Avrò sempre un motivo per tornare da te

di ItachiUchiha01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Alba ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Maschera ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: una bellissima tremenda tortura ***
Capitolo 4: *** E ORA... CAPITOLO RANDOM! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: 10 agosto ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Alba ***


-Subashi- *

Kakashi aveva appena finito di leggere il Prologo de “il Paradiso della Pomiciata” libro da come si può dedurre non molto casto, scritto dal famoso Sennin - nonché Don Giovanni D.O.C. - Jiraiya, l'Eremita dei Rospi.

Nonostante il contenuto fosse fuori dalle norme di una brava persona e “noioso” secondo quella testa quadra di Naruto, a Kakashi era piaciuto fin dall'inizio: l'aveva “particolarmente preso”.

Ora, non che lui fosse molto veloce a leggere, ma quella sera aveva dovuto aiutare il povero Iruka con una cinquantina di studenti che dovevano passare la selezione dei Genin, e avevano finito solo verso le undici e mezzo di sera, dopodiché Kakashi aveva dovuto sopportare Gai per due ore buone con le sue sfide assurde, e solo dopo aveva avuto il tempo libero per dedicarsi alla sua pratica preferita, la lettura.

Ma ci aveva fatto la nottata: quando si decise a lasciare il libro sul comodino e a spegnere la lampada, si accorse che là fuori il sole stava già illuminando Konoha, seppur molto timidamente, tingendola di una luce giallo rosata affascinante agli occhi del Sensei.

Chiuse le tende, si lasciò cadere a peso morto sul letto, cercando di dormire.

Un'ora scarsa per dormire, pensò, mentre la luce del mattino filtrava dalle tende e accarezzava il suo profilo pallido, il naso dritto, le guance ormai scoperte da quella maschera che celava al resto di Konoha la sua vera identità. Le palpebre, stanche, si abbassarono, e finalmente cascò nelle braccia di Morfeo.

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 Angolo autrice:

*meraviglioso

Una Kakashi x Yamato, la mia prima ff con questi due disgraziati...
Kakashi: Uhm?
Yamato: Hey! Dopo fai i conti con me!
Kakashi: Perché, che ha fatto?
Yamato: ci vuole mettere insieme!
Kakashi: *blush* COSA?! TI UCCIDOOOOO!! *chidori mode on*
Yamato: *sguardo truce mode on*
Io: Daidaidaidai me lo ha chiesto un'amica!!
Kakashi e Yamato: *acconsentono* e va bene.

Spero che vi piaccia (lasciate perdere il dialogo con quei due ahahah)

Bacioni a tutti, recensite!! <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Maschera ***


-KAKASHIII!!!!- una voce da fuori lo svegliò di soprassalto; d'istinto, il ninja guardò la sveglia. Erano le otto spaccate! Altro che un'ora per dormire!

Balzò giù dal letto, dimenticandosi di rifarlo. Era in ritardo per la missione, e se solo Tsunade si fosse arrabbiata...

-Merda!!- urlò Kakashi, tirandosi su la mascherina e affacciandosi alla finestra per vedere chi fosse il salvatore che l'aveva svegliato dal suo letargo post-lettura.

Sotto casa sua stava Tenzo Yamato, il suo Kohai di 26 anni, il quale se ne stava con le mani sui fianchi, gli occhi nerissimi iniettati di rabbia, i capelli castani del colore del legno che svolazzavano al vento, la pelle pallida illuminata dai raggi d'oro del sole.

-Sei in ritardo!!- urlò quest'ultimo.

-Lo so, lo so, scusa! È che...- si scusò Kakashi, con una faccia da ebete che nessuno si sarebbe mai immaginato, le guance colorate di un bel rosso accesso, invisibile però agli occhi dell'altro.

-Stavi leggendo quel libro, vero? E hai finito il Prologo solo alle sei di mattina.- lo anticipò Tenzo, sbuffando rassegnato. Ormai ci aveva fatto l'abitudine. -Dai, vestiti e non fare storie. Sbrigati. Tsunade si arrabbia.-

All'udire quel nome, Kakashi scattò come una molla e si vestì in due secondi netti. Scese giù per le scale, scattante come un felino, sbatté la porta con così tanta forza che chiunque non si sarebbe stupito se fosse caduta a terra, e finalmente corse fuori.

-Record. Quattro secondi e mezzo, Senpai.- lo sfotté amabilmente l'amico.

-Taci, Tenzo.- replicò Kakashi, che aveva iniziato ad avere il fiatone. Ecco, la rivincita era appena iniziata: all'altro non piaceva essere chiamato col suo vecchio nome. Ma Kakashi, zuccone com'era, avendo ormai preso l'abitudine, non lo ascoltava mai.

-Non. Chiamarmi. Tenzo.-

-Come vuoi. Tenzo.-

-Ehi, non vuol dire che se hai quattro anni in più di me puoi considerarti talmente superiore da non obbedirmi, almeno una buona volta!-

-Non ho mai detto di sentirmi superiore a te, Tenzo.-

-Sei un caso disperato...- sospirò, trattenendosi dal sorridere. In qualche modo, il Senpai lo incuriosiva, anzi, lo affascinava: era così misterioso, a lui erano sempre piaciuti i suoi modi di fare. Anche quando era entrato a far parte degli ANBU, Kakashi gli era sembrato così strano, ma al contempo bellissimo. O forse di più. Lo attraeva particolarmente.

Sentì l'indice di Kakashi battergli sul naso, in un buffetto affettuoso. -Yamato non mi piace, sai?- aggiunse sorridendo da sotto la mascherina. -Tenzo è molto più bello.-

-Beh si dà il caso che a me non piaccia. Rispetta. I tuoi. Inferiori.- l'indice del moro batté sul petto del Senpai per tre volte, come a sottolineare quelle quattro parole. -Sono stato chiaro?- le ombre scure si dipinsero sul suo volto a velocità impressionante.

-S... Sì.- balbettò Kakashi; aveva paura di lui, quando faceva quella faccia. -Ma... non guardarmi così. Non farlo mai più.-

Lo sguardo di Tenzo si addolcì dal nulla, involontariamente, come se ci fosse stato spalmato un quintale di miele sopra. Il suo sorriso si allargò, gli occhi si socchiusero, facendoli sembrare molto più scuri di quanto non fossero già, ma luminosi come due diamanti, pozzi neri profondi e provocanti, dolci e affascinanti. Superba visione, pensò Kakashi, mentre dava l'ennesimo buffetto sul naso di Tenzo, il cui sorriso non voleva spegnersi. Non che dispiacesse a qualcuno, anzi. Aveva un sorriso così bello.

Arrivarono da Tsunade poco dopo – e quella quasi li ammazzò – ma la missione era stata rinviata alla settimana successiva per motivi personali dei Jonin che facevano parte della squadra. Kakashi aveva cercato di far ragionare la donna e dirle che le armi erano importanti, specie se ci fosse stato un possibile assedio dell'organizzazione Alba, e che sarebbero potuti andare lui e Yamato (esatto, lo chiamò Yamato), ma la donna non volle sentire ragioni. Li spedì a casa liquidandoli con un semplice “ciao” e i due girovagarono scorrazzando per il Villaggio “come due barboni” così aveva detto Tenzo.

Fu verso le sette di sera che i dolori della fame iniziarono a farsi sentire.

-Uh... Kakashi, tu non hai fame...?- chiede Tenzo massaggiandosi la pancia, che aveva iniziato a gorgogliare fastidiosamente.

-Ehm... un po'... Ramen da Teuchi?-

-A me non piace il Ramen, Kakashi.-

-Mmmh... ma sei incontentabile! Sushi?-

-E vada per il Sushi!-

Erano ormai vicini al locale di Teuchi mancava molto poco, quando la mano di Kakashi scivolò involontariamente verso le dita dell'altro, toccandole, intrecciandole per poco tempo alle sue. Avvertì il fremito di Tenzo per quei due secondi scarsi in cui aveva potuto godere di quel contatto semplice e al contempo tanto profondo, poi si staccò, non potendo fare a meno di abbassare lo sguardo e diventare color porpora.

Tenzo, dal canto suo, non sapeva se sorridere o meno. Certo, aveva provato qualcosa. Qualcosa di strano. Sì, strano. Non sapeva bene come descriverlo. Scacciò via quel pensiero, dicendo, più a sé stesso, che a lui piacevano le donne. DONNE. Non uomini. DONNE. DONNE.

-Benvenuti!- li accolse la figlia di Teuchi, Ayame, una ragazza carina e molto giovane, dai capelli castani e gli occhi color cioccolata, sorrise apertamente nel vedere quella strana coppia aggirarsi nel locale di suo padre quella sera così bella.

