Lo Stratega del Crimine

di Giovy97
(/viewuser.php?uid=821768)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' finita ormai ***
Capitolo 2: *** Prove Inquietanti ***
Capitolo 3: *** Un Passo Avanti ***
Capitolo 4: *** Affari Sospetti ***
Capitolo 5: *** Attentato all'Ospedale ***



Capitolo 1
*** E' finita ormai ***


Era una serata come tante, il tramonto stava per arrivare e John stava per finire il suo turno di lavoro. Aveva passato una giornata piuttosto tranquilla e non voleva l’ora di tornare a casa per guardare la partita e rilassarsi dopo una giornata di lavoro stressante. Faceva il suo solito giro nel quartiere di San Antonio quando  all’improvviso si imbattè in qualcosa di singolare; vicino ad un portone del palazzo di quartiere notò che a terra c’erano una rosa ed un cartello con su scritto “ è finita ormai”. Li per li non gli diede troppa importanza pensò”modo bizzarro per lasciare la propria ragazza” e si allontanò senza farsi troppe  domande.
Anche l’agente Frank Sullivan era ormai esausto dalla giornata. Ore e ore passate a controllare documenti sulla propria scrivania di casi ormai risolti con grande spirito di deduzione. Non aveva più un caso da un po’ di tempo e ormai passava giornate seduto sulla sua scrivania. Erano le 8 di sera ed era giunto il momento di tornare a casa da Jennifer sua compagna da ormai 4 anni. Mentre stava per chiudere la sua email notò che era arrivata una notizia da poco tempo e avevo come oggetto”Agente Sullivan, legga urgentemente”, ma sapeva benissimo di non avere tempo così prese le sue cose e si ritirò a casa con la promessa che l’avrebbe letta nel più breve tempo possibile.
Ormai l’ora di cena era passata, Jennifer e Frank stavano riorganizzando dopo la cena e Frank non faceva che pensare a quell’email. Era molto pensieroso e Jennifer lo aveva notato:
  • “Frank tutto bene”?- disse Jennifer al compagno;
  • “Si certo e solo che… “- Frank cercava di essere vago su quella email che aveva ricevuto, non riusciva a togliersela dalla testa e l’unico modo per saperne il contenuto era leggere l’email che tanto lo tormentava.
  • “Solo cosa Frank?”-rispose Jennifer decisa a sapere cosa accadeva al compagno.
  • “Ho ricevuto un email urgente e sono pensieroso sul contenuto”
Uscì dalla cucina e andò in ufficio deciso a sapere il contenuto dell’email. Aprì il pc, andò nell’email e quello che scoprì lo tenne col fiato sospeso:
“Agente Sullivan, sono Julie Pry.
Hanno appena trovato un cadavere nel quartiere di San Antonio. La vittima è una casalinga,ancora non è stata identificata. La cosa più buffa arriva ora: non è stata ritrovata l’arma del delitto ma sul corpo ci sono diverse ustioni e segni di lotta: la vittima ha provato a resistere. Nessun arma ritrovata ma solo un piccolo indizio: una rosa e un cartoncino con scritto è finita ormai.
Aspetto la sua risposta”
Frank, prese subito il cellulare intendo a far chiarezza sulla questione e compose il numero di Julie:
-Pronto qui Pry.-
-Ciao Julie, sono Frank. Ti chiamo per l’email che mi hai mandato voglio sapere di più- rispose deciso Frank.
-Non si sa ancora molto. Hanno ritrovato il cadavere grazie ad una persona anonima che si trovava la per caso. Ha riferito di aver trovato una porta scassinata e dopo che è entrato nell’abitazione ha trovato il cadavere. Non abbiamo ancora identificato il cadavere. Pare che l’assassino le abbia portato via soldi e documenti- riferì Julie.
- Domani fatti trovare in centrale alle 8. Indagheremo molto presto-
Una volta chiusa la telefonata, l’agente Sullivan si fece molto più pensieroso, peggio di come era prima. La scoperta di questo serial killer lo faceva sentire impotente in quel momento. Voleva fare qualcosa, ma non sapeva ne come agire e ne da che punto cominciare. Aveva molto lavoro da fare e sapeva che non era come i semplici casi.
