Saezurite

di Daeva
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cinquettii pt.1 - ***
Capitolo 2: *** Cinguettii pt. II - ***
Capitolo 3: *** Principessa - ***



Capitolo 1
*** Cinquettii pt.1 - ***


SAEZURITE "1. Cinguettii" (prima parte) Cinguettii (1)
Quella ragazza strana della mia stessa età


Camminò velocemente lungo il tragitto verso scuola.
Solitamente aveva sempre la stessa andatura.
Abbastanza lenta da non sembrare corsa, abbastanza veloce per farle agitare sulla schiena i capelli castani.
Solitamente niente la distraeva durante la sua marcia mattutina, ma quella mattina fu costretta ad essere interrotta, appena fu urtata da una tipa che sembrava molto allenata per la corsa.

-Ah. Scusami.- si affrettò quella, con un leggero tono di sufficienza, riapprestandosi a correre.
Se in condizioni normali non avrebbe dato importanza a un fatto così meschino, quella mattina Tsuki Ayanami era di pessimo umore, e aveva deciso di sfogarsi su quella svampita dai capelli rossi.

-Ehi, tu.- mormorò appena Tsuki.
-Eh? Dici a me?- rispose la rossa bloccando la corsa.

Tsuki vide che indossava la sua stessa divisa scolastica, i colori bianco e celeste della First Municipal High School di NeoTokyo 3.
Si sorprese, perchè non le sembrò un viso conosciuto nonostante conoscesse praticamente tutti in quella scuola.

-Vedi altri con cui potrei avercela..?-
-No, ci sono solo io. Ma mi sfugge il motivo per cui potresti mai avercela con me.-

Stupida femmina arrogante!
Era sicuramente nuova: nessuna si sarebbe mai rivolta ad Ayanami in quel modo.

Tsuki si avvicinò lentamente, passo dopo passo.
Sollevò lo sguardo su di lei e rimase in silenzio.
La rossa sembrò infastidita.
-Beh?-
Tsuki si limitò a sollevare la cartella, un modello vecchissimo e assolutamente poco trendy e sbatterlo sulla faccia della sventurata, che cadde a terra rovinosamente.

Azami Ikari, quindici anni a Febbraio, percepì il suo cranio come uno scatolone fragile per la prima volta nella sua vita, e non fu una sensazione piacevole.
Le bruciava la guancia e il naso le sembrava essere stato strizzato tra gli zoccoli di un cavallo.
Uscì una lacrimuccia dal suo occhio destro, poi si alzò in piedi di scatto e iniziò a sbraitare dalla rabbia.

-MA BRUTTA CRETINA!!! SI PUO' SAPERE CHE CAZZO FAI?!!!-
Tsuki non si scompose affatto -Semplice. Ti ho punito perchè mi hai mancato di rispetto.-
-COOOOSA?!!!-
-Non osare mai più parlarmi con quel tono di voce.-

Naturalmente Azami mollò un ceffone alla tizia strana, che sgranò gli occhi sconvolta.
-Sai stronzetta?! Credo proprio che al mio tono di voce dovrai abituartici.-
-Se frequenti la mia stessa scuola stà tranquilla che ti ucciderò.-
Azami rabbrividì un pò per quella frase piuttosto esplicita, ma non c'era davvero il tempo di mettersi a parlare con una pazza in mezzo alla strada.

-Sì, sì, come no!-
Rispose riprendendo a correre verso scuola.
Tsuki si portò una mano al viso cercando di capire se era proprio la sua guancia a bruciare così tanto.

***

-In piedi!- trillò la capoclasse Suzuhara.
Tsuki si alzò all'unisono con gli altri.
-Inchino!-

-Buongiorno. Oggi faremo la conoscenza di una nuova studentessa. Si è trasferita in questa classe da una prestigiosa scuola privata dove aveva il massimo dei voti e dove ha vinto ben due tornei interscolastici di pallavolo. Date il benvenuto a...-
La voce del professore e l'attenzione degli altri furono interrotte dal rapido rumore di gesso sulla lavagna.
Tsuki rimase impassibile appena riconobbe il caschetto rosso.
Adesso sulla lavagna nera capeggiava un grande scritta bianca, in un elegante corsivo occidentale.

"Azami Ikari"

-Sono Azami Ikari, molto piacere!-
Tutti rimasero in silenzio, poi la voce del professore ruppe l'imbarazzo -Bene, molte grazie per aver scelto la nostra scuola, Azami. Spero sarai fonte di orgoglio e soddisfazione per noi tutti.-
-Naturalmente, la ringrazio.-
-Bene, prendi posto vicino a...Uh... Ayanami.-
Gli occhi di tutti andarono al posto vicino la finestra.
Tsuki sembrava come al solito disinteressata verso tutto, e guardava distrattamente fuori tenendo il mento posato tra i palmi delle mani.
Azami riconobbe la pazza violenta che gli aveva promesso di ucciderla e si dimostrò un pò titubante.
-Aehm... Non c'è un posto più vicino? Ho problemi di vista e la lavagna mi sembra piuttosto lontana da...-
-Quello davanti ad Ayanami è l'unico posto libero, e dubito che qualcuno voglia fare cambio con te, Azami.-
-Ma..-
-Suvvia, è un pò taciturna, ma Ayanami è un'ottima ragazza. Una vera studentessa modello: non ti sarà difficile legare con lei.-
Ad Azami non resto che obbedire, anche perchè dimostrandosi titubante provocò un leggero brusio di commenti e risatine, e non le andava di fare la figura della debole sprovveduta a causa di una persona così mediocre.
-Va bene.- annuì quindi con decisione, attraversando a testa alta la fila di banchi.
Si sedette poi educatamente al suo posto senza degnare della minima occhiata la brunetta, che dal canto suo si comportò esattamente allo stesso modo.