-Ciao, Ayame!- la salutò Kakashi (l'espressione felice di quest'ultimo causò uno sguardo non molto rassicurante di Tenzo nei confronti del Senpai).

Yamato si riprese e, alzando una mano, salutò la ragazza allegramente.

-Allora, cosa vi porto?- chiese Ayame, prendendo un blocco per appunti. Ordinarono, poi la ragazza sparì dietro ai fornelli. Kakashi prese a disegnare con l'indice dei cerchi sul legno del tavolino, odiando se stesso per non avere il coraggio di parlare.

Tenzo gli osservava attentamente le mani, fasciate da quei guanti senza dita. Avvertì il bisogno di dover sentire su di sé quelle mani pallide e perfette, mani che lo sfioravano senza timore, che lo toccavano... d'improvviso le guance del moro assunsero il colore dei pomodori, e Kakashi se ne accorse.

-Cos'hai?- chiese, stralunato. Non vedeva spesso l'amico arrossire.

-N... Niente.- rispose balbettando l'altro, portandosi una mano dietro il collo e sorridendo imbarazzato. -L... Lascia stare.-

Dentro di sé, Kakashi aveva ipotizzato una serie di pensieri sconci - di cui è meglio non parlare – sul perché fosse arrossito tutto a un tratto. Tra i seguenti c'era qualcosa, un sentimento che credeva non fosse corrisposto, qualcosa che... che forse... no. No, meglio non pensarci. Non poteva essere così.

Come poteva Tenzo Yamato contraccambiare qualcosa di così profondo?

-Beh?- chiese Tenzo vedendo che Kakashi aveva preso ad fissarlo, con la sua espressione tipica da mezzo addormentato. La sfumatura sulle sue guancie andava lentamente affievolendosi, e per fortuna. Piegò la testa di lato, come fanno i bambini curiosi, e sempre con quel sorriso imbarazzato, chiese:-Ma cos'hai da fissarmi in quel modo?-

Kakashi, come ripresosi da una specie di coma, rispose automaticamente:-Secondo te?-

-Lo sai che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?-

-Ma l'hai appena fatto, Tenzo. Rispondi, su.-

Tenzo si sentì svenire, frustrato da quello sguardo troppo intenso da reggere, e chiuse gli occhi un attimo, per poi aprirli e tenerli fissi sul legno. -Non... non lo so...- confessò alla fine, chiedendosi – anche se era fuori luogo – perché il Sushi ci mettesse tanto ad arrivare.

-È per i tuoi occhi.- disse alla fine Kakashi, liberandosi in una risata.

-Cos'hanno di strano?-

-No, niente... sono bellissimi.-

Arrossì a quel complimento, mentre Ayame porgeva il Sushi ad entrambi, aggiungendo un “Buon appetito! Mi dispiace di avervi fatto attendere!”. Kakashi la liquidò con un gentilissimo “Ma no, Ayame, non preoccuparti!” mentre Tenzo sfoderava una delle sue espressioni malefiche contro il Senpai. Finirono il pasto velocemente, e continuarono a passeggiare insieme, come una coppietta di novelli sposi.

-Sei strano, sai?- disse Kakashi mentre faceva schioccare le dita.

-Perché tu come sei?- lo rimbeccò Tenzo in tutta risposta, sorridendo malvagio. -E poi, non è vero. Preferisco interagire con le persone in modi e maniere delicati, ma non sono del tutto contrario a stabilire il mio dominio utilizzando il terrore come unica arma. Lo sai, sono diverso da te. Non mi faccio problemi ad utilizzare le cattive quando una mia squadra non capisce con le buone o mi rende impaziente. Tu, Kakashi, leggi libri porno ad alta voce nelle strade del Villaggio, con il rischio che ti senta qualche bambino, arrivi sempre in ritardo, dormi pochissimo la notte perché stai a ore su quelle porcherie, e mi dà particolarmente fastidio il fatto che non ti sei ancora deciso ad abbandonare quell'inutile pezzo di stof...-

-Non una parola sulla maschera. C'è un motivo per cui la tengo.-

-E quale sarebbe, sentiamo!-

Kakashi poteva essere definito scuro in volto, era improvvisamente impallidito e non mostrava segni di allegria sul viso smorto. Era come se fosse scattato un interruttore dentro di lui, qualcosa che gli aveva fatto tornare in mente un'immagine remota, eppure ben visibile nella sua mente. Un'immagine che spesso sognava, insieme a quella di Obito, di Rin, di Minato...

E quell'immagine, era suo padre.




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Angolino di Itachi:

OK LO SO, LO SO. E' passato un sacco di tempo, ma per favore risparmiatemi! Ehm sapete, la tesi, poi c'è karate, e nuoto, e il recupero di storia, e il cazzo di fottuto esame, e...
Kakashi: si ma hai leggermente rotto il cazzo...
The Real Itachi: ma buongiorno >/-\<
Io: Itachiii aiutami tuuu °'0'° *abbraccia Itachi*
The Real Itachi: Vattene -/_\-
Io: zitto o ti pietrifico
Kakashi: hem ok.
Yamato: ma io non voglio litigare con Senpaiii TT-TT
Kakashi: ma dillo a lei io non ne so niente -.-
Io: ehm... O///O""

Alla prossima e recensite, ne ho bisognoooo! (altrimenti Amaterasu <3)
Un biscottino a tutti

Itachi
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: una bellissima tremenda tortura ***


-Yamato.- disse solamente Kakashi, trattenendo le lacrime. Non doveva piangere. Non davanti a lui. -Quando ero piccolo, mia... mia madre morì. Io sono stato cresciuto da mio padre, che si uccise... qualche hanno dopo... chiamami pure coglione, chiamami come ti pare... ma quando mi guardo allo specchio non posso fare a meno di... di vedere lui nel riflesso... è per questo che porto la maschera... per non guardarmi... sembrerà banale, lo so... ma vedi, somiglio molto più a lui che a mia madre... lui... lui ha contribuito a rendermi così... lui...- ecco, aveva iniziato a piangere. Non voleva. Ma l'aveva fatto. Continuava a sognare la Zanna Bianca di Konoha, Obito, Rin, Minato e tutte le persone che aveva amato e che erano irrimediabilmente morte.
Ma allora... avrebbe perso anche Naruto, Sakura, Sasuke, Tsunade, Aoba, Gai, Rock Lee, Hinata, Neji, Sai...
Avrebbe perso anche lui... Tenzo...
No. No, non voleva perdere tutti. Non voleva perdere anche lui, no.
Non voleva.
Non se lo sarebbe mai perdonato altrimenti.
Tenzo notò le lacrime che scendevano dall'occhio nerissimo dell'Hatake e pensò subito di esserne stato lui l'artefice. Lo fece sedere sul muretto, da cui notavano benissimo il tramonto di quella sera perfetta, si mise accanto a lui e teneramente lo abbracciò, donandogli quel poco di sicurezza che riusciva a trovare dentro di lui.
-Kakashi, no, non... non piangere, io... scusami...- disse, con la stoffa della divisa da Jonin sulle labbra che attutiva un po' la sua voce. Kakashi appoggiò la testa sui capelli del Kohai, trovando il profumo del legno ad accoglierlo. Ben presto le lacrime finirono di scorrere, e quando nel volto dell'Hatake si dipinse un sorriso accennato, la presa di Tenzo si allentò. -Brutto manipolatore meschino...- iniziò Kakashi, continuando a sorridere dolcemente. Come lo sapeva, Tenzo, che stava sorridendo? Lo leggeva nei suoi occhi. Quando Kakashi provava una qualsiasi delle emozioni, almeno un quarto di questa gli si rifletteva nell'iride scura. -Lo sai che sei un bastardo, vero?- chiese Kakashi. -Prima mi riduci alle lacrime e dopo mi abbracci... pff, sadico.-
-Potrei dire lo stesso di te, testa di cazzo.-
-Ah, e così la testa di cazzo sono io, eh? Ma fottiti.-
Tenzo si lasciò andare in una risata sommessa, talmente bella che, secondo Kakashi, non poteva essere descritta. Talmente bella da far sentire in paradiso chiunque la ascoltasse. -Senpai...- mormorò, dopo essere tornato serio. A Kakashi piacque come l'aveva chiamato, Senpai. Era da molto che non lo chiamava così. -Scusa se prima ti ho offeso, ho agito d'istinto... lo sai, io... non penso molto se qualcuno mi provoca... rispondo quasi subito... davvero, mi dispiace, mi dispiace tanto... spero che mi perdonerai, e se non lo farai capirò, dopotutto... ti ho fatto piangere... ma... ti prego, anche se non volessi perdonarmi, non mi abbandonare mai...- non sapeva neanche cosa aveva detto. Gli erano venute così, tutto d'un botto, quelle parole, semplici sì, ma ce l'aveva fatta a dirlo. Finalmente.
Nell'iride nerissima dell'Hatake, Tenzo riuscì a scorgere un sorriso commosso. E negli occhi scuri di lui, Kakashi vide la sua anima e la lesse attentamente, come con le pagine di un libro. Perché ormai, il Kohai era diventato un libro aperto per lui. Sapeva tutto – o quasi – della sua infanzia e della sua vita, conosceva le sue abitudini, i punti deboli della sua arte, le combinazioni del suo chakra. Sapeva quanto poteva essere forte in battaglia, che non avrebbe mollato finché tutti i suoi compagni non fossero stati al sicuro. Perché, si sa, un ninja che non rispetta le regole e le leggi viene considerato feccia. Ma chi vede la vittima, ma non l'aiuta, è feccia della peggior specie. Condividevano lo stesso pensiero, eppure tra di loro c'era un abisso. Erano così diversi, eppure così vicini.
-Va tutto bene.- lo rassicurò Kakashi, portandogli un braccio al fianco e cingendogli così la vita. -Non ti lascio neanche un secondo stasera. Chiamami maniaco, non ti lascio andare facilmente.-
-Appunto, maniaco!-
Stare così, abbracciati, stretti in una dolce morsa a guardare l'ultimo raggio di sole andarsene lentamente, era qualcosa di magico. Ma tutte le magie sono destinate a finire.
Sennonché...
-HEY RAGAAAAAAZZII!!- urlò una voce da un punto remoto dietro di loro. Kakashi ebbe uno scossone e, senza ritrarre il braccio, cascò all'indietro, sbattendo la testa per terra, e Tenzo sopra di lui, di pancia. Quando l'albino alzò lo sguardo, incontrò quello di Gai Maito, l'eterno rivale che gli aveva rovinato il momento magico.
-Gai, vaffanculo. Tenzo, mi fai male.- disse solo, quando il Ninja Verde di Konoha scoppiò a ridere come un perfetto idiota.
-Pfahah, Kakashi, guardati un po' nei pantaloni!- lo sfotté Gai, additando al cavallo dei pantaloni dell'Hatake. -Eddai, non è il momento per cose simili!-Kakashi fece come Gai gli aveva detto, e si sentì morire. Una grossa erezione piuttosto evidente si notava da sotto la stoffa scura, proprio nel punto in cui era cascato il petto di Tenzo. -MA PORCA PUTTANAAAAAAAAAAAAAAA!!!- urlò Kakashi togliendosi Tenzo di dosso e scappando a gambe levate verso casa sua. Il Kohai lo seguì, accortosi anche lui di essere particolarmente eccitato, lasciando da solo il povero Gai, che non aveva ancora smesso di ridere.


