I legami più indissolubili

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una nuova avventura ***
Capitolo 2: *** Robert Collins ***
Capitolo 3: *** Ma che succede? ***
Capitolo 4: *** L'agguato ***
Capitolo 5: *** Nuova tattica ***
Capitolo 6: *** Il passato che ritorna ***
Capitolo 7: *** Agguato con sorpresa ***
Capitolo 8: *** Operazione fallita ***
Capitolo 9: *** Un subdolo ricatto ***
Capitolo 10: *** Un rifugio sicuro ***
Capitolo 11: *** Una notte movimentata ***
Capitolo 12: *** Una breve quiete ***
Capitolo 13: *** Luce della speranza ***
Capitolo 14: *** Un nuovo incubo ***
Capitolo 15: *** Piano di battaglia ***
Capitolo 16: *** Nessun segreto ***
Capitolo 17: *** L'amore che resiste persino all'inferno ***
Capitolo 18: *** La fine di tutto ***
Capitolo 19: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una nuova avventura ***


~''PAIGE!''- urlò il giovane che non doveva avere più di ventiquattro, massimo venticinque anni in direzione della ragazza-:''Non c'è niente, che tu possa fare, scappa va via!!!''
''Ma io non posso...''- tentò di obiettare lei.
'' CORRI!!!''- fu l'ultima cosa che uscì dalla sua bocca, urlata con rabbia e disperazione prima che due uomini completamente vestiti di nero lo raggiungessero.
Lo afferrarono da dietro e lo caricarono a forza in un furgone dello stesso colore dei loro abiti.
La ragazza iniziò a correre più velocemente che le riuscì seppur a malincuore.
''LA RAGAZZA!!!''- urlò un terzo uomo-:'' PRENDETELA!!!! NON FATELA SCAPPARE!!!''

Pioggia.
Erano giorni che la Grande Mela era bersagliata da una pioggia incessante.
Pioveva, Pioveva... e non voleva saperne di smettere.
''Accidenti...''- borbottò Michelangelo cercando di asciugarsi come meglio poteva una volta che lui e i suoi fratelli furono tornati sotto terra-:'' Sono zuppo fino al midollo osseo.''
Gli sarebbe davvero piaciuto tanto, ma davvero tanto, conoscere quel genio che aveva proposto di fare addestramento sotto la pioggia.
O meglio, lo conosceva, ma per il bene della corazza era meglio non dirlo.
''Guarda il lato positivo, ora hai la scusa per saltare la doccia fino all'anno prossimo, contento?''- lo prese in giro Raph.
Il fratellino lo guardò male.
Nel condotto, l'acqua trascinava vecchi cartoni di pizza, rottami, carogne di topi e...
''QUELLA E' UNA RAGAZZA?!?''- fece Don diventando improvvisamente da verde salvia a bianco come un cadavere.
Il genio aveva proprio ragione.
L'acqua, con la sua pressione, oltre ai rifiuti sopra citati stava trascinando anche una ragazzina che occhio e croce non aveva più di sedici, massimo diciassette anni.
E tra l'altro sembrava ancora in vita...
Raffaello non era tipo ne da vedere un' ingiustizia senza dire ''Ah'' e nemmeno da lasciar morire un'innocente senza fare nulla.
Il suo sguardo fu attirato da una fune accanto a loro.
Ne prese un capo e se lo legò in vita.
L'altro lo lanciò a Leonardo.
Era un tacito ordine che diceva-:''Tieni stretta la fune.''
Leo annuì, anche se non si erano detti nemmeno una parola.
A quell'ok del fratello maggiore, il rosso si tuffò e con un paio di bracciate raggiunse la ragazza svenuta, che veniva trascinata dall'acqua-:''Coraggio bimba... tra poco sarà tutto finito.''- la mise al sicuro sotto un braccio e poi diede uno strattone alla fune per dire a Leonardo di tirare per farli uscire dall'acqua.
Ad aiutare il leader si aggiunsero anche Donnie e Miky.
Una volta uscito dall'acqua, il rosso depose delicatamente la giovane ancora svenuta sulla ''terraferma''.
'''Come sta...?''- chiese Miky a nome di tutti.
Il genio le aveva appoggiato due dita sul collo e sul viso, poi li tranquillizzò-:'' Sta bene... ha solo bevuto un po' d'acqua, ma se la caverà.''

Splinter non potè fare a meno di preoccuparsi quando vide i suoi figli rientrare al rifugio e con il maggiore delle tartarughe con una ragazza sui diciassette anni dai capelli castani acconciati in uno chignon difatto e grondante d'acqua di fogna, tra le braccia.
Mentre Donatello portò la ragazza nel suo laboratorio per sincerarsi che oltre ad graffio sopra il sopracciglio sinistro non avesse nulla di grave. Francamente era alquanto stupito che fosse quello l'unico danno...
''... e così abbiamo pensato di portarla qui... che altro dovevamo fare, lasciarla morire annegata o...''
''Certo che mi piacerebbe proprio sapere cosa ci faceva nelle fognature...''- fece Miky esponendo così il pensiero di tutti.
Ad onor del vero c'era da dire che le fogne di New York non erano il posto migliore per fare una passeggiata...
''Forse stava fuggendo da qualcuno o da qualcosa...''- fece Raph. Certo, doveva essere qualcosa di veramente terribile se la giovane era arrivata a nascondersi sotto terra, rischiando addirittura la sua stessa vita.
Ad ogni modo, le risposte le avrebbero avute solo al risveglio di quella giovane ragazza.

Dal momento che gli abiti della ragazzina erano bagnati fradici, Donnie pensò di chiamare l'amica April per farle portare dei vestiti asciutti per la loro giovane ospite, ancora sprofondata in un sonno profondo sepolta dalle coperte sul divano.
Fu April a toglierle la maglia di lana verde, la giacca rosso fuoco ed i jeans chiari a pois per metterle una t-shirt bianca e dei pantaloni neri.
Mentre la rivestiva, la giovane aprì gli occhi neri e saltò a sedere sul divano.
''Non aver paura... sei tra amici...''- cercò di tranquillizzarla la rossa.
La ragazzina dal canto suo non smetteva di guardarsi intorno, terrorizzata. Quello, decisamente, non era il suo appartamento e non assomigliava a nessun posto che conosceva.
''Ma lei chi è....?''- riuscì finalmente a dire dopo aver sprecato un paio di tentativi nel tentare di parlare e riuscendo solo a boccheggiare come un pesce rosso.
''Calmati... mi chiamo April. April O'Neil.
Non aver paura, tesoro...''- pareva che la rossa fosse finalmente riuscita a tranquillizzarla.
Calma ritrovata che però andò a farsi benedire...
''AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!'''- gridò la bruna con tutto il fiato che le era rimasto quando vide davanti a se quattro tartarughe giganti ed un topo.
''C-C-Calma...''- tentò Miky ancora stordito da quell'acuto degno di un grande soprano.
''Non avere paura...''- fece Donatello cercando di tranquillizzarla usando il tono di voce più calmo e pacato che aveva-:'' non aver paura, non ti facciamo niente...''
La ragazzina, tremava da capo a piedi, ma non seppe dire se era per la paura o per il freddo.
Probabilmente per entrambe.
D'altro canto non capitava tutti i giorni di trovarsi davanti un topo e quattro tartarughe giganti... e che erano in grado di parlare.
Provò ad aprire bocca per parlare, ma riuscì solo a boccheggiare come un pesce rosso.
''Ch-chi... chi siete?''- riuscì a dire dopo molti tentativi.
''Non aver paura, non ti faremo del male...''- fece Splinter sedendosi accanto a lei-:'' coraggio ragazza mia... dicci che cosa ti è successo.''
''Dove sono, che ci faccio qui?''- chiese di nuovo la ragazza.
Fu April O' Neil a prendere la parola stavolta-:''Non devi aver paura, cara: al momento ci troviamo nelle fognature di New York, sottoterra. Sei caduta nelle fogne e hai rischiato di annegare... ma fortunatamente passavano questi bravi ragazzi...''- fece l'umana indicando le tartarughe  con il braccio-:'' e ti hanno portato al sicuro in casa loro.''
La giovane annuì calmandosi un poco... ma la sua calma svanì presto.
Il resoconto della rossa aveva svegliato in lei i ricordi della notte precedente e con essi la preoccupazione unità ad un terrore così intenso da parere quasi surreale.
Si alzò in piedi di scatto.
''E Robert? Non avete visto Robert?''- fece la ragazza aggrappandosi alle braccia di Leonardo, il quale le mise le mani sulle spalle nel tentativo di calmarla un po'-:'' Ha ventiquattro anni, occhi chiari, capelli castani... l'avete visto? Dov'è, sta bene?''
''Ehyehyehy... calmati dolcezza, una domanda alla volta...''- propose Mik mettendosi in mezzo-:'' Chi è questo Robert?''
''Robert... è mio fratello...''- spiegò la ragazza crollando di nuovo a sedere sul divano, una volta che ebbe appurato che quelle strane creature non avevano la minima idea di cosa ella stesse parlando.
''Ok, cara...''- propose di nuovo il maestro Splinter-:'' partiamo dal principio, va bene?''
April portò alla giovane una tazza di cioccolata calda con alcuni marshmallow e gliela porse.
Dopo che la ragazza ebbe bevuto un paio di sorsi della bevanda calda iniziò a raccontare-:''  Alcune ore fa..''- o almeno credeva si trattasse di ore-:'' Io e mio fratello maggiore, Robert, eravamo usciti per andare a cena e al cinema insieme.
Ad un certo punto però mio fratello ha cominciato ad innervosirsi... continuava guardarsi indietro come se avesse paura che qualcuno ci stesse spiando.... mi ha preso per mano e ha cominciato a correre... mentre scappavamo gli si è storta una caviglia... mi ha ordinato di scappare, e poi due uomini lo hanno preso...il resto lo sapete: ho continuato a correre fino a quando non sono scivolata in un tombino aperto... se non foste arrivati voi probabilmente sarei morta...''- le ultime parole furono pronunciate con un misto di gratidudine e disperazione.
Certo, non poteva non essere grata a quelle strane creature che le avevano salvato la vita, ma il pensiero di non sapere dove fosse e sopratutto se il fratello fosse ancora vivo la gettava nello sconforto più totale.
Le tartarughe, l'umana e Splinter avevano ascoltato quel racconto con silenziosa partecipazione.
''E non hai idea di chi fossero quegli uomini e che cosa potevano volere da tuo fratello?''- chiese Leonardo.
La ragazza dissentì.
''Ad ogni modo dobbiamo avvertire le autorità del rapimento... ed anche i tuoi genitori, saranno preoccupati.''- propose il maestro Splinter.
Se possibile, quella proposta, fece incupire la giovane ancor di più.
''Siamo solo noi due. I nostri genitori purtroppo sono deceduti in un incendio dieci anni fa... io e mio fratello abbiamo passato buona parte della nostra infanzia da un istituto all'altro... da una famiglia affidataria all'altra...''- spiegò la ragazza mentre due enormi lacrimoni iniziavano a solcarle il volto.
April la strinse a se tentando di consolarla.
In quell'abbraccio sentiva tutta la preoccupazione e la paura di quella giovane ragazza. Non poteva nemmeno immaginare il dolore che aveva nel cuore in quel momento... perdere una persona amata era gia abbastanza doloroso in se... ma adesso era diverso.
Paige era orfana di entrambi i genitori.
Non aveva avuto una vita facile... e adesso il fratello maggiore veniva rapito da ignoti.
Non osava immaginare come ci si potesse sentire nel ritrovarsi così soli. La differenza era che almeno con il fratello poteva avere ancora un modo per essere serena... ma adesso?
I mutanti si appartarono per decidere il da farsi.
''Maestro Splinter, non possiamo lasciarla andar via...''- propose Leonardo.
Strano a dirsi, Raffaello appoggiò incondizionatamente il fratello.
''Leo ha ragione... ha sedici anni, non ha una famiglia, e qualcuno la sta cercando... e non credo per invitare lei e suo fratello all'annuale pic nic di primavera.''
Il topo bipede ci pensò su un attimo.
Più persone venivano a conoscenza della loro identità e loro meno al sicuro si trovavano... certo per il momento, avevano incontrato persone buone e gentili che li avevano accettati come amici... altri meno buoni, ma insomma se l'erano sempre cavata.
Poi guardò la giovane che April tentava di consolare e di convincere a mandar giù qualcosa di commestibile.
La ragazzina però pareva in preda al panico ed assai poco propensa a calmarsi.
Non che le desse torto però...
E poi, Hamato Splinter non sbatteva mai la porta in faccia a qualcuno che aveva bisogno d'aiuto.
Perciò le si avvicinò cauto per non spaventarla più di quanto non lo fosse gia.
''Figliola... scusa, qual'è il tuo nome?''
La giovane tirò su con il naso e si asciugò le lacrime con il dorso della mano destra-:''Collins. Mi chiamo Paige Collins.''
Il topo annuì-:''Bene... Paige. Ascolta, per te non è prudente tornare in superficie... gli uomini che hanno cercato di prendere te e che hanno rapito tuo fratello potrebbero tornare a cercarti. E' molto meglio se resti qua con noi, per qualche giorno.''
''E Robert?''- fece la ragazza con la voce rotta dal pianto-:'' che ne sarà di lui...?''
A quel punto, Leonardo si fece avanti e le mise una mano sulla spalla per tranquillizzarla-:''Non preoccuparti di nulla... penseremo noi a ritrovare tuo fratello.''- nel dir così il leader cercò l'approvazione negli occhi del sensei e dei fratelli.
Approvazione che non tardò ad arrivare.
Paige si voltò verso April.
La donna le sorrise rassicurante-:''Puoi fidarti di loro. Sono dei ragazzi in gamba e quando promettono una cosa stai pur certa che la manterranno.''
A quelle parole Paige si convinse.
In fin dei conti... di chi altri avrebbe potuto fidarsi in quel momento se non delle persone che l'aveva salvata ed aiutata?
''Bene... siamo d'accordo allora.''- fece Splinter felice.
Ma malgrado la gioia della giovane Paige nell'aver trovato degli insoliti amici, vi era sempre un pensiero che logorava la sua anima.
Ovvero il non sapere dove fosse il suo adorato fratello, chi l'avesse rapito e perchè.
Ma soprattutto... il non sapere se il giovane fosse ancora vivo.

Il povero malcapitato non faceva altro che divincolarsi nel limite delle sue possibilità fissato com'era al lettino.
Le cinghie gli fissavano i polsi e le caviglie alle sbarre, ma non era quello a preoccuparlo o il suo problema principale al momento.
Il suo problema è che aveva paura da morire riguardo al non sapere cosa gli avrebbero fatto... l'unica cosa che gli dava un po' di conforto era che sapeva per certo che sua sorella Paige non era con lui e ciò gli dava modo di sperare che fosse al sicuro.
''Fa che sia salva... Ti imploro...''
In quel momento vide accanto a lui il suo aguzzino, con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
Fattore che lo terrorizzava ancor di più.
''Bene. E' ora di farti capire cosa succede a chi ha la brillante idea di ficcare il naso dove non deve.''

Bene, eccomi qui... è da un sacco di tempo che leggo di nascosto e da un sacco che pensavo di scrivere sugli eroi della mia infanzia... ed oggi ce l'ho fatta.
Questa è la mia storia. Spero che vi piaccia. Se ci saranno problemi, di qualsiasi tipo, ve ne prego fatemelo sapere ed io provvederò a cancellarla.
Ma in ogni caso spero che vi piaccia.

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Capitolo 2
*** Robert Collins ***


~ La sveglia in camera di Leonardo suonò alle 06.20 a.m come sempre.
In genere gli allenamenti con i suoi fratelli iniziavano solo verso le sette e mezzo, ma per lui era diverso.
Era il più grande dei fratelli, il più responsabile... e quindi era anche il capo.
Ciò significava che doveva fare di più di tutti gli altri.
Anche se dubitava che quel giorno e i prossimi si sarebbero allenati.
Avevano giurato a Paige che avrebbero trovato suo fratello e glielo avrebbero riportato prima che qualcuno gli facesse del male... certo, un po' azzardata come promessa... ma come si poteva fare diversamente davanti ad una creaturina tremante da capo a piedi, piangente per la paura di aver perso qualcuno di amato, nonchè unico legame che le era rimasto al mondo?
E poi aveva bisogno di fare almeno qualche kata per svegliarsi.
Prese le sue spade e scese.
La sua attenzione fu attirata dalla luce accesa in cucina.
Si affacciò per poco e vide la giovane Paige, abbigliata con i jeans e il maglioncino rosa che April le aveva portato assieme ad altri vestiti di ricambio, ed un grembiule con sopra scritto ''I love pizza'' in piedi davanti al tavolo che sbatteva qualcosa con una frusta da cucina in una ciotola.
''Che stai facendo?''- fece Leo palesando la sua presenza.
Paige sobbalzò e puntò la frusta sporca di farina, latte e uova  contro Leo, come se fosse un coltello.
''Scusa...''- fece Leo buttando le mani in alto-:'' ti ho spaventato?''
Paige dissentì e posò ''l'arma''.
''Non riuscivo a dormire...''- inutile spiegare il perchè-:'' così ho pensato di preparare qualcosa da mangiare...pancake.''
''Posso assaggiare?''- fece Leo indicando la ciotola.
Paige annuì posando il mestolo.
Leo mise un dito all'interno dell'impasto e lo assaggiò.
''Niente male, complimenti.''- sorrise la tartaruga dalla benda azzurra.
Paige sorrise e mise una ciocca di capelli ribelle dietro all'orecchio destro.
''Grazie...''- fece poi ritornando a sbattere l'impasto con il cucchiaio di legno.
Leo stette un po' lì a fissarla per poi dire-:''Dev'essere stato molto difficile.... non avere una famiglia intendo...''
Non lo concepiva veramente. Malgrado Leonardo e i suoi fratelli non avessero avuto una vita ''normale'' come tutti gli altri bambini prima e gli adolescenti poi, per ovvi motivi... poteva dire che la loro vita ( omettendo qualche simpatico Utrom con manie omicide e di grandezza là e qualche psicopatico qua) era stata abbastanza tranquilla e felice, soprattutto grazie al legame che li univa e all'ambiente accogliente e caloroso che il loro sensei era riuscito a donare loro.
Non riusciva ad immaginare nemmeno un giorno senza i suoi fratelli... non riusciva ad immaginarsi una vita senza le litigate con Raph, le battute a volte inopportune di Miky, le conferenze scientifiche di Donnie...
No, proprio non riusciva ad immaginare una vita senza queste cose.
Si domandava come avesse fatto Paige.
Paige sorrise.
Ma era un sorriso forzato, vuoto e senza la minima traccia di gioia.
''Ci hanno affidato alle persone più disparate...alcolisti, drogati, giocatori accaniti...''- fece Paige sedendosi-:''Mi stupisco solo che uno di noi non sia diventato un teppista o un capo gang.''
'''Come avete fatto?''- domandò Leo con partecipazione.
Paige sospirò-:''Beh... lui ha tenuto duro perchè in qualità di fratello maggiore riteneva suo compito darmi il buon esempio e proteggermi... io invece credo per non deluderlo o preoccuparlo...
Ad ogni modo, il passato che abbiamo condiviso ci ha unito come non mai.''
Leo sorrise comprendendo perfettamente a cosa Paige si riferisse-:''Ti capisco. D'altronde... i legami più forti sono quelli che si forgiano in battaglia.''
Paige prese la scodella con l'impasto e la versò nella padella bagnata con il burro ed ogni tanto evitava di far attaccare il tutto con la piastra aiutandosi con una forchetta.
''Gia... lo dice sempre anche Robert...''- disse lei con un velo di malinconia e chiara nostalgia nella voce-:'' ma credevo che ormai... dopo aver passato tanto tempo a lottare... ce lo fossimo meritato un po' di...''
Vedendo che la ragazza era sul punto di spezzarsi come una molla e quindi di scoppiare in lacrime, Leo si alzò e la abbracciò cautamente per non spaventarla-:''Lo troveremo. E troveremo anche chi lo ha preso. E quando ciò accadrà... rimpiangerà amaramente di averlo fatto.''
Paige sorrise, anche se la disperazione che provava in quel momento, le impediva di avere fiducia in quelle parole.
In fin dei conti, l'avevano salvata, la stavano aiutando, le avevano promesso di aiutarla a trovare suo fratello e adesso Leonardo cercava anche di tirarle su il morale, non era carino dubitare di loro o vanificare gli sforzi che Leo stava facendo per tirarla su di morale.
''Se perdo lui, perdo tutto.''- pensò ingoiando di nuovo per ricacciare dentro delle lacrime monelle che insistevano nel rigarle il viso.

Gli ordini di Splinter erano stati categorici e tutti furono ben lieti di eseguirli.
Per gli allenamenti c'era tempo e con tutta probabilità gli allenamenti di diciassette anni non sarebbero certo finiti alle ortiche se per qualche giorno venivano sospesi.
Al contrario degli allenamenti, Paige e suo fratello non potevano aspettare.
''Ok, facciamo il punto... tu e tuo fratello siete usciti per la serata, e mentre raggiungevate il ristorante sono arrivati degli uomini che hanno cominciato a braccarvi... lui è stato preso, ma tu sei riuscita a fuggire... abbiamo capito bene?''- la interrogò Donnie per essere sicuro che il giorno prima non gli fosse sfuggito niente.
La ragazza respirò a fondo e poi annuì.
Era andata proprio così.
Lei stessa ancora non se ne capacitava.
''Uhm... senti, non è che potresti descriverlo...?''- propose Leo.
Paige parve riscuotersi dal suo stato di sconforto-:''Posso fare di meglio in verità... avete un computer?''
Mik sorrise-:''Ehh, anche più di uno... di al genio qui presente''- fece indicando la tartaruga dalla benda viola-:'' che sistema operativo ti piace di più e...AHIO! Ma che ho detto?''- si lamentò l'arancione quando il viola gli ebbe dato uno scapellotto sulla nuca.
Don fece cenno a Paige di seguirlo nel suo laboratorio e dopo aver fatto partire il PC glielo mise a disposizione.
La ragazza cliccò sull'icona di Google sulla barra degli elementi e digitò ''Robert Collins''. In breve la pagina si riempì delle foto di un giovane uomo, ventiquattro anni, occhi azzurri, capelli castani, sul mentro e ottanta.
''Aspetta...oddio... ma io lo conosco...''- fece il viola sbiancando e cliccando su una delle foto-:'' Cioè... Robert Collins del New York Times?''
Paige annuì sorridendo orgogliosa.
''Cavolo... senti, non è che se lo salviamo riesci  a convincerlo a farmi un autografo?''- fece Donnie concitato.
Paige, per la prima volta da quando l'avevano trovata, scoppiò a ridere-:''Si può fare...''
Mik, Leo e Raph parevano non capirci niente.
''Scusate... stiamo ancora parlando della stessa persona?''- fece il rosso.
Donnie annuì.
''Robert Collins. Un giornalista investigativo con un incredibile dote per la scrittura... nonchè il più giovane giornalista ad aver vinto il premio ''Penna D'oro''...''
''... ed aggiungerei anche che non sta sempre in agguato come certi avvoltoi pur di avere l'esclusiva... quando scrive gli piace che la gente sappia la verità.''- concluse Paige con un sorriso pieno di innocente vanità.
Leo non potè fare a meno di notare che gli occhi le brillavano come se fossero pietre preziose mentre parlava del fratello e non potè negare a se stesso che quella luce negli occhi... impreziosiva anche lei.
Però a questo punto l'interrogativo sorgeva ovvio.
''A che lavorava tuo fratello di recente?''- le chiese Leo.
La luce negli occhi di Paige si spense per dare di nuovo spazio alla preoccupazione... ed anche a qualcosa che somigliava al sospetto-:''Sai... ora che me lo fai notare...non lo so. Robert non mi ha detto nulla, anzi per la verità non sapevo nemmeno che stesse lavorando a qualcosa...''
''Racconta.''- la incitò Raph notando che la loro giovane amica stava iniziando a ricomporre i pezzi di un puzzle che aveva tenuto nascosto finora.
''Sono tornata l'altro ieri sera da un viaggio a Londra... la mia migliore amica si trova lì per un semestre, e visto che la settimana scorsa era totalmente libera mi ha invitato da lei... per passare un po' di tempo insieme.''- spiegò Paige-:'' L'ho detto a Robert e mi aspettavo che lui si facesse un sacco di paranoie... una sedicenne sola in Europa...''
Suo fratello aveva certamente un sacco di pregi, ma ciò non le impediva di vederne i difetti: oltre a non mettere sempre il tappo sul tubetto del dentifricio, aveva la brutta abitudine di andare in paranoia se la sorella minore tornava a casa da scuola o da una festicciola con gli amici anche solo con una decina di minuti di ritardo... in fin dei conti, chiunque al suo posto avrebbe reagito così dopo essere scampato ad un incendio in cui purtroppo erano morti i genitori.
Splinter, che fino ad ora era rimasto in silenzio fece-:''E' più che normale... si sente il fratello maggiore e vuole proteggerti... in fin dei conti l'unico familiare ancora in vita sei tu, no?''- non lo disse apertamente ma per certi versi spalleggiava il giovane Robert.
Chi meglio di lui avrebbe potuto comprendere cosa si provasse nel vedere uscire di casa qualcuno di molto amato... probabilmente la persona o le persone a cui tieni di più al mondo... e non vederlo tornare prima di una certa ora... un buco orario in cui poteva succedere di tutto.
''Sì...''- ammise Paige-:'' ma è proprio questo il punto. Quando gli ho detto dell'invito era entusiasta, mi ha detto di andare e di divertirmi e mi ha firmato l'autorizzazione per lasciare il paese senza colpo ferire.''
''E... ''- fece Raph incrociando le braccia-:'' non ti sei chiesta come mai avesse cambiato atteggiamento?''
Paige inspirò bruscamente-:''Si... ma mi ero convinta che avesse incontrato qualcuno... e che per una volta volesse cogliere l'occasione di...''- sentiva le lacrime che salivano-:''... di stare un po' solo...magari con lei...in fondo se lo meritava... viveva per il lavoro ed aveva me a carico... si meritava un po' di stacco...''- qui divenne rossa come un peperone e le lacrime iniziarono a solcarle il volto.
Leo le fu subito intorno e l'abbracciò, facendole poggiare il capo sui piastroni superiori, cercando di calmarla.
Donnie si diresse subito verso il piccolo frigorfero che aveva in laboratorio ed oltre ad un bicchiere prese anche un cartone di succo di frutta... teneva sempre qualcosa da bere ed in fresco per reintegrare i liquidi o combattere un potenziale calo di zuccheri quando gli capitava di stare sveglio per lavorare spesso fino all'alba.
Riempì il bicchiere fino all'orlo e lo porse alla ragazza.
Paige prese ciò che le veniva offerto con le mani tremanti e seppur a fatica,  tra mille singhiozzi, lo bevve tutto.
''Calma figliola... calma...''- fece Splinter prendendola per le spalle-:''Inspira ed espira...inspira e respira... così, brava...''
Paige fece quello che Splinter le consigliava, cercando di calmarla e per evitarle se possibile un attacco di panico.
Sembrava funzionare.
Ansimava e si sentiva gli occhi umidi, leggermente scombussolata... ma perlomeno andava leggermente meglio-:''La sera dopo il mio ritorno... ero appena tornata dal supermercato e stavo mettendo l'acqua per la pasta... è tornato prima dal lavoro...''- e in quel momento rivide davanti a se quel sorriso così cristallino, così felice... lo stesso che la consolava dopo gli incubi o quando un membro delle famiglie presso cui erano in affido minacciava di prenderla a schiaffi...-:'' Mi ha detto di non mettermi ai fornelli e di prepararmi perchè saremmo andati assieme a cena e al cinema... che dovevamo festeggiare...''
E poi, quell che doveva essere un' allegra serata tra fratelli, un momento felice... si era trasformata nel più surrealista degli incubi.
Era abbastanza.
Non vi era bisogno che Paige rivivesse quel momento.
Ormai però Donnie ne aveva la certezza matematica... quanto amava quella parola... Robert Collins era un reporter che si distingueva nel suo lavoro per la cura con cui trattava le sue fonti prima di metterle per iscritto... di sicuro si era imbattuto in qualcosa di grosso, molto grosso... e quando se n'era reso conto, il suo primo pensiero era stato quello di far sì che la sorella fosse al sicuro mentre indagava...
E poi... il tragico epilogo che aveva portato Paige alla loro porta.
''Paige...''- fece Don con il tono più dolce che gli venne fuori-:'' Con tutta probabilità... Robert è stato preso perchè stava lavorando a qualcosa di molto importante... dobbiamo vedere i suoi appunti, il suo archivio... qualsiasi cosa...''
Paige tirò su con il naso e si asciugò le lacrime, annuendo-:''Vi porto al posto dove lavora...''

Robert ansimava affannosamente.
Era ancora legato al lettino operatorio.
Solo che grazie ad un telecomando, il lettino era stato messo in una posizione assolutamente verticale.
Subito dopo il suo aguzzino lo aveva riempito di pugni e schiaffi. Sentiva in bocca il sapore del suo stesso sangue, e il petto gli faceva un male incredibile.
''Scommetto che adesso ti senti forte... ad aver massacrato un uomo legato e che non può difendersi...''- lo fissava con odio e rabbia-:'' Sei un vigliacco.''
Non gli avrebbe mai dato ad intendere di aver paura di lui.
''Mi basta che tu mi dica dove trovarle... e tutto questo finirà. Non ti consiglio di passare al livello successivo...''
Se non ci fossero state le cinghie a fermarlo, probabilmente, si sarebbe avventato contro di lui e lo avrebbe letteralmente massacrato-:''E permetterti di farla franca e di rovinare la vita a qualcun'altro? Preferirei morire.''
''Sono così felice che tu l'abbia detto...''- prese un cellulare a conchli dalla tasca della giacca e una volta premuti alcuni tasti-:''Trovate quelle informazioni... frugate dappertutto... oh e se vi capita sotto tiro... Paige Collins.''
Gli occhi di Robert divennero vitrei per lo spavento.
''No...''- fece quando il suo aguzzino mise via il telefono, cedendo. Si era promesso di non implorare pietà ne di dimostrargli di aver paura... ma purtroppo lo aveva toccato sull'unico tasto scoperto-:''No, ti prego! E' solo una ragazzina!''- lo implorò ricominciando a dimenarsi.
L'uomo davanti a lui, dal canto suo lo fissava con un ghigno serafico, soddisfatto di essere riuscito almeno nel suo intento secondario: sentirlo urlare per la paura anche se non per se.
Gli passò una mano sulla guancia martoriata-:'' Sai  c'è solo una cosa che apprezzi di più del vedere una persona cooperante... le urla dopo aver deciso di non collaborare.''
''TU SEI PAZZO!!!! METTILE LE MANI ADDOSSO E GIURO CHE TI AMMAZZO CON LE MIE MANI!!!''- urlò Robert ormai in preda alla disperazione.
Lo lasciò gridare per una buona mezz'ora.
Poi, evidentemente stanco ed annoiato nel sentire quelle minaccie a vuoto, prese una fiala di morfina e senza il minimo riguardo gliela iniettò direttamente nel collo.
''Paige...''- fu il suo ultimo pensiero prima di cadere in un sonno profondo simile al coma.

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Capitolo 3
*** Ma che succede? ***


~''Come facciamo ad entrare senza che...?''- borbottò Raph all'indirizzo di Leonardo.
Avevano preso il tarta corazzato per raggiungere il New York Times Building. Si trattavaa in un grattacielo di circa cinquantadue piani situato nella parte occidentale di Midtown che vantava il primato di essere il terzo edificio più grande della città.
A loro, per il momento però non interessava l'edificio in se, ma quanto una persona potesse essere coinvolta con esso.
Vi era solo un piccolo problema...
''Non lo so...''- fece il leader rimuginando sul modo in cui quattro tartarughe giganti potevano entrare, al fianco di una ragazzina, in un edificio in cui vi era ancora molta gente... tra cui almeno cinque guardie giurate a fare la guardia.
Inoltre, quell'edificio da fuori era enorme.... poteva solo immaginare che tipo di labirinto fosse all'interno.
''Vado io.''- fece la voce di Paige... accompagnata da uno sguardo deciso.
Le tartarughe si voltarono e la fissarono stupefatte.
''Tu?!?''- fecero in coro.
La ragazza, mantenendo lo sguardo fermo e deciso, annuì.
''Paige... non credo sia una buona idea...''- fece Mik tentando di dissuaderla.
''Una volta tanto Michelangelo ha ragione...''- fece Raph beccandosi uno sguardo stralunato da parte dei suoi fratelli che diceva-:''Oh cavolo, l'hai detto davvero?''
''Ragazzi io...''- fece Paige con un tono fermo, ma gentile-:'' Vi sono grata, davvero... per avermi salvata, per avermi accolta in casa vostra e per l'aiuto che mi state dando...
Ma non è giusto che vi mettiate in pericolo a causa mia.''
''Ma...''- fece Don per obiettare.
''Vado, prendo quello che ci serve e torno.''- fece Paige troncando la decisione sul nascere. Si avviò verso l'esterno.
Leo però le si parò davanti.
''Paige Collins, scusami, ma non possiamo lasciarti andare.''- nemmeno Leo pareva molto propenso  ad uscire sconfitto da tale discussione-:'' Se è vero quello che pensiamo sul rapimento di tuo fratello, potrebbero esserci altre persone interessate ai suoi appunti...è vero, potrebbero considerarti morta ma potrebbero anche avere dei dubbi a riguardo.
Non è prudente che tu vada in giro da sola.''
''Leo, chiama un dottore...''- fece Raph leggermente sconvolto-:'' è la prima volta che sono d'accordo con te per due volte nel giro di qualche ora.''
Mik si portò una mano ad un lato della bocca e borbottò all'indirizzo di Paige-:''Roba da guiness dei primati!''- rise.
Malgrado lo stress e la preoccupazione, Paige stessa si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
''Capisco e vi sono grata per la preoccupazione ma... è mio fratello. E ha fatto tanto per me. Ha fatto dei sacrifici per me... ora tocca a me.''
Leo sbuffò alzando gli occhi verso il tettuccio del tarta-corazzato.
Non si sarebbe mai detto, ma quella ragazza era testarda e cocciuta come un mulo.
Però tale cocciutagine era caratterizzata da un affetto profondo verso qualcuno che amava profondamente, il dolore e la paura di perderlo e il dichiararsi pronta a tutto pur di impedire che ciò accadesse... arrossì lievemente quando si accorse di aver appena descritto se stesso al femminile.
''Beh, in tal caso non mi lasci altra scelta...''- fece il Leader aprendo un piccolo armadietto per prendere un paio di pantaloni, delle scarpe, un berretto, un maglione rosso e un paio di occhiali da sole.
''Che stai facendo?''- chiese Paige guardandolo stranita.
''Mi pare ovvio.''- fece Leo sistemandosi gli occhiali da sole-:''Hai ragione, è inutile e dannoso che rischiamo tutti... quindi verrò io con te.''
Paige non trovò modo ed argomenti per rifiutare ed annuì.
Prima che i due scendessero per incamminarsi, Don intervenne-:'' Quando siete arrivati all'ufficio di Robert segnalateci la vostra posizione, così vi raggiungiamo dalla finestra.''
I due annuirono ed una volta scesi dal furgone s'incamminarono verso l'entrata.
L'interno era molto spazioso, d'altro canto... che aspettarsi dalla sede di uno dei giornali più letti della Grande Mela?
''Signorina?''- la giovane si sentì chiamare.
Quando si voltò verso il luogo di provenienza vide una donna bionda, sulla trentina, un elegante tailleur grigio topo ed un tesserino di riconoscimento, seduta dietro al banco della reception.
Paige si avvicinò cautamente.
''Desidera?''- le chiese la donna.
Paige si sforzò di sorridere e fece-:'' Sono la sorella di Robert Collins. Mio fratello ha dimenticato qui una cosa, sono venuta a riprenderla...''
''E lui?''- fece la bionda indicando Leo.
''E' con me.''- fece Paige senza battere ciglio, diventando leggermente impaziente.
La bionda sbuffò ed agitò una mano per dirle di andare dove doveva. Evidentemente era troppo stanca per prendersi la bega di fare altre domande o verificarle.
''Dire le bugie è un reato, lo sai?''- la rimproverò bonariamente Leo.
Paige sorrise compiaciuta-:''Anche rapire le persone, se è per questo.''
''Touchè.''- fece Leo sorridendo ed nfilandosi nell'ascensore subito dopo di lei. La ragazza approfittò della salita per lasciarsi andare contro la parete, con un lungo sospiro.
Si prospettava una lunga giornata...
Leo dal canto suo era preoccupato.
Era solo una ragazza di sedici anni... e stava affrontando una situazione decisamente troppo stressante per la sua età. Ed iniziava ad essere in pena per Robert.
Non l'aveva detto apertamente, ma iniziava ad aver paura.
Se era vero che Robert era un giornalista così solerte ed amava la verità...non era così assurdo pensare che qualcuno avesse deciso di toglierlo di mezzo. Certo, niente escludeva che fosse ancora vivo... ma poteva anche essere sul fondo dell' East River per quel che ne sapevano.
''Dimmi la verità...''- fece ad un certo punto la ragazza-:'' tu pensi che...?''
Leo trasalì e non potè fare a meno di pensare-:''Ma tu mi leggi nel pensiero?''- però non poteva essere così crudele con lei, non nel momento in cui si sentiva più sola che mai e aveva bisogno di conforto e protezione.
Decise di optare per una mezza verità.
Sempre meglio che mentire del tutto...
''Non lo so Paige. Io... non lo so davvero.''- fece Leo-:'' però c'è da dire che se è stato preso per un articolo scomodo... pensa a quanto sarebbe stato facile colpirlo mentre tornava a casa quella sera...''
Paige inspirò annuendo-:'' Lo spero.''
In quel momento l'ascensore arrivò a destinazione.
L'ufficio di Robert presentava la targhetta numero ''147'' sulla porta e si trovava proprio davanti all'ascensore.
Per il momento, filava tutto liscio come l'olio...
''Accidenti, me n'ero scordata, come entriamo?''- fece Paige dandosi uno schiaffo sulla fronte per non averci pensato prima.
Leo si fece avanti.
''Tranquilla... ci penso io.''- la tranquillizzò il blu avvicinandosi ai cardini della porta con un kunai.
Lo avvicinò alla bandella e a poco a poco riuscì a farla scivolare.
Ripetè la medesima operazione con il cardine inferiore.
''Voilà. Adesso abbiamo l'entrata...''- si spostò ed allungò il braccio verso l'interno dell'ufficio-:'' prima le signore, giusto?''
Paige lo fissò sbalordita, poi entrò seguita a ruota da Leonardo.
L'ufficio di Robert non era molto grande, anzi. Certo, era piccolo ma allo stesso tempo molto confortevole.
Non vi era molto all'interno.
Una scrivania con alle spalle un'immensa vetrata dalla quale si aveva un' incantevole vista su New York ( per quanto potesse essere meraviglioso vedere palazzi grigi ed avere la sensazione di essere sospesi a mezz'aria su un immenso lago di plastica e cemento, ovvio) sopra la quale vi era un computer di ultima generazione ed un paio di portafoto.
Una foto ritraeva Robert vestito elegantemente e che teneva in mano una statuetta raffigurante un omino intento a scrivere, con Paige al suo fianco. La giovane era leggermente truccata e sorridente, ed indossava un vestito rosso chiaro con la gonna che le arrivava fino al ginocchio, un giacchino di jeans e sotto il vestito dei pantaloni fusò.
L'altra foto invece rappresentava Robert vestito per la cerimonia del diploma.
Inoltre vi erano un paio di mobili in acciaio formati da cassetti, un paio di piante e fiori finti che addolcivano l'ambiente.
''Non ho parole...''- fece Paige alludendo al modo in cui Leo aveva forzato la porta dell'ufficio per entrare.
''Come?''- fece Leo. Un paio di secondi dopo capì-:'' Oh... è  considerato normale per dei ninja...sai, sabotaggio, spionaggio, tortura... omicidio mirato.''
Paige non parve stupita più di tanto e non sembrava affatto sconvolta dalla descrizione dei ninja feudali che Leo le aveva appena fatto, descrivendole così anche i ''cavalli di battaglia'' di un ninja.
''Ma tu non hai mai fatto del male a nessuno.''- non era una domanda. Era proprio un'affermazione.
Però in parte era errata.
''Veramente una volta... ho creduto di aver ucciso qualcuno. Ed ero consapevole di averlo fatto.''- fece Leo mandando un messaggio sulla loro postazione attuale-:''Volevo ucciderlo... fargli il più male possibile...l'ho decapitato. Lui ha cercato di mettermi contro mio padre, ha tentato di uccidere me e la mia famiglia...''
Al contrario di quello che a volte si vedeva in tv o si leggeva nei romanzi... macchiarsi le mani del sangue di qualcuno o anche solo credere di aver stroncato una vita, aveva degli effetti devastanti su una persona. A meno che non fosse qualcuno che provava gioia nel sapere che qualcuno non era più in vita per ''merito'' suo.
Da quella notte sul palazzo di Shredder, nella quale si era convinto di averlo decapitato, di aver distrutto per sempre l'essere più pericoloso di universo e dintorni, le cose non erano state facili per lui... quando chiudeva gli occhi vedeva la faccia di Shredder ed ogni tanto quando si guardava le mani era convinto di averle sporche di sangue. Non ne era uscito indenne per un bel po'. Capitava a volte che la notte si svegliasse gridando, in preda agli incubi
Paige non aveva battuto ciglio-:''Avevi un motivo...''
Leo annuì-:''Gia...ma non pensiamo a queste cose adesso ok?''- fece avvicinandosi a lei e prendendola per le spalle-:'' Pensiamo a  tuo fratello.''
Paige annuì e lo abbracciò.
Da quando Robert era scomparso, quella era la prima volta che si sentiva al sicuro e per un attimo desiderò che il tempo si bloccasse sull'istante in cui la  tartaruga l'abbracciava, per conservare quella sensazione...
''Ehm...''- fece Mik entrando dalla finestra seguito a ruota da Donnie e Raph-:'' scusate, abbiamo interrotto qualcosa?''- fece l'arancione capitando nell'esatto momento in cui i due si stavano separando.
Leo lo smentì subito, imbarazzatissimo-:''Ma cosa vai a pensare... coraggio, al lavoro.''
Le tartarughe e la ragazza annuirono.
''Io controllo il computer...''- fece Don piazzandosi sulla sedia girevole della scrivania-:'' voi controllate i cassetti.''- nel dir così accese il computer e dopo un paio di tentativi trovò anche la password per sbloccare il PC.
Non che ci volesse molto per un genio dell'informatica come lui.
Purtroppo però pareva che nel personale archivio telematico del giornalista non vi fosse niente di rilevante.
''Paige scusa... come mai non ci sono le bozze dei suoi articoli?''- chiese Donatello alla ragazza che era intenta ad armeggiare con un paio di cartelle a fisarmonica per i documenti.
''Perchè non ci sono...''- fece Paige senza nemmeno alzare lo sguardo dai documenti che lei e Leo stavano esaminando.
Erano alla ricerca di... ok, non lo sapevano nemmeno loro che cosa stavano cercando. Qualsiasi cosa: nomi, luoghi, date, numeri... qualcosa che potesse dare loro almeno uno straccio di punto di partenza.
''Mi ha spiegato che una volta scritto e mandato il pezzo in redazione lo cancella per evitare che qualcuno ficchi il naso nel suo pc e si appropri di qualcosa di suo... e per precauzione trasferisce le bozze su una pen drive che tiene in casa nostra.''
Raph intanto aveva tirato fuori un cassetto dopo aver forzato la serratura con il suo sai-:''Gia... paranoico, adesso capisco.''
Passarono circa due ore in quelle condizioni.
E alla fine sbuffarono esasperati e quasi in coro.
Niente.
Niente di niente.
Avevano esaminato tutti i documenti, passato al setaccio il computer, rivoltato l'ufficio come un calzino e una volta finito avevano controllato un'altra volta, ma non c'era nessuna traccia di un indizio.
''L'unica cosa che ho trovato...''- fece Donnie-:'' è il suo ultimo articolo. Scritto a metà e l'ultima modifica ha quasi un mese... ma dubito fortemente che sia stato rapito per un inchiesta/ denuncia sul capitalismo.''
''Hai detto che l'articolo è in stand-by da quasi un mese?''- fece Paige con gli occhi stralunati. Donnie, che non si aspettava quella reazione, annuì titubante e ciò fece agitare la giovane Paige ancora di più-:''Ma questo non ha senso... non è da lui lasciare a metà un articolo... perchè l'avrà fatto?''
Raph ipotizzò-:''Forse aveva scoperto qualcosa di molto più importante e avrà dato la precedenza a quello...''
Leo lo appoggiò subito-:''E' possibile. A volte capita di rivedere le proprie priorità.''
''Robert... Dio Mio, ma che stavi combinando...?''- borbottò Paige con lo sguardo perso nel vuoto.
Tutti erano giunti alla stessa conclusione... un fratello iper-protettivo che di punto in bianco accettava che la sorella facesse un viaggio da sola oltre oceano...
Un giornalista serio, solerte e responsabile che mollava un lavoro per dedicarsi ad altro... e una vittima di sequestro di persona... oh se le cose erano collegate.
E tutto dipendeva dal ''progetto'' per cui Robert aveva abbandonato il suo articolo.
Il che voleva dire che erano punto e a capo visto che sembrava che di questo misterioso progetto non ci fosse nemmeno un abbozzo.
''Paige...''- fece Leo come colpito da un'illuminazione-:'' è possibile che Robert lavorasse anche in casa?''
Paige fece cenno di no con la testa anche se non ne era convinta-:''No... in genere no... quando tornava a casa dal lavoro stavamo insieme tutto il tempo e poi andavamo a dormire...ma nella settimana in cui non ero negli Stati Uniti... potrebbe averlo fatto.''
''Doveva essere qualcosa di importante...''- fece Donnie pensieroso-:'' voglio dire, non molli di punto in bianco il tuo lavoro a meno che non ci sia una valida ragione.''
''E di pericoloso...''- aggiunse Leo-:'' visto quello che è successo... aspetta!''
Tutti puntarono immediatamente lo sguardo su di lui.
Paige pareva la più ansiosa di tutti.
''Cosa, spiegati.''- lo incitò la giovane.
Leo non si fece certo pregare-:''Tuo fratello, come tu e Donnie avete sottolineato, è molto cauto soprattutto per il  lavoro.
Magari ha indagato su qualcosa di pericoloso usando l'articolo sul capitalismo come alibi... e poi ha lavorato in casa... temeva di non potersi fidare di nessuno e quello che sarebbe potuto succedere se fosse trapelato qualcosa prima dell'uscita.''
''Si... si...''- fece Paige come in trance. Beh, adesso si spiegava il perchè suo fratello le avesse dato il permesso di partire per L'inghilterra senza colpo ferire-:'' si è possibilissimo... devo tornare subito a casa...''- fece prendendo la strada per la porta.
Raph la bloccò afferrandole una spalla.
''Aspetta... chi ci assicura che non ci sia qualcuno a casa ad aspettarti, pronto a farti una bella sorpresa?''- la redarguì il rosso.
''Per favore...''- li implorò Paige quasi piangente.
Il volto di Raph si addolcì-:'' Non abbiamo detto che non andrai... sempliciemente che non andrai da sola. Nessuno oserà toccarti con quattro ninja come guardie del corpo.''
I suoi fratelli furono immediatamente d'accordo con lui.
''Ok andiamo...''- fece Leo prendendo Paige per mano dirigendosi verso la porta-:''Noi usciamo dalla porta principale.''
Don aspettò che il fratello e l'amica fossero usciti.
Meglio sistemare la porta prima di beccarsi una denuncia per effrazione, pensò il viola.