Frank Sullivan era sconvolto: aveva a che fare con un vero genio, un’ artista in questo genere e sapeva bene che questo caso sarebbe  stato difficile da risolvere ma sarà una svolta nella sua vita. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prove Inquietanti ***


Frank Sullivan aveva passato una notte molto movimentata. Non smetteva nemmeno un attimo di pensare alla situazione che si era venuta a creare: nella città c’era un pericolo Serial-Killer che potrebbe programmare il prossimo colpo. Ma ciò che lo tormenta era cercare di capire perché lo avesse fatto, che ragione aveva? Continuavano gli incubi quando ad un tratto si sentì il rumore della sveglia. Erano le 7 e doveva alzarsi poiché gli aspettava una giornata molto faticosa. Il tempo di farsi una doccia, prendere il vestito e andare giù dove, la sua ragazza, lo stava aspettando per la colazione; - Frank, hai dormito bene? - No, ho avuto una nottata… non faccio altro che pensare a questo criminale che ci aggira per la città.- Rispose. - Dai Frank non ci pensare, vedrai che come al tuo solito riuscirai a risolvere il caso. Era felice di sentire quelle parole da Jennifer che, come sempre, erano molto rassicuranti. Allora si bevve il caffè, prese la chiavi della sua auto e partì per andare in centrale dove lo aspettava Julie Pry. Julie Pry è una ragazza molto sveglia. Ha 20 anni e ha un istinto da detective invidiabile e non a caso Frank Sullivan, quando le fece il colloquio, notò dai suoi occhi quella sicurezza e quell’intelligenza che colpì a primo istinto il detective. Sono le 8 del mattino e Julie è già davanti alla centrale dove aspetta ansiosa Frank che arrivò poco dopo. Entrarono nel ufficio di Frank e subito si cercò di andare dritti al dunque: -Ciao Julie. Allora hai avuto novità da ieri?- - Si. Abbiamo scoperto il nome della vittima. Abbiamo rintracciato il fidanzato che, sconvolto, ha detto come si chiamava. Lei era Johanne Patkinson, aveva 28 anni. Non ha detto altro.- - Hanno già indagato sulla scena?- Chiese Frank. -Non ancora, il ritrovamento è avvenuto verso le 8 della sera.- Rispose Julie. -Abbiamo già dei sospetti?- -No al momento.- - Convochiamo il fidanzato in centrale per oggi pomeriggio, voglio interrogarlo e ora andiamo sulla scena, l’assasino avrà pur lasciato qualcosa oltre al cartoncino.- Uscirono entrambi dalla centrale e andarono sulla scena del delitto. Il killer invece era entrato nella sua abitazione, contento del bottino che aveva ottenuto. Aveva rimediato una bella somma di denaro e parte dei gioielli della ragazza che aveva da poco ucciso. “Bene il primo colpo è andato a buon fine. Posso essere veramente soddisfatto, mi dispiace per Johanne ma non ho potuto fare diversamente. Poteva essere mia ma ha scelto la strada sbagliata”. Aveva appena pensato al suo primo colpo ma era già in azione per la sua seconda tappa. Stava ascoltando la radio, ma la sua attenzione era rivolto al progetto che aveva in mente. Una serie di collegamenti che potevano mettere in ginocchio tutti e non si sarebbe spinto solo su San Antonio. Aveva progetti anche per New York, Washington e persino Los Angeles in modo da tornare al passato: mettere l’America sotto il suo dominio e se andava tutto bene sapeva di poterci riuscire. “Sono partito dal basso ma so di poter arrivare davvero in alto: devo solo decidere la prossima tappa. Ho due possibilità,quel vicino che odio è impressionante quanto fastidio possa dare oppure la donna delle pulizie mettesse una cosa a posto come si deve! Non mi farò scrupoli.” Era il momento di scegliere ma ad un tratto sentiva la porta che si stava per aprire. Sua moglie era tornata e fece appena in tempo a mettere tutto nascosto perché sapeva che se lei fosse venuta a conoscenza di tutto il piano sarebbe potuto saltare. Frank e Julie iniziarono ad indagare sulla scena del crimine cercando qua e la tra il disordine qualcosa va storto… -Oh no scappa Julie!!!- gridò Frank.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un Passo Avanti ***


