Mermaid Melody: Aurora Boreale

di Yume Kourine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Borse brillanti? Nah, direi Perla Blu! ***
Capitolo 3: *** Ti catturo in un flash ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

~

Il cielo... quell'infinita linea dal colore indefinito che veglia su di noi; in alcuni posti è azzurro lucente mentre da tutt'altra parte è avvolto da un nero misterioso e accompagnato dalle stelle; in determinati momenti può assumere tutti i colori caldi mentre in attimi particolari può indossare i toni freddi quali grigio o blu.
Il cielo è come il mare: immenso, ricco di meraviglie e di segreti. Ma tra questi quello che ha sempre meravigliato le Principesse era il mistero dell'Aurora.
Karen era lì, ad assistere a quello spettacolo dai mille colori lucenti e rari, da quelle tonalità che si riflettevano tra le onde raggiungendo persino le profondità dell'Oceano.
Nonostante avesse alcuni impegni reali, la giovane Principessa raggiunse la superficie, appoggiandosi a un grande iceberg, per poter ammirare meglio quell'evento a lei tanto caro.
Allungò la mano verso il cielo, come se volesse sfiorare quelle onde di luce verde che mutavano in movimenti rosso sgargiante o in un delicato turchese.
Gli occhi lilla le sfavillavano di stupore e di gioia mentre la dolce sinfonia dell'Aurora si espandeva per la zona.
“Che meraviglia” esclamò la giovane guizzando la coda immersa nell'acqua fredda.
Era tutto perfetto... finché ad un tratto una macchia nera non si dilatò nel cielo coinvolgendo l'Aurora in un abbraccio oscuro e sinistro.
Karen alzò lo sguardo e rimase pietrificata; non riusciva a dare una spiegazione e per un attimo l'agitazione ebbe la meglio.
“Karen... Karen riesci a sentirmi?”
La viola si concentrò e riuscì a riconoscere la voce della gemella, Noelle.
“Sì, che succede?”
“L'Aurora... è strana! Sta producendo uno strano suono e i suoi colori sono cupi e scuri!”
Karen capì che la sorella era preoccupata e terrorizzata, così la consolò senza però distogliere lo sguardo da quello che un attimo prima era uno spettacolo lucente.
Ad un tratto un vento gelido colpì la Principessa che fu costretta a rifugiarsi in profondità per evitare un contatto glaciale.
La viola osservò da dietro lo specchio d'acqua la scena e impallidì non appena vide un manto grigio e azzurro ricoprire tutto il cielo.
“Ho un brutto presentimento...”
“Karen, che facciamo?”
“Questo comportamento dell'Aurora non mi convince... sarà meglio avvisare le altre!”

 

* * *

 