***

-Azami sei stata davvero grande!-
-Già, sapevamo che sei un asso della pallavolo, ma non immaginavamo fossi anche così brava a nuoto!-
Azami adorava quel tipo di complimenti, tuttavia non le risultò molto difficile fare la modestina.
-Vi ringrazio, ma non ho fatto poi nulla di speciale...-
-Scherzi?!- mormorò Aida sistemandosi gli occhiali e abbassando la voce -Sei riuscita a battere persino Ayanami, la "donna pesce"!-
-Beh, ma per qualche secondo... La differenza di una bracciata...-
-Non fare la modesta! Ayanami nel nuoto è praticamente imbattibile! Sai, lo pratica regolarmente, ha anche un brevetto!-
-Beh, chiunque segua lezioni di nuoto da molto riceve un brevetto e...-
Ma le altre non sembravano capire molto le risposte di Azami e dopo un pò fecero capannello approfittandone per parlar male della scontrosa Tsuki.
-Era ora che quell'acidona ricevesse una lezione!-
-Quell'arpia usa i suoi risultati scolastici per farsi bella davanti ai professori, che chiudono sempre un occhio o due davanti le sue cattiverie!-
-Già, Ayanami è proprio una superstronzona!-
-Sarà così perchè non avrà il padre!-
-Si dice che sua madre vada a letto con un sacco di uomini e..-

La porta dello spogliatoio femminile si aprì con un cigolio raggelante.
Nella controluce la sagoma di Tsuki con i suoi occhi chiari sembrò la silhouette di un demonio.
Le parole si bloccarono di colpo, e le ragazze ripresero a vestirsi, ma stavolta con più sollecitudine.
Solo Azami sembrava come bloccata.
Fissava la taciturna Tsuki entrare nella doccia dopo aver sistemato con la capoclasse gli attrezzi nello stanzino.
Subito dopo entrò la capoclasse, una tipa strana, dalla carnagione scura ma dagli occhi vivaci e brillanti.
I lunghi capelli neri liscissimi sembrarono ad Azami delle bisce d'acqua, il che le fece venire in mente l'omonimo quadro di Klimt.
Per un implicito linguaggio fisico, Azami capì che Suzuhara era molto amica di Ayanami.

Poi riflettè sulle frasi delle compagne di classe nei riguardi di Ayanami, ed essendo stata anche lei priva di padre si sentì paradossalmente legata a quella specie di psicolabile.
Per un'indefinita sensazione viscerale si rivestì il più lentamente possibile.
Quando Tsuki uscì dalla doccia, Azami si era appena infilata la camicetta.

-Che ci fai ancora qui?-
-Ti ho aspettata.-
-Sarò costretta a farti del male.-
-Voglio parlarti.-

Tsuki rimase un pò in silenzio, guardandola.
Poi andò verso il suo armadietto, finendo di asciugarsi.
-Sei molto bella.- mormorò dopo, mentre si sistemava il vestito dell'uniforme.
L'altra arrossì visibilmente -Ah. Davvero..?-
Tsuki tacque e la squadrò dall'alto in basso col suo sguardo gelido.
Azami si stava allacciando il fiocco rosso della divisa, e trasalì avvertendola dietro di sè.
Si voltò di scatto e trovò il viso di Tsuki a pochissimi centimetri dal suo.
Inspiegabilmente, il cuore le iniziò a battere all'impazzata.
"E' la paura" cercò di ripetersi.
Ma mentre chiudeva gli occhi e rispondeva ai baci dell'altra con dolcezza, il cuore di Azami non sembrava deciso a smettere di sobbazzarle nel petto.

***

Sul ritorno di casa Azami si fermò in una gelateria.
Lì vi trovò con sorpresa Suzuhara, in fila come lei per una coppetta a due gusti.
Si sentì imbarazzata, e solo vedendo i capelli lisci e lunghi della sua compagna di classe si rese conto per la prima volta di cosa in tutta la giornata di quanto assurdo fosse quello che era accaduto nello spogliatoio.

LEI AVEVA BACIATO UNA RAGAZZA!
E si erano pure palpeggiate!
Menomale che non si erano più rivolte la parola per il resto della giornata!
E adesso?
Cosa voleva dire?
Si erano messe insieme?!
Ma lei non era lesbica!
E se Tsuki le avesse dato il bacio della morte, come Shan Pu con Ranma?!
Insomma, tutto è possibile nella vita!!!

-Ah! Buona giornata Ikari!-
-Ehilà, Suzuhara...-
-Anche tu con un languorino?..-
-Sai, spuntino pomeridiano...-
-Ti capisco, anche io mangio come un porco! E fortuna che mia madre mi prepara sempre dei bento abbondantissimi!-

Azami sorrise alla ragazza.
Che linguaggio bifolco!
Comunque nonostante fosse amica di Ayanami non sembrava una folle come lei.
Forti del loro gelato, le due decisero di fare il tragitto insieme, visto che andavano nella stessa direzione.
Azami decise di approfittarne per instaurare una discussioncina.
-Senti, Suzuhara..-
-Oh, chiamami pure Shizuka!-
-Oh..Er..Ok, Shizuka... Senti, ho notato che tu sei l'unica persona che sembra andare d'accordo con Ayanami...-
Shizuka infilò il cucchiaino nel cioccolato -Tsuki, dici? Immagino già cosa ti avranno detto le altre... Sai, ha un carattere un pò strano, ma non è una persona cattiva...-
-Sì..?-
-Certamente! E' solo abituata ad aggredire prima di essere aggredita... Non credo sia perchè è una persona insicura ma...-
-Ho sentito dire che non ha un padre... Sò quali cattiverie sono in grado di inventare gli altri per questo genere di cose... Forse la sua è una reazione al fatto di essere sempre stata maltrattata dagli altri...-
-Mh. Non è che non abbia un padre. E' solo che la sua situazione famigliare è piuttosto...Strana. Comunque ufficialmente Tsuki non ha un padre.-
-Eh? Che significa?!-
La capoclasse cercò di cambiare discorso.
-Non serve fare di Tsuki una vittima. Ti assicuro che non lo è affatto!-
-Ma allora? Perchè si comporta in quel modo con le persone?-
-Beh, io credo...- Shizuka leccò il gelato dal dorso del cucchiano -...Credo lo faccia perchè le piace.-
Azami riflettè un pò sulla personalità di Tsuki.
-E poi senti...-
-Mh?-
-...Quali sono i tuoi rapporti con lei?-
-Rapporti?-
-Beh, sì, la...La vostra relazione...-
Shizuka sembrò stupita -Siamo compagne di classe... Come te ed io... Perchè questa domanda?-
-No...Niente...- arrossì Azami.
-Ikari? Mi nascondi qualcosa..?-
-Beh, ecco...Io...-

***

Tsuki si bloccò davanti la porta di quel tetro appartamento.
Si trovava in un tipico quartiere da ricchi, nonostante fosse in periferia: quella zona era ormai stata eretta da qualche decina di anni, e paradossalmente era la zona più signorile e nuova di tutta la prefettura.

Tsuki guardò con attenzione il nome sul campanello, scandendo ogni kanji sottovoce per essere sicura.
Suonò, e una voce dura di uomo rispose al citofono.

-Chi è?-
-Sono io, Tsuki.-
-Ah. Sei qui, finalmente.-

La porta si aprì, e Tsuki ne approfittò per entrare.
L'appartamento di Gendo Ikari aveva qualcosa di inquietante, nell'apparenza.
Tsuki sentì dei rumori in cucina, e si diresse verso essa.
Vi trovò Gendo a smaneggiare tra i fornelli.