All’improvviso, un secondo dopo che Frank e Julie uscirono dalla casa si sentì un enorme scoppio. - Stai bene Julie?- Disse Frank col fiato corto. - Ho una piccola contusione al braccio niente di grave- disse Julie fiatando.- Che cosa hai visto nella casa?- - C’era una scatola, con un timer e un microchip. Questo significa che il killer sapeva già che saremmo andati li; sapeva tutto della ragazza e di noi sin dall’inizio.- - E sempre un passo avanti a noi, chiamiamo i rinforzi- - E’ inutile tornare dentro; purtroppo l’esplosione ha creato molti danni e se anche tentassimo di investigar più a fondo credo che non otterremmo nessun risultato.- Pochi minuti dopo arrivarono le forze dell’ordine che chiesero informazioni ai due agenti di ciò che era successo. - Agente adesso noi andiamo ad indagare in modo approfondito sul caso, però ho trovato una bella cosa in quella casa, un indirizzo scritto su un foglio di carta: 119 Odis St. Andremo a controllare ma ora torneremo in centrale, abbiamo un testimone da interrogare. Le faremo sapere- Disse Frank. Se la mattina si era svegliato in un modo pensieroso adesso lo era ancora di più. Quel biglietto era abbastanza strano: “Sembrava fosse stato impeccabile ma evidentemente mi sbagliavo. Anche i killer più bravi posso sbagliare”. Frank sapeva benissimo che quel biglietto poteva avere due vie: quello che ci poteva condurre da lui o una strada sbagliata da non seguire. Era combattuto e in questi momenti pensava al suo passato… • Tutto cominciò tantissimo tempo fa… Era una giornata come tante. Frank aveva appena finito le lezioni; era al 5 anno del liceo Classico Lackand e stava per tornare a casa. Era molto felice della giornata che aveva avuto: aveva preso degli ottimi risultati nei test e non vedeva l’ora di andare a casa e poter raccontare tutta la sua gioia alla madre. Era molto legato a sua madre anche perché il padre, per rigorosi impegni di lavoro, era quasi sempre assente e la madre era sempre stata il braccio destro perfetto nella sua vita, ma purtroppo per lui non poteva mai immaginare quello che stava per succedere. Una volta arrivato nel quartiere di casa sua, si trovò in una situazione strana: notò una figura strana avviarsi verso casa sua, era agitato e preso dal panico si rifugiò nel cespuglio dei suoi vicini di casa: voleva aspettare che quel uomo uscisse ma ad un tratto sentì urla che provenivano da casa sua: • -Sono quattro mesi che non mi paghi adesso mi sono stufato.- • “Non mi paghi? Cosa mai deve dare mamma a questo signore e perché urla: questa situazione non mi piace affatto.” • -Ti prego, John, mi manca pochissimo: te li darò- • -No, ora basta- Replicò e Frank sentì un colpo di pistola. Preso dal panico, uscì dal cespuglio, prese la mazza da baseball che aveva in giardino, sfondò la porta ed entrò. L’uomo decise di scappare dal retro e Frank entrò in cucina e vide sua madre per terra: aveva preso un colpo di pistola vicino al cuore ma respirava ancora. Frank , corse in salone prese il telefono e chiamo l’ambulanza e in tutto questo corse in giardino per vedere chi aveva fatto tutto ciò ma era troppo tardi: era già lontano e non aveva possibilità di seguirlo. Tornò dentro e mentre aspettava l’ambulanza tamponò la ferita della madre. Ci vollero mesi e mesi ma Frank salvò la madre ma quell’esperienza lo segnò e da li decise di diventare un investigatore. Ci volle anche un po’ ma Frank con l’aiuto della polizia riuscì a catturare colui che aveva provato ad uccidere la madre. Arrivò in centrale insieme a Julie e dopo una mattinata abbastanza turbolenta decisero di staccare e andare in pausa. Julie tornò a casa anche per curarsi dopo la contusione rimediata precedentemente mentre Frank chiamò Jennifer: -Pronto,Frank tutto bene?