Un Ponte Per Terabithia

di Beta Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scarpe usate ***
Capitolo 2: *** Un paio di codini rosa ***
Capitolo 3: *** Kirino Ranmaru...? ***
Capitolo 4: *** Secondo giorno all'inferno ***
Capitolo 5: *** Il nostro nascondiglio ***
Capitolo 6: *** Terabithia esiste! ***
Capitolo 7: *** La paura non esiste! ***
Capitolo 8: *** Vendetta con i fiocchi ***
Capitolo 9: *** Forse qualcosa di più ***
Capitolo 10: *** Il secondo piano ***



Capitolo 1
*** Scarpe usate ***





Un ponte per Terabithia


-Capitolo 1



Scarpe usate
 

Pesci strani e bizzarri dipinti di un manto vivace di colori sfumati e scarlatti, che vanno dal color porpora, fino ad arrivare al verde prato primaverile di una giornata estiva, si estendono limpidi dinanzi a me.
Oceano blu come la notte, sfumature d'ombra per creare la profondità e bolle d'aria turchesi tutt'intorno.
Infine un tocco di verde per le piante acquatiche e scogli che vi sono nell'azzurro delle onde del mare.
Aggiungo un beige mescolato ad un marroncino chiaro per creare i granelli di sabbia.
Passo lieve un'ultima pennellata al disegno, correggo gli errori con la punta del pennello, ed infine mi prendo un attimo di vanità allontanandomi di poco dal quadro per ammirare soddisfatto il mio lavoro finalmente finito.
E' bellissimo...
Disegnare è proprio come sognare ad occhi aperti, solo in un modo più concreto.
Un mio strano Hobby che nessuno conosce della mia personalità alquanto schiva e scontrosa è sicuramente questo:
La pittura, colorare la fantasia intorno a me.
Mari burrascosi, isole sconosciute avvolte dal mistero di un'onda, paesaggi insoliti e inesplorati che ogni tanto immagino la notte prima di andare a dormire.
Forse nessuno penserebbe che un ragazzo strafottente e menefreghista come me fa tutto ciò. E sinceramente neanche io.
Ma quando prendo in mano anche solo una semplice matita, qualcosa dentro di me scatta; le mie mani scorrono esperte e sicure sulla carta ingiallita, si muovono da sole e senza neanche accorgermene ho già finito di colorare qualche strano disegno fantasioso.
Appunto la matita nera con il temperino, e penso a quanto cavolo sia ridicolo e strano riflettere su queste cose.
Non credevo proprio di avere questo lato del carattere... a quanto pare quello fantasioso e astratto.
«Masaki! Muoviti fra poco devi andare a scuola!»
La voce squillante del mio tutore dai capelli fulvi mi giunge all'orecchio, e con il mio solito sbuffo e ghigno in faccia nascondo il mio quaderno con i disegni, e scendo a fare colazione con il resto della mia "particolare" famiglia.
Siamo in sei:
Io, mio fratello-rompiscatole Hikaru, le mie due sorelle snob Nikoru e Deaht, e i miei due tutori Midorikawa e Hiroto.
Sono l'ultimo arrivato in famiglia...
Precisamente all'età di otto anni, quando abbandonai per sempre l'orfanotrofio del Sun Garden e lì trovai tutte le persone care che ora chiamo comunemente famiglia.
A volte mi capita spesso di pensare ai miei "veri" genitori, e mi viene un groppo al cuore se ripenso in quale modo, con quale futile bugia mi hanno abbandonato e ingannato per sempre.
A quanto pare per loro ero di troppo, solo un peso di cui liberarsi al più presto. Un pensiero fisso e snervante che gli pervadeva la mente...
Il mio vero papà... la mia vera mamma...
Mi sento tradito dalle persone che amavo di più di ogni altra cosa al mondo. Mi sento sfiduciato dalla mia famiglia, da quelle persone che pensavo, non mi mentissero mai e tenessero veramente a me.
Che falsi... sono circondato da persone false e  basta...
Ogni volta che ci rifletto, è inutile non piangere perchè è impossibile.
Nonostante io sia una persona fredda e cinica, ho anche io un cuore, il quale è stato rotto per sempre da quelle persone che per me faranno sempre e comunque parte della mia vita.
Scendo lento le scale, e penso invece alla mia nuova famiglia... che alla fin fine è tutto tranne che normale!
Ho due sorelle maggiori che non fanno altro che spettegolare su ragazzi carini, trucchi, gossip, ombretti e smalti. Poi c'è il rompiscatole di turno Hikaru, nonchè mio fratello più piccolo di me di due miseri anni di differenza. Anche se  non sembrerebbe, e infatti mi stupisco anche di pensarlo, gli voglio molto bene... nonostante litighiamo quasi ogni giorno.
Hiroto ci ha persino paragonati ad un gatto ed un cane, i quali in qualche modo si sopportano e convivono pacificamente insieme all'interno della nostra piccola casetta in campagna.
Se devo essere sincero, tengo molto a Kageyama ed alla sua particolare amicizia.
Ma il problema però è che a volte, anzi mi correggo: spesso...                                           
è così appiccicoso e rompiscatole che mi fa perdere tutta la poca pazienza che ho in corpo e finisco sempre per rispondergli in malo modo, con in sottofondo la voce alterata di Midorikawa che mi sgrida per non so quale guaio ho combinato questa volta.
Mi passo una mano tra i capelli turchesi, deciso a scacciare questi pensieri snervanti dalla mia giornata appena iniziata, trovando il mio solito carattere sprezzante e duro.
Scendo ancora una rampa di scale, e finalmente arrivo in cucina, dove trovo la mia famiglia intenta a fare colazione senza considerarmi minimamente.
Deglutisco a fatica. Anche se ci sono abituato, fa fin troppo male non essere apprezzato o semplicemente notato dagli altri.
Ma decido di non darci tanto peso e mi limito a sospirare tra me e me, per il semplice motivo che se i miei genitori sentissero che ho di prima mattina la luna storta, mi brontolerebbero per non so quale causa snervante.
Sto un attimo in piedi sulla soglia della porta della cucina, sentendo il ticchettio dei cucchiaini di metallo che raggiungono il fondo della tazza di porcellana bianca per poi tornare in superficie pieni zeppi di ogni tipo di delizia e golosità che è servita in tavola.
Sbadiglio stanco, e mi dirigo a passo lento nel tavolo, dove prendo posto vicino ad Hikaru, nonchè mio fratello acquisito.
Faccio un sorriso a trentadue denti alla vista di tutto quel ben di Dio da mangiare, ed inizio ad abbuffarmi.
«Ehi! Quella è l'ultima fetta di torta, me l'hai rubata!» mi dice sgarbatamentente mia sorella maggiore Nikoru, dandomi uno spintone e togliendomi tra le mani l'amato pezzo di dolce preso precedentemente, per poi mangiarselo in un solo boccone.
Sbuffo contrariato e prendo dall'altro vassoio una scatola di biscotti al cioccolato che intingo goloso nel latte caldo e bollente.
«Hiroto! Oggi il nostro Hikaru farà il primo giorno alle medie! Non sei contento?» dice ad un tratto Midorikawa, giocando con il suo codino del medesimo colore del pistacchio e rivolgendosi a suo marito con tono sognante.
«Eh gia... mi raccomando Kageyama, comportati bene!» gli risponde di rimando il mio tutore rosso, accarezzando affettuosamente la testolina violetta di mio fratello, il quale non li sta minimamente ascoltando, troppo preso dalla sua colazione.
«Kariya... ora che ci penso hai bisogno di un nuovo paio di scarpe...» mi fa notare Midorikawa, buttando nel cestino della spazzatura i miei amati scarponcini grigi ormai pieni di toppe e cerotti per le troppe volte che ho provato a ricucirli da solo.
«E allora cosa dovrei mettermi?!» sbotto scocciato guardando in malo modo i miei genitori.
«Ci sono le scarpe di tua sorella maggiore Death, dovrebbero andarti!» mi risponde di rimando Midorikawa, prendendo da uno scatolone di cartone delle scarpe bianche e rosa, decisamente troppo femminili.
«M-Ma sono da donna!» borbotto contrariato, prendendo in mano le fatidiche scarpe stile barbie della città, e osservandole meglio.
Sono basse e in ottimo stato, nessun graffio o taglio è presente sulla loro gomma bianca e lucida, segno che sono state appena lavate dal mio tutore dai capelli verdi.
Hanno delle stringhe fucsia acceso e delle piccole righette bianche e rosa confetto sui lati ed il tallone.
Se li guardo meglio, inoltre posso vedere un paio di brillantini e strass ornare la punta della scarpa, e dietro di essa noto anche una piccola etichetta con scritto sopra a caratteri cubitali: Lelly Kelly.
Divento rosso come un peperone dalla vergogna, e abbasso velocemente lo sguardo sul pavimento, il quale è diventato tutto ad un tratto molto interessante.
Incomincio a sudare agitato, in cerca di una via d'uscita per scappare fuori e crearmi un varco da questo imbarazzante problema.
Insomma, non posso uscire conciato in questo modo!
A scuola mi prenderanno sicuramente tutti in giro, e se lo faranno devo ammettere che in fondo non hanno tutti i torti...
Quando mai gli ricapiterà nella vita di ammirare un perfetto esemplare di maschio fottuto indossare delle seducenti scarpette sexy sbrillucicose?!
«Tesoro... nostro figlio ha bisogno di scarpe nuove» soccorre in mio aiuto Hiroto, il quale sta cercando in tutti i modi di convincere suo marito a non farmi mettere ai piedi quelle scarpe così... attraenti, ecco...
Incrocio furtivamente le dita sotto il tavolino, speranzoso che Kiyama riesca ad avere la meglio su quella testa dura di Midorikawa, e per incitarlo maggiormente, comincio a fare silenziosamente il tifo per lui.
"Ti prego, convicilo a non farmi mettere quelle scarpe! Ti prego! Ti pregoo! Non voglio diventare la barbie sbrilluccicosa della scuola... fallo per me papà! In cambio ti farò tutte le faccende domestiche che vuoi farmi eseguire! Te lo prometto!"
Penso intensamente tra me e me, stringendo gli occhi per la speranza del mio tifo silenzioso. Speranza, che purtroppo viene subito arrestata quando sento Riuuji parlottare a bassa voce con il rosso e dire queste parole.
«Ascoltami amore, è appena arrivata la bolletta della luce e del gas... non abbiamo molti soldi da poter spendere in questo momento...»
Ciò che dice Midorikawa è un più in sussurro che una frase vera e propria, e infatti ne Hikaru e neanche le mie due sorelle maggiori hanno sentito ciò che ha appena proferito il verde.
Ma io sì... e mi limito rassegnato ad accontentarmi e fingere un sorriso falso, facendomi andare a genio l'idea di indossare quelle orrende scarpe sbrilluccicose.
Finisco in fretta la tazza di cereali e mi dirigo insieme ad Hikaru nell'ingresso, dove mi preparo mettendomi il giacchetto e le mie fantastiche scarpette rosa.
«Mi raccomando eh! Fai il bravo!» dice per la centesima volta Midorikawa a mio fratello, per poi stampargli un leggero bacio sulla guancia.
«...Ricordati di aprire l'acqua della serra... ciao, ci vediamo a pranzo!» mi dice  in tono neutro il mio tutore dai capelli fulvi, dandomi una piccola pacca sulla spalla e spingendomi fuori dall'abitazione.
Socchiudo leggermente gli occhi, a causa dei raggi abbaglianti del sole, i quali mi hanno inesorabilmente accecato.
"La prossima volta che esco di casa, meglio portarmi dietro un paio di occhiali da sole..." mi appunto mentalmente nella mia testa, mettendo una mano davanti al viso, con l'intento di non lasciarmi accecare ancora da tutta quella luce abbagliante.
«Andiamo insieme?» mi domanda tutto contento  ed emozionato Hikaru, raggiungendomi e venendo al mio fianco. 
«No... io devo fare un piccolo salto alla serra, ci vediamo sull'autobus» gli rispondo in tono neutro, avviandomi velocemente al vivaio. Apro cauto la porta trasparente e passando in un folto labirinto di piante, fiori e cespugli giungo finalmente al centro di essa, dov'è esposto in bella mostra l'irrigatore che apro con un agile scatto.
Immediatamente, getti d'acqua gelata mi bagnano il volto e come un pazzoide drogato incomincio a correre alla ricerca di quella via d'uscita tanto bramata, chiamata comunemente porta.
Appena giungo fuori, metto le mani fra le ginocchia per riprendere un attimo fiato, chiudo gli occhi, faccio un bel respiro ed infine gli riapro pimpante.
Se prima stavo cadendo dal sonno, grazie a questa energica "doccia fredda" sono ritornato lucido e ancora più sveglio e scattante di prima.
Mi strizzo la maglietta azzurra, la quale è completamente fradicia, e mi avvio in direzione dell'abitazione per cambiarmi e rendermi almeno un pò decente e presentabile per il primo giorno di scuola.
«Ehi ragazzino! Non ho mica tutta la giornata!» la voce alterata dell'autista del pullman mi fa tornare alla realtà e mi ricorda anche che sono in estremo ritardo e se non mi muovo perderò definitivamente l'autobus.
Così con una corsa veloce raggiungo esausto il mezzo di trasporto, per poi entrare e mormorare uno "scusi, farò prima la prossima volta..." all'autista, il quale mi risponde dicendomi che se ricapiterà un episodio del genere, non sarà così clemente e mi lascerà per strada.
Deglutisco a fatica, ed osservo con occhi persi l'autobus, notando che quasi tutti i posti sono stati occupati.
«Masaki, vieni qua» la voce infantile di mio fratello Hikaru mi giunge acuta all'orecchio, e senza farmelo ripetere due volte, incomincio a cercarlo con lo sguardo, individuando finalmente una chioma violetta identica alla sua vicino all'ultima fila, e avvicinandomi  velocemente a quest'ultima.
Faccio per sedermi, quando sento qualcosa di denso e altamente appiccicoso arrivarmi alla schiena, mi giro schifato e levo dalla mia spalla un... panino al burro di arachidi?!
Lo butto per terra disgustato,  girandomi dietro per vedere il colpevole di quel reato, con l'intento di farci una bella litigatina mattiniera.
Ma quando i miei occhi si posano su quelli aranciati del mio "aggressore", mi sento mancare l'aria, e sento le gambe farsi pesanti.
Perchè proprio lui?! Che cosa ho fatto di male per meritarmi questo?!
«Beh contadino! Cos'hai da guardare?! Dovresti ringraziarmi... almeno hai rimediato la merenda!»
Quella voce... la sua voce... inconfondibile, bassa e roca... terrificante, da mettere i brividi.
Osservo un'ultima volta in faccia il mio peggior incubo : Tsurugi Kyosuke, il peggior bullo che abbia mai incontrato prima d'ora, in tutta la mia vita.
Solo a vederlo, ti fa venire la pelle d'oca...
Ha una pelle bianca cadaverica come quella dei vampiri rappresentati nei film horror, occhi taglienti di un arancio fotonico che sembrano scrutarti l'anima affondo, e per finire dei capelli del medesimo colore della notte acconciati in una bizzarra capigliatura, fatta ciuffi sparati in alto che terminano in un codino ribelle dietro la testa.
«Beh... il gatto ti ha forse mangiato la lingua?!» il "vampiro" si prende nuovamente gioco di me, provocando una sonora risata di gruppo tutt'intorno.
Sbuffo scocciato, e mi limito a lanciargli un'occhiataccia allo stile Kariya Masaki, socchiudendo gli occhi fino a farli diventare un'unica e piccola fessura giallastra.
Dopo averlo guardato male, mi metto seduto vicino a mio fratello, il quale mi osserva con aria preoccupata.
«Tutto bene?» mi domanda infine, mettendomi una mano sulla spalla, e picchiettandomi essa insistentemente.
Cosa che mi altera moltissimo, ed infatti con uno strattone gliela tolgo, osservandolo infastidito e scocciato.
«La smetti di essere così appiccicoso?! Lasciami in pace!» sbotto infine, sbuffando e girandomi dal lato opposto del seggiolino, con l'intento di non vedere per un pò quell'odiosa chioma violetta.
Sento Hikaru aprire la bocca per replicare, ma poi interrompersi e sospirare fra se e se.
Sospiro a mia volta, cercando di far raffreddare tutta la rabbia che mi pervade la testa per questa giornata già iniziata con il piede sbagliato.
So che non dovrei prendermela con lui, perchè in fondo non c'entra niente Kageyama... se sono frustrato la colpa non è sua.
Ma tutti sanno che la pazienza e l'educazione non vanno affatto daccordo con Kariya Masaki.
A volte però... mi dispiace molto per il modo arrogante con cui gli rispondo, ma il problema però è che non ci posso proprio far niente, la mia bocca parla solo a sproposito e non riesco mai a farla stare zitta.
Dovrei essere più coraggioso e affrontare a viso aperto quegli odiosi bulli, invece di scaricare il mio rancore contro Hikaru, ma a dire la verità... ho abbastanza paura di vedermela faccia a faccia con quei brutti tipi, specialmente con lui... Tsurugi Kyousuke, il mio incubo da ormai più di un anno.
Si esatto... avete capito bene, anche quando ero in prima media, lui non faceva altro che darmi fastidio, stuzzicandomi con qualche frasettina di troppo o addirittura con qualche insulto pesante.
Io come uno stupido me la prendevo,  così da farlo riuscire nel suo intento e dargli soddisfazione nel vedermi frustrato a causa sua.
Ad essere sincero, ne ho provate veramente di tutti i colori  per farlo smettere... persino a fare l'indifferente, ma niente... nessuna mia strategia sembra funzionare.
Mi ha preso di mira, è vero, ma non capisco il perchè...
Mi passo una mano tra i capelli turchesi, e scuoto la testa scrollando la mente da tutti questi pensieri paranoici che ci sono dentro di essa.
Infine prendo dallo zaino un pennarello nero, e mi abbasso dal seggiolino fino a raggiungere i miei piedi, ornati di gomma bianca e brillantini, che con poche mosse trasformo in delle decenti scarpe unisex, coprendo le righe fucsia con il nero del mio amato pennarello indelebile.
Rimetto dentro lo zaino il pennarello scuro, e ghigno soddisfatto osservando il risultato appena raggiunto:
Ora non sarò più la barbie sbrillucicosa della scuola, ma Kariya Masaki.

 

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-Angolino dell'arcobalenO

Salve  a tutti i cari lettori che hanno letto  questo primo chap di questa fanfiction! C:
Dopo secoli d'astinenza (?) ecco qua che la vostra cara Beta-Chan ricompare qua sul fandom a rompere le scatole con una RanMasa tratta/ispirata appunto al film & libro "Un Ponte Per Terabithia".
Devo ammettere che ho da poco letto il libro, e la storia mi è piaciuta moltissimo, perciò ho deciso di scriverci  qualcosa a proposito in omaggio C:
C'è solo un piccolo dubbio che mi assale: non vorrei aver fatto un plagio, visto che la fic tratterà in modo generale le stesse situazioni del film e del libro, cambiando però qualche parte e con protagonisti non più Leslie & Jess ma i nostri cari Inazumiani!
Quindi beh, vi chiedo di dirmi inanzitutto cosa ne pensate del primo capitolo se vi è piaciuto o meno, se ci sono stati errori o orrori tramite una piccola recensione, e poi beh, se ho fatto un plagio, non siate timidi a dirmelo, mica mordo! x'3
Insomma, per farla breve, non vorrei finire nei guai, ecco... :'D
E nientO, credo di aver detto tutto,
Alla prossima! ^^


-Beta-Chan

 

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Capitolo 2
*** Un paio di codini rosa ***




-Capitolo 2  

 

 

Un paio di codini rosa

 


Con un rumore assordante, finalmente l'autobus si ferma, aprendo le porte e incominciando a farci scendere uno ad uno in maniera disordinata davanti ad esso.
Guardo per un attimo fuori dal finestrino, ed osservo il fatidico e pauroso luogo simile all'inferno, chiamato comunemente da tutti scuola.
Se la odio? Assolutamente, fosse per me gli darei fuoco... però poi il problema è che finirei sui giornali con il seguente titolo:
"Bambino piromane da fuoco alla scuola perchè si annoiava e gli faceva altamente schifo"
E no... non posso proprio permettermi una cosa del genere, mi rovinerebbe la reputazione, e se lo scoprissero Hiroto e Midorikawa la mia vita finirebbe all'istante, ed io non voglio affatto morire, perciò mi tocca andarci senza lamentarmi eccessivamente.
Sbuffo scocciato passandomi una mano tra i capelli azzurrini, ed insieme ad Hikaru scendo svogliato le scalette del pullman, per poi atterrare nel terreno e mettere distrattamente un piede dentro la gigantesca pozzanghera d'acqua davanti a me.
"Perfetto. La fortuna mi assiste anche oggi!" penso sarcastico fra me e me, cercando di ripulirmi e apparire sufficientemente presentabile per entrare dentro scuola.
La mia giornata a quanto pare è iniziata nel peggiore dei modi, visto che per colpa di questo "fatidico attentato" ai miei piedi, le mie scarpe sono tornate rosa confetto, facendomi sembrare la barbie sbrilluccicosa della scuola che tanto temevo di diventare.
Osservo nuovamente la mia precedente opera d'arte scomparire dalla stoffa delle mie scarpe e giacere triste dentro la pozzanghera, la quale si sta colorando velocemente del nero del mio amato pennarello...
"La fortuna sarà anche cieca... ma la sfiga ci vede benissimo! Mi adora!" penso sarcastico nella mia testa, salutando velocemente Hikaru ed entrando nei corridoi della scuola per poi trovare la mia classe e decidere in quale banco sedermi:
Davanti ci stanno i secchioni, e no... io non sono un secchione.
Dietro ci stanno i casinisti ed i bulli, e cacchio, io ho paura di loro!
Nel mezzo ci stanno gli sfigati, dove tira un'aria tranquilla e rilassante... l'ambiente ideale per me!