-Uhmpf, Gendosan, non era necessario.- mormorò posando la cartella su una sedia e affiancandosi al vecchio -Avevamo detto che avrei cucinato io.-
-Non mi andava di aspettarti, io avevo fame.-
-Menomale che ho fatto il prima possibile.-
-Potresti iniziare a darti da fare mettendo un pò in ordine il soggiorno.-
-Tsk, mi inviti a trovarti solo quando c'è da sfacchinare.-
-E' tua madre che ti dà il permesso di venirmi a trovare solo quando c'è da pulire.-
-Già, come se non vi conoscessi, tutti e due...-
Tsuki rassegnata si diresse verso il bagno, e iniziò a riempire un secchio d'acqua.
-...Tsuki...-
-Sì, Gendosan?-
-...-
-Che c'è?-
-Forse è meglio se prima mangi qualcosa.-
-Ah. E' già pronto?-
-Non che ci voglia molto a preparare un precotto...-
Tsuki chiuse il rubinetto dell'acqua e corse in cucina.

Gendo la fissava mentre mangiava il suo pasto.
Che nostalgia: assomigliava sempre di più alla sua Yui.

-...Che c'è?-
-Mh?-
-Perchè mi fissi?-
-Assomigli a una persona.-
-La mamma?-
-No, non la mamma.-

***

Durante l'intervallo Tsuki si trovava all'ombra del solito albero a leggere un fumetto di scarso interesse.
Un'ombra le coprì la pagina, e la ragazza alzò lo sguardo ostile verso chi la importunava.
-Ah, Shizuka.- mormorò poi -Il CD te lo porto domani. Ieri sono stata da Gendosan.-
-Non sono qui per il CD, ma per sapere che combini!-
-A che ti riferisci?-
-Ikari mi ha detto tutto! Si può sapere che diamine ti salta in mente?!-
Tsuki sembrò sorpresa -Oh. Wonder Girl si è confessata con te?-
-Ma perchè le hai fatto questo? Tu non sei mica omosessuale! E se lo sapesse Mizuo?-
-Guarda che mica l'ho stuprata. Anche se avrei potuto chiedere un piacere alle teste calde della 3B.-
-Tsuuuuuki?!-
Seccata, Tsuki lanciò il fumetto in faccia all'amica che mandò un urletto soffocato.
Poi si alzò e si allontanò da lei.
-Tsuki?! Che cavolo!- sbraitò Shizuka.
La brunetta rispose alzando il dito medio.

Azami era rimasta in classe e leggeva un libro sulle origini dell'Universo.
Sbadigliò un pò dopo quattro capitoli, si sfilò gli occhiali da lettura e guardò fuori.
Non le andava di andarsene all'aria aperta.
Il silenzio della classe le era decisamente più gradito, ma se un professore le avesse detto di andare giù in cortile con gli altri sicuramente avrebbe acconsentito di buon grado.
Si fece un pò rabbia per la sua indolenza e sbuffò seccata, rendendosi conto di odiare quella parte del suo carattere.

-Ikari?-
Azami scattò in piedi vedendo Tsuki -Ayanami!-
Tsuki rimase sulla porta -Vieni con me. Voglio presentarti una persona.-
-Una.. Persona?-
-Sì, il mio fidanzato.-

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Capitolo 2
*** Cinguettii pt. II - ***


SAEZURITE "2. Cinguetii" (seconda parte) Cinguettii (2)
La tormentata storia d'amore dei due


-Piacere. Il mio nome è Mizuo Osashi, ma puoi chiamarmi Mizu.-
-Piacere. Azami Ikari. E puoi chiamarmi... Ikari.-

Mizuo poteva essere descritto come un ragazzo non particolarmente bello, ma decisamente interessante.
Aveva un anno in più di Tsuki, la sua fidanzata segretissima, e frequentava la 3B, una classe piuttosto inquietante poichè composta da 31 maschi e 3 femmine, di cui era il capoclasse.
Aveva dei begli occhi verdi, e i capelli lisci di un curioso rosso amarena.
Tutti sapevano che era un accanito donnaiolo, e per questo Azami non lo aveva in particolare simpatia.
Sicuramente avrà avuto molte altre "fidanzate segretissime" sparse per tutte le classi e le sezioni dell'Istituto.
Tsuki si teneva stretta al suo braccio, adorante.
Azami odiò con tutto il cuore quel tizio bastardo.

-Un giorno potremmo andare tutti e tre a prenderci qualcosa al Glazee, quella cremeria nuova aperta in centro, che ne dici?-
-Oh, sì, sarebbe una bellissima idea, non credi, Ikari?-
-Forse un giorno. In questo periodo devo studiare molto.-
-Avanti, sanno tutti che sei una intelligentissima... Probabilmente avrai studiato il programma della 2A in sesta elementare!- rise Mizuo.
-...Chi ti ha dato il permesso di darmi del tu?- mormorò Azami.
Mizuo sembrò preso alla sprovvista da quell'ostilità, e tagliò corto il discorso dopo un evasivo bacetto sulla fronte di Tsuki -Ok, allora io vado... Arrivederci Azami...-
-IKARI.- scandì lei mentre il tizio si allontanava.
Poi Azami scoprì lo sguardo ostile di Tsuki su di lei.
-Beh? Che c'è?-
Tsuki si voltò e si diresse verso l'aula.
Qualche secondo dopo suonò la campanella della fine dell'intervallo.

***

Sulla via di casa Azami fu salutata da una violenta cartellata sulla schiena.
Si voltò terrorizzata e trovò il ceffone secco di Tsuki.
-Ayanami?!- gridò impaurita la rossa.
-Ti piace Osashi?-
-Ma assolutamente no!-
Tsuki stava per darle un'altra cartellata ma Azami riuscì ad evitarla.
-Osashi vuole uscire da solo con te.-
-EH?!!!-
-E tu devi andarci.-
-Ayanami ma...Sei fuori?!-
-Io voglio che sia felice, quindi devi uscire con lui.-
-E...E tu?!-
-Io cosa?-
-Non è il tuo fidanzato? La persona che ami?-
-Certo che lo amo.-
-Allora non...Non dovresti incoraggiare le sue scappatelle ma tenerlo stretto per te!-
-Perchè? A me non importa delle altre. Mi basta averlo occasionalmente. Tu, esci con lui, altrimenti sarà arrabbiato con me.-
Azami fissava basita Tsuki.
Ormai era certa che non c'era con la testa.
Tsuki diede un'altra cartellata ad Azami.
-AHIA! Ma che c'è dentro, il piombo?!-
-No, dei sassi.-
-COSA?!!!-
-Ascolta. Sò che penserai che sono una specie di pazza, ma ti prego di non lasciarlo trasparire troppo dalle tue parole o espressioni, altrimenti sarò costretta a spaccarti le ossa.-
-Tsuki, se ti infastidisce essere considerata una pazza dovresti smetterla di comportartici!-
-...Chi ti ha detto di darmi del tu?-
-E anche con quel tizio? Perchè ti comporti da deficiente con un pezzo di merda come quello?!-
Tsuki sferrò la sua cartella di nuovo contro Azami, che però non si sottrasse al dolore.
-Ma come puoi amare un coglione simile? Ti stà sfruttando come una demente e tu lo lasci fare... Cosa sei, una bambola?-
-Non sono una bambola.- i colpi di Tsuki si fecero più violenti e numerosi.
Azami bloccò la mano di Tsuki, la cartella cadde a terra con un pesante tonfo.
Stupita, la brunetta dagli occhi verdi si trovò con la schiena contro un muro di recinzione.
Davanti a lei, Azami, gli occhi furenti.