- domandò pensierosa la ragazza; -Si si tutto bene, senti per farmi perdonare questi ultimi giorni che ne dici se pranziamo insieme?- -Certo, dove ci incontriamo?- -Al ristorante The Cove, ok?- -Certo. Ci vediamo tra 10 minuti - Arrivarono tutti e due insieme e come si videro i due si baciarono. Entrarono e si sedettero al tavolo e una volta seduti Frank disse: -Scusami se questi giorni ero distratto ma sai com’è il lavoro…- - Tranquillo Frank, ti capisco.. Ah ti devo dire due cose molto importanti: la prima è…- Jennifer venne interrotta dal cameriere che disse: - Benvenuti al nostro ristorante che cosa volete ordinare?- -Per me una bistecca con un contorno di verdura e da bere una coca-cola- disse Frank- -Benissimo e per lei signorina?- -Io prendo volentieri un Texas style barbecue brisket e una bottiglia d’acqua minerale- -Grazie, arriveranno il più possibile- -Scusa l’interruzione, stavi dicendo?- -La prima notizia è che il mio capo mi ha dato una promozione: tra qualche settimana sarò conduttrice del telegiornale di San Antonio- -Wow ma è fantastico sono fiero di te e l’altra notizia?- -Sono stata in ospedale oggi- -Perché che cosa è successo Jennifer?- - Frank tieniti forte… Ho fatto il test di gravidanza e sono incinta: volevo aspettare che chiudessi il caso per non darti troppi pensieri ma non ho resistito- Frank fece un salto di gioia: era al settimo cielo; -Mi hai dato una notizia fantastica: sono felicissimo- Si godettero il pranzo. Una volta finito pagarono e uscirono ma sentirono urla e spari in lontananza. Cosa succedeva? Frank era impaurito… doveva proteggere la compagna e il figlio in arrivo. -Jennifer,tu stai qui. Entra dentro e proteggiti insieme al bambino. Io andrò a vedere cosa succede.- Prese la sua pistola e andò verso le urla. -Oh no… Sono arrivato troppo tardi…- Ma dietro di lui,il killer ancora non aveva ancora finito… E,uno sparo …

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Affari Sospetti ***


Frank si piegò,schivando il peggio e un esplosione di una macchina accompagnò lo sparo. In fretta corse verso l’auto vide il corpo le prese il polso per sentire i battiti del cuore “E’ ancora viva”. Prese il corpo della donna corse verso la sua macchina e via,verso il pronto soccorso. La donna, in fin di vita, si svegliò. -Dove… Dove sono?- Frank si girò sorpreso e felice nel vedere che la donna stava bene. -Signora,come si chiama?- -Son… Sono Dora Lehmann.- Affermò con fatica. -Mi sapete spiegare com’era l’uomo che l’ha sparata?- -Era alt…alto 1,70. Capelli n…neri. No... Non è molto giovane. Era tutto ..T..Tutt… - E svenne. Erano arrivati all’ospedale e venne portata in sala rianimazione. Frank pensò cosa all’avvenuto: “Ero ad un passo da lui e me lo sono fatto sfuggire… Allora perché mai ha colpito? Che ragione aveva?Perchè proprio lei?” Allora decise di chiamare Julie ed informarla su cosa era successo: -Ciao Julie, sono Frank- -Frank sei in ritardo, insolito per te… Che succede?- Disse Julie - Sono andato in un locale con Jennifer e all’uscita dal ristorante c’è stata una sparatoria… Non posso dirti con certezza se era lui o no… Ma c’è una ferita e adesso è in sala rianimazione.. Ti dirò cosa mi ha detto perché sono riuscito a parlarle solo per poco tempo- -Tu e Jennifer state bene?- Disse Julie in modo preoccupato. -Si si … stiamo bene per fortuna- - Ok, allora oggi interrogo io il testimone … Tu pensa alla ragazza e ci vediamo in serata per i dettagli- - Grazie Julie. A dopo.