre ridotte a due fessure e un ciuffo di capelli sulla fronte. Aveva le labbra umide e separate che mostravano i denti e davvero, Darren non aveva mai visto un sorriso più bello nella sua vita.
“Vorrei poterti fotografare in questo preciso momento, Chris” si lasciò scappare, mentre le dita smettevano  di solleticare per accarezzargli dolcemente i fianchi. “Sei… sei davvero bellissimo.”
La risata di Chris scemò e si bloccò a fissarlo, mordicchiandosi piano il labbro inferiore. Lo sguardo di Darren saettò sulle sue labbra e Chris se le leccò inconsciamente e deglutì.
E forse era azzardato, ma davvero Darren non sapeva come fare a resistere. Si sporse solo un po’,  tanto per non dare l’impressione che volesse baciarlo a tutti i costi. Non avrebbe mai voluto forzare Chris.
Questo però si limitò a fissarlo in attesa, con il fiato sospeso e gli occhi che viaggiavano ad intermittenza da quelli di Darren alle sue labbra.
Lo avrebbe baciato, davvero voleva farlo, così pensò di sporgersi ancora un altro po’ ma il rumore di qualcosa che cadeva fece sobbalzare entrambi, che scattarono istantaneamente all’indietro per allontanarsi l’uno dall’altro.
“Oh dio, scusate-” mormorò Chord, chinandosi per recuperare il cofanetto con il dvd. “Io volevo solo… uhm, sono davvero mortificato. È solo che…”
“Chord” lo richiamò Chris, appena ebbe racimolato un po’ di fiato. “Va bene, okay? Abbiamo finito qui.”
Chris lanciò un’occhiata nervosa a Darren e spense la luce, mentre Chord usciva dalla cucina per tornare in soggiorno dagli altri. Erano così imbarazzati che si limitarono a seguirlo subito, ma entrambi sapevano che quell’imbarazzo era solo una cosa passeggera. Si sarebbero baciati sicuramente se Chord non li avesse interrotti, ma non era successo. Le loro labbra non si erano sfiorate nemmeno. Era una vicinanza equivoca, ma non così allarmante.
Quando i due andarono in soggiorno trovarono gli unici due posti liberi sul divano a due posti. Sapevano entrambi che non era una coincidenza che i ragazzi li avessero lasciati in un angolo sperduti nel soggiorno da soli, ma di nuovo cercarono di sorvolare.
“Quindi…” cominciò Darren, sedendosi sul divano. “Che vediamo?”
“Una commedia romantica. Abbiamo lasciato scegliere le ragazze…” disse Mark, conficcandosi in bocca una manciata di pop corn.
Chris si sedette accanto a Darren e ci vollero un paio di minuti prima che quella vicinanza smettesse di bruciare: in fondo erano ancora loro, Darren e Chris, i due ragazzi che si conoscevano da due mesi e che erano diventati amici per la pelle.
Per l’ora successiva entrambi cercarono di concentrarsi sul film, ma era difficile pensare alla televisione quando erano così vicini: verso la fine del film Darren pensò che Chris avesse ceduto, perché sentì la sua guancia poggiarsi sulla spalla e i capelli morbidi che gli solleticavano il viso. Si voltò per sussurrargli qualcosa, e solo allora si accorse che Chris si era addormentato. Sorrise tra sé e sé per quanto fosse intimo e bello quel momento che stavano condividendo insieme e cercò di farlo durare, anche quando il film finì e tutti i ragazzi cominciarono ad alzarsi dal divano.
“Dare, dobbiamo andare” mormorò Chord, indeciso. “Dobbiamo svegliarci presto domani.”
L’amico annuì tristemente. “Comincia a salutare gli altri, okay? Io arrivo subito.”
Chord sì allontanò dal soggiorno e Darren tornò a guardare Chris, che durante il film si era spostato e aveva finito per accoccolarsi contro il suo petto, stringendo inconsciamente la sua maglietta tra le dita.
Cercando di fare il più piano possibile lo adagiò sul divano, si alzò, e poi si sporse per sollevarlo tra le sue braccia. Chris mugugnò mentre tornava ad accoccolarsi contro il petto di Darren, che pensò seriamente di svenire per quanto fosse bella quella immagine di lui che prendeva Chris in braccio e lo portava a letto.
Superò il soggiorno e arrivò nella camera di Chris, poi senza smettere di cullarlo nemmeno un attimo lo poggiò sul letto, tirando piano il piumone per poter coprire Chris.
“D-Dare?” mormorò questo ancora ad occhi chiusi. Darren gli rimboccò le coperte e poi si inginocchiò affianco al letto per poterlo guardare più da vicino.
“Sono qui” sussurrò spazzolandogli via una ciocca di capelli dalla fronte e provocandogli un piccolo sorriso. Dio, Chris sembrava così piccolo in quel momento, così innocente e al sicuro e per un secondo ripensò a quando un paio di ore prima lo aveva quasi baciato: non poteva fargli questo. Non poteva trascinarlo nel suo mondo in quel modo, Chris non avrebbe mai dovuto rinunciare a tutto quello che era e a tutto quello che aveva a causa sua.
Doveva tenerlo al sicuro, e malgrado aveva voglia di stare con lui più di qualsiasi altra cosa al mondo, avrebbe fatto qualsiasi cosa per reprimere quei sentimenti.
Darren sorrise di rimando e si sporse per lasciargli un piccolo bacio sulla fronte. “Buonanotte Chris” sussurrò, un attimo prima di lasciare a malincuore quella stanza senza guardarsi più indietro.


Ti sto lasciando andare, Chris – ma promettimi che sarai felice.
 



 

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Capitolo 5
*** Mi manchi più di prima ***



 

Chris, Darren, Lea, Mark, Chord


5 novembre
 
 
*chiamata in arrivo da Chord*
 
 
 
“Pronto, Dare?”
 
 
 
“Dimmi, Chord.”
 
 
“Uhm… senti, volevo solo chiederti come stai. Oggi alle prove sembravi davvero giù di morale. Io… ho la sensazione che sia per Chris, sai? E mi dispiace, io- lo capisco, davvero. Sei felice con lui. E mi dispiace di avervi interrotti quella sera quando in cucina stavate per baciarvi.”
 
 
“Chord, non è per questo…”

 
“Sì okay, non c’è bisogno di alleggerirmi la coscienza.”
 
 
“Ma non lo capisci? È stata una fortuna che tu sia entrato in quel momento.”
 
 
“Cosa? Ci sono problemi con Chris?”
 
 
“No, ed è questo il problema.”
 
 
“Uhm, sono confuso ora-”
 
 
“Il problema è che non ci sono problemi, Chord. Va tutto alla grande, ma stavo per baciarlo. E okay, tra di noi le cose vanno ancora alla grande perché… insomma, non ci siamo nemmeno sfiorati. È “facile” fare finta di niente, capisci? Solo… non ci riesco, Chord. Ed è stata una fortuna che tu sia entrato in quel momento perché se lo avessi baciato non sarei mai stato più in grado di tornare indietro.”
 
 
“I-indietro? Perché diamine dovresti tornare indietro?”
 
 
“Perché non posso fargli questo, Chord! Non posso baciarlo, non lo capisci? Non posso essere così tanto egoista con lui che… dio- mi sono affezionato da morire. E mi piace, forse non è solo amicizia, mi… mi piace davvero. Rivederlo, passare ancora del tempo con lui… è crollato tutto. E devo togliermelo dalla testa, perché lui merita di più. Non merita di avere un ragazzo a chilometri di distanza, che è sempre in viaggio, in giro per concerti, che per uscire da casa e avere un po’ di privacy deve travestirsi come un coglione. Io non voglio questo per lui, ma- sono troppo egoista per smettere di sentirlo. Devo solo togliermelo dalla testa, okay? Posso farcela. Devo dimenticarlo, sì. Facile.”
 
 
“Dare, io non penso che-”
 
 
“Sono perfettamente in grado di considerarlo solo un amico, Chord. Posso farcela. Adesso… va’ a vestirti, okay? Tra un’ora usciamo.”
 
 
 
 
 
(23:02)
Ehi, che fine hai fatto?
 
 
(23:10)
Dare…?
 
 
 
 
 
7 novembre
 
 
(16:32)
Che cazzo di fine ha fatto il tuo amico?
 
 
(16:33)
…Domanda di riserva?
 
 
(16:35)
Non fare l’idiota, Chord. Chris non lo sente da quando è partito e sta impazzendo.
 
 
(16:39)
Piccola premessa… tu li consideri soltanto amici o tipo li vedi come due anime gemelle destinate a stare insieme?
 
 
(16:42)
Sembri un fottuto narratore della Disney.
 
 
(16:44)
Anime gemelle, ovviamente. Perché?
 
 
(16:44)
Sai tenere un segreto?
 
 
(16:45)
Ti muovi?
 
 
(16:47)
Okay, scusa! Chris te lo ha detto che si sono quasi baciati?
 
 
(16:47)
Yep
 
 
(16:52)
Diciamo che Darren si è accorto di provare qualcosa di più di una semplice amicizia, e si sta colpevolizzando da giorni. Dice che non potrebbe mai dare a Chris quello che si merita e idiozie del genere. Così sta cercando di dimenticarlo come possibile futuro marito, ecco.
 
 
(16:55)
Vuole farsela passare? Stai scherzando?
 
 
(16:56)
È andato a letto con un tipo qualche sera fa.
 
 
(16:59)
Cazzo!
 
 
(17:01)
Già. Ma si farà sentire, non preoccuparti.
 