“Presto Hippo, nuota più in fretta!”
Una sirena dalla lucente pinna viola nuotava imperterrita seguita da un piccolo pinguino blu che faticava a seguire la nuotata della compagna.
“Speriamo che non sia troppo tardi...” affermò sconsolata e preoccupata la sirena.
“Nikora non ti agitare!” la richiamò bonariamente Hippo.
Ma la viola non riuscì a stare calma: le sette principesse erano al Polo Nord da sole, a esaminare attentamente la misteriosa Aurora, ormai da troppo tempo... era successo qualcosa! Aveva una strano presentimento, per nulla positivo.
Nuotarono per parecchi chilometri, senza tregua, finché una gelida corrente non si presentò ai due viaggiatori costringendoli a emergere; ad attenderli v'era uno spettacolo terrificante.
Le sette principesse erano circondate da uno spesso e resistente blocco di ghiaccio, che soffocava ogni loro movimento e respiro, mentre l'Aurora risplendeva sopra di loro e si muoveva con fare insolito e misterioso. Nikora si trasformò in umana e corse verso l'iceberg che teneva prigioniera Luchia; iniziò a colpirlo ripetutamente sperando che accadesse qualcosa, invano. Hippo nel frattempo si era avvicinato alle altre “lapidi” di ghiaccio ma una nuova sorpresa colse il piccolo animale che richiamò la compagna.
Quando la viola si avvicinò sul suo volto presero forma la paura e l'incredulità: le sette perle, quelle che proteggevano i Mari, non brillavano più e si erano colorate di un tenue grigio.
Erano tutte a terra, ogni pietra ormai spenta e scura si trovava ai piedi delle lapidi; erano fredde, senza luce.
Per non parlare del paesaggio: mai era stato più freddo; non v'era più neve, ma solo una distesa infinita di lucente e splendente ghiaccio, chiaro e freddo; quella era l'immensità di un ghiaccio siderale. Era una visione a dir poco agghiacciante: l'Artico era sempre stato congelato, ma mai così.
“Ma che cosa è accaduto?” Hippo non riuscì a trattenere le lacrime e si appoggiò alla gamba di Nikora che in quel momento era in stato confusionario.
Alzò lo sguardo verso quello spettacolo che in quel momento era diventato la causa di ciò che era accaduto.
“La domanda giusta è: Cosa accadrà ora?” gli disse Nikora raccogliendo quella che doveva essere la perla rosa.
Un vento gelido soffiò in direzione di una grande montagna dove due figure osservavano attentamente i movimenti della donna e del piccolo pinguino.
“Accidenti... per colpa di quelle ragazzine il nostro piano è fallito” la sua voce era profonda ma aveva un qualcosa di magnetico e malvagio.
“Per il momento è meglio ritirarci... Vedrai che presto i sette mari saranno nelle nostri mani! Il ghiaccio sarà il padrone assoluto!”
E sparirono tra la nebbia e la neve mentre Nikora e Hippo si immersero in quel mare freddo e oscuro per poter avvisare i sette regni che le principesse non sarebbero più tornate... e che una nuova minaccia avrebbe presto sconvolto la vita di tutti.
Purtroppo, i guai erano solo all'inizio. La scheggia iniziale si era rivelata, il mondo avrebbe presto conosciuto la paura del ghiaccio siderale, e quelle lapidi ne erano la prova.

 

 

* Angolino Autrici *
Come potete vedere abbiamo ripubblicato la storia perché l'account della mia collega sarà eliminato.
La storia continuerà ma verrà pubblicata da me.
(Yume)

è la prima fiction che pubblico su questo fandom, mentre la mia collega è piuttosto famosa!

Lasciatemi presentare: sono Into the storm, ex BoccaDiRose_verdesmeraldo ex stella_cometa_37!

Ma chiamatemi Letizia, non sono forte con i nick corti xD

Passando alla storia, che ve ne pare?

Il prologo l'ha scritto Yume, io ho aggiustato qualche virgola e scritto due frasi in croce,

quindi la meraviglia qui sopra è opera di Yume!

Io l'ho semplicemente impaginata e creato il banner, che spero vi piaccia♥

La fic non è la solita e comune fic, nulla togliendo alle altre s'intende.

Come recita il titolo “L'Aurora Boreale” che è un fantastico clima atmosferico molto particolare, gioca un ruolo chiave.

Ma la fic è piena di sorprese!

Arancione, simboleggia la vitalità;

Giallo, la conoscenza;

Verde, la determinazione;

Blu, la calma;

Indaco, la riflessione;

Viola, l'emotività.

Niente, passo la parola a Yume.

Un bacio! ♥

 

Yume:

Ciao a tutti! ^_^
Prima di tutto, ringrazio Into the storm per avermi dato questa opportunità :)
Mi impegnerò!
Spero che questo prologo vi piaccia, attendiamo i vostri OC con impazienza e curiosità!
Se qualcosa non vi è chiaro, non esitate a contattarci!
Buona lettura e alla prossima!
Yume

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Capitolo 2
*** Borse brillanti? Nah, direi Perla Blu! ***


 

 

Borse brillanti?! Nah, direi Perla Blu!