Prendo veloce posto nel banco in mezzo e osservo curioso i miei vecchi compagni entrare nell'aula per poi sedersi nella loro postazione scelta.
«Ehi ciao moscerino!» una voce melliflua e snervante attira subito la mia attenzione, facendomi alzare gli occhi e vedere davanti a me una chioma color malva di ciuffi lisci e scalati, e delle grandi e magnetiche iridi color bordeaux mescolate ad una punta d'ambra al loro interno: Minamisawa Atsushi.
Chi è il damerino in questione?! Un tipo viscido del secondo anno come me, che condivide insieme alla sua spalla destra Kurama Norhito, il passatempo di sfottermi ripetutamente in classe.
Lo osservo meglio, ma nessuna parola esce dalla mia bocca, incurvata in questo momento in un sadico ghigno, il quale insieme ai miei occhi strafottenti cerca di mantenere il contatto visivo con la prugna ambulante, dimostrando così di non essere un fifone.
Quest'anno mi sono deciso: non farò più come le volte precedenti che me la prendevo o addirittura mi difendevo con le lacrime agli occhi.
Stavolta non sarà ne lui, ne Kurama, e tanto meno Kyosuke a dominarmi e farmi passare degli anni da inferno. Mi ribellerò e non lascierò che i tre bulli viscidi della città mi rovinino ancora la vita.
«Oh ma guarda... da quanto ha paura non riesce neanche a parlare... ahahahah ma povero micino indifesoo!» mi sfotte Kurama, incrociando le braccia al petto e alzandosi sulle punte, per poi guardarmi dall'alto verso il basso in un patetico atteggiamento di superiorità.
«Ti brucia eh, essere basso puffo azzurro?» controbatto la sua affermazione con una risposta altamente sadica, cosa che so lo farà impazzire di rabbia...
«M-Ma come ti permetti! Brutto insolente!» mi urla contro il nanerottolo palestrato, arrossendo di botto e caricando dritto un pugno sulla mia faccia.
Pugno che io evito con abilità, grazie ad i miei eccellentissimi riflessi felini...
Dovete sapere che tra me e il ciuffo azzurro, c'è sempre stata una lotta all'ultimo soprannome fin dall'anno scorso.
Lui mi prende in giro dicendomi che assomiglio ad un gatto? Perfetto.
Io lo sfotto dicendogli che è la copia esatta di un puffo da quanto è basso.
Ed a parer mio sono anche troppo buono con questi nomignoli, perchè volendo potrei anche chiamarlo Gargamella, nonchè il vecchio e pazzoide antagonista degli adorabili puffetti.
«Ehi! Ma guarda te che bravo! Hai schivato un suo colpo... peccato però che la cosa non finisce qui Kariya...» mi dice con voce minacciosa Atsushi, cercando in tutti i modi di fare una faccia intimidatoria, ottenendo però il risultato di farmi quasi scoppiare a ridere da quanto è buffo.
Mi passo una mano tra i capelli, e cerco di controllarmi dal non ridergli in faccia facendo un ghigno terrificante, nascondendo l'incredibile comicità della scena.
«Uh! Ma che paura prugna secca...» lo sfotto nuovamente, ritrovando la mia solita faccia tosta... la quale, fin ora non ha fatto altro che mettermi nei pasticci.
«Cosa?! Come mi hai chiamato? Ripetilo se hai il coraggio!» mi dice Minamisawa, assottigliando gli occhi ad una fessura inquietante e guardandomi in modo raggelante.
«P-r-u-g-n-a s-e-c-c-a!» gli dico di rimando facendo lo spelling delle parole in un vano tentativo di sfotterlo, ma inziando ad avere seriamente paura del serial killer dai capelli color malva, il quale insieme a ciuffo azzurro si è avvicinato pericolosamente a me, facendomi indietreggiare con le spalle al muro.
"Che ero masochista lo sapevo... ma non fino a questo punto, cacchio!"
Deglutisco a fatica e chiudo gli occhi giallastri, quando sento Atsushi prendermi per il colletto della mia maglia e preparando un terribile pugno, il quale sono sicuro mi farà andare K.O. in neanche cinque secondi. Anzi... due.
«Buongiorno ragazzi! Ai vostri posti, forza!» la voce squillante della mia professoressa d'Italiano fa distrarre entrambi i miei aggressori, i quali con uno strattone mi lasciano in pace e si vanno a sedere nei loro rispettivi posti.
Sospiro sollevato... chiudendo gli occhi e riaprendoli velocemente per poi andarmi a sedere nel mio amato e protetto "banco centrale" alias postazione strategica per non essere visti dai professori.
Ma quando mi metto seduto e mi guardo intorno, capisco di essere totalmente e inesorabilmente caduto "dalla padella alla brace", quando noto che dietro di me si è posizionato niente meno che la prugna ambulante Minamisawa Atsushi, e di fianco al mio banco vi è invece il puffo azzurro-Gargamella di Norhito.
"Oh Merda..." penso tra me e me, tamburellando nervosamente le dita sul banco di cedro e cercando di concentrarmi e prestare almeno una minima attenzione alle parole della professoressa, la quale la vedo gesticolare eccessivamente alla classe.
"Questa non ci voleva proprio...mi sono praticamente intrappolato da solo! Bel piano Masaki, complimenti... sei fottuto, inizi proprio bene il nuovo anno scolastico. Le lezioni non sono neanche incominciate e tu già ti sei inemicato due bulli, bravissimo!" penso sarcasticamente tra me e me, capendo velocemente di essere spacciato e in che cacchio di situazione mi sono andato a cacciare.
In poche parole, due bulli, che inoltre sono conoscenti di Kyosuke, ce l'hanno a morte con me.
Ho il capo della combriccola dietro il mio corpo, il quale è completamente esposto ad ogni possibile scherzo, attacco o attentato.
E la spalla destra di quest'ultimo è invece accanto al mio banco, il quale può spiarmi e dire al suo capo da quale posizione attaccare e come vendicarsi.
Mi passo una mano nella fronte, e cerco di svuotare la mia testa cominciando a disegnare uno scarabocchio sul foglio bianco che ho davanti a me.
Passo lieve poche linee di lapis, per poi marcare con maggiore forza i contorni ai lati della figura.
Scribacchio cose senza senso, linee, spirali, vortici, tutto quello che mi passa per la mente, fino a che in meno che non si dica ottengo una piccola caricatura terrificante della nostra professoressa di Lettere.
Scrivo con la penna a bordo del foglio la mia personalissima firma, per poi cercare di stare attento sulla lezione -cosa impossibile per uno come me-.
Metto le mani a coppa sulle guancie, ed ascolto annoiato la prof dire sempre le stesse cose:
"E' vietato copiare qualsiasi cosa da internet, bla bla bla, dobbiamo leggere più libri oppure ci rincitrulliamo la testa, bla bla bla, non possiamo assolutamente copiare nei compiti in classe -umph...sciocchezze!- e bla bla bla..."
Insomma, per farla breve la solita roba noiosa che ti dicono il primo giorno di scuola le professoresse severe come lei.
Come la chiamiamo noi? Ochetta starnazzante-suocera della porta accanto-bocca di rospo Mayer.

Sbuffo per la cinquantesima volta, ed in modo furtivo poggio il mento sul banco, mettendo le mani accanto ad esso in un vano tentativo di... beh, dormire.
"Non sono mai stato uno studente modello, gia..."

Infine chiudo gli occhi giallognoli, e mi nascondo meglio nel compagno davanti a me, in modo da non farmi beccare ed essere protetto da quelle sorti di mura fatte dai corpi di tutti i miei compagni, i quali mi coprono abilmente.
«pipipipipi lo senti? E' il mio rivelatore di sfigati, umhp!» mi mormora avvicinandosi con la testa al mio orecchio Minamisawa, con il chiaro intento di sfottermi un'altra volta e interrompendo così il mio intento di sonnecchiare un pò.
«Pipipipipipi sfigato! Sei già morto!» lo asseconda Ciuffo azzurro -ormai ho deciso di chiamarlo così, stessa cosa per Atsushi- ridendo divertito e facendomi linguaccie e smorfie a più non posso.
Prendo un bel respiro e butto fuori tutta l'aria a pieni polmoni, sbuffando e sospirando al tempo stesso  e cercando in tutti i modi di controllare la mia rabbia ed ira, le quali stanno crescendo a dismisura per colpa di quei due deficienti demenziali.
Cerco con tutto me stesso di non prendermela, di ignorarli, non dandogli così la soddisfazione di vedermi spazientito... ma cacchio! E' impossibile!
«Uuuh ma che belle scarpettine da femminuccia che abbiamo oggi!» mi sfotte ancora la prugna secca, accentuando di molto la parola "femminuccia".
«Eh si... per caso hai anche le mutandine ed il reggiseno di tua sorella Masaki?» mi provoca per la centesima volta il puffo palestrato, ridendo in sottofondo insieme al damerino Atsushi.
"Forza Masaki, resisti... non farti prendere dall'istinto. Non dargli la soddisfazione, che altrimenti ti metti nei guai!" Mi ripeto un'altra volta nella mia testa, cercando in tutti i modi di star calmo e di non agire d'impulso; ma alla fine il mio istinto testardo ha la meglio sulla mia coscienza, e sbotto nella direzione dell'azzurro e del violetto, guardandoli entrambi in malo modo.
«Kariya, Kurama, Minamisawa! Smettela, oppure alla prossima vi arriva una nota,  sono stata chiara?!» la voce alterata della spietata vipera mi riporta alla realtà, e deglutendo rumorosamente abbasso il capo scusandomi con la classe insieme ai due emeriti dementi.
"Nuova lezione imparata: nessun attacco d'ira in compagnia di bocca di mostro Mayer. La situazione potrebbe degenerare ed io finire spedito dritto dritto in presidenza." mi appunto nella mia mente, sbuffando per la centesima volta e mettendomi una mano sulla guancia, mentre con l'altra scribacchio sul quaderno tutti gli appunti della lezione scritti alla lavagna.
Quando ho finito di ricopiare la lezione, faccio per riaddormentarmi, ma un rumore improvviso mi strappa nuovamente dal mio amato riposino mattiniero, finendo per scrutare curioso la porta, la quale viene subito aperta dalla nostra professoressa di torture.
"Chissà chi sarà..." penso fra me e me, puntando curioso più che mai le mie iridi ambrate sulla sagoma della prof, la quale sta parlottando animatamente con altre due sagome che non riesco bene a capire chi siano, fuori dalla stanza.
Appena la professoressa accosta la porta uscendo fuori di essa, come da copione la classe incomincia subito a parlottare e scherzare animatamente, sempre più forte, fino a quando nella stanza non regna un ambiente di puro caos e  confusione.
Mi tappo letteralmente le orecchie con le mani per tutto quel rumore, e invece di chiacchierare a mia volta con un qualche compagno vicino a me, decido di puntare la mia più totale attenzione sulla porta accostata, cercando di capire con chi diavolo stia parlando l'oca.
«Emh emh, Ragazzi! Fate silenzio immediatamente!»
ci urla autoritaria la vipera, richiamando l'attenzione di tutti con un veloce movimento di braccia.
In men che non si dica... tutta la classe si fa muta, facendo regnare in quell'ambiente un silenzio innato, quasi irreale e davvero molto inquietante, forse fin troppo.
Deglutisco a fatica, ed osservo impaziente la professoressa scrutarci uno ad uno, ansioso che parli e ci dica qualcosa.
«Allora, mi è appena stato comunicato dal preside che quest'oggi si unirà alla nostra classe una nuova persona... prego, entra pure!» dice tutto ad un fiato la prof, voltandosi infine verso la porta, dalla quale compare una sagoma ignota a tutta la classe.
La ragazza in questione è abbastanza alta, forse anche più di me, così tanto che credo riuscirebbe senza problemi a fare come suo poggia gomiti personale il puffo azzurro di Kurama!
Ghigno fra me e me per la mia sadicità, e la osservo meglio:
Ha una carnagione rosea leggermente abbronzata, segno del mare e dell'estate appena passata.
Porgo il mio sguardo sui suoi capelli, e rimango praticamente a bocca aperta dalla particolarità  che ha quell'insolita chioma femminile:
E' rosa... del medesimo colore delle fragole primaverili e mature.
E' così somigliante a quei frutti, che se guardo attentamente qualche ciocca più accesa, posso persino sentire dentro la mia bocca il gusto dolciastro e leggermente aspro di quel frutto profumato.
Ma ora  che la osservo meglio, noto che il suo non è un semplice rosa comune, ma bensì un rosa intrigante, particolare, acceso, brillante... beh, in poche parole assolutamente affascinante... magnifico.
"M-Ma cosa dico?!"
penso fra me e me, arrossendo vistosamente a quelle considerazioni precedentemente fatte, e volgendo lo sguardo in basso per cercare di farmi passare tutto quell'imbarazzo che pervade le mie guancie, le quali sono tinte di un rosa acceso come le... fragole, cacchio per l'appunto!
Infine alzo nuovamente lo sguardo giallastro in direzione della ragazza, ma mi perdo nuovamente nel fissare il colore penetrante dei suoi capelli, ed infine giungo ad una sola e unica conclusione: Quella ragazza è un evidenziatore fotonico ambulante!... Si sarà sicuramente evidenziata la testa per sbaglio mentre giocherellava con i pennarelli e trucchetti vari... umhp. Che imbranata.
Rido fra me e me a quegli insoliti pensieri, per poi osservare infine i bizzarri e decisamente troppo infantili codini che raccolgono in modo disordinato e buffo tutta quella chioma rosea spettinata.
La guardo meglio negli occhi... e cacchio...
"Questa c'ha il mare dentro gli occhi!" penso fra me e me, perdendomi in quello sguardo cristallino indecifrabile che sa d'estate e assoluta e armoniosa purezza.
Ha un celeste infinito dentro le iridi cerulee, come il cielo primaverile senza alcuna sfumatura di nuvole all'interno... un azzurro perfetto, ecco...
«Ragazzi, lui è Ranmaru Kirino, si è da poco trasferito nella nostra città, e frequenterà con noi questi ultimi anni!» la voce della bocca di mostro Mayer mi risveglia dalla mia sorte di stato di trans, ed osservo completamente inebetito il nome della ragazza scritto alla lavagna:
Allora si chiama Ranmaru Kirino! Finalmente so il suo nome...
"...N-No aspetta... Ranmaru ha detto?! M-Ma Ranmaru non è un nome da maschio?!... Oddiosanto ho scambiato un ragazzo per una ragazza, e ci ho pure sbavato sopra!" penso fra me e me, assumendo una perfetta tonalità bordeaux in viso.
Infine mi gratto imbarazzato la testa, ripensando alla grande figuraccia appena fatta.
"Umhp... se l'è voluto lui! Così impara a farsi i codini 'sto confetto effemminato!" penso fra me e me, guardando in malo modo il nuovo compagno di classe e appuntandomi mentalmente il fatto che mi stia terribilmente antipatico... -esatto, ho appena espresso un pregiudizio-.
«Bene, per oggi Kirino si siederà vicino a me... ma ora torniamo al nostro argomento: voglio che mi facciate per domani una relazione su ciò che vi piace fare nel vostro tempo libero!» ci dice entusiasta l'oca-suocera della porta accanto-bocca di rospo Mayer, guardandoci felice come non mai.
Come da copione, dalla classe si levano sonori lamenti e sbuffi contrariati...
Ad essere sincero, in un'altra occasione mi sarei unito pure io alla combriccola di imprecazioni, ma non oggi... sono troppo impegnato a guardare in malo modo e con un ghigno stampato in faccia la VERA Barbie sbrilluccicosa della scuola che tanto temevo di diventare a causa delle mie scarpe.
Sposto un attimo lo sguardo intorno a me, per poi posarlo nuovamente sul presunto maschio, il quale soprendo a fissarmi.
Sgrano leggermente le iridi color dell'ambra per la sorpresa, ed a bocca semi-aperta resto a fissare inebetito il nuovo arrivato, fino a quando esso non mi sorride e si gira in direzione della professoressa, lasciandomi senza fiato.
"Che bel sorriso che ha... emh, cioè si, insomma... NO! Volevo dire, che irritante ragazzo quel Kirino Ranmaru!"

   

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-Angolino dell'arcobalenO

Salve a tutta la popolazione di Efp che segue sta storiella qua! C:
Mi scuso inanzitutto per il ritardo della pubblicazione, ma la mia connessione internet ha deciso di lasciarmi sul pi bello T^T  
E nientO, spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto! ^^
Vi chiedo solamente di farmi sapere cosa ne pensate, commenti, opinioni, se ci sono errori & orrori, se è  plagio o no (se è ditemelo subito che rimedio C;), ecc...ecc... tramite una piccola recensione qua sotto, che io apprezzerò molto! C: cagatemi pleaaase x3 (?)

-Beta-Chan

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Capitolo 3
*** Kirino Ranmaru...? ***




-Capitolo 3  

 

 

Kirino Ranmaru...?


