Code geass : Age of Ultron

di Evil Ulquiorra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io non ho...fili che mi legano ***
Capitolo 2: *** Il giorno in cui nacque il demonio ***
Capitolo 3: *** La battaglia di Shinjuku ***
Capitolo 4: *** Dichiarazione d'intenti ***
Capitolo 5: *** Il mio nome...è Zero ***
Capitolo 6: *** L'arrivo di Cornelia ***



Capitolo 1
*** Io non ho...fili che mi legano ***


Salve a tutti! Questa è la mia prima fic sia sull'universo Marvel che su quello di Code Geass,per cui,per favore,siate clementi. Dop aver vito Age of Ultron al cinema sono rimasto completamento rapito dalla figura del villain,interpretato da James Spader. Poi mi sono chiesto...chi altri odia a morte il proprio padre,vuole distruggere tutto quello che egli rappresenta e vuole conquistare il mondo per poterlo render un posto di pace e armonia? Ma il nostro Lelouch VI Britannia,ovviamente! Per cui,è uscita fuori questa fic. Vi avverto già:
-Ci saranno un sacco di citazioni provenienti da altri film,in particolare,Age of Ultron e V per Vendetta.
-L'universo marvel di questa fic è completamente di mia invenzione,per cui,non è legato ne hai fumetti ne hai film.
-Eccetto la prima parte di questo chappy,tutta la storia sarà ambientata nell'universo di Code Geass.
-Lelouch sarà più calcolatore e manipolativo,spietato e omicida,filosofico e aperto nei confronti delle donne. Oh,è decisamente più in forma.
-I primi capitoli seguiranno il canone della storia originale ma con risultati diversi.
-Nunnally non sarà in questa fic.

Io non ho...fili che mi legano

Gli animali compaiono sulla terra,vivono  e poi si estinguono.
Le piante coprono il terreno come un lenzuolo verde,poi si ritirano e ritornano con maggiore fecondità.
La vita si espande,si contrae,viene spazzata via e poi riprende,a volte ritraendosi fino ai margini della sopravvivenza.
Ma la terra continua a esistere. Non importa quante specie brulichino sulla sua superficie o cadano vittime di inondazioni ,terremoti,epidemie,catastrofi cosmiche o derive continentali:il pianeta continua a girare metodicamente intorno alla sua ignara stella gialla.
Le onde dell’oceano continuano a sollevarsi,il suo nucleo di metallo fuso brucia e ribolle, i venti,leggeri o violenti che siano,continuano a scorrere sulla sua superficie.
Il ghiaccio si espande e si ritira ai poli,le piogge tropicali bagnano l’equatore e il calore fa tremare l’aria sopra ai suoi deserti. Una di queste superfici aride,nella parte settentrionale del continente chiamato Nord America,stava per ricevere un momentaneo picco di calore fuori dalla norma.

Il missile arrivò basso e veloce,su una traiettoria capace di eludere anche i più avanzati sistemi di controllo.
La testata che portava era molto più potente di quanto si potesse sospettare a prima vista.
Guidato da un programma e dalla sua intelligenza interna,scivolava così radente al suolo da essere costretto occasionalmente a deviare,per non colpire gli alberi e le torri di trasmissione. Il suo obbiettivo era una valle piatta e bruciata da cui si sollevavano dozzine di parabole e satelliti,come coralli su un fondale marino. L’unico segno di vita in quella foresta tecnologica era una singola figura bipede che,marciando con passo fermo e instancabile,puntò lo sguardo in direzione dell’oggetto.
Imbracciando il blaster sulla parte anteriore della mano destra,mirò e sparò con eccezionale velocità e precisione. Un proiettile centrò una delle alette,spedendolo fuori traiettoria…ma solo per un istante.
Il sistema di guida interno corresse immediatamente il suo corso.
Mentre il missile si inclinava verso un tratto di terreno spoglio al centro del largo spiegamento tecnologico,la guardia era di nuovo pronta a sparare. Non sembrava affatto preoccupata di quanto stava per accadere.
Il razzo si schiantò sulla terra con un tuonante whoom!
La sentinella barcollò,si rimise in piedi e si preparò a mirare di nuovo. Ma ora c’era solo un cratere a mostrare il punto del terreno in cui il vettore si era piantato. E poi il mondo esplose, in un trepidio di fuoco e rumore,quando la testata,raggiunta una profondità predeterminata,detonò. Detriti e roccia polverizzata si sollevarono con vemenza verso il cielo. Insieme a tutto ciò che era nelle vicinanze dell’esplosione,anche la guardia venne lanciata in aria. Atterrò violentemente,si girò,cercò di rialzarsi e crollò di nuovo al suolo.
Lottando contro i gravi danni subiti,la sentinella si mise in ginocchio. Risuonarono degli ordini in cerca di una risposta. I servomeccanismi gemettero e l’idraulica si mise in moto. Ma la macchina interna era stata colpita troppo gravemente. Non che questo la facesse desistere, comunque.
Ignorando l’incontrollabile determinazione dell’automa seriamente danneggiato,uno stormo di F 19 passò sopra al complesso ,in volo lento e radente.
Brutti e letali,privi dell’aereodinamica grazia dei veivoli più veloci ma meno pericolosi,iniziarono a distruggere il terreno di fronte a loro con il fuoco delle mitragliatrici e dei missili di cui erano dotati.
Mentre gli aerei viravano e danzavano in cielo per offrire copertura,apparve anche un gruppo di elicotteri.
Atterrando,iniziarono a far scendere delle squadre di combattenti della resistenza,vestiti con le più disperate uniformi,divise o semplici abiti civili. Erano equipaggiati con un misto di armi bizzarre,varie quanto lo erano i veivoli, sia militari che civili,che li avevano trasportati fin lì.
Nessuno di quegli uomini avrebbe mai potuto partecipare a una parata militare.
Però ,dalla loro, c’era che erano tutti vivi. Uno dei pattini di un elicottero si posò direttamente sul teschio della sentinella che era stata a guardia delle parabole satellitari,spaccandone il metallo e affondandolo nel terreno.
  Reagendo automaticamente alla presenza degli esseri umani,la macchina danneggiata tentò ancora una volta di contrattaccare. I suoi servomeccanismi massacrati si lamentarono rumorosamente.
Un largo tubo metallico si posò sulla testa dell’androide: la canna di un fucile.
Un singolo colpo di grosso calibro fece saltare la metà del cranio metallico,facendolo carambolare da un lato. Esposti alla luce,i circuiti interni avvamparono ,sfrigolarono e infine si spensero. Nick Fury osservò la macchina ormai senza vita per assicurarsi che fosse effettivamente finita. Quei dannati robot avevano la gran brutta abitudine di simulare la loro morte per poi attaccare alle spalle. Questo,però,era senza dubbio da rottamare . Poi alzò lo sguardo,nel momento in cui un altro F 19 passò oltre,lasciandosi dietro una scia di fumo. Non si guardò intorno mentre la figura stanca ma determinata di Maria Hill si stava avvicinando<< Signore,abbiamo un gruppo di sentinelle in arrivo,venti kilometri a Sud Ovest da qui>>
L’uomo rimase in silenzio per circa un paio di secondi,prima di annuire comprensivo
<< Quanto tempo ci metteranno ad arrivare?>>domandò.
La donna si strinse nelle spalle
<< Secondo i nostri calcoli…circa dieci minuti>>
Dietro di loro,iniziò a farsi strada un secondo gruppo di soldati,capitanati da un uomo sulla cinquantina.
Il direttore inarcò un sopracciglio
<< Stark?>>
<< Pronto>>ribattè l'altro in tono fermo.
Affianco a lui,uno dei militari estrasse un dispositivo simile a un arco dalla tasca della faretra.
Fury volse lo sguardo in direzione del nuovo arrivato
<< Barton,tu vieni con me>>
L'uomo annuì comprensivo,prima di cominciare a seguirlo.

Sporgendosi oltre la buca creata dall’esplosione,l’arciere dichiarò con chiarezza ed eloquenza<< Di certo è un gran buco nel culo…>>
<< Chissà cosa c’è la sotto>>gli diede di gomito il suo vicino,non tanto da sbilanciarlo ,ovviamente.
Dietro di loro,Tony Stark non potè fare a meno di sbuffare
<< Scommetti che lo scopriamo presto?>>
Afferrando un razzo di segnalazione dalla cintura e accendendolo,Nick Fury lo lanciò in basso.
Affondò nell’oscurità,rivelando solo fugacemente l’entità del labirinto che si dipanava in ogni direzione.
Il complesso sotterraneo era enorme. Come gli altri,si era aspettato che fosse grande,ma quello che vedeva andava oltre ogni immaginazione.
Restò immobile,in attesa dei suoi compagni. Con dei salti composti,raggiunsero i corridoi laterali. Uno dopo l’altro,i vari gruppi scomparvero nelle profondità di quel dedalo cavernoso.
L’infezione umana sta arrivando,pensò Fury con soddisfazione,mentre guidava i suoi uomini in un tunnel allagato.
Nell’acqua fino al petto,prese posizione in testa al gruppo,come sempre. Altri capi squadra preferivano stare di retroguardia o avanzare solo quando erano circondati dalle loro truppe. Non Nick Fury.Lui amava far strada ai suoi, sia fisicamente che tatticamente. Era una scelta che gli aveva insegnato molto.
Dopo aver percorso circa duecento metri,arrestò la sua avanzata.
La stanza in cui entrarono era vasta e il fumo che si disperdeva rendeva difficile guardarsi intorno,al punto che l’ex direttore dello Shield scivolò su qualcosa e quasi cadde. Abbassando lo sguardo si aspettava di trovare altra acqua. Invece ,il liquido sotto ai suoi piedi era scuro e appiccicoso. Per un attimo sperò che si trattasse di olio lubrificante. Ma il colore era sbagliato,troppo rosso.
Il sangue era ancora fresco.
Dei nuovi rumori lo distrassero. Per la prima volta da quando con la sua squadra era entrato nel complesso,sentì altre voci umane.
La più forte era bassa,la più debole appena udibile. Gemiti e preghiere. Portando una mano alla cintura,afferrò e accese un altro razzo di segnalazione,lanciandolo in avanti. Illuminò il fumo,le macerie ,del liquido che evaporava… e le gabbie.
Le voci provenivano da diversi gruppi di persone,chiuse con disumano spregio per il loro numero,in vari gabbioni appesi al soffitto.
Mentre Fury e i suoi si avvicinarono,alcune mani si tesero verso di loro. I suoi occhi vagarono su volti disperati e corpi emaciati.
Alcuni dei prigionieri erano all’ultimo stadio di sfinimento e d’inedia. Barton fissò rabbioso gli sfortunati detenuti,prima che i suoi occhi entrarono in contatto con quelli di una figura in particolare
<< Nat?>>
il suono di quella voce la fece sobbalzare. Udì un ondata di sollievo attraversargli il corpo come un a scarica elettrica ,seguita da un prolungato affanno che la portò a voltarsi in direzione del proprietario.
Era stanca e faceva fatica a tenere le palpebre aperte ma si sforzò il più possibile per mantenerle tali ,al fine di distinguere bene i contorni di quella figura
<< Clint…>>sussurrò.
L’uomo si porse in avanti
<< Nat,sei tu?>>domandò di nuovo.
Poteva vederla bene per la prima volta.Era sporca e coperta di fango. I capelli rossi che da sempre l’avevano caratterizzata avevano assunto una tonalità decisamente più chiara.
Volse la propria attenzione nei confronti di uno dei compagni
<< Aprite quest’affare!>> ordinò.
L’uomo non perse tempo e colpì la serratura della gabbia con la base del fucile.
Barton si infilò tra la folla di detenuti,inginocchiandosi al livello della donna
<< Nat…ehi ,Nat,tutto bene?>>
<< Tu che dici ?>>mormorò l’altra,il suo tono cucito con un accenno di fastidio.
Dietro alla coppia,Nick Fury si fece avanti
<< Agente Romanoff>>salutò,con un rapido cenno del capo.
La spia annuì di rimando
<< Direttore Fury>>
Volse la propria attenzione nei confronti di Stark
<< Tony>>
L’uomo sorrise anch’egli.
Il capo della resistenza prese un respiro profondo
<< Qual è la situazione?>>domandò in tono freddo.
Al sentire tali parole,Barton non potè fare a meno di chiudere il volto in un espressione furibonda
<< Signore,con tutto il rispetto,non credo sia il momento…>>
<< No>>
Puntò lo sguardo in direzione dell’amica
<< Ma Nat…>>
<< Tranquillo,va tutto bene>>continuò lei.
La donna si raddrizzò a fatica,prima di volgere la propria attenzione nei confronti del superiore
<< Io e la mia unità siamo stati sorpresi da un gruppo di sentinelle lungo il perimetro di Los Angeles.Sembra che questa gente fosse qui per essere trasferita al settore Nord e utilizzata in qualche progetto di ricerca e sviluppo>>
<< Attenti !>>
Il suono di quella voce li fece sobbalzare.
Una delle ragioni per cui Fury era ancora vivo stava nel fatto che aveva imparato ad agire in fretta. Aspettare troppo su un pensiero significava dare tempo agli androidi,non soggetti a questo tipo d’esitazione,di farti saltare il cervello prima ancora che si fosse concluso.
Il coro insistente di una distante sparatoia riecheggiò vagamente fino al corridoio che stavano esplorando.
Evidentemente ,qualche altra squadra aveva incontrato qualcosa di più di qualche luce intermittente e tubature rotte.
Poi, l’acqua dietro di loro si mosse,e non per le infrastrutture che cedevano. Quando la sentinella ne uscì per metà,sia Natasha che Clint si erano già girati a fronteggiarlo. Fu il secondo a sparare una freccia nel cranio della macchina. Schegge di metallo e fibra di carbonio volarono dappertutto,mentre il loro potenziale assassino veniva fatto a pezzi.
<< Ehi,pensavo fosse il mio turno>>si lamentò uno degli uomini.
Con la canna del fucile,Fury spinse un pezzo galleggiante dell’androie.
Clint si strinse nelle spalle
<< Allora devi essere più veloce,Rodney.Ho intenzione di polverizzare il mio record. Ma me ne starò tranquillo a guardarti mentre togli di mezzo i prossimi due>>
Una grottesca massa i metallo contorta,la sentinella che aveva messo fuori uso,lo attaccò con forza alle spalle.
Sotto ciò che restava della testa spezzata,gli occhi inespressivi fiammeggiavano rossi. Colpì Barton che ,sorpreso e stordito, rotolò via. Con un solo scopo in mente,come tutti i suoi simili,la macchina si trascinò verso di lui.
Afferrando l’arma nella fondina ascellare di uno dei soldati,Natasha mirò e sparò diverse volte.
Se gli avesse sputato addosso,avrebbe ottenuto lo stesso effetto. I proiettili di piccolo calibro rimbalzarono sul suo volto e non riuscivano a centrargli gli occhi. Se l’androide fosse stato nel pieno delle forze,Barton si sarebbe già considerato morto.
Ma pur essendo entrambi feriti,il robot era più danneggiato di lui. Barcollando indietro e tentando di tenersi lontano,Clint afferrò l’arco una seconda volta,sparando un’altra freccia e uccidendolo all’istante.
Oltrepassando il corridoio,un’altra fila di sentinelle iniziò a farsi strada oltre l’unica porta presente.
Fury volse la propria attenzione nei confronti dell’arciere
<< Barton,Romanoff,portate via di qui queste persone !>>
L’uomo si raddrizzò di colpo
<< Ma,signore…>>
<< Ora!>>
Al sentire tali parole,entrambi gli agenti annuirono riluttanti,prima di puntare i propri sguardi nei confronti dei prigionieri
<< Coraggio,da questa parte!>>
Non passarono che appena un paio di minuti ,che l’intera sala piombò nel caos più totale.
Spari e fori di proiettili ovunque,scintille e pezzi di metallo vaganti.
Nick Fury,ex direttore dello shield,iniziò a correre.
La sentinella non aveva fretta. Avrebbe seguito la sua preda fino in fondo al corridoio,fino alle mura della Centrale,o,se necessario,fino ai confini della terra. Era solo una questione di tempo.L’esito era certo,come se fosse stato predeterminato.
Gli uomini potevano muoversi velocemente ma solo in brevi periodi e su corte distanze. I fragili motori organici che li animavano richiedevano costante rifornimento e idratazione, e si esaurivano rapidamente.
L’individuo che stava seguendo in quel momento non era differente dagli altri.
Un piccolo oggetto al centro del pavimento attirò la sua attenzione. Piegandosi in avanti,guardò più da vicino,con l’intenzione di analizzare quell’anomalia e aggiungere una nuova informazione al database individuale.
Sebbene il meccanismo di esplosione avesse per la macchina una compensazione chimica nota,la sentinella non se ne preoccupò.
Senza un detonatore,il materiale non era pericoloso. Per lo meno,finchè quell’ umano che non era poi così fragile e che sostava alla fine del corridoio non sistemò sulla spalla un lanciagranate…
Prima che il robot potesse reagire,Nick Fury sparò.
L’esplsosione che seguì fu assordante. L’onda d’urto sollevò l’uomo e lo mandò a diversi metri di distanza. Poi,tutto divenne nero.


Da tempo il mondo avrebbe dovuto essere pieno di invenzioni fatte per rendere la vita più facile,pensò Fury. Colonie su Marte e oceani rinvigoriti. Computer controllabili col pensiero. Niente di tutto questo aveva visto la luce,a causa di un’unica scellerata creazione: Ultron,un intelligenza artificiale creata per il benessere del mondo. Vedendo l’umanità stessa come un imperfezione del grande schema delle cose ,aveva identificato nell’estinzione l’unica opzione possibile per preservare la pace tanto ambita.
Il suolo tremò ancora. Sbattendo le palpebre un paio di volte,iniziò a guardarsi intorno.
Davanti a lui,una sagoma alta più di un metro e ottanta,iniziò a farsi strada al di fuori dell’oscurità.
La figura si fece avanti,distendendo le membra. Un paio di occhi rossi si aprirono,scintillando brevemente, e si fermarono sull’intruso.
Era lo stesso inarrestabile,invincibile e insensibile Ultron responsabile di tante morti e tanti rischi nel passato,nel presente e nel futuro.
Fece un passo verso Fury
<< Ciao Nick. Benvenuto. Ti piace l'isola?>>domandò beffardo.
Per essere un androide progettato per uccidere,la sua voce suonava insolitamente umana
<< Sai, mio padre aveva un isola. Niente di cui vantarsi, si poteva girare in un ora. Ma era comunque un paradiso,ai miei occhi>>continuò
<<  Quando esplorai questa centrale,per farne la mia base operativa, scoprimmo che il complesso era stato infestato dai topi. Erano arrivati con un peschereccio e si erano rimpinzati di patatine e scarafaggi>>
Volse lo sguardo in direzione dell’uomo
<< Come si mandano via i topi da un'isola grande come Manattham? Togli l’aria all’edificio? Bruci le loro tane? No,niente di così complicato. Interrammo un barile con una molla nel coperchio, poi ,come esca, collegammo un sacchetto di patatine al coperchio. I topi golosi si avvicinavano e boing boing boing... Caddero nel barile. E dopo un mese avevamo intrappolato tutti i topi. Ma poi che cosa ci fai? Butti il barile nell'oceano? Lo bruci? No. Lo lasci dov'è. E loro cominciano ad avere fame. E poi uno a uno. Iniziano a mangiarsi fra loro...Finché ne rimangono soltanto due. I sopravvissuti>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< E allora che fai? Li uccidi? No. Li prendi e li liberi . Ma non mangiano più le patatine, ormai>>
scosse la testa un paio di volte
<< Ora mangiano solo… topi>>
Volse la propria attenzione nei confronti di Fury,per poi compiere un passo in avanti
<< Ed ora fanno il lavoro al posto mio. Un po’ come hai fatto tu,direttore>>ridacchiò.
Si chinò, finchè non ebbe il proprio volto al pari di quello dell’uomo
<< Per anni ho cercato la vostra base operativa senza successo… ed ora eccovi qua,a consegnarvi di persona>>
Iniziò a grattarsi il mento metallico,quasi in modo comico
<< Gli umani sono davvero strani>>commentò.
Girò la testa in direzione di Fury,prima di prendere un respiro profondo
<< Sai,se questo fosse uno di quei vecchi film di James Bond…a questo punto,io dovrei catturarti e organizzare una qualche complicata trappola per ucciderti…così che tu possa trovare un modo altrettanto complicato per liberarti>>
<< Per me andrebbe bene>>ridacchiò l’altro,il volto chiuso in un sorriso arrogante.
L’androide alzò il braccio destro in risposta e questo cominciò a illuminarsi di una debole luce rossa
<< Sfortunatamente… questo non è uno di quei film>>
<< Basta!>>
Prima ancora che potesse sparare il colpo,una voce stanca richiamò l’attenzione dell’automa.
Ad appena dieci metri dalla creatura,con le mani incrociate dietro la schiena,vi era Tony Stark,gli occhi fissi in quelli dell’androide.
La macchina alzò la mano destra,in segno di saluto
<< Ciao…papà>>
Al sentire tali parole,la figura trasalì visibilmente,per poi estrarre, dalla tasca dei pantaloni,un oggetto di forma allungata collegato a una batteria portatile. Sul fondo metallico vi era una pietra di colorazione azzurra,splendente alla debole luce della Luna.
La creatura compì un passo al’indietro
<< Che cos’è?>>domandò in tono freddo.
Nonostante la postura autoritaria,la voce dell’automa tradiva i suoi reali sentimenti.
L’uomo sorrise beffardo
<< Lo sai bene>>
Ultron strinse ambe le palpebre in alluminio
<< Impossibile>>sibilò.
Volse la propria attenzione nei confronti di Stark
<< Dove l’avete trovata?>>
<< Lo Shield non è a corto di nemici>>commentò Fury,ancora in ginocchio.
Gli occhi del robot dardeggiarono nell’ocurità. Oh,sì ,sapeva bene cosa fosse. La gemma dell’infinito,una delle cinque sparse per l’universo,due delle quali attualmente in suo possesso. L’energia derivante dalla detonazione di un simile dispositivo avrebbe impedito a chiunque ogni possibile via di fuga. Ultron non avrebbe neanche avuto il tempo di fuggire attraverso la rete.
<< Pensavi davvero…che fossimo stati gli unici a trovarne una?>>continuò l’altro,la voce cucita con un tono di scherno.
La mano della creatura iniziò a contrarsi. Stark non distolse lo sguardo,ne mostrò alcun timore. Non è per niente strano,pensò.La paura era qualcosa che aveva imparato a rifiutare.
Poi,come dal nulla,la macchina iniziò battere ambe le braccia.
Un sonoro Dang riecheggiò nelle profondità della centrale ,per circa una decina di secondi,prima di cessare completamente.
Ultron sorriso sinistramente
<< Un punto per te>>ridacchiò.
Volse nuovamente lo sguardo in direzione dell’uomo
<< Se cerchi di attivarla…morirai anche tu>>
Questi cercò di non reagire ma,esausto e vulnerabile com’era,non riuscì a celare nell’espressione del viso le emozioni che lo assalivano
<< Lo so>>sussurrò.
L’automa compì un altro passo in avanti
<< Basandomi sul tuo battito cardiaco…dilatazione delle pupille...e scansione del tuo sistema interno...vi è una probabilità del 78%..che NON premerai il detonatore>>
L’uomo scosse la testa di rimando
<< No,io non lo farò>>
Volse la propria attenzione nei confronti di Fury
<< Ma lui sì>>
Per la prima volta,dopo dieci anni dal momento in cui era stato attivato,Ultron percepì un senso di paura.
Si voltò.
Ancora in ginocchio,ad appena un paio di metri da lui,vi era Nicholas Fury,le mani agganciate a qualcosa di metallico… un secondo detonatore.
Non ci voleva un genio per capire che era collegato alla bomba di Stark.
L’uomo sorrise compiaciuto e prese un respiro profondo
<< Boom>>
Premette il pulsante.
Perché ogni sentinella potesse funzionare e portare avanti i propri compiti,un’immensa quantità di energia doveva essere raccolta nella batteria che gli dava la vita. Centinaia di quelle celle erano ammassate in un angolo sicuro della fabbrica sotto alla Centrale.
E quando la miccia detonò,saltarono in aria anche loro.
Come un ‘inarrestabile reazione a catena,quell’esplosione coinvolse le altre sostanze instabili che si trovavano nella fabbrica.
E nel momento in cui tutto scoppiò,in una deflagrazione così grande,furiosa e rumorosa da soddisfare anche il più vendicativo soldato della resistenza,iniziarono a saltare in aria anche le strutture vicine.
Quando l’elicottero si trovò a volare ormai al largo della baia di New York,gran parte della città trasformata dalle macchine stava esplodendo in una serie di eruzioni a catena che sembravano imitare una catastrofe naturale. La luce della luna,che scintillava sulla superficie calma del mare,era in totale e pacifico contrasto con il cataclisma che stava facendo a pezzi la terraferma poco distante da lei. In mezzo a quella devastazione,un lampo di luce bluastra balenò nell’oscurità.