 

Marianne~

 

Il sole stava abbracciando con i suoi piccoli raggi afosi Arcadia, la città sudamericana che si estendeva tra due fiumi e famosa per le sue feste colorate e affollate.
Marianne amava quell'atmosfera accogliente e vivace; amava il suono dell'erba secca e l'intenso aroma dei fiori selvatici; le voci innocenti e squillanti dei bambini per i vicoli stretti e screpolati, le risate degli anziani che zappavano la terra, le correnti d'acqua fredda che accompagnavano i suoi piedi in una danza fredda ma piacevole.
Era perfetto... Già, era.
Ormai si sarebbe dovuta abituare al clima umido e piatto di Londra, la sua nuova città: la diciassettenne strinse ancora una volta la cartolina, che raffigurava Arcadia, la sua vecchia casa, la sua vera casa.
“Forza piccola” le disse la madre mostrandole un solare sorriso, eppure quella dolcezza non bastò a rassicurare Marianne, che legò i luminosi capelli celesti in un'elegante treccia, giusto per far passare il tempo.
I due fratellini stavano poltrendo nei sedili posteriori, mentre il padre li attendeva nella loro nuova casa, in periferia della capitale.
Marianne sbuffò nuovamente e appoggiò la testa contro il finestrino, che si lasciò contagiare dall'umidità e dal freddo tipico delle città inglesi.
Presto avrebbe iniziato una nuova vita...

 

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“Marianne! Mi dai una mano con questo scatolone per favore?”
La giovane raggiunse la madre e la aiutò con quello che era l'ultimo dei pacchi da portare in quella grande abitazione dipinta di giallo e circondata da una graziosa aiuola.
La famiglia Solaris raggiunse l'uomo di famiglia, un uomo sui quarantotto anni dai capelli neri e gli occhi azzurri, che fece da guida nella loro nuova casa.
Gli occhi indaco di Marianne si accesero come non mai non appena scrutarono, curiosi, ogni angolo di quell'immensa sala, poteva benissimo essere una stanza da ballo reale!
La blu corse verso la cucina e un brillante sorriso si formò sulla sua bocca rosea e delicata: quella non era una stanza qualsiasi per la giovane Solaris; quella era il suo angolo prezioso.
Marianne era una cuoca provetta, le piaceva creare ricette e modificarle a suo piacimento; in quella cucina sarebbe riuscita benissimo, era arredata con elettrodomestici di ottima qualità e al centro “sorgeva” un'isola fatta di marmo bianco liscio e freddo; una fioca luce baciava quella piccola ma preziosa stanza e rendendola ancora più speciale.
Ad Arcadia non potevano permettersi un arredamento simile, perciò la giovane ne fu davvero entusiasta.
“Mamma, Maria dormirà qui?” chiese la sorellina divertita.
“No amore, la sua stanza è vicino alla tua.” rispose la donna; poi guardò la figlia felice ed esaltata e sorrise. Finalmente la ragazza aveva ritrovato il buonumore.

 