-E poi... Perchè mi hai baciata?-
-Per darti una lezione.-
-Eh..?-
-Avresti preferito essere picchiata?-

Azami lasciò la presa su Tsuki, e rimase con gli occhi fissi su di lei senza dire parola.
Poi si voltò e tornò verso casa.
-Ehi...Ikari!-
Azami non rispose e non si voltò.
Tsuki la fissò allontanarsi.

***

-Acchan? Com'è andata a scuola oggi?-
-Voglio morire.-

Azami si diresse mestamente verso la sua camera, salendo lentamente le scale.
Fece in tempo a gettarsi esanime sul letto che fu raggiunta dalla madre.

-Ne deduco che le cose non vadano molto bene.-
-Vanno pessimamente.-
Asuka si sedette sul bordo del letto vicino la figlia.
Iniziò ad accarezzarle i capelli rossi lucenti.
-Cos'è, un ragazzo?-
-Mamma, dai, non mi và di parlarne.-
Asuka si mostrò stizzita -Ecco! Come tuo padre! "Amore, com'è andata oggi?" "Sgrunt, non mi và di parlarne.", è proprio vero che se fai uno sputo si divide a metà!-
-...Stai paragonando me e papà ad uno sputo?-
-Eddai, Acchan! Sai quanto ci tenga a farmi i fatti tuoi! A lavoro mi stresso, tuo padre lavora venti ore su ventiquattro, almeno tu fai la brava bimba e dì tutto a mamma tua!-
-Mamma, questi tuoi momenti di "mi interesso al bene del mio nucleo famigliare" mi inquietano non poco...-
-Dovresti approfittarne invece. Allora, è un ragazzo? Spero sia bello e intelligente... Sarebbe triste se tu oltre alla mia intelligenza avessi ereditato anche i miei pessimi gusti in fatto di uomini...-
Azami si rassegnò -No, è una ragazza.-
-Oh..-
-Mi confonde... E' così lunatica e strana... Non capisco se mi sia amica o nemica... O nessuna delle due.-
-E tu cosa vuoi che sia per te?-
-Non lo sò...-
-Non lo sai?-
-Nonostante tutto credo sia una persona molto intelligente... Ma ha un comportamento così irrazionale... A volte mi sembra addirittura pazza... Sai che riempie la sua cartella di pietre e la usa come arma?-
-Eh?! Dici davvero?! Ma i professori non possono fare qualcosa per..?-
-I professori l'adorano! E' la migliore amica della capoclasse e poi nessuno osa lamentarsene per paura di rappresaglie!-
-Uhm...-
-Menomale che avevi detto che nella scuola pubblica non avrei più trovato tipi strani...-
-Questa ragazza è davvero interessante... Sfido che abbia catturato la tua attenzione! Come si chiama?-
-Il suo nome è A...-

La discussione fu interrotta dallo squillo di un telefono.
Azami si allungò al suo ricevitore mentre Asuka si ritirava momentaneamente per poter riflettere sulle ulteriori domande per il prossimo terzo grado alla figlia.

-Pronto?-
-Pronto..? Ikari?-

Azami si trovò il cuore in gola.
Ayanami? Era proprio Ayanami al telefono? Come faceva ad avere il suo numero?!

-Ayanami? Sei tu? Cosa succede?-
-Ecco io...-
-Su, parla!-
Dall'altra parte un sospiro -No, niente...-
-Ayanami!-
-Ecco, volevo un consiglio da te su...Come dovrei comportarmi con Osashi.-

Azami si sentì sinceramente stupita.
Poteva considerare la strana Ayanami come un'amica?
E se le avesse teso un'altra trappola?
Se stesse architettando qualcosa?
Come capirlo?

-Non lo sò, non posso consigliarti. Tu cosa provi per lui? Se sei davvero innamorata...-
-Non lo sò che provo.-
-Come non...-
-Non sò capire bene i miei sentimenti. Se fosse amore? O se provassi semplice simpatia? O odio? O se volessi solo assomigliare a lui? Come faccio a distinguere tutte queste cose?-
-Beh, se riesci a fare queste distinzioni puoi anche capire la natura dei tuoi sentimenti.-
-Tu ti sei mai innamorata, Ikari?-
-Sì, certo.-
-E come ti sei comportata?-
-Beh, le prime volte sono stata un pò avventata, ma dopo mi sono resa conto che non era la persona giusta per me...-
-E come hai fatto?-
-Con una fredda analisi razionale.-
-...-
-Ayanami?-
-Che risposta demenziale, Ikari.-
-E' probabile.- rise Azami.
-Non mi sei di molto aiuto.-
-Senti, non potresti chiedere a tua madre? O a Shizuka? Perchè ne parli con me? Ci conosciamo da poco in fondo...-
-Allora...Uhm... Mia madre adesso non c'è, Shizuka finirebbe per farmi una sorta di predica assurda e...Com'era la terza domanda?-
-Perchè io?-
-Perchè non sò a chi altro chiedere. Escluso mio padre, che però non mi sembra la persona migliore con cui affrontare discorsi simili...-
-Oh, tu hai un padre?-
-Stupoore! Cos'è? Guarda che tutti hanno un padre, a meno che non nascano in provetta...-
-Oh, sì, solo che... Sai, girano voci su di te e...-
-Sì, ho presente. Comunque sono ovviamente tutte stronzate. I miei genitori non si sono mai sposati, tutto qui... Ma lascia perdere, è un discorso complicato.-
-No, no, continua. E' interessante.-
-Lo sò che è interessante ma sono fatti miei.-
-Oh...beh, hai ragione, pardon.-
-..Che?-
-"Pardon"... Aehm, è francese, significa "scusa".-
-Non puoi limitarti a dire scusa?-
-Aehm...-
-Oh, arriva mia madre. Magari ne riparliamo domani...-
-Sì, volentieri!-
-Arrivederci.-
-Ciao, Ayanami.-

