La città dei Mostri

di Danny Wright
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


~RISVEGLIO
“Erba, no... è muschio. O forse è menta? “
Non apre gli occhi... Le piace immaginare dove si trova in quell’istante. Ha i sensi intorpiditi, le fa male la testa, le viene da vomitare, e cosa peggiore, non ricorda nulla. Ha solo una vaga idea, si ricorda un nome solo : James. Chi è James? Di certo non il nome di suo padre, o di suo fratello.
Il sole le scalda il viso e lei apre gli occhi, infastidita da tutta quella luce.
- Non c’era poi così tanta luce in prigione... –
Borbotta, scuotendo il lunghi capelli color sabbia.
- Forza, vediamo di capire dove siamo... –
Una sua brutta abitudine era parlare con sé stessa quando era nervosa o spaventata. E in quel momento avrebbe preferito ululare alla luna.
A fatica si mise in piedi, dandosi la spinta necessaria con le gambe. “ Strano “ pensò, “ma io non ho mai avuto questi jeans! E neppure queste scarpe! “ Adocchiò il suo nuovo paio di jeans azzurri dell’ Ambercrombie e le sue Nike rosse.  Quando viveva con la sua famiglia, alla periferia di New York, quelle come lei si potevano solo sognare vestiti del genere; sua madre, una volta faticò moltissimo per portare a casa due felpe per lei e suo fratello. Poco dopo arrivò la polizia e la uccise, la ragazza aveva solo 11 anni. Scosse la testa per scacciare quei ricordi improvvisi. “aspetta” si disse “ma o sono scema io o... Si, sto incominciando a ricordare qualcosa.” Di certo non era bello incominciare con l’omicidio della madre.
Si guardò intorno : era in una foresta di carpini. Solitamente non amava i carpini, ma era meglio di niente sotto a un certo punto di  vista.
Chiuse gli occhi, sentendosi viva dopo anni, dopo il collegio e la prigione.
Tre anni, passati ad essere la zimbella dei prodigi.
Tre anni, passati in una gabbia di metallo vivendo di stenti e di ferite, trasformandosi tutte le volte che loro, i Normali , come si facevano chiamare, volevano. Poi quel ragazzo, James, che l’aveva salvata mentre una guardia le voleva sparare una pallottola in testa, il ragazzo aveva supplicato la guardia urlando a gran a voce di mandarla alla città.
- Lì non ti darà fastidio. –
Aveva detto.
- Allora è questa la città? –
Urlò, con gli occhi chiusi.
- James... Io non vedo nulla, solo gli alberi. Mi hai mandato a morire? –
Sospirando, abbassò lo sguardo mentre.. mutava. Le braccia e le gambe si ricoprirono di una soffice peluria grigia, che diventava via a via sempre più folta e ispida; gli occhi divennero gialli. E, in poco, divenne un lupo. Un licantropo.
Ecco che cos’era. Ma non era l’unica, ce ne erano molti, moltissimi come lei che vivevano nascosti, rubando per sopravvivere. Sapeva che i Normali odiavano i licantropi, i vampiri, le fate e gli elfi, gli stregoni e i demoni. O, poi c’erano i Prodigi. Loro si che venivano trattati con le pinze, erano perfetti... Persone modificate geneticamente, con strani e spaventosi poteri.
Si chiese, se mai sarebbe sopravvissuta.
Scosse il muso da lupo, e correndo superò in fretta la foresta, raggiungendo un laghetto. Là, c’erano tre ragazzi : due avevano i capelli blu e l’altro, invece aveva i capelli neri e la pelle bronzea. “ Sono fate! “ pensò, guardando i due ragazzi dalle chiome blu elettrico. Ci era voluto del tempo, ma tra la prigione e il collegio, aveva capito perfettamente le varie razze. L’altro ragazzo era un lupo. Lo si capiva perché ringhiava. Poi, scorse un bagliore rosso/arancio che teneva in mano Testa-Blu-1 e... era fuoco!
“ Ma sono scemi???? “ pensò, “ il fuoco può essere fatale per i licantropi.”
Senza pensarci scattò sulle zampe posteriori e balzando a terra, poco distante da Testa-Blu-2, ritornò umana, con i capelli biondo cenere sparsi al vento.