Le lezioni sono ormai giunte al termine, e appena sento l'acuto e penetrante suono della campanella perforarmi le orecchie, finisco in fretta di fare la cartella, precipitandomi fuori scuola come un razzo impazzito per paura di fare tardi alla storica e leggendaria gara annuale della mia scuola, la quale consiste in una semplice e banale corsa di velocità fra studenti di prima, seconda e terza media.
Mi guardo intorno per un attimo, e faccio per andare nel parchetto davanti l'istituto per aspettare tutti gli altri partecipanti, quando una voce abbastanza famigliare mi distrae dai miei pensieri.
«Ehi perchè io non posso entare?!» quella voce... calda, pacata, squillante... appartiene al nuovo arrivato rosato, ne sono più che sicuro.
Così a passo cauto e felpato mi avvicino a lui, osservando con chi diamine stia parlando, ma quando focalizzo l'altra persona e la scena, il mio cuore perde un battito:
Tsurugi Kyousuke alias il bullo più perfido dell'intera scuola, è affiancato da Mister prugna secca ambulante e Puffo ciuffo azzurro.
I tre dementi sono piazzati davanti al bagno dei maschi, dov'è posizionato anche l'evidenziatore effemminato, il quale li guarda stranito visto che non lo lasciano entrare in bagno.
«Ehi ragazzina, questo è solo per maschi!» lo sfotte infine il vampiro punk, ridendo di lui e prendendolo in giro per i suoi lineamenti così femminili ed eleganti.
«Guardate che sono un maschio ragazzi!» dice il nuovo arrivato, guardando stranito i tre ragazzi e buttandola sul ridere.
Minamisawa e Kurama si guardano divertiti in faccia, e dopodiche il più basso si affianca a Ranmaru, guardandolo sempre con quel ghigno di superiorità stampato in volto.
«Ah si? Beh... allora sgancia cinque yen ciuffetto rosa!» gli mormora sprezzante Norhito, incrociando le braccia al petto e guardandolo con fare sprezzante.
«M-Ma io non ho soldi...» gli dice in tutta risposta l'evidenziatore fotonico, assumendo un'espressione indecifrabile in volto.
«Oh beh femminuccia... non sono problemi miei, te la farai addosso!» lo sfotte nuovamente Tsurugi, provocando la sonora risata della prugna damerina e del puffo palestrato, i quali non sono altro che i suoi ridicoli e viscidi leccapiedi.
Vedo il nuovo arrivato indietreggiare un attimo, per poi illuminarsi di colpo e guardare con una strana e suicida aria di sfida i tre bulletti della città, scattando velocemente in direzione della porta, in un vano e disperato tentativo di entrare in quel bagno.
«Non ci provare effemminato!» vedo Kyosuke bloccarlo agilmente e prenderlo per il colletto, alzandolo di poco e preparandogli un pugno, il quale so per esperienza che lo farà andare K.O. in un millisecondo.
Deglutisco a fatica e decido per la prima volta in tutta la mia vita di essere coraggioso.
Così scatto velocemente in direzione dei quattro ragazzi, con l'intento di proteggere il nuovo arrivato.
«Ehi! Ma lo volete lasciare stare?! Siete solo dei vigliacchi a prendervela con lui! Ma vi siete visti?! Siete tre contro uno! V-i-g-l-i-a-c-c-h-i!» gli urlo contro, facendo persino lo spelling dell'ultima parola e guardando truce i tre bulli.
«Uh, ma guarda chi è venuto a salvarti... quello è il tuo fidanzatino?» mi sfotte la prugna secca, ghignando e mettendosi dietro Tsurugi.
Guardo per un attimo Kirino, e solo dopo realizzo in che diamine di situazione  mi sono cacciato.
"Cacchio... sono completamente e inesorabilmente, FOTTUTO! Nella merda fino al collo!"  mi dico fra me e me, capendo di aver fatto una grandissima cavolata ad entrare in scena per fare la figura dell'eroe.
"Ho visto una scena simile in tv, ma cacchio... da quest'angolazione fa decisamente più paura!" penso dentro la mia testa, quando vedo Tsurugi lasciare con uno strattone Kirino e avanzare pericolosamente nella mia direzione.
"Oh merda..." Deglutisco a fatica e indietreggio in modo vigliacco, cercando in tutti i modi di non prendercele il primo giorno di scuola.
Vedo il vampiro blu ghignare soddisfatto e compiaciuto del suo atteggiamento intimidatorio, preparandomi con la mano un doloroso pugno.
Mi preparo mentalmente ad incassare il colpo, chiudendo persino gli occhi... ma un rumore insolito mi distrae dai miei pensieri, così apro nuovamente le iridi giallastre.
La scena che mi si presenta è più o meno così:
Kyosuke -stranamente- è accasciato dolorante a terra con gli occhi  chiusi dal dolore e dopo poco perde completamente i sensi.
Prugna secca e Ciuffo azzurro invece guardano basiti la scena, per poi darsela a gambe facendo la figura da perfetti vigliacchi che sono.
In quanto all'evidenziatore rosa, beh... lui è in piedi dietro Tsurugi, con le braccia appena alzate e una gamba vicinissima al corpo del bulletto punk.
«M-Ma cosa...»
dico basito guardando a bocca aperta e completamente confuso quella scena.
"Insomma, come diamine è possibile che quel ragazzino abbia messo fuorigioco in così poco tempo un tipo forzuto e violento come Kyosuke Tsurugi?!"  penso fra me e me, alzandomi da terra e raggiungendo Ranmaru.
«C-Come diamine hai fatto?!» gli domando incredulo, allontanandomi insieme a lui in una zona più remota del parchetto, fuori dalla portata di altri bulli e potenziali attacchi alla mia salute e incolumità.
«Oh beh, si da il caso che io sappia una certa mossa per mettere K.O. le persone. Devi sapere che all'altezza del gomito c'è un punto debole, che se stimolato può far perdere i sensi... non tutti sanno trovarlo, ma io... beh modestamente si»  ridacchia il nuovo arrivato, sorridendomi appena e continuando a camminare con me.
Arrossisco leggermente davanti a quel sorriso, e guardo imbarazzato in basso, per poi cercare di parlare in modo naturale senza vergogna.
"Ma insomma, che diavolo mi sta prendendo?! Dove diamine è finita tutta la mia faccia tosta?! Masaki datti una svegliata!" mi dico fra me e me, scrollando il capo da quei pensieri, più determinato che mai a non fare altre potenziali figuraccie.
«Ehi Kariya! Sta per iniziare la gara, forza, datti una mossa se vuoi partecipare!» un'acuta voce infantile mi distrae dai miei pensieri, ed osservo calmo il volto euforico di mio fratello Hikaru avanzare veloce nella mia direzione, per poi fargli un cenno d'assenso e avviarmi insieme a lui nel luogo della gara, senza neanche salutare e ringraziare l'evidenziatore rosa della città.
"Dopotutto non ho tutta questa confidenza con lui... insomma, mi ha solo salvato le chiappe da  un potenziale attentato alla mia testa, nulla di più..." mi dico dentro la mia testa, convincendomi sempre di più al fatto di evitare quel Kirino.
«Chi era quel ragazzo?» mi domanda curioso Hikaru, trotterellando al mio fianco.
«Ed io che cavolo ne so...» gli rispondo a mia volta, decidendo di non dirgli la verità su quel confetto rosa, il quale -come ho già detto- mi sta decisamente  troppo antipatico.
Il motivo? Beh... semplice.
Mi sa un tipo altamente perfettino "sotuttoio".
"E poi andiamo, è ridicolo con quei codini rosa! Ma se li tagliasse!" Penso fra me e me, ghignando sadico e raggiungendo finalmente il luogo della gara, la quale da pochi minuti a questa parte inizierà sicuramente.
Prendo emozionato un lungo respiro e mi metto in posizione dietro la linea di partenza, aspettando ansioso il fischio d'inizio.
Chiudo un attimo gli occhi per concentrarmi e motivarmi al meglio, e quando li riapro osservo una figura maschile posizionarsi vicino a me.
"Oddio no, è ancora lui..." sbuffo scocciato, cercando di non considerare minimamente quella barbie sbrilluccicosa della scuola, la quale a quanto ho capito parteciperà anch'essa alla fatidica corsa.
«Ciao!» mi saluta infine il nuovo arrivato, facendomi un cenno di mano, il quale ignoro palesemente.
Lo guardo indifferente, con gli occhi giallognoli inespressivi, voltandomi anche dalla parte opposta, in modo da ignorarlo totalmente.
L'osservo con la coda dell'occhio, e quando lo noto guardarmi confuso, ghigno mentalmente, per poi girarmi nuovamente nella direzione precedente senza degnarlo di uno sguardo.
Perchè faccio così?
Beh... sinceramente ho capito che meno ci parlo e meno ho a che fare con questo confettino sotuttoio, e meglio è... e poi a dirla tutta mi fa uno strano effetto la sua vicinanza... cioè, divento impacciato e fin troppo sensibile per i miei gusti, ed io non sono affatto così. Almeno credo...
«Ehi ragazzina! Questa gara è solo per maschi!» sento urlare con voce melliflua Atsushi, con il chiaro intento di sfottere l'evidenziatore fotonico per la sua femminilità.
Punto lo sguardo su Kirino, curioso di vedere la sua reazione a quella pesante provocazione, e quando lo noto fare un sorriso di sfida a Minamisawa, ignorando totalmente tutte quelle prese in giro nei suoi confronti, rimango basito e completamente a bocca aperta.
"Come cavolo fa a restare calmo e ignorare tutte  quelle prese in giro?! Io sbotterei e darei già in escandescenza dopo una..." penso dentro la mia testa, meravigliandomi di tutto quell'autocontrollo da parte del rosato...
In un certo senso è... sensuale, ecco...
«Masakii! Muoviti la gara è iniziata, forza corri!»
mi riporta alla realtà mio fratello, andando vicino a me e incitandomi a correre.
«C-Cosa?!» gli domando confuso e disorientato, riprendendomi dal mio stato di trans attuale e guardando a destra e sinistra vicino a me,  dove non trovo più tutti i miei compagni, in attesa di inizio gara.
Volgo lo sguardo davanti a me, e quando li vedo correre veloci come un fulmine, finalmente capisco tutto e sgrano gli occhi dalla sorpresa:
"Merda hanno già cominciato!" penso fra me e me, iniziando a correre in loro direzione in un disperato tentativo di superarli, anzi, raggiungerli in qualche modo vista la mia distrazione.
Ho il fiatone per questa corsa, ma non me ne curo molto, troppo impegnato ad aumentare sempre di più la mia velocità e vincere questa cavolo di gara.
«Ehi... m-ma cosa...?!» mormora scioccato Puffo azzurro, quando miracolosamente supero sia lui che Mister prugna secca, guadagnandomi un posto di terzo classificato, visto che davanti a me  ci sono solo tre ragazzi che presumo siano del terzo anno.
Sinceramente, non so neanche io come faccio ad andare così veloce, forse è grazie ad i miei magnifici riflessi felini, forse no... comunque in un modo che anche a me risulta ignoto, supero anche i tre Senpai, aggiudicandomi così il posto di... PRIMO!
Ghigno felicemente, deciso più che mai a non mollare sul più bello.
"Hiroto e Midorikawa saranno fieri di me!" penso dentro la mia testa, quando ho messo una certa distanza tra me e gli altri concorrenti.
Ormai manca così poco... dieci metri! Meno nove, meno otto, meno sette, meno sei!
Incomincio così a fare il conto alla rovescia della distanza che mi separa dalla vittoria, ma quando sono a meno cinque, la mia visuale viene investita da dei ciuffetti rosa, i quali si scompigliano facilmente visto il vento che vi è tutt'intorno a noi.
«C-Cosa?!» dico basito, sorpreso di trovarmi la barbie sbrilluccicosa della città alle calcagna, la quale se non sto attento mi supera.
"M-Ma come diamine ha fatto a raggiungermi?! Cavoli, non posso assolutamente perdere contro di lui!" penso fra me e me, deciso più che mai a non perdere quell'incontro.
Prendo un bel respiro, e correndo sempre più veloce guardo per un attimo con la coda dell'occhio Kirino, il quale lo vedo arricciare le labbra in un piccolo sorriso divertito.
"Ma ride sempre questo?!" impreco silenziosamente, arrossendo a dismisura per non so quale motivo, forse per la vicinanza del nuovo arrivato... bho.
Scaccio dalla mente questi pensieri, correndo veloce come il vento, ma quando mancano pochissimi metri al traguardo, quei cavolo di codini rosa mi superano, quasi colpendomi in faccia e facendomi arrivare così secondo.
"Non è possibile!" mi ripeto più volte fra me e me, ancora in stato di shock per essere stato battuto da quella cavolo di barbie sbrilluccicosa...
«Masaki! Masaki! Hai vinto?»
mi  domanda tutto ad un tratto mio fratello Hikaru, venendomi incontro e guardandomi curioso.
«N-No...» gli rispondo a mia volta, sbuffando scocciato e non mandando giù il fatto di essere stato battuto da quel perfettino confettino rosa.
Faccio per andarmene, ormai sfiduciato e deluso della mia performance, quando quegli odiosi codini sbrilluccicosi mi si piazzano davanti agli occhi giallastri.
Guardo interrogativo il nuovo arrivato e faccio per andarmene, ma il perfettino mi precede tendendomi una mano. La osservo stranito.
«Comunque piacere eh, Ranmaru Kirino...» mi dice infine la barbie sbrilluccicosa della scuola, facendomi un piccolo sorriso e respirando in modo affannoso per riprendere il fiato da quella corsa.
"Umhp... riecco qua Mister Sorriso... " penso fra me e me, facendo un esagerato broncio e guardando Kirino in malo modo, lasciandolo infine con la mano sospesa a mezz'aria.
«Ehi, guarda che è maleducazione non presentarsi agli altri!» mi mormora infine, abbassando la mano e guardandomi con un espressione indecifrabile.
«Gia...» gli rispondo a mia volta, ghignando appena e tirando fuori il mio solito  carattere menefreghista e strafottente il quale mi caratterizza sempre in un modo o nell'altro.
Sento Ranmaru sospirare rumorosamente, per poi arricciare le labbra in una smorfia e osservarmi divertito.
«Come ti chiami?» mi domanda infine Mister Confetto sbrilluccicoso, avvicinandosi leggermente.
Rifletto su quella domanda, e dopo un'accurata analisi causa-conseguenza, decido di rivelare al nuovo arrivato il mio nome, almeno mi lascierà finalmente in pace.
«Masaki Kariya...» gli rispondo velocemente, guardandolo nelle iridi cerulee come il mare e perdendomi leggermente in quello sguardo puro, per poi arrossire vistosamente ed abbassare lo sguardo.
Strabuzzo gli occhi, e spero con tutto me stesso che Kirino non abbia notato  il mio sguardo imbambolato e completamente incantato nei suoi occhi, o sono completamente fottuto...
Infine lo guardo nuovamente in faccia, e lo vedo ridere...
"Perfetto! Mi ha letto nel pensiero!" mi dico fra me e me, osservandolo imbarazzato.
«Ehi perchè ridi?!» gli ringhio contro, ancora paonazzo in volto per quella figuraccia appena fatta.
«Uh, ma che bel caratterino che abbiamo qui... comunque piacere di conoscerti, Kariya...» mi mormora infine, sorridendomi divertito e lanciandomi un'occhiatina fin troppo provocante per i miei gusti.
Mi mordo il labbro inferiore e sento le mie guancie tornare nuovamente bordeaux.
"Masaki! Datti una svegliata!" mi dico dentro la testa, alzando gli occhi felini e incrociando nuovamente quelle iridi cristalline pure come l'oceano.
«Umhp... il piacere di conoscerti è tutto mio, evidenziatore rosa...» gli rispondo infine,  prendendolo in giro e guardando per un'ultima volta quegli occhi del medesimo colore del ghiaccio, finendo per perdermici ancora dentro e per... beh, arrossire nuovamente.


   
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-Angolino dell'arcobalenO

'Salve gente! C:
Rieccomi qua a pubblicare felicemOnte il terzo chap di questa fic che nessuno mi caga purtroppo ewe
Ma pazienza, io pubblico lo stesso perché si! UwU (?)
E niente... spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento!
Ricordate che le recensioni sono ben accette, fatemi sapere come vi è sembrato, se avete visto degli errorucci o orrori in giro e se secondo voi è plagio o no C:
Bene, ora mi dileguo che fra poco devo uscire...
Al prossimo aggiornamento! ^^

-Beta-Chan

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Capitolo 4
*** Secondo giorno all'inferno ***


 

 

-Capitolo 4


 

Secondo giorno all'inferno




Scendo veloce le scale dell'autobus insieme ad Hikaru e trotterello stanco fino all'entrata di scuola, per poi varcare l'ingresso e recarmi a passo svelto nel corridoio di quelli di seconda media.
Sbadiglio assonnato -causa delle ore piccole fatte ieri notte- e chiudo appena gli occhi giallognoli per poi riaprirli subito e vedere davanti alla mia visuale un'irritante chioma rosa fotonico e due codini sbrilluccicosi a completare l'opera, i quali so per certezza che appartengono a niente meno che quel perfettino del nuovo arrivato.
"Umph... questo si che è un bel risveglio" penso sarcastico fra me e me, sbuffando e proseguendo la mia annoiata camminata, fermandomi però di colpo quando vedo un foglio caduto dallo zaino dell'evidenziatore ambulante.
"Chissà cosa sarà..." mi domando curioso dentro la mia testa, raccogliendo quello strano fogliaccio pieno di ali e pieghe, e scrutandolo attentamente.
«Kirino, ti è caduta questo fo-» faccio per parlare per avvertire il confettino di aver perso qualcosa, ma mi blocco di colpo appena vedo che Ranmaru è praticamente sparito, scomparso, dileguato, da quel cavolo di corridoio.
Osservo con fare sospetto l'ambiente intorno, per poi scrutare nuovamente la pagina strappata nelle mie mani, ed infine mi decido a leggere il suo contenuto.


"Caro Diario,
Questo è il mio primo giorno in questa nuova e tremendamente infernale scuola.
Com'è andata? Beh... tutto bene, se non considero il fatto di essermi inemicato tre bulli cazzuti e metà scuola mi prende in giro per il mio aspetto decisamente troppo femminile.
Inoltre mi sembra di non star simpatico in particolar modo a nessuno.
 No anzi... forse forse qualcuno c'è...
Forse è quel ragazzo dai capelli turchesi e occhi felini.
Mmh... mi pare di ricordare che si chiamasse Masaki Kariya... e beh, si... non è niente male. Mi sembra un tipo apposto tutto sommato, anche se mi sfotte, devo dire che mi sta molto simpatico quel ragazzo.
Ho deciso amico cartaceo: proverò a conoscerlo meglio, magari mi farò almeno un amico in questo mondo infernale scolastico!
Per oggi è tutto, al prossimo aggiornamento Diario segreto!"



 

Quando finisco di leggere quel fogliaccio ormai non più tanto misterioso, rimango letteralmente basito... spiazziato da ciò che ho appena letto.
Apro scioccato la bocca, e la mia faccia assume un'espressione indecifrabile:        
"C-Cosa ho capito bene?! Kirino Senpai alias mega lucidalabbra sbrilluccicoso della scuola, vuole diventare mio amico?! Oh mio Dio che sfiga..." penso silenziosamente tra me e me, riprendendomi infine dallo stato di shock di quella notizia e camminando nuovamente, per poi entrare dentro l'aula della mia classe, la seconda C.
Ad essere sinceri, non so neanche io perchè questa notizia mi sciocchi più di tanto... chissà forse perchè è un perfettino bello e buono, o magari per quei suoi irritanti codini rosa che mi perseguitano la giornata...
Credo che pensandoci bene siano questi i motivi per cui non voglio farci amicizia.
E poi a dirla tutta, non è che io sia la persona più amichevole del mondo, lo devo riconoscere. Fare amicizia non è mai stato il mio forte, ne all'asilo e tanto meno  alle elementari, figuriamoci alle medie...
Mi passo una mano tra i capelli azzurrini, e scaccio questi pensieri dalla mia testa, sbuffando -come al solito- e prendendo posto nel mio banco con l'intento di guardarmi da subito le spalle da Puffo azzurro e da Prugna secca, i quali vi ricordo che sono niente meno che i bulli che ce l'hanno a morte con il sottoscritto.
«Ciao ragazzo effelinato!» ecco qua il saluto di Ciuffo azzurro, seguito a ruota da un ghigno sprezzante del Damerino violastro.
Li guardo di sfuggita, ignorandoli con non poca fatica, e cercando di concentrarmi invece sull'ammirazione della nostra prof di Musica, nonchè la mia sorte di cotta scolastica da ben un anno e precisamente due giorni.
Il mio "sogno segreto" ha due occhiettini azzurro intenso,  i quali sono contornati da dei boccoli ribelli ed una chioma nera come la pece.
La guardo sognante, a volte pure rischiando di sbavare sul banco -sul serio!-finchè non sento una vocina maledettamente fastidiosa distrarmi da tutto e da tutti e riportarmi con la testa alla realtà.
«Umh, a quanto pare... qui qualcuno si è innamorato, neh Masaki?» ridacchia con voce maliziosa Kirino, il quale è appena entrato dentro classe, posizionandosi vicino al mio banco.
«N-Non è vero! Ma si può sapere che cavolo dici?!» controbatto leggermente imbarazzato, arrossendo involontariamente e provocando una risatina pervertita e acuta del confetto rosa.
Ad esseri sinceri, il motivo del mio imbarazzo in fin dei conti non è la mia leggera infatuazione per la prof, ma bensì il fatto che Ranmaru pensa che a me piacciano le ragazze...
Perchè si, avete capito bene gente: ho scoperto da un pò di tempo a questa parte di essere omosessuale.
Per farla breve insomma, mi piacciono i ragazzi, quelli con la "I", non le ragazze con la "E", e sinceramente questa cosa non la sa -e non la deve sapere- nessuno, se non mio fratello Hikaru, il quale l'ha scoperto un pò di tempo fa quando mi ha sorpreso a pomiciare con un ragazzo ed a eccitarmi come un matto alla vista di quelle pubblicità dei profumi maschili, dove compaiono dal nulla, modelli strafighi e palestrati che ti fanno venire infarti e colpi al cuore al minimo sguardo o movimento di bacino.
«Ehi Masaki... ci sei?» sento la solita voce di prima svegliarmi dal mio stato di trans.
Così, chiudendo e riaprendo velocemente gli occhi, ritorno più pimpante che mai, sorprendendomi addirittura del fatto di star ad osservare con espressione imbambolata il volto di Ranmaru.
Arrossisco vistosamente, e distolgo lo sguardo da quei pezzetti di cielo, per poi cercare di concentrarmi sulla lezione, la quale ho scoperto che è appena iniziata nel più terrificante dei modi: la prof ha deciso di interrogare. Oh merda...
Sbianco di colpo, ed assumo la perfetta tonalità del muro dietro di me, il quale è niente meno che bianco cadaverico come un fantasma terrificante e fin troppo realistico per i miei gusti.
"Ti prego fa che non chiami me, ti prego fa che non chiami me! TI PREGO FA CHE NON CHIAMI ME!" mi ripeto più e più volte dentro la mia testa, deglutendo a fatica e facendomi persino il segno della croce, nella speranza che la fortuna e la sorte mi assistino.
Perchè per farla breve, devo confessarvi che non ho praticamente toccato libro e se mi becca, sono assolutamente e inevitabilmente... fottuto!
Insomma, una persona geniale ed intelligente come me ha cose  molto più importanti da fare nella vita -tipo cazzeggiare- che mettersi a studiare per prendere un misero sei, e poi diamine! Siamo solo al secondo giorno di scuola, è contro la legge interrogare i poveri martiri degli studenti!
«C'è qualche volontario?» domanda infine la prof a tutta la classe, guardandosi intorno per "scovare" e "stanare" la sua vittima.
Nell'aula regna tutt'intorno un silenzio irreale, quasi inquietante, visto che tutti sono terrorizzati e si "cagano" letteralmente addosso dalla fifa dell'interrogazione.
In quanto a me, abbasso in modo non curante lo sguardo color oro, per poi puntarlo velocemente sopra il banco in direzione del quaderno aperto, con l'intento di essere più naturale che mai.
"Ricorda: se non hai studiato, mai guardare i professori negli occhi: loro percepiscono la paura, si sentiranno sotto minaccia e ti interrogheranno per ripicca, fidati!" mi ripeto più volte nei miei pensieri, cominciando a sudare in modo involontario e prendendo a giocherellare con la cerniera del mio astuccio.
Come sicuramente avrete capito, dire che sono agitato è dir poco... ho sempre odiato le interrogazioni, in modo particolare quelle a sorpresa...
«Non c'è nessuno che vuole venire interrogato?» ripete nuovamente la prof, guardandoci ancora famelica, come se non vedesse l'ora di darci un bel tre.
«C'è Masaki!» sento una voce, la quale riconosco subito per quella di quel puffo di Kurama, distrarmi dai miei pensieri e farmi spalancare la bocca e strabuzzare gli occhi in una maniera fin troppo imbarazzante.
"C-Cosa?! Ho sentito bene?! Ha detto alla prof che andavo volontario?! Oh no... non ci andrò di certo, poco ma sicuro!" penso fra me e me, guardando dritto la cattedra e la lavagna.
«E' vero, Masaki?» mi domanda infine la professoressa.
Deglutisco a fatica, e faccio per parlare, ma vengo preceduto da quella cavolo di vocettina melliflua di Minamisawa... Possibile che capitino sempre tutte a me?!
«E' tutto vero prof, Kariya non gliel'ha detto prima, e non lo fa neanche ora solamente perchè è molto timido e si vergogna, ma in realtà ha studiato tantissimo, il resto della classe lo conferma, vero ragazzi?!» dice infine il damerino violetto, sorridendo falsamente all'insegnante e guardando la classe con una spietata espressione a mò di "se non mi reggete il gioco vi uccido!".
Guardo basito il resto dei compagni, i quali li vedo annuire animatamente all'affermazione di Atsushi, per la troppa paura di una sua reazione negativa -Ho già detto che odio i bulli?!-.
«Ah ah, perfetto, allora accomodati al primo banco Masaki, incominciamo subito con la tua interrogazione, mica ti mangio eh!» mormora felicemente la professoressa, facendomi cenno con una mano di mettermi in bella vista nel primo banco della classe alias postazione per secchioni, stando vicino a niente meno che al mega confetto rosa Kirino Ranmaru.
Prevedo una lunga mattinata...