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“Io esco!”
La melodiosa voce di Marianne rimbombò nella grande casa dalle parete color crema, poiché non era ancora stata arredata.
“Hai finito di riordinare camera tua?” chiese la madre da sopra.
“Sì! Vorrei uscire per adattarmi ai milord!” disse lei sarcastica, battuta che però “offese” il padre che mise il broncio dalla sala degli ospiti, proprio vicino a quella principale.
“Ok, direi che te lo meriti” disse la madre scendendo le scale. “Però fai attenzione”
“Non ti preoccupare”
La blu corse esaltata fuori e chiuse dolcemente la porta per poi ammirare le strade di Londra.
C'era uno strano odore nell'aria, diverso da quello della sua città natale: era delicato, inebriante e particolare.
Marianne si sedette su una lunga distesa d'erba che circondava un piccolo parco giochi; estrasse dalla borsa azzurra, dello stesso colore della sua gonna a balze, una piccola sfera grigia.
Ricordò benissimo quando le venne donata: era successo qualche anno prima.
Un anziano pescatore era tornato dal fiume con un cesto pieno di pesci freschi; l'uomo era un caro amico di Marianne, le regalava spesso i tesori che trovava sulle rive o addirittura nelle acque del Rio Gastona.
Quel caldo pomeriggio d'estate l'uomo aveva trovato qualcosa di insolito ma prezioso: una piccola sfera grigia dalle sfumature blu e bianche. Tenendola in mano l'uomo, per qualche strana ragione, aveva pensato a Marianne e così dono il piccolo tesoro alla giovane sedicenne.
E da quel momento quel piccolo, fragile oggetto era diventato il portafortuna della ragazza, il suo amuleto, il suo più grande tesoro che la riportava con la mente a casa sua.
“Sarà dura” sussurrò al vento e alle folte chiome verdi degli alberi. “Ma finché ti terrò stretta tra le mani, so che andrà tutto bene”
Senza rendersene conto i colori puri del giorno si mescolarono a quelli caldi della sera, creando una lieve sfumatura blu notturna mentre una brezza fredda raggiunse la diciassettenne che decise di tornare a casa.
Ormai soltanto il fruscio delle foglie mosse dal respiro del cielo e il suono dei tacchi della ragazza animavano quelle vie deserte e immobili. E fu in quel momento che accadde l'inaspettato: strani colori luce si riflessero sui ciottoli della strada e tutto si fece più chiaro, pari alla luce del giorno.
Marianne alzò lo sguardo al cielo e sgranò gli occhi, stupita e incantata allo stesso tempo: sopra di lei si stava estendendo un dolce velo colorate da tonalità brillanti e fresche, sopra la sua testa stava avvenendo l'evento più incredibile e spettacolare: l'Aurora Polare.
Come poteva l'Aurora estendersi nel cielo di Londra? La ragazza non riuscì a porre quella domanda poiché un lampo abbagliante si estese dal firmamento mentre un forte calore si accese nella borsa della blu.
Marianne chiuse gli occhi spaventata e strinse i pugni; quando li riaprì si accorse che l'Aurora era svanita così come la luce e la sua meraviglia.
Fu la vibrazione del suo telefono a ridare alla giovane la capacità di muoversi e di pensare.
“Pronto? Mamma! Sì, lo so, mi dispiace. Arrivo subito!”
La giovane volse lo sguardo verso quell'infinita tela nera e poi riprese il suo ritorno a casa, ignara che, presto, una nuova luce avrebbe illuminato la sua via.

 

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Intanto, molto, molto distante dal Giappone, in una terra deserta circondata da ghiaccio e neve, due figure avanzavano tra la bufera e l'impazienza.
“Non possiamo fallire...” la voce era quella di una ragazza: era limpida ma distaccata, si abbinava perfettamente alla giovane dai capelli azzurri ghiaccio e dai magnifici ma spenti occhi rosa, persino il suo nome la ritrae perfettamente, Neve: bianca, fredda e bellissima.
Il suo compagno si fermò all'improvviso e, voltandosi verso la azzurra, mostrò un sorriso che racchiudeva in sé sicurezza e perfidia, e un atteggiamento altezzoso: era un ragazzo alto, dai movimenti raffinati e affascinanti. I suoi capelli argentati alzati verso l'alto risaltavano il suo volto ovale e allungato e di certo non passavano inosservati, infatti all'estremità vi erano delle ciocche colorate di brillante verde, altre ancora di rosso o di cobalto, mentre alcune più soffici e sottili erano bionde e nere.
Neve conosceva meglio di chiunque altro quell'espressione; si spostò in avanti la lunga treccia azzurra e sorrise, contagiata da quello dell'alleato che agitò dolcemente le mani sulla quale stavano cinque pietre preziose incastonati in anelli bianchi.
Una strana luce si espanse dai gioielli e circondò buona parte della lunga zona ghiacciata, Neve osservava incantata mentre l'uomo borbottava strane formule e i suoi occhi bianchi squadravano le polveri colorate che si erano formate.
“Crystal, sei un genio” Neve si avvicinò al compagno che sorrise; amava quando gli altri pronunciavano il suo nome, c'era sempre un qualcosa di misterioso e glaciale in quelle sette lettere che ricordavano i cristalli di ghiaccio, considerati dal ragazzo i suoi portafortuna.
“Ora inizia il divertimento” 

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♥Angolo Autrici♥

Emh, heyla!

