Close Your Eyes

di Crystal_Snow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Diretto ***
Capitolo 3: *** Guardandolo andare via ***
Capitolo 4: *** Non lo so, hyung ***
Capitolo 5: *** Tre ragioni ***
Capitolo 6: *** Qualcosa di simile ***
Capitolo 7: *** Fai qualcosa! ***
Capitolo 8: *** Sei sicuro? ***
Capitolo 9: *** Ufficialmente ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


 
“Chiudi gli occhi e non muoverti per cinque…no, dieci secondi.”
 
-
 
Jungkook si era aspettato tante cose, tranne l’arrivo di un bacio.
 
-
 
C. C. :
Questa è la breve prefazione di "Close Your Eyes", storia scritta interamente da krscnl su asianfanfics. http://www.asianfanfics.com/story/view/854314/close-your-eyes-romance-jimin-bts-bangtan-jungkook-jikook-kookmin <---- questo è il racconto originale.
Per piacere fatevi sentire, per rispetto verso l'autrice che ha creato questa meravigliosa JiKook e per sapere se devo continuare a tradurre, se può interessarvi il genere. Non pretendo che la prefazione di due righe possa farvi piacere la storia, chiedo solo quanta curiosità accende in voi. Fatemi sapere.
In ogni caso posterò il primo capitolo, se non riceverò "segni di vita" non continuerò la traduzione. Non voglio essere dura, ma visto che le altre traduzioni non hanno ricevuto recensioni, ho pensato che il lavoro che ho svolto non fosse all'altezza. Ho bisogno di pareri per continuare a postare.
Grazie mille, è molto importante per krscnl e per me.
Crystal
 

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Capitolo 2
*** Diretto ***


Diretto

 
Se c’era una cosa che Park Jimin aveva appreso dopo mesi di tentativi per far si che il maknae si accorgesse un minimo dei suoi sentimenti, era: se in un primo momento non ci riesci, prova e riprova.
 
La prima volta che aveva tentato di confessarsi era stato la settimana prima, quando i due erano arrivati allo studio di danza prima di chiunque altro. Jimin voleva essere affascinante e dolce, per questo aveva deciso di confessarsi tramite una canzone. Aveva appena raggiunto il mezzo minuto quando Taehyung aveva fatto irruzione gridando perché aveva accidentalmente calpestato una farfalla nel mezzo del suo cammino.
 
Con disappunto di Jimin, Jungkook era andato immediatamente a consolare l’apparentemente inorridito Taehyung (“Era così innocente e bella e io…l’ho uccisa!”) e il ragazzo più grande era stato lasciato goffamente in un angolo, dimenticando la confessione.
 
Tentò di nuovo pochi giorni più tardi.
 
Questa volta, aveva costretto Jungkook a rimanere con lui dopo che tutti avevano finito di allenarsi. Aveva casualmente chiesto al maknae di aiutarlo a perfezionare alcune mosse che “non riusciva a fare bene”. Jungkook era sembrato un po’ scettico, apparentemente intuendo che le parole di Jimin erano delle complete stronzate ma era comunque rimasto con il suo hyung.
 
Tuttavia, Hoseok li aveva sentiti.
 
“Starò con lui,” si era offerto. “Kookie, puoi andare avanti e riposare.”
 
Jungkook aveva sorriso ringraziando “Grazie, hyung!” e Jimin aveva aggrottato le sopracciglia, mormorando “No grazie, hyung.”
 
Poi però era dovuto rimanere una mezz’ora in più ad allenarsi nonostante non ne avesse davvero bisogno.
 
Dopo il fallimento del piano, Jimin aveva provato a pensare ad un modo per confessarsi senza essere interrotto da nessuno.
 
Aveva pensato di scrivere una lettera d’amore e di lasciarla sotto il cuscino di Jungkook. Quando però la lettera era stata scritta e messa in una piccola busta gialla, Jimin si era ricordato che ogni membro condivideva la stanza con un altro. E se Namjoon l’avesse notata durante le pulizie? E se Taehyung fosse andato sul letto sbagliato e l’avesse presa? Era tutto troppo rischioso perciò aveva strappato la lettera gettandola nel cestino poco dopo.
 
Una settimana dopo, Jimin si stava tirando i capelli dalla frustrazione. Voleva prendere in mano la situazione in modo più diretto e virile, dire con fiducia “Mi piaci”, guardando il ragazzo dritto negli occhi. Ma ogni volta che Jimin recitava la parte nello specchio, finiva per indietreggiare a causa della sua sdolcinatezza e non riusciva più a guardare la sua immagine riflessa, senza trasalire, per un paio di giorni.
 
Forse doveva solo calmarsi. Essere un po’ più permaloso, un po’ più stuzzicante…Farlo sentire come se si stessero già frequentando, sperando che Jungkook riuscisse a capire le sue intenzioni.
 
E visto che oggi stesso c’erano solo loro due nel dormitorio (Namjoon era uscito per “affari da leader” a.k.a. andare fuori a mangiare da solo, Hoseok aveva in qualche modo trascinato Yoongi in palestra e Seokjin e Taehyung erano andati a vedere un film al cinema), era l’occasione perfetta per cominciare.
 
Cioè, sarebbe stato perfetto se Jungkook non fosse stato completamente ipnotizzato dal suo nuovo videogioco.
 
"Jungkoooook." Jimin era sdraiato sul divano, con il didietro per aria e chiamava di nuovo. “Jungkookie, calcolami.”
 
“Un secondo.”
 
"Jungkooooook."
 
“Solo un minuto.”
 
"Kooooookieeee."
 
“Jiminie, sto facendo una cosa!”
 
Jimin guardò accigliato il modo irrispettoso in cui il maknae aveva pronunciato il suo nome e rispose con tono seccato. "Sei stato lì per due ore. Facciamo qualcosa di divertente." Come andare ad un appuntamento.
 
“Ho da fare”, rispose semplicemente, gli occhi incollati allo schermo.
 
“Non lo sei veramente.”
 
Jungkook ignorò diligentemente questa dichiarazione e Jimin alzò gli occhi al cielo. Un tipico adolescente.
 
“Non puoi mettere in pausa?” chiese Jimin cambiando la sua posizione sul divano e gettando il suo cappello sul tavolino. “Dovremmo andare fuori o fare qualcosa del genere.” Oppure basterebbe capire, ma non è una cosa incline a tutti. Purtroppo.
 
“E fare cosa?” chiese Jungkook, senza ancora guardare il maggiore.
 
Tenersi per mano e andare al cinema. No, aspetta, Taehyung e Jin sono già li... “Non lo so. Potremmo uscire e andare a fare shopping—“
 
“Con quali soldi?”
 
Jimin si lasciò sfuggire un sospiro esasperato. Era vero. Non avevano molto denaro da spendere, soprattutto da quando i due avevano comprato a Yoongi un costoso set di cuffie e un nuovo microfono di registrazione per il suo compleanno, non troppo tempo fa.
 
“Allora giochiamo a calcio o a qualcosa qui fuori.”
 
Ancora senza alzare lo sguardo dal suo computer portatile, Jungkook indicò la destra. Jimin seguì il percorso del suo dito fino alla finestra e notò le gocce di pioggia che cadevano contro il vetro. Dannatamente-ovvio.
 
Con un sospiro, Jimin si alzò e si avvicinò al ragazzo più giovane. Premette le mani sulle spalle di Jungkook da dietro e quest'ultimo saltò per la sorpresa.

"Jiminie, mi stai distraendo," Jungkook piagnucolò, spinse furiosamente verso il basso la barra spaziatrice per fare il suo salto. Jimin non era troppo esperto di giochi per computer (era più un tipo da Xbox), ma dubitava che questo gioco fosse più interessante di lui. Nonostante ciò, si sentiva almeno un po’ soddisfatto di sapere che in realtà lo distraesse. Non era completamente invisibile agli occhi di Jungkook.


Così Jimin decise di andare un po’ oltre.
 
“Jungkokkie.” Allacciò le braccia intorno al collo di Jungkook e lo abbracciò. La sua bocca era proprio accanto all'orecchio del giovane quando sussurrò: "Dovresti chiamarmi hyung".


Jimin cercò di non sorridere per il successo quando notò la pelle d'oca scoppiare sulla pelle di Jungkook mentre tremava.
 
"Hyung," il ragazzo più alto si corresse. La sua voce era sensuale e bassa e fece perdere un battito al cuore di Jimin che aveva già la gola secca. Continuò con uno “smettila di respirare su di me” schietto e proseguì con il suo gioco, senza aggiungere altro.
 
Jimin trattenne la voglia improvvisa di colpire la parte posteriore della sua testa. Il maknae non avrebbe dovuto essere agitato o qualcosa di simile? Si sentiva un po’ stupido a sapere che il suo cuore stava battendo un milione di chilometri al secondo, mentre Jungkook non batteva ciglio. Non aveva nemmeno un lieve rossore spolverato sulle guance e Jimin si morse le labbra per l’irritazione.
Se non altro, il ragazzo più giovane lo aveva appena guardato divertito e Jimin si era preoccupato che avesse sentito le sue pulsazione accelerate. Tolse le braccia dal collo di Jungkook e fece un passo indietro con un sospiro sconfitto.
 
Probabilmente sentendosi un po’ in colpa per non aver prestato attenzione al suo hyung, Jungkook fermò il gioco e si alzò.
 
“Va bene, va bene.” Jungkook infilò le mani nelle tasche dei jeans. “Cosa dovremmo fare allora?”
 
Jimin pensò per un secondo e poi suggerì di guardare un film nel dormitorio. Avrebbero potuto spostare i materassi nel salotto e fare alcuni popcorn; godendosi il film stile pigiama party. Il maknae concordò con un’alzata di spalle e aiutò il maggiore con il loro primo ordine del giorno: scegliere un film.
 
“Guardiamo un horror,” propose Jungkook mostrando un CD con il volto mezzo insanguinato di una ragazza sul davanti. Onestamente non era un amante degli horror. Voleva, però, vedere il suo hyung urlare come un bambino di sei anni.
 
Purtroppo per Jungkook, Jimin fece una smorfia e continuò a setacciare la pila di DVD. “Che ne dici di una storia d’amore?” suggerì.
 
Il più giovane arricciò il naso disgustato. “Uh…Un film di fantascienza?”
 
“Un’animazione.”
 
“Azione.”
 
“Un film sulla danza.”
 
“Uno con i gladiatori.”
 
“Fantasy?”
 
“Thriller.”
 
Jimin emise un sospiro esasperato, “Va bene”, disse alla fine e Jungkook sorrise felicemente.
 
Il cuore del ragazzo più grande batteva contro il suo petto, si diede da fare con la pila di DVD per non fissare il minore. Amava moltissimo quando Jungkook sorrideva. Tutto il suo volto si illuminava, i suoi occhi si increspavano teneramente, le labbra rosa si stiravano rivelando due file di denti perfetti. Questo causava a Jimin una voglia improvvisa di stringerlo tra le sue braccia e di riempirgli il viso di baci.
 
Combatté contro il desiderio di farlo e continuò: “Ma…”—trattenne un ghigno quando il sorriso di Jungkook vacillò—“…solo se vinci ad un gioco contro di me.”
 
Jungkook non si lasciò scoraggiare. “Quale gioco?” domandò sicuro di se.
 
Jimin sapeva che probabilmente Jungkook avrebbe vinto contro di lui ai videogiochi e ci sarebbe voluto troppo tempo per finire una partita di dama o di scacchi. Così scelse qualcosa per cui non sarebbe servita alcuna abilità.
 
“Se esce testa, allora potrò scegliere il film,” dichiarò semplicemente Jimin, cercando nella tasca dei jeans una moneta. “Se invece esce croce, la scelta è tua.”
“Non è nemmeno un gioco!” si lamentò Jungkook. “Lanciare una moneta dipende esclusivamente dalla fortuna.”
 
Jimin roteò gli occhi. “Okay, beh…Rendiamo la cosa più interessante allora. Il vincitore può, non so, um…” Si interruppe cercando di pensare ad una buona ricompensa per il vincitore o ad una punizione divertente per il perdente, ma la proposta del maknae si rivelò la cosa migliore.
 
“Il perdente dovrà ascoltare qualunque cosa il vincitore dica per il resto della giornata.”
 
Jimin inarcò le sopracciglia. “Fiducioso di vincere, vero?”
 
“Certo che lo sono.”
 
“Anche se lanciare una moneta dipende esclusivamente dalla fortuna?” pensò usando le stesse parole di Jungkook.
 
“Dai lanciala,” ordinò.
 
Jimin roteò gli occhi per l’impazienza del maknae e gettò la moneta in aria. Poi essendo l’idiota impacciato che era, mancò a prendere la moneta durante la sua caduta e questa cadde a terra. Jungkook scoppiò a ridere come se stesse rotolando sul pavimento.
 
“Regolare,” disse.
 
“Zitto,” replicò Jimin, ridendo delle sue parole.
 
Jungkook non disse nulla mentre si chinava per controllare meglio la moneta. Il suo sguardo si rabbuiò quando notò quale lato era rivolto verso l’alto. “Oh.”
 
Jimin rispose con un ampio sorriso. La settimana scorsa aveva notato la sua fortuna recente; a quanto pareva non era svanita.
 
“Immagino tu debba ascoltarmi interamente questa volta.”
 
Jungkook mise il broncio. “Ma hyuuuuuung…”
 
“Non dire, ‘ma hyung’ a me,” rispose Jimin. Nonostante la sua risposta fiduciosa, si affrettò ad evitare il contatto visivo con il ragazzo più giovane. Sembrava troppo carino per resistere e sapeva che se lo avesse guardato per più di tre secondi, avrebbe perso. “Ho vinto onestamente.”
 
“Non era nemmeno un vero e proprio gioco,” mormorò Jungkook.
 
Jimin scrollò le spalle mentre si chinava per raccogliere la moneta. La infilò in tasca e disse: “Qualunque cosa io dica, Kookie.”
 
Jungkook sbuffò mentre guardava verso il suo hyung. “Allora cosa vuoi che faccia oggi?” chiese a braccia incrociate. “Guardare una storia d’amore con te? Fare il bucato? Lavarti la schiena?”
 
Per quanto suonasse allettante l’offerta di Jungkook di lavargli la schiena, nella mente di Jimin aveva preso piede un’idea diversa. Pensò a come avrebbe voluto confessarsi onestamente, a come avrebbe voluto agire in modo virile e affascinante e a come avrebbe voluto far sorridere, ridere e arrossire Jungkook e…
 
“Chiudi gli occhi e non muoverti per cinque… no, dieci secondi.”
 
Jungkook non mise in discussione l’ordine e ubbidì con un sospiro esasperato. I suoi grandi occhi marroni si chiusero e Jimin si morse le labbra, cercando di calmare il cuore che minacciava di battere fuori dal petto per quello che stava per fare.
 
Uno, due, contò nella sua testa.
 
Tre…
 
A quattro secondi Jimin fece un respiro profondo. A cinque, premette timidamente le labbra contro quelle di Jungkook. A sei, mise in dubbio la propria sanità mentale. A nove , pensò, oh, che diavolo e lo baciò profondamente.
 
Questo potrebbe essere considerato diretto, giusto?
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Guardandolo andare via ***


Guardandolo andare via

 
“Chiudi gli occhi e non muoverti per cinque…no, dieci secondi.”
 
C’era un guazzabuglio di emozioni negli occhi di Jimin quando diede l’ordine e Jungkook non riuscì a rifiutare. Vi era un misto di nervosismo, di ansia e forse un pizzico di…ribellione? In ogni caso, sembrava che Jimin stesse per fare qualcosa che aveva sempre voluto fare prima senza riuscirci.
 
Chiudere gli occhi e rimanere fermo era un piccolo, semplice comando che Jungkook avrebbe rispettato senza tante storie. Chiuse gli occhi pensando che Jimin stesse per scappare e tornare con una maschera paurosa per terrorizzarlo. Forse gli avrebbe disegnato con un pennarello indelebile, tutto il viso così che i suoi hyungs avrebbero potuto scattargli delle foto appena tornati al dormitorio. Forse lo avrebbe costretto ad indossare un vestito esclusivamente per il proprio divertimento.
 