***

-Chi era al telefono?-
Rei si tolse con fatica il soprabito con lentezza, andandolo a posare all'ingresso.
-Una mia compagna di classe.-
-Oh, è così raro che ti telefonino... Cosa voleva?-
Tsuki si alzò per aiutare la madre a salire i gradini della cucina.
La donna arrossì -Guarda che due scalini sono ancora in grado di salirli da sola!-
Detto questo entrò in cucina e si apprestò a raggiungere il frigorifero.
-Hai già mangiato Tsuki? Vuoi che preparo qualcosa anche per te?-
-Sì, io ho già mangiato... Tu piuttosto, non dovevi cenare con Gendosan?-
-Sì, ma ero un pò stanca, tutto quel tempo all'ospedale per gli accertamenti... Se n'è accorto e ha insistito finchè riposassi...Però mi ha comprato una crepe al cioccolato e mi ha riportata a casa.-
-Oh! Anch'io volevo una crepe!-
-La prossima volta gliene chiederò due.-

Rei Ayanami era al quinto mese di gravidanza.
Naturalmente metà del patrimonio genetico del futuro pargolo apparteneva al vecchio Gendo.
Tsuki non voleva capirne molto di queste cose, ma si chiedeva cosa ci trovasse sua madre in quel vecchio bisbetico che non sapeva far altro che dare ordini.
Probabilmente alcune cose non sono spiegabili razionalmente.

-Senti, mamma..?-
-Mh?-
-Conosci quel nuovo locale del centro, Glazee?-
-Ah, ne ho sentito parlare...-
-Perchè un giorno non ci andiamo noi tre? Intendo... Io, te e... Papà?-

***

Quella mattina nel cortile successe una cosa davvero incredibile.
Azami arrivando si trovò di fronte un capannello di persone agitatissime che facevano cerchio intorno qualcosa.
Si fece largo per curiosare ma non riusciva a vedere bene, tranne il fatto che si trattasse di una rissa.

-Guardate! Arrivano i prof!-

A quella frase gli studenti si dileguarono, lasciando i due a pestarsi in mezzo al cortile.
Mancavano cinque minuti all'ora di ingresso.

Azami era rimasta lì perchè non aveva capito molto, ma quando si ritrovò davanti Tsuki che sbatteva ripetutamene la cartella sul corpo di un furioso Mizuo rimase tra l'allibito, il felice e il terrorizzato.

Dando un calcio alla cavalleria il bel Mizuo non aveva lesinato pugni e calci, da quanto si poteva dedurre dalla maniera in cui la divisa di Tsuki era conciata, ma anche la ragazza non si era certo risparmiata: il naso di Osashi grondava sangue, e nonostante tutto Azami dovette constatare che così pestati erano davvero una bella coppia.
Fortunatamente arrivarono i professori a dividerli, mentre il preside si approntava ad avvertire i genitori.

Il preside non poteva certo prevedere il match che quella sera si sarebbe scatenato anche tra le madri dei due, una certa Rei Ayanami, psicanalista in maternità, e una certa Ritsuko Akagi, ricercatrice dell'Università di Neo Kyoto.

Azami corse dietro Tsuki, seguita poco dopo da Shizuka.

I due contusi furono portati in infermeria, e una volta constatato che Tsuki non aveva nulla di grave, Shizuka si congedò per tornare in classe.
Azami invece rimase vicino a lei, cercando di capirci qualcosa.
-Ma che è successo?-
-Sì, stò bene, grazie per esserti preoccupata per me.-
-Aehm...Scusami. Comunque, mi dici perchè ti sei pestata con quel tizio?-
-A causa tua.-
-A causa mia?!-
-Sì, la voce del bacetto che ci siamo scambiate ha raggiunto le orecchie del caro Mizuo, che ha scelto di dimostrarsi geloso e possessivo proprio quando avevo deciso di mollarlo.-
-Mollarlo? E perchè?! Ma non lo amavi alla follia?!-
-Esatto, alla follia. E poi non mi và di ignorarlo per i corridoi, incontrarci di nascosto e col contagoccie... Neanche a dire che siamo amanti illegittimi!-
-Ma allora lui crede che io e te..?-
-Mi ha chiamato "troia lesbica" davanti a tutti, urlandolo per il cortile. Certo, spaccandogli il naso forse non mi sono dimostrata molto femminile, ma almeno credo fosse un bel modo per sottolineare la mia eterosessualità.-
-Hai sbagliato, non avresti dovuto reagire così...-
-Comunque, adesso sono libera del tutto.-
-Adesso circoleranno altre voci su di te...-
-Non fa nulla.-
-E i tuoi genitori convocati?-
-Mi dispiace per mia madre...-
-E' un vero disastro...-
-Ma no, si sistemerà tutto. Piuttosto, ora và in classe, altrimenti davvero penseranno che stiamo insieme.-
-Sicura? Non ti serve aiuto?-
-Un infermiere mi sarà sempre più utile di te.-
-Oh, ma che pessima...-
-Avrò cura di me.-
-Allora a dopo. Ti aspetto all'uscita.-
-Mh.-

Azami si alzò per andarsene, ma Tsuki la chiamò.

-Ikari?-
-Sì?-
-Stasera ti và di stare un pò da me? Ti offrirò tè e madeleine.-
-Oh. Volentieri.-
-Allora a dopo.-
-Ciao.-

-...Ciao...-

Fuori era una fresca giornata di primavera.
Gli uccelli cinguettavano.
Chi può dire se fossero felici o tristi..?

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Capitolo 3
*** Principessa - ***


SAEZURITE "3. Principessa" Principessa
Tutto questo ci farà impazzire


-Ok, riconosco di essere stato un pò... Crudele.-
-Trovi?-
-Senti, sò che ti sembrerà strano sentirtelo dire, e probabilmente non mi crederai, ma ci tengo davvero tanto a te.-
-...Perchè parli così a bassa voce.-
-Vuoi che lo urli? Se vuoi lo faccio.-
-Inizi a diventare seccante.-
-Dammi un'altra possibilità...-
-Cos'è, hai fatto una scommessa?-
-...Tsuki..-
-O forse è più semplicemente il tuo orgoglio ferito?-
-Tsuki...-
-Sono arrivata a casa. Ora vattene.-
-Manca ancora un'isolato a casa tua.-
Due lampi verdi si scontrarono contro il viso di Mizuo.
La ragazza sibilò -Ti ho detto di lasciarmi in pace.-
L'espressione del ragazzo si fece ora più dura, aguzza -Ti aprirò in due cme un'ostrica, piccola troia.-
-Eccolo.- Tsuki assunse un'aria di sufficienza -Il vero Mizuo.-

Lui l'afferrò per le braccia, la tirò verso le sue labbra avide.
Si baciarono a lungo, nascondendosi dietro un lampione, rischiando di cadere addosso ai secchi dell'immondizia.