Vi chiedo immensamente scusa per l'atroce ritardo, ma tra le vacanze, il fare i compiti (all'ultimo, mi sembra ovvio) e l'inizio della scuola non ho avuto molto tempo per pubblicare. Ci tengo a dare i crediti di tutto ciò a Yume che.. diamine, ragazze fa tutto lei! Vi giuro che mi sento in colpa, ma non ho avuto tempo di terminare ciò che avevo scritto e quindi mi trovo ad impaginare e basta... ancora. Sono convinta che prima o poi leggerete anche gli scempi che scrivo io ^^” Io mi sono occupata di montare la parte visiva del capitolo: font, banner, colori, titoli e divaricatori -scelti ovviamente col consenso della mia collega. E niente, questo è il regalo del venerdì, il nostro modo di augurarvi un buon fine settimana. Vi lascio al messaggio di Yume, e niente, spero vi piaccia e.. al prossimo capitolo! ♥

 

Yume↓:

Salve!
Eccoci qua con il capitolo dedicato a Marianne! Ringraziamo LegendaryFairy91 per averla creata! Spero che la sua storia vi piaccia! ^^ Con il passare dei capitoli tutto sarà più chiaro, mi sto divertendo a scrivere assieme a Lety_chan (che come sempre ringrazio).
E ringrazio voi lettori, recensorelle e tutti quelli che seguono questa storia!
Vi mando un grosso bacio e vi auguro una buona settimana!
Yume

 

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Capitolo 3
*** Ti catturo in un flash ***


Ti catturo in un flash

Tallara~



“Buongiorno a tutti i nostri ascoltatori! Qui è Radio Hot FM pronta a iniziare questa Domenica ricca di musica, divertimento e tanto, tanto sole! Già perché oggi è la giornata perfetta per fare surf o semplicemente per abbronzarsi e passare una giornata con il proprio partner nelle meravigliose spiagge locali!

Ma basta parlare, è ora di scatenarsi! La playlist di oggi è sensazionale, la adorerete! Iniziamo con un artista emergente australiano, perché un po' di patriottismo va bene! Vai Dj, a tutto volume!”

La città di Cairns era entrata nel vivo di quella che sarebbe stata una giornata intensa: le spiagge erano affollate e il mare ospitava surfisti intenti a domare le sue onde ribelli mentre gruppi di persone si immergevano in quell'acqua così limpida da sembrare surreale, quasi fosse stata dipinta. Come dar loro torto? Le baie di Cairns sono famose per il mare turchese e per l'atmosfera rilassante ma, soprattutto, per la Grande Barriera Corallina, meta di molti turisti o anche solo degli abitanti della zona: tutti amano osservare, anzi, vivere la magica atmosfera che solo quel mondo sottomarino sa creare.

Tallara lo sapeva meglio di chiunque altra ragazza perché più di tutti amava la sua città. Non a caso i suoi genitori, entrambi europei, l'avevano scelta come viaggio per la loro luna di miele: appena misero piede in quella terra vennero come rapiti dall'acqua cristallina e dalle numerose specie di animali e piante.

La decisione di costruire il loro nido d'amore in Australia fu inevitabile. Tallara, chiamata così perché nata in una giornata di pioggia, condivideva il loro amore per Cairns non solo perché era il posto perfetto per fare surf, ma perché regalava numerose avventure e scoperte sensazionali.

In quel momento la giovane australiana stava galoppando sul suo cavallo Tempesta, uno splendido stallone dal manto grigio e bianco, lungo una lunga spiaggia di sabbia di conchiglie, bianca e calda.

“Tempesta, che ne dici? Il solito?” sussurrò la ragazza prima di spostare indietro la lunga treccia bionda.

Lo stallone sembrò approvare la decisione della sua padrona e infatti accelerò verso la riva mentre Tallara strinse le redini e lasciò che gli schizzi d'acqua le sfiorassero il corpo. È difficile descrivere ciò che stava provando la giovane: il suono degli zoccoli che si immergevano in acqua, agitandola, la sensazione di volare, i brividi di piacere che il vento dipingeva sulla sua pelle pallida e la fragranza del sale e della flora che si fondevano, formando una deliziosa e intrigante miscela da respirare, erano come un toccasana per Tallara, non desiderava nient'altro in quel momento, il suo sorriso lo esprimeva chiaramente.

“Sapevo che ti avrei trovato qui, Talla!”