Jungkook si era aspettato tante cose, tranne l’arrivo di un bacio.
 
Quando i suoi occhi si chiusero, sentì il respiro di Jimin contro il mento. Sapeva di sapone e vestiti puliti. Anche se Jungkook utilizzava lo stesso shampoo e bagnoschiuma del suo hyung, il profumo era diverso su Jimin. Pensò che fosse più forte, più travolgente—forse era a causa della loro vicinanza, forse era l’aggiunta del naturale odore di Jimin. Qualunque cosa fosse, Jungkook ne era attratto.
 
Pochi secondi dopo, il maknae non sentì più il respiro sul proprio mento. Invece, percepì un paio di labbra sulle sue.
 
Un milione di pensieri irruppero nella sua mente tutti in una volta, eppure nessuno sembrava avere senso, almeno un po’ di coerenza! In un primo momento percepì la morbidezza delle labbra del suo hyung contro le proprie, poi la sua mano che gli afferrava la nuca per approfondire il bacio, il suo sorriso tremante contro la sua bocca.
Poi Jimin si era staccato e Jungkook aveva aperto gli occhi e oh mio dio… Jimin mi… mi ha appena…
 
Fissò il suo hyung con gli occhi spalancati. I suoi palmi erano sudati, il suo petto confuso. Jungkook non sapeva cosa pensare.
 
“Jimin—“ cominciò. Aveva la bocca secca e si leccò le labbra arrossendo quando sentì il sapore delle fragole che Jimin aveva mangiato quel giorno.
 
“Penso che dovremmo vedere un’animazione,” interruppe il maggiore allontanandosi in fretta, “So che Tae ha un’intera collezione di—“
 
“Hyung.” Parlò più forte questa volta ma la voce gli uscì più alta del previsto. Si schiarì la gola, volendo dire qualcosa, ma Jimin continuò a parlare.
 
“Pensi che Jin-hyung potrebbe rimanerci male se prendessimo il suo materasso e lo mettessimo in salotto? Il suo letto è il più vicino alla porta e uscirebbe più facilmente,” balbettò senza guardare il ragazzo più giovane in piedi dietro di lui.
 
“Jimin—“
 
“Ma si arrabbierebbe un sacco se facessimo cadere delle briciole di popcorn. Dubito che Taehyung possa notarlo, usiamo il suo?”
 
“Hyung, potresti—“
 
“A pensaci meglio dovremmo guardare un thriller come avevi proposto tu.” Jimin si sedette sul pavimento a gambe incrociate cercando ancora in mezzo ai DVD. Jungkook notò le sue orecchie—erano di un rosa acceso.
“Sono in vena di suspense.”
 
Jimin.”
 
Jimin deglutì nervosamente. Jungkook lo guardò strofinarsi le gambe imbarazzato.
A capo chino, Jimin cercò di discostarsi dall’argomento a cui il maknae si riferiva. “Dovresti chiamarmi hyung, ricordi?”
 
Il maknae si morse le labbra, metà infastidito, metà in ansia.
 
Almeno mi ha risposto, pensò Jungkook. “Hyung—“
 
“Mi dispiace,” sbottò Jimin prima di lasciare a Jungkook il tempo di continuare. Ripeté le sue scuse ma con una voce tranquilla, come se avesse avuto paura di essere sgridato. “Mi dispiace, Kookie-ah.”
 
Jungkook sentì qualcosa agitarsi nel suo petto.
 
Era rabbia? No, non poteva essere… Quando Jimin lo aveva baciato, tutto quello che aveva fatto era stato irrigidirsi. Se fosse stato arrabbiato lo avrebbe spinto via e gli avrebbe urlato contro, giusto? Forse era il senso di colpa. Il suo hyung si stava scusando con lui a testa china, era una scena che Jungkook non aveva mai visto in tutta la sua vita. Ma l’emozione che stava provando non era esattamente il senso di colpa, che fosse…
 
Confuso e non sapendo cos’altro fare, Jungkook si diresse verso il suo hyung e si sedette accanto a lui. Ignorò come i muscoli di Jimin diventarono rigidi quando gli giunse vicino e cominciò a setacciare i DVD con lui.
 
“È… va bene,” disse Jungkook titubante. Prese il primo film dell’Era Glaciale e lo porse a Jimin. “Che ne dici di guardare questo?”
 
Quando Jimin non rispose, Jungkook girò la testa per guardarlo. Stava fissando – ovviamente, la sua bocca. Il suo petto si agitò e il maknae si leccò le labbra sentendo sua bocca improvvisamente secca. Gli occhi di Jimin quasi non uscirono fuori dalle orbite.
“Dovresti smetterla con quella tua abitudine,” soffocò, mentre si affrettava a spostare lo sguardo lontano.
 
“Quale abitudine?” chiese posando il DVD sulla mensola dietro di lui.
 
Gli occhi di Jimin ritornarono sulle labbra di Jungkook. “Lo fai sempre. Leccarti le labbra, è questo. È un miracolo che non ti abbia baciato prima di oggi.” Appena dopo che le parole ebbero lasciato la sua bocca, Jimin portò la mano sulle sue labbra come se non credesse di aver parlato così tanto. Il suo volto arrossì e Jungkook cercò di non ridere – le emozioni di Jimin erano sempre espresse così onestamente.
 
“Quindi avevi già pensato di baciarmi?” Jungkook non sapeva come fosse riuscito a parlare in modo così sicuro quando il suo stomaco era una miscela di coca cola e mentos.
 
Quando Jimin non rispose, Jungkook si leccò di nuovo le labbra.
 
“Yah.” La mano di Jimin cadde dalla sua bocca. “Ora lo stai facendo apposta. Non ti ho forse detto di smetterla? E se qualcuno che non fossi io cercasse di baciarti la prossima volta?”
 
“Quindi, se sei tu, allora va bene?” domandò Jungkook. Parlò lentamente, non sicuro di poter chiedere una cosa del genere. La risposta di Jimin gli fece desiderare di non aver parlato.
 
“Cosa ne pensi?”
 
Il viso di Jungkook sembrava calmo e sicuro, ma le dita che tamburellavano sul pavimento di legno rivelavano quanto ansioso si sentisse. Con quella domanda, che lo aveva preso alla sprovvista, si sentiva a disagio e non sapeva cosa fare. Alla fine rispose con un debole, “Io – io non… io non lo so.” Si fissò le mani imbarazzato.
 
“Non mi hai spinto via,” sottolineò Jimin. Si sentiva un po’ più sicuro delle sue parole ora che aveva ricevuto il balbettio del maknae.
 
Jungkook deglutì, “Questo perché t – tu…io…”
 
Non si sentiva certamente male per essere stato baciato da Jimin, ma non gli sembrava neanche giusto. Era il suo hyung – anche se più basso e carino, era comunque il suo hyung. Semplicemente non gli sembrava giusto essere stato baciato così. Certo, Jimin aveva già baciato la sua guancia un paio di volte, durante uno show o qualcosa del genere, quando erano davvero entusiasti. Eppure questo era diverso. Questa volta gli aveva baciato le labbra; lentamente e intenzionalmente, non era stata una cosa impulsiva dettata dalla felicità del momento.
 
Jungkook affondò il volto tra le mani e non se ne accorse nemmeno fino a quando Jimin disse, “Jungkook guardami.”
Alzò la testa e osservò timidamente il suo hyung. Un brivido gli percorse la schiena quando i suoi occhi incontrarono quelli di Jimin. Il suo sguardo era serio e intenso e Jungkook si sentì vulnerabile mentre i brividi gli percorrevano l’intero corpo. La sua mente era un guazzabuglio di pensieri inutili e domande, ma quando Jimin lo baciò di nuovo, tutto sembrò perdere importanza.
 
E questo lo spaventò.
 
“Hyung,” espirò Jungkook posando una mano sul petto di Jimin per spingerlo delicatamente indietro. I suoi occhi scrutarono la stanza alla ricerca di un posto dove stabilirsi senza che esso fosse il suo arrossato compagno di band.
 
“Non ti piace?” Il volto di Jimin era sempre leggibile, eppure Jungkook non riusciva a guardarlo e a capire ciò che stava provando.
 
“N – non è…” Non è questo il problema voleva rispondere ma la sua voce lo tradì e dalla sua bocca uscì solo un lungo respiro caldo.
 
“E allora cos’è?” chiese dolcemente.
 
Non lo so. Niente. Tutto. Ci dovrebbe essere un problema. Sei il mio hyung e uno dei miei migliori amici. Non dovresti baciarmi. Non dovresti neanche pensare di baciarmi. Inoltre, siamo entrambi ragazzi! È strano. Dovrebbe essere un problema. Tutto, dal bacio alle farfalle nel mio stomaco…questo dovrebbe essere sbagliato, dovrebbe essere un problema, è troppo strano per non essere un problema…
 
Eppure, realizzò Jungkook, non era tutto così male come aveva pensato.
 
La mano di Jimin si allungò per accarezzare il viso del maknae, “ Kookie—“
 
Jungkook balzò in piedi e la mano di Jimin ricadde al suo fianco.
 
“Vado a fare una passeggiata,” annunciò prima di correre fuori dal dormitorio.
 
Jimin rimase lì, guardandolo andare via.

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Capitolo 4
*** Non lo so, hyung ***


Non lo so, hyung

 
“Whoa, Kookie!” esclamò Hoseok, lasciando quasi cadere l’ombrello che aveva tra le mani come il maknae uscì frettolosamente dal dormitorio. Quando Jungkook non lo guardò neanche in faccia, Hoseok, con le sopracciglia aggrottate per la confusione, lo prese per un braccio e gli chiese se c’era qualcosa che non andava.
 
“Hoseok-hyung, non…” lo avvertì Jimin. Si fermò accanto alla porta e Jungkook gelò notevolmente nel sentire la sua voce. Nel tentativo di alleggerire l’ovviamente cupa atmosfera, aggiunse, “Jungkook, vai a comprarmi il gelato al cioccolato mentre sei fuori, okay?”
 
Il maknae annuì rigidamente, si dimenò dalla presa di Hoseok e percorse velocemente il corridoio.
 
Hoseok si rivolse immediatamente a Jimin, “Che è successo?”
 
Il senso di colpa invase il ragazzo più giovane che si agitò sotto lo sguardo penetrante del suo hyung. “Niente.” Suonò più come una domanda.
 
“Jimin, solitamente Jungkook non corre in quel modo. Che cosa è successo?” richiese.
 
Jimin sospirò. Odiava quando Hoseok diventava così. Il suo hyung era solito essere fastidiosamente rumoroso e agiva seriamente solo quando si trattava di lavoro. Così, quando Hoseok gli chiese per la terza volta cosa diavolo stesse succedendo, Jimin cedette.
 
“Io… ho fatto qualcosa che non gli è piaciuto,” confessò. Non sapeva come diavolo dire a J-Hope che aveva baciato il maknae, così decise di mantenere sul vago le sue parole, “Allora, è tipo…ha detto che in realtà non importa, ma credo che – non lo so hyung! Cosa dovrei fare?”
 
“Cosa dovresti fare riguardo a cosa?”
La voce arrivò da un figura più bassa proveniente da dietro Hoseok. Yoongi apparve con una lattina di Sprite in mano. “Perché siamo tutti in piedi sulla porta? Forza, entriamo!”
 
Ritornarono al dormitorio e Jimin si gettò sul divano con un sospiro.
 
“Allora, cosa sta succedendo?” chiese Yoongi, avendo preso nota dell’aura negativa intorno a Jimin.
 
“Jimin ha incasinato tutto, hyung.”
 
“Oh merda, di nuovo?”
 
Jimin si sedette e lanciò ai suoi hyungs uno sguardo incredulo, “ Che cosa vuol dire di nuovo? L’ho baciato solo oggi—“ si interruppe in fretta.
 
Hoseok ebbe un drammatico sussulto in risposta e finì per soffocare con la sua stessa saliva. Yoongi gli diede tre pacche sulla schiena con il palmo della mano dicendo: “Hobi, mi devi 10 000 won.”
 
Jimin sbatté le palpebre, “Tu cosa?”
 
Hoseok piagnucolò.
“Ma io stavo risparmiando i soldi per un nuovo computer portatile.”
 
“Ho vinto la scommessa, quindi ne ho il diritto,” rispose Yoongi senza mezzi termini.
 
“Aspetta, aspetta.” Jimin alzò le mani di fronte a se come se stesse cercando di riordinare le parole dei due ragazzi, provando a dar loro un senso. “Avete fatto una scommessa? Su cosa? Su me e Jungkook?”
 
Yoongi sembrò annoiato mentre parlava, “Onestamente, pensavi che nessuno di noi se ne sarebbe accorto?”
 
“Io—“
 
“Perché lo sappiamo tutti che sei totalmente innamorato di lui. È così evidente che si dovrebbe essere ciechi per non capirlo.”
 
“Ma—“
 
“Be’, ad eccezione di Jungkook. Quel moccioso è duro di comprendonio manco fosse un mattone.”
 
“Io non—“
“Voglio dire, lo sa che sei ossessionato da lui e tutto. Quando gli sei vicino ti trasformi in un cucciolo bisognoso,” rise Yoongi, “Ma lui non sa che ti piace romanticamente parlando. Probabilmente perché un ragazzo innamorato di un altro ragazzo suona solo—“
 
“Stai zitto, hyung.” Le mani di Jimin si strinsero in due pugni fino a scavare con le unghie, mezzelune rosse sui suoi palmi. “Che problemi hai?”
 
Sembrò sorpreso, “Cosa intendi?”
 
“Stai parlando di tutto questo come se fosse solo...un gioco o qualcosa di simile! Tu hai scommesso su di me!” Jimin si alzò dal divano e si fermò di fronte al ragazzo dai capelli rossi. Nonostante fossero, più o meno, alti uguali, Jimin lo guardò due piedi più in alto, tanta era la rabbia che provava. “È incredibile. Incredibile. Anche tu Hoseok-hyung.”
 
Hoseok si sentì gelare il sangue nelle vene.
 
“Avete scommesso anche con gli altri membri? Taehyung? Jin-hyung?” domandò Jimin duramente. Il suo atteggiamento aveva preso una svolta selvaggia e i ragazzi non erano minimamente preparati a questo cambiamento. “Scommetto che voi ragazzi vi siete fatti delle grasse risate alle mie spalle, parlando di quanto sono innamorato di Jungkook e tutto il resto.”
 
“Be’, è vero,” mormorò Yoongi.
 
Jimin rimase basito, senza parole.
 
“Jiminie, non è stato proprio così,” disse Hoseok tenendo le mani come se fossero un scudo, pronto a proteggersi. Il ragazzo più giovane cominciò a fare quel suo spaventoso sorriso, che mostrava solo quando era veramente incazzato.
 
“Cosa intendi dire?” chiese Yoongi prima che Jimin avesse il tempo di aprire bocca. “È andata esattamente così. Abbiamo fatto una scommessa su quando pensassimo che gli ormoni di Jimin avrebbero assalito la sua mente.”
 
La mascella di Jimin si tese. “Tu—“
 
Hoseok percepì l’atmosfera pesante e mise un braccio sopra la spalla del suo hyung.
 
“Suga-hyung, tu non volevi dire nulla di tutto questo, vero?” provò a dire Hoseok.
 
“Lo dici come se mi piacesse Jungkook solo perché penso che sia attraente,” osservò Jimin con il volto rigido. Le parole di Hoseok rimasero inascoltate.
 
Yoongi guardò indietro, “Be’, non c’è dubbio, sembri completamente disperato quando gli stai intorno—“
 
“Io non sono disperato.”
 
Il suo hyung scoppiò in una secca risata e Hoseok abbandonò Yoongi per andare vicino a Jimin. Forse sarebbe stato più facile far calmare lui invece del più grande.
 
“Col cavolo che non lo sei.” Yoongi infilò le mani nelle tasche dei jeans.
 