 

***
 

Bene, la mia tremenda interrogazione è finalmente finita, e in un modo che solo Dio sa, sono riuscito a prendere un bellissimo sette, nonostante non avessi praticamente toccato libro -sono troppo bravo ad arrampicarmi sugli specchi, gia-.
Questa è l'ultima ora, precisamente quella di lettere, Italiano.
La nostra cara professoressa, chiamata comunemente da tutti "vipera, mostro, salamandra assassina etc..." ci ha fatto fare per casa un piccolo tema di massimo una pagina -il quale ovviamente non ho fatto- su... beh, a dirla tutta non lo so neanche io... è una cosa un maledettamente imbarazzante, ma vabbeh, poco mi importa in fin dei conti. L'importante è che la prof non mi chiami a leggere il mio, perchè ho il brutto presentimento che se scoprisse della mia "dimenticanza-compiti", mi darebbe subito una bella nota, e no... non posso proprio permettermelo. Ho promesso a Hiroto e Midorikawa che quest'anno mi sarei impegnato, e così farò, ormai ho dato la mia parola e non posso fuggire dai problemi.
Così, passandomi una mano tra i capelli, mi convinco finalmente a stare attento e prestare almeno un pò di attenzione alla lettura dei temi, scoprendo così che l'evidenziatore rosa ha appena incominciato a leggere il suo.
Per qualche strano motivo, un misto di curiosità ed emozione mi prende il cuore, e mi posiziono meglio sulla sedia del mio banco per stare più comodo e udire meglio i complessi discorsi di quel perfettino effemminato dai codini rosa.
«Allora, questo testo l'ho scritto mentre pensavo a... beh, come sarebbe bello essere per un giorno veramente libero, a quanto sarebbe bello esplorare il mondo senza fretta e-» Kirino fa per parlare nuovamente, ma la risata della classe lo precede.
«Pff... ahahahah, ma che cosa ridicola!» lo sfotte Kurama.
«Wow, certo che ti diverti proprio male eh! Ma vai a tagliarti quei capelli, effeminato!» lo prende in giro a sua volta Atsushi, provocando un'altra sonora risata della classe. Tutti ridono... beh, tutti tranne me.
L'espressione imbarazzata, triste di Kirino mi ha particolarmente colpito, ed un certo senso lo capisco. So cosa vuol dire essere sfottuto da tutta la classe per un tuo interesse diverso dagli altri, visto che è capitato anche a me, precisamente l'anno scorso, ovvero quando sono entrato nel terribile mondo dei professori scorbutici e dei famigerati bulli delle Medie.
«Ragazzi, smettetela! Alla prossima parte una nota collettiva... prego Kirino, leggi pure!» ci riprende in modo fin troppo severo la nostra professoressa, guardandoci male uno ad uno e contrendando infine la sua attenzione su quella chioma rosata.
Vedo Ranmaru sorridere sollevato, per poi iniziare la lettura del suo monologo...
A quanto ho capito, parla di mare, acqua, oceano, coralli e pesci, pesci di ogni colore, forma e razza che ci sono sulla faccia della terra.
Parla di un'esplorazione subaquea mozzafiato, a quanto pare fatta -ovviamente inventata- da Kirino stesso, in cui quest'ultimo racconta in un modo veramente bellissimo ogni minimo particolare di quella particolare esperienza.
Dalla varietà dei colori dei coralli, alcuni gialli come il sole splendente d'estate, altri rossi intenso come il rubino più luminoso, alla meraviglia di quell'infinito e misterioso mondo marino, per poi soffermarsi sui pesci dipinti con mille sfumature di colore che una persona comune mai si immaginerebbe.
Chiudo un attimo gli occhi, rilassandomi e immaginando a mia volta di essere sott'acqua in quel misterioso mondo marino che Ranmaru, con voce sognante racconta a tutto il resto della classe.
Mi immagino di nuotare, libero e sereno su quel manto d'azzurro del mare...
Mi immagino di sognare ad occhi aperti fra quei pesci colorati, giocandoci insieme...
Poi infine, mi perdo ad osservare in modo intenso l'acqua limpida, e ci  noto mille sfumature d'azzurro al suo interno:
Blu come la notte scura, celeste come il cielo in una giornata di primavera, bianco come le nuvole grigiastre, e addirittura turchese come i miei particolari capelli... e poi beh ovviamente... azzurro come i suoi occhi... come i suoi bellissimi e purissimi occhi...
Come quegli occhi maledettamente intriganti, in cui ci si può addirittura navigare dentro e notare tante piccole e minuscole bollicine appartenenti a pesci che pullulano dentro quell'oceano d'iridi cristalline...  un azzurro meravi-MA CHE CAVOLO DICO?!
Nono, voi avete capito male, chiaro?
Io non ho assolutamente pensato una cosa del genere, non fatevi strane idee eh, è solo che quel racconto mi aveva preso così tanto che... beh, ho finito per fantasticarci un pò su, ma niente di che...
Io non posso trovare "maledettamente intriganti" gli occhi di quel perfettino dei miei stivali!
Stavo sicularemente delirando, probabilmente è così...
Chissà, magari stamattina ho assunto qualche "sostanza dopante" e non me ne sono neanche accorto... mmh, credo che questa sia la spiegazione più plausibile.
Sbuffo scocciato, e continuo per almeno una buona mezz'ora a rimuginare ancora su questo fatto, il quale ammetto, è maledettamente imbarazzante...
"Cioè, io non mi sono imbambolato a fissare Kirino, c'è in realtà si, ma non volevo, insomma, se l'ho fatto volevo però bho, non... oh insomma, non ci sto capendo più un emerito cacchio, meglio che mi sto zitto..." penso disorientato fra me e me.
Dire che sono confuso è dire poco, perchè cavolo, sono completamente e assolutamente in stato di shock per i pensieri fatti da me sulla bellezza degli occhi di Kirino...
"Insomma, NON è possibile che io abbia veramente immaginato  quelle cose... sicuramente tutto questo è solo un bruttissimo sogno dal quale mi sveglierò presto, poco ma sicuro." mi dico dentro la mia testa, dandomi persino un pizzicotto per vedere se effettivamente stavo dormendo -cosa che spero-.
Ma quando sento la pelle tirare e fare leggermente male, realizzo infastidito che quella strana sensazione nel corpo, di quando Ranmaru leggeva il suo tema, purtroppo l'ho davvero provata e non semplicemente immaginata come credevo e speravo.
"Ecco... ci mancava solo di essere mezzo inebetito da quel cavolo di confetto rosa..." penso sarcastico fra me e me, mentre vengo riportato alla realtà dalla campanella, la quale segna la fine delle lezioni.
Così faccio la cartella e mi dirigo a passo spedito fuori scuola, visto che se non mi sbrigo rischio di perdere il pullman di ritorno che mi riporterà a casa.
Corro veloce come un pazzo fino alla fermata dell'autobus, e quando arrivo al tanto atteso luogo, noto di avere il fiatone, così mi passo una mano sulla fronte per asciugarmi il sudore, e continuo a respirare a pieni polmoni, con l'intento di farmi passare tutto quel fiatone dovuto alla mia maratona.
Infine mi passo esausto una mano tra i capelli, e quando osservo una grande e lunga figura blu fermarsi davanti a me, realizzo che quello è il pullman, e velocemente salgo le scalinate dell'autobus, per poi sedermi nei posti nel mezzo e notare con piacere che sono il primo arrivato in quel gigantesco veicolo.
Mi spaparanzo meglio sul sedile -quello dalla parte del finestrino-, guardando annoiato tutta quella massa informe di studenti che prende lentamente posto sull'autobus, fino a che i miei occhi non si posano su una chioma color fragola: ecco qua Kirino Ranmaru.
"Possibile che me lo ritrovi praticamente da ogni parte?!" penso scocciato fra me e me, osservando furtivo quei due codini sbarazzini, per poi notarli sedersi in ultima fila, precisamente in quel posto... nel posto riservato a quelli di terza media, il quale viene sempre occupato da Kyosuke, nonchè il bullo più temuto dell'intero istituto.
Deglutisco a fatica, ma invece di ridere sotto i baffi e godermi per una buona volta Tsurugi prendersela con qualcuno che non sia io, un misto di panico unito alla paura mi invade la testa, e con una velocità che non sapevo neanche di possedere, piombo veloce in ultima fila, prendendo velocemente una mano a Kirino e portandomelo dietro, con l'intento di farlo sedere nel posto accanto al mio.
«Fiuu... appena in tempo!» mormoro tutto ad un tratto, osservando soddisfatto, Kyosuke entrare proprio in quel preciso momento sull'autobus e quindi non accorgersi praticamente di niente, non sapendo ciò che è appena successo.
«Ehi! Ma sei pazzo?! Ma che ti prende?» mi domanda confuso dalla mia reazione Kirino, per poi strabuzzare gli occhi cerulei nella mia direzione.
"Sono così belli..." mi lascio sfuggire un piccolo sospiro e sorrido come un ebete davanti a Ranmaru, ammirando nuovamente quegli enormi pezzi di cielo.
"C-COSA?!" mi risveglio finalmente dal mio stato di trans-adorazione Kirino Ranmaru, rischiando addirittura di strozzarmi con la mia stessa saliva e sorprendendomi fin troppo della mia reazione difronte a quel confettino, per la seconda volta nella giornata.
SONO COSI' BELLI?! Belli!? Ma che diamine mi sono fumato, Dio!
«Eh? Cosa?! Io non sono pazzo! Semmai quello pazzo sei tu che ti sei messo in ultima fila!» gli rispondo di rimando, ricomponendomi in fretta e tornando alla mia solita faccia tosta che mi mette sempre nei guai.
«E allora...?» mi domanda nuovamente Kirino, non seguendo il filo del discorso.
«E allora, devi sapere che gli ultimi posti sono riservati unicamente a quelli di terza, e ricorda: mai provocare quelli di terza!... Sono stato chiaro?!» gli rispondo a mia volta, cercando di mantenere la calma.
Sento Ranmaru mormorarmi un "okay", e poi iniziare a parlarmi su qualche noioso fatto della sua vita, fatto che io però non ascolto minimamente, perchè dopo la prima parola mi sono subito messo le cuffiette, ascoltandomi rilassato la mia adorata musica e ignorandolo beatamente.
"Insomma, a me cosa diamine mi frega se tu avevi quattro gatti e tutti e quattro ti sono scappati?! Che cavolo ti devo dire?! Fossi stato nei loro panni avrei fatto lo stesso!" mi dico fra me e me, alzando il volume dell'mp3 al massimo, così da non sentire più quel fastidioso ronzio alle orecchie appartenente a niente meno che Kirino Ranmaru, il quale ho scoperto che sa essere fastidiosamente insopportabile almeno quanto mio fratello Hikaru -il quale è seduto davanti a noi con un suo amico-.
«Beh, insomma hai capito no?» mi domanda infine l'evidenziatore rosa, dopo ben venti minuti dalla partenza del pullman.
«Umh, certo, sisi tranquillo!» gli dico in tutta risposta, prendendolo per i fondelli e mettendomi lo zaino sulle spalle, con l'intento di uscire da quell'infernale veicolo e lasciarmi finalmente alle spalle quel fastidioso perfettino sotuttoio.
«Bene, io ora devo scendere... a domani Kirino!» gli dico nuovamente, scendendo dal pullman e cercando di congedarlo, cosa che purtroppo non accade, visto che ho appena scoperto che la barbie sbrilluccicosa della città, è niente meno che... beh, il mio vicino di casa. Coincidenze? Io non credo.
«Ehi Masakii!» una terza voce mi distrae dalla fastidiosa chiacchierata con Kirino.
Così sbuffando appena, mi giro in direzione della voce, per osservare infine una chioma violetta con dei bizzarri ciuffettini sparati in alto nella testa.
"Ecco... ci mancava solo lui..." penso fra me e me, salutando e presentando mio fratello al rompiscatole rosato, per poi continuare insieme a loro due la strada che ci porterà entrambi a casa.
"Sarà una lunga giornata, me lo sento..." mi dico dentro la mia testa, appena sento Hikaru e Ranmaru parlare animatamente fra di loro per poi bombardarmi di domande fastidiosamente... beh, fastidiosi.

 



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-Angolino dell'arcobalenO

Salve salvino a tutta la popolazione di Efp! :3
Nonostante nessuno mi caga questa storia, io non mi arrendo e continuo a rompere le scatole pubblicare ogni Sabato un capitolo nuovo, sperando in un miracolo! (?) C: sto male, esatto.
E niente, beh, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, o per lo meno non vi abbia fatto vomitare dallo schifo, lol :'D
Ora mi devo proprio dileguare nel mio mondino arcobalenoso! (WTF?! X'D)
Al prossimo capitolo,
E ricordate, mi farebbe un sacco di piacere se mi lasciaste qua sotto una piccola & minuscola recensione, giusto per farmi sapere come vi è sembrato o se è plagio o no (ripeto che se fosse, rimedio all'istante, non segnalate, fatemelo soltanto sapere! ^^)
Beh, credo di aver detto tutto,
Alla prossima! :3

-Beta-Chan

 

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Capitolo 5
*** Il nostro nascondiglio ***


 

 

-Capitolo 5

 