''MIO DIO!!!''- gridò Leo accendendo la luce nell'appartamento che Paige condivideva con suo fratello.
Non era molto grande ma abbastanza da comprendere due camere da letto, un bagno, un soggiorno, una cucina... ed una stanzetta che a detta di Paige era attrezzata come un piccolo studio.
Un posticino gradevole tutto sommato... ma non in quel momento.
Cassetti rivoltati, mobili nello stesso stato... cuscini sventrati, soprammobili distrutti...
''Chi può aver fatto una cosa del genere...?''- fece Paige con il passo e la voce simili a quelli di uno zombie incamminandosi attraverso le stanze di casa sua.
Si bloccò a metà del cammino e s'inginocchiò per raccogliere qualcosa.
Tremò leggermente. Chiunque avesse messo sottosopra la SUA casa non aveva avuto nemmeno pietà di quella cornice.
Un portafoto d'argento che ritraeva lei e Robert seduti su una tovaglia per terra. Era stata scattata un anno prima, all'annuale pic nic genitori-figli della scuola.
Il vetro era fracassato.
Rompere qualcosa. Ooh, se ne avrebbe avuto il coraggio e la forza in quel momento... più precisamente la faccia del responsabile di quello scempio.
Giusto per fargli provare per un breve istante cosa si provasse nello stare male.
''I responsabili saranno sempre gli stessi?''- fece Mik.
Raph lo fulminò con lo sguardo.
''Che ho detto?!?''- provò a difendersi l'arancione.
''Raph, non saltiamo a conclusioni affrettate...''- fece Donnie mettendogli una mano sulla spalla, intervenendo a favore del fratellino-:'' potrebbe anche essere opera di un topo d'appartamento...''- anche se non sapeva se stava cercando di convincere se stesso o gli altri.
Un giornalista veniva rapito e poco dopo il suo appartamento veniva messo a soqquadro... non gli pareva proprio il caso di chiamarla coincidenza.
Era uno scienziato ed in quanto tale doveva considerare i fatti tangibili ed escludere a priori che qualcosa avvenisse casualmente... ogni cosa aveva il proprio significato.
''Questo lo appureremo.''- fece Paige alzandosi e dirigendosi verso il soggiorno.
Sul pavimento vi era una gigantografia che raffigurava le montagne del Trentino-Alto- Adige. Fotografia dietro alla quale era situata una piccola cassaforte... aperta.
Paige tirò fuori dalla cassaforte tutto quello che vi era dentro.
Libretto degli assegni, carta di credito, passaporto e carte di natura legale.
''E' tutto qua.''- fece Paige dopo aver controllato il contenuto della cassaforte.
Donnie si inginocchiò vicino al mobile presente nel soggiorno e prese una stauetta dal cumolo di libri e soprammobili vari che il misterioso ''ladro'' aveva buttato per terra.
Leo la riconobbe subito: era la statuetta che Robert teneva in mano nella foto sulla scrivania dell'ufficio.
''E non hanno toccato nemmeno il premio che gli hanno assegnato come giornalista dell'anno... privilegio di averlo sul caminetto o in bella mostra in casa propria escluso, se lo rivendi ci fai almeno duemila dollari.''
Quindi i casi erano solo due: o avevano a che fare con ladro incompetente che più incompetente non si poteva... oppure chi aveva rapito Robert aveva anche deciso di mettere il loro appartamento sottosopra,
E non c'era bisogno di essere Albert Einestein per capire quale dei due eventi fosse il più probabile.
Il quintetto sobbalzò.
 Da una delle stanze vicino al bagno provenivano dei rumori.
Per la precisione da quella situata alla destra dei servizi igienici.
''Che c'è da quella parte?''- fece Leo sottovoce all'indirizzo di Paige.
''C'è la stanza di mio fratello...''- rispose la ragazza tremando. Non aveva dubbi: il rapitore era tornato. A cercare lei, a cercare qualcos'altro... poco le importava.
Le interessava solo sapere chi diavolo era stato a rapire il suo amato fratellone, che cosa gli avevano fatto e cosa più importante se era ancora nel mondo dei vivi.
Fece per andare verso la camera del fratello, a passo svelto e deciso e rossa in viso.... ma Leo le bloccò il polso.
''Sta dietro di noi... se è la stessa persona che ha fatto tutto questo, sei la prima che aggredirà.''- le consigliò Leo parandosi davanti a lei.
Con il passo felpato di una tigre aqquattata tra i cespugli in attesa del momento buono per saltare addosso alla propria preda, passo che solo anni ed anni di duro addestramento ninja, potevano donare si avvicinarono lentamente alla stanza sospetta...
Accesero la luce.
C'era un figura alta e magra intenta a frugare nei cassetti e nell'armadio.
''Voltati!''- urlò Raph-:'' dichiara chi sei.''
L'interpellato, alto, magro e vestito interamente di nero...
Le tartarughe sbiancarono.
''Karai?!?''- fecero in coro.


L'effetto della morfina era finito, ma si sentiva ancora un po' intontito visto che non aveva ancora smaltito del tutto l'anestetico.
E la prima cosa che vide sopra di se alzando gli occhi era la lampada scialitica accesa. Istintivamente, provo a muovere le mani e i piedi.
Niente da fare: i polsi e le caviglie erano ancora serrati dalle cinghie e saldamente ancorate alle sbarre del lettino.
''Oh finalmente...''- tutto sommato forse non era così male essere incosciente a causa della morfina-:'' credevo avessi in programma di dormire per il resto della tua vita.''
Robert trovò la forza di sbuffare e di voltare la testa dall'altra parte... in fin dei conti, la testa era l'unica parte del corpo che non era stata inibita... per ora.
''Che cosa vuoi?''- domandò il reporter.
''Lo sai benissimo.''- fece l'uomo con il tono di chi si stava spazientendo e poco propenso ad essere preso in giro.
Robert si sforzò di sorridere-:''Beh... se l'antifona è ancora questa... significa che non le hai ancora trovate...di conseguenza nemmeno Paige... quindi perchè dovrei preoccuparmi?''
''Ora...''- fece l'uomo con un tono di voce mellifluo-:'' per le informazioni sono d'accordo con te... ma sei davvero sicuro riguardo alla tua dolce sorellina?''
Robert sgranò gli occhi.
''Che vorresti dire...?''- fece con voce spezzata sperando che quell'essere infingardo non si abbassasse a tanto.
Speranza vana purtroppo.
''Che Paige potrebbe essere ancora in vita... come potrebbe non esserlo.
Magari ti sto illudendo di non averla ancora trovata quando invece è morta prima che tu aprissi gli occhi per la prima volta qui dentro...''- continuò arruffandogli i capelli castani imperlati di sudore-:''... o forse non so nemmeno dove sia... ma chi può dirlo con certezza?''
Robert iniziò a respirare affannosamente. Non poteva crederci... era arrivato fino a questo punto.
''Pensa, l'hai fatta fuggire tu...''- continuò-:'' magari è stata messa sotto da un auto... aggredita da qualche teppista di strada... o sarà finita in qualche brutto giro...''
''BASTA!!! SMETTILA!!!''- lo implorò Robert vedendo davanti a se l'immagine della sorella riversa in una pozza di sangue o accovacciata per terra cercando di difendersi come meglio poteva con le braccia e il viso segnato dalle lacrime.
''Potresti essere causa della sua fine prematura... il che mi dispiace perchè è proprio un bel visino... e per che cosa poi? Per il tuo orgoglio e la tua testardaggine.''
Adesso si sentiva male veramente... e a dispetto di quanto aveva promesso a se stesso, di non mostrare debolezza davanti a quello spregevole individuo... lasciò che due lacrime di dolore e di paura gli solcassero il viso.
Aveva ceduto cue volte.
Non ci sarebbe voluto molto per avere il terzo e definitivo cedimento.

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Capitolo 4
*** L'agguato ***


~
''Che diavolo ci fai TU qui?''- il rosso aveva letteralmente aggredito ( metaforicamente) la figlia di Oroku Saki.
''Potrei rivolgervi la stessa medesima domanda.''- fece la donna senza scomporsi più di tanto posando un libro che recava il titolo ''Analisi della mente criminale'' sul letto presente nella stanza.
''Tecnicamente parlando, non è corretto rispondere ad una domanda con un'altra domanda.''- fece Mik con fare alla Pico de Paperis.
''Karai, che cosa fai qui?''- ripetè Leonardo in modo più calmo anche se non era meno sorpreso degli altri.
Erano passati circa sei mesi dall'ultima volta che aveva visto Karai... più o meno da quando Shredder, Ch'rell o come diavolo si chiamasse, era rimasto ucciso nell'ennesimo tentativo di mettere la parola fine alle loro vite.
Karai, ormai conscia di aver servito un essere deplorevole, era libera di ricominciare con la propria vita. Una vita vera che non era più rivolta al soddisfare e servire il perfido Shredder, ma a soddisfare se stessa e le proprie ambizioni.
O almeno era quella l'intenzione da lei professata... e forse aveva mentito loro. Di nuovo.
Forse sbagliavano a pensare male ma... in quel momento Karai si trovava a rovistare nell'appartamento di un giornalista scomparso da quasi ventiquattro ore... era un dubbio ragionevole, in fin dei conti.
''Scusate...''- fece Paige mettendosi in mezzo ai mutanti e alla donna-:'' voi vi conoscete?''
''Ma guarda...''- fece Karai sorridendo maliziosamente-:'' e chi è quest'incantevole fanciulla?''
Paige la fissò male ed incrociò le braccia senza interrompere il contatto visivo-:''Come ha gia detto Mik, non è corretto rispondere ad una domanda con un'altra domanda...perlomeno rispondi a questo: chi sei e che cosa fai in casa MIA?!?''
La fissarono tutti con un'espressione basita.
Le tartarughe non erano abituate a vedere la loro giovane amica con quell'espressione decisa e poco propensa ad ascoltare giri di parole.
Forse però non era poi così insolito... era normale che si sentisse sola e disperata e prossima all'impazzire visto che non sapeva che fine potesse aver fatto la persona a cui teneva di più al mondo... solo che adesso la disperazione aveva lasciato il posto alla determinazione di scoprire cosa fosse accaduto, perchè Robert fosse scomparso dalla circolazione... il tutto sorretto dalla speranza di rivederlo presto.
Karai invece la fissava sbalordita ed incredula.
''Aspetta un momento... tu sei Paige Collins...''- fece Karai ancora spiazzata-:''Sei esattamente come tuo fratello... avete entrambi la fisionomia di un bambino, ma dentro siete dei leoni.''
''Allora ammetti di conoscere Robert...''- fece Leo rinfoderando le spade, seguito a ruota dai suoi fratelli... meno Raph.
Lui, a quella storia della conversione dell'ex nemica non ci aveva mai creduto più di tanto... e la situazione in cui l'avevano sorpresa non volgeva certo a favore della donna.
''Si... lo ammetto, perchè non ho niente a che fare con quello che gli è successo.''

Per fortuna, almeno la cucina dell'appartamento, era stata risparmiata.
Karai e le tartarughe erano sedute attorno al tavolo mentre la piccola padrona di casa armeggiava ai fornelli con latte, polvere di cacao ed un attrezzo per creare la panna.
''Mi spiace, ma avevo solo questa da offrirvi ragazzi...''- fece Paige versando la bevanda nelle tazze per poi offrirla ai suoi ospiti.
Leo la tranquillizzò.
''Sta pure tranquilla...''- fece il blu bevendo un sorso della bevanda-:'' allora Karai... saresti così gentile da spiegarci come fai a conoscere Robert?''
La kunoichi bevve un sorso della sua cioccolata, si pulì l'angolo destro della bocca con l'angolo di un tovagliolo di carta e rispose-:''Ci siamo incontrati circa un mese fa. Eravamo alla stessa conferenza sull'energia pulita. Io per presentare alcune idee... e lui si occupava del reportage.''
Sembrava il racconto di una madre che raccontava ai figli come aveva conosciuto il loro padre...
''L'ho riconosciuto subito come il vincitore del premio Penna D'Oro...abbiamo preso assieme un caffè e da allora siamo diventati amici.''- concluse Karai causando così lo sconcerto generale.
Ed anche molti dubbi: la figlia del perfetto mafioso che stringeva amicizia con un giornalista che aveva fatto della verità la propria missione di vita?
Sembrava la trama di qualche film... finzione. Pura e semplice finzione.
E poi c'era un'altra cosa che non tornava... e Paige la rese nota a tutti.
''Se eravate così amici...''- fece piantando i suoi occhi neri in quelli verdi come scheggie di giada della kunoichi-:'' come mai non sapevo nemmeno della tua esistenza?''
Karai bevve un altro sorso.
''Non lo so... so solo che dopo una festa è diventato molto misterioso ed introverso.''- confidò loro posando la tazza sul tavolo-:'' Di punto in bianco ha mollato la presa su un articolo che stava scrivendo... si è messo in malattia per qualche giorno, ma lo vedevo sempre in giro...così gli ho chiesto cosa stava combinando.''
''E... cosa ti ha risposto?''- la sfidò Raffaello.
Sfida che la kunoichi non esitò a raccogliere.
''Mi ha detto che non stava combinando nulla... se non il suo lavoro. L'ho chiamato... e ho rintracciato il suo cellulare, per terra, in un vicolo. Da lì ho capito.''
''E sei venuta qui perchè come noi credevi che il rapimento avesse qualcosa a che fare con l'inchiesta di cui si stava occupando.''- concluse Leo.
Se ne deduceva quindi che era stata Karai a mettere l'appartamento sottosopra.
La donna annuì.
''Stavo progettando di farlo cercare... ma prima dovevo sapere che cosa stesse lavorando.... solo che quando sono arrivata sembrava fosse passato un uragano.''- concluse la giapponese.
Raph però non sembrava convinto, anzi.
A detta sua, pareva che Karai avesse la scritta ''Colpevole'' in fronte e scritta con l'inchiostro indelebile.
''E Paige perchè dovrebbe crederti?''- la sfidò di nuovo-:'' Anzi, perchè... NOI dovremmo crederti?''
Karai si alzò di scatto con le braccia inarcate sui fianchi e con un'espressione stizzita-:''Cosa vorresti insinuare, con questo?''
''Che cosa voglio insinuare?''- fece il rosso-:'' Scusa, mi viene da ridere...AH!''- disse voltando la testa dall'altra parte per simulare una risata-:''Mia cara...devo forse ricordarti tutte le volte in cui ti sei dichiarata nostra alleata? Di tutte le volte che sostenevi di non essere d'accordo con le iniziative di Muso di Latta? E di come, tutte le volte, subito dopo ci hai tradito?''
Leo si mise in mezzo tra i due-:''Raph, adesso stai esagerando.''
Il rosso però non aveva ancora finito e tale convinzione non esitò a colpire anche il fratello maggiore-:''Anche tu Leo, ti facevo più intelligente... va bene che le sbavavi dietro, però ad un certo punto credevo che la verità fosse ovvia persino per te.''
Leo rosso come un peperone per l'imbarazzo gli urlò contro-:''PRIMO, NON E' AFFATTO VERO, SECONDA COSA TI CONSIGLIO DI ABBASSARE I TONI!''
E adesso fu Mik a non vederci più dalla rabbia-:''Basta, silenzio...dovreste vergongnarvi!!!''
I due fratelli maggiori lo fissarono sbalorditi.
Capitava così di rado che il più piccolo della squadra alzasse il tono della voce, che fosse così serio... e che cercasse di riportare qualcuno all'ordine.
Mik non disse niente per giustificare questa sua uscita. Si limitò ad indicare la giovane Paige con lo sguardo.
Allora capirono.
Loro due erano fratelli. Ed in quel momento avevano la fortuna di essere insieme, sani e salvi e nessuno dei due doveva pregare in tutte le lingue del mondo che l'altro stesse bene e tornasse a casa vivo...
Cosa che Paige non poteva dire in quel momento.
Avevano la fortuna di essere insieme e non facevano che litigare.
Abbassarono lo sguardo come cani bastonati.
''Scusa Paige... mi dispiace tanto.''- fece Leo seguito a ruota da Raffaello.
Paige fece cenno di no con la testa.
Lei non era arrabbiata con i suoi nuovi amici... lei ce l'aveva a morte con chi aveva orchestrato tutto questo. Al momento non le importava molto del perchè suo fratello non le avesse fatto presente il suo rapporto di... amicizia, sempre che fosse davvero così, con la signorina Saki... l'unica cosa che le interessava era trovare suo fratello e chi lo avesse strappato a lei per riportare a casa il primo e gonfiare di botte il secondo.
''Tranquilli... non è niente.''- poi si rivolse a Karai-:'' Diamoci del tu, visto che sostieni di essere un'amica di mio fratello...parlami di questa festa.''
''Cavolo, come si vede che sei sua sorella...''- commentò la kunoichi abbozzando un sorriso prima di rispondere alla domanda in se-:'' Un po' di tempo è stato ad un party che si è tenuto all'Hotel Bodreau... un posticino di classe.
L'ospite d'onore era un politico che si sta preparando a candidarsi per il posto di primo ministro... tuo fratello era lì per occuparsi dell'intervista.''
''E da allora ha iniziato a comportarsi stranamente?''- fece Donnie.
Una volta che Karai ebbe annuito, tutto sembrava molto più chiaro.
Per come si erano messe le cose sembrava che Robert, a quella festa, avesse colto un accenno ad un probabile intrigo politico. Con la solerzia che lo distingueva si era messo a fare delle indagini, capita la pericolosità della questione aveva fatto in modo che la sorellina fosse al sicuro...
''Hai detto che quella sera tuo fratello voleva festeggiare...''- fece Leo all'indirizzo di Paige-:'' Probabilmente voleva dirti di aver scoperto uno scandalo politico e che era riuscito a distruggerlo prima che la situazione fosse perduta.''
Paige sorrise orgogliosa.
''Certo... è andata certamente così...si, non può essere diversamente...''- cercava di trattenersi dallo scoppiare a piangere.
Adesso perlomeno aveva la certezza che suo fratello stesse ''scontando'' una punizione per aver obbedito al suo senso del dovere e della giustizia... lo stesso che lo aveva sempre contraddistinto fin da quando erano piccoli. Era orgogliosa di suo fratello, ma allo stesso  tempo provava anche tanto dolore e tanta rabbia per chi aveva avuto la bella idea di compiere un crimine o pensare di compierlo... forse avrebbe dovuto avercela anche con suo fratello... perchè non era diventato giornalista sportivo, pensò... eppure era l'unica persona che non riusciva in alcun modo ad odiare.
Del resto come avrebbe potuto avercela con lui che era l'unica famiglia che le era rimasta da quando i loro genitori erano morti... e adesso che aveva bisogno d'aiuto?
''Karai... credi sia possibile avere più informazioni riguardo alla festa dove Robert ha lavorato come reporter?''- fece Donnie.
La donna finse di pensarci su un attimo e poi fece.
''Dirò a Chaplin di occuparsene...''- rispose-:'' e appena possibile vi farò trovare le informazioni in una capina telefonica all'angolo tra la nona e la Jane.''- detto questo se ne andò, lasciando le tartarughe e Paige nell'appartamento di questa.
''Roba da matti...''- fece Raph-:'' ci fidiamo davvero di lei?''
Leo lo fulminò con lo sguardo non tanto per la frase in sè ma per ricordargli di come fosse inappropriato mettersi a bisticciare o discutere in quel frangente.
''Non lo so... a me sembrava sincera mentre parlava di Robert.''- intervenne Mik.
Effetivamente era quella l'impressione che Karai aveva dato a tutti loro: non era eccessivamente turbata, ma non ne era nemmeno totalmente indifferente.
''Dai Paige, andiamo a casa... qui non puoi fare nulla...''- fece Donnie mettendole una mano sulla spalla. Furono tutti d'accordo con lui.
Decisamente, non era prudente lasciarla in quella casa da sola... non la conoscevano ancora bene e la prima impressione che aveva dato loro era quella di una ragazzina dolce, simpatica e...per certi versi allegra, ma nella situazione in cui si trovava poteva benissimo prendere l'iniziativa ed andare a cercare i responsabili del rapimento del fratello e con tutta probabilità si sarebbe fatta uccidere dopo nemmeno cento passi.
''D'accordo...''- fece Paige seppur altamente demoralizzata-:'' posso prendere alcune cose...? Solo un paio di vestiti e qualche effetto personale...''- non aspettò nemmeno il loro consenso che sparì dietro la porta della stanza a sinistra del bagno.
Donnie, nell'attesa, ne approfittò per copiare interamente l'hard drive del computer presente nell'appartamento.
Non potè non cogliere l'ironia... era nell'appartamento di colui che scriveva dei pezzi fantastici... adorava i pezzi di Robert Collins che attraverso ciò che scriveva si presentava come un giornalista impeccabile e zelante oltre che pieno di talento... un sogno che diveniva realtà... se non fosse stato per un dettaglio.
Era scomparso, sequestrato, probabilmente da qualche pezzo grosso che voleva tenere segrete alcune informazioni che invece a detta di Robert era giusto rendere di dominio pubblico... ma la cosa peggiore era vedere il dolore negli occhi della piccola Paige che oltre ad un fratello aveva perso anche tutta la famiglia.
Non ci volle molto per avere una copia dell'hard drive e quando ebbe salvato tutto su un cd vuoto che aveva ''preso in prestito''  da porta cd di Robert, Paige ricomparve sulla porta.
Aveva uno zainetto nero con attaccato un peluche a forma di zebra, sulla spalla destra.
Si era cambiata.
Una t-shirt bianca, una giacca rosa confetto, pantaloni grigi e scarpe da ginnastica bianche.
Fecero per uscire dalla finestra.
''Appena a casa passiamo al setaccio l'hard drive e se non salta fuori qualcosa di concreto giuro che...''- Donnie non finì mai la frase.
''PAIGE A TERRA!!!!''- fece Leo buttandosi sulla ragazza.
Si udì qualcosa di molto simile ad un'esplosione.
E quando alzarono lo sguardo videro un proiettile conficcato nel muro.
Stavano per uscire dalla finestra per poi calarsi dal palazzo, come avevano fatto per entrarvi, quando la tartaruga dalla benda blu aveva notato, in lontananza, un puntino che brillava.
E non era una stella.
Sembrava più il mirino di un fucile.
Sperava di sbagliarsi ma quando vide un puntino rosso sul petto di Paige, capì che aveva poco tempo prima che succedesse l'irreparabile.
''Ma che diavolo...?''- fece la ragazza scioccata e sconvolta da quello che era appena accaduto.
Fissò il buco sul muro.
Prima di piazzarsi lì aveva mandato in frantumi una stauetta a forma di angelo.
''PAIGE, STAI DIETRO DI NOI!!!''- fece Leo parandosi davanti alla ragazza. I quattro avevano le armi sguainate, pronti a combattere ma sapevano bene che bastoni, nunchako e armi bianche poco potevano fare contro delle armi da fuoco.
Quindi, anche se non era proprio il miglior piano che avevano ideato...
''Separiamoci.''- propose Leo continuando a tenere la ragazza dietro di se per proteggerla-:'' così non sanno a chi sparare... Paige, tu vieni con me.''
L'ordine del leader venne prontamente eseguito.
Con un balzo fulmineo i quattro ninja si separarono per intraprendere strade diverse per tornare a casa.
Il tutto circondato da una pioggia di proiettili.
Leo cominciò ad arrampicarsi sul tetto del palazzo di Paige con la giovane sulle spalle.
Il cecchino però non dava loro sosta.
E quindi non vi era altra soluzione...
''Reggiti forte e non guardare bimba...si vola.''- la avvertì Leo prima di saltare da un tetto all'altro.
La ragazza non si fece certo pregare e strinse le palpebre il più forte che potè, pregando con tutto il cuore che non capitasse nulla di male ai suoi nuovi amici.

''Meglio non muoversi di qui per un po'...''- fece Leo mandando un messaggio ai suoi fratelli una volta che furono al sicuro in una topaia abbandonata in perfieria
. Li avvertiva che stavano entrambi bene, ma che per la sicurezza sua e di Paige e per quella della tartarughe, avrebbero passato la notte fuori.
Tre rampe sopra un ristorante... non si meravigliava che l'appartamento fosse disabitato visto che era letteralmente costruito sopra il condotto di ventilazione di tale ristorante... ergo, significava puzza di pollo fritto pernne in tutta la casa.
Un odore davvero poco gradevole ma Paige non pareva farci caso. Si era seduta per terra, accoccolata su se stessa, e si limitava ad annuire letteralmente abbracciata allo zaino che aveva preso dal suo appartamento.
Leo sospirò nel vederla così.
''A me quest'odore di pollo fritto ha fatto venire un po' fame...''- fece sfregandosi le mani cercando di sorridere e tirarle su il morale-:'' aspettami qui, vado a rimediare qualcosa da mangiare.''
Stette via per poco più di dieci minuti e quando tornò aveva due pacchetti bianchi da cui proveniva un profumo di riso alla cantonese e due bottigliette d'acqua minerale.
''Grazie...''- fece Paige prendendo la sua parte-:'' per avermi protetta.''
Leo ricambiò con un sorriso-:''Non c'è di che... ''
''Perchè... perchè mai, qualcuno avrà tentato di spararmi?''- fece Paige mandando giù un boccone della sua porzione.
Anche se sapeva gia la risposta.
''Di sicuro tenevano d'occhio la casa...e quando ti hanno vista uscire con quello zaino devono aver creduto che tu avessi trovato quello che cercavano.''- fece Leo guardandola preoccupato. La vita si stava facendo veramente infame con quella povera ragazza... prima i suoi genitori morivano prematuramente in un incendio... un'infanzia passata da una famiglia all'altra... ma in quell'inferno aveva la compagnia di suo fratello maggiore che le aveva fatto da padre e madre più lui da solo che tutte le altre famiglie affidatarie messe insieme...e adesso anche lui era sparito.
Ciliegina sulla torta... quella sera era stata quasi assassinata e per qualcosa di cui non aveva la più pallida idea.
''Quindi... è ancora vivo...''- fece la ragazza cercando di convincere lei più di chiunque altro. Era una speranza.
Flebile, ma pur sempre una speranza.
In fin dei conti se c'era qualcuno a tenere d'occhio la sua abitazione... e qualcuno aveva tentato di ucciderla per una storia di cui lei non sapeva nulla e di cui fino a poche ore prima non sospettava nemmeno l'esistenza.
Questo poteva voler dire solo una cosa.
''E' probabile.''- confermò Leo-:'' Sapevano che eri tornata...perchè non spararti prima di entrare in casa? No... credevano che tu stessi andando a recuperare delle informazioni ed hanno pensato di avere una buona occasione.''
In tal caso... sarebbe stata una morte inutile, perchè Paige Collins sapeva sempre di cosa si stava occupando il fratello... tranne in quel caso.
Però non si poteva dire che vi fosse la certezza matematica che Robert fosse vivo...certo, forse non aveva rivelato quel che sapeva...anzi, sicuramente vista la bella sopresa che avevano preparato a sua sorella... ma chiudergli la bocca per sempre avrebbe rappresentato la risoluzione di tutti i problemi.
''Secondo te come sta?''- fece Paige posando il cibo.
''Beh...''- fece Leo imbarazzato-:'' lo conosco poco... ma per quello che mi... ci hai raccontato so che è una persona forte, tenace e con un profondo senso della giustizia.
Le persone così trovano sempre qualcuno che le aiuta.''
Paige sorrise. In effetti era vero... anche se al momento le cose non erano andate poi così bene, Robert aveva trovato quei quattro meravigliosi, simpatici e coraggiosi ''ragazzi'' che si stavano prodigando per salvarlo.
Speravano solo di riuscire ad aiutarlo in tempo.
Leo si portò vicino a Paige e le carezzò una guancia. Lei in risposta gli carezzò il polso.
''Lo troveremo, Paige. Lo troveremo.''- fece la tartaruga fissandola con i suoi occhi a nocciola-:'' ma se non dovessimo riuscire a salvarlo... ti do la mia parola, fosse l'ultima cosa che faccio nella mia vita... lo vendicheremo.''
Ma fino all'ultimo minuto... la peggiore delle ipotesi non doveva essere  tenuta neanche in considerazione.
''Prima mi salvi la vita... poi smuovi mari e monti per consolarmi... ne sto facendo di debiti con te, sai?''
Leo si lasciò sfuggire una risata.
''Si, direi...allora facciamo così. Tu adesso mi fai un bel sorriso... e io ti cancello i debiti.''
Paige fu leggermente spiazzata da quell'uscita, ma alla fine decise di accontentarlo.
Leo stava facendo davvero tanto per lei... e in fin dei conti un sorriso non aveva mai ucciso nessuno. E lei stessa aveva una gran voglia di sorridere... quindi, gli regalò un sorriso a trentadue denti.
''Oh... adesso si che mi piaci.''- fece l'azzurro.
Venti minuti più tardi, Paige iniziò piano piano ad addormentarsi. Quando vide che stava per crollare, Leo la prese e le fece appoggiare il capo sul suo petto.
Prese una coperta lì vicino e la coprì.
''Dormi piccola...''- fece la tartaruga accarezzandole i capelli mentre dormiva-:'' riposati, che te lo meriti.''
Poco dopo, si addormentò anche lui.

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Capitolo 5
*** Nuova tattica ***


~Si era svegliato da circa venti minuti.
Il cielo stava appena iniziando a tingersi con i colori dell'alba.  L'aveva svegliato la svegllia del tarta-cellulare anch'essa impostata sulle 06.20 a.m. Inoltre, anche se non ci fosse stata quella si sarebbe svegliato comunque alla solita ora.
Difficile liberarsi di un'abitudine quando se ne acquisisce una... fortunatamente non era una cattiva abitudine. O forse sì... dipendeva dal punto di vista,
Il suo sguardo fu subito catturato dalla ragazza che dormiva beata sul suo petto.
Ogni tanto sbuffava aria dalla bocca e agitava un ciuffetto di capelli ribelli.
Era quasi tentato di svegliarla e dirle che ormai il pericolo doveva essere passato e che avrebbero dovuto iniziare a fare ritorno al rifugio ma poi ci ripensò.
Mancavano ancora venti minuti alle sette... tanto valeva lasciarla dormire ancora un po'.
''Chissà che stai sognando...''- borbottò sorridendo intenerito e giocherellando distrattamente con il ciuffetto di capelli che si era ribellato ad ogni tentativo di essere domato.
Magari stava sognando di essere da qualche parte con il fratello, felice e contenta... comunque era certo, a giudicare dalla serenità che aveva in volto, che stava facendo un bel sogno.
Svegliarla proprio in quel momento sarebbe stato un crimine.
Era così dolce... innocente...quasi una bambina.
Bisognava essere un mostro, un vero mostro per pensare di fare del male ad una cosetta così dolce e carina.
Però era confortante vederla così serena...
''No...Leo, no... non ci pensare nemmeno.''- ma che gli saltava in mente?
Non poteva innamorarsi.
Certo, a detta di tutti era intelligente, carismatico, abilissimo nell'arte del ninjitsu, ma anche tranquillo, riservato e gentile... insomma, era l'emblema dei figlio modello e chiunque conoscendolo avrebbe fatto carte false per avere almeno un decimo delle sue qualità... ma era pur sempre una tartaruga mutante che se quasi diciotto anni prima non fosse venuta a contatto con una piccola dose di mutageno nemmeno sarebbe esistita.
Lui era un mostro, un errore...
Amare non gli era concesso.

''Oh sei sveglia...''- fece Leo.
Paige si svegliò alle sette precise e la prima cosa che sentì nell'aria fu ( oltre al tanfo di pollo fritto che ormai aveva preso il posto di qualsiasi deodorante per ambienti) il profumo di una tazza di caffè fumante.
''Per quanto ho dormito?''- chiese la ragazza stropicciandosi gli occhi e tentando di aggiustarsi meglio che poteva i capelli.
Leo le si avvicinò porgendole una tazza di caffè.
Ne aveva preso due. Uno per lui ed uno per lei, al ristorante di sotto.
''Un bel  po'.''- rispose la tartaruga soffiando sul suo caffè per poi mandarlo giù a piccoli sorsi per evitare di scottarsi.
Paige fece lo stesso con il caffè che la tartaruga le aveva portato-:''Dici che sono ancora appostati da qualche parte?''
Leo finì il suo caffè e poi rispose-:''Non credo che ci sia da preoccuparsi... anche se siamo a NY e i parcheggi in doppia fila e persone che spariscono nel nulla sono all'ordine del giorno... un cadavere in mezzo alla strada con una pallottola da qualche parte solleva un bel polverone.''- la  tranquillizzò.
Paige annuì.
Quindi almeno fino a sera non doveva preoccuparsi di un cecchino deciso a fare della marmellata con il suo cervello... consolante.
Se non ci fosse stato il dettaglio che non sapeva dove fosse suo fratello, ne come stava poteva dire che quello a prima vista si preannunciava un ottimo giorno.
Suo fratello le aveva insegnato cosa fare in certi casi.
Quando sentiva che stava per cedere alla preoccupazione, all'ansia o alla paura doveva pensare a qualcosa che la costringeva a sorridere.
Fu esattamente quello che fece.
''Che hai da ridere?''- fece Leo avvicinandosi alla finestra per iniziare a scendere.
''Niente...''- fece lei con un sorriso da furbetta dipinto in viso-:'' meno male che sei un ninja.''
''Ah...''- fece lui con innocente vanità-:'' Ti senti più al sicuro?''
''No.''- fece lei sforzandosi di non scoppiargli a ridere in viso-:''Perchè se Robert viene a sapere che abbiamo dormito insieme come minimo ti da un pugno così forte che per dartene un altro deve venirti a cercare in Europa.''
Leo si finse impressionato e spaventato allo stesso tempo-:''Ah, è geloso?''
Domanda stupida.
Come poteva non esserlo se la sorellina era l'unica persona che le era rimasta?
''Abbastanza.''

Fecero ritorno al rifugio in una ventina di minuti e trovarono le tartarughe, Splinter, April e Casey ad attenderli, letteralmente sulla porta di casa.
Don, Mik e Raph avevano raccontato tutto a Splinter e ai due umani che erano venuti a chiedere notizie di come stessero andando le ''indagini'' sul rapimento del reporter ed avevano scoperto che durante tali indagini, la vita della giovane Paige era stata messa in pericolo.
Inutile dire che anche se Leo aveva assicurato loro sia la sua incolumità che quella della ragazza, nessuno di loro era riuscito a chiudere occhio quella notte.
''Piccola, non è che tu e tuo fratello avete fatto arrabbiare qualche Santo importante?''- fece Casey con la sensibilità ed il tatto di un pachiderma zoppo.
Motivo per cui si beccò una gomitata da April.
''Ma che ho detto?!?''- provò a difendersi il ragazzo.
April non gli rispose, continuando a fissarlo con un cipiglio arrabbiato, ma si addolcì rivolgendosi a Paige.
''Avete trovato qualcosa di utile?''
Paige fece cenno di no con la testa.
Donnie prese la parola-:''Purtroppo, mano a mano che scopriamo qualcosa che potrebbe spiegare il rapimento... la nebbia anzichè iniziare a diradarsi, si fa sempre più fitta.''
Forse la metafora non era una delle più confortanti... ma era lo specchio esatto della verità.
L'orologio camminava... i dubbi salivano... e a poco a poco che nella loro personalissima inchiesta emergeva qualche dettaglio, questo anzichè rispondere ad alcune domande ne sollevava altre.
La loro unica speranza, per quanto inquietante potesse sembrare, era Karai.
Non sapevano ancora se potevano realmente fidarsi di lei... ma dal momento che la posta in gioco era una vita, la vita di un uomo che come loro ( seppur con armi molto diverse da spade e pugnali ninja) combatteva in nome della verità e della giustizia, erano pronti a tenere in considerazione persino l'idea di allearsi con una ex/ probabile attuale nemica.
''Tesoro mi raccomando...''- fece April abbracciando la ragazza-:''Non ti perdere d'animo... e se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa... sai dove trovarmi, va bene?''
Paige annuì e ricambiò l'abbraccio.
Ad April dispiaceva andar via. Sapeva che Splinter e le tartarughe fossero le ''persone'' migliori a cui affidare un'anima in pena e bisognosa d'aiuto... ma ciò non toglieva che in molti casi le donne preferissero un'altra donna come confidente per parlare di alcune cose.
Ma sapeva che Karai, di sicuro si sarebbe messa in contatto con lei per far arrivare alle tartarughe le informazioni promesse.
''Scusate, ho bisogno di fare una doccia... con permesso.''-fece Paige senza separarsi dal suo zaino dirigendosi verso il bagno.
Si, in quel momento l'idea di piazzarsi sotto lo doccia e lasciarsi innaffiare da un getto d'acqua fredda, tiepida o calda che fosse era davvero allettante.
Non tanto perchè si trovavano nelle fogne anche se doveva ammettere che l'aria non profumava proprio di primule e violette... anzi, tutto sommato non era un odore così sgradito una volta fatta l'abitudine... ma essere braccata da ignoti, assistere impotente al rapimento del proprio fratello, rischiare di morire annegata e poi sparata da un cecchino... un po' di relax sotto la doccia ci voleva.
Leo la fissò allontanarsi borbottando.
''Se...''- fece tra se e se ripensando a quanto la ragazza gli aveva detto quel mattino-:'' se sorridi in quel modo mi offro come pungiball per tuo fratello ogni volta che vuoi.''
''Come hai detto, figliolo?''- la tartaruga dalla benda azzurra credette di aver perso almeno dieci anni di vita quando si rese conto che suo padre lo aveva sentito.
''No...''- cercò di salvarsi-:'' Nulla maestro...''