-Tsuki posò poi la testa sul petto del ragazzo -Mia madre non vuole che ti frequenti, Mizu.-
-Anche la mia. A quanto pare tra le due c'è vecchia ruggine.-
-Ci conviene lasciar stare.-
-Io non lascio stare. Ti considero una mia proprietà.-
-Mphf- sorrise lei -Sei davvero un cafone. Non sai proprio come ci si comporta con le ragazze.-
-Ma sò quello che amano.-
Un'altra serie di piccoli baci dolci.
-Sei uno stupido.-
-Scusami per l'altro ieri ma... Dio, Tsuki.- Mizuo sciolse i suoi occhi in quelli di lei -Dimmi che sei mia.-
-E allora...- gli sussurrò lei nelle orecchie -...Dimmi che anche tu sei mio.-
La voce di Mizuo perse il tono eccitato/supplicante.
Aveva un tono di voce da avvocato. O da borsista.
Si vedeva che proveniva da una famiglia ricca.
-Questo comporterebbe una modifica nei nostri accordi.-
Tsuki cadde dalle nuvole -Cioè..?-
Mizuo si avvicinò all'orecchio di lei, e le espose la sua proposta.
Tsuki sgranò gli occhi e scappò via riempiendolo di insulti, mentre lui la rincorse per qualche metro, ridendo.

***

-Non hai altro da portare in lavanderia?- mormorò Rei togliendosi il sudore dalla fronte.
-Lascia stare, ci penso io. In quelle condizioni non devi affaticarti.- rispose Gendo, senza alzare gli occhi dal suo portatile.
-Non riuscirei a stare a letto inerme. Mi deprime.-
-Allora stai seduta.-
-Oh, Gendo...-

Gendo Ikari non riusciva ancora a capacitarsi del modo in cui Rei pronunciava il suo nome.
Era così piena di..."Confidenza".
Non gli piaceva che gli parlasse con quel tono.

-Ho detto che non voglio che ti affatichi. Torna a casa.-
-...Vuoi che ti mandi Tsuki..?-
I due tacquero per qualche secondo.
Gendo si voltò abbandonando il computer rivelò uno sguardo irto di rimprovero -Cosa stai insinuando?-
-Assomiglia a Yui, non trovi?- rispose Rei senza lasciar trasparire emozioni.
Gendo si alzò dalla sedia, raggiungendola con pochi passi.
Rei alzò il suo sguardo sfidando i suoi occhi.
Non ne era sicura, ma aveva l'impressione di arrossire ogni volta che guardava quegli occhi.
Gendo lo ripetè -...Cosa stai insinuando?-
Rei lo affrontò -Sei un uomo fortunato. Puoi scopare la madre e fantasticare sulla figlia.-
Uno schiaffo erose l'aria.
Suonò secco e freddo sulla guancia di Rei.
La donna si coprì la parte bollente del viso con una mano bianca.
-Scusami.- mormorarono insieme.
Ancora Rei, sussurrando -La nostra relazione non procede bene.-
Gendo sentì un peso al centro del torace, per quelle parole, ma ostentò decisione -Non voglio vedervi più. Nè te, nè tua figlia.-
L'uomo si voltò, tornando ai suoi files.
Rei aprì la porta e uscì senza dire una parola.

***

-Aaah, tra quei due finisce sempre così.- constatò Azami a voce alta, quasi sospirando.
-A chi ti riferisci?- chiese Asuka, tanto per intavolare una nuova discussione mediocre con sua figlia mentre dipingeva le sue unghie di bruno.
-Tsuki e Mizuo.-
-Ah, era Tsuki al telefono? Potevi salutarla da parte mia.-
-Non è il tipo da convenevoli.-
-Beh, è un miscuglio tra un'Ayanami e uno dei peggiori Ikari su questa terra...-
-Non parlarne come se fosse un'arma nucleare!-
-Ma sai che Tsuki è un pò come fosse tua zia? E pensa, Ayanami è la matrigna di tuo padre...-
-Che c'è da ridere?-
-Come che c'è da ridere? Ayanami è mia suocera!-
Azami trattenne una risata -Mamma, smettila. Non è carino.-
-Eppure sai...- gli occhi della donna si abbassarono malinconici sulle unghie lucide -...Ho sempre invidiato un pò Ayanami.-
-...-
Azami pensava anche il contrario, ma preferì cambiare discorso -Perchè ti metti lo smalto? Vai da qualche parte con papà, stasera?-
Asuka si fece raggiante -Sì, a una cena di lavoro. Ci saranno anche i colleghi di tuo padre.-
-Ma papà non è il Direttore? Che colleghi ha?- c'era in Azami una punta di presunzione.
-Beh, i responsabili delle altre sezioni...Suo padre...-
-Ci sarà anche il vecchio Ikari?-
-Sì, sembra siano riusciti a strapparlo da casa sua per una sera.-
-Ci sarà anche la madre di Tsuki, quindi... Posso invitarla a cena da noi?-
-Spero non organizzerete qualche strana festa.-
-...Sarebbe un'idea.- ironizzò Azami.
-AZAMI!- la rimproverò Asuka.

***

Tsuki si affacciò alla porta della camera di sua madre, senza farsi notare.
Si sforzava di singhiozzare silenziosamente, ma si sentiva lo stesso.
Fu così che concluse che, al contrario di quando ipotizzava Azami, sua madre non si sarebbe mossa di casa.
Provò una rabbia lancinante.
Diede un piccolo colpo alla porta, facendola aprire di più.
Senza parlare, sua madre si sarebbe accorta della sua presenza con la coda dell'occhio.
Così fu.
rei si voltò di scatto asciugandosi gli occhi con la manica della maglia -Ah, Tsuki, sei tu. Che succede?-
-Gendo-san non ti ha invitato a cena fuori con i suoi colleghi di lavoro, vero?-
Rei tacque. Non sapeva neanche che Gendo stasera sarebbe uscito.
-Azami mi ha invitato a casa sua. I suoi non ci sono. Ne aveva concluso che neanche tu ci fossi. Ma lui non ti ha invitata, vero?-
-Visto che siamo in argomento, te lo dico subito...- disse Rei deviando il discorso -...Tuo padre non vuole più vederci. Quindi, niente più pulizie settimanali a casa sua.-
Tsuki apparve costernata -Ma possibile che voi due vi comportiate sempre in questo modo? Cos'è, adesso vi siete lasciati?-
-Veramente non siamo mai stati insieme.-
-Smettila, mamma!- urlò Tsuki -Non fare tanto la dura! Tu pèassi le serate a piangere e lui si isola dal mondo. Mi chiedo che razza di psicanalista sei! Così brava per risolvere i problemi degli altri ma per i tuoi non sai fare un cazzo!-
-Non urlare in questo modo, Tsuki.-
-Perchè non la smettete e vi amate?! Perchè continuate a giocare alla coppietta tormentata? Non capite quanto questa situazione mi frustri?! Non vedete che state rovinando la MIA vita e non solo la vostra?!-
-Tsuki, la situazione tra me e tuo padre è più compless..-
-VI ODIO! VI ODIO DA MORIRE!-
Rei fece i conti con quelle parole, mentre Tsuki scendeva giù dalle scale per correre fuori da quella casa.