 
(17:03)
Be’ mi sembra ovvio, perché se non lo fa vengo fino a Los Angeles e gli stacco la testa.
 
 
(17:05)
Se non fossi al 100% sicuro di quello che Darren prova per Chris mi preoccuperei.
 
 
(17:07)
Comunque mi fa piacere che verresti a Los Angeles solo per staccare la testa al mio amico. Davvero, questa me la segno.
 
 
(17:10)
Stai già sentendo la mia mancanza, tesoro?
 
 
(17:15)
Prima usi la scusa di Darren per dirmi che vorresti venire qui e poi cerchi di scaricare tutto su di me. Mi sa che non sono io quello tra i due a sentire la mancanza dell’altro :)
 
 
 
 
7 novembre
 
 
(10:21)
Tesoro, stasera ti va di andare al cinema con i ragazzi?
 
 
(10:30)
In realtà non mi sento tanto bene, però voi andate pure!
 
 
(10:32)
Chris a chi vuoi darla a bere? Lo so che stai così per Darren.
 
 
(10:38)
Senti Lea, io e Darren ci siamo sentiti per un mese perché aveva in programma di venire qui al concerto, okay? Solo per questo. Adesso che ci siamo rivisti è finita. Non si è fatto più sentire, non risponde ai miei messaggi… è finita. E lui non mi deve niente.
 
 
(10:40)
E ti arrendi così? Non puoi provare a scrivergli?
 
 
(10:42)
Già l’ho fatto qualche giorno fa. Non vuole sentirmi, Lea.
 
 
(10:45)
Perché pensi di essere pesante?
 
 
(10:46)
Non perché penso di esserlo, lo sono e basta.
 
 
(10:48)
Chris, non lo sei e Darren non lo pensa. Sbaglio o discuteste proprio su questo qualche settimana fa?
 
 
(10:49)
Solo… provaci, Chris. Okay, secondo la tua mente contorta ti manderebbe a fanculo, ma l’importante è provarci, no? Almeno avrai una risposta.
 
 
 
 
13 novembre
 
 
(10:21)
Ehi. Solo a lezione e sai, mi chiedevo se magari ti andasse ti farmi compagnia con i tuoi stupidi messaggi. Lo facevamo sempre, ricordi?
 
 
(10:36)
Okay, ho capito. Senti, dopo tutto questo tempo penso che mi conosci e sai quanto mi costi tartassarti di messaggi in questo modo. Solo che non capisco cosa sia successo, okay? Sei sparito senza una spiegazione e io sto impazzendo, Dare. Se non mi vuoi più sentire va bene, ne hai tutto il diritto, ma dimmelo. Mi basta anche solo un messaggio. Ma questo silenzio io proprio non riesco a capirlo e ad accettarlo. Quindi… ti prego, ti sto solo chiedendo di dirmelo. Non ti giudicherò, te lo giuro. Ma ho bisogno che tu me lo dica.
 
 
(10:39)
Dio, sono un idiota.
 
 
 
 
 
16 novembre – 21:16
 
 
*chiamata in arrivo da Sconosciuto*
 
 
“Pronto?”
 
 
“…”
 
 
“D-Dare, sei tu? Sento il tuo respiro-”
 
 
“…”
 
“Darren, ti prego, io- lo so che sei tu, okay? È da quando avevo quindici anni che ti sento respirare così prima di cantare.  Ti riconoscerei tra milioni di respiri. So che non mi sto sbagliando quindi ti prego Dare, non riattaccare-”
 
 
Ehi.”
 
 
“…Dio, finalmente.”
 
 
Chris-”
 
 
“I-io… m-mi dispiace da morire, Dare. Non so di preciso cosa abbia fatto, ma qualsiasi cosa sia io… mi dispiace, giuro, non era mia intenzione-”
 
 
“Chris ti prego, fermati. Che diavolo stai dicendo?”
 
 
“Non ti sei fatto più sentire e un motivo dovrà esserci per forza-”
 
 
“Pensi che sia colpa tua? Oh- oh dio Chris, tu sei… incredibile. Ma è assurdo, non è colpa tua se sono un idiota.”
 
 
"Non sei un idiota soltanto perché non vuoi sentirmi più, Dare. Lo capisco, anche io se fossi in te non vorrei più sentirmi-"
 
 
"Non stanno così le cose, te lo giuro. Io  voglio sentirti, lo voglio ogni minuto di ogni giorno."
 
 
"...T-tu sei sparito, Dare."
 
 
"Lo so, ma non per quello che pensi tu. È che sono stati giorni particolari, quindi non mi andava di essere una pessima compagnia. Ma ora sto bene.”
 
 
“Sicuro? Non sembra dalla tua voce. Lo sai vero che puoi sempre dirmi tutto-”
 
 
“Sto frequentando un ragazzo.”
 
 
“-non per vantarmi ma so essere un buon amico- che cosa hai detto?”
 
 
“…Circa dieci giorni fa sono uscito con Chord e siamo andati in un locale. Sai, c’è quest’area privata per noi personaggi famosi, in modo che i fan non ci disturbino, e- sì insomma, c’era questo ragazzo. È un giocatore di football, solo che non seguo lo sport quindi… dopo che siamo andati a letto insieme abbiamo parlato per un po’ e da lì abbiamo continuato a vederci. Mi piace, è… carino.”
 
 
“…Oh. Sono- sono davvero contento per te, Darren.”
 
 
“Noi siamo comunque amici, no? Le cose tra di noi non cambieranno.”
 
 
“Be’ questo non devi chiederlo a me, non trovi? Sei tu che hai un ragazzo adesso. Ma comunque noi siamo solo amici, giusto? Non penso che abbia da ridire se gli dici la verità.”
 
 
“Io sono libero di fare quello che mi pare, e… io ti voglio veramente bene, Chris. Questi giorni senza sentirti sono stati terribilmente vuoti.”
 
 
“Non così tanto vuoti, direi…”
 
 
Cosa?”
 
 
“Nulla, solo- lascia stare. Ho sonno e non so quello che sto dicendo. Ci sentiamo?”
 
 
“Sì, certo. Ci- ci sentiamo, Chris.”
 
 
 
 
*chiamata terminata*
 
 
 
 
(21:45)
Ehi, avverti tu gli altri che torno un po' più tardi? C'è un problema con la metropolitana.
 
 
(21:48)
Darren ha un altro. 
 
 
(21:49)
Un altro?
 
 
(21:51)
No...non un altro.  Ha un ragazzo, non "un altro" perché non c'è nessun altro a parte questo. Non ha un altro, ha un ragazzo e basta.
 
 
(21:51)
Per questo non si è più fatto più sentire?
 
 
(21:55)
Non lo so. Forse. Mi ha detto solo che ha conosciuto questo tizio famoso in un’area privata del locale dove i fan non potevano disturbare.
 
 
(21:56)
Tu lo sai che non sei un fan qualunque, vero Chris?
 
 
(21:58)
Ah no? E cosa sono, allora?
 
 
(21:59)
Un amico?
 
 
(21:02)
Sì, hai ragione.
 
 
(21:02)
Dio, sono così stupido.
 
 
(21:06)
Non sei uno stupido Chris, e mi dispiace per Darren. Io ero convinta che provasse qualcosa per te e sai cosa? Lo sono ancora, magari è lui lo stupido che non se ne rende ancora conto. Però non voglio che tu stia troppo male per questo, okay?
 
 
(21:09)
Non sto male. Sono solo deluso, e mi sento anche uno stupido perché come al solito ho rovinato tutto con il mio caratteraccio.
 
 
(21:10)
Il tuo cosa, Chris? Stai scherzando?
 
 
(21:15)
Lea, non l’ho visto al concerto e sono andato all’instore e ho fatto una fila solo per poterlo vedere. L’ho invitato a casa a cena, e quando se n’è andato e non si è fatto più sentire l’ho bombardato di messaggi. Non capsici che mi odia?
 
 
(21:13)
Santo cielo Chris, non ti odia! Tu non hai idea di come ti guardava quella sera, io ero e sono ancora convinta che sia quello giusto per te. È pazzo di te Chris, e ha anche provato a baciarti, come fai ad essere così cieco da non rendertene conto?
 
 
(21:17)
A me basterebbe semplicemente sapere per tutto quel tempo non mi ha preso in giro, che davvero mi ha voluto bene e che non mi è stato vicino solo perché gli facevo pena. Non mi importa di quello che avremmo potuto essere, perché non lo siamo mai stati e lui non mi ha fatto nessuna promessa su questo. A me basterebbe soltanto sapere che quello che c’è stato tra noi per lui sia contato realmente qualcosa. Solo questo.
 
 
(21:19)
Diamine, Chris.
 
 
(21:19)
Aspettati un mio abbraccio appena arrivo a casa.
 
 
 
 
 
(03:34)
Dormi?
 
 
(03:39)
Okay, domanda stupida.
 
 
(03:40)
Che succede?
 
 
(03:41)
Mi manchi.
 
 
(03:42)
Cavolo, la notte sono davvero vulnerabile.
 
 
(03:43)
Sì, ti capisco.
 
 
(03:45)
Mi manchi anche tu.
 
 
(03:45)
Posso chiamarti?
 
 
(03:49)
Non posso, non sono da solo.
 
 
(03:49)
Lea?
 
 
(03:42)
Chris, ci sei?
 
 
(03:50)
No, non sono con Lea.
 
 
(03:51)
Oh… scusa.
 
 
(03:52)
Fa niente.
 
 
(03:53)
Buonanotte Chris.
 
 
(03:53)
Mi manchi più di prima.
 