- Frank chiuse la chiamata ed aspettava il referto dei medici. Nel mentre Julie, dopo la chiamata di Frank, si recò dal fidanzato della ragazza uccisa per interrogarlo. - Buonasera, sono il detective Pry- - Salve Agente, perché mi avete convocato?- disse - Procediamo con ordine… Lei è?- disse decisa Julie. - Mi chiamo Stevens Behind ho 24 anni- - Benissimo… Allora mi dica dov’era la notte dell’omicidio?- - Ero fuori città- - C’è qualcuno che lo può confermare?- - Non che io sappia- disse il ragazzo - E allora come faccio a crederti?- Il ragazzo distolse lo sguardo non sapeva cosa dire - Allora? Dimmi la verità o ti faccio passare la notte dentro- - Ve l’ho detto ero fuori città per affari personali…- - Che genere di affari?- - Non sono affari che le interessano!- disse alzando la voce - Senta o comincia a collaborare o le assicuro che non avrà vita facile da adesso in avanti- - E va bene… Io e Diana avevamo litigato- - Scusi la ragazza si chiamava Diana?- disse incuriosita - Si… comunque avevamo litigato e ho chiamato una mia amica che mi ha portato fuori città e insomma… - - Ah capisco.. Come si chiama quest’amica? - Si chiama Luisa, è di origine Italiana- - Puoi darmi un suo contatto?- - Guardate che noi non abbiamo fatto nulla…- disse il ragazzo agitandosi - Questo lo decretiamo noi.. ora mia dia un suo contatto - Va bene.- Una volta che si fece dare il contatto e il ragazzo si congedò. Pry si poteva ritenere soddisfatta e non vedeva l’ora di parlare con Frank. Frank era ancora la in ospedale ad aspettare il referto del medico. Ad un certo punto uscì dalla sala un medico e Frank andò subito in controe disse: -Allora dottore, come sta?- - Sta bene, la ragazza è fuori pericolo. Ha subito un colpo di pistola al torace, ha perso un po di sangue ma fortunatamente è fuori pericolo- - Grazie al cielo, la posso vedere o parlare?- -Fino a domani è meglio di no. Ha bisogno di riposo, sa è un po traumatizzata dopo oggi- - Capisco, grazie dottore- Uscì dall’ospedale e si diresse verso la centrale. Voleva passare di li per fornire l’identikit che la ragazza aveva fornito e voleva sapere com’era andato l’interrogatorio. Una volta arrivato, entro nel suo ufficio e fece venire Julie per parlare insieme a lei. Entrò nella stanza e disse: - Ciao Frank, allora come è andata?- - Bene la ragazza è fuori pericolo per fortuna è fuori pericolo ma non possiamo parlarle fino a domani, tu col testimone?- - E’ andata bene, abbiamo un’altra persona da interrogare perché il ragazzo della vittima aveva una relazione con un’altra e la sera stessa ebbero un litigio e dopo questo litigio è subentrata questa ragazza- - Hai fatto bene, brava Julie- - Invece la ragazza cosa ti ha detto?- - Chi l’ha sparata ha i seguenti requisiti: 1) Alto circa 1,70 2) Capelli Neri 3) Non molto giovane - Ha dato solo questo? Speravo in qualcosa di più dettagliato- - Ci dirà tutto domani … Possiamo andare a casa e domani continueremo le indagini- - Ok, a domani Frank- Uscirono tutti e due dalla centrale e si diressero alle loro case stanchi della giornata trascorsa.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Attentato all'Ospedale ***