***

-Guarda, non è questo il libro di cui si parlava su quel sito?-
-Ah, sì... Vediamo il prezzo, casomai me lo compro..-

Nell'istante in cui Mizuo alzò gli occhi dal prezzo per confermare l'acquisto, vide Tsuki correre lungo il marciapiede.
-...Quella non era la tipa della seconda sezione che ti scopi, Mizu?-
-Veramente ancora non me la sono scopata, Shizagi.- rispose Mizuo.
Tornò per un secondo con gli occhi sulla strada.
-Ehy, Osashi, ti vediamo pensieroso... Dove credi che andrà quella fighetta?-
-...-
-Forse và a battere. Aveva ancora la divisa scolastica, magari andrà a rimorchiare qualche vecchio per raccimolare qualche soldo...-
-Ah,ah...Ehy, Mizuo, mi sà che solo te non te la sei ancora scopata!-
Ancora risate oscene, a cui Mizuo pose fine con una semplice e minacciosa frase -Perchè? Voi ve la siete fatta?-
Il no era evidente. Non aprirono neanche la bocca, si limitarono a scuotere il capo in diniego.
-..Allora cosa cazzo dite?- commentò gelido andando alla cassa col libro.

***

Tsuki arrivò di corsa all'appartamento di Gendo.
Salì i gradini saltandoli, senza fiato bussò alla porta gettandovi entrambi i pugni.
Nessuna risposta, mentre continuava a battere, nervosa, finchè non le dolsero i polsi sottili.
Nessuna risposta.
Tsuki scivolò davanti quella porta chiusa con i pugni stretti tremando per la rabbia.

-Che ci fai qui?-

Tsuki si voltò di scatto, con la velocità con cui epirò.
Gendo vide sul volto della figlia un odio che sembrava ormai lontano, un tempo riflesso dal viso di Shinji.
-E' successo qualcosa a casa..?- tentò, quasi comprensivo.
-Sì.- confermò Tsuki -E' successo che mia madre se ne starà sola a casa a piangere mentre tu te ne andrai a cena fuori.-
Gendo sembrò contrariato -Cos'è? Vuoi giocare all'avvocato difensore?-
-Dov'eri?-
-Ero andato in lavanderia.-
Ci fu un silenzio di stasi.
Tsuki era all'improvviuso troppo stanca per essere furiosa. La lunga corsa l'aveva sfiancata.
Era stupida.
Una stupida impulsiva e passionale.
-Ti prego, rendi felice la mamma.- disse ancora in ginocchio.
La frase, per quanto pura e semplice sembrò un'utopia ad entrambi.
-Lo vorrei, ma...- mormorò Gendo aiutando Tsuki a rialzarsi.
-Ma cosa?-
-Il fatto è che io e tua madre abbiamo sbagliato tutto fin dall'inizio.-
-...-
-Se la vita di una persona potesse considerarsi come un quadro...- rispose l'uomo, con una voce gentile e calda che commosse Tsuki -...La storia tra me e tua madre non sarebbero altro che pennellate date a caso.-
Gli occhi verdi di Tsuki si riempirono di lacrime, mentre affondava il viso nel petto di Gendo piangendo tutte le lacrime che aveva trattenuto per loro due finora.

***

Dall'altraparte del filo, tre squilli già andati a vuoto.
Quando si era ormai arreso, una voce femminile lo fece sussultare -Casa Ayanami, chi parla?-
-..Tsuki?- tentò Mizuo.
-Tsuki? no, non è in casa. Sei un suo compagno di classe? Devo lasciarle detto qualcosa..?-
Mizuo attaccò istintivamente il telefono.