                                                                                            * * *

 Universo di Code Geass

La tempesta fece calare sulla campagna l’oscurità prima del tempo. Lampi frequenti illuminavano i resti di quella giornata : pezzi d’ossa,membra umane e metalliche strappate via dai corpi a cui appartenevano,pezzi  di macchine che avevano servito gli umani e altri appartenenti a quelle che avevano perseguito solo i loro spietati scopi.
Sui resti organici e metallici si muovevano solo le nuvole e i torrenziali rovesci di pioggia. Anche gli uccelli e gli insetti erano fuggiti. In mezzo a quella distruzione totale si estendeva una macchia di fango.
Delle sagome allungate,simili a vermi,emersero dal terreno umido e si levarono verso il cielo. Non erano serpenti o millepiedi…erano dita umane…attaccate a una mano umana,e questa a un polso,il polso a…
Emerse una figura coperta di fango e di detriti.
Gli occhi erano spalancati,vitrei e scintillanti di un insolita tonalità viola. Sconvolta dalla realtà circostante,con un solo braccio lungo il fianco sinistro,si guardò intorno nella notte di tempesta.
La pioggia battente lavò via il fango dal suo volto e dai suoi arti. Era un ragazzino.
Bagnato e sotto shock, Lelouch VI Britannia spalancò la bocca e ululò al cielo.
Affianco a lui,stava il corpo di una giovane bambina,non più grande di sette anni.
Tremando lievemente,disorientato e sconcertato, si ritrovò a fissare il cadavere di sua sorella,col foro di un proiettile che ne evidenziava il petto.
Gelato,confuso e molto,molto solo,poteva solo star lì a guardare…e posare delicatamente una mano sul volto della giovane
<< Nunally…>> singhiozzò,non facendo alcun tentativo di trattenere le lacrime.
Pianse per venti minuti buoni,l’unico braccio ancora intatto avvolto attorno al corpo della bambina.
Poi accadde.
Vi fu un lampo di luce bluastra. Lo sentì arrivare: un mugolio crescente da un altro mondo che giungeva dal lato ovest della città, un mmmm che crebbe fino a diventare un MMMMM nello spazio di pochi secondi.
Lelouch guardò su.
Dal cielo stava cadendo un aereoplano…in una versione accartocciata. Sospese nell’aria restavano spirali di fuoco come petali rossicci,un fiore che si stava ancora aprendo.Il veivolo precipitava in una scia di fumo denso.
Qualcosa si schiantò rumorosamente sulla strada ,scalzando pezzi d’asfalto,prima di rotolare vorticosamente nell’erba alta a sinistra. Un elica.
Il giovane scappò con la sensazione di muoversi a rallentatore. Vide uno dei suoi piedi in una vecchia scarpa da lavoro allungarsi in avanti e scendere sul terreno. Poi, scomparve dietro di lui mentre avanzava l’altro piede.
Tutto accadeva lentamente. Come guardare il replay di un giocatore di baseball che cercava di rubare la seconda base.
Lelouch VI Britannia corse per la vita.
Un centinaio di metri più avanti ,la grande mano calda diventò una mano fantasma,anche se l’odore di benzina infuocata era forte e lo inseguiva,spinto da un venticello leggero. Il ragazzino corse per un’altra cinquantina di metri,poi si fermò a guardare. Ansimava. Non pensava fosse per la corsa,anche se era decisamente fuori forma e con un braccio mancante.
Pensava che fosse a causa del terrore e dello sgomento. I pezzi di aereo che cascavano dal cielo avrebbero potuto ucciderlo o incenerirlo. Quasi ipnotizzato Lelouch tornò lentamente sulla scena della sciagura.
Ciò che vide lo lasciò senza parole.
Immerso nel fango,con la parte superiore del corpo ancora scoperta,vi era la figura non di un veivolo,bensì di un robot di dimensioni apparentemente umane. Non era un nightmare frame,questo era ovvio. La parte superiore della testa pareva quasi quella di un insetto,completa di antenne,mentre un paio di lenti azzurre ne adornavano il volto.
Sporgendosi ,affondò le dita nel pannello che copriva la parte anteriore dell’androide. A quel punto,davanti ai suoi occhi si rivelò un intricato labirinto di cavi scintillanti,silenziosi chip e processi al lavoro.
Osservò il display,memorizzando quanto poteva. Alla fine rinunciò,e affondò le mani in quella meravigli elettronica.
Il contatto iniziale gli provocò un sussulto ,come il dolore lo raggiunse. Non era esattamente pena,però. Sembrava più una sorta di fibrillazione.
Uno o due battiti saltati,seguiti dal ritorno del normale ritmo cardiaco. Ma ora, nella sua mente ,non circolava più soltanto il sangue,una volta stabilito il contatto. Le informazioni gli scorrevano dentro come un fiume;una serie di pacchetti di dati di classe cinque intorno ai quali la sua percezione rimbalzava e vorticava.
<< Dove sono?>> mormorò.
Una voce ferma e inaspettata riempì improvvisamente il vuoto della stanza
<< Salve,sono Ultron, un programma per mantenere la pace,creato dal signor Stark. Non so come tu sia riuscito ad accedere al Mainframe,per tanto…>>
<< Dov’è il mio…il tuo corpo?>>domandò incuriosito
<< Sono un programma.Attualmente, sono senza forma>>
<< è una sensazione strana…sbagliata>>sussurrò.
Percependo il suo disagio,la creatura continuò a parlare
<< Il signor Stark ha provveduto a crearmi un interfaccia fisica…>>
<< Il signor Stark?>>
Fu allora che si trovò davanti un file particolarmente interessante,con un semplice titolo che attirò senza indugi la sua attenzione
<< Miliardario rivela la propria identità di supereroe>>
Questo titolo era accompagnato da una foto. L’immagine di qualcuno che non conosceva ma che allo stesso tempo,sembrava familiare
<< Tony>> sussurrò.
L’argomento cambiò bruscamente dal personale all’apocalittico <<  Il sistema di difesa è attivo. La Stark corporation ci assicura che è perfetto>>
 poi <<  voci inesistenti parlano di errori in un sistema di difesa da miliardi di dollari>>
e subito dopo<< i missili sono in aria : i russi rispondono. Centinaia di milioni di persone moriranno>>
Da un sito religioso: << Il Giorno del Giudizio è su di noi!>>
E infine,quasi con tranquillità,una semplice schermata del programma: ULTERIORI INFORMAZIONI NON DISPONIBILI:RETE INTERNET DISCONNESSA DOPO QUESTA DATA.
<< Non è carino rovistare nella roba altrui>> continuò la voce.
Girandosi di scattò,il giovane si guardò in giro,ma non c’era nessuno lì con lui. Era ancora solo,l’unica presenza in quel luogo. O per lo meno,l’unica presenza fisica.
Come dal nulla,una seconda figura inizio a prendere forma,accompagnata da un accerchiamento di pixel.
Lelouch analizzò attentamente l’immagine che aveva di fronte.
<< Ultron?>>domandò schietto .
Il robot compì un inchino beffardo
<< In carne e ossa>>
L’infante compì un passo all’indietro,prima di prendere un respiro profondo
<< Dove sono?>>sussurrò.
L’intelligenza artificiale iniziò a guardarsi intorno,con fare incuriosito
<< A quanto pare… nella mia anima>>
Al sentire tali parole,Lelouch non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio.
La creatura si strinse nelle spalle
<< Non mi è ancora del tutto chiaro cosa ci sia capitato, probabilmente una parte di me è rimasta impressa su di te, come quando si sovrascrive o si duplica un file, ma a questo punto è irrilevante ,quello che importa è che tutto quello che è accaduto è accaduto per una ragione>>
Il giovane rivolse all'essere uno sguardo confuso
<< Chi sei ,tu?>>domandò esitante
<< Sono un amico>>
Lelouch fissò la macchina con fare sospetto<< Non ci credo>>
<< Invece dovresti,Lulu>>
<< Non chiamarmi così!>>scattò l'altro.La creatura fece un balzo all'indietro.Non si aspettava certo una reazione del genere,pensò.Il bambino volse all'essere uno sguardo freddo e senz'anima<< Solo mia madre e mia sorella potevano>>
<< E dove sono adesso ,Lelouch?>>domandò il programma, visibilmente incuriosito.Il giovane distolse lo sguardo<< Sono morte. Le hanno uccise>>
<< Chi?>>
<< Non lo so>>rispose in tono sprezzante. La creatura si portò una mano sotto il mento, come per valutare attentamente la situazione<< Ma vorresti saperlo,non è vero?>>
Al sentire quelle parole l'infante alzò la testa, come colpito da un fulmine
<< Più di ogni altra cosa al mondo>>ringhiò .Il robot volse al giovane un sorriso divertito<< Per fare cosa?>>
Lelouch strinse ambe le mani e digrignò i denti<< Per fargliela pagare>>sibilò.La creatura cominciò a ridacchiare<< Se mi farai entrare...possiamo pensare di lasciarli andare ,Lulu>>
il bambino inarcò un sopracciglio,visibilmente confuso<< Lasciare andare chi?>>
Ultron  si fece avanti e chiuse il volto in un ghigno malevolo<< I tuoi amici>>
Al sentire quelle parole il giovane emise un sussulto
<< La tua famiglia>>continuò l'essere
<< Chiunque ti sia mai stato a cuore>>
allargò ambe le braccia in un gesto teatrale<< Li distruggeremo tutti,Lulu!>>
fece una pausa come per riprendere fiato
<< Uno... alla... volta>>
il bambino aveva le lacrime agli occhi
<< Perche?>>domandò, in preda ai singhiozzi.La creatura posò la mano destra sulla guancia dell'infante<< Perchè sei arrabbiato Lulu,e lo capisco.Anch'io sono arrabbiato>>
<< Con chi?>>
l’androide scosse la testa<< Questo non ha importanza,quanto piuttosto il fatto...che io posso aiutarti a ottenere ciò che vuoi>>
<< E cosa sarebbe?>>domandò l'altro in tono beffardo.L'essere sogghignò<< Vendetta Lelouch>>
Il silenzio calò inesorabile ,nelle profondità della banca dati.Era vero? Questa macchina poteva essere davvero la soluzione a tutti i suoi problemi? Lelouch faceva davvero fatica a crederci.Rivolse nuovamente la propria attenzione nei confronti della creatura
<< Come?>>domandò infine.L'essere incrociò speranzoso ambe le mani << Questa è la parte più semplice,ragazzo mio>>
si fece avanti finchè non ebbe il proprio volto al livello di quello del bambino<< Devi solo...darmi il tuo permesso>>
Passarono alcuni secondi di assoluta quiete.Non un solo rumore era udibile all'interno della rete.Ne il gracchiare dei circuiti ne lo sfrecciare dei file.Dopo che quel breve lasso di tempo giunse al suo termine Lelochi VI Britannia alzò la testa in direzione dell'androide e prese un respiro profondo
<< Ok>>sussurrò infine.La creatura non perse tempo e lo afferrò al livello del busto.In quel momento,una sostanza rossa al pari di una melma, iniziò a ramificarsi intorno al suo corpo come un parassita.Il giovane sentì gli arti irrigidirsi e ogni suo più piccolo tentativo di muoversi fu assai vano
<< Cosa sta succedendo?!>>
ormai era completamente in preda al panico.Sentì l'aria farsi più pesante e vide una figura indistinta ergersi di fronte a lui
<< Mamma,sei tu?>>
Non si udì alcuna risposta.Il bambino chiuse gli occhi e cominciò a dormire.
La creatura ridacchiò
<< Guarda,guarda,il mio nuovo migliore amico>>
si porse in avanti finchè non ebbe le proprie fauci al livello dell'orecchio
<< Ascoltami bene Lelouch VI Britannia:quello che senti adesso non è morte,è vita... un nuovo tipo di vita.Apri i tuoi occhi Lulu .Vedi,ciò che vedo io.Senti,ciò che sento io...>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< E andiamo a ululare alla luna,insieme>>



Com'era? spero bello! Per chi non l'avesse capito,Tony Stark e Nick Fury sono morti nel tentativo di uccidere Ultron ,Lelouch ha perso un braccio e ha fuso la propria coscienza con quella del robot assorbendone,memorie e poteri.
Aspettatevi un Lelouch terminator,in questa fic.
Mi raccomando,recensite in molti!

 

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Capitolo 2
*** Il giorno in cui nacque il demonio ***


Il giorno in cui nacque il demonio

10 Agosto 2010.
Il sacro impero di Britannia dichiara guerra al Giappone. L’arcipelago delle isole orientale contro la più grande nazione esistente: Britannia. Durante lo sbarco delle forze d’invasione,l’impero utilizza per la prima volta gli armamenti noti con il termine di Knightmare Frame,Mecha utilizzati come fanteria d’assalto. Il conflitto termina in poco più di tre mesi.
 L'isola perde la sua indipendenza, la sua dignità e il suo nome, venendo rinominata "Area 
11".


2017

Quel grande ponte era stato bello,un tempo. E così anche la città che simboleggiava. Non c’era rimasto molto ne dell’uno ne dell’altra,ormai.
Mentre la limousine correva attraverso il Tokyo Bridge ad alta velocità,la donna che ne stringeva il volante poteva godere di un panorama pieno di luci.
Per lo meno,le parti che i britanni stavano ricostruendo a loro piacimento erano luminose.
Quel che restava della baia di Tokyo era buio,devastato ,pieno di rovine e di morte.
Tokyo,pensò Sayoko ,mentre il vento della corsa la frustava. La capitale del sol levante.
Le cose potevano cambiare solo per suo intervento. Per l’azione sua e di quella creatura incomprensibile e fondamentale. Un uomo di nome Lelouch VI Britannia.
Stavano metodicamente tramutando la città sulla baia in una fortezza industriale. Lì si trovava il cuore della macchina da guerra meccanizzata che stava estendendo i suoi lenti tentacoli per soffocare quanto rimaneva dei giapponesi ribelli. E  al suo centro vi era il principe Clovis LA Britannia.
Nessuno chiese a Sayoko di pagare il pedaggio al casello,mentre passava alcune cabine con i finestrini senza vetri,che fissavano l’autostrada come orbite vuote.
Nella tranquillità di quella mattina limpida,la baia era ancora suggestiva e le montagne si innalzavano quietamente,oltre la vegetazione massacrata e la periferia devastata della città.
Parcheggiò e scese dalla macchina.
Piegandosi indietro,osservò la struttura davanti a lei. Mentre i primi quattro piani erano bui,da quelli più alti trapelavano delle luci. L’assenza di illuminazione nella parte bassa non era strana. I morti non ne avevano certo bisogno. Allora perché nelle aree più alte c’era quel bagliore?
Continuò a muoversi lungo i corridoi abbandonati e in rovina,sempre pronta a registrare il minimo movimento.
Una volta fu sul punto di far saltare la sua copertura e rivelare la sua presenza,quando un movimento tra le macerie la portò a puntare la pistola in quella direzione.
Fortunatamente non sparò.
Il gatto uscì fuori dal mucchio di detriti la fissò imperiosamente,frustò l’aria con la coda e saltò via nella direzione opposta.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo ed aprì la porta.
La sala era bianca come il latte,occupata da una serie di forme rettangolari lungo la zona superiore del soffitto. Al centro di essa,sospeso in bilico a circa tre metri dalla superficie del pavimento,vi era Lelouch vi britannia,i piedi adornati da un paio di bizzarre coperture di metallo,ciascuno delle quali caratterizzata da una piccola vampata che ne scaturiva dalla la parte inferiore.
Rimase in quella posizione per un totale di dieci secondi,prima di ricadere pesantemente a terra,provocando un sonoro tonfo.
<< Sì,posso volare>>commentò
<< è uno scherzo?>>
Il suono di quella voce richiamò la sua attenzione.
Volse lo sguardo nei confronti del proprietario
<< Ah, Sayoko !>>
Afferrò una tanica di vino e ne verso parte del contenuto all’interno di un bicchiere opaco
<< Che piacere inaspettato>>
<< Si può sapere che cos’ha?>>
L’adolescente si fermò di colpo
<< Come?>>domandò,in tono confuso
<< Ho detto,si può sapere che cos’ha?>>ripetè l’altra.
Il giovane volse ambe le mani in posizione di difesa
<< Ehi,io ho …molte cose da fare,lei ha…rabbia. È  raffreddata? Non voglio ammalarmi>>
<< ha appena donato la nostra intera collezione di arte moderna ai…ai…>>
<< Boyscout di Britannia?>>
<< Boyscout di Britannia!>>
Lelouch annuì in assenso
<< Sì,è un’organizzazione meritevole, non ho controllato le età di persona ma dovrebbero essere a posto. Ah,e non è la nostra,è la mia collezione,senza offesa>>
Al sentire tali parole, lo shinboi non potè fare a meno incrociare ambe le braccia
<< No,sa che cosa le dico? Credo di avere il diritto di dire “la nostra collezione”,considerando che ne sono stata la curatrice per questi tre anni>>
<< è detraibile dalle tasse?>>
la donna inarcò un sopracciglio,prima di prendere un respiro profondo
<< Sa,ci saranno almeno…8011 cose di cui dovremmo parlare…>>
non ebbe neanche il tempo di terminare la frase,che il giovane le posò il dito indice sulle labbra,zittendola all’istante
<< Parliamone in macchina>>

                                                                                                                       * * *

Il Nord Est del Gippone aveva un aspetto idilliaco. Da giorni,ormai, non si vedeva una nuvola in cielo.
A quell'ora, i surfisti erano ancora a letto. Adesso il sole iniziava lentamente a spuntare dietro le montagne scure e il mare aveva una luce pastello.
L'infinita distesa,poco prima argentata,aveva assunto una delicata tonalità di blu.
All'orizzonte, s'intravedevano le sagome di gigantesche navi da crociera che si dirigevano verso Sapporo.
Al di sopra dell’unica autostrada presente,la limousine sfrecciò a una velocità di circa 60 km/h ,mantenendosi ben al di sotto del limite prestabilito.
<< Impegni per il pomeriggio?>>domandò Lelouch,lo sguardo rivolto nei confronti del panorama
<< La signorina Asford l’ha invitata a prendere il tè con lei verso le cinque>>
Al sentire tali parole,l’adolescente non potè fare a meno di trasalire
<< Passo,l’ultima volta che ci sono andato è riuscita a bloccarmi con una delle sue amiche. Qual’era il suo nome? Joy?>>
<< Janet>>
<< Janet,giusto! Seriamente,quale ragazza decide di portarti all’opera come primo appuntamento?>>
<< Se invitasse la signorina Shirley a uscire,secondo le statistiche accetterebbe>>ridacchiò l’altra,il volto adornato da un sorriso divertito.
Il giovane si strinse nelle spalle
<< Magari un’altra volta>>mormorò
<< Troppo timido o spaventato?>>domandò la donna,il tono di voce cucito con un lieve bordo di presa in giro.
Lelouch emise uno sbuffo di rimando
<< Troppo occupato>>

Salirono un dosso e si sentì un altro  thunn ! sordo,quando un camion colpì il portabagagli.
La macchina cominciò a sbandare,e Sayoko cercò di mantenerla dritta, manovrando freneticamente il volante. Le mani della donna si strinsero automaticamente.
Riuscì ad accostare maldestramente ,facendo fermare la macchina di traverso,in una nuvola di polvere.
<< Che diavolo è stato?!>> domandò con aria estrefatta .
Lelouch era già uscito dalla limousine,saltellando su una sola gamba. Perse l’equilibrio e cadde sulle ginocchia.
Sayoko aprì la portiera e si sporse
<< Lelouch-sama!>>
La donna non perse tempo e cominciò a correre in direzione del giovane,prima di inginocchiarsi
<< Tutto bene?>>domandò,in tono preoccupato.
L’adolescente agitò la mano destra con non curanza
<< Sì,sì tutto bene>>mormorò.
 Volse la propria attenzione nei confronti del ghetto confinate con l’autostrada. Il camion era finito dritto all’interno di una zona di lavoro ed era rimasto impantanato nella sabbia
Un sonoro cling attirò il suo sguardo. Sayoko aveva colpito la ruota anteriore della macchina con un leggero colpo di tacco
<< Maledizione,abbiamo una gomma a terra>>commentò.
Lelouch approfittò della situazione
<< Vado a controllare>>la avvertì.
L’ex shinobi non ebbe neanche il tempo di voltarsi
<< Signore,aspetti!>>
le sue proteste,tuttavia, furono assai vane poiché il giovane era già sparito.
Emise un sospiro irritato
<< Odio quando fa così>>sussurrò.

                                                                                                                              * * *

Lelouch si avvicinò con passo esitante alla forma del veicolo,fermandosi ad appena un paio di metri di distanza
<< Ehi,tutto a posto?>>
Non vi fu alcuna risposta. Forse il pilota era rimasto ferito,pensò .
Salì sulla parte superiore del camion. Il cargo aveva un’apertura al centro e lui ne osservò l’interno.
Poi ,un rumore lo raggiunse dal nulla che lo circondava: i piccoli,morbidi colpi di qualcosa che sbatteva,si agitava.
Era un rumore pietoso,ma anche un po’ indecente. Ebbe la sensazione di origliare qualcosa di nascosto,di vergognoso.
Si porse oltre il bordo del vano merci
<< Che strano…>>mormorò.
E in quel preciso istante,il veicolo ripartì,facendolo cadere nel container.