Il nostro nascondiglio




Non so bene quanto tempo passa, forse minuti, ore, addirittura giorni, eppure quel rompiscatole di mio fratello Hikaru e quella sottospecie di barbie sbrilluccicosa della scuola non fanno altro che parlare, parlare, e parlare in continuazione, riempiendomi pure di domande, domande, e domande, alle quali rispondo semplicemente con un "si" o "no", senza spremermi troppo le meningi.
«Oh ma guarda... siamo già arrivati a casa!» dice tutto ad un tratto mio fratello, fermandosi di colpo e guardando negli occhi me e Kirino, per poi trotterellare felice verso la nostra casa.
"E meno male che siamo già arrivati!" vorrei dirgli a mia volta, ma il confetto rosa mi precede.
«Ehi Kariya, hai qualche progamma per il pomeriggio?» mi domanda infine.
«Umh... no» gli rispondo di getto, senza neanche riflettere più di tanto sul perchè di quella curiosa domanda.
«Ah, bene, perchè magari... che ne so, io e te potremmo...» mi dice Kirino, interrompendosi e guardandosi per un attimo le scarpe -stranamente, rosa- per poi rialzare lo sguardo su di me, puntandolo dritto nelle mie iridi giallognole.
"Oh porca merda..." impreco contro me stesso, capendo finalmente il senso di quella fatidica domanda da parte sua: la barbie rosa voleva chiedermi se mi andava di passare un pò di tempo con lui.
Ed ora che cavolo faccio? Che cacchio gli rispondo? No? Sì?
Ah boh, proprio non lo so... sinceramente la vicinanza di Kirino mi confonde; in certi momenti sa essere la persona più simpatica dell'universo, e un secondo dopo quella più fastidiosa e perfettina del mondo.
E' un ragazzo molto particolare, lo devo riconoscere.
Però devo anche ammettere che non mi dispiacerebbe poi così tanto conoscerlo ed osservarlo meglio, giusto per farmi un'idea completa sul suo conto e catalogarlo così in "ragazzo antipatico maledettamente perfettino" oppure in "tipo simpatico con la testa apposto e con dei bellissimi occhi azzurri "...
Emh no, scherzavo, la parte degli occhi azzurri potete pure tagliarla, cancellatela all'istante dalla vostra mente. Insomma, NON possono piacermi quei suoi occhietti cerulei... in fin dei conti sono delle semplici iridi azzurre!
Certo, se per azzurre intendi limpide e profonde come un mare in tempesta...
«Ehi? Kariya? Ci sei?» vengo interrotto dai miei pensieri da una mano rosea, la quale sfreccia andando in alto e in basso in direzione dei miei occhi.
«Eh?! Certo... si!» rispondo scattante, riacquistando in breve tempo la mia aria disinvolta e menefreghista che mi porto sempre dietro.
«Umh, okay... allora mi puoi dire cos'ho detto? Per te va bene?» mi domanda divertito Ranmaru, abbassando di poco la testa per osservarmi meglio -maledetta altezza!- e incrociando le mani al petto, con fare superiore.
"Ecco che rifà il perfettino..." penso dentro di me, deglutendo velocemente e reggendo quello sguardo azzurro cristallino, il quale da un pò di tempo a questa parte mi sta iniziando a fare un... certo effetto, ecco.
«Emh, dicevi che... s-si insomma-» cerco di arrampicarmi sugli specchi, sperando di rispondere in modo credibile alla sua domanda, ma invano, visto che Ranmaru mi blocca nuovamente.
«Si, okay ho capito non mi stavi ascoltando... ora vieni!» ridacchia l'evidenziatore rosa, prendendomi per una mano sudaticcia e cominciando a correre come un pazzoide in mezzo ai cespugli e all'erba della campagna che abbiamo entrambi a pochi passi da casa nostra.
«Dove cavolo stiamo andando?!» gli ringhio contro, cercando in tutti i modi di sottrarre la mia mano da quella forte stretta.
Sbuffo scocciato, e mentre aspetto una cavolo di risposta da quella sorte di barbie fotonica sbrilluccicosa, il mio sguardo cade in basso, osservando con un lieve rossore in volto le nostre mani, intrecciate in una salda presa, come a voler far intuire molto più di una semplice amicizia.
Strabuzzo gli occhi e arrossisco vistosamente a quei pensieri, così tanto che rischio -anzi, cado- persino di inciampare su un microscopico sassolino grigio per il troppo imbarazzo di quel contatto così diretto fra noi.
«Ehi, stai bene?... Comunque te l'ho già detto prima il perchè siamo qui, ti avevo chiesto se beh, volevi passare un pò di tempo con me, magari facendo una passeggiata qua in campagna, visto che per domani non abbiamo praticamente nulla  e vorrei pure fare amicizia con qualcuno... e tu beh,  hai semplicemente accettato!» mi spiega tutto ad un fiato Kirino, aiutandomi ad alzarmi da terra e puntando il suo sguardo azzurro nel mio giallognolo.
Sento le guancie tingersi di un rosso acceso come i capelli del mio tutore Hiroto, e vedo Ranmaru ridacchiare capendo il motivo del mio imbarazzo, aumentando persino la stretta sulle nostre mani e guardandomi con un'espressione fin troppo maliziosa per i miei gusti alquanto sofisticati.
Alzo lo sguardo da terra, e praticamente mi "imbambolo" ad osservarlo quando si passa la lingua rosea sulla bocca morbida.
Istintivamente, non sapendo neanche il motivo, mi bordo famelico il labbro inferiore, continuandolo a guardare ed arrossire a dismisura.
«Sei tutto rosso... che sarà il caldo...?» mi prende in giro quest'ultimo, per poi ridere divertito e continuare a camminare davanti a me.
«G-Gia... è il caldo! Non farti strane idee, eh...» controbatto a mia volta, seguendolo e facendomi spazio nell'erba, la quale si sta facendo sempre più fitta e scura in presenza del bosco vicino a noi.
Qual'è la nostra meta? Beh, a dirla tutta vorrei saperla anch'io, visto che non ne ho la minima idea. A saperlo cosa gira nella mente di quel drogato rosato... umph.
«Ehi guarda laggiù!» la voce squillante di Kirino mi giunge subito all'orecchio, così alzo nuovamente lo sguardo, con l'intento di capire il motivo di tanto interesse.
Ma quando punto le mie iridi feline davanti a me, non vedo praticamente nulla, solo erba, e a dirla tutta non vedo neanche più Ranmaru, nessuna traccia di quella chioma rosea, cavolo!
Una leggera sensazione di panico mi invade la testa, ed inizio a guardarmi intorno disorientato. Che si sia perso?
Scacciando dalla mente questi pensieri paranoici, comincio a correre all'impazzata in quel folto praticello verde, guardando praticamente in ogni dove, speranzoso di poter vedere nuovamente quegli irritanti e particolari codini rosa che solo lui possiede.
«Ranmaru!» urlo a pieni polmoni, entrando sempre di più nel folto del bosco, fino a che non trovo davanti a me un piccolo fiume ed un possente e maestoso albero alla sua destra,  dove in un ramo, precisamente quello più basso, vi è attaccatta una specie di corda marrone, la quale oscilla  volontariamente avanti e indietro, come se qualcuno l'avesse... usata! Ma certo!
Scruto ancora quel misterioso ambiente, fino a che non punto i miei occhi in una parte imprecisata e seminascosta del bosco, nella quale sento un rumore sospetto, simile a dei passi umani... guardo ancora la corda appesa all'albero, e solo ora mi accorgo che la direzione in cui essa oscilla è proprio quella in cui ho avvertito quel rumore.
"Sto per fare una pazzia, me lo sento!" penso fra me e me, prendendo in mano la corda, strattonandola appena e aggrappandomici infine con tutte le mie forze, assicurandomi così che non ceda e che non mi faccia precipitare nel fiume sotto di essa.
Dopo averla testata, prendo un grande respiro, e richiamando tutto il mio coraggio, mi aggrappo con tutto il mio corpo nella corda, dandomi una potente spinta e sperando con tutto me stesso di non morire mentre cerco di attraversare l'acqua e di atterrare nella riva opposta.
"Questa Kirino me la paga. Me la paga." impreco dentro di me, un momento prima di atterrare nella terra dell'altra sponda.
Quando mi alzo da terra, il primo pensiero che mi assale la mente è solo uno:
Sono vivo cavolo! Potevo veramente morire, e sono più che felice di essermi salvato le chiappe da una morte lenta e dolorosa.
Così, ancora euforico per il mio atto di estremo coraggio, cerco tutt'intorno quegli irritanti codini rosa, non riuscendo però nel mio intento, il mio compagno sembra essersi dileguato nel nulla...
«Bu!» sento qualcuno toccarmi fortemente le spalle, parlandomi fortemente nell'orecchio e facendomi tirare fuori dai polmoni un urlo orribile, di completo terrore.
«Ahahah oh mio Dio... che fifone che sei!» ridacchia divertito Kirino, il quale è appena ricomparso da dietro un cespuglio e ride con le lacrime agli occhi per la mia figura da perfetta femminuccia paurosa che ho appena fatto in sua presenza.
«Ah ah ah... ma che divertente, ed io che mi ero pure preoccupato per te, umph, ma vai al diavolo!» gli dico offeso, sbuffando irritato e incrociando le braccia al petto per poi fare un buffo broncio con il volto. Bell'amico sì... lo classifico subito come "perfettino antipatico", ho già deciso.
«Oh, e dai non prendertela... comunque sono felice che ci tieni a me!» mi dice in tutta risposta, avvicinandosi leggermente e facendomi un sorriso tra il divertito e il provocante.
«C-Cosa? E chi l'ha detto che ci tengo a te... per me sei solo un normalissimo compagno di scuola.» gli rispondo a mia volta, girandomi in direzione opposta alla sua, così da arrossire senza essere visto.
«Mmh, sarà... ora vieni, dobbiamo ancora terminare la nostra passeggiata!» mi dice l'evidenziatore, facendomi voltare nella sua direzione e tendendomi una mano, la quale osservo titubante. Col cavolo che l'afferro!
 «Non ci penso neanche a continuare questa "maratona"! Anzi, sai che ti dico? Dimenticami. Fai finta di non avermi mai conosciuto okay?» gli dico tagliente, con l'intento di ferirlo, così che almeno mi lasci un pò in pace e non mi stressi la vita -cosa che forse è praticamente impossibile, visto che il mio rivale in fatto di cocciutaggine è niente meno che al mio pari-.
«E dai Kariya, non essere così scorbutico!» controbatte nuovamente Ranmaru, avvicinandosi ancora di più al mio volto, fino a ritrovarsi ad un palmo dalle mie labbra e guardarmi intensamente negli occhi gialli.
"Stavolta non gliela darò vinta così facilmente..." mi ripeto più e più volte dentro la mia testa, cercando di resistere a quei due pezzi di cielo che Kirino ha al posti delle iridi.
«Su dai...ti prego...» mi supplica nuovamente, facendosi ancora più vicino e facendomi un perfetto sguardo da "cucciolo bastonato".
"Eh che cavolo! Così bara!" penso nuovamente fra me e me, cercando di apparire il più indefferente possibile.
"Non mollare, non mollare, non dargliela vinta!" mi ripeto, guardandolo impassibile.
Vedo Kirino toccarsi sensualmente un codino rosa e portarselo alle labbra...
"N-Non mollare, non molla-"
Lo osservo e mi sorprendo quando noto che si è sciolto entrambi i codini, diventando ancora più femminile e beh... p-provocante?
"Non mollare..."
L'evidenziatore rosa si passa una mano fra i capelli, sistemandoseli e sorridendomi raggiante.
"Non  moll-Oh, al diavolo! Ha vinto lui..." penso fra me e me, abbandonando infine l'idea di opporre resistenza e dandola così vinta a quel perfettino rosato.
A dirla tutta, io non sono affatto il tipo di persona che tende a farsi mettere i piedi in testa dagli altri e mollare così facilmente, ma diamine, quel cavolo di ragazzo mi sta facendo provare delle strane sensazioni, così strane, che alla sua vicinanza perdo totalmente tutto il controllo del mio cervello. Che siano gli ormoni? Ma che ne so...
«Uff, e va bene... continuiamo questa cavolo di "passeggiata"» dico infine, ormai arreso all'idea di andarmene da quel misterioso luogo.
«Oh, ma grazie!» mi ringrazia sorridente, ammiccandomi leggermente e dandomi una piccola spinta in avanti.
«Emh, prego... ma sappi che lo faccio solamente perchè sei uno nuovo e non hai amici, chiaro?!» gli dico velocemente, mettendo subito le cose in chiaro e non facendogli pensare strane idee sul mio conto.
«Come vuoi tu, ora andiamo!» mi risponde di rimando Ranmaru, prendendomi una mano e intrecciandola nuovamente alla sua, continuando così quella strana passeggiata insieme.
"Questa cavolo di vicinanza..." penso imbarazzato, guardando il panorama davanti a noi: alberi, alberi e ancora alberi.
Vedo solo alberi, alcuni più alti, altri più bassi, qualcuno spoglio ed altri pieni di foglie verdi.
Questo bosco ora che lo guardo meglio, è pieno di natura di ogni tipo, forma e dimenzione.
Vi sono "disegnati" cespugli, arbusti, fiori gialli, bianchi, rosa e persino viola...
E' davvero uno spettacolo, lo devo ammettere.
«Masaki, guarda su!» La voce sognante di quel rompiscatole rosato mi giunge forte all'orecchio, e mi risveglia da tutti i miei pensieri.
Sbuffando, alzo lo sguardo con l'intento di cercare di capire cos'è che ha fatto così tanto emozionare quell'idiota effemminato, ma quando vedo l'oggetto in questione, rimango anch'io basito, addirittura a bocca aperta da quella meraviglia davanti a noi due!
E' un grande albero... no! Una casa, anzi, una casa sull'albero a dirla tutta! Un'enorme casa sull'albero!
«Wow...» mi lascio scappare un commento d'ammirazione difronte a 'tutta quella roba', ed infine insieme a Ranmaru mi avvicino cautamente all'albero.
Ora che la osservo meglio, la casetta è delle stesse dimensioni di un normalissimo salotto, con qualche dettaglio in più però: è interamente in legno grezzo, ricamata di mille fronzoli e merletti, e persino con alcuni "attrezzi in rame" ai lati della porta.
«E' stupendo!» sospira Ranmaru, per poi fare un sorriso a trentadue denti e avvicinarsi velocemente all'arbusto, salendo le scalette in legno consumato, le quali scricchiolano rumorosamente ad ogni suo passo, rischiando così di farlo spiaccicare a terra.
«N-Non credo che sia una buona idea...» mi limito a dirgli con voce insicura, salendo però a mia volta la scaletta, la quale ha preso a cigolare maggiormente e ripetutamente sotto il nostro peso.
"Sento che morirò!" salgo ancora le tavolette, ma poi mi blocco quando noto Kirino osservarmi con un'espressione intensa.
«C-Cosa c'è?» domando imbarazzato.
«Nono, niente... è solo che sei così adorabile tutto preoccupato!» ridacchia il confetto rosa con un velo di malizia e dolcezza, per poi osservarmi divertito e strattonandomi fortemente un braccio, facendomi salire insieme a lui alla base della "reggia di legno",
«Umph...si può sapere che posto è questo?» dico tutto ad un tratto, cercando di nascondere quel cavolo di rossore che tinge il mio volto.
«Ma come, non lo sai?» mi domanda incredulo Kirino, sorridendo.
Scuoto in segno di dissenso la testa, ansioso come non mai di una spiegazione logica.
«Questo è il nostro nascondiglio, il posto dove possiamo fare tutto quello che ci pare e piace! Senza paura di essere giudicati!» mi risponde lui, con occhi che luccicano dall'emozione.
«Eh...?! Potresti ripetere? Non ho afferrato...» mi passo una mano tra i capelli e lo guardo con un sopracciglio alzato, cercando di capire se è serio o sta delirando, causa del caldo infernale a cui siamo bellamente esposti.
Cioè insomma... Cos'ha appena detto?! Il nostro nascondiglio?! Un posto immaginario?!
Ho seriamente paura che il mio compagno di viaggio si droghi... e non sto scherzando! Sono serissimo.
Lo guardo ancora, e lo vedo sorridere allegro.
«...Masaki, benvenuto a Terabithia!»mi dice infine.
Rimango per un attimo imbambolato e lo guardo stranito.
«T-Terabithia...? E che roba è? Un nuovo gioco?»
 



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-Angolino dell'arcobalenO

Buon pomeriggio cari lettori! ^^
Come promesso, eccomi qua ad aggiornare allegramOnte la fict con  la speranza che qualcuno me la noti e me la caghi, lol :'33 
E nientO, stiamo sempre più entrando nel cuore della storia, e spero quindi che vi piaccia! ^^
Cosa combineranno
Masaki & Ranmaru nel prossimo capitolo?!
Ora devo proprio andare, vi chiedo come sempre di farmi saprece come vi è sembrato questo capitolo, se ci sono errori o no, e se è un plagio o no! C:
Inoltre ringrazio
Sonounacattivastella, Yaya1819 & _Demon_L_Spirit_ per aver recensito e seguito alcuni dei capitoli precedenti! :3
Alla prossima popolazione di Efp!

-Beta-Chan

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Capitolo 6
*** Terabithia esiste! ***


 

 

-Capitolo 6

 

Terabithia esiste!

 

...Terabithia, eh?
Questo nome a dire la verità non mi dice praticamente nulla, non capisco proprio cosa possa significare!
Chissà magari se lo è inventato al momento per prendermi in giro! Umh, sarebbe abbastanza probabile tutto sommato. Proviamo a saperne di più.
«Ma insomma, mi vuoi dire cos'è questa storia?!» domando infine a Ranmaru, guardandolo dritto in fondo agli occhi. Lo sento sorridere e sospirare, per poi osservarmi misterioso.
«Beh, allora?» lo incito ancora, visto che a quanto pare si è imbambolato a fissarmi.
«Kariya, per te esiste la fantasia?» mi risponde infine, in modo semplice, sedendosi al bordo della tavola e muovendo sconnessamente i piedi avanti e indietro nel vuoto. 
«C-Cosa vuoi dire? Se per fantasia intendi l'esistenza di unicorni, fate e draghi allora ti dico di no, poco ma sicuro. Tutte queste cose non esistono, sono solo baggianate!» dico tutto d'un fiato, trovando finalmente il coraggio di rispondere all'evidenziatore.
Vedo quest'ultimo assumere un'espressione quasi ferita alle mie parole, la quale varia presto dalla sorpresa e termina alla delusione.
Lo guardo ancora, ma proprio non lo capisco: cosa cavolo vuole farmi capire con tutti questi giochi di parole?!
«Allora beh, se tu la pensi così... temo che tu non abbia capito proprio un bel niente della vita!» la sua voce è calma, tranquilla, quasi neutra, fa persino paura. E' un tono che lascia intendere qualcosa di più, come se ciò che ha appena detto fosse l'affermazione più ovvia al mondo.
A tali parole mi irrigidisco infastidito, quasi offeso, e faccio per controbattere nuovamente, ma sento Ranmaru precedermi e incominciare a parlarmi in modo spigliato.
«Ma forse possiamo ancora salvarla quella piccola parte di fantasia che hai dentro la testa.. »
«Eh?» Lo interrompo confuso, guardandolo di traverso.
A dire il vero, non sto capendo praticamente un'acca di quello che mi sta dicendo questo confetto rosa, e credo che anche lui deve averlo capito, perchè lo vedo sospirare.
«Kariya... tutto ciò che devi fare è sognare ad occhi aperti!» mi dice interrompendosi, per poi alzarsi in piedi ed entrare dentro la casetta malandata, puntando lo sguardo su una sorte di finestra alla sua destra. «Non lo vorresti anche tu un mondo dove tu e basta sei il padrone?! Dov'è concesso fare tutto ciò che vuoi...?»
"Dov'è concesso fare tutto ciò che vuoi..." mmh... suona bene però, meglio ascoltarlo, magari non ha tutti i torti.
«Io sì, lo vorrei. E so anche come fare... basta chiudere gli occhi ed aprire la fantasia. Sai, sento davvero che questo posto potrebbe diventare il nostro nascondiglio. Che ne dici?» mi domanda ancora, lasciandomi totalmente basito.
Devo ammettere che Kirino Ranmaru ha una grandissima padronanza del linguaggio, così tanta, che mi ha quasi convinto a questa sua folle idea, anche se a dirla tutta non so neanche di cosa si tratti.
Mmh... mi metto una mano sul mento e rifletto.
«Scusa, e perchè proprio io? Cioè, perchè hai scelto me per ciò che vuoi fare?» gli domando velocemente, vedendo se è il caso di fidarsi o no di quel confetto rosa, il quale ora mi sorride in modo buffo. Arrossisco. -Diamine! Perchè arrossisco?!-.
«Oh beh, sei l'unico amico che mi son fatto qui dentro, semplice... E poi hai un carattere particolare, secondo me in quello sguardo aspro c'è ancora un pò d'immaginazione. E di gioia, oh si... dobbiamo solo tirarla fuori!» mi dice con quel tono snervante da sapientino che odio a dismisura.
«Ma che è una seduta psichiatrica?! Kirino Ranmaru, tu sei il mio psicologo?!» sbotto infasidito, non facendomi andare molto a genio l'idea di essere 'analizzato' da quel drogato dai capelli rosati... Umhp, ma manco per sogno!
«Kariya vieni qua.» mi richiama lo 'scemo', facendomi segno di mettermi vicino a lui.
Per qualche strana ragione ignota pure a me,  accetto l'ordine e mi posiziono accanto a lui, guardando fuori dalla vecchia finestra.
«Kirino, mi dici che vu-» faccio per parlare, ma il rosato interrompe ogni mio desiderio di continuare il mio discorso.
Sbuffo scocciato: ODIO essere interrotto mentre parlo, è una cosa che proprio non sopporto!
«Zitto e ascoltami.» dicendo questo, sento un calore innato crescere da dietro la mia schiena, e appena mi volto, sento il mio cuore perdere un battito quando realizzo che quel sotuttoio di Ranmaru si è posizionato niente meno che dietro di me, facendo combaciare i nostri corpi.
Cerco di guardare altrove per non arrossire, ma cavolo, è inutile! Quando parla, sento ogni movimento, ogni muscolo del suo corpo spingere sul mio, il suo fiato soffiare sulla mia pelle, ed è impossibile restare impassibili. Quel confetto ci sa fare, lo devo ammettere...
«Guarda, uno spirito della foresta!» l'evidenziatore se ne esce tutto ad un tratto con questa frase, indicandomi in lontananza una piccola farfalla azzurra, la quale svolazza leggiadra fra la fitta vegetazione del bosco.
«Ma è solo una farfalla!» controbatto sciettico ed infastidito dal comportamento infantile e per niente coerente del mio compagno di viaggio.
Insomma, non è possibile avere tredici anni e pensare a questa roba da poppanti! Neanche mio fratello Hikaru lo fa più ormai! (per la cronaca: ha smesso di vedere orchi, fate e unicorni due anni fa).
Sento Kirino sobbalzare leggermente, e poi posizionarmi le mani sui miei occhi giallini, in modo che non veda niente. Subito faccio per ribellarmi a quel contatto così diretto, ma Ranmaru mi zittisce subito aumentando la pressione sui nostri corpi. Deglutisco.
«Non è vero, non è solo una farfalla... quella è una fata dei boschi e- Oh, senti è venuto anche una sentinella dal reame a farci compagnia!» l'evidenziatore ridacchia facendomi una vocina sognante, cosa che mi fa irritare parecchio.
E poi che sta dicendo!? Una farfalla alias fata dei boschi?! Bah.
Smetto di pensare e cerco di concentrarmi solo sul suono della "sentinella del reame", la quale scopro essere un normalissimo uccello.
Faccio per aprire bocca e controbattere, ma quei codini rosa precedono le mie intenzioni.
«Smettila di guardare le cose con la realtà, prova ad immaginartele ogni tanto. Pensa a qualcosa di felice... che ne so, magari ad una vita senza quei rompiscatole di Kurama, Minamisawa e Tsurugi. Pensa che tutto ciò che disegni diventi reale.» mi risponde con voce sorpresa, speranzosa, che capisca il suo folle modo di pensare.
E in qualche modo che non so neanche io, così faccio.
Provo a sognare... dopotutto non mi costa niente. Beh, almeno credo.
Mi immagino di trovarmi solo, in una terra ignota tutt'intorno.
Davanti a me c'è un bosco come questo, solo più fertile e con ancora più fiori e arbusti, cespugli e frutti in ogni direzione. Appena arrivati all'ingresso di questa mia terra, vi è un elegante archetto in ferro battuto, dove appena entro, ad accogliermi c'è una stradicciola di ciottoli color perla che mi porta fino a questa sorte di casa.
Solo che non la vedo proprio così... tutto sembra essersi ravvivato, le vecchie e consumate tegole di quell'abitazione, ora sono di un azzurro intenso e penetrante. Il tetto è invece blu, scuro come la notte. E la casa dentro è meravigliosa... mi scappa addirittura un "wow!" difronte a tutta quella fantasia!
E' grande, spaziosa, elegante, con pareti luminose di un turchese intenso come i miei capelli. In una parte della stanza vi sono tutti i miei disegni... addirittura c'è un cavalletto, con vicino posizionati tantissimi colori! Tempere, pennarelli, cere, matite... sembra essercene all'infinito! E poi adesso noto anche tantissime tele bianche che aspettano solo d'esser colorate.
Mi guardo intorno, e osservo ancora il paesaggio che prima guardavo dalla finestra, e non mi sorprendo ormai a vedere che è diverso!
E' un panorama mozzafiato... è tutto così vivo, acceso... persino le nuvole sembrano più bianche.
Poi alzo ancora lo sguardo, curioso come non mai, e finalmente vedo questo 'reame' di cui Ranmaru prima mi parlava: al centro del bosco si erge maestoso un magnifico castello bianco, su cui vedo scritto -in un modo che neanche io so- "Terabithia", il nome che anche prima Ranmaru mi stava dicendo.
Faccio per riaprire gli occhi e interrogare il confetto rosa su tutto ciò che vedo, ma vengo preceduto ancora da quel suono di quell'uccello che avevo sentito precedentemente.
Ora che lo osservo, non ha più il suo manto opaco e bruno che aveva un tempo, adesso sembra veramente qualcosa di magico, speciale... ha un piumaggio particolare, d'un viola vivace con qualche penna azzurra e argentea che svolazza intorno. Ed il suono che emette... Dio, è qualcosa di meraviglioso!  Sono più che sicuro che quell'essere canta ancora meglio di un usignolo! Forse perfino di un cantante esperto!
Mi perdo ad ascoltarlo, fino a che la sua voce riecheggia nel bosco intorno e si disperde, con un battito veloce d'ali. Guardo la farfalla, e non è più un piccolo insetto, ma ha bensì degli arti minuscoli che ricordano un pò quelli degli esseri umani e due ali semi-trasparenti di un bel verde smeraldo quasi irreale.
Sembra un folletto... o come ha detto Ranmaru, una fata dei boschi! Un  esserino minuscolo e grazioso, che ci trotterella vicino alla casa e ride con quella sua voce stridula.
E' bellissimo... davvero. Non pensavo che con l'immaginazione si potessero fare certe 'magie'.
Forse ciò che disegno si può veramente riprodurre in natura.
...E' una cosa così fantastica magi-Ehi! Aspettate un momento!
Un pensiero mi riporta alla realtà: Come diavolo fa quell'evidenziatore rosa fotonico a sapere che disegno?!
«Insomma, come ti è sembrato? Adesso mi credi?» mi domanda tutto ad un tratto Ranmaru, togliendomi le dita dagli occhi e facendomi girare nella sua direzione, così da trovarmi bellamente schiacciato dal suo corpo.
Odio questa situazione d'impotenza più d'ogni altra cosa al mondo, però al tempo stesso mi imbarazza vistosamente, ed infatti come da copione le mie guancie non tardano a diventare bordeaux.
«B-Beh, si... mi è piaciuto un sacco, non posso di certo negarlo. Non pensavo proprio che si potessero fare certe cose. Certo che l'immaginazione governa il mondo, neh confetto rosa?» gli rispondo di rimando, dicendogli la verità ma con il chiaro intento di sfotterlo, per non mostrarmi troppo agli occhi altrui.
Infine metto le braccia dietro al collo, chiudo gli occhi e mi giro in direzione opposta alla sua, cercando in tutti i modi di irritarlo, cosa che ottengo gloriosamente quando lo sento sospirare.
«La smetti di chiamarmi con questi sopra-» la barbie fa per controbattere, ma io, più furbo, lo precedo e gli domando un fatto curioso, il quale mi ha lasciato leggermente perplesso.
«Come mai sapevi che a me piace disegnare?» eccola, la mia fatidica domanda.
Lo vedo per un attimo aggirare il mio sguardo indagatorio, per poi aprire la bocca e rispondere.
«Me l'ha detto tuo fratello, prima quando tornavamo a casa insieme.» mi dice sorridente, avvicinandosi a me.
"Quella peste me la paga. Ora quando torno a casa gliene dico quattro...!" penso furioso dentro la mia testa, imprecando in mille lingue possibile contro quella peste viola che ho come fratello.
Insomma, non mi piace decisamente espormi così alle persone.
Non voglio che sappiano tutto di me, certe cose vorrei conservarle solo all'interno delle quattro mura della mia casa, ma a quanto pare è impossibile vista la incredibile capacità di Hikaru di essere pettegolo e impiccione. Manco fosse una ragazzina, cavolo!
«Oh... b-beh, capisco. Però non dirlo a nessuno! Okay?» lo supplico infine, pregando che mantenga quel piccolo mio segreto che nessuno sa appertenermi.
Magari per molti è una stupidaggine, ma non per me... sono sempre stato un tipo schivo, silenzioso, anche scontroso, e non voglio che la gente sappia certi particolari sul mio carattere. E' una cosa che proprio non sopporto.
«V-Va bene, tengo la bocca chiusa... però ad una condizione...» mi risponde Kirino guardandomi divertito.
Alzo un sopracciglio: cosa diamine avrà in mente?!
«Cioè?» gli dico, cercando di temporeggiare e riflettere della situazione in cui mi trovo.
«Non dovrai rivelare a nessuno l'esistenza di questo nostro posto, intesi?» mi risponde infine, assumendo un'espressione abbastanza seria.
Lo guardo dritto in fondo a quelle cavolo d'iridi azzurrine come il mare, e veloce muovo la testa, facendo un cenno d'assenso.
La condizione di quella barbie è veramente questa?! Tutto qua?!
Ghigno fra me e me. Pensavo peggio a dirla tutta.
«Ah, un'altra cosa...» l'evidenziatore rosa mi richiama all'attenzione.
«Cosa?» lo fisso interrogativo, in attesa che concluda la frase.
«Dovrai farmi vedere i tuoi disegni...» mi dice sorridendo appena.
Quando lo sento, strabuzzo di colpo gli occhi e lo guardo stranito.
A dirla tutta, non ho mai fatto vedere i miei "scarabocchi" a nessuno prima d'ora... beh, se non ad Hikaru, ma con lui è avvenuto per puro caso, visto che quella peste impicciona di mio fratello non fa altro che prendermi di nascosto il quadernino in cui disegno, per farlo ovviamente anche lui.
«O-Okay...» gli rispondo infine, con una voce fin troppo incerta che non sapevo per nulla appartenermi.
Però, subito dopo aver finito di parlare, mi pento di ciò che ho appena fatto: dovevo immaginarmelo che ci stava la fregatura... Era ovvio che volesse sapere qualcosa di più su di me! Diamine, l'ho letto pure in quel cavolo di suo diario per femminucce! Ma che mi passa per la testa?! Non posso mica far vedere i miei disegni al primo che passa...
Forse sembrerò esagerato, eccessivo a dire così, ma che ci crediate o no tengo molto a quei miei 'scarabocchi'.
Sono una cosa fin troppo personale, forse troppo da mostrarla agli altri.
Però boh,  non so... quel ragazzo ha un qualcosa di particolare, che non mi permette di ragionare lucidamente.
Mmh... che confusione che ho in testa, spero almeno di aver fatto la scelta giusta.
«Ehi!» la voce del confetto mi riporta alla realtà, lontano da quel mondo immaginario che sono i pensieri.
Guardo interrogativo Ranmaru, e quando lo vedo battere a terra una palla sferica bianca e nera, mi incuriosisco ancora di più.
«Che cosa vuoi farci con quel pallone?» gli domando cauto, guardandolo con occhi accusatori.
vedo Kirino sorridermi, e poi smettere di far rimbalzare a terra il pallone, raccogliendolo fra le mani.
«Secondo te?» e dicendo ciò, mi lancia la sferra bianca e nera dritta fra le braccia.
«N-Non sono molto bravo a giocare a calcio...» gli dico in tutta risposta, abbassando di poco lo sguardo e maledicendomi con tutto me stesso per non essere voluto andare a lezioni di calcio quando Midorikawa e Hiroto me lo avevano promesso. "Che demente..."
«E chi se ne importa se non sai giocare! L'importante è divertirsi, forza scendiamo giu!» mi risponde lui, sorridendomi e facendomi l'occhiolino, così da farmi sembrare ancora più 'tonto' di quanto già non sia.
Deglutisco in modo abbastanza rumoroso, e annuisco a fatica in sua direzione.
Faccio per parlare nuovamente, ma Ranmaru, tutto ad un tratto, incomincia a calciare forte il pallone, con il chiaro intento di tirarlo fuori dalla casetta, ma invano, visto che esso rimbalza in una tavoletta più sporgente del portone e rimbalza dentro casa, facendo staccare e 'schiantare' al suolo una grossa tegola di legno.
La casetta scricchiola e traballa terribilmente, e per un secondo penso veramente che precipiteremo e moriremo come quel pezzo di legna in basso, ma per fortuna -e che fortuna!- mi sbaglio, e non ci succede nulla di grave.
«Non credo sia molto sicuro stare qui...» dico alla barbie tutto ad un tratto, con voce leggermente tremolante dallo strano spavento appena preso.
Vedo Ranmaru scuotere la testa e fissarmi.
«...Prima il divertimento, e poi il lavoro, chiaro?» e dicendo ciò, mi sorride ancora, andandomi più incontro.
«Che vuoi dire?» gli domando spiazzato dal suo superficialismo e della sua irresponsabilità.
Insomma, stavamo per morire diamine! Potremmo almeno andare a divertirci altrove! E poi beh... chi l'ha detto che a me faccia piacere la compagnia di una barbie sbrilluccicosa!? Proprio nessuno!
«Voglio dire, che devi smetterla di pensare alla realtà, alla vita di tutti i giorni... dovresti rilassarti Masaki. La prima regola qua a Terabithia sai qual'è?» mi domanda, ed io scuoto la testa in segno di negazione.
«Divertirsi.» mi risponde infine, passandomi la palla fra i piedi.
«Sognare e divertirsi.» si interrompe e continua a parlarmi, sorridendo in modo deciso e tendendomi una mano.
"Sognare e divertirsi"...
Non so bene il perchè, ma queste parole mi si incollano dritte nella mente, e non fanno altro che scorrermi per il cervello.
"Sognare e divertirsi"... era da tanto che non lo facevo. Magari potrei provarci, ancora una volta.
«...Andiamo giu a fare una partitina a calcio?» mi dice infine, sempre con la mano tesa a mezz'aria, in attesa che un qualcuno la stringa.
Sospiro leggermente, e decido, dopo un lungo periodo, di provarci... di provare a vedere il mondo come fa Ranmaru, ossia con gli occhi della fantasia.
Non credo mi faccia male sperimentare questa sua tecnica, e poi chissà... magari potrebbe piacermi! Se sto con le mani in mano qui a pensare, non combinerò un bel niente, poco ma sicuro.
«Va bene, ci sto Kirino.» gli dico infine, stringendo finalmente la sua mano, la quale si intreccia fortemente alla mia. Una scossa intensa parte da quel contatto e si accende, come una fiamma in tutto il mio corpo.
Che sensazione strana, magica... c-che cosa mi sta succedendo?
«Amici?» mi domanda tutto d'un tranno lui... a quanto pare, il Re, insieme a me, di Terabithia.
Deglutisco leggermente, e mi libero dei miei pensieri, i quali mi stavano tormentando fin troppo.
Infine mi specchio in quegli occhi azzurro oceano, e tutto sembra perdersi e placarsi.
«Amici.» gli rispondo io, sorridendo involontariamente e sentendomi, per la prima volta, dopo molto tempo... realmente felice.