“Jiminie, Yoongi-hyung è solo—“
 
“Yah, Hobi, stai dalla sua parte ora?” chiese Suga, puntando il dito contro di lui. “Non dimenticare che, in primo luogo, hai fatto questa scommessa anche tu. Sei stato tu quello che ha proposto la scommessa così che potessi vincere contro di me.”
 
Jimin lanciò uno sguardo al ragazzo accanto a lui.
 
“Jimin, non era…non è come—“
“No, è proprio così!” gridò Jimin, spingendo Hoseok lontano da lui. “Non sono così disperato, non sono un pervertito alla ricerca di un ragazzo figo da avere. Per che tipo di persona mi hai preso? Sono un ragazzo così disgustoso da far pensare che sono solo attratto dal suo corpo?”
 
“Non è quello che intendevo.” Yoongi sembrò ancora inespressivo ma Hoseok notò una lieve trepidazione nei suoi occhi.
 
“I miei sentimenti per Jungkook sono sinceri,” dichiarò duramente Jimin. “E non ho bisogno di te, di Hoseok-hyung o di altri che scommettano soldi su di me, facendo sembrare i miei sentimenti come un cambiamento ormonale.” Fece una breve pausa e poi continuò: “Sai una cosa? Scommetto che solo voi due avete partecipato a questa scommessa, perché Taehyung, Jin-hyung e Namjoon-hyung in realtà sono delle brave persone.”
 
“Noi non volevamo—“ cominciò Hoseok ma Jimin continuò ad inveire.
 
“Adesso pensate che io sia sporco, vero? Non pensate che abbia cercato di trattenermi? Ma in questi giorni ho realizzato che non c’è nessun motivo per fermare i miei sentimenti perché mi incasinano e basta. Stavo cominciando a pensare che le mie sensazioni fossero abbastanza normali e quindi l’ho baciato. E ora probabilmente ho incasinato anche Jungkook e… oh Dio.” Jimin impallidì di colpo e Hoseok temette stesse per svenire a causa dello stress. “Gesù Cristo, cosa stavo pensando? Perché pensavo che baciarlo fosse una buona idea? È stata una pessima idea! Sono così stupido! Probabilmente Jungkook pensa che sono un disperato ragazzo pervertito come ha detto Yoongi-hyung.”
 
“Jimin, noi—“ Hoseok fu tagliato fuori, le sue parole ignorate ancora una volta.
 
“Sai una cosa, hyung? Risparmiami,” scattò il più giovane alzando la mano. “Non ho bisogno che voi due mi sottolineiate il casino in cui mi trovo ora e come abbia coinvolto anche Jungkook, perché probabilmente starà correndo senza sapere cosa fare, perché sono il suo hyung e dovrebbe stimarmi, invece mi sono approfittato di lui e l’ho baciato senza il suo permesso e—“ Parlava così forte che Hoseok credette stesse rappando.
 
Gli occhi di Jimin si bloccarono sul set di ombrelli in un angolo e la sua faccia si fece livida. “Oh, ha dimenticato l’ombrello quando è uscito, vero? Meraviglioso! Assolutamente meraviglioso! Sta andando anche ad ammalarsi a causa mia. Come se rovinare la sua mente non fosse stato abbastanza.”
 
Jimin spinse Yoongi e afferrò un ombrello dal contenitore accanto alla porta.
 
“Aspetta, Jimin per favore,” supplicò Hoseok facendo un ultimo sforzo per calmarlo.
 
“Non mi seguire,” disse bruscamente Jimin prima di sbattere la porta alle sue spalle.
 
Hoseok si voltò verso Yoongi per lanciargli uno sguardo allarmato. Il ragazzo più grande rimase immobile con il viso più pallido del solito.
 
“Era…era solo una stupida scommessa!” gridò Yoongi. “Non doveva fargli del male o altro!”
 
“Lo so hyung.”
 
“Io—noi—era solo una cosa sciocca.” Nonostante il suo tono fosse infastidito, i suoi occhi rivelavano l’ansia che stava provando. “Perché ci sta pensando così tanto? Non è stata una gran cosa! Non ero neanche serio quando l’ho chiamato disperato.”
 
Hoseok scosse la testa.
 
“Sei d’accordo con me, vero?” chiese Yoongi. “Jimin è soltanto eccessivamente sensibile.”
 
Il ragazzo dai capelli castani si sedette e si lasciò sfuggire un sospiro pesante.
 
“Jimin è solo…lui…” Yoongi calciò la parete del dormitorio così forte che Hoseok ebbe paura che avrebbe potuto romperla.
 
 “Hyung.”
 
Un sospiro. “Lo so.” Yoongi camminava avanti e indietro, strofinandosi la parte posteriore del collo con una mano. “Jimin è davvero pazzo.”
 
“Si.”
 
“Veramente, veramente pazzo.”
 
“Si.”
 
“Sembrava come se fosse sul punto di piangere.”
 
“Si.”
 
“Probabilmente ci odia.”
 
“Probabilmente non tanto quanto odia se stesso in questo momento.” Le parole bruciarono molto di più quando uscirono dalla sua bocca rispetto a quando vagavano nella sua mente.
 
Yoongi si morse il labbro. “Hoseok, ho fatto una cazzata.”
 
“Abbiamo. Sono stato il primo a scommettere,” sospirò Hoseok pesantemente.
 
“Come possiamo risolvere questo problema?” domandò Yoongi, i suoi occhi cercarono quelli del ragazzo più alto in cerca di una risposta.
“Non lo so, hyung.”





C,C;
Siamo ad un terzo della storia e sono fiera di voi! Grazie infinite per aver supportato questo racconto, continuate a seguirci!

Crystal

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Capitolo 5
*** Tre ragioni ***


Tre ragioni

 
Jungkook aveva freddo.
 
Era corso fuori dal dormitorio senza ombrello ed ora era in giro per i vicoli, con la felpa stretta intorno alla testa. Non poteva tornare al dormitorio – Jimin era lì e il maknae, al momento, non voleva avere a che fare con lui.
 
Questo era solo uno dei motivi per cui Jeon Jungkook era un idiota.
 
Si infilò in un negozio, la campanella tintinnò mentre spingeva la porta. Il cassiere gli sorrise e gli regalò un luminoso “Buon pomeriggio!” a cui Jungkook rispose con un leggero cenno del capo.
 
Jimin gli aveva chiesto di comprare del gelato al cioccolato. Se non voleva che Hoseok-hyung lo bombardasse di domande tornato al dormitorio, doveva agire in modo naturale. Offrire il gelato al proprio hyung era un gesto informale e amichevole, giusto?
 
Ma quando Jungkook controllò le tasche, si rese conto di non avere il portafoglio.
 
Questo era il secondo motivo per cui Jeon Jungkook era un idiota.
 
Ignorando le strane occhiate degli altri clienti, si diresse verso il bagno del negozio gocciolando dalla testa ai piedi.
 
Il bagno di un negozio di alimentari non era per nulla un buon posto dove pensare a quello che era appena successo, ma Jungkook non aveva nessun altro posto dove andare. Normalmente sarebbe andato allo studio di danza, per cancellare la sua mente, attraverso la loro coreografia, ma il posto era troppo lontano. Non aveva soldi per un taxi o un ombrello. Così si stabilì nel piccolo bagno pubblico pieno di graffiti.
 
Si chiuse in uno dei due bagni degli uomini. Coscienziosamente ignorò lo sporco rotolo di carta igienica all’interno del water, chiuse il coperchio e si sedette su di esso. Poi appoggiò la testa tra le mani e cominciò a pensare.
 
Jimin lo aveva baciato. Park Jimin, il suo hyung, lo aveva baciato.
 
Perché?
 
Jungkook si grattò la testa. Jimin non aveva spiegato il motivo del suo gesto. Il maknae non riusciva a pensare a nessun’altra ragione per cui Jimin avrebbe fatto una cosa del genere, se non la possibilità che lo volesse.
 
Ma se si voleva baciare qualcuno, questo non implicava il fatto che…beh…lo si amasse?
Il pensiero gli fece venire le farfalle nello stomaco e si strinse ancora di più al cappuccio per l’imbarazzo. Questo si rivelò essere una pessima idea perché le orecchie coperte lo costrinsero ad ascoltare il sangue scorrere nelle vene e il rapido battito del suo cuore.
 
Questo non era giusto, Jimin era il suo hyung. E, cosa ancora più importante, era un ragazzo. Non gli erano piaciute le ragazze in tutta la sua vita? Poteva essere gay?
 
Jungkook calciò la porta dalla frustrazione.
 
Un guaito sorpreso uscì dal bagno accanto a lui e lo fece mormorare un rapido “mi dispiace”. Decise di tenere duro e di non scannarsi così non avrebbe spaventato, letteralmente, la merda di qualcun altro.
 
Ma Jungkook non aveva avuto una fidanzata alle scuole medie? Che improvvisamente gli piacesse un ragazzo sembrava troppo strano, troppo inaspettato, troppo… troppo che cosa?
 
Ora che ci pensava, tonnellate di persone in quei giorni dicevano di essere gay. Non era così raro al giorno d’oggi. Sapeva che Namjoon sosteneva i diretti gay e tutto il resto. Forse, messo in questi termini, era una cosa okay.
 
O magari lui non era gay. Magari amava solo Jimin. Se Jimin fosse stato una ragazza lo avrebbe amato comunque, sarebbe sempre rimasto se stesso. Forse non era una questione di sesso. La questione era che Jeon Jungkook era innamorato di Park Jimin, ecco cos’era.
 
Ecco perché non aveva spinto via il suo hyung quando lo aveva baciato. Ecco perché il suo cuore aveva iniziato a battere all’impazzata appena le loro labbra si erano toccate. Questo spiegava le farfalle nello stomaco, l’agitazione nel petto, ma anche il perché volesse essere ancora baciato da quelle labbra nonostante, in precedenza, le avesse respinte.
 
Ecco cos’era. Era innamorato di Jimin. E da quando lo aveva baciato, Jungkook aveva ragione a pensare che lo ricambiasse?
 
Il pensiero fece sorridere il maknae incontrollatamente.
 
Si alzò dal water, aprì la porta del bagno ed uscì.
 
Forse, dopotutto, i minuscoli bagni pubblici non erano così male.
 
 
“Jungkook!”
 
Il maknae si voltò. Namjoon stava correndo lungo il marciapiede, raggiunse il ragazzo più giovane oscillando selvaggiamente un ombrello. 
 
“Hey,” rispose Jungkook indugiando appena. Il cappuccio sulla sua testa non riuscì, ancora una volta, a fermare la pioggia, ogni parte del suo corpo si inzuppò e i capelli si arruffarono. “Hyung, stai tornando al dormitorio?”
 
“Si, sto andando, ma tu! Sei bagnato fradicio! Dov’è il tuo ombrello?” domandò Namjoon fissando il ragazzo con occhi frenetici.
 
“Io…l’ho dimenticato,” disse debolmente.
 
“Stupido,” rispose il leader accarezzando affettuosamente la testa di Jungkook. “Stai cercando di ammalarti, lo sai. Meno male che abbiamo preso altre due settimane di pausa.”
 
Cominciarono a camminare insieme verso il dormitorio.
 
Namjoon stava farneticando su uno dei suoi vecchi amici rapper ma Jungkook non riusciva a prestare attenzione. La sua mente era concentrata su Jimin e su che cosa gli avrebbe detto quando lo avrebbe rivisto. Avrebbe dovuto confessagli subito i suoi sentimenti? O avrebbe dovuto aspettare che Jimin facesse la prima mossa? Attendere che lo baciasse di nuovo? Perché Jungkook lo sapeva che il suo hyung avrebbe voluto.
 
“…e allora lui ha detto che la mia camicia puzzava in modo divertente. Che senso aveva? Era ridicolo vero?”
 
Ci volle un po’ di tempo affinché Jungkook capisse che Namjoon stava aspettando una replica. Quindi rispose con un rapido “Oh si, è vero,” e lasciò che la sua mente tornasse a concentrarsi su Jimin.
 
“Stai bene?” chiese Namjoon. Quando incrociò il sorriso di Jungkook lo imitò in risposta. “Sembra che tu stia più che bene, cosa ti è successo?”
 
“Niente,” rispose Jungkook. “Tipo…”
 
“Che cosa?”
 
Il sorriso si allargò. “Be’… tipo che è successo qualcosa.”
 
Namjoon diede al maknae alcune pacche sulla schiena. “Bene, buon per te Kookie! Congratulazioni… qualunque cosa sia successa.”
 
Jungkook annuì felicemente.
 
“È così bello parlare con te,” proseguì Namjoon. “Se Hobi-hyung fosse così felice, probabilmente si sarebbe messo a ballare in mezzo alla strada come un idiota. Tu mi dai molto meno imbarazzo.”
 
“Grazie..?”
 
“Nessun problema,” disse con disinvoltura. “Se fossi stato Yoongi-hyung, a quest’ora ti staresti vantando di tutt—ma quello non è Jimin?”
 
Jungkook guardò avanti per accertarsi delle parole del leader. Effettivamente Park Jimin stava camminando verso di loro con un ombrello verde lime tra le mani. Il maknae stava per accennare un saluto ma l’espressione di Jimin lo fece bloccare.
 
Si avvicinò fino a Jungkook. Sembrava più che incazzato e il maknae pensò che la ragione fosse la sua precedente fuga.
 
Ma era anche peggio.
 
“Lascia perdere,” gli disse. Le sue parole suonarono fredde come la pioggia che lo aveva inzuppato fino ad allora. “Non era niente… era solo una stupida scommessa. Quindi non pensarci più.”
 
Quando però, incontrò gli occhi confusi di Jungkook, aggiunse un tranquillo “scusa” e continuò a camminare nella direzione opposta.  
 
Jungkook rimase senza parole. Non capiva cosa stesse succedendo a tutti. Jimin gli aveva parlato del loro bacio, ma perché gli aveva detto di non pensarci più? E perché lo aveva chiamato una scommessa?
 
Il maknae corse fuori dal piccolo riparo che l’ombrello di Namjoon gli forniva e afferrò il braccio di Jimin. Cercò di farlo voltare verso di lui ma il più grande oppose resistenza.
 
“Jiminie—“
 
“Smettila.”
 
La gola di Jungkook si chiuse. “M-ma…perch—”
 
“Ti ho detto di dimenticartelo,” disse Jimin senza girarsi. “Non è—io—è strano Jungkook.”
 
Jungkook non riusciva a capire se le gocce sulle sue guancie fossero di pioggia o se fosse davvero sul punto di piangere.
 
“Ma ho solo pensato…” Il maknae lasciò andare la presa sul maglione di Jimin e il braccio gli ricadde sul fianco.
 
“Non era niente,” rispose impassibile Jimin. Fece qualche passo in avanti per aumentare la distanza tra di loro. “Mi dispiace molto di averti fatto pensare cose strane. Fai solo finta che non sia successo niente.”
 
Poi si allontanò e Jungkook rimase in piedi da solo, a bocca aperta.
 
“Tu—ma—i-“ Il suo viso bruciava di imbarazzo e umiliazione. “Yah!” gridò disperatamente alla ricerca dell’attenzione di Jimin. “Yah, hyung! Tu…Park Jimin, non dovresti essere quello che si allontana da Jeon Jungkook! Dovrebbe essere il contrario!”
 
Jungkook non sapeva cosa stesse facendo esattamente. Non era abituato a vedere il suo hyung in quello stato. Jimin avrebbe dovuto osannare ogni sua parola, prenderlo in giro e seguirlo. Era quello che Jungkook amava di più in lui. Quello non era… non era giusto.
 
Finalmente Jimin si voltò per guardare il maknae negli occhi. “Quindi cammina lontano da me.”
 
La mascella di Jungkook si strinse. “Che problemi hai?”
 
“Questo è come dovrebbe essere, giusto?” ribatté Jimin ignorando la domanda. “Dovresti allontanarti da me. Allora vai.”
 
“Ma…ma tu dovresti seguirmi.” Ora che l’aveva detto ad alta voce si accorse di quanto le sue parole suonassero patetiche. 
 