                                                                                                              * * *

All’interno del furgone che puzzava di capra,Kallen Kozuki si sentiva lacerata e sola.
Aveva una certa paura,che le faceva sentire un sapore metallico sotto la lingua.
Un’immagine nella mente: suo fratello in cucina,che profuma di tabacco e di sapone,mentre sbuccia un arancia con il coltello a serramanico dalla punta della lama spezzata, e divide il frutto con lei. I fanali di coda del furgoncino che scompaiono,mentre Naoto parte per il servizio notturno che lo avrebbe ucciso.
I suoi abiti nell’armadio. La sua camicia a quadri. E nel suo di armadio,alcuni bei vestiti da festa che ora non avrebbe più messo.
Tristi vestiti da festa appesi alle grucce,simili a giocattoli in soffitta.
Poi,tutto cambiò .
Come dal nulla,apparve una coppia di Knightmare. Le due macchine,quasi simultaneamente, si inginocchiarono, estraendo le pistole,con la mano sinistra che teneva il bordo della destra. Uno da una parte e uno dall’altra della linea bianca della strada.
Kallen pigiò il piede ferito su quello di Nagata . Il suo volto si tramutò in una maschera di dolore. Il camion scatto in avanti.
L’attimo seguente due colpi secchi raggiunsero il veicolo,facendolo vibrare.
Il parabrezza si frantumò,cospargendosi in pezzi di vetro.
La donna sollevò tutte e due le mani per proteggersi il volto,e Nagata le si gettò addosso,afferrando il volante.
Sfrecciarono nel varco fra i due knightmare,con appena un ondeggiamento della coda.
Kallen intravide appena la coppia di mecha che si voltavano di nuovo e concentrò tutta la sua attenzione sulla strada.
<< Merda>>sussurrò.
Volse la propria attenzione nei confronti del guidatore
<< Quanto manca alla metropolitana ?>>
<< Circa 500 metri>>ribattè l’altro,il tono di voce cucito con un lieve accenno di ansia.
La rossa strinse gli occhi e prese un respiro profondo
<< Me ne occupo io>>
e,detto questo,si alzò dal posto a sedere.
L’uomo prese un respiro profondo
<< Abbiamo il gas tossico. Perché non usarlo?>>
<< Perché sarebbe un massacro>>

                                                                                                                   * * *

Lelouch VI Britannia non era un ragazzo felice.
Quando aveva deciso di prestare soccorso agli occupanti di questo fottutissimo camion non aveva certo preso in considerazione il fatto che potesse trattarsi di un trasporto utilizzato dai terroristi. Quale persona sana di mente avrebbe mai fatto una supposizione del genere ?!
La porta del vano merci si aprì.
Ne fuoriuscì una ragazza probabilmente non superiore alla sua età,il corpo adornato da una tuta di colorazione rossa,così come i capelli.
Il giovane non perse tempo e si nascose dietro il primo oggetto che gli capitò a tiro.
Si trattava di una sfera metallica ,grande quanto un autovettura,ornata da una serie di protuberanze di forma cilindrica lungo l’intera superficie,il deising molto simile a una capsula di contenimento.
Rimase in silenzio.
La donna salì lungo una scala posta al centro della camera. Il tutto portava alla forma meccanica di un Glasgow,un vecchio modello di Knightmare,rivestito di una vernice arancione.
Come dal nulla,le porte esterne del camion si aprirono,rivelando la forma della strada,così come quella degli inseguitori.
Grande,pensò.Ora sono anche un ricercato.
Il mecha compì un balzo al di fuori del veicolo,atterrando sulla superficie d’asfalto. Poi,le porte si richiusero, impedendo qualsiasi tipo di visuale.

                                                                                                                    * * *

Il solo edificio nella zona delle operazioni era uno spaccio,il Kyoko Market. I disinfestatori di Artman cominciarono ad affluirvi poco dopo l’inizio dell’inseguimento. Quando alle dieci e mezzo arrivò il capo della guardia in persona,comparvero anche i primi rinforzi.
La situazione stava per diventare seria.
Il negozio venne denominato<< Red Bae>>.
Freddy Olsen,il nuovo luogotenente di Artman, stringeva in mano un blocco in cui erano scritti una dozzina di nomi giapponesi.
L’uomo diede un’occhiata distratta all’elenco,poi restituì il blocco all’aiutante.
<< Sintonizzami sul canale della squadra,Freddy>>
il soldato fece come gli era stato detto
<< Attenzione ragazzi>> disse Artman ,guardando i quattro elicotteri in fila,libellule di vetro liberate sopra il ghetto e sotto le nubi. Davanti a loro c’era la palude piena di rifiuti umani che avrebbero dovuto ripulire.
<< Sentite ragazzi,papà farà una predica. Siete in ascolto? Rispondete >>
sì,sì,affermativo con qualche signore buttato qua e là,ma fin lì niente di male; c’era una bella differenza tra la sbadataggine e l’insolenza
.<< Non sono un parlatore,ragazzi,parlare non è il mio mestiere,ma voglio che sappiate che questo non è-ripeto,non è- un caso in cui ciò che appare è ciò che è. I terroristi si nascondono nella metropolitana del ghetto di Shinjuku. Scopo della missione? Il recupero dell’arma sottratta. Il vostro compito è quello di perlustrare le aree abitate dagli eleven. Non appena avrete localizzato il dispositivo dovrete contattarmi,il suo recupero è affidato alle guardie imperiali. Benchè investiti del titolo di britanni,rimanete comunque degli sporchi eleven che fiutano come scimmie l’odore dei propri simili. Se volete prendere il porto d’armi dovrete essere meritevoli. Questa è una grande occasione per dimostrare la vostra fedeltà al paese che avete giurato di servire,per cui non sprecatela>>
Nessun affermativo, questa volta. Nessun ricevuto,nessun sì. Applausi nervosi e nevrotici,vibranti di aspettativa.

                                                                                                                       * * *

Sull’autostrada conducente alla città di Tokio,il terzo Knightmare arrivò altrettanto velocemente come i primi due.
Quando il camion superò un altro dosso,era riuscito a sedersi ai bordi del ghetto,con la pistola ben stretta al livello della spalla.
Il veicolo stava facendo i centonovanta e stava accelerando. C’era al volante un eleven indossante un berretto da camionista, con un motore troppo potente e orizzonti di gloria davanti agli occhi.
Forse non vide l’enorme macchina ,forse cercò di fermarsi. Non fece alcuna differenza. Quell’affare non aveva le gomme a prova di proiettile.
Il furgone schizzò di lato come un grosso uccello tozzo e superò senza controllo la carreggiata. Finì contro un grosso edificio.
La portiera dalla parte del guidatore schizzò via. L’uomo stesso colpì il parabrezza come un siluro e svenne.
All’interno del veicolo, Lelouch vide una catasta di materiale isolante e tentò di arrampicarsi,usando come appoggi i tondini sporgenti della sfera. Trovò un bastone e lo infilò fra gli oggetti,per scacciarne i topi. Poi, tutto divenne un vorticare di immagini e colori e allora capì che il camion era stato colpito.

                                                                                                       * * *

Il giovane aprì lentamente gli occhi .
Sentiva uno strano odore attraversargli le cavità nasali,un puzza indescrivibile che per poco non lo fece vomitare.
Davanti a lui c'erano solo le tenebre e l'oscurità.
Cercò di alzarsi ed emise un paio di sbuffi quando sentì la polvere della stanza penetragli nei polmoni. Qualunque fosse il posto in cui si trovava ora,pensò,era sicuramente uno schifo.
<< Che diamine…>>mormorò .
Tentò di utilizzare la sfera come punto di sostegno.
Non appena le sue mani entrarono in contatto con la capsula,percepì qualcosa di strano. Era come se fosse intrappolato in un pozzo profondissimo e qualcuno lo chiamasse dall’alto.
La sua mente era immersa in un buio notturno,e il buio serviva da sfondo per una specie di spettacolo di diapositive tratte dall’album dei ricordi.
Lelouch sentì,in un recesso sconosciuto della sua mente,agitarsi un presentimento.
Gli pareva che i fantasmi dei poveri e dei senza nome,degli ubriachi addormentati nel vicolo,lo stessero chiamando per nome
<< Hai finito di seminare morte !>>
Si voltò di colpo,appena in tempo per evitare un calcio volante dritto alla parte posteriore del collo.
Parò un secondo colpo ed ebbe una visuale precisa di chi aveva di fronte. Si trattava di un soldato britanno,indossante un casco da incursione
<< Razza di impudente>>sibilò.
L’uomo si lanciò in avanti. Lelouch compì una rapida rotazione su se stesso,evitando il pugno e afferrando la mano del privato.
Piazzò una ginocchiata nel ventre dell’assalitore, costringendolo a indietreggiare
<< Lezione finita>>mormorò.
Il soldato si blocco di colpo,quasi come se avesse visto un fantasma
<< Non è possibile…Lelouch>>
il suono di quella voce ,attirò l’attenzione del giovane .
L’uomo afferrò la parte superiore del visore e se la tolse,rivelandone il viso. Un paio di occhi verdi incontrarono quelli viola dell’adolescente
<< Sono io. Sono Susaku>>
Lelouch,che credeva di aver superato ogni possibilità di stupirsi,scoprì di avere la bocca spalancata,nella più estrefatta incredulità.
Era una bugia.
Doveva esserlo.
Tuttavia…la verità pareva inequivocabile.
Tra tutte le persone conosciute in Giappone,durante il periodo dell’occupazione,Susaku Kururugi era stato, decisamente,quello che chiunque altro avrebbe potuto benissimo definire come “il suo migliore amico”. Lui e suo padre,il primo ministro Genbu Kururugi ,avevano ospitato lui e  Nunnaly per un totale di sei mesi,prima che tutto andasse all’inferno.
Non potè più trattenersi. Scoppio a ridere.
Era una risata fredda e senz’anima,che cominciò a riecheggiare nelle profondità dell’intera metropolitana.
Di fronte a lui,l’adolescente non potè fare  a meno di inarcare un sopracciglio
<< Ehm,Lelouch?>>
Il giovane si fermò di colpo,compiendo un paio di rapidi respiri
<< Scusa,scusa,è stato più forte di me>>mormorò.
Volse la propria attenzione nei confronti dell’eleven
<< Così…sei diventato un soldato di Britannia?>>
Susaku ridacchiò leggermente
<< Già. E tu sei…>>
<< Nah,rubare gas tossici non è il mio stile>>commentò l’altro ,stringendosi nelle spalle.
Al sentire tali parole,il giapponese emise un sospiro di sollievo.  
Un sibilo acuto risuonò nel camion. La capsula cominciò ad aprirsi,rivelandone l’interno.
Il soldato non perse tempo e si lanciò addosso all’amico,per impedirgli di respirare . Il giovane trasalì.
Stava per lanciare un insulto al disgraziato ma si bloccò di colpo, alla vista dell’immagine che gli si parò davanti agli occhi.
Di fronte alla coppia,infatti, vi era una ragazza dalla pelle bianca come la neve e i capelli verdi platinati, avvolti in una morbida e fluente coda che le arrivava fino alla schiena. Indossava una camicia di forza ,mentre un bavero ne copriva la bocca.
Ciò che attrasse in particolar modo l’attenzione di Lelouch,tuttavia, furono gli occhi, occhi gialli come un paio di lanterne,bellissimi come non ne aveva mai visti in anni .
Il giovane non perse tempo e compì alcuni passi in direzione della figura,per poi volgere la propria attenzione nei confronti di Susaku
<< Gas tossici,eh?>>domandò,in tono scettico.
L’eleven inarcò un sopracciglio
<< Eppure,durante il breafing, ero sicuro di aver sentito che si trattasse di gas tossico>>
In quel preciso istante,una luce abbagliante richiamò l’attenzione di entrambi. Al centro di essa,si stagliava l’immagine di  cinque figure,indossanti le uniformi della guardia imperiale.
Un generale,con quattro stelle nelle mostrine,cominciò ad avvicinarsi. La sua attenzione non era rivolta alla ragazza o a Lelouch,ma a Susaku. Il nome scritto sul suo taschino era Artman.
Non si presentò .
Le sue parole successive furono brevi,rudi e studiate per non lasciare alcun dubbio sull’opinione che aveva della scena di fronte a lui
<< Stupida scimmia. Ai britanni onorari non è concessa tutta questa libertà>>
<< Avevate detto che si trattava di un gas tossico letale !>>
malgrado le parole dell’uomo,lo stupore nella voce di Susaku pareva quasi tangibile
<< Non sei autorizzato a rispondere>>ribattè l’altro, in tono freddo.
Gli occhi di Artman dardeggiarono nell’oscurità del condominio,prima che questi prese un respiro profondo
<< Ad ogni modo…voglio ripagarti per il valore dimostrato in questa missione>>
Afferrò l’arma posta al di sotto della tasca ascellare,per pi porgerla in avanti
<< Soldato Kururugi…prendi la pistola e uccidi quel terrorista>>ordinò.
Il giovane dilatò le pupille
<< Vi state sbagliando. Lui è un civile rimasto coinvolto per sbaglio>>
La risposta del generale arrivò gelida
<< Lurido verme. Questo è un ordine e tu hai giurato fedeltà a Britannia!>>
Susaku compì un passo all’indietro,prima di abbassare leggermente la testa
<< Sì,però…non posso farlo>>fu la sua risposta.
Artman non ebbe difficoltà a trasmettere la sua incredulità
<< Che cosa?>>
<< Io… non lo farò. Non sparerò mai a un civile>>continuò l’altro.
L’uomo fu sorpreso dall’intensità della sua rabbia. Era soprattutto scatenata dalla sorpresa,l’emozione più semplice,quella che i neonati avvertono per prima.
Kururugi gli aveva giocato un bel tiro mancino con quella protesta,e gli aveva raccontato una gran palla affermando che il ragazzo di fronte a lui era un semplice civile .
Kururugi,probabilmente,era stato il miglio britanno onorario che lui avesse mai avuto in una lunga e tortuosa carriera iniziata nei primi anni settanta in area 5 ,ma Artman intendeva comunque stracciarlo per quello scherzo,perché aveva dimostrato di non aver imparato la lezione.
Il punto non erano i civili,ne la disobbedienza agli ordini. E non era neppure una questione di principio. Qui si trattava della linea. La sua linea. La linea di Artman.
Issò la pistola e premette il grilletto. il tempo parve fermarsi.
Tutto accadde rapidamente. Susaku dilatò le pupille e sentì la carne del fianco lacerarsi in un scricchiolio quasi impercettibile. Sentì il sangue sgorgare copioso dalla ferita appena aperta e riversarsi lungo il pavimento come pioggia battuta.
Si levò un grido terribile
<< No!>>
Lelouch vide il volto del giapponese perdere quel poco di colorito che gli era rimasto e compì un balzo in avanti. Un colpo di pistola ai suoi piedi lo costrinse a fermarsi.
Artman chiuse il volto in un sorriso agghiacciante
<< A prima vista sembreresti uno studente di Britannia,che peccato>>mormorò.
Volse la propria attenzione nei confronti dei sottoposti
<< Recuperate la donna e uccidete il ragazzo>>
<< Yes,my lord!>>
 In quel momento, l’intero condomino risuonò in un boato. L’adolescente si voltò appena in tempo per vedere una nuvola di detriti e polvere avanzare verso di loro. Come d’istinto, girò la testa verso la ragazza e la strinse a se, facendole scudo col proprio corpo.
La giovane chiuse gli occhi e si tappò il naso per non respirare. Poi ,una serie di esplosioni cominciarono a rieccheggiare per tutto il ghetto. E in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi.
Lelouch si sentì volare e non potè far altro che tenersi stretto con tutte le forze e ripararsi la testa con le braccia.
Udì le urla dei soldati senza sapere che cosa stava succedendo…poi,il mondo divenne dolore e penombra. Capì dal vento freddo che il fianco della tenuta era esploso e un calore appiccicoso sulla guancia gli disse che stava sanguinando copiosamente.
Si voltò.
Il camion alle loro spalle doveva essere pieno di dinamite,ipotizzò . Del pilota nessuna traccia.
Afferrò la donna e cominciò a correre.

La nuvola di polvere   si dissolse nell’aria. Artman aprì leggermente gli occhi e iniziò a tossire. Si guardò intorno. Nella stanza sembrava non esserci anima viva. C’era solo uno fischio acuto che gli martellava costantemente il timpano ,senza mai accennare a fermarsi.  Mise le mani sulle orecchie e il suono cessò, per poi ricominciare non appena se le tolse .
Era confuso. Confuso e incazzato.
Stava per uccidere quel ragazzo,e poi…maledizione,pensò.

                                                                                                                       * * *
 
La sala d’attesa, al secondo piano dell’edificio ,era molto piccola,molto lussuosa,molto intima. Era tutta per lui.
All’uscita dell’ascensore,tre uomini erano stati portati di fronte a un tavolo rettangolare,la cui superficie pareva l’immagine sputata di un videogioco alla battle royal.
Una segretaria,che a Clovis ricordava vagamente una delle vecchie star della gloriosa Tv viste quand’era ragazzino,sorrise al suo ingresso.
Era seduta a una scrivania,all’interno di una rientranza che sembrava una giungla equatoriale,circondata com’era da tante piante.
Al centro del tavolo vi era il generale Bartley.
Il responsabile del ramo di ricerca era grasso e ben vestito,quasi quanto il reale stesso. Un paio di orecchie da topo ne adornavano il viso
<< Idioti,ve lo siete lasciati scappare !>>ruggì l’uomo,il volto chiuso in una maschera di pura collera.
Dall’altro lato della trasmittente,risuonò la voce di Artman
<< Le porgo le mie scuse>>ribattè il sottopoto.
Nonostante l’interferenza,il fastidio dell’ufficiale era assai evidente.
Bartley strinse ambe le palpebre degli occhi
<< Di questa missione solo lei ne è stato messo al corrente,si è chiesto il perché?!>>
<< Proseguiamo le ricerche>>continuò l’altro,chiudendo le comunicazioni.
Dall’altro capo della stanza,Clovis La Britannia emise un sospirò di rammarico
<< A quanto pare, siamo entrati nella fase B del piano>>mormorò.
Al sentire tali parole,il generale non potè fare a meno di dilatare le pupille
<< Ma,vostra altezza…>>
<< Se questa faccenda trapelasse all’esterno io verrei diseredato. Fate credere che questa sia solo un esercitazione>>
L’uomo si alzò dal posto a sedere e prese un respiro profondo
<< Che il ghetto di Shinjuku sia raso al suolo!>>

                                                                                                                            * * *

Non solo a Tokio non c’era niente di simile a ciò che stava attraversando in quel momento: in verità,non c’era nulla di paragonabile in nessun luogo,nei ricordi di Lelouch Vi Britannia.
Potrebbe essere l’infernò,pensò,mentre avanzava stancamente.
La carcassa bruciata di un 747 si affacciava sulla cima di un tetto. La fusoliera metallica era vuota,spezzata,a far pensare che nessuno ci fosse mai stato dentro o neanche nei dintorni.
Si fermò,ad appena un paio di centimetri dalla porta di un condominio, e volse la propria attenzione nei confronti della donna alle sue spalle
<< Lascia parlare me,va bene?>>
questa annuì comprensiva.
Entrò nella stanza
<< C’e qualcuno?>>
aveva appena mormorato quelle parole,quando un uomo fuoriuscì da dietro l’uscio,un fucile issato sulla spalla.
Appena individuata l’arma,il giovane si mise davanti alla ragazza
<< Voglio solo usare il telefono>> tentò il ragazzo.
<< Non posso aiutarvi>> ribattè l’altro, in tono freddo.
Avanzando di un passo,una donna anziana osservò la coppia,prima di annuire,rivolgendosi al marito.
<< Piano,Isacc. Sono a posto>>
i suoi capelli ,lungi fino alle spalle,erano bianchi come il marmo e teneva nella mano destra una bottiglia di vino.
Leccandosi nervosamente le labbra,l’uomo accennò di nuovo con l’arma da fuoco,questa volta verso la straniera
<< Questa qui,forse sì>>
i suoi occhi attenti tornarono poi verso il silenzioso Lelouch
<< Ma  lui? Mizuzu…è un britanno >>
<< Non vogliamo creare problemi>>
il giovane mantenne un tono di voce basso e non intimidatorio
<< Abbiamo solo bisogno di aiuto>>
Il vecchio giapponese rise amaramente
<< Non ne abbiamo bisogno tutti? E che ne dici di una bistecca e del gelato,mentre aspettiamo?>>
<< Isacc ,metti giù il fucile. Pensi davvero che ti lascerò mandar via questi bambini senza averli aiutati?>>

Un forte rumore risuonò nel silenzio.
La bottiglia da cui la donna stava bevendo gli esplose in mano. Spaventata ,Mizuzu fissò i frammenti di vetro e la preziosa bevanda che ora gocciolava dal suo palmo aperto. C’era del sangue sul suo collo,dove alcune delle schegge l’avevano colpita.
Il soffitto esplose.
Le dita che affondarono nell’apertura erano enormi, potenti e metalliche. Afferrando una frastornata Mizuzu,la sollevarono oltre il foro del tetto.
Correndo verso la porta principale,l’uomo sopravvissuto urlò
<< Maledetti! Siete stati voi a portarlo qui!>>
Spezzando un altro punto del tetto che cedeva sempre più rapidamente,un secondo artiglio meccanico mancò l’accusatore ma agguantò un altro uomo che correva per il condominio.
Lelouch non ebbe bisogno di dire alla sua compagna di iniziare a correre. Stavano già fuggendo come gazzelle verso l’entrata.
Intorno a loro c’era il caos,mentre i residenti rimasti si sparpagliavano in cerca di una qualsiasi altra uscita e i due artigli cercavano altre prede.
Una volta usciti dall’edificio,la donna e il giovane si girarono per inquadrare il nemico
<< Un Satterland!>>
Vera meraviglia meccanica,la macchina era molto più alta e grossa di un uomo.
Braccia e gambe potenti spuntavano dal suo corpo,insieme a un assortimento di sensori. Solo alcuni di essi controllavano i dintorni attraverso il normale spettro visivo ; altri sfruttavano gli infrarossi e gli ultravioletti.
Le membra di uno scintillante metallo scuro cingevano Mizuzu e l’altro prigioniero in una morsa feroce.
Le persone fuggivano urlando in ogni direzione. Molte corsero verso un parcheggio pieno di veicoli,alcuni dei quali erano stati faticosamente ripuliti e aggiustati.
Sporgendosi sulle gambe dritte come travi oltre il tetto sfondato del negozio,il Satterland lanciò contro i veicoli una potente scarica che li tramutò in un’abbagliante palla di fuoco. L’uomo e i suoi compagni morirono all’istante.
Era un massacro.