April chiamò le tartarughe nel tardo pomeriggio.
Il cielo color fuoco stava appena cominciando a colorarsi del nero dell'ala dei corvi e a riempirsi di punti luminosi.
E a giudicare dal tono di voce della donna doveva essere abbastanza importante

Karai era seduta al tavolo del soggiorno di April. Era abbigliata con un elegante vestito bianco, sottogiacca nero e scarpe coordinate e stava tranquillamente bevendo una tazza di tè.
Sul tavolo vi era una cartellina per i documenti color rosso magenta.
''Paige...''- fece la giapponese posando la tazza sul piattino-:''Sono contenta di vederti ancora viva.
Ho sentito che ieri notte qualcuno ha tentato di farti un bel ritratto.''
Paige annuì e la salutò con un sorriso, il migliore che riuscì a tirare fuori in quella situazione-:''Gia... fortunatamente era un pessimo ritrattista.''
Risero tutti a quella battuta, inclusa la kunoichi.
''Oh, sono certa che fosse un ottimo ritrattista...peccato che non fosse così bravo da cogliere alla sprovvista le tue guardie del corpo.''
Era più che evidente che si stava riferendo a Leonardo in particolare. Motivo per cui la tartaruga dalla benda azzurra abbassò lo sguardo per non far scorgere il rosso sulle guance verde pistacchio.
Fu Donnie a prendere la parola.
''Come mai sei venuta qui, mi pareva che gli accordi fossero diversi... o sbaglio?''
Karai sospirò annuendo.
''Le cose sono cambiate.''- fece lapidaria-:''Chaplin ha scoperto delle cose che non mancheranno d'interessarti...o terrorizzarti.''
''INSOMMA, PARLA!''- fece Raph sbattendo i pugni sul tavolo facendo sobbalzare sia i presenti che la tazzina.
''Detto in maniera più civile...''- fece Leo mettendo una mano sulla spalla del rosso per calmarlo-:'' purtroppo da quel che ci dici non abbiamo più tanto tempo, Robert potrebbe essere davvero nei guai...''
''Ti prego.''- una Paige implorante e con gli occhi enri tremolanti anticipò l'ultima battuta di Leo-:''Dimmi che gli è successo.''
Karai annuì di nuovo, comprendendo la preoccupazione e la pura che pervadeva l'anima della ragazzina-:''In quella cartellina vi sono le informazioni sulla festa dove Robert ha lavorato... a mio dire non c'è nulla di rilevante, ma immagino che tu e i tuoi amici vorrete sincerarvene.''
''E allora qual'è il problema?''- fece Leo incitandola.
Prima aveva calmato il fratello che aveva letteralmente aggredito la kunoichi, ma lui stesso iniziava a spazientirsi con tutti quegli indovinelli e frasi sibilline.
''Chaplin ha fatto un controllo di routine... e ha scoperto che un hacker è entrato nell'archivio dell'anagrafe di New York, esattamente quattro giorni fa.''
Quattro giorni prima.
La data coincideva con quella del rapimento.
''Fammi indovinare...''- fece Donnie prendendo la parola-:'' tra tutti i nomi e i recapiti presenti nel database hanno hackerato solo quello di Robert.''
La giapponese annuì.
''C'è modo di scoprire chi è stato?''- domandò Mik speranzoso.
La risposta non si fece attendere.
''Si... ha rintracciato l'indirizzo IP. E purtroppo...''- qui era veramente preoccupata-:'' mi duole davvero informarvi che l'indirizzo porta ad tale assai poco propenso a scherzare o passarci sopra...omicidi, rapimenti, torture, frode...
Non so ancora come ma Robert lo aveva adocchiato...''
''... e quando questo tizio ha capito che un giornalista stava per rendere di pubblico dominio i suoi reati... lo ha fatto rapire. ''- realizzò Raph.
''E poi ha cercato di uccidere Paige perchè credeva lei sapesse qualcosa.''- concluse Leo. Un modo pratico per uccidere una testimone e recuperare delle informazioni.
C'era solo un piccolo problema... Paige ne sarebbe dovuta entrare in possesso proprio la sera del sequestro del fratello e le informazioni... Robert le aveva nascoste fin troppo bene, solo lui sapeva dov'erano...
Paige inspirò bruscamente.
''Hai detto che tu e il tuo amico avete un'idea di sia questo bastardo grazie al suo indirizzo IP.''- fece Paige con un tono ed una faccia davvero poco adatti ad un clima di scherzi-:''Non possiamo rintracciarlo? Intendo per sapere a CHI è intestato.''
Karai scosse la testa-:''Il proprietario lo ha disabilitato. Non credo sospetti qualcosa... ma è molto preciso e meticoloso.''
Precisione, meticolosità assieme ad una mente criminale... un mix letale insomma.
Ormai era chiaro a tutti... Robert Collins ormai era un morto che camminava.
Sempre ammesso che non fosse gia morto e in fondo all'East River... o sotto un marciapiede.

''E adesso cosa facciamo?''- chiese Mik parlando a nome di tutti una volta tornati al rifugio.
La risposta arrivò dall'ultima persona che si aspettavano potesse avere un tale piglio da generale.
''Cambiamo tattica.''- fece Paige con sguardo sconvolto ma deciso-:''Se troviamo le informazioni che ha raccolto mio fratello... troviamo chi lo ha rapito...''
''... e se troviamo chi lo ha rapito... troviamo Robert, certo...''- fece Donnie con gli occhi illuminati. Salvo poi spegnersi di colpo una volta compreso a cosa stavano andando incontro con quel nuovo piano-:''Aspetta... mica vorrai proporre uno scambio?''
Eppure lo sguardo di Paige suggeriva proprio questo.
''Dolcezza, spero tu stia scherzando!!!''-fece Mik mezzo sconvolto-:'' Non li guardi i film d'azione? Nei film per gli ostaggi, sette volte su dieci, finisce sempre male!!!''
''Lo so.''- fece Paige con uno sguardo pieno di repulsione per quel piano che sapeva essere partito da lei-:''Ma forse... questa è l'ultima alternativa.''- si odiava.
Stava mettendo in pericolo la vita del fratello... forse più in pericolo di quel momento non avrebbe potuto essere... ma se gli fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe perdonato mai.
No, forse era meglio mollare quell'idea.
Leo le fu subito accanto-:''Non permetteremo che succeda qualcosa di male. Ne a te ne a tuo fratello. Però...''
Fu Raph a concludere per lui-:''Paige... forse hai ragione, è un piano rischioso ma potrebbe funzionare...ma sai cosa vorrà dire vendere delle informazioni in cambio della vita di Robert?''
Altrochè se lo sapeva. Lo sapevano tutti.
Sarebbe stato come buttare il paziente lavoro di Robert e rendere l'inferno che stava passando qualcosa di inutile.
''Lo so...''- fece di nuovo-:'' ma se è l'unica possibilità...''
''Faremo in modo che nulla sia stato vano... e lo riporteremo qui.''- promise Leo-:'' Al lavoro. Coraggio.''

Respirava a fatica.
D'altro canto... essere presi di mira con una pistola elettrica ripetute volte a distanza di pochi minuti da una scossa all'altra non era certo una cura ricostituente.
''Allora forse non hai capito...''- fece l'uomo armato di taser-:'' o mi dici quello che voglio... o fai la stessa fine di tua sorella.''
Robert si lasciò sfuggire una risata-:''Guarda che ti ho sentito... mentre sbraitavi contro il tuo cecchino...''Come hai fatto a farti giocare da una mocciosa di sedici anni?!?''... lei è viva.
E sono certo che molto presto troverà tutte le risposte. Sei un uomo finito.''
Oh ne era sicuro... era forte e coraggiosa la sua bimba...
''Va bene... ma la tua sicurezza arrogante... vuoi vedere che si ferma qui?''- fece Bishop prendendo un telefono a conchiglia per mandare un messaggio.
Robert iniziò a spaventarsi.
Pregò che quel messaggio non riguardasse Paige.
''Chi stai chiamando?''- domandò.
L'uomo sorrise con un sorriso simile a quello di una iena-:''Ti prendo un appuntamento con il medico...''- il sorriso serafico se possibile divenne più inquietante-:''Ah...  non ha proprio una laurea in medicina... ma con i bisturi se la cava.''
Robert capì cosa gli sarebbe successo da lì a poco. Sbiancò. Iiniziò a sudare freddo.
Non se lo sarebbe mai perdonato ma...
''No...''- supplicò con voce rotta-:''No...ti prego... ti prego no... AIUTO!!!!''- urlò con una disperazione tale da non crederla possibile.
''A differenza mia...''- fece infilandogli un fazzoletto quasi in gola-:'' a lui non piace sentire la gente urlare mentre lavora... quindi adesso te ne stai zitto e buono.''
Anche con il fazzoletto infilato in gola continuò a contorcersi nel limite delle sue possibilità e a gridare a squarciagola.
Il momento peggiore fu quando un uomo del suo aguzzino iniziò a spingere il lettino su cui era costretto verso un'altra stanza... il sapere che a poco a poco si avvicinava alla morte più atroce che ci fosse per poco lo fece dare di matto.
''Addio Paige... ti voglio bene.''- fece lasciando scappare una lacrima.

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Capitolo 6
*** Il passato che ritorna ***


~Cinque ore erano trascorse del tutto.
Le tartarughe e Paige le avevano passate chine sui documenti che Karai aveva portato loro alla ricerca di indizi, risposte o perlomeno di trovare qualcosa che assomigliasse ad una prova.
Ma il farabutto che Robert aveva tentato di inchiodare e che invece aveva messo con le spalle al muro proprio il giovane reporter pareva un fantasma.
Sentivano la sua presenza, ma non riuscivano a vederlo.
Donnie, Raph e Mik decisero di prendersi almeno una ventina di minuti per riposarsi un po'. Anche loro risentivano della tensione e quel lavoro di ricerca rivelatosi finora vano aveva prosciugato tutte le loro energie.
Leo invece era rimasto in piedi.
Era sempre così... il primo ad alzarsi la mattina, l'unico a rimanere in piedi durante i combattimenti o gli addestramenti, l'ultimo a mostrare i segni della stanchezza.
Anche Paige non dava segno di volersi muovere. Si era letteralmente barricata nel laboratorio di Donatello continuando le ricerche.
'' Che dici, te lo preparo un tè?''- domandò Leo quando intravide un paio di bilancieri sugli occhi della ragazza.
La giovane annuì, ma in realtà non aveva nemmeno capito la domanda e Leo uscì in punta di piedi per evitare di fare rumore e disturbarla.
Mentre la tartaruga armeggiava con il pentolino per l'acqua e le tazze venne raggiunto dal suo sensei.
'' Paige dov'è?''- chiese Splinter.
La tartaruga dalla benda blu non aveva certo bisogno di cercarla o fare teorie per immaginare dove si trovava la ragazza.
'' Nel laboratorio di Donnie... sta rivoltando l'hard disk che Donatello ha copiato dal pc di Robert...''- non sapeva bene nemmeno lui cosa si aspettavano di trovare in quel computer. Pregavano solo di trovare uno straccio di indizio prima che fosse troppo tardi.
'' Non so come faccia...''
'' A fare cosa?''- domandò Splinter versando una tazza di tè per lui e una per il figlio.
'' A non andare fuori di testa''- rispose la tartaruga-''  Voglio dire... la guardi e la prima cosa che ti viene in mente... è così piccola, dolce, innocente, indifesa... a volte sembra così fragile... e quando pensi di averla inquadrata da tutte le angolazioni possibili... diventa un leoncino selvatico.''
Scherzi a parte era davvero incredibile... quando l'avevano incontrata pochi giorni prima sembrava una povera anima disperata arrivata al capolinea per poi trasformarsi in una donna forte, combattiva e determinata.
Determinazione che però comprendeva pienamente.
Cosa avrebbe fatto lui se qualcuno avesse preso Raph, Donnie o Mik?
Di certo avrebbe rivoltato tutto il rivoltabile come un calzino per poi rivoltarlo di nuovo, fino all'infinito se necessario, fino a quando non fosse saltato fuori qualcosa.
E poi con tutta probabilità avrebbe sepolto vivo il miserabile che aveva osato fare una cosa del genere alla sua famiglia.
Splinter sorrise-'' La risposta la conosci benissimo...così come la conosco io''- le prime volte che i suoi figli uscivano in superficie erano un inferno in terra per il roditore.
Anche se si trattava di una semplice corsa sui tetti o di una sessione di allenamento notturno, ogni secondo che passava senza vederli, gli rodeva il fegato.
Era terrorizzato persino dall'idea di accendere la tv, temendo di ascoltare o vedere una notizia che parlava dell'avvistamento e della cattura di quattro tartarughe umanoidi.
'' Ma in fin dei conti... è normale che tu la veda così... tutti gli innamorati si stupiscono dei lati nascosti della loro amata.''
Leonardo divenne rosso per l'imbarazzo e l'incredulità.
'' Non so di cosa tu stia parlando...''
Splinter lo rimproverò bonariamente-''Leonardo... sono anziano, non stupido, c'è una bella differenza... ed è più che evidente che la piccola Paige abbia centrato in pieno il bersaglio.''
Leo era sempre più imbarazzato-'' Non ho proprio nulla da dire...''-lo sguardo del padre putativo però lo costrinse a desistere-'' ok, forse sì.''- si arrese.
Come poteva negarlo? Niente da dire Paige era una ragazza molto dolce, carina...ricordava ancora la sensazione del cuore che si scioglieva come neve al sole che aveva provato nel vederla dormire sul suo petto... e il fatto che fosse preoccupata per la sorte di suo fratello era qualcosa che la univa a lui in modo particolare...la rendeva una persona, forse l'unica su tutto il pianeta, che comprendeva benissimo cosa si provasse nell'essere terrorizzati all'idea di perdere qualcuno di molto amato... e sapeva pure cucinare.
Oddio, forse non era un dettaglio così importante... ma per chi conosceva le ''performance culinarie'' del leader delle tartarughe, l'avrebbe considerata una vera benedizione.
C'era solo un piccolo problema.
'' Ma non siamo fatti per stare insieme...''- borbottò la tartaruga con voce amareggiata e rassegnata.
'' Perchè dici questo?''- fece il topo-'' perchè lei è umana e tu no? Se il problema è solo questo... ti posso assicurare che anche tra umano e umana le cose non sono così serene.''
'' Non è solo per questo''- fece Leo-'' Lo sai, c'è un sacco di gente che se potesse ci sparerebbe a vista... e non è giusto mettere in pericolo la vita di Paige per colpa nostra...''
Non che la sua vita fosse in una posizione migliore attualmente, però...
Splinter sospirò, capendo le motivazioni del figlio.
Ancora non gli sembrava vero... gli pareva solo ieri che i suoi ragazzi erano delle tartarughine di appena quattro anni la cui vita girava intorno al loro padre, agli allenamenti e al gioco... e adesso, il maggiore dei suoi figli, il più responsabile e forse quello che più di tutti gli altri aveva caricato di responsabilità... si era innamorato.
Non c'era niente di strano però... in fin dei conti era un ragazzo. Ed anche i ninja non umani avevano gli ormoni in tempesta ad un certo punto della vita.
'' Posso darti un consiglio?''- fece Splinter -'' Non spegnere il cervello... ma non spegnere nemmeno il cuore.
Ricorda figliolo... alba e tramonto. Terra e cielo.Buio e luce.  Cuore e cervello. E' la filosofia cinese dello Yin e dello Yang. L'uno non può esistere senza l'altro.'' - detto così si allontanò per dedicarsi alla meditazione.
Leo prese le tazze di tè caldo, una per lui ed una per la ragazza e tornò dove l'aveva lasciata, ripensando alle parole del padre.
E se avesse avuto ragione? Avrebbe dovuto dire a Paige che in quei pochi giorni passati assieme era gia diventata una persona importante, forse la più importante, per lui?
Forse... ma che sarebbe successo poi?
Se lei non avesse provato la stessa cosa... forse era vero. L'amore era la cosa più semplice, meravigliosa... e dolorosa che vi fosse.
Ma comunque ora non era il momento di pensare a certe cose... doveva aiutarla a salvare il fratello non provarci con lei.
'' Ah ti ringrazio''- fece lei prendendo la tazza di tè che la tartaruga le aveva portato.
'' Che stavi facendo?''- fece Leo notando che la ragazza si era distratta e teneva tra le mani un oggetto rettangolare, molto stretto.
Poi lo guardò meglio.
Era una stilografica.
Molto bella anche se datata.
Paige sorrise.
'' E' una sorta di cimelio di famiglia... ed è anche il portafortuna di mio fratello''-spiegò Paige senza smettere di guardare la suddetta penna con occhi carichi di nostalgia-'' ha scritto il suo primo articolo con questa penna, prima di batterlo con la tastiera del pc.''
'' Sembra fuori produzione però...''- commentò Leo.
'' Oh ci puoi scommettere...''- fece la ragazza divertendosi a far uscire la punta dalla penna come se stesse manggiando una pallina anti-stress-''  questa penna... è stata il primo regalo che la mamma ha fatto a papà quando erano fidanzati.''
''Era di tuo padre?''- fece eco Leonardo.
La giovane annuì-'' Mi ricordo ancora quella notte...''- in quel momento il suo sguardo iniziò a vagare lontano-'' eravamo in camera di Robert...era dopo cena... lui scarabocchiava e scriveva proprio con questa penna... io guardavo i cartoni animati...
Abbiamo sentito gridare i nostri genitori...mio fratello è uscito di corsa per vedere cosa fosse accaduto... e quando è  tornato...''
''... le fiamme vi stavano gia arrivando addosso.''- concluse Leo.
Paige annuì asciugandosi i lucciconi che le spuntavano dagli occhi-'' Si... mio fratello non perse tempo però. Spalancò la finestra, mi prese sulle spalle... ci mettemmo in salvo grazie ai rami del banano britannico che piovevano sulla finestra.
I pompieri erano gia sul posto...ma non poterono fare niente per i nostri genitori. Quando, finalmente, riuscimmo a rimettere piede in casa...''- inspirò bruscamente per non scoppiare a piangere-'' al posto dei nostri genitori c'erano solo due corpi carbonizzati.''
Da allora era cominciata una vera e propria odissea per i due piccoli Collins: erano stati affidati alle persone più disparate. Alcuni erano tossici, altri con precedenti per percosse e violenza domestica, altri per truffe...  in quattro anni avevano cambiato nove famiglie.
E in ogni famiglia non restavano mai per più di un mese. Poi tornavano sempre in istituto.
Poi Robert aveva compiuto diciotto anni.
E la prima cosa che fece fu firmare dei documenti di assunzione di responsabilità per Paige. Lavorò duramente, provando ogni sorta di lavoro saltuario. Lavorava, studiava e al tempo stesso rivestiva il ruolo di genitore per la sorella.
A lungo andare la sorte parve premiarlo: scrisse un articolo denuncia contro una discarica abusiva che gli fruttò non solo un posto di lavoro come giornalista ma anche un piccolo appartamento in cui lui e la sorella poterono andare a vivere.
'' Dopo tanto tempo...''- fece Paige asciugandosi un occhio-'' Dopo tanto dolore... ero convinta che finalmente avessimo diritto ad un po' di pace...''- nel dir così aveva iniziato a rigirarsi tra le mani la penna.
La parte superiore si svitò.. e portò alla luce una sorpresa inaspettata.
'' E questo cos'è?''- fece Paige. All'interno della penna, arrotolato con cura, vi era un pezzetto di carta. E sopra vi era una scritta.
A27, 612, 27° Strada.
'' Che cos'è, un codice segreto?''- fece Paige. Poi se ne rammentò-:'' ah, no...  è un indirizzo a cui c'è una banca.''
'' Ed A27 deve essere il numero della cassetta di sicurezza...''- fece Leo allontanandosi-'' chiamo gli altri... non so tu, ma io un' occhiata a questa A27 gliela do volentieri.''

'' Prima il suo ufficio...''- borbottò Mik mentre Raph si adoperava nello scassinare la cassetta di sicurezza che il fratello di Paige aveva preso in affitto-'' adesso la cassetta di sicurezza... prima o poi Robert ci denuncia.''
'' Si... se non lo fanno prima i veri proprietari...''- commentò Donnie-'' Ma vedrai che Robert ce ne sarà grato quando lo troveremo.''
In quel momento si sentì un click metallico.
Raph era riuscito a forzare la serratura.
'' Bene... signori e gentile signorina...''- fece rivolto a Paige-'' stiamo per scoprire cosa c'è dietro a questa storia.''
Nel dir così rivoltò il contenuto della cassetta per terra.
La loro attenzione fu catturata dalla fotocopia di un articolo di giornale.
Fu Mik a prenderlo e leggere il titolo di testata che diceva ''TRAGEDIA FAMILIARE''.
'' Alle 21.09  di ieri sera...''- lesse l'arancione- '' Una casa alla periferia è stata completamente rasa al suolo dalle fiamme. Da una prima analisi risulta che le prime fiamme si sono sprigionate dal mozzicone di una sigaretta accesa lasciata incautamente su alcuni documenti appoggiati sul tavolo.
Purtroppo, in questo tragico rogo, hanno perso la vita Alfred Collins e sua moglie Adele O' Doul...''
'' MA NO, E' ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE!!!''- gridò Paige, che nel frattempo era divenuta rossa come un peperone.
I quattro la guardarono sconvolti e stupiti.
'' Paige...''- provò a calmarla Leo-'' calma...che intendi dire?''
'' Mik... levami una curiosità... quell'articolo...''- domandò Paige senza curarsi del fatto che non era appropriato rispondere ad una domanda con un' altra domanda-'' quanti anni ha?''
Mik si affrettò a rispondere-'' Aspetta... ah sì... il 18 Aprile di dieci anni fa.''
'' Lo sapevo...''- fece Paige-'' quest'articolo è uscito il giorno dopo la morte dei nostri genitori... ovvero il 17 Aprile 1995.''
Le tartarughe la fissarono sconcertate e preoccupate.
Sapevano per certo che a distanza di anni rivedere fatti e ricordare eventi così dolorosi era tutt'altro che piacevole.
Ed iniziavano ad avere un dubbio...
'' Non ti convince la teoria dell'incendio colposo?''- fece Raph avvicinandosi cautamente.
Paige dissentì con il capo-'' Un giorno... a casa nostra, per cena,  venne un collega di lavoro di mia madre.
Poco dopo la fine della cena, si è acceso una sigaretta davanti a tutti noi... e i miei lo hanno rimproverato aspramente e...''- qui si lasciò sfuggire una risata-'' sono partiti in quarta con una conferenza sulle conseguenze del fumo su chi fuma e su chi gli sta intorno... e soprattutto perchè non volevano rischiare  che io e mio fratello divenissimo dei fumatori.''
E in breve... tutti raggiunsero, simultaneamente, la stessa identica conclusione.
Probabilmente la stessa a cui era giunto Robert, nonchè la medesima che aveva segnato la sua sorte.
Era assolutamente impensabile che due persone che si arrabbiavano contro coloro che fumavano lasciassero incautamente un mozzicone di sigaretta ancora accesa nei pressi di qualcosa che prendeva fuoco facilmente.
Non si era trattato di una pericolosa dimenticanza finita in tragedia... si era trattato di un duplice omicidio.
A distanza di anni probabilmente Robert aveva notato l'incongruenza ed aveva investigato.
'' Questo spiega il suo essere improvvisamente misterioso e scostante con tutti...''- fece Raph. Per quanto gli seccasse ammetterlo... Karai aveva detto loro il vero.
Donnie annuì-'' Ecco perchè di punto in bianco ti ha dato il permesso di partire per Londra senza colpo ferire... cercava di proteggerti... ed anche il perchè non ti avesse parlato di Karai adesso è chiaro.. temeva che venisse a chiedere a te delle spiegazioni, visto il rapporto che avevate tra fratello e sorella... e tu avresti scoperto tutto prima che fosse tutto finito. Ciò avrebbe potuto metterti in pericolo.''
Paige non disse e non fece nulla.
Rimase immobile, quasi imbambolata con lo sguardo perso nel vuoto... suo fratello l'aveva protetta un'altra volta... come quando la difendeva dalle punzioni delle loro famiglie affidatarie, quando la confortava dopo gli incubi che avevano popolato i suoi sogni dopo la morte dei genitori o di quando la confortava e la difendeva dai compagni che la prendevano in giro a causa del fatto che alle festicciole della scuola, ai colloqui e agli eventi genitori-figli si presentava sempre Robert.
Era quello il motivo per cui quella sera il suo adorato fratellone era così felice e voleva portarla fuori per festeggiare... voleva dirle che aveva trovato l'assassino e che giustizia era fatta.
'' Paige...?''- Leo le mise una mano sulla spalla. Lo stato di mutismo in cui si era chiusa la ragazza lo preoccupava non poco.
'' Sto bene ragazzi... non preoccupatevi.''- parole vuote, morte nello stesso istante in cui furono pronunciate.
Leo la fissò tristemente e poi la mise al sicuro, sotto una spalla.
'' Coraggio torniamo a casa...''- dire che era preoccupato era ben poco. Pochi giorni erano passati e le emozioni che si erano accumulate erano decisamente troppe.
Adesso la giovane Paige non doveva solo convivere con la terribile consapevolezza del fratello rapito e del quale ignorava persino se fosse ancora vivo o fosse gia morto... ma anche che i suoi genitori erano morti. E non per un maledetto incidente come aveva creduto per tanti anni... ma che erano stati assassinati e che il loro assassino era sfuggito alla giustizia.
L'idea di perdere anche il fratello per mano dell'omicida dei suoi genitori doveva essere insopportabile a dir poco... inoltre voleva tenere Paige e i suoi fratelli al sicuro da un eventuale ''sorpresa'' da parte di qualche cecchino appostato.
Il cecchino dell'altra sera aveva mancato la testa di Paige. Quindi chiunque fosse a tirare le fila del gioco sapeva che Paige era viva, che con tutta probabilità era a caccia del fratello e che era ben protetta.
Per quel che ne sapevano... potevano essere la fuori a spiarli, pronti a sparare.
Senza sbagliare stavolta.

Il ritorno al rifugio era stato tranquillo, tutto sommato.
Perlomeno niente cecchini armati fino ai denti o sicari pronti a tutto pur di avere la sua testa.
Anche quella era una vittoria.
'' L'obiettivo primario di un ninja è quello di riportare a casa la pelle''- soleva dire Splinter.
Appena tornati, Paige si era rintanata nella stanza che le tartarughe le avevano messo a disposizione e non dava cenno di volerne uscire.
Mik provò a farla ridere con ogni sorta di scherzo, battuta o barzelletta, si fece persino prendere a scapellotti da Raph pur di strapparle un sorriso... ma davanti alla totale irremovibilità di lei fu costretto a gettare la spugna.
Paige se ne stava seduta sul letto, con la testa nascosta tra le gambe e circondava queste con le braccia.
Dopo diversi tentativi vani nel tentare di strapparle almeno un sorrisetto divertito, le tartarughe si dissero che forse era meglio lasciarla in pace, per darle il tempo di metabolizzare il tutto.
'' Toc toc..''- fece Leo una mezz'oretta più tardi fingendo di bussare ad una porta che non c'era.
Per la prima volta da quando erano tornati alla base la giovane parve riscuotersi dal suo stato di catalessi.
'' Ah sei tu...''
'' Volevo sapere come stavi...''- fece Leo sedendosi accanto a lei sul letto-'' sai com'è... siamo partiti da qui con una ragazza, e siamo tornati con uno zombie.''
Paige abbozzò un sorriso che però si spense subito.
'' I miei genitori sono morti... assassinati. Il loro assassino è riuscito a farla franca per anni e con tutta probabilità ha rapito mio fratello... che a questo punto non so più se è ancora vivo oppure...''- non disse la parola ''Morto'', perchè a dispetto di tutto quello che urlavano i fatti non riusciva proprio ad immaginare il suo adorato Robert come una persona morta.
Leo le carezzò dolcemente una gamba-'' Ed è proprio per questo motivo che prenderemo quel bastardo: i conti si pagano. E la sua proroga ormai è scaduta.''
'' Leo...''- fece lei sciogliendo la posizione in cui si era raggomitolata fino a poco prima -'' Sei gentile a consolarmi... anzi, lo siete tutti voi e non sai quanto ve ne sono grata... ma stiamo parlando di un delitto di dieci anni fa... la polizia non ha trovato niente allora, pensi davvero che...?''
Leo le prese le mani, dolcemente -'' Vero, ma allora le cose erano diverse. La polizia non aveva scavato a fondo, probabilmente perchè riteneva che non ve ne fosse necessità... ma adesso sappiamo che si è trattato di un omicidio.''
Paige parve convincersi.
Leo aveva ragione... prima nessuno sospettava che vi fosse un assassino da cercare e questa convinzione aveva portato le autorità competenti a chiudere il caso della dipartita dei suoi in tempi rapidi... ma adesso era tutto diverso.
Sapevano con certezza che i genitori di Paige e Robert erano morti per mano di un'altra persona... e quasi certamente era una delle persone che erano intervenute alla festa in cui Robert si era occupato del reportage.
Era con quella consapevolezza che dovevano riesaminare tutto il materiale che avevano a disposizione.
Stavolta qualcosa, sarebbe saltato fuori, di sicuro.
'' Facciamo giustizia...''- fecero i due quasi in coro.
E si rimisero subito al lavoro.

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Capitolo 7
*** Agguato con sorpresa ***


~'' Sei proprio sicura di volerlo fare?''- le domandò Leo forse per la centesima volta alla ragazza che però sembrava molto decisa ad andare fino in fondo con quel piano suicida.
La giovane annuì di nuovo.
'' Leo... io non potrei mai tornare indietro.''- fece la giovane con un tono che non ammetteva repliche -'' tu cosa faresti se avessero rapito Raph, Don oppure Miki?''
Leo abbassò lo sguardo.
Roba da non credere... quella ragazza aveva lo straordinario dono di individuare i punti deboli delle persone e di usarli come armi di persuasione.
Fortunatamente in senso positivo.
'' Qualunque cosa... morirei per loro.''- e sarebbe stato pronto persino ad uccidere per loro, se fosse stato necessario.
Francamente, pregava che non fosse necessario giungere a tanto... aveva gia creduto una volta di aver ucciso qualcuno e ciò che venne dopo non fu per niente piacevole.
Ma sapeva che se qualcuno avesse attentato alla vita della sua adorata famiglia... non avrebbe avuto la minima esitazione nell'affondare la lama delle sue spade nel petto dello spietato assassino.
Ogni momento che vi passava insieme, si convinceva che Paige fosse come lui... pronta a lottare con ogni energia residua, pronta a tutto pur di salvare quanto di più prezioso le rimaneva anche a costo di intraprendere strade che avrebbero potuto costringerla a pagare un prezzo salatissimo.
Paige sorrise all'indirizzo della tartaruga.
'' Però hai ragione... praticamente mi sto suicidando.''- fece subito dopo sorridendo forzatamente -:'' se non erro ai condannati a morte è dovuto un ultimo desiderio.''
Leo reagì come se un fulmine lo avesse appena colpito in pieno.
'' No. Tu non morirai. D'accordo?''- fece la tartaruga avvicinandosi a lei -'' è per questo motivo che sono qui. Per proteggerti ed impedire che ti facciano del male. Ti giuro che presto rivedrai tuo fratello. Vivo.''
Eppure, malgrado quella promessa alla quale lui stesso titubava nel credere... Aveva paura.
Lui aveva sempre paura quando c'era di mezzo la vita di una persona che amava.
Quando Raph dopo un litiglio, usciva come una furia dal rifugio teneva sempre il cellulare a portata di mano. Per rispondere nel caso il fratello chiamasse per dire '' Ti prego, aiutami sono nei guai'' o per chiamarlo quando la sua assenza si faceva sentire ed era terrorizzato all'idea che il fratello si fosse trovato in minoranza con i soldati ninja, dragoni purpurei e tutta la lista di persone che volentieri le avrebbe trasformate in un brodo di tartaruga.
Era terrorrizzato quando Don e Mik tardavano a tornare dal loro turno per prendere cibo e bevande per il medesimo motivo.
Terrorizzato che i loro nemici prendessero di mira April e Casey per vendetta contro di loro.
Terrorizzato all'idea di perdere il padre.
E adesso era terrorizzato all'idea di perdere Paige.
Era una bellissima ragazza, dolce, gentile, che da fuori dimostrava la fragilità del cristallo, salvo poi farla dissolvere per rivelare una forza incredibile.
Ed era anche la ragazza che l'aveva fatto innamorare... perchè ora lo sapeva. Lui aveva sempre ammirato Karai.
Certo, l'aveva ammirata perchè era abbastanza raro trovare una donna che racchiudesse bellezza e grandi abilità ninja, la stimava per il suo voler scendere a compromessi quando vi era il rischio di causare danni a persone innocenti... ma l'aveva sempre vista come un' anima confusa da salvare più che una possibile compagna di vita.
Paige, come Karai, era un'anima da salvare... era bella come lei... ma più dolce, ed aveva un' innocenza che sapeva di freschezza che era impossibile non amare.
E poi per amare non ci volevano molte spiegazioni. Lui l'amava, ormai lo sapeva.
Non poteva permettere che se ne andasse senza farle sapere quanto le voleva bene.
Sapeva che per questo Paige lo avrebbe odiato o preso a ceffoni ma...
La prese delicatamente per le spalle.
L'avvicinò a se e depositò le sue labbra su quelle rosee della ragazza.
Avrebbe voluto fermare il tempo in quel preciso istante e non farlo ripartire mai più. Sapeva che bene come in quel momento non sarebbe stato mai più.
Ma avevano una missione della serie '' di vita o di morte'', perciò si staccò da lei...
Era leggermente arrossita e poteva sentire il battito del suo cuore persino a pochi passi da lei.
Non disse e non fece niente...
Finchè...
''PRESTO, STA GIU!!!''- il puntino rosso del laser era tornato a far visita a Paige.
Leo si precipitò subito a premere l'interruttore per spegnerlo.
Nel buio si sentì distintivamente il rumore della pallottola che rompeve il vetro della finestra, che centrava qualcosa o qualcuno.
Qualcosa o qualcuno che cadeva a peso morto sul pavimento.
Quando le luci si riaccesero nell'appartamento...
Paige era stesa scompostamente a terra.
Viso e testa completamente ricoperti di sangue scarlatto che colando dalle tempie e dal mento, sporcando la moquette.

Il cecchino sul palazzo parallelo a quello dove vivevano i fratelli Collins sogghignò.
Quasi quasi gli dispiaceva averla uccisa...
Raramente si ricordava il nome e la faccia delle persone che riduceva ad una poltiglia grigia e rossa... ma Paige Collins gli sarebbe rimasta in mente.
L'avrebbe rammentata come la ragazza che era riuscita a sfuggire alla sua mira infallibile e che aveva lottatto fino alla fine della sua breve vita, purtroppo senza successo, per restare in vita.
'' Consolati bambolina...''- fece tra se e se prendendo un telefono a conchiglia per spedire il messaggio della morte della piccola Collins -'' in confronto a quel che sta passando tuo fratello... tu sei morta fortunata.''
Prima che riuscisse ad inviare il messaggio...
'' Io potrei non essere così buono sai?''- fece la voce di Raph arrivandogli alle spalle.
Trasalì quando sentì la punta di qualcosa che somigliava alla lama di un coltello pizzicargli il collo.
Si voltò.
E quasi gridò alal vista dei tre mutanti.
'' Ok amico...''- fece Raph senza togliere il sai dalla gola del cecchino -'' adesso parliamo di cose serie.''
'' M-M-ma voi chi siete...?''- fece il cecchino ormai disarmato e terrorizzato sia per la presenza della punta del sai alla sua arteria carotidea che per la ''persona'' che impugnava l'arma.
'' Amici di Miss Collins.''- fece Raph con nochalance -'' ed anche se non lo fossimo... a noi, quelli che puntano i fucili contro innocenti fanciulle, non piacciono nemmeno un po'.''
'' Non conosco nessuna Collins...''- provò a negare questo.
'' E allora come mai in due volte che sono tornata a casa mia mi hai sparato due volte?'' - fece una voce femminile alle sue spalle.
Il cecchino si voltò e sgranò gli occhi per la sorpresa.
Paige Collins.
Viva.
E al suo fianco vi era un' altra tartaruga bipede.
La ragazza aveva i capelli sciolti, lasciati in libertà sulle spalle. Indossava dei jeans a pois, una camicetta rosso fuoco e degli stivali neri con il tacco.
'' No... è impossibile... tu eri a terra... il cervello spappolato e piena di sangue...''
Le tartarughe e la giovane sorrisero in coro.
'' Ma quello non era sangue.''- fece Donnie -'' abbiamo solo sacrificato un barattolo di salsa di pomodoro per la pizza... quando la luce nell'appartamento si è spenta, Paige si è buttata per terra... e Leonardo l'ha ricoperta di salsa di pomodoro.''
''... e poi hanno riacceso la luce.''- concluse Mik -'' così che tu potessi vedere che Paige era morta.''
Era andata proprio così.
Le tartarughe e Paige dopo aver spulciato per l'ennesima volta i dati a loro disposizione, si erano resi conto che non sarebbero mai arrivati a nulla e di non avere a disposizione lo stesso tempo che Robert aveva impiegato per fare le sue ricerche, indagini e verifiche... l'unico modo per ottenere davvero dei risultati era quello di adescare un pesce più piccolo.
Tipo il cecchino che aveva mirato alla testa di Paige la sera in cui Karai aveva dato loro i primi indizi sulla scomparsa di Robert.
Arrivare a lui era come arrivare al burattinaio.
Come farlo uscire allo scoperto?
Semplice.
Anche se era un'idea buttata lì da Casey Jones, che probabilmente voleva solo fare una battuta.
Offrirgli il suo bersaglio su un piatto d'argento.
In poche parole, Paige non doveva più nascondersi per evitare di essere il bersaglio di un cecchino... ma tornare sulla potenziale scena del crimine per attirarlo in trappola.
Come tutti loro lo avevano definito era una missione suicida.
Però aveva funzionato.
Leo era rimasto con Paige nell'appartamento, per la precisione in soggiorno, la stanza con un ubicazione davanti al palazzo dal quale il cecchino aveva la visuale migliore per proteggerla e simulare l'avvenuto delitto.
Raph, Don e Mik si erano occupati della sorveglianza.
'' Quindi... era tutta una finta...''
Raph annuì soddisfatto.
Chi l'aveva detto che le idee arrivate per improvvisa ispirazione erano destinate a fallire?
'' Trovare un pesce piccolo era l'unico modo per fare un passo avanti nelle indagini. Come vedi ci siamo dati da fare.''- fece la tartaruga dalla benda rossa.
'' Arriviamo al punto.''- fece Leo avanzando verso l'uomo che due sere prima aveva tentato di mettere fine alla vita di Paige -'' Dov'è Robert?''
Questo pareva non sapere di cosa la tartaruga stesse parlando.
'' Robert... chi? Non conosco nessuno con quel nome.'' - non stava mentendo. Non del tutto perlomeno. Raramente gli ostaggi per i loro rapitori avevano nomi e cognomi.
Solo qualcuno da rapire per trarci un guadagno.
Peccato che tra i presenti, l'ostaggio in questione valesse molto, molto di più.
'' Corporatura media. 1,80 m. Capelli castani. Occhi azzurri. Ha quasi venticinque anni. ''- fece Paige con un tono così fermo che non sembrava nemmeno il suo.
I suoi occhi neri tremavano ma erano decisi. Quell'ostaggio era suo fratello, il suo migliore amico, la sua famiglia... tutto. Per lei era tutto. E avrebbe venduto l'anima al diavolo se fosse stato necessario per rivederlo armeggiare con la tastiera del pc di casa con le maniche arrotolate fino al gomito, con gli occhiali da lettura mentre scriveva o risentirlo farle mille raccomandazioni come metteva il naso fuori dalla porta di casa.
'' Si chiama Robert Collins. L'avete rapito alcuni giorni fa... ed è mio fratello.''- continuò imperterrita lei.
'' Capperi...''- commentò Mik -'' potremmo prenderla in squadra come addetta agli interrogatori.''
'' Gia...''- fece Raph altrettanto impressionato -'' siamo d'accordo per una volta...''
Il cecchino a terra però non sembrava voler desistere dal suo fare lo gnorri.
'' Figliola... temo di non avere la più pallida idea di cosa tu stia parlando.''
Donatello intervenne -'' Però le hai sparato stasera e l'altro ieri sera. E stavi avvertendo qualcuno.''
'' Rispondi a questo almeno...''- il tono di Paige si stava facendo supplichevole -'' chi ti ha assunto?''
Nessuna risposta.
Raph a quel punto perse le staffe, e senza ascoltare Leonardo, Paige e Michelangelo che lo ''imploravano'' di calmarsi spiccicò quel tale contro l'abbaino del palazzo.
'' Forse allora non ci siamo spiegati bene...''- fece il rosso ringhiando e sbuffando dalle narici come un drago sputafuoco. Le vene sul collo e sulla fronte della tartaruga pulsavano da far paura e persino il cecchino faticava ad ostentare tranquillità -'' o ci dici dov'è Robert e chi ti ha pagato o ti faccio provare l'ebbrezza del volo libero, mi sono spiegato?!?''
'' Raph adesso calmati.'' - fece Don avvicinandosi al cecchino per prendere qualcosa attaccato alla sua cintura -'' anche se non parla non è un problema.''
Il rosso parve calmarsi.
Non allentò la presa sul loro uomo, ma i vasi sanguigni non erano più visibili ed iniziava a riassumere il suo normale colorito, ovvero il verde bottiglia.
Il viola armeggiava con l'apparecchio telefonico che aveva sottratto al cecchino, un cellulare a conchiglia.
'' Che intendi dire?'' - fece Leo lasciando la presa sul fratello impulsivo per avvicinarsi a Donatello.
'' Ha chiamato un numero, e quasi sicuramente è quello del suo capo.''- spiegò il viola continuando ad armeggiare con il telefono -'' devo solo rintracciarlo e allora trovare Robert sarà un giochetto per matricole ninja.''
Gli occhi di Paige si riempirono di lacrime.
Lacrime di felicità e gioia allo stato puro.
Ancora non poteva crederci... presto avrebbe potuto riabbracciare il suo amato fratellone. Ma allo stesso tempo erano lacrime di paura e timore.
Timore di scoprire, con il ritrovamento di Robert, una verità troppo dolorosa.
E anche il timore di trovare il suo adorato fratellone solo per dirgli addio.
Per sempre.
Era un pensiero insopportabile... ma non doveva dargli peso per il momento.
Robert non era stato ancora trovato e fino a quel momento, era vivo.
E in quel preciso istante sapeva che lei, sua sorella, avrebbe fatto di tutto per ritrovarlo e riportarlo a casa.
Non poteva e soprattutto non doveva deluderlo. Non dopo tutti i sacrifici fatti dal fratello per lei.
Leo le cinse le spalle con un braccio, sorridendole rassicurante.
'' Dai...''- fece il blu -'' andiamo a prenderlo. Deve picchiarmi perchè ti ho baciata e perchè ci siamo addormentati assieme, sbaglio?''- nel dir così le strizzò un occhio.
Malgrado la situazione, Paige sentì un calore piacevolissimo scaldarle il cuore per poi irradiarla in tutto il corpo e lo stomaco riempirsi di farfalle.
In quel momento si rese conto che Don, Raph, Mik, April, Casey e Splinter erano i suoi amici... ma Leo... lui aveva avuto lo straordinario dono di calmarla quando si sentiva in preda al panico e alla pura di non rivedere più suo fratello, l'aveva spronata a non mollare, a non lasciarsi andare a quel fiume di paura... e cosa più importante le aveva salvato la vita mettendo la sua in secondo piano.
Oh si... se Robert era ancora in vita con tutta probabilità, anche se Leo contribuiva a salvarlo, come minimo avrebbe rovinato gli zigomi alla tartaruga.