Entrarono in casa di Kakashi, chiudendosi la porta alle spalle. L'erezione nei loro pantaloni si era placata e aveva smesso di pulsare, così tirarono entrambi un sospiro di sollievo e si guardarono per un po', poi fu Kakashi a parlare.
-E TU COSA CI FAI IN CASA MIA?!- urlò, sorpreso dalla presenza dell'amico. Ipotizzò – come poco tempo prima – un'altra interessante serie di pensieri sconci, che però si volatilizzarono quando vide l'espressione imbarazzata di Tenzo, che gli sorrideva, con le guancette rosse che gli donavano il viso di un bambino, nonostante avesse già passato la tenera età.
-Ve... Vedi, è che ho avuto il tuo stesso problema... e casa mia è troppo lontana da qui. Sì, lo so, sono un pigrone...- rise, mostrando la dentatura perfettamente bianca.
-Beh, tanto ti ho promesso che sarei rimasto con te per tutta la sera... se vuoi rimanere a dormire qui fai pure. Ho un matrimoniale.- e sparì nel bagno.
A Tenzo non parve vero: dormire con il suo Senpai, vederlo senza mascherina, vedere il suo fisico scolpito, e magari sentire le sue braccia cingergli di nuovo la vita, mentre dormiva... se lo immaginò perfettamente, il viso completamente scoperto, senza quel coprifronte fastidioso e quella maschera...
“No Tenzo, stai calmo o ti ecciti. Pacatezza. Pacatezza.” pensò, mentre si toglieva la divisa da Jonin e rimaneva in boxer e canottiera (ovvero quella che, se veniva alzato il colletto, diventava la mascherina). Si tolse quella specie di caschetto che usava al posto del coprifronte, appoggiandolo dove gli era stato indicato.
Quando Kakashi tornò dalla sua avventura nei meandri del lavandino, Tenzo per poco non svenne. Il fisico dell'Hatake, l'aveva immaginato molto diverso da com'era realmente: magro, slanciato, pettorali non troppo scolpiti, braccia mascoline, la tartaruga che si intravedeva oltre la stoffa nera, gambe muscolose quanto basta. Del suo viso, ancora dal naso in giù nascosto dalla mascherina, si vedevano solo gli occhi: uno nero e l'altro rosso, trapassato da una cicatrice di anni prima, la quale divideva la pelle pallidissima in due metà perfette. Aveva lo Sharingan, ecco il perché del soprannome associatogli da tutti, “Kakashi dello Sharingan”. -Ehm ehm...- tossicchiò Tenzo spostando lo sguardo in un punto remoto della stanza. -Do... dove andiamo a dormire...?-
-Oh, giusto. Vieni.-
Lo accompagnò sul suo letto, facendolo stendere dalla parte del muro, così da non farlo cascare la notte (sapeva, inoltre, che l'amico non aveva perso l'abitudine di cascare dal letto, per via degli incubi che faceva, legati tutti – o quasi – a quel verme di Orochimaru). Si sdraiò al suo fianco, di schiena, il Senpai, e Tenzo, appoggiando la fronte sulla sua spalla, sorrise. -Kakashi...- mormorò, abbracciandolo da dietro, dolcemente, e chiudendo gli occhi dalla stanchezza.
-Tenzo...- Kakashi si voltò dalla sua parte, cosicché la testa del ninja gli si adagiò al petto. Portò una mano sui suoi capelli castani e li strofinò per poco, attirandolo a sé. -Non posso lasciarti andare... non finché tutto si sarà sistemato... per ora non devi avere paura, ci sono io con te...-
-Senpai... devo dirti una cosa...- sussurrò la voce tenera di Tenzo, la cui bocca su muoveva sul capezzolo coperto di Kakashi, il quale si sforzava a trattenere i gemiti (la canottiera era piuttosto attillata...).
-Dimmi.-
-Chiamami un'altra volta Tenzo e ti uccido con le mie stesse mani.-
-Nah...- Kakashi lo strinse forte a sé, non potendo fare a meno di sorridere al contatto intimo che si era creato fra di loro, le gambe di Tenzo che si intrecciavano amabilmente alle sue come rami di un albero, i loro corpi avvinghiati, stretti insieme in una morsa dolce. -Non ne saresti capace.-
-Dici Hatake? Scommettiamo che nel giro di qualche minuto non lo dirai più?-
-Okay, avanti. Su cosa vuoi scommettere?-
-Se vinci tu, mi lascerò chiamare Tenzo senza discussioni. Se vinco io, obbedirai a ogni mio ordine per stanotte.-
-Proposta allettante. Accetto, Yamato.- sottolineò l'ultima parola.
-Ecco, vedi? Stai iniziando a fare progressi!- rise Tenzo, accomodandosi al meglio sull'altro che, in cuor suo, avrebbe voluto che quella notte non finisse mai. Chiamarla notte, erano le otto e mezza.
-Allora, cosa vorresti fare per cambiare la mia idea testarda?-
-Questo.- e Tenzo si spostò, in modo da far combaciare i loro nasi. Lentamente, quasi automaticamente, Kakashi si lasciò togliere la mascherina, accarezzare le guance, i capelli. Tenzo non aveva mai visto niente di così bello. E quelle labbra... avrebbe voluto possederle, avvinghiarcisi sopra, mordicchiarle, leccarle, tutto... avrebbe baciato quelle labbra eternamente... e il naso, quel naso dritto e senza nessuna imperfezione, e quella pelle pallidissima e invitante...
Chiudendo gli occhi si avvicinò alla bocca di Kakashi e appoggiò leggermente le labbra sulle sue, un contatto dolce e casto, che lasciò sorpreso l'albino. Dopo poco rispose al bacio, inizialmente con un gioco di labbra, semplice e banale, che si trasformò ben presto in una danza della lingua di uno nella bocca dell'altro, senza sfiorare sul sesso.
Almeno non ancora.
Si staccarono un secondo, per sorridersi teneramente entrambi, e continuarono a baciarsi con così tanta passione che quasi raggiunsero l'orgasmo. Le labbra dell'albino che passavano sul collo... il collo era il suo punto debole, e l'albino lo sapeva bene... Tenzo gemette di piacere, mentre sentiva la lingua di Kakashi leccarlo, morderlo, baciarlo e leccarlo di nuovo, una bellissima tremenda tortura.
-Kakashi...- oh, come suonava bene il suo nome, detto da quella bocca invitante!
E ufficialmente si staccarono, fissandosi negli occhi come a chiedersi se fosse giusto, tutto questo. Ed entrambi si risposero che sì, c'era amore ed era giustissimo.
E si fissarono un'altra volta, chiedendosi di nuovo se il loro bacio lungo e appassionato fosse scivolato in qualcosa di più profondo. Ed entrambi si risposero un'altra volta che sì, avrebbe potuto.
Avrebbe potuto.
Anzi.
Doveva succedere.
E in pochi secondi il bacio sfumò in sesso.
Non l'avrebbe mai pensato, Kakashi, di ritrovarsi a letto con Tenzo.
E invece sì, era successo. Era lì, con lui. E gli sorrideva. Gli sorrideva come non aveva mai fatto.
-T... Tenzo... mormorò gemendo sotto le mani esperte del Kohai.
Come si suol dire, quel sorriso gli mandava a puttane il battito cardiaco.
-Non ti piace, Kakashi?- chiese preoccupato l'altro, fermandosi un attimo e vedendo che nel volto dell'Hatake si era dipinta una smorfia poco convincente.
-Ten... Tenzo... sì che mi piace... continua...- e continuò a fare quel movimento, su e giù, per cinque buoni minuti finché Kakashi non venne sul membro dell'altro.
-Oddio, Tenzo, scusa, io...-
-Ma ti scusi pure? Mi è piaciuto, tranquillo...- si avvicinò sensualmente alla bocca dell'altro e lo baciò di nuovo, con passione, facendo danzare la sua lingua nella bocca di Kakashi, dolcemente, senza scavare a fondo. Piano, con calma.
Quando si staccò, automaticamente con una mano sfiorò il membro ancora caldo di Kakashi e gli chiese, ironico:-Vostra signoria desidera altri servigi?- aggiunse un ghigno divertito.
-Ma per Dio, Tenzo, lo sai cosa devi fare.-
E le labbra di Tenzo si spostarono dove prima c'era la mano, facendo urlare Kakashi dal piacere. Venne di nuovo, questa volta nella bocca di Tenzo, che non esitò a ingoiare quel liquido caldo e invitante. Si pulì un attimo la bocca per baciare di nuovo Kakashi, che invertì le posizioni in un secondo.
-Oh, adesso tocca a te sottostarmi, Tenzo...- gli baciò la nuca, dopodiché le sue orecchie si bearono dei mugolii di piacere di Tenzo, che gemeva incontrollatamente sotto le sue dita. -Shh, rilassati... sarò molto gentile, stai tranquillo...- e le sue dita lo penetrarono ancora di più, mentre Tenzo si mordeva il labbro inferiore, la testa piegata da una parte, una mano a reggere il cuscino, gli occhi chiusi, strizzati .Kakashi gli baciò il collo. -Posso entrare? Farà un po' male... ma non ti preoccupare, sei al sicuro con me...- tolse le dita e lasciò Tenzo libero di respirare per un minuto.
-Kakashi... ho paura...- mormorò il moro, evidentemente sottopressione.
-Shh, va tutto bene, ti sorreggerò io... mi fermerò se ti farà troppo male...- sussurrò Kakashi con voce suadente, gli occhi chiusi e gli angoli della bocca alzati in un sorriso. I loro respiri che si intrecciavano, le labbra che si toccavano, i denti che mordicchiavano pelle e capezzoli, il collo, le braccia, l'addome, le natiche.
-Tenzo... io... io entro...-
Tenzo annuì convinto, e gli sembrò che qualcosa lo perforasse all'improvviso, gli fece male. Urlò, in preda al dolore. Kakashi gli baciò una guancia teneramente, mentre andava più a fondo. Tenzo scoppiò, come se fosse scattato qualcosa dentro di lui, continuando a gemere, ma stavolta di piacere. -I... Ichimaru!- (C... cattivo!) balbettò sussurrando.
-Shh...- fece Kakashi per l'ennesima volta, sorridendo alla vista del sudore formatosi sulla fronte di Tenzo. Lo stava rendendo felice... e lo sapeva, lo sapeva bene. Provò a muoversi, e dopo un bel po' di tempo – che sembrò per entrambi troppo poco, si stavano divertendo – vennero entrambi, insieme, Tenzo sul lenzuolo e Kakashi dentro di lui, e risero entrambi, provando un'eccitazione tremenda, insieme, nello stesso istante.
-Oh Kakashi sì!!- urlò Tenzo sentendo che il Senpai aumentava l'intensità delle spinte. L'amplesso durò poco, forse pochissimo. Kakashi uscì dal suo corpo e si lasciò cadere al suo fianco, fissandolo nei suoi enormi occhi scuri. Tenzo gli accarezzò una guancia, e gli sorrise debolmente, con ancora il respiro affannoso, il petto che si alzava velocemente. Era sfinito, faceva fatica a muoversi, gli faceva male dappertutto, sapeva che il giorno dopo non sarebbe riuscito a sedersi, eppure aveva la forza di sorridere e mostrarsi contento della bellissima attività sessuale che avevano appena avuto – perché sì, gli era piaciuto tantissimo ed era felice come non mai -.
Kakashi gli prese la mano e gli baciò il palmo, senza mordere, solo baciando.
-Kakashi... quindi adesso... io e te...-
-Siamo fidanzati, sì... adesso sei il mio ragazzo...-
Sorrise. -Ho sonno...- bofonchiò Tenzo con la faccia sul cuscino. -Non voglio dormire nei miei residui però...-
Kakashi lo prese in braccio e lo appoggiò sulla sedia, mise a lavare il lenzuolo e tutto e cambiò il letto; si rivestirono tutti e due, lasciandosi solo i boxer, poi si infilarono sotto le coperte, al caldo. Qui Tenzo abbracciò Kakashi, addormentandosi sopra di lui, con la testa sul suo petto. Fece un verso carinissimo, mentre sognava chissà cosa, e una smorfia addolorata, forse perché Kakashi gli aveva fatto provare tanto piacere quanto dolore. Non ci pensò molto, in fondo...