 

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-Angolino dell'arcobalenO

'Buondì arcobaleni! C: (?) 
Eccomi di nuovo qua, per la vostra fortuna sfortuna a pubblicare il sesto capitolo di questa fic!
Beh, che dire... come ogni volta, spero che vi piaccia questo 'obrobrio' qua sopra! x'3
 ...In questo capitolo poi Masaki ha finalmente aperto gli occhi alla fantasia, grazie all'aiuto del nostro bellissimo confetto rosO di Kirino! ^^ (?)
E nientO... oggi ho da dire poco, e credo pure di aver 'sfornato' su un capitolo abbastanza lunghino, quindi senza annoiarvi ulteriormente concludo l'angolino! x3
Vi chiedo solo di farmi sapere cosa ne pensate di questa fic, se avete notato o no errori o plagi vari, se vi è piaciuta, tramite una piccolissima e microscopica recensione qua sotto che apprezzerò molto! Rendetemi felice, daaai x'D
Alla prossima! :3

-Beta-Chan

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Capitolo 7
*** La paura non esiste! ***


 

 

-Capitolo 7

 

La paura non esiste!
 

15 Ottobre. ore 16:00
Da oggi è passato esattamente un mese da quando la scuola è -purtroppo- iniziata. A dirla tutta, non mi sembra vero!
Da un periodo a questa parte, i giorni passano in fretta, veloci, quasi surreali.
E' come se il tempo avesse una qualche paura di arrivare in ritardo alla sua "ambita meta" e allora accellera il tutto fra secondi, minuti ed ore.
Fatto sta che in questo "caos temporale", un mese di torture è ormai passato per fortuna!
E nonostante sappia che ci vorrà ancora molto, molto tempo prima di poter sentire la neve sulle strade vicino casa, non vedo l'ora che inizino le vacanze natalizie!
A scuola purtroppo è sempre la stessa storia: Kurama e Minamisawa non fanno altro che sfottermi dal mattino fino alla sera, ed io... beh, non è che dimostri proprio un comportamento convincente e coraggioso difronte a quei due stupidi...
Comunque, una novità molto insolita per me, è sicuramente quella di aver fatto amicizia con qualcuno, ed aver addirittura trovato una spalla destra su cui contare!
Di chi sto parlando...?
Beh, forse stenterete a crederci, ma si tratta proprio di quel confetto rosa maledettamente perfettino di Ranmaru!
Ora che ci penso era da tanto che non trovavo un amico, e poi credo che in fin dei conti quell'evidenziatore fotonico sia simpatico... certo, a modo suo, però lo è.
...Incredibile, vero?
E' strano pensare che addirittura mi sia "convertito" al suo modo di pensare e che adesso in questo momento stia proprio lavorando alla "fortezza" del nostro  nascondiglio, il quale non è altro che un comune boschetto come tanti altri, ma con un qualcosa in particolare: la magia dell'immaginazione.
Questo luogo a quanto pare si chiama Terabithia... ed io, beh... credo che Kirino mi abbia fatto completamente il lavaggio del cervello con tutte quelle sue storie di fantasia, folletti e fate, perchè adesso, ci credo anch'io!
Dovrei  per caso preoccuparmi?!
"Kariya Masaki, il tipo più strafottente dell'intero universo, si mette a sognare ad occhi aperti insieme ad un evidenziatore vivente e non fa altro che parlare da solo."
Questa è la mia situazione attuale, forse un pò preoccupante. Sono certo che se andassi da uno psicologo mi direbbe che sto pian piano impazzendo, quindi meglio non rovinare tutto.
Mentre penso, passo diverse pennellate di pittura azzurra fra la legna del rifugio, così da farlo divenire pian piano, dello stesso brillante colore del cielo sopra di noi.
Dire che questa "pazzia" mi ha completamente coinvolto tutti i neuroni che avevo in testa, è dire veramente poco! Perchè ormai, questo posto, questo nostro nascondiglio, è entrato nei meandri più oscuri della mia mente e sembra non volerne uscire più.
Ma la cosa che più mi spaventa di tutto ciò, sono i miei strani sentimenti verso il rosato, i quali sono divenuti man mano con il passare dei giorni, ambigui, confusi, e decisamente troppo imbarazzanti e segreti per i miei gusti. Così "oscuri", che sono inviolabili e sfocati persino a me stesso.
Comunque in questa confusione del cavolo in cui mi ritrovo, so solo che quel perfettino effemminato ha qualcosa di fastidiosamente particolare e intrigante nel suo sguardo... qualcosa di così particolare, che in un certo senso mi affascina e mi attira. Che cosa strana, Dio. Sto di sicuro impazzendo, me lo sento.
«Insomma?» una voce calda e pacata, mi sveglia dalle mie riflessioni, e mi fa sobbalzare di colpo. Sento Ranmaru ridere difronte alla mia reazione.
«Che cavolo ridi!?» gli dico con finto tono offeso, incrociando pure le braccia al petto, con l'intento di farlo smettere con le prese in giro.
«Dio, come siamo permalosi! Comunque ti avevo chiesto come andavano i rapporti con quei tre... sai, i famigerati bulli!» mi risponde Kirino, facendosi tutto d'un tratto molto più serio di quello che sembra.
Ho un attimo d'esitazione, e finisco ancora una volta per sussultare, per poi cercare frenetico una possibile risposta da fornire.
«B-Beh, come vuoi che vada! Le prese in giro continuano sempre più pesanti...» m'interrompo e mi irrigidisco, per poi continuare. «Sto davvero pensando che ormai dovrò abituarmi a questa situazione, almeno fino a che sono bloccato qua alle medie.» finisco di parlare con un tono di voce neutro, spento, quasi sconfitto... un tono che fa persino paura a me stesso.
In quanto a Kirino, beh, lui mi fissa a bocca aperta.
«Non posso crederci.» esclama stupefatto, mettendosi persino una mano davanti alla bocca. Alzo un sopracciglio.
«Masaki, ti rendi conto della cavolata che hai appena detto?» gli alzo le spalle, leggermente arrabbiato e infastidito.
Oggi credo che non sia proprio giornata di mettersi a fantasticare e sognare sulla fantasia... o almeno non in questo momento.
Insomma, per raccontare la mia sfiga in poche righe, dico solo che oggi, Puffo azzurro e Prugna secca hanno avuto la brillante e geniale idea di appendermi la bici rossa -con la quale spesso in assenza di pullman torno a casa- sopra un ramo di un grosso albero del nostro giardino scolastico.
E' inutile dire quanto sia incavolato nero, mi verrebbe pure da piangere dal nervoso, ma non lo faccio... visto che il pensiero d'impotenza difronte a qui damerini, supera tutte le altre mie emozioni e reazioni.
«Kariya Masaki, tu sei uno scemo.» Sussulto a quell'affermazione, e guardo offeso quel perfettino buono a nulla... Come si permette d'insultarmi?!
«M-Ma che cavolo dici! E poi perchè sarei scemo, sentiamo.» gli dico in cagnesco, cercando di farmi rispettare e in qualche modo, di difendere il mio territorio.
Ma purtroppo, a mia sfortuna o fortuna, Ranmaru non si è offeso... anzi! Ride di gusto!
Non sopporto proprio quando la gente gioca con i miei modi di fare, è una cosa che mi manda fuori di testa. E soprattutto mi fa impazzire, se a farlo è quella barbie rosa, la quale è un pò troppo vanitosa secondo me.
«Dico che sei scemo perchè insieme, tu ed io potremm-» vedo Kirino fare per parlare nuovamente, ma poi bloccarsi ad uno strano rumore e alzarsi in piedi.
«Che succede?» gli domando sbigottito.
«Nemici. Dei nemici attaccano Terabithia! Dobbiamo proteggere i nostri abitanti!» mi risponde lui, scendendo velocemente la scaletta da poco verniciata, per poi correre come un pazzo al centro del prato sotto la casa sull'albero.
Lo guardo interrogativo, cercando di capire qualcosa in tutto quel caos, ma invano!
Infine mi avvicino all'apertura del nascondiglio, ed il cuore mi muore in gola quando noto degli spietati e minacciosi uccelli, simili a corvi, ma con artigli e becchi più aguzzi e argentei, cadere in picchiata vicino a me ed a Ranmaru.
Guardo Kirino, e quasi non urlo quando noto una di quelle spietate cornacchie cadere in picchiata nella sua direzione.
D'istinto, mi precipito anch'io fuori dalla casa, vicino a Ranmaru, ma quando sento meglio il suono di quegli uccelli infernali, mi blocco di colpo.
"Pipipipipi sei già morto! Ah ah sfigato! Pipipipipi ragazzo effelinato! Imbranato oh!"
E' questa la frase che fuoriesce sempre più volte da quei becchi spietati, e come fosse una spada, mi trafigge mente e corpo, facendomi cadere dal rumore assordante e dalla confusione intorno. Magari sto delirando, ma la voce di questi pennuti è esattamente la stessa dei miei due peggiori incubi: Puffo azzurro e Prugna secca!
Sento il cuore martellarmi il petto, e la paura paralizzarmi il corpo.
C-Che vuol dire tutto questo!? Cosa devo  fare?!
«Kariya, combatti. Forza in piedi!» sento Ranmaru urlarmi più e più e volte, ed infine lo vedo raccogliere dal terreno una pigna un pò malandata e puntarla in direzione di quello stormo di penne nere inchiostro.
...Che cosa diamine vuole fare?!
«U-Una pigna?!» il mio tono di voce è totalmente sorpreso e confuso difronte a quella sorte di "sdoppiatura della realtà". Insomma, tutto ciò, è reale o non reale?!
«Non è una pigna. Usa l'immaginazione avanti!» mi risponde il rosato, tirando infine quell'oggetto consumato ad un corvo, e prendendolo in pieno.
Tutt'un tratto, l'uccello nerognolo scompare con gemito lamentoso, e Kirino raccoglie veloce altre pigne dal terreno.
Mi decido a prendere in mano anch'io una di esse, e quando faccio per tirarle come fa Ranmaru allo stormo di cornacchie per abbatterle, vedo con enorme sorpresa che la pigna in questione si trasforma, e subito diventa una granata, bella e pronta a far sparire tutti quei maledetti uccellacci.
Ne tiro una, poi altre due, quattro, cinque, ormai ho perso il conto.
I corvi diminuiscono sempre di più, e con loro anche quegli odiosi insulti riferiti a me, i quali vengono urlati con la stessa odiosa voce di Minamisawa e Kurama all'unisono quando decidono di sfottermi.
"Pipipipipi sei già morto! Ah ah sfigato! Pipipipipi ragazzo effelinato! Imbranato oh!"
Non faccio altro che sentire questa frase dentro la mia testa, e preso da un impeto di rabbia, urlo a squarciagola, andando ancora più avanti contro i corvi, e facendoli fuori tutti, tranne uno... quello più grande, grosso, e pauroso.
L'uccello in questione ha delle penne più folte, le quali brillano minacciose, come se fossero taglienti. Inoltre ha artigli e becco non più argentati ma del medesimo colore dell'oro, e degli occhi... Dio, sono così terrificanti: sono appuntiti e le iridi appaiono come un miscuglio fra il colore rosso sangue e giallo ocra.
Rimango per un momento pietrificato a quella visione, ma veloce mi risveglio dal mio terrore, deglutendo a fatica quando osservo l'acquila nera gettarsi in picchiata nella mia direzione, puntando alla mia faccia.
Il primo istinto che ho, è quello di scappare, nascondermi da tutto e da tutti, ma per qualche strana ragione non lo faccio e decido di affrontare a viso aperto quell'orripilante creatura. Ho la tremarella e non mi reggo in piedi.
«Forza! Ce la puoi fare a vincere la paura!» la voce di Kirino mi riaccende di adrenalina, e smetto di tremare, ma invece di concentrarmi sulla discesa dell'uccello malefico sopra di me, penso invece alle parole appena pronunciate dalla barbie.
"Vincere la paura..." mh, questa frase mi dice qualcosa.
"Vincere la paura..."  ma certo! E' così semplice! Finalmente capisco molte cose...
"Vincere la paura..." ora capisco perchè alla vista di quei corvi sentivo anche l'odiosa voce di Kurama e Minamisawa rimbombarmi nella testa.
In un certo senso, questi uccellacci rappresentano loro... i miei peggiori incubi, cioè i bulli. I mostri dei corvi rappresentano i mostri che ho dentro.
Adesso è tutto così chiaro, limpido...
Finalmente so cosa devo fare e come devo agire: devo uccidere quest'ultimo pennuto nerognolo tutto d'un colpo, così che successivamente avrò anche il coraggio di esorcizzare la mia vera paura per quei due damerini palestrati.
Infine deglutisco a fatica, e guardo Kirino in cerca di un qualche sostegno da parte sua.
«Forza...» mi dice solamente quest'ultimo, sorridendomi fiducioso e dandomi coraggio. Annuisco determinato, e avanzo ancora di più dinanzi all' aquila nera, la quale è tornata alla carica e si getta nuovamente nella mia direzione.
Sento il mio respiro farsi più veloce e quindi chiudo gli occhi.
Quando sento la bestia sfiorarmi il viso, di scatto mollo a terra la pigna, prendendo al volo un ramoscello dal terreno e conficcandolo dritto nel cuore dell'aquila. Questa, con un lamento pietoso, si contorce in preda a spasmi davanti a me, per poi polverizzarsi all'istante.
Guardo basito la scena, e sollevo vittorioso il ramoscello -il quale grazie all'immaginazione è diventata una spada- al cielo, per poi sorridere orgoglioso, quasi con le lacrime agli occhi per la troppa felicità raggiunta.
Oggi ho sconfitto grazie al mondo di Kirino la mia paura! La mia paura per i bulli!
Dio... non posso ancora crederci! Grazie mille Terabithia!
Infine sento Kirino raggiungermi velocemente, ed abbracciarmi forte stringendomi al suo petto.
Come da copione arrossisco, ed a causa della differenza d'altezze fra noi due, sprofondo il viso sul suo petto, sentendo il suo cuore battere forte e intensamente, ed i suoi respiri farsi pian piano più regolari e normali.
«Bravo.» sento sussurrarmi all'orecchio, mentre alzo la testa e cerco di divincolarmi da quella specie di abbraccio imbarazzante.
«Si beh, non ho fatto niente di che... » d'istinto gonfio leggermente il petto, e metto le mani dietro la testa, per vantarmi in modo quasi esagerato con l'evidenziatore.
Vedo quest'ultimo storcere il naso e poi guardarmi con un'espressione particolare, quasi divertita.
«Non penserai mica che l'avventura finisca qui, vero?» controbatte a sua volta quella barbie fastidiosa, avvicinandosi ancora di più a me e accennando un sorriso.
«C-Cosa vuoi dire?» gli rispondo perplesso, non capendo minimamente dove vuole andare a parare.
«Voglio dire che, si, bravo hai sconfitto quei corvi... ma ora dovrai batterli anche nella vita reale.» mi dice tutto d'un fiato, dandomi una pacca sulla spalla e continuando a guardarmi con quello sguardo incoraggiante.
Mi perdo leggermente in quel blu cobalto dei suoi occhi, per poi riscuotermi e tornare velocemente alla realtà.
Però, prima di rispondergli nuovamente, rifletto silenzioso sulla sua affermazione: So esattamente cosa lui intenda dirmi con il fatto di combatterli pure nella realtà, credo che abbia capito che io ho associato quegli uccellacci ai due bulli di Minamisawa e Kurama, e penso inoltre che anche l'evidenziatore abbia sentito le frasi che urlavano quelle bestiole, visto che prendono in giro anche lui, e questa paura del bullismo è sicuramente una cosa che ci accomuna.
«Pensi davvero che... quei corvi erano Minamisawa e Kurama?» gli domando infine, cercando di capirci qualcosa.
«Sì... e penso sia giusto affrontarli anche dal vivo.» mi risponde Kirino, alzandosi in piedi e cominciando ad andare verso una direzione.
«Aspetta! Dove vai?!» mi alzo anch'io a mia volta, e tento di raggiungerlo correndo.
«A vincere, no? Andiamo ad affrontarli, forza Masaki!» Ranmaru mi sorride radioso, e mi tende una mano, sicuro di se.
Deglutisco a fatica, ed ho un attimo di smarrimento.
A quanto ho capito, tutte le paure che abbiamo, si manifestano anche a Terabithia, però diversamente. Qua prendono semplicemente la forma di mostri pronti ad amazzarci. Bella cosa, no? Rischiare così la vita.
«Che c'è?» mi domanda l'evidenziatore, squadrandomi da capo a piedi.
Arrossisco involontariamente, ed abbasso lo sguardo.
«N-Non me la sento, cioè, un conto è la fantasia, invece un altro la realtà. A dirla tutta... ho paura... » dicendo ciò, serro i pugni e mi incupisco leggermente, aspettando una qualche reazione di Kirino.
Insomma, è la prima volta in vita mia che appaio "fragile" agli occhi altrui...
Per me è una cosa importante, una sensazione nuova, strana, quasi ne ho paura.
Non ammetto le mie debolezze così facilmente, e tanto meno al primo che passa.
«Kariya...?» sento Ranmaru chiamarmi, andandomi ancora più vicino.
«...Mh?» il mio sguardo è ancora basso, inchiodato al terreno sotto di me, ma nonostante tutto trovo la forza per rispondere. Intanto, Kirino mi guarda divertito.
«...La paura non esiste.» dicendomi questo sospira, e poi sorride.
In quanto a me, sono letteralmente basito da ciò che ha appena detto: COSA?!
La paura non esiste?! Ma sta scherzando spero!
Questa mi sa tanto di ultima cavolata del secolo...
«M-Ma che c-» faccio per parlare nuovamente, ma sento Ranmaru precedermi, avvicinandosi di troppo al mio volto e stamparmi un bacio sulla guancia.
A quel contatto, arrossisco peggio di un pomodoro e sgrano gli occhi felini.
Insomma... CHE COSA?! Kirino Ranmaru mi ha baciato?! Oh mio Dio... perchè?!
E soprattutto: A me è piaciuto?! Sì? No? Oh Cristo. Sono fottuto.
Se prima ero confuso, adesso sono letteralmente sconvolto, sorpreso... non trovo neanche le parole per esprimermi.
Lo guardo basito, e subito mi affretto ad articolare una frase di senso compiuto per nascondere il rossore del mio volto.
«M-Ma si può sapere che fai!?» forse la mia voce risulta un pò troppo arrogante, ma mai e poi mai voglio farmi vedere innamorato da quei suoi occhiacci azzurrini, cioè... no aspettate... Innamorato?! Ma che cavolo ho detto?! 
Sento di essere precipitato proprio in basso, poco ma sicuro.
«No scusa, è che avevi una faccia così tenera da imbronciato che non ho saputo resistere... ah ah» mi risponde infine, arrossendo a sua volta e passandosi nervoso una mano tra i capelli, cercando di smorzare l'imbarazzo per quel gesto abbastanza volontario.
In quanto a me faccio finta di non aver sentito o visto nulla, perchè non so proprio che dire a questa barbie rosa. Sigh...
«Emh... comunque tornando al discorso di prima, hai capito bene: sono certo che la paura in realtà sia soltanto una deformazione della fantasia.» riprende infine Ranmaru, lasciandomi abbastanza perplesso.
«Emh... o-okay.» annuisco silenziosamente, mentre insieme a lui torno verso casa.
In realtà se devo dirla tutta non comprendo esattamente la logica di Mister confetto, ma credo che sarebbe una battaglia persa se mi mettessi ad obbiettare questa sua teoria astratta.
"La paura non esiste!" mh... chissà cosa vorrà dire... comunque credo che questo sarà il mio motto contro i mostri di Terabithia e della mia vita quotidiana.
«Andiamo?» Ranmaru mi da una leggera pacca sulla spalla, e mi fa l'occhiolino felice.
«D-Dove?» gli domando io, leggermente spaesato da tutto ciò.
Devo proprio smetterla di perdermi dentro i miei pensieri.
«A vendicarci. Dobbiamo o no sconfiggere quei corvacci di Minamisawa e Kurama?!» mi sorride infine l'evidenziatore, assumendo un'espressione fiduciosa.
«Si, beh ma-» faccio per parlare nuovamente, ma la barbie mi blocca.
«Niente ma! Forza, dimostriamogli una volta per tutte che la paura non esiste!»
"La paura non esiste"... Ripenso ancora a queste parole, e decido finalmente di fidarmi di lui.
Se ci penso è quasi un controsenso... chi mai potrebbe pensare tali metafore?! La paura non esiste?! Solo un pazzo lo affermerebbe.
Ma ho capito che Ranmaru è il re dei pazzi, ed in qualche modo seguo questo suo ragionamento.
Mi sento, pronto più che mai a sconfiggere una delle mie prime paure che sempre mi hanno tormentato insieme a lui. Questo è quello che fanno gli amici... e credo finalmente di averne trovato uno, vero e insostituibile.