La bionda si voltò, i suoi occhi si fecero più lucenti e le pupille si dilatarono non appena un giovane si avvicinò, a galoppo di un magnifico Waler dal manto scuro.

“Mi conosci troppo bene Casey” Tallara scoppiò a ridere e raggiunse l'affascinante diciannovenne. Aveva una cotta per il bel biondo sin da quando aveva dodici anni, era il suo amico più caro e l'unico che la comprendesse.

Le giornate in mezzo a campi, le serate in riva al mare, le notti sulla terrazza a scattare la Luna e l'Oceano, erano diventate la quotidianità per Tallara, e anche i momenti più felici della sua vita.

“Guarda un po' qua” Il giovane allungò un cestino alla bionda che sbirciò all'interno, curiosa di sapere cosa avesse architettato l'amico: vi erano due fette di Kangaroo Pie, biscotti ai mirtilli e

una papaya fresca.

“Picnic sulla spiaggia?” chiese lei con l'acquolina in bocca.

“Picnic sulla spiaggia” rispose Casey sorridendo.

Niente avanzi per quella sera: Tallara doveva sfamare quelle farfalle che tormentavano il suo stomaco ogni volta che Casey le sfiorava la mano e le sorrideva mostrando la sua dentatura perfetta e brillante. Aveva il sorriso più bello del mondo, a suo parere.

E la luce del tramonto che si rifletteva nel mare rese quel momento ancora più bello e romantico di quanto non fosse già.

“Dovremmo farlo più spesso!” iniziò a parlare Tallara mentre montò su Tempesta. “Anzi, che ne dici se domani organizziamo una vera cena? Potrei cucinare qualche piatto italiano o francese e...”

“Tallara”

La ragazza si fermò di colpo: Casey non l'aveva mai chiamata così, per lui era sempre e solo Talla.

“Che ti prende?” chiese lei preoccupata.

“Non riesco a trovare le parole... Sei come una sorella per me e non sopporterei vederti soffrire. Domani mattina parto per l'Inghilterra.”

Il sole si fece timido perché in quel preciso istante si nascose dietro al mare, come se volesse non assistere a quella scena che stravolse i pensieri e le emozioni della bionda: non capiva se la notizia della sua partenza fosse più dolorosa del fatto che Casey la considerasse solo una sorella.

“Così all'improvviso?” balbettò lei.

“No, dopo aver finito il liceo pensavo di frequentare un'Università all'estero e, dato che i miei nonni sono inglesi, ho pensato a Londra. Ci sono vari college e vorrei provare ad entrare in uno di questi. Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo prima.”

Tallara abbassò lo sguardo e per un attimo immaginò le sue giornate senza Casey. Come avrebbe fatto ad andare avanti senza di lui?

“Mi dispiace davvero Tallara...”
“E di cosa devi dispiacerti? Raggiungere i propri obiettivi non è motivo di vergogna. Sono fiera di te e della tua scelta” Casey però non era convinto: la voce della giovane tremava e il fatto che la ragazza non volesse guardarlo negli occhi significava che stava soffrendo.

Dopo venti minuti di silenzio i due ragazzi raggiunsero casa Gomez e il fatidico momento della separazione.

“Non sono brava con gli addii... Ti auguro tanta fortuna e felicità!” Tallara sorrise. Perché per lei il sorriso era la cosa più bella che esistesse e che caratterizzava gli esseri umani. Era stato proprio Casey a farglielo capire.

“Talla questo non è un addio. Tornerò qui e ci incontreremo di nuovo!”
Ma non sarà la stessa cosa, zuccone pensò la giovane muovendo delicatamente la mano in segno di saluto, poi si voltò e raggiunse il fienile senza voltarsi più.

Casey rimase qualche minuto a guardare Tallara allontanarsi, poi con sguardo affranto, strinse le redini e spinse Aqua, la sua cavalla, a portarlo a casa.

Tallara non si voltò più, avvicinò il muso di Tempesta al suo viso e sorrise... poi scoppiò a piangere.
 

                                            
                                             
Erano solo le sette di sera eppure Tallara si sentì stanca, come se avesse attraversato il globo a nuoto.