Era felice.

 

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Angolino di Itachi:
EHM OK GENTE ACCLAMATEMI. HO QUASI FINITO LA TESI *Alleluiaaaa alleluia alleluiaaaa alleluia alleluuuuuiaaaa
Yamato: sai che ce ne frega a noi...
Io: Sempre simpatico eh .-.
Yamato: Ti odio!
Io: ma perchéé?! *confused*
Kakashi: LEGGITI QUELLO CHE HAI SCRITTO, IDIOTA! *blushes* O////O
Io: Oh... ehm... una bella attività dai :D
Yamato: ma quale bella attività! Mi hai fatto fare un...
Itachi: Ehm non credo sia il caso di parlarne >/.\< *appears out of NOWHERE!*
Kakashi: ma cosa vuoi tuuuu *angry lam... ehm angry Kakashi*
Itachi: povera siatele riconoscenti, lavora giorno e notte per scrivere cose decenti su di voi u/-\u *altruist Itachi*
Io: :D *happy lam... ergh happy*
Yamato: *scary face*
Io: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH *screaming at random*

Ahahaha okay... prima che il caro Tenzo mi uccida, alla prossimaaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH TENZO RISPARMIAMIIIIIIIIIH
 

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Capitolo 4
*** E ORA... CAPITOLO RANDOM! ***


E ORA... CAPITOLO RANDOM! Ohayo minna! (Buongiorno ragazzi!) Visto che mi sto annoiando a morte e non ho ancora finito di scrivere il capitolo 4 sul mio programma di scrittura (che non menzionerò, sarebbe pubblicità occulta gente) godetevi questo dialogo venuto fuori a caso mentre scrivevo la tesi! :)