Piccolo appunto: se domani dovreste trovare sul giornale due ragazzi uccisi o picchiati a sangue da dei bulli -precisamente Minamisawa e Kurama-, sappiate che siamo noi, nel caso che la nostra missione vendetta-suicida non abbia avuto successo.



 

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-Angolino dell'arcobalenO

Buon Sabato 'gentaglia di Efp C:
Eccomi qua a pubblicare il settimo chap di questa fiict ispirata al libro & film "Un ponte per Terabithia"! ^^
Devo ammettere che questo capitolo non mi è particolarmente piaciuto, boh.
In questi giorni l'ispirazione mi fa brutti scherzi, lol
Invece a voi come vi è sembrato??
Fatemi sapere cosa ne pensate, se ci sono errori, orrori o plagi vari o no, tramite una microscopica recensione qua sotto, che mi renderà taaaaaaanto felice C: (?)
Ora è meglio che vada, i compiti mi chiamano T^T
Al prossimo aggiornamento! :33

-Beta-Chan

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Capitolo 8
*** Vendetta con i fiocchi ***




-Capitolo 8

 

Vendetta con i fiocchi

 

 

«C-che stiamo facendo?!»
«Zitto e seguimi! Era qua vero che quei due bulletti ti avevano appeso la bici?»
Annuisco al confetto rosa, guardando confuso una piccola piazzetta vicino scuola, nella quale, proprio stamattina, Puffo azzurro e Mr prugna secca mi hanno fatto una specie di "sorpresa" che consisteva nel mettere la mia malandata amica a due ruote e freni,  sopra ad una specie di palo grigiastro. Ancora devo chiedermi come hanno fatto.
E' inutile provare a descrivere le mie emozioni in quel momento, perchè non so proprio cosa pensare o tanto meno fare. Questa mattina non riuscivo a togliere la bici da quella grande altezza, e già mi immaginavo le facce di quei due damerini ridere divertite davanti alla mia totale "incazzatura" a quel simpaticissimo scherzo.
Fatto sta che in quel momento, invece di reagire, stranamente,  me ne sono andato con la coda tra le gambe, per poi rifugiarmi a "Terabithia" in compagnia della barbie sbrilluccicosa rosata, la quale insieme a me ha meditato "vendetta" nei confronti di quei due bulletti
Inoltre, vi ricordo anche che uno stormo di uccelli neri mi ha attaccato, e... beh, ad essere sinceri non ho ancora ben capito se si tratta di finzione o realtà, o se siano cose collegate. Ad ogni modo, devo ammettere che in  quel momento me la stavo facendo sotto, è la pura verità.
«Kariya! Ci sei?» con un colpetto alla spalla, Kirino attira la mia attenzione.
Lo guardo imbambolato, per poi uscire da quello stato di trans.
«Eh? S-si!» faccio per parlare nuovamente, ma un particolare attira subito la mia attenzione sulla barbie rosa e mi fa sgranare gli occhi: quella è la mia  bicicletta! Come diamine ha fatto Ranmaru a prenderla, farla cadere senza alcun rumore nell'asfalto in meno di cinque minuti?!
Credo che questo ragazzo non smetterà mai di sorprendermi...
«Oh, non guardarmi con quella faccia. Beh, portarla giù è stato abbastanza facile, tutto sommato. Adesso dobbiamo attuare la seconda parte del nostro piano.» lo guardo con un sopracciglio alzato, leggermente spaesato.
«Emh, che piano?» gli domando cauto. Vedo Kirino sospirare leggermente.
«Il piano della rivincita, mi sembra ovvio, Kariya! Adesso noi due andiamo nei paraggi di casa di Kurama, nella quale c'è anche Minamisawa, gonfiamo questi con dell'acqua, prendiamo un pò di carta igienica e beh... il gioco è fatto! Poi vedrai, non oseranno più importunarti!» mi rispondono impaziente quei codini rosa, per poi sorridermi, mostrarmi delle specie di palloncini colorati e montare infine sulla mia bici.
In quanto a me, mi gratto la testa dubbioso e non dico nulla.
«Sali, forza!» mi incita quest'ultimo, suonando il campanello della bicicletta e facendomi segno di  salire nel mezzo di trasporto.
Balbetto una frase disconnessa, e mi decido ad obbedire a Kirino, nonostante non capisca praticamente un cavolo di ciò che gli gira per la testa. Forse le tinte rosa gli avranno fatto male al cervello, mah...
Continuo a scervellarmi sulle strambe idee di Ranmaru, fino a quando egli non comincia ad andare a tutta birra con me in piedi dietro al sedile, fra le strette vie della cittadina.
«C-cavolo! Kirino, rallenta!» gli dico deglutendo, ed arreggendomi maggiormente al suo corpo, per poi attigliargli le spalle con le braccia per paura di poter cadere sull'asfalto.
Il confetto però non mi risponde, e anzi, va ancora più veloce come una saetta impazzita, facendo uno spaventoso "dribbling" fra gli ostacoli che di tanto in tanto incontriamo nel cammino. In quanto a me, mi faccio più vicino al suo corpo, e quando sento il mio torace combaciare con la sua schiena, non posso far a meno che arrossire. Cavolo Kariya, riprenditi!
Osservo per un attimo Ranmaru, e a differenza mia, lo vedo calmo, rilassato, quasi divertito da quella situazione. Lo spio di nascosto, e non posso far a meno che ammettere che in fin dei conti è un bel ragazzo.
Ha un colore di capelli particolarissimo, e quegli occhi, Dio... sembrano cristalli di ghiaccio.
«Siamo arrivati! Scendi.» un fatto abbastanza imbarazzante, è che da quanto ero assorto nell'"ammirazione" del mio compagno, ho perso completamente la cognizione del tempo, ed infatti mi meravigio che siamo già arrivati. La casa di Kurama non è poi così vicina da dov'eravamo.
«Cosa dobbiamo fare, mister sapientone?» sfotto un pò l'evidenziatore fotonico, scendendo dal nostro -dal mio semmai...- mezzo di trasporto e guardandolo interrogativo.
Ranmaru mi sorride appena, e prende dal suo fidato zainetto almeno dieci palloncini rossi, i quali riconosco per gavettoni.
«Aiutami a riempirli.» mi dice infine, porgendomeli alcuni.
Li prendo titubante e comincio a riempirli con l'acqua della pompa vicino alla casetta del nanerottolo palestrato.
«Dobbiamo lanciarglieli? E' questa la nostra geniale vendetta?!» sbotto gonfiando altri due gavettoni. Sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più originale da parte del confetto rosa.
«Oh, tranquillo... non è finita qui! Già che ci sei, perchè non riempi anche questo secchio d'acqua?»
Annuisco confuso, e faccio ciò che mi è stato richiesto.
Non faccio altro che riempire e riempire palloncini e contenitori, e dopo circa una quindicina di minuti, ho finalmente finito la mia impresa.
«Adesso... che dobbiamo farci?» domando curioso.
«Ci vendichiamo per bene di loro una volta per tutte. Ho notato che c'è una finestra aperta in salotto, ed a quanto ho visto loro sono proprio in quella stanza.» una luce d'euforia brilla nello sguardo di Kirino. «Noi iniziamo con lanciargli i palloncini, loro sicuramente usciranno fuori di casa per vedere chi era il deficiente dello scherzo, e appena metteranno piede sulla soglia di casa, entrano in scena i secchi d'acqua. Mentre tu gonfiavi questi gavettoni, io ne ho messi alcuni sopra la porta, così che la prima persona che la apre, si faccia un bel bagnetto. Inoltre ho con me della carta igienica che potremmo utilizzare per fare... umh, degli "addobbi" alla casa...»
«Forte.» mi lascio sfuggire un apprezzamento, e lascio che il rosato continui la sua spiegazione. A dirla tutta, devo ricredermi della sua idea... è geniale, cavolo!
Lo sento ridacchiare.
«Beh, sono felice che ti piaccia la mia idea, perchè proprio ora bisogna metterla in pratica!» infine mi da una piccola pacca sulla spalla, e mi invita a seguirlo davanti al luogo del nostro piano: la porta e la finestra di casa principali dell'abitazione di Kurama.
«Qua, Kariya.» Deglutisco nervoso alle parole di Kirino e mi posiziono davanti ad esso, sbirciando furtivamente dalla finestra aperta del salotto.
Aguzzo meglio gli occhi, e ciò che vedo mi lascia letteralmente a bocca aperta, non ci posso credere! Puffo azzurro e Mister prugna secca si stanno baciando in modi non puramente casti, sospirando e facendo versi di tanto in tanto.
Come da copione, il mio viso diventa rosso, e mi volto a guardare il mio compagno, il quale invece se la ride di gusto.
«Oh, che dolci. Credo che questo sia il momento giusto per interromperli.» ghigna malizioso, e senza aggiungere altro, comincia a tirare un gavettone proprio in testa di Minamisawa.
Subito, la testa color malva della prugna secca si alza dal volto del puffo, e si guarda intorno spaesato.
«Dai, aiutami!» mi sussurra Kirino nell'orecchio, porgendomi un gavettone.
Lo guardo per un attimo titubante, e decido di vendicarmi anch'io a dovere. Così, con un lancio perfetto, il mio palloncino si infrange sul corpo di Kurama, e prima che i due possano capire cosa stia succedendo, io ed il confetto rosa cominciamo a bombardarli, letteralmente, d'acqua.
«Ehi! Chi c'è fuori?!» Minamisawa sbotta, ed insieme ad un nano azzurro altamente incazzato, apre la porta dell'abitazione per capire chi diavolo sia a rompergli le scatole.
"SPLASH!" proprio in quel momento, i secchi di Kirino cadono addosso ai due damerini, bagnandoli completamente d'acqua. Faccio il possibile per nascondere le risate, ma credo sia una cosa inutile. E' una scena troppo epica, Dio...
 «M-ma... cosa...!» Mister prugna non riesce neanche a parlare difronte a quella doccia fredda, ed io ghigno soddisfatto.
Guardo soddisfatto il mio compagno di vendette, e veloce come il vento, corro dietro di lui in direzione di un cespuglio, dove entrambi ci nascondiamo.
«Che dici, gli facciamo un'altra imboscata?» mi suggerisce divertito Ranmaru, tirando fuori dal suo fidato zaino una quantità incredibile di carta igienica.
Annuisco felice, e faccio per prendere un pezzo di quel materiale gamba, quando Kirino me la toglie impaziente.
«Aspetta, devo fare una cosa prima.» e detto ciò, incomincia a scribacchiare su quella carta un messaggio per le due "vittime", con un pennarello indelebile nero, a quanto pare apparso all'improvviso dalle sue dita.
Sbiricio il testo scritto dall'evidenziatore rosa, e leggo esattamente questa frase:
"State per essere umigliati dal mondo intero, smettetela o scateneremo l'inferno, a presto! -K.R. & K.M."
Lo guardo sorpreso, ma non faccio in tempo a dire altro, che la barbie rosa lancia in direzione dei due bulli mille rotoli di carta igienica, per poi colpirli e fargli avere un aspetto comico. Sembrano la  copia ridicola di due mummie di Halloween.
Infine, Mister prugna secca e Puffo azzurro leggono il messaggio in una di quelle carte sparpagliate per i loro corpi, e prima che finiscano di osservare quella "lettera", il confetto rosa tira fuori dal suo giacchetto il suo personale telefono, con il quale fa almeno una decina di foto a quelle "finte mummie", per poi guardarle con un'espressione vincente in volto.
«Che ci vuoi fare?» gli domando curioso.
«Oh, ora vedrai.» e senza dire nient'altro, carica tutte e dieci le fotografie appena fatte su Internet, per poi condividerle con praticamente tutto il mondo intero.
«...Wow.... che sadico!» dico sorpreso da ciò che è appena successo.
A dirla tutta, non mi aspettavo proprio che quella femminuccia rosata fosse così capace di vendicarsi. Devo dire che ha una personalità molto... particolare, ecco.
Vedo quest'ultimo aprire la bocca per rispondermi, ma una voce vicina a noi due lo precede. Deglutisco leggermente impaurito.
«Ehi, voi due!» a quanto pare, i due damerini si sono accorti della nostra presenza, e più arrabbiati che mai, ci vengono incontro, decisi a farcela pagare una volta per tutte.
Non so perchè, ma d'istinto stringo una mano a Kirino, in completo panico assoluto. Oh si, sento che moriremo.
«Ritirata, amico!» mi dice svelto quest'ultimo, per poi prendermi un braccio e farmi salire velocemente sopra la mia bici rossa, mentre lui si posiziona davanti.
«Fermatevi!» Senza perdere altro tempo o stare a sentire le imprecazioni di quei due bulli, sgommiamo alla velocità della luce per tutta Inazuma-Cho, per poi fermarci davanti alle nostre case.
«Che avventura... oh mio Dio...» mi dice Kirino una volta arrivati al sicuro, ridacchiando e cercando di riprendere fiato.
«Dici che si sono arrabbiati con noi?» mi chiede infine, sciogliendosi i capelli e stiracchiandosi un pò. Ma sta per caso scherzando?
«Noo, guarda per nie-» mi blocco a metà frase, e lo osservo imbambolato.
Non credevo fosse così bello con i ciuffi spettinati sopra il viso, ed invece, beh, devo ricredermi...
Arrossisco di colpo, e quando torno alla realtà, mi accorgo a quanta poca distanza siamo entrambi. Lo osservo in viso, e lo vedo ammiccarmi divertito.
Davanti a quel gesto divento ancora più rosso, e mi decido ad allontanarmi da lui.
«B-beh, si, umh... i-io vado, ciao!» mi congedo infine, camminando in direzione di casa mia. Però, prima di attraversare la strada, mi volto un attimo ad osservare il confetto rosa, e quando lo vedo scompigliarsi i capelli con fare sensuale e salutarmi a sua volta, m'incanto nuovamente e gli sorrido.
Giro la testa indietro per osservarlo meglio, ma finisco invece con lo sbattere ad un palo davanti a me.
Sento Kirino ridere, e vorrei veramente sotterrarmi dalla vergogna.
"Che figuraccia..." penso tra me e me, alzandomi da terra e andando dentro casa.
Lezione imparata: guardare sempre dove si mettono i piedi.
 