Il giorno dopo Frank andò di fretta in ufficio. Doveva sistemare dei fogli e iniziare a scrivere tutto ciò che aveva scoperto fino ad ora. “ Fino ad ora è il caso più difficile che mi sia capitato. Come fa ad organizzare tutto così bene senza lasciare la benché minima traccia” pensò, ma quel momento di riflessione fu bloccato dal bussare della porta: -Chi è?- disse in tono preciso Frank Ma nessuno rispose. Lo ripetè ancora una volta ma niente nessuno rispondeva. Con cautela andò verso la porta, pronto a prendere la pistola, aprì la porta ma non c’era nessuno tranne che un foglio attaccato alla porta “ Ci vediamo all’Inferno” . “Chi lo ha lasciato? Possibile sia stato lui” Ma da dietro il muro sbuco Julie. - Scherzetto capo ahah- - Ah Julie, mi hai fatto prendere un colpo- - Visto come sono brava, allora perché è già qua in ufficio?- - Volevo iniziare a formare un identikit con quei pochi dati che la ragazza ci ha fornito- - Io ho già contattato l’amante di Stevens. Verrà a breve qua- - Bene ti assisto nell’interrogatorio e poi andremo all’ospedale dalla ragazza- - Ok grazie- disse Julie- e si rimisero a lavoro Un’ora dopo arrivo in centrale Luisa. Julie l’accolse e la portò nella sala degli interrogatori mentre arrivò anche Frank. Frank era il detective più temuto di tutta San Antonio per quello che riusciva a fare. Sapeva prendere le persone e falle sputare la verità a tutti i costi grazie anche ai suoi poteri, riesce a leggere le persone attraverso un singolo sguardo. Allora entrò nella sala - Buongiorno Luisa, grazie per essere venuta così presto- - Si figuri ma io cosa ho fatto di male?- - Niente dovremmo solo farle qualche domanda- - Certo mi dica pure- - Conosce Stevens Behind?- disse Frank con molta calma e attenzione. - Certo che lo conosco. Lavoriamo tutte e due in banca e siamo diventati grandi amici- disse la ragazza con aria innocente ma intervenne Julie - Così tanto da rovinare una famiglia?- - Ma cosa sta dicendo mi scusi?- - Lei e Stevens avevate una relazione- - Lei come fa a dire questo?- - Ho parlato con Stevens, lui non lo ha confermato ma lei c’è lo può dire- - No, non è vero- In quel momento ci fu un silenzio quasi imbarazzante, Frank sapeva che lei mentiva. Lo notava da un sacco di fattori: gli occhi: quando qualcuno dice la verità o almeno tenta di far passare qualcosa per vero guarda una persona dritta negli occhi, mentre Luisa guardava in basso cercando di evitare lo sguardo. Anche nei gesti, chi non mente tenta di giustificarsi usando anche piccoli gesti, ma lei no! Allora Frank prese in mano la situazione bloccando Julie e disse: - Conosce questa persona?- Tirò fuori una foto di Diana la moglie di Stevens - No, non l’ho mai vista- - Sta mentendo lei sa benissimo chi è…- Disse Frank con un po cattiveria - E’ vero lo so ma ancora non capisco il motivo- - Perché lei è stata uccisa e dobbiamo percorrere tutte le strade per arrivare al colpevole.- - State insinuando che sia stata io?- - Non lo possiamo escludere- affermò Julie - Siete dei pazzi!- Rispose Luisa - Dov’era due giorni fa?- disse Julie con tono deciso - Ero a casa mia- - Anche qua mente, perché vede il suo amante ci ha confessato di essere con lei quella notte- - Si eravamo insieme ma quello che è successo non sono affari che vi riguardano- - Ha ucciso lei la moglie di Stevens?- - No, che diamine!- Frank era certo non mentisse anche perché dall’identikit fornito da Dora e soprattutto era femmina, ma nulla da escludere. - Può andare per ora, ma si faccia trovare la terremo d’occhio- Luisa uscì un po’ preoccupata e Frank lo notò ma lascio correre. Aveva tutto ciò che mi serviva. “ Dora maledetta. Sei ancora viva, ora la polizia potrebbe già risalire a me. Eccomi qua sono in ospedale, devo passare per un familiare; devo fingermi preoccupato!” - Buongiorno desidera?- - Mi chiamo James Lehman; mia sorella ha avuto un’incidente devo vederla.- disse James. - Certo. Secondo piano porta 5- - Grazie mille- “Sono riuscito a passare. Se non fosse per quel poliziotto che mi sta alle calcagna la lascierei in vita ancora un po.” Nel mentre arrivò in ospedale anche Frank. -Andiamo a trovare Dora, vieni Julie so già dove si trova- Ma Frank notò qualcosa di strano, una persona si incamminava con passo veloce verso l’ascensore e per un istante si voltò. - Julie è lui, l’assassino eccolo. Starà andando a concludere il servizio da Dora. Presto!