Io: MACCIAO
Yamato: Che vuoi ancora?!
Io: Non è ancora passata l'arrabbiatura a quanto vedo... u.u
Sasuke: Ottima osservatrice, complimenti *sarcasmo mode "on"*
Io: Zitto tu, scoiattolo merdoso
Sasuke: A chi scoiattolo, quattrocchi?!
Io: Ho gli occhiali e ne vado fiera!
Sasuke: Bah! Piuttosto, dove si è cacciato il Maestro?
Kakashi: ECCOMI QUIII *leggendo Icha Icha Paradise*
Io: In ritardo. Come sempre.
Yamato: HEY TU, COGLIONE! SEI IN RITARDO!
Kakashi: Uh? Ah, ciao Tenzo!
Yamato: NON CHIAMARMI TENZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Sasuke: *perplesso* Non ho parole...
Io: A chi lo dici...
Kakashi: Sasuke! *sorride*
Naruto: HEY TEMEEE
Sasuke: Hey dobe.
Sakura: SASKE KUUUUUUN!!
Sasuke: Sakura chan.
*abbraccio di gruppo della squadra sette ritrovata AW*
Sasuke: Mh. E' un piacere ritrovarvi.
Io: FORMALITA' LIVELLI MAI VISTI :D
Sakura: Chi sei tu? INTERFERISCI TRA ME E SASUKE KUN?! *fiamme dell'inferno si dipingono dietro Sakura, alla quale volano i capelli* *SCHWOOOOOOOOM*
Io: Chi, io? Con quello scoiattolo merdoso lì? Ma tu sei da manicomio
Sasuke: Eh, ti fai mio fratello.
Coro di amici a caso dell'autrice
: OOOOOOOOOOOOOOOOOOH QUESTA BRUCIA!
Io: !!!!!!!!!!!!!!
Itachi: Chi ha fatto il mio nome?
Io: N-ne-nessuno, v-vai via, d-donnola!
Itachi: Ma... ma...
Io: N-no! Non ho detto donnola! Ho detto... ho detto ascensore! (?)
Kakashi: Oppure hai detto pomiciat...
Io: *tira un ceffone a Kakashi e lo fa schiantare al suolo* ZITTO, PERVERTITOOOOOOOOOO
Kakashi: Perché tu come sei?
Io: *blushes* O//////O
Kisame: Hey! :D
Io: Hey .-.
Itachi: Hey .-.
Squadra sette e Yamato: Hey .-.
Kisame: Cos'è tutta questa monotonia?
Itachi: Tu ne sei il portatore u/.\u
Kisame: COME SEI SIMPATICO, ITACHI SAN .-.
Io: Itachi Sama! SAMA! PORTAGLI RISPETTO, AVATAR! >:(
Kisame: Avatar? o.O
Io: Guardati il film u.u
Kisame: Tanto non lo farò mai
Io: Peggio per te.
Yamato: AVETE QUALCOSA DA DIRE SU COSA HA SCRITTO QUESTA TAPPA?!
Io: Non sono tappa, Tenzo. Sono diversamente alta u.u
Kakashi: IO AVREI UN'OPINIONE.
Yamato: NARRACI
Kakashi: SECONDO ME CREARE UNA RELAZIONE OMOSESSUALE TRA ME E TENZO E' UN SOPRUSO
Yamato: KAKASHI, IO CREDO DI AMARTI
Kakashi: MA!!!!!!!!!!!!
Yamato: Era un modo di dire -.-
Kakashi: Ah
Io: MA ME L'HA CHIESTO UN'AMICA, PER TUTTI GLI ASCENSORI
Yamato: QUALCUNO ECCETTO HELENA HA ALTRE CRITICHE?
Hidan: SI, SIETE TUTTI ERETICIIIIIII
Io: ZITTO HIDAN, MA DA DOVE SEI SBUCATO?!
Hidan: Sotto il tuo letto c'è il passaggio per il Quartier Generale
Io: E NON LO SAPEVO?!
Hidan: No, sei cogliona <3
Io: Hidan, sei un eretico <3
Hidan: COME OSI *si ritira in un angolino a piangere*
Yamato: CRITICHE! ACCETTIAMO CRITICHE! EHI TU, LAGGIU'! AMICO DI HELENA!
Davide: Che cazz O.O PERCHE'
Io: Davide AHAHAHA SEI INDIETRO
Yamato: Ohi tu, rosso!
Davide: Dica
Yamato: Cosa ne pensi di questa storia?
Davide: Personalmente penso che l'ascensore non sia degno u.u
Io: GRANDE ANCHE TU HAI VISTO AVENGERS!!
Davide: Yeah
Yamato: VOGLIO CRITICHE
Kakashi: Tenzo piantala o ti faccio ingoiare il libro
Yamato: *va con Hidan a piangere*
Io: Itachi...
Itachi: Mh?
Io: POSSO TOCCARTI I CAPELLI?! *w*
Itachi: I capelli?
Io: Shiiiiiiii
Itachi: Ehm... va bene?
Io: *Si struscia contro i capelli di Itachi e non si stacca più*
Davide: HELENA
Io: CHE VUOI
Davide: Avete una relazione pedofila OUO
Itachi: No! O///O
Io: No!! O///O
Davide: Kisame, prepariamogli il matrimonio
Kisame: Ma sì vai

E FU COSI' CHE MI SPOSAI CON ITACHI

AHAHAHA DEVO SMETTERE DI SOGNARE :P

Spero che vi sia piaciuto il mio momento pazzo della giornata, continuerò la storia, tranquilli. Non mi uccidete se faccio in ritardo come Kakashi
Kakashi: HEY!
EEEEH Kakashi è la vita *fa pat pat sulla spalla di Kakashi* sei uno spaventapasseri, nato per arrivare in ritardo
Kakashi: WTF
Mi dispiace, è la vita u.u

Grazie per avermi sopportata *ride*
Alla prossima!
Bacioni :*




 





 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: 10 agosto ***


Erano passati due giorni e ancora nessuno sapeva niente della loro storia, anche se le loro scappatelle giornaliere durante le missioni erano più che evidenti.

Era una ventosa e calda notte d'agosto, il sole era già tramontato da parecchio, e sugli alberi saltavano con scatto felino Kakashi Hatake, Tenzo Yamato, Gai Maito e Aoba Yamashiro. Missione di livello S, importantissima.

-Credo sia meglio se ci dividiamo!- urlò Kakashi sovrastando il rumore delle fronde degli alberi che si muovevano, scortate dal sospiro prepotente del vento. Non seppe decidersi se prendere Tenzo o no: alla fine scelse Aoba, in fondo era un ragazzo promettente e gli serviva parecchio. Aveva un buon potenziale.

Tenzo ci rimase male, ma non per questo si lasciò sopraffare dalle emozioni. Anzi, seguì Gai senza una parola.

-Allora, Yamato, dove ci accampiamo per la notte?- chiese Gai facendo qualche capriola qua e là sui rami.

Tenzo, senza guardarlo, rispose automaticamente:-Qui vicino. C'è uno spiazzo di terra che fa al caso nostro. Ormai dovrebbe mancare poco...-

Fu presto detto: arrivarono pochi minuti dopo.

Tenzo fece per sedersi, ma si ricordò troppo tardi che gli facevano ancora male le natiche. Infatti a metà seduta prese un crampo a cascò per terra su una roccia.

-AHIA CAZZO!-

Gai si girò di scatto, trovando il compagno intento a massaggiarsi le chiappe, e scoppiò a ridere. Solo dopo gli chiese cosa fosse successo. Tenzo ci pensò su: non poteva certo rispondergli che era andato a letto con Kakashi! Così, si inventò qualcosa e sparò la prima balla che gli era passata per la mente:-No, è che... beh, l'altro giorno... sono caduto su uno scoglio...-

“CADUTO SU UNO SCOGLIO?! Ma potevo inventarmi qualcosa di più verosimile?!” si disse subito dopo, anche se, riuscì a dedurre, Gai ci aveva creduto. E per fortuna!

-Senti...- chiese il Ninja Verde di Konoha subito dopo, -Sapresti dirmi qual è il punto debole di Kakashi? Sai, voglio batterlo!-

Tenzo rise debolmente, non si sarebbe mai aspettato domande del genere da uno come Gai. -Vedi, Gai... Kakashi è...- e per poco non disse “bellissimo” -È una persona estremamente sensibile e legata ad alcune tragedie del suo passato, come la morte di suo padre... mi ha... mi ha detto anche che... che è disposto a morire per salvare i suoi compagni di squadra... perché, lo sai bene anche tu, nel mondo ninja, chi non rispetta le regole e le leggi è considerato feccia. Ma chi vede la vittima, ma non l'aiuta, è feccia della peggior specie.- aveva usato le parole della sua metà e ne era soddisfatto. Condividevano quel pensiero e lo custodivano come fosse oro. -E inoltre legge libri inappropriati.- concluse con un sorrisetto beffardo.

-Questo lo sapevo!- rise Gai alzando il pugno. -Mi impegnerò a fondo per riuscire a battere Kakashi! YAA!!-

Quell'urlo lo fece alzare in piedi: poi le gambe cedettero e Tenzo si ritrovò di nuovo con le natiche sulla stramaledetta pietra.