Jimin sembrò litigare con se stesso per un momento. Poi indicò un punto dietro Jungkook e disse, “Namjoon-hyung sta aspettando. Tornatene al dormitorio con lui.”
 
“Hyung—“
 
“Prendi il mio ombrello,” proseguì, porgendo il manico al maknae. “Mi fermerò in un cafè finché la pioggia non si ferma.”
 
Jungkook deglutì. “Stavo pensando che…”
 
“Che cosa?” Il tono di Jimin era aspro.
 
Il maknae abbassò lo sguardo sui suoi piedi a guardare le piccole pozzanghere formate dalle gocce che ancora cadevano ai suoi piedi.
 
Pensava che Jimin lo amasse più di un semplice amico. Pensava che il bacio significasse qualcosa. Pensava che i loro sentimenti fossero reciproci.
 
“Niente,” disse Jungkook alla fine.
 
Jimin annuì rigidamente. “Bene.”
 
Ragione numero tre per cui Jeon Jungkook era un idiota: pensava che Jimin lo amasse. 
 

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Capitolo 6
*** Qualcosa di simile ***


Qualcosa di simile

 
Ogni volta che Jimin aveva bisogno di un aiuto, si rivolgeva a Taehyung.
 
Certo, quel ragazzo era piuttosto strano. La sua mente lavorava in modo strano. Ma questo era esattamente quello che Jimin aveva bisogno al momento – qualcuno che potesse pensare fuori dagli schemi. Qualcuno che potesse inventare teorie folli per farlo sentire meglio.
 
Ma aveva bisogno anche di qualcuno che non facesse andare fuori controllo Taehyung. Qualcuno che lo bloccasse ogni volta che andava fuori tema e riusciva a riportare l’alieno sulla Terra. Qualcuno come Kim Seokjin.
 
“Tae?” disse Jimin al cellulare, “sei ancora con Jin-hyung?”
 
“Si, abbiamo appena finito di guardare il film,” rispose. “È stato fantastico! Saresti dovuto venire! C’erano quelle cose aliene che—“
 
“Puoi venire al cafè vicino al dormitorio?” intervenne Jimin rapidamente. “Per favore? È importante.”
 
“Huh? Ah, oh, si! Certo che posso!” rispose Taehyung allegramente. “Ma Jimin, avresti dovuto vedere l’alieno comandante alla fine. Era tutto molliccio e appiccicoso e aveva cinque braccia. Cinque braccia! Ce n’era uno che usciva dalla sua schiena e—“
 
Jimin era davvero arrabbiato ma Taehyung riusciva sempre a tirargli su il morale. Ma questa volta doveva trovare il modo per risolvere i suoi problemi, non per arginarli. Inoltre, non stava ascoltando per niente il discorso di Taehyung sul film.
 
“Tae, daresti il telefono a Jin-hyung per favore?”
 
“—ha afferrato la madre del ragazzo e le ha succhiato via tutto il sangue!” finì Taehyung. Jimin poteva immaginarlo mentre agitava le braccia nell’aria. Jin probabilmente si stava vergognando e stava cercando di ignorarlo il più possibile.
 
“Tae, passa il cellulare a Jin-hyung.”
 
“Va bene, va bene.” Ci furono alcuni strani rumori fino a quando la voce famigliare del membro più anziano dei Bangtan uscì dall’altoparlante del cellulare di Jimin.
 
“Jimin? Sono Jin.”
 
Jimin emise un sospiro di sollievo. “Ti prego, dimmi che almeno tu sei sano di mente.”
 
“Sono sempre sano.”
 
“Okay, bene, venite subito al bar vicino al dormitorio,” disse Jimin. “Ho bisogno di aiuto.”
 
“Cosa è successo? Stai bene?” Jin sembrava sinceramente preoccupato. Jimin poteva vagamente sentire gli starnazzi di V in sottofondo.
 
“Non proprio,” ammise Jimin tranquillamente. “Ho fatto qualcosa di stupido. E Yoongi-hyung ha detto qualcosa di stupido e poi ho fatto una cosa ancora più stupida e… ho incasinato tutto hyung.”
 
“Oh Dio,” disse Jin a voce bassa. “Okay, okay. È solo che—sei sicuro di voler far venire Vv? È ancora abbastanza pompato dal film.
 
Il ragazzo tormentato abbozzò un sorriso. Jin era l’unica persona a chiamare Taehyung “Vv” e lui lo trovava un nome carino. Avrebbe voluto inventare un soprannome con il quale, solo lui, avrebbe potuto chiamare Jungkook.
 
Ricordando Jungkook, Jimin emise un sospiro rassegnato. Poi disse: “Si, portalo con te. Ho bisogno di tutti e due.”
 
“Saremo lì tra dieci minuti.”
 
“Va bene, grazie hyung.”
 
 
Jimin spiegò la situazione. Ammise anche dei suoi tentativi di confessione passati. Parlò del bacio, della reazione di Jungkook. Della scommessa di Hoseok e di Yoongi che lo aveva chiamato disperato. Rovesciò i suoi sentimenti di fronte ai due ragazzi e rimpianse le sue azioni.
 
“Ho esagerato?” chiese Jimin guardando i compagni di fronte a lui. Taehyung stava divorando una fetta di cheesecake alle fragole mentre Jin beveva cautamente la sua cioccolata calda.
 
“Penso che Hobi-hyung e Yoongi-hyung siano stati degli stronzi,” disse Taehyung con la bocca piena.
 
“Linguaggio, Vv.” Jin tolse una briciola che si era bloccata sulle labbra di Taehyung.
 
“Ma è vero!” esclamò Taehyung sbattendo la forchetta contro il tavolo di legno. Jin mise un braccio intorno alle sue spalle nel tentativo di calmarlo. “Loro hanno fatto una scommessa su qualcosa che Jiminie trovava davvero serio e… che stronzi. Poi Yoongi lo ha chiamato disperato. È davvero una cosa da… super stronzi.”
 
“Sono stati piuttosto insensibili,” concordò Jin. “Ti… ti piace davvero Jungkook?”
 
“Se pensi che sia un perverti—“ cominciò Jimin.
 
“No!” rispose subito Jin agitando le mani di fronte a sé. “Per niente. Jimin, puoi amare chi vuoi!”
 
"Yoongi-hyung ha detto che era ovvio," disse Jimin. "Ha detto che tutti sapevano che ero 'totalmente perso da Jungkook'.» Guardò verso di loro. "È vero?"
 
“Be’—” iniziò Jin, ma Taehyung lo interruppe.
 
“Si,” disse. “Ma credo sia solo perché ti conosciamo bene. Chiunque altro avrebbe pensato foste solo amici molto stretti, ma io ti conosco abbastanza bene da capire se sei innamorato o no.” Taehyung prese un altro boccone di torta. “E tu”—puntò la forchetta verso Jimin—“sei innamorato di Jungkookie.”
 
Jimin si scompigliò i capelli per la frustrazione. “Lo so già. Ma Jungkook… non so più cosa fare.”
 
Jin si appoggiò allo schienale della sedia in contemplazione. Poi chiese: “Jungkook è gay?”
 
"Ha avuto una ragazza alla scuola media," rispose Taehyung. Tese una forchettata di torta per Jimin, che scosse la testa in risposta. Poi l’alieno spinse la forchetta nella bocca di Jin, invece, costringendolo a mangiare un po'.
 
"Vv non farlo senza avvisarmi," lo rimproverò dopo aver ingoiato il dessert. "E sì, aveva una ragazza. Una volta. Ma questo non vuol dire che non gli piacciano i ragazzi."
 
Jimin lo fissò incredulo. "Stai suggerendo che in realtà potrei piacergli? Come, uno come me?"
 
Jin si strinse nelle spalle. "Potrebbe essere. Hai detto che non ti ha spinto via, ricordi?"
 
"Beh, è ​​scappato la seconda volta, così ho pensato—"
 
"È solo confuso," disse Taehyung, agitando la forchetta di nuovo intorno. Jin aggrottò la fronte mentre cercava di raccogliere le briciole che stava gettando su tutto il tavolo. "Jungkook reprime sempre i suoi sentimenti e non dirlo a nessuno. Forse ha avuto una cotta segreta per te per un lungo periodo di tempo e tuoi baci improvvisi lo hanno mandato fuori di testa.”
 
Jimin sperava fosse vero. Non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per aver incasinato il cervello di Jungkook. E se lo avesse spinto troppo oltre? E se lo avesse spaventato per sempre? E se Jungkook avesse smentito sul fatto che gli potessero piacere i ragazzi e fosse rimasto lontano da Jimin per sempre?
 
Jimin aveva detto a Jungkook di non pensarci più, perché forse avrebbe fatto tornare tutto alla normalità.
 
Ma non era stato più calmo quando aveva detto che Yoongi e Hoseok avevano scommesso su di loro e, piuttosto arrabbiato, aveva finito per scagliarsi contro il maknae senza volerlo. Se non lo avesse fatto, Jimin pensava che Jungkook sarebbe stato più disposto a dimenticare il bacio.
 
E ora Taehyung e Jin erano lì e dicevano che Jungkook avrebbe potuto realmente volerlo indietro. Essi sostenevano la possibilità che Jungkook potesse ricambiare i suoi sentimenti. Forse avrebbero potuto stare insieme.
 
Jimin gemette e abbandonò la testa sul tavolo. "Sono un idiota."
 
Taehyung gli rivolse un sorriso rassicurante. "Cheesecake?"
 
"No grazie."
 
"Il cheesecake rende tutto migliore," lo rassicurò Taehyung, scorrendo la forchetta verso la bocca del ragazzo. A un certo punto durante la loro conversazione, Taehyung aveva ordinato un'altra fetta. Questa era al cioccolato con un grosso lampone sulla parte superiore e Jimin alla fine cedette.
 
E Taehyung aveva ragione. Il cheesecake lo fece sentire meglio.
 
"Tae, ordinane un altro per te," gli disse Jimin, trascinando il piatto più vicino a sè. "Io prendo questo."
 
Il suo amico sorrise e chiamò una cameriera.
 
"Ho fatto qualcosa di stupido", Jimin proseguì, dopo che la cameriera li ebbe lasciati per inoltrare l'ordine. Le parole erano più facili da dire con una deliziosa torta di formaggio nel suo stomaco. "Ero veramente arrabbiato per Hoseok e Yoongi e ho finito per prendermela con Jungkook."
 
Jin era molto preoccupato e Taehyung borbottò, "Sei un idiota."
 
"Oh Dio, ho anche chiamato il bacio una scommessa, perché ero così influenzato dal discorso degli hyungs,”” disse Jimin con la testa tra le mani. "Probabilmente mi odia."
 
"Magari no," Jin disse.
 
"Penso che ti ami ancora,” disse Taehyung. "Ricordi quando ho detto che ti conosco abbastanza bene per capire quando sei innamorato?"
 
"Sì?"
 
«Credo di conoscere abbastanza bene anche Jungkook", proseguì. "Gli piaci, ma non lo sa nemmeno lui. Penso che il tuo bacio abbia appena confermato i suoi sentimenti."
 
Jin annuì. "E quando hai scagliato la tua rabbia su di lui e hai chiamato il bacio una scommessa, probabilmente lo hai confuso. Un sacco."
 
Jimin gemette. "Sono terribile."
 
"No non lo sei," dichiarò Taehyung immediatamente, come se non fosse possibile che Jimin potesse esserlo. "Sei un po 'stupido a volte, ma mai terribile. Tutto quello che dovete fare è parlare fuori."
 
"Dopo quello che gli ho detto... non credo Jungkook voglia parlare." Raschiò la forchetta contro la parte superiore del cheesecake, raccogliendo un po’ di lampone sulle punte.
 
"Non ti preoccupare troppo", gli disse Jin, accarezzando la testa di Jimin affettuosamente. "Sono sicuro che tutto funzionerà. Jungkook sarà probabilmente molto a disagio. Forse anche arrabbiato. Ma sono sicuro che se gli dici tutto onestamente, sarà lui a venirti incontro. "
 
Jimin sorrise. "Grazie." Si rivolse a Taehyung. "E, um ... perché pensi che possa piacere a Jungkook?"
 
Taehyung si strinse nelle spalle e si allungò per prendere un sorso di cioccolata calda dalla tazza di Jin. "Dipende un sacco da te."
 
Jin concluse per lui. "Con quel bacio e poi con le parole contraddittorie sui tuoi sentimenti si è probabilmente reso conto di quanto si basa su di te."
 
"Non sai quello che hai finché non lo hai più," osservò Taehyung semplicemente.
 
Jin asciugò l'angolo delle labbra del ragazzo più giovane di nuovo. "Proprio così, Tae. Sono contento che tu lo abbia imparato. "
 
"Nel modo più duro possibile," mormorò con calma, donando all'anziano un broncio. Jin gli pizzicò la guancia e Taehyung gli colpì la mano ridendo.
 
Jimin li fissò, passando da un ragazzo all'altro. "Ragazzi voi ...?"
 
Jin sorrise. "Se hai bisogno di ulteriori consigli, d’ora in poi vieni da noi, va bene? Perché quello che abbiamo passato è qualcosa di simile. "
 
"Meno drammatico, però," aggiunse Taehyung, le sue dita si intrecciarono casualmente a quelle del ragazzo di fianco a lui.
 
"È stato per lo più colpa di Taehyung essendo un idiota,” ammise Jin.
 
"Non sono un idiota," Taehyung replicò guardandolo inorridito. "Se mi avessi detto tutto subito, ci saremmo messi insieme molto più velocemente."
 
"Tae, mi sono confessato. Cosa avrei potuto fare di più? "chiese Jin.
 
«Ho pensato ti piacessi come amico."
 
"Ti ho anche baciato!"
 
"Pensavo fossi scivolato!"
 
"Chi scivola sulla bocca di qualcun altro ?!"
 
Jimin non poteva fermare il sorriso sul suo volto. Ora che ci pensava, Taehyung e Jin erano diventati piuttosto amichevoli negli ultimi tempi. I due uscivano solo tra di loro il più delle volte ed erano sempre dalla stessa parte. Taehyung era sempre apertamente affettuoso con tutti i membri, ma ultimamente la maggior parte della sua attenzione era stata su Jin. E ora che Jimin pensava, Jin si era lamentato di Taehyung molto di più rispetto a prima; il suo lamentarsi doveva essere stato il risultato del lungo tempo passato con Taehyung.
 
Jimin era invidioso.
 
Forse potremmo essere così, pensò. Poteva immaginare lui e Jungkook mentre litigavano avanti e indietro come una vecchia coppia sposata. Poteva immaginare Jungkook arrossire ogni volta che si abbracciavano. Voleva  baciarlo al mattino e uscire insieme con le mani intrecciate.
 
Jimin si alzò, la sedia raschiò contro il pavimento in legno.
 
«Dove vai?» Chiese Jin.
 
"Ho intenzione di risolvere le cose."

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Capitolo 7
*** Fai qualcosa! ***


Fai qualcosa!

 
Attenzione: questo capitolo avviene subito dopo il capitolo 5 e in contemporanea al 6!
Buona lettura. Ci si sente in fondo.
 
 
"Jungkook."
 
Che... Jimin non poteva essere serio. Chi era lui per baciarlo e poi dirgli di dimenticarlo? E che cos’era la storia della scommessa? Lo aveva chiamato una scommessa? Il bacio era stato una specie di stupido scherzo?
 
"Kookie-ah."
 
Wow. Davvero molto divertente. Jungkook aveva trascorso quindici minuti in un piccolo, maleodorante bagno di un minimarket, fissando graffiti di peni sulle pareti. Si era avvicinato alla conclusione che forse, forse era innamorato di lui, e poi ... e poi che?
 
Ridicolo.
 
"Jungkook!"
 
E Jungkook in effetti, lo aveva pregato di non andare via. Doveva essere sembrato disperato quando aveva detto 'Dovresti seguire me'. E poi Jimin veniva a digli di dimenticare tutto questo?
 