- Si mise a correre, ma l’assasino entrò in ascensore. Con molta fretta corse verso le scale doveva prenderlo a tutti i costi. Arrivò al secondo piano ma era troppo tardi. Uno sparo si sentì dalla porta di Dora. Correva più che poteva ed entrò nella stanza ma quando entrò vide solo un foglietto “Ho concluso il servizio” . Li era scappato dalla finestra e Frank aveva il rammarico di non averlo fermato in tempo. Guardò dalla finestra e lo vide che stava fuggendo. “Non mi ha visto per fortuna. Adesso torno a casa e progetto il mio prossimo colpo. Ma non ucciderò nessuno, si sa i soldi non sono mai abbastanza. Devo escogitare un piano elaborato per entrare e prendere tutti i soldi possibile. Colpirò la notte così nessuno mi vedrà. Ma la mia prossima vittima chi potrà essere?” Anche Julie arrivò nella stanza e trovò Frank alla finestra arrabbiato. - Lo hai visto?- Disse Julie - Purtroppo no, ma so che macchina ha. E’ un indizio molto utile. Ha una Land Rover nera- - Ha ucciso anche lei?- - Già, dobbiamo rintracciare la famiglia e vediamo se loro sapevano qualcosa. Chi frequentava o dove lavorava. Tutto è un indizio. Stavano per andare via quando vicino alla porta. Frank intravide un oggetto - Quello cos’è?- disse Frank Si avvicino e vide che era una penna. - E’ una penna della USAA Federal Savings Bank forse l’assassino lavora la. - Torniamo in ufficio e mettiamo insieme tutti i pezzi- Andarono insieme in ufficio. - Allora sappiamo che è alto 1,70 circa, non è molto giovane, capelli neri e lavora in banca- - Continua ad essere un passo avanti a noi- - Che possiamo fare?- - Beh mi sembra ovvio,andare a vedere il registro dei lavoratori della banca. - ULTIME NOTIZIE! La banca USAA è stata presa di mira da alcuni impiegati della banca stessa. Sono 4,tutti su 1.70 cm… Hanno piazzato bombe ovunque e vogliono il bottino da 1.200.000 dollari! -oh no… Julie hai sentito? Dobbiamo andare subito a vedere! -Andiamo Frank…- Presero alla macchina e di corsa andarono alla banca per cercare di evitare il peggio. Una volta arrivati lo sguardo di Frank e dell’Assassino si incrociarono e a quel punto l’assassino prese la pistola e sparò a Frank. Julie presa dal panico prese Frank dal braccio e lo portò in salvo. Lei sapeva che doveva fare qualcosa ma non poteva lasciare Frank in quello stato. Prese la macchina e si diresse subito all’ospedale. Una volta arrivata fece prendere Frank da un medico. Frank era in coma e il dottore lo prese portandolo in rianimazione. -Dottor Watson. Abbiamo una ferita da arma da fuoco, prese sul torace temo sia stato perforato un polmone presto!- Dovettero fare un trapianto ma dopo 8 ore dell’operazione Frank si salvò. Intanto Julie aveva chiamato Jennifer che si era recata subito all’ospedale. -Frank tesoro come ti senti?- disse Jennifer preoccupata … -Bene adesso- rispose Frank affaticato. -Ciao Frank, come ti senti?- Intervenne Julie. - Ehi, sto bene.. sai come sono fatto. Piuttosto cosa è successo alla banca- -Guarda tu stesso- Julie aprì la televisione e si sintonizzò sul canale nazionale “ Aggiornamento della sera: l’attentato alla banca ha portato un riscontro negativo. Ci sono 3 vittime e due sono riusciti a scappare con una somma pari a 1 milione di euro. La polizia investigherà sul caso” - Julie, io l’ho visto. Mi ricordo tutto e adesso lo dobbiamo solo cercare.- Il resto della giornata Frank lo passò in ospedale in compagnia di Julie e Jennifer ma sapeva bene che il killer non aveva vita facile. Ora sapeva com’era, sa com’è fatto e sa anche come anticipare le sue prossime mosse.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3047443