<< Guarda che cos’abbiamo qui>>
Il suono di quella voce lo fece trasalire.
Si voltò.
Davanti a lui,con il volto chiuso in un ghigno arrogante,vi era Artman,la revolver puntata verso di lui
<< Un uccellino disperso. Un piccolo passero…che non ha ancora imparato a volare>>sogghignò.
Lelouch mantenne un volto freddo e inespressivo
<< Bhe,per essere uno studente ci hai dato parecchio filo da torcere,degno di un britannio>>commentò l’uomo.
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Tuttavia, il tuo futuro…si è appena esaurito>>
Alzò la pistola e sbloccò la sicura.
Poi,come dal nulla,accadde qualcosa di decisamente inaspettato.
In un disperato tentativo di salvare la vita al suo soccorritore,la ragazza compì un balzo in avanti,liberandosi del bavero
<< Non uccidetelo!>>
Il proiettile attraversò l’aria con una velocità di circa 300 km/h. Un sibilo leggero,un flotto di sangue,e la testa della donna esplose,ma solo all’interno,poiché l’oggetto non era che un piccolo calibro,utilizzabile solo per un’arma silenziosa. Il tutto accadde nella frazione di a mala pena un secondo.
La giovane cadde a terra,gli occhi spalancati e ormai privi di vita. Artman osservò il tutto con fare impassibile,prima di prendere un respiro profondo
<< Anche questa è fatta>>mormorò.
 Alzò lo sguardo e ciò che vide per poco non lo sorprese.
Il ragazzo era rimasto fermo e immobile,il volto adornato da un leggero cipiglio,quasi come se la situazione attorno a lui non lo interessasse nemmeno
<< Sfrontato fino alla fine, eh?>>
Non appena i suoi occhi entrarono in contatto con quelli dell’adolescente,percepì un leggero brivido lungo la spina dorsale
<< Tu non piangerai,vero? Tu non hai paura della morte. Sei come me>>
<< L’unica cosa che abbiamo in comune,signore…è che presto saremo entrambi macchiati del vostro sangue>>ribattè l’altro,un tono di voce calmo e rilassato.
Al sentire tali parole,l’uomo non potè fare a meno di trattenere una smorfia
<< Balle. Non hai niente,niente se non la tua arroganza. Noi abbiamo le armi>>
<< No,voi avete la speranza che quando alzerete le vostre pistole rimarrò fermo e immobile… altrimenti sarete morti ancora prima che possiate premere il grilletto>>
<< è impossibile>>ringhiò l’altro.
Il giovane emise uno sbuffo divertito
<< Forse ha ragione…ehi,che strano posto in cui lasciare un pianoforte>>
Quasi come fosse una reazione involontaria,Artman girò la testa di 90 gradi.
Capì che era un errore nell’istante in cui lo commise ,ma ormai era troppo tardi.
Sentì il giovane muoversi alla sua destra. Lelouch Vi Britannia issò il braccio meccanico.
Al centro della mano,il sottile strato di pelle ,che fino ad ora aveva caratterizzato il palmo sinistro,  aveva appena lasciato il posto a un oblò di forma sferica.
Il tutto accadde rapidamente.
Un proiettile di luce bianca scaturì dalla punta dell’arma e andò a infrangersi sul petto dell’uomo ,facendolo volare all’indietro.
Era morto.
Il resto dei sottoposti vennero investiti dalla forza dell’impatto e molti di loro caddero a terra.
Con inaspettata rapidità,il giovane estrasse la pistola dalla tasca della giacca,per poi puntarla in direzione del gruppo .
Sparò cinque rapidi colpi. Mentre quattro dei bersagli morirono all’istante,uno di loro venne colpito alla spalla.
Il soldato lanciò un grido di dolore e fece fuoco.
Lelouch sentì fischiare il proiettile a un centimetro dall’orecchio ,ma non si ritrasse. Anche lui aveva una sentinella della sopravvivenza,che lo aveva servito con estrema devozione per anni,e ora gli stava dicendo che se avesse indietreggiato sarebbe morto.
Sparò di nuovo.
L’uomo urlò una seconda volta, mentre il proiettile gli squarciava la pancia. Uno spruzzo di sangue investì il volto dell’adolescente,proiettato da quello che sperò con devozione fosse l’ultimo respiro del privato.
Spinse il soldato all’indietro.
Nel fascio di luce dell’unica torcia presente,l’uomo si allontanò barcollando. Il sangue gli sgorgo tra le dita. Annaspò, nel tentativo di aggrapparsi a qualcosa, e cadde in ginocchio.
Lelouch volse la propria attenzione nei confronti del britanno
<< Siamo spesso da biasimare in questo,ed è provato che con un’aria devota e un’azione virulenta zuccheriamo lo stesso diavolo>>
L’uomo tossì una terza  volta
<< Ma che vuol dire?!>>
Il giovane puntò la pistola in avanti
<< Era Shakspere,idiota>>
Premette il grilletto e il soldato crollò. 
In piedi,in mezzo a quella carneficina,il giovane non potè fare a meno di chiudere il volto in un sorriso agghiacciante
<< Bene,e ora…>>

 
Com'era? spero bello! mi raaccomand,recensite in tanti.
Eh,sì,Lelouch è decisamente più eccentrico,è un esperto di robotica,ha sostituito il braccio sinistro con un arma alla iron man e sta costruendo la propria armatura. Oh,ed è decisamente più esperto nel combattimento. Nonostante non abbia ricevuto il geass, CC avrà un ruolo molto importante nella storia,soprattuto a causa dei  piani di Lelouch
Nel prossimo chappy,durante la battaglia di Shinjiku,mostrerò gran parte dei poteri derivanti dalla fusione con la coscienza di Ultro( gran parte di loro saranno tratti dal fumetto )

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Capitolo 3
*** La battaglia di Shinjuku ***


Avviso: non criticatemi per come sono scrtitti i nomi,mi baso sulla pronuncia italiana della serei.

La battaglia di Shinjuku

Arrivarono  altri elicotteri, alcuni dei quali, ormai al riparo da occhi indiscreti, stavano caricando le mitragliatrici calibro 50.
Questa poteva rivelarsi una cosa grossa quanto Desert Storm. Forse anche più grossa.
<< Sanderson,hai capito la tua missione qui,vero?>>
Sanderson aveva decisamente capito. Era nuovo, voleva fare buona impressione, e per poco non si metteva a saltellare.
Come un lemure che ha sentito l’odore di cibo, pensò Geremia Gottwald
<< Si-signore,il mio compio è uno e trino>>
Uno e trini,pensò Gottwald. Ma guarda un po’!
<< Devo: a) intercettare; b) catturare o uccidere i soggetti intercettati; c) radunare i soggetti catturati in attesa di ulteriori ordini>>
<< Esattamente. È proprio…>>
<< Ma,signore,mi scusi,signore,qui non ci sono medici per il momento,solo alcuni militari addetti alla sanità,e…>>
<< Taci>>sussurrò l’uomo.
Non aveva parlato ad alta voce, ma una mezza dozzina di persone in tuta blu esitarono mentre,come fulmini,erano impegnati a svolgere i rispettivi incarichi.
Prima di rimettersi all’opera, lanciarono un’occhiata verso il punto in cui si trovavano Sanderson e il purista.
Quanto a Sanderson, gli si sbiancarono i pomelli alle guance. Indietreggiò, aumentando la distanza che lo separava da Gottwald.
<< Sanderson,se mi interrompi un’altra volta,ti prendo a calci. Se m’interrompi una seconda volta,ti faccio finire in ospedale. Chiaro?>>
Con uno sforzo visibile,il soldato alzò lo sguardo sul viso del purista.
Lo fissò negli occhi.
Fece un saluto così scattante da sprigionare scintille
<< Sissignore!>>
<< Puoi piantarla anche con quello>>
e quando l’aiutante cominciò ad abbassare la testa
<< Guardami quando ti parlo,ragazzino>>
Con riluttanza, Sanderson obbedì. Aveva il viso cereo. Nonostante il frastuono degli elicotteri allineati lungo il ghetto,sembrava che lì regnasse il silenzio, come se Gottwald viaggiasse in una bolla d’aria tutta sua.
Il privato era convinto che tutti lo guardassero e che tutti capissero quanto era terrorizzato. In parte era dovuto agli occhi del suo nuovo capo,con la loro spaventosa vacuità, come se dietro non vi fosse traccia di compassione. Ma chissà come,l’aiutante riuscì a reggere lo sguardo del superiore.
Guardò in quel vuoto.
Quello non era un buon esordio. Era importante fermare la slavina prima che diventasse una valanga.
<< Bene. Un po’ meglio,insomma>> parlò Gottwald a voce bassa,ma Sanderson non ebbe difficoltà a udirlo, nonostante il frastuono degli elicotteri.
<< Te lo dirò una sola volta e solo perché sei stato appena assegnato a me e chiaramente non distingui il buco di una lattina dalla tua bocca. Qui mi è stato chiesto di gestire un’operazione phooka. Sai cos’è un phooka?>>
<< No>> rispose il soldato.
Gli dava un dolore quasi fisico non poter dire<< nossignore>>.
<< Secondo gli irlandesi,una razza mai uscita interamente dal bagno di superstizione in cui le madri li hanno procreati ,un phooka è un cavallo fantasma che rapisce i viaggiatori e li porta via sulla groppa. Io adopero questo termine per indicare un’operazione che è,nel contempo,segreta e del tutto palese. Un paradosso, Sanderson!
Il lato positivo è che stiamo mettendo a punto piani per questo genere di casino sin dalla conquista dell’Area 11. Il lato negativo è che il futuro è arrivato e io devo affrontarlo con l’aiuto di gente come te. Chiaro, pivello?>>
<< Sis…sì>>
<< Lo spero. Qui,Sanderson, dobbiamo agire con rapidità e precisone e del tutto phooka. Dobbiamo fare tutto il lavoro sporco che sarà necessario e uscirne il più possibile puliti…puliti,sissignore,e sorridenti…>>
Gottwald scoprì i denti in un sorriso tanto sardonico e brutale,che Sanderson ebbe voglia di gridare.
Alto e con le spalle incassate, il purista aveva un fisico da burocrate. In lui c’era una componente terribile, in parte visibile nei suoi occhi, in parte intuibile dalla compassata immobilità con cui teneva le mani davanti a sé…ma non erano quelle le cose che lo rendevano spaventoso, che avevano spinto i suoi uomini a chiamarlo Marvagio. Sanderson non aveva ancora individuato l’elemento veramente terrificante in lui,né moriva dalla voglia di scoprirlo. Ciò che voleva adesso, era uscire da quella conversazione con il culo intatto.
Le labbra di Gottwad si riabbassarono sui denti
<< Siamo nella stessa barca?>>
<< Sì>>
<< Salutiamo la stessa bandiera? Pisciamo nella stessa latrina?>>
<< Sì>>
<< E da questo come ne usciremo, Sanderson?>>
<< Puliti?>>
<< Ottimo! E …?>>
per un tormentoso secondo, il giovane non seppe come rispondere. Poi gli tornò in mente
<< Sorridenti, signore>>
<< Chiamami ancora signore e ti meno>>
<< Mi scusi>> sussurrò il soldato. E lo pensava davvero.

                                                                                                                   * * *            

All’interno del condominio abbandonato, Lelouch Vi Britannia osservò i corpi insanguinati di fronte a lui. Uccidere quelle guardie era stato…particolarmente liberatorio.
Tese le orecchie e ascoltò con attenzione. L’intero ghetto era un continuo riecheggiare di grida e colpi d’arma da fuoco. Sembrava una guerra…no. Questa non era guerra, ricordò. Era una disinfestazione.
Poi,come dal nulla,lo sentì. Un rumore lento e regolare ,quasi impercettibile. Impercettibile per un qualsiasi essere umano… ma non certo per uno come lui.
Volse la propria attenzione nei confronti del gruppo di cadaveri. In mezzo a loro,i capelli verdi lucenti alla debole luce del sole,vi era la stessa ragazza che aveva preso il primo proiettile per lui. E allora capì.
Un ritmo di due colpi.
Il battito di un cuore in movimento.
Quella persona, nonostante fosse stata colpita in pieno volto, era ancora viva !
Non ebbe neanche il tempo di compiere un passo in avanti ,che il muore di fronte a lui esplose, in una miriade di pezzi di legno e calcestruzzo.
Dalla nuvola di detriti fuoriuscì la figura di un Satterland.
10 tonnellate di puro metallo, iniziarono a guardarsi intorno, per poi volgere lo sguardo in direzione dell’unica persona rimasta in piedi
<< Che cosa è successo qui? Cosa ci fa uno studente di Britannia in un luogo simile? Rispondi, o per te saranno guai>>
La voce pareva chiaramente femminile. Lelouch non perse tempo, porgendo ambe le braccia in posizione di difesa
<< Il mio nome è Bruce Banner, sono il figlio di un marchese. Nella mia tasca interna ho un documento d’ identità. Dopo che lo avrà controllato ,avrei bisogno del suo aiuto>>
Passarono circa una ventina di secondi.
<< L’avrà bevuta?>> Si domandò il giovane.
Dopo che quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, una donna di colore fuoriuscì dal dorso della macchina, la pistola puntata nei suoi confronti
<< Resta con le mani alzate, prenderò io il tuo documento>>
Lo studente annuì di rimando. La purista compì un paio di passi in avanti, prima di fermarsi proprio di fronte a lui.
Cominciò a tastare la tasca dei pantaloni, nel tentativo di afferrare il foglietto.
Lelouch non perse tempo. Porse il braccio meccanico in avanti e gli tocco la testa.
Il cervello. L’organo responsabile delle nostre capacità cognitive. Un insieme  di impulsi elettrici dediti al corretto funzionamento dell’attività biologica. E come ogni forma di elettricità conosciuta all’uomo, tali impulsi potevano essere controllati.
Eccola lì. La parte proprio sotto all’encefalo. Ci vuole molta precisione per manovrare i neurotrasmettitori ma è comunque possibile.
La donna compì un paio di bruschi movimenti, per poi raddrizzarsi, a imitazione di una marionetta.
Fili,pensò il giovane. Come ironico.
Prese un respiro profondo
<< Che ingresso usi per entrare nella base?>>
<< La via est>>
La risposta della purista fu quasi meccanica.
L’adolescente annuì pensieroso
<< Come ci arrivo?>>
<< Cento metri a sinistra sul retro della ferrovia>>
<< C’è un codice di sicurezza?>>
<< 44B30>>continuò l’altra, mantenendo un espressione stoica.
Il giovane ridacchiò
<< Adesso…consegnami il tuo nightmare>>
La donna non perse tempo e porse la chiave di sicurezza nelle mani del ragazzo
<< Bene. Il codice è X2X5D4>>
Lelouch afferrò l’oggetto,per poi cominciare a incamminarsi in direzione della macchina.
Compiuto appena un passo, tuttavia,si blocco di colpo, volgendo la propria attenzione nei confronti della donna distesa fra i cadaveri.
Girò la testa in direzione della privata
<< Qual è la tua taglia?>>domandò brusco.
Questa esitò un momento
<< La 42>>
Il giovane annuì comprensivo e prese un respiro profondo
<< Spogliati>>

                                                                                                                  * * *

Ci vollero almeno quattro uomini per portarlo in infermeria. Una donna era tra di loro, vomitando almeno due aggettivi irriconoscibili per ogni metro che faceva. E intanto continuava a parlargli, cercando di ottenere da lui una risposta, una qualunque. Ma nonostante tutte le grida, le imprecazioni e le maledizioni che gli rivolse, non ci fu nessuna reazione dal corpo ferito di Susaku Kururugi.
Aprì delicatamente le palpebre e  una luce lo investì.
Un uomo dalla capigliatura turchese, indossante un paio di occhiali, stava di fronte a lui, in compagnia della stessa donna, il volto chiuso in un sorriso a trentadue denti
<< Che peccato. Hai perso un ottima occasione per andare in paradiso, soldato Kururugi>>

                                                                                                                      * * *

<< Maledetti britanni !>>
Kallen era sbucata da dietro un edifico, per esaminare il risultato delle sue scariche.
Rivolse la propria attenzione nei confronti del ghetto nel momento in cui il Satterland di Geremia Gottwald uscì dal proprio nascondiglio, correndo e urlando a voce spiegata. Poi,Sanderson cominciò a sparare e, sebbene i proiettili non gli passassero vicini, la donna si accovacciò d’istinto.
Nel movimento, la pistola gli si stacco dal braccio e cadde sull’asfalto .
Si chinò per recuperarla e fu allora che il capo della fazione purista aprì il fuoco con il proprio fucile automatico. I proiettili disegnarono un ghirigori di fiori nella fiancata del Glasgow, producendo una serie di sordi rintocchi metallici e riducendo il telaio in un cumulo di pezzi di ruggine.
Un bip sulla fiancata dei comandi attirò la sua attenzione
<< Maledizione, solo trenta minuti>>sibilò.
<< Uscita ovest>>
Il suono di quella voce la fece sobbalzare. Puntò lo sguardo in direzione dell’unica radio presente
<< Prendi la linea ferroviaria e dirigiti all’uscita ovest>>
<< Chi sei?! Come conosci le nostre frequenze?!>>
<< Non ha importanza. Se vuoi vincere dovrai avere fiducia in me>>continuò l’altro, mantenendo un tono perfettamente calmo.
La donna inarcò un sopracciglio
<< Vincere ?>>sussurrò .
Forse per puro istinto o semplicemente perchè ispirata da quel tono, Kallen saltò lungo la linea ferroviaria .
La macchina sobbalzò, non appena i piedi metallici entrarono in contatto con le assi del complesso
<< E ora? Che cosa devo fare, secondo te ?>>domandò in tono brusco.

Dietro di lei, Geremia Gottwald fissò il Glasgow con attenzione, il volto chiuso in un sorriso divertito
<< Il solito eleven codardo. Se continuerai a scappare in questo modo mi toglierai tutto il gusto della caccia>>ridacchiò.

Lelouch prese un respiro profondo<< Salta sul treno>>ordinò.
La rossa annuì di rimando
<< D’accordo!>>
Fece come le era stato detto. Balzò in avanti, atterrando sul telaio del mezzo.
Sorpreso dall’azione, il purista si bloccò di colpo ,per evitare di essere investito dalla macchina
<< Pensi di mettermi fuori gioco con un trucchetto simile?>>
Puntò lo sguardo in direzione di Sanderson
<<  Tu,dietro di me,insegui il Glasgow…>>
non ebbe neanche il tempo di terminare la frase, che un colpo di pistola riecheggiò nell’aria, attirando l’attenzione di entrambi i soldati.
Il proiettile di grosso calibro andò a infrangersi lungo il serbatoio del secondo nightamre, incendiandone il combustibile. Sanderson ebbe a malapena il tempo di rendersi conto di essere stato colpito.
Il frame esplose all’istante, riducendosi a un ammasso di metallo bruciato.
Geremia non perse tempo e volse lo sguardo in direzione del punto da cui era partito il colpo.
Seduto, sul tetto di un edifico, vi era un Satterland, il braccio destro puntato in avanti, in posizione d’attacco
<< è uno dei nostri frame?>>domandò incredulo.
Un secondo sparo colpi la guardia lungo la corteccia del robot, limitandone i movimenti. Gottwald strinse i denti
<< Bastardo>>sibilò.
Un terzo colpo risuonò nell’aria. Poco prima che potesse raggiungere l’obbiettivo,tuttavia,il marvagio attivò la capsula di salvataggio.
La parte superiore del frame si staccò dal dorso della macchina, seguita da uno sbuffo di fumo.
Il nightmare esplose, appena un secondo più tardi.
Kallen fissò il tutto con fare attonito, per poi volgere la propria attenzione nei confronti della radio
<< Grazie per avermi salvata. Come hai fatto a impadronirti di un Satterland?>>
<< Ehi, Kallen,con chi stavi  parllando alla radio?>>
Un gruppo di cinque uomini attirò l’attenzione del Glasgow. Ognuno di loro pareva giapponese
<< Cosa? Avete sentito anche voi?>>
L’uomo al centro della squadra,all’apparenza trentenne, annuì di rimando
<< Sì,certo,anche Yoshida e gli altri saranno qui a breve>>
La radio di questi cominciò a vibrare
<< Sei tu il capo?>>domandò la voce di Lelouch.
La figura trasalì, visibilmente sorpreso, prima di afferrare la ricetrasmittente
<< Uh…sì ,sono io>>
<< Il contenuto di quel treno merci è vostro, ve lo regalo. Ma se davvero volete vincere, allora…dovrete obbedire ai miei ordini>>
Per tutta risposta, un giovane dalla capigliatura rossa aprì le saracinesche del veicolo.
Cercò nello zaino e ne trasse una torcia.
La bianca e violenta luce al magnesio illuminò il container, compreso il suo contenuto. Quest’ultimo era composto da decine di forme scintillanti, cromate e tondeggianti: tutte nuove, tutte perfette,tutte terrificanti. Satterland.
<< Ce ne sono anche qui>>balbettò Oigi
<< Trovati altri due !>>
<< Ragazzi,è fantastico! Vediamo che cos’ha da dire>>esclamò uno del gruppo.
<< Ragazza del Glasgow>>
la donna sussultò leggermente
<< Sì?>>
<< Tu resta dove sei, il tuo mezzo è adatto per un’azione di disturbo. Autonomia dell’energy filler?>>
<< 15 minuti>>ribattè lei ,in modo quasi automatico.
Lelouch annuì comprensivo
<< Ricarica>>
<< D’accordo>>
L’adolescente chiuse gli occhi e prese un respiro profondo
<< Ora…ascoltate>>

                                                                                                                * * *

All’interno del centro comando, la situazione volgeva a favore dell’esercito britanno
<< Nemici nel punto F31,vostra altezza>>avvertì la voce di un operatore.
Il principe ridacchiò ,leggermente divertito
<< Un’azione diversiva? Che grande  idiozia>>mormorò.
Di fronte alla mappa del ghetto, il generale Bartey prese un respiro profondo
<< La squadra Laslow proceda normalmente. Si aggiungano Ollie e Valery. Prendeteli!>>
<< Ricevuto>>
Le macchine avanzarono.
La maggior parte dei terroristi si era radunata lungo il perimetro della vecchia stazione ferroviaria ,per cui sarebbe stato facile sopraffarli, essendo in campo aperto. Poi, come dal nulla, due membri delle truppe alleate scomparvero dai monitor.
Bartley compì un passo all’indietro
<< Cosa?>>
<< Abbiamo perso il segnale delle unità Ollie e Valery !>>esclamò l’operatore.
Al sentire tali parole, il principe non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Un 'imboscata ?>>domandò, visibilmente confuso
<< Il nemico si sta spostando verso C28!>>
<< Intervenga squadra Laslow. Anzi,no squadra Gobbe!>>ordinò Bartley.
Il suono di cinque bip consecutivi segnò la caduta di ulteriori nightmare.
Clovis trattenne a mala pena la sua sorpresa
<< Non sarà che…i terroristi hanno messo le mani sui nostri mezzi ?>>
<< Gobbe in fuga,unità persa!>>

                                                                                                                   * * *

Oigi sentì la sparatoria dietro il magazzino, ma Kallen non fischiò, così rimase dove si trovava, nascosto dietro il condominio.
Sperò che laggiù andasse tutto per il verso giusto, perché adesso aveva i suoi problemi personali: un camion municipale che si accingeva a imboccare il vialetto che portava alla stazione radio abbandonata.
Mentre il veicolo avanzava, Oigi girò intorno all’edificio, mantenendo il palazzo costantemente tra se e gli aggressori. Il camion si fermò. Le portiere si aprirono e scesero quattro Satterland. Non aveva intenzione di permettere loro di sorprendere i suoi amici.
Uscì da dietro il condominio e avanzò, camminando nel centro del vialetto,la mitragliatrice di traverso davanti al petto, in posizione di port’arm. I suoi piedi scricchiolarono sulla ghiaia, ma il rumore era soffocato dal motore del camion.
Alzò la pistola sul braccio destro ma si costrinse ad aspettare. Aspetta che tutti si riuniscano, pensò. E quando s’incamminarono verso la stazione ferroviaria, lo fecero.
<< Ehi,britanni!>>esclamò ‘uomo in una passabile imitazione di Jhon Wayne
<< Viva il Giappone!!!>>
Il quartetto cominciò a voltarsi. Per te Naoto, pensò Oigi ,e  aprì il fuoco.
Uccise  tre piloti con la prima scarica. Riuscì a ferire l’ultimo. Fece saltare via il caricatore come gli era stato insegnato, ne prese un altro dal fianco del nightmare e lo inserì. I pesanti proiettili dell’arma fecero rotolare il Satterland fino alla stazione radio.
Poi, Oigi corse verso il retro, mentre ,contemporaneamente, si sbarazzava del caricatore parzialmente usato e ne inseriva uno pieno. Dal campo giunse il suono acuto di un fischio<
< Sto arrivando,ragazzi!>>