Umiliante.
 
Jungkook aveva pensato che Jimin fosse innamorato di lui. Dio, che stupido che era. Era così--
 
"Yah!" Namjoon afferrò le spalle del giovane ragazzo con una mano, scuotendolo dalla sua trance. Sollevò l'ombrello sopra le loro teste, proteggendoli dalle gocce di grandine che cadevano dal cielo nebbioso. "Che cosa ha detto Jimin? Sei-- Kookie, stai piangendo? Cosa è successo?"
 
"Jimin è stupido,” fu la sua unica risposta.
 
Il leader gli lanciò uno sguardo, come a dire: "Non è sempre un po’ stupido lui?"
 
Jungkook fece solo una smorfia e spinse l'anziano camminando nella direzione opposta. «Sto tornando al dormitorio."
 
Namjoon lo rincorse in fretta. "Anche io, così almeno condividerai l'ombrello con me."
 
Jungkook camminava un po' più veloce. "Sono già bagnato, quindi non c'è nessun problema se mi lasci qui."
 
"Se questo è vero," rispose Namjoon, "allora perché vivere, se si sta andando a morire comunque?"
 
Jungkook si fermò. "Yoongi-hyung non ti ha detto la stessa cosa? Riguardo all’asciugarsi la schiena dopo la doccia?"
 
Si strinse nelle spalle. "Pioggia, doccia---stesse differenze, davvero."
 
Jungkook brontolò mentre a malincuore andava di nuovo sotto l'ombrello.
 
Un silenzio imbarazzante cadde tra il leader confuso e l’ancora molto incazzato e lacrimante maknae.
 
"Allora ..." cominciò il rapper.
 
"Non ho intenzione di parlare con te," dichiarò Jungkook.
 
Namjoon lo guardò addolorato. Era come se Jungkook, in realtà, non gli parlasse per fargli del male. Il maknae pensava fosse un idiota. Perché voleva essere così coinvolto nei problemi di qualcun altro?
 
"Potresti sentirti meglio se lo facessi," gli disse il leader.
 
"No non lo farò," rispose. "Ma potrei stare meglio se dessi un pugno a Jimin."
 
"Hyung."
 
Jungkook si voltò verso di lui. "Cosa?"
 
"Dovresti chiamarlo hyung".
 
Il maknae alzò gli occhi. "Dopo tutto quello che è successo? No. "
 
Namjoon sapeva che Jungkook non voleva parlarne, quindi non lo costrinse. Non voleva davvero sapere che cosa fosse successo, anche se lo aveva pensato. Ovviamente era accaduto qualcosa tra Jimin e Jungkook ed era sicuramente qualcosa di personale.
 
Ma questa volta sembrava diverso. Non era come quando Jimin aveva rubato la camicia preferita di Jungkook, o come ogni volta che Jungkook lasciava Jimin per ultimo nella classifica di bellezza. La situazione sembrava essere molto più... radicata ed emotiva?
 
Jungkook singhiozzò accanto a lui e Namjoon non era sicuro se fosse a causa del suo raffreddore o se fosse perché aveva iniziato a piangere.
 
Lo guardò con la coda dell’occhio e una sensazione di sollievo lo riempì quando vide che nessuna lacrima correva lungo il viso di Jungkook. I suoi occhi erano tinti di rosso, ma non si era messo a piagnucolare, grazie a Dio. Poi però il suo sollievo si era trasformato in preoccupazione quando si era reso conto che Jungkook stava chiudendo tutti i suoi sentimenti dentro di sè. A un certo punto, ne era sicuro, sarebbe esploso.
 
"Sei sicuro di non voler parlare?" chiese Namjoon con cautela.
 
"Sono sicuro."
 
"Ma--"
 
"Smettila di essere fastidioso, hyung", disse Jungkook. "Parli come mia madre."
 
Perché sto cercando di confortarti, idiota sospirò Namjoon. "Vieni, allunghiamo il passo. Si sta facendo freddo. "
 
 
 
Jungkook poteva dire che Namjoon fosse pentito di averlo fatto camminare più velocemente.
 
Quando arrivarono al dormitorio, Jimin, Taehyung e Jin erano dispersi. Per quanto riguardava i due membri che erano lì… Non sembravano essere in ottima forma.
 
"Non risponde alle mie chiamate," dichiarò Hoseok, con una mano tesa tra i capelli per la frustrazione.
 
"Probabilmente perché lo hai chiamato ottanta volte," rispose Yoongi senza mezzi termini. "Deve aver spento il cellulare. O forse ha la batteria scarica. "
 
"E’ tutta colpa mia."
 
Yoongi si accigliò, mentre Hoseok si prendeva tutta la colpa lui si sentiva offeso.
 
"E'... è colpa nostra, va bene, Hobi?» Si voltò quando sentì il leader e il maknae chiudere la porta e trascinare i piedi in soggiorno. Brontolò: "Oh merda."
 
Hoseok notò come i suoi compagni fossero bagnati e si diresse verso il bagno a raccogliere alcuni asciugamani. Si prese il suo tempo, però; non era ancora pronto a vedere Jungkook dopo aver visto Jimin così sconvolto.
 
"Anche voi ragazzi?" chiese Namjoon, riferendosi all’espressione travagliata di ognuno dei presenti.
 
Yoongi gli lanciò uno sguardo infastidito. Tuttavia, quando i suoi occhi incontrarono quelli cerchiati di rosso di Jungkook, la sua espressione si addolcì.
"Mi dispiace, Jungkook."
 
La testa del maknae si voltò. "Cosa?"
 
"Jimin--"
 
Jungkook alzò una mano. "Fermati. Te l'ha detto? "
 
Yoongi si mosse a disagio. Di solito era lui a far diventare ansiose le altre persone con le sue parole schiette e la sua crudele onestà, ma dopo aver visto Jimin inveire su di lui e ora avendo di fronte un Jungkook altrettanto incazzato ... stava iniziando a sentirsi in colpa.
 
"Lo sapevo gi--"
 
"Quindi te l’ha detto!" esclamò Jungkook, agitando selvaggiamente un braccio. "Era qualcosa di privato. Era ovviamente qualcosa di personale e lui ve lo ha spifferato senza nessun riguardo ".
 
"È stato un incidente."
 
"Col cavolo". Jungkook incrociò le braccia con aria di sfida.
 
Hoseok riapparve dal bagno, lanciando un asciugamano per Namjoon e poi per Jungkook in modo che si potessero asciugare. "E’ vero, Kookie. Non voleva dirlo."
 
Jungkook stava lì, inespressivo, salvo per il rossore dei suoi occhi.
 
"Dubito che intendesse farti del male," continuò Hoseok, evitando il contatto visivo con il ragazzo più giovane. "In realtà, sono sicuro che non intendesse farti del male. E’ stata... colpa nostra."
 
Hoseok e Yoongi rimasero immobili, aspettando con respiri d’attesa la risposta del maknae. Namjoon sembrava ancora confuso, ma poteva percepire il clima di tensione. Si appoggiò al bancone della cucina con un'espressione scura, cercando di dare un senso alla situazione.
 
"In che senso è colpa vostra?”
 
La domanda era stata posta così piano che Hoseok aveva catturato solo poche parole. Prima che potesse dire "che cosa?", Yoongi rispose: "Abbiamo fatto una scommessa."
 
La mascella di Jungkook si strinse a quella parola. "Anche Jimin?"
 
"No," dichiarò Yoongi. "Siamo stati solo io e Hobi."
 
"Qual è stata la scommessa?"
 
Gli occhi di Yoongi guizzarono verso il loro capo che stava ancora in piedi in cucina. Namjoon lanciò uno sguardo silenzioso a Jungkook chiedendo il permesso di sentire quello che stava per dire.
 
Jungkook sospirò. "Si scoprirà alla fine. Vai avanti. "
 
"Abbiamo scommesso soldi su quando pensavamo che Jimin ti avrebbe baciato," borbottò Yoongi, dopo una pausa.
 
Namjoon inarcò le sopracciglia. Poi rise, scuotendo la testa. "Wow."
 
"Non sapevamo che voi ragazzi l’avreste presa così sul serio," continuò il ragazzo pallido. Sembrava si stesse tenendo sulla difensiva. "Abbiamo solo ..."
 
"Avete pensato che sarebbe stato divertente scommettere sulla vita amorosa dei vostri amici?" finì Namjoon per lui. "Siamo un gruppo, Yoongi. Dovremmo sostenerci e avere fiducia reciproca, non scommettere soldi quando due membri si mettono insieme. "
 
Il senso di colpa che rodeva il petto di Yoongi era sufficiente a fargli trascurare il fatto che Namjoon non avesse aggiunto 'hyung' alla fine del suo nome.
 
Rimase in silenzio, in attesa che il leader continuasse.
 
«Non sapevo di tutto questo fino ad oggi," continuò Namjoon, "ma se tu avessi visto Jimin prima--"
 
«L'hai visto?» Intervenne Hoseok. Quando Namjoon gli lanciò un'occhiata, mormorò "sorry" e trattenne il respiro.
 
Jungkook rispose prima che Namjoon avesse tempo di farlo.
 
"Sì, lo abbiamo visto." Si stava ancora asciugando i capelli con l'asciugamano che Hoseok gli aveva gettato in precedenza.
 
"Che cosa ha detto?» Chiese Yoongi.
 
"Di dimenticare tutto perché era stato tutto una stupida scommessa", dichiarò Jungkook. "Che questo non significava nulla e di non seguirlo. Di andare via. "
 
Hoseok trasalì. "Non gli ho detto di dire nulla di tutto ciò."
 
«Non ce n’era bisogno," disse loro Namjoon. "La vostra piccola e stupida scommessa, ragazzi, probabilmente ha fatto pensare a Jimin che i suoi sentimenti fossero uno scherzo e lo avete confuso. E lui ha detto tutte quelle cose fredde a Jungkook. "
 
"Non volevamo ch--"
 
Il leader interruppe Hoseok. "Si lo so. Ma solo perché non volevate che succedesse non cambia i fatti, perché indovinate cosa? È fottutamente successo. E nessuno di voi lo sapeva, ma immagino che ne sarete tutti venuti a conoscenza comunque, quindi... "
 
I tre ragazzi attendevano in silenzio.
 
"Un paio di mesi fa, Jimin venne da me perché era confuso", ammise Namjoon.  "A proposito della sua ... sessualità che lo faceva sentire colpevole in qualche modo. Isolato e solitario. Una volta, corse da me piangendo, dichiarando di sentirsi disgustoso perché gli piacevano i ragazzi, perché agli uomini 'normali' piacciono le ragazze. "
 
Il cuore di Jungkook doleva, nonostante la sua irritazione.
 
"Ha accettato i suoi sentimenti poche settimane fa," proseguì Namjoon. "L'ho convinto a confessarsi, perché ho pensato che lo avrebbe reso più sicuro di sé. Se Jungkook avesse ricambiato i suoi sentimenti, allora sarebbe stato fantastico! Se non lo avesse fatto, almeno Jimin lo avrebbe saputo e non sarebbe sprofondato in un pozzo di confusione e di disgusto. "
 
"Oh Dio," brontolò Hoseok, pizzicandosi il naso.
 
"E dal momento che voi ragazzi avete fatto un gioco sui suoi sentimenti, lo avete spinto in quella fossa", concluse Namjoon.
 
Yoongi deglutì. "Non sapevamo".
 
Jungkook passò l'asciugamano ad Hoseok che lo afferrò maldestramente. "Beh, ora lo sapete."
 
Namjoon incrociò le braccia. «Quindi è meglio se fate qualcosa a riguardo, cazzo."
 
 
C’s C:
Ciao a tutte!
Mi scuso per l’errore di traduzione ma mi ero dimenticata un pezzo D: .
Spero continuerete a supportare questa storia anche perché siamo a due terzi!
Alla prossima.
Crystal

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Capitolo 8
*** Sei sicuro? ***


ATTENZIONE: vi invito a rileggere il capitolo precedente in quanto avevo dimenticato di tradurre metà paragrafo t.t scusate e grazie alla ragazza che me lo ha fatto notare, ricordati che hai un piccolo posticino in my heart.
Questo capitolo che andrete a leggere è il fulcro di tutto. È amabile, davvero tanto. Mi sono venute le farfalle nello stomaco a tradurlo e spero vengano anche a voi!
Buona lettura.
 
 

Sei sicuro?

 
Jimin osservò Taehyung mentre gironzolava verso la porta del loro dormitorio e mentre entrava gridando un assordante  "CIAO!!!". Non era neanche a due piedi dalla porta quando lo strano alieno 4D danzò fuori. Chiuse la porta e ci si appoggiò contro, impedendo agli altri due ragazzi di entrare.
 
"Che c'è?" chiese Jin, cercando di spingere via Taehyung. Il suo fidanzato si rifiutò di muoversi.
 
"E’ tutto cupo di là," rispose Taehyung con uno sguardo disgustato. Incrociò le braccia pigramente. "Non mi piace questo clima."
 
Jin alzò gli occhi. "Questo non significa che tu possa semplicemente evitarlo."
 
"Certo che posso!"
 
"Ci sono Hoseok-hyung e Yoongi-hyung dentro?" chiese Jimin come Jin sospirò esasperato.
 
Tae annuì. "Anche Namjoon-hyung e Kookie."
 
Lo stomaco di Jimin si attorcigliò. "Come ti sembra Jungkook?"
 
"... Carino?"
 
Jin si colpì la fronte con la mano.
 
Jimin fissò Taehyung, chiedendosi se lo stesse semplicemente prendendo in giro oppure se pensasse davvero che fosse carino. Scosse la testa leggermente, prima di dire: "No, voglio dire ... sembrava pazzo? Stava piangendo o niente? "
 
Proprio quando Taehyung stava per rispondere, la porta si aprì dall'interno e cadde all'indietro con un grido allarmato. Il maknae che aveva aperto la porta fece un’espressione sorpresa e si allontanò di un paio di passi. La testa di Tae urtò contro il pavimento di legno duro e lui emise un gemito teso.
 
Probabilmente Jimin avrebbe dovuto immediatamente parlare con Jungkook, ma prima scoppiò a ridere al sentire il dolore di Taehyung. Si sentì meno in colpa quando Jin si mise a ridere così forte da stringersi al suo stomaco e Taehyung gli fece il broncio da per terra.
 
Lo stato d’animo di Jungkook era stato chiaramente pessimo prima che Taehyung fosse caduto attraverso la porta senza troppe cerimonie. I suoi occhi erano imbronciati e la sua mascella sembrava tesa. Ora, però, si stava grattando un lato della bocca, facendo del suo meglio per non rompere la sua espressione rigida con un sorriso sciocco.
 
Il maknae alzò lo sguardo e accidentalmente incontrò gli occhi di Jimin. Il suo sorriso svanì e il pomo d'Adamo oscillò mentre deglutiva nervosamente.
 
Jin andò ad aiutare Taehyung a tornare in piedi. Subito dopo averlo rialzato, trascinò Taehyung nel dormitorio e spinse Jungkook fuori di esso. Poi chiuse la porta sbattendola, lasciando poco tempo ai membri di comprendere che diavolo stesse succedendo.
 
Jungkook inciampò in avanti a causa della forte spinta di Jin e Jimin gli afferrò le braccia per sostenerlo.
 
Il maknae si scostò in fretta, come se Jimin fosse in fiamme e lui non volesse rimanere carbonizzato. Si girò e cercò di ruotare la manopola con le mani maldestre. Un sospiro sfuggì dalla sua bocca quando il suono familiare di una chiave che girava nella toppa risuonò e Jimin si schiarì la gola goffamente. Grazie a Dio, Kim Seokjin.
 
"Vuoi parlare?" chiese il più anziano dei due.
 
"No."
 
Il ragazzo dai capelli scuri sapeva che le dure parole che Jimin aveva detto in precedenza erano dovute alla stupida scommessa dei suoi hyungs, ma non poteva fare a meno di essere ancora un po' arrabbiato. Jimin aveva fatto sentire Jungkook umiliato, stupido e imbarazzato da non crederci, perché in realtà credeva che fosse innamorato di lui. Jimin lo aveva baciato senza nemmeno dare una ragione; per quello che Jungkook sapeva, avrebbe potuto farlo per curiosità, non per amore. Come poteva anche solo supporre che Jimin lo amasse più di un amico, senza alcuna prova reale? E anche se Namjoon aveva sostenuto che effettivamente piacesse a Jimin, Jungkook aveva ancora i suoi dubbi.
 
Il calpestio nervoso del piede del ragazzo più grande contro il pavimento di linoleum destò Jungkook dai suoi pensieri.
 
"Hai le chiavi?” Domandò il maknae. Bussò con urgenza alla porta, non volendo guardare il ragazzo dietro di lui.
 
“Le ho dimenticato quando sono uscito, in precedenza", disse Jimin, un po' imbarazzato. Il suo piede si fermò e cominciò a dondolarsi sui talloni - non riusciva a stare fermo per più di un secondo. "Allora parliamo."
 
"Sono un po' incazzato con te in questo momento."
 
"Ed è per questo che dobbiamo parlare, Jungkook."
 
Jungkook non diede alcuna sentenza e Jimin si morse l'interno della guancia. «Non hai molta scelta. Ci siamo solo noi qui.”
 
Jungkook aggrottò le sopracciglia in risposta.
 
"Per favore", aggiunse Jimin in silenzio.
 
Ci fu una pausa prima che lui rispondesse, Jimin poteva chiaramente vedere gli ingranaggi che lavoravano dietro gli occhi del giovane. Infine, egli rispose con un riluttante "Bene."
 
Il cuore di Jimin balbettò nervosamente. Poi, prima che potesse dire qualcosa, Jungkook iniziò a camminare lungo il corridoio.
 
"Andiamo. Facciamolo da qualche altra parte."
 
 
 
 
 
 
La pioggia era cessata e i due ragazzi avevano accordato di parlare alla silenziosa scuola di ballo.
 
Una volta all'interno dello spazio familiare, Jimin si sistemò sul pavimento con la schiena appoggiata al freddo legno. Jungkook seguì il suo esempio e si sdraiò in terra come una stella marina.
 
La mano del maknae colpì accidentalmente Jimin e prima che potesse allontanarsi, il suo hyung gli afferrò il polso. Sorprendentemente, Jungkook lo lasciò fare. Aveva avuto il tempo di calmare la sua rabbia durante la passeggiata e ora si sentiva... stanco. Stanco di provare a dare un senso ai sentimenti di Jimin, stanco di cercare di capire i propri sentimenti, stanco di cercare di capire le azioni di Yoongi e di Hoseok – e non erano nemmeno 18.
 
Riposarono lì per terra, fissando il soffitto in silenzio. La mano calda di Jimin era avvolta intorno al polso magro dell'altro ragazzo. Nessuno dei due voleva essere il primo a parlare - soprattutto perché nessuno dei due sapeva cosa dire.
 
Jimin decise che una scusa sarebbe stata la cosa più sicura per cominciare.
 
"Mi dispiace", disse, rompendo il silenzio.
 
Jungkook non disse nulla per un minuto. Poi, finalmente: "Namjoon-hyung me l’ha detto."
 
Jimin ruotò la testa di lato, guardando il maknae accanto a lui. Jungkook stava ancora fissando il soffitto senza batter ciglio.
 
"Oh."
 
"Sì."
 
"Comunque ... Mi dispiace per essere scattato in quel modo prima, e di aver detto quelle cose. Sono stato stupido," confessò Jimin.
 
"Sei sempre stupido," replicò Jungkook cinicamente.
 
Il corpo di Jimin tremava per il nervoso, ma combatté per agire normalmente. Rise e con nonchalance gettò la sua gamba sopra quella di Jungkook.
 
"Non lo sono", osservò in sua difesa.
 
Il maknae tolse la gamba da sotto quella di Jimin e scherzosamente gliela mise sopra. Uno sguardo audace abbellì i suoi tratti. "Sì, lo sei."
 
Jimin abbozzò un sorriso. "Non sempre."
 
E poi, per un attimo, si dimenticarono dei loro guai.
 
Le loro gambe lottavano a cuor leggero tra calci e spintoni. A un certo punto, Jimin si era alzato e aveva cominciato a tirare i piedi di Jungkook mentre il più giovane si agitava, ridendo come un pazzo.
 
Jimin strillò quando Jungkook gli diede accidentalmente un calcio sulla rotula e il maknae si mise subito a sedere. La preoccupazione di fece strada attraverso il suo volto e Jimin non poté fare a meno di pensare a come sembrasse carino.
 
"Stai be--" iniziò Jungkook, ma Jimin lo colpì sulla fronte prima che potesse finire.
 
"Stavo solo scherzando", disse Jimin, tirando fuori la lingua scherzosamente.
 
Jungkook fece una smorfia e poi si tuffò in avanti, solleticando i fianchi di Jimin. Il ragazzo più grande si lasciò sfuggire una risatina e un imbarazzante acuto e cadde a terra, senza fiato.
 
"J-Jun - Jung - Kookie--" tentò di parlare Jimin, non essendo in grado di finire una parola senza schiamazzare in maniera incontrollata. "Lo so-- lo sono!"
 
Le dita di Jungkook si fermarono e Jimin, che giaceva ancora a terra, respirò affannato.
 
Poi, improvvisamente, Jimin spinse Jungkook all'indietro sul pavimento e si sistemò sopra il suo corpo legando le sue braccia su entrambi i lati della testa.
 
Jimin sorrideva mentre ansimava, fissando il ragazzo sotto di lui. Jungkook sorrideva troppo, il suo cuore martellava dal loro incontro di wrestling.
 
Dopo qualche secondo, invece, il sorriso scomparve. Jungkook si rese conto che il suo cuore batteva più per la loro vicinanza che per ogni altra cosa. Guardò nervosamente verso Jimin, mentre i suoi denti anteriori mordevano il labbro inferiore. Allora, anche il sorriso del ragazzo più grande scomparve ed entrambi si resero conto della posizione compromettente in cui erano.
 
Con Jungkook sdraiato sotto di lui, con il viso arrossato, mentre si leccava le labbra a causa di quel suo vizio maledetto, gli ci volle tutto l’autocontrollo per non baciarlo di nuovo. Il cuore gli batteva all'impazzata nel petto e poteva sentire il sangue corrergli nelle orecchie. Tutto quello che poteva vedere era Jungkook, sentiva il suo odore, il suo respiro, voleva toccarlo, assaggiarlo... tutto proveniva da Jungkook e lo faceva diventare pazzo.
 
"Jimin, t-ti puoi spostare?" balbettò Jungkook.
 
Nonostante fosse a disagio per il loro contatto visivo prolungato, il maknae non riusciva a distogliere gli occhi dallo sguardo caldo del suo hyung. Erano come magneti di polarità opposte; incapaci di venire separati.
 
"Non voglio.» La voce di Jimin era dolce, come se avesse paura di far scappare di nuovo Jungkook.
 
Il più giovane deglutì nervosamente.
 
"Mi dispiace," dichiarò Jimin, con un’espressione seria sul volto. "Sono diventato ottuso."
 
Jungkook rimase in silenzio, il suo sguardo vuoto.
 
"Non volevo dirti quelle cose prima", proseguì. "Ero solo ... Ero arrabbiato per colpa di Hoseok-hyung e Yoongi-hyung e mi sentivo in colpa perché ti ho baciato e non so nemmeno se ti piacciono i ragazzi, tanto meno se ti piaccio io, così ho pensato ..."
 
"S-si, pensavi che farmi dimenticare il bacio avrebbe fatto tornare le cose alla normalità?" chiese Jungkook incerto.
 
Jimin annuì. Sollevò una mano per spostare alcuni dei capelli di Jungkook dai suoi occhi e il più giovane si tese notevolmente sotto il suo tocco. Jimin fissò il collo pallido di Jungkook, trovandolo così esposto, quella pelle senza macchia che pensava starebbe stata molto meglio sotto le sue labbra. Si perse nell’acutezza della sua mascella, delle sue clavicole, analizzò la pendenza del suo naso e le piccole imperfezioni che lo rendevano così dannatamente perfetto. Non poteva immaginare di non essere più in grado di vederlo così.
 
E non era solo la bellezza del ragazzo che aveva fatto innamorare Jimin di lui. Era il modo Jungkook rideva quando raccontava una battuta, il modo in cui si concentrava quando si allenava, il divertimento infantile che provava dopo aver vinto un gioco. Era la sua ostinazione, la sua impertinenza, la sua giocosità. Era il modo in cui metteva il broncio quando voleva qualcosa, il modo in cui brontolava parole senza senso ogni volta che qualcuno cercava di svegliarlo. Era tutto di lui, e Jimin non aveva intenzione di vivere la sua vita senza tutto questo.
 
Il ragazzo più grande trattenne un respiro, cercando di calmare i pensieri che correvano nella sua mente. "Mi dispiace," ripeté sinceramente.
 
"Quindi non intendevi quello quando dicevi che era ..." Jungkook fece una pausa e distrattamente si leccò ancora le labbra. "Quando hai detto che era strano?"
 
"No! Dio no, io non ... non credo che sia strano, "Jimin lo rassicurò. «Non più, almeno. Pensavo fosse incasinato per i vostri gusti co-- "
 
"Ti piaccio davvero?"
 
Jimin guardò intensamente il ragazzo sotto di lui. Jungkook arrossì di un rosa intenso e si coprì imbarazzato il volto con le mani.
 
«Che cos'è?» Chiese Jimin, un po’ scherzosamente. Un sorriso incontrollabile si fece strada sulle sue labbra. "Sei timido?"
 
Un soffocato "taci" uscì dalla bocca di Jungkook come risposta.
 
Jimin si tirò su, in ginocchio. Prese i polsi di Jungkook - uno in ogni mano -  li tirò via dal suo volto e li pose contro il terreno sopra la testa del maknae. Jungkook si agitò, ma non reagì. Avrebbe potuto facilmente tirare un calcio all’inguine di Jimin  e scappare fuori dalla stanza in pochi secondi, ma scelse di non farlo. Jungkook decise di rimanere con Jimin.
 
"Mi piaci, Jeon Jungkook."
 
Jimin era sorpreso di aver effettivamente detto quelle parole con tale forza. Tutto il suo corpo era percosso da leggeri brividi; farfalle svolazzavano all'impazzata nel suo stomaco e le mani che tenevano i polsi di Jungkook bruciavano contro la pelle dell'altro ragazzo. La sua mente era ricoperta di 'e se' e 'poi cosa' e Jimin allentò la presa su polsi di Jungkook nel caso in cui il giovane volesse fuggire ancora.
 
Ma non lo fece. Rimase, invece, lì sul pavimento della loro scuola di ballo, pensando. Jimin prese nota del traballante e profondo respiro di Jungkook, non sapendo che il suono del respiro di qualcuno potesse essere così confortante.
 
Infine, dopo quella che sembrava un'eternità, Jungkook mormorò qualcosa in risposta. La sua voce era così tranquilla che Jimin non poté comprendere una parola.
 
"Cosa?" chiese Jimin.
 
"Io--" Jungkook sentiva la bocca secca e si leccò di nuovo le labbra. Ripeté le sue parole in fretta. "Anche tu mi piaci."
 
Aveva sentito bene? "Dillo lentamente."
 
"Mi piaci anche tu," dichiarò Jungkook, in modo un po’ più sicuro questa volta.
 
"Kookie," cominciò Jimin, fissando di nuovo gli occhi del giovane. La sua espressione era seria. "Kookie-ah, quando ho detto che mi piaci, volevo dire che ... romanticamente".
 
Jungkook alzò gli occhi, ma l’impertinenza di quel gesto venne alleggerita dal rossore del suo viso. "Mi piaci molto più di un amico. Io, um ... Voglio dire che piaci romanticamente… anche a me."
 
"Tu-- Che cosa?" Jimin era ancora incredulo.
 
"Hyung, mi piaci," ripetè Jungkook con fermezza. Liberò facilmente le braccia dalla stretta di Jimin.
 
"Sei sicuro?" chiese l'anziano in silenzio, la sua mente era incapace di dare un senso alle informazioni improvvisamente apprese.
 
Audacemente, Jungkook avvolse le braccia intorno al collo di Jimin e lo costrinse ad abbassarsi, facendo incontrare i loro corpi.
 
"Sono sicuro", promise il maknae, annuendo in modo carino. "Cento per cento."
 
"Sei sicuro che sei sicuro? Perché se non se-- "
 
Le domande di Jimin vennero fermate dalla sua esclamazione di sorpresa. Jungkook gli era rotolato sopra e le sue gambe erano su entrambi i lati del bacino di Jimin. Si inginocchiò lì, le mani contro il pavimento di legno ai lati della testa del suo hyung.
 
Il cambiamento di posizione spaventò Jimin che stava per andare in arresto cardiaco per quanto velocemente battesse il suo cuore. Jungkook sembrava un po' imbarazzato dalle sue azioni, ma i suoi occhi sembravano determinati abbastanza da provocare brividi elettrici lungo la schiena di Jimin. L'anziano rabbrividì in attesa.
 
"Sto per baciarti, quindi non muoverti," dichiarò Jungkook a bassa voce mentre lentamente annullava lo spazio tra di loro.
 
I loro volti erano a pochi centimetri quando Jimin si girò, invertendo le loro posizioni ancora una volta.
 
"Ho vinto il lancio della moneta," gli ricordò Jimin, "quindi sono abbastanza sicuro che dovresti ascoltarmi."
 
Jungkook alzò gli occhi, guadagnandosi il famoso sorrisetto sghembo di Jimin. Poi fece nuovamente scivolare le braccia intorno al collo del suo hyung.
 
"Jimin, baciami e basta, per favore."
 
Il ragazzo più grande sorrise prima di accontentare la richiesta di Jungkook, si chinò per incontrare le labbra del ragazzo più giovane in un bacio sensuale.
 
Era diverso da quelli che avevano condiviso durante quel lungo giorno. Questo bacio era urgente e dolce, le loro bocche sorridenti e i loro caldi respiri si fondevano insieme creando qualcosa di euforico. I loro nasi si toccavano imbarazzati e i loro denti si urtavano duramente provocando loro acute risatine, ma non avrebbe potuto essere un bacio più perfetto.
 
Il tempo sembrava essere inesistente, nessuno dei due ragazzi aveva voglia di  staccarsi perché, ‘chi se ne frega di aria?’ Ma poi improvvisamente, con la massima riluttanza, Jimin staccò le sue labbra da quelle apparentemente inseparabili di Jungkook. Si inclinò leggermente in avanti per appoggiare la fronte contro quella del maknae.
 
"Che c'è?" Chiese Jungkook, trattenendo un broncio.
 
"Dovresti chiamarmi hyung," sottolineò Jimin. Il suo sorriso era così ampio che i suoi occhi si trasformarono in mezzelune scure e Jungkook non poteva dire a parole quanto fosse adorabile.
 
"Zitto," mormorò, inclinando il suo viso per un altro bacio.
 
Inutile dire che questa non era loro ultima della notte.

 

 C’s C:
Che ve ne pare? Ho amato questo capitolo dall’inizio alla fine, davvero. Spero l’abbiate apprezzato anche voi!
Al prossimo!
Crystal

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Capitolo 9
*** Ufficialmente ***


Ufficialmente

 
 
"Quindi cosa faremo adesso?» chiese Jungkook lungo il cammino verso il dormitorio.
 
Era sorprendentemente informale dopo la loro piccola sessione di make-out nello studio di danza. Dopo che tutto era stato risolto e correttamente inteso, erano tornati ad uno stato di normalità, salvo l'attrazione quasi tangibile che era sbocciata tra di loro e che nessuno dei due ragazzi poteva negare.
 
"Dobbiamo ... dirlo agli altri, immagino?" Jimin rubò un’occhiata di traverso al maknae, che deviò frettolosamente lo sguardo. Lo aveva fissato per l'intero tragitto a piedi e il pensiero di essere stato l'unico contatto visivo di Jungkook, aveva fatto saltare il cuore di Jimin.
 
"Pensi che gli interessi?" chiese Jungkook, suonando un po’ preoccupato. "Voglio dire, siamo in un gruppo e se iniziassimo improvvisamente a, beh, uscire ... pensi che sia strano?"
 
"Niente affatto," lo rassicurò Jimin. Stavano camminando così vicini che le loro braccia si muovevano all’unisono, strusciandosi di tanto in tanto e Jimin agitò le dita con ansia. Dovrei stringergli la mano?
 
Ma quando il più anziano dei due cercò di prendergli una mano, il maknae la alzò per grattarsi un lato del collo. Jimin non sapeva se era stata concepita per evitare il suo tentativo di stringergli la mano o se fosse stata solo una coincidenza.
 
"Namjoon-hyung non penserà che sia strano,» continuò, portando la  mano, triste per la missione fallita, fino a strofinare la parte posteriore della sua testa. "Anche Jin-hyung e Taehyung."
 
Jungkook lo guardò con occhi curiosi. "Anche Jin-hyung e Taehyung-hyung?"
Jimin trattenne una risata, ma un sorriso sfacciato riuscì ad increspare il suo viso. "Soprattutto quei due."
 
«E Hoseok-hyung e Yoongi-hyung?"
 
A quelle parole, l'espressione di Jimin si oscurò. "Forse ad Hoseok-hyung andrà bene. Stava cercando di calmare me e Yoongi-hyung prima, quando stavamo litigando. "
 
Jungkook annuì. Aveva ascoltato con attenzione quando Jimin gli aveva spiegato della sua lite con Yoongi, ed era giunto alla conclusione che, mentre Yoongi diceva quelle parole piuttosto violente, non credeva davvero ad esse. Il rapper è orgoglioso - ha sentito il bisogno di avere ragione tutto il tempo e non ha ammesso di aver sbagliato fino a quando sembrava che non avesse altra scelta.
 
"Penso che Yoongi-hyung sarà d’accordo", proseguì Jimin con un cenno lento. "Almeno, spero lo sarà."
 
Quando Jungkook non rispose, l'anziano gli rubò uno sguardo. Quello che vide gli fece provare scosse elettriche lungo le braccia e fece perdere un battito al suo cuore.
 
"Perché sorridi così tanto?» chiese Jimin. Il sorriso di Jungkook fece distendere le estremità delle sue labbra contagiandolo con la sua dolcezza.
 
Improvvisamente imbarazzato, Jungkook portò una mano a coprirsi la bocca. «Oh, no, sto solo ...è che… mi sento molto, molto felice."
 
Il petto di Jimin cominciò a tremare. Dio, è troppo carino.
 
In un momento di coraggio, Jimin afferrò la mano di Jungkook e intrecciò le dita alle sue. Il volto del maknae arrossì.
 
"Perché sei arrossito ora? Lo abbiamo fatto solo dieci minuti fa, " sottolineò Jimin.
 
Il suo commento fece arrossire Jungkook ancora di più e ritirò la mano dalla presa di Jimin per coprirsi il volto.
 
"Gesù, sei imbarazzante," mormorò, con la voce un po’ soffocata dalle mani.
 
"E’ perché sei così carino quando sei tutto timido."
 
Jungkook gemette. "Per favore non diventare tutto sdolcinato ora."
 
"Lo sono sempre stato,” disse Jimin. "Io sono il Jimin sexy e affascinante, ricordi?"
 
Jungkook rise e Jimin urtò giocosamente la sua spalla. "Ero serio!"
 
Jungkook alzò appena gli occhi e congiunse la mano a quella del più anziano come se fosse l'atto più naturale del mondo. "Torniamo al dormitorio, va bene Jimin?"
 
Con la mano libera, Jimin pizzicò la fronte del maknae. "Sono uno hyung per te!"
 
 
 
 
Cinque dei sette membri dei Bangtan erano seduti intorno al basso tavolo, nel salotto del dormitorio. Jin aveva preparato una bella cena a base di costolette di maiale impanate e un mucchio di deliziosi contorni, ma nessuno stava mangiando tranne Jin stesso e Taehyung. Namjoon era occupato a rimproverare Yoongi per la sua personalità troppo schietta e per la sua mancanza di empatia e Hoseok si sentiva troppo in colpa per mettere qualcosa sotto i denti.
 
Taehyung si rianimò quando sentì bussare alla porta.
 
"Jungkook e Jimin sono tornati!" annunciò, balzando dal suo posto sul pavimento per aprire la porta.
 
Hoseok e Yoongi si agitarono e Namjoon diede loro uno sguardo severo prima di dargli il permesso di alzarsi.
 
"Non rovinate tutto questa volta", ricordò loro con la bocca piena di riso.
 
Hoseok annuì con entusiasmo e Yoongi si fissò le mani senza dire una parola.
 
"Siamo a casa," gridò Jimin dalla porta d'ingresso, saltellando su un piede solo mentre cercava di togliersi una scarpa. Finì per inciampare sulla pantofola di qualcuno e cadde a terra causando molto divertimento in Jungkook.
 
La risata del maknae aiutò un po’ i pensieri di Hoseok che inghiottì il suo nervosismo.
 
Hoseok aveva paura che Jungkook e Jimin sarebbero tornati e avrebbero iniziato ad urlare contro di lui. Era ancora più spaventato che non avrebbero fatto nulla del genere e che avrebbero optato per non parlargli per il resto… beh, per sempre. Aveva paura che non sarebbero più stati suoi amici, paura di aver rovinato il rapporto (qualunque tipo di rapporto potesse essere) tra Jimin e Jungkook, paura di aver incasinato tutto e di sentire la risata di Jungkook che lo scherniva di essere un codardo, quando lui doveva avere speranza. (J-Hope lol)
 
Si alzò e toccò la gamba di Yoongi con il piede. Come un silenzioso “Dai vai!”. Il ragazzo pallido, obbedì e si alzò con lo sguardo abbassato e le braccia incrociate quasi pigramente.
 
Taehyung lasciò il suo posto, si sedette accanto a Jin e continuò ad ingurgitare il suo cibo, mentre guardava Jimin, Jungkook, Yoongi e Hoseok che si incontravano di nuovo. I suoi occhi erano cauti – era pronto ad alzarsi e separarli se fosse scoppiata un'altra rissa.
 
Per fortuna, sembrava non stesse accadendo nulla.
 
"Mi dispiace," cominciò a dire Hoseok sinceramente. "Io davvero non volevo ferirvi. E’ stato molto stupido da parte mia fare quella scommessa e- "
 
"Nostra", lo interruppe Yoongi.
 
Hoseok lo guardò sorpreso.
 
"E’ stato molto stupido da parte nostra fare quella scommessa," si corresse, evitando lo sguardo dei due ragazzi di fronte a lui. "Non avevamo intenzione di farvi del male, davvero. Ci dispiace. "
 
Namjoon sorrise dal suo posto, guardandolo soddisfatto.
 
"Capisco se mi odierai per tutte le cose che ho detto", continuò Yoongi. Si massaggiò goffamente la nuca; non gli era mai piaciuto scusarsi. "E ... non ero serio quando ti ho chiamato disperato e tutta quella merda. Oh, e solo perché tu lo sappia, "aggiunse,"Hobi non ha mai detto nulla di quella roba, quindi non essere arrabbiato con lui per questo. Questo era tutto da parte mia. "
 
Hoseok lo fissò, molto impressionato. Sembrava che il suo hyung fosse maturato un po’ e resistette alla tentazione di arruffare i suoi capelli, sapendo che lo avrebbe fatto solo incazzare. Il solo fatto che si sarebbe infastidito gli rinnovò l'impulso di farlo con ancora più forza e, per bloccarlo, si ricompose spingendo le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta.
 
"Ci scusiamo per aver fatto una scommessa ed aver scherzato sui tuoi sentimenti," buttò lì Hoseok, "non lo faremo mai più e io- scusate, noi- speriamo che voi due possiate ... perdonarci, forse. Per favore. » Si morse il labbro inferiore con ansia.

Jimin e Jungkook rimasero immobili, si presero il loro tempo per digerire le parole degli altri membri. Dopo circa un minuto, Jungkook tirò Jimin dalla sua parte e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Quel gesto riaccese il nervosismo di Hoseok, le domande fecero di nuovo capolino nella sua mente, perché stanno sussurrando? Non stanno accettando le nostre scuse?
 
Hoseok osservò come Jimin annuì alle parole mormorate da Jungkook. Poi i due ragazzi tornarono al loro posto, piuttosto soddisfatti.
 
"Ne abbiamo passate tante insieme," dichiarò Jungkook, e Hoseok rapidamente annuì. "E oggi è stata una giornata particolarmente incasinata." Al che, Yoongi goffamente tossì coprendosi la bocca con il pugno. "Ma nonostante ciò ..."
 
"Abbiamo deciso di perdonarvi," proclamò Jimin, finendo le parole del maknae.
 
Hoseok era così sollevato che quasi cadde a terra. Yoongi si lasciò sfuggire un respiro che non si rendeva conto di aver trattenuto.
 
"Ma," li richiamò Jungkook alzando un dito. Hoseok era pronto a rispettare qualunque cosa il maknae avesse detto, ma la paura si fece strada nel petto di Yoongi. Non erano mai buoni, a suo parere.
 
«Ma cosa?» chiese Yoongi cautamente con gli occhi sospettosi socchiusi. Sentiva Hoseok teso accanto a lui e un secondo dopo si ritrovò un suo braccio intorno alle spalle mentre diceva: "Qualunque cosa sia, vi ascoltiamo."
 
Yoongi non poteva non essere d'accordo.
 
Jungkook sorrise felicemente e questo fece solo aumentare il terrore nel petto del rapper.
 
"Chiudi gli occhi e non muoverti per cinque ... no, dieci secondi” ordinò Jungkook semplicemente.
 
Jimin sorrise alla frase familiare. Queste parole erano state l’inizio di tutto il conflitto e adesso stavano per porvi fine.
 
I neo fidanzati si guardarono. Jungkook mimò uno, Jimin mimò due. Al conteggio del tre, i due ragazzi si gettarono addosso ad Hoseok e Yoongi, avvolgendo i due ragazzi in un abbraccio stritolante.
 
Hoseok emise un guaito di shock e Yoongi cercò di resistere alla tentazione di contorcersi dalla loro presa. Veniva abbracciato troppo e per troppo tempo ma onestamente era ... tipo bello.
 
"Potreste staccarvi ragazzi?" chiese Yoongi. Il suo tono era annoiato, ma una breve risata punteggiò la sua frase quando Jungkook pizzicò la sua guancia con affetto. "Yah, cosa pensi di fare al tuo hyung?" domandò Yoongi, scacciando via la mano del maknae.
 
"Non dovresti muoverti!" si lamentò Jimin. Strinse la presa sui suoi compagni di band. "Un extra di trenta secondi adesso."
 
Yoongi gemette fintamente infastidito. Hoseok sorrise e strinse le braccia attorno ai due ragazzi più giovani perché, grazie a Dio, era di nuovo tutto a posto.
 
"Hopie-hyung si è mosso", osservò Jungkook. "Un altro minuto."
 
"ABBRACCIO DI GRUPPO!" gridò Taehyung all'improvviso, e tutti e quattro i ragazzi furono colti di sorpresa dal modo in cui lo strano alieno si strinse da loro, unendosi all’abbraccio. "Jin, Namjoon-hyung, muovetevi!"
 
Namjoon si avvicinò e fece di tutto per schiacciare Yoongi il più possibile. Jin circondò con le braccia più membri che poteva, il suo obiettivo principale era Taehyung, naturalmente.
 
"Questo è così scadente," piagnucolò Yoongi con voce soffocata a causa della quantità di corpi premuti contro di lui. "E si sta facendo caldo."
 
Al che, il resto dei membri si staccò dall’abbraccio di gruppo, tutto sorrisi e risate accomodanti.
 
"Ascoltate, Bangtan," cominciò il loro leader, le sue parole catturarono immediatamente l'attenzione di tutti. "Non fate più a botte. Non parlatevi più dietro le spalle a vicenda e non fate scommesse. Dobbiamo avere tutti fiducia l'uno nell'altro qui, va bene?"
 
Tutti erano d'accordo.
 
"Oh, e prima di tornare a cena," parlò Jimin. "Jungkookie e io siamo insieme ora. Ufficialmente".
 
Taehyung urlò di gioia e gli altri membri sorrisero accarezzando le spalle di Jimin e del maknae e scompigliando loro i capelli.
 
"Aspetta un attimo," disse Namjoon all'improvviso, come tutti si stabilirono intorno al tavolo. "Ehi, V, perché non hai detto 'Jin-hyung' quando ci hai chiamato per l’abbraccio?"
 
Jimin nascose il suo sorriso in un cucchiaio di riso, mentre Taehyung e Jin si scambiarono un'occhiata d'intesa.
 
"Beh, è ​​una storia lunga ..."
 
 
 
 
 
C’s C:
Hey! Questo è il penultimo capitolo! Se va tutto come previsto dovrei riuscire a postare l’ultimo capitolo questo sabato. Alla prossima ;)
 
Crystal

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Epilogo



Un mese più tardi
 
Yoongi era seduto da solo su un alto sgabello, accanto al bancone della cucina e stava pigramente mescolando la sua tazza di caffè.
 
Normalmente sarebbe stato con Hoseok, ascoltando la spiegazione troppo entusiasta di un sogno che aveva fatto il ragazzo o forse qualche fatto strano su anatroccoli che onestamente non poteva fregargli un cazzo. Hoseok, però, stava facendo una doccia prima del solito e Yoongi non poteva fare a meno di sentirsi un po 'solo. In seguito, di fronte a tutti, avrebbe sostenuto che non si fosse sentito solo perché "Hobi sei così fastidioso, vai a disturbare qualcun altro, idiota", ma al momento, sguazzava nell’autocommiserazione perché era stato lasciato con Jungkook e Jimin che si coccolavano sul divano.
 
O, almeno, Jimin stava cercando di coccolare l’altro.
 
"Kookie, perché sei ancora così imbarazzato?" Yoongi sentì Jimin lamentarsi. Il ballerino provò a tirare il maknae verso di lui, ma Jungkook lo spinse via in risposta. Raggiunse l'estremità opposta del divano e appoggiò i piedi sulle ginocchia di Jimin.
 
"Non mi piacciono le persone che si aggrappano a me", disse Jungkook, ma il luccichio nei suoi occhi rivelò che in realtà amava le attenzioni che Jimin gli regalava.
 
Yoongi trattenne un piccolo sorriso divertito e bevve un sorso prudente della sua bevanda. Erano piuttosto carini, doveva ammetterlo.
 
"Ma abbiamo già dormito insieme," sottolineò Jimin, facendo soffocare Yoongi nel drink. Del liquido scuro colava lungo il suo mento e si affrettò ad asciugarlo con alcuni tovaglioli stampati di Hello Kitty che Seokjin aveva comprato un paio di giorni prima.
 
Jungkook fissò il suo hyung, atterrito. "Jimin! Se dici così, farai capire male a Yoongi-hyung."
 
Il rapper affondò sulla sua sedia. Oh, come avrebbe voluto essere invisibile al momento. Solitamente Hoseok sarebbe stato al suo fianco e avrebbe reso le cose spensierate e disinvolte, ma Yoongi era solo per ora. La terza ruota del carro nella sua stessa casa.
 
"Hyung, nel caso te lo stia chiedendo," cominciò Jungkook freneticamente, agitando gli arti in un selvaggio gesto di difesa, "quando Jimin-hyung ha detto 'dormito', intende--"
 
Yoongi sollevò una mano, interrompendo le parole del maknae. "No, uh, non c'è bisogno di spiegare nulla. Io sto bene senza saperlo."
 
"Sì, Kookie," annuì Jimin prendendolo in giro. "Suga-hyung non ha bisogno di sapere quello che facciamo a letto."
 