 
 
(03:52)
Mark.
 
 
(03:53)
MARK. Non costringermi a venire di là, lo so che non stai dormendo. Sento i tuoi stupidi videogiochi da qui.
 
 
(03:56)
Mi spieghi per quale diamine di motivo mi stai scrivendo?
 
 
(03:57)
Sono rimasta a dormire con Chris stanotte perché stava male per Darren, e lui ora è ancora sveglio quindi è meglio se parliamo per messaggi.
 
 
(03:57)
Dobbiamo fare qualcosa.
 
 
(03:58)
Sì, e cosa?
 
 
(03:58)
Trovargli un ragazzo.
 
 
(03:59)
Ma non ci penso nemmeno! Chris un ragazzo già ce l’ha, deve solo aspettare che Darren lo capisca.
 
 
(04:01)
Esatto, è questo il problema. Lo deve prima capire, quindi per fare in modo che accada lo facciamo ingelosire.
 
 
(04:02)
Pessima idea, Chris non sarà mai d’accordo.
 
 
(04:02)
Mark, ho appena sbirciato i messaggi che si è appena scambiato con Darren. Devo ammettere che non pensavo che Chris fosse così, ma a quanto pare sono tattiche che usiamo un po’ tutti… comunque niente, ha detto a Darren che non è da solo. E quando lui gli ha chiesto se fosse con me, lui ha detto di no. Insomma, gli ha fatto capire chiaro e tondo che è con un ragazzo e Darren ci è rimasto di merda. Quindi fidati di me, facciamo in modo che Darren lo veda con un altro e vedrai che nel giro di due minuti cadrà ai suoi piedi.
 
 
(04:05)
…La notte ti rende intelligente, Lea. Te lo hanno mai detto?
 
 
(04:06)
Uhm no, ma lo prendo come un complimento.
 

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Capitolo 6
*** Farai meglio ad esserci ***


(A Mary e Giusy,
scusate se vi ho fatto aspettare così tanto.
Vi voglio bene, e spero che dopo questo capitolo non avrete più motivi per insultarmi)




 


Chris, Darren, Lea, Mark



Chris se ne stava raggomitolato nel suo letto, le gambe aggrovigliate nelle lenzuola, le dita strette alla federa del cuscino e un paio di cuffie nelle orecchie con la voce di Darren che gli faceva compagnia.
E fu in questo modo che riuscì a lasciarsi andare e piangere tutte quelle lacrime che, per orgoglio, stava trattenendo da giorni. Pianse e non perché aveva perso un amico, o il ragazzo di cui si stava irrimediabilmente innamorando: lui in tutto questo aveva perso anche il suo idolo, la sua ancora di salvataggio, la convinzione che in mezzo a tanta merda Darren non lo avrebbe deluso mai.
Era questa la parte più incredibile dell’avere un idolo.
Quando era un ragazzino e andava alle superiori, tutte le persone che gli stavano intorno non facevano altro che dirgli che doveva farsi una vita, che non poteva aggrapparsi a Darren semplicemente perché Darren non era reale, ma era proprio questo il punto – Darren non era reale.
Tutte le cose reali nella sua vita non erano mai durate, e il fatto che Darren non lo fosse lo consolava perché questo significava che ci sarebbe restato per sempre, con il suo sorriso immortalato nelle foto e quella voce meravigliosa che lo avvolgeva e si portava via tutto, ogni piccola cosa, ogni più piccolo dolore.
E mentre se ne stava in quel letto ad ascoltare una delle sue canzoni preferite, si ritrovò a piangere perché non era in grado di separare il Darren che gli aveva spezzato il cuore dal Darren che gli aveva rimesso insieme i pezzi almeno un miliardo di volte, ed era proprio la consapevolezza di aver perso quest’ultimo che lo stava divorando. E poi come se tutti questi sentimenti non bastassero, si era aggiunto anche l’amore.
Chris negli ultimi tempi aveva letto un libro in cui l’amore veniva paragonato all’addormentarsi: pensandoci, era arrivato alla conclusione che a lui era andata esattamente così.
Si era innamorato di Darren pian piano, quando era entrato nella sua vita in punta di piedi e aveva rimesso a posto ogni singola cosa e poi tutto in una volta, quando si era catapultato senza chiedergli il permesso e aveva stravolto ogni cosa.
 
 
 
20 novembre
 
 
(18:12)
Chris, possiamo parlare?
 
 
(18:15)
Non di qualcosa in particolare… solo parlare, Chris. Come facevamo prima.
 
 
(18:20)
Dio, tutto questo è ridicolo. Mi manchi, Chris. Mi manchi più di quanto mi sia mai mancato qualcuno in vita mia e non riesco a capire perché ci siamo allontanati in questo modo e sì, forse è per colpa mia che sono sparito un po’ di giorni fa ma ti ho spiegato perché l’ho fatto e pensavo che tu mi avessi perdonato, e ora mi eviti, e io… posso solo chiamarti, per favore? Mi sento un idiota a dirti tutto questo per messaggi e poi non mi rispondi e mi manchi, mi manca anche la tua voce quindi ti chiamo. E rispondi, ti prego Chris, rispondi che sto veramente per impazzire.
 
 
*chiamata in arrivo*
 
 
*una chiamata persa da Darren*
 
 
*chiamata in arrivo*
 
 
“…Ehi”
 
 
“Chris… oh mio dio, ciao. Come- come stai?”
 
 
“Uhm… bene, grazie. Scusa se non ho risposto ai tuoi messaggi prima, ma avevo… sai, da fare. Ora ci sono. Devi dirmi qualcosa?”
 
 
“Devo dirti qualcosa- okay, Chris, me lo stai chiedendo sul serio? Devo dirti che mi manchi da morire e probabilmente sono sul punto di umiliarmi supplicandoti di far tornare tutto come prima, perché tu non hai idea di quanto… ecco sì, di quanto tu mi manchi. E lo avrò detto almeno venti volte, ma io… non so dirti altro. Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ce l’hai con me? Io posso rimediare, io posso fare tutto quando si tratta di te, quindi… ti prego, dimmi cosa posso fare per risolvere le cose.”
 
 
“…”
 
 
“Chris? Ci sei?”
 
 
“…Darren”
 
 
“Oddio Chris, stai piangendo-”
 
 
“Io- io non sto piangendo per te.”
 
 
“…Oh. Stai piangendo per il ragazzo dell’altra- uhm, sai, dell’altra sera? Ti ha fatto qualcosa?”
 
 
“L-Lui non c’entra niente.”
 
 
“Posso sapere almeno chi è?”
 
 
“…I-io…”
 
 
“Andiamo, Chris. Dimmelo.”
 
 
“Non sto piangendo per lui, io- sto piangendo perché non riesco più ad ascoltare una tua canzone senza piangere e questo non doveva succedere, perché la tua musica è… è sempre stato tutto quello che ho e io non posso perdere la mia ancora di salvataggio. Tu- tu sei la mia ancora di salvataggio, Darren.”
 
 
“Merda, io- okay, sì, so cosa fare. Prendo un biglietto on-line e domani mattina cerco di essere da te il prima possibile, va bene?”
 
 
“Dare, non posso chiederti di fare questo…”
 
 
“Non me lo stai chiedendo, sono io che ho bisogno di vederti. Tu- tu però mi prometti che non piangi? Non ce la faccio a sentirti in questo modo, soprattutto perché sono qui e non posso fare niente per farti stare meglio.”
 
 
“Cosa faresti? Sai, se fossi qui…”
 
 
“…Ti asciugherei tutte le lacrime e poi ti stringerei fortissimo, e… ti accarezzerei i capelli. So che ti piace quando qualcuno ti accarezza i capelli.”
 
 
“Mi piace solo quando lo fai tu- oh dio, fai finta che io non ti abbia detto niente-”
 
 
“Mi fai sorridere.”
 
 
“Davvero? Dalla tua voce sento che stai sorridendo, ma… non riesco a capire perché.”
 
 
“È che sei davvero adorabile. Prima dici queste cose, poi mettici anche che ti sto immaginando rannicchiato nel tuo letto, con il telefono premuto contro l’orecchio destro – perché hai l’abitudine di stenderti sul lato sinistro -, le guance arrossate e gli occhi gonfi per le lacrime. Se fossi lì mi butterei su di te e ti stritolerei in un abbraccio.”
 
 
“…Oh, wow. Dove sei? Mi stai spiando?”
 
 
“…Ti prego, dimmi che possiamo continuare a parlare tutta la sera.”
 
 
“…Non ho intenzione di andare da nessuna parte.”
 
 
 
 
***
 
 
“Chris, ehi? Dai sveglia, Darren e Chord sono appena arrivati.”
Chris aprì piano gli occhi e mise a fuoco lo sguardo sulle figure di Dianna e Lea, che se ne stavano in piedi accanto al suo letto mentre tentavano dolcemente di svegliarlo. Così sbatté piano le palpebre e si guardò intorno mentre realizzava cosa le ragazze gli avevano appena detto e tutto quello che riuscì a pensare in quel momento fu qualcosa come oddio ma quanto ho dormito e cavolo Darren è qui e io sono ancora a letto.
E mentre le sue amiche gli dicevano che avevano appena visto arrivare il taxi e che sarebbero saliti a momenti, scalciò via le coperte e ancora a piedi nudi, con un solo pigiama di seta addosso e i capelli tutti scompigliati, scese giù dal letto e uscì correndo da casa, per poi fare le scale praticamente saltando.
Dopo poco più di venti secondi arrivò finalmente a piano terra, spalancò la porta del portone e vide Darren dall’altra parte della strada, una piccola borsa nella mano e un sorriso enorme stampato sulle labbra mentre diceva qualcosa a Chord.
Quando Darren si accorse di lui lasciò cadere la borsa, e Chris fece un sorriso enorme correndogli incontro e gettandosi a capofitto tra le sue braccia. Un attimo dopo le braccia di Darren furono attorno ai suoi fianchi e le mani premute contro la schiena, mentre lo stringeva forte e gli sussurrava all’orecchio che gli era mancato da morire.
“Sono qui, Chris, sono qui per te” sussurrò dolcemente Darren nel suo orecchio, mentre cercava di confortarlo sperando che Chris la smettesse di tremare tra le sue braccia.
Chris era sul ciglio di una strada con il pigiama, i piedi scalzi e i capelli scompigliati, ma non gli importava niente perché, fintanto Darren lo abbracciava, andava tutto bene.
 
 
 
***
 
Darren e Chris passarono una giornata diversa da quelle che avevano passato di solito: fecero i turisti per tutto il pomeriggio, camminando tra le strade affollate di Clovis con cappelli giganti e occhiali da sole che avevano comprato su una bancarella nel centro.
Trascorsero una giornata semplicemente a ridere e giocare e divertirsi come non avevano mai fatto davvero, tralasciando i soliti problemi che si portavano dietro e il cattivo umore. Chris smise di pensare al fatto che Darren avesse un ragazzo, esattamente come Darren smise di pensare al fatto che Chris stava frequentando un altro e non aveva alcuna intenzione di dirgli chi era, che lui stesso ne stava frequentando uno proprio perché si era promesso di stare lontano da Chris.
Ma era più difficile di quanto pensasse.
 
 
(17:04)
Mark, ho cercato un ragazzo gay e carino per tutto il campus e non sono riuscito a trovare nessuno all’altezza di Chris. Tu invece? Novità?
 
 
(17:07)
Nemmeno. Cioè, qualcuno l’ho trovato, ma Darren non lo batte nessuno.
 
 
(17:09)
Be’ pensavo che avessimo superato questa parte… uno meglio di lui non lo troveremo mai.
 
 
(17:09)
Questo non significa che dobbiamo trovare un cesso ambulante al nostro amico.
 
 
(17:10)
E se dicessimo a Darren che Chris e Grant stanno insieme? Darren non sa che Grant è etero e Grant è davvero davvero carino!
 
(17:13)
Okay, sei impazzita?
 
 
(17:14)
…Credo di sì.
 
 
(17:17)
Senti, ho un’idea. Mettiamo da parte il tuo piano almeno per oggi, okay? Darren è qui, lui e Chris a quanto pare sono felici e ora dobbiamo solo trovare un modo per farli avvicinare. E io ho l’idea.
 
 
(17:18)
Tu hai l’idea.
 
 
(17:19)
Sì, ce l’ho.
 
 
(17:21)
Uhm, posso sapere di cosa si tratta?
 
 
(17:22)
Ora sono con Chord, ma stasera quando saremo tutti a casa scoprirete tutto.
 
 
***
 
Dopo la lunga giornata trascorsa in giro a camminare per ore, prima di cena Chris e Darren tornarono a casa del più piccolo e finirono per gettarsi a peso morto sul divano per recuperare le forze, e oramai da svariati minuti Darren era poggiato con la schiena vicino ai cuscini e Chris era steso accanto a lui, con la testa poggiata sulle sue gambe. Trattenne un sospiro rilassato quando sentì le dita di Darren tra i suoi capelli e si ricordò di quando solo il giorno prima gli aveva scritto che glieli avrebbe accarezzati se solo fosse stato lì.
Restarono in silenzio per un po’, e Chris ebbe il tempo di pensare a ciò che era successo in quei giorni.
Aveva fatto credere a Darren di essere stato con un altro, ed era stata una mossa stupida, veramente stupida, per uno che viveva nella convinzione che non gliene fregava niente di quello che avrebbero potuto essere lui e Darren, ma voleva semplicemente che la loro amicizia sopravvivesse.
E continuare a mentirgli non era di certo una buona idea.
“D-Dare?”
“Dimmi, piccolo.”
Chris sorrise. “Pensavo che non ci saremmo più rivisti, sai? Insomma, tu- l’altra volta sei venuto perché avevi degli impegni di lavoro, quindi ero convinto che non avevi più nessun motivo per tornare qui. E invece ora ci sei.”
“L’altra volta mi serviva una scusa” mormorò Darren, mentre attorcigliava i capelli del suo amico attorno alle dita. “Sarebbe stato strano venire così di punto in bianco, allora… lo sai, ho fatto in modo che Clovis fosse una delle tappe del mio tour. Però penso che adesso non abbiamo più nessun motivo per nasconderci dietro a queste cose, no? Io verrò qui ogni volta che posso, e tu- magari tu potresti venire qualche volta a Los Angeles, che dici? Potresti stare a casa mia.”
“Davvero?” domandò Chris timidamente, gli occhi azzurri che brillavano così tanto che Darren non riuscì a fare a meno di incantarsi a guardarlo.
“Davvero” confermò Darren con dolcezza. “Chris, io- ci tengo davvero tanto a te.”
Chris annuì, e i suoi pensieri tornarono a quella dannata bugia che gli aveva detto. Era arrivato il momento di dirgli la verità. “Anche io ci tengo a te, Dare. Per questo volevo-”
 “Obbligo e verità!”
I due ragazzi accoccolati sul divano sobbalzarono quando sentirono la voce di Mark a pochi metri da loro. Si voltarono istintivamente e video Chord in piedi accanto a lui, con due bottiglie di vodka ancora chiuse in mano e una busta appesa al braccio con dentro delle patatine.
“Obbligo e verità?” domandò Dianna incredula.
Lea inarcò le sopracciglia. “Davvero, questa è la tua grande idea?”
“Ehi, dov’è Grant? Si sta perdendo la festa!” esclamò Mark, poi sbuffò lanciando un’occhiata alla porta della sua camera chiusa. “Mi spiegate perché diavolo viviamo in un loft se ci abbiamo fatto mettere delle porte? Grant!”
Chris scosse la testa sorridendo e nel farlo si accorse che Darren lo stava osservando quasi rapito. “Che c’è?” domandò, mordendosi le labbra in imbarazzo.
“…Niente, stavo solo pensando al fatto che ci giocavamo sempre al liceo. Ma tipo… sai, ai primi anni” ridacchiò Darren, e senza quasi pensarci iniziò a giocherellare con le dita affusolate di Chris.
“Be’…” cominciò Chris, guardando le loro dita che si sfioravano quasi in trance. “Dovresti sapere che Chord e Mark insieme sono peggio di due bambini.”
“Vuoi giocare?” soffiò Darren mentre intrecciava le loro dita insieme.
Chris sorrise. “Potrebbe essere divertente.”
Darren si sporse per lasciargli un dolce bacio sulla guancia e poi lo trascinò dal divano. “Dai, andiamo.”
 
 
“Si può sapere che diavolo d’idea è?” sibilò Lea a bassa voce, mentre si sedeva sul tappeto accanto ad un Mark esageratamente entusiasta.
“Guarda e impara, donna” sussurrò lui a denti stretti, senza mai smettere di sorridere. “Okay ragazzi, un piccolo ripasso generale per chi non conosce le regole. Vi faccio un esempio per renderla più facile: comincio io, e chiedo a Lea “obbligo o verità”, se lei mi risponde obbligo devo obbligarla a fare qualcosa di imbarazzante, mentre se mi risponde verità, le devo fare una domanda alla quale lei deve rispondermi sinceramente.”
Mark aveva riposto davvero buone speranze in quel gioco: appena sarebbe arrivato il suo turno e Darren o Chris avrebbero chiesto obbligo, lui li avrebbe obbligati a baciarsi. Era semplice ma efficace.
Purtroppo però fecero due giri, gli toccarono due turni e nessuna delle due volte i due chiesero l’obbligo. Sempre e solo ma verità. Lea invece era piuttosto soddisfatta di quello che stava vedendo, perché Darren e Chris erano seduti sul tappeto uno accanto all’altro e sembrava fisicamente impossibile per loro non voltarsi a guardarsi ogni due secondi, sorridersi stupidamente, cercare le loro mani di continuo e poi ridere mentre si sussurravano chissà cosa nell’orecchio.
Quando arrivò il turno di Mark, Dianna lo guardò compiaciuta e lo costrinse a baciare Chord. I due amici si guardarono sbigottiti per qualche secondo, poi semplicemente gattonarono l’uno verso l’altro e si baciarono. Quando Chord portò una mano sul collo di Mark per baciarlo con più enfasi i loro amici fischiarono, ma i due non accennarono a fermarsi. Si fermarono solo quando non ebbero più fiato e poi si guardarono negli occhi, sconvolti e soprattutto eccitati.
“Obbligo o verità?” domandò Darren a Chris, quando arrivò il suo turno per la terza volta.
“Verità” gli rispose istantaneamente Chris, incrociando le gambe sul tappeto.
Darren ci pensò su per qualche istante e si morse le labbra al pensiero di quello che stava per chiedergli – si erano limitati a fare domande stupide e imbarazzanti fino a quel momento e sapeva che se ne sarebbe pentito, ma aveva veramente bisogno di sapere.
“Uhm…” mormorò, cercando le parole adatte per formulare la domanda. “Chi è il ragazzo che stai frequentando?”
Chris sembrò essere colto alla sprovvista ed era così, di certo non si aspettava che Darren gli chiedesse quello, così si morse un labbro e dondolò sulle sue gambe, mentre si spostava lentamente più lontano dal suo amico.  “Nessuno” soffiò Chris, imbarazzato. “Non sto frequentando nessuno.”
Darren spalancò gli occhi e Chris capì che il gioco era finito. “Ma tu quella sera mi avevi detto che-”
“Ti ho mentito.”
“Okay…” mormorò Darren sempre più confuso. “C’è un motivo per cui lo hai fatto e per cui non mi hai messo al corrente di questa cosa negli ultimi giorni, che sono quasi impazzito per cercare di sapere qualcosa?”
“Perché invece di pensare agli ipotetici ragazzi con cui esco, non pensi al tuo?” domandò bruscamente Chris, e mentre i due si guardavano quasi in cagnesco, Lea si ritrovò a fare lo stesso con Mark.
“Stai combinando un casino” borbottò Lea.
Mark si ritrovò qualche secondo a pensare, poi sorrise e si schiarì la voce. “Okay, ragazzi, cambiamo gioco!”
Chris e Darren si ritrovarono ad allontanarsi l’uno dall’altro, e fu terribile per i loro amici vederli passare dal massimo contatto fisico che potevano avere, al nulla più totale.
Il nuovo gioco di Mark era anche peggio del primo, per non parlare dello squallido piano che aveva messo su per andare sul sicuro: il gioco era quello lì dei sette minuti nell’armadio, e aveva messo in un cappello sette bigliettini con i loro nomi, e aveva piegato in modo diverso quelli con i nomi di Chris e Darren per poterli pescare insieme.
I due non avevano più alcuna voglia di giocare, Darren voleva prendere Chris da parte per potergli parlare, ma Chris sembrava non avere alcuna intenzione di lasciare i suoi amici, malgrado entrambi temevano che Mark arrivasse a prendere delle costruzioni o magari delle bambole per poter giocare a qualcosa di diverso.
Ovviamente i nomi di Chris e Darren furono pescati per prima: Lea voleva uccidere Mark, perché aveva incastrato Chris e Darren in un gioco stupido e tra l’altro sapeva perfettamente che non si sarebbero mai baciati in quell’armadio, perché Darren aveva appena scoperto che Chris lo aveva mentito – e poi sapeva che non lo avrebbero fatto a prescindere. Se proprio doveva succedere, non lo avrebbero fatta passare per una cosa obbligata.
“Ragazzi, io non ho voglia di giocare” bofonchiò Darren alzandosi. Chris scosse la testa e si alzò velocemente, prese il suo amico per un polso e lo trascinò dentro all’armadio.
“Mi è sembrato di aver detto che non voglio giocare” borbottò Darren quando vide Chris chiudere le ante dell’armadio. La luce all’interno era davvero poca, e per di più faceva anche caldo ma a Chris non importava, aveva bisogno di parlare con Darren e risolvere ogni cosa.
“Mi dispiace” mormorò Chris. “Mi dispiace da morire per averti mentito, okay? Però non tenermi il muso, ti prego, io l’ho fatto solo perché… cavolo.”
“Perché? Perché mai avresti dovuto mentirmi su una cosa del genere? Non capisci quanto ci sono stato male? Ogni volta che ti sentivo triste io pensavo che fosse per quel tizio che era nel tuo letto quella sera-”
“Dare, ti prego. Mi avevi appena detto di esserti trovato un ragazzo e non ci sentivamo da settimane, poi tu mi hai chiesto con chi ero e io- è stato infantile da parte mia, lo so, ma è stato istintivo lasciarti intendere che avevo trovato un altro anche io- voglio dire, un ragazzo.”
Sei minuti!” esclamò Mark da fuori l’armadio. Chris e Darren sospirarono.
“Lo hai fatto per punirmi perché non mi sono fatto sentire?”
“No, l’ho fatto perché non ti sei fatto sentire per settimane e dopo ritorni dicendo che non ce l’avevi con me, non avevi intenzione di troncare i rapporti, però ti eri trovato un ragazzo mentre cercavi di isolarti dai tuoi fan. Perché lui è famoso, no? Lui ha il diritto di stare nella tua vita, ha il diritto di- dio, perché diavolo mi importa così tanto.”
Darren sbatté le palpebre. “Io- non ci avevo nemmeno pensato, Chris. Non mi sono allontanato da te perché avevo bisogno di una pausa dai miei fan, io- lo sai che non ti considero solo questo. Tu sei- diamine Chris, tu non hai la più pallida idea di quanto significhi per me.”
“Allora perché sei sparito?”
“Forse perché l’ultima volta che ci siamo visti ti ho quasi baciato?”
“Cinque minuti!”
Chris deglutì e ringraziò la poca luce che c’era in quell’armadio perché non permetteva che Darren si accorgesse di quanto fossero lucidi i suoi occhi. “Lo sapevo. Te ne sei pentito e volevi dimenticare, lo so.”
“No, Chris, non è questo” replicò Darren. “Sono sparito perché sapevo che se avessi continuato a starti vicino quel bacio sarebbe arrivato, e io ci tengo troppo a te per non lasciarti avere la vita che meriti e che desideri. Io- io sono un disastro, lo capisci? La mia vita è un casino, non ho mai un secondo libero, sono continuamente sotto i riflettori e tutti sanno chi sono. Tu invece-”
“Io invece non sono nessuno” soffiò Chris incrociando le braccia davanti al petto.
“Ma sei tutto per me” replicò Darren sincero. Non contraddisse Chris, perché quello che aveva detto era completamente vero: lui per il mondo non era nessuno, non lo era mai stato e non era per niente abituato alla vita di Darren. “Sei tutto per me, e voglio che tu stia al sicuro.”
“Quattro minuti!”
“Non sta a te decidere, Darren! Non sta a te decidere se devo stare al sicuro- diamine, che cosa significa tutto questo? Di cosa stiamo parlando esattamente? Io- mi sembra di impazzire.”
“Be’ stiamo parlando di me e di te che stiamo con altre persone, no? A quanto pare come a me non andava a genio il tuo fidanzato immaginario, a te non va a genio il mio.”
“Sì con la differenza che tu un fidanzato ce l’hai davvero.”
“Peccato che non mi importi niente di lui.”
“Tre minuti!”
"Ovviamente, a te importa solo di te stesso, è questa la realtà è io mi sento uno stupido, perché ho lasciato che tu piombassi nella mia vita e cambiassi ogni cosa, compreso me stesso, e non te lo perdonerò mai."
 Darren resta in silenzio fino a quando non sente Mark avvisarli che mancano solo due minuti. "Cos'è che ho cambiato, Chris?"
“Un minuto!”
“Tutto. Io stavo bene, sai? Non ero felice, ma stavo bene e tu sei arrivato ed è andato tutto a rotoli. Sei diventato un chiodo fisso, mi sono ritrovato a vivere attaccato ad un cellulare nella speranza che tu potessi cercarmi in qualche modo. E mi sento uno stupido perché ho permesso a me stesso di cominciare a mentire sperando che ti importasse qualcosa e sono stato uno stupido a lasciare che tu tornassi nella mia vita semplicemente perché, tra le tante cose che ho lasciato che accadessero, mi sono pure innamorato di te.”
“…Tempo scaduto!”
Darren continuò a guardare Chris senza dire una parola, il tempo era scaduto e lui Mark nemmeno lo aveva sentito, l’unica cosa che riusciva a percepire era il respiro strozzato di Chris ad un soffio da lui e i suoi occhi azzurri che nel buio splendevano come due stelle.
“Chris, io…”
“Non dire niente” lo interruppe Chris alzando un dito come per avvertimento. “Non dire una parola, Darren. Sono- sono così stupido.”
Spalancò le ante dell’armadio e uscì fuori praticamente correndo, Darren questa volta decise di non perdere tempo e lo seguì, fermandosi solo quando lo vide prendere dall’attaccapanni il cappotto e infilarselo. “Chris, ti prego ascoltami-”
“Ho bisogno di stare un po’ da solo, Darren, per favore” bofonchiò Chris, e quando finì di abbottonarsi il cappotto e alzò lo sguardo, Darren si sentì un po’ morire nel vedere i suoi occhi azzurri velati dalle lacrime. “Io- ho solo bisogno di pensare a quello che è successo e- e piangere. Solo- ti prego, lasciamelo fare” disse un attimo prima di voltarsi per uscire da casa. Darren non si era mai sentito così male in vita sua.
“Chris, aspettami-”
“Dare?” lo chiamò dolcemente Lea, e  Darren si girò appena sentì la sua voce. I loro amici erano tutti in piedi e a quanto pare avevano assistito a tutta la scena. “Lascialo andare. Chris è così, a volte ha bisogno di stare solo per pensare e scappa via, ma poi torna. Chris torna sempre.”
Darren si morse un labbro e andò a sedersi sul divano, nascondendo la testa tra le mani. “Mi sento un idiota” mormorò. “Lui- come ho fatto a non accorgermi di niente?”
“Darren, tesoro” lo richiamò Dianna con dolcezza, mentre si sedeva sul divano accanto a lui. “Stesso Chris non lo aveva capito, credimi. È da quando sei entrato qui dentro per la prima volta che lo abbiamo visto stravolgere tutta la sua vita per te, sorridere come un ragazzino quando leggeva un tuo messaggio e piangere ogni volta che qualcosa tra di voi non andava. Ce ne ha messo tempo per capirlo, ma ti ama davvero, Darren. Io sono sicura che la cosa sia reciproca, e- be’, non capisco cosa tu stia aspettando.”
“Lo ama anche lui” disse Chord schiarendosi la voce. “Sono settimane che prova a dimenticarlo, ha provato perfino ad uscire con un idiota per toglierselo dalla testa. Solo- non è così semplice. Non puoi semplicemente scegliere di non provare e andare avanti” istintivamente si ritrovò a guardare Mark, e appena i loro sguardi si incrociarono si sorrisero timidamente a vicenda.
I ragazzi restarono un altro po’ lì a parlare con Darren e a cercare di consolarlo, poi cominciarono a risistemare tutto e alla fine andarono a dormire – Mark propose a Chord di restare, dal momento che anche Darren non sarebbe andato via.  E quando anche loro due sparirono all’interno della stanza di Mark, Darren andò in camera di Chris e decise di aspettarlo lì.
Era dannatamente preoccupato, ma i suoi amici non lo erano e forse non serviva allarmarsi, Chris sarebbe tornato, doveva soltanto aspettarlo e non pensare al peggio.
Trascorse un’ora quando finalmente sentì la porta aprirsi, e con il cuore in gola aspettò l’arrivo di Chris.
Era rimasto per tutto il tempo seduto sul bordo del suo letto, i gomiti premuti sulle ginocchia e il viso affondato tra le mani per la preoccupazione, e adesso finalmente poteva tornare a respirare.
Dopo qualche secondo Chris comparì sulla porta della sua camera, e spalancò appena gli occhi quando vide Darren. Pensava che sarebbe scappato, e invece era lì.
“Ehi” mormorò Darren alzandosi in piedi. “Sei- sei tornato.”
Chris annuì e fece qualche altro passo verso di lui. “Ho- ho pensato a quello che successo, e volevo dirti che mi dispiace. Sei tu quello che dovrebbe essere arrabbiato con me, non io. Io- io ti ho mentito, e non avevo nessuna valida ragione per farti credere che stavo uscendo con qualcuno. Sono stato un idiota- e scusami anche per quello che ti ho detto. Io- non avrei dovuto riversarti addosso tutti i miei sentimenti. Non è giusto per te che sei mio amico, e mi dispiace anche per questo.”
“Oh, wow” lo interruppe Darren dolcemente. “Sei tornato davvero.”
Chris lo guardò interrogativo, ma Darren semplicemente sorrise e annullò la distanza che c’era tra di loro per potergli prendere le mani. “Dispiace a me per non averlo capito. Per aver pensato che non fosse troppo tardi, che potessi ancora salvarti… la verità è che io ti amo, ti amo da quando ti ho incontrato al tuo compleanno e anche se avessi voluto provarci quella sera a starti lontano, già sarebbe stato troppo tardi.”
“…Tu mi ami” soffiò Chris tremando. “Tu- tu mi ami, Darren?”
“Sì, Chris. È per questo che ho cominciato a uscire con quel ragazzo, per questo sono sparito e non mi sono fatto sentire per settimane, io- pensavo che così avrei smesso di amarti, ma non posso smettere. Non voglio più smettere. Solo- lasciati amare, Chris. Ti prego, lasciamelo fare.”
Chris restò lì a fissarlo, con i suoi occhi gonfi e rossi per le lacrime che aveva versato nell’ultima ora ed era convinto di averle finite, davvero, ma ricominciò a piangere di nuovo e non ebbe nemmeno la forza di provare a fermarsi. Strinse con più forza le mani di Darren per potersi aggrappare a qualcosa, per potersi aggrappare a quella che era da sempre la sua ancora - perché in quel momento Darren non era né l’idolo né l’amico, era un connubio di entrambe quelle persone di cui Chris si era innamorato.
Quando annuì flebilmente Darren non riuscì ad impedirsi di sorridere, Chris sorrise a sua volta ed erano così innamorati e felici in quel momento che il mondo poteva anche finire ma loro non se ne sarebbero accorti comunque. Quando Darren si rese conto che Chris adesso gli stava guardando le labbra, fece un sorriso enorme e lo trascinò lungo la stanza.
“Dove stiamo andando?” domandò Chris confuso, poi si zittì quando vide Darren aprire le ante dell’armadio e trascinarlo dentro con dolcezza. “Perché siamo qui?”
“Dobbiamo recuperare i sette minuti che ci siamo persi prima, Colfer” sussurrò Darren nel buio, e Chris sorrise a sua volta poggiando una mano dietro la sua nuca per tirarlo verso di sé e premere le labbra sulle sue.
Darren portò le braccia attorno ai suoi fianchi mentre Chris lasciava scivolare le sue sulle sue spalle e allacciava le dita dietro la sua nuca. In un secondo di lucidità Darren realizzò che quello era il primo bacio di Chris, così si impegnò per rendere quel bacio dolce e passionale tanto quanto bastava.
Ed era perfetto – le loro labbra si incastravano alla perfezione, come se fossero state modellate apposta per baciare quelle dell’altro. L’armadio era buio ma c’erano i loro sospiri, i loro ansiti, gli schiocchi delle loro labbra ed era tutto amplificato, era tutto perfetto perché erano loro che si amavano e che stavano aspettando quel momento da troppo tempo.
“Ti amo” mormorò Chris tra un bacio e l’altro. “Dio, Darren, ti amo così tanto.”
Darren portò le mani sulle guance di Chris per poterle stringere con dolcezza. “Ti amo anche io.”
Dopo un numero imprecisato di minuti – non avevano tenuto il conto per davvero – Darren e Chris uscirono da quell’armadio per andarsi a coricare sul letto, così si ritrovarono stesi uno di fronte all’altro, due sorrisi giganti stampati sulle labbra e gli occhi che scintillavano mentre si specchiavano gli uni negli altri.
“Sei bellissimo” sussurrò Darren. “Sono così fortunato ad averti.”
Chris si avvicinò per pressarsi contro Darren e baciarlo di nuovo. “Sei almeno vero, Darren Criss?”
“Io so solo che tu sei bellissimo. Te l’ho già detto che sei bellissimo?”
Chris ridacchiò mentre si accoccolava contro il suo petto. “Non posso credere che stia succedendo davvero. Ho paura che se mi addormento domani- domani tu non ci sarai più.”
Darren gli lasciò un bacio dolce sulla testa e lo strinse con più forza. “Tu dormi, ti prometto che domani mattina mi troverai proprio qui vicino a te.”
“Farai meglio ad esserci, Everett” mormorò Chris leggermente assonnato e su di giri.
“Non ho intenzione di andare da nessuna parte.”
 