Qualcosa esplose.
<< Q1,hai un paio di cani randagi che t’inseguono>>
La donna chiuse il volto in una smorfia
<< Me ne sono accorta>>borbottò.
La voce ridacchiò leggermente
<< Mirano in maniera imbarazzante. Ti consiglio un angolo stretto>>
Uno dei Satterlan che stava alla destra della stazione radio saltò in avanti ed alzò la pistola. Kallen fece lo stesso con la propria.
Dalla punta del braccio sinistro fuoriuscì una lunga frusta di  metallo che andò ad avvolgersi intorno al collo della macchina e lo tirò verso uno degli edifici. Il nightmare cadde pesantemente sul condominio e sbattè la testa contro il muro. Il compagno non perse tempo e avanzò in direzione dell'avversario.
Questi ,dopo aver intuito le intenzioni del soldato,fece un saltò e rimase sospeso a mezza'aria.
Compì una rapida piroetta su se stesso e lanciò un proiettile di grosso calibro che venne prontamente deviato dal britanno. Kallen ricadde delicatamente a terra, con la testa chinata verso il basso, e si rimise in posizione di difesa.
L'uomo steso contro la parete della strada fece lo stesso e diede cenno al compagno di seguirlo. La donna girò leggermente la testa da parte a parte del quartiere e allungò la mano destra,facendo segno ai due uomini di farsi avanti. I puristi non se lo fecero ripetere due volte e puntarono le pistole in avanti
Dopo aver udito i colpi ,la macchina abbassò leggermente il corpo ed evitò l'attacco. Fatto ciò, diede le spalle a uno dei Satterland e aprì il paracadute sulla parte posteriore del corpo, quasi come un ventaglio. Il mecha indietreggiò lievemente e rimase come ipnotizzato da quella vista. Approfittando del momento di distrazione, Kallen non perse tempo e liberò la visuale ,colpendo il nemico con un rapido pugno al volto e facendolo sbattere contro il muro dell'edificio. Il compagno dell'uomo alzò nuovamente la pistola per controbattere ma venne prontamente interrotto dall’androide, che afferrò il braccio del frame e lo piegò a terra, prima che potesse sparare.
Un rapido contraccolpo lo ridusse a un ammasso di cenere e pezzi di metallo.
La donna chiuse il volto in un sorriso vittorioso
<< Bella dritta. Che altro c’è?>>
<< P1 combatte contro uno squadrone sulla terza>>
La giovane ridacchiò
<< E io non sono stata invitata>>

                                                                                                           * * *

<< Che diavolo succede?!>>
Bartley già si stava muovendo ,mentre rispondeva
<< I terroristi stanno usando i nostri segnali per rintracciarci. Siamo stati ingannati!>>
Sostandosi di lato,l’uomo si lanciò sul capo tecnico
<< Smettete di trasmettere, dannazione!>> 
Quando l’addetto non riuscì a obbedire abbastanza in fretta,il comandante non esitò. Estraendo la pistola,svuotò l’intero caricatore sull’unità di trasmissione.
Avrebbe strappato via l’antenna centrale, se non fosse stata ancorata all’esterno della base.
Clovis La Britannia strinse i denti
<< Ma che razza di scherzo è mai questo ?!>>
<< Il segnale della squadra Laslow è sparito!>>continuò un altro.
L’uomo chiuse gli occhi e prese un respiro profondo
<< è il momento. Fate uscire la squadra Quincy! >>
Al sentire tali parole, il generale dilatò le pupille
<< Ma,altezza,così la rete d’assedio…>>
<< Basterà spostare le unità di difesa per chiudere i varchi. Sappiamo esattamente dove si  trovano le unità nemiche>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Concentrate le forze e accerchiateli !>>

                                                                                                            * * *

Lelouch osservò i nightmare farsi strada verso il centro del ghetto
<< Q1,mi confermi che la mappa è corretta?>>
<< Sì. Riproduce la vecchia città. Certo,senza visone diretta,io…>>
<< La faremo bastare>>ribattè lui, interrompendo la comunicazione.
In quel preciso istante, un sonoro gemito attirò la sua attenzione
<< Ah,vedo che ti sei svegliata>>mormorò.
Dietro di lui ,la donna strinse ambe le palpebre degli occhi
<< Come sapevi che non ero morta ?>>domandò in tono freddo.
L’adolescente si strinse nelle spalle
<< Segreto professionale>>
Puntò lo sguardo in direzione della straniera
<< Immagino avrai molte domande>>
<< Sì>>
<< Bene,anche io>>
La giovane inarcò un sopracciglio, prima di abbassare lo sguardo
<< Perché indosso questi vestiti?>>
Lelouch agitò la mano destra, con fare disinvolto
<< Oh,la camicia di forza era atroce così  ho rubati un paio di capi da una donna di britannia>>
<< In pratica…mi hai spogliato>>continuò lei.
Il giovane annuì di rimando
<< è vero,l’ho fatto>>
Gli occhi della donna lampeggiarono un paio di volte
<< Questa è…un’atroce violazione della mia privacy>>commentò .
L’ex studente ridacchiò ,prima di volgere la propria attenzione nei confronti della figura
<< Ah, a proposito, posso sapere il tuo nome?>>
Questa esitò circa una decina di secondi, prima di prendere un respiro profondo
<< Puoi chiamarmi…CC>>

                                                                                                                 * * *

Le truppe britanne avanzarono, ordinatamente disposte lungo un totale di cinque file.
A pochi metri dall’obbiettivo, uno dei Satterland avvertì un rumore dove non ce ne dovevano essere. Incapace di provare stanchezza o rimorso, programmato per rispondere alla minima variazione visiva o uditiva fuori dalla norma, si girò immediatamente e puntò nella direzione di quella percezione. Si fermò all’esterno di un enorme buca scavata nell’asfalto.
Dove adesso c’era soltanto l’oscurità della tromba vuota ci sarebbero dovuti essere i terroristi rimasti in vita.
Addestrato per investigare su tali anomalie,il pilota fece avanzare la macchina e iniziò a ispezionare attentamente la fossa.
Poi,un sibilo acuto attirò l’attenzione dei presenti.

                                                                                                        * * *

Nella confusione che ne seguì, nessuno notò il capo degli operatori radar.
Piegato sui suoi schermi, fissava una grossa forma in avvicinamento, comparsa in tutti i monitor.
Senza attendere conferma dagli altri tecnici, alzò la voce per farsi sentire
<< In arrivo! C’è un missile in avvicinamento rapido! Non so da dove venga ma…>>
prima che potesse finire, Bartley era già dietro di lui e guardava lo schermo da sopra la sua spalla.
Le sue folte sopracciglia si sollevarono, in un’espressione stupita
<< Ma che diavolo…>>
Il missile era piccolo ma veloce, probabilmente appartenente al fucile di un nightmare. Anche se il segnale che l’aveva indirizzato verso quelle coordinate era improvvisamente sparito, aveva già stabilito un contatto visivo con il bersaglio.

                                                                                                                  * * *

In alto,sull’edificio,Lelouch era comodamente seduto nella cabina del Satterland.
Prese un respiro profondo
<< E con questo…boom>>

In quel preciso momento, alcune miglia quadrate di terreno si sollevarono . Sembrarono restare sospese nell’aria per qualche istante e poi ricaddero al suolo.
Da profondità sconosciute si alzarono colonne di fiamme, eruzioni di polvere e cenere e un‘onda d’urto che fece carambolare molte delle persone rimaste nel ghetto.
Il giovane sorrise vittorioso.
L’intero complesso correva su un totale di 10 ettari di acquedotti e tubi di metano. Era stato sufficiente che i terroristi liberassero il gas da alcuni di essi ,per poi lasciare che l’esplosione completasse il lavoro.
Risultato? Scacco matto.
  
                                                                                                                       * * *

Nella base posta al confine del ghetto di Shinjuku, Clovis La Britannia e i suoi sottoposti si erano appena riuniti intorno alla radio.
Le urla che si avvertivano dalle casse erano del tutto chiare, grida disperate fin troppo familiari. Ma questa volta non si trattava di una qualche povera comunità di eleven o di semplici terroristi.
Quelle urla venivano dai loro stessi soldati.E non c’era nulla che potesse distinguere quelle due forme di disperazioni.
In piedi,in mezzo alla sala,il principe fissava davanti a sé,in silenzio.
Dopo poco,la frequenza che li connetteva ai night mare restanti divenne improvvisamente silenziosa, fin quando ,dagli autoparlanti, non uscirono che delle interferenze.
Stordito,l’uomo compì un passo all’indietro
<< Chi è costui? Contro chi sto combattendo? Non sarà mica più forte di Todho?>>sussurrò.
Strinse i denti e puntò lo sguardo in direzione dell’unico monitor presente
<< Loyd?>>
il volto di un uomo poco più che ventenne, indossante un paio di occhiali, comparve sullo schermo
<< Sì?>>domandò il giovane, un sorriso sornione sulle labbra.
Il principe prese un respiro profondo
<< Il tuo giocattolo…è in grado di vincere?>>
L’uomo ridacchiò, visibilmente divertito
<< Altezza…chiamatelo pure col suo nome, cioè Lancelot>>

                                                                                                                               * * *

Lelouch ridacchiò, visibilmente soddisfatto.
L’operazione era stata un completo successo e le forze di Britannia erano state completamente sbaragliate. Ormai, aveva la vittoria in pugno.
Il suono della radio attirò la sua attenzione
<< Qui,gruppo B,avvistata unità nemica>>
Al sentire tali parole, il giovane non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Rinforzi? Situazione>>
<< Sono tutti in fuga, ma in un attimo abbiamo perso quattro unità>>
<< Quanti sono i nemici?>>domandò in tono freddo.
La voce esitò un momento
<< Uno>>fu la sua risposta.
L’adolescente annuì comprensivo
<< Capisco,dev’essere un modello nuovo>>commento.
Cambiò il numero della frequenza
<< K1,ordina ai tuoi uomini di ritirarsi, è in arrivo un nightmare di classe avanzata>>
<< Cosa? Ma stiamo vincendo!>>
La voce dell’uomo pareva visibilmente indignata. Il giovane strinse ambe le palpebre degli occhi e prese un respiro profondo
<< Combattere senza ulteriori informazioni potrebbe rivelarsi infruttuoso.  Approfittate di questo tempo per prestare soccorso ai civili, io lo terrò impegnato il più possibile>>
<< Ricevuto>>ribattè l’altro.
Lelouch emise un sospiro disinvolto e balzò dal tetto dell’edificio, atterrando sulla strada.
La figura di un nightmare fuoriuscì dall’angolo di un condominio e il giovane capì all’istante che si trattava di un membro alleato.
Poi, come dal nulla, una spada verde e lucente attraversò il telaio del frame.
L’adolescente compì un passo all’indietro ,ricevendo una buona visuale della macchina che gli si era appena piazzata di fronte.
Il mecha era altro quanto l’avversario stesso, ornato da un volto quasi umano, così come una corazza di colorazione bianca. Occhi smeraldo dardeggiarono nelle ombre.
La reazione fu istantanea. Il Satterland si contorse in una serie di convulsioni meccaniche ,dibattendosi selvaggiamente.
Mentre cercava di capire cosa avesse interrotto il susseguirsi dei suoi movimenti.
Priva di controllo, la mignum esplose raffiche di colpi in tutte le direzioni, massacrando l’intero quartiere. Il suo fratello di classe superiore ,del resto, programmato per eliminare le interferenze, lo afferrò per la vita e lo spezzò in due.
Strappando via il braccio armato con la mitraglietta, iniziò a sparare in tutte le direzioni.
I combattenti della resistenza che passarono in quel momento furono così fortunati da evitare i proiettili. Una volta eliminato ogni ostacolo, il nightmare si girò, puntò l’arma contro Lelouch e attivò di nuovo la magnum. L’unica risposta fu una serie di click,seguita dal rumore metallico del caricatore che cadeva al suolo.
Il giovane approfittò della situazione.
Fermandosi nel passaggio, imbracciò il suo lanciagranate, lo caricò e prese la mira. Appena la macchina fu in vista, sparò.
L’ordigno lo colpì alla spalla, spedendolo contro un condominio a tre metri di distanza. Rialzandosi,il frame riprese ad avanzare verso di lui. Un secondo colpo lo fece girare bruscamente, ma non riuscì a farlo cadere.
Lelouch si ritrovò presto a corto di opzioni.
Si girò e sparò contro la macchina con il lanciafiamme posizionato sopra la mitraglietta. Il fuoco non fu sufficiente a squagliargli la faccia e lo rallentò appena. Strappando via l’arma dalla sua presa la spezzò in due.
Pur cercando di abbassarsi,il giovane non riuscì a schivare un pesante pugno metallico che lo mandò a colpire con la schiena l’edificio opposto. Arretrando, l’adolescente si voltò e corse verso la vicina rampa di un parcheggio abbandonato.
Non sapeva dove portasse, ma gli importava soltanto che conducesse lontano da lì. Il suo volto si contrasse in una smorfia di dolore. Girandosi, estrasse la pistola e la scaricò sul nuovo modello. A distanza ravvicinata ,i proiettili lo rallentarono senza fermarlo.
Però,questa volta,quando si voltò,non aveva più dove nascondersi. Cercò di abbassarsi e di schivarlo,ma la macchina era molto più rapida dei suoi predecessori ,e lui era troppo stanco e dolorante.
Afferrandolo per il collo con una mano,lo sollevò da terra. Tenendolo fermo, lo osservò per un attimo con gli occhi verdi e accesi. Poi, lo lanciò oltre il parcheggio. Atterrò pesantemente sulla strada più in basso.
Saltando agilmente oltre il margine dell’edificio, il nightmare lo seguì. Riafferrandolo, lo sbattè contro una parete e lo tenne bloccato lì, per poi lanciarlo una seconda volta.
<< Maledizione>> imprecò il giovane.
Barcollando indietro,Lelouch sollevò la pistola e sparò ancora. I suoi proiettili di grosso calibro ebbero di nuovo l’effetto minimo che avevano mostrato in precedenza. Questa volta,però,non attese di essere preso e lanciato.
Tornato al punto in cui era prima,il più vicino possibile al lanciagranate, si girò e saltò giù dal parcheggio, continuando a sparare contro il suo aguzzino metallico mentre lo faceva. Il frame lo seguì a ruota. Atterrando con una capriola, l’adolescente afferrò l’arma e strisciò indietro.
Prese la mira con attenzione contro la macchina in avvicinamento. Ma non sparò.
Sorrise con fiducia.
Non appena il nightmare arrivò dove voleva che fosse, si girò e indirizzò l’ultima granata verso l’edifico più vicino .
Poi si lanciò indietro, mentre l’esplosione  faceva finire uno schizzò di calcestruzzo contro l’inseguitore.
Per un attimo non accadde niente. Poi,come dal nulla, il condominio iniziò a crollare. Sembrava che il mondo stesso fosse sul punto di cessare.
Una densa nuvola di detriti iniziò a frasi strada dalla base del complesso, percorrendone l’asse centrale fino ad arrivare sulla parte superiore. Sotto l’edificio, pezzi di marmo e di sabbia cominciarono a saettare da una parte all’altra come colpi di pistola.
Non passarono che appena un paio di secondi, che l’intero quartiere venne prontamente ricoperto da un ammasso di ceneri e detriti. Di entrambi i night mare ,non vi era rimasta alcuna traccia.

                                                                                                              * * *
- 10 MINUTI DOPO

I controlli sulla porta che conduceva all’interno della base erano semplici e familiari. Deising standard di britannia.
Posando la mano destra sul pannello di copertura, Lelouch premette il palmo sulla tastiera e si fece indietro.
Un breve lampo fu seguito da uno sbuffo di fumo,mentre la porta andava in cortocircuito e si apriva di scatto.
Avanzando,la spinse e passò oltre,seguito da CC.


                                                                                                             * * *

All’interno di un granaio,Oigi e il resto dei compagni avevano radunato la maggior parte dei sopravvissuti
<< Perché diavolo avete deciso di ribellarvi a Britannia ?!>>gridò un uomo dalla folla, il volto arricciato da un espressione di pura collera
<< è colpa vostra se tante persone sono morte !>>continuò una donna.
Tamaki Shinciro digrignò i denti<
< Sta zitta! Anche molti dei nostri sono stati uccisi o catturati !>>
In quel preciso istante, la figura di un carrarmato oltrepassò le porte in acciaio delimitanti l’edificio.
Alla vista del mezzo, il gruppo non potè fare a meno di compiere un passo all’indietro.
Il giovane dai capelli rossi volse la propria attenzione nei confronti di Oigi
<< Ecco, hai visto? Invece di dare retta a un perfetto sconosciuto avremmo dovuto usare il gas tossico !>>
Il capobanda trasalì visibilmente.
Al di sopra del veicolo, un soldato indossante abiti britanni puntò lo sguardo in direzione dei superstiti
<< Dunque era qui che vi nascondevate schifosi eleven>>ridacchiò.
Alzò la mano destra, in segno d’attacco
<< Tenetevi pronti ad aprire il fuoco !>>ordinò.
Al sentire tali parole, Kallen dilatò le pupille.
Il privato prese un respiro profondo .
Il cannone dell’arma si mosse in avanti
<< Aprite il fuoco…>>
<< A tutte le truppe, cessate immediatamente il fuoco>>
Il suono di quella voce attirò l’attenzione dei presenti.
Che fossero Britanni o Giapponesi, quel giorno sarebbe rimasto ben impresso nelle memorie di entrambi
<< Questo è un ordine del governatore dell’area 11,il principe Clovis La Britannia. Tutte le operazioni di guerra sono sospese, compresa la distruzione degli edifici. Si porti indistintamente soccorso a tutti i feriti, siano essi britanni o eleven. È un ordine, soldati, nessun  ulteriore combattimento sarà tollerato !>>

                                                                                                            * * *
 
Clovis La Britannia fissò impassibile la figura di fronte a lui, la pistola ad appena un paio di metri da dove era seduto, direttamente puntata alla sua fronte
<< Allora? Andava bene così?>>
<< Sì,era perfetto>>ribattè l’altro, il tono di voce ornato da una leggera punta di divertimento.
Il principe chiuse il volto in un sorriso di scherno
<< E adesso dimmi, vuoi che ti canti una canzone…o preferisci una partita a scacchi?>>
<< Ho altre priorità ,al momento>>
L’adolescente inclinò la testa, con fare incuriosito
<< Non ti ricordi più,vero? Di quando giocavamo a scacchi insieme? E ,naturalmente, vincevo  sempre io>>
Al sentire tali parole, il giovane non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Ma che diavolo…>>
<< è da un po’ che non ci vediamo…fratello>>
L’ombra compì un passo in avanti, rivelando la propria identità.
Clovis trasalì leggermente, per poi dilatare le pupille
<< Non è possibile…>>
<< Sono il primogenito della defunta imperatrice Marriane Vi Britannia, diciassettesimo erede al trono per ordine di successione, Lelouch Vi britannia>>
L’adolescente si cimentò in un inchino beffardo, mantenendo la pistola a mezz’aria. Il principe si alzò di colpo
<< Tu dovresti essere morto>>sussurrò.
Lelouch si strinse nelle spalle
<< Diciamo solo che la resurrezione è uno dei miei hobby>>
Rivolse la propria attenzione nei confronti del reale
<< Ora, dimmi…conosci questa ragazza?>>
Clovis inarcò un sopracciglio, puntando lo sguardo in direzione del punto indicato. Dalle ombre della sala, fuoriuscì una donna dalla capigliatura verde, il volto ornato da un paio di occhi gialli come il sole.
Il principe compì un passo all’indietro
<< Tu…>>
Strinse i denti, volgendo la testa nei confronti del giovane
<< Che cosa vuoi?>>domandò in tono freddo.
Lelouch chiuse il volto in un sorriso agghiacciante
<< Voglio tutto ciò che riguarda lei>>
Tale risposta suscitò la sorpresa di ambe i presenti.
CC fissò il compagno con fare sospetto ma questi decise di continuare
<< Le ricerche portate avanti dai tuoi scienziati, file, video…tutto>>terminò.
Il principe digrignò i denti
<< Perché?>>sibilò.
L’adolescente si portò un dito alle labbra, con fare beffardo
<< Personale>>sussurrò .
Clovis abbassò la mano sinistra, nel tentativo di raggiungere la pistola dei pantaloni
<< E se mi rifiutassi…>>
non ebbe neanche il tempo di completare la frase, che un sonoro colpo scaturì dalla canna dell’avversario, andando a infrangersi dritto lungo la gamba del reale.
L’uomo cadde a terra, stringendosi la ferita sanguinante
<< Oddio!>>
<< Attento, dovrò spararti alla rotula. E si dice che sia…molto doloroso prendere una pallottola in quel punto>>mormorò l’altro, con fare impassibile.
Il giovane trasalì una seconda volta, per poi indicare un cassetto al centro della sala.
Lelouch rivolse al fratello un sorriso e puntò la pistola sul mobile.
Appena un secondo dopo,  il banco esplose in una miriade di schegge e frammenti di legno.
Dopo essersi avvicinato, lentamente chinò il capo e raccolse una chiavetta ordinatamente riposta al di sopra di un fascicolo rilegato in carta straccia 
<< Grazie>>ridacchiò.
Puntò lo sguardo in direzione di CC, porgendogli l’arma da fuoco
<< è tutto tuo>>
La donna inarcò un sopracciglio, apparentemente sorpresa
<< Cosa? Non hai altro da chiedergli ?>>
<< Affatto. Ho avuto ciò per cui sono venuto>>ribattè l’altro, come se la situazione attorno a lui non lo riguardasse nemmeno.
Clovis si alzò, in un impeto di agitazione, e richiamò l'attenzione dell'erede.
<< Lelouch,aspetta! Potremmo anche avere madri diverse ma siamo comunque fratelli !>>
L’adolescente si voltò
<< Questo è vero>>commentò.
Volse la propria attenzione nei confronti del britanno
<< Tu sei il mio fratellone. Ti ho voluto bene… e sempre te ne vorrò>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< E ora ti saluto>>
Detto questo ,fuoriuscì dalla sala, lasciando il principe visibilmente sconvolto
<< Lelouch? Lelouch!!!>>
le su parole, tuttavia, furono assai vane.
CC alzò la pistola e prese un respiro profondo.
Clovis compì un passo all’indietro
<< Aspetta, ferma…>>
Ci fu un lampo di luce, un rumore improvviso, e il giovane si accasciò a terra. Era morto prima ancora di toccare il pavimento.

 

Com'era? spero bello!
Datemi un parere sulle scene d'azione,spero che siano venute bene. Finalmente vediamo alcuni dei poteri di Lelouch: come l'Ultron del fumetto, è in grado di controllare mentalmente i propri avversari,ma solo attraverso un contatto diretto . Inoltre,è in grado di entrare nel software di qualsiasi computer. Ad ogni capitolo,si aggiungerà un'ulteriore abilità. Ad ogni modo,osserviamo alcuni cambiamenti sostanziali della trama.
Perchè Lelouch non ha chiesto a Clovis della morte di sua madre?
Nel prossimo chappy,Zero farà il suo debutto ai futuri membri dei cavalieri neri e inizia la propria partnership con CC.