-MERDA, GAI!-

-Oh, scusa!-

-SCUSA UN CAVOLO, MI FA UN MALE CANE, MALEDIZIONE!!-

-E dai, non farcela lunga...-

-NO, NON PUOI CAPIRE!!-

-Certo che posso, sarò cascato anch'io con le chiappe sugli scogli, no?-

Continuarono a discorsi del genere per un buon quarto d'ora, e si fermarono solo quando, dai cespugli, scorsero il luccichio dell'iride nera di Kakashi, che andò verso di loro sganasciandosi dalle risate.

-AHAHA!! MIO DIO NON HO MAI RISO COSÌ TANTO, AHAHA!!- rise, piegandosi in due e stringendosi la pancia.

Tenzo gli scoccò un'occhiataccia che nessuno si sarebbe mai sognato, mentre Gai, in tutta la sua indifferenza, stava a guardare, con le mani sui fianchi.

-Taci, Hatake. O devo rinfacciare ai bambini ciò che leggi?- lo rimbeccò Yamato.

-Non osare. Piuttosto. Gai, abbiamo cambiato. Adesso tu sei con Aoba. È poco distante da qui, lo troverai sicuramente.-

Alla fine aveva deciso di non allontanarsi da lui. Tenzo rimase sorpreso da ciò che l'Hatake aveva voluto fare: non voleva esporsi troppo, e quell'improvviso cambiamento avrebbe potuto indurre gli altri a pensarci su. E se fossero arrivati alla conclusione giusta? E se lo avessero raccontato in giro? E se Tsunade lo avesse saputo? La sua testa vorticava di domande, di “E se...?” e tuttavia non riusciva a trovare risposta.

Gai si era allontanato da tempo ormai, e lui se ne stava così, appoggiato sul tronco di un albero, a braccia conserte, evitando di sedersi, mentre Kakashi cercava un posticino comodo dove dormire la notte, magari per tutti e due.

-Ma ti ho fatto davvero così male?- avvertì la voce dell'albino da sopra di lui. Evidentemente si era arrampicato sui rami.

-Sì, brutto bastardo. Non riesco a piegarmi da quanto mi fa male.-

-Il linguaggio, Tenzo.-

-Parla quello che ha urlato “ma porca puttana” per il Villaggio l'altra sera.-

-Ero eccitato.-

-Non è una buona motivazione.-

Appena finì la frase, Kakashi gli apparve davanti al viso; era a testa in giù, attaccato coi piedi a un ramo a circa un metro e settanta sopra la testa di Tenzo. Lo guardò intensamente e sorrise con gli occhi, trattenendosi dal baciarlo: se si fosse sbilanciato di poco sarebbe irrimediabilmente caduto, e si sarebbe fatto male. Tenzo, imbarazzato, scostò lo sguardo da una parte, facendo finta di osservare l'erba muoversi al vento.

-Guardami.- ordinò Kakashi al compagno, che lievemente lo guardò, concedendogli un mezzo sorriso. Si girò del tutto e gli abbassò lentamente la maschera, scoprendo la sua identità. Riuscì a baciarlo anche in quella posizione, scomoda per entrambi.

Un minuto e sarebbe scoccata la mezzanotte.

I rintocchi si sentivano anche dalla boscaglia. Eppure si erano allontanati parecchio da Konoha.

O forse erano solo i battiti dei loro cuori?

Dodicesimo rintocco. Nuovo giorno. 10 agosto.

-Buon compleanno, Tenzo...- soffiò Kakashi nella bocca del compagno. Scese dall'albero: quella notte sarebbe stato lui a piegarsi al suo volere, lo sapeva. E bene, anche. Appena fu nella posizione di poterlo guardare per il verso giusto, lo baciò di nuovo, intrecciando la sua lingua con quella dell'altro. E soffiò di nuovo, fra le sue labbra, una frase, una delle più dolci che gli vorticavano in testa:-Sai, credo che quel che rimane non detto, fra noi due, sia il miglior regalo che ti possa fare.-

-Sono un anno più vicino alla morte e vieni a dirmi certe cose?-

-E non dire così... non sei vecchio.-

-Ma tu sì- ghignò Tenzo, tra un bacio e un altro.

-Vuoi essere picchiato per caso?-

-Uh, tremo di paura!-

-Pessimo sarcasmo.-

-Sul serio non mi hai regalato nulla?-

-Niente che sia fatto di materiale inanimato.-

E Tenzo capì. Capì subito cosa gli aveva regalato Kakashi. Gli si concedeva per quella notte, così che avrebbe condiviso un po' del suo dolore e del piacere che due giorni prima aveva provato.

E l'avevano fatto, l'avevano fatto senza parlarsi, non c'era bisogno di parole. Si capivano a sguardi, a sorrisi. A occhiatacce. Kakashi aveva di tanto in tanto chiuso gli occhi, morso il labbro inferiore, aggrappandosi all'erba, strappandola poco per volta, sotto il peso di Tenzo che, gemendo, lo sovrastava, le loro gambe intrecciate, il corpo dell'albino scosso da fremiti momentanei, le dita che accarezzavano le guance, i capelli, il naso, il collo, le mani che premevano sulla pelle.

Paradiso.

E ci fu il momento in cui ripetevano i loro nomi all'infinito, Kakashi, Tenzo, Kakashi, Tenzo... e il momento in cui tutto finì. Finisce tutto prima o poi...

-Ehi...- mormorò Tenzo, mentre, completamente vestiti, si abbracciavano. -Grazie...-

-Ma ti pare!-

-No, davvero. Mi hai donato il tuo corpo... e sono felice.-

-Sei felice perché domattina mi sveglierò con un dolore lancinante alle chiappe?-

-Esattamente.-

-Sadico di merda, stronzo coglione approfittatore di culi.-

Tenzo rise a quella definizione, anche se Kakashi restò serio e aggiunse:-No sul serio, ti approfitti delle mie natiche? Ma sei bastardo!-

-Guarda che tu non sei da meno.-

Kakashi sbuffò, facendo alzare un ciuffo bianco dalla fronte. Lo baciò sui capelli, e sorrise. -Buonanotte, Tenzo...-

E ci pensò bene, Kakashi, a come svegliarlo il mattino dopo. Avrebbe tanto voluto che due parole saltassero fuori, quel famoso “Ti amo” che non aveva detto mai a nessuno. Non ce l'avrebbe mai fatta. Ed era meglio così, nessuno avrebbe buttato giù il loro strano amore. Correre troppo non sarebbe stato giusto.

 

-Uh!- borbottò il moro non appena fu sveglio. Di nuovo, la fitta si fece sentire, solo più lieve. Gemette di dolore, massaggiandosi i glutei. Il ricordo della sera prima lo fece sorridere.

-Ti sei svegliato...- mormorò Kakashi, la voce profonda e dolcissima. -Grazie a te adesso non so più da che parte girarmi e non mi posso alzare.-

-Beh, prego!- e appoggiò le labbra sulle sue, il Bacio del Buongiorno era finalmente arrivato. Avvertì le guance tingersi di rosso e diventare calde, ma poco importava. Tanto, Kakashi era abituato a vederlo arrossire.

-Ancora auguri, caro il mio vecchietto.-

-Pff, aspetta di arrivare a settembre e sarai tu il vecchietto.-

Si alzarono, radunarono le loro cose e si incamminarono dai compagni.

La missione era appena iniziata.

Avrebbero trovato tempo per le effusioni più tardi.

 

 

La missione era andata a buon fine: il nemico era stato sconfitto, ed erano tornati verso sera. Si erano diretti verso un pub, tutti e quattro, con l'intenzione di festeggiare duplicemente: non solo per la loro vittoria, ma anche per il compleanno di Tenzo che, non amando i festeggiamenti per la ricorrenza “ricordiamo a Yamato che è di un anno più vicino alla morte” aveva trovato mille scuse per lasciar perdere.

Inutile dire che stava perdendo: i suoi compagni volevano festeggiare ad ogni costo.

-No, davvero, ragazzi, non serve festeg...- cercò di giustificarsi il moro. Ricevette una sonora – e dolorosa - pacca sulla schiena da parte di Gai. -Ahia, Gai!-

-E non fare il bambino!- ribatté Gai in tutta risposta.

-Non ricominciate per favore.- disse Kakashi, rassegnato. Ma lo sapeva che non lo avrebbero ascoltato per niente.