 
 

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-Angolino dell'arcobalenO

"Sabato, Sabato, è sempre Sabato!" (?)
Buoon Sabato a tutta la popolazione di Efp! C:
Inanzitutto, mi scuso per il ritardo nella pubblicazione del chap, ma ho avuto qualche problemuccio con il pc... e.e
Poi, beh, come al solito spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e niente... adesso mi dileguo! :33
Fatemi sapere cosa ne pensate voi, orrori, errori  eventuali plagi, tramite una piccola recensione qua sotto; ci tengo molto! C:
Alla prossima!! ^^


-Beta-Chan

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Capitolo 9
*** Forse qualcosa di più ***




-Capitolo 9

 

Forse qualcosa di più

 

Sono passati un paio di giorni dallo scherzo insieme al confetto rosa, e devo ammettere che, stranamente, quei due bulletti non mi danno più noia o fastidio, anzi, non sfottono praticamente più nessuno.
Che quell'imboscata di palloncini abbia fatto effetto su di loro...? Credo sia probabile, in effetti.
Poi c'è da dire che l'intera scuola considera me Kirino eroi delle ingiustizie, e nessuno mi prende a botte, il che per me significa veramente tanto, visto che ero abituato a prendercele almeno due volte in una settimana.
Sono contento della nostra vendetta, già... solo che c'è un unico piccolo e spiacevole problema: Mister vampiro -alias Kyosuke Tsurugi- ce l'ha ancora a morte con me e la barbie rosa, e credo che sia l'unico che nutre ancora odio e divertimento mentre ci "mena" di colpi.
Abbiamo un altro ostacolo nel cammino, e sono sicuro che lo affronteremo al più presto, ma di certo non oggi.
E' Sabato, il che vuol dire che il week end è appena cominciato, ed io come al solito mi trovo a chiacchierare con l'evidenziatore rosa nella nostra piccola reggia a Terabithia. O meglio, lui parla ed io disegno, perchè non lo sto ascoltando per niente, a dirla tutta. Mi limito solo ad assecondarlo con qualche "si" e cenni d'assenso con il capo.
«Emh... mi stai ascoltando?» a quella frase ripeto il mio rituale, e continuo a ignorarlo con brevi cenni alla testa.
«Tu non mi stai ascoltando!» mi ripete.
«Già.» gli ripeto a mia volta.
In realtà non so che cosa cappero mi stia domandando, ma sono troppo concentrato sul mio dipinto per prestare veramente attenzione al tutto.
Continuo a ripassare i contorni del soggetto raffigurato, cancello le sbaffature, e sono certo che adesso, più che mai, vi starete chiedendo che diamine di "cosa" stia disegnando...
Ebbene vi accontento subito: sto ritraendo quella barbie rosa di Kirino Ranmaru, felici? (Non chiedetemi perchè però).
E' dipinta con i suoi soliti e stravaganti vestiti che indossa nel tempo libero, i capelli sono più corti del solito e tinti di un fucsia più penetrante, mentre gli occhi... beh, per farli ho semplicemente pensato al cielo azzurro.
«Kariya» Kirino mi richiama «che stai disegnando di così tanto importante?».
A quelle parole arrossisco di botto, e non so proprio cosa fare.
Forse dovrei fargli vedere il suo personalissimo ritratto? Ma no via, rovinerei tutto. Però se me ne sto zitto, faccio lo stesso, perchè lo farò innervosire comunque.
Alla fine però, quando sono in procinto di una terribile crisi di indecisione, Kirino mi strappa il quaderno dalle mani e tutto il mio piano va in fumo.
«M-ma cosa...» la sua voce sembra sorpresa, meravigliata, ma non capisco però se è felice o no dello schizzo. Cavolo!
«R-ridammelo!» con il viso tinto più rosso di una ciliegia, mi affretto a strappare dalle mani il blocco a Ranmaru, e quando ci riesco, lo tengo stretto al mio petto, abbassando lo sguardo per paura di essere giudicato.
«Masaki, guardami.» Tremo appena. E' la prima volta che mi chiama con il mio nome.
«Quello nel disegno... beh, si insomma, sono io?» mi domanda, con una leggera nota di malizia nella voce da barbie.
Trasalisco, e alzo leggermente la testa, incrociando i miei occhi con quelli azzurri di Kirino.
«B-beh, emh... in un certo senso s-si...» lo vedo sorridere divertito.
«Oh, disegni molto bene, comunque. Solo un'altra domanda adesso...» il suo tono non promette niente di buono, ma annuisco lo stesso. Tanto peggio di così non può andare.
«Per caso... ti piaccio?» ecco, se prima avevo detto che non poteva andare peggio di così, adesso so che mi sbagliavo di grosso: può andare peggio, eccome!
La domanda di Kirino mi spiazza, e non so proprio che rispondere, quale scusa inventarmi, e quali frasi pronunciare...
Così rimango lì, con la bocca semi aperta a guardarlo in attesa di un qualche colpo di genio, il quale però sfortunatamente non arriva alla mia testa.
«C-cosa? Emh... ma che dici! Ma ti pare?! La risposta è no, poco ma sicuro!» finalmente riesco ad articolare un misero discorso di senso compiuto, e gliela butto lì al vento, sperando che si beva quella scusa.
Respiro lentamente, e vedo l'evidenziatore scrutarmi in viso come per vedere se mento o no. Infine, mi prende nuovamente il quaderno dalle braccia e guarda il disegno un'ultima volta, per poi concentrarsi su un particolare e sorridere vittorioso.
«E allora cos'è questo...? Spiegamelo. Però non dire bugie, mi raccomando!» Ranmaru mi sfotte e arrossisce nello stesso momento, posando un dito appena sopra il centro del suo ritratto, dove alberga tranquillo un... oh cavolo, cuoricino!
Accidenti a me ed a quando ho deciso di fare questo disegno in sua presenza! E poi diamine, cosa mi è passato per la mente!? Io che disegno cuoricini da innamorati?! Dio... manca solo che incida le nostre iniziali in qualche albero del bosco e poi siamo apposto!
 «U-un cuore...» gli rispondo cercando di fare l'indifferente.
«Un cuore piccolo.»
«Si beh, un cuoricino, contento?»
Lo vedo annuire con la testa, e farsi più vicino. D'istinto indietreggio, ma dopo pochi passi mi ritrovo con le spalle al muro. Fortuna, quando servi dove sei?!
«Che significa?» mi domanda ancora.
Mi limito ad abbassare lo sguardo e cercare di spingerlo via, ma invano. Mi blocca i polsi e resto con le mani a mezz'aria. Lo fisso dritto nelle iridi, e non posso far a meno di arrossire.
Infine, lo vedo sorridere.
«Ah, adesso capito.» mormora al mio orecchio.
Un brivido mi percorre la schiena vertebrale.
«C-cosa?» Devo ammettere che ho un pò paura della risposta che mi darà. Forse  facevo meglio a stare zitto...
«Ho capito che ti piaccio, Kariya! E' così evidente, quando arrossisci, il modo in cui mi guardi, il disegno che hai appena fatto... ti ho scoperto. E poi... beh, se devo dirla tutta pure tu mi piaci, ragazzo effelinato.» COSA?!  COSA?! HO CAPITO BENE?! Piaccio a quella barbie di Kirino?! Oh Dio... devo segnarmi questo evento sull'agenda.
L'emozione comunque, non mi permette di pensare lucidamente.
«M-Ma che-» alla fine cerco di parlare, ma l'evidenziatore mi precede, e mi si butta letteralmente addosso, a contatto con le mie labbra, le quali combaciano in modo malizioso con le sue, così piene e soffici.
Preso dallo shock del momento, cerco di spingerlo via dal mio corpo, ma invano, visto che mi tiene il corpo in una presa salda con il suo.
A quel pensiero arrossisco il doppio, e cerco di concentrarmi sui miei sentimenti, su ciò che provo, e sul mio cervello, il quale adesso è appena scoppiato per la troppa emozione e foga. E' una cosa così illogica.
«Aspetta un attimo...» dopo un lungo periodo, Kirino si stacca finalmente da me, e ignorando palesemente la mia espressione basita, si china a prendere il suo cellulare, per poi sbloccarlo e cliccare sull'icona della fotocamera.
«Sorridi...» infine mette  il telefono davanti a noi, aziona il timer ed un flash abbagliante mi acceca letteralmente . «Ecco fatto! E che questo momento rimanga una nostra emozione, chiaro? Non provare a scordartelo.»
Non so cosa rispondergli... sorrido e basta. E dentro, una parte di me, spera con tutta se stesso che quel contatto, sia solo l'inizio.
«Sai cosa vuol dire questo?» mi domanda il confetto rosa.
«C-che cosa?» gli dico confuso. A dirla tutta mi ero un pò distratto, e credo che Kirino se ne fosse accorto.
«...Sai cosa siamo noi?» mi sorride.
«A-amici?» gli dico cauto, sapendo comunque che dopo il bacio e ciò che è successo fra di noi, è impossibile rimanere neutri come eravamo prima.
«No» lo vedo scuotere la testa. «Ho l'impressione, che siamo qualcosa di più...» e detto questo, mi sorride e se ne va.
 


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-Angolino dell'arcobalenO

Eccomi qua anche questo beeeel Sabato (?) a pubblicare un altro capitolo! C:
Beh, che dire??
Mi scuso se forse questo capitolo risulterà più corto, ma il fatto è che lo stress della scuola mi sta schiacciando sempre di più e faccio fatica a fare tutto e.e
Ma comuuunque, apparte ciò, spero che gradirete lo stesso questo chap rosato con i nostri due belli micettini :33 già già
Ora è meglio che vada,
Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate, se ci sono errori, orrori, plagi o meno, tramite una piccola recensione che mi farà mui felize (?) :3
Alla prossima!


-Beta-Chan

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Capitolo 10
*** Il secondo piano ***




-Capitolo 10
 

Il secondo piano

 

Sono a scuola, ed è appena suonata la campanella della ricreazione, per la precisione.
Sbadiglio assonnato, e mi reco veloce fuori dalla classe per prendere una boccata d'aria. La lezione di Storia della professoressa Leguis era davvero pesante, troppo pesante per i miei gusti.
Mentre cammino per i corridoi, la mia testa vaga però in altri pensieri, molto più intensi e imbarazzanti rispetto alla scuola ed alle sue interrogazioni quotidiane.
Devo ammettere che non è affatto facile dimenticare ciò che è successo qualche settimana fa con quel confetto rosa di Kirino. Ho ancora stampati sulla mente i ricordi delle sue labbra contro le mie, e beh... a dirla tutta non so bene in fondo cosa siamo adesso, ma devo dire che mi piace questa situazione che si è creata: amici e qualcosa di più. Sono esattamente queste le parole che ci descrivono.
«Ehi sgorbio!» sento una voce distrarmi dai miei pensieri, e con un scatto mi giro per capire chi diavolo sia a sfottermi in quel modo.
Sbatto le palpebre un paio di volte, e noto dei folti capelli blu e degli occhi color ambra scrutarmi da vicino.
«Tsurugi, ciao...» gli rispondo in tono basso, cercando al più presto di scappare da quella situazione, la quale non mi piace per niente.
«Ehi, fermo! Dove credi di andare? Minamisawa e Kurama mi hanno raccontato dello "scherzo" che hai fatto a loro... credo che per un bel pò di tempo ti lasceranno in pace, ma io non ho affatto intenzione di farlo. Non sono mica un rammollito come quei due...» a quelle parole, deglutisco rumorosamente, e sento il cuore battermi all'impazzata dentro il petto. Osservo Tsurugi, e lo vedo scrocchiarsi le mani e avanzare minaccioso: brutto segno. Sento che oggi ce le prendo, poco ma sicuro.
«Brutto pid-» vedo la mano di Kyosuke ad un metro dal mio viso, e mi preparo già ad incassare la botta, la quale però non arriva, perchè vedo il blu bloccarsi a metà frase e fissare confuso un qualcuno alla mia destra.
«Lo vuoi lasciare stare?!» Quella voce... eccome se la conosco. Appartiene all'evidenziatore fotonico della scuola, poco ma sicuro.
M-ma che ci fa qui?
«Ah, ecco il tuo "fidanzatino" che aggiusta la situazione!» lo canzona Tsurugi, ridendo in modo divertito.
Osservo Ranmaru, e lo noto arrossire nuovamente, per poi farsi coraggio e avanzare in direzione del "vampiro blu" per dirgliene un pò faccia a faccia.
«Emh, giusto. Io la smetterei di prenderci in giro, perchè sappiamo essere molto vendicativi, a quanto hai visto. Quindi amico, io non me la prenderei più di tanto e dimenticherei tutto, okay?» l'espressione di Kirino è indecifrabile; in alcuni momenti è abbastanza minacciosa, in altri più determinata che mai, e in altri ancora sembra persino felice e tranquilla.
In quanto a quella del bulletto, credo non si possa dire lo stesso: ha la bocca tirata e sottile, gli occhi ridotti a piccole fessure giallastre, e la pelle più rossa del normale per la rabbia. Gli manca solo il fumo che gli esce dalle orecchie, e fa quasi ridere.
«Smettila di giocare con me, confetto rosa, è meglio se non ti immischi in certi affari!» e detto ciò, Kyosuke corre all'attacco contro Kirino, il quale non fa in tempo a schivare il blu, che si ritrova in men che non si dica un naso sanguinante e un occhio abbastanza violaceo a causa delle ripetute botte.
Guardo in cagnesco Tsurugi, e mi affretto a soccorrere Ranmaru, che è andato velocemente K.O. nel frattempo.
«Non finisce qui, Kariya. Sappi che ce ne sono anche per te. E dì al tuo amico impiccione di farsi gli affari suoi, se non vuole che questa esperienza si ripeta.» mi dice il blu, intimorendomi e andandosene a passo svelto.
Mi guardo intorno arrabbiato, e mi sembra impossibile che non ci sia nessuno;  nessun testimone che ha assistito a questo spiacevole scontro. 
Stringo impotente i pugni, e cerco di non cadere mentre trascino Kirino in infermeria.
Una parte di me vorrebbe raggiungere Tsurugi e vendicarsi nel modo giusto, senza paura delle possibili conseguenze, mentre un'altra vorrebbe star ferma dov'è, per paura di prendercele e finire in guai abbastanza grandi.
Mentre rifletto smaltendo la rabbia, mi accorgo che è passato anche troppo tempo, e che Kirino si è già svegliato dal lettino dell'infermeria, e mi fissa stanco con un occhio di un'intensa sfumatura viola.
«Come stai?» gli chiedo sedendomi vicino a lui.
«Mh, non ho un bell'aspetto eh?» mi domanda.
«Ma no, non è vero... stai bene, si...» mento inutilmente, guardandolo e vedendo solo adesso quanto sembra effettivamente "distrutto".
«Masaki, non mentirmi!» il confetto rosa mi sorride appena, e scoppio leggermente a ridere, mandando a farsi fottere tutti i miei buoni propositi per fare il "serio", o il "bugiardo".
«Okay, allora... no, non sei affatto conciato bene.» gli dico infine, assumendo un'espressione cupa. Sento che in un certo senso è colpa mia della sorte toccata a Ranmaru. Se solo avessi saputo difendermi, lui non sarebbe intervenuto, e di certo le cose sarebbero andate meglio. Decisamente meglio.
«Non prendertela con te stesso... Sei stato bravo, okay?» mi legge nel pensiero, e mi sorride appena, stringendomi forte una mano e massaggiandola un pò. «E poi, beh... dobbiamo fargliela pagare o no a quel brutto montato?! Merita anche lui una vendetta, proprio come abbiamo fatto per Minamisawa e Kurama. Nessuno, e dico nessuno, attacca Kirino Ranmaru e ne esce illeso. Chiaro?» mi dice infine, assumendo tutto ad un colpo un'espressione seria e fin troppo cupa.
Lo guardo dritto in fondo agli occhi, ma invece del solito mare azzurro, questa volta ci leggo una tempesta grigia, piena di determinazione, e... perchè no, una punta di vendetta e orgoglio.
«Mi aiuterai?» mi domanda ad un tratto.
«C-cosa?» gli dico, cercando di temporeggiare invano.
«Ho un piano per la rivincita contro Kyosuke. Mi aiuterai a realizzarlo, Masaki?» mi ripete sorridendo appena, e passando una mano sul mio petto, accarezzandomi lentamente.
Annuisco rilassato, mentre mi beo di quel contatto con la sua mano.
Vedo Ranmaru ridacchiare per la mia reazione, e mi attira di più a se. Arrossisco.
«Perfetto, ora ascolta, ho sentito dire in giro che ad un certo Tsurugi Kyosuke, piace un certo Tenma Matsukaze... e ho sentito anche dire che quest'ultimo non lo ricambia, ed è pure un tipetto popolare qua a scuola. La sua classe è quella accanto alla nostra...» Kirino finisce di raccontarmi il suo piano, con un tono di voce stranamente... beh, strano.
«E insomma?» alzo un sopracciglio, non capendo fino in fondo il suo piano.
«E insomma, potremo vendicarci facendogli fare una figuraccia con il suo "amato", così che abbassi la cresta.» mi spiega nuovamente, e tutto si fa più chiaro, anche se ancora non capisco un paio di cosette.
«E in cosa consisterebbe questa "vendetta-figuraccia"?» mi azzardo a chiedere, per poi pentirmene subito dopo.
«Kariya, hai un pezzo di carta?» mi domanda facendosi pericolosamente vicino al mio viso. Come da copione, finisco per arrossire nuovamente.
«C-Che ci devi fa-» ma non faccio in tempo a finire la frase che Ranmaru si getta su di me, ed inizia a baciarmi prima in un modo lento e dolce, per poi aumentare sempre di più il ritmo, fino a farlo diventare un bacio completamente passionale.
Mi lascio trasportare dal momento, e intreccio la lingua con la sua, per poi guardarlo negli occhi e sentirmi la faccia andare a fuoco.
E' incredibile l'effetto che ha su di me questo confetto rosa...
«Fra poco metteremo in atto la miglior vendetta di tutti i tempi...» mi dice fra un bacio e l'altro, riprendendo ancora quel contatto voglioso fra le nostre bocche e infischiandosene beatamente della scuola, della campanella appena suonata, di Kyosuke, e... cavolo! Della bidella in infermeria che ci guardia scioccata.
 
 
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-Angolino dell'arcobalenO

Buon pomeriggio caVi lettori!
Rieccomi di nuovo qua, ho appena "sfornato" il decimo capitolo di questa fic soloppevoi :33 (?)
E niente, come al solito spero che vi piaccia!
Ditemi le vostre impressioni con una minuscola recensione qua sotto! C:
Adesso vado che sono abbastanza di fretta x'3
Alla prossima!

-Beta-Chan

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