Era sdraiata sul letto con lo sguardo fisso sulla parete colma di fotografie: Tallara amava le foto, il ricordo e le emozioni di un attimo racchiuse in uno scatto creavano una meravigliosa e inspiegabile sensazione nel suo animo.

Era lì: il sorriso di Casey era appeso sulla parete celeste, un privilegio solo per lei. La bionda sfiorò un'immagine che riprendeva lei e il ragazzo sdraiati sull'erba mentre ridevano con le mani rivolte verso l'obbiettivo. La mano di Tallara prese a tremare: il pensiero di non poter più sfiorare quella di Casey la spaventò. Pensare che ogni momento passato insieme, ogni contatto e ogni discussione sarebbero presto diventate solo un ricordo e che Casey sarebbe divenuto una persona appartenente al passato... le faceva male, troppo male.

Gli occhi, a causa delle lacrime, fecero fatica a restare aperti e fissi sui loro ritratti fotografici così dopo pochi istanti si chiusero e Tallara venne accolta dal sonno.

Quando la bionda riaprì gli occhi erano le due e tutto attorno a lei aveva acquisito i suoni e i colori della notte.

Si alzò dal letto un po' assonnata ma non appena i piedi ebbero un lieve contatto con il pavimento un brivido la travolse, svegliandola completamente. Raggiunse la finestra e si stropicciò gli occhi, ormai secchi, poi guardò verso il cielo: era una notte perfetta per contemplare le stelle.

Raggiunse il balcone e, dopo essersi avvolta la coperta sulle spalle, si sedette e alzò lo sguardo verso l'infinito mare di stelle. Per un attimo le parve di vedere una zona colorata di un acceso colore verde e sorrise. Quando però si accorse di un'esplosione di colori nel cielo sgranò gli occhi e si alzò di scatto.

“Ma che sta succedendo?” si chiese la giovane senza però nascondere la sua curiosità.

In quel momento capì l'importanza di fotografare quell'evento tanto raro quanto magico e corse in camera per prendere la macchina fotografica.

Inciampò sulla coperta e, dopo aver borbottato qualcosa di incomprensibile, la scaraventò sul letto e si buttò sulle ginocchia per cercare la macchina fotografica tra la confusione della sua scrivania. Quando finalmente si impossessò dell'oggetto amato si accorse che una luce dorata illuminò un angolo.

Quando si avvicinò vide nel cestino delle conchiglie un forte bagliore provenire da un piccolo sasso: lo aveva trovato la sorellina minore di Tallara, Kala, durante una passeggiata in riva al mare. Era tradizione delle sorelle Gomez raccogliere le pietre e le conchiglie più strane durante le loro escursioni: quel piccolo sassolino grigio con una piccola “voglia” color limone aveva colpito la piccola Kala che la regalò alla sorella maggiore come simbolo del loro forte legame fraterno.

Tallara davanti a quel gioco di colori non seppe resistere e rese immortale l'immagine di quell'albore giallognolo. Restò incantata ancora per qualche secondo poi si ricordò dei riflessi misteriosi nel cielo e corse fuori pronta per scattare tante foto ma quando raggiunse la terrazza tutto era tornato nero, come se il cielo si fosse spento.

La giovane si diede uno schiaffo sulla fronte e iniziò a lamentarsi: aveva perso un'occasione unica!

“Spero...” sussurrò la giovane al mare “di avere altra occasione per fotografare questo evento!”

La giovane Tallara non sapeva che quella non sarebbe stata la sua ultima Aurora Boreale.
 