-No, Gai, mi hai fatto male cazzo!-

-Ecco, lo sapevo.-

-Kakashi non ti intromettere tu!-

-Appunto, Senpai, silenzio! Gai, per poco non mi spaccavi la spina dorsale!-

-EEEH! ESAGERATO!-

Aoba li prese entrambi per il collo e li alzò da terra. -Ragazzi. Basta.- sillabò infuriato. Se erano arrivati a urtare la pazienza di Aoba, allora avevano veramente esagerato con i litigi. Difatti si zittirono subito: e il silenzio regnò sul gruppo di Jonin mentre entravano nel pub.

Si sedettero al primo tavolo che trovarono (Kakashi urlò di dolore appena le sue onorevoli chiappette toccarono il legno della sedia, ma gli altri non lo considerarono più di tanto), ordinarono due bottiglie di saké e iniziarono la battaglia dei brindisi assurdi: chi a Yamato, chi alla morte dei mercenari di Alba, chi a questo e chi a quell'altro. Erano ubriachi fradici – tutti, nessuno escluso – quando l'ultima goccia fu consumata.

-Merda, hic! Potevate... hic! Prendere qualcosa di più leggero?- chiese Aoba immerso nei singhiozzi.

-Saremmo così anche se avessimo preso qualcosa di più leggero.- sentenziò Kakashi che, a quanto pareva, era quello più sobrio (questo dovuto alle serate che passava con Jiraiya Sama, quelle particolari in cui parlavano di cose non molto caste, spesso comprese nel contenuto della saga di Icha Icha).

-Ma guardalo, hic! E bevi! Hic!- lo spronò Gai, porgendogli la bottiglia vuota.

-È finito.- disse semplicemente l'albino, con le guance rosse post-saké. La sbronza aveva iniziato a farsi sentire. Il suo corpo era tutto uno scombussolamento: come se fosse passato un uragano dalla sua testa, o un incendio nel suo stomaco, eppure si sforzava di mantenere la lucidità. Ci riuscì, ma per poco tempo: giusto per andare a casa sua con Tenzo a spalle, che gli urlava:-LASCIAMI! METTIMI GIÙ!- la voce impastata dall'alcol e le guancie più rosse di una ciliegia. -EHIII!!-

-Tenzo, sei ubriaco. Calmati e non urlarmi nelle orecchie.-

-MA CI GUARDANO TUTTIIIIH!!-

-Non c'è nessuno a parte noi.-

-I LAMPIONI CI GUARDANO!!-

-Ten, non ho parole.-

-KAKASHII!!- iniziò a scalciare.

-Fermo, mi fai cadere, maledizione!-

E Tenzo si fermò, in uno stato di dormiveglia, appoggiando la testa sulla spalla del fidanzato. Non era in grado di pensare, la sua mente non lavorava più. Era un essere irrazionale. Un animale. Sì, un gattino per l'esattezza, che faceva le fusa sulla spalla del padrone, gli occhi chiusi e un sorriso debole stampato in faccia.

Kakashi spostò lo sguardo, e lo vide. Quasi si commosse a vedere il volto del suo Tenzo, quel sorrisino felice, le ciglia folte e scure che accarezzavano la pelle, l'espressione rilassata. Paradiso, assolutamente paradiso.

-Ten... siamo arrivati.- mormorò, sussultando quando il compagno aprì gli occhi e sbatté più volte le palpebre, ancora in stato di sonnolenza. Il saké lo faceva impazzire. Borbottò qualcosa che Kakashi non riuscì a sentire, ed entrarono in casa di Tenzo: la più vicina al pub. Avrebbero sicuramente vomitato o quella sera o il mattino dopo.

Tenzo, non riuscendo a reggersi in piedi, si abbandonò sul letto: ormai non sentiva più dolore, voleva solo dormire, dormire dodici ore filate, sognare, svegliarsi per vomitare e addormentarsi, e sognare di nuovo...

Notte monotona, un unico sogno: Kakashi.

-Senpai?- chiese Tenzo, nella speranza di ricevere un “Sì?”. Ma non ci fu risposta. E allora si precipitò nel bagno, aprendo la porta e facendola sbattere rumorosamente sul muro, non preoccupandosi se si erano formate crepe o meno. Lo trovò appoggiato al muro, vicino al gabinetto; le braccia a stringersi convulsamente l'addome, gli occhi chiusi, la mascherina abbassata, la testa buttata all'indietro e i capelli, già disordinati di loro, cadevano giù. Tenzo anche da ubriaco riuscì ad acquistare quel poco di ragione che gli bastava per far alzare il fidanzato e aiutarlo a vomitare. Non che fosse una delle sue attività preferite, ma se c'era da aiutare...

Kakashi avvertì il tocco freddo della mano di Tenzo sulla fronte, e non ebbe il tempo di ringraziarlo che tutto quel che aveva dentro si rovesciò nel gabinetto: di certo non avrebbe mai voluto vomitare davanti al suo ragazzo, ma non era riuscito a trattenersi. Tutto quello che aveva nello stomaco andò perduto nelle fogne.

-Ten, scusa, non...- e un altro conato lo costrinse a piegarsi. Finiva sempre così, ogni volta che si ubriacava stava mezz'ora sul gabinetto, a vomitare.

Sempre così.

-Kakashi, stai fermo, ti sporchi.-

Un fastidioso odore di putrefazione riempì il bagno in pochi secondi. Dei bicchieri che l'albino si era scolato non rimase più nulla, aveva lo stomaco totalmente libero e una gran fame, che si svelò nonappena un gorgoglio, proveniente dalla pancia dell'Hatake, riempì il silenzio.

Tenzo rise, lui non sentiva di dover vomitare. Non vomitava mai, anche se si beveva una fiasca di saké. Era una delle sue tante stranezze.

-Hai fame?- chiese il moro, sorridendo.

-Un po'- risposte automaticamente l'altro.

-Nel senso di poco o nel senso “potrei mangiarmi anche un elefante”?-

-Il secondo.-

-E allora mangiamo!- non sembrava nemmeno ubriaco dalla naturalezza con cui aveva pronunciato le ultime frasi.

Tenzo andò a cercare qualcosa in cucina, mentre Kakashi si soffermò sulla finestra. La aprì, per godersi l'odore della notte entrargli nelle narici, quella freschezza unica, il profumo delle foglie mischiato a quello dei fiori, la menta, l'erba.

Mangiarono, accontentandosi di quel che c'era e non curandosi dell'orario.

-Dormiamo adesso, eh?- fece Tenzo stiracchiandosi e lasciandosi cadere a peso morto sul letto. Coprì entrambi, ma si fermò, colpito da un forte attacco di emicrania dovuta all'eccesso di alcol, che passò subito. -Kakashi-

-Mh...?- l'altro si stava addormentando.

-Guarda che bello, fuori.-

Kakashi si girò verso la finestra, osservando il cielo. Il Monte degli Hokage spiccava nella notte, sebbene non fosse illuminato. Il paesaggio era soffice, accarezzato lievemente dalla luce della falce di luna. Il respiro lieve del vento faceva danzare le fronde degli alberi, che si intonavano ai suoni e alle azioni di quella notte bellissima; il verso di un gufo, le risate lontane e sommesse dei ninja di ritorno dalle loro missioni, il miagolio di un gatto, il rumore dei panni stesi ad asciugare che svolazzano, le luci delle case che piano piano si spengono, e rimaneva quel buio scuro trapuntato di stelle, e la luna, alta nel cielo, sempre più luminosa.

Era come se quella notte così perfetta fosse stata creata solo per loro, per creare l'atmosfera giusta, quelle fatidiche parole che nessuno dei due aveva avuto il coraggio di proferire.

-Senpai, io...- si azzardò a dire Tenzo, che però cascò dal sonno prima di poter esternare i propri sentimenti.

Ma Kakashi aveva capito. Aveva capito perfettamente cosa il Kohai intendeva dire.

Lo strinse a sé, adagiandolo contro il suo petto, e gli lasciò un bacio leggero sulla fronte. -Anch'io, Tenzo... anch'io.-

 

 

Sakura si svegliò a malavoglia, le urla della madre che le rimbombavano nelle orecchie e la luce del sole che le torturava la vista. Si stropicciò gli occhi e piano piano si alzò, guardandosi direttamente nel riflesso del vetro della finestra.

-Che mostro- disse a se stessa, osservandosi i capelli spettinati.

Dopo una battaglia all'ultimo sangue con i nidi di rondine che le si erano formati nel cumulo roseo dei suoi capelli (hem hem) si vestì velocemente, scese le scale a corsa, come ogni mattina, prendendo un biscotto dal piatto di suo padre – il quale si portò una mano sulla fronte – e correndo come una forsennata verso casa di Naruto.

Bussò così forte che il biondo scattò giù dal letto come una molla, maledicendo se stesso per essere un inguaribile dormiglione.

-NARUTO!! SVEGLIATI, TESTA QUADRA!!- le urla di Sakura, attutite di poco dal legno della porta, gli entrarono violentemente nelle orecchie.