- Vi consiglio di allontanare il fuoco da entrambi. –
- Altrimenti? – Testa-Blu-1, dopo aver superato la sorpresa iniziale, le sorrise mellifluo... anche e aveva uno sguardo a dir poco di puro ed immediato sadismo.
- Jack... – Questo era Testa-Blu-2
- Che vuoi  Will ? –
- Quella non l’abbiamo mai vista... –
Jack ( Testa-Blu-1) si voltò verso la ragazza, squadrandola. Poi si rivolse all’altro licantropo, che nel frattempo aveva smesso di ringhiare e guardava con ammirazione la  nuova arrivata. “ Probabilmente succede spesso” si disse.
- Neos, è una del tuo  branco? –
Il lupo, Neos, scosse la testa. – Deve essere nuova. –
- Ce ne eravamo accorti... – precisò Will.
- Potate smettere di parlare di me come se non ci fossi? – Chiese, acida, la ragazza.
.- Lupo, come ti chiami? Quale codice segui? – Neos, gentilmente, le chiese ciò terminando la frase con un sorriso.
La ragazza valutò se dire o meno chi era, ma dopotutto non aveva più molti ricordi, tanto valeva dire almeno il suo nome e il codice.
- Andromaca. Sono Andromaca Weber, e seguo il codice dei Grigi. –
- Tuo padre era Wilhem Weber? - chiese Neos
Lei annuì e il ragazzo si chinò a terra.
- Sempre seguirò l’ordine dei Grigi. Sempre impedirò al mio cuore e al mio coraggio di abbattere l’onore del branco. Sempre proteggerò il nostro capo. Sempre ululerò alla luna. – pronunciò con coraggio e fermezza queste parole alla ragazza... In lei aveva riconosciuto il capo, la stessa autorità e fermezza. Lei era una Grigia fino al midollo.
La ragazza lo guardò stranita : nessuno, in nessuna famiglia, si era mai chinato di fronte a lei. Lei, che era la figlia del capo branco dei Grigi...
- Alzati, o lupo. –
Il ragazzo, sempre tenendo chino il capo, si alzò.
- Oh, tutto  molto commovente... Abbiamo una nuova, dite? –
Una voce a dir poco armoniosa, e piena di sé. Naturalmente ad ogni voce, corrisponde un corpo, vero?  La voce apparteneva ad una ragazza alta, bionda con due grandi occhi grigi. Nella mano destra impugnava un coltello.
~RISVEGLIO
“Erba, no... è muschio. O forse è menta? “
Non apre gli occhi... Le piace immaginare dove si trova in quell’istante. Ha i sensi intorpiditi, le fa male la testa, le viene da vomitare, e cosa peggiore, non ricorda nulla. Ha solo una vaga idea, si ricorda un nome solo : James. Chi è James? Di certo non il nome di suo padre, o di suo fratello.
Il sole le scalda il viso e lei apre gli occhi, infastidita da tutta quella luce.
- Non c’era poi così tanta luce in prigione... –
Borbotta, scuotendo il lunghi capelli color sabbia.
- Forza, vediamo di capire dove siamo... –
Una sua brutta abitudine era parlare con sé stessa quando era nervosa o spaventata. E in quel momento avrebbe preferito ululare alla luna.
A fatica si mise in piedi, dandosi la spinta necessaria con le gambe. “ Strano “ pensò, “ma io non ho mai avuto questi jeans! E neppure queste scarpe! “ Adocchiò il suo nuovo paio di jeans azzurri dell’ Ambercrombie e le sue Nike rosse.  Quando viveva con la sua famiglia, alla periferia di New York, quelle come lei si potevano solo sognare vestiti del genere; sua madre, una volta faticò moltissimo per portare a casa due felpe per lei e suo fratello. Poco dopo arrivò la polizia e la uccise, la ragazza aveva solo 11 anni. Scosse la testa per scacciare quei ricordi improvvisi. “aspetta” si disse “ma o sono scema io o... Si, sto incominciando a ricordare qualcosa.” Di certo non era bello incominciare con l’omicidio della madre.