***

-Sono tornata.- constatò semplicemente Tsuki rientrando.
-Tsuki.- rispose Rei, facendo capolino dalla finestra -Dove eri andata?-
-A casa di Azami. Ho disdetto il nostro appuntamento.-
-Hai gli occhi arrossati. Hai pianto?-
A volte si stupiva che sua madre si accorgesse di queste cose -No.-
-C'è stata una telefonata strana poco fa.-
-Strana? Chi era?-
-Un ragazzo.- sibilò Rei.
-E allora?-
-Era quel Mizuo.-
-Cosa? Mizuo ha telefonato qui..?-
-Ti avevo detto di non frequentarlo.-
-Ma ti ha detto il suo nome? Ha detto di essere Mizuo?-
-No, non l'ha detto ma sapevo che era lui.-
-Che sciocchezze! Mizuo non mi telefonerebbe mai! E tra me e lui è tutto finito.-
-Tsuki, non voglio che frequenti una persona che ti picchia.-
-HO CAPITO, mamma.- rispose seccata Tsuki risalendo in camera sua -Chiamami quando è pronto per cena. Vado a fare i compiti.-
Rei strinse le labbra con frustrazione.
Aveva tante spiegazioni per le cose disastrose avvenute quel giorno, peccato che non fosse in grado di risolverle.
Fece un lungo sospiro, poi si fece coraggio e salì le scale fino a raggiungere la camera della figlia.
Tsuki si voltò di scatto.
Anche lei era in lacrime, sdraiata sul letto.
-Buon sangue non mente, mh?- constatò Rei.
-Mamma, ti prego, vattene, non mi và di parlarne...- concluse sconsolata Tsuki.
-Non voglio parlare di qualcun'altro per una volta. Parlerò di me. Parlerò della relazione che ho con tuo padre e perchè è giusto che sia chiusa qui.-
-Mamma, per quanto Gendo-san sia stato cattivo e crudele tu non puoi lasciarlo! Negheresti i tuoi sentimenti e sviliresti i suoi! Perchè non cerchi di capirlo..?-
-Ma io lo capisco già. Io e Gendo siamo l'unica coppia che sà capirsi al volo.- sorrise mestamente Rei.
-Ma cosa dici..?-
-E comunque quell'uomo non è mai stato cattivo e crudele con me. Non eccessivamente almeno. A ben guardare è stato molto più crudele verso sè stesso, che non verso di me.-
-...-
-Forse ti stavi riferendo a qualcun'altro? Ti sei confusa con Mizuo e te?-
-Anche Mizuo...Non è poi stato così crudele con me...-
-Vedi? continueremo a giustificarli in eterno.- sorrise Rei -Ma un tempo, quando la storia tra noi due è iniziata, non avevo nessuna intenzione di subire ancora la volontà di quell'uomo. Sì, oggettivamente il nostro rapporto non ha mai avuto il gusto di una serena relazione di coppia. Ci sentivamo entrambi sperduti e traditi. E inconsciamente, è come se avessimo trovato l'uno nell'altra il non plus ultra dell'autocompiacimento.-
-Che vuol dire?-
-Nel ruolo che c'eravamo dati di volta in volta rispecchiavamo tutto quello di cui un essere umano ha bisogno: una vittima, un carnefice, una spalla su cui piangere, qualcuno da sostenere. Lui mi ha sempre dato così tanta fiducia...Una fuducia cieca, come se gli fosse dovuta. Chiunque avesse guardato dall'esterno avrebbe dedotto che mi sfruttasse per i suoi scopi, ma la verità era un'altra. La verità è che ero io a tenerlo in pugno, per tutto ciò che rappresentavo per lui. Io ero una speranza. Ero la Speranza di poter avere delle seconde possibilità. Non una, ma migliaia, per tutti i fallimenti che aveva attraversato. Come marito, come padre. Se davvero mi ha mai considerato come un oggetto, quell'oggetto sarebbe stata la sua stessa vita.-
-Sò che non ti piace parlare del tuo passato. Ti ringrazio per queste tue parole.-
-Non prenderle per oro colato. Ma io lo sò e lo sà lui. Tutte le volte che facevamo l'amore, io e tuo padre, così felici, non facevamo altro che ricordarci i nostri obblighi. E tra noi due era sempre lui il più debole, era sempre lui che doveva dimostrarmi la sua potenza, e al tempo stesso la sua devozione. E io facevo lo stesso. Lo assecondavo in ogni desiderio. Amavo compiacerlo, come una regina farebbe col suo popolo. Il rapporto tra me e tuo padre è sempre stato così folle, chiuso, sigillato. Eravamo così contenti nel compiacerci di noi stessi che non ci siamo accorti che entrambi eravamo feriti. E che le nostre ferite non potevamo curarcele l'un l'altro.-
-Cosa vuol dire? Semplicemente che npon eravate anime gemelle?-
-Certo che eravamo anime gemelle. Ma eravamo anime gemelle artificiali. Di superficie. Il nostro amore, per quanto forte e splendido era basato su delle menzogne.-
-Quali menzogne?-
-Menzogne sui nostri ruoli. Io non ero la moglie perfezionata di Gendo. E lui non era il mio legame con il mondo. Io non ero devota ai suoi esclusivi pensieri, e lui non era devoto alla mia intera essenza.-
-Ma mamma, nella vita nessuno si ama in questo modo. Gli esseri umani non sono perfetti, quindi perchè dovrebbero esserlo le relazioni che instaurano? Cioè, nessun essere umano dona la sua esclusiva vita a quella dell'altro. Non in modo così totale come credi tu. O le altre ragazzine della mia età che sognano il principe azzurro.-
-Ma non capisci, Tsuki? Non siamo io e tuo padre a pretendere una presunta reciporoca perfezione: sono i nostri sentimenti. E' il nostro amore, così viscerale e assurdo a imporci dei comportamenti falsi.-
-L'amore impone per natura comportamenti falsi.-
-E Mizuo che comportamento falso ti impone?-
-Mizuo? Mizuo mi considera la sua bambola.-
-Sei certa che sia una bambola?-
-Cosa intendi dire?-
-Beh, cosa rappresentano di solito, le bambole?-
-..?-
-Principesse. Siamo le loro principesse, tesoro.-

***

-...Una principessa?-
-Mia madre a forza di trattare con i pazzi stà impazzendo lei stessa.- concluse Tsuki addentando un ravanello dal suo bento.
-Olà, ragazzuole, che si racconta?- Suzuhara alzò la mano attirando l'attenzione delle due amiche, mentre si avvicinava al loro tavolo.
-Ciao, Suzuhara.-
-Parlavano come al solito delle mie turbe famigliari.-
Shizuka prese posto davanti le amiche, sedendosi sul tavolo di Ayanami -Un tempo non parlavi così tanto dei fatti tuoi, Tsuki. Anzi, non parlavi affatto.-
-Sono davvero stufa di tenermi tutto dentro. Non posso espormi con mia madre, altrimenti cecherà di appiopparmi a qualche suo collega...-
-Oh, un bello psicanalista... Sdraiati sul lettino... Credi ci saranno psicanalisti giovani, dove lavora tua madre?-
-Suzuhara non ti facevo così pervertita...-
-A proposito di pervertiti, sai l'ultima, Tsuki?-
-Di pervertiti non me ne intendo.-
-Mizuo!- sussurrò la bruna con aria sorniona per non farsi sentire dagli altri -Higarata della terza sezione mi ha detto che ieri era con Osashi e un gruppo di altri tipi della sua classe...ti hanno visto ieri per strada e hanno iniziato a fare battutine, come solo i soliti idioti sanno fare...-
-tra l'altro quelli della terza sezione sono una manica di pervertiti...Senza tirare in ballo i senpai.- decretò Azami annuendo.
-Ebbene, Mizuo ha preso le tue difese! Ha sottinteso una specie di minaccia a chi ci avesse provato con te...-
-Che idiota.- concluse Tsuki.
-Mi ha sorpreso... Solitamente Mizuo non è il tipo che prende le difese di qualcuno.- osservò Shizuka.
-E' come quegli animali che si fingono morti per attirare le loro prede.- disse Azami. Quel tizio non gli andava proprio a genio.
Tsuki tacque, le era passata anche la fame.
Aveva preso le sue difese...E se fosse stato davvero il suo principe azzurro?
In quel momento scese il silenzio in classe.
Le tre ragazze sorprese distolsero l'attenzione dai loro pettegolezzi.
La prima ad accorgersene fu Shizuka, per la posizione rialzata.
Subito scese dal tavolo, mentre Mizuo si avvicinava al tavolo di Tsuki.
Vi si fermò di fronte.
Tsuki si sentiva svenire.
Cosa avrebbe fatto. che sarebbe successo ora?
-Ayanami, vieni un attimo, devo parlarti.-
Automaticamente Tsuki si alzò e lo seguì. Il suo corpo era abituato a compiacerlo, mentre la sua mente era ancora basita per quella comparsa straordinaria.
Se ne sarebbe parlato per mesi, e ciò che i due si dissero quel giorno rimase un segreto per tutti.

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