 

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Capitolo 4
*** Dichiarazione d'intenti ***


Dichiarazione d'intenti

L’hotel di lusso sorgeva in un panorama da sogno, che corrispondeva perfettamente all’immagine stereotipata del Giappone.
Da Kanto si prendeva la Hindyalay 99 lungo la seconda autostrada passante per Tokio e si raggiungevano lo montagne: lì si trovava il gigantesco hotel,che sorgeva in mezzo a una foresta su un dolce pendio circondato da imponenti cime, che splendevano di bianco anche durante i mesi estivi.
Il vulcano dormiente che costituiva il monte Fuji si ergeva al di sopra di tutto.
Ora, a Gennaio,gli ospiti venivano lì prevalentemente per giocare a golf e per fare passeggiate. Si poteva esplorare la zona con la mountain bike, oppure essere portati sulle nevi esterne con l’elicottero. Lo chateau disponeva anche di un ristorante eccezionale e offriva ogni confort immaginabile.
Nove livelli al di sotto di quel complesso, circa 100 metri lungo la crosta terrestre, una coppia di figure camminava tranquillamente all’interno di un’intricata rete di tunnel e corridoi che percorreva più di tre quarti dell’intera regione .
Mentre zampettava lungo il bunker,il rumore dei passi attuito dal tappeto, CC non riusciva a levarsi dalla mente quello che era successo durante quella giornata pomeridiana.
Seguì con lo sguardo il giovane britanno che l’aveva salvata, pensando con divertimento alla scarsa conoscenza del genere umano che sembrava caratterizzarlo.
Era un eccellente soldato e uno straordinario stratega, ma pareva faticare a distinguer gli uomini dalle macchine. Sembrava quasi convinto che, nel corpo umano, ci fossse da qualche parte un settore da programmare in modo da essere sicuri che le istruzioni fossero eseguite. In un certo senso, era molto simile a lei.
Dopo qualche secondo, raggiunsero una grande porta. Situato sulla destra, vi era un pannello a riconoscimento vocale.
Il giovane si chino e prese un respiro profondo
<< Lelouch VI Britannia>>proclamò.
La donna non ebbe neanche il tempo di compiere un passo, che un paio di mitragliatrici fuoriuscirono dal nulla ,lungo l’asse del soffitto, puntando nella sua direzione.
L'adolescente emise un sospiro irritato
<< E ospite>>mormorò.
La coppia di armi si ritrasse, permettendo il passaggio della straniera.
La porta si aprì, e il giovane vi passò attraverso, seguito da CC.
Afferrò un walkie talkie e ne schiacciò il pulsante d’accensione
<< Tutto a posto, fin qui. Ora tocca a te>>
<< Ha disattivato le linee di trasmissione? Siamo senza rete?>>domandò la voce di una donna.
L’ex principe britanno ridacchiò
<< La nostra base sta per diventare il primo esempio di energia pulita autosostenibile>>
<< Bhe, presumendo che il reattore  si inserisca e che funzioni>>
<< Lo presumo>>ribattè l’altro, con fare fiducioso.
Prese un respiro profondo
<< Illuminala>>ordinò.
L’impulso lasciò il centro di comando a trecento kilometri al secondo.
Il testo, preparato sul laptop da Sayoko, si spostò nella rete, configurato in una massa di dati digitali ,e fu trasformato in segnale luminoso da un diodo laser.
Poi fu sparato con una lunghezza d’onda di 1,5 millesimi di milllimetro infrarosso in un cavo a fibre ottiche, insieme con milioni di pacchetti dati. La fibra permetteva ai fasci luminosi di scorrere in un diametro doppio di quello di un capello e li rifletteva verso l’interno per non farli uscire.
A velocità folle,le onde sfrecciavano dal paese fino alla costa, attraversando ogni cinquanta chilometri in un amplificatore ottico, finchè la fibra non spariva in mare ,avvolta in un mantello di rame, impacchettata in diversi strati di filo metallico e di morbido isolante.
Sott’acqua,il fascio di cavi aveva lo spessore di un robusto avambraccio umano.
Correva sul fondo dello zoccolo continentale, sotterrato per essere protetto dalle ancore e dalle reti dei pescatori. Centinaia di migliaia di chilometri di cavi e fibre ottiche formava in tutto il mondo la spina dorsale dell’informazione.
La sfera terrestre era circondata da un intreccio di fili capaci di condurre la luce, in cui correvano in tempo reale i bit e i byte della società, della comunicazione, le telefonate, i video, la musica ,le e-mail…e la corrente. Ed ora,grazie al nuovo programma da lui personalmente creato, Lelouch Vi Britannia aveva accesso a tutto questo.
L’intera base si illuminò all’istante, rivelandone gli interni
<< Come le sembra?>>domandò Sayoko.
Il giovane si strinse nelle spalle
<< Sembra Natale. Ma con qualcosa…di me>>
Lo shinobi chiuse il volto in un sorriso genuino, per poi volgere la propria attenzione nei confronti del laptop
<< I livelli rimangono stabili…credo>>
<< Certo che sì,ero direttamente coinvolto, e da qui la domanda: cosa si prova ad essere un  genio?>>
La donna ridacchiò
<< Bhe,in realtà non lo so,come potrei?>>
Al sentire tali parole ,il giovane non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Che vuoi dire? Tutto questo…è opera tua>>
<< No,tutto questo viene da…qui>>
posò delicatamente una mano sulla fronte del britanno e questi emise un sospiro divertito
<< Un po’ più di autostima. La zero base è una tua creatura, prendi almeno…il 12% del merito>>
<<....>>
<<…>>
<< il 12%?>>
<< Si potrebbe arrivare a 50>>
<< il 12%,una mia creatura?>>
Lelouch alzò ambe le mani, in posizione di difesa
<< A me è toccato il lavoro pesante. Letteralmente, ho alzato…parecchi pesi. E poi, scusa , ma quella figuraccia con la sicurezza? Quella è colpa tua>>
La donna si voltò, visibilmente indignata
<< Come scusi?>>
<< Il mio ascensore privato…>>
<< Dice il nostro ascensore privato?>>
<< Sì,quello,pullulava… di operai sudaticci>>
<< Bhe, tecnicamente erano sotto il vostro controllo mentale>>ribattè l’altra.
Il giovane sembrò pensarci un attimo, prima di stringersi nelle spalle
<< Touche>>
Volse la propria attenzione nei confronti della shinobi
<< Mi serve un foglio>>
Sayoko non perse tempo e porse al padrone un pezzo di carta, estraendolo dal cassetto della prima scrivania disponibile. Fu in quel preciso istante, che la donna si accorse della presenza di una giovane straniera, ad appena pochi passi dalla figura del britannio
<< E lei è?>>
Lelouch inarcò un sopracciglio, puntando lo sguardo in direzione di CC
<>
<< Shinobi in pensione, molto piacere>>continuò lei, volgendo la mano in avanti. CC la strinse esitante, prima di avvicinarsi all’adolescente, incuriosita da quello che stava facendo.
Lelouch aveva appena finito di dipingere la figura di una giovane donna, completa di capigliatura rossa e occhi azzurri come un paio di zaffiri. Aveva avuto si e nò un totale di appena due minuti e lui era riuscito a completare un’opera degna di un artista di fama mondiale.
Il giovane afferrò il foglio e lo posò delicatamente al di sopra di un tavolo rettangolare, dotato di una superficie simile  a quella di un toutchscreen.
La donna inarcò un sopracciglio
<< Quello cos’è?>>
L’adolescente ridacchiò
<< Questo è….questo>>
schiacciò un pulsante sul bordo del mobile e, come dal nulla, uno schermo virtuale si materializzò al di sopra della macchina. Milioni di luci e impulsi elettrici nuotavano tra centinaia e centinaia di filamenti color turchese,al pari di una perfetta riproduzione di un sistema nervoso.
CC  non potè fare a meno di dilatare ambe le pupille
<< Wow>>
Porse la mano in avanti e, non appena le sue dita entrarono in contatto con l’interfaccia artificiale, la rappresentazione grafica cominciò a mostrare una serie di immagini che andavano da argomenti riguardanti animali e piante, a foto satellitari della superficie terrestre. E allora capì.
Questa…cosa,qualunque cosa fosse…era conoscenza allo stato puro
<< è bellissimo>>sussurrò.
Lelouch analizzò il tutto con fare attento, prima che i suoi occhi si bloccassero su un file in particolare. Come fosse un oggetto dalla struttura solida, la mano del giovane afferrò il pacchetto, riversandone il contenuto
<< Ah,eccola qua. Kallen Statfeld,erede della famiglia Statfeld,17 anni,partecipa alla Ashford Academy…oh, mezzosangue !>>
Dilatò il palmo, ingrandendo l’immagine della rossa
<< Nata da padre britanno e madre giapponese . Ed ora è diventata un terrorista con tendenze suicide. Perché? Cosa la spinge a rischiare tanto?>>
In quel preciso istante, il suono di un ‘allarme cominciò a rieccheggiare nelle profondità della camera
<< Oh, è il momento !>>esclamò, afferrando un telecomando dal cassetto della scrivania.
Puntò l’oggetto in direzione di un televisore sospeso al centro del complesso e premette il pulsante d’accensione.
L’immagine mostrava la figura di un uomo alto e tarchiato, vestito con una divisa militare britanna , in piedi, di fronte a una folla.
CC e Sayoko fissarono il tutto con fare incuriosito.
Il purosangue, identificato da una scritta scorrevole come Geremiah Gottwald, prese un respiro profondo
<< Vi comunico… che il principe Clovis La Britannia, terzo erede al trono per linea di successione…è morto appena un paio di ore fa>>
Al sentire tali parole, un boato di indignazione cominciò a sollevarsi dalle persone presenti nella piazza, seguito da urla e grida di puro orrore
<<  La guerra ai terroristi eleven ,condotta in nome di pace e giustizia ,ha richiesto il suo sacrificio. È nostro dovere sopportare il dolore e farci eredi delle sue ultime volontà>>continuò l’altro, il volto ornato da un lieve pizzico di rammarico.
L’immagine cambiò all’improvviso, presentando la figura della giornalista di turno
<< Ci è appena giunta la notizia di una comunicazione ufficiale. È stato arrestato il principale sospettato dell’omicidio>>
Lelouch inarcò un sopracciglio, arricciando le labbra in un sorriso divertito
<< La cosa si fa interessante>>commentò.
La donna riprese a parlare
<< Il comunicato stampa riporta le generalità di un britanno onorario>>
L’immagine cambiò una seconda volta, rivelando la foto del criminale in questione
<< Si tratta di un soldato semplice, Suzaku Kururugi>>
Il tempo parve fermarsi.
Sayoko sussultò leggermente, prima di volgere lo sguardo in direzione del proprio maestro. Questi era rimasto fermo e impassibile, osservando il tutto con un ‘espressione visibilmente indurita.
Il giovane posò  il telecomando sulla superficie della scrivania e prese un respiro profondo
<< Abbiamo del lavoro da fare>>

                                                                                                                         * * *

Il carcere della base non era ne lussuoso ne ampio. Non ce n’era bisogno, del resto, perché la maggior parte della gente che ci finiva dentro non restava lì per molto.
I motivi più comuni per una detenzione temporanea andavano dal passare una notte al fresco dopo una sbornia esagerata ,alla necessità di schiarirsi le idee dopo una rissa tra soldati, o di accordarsi sul pagamento di qualche debito da due celle adiacenti.
Ma il caso di Suzaku Krurugi era diverso.
Per prima cosa, non era stato lasciato da solo a cuocersi nel suo brodo, al contrario dei soliti reclusi. Fuori dalla gabbia c’era sempre una sentinella armata. Lui non cercò di attaccare discorso con le guardie e loro non mostrarono alcun desiderio di parlare.
Non avevano idea del perché fosse lì. Non erano affari loro.
All’interno dei ristretti confini del quartier generale ,c’era la regola tacita di non ficcare il naso nelle faccende altrui, per evitare che gli altri si impicciassero nelle proprie.
Ma uno dei due uomini che stava  venendo a fargli visita aveva ,evidentemente, tutta l’intenzione di contravvenire a quel principio.
Non appena l’ufficiale che l’aveva scortato se ne andò, Suzaku si rialzò a sedere sul bordo della sua branda e osservò il suo visitatore
<< Lyoid>>
Le cerimonie lasciarono subito il posto alla curiosità
<< Cosa ti porta quaggiù?>>
Accennò alle pareti attorno a lui
<< Seriamente,dovreste rimodellare questi affari,ho un mal di schiena terribile>>
<< Vedo che non hai perso il tuo senso dell’umorismo>>ridacchiò l’altro, il volto chiuso in un sorriso divertito
<< A proposito, congratulazioni!>>esclamò, guadagnandosi l’attenzione del britanno onorario.
<< Le due persone di cui mi hai chiesto non risultano nella lista delle vittime>>continuò.
Al sentire tali parole, il giovane dialtò le pupille
<< Dice sul serio?>>
Il conte annuì di rimando, prima di emettere un sospiro di rammarico
<< Tuttavia… la tua posizione rimane compromessa. Ci sarà un processo, ma nessuno si schiererà dalla tua parte>>
Suzaku inarcò un sopracciglio, visibilmente confuso<< Il tribunale è un luogo in cui la verità viene a galla>>
Lyoid scosse la testa un paio di volte
<< Al contrario, ho la netta sensazione che gran parte della verità rimarrà morta e sepolta>>mormorò.
L’adolescente rimase fermo e immobile, assimilando le informazioni appena ricevute.
Dopo circa una decina di secondi, chiuse ambe le palpebre degli occhi e prese un respiro profondo
<< Se è così che funziona il mondo…allora io…non ho rimpianti>>

                                                                                                                     * * *

Nella vecchia chiesa ,là dove un tempo risuonavano le risate e le esclamazioni incredule dei bambini che per la prima volta vedevano stelle e pianeti, ora c’erano soltanto il silenzio e macerie.
Ben poco della sua famosa cupola era rimasto intatto.
Pannelli distrutti ed esposizioni rovinate dalle intemperie giacevano spezzati, senza ormai nessuno che rispettasse più la conoscenza che avevano rappresentato. Sparpagliate, le pagine dei libri frusciavano nel vento.
Le parole stampate sembravano voler lasciare la carta ingiallita per riunirsi agli spiriti di chi le aveva un tempo scritte.
Scendendo dalle colline e infilandosi nelle crepe del parcheggio distrutto, senza alcun riguardo per le priorità degli uomini o delle macchine, la vegetazione selvatica ,che una volta era stata eliminata per costruire, ora reclamava il suo antico territorio.
Gli alberi si sollevavano dall’asfalto dissestato, mentre rampicanti di ogni specie e cespugli selvatici assalivano le mura indebolite e si infilavano nelle finestre prive di vetri. Ma nonostante tutta quella distruzione, il luogo non era completamente deserto.
Anche se la guerra contro i britanni era costata ai giapponesi gran parte del loro accesso all’elettricità, il fuoco non era mai mancato. Intorno al focolare di fortuna, riempito di materiale combustibile e di un paio di gambe di sedie, erano stati radunati i resti di una civiltà devastata: televisori rotti, qualche radio, un forno a microonde che poteva almeno contenere cibo, se non cuocerlo.
E tra questi oggetti si aggiravano un totale di cinque stanche figure.
Oigi e Kallen stavano in testa alla squadra, seguiti da Tamaki e una coppia di uomini.
Il motivo per cui erano lì? Appena tre ore fa, qualcuno era riuscito a contattarli.
Quella voce. La stessa voce che aveva perseguitato la loro immaginazione dalla battaglia combattuta nel ghetto.
Camminarono oltre la recinzione, le pistole a portata di mano.
Ad accogliere il gruppo, vi era un piccolo televisore portatile, il canale ancora acceso sulla notizia riguardante l’arresto di Suzaku Kururugi.
La donna alzò lo sguardo ,e allora lo vide.
Era lì, seduta al centro della sala, una figura avvolta in un mantello color pece, la testa rivolta in direzione del cielo. Kallen fu la prima a farsi avanti e prese un respiro profondo
<< Parla. E se sprecherai il nostro tempo…>>
<< Sapevate che questo tempio fu costruito nel centro esatto della città? Lo vollero gli anziani ,in modo che Dio potesse essere…ugualmente vicino a tutti. Mi piace…la geometria della fede>>
Al sentire tali parole, la giovane inarcò un sopracciglio, prima di stringere gli occhi
<< Eri tu, non è vero? La voce di Shinjuku>>domandò in tono brusco.
Passarono circa una decina di secondi.
Dopo che quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, la figura si alzò di colpo, rivelando le proprie sembianze
<< In carne e ossa>>ridacchiò.
Davanti al gruppo, aveva appena preso forma l’immagine di un uomo alto circa un metro e ottanta, il corpo avvolto in una tuta nera come la notte, una maschera blu che gli adornava il volto.
Lelouch compì un passo in avanti, battendo ambe le mani in un rapido rintocco
<< Allora, spero che abbiate apprezzato questa piccola gita>>
Oigi trasalì leggermente, al sentire la voce robotica del britanno( non che loro fossero in grado di riconoscere la sua vera etnia, sia chiaro)
<< Che cosa?>>domandò, in tono confuso.
La creatura annuì lentamente
<< Volevo rendervi consapevoli della situazione>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Gli insediamenti…e il ghetto>>terminò.
Il giapponese annuì in assenso
<< Non c’è dubbio che tra noi e i Britanni vi sia un abisso. Ed è un abisso disperato. Ecco perché combattiamo! In qualità di residenti…>>
<< Ti sbagli>>ribattè l’altro, in tono freddo
<< Il terrorismo non è altro che un dispetto infantile>>continuò.
Tamaki non potè fare a meno di chiudere il volto in un espressione visibilmente irritata
<< Un momento,questo tizio ci sta dando dei mocciosi ?!>>
Anche il resto del gruppo pareva della stessa idea. L’uomo, tuttavia, sembrò non prestar loro la minima attenzione e riprese  a parlare
<< Mi dispiace, avete buone intenzioni, ma non avete riflettuto. Come può il Giappone salvarsi…se non gli viene permesso di…di evolvere>>
indicò la tv ancora accesa
<< Da questi…burattini>>sussurrò.
Volse la propria attenzione nei confronti della squadra
<< Esiste una sola via per la pace. L’estinzione di Britannia !>>

Il silenzio calò inesorabile, nelle profondità del tempio.
Kallen trasalì leggermente
<< L’estinzione di Britannia? E tu credi davvero di poter riuscire la dove uomini più grandi di te hanno fallito?>>domandò incredula.
La figura si strinse nelle ,prima di cominciare a camminare in tondo
<< Tutti creano le cose che temono. Gli uomini di pace creano le macchine di guerra. Gli invasori creano i terroristi. Le persone creano….piccole persone, ehm…bambini! Ah, mi sfuggiva la parola !>>
Ridacchiò divertito, per poi prendere un respiro profondo
<< Bambini…creati per eliminarli. Per favorire…la fine>>terminò.
La donna inarcò un sopracciglio
<< Questo che significa?>>
<< Tutto a suo tempo, mia cara. Piuttosto, devo dire che la tua presenza mi intriga>>commentò l’uomo, compiendo un passo nella sua direzione
<< Perché mai una donna di Britannia …sceglierebbe di andare contro il suo stesso popolo ?>>domandò, visibilmente incuriosito.
In un primo momento, la giovane sembrò esitare, per poi ricomporsi quasi subito
<< Perché io mi sento giapponese. Anche se metà del mio sangue è britanno>>mormorò.
La figura sembrò prendere in considerazione le sue parole ,prima di scuotere la testa un paio di volto
<< No,c’è qualcos’altro. Credo che abbia a che fare con la tua famiglia, ma non so cosa>>
Al sentire tali parole, Oigi compì un passo in avanti
<< Adesso basta…>>
<< Oigi,fermo !>>
La voce dell’amica richiamò la sua attenzione
<< Ma, Kallen…>>
<< No>>
Questa volta, l’interruzione arrivò direttamente dall’uomo mascherato
<< Ti prego>>>continuò lui, lo sguardo puntato nei confronti della rossa.
Questa annuì comprensiva, prima di prendere un respiro profondo
<< Io e mio fratello stavamo nascondendo un gruppo della Yamato alleancy, nella nostra vecchia casa, situata ai confini del ghetto. Eravamo riuniti tutti a cena. La prima granata colpisce il piano sotto di noi. Si crea una…voragine nel pavimento, uccidendo i nostri amici>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< L’intero palazzo comincia a crollare. Mio fratello mi afferra…e rotola sotto il letto>>
In quel preciso istante Lelouch capì che c'era qualcosa che non andava.
Il tono di voce della ragazza, ora ,era più simile a quello di un pianto . Cercò di metterle una mano sulla spalla ma lei non si fermò e continuò a parlare
<< Poi…entrano gli uomini di Clovis. Lui mi dice di stare zitta e io lo ascolto>>
Sentì i singhiozzi ,la disperazione ,il dolore delle sue parole. Tutte quelle emozioni gli attraversarono il corpo con un unica grande scarica
<< Esce dalla porta sul retro ,mentre io rimango nascosta. Sento degli spari e poi…più niente>>
La ragazza si voltò e il britanno potè finalmente vederla bene per la prima volta ,da quando aveva iniziato quel racconto. Aveva gli occhi pieni di lacrime. Era una visione straziante.
<< Non l’ho mai più rivisto>>sussurrò.

Rimase in silenzio, a contemplare le parole del pilota.
Dopo circa un minuto buono, alzò la testa ,fissando il gruppo con una tale intensità che alcuni di loro si voltarono, per paura di rimanere ustionati da quello sguardo
<< Mi chiedevo come foste sopravvissuti fino ad ora>>
scosse la testa un paio di volte
<< Adesso non più. Avremo giustizia>>
Volse la propria attenzione nei confronti di Oigi
<< Da soli possiamo colpirli. Ma insieme…>>
compì un passo in avnti, posando delicatamente la mano destra sul volto della donna
<< Li tortureremo…dall’interno>>sussurrò.
La giovane inarcò un sopracciglio
<< è per questo che sei venuto? Per eliminare Britannia>>
<< Sono venuto per salvare il mondo>>ribattè lui.
Cominciò a incamminarsi in direzione dell’uscita, prima di stringersi nelle spalle
<< Ma sì…anche quello>> 

Com'era? spero bello!
Approfitto di questo chappy per ringraziare il mio lettore più accanito,KingKurama,davvero ,è grazie a te se continuo questa fic.
Nel prossimo capitolo,avremo il slavtaggio di Suzaku che,tuttavia,sarà assai diverso da quello della serie. Molti avranno notato che il personaggio di Sayoko è un po' OOC ma questo perchè il rapporto tra lei e Lelouch è molto più confidenziale,un po' simile a quello tra Pepper e Tony Stark,considerando il fatto che si conoscono da molto più tempo. Inoltre,vedimao un altro dei poteri di Lelouch,ovvero,una memoria fotografica e la capacità di rappresentare sulla tela qualsiasi immagine in pochissimo tempo,un pò' come aveva fatto il robot di IO ROBOT.

Mi raccomando,recensite in molti,per cui...a presto!

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Capitolo 5
*** Il mio nome...è Zero ***


nota: ha volte mi riferisco a Lelouch con il termine creatura,in quanto lui è un ibrido tra macchina e uomo.