Si guardò intorno : era in una foresta di carpini. Solitamente non amava i carpini, ma era meglio di niente sotto a un certo punto di  vista.
Chiuse gli occhi, sentendosi viva dopo anni, dopo il collegio e la prigione.
Tre anni, passati ad essere la zimbella dei prodigi.
Tre anni, passati in una gabbia di metallo vivendo di stenti e di ferite, trasformandosi tutte le volte che loro, i Normali , come si facevano chiamare, volevano. Poi quel ragazzo, James, che l’aveva salvata mentre una guardia le voleva sparare una pallottola in testa, il ragazzo aveva supplicato la guardia urlando a gran a voce di mandarla alla città.
- Lì non ti darà fastidio. –
Aveva detto.
- Allora è questa la città? –
Urlò, con gli occhi chiusi.
- James... Io non vedo nulla, solo gli alberi. Mi hai mandato a morire? –
Sospirando, abbassò lo sguardo mentre.. mutava. Le braccia e le gambe si ricoprirono di una soffice peluria grigia, che diventava via a via sempre più folta e ispida; gli occhi divennero gialli. E, in poco, divenne un lupo. Un licantropo.
Ecco che cos’era. Ma non era l’unica, ce ne erano molti, moltissimi come lei che vivevano nascosti, rubando per sopravvivere. Sapeva che i Normali odiavano i licantropi, i vampiri, le fate e gli elfi, gli stregoni e i demoni. O, poi c’erano i Prodigi. Loro si che venivano trattati con le pinze, erano perfetti... Persone modificate geneticamente, con strani e spaventosi poteri.
Si chiese, se mai sarebbe sopravvissuta.
Scosse il muso da lupo, e correndo superò in fretta la foresta, raggiungendo un laghetto. Là, c’erano tre ragazzi : due avevano i capelli blu e l’altro, invece aveva i capelli neri e la pelle bronzea. “ Sono fate! “ pensò, guardando i due ragazzi dalle chiome blu elettrico. Ci era voluto del tempo, ma tra la prigione e il collegio, aveva capito perfettamente le varie razze. L’altro ragazzo era un lupo. Lo si capiva perché ringhiava. Poi, scorse un bagliore rosso/arancio che teneva in mano Testa-Blu-1 e... era fuoco!
“ Ma sono scemi???? “ pensò, “ il fuoco può essere fatale per i licantropi.”
Senza pensarci scattò sulle zampe posteriori e balzando a terra, poco distante da Testa-Blu-2, ritornò umana, con i capelli biondo cenere sparsi al vento.
- Vi consiglio di allontanare il fuoco da entrambi. –
- Altrimenti? – Testa-Blu-1, dopo aver superato la sorpresa iniziale, le sorrise mellifluo... anche e aveva uno sguardo a dir poco di puro ed immediato sadismo.
- Jack... – Questo era Testa-Blu-2
- Che vuoi  Will ? –
- Quella non l’abbiamo mai vista... –
Jack ( Testa-Blu-1) si voltò verso la ragazza, squadrandola. Poi si rivolse all’altro licantropo, che nel frattempo aveva smesso di ringhiare e guardava con ammirazione la  nuova arrivata. “ Probabilmente succede spesso” si disse.
- Neos, è una del tuo  branco? –
Il lupo, Neos, scosse la testa. – Deve essere nuova. –
- Ce ne eravamo accorti... – precisò Will.
- Potate smettere di parlare di me come se non ci fossi? – Chiese, acida, la ragazza.
.- Lupo, come ti chiami? Quale codice segui? – Neos, gentilmente, le chiese ciò terminando la frase con un sorriso.
La ragazza valutò se dire o meno chi era, ma dopotutto non aveva più molti ricordi, tanto valeva dire almeno il suo nome e il codice.
- Andromaca. Sono Andromaca Weber, e seguo il codice dei Grigi. –
- Tuo padre era Wilhem Weber? - chiese Neos
Lei annuì e il ragazzo si chinò a terra.
- Sempre seguirò l’ordine dei Grigi. Sempre impedirò al mio cuore e al mio coraggio di abbattere l’onore del branco. Sempre proteggerò il nostro capo. Sempre ululerò alla luna. – pronunciò con coraggio e fermezza queste parole alla ragazza... In lei aveva riconosciuto il capo, la stessa autorità e fermezza. Lei era una Grigia fino al midollo.
La ragazza lo guardò stranita : nessuno, in nessuna famiglia, si era mai chinato di fronte a lei. Lei, che era la figlia del capo branco dei Grigi...
- Alzati, o lupo. –
Il ragazzo, sempre tenendo chino il capo, si alzò.
- Oh, tutto  molto commovente... Abbiamo una nuova, dite? –
Una voce a dir poco armoniosa, e piena di sé. Naturalmente ad ogni voce, corrisponde un corpo, vero?  La voce apparteneva ad una ragazza alta, bionda con due grandi occhi grigi. Nella mano destra impugnava un coltello.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


RICORDI - Oh, tutto molto commovente... Abbiamo una nuova, dite? – Una voce a dir poco armoniosa, e piena di sé. Naturalmente ad ogni voce, corrisponde un corpo, vero? La voce apparteneva ad una ragazza alta, bionda con due grandi occhi grigi. Nella mano destra impugnava un coltello. Ad Andromaca la ragazza era sembrata una dea della guerra, se ma ne fosse esistita una. La ragazza misteriosa rivolse lo sguardo ai Fratelli – Teste – Blu, che si erano identificati per Jack e Will, ( anche se era impossibile riconoscerli ) mordendosi il labbro. - Voi che ci fate qui? Non dovreste essere con la vostra tribù? Sapete quello che succede se altre persone tipo i Rossi fossero venuti a conoscenza di ciò...??? – Jack, o Testa-Blu-1, fu il primo a rispondere. - Maria... Non stavamo facendo niente. – - Emhemh – Fu il colpo di tosse mal contenuta di Neos. - A quanto dicono le regole, voi della tribù 7 non potete infastidirci. Sapete, potreste pure finire in arena e... Non sono sicura della vostra sopravvivenza... – Concluse la ragazza, sorridendo con maliziosità. - Ora sparite, sciò! – E agitò una mano, come per scacciare un insetto fastidioso che le ronzava attorno; I-Fratelli-Teste-Blu si voltarono e a capo chino se ne andarono. Andromaca deglutì... Come poteva avere tanto di quel potere una ragazza come lei? E poi chi era? Una dei prodigi o una vampira? Oppure una fata? D’altronde era così bella. La bionda si rivolse verso la ragazza, osservandola meticolosamente e, addirittura, si morse il labbro. Era la maschera perfetta delle mille domande. “ O santo Grigio... Mo che mi fa? “ Nonostante l’agitazione, Andromaca si costrinse a rimanere calma e tranquilla. - Chi sei? – - Mi chiamo Andromaca... E sono una dei Grigi... – - Questo l’avevo capito. Comunque io sono Maria Katrina Ice. Per tutti sono MK. – C’era un non so che di autorità nella sua voce che fece capire immediatamente alla lupa di trovarsi di fronte ad un personaggio importante, magari il capo di quella... com’è che l’aveva chiamata? “ Tribù! Ecco, lei è un capo tribù... deve essere così. Forse mi può aiutare a capire dove mi trovo e... Se questa è la << Città >> o se conosce James o... Se magari riesce ad aiutarmi e basta. “ - Maria... Scusami... ma dove mi trovo? - Poco dopo sentì la fatica, il sonno e l’emozioni di quello strano inizio di giornata. Le tenebre l’avvolsero, e lei chiuse gli occhi, abbandonandosi alla stanchezza. - Maria... Che dobbiamo fare? – Andromaca riconobbe a stento la voce di Neos. - I Rossi... Stanno diventando un problema per tutti... La loro salita al potere è stata orribile. – Quella era la voce di Maria. - Hanno messo da parte i mezzosangue... – - Uff... Non so più che fare. I Grigi non vogliono collaborare.. – - Lo sai perché?? Perché pensano che l’erede del loro capo sia morto e non sanno che pesci pigliare. Però... – - Però cosa? – - Se mi lasci finire... Comunque lei è l’erede... – - LEI!?!? – - Si, lei. Dobbiamo trovare il modo di farla entrare nella nostra tribù e farla scontrare con un rosso. Se è brava anche solo la metà di Wilhem Weber è quello che servirà ai Grigi. – - Stai sperando nell’impossibile Neos. – Poco dopo, la ragazza precipitò nuovamente nell’abisso informe delle tenebre. La ragazza aprì un occhio. - Ehi, ehi piano Andromaca... – La ragazza strizzò gli occhi e serrò i pugni, le faceva male tutto, dalla testa ai piedi. - Ce-ce la fac-faccio... – - Certo... – E Neos finì la frase sghignazzando. - Okay, mi fa male la testa. – - Adesso, quando arriva Pinky, vediamo di darti qualcosa. Intanto hai avuto dei ricordi? – Lei annuì... Mentre sognava, nel vortice dei sogni, aveva avuto dei mini-flash di ricordi, piccoli e brevi, ma almeno aveva avuto scorci di questo passato. - Ti va di raccontarceli? – - Raccontarveli? – - Ehi, passerottina, ben sveglia. – Maria, comparve da dietro un armadio. Finalmente Andromaca si rese conto di dove si trovasse : era una piccola stanzetta con le pareti bianche, c’erano una serie di amache; poco più in là si scorgevano una sala con un tavolo e un armadio. “Una piccola casa a due stanze “ Concluse. Non fu per nulla sorpresa dell’arrivo di Maria. Sin da subito aveva capito che era un personaggio egocentrico, a cui piaceva dare spettacolo, ma coraggiosa e forte. Forse più di quanto lo sembrasse, in realtà. - Okay... Cosa vi devo raccontare? – - Tutto! – Dissero ad una sola voce Neos e Maria. Lei, preso un respiro profondo e dondolandosi un poco sull’amaca, incominciò il suo racconto. - Il mio nome è Andromaca, e come avete già capito sono una Grigia. Vivo a New York, in periferia con la mia famiglia e il mio branco. Per un po’ la nostra vita fu normale, anche se vivevamo di stenti. Tutto il nostro branco portava stima a mio padre, il Capo, e a mia madre, la Bianca. Quando avevo 7 anni cominciarono le prime leggi contro i mostri... Erano talmente tante che ora non me le ricordo più, ma erano dure, durissime. La nostra condizione peggiorò, e noi incominciammo a rubare se volevamo quanto meno sopravvivere : mio fratello era più bravo di me. Come borseggiatore era un vero mito. Io rubavo gli scarti che trovavo dai cortili dei negozi. Qualche giorno dopo, mia madre arrivò con due nuove felpe, costosissime. Mio padre era fuori. Poco dopo, quello stesso giorno arrivò la polizia ci puntarono le pistole contro. Mia madre fu uccisa, così come mio fratello. Io mi nascosi sotto al letto, aspettando in silenzio che se ne andassero. Una volta fuori trucidarono l’intero branco e mio padre. Io avevo solo 11 anni. Uno della Polizia-Contro-I-Mostri arrivò in casa nostra, per fare un ultimo sopralluogo e mi trovò. Era sorpreso : una bambina era sopravvissuta, vi rendete contro? Decise di portarmi in un collegio. Sapevo benissimo cosa volesse dire la parola “ Collegio “. Il collegio era, no... E’ un luogo dove... ci rinchiudevano e ci trattavano male, obbligandoci a fare quello che non volevamo. Sono cresciuta in cattività, facendoci odiare a vicenda. Quasi ci uccidevamo, ringhiando e mordendoci. Rimasi lì tre anni. Io pativo la fame e... Beh, rubai un panino. Un panino ammuffito, per giunta. Sapete cosa fecero? Mi mandarono in prigione. Li conobbi James. Oh, nella prigione c’era un’altra ragazza, una fata si chiamava Celine Dior... Oh, era coraggiosa. Sapete, si è messa ad urlare contro le guardie che erano venute a trovarci 4 giorni fa... E si è meritata una pallottola in fronte. Subito arrivò un ragazzo, dalla pelle chiara e gli occhi verdi. Aveva urlato di risparmiarmi che mi avrebbero portato alla città3... – Maria la bloccò, alzando un sopracciglio. - Ridimmi il nome della città. – - Città3 – -E’... lo stesso nome che ha detto qualcun altro. – Neos annuì. - Posso continuare? – Chiese gentilmente Andromaca. - Certo, parla pure. – - Oh... Umh... James mi salvò la vita e si occupò di me per i tre giorni successivi, dandomi da mangiare e rivestendomi con altri vestiti... Costosissimi. C’era anche un altro ragazzo ogni tanto. Biondo, con gli occhi azzurro cielo attraversati da saette dorate. Si chiamava Jason se non mi sbaglio. – Maria, cadde dalla sedia. - Maria??? – _ E’ tutto a posto... – Minimizzò lei, anche se aveva lo sguardo perso nel vuoto. La porta si spalancò di botto, mentre una ragazza dai lunghi capelli viola correva verso Maria e Neos, senza degnare Andromaca di uno sguardo. Pochi secondi dopo la raggiunse un ragazzo. La ragazza con i capelli viola, afferrò Maria per un braccio. - Stanno... stanno facendo una fustigazione. E’ uno della tua razza. E’ Axel. –

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“ CI SONO CERTE REGOLE, CUCCIOLA “ - Stanno... stanno facendo una fustigazione. E’ uno della tua razza. E’ Axel. – Maria si morse il labbro, abbassando lo sguardo. - Che cosa sta succedendo? – Mormorò Andromaca, non capendo a cose si riferissero con "fustigazione"... non che non sapesse cosa fosse. Il primo a rispondere fu Neos. - Non muoverti da qui. - Detto ciò i quattro ragazzi se ne andarono, lasciandola sola. " Sul serio pensano che io me ne stia qui"? A fare un piffero? Se lo scordano proprio. " Pensò. Quelle persone cominciavano a farsi sempre più antipatiche, come se le stessero nascondendo qualcosa. Non le avevano risposto a una sola delle sue domande, o a un suo solo dubbio. Dov’era finita? Si continuava a ripetere che quella era una città, la Città3 come l’aveva chiamata James. James... Ancora un vuoto attorno a lui. Ricordava tutto il suo passato ma non gli avvenimenti di due giorni prima. “ Ma... Da quando ho stabilito che ho conosciuto James due giorni fa ? " Che stesse incominciando a ricordare. Ma non c’era tempo da perdere rimanendo lì, seduta su un’amaca, a riflettere su dove si trovava. Così, facendosi forza si alzò in piedi ma per poco non cadde. Una volta trovata una precaria stabilità si guardò in torno : la casetta aveva appena due stanze, una dove c’erano sei amache e l’altra formata solo da un tavolo e da un armadio con uno specchio. Ci si avvicinò, ammarandosi dopo forse.. Anni? Mesi? Scosse la testa, ci trovò esattamente quello che pensava : una figura magra, forse troppo, con i lunghi capelli biondo sabbia sporchi e striati di nero, i grandi occhi giallo-verdi infossati e cerchiati da occhiaie nere reduci dalle innumerevoli notti insonni; una maglietta bianca e larga contribuiva a far apparire la sua figura ancora più esile e magra. - So... Sono io... – Sussurrò, apparentemente a nessuno. Poi, voltandosi arrivò alla porta di legno scuro : dei profondi graffi ne segnavano la superficie liscia. Un profondo sospetto si insinuò nel cuore di Andromaca. Possibile che Neos fosse... ? Scosse la tesa e uscì, immediatamente fuori venne sorpresa da un urlo, straziante, di chi soffre nel dolore cocente della frusta. Non si accorse minimamente di quanto fosse splendida la Città3. Alzò la testa, e come solo i lupi sanno fare, fiutò l’aria sentendo acuto l’odore del sangue, mischiato al bruciato. “ Axel. Aveva detto Pinky. “ Si ripeté, prima di rendersi conto che stavano ad assistere ad una fustigazione pubblica. Poco dopo, al posto della ragazza c’era un lupo grigio, uno splendido esemplare a dirla tutta. Scattando raggiunse, dopo qualche minuto passando per un muro grigio di ferro arrivò ad una grande area rotonda dove un’intera folla di persone compattate tra di loro non lasciavano vedere più nulla. - Ancora! – Gridò qualcuno, mentre lei riacquistò forma umana. Essendo piccola e minuta si infiltrò nella barriera di persone, raggiungendo Maria e Neos. - Ti avevo detto di rimanere lì. – Scattò Neos. - Davvero? Io non ho sentito nulla. – Maria sorrise divertita, mentre Neos ridacchiava poi, quando i tre rivolsero lo sguardo verso l’evento i loro sorrisi scomparvero. - oh... – Era una... cosa indescrivibile. C’era un ragazzo, dai capelli rossi, con il busto scoperto, la schiena rigata di sangue e dalle frustrate. Ma il suo sguardo era una maschera di dolore e di forza : Andromaca lo trovò addirittura carino. Ma il suo aguzzino lo trovò odioso sin dal primo sguardo. Sapeva che era un rosso : quale persona avrebbe avuto dei muscoli così ben fatti, gli occhi rossi e le braccia piene di tatuaggi? Teneva in mano una frusta di pelle nera con una punta metallica ogni 30 centimetri. Le ribolliva il sangue nelle vene alla vista di quello scempio, tanto che incominciò a ringhiare. Maria stava guardando composta, come una statua di ghiaccio quell’orrore. In quel momento si chiese se mai Axel sarebbe sopravvissuto dopo aver subito 60 frustrate. Si sentì male, perché lei doveva essere sempre fredda? Non bastava il suo potere? Creare ghiaccio e neve non era sufficiente a farla sentire triste, fredda e sola? Abbassò lo sguardo, quando sentì un rumorino vicino a lei, un ringhio sommesso. Alzò lo sguardo e vide la ragazza... Com’è che si chiamava? Andrea? Andy? Mentre cercava di ricordarsi il suo nome, la vide avanzare verso Jake, il boia dei Rossi con sguardo assassino. - NO! Andromaca! Torna qui!! – - Lasciala fare... Vediamo quello che fa. – - Neos è un suicidio... – - Tu lasciala fare. – Maria guardò, con un groppo in gola, la ragazza. Era ad un passo dal ragazzo. Lui si voltò, e lei vide uno sguardo disperato e due grandi e bellissimi occhi verdi. La ragazza si trasformò in un lupo e, saltando, morse il braccio dell’aguzzino facendogli perdere la presa sulla frusta. Ma lei, essendo più leggera anche da lupo, venne scagliata facilmente sul terreno. L’altro ragazzo fumante di rabbia si trasformò in un grandissimo lupo dal manto rosso e bianco. Si avvicinò alla ragazza e le saltò addosso. Entrambi cominciarono a lottare, azzannandosi e dandosi taglia ovunque. Era piccola, non allenata ma forte come suo padre. Maria approfittò del caos generato dalla lupa e corse a liberare Axel, altre quattro persone seguirono il suo esempio : i gemelli Jack e Will, Livia la vampira, Neos il mezzosangue. Solo due di loro erano della sua tribù. Attorno a loro era scoppiata una mini guerra tra loro e i rossi che ormai si erano trasformati in lupi. I quattro le lasciarono libera la strada per raggiungere il ragazzo mezzo morto. “ Se è vivo... Ancora. “ Si ripeteva. Uno dei Rossi la caricò e lei cadde a terra. Si risollevò, gli mise una mano attorno al muso del lupo fino a congelarlo del tutto con il suo strano potere. Una volta liberatasi dal lupo congelato liberò Axel. - Maria? – Chiese lui in un sussurro. - Si sono io. – - chi è la ragazza che ha sfidato Jake? – - Si chiama Andy. – - E’ bella... – - Axel... Torna in te! Non ci puoi pensare ora! Devi alzarti in piedi, dobbiamo portarti via da qui.. Dai... – Lui annuì e, sforzandosi riuscì a rimetterlo in piedi. - Ora appoggiati e fa quello che ti dico. – Il ragazzo si appoggiò sulla sua spalla e lì svenne. - BASTA! – Maria e tutti quanti si voltarono verso Ariel Durmstrang, capo dei Rossi che teneva Andromaca per il collo e le puntava un pugnale al fianco. - E’ inutile che ti sgoli, sai? – Disse la ragazza con tutto il sarcasmo che riuscì a trovare nel suo cuore. - Sta zitta, sporca grigia. – - Come