C'era una cosa importante da fare prima di partire al salvataggio di Robert.
'' Ok, noi andiamo...''- fece Leo -'' mi raccomando...''- aggiunse additando il cecchino ''accomodato'' sulla sedia.
In genere, le tartarughe ninja ed i loro alleati non si distinguevano per i rapimenti, ma in quel caso era bene fare un' eccezione.
Avevano portato il cecchino a casa di April ed una volta spiegata ai due umani la situazione ed aver impedito che Casey uccidesse un vaso di ceramica ed una mazza da hockey sulla testa del tiratore, l'umana gli aveva legato i polsi ai braccioli e le gambe a quelle della sedia con il nastro adesivo.
Uun pezzo di nastro adesivo era anche sulla bocca.
April annuì.
'' Tranquilli.''- li rassicurò la rossa -'' voi salvate Robert. Pensiamo noi ad assicurarci che lui non vi intralci in alcun modo.''
'' Ma sì ragazzi... andate pure... ''- fece Casey prendendo una sedia che posizionò davanti al malcapitato, con un sorriso che non prometteva nulla di buono e una mazza da baseball -'' gli faccio compagnia io.''
Mik sussurrò all'orecchio della bella proprietaria del 2nd Time Around -'' Sta attenta che non lo traumatizzi troppo o ci fa causa, come minimo!''
La rossa sorrise, seguita a ruota da tutti gli altri presenti -'' Voi pensate solo a Robert... qui ci penso io.''
Poco dopo il bizzarro quintetto salì a bordo del tartacorazzato.
Ci era voluto un po' più di tempo del previsto, ma alla fine Donatello era riuscito a rintracciare il segnale del cellulare che il cecchino stava chiamando per informarlo della morte di Paige.
Mentre il mezzo sfrecciava a tutta velocità per le strade di New York nessuno aveva che un pensiero.
'' Tieni duro Robert... arriva la cavalleria.''

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Capitolo 8
*** Operazione fallita ***


Finalmente riuscì ad aprire gli occhi.
Provò a ricordare cosa gli fosse successo... non rammentava di essere stato drogato.
Non di nuovo perlomeno.
Si guardò attorno cercando di capire dove si trovava.
Non era più nella stanza in cui era stato tenuto prigioniero da... quanto tempo? Giorni? Ore? Settimane? Non lo sapeva nemmeno lui con certezza, quella detenzione gli aveva fatto perdere totalmente il senso del tempo.
Comunque... l'unica cosa che quella stanza aveva in comune con la sua ex prigione erano il lettino operatorio su cui era costretto fin dal principio e la lampada scialitica accesa sopra di lui.
Ah sì... adesso ricordava tutto.
Quel dannato gli aveva preso un '' appuntamento con il dottore'' e mentre lo portavano via, siccome era troppo agitato e non faceva che contorcersi, qualcuno gli aveva fatto un' iniezione.
Accanto a lui c'era un carrello ed anche se c'era una breve distanza potè notare con orrore cosa vi fosse sopra: bisturi, divaricatore, specillo, pinze anatomiche e forbici rette.
Avrebbe di certo urlato se non vi fosse stato il bavaglio alla bocca a fermarlo.
Il pavimento e le pareti erano totalmente rivestiti da teli di plastica.
Aveva tutta l'aria di essere una sala operatoria... perfetto, quei posti gli avevano sempre messo inquietudine e paura quasi quanto gliene metteva l'idea di prendere un appuntamento dal dentista, ma in quelle circostanze... era letteralmente in preda al panico.
E quando vide una figura umana avvicinarsi al carrello iniziò a rivedere la sua vita passargli davanti come se fosse un film... che finiva con la sua morte.

'' Bene''- fece Don scendendo dal tartacorazzato, seguito a ruota dalle altre tartarughe e Paige.
Erano alla perferia della Big Apple, davanti ad un palazzo che pareva abbandonato dai primi del '900 ma che sembrava ancora in buono stato a dispetto di quanto diceva il cartello che dichiarava pericolante l'edificio.
'' Stando al GPS il posto dovrebbe essere questo.''- comunicò il viola al resto del gruppo riferendosi al condominio che non vantava più di diciassette piani -'' anzi, lo è di sicuro.''
'' Come fai a dirlo?''- chiese Raph.
Il viola spiegò -'' Primo, il mio GPS non mi ha mai tradito... secondo, il cartello che hanno messo per indicare la pericolosità della zona...''- fece Don mostrando una foto sul cellulare ritrovata su  Google.
Ritraeva quell'edificio una settimana prima. Solo che il cartello che diffidava dall'avvicinarsi per evitare danni fisici e umani non c'era.
Erano loro.
Si stavano nascondendo.
Ma loro li avevano trovati.
'' Ok, cervellone... come ritroviamo Robert, adesso?''- domandò Mik rivolgendosi sia a Don che a Leo.
'' Dividiamoci e teniamoci in contatto radio.''- consigliò Leo -'' e il primo che lo trova avverte gli altri.''- poi si rivolse a Paige che non aveva ancora detto una parola sopraffatta com'era dalle emozioni -'' Paige tu...''
La ragazza, prevedendo in anticipo, cosa la tartaruga stava per dirle fece cenno di no scuotendo il capo -'' Vengo con voi.''
Don cercò di farla ragionare -'' E' troppo pericoloso. Tuo fratello è stato rapito perchè indagava su un giro di affari illeciti... Robert ed indirettamente anche tu siete gli unici che possono inchiodarlo.
Nel migliore dei casi minaccerà di ucciderti per avere quello che vuole... nel peggiore vi ucciderà tutti e due senza nemmeno cercare di contrattare.''
Paige lo fissò con uno sguardo fermo ma deciso -'' E' mio fratello. E' tutto quello che mi rimane.
Vengo con voi.''
Leo alzò gli occhi al cielo.
Accidenti se era testarda quella ragazza...
Ma in fondo come biasimarla?

'' Mi raccomando, stai vicino a noi...''- fece Leo all'indirizzo della giovane accanto a lui mentre percorrevano un corriodoio poco illuminato se non dalla luce della luna.
Paige si teneva stretta al braccio del leader, guardandosi attorno con sospetto.
Quel posto non le piaceva per niente... era il classico condominio o magazzino abbandonato di cui si leggeva nei thriller o che si vedeva nelle serie crime.
Buio, sporco, polveroso,  un posto che faceva paura, isolato da tutto il resto del mondo... un posto dove poteva succedere di tutto.
Non osava immaginare come poteva sentirsi Robert in un posto del genere, in mano a chissà chi... non sapeva nemmeno se era ancora lì... magari l'avevano spostato o si erano gia liberati di lui...
Leo capì i tristi pensieri che affliggevano la ragazza e cercò di confortarla -''  Adesso ce lo riprendiamo, tranquilla.''
Lui ed i suoi fratelli però erano preoccupati.
Sapevano per certo che, specie a New York, se qualcuno aveva il coraggio di indagare e denunciare qualcosa di così grosso come pareva aver fatto Robert la possibilità di uscire vivi da un posto del genere erano pari a quelle che si avevano di trovare un pinguino all' equatore.
Si sentivano preoccupati e colpevoli allo stesso tempo, nel darle speranze che per quanto ne sapevano potevano essere sprecate.
'' Shhh...''- fece Don alzando una mano ed indicando una porta in fondo al corridoio -'' non sentite?''
I presenti tesero l'orecchio verso la porta.
'' Ti decidi a stare fermo?''
'' MMMMMMMMMMMMMMM!!!!!!''
Il cuore di Paige perse un battito.
'' E-E-E-era lui...''- fece con la voce rotta dalla felicità e dalla paura aggrappandosi alle spalle di Leo -'' era lui... è Robert... ho riconosciuto il timbro della voce... è lui, ne sono più che sicura!!!
Gli stanno facendo del male!!!''- quasì urlò scattando verso la porta.
Leo la bloccò.
'' Stai dietro di noi... se con lui c'è il mandante sarai la prima a cui tenterà di fare la pelle.''
Corserso verso la porta ed una volta sfondata si trovarono in una stanza attrezzata come una sala operatoria... eccezion fatta per l'assenza dell'attrezzo per l'anestesia.
L'uomo con il camice ed un bisturi in mano si voltò di scatto.
Su un lettino operatorio c'era un uomo, un ragazzo, legato da alcune cinghie alle sbarre e con un bavaglio alla bocca.
Vestito come quando era scomparso: camicia azzurra, maniche arrotolate a livello dell'avambraccio e pantaloni di jeans chiaro.
Non faceva che contorcersi terrorizzato.
'' Chi siete, che volete?''
'' LASCIALO STARE!!!!''- fece Raph scagliandosi su di lui, colpendolo con tutta la forza che aveva.
Il sedicente medico, corse via, spaventato.
'' Torna qui e combatti da uomo se lo sei!!!''- continuò a sbraitare il rosso trattenuto da Don e Mik.
'' Raph lascia perdere...''- fece Leo avvicinandosi al prigioniero.
Sospirò sollevato quando lo vide in faccia: era proprio Robert.
''MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!!'' - attraverso il bavaglio, il giovane Robert pareva ancora più terrorizzato di quanto non fosse in precedenza.
D'altronde come dargli torto?
Prima un cervello in salamoia armato di bisturi minacciava di giocare all'allegro chirurgo su di lui... adesso delle tartarughe giganti...
Forse era gia morto e non se n'era reso conto...
'' Calma...''- fece quella con la benda azzurra buttando in avanti le braccia per cercare di calmarlo -'' calmo, ok? Non intendiamo farti del male, d'accordo? Se prometti di non urlare e di non dare di matto ti liberiamo e ti spieghiamo tutto.''
Robert parve pensarci un attimo.
Riprese a respirare nei limiti del normale che gli erano concessi dal bavaglio che gli costringeva la bocca e poi annuì.
La tartaruga dalla benda blu gli tolse il bavaglio dalla bocca, mentre quella dalla benda rossa si occupò di trinciare le cinghie che lo costringevano sul lettino.
'' Come va Robert, ti senti bene?''- fece Michelangelo mettendogli una mano sulla spalla.
L'interpellato lasciò che la paura lasciasse il posto alla confusione -'' E tu come sai il mio nome? Chi te lo ha detto?''
Leo sorrise rassicurante -'' Qualcuno che ti vuole bene...''- nel dir così si spostò e...
''ROBERT!!!''- Paige saltò da dietro all'improvviso per raggiungere il fratello, con gli occhi tremolanti dalla felicità.
Robert stesso era incredulo.
La sua sorellina era lì, davanti a lui, sana e salva.
'' Paige...? E' un sogno o sei davvero tu...?''- borbottò il giornalista con gli occhi che luccicavano di gioia e speranza.
Paige annuì mentre due lacrime di felicità le solcavano il viso.
Il fratello l'abbracciò così forte da farle temere che volesse stritolarla... ma forse non era una morte così brutta, anzi... almeno sarebbe morta felice.
Quanto le era mancato quell'abbraccio...
'' Mi sei mancato tanto...''
'' Anche tu, piccola... anche tu... e non sai quanto...''
I quattro mutanti guardavano la scena commossi, partecipi della felicità della loro amica. Quella era la prima volta da quando l'avevano incontrata che la vedevano così felice... e poi non c'era niente di più bello nel vedere due fratelli che erano stati separati ritrovarsi.
'' Come va?''- domandò la ragazzina rivolta al fratello una volta che questi aveva allentato la presa su di lei -'' come ti senti?''
Robert si mise una mano sulla fronte -'' Direi bene... credo di aver solo bisogno di sedermi un secondo...''
Mik gli avvicinò subito una sedia girevole presente nella stanza e con l'aiuto di Paige riuscì a farlo sedere, mentre Donatello gli poggiò due dita sopra il polso ed un altra al di sotto, esercitando una lieve pressione, il tutto senza perdere di vista l'orologio che portava all'altro braccio.
'' Il battito è un po' accellerato, ma a parte questo sta bene.''- li tranquillizzò il viola.
'' Ok, lo abbiamo trovato... consiglio di levare le tende.''- fece Raffaello tirando un sospiro di sollievo.
Leo però gli fece cenno di aspettare, con aria di rimprovero.
'' Dagli il tempo di riprendersi e poi ce ne andiamo...''- lo redarguì la tartaruga dalla benda azzurra, subito messo a tacere dal giornalista che con un cenno delle mani diede loro segno di sbrigarsi.
'' No...''- fece inspirando profondamente -'' ha ragione lui... dobbiamo andarcene immediatamente... stare qui è troppo pericoloso.''
'' Credo che Robert abbia ragione.''- si associò Donatello guardandosi intorno con aria circospetta -'' ho come il presentimento di conoscere il nome del rapitore...''
'' Ottima deduzione, Donatello.''
Quando le  tartarughe si voltarono il loro sangue freddo divenne gelato.
'' Bishop?!?''- fecero in coro.
Eh si... sulla porta della ''sala operatoria'' era apparso il perfido agente dei servizi segreti con due guardie del corpo in nero e con dei fucili carichi.
Non potevano crederci... quindi era lui...
Lui aveva ucciso i genitori di Paige e Robert...
'' Voi vi conoscete?''- fece Robert leggermente confuso.
'' Si...''- fece Mik -'' purtroppo.''
'' E questo da dove è scappato?''- fece Paige con un' espressione che nemmeno lei sapeva come definire asserendo all'agente dei servizi segreti -'' da una clinica psichiatrica o da un film di Matrix?''
Raffaello soffocò una risata, seguito a ruota dai suoi fratelli e dal fratello della loro giovane amica.
Persino Bishop abbozzò un sorriso -'' Carina e spiritosa, adorabile...''- e qui parve incattivirsi -'' peccato che la gente spiritosa mi piaccia quasi quanto quella che ficca il naso in affari non loro.''
Anche se quest'affermazione era rivolta a tutti i presenti, era palese che ce l'avesse con Robert Collins in quel momento.
Questi, con ritrovata forza, si alzò dalla sedia e sorretto dalla sorella e da Leonardo lo fissò con tutto l'odio che gli riusciva.
L'agente era impressionato: nonostante tutti gli stenti, le torture fisiche e psicologiche a cui l'aveva sottoposto, quel giovane aveva ancora la forza di tener gioco.
'' Questi SONO affari miei.''- fece il giovane reporter -'' la gente ha il diritto di sapere la verità... e le persone hanno bisogno di sapere che la gente come te finge di proteggerle per poi seviziarle e trasformarle in mostri disumani!!!''
Bishop sogghignò -'' Orgoglioso... testardo ed incline al suicidio. Sei il degno figlio di tuo padre.''
'' NON OSARE NOMINARE NOSTRO PADRE!!!''- sbraitò Robert. Leo e Paige furono costretti a trattenerlo, spaventati soprattutto dalla ''scorta'' dell'agente che puntavano contro di loro dei fucili carichi.
Inoltre, Leo se ne accorse prima di tutti a causa della loro vicinanza, Paige si adoperava per trattenere il fratello per resistere lei stessa all'impulso di saltare addosso all'agente per massacrarlo.
Lo leggeva nei suoi occhi.
Ed era certo che nessuno dei presenti le avrebbe dato torto. Anzi, probabilmente avrebbero nascosto il cadavere. Lui di certo.
Avrebbe nascosto il corpo, per lei.
Bishop continuò a bersagliare Robert -'' E come tuo padre... coinvolgi le persone che ti stanno accanto nelle tue crociate suicida.''
Stavolta fu Raffaelo a parlare. O meglio, a ringhiare -'' Hai davvero un bel coraggio!!!''- come osava parlare di trascinare in guerre personali le persone che non c'entravano, visto che lui per primo non esitava a sacrificare il primo innocente che gli capitava a tiro per i suoi deliri? -'' Tu... tu per i tuoi assurdi deliri di onnipotenza... per la tua cosiddetta missione di proteggere la terra... hai mutilato, torturato e ucciso degli innocenti... e scommetto che di quella povera gente non rammenti nemmeno la faccia, figuriamoci il nome...
E osi condannare un uomo onesto che voleva giustizia?''
Robert sorrise all'indirizzo della sorella come per dire -'' Sono davvero in gamba i tuoi amici.''
Bishop invece non pareva essere toccato da quel discorso.
'' Insulta o denigra il mio lavoro quanto ti pare rettile...''- fece l'agente -'' ma il tuo amico ha deciso di ficcanasare nei miei affari... e non è carino pubblicare i fatti altrui senza il permesso dell'interessato.''
Senza farsi vedere, Leo riuscì ad avvicinarsi alla parte superiore del lettino su cui fino a poco prima era costretto Robert e con un silenzio di cui solo un ninja poteva essere capace tolse la sicura che bloccava le ruote del letto.
Fissò Paige come per dirle -'' Tieniti pronta...''- e a giudicare dallo sguardo della giovane, ne deduceva che aveva capito.
''... perciò temo che nessuno di voi uscirà da qui, fino a quando questo tale non si sarà deciso a dirmi dove posso trovare le prove che è riuscito a recuperare.''
Balle.
Figurarsi se li lasciava uscire da lì.
Vivi.
Fu in quel momento che Leo spinse il lettino con tutta la forza che aveva in corpo contro l'agente.
Il perfido agente e le sue due body-guard non fecero in tempo nemmeno a vederlo arrivare che finirono a terra.
'' PRESTO, TUTTI VIA!!!''- gridò Donnie correndo verso la porta.
Lo seguirono a ruota tutti i presenti, al massimo della velocità che avevano.
'' PRENDETELI!!!''- urlò Bishop rialzandosi -'' non fateli scappare!!!''

'' Allora?''- fece Don cominciando a spazientirsi.
Si erano separati per avere maggiori possibilità di scappare ed uno dopo l'altro, chi con qualche graffio e chi con qualche contusione, erano arrivati tutti.
Tutti tranne i due Collins.
Stavano tardando... brutto, anzi, bruttissimo segno.
E Leo iniziava ad aver paura che li avessero ripresi.
'' Basta io vado a cercarli...''- fece quando non potè più di aspettare.
Proprio in quel momento, vide uscire una figura alta, magra e con lunghi capelli fluenti al vento correre verso di loro come se avesse il diavolo alle calcagna.
'' CORRI ROBERT, CORRI!!!''- urlò la ragazza voltandosi per l'ennesima volta.
Leo non riuscì a trattenersi e le corse incontro per abbracciarla, sollevato come non mai di vederla ancora viva, seguito a ruota da Mik e Raph ma...
'' AAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!''- Robert aveva urlato.
E da dove si trovavano potevano vedere due uomini che lo prendevano per le spalle ed un terzo che gli afferrava le caviglie.
Mentre lo portavano via riuscì solo a dire -'' Paige, ti prego scappa.. vattene!!!''
La giovane fissò con lo sguardo carico del più terribile degli orrori verso la direzione del fratello, fatto nuovamente prigioniero prima ancora di essere liberato.
'' Oh no...''- borbottò Mik con la voce spezzata.
'' No...''- fece eco Paige ma con maggiore sicurezza.
Scattò in avanti per dirigersi verso l'ingresso dell'edificio.
'' Che fai, no!!!''- gridò Leo afferrandole il braccio. La ragazza inziò subito a dimenarsi.
'' LASCIAMI ANDARE!!!''- urlò con rabbia e disperazione costringendo la tartaruga a mollare la presa sul suo braccio.
Senza dargli nemmeno il tempo di reagire, la ragazza iniziò a correre verso l'ingresso dell'edificio, sotto gli occhi attoniti del gruppo delle tartarughe.
Leo in particolare era il pià atterrito di tutti... Paige, non essendo riuscita nel loro primario intento, ovvero trovare Robert e portarlo in salvo, aveva deciso di rimanere con lui.
Sperò che non andasse proprio così... magari nel giro di pochi secondi avrebbero rivisto i due fratelli riapparire davanti a loro, sani e salvi o per lo meno vivi...
Invece...
L'urlo che lanciò Paige fu così alto che persino Raph sobbalzò.
'' PAIGE!!!''- gridò Leo terrorizzato -'' RESISTI, STO ARRIVANDO!!!''
Fece per raggiungere la ragazza, ma due mani gli bloccarono sulle spalle ed il loro proprietario lo costrinse a salire di forza sul tartacorazzato.
'' PARTI!!!''- gridò Raph -'' DAI, PARTI!!!''
'' DON, NO!!!''- implorò Leo -'' Paige... non possiamo abbandonare Paige e suo fratello!!!''
'' Leo, non abbiamo scelta!''- gli gridò contro Raph spiaccicando il fratello contro una delle panche sul veicolo -''  quelli sono troppi, e noi non avevamo messo in conto che si trattasse di Bishop... non possiamo affrontarlo, ok? Non adesso.''
'' E ti pare una valida ragione per abbandonarla?!?''- urlò ancora il leader combattendo l'impulso di scoppiare in lacrime.
'' Nessuno ha mai parlato di abbandonare nessuno!!!'' - fece Raph combattendo a sua volta l'impulso di tirare un sonoro ceffone al fratello maggiore -'' Senti... torniamo a casa. Facciamo un piano di battaglia, torniamo qui, prendiamo Bishop a calci nel sedere e ci riprendiamo sia Robert che la tua ragazza, d'accordo?''
I suoi fratelli lo fissarono basiti.
Lui, il testa calda per eccellenza parlava di fare piani e strategie di battaglia?
Roba da non credere...
Però era la conferma di una cosa che tutti sapevano da tempo: quando la sorte lo richiedeva bisognava dimostrarsi forti quando qualcuno che è sempre stato forte inizia a vacillare.
Ed era quello che era appena accaduto: il loro leader si era mandato ufficialmente a farsi benedire per lasciare lo spazio ad un ''uomo'' disperato e terrorizzato all'idea di perdere la persona di cui era innamorato.
'' Raph ha ragione...''- si associò Mik -'' riordiniamo le idee e torniamo indietro a prenderli.''
Leo parve calmarsi un po', ma non era tranquillo comunque.
Stavano parlando di Bishop. Un uomo che per ''lavoro'' rapiva e torturava le persone... e per che cosa poi?
Per una sua mania di megalomania nel voler creare una nuova razza di esseri umani perfetti... una malata idea di proteggere il mondo... ricordava ancora quando lui e i suoi fratelli lo avevano incontrato: nemmeno quando Shredder e i suoi lo avevano massacrato fino a farlo volare giu dal tetto di quel palazzo si era sentito così terrorizzato.
E l'idea di vedere i suoi amati fratelli morire in quel modo così atroce lo aveva atterrito ancora di più.
Robert e Paige in quel momeno rischiavano in modo che nemmeno si poteva immaginare: Robert era un giornalista che non solo aveva trovato le prove dei traffici illeciti e degli esperimenti immorali di Bishop, ma poteva anche collegarlo all'omicidio dei loro genitori.
I fratelli Collins erano vittime e testimoni oculari allo stesso tempo... ed ora che sapevano che razza di criminale era l'agente dei servizi segreti che il presidente stimava per avergli salvato la vita durante '' l'invasione aliena'', la notizia era ufficiale: non sarebbero usciti vivi da quel posto.
'' E se fosse troppo tardi...?''- fece Leo asciugando una lacrima che era riuscita ad uscire.
'' Non credo che Bishop la voglia morta... per adesso.''- cercò di calmarlo Don -'' la userà come ostaggio contro Robert.
Paige in cambio delle informazioni che ha raccolto. Elaboreremo un piano prima che succeda.''
Il che voleva dire... che l'orologio camminava veloce.

'' Per piacere...''- lo implorò Robert guardando con occhi terrorizzati la figura inginocchiata della sorella.
Mani legate davanti al petto, un bavaglio con un nodo al centro che le costringeva la bocca... e la canna di una pistola contro la nuca.
'' Ti prego. Lascia libera lei...''- lo supplicò piano. Ormai della sua dignità e del suo orgoglio professionale ed anche della promessa di non mostrasi debole davanti a lui non gliene importava più niente.
Quelle cose non valevano nulla se paragonate al terrore di perdere l'unica persona che gli rimaneva.
Bishop scosse la testa, con un tono ed un' espressione falsamente costernata -'' Temo che sia impossibile. Se la lascio andare mi porta qui la polizia e temo non sia redditizio.''
'' Ti prego...''- tentò di nuovo Robert con gli occhi lucidi -'' lei non... ascolta, non è una minaccia... non sa niente. Quando ho indagato lei non era nemmeno negli Stati Uniti, non le ho detto nulla...''
'' Questo lo dici tu.''- fece Bishop avvicinandosi alla ragazza, accarezzandole la nuca.
Paige provò solo ribrezzo a quel contatto e scosse il capo per sottrarvisi, fissando l'agente con tutto l'odio che le riusciva provare.
Bishop sorrise.
'' Ha avuto la bella idea di venire qui, a cercarti e ciò significa che ha ricostruito i tuoi passi... ergo, qualcosa deve sapere.''
In un certo senso era vero... sapeva che Robert era stato rapito per l'indagine che stava seguendo per far luce sulla morte dei loro genitori, ma non aveva idea di dove si trovassero tutte le informazioni e quindi le prove della colpevolezza di Bishop.
L'uomo le strappò il bavaglio con forza -'' Allora, bella bambina?''- le chiese Bishop carezzandole il viso -'' dove sono?''
'' Non so proprio di che cosa tu stia parlando...''- non era la verità ma nemmeno una bugia.
'' Vedi...?''- Robert sorrise nervosamente -'' Non sa niente... puoi lasciarla andare...''
'' Purtroppo non posso...''- sorrise perfidamente l'agente e con fare teatrale aggiunse -'' la volontà di lasciarla andare ci sarebbe... ma con quello che ha visto stasera mi è del tutto impossibile sia lasciarla libera che fidarmi di lei nel caso prometta di non dire nulla a nessuno.''
Sapevano bene tutti e tre che sarebbe corsa dalla polizia, o meglio ancora, dalle tartarughe per organizzare un salvataggio e una gita di sola andata per Sing Sing per l'agente.
La tirò in piedi bruscamente e la costrinse a camminare davanti a lui. Il suo scagnozzo fece lo stesso con Robert.
I quattro arrivarono in una stanza in cui non vi era nulla... se non una grossa gabbia al centro.
Bishop ne aprì la porta ed una volta liberatele le mani, la spinse dentro senza il minimo riguardo. Subito dopo chiuse il chiavistello.
Istintivamente, la giovane si afferrò alle sbarre della gabbia cercando di smuoverle per aprire la prigione in cui era costretta.
'' Ti consiglio vivamente di lasciarci andare, psicopatico...''- lo minacciò la ragazza con un' espressione di odio puro in viso.
Bishop rise -'' Altrimenti che fai? Mi manderai contro i tuoi amici rettili? Francamente, non credo tu interessi loro così tanto visto che non si sono nemmeno premurati di controllare se sei ancora viva.''
Paige non gli diede corda.
Leo non li avrebbe mai abbandonati nelle mani di quel pazzo furioso.
Sarebbero tornati. Di sicuro. E li avrebbero tirati fuori da lì, entrambi.
'' Ed ora veniamo a te...''- fece Bishop rivolto a Robert -'' hai novantesei ore di tempo, per decidere cosa vuoi fare... se decidi di collaborare, tua sorella esce da qui, con le sue gambe... in caso contrario, vi ucciderò tutti e due.
Prima lei, poi te.''
Robert lo guardò supplicante.
'' No... non puoi... PAIGE!!!''- gridò disperato mentre il tirapiedi di Bishop lo trascinava via.
Bishop sorrise alla ragazza mentre questa si era aggrappata nuovamente alle sbarre.
'' Non hai idea del guaio in cui ti sei cacciato, ho paura per te sai?!?''- il rumore della porta metallica che si chiudeva coprì la minaccia.
Una volta rimasta sola la giovane si accoccolò in un angolo della gabbia in cui Bishop l'aveva fatta rinchiudere come se fosse stata un animale feroce cercando di stare comoda più che poteva.
La sua idea era quella di non abbattersi e di farsi confortare dai raggi della luna.
Qualsiasi cosa sarebbe accaduta... non doveva dare soddisfazione a Bishop. Presto Leo sarebbe tornato con un piano e assieme ai suoi fratelli... li avrebbero salvati.
L'unica cosa che la terrorizzava era il non sapere dove si trovava Robert e cosa gli stessero facendo...
Non poteva fare altro che sperare e pregare per un miracolo.
Quella notte nessuno avrebbe dormito.

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Capitolo 9
*** Un subdolo ricatto ***


~Vi chiedo mille volte scusa per l'increscioso ritardo. Oltre ai problemi tecnici con l'editor quest'anno ho dovuto affrontare l'esame di maturità e allo stesso tempo far fronte ad un grave lutto che ancora mi fa malissimo.
E vi chiedo scusa se questo capitolo non è un granchè.
Detto questo... divertitevi e siate clementi.

'' Quel che mi dite è terribile...''- borbottò Splinter rivolto ai suoi figli, seduto sul divano di April.
Le tartarughe erano tornate all'appartamento di April con la morte dipinta in volto con grande sconcerto di April e Casey che si aspettavano di vederli si malconci, ma vittoriosi.
Ed il loro sconcerto raggiunse i massimi livelli quando notarono l'assenza di Paige.
Poi... la drammatica notizia.
Paige era stata rapita ed ora era prigioniera assieme a Robert.
E non di un comune delinquente, di un boss mafioso o di chissà chi...
Paige e Robert erano prigionieri di Bishop.
L' uomo che era secondo a pericolosità soltanto a Shredder.
In breve la paura, il dolore della perdita, la rabbia... ed uno strano senso di morte interiore si era impossessato di tutti loro.
Ed anche di fallimento...
Leo non riusciva a smettere di fissare il vuoto davanti a se... aveva fallito in tutto e per tutto: non aveva mantenuto la promessa fatta a Paige, ovvero di riportarle suo fratello sano e salvo e non era nemmeno riuscito a proteggerla.
Aveva permesso che la catturassero.
Invano il suo maestro e i suoi fratelli avevano tentato di convincerlo che non era una sua responsabilità...
'' Non potevi prevedere cosa sarebbe successo.''
'' L' avevi gia salvata due volte...''
'' Non sei onnipotente... non puoi sempre farti carico di tutto e tutti da solo...''
'' Inoltre, è Paige ad aver preso questa decisione...''
Una decisione suicida e coraggiosa allo stesso tempo, che agli occhi di Leo l'aveva resa ancora più straordinaria di quanto non lo fosse di gia, per lui.
Aveva avuto la possibilità di mettersi in salvo... e l'aveva puntualmente gettata alle ortiche per rimanere accanto al fratello.
E come biasimarla?
Chiunque di loro avrebbe fatto la stessa scelta se ne avesse avuto la possibilità.
'' Ok, vediamo di ricapitolare...''- fece April dopo aver portato un succo d'arancia per tutti i presenti -'' Bishop ha ucciso i genitori di Paige e Robert... Robert da grande ha indagato...''
''... e quando Bishop ha scoperto che Robert poteva farlo arrestare, ha cercato di rapirlo ed è stato costretto a rapire anche Paige perchè poteva essere una testimone.''- concluse Don.
All'inizio il piano era riuscito solo a metà.
Paige libera, Robert prigioniero... ma adesso che importava?
Paige era stata presa in ostaggio da Bishop... un uomo che vedeva minacce aliene dappertutto... pericoli anche nella persona più inoffensiva che ci poteva essere... ricordava ancora quando li aveva presi in ostaggio per le sue manie di grandezza e '' protezione del genere umano''.
E prima di loro, altri avevano sofferto pene atroci prima di soccombere o di essere trasformati in creature rivoltanti che esistevano solo negli incubi.
Loro furono fortunati, perchè Splinter, April e Casey si erano accorti appena in tempo della loro scomparsa ed erano riusciti a rintracciarli e salvare loro la vita per il rotto della cuffia.
'' Pensate che i loro genitori fossero altre sue vittime?''- chiese Mik.
Don fece cenno di no con il capo.
'' No... questo lo escluderei...''- fece il genio con una sicurezza insolita persino per lui -'' Bishop voleva far sembrare la morte dei signori Collins una tragica fatalità... solo che non capisco perchè.''
Era davvero inspiegabile... in genere le persone prese di mira da Bishop morivano dopo atroci torture e nel caso non fossero decedute erano diventate degli orridi mostri senza più ricordi della loro vita da umani... invece aveva deciso di mascherare l'omicidio dei coniugi Collins con un incendio colposo.
Vi era una sola spiegazione per giustificare questo cambio di modus operandi.
'' Robert non era il primo ad aver indagato su Bishop.... secondo me è per questo che i loro genitori sono morti.''- fece April. Tutti furono d'accordo con lei.
Leo non diceva niente.... tutto quello che poteva fare, tutto quello a cui riusciva a pensare.... era la sua povera Paige, rinchiusa nel laboratorio di quel pazzo furioso.
'' E se l'avesse gia uccisa?''- non potè fare a meno di pensare.
Scacciò subito quel pensiero.
No... no... no... lei era viva. Doveva essere viva.
'' Ti troverò...''- promise a se stesso guardando la luna -'' ovunque tu sia.''
Nemmeno Leo e la sua famiglia avrebbero dormito quella notte.

Come aveva promesso a se stessa quella notte non aveva dormito. Non ci aveva nemmeno provato.
Aveva troppa paura di quello che sarebbe potuto succedere in caso si fosse addormentata.
Ed era terrorizzata all'idea che suo fratello fosse nelle mani di quel pazzo. Chissà se stava bene... se aveva avuto almeno la pietà di dargli qualcosa da mangiare... possibilmente non avvelenato. O peggio.
'' Ti prego Robert... non cedere per salvare me...''- non doveva. Consegnare a quel viscido tutto il lavoro che aveva fatto per raccogliere le prove che gli servivano per consegnare alla giustizia colui che li aveva condannati fin da piccoli a separarsi dall'amore e dall'affetto di loro padre e della loro madre.
Dopo tanti anni, finalmente era riuscito a rimettere insieme tutte le tessere del puzzle... no, non doveva cedere per salvare lei... salvare poi...
Bishop, anche se avesse ottenuto ciò che desiderava, non li avrebbe più fatti uscire vivi.
Vi era una sola cosa che poteva fare.
Riporre le proprie speranze in un miracolo.
Un miracolo che portava il nome di Leonardo.
In quel momento la porta della sua prigione si aprì.
Lei scattò subito in piedi e fissò lo sgradito ospite a muso duro.
'' Buongiorno, principessina...''- la salutò Bishop con un sorriso falso ai limiti dell'impossibile -'' ti ho portato da mangiare.''
'' No, grazie.''- borbottò lei tra i denti.
'' Dovrai pur mangiare, prima o poi.''- ribattè lui buttando nella gabbia una pagnotta.
'' E chi l'ha detto?''- lo sfidò la ragazza con un coraggio che non credeva fosse suo -'' per principio, io non accetto niente offerto da chi ha fatto del male alla mia famiglia. Dov'è mio fratello?''
Bishop sogghignò -'' Sta bene... fino allo scadere del tempo che vi ho concesso non gli sarà  torto nemmeno un capello. Se prende la decisione sbagliata morirà. E tu con lui.''
Paige sussultò.
Lo sapeva che sarebbe finita così... aveva programmato tutto.
Ogni finale alternativo della storia l'aveva gia previsto e manipolato a suo piacimento.
Ed era per questo che sapeva che anche se Robert avesse deciso che sua sorella era più importante della sua giustizia, non vi era modo che lei e suo fratello potessero uscire vivi da quel posto infernale.
A meno che Leo e le tartarughe non intervenissero in loro soccorso.

Alla fine aveva prevalso la preoccupazione per i due Collins sul buonsenso.
Le tartarughe, appena le tenebre furono calate, fecero ritorno all'edificio in cui erano tenuti prigionieri i fratelli Collins.
Il piano era semplice.
Prendere i due ragazzi e portarli in un posto sicuro. Quella notte stessa li avrebbero portati alla casa di campagna di Casey, nel New Hampshire, un posto di cui solo sette persone conoscevano l'esistenza.
Una volta che Paige e Robert sarebbero stati dichiarati fuori pericolo, loro quattro avrebbero fatto ritorno a NY... e avrebbero dato a quel pallone  gonfiato una lezione che non si sarebbe più dimenticato per moltissimo tempo.
Leo fu il primo a scendere dal furgone.
Respirò a pieni polmoni ed anche se non era mai stato un tipo molto religioso, in quel momento avrebbe voluto avere una croce da stringere per pregarLo di aiutarli a salvare sia Paige che suo fratello.
Era teso come una corda di violino.
D'altronde come poteva non esserlo? Era la donna che amava e suo fratello.
Non poteva permettersi di perdere lei e nemmeno di lasciar morire lui, per evitarle questo dolore.
Curioso che come l' affinità che li univa si trovasse proprio nelle loro paure più profonde.
'' Ok...''- fece Raffaello sfregandosi le mani -'' andiamo.''
Entrarono dalla porta principale.
Era tutto un po' troppo tranquillo considerato che avevano due prigionieri ed erano consci della possibilità che sarebbero tornati a prenderli.
'' Ed ora come li troviamo?''- fece Mik.
Presto detto.
Da una porta uscì un soldato che pareva portare un vassoio e che si allontanò.
Il vassoio era ancora carico.
'' Ragazzina viziata...''- borbottò il soldato tra i denti.
'' Brava Paige...''- sorrise Leo -'' evita di farti avvelenare e rimani viva...''- appena il soldato fu abbastanza lontano fece cenno di avvicinarsi alla porta da cui era uscito.
'' Lasciate fare a me...''- fece Raph estraendo uno dei suoi sai.
Infilò la punta nella serratura e la fece scattare.
La porta si aprì pochi secondi dopo.
All'interno della stanza non vi era niente se non un' enorme gabbia, tipo quelle usate al circo per i leoni.
Al suo interno vi era una figura accartocciata su se stessa.
'' Paige...?''- la chiamò piano Leo.
La figurina iniziò a muoversi.
'' Leo...''- fece Paige alzandosi dal suo immaginario giaciglio nella gabbia ove Bishop l'aveva fatta rinchiudere nemmeno fosse stata un animale selvatico -'' Leo... Leo... ragazzi, sono qui!''
I mutanti si precipitarono alla gabbia, ma solo Leo si aggrappò alle sbarre per dare alla ragazza un bacio, che seppur a stampo, era molto passionale.
'' Stai bene?''- le chiese Leo sentendo le lacrime di sollievo, paura e gioia invadergli gli occhi color nocciola.
La ragazza annuì.
'' Lo sapevo che sareste tornati...''
'' E che pensavi, che ti avremmo lasciata sola con quell'esaltato?''- fece Don armeggiando con la serratura.
Finito il momento di gioia per essersi riunita ai suoi amici e... si lo ammetteva, al suo Leo, però la preoccupazione tornò a mangiarsela viva.
Suo fratello non era con loro.
'' E Robert? Non avete visto Robert?''- domandò la ragazza.
Una voce tristemente conosciuta alle spalle dei mutanti li fece sobbalzare.
'' Calmati...''
Bishop era entrato nella cella- gabbiotto  con un paio di soldati alle loro spalle.
Loro.... perchè davanti a se, tenendolo fermo per una spalla, vi era il giovane Robert.
Mani legate dietro alla schiena e un bavaglio annodato in modo che il giovane mordesse il nodo, intorno alla bocca.
'' Tu...''- fece Raph pieno di rabbia e voglia di prendere l'agente a calci... e perchè no, anche di piantargli uno dei suoi amati sai nel punto in cui in teoria era posizionato il cuore.
'' Dammi una valida ragione per cui non dovrei invertire i ruoli...''
L'uomo, in risposta, avvicinò un Robert che non faceva che divincolarsi a se, trattenendolo per la vita e gli puntò alla gola un bisturi.
Il sangue dei presenti si gelò.
Paige si sentì ad un passo dal collasso.
'' NO! TI PREGO NO!''- E così anche lei aveva infranto la sua promessa di non supplicare mai quell'essere odioso.
'' Questa è una valida ragione, secondo te, Raffaello?''- fece Bishop disegnando cerchi immaginari sulla pelle del collo di Robert, con il bisturi.
Le lacrime iniziarono a rigare il viso della ragazza.
'' Raph... ti imploro...''- fece giungendo le mani come se fosse una preghiera -'' non fare pazzie... ti prego...''
La visione di quel volto disperato e coperto di lacrime fu l'unica cosa che convinse Raph a desistere... più di qualunque ramanzina che suo fratello o suo padre avrebbero potuto dargli per convincerlo a desistere.
'' Ma che gentiluomo... devo dirtelo Paige, te li sai scegliere davvero bene gli amici.''
Leo si frappose tra i fratelli e lo scienziato.
'' Bishop... pensa attentamente a quello che fai...''- lo ammonì il leader -'' con Alfred Collins e signora te la sei cavata con la storiella dell'incendio... ma se dopo dieci anni vengono ritrovati cadaveri anche i figli, non credo che ne uscirai pulito.''
'' Forse hai ragione...''- fece lo scienziato. Per un breve attimo, la convinzione di essere riusciti a far ragionare il perfido agente aleggiò nell'aria.
Giusto per una frazione di minuto.
Per poi trasformarsi in vivo terrore.
'' Ma in fin dei conti siamo a New York...''- fece l'uomo -'' e francamente non ci sarebbe niente di sospetto per le autorità se uno de due venisse trovato morto per strada senza portafoglio o cellulare. Sarebbe uno dei tanti casi di omicidio causale, irrisolti nell'archivio della polizia.''
I mutanti avrebbero voluto ucciderlo, ma dovettero ammettere che in quel caso aveva ragione.
New York era piena di delinquenti e come tutte le grandi città nessuno si sarebbe stupito se i giornali avessero comunicato la notizia di un omicidio per rapina.
Aveva studiato proprio tutto.
'' Però...''- Bishop parve ripensarci -'' avete ragione... ucciderli entrambi sarebbe poco prudente... avanti scegliete.''
I mutanti, la ragazza e suo fratello sgranarono gli occhi dal terrore, pregando ogni santo in cielo di non aver capito bene.
'' C-C-C- Cosa...?''- balbettò Donatello pallido come un morto.
Bishop rise maleficamente.
'' Avete capito benissimo.''- ribadì l'agente -'' ne risparmierò uno. Uno va... l'altro muore.''
'' SEI PAZZO?!?''- urlò Mik in preda al panico -'' Non puoi chiederci di decidere chi vive e chi muore... sei solo un pazzo!''
'' Si, non è la prima volta che mi chiamano così...''- fece lui con nochalance -'' ma le cose stanno così. O voi ne salvate uno o deciderò io...''
In quel momento uno dei soldati puntò un fucile alla testa di Robert.
L'altro fece altrettanto con Paige.
Leo le si parò prontamente davanti per proteggerla.
'' Paige dunque, avete deciso?''- fece malignamente l'agente.
La ragazza lo supplicò con le lacrime agli occhi -'' No, ti prego!''- poi passò a implorare Leo -'' Ti prego... salvagli la vita...''
'' Non servirebbe...''- fece Leo sottovoce -'' sta bluffando... ''
Bishop rise.
Non era tanto per vedere chi dei due avrebbero sacrificato per salvare l'altro... ma per vedere la paura e il terrore sulle loro facce.
Questo soprattutto gli dava gioia.
'' Ebbene?''- fece sfregando la lama del bisturi contro la gola di Robert causandogli un piccolo graffio e strappandogli un gemito di dolore -'' chi avete scelto?''
Salvate lei... dicevano gli occhi di Robert.
Salvategli la vita... la voce di Paige che supplicava in lacrime rimbombava nelle loro teste.
Se non fosse stato per la soddisfazione che gli avrebbe dato, Leo si sarebbe messo a urlare per la disperazione.
Ma non potè fare a meno di pensare - '' Dio, ma quanto è ingiusto il mondo.''
Se salvava Robert... avrebbe perso la sua amata per sempre... se avesse salvato lei e condannato lui, l'avrebbe persa lo stesso.
In ogni caso avrebbero avuto una vita umana sulla coscienza e nessuna garanzia che l'altra sarebbe stata risparmiata.
E la cosa pareva divertire quel bastardo... oh, se lo divertiva...
'' Il tempo scorre...''- fece di nuovo l'agente.

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Capitolo 10
*** Un rifugio sicuro ***


~Le scelte erano il vero ritmo con cui la vita di ogni essere umano veniva scandita.
Prendere il bivio di destra anzichè quello di snistra poteva significare rimanere imbottigliati nel traffico, come poteva voler dire  arrivare a destinazione con largo anticipo.
Ogni scelta aveva una sua normale conseguenza.
Ma in nome del cielo... le tartarughe avrebbero di gran lunga preferito dover segliere di fare i turni delle odiate pulizie  vita natural durante o ascoltare una delle interminabile conferenze filosofiche di Splinter, piuttosto che fare una scelta del genere.
Bishop esigeva che uno dei due fratelli venisse giustiziato.
Giustiziato?
Assassinato, era la parola giusta.
Era gia incocepibile che il sistema giudiziario di molti paesi, inclusi gli USA, ritenesse giusto uccidere per dimostrare che uccidere era sbagliato... ma qui si trattava di far uccidere due persone innocenti.
Un uomo che aveva fatto della ricerca delle verità la propria ragione di vita, e la sua sorellina di appena sedici anni.
Loro quattro dovevano scegliere chi doveva essere risparmiato e chi invece doveva morire...
In quel momento, Leo desiderò essere con tutte le sue forze al posto di Robert... allora si che la scelta sarebbe stata più semplice.
Avrebbe scelto da solo... si sarebbe fatto uccidere al posto di Paige.
Vero, non avrebbe avuto nemmeno in quel caso la certezza che la sua amata avrebbe vissuto, ma sarebbe stato sicuramente meglio che sopravviverle anche solo per pochi minuti.
'' Mettiamola in questo modo...''- li torturò ancora l'agente -'' se nel giro di un minuto non mi fate il nome di chi avete scelto di salvare... moriranno entrambi.''
Gli occhi di Leo si ridussero a due fessure -'' Non importa quale nome faremo... li uccideresti tutti e due.''
'' Questo non lo puoi sapere, caro Leonardo...''- lo sbeffeggiò Bishop -'' andiamo, non è difficile... non vorrai mica condannare a morte la tua bella. O sbaglio?''
A quel punto, fu Robert a non poterne più.
A fatica riuscì a liberarsi la bocca.
'' Basta... in nome del cielo, ti supplico... basta...''- fece il giornalista respirando a fatica -'' è con me che ce l'hai... scelgo io. Uccidi me, ma lascia libera lei.''
I mutanti sgranarono gli occhi per il terrore e la sopresa.
'' Robert, sta calmo... adesso risolviamo tutto...''- fece Raph allungando un braccio per implorarlo di non prendere decisioni affrettate.
'' ROBERT, TI PREGO, NO!!!''- urlò Paige aggrappandosi alle sbarre lasciando scappare due lucciconi.
Robert le sorrise tristemente, ma con affetto.
'' L'affido a voi... abbiatene cura...''- dopo di che, chiuse gli occhi pronto ad affrontare la morte.
'' Beh...''- fece Bishop -'' la scelta è fatta. Fucilere. Procedi.''
In quel momento, per i quattro mutanti e la ragazza fu come essere morsi da una sanguisuga.
Non potevano fare niente, nemmeno scattare per cercare di reagire per timore che l'altro soldato facesse fuoco anche su Paige a discapito della '' parola d'onore'' del suo capo.
Dietro di loro, anche se respirava, parlava e piangeva, un' altra persona moriva silenziosamente.
Paige ebbe la sensazione di essere stata veramente morsa da una sanguisuga. Sentiva che le energie la stavano abbandonando poco a poco.
Così come la voglia di vivere.
Piangeva in silenzio, senza singhiozzare, ma Leo poteva giurare di aver sentito il rumore di qualcosa che cadeva e si spezzava.
Un rumore erano certo l'anima e il cuore della ragazza.
Ma anche il suo cuore si era rotto.
Ora aveva la speranza di salvare la sua Paige ma a che prezzo? Non gli aveva riportato il fratello, come le aveva promesso... l'aveva delusa.
E questo, anche dopo mille secoli... non se lo sarebbe perdonato.
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!!!!
'' AH!''- fece Paige cadendo all'indietro.
Il fucilere sparò un colpo che centrò in pieno il suo compagno e Bishop fu costretto a lasciare andare il giornalista.
'' Che è successo?''- fece l'agente sinceramente sorpreso.
Ma non fece in tempo a dire altro che...
'' Ah!''- cadde a terra privo di sensi.
'' Karai?!?''- fecero in coro le tartarughe e i due fratelli.
Nel frattempo, Raph aveva aiutato il giovane Robert a tirarsi su e adesso stava tagliando le fascette da elettricista che gli serravano i polsi.
La kunoichi aveva in mano un taser ed era ancora caldo.
'' Tranquilli... è vivo. Purtroppo.''
Raph sgranò gli occhi per la sorpresa -'' Dovrai farti vedere da qualcuno cara signorina... questa è la prima cosa che dici e nella quale siamo perfettamente concordi.''
Robert rise nervosamente... e così sua sorella e il resto del gruppo.
'' Paige, fai due passi indietro... questo farà scintille.''- fece Donatello avvicinandosi alla porta della gabbia con qualcosa che somigliava ad un orologio da polso.
Paige obbedì e Donatello sistemò l'orologio sulla porta.
Quando il timer arrivò a zero, causò una piccola esplosione che fece scattare l'apertura della porta.
Paige uscì fuori di corsa e la prima cosa che fece fu quella di precipitarsi tra le braccia del suo amato fratellone.
'' Stai bene?''- fece prendendogli il viso con le mani ancora tremanti per la paura.
Robert annuì.
'' Non sai che paura ho avuto...''
'' Piuttosto...''- fece Leo rivolto a Karai -'' come mai sei qui?''
'' E me lo chiedi pure, principe azzurro dei miei stivali?''- fece la donna -'' Nessuno mi dava più notizie così sono andata a trovare la vostra amica... e mi ha detto della vostra idea. Ho pensato aveste potuto avere bisogno di aiuto.''
Leo arrossì fino alla punta dei capelli ( ovviamente si fa per dire! -nd autrice) nel sentirsi chiamare '' Principe azzurro'', ma fu costretto ad ammettere che era vero.
In fin dei conti... non aveva condotto una crociata con un piano molto incerto, solo per avere il sollievo di riavere al suo fianco la ragazza di cui aveva capito essersi innamorato?
'' Per quanto mi costi ammetterlo...''- fece Raffaello -'' il tuo intervento ha salvato sia Paige che Robert.''
Karai parve sollevata nel sentire quelle parole.
In quel momento Bishop iniziò a riprendere i sensi.
'' Lasciamo i convenevoli a più tardi...''- propose Donatello -'' tra poco qui non sarà tanto tranquillo.''
Parvero tutti d'accordo.
Iniziarono a correre verso l'uscita del palazzo, mentre Bishop lanciava maledizioni su di loro e ordinava ai soldati presenti nell'edificio di riprenderli.
Stavolta però non potevano rischiare... Non avrebbe avuto alcuna pietà.
Non che ne avesse mai avuta molta, del resto...
Ad ogni modo riuscirono ad uscire da quel luogo infernale, ma proprio quando sembrava che potessero tirare un agognato sospiro di sollievo, due rumori squarciarono il silenzio della notte.
Uno era un fulmine.
L'altro....
BANG!
'' Ah...''- pardon, tre rumori squarciarono il silenzio della notte.
Paige si voltò. Per la seconda volta la stretta della mano del fratello attorno alla sua si era fatta più debole.
Quando si voltò, vide il fratello steso sullo stomaco, a terra con un foro di proiettile nel fianco destro.
'' Robert... ROBERT!''- sinprecipitò su di lui, seguita a ruota da Leo.
Il ninja gli poggiò due dita sul collo e la rassicurò -'' E' ancora vivo.''
'' N-N-N- non lo lascio qui stavolta...''- fece lei con voce rotta.
Leo la prese per le spalle rassicurandola -'' E io non abbandonerò te. Non abbandonerò nessuno dei due... andiamo.''- nel dir così prese il giovane semi svenuto e se lo caricò sul guscio.
'' DAI FORZA!''- li incitò Raph aiutando Leo a caricare il ragazzo ferito a bordo del tarta-furgone -'' Coraggio Paige''- fece poi aiutando anche la ragazzina a salire.
'' UCCIDETELI TUTTI!!!''- urlò Bishop ai suoi cercando raggiungerli.
Ma poco prima che i suoi soldati potessero aprire il fuoco, i portelloni del mezzo di trasporto delle tartarughe si chiusero e il furgone scattò via ad una velocità folle.
'' MALEDIZIONE!!!''- inveì Bishop contro i suoi, fuori di se per essersi fatto scappare dalle mani l'uomo che aveva le prove per incastrarlo e sua sorella, che ormai sapeva troppo persino nella sua beata innocenza di bambina.
Poi parve calmarsi -'' Pattugliate le strade. Trovateli e uccideteli.''
In quel momento scoppiò un violento temporale.

'' Robert, come stai, mi senti...?''- fece Paige chinandosi sul fratello steso per terra tamponando la sua ferita con un asciugamano.
Dal canto suo, Robert teneva gli occhi socchiusi, in un bagno di sudore, lamentandosi in silenzio per la ferita.
Donatello aveva incaricato il fratello dalla benda rossa di guidare, per potersi occupare del giovane, in quanto era l'unico tra i presenti che avesse la minima idea di dove mettere le mani per medicarlo.
Paige si spostò e passò ad asciugare la fronte  madida di sudore di Robert.
'' Vediamo...''- fece Don strappando la camicia di Robert per vedere meglio la ferita. Robert gemette subito.
'' Il proiettile è ancora dentro''- fece il genio riprendendo a tamponare -'' ha perforato l'addome sul lato destro, ha perso e continua a perdere molto sangue... non ne ho la certezza, ma potrebbe aver danneggiato un rene.''
Karai non era meno preoccupata degli altri.
In fin dei conti... Robert era anche suo amico.
'' Che dici, si salverà?''
Don prese una bottiglietta d'acqua da piccolo frigorifero a bordo del furgone e gli avvicinò la bottiglia alla bocca per farlo bere, aiutato anche dalla sorella del ragazzo.
'' Lo spero... lo visiterò meglio alla fattoria. Lì avrò qualche cosa per estrargli il proiettile. Non preoccuparti Paige... sistemeremo tutto.''
Leo prese Paige per le spalle conducendola con sè a sedere sulla panca.
'' Andrà tutto bene...''- fece lui con voce calda e rassicurante stringendola forte per tentare di scaldarla -'' abbi fiducia... il mio fratellino se la cava bene.''- nel dir così le depositò un affettuoso bacio sui capelli cercando di cullarla e farla stare tranquilla.
Sentiva il rumore dei suoi pensieri e del suo cuore... paura, rabbia, odio, stanchezza... odiava vederla così e nemmeno il pensiero di sapere Robert nello loro mani, finalmente al sicuro lo tranquillizzava.
Era ferito e a sentire Donatello la situazione era anche molto grave... ma Donatello si era sempre dimostrato un ottimo ingegnere ed anche come medico si difendeva abbastanza bene.
Questo gli dava motivo di essere ottimista e di trasmettere l'ottimismo anche alla piccola Paige.
Bishop aveva solo una cosa di cui essere grato a se stesso... di non averla toccata. Ma anche non avendola ferita in quel modo... aveva inferto a lei e suo fratello i dolori peggiori che si potevano immaginare.
E per questo avrebbe pagato.
Poco dopo arrivarono nella fattoria nel New Hampshire.
Donatello e Michelangelo si occuparono di sorreggere Robert per aiutarlo a scendere, mentre Raffaello cercava di ripararli come poteva con una coperta.
Leo si occuprò di portare Paige al riparo come meglio poteva.
'' Figli miei!''- Splinter spalancò la porta di casa per andar loro incontro, a discapito della pioggia battente, seguito a ruota da April e Casey.
Si stupì nel vedere Karai con loro, ma non era preoccupato di lei in quel momento.
'' Che è successo?''- chiese la rossa notando l'espressione sofferente di Robert.
'' Quel damerino da due soldi di BIshop gli ha sparato...''- spiegò Karai senza velare il disprezzo per quell'uomo.
'' Oddio...''- fece Splinter sbiancando -'' ma voi come state? Nessun'altro è ferito?''
I mutanti fecero cenno di no con la testa.
'' Venite, mettiamoci al riparo dentro casa...''- propose Casey.
Nessuno se lo fece ripetere due volte.
Nessuno di loro aveva studiato medicina o per lo meno non in maniera approfondita, ma erano tutti dell'avviso che a Robert non sarebbe giovato essere curato sotto la pioggia battente.
Si preannunciava un'altra notte insonne.
La buona notizia era che almeno erano tutti insieme ed erano al sicuro.
Almeno per ora.

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Capitolo 11
*** Una notte movimentata ***


~Che i presenti ricordassero non avevano mai assistito ad un temporale così violento in tutta la loro vita.
Lampi, tuoni, e l'acqua veniva giù dal cielo incessantemente. Sembrava di essere coinvolti nel secondo diluvio universale.
Casey era riuscito a far funzionare il televisore ( alla vecchia maniera): le previsioni del tempo avevano annunciato lo stato di allerta e consigliato a chiunque di non uscire e meno che mai prendere un mezzo di trasporto ed avventurarsi fuori casa.
Ciò portava due notizie. Una buona e una cattiva.
La buona notizia era che malgrado Bishop non avrebbe rinunciato tanto facilmente a dar loro la caccia, adesso avrebbe avuto serie difficoltà a rintracciarli. Persino Madre Natura aveva manifestato il suo profondo scontento per il proposito dell'agente governativo del dare la caccia ai due Collins e alle persone che si stavano prodigando per aiutarli.
La cattiva...
'' Non possiamo portarlo all'ospedale, con questo tempo.''- Donatello era riuscito a portare il giovane Robert in una delle stanze al piano di sopra e l'aveva disteso sul letto.
Dopo aver pulito la ferita potè constatare che fortunatamente il proiettile si era fermato prima di poter toccare organi vitali e finalmente l'emorragia si era arrestata.
E fortunatamente, gli amichetti di Bishop avevano usato un' arma normale.
Se per caso avessero usato un'arma della Federazione o dei Triceraton, Robert sarebbe sicuramente morto sul colpo.
Ma questo non voleva certo dire che la situazione non fosse grave, anzi. Estrarre la pallottola significava provocare una nuova emorragia, ma lasciarla dove si trovava era come condannarlo a morire a causa della febbre e dell'infezione.
'' In poche parole ce la dobbiamo sbrigare da noi...''- fece Leo non meno preoccupato degli altri. La situazione era chiara : in mancanza della possibilità di poter portare il giornalista all'ospedale sarebbe toccato a loro il compito di lavare la ferita.
O meglio, sarebbe toccato a Donatello, visto che lui era l'unico tra loro che fin da piccolo era appassionato di trasmissioni mediche in televisione e che tra i suoi tanti libri aveva letto anche dei manuali di medicina.
Ma leggere nozioni mediche a scopo documentativo era una cosa... metterle in pratica era tutto un altro paio di maniche.
Mettersi a operare un uomo con una pallottola nel fianco senza quel che si definiva '' un'adeguata preparazione'' già lo inquietava... ma il sapere che avrebbe dovuto farlo senza gli strumenti necessari e senza uno straccio di anestetico stava contribuendo a farlo andare nel panico.
Si diede mentalmente uno schiaffo per tornare in sè. Paige era una sua amica. E su quel letto, in un bagno di sudore e sangue c'era suo fratello.
Le avevano promesso che l'avrebbero riportato a casa sano e salvo e dovevano mantenere quella promessa.
'' Si esatto...''- fece Don -'' April, servono asciugamani, bende ed anche un coltello. Portami anche un paio di pinze, se le trovi.''
La rossa non se lo fece ripetere due volte e due tartarughe, Casey e Karai uscirono dalla stanza per permettere alla tartaruga dalla benda viola di lavorare in pace e soprattutto per non dargli la sensazione di essere sotto il tiro di un plotone di esecuzione.
A parte Donatello, erano rimasti Leonardo e Paige nella stanza.
Paige quasi sussultò quando la sua mente riuscì a mettere a fuoco quello che sarebbe successo di lì a poco.
E visto che Leo le era arrivato dietro per sostenerla, immaginava di avergli dato l'impressione di star per svenire.
'' Non occorre che tu stia qui...''- fece il leader cercando di allontanarla per condurla dagli altri.
Niente.
Paige pareva aver messo le radici nel posto in cui si trovava.
'' Devo invece...''- fece lei con un tono di voce talmente flebile che nemmeno lei fu sicura di aver pronunciato qualche parola -'' glielo devo.''- con più decisione.
Leo si scambiò un' occhiata con Donatello, il quale annuì.
'' Ma tu vai se vuoi...''- fece Paige avvicinandosi al fratello per stringergli una mano per tranquillizzarlo.
Leo scosse la testa con decisione.
Malgrado fosse evidente che stesse ordinando a sè stessa di rimanere vigile, di non cedere e soprattutto di somagliare per immobilità ad una montagna, Leo preferiva non lasciarla sola per sostenerla nel caso la ragazza avesse ceduto.
In quel momento rientrò April.
'' Ecco...''- fece la rossa -'' ho portato anche qualcosa per l'anestesia... ma l'unico alcool che ho trovato è per i dolci.''
Donatello scosse la testa -'' Andrà bene... Paige, faglielo bere un po' per favore...''- fece la tartaruga alzando il giornalista per farlo bere.
Paige obbedì e gli avvicinò la bottiglia alla bocca.
Robert ne mandò giù un paio di sorsi.
Poi venne ridisteso sul fianco sano.
'' Stringi forte.''- gli ordinò poi il viola mettendogli un fazzoletto tra i denti.
Dopodichè prese il coltello e lo disinfettò con l'alcool che aveva funto da anestetico.
Prese un respiro profondo e si affidò a tutti i santi del calendario di riuscire.
April raggiunse gli altri, per evitare di mettere l'amico sotto pressione, più di quanto gia non fosse di suo.
'' Non odiarmi per favore...''- fece rivolto sia a Paige che a suo fratello.
Insinuò lentamente il coltellino nella ferita, cercando di fargli il meno male possibile, alla ricerca del proiettile.
Robert strinse la mano della sorella così forte da  fargli temere di stritorarle la mano, strabuzzò gli occhi dal dolore e morse il fazzoletto che stringeva tra i denti, per non gridare disperatamente.
Donatello fu tentato di sospendere l'intervento artigianale e fu solo il pensiero costante della promessa in cui lui e la sua famiglia si erano impegnati a non farlo demordere dal suo obiettivo.
Trovare il proiettile, rimuoverlo, pulire la ferita ed evitare che ricominciasse a sanguinare.
'' Coraggio Robert... coraggio. Devi vivere, capito? Per tua sorella.''
Robert parve aver sentito le parole della tartaruga perchè nello stesso momento in cui Donatello formulò tale pensiero, le urla soffocate del reporter si calmarono un poco.
Questo tranquillizzò sia Paige, sia Donatello che continuò a lavorare sino trovare la pallottola.
Quando la vide notò che si era fermata vicino al rene.
Lo aveva per poco sfiorato e non aveva fatto grandi danni... ma estrarlo non era per niente semplice. Soprattutto a causa del fatto che in quel momento ad operare c'era un ingenere che si improvvisava chirurgo.
'' Coraggio...''- fece la tartaruga dalla benda viola per farsi forza. Insinuò nuovamente il coltellino ed aggiunse un paio di pinze con le quali prese il proiettile che l'aveva ferito e tirò, strappando un urlo disperato a Robert.
Poi fu Paige a gridare.
'' ROBERT!!!''- nello stesso momento in cui la pallotta venne tirata fuori, il giovane reporter chiuse gli occhi, lasciando la presa sulla mano della sorella e lasciando andare i fazzoletto che stringeva in bocca.
Donatello, con l'aiuto di Leonardo, lo fece distendere e gli mise due dita sul collo.
Sospirò sollevato.
'' E' svenuto e ha i valori un po' alterati, ma credo sia solo a causa della perdita di sangue e per la febbre.''
'' Guarirà però... vero?''- fece la ragazza ancora tremante per la paura.
'' Dobbiamo aspettare che si riprenda del tutto per stabilirlo... ma credo che ormai il peggio sia passato.''
Paige sospirò di sollievo e Leo la prese dolcemente tra le braccia, sorridendole, lieto di vederla finalmente più rilassata.

'' Allora, ci dite come sta?''- fece Raph non potendone più di quella snervante attesa una volta che le due tartarughe e l'umana li ebbero raggiunti al piano di sotto.
Donatello li rassicurò immediatamente.
'' Il proiettile è stato rimosso. Adesso è svenuto e credo che presto gli verrà la febbre alta... ma credo che abbiamo ottime ragioni per essere ottimisti.''
I tre umani e le tartarughe rimaste tirarono un gran sospiro come se si fossero appena liberati di un gran peso sullo stomaco.
'' Ad ogni modo credo che almeno per stanotte debba essere tenuto sotto controllo costante.''- aggiunse Don.
'' Rimango io...''- fece Paige, ma non terminò mai la frase perchè Leo la prese per le spalle impedendole di ritornare dal fratello.
'' Tu adesso ti dai una bella pulita e ti fai una signora dormita, d'accordo?''
Anche gli altri furono d'accordo con lui.
'' No, non posso lasciarlo solo...''- si oppose la ragazza.
April le si avvicinò dolcemente.
'' Tesoro, dagli retta...''- fece la rossa carezzandole una guancia -'' ti togli quest'odore di sangue e sudore di dosso... ti fai una bella dormita e domattina ti sentirai come nuova.''
'' E Robert...?''
Mik le diede una pacca sulla spalla -'' Sta pure tranquilla, adesso siete al sicuro, entrambi. E ci occuperemo noi di lui, mentre ti riposi un po'.''
Donatello si proferì subito -'' Farò io il primo turno, e se ci sarà qualcosa che non va ti sveglierò subito promesso...''
Ma April non pareva d'accordo  nemmeno con l'iniziativa del genio.
'' Guarda che l'ordine di riposare un po', vale anche per te genio...''- fece la rossa notando che la tensione di aver dovuto operare un uomo senza l'adeguata preparazione aveva letteralmente stroncato l'amico, anche se questi cercava di non darlo a vedere.
Davanti allo sguardo fermo e deciso della rossa che imponeva loro di riposarsi un po' nè la ragazza nè la tartaruga dalla benda viola ebbero il coraggio di replicare.
Ed uno dopo l'altro, a dieci secondi di distanza l'uno dall'altra, i due si divisero per ripulirsi un po' e ritirarsi nelle rispettive stanze.
'' Casey, ragazzi...''- fece April ad un certo punto -'' potete restare un attimo con Robert? Preparo una cioccolata calda, credo che ne abbiamo bisogno tutti.''
Le tre tartarughe e l'umano annuirono.
'' Signorina O' Neil?''- la chiamò Karai poco prima che la rossa toccasse la maniglia della porta che conduceva in cucina.
L'interpellata si voltò per vedere cosa volesse da lei la kunoichi.
Strano ma vero, Karai le rivolse un dolce sorriso.
'' Le va se le do una mano?''- domandò la ninja.
April sorrise e le fece cenno di seguirla con la mano.

Doveva ammetterlo, la doccia l'aveva rimessa al mondo .
Si era tolta i vestiti che aveva indossato per quasi tre giorni... quei vestiti l'avevano vista vittima di un cecchino, poi ostaggio di uno psicopatico e quasi certamente killer o mandante dell'incendio che aveva ucciso i suoi genitori, poi di nuovo nel mirino di un cecchino... e per finire anche a soccorrere il fratello ferito, forse in fin di vita.
Levarsi quegli abiti era stato come rinascere.
Appena si fu asciutta si infilò il pigiama blu a fiori che April aveva portato alla fattoria appositamente per lei.
Si sedette sul letto, guardando la pioggia che batteva sul vetro della finistra.
Si si, una tempesta in piena regola...
Almeno per qualche giorno sarebbero potuti stare tranquilli...
In quel momento qualcuno entrò in camera sua.
Balzò in piedi istintivamente, come un pupazzo a molla.
'' Ti ho spaventata?''- fece Karai facendo capolino nella stanza con una tazza fumante in mano.
Paige sbuffò guardandola con finta indignazione.
'' Ma non ti hanno insegnato a bussare?''
'' No... ma so come far sparire qualcuno senza lasciare traccia.''- scherzò la donna porgendole la tazza- '' April ha pensato che avresti gradito del cioccolato.''
Paige la prese ringraziando con un sorriso.
'' Grazie...''- borbottò Paige bevendo a sorsi la bevanda.
Karai la guardò stranita.
Perchè mai la stava ringraziando?
'' Per che cosa?''
'' Beh... per tutto. Se non ci fossi stata tu a darci i primi indizi a quest'ora Robert sarebbe gia morto... e poi ci hai salvato la vita.''- spiegò Paige con candore.
Karai sorrise riconoscente, ma la smentì subito.
'' Sono stati Leonardo e i suoi fratelli a salvarti e a salvare tuo fratello, dovresti ringraziare loro...''- ribattè la donna -'' e credo che Leonardo non l'abbia fatto solo per cavalleria... anzi.''
'' Non capisco di cosa tu stia parlando...''- fece Paige  nascondendo il viso con la tazza per evitare che Karai vedesse il rosso acceso che si era impossessato del suo viso.
'' Io invece lo so. Tu gli piaci.''- fece la donna senza troppe cerimonie -'' e credimi, se te lo dico è perchè lo so.''
'' Certezza derivata dal fatto che?''
'' Che ti guarda nello stesso modo in cui guardava me.''
Paige si congelò sul posto appena ebbe udito quelle poche parole.
'' Come?''- era certa di essere pallida come un cadavere, ma sperò che lo si attribuisse allo shock passato nei giorni scorsi e alla preoccupazione per il fratello svenuto dopo l'intervento artigianale a cui era stato appena sottoposto.
'' Sì, io e Leonardo ci siamo conosciuti quando ho preso il posto di mio padre ed eravamo accomunati da una specie di sentimento amore-odio.
E' stato lui a farmi capire che solo perchè Shredder mi aveva salvata e lo consideravo mio padre, non era una buona ragione per servire lui e tutte le atrocità che ha commesso.''- sorrise- '' si può dire che Leonardo è stata la persona che mi ha salvato da un baratro buio. E non si è dato per vinto mai, anche quando ormai sembrava che fossi perduta per sempre e costo di andare contro la sua stessa famiglia.''
Paige aveva ascoltato tutto quel resoconto  in religioso silenzio, senza proferir nemmeno un respiro, sconcertata.
Questo non lo sapeva.... non lo sapeva che Leo fosse stato innamorato di Karai. Si, Raffaello le aveva detto che Leo era l'unico a fidarsi di Karai e non giudicarla una spietata assassina incline al tradimento... ma che fosse stato addirittura innamorato di lei le era un fatto del tutto nuovo.
Francamente non si spiegava il perchè non glielo avesse detto... ma non era tanto il fatto di esserne stata all'oscuro che la turbava.
Karai era un' anima perduta che doveva essere riportata sulla retta via... e lei? Era un'anima in pena che si era trovata in difficoltà e che doveva essere protetta...
Tutto tornava...
'' Ti senti bene?''- chiese la kunoichi sinceramente preoccupata.
Paige si riscosse subito.
'' Si, tutto bene... ma credo di essere stanca.''
'' Comprensibile...''- fece Karai ignare del dubbio che era venuto alla ragazza avvicinandosi alla porta della stanza -'' buonanotte.''
Paige rispose all'augurio, ma con una voce talmente flebile che dubitava che qualcuno l'avesse sentita.
Finì la sua cioccolata, poggiò la tazza sul comodino e si mise sotto le coperte, presa da mille pensieri.
Di chi era innamorato Leonardo? Di Paige in tutti i suoi aspetti... o della ragazza orfana e bisognosa di aiuto e disperate per le sorti del fratello? Dell'anima da salvare?
L'avrebbe amata ancora dopo la risoluzione dei suoi problemi e di quelli di suo fratello?
Con questi pensieri, con la stanchezza dei giorni passati sul filo del rasoio e con lo shock della possibilità di assistere alla morte dell'amato fratello maggiore senza fare nulla e il rumore della pioggia si addormentò profondamente in un sonno che somigliava molto al coma.

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Capitolo 12
*** Una breve quiete ***


~'' Ti dico che c'è qualcosa che non mi quadra...''- fece Leo rivolto al fratello dalla benda rossa, mentre questi lavorava alla sua amata moto.
A dispetto di tutti i loro litig, dei loro battibecchi e delle discussioni che intraprendevano su come avrebbero dovuto dirigere la squadra, Raph restava pur sempre quello che Leo riteneva essere il suo miglior confidente.
Ed aveva ragione.
Raph avrebbe fatto qualsiasi cosa per Leo.
La pioggia non aveva dato loro tregua per i successivi due giorni all'arrivo alla fattoria e questo poteva definirsi un bene perchè così la maggior parte delle tracce che poteva aver lasciato il tartafurgone ormai erano state cancellate e Bishop avrebbe avuto serie difficoltà a trovarli.
Nel frattempo, Robert non aveva ancora ripreso conoscenza dopo aver perso i sensi.
I valori però rimanevano sempre uguali, dunque non vi era motivo di stare in pena, almeno a detta di Donatello...
Ma Paige era cambiata.
Dalla notte al giorno.
E non era una metafora.
Da quando Paige aveva fatto la prima notte di sonno senza temere che suo fratello fosse in pericolo di vita, era cambiata, soprattutto nei confronti di Leonardo.
Evitava di guardarlo negli occhi, cambiava stanza quando lui arrivava, cercava di non parlare con lui e malgrado tutto non appariva mai sgarbata.
Per il resto, passava ore ed ore al capezzale del fratello a rinfrescargli la fronte quando questa diveniva troppo calda, nel tentativo di farlo riprendere.
'' E' diventata così... così misteriosa di punto in bianco... sembra quasi che mi voglia evitare.''
Raph la buttò sul ridere -'' Avrà capito in che razza di guai si stava cacciando e ha pensato di darsela a gambe finchè è ancora in tempo.''
Leo lo guardò male.
'' AH. AH. AH. Molto spiritoso...''- però anche Raffaello aveva effettivamente notato il repentino cambio di atteggiamento.
Ma francamente non la biasimava.
Chiunque si sarebbe estraniato dal mondo circostante dopo aver vissuto un' avventura di quel genere.
'' Capisco che tu sia preoccupato per lei e per il fatto che ti stia tenendo a distanza... ma analizza la situazione.
E' scampata ad un rapimento e per poco Bishop non le uccideva il fratello. Avrebbe ucciso anche lei.
E' sotto shock. Chiunque lo sarebbe al posto suo.''
''Dici?''- fece Leo poco convinto.
Raph annuì, cercando di rassicurarlo.
'' Dalle un po' di tempo per riprendersi... vedrai che nei giro di qualche giorno sarà di nuovo la tua Paige.''
Leo annuì speranzoso.
Lo sperava davvero.
Anche perchè gli mancava la sua Paige.
La ragazza che riusciva a fargli battere il cuore, quella con cui sentiva di potersi togliere la maschera del leader senza paura e mostrarle le sue debolezze, i suoi timori... lei era l'unica persona con cui sentiva di potersi togliere quella maschera di perfezione che gli avevano letteralmente appiccicato sul viso da quando aveva solo quattro anni senza essere giudicato.
Ne era sicurissimo.
Era Paige l'unica persona che lo capiva veramente, malgrado sentisse sulla sua pelle l'amore infinito di suo padre e il legame indissolubile con i suoi fratelli.
Ed era incredibile come la sentisse distante in quel momento, malgrado si trovasse solo al piano di sopra.

Passarono altri due giorni.
Robert ormai era stabile, malgrado la febbre non ne volesse sapere di lasciarlo in pace e a volte durante la notte si agitava e gridava, in preda agli incubi.
Leo, dal canto suo, aveva cercato di dare ascolto al consiglio del fratello ovvero lasciare alla giovane Paige il tempo di pensare, riflettere, e tentare di ricominciare una vita se non normale, almeno tranquilla ma poi dovette fare i conti con la verità.
Paige sembrava volerlo ignorare deliberatamente.
Il suo atteggiamento verso di lui non era come quello che aveva verso gli altri.
E nella sua testa iniziò a prendere forma un dubbio.
Quello che poteva aver fatto qualcosa a Paige, qualcosa che la ragazza non aveva  gradito e che si fosse offesa per questo.
Solo che non riusciva a capire che cosa avesse fatto per offendere la ragazza.
Un giorno decise che non poteva più convivere con questo dubbio e decise di parlarle a quattr'occhi.
Non era quel che si poteva dire una bella giornata.
Il sole era ancora coperto da uno spesso manto di nuvole grigie che promettevano pioggia ma che per il momento non volevano saperne di farla scendere... ma nemmeno di mostrare ai fuggitivi la limpidezza del cielo blu.
In compenso, l'aria era pulita e fresca.
Quella mattina, Paige era seduta su una sedia vicino al letto dove riposava il fratello. I capelli erano pettinati in una treccia e indossava una maglia arancione, scollata a maniche lunghe ed un paio di jeans scuri, quasi tendenti al nero.
Il tutto completato da un paio di scarpe da ginnastica bianche.
Sebbene la porta fosse spalancata, Leo chiuse la mano a pugno e bussò per un paio di volte.
Paige sussultò, svegliandosi dal turbine di pensieri in cui era immersa.
'' Ah sei tu...''- fece la ragazza con cortesia.
Leo sorrise e si avvicinò cauto.
Non sapeva bene cosa aspettarsi dalla ragazza in quel momento.
'' Come sta?''- chiese il mutante portando gli occhi su Robert, ancora sprofondato in una sorta di sonno profondo dal quale pareva non voler uscire.
Paige fece le spallucce.
'' Dorme come un bambino.''- fu la risposta della giovane mentre gli sistemava meglio le coperte ed il cuscino.
Un po' per farlo stare più comodo, un po' per sollecitare qualche reazione.
Iniziava a non piacerle tutto quel sonno...  ed anche la febbre che non accennava a volerlo lasciare in pace.
Leo le cinse le spalle, incurante di qualsiasi sua reazione per confortarla.
'' Il brutto è passato... presto starà meglio. Vedrai.''
'' Lo spero.''- fece la ragazza tristemente apatica.
Leo si sedette sul letto di fronte alla ragazza, stando attento a non sedersi sul braccio del reporter ancora privo di sensi e la guardò.
Era sempre stata così pallida?
La sua carnagione pareva essersi spenta notevolmente da quando si erano stabiliti nel New Hampshire...
E meno male che la campagna dovrebbe fare miracoli per la salute, non potè fare a meno di pensare il leader.
'' Dai vieni...''- fece Leo alzandosi e prendendola delicatamente per le spalle.
Paige lo guardò con confusione.
'' Dove andiamo...?''- fece la ragazza con voce stanca.
'' A fare una passeggiata qui attorno... hai bisogno di un po' di sole.''- Leo si diede uno schiaffo in faccia dopo aver constatato la sciocchezza appena detta.
La pioggia si era calmata da due giorni, ma ancora di sole non ve n'era traccia.
'' Ok...''- cercò di salvarsi in contropiede -'' per ora del sole non se ne parla, ma non ti fa bene stare rinchiusa in questa stanza tutto il santo giorno... finirai con l'ammalarti.''
'' Ma...''- cercò di controbattere la ragazza.
Ma Leo la fissò con uno sguardo tale al quale era impossibile dir di no.
E non era uno sguardo di minaccia o che non tollerava di sentire repliche, ma era talmente dolce che dire di no, deluderlo o impuntarsi sul non voler mettere il naso fuori casa le sembrava un crimine imperdonabile.
E poi... perchè no?
Durante il viaggio che li aveva portati alla fattoria non vi aveva fatto molto caso, preoccupata com'era dal fratello immerso in un bagno di sangue e sudore, ma aveva visto i dintorni della fattoria e dei boschi e doveva dire che non erano affatto male, anzi...
'' D'accordo.''

Che cosa meravigliosa era la natura...
Così silenziosa, così misteriosa... ed aveva il potere di riuscire a calmare anche l'anima più inquieta o far sentire in pace anche il cuore più solo.
Era così che agli occhi dei due ragazzi, del mutante e della giovane umana, appariva il bosco dietro la fattoria della nonna di Casey.
A Leo non dispiaceva quel silenzio... aveva sempre amato il silenzio, fin da quando era piccolo.
Fin da quando aveva iniziato a ricoprire la carica di leader all'interno del gruppo, da quando suo padre aveva iniziato a dirgli '' Sei molto bravo, ma devi dar di più'', da quando erano iniziati i bisticci con Raffaello proprio per quell'assurda carica che aveva contribuito a complicargli una vita gia complicata di suo.
Ed era lì che entrava in gioco il silenzio... in quei diciassette anni di vita lo aveva sempre visto come il suo più devoto e caro amico.
Ma non quel silenzio.
Il silenzio che stava mantenendo con la ragazza che amava.
Anzi, quel silenzio lo odiava.
Paige si era limitata a carezzare qualche foglia, qualche fiore e bagnarsi la mano con la rugiada che rimaneva sui vegetali che aveva toccato, ma senza dire una parola in quella mezz'ora che avevano passato a camminare.
'' Allora?''- fece Leo rompendo il silenzio che era sceso tra di loro -'' mi spieghi cos'è tutto questo mistero?''
Davvero non capiva perchè da un po' di giorni a quella parte avesse iniziato a trattarlo con quella strana diffidenza.
Non si comportava certo come se non lo avesse mai visto o conosciuto prima, ma nemmeno con la stessa confidenza che aveva contraddistinto il loro rapporto da quando per sfuggire ad un cecchino si erano nascosti in una appartamento abbandonato.
Lei lo fissò con i suoi occhi chiari e decisi.
'' Leo... ultimamente mi sono capitate delle cose che normalmente non succedono ad una sedicenne... rapimenti, insabbiamenti, tentati omicidi... agenti psicopatici... ed in mezzo a tutto questo... mi sono innamorata di te.''
Leo sgranò gli occhi dalla sorpresa.
Occhi sgranati da una lieta sorpresa.
'' Anch'io. Paige, ti posso assicurare che sei assolutamente ricambiata.''- non avrebbe mai osato sperare tanto... adorava quella ragazza, anzi ne era innamorato, ma non avrebbe mai osato sperare che s'innamorasse e per giunta di lui.
'' Lo so...''- ribattè Paige che non aveva ancora finito -'' ma a quale delle due vuoi bene?''
Leo la fissò stranito.
Più o meno la stessa espressione sua e dei suoi fratelli davanti alle conferenze scuentifiche di Donatello.
'' Che intendi dire?''
'' Se Bishop non avesse rapito e cercato di uccidere Robert, se non fossimo stati in pericolo, se non mi aveste salvata dall'annegamento quella notte... io e te non ci saremmo mai incontrati, figuriamoci innamorati.''
'' Beh, non è detto... magari mi avresti beccato sul tuo tetto o sul tuo balcone mentre facevo un giro di ricognizione o di allenamento.''- fece Leo per sdrammatizzare.
Funzionò.
Finalmente Paige aveva riso.
Ma per poco.
'' Ma non è successo. Ci siamo conosciuti in un modo che ormai è storia... io ero in pericolo e tu mi hai salvato e protetto.
Ma se così non fosse stato? Avresti amato anche la Paige che conduce una vita normale? Per quanto normale possa essere dopo aver girato per famiglie adottive disastrate.''
Adesso si che il leader si sentiva a disagio.
Non che non considerasse la ragazza una persona intelligente, ma di una cosa era certo.
Non avrebbe mai pensato una cosa del genere, se qualcuno non gliel'avesse messa in testa.
Solo che non capiva chi fosse stato e nemmeno il perchè.
'' Posso sapere da dove nasce questo discorso?''
Paige non si fece problemi a rispondere -'' Me lo ha detto Karai.''
Leo in quel momento alzò gli occhi al cielo, maledendo mentalmente l'ex nemica/ attuale alleata.
Ed iniziò a pensare che forse Raffaello non aveva avuto tutti i torti a desiderare di strangolarla, in passato.
Paige riprese -'' Mi ha detto che era confusa, ceca di fronte alle atrocità di suo padre... e che probabilmente si sarebbe perduta se tu non ti fossi fatto carico di salvarla.''
'' Karai, appena questa storia finisce  giuro che ti inseguo fino a Washington...''- pensò il leader tra se e se prima di invitare Paige a sedersi accanto a lui sull'erba fresca e ancora bagnata dalla pioggia.
Il tempo non prometteva bene, ma era l'unico momento e luogo per chiarire quella questione.
'' Quando ho conosciuto Karai ero... giovane. Giovane ed inesperto. Credevo di sapere molte cose, invece mi sbagliavo.
La ammiravo e la ammiro tutt'ora per le sue abilità di combattente e per come è riuscita a rimettere insieme i pezzi della sua vita... ma non è per lei che sono saltato davanti a un proiettile.''
Paige ripensò ai giorni passati a NY, quando non era sicura di rivedere suo fratello Robert ancora in vita a a quanto Leo si fosse prodigato per lei... e non era saltato davanti ad una pallottola per lei una volta.
Tre volte.
Tre volte aveva cercato di farle da scudo umano rischiando di morire per lei... non si rischiava la vita per una persona, rischiando addirittura di farsi catturare da un agente del governo che sembrava essere scappato da un istituto di igiene mentale, a meno che non fosse davvero qualcosa o qualcuno per cui valesse la pena rischiare tutto.
Leo le si avvicinò, le prese il viso tra le mani, le sue labbra sempre più vicine a quelle dell' umana... il bacio che scattò dopo pochi secondi fu qualcosa che non si poteva comparare.
Non era come il bacio che si erano scambiati nell'appartamento la notte che avevano quasi liberato Robert dai suoi aguzzini e nel quale lei era stata rapita a sua volta... quello fu ben più intenso, passionale e soprattutto... carico di speranza e fiducia verso il futuro.
Erano giovani, innamorati e pieni di voglia di vivere... un mutante ed una ragazza umana? Persino Romeo e Giulietta avrebbero avuto più possibilità di loro nell'avere un futuro su quella terra... ma a loro questo non importava. Almeno non per il momento.
E poi... quando c'era l'amore, tutto il resto diventava un fastidioso rumore di sottofondo che con un pizzico di volontà si poteva non udire, no?
Sarebbe stato così anche per loro.
O almeno ci speravano.
'' So che non sono quello che avevi in mente...''- rise Leo. Obiettivamente, non poteva certo definirsi la perfetta incarnazione del principe azzurro... ma a Paige questo non pareva importare.
La giovane gli regalò un sorriso cristallino.
Un sorriso che non aveva mai avuto prima... e quel sorriso le regalava una strana luce, che la impreziosiva.
'' Lo so. Sei anche meglio.''- fece lei accarezzandogli la guancia color menta che aveva iniziato ad assumere un colore rosso scuro.
Restarono fermi a guardarsi per un attimo che pareva non finire mai.
'' E' meglio se torniamo adesso...''- propose il leader controvoglia. Chissà tra quanto tempo avrebbero potuto avere un momento del genere... tutto per loro e tanti cari saluti al resto del mondo... -'' se tardiamo, poi chi li sente quelli?''
Paige sorrise e con Leo si avviò verso la fattoria.
Appena arrivati, Raffaello corse loro incontro.
'' Paige...''- fece il rosso quasi senza fiato -'' tuo fratello...''
Il volto della ragazza divenne terreo dalla paura.
E Leonardo con lei.
'' Cosa è successo, è peggiorato per caso?''- fece Leo vedendo l'incapacità della ragazza di pronunciare anche una sola sillaba a riguardo.
'' No... ha ripreso i sensi e chiede di te.''
Detto fatto, la giovane, seguita dalle due tartarughe si fiondò dentro la casa, corse su per le scale raggiungendo la stanza di Robert, il quale  la accolse sorridendo debolmente, circondato da tutta la banda.
'' Come ti senti?''- chiese Paige una volta arrivata al letto, accarezzando la fronte del fratello.
Fece fatica a non ritrarre la mano. La pelle del fratello era rovente come una macchina sotto il sole di mezzogiorno, in pieno agosto.
'' Come se mi avessero tenuto la faccia su una fotocopiatrice accesa e passato nello schiaccia patate nello stesso momento.''- borbottò il giornalista abbandonandosi di nuovo sul cuscino madido di sudore.
April gli poggiò una mano sulla fronte.
Scottava davvero.
'' Vado in cucina a prepararti qualcosa da mangiare... ti sentirai meglio.''- fece la rossa mettendogli sulla fronte la borsa del ghiaccio.
Robert annuì per ringraziare e chiuse nuovamente gli occhi per proteggerli dalla luce che gli pareva insopportabile.
'' Don...''- fece Paige sinceramente preoccupata per le condizioni del fratello una volta che furono uscita dalla camera.
Erano rimasti solo Karai e Casey a vegliarlo .
'' Come sta?''
'' L'atto operatorio è stato superato... ma credo che durante la prigionia non sia stato trattato troppo bene. Vi è un principio di avitaminosi. Lo stress, lo shock dell'operazione e la pioggia, inoltre non hanno migliorato le cose.''- spiegò il genio.
'' Ma guarirà presto, non è vero?''- fece Raph mostrando segni di impazienza -'' qui è al sicuro e la calma ed il cibo non gli mancheranno.''
Parole dette più per tranquillizzare Paige che per mettere ansia a suo fratello.
Era sua opinione che quei due poveri ragazzi ne avessero passate già troppe per sopportare ancora e che per un po' lo stress doveva essere tenuto alla larga da loro quasi quanto il rosso desiderava che gli insetti e le perle di saggezza di Leonardo e Splinter stessero lontani da lui nei giorni ''no''.
'' E' un' influenza, è vero...''- confermò il genio -'' ma anche le semplici influenze diventano pericolose, se non le tratti adeguatamente. Ha bisogno almeno di un antipiretico. C'è solo un piccolo problema...''- l'ultima frase la pronunciò con voce imbarazzata.
'' Fammi indovinare...''- fece Leo con voce sconsolata. Possibile che risolto un problema se ne creava subito un altro? -'' Senza una ricetta medica, non si può comprare nemmeno un'aspirina.''
Don annuì.
E quello non era nemmeno il loro problema principale.
I negozi del circondario erano chiusi a causa dei danni causati dalla pioggia... niente feriti e niente danni di enorme portata, ma c'era bisogno di diversi lavoretti di manutenzione.
Unica possibilità, tornare in città.
'' Dobbiamo andare proprio a NY?''- chiese Mik preoccupato.
L'idea di andare proprio nella Grande Mela con un pazzo che di certo non aveva nemmeno tentato di sospendere le loro ricerche non lo attirava poi molto... e non era nemmeno propenso a lasciar andare qualcuno dei suoi fratelli, dei suoi amici... ok, lo ammetteva, nemmeno l'idea di lasciarci andare Karai lo attirava.
'' Non c'è altra soluzione purtroppo...''- fece Donatello scrivendo qualcosa su un foglietto.
Si girarono tutti verso Splinter, quasi come per chiedere il suo consenso.
Il topo ci pensò un attimo e poi annuì.
'' Ma è stupido ed insensato rischiare la vita di tutti.''
A quel punto intervenne Paige.
'' Splinter ha ragione: ci vado io.''
Le tartarughe, l'umana ed il topo la fissarono con gli occhi sgranati.
'' Te lo scordi!''- fece Raffaello -'' se Bishop o uno dei suoi amichetti ti vedono ci mettono una frazione di secondo a rimetterti in gabbia.''
E non parlava per metafore.
'' Si, questo lo so...''- fece Paige con un tono che non ammetteva repliche -'' ma si tratta di mio fratello. E' la mia famiglia, quindi è compito mio.''
Ogni tentativo di farle cambiare idea fu vano.
Incredibile a dirsi, ma sotto quel visetto angelico e quei capelli scuri si nascondeva una testa più dura del granito, degna di Raffaello e Leonardo messi assieme.
Leo ad un certo punto fece -'' E va bene...''- e non perchè fosse d'accordo sul fatto che la sua Paige si mettesse in pericolo, ma sapeva per esperienza che impedire ad un soggetto risaputamente testardo di fare una certa cosa, aumentava le possibilità che questi la facesse ugualmente dell' 80% ed incrementava del 100% quelle di farsi male seriamente -'' ma ad un patto. Io vengo con te.''
La cosa divenne più accettabile e Splinter diede il suo benestare su tutta la linea, specie dopo che il figlio gli ebbe illustrato il modo in cui intendeva muoversi.
Restava un'ultima cosa da chiarire.
'' Come farete a procurarvi quella medicina?''- chiese Raffaello con tono di sfida.
Paige sorrise birichinamente.
'' So esattamente chi può aiutarci.''

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Capitolo 13
*** Luce della speranza ***


~'' Non c'è che dire Leonardo...''- pensò la tartaruga facendo un altro passo -'' tu si che sai come fare colpo su una fanciulla!''
Ovviamente era una battuta sarcastica.
Tutto sommato ce n'erano di bei posti nella Grande Mela dove andare a fare una passeggiata con quella che si riteneva la propria dolce metà.
Parchi, stradine, Luna Park... persino un tratto di strada assieme fino al supermarket.
E invece...  umidità, acqua grondante e putrida, schifezze non identificate ed un' alta possibilità di beccarsi un raffreddore con i controfiocchi.
Il tutto perchè appena arrivati a New York, avevano nascosto la macchina che Casey aveva prestato loro e con una piantina della città che Donatello aveva scaricato appositamente per loro erano scesi nel primo tombino che era capitato loro.
Non avevano altra possibilità per arrivare a destinazione che camminare sotto i piedi di tutti.
Bishop stava sicuramente tenendo sotto controllo ogni strada ed ogni vicolo della città e camminare nelle fogne era la scelta più sicura.
Certo, Bishop era al corrente che le tartarughe e Splinter avevano un rifugio nelle fognature, ma era del tutto escluso che riuscisse a trovarlo... il loro rifugio era protetto da un sistema d'allarme all'avanguardia e da molti congegni tecno camuffanti programmati appositamente da non far rilevare niente nemmeno alle apparecchiature più sosfisticate.
L'importante era trattenersi in città il meno possibile.
Prendere quello di cui si necessitava e poi via. Veloci come il vento.
Paige si era messa una felpa nera con il cappuccio ed un paio di occhiali da sole scuri, per maggiore sicurezza. Anche Leo si era camuffato con degli abiti da umano che gli aveva prestato Casey.
'' Ok... ''- fece Leo senza perdere d'occhio la cartina -'' dov'è la farmacia di cui mi hai parlato?''
'' 75° Strada.''
'' Perfetto... allora dobbiamo salire al prossimo tombino.''

'' Mi raccomando...''- fece un un uomo sui cinquat'anni, ben vestito, brizzolato, prendendo la giacca rivolto ad un ragazzino intento a sistemare alcune scatole sui ripiani.
Il ragazzo non doveva avere più di quindici, forse sedici anni, capelli leggermente scompligliati tendenti al biondo, occhi color verde acqua.
'' Aspetta l'ora di chiusura, chiudi bottega e poi mi raccomando....''
''... fila a casa, non ti fermare e soprattutto non prendere altre strade.''- suo padre gli aveva fatto quel discorso così tante volte che ormai lo pronunciava lui al posto del genitore.
Restò solo in negozio con un paio di libri, un manuale di chimica ed uno di fisica quantistica, ed un lapis.
La porta si spalancò e si vide davanti uno strano individuo che indossava occhiali da sole, un maglione rosso, una giacca e pantaloni grigi, abbinati con il berretto.
'' Salve...''- fece il giovane mettendo via i libri -'' la posso aiutare?''
'' Sei tu Toby Mitchell?''
Seppur titubante ed in stato confusionale, il ragazzo annuì.
Leo sorrise.
'' In tal caso... credo di avere una visita per te.''
Da dietro la tartaruga, spuntò la figura esile e di media statura di Paige che si abbassò gli occhiali da sole con l'indice della mano destra, sorridendo amichevolmente.
'' Paige!!!''- la salutò euforicamente  il ragazzo correndo da dietro il bancone per abbracciarla.
Paige rispose all'abbraccio con enfasi, sotto lo sguardo intenerito di Leonardo.
Che bello era vedere la persona per cui avrebbe donato volentieri la sua esistenza felice.
Certo, una felicità che derivava dal rivedere qualcuno che non era lui... ma lui non era mai stato un tipo geloso.
'' Anch'io sono contenta di rivederti, Toby...''- fece lei sciogliendosi dall'abbraccio del suo coetaneo -'' Leonardo, ho il piacere di presentarti Toby Mitchell, genio di chimica e fisica nonchè mio migliore amico e compagno di scuola.''
Leo sorrise e tese una mano al giovane.
'' Piacere di conoscerti, Toby.''
'' Anche per me è un grande onore...''- subito dopo, bersagliò la compagna di scuola di domande che volevano una risposta. Ed anche immediata. -'' Perchè sei stata tanto assente da scuola, lo sai che ero preoccupato? Ho provato a chiamarti, a cercarti a casa ma non c'è mai stato verso...''
Paige mise le mani in avanti come per dire '' Datti una calmata'' e poi cercò di rispondere... il tutto sperando che Toby non la prendesse come una pazza.
Che dirgli?
'' Scusa Toby, ma sono stata presa di mira dall'assassino dei miei genitori, Robert ha rischiato di farsi sezionare come una cavia da laboratorio, ma tranquillo, quattro tartarughe ed un topo bipede ci hanno salvati? Oh, a proposito... Leonardo è un mutante e siamo innamorati.''
Strano a dirsi ma... sembrava la scelta più logica.
'' Ok, dammi trenta secondi e ti spiego tutto... più o meno...''- fece la ragazza conscia che non avevano proprio il tempo di fermarsi a chicchierare magari davanti ad cheeseburger gigante ed una pepsi.
'' Robert... ha scoperto delle cose che riguardano la morte dei nostri genitori. E non eravamo più al sicuro in città.
Così ci siamo nascosti nella residenza di campagna di alcuni nostri amici.''
La cosa era di gran lunga più complicata di quanto non gli stesse raccontando, ma era meglio non dire al suo amico che si era innamorata di una tartaruga parlante e soprattutto abilissima nel maneggiare armi e di essere braccata da uno psicopatico maniaco della vivisezione ed esperimenti non autorizzati nella maggior parte delle volte.
'' Perchè non mi hai lasciato un recapito o un numero? Non sapevo nemmeno se eri viva, ero preoccupatissimo.
E a scuola mi hanno messo sotto torchio nemmeno fossimo al tribunale della Santa Inquisizione.''- fece Toby concitato, ma anche sollevato nel vedere che la sua amica era ricomparsa e stava bene -'' ma ora sei qui... quindi...''- fece speranzoso.
Leo gli lanciò uno sguardo che distrusse tutte le sue speranze in un nanosecondo.
'' No... purtroppo la minaccia è ancora attuale. E lei e suo fratello non potranno tornare in città per ancora qualche giorno.''- spiegò il leader -'' ma non devi temere. Io, i miei fratelli e mio padre faremo in modo che tornico a casa sani e salvi quanto prima.''
Toby parve calmarsi, ma la preoccupazione restava comunque.
Doveva essere successo qualcosa di grosso per costringere la sua amica a tornare in città.
'' Toby... ho bisogno di aiuto. Anzi, è Robert ad avere bisogno di aiuto... sta male e ha bisogno di una medicina...''- nel dir così tirò fuori dalla tasca della felpa nera il foglietto che le aveva scritto Donatello con il nome del farmaco e lo porse all'amico.
Sperava davvero che potesse aiutarli... dare un farmaco a qualcuno senza un' adeguata perscrizione medica era come spacciare drogha.
E non era un caso se farmaci, in inglese signifcava '' Drugs''.
Erano quello che diventavano se non venivano usate per solo per quello che servivano.
E Toby non aveva una buona opinione di quella gente, non gliel'avrebbe mai chiesto... ma si trattava di un'emergenza, quelle da bollino rosso.
Toby si convinse quasi subito.
'' E' cosa fatta.''- si diresse dietro il bancone e prese una scatolina di compresse che recavano il nome del farmaco indicato sul foglietto ed anche una scatola di bustine in polvere -'' Ci aggiungo anche degli integratori. Lo aiuteranno a combattere il principio di avitaminosi.''
Paige gli buttò le braccia al collo -'' Mitchell, sei una leggenda!''
'' Scusa...''- fece Leo. Dio solo sapeva quanto odiava rompere quel bel momento tra i due amici ritrovati -'' ma credo che adesso sia il momento di togliere il disturbo.''
Toby si sciolse dall'abbraccio dell'amica ( che tra l'altro gli stava pure staccando la testa dal collo) e si affrettò a concordare con la tartaruga -'' Il tuo amico ha ragione... adesso è meglio che vai. E non ti preoccupare, a scuola ti copro io... ho gia seminato in giro la storia che sei partita per una lunga vacanza.''
Paige sorrise di nuovo -'' Grande. Ti devo un favore.''
'' Mi ripagherai spiegandomi tutto nei minimi dettagli a storia finita.''- Paige promise prima di lasciare il negozio assieme al leader.
'' Spero di potergli davvero spiegare tutto prima o poi...''- fece Paige aiutando Leo a spostare il coperchio del tombino per poi infilarvisi dentro subito dietro di lui.
'' Non credo servirà... lo leggerà sui giornali, no?''

'' Allora?''- domandò Karai a nome di tutti i presenti quando la tartaruga dalla benda viola fu uscita dalla camera di Robert.
Il genio aveva un sorriso molto compiaciuto di sè stesso sul volto.
Sorriso che rincuorò tutti loro, Paige in particolar che finalmente sentì il macigno che l'aveva torturata per molti giorni e molte notti, dissolversi lentamente fino a sparire del tutto.
'' A posto signori.''- annunciò la tartaruga tranquillizzandoli ulteriormente -'' ha preso il farmaco e gli ho fatto una flebo con gli integratori.
Una bella dormita e sarà come nuovo.''
Leo abbracciò Paige, con uno sguardo lieto in volto e come la ragazza fu tra le sue braccia si sentì irradiare dalla sensazione di pace interiore che la ragazza provava.
La giovane invece lo guardò amabilmente e con gli occhi pieni di gratitudine.
Gli amici e i familiari che gioivano per la lieta notizia... persino quello non esisteva più o almeno non era importante per il momento.

'' Grazie...''- fece Paige quando si ritrovarono soli sotto il pergolato rivolta agli occhi color nocciola della tartaruga -'' Lo hai riportato da me sano e salvo, proprio come mi avevi promesso...''
Leo le sorrise e le cinse le spalle con un braccio -'' Sono un ninja, rammenti? E quando un ninja promette una cosa, la mantiene. Ma il merito è anche tuo.''
'' Ma che stai dicendo?''- fece lei stranita. Francamente, non vedeva COME potesse essere anche suo il merito della salvezza di Robert, anzi.
Era persino riuscita a farsi catturare da quello psicopatico e mettendo Robert sempre più in pericolo.
'' La verità. Sei stata davvero coraggiosa... dall'inizio alla fine.''
Lo pensava veramente. Era un tipo curioso, Paige Collins. Da fuori sembrava delicata e fragile come una bambola di porcellana, ma studiandola a fondo ne veniva fuori una ragazza forte, coraggiosa e determinata e poco importava se era così a causa del suo passato fatto del trauma della perdita dei genitori, il peregrinare per famiglie disastrate e l'angoscia palpabile e sempre presente di perdere l'unico punto di riferimento ed unica  vera famiglia avuta sino a quel momento.
In quei giorni l'aveva vista spesso spaventata, terrorizzata e facile preda della perdizione... ma era proprio nei momenti in cui pareva avere più paura che riusciva a tirar fuori un grande coraggio.
'' Se tu non avessi avuto il coraggio di tornare a New York, malgrado le ricerche di Bishop probabilmente adesso Robert sarebbe spacciato.''
Finalmente ci sarebbe stato un po' di respiro per loro.
Vero, Bishop era ancora una minaccia per tutti loro. Ma adesso c'era una differenza da non sottovalutare rispetto a quando tutta quella storia era cominciata.
Robert era libero, Bishop non sapeva ancora quali prove il reporter aveva contro di lui, non sapeva dove cercare o dove cercarli... in poche parole tenevano l'agente sotto scacco.
Come provava a farne una delle sue... loro l'avrebbero rovinato.
Finalmente le nubi si erano diradate. E non solo in senso metaforico.
Era sera, e senza le nubi si poteva ammirare la luna che quella sera appariva più bella che mai.
'' Credi che ci sia un futuro, la fuori? Per me e te, intendo dire...''- fece Paige conscia della stupidità della sua domanda.
Una tartaruga mutante ed una ragazza umana... che futuro poteva esserci tra loro?
Di certo non quello di una coppia nella norma.
Ma Leo pareva ottimista.
'' Certo che c'è. E nel caso non ci fosse... lo inventeremo.''


NELLA PROSSIMA PUNTATA

'' E' colpa mia... è tutta colpa mia...''
'' No, questo non dirlo, ok?''

'' L'articolo è morto.''

'' Tu sei con me?''
'' Fino alla fine del mondo.''

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Capitolo 14
*** Un nuovo incubo ***


~Fu meraviglioso vedere Paige abbracciata a suo fratello, ancora sotto le coperte, seduto sul letto.
Per tutto i presenti fu come un balsamo che li aveva ripagati di tutte le paure e le ansie che avevano sopportato negli ultimi, infernali giorni.
Paige indossava una maglia a righe bianche e rosse, jeans chiari ed un paio di scapre da ginnastica bianche.
I capelli castani erano liberi, morbidi sulle spalle.
Trucco leggerissimo, ma che la rendeva bellissima.
Almeno per Leo.
'' Sei ancora vivo allora...''- fece Karai nascondendo un sorriso.
Robert la squadrò e poi le rispose a tono -'' Anch'io sono lieto di rivederla, signorina Oroku...''
Paige si frappose fra i due, porgendo finalmente al fratello quella domanda che per giorni aveva logorato sia lei che i suoi amici.
'' Rob, ma che è successo? Chi è questo Bishop, e perchè ce l'ha tanto con te? E i nostri genitori?''
Robert le fece segno di calmarsi e di fare una domanda alla volta.
Robert decise di rispondere.
Sua sorella aveva rischiato la sua vita per aiutarlo, e lo stesso i suoi bizzarri amici.
Il minimo che poteva fare era dire loro tutto quello che era accaduto.
'' Ero andato a quel party per occuparmi del reportage dell'evento...''- spiegò Robert dopo aver bevuto un sorso di succo di mirtilli -'' un lavoro come tanti, forse solo leggermente più noioso... fino a quando non ho visto Bishop  che chiedeva all'ospite d'onore un finanziamento per le sue ricerche.
L'ho riconosciuto subito. Credevo fosse un collega di nostro padre e mi sono stupito che non mi avesse rivolto la parola, così ho indagato.
Sì, conosceva mio padre... ma in un modo che non gli piaceva affatto.''
'' Vediamo se indovino.''- fece Leo alzando la mano -'' vostro padre aveva scoperto un paio di cosette su Bishop che l'avrebbero distrutto, se solo fossero divenute pubbliche.''
Robert annuì, senza staccarsi dalla sua sorellina.
'' Esattamente. Papà era un investigatore privato che spesso e volentieri collaborava con la polizia e qualche agenzia governativa.
Una di queste, la E.P.F gli aveva chiesto di raccogliere informazioni su un loro agente, il loro migliore agente, il più ligio al dovere... ma anche il più ossessionato.
Lo sospettavano di aver commesso negli anni, diversi crimini contro la morale umana.''
'' Posso dirtelo per esperienza personale... avevano ragione. Dannatamente ragione.''- fece Michelangelo, che tra i suoi fratelli era quello più segnato dal loro primo incontro con il sadico scenziato.
In fin dei conti, era lui che aveva rischiato di essere sezionato... quella faccia priva di rimorso, quel bisturi rotante, la consapevolezza che niente e nessuno lo avrebbe aiutato, che i suoi fratelli non potevano fare nulla per lui... la speranza costante di svenire per non dover sopportare il dolore... avevano accompagnato le sue notti per molti mesi.
Robert annuì.
'' Puoi dirlo forte... sequestri. Insabbiamenti. Informazioni false... aveva raccolto abbastanza prove da farlo rinchiudere per il resto dei suoi giorni in un carcere di massima sicurezza, se non addirittura peggio.''
'' Ma non è successo... e i vostri genitori sono morti.''- fece Casey con il tatto di un pachiderma, beccandosi un 'occhiata assassina da parte di tutti i presenti.
L'umano si fece piccolo piccolo e Robert riprese il suo racconto.
'' Ha appiccato l'incedio a casa nostra dopo aver stordito i nostri genitori con un potente sedativo e l'ha fatto passare per una tragica fatalità.
Ha appiccato l'incendio perchè non voleva solo uccidere l'uomo che poteva incriminarlo e quelli che avrebbero potuto far luce sulla sua morte... ma anche sulle prove che lo incriminavano per bene.''
Era tutto chiaro: Bishop sapeva che Alfred Collins aveva raccolto qualcosa su si lui... foto, nastri, intercettazioni, appunti di qualche esperimento firmati di suo pugno... ma un omicidio a sangue freddo avrebbe destato sospetto, specie a quelli della E.P.F.
Quindi aveva deciso di prendere due piccioni con una fava: uccidere tutta la famiglia e distruggere ogni prova in un colpo solo.
'' Credeva che il dossier contro di lui fosse andato distrutto con l'incendio, ma quel che non sapeva era che papà non l'aveva nascosto in casa o messo in qualche banca come se fossero gioielli, titoli o denaro... ma l'aveva seppellito in giardino, al sicuro da quel terribile rogo.''
Gli occhi dei presenti brillarono.
Quindi esisteva un modo non solo per battere Bishop ma anche per renderlo inoffensivo... per sempre.
Milioni di persone morte o che si erano trasformate in creature rivoltanti avrebbero finalmente ottenuto giustizia, le loro famiglie e i loro amici avrebbero avuto risposte degne di questo nome... e a milioni di vite sarebbe stato risparmiato questo terribile calvario.
Nella speranza che tale dossier...
'' Hai trovato questo dossier?''- fece Splinter speranzoso.
Non vedeva l'ora di sentire che quel mostro non sarebbe stato più una minaccia ne per lui ne per la sua amata famiglia.
Robert annuì con gli occhi che brillavano -'' Sì. E non solo è in buone condizioni, ma posso E' aggiungerci anche la mia testimonianza. E' ancora dove l'ha sotterrato papà.''
'' Fantastico...''- fece Raffaello euforico.
Vedere Bishop rovinato... non l'avrebbe pestato a sangue, ma sarebbe stato comunque un grande spettacolo.
Casey ed April uscirono di casa prendendo la macchina per fare un po' di spesa: quella sera si sarebbe festeggiato.
Ma rimaneva ancora un mistero da chiarire.
'' Come hai fatto a capire che Bishop era coinvolto?''- chiese Donatello incuriosito.
La risposta non si fece aspettare -'' Lo avevo riconosciuto da una foto che mio padre mi aveva tolto dalle mani un paio di giorni prima di morire... credevo fosse un suo collega e volevo dirgli che secondo me c'era qualcosa di strano nel verbale della morte dei nostri genitori, ho indagato un po' su di lui...''- e la verità lo aveva colpito come uno schiaffo.
Era rimasto orripilato nel leggere qual dossier ed ascoltare i nastri che contevano tutte le sue nefandezze.
Milioni di vite distrutte.
Ed altre milioni avrebbero sofferto per mano sua.
Ma ora sarebeb finito tutto.
Doveva solo scrivere il pezzo e Bishop sarebbe diventato un orrore del passato.

'' Mi mancherà questo posto...''- fece Paige passeggiando assieme a Leo nel bosco dietro la fattoria.
Era talmente felice in quel momento, che quasi le sembrava di star sognando... suo fratello era sano e salvo, finalmente sapevano chi era stato e perchè a renderli orfani quando erano piccoli, stavano per tornare in città... ed era in compagnia del ''ragazzo dei suoi sogni''.
Fino a pochi giorni fa, non avrebbe potuto nemmeno sperare in uno sviluppo così felice data la situazione che li aveva coinvolti.
Le paure, le ansie, i dubbi... puf! Spariti come bolle di sapone.
Però ad essere onesti le sarebbe mancata la pace di quel luogo... quel luogo che lei e Leonardo avevano imparato a sentire un po' loro.
'' Beh... so che non è bello come questo bosco... ma un posto tutto nostro ce l'abbiamo anche in città.''- fece la tartaruga senza lasciarle la mano.
'' Davvero?''- fece Paige incuriosita -'' e dove?''
'' L'appartamento sopra il ristorante.''- fece Leo.
Per quanto fosse stata brutta la situazione che li aveva costretti a nascondersi lì dentro per una notte e la paura che aveva accompagnato i loro cuori in quella notte dove poteva consumarsi un delitto... quel posto era pur sempre parte della storia che li aveva fatti innamorare.
'' Malgrado l'odore permanente di pollo fritto... rimane pur sempre un posto nostro. Potrebbe diventare qualcosa come, il nostro mondo fuori dal mondo.''
Un posto in cui il tempo si fermava, le differenze scomparivano, il resto del mondo diventava inesistente e l'unica cosa che contava era l'affetto sconfinato che l'uno sentiva per l'altra.
'' Un posticino in cui potremmo ritrovarci ogni tanto... senza gli sguardi dei miei addosso...''
''... o quello di mio fratello, come idea devo ammettere che non è male.''- concordò Paige.
Averlo ritrovato la rendeva felicissima e adesso l'unica cosa che voleva era godersi il suo fratellone il più possibile... ma al momento, il reporter nulla sapeva del legame particolare che univa sua sorella al leader del gruppo che lo aveva salvato.
Paige non voleva tenerglielo nascosto, anzi, non vedeva l'ora di dirglielo, e sapeva che Robert sarebbe stato felice quanto lei ( o almeno ci sperava.... in fin dei conti era sempre stato lui a dirle che avrebbe potuto innamorarsi di chiunque, purchè avesse un cuore nobile) ma tutta la questione del rapimento, la sparatoria, le torture, il rischio di morire prima per mano di Bishop e poi a causa di una pallottola... non c'era stato tutto quel tempo per annunciargli di aver trovato, in mezzo a tutta quella confusione, l'amore della sua vita.
'' Tremo all'idea di tornare a New York però...''- confessò Paige. Un altro motivo per cui le dispiaceva lasciare la fattoria.
Sapeva che Bishop li aveva aspettati e non si sarebbe fermati fino a quando anche la più piccola prova contro di lui non si fosse ridotta al nulla.
Prove... e testimoni.
'' Non ti biasimo...''- fece lui abbracciandola. Bishop... nonostante a cinque anni avesse deciso che non avrebbe permesso a nessuno di fargli paura, quell'uomo lo inquietava. Non era una bella sensazione addormentarsi e svegliarsi su un tavolo operatorio vicino ad un pazzo che voleva divertirsi a giocare all'allegro chirurgo e sottoporlo alle più indescrivibili torture solo per curiosità.
Ricordava ancora il suo primo incontro con l'agente... l'idea di veder i suoi fratelli soffrire senza poterli aiutare batteva la paura di fare una fine così indegna di molto.
Non poteva quindi che condividere il terrore della ragazza nel ritrovarsi davanti quell'uomo che pareva avere il ghiaccio nelle vene oltre che nel cuore.
Ammesso e non concesso che ne avesse uno.
Ma di una cosa ne era sicuro: la amava. Più di quanto avrebbe mai potuto amare chiunque altro. Quindi se Bishop voleva fare del male a lei o far soffrire qualcuno a lei caro solo per farla soffrire... beh, avrebbe messo fine lui stesso ai giorni di quell'essere malefico.
'' Non aver paura... ne usciremo. Vivi. E a testa alta. Lo sai no...''- fece lui carezzandole i capelli per tranquillizzarla -'' Bishop non ha armi contro di voi adesso. Tuo fratello pubblicherà l'articolo che lo incrimina con tanto di prove, finirà in prigione per esperimenti non autorizzati, sevizie e torture verso terzi... e per lui sarà finita.''
Paige sorrise, decisamente più tranquilla, poggiando il capo sul petto del mutante -'' Tu sei con me, vero?''
Leo sorrise stringendola più forte -'' Io con te ci sarò fino alla fine del mondo.''

Quella sera c'era aria di grande festa nella fattoria.
E come avrebbe potuto essere diversamente?
Robert si era perfettamente ristabilito e a breve uno dei loro nemici più temuti sarebbe stato messo in ginocchio dalla giustizia e non avrebbe più fatto del male a nessuno.
Soprattutto in nome di qualche sua mania di grandezza o qualche delirante idea per proteggere la Terra.
'' Sono certo che l'articolo verrà un capolavoro.''- fece il maestro Splinter verso il giovane Robert.
Il giovane reporter sorrise con innocente vanità.
'' Grazie maestro Splinter... e grazie di cuore a tutti voi per aver protetto mia sorella ed avermi salvato la vita.''- fece con occhi pieni di gratitudine verso le tartarughe ed i loro amici umani -'' Ho un debito con voi.''
'' Non c'è di che, amico.''- fece Michelangelo con un sorriso sbarazzino -'' però se proprio ci tieni... noi andiamo matti per la pizza... AHIO!''
Splinter gli aveva pestato il piede con il bastone, anticipando uno scapellotto da parte di Raffeaello, suscitando l'ilarità generale.
'' Ma che ho detto?''- fece l'arancione.
'' Quello che Michelangelo vuole dire...''- fece Donatello porgendo al reporter un bicchiere di spumante che Casey aveva comprato quel pomeriggio quando era andato a fare la spesa proprio per l'occasione -'' è che il modo migliore per ripagarci sarà leggere il tuo articolo.''
'' Però facci un favore...''- aggiunse Raffaello -'' quello psicopatico... annientalo.''
Robert sorrise -'' Contaci amico. Vedrai che dopo non sentiremo più parlare di lui.''
Paige si appoggiò a Leo, il quale senza farsi notare le strinse amorevolmente la mano.
Che meraviglia era amare qualcuno fino al punto di sentirsi male...
Solo una cosa bastava per rendere quel momento perfetto. Fare coming out con i loro cari, sul sentimento che li stava tenendo legati a doppio filo.
Un momento posticipato dal cellulare di Karai che aveva iniziato a suonare.
'' Dev'essere Chaplin che si chiede se siamo ancora vivi o meno... scusate.''
Karai rispose al cellulare e divenne pallida come una lastra di marmo con la stessa velocità con cui una moneta cadeva a terra.
'' Tieni è per te...''- fece la kunoichi passando l'apparecchio telefonico ad una confusa e propensa ad impaurirsi Paige.
'' Pronto, chi...''- anche Paige divenne pallida, ma molto più di quanto non fosse Karai -'' Ma cosa...''- a poco a poco la paura lasciava il posto alla rabbia e all'indignazione -'' Non te la caverai in questo modo, non stavolta... tu provaci e giuro che... pronto? pronto? PRONTO?!?''
Niente da fare... aveva riattaccato.
'' Che è successo?''- fece Robert a nome di tutti, sinceramente preoccupato.
Aveva un terribile sospetto.
'' Bishop... ha scoperto che siamo tornati in città... ha preso Toby.''- annunciò con voce concitata e prossima al collasso.
Per i presenti fu come ricevere una doccia gelata.
Robert si prese il viso tra le mani coprendosi la bocca per non gridare.
'' Vuole fare uno scambio... tutto quello che abbiamo contro di lui in cambio di Toby.''- riprese la giovane.
'' Ho un po' paura a farti questa domanda... e se tu... se noi, rifiutassimo?''- fece Michelangelo.
Per tutta risposta si beccò uno scapellotto dal fratello testa calda.
Però Paige non gli negò una risposta -'' Gli causerà un' emorragia celebrale... e nella migliore delle ipotesi resterà come un vegetale per il resto dei suoi giorni.''
L'arancione si rivolse al fratello dalla benda viola, con gli occhi che tremavano dall'orrore e dall'angoscia.
'' Può fare questo, Donatello...?''- chiese speranzoso, pregando ogni santo in paradiso che il fratello gli dicesse che la probabilità che Bishop stava solo bluffando era molto alta.
Speranza destinata ad essere delusa purtroppo.
'' Non voglio allarmarvi ma... credo che potrebbe fare anche di peggio.''
'' Noooo, tranquillo Don, non ci hai allarmati...''- fece Mik sarcastico -'' ci hai solo TERRORIZZATO!''
Gli occhi dei suoi fratelli, di Karai, del suo maestro e dei due amici umani gli fecero segno di tacere.
Paige era diventata bianca come una lastra di marmo e Leo fu costretto a sorreggerla, con il timore che gli svenisse tra le braccia.
Robert invece si era messo le mani nei capelli con un' espressione più che disperata dipinta in volto.
'' Mio Dio, Mio  Dio, Mio Dio...''- sembrava essersi trasformato in un disco rotto.
Nessuno poteva credere a quanto era appena accaduto... solo trenta secondi prima stavano brindando al giusto finale per quella brutta storia, Paige aveva addirittura pensato di approfittare dell'occasione per annunciare al fratello di essersi innamorata... e l'incubo era ricominciato.
'' Manderò una squadra di ninja super addestrati a recuperare Toby.''- propose Karai.
Si, adesso Raph ne era convinto: la kunoichi insopportabile che aveva conosciuto era stata DECISAMENTE rapita dagli alieni ed al suo posto avevano lasciato una persona che se non proprio simpatica, per lo meno certe volte sembrava avere una perfetta sintonia con il suo modo di pensare.
'' Karai Saki, non toccare quel telefono.''- fece la voce morta di Robert.
Il reporter si voltò.
Raramente Paige lo aveva visto con quell'espressione dipinta in volto... non sapeva nemmeno come classificarla.
Sembrava rassegnata, ma allo stesso determinata.
'' Hai un piano migliore in mente?''- fece Raph speranzoso. Gli andava bene qualsiasi cosa, bastava che implicasse un alto livello di azione.
Moriva dalla voglia di pestare Bishop nemmeno fosse un tamburo.
Giusto per fargli provare la sensazione che si provava a stare dall'altra parte.
'' Si...''- fece il reporter come se fosse in uno stato di catalessi -'' eseguiamo i suoi ordini con estrema pignoleria...''
''... e quando pensa di aver vinto, gli diamo la più grande batosta della sua vita, mi piace.''- fece il rosso facendo roteare i suoi sai con gli occhi che brillavano.
Robert però dissentì.
'' Io volevo dire... e speriamo che ottenuto quello che vuole, ci lasci in pace.''
I presenti sgranarono gli occhi dalla sorpresa.
'' Non ho capito... che ha detto?''- fecero April e Casey quasi in coro rivolti a Paige guardandola come per dire -'' Scherza, vero?''
Paige sembrava sconvolta quasi quanto i suoi amici.
'' Ti spiace ripetere?''- fece Donatello.
'' Avete capito perfettamente invece... gli consegno tutto quello che vuole.''- continuò Robert con voce apatica.
'' So di fare una domanda ovvia... e l'articolo?''- domandò Leo innocentemente.
Robert parve riprende vigore oltre che colore -'' L'articolo è morto, Leonardo. Non se ne fa più niente.''
Karai lo guardò sarcastica e a braccia conserte -'' Che fine ha fatto il tuo motto.... Cercare la verità e renderla pubblica malgrado le possibili conseguenze? Parole tue.''
Robert non si fece problemi a risponderle.
'' Sì, è vero l'ho detto... ma non avevo considerato tutte le variabili.''- nel dir così poggiò una mano sulla spalla di sua sorella, con gli occhi che imploravano pietà e perdono -'' Mi dispiace tanto Paige... ero così divorato dal pensiero di dover rendere giustizia a mamma e papà che non ho pensato alle conseguenze... tu hai rischiato di morire, i tuoi amici hanno rischiato la loro per salvare la mia... e adesso ci è andato di mezzo Toby, un ragazzo completamente estraneo ai fatti.
Lo capisco quando è il momento di fermarsi... ma avrei dovuto capirlo prima.''
I presenti avevano gli occhi sgranati dalla sorpresa... quindi Bishop... aveva vinto?
No, non potevano accettarlo.
Non dopo tutto quello che avevano passato... dopo tutto quello che Robert e Paige avevano passato... però come biasimare la scelta che Robert stava facendo?
Ogni giornalista sapeva che a seconda dello scoop che inseguiva, qualche rischio era sempre compreso nel ''pacchetto''.
Ma adesso era tutta un'altra storia: Bishop, a causa dell'articolo che avrebbe potuto mettere la parola fine ai suoi esperimenti, aveva preso di mira un ragazzo che con quel mondo non aveva nulla a che vedere e del quale non avrebbe mai dovuto sapere niente.
E adesso invece lo aveva scoperto... e nel modo più terribile che ci fosse.

'' E' colpa mia...''- borbottò Paige seduta sullo scalino della fattoria. Dopo il terribile annuncio del rapimento dell'amico e compagno di scuola, aveva chiesto nel modo più tassativo di rimanere sola e non si era nemmeno accorta che Karai l'aveva raggiunta, mentre gli altri vinti dallo stress arretrato ed appena ricevuto da quella telefonata erano crollati-'' è tutta colpa mia...''
La kunoichi cercò di consolarla, seppur lei stesse ritenesse di non essere la persona più indicata per consolare qualcuno. Chiunque esso fosse.
'' No, questo non dirlo.''
'' E invece sì...''- insistè la ragazzina -'' sono stata io ad avere l'idea di rivolgermi a lui... non lo dovevo coinvolgere...''
'' Non avevi altra scelta. Dovevi pensare a salvare Robert in quel momento.''- si, se ne accorgeva da sola... aveva fatto la scelta più sensata nel ripulire l'impero del padre dalle sue varie illegalità e rimetterlo insieme e diventare una vera filantropa che prestare soccorso emotivo alle persone.
D'altro canto... non era stata addestrata per questo.
'' E' tutta colpa mia.... sto rovinando la vita di tutti quelli che conosco... Ho impedito a Robert di ottenere giustizia per i nostri genitori, ho messo in pericolo la vita di Toby...''- e a breve avrebbe rovinato anche la vita dell'amore della sua vita. Ne era certa.
In un modo o nell'altro... anche Leonardo avrebbe rischiato la sua vita per quella storia.
Robert, Toby e Leonardo. Li amava tutti e tre, ognuno di un amore diverso... ma ognuno di loro aveva rischiato, stava rischiando... sarebbe accaduto qualcosa di terribile.
'' Forse possiamo impedirlo...''- fece la kunoichi pensierosa -'' ma non da qui.''
Paige la guardò come se avesse visto una speranza di salvare Toby, la possibilità di rendere giustizia ai suoi genitori e la professionalità di suo fratello in un colpo solo.
'' Hai in mente un piano?''
'' Non ne sono certa...''- fece la ninja -'' ma a New York potremo dirlo con più certezza... vieni.''
La mattina dopo Leonardo si sarebbe certamente accorto della loro assenza... come Raffaello si sarebbe accorto dell'assenza della moto e si sarebbe infuriato.
Ma Bishop era un soggetto troppo pericoloso per cedere al suo ricatto.
Doveva essere fermato e quella era la loro unica occasione. Sprecarla era fuori questione.
Dopo sarebbe diventato ancora più pericoloso.
Inoltre... anche se suo padre non era mai stato di quell'avviso, Karai odiava nel modo più profondo i danni collaterali.
E in quel momento, ce ne poteva essere uno.
Si chiamava Toby Mitchell ed in ogni caso, Bishop non gli avrebbe permesso di ritornare alla sua vita normale.
Come non lo avrebbe permesso ai Collins.
No, non era un buon affare decidere di assecondarlo.
Inoltre c'era un altro buon motivo che la spingeva ad intervenire... Paige si sentita responsabile dell'accaduto per aver coinvolto l'amico.
Se era davvero l'anima gemella di Leonardo... facile immaginare le conseguenze su di lei.
Leonardo.
Era per questo che voleva aiutare Paige.
Malgrado tutto... gli voleva ancora bene. Certo, non era amore, ma se aiutare la sua ragazza era l'unico modo per saldare quel debito che aveva con lui... l'avrebbe fatto.
'' Siamo abbastanza lontante... accendiamo il motore.''- fece la ninja mettendosi il casco rosso e porgendo alla ragazzina quello viola.
Quando furono sicure di essere lontane dalla fattoria, ergo di non essere sentite, la ninja mise in movimento la moto ed assieme sfrecciarono verso la città.

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Capitolo 15
*** Piano di battaglia ***


~'' Così è questo...''- fece Paige guardandosi attorno una volta entrata in quello che era il vecchio studio di Oruku Saki, meglio noto ai suoi amici come Shredder -'' è qui che Saki lavorava...''
Karai annuì -'' Sì. Questo studio veniva usato da mio padre per la parte legale dei suoi affari...''- nel dir così si avvicinò alla statua che rafficurava il busto del suo ex padre e mentore, poggiò una mano nel centro esatto della faccia e la statua si divise in due metà perfettamente simmetriche, dando alle due donne la visuale su un ascensore -'' ed era anche la via più comoda per il sotterraneo.''
'' Wow...''- fece Paige -'' questa è roba da Men In Black e affini...''
'' Prego, accomodati.''- fece Karai entrando nell'ascensore, invitando la giovinetta a fare altrettanto.
Una volta che furono dentro, l'ascensore iniziò la sua lunga discesa verso il basso.
'' Tuo padre quindi era...''- fece Paige pur sapendo che non erano fatti suoi.
'' Ritieniti fortunata.''- fece la kunoichi -'' sono poche le persone che hanno visto quello che stai per vedere... e poi sono tornate a casa vive.''
Quella frase prese il posto di mille risposte.
Si, Saki era davvero la bestia che Leonardo le aveva descritto nei giorni che era rimasta nascosta nella loro tana... ed anche peggio.
Karai se n'era resa conto, alla fine. Ma aveva dovuto sperimentare sulla sua pelle la ferocia del padre putativo ed imparare un importante lezione: non sempre i genitori, solo perchè sono genitori sanno sempre cosa è giusto o cosa è sbagliato, ed era un errore di cui pentirsi amaramente per tutta la vita seguirli cecamente, soprattutto quando si aveva la certezza matematica che stessero per commettere qualcosa che andava contro tutti i principi della moralità.
La cosa peggiore? Che si era resa conto che avrebbe potuto diventare come lui... un 'assassina spietata.
Un giustiziere di innocenti... questo si che non l'avrebbe mai sopportato.
E lo sarebbe diventata... ma Leonardo, con una testardaggine che non credeva fosse possibile, andando contro tutto quello che gridava '' Non ne vale la pena'', l'aveva salvata e le aveva donato una seconda possibilità.
Aveva giurato a sè stessa che prima o poi, in un modo o nell'altro, l'avrebbe ripagato.
E adesso ne aveva l'occasione.
L'ascensore frenò la sua corsa e quando le porte si spalancarono, le due ragazze si trovarono di fronte ad un laboratorio all'avanguardia.
'' Wow, è un posto mitico...''- borbottò la ragazza più giovane tra sè e sè. Il suo pensiero corse immediatamente a Donatello.
Quel posto per lui sarebbe stato tipo il paradiso terrestre.
'' Collins, ti presento il dottor Chaplin...''- fece la donna presentandole un ragazzo sui trent'anni dai capelli rossi, occhialuto, ma dall'aria sveglia e simpatica -'' Il capo della divisione scentifica.''
'' Piacere di conoscerti, Paige...''- fece il giovane ingegnere stringedole la mano -'' La signorina Karai mi ha informato del rapimento di tuo fratello...''
'' Non è più per Robert Collins che siamo qui.''- lo corresse la bella guerriera -'' Bishop ha catturato uno studente della Sundey High School.''
'' Oh...''- fece l'ingegnere cadendo dalle nuvole.
In breve, le due ragazze raccontarono tutto al giovane scenziato: di come Robert avesse avuto bisogno di un particolare farmaco, di come Paige e Leonardo si fossero rivolti a Toby Mitchell per avere tale medicina e per finire di come il giovane Mitchell fosse finito nelle mani del sadico agente dei servizi segreti, ma cosa più importante di cosa rischiava il ragazzo.
'' Toby è innocente... non deve pagare per i suoi deliri di onnipotenza.''- pregò la giovane Paige.
In quel momento Karai fu colpita da un dubbio.
'' E' possibile che stia bluffando? Magari sa che Paige e Leonardo erano a New York due giorni fa, ma magari non ha rapito nessuno, stavolta.''
'' Questo lo scopriamo subito...''- fece Chaplin sedendosi ad uno dei tanti computer presenti nel laboratorio hackerando il database online della polizia alla ricerca di una qualche nozione su Toby Mitchell.

Nel frattempo, nel New Hampshire, era sorto il sole ed alle prime luci dell'alba il primo pensiero degli abitanti della fattoria appena svegli fu quello di organizzare un'assemblea per decidere il da farsi per salvare il giovane Toby senza che Robert buttasse alle ortiche l'irripetibile possibilità di rendere giustizia alla sua famiglia, salvare altre persone dai deliri di onnipotenza di Bishop e farlo marcire in galera, com'era giusto che fosse.
Ma c'era qualcosa di strano... e se ne accorsero subito, quando videro che Paige non era intervenuta alla riunione, fatto molto strano in quanto migliore amica di Toby.
E mancava anche Karai.
Le cercarono per tutta la casa, nei boschi, ovunque... ma le due donne sembravano essersi volatilizzate con una nuvola di fumo.
'' Allora?''- chiese Splinter vedendo di ritorno i suoi figli.
Leo rispose sconsolato -'' Niente sensei... abbiamo cercato dappertutto, ma non c'è traccia di nessuna delle due.''
Leo era veramente preoccupato da quella sparizione improvvisa: già dalla sera prima aveva intuito che Paige aveva qualcosa che non andava, dopo la telefonata che aveva ricevuto. Senso di colpa, paura, rabbia, disperazione... tutte cose che l'avrebbero potuta portare a commettere qualcosa di avventato o stupido.
Solo che non capiva come mai anche Karai fosse scomparsa.
'' Ma non possono essere andate lontano.''- fece Casey ad un certo punto.
'' Sì... ha ragione. Il tartafurgone e la macchina di Casey sono ancora qui...''- aggiunse Michelangelo facendo scattare un campanello d'allarme nella testa di Raffaello che si precipitò dentro il primo mezzo di trasporto menzionato come se lo avesse morso la tarantola.
'' LO SAPEVO!!!!''- sbottò il rosso dando un pugno alla parete del furgone.
'' Raph, che succede?''- chiese Donatello allarmato.
'' E' successo che la mia moto è sparita!!!''
E di colpo la certezza che le due donne fossero ancora in zona sparì.
Sciolta come neve al sole.
'' Dev'essere Karai...''- fece il rosso con rabbia -'' ha riportato Paige a New York.''
Una missione suicida  nel vero senso della parola. Bishop non aspettava altro.
'' Io credo piuttosto che sia stato il contrario...''- fece Robert intromettendosi nella loro discussione rompendo il silenzio della preoccupazione che lo attanagliava.
Almeno adesso aveva un indizio su dove si trovasse sua sorella -'' Credo che tornare a NY sia stata un' idea di Paige.''
'' E come fai a dirlo con tanta certezza, Rob?''- fece Michelangelo.
'' Perchè la conosco mia sorella.''- spiegò Robert con i suoi grandi occhi sinceri e pieni di preoccupazione -'' Ha scoperto che Toby era stato preso, si è sentita responsabile dell'accaduto e ha deciso di risolvere la questione da sola... e Karai deve averla accompagnata.''
E adesso Leo immaginava anche il perchè fosse sparita anche la kunoichi.
Un debito di riconoscenza nei suoi confronti.
Lui l'aveva salvata dal buio, dall'oscurità e dalla possibilità di perdere per sempre la sua anima e lei adesso cercava di pagare quel debito difendendo la ragazza di cui si era innamorato.
Se fosse successo qualcosa ad una delle due non se lo sarebbe mai perdonato... Paige era l'amore della sua vita, ormai ne era certo, ma malgrado tutti i loro alti e bassi anche a Karai voleva bene. Erano importanti entrambe per lui.
'' Ma è pazza...''- fece Michelangelo, beccandosi un' occhiataccia dal reporter.
'' Mia sorella non è pazza.''- lo gelò il giornalista.
Mik buttò le mani in alto in segno di resa -'' Rilassati bello, era solo per dire.''
Ad ogni modo, ormai la dinamica dei fatti era chiara a tutti. Era ovvio che Paige si sarebbe sentita in colpa alla notizia del rapimento di Toby Mitchell visto che seppur involontariamente era stata lei a metterlo nel mirino di Bishop. Ed era altrettanto ovvio che il suo pensiero principale sarebbe stato salvargli la vita senza rendere inutili le sofferenze patite dal fratello maggiore.
Ma anche Michelangelo aveva ragione: tornare a NY ed affrontare Bishop, anche con l'aiuto di una Kunoichi esperta come Karai, era da aspiranti suicidi.
Donatello intuì la sua preoccupazione e sbuffò esasperato.
'' Andiamo... prima che si facciano male.''- fece il genio avviandosi verso il posto di guida del veicolo verde.
April, Casey e Splinter sarebbero rimasti alla fattoria, su richiesta proprio del genio.
'' Se le cose si mettessero male, avremo bisogno di aiuto.''- aveva detto il genio. Cosa che non sarebbe stata possibile se fossero stati catturati tutti.
Ergo, meglio lasciare qualcuno a piede libero.
Splinter non era particolarmente contento ne sapere i suoi amati figli ad affrontare quel pazzoide da soli però... di una cosa era certo.
Avevano tutte le carte in regola per tornare a casa vittoriosi. Li aveva personalmente addestrati per essere degli ottimi guerrieri, li conosceva e sapeva di cosa erano capaci.
Li avrebbe rivisti.
Non fu possibile però lasciare alla fattoria anche il giovane Robert.
'' Robert, è meglio che tu resti qui...''- tentò Leo. In fin dei conti, il reporter era ancora convalescente, non era il caso di esporlo nuovamente ad un simile pericolo.
Ma il giornalista fu irremovibile.
'' E' mia sorella.''- fece Collins con un tono che non ammetteva repliche -'' e si tratta della mia famiglia.''- e senza troppe cerimonie spostò la tartaruga dal suo passaggio e prese posto su una delle panche presenti nel veicolo.
Sulle prime avrebbe voluto dirgliene quattro ma poi sorrise.
Quel giovanotto gli piaceva sempre di più.

Chaplin aveva finito con le sue ricerche, ma purtroppo la speranza che Bishop avesse mentito sul rapimento di Toby si era dissolta.
Dagli archivi della polizia, risultava che vi fosse una denuncia di scomparsa per Toby Mitchell, di anni sedici. Era assente da casa da due giorni, ma il padre aveva denunciato la scomparsa quando tornato al negozio non solo aveva trovato la bottega ancora aperta ed il figlio che mancava.
Ma c'era di peggio.
La polizia aveva raccolto la denuncia, ma prendeva la scomparsa poco seriamente. In primis, perchè proprio come aveva detto suo padre, Toby aveva sedici anni e non era la prima volta che un ragazzo di quell'età spariva per qualche giorno e poi '' magicamente'' ritornava. Ma il fattore che aveva spinto gli inquirenti a considerare un caso di poco conto quella misteriosa scomparsa, era il fatto che anche Paige Collins, sua migliore amica e compagna di classe fosse sparita diversi giorni prima.
La fuga romantica si spiegava da sola.
Ma non era così e Paige lo sapeva. E lo sapevano anche Karai, Chaplin, Robert, Leonardo... tutti quelli che erano coinvolti in quella faccenda.
'' Quindi... che cosa facciamo?''- fece Paige.
'' Non so...''- borbottò Chaplin -'' forse la cosa più sensata è andare alla polizia e...''
Karai lo stoppò.
'' No. Se si accorge che tentiamo di coinvolgere le autorità, potrebbe sentirsi in trappola ed uccidere Toby.''
Quella possibilità non era mai stata così reale come in quel momento.
'' L'unica cosa che possiamo fare è tentare un salvataggio...''- tentò Karai.
''... ma se si accorge che c'è qualcuno con me al momento dello scambio, non avrà alcuna pietà...''- non che ne abbia mai avuta molta, avrebbe voluto aggiungere Paige, ma lo tenne per sè -'' e figuriamoci se non si aspetta qualcosa.''
Altra cosa da tenere in considerazione. Bishop sapeva che Paige e suo fratello erano sotto la protezione delle tartarughe e che anche la nuova proprietaria del clan del piede si stava adoperando per proteggerli. Un tale spiegamento di forze dava l'aspettativa di una resistenza in grande stile.
'' Tecnica ninja della dissimulazione...''- borbottò Karai -'' fai credere al tuo avversario l'esatto opposto di quello che farai... e la prima parte è andata.''
'' Aspetta vuoi dire che...''- fece Paige che iniziava a capire.
'' Si aspetta qualcosa che noi riteniamo imprefedibile. E lo saremo.'' - le chiarì la ninja -''  Per prima cosa, dobbiamo contattarlo e chiedergli un colloqui.
Quando gli parlerai, digli che sei disposta a trattare, ma che prima di consegnare baracca e burattini vuoi assicurarti che Toby stia bene.''
Chaplin si avvicinò alla ragazza porgendole qualcosa che somigliava ad un orologio al quarzo -'' Questo non è un orologio come un altro.  Sprigiona onde elettromagnetiche in grado di causare un'interferenza a qualsiasi cosa funzione con l'elettricità.''
'' Ma Bishop non è un idiota...''- ribattè Paige rigirandosi tra le mani il giocattolo che Chaplin e L'elite scentifica avevano messo a punto -''  Se mi vedono così arrendevole faranno ispezionare tutto il circondario e mi perquisiranno.''
E figurarsi se non si accorgevano del trucco.
'' Ma infatti noi non saremo lì.''- fece lo scenziato -'' Ho camuffato una sorta di videocamera da bidone dell'immondizia che si trova proprio davanti alla base di Bishop e non può accorgersi della sua presenza.
Non ha ne cavi ne altri segni distintivi che potrebbero tradire la sua presenza. Sarai sola ma sempre seguita.''
'' Ma se la perquisiscono?''- fece Karai scettica.
Chaplin sorrise tra se e se, compiaciuto di sè stesso -'' Ho pensato pure a quello. L'orologio ha un dispositivo di protezione che impedisce persino alle apparecchiature di rilevazione più all'avanguardia di rilevarlo, fino a quando rimane spento.
Lasciamo che ti perquisiscano e...''
''... grazie alla videocamera lo accendi a perquisizione finita ed entra lì dentro pulita.''
'' Esatto. Da lì in avanti l'unica cosa che devi fare è trovare Toby, aspettare il buio e scappare.''
Paige ascoltò tutto in silenzio, fino all'ultima parola.
Il piano non era complicato, anzi, era molto più semplice da mettere in pratica che spiegarlo a voce e il fatto che fosse vincente era proprio il fatto che Bishop non si aspettava una simile remissività.
Avrebbe cercato la fregatura e non l'avrebbe trovata.
Se ne sarebbe accorto troppo tardi...
In quel momento si udì la suoneria di un cellulare.
Karai rispose immediatamente.
'' Ditemi.''- la sua espressione variò dall'imperscrutabile fino ad arrivare al sarcastico -'' Sì... li raggiungiamo subito.''- nel dir così riattaccò -'' abbiamo ospiti.''
'' Li conosco...?''- fece Paige sperando che per ''ospiti'' non si riferisse a Bishop e a qualche guardia del corpo del sadico agente.
'' Sì... spero che tu sia dell'umore adatto per una riunione di famiglia.''- fece la donna facendole cenno di seguirla fino all'ascensore.

'' E' un piano ridicolo, assurdo e per certi versi suicida!!!''- sbottò Raffello quando le due donne e il giovane ingegnere ebbero rivelato loro i dettagli dell' idea che aveva preso forma nella loro mente.
'' Strano a dirsi, ma sono d'accordo.''- fece l'arancione.
Leo e Robert, seppur in misura diversa, sembravano i più contrariati di tutti.
In fin dei conti, si trattava pur sempre della donna che entrambi ( seppur in modo completamente diverso l'uno dall'altro) amavano alla follia.
'' Senti, ci rendiamo perfettamente conto che infiltrare qualcuno là dentro è pericoloso...''- fece Karai a braccia conserte -'' ma è anche l'unico modo che abbiamo per salvare quel ragazzo. Bishop si aspetta qualcosa, l'unico modo per avere qualche possibilità in più è fargli abbassare la guardia per poi infliggergli il colpo finale.''
'' Beh, finale è una parola grossa.''- fece Robert -'' va bene, poniamo caso  che Toby si salverà e questo piano andrà in porto.
E dopo?''
Leo lo spalleggiò immediatamente.
Prima era stato rapito Robert, poi Paige era stata presa in ostaggio per essere usata contro di lui e adesso per ricattare i due fratelli, Bishop si serviva di un ragazzo che fino a quel momento non sapeva niente di quel mondo.
'' Ha ragione.''- fece il leader -'' già una volta eravamo convinti che fosse finita...''- ed era proprio in quell'occasione, che Leonardo Hamato aveva pensato al futuro per la prima volta, un futuro da condividere con la giovane Paige.
Sì, era stato bello parlare di futuro... finchè era durata la quiete.
'' Dobbiamo estirpare la minaccia in maniera definitiva, impedirgli di riorganizzarsi...''
'' E così sarà infatti.''- fece Karai -'' Robert, prepara l'articolo. Appena saremo sicuri che Paige e Toby saranno fuori dal raggio d'azione di Bishop, lo metteremo online... e con le tecnologie del piede, si espanderà come una macchia d'olio.
A quel punto...''
Donatello concluse la frase della kunoichi -'' Per Bishop sarà finita e non potrà più fare del male a nessuno.''
Ok, piano suicida forse, ma efficacie... e poteva realmente funzionare, ad onor del vero.
'' Vi abbiamo convinti, adesso?''- fece Paige speranzosa rivolta soprattutto al fratello, quasi per chiedergli il permesso, con lo stesso tono con cui in genere gli chiedeva il permesso di uscire la sera o di stare fuori casa una mezz'ora in più rispett al solito.
Robert si guardò intorno.
La decisione più difficile della sua vita.
Ma alla fine...
'' Se entro due ore che sei uscita da qui non tornate, vi vengo a prendere io, ci siamo capiti, signorinella?''
Paige lo abbracciò con enfasi, come non faceva da tempo, euforica.

'' Immagino che se adesso provassi a dirti che non approvo del tutto la tua scelta...''- fece Leo mentre gli altri erano occupati a definire gli ultimi dettagli della loro strategia, rivolto a Paige -'' non otterrei nulla.''
Sì, lo ammetteva. Non approvava in pieno la scelta della ragazza, però in un certo senso lo capiva.
Probabilmente, se al suo posto ci fosse stato lui avrebbe fatto la stessa cosa. Ma in fin dei conti, si stava parlando della ragazza che lui amava.
Mandarla nel covo dell'uomo più pericoloso che conosceva dopo Shredder, da sola, senza nemmeno poter intervenire in caso avesse avuto bisogno di aiuto non lo allettava per niente.
Era rimasta nelle mani di quel demonio per una manciata di ore e già quelle erano bastate per farlo impazzire.
La ragazza sospirò per poi finire abbracciata a lui.
'' Ti capisco Leo, dico davvero... mentirei se ti dicessi che non ho paura... sto morendo di paura.''- a dispetto della paura che provava sinceramente, aveva una voce ferma, decisa fino al punto che non era più tanto sicura di esserne lei la proprietaria -'' Ci ho pensato. Mio fratello ha sofferto troppo.
I nostri genitori non ci sono più... se ci arrendiamo vince lui.''
Ed anche se non vivevano in una favola, ma nella vita reale... la prerogativa era di non lasciar vincere i cattivi.
 '' Ti amo, Leo... e non riuscirò mai a dirtelo tante volte come vorrei... ma ho un dovere anche verso Toby. E ho bisogno del tuo appoggio.''
Leo le sorrise amabilmente giocherellando con una ciocca di capelli ribelle che era sfuggita alla pettinatura a treccia della giovane.
'' Quello ce l'avrai sempre. Non devi chiederlo.''- Dio, quanto l'amava...
Sì, seppur a malincuore lasciava che fosse la sua Paige a tentare di risolvere la situazione, ma se Bishop avesse anche solo cercato di sfiorarla, l'avrebbe massacrato di botte e gli avrebbe fatto pagare tutto quello che aveva inflitto alla sua famiglia ed anche per il dolore che già prima Paige aveva patito per mano sua.
Non voleva nemmeno pensare che quelli fossero i loro ultimi momenti felici assieme, visto che erano appena iniziati.
'' A cosa pensi?''- fece la ragazza notando l'improvvisa assenza del leader.
'' Penso...''- fece Leo dandole un bacio a stampo sulle labbra -'' che appena finisce questa storia...''- se mai darebbe finita. In fin dei conti, pareva finire e con la precisione di una cambiale ricominciava ancora più spaventosa di prima. Ma doveva essere ottimista.
'' Penso che appena finisce questa storia... ti porto nel mio posto preferito a mangiare una pizza. Solo noi.''
Paige gli sorrise mettendogli le braccia intorno al collo rispondendo al bacio.
'' Adesso mi costringi a tornare viva.''
'' Proprio come volevo.''
Il bacio che venne dopo fu qualcosa di veramente diverso da quelli che si erano scambiati pochi secondi fa.
Come se sapessero che poteva essere il loro ultimo, ma che era di buon auspicio affinchè ce ne fossero molti altri.
Avevano sempre saputo che tra loro due non sarebbe stato semplice, mai... ma erano altrettanto sicuri che ce l'avrebbero fatta combattendo assieme.
Sì, dovevano farcela... dovevano uscire da quello schifo di situazione, stare assieme. L'uno riteneva che ormai l'altra nella vita avesse sofferto abbastanza e che adesso la felicità fosse un diritto.

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Capitolo 16
*** Nessun segreto ***


~'' Non credo che riuscirò mai a ringraziare ababstanza Karai...''- fece Paige scendendo dalla moto con cui Leonardo l'aveva accompagnata, fermandosi a circa un isolato dal luogo  in cui Bishop si era provvisoriamente sistemato e che da un paio di giorni era diventata la prigione di Toby Mitchell.
Decisamente, sarebbe stata per sempre in debito con quella donna... si era prodigata per indagare sul rapimento del fratello, aveva salvato le loro vite ed ora la stava aiutando a salvare Toby dalle mire di Bishop.
Il loro piano era semplice, anche se suicida per certi versi.
All'ultimo momento, Raffaello si era ricordato che Robert era rimasto gravemente ferito e che durante la fuga, l'aver messo fuori uso il sistema d'allarme e quello di sicurezza, non sarebbe stato sufficiente se Bishop poteva contare su un cecchino.
Detto fatto, Karai aveva procurato a Paige dei vestiti perfettamente identici a quelli che indossava... solo fatti con un tessuto antiproiettile.
'' Già... nemmeno io.''- fece Leo appoggiandosi alla moto. Sì, adesso era più tranquillo sapendo che Paige aveva una specie di armatura invisibile addosso e che quindi, anche se le avessero sparato come avevano fatto con suo fratello, le possibilità che la ragazza morisse o venisse gravemente ferita, calavano.
Ma era preoccupato lo stesso.
La SUA ragazza... sì, tanto ormai non era un segreto quasi per nessuno, Paige era la sua ragazza.
E stava andando da sola a salvare un suo amico a casa di uno psicopatico.
Non riusciva proprio ad accettarlo.
Non era concepibile, trovare una persona, rendersi conto di poter accettare tranquillamente la morte per amore suo... e poi rischiare di perderla per sempre.
'' Quindi...''- fece Leo -'' io e te, ci salutiamo qui.''
Paige lo guardò male.
'' Non pensarci nemmeno.... mi devi una pizza, rammenti?''
I due scoppiarono a ridere.
Un risata interrotta dal mutante che tirà a sè la ragazza, iniziando a baciarla come se fosse sicuro di non vederla più.
Il piano era semplice, e a volte erano proprio le idee più semplici a funzionare, ma due erano le cose certe per i vivi.
Primo, prima o poi la morte arriva per tutti.
Secondo, la vita era imprevedibile.
Perciò, se proprio era scritto che non dovesse più avere Paige tra le sue braccia, tanto valeva salutarla come si deve.
'' Te l'ho già detto che ti amo, vero?''- fece Leo carezzandole il viso.
'' Sì... e me lo dirai ancora. Promesso.''- lo baciò un' ultima volta sulle labbra e poi, lentamente, iniziò ad incamminarsi verso il luogo dell'appuntamento.
Sarebbe andata bene... sì.
Doveva solamente crederci.
Chiudere quella maledetta storia, i suoi genitori avrebbero finalmente riposato in pace, Robert avrebbe visto finalmente ripagato il dolore, la paura, la sofferenza che era stato costretto a sopportare... e lei e Leo avrebbero iniziato a pensare ad un futuro tutto loro.
'' E vissero per sempre felici e contenti...''- aveva smesso di credere alle favole il giorno in cui lei e suo fratello erano stati chiusi in un istituto, ma in fin dei conti solo chi non credeva alla magia e alle favole, non poteva trovare la sua.
E lei l'aveva trovata, alla fine.
Certo, Leo non era esattamente quello che immaginava quando pensava al suo '' principe azzurro''... era meglio.
Molto meglio.
Questi pensieri l'accompagnarono fino al palazzo di cui Bishop aveva fatto la sua base operativa nonchè prigione.
Appena arrivata alla porta, le venne intimato di non fare nemmeno un passo.
'' Sei sotto tiro...''- l'avvertì Bishop apparendo dal nulla, quasi come un fantasma -'' con le armi di cui sono equipaggiati i miei uomini, il foro di entrata potrebbe avere il diametro di un mandarino. Per cui attenta.''- la avvisò mentre uno degli uomini di Bishop andava a cercare eventuali accompagnatori della ragazza ed un altro la passava al setaccio con il metal detector.
'' Lascialo andare. Adesso.''- non ebbe bisogno di specificare a cosa o a chi si riferisse.
Bishop sogghignò.
'' Dì a tuo fratello di smettere di darmi la caccia e di consegnarmi tutto quello che ha raccolto contro di me, allora.''
Paige finse di pensarci un momento, dondolandosi sulle gambe -'' E ci lascerai in pace?''
Bishop non si fece pregare -'' Perchè no? Voi lasciate in pace me... ed io lascerò in pace voi. Tuo fratello potrà tornare alla sua brillante carriera di reporter, tu e Toby Mitchell a scuola con i vostri amici...''
'' E' pulita signore.''- fece il secondo soldato.
'' Nessuno nei dintorni.''- fece il primo di ritorno dal giro di perlustrazione.
'' Bene. Anzi, ottimo.''- fece Bishop con espressione soddisfatta in volto. Le indicò l'ingresso dell'edificio, per invitarla ad entrare -'' dammi quello che ti ho chiesto e potrai riavere il tuo amico.''
'' No.''- fece la ragazza -'' prima voglio sincerarmi che Toby stia bene. Non posso buttare quello che ha sofferto mio fratello senza nemmeno sapere che ne vale la pena.''
'' E' giusto...''- fece l'agente dopo averci pensato un poco -'' andiamo a prendere il tuo amico e chiudiamo l'affare.''
Il percorso non era compicato.
Toby era stato chiuso nella stessa prigione in cui era stata tenuta prigioniera anche lei, pochi giorni addietro.
Camminava tranquillamente seppur mantendendo la guardia alta.
Per ora era andato tutto bene, ma conoscendo il tipo...
'' Buone notizie Mitchell... sei libero. Ti pagano la cauzione.''- scerzò l'agente conducendo la giovane ragazza nella stanza dove, dentro la gabbia era accoccolato scompostamente il giovane Toby.
'' TOBY!!!''- Paige corse verso l'amico aprendo la porta della gabbia, per abbracciarlo.
Il ragazzo rispose con enfasi all'abbraccio.
'' Sapevo che saresti venuta a prendermi...''- ma poi il ragazzo ricominciò con le domande a raffica -'' ma chi è questo qua, che vuole da te...?''
'' Toby, sta tranquillo...''- fece Paige per tentare di calmarlo -'' è una lunga storia...''
CLACK!
Paige scattò verso la porta, quando la sentì chiudersi.
Bishop sogghignava maleficamente da fuori della gabbia -''... che avrai tutto il tempo per raccontare.'' - qui scoppiò a ridere -'' sai, girava voce che Karai Saki non fosse affatto come suo padre... ma dal momento che ha mandato una ragazzina a tentare di farmi fesso, tra i tanti ninja che poteva immolare, forse mi sbagliavo.''
Paige divenne pallida come un lenzuolo.
Lo sapeva, cavolo!
Sapeva che lei e Karai avevano ideato un piano per dargli ciò che meritava, senza mettere in mezzo altri innocenti e a quanto pare sapeva anche cosa avevano in mente.
'' Lo sapevi... sapevi...''
''... del tuo orologio programmato per creare una serie di bug nel sistema di sicurezza? Ovvio che sì.''- gongolò Bishop, pienamente soddisfatto di sè -'' vedi, quello che tu credevi un metal detector, oltre ad esserlo ha anche un'altra funzione.
Analizza tutto quello che hai addosso, non importa che quell'aggeggio fosse spento. Ha preso i dati, li ha inviati al computer madre ed ho ricevuto il rapporto via radio, mentre ti accompagnavo qui.''
Paige era indecisa se mettersi a ridere o scoppiare a piangere.
Optò per un '' Non dargli soddisfazione''
'' Avrei semplicemente potuto ucciderti, sparandoti a bruciapelo... ma so che nel giro di un' ora i tuoi amici sarebbero venuti a vendicarti, perciò...''
Aveva ragione Splinter... quello non era un uomo.
Era un pazzo, una bestia che si divertiva a giocare con le sue prede prima di infliggere loro il colpo di grazia.
'' Lasciala in pace.''- fece Mitchell parandosi davanti all'amica qualora l'agene avesse deciso di premere il grilletto.
'' Ma guardati... sei ridicolo...''- lo schernì Bishop -'' ti faresti ammazzare per proteggerla... la tua amica ti ha confidato che mentre tu venivi rapito dai miei uomini, lei era impegnata in romantiche passeggiate con una tartaruga alta un metro e sessantadue?''
Toby lo squadrò e poi portò lo sguardo sulla sua amica.
'' Poi mi spieghi, vero?''- le disse mentalmente, per poi riferirsi al loro aguzzino -'' La difendo perchè siamo amici, cosa che credo tu non possa capire.''
Tutto sommato si sentivano abbastanza al sicuro.
Paige era sempre in contatto con Leo ed il resto della squadra, se per caso fosse stata ferma troppo a lungo nello stesso punto avrebbero iniziato a sospettare che le fosse accaduto qualcosa.
Bishop non avrebbe mai corso un rischio del genere.
'' E adesso parliamo d'affari.''- fece Bishop avvicinandosi alla gabbia.
Senza nemmeno entrare, allontanò Toby da Paige e le afferrò il braccio con forza.
'' TOGLIMI LE MANI DI DOSSO!!!'' - urlò mentre lottava per reagire, ma il massimo che riuscì a fare in quel combattimento, fu graffiargli una mano con quella che le era rimasta libera.
Bishop però non era intenzionato a romperle l'arto, ma solo a strapparle via l'orologio.
'' E adesso organizziamo una piccola sopresa a tuo fratello, al tuo fidanzato ed al resto della tua combriccola.''- lo scienziato tirò fuori un cellulare ed iniziò a scrivere qualcosa.
'' Qualsiasi cosa tu voglia fare non la farai!''- lo affrontò Toby.
Bishop non gli diede peso.
'' Io dico di sì...''- fece l'agente.
'' Non sono stupidi...''- fece Paige -'' ci verranno a cercare. Ti faranno a pezzi. E poi ti consegneranno alla polizia.''
'' Ingenua...''- sogghignò Bishop -'' ma guardiamo come stanno le cose. Ho il tuo orologio con localizzatore e questo significa, per loro, che sei viva oltre che sana e salva.
E ho mandato un messaggio che lo conferma, dal cellulare del tuo amichetto. Tecnicamente... pare che vi siate fregati con le vostre stesse mani.''
'' Canaglia...''- fece Paige desiderando come non mai di avere per le mani una qualunque arma, contundente o da fuoco e fargli il più male possibile.
Bishop non si rammaricava di vedere quell'odio nei suoi confronti. Anzi, pareva molto soddisfatto da quel che vedeva.
'' Vuoi prendertela con qualcuno? Non è me che devi odiare per quello che sta succedendo.''
'' Ah davvero?!?''- intervenne Toby -'' e chi dovrebbe odiare allora? Sei stato tu ad assassinarle la famiglia.''
'' Non sarebbe stato necessario se suo padre prima, e suo fratello poi si fossero fatti gli affari loro.''- fu la semplice spiegazione dell'agente -'' pensaci, mentre mi libero una volta per tutte di quel maledetto ficcanaso... e godetevi gli ultimi istanti da esseri pensanti.''
Purtroppo non occorreva nè l'intelligenza di Donatello nè l'acume di Leonardo per capire cosa intendesse l'agente.
'' Prima mi libero di quel ficcanaso e dei vostri amichetti... poi ritorno qui, e vi spegnerò come due candele.''
Quando l'agente se ne andò, Paige si accasciò per terra, come se una sanguisuga si fosse nutrita di lei fino al midollo osseo.
Era finita.
Potevano solo sperare in un miracolo....

 

 

'' AHHH!!!''- urlò Robert chinandosi su sè stesso, premendo sulla cicatrice che aveva lasciato il proiettile di alcuni giorni prima, come se fosse in balia di un dolore insopportabile.
'' Robert!!!''- fece Donatello premurandosi subito di assisterlo ed assicurarsi che stesse bene.
'' Amico, tutto bene?''- si preoccupò Mik.
Robert si rialzò massaggiandosi la nuca, ostentando benessere -'' Sì... tutto bene... ho sentito solo una fitta alla ferita.''
Leo lo prese sotto braccio, portandolo verso il giardino -'' Vieni... prendiamo una boccata d'aria.''
'' Sì... credo sia una buona idea.''- ringraziò l'umano. Quando furono in giardino, Robert respirò a pieni polmoni, ma ciò non bastò a tranquillizzarlo.
La ferita gli faceva male, ma non era il suo problema principale. Sentiva come una morsa serrargli gola e stomaco.
Sensazione sgradevolissima quanto familiare.
'' Paige... le è successo qualcosa.''
Cinque parole, tra cui un nome, che bastarono a far gelare il sangue nelle vene del leader.
'' E tu come lo sai?''- assurdo... finora l'orologio che Chaplin aveva dato a Paige sosteneva che la ragazza fosse illesa, tutto come da programma...
'' Sensazione da fratello maggiore. E' un dubbio che non riesco a levarmi dalla testa.''- gli confidò l'umano lavandosi la faccia, bagnandosi anche i capelli, con l'acqua del laghetto -'' starò bene quando la vedrò sana e salva. E quando sarò certo che nessuno soffrirà per quello che ho fatto.''
'' Per quello che hai fatto?''- sbottò Leo, che non riusciva a capire -'' Parli di quello che fai come se fossi un criminale. Quello che fai è importante: fai in modo che la gente sappia la verità, e non per danaro ma perchè ci credi. Paige è fiera di te.''
Altrochè se lo era. Nei giorni in cui era stata con loro nella tana, la ragazza gli parlava quasi sempre del fratello, del suo lavoro... le brillavano gli occhi quando raccontava con dovizia di particolari di cosa si occupava Robert Collins.
Robert sospirò soddisfatto.
Del premio Penna d'Oro, dei complimenti di colleghi e datori di lavoro gliene importava almeno quando gli importasse sapere qual'era il colore che andava più di moda... ma dell'opinione della sua sorellina... beh, lei era l'unica persona la cui opinione lo stimolasse davvero.
'' Vado a prenderla. Anzi, li vado a prendere... così mi scuso di persona con quel povero diavolo.''- decise il giovane avviandosi verso l'uscita sul retro del palazzo, con Leo che non lo mollava nemmeno per un secondo.
Non avevano ancora avuto notizie da Paige, ma ormai non ce la faceva più a star lì buono ad aspettare.
'' Aspettami, vengo con te.''
Robert fece cenno di no con la testa -'' Meglio di no. Ti metteresti solo in pericolo, e poi so badare a me stesso.''
'' Appunto.''- fece il blu -'' proprio della mia incolumità mi preoccupo.''
'' Prego?''- fece Robert voltandosi, con aria interrogativa.
'' Sul fatto che tu sia capace di badare a te stesso non ho dubbi... ma metti caso che ti distrai un attimo e Bishop o uno dei suoi amici prova a giocarti uno scherzo di cattivo gusto... Paige come minimo mi fa fuori.''
I due risero.
Un modo come un altro di smorzare la tensione.
'' Perciò, se davvero mi sei grato di aver contribuito a levarti dalle mani di Bishop, ti prego di risparmiarmi un decesso doloroso per mezzo di tua sorella. Conviene anche per lei.''
A quel punto, Robert si convinse e diede alla tartaruga  l'ok per seguirla.
'' Ah... Leonardo... riguardo a ciò che è bene sia per te che per Paige...''- fece Robert una volta che furono entrambi fuori dal palazzo di Karai -'' sarai pure un ninja, ma tu spezzale il cuore ed io spezzerò te.''
Leo sbiancò.
A quanto pare avrebbe dovuto dire a Paige di non preoccuparsi troppo della scelta di parole da usare con il fratello per metterlo al corrente del loro ''fidanzamento'' e nemmeno della sua rezione.
Ma per adesso avevano altro di cui preoccuparsi.
Anche se non lo sapevano.

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Capitolo 17
*** L'amore che resiste persino all'inferno ***


~'' Ancora niente?''- domandò Toby alla sua migliore amica ed attuale compagna di prigionia.
Quello psicopatico li aveva lasciati solo da quasi mezz'ora ormai.
Ed in quella mezz'ora, Paige non aveva fatto altro che armeggiare con i cardini della gabbia borbottando, come un disco rotto -'' Se solo riuscissi a far scivolare fuori quest'affare...''- aiutandosi una forcina per capelli deformata e trasformata in fil di ferro.
'' No.''- fece Paige senza smettere il suo lavoro -'' Purtroppo il matto sa come trattenere gli ospiti che gradirebbero andarsene...''
E ci riusciva alla grande, purtroppo.
Quando era tornata in città accompagnata da Leonardo per aiutare Robert, lui le aveva raccontato molte cose su Bishop: di come lavorava per creare una nuova umanità. Di come rapiva, torturava e a volte uccideva dei poveri malcapitati per condurre i suoi esperimenti sulla genetica. Una volta aveva preso anche loro.
Si erano salvati perchè Splinter, April e Casey durante la guerra dei Triceraton si erano accorti e preoccupati della loro assenza ed erano riusciti a trovarli.
Morale della favola: a meno che fuori non ci fossero persone che sanno in che razza di guaio ti sei cacciato, sei destinato a fare una fine atroce.
Il guaio era che con tutta probabilità, Leonardo non immaginava che il piano non aveva funzionato e che adesso era prigioniera dell'assassino della sua famiglia e che con la stessa probabilità, Bishop avrebbe distrutto una volta per tutte le prove contro di lui e poi... solo i suoi occhi aperti ed un debole respiro, avrebbero confermato che era ancora in vita.
Doveva assolutamente riuscire a scappare e di far scappare anche Toby. O di loro non sarebbe rimasto niente.
'' Forse dovremmo rispiarmiarci...''-  tentò Toby -'' risparmiare le energie... tornerà prima o poi... e ci farà fare la fine di due candeline su un dolce di compleanno.''
'' Motivo in più per tentare di fuggire... ti pare?''- no, non poteva morire lì, in quel giorno ed in quel modo... non ora che aveva trovato l'altra metà del suo cuore.

Nel frattempo, lungo la strada per il luogo in cui Bishop aveva rinchiuso i due amici, vi erano due persone dirette in tal posto, entrambe follemente innamorate di Paige, anche se ognuno di loro la amava di amore diverso.
'' Senti...''- fece Leo rompendo il silenzio fatto d'ansia che si faceva sempre più pesante -'' So che non sarebbe dovuto accadere... ma è successo.''
'' Guarda che non sono arrabbiato per te e Paige.''
In fin dei conti, perchè avrebeb dovuto arrabbiarsi perchè la sua sorellina aveva attirato l'amore di qualcuno?
Era molto graziosa. Era intelligente. Era coraggiosa, e i giorni passati ne erano una prova. Inoltre... era come se il dolore e la sofferenza che entrambi avevano vissuto le avesse donato un fascino particolare.
Sapeva che un giorno le sue qualità le avrebbero regalato l'amore di qualcuno che avrebbe saputo prendersi ottima cura delle sue cicatrici. Certo, non si sarebbe mai aspettato che quel qualcuno  fosse una tartaruga mutante abilissima con le spade e le mosse di karate... ma aveva visto in lui un animo nobile e coraggioso, pronto a tutto per proteggere l'unica donna della sua famiglia che era rimasta nel mondo dei vivi assieme a lui e che si era esposto tantissimo per salvare lui da una fine ben poco eroica... quindi, preferiva doverla dividere con lui che con il primo '' fuoco di paglia'' che arrivava.
'' Quindi... ti chiedo di farmi una promessa solenne.''- fece il reporter.
'' Certo. Qualsiasi cosa.''
'' Se riusciamo a salvare la baracca a questo giro, tra non molto potremo... tornare alla normalità. E questo significa che potrò tornare al mio lavoro.''
'' Credimi, niente potrebbe renderci più felici.''- fece Leo. Fin da quando aveva saputo di cosa si occupava il giovane Robert non aveva potuto fare a meno di ammirarlo: lui scriveva in nome della verità, a discapito di quello che sarebbe potuto accadergli.
Quando aveva deciso di denunciare Bishop sapeva che le possibilità per lui di non patire conseguenze erano ridottissime, quasi inesistenti. Ma non ci aveva pensato due volte a lanciarsi in quella crociata per la verità. Poteva solo fargli tanto di cappello.
'' Lo so. Quindi, visto che per la prima volta ho toccato con mano quanto questo mestiere possa essere pericoloso... ti affido la cosa più preziosa che abbia mai avuto: Paige.''

'' Ce l'ho fatta...''- fece la giovane con gioiosa incredulità quando la serratura scattò aprendosi.
'' Davvero?''- fece Toby non meno incredulo di lei.
'' Sì...''- fece la giovane uscendo dalla gabbia ed avviandosi verso la porta. Non c'era nemmeno una guardia.
Molto strano.
Per un attimo ebbe quasi paura, ma poi si ricordò che con tutta probabilità suo fratello, Leonardo, Karai ed i suoi amici stavano andando ad infilarsi in una trappola visto che Bishop aveva capito il loro piano.
Ad ogni modo afferrò un bisturi da laboratorio presente nella stanza e ne diede un altro a Toby. Sperava davvero che nessuno dei due sarebbe stato costretto ad usarlo.
'' Dobbiamo scappare.''- fece Paige uscendo con cautela dalla stanza -'' dividiamoci. Così raddoppiamo le nostre possibilità.''
'' Va bene...''- fece Toby - '' spero di rivederti.''
'' A chi lo dici Toby... a chi lo dici.''
Nel dir così i due amici si separarono, senza sapere che il perfido scenziato, per sicurezza e forse nella previsione che i due sarebbero riusciti in qualche modo a scappare, aveva piazzato manomesso l'impianto elettrico, calcolando l'esatto momento in cui ci sarebbe stato il corto circuito.
Non ne era una grande manomissione, ed avrebbe fatto solo delle piccole scintille.
Piccole scintille che sarebbero divenute un gigantesco incendio... visto che aveva cosparso di liquido infiammabile ed inodore il pavimento dell'edificio. In breve tempo, i due amici si sarebbero trovati circondati dalle fiamme dell'inferno.

'' Non dirlo nemmeno Robert.''- fece Leo -'' Tu e tua sorella non avete niente da temere: godete della nostra protezione. Sempre e comunque.''
'' Sì lo so...''- fece il giornalista -'' ma come nemmeno il più grande dei chirurghi può riuscire nel donare l'immortalità ai propri pazienti e nemmeno il migliore degli avvocati puà sapere l'esito di un processo... senza offesa, ma nemmeno voi potrete garantire sempre e comunque che io riuscirò a salvarmi oggi, domani o tra vent'anni.
Perciò ti prego... promettimi che proteggerai Paige se io dovessi morire.''
'' Lo farò...''- e nel vedere l'edificio che iniziava a tingersi di rosso, i suoi occhi divennero quasi vitrei per la paura -''... e credo sia meglio cominciare subito. Guarda!!!''
'' Oddio mio...''- fece Robert pallido come un cadavere -'' No... PAIGE!!!''
Leo iniziò a correre verso l'edificio in fiamme. C'era un punto ancora al sicuro, doveva entrare da lì prima che fosse troppo tardi.
Robert gli venne dietro. E a nulla valsero le sue proteste. In fondo... come biasimarlo? Era ciò che Paige aveva fatto  per lui nei giorni scorsi e quello che lui avrebeb sempre fatto per i suoi fratelli.

  ''E' finita...''- pensò Paige ormai accasciata per terra mentre le fiamme intorno a lei divoravano tutto ciò che toccavano. Quando si era accorta delle fiamme e del fumo che la circondavano velocemente, aveva iniziato a correre senza nemmeno sapere dove stava andando
Il fumo le aveva annebbiato il cervello oltre che intossicato i polmoni ormai. Sperava che almeno Toby fosse uscito se non indenne, almeno vivo da quell'inferno.
Se lui, che non c'entrava niente, fosse morto lì dentro non se lo sarebbe mai perdonato... ormai la morte pareva inevitabile.
Un po' le dispiaceva.
Lasciare suo fratello, i suoi amici, la sua vita, i sogni che non avrebbe più potuto realizzare, le speranze...
E lasciare lui.
Leonardo Hamato. Una creatura che nemmeno sarebbe dovuta esistere, se non in qualche film di fantascienza, ma che invece per fortuna esisteva ed aveva reso la sua, nel momento più buio, incredibile e fantastica.
Lasciarlo era la cosa più terribile... ma almeno sarebbe rimasto vivo.  In fin dei conti... come avevano già capito da tempo, non c'era un futuro su quella terra, per loro.
'' Magari ci andrà meglio nel prossimo...''
'' Su, non essere così melodrammatica...''
Quella voce le fece ritrovare momentanamente le forze, quel tanto che bastava per riuscire a sedersi.
Davanti a lei, in quell'inferno di fiamme, fuoco e fumo c'era proprio il leader delle tartarughe ninja.
Leo le tese una mano per aiutarla a rimettersi in piedi, e quando ci fu riuscito la prese in braccio, dirigendosi verso la finestra vicina.
La tartaruga prese un bel respiro, pregando che qualche Entità Superiore, lo assistesse. Purtroppo, anche se sembrava un suicidio, la loro unica speranza era di saltare di sotto.
E dovevano farlo non appena aperta la finestra.
Infatti, non appena le ante fossero state aperte, la repentina folata d'ara fresca avrebbe immediatamente causato il divampare ulteriore delle fiamme, distruggendo anche il pezzo che per ora era rimasto al sicuro.
Se avessero esitato un solo istante, dopo aver aperto la finestra, sarebbero morti entrambi.
'' Tieniti forte... dobbiamo volare.''- nel dir così la tartaruga aprì la finestra e si lanciò con la ragazza, stringendola a sè e cercando di proteggerla dall'impatto come meglio poteva con le braccia.
Come erano saltati il fuoco divampò sempre di più.
'' Ah!!!''- fecero entrambi quando caddero sul suolo. Per fortuna, la corazza di Leo salvò la vita ad entrambi.
'' Stai bene?!?''- fece il mutante aiutandola ad alzarsi con la voce rotta e tenendole il viso con le mani che tremavano di paura.
Sì, paura.
Lui non aveva mai avuto paura di niente in tutta la sua vita... persino la morte o il rischio di non rivedere mai più un'altra alba aveva sempre accettatto e di buon grado anche.
Ma ora che l'aveva trovato...l'amore... quello vero... l'idea di vivere altri mille anni senza Paige al suo fianco lo atterriva.
'' Sì... sto bene.''- lo rassicurò lei con un sorriso -'' grazie a te.''
Il mutante la prese tra le sue braccia e per un attimo i due si persero in un bacio appassionato, per festeggiare la loro riunione. Per un attimo entrambi avevano seriamente temuto di non rivedersi mai più, quando si erano accorti che il fuoco stava lentamente iniziando a divorarsi l'edificio.
Ma dato che alla fine si erano ritrovati... forse era un segno che il destino ancora non si era stancato di loro.
'' Ehm...'' - fece la voce scettica di Robert riportandoli alla realtà -'' no, dico...''
''... se volete torniamo più tardi.''- concluse Toby rdacchiando.
Paige corse subito ad abbracciarli entrambi.
'' Che gioia vedervi...''- poi si riprese -'' dobbiamo raggiungere gli altri... Bishop aveva capito il piano ed adesso ha dato appuntamento agli altri...''
'' Sono al porto.''- fece Leo leggendo un messaggio sul cellulare -'' Raph dice che hanno ricevuto un tuo messaggio dove dici che va tutto bene, ma di aspettare a mettere online l'articolo perchè devi parlarci di una cosa. Ci chiede di raggiungerli.''
'' Che cosa vorrà fare?''- fece Toby,
Paige e Robert si guardarono e poi dissero quasi in coro -'' Ucciderà tutti per avere la chiavetta con l'articolo. Così non ci saranno più nè prove tangibili nè testimoni.''
Ma non sarebbe accaduto.
Quanto era vero Iddio... non sarebeb stato Bishop a vivere felice e contento.

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Capitolo 18
*** La fine di tutto ***


'' Mi dispiace averti coinvolto...''- fece Paige rivolta a Toby mentre si dirigevano verso il luogo della trappola ordita da Bishop.
Le dispiaceva davvero. Mai, per nessun motivo al mondo avrebbe mai voluto coinvolgere le persone a lei care in quella guerra...  una guerra contro un uomo che provava piacere nell'uccidere e torturare persone innocenti per assecondare le sue manie di grandezza... o il suo senso di superiorità. La breve prigionia le aveva fatto capire che quello che davvero lo eccitava da morire, era il potere, la consapevolezza di poter decidere della vita e della morte del malcapitato che aveva avuto la sfortuna di trovarsi tra le sue mani sporche di sangue...
Se fosse successo qualcosa a Toby per causa sua.... nemmeno tra un milione di anni se lo sarebbe perdonato mai.
'' Non preoccuparti...''- fece Toby rassicurandola con un sorriso per poi chiedere -'' Quindi... tu... e quel...''
Paige arrossì, ma poi annuì sognante -'' Sì. E' lui... l'uomo della mia vita è lui.''
Rimarcò con cura la parola uomo così che non ci fossero dubbi a riguardo. Per lei Leonardo non era un mutante.
Non era un rettile.
E cosa più importante... non era un mostro.
Per lei era un uomo a tutti gli effetti. Era onesto, coraggioso, intelligente, leale,sincero, pieno di ideali... e con lei era sempre stato premuroso ed attento.
Ricordava ancora la sua gioia alla fattoria, mentre facevano piani per il futuro... un futuro incerto, che mano a mano che gli eventi scorrevano pareva irrealizzabile... ma non riusciva a smettere di sperare e pensare che forse ce l'avrebbero fatta a godersi qualche attimo di felicità.
In fondo... cos'era la resa dei conti finale se paragonata a quanto aveva già sofferto sino a quel momento?
Toby la guardò e poi lanciò uno sguardo anche a Leo intento a guidare, cercando di mostrarsi contento per l'amica... ed era veramente felice per lei, ma allo stesso tempo era triste... di sapere di un altro, l'unica ragazza che aveva sempre amato.
'' Mi spiace Toby...''- fece Paige intuendo i suoi pensieri. Aveva sempre avuto il sospetto che l'amico nutrisse qualcosa di più che una grande amicizia nei suoi confronti... ed era sempre stato il suo più grande timore... perchè lei non aveva mai sentito altro che una profonda amicizia nei suoi confronti e nulla di più.
Odiava l'idea di farlo soffrire... ma lei amava Leo. Anche se venivano da due mondi totalmente diversi... era certa che sarebbe stato lui a regalarle tutta la felicità di cui aveva bisogno in quella vita.
'' Non ti preoccupare.... se lui ti rende felice, lo sono anch'io... però ti avverto... poco importa se sa dare pugni e calci... se ti fa soffrire lo ammazzo e lo faccio sembrare un incidente...''
Paige sorrise ammiccando a suo fratello, che ricambiò l'occhiata.
'' Mettiti in fila.''
In quel momento, Leo distolse la sua attenzione dalla guida e si guardò attorno leggermente preoccupato.
'' State parlando di me...?''- fece il mutante.
'' No.''- fecero i tre ragazzi ridendo sommessamente.
...
...
...
Intanto al porto Karai e le tre tartarughe iniziavano a dare segni di impazienza. Paige aveva mandato loro un messaggio per dire che era tutto a posto ma che aveva bisogno di parlare con loro, al porto.
Non sapevano perchè, ma non si erano fatti troppe domande in merito, in fondo avevano studiato un piano perfetto, impossibile da prevedere.... ma ora iniziavano a preoccuparsi. Sinceramente.
Non solo perchè Paige non ne voleva sapere di saltare fuori, ma anche perchè Leo e Robert erano come volatilizzati.
Il reporter non si era sentito bene ed il leader delle tartarughe l'aveva scortato fuori per fargli prendere aria ma da allora nessuno li aveva più visti.
'' Non so perchè...''- borbottò Don ad un certo punto - '' ma c'è qualcosa che non va...''
'' Che cosa, fratello?''- chiese il fratello minore.
'' Non lo so.... una sensazione. Molto sgradevole.''- fece il genio.
''.... oltre ad essere tremendamente azzeccata, caro il mio mostriciattolo.''- fece la voce di Bishop.
Quasi trasalirono nel vederlo.
Ed iniziarono, con orrore, a capire che qualcosa non aveva funzionato.
'' Pensavate di fregarmi, vero?''- fece Bishop sorridendo malignamente  -'' anche lei Karai... non avrei mai pensato che la figlia di Shredder, avrebbe assunto le difese di quattro scarti di natura...''
'' BADA A COME PARLI, FARABUTTO!!!''- strillò Raffaello avanzando minaccioso verso il sadico agente, prontamente fermato dalla salda presa di Michelangelo.
'' E tu che cosa saresti, sentiamo?''- fece Karai fissandolo con odio avvicinandosi a lui, minacciosamente -'' Un rifiuto umano, un megalomane con manie di grandezza  il cui unico divertimento è torturare e rovinare la vita di persone innocenti... che si spaccia per il difensore del mondo... sei la stessa peste che millanti di voler combattere.''- fu allora che lo schiaffeggiò.
'' E' ufficiale...''-  pensò  Raffaello -'' è dei nostri.''
Ma non ebbe nemmeno il tempo per gioire del fatto che l'ex nemica/ alleata avesse preso a ceffoni quel delinquente... ed il motivo era che all'appuntamento di Paige, si era presentato Bishop... la sua assenza, così come l'improvvisa '' fuga'' di Robert e Leo non lo tranquillizzavano per niente...
'' Dove sono?''- fece il rosso non potendone più.
'' Dove sono chi?''- fece l'agente con strafottenza per poi fare quasi con tono melodrammatico -'' Ah sì... la vostra deliziosa amica ed il suo amico... purtroppo la mia base è stata devastata da un incendio.... sapete, impianto elettrico difettoso, quando è stato revisionato l'ultima volta era l'anno in cui il salvavita non era obbligatorio...''
Le tartarughe e Karai sbiancarono dall'orrore. Non ci voleva certo il genio di Donatello e Chaplin o l'arguzia di Leonardo per immaginare cosa fosse successo... l'incendio che divampava, Toby e Paige che strillavano disperati  di essere salvati... Leo e Robert forse avevano previsto problemi e quando Leo aveva accompagnato il '' cognato'' a prendere aria avevano cercato di salvarli...
'' No...''- fece Raffaello con gli occhi che si riempivano di lacrime -'' Leo... ti prego dimmi che sei vivo...''
'' Non cambia niente...''- fece Donatello tenendo gli occhi bassi per non mostrare all'odiato nemico che il volto era quasi interamente ricoperto da una patina acquosa... non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione -'' quei documenti verranno resi pubblici...ed allora tutto il mondo saprà chi sei...''
Bishop sorrise.
'' Ho la chiavetta. Ed una squadra di cecchini pronti ad eseguire ogni mio ordine... ammettetelo. Il gioco finisce, e vinco io.''
...
...
'' Vigliacco...''- borbottò Toby. Erano arrivati da almeno dieci minuti, ma per non mettere in allarme il loro nemico avevano lasciato il furgone lontano. Leonardo aveva cercato di convincere Toby e Paige a restare al sicuro nel furgone ma non c'era stato verso.
Sentivano entrambi di avere un conto in sospeso con Bishop... e non avevano torto.
In fin dei conti, erano stati rapiti, strappati ai loro cari, alla vita, per poi rischiare di morire per i deliri di un pazzo furioso.
Che chiedessero di poter dare una mano a prenderlo a mazzate sui denti era il minimo. Ma non potevano fare niente di niente, con i cecchini che tenevano i fucili puntati su Karai, Raph, Mik e Don.
'' Dobbiamo fare qualcosa, o qui finisce che succede una strage...''- fece Paige.
'' Puoi dirlo forte, sorella... qualcuno ha un piano?''- fece Robert.
'' Dunque...''- fece Leo riflettendo attentamente sul da farsi. Erano in quattro, avrebbero potuto prenderne uno a testa e neutralizzarli... se non fosse stato per un piccolo dettaglio.
Non poteva mandare tre ragazzi che non avevano alcuna esperienza nel combattere contro dei cecchini armati che avrebbero fatto loro un terzo occhio non appena li avessero sentiti respirare.
'' Se solo avessimo qualcosa per metterli fuori combattimento...''- fece Leo.
A Toby venne un'idea.
'' Forse ho qualcosa di adatto...''- fece mettendosi una mano in tasca per tirar fuori una  fialetta provvista di beccuccio -'' Prima che mi aggredissero, mia madre mi ha telefonato per chiedermi di portare a casa delle gocce per dormire alla nonna perchè in casa avevano finito la scorta.... possono andare?''
'' Direi che sono perfette...''- fece Leo illuminandosi -'' ora serve solo qualcosa con ui tappar loro naso e bocca.''
Robert afferrò le maniche della camicia e le strappò via con un gesto secco e deciso e le divise in quattro pezzi.
'' Queste andranno bene...''- fece Robert passandole prima a Toby, il quale le impregnò del sedativo per poi passarle ai compagni.
Leo diede uno sguardo d'intesa ai tre umani e fece segno di andare.
Tutto stava per finire.
...
...
...
'' Tu pensi davvero di poterla fare franca...?''- fece Donatello -'' Ci sarà sempre qualcun'altro pronto a darti la caccia.''
Bishop rise malignamente -'' No, non credo proprio... una volta che mi sarò liberato di voi e di questa...''- nel dir così la lanciò in acqua -'' Mi basterà infettare il sistema informatico del clan del Piede per cancellare ogni prova a mio carico.
Non credo che qualcun'altro si azzarderà a mettere il naso nei miei affari...''- nel dir così tramite l'auricolare bisbigliò -'' Sparate. Adesso.''
Ma i colpi non partirono.
Ripetè l'ordine.
Ancora niente.
'' HO DETTO, FUCILIERI, FUOCO!!!''- gridò.
'' Mi spiace Bishop...''- fece la voce di Leonardo alle sue spalle -'' Ma stavolta non potrai contare sui tuoi galoppini per fare il lavoro sporco.''
Il perfido agente si voltò e con sua enorme sopresa, vide la tartaruga dalla benda blu che imbracciava uno dei fucili in dotazione al suo esercito.
'' Leonardo!!!!''- fece Raph al settimo cielo nel vedere il fratello ancora in vita -'' Lo sapevo!!!''
'' Già e non è solo... in tutti i sensi.''- fece Toby saltando vicino alla tartaruga con il secondo fucile, spalancando gli occhi... che la sua migliore amica facesse coppia fissa con un rettile alto un metro e sessanta abbigliato come un guerriero del Giappone feudale... ok, l'aveva appurato. Gli sarebbe stato difficile immaginarseli al cinema o a passaggiare mano nella mano, ma ci avrebbe fatto l'abitudine... ma non sapeva avesse  pure dei parenti.
'' Come la mettiamo adesso?''- lo sfidò Paige.
Bishop sogghignò.
Ormai aveva capito che per lui era finita e che niente e nessuno avrebbe potuto evitargli l'arresto da parte di quegli ingrati umani che cercava di proteggere con il suo prezioso lavoro, se non addirittura di essere messo a morte... ma prima tanto valeva far fuori qualcuno per vendicarsi e costringere quel reporter da strapazzo e quei quattro sgorbi verdognoli a piangersi addosso per il resto della loro vita e che gli facesse compagnia all'inferno.
E c'era una sola persona degna di tale ruolo.
Tirò fuori una pistola dalla tasca e la puntò contro Paige.
'' La mettiamo che se io vado a fondo, tu vieni con me...''
'' Fermo, mani in alto!''- fece Robert parandosi davanti alla sorella puntando contro lo scienziato una pistola -'' bada bene, non farmi scherzi o giuro, quant'è vero Iddio t'ammazzo stavolta.''
'' E che aspetti?''- fece Bishop strafottente  cercando di mascherare la sopresa nel rivedere il reporter e i suoi amici vivi. Era certo che sarebbe entrato nell'edificio in fiamme in un patetico tentativo di salvare la sorella ed il suo amichetto, rimandendo ucciso pure lui... Invece era lì davanti ai  suoi occhi-'' Mi uccidi tu, mi fanno l'iniezione letale, pensi che mi sgomento se mi fai fuori prima tu? Ti facevo più furbo.''
'' Metti a terra quell'arma... o ti sparo ad un ginocchio.''
L'agente rise sonoramente -'' Oh andiamo... è tutto qui? Una volta mi hanno sparato in faccia, non ho fatto una piega. Sparami ad un ginocchio, avanti...''
'' METTI A TERRA QUELLA PISTOLA O GIURO CHE TI AMMAZZO!!!!''- strillò Robert con le lacrime agli occhi e rosso in viso. Quasi i suoi amici si spaventarono.
Il volto era in fiamme e potevano giurare di vedere le vene sul collo pulsare quasi minacciando di esplodere e tutti non poterono pensare che era vera la diceria su quanto pericolose potevano diventare le persone tranquille e pacate.
Karai avanzò verso l'amico.
'' Robert... non sparare.''
'' Tu sai cos'ha fatto... ha provocato solo sofferenza e morte, ha distrutto tutto quello che ha toccato... ha distrutto la mia famiglia e cercato di uccidere dei ragazzini innocenti, e credi davvero che si meriti ancora di vivere?!?''
'' Hai ragione... non merita niente, e sono d'accordo sul fatto che debba pagare... ma pensa a tua sorella.''- continuò la kunoichi.
Raph si aggregò.
'' So che quello che sto per dire ti sconvolgerà... ma ha ragione lei.''- e infatti tutti lo fissarono con occhi sgranati. Raffaello che dava ragione a Karai? Più facile che un cammello riuscisse a passare per la cruna di un ago.
Eppure era così.
Vero, Bishop era un essere deprecabile e non meritava nessuna pietà, per tutto quello che aveva fatto non avrebbe dovuto essergli concessa nemmeno possbilità di difendersi in un tribunale... ma era anche vero che ( almeno esteriormente) era una persona.
E per l'omicidio si finiva in prigione.
Se Robert avesse effettivamente ucciso Bishop senza  prove convincenti dell'aver agito per legittima difesa e non in preda alla collera, sarebbe stato arrestato per omicidio, Paige sarebbe stata sbattuta in un qualche istituto d'accoglienza e sarebbe rimasta completamente sola. Vero, ci sarebbero stati loro, i suoi amici, al suo fianco... ma non sarebbero mai riusciti
Robert fissò la sorella che pareva quasi supplicarlo con lo sguardo di non farlo, di non lasciarla sola...
Abbassò la pistola.
'' Idiota...''- bisibigliò l'agente autocompiacendosi di quel che vedeva.
Prese la mira ed azionò il grilletto.
'' NO!!!''
BANG!
'' Ahhhhh!!!!''
Era successo tutto in un attimo.
Approfittando di quella '' patetica lezioni di moralità'', Bishop aveva premuto il grilletto contro Robert, ma Leonardo aveva avuto la prontezza di spingere via il potenziale cognato... beccandosi il colpo destinato a lui, nella spalla sinistra.
Paige gli fu subito intornocercando di tamponargli la ferita come poteva con le mani.
Raffaello e i suoi fratelli assieme a Karai, non ci videro più per la collera e lo attaccarono come se non ci fosse un domani, come se solo la vista del suo sangue potesse calmarli.
Paige e Robert però erano preoccupati da altro sangue... quello che sgorgava copioso dalla spalla di Leo.
'' Non è molto grave per fortuna...''- fece Toby -'' si è fermata nel muscolo, non credo che abbia danneggiato l'articolazione...''
'' Consolante...''- borbottò Leo.
'' Leo, ma che hai fatto...?''- fece Paige quasi piangendo.
'' Perchè... se ti faccio soffrire c'è gente che fa la fila per uccidermi...''- nel dir così riuscì a ridere e strappar loro una risata -'' tanto vale che mi organizzi da solo.''
La ragazza l'abbracciò piangendo -'' Stupido...''- borbottò tampondandogli l'emorragia al braccio con l'aiuto del suo fazzoletto.
Robert non potè fare a meno di sorridere.
Non era mai stato uno che scommetteva... ma in quel momento, puntava tutto su quei due.
Bishop guardò la scena disgustato e tentò di scappare, ma la voce fredda di Karai lo bloccò.
'' Quanto lontano credi di poter arrivare?''- lo gelò, mentre nell'aria risuonavano i suoni delle volanti della polizia - '' Puoi sfuggire all'arresto, ma l'FBI avvierà certamente delle indagini, cercherà dei testimoni, interrogherà i tuoi collaboratori.... possono tradirti senza paura, tanto ormai non sei più nulla.
Temo che tu sia spacciato.''
La polizia arrivò poco dopo ed ammanettarono Bishop, non prima di essersi sincerati che il reporter, sua sorella e Toby fossero illesi.
'' Dovrete seguirci alla centrale per dei chiarimenti.''- fece l'agente Laird -'' Il prima possibile.''
Robert assicurò che sarebbero andati alla centrale a raccontare tutto la mattina dopo, sul presto. Prima c'era una cosa di cui dovevano assicurarsi.
'' Come sta?''- fece Paige una volta arrivati al rifugio delle tartarughe, in cui Leonardo era stato traportato per essere emdicato dopo essersi preso una pallottola per lei.
'' E' tutto a posto, stai tranquilla.''- fece Donatello mettendole una mano sulla spalla per calmarla -'' il proiettile si è fermato quasi subito, e non è stato difficile rimuoverlo... ha solo perso un po' di sangue, ma si riprenderà.''
Paige riprese a respirare come se finalmente l'avessero tirata fuori da una vasca piena d'acqua in cui l'avevano costretta a rimanere per giorni.
'' Posso vederlo...?''- chiese e senza nemmeno aspettare la risposta si diresse nel laboratorio di Donatello, dove Leo era stato adagiato su un lettino da pronto soccorso.
Dormiva come un bambino, il braccio fasciato ed immobilizzato da un tutore. A parte questo, aveva un'espressione pacifica dipinta in volto.
A vegliarlo vi era il maestro Splinter.
'' Sensei...''- fece Paige riscuotendo il roditore dal torpore in cui rischiava di cadere.
'' Figliola...''
'' Non so come scusarmi per tutto...''
Il roditore la rassicurò sorridendo paternamente -'' Non dirlo nemmeno. Sono contento che tu, tuo fratello ed il tuo amico siate salvi.''- e non solo loro. Migliaia di vite innocenti sarebbero state salvate da quella notte. -'' ma c'è una cosa di cui vorrei tanto parlarti.''
'' Dimmi pure.''
'' Ho fatto molti errori. Come tutti i genitori del resto. Ma con Leonardo ho sbagliato molto più che con tutti gli altri...''- fece Splinter -'' Lui era il maggiore. Ed il più responsabile ed arguto. Perfetto per ricoprire la carica di leader. Mi ha dato molte soddisfazioni e ne sono orgoglioso... tuttavia, non mi ero accorto che la mia stima non fosse sufficente a renderlo felice.
Ma da quando ci sei tu... è rinato. Ha una nuova luce negli occhi, e non l'ho mai visto così prima di adesso...''
'' Non capisco...''
'' Figliola... io ho formato la sua anima e la sua mente. Vorrei chiederti di occuparti del suo cuore. Prenditene cura come se fosse tuo... posso contarci?''
Paige sorrise -'' E' la cosa più preziosa che abbia mai ricevuto nella vita.''
Il topo la abbracciò - '' Grazie... figlia mia.''

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Capitolo 19
*** Epilogo ***


Passò una settimana da quegli eventi.
Il mondo vide Bishop per il mostro che era, un individuo che aveva fatto della soddisfazione di veder soffrire gli altri millantando di avere come movente la cura del pianeta Terra la sua unica ragione di vita.
Le indagini, chiuse troppo presto, sulla morte dei coniugi Collins vennero riaperte. Proprio come aveva anticipato il giovane Robert, il padre era un ex poliziotto che aveva aperto un'agenzia investigativa a cui si rivolgevano sia i civili, i suoi amici della polizia e a volte lavorava pure con alcune agenzie governative che   avevano bisogno di accertarsi di alcune faccende senza però esporsi.
La Earth Protection Force  aveva iniziato a nutrire dei dubbi sul fatto che il loro miglior agente, ovvero John Bishop, rispondesse ai principi della loro organizzazione o che comunque superasse largamente il limite. I loro sospetti erano fondati, tant'è vero che i poliziotti che lessero il rapporto stilato da Collins Senior tanti anni prima fece rivoltare loro lo stomaco più volte.
Difficilmente stavolta, Bishop avrebbe avuto modo di salvarsi.
Il presidente, una volta saputo a cosa erano realmente dovuti i finanziamenti per gli esperimenti di Bishop, istituì un fondo con il quale risarciva le famiglie delle vittime. Queste sospettavano da tempo che i loro cari fossero ormai deceduti, ma non erano preparate ad affrontare una verità così terribile.
Fu una pugnalata tremenda, per tutti loro, scoprire di aver perso, figli, mariti, fidanzati, amici e parenti per... cosa? Megalomanie e manie di grandezza?
Eppure da un lato erano anche felici perchè sapevano che colui che aveva portato via loro un pezzo della loro felicità avrebbe finito i suoi giorni in galera.
E con lui, tutte le persone che lo avevano aiutato o che comunque tutto sapevano ma avevano taciuto.
La versione ufficiale per la polizia fu che  Robert, per evitare qualunque ritorsione nei suoi confronti o nei confronti di Paige prima di finire il suo lavoro, avevano passato alcune settimane nella fattoria di alcuni amici, con il sostegno e l'appoggio di Karai.
E che Bishop, per stanare le sue prede, aveva tirato in mezzo l'incolpevole Toby Mitchell che tornò a casa dai suoi genitori e da sua nonna materna, che viveva con loro.  Ma anche se era stato spiegato loro che ormai era tutto finito,  la famiglia di questo, terrorizzata come non mai che qualcuno ce l'avesse con loro aveva radunato armi e bagagli e si era trasferita in una piccola e tranquilla città della Pennsylvania, dove nessuno li conosceva e dove nessuno poteva ritrovarli.
Questa fu l'unica nota stonata.
Paige era molto dispiaciuta di dover lasciare il suo migliore amico, ma confidava nel fatto che un giorno si sarebbero ritrovati.
'' Non essere triste.''- le aveva detto Toby sorridendo prima di partire -'' Hai un uomo che ti ama.''
Ed era vero.
...
...
...
Leo si riprese completamente dalla ferita che aveva riportato dall'ultima battaglia contro Bishop. Stare per una settimana con le mani in mano forse fu quasi peggio di dover affrontare Bishop, Shredder e tutti i loro nemici tutti in una volta.
'' Per oggi basta figli miei.''- decretò Splinter alla fine degli allenamenti.
'' Finalmente...''- borbottò Mikey -'' non ne potevo più...''
'' A chi lo dici...''- si associò Raffaello. Quelle settimane di allenamento sospeso si facevano sentire... ma malgrado la stanchezza erano soddisfatti e felici per il finale di quella storia: Bishop era in carcere. Robert e Paige erano di nuovo alla luce del sole ed era sopraggiunta la fine di un incubo per moltissime persone.
Nulla avrebbe potuto renderli più felici.
'' Che ne dite, ce lo spariamo un film e qualche decina di pizze?''- propose Mik con entusiasmo.
Tutti furono d'accordo con lui.
Tranne Leo che rifiutò l'offerta del fratellino con un sorriso.
'' Ragazzi, non contate su di me, perchè io ho un appuntamento.''
Raph lo guardò sorridendo, quasi per prenderlo in giro -'' Ci molli per Miss Collins?''
Leo arrossì lievemente -'' Diciamo che le ho fatto una promessa... ed infrangere una promessa sarebbe disdicevole per il nostro codice d'onore, ti pare?''
'' Si si, buttiamola sul bushido...''- fece il rosso dandogli due pacche sulla schiena ridacchiando sommessamente. Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe visto suo fratello perdere la testa per una ragazza.... e doveva ammetterlo la cosa all'inizio lo aveva preoccupato non poco.
Non perchè Paige non gli piacesse, anzi... era carina, dolce, intelligente, ma allo stesso tempo era anche forte e coraggiosa e l'avventura appena vissuta gli aveva fatto capire molto bene che era perfettamente in grado di stare accanto al fratello, insomma perfetta.
Quando aveva iniziato a sospettare, anni addietro, che il fratello maggiore potesse provare qualcosa per Karai non l'aveva presa con la medesima calma...  non sopportava i suoi repentini '' cambi di bandiera''. A Leo serviva una persona che lo appoggiasse sempre, che gli facesse capire che anche se si fosse scatenato l'inferno lei sarebbe stata al suo fianco... e con Karai questo non sarebeb stato possibile.
Ma non era il fatto che fosse Paige o Karai. Splinter li aveva allenati all'arte del ninjitsu fin da quando erano bambini, ma Leonardo... era quello da cui aveva sempre preteso di più. Perfetto, inappuntabile, e a volte pareva che non gli fosse nemmeno permesso di commettere degli errori.
Ed anche se erano rettili geneticamente modificati, erano pur sempre ragazzi di diciassette anni. Alla loro età, commettere degli errori o provare sentimenti, era quasi un diritto. E Leo non era certo un eccezione.
Temeva la reazione di Splinter e che il loro maestro considerasse Paige una pericolosa distrazione al dovere di leader del fratello... ma la settimana prima, quando aveva udito il padre affidare alla giovane il compito di prendersi cura del cuore del fratello... aveva sorriso.
'' Dai muoviti.... non è carino far aspettare una signora.''- lo salutò il fratello.
...
...
...
Quando Leonardo arrivò all'appartamento non palesò subito la sua presenza.
Paige era seduta sul suo letto, appoggiata al davanzale della finestra, mentre scriveva completamente assorta su di un quaderno.
Non sapeva se fossero compiti di scuola, il suo diario o qualche racconto che la ragazza si divertiva un mondo ad inventare... fatto sta che per un po' stette in disparte, a guardarla, rapito.
Quando era assorta capitava che il volto della ragazza s'illumininasse o che le orecchie, seppur nascoste dalla massa di capelli, fossero scosse da un leggero tremito.
Aveva un certo fascino.
La verità era che lei era sempre affascinante, con quel tenero viso di bimba che nascondeva una donna già fatta, una tenera bambolina di porcellana che al momento giusto poteva trasformarsi in una guerriera.
'' Bonsoir mademoiselle.''- fece Leo sorridendo, decidendosi a raggiungerla.
La ragazza mise via il quaderno sul quale stava scrivendo ed il suo viso s'illuminò ancor di più nel vederlo.
'' Leo!!! Che gioia....''- disse abbracciandolo -'' come fa la tua ferita al braccio?''
Leo sorrise. Come se non lo avesse saputo... in quella settimana, le era stata sempre vicino, per cambiargli la fasciatura ed assisterlo.... anche se con risultati un po' goffi ma comunque graditi e fatti con il cuore.
'' Meglio. Molto meglio, anzi sono guarito... perciò mi sono detto... perchè non invitarla a cena fuori stasera?''
Paige lo fissò stranita.
'' Come... fuori?''- fece la giovane -'' Non hai paura che qualcuno ti veda...?''
Leo sorrise -'' Fidati. Possiamo avere una vita normale, come tutte le coppie di questo mondo. Dai, vieni con me.''
Paige sorrise e si apprestò a seguirlo. Gli salì sulle spalle e si tenne forte, come la sera in cui Leonardo la salvò dal primo agguato e trovarono rifugio in un vecchio appartamento abbandonato che dopo essersi quasi dichiarati avevano ribattezzato '' Il posto fuori dal mondo''.
Solo che stavolta il viaggio fu molto più lungo e la loro meta non era il loro posto speciale.
'' Siamo arrivati. Apri gli occhi.''- fece Leo.
La giovane aprì gli occhi e notò che si trovavano sopra il ponte di Brooklyn, luogo in cui tempo prima il ninja aveva affrontato il figlio del Daymio in un duello sanguinario.
Vi erano un tavolino apparecchiato per due, due sedie, una candela ed anche uno stereo portatile.
'' Et voilà, madame. Una cenetta romantica solo per noi...''- fece Leo - '' spero che ti piaccia... sai, non sono tanto bravo con queste cose...''
La ragazza gli prese il viso tra le mani e disse -'' Come puoi non piacermi?''- e mentre la luna dipingeva la notte sopra di loro, e sotto di loro i rumori della vita e del caos  cittadino sparivano, i due innamorati si diedero un lungo bacio.
Promessa di un amore lungo e duraturo, nato da una battaglia e reso inossidabile.

Bene siamo arrivati alla fine di questa storia. Grazie a chi ha letto e recensito  e a chi ha letto e basta.
Un potenziale sequel è già in cantiere, dove la scena cambierà ma non per questo ci saranno meno colpi di scena.

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