Si vestì e in un secondo si ritrovò davanti una Sakura con i vestiti messi alla meno peggio e due occhiaie violacee sotto gli occhi che mettevano paura solo a guardarle.

-Notte insonne, eh?- chiese Naruto dopo averla salutata. Sakura annuì col respiro pesante, e si rabbuiò subito. Aveva passato la maggior parte della notte a piangere, per... per lui.

Per Sasuke.

-Andiamo dal Capitano?- Naruto preferì cambiare argomento.

-Sì! Gli ho fatto un regalo, guarda!-

-Uh! Cos'è??-

-Una piantina!-

Naruto sorrise; regalo azzeccato per Yamato. Infondo, a uno come lui, come potevano non piacere le piante?

Si avviarono a casa di Tenzo – che stava ancora dormendo – sorridendo apertamente, cercando di immaginarsi la sua reazione al regalo. Ma sì, l'avrebbe gradito.

 

BUM BUM BUM BUM BUM.

Tenzo si svegliò di soprassalto, udendo quello sbattere del catenaccio sulla porta che tanto lo infastidiva. Aveva un forte mal di testa, ma la sbronza ormai era passata, e questo era un bene, o avrebbe vomitato di fronte a tutti. Scosse il compagno, beatamente addormentato sul letto, intimandogli di vestirsi, e si sistemò.

Intanto lo sbattere era aumentato.

-ARRIVO SUBITO, UN ATTIMO!-

Kakashi gli baciò una tempia per poi tirarsi su la mascherina, e sorrise allegro. -Ma buongiorno.- disse solo, in tutto quel macello non aveva potuto ringraziarlo di averlo aiutato la sera prima. Lo avrebbe fatto dopo, con calma.

-Buongiorno a te.- sorrise il moro, dandogli un buffetto su una guancia. -Vado ad aprire.-

Aprì la porta e si ritrovò davanti Naruto e Sakura – quest'ultima si era sistemata i vestiti per bene – che sorridevano con un mazzo di fiori raccolti chissà dove in mano. Girasoli. I suoi preferiti. -TANTI AUGURI, CAPITANO YAMATO!!- urlarono allegramente, facendolo cascare all'indietro. -Siamo un po' in ritardo, ma fa lo stesso, vero?- chiese Sakura con un bel sorriso stampato in volto.

-Ahah, ma non dovevate, davvero...- disse Tenzo, imbarazzato.

-Ma tu guarda un po' chi c'è. Non si saluta il Maestro?- fece Kakashi sbucando da dietro il moro, sempre sorridendo apertamente – ma loro non lo potevano vedere -.

-Maestro! Che fa qui?- chiese Naruto stupito.

-Niente di che... ero passato a salutare.- non poteva dirgli di aver dormito tutta la notte abbracciato al loro Capitano, no?

Entrarono in casa, Tenzo aprì tutte le finestre per far entrare quella poca luce che c'era fuori. Dovettero fare un percorso a ostacoli tra i vestiti per riuscire ad arrivare in salotto, e il moro si scusò del disordine immane che si era formato negli ultimi giorni.

Kakashi e Yamato sederono accanto, davanti a Sakura e Naruto.

Tirarono fuori il pacco dove stava la piantina e lo spinsero verso le braccia di Tenzo, che arrossì, felice del regalo. -Sul serio, non dovevate disturbarvi...-

Ma lo aprì comunque; il suo sguardo si illuminò quando si ritrovò davanti a sé un Bonsai piccolo e tenerello (così aveva pensato). Se lo rigirò tra le mani, ammirandolo in tutta la sua bellezza. -Ragazzi...- momento di suspance totale -Mi piace tantissimo! È così carino!-

Kakashi sorrise da sotto la maschera, reggendosi la testa con una mano, con l'occhio socchiuso e lo sguardo che si era addolcito in due secondi, manco fosse stato immerso nello zucchero. Era incredibile quanto fosse bello il fidanzato in quel momento, quell'espressione innocente e felice come quella di un bambino, il sorriso ampio, le mani che tenevano amorevolmente il vaso da sotto, accarezzando il terriccio dai buchi.

-Sono felice che le piaccia, Capitano!- rise Naruto grattandosi la testa.

Sakura, dal canto suo, si era persa nell'espressione del Maestro, chiedendosi il perché di quello sguardo stomachevolmente dolce. Avrebbe voluto sommergerlo di domande, ma non gli sembrava proprio il caso. Non l'avrebbe messo in imbarazzo davanti a loro.

“Dopo, con calma” si disse abbozzando un sorrisetto.

Uscirono tutti e quattro, intenti a farsi un giro per il Villaggio. Quella mattina, il sole era oscurato da una spessa coltre di nubi grigie che non promettevano nulla di buono e il vento soffiava rabbioso, incanalandosi nei vicoli e formando dei mini cicloni che sollevavano le foglie da terra, facendole danzare sul posto, in cerchio.

Non che fosse una giornata delle più belle, ma si divertivano molto.

Passeggiavano per un prato, nel bel mezzo di una foresta – Yamato era in estasi – quando sentirono un rumore strano, come qualcosa di viscido che viene strisciato a terra.

E tutti scoppiarono a ridere, vedendo che Tenzo aveva appena pestato una cacca di tali proporzioni epiche, che si era sporcato tutta la suola della scarpa.

Arrossì fino alla punta delle orecchie, rimanendo fermo sul posto con i pugni serrati, mentre gli altri si spanciavano dalle risate – Kakashi soprattutto – stringendosi la pancia dolorante.

-BEH?!- urlò il moro nonappena le acque si furono calmate.

-ODDIO, DOVEVA VEDERE LA SUA FACCIA!! AHAHAHA!!- rise ancora Naruto, cascando per terra.

-TESTA QUADRA, CALMATI!- urlò Sakura tirandogli un pugno in testa.

 

Avete presente la pioggia d'agosto, quelle gocce grandissime che sembra di perforino la pelle, l'aria pesante e il caldo afoso?

Quella era la pioggia che li aveva colpiti così, tutto di un colpo, bagnandoli dalla testa ai piedi. I capelli di Kakashi cascavano giù da quanto erano impregnati d'acqua, e gli altri non erano da meno. I vestiti si appiccicavano alla pelle, nelle scarpe i c'era di tutto, e inoltre quelle di Tenzo erano ancora sporche.

Una merda, in poche parole.

-BEH GRAZIE DEL REGALO!- urlò il moro prima di rintanarsi in casa sua. Kakashi non l'aveva seguito, era corso via, forse perché, preso dalla preoccupazione, voleva finirsi il libro senza essere disturbato.

La pioggia era diminuita di poco, ma i lampi squarciavano il cielo, prepotenti. I tuoni li seguivano, con quel botto assordante che faceva male.

Kakashi aprì frettolosamente la porta, sbattendosela dietro. Tirò un sospiro di sollievo, l'atmosfera di casa lo rilassava. Corse in bagno, mettendosi un asciugamano sui capelli a mo' di turbante. Un brivido gli percorse la schiena nuda, forse per il freddo. Si vestì, indossando una maglia troppo larga che utilizzava come pigiama, lasciando le gambe libere. Si sedette sul letto, scalciando un po', nel silenzio totale.

Afferrò il libro, abbandonato sul cuscino.

-Allora... vediamo, dov'ero rimasto?-

Divorò letteralmente cinque capitoli in due ore, finché non si addormentò con il naso tra le pagine, mentre là fuori splendeva la luna.

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Angolino di Itachi:

ED ECCOMI DI NUOVO DAL MIO FIDATISSIMO POPOLO DEL PROSCIUTTO!! Ascoltando canzoni a caso ("Fukkai funkai moi no o kani, mayoi kou ka meda no motsune, iino senkai tekami o motte, yonu no ya kakanita to mitsuku" almeno credo, sono andata a orecchio, non uccidetemii)
Kakashi: ANCORA?! Non ti è bastato l'altro capitolo eh?
Io: Rassegnati, amore u.u
Kakashi: Amore?
Tenzo: Io l'ho perdonata
Kakashi: Tenzo no TT-TT
Itachi: WE!
Io: Itachi portami via con te, tra due settimane ho gli esami scritti :3
Itachi: *la prende in braccio* vieni
Io: SIIII
E fu così che non andai a fare gli esami, con la scusante "Itachi Uchiha mi ha rapita"
Ok, basta seghe mentali, sto sclerando HAHAHA. MUORO.

Ho bisogno di aiuto. Devo essere ricoverata al più presto.

Recensite se vi va e continuate a seguire o vi trasformerete in una frittata :3

Un bacione a tutti! :*

-Itachi
 

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