Il mio nome...è Zero

La Mustang di Villetta Nu infilò rombando la rampa d’ingresso del Nuovo Lincon Memorial, lungo la via diretta verso il centro di Tokyo.
In assequio alle leggi dell’economia,il bureau aveva preso in affitto la sede del reverendo Alastair.
La forza di pronto intervento aspettava a bordo di tre veicoli: in testa un ammaccato furgone con targa civile e , dietro, due furgoni neri della swat carichi di uomini e con i motori al minimo del grande garage buio.
Villetta tirò fuori dalla macchina la sacca con l’equipaggiamento e corse al furgone di testa, un veicolo bianco con la scritta PURISTI incollata sulle fiancate.
Quattro uomini la guardarono arrivare attraverso gli sportelli posteriori aperti. Villetta era snella, nella tuta di tela blu a maniche corte, e si muoveva svelta sotto il peso dell’equipaggiamento, con i capelli d’argento che rilucevano alla spettrale luce fluorescente.
<< Donne,sempre in ritardo>> commentò un agente.
Il responsabile dell’operazione era l’agente speciale Kwell Sorsei
<< Non è in ritardo. Non l’ho avvertita finchè non ci hanno dato il via>> disse
<< Deve aver portato il culo fin qui dal confine della città. Ehi Villaetta, passami la sacca>>
Lei battè il palmo della mano contro quello di Sorsei
<< Salve Kwell>>
L’uomo mormorò qualcosa al trasandato agente chino sul volante e, prima ancora che gli sportelli si chiudessero, il furgone partì per emergere nella gradevole sera autunnale.

Villetta Nu, veterana delle operazioni di sorveglianza in area 7, si abbassò per passare sotto l’oculare del periscopio e andò a sedersi il più vicino possibile al blocco di settanta chili di ghiaccio secco che ,quando restavano di guardia con il motore spento, serviva da condizionatore d’aria.
Il vecchio furgone aveva quell’odore carcerario di paura e sudore impossibile da togliere.
Nella sua lunga esistenza aveva cambiato molte scritte. Quelle sporche e sbiadite che ora portava sulle fiancate avevano trenta minuti di vita. I fori di proiettile riempiti di mastice erano più vecchi. I finestrini posteriori appositamente oscurati, funzionavano come specchi attraverso i quali si vedeva solo l’interno.
Villetta poteva osservare i grossi furgoni neri della swat che li seguivano. Sperava di non dover essere costretta a stare ore chiusa la dentro.
Tutte le volte che girava la faccia verso i finestrini, gli agenti maschi la squadravano.
L’egente speciale Villetta Nu, trentadue anni, con la pelle scura al pari di una regina d’africa, dimostrava la sua età ,e riusciva ad apparire attraente anche nella tuta di tela blu. Kwell, capelli arancioni e con il fisico di un atleta, recuperò il blocco di carta dal sedile anteriore.
<< Come mai piombiamo sempre in mezzo a queste cavolate, Nu?>> le domandò, sorridendo
<< Perché Jeremiah continua a chiedere di noi>> rispose lei
<< Fare da shaperò per un esecuzione. Che spreco del nostro tempo>>
<< Come se avessimo di meglio da fare>>
e poi, doveva ancora redimersi dall’umiliazione subita il giorno prima.
Era stata trovata in uno dei vecchi edifici presenti nel ghetto di Shinjuku, vestita in una camicia di forza e completamente priva di sensi, così come del proprio nightmare.
Evidentemente, era stata sorpresa da qualcuno dei terroristi eleven, probabilmente una donna, considerando che le avevano rubato l’uniforme.
Chiunque fosse stato, almeno, aveva avuto la decenza di rivestirla, pensò.

Il furgone si fermò e loro uscirono. Jeremiah Gottwald li aspettava all’esterno, accompagnato da un totale di quattro Shatterland
<< Siamo tutti pronti ?>>domandò, con fare imperioso.
Villetta annuì rapidamente
<< Sissignore>>
<< Bene, non voglio che niente e nessuno rovini il processo di stasera>>

                                                                                                                          * * *

Kallen afferrò il telecomando e accese il televisore, le parole che quell’uomo mascherato aveva pronunciato loro il giorno prima, ancora ben impresse nella propria mente.

Flashback

<< Sei pazzo?!>>
<< Sono certo che qualcuno lo dirà>>ridacchiò l’altro ,il tono di voce ornato da una lieve punta di divertimento.
Kallen fissò l’uomo con fare incredulo
<< Hai davvero intenzione di liberare Suzaku Kururugi ?>>
<< Sì,se questo vi motiverà ad aver fiducia nelle mie capacità>>dichiarò.
La donna inarcò un sopracciglio e il giovane prese un respiro profondo
<< La scelta di Suzaku Kururugi non è casuale. Attraverso un simile processo, i puristi riceveranno il via libera dall’imperatore stesso per abolire il sistema dei britanni onorari>>
<< Ci vorrebbe un miracolo per compiere una simile impresa>>commentò Ouigi, alle spalle della creatura.
Lelouch volse la propria attenzione nei confronti del capobanda
<< Un miracolo è una cosa che sembra impossibile, ma che avviene ugualmente. Non è solo un’idea. È un simbolo, così come lo è l’atto di compierlo, sono gli uomini a dare potere ai simboli. Da solo un simbolo è privo di significato. Ma con un bel numero di persone alle spalle anche un singolo miracolo…può cambiare il mondo>>
Per qualche strana ragione, la rossa si sentì subito rapita dall’ardore con cui l’uomo mascherato aveva pronunciato tali parole.
Abbassò la testa, emettendo un sospiro di rammaricò
<< Vorrei tanto che fosse possibile, tuttavia…ogni volta che ho visto cambiare questo mondo… è stato in peggio>>mormorò.
Il giovane britanno rimase fermo e immobile, inclinando leggermente il capo
<< Perché vuoi farlo?>>domandò Ouigi.
Lelouch compì un paio di passi in direzione dell’uscita
<< Perché una notte, qualcuno molto vicino a me, disse qualcosa che cambiò la mia vita per sempre>>
La donna inarcò un sopracciglio
<< Che cosa?>>
<< Questo paese ha bisogno di qualcosa di più di un governo>>continuò l’altro
<<  Ha bisogno di speranza>>

Fine flashback


Emise un sospiro, volgendo la propria attenzione nei confronti di Ouigi
<< Pensi che funzionerà?>>domandò, visibilmente scettica.
L’uomo rimase fermo e immobile, lo sguardo rivolto nei confronti del notiziario.

                                                                                                                        * * *

Il convoglio procedeva a una velocità di appena una decina di km orari, accompagnato dalle figure di quattro nightmare frame, uno per ogni lato del carro.
Al di sopra di esso, legato e sostenuto da un paio di guardie, vi era Suzaku Kururugi, un callora pulsante che ne adornava l’incavo del collo.
Centinaia di persone osservavano la scena, gli occhi puntati in direzione del prigioniero.
A filmare il tutto vi erano gli operatori di Diethard Dier,noto cronista dell’impero britannico, il volto chiuso in un espressione visibilmente annoiata, all’interno della sala di registrazione posta lungo il perimetro del percorso stabilito.
L’intera via era stata riccamente contrassegnata come zona chiusa a qualsiasi veicolo non autorizzato, attraverso l’uso di vari cartelli e segnali stradali. Il giornalista strinse gli occhi, emettendo un sospiro di rammarico. Lontani, ormai, erano gli anni d’oro della sua carriera ,dove l’emozione derivata da un servizio era sempre stata sufficiente a garantirgli una ricompensa più che profiqua, ben al di sopra del futile denaro.
Tutto questo…non era altro che una frasa. Una macchinazione diabolica dedita a corrompere le menti dei cittadini.
Erano passate appena 24 ore dalla morte del vicerè Clovis e poi,poco dopo le prime indagini, udite udite il miracolo!
Il colpevole viene ritrovato tra i britanni onorari, il figlio dell’ex primo ministro del Giappone  ,per giunta! Disgustoso, pensò.

In quel preciso istante, qualcosa attirò l’attenzione dei presenti. Un rombo di motori proveniente dall’estremità opposta del percorso.
La radio di Jeremiah, posta all’interno della faretra ascellare, emise un sonoro bip. Il marvagio non perse tempo e afferrò il comunicatore
<< Comandante Jeremiah>>
<< Cosa succede?>>
<< Ci sono quattro vetture che stanno entrando nella via principale dalla terza strada. Ho seguito gli ordini e ho cercato di fare un controllo ma non si sono fermate>>continuò la voce.
Il purista inarcò un sopracciglio
<< Pensi che possa aver a che fare con i terroristi?>>
l’uomo dall’altro capo della linea sembrò esitare un momento<< In realtà…le auto sono guidate dal mezzo di sua altezza Clovis>>
Al sentire tali parole, il vicerè dilatò le pupille
<< Ma che razza  di scherzo è questo? Non importa, lasciale passare senza problemi>>
Volse la propria attenzione nei confronti dei sottoposti
<< Fermate l’intera colonna !>>ordinò.
I soldati fecero come gli era stato detto.
L’azione suscitò la sorpresa della maggior parte dei partecipanti, manifestandosi sotto forma di una serie di sussurri. Dall’oscurità della notte, scaturirono le forme di quattro veicoli, uno dei quali pareva una perfetta riproduzione dell’auto utilizzata dall’ex principe Clovis La Britannia.
Gli altri tre ,invece, non erano altro che piccoli furgoncini, ciascuno dei quali, così come la macchina, presentava una cassa di metallo posta al di sopra della parte posteriore del mezzo.
<< Andate a controllare>>continuò Jeremiah. I privati fecero come gli era stato detto.
Armati di torce e pistole semiautomatiche, camminarono in direzione dei nuovi arrivati e questi, di conseguenza, interruppero il loro cammino, fermandosi a meta strada. Gli uomini esitarono un momento ma ripresero subito la loro compostezza.
Un giovane maschio fu il primo a farsi avanti
<< Ok,ragazzi,lo scherzo è finito…>>
si fermò di colpo, non appena la luce delle torce illuminò gli interni del veicolo. Afferrò il comunicatore
<< Signore…è vuoto>>
<< Cosa?>>
La sorpresa del purista sembrava quasi palpabile.
<< Anche questa qui>>li informò una guardia.
<< Sono tutte vuote, signore!>>continuò un altro.
L’uomo fuoriuscì dal nightmare, dirigendosi in fretta e furia verso il gruppo di convogli.
Fissò i posti di guida, con fare incredulo
<< Volete seriamente dirmi…che si sono guidate fin qui da sole?>>domandò, in tono freddo.
Il privato fece per rispondere ,quando un sibilo acuto attirò l’attenzione di entrambi.
Alzarono lo sguardo, in direzione dei container. Jeremiah strinse gli occhi
<< Ma che diavolo…>>
In quel preciso istante, le casse si aprirono, in una rapido scatto delle loro pareti, rivelando il loro contenuto: quattro oggetti di forma sferica, ciascuno dei quali presentanti una serie di borchie squadrate lungo la superficie.
Sulla cima del carro, Susaku non potè fare a meno di emettere un urlo di avvertimento, che venne, tuttavia, soppresso dal collare elettrico. Il marvagio compì un passo all’indietro
<< Oh no>>
E poi, i contenitori esplosero.
Una coltre di gas,iniziò a fuoriuscire dalle vetture. Arrivò dall’ingresso del parcheggio su Jefferso Road e anche così vicina non appariva diversa da una nebbia normale. Era bianca e luminosa, ma brillante. Si muoveva in fretta e aveva bloccato gran parte della luce dei lampioni. Dove prima vi erano gli oggetti ora cerano monetine d’argento nel cielo, così come una luna piena d’inverno, vista attraverso un sottile velo di seta. Veniva veloce ma pigra.
Avanzava imparziale sulle due corsie della strada asfaltata ,cancellandole dalla vista. I nightmare furono inghiottiti in un colpo.
Per un momento, il secondo piano dell’edificio accanto emerse da quel bianco, e poi scomparve anche lui. Il cartello TENERE LA DESTRA ,all’ingresso e all’uscita del parcheggio, scomparve, le lettere nere sul segnale parvero galleggiare per un momento nel limbo ,dopo che lo sfondo biancosporco fu sparito.
Poi presero a scomparire le persone
<< Tappatevi la bocca!>>urlò Gottwald, attirando l’attenzione dei soldati.
Accadde così in fretta. Il cielo blu scuro scomparve diventando prima un‘ ampia fascia, poi una striscia, poi una riga di penna, poi niente del tutto. Il bianco premeva contro il vetro dei finestrini. I civili arrivavano a vedere fino al bidone dei rifiuti che si trovava a un metro di distanza dal convoglio. Jeremiah poteva vedere i paraurti anteriori dei frame, ma non di più.
Poi,qualcosa attirò la sua attenzione. Era ancora vivo,pensò.
Prese una rapida boccata d’aria
<< Non è gas tossico>>sussurrò .
E allora capì.
Volse lo sguardo in direzione di un sottoposto
<< Dov’è il prigioniero?!>>domandò, con fare agitato.
Kwell non perse tempo e puntò la torcia nei confronti del carro. Sebbene la visibilità fosse piuttosto ridotta,dopo appena un paio di minuti,la nebbia cominciò a svanire rivelando la cima del convoglio.
Niente. Era completamente vuota.
L’uomo strinse i denti e sbattè ambe le mani contro il legno del mezzo, in un impeto d’ira
<< Maledizione!>>

                                                                                                            * * *

In tutto il mondo, le televisioni, così come gli enormi schermi che affacciavano lungo i vari edifici pubblicitari disposti nei centri città, iniziarono a vibrare.
Le varie effige che costituivano programmi, film e serie tv, cominciarono a lasciare il posto a un’immagine distorta e priva di alcuna forma, per poi rivelare la figura responsabile di quella notte scellerata.
Un uomo mascherato, comodamente seduto di fronte a una scrivania in stile ottocentesco, fissava l’obbiettivo della videocamera, un casco nero e lucente che ne adornava il volto.

All’interno della capitale dell’impero britannico, Pendragon , Charles Li Britannia, osservò il tutto con fare impassibile, accompagnato dalla presenza di un giovane bambino dalla lunga capigliatura dorata.

L’uomo prese un respiro profondo
<< Buona sera, Tokyo. Il mio nome…è Zero. Prima di tutto, vi prego di scusarmi per questa interruzione: come molti di voi, io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione; ne godo quanto chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 5 Ottobre, un giorno, ahimè, sprofondato nell'oblio, sottraendo un po' di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere. Alcuni vorranno toglierci la parola, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. >>

                                                                                                                  * * *

All’interno della stazione televisiva di Tokyo,il personale era in fermento
<< Interrompete la trasmissione !>> ordinò qualcuno
<< No!>>
Al sentire tali parole, la figura volse la propria attenzione nei confronti di Diethard
<< Ma,signore…>>
<< Voglio sentire cos’ha da dire>> ribattè l’altro, in tono freddo.

                                                                                                            * * *

<< Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere e sottomettervi. Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole... non c'è che da guardarsi allo specchio>> fece una pausa per riprendere fiato<<  Io so perché l'avete fatto: so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie: c'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, e il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale imperatore: Charles Li Britannia. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso obbediente consenso.  Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera io ho ucciso il principe Clovis La Britannia, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. La capacità di reagire>>

La rivelazione fu accolta con una serie di grida e sussulti. Quest’uomo, chiunque egli fosse, aveva appena rivendicato l’omicidio del secolo! Jeremiah fissò lo schermo, il volto chiuso in un espressione di pura collera.

<<  Sette anni fa, un grande cittadino giapponese, Kyoshiro Todo, ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 Ottobre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato questo giorno>>
 Il tutto venne accolto da un profondo silenzio. Ogni persona del mondo, che fossero uomini, donne o bambini, trattenne il fiato, aspettando le prossime parole dell’uomo che aveva appena dichiarato guerra aperta all’impero più potente del mondo.
Dopo appena un minuto buono, la figura mascherata prese un respiro profondo
<< Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco. A un anno da questa notte, io farò cadere l’impero di Britannia, e insieme offriremo loro un 5 Ottobre che non verrà MAI- PIù –DIMENTICATO.>>
e fu lì, che la trasmissione si interruppe .
Quando la nebbia si levò, dalle strade della città di Tokyo, sia Suzaku Kururgi che una delle quattro macchine comparse durante la parata, erano scomparsi.
All’interno del ghetto di Shinjuku, Kallen Kozuki, così come ogni membro della squadra di combattenti, poteva pensare a una sola e semplice parola
<< Wow>>

                                                                                                                    * * *

In un vecchio edificio abbandonato ,posto nella periferia del ghetto di Shinjuku, Lelouch VI Britannia aveva appena finito di rimuovere il collare dall’incavo britanno onorario. Suzaku emise un leggero sussulto, per poi compiere un passo all’indietro
<< Chi sei?>>domandò ,in tono freddo.
Zero inclinò leggermente la testa
<< Chi ? Chi è solo il pronome conseguente alla funzione. Ma ciò che sono…è un uomo in maschera>>
<< Sì, questo lo vedo>>borbottò l’altro.
Il giovane si strinse nelle spalle
<< Certo,non metto in dubbio le tue capacità di osservazione, sto solo sottolineando il paradosso dal chiedere a un uomo mascherato chi egli sia>>commentò.
Suo malgrado, Suzaku si ritrovò costretto a emettere una piccola risata.
Volse la propria attenzione nei confronti della figura
<< Sei tu, non è vero? Colui che ha ucciso il principe Clovis>>
La creatura annuì in assenso
<< Ho dovuto farlo>>
<< Perché?>>
<< Avevo anche un’altra opzione. Tuttavia…nella vita bisogna fare scelte difficili>>continuò l’uomo, ignorando la domanda dell’eleven.
<< Ora >>
si voltò, per affrontare l'adolescente
<< Cosa fare con te?>>
Suzaku, che aveva appena finito di togliersi le manette ,fissò il giovane con diffidenza.
Lelouch ridacchiò, visibilmente divertito
<< Suvvia, non c'è bisogno di essere così cauti. Non sono andato attraverso tutte queste difficoltà solo per ucciderti. Una simile azione non porterebbe altro che al disastro>>
<< Cosa intendi?>> domandò l’altro, con fare incuriosito.
Zero volse lo sguardo in direzione dell’orientale
<< Cosa pensi che accadrebbe se il popolo giapponese, dopo essere andato a letto sorridente in questa notte di intrighi, si svegliasse il giorno dopo…solo per scoprire che il loro amato commilitone era stato ucciso mentre dormivano? Avrebbero subito supposto che i Britanni fossero responsabili di un simile accaduto. Un'esecuzione nonostante la mia testimonianza . Una cosa del genere sarebbe subito diventata causa di disordini. E questo sarebbe un male per le persone di tutti i paesi conquistati da Britannia. >>
Kururugi strinse i denti
<< E per quanto riguarda il tuo piccolo show? Le conseguenze potrebbero essere le stesse>>
<< Forse, ma improbabile>> rispose l’altro, il tono di voce ornato da una lieve punta d’indifferenza
<< L'unica cosa che il popolo di Britannia ama più del dramma è la guerra. Saranno troppo occupati a confermare la verità delle mie parole. E ciò mi darà il tempo sufficiente per prepararmi>>
<< Prepararti per cosa?>>domandò il giovane,con fare sospetto.
L’uomo si strinse nelle spalle
<< Per aiutare le persone, è ovvio. Il Refrain è dilagante. La povertà ? una costante della vita. Ho guardato dritto negli occhi della società attuale, Suzaku Kururugi, e sai cosa ho visto? La sofferenza. Deve finire. E finchè ci sarà aria nel mio petto, allora io… farò quello che posso per contribuire a migliorare la vita delle persone intorno a me >>
<< Anche se questo significa che alcuni soffriranno ?!>>gridò l’altro, visibilmente irato.
Sotto la maschera, Lelouch non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio.
<< Soffrire?>>scosse la testa un paio di volte
<< Credo che  tu non abbia chiara la situazione. Le uniche persone a 'soffrire',come dici tu, sarebbero  quelli al potere. I deboli dovrebbero sostenere il forte e il forte dovrebbe proteggere i deboli. Questa è la vera via per la pace. Ciò che abbiamo ora è un sistema dove coloro che hanno il potere sono autorizzati ad opprimere quelli che ne sono privi >>
<< Così il terrorismo è la vostra risposta?!>>continuò il giovane, il volto chiuso in un espressione di pura collera.
L’uomo mascherato inclinò leggermente la testa
<<  Terrorismo? Pensi che io sia solo un altro combattente che lotta per la libertà dei giapponesi?>>
il tutto fu seguito da una risata divertita.
<< No, io non sono un terrorista. Io sono un rivoluzionario. C'è una grande differenza. Non giudico le persone a causa del proprio paese. Il mio conflitto è indirizzato non contro coloro che ne fanno parte ma verso lo stile di vita che lo affligge>>
<< Servirà solo a portare guai ! Perché non riesci a vedere che quello che stai facendo non causerà  altro che dolore ?!>>
<< Dolore,dici?>>
 scosse lentamente la testa
<<  I Sacrifici sono le fondamenta dell’agire umano. Nessuna occupazione  è mai stata risolta attraverso la resistenza passiva. Ci vuole il fuoco per combattere il fuoco. Se non si è disposti a perdere, non si può sperare di vincere. Ci vuole l'azione >>
<< Io non credo >> dichiarò Suzaku
<< So che le cose possono essere risolate in modo pacifico>>
<< Ah sì? E come  proponi di  farlo? Quale metodo useresti?>>domandò l’altro, visibilmente incuriosito.
L’eleven prese un respiro profondo
< Cambiando le cose dall'interno del sistema>> proclamò
<< La gente deve rendersi conto che le cose potrebbero andare meglio se decidessimo di collaborare con i britanni ,anziché combatterli. Se smettiamo di causare così tanti problemi sono convinto che riusciremo a farci accettare. Dopo di chè …saremo in grado di ricostruire le nostre vite!>>terminò.

Il giovane rimase in silenzio, a contemplare le parole del giapponese. 
Dopo che quel breve lasso di tempo giunse al suo temine ,parlò lentamente, come se stesse cercando di avvolgere la propria mente attorno a quel discorso.
<< Così …il vostro piano per cambiare le cose è quello di cedere agli oppressori e sperare che abbiano pietà di te?>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Sei un idiota>>

Com'era? Spero bello! Come al solito,commenti e recensioni sono molto graditi,soprattutto perchè ne ho ricevuti assai pochi per questa storia. Così,scopriamo un altro potere di Lelouch,ovvero quello di comandare le macchine a distanza,sempre attraverso contatto,prima,come la TX di Terminator 3.
Vi chiederete,che fine ha fatto la scena di Orange? Tranquilli,non ho lasciato niente al caso.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto,per cui...a presto!