 

 

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Capitolo 7
*** Tuo per sempre ***




Quando Chris aprì gli occhi quella mattina, la prima cosa che vide fu Darren.
Era abituato ad aprire gli occhi la mattina e ritrovarsi da solo nella sua stanza, ma poteva certamente abituarsi a quei due occhi caldi che erano un connubio tra l'alba e il tramonto. Avrebbe potuto abituarsi a quel sorriso stanco, a quei ricci spettinati, a quelle labbra corrucciate.
Dio, avrebbe davvero potuto abituarsi a Darren Criss, e tutte quelle sensazioni che provava quando stava con lui. E sapeva perfettamente che non avrebbe potuto svegliarsi ogni giorno della sua vita accanto a lui, ma poteva abituarsi alla sua presenza, vero? Sarebbero stati lontani, e avrebbe fatto male da morire non averlo vicino, ma poteva abituarsi ad averlo comunque nella sua vita?
“Ciao” sussurrò Darren dopo qualche secondo passato a fissare Chris che cercava di scacciare via il sonno sbattendo le palpebre.
Chris ricambiò il suo sorriso. “Ciao” sussurrò. “Dormito bene?”
"Non ci siamo nemmeno cambiati ieri sera..." ridacchiò Darren, portando una mano sul braccio di Chris. “Ma ho amato dormire con te. Soprattutto dopo quello che è successo tra noi.”
Chris si leccò le labbra, avvertendo ancora il sapore di Darren. “Ne dovremmo parlare.”
"Mi sembra che lo abbiamo già fatto. Ti ho detto che ti amo, tu mi hai detto che mi ami, quindi... Non so tu, ma adesso so bene cosa voglio."
"Sì, anche io" si affrettò ad aggiungere Chris. "Solo... Sai, c'è il fatto che tu sei famoso e io no, che tu abiti a Los Angeles e io no, e potrei continuare all'infinito aggiungendo tutte le cose che-"
All'improvviso Chris fu messo a tacere da un paio di labbra che si poggiarono silenziose sulle sue e durò troppo poco, perché Darren all'improvviso si staccò e fece un sorriso enorme. "Sei sempre così loquace la mattina?" domandò divertito.
Chris deglutì di nuovo e cercò di darsi un minimo di contegno e soprattutto di parlare, perché davvero non voleva sembrare uno di quei ragazzini che resta senza fiato solo per un piccolo bacio.
Peccato che fosse rimasto davvero senza fiato.
"Non lo sapevi? Appena mi sveglio ho delle intense chiacchierate con il mio cuscino."
Darren roteò gli occhi e si sporse per baciarlo di nuovo. "Okay, ho un piano."
"Mmh?" mormorò Chris, reclamando un altro bacio.
"Adesso ci alziamo, ci facciamo una doccia, ci mettiamo addosso qualcosa di comodo e facciamo colazione. Poi magari ne parliamo, okay?"
Chris sorrise. "Mi sembra un piano perfetto. Tu quando devi partire?"
Darren si morse le labbra interdetto. "Tra un paio di ore, ma... Parleremo anche di questo, promesso."
“D'accordo…” mormorò Chris scalciando via le coperte.
“Ehi” sussurrò Darren afferrando il suo polso. Chris si voltò e lo guardò confuso, poi un secondo dopo venne trascinato di nuovo nel letto e si ritrovò di nuovo le labbra di Darren che sfioravano le sue. “Solo cinque minuti.”  
 