Crystal raggiunse la vetta di una montagna innevata, seguito dalla sua fedele compagna, Neve.
Avevano raggiunto più o meno i tremila metri di altezza e per questo il freddo si era fatto più pungente ma ai due sembrava non dare alcun fastidio, anzi, si lasciarono travolgere dalla freschezza della tempesta di neve che si era appena formata. Da quell'altezza vi era una vista meravigliosa, si potevano ammirare le distese di ghiaccio che si estendevano in lontananza e le piccole montagne che circondavano la loro madre.
Neve si tolse l'armatura, di un lucente color argento, e si sedette su un piccolo blocco di ghiaccio e appoggiò i gomiti sulle ginocchia, impaziente dell'arrivo dei cinque alleati.
"Sicuro che siano riusciti a trovarle?" borbottò la turchina. Crystal si voltò e fece scroccare le dita, gesto che enfatizzò la sua sicurezza:
"Pazienza, mia cara. Sono sicuro che presto arriveranno"
"Ero convinta che le avessero distrutte. Sai, la Regina odia questo genere di cose" Riuscì a concludere la frase in tempo, infatti una scossa la costrinse ad alzarsi e a concentrare lo sguardo in basso, verso una piccola montagna adiacente. Neve sgranò gli occhi non appena vide la montagna frantumarsi, non riusciva a credere che i suoi alleati fossero riusciti a trovare i misteriosi tesori in così poco tempo.
Crystal scoppiò a ridere mentre una piacevole sensazione lo pervase:
"Eccole lì. Le armi proibite... e in mano alle mie bellissime gemme. Direi che ora siamo pronti, non resta che attendere il fatidico giorno."
Neve non riuscì a non provare ammirazione per quei cinque ragazzi, il loro potere era veramente intenso. In quel momento provò la stessa sicurezza di Crystal e sorrise: niente sarebbe riuscito a fermare la loro potenza e la loro determinazione.
La temperatura scese ancora e la giovane guerriera respirò l'aria fredda creatasi: nonostante dovesse attendere ancora un po', l'eccitazione delle future battaglie cresceva sempre più. Presto avrebbe realizzato il suo desiderio più intimo e niente la avrebbe fermata.


                                                                      


Angolo Autrici 
Yume:
Salve a tutte! Eccoci qua con il secondo capitolo incentrato su Tallara e sul suo mondo, spero vi sia piaciuto! Scusate il ritardo ma sia io che la mia collega abbiamo avuto molto da fare! Cercheremo di riprendere al più presto questa Long e di aggiornare più frequentemente.
Ringrazio chi ci segue, recensori e non, perché il vostro sostegno è importante! ^_^ E come sempre ringrazio la mia carissima amica e collega Letizia (che ha un annuncio da fare) perché senza di lei questa storia non sarebbe mai nata. Perciò si merita tutto il nostro appoggio!

Vi auguro un sereno Maggio! Alla prossima!


Letizia:
《Allora, ci tengo a scusarmi con tutte voi. Ho avuto una brutta "crisi" di... non so, tristezza, identità quasi. Mi è capitato di non riuscire più a scrivere. E parlo di "scrivere" qualsiasi cosa, anche stupidi temi scolastici. Ho avuto un bruttissimo crollo emotivo, la mia autostima inesistente e scesa sotto lo zero, ero a pezzi. Una parte di me si era staccata e persa: non sapevo dove cercarla ne come trovarla. La scrittura era un taboo ormai. Questo mio piccolo problema mi ha causato stress, crisi di pianto ed altro.
Non riuscivo più a leggere, stavo odiando la scrittura, la lettura e me stessa. Ma, come succede con quelle cose che fanno proprio parte di te, non potevo abbandonare la scrittura. Avevo bisogno di lei come ho bisogno dell'ossigeno. È vita. In poche righe c'era la mia vita, il mio cuore e la mia anima. Mi sono messa sotto, ho lavorato su me stessa e ora, posso dirlo, ho ritrovato la scrittura. La amo troppo per escluderla dalla mia vita.
Ho creato un nuovo profilo, "
Eiblos", che è ancora in fase di allestimento. Sto lavorando ad alcune storie e sto riprendendo a scrivere con serenità.
Voglio scusarmi con voi, sono stata ingiusta e sono sparita. Ho cancellato tutto e me ne sono andata. EFP, però, non ha ancora eliminato "Into the stom", quindi sono reperibile anche lì.
Spero di non avervi deluso, spero che apprezziate questa storia quanto merita e -lo faremo tutti insieme- ergeremo una statua per la grandissima Yume.
Mi scuso ancora, un bacio.
La vostra ragazza dentro la "tempesta" (Into the storm) che è stata travolta ma si sta ritirando su.
Letizia》


 

Al prossimo capitolo! :D



 

 

 

 

 

 

 

 

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