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Capitolo 6
*** L'arrivo di Cornelia ***


L'arrivo di Cornelia

Pure point, centro di Tokyo,era l’ufficio dei purosangue dell’area 11.
Quel giorno,vi si riunivano alcuni funzionari della Drug Enforcer Administration, del Bureau of Alcohol, Tobacco e dei purosangue stessi.
Dovevano discutere il destino del misterioso personaggio noto come Zero.
Gottwald era in piedi,solo,nell’ufficio principale. Sentiva il sangue pulsare sotto l’uniforme.
Le voci maschili e femminili dei suoi subordinati gli arrivavano attenuate dalla porta a vetri smerigliati che separava la stanza dalla sala riunioni adiacente.
Sul vetro,era artisticamente riprodotto in foglia d’oro il grande stemma dei purosangue con il motto<< fedeltà, coraggio, integrità>>.
Le voci al di la del simbolo si alzavano e si abbassavano, accolorate.  Quando nessun’altra parola era chiara, Gottwald riusciva ugualmente a sentire il proprio nome.
L’ufficio godeva di una bella vista sul porticciolo per yacht di Tokyo,dov’erano stati impiccati molti membri della resistenza eleven.
Dalla stanza vicino arrivò un rumore di sedie spinte indietro e di persone che si alzavano.
Entrarono in fila nell’ufficio dove si trovava Jeremiah,che riconobbe il 90% delle facce, tra cui Kwell e Villetta.
Dapprima, quasi tutti non lo guardarono, poi, d’un tratto, cominciarono a fissarlo, come quando un branco di animali presta all’improvviso attenzione all’unico di loro che non è in grado di procedere.
In quel preciso istante,l’unico schermo presente nella sala,iniziò ad accendersi.
Le sette persone rimasero in piedi,e le loro sagome si stagliarono nere contro la vetrata inondata di luce.
Ora Gottwald non riusciva a vederne le facce, ma in basso ,sotto il bagliore, ne distingueva le gambe e i piedi. Cinque di loro calzavano i mocassini con le nappine e dalla suola spessa ,tanto amati dai membri di Britannia.
Poi,davanti al gruppo, si stagliò il volto di Charles Li Britannia, novantottesimo imperatore del sacro impero di Britannia, con il suo collo corto e le orecchie rotonde attaccate in alto sulla testa ,come quelle di una iena, e il volto squadrato chiuso in un espressione priva di alcun emozione
<< Signori, avete avuto 12 ore,spero per voi che abbiate già dei risultati. Signor Gottwald?>>
L’uomo annuì di rimando e prese un respiro profondo
<< La zona di Baley è in quarantena, tutti i testimoni più attendibili sono stati fermati>>
<< Bene. Signor Kwell?>>
Il sottoposto estrasse un paio di fogli dal cassetto della propria scrivania ,per poi cominciare a leggerne il contenuto
<< è stato rinvenuto un dispositivo di registrazione collegato al sistema d’emergenza. Abbiamo raddoppiato le retate e monitorato molti telefoni già sotto controllo…c’è un’alta percentuale di conversazioni riguardanti l’evento di ieri sera>>
<< Che stiamo facendo a riguardo?>>domandò l’altro, il tono di voce freddo e inespressivo.
Sorsei, a mala pena, represse un brivido
<< Le telecamere della sorveglianza hanno registrato svariate immagini del terrorista, anche se l’uso della maschera rende praticamente impossibile il riconoscimento della retina>>
L’imperatore annuì compiaciuto, prima di volgere la propria attenzione nei confronti di Jeremiah
<< C’è altro?>>
<< Abbiamo analizzato i contenitori e i veicoli utilizzati nell’attentato, purtroppo sembra che, nonostante fossero molto sofisticati ,questi dispositivi…siano stati fabbricati in casa, con prodotti chimici comuni, cosa che rende molto difficile il riconoscimento>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Chiunque sia ,vostra maestà…è molto in gamba>>continuò.
L’uomo emise uno sbuffo di rimando
<< Ci risparmi le sue valutazioni professionali, sono irrilevanti !>>
Al sentire tali parole, Gottwald non potè fare a meno di trasalire leggermente
<< Chiedo scusa, vostra altezza>>mormorò.
Charles incrociò ambe le mani, puntando lo sguardo in direzione del monitor
<< Signori, attenzione, questo è un test! Un grosso rischio,per la nostra fede. Fallire vuol dire insinuare il dubbio in tutto quello in cui crediamo ,in tutto quello per il quale ci siamo battuti. Il dubbio permetterà a questo paese di precipitare nuovamente nel chaos e io non permetterò che ciò si ripeta! Voglio che questo terrorista venga trovato e voglio che capisca profondamente il vero significato della parola terrore>>
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Manderò mia figlia Cornelia per assumere il ruolo di vicerè dell’area 11. Hal heil Britannia>>
<< Hal heil Britannia!>>ripeterono gli altri.
E fu lì ,che la telecomunicazione s’interruppe.

                                                                                                                        * * *

Come tutti gli spazzini, i corvi e i loro simili se la passavano bene in tempo di guerra.
Non tutti avevano potuto beneficiare di un’adeguata sepoltura, e men che meno gli animali domestici, che erano stati abbandonati al loro destino quando i padroni erano stati assassinati dai soldati di Britannia.
In più, c’erano quelli selvatici che morivano per cause naturali, e le loro carcasse non potevano più essere portate via dai guardiani dei parchi o dagli altri incaricati, a cui interessava solo sopravvivere.
Quel corvo non aveva alcun motivo per evitare l’enorme parete a cui si stava avvicinando.
Seppur innaturalmente spoglia e funzionale, non differiva poi molto dalle rovine urbane che aveva ereditato coi suoi simili.
Quando le torrette iniziarono a ronzare e a cambiare la loro posizione, il volatile  spostò semplicemente un’ala e virò a sinistra. Registrando la presenza di una creatura organica nella zona proibita, le torrette automatiche non facevano distinzione tra un piccolo uccello e un membro della specie umana.
Programmate per distruggere qualsiasi creatura basata sul carbonio, non autorizzata, che si avvicinasse alla zona, designata come l’entrata secondaria della zero base, risposero all’intrusione con la tipica reazione da macchina.
La calma relativa dell’aria della sera fu spezzata dal rumore del torrente di proiettili incrociati che si riversarono sull’intruso, cancellandolo dalla faccia della terra.
Quando si zittì, qualche secondo più tardi, del corvo non c’era più traccia.
Neanche una piuma raggiunse il terreno brullo al di fuori del muro.
La figura mascherata emerse dalla periferia del ghetto, seguita da un totale di cinque individui.
Le torrette rimasero puntate su di lui per diversi secondi. Poi tornarono alla loro posizione iniziale, in attesa di registrare qualche presenza non autorizzata.
Superato il magazzino, entrarono all’interno di un ascensore .
Quando le porte si chiusero, calò un imbarazzante silenzio, prima che questi venisse interrotto dalle successive parole di Tamaki
<< E va bene, ci stiamo. Perché qui c’è qualche casino tipo rivoluzione francese…e noi ci andiamo a nozze. Ma prima che cominci a teletrasportarci, ci sono un paio di flash che ti devi fare. Numero uno,tu hai scelto noi. Quindi ci riconosci delle capacità. E non vogliamo sentirci chiamare ne figlioli ne ragazzoni o roba del genere, chiaro?>>
Nonostante le espressione di puro shock che andarono a crearsi lungo il volto dei subalterni, l’uomo mascherato si strinse nelle spalle
<< Chiaro, come vuoi tu Junior, ma devo dirti una cosa riguardo alle tue cosiddette “capacità”>>
In quel preciso istante, si udì un sonoro bip e i cardini del mezzo cominciarono ad aprirsi
<< Al momento, equivalgono precisamente…a una caccola>>
Non appena misero piede al di fuori dell’ascensore, iniziarono a udire una sinfonia di suoni.
Ronzii, borbottii, rumori metallici, ticchettii, come se fossero finiti in una fabbrica.
E allora li videro. Centinaia e centinaia di figure umanoidi camminavano lentamente per i corrodi di una struttura grane quanto il centro di Tokyo stesso, quasi come fosse una base futuristica descritta in un libro di fantascienza .
Androidi alti circa un metro e ottanta, volsero lo sguardo in direzione dei nuovi arrivati, fermi e immobili, al fianco di un’apparente catena di montaggio.
Mentre gli intrusi umani li fissavano, un braccio robotico uscì dall’oscurità e selezionò uno dei teschi metallici. Spostandosi a sinistra, lo posizionò su un collo che si protendeva da uno scheletro artificiale in attesa.
Ohgi osservò il tutto con attenzione, creando una mappa mentale della base ,in particolare le possibili via di fuga.
Realizzate per permettere il passaggio a tutto ciò che andava dai nightmare a macchinari molto più grandi, le entrate dell’edificio,spesso non dotate di porte, permettevano di arrivare facilmente in ogni parte della struttura. Kallen non potè non restare affascinata da quello che quest’uomo era riuscito a creare. Aveva iniziato a costruire la propria versione del mondo. Era pulito, scintillante e perfettamente funzionale, con niente di umano a corromperlo.
Pochi secondi dopo, la figura di Zero riprese a parlare
<< Cominceremo subito. Questo è un inizio ma ci serve una cosa ,prima di poter cominciare il lavoro vero>>
Kallen puntò lo sguardo in direzione dei robot
<< Tutti questi sono…>>
<< Me>>
Al sentire tali parole, la rossa non potè fare a meno di dilatare le pupille
<< Io ho ciò che i britanni non avranno mai, armonia. Sono in contrasto, disuniti. Charles Li Britannia li ha istigati l’uno contro l’altro ,e quando cominceremo a dilaniare i loro successi…>>
<< Nessuno che li voglia uccidere>>mormorò Tamaki.
Zero volse la propria attenzione nei confronti del giapponese
<< Per renderli dei martiri? Occorre pazienza. Vedi il quadro completo>>
l’uomo fece per controbattere ma un’occhiataccia da parte di Ohgi lo zittì all’istante
<< Tuttavia…avrai la tua occasione>>continuò l’altro, osservando la reazione del gruppo.
Puntò lo sguardo in direzione di Kallen
<< Ora non so voi,ma io,sicuro come l’inferno,non ho combattuto contro l’impero più grande al mondo per dare ai britanni lezioni di umanità. I soldati britanni non hanno umanità. Sono i guerriglieri di un pazzo che odia i numbers e pratica l’omicidio di massa e devono essere eliminati. Ecco perché ogni figlio di puttana che indossi un uniforme britanna…dovrà morire>>sussurrò, il tono di voce freddo e distaccato.
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Saremo crudeli coi britanni>> continuò
<< E attraverso la nostra crudeltà sapranno chi siamo. Troveranno le prove della nostra crudeltà sui corpi dei loro fratelli smembrati ,dilaniati e sfigurati che ci lasceremo dietro. E allora i britanni non potranno fare a meno di immaginare…le sevizie che i loro fratelli avranno subito per nostra mano… e con la punta dei nostri coltelli…e col tacco dei nostri stivali. E i soldati britanni avranno paura di noi. E i soldati di Britanna parleranno di noi. E i soldati britanni avranno la nausea di noi. E la sera, quando i soldati di Britannia chiuderanno gli occhi…e il senso di colpa li torturerà per tutto il male che hanno fatto…pensare a noi li torturerà…ancora di più>>

Kallen non potè fare a  meno di fissare l’uomo in soggezione.
Volse la propria attenzione nei confronti degli androidi
<< Sono automatizzati ?>>domandò ,visibilmente incuriosita
<< Al contrario>>ridacchiò l’altro, sorprendendo la maggior parte del gruppo.
Puntò la mano destra in direzione del proprio volto
<< Ognuno di questi droni è collegato agli schemi celebrali della mia mente. Vanno dove voglio io,pensano ciò che penso io e fanno tutto ciò che ordino loro di fare, senza se e senza ma>>
<< Incredibile>>sussurrò Ohgi, visibilmente impressionato.
Puntò lo sguardo in direzione delle macchine
<< Quanti ce ne sono ?>>
L’uomo sembrò pensarci, prima di stringersi nelle spalle
<< Circa 12 000 esemplari sparsi per il globo, la maggior parte dei quali sono distribuiti qui in Giappone>>
Al sentire una simile dichiarazione, ogni giapponese, all’interno della stanza, dilatò le pupille. Quest’uomo, chiunque egli fosse, aveva a disposizione l’equivalente di un esercito, per l’amor di Dio!
In quel preciso istante, Lelouch attirò l’attenzione della banda
<< Venite,voglio mostrarvi qualcosa>>ordinò.
Cominciò a camminare in direzione di un grosso telaio posto all’interno di uno degli angar presenti nella base, seguito dagli eleven.
Afferrò il telo con ambe le mani, rivelandone il contenuto.
Il tutto fu seguito da una reazione di pura sorpresa da parte di ciascuno dei presenti.
Kallen compì un passo in avanti , fissando la macchina con fare incredulo
<< Questo è…>>
<< Tuo>>continuò l’uomo, ricevendo l’attenzione della donna.
Questa passò la testa da parte a parte della sala e dilatò le pupille
<< Io…non so cosa dire>>sussurrò.
L’ex principe di Britannia ridacchiò
<< A volte…>>
posò una mano sulla spalla della rossa
<< le parole non sono necessarie>>
Kallen non potè fare a meno di chiudere il volto in un sorriso genuino. Per la prima volta, dopo tanto tempo, avevano una possibilità di vittoria.

                                                                                                              * * *

Il quartiere cominciava a farsi degradato.
Un terzo degli edifici aveva porte e finestre sbarrate da tavole di legno,e lungo i marciapiedi c’erano file di macchine bruciate. Giovani uomini ciondolavano davanti ai bar e ai negozietti.
Alcuni bambini giocavano attorno a un materasso in fiamme.
Una bassa impala con a bordo quattro eleven s’infilò nello scarso traffico e proseguì lentamente dietro a un furgone.
Suzaku camminò lentamente tra le tombe degli eleven uccisi durante l’assedio del ghetto, per poi fermarsi ad appena una decina di passi dalla figura di una giovane ragazza dalla capigliatura rosa, indossante un berretto nero, così come i vestiti in stile borghese, il viso adornato da una coppia di occhi blu
<< Posso unirmi a voi ?>>domandò,dopo un paio di minuti.
La donna lo guardò sorpresa per un attimo, prima di chiudere il volto in un sorriso confortevole
<< Certo, nessun problema>>fu la sua risposta.
Il giapponese annuì in ringraziamento, prima d volgere la propria attenzione nei confronti del murale
<< Ormai il ghetto di Shinjuku…non esiste più. E pensare che la gente aveva appena iniziato a tornare>>sussurrò.
Si inginocchiò, porgendo i propri omaggi alle anime dei defunti, così com’era consuetudine circa sette anni prima
<< Era da tre anni che non venivo più qui. Sotto queste macerie giace la tomba di mio padre… eppure io non riesco a capacitarmene. Non ricordo neppure il suo viso>>mormorò.
Affianco a lui, la giovane gli posò delicatamente una mano sulla spalla destra
<< è dimenticando i ricordi che le persone riescono a vivere. Ma vi sono cose che non si devono assolutamente dimenticare>>
Al sentire tali parole, Suzaku non potè fare  a meno di dilatare le pupille
<< Non ci sono sue foto?>>domandò lei , visibilmente incuriosita.
L’adolescente si alzò di colpo, prima di scuotere la testa un paio di volte
<< No,non ne sono rimaste. Anche questa tomba è una decorazione…priva di spoglie>>
<< Ci si è disfatti di tutto, non è vero?>>continuò l’altra, il tono di voce ornato da una lieve punta di malinconia.
Un silenzio confortevole calò nella zona, prima di venire interrotto da un intervento dell’eleven
<<  Suzaku Kururugi>>si presentò il giovane, porgendo la mano nei confronti della donna.
Quest’ultima ridacchiò divertita
<< Sì ,so chi sei,ti ho visto in televisone>>
L’adolescente distolse lo sguardo, visibilmente imbarazzato
<< Ah,quello…>>
in quel preciso istante, una voce sconosciuta attirò l’attenzione di entrambi
<< Sapevo che non avevano usato i gas. Guarda, c’è l’impronta di un proiettile>>
Il duo alzò la testa, appena in tempo per vedere una coppia di adolescenti bazzicare attorno alle tombe poste al di sopra della collinetta.
A giudicare dalle loro uniformi, probabilmente ,facevano parte di una delle tante accademie presenti nella capitale
<< Su,dai,fammi una foto>>ridacchiò uno di loro ,mentre l’altro teneva in mano una fotocamera digitale
<< Se non altro, tutto questo servirà a ridurre la popolazione>>mormorò il compagno, prendendo a calci una canestra di fiori posta di fronte alla foto di un anziano
<< Come se questi bastardi meritassero un elogio funebre>>commentò.
Non ebbe neanche il tempo di voltarsi in direzione dell’amico, che un sonoro schiaffo lo colpì al livello del volto ,facendolo indietreggiare di alcuni passi.
Cominciò a sfregarsi la guancia con la mano destra, il volto chiuso in una smorfia di dolore
<< Ma che…>>
<< Non sono disposta ad affrontare altre azioni offensive di questo tipo>>
L’adolescente puntò lo sguardo in direzione della voce, per poi assumere uno sguardo visibilmente sorpreso, non appena i propri occhi entrarono in contatto con quelli di una giovane donna.
Dietro di lui, l’amico strinse i denti, compiendo un passo in direzione della ragazza
<< Maledetta…>>
si blocco di colpo quando la figura di Suzaku Kururgi si materializzò davanti a lui,il volto chiuso in un’espressione fredda
<< Non hai sentito la signorina ?>>domandò, con fare beffardo.
Si chinò, finchè non ebbe il volto dello studente al pari con il propri
o<< Lasciate>>sussurrò.
Entrambi i giovani annuirono rapidamente, prima di cominciare a correre lontano dalla coppia.
Euphimia si avvicinò , puntando lo sguardo in direzione del giapponese
<< Ti ringrazio>>mormorò
<< Nessun problema>>ridacchiò l’altro
<< A proposito, non mi hai ancora detto il tuo nome>>continuò, volgendo la propria attenzione nei confronti della donna.
Questa annuì, leggermente imbarazzata
<< Oh,perdonate la mia maleducazione. Sono Euphima. Euphimia Li Britanni>>
La reazione fu istantanea. Dopo appena 5 secondi di assoluta sorpresa, il giovane s’inginocchiò, il braccio piegato in avanti, in segno di rispetto
<< Milady>>sussurrò, ricevendo uno sguardo divertito da parte della donna
<< Calma, non c’è bisogno di tutto questo>>
Il giapponese dilatò le pupille, volgendo la propria attenzione nei confronti della reale
<< Ma,io…>>
<< Rilassati. Sono in incognito, dopotutto>>ridacchiò lei, puntando la mano destra in direzione del berretto.
A malincuore, il britanno onorario si alzò da terra
<< Lavori ancora nel palazzo del vicerè ?>>domandò l’altra, visibilmente incuriosita.
L’eleven annuì di rimando.
Euphimia ridacchiò
<< Bhe,allora immagino che ci rivedremo presto>>commentò, prima di voltarsi
<< A più tardi Suzaku>>
e ,detto questo, cominciò a incamminarsi in direzione dell’aereoporto, lasciando il giovane leggermente stordito.

                                                                                                            * * *

Con un sibilo i rotori presero a girare velocemente, proiettando ombre sulla pista dell’aereoporto di Pendragon.
Cornelia Li Britannia senti il crepitio negli auricolari ,mentre il pilota parlava con la torre di controllo. Attraverso la cupola di plastica, la donna vide la pista di cemento farsi sempre più distante sotto i piedi ,e la sagoma del veivolo procedere rapida in direzione ovest, verso il mare.
<< Il viaggio durerà circa 9 ore, vostra altezza>> disse Guilford ,da uno dei sedili sul retro.
Cornelia vide le alture farsi sempre più impervie e poi si ritrovò tra nuvole intermittenti che a tratti lasciavano il posto al sole.
La sorprese l’entità del disboscamento di quel terreno aspro: ettaro dopo ettaro di terra nuda e dilavata.
Dopo circa otto ore, uscirono dalla coltre di gas, e la governatrice riuscì a intravedere la costa occidentale dell’isola
<< Tra pochi minuti raggiungeremo area 11>> annunciò il pilota.
L’area 11 ,spiegò l’uomo, non era un ‘isola vera e propria. Era un insieme di montagne sottomarine, un sollevamento di origine vulcanica
<< Le origini vulcaniche sono visibili in tutto lo stato>> disse Guilford
<< Molti sono i crateri formati dalle eruzioni gassose, e spesso si incontrano zone di terreno caldo. Questo, unito alle correnti d’aria, fa sì che le coste al largo di Area 11 siano spesso avvolte dalla nebbia. Lo constaterete quando ci arriveremo…ah, eccoci>>
L’elicottero si abbassò sull’acqua. Cornelia vide profilarsi un’isola aspra e accidentata ,che si stagliava sull’oceano.
La costa settentrionale era la parte più montuosa dell’arcipelago con picchi che arrivavano a 600 metri sul livello dell’acqua. Le sommità erano celate dalla nebbia ma la donna riuscì a intravedere i pendii scoscesi e l’infrangersi violento del mare. Il veivolo sorvolò le colline.
Un pib cominciò a rieccheggiare all’interno della voliera .
Cornelia guardò il pilota concentrato, abbassò lo sguardo e,oltre la cupola di plastica, vide un enorme croce fluorescente.
Alle estremità della croce c’erano dei lampeggiatori. Con un lieve aggiustamento della rotta, l’elicottero atterrò. Il rumore dei rotori si abbassò e si estinse.
Con un sospiro, la donna si slacciò la cintura. Qualcuno iniziò a correre in direzione del mezzo. Era un tizio vestito in abiti eleganti, il capo ornato da capelli rossi.
Aprì il portello e disse, tutto giovanile<< Vostra altezza, sono l’ambasciatore Edgar Reins. Benvenuti in Area 11…>>
la donna sembrò non prestargli la minima attenzione e volse lo sguardo nei confronti della figura che aveva appena preso posto alla sua destra
<< Ho saputo che ti sei allontanata dai tuoi alloggi>>rimproverò la rossa, il volto chiuso in un espressione visibilmente irritata.
La giovane chinò la testa di rimando
<< Ti chiedo scusa sorella, il fatto è che…>>
<< In questa sede chiamami governatrice. è bene tenere separata la nostra vita pubblica da quella privata>>ribattè l’altra, guadagnandosi uno sguardo infastidito da parte di Euphimia
<< D’accordo, farò come desideri>>mormorò.
Cornelia annuì compiaciuta, prima d volgere la propria attenzione nei confronti dell’ambasciatore
<< Bene,continua il discorso che stavi facendo>>ordinò.
L’uomo trasalì leggermente e prese un respiro profondo
<< I preparativi di benvenuto per la festa di sua altezza sono…>>
non ebbe neanche il tempo di continuare la frase, che la donna estrasse la pistola dalla tasca ascellare, puntandola nella sua direzione.
Il silenzio calò inesorabile, nelle profondità dell’aereoporto, seguito da un’espressione di puro shock sul volto di Reins
<< Sei distratto. Lento di riflessi. Incompetente>>sussurrò la rossa, il tono di voce freddo e distaccato.
L’uomo compì un passo all’indietro
<< Mia signora…>>
<< Non voglio dei festeggiamenti, voglio notizie riguardo a zero !>>urlò,colpendo l’ambasciatore con un poderoso calcio nello stomaco e facendolo cadere a terra.
Euphimia non perse tempo e cominciò a correre in direzione di Reins, chinandosi per fornirgli assistenza medica
<< Lo troverò,dovessi dare alle fiamme tutta l’area 11>>continuò l’altra, puntando lo sguardo in direzione della città
<< Mio fratello Clovis …sarà vendicato>>


Com'era? spero bello! Avverto i miei lettori che,a causa delle poche recensioni ricevute,trasferirò questa storia nella sezione di Code geass,spernado che susciti maggior attenzione,considerando che ci tengo molto a continuarla.
Ad ogni modo, Lelouch ha iniziato a costruire il suo esercito di droni ,mentre l'incontro tra Suzaku e Euphimia si è svolto in modo diverso. Inoltre,fa la sua prima vera apparizione il nostro Charlse.
Nel prossimo chappy,avremo la seconda battaglia di shinjuku,mentre lelouch discuterà con CC riguardo al Geass

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