 
 
25 novembre  
 
 
(09:21)
Sai a cosa pensavo, piccolo?
 
 
(09:22)
‘Giorno anche a te, Dare.
 
 
(09:22)
A cosa pensavi?
 
 
(09:25)
Al fatto che non abbiamo più parlato di niente ieri.
 
 
(09:28)
Be’ non è colpa nostra se sono andati via tutti e hanno lasciato la casa tutta per noi.
 
 
(09:30)
…Dio, quanto mi mancano le tue labbra.
 
 
(09:31)
Non sei d’aiuto, smettila.
 
 
(09:35)
Comunque… avevi ragione tu, non c’è niente di cui parlare. Ci abbiamo messo tanto per arrivare dove siamo adesso – okay, ci siamo conosciuti a settembre, ma ci siamo sentiti quasi ogni giorno da allora e io sono sicuro di quello che provo, Darren. Sono sicuro di volermi mettere in gioco, di voler affrontare la distanza e tutte le altre mille cose che comporta stare con te. Perché voglio stare con te.
 
 
(09:35)
E perché ti amo, ovviamente.
 
 
(09:37)
…Cosa ho fatto per meritarmi un ragazzo come te?
 
 
(09:38)
Non lo so, ma – ehi! Lo so che sono già meraviglioso così, però potrei addirittura laurearmi se solo la smettessi di distrarmi. Quindi ci sentiamo quando finisco le lezioni?
 
 
(09:40)
Quanto è spiritoso il mio ragazzo! Comunque d’accordo, tanto avevo intenzione di chiamare Chord. Ci sentiamo dopo, piccolo genio. Ti amo.
 
 
(09:41)
Ti amo anche io.
 
 
 
 
(09:42)
Chord? Possiamo vederci?
 
 
(09:43)
Devo parlarti di una cosa, Dare.
 
 
(09:45)
Okay, vengo da te.
 
 
(09:45)
Aspetta!
 
 
(09:46)
Ti ricordi quando mi parlasti di Chris a telefono perché non avevi il coraggio di dirmelo guardandomi negli occhi?
 
 
(09:48)
Be’, ero imbarazzato.
 
 
(09:49)
Devo dirti una cosa, Dare.
 
 
 
*chiamata in arrivo da Chord*
 
 
 
“Ehi amico, che succede?”
 
 
“Devo dirti una cosa.”
 
 
“Sì, lo avevo capito-”
 
 
“Due giorni fa, quando eravamo a Clovis, al gioco della bottiglia io e Mark ci siamo baciati.”
 
 
“Sì, lo so.”
 
 
“Ma non sai che quando abbiamo deciso di restare e Mark mi ha offerto di dormire in camera con lui è stato dannatamente strano. Non eravamo quelli di sempre, eravamo davvero a disagio e poi c’è stato un momento in cui ci siamo guardati, tutto il resto è sparito e… ci siamo baciati, Darren. Di nuovo.”
 
 
“…Oh. Vi siete baciati-”
 
 
“E poi ci siamo messi a letto e abbiamo continuato a baciarci ed era davvero piacevole, piacevole ed- uhm, eccitante… e così mi sono ritrovato a toccarlo. Quando ho visto che gli piaceva, ho messo la mano nei suoi pantaloni e l’ho toccato davvero ed era così bello, Darren, lui era così bello-”
 
 
“Chord, che diavolo-”
 
 
“Poi è venuto, e quando si è ripreso ha detto di voler provare una cosa e ha detto ‘fermami se non ti piace’, poi è scivolato tra le mie gambe e mi ha fatto un pompino, e io non l’ho fermato perché mi è piaciuto da morire.”
 
 
“Chord, ti rendi conto di quello che stai dicendo? Tu- tu sei gay…”
 
 
“Non sono gay!”
 
 
“Amico, so che è una cosa difficile da accettare, ma avete fatto diverse cose e ti è piaciuto. Credo che dovresti cominciare a farti qualche domanda.”
 
 
“L’ho fatto. Credimi. Ieri mattina ci siamo svegliati nello stesso letto ed era stranissimo, a colazione non ci siamo nemmeno rivolti la parola e mi mancava, perché Mark… tu- tu lo sai, io ho trovato un amico da quando hai conosciuto Chris, sai perfettamente che ci siamo trovati sempre benissimo insieme e mi mancava divertirmi con lui. Così ad un certo punto io ho fatto una battuta e lui si è messo a ridere, e abbiamo scherzato tutto il giorno, poi mi ha trascinato in un vico e ci siamo baciati e abbiamo riso tanto, Dare- abbiamo riso e abbiamo scherzato e ci siamo baciati e io ero felicissimo.”
 
 
“Sono felice del fatto che Mark ti renda così felice, lo sai? E scusami per prima, io ero solo- scioccato, direi. Non mi aspettavo una cosa del genere da te, ma non volevo insinuare niente… lo sai che a me non piace mettere etichette.”
 
 
“Non si tratta di etichette, Dare. È che io con le donne ci sono sempre stato bene, sono attratto da loro e mi piacciono tantissimo. Non riesco ad immaginarmi con un uomo, non sono mai stato attratto da nessuno, ma lui è diverso. Mark… mi piace perché è lui. Ha senso?”
 
 
“Certo, ho capito. È una cosa bellissima, Chord – posso capire che tu ora sia spaventato, ma quello che ti sta succedendo è incredibile. Ti stai innamorando di una persona, a prescindere dal suo sesso  ed è incredibile. Voglio che tu sappia che ti sono vicino, okay? Stai lottando per la tua felicità, Chord, non te lo dimenticare.”
 
 
“…Ti voglio bene, Darren.”
 
 
“Anche io, amico. E sono fiero di te, non dimenticarti nemmeno questo.”
 
 
 
 
(21:12)
Ho appena finito di parlare con Mark. Ti prego, dimmi che sai qualcosa perché potrei impazzire se non ne parlo con te.
 
 
(21:14)
Finalmente! Chord me ne ha parlato stamattina.
 
 
(21:14)
Quei due se la fanno insieme. Oh mio dio.
 
 
(21:15)
Non ho mai visto Mark così impacciato da quando lo conosco.
 
 
(21:17)
Dio, non ci posso credere.
 
 
*chiamata in arrivo da Darren*
 
 
“Ehi.”
 
 
“Ehi, piccolo, avevo voglia di sentire la tua voce. A parte Mark e Chord che ci hanno confessato di avere una relazione, com’è andata la giornata?”
 
 
“Oh… bene, grazie. Anche se tra le lezioni e il lavoro è stato piuttosto sfiancante. Tu che mi racconti?”
 
 
“Ho fatto un’intervista radiofonica, poi Chord oggi pomeriggio mi ha detto che ho tipo solo impegni a Los Angeles, o al massimo a mezz’ora da qui, fino a dopo Natale. E poi da febbraio ci sarà il tour.”
 
 
“Oh, è… bellissimo, credo. Voglio dire, non dovrai viaggiare molto.”
 
 
“Ecco, di questo volevo parlarti. Dal momento che ieri siamo stati una giornata intera a baciarci – non mi sto lamentando, sia chiaro – non abbiamo più parlato della distanza e tutto il resto. Stavo pensando… magari se trovi un po’ di tempo fino a febbraio potresti venire qui, che ne dici? Potremmo stare insieme, dovresti soltanto prenderti un periodo di pausa dal lavoro.”
 
 
“Uhm… Darren, mi piacerebbe tanto, ma al massimo potrei stare una settimana. Non posso prendermi un periodo di pausa dal lavoro, sai? Cioè, posso, ma non verrei retribuito e i soldi mi servono. L’università non sarebbe un problema, perché ho un esame circa ogni tre mesi e potrei studiare lì, ma… devo lavorare.”
 
 
“…Okay, Chris, sto per dirti una cosa che non ti piacerà.”
 
 
“Sì?”
 
 
“Non ti lascerei pagare niente qui, ti potrei… uhm, mantenere io. In fondo sei mio ospite-”
 
 
“Non dirlo nemmeno per scherzo, Darren. Non ti permetterei mai di fare una cosa del genere.”
 
 
“Ma così ci potremmo vedere-”
 
 
“E ci vedremo, posso prendermi una settimana ogni tanto ma non di più, e non ti lascerò spendere niente per me. La nostra relazione non è un lavoro e tu non sei il mio datore, okay?”
 
 
“Okay, okay… scusa.”
 
 
“No, non devi scusarti, anzi… sei stato davvero gentile, ma non voglio che tu lo faccia. Se un giorno la nostra relazione verrà allo scoperto, già dovrò fare i conti con tutti quelli che penseranno che io ti stia solo sfruttando per i tuoi soldi- ma tu lo sai che non è così, vero? A me non importa niente, io sto con te perché ti amo.”
 
 
“Chris, non credere assolutamente che io abbia mai pensato ad una cosa del genere. Tu sei- sei una persona meravigliosa e io con te mi sento amato come non è mai successo prima. Ho incontrato ragazzi che mi volevano solo per i miei soldi, ma con te è diverso. Tu sei- sei tutto quello che stavo aspettando, capisci?”
 
 
“…Grazie, Dare.”
 
 
“Perché mi ringrazi?”
 
 
“Perché ci sei. Perché mi ami, e perché mi stavi aspettando. Solo… grazie.”
 