Il colore del volto di Jungkook passò dal pallido al rosso in un lasso di tempo sorprendentemente veloce. "Giuro su Dio--"
 
Jimin rise dell’espressione del suo ragazzo e Yoongi guardò interessato, mentre Jungkook gli tirava un cuscino in faccia .
 
 
 
***
 
 
 
"Hyung, posso chiederti una cosa?" chiese il maknae, mentre aiutava il suo hyung più vecchio con la cena - un compito che egli metteva così raramente sopra ai videogiochi.
 
«L'hai appena fatto," sottolineò Jin.
 
Jungkook alzò gli occhi al cielo. «No, voglio dire ...tu-- pensi che Jimin si annoierà di me?"
 
Jin lo guardò incredulo. "Cosa te lo fa pensare?"
 
Il maknae si strinse nelle spalle, gli occhi si concentrarono sul riso che stava lavando. "Io non so come essere un buon fidanzato, ecco. Jimin-hyung è sempre così gentile con me e io sono solo un po’ ...così".
 
Jin sorrise calorosamente. "Non sei 'solo così', Jungkook. Jimin ti ama."
 
"Beh, sì." La franchezza della sua risposta fece arrossire il suo volto, rapidamente proseguì. "Voglio dire, lui mi ha detto che, sì."
 
«E tu glielo hai ripetuto, giusto?"
 
"Certo che l'ho fatto!" Esclamò, come se la sola idea che non glielo avesse detto fosse inconcepibile. "Ma sento come se non fosse sufficiente, lo sai?"
 
La mente di Jin ricordò la grande quantità di volte in cui si era dovuto confessare a Taehyung in modo tale che il ragazzo capisse finalmente quello che voleva dire. Annuì sinceramente.
 
"Puoi fare qualcosa di bello per lui," suggerì Jin. "Portalo ad un appuntamento, forse?"
 
Jungkook si morse il labbro inferiore. "Va bene". Poi, all'improvviso, i suoi occhi si illuminarono. "Sì, credo che lo farò. Grazie hyung! "
 
E con questo, il maknae lasciò la ciotola di riso semi-lavato, ancora nel lavandino.
 
Il giorno dopo, gli occhi di Jimin erano così appannati a causa della schiacciante quantità di amore per Jungkook che Jin era quasi abbastanza disperato da chiedere al maknae che cosa avesse fatto in modo da poterlo provare su Taehyung.
 
Quasi abbastanza.
 
 
 
***
 
 
 
Namjoon mentirebbe se dicesse di non aver provato un senso di orgoglio paterno quando il maknae e Jimin si erano finalmente messi insieme. Vederli giocare e prendersi in giro a vicenda intorno al dormitorio era assolutamente adorabile e aveva reso l'atmosfera del gruppo molto più serena rispetto a prima.
 
Ma questo "senso di orgoglio paterno" aveva anche una correlazione diretta al "senso di protezione paterna", perché ‘No, Jimin non puoi fare la doccia con Jungkook.’
 
Onestamente, Jimin stava scherzando quando lo riferì al leader. Ma quando il suo hyung si era soffocato sul pezzo di pane che stava mangiando, Jimin aveva pensato che la sua reazione fosse stata abbastanza divertente da fargli mantenere la conversazione.
 
«Ma perché no?" chiese Jimin, fingendosi ignorante. "Ho pensato che fare la doccia insieme possa farci risparmiare acqua e tempo."
 
Namjoon dovette mandare giù due interi bicchieri di acqua prima di poter parlare di nuovo. "E '... diverso ora, va bene?"
 
"Come è diverso?"
 
Il leader gli lanciò un'occhiata. "Jimin, sai il perché."
 
Inclinò la testa verso destra in modo carino e sbatté le palpebre verso di lui. "No, non lo so?"
 
"Sì lo sai, deficiente".
 
Jimin trattenne un sorriso sornione. "Forza hyung, dimmi perché!"
 
Come se fosse stato chiamato, Jungkook apparve dietro il suo fidanzato. Sistemò casualmente la testa sulla spalla di Jimin. "Di cosa state parlando, ragazzi?"
 
"Sto chiedendo allo hyung perché non possiamo fare la doccia insieme," spiegò Jimin e Namjoon guardò goffamente il soffitto, dimenticando il suo pezzo di pane. Improvvisamente non aveva voglia di mangiare.
 
"Non abbiamo fatto la doccia insieme ieri?» chiese Jungkook ignaro.
 
Gli occhi di Namjoon si allargarono e Jimin portò una mano sulla bocca di Jungkook ridendo a disagio.
 
"Hahaha, di cosa stai parlando, Kookie?» lo mise in discussione Jimin mentre Namjoon fissava i due con uno sguardo di orrore.
 
Il viso di Jungkook arrossì. "Uh, no, n-non importa."
 
"Sto solo andando a ..." fuggì Namjoon e si rifugiò da qualche parte prima di sentire i dettagli più superflui.
 
 
 
***
 
 
 
Hoseok sapeva che Jungkook stava mentendo quando disse di voler 'rimanere un'ora più tardi per allenarsi’.
 
No, non era stato a causa degli occhi sfuggenti del maknae mentre lo diceva. Non era stato a causa del modo in cui si dondolava avanti e indietro sui talloni. Non era neppure a causa del fatto che Jungkook stava arrossendo quando disse.
 
Era stato perché Jimin stringeva Jungkook come se fosse l'unica cosa che gli impediva di galleggiare in aria. Le braccia del ragazzo erano avvolte intorno alla vita del maknae in modo protettivo, la testa appoggiata sulla sua spalla. Aveva fissato Hoseok con occhi che dicevano chiaramente "Hyung, non chiedere e vai via."
 
Così aveva lasciato lo studio di danza con il resto dei membri.
 
E intendeva lasciare i due ragazzi da soli - onestamente, lo aveva fatto - ma a metà strada verso il dormitorio, si era reso conto di aver dimenticato il suo notebook nel bagno dello studio.
 
Ora, Hoseok non era tipo da correre indietro per qualcosa di così stupido come un notebook. Lui davvero, sinceramente non voleva interrompere gli amoreggiamenti di Jimin e Jungkook. Ma quel notebook era qualcosa di veramente importante per lui (ok, era meno notebook e più diario, ma non aveva intenzione di ammetterlo) e non voleva che Jimin o Jungkook inciampassero su di esso e- Dio non voglia – lo leggessero.
 
Ecco perché, nonostante lui non volesse intervenire, non aveva altra scelta che correre indietro.
 
Oh diavolo, perché era così preoccupato? Riottenere il suo taccuino senza disturbare la coppia era una cosa semplice. Sarebbe stato facile. Facile e veloce.
 
Ma quando Hoseok arrivò al bagno, il suo diario era introvabile.
 
Facile e veloce un cazzo.
 
"Dove si trova?» Sibilò a se stesso in un respiro, controllando sotto i lavandini e all'interno dei bagni. Perché lo aveva lasciato allo studio quel giorno?
 
Oh giusto. A causa di quello.
 
Prima di quel giorno, quando praticavano la loro coreografia, Hoseok sbagliava di continuo. In un primo momento aveva pensato che fosse a causa della fame. Tuttavia, una banana e una bottiglia di latte più tardi, era ancora incasinato.
 
"Tutto bene, hyung?» gli aveva chiesto Taehyung con la testa inclinata mentre lo fissava con stupore. Non era da Hoseok causare tanti problemi, soprattutto quando si trattava di ballare ed anche l'alieno, normalmente ignaro, lo aveva notato.
 
"Sto be--" aveva iniziato, ma poi due mani gli avevano afferrato le spalle da dietro scuotendolo selvaggiamente e parlare era diventato impossibile.
 
"Forza, Hobi-ah," aveva piagnucolato Yoongi. "Se non riusciamo bene presto, staremo qui fino alle tre del mattino."
 
Hoseok aveva appena notato il formicolio che gli solleticava la schiena. Aveva indossato una maglietta pulita e aveva sentito del calore nel punto delle sue spalle dove Yoongi lo aveva toccato.
 
«Perché le tue mani sono così calde?" aveva chiesto Hoseok, indietreggiando da Yoongi.
 
Il rapper gli aveva dato una strana espressione in risposta. "Non lo sono?"
 
Hoseok aveva afferrato le mani del ragazzo più basso, volendo confermare che la temperatura che realmente elevata. Yoongi però, si era allontanato in fretta.
 
"Non essere strano," era scattato Yoongi. "Concentrati sui passi giusti. Perfino Jin-hyung è andato meglio di te oggi. Voglio riposarmi. "Sottolineò questo fatto asciugandosi la fronte con il dorso della mano, la sua frangia rossa e arruffata appiccicata alla pelle sudata.
 
E Hoseok si era reso conto di quanto cazzo fosse figo il suo hyung in quelle condizioni. Realizzare ciò lo aveva condotto a notare che tutte le parti che aveva sbagliato quel giorno erano quelle in cui il ragazzo pallido era coinvolto e ‘oh merda, non è possibile.’
 
Quindi, al fine di chiarire le sue paranoie, aveva scarabocchiato in fretta i suoi pensieri su quel maledetto notebook, nel bagno e poi lo aveva lasciato sul lavandino nella fretta.
 
O, almeno, pensava questo.
 
"Dov’è, dov’è, dov’e ..." ripetè sottovoce Hoseok, la sua mente succube di una frenesia selvaggia. "Non era nella mia borsa, non ricordo di averlo portato in sala prove ..."
 
"Oh, hyung".
 
Hoseok si voltò e si trovò faccia a faccia con Jungkook e Jimin.
 
"Pensavo fossi tornato al dormitorio", disse Jimin sorridendo all’altro ragazzo.
 
"L'ho fatto, ma ho uh, dimenticato qualcosa", disse loro Hoseok, giocherellando con i suoi pollici.
 
Jungkook lo fissò con quei suoi occhi grandi ed innocenti. "Cosa hai perso, hyung?"
 
"Il mio dia-- notebook", piagnucolò. "Un notebook. Ha una copertina nera e- "
 
"Vuoi dire questo?" chiese Jungkook, sollevando l'oggetto familiare.
 
Gli occhi di Hoseok quasi andarono fuori dalle orbite e si lanciò in avanti. Purtroppo, Jimin sembrava star cospirando con il maledetto demone conosciuto come Jeon Jungkook, e bloccò il rapper dal raggiungere il suo fidanzato. Un ampio sorriso si estese sul suo viso.
 
"Tu piccolo--"
 
«Perché, hyung?» chiese Jungkook, si poteva scorgere della finta ignoranza nel suo tono. "C'è qualcosa di segreto lì dentro?"
 
"Kookie, ridammelo" ordinò Hoseok cercando di rendere la sua voce seria ed autorevole. Il modo in cui aveva parlato, però, aumentò solo la curiosità di Jungkook, e Jimin, il piccolo bastardo, disse, "Kookie, dovremmo leggere una pagina?"
 
"Penso che dovremmo."
 
"Penso che non dovreste," intervenne Hoseok. "Per favore, per favore non leggetelo."
 
Jungkook mise il broncio, mostrando la sua migliore parte da cucciolo.
 
"Dai Hopie-hyung," piagnucolò Jimin. "Guarda come è carino Kookie. Come puoi resistergli? Leggiamo una pagina ... "
 
"Assolutamente no," rispose Hoseok impassibile. Diede una gomitata a Jimin e strappò con successo il notebook dalla mano di Jungkook. "Jiminie, da quando sei diventato così nei confronti del tuo hyung?" lo accusò usando il suo tono da presa in giro, ora che aveva il suo quaderno nascosto, al sicuro sotto il braccio.
 
"E’ Jungkook che mi condiziona," gli rivelò Jimin, massaggiandosi la parte della spalla dove Hoseok lo aveva colpito. "E’ nella sua fase di ribellione adolescenziale e sta cominciando ad essere contagioso."
 
Hoseok alzò gli occhi e si fece strada fuori dal bagno senza aggiungere altro.
 
Certo, quei due erano carini insieme. Ma erano anche cinque volte più malvagi.
 
 
 
***
 
 
 
Fu a pranzo, un giorno, quando Taehyung sottolineò che Jimin aveva un succhiotto sul collo. Lo disse così casualmente, come se stesse parlando del tempo e non per informare tutti Bangtan della presunta-ormai-non-più sessione di baci di Jimin e Jungkook.
 
"Io ... co-cosa?» balbettò Jimin rovesciando accidentalmente la sua bottiglia di cioccolato al latte. Yoongi mormorò un lieve "idiota" che venne ignorato da tutti tranne che da Hoseok che nascose una risata dietro la mano.
 
"C'è un succhiotto sul tuo collo," ripeté Taehyung, apparentemente senza rendersi conto che sottolineare i morsi d’amore dei propri amici fosse meno appropriato che parlare delle patatine del McDonald.
 
Jimin, imbarazzato, fece scattare una mano sul lato del suo collo.
 
"Beh, è ​​inutile nasconderlo ora," continuò Taehyung alzando gli occhi al cielo. "Sappiamo tutti di chi è la colpa."
 
Jungkook affondò nella sua poltrona, desiderando ardentemente di sparire sotto al tavolo.
 
Jin schiaffeggiò il polso del suo ragazzo. "Non dire qualcosa di simile durante il pranzo!"
 
"Avreste voluto farvi beccare durante la registrazione di oggi?" domandò Namjoon, alzando le sopracciglia.
 
"Ma..."
 
"Dal momento che siamo in tema, ragazzi, potreste smetterla di fare le vostra cose nello studio di danza?" chiese Yoongi, la sua domanda suonò più come un ordine. "Ci sono specchi ovunque, quindi non importa in quale angolo tentiate di nascondervi, potreste essere visti da qualcuno che guarda la finestra."
 
Jungkook scivolò ancora più basso sulla sedia e Jimin si cacciò alcune patatine in bocca.
 
"Oh, e uh, sapete che siamo stati nello studio di registrazione l'altro giorno?" cominciò Hoseok, e Jimin e Jungkook annuirono. Gli altri membri iniziarono a ridacchiare tra di loro, sapendo di cosa stesse parlando. "Quando stavate registrando le vostre parti, il microfono era acceso e anche dopo, quando vi abbiamo detto di prendere una pausa."
 
"Oh mio Dio". Jungkook era letteralmente sotto il tavolo ora, e Jimin fece del suo meglio per raffreddare l’ambiente.
 
"Cercheremo di non ... ehm, disturbare più nessuno", disse al gruppo e una risata nervosa uscì involontariamente dalla sua bocca.
 
"Giusto," accordò Namjoon. "Quindi niente più doccia insieme."
 
Il viso di Jimin arrossì.
 
Jungkook riapparve da sotto il tavolo ed esclamò, "Jin-hyung e Taehyung-hyung hanno fatto la doccia insieme ieri!"e il caos ricominciò di nuovo.
 
Jimin sorrise di cuore al maknae per aver cambiato argomento e Jungkook rise in risposta.
 
"Ehi, Kookie" gli sussurrò Jimin mentre il resto dei membri stava cercando di istituire una sorta di regola per non condividere il bagno. "Chiudi gli occhi e dimmi cosa senti."
 
Jungkook gli rivolse uno sguardo interrogativo, ma obbedì comunque. Ascoltò attentamente, chiedendosi se ci fosse qualcosa di specifico che Jimin volesse fargli notare. Tutto quello che poteva udire erano le grida e le discussioni dei suoi amici. Rispose insicuro.
 
"Risate?"
 
Jimin gli scompigliò i capelli con affetto e baciò la sua guancia. "Sì, quindi cerchiamo di rimanere così."
 
 
 
 
C’s C:
Ed eccoci arrivanti all’ultimo capitolo! Mi scuso per il ritardo di una settimana *sob* ma ho avuto un problema dietro l’altro. Spero con tutto il cuore che questo ultimo capitolo sia stato di vostro gradimento, fatemi sapere.
Al momento ho in corso una Yoonseok ma chi lo sa, magari in futuro ci rivedremo su un’altra Jikook.
Alla prossima e buon comeback a tutti (AIUTO).
 
Crystal

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