hai detto? – Le spinse la lama contro la pelle. - O taci o muori. – In fin dei conti era meglio tacere. Ariel Durmstrang aveva i lunghi capelli arancioni, raccolti in una coda di cavallo, la pelle chiarissima e un sorriso spaventoso con un certo livello di sadismo. Inoltre la maglia nera e i pantaloni dello stesso colore non giovavano al suo misero aspetto, facendola sembrare ancora più imponente. La ragazza diede un rapido sguardo alla comitiva dei cinque ragazzi : i Fratelli- Teste – Blu avevano legato come due salami due lupi rossi, Neos era atterrato da un enorme lupo rosso, mentre la ragazza con i capelli rossi come il sangue era accerchiata da cinque lupi rossi, Maria sosteneva Axel. - chi sei Grigia? – - Si chiama Andy. – Rispose prontamente Maria - e lasciala è una dei miei. – - Ma, Maria, a quanto mi risulta, nessuno fa parte delle 12 tribù fino a quando non fa l’iniziazione della propria razza. E lei è una Grigia e nuova per giunta, è obbligata a fare l’iniziazione. Poi una tribù la sceglierà. E non so se avrai la supremazia nella scelta, sai c’è solo lei come grigia purosangue. – “ Allora avevo ragione! Neos è un mezzosangue! “ - Allora perché non la lasci libera, Ariel? – - Perché ha ucciso Jake. – Maria la guardò stupita e con ammirazione. - Mi voleva spingere gli artigli nel cuore, poco dopo che sono tornata umana. – - Lo puoi provare? – Chiese freddamente Ariel. - E la maglietta sporca di sangue non ti dice niente Ariellina? – Il capo dei rossi rafforzò la sua presa sul collo di lei, facendola soffocare... - Sto soffocando... Basta... – - Sai ci sono certe regole, cucciola. Ti conviene rispettarle. – Detto questo lasciò cadere la ragazza a terra, che non smise di ringhiare. - Come hai detto di chiamarti? Ricordati è così che qui verrai ricordata per sempre. – La ragazza ci pensò qualche secondo, poi si decise. - Andy. Andy Weber. Sono la figlia di Wilhem Weber, ex capo dei Grigi. – - Mi stai minacciando, cucciola? – - Non sono una cucciola. – Lei scrutò nel suo volto, cercando di leggervi qualcosa. - Andate e sparite. Tra due giorni incomincerà l’iniziazione. – Andromaca si alzò in piedi, dando una mano a Maria. - Sei stata bravissima Andy – Maria diede una mano a portare Axel alla sua tribù, la 7, dopo aver spedito Andy alle 12 insieme a Neos e a Livia. Poco prima di Andarsene acciuffò i gemelli Jack e Will per il colletto della maglietta. - Dove pensate di andare voi due? – - Via? – Rispose Jack... o era Will? - Assicuratevi che Axel rimanga a letto, conoscendolo farà qualche pazzia. Potete fare di tutto con lui, anche incatenarlo a terra. – - Tutto? – Rispose Will o Jack? - Tutto. – Era tardi, sera inoltrata e Andy si era seduta fuori dalla piccola casetta e guardava la luna. Prima si era lavata e i suoi capelli ora biondo dorato risplendevano argentei alla luce della luna. Si teneva le ginocchia con le mani. Quel giorno aveva ucciso un Rosso, ma si era solo difesa. Scacciò dalla mente la sua faccia ringhiante, ascoltando il battito lento del suo cuore. Osservava la città di notte: c’erano alcuni grattacieli lì, al centro... e le casette delle varie tribù anche se ne aveva contate 16 di costruzioni... Poi aveva visto l’argento profilo dell’arena dove prima aveva salvato Axel e aveva osato sfidare il capo dei Rossi. Suo padre sarebbe stato orgoglioso di lei. Si sentiva stanca, stanchissima. Aveva paura a chiudere gli occhi: E se non li avrebbe riaperti mai più? Ma era così stanca... - Bella la luna vero? – Si voltò e vide Axel, il busto fasciato di bianco e il pallido volto ridente. - Immagino di sì. -

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