 
“Sei tu che sei speciale, piccolo – a tal proposito, volevo chiederti una cosa.”
 
 
“Sì, certo, dimmi pure.”
 
 
“So che può sembrarti affrettato, ma manca un mese e… uhm, la mia famiglia a capodanno viene a Los Angeles da me, e volevo chiederti… ecco, se ti andava di conoscerli. Casa mia è grandissima, quindi ci state benissimo tutti e- ti ho già detto che sei speciale, vero? Per questo voglio che tu li conosca. Sempre se lo vuoi anche tu, ovviamente.”
 
 
“Oh…”
 
 
“Non devi se non vuoi, davvero. Ci siamo praticamente appena messi insieme-”
 
 
“No, va bene. Magari… uhm, se vuoi a Natale potresti venire qui così ti faccio conoscere anche la mia di famiglia.”
 
 
“Va benissimo, davvero. Però non devi farlo solo perché ti senti obbligato, se non vuoi presentarmi ancora ai tuoi-”
 
 
“Dare, non essere sciocco. Okay, non ho mai portato nessuno a casa, ma… con te è diverso. Anche tu sei speciale. I miei non sanno che stiamo insieme, non sanno nemmeno che ti conosco personalmente, quindi… uhm, all’inizio sarà un po’ strano, ma saranno felici per noi.”
 
 
 
“Wow, okay. Allora sta succedendo davvero.”
 
 
“Dici?”
 
“Oh, sì. Io ti presenterò la mia famiglia, tu mi presenterai la tua famiglia, passeremo insieme le feste perché- stiamo insieme, no? Stiamo davvero insieme.”
 
 
“Sì, Dare, stiamo insieme.”
 
 
 
28 novembre
 
 
(10:13)
Okay, ho già detto ai miei che a Natale gli presenterò una persona.
 
 
(10:15)
Perfetto, io ho detto ai miei che gliela presenterò a capodanno.
 
 
(10:18)
Quindi il ventidue dicembre stai qui?
 
 
(10:19)
Sì, certo. E poi torni con me a Los Angeles il 29.
 
 
(10:20)
Sta succedendo davvero.
 
 
(10:21)
Sta succedendo davvero, piccolo.
 
                                                            
 
1 dicembre
 
(00:13)
Mark è davvero depresso, sai? Gli manca Chord.
 
 
(00:14)
Anche Chord lo è. Non fa altro che dirmi che le chiamate e i messaggi non bastano più.
 
 
(00:14)
Ma il ventidue sarete qui insieme e finalmente si rivedranno, no?
 
 
(00:15)
Sarà bellissimo.
 
 
(00:16)
Stiamo ancora parlando di Mark e Chord?
 
 
(00:18)
Lo abbiamo mai fatto?
 
 
(00:19)
Mi manchi da morire, piccolo.
 
 
(00:19)
Dio, Dare, mi manchi tanto anche tu.
 
 
7 dicembre
 
 
“Ehi, ti sento strano. Che succede?”
 
 
“Nulla, è solo che- l’intervista di oggi è stata una rottura. Non facevano altro che chiedermi della mia vita privata.”
 
 
“Oh. È… insomma, è per me? Sono io il problema?”
 
 
“No, piccolo, assolutamente. Tu non sei mai il problema. Il problema sono loro. Dovrebbero darmi un po’ di spazio- diamine, non dovrei annoiarti con queste cose-”
 
 
“Dare, ti sta- insomma, ti sta creando dei problemi tenermi nascosto?”
 
 
“Cosa? No, ehi, non pensarlo nemmeno. È presto, non sei ancora pronto.”
 
 
“Po-posso esserlo per te, Darren. Lo sai, io per te farei qualsiasi cosa.”
 
 
“Chris, no. È… un brutto mondo quello in cui vivo, lo sai? Ti ci ritroveresti dentro all’improvviso senza nemmeno saperlo, circondato da fotografi e da giornalisti e- dio, è davvero presto per parlarne. Chiudiamo il discorso, okay? Non sono nervoso per questo.”
 
 
“E perché lo sei, allora?”
 
 
“Sono nervoso perché mi manchi, Chris. Perché un giorno sembra durare cento anni quando non ci sei.”
 
 
 
10 dicembre
 
 
(12:21)
Ho superato l’esame.
 
 
(12:22)
Oh mio dio, piccolo. È grandioso! Sono fiero di te.
 
 
(12:24)
Ehi…?
 
 
(12:25)
Mi manchi, Dare.
 
 
(12:26)
Lo so, Chris. Mi manchi tanto anche tu.
 
 
(12:27)
Lo sai perché scrivo?
 
 
(12:27)
Non ne sono sicuro.
 
 
(12:53)
Non sono mai stato bravo a parlare. Quando ero piccolo non riuscivo mai a fidarmi di nessuno e tenevo tutti i miei segreti in un diario. Sono sempre stato così, un po’ geloso di quello che provavo e troppo timido per parlarne con gli altri.
Io ho cominciato a scrivere quando ero infelice, Darren. E magari si trattava di un semplice litigio con il mio compagno di banco, ma fatto sta che è questo il motivo che mi ha portato a scrivere.
E poi è arrivato il bullismo, non avevo nessuno e mi ritrovavo ogni giorno a versare lacrime sulla tastiera del mio computer e tutta la mia rabbia in una misera pagina bianca. Tutte le volte che stavo male, tutte le volte che sentivo il bisogno di parlare io mi rifugiavo in quella pagina bianca e scrivevo tutto ciò che mi stava passando per la testa. E forse non ci crederai, ma io dopo mi sentivo meglio.  
Scrivere è sempre stato il mio rifugio quando stavo male, e adesso ogni volta che sento la tua mancanza e potrei scrivere fiumi e fiumi di parole, tutto  quello che riesco a pensare sono le tue braccia che mi stringono e la tua voce che mi sussurra che va tutto bene.
 
 
(12:54)
Quindi, ricapitolando: mi manchi, non ci sono le tue braccia che mi stringono e non riesco più a scrivere. Ci hai mai pensato che l’amore è una vera fregatura?
 
 
 
 
21 dicembre
 
 
Chris era steso a pancia in giù sul suo letto, il libro che stava leggendo già da un’ora aperto sul cuscino e le sue dita che sfioravano di tanto in tanto i bordi delle pagine per poterle girare.
Era il primo giorno in cui si sentiva veramente rilassato da quasi un mese a quella parte: mancava un giorno e Darren sarebbe stato a Clovis, avrebbe potuto abbracciarlo di nuovo e baciarlo fino a non avere più fiato.
Era così strano avere un ragazzo, Chris non ne aveva mai avuto uno eppure con Darren si sentiva perfettamente a suo agio: era proprio l’uomo che stava aspettando.
Era sul punto di cominciare a leggere un nuovo capitolo – dio, sperava così tanto che leggere lo aiutasse a ritornare a scrivere – quando qualcuno bussò al campanello.
Non si preoccupò troppo perché sapeva che tutti i suoi amici erano in soggiorno, così si concentrò al massimo sulle pagine del libro che stava leggendo.
Pochi secondi dopo però qualcuno bussò alla porta della sua stanza e sbuffò – da quando i suoi amici bussavano? Disse “avanti” frettolosamente e si aggiustò gli occhiali neri sugli occhi, senza nemmeno voltarsi per vedere chi stesse entrando. Sicuramente era uno dei ragazzi che voleva avvertirlo per la cena, infatti era già sul punto di dire “arrivo subito” quando sentì delle mani posarsi sui suoi fianchi.
“Ma che cosa-” girò la testa per poter insultare Mark o Grant, quando voltandosi non vide nessuno dei due: incontrò un paio di occhi color miele e il sorriso più bello del mondo.
“Oh mio dio, Darren-”
Venne messo a tacere dalle labbra di Darren che si pressarono forte contro le sue, e senza neanche aspettare un secondo per poter realizzare quello che stava succedendo, intrecciò le dita dietro la sua nuca e schiuse le labbra per lasciargli approfondire il bacio.
Darren cadde sopra di lui sul letto, e poggiò una mano sul materasso per non pesare completamente su Chris e poi continuò a baciarlo, le dita strette attorno al suo fianco e le labbra che si muovevano insieme alle sue.
Si staccarono dopo un po’ senza più fiato, Darren poggiò la testa sul cuscino e intrecciò lo sguardo a quello di Chris che era steso proprio accanto a lui, le gambe intrecciate alle sue e la mano ancora ancorata al suo collo. “Sei qui” sussurrò senza fiato.
“Sono riuscito a liberarmi prima” rispose Darren, poi fece un sorriso più grande avvicinando la testa alla sua. Il libro poggiato dietro la nuca di Chris finì per scivolare sul pavimento. “Sei sexy con gli occhiali.”
“Oh, mi ero dimenticato-” farfugliò Chris portando le dita alla montatura nera per poterseli togliere, ma Darren lo bloccò dolcemente per un polso.
“Non farlo, sei bellissimo così” disse Darren sorridendo. “Dio, mi sei mancato da morire.”
“Mi sei mancato anche tu” sussurrò Chris, un attimo prima che le loro labbra potessero rincontrarsi. “Quindi ora sei mio per tutte le vacanze?”
“Sbagliato, piccolo” ghignò Darren sulla sua bocca. “Io sono tuo per sempre.”
E mentre le braccia di Darren lo stringevano forte e le labbra premevano contro le sue, Chris pensò che quella notte avrebbe avuto un bel po’ di cose da scrivere al riguardo.
 
 
 
 
 
 
 
 

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