Always

di Kodocha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II Capitolo ***
Capitolo 3: *** III Capitolo ***
Capitolo 4: *** IV Capitolo ***
Capitolo 5: *** V Capitolo ***
Capitolo 6: *** VI Capitolo ***
Capitolo 7: *** VII Capitolo ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


Era un calda giornata d’inizio luglio.
Al parco i bambini giocavano allegramente, o meglio, tutti eccetto uno.
Seduto su una panchina, situata sotto un piccolo gazebo in legno, un bambino dai capelli biondi e gli occhi ambrati, se ne stava in disparte dagli altri; aveva un aria triste, malinconica… nonostante la sua tenera età sembrava patire enormi sofferenze che lo tormentavano.

Era solo e nessuno sembrava curarsi di lui, fino a quando un'allegra bambina dai capelli ramati raccolti in due codini, non si accorse della sua presenza.

-Ma perchè quel bambino è tutto solo? Sembra così triste! Forse non ha amici, ora lo invito a giocare con me-

Senza pensarci due volte, si precipitò nella sua direzione «Ehm... ciao, vuoi giocare alla campana con me?»

«No»

«Perchè no?»

«Non sono affari tuoi»

Nonostante i modi poco gentili del biondino, non se ne andò e restò lì a fissarlo insistentemente.
Aveva capito che c'era qualcosa che non andava e voleva aiutarlo… non sapeva bene il perchè, ma sentiva che doveva farlo.

«Perchè continui a fissarmi?»
Le domandò piccato, guardandola truce.

«Sembri triste»

«Anche questi non sono affari tuoi»

«Ma sei qui da solo? Dov'è la tua mamma?»

Il bambino s’incupì e con lo sguardo perso nel vuoto le rispose «Io non ho una mamma»

«Ma che dici, tutti hanno una mamma»

«Io la mia l'ho uccisa quando sono nato»

Calò un profondo silenzio che si protasse per diversi secondi, finchè lei non si decise a rispondergli con un semplice… «Beh, io una volta ho ucciso un bruco»

Anche se tentò di non darlo a vedere, rimase alquanto sorpreso da quella risposta.
Di solito, ogni volta che confessava a qualche bambino della sua età di aver ucciso la propria madre, loro scappavano via urlando, etichettandolo come un mostro, invece lei non l'aveva fatto, era ancora lì a parlare con lui.

«E tu vorresti paragonare una mamma ad un bruco?»

«No, però so come ti senti. Anch'io come te mi sono sentita in colpa per tanti giorni. Ma poi la mia mamma mi ha spiegato che il bruco sapeva che non l'avevo fatto di proposito e che lui non avrebbe voluto vedermi triste, quindi sicuramente anche la tua mamma ora non vorrebbe che tu stessi male»

«E tu come hai fai a sapere cosa vorrebbe mia madre?Non la conoscevi nemmeno!»

«Perchè sono sicura che tutte le mamme del mondo vogliano bene ai propri figli, ancora prima che nascano»

Lui non seppe cosa risponderle, restò in silenzio a fissare quella buffa bambina, mentre un dubbio si impadronì di lui...
Possibile che avesse ragione? Non si era mai soffermato a pensare ciò, aveva passato molti anni della sua (seppur giovane) vita a colpevolizzarsi per la morte della madre.

«Non parli più?Il gatto ti ha mangiato la lingua?»

«Non so cosa dire»

«Potresti iniziare dicendomi il tuo nome»

«Mi chiamo Akito... Akito Hayama»

«Ciao Akito Hayama, io invece mi chiamo Sana Kurata, quanti anni hai?»

«Sette»

«Anch'io!» gli sorrise dolcemente, facendolo arrossire  «Beh, ora che ci siamo presentati che ne diresti di giocare alla campana con me?»

«Io...non ne sono capace...non ci ho mai giocato»

«Allora vuoi giocare a palla avvelenata?»

«Non ho mai giocato nemmeno a quello»

«Mmmhh beh, allora dimmi tu qualche gioco»

«Non conosco nessun gioco»
Ammise imbarazzato, chinando il capo.
Provava un' enorme vergona nell'ammettere che non conosceva nessun tipo di gioco... ma in fondo, che colpa ne aveva se gli altri bambini l'avevano sempre escluso?

«Capisco, beh, allora dobbiamo recuperare! Vieni che ti insegno tutti i giochi che conosco»
E senza attendere una qualche risposta, l’afferrò per un braccio, trascinandolo con sé fuori da quel piccolo gazebo.


Da quel giorno si diedero appuntamento tutti i pomeriggi per giocare insieme.
Per la prima volta, da quanto era venuto a conoscenza della causa della morte della madre, Akito si sentiva finalmente felice e tutto questo lo doveva esclusivamente alla sua nuova amica.
Certo, era l'unica che aveva, ma lei gli bastava, sapeva di poter contare su Sana come di nessun altro.




Arrivò settembre, quel giorno come d'abitudine, Akito si diresse al parco, dove trovò la piccola Sana seduta sulla panchina posta sotto a quello che ormai era divenuto il loro gazebo, mentre piangeva a singhiozzi.
Dinnanzi a quella scena rimase alquanto sorpreso… non aveva mai visto la sua amichetta piangere, nemmeno quando mentre giocavano a rincorrersi finiva con l’inciampare, sbucciandosi le ginocchia.
L'aveva sempre vista sorridere, tant'è vero che si era convinto del fatto che non sapesse piangere.

Titubante, pian piano le si avvicinò, fermandosi a pochi centimentri di distanza.

«Sana perchè piangi?»

«Aki è successa una cosa orribile!»

«Cosa?»

La bambina tirò su con il naso, asciugandosi il viso con la manica della maglia «La mia mamma ha detto che dobbiamo trasferirci in America per via del suo lavoro, ma io non voglio»

«E dove si trova l'America?»

«Non lo so, ma ha detto che è molto lontano da qui»

Akito trasalì, avvertendo un peso all’altezza del petto.
Tentò di rimandare indietro le lacrime e con voce tremante le chiese « M-ma ... q-quando partirai?»

«Domani e staremo via per un tempo lunghissimo» chinò lo sguardo, stringendosi il tessuto della gonna tra le mani «Io non voglio andarmene Aki, non voglio lasciare la mia casa, la mia scuola, e sopratutto non voglio perderti, non voglio perdere il mio migliore amico»

«Sana qualsiasi cosa accada noi non ci perderemo, capito?»

«E come fai a dirlo?»

«Perchè siamo migliori amici e niente e nessuno potrà separarci»

Lo guardò speranzosa, con gli occhi ancora arrossati «Me lo prometti?»

Annuì, abbozzando un lieve sorriso «Te lo prometto»

Infilò una mano nella tasca dei pantaloni, da dove estrasse una monetina ed iniziò ad incidere qualcosa sul gazebo

«Cosa stai facendo?»

«Scrivo i nostri nomi, così quando tornerai in Giappone e verrai qui ti ricorderai della nostra promessa»

«Oh Aki» commossa, gli gettò le braccia al collo, stringendolo a sè «Domani verrai a salutarmi vero?»

Impacciato e rosso in volto, ricambiò la stretta «Certo»

Restarono abbracciati a lungo, prima di iniziare a giocare come facevano ogni giorno, cercando di cancellare la tristezza che si celava nei loro piccoli cuori.

                                                             
 
 
 






«Rei sbrigati a caricare gli ultimi scatoloni, siamo in ritardo»

«Come se fosse colpa mia se siamo in ritardo, è lei che ci mette sempre delle ore per prepararsi» borbottò Sagami, afferrando l’ennesimo scatolone.

«Si può sapere cosa stai borbottando?»

«N-no, n-niente, s-signora Misako»

Incurante della loro discussione, Sana continuò a fissare la strada dinnanzi a sé -Ma dov'è Akito? Aveva detto che sarebbe venuto a salutarmi, e invece non c'è... che se ne sia dimenticato?-

Sospirò tristemente e proprio quando stava per arrendersi al fatto che il suo amico non sarebbe venuto a salutarla, vide qualcuno correre nella sua direzione.
Assottigliò gli occhi per cercare di capire di chi si trattasse ed un radioso sorriso di formò sul suo volto, quando capì che altri non era che il suo Akito.

«Ma quello è Akito!» si sbracciò, agitando le braccia come una forsennata «Ciao Akiii!!!»

Quest’ultimo la raggiunse, piegandosi su se stesso, affaticato dopo la lunga corsa «Ciao Sana» la salutò, cercando di recuperare il fiato che gli mancava.

«Che bello, sei venuto»

«Io mantengo sempre le mie promesse»

«Ho una cosa per te, ecco, tieni»  esclamò, porgendogli una piccola scatolina.

«Cos'è?»

«Non vedi?! è un regalo»

«Non ne ho mai ricevuto uno»

«C'è sempre una prima volta no?Avanti apri!»

Fece come gli era stato detto, estraendo l’oggetto che era rinchiuso all’interno di quella scatolina. «E' un braccialetto»

Annuì «Ne ho comprati due con la paghetta che mi ha dato la mamma, uno per te e l'altro per me»

«Sopra c'è scritto "Always", cosa significa?»

«E'in inglese, significa "sempre", perchè noi saremo amici per sempre, vero Akito?»

Sorrise «Si Sana, per sempre»

«E guarda, dietro c'è un'altra incisione, sul tuo braccialetto, c'è scritta la lettera "S" di Sana, sul mio invece c'è scritta la lettera "A" di Akito»

Si grattò dietro la nuca con fare imbarazzato, intanto che uno spiacevole calore si impadroniva delle sue gote. «G-grazie»

«Allora ti piace!»

«Beh, non mi dispiace»

«Mi mancheranno le tue riposte Aki»

«Sana piccola, dobbiamo andare, l'aereo parte tra meno di un'ora, saluta il tuo amichetto»

La bambina tirò un profondo sospiro, angosciata dall’idea di doversi separare dal suo migliore amico.
 «Si mamma, arrivo!»

«Beh, allora addio Sana»

«Questo non è un addio Aki, ma un arrivederci!Ci rincontreremo, ne sono sicura» esclamò, circondandogli il torace con le braccia ed appoggiando la testa sul suo petto.
 Ricambiò la stretta, mentre cercava di trattenere quelle lacrime che prepotenti cercavano di scappare dai suoi occhi.
Non voleva perderla, lei era la prima persona che era riuscita a capirlo, che gli era stata sempre accanto, nemmeno la sua famiglia l'aveva mai fatto.
Ma purtroppo doveva lasciarla andare, sperando che i loro cammini si sarebbero incrociati di nuovo.


 

 
                                                    *

 
Dieci anni dopo...


«Ogni anno è sempre più dura tornare a scuola dopo le vacanze estive» esordì Tsu, sospirando frustato «Sopratutto dopo aver passato l'estate insieme alla mia caramellina gommosa»

«Sasaki, quando la smetterete di darvi questi strani soprannomi? Siete davv...»

Le parole gli morirono in bocca, quando qualcuno che correva per i corridoi dell'istituto, andò a scontrarsi con lui, provocando la caduta di entrambi

«Ahij, che dolore!» borbottò, massaggiandosi la schiena dolorante.

«Scusami è colpa mia, non ti avevo visto, sono proprio una sbadata» disse, la ragazza alzandosi

«Non preocc...» si bloccò di colpo quando, alzando lo sguardo, notò la splendida ragazza che si era appena rivolta a lui.
Lunghi capelli ramati, occhi color cioccolato, un fisico mozzafiato e un sorriso dolcissimo.

«Ora devo proprio andare, scusa ancora per lo scontro non si ripeterà più» esclamò mortificata, prima di allontanarsi da lui.

«Hey Akito ma cosa ci fai ancora a terra? Ti sei imbambolato?»

«N-No, ma che dici... è che...»

«Ho capito, sei rimasto colpito "in tutti i sensi" da quella ragazza» sghignazzò Tsu, muovendo continuamente le sopracciglia dall'alto verso il basso.

Si alzò, lisciandosi i pantaloni con le mani «Ma che diavolo dici, idiota!»

«Non ti biasimo amico, era incredibilmente carina»

«Eppure ho la vaga sensazione di conoscerla»

«Come?»

Scosse il capo, cercando di rimuovere quel pensiero «Lascia perdere, su andiamo in classe»

Dopo aver preso posto accanto al suo banco, non fece altro che pensare all'incontro che c'era stato pochi minuti prima con quella ragazza, anche se sarebbe stato meglio definirlo uno scontro.
Non riusciva a spiegarsi il perchè ma sentiva di conoscerla... ma dove poteva averla vista?
Era sicuramente nuova del liceo Jimbo, di questo n'era sicuro, visto e considerando che in caso contrario, avrebbe ricordato che una bellezza del genere frequentasse il suo stesso isituto...

Poco dopo, i suoi pensieri vennero interrotti dall'entrata del professore...

«Ragazzi accomodatevi ai vostri posti, devo presentarvi una nuova alunna» si voltò verso la porta «Prego. entri signorina»

L'ingresso della nuova arrivata non lasciò indifferente nessuno, soprattutto i ragazzi che la fissavano famelici.

-E' lei, la ragazza di prima-

«Vi presento la nuova arrivata, si chiama Sana Kurata, è Giapponese ma ha vissuto per 10 anni a New York, spero che l'accoglierete nel migliore dei modi»

-Sana Kurata? Il nome non mi è nuovo... l'ho già sentito da qualche parte, ma non riesco a ricordare dove...-

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Capitolo 2
*** II Capitolo ***


POV. SANA:

 

Finalmente, dopo dieci lunghi anni, sono tornata nella mia adorata terra nativa: il Giappone.
Sono così felice che mi metterei a cantare e a ballare se solo non fossi così stanca dopo il lungo viaggio.
Devo ammettere però che mi mancherà l'America, ma soprattutto mi mancheranno le fantastiche persone che ho conosciuto lì… ma una cosa è certa, nonostante la distanza, avranno sempre un posto speciale nel mio cuore.

«Tesoro, hai finito di disfare i bagagli?» mi chiede mia madre, affacciandosi dalla porta della mia camera.

«Non ancora!Mi sa che ci vorrà ancora un bel pò»

«Capisco. Fammi sapere quando hai finito che ordino qualcosa da mangiare»

Annuisco, aprendo l’ennesima valigia color rosso fragola «D'accordo»

Che barba, sono ore che sistemo la mia roba e non ho ancora finito...ahimè, questo è il prezzo da pagare per le appassionate di shopping come me.
Aspetta un momento, non ricordavo di aver messo nella valigia questa scatola, in realtà non ricordavo nemmeno di averla.
Sopra c'è scritto "scatola dei ricordi"; sono proprio curiosa di sapere cosa c'è dentro.
La apro trovandoci dentro il mio cicalino… ricordo che ogni volta che avevo bisogno di Rei, premevo questo pulsante blu e lui correva da me.
C'è anche P-chan, il mio fidato porcellino di pezza che tutte le notti mi difendeva dai mostri immaginari!
E questo cos'è? Toh, un braccialetto... sopra c'è scritto "Always".
Non so perchè ma ho la sensazione che racchiuda un significato importante, ma al momento non riesco a ricordare dove abbia potuto comprarlo, o se si tratta di un regalo che mi è stato donato in passato.
Forse mia madre potrà dirmi qualcosa a riguardo…

Sospendo momentaneamente il disfacimento dei bagagli e mi affretto a scendere le scale, per raggiungere il piano inferiore «Mamma, mamma, mammaaaa!»

«Figliola sono qui, non c'è bisogno di urlare»

«Ehm... scusami! Volevo chiederti se per caso ti ricordi di questo bracciale» esclamo, mostrandogli l’oggetto in questione.

«Fammi vedere» lo prende, iniziando ad osservarlo attentamente «Ah si, certo che me lo ricordo!»

«Mi puoi dire qualcosa a riguardo? Sento che ha un significato importante, ma per il momento non riesco a ricordare nient'altro»

«Vedi cara, pochi mesi prima dalla nostra partenza per l'America, conoscesti un bambino che divenne subito il tuo migliore amico, eravate inseparabili. In questo momento non riesco a ricordare come si chiamasse, ricordo solo che aveva i capelli biondi e uno sguardo magnetico. Poco prima di partire decidesti di comprare due braccialetti uguali con su scritto "Always", uno per te e l'altro per lui, promettendogli che la vostra amicizia sarebbe durata per sempre»

Mi massaggio il mento, pensierosa, scioccando le dita subito dopo, colta da un’improvvisa illuminazione «Si è vero! Comincio a ricordare qualcosa. Io e qual bambino giocavamo tutti i giorni al parco... ricordo che ero molto legata a lui. Ma come si chiamava? Dietro al braccialetto c'è incisa la lettera "A", forse è l'iniziale del suo nome»

«Suppongo di si!»

«Mmmmhh, ma come si chiamava? Arturo? Alexander? No, nessuno di questi nomi» mi passo nervosamente una mano tra i capelli «Aaaaaaaaaaaaahhh che confusione»

«Non preoccuparti, sono sicura che prima o poi ricorderai il nome. E chissà forse vi rincontrerete»

Dinnanzi all’assurdità delle parole di mia madre, scoppio in una grossa, quanto poco elegante, risata divertita «Ma che dic! Ti pare che dopo dieci anni riusciamo a riconoscerci? Sono cambiata molto da allora e sicuramente lo stesso vale per lui»

Si stringe nelle spalle «Sarà, ma io ho questa sensazione! Ma adesso basta perdere tempo in chiacchiere, vai a mangiare qualcosa e poi dritta a letto. E’ stata una lunga giornata e domani ti aspetta il primo giorno di scuola»

«Già, hai ragione!Spero di riuscire fare nuove amicizie»

«Non ne dubito figliola»
 
E poi chissà, magari le parole di mia madre saranno veritiere… forse incontrerò per davvero il mio migliore amico di infanzia.
Scuoto la testa, cercando di eliminare subito questo ridicolo pensiero.
Una cosa come quella, non potrà mai accadere…


 

 


La mattina seguente, mi giro e rigiro nel letto come una forsennata, imprecando senza ritegno.
E’ da circa dieci minuti che Rei continua a bussare insistentemente alla porta della mia camera e sto per perdere letteralmente la pazienza.
Ma che diavolo vuole a quest'ora?Non ha nulla di meglio da fare, tipo andare a rompere le scatole alla sua adorata Asako?

«Non dirmi che stai ancora poltrendo dormigliona!»

«Ma che vuoi Rei, sono solo le sett...» mi volto verso la mia sveglia a forma di porcellino hawaiano ed inevitabilmente, scatto come una molla dal materasso «Sono già le otto!» disperata, mi porto le mani tra i capelli «Arriverò tardi il primo giorno di scuola!»
E tale consapevolezza mi spiazza.
Arrivare tardi il primo giorno di scuola non è il modo migliore per iniziare il nuovo anno scolastico!
Cosa penseranno i professori e miei nuovi compagni di classe? Non voglio dare fin da subito una cattiva impressione di me.

«Se fai in fretta ti accompagno con l'auto, ma sbrigati»

Tiro un sospiro di sollievo, scendendo giù dal letto.
«Grazie Rei, faccio il prima possibile, aspettami giù in cucina!»

Dopo aver fatto una doccia rigenerante ed essermi preparata alla velocità della luce, raggiungo Rei al piano di sotto «Eccomi! Sono pronta» lo avverto, afferrando la cartella dalla poltrona.

«Di già? Hai messo lo svelto sotto i piedi?»

Sbatto le palpebre un paio di volte, confusa da quell'affermazione «Come scusa?»

«Il detersivo "svelto"»

Sospiro, scuotendo il capo con fare rassegnato. Non merita una risposta.

Si schiarisce la voce con un colpo di tosse, rosso in volto per essersi reso conto di quanto sia stata deprimente la sua battuta.
 «Ehm, meglio andare va»

«Si...direi che è meglio»




Entrata all'interno del mio nuovo liceo, inizio a correre come una forsennata tra i corridoi, sotto gli sguardi allibiti degli altri studenti.
Devo sbrigarmi, a breve suonerà la campanella e devo ancora passare in segreteria per compilare gli ultimi moduli.
Svolto l'angolo senza rallentare e...

«Ahij, che dolore!»

Ops, sono andata a finire addosso ad un ragazzo... anzi, altro che ragazzo, una statua greca! Che muscoli, e che sguardo magnetico...ehm, ora basta fare pensieri poco casti su di lui, devo andare! Mi alzo con l'intento di scusarmi, sperando che questo incontro fuori dal normale non l'abbia in qualche modo infastifito

«Scusami, è colpa mia, non ti avevo visto, sono proprio una sbadata»

«Non preocc...»
Perchè non continua? Si è imbambolato? Oddio, forse a causa della caduta ho tutti i capelli spettinati, dovrò sembrargli uno spaventapasseri!Meglio scappare via a gambe levate...

«Ora devo proprio andare, scusa ancora per lo scontro non si ripeterà più»

Che sfiga! Ho appena incontrato il ragazzo più bello che abbia mai visto in vita mia e sono stata così "fortunata" da finirgli addosso come un sacco di patate.
Mi auguro che se si presenterà un'altra occasione per incontrarlo non sarà così imbarazzante!


Terminate le ultime procedure per il trasferimento, esco dalla segreteria ed inizio a cercare la classe che mi è stata assegnata, ma con scarsi risultati.
Sentendomi completamente spaesata mi avvicino all'uomo brizzolato con gli occhiali in fondo al corridoio, con l’intento di chiedergli qualche indicazione.

«Buongiorno, posso chiederle un informazione?»

«Certo, mi dica signorina»

«Ecco vede, sono nuova di questa scuola e mi hanno assegnato la classe IV F, per caso me la sa indicare lei?»

«Certo, la IV F è la classe dove ho lezione questa mattina» afferma, guardando la sua agenda, evidentemente per assicurarsi di non essersi sbagliato «Tu devi essere Sana Kurata quindi, la ragazza che ha vissuto per tanti anni in America»

«Si, sono proprio io!Vedo che è ben informato»

«Un professore deve sempre essere informato sui propri alunni! Ma ora sarà meglio andare o faremo tardi»

Annuisco, incamminandomi al suo fianco.
A primo impatto ho avuto un impressione positiva su quest'uomo, sembra molto gentile e disponibile, mi auguro solo che valga la stessa cosa anche per gli altri professori.
Arrivata fuori la classe, noto il ragazzo di stamattina seduto accanto al banco posto vicino alla finestra e…
Kami… quant'è carino!
Sembra immerso nei suoi pensieri, chissà a cosa sta pensando...

«Ragazzi accomodatevi ai vostri posti, devo presentarvi una nuova alunna» si volta verso di me che sono rimasta imbambolata fuori la porta «Prego entri signorina»

Entro, cercando di sfoderare il mio miglior sorriso «Buongiorno»

«Buongiorno!» mi rispondono in coro, con un entusiasmo che non mi sarei mai aspettata.

Wow che calorosa accoglienza!

«Signorina Kurata si accomodi pure al banco davanti al signorino Hayama» afferma il prof, indicandolo.

E così il cognome di quel ragazzo è Hayama, interessante... H-A-Y-A-M-A…
 Dov'è che già l'ho sentito nominare?!

«Ehm signorina...»

Mi ridesto dai miei pensieri e mi volto verso l’uomo brizzolato alle mie spalle «Si professore, mi dica»

«No, ehm...vede è che dovrei inziare la lezione e...»

«E?» lo incito a continuare, sollevando entrambe le sopracciglia.

«Beh, lei è rimasta immobile a fissare il signorino Hayama invece di accomodarsi»

Sento un improvviso calore sul mio viso «S-scusi, v-vado s-ubito»

Che vergogna, che vergogna, che vergognaa!
E' in questi momenti che vorrei possedere il dono dell'invisibilità, per poter sparire da qui.
Tento di ignorare le risatine degli altri e prendo posto accanto al banco che mi è stato assegnato.
Una cosa è certa, la giornata non poteva iniziare in modo peggiore!
 

«Ehy ciao, Sana giusto?»

Distolgo lo sguardo dagli appunti della lezione precedete e volgo un sorriso alle due ragazze che si sono avvicinate a me, durante l’ora di ricreazione.
«Hi»
Ehm…perchè diavolo le ho salutate in inglese? «Si il mio nome è Sana, piacere di conoscervi»

«Piacere mio, io sono Aya»
Si presenta, la ragazza dai capelli castani legati in parte da un piccolo fiocco di colore blu.

«Io invece sono Hisae!» esclama l’altra, dai capelli biondi «E così sei giapponese ma hai vissuto per diversi anni in America giusto?»

«Si esattamente, a New York per la precisione»

«Wow che bello, andare a New York è sempre stato il mio sogno»

«Beh, magari potremmo andarci un giorno, vi farò da guida turistica»

Aya si porta le mani sul viso con fare sognante «Si magarii!»

«Ehm Sana, a quanto pare il tuo arrivo non ha lasciato indifferente nessuno, nemmeno il più bello dell'istituto!» affarma Hisae, sorridendo maliziosa

Sollevo un sopracciglio «Ah si? E chi sarebbe?»

«Akito Hayama, il biondino che stavi ammirando appena entrata, ti sta fissando da parecchio»

«Io n-non stavo ammirando proprio nessuno!» affermo imbarazzata, gesticolando nervosamente  «Ero semplicemente sovrappensiero... e comunque non mi interessa»

«Ma come fa a non interessarti? Sarebbero disposte tutte a fare carte false pur di essere notate da lui»

«Beh io non sono una di quelle»

«Che bel caratterino che ha la nostra nuova amica!»

«Hai detto che si chiama Akito vero?»

«Si, ma non avevi detto che non ti interessava?» mi risponde sarcastica.

«Infatti ripeto che non mi interessa...è solo che non avevo capito bene...»

"AKITO HAYAMA"... Su dai Sana sforzati, dov'è che hai già sentito questo nome?

«Guardate è venuto Tsuyoshi» esclama improvvisamente Hisae, distogliendomi dai miei inutili ragionamente.
«E chi sarebbe?»

Aya arrossisce lievemente, dondolandosi sui talloni «ll mio pasticcino!»

Sgrano occhi e mascella, guardandola come se avesse qualche rotella fuori posto «Hai dato un nome ad un dolce?»

«No, al contrario, ha dato al suo ragazzo il nome di un dolce!» mi spiega Hisae, scuotendo il capo con fare rassegnato «Sai com’è, sono soliti darsi strani nomignoli»

«Ah capisco...»
Almeno credo!

Il suddetto "pasticcino" si avvicina a noi, con un sorriso a trentadue denti. «Heilà crostatina alla fragola, mi sei mancata»

«Anche tu, supplì cioccolato»

«Tu di più cornetto al crema»

«No tu, cioccolattino al latte»

Credo che mi stia per venire il diabete.

Fingo si tossire per intimarli a smettere.

«Ehm, scusate, ma quando vedo la mia brioche perdo completamente la ragione»

«Ce ne siamo accorti» affermo, scambiandomi un’occhiata divertita con Hisae.

Tsuyoshi mi scruta attentamente, per poi battere un pugno sulla mano.
«Ma tu sei la ragazza di stamattina, quella che è finita addosso ad Akito»
Arriccio il naso indispettita.

Quindi da oggi in poi sarò ricordata come la ragazza che è finita addosso ad Akito Hayama?

«Si...Mi chiamo Sana comunque»

«Piacere di conoscerti, il mio nome è Tsuyoshi» guarda oltre le mie spalle «Ehy Akito vieni anche tu qui»

Ma che diavolo fa? Perchè l'ha chiamato?

Il biondino si alza, infila le mani nelle tasche dei jeans e ci raggiunge «Ciao»

«Akito lei è Sana, la ragazza di stamattina ricordi?»

Mi squadra dall'alto in basso, provocandomi un lieve fastidio «Come potrei dimenticarla, mi ha ucciso un braccio cadendomi addosso come una pera cotta»

Simpatia portami via...

«Mi sembra di averti già chiesto scusa, e poi mi stai dicendo che basta davvero così poco per farti male? Pff, buono a sapersi» gli rispondo piccata, voltando il viso dall'altra parte ed alzando il mento all’insù, con fare altezzoso

Hayama piega le labbra in un ghigno divertito «Peperina la ragazza»

«La ragazza ha un nome!»

«Ah si giusto, Rossana»

«Come mi hai chiamata?»

«Rossana!»
«Il mio nome è Sana, non Rossana»

«Lo so, ma hai i capelli rossi»

«E questo ti sembra un valido motivo per cambiarmi nome?»

«Si e poi non mi dispiace»

Trasalisco sul posto, boccheggiando diverse volte, sorpresa dal fatto che questo suo modo di rispondere, mi risulti in un certo senso familiare. «Scusa puoi ripetere?»

«Ho detto che non mi dispiace»

«Ah..»

 Possibile che ogni cosa di questo ragazzo mi mandi in confusione?





Terminata la giornata scolastica, mi dirigo a passo spedito verso la mia abitazione.
Devo ammettere che la nuova scuola mi piace molto, Aya ed Hisae sono davvero molto simpatiche e sono sicura che diventeremo grandi amiche.
Per domani non ci è stato assegnato nessun compito, mi sa che ne approfitterò per fare una passeggiata.

«Mamma sono tornata» urlo, aprendo la porta d'ingresso

«Ciao figliola, com'è andato il primo giorno di scuola?»
«Abbastanza bene, ho conosciuto due ragazze davvero simpatiche»

«Sono felice per te, tesoro» mi sorride, sventolandosi pigramente con un ventaglio che ha sfilato via dal suo strambo kimono «Hai preso qualche impegno per oggi pomeriggio?»

«A dir la verità avevo pensato di fare un giro per la città»

«La trovo un ottima idea, cerca però di rincasare prima di cena»

Annuisco dirigendomi in camera mia.
Spalanco le porte dell'armadio e...dilemma del giorno: quali vestiti scegliere?
Dopo una lunga riflessione, opto per un paio di shorts di jeans, una maglia bianca con fantasie floreali e scarpette da ginnastica dello stesso colore.
Semplice e comodo, come piace a me.
Apro il mio portagioie, scartando ogni cosa che mi si para d’avanti, eccetto il braccialetto che ho trovato ieri.
E’ molto carino e questo significa che ho sempre avuto buon gusto, anche da bambina.

Lo indosso e dopo essermi osservata per l’ultima volta attraverso lo specchio, per accertarmi di essere accettabile, esco di casa.


Dopo circa un'ora, trascorsa a girovagare per le strade della città, giungo al parco.
Lo ricordavo più grande, ma forse ero io che ero troppo piccina.
Dopo la lunga passeggiata mi sento sfinita, ho bisogno di sedermi, quella panchina sotto al gazebo è perfetta!
Quanti ricordi sono racchiusi in questo posto, a volte mi piacerebbe tornare indietro nel tempo, essere di nuovo bambina, quando non c'erano problemi, quando si viveva la vita con felicità e spensieratezza, ma purtroppo non è possibile...


«E tu che ci fai qui?»
Sussulto, per poi girarmi di scatto e trovarmi Hayama davanti «Akito, mi hai spaventata!» sbotto, portandomi una mano all'altezza del cuore.

«Sei appena tornata in Giappone e già ti sei impossessata del mio posto?»

Incrocio le braccia sotto al seno, incurvando un sopracciglio «Non mi sembra che ci sia scritto il tuo nome qui»

«Si invece è scritto lì» mi risponde, indicandomi un punto preciso del gazebo dove, effettivamente, c'è scritto il suo nome, ma non solo, vicino c'è anche scritto il mio di nome...

"AKITO E SANA"

E quelle incisioni sul legno mi riportano a diversi anni fa…


«Sana qualsiasi cosa accada noi non ci perderemo capito?»
«E come fai a dirlo?»
«Perchè siamo migliori amici e niente e nessuno potrà separarci»
«Me lo prometti?»
Annuì «Te lo prometto»


Infilò una mano nella tasca dei pantaloni, da dove estrasse una monetina ed iniziò ad incidere qualcosa sul gazebo

«Cosa stai facendo?»
«Scrivo i nostri nomi, così quando tornerai in Giappone e verrai qui ti ricorderai della nostra promessa»



È lui, è quel bambino, come non ho fatto ad accorgemene prima? Eppure ho avuto molti indizi a disposizione.
Le lacrime iniziano a scendermi giù per il viso, non so bene il perchè, forse sono lacrime di gioia, l'unica cosa che so è che non riesco a trattenerle

 «Perchè piangi? Guarda che scherzavo puoi restare qui»

«Aki...»

Hayama sussulta, spalancando gli occhi «Come mi hai chiamato?»

«Aki sono io Sana, la tua migliore amica d'infanzia ricordi? Giocavamo sempre insieme qui al parco, eravamo inseparabili. Il giorno prima della mia partenza ci promettemmo che saremmo rimasti amici per sempre, tu scrivesti i nostri nomi su questo gazebo dicendomi che quando sarei tornata in Giappone e sarei venuta qui, mi sarei ricordata della promessa leggendo quella scritta e così è stato. Da quando ti ho visto per la prima volta stamattina, ho subito pensato che tu avessi qualcosa di familiare e ora capisco il perché!»

Non mi risponde...resta lì immobile a fissarmi senza fiatare.
Che non siricordi di me?Che ti aspettavi Sana? Dopotuutto sono passati dieci anni...
Ma pensandoci bene ho ancora un'altra carta da giocare...

«Guarda questo bracciale, non ti dice nulla? Te ne regalai uno uguale il giorno della mia partenza»

Lo osserva attentamente per qualche secondo, per poi sgranare gli occhi incredulo...forse sta iniziando a ricordare?


«S-Sana...eri tu... la bambina con i codini...»

«Te ne sei ricordato!»

Gli getto le braccia intorno al collo, non riuscendo a trattenere la mia felicità.
Lui inizialmente sembra titubante, ma dopo un pò ricambia l'abbraccio

«Non immagini quanto sia felice di averti rincontrato!»
«Anche a me non mi dispiace»

Quanto mi sono mancate le sue risposte, quanto mi è mancato lui. Lo stringo ancora più forte a me, ora che l'ho ritrovato non voglio più perderlo

«S-Sana...così mi affoghi»

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Capitolo 3
*** III Capitolo ***


Nei giorni che seguirono, il legame tra Sana ed Akito si consolidò sempre più.
Ridevano, scherzavano, si facevano dispetti a vicenda, proprio come quando erano bambini e tutto questo accadeva sotto gli occhi increduli degli altri componenti del gruppo, che non avevano mai visto Hayama così sereno e felice.


Era una domenica mattina come tante e Sana, comodamente seduta sul divano del salone di casa sua, era intenta a fare zapping con il telecomando mentre addentava un croissant.
Anche questa volta era rimasta sola, non che la cosa le dispiacesse, anzi le piaceva avere di tanto in tanto la casa tutta per sè, ma quel giorno aveva voglia di uscire e di divertirsi.
Si alzò, afferrando il suo cellulare e compose il numero della sua amica.

«Pronto, casa Kumagai, chi parla?»

«Ciao Hisae, sono Sana»

«Oh ciao Sana, come va?»

«Diciamo, mi annoiavo così ho pensato di uscire a fare un pò di shopping. Ti va di venire con me?»

«Ma che domande! Lo sai che non resisto se si tratta di shopping»

«Una cosa che ci accomuna!» affermò divertita, rigirandosi il filo della cornetta intorno al dito «Allora ci vediamo all'entrata del centro commerciale tra un ora?»

«Per me va bene, ci vediamo tra poco allora e cerca di non tardare come tuo solito!»

«Scommettiamo che arrivo prima di te?»

«Ci sto!»

Terminata la chiamata, corse a farsi una doccia, dopodichè si diresse in camera sua, spalancò le porte dell'armadio ed iniziò ad osservare attentamente i suoi abiti.
Dopo aver contemplato per circa un quarto d'ora l'interno del suo armadio optò per un paio di pantalonici bianchi che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e affusolate, un top verde acqua che le calzava a pennello ed un paio di bamboline color panna abbinate alla sua borsetta a tracollo.
Guardò l'orologio, mancavano solo dieci minuti all'ora stabilita con Hisae, così si affrettò ad uscire di casa, per una volta voleva essere puntuale e perchè no, le sarebbe piaciuto vincere la scommessa.
Purtroppo però questo non fu possibile, visto che una volta arrivata a destinazione trovò la sua mica intenta ad aspettarla, con uno stupida espressione vittoriosa stampata sul volto.

«Ehm, aspettavi da molto?»

«No non preoccuparti sono appena arrivata»

«Fiuuu, meno male!»

«Ma comunque hai perso la scommessa cara mia»

«Ehmmm...vorrà dire che dopo ti offrirò qualcosa al bar!»

Annuì «Mi sembra giusto!»

«Ma cosa stiamo aspettando, su andiamo!» urlò indicando l'entrata del centro commerciale.

«Siii, che lo shopping abbia inizio!»


Dopo aver passato quasi due ore tra i negozi, le ragazze ormai esauste, decisero di andare a bere qualcosa al bar.

«Caspita quanto pesano queste buste, non ti sembra che abbiamo un pò esagerato?»

«Niente è esagerato quando si tratta di vestiti!»

Rise divertita «Hai ragione!» si guardò intorno, bloccandosi di colpo quando vide una conoscenza a lei nota «Ehy ma quello non è Hayama?»

«Dov...»

Le parole le morirono in bocca, quando voltandosi nella direzione indicata dalla sua amica, trovò Hayama intento a camminare mano nella mano con una ragazza.
Non seppe spiegarsi il perchè, ma quella scena le causò una dolorosa morsa alla bocca dello stomaco.


«Andiamo a salutarlo dai»

«N-Non mi sembra il caso, sembra impegnato e non vorrei disturbarlo»

Incurante delle sue parole, l'amica l'afferrò per un braccio «Ma che dici, vedrai che gli farà piacere»

Nonostante Sana tentò di opporre resistenza, Hisae (con non poca difficoltà) riuscì a trascinarla fino a raggiungere Akito, che nel vederle sgranò gli occhi sorpreso.
Non si aspettava di incontrare Sana prorpio lì e soprattutto in quella situazione.
Non sapeva cosa fare, la vista della sua amica d'infanzia, in particolar modo nell'ultimo periodo gli causava strane emozioni, mai provate prima di allora e ora trovarla lì, mentre lui era in compagnia di un'altra ragazza lo mandò nel panico.

«Ciao Akito anche tu da queste parti!»

«G-già»

«Cosa fai tesoro non mi presenti alle tue amiche?» gli chiese la ragazza al suo fianco.

Sana sussultò "L'ha chiamato tesoro. Questo vuol dire che molto probabilmente è la sua ragazza e ciò spiegherebbe anche del perchè si tengano per mano.Dovrei essere felice no? Il mio migliore amico ha una fidanzata...ma allora perchè sembra che mi sia caduto il mondo addosso?"

Hisae le sventolò una mano davanti al viso «Sana, sei ancora tra noi?»

«Eh?Ma si...certo»

«Cosa ti è successo? Avevi lo sguardo fisso nel vuoto»

«Nulla di grave tranquilla, il troppo shopping mi ha causato un pò mal di testa»

La guardò sospettosa «Ma stavi bene fino ad un secondo fa»

Deglutì «Ehm... mi è venuto all'improssivo... comunque cambiamo argomento, non mi piace parlare dei miei malanni»

«Comunque piacere di conoscervi ragazze, il mio nome è Fuka»

Cercò di distendere i suoi lineamente in un sorriso convincente «Sana, piacere»

«Io invece sono Hisae, sei la ragazza di Akito?»

«Già» rispose, appiccicandosi letteralmente al biondino al suo fianco che, di tutta risposta, tentò invano di allontanarsi.

Sana avvertì uno spiacevole pizzicore agli occhi.
Doveva andarsene, prima di scoppiare a piangere proprio lì, di fronte a loro.

«Ahhhhhhhhhhh devo andare subito in bagno, devo andare in bagno prima che chiuda il centro commerciale, bagno,bagno, ahahahahah baaaagnoooo!» esclamò, allontanandosi a grande velocità, senza aggiungere altro.

Hisae sospirò, scuotendo la testa «Sta dando i numeri...»

Fuka strabuzzò gli occhi «Ma fa sempre così?»

«In realtà a volte fa anche di peggio, ma noi le vogliamo bene così com'è»

Akito, nonostante fosse abituato agli strani comportamenti di Sana sentiva che qualcosa non andava.
Aveva la strana sensazione che da quando l'aveva visto insieme a Fuka il suo sguardo aveva assunto un'espressione diversa dal solito, sembrava triste, infastidita.

"Che sia gelosa di me? Possibile che anche lei stia iniziando a provare qualcosa di più di una semplice amicizia?"

Si staccò bruscamente dalla presa di Fuka, incurante delle sue lamentele e si diresse anche lui verso il bagno...doveva parlare con lei a qualsiasi costo.

Si appoggiò con la schiena contro la parete posta di fronte alla toilette femminile e l'aspettò.
Quando la porta del bagno si aprì, sembrò alquanto sorpresa di trovarlo lì, mentre lui rimase incantato dalla bellezza della ragazza che aumentava ogni giorno che passava.

«A-Akito...che ci fai qui»

Lui scosse la testa, cercando di riprendere un certo contegno.
Non era il momento per fantasticare su quanto fosse dannatamente bella. «Poco fa ti sei comportata in modo strano, così sono venuto a vedere come stavi...»


«Ti sbagli, dovevo semplicemente andare in bagno»

«Meglio così...»

«Già...»

Restarono per qualche minuto in silenzio.
Akito fissava Sana, mentre quest'ultima aveva lo sguardo rivolto verso il basso; non voleva guardarlo negli occhi, lui sapeva leggerci dentro come nessun altro, avrebbe sicuramente scoperto tutto, ovvero del fatto che vederlo tra le braccia di un'altra le aveva causato un dolore che non aveva mai provato prima e non poteva, non voleva, permettere che ciò accadesse, visto che c'era in gioco la loro amicizia.

«Beh, andiamo allora...» cercò di allontanarsi, ma lui la bloccò afferrandola per un braccio.

«Sana ascolta...io e Fuka abbiamo iniziato ad uscire insieme prima che tu tornassi in Giappone e io...»

«Perchè mi stai dicendo questo?Non c'è bisogno che ti giustifichi, sono stata solo sorpresa del fatto che tu non mi abbia detto di essere impegnato, tutto qui, sono felice per te Aki» mentì, cercando di sorridergli.

Akito lasciò la presa dal suo braccio, certo, era felice di sapere che Sana stava bene, ma alloro stesso tempo era rimasto deluso da quella risposta.
Per un attimo si era illuso che lei potesse considerarlo più di un amico, ma a quando pare non era così.






Era trascorsa circa una settimana da quel giorno al centro commerciale e il rapporto tra Akito e Sana sembrò raffreddarsi.
Lei cercava di evitarlo il più possibile e ciò non passò inosservato nemmeno agli occhi del loro amici.

Tsu, approfittando dell'ora di ricreazione, si avvicinò al suo amico «Dimmi Hayama, è forse successo qualcosa tra te e Sana?»

«No perchè me lo chiedi?»

«Beh, vi comportate in modo strano, eravate così uniti poi tutt'ad un tratto siete diventati così, come dire, distanti!E non sono l'unico ad averlo notato, anche Aya è della mia stessa opinione»

«E ti pareva che non facessi comunella con la tua tipa»

«Lo sai che con me puoi parlare, potrei darti qualche consiglio, non mi piace questa situazione che si è creata»

Dopo un attimo di esitazione decise di raccontargli di ciò che era accaduto al centro commerciale, senza omettere nessun particolare, sperando che il suo fidato amico potesse aiutarlo in qualche modo, era confuso e aveva bisogno di ricevere un consiglio utile.

«Mmmh capisco...» esordì alzandosi gli occhiali con un dito 
«Beh, è chiaro...» 

«Chiaro cosa? Sputa il rospo Tsuyoshi!»

«E' chiaro che si sia ingelosita nel vederti insieme ad un'altra»

«Ma non mi ascolti quando parlo?Lei mi ha detto che era felice per me, questo significa che non è gelosa»

«Ah Akito Akito!Ma cosa prentendevi? Che confessasse di provare qualcosa per te pur sapendo che hai un'altra?»

Boccheggiò alla ricerca di una buona risposta che però non arrivò.
Possibile che avesse ragione?

«E..tu?»

Lo guardò confuso «Io cosa?»

«Cosa provi per Sana?»

«Non lo so... in questo periodo sto provando strane sensazioni quando le sono accanto»

«Non parli di "quelle sensazioni" vero?»

Ghignò malizioso «Anche!»

«Sei il solito pervertito...»

«Comunque penso di provare qualcosa per lei...ma non ne sono sicuro, non vorrei illuderla e poi c'è Fuka...»

«Pensaci bene Akito, io sono convinto che tu provi qualcosa per quella ragazza, da quando è comparsa sei diventato un altro, in positivo intendo e comunque...»

«Cosa?»

«A me quella Fuka non è mai piaciuta...»

«Lo sospettavo»


«Ragazzi scusate se vi interrompo avete per caso visto Sana?» gli chiese Hisae, avvicinandosi a loro.

«E' uscita prima da scuola per via di un impegno, perchè?»

«Ha dimenticato qui il suo quaderno di matematica»

«La solita sbadata»

«Vabbè glielo darò dom...»

«No no aspetta, glielo darà Akito»

«Eh?Perchè io?»

Si avvicinò al suo orecchio «Prendi e zitto ti spiegherò dopo» bisbigliò, stando ben attento a non farsi sentire da altri.

Hisae fece spallucce «Come volete, ecco a voi il quaderno» concluse, porgendoglielo ed allontanandosi da lì.


«Ecco se n'è andata, ora dimmi cos'hai in mente»

«Sana ti sta evitando giusto?Bene ora hai un occasione per vederla, la incontrerai per darle il quaderno, e coglierai l'occasione per parlarle»

Ci pensò su qualche secondo, massaggiando il mento con fare pensieroso «L'idea non è male-

«Dizionario Hayama: "L'idea non è male"= è un ottima idea, grazie Tsuyoshi non saprei come fare senza il tuo prezioso aiuto, dovrei farti una statua d'oro»
Inarcò un sopracciglio «Ok, ora stai esagerando»


 
POV. SANA:
 

Allora, la situazione è questa: Fuka è la ragazza di Akito e io credo proprio di essermi innamorata di lui, però forse posso accettarlo. Amo Aki ma posso affrontare questa situazione...credo.
Aaaaah che confusione, ma con tutti i ragazzi che esistono sulla faccia della terra, proprio del mio migliore amico dovevo innamorarmi?
->Sana sei stata friendzonata!<-
Basta, non voglio più pensarci, sarà meglio che esca a prendere una boccata d'aria, devo distrarmi, ne va della mia salute mentale.


E' proprio una bella giornata, così decido di approfittarne per recarmi al parco,sperando che non ci siano troppe persone.
Arrivo a destinazione e chi trovo seduto sulla panchina sotto al gazebo? Hayama. 
La tentazione di scappare via è forte, ma non posso evitarlo ancora per molto, dovrò affrontare la situazione prima o poi. Ho deciso, andrò lì a parlargli.

CORAGGIO SANA!

Mi porto una mano sul petto, cercando di regolare i battiti impazziti del mio cuore.

«C-Ciao Akito anche tu qui»
Perfetto, mi trema anche la voce.

Si volta verso di me «Ah sei tu Sana»

«Aspettavi qualcun altro?»
Forse ha un appuntamento con Fuka...


«No, solo che non mi aspettavo di incontrare proprio te...»

«Perchè dici così?»

«Non so... in questi giorni ti vedo sfuggente, come se volessi evitarmi»

«Ma che dici?Non è affatto vero... è solo una tua impressione»

«Sarà»

«Già...»

«Comunque oggi hai dimenticato il quaderno di matematica in classe»

«Per quanto mi riguarda potevi anche bruciarlo, odio la matematica»

«Lo so ma fra un pò abbiamo la verifica e faresti meglio ad esercitarti»

«V-verifica?» la mia espressione in questo momento deve sembrargli parecchio buffa, visto che sembra alquanto divertito dalla mia reazione «Quale verifica?»

«La settimana prossima abbiamo il compito in classe te ne sei dimenticata?»

Mi porto una mano sulla fronte «Oh my god!»

Si alza dalla panchina «Andiamo a prendere il tuo quaderno»

«Ma la scuola è chiusa a quest'ora»

«L'ho preso io sciocca»

«Sciocca a chi eh? Non ti prendo a pugni solo perchè hai avuto il pensiero di prendere il quaderno tsk» affermo indispettita, alzando il pugno a mò di manaccia.

Mi squadra dall'alto in basso per nulla preoccupato dalle mie parole «Ma non farmi ridere, su andiamo»

Ci incamminiamo verso casa sua in religioso silenzio.
Giunti a destinazione prende le chiavi dalla tasca dei suoi jeans e apre la porta dell'ingresso. Appena entrati ci imbattiamo in una ragazza mora di circa 20 anni, dev'essere la sorella maggiore di Aki.
Ha un espressione molto arrabbiata, osaeri dire furiosa.

«Ah sei tu. Quante volte devo ripeterti che non voglio che tu stia in casa quando ci sono anch'io?» gli urla contro, livida in volto dalla rabbia.

«Smettila una buona volta, sono venuto solo a prendere una cosa e poi esco»

«Sarà meglio per te idiota che non sei altro, non ti voglio in casa, non ti sopporto!»

Sua sorella gli ha appena detto che non lo sopporta...che cosa avrà fatto per meritarsi un simile trattamento?

«E questa mocciosa chi è? La tua amante? Fuka lo sa? Ma certo che non lo sa, sei sempre il solito mascalzone»

«Mocciosa ci sarai te mia cara. E comunque io e Akito siamo solo amici, piuttosto ti sembra il modo di trattare tuo fratello?»

«E tu chi saresti la paladina della giustizia? Se è così devi prendertela con Akito, è lui il mostro, ha ucciso nostra madre!»


Quelle parole mi ricordano qualcosa...

«Ehm... ciao, vuoi giocare alla campana con me?»
«No»
«Perchè no?»
«Non sono affari tuoi»
«Perchè continui a fissarmi?»
«Sembri triste»
«Anche questi non sono affari tuoi»
«Ma sei qui da solo? Dov'è la tua mamma?»
«Io non ho una mamma»
«Ma che dici, tutti hanno una mamma»
«Io la mia l'ho uccisa quando sono nato»
«Beh, io una volta ho ucciso un bruco»
«E tu vorresti paragonare una mamma ad un bruco?»
«No, però so come ti senti. Anche io come te mi sono sentita in colpa per tanti giorni. Ma poi la mia mamma mi ha detto che il bruco sapeva che non l'avevo fatto di proposito e che lui non avrebbe voluto vedermi triste, quindi sicuramente anche la tua mamma ora non vorrebbe che tu stessi male»
«E tu come hai fai a sapere cosa vorrebbe la mia mamma?»
«Perchè sono sicura che tutte le mamme del mondo vogliano bene ai propri figli, ancora prima che nascano»



Ecco perchè era così triste, la famiglia invece di stargli accanto non ha fatto altro che incolparlo facendo aumentare i suoi sensi di colpa...

Stringo i pungi lungo i fianchi, iniziando ad urlare contro «E tu vorresti rinfacciare a tuo fratello un torto di cui non ha colpa? Secondo te come deve essersi sentito Akito in tutti questi anni pensando di essere la causa della morte della madre? Credi che solo tu sia stata male? Pensi che lui non abbia sofferto?
Io sono sicura che tua madre gli abbia voluto bene ancora prima che nascesse, che gli abbia dato la vita per amore e non avrebbe mai voluto che tu lo trattasti in questo modo»

Nell'ascoltare le mie parole rimane impassibile. La conosco solo da qualche minuto e già non la sopporto.

Akito mi afferra per un braccio «Andiamo in camera mia»
Temo che si sia arrabbiato, forse non avrei dovuto rivolgermi in quel modo con sua sorella, dovevo farmi gli affari miei e stare zitta... ma non ci sono riuscita, non potevo restare indifferente di fronte a quelle cattiverie.
Entrati in camera sua sbatte violentemente la porta e abbassa lo sguardo.

Mi avvicino timorosa a lui «A-Akito... scusa per prima, lo so dovevo farmi gli affari miei, sono la solita impicciona...solo che mi ha fatto rabbia il fatto che tua sorella potesse trattarti così... io sono davv...»

«Non devi scusarti...anzi, in tutta la mia vita nessuno aveva preso le mie parti, nessuno si era esposto così tanto per me...»

Restiamo di nuovo in silenzio, ho paura di dire qualcosa di sbagliato, è una situazione delicata e non vorrei rischiare di peggiorarla ulteriolmente.Ad un tratto Akito distoglie lo sguardo dal pavimento e comincia a fissarmi

«Sai una cosa?»

«Cosa?»

«Certe volte mi viene voglia di farla finita...»

Quelle parole mi colpiscono peggio di una doccia gelata.
Senza pensarci due volte, lo colpisco, schiaffeggiandolo sul volto.

Si porta una mano sulla parte in cui è stato colpito «Si può sapere perchè mi hai tirato una sberla?»

«Non devi dirlo neanche per scherzo!La tua mamma si è impegnata con tutta se stessa per farti nascere, quindi anche per la tua mamma impegnati con tutto te stesso nel vivere, hai capito?»

Non risponde, anche stavolta si limita a fissarmi...quegli occhi così belli e così profondi, mi perdo sempre nel guardarli. Già, ma non dovrei farlo, visto che è SOLO il mio migliore amico...

«Grazie...»

«Per cosa?»

«Con le tue parole ancora una volta mi hai fatto capire che non è colpa mia se mia madre è morta, come facesti quando eravamo bambini, ricordi?»


Gli sorrido «Già, mi era tornato alla mente poco fa durante la discussione con tua sorella...»

Un imporvviso rumore di singhiozzi squarcia il silenzio che si era andato a creare tra noi.

«Ma chi è che piange?»

«Mmh?»

«Ascolta!»

«Viene dal salotto»
Lo afferro per un braccio «Andiamo a vedere»

Scendiamo le scale e troviamo sua sorella seduta sul divano mentre piange a singhiozzi.
Si volta nella nostra direzione quando si accorge della nostra presenza «Akito...scusami»

Non posso credere alle mie orecchie...ha chiesto scusa ad Akito?

«Mi sono resa conto di essere stata ingiusta con te, ho sfogato su di te tutta la mia rabbia e la mia frustazione senza capire il male che ti stavo facendo, ti ho fatto soffrire, come ho potuto trattarti così?»

Non gli risponde, ma dalla sua espressione è evidente che sia rimasto sorpreso da quelle parole.

Si avvicina a lui «Potrai mai perdonarmi?»

«Non pensiamoci più,ok?»

«Oh, Akito»

Si getta tra le sua braccia ancora in lacrime, lui inzialmente tentenna ma poi ricambia l'abbraccio. Questa scena mi fa scappare inevitabilmente un sorriso, finalmente il loro rapporto cambierà, in meglio ne sono sicura.

«Io tolgo il disturbo, ci vediamo domani Akito»
Faccio per andarmene quando Natzumi mi ferma

«Sana...grazie, se non era per te io...»

«E' stato un piacere, spero solo che d'ora poi ci sarà più amore e comprensione nella vostra casa»

«Ci sarà te lo assicuro...»

Le rispondo semplicemente con un sorriso. Mi volto verso la porta, e nel mentre posso giurare di aver visto Akito sorridere!
 

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Capitolo 4
*** IV Capitolo ***


POV AKITO:

E' già mattino inoltrato ed io non ho chiuso occhio per tutta la notte.
Il motivo? Semplice, non ho fatto altro che pensare a quello che è accaduto ieri sera: mia sorella Natzumi Hayama, la ragazza con il cuore di ghiaccio che mi ha trattato con disprezzo e odio come se fossi il diavolo in persona da quando ne ho memoria, mi hA chiesto scusa in lacrime.
E' più forte di me, per quanto mi sforzi non riesco a capacitarmene, che si sia trattato solo di unO stupido sogno? Oppure aveva bevuto o fumato qualcosa...ma si, non può esserci altra spiegazione.

Sfuffo sonoramente, quando sento qualcuno bussare alla porta della mia camera.

«Avanti» rimango alquanto sorpreso quando noto che si tratta di mio padre.Sempre se così lo si più definire.
«Disturbo?» mi chiede avanzando verso di me
Mi metto a sedere sul letto «No figurati, dimmi tutto»
«Natzumi mi ha raccontato di ciò è accaduto ieri sera...»
«Questo significa che non si è trattato solo di un sogno e che mia sorella non è un'alcolizzata o drogata»
«Come scusa?»
«Ehm...niente lascia perdere. Piuttosto cosa devi dirmi?»
«Innanzitutto voglio che tu sappia che quello che sto per dirti non è una cosa facile da dire, almeno per me,
quindi ti chiedo gentilmente di ascoltarmi senza interrompermi» dice sendendosi accanto a me sul letto.
«D'accordo...»
«Dunque, dopo che tua sorella mi ha raccontato dell'accaduto ho avuto modo di riflettere sulla nostra situazione. E' chiaro che non siamo una famiglia unita e so che la colpa di tutto ciò è solo mia.
In tutti questi anni sono stato un padre assente che ha messo al primo posto il lavoro trascurando i propri
figli e mi dispiace, mi dispiace davvero tanto Akito. Purtroppo non posso cambiare il passato, ma posso cercare di essere un padre migliore per voi d'ora in poi...»

Boccheggio alla ricerca di una buona risposta «Non so che dire...»
«Non dire niente figliolo, non ce n'è bisogno.Tua sorella mi ha parlato di quella tua amica, Sana, a quanto
pare devo ringraziare lei per avermi aperto gli occhi»
Mi scappa un sorriso, ripensando alle sue parole «Già...»
«E dimmi è la tua ragazza?»
Perchè sento un improvviso calore sul mio volto? «Ma no, è solo un'amica...»
«Strano, Natzumi mi ha detto che il modo in cui vi guardavate non era da semplici "amici"»
«...Beh, si è sbagliata»
«Comunque mi piacerebbe conoscerla, perchè non la inviti qualche volta a cena con noi?»
«Come vuoi...»
«Beh ora scusami ma devo proprio andare a lavoro» si alza, avvicinandosi alla porta.
«Si non preoccuparti, anch'io devo sbrigarmi o farò tardi per le lezioni»
«Ah dimenticavo...» si ferma voltandosi verso di me «D'ora in avanti cercherò di rincasare ad un ora decente, così potremmo cenare tutti insieme come una vera famiglia. Ho chiesto a tua sorella di occuparsi della cena ed ha accettato e credo che stasera si cimenterà con uno spezzatino di manzo...può andar bene?»
«Si, mi piace molto...»
«Bene...allora a stasera, ciao»


Non posso crederci, prima Natzumi ora mio padre...cos'altro devo aspettarmi?
Le sue parole mi hanno letteralmente spiazzato e non soltanto perchè non avevamo mai avuto un vero e proprio
dialogo, ma soprattutto perchè sembrava veramente dispiaciuto per come si è comportato in tutti questi anni.

«Akitoooooo» urla mia sorella, facendo il suo ingresso in camera mia.
«Cosa c'è Natzumi»
«Ma cosa ci fai ancora a letto poltrone, fai presto o farai tardi a scuola»

Da quanto in qua si preoccupa per me?

«Ora mi alzo»
«Su avanti sbrigati! Io vado, ci vediamo oggi. Ah quasi dimenticavo, ti ho preparato il pranzo al sacco, è sul
tavolo della cucina! Ciao!»
«...ciao»

Ma cosa sta succedendo in questa casa? Sono tutti così pieni di riguardi, così premurosi...e devo ammettere che la cosa non mi dispiace affatto, anzi!
Per la prima volta in tutta la mia vita mi sento sereno, felice e ancora una volta devo ringraziare solo una persona per tutto ciò...Sana.
E' incredibile, quella ragazza mi riporta sempre alla vita...
Ora basta con questi pensieri da femminuccia ( a quanto pare Sasaki è contagioso), meglio che mi sbrighi a prepararmi oppure non mi faranno nemmeno entrare.



POV SANA:

«Allora Sana ti stai preparando per la verifica di matematica?»
«Ehm, non ancora...»

Ieri, dopo quanto accaduto a casa di Akito, mi sono completamente dimenticata di prendere il mio quaderno e quindi non ho ripassare gli argomenti di quella noiosa materia.
Spero solo che abbia avuto il pensiero di portarmelo altrimenti sono fregata. Vabbè che lo sarò ugualmente, visto il mio rapporto turbolento con la matematica

«Sei sempre la solita...» mi rimbecca Hisae «Toh guarda c'è un quaderno a terra»
Lo prendo «E' tuo per caso?»
«No»
«Non è nemmeno mio!Spero che ci sia scritto almeno il nome del proprietario così glielo
restituisco» lo apro «Qui c'è scritto "Naozumi Kamura"»
«NAAAAAOOOOZUUUMII KAAAAMUUURAAAA?» urla perforandomi un timpano.
«Hisae! Ma che diavolo ti prende?Perchè urli?»
«Ti rendi conto che hai appena trovato il quaderno di Nazomi Kamura?Il ragazzo più bello dell'istituto?»
«Ma non avevi detto che era Akito il ragazzo più bello dell'istituto?»
«Beh se la giocano»
«Mi puoi indicare chi è così glielo restituisco?Oppure preferisci darglielo tu?»
«I-io?Ma sei impazzita? Non avrei mai il coraggio di avvicinarmi a lui» esclama gesticolando nervosamente.
Roteo gli occhi al cielo «Avanti quante storie! Su dimmi chi è!»
«E' quel bellissimo ragazzo dagli occhi color mare, lì vicino alla finestra....aaaaaah quant'è carino» mi risponde con aria sognante, manco stesse parlando di Orlando Bloom.
Sospiro «Vado e torno»

Mi avvicino a lui e devo ammettere che è davvero molto carino, ma mai quando Akito!
Scuoto appena il capo, cercando inutilmente di rimuovere questo pensiero.Devo smetterla di pensare a lui!

«Ehm, scusa il disturbo»
Si volta verso di me sorridendomi «Ma figurati, dimmi»

«Ho trovato il tuo quaderno e ho pensato di restituirtelo» affermo porgendoglielo
«Non mi ero nemmeno accorto di averlo perso, pensa un pò!» lo prende «Non so come ringraziarti»
«Ma dai per così poco» gli sorrido «Ora scusami ma devo proprio andare, ci vediamo»
«Aspetta, tu conosci il mio nome, ma io non conosco il tuo» «Mi chiamo Sana Kurata»
«Piacere di conoscerti Sana»
«Piacere mio, ora vado la mia amica mi aspetta» faccio per andarmene ma mi frena.
«Ehy ti andrebbe di andare a prendere qualcosa al bar più tardi?»
Sbatto le palpebre più volte «Come scusa?»
«Vorrei ringraziarti per il quaderno»
«Ma ti ho già detto che non ce n'è bisogno»
«Per me ce n'è bisogno invece» «D'accordo allora. Per te va bene se ci vediamo durante la ricreazione?»
«Va benissimo»
«Perfetto! Ci vediamo più tardi allora» lo saluto allontanandomi da lui.

«SAAAANAAA!» mi chiama urlando la mia amica, quando mi avvicino a lei.
«Hisae ma che ti prende? Cos'hai bevuto stamattina al posto del latte?»
«Non fare la finta tonta con me Sana, la conversazione con Nao è durata fin troppo e poi ho visto come ti
guardava» incrocia le braccia sotto al seno «Avanti sputa il rospo, cosa vi siete detti?»
«Ma niente gli restituito il quaderno e lui per ringraziarmi mi ha proposto di prendere qualcosa al bar durante la ricreazione e...»
«COOOOOSAAAA?»
«Ma vuoi smetterla una buona volta? Ci guardano tutti!»
«Ma ti rendi conto che hai un appuntamento con N-A-O-Z-U-M-I K-A-M-U-R-A?»
«Non è un appuntamento e poi non ci trovo niente di speciale»
Rotea gli occhi al cielo «"Il pane a chi non ha i denti"»
«Come scusa?»
«Lascia perdere, su andiamo in classe»


                                                   *            *           *

Durante l'ora di ricreazione, ne approfitto per scambiare quattro chiacchiere con le mie amiche

«Adoro l'autunno, è la stagione che preferisco in assoluto» afferma Aya, affacciandosi alla finestra della classe.
«Io aspetto l'autunno sono per le patate dolci!» esclamo con la bava alla bocca.

Le adoro!

«Possibile che tu pensi sempre e solo al cibo Sana?»
«Che ci posso fare se sono una golosona! Ehy aspetta, se non ricordo male c'è qualcuno di mia conoscenza che compie gli anni in questo periodo» mi picchietto il mento con le dita un paio di volte «Akito sei tu vero?»
«Già»
«Ricordavo bene allora!E dimmi in che giorno? Voglio segnarmelo sull'agenda»
«Il 12 ottobre»
«Ma il 12 ottobre è tra pochi giorni!Dobbiamo organizzare una bella festa!!»
«Ehm...Sana...»
«Non preoccuparti Tsuyoshi, ovviamente sei invitato anche tu»
«Non hai capito... »
«Il mio compleanno cade il giorno in cui è scomparsa mia madre»

Oddio, che figuara!
Avevo completamente dimenticato che sua madre è morta il giorno in cui è nato!


«Ehm...scusami Akito, l'avevo dimenticato» mi gratto la nuca con fare imbarazzato «Quindi suppongo che tu non abbia mai festeggiato il compleanno»
«No infatti. Ogni anno vado insieme a mia sorella e mio padre al cimitero a trovare mia madre»
«Non metto in dubbio che sia un bel gesto, ma un compleanno deve anche essere festeggiato. Ho un'idea, perchè
non organizziamo una festa? Non intendo domani ovviamente,magari a metà fra i nostri due compleanni!Calcoliamo il giorno che sta a metà tra il mio compleanno e il tuo»
«Che razza di idea...»
«Fa silenzio!Allora, io sono nata il 7 marzo, tu il 12 ottobre, non resta cghe calcolare i giorni...ehm, ma come si faaa??» esclamo guardando con confusione il calendario appeso alla parete dell'aula.
«Far fare dei calcoli ad una che possiede il cervello di una gallina non mi sembra il caso...» mi prende in giro.
Avverto una vena pulsarmi pericolosamente sulla fronte «Zitto che ci riesco...vediamo...allora..» resto a fissare il calendario per diversi minuti «Cade il 24 dimcembre!Ma è la vigilia di Natale!Ho un idea, faremo una bella festa dove ci scambieremo tutti i regali!»
«Decide sempre tutto lei»
«Ma è mai possibile che hai sempre da ridire su tutto Hayama?»
«Sana smettila di punzecchiarti con Akito» interviene Hisae «Non avevi un appuntamento?»
«Sana ha un appuntamento?» sbotta incredula Aya,
«Eh già, con...» sorride maliziosa «Nao!»

Dopo aver ascoltato quelle parole, l'espressione di Hayama cambia notevolmente.
Sembra quasi...infastidito.
Ma probabilmente è solo una mia impressione!

«Coooooooosa??? Ma lo sai che sei una ragazza fortunatissima?»

Tsu finge di tossire, visibilmente infastidito.

«Ehm...ma io sono più fortunata di te!Nessuno può competere con il mio zuccherino»
«Smettetela!Non è un appuntamento, prendiamo solo qualcosa al bar»
«Si inzia sempre così»
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH smettetela, smettetela, smettetela!»
«Ma perchè reagisci in questo modo? Non è che già ti piace un altro?»

Sento il sangue gelarsi nelle vene.

«NO!» mi affretto a rispondere «Per niente» mi avvio verso l'uscita «Ora scusatemi ma devo prorpio andare, ci vediamo»


                                                  *             *              *

Intanto, seduto accanto ad un tavolo, fuori al bar dell'istituto, Kamura aspettava la ragazza che aveva incontrato quella mattina con trepidazione.
Non sapeva spiegarsi il perchè, ma c'era qualcosa in lei che l'aveva coplito nel momento stesso in cui aveva incontrato i suoi occhi.
Possibile che fosse stato colpito da un colpo di fulmine.


«Ciao, aspettavi da molto?»

Si voltò, sorridendo quando la vide «Non preoccuparti, sono appena arrivato»
Ricambiò il sorriso, prendendo posto accanto a lui «Meno male»
«Avanti scegli quello che preferisci»
Aprì il menù «Ah che meraviglia, questo bar ha una gran varietà di dolci!»
«Già e sono tutti squisiti»
«Ho deciso, prenderò una fetta di red velvet»
«Ah, finalmente una ragazza che non ordina la solita tisana»
«Fidati non sono affatto quel tipo di ragazza, anzi»
«La cosa non può che farmi piacere!»

Un cameriere si avvicinò a loro «Avete già scelto cosa ordinare?»

«Si, una fetta di red velvet e una al cioccolato»

«Comunque davvero non ce n'era bisogno, in fondo ti ho solo restituito il quaderno»
«Ma figurati, a me fa piacere. Piuttosto nel frattempo perchè non mi racconti qualcosa di te»
«Allora...mmhhh da dove inizio? Mi chiamo Sana, ma questo già lo sai, ho 17 anni e frequento il quarto anno di
questo liceo, sono tornata in Giappione da poco, ho abitato per ben 10 lunghi anni in America. Vivo insieme a
mia madre che lavora presso una casa editrice molto famosa, con il suo manager nonchè mio migliore amico
Rei e la nostra adorata governante di nome Shimura che considero una seconda mamma.E poi...beh, non so che
altro dire! Ora tocca a te!»
Sorrise «Certo, allora anche io come te ho 17 anni e frequento il quarto anno di quest'istituto, abito insieme alla mia famiglia adottiva, e la mia passione è quella di suonare la tromba»
«Wow, suoni la tromba?»
La guardò confuso «Sei rimasta più sopresa della mia passione invece che del fatto che sia stato adottato?-
«Personalmente non ci trovo nulla di strano, anche mia madre è stata adottata. Si può essere figli di qualcuno anche se non c'è un legame di sangue, l'importante è che ci sia l'amore»
«Già...» -Eh si avevo ragione, è proprio diversa dalle altre-

«Ecco a voi il vostro dolce» affermò il cameriere posando i piatti sul tavolo.
«Grazie»
«Ahhh che bontà!» esclamò addentando un bocconte
«Concordo, questo bar fa dei dolci davvero buoni! Posso chiederti un'altra cosa?»
«Certo»
«Sei impegnata?»
«Ehm...no, perchè?»
Fece spallucce «Semplice curiosità»
«E tu invece?»
«Nemmeno io»
«Strano»
«Perchè?»
«Beh, ho saputo che hai una certa popolarità tra le ragazze, quindi trovo strano che tu non sia impegnato»
«Non posso negarlo, ma non sono il mio tipo le ragazze-cagnolino»
«Eh beh ci credo!»


Dopo aver consumato il dolce ed aver scambiato quattro chiacchiere i due si salutarono per tornare in classe prima del termine della ricreazione

«Grazie per la compagnia Sana, mi ha fatto davvero piacere chiacchierare con te, spero di rivederti presto»

«Anche a me ha fatto molto piacere! Di sicuro frequentando lo stesso istituto non mancherà l'occasione per rincontrarci!»

«Lo spero»

Gli sorrise, alzando la mano in segno di saluto «Ci vediamo e grazie per il dolce»

Le posò un bacio sulla guancia, facendola arrossire «A presto»

Ancora rossa in volto, si diresse verso la sua classe, dove trovò qualcuno appoggiato vicino alla porta.

«Akito, che ci fai qui?»

Non rispose, si limitò a fissarla con rabbia

«Beh?non si usa più rispondere?»
«Ti sei divertita?»
«Eh?»
Digrinò i denti «Con Naozumi»
«Ah si, abbastanza è un bravo ragazzo»

Strinse i pungni lungo i fianchi. Quella risposta aveva causato un notevole aumento del suo nervosismo.


«Ma si può sapere cosa ti prende?»
«Dannazione Sana non ho niente, smettila di chiedermelo in continuazione» urlò fuori di sè.
Trasalì«Ok come vuoi Hayama!»

Si allontanò infastidita da lui.
Cosa aveva fatto per meritarsi una reazione del genere?
Poco dopo si sentì afferrare per un braccio, si voltò, incontrando i suoi occhi ambrati

«Cos'altro vuoi Hayama?»
Sospirò «Scusami per prima...»

Sgranò occhi e mascella incredula.
Se la reazione si prima l'era sembrata strana, questa lo era ancora di più...Akito che chiedeva scusa era un
evento più unico che raro

«Beh?Ora sei tu quella che non parla...»
«No è che, no niente lascia perdere...andiamo in classe»
«Aspetta...io...ecco..io, volevo, si insomma...come dire...ringraziarti per ieri»
«Prima mi chiedi scusa e ora mi ringrazi? Ma cos'avete tutti oggi? Siete così strani! Ho capito, forse hai
fatto colazione a casa di Hisae e avete mangiato o bevuto qualcosa che vi sta causando questi effetti collaterali!»
Aggrottò la fronte «Eh? Ma cosa diavolo stai dicendo?»
«Inutile che continui a negarlo Aki, non può esserci altra spiegazione!»
«Smettila Sana! Non ti sto prendendo in giro, ho apprezzato veramente quello che hai fatto...stamattina anche
mio padre, dopo aver saputo dell'accaduto è venuto a chiedermi scusa per come si è comportato in questi anni e
mi ha chiesto di invit...»

«Amore!»
La voce della ragazza alle sue spalle gli impedì di continuare.
Si voltò trovandosi davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettato di incontrare lì

«Fuka, ma cosa ci fai tu qui?»
«Ho fatto domanda per frequentare anch'io quest'istituto!Non sei contento?»
«No è che...non me ne avevi parlato»
«Beh, volevo farti una sorpresa!» spostò lo sguardo da lui alla ragazza al suo fianco «Sana, ci sei anche tu...ho forse interrotto qualcosa?»
«No, ma che dici...stavamo solo entrando in classe»
«Ed entrate sempre in classe in questo modo?» rispose sarcastica, riferendosi al fatto che Akito teneva ancora Sana per il braccio, provocando l'immediato distacco tra i due.

«Hayama e Kurata, entrate immediatamente in classe, la lezione è iniziata già da 5 minuti!» li richiamò il professore affacciandosi dall'aula.
«Entriamo subito!»

«Allora a dopo tesoruccio» affermò Fuka prima di stampargli un bacio sulle labbra.
Nell'assistere a quella scena, Sana provò un tonfo al cuore, ma cercò di nasconderlo affrettandosi ad entrare in classe, seguita subito dopo da Hayama.

«Kurata e Hayama, visto che vi siete persi l'inizio della lezione, cercherò di riassumervi quello che ho spiegato al resto della classe. Ma che non si ripeta più!»

I due ragazzi annuirono.

«Dunque, come sapete quest'anno il progetto scoltastico ha come tema principale "l'amore", quindi da oggi in
poi, ogni settimana, o quasi, farò una domanda ad ogni studente, ovvero "Che cos'è per te l'amore?".
So che per alcuni di voi non sarà facile rispondere, dopottutto avete solo 17 anni, ma dopo
aver passato anni a studiare scrittori e filosofi, un'idea ve la sarete pur fatta bene o male, almeno spero.
Inziamo proprio da voi, Kurata e Hayama, cos'è per voi l'amore?»

«L'amore è quello che provo per il karate e per il sushi!» la risata collettiva dell'intera classe non tardò ad arrivare

-Sarò sembrato uno sciocco, ma non riesco ad essere un tipo sentimentale, certi pensieri preferisco tenermeli per me. Certo, non sarò un esperto in materia, ma da come ho potuto constatare dai film smielati che guarda Natzumi, il cuore batte come se prima di allora non sapesse farlo, lo stomaco si contorce, detesti ogni attimo che ti tiene lontano da quella persona, vorresti che il tempo si fermasse mentre sei tra le sue braccia. Ma soprattutto la gioia ti riempie l'anima, ti senti vivo, come se prima di conoscere quella persona non fossi esistito.
In pratica quello che provo ogni volta che vedo Sana...questo significa che sono innamorato di lei? Sono davvero innamorato della mia migliore amica?E' mai possibile?-


«Hayama non cambierà mai» sospirò rassegnato «Kurata mi aspetto una risposta migliore da lei»
«Beh, secondo me l'amore è un utopia, una cosa che ci rende ciechi e illusi, che serve solo a farci soffrire, nulla di più»
«E mi dica, come può essere ad una così giovane età così negativa nei confronti dell'amore?»
«Mi creda, ho le mie buone ragioni»

Il resto della classe rimase spiazzato da quella risposta.

Hayama la fissò perplesso -Questa negatività non è da lei. E poi cosa intendeva dire con "ho le mie buone ragioni"?Che si sia innamorata di qualcuno?E di chi? Kamura? No, non è possibile, si sono conosciuti solo oggi. Beh, cercherò di scoprire qualcosa...-

 

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Capitolo 5
*** V Capitolo ***


Una settimana dopo:

«Buongiorno ragazzi» salutò il professore di letteratura, facendo il suo ingresso in aula.
«Buongiorno a lei prof»
«Dunque, prima di inziare la lezione volevo informarvi del fatto che durante l'assemblea d'istituto svoltasi ieri pomeriggio, io ed altri insegnanti abbiamo deciso di assegnare un compito, ossia una ricerca incentrata sull'amore, ad un alunno di ogni classe, che dovrà esprimere il suo punto di vista sull'argomento, leggendolo davanti all'intera classe una volta concluso»
«Io la trovo un'idea davvero carina»
«Sinceramente non capisco il senso, perchè solo ad un alunno piuttosto che all'intera classe come sempre?»
«Ottima domanda Bill. Vedete, il miglior tema diventerà il discorso di apertura per la presentazione del progetto scolastico che si terrà a fine trimestre e per semplificare la scelta abbiamo deciso di comune accordo di assegnare questo tema solo ad alcuni alunni piuttosto che all'intero istituto»
«E diteci chi sarà l'alunno in questa classe?»
«Ci ho pensato parecchio e alla fine ho deciso di assegnare questo compito alla signorina Kurata»
Sobbalzò dalla sedia «Cosa?E perchè proprio io?»
«Vede signorina, la risposta che mi ha dato durante la lezione precedente mi ha colpito particolarmente, quindi mi sono detto "chi più della signorina Kurata è adatto a svolgere questo compito"?»
Deglutì «Si ma io...»
«Niente ma, la decisione è stata presa. Ah, la consegna è prevista per la settimana prossima»
«Cosa? Non ce la farò mai»
«Suvvia, sono sicuro che svolgerà un ottimo lavoro»
Sospirò «Ne dubito fortemente»
«Chiudiamo qui il discorso e aprite il libro a pagina 77»


Durante l'ora di ricreazione, Hisae ed Aya, si avvicinarono a lei.

«Complimenti Sana, quello che ti è stato assegnato è un compito davvero interessante»
«Se lo trovi così interessante sono disposta a cedertelo volentieri Aya»
«Non dire così, sono sicura che svolgerai un tema a dir poco stupendo»
«Che dirti, grazie per la fiducia»
«Cambiando argomento mi hai riportato il libro di geografia?»
«Si ma certo, è qui sotto al banco» quando lo prese, notò un bigliettino che cadde vicino suoi piedi. Lo prese «E questo cosa significa»
«Avanti aprilo!Sono curiosa di sapere cosa c'è scritto»

Fece come l'era stato chiesto:

"Cara Sana,
ti aspetto nel cortile
subito dopo le lezioni"

«Chi te l'ha scritto??»
«Non ne ho idea, non c'è scritto il mittente»
«Un ammiratore segreto! Prima Naozumi e ora lui, ma perchè tutti a te?» incrociò le braccia sotto al seno «La vita è ingiusta!»
«E ora cosa centra Naozumi?»
«Suvvia non fare la finta tonta, ormai ne parla tutta la scuola»
«Ma di cosa stai parlando?»
«Vorresti negare che in quest'ultimo periodo trascorrete molto tempo insieme?»
«Si è vero ma non ci vedo nulla di strano»
«Scommetto che avete un appuntamento anche per oggi»
Trasalì «E tu come fai a saperlo?Che fai mi spii?»
Sorrise maliziosa «Vedi? Lo sapevo!»
«Smettila di farti film in testa degni di premi oscar, mi ha semplicemente chiesto di aiutarlo a scegliere un regalo per il compleanno della madre»
Hisae fece un gesto annoiato con la mano «Si certo...»
«Quando fai così mi viene voglia di colpirti ripetutamente con il piko fino a farlo rompere»
«Suvvia, non fare la finta offesa!In fondo lo sai anche tu che date quest'impressione, ormai sembra aver preso il posto di Akito»
«Hisae!» la richiamò Aya.
«Che c'è?Ho solo detto le cose come stanno, da quando quell'ochetta si è trasferita nel nostro istituto, lei e Hayama si parlano a stento!»

Effettivamente nei giorni che seguirono il trasferimento di Fuka, Akito e Sana avevano passato sempre meno tempo insieme.
Invece l'amicizia tra lei e Kamura non faceva altro che crescere sempre più e tutto ciò causava numerosi pettegolezzi, del tutto infondati, sul loro "presunto amore".
Sana trovava Nao davvero simpatico e gentile a discapito della nomita poco raccomandabile che portava all'interno dell'istituto, forse messa in giro da ragazze rifiutate da lui, mentre il ragazzo cominciava a provare un interesse verso di lei, un interesse che andava ben oltre la semplice amicizia e non perdeva l'occasione per stare in sua compagnia.

«Beh si, è vero...in questo periodo il rapporto tra me e Akito si è raffreddato parecchio» esclamò dispiaciuta.
«Dicci, avete per caso discusso?»
«No, non è questo, il fatto è che...»

La conversazione venne interrotta da una furia scantata che entrò in classe gettandosi tra le braccia di un Akito ad dir poco esasperato a causa di tutte quelle attenzioni ricevute in pubblico.Chi poteva essere quella furia se non la nostra adorata Fuka Matsui?

«Ecco, parli del diavolo e spuntano le corna»
Hisae roteò gli occhi al cielo «E' più forte di me, io a quella lì non la sopporto»
«Perchè no?»
«Non so, ha qualcosa che non mi piace»
«Sai, anche Tsuyoshi dice la stessa cosa, io invece la trovo simpatica. Lei e Akito sono usciti spesso insieme a me e al mio biscottino e non si è mai comportata male nei miei confronti»
«Sarà...a te sta simpatica Sana?»
«Beh...non lo sò..cioè non la conosco bene per giudicarla»
«Ehy, guarda stanno venendo da questa parte!»
«Spero che inciampi e batti la testa sul banco»
«Zitta Hisae, potrebbe sentirti»

«Heilà ragazze»
«Fuka» la salutarono freddamente
«Certo che appena hai un pò di tempo libero subito ne approfitti per correre da Hayama eh?»
«Che ci posso fare se non riesco a stare lontano dal mio amoruccio»
«Smettila di stritolarmi Fuka...» esordì scocciato, mentre cercava di liberarsi dalla presa.
«L'altra sera non mi sembrava che ti dispiacesse così tanto» gli rispose con tono malizioso.

Sana si alzò «Scusate ma devo proprio andare a cambiare l'acqua ai fiori, mi è stato assegnato questo compito e non posso non rispettarlo»
«Vai pure Rana...ehm, volevo dire Sana»
La fulminò con lo sguardo «Da dove ti è uscito il nome Rana?»
«Non c'è bisogno di alterarsi, ho solo confuso una lettera»
«Che non si ripeta più» ringhiò indispettita.
«Ma come siamo simpatiche oggi!»

Dopo averla letteralmente incendiata con gli occhi, girò e tacchi e uscì dalla classe con il fumo che le usciva dalle orecchie per la rabbia.
Appoggiò il vaso sulla sua testa e si diresse verso il bagno

-Rana?RAAAAAAAANAAAAAA?Ma da dove diavolo gli è uscito?!è chiaro che l'abbia detto solo per infastidirmi, non può esserci altra spiegazione!-

Mentre pensava a ciò qualcuno che correva per i corridoi le andò a finire addosso causando la sua caduta e quella del vaso, che miracolosamente non si era rotto.

«Ehy tu!Ma lo sai che è vietato correre per i corridoi?»
«Ehm scusami ma vado di fretta» le rispose il ragazzo, continuando a correre.
«Aspetta, almeno dammi una man...troppo tardi è già andato via»
«Ti serve una mano?»
«Eh?Ah sei tu Akito, beh si, un aiuto non mi dispiacerebbe»
«Come mai avevi quel vaso in testa?»
«Mi sembra di averlo già detto in classe, questo trimeste mi è stato assegnato il compito di...»
«La mia domanda era un'altra, perchè lo tenevi in testa?»
Si strinse nelle spalle «Mi andava di portarlo così»
Alzò gli occhi al cielo «Sempre più strana tu!»

Si limitò a rispondergli con una linguaccia, dopodichè entrarono in bagno per sciacquare gli strofinacci che avevano utilizzato per pulire il pavimento e riempire il vaso d'acqua.

«Non mi hai detto come mai sei uscito dall'aula, avevi anche tu qualche commissione da fare?»
«No, è che non ce la facevo più a subirmi tutte delle smancerie da parte di Fuka e quindi sono scappato via prima che mi venisse il diabete»
«Strano non sembrava che ti dispiacessero...anzi» ironizzò, cercando di nascondere il fastidio che provava.
«Cambiando argomento, pensi che ce la farai a svolgere il tema entro il termine stabilito?»

-Ha glissato sull'argomento con molta abilità.Ma per quale motivo l'ha fatto? Forse non gli va di parlare della sua vita sentimentale...cosa darei per sapere come stanno le cose tra di loro...se ci tiene davvero a lei...-

«Beh non lo so, ci provo»
«Tentar non nuoce»
«Già...Sai una cosa Akito?»
Si voltò per guardarla «Cosa?»
Gli sorrise «Mi mancava scambiare quattro chiacchiere con te»
Voltò il viso dall'altra parte «Già...»
«Spero che il nostro rapporto possa tornare come quello che avevamo fino a poco tempo fa»
«E perchè mai?Non mi sembra che tu sia a corto di "amici"»
Ci mise qualche secondo, per capire a cosa si stesse riferendo «Ti riferisci a Nao?Beh si, in questo periodo siamo diventati buoni amici, ma non centra nulla anche tu sei mio amico»
«Vorresti farmi credere che siete solo amici Rana?»
«Beh si...ehy aspetta, come mi hai chiamata?»
Inarcò un sopracciglio «Come ti devo chiamare?Sana!Oppure hai cambiato nome?»
«No, tu non hai detto Sana, hai detto Rana confessa!» affermò puntandogli l'indice contro.
«Davvero ti ho chiamata così?»
«Già, mi hai offesa!»
«Beh, non era mia intenzione offenderti, forse è stata l'influenza di Fuka»
«Certo, è ovvio, hai lo stesso modo di prendere in giro della tua fidanzata»
«Non volevo prenderti in giro e poi Fuka non è proprio la mia fidanzata»
«Comunque sia non osare mia più chiamarmi Rana, e questo vale anche per la tua fidanzata o quel che sia!La considero un'offesa, quindi che non si ripeta più, sono stata abbastanza chiara?» gli urlò contro furiosa, prima di girare i tacchi ed allontanarsi da lì, senza aspettare che una risposta.

La guardò allontanarsi da lui «Ma che le preso?Che bisogno c'era di arrabbiarsi così?»


* * *


Una volta terminate le lezioni, Sana si precipitò nel cortile dell'istituto per scopire chi fosse stato a scrivere quel bigliettino.
Per un attimo aveva sperato che fosse da parte di Akito, ma aveva cancellato subito quell'ipotesi, visto che era troppo impegnato a stare con la sua "dolce metà".
Arrivata nel luogo dell'appuntamento vi trovò un ragazzo bassino, con i capelli neri e le sopracciglie unite, il cui viso divenne di un rosso accesso appena vide la ragazza avvicinarsi.

«Ciao!» lo salutò «Sei tu che mi hai scritto il biglietto?»
«S-si, grazie per essere venuta.Mi chiamo Isidoro e volevo dirti che...tu mi piaci molto!»
«Ti piaccio?» arrossì vistosamente a cuasa di quell'inaspettata dichiarazione «Ma se non ci conosciamo nemmeno!»
«Io ti conosco fin troppo bene, ti ammiro ogni giorno»
«Vuol dire che sei una sorta di stalker?!»
«Ma no, che dici!Sana io volevo chiederti...si insomma...ti andrebbe di uscire con me?»

-E adesso che cosa faccio?Ha detto che gli piaccio e rifiutare senza motivo non è gentile, ma io non me la sento, non voglio uscire con lui!Aiuto, aiutooo!!Qualcuno mi dica cosa devo fare!!-

«E' vero quello che si sente dire in giro, che Naozumi Kamura è il tuo ragazzo?»
«Cosa?Ma chi te l'ha detto?»
«A dire il vero ne parla per tutta la scuola» respirò profondamente «Ascolta Sana, se è vero quello che dicono, che lui è il tuo ragazzo, io lascio perdere»
«Eh?Lasci perdere?Ho capito bene?»
«Si...»

-Se gli confermo i pettegolezzi riguardanti me e Kamura ha detto che lascia perdere, non può esserci altra soluzione, gli dirò che sono la ragazza di Nao!-

«E' tutto vero, io e Nao ci frequentiamo!»
Si portò le mani sul viso con fare disperato «Povero meeee»
Chinò il capo «Mi dispiace»
«D'accordo allora ti lascerò in pace, ma non smetterò mai di amarti Sana.Ti auguro di essere felice» disse prima di correre via
«Hey Isidoro aspetta!»
«Ti prego lasciami andar...» prima che potesse terminare, andò ad urtare contro il tronco di un albero «Ahij che dolore»
«Volevo dirti che c'era l'albero...»
«Che figura, che figura» urlò correndo via da lì.

«Ciao Isidoro, ciao...»

Intanto poco distanti da lì, gli altri componenti del gruppo stavano varcando l'uscita dell'istituto mentre chiacchieravano del più e del meno

«Hisae come mai Sana non è con te?»
«Aveva una sorta di appuntamento»
«Con Naozumi immagino»

Hayama storse il naso infastidito.

«Eh no, cioè si, con lui ha un appuntamento nel pomeriggio.Ora invece doveva vedersi con un "ammiratore segreto"»
«Caspita!La nostra Sana riesce sempre a fare colpo»
«E ci credo, è così carina!» affermò Sasaki «Anzi se vogliamo dirla tutta è prorpio bo...»
«Pasticcino...» la chiamò con tono minaccioso Aya
«Ehm...ma mai quanto te sfogliatella»
«Guardate quel ragazzo, ha tutta la faccia sporca di sangue!» asserì Hiase indicandolo.
«Ma quello è Isidoro»
«Lo conosci Fuka?»
«Si, è in classe con me»
«Poverino, andiamo a vedere cosa gli è successo»
Si avvicinarono a lui, intento a ripulirsi il viso con dei fazzoletti.
«Isidoro, ma cosa ti è successo?»
«Oh ciao Fuka...no, niente...non è successo niente»
«Avanti parla, sei tutto sporco di sangue, dobbiamo subito portarti in infermeria!»
«Ma io...»
«Niente ma, su andiamo»
«D'accordo...»


Dopo che fu medicato accuratamente, uscirono dall'infermieria

«Allora?Ci vuoi dire cosa ti è accaduto?»
«Beh, ecco...io ho incontrato Sana»
«Sana?E cosa ci facevi con lei?»
«Le ho dato appuntamento in cortile poco fa»
«Allora sei tu l'ammiratore segreto!»
«Beh non più "segreto" ormai...»
«Ed è stata lei a ridurti così?Ti ha colpito con il suo piko?»
«No...è stata colpa mia...dopo avermi confessato di frequentarsi con Naozumi Kamura sono scappato via e sono andato ad urtare contro un albero»
«COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAA?»
«Sana è innamorata di Nao?»
«E' confortante sapere che diate più importanza a questo particolare piuttosto che al fatto che sia andato a sbattere contro un albero!»
«Ma stamattina in classe Sana ci aveva assicurato di non essere innamorata di Kamura» affermò Aya, ignorando le sue lamentele
«Beh, forse voleva tenerlo segreto»
«Mi sembra strano...»
«Dicevo che c'era qualcosa tra quei due, passano fin troppo tempo insieme»
«Bisogna ammettere che formano una bella coppia»
«Si ma Sana...»
«Mi fareste un favore?» sbottò improvvisamente Hayama
«Certo...»
«Potreste smetterla di parlare di lei?»
«D'accordo, come preferisci...»

Dopo aver ascoltato quelle parole gli sembrò che il mondo gli fosse crollato addosso.
Non solo la sua migliore amica, del quale era segretamente innamorato, amava un altro, ma aveva anche deciso di prenderlo in giro dicendogli che tra lei e Kamura non c'era nulla se non una semplice amicizia.
Aveva preferito confidarsi con "sopraciglia sporgenti" piuttosto che con lui.Come aveva potuto?
Decise di andarsene, tutte quelle chiacchiere lo infastidivano. Ovviamente venne seguito dalla sua "ragazza-cagnolino" che cercava di capire il motivo di tale comportamento.

«Ma hai visto come ci ha guardati?Sembrava che volesse fulminarci con gli occhi» esordì Aya.
«E' tornato insolente come un tempo...»
«Secondo me qui gatta ci cova»
«Hai ragione sfogliatella. Io penso di aver capito del perchè ti tale comportamento ma non ne sono sicuro»
«Ti riferisci al fatto che è innamorato di Sana?»
Sgranò gli occhi «E-E tu come f-fai a saperlo?»
«Ho due occhi anch'io pasticcino, ho visto il modo in cui la guarda e soprattutto il modo in cui si innervosisce ogni volta che lei e Nao stanno insieme»
«Beh si, in effetti non è difficile da capire»
«Ma non mi spiego una cosa, perchè se è innamorato di Sana sta insieme a Fuka?»
«E' quello che mi chiedo anch'io»
«Forse non ha il coraggio di lasciarla»
Si strinse nelle spalle «Forse...»
«Non ci resta che indagare»
«Ottima idea. Agete 007sfogliatella e 008pasticcino all'azione!»

Aya lo guardò perplessa.

«Facciamo finta che non l'abbia detto ok?!» propose, facendo una risatina isterica.
«Beh si...direi che è meglio»


                                                 *              *             *

«Ciao Naozumi!» lo salutò Sana raggiungendolo nel luogo stabilito per l'appuntamento.
Le posò un bacio sulla guancia «Ciao»
«Aspettavi da molto?»
«Ma no, sono arrivato da appena 5 minuti»
«Considerando che l'utlima volta ti ho fatto aspettare per mezz'ora, vuol dire che sto migliorando»
«Già, guardiamola sotto questo punto di vista!»
«Come mai mi hai chiesto di incontrarci proprio qui invece che al solito posto?»
«Perchè si trova qui il negozio dove avevo pensato di cercare il regalo per mia madre»
«Intendi il negozio di animali?è un'idea davvero originale, io adoro gli animali. Sai mia madre ha uno scoiattolo che porta sempre con se sul suo copricap...»
«Ehm Sana...io mi riferivo al negozio di swarovsky»
«Swarovsky?» i suoi occhi s'illuminarono improvvisamente «Lo adoro!Su andiamo cosa stiamo aspettando» esclamò trascinandolo all'interno del negozio
«Calmati Sana, così mi fai cadere!»



«Guarda questa collana!è a dir poco stupenda!» disse schiacciando il naso sulla vetrina.
«Quale delle tante collane?»
La indicò «Quella con il ciondolo a forma di delfino»
«Hai ragione, devo ammettere che è molto carina»
«Carina?Vorrai dire meravigliosa»
Sorrise divertito «Ok, è meravigliosa»
«Peccato che costa un botto, mi ci vorranno mesi e mesi di paghetta per arrivare a quella cifra»
«Purtroppo questo è il prezzo da pagare per le "cose meravigliose"»
«Non sempre, le cose più belle le riceviamo ogni giorno gratis»
«Ad esempio?»
«Ad esempio l'affetto delle persone care»
La guardò con ammirazione, quella ragazza era davvero speciale «Certe volte mi soprendi Sana»
«Perchè?»
«Possiedi una semplicità che ti rende unica, non ho mai conosciuto nessuna come te»
«Dai così mi fai arrossire!» rispose imbarazzata, per poi volgere nuovamente l'attenzione alla vetrina del negozio «Guarda quella collana non è perfetta per tua madre?»
«Quale?»
«Quella con i swarovsky blu completa di orecchini»
«E' molto bella e poi il blu è anche il suo colore preferito, quindi è perfetta!»
«Allora devo farti la fatidica domanda. Naozumi Kamura, è il ragalo giusto?»
«Si...è il regalo giusto» scosse il capo ridacchiando divertito «Ah Sana...»
«Si?»
«Penso che tu debba passare meno tempo a guardare Real Time»
«E io penso che tu abbia ragione Nao!»

Dopo aver pagato il regalo, Naozumi com'era solito fare, decise di accompagnare Sana a casa.
Durante il tragitto notò che la ragazza aveva un espressione strana, quasi preoccupata

«Dimmi Sana c'è qualcosa che ti turba?»
Trasalì «Ti ho dato quest'impressione?»
«Bhe si...»
Abbassò il capo «In effetti c'è qualcosa, ma non so come dirtelo»
«Su avanti parla, sai di poterti fidare di me»
«Vedi...oggi a scuola un ragazzo mi ha confessato di provare qualcosa per me e io ho...come dire...finto di essere la tua ragazza...»
«La mia ragazza?»
«Scusa, scusa, scusa, scusa, SCUSAAAAAAA!» unì le mani in segno di preghiera «Ma credimi non sapevo come fare per uscire da quella situazione e...»
«Ma non c'è bisogno di chiedermi scusa Sana, la cosa non mi infastisce affatto»
«Dici sul serio?»
«Si, anzi mi fa piacere»
«Eh?»
«Vedi, avrei preferito aspettare un altro pò per dirtelo ma visto che ci troviamo nell'argomento...»
«Dirmi cosa?»
Si fermò, fissandola «Tu mi piaci Sana»
«Anche tu mi piaci Nao, sei un buon amico»
«Io non intendo come amica...ma come qualcosa di più»
Arrossì «Nao io...»
«Sana pensaci su, vorresti essere la mia ragazza?»
«Mi dispiace ma non posso. Cioè non fraintendermi a me piace stare in tua compagnia, ti trovo simpatico, gentile carino...»
«Ma?»
«Ma il fatto è che...c'è già un altro nel mio cuore»
«E potrei sapere di chi si tratta?»
«Si tratta del mio migliore amico»
«Rei?»
«Ma no, che dici...parlo di Akito»
«Ah, Hayama...Capisco...effettivamente il braccialetto che avete entrambi doveva farmi sospettare qualcosa»
«Mi dispiace Nao, io non immaginavo che tu provassi qualcosa per me»
«Non preoccuparti Sana, sto bene davvero» affermò, cercando di apparire il più convincente possibile.
«Sono felice di sapero...»
«Su andiamo, ti accompagno» esclamò tornando a camminare
Annuì seguendolo


                                                   *          *         *

Tornata a casa, decise di smettere di pensare agli avvenimenti di quel giorno e di dedicarsi esclusivamente al compito che l'era stato assegnato.
Aprì il libro di filosofia, alla ricerca di qualche concezione sull'amore.


"L’amore è una grave malattia mentale".

-Inziamo bene...-

"Di tutte le bestie selvagge, la più difficile da trattare"

-Senza ombra di dubbio! Si, ma queste risposte non mi soddisfano granchè, dove potrei cercare altri spunti? Di certo non qui, si ma dove allora?Ho un'idea uscirò per ammirare le coppie felici ed innamorate!è vero sa tanto di "forever alone", ma purtroppo non ho altra scelta-


Scese al piano inferiore, dirigendosi verso la porta d'ingresso «Mamma, io esco»
«Ma se sei appena rientrata»
«Lo so, ma devo fare delle ricerche per un compito che mi è stato assegnato»
«Beh, se vuoi puoi chiedere qualche consiglio a me, chi meglio di una scrittrice di fama mondiale può aiutarti a svolgere uno stupido compito scolastico?»
«Ok, allora dimmi cara mammina, cos'è per te l'amore?» le chiese sarcastica.
«...»
«Allora?»
«Buona passeggiata figliola!»
«Ecco, appunto, a dopo»

Dopo aver camminato a lungo tra le strade affollate di Tokyo, decise di dirigersi presso il suo posto preferito.
Prese posto sulla panchina situata sotto al solito gazebo e si perse nei suoi pensieri

-Dunque facciamo il punto della situazione: in queste due ore in giro per Tokyo ho visto diverse coppie che apparentemente sembravano innamorate, ma questo non mi ha aiutato a decidere cose scrivere.
Per il momento, vista la mia particolare situazione "amorosa", ho un concetto dell'amore totalmente negativo e penso che l'abbiano notato tutti dopo la mia risposta in classe.
Dopottutto non poteva essere altrimenti visto che il ragazzo che amo ama un'altra. O forse non la ama...Ok basta!Non voglio più pensarci.
Cosa darei per tornare indietro nel tempo, diventare piccina e giocare insieme a quei bambini laggiù. Eh già, perchè non c'è niente di meglio che essere bambini, loro hanno la capacità di guardare il mondo con occhi diversi, vedere solo i lati positivi della vita...Aspetta...Ho un idea!*

«EHY BAMBINIIIII! Ho una domanda da porvi!»

                                                       *         *       *

Passarono i giorni, Sana era sempre più impegnata a causa del scolastico e ciò causava la sua lontanaza dal resto del gruppo che non accettava per niente questa situazione

«Sana!» la chiamarono avvicinandosi al suo banco.
«Mmh?Oh ciao ragazzi!»
«Non hai nient'altro da dire?»
Li guardò confusa «Cos'altro dovrei dire?»
«Hai anche il coraggio di fare la finta tonta?In questi giorni non ci hai calcolati minimamente!»
«Avete ragione, vi chiedo scusa.Il fatto è che questo compito scolastico mi sta rubando tutto il tempo libero a disposizione» rispose sorridendo mortificata
«Beh, sei in parte giustificata. A proposito come procede?»
«Abbastanza bene, ma non vi accenno nulla, sarà una sorpresa»
«Potresti dirci almeno qualcosa non credi?»
«Dovrete solo aspettare un altro giorno, la consegna è prevista per domani»
«Non sto più nella pelle, sono curiosissima»
«Sana hai saputo che oggi intervisteranno Kamura, in veste di presidente del consiglio studentesco?»
«Davvero?Non lo sapevo»
«Eh già, manderanno l'intervista in diretta in tutte le classi durante l'ora di ricreazione»
«Wow, non vedo l'ora!»
«Non ci resta che aspettare»
Subito dopo, fece il suo ingresso in aula il professore «Accomodatevi ai vostri posti»




Durante l'ora di ricreazione, in tutte le classi fu trasmessa l'intervista:

«Alunni e alunne, ecco a voi il presidente del consiglio studentesco Naozumi Kamura!»
Sorrise, mandando completamente fuori di testa diverse ragazze «Salve a tutti»
«Salve Nao è un piacere averti qui»
«Il piacere è tutto mio Yuki»
«Dunque, prima di passare alle novità che hai deciso di inserire all'interno del programma scolastico, vorremmo farti qualche domanda sulla tua vita privata, sempre se non ti dispiace ovviamente»
«Per me non ci sono problemi, sono un libro aperto»
«Perfetto, allora procediamo. Si dia il caso che ultimamente girino delle voci sul presunto amore nato tra te e la signorina Sana Kurata, mi dica sono vere?»
«Assolutamente no, io e Sana siamo solo amici»
«Ah si?Allora puoi spiegarci cosa significa questa foto?»

Nella foto in questione, proiettata sul monitor, erano inquadrati Sana e Nao fuori al negozi swarovsky

«C'è chi afferma di aver visto te e Sana intenti a comprare degli anelli di fidanzamento»
«Anelli di fidanzamento?La gente non sa più cosa inventarsi»
«Vorresti negare l'evidenza?»
«Evidenza?Quale evidenza?Io vedo solo due amici fuori ad un negozio»
«Quindi non demordi eh Kamura?»
«Perchè dovrei mentire Yuki?Io e Sana siamo solo ottimi amici e poi lei è innamorata di un altro»
«Ah si?E di chi? Frequenta questo istituto?»
«Beh, ovviamente non posso dire il nome del ragazzo in questione, tuttavia posso darvi un indizio. Sana e questo ragazzo hanno un bracciale uguale con su sritto "Always"»

Nel sentire quelle parole Sana avvertì il sangue gelarsi nelle vene.

«Sana di chi sta parlando?»
«E' vero quello che sta dicendo?»
«Chi è questo ragazzo?»

Senza rispondere alle domande dei suoi compagni di classe, scappò via dall'aula.Era furibonda, come aveva potuto Naozumi fare una cosa del genere?Credeva di potersi fidare di lui e invece sbagliava.
Tra i componenti di quella classe, Sana non fu l'unica ad essere scossa da quella notizia

«Hey Akito!Akito!»
«D-dimmi»
«Hai fatto cadure la lattina d'aranciata a terra, cosa ti è preso?»
«Ah?Ehm...niente.Scusa ma devo andare» detto questo uscì anche lui dalla classe, doveva trovare Sana, doveva chiederle spiegazione, doveva assolutamente sapere la verità e sapeva che solo lei poteva dargliela.





Poco dopo, terminata l'intervista, Kamura uscì dall'aula che era stata utilizzata per la registrazione e si mostrò tutt'altro che sorpreso nel trovare Sana lì intenta ad aspettarlo.

«Ciao Sana»
Si accigliò «Hai anche il coraggio di salutarmi?»
«Cerca di calmarti e parliamo da persone civili»
«La fai facile! Tu saresti contento se qualcuno parlasse pubblicamente di te e della tua vita privata?»
«Beh, ovviamente no»
«Allora perchè l'hai fatto? Io mi fidavi di te!Come hai potuto?»
«Mi dispiace, so di averti fatto un torto ma ho agito d'impluso»
«Ma perchè?»
«Come pensi che mi sia sentito dopo il tuo rifiuto?»
Sussultò «Mi stai forse dicendo che hai fatto tutto questo per vendicarti del fatto che io non ricambio i tuoi sentimenti?Ma quanti anni hai?»
«Te lo ripeto, ho agito d'impulso.Ma ora è inutile piangere sul latte versato, quel che fatto è fatto»
Iniziò a tremare dalla rabbia «Non pensavo che fossi una persona così meschina Nao, mi hai profondamente delusa.Non voglio più avere niente a che fare con te!» gli urlò contro fuoriosa, prima correre via da lì.

-Anche se so di averti fatto male Sana, ti starò sempre vicino. Sperando che un giorno capirai il motivo che mi ha spinto a fare ciò-


Continuava a correre tra i corridoi dell'istituto, incurante degli sguardi confusi dei bidelli e degli altri alunni.
Voleva scappare via da quel luogo, non avrebbe sopportato gli occhi indagatori di tutti gli alunni dell'istituto, le continue domande dei suoi amici e soprattutto non aveva il coraggio di incontrare Akito.
Come doveva comportarsi?Cosa doveva dirgli? E soprattutto lui come aveva preso la notizia?
Mentre si poneva mille domande la sua corsa venne interrotta dall'ultimo ragazzo che avrebbe voluto incontrare in quel momento.
Sana tentò di divincolarsi dalla presa ma con scorsi risultati.

«Akito lasciami andare»
«Smettila di agitarti, tanto non ti lascio andare finchè non mi avrai detto tutto»

Detto questo la bloccò con le spalle contro la parete, impedendole di scappare

«Ma che divolo vuoi da me?»
«Lo sai fin troppo bene Kurata. Cosa intendeva dire Kamura con quelle parole?»
Si morse un labbro, incerta su cosa rispondergli «Io...»
«Voglio sapere da te come stanno realmente le cose. Sana io devo sapere...dimmi la verità ne ho il diritto. Io non voglio credere a quello che dicono tutti gli altri, crederò soltanto a te»

-Vuole sapere la verità...e ora? Cosa devo fare? Negare tutto o confessargli i miei veri sentimenti?-

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Capitolo 6
*** VI Capitolo ***


Innanzitutto volevo ringraziare chi ha messo la mia storia tra
le preferite/seguite/ricordate e chi ha recensito o letto soltanto :)
Inoltre ci tenevo a riferirvi che questo capitolo è quello che
in assoluto mi è piaciuto di meno, ma non so perchè, forse a causa
del troppo caldo e dell'esaurimento causato dagli esami universitari,
non sono riuscita a fare di meglio XD
Cercherò di rimediare nei capitoli che seguiranno ^.^
Detto questo, se vi è rimasta anche solo un briciolo di voglia
per leggere questa storia, vi auguro BUONA LETTURA! ^.^


  


Restarono a fissarsi per qualche intenso secondo, con i volti a pochi centrimetri di distanza l'uno dall'altro, senza proferire parola.
Sana avrebbe voluto dirgli tutto, confessargli finalmente i suoi sentimenti, urlargli contro che l'amava, dirgli quanto si era sentita vuota quando avrebbe voluto stare con lui, ma appena ci provava le parole le morivano in bocca, per quanto si sforzasse non riusciva ad esporsi, forse perchè era consapevole che la posta in gioco era troppo alta.
Dopottutto a cosa serebbe servito dirgli la varità?Lui l'avrebbe sempre e solo considerata un'amica e nulla di più.
Akito dal canto suo voleva a tutti i costi sapere se Sana, come lui, provasse qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia.
Perchè si, si era reso conto, anzi era finalmente riuscito ad ammettere a sè stesso di essere perdutamente innamorato della sua "migliore amica".
Inizialmente pensava che si trattasse solo di una semplice infatuazione, ma poi, con il susseguirsi dei giorni si era ricreduto.
Tutto le piaceva di lei, dalla sua vivacità al suo essere buffa, addirittura trovava piacevoli quei momenti di tachicardia che avvenivano ogni qual volta che lei gli sorrideva.
Sana era l'unica persona che l'aveva sempre accettato così com'era, con i suoi pregi e i suoi difetti.L'unica che pur di vederlo felice aveva fatto di tutto per aiutarlo quando ne aveva bisogno, senza chiedere mai nulla in cambio.
Era riuscita a farsi strada dentro di lui, arrivando fino al suo cuore, come nessun'altra prima di allora.
Ma a causa di una serie ostacoli era stato costretto a sopprimere i suoi sentimenti, fare finta di nulla, sperando che un giorno finalmente sarebbe riuscito a considerla semplicemente come un'amica.
Invece ora le parole di Kamura avevano fatto nascere in lui mille dubbi, e la speranza che tra loro potesse nascere qualcosa.
-Patetico- pensò, eppure anche in quel momento non riusciva a smettere di sperare.

«Akito lasciami andare immediatamente» sbraitò, cercando di liberarsi dalla sua presa.
«No o almeno finchè non mi avrai detto come stanno realmente le cose Kurata»
«Dirti la verità significherebbe mettere a rischio la nostra amicizia è questo quello che vuoi?
«Il fondamento per una buona amicizia è la sincerità Sana, senza di essa che razza di rapporto è?»
«Questo è vero, ma...»
«Niente ma, parla anche perchè altrimenti non ti lascerò andare»
«A meno che non venga qualcuno a salvarmi»
«Hai lasciato il cicalino in classe, non puoi chiamare Rei»
«Dannazione!» imprecò sottovoce.
«Allora?Ti decidi a parlare?»
«Non mi va di farlo, non puoi obbligarmi»
«Smettila di fare la bambina!»
«Senti chi parla, quello che mi tiene incastrata vicino al muro per obbligarmi a parlare»
«Non ho avuto altra scelta»
«C'è sempre una scelta»
«Tipo scegliere di dirmi se quello che ha detto Kamura durante l'intervista corrisponde alla verità»
«Ma si può sapere perchè ti interessa tanto?»

Scocciato da quella conversazione, lasciò la presa, distolse gli occhi da lei per poi posarli sul pavimento.Strinse i pugni con così tanta forza che le nocche erano sbiancate; era nervoso e lo si percepiva chiaramente.

«Sei una sciocca»
«Eh?Una sciocca?Senti tu stupido che non sei altro io...»
«Si, una sciocca. Come fai a non capire che se le parole di Kamura fossero vere le cose potrebbero cambiare? Che finalmente io e te...»
Strabuzzò gli occhi «Io e te cosa?»
«Sai che ti dico? Non importa, lascia perdere» ringhiò, per poi allontanarsi da lei.

Sana restò lì immobile ad osservarlo mentre percorreva il lungo corridoio scolastico.
Non sapeva esattamente il perchè, ma sentiva che in qualche modo a causa del suo comportamento lo stavaperdendo.
In quel preciso momento si chiese se avrebbe mai potuto fare a meno di lui.
La risposta fu semplice: No, non voleva e non poteva.
Cosa poteva dirgli allora per fermarlo, per convincerlo a restare?Due semplici parole le uscirono improvvisamente dalla bocca, era stata una cosa istintiva ma allo stesso tempo sentita e voluta.

«Ti amo...» fu quasi un sussurro ma che, non si sa come, non scappò all'udito di Hayama che si diresse
nuovamente verso di lei.

-Fa che non mi abbia sentito, fa che non mi abbia sentito, fa che non mi abbia sentito- furono le uniche cose che riuscì a pensare mentre Hayama si avvicinava sempre di più a lei.
Giunto dinnanzi al lei si limitò a guardarla dritto negli occhi, mentre il colorito della carnaggione di Sana diventava di un rosso così intenso da far invidia ad un peperone

«E-E ora c-che succede?P-perchè sei tornato indietro?»
«Quelle parole...le ho immaginate oppure l'hai dette per davvero?»

Deglutì. «Q-quali parole?»

-Ma come ha fatto a sentirmi?Cioè lui era lì e io ero qui a diversi metri di distanza. Che abbia un udito più sviluppato rispetto agli altri?Una cosa è certa, Akito Hayama non smetterà mai di sorprendermi-

«Non provare a recitare con me Sana»
«Recitare?E come potrei farlo, non sono mica un'attrice io»
«Bhe, forse in un universo parallelo lo sei»
«Come no, e magari lavoro in un programma televisivo chiamato "il giocattolo dei bambini"»
Affrottò la fronte «Il giocattolo dei bambini?»
«Non so dirti esattamente da dove mi sia uscito questo nome, però mi piace»
«Solo tu potevi...aspetta un momento, non starai mica cercando di cambiare argomento spero»
«Chi io?Ma per chi mi hai presa?» -Sgamata-
«Allora?»
«Allora cosa?»
«Poco fa, mentre percorrevo il corridoio mi è sembrato sentirti dire una cosa...»
«C-cosa?»
Sospirò rassegnato «Lascia perdere avrò immaginato tutto, ci vediamo in classe»
«No, aspetta...non andare»
«Dammi un buon motivo per restare» disse fermandosi ma rimandendo di spalle

-Avanti Sana, se ce l'hai fatta una volta puoi farlo di nuovo.Non fare la codarda!-

«Perchè le parole che hai sentito prima, le ho dette per davvero...non le hai immaginate»

Non credeva che avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo, ma sapeva che dopo quel giorno il loro rapporto sarebbe cambiato ugualmente, quindi cosa le restava da perdere?
Poco distante da lei vi era un Akito a dir poco sorpreso da quelle parole. Dopo essersi voltato si avvicinò a lei, e si limitò ancora una volta a fissarla, come se volesse leggere nei suoi occhi se quelle parole corrispondessero alla realtà.Non riusciva a crederci.
Lei lo amava. Lui l'amava. Allora perchè non provarci?

«Sai credevo che non avrei mai avuto il coraggio di dirtelo, ma è giusto che tu sappia la verità. Ogni volta che ti guardo, che mi rispecchio nei tuoi occhi provo strane sensazioni mai provate prima...perdo completamente la ragione, ho le farfalle nello stomaco, il cuore che batte come mai aveva fatto prima e le gambe iniziano a diventare molli, come se fossero di gelatina e penso che questo sia, si insomma, amore...»

Akito, rapito dalle sue parole non si era nemmeno accorto che si era avvicinato sempre di più verso di lei

«So ora cosa mi risponderai, che hai già un ragazza e che mi consideri solo un'amica e credimi io rispetto la tua decisione, però sentivo che era giunto il momento di dirtelo, non potevo tenerlo ancora dentro e...»

Non riuscì a terminare il discorso poichè le labbra di Akito si poggiarono delicatamente sulle sue.
Inizialmente rimase sorpresa da tale gesto, ma poi si lasciò andare ricambiando quel bacio tanto bramato e atteso. Fu un bacio dolce e casto, ma che esprimeva tutto quello che non poteva essere detto a parole.
Entrambi in quel modo si scambiarono il "ti amo" più sincero che possa esistere.
Si staccarono solo quando dovettero riprendere fiato.
Akito appoggiò la sua fronte su quella di lei e continuò a fissarla intensamente, con uno sguardo magetico e intenso che solo lui possedeva.

«E questo bacio cosa...cioè si, insomma...cosa sta a significare?»
«Significa che anche tu non mi dispiaci»
«Che nel "dizionario Akito Hayama" vuol dire che...»
Si morse un labbro «Che...io...»
«Che tu?»
Arrossì «Si, beh...io...»
«Sei diventato rosso come un pomodoro» esclamò divertita
«Ma cosa dici?Non è affatto vero»
«Si invece, non ti facevo così timido sai?»
«Io non sono timido»
«Oh si che lo sei»
«No che non lo sono»
«Allora dimostralo»
«Io...»

In tutta la sua vita era sempre stato un tipo sicuro di fronte al sesso femminile, aveva avuto così tante ragazze che sapeva benissimo come rapportarsi con loro, ma con lei tutto era diverso.
Di fronte a Sana non riusciva ad essere il ragazzo deciso e sicuro di se che tutti conoscevano, davanti a lei diventava un vero e proprio...come lo definiva lei?Ah si, stupido.

«Con tutti questi "io" sembra che tu voglia imitare il verso dell'asino»
Inarcò un sopracciglio «Il verso dell'asino?»
«Si, perchè l'asino fa "io io io" no?»

Inizialmente la guardò perplesso per poi scoppiare in una rumorosa risata

«E ora si può sapere che hai da ridere?»
«Sei così buffa»
«Io buffa?Ma ti sei visto tu?Tsk!» borbottò voltando per un attimo la testa di lato e gonfiando le guance.
«Si sei buffa, ma è anche per questo che...» fece un profondo respiro per prendere coraggio e poi continuò «TI AMO» disse scandendo bene le ultime due parole.
Questa volta fu lei che dopo aver sentito le tanto attese "paroline magiche" si alzò in punta di piedi e unì le sue labbra a quelle di Akito. Quest'ultimo ricambiò subito il bacio, cingendole la vita con una mano e accarezzandogli i capelli con l'altra.


Le sensazioni che provavano non appena le loro labbra si incotravano, i cuori che battevano all'impazzata come mai prima di allora, gli sguardi che entrambi si dedicavano dopo ogni bacio, tutto ciò sembrava confermare quello che albergava nel loro io più profondo: si amavano alla follia.
Ad un tratto però Sana si staccò da Akito e assunse un'aria triste, quasi preoccupata

«E ora che ti prende?Ho fatto qualcosa che non va?» chiese appoggiando la fronte sulla sua
«No, non è questo...solo che...come la mettiamo con Fuka?Cioè...tu e lei siete fidanzati e...»
«Non siamo fidanzati, usciamo solo insieme»
«E dov'è la differenza?»
«Bhe, non abbiamo una relazione seria»
«Mettila come ti pare, ma comunque non mi sembra giusto nei suoi confronti»
«Le parlo appena ne avrò l'occasione, va bene?»
«E se non la prenderà bene?»
«Non ti nascondo che mi dispiacerà, ma non posso continuare ad illuderla»
«Di certo non sarà un'impresa facile»
«Conoscedola farà di tutto per metterci il bastone tra le ruote»
«E forse ci riuscirà...»
«Forse si, forse no, chi può dirlo»
«Quindi non sei sicuro che tra noi durerà?»
«Sana ascoltami, io garantisco che ci saranno tempi duri.Garantisco che a un certo punto uno di noi,o tutti e due,vorremmo farla finita. Ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mia,lo rimpiangerò per tutta la mia vita. Perchè sento nel mio cuore che sei l’unica per me» (**)
Sorrise «Non ti facevo così dolce sai?»
Ghignò «Sono un ragazzo pieno di soprese, che credi?»
«A quanto pare si!»
«Ora sarà meglio tornare in classe o ci daranno per dispersi»
«Già, hai ragione»
«Su andiamo»

                                                     *           *          *


«Sai Aya oggi avevo pensato di fare un salto in quel nuovo negozio che ha aperto in centro»
«Sai che ci avevo fatto un pensierino anch'io?Dicono che vende roba carinissima e di tendenza»
«Perchè non ci andiamo insieme allora?»
«La trovo un'ottima idea, ti aggreghi anche tu Sana?»
«Sanaaa!»
«Sana, ehy Sana. Terra chiama Sana!»
«Mmmh?Vi serve qualcosa?
«Ma si può sapere cosa diavolo ti prende?Sembra che tu abbia la testa tra le nuvole»
«Perchè dici così?»
«Beh innanzitutto perchè non ti sei accorta che stavamo parlando con te, ma soprattutto perchè hai un espressione da ebete stampata sul volto»
«Sempre gentile tu, vero Hisae?»
«Sincera cara Sana, sincera»
«Smettetela di punzecchiarvi voi due. Piuttosto Sana, non pensi che tu ci debba raccontare qualcosa?»
«A cosa ti riferisci?»
«Guarda che non sono stupida, da quando tu e Akito siete rientrati insieme in classe,vi comportate in modo strano»
Arrossì «Ma c-cosa dici, non è affato vero»
«Suvvia, non negare l'evidenza. Non fate altro che scambiarvi sorrisini o occhiatine, è chiaro che sia successo qualcosa tra di voi» esclamò sorridendo maliziosa
«Dai Sana, confidati con le tue migliori amiche»
«Beh vedete a dir la verità poco fa...»

«Tesoruccio»

Tanto per cambiare Fuka approfittando che non ci fosse alcun insegnante in classe, si precipitò addosso ad Akito, attaccandosi al suo collo.

«Mi sei mancato sai?»

Nel guardare quella scena Sana si incupì visibilmente.
Sentiva qualcosa di fastidioso muoversi dentro di lei, qualcosa che era scattato non appena lei si era gettata tra le braccia di Akito.
Avrebbe voluto andare lì e staccarla da lui con la forza, ma dopottutto che diritto aveva per fare ciò?Nonostante quello che era accaduto tra loro poco fa, era ancora Fuka la sua ragazza, non lei.

«Sana ti senti bene?» le chiese preoccupata Aya «Ad un tratto sei così pallida»
«No è che...niente, non è successo niente, scusate ma ora devo andare» detto questo corse via dall'aula sotto gli occhi confusi delle sue due amiche.
Akito, che aveva assistito alla sua reazione, dopo che con non poca facilità riuscì a staccarsi dalla presa di Fuka, le corse dietro deciso a fermarla e quando ci riuscì la strinse forte a sè.
Sapeva che la scena di poco fa le aveva causato una grande sofferenza e non avrebbe mai voluto che accadesse ciò.

«Akito lasciami andare, è tutto sbagliato, tutto»
«Come puoi definire uno sbaglio quello che c'è stato tra noi?»
«Tu hai già una ragazza e io non avevo alcun diritto di fare quello che ho fatto»
«Ti ho già detto che appena ne avrò l'occasione le parlerò, prima mi ha preso alla sprovvista e non ho potuto farlo...»
«Si può sapere cosa sta succedendo?»
Si voltarono in direzione della persona che aveva appena posto quella domanda «Fuka...»
«Akito, si può sapere cosa diavolo stai facendo?»
«Non vedi?Abbraccio la donna che amo»

A quelle parole sussultò.
Da quando aveva incontrato per la prima volta Sana al centro commerciale, aveva subito capito che tra lei e Akito ci fosse qualcosa e da allora aveva fatto di tutto per allontanarli, per sciogliere quel legame che li teneva uniti, in modo tale che lui si rendesse conto che in realtà era lei la persona giusta per lui.
Pensava anche di esserci riuscita, ma a quanto pare si sbagliava...

«Mi stai forse lasciando?» sussurrò con voce straziata e appena percettibile
«Credimi Fuka mi dispiace. In questi mesi ho provato a ricambiare i tuoi sentimenti, ma per quanto mi sia sforzato non ci sono riuscito. Il mio cuore appartiene e apparterrà sempre e solo a Sana»
«Non pensare che la cosa finisca qui.Me la pagherai Akito, me la pagherete entrambi» disse prima di scappare via in lacrime
«Non pensi di essere stato un pò troppo duro con lei?»
«Può darsi, ma solo in questo modo sarei riuscito a farglielo capire una volta per tutte»
«Se vuoi andare da lei a consolarla puoi farlo, non me la prendo»
«Perchè dovrei?Il mio posto è qui con te, lo è sempre stato»

Detto questo le sollevò il viso in modo tale da incastrare i suoi occhi con quelli di lei, ma quando le loro labbra erano ad un soffio di distanza qualcuno interruppe quel magico momento

«Guardateli sono proprio dei piccioncini»

Entrambi si voltarono e videro la maggior parte dei componenti della loro classe intenti ad assistere alla scena.Inutile dire che ciò portò all'immediato distacco tra loro, che assunsero un espressione "leggermente" imbarazzata

«N'ero sicura, sapevo che prima o poi si sarebbero dichiarati»
«Lo sapevano tutti Aya, era fin troppo evidente»
«E-e voi cosa ci fate qui?» chiese Sana, portandosi le mani sul viso per nascondere il rossore.
«Dopo il vostro strano comportamento di poco fa, abbiamo deciso di seguirvi e abbiamo assistito a tutta la scena»
«Volete dire che eravati lì fin dall'inizio?»
Annuirono «Esattamente»
«Ma come? Non vi abbiamo nemmeno visti»
«E ci credo, eravate troppo impegnati per accorgervene»
«Basta smettetela!Che imbarazzo!»
«Oh su avanti, non fate i timidoni ora»
Akito sbuffò «Che idioti»

Mentre Sana pensava ad un modo per uscire da quella situazione così imbarazzante, notò che tra "gli spettatori", non c'erano solo i componenti della loro classe, ma anche Naozumi.
Quest'ultimo la guardò dritto negli occhi e dopo averle regalato un sincero sorriso si voltò e se ne andò.

«Scusate ma ora devo andare»
«Non ti lasceremo andare così facilmente Sana, o almeno non prima di averti preso in giro come si deve»
«Mi dispiace ma non posso restare, devo chiarire una cosa con una persona» detto questo se andò lasciando gli altri particolarmente stupiti dalla sua reazione. Girò per l'intero istutito alla ricerca di Nao, ma di lui sembrava non esserci alcuna traccia.
L'aveva cercato anche nella sua classe, ma i compagni le avevano riferito che dopo l'intervista non aveva fatto più rientro.
Dopo aver passato alcuni minuti a riflettere su dove potesse essere finito decise di andare sul terrazzo dell'istituto, il luogo dove ogni giorno si incontravano per pranzare insieme e scambiare quattro chiacchiere.
Arrivata a destinazione lo trovò lì con le braccia appoggiate sulla ringhiera, il vento che gli scompigliava i capelli e lo sguardo lontano e pensieroso

«Nao...»

Sentendosi chiamare, il ragazzo si voltò e rimase non poco sorpreso nel trovarla lì

«E tu cosa ci fai qui?Mi sembrava di aver capito che non volessi avere più nulla a che fare con me»
«Ho detto quelle parole durante un momento di rabbia, non le pensavo per davvero»
«Capisco...»
«Dimmi la verità, hai detto quelle cose durante l'intervista per aiutarmi vero?»
Trasalì «Ma come hai fatto a capirlo?»
«Il sorriso di poco fa valeva più di mille parole»
Sorrise amaramente «Sai, avevo capito che Hayama provava qualcosa per te, era impossibile non notarlo e anche se non mi sta particolarmente simpatico ho deciso di aiutarti. Sapevo che le mie parole avrebbe portato ad una vostra dichiarazione»
«Però continuo a non capire perchè tu l'abbia fatto, cioè ieri mi hai confessato di provare qualcosa per me e ora mi spingi tra le braccia di un altro, perchè?»
«Vedi Sana, quando si provano determinati sentimenti per una persona metti la sua felicità prima della tua ed è quello che ho fatto io, anche se questo significa far soffrire me»

Nell'ascoltare quelle parole, calde lacrime rigarono il suo volto.
Si avvicinò a lui per poi stringerlo forte a se «Scusami per come ti ho trattato prima, ma non potevo immaginare che in realtà tu volessi aiutarmi, pensavo che l'avessi fatto per vendicarti dopo il mio rifiuto»
«Non preoccuparti, chiunque avrebbe frainteso.Anzi, mi ritengo fortunato»
«Fortunato?»
«Si, almeno non mi hai colpito ripetutamento con il tuo piko come invece avevo previsto»
«Non ti nascondo che la tentazione era forte»
«Immagino!»
Si sciolse dalla presa «Che ne dici di restare...amici?»
«Certo, amici!» le sorrise «Ora però sarà meglio che tu vada prima che il tuo ragazzo si ingelosisca»
«Già,hai ragione»
«Allora ciao Sana»
«Ciao e grazie, per tutto»
«E' stato un piacere e mi raccomando, sii felice»
«Lo sarò e auguro la stessa cosa anche a te Nao, perchè te lo meriti, davvero»


                                            *             *            *

Al termine delle lezioni, Hayama decise di accompagnare la sua ragazza a casa.
Non l'aveva mai fatto prima d'ora, visto che dopo una lunga giornata scolastica aveva sempre preferito rifugiarsi in camera sua e riposarsi, ma con lei tutto era diverso.
Anche se era stanco, voleva trascorrere più tempo possibile in sua compagnia.


«E' stato carino da parte tua decidere di accompagnarmi a casa»
«Abiti a pochi isolati da casa mia, quindi non mi costa nulla farlo»
«Dizionario Hayama=Per me è un immenso piacere accompagnarti a casa»
Roteò gli occhi al cielo «Tu e Sasaki mi avete stancato con questo "dizionario Hayama"»
«Non è colpa nostra se ci vuole un'attenta traduzione per ogni cosa che dici»
«Cambiando argomento, cosa vi siete detti tu e Kamura prima?»
«Mi ha rivelato che ha detto quelle cose durante l'intervista per aiutarci, sapeva che ciò avrebbe portato ad una nostra dichiarazione»
«Non sapevo che avesse la sfera magica.Gli regalerò un cappello a cilindro per ringraziarlo»
«Ma la smetti di fare l'antipatico?»
«Sono diversamente simpatico Sana, non antipatico»
«Io invece penso che tu sia geloso»
Ridusse gli occhi in due fessure «Io non sono geloso»
«Certo, non sei geloso e non sei timido» ironizzò
«Esattamente»
«Come no. Comunque, nel caso non te ne fossi accorto siamo arrivati»
Fissò la sua abitazione «Ecco la reggia Kurata»
«Non è colpa mia se a mia madre piacciono le case maestose»
«Quindi ora dobbiamo salutarci»
«Non necessariamente, perchè non entri a bere qualcosa?Sempre che tu non abbia già qualche impegno»
Ghignò malizioso «Signorina Kurata non la facevo così diretta»
«Signorino Hayama non fraintenda le mie azioni, è solo un invito a prendere qualcosa da bere, nulla di più»
«D'accordo, dopottutto non ho nulla di meglio da fare»
«Dizionario Hayam...»
«Non osare continuare Kurata»
«Ehm...ok, per questa volta ti risparmio»
«Questa si che è una prova d'amore»

Aprì la porta d'ingresso «Sono tornata»
«Bentornata figliola» spostò lo sguardo da sua figlia al biondino che aveva al suo fianco «E questo bel giovincello chi è?»
«Ehm...un amico, l'ho invitato a bere qualcosa»
Fece un leggero inchino «Il mio nome è Akito Hayama, piacere di conoscervi»
«Oh che ragazzo a modo, ottima scelta figliola»
«Si può sapere da quando in qua inviti i ragazzi in casa?Sappi che la cosa non mi piace per nient...» la predica di Rei, fu interrotta da un "delicato" colpo di piko sulla testa, ovviamente quello in formato gigante.

«Signora Misako si può sapere cos'ho fatto per meritarmi di essere colpito con il piko?» chiese massaggiandosi la parte dolente
«Rei Sagami, smettila una buona volta di essere così protettivo e geloso, Sana non è più una bambina»
«Si ma...»
«Niente ma, piuttosto va in cucina e riferisci alla signora Shimura di portare loro del the e biscotti»
Sbuffò «Si, signora...»
«Scusatemi ragazzi, ma non posso trattenermi ulteriolmente devo proprio tornare a scrivere il mio nuovo libro "Diavoletto in paradiso", ma voi accomodatevi pure in salotto»
«"Diavoletto in paradiso"?Ma che razza di titolo è?»
Sorrise serniona «Un titolo originale»
«Se lo dici tu mamma...»
«Allora ciao Akito, spero di rivederti presto»
«Lo spero anch'io e grazie signora»
«Chiamami Misako, "signora" mi sa troppo di vecchia zitella»
«V-va bene...»
«Allora ciao ragazzi e mi raccomando fate i bravi!» esclamò per poi allontanarsi con la sua fiammante macchinina rossa

«Ora capisco da chi hai preso» ironizzò Hayama
Sollevò un sopracciglio «Cosa vorresti insinuare?»
«Ma niente, dico solo che in famiglia siete un pò "strani"»
«Beh si, mi duole ammetterlo ma è vero» fece spallucce «Su andiamo in salotto e preparati a gustare i biscotti della signora Shimura, ne rimmarrai estasiato»
«Se lo dici tu»

«Questo salotto è grande quanto la mia casa» commentò guardandosi intorno.
«E' molto utile per organizzare delle feste, tipo quella di metà compleanno che si terrà il giorno della vigilia di Natale»
«Allora facevi sul serio quando hai parlato della festa, pensavo scherzassi»
«E perchè mai avrei dovuto farlo?»
«Beh, con te tutto è possibile»
«In effetti...beh, ora scusami ma vado un attimo a cambiarmi. Questa divisa scolastica non la sopporto, è troppo...»
Ghignò divertito «Stretta?»
«Esatt..aspetto un momento, non mi starai dando della grassa spero»
«Assolutamente no, possiedi solo una cover per gli addominali»
Finse una risata«Ma quanto in qua siamo così simpatici?»
«Da sempre»
«Sei uno studipo!E poi mica sei perfetto tu!»
«Si che lo sono, ma non preoccuparti neanche tu sei male»

Si limitò a rispondergli con una linguaccia prima di salire in camera sua per cambiarsi.
Nel frattempo Akito prese posto sul divano mentre ammirava quella stanza illuminata da grandiosi raggi solari.Dopo un pò sentì qualcuno sedersi accanto a lui, ma non si voltò, sapeva che era Sana.
Tuttavia notò che quest'ultima non proferiva parola, cosa che di certo non era da lei.

-Possibile che si sia offesa per quello che le ho detto prima?Eppure credevo avesse capito che scherzassi.Ah, le donne!-

Con non poca facilità, vista la sua timidezza, allungò la sua mano cercando quella di Sana e quando la prese, un piccolo particolare lo confuse...perchè la mano era così grande?

«Scusami per prima... » disse mentre si voltava nella sua direzione, per poi trovarsi davanti la faccia di Rei confusa quanto la sua.
Nello stesso istante i due, fecero scorrere i loro sguardi fino alle mani intrecciate che, ovviamente, lasciarono di colpo.
Un gelido imbarazzo scese nella stanza, Rei portò una mano alla bocca e si schiarì la voce

«Suppongo che tu pensassi che io fossi Sana...o almeno spero»
«Certo che si, che domande!»
«E dimmi...lei ora dov'è?»
«E' salita in camera sua a cambiarsi»
«Capisco, beh, sarà meglio che vada ho diverse commissioni da sbrigare»
«Ok, la saluto allora»

Rei si avviò verso la porta d'ingresso, ma mentre stava per uscire si fermò restando di spalle

«Ah Akito...»
«Si?»
«Trattamela bene, non farla soffrire. Sana è una ragazza straordinaria e merita solo il meglio»
«Puoi stare tranquillo, farò di tutto per renderla felice»
«Bene...allora ciao» lo salutò per poi uscire, chiudendo la porta dietro di se.

Poco dopo Akito sentì due mani coprirgli gli occhi

«Indovina chi sono?»
«La fata turchina?»
«Ma lo sai che sei proprio simpatico oggi?E' l'amore che ti fa essere così?»
«Guarda che io lo sono sempre stat...»
Non terminò la frase poichè rimase pietrificato dinnanzi a tanta bellezza.
Sana indossava dei stretti jeans che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e affusolate, aveva i capelli raccolti in una coda alta, ma ciò che attirò di più la sua attenzione fu un top striminzito che lasciava ben poco all'immaginazione

«Akito Hayama sbaglio o mi stai guardando il seno?»
Cercò di riprendere un certo contegno «Meline Sana, meline!»
«Razza di pervertito non sono meline»
«Hai ragione, hanno più la forma di una pera, sono perine»
«Io ti ammazzo stupido che non sei altro!»
Disse prima di lanciarsi su di lui per poi iniziare una divertente lotta di sollettico.
Tra loro era così, bastava poco per battitbeccare, ridere, scherzare, proprio come facevano da bambini.

«Ahahahah ti prego Aki smettila»
«Ti arrendi?» le chiese continuando a solleticarle la pancia
«Si...si, mi arrendo ma ti prego smettila di farmi il solletico»
Si fermò, ghignando soddisfatto «The winner is...AKITO HAYAMA!»
«Goditi questa vittoria, perchè sarà l'ultima!»
«Credici Sana, credici»
«La speranza è l'ultima a morire»
«Ma è la prima a prenderti per i fondelli»
«Non sempre...» disse Sana mentre appoggiava la testa sul suo petto, lasciando una frase puramente allusiva, che lui colse subito
«Già, dopo oggi non posso che darti ragione»
«Non mi sembra ancora vero sai?Dopo tutte le sofferenze, dopo tutte quelle notti insonni passate ad inzuppare il cuscino di lacrime, finalmente c'è un noi...»
Si rattristò «Non immaginavo che stessi così male per me...»
«Beh, lo sapevo nascondere bene»
«Ribadisco che secondo me potresti fare l'attrice»
«Ancora con questa storia?»
«Scherzi a parte...posso chiederti una cosa?»
«Certo, dimmi»
«N'è valsa la pena stare così male per me?»
«Certo che n'è valsa la pena. Vedi l'amore è come una...AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH»
«Ma che ti prende?Perchè ti sei messa ad urlare all'improvviso?»
«Il compito per domani!Non l'ho ancora finito»
«Non ti resta che correre in camera tua a finirlo allora, non hai altro tempo da perdere»
«Si ma, mi dispiace lasciarti così...»
«Non preoccuparti, avremo tutto il tempo a nostra disposizione per recuperare»
Sorrise divertita «E' una minaccia?»
«Lascio a te libera interpretazione!Prima che vada però vorrei che tu rispondessi alla mia domanda»
«Troverai la risposta nel compito che presenterò in classe domani»
«Non mi resta che aspettare un altro pò allora»
«Già...»
«Ciao allora...melina» la salutò, per poi unire baciarla con trasporto.
«Ciao...stupido» gli sussurrò ad un soffio dalle sue labbra.


Dopo averlo accompagnato vicino alla porta d'ingresso, si diresse in camera sua per continuare il compito che l'indomani avrebbe dovuto leggere davanti all'intera classe.
In teoria l'intenzione di completarlo c'era, ma in pratica era troppo impegnata a pensare a quello che era accaduto durante la giornata.
Sentiva ancora le sue guance prendere foco, aveva impresso nella sua mente l'immagine di lui che si avvicinava al suo viso, ricordava i suoi occhi, meravigliosamente ambrati e vivi, mentre appoggiava con entrema dolcezza le labbra sulle sue.In quel preciso momento tutti i suoi dubbi, preoccupazioni, incertezze scivolarono via, lasciando spazio ad emozioni uniche, mai provate prima di allora.
Si diede un pizzicotto sul braccio per riprendersi; ora doveva pensare esclusivamente al compito, al resto ci avrebbe pensato l'indomani.


                                                        *        *         *


«Buongiorno ragazzi»
«Giorno Prof.»
Prese posto accanto alla cattedra «Se non erro per oggi è prevista la consegna del suo compito, giusto signorina Kurata?»
«Esatto professore»
«E mi dica, è riuscita a portarlo a termine?»
«Beh si, ma ammetto che non è stato semplice per me. Infatti non sono soddisfatta del risultato»
«Questo sta a me giudicarlo. Prego si accomodi vicino alla cattedra e ci esponga le sue riflessioni sull'amore»
«D'accordo...»

Imbarazzata ai massimi livelli, si alzò dal suo posto e si diresse verso la cattedra.
Era agitata, durante i suoi studi in America non l'era mai capitato di dover leggere un suo compito davanti all'intera classe e il fatto di non essere soddisfatta del risultato peggiorava solo la situazione.
Sentiva un nodo alla gola che le impediva di parlare, ma quando si girò verso Akito, quest'ultimo le sorrise e non si sa come quel semplice gesto riuscì a farle trovare il coraggio sufficiente per sconfiggere la timidezza.
Fece un respiro profondo e iniziò:

«Una delle domande più frequenti, ma allo stesso tempo complicate, che l'essere umano si pone durante la sua vita è: che cos'è l'amore?
Per dare una risposta adeguata ho effettuato varie ricerche, sfogliato libri su libri e mi sono resa conto che la parola
"amore" è una delle più utilizzate nel linguaggio comune, ormai se ne sente parlare ovunque.
Su quest'argomento si scrivono poesie, romanzi, canzoni, eppure sembra difficile dargli una definizione precisa che metta d'accordo tutti.
Ho addirittura cercato un significato obiettivo sul dizionario dove c'era scritto "Affetto intenso, assiduo, fortemente radicato per qualcuno"
Ma una tale frase cosa dice di noi?
Tutte queste definizioni non mi bastavano, volevo sapere di più. Così un giorno al parco, mentre guardavo i bambini giocare allegramente, mi è venuta una sorta di lampo di genio, se così la si può definire e ho deciso di chiedere il significato dell'amore alle creature più pure del mondo: i bambini.
Avete capito bene, i bambini!Anche loro hanno un cuore, fatto di emozioni altrettando incatevoli, disarmanti e devastanti di quelle degli adulti, ma a differenza di quest'ultimi riescono a guardare il mondo con positività e con un'innocenza che non fa distinzioni, non crea pregiudizi e non alza barriere.
Vi riporto qui alcune delle loro risposte:

Koari 7 anni mi ha risposto

"Per me l'amore è quando nonna aveva l'artite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei e aveva l'artite pure lui"

Taro 8 anni invece mi ha risposto

"Quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l'ho lasciato solo tutta la giornata"

Infine Yuri, 6 anni mi ha risposto

"Quando io e il mio amico litighiamo ma subito dopo torniamo a giocare insieme come prima"

Queste risposte mi hanno fatto capire che l’amore ha moltissime forme, esiste l’amore per la famiglia,l’amore per il prossimo,l’amore per gli animali, l’amore per gli amici e non soltanto l'amore per il nostro/a lui/lei.
Ho capito che l'amore è il più bello e il più complesso dei sentimenti e in un certo senso può essere definito come "Il Sentimento", perché in qualche modo racchiude in sé tutti gli altri sentimenti, come la felicità, la tranquillità, l'eccitazione, ma delle volte anche rabbia, paura e dolore.
Quest'ultimi tre a volte sono talmente forti ed assidui che ci fanno sentire annullati, inutili, al punto tale che alcuni di noi vorrebbero non averlo mai provato, perchè per quanto possa essere dura da accettare, l'amore è anche questo.
Dopotutto com'è quel detto? "Non c'è rose senza spine". Infatti credo che la rosa sia il simbolo dell'amore per antonomasia.Non c'è rosa senza spine, non c'è spine senza sangue, non c'è sangue senza dolore, non c'è amore senza spine, sangue, dolore.
Ma allora vi chiederete, perchè nonostante tutte queste sofferenze, l'essere umano si ostina così tanto nel cercare la propria anima gemella con cui condividere il resto dei suoi giorni?
Perchè tutti vogliono arrampicarsi su una rosa?
La risposta è semplice: una volta essersi arrampicati su per la
rosa, perdendo tempo, provando dolore e sofferenza a causa delle spine, si riesce ad arrivare in cima e una volta arrivata lì te ne freghi delle ferite, del dolore, della sofferenza che hai passato, non t'importa più di nulla, capisci che n'è valsa la pena.Perchè nonostante tutto l'amore è una cosa meravigliosa, che si rende vivi, ci rende folli, ci rende migliori, senza di esso nulla più avrebbe senso.»


* * *

(**) Cit. tratta dal film "Se scappi ti sposo" :)
Ps: Nel tema dell'amore (orrendo lo sò, ma ripeto non ho saputo fare di meglio XD) mi sono ispirata anche ad alcune frasi che lessi tempo fa su internet, quando feci una ricerca sull'amore. Il motivo che mi spinse a fare tale ricerca? Non lo ricordo XD è passato troppo tempo XD forse per la tesina per il diploma, quando ero indecisa se portare come argomento "L'amore" O_O

Ok, basta, mi sto dilungando troppo X'D
Grazie per l'attenzione, a presto :*

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Capitolo 7
*** VII Capitolo ***


Il silenzio che si era creato in classe, durante la lettura del compito, venne spezzato da un grande applauso da parte dagli alunni che rimasero affascinati dinnanzi a tali parole.
Sana in quel compito era riuscita non soltanto a dare una propria definizione all'amore, ma anche ad esaltare un sentimento che molti avevano scelto di sopprimere, ignorare, evitare

«Bene Kurata, a quanto pare il suo tema ha riscosso un gran successo tra i suoi compagni»
Sana, si grattò la nuca imbarazzata «Già, anche se a dir la verità non me l'aspettavo»
«Deve imparare ad avere più fiducia nelle sue capacità signorina»
«Ci proverò professore»
«Devo ammettere che la cosa che mi ha stupito di più è il fatto che fino a poco tempo fa definiva l'amore come un'utopia e ora invece lo definisce come un sentimento meraviglioso che ci rende migliori. Mi dica, è forse successo qualcosa che le ha fatto cambiare idea in maniera così radicale per giunta?»
Sentì un improvviso calore sul suo volto «Ecco...in realtà»
«Dovete sapere che il motivo di tale cambiamento è dovuto dal fatto che tra Kurata e Hayama è nato l'amore» sghignazzò Gomi
«Gomi!»
«Cosa c'è ho solo detto la verit...» non terminò la frase che un libro lo colpì in pieno viso
«Hisae sei impazzita?» chiese furioso, massaggiandosi la parte dolente.
«Io impazzita?Ma ti sembra il caso di sbandierare una cosa così privata ai quattro venti?»
«Ma io...»
«Kumagai e Shinichi, smettetela immediatamente o sarò costretto a mandarvi dal preside»
«Si professore, ci scusi»
«Passando a voi Kurata e Hayama, che dire mi fa piacere per voi, anche se ammetto che me l'aspettavo»
Sgranò gli occhi incredula «Se lo aspettava?»
«Certo, sono un professore che presta molta attenzione al comportamento dei propri alunni e di certo non mi sono sfuggiti gli sguardi che vi scambiate di tanto in tanto in classe»
Si portò le mani sul viso «Kami...che imbarazzo...»
«Ora si accomodi pure al suo posto signorina, così che io possa iniziare la spiegazione su Murakami. E complimenti per il suo compito, sono sicuro che verrà apprezzato anche dagli altri docenti»
Fece un leggero inchino «La ringrazio prof»

                                               *         *         *


«Io a quel Gomi non lo sopporto» esordì furiosa Hisae, mentre stringeva l'astuccio tra le mani
«Avanti non è poi così grave. Cioè, ammetto che quello che ha detto mi ha imbarazzata parecchio, però non mi va di portargli rancore per una cosa tanto banale»
Voltò il viso dall'altra parte «Sei troppo buona Sana, quello lì non merita la tua pietà»
«Da come ti comporti sembra che ti abbia fatto un torto»
«E' più forte di me, lo odio, gli spaccherei la faccia a suon di pungi»
«Eppure ero pronta a giurare che tra voi due sotto sotto ci fosse qualcosa»
«Ma cosa diavolo dici Sana?»
«Dico semplicemente quel che penso, vi lanciate sempre strane occhiatine»
«Come se lui avesse il tempo di lanciare delle occhiatine a me, è troppo impegnato con quella sgualdrinella dell'ultimo anno»
Sorrise maliziosa «Sbaglio o c'è una punta di gelosia?»
«Figurati se sono gelosa di quello li...» arrossì lievemente «E poi ho cose più serie a cui pensare»
«Ovvero?»
Sospirò «Vedete, la compagnia teatrale del nostro istituto, al quale sono iscritta sin dal primo anno di liceo, molto probabilmente si scoglierà per via del basso numero di iscritti, ma soprattutto a causa delle pessime condizioni del teatro scolastico»
«Non ci voleva, proprio quest'anno che ci sarà quel concorso che aspettavate da tempo» esclamò Aya dispiaciuta
«Già...»
«Concorso?» chiese confusa Sana «Quale concorso?»
«Si tratta di un'iniziativa del comune della nostra città al quale parteciperanno diversi istituti di Tokyo, ognuno dei quali metterà in scena uno spettacolo teatrale dove vi saranno quattro giudici che sceglieranno, oltre all'istituto vicincitore, anche i due migliori interpreti che vinceranno a loro volta un viaggio d'istruzione in America, dove non soltanto avranno l'opportunità di studiare lì, ma anche di far parte alla rappresentazione teatrale della "Stuyvesant High School", una delle scuole più prestigiose di New York»
«Ma la Stuyvesant High School è la mia vecchia scuola»
«Davvero?Che coincidenza»
«Già, ma non ho mai fatto parte della compagnia teatrale, anche se a dir la verità mi sarebbe piaciuto»
«Questo vuol dire che rimedierai molto presto»
«Cosa intendi dire?»
«La compagnia ha bisogno di nuovi iscritti? Bene, vuol dire che ci iscriveremo anche noi»
«E da quando in qua scegli anche tu per me Aya?»
«Avanti Sana, vorresti negare il tuo aiuto ad un'amica?»
«Beh, no però» ci pensò su qualche secondo «D'accordo mi hai convita!»
«Perfetto, ora non ti resta che convincere Hayama ad iscriversi, io farò lo stesso con Tsu»
«Akito?Ma sei impazzita?Non accetterà mai»
«Su avanti, se gli farai gli occhioni dolci non potrà rifiutare»
«Ci provo, ma non vi assicuro niente»
«Ragazze, io non so come ringraziarvi, ma purtroppo questo non basta, il teatro se ne cade completamente a pezzi e la scuola non ha fondi a sufficienza per ripararlo»
«Già, hai ragione...avevo rimosso questo "piccolo" particolare»
«Avanti ragazze non abbattetevi di già, dobbiamo solo pensare ad un modo per raccogliere i fondi a sufficienza»
«Si, ma come?»
«Io ho un'idea! Come sapete in America sono molto frequenti i balli scolastici, potremmo organizzarne uno qui e utilizzare il denaro che gli studenti useranno per acquistare i biglietti come fondo per riparare il teatro»
«Devo ammettere che quando ti ci metti riesci ad avere delle idee brillanti Sana»
Si portò una ciocca dietro all'orecchio «Modestie a parte sono un genio»
«Ho sempre sognato di andare ad un ballo scolastico»
«Beh, non ci resta che proporlo al resto dell'istituto, sperando che siano tutti entusiasti dell'idea come noi»
«Le ragazze lo saranno di sicuro, chi non ha sognato almeno una volta di partecipare ad uno di quei balli strepitosi che guardiamo sempre in tv»
«Hai ragione Aya! Dobbiamo riferire al più presto la nostra idea al presidente della compagnia teatrale, non abbiamo tempo da perdere»
«E chi sarebbe?»
«Naozumi Kamura»
«Nao?Non lo sapevo. Beh, ci penserò io allora»
«Davvero?»
«Ma certo. gliene parlerò durante la pausa pranzo»
«Ottimo!Non ci resta che sperare allora»
«Incrociamo le dita ragazze»


                                                           *         *        *

Tra chiacchiere, pensieri, spiegazioni e interrogazioni, le ore passarono velocemente, arrivando finalmente alla tanto attesa ora di pranzo.
Sana prese il suo bento dalla cartella, all'interno del quale vi erano diverse specialità giapponesi cucinate dalla signora Shimura, ma mentre stava per addentare un polipetto ripieno, qualcosa o qualcuno la colpì sulla
testa

«Ahij!» si voltò «Akito, ma che modi sono?»
«Kurata sei libera oppure devi ancora spettegolare insieme alle tue amiche?»
«Noi non spettegoliamo Hayama, ci scambiamo semplicemente delle informazioni»
«Come no. Avanti, vieni con me»
«Vuoi farmi rimanere digiuna?»
«Porta il pranzo con te e seguimi, mangeremo in un posto speciale»
«Quale posto speciale?»
«Basta domande e seguimi»

Senza fare troppe storie fece come l'era stato chiesto.
Akito la condusse sul retro dell'istituto, il luogo dove ogni giorno, durante la pausa pranzo, si isolava dal resto del mondo per immergersi nei suoi pensieri e perchè no, anche per schiacciare qualche pisolino senza essere disturbato da nessuno.
Sana rimase piacevolmente sorpresa da quel posto: il giardino autunnale era circondato da maestosi aceri palmati, le cui foglie erano di un arancio splendente, che rendevano il tutto semplicemente fantastico

«Ecco dov'è che scappi durante l'ora di pranzo»
«Già, è il mio posto segreto»
«Se è segreto perchè hai portato anche me qui?»
«Mi faceva piacere condividerlo con te» affermò sedendosi sul prato e appoggiando la schiena al tronco di un albero
«E' stato carino da parte tua» gli rispose sedendosi accanto a lui
«Sai, il tuo compito...non mi è dispiaciuto»
«Mi fa piacere e dimmi, hai trovato la risposta alla tua domanda?»
«Si e devo ammettere che mi ha colpito, non ti facevo così profonda sai?»
«Bhe, il merito è anche tuo, visto che sei stato la mia fonte di ispirazione» disse addentando un raviolo al vapore
«Solo tu puoi mangiare durante un discorso del genere»
«Non sono riuscita a resistere, ho troppa fame»
«Beh non mi resta che farti compagnia allora» esclamò divertito, prendendo il suo pranzo a sacco.


«Sai, io e Aya abbiamo deciso di iscriverci alla compagnia teatrale della scuola»
«Come mai questa decisione improvvisa?»
«Vedi, a causa dello scarso numero di iscritti e delle pessime condizioni del teatro scolastico, la compagnia rischiava di sciogliersi. Così abbiamo deciso di iscriverci, cercando anche di convincere altri alunni e...»
«NO»
«Cosa no?Io non ti ho chiesto nulla»
«So già dove vuoi andare a parare Kurata. Non ci penso neanche ad iscrivermi, levatelo dalla testa»
Incrociò le braccia sotto al seno «Uffa, come sei antipatico»
«Ma rimane comunque il fatto che il teatro è inutilizzabile»
«Abbiamo pensato anche a questo. Chiederemo di organizzare un ballo scolastico, come quelli americani, per raccogliere i fondi sufficienti per ristrutturarlo»
La guardò terrorizzato «Kurata, vuoi dire che sarò costretto a venire ad uno stupido ballo?»
«Certo che si Hayama. A meno che tu non voglia che io ci vada con qualcun'altro»
Si rabbuiò «Questo è fuori questione»
«Allora dovrai venirci tu con me»
Sbuffò sonoramente «Ci mancava solo questo»
«Avanti non fare il solito musone» appoggiò la testa sulla sua spalla del ragazzo. Lui la strinse forte a se, inebriandosi di quel profumo alla vaniglia che gli piaceva tanto.
«Con tutti questi impegni finiremmo per non vederci più tanto spesso»
«Non dire così, il tempo lo troveremo, dobbiamo solo decidere dove e quando»
«Beh, per iniziare potresti venire a casa mia a cena una di queste sere»
«A casa tua?»
«Già, il giorno dopo aver chiarito con mia sorella mio padre mi ha chiesto di invitarti a cena, ma a causa di una serie di episodi, che conosci benissimo, non sono riuscito a chiedertelo»
«Accetto volentieri l'invito, sarò felice di conoscere tuo padre e di avere un incontro più "piacevole" con tua sorella»
«Domani sera per te può andar bene?»
Annuì «E' perfetto»
«Ok allora, stasera avviserò mio padre, ne sarà felice»
«Aki...hai qualche dritta da darmi?Sai, è la prima volta che vado a casa del mio ragazzo a conoscere i suoi familiari e non so davvero come comportarmi. Non vorrei che si facessero un'idea negativa sul mio conto...»
«Sii semplicemente te stessa Sana, sono sicuro che ti adoreranno»
«Beh, lo spero»

Terminato il pranzo restarono abbracciati a lungo in silenzio, fino a quando Sana con uno scatto fulmineo si alzò dal prato, seguita subito dopo da Akito che ormai era abituato agli strani comportamenti della sua ragazza

«Per tutti i Kami, mi ero completamente dimenticata che dovevo parlare con Nao»
«E ti pareva che non c'era sempre quello di mezzo»
«Non dirmi che sei ancora geloso di Naozumi»

Akito le cinse la vita, stringendola a se, si avvicinò al suo orecchio sussurrandole

«Maledettamente geloso Kurata»

Dalle orecchie passò lentamente al collo baciandolo dolcemente. A quel contatto Sana sussultò, si alzò sulle punte dei piedi e iniziò a baciarlo con passione.
Restarono così per interminabili minuti, fino a quanto Akito, con non poca facilità, decise di staccarsi ansante da lei

«Sarà meglio che tu vada o non riuscirai a parlare con Kamura prima del termine della pausa pranzo»
«Già hai ragione, a dopo allora» gli rispose stampandogli un ultimo bacio a fior di labbra per poi correre via alla ricerca di Kamura. Una volta che ebbe trovato quest'utlimo, gli raccontò per filo e per segno dell'idea che aveva avuto qualche ora prima, insieme alle sue amiche per impedire lo scioglimento della compagnia

«E'una splendida idea Sana, mi metterò subito all'opera per organizzare il tutto» esclamò entusiasta
«Sapevo che saresti stato d'accordo!Lo riferirò subito alle altre»
«C'è solo un problema»
«Ecco, lo sapevo. Era troppo bello per essere vero...» «Non è nulla di grave tranquilla, ma vedi a causa del concorso i tempi sono abbastanza ristretti, quindi bisognerà organizzare il ballo il prima possibile»
«Tipo quando?»
«Beh, non so...ad esempio sabato prossimo»
Sgrano occhi e mascella «Mi stai dicendo che abbiamo poco più di una settima di tempo per terminare i preparativi?»
«Già. So che non sarà un'impresa facile, ma non abbiamo altra scelta»
«Hai ragione, beh, vuol dire che ci rimboccheremo le maniche»
«Ce la faremo ne sono sicuro»
«Allora ci vediamo domani con il resto della compagnia per definire i dettagli»
Annuì «Perfetto, a domani allora!»

* * *



Il giorno successivo:

«Sono tornata!Ciao Rei, ciao mamma»
«Ciao Sana» la salutò Rei, mentre poggiava dei bicchiari su un vassoio.
«Ben tornata cara, com'è andata a scuola?»
«Abbastanza bene, anche se siamo stati parecchio incasinati a causa dei preparativi per il ballo»
«Sono sicura che alla fine il risultato sarà strepitoso»
«Lo spero, ora scusami ma devo chiedere alla signora Shimura di aiutarmi a preparare un dolce da portare stasera a casa di Akito»

Una volta che Sana ebbe terminato quella frase accaddero diverse "catastrofi": Il vassoio, con su sopra la tazza di tè, che Rei teneva tra le mani cadde a terra bagnando così il pavimento, la signora Misako che stava girando per il salone con la sua fiammante macchinina rossa, andò a finire contro la parete e Maro rischiò di soffocare con una ghianda

«Tu, SANA KURATA, vuoi cucinare qualcosa?La fine del mondo è vicina...»
«Lo sapevo che le foglioline di the salite a galla non promettevano nulla di buono»
Finse una risata «Siete davvero simpatici...dico davvero!»
«Avanti figliola, non fare l'offesa. Siamo solo stupiti dal fatto che tu voglia imparare a cucinare tutto qui»
«Si si certo...sarà meglio che vada và»
«Mi raccomando non incendiare la casa!»

Cercando di ignorare i loro commenti poco gentili, entrò in cucina «Signora Shimura potrei chiederle un piacere?»
«Ma certo Sana, dimmi pure»
«Ecco...potreste aiutarmi ma preparare un dolce?»
Strabuzzò gli occhi «V-vuoi c-cucinare?»
Gonfiò le guance indispettita «Ma perchè reagite tutti così?Non ci vedo nulla di così sconvolgente in fondo»
«E potrei sapere come mai hai deciso di prepararne uno?»
«Vedete sono stata invitata a cena a casa di un amico e non mi sembra carino presentarmi a mani vuote»
Le sorrise «Hai ragione piccola, beh sarò lieta di darti una mano allora»
«Non so davvero come ringraziarla signora Patricia»
«Hai già pensato a quale dolce preparare?»
«Beh in realtà no...»
«Fammi pensare...che ne dici di un dolce americano?Per loro sarà di sicuro una novità»
Schioccò le dita «Ottima idea, faremo una bella red velvet»
«Mettiamoci al lavoro allora»

«Sana, uova intere non vuol dire con il guscio...»
«Ah...»
«Ora aggiungi lo zucchero...no, quello è sale...» «Sana quella è salsa di soia, non va bene per i dolci»
Sospirò rassegnata «E'ufficiale, sono un caso perso...non ce la farò mai»
«Si che ce la farai...però posa quei gamberetti...»
«Volevo utilizzarli come decorazione»
«Su una torta?»
«Perchè non va bene?»
«No...»
«D'accordo....»

Circa un'ora dopo, finalmente terminò la preparazione della sua red velvet.
Bisognava ammettere che esteticamente non era delle migliori, visto che era particolarmente deforme, ma dopottutto la cosa importante era il sapore, giusto?
Dopo aver ringraziato per la milionesima volta la signora Shimura per il suo aiuto ed aver fatto un bel bagno per pulirsi dalla farina che l'era andata a finire praticamente ovunque, si diresse in camera sua per scegliere cosa indossare quella sera.
Dopo aver passato una decina di minuti a fissare l'armadio, optò per una gonna, una t-shirt color verde acqua con su sopra un cardigan nero e delle ballerine dello stesso colore.

«Allora io vado, ci vediamo più tardi» affermò aprendo la porta d'ingresso
«Buona serata figliola, divertiti! Rei verrà a prenderti alle 22»
«D'accordo, a dopo»

Durante il tragitto non riscì a fare a meno di porsi diverse domande:

Come avrebbe dovuto comportarsi?
Di che argomento avrebbe dovuto parlare?
Li avrebbe avvelenati con il suo dolce?

Era agitata e lo si notava chiaramente.
Una volta giunta davanti alla porta di casa Hayama, fece un respiro profondo e bussò.
Alla porta venne ad aprirla Natzumi, che appena la vide l'abbracciò calorosamente

«Ciao Sana, che bello vederti»
Ricambiò la stretta «C-ciao Nat, anche a me fa piacere rivederti»
«Papà è arrivata! Su accomodati pure Sana, fa come se fossi a casa tua»
«Ti ringrazio»

Entrata in casa, si ritrovò davanti un uomo alto, sulla quarantina, con dei grandi baffi che gli nascondevano gran parte del viso.
Aveva gli occhi di chi ne ha passate tante e il sorriso di chi li ha superate tutte.

«E così tu devi essere Sana»
Aveva una cadenza di voce forte, eppure molto cortese.
Fece un leggero inchino «Si, piacere di conoscerla signore»
«Il piacere è tutto mio, ero molto impaziente di conoscerti»
«Sana ma cos'hai in quella busta?»
«Ehm...ho portato un dolce fatto da me, ma non è venuto tanto bene»
«Suvvia, l'importante è il pensiero»
«Già...»
«Akito è di sopra in camera sua, perchè non lo raggiungi?Vi chiamerò non appena la cena sarà pronta»
«D'accordo, con permesso allora»

Salì le scale che portavano al piano superiore e una volta giunta dinnanzi alla porta della sua camera sentì una musica ad alto volume provenire da lì.
Bussò diverse volte, ma non ricevendo alcuna risposta decise di entrare ugualmente, trovando Hayama disteso sul letto intento a leggere un manga.


Si voltò verso di lei «Kurata, non si usa più bussare?»
«Eh?Cos'hai detto?Non ti sento»

Akito si alzò dal letto per avvicinarsi alla scrivania dove si trovavano le casse ed abbassò il volume, permettendo finalmente la conversazione

«Ho detto non si usa più bussare?»
Si puntò le mani sui fianchi «Ho bussato un paio di volte ma senza ottenere risposta, visto che un certo signorino di mia conoscenza aveva la musica a tutto volume»
«E se mi avessi trovato mentre ero intento a spogliarmi?»
«Beh...di sicuro non avrei assistito a nessuno spettacolo eclatante»
Inarcò un sopracciglio «Cosa vorresti insinuare Kurata?»
«Ma niente, dico solo che con tutto quel sushi che ingurgiti ogni giorno di sicuro non avrai un fisico statuario»
«Ah no?Beh guarda qui allora» esclamò sfilandosi la maglia di dosso, mettendo così in mostra i suoi muscoli ben delineati.Inutile dire che ciò provocò un notevole imbarazzo in Sana che cercò di coprirsi gli occhi con le mani

«Akito ma che diavolo fai!Rimettiti subito quella maglia»
«A questo punto se fossi stata una brava fidanzata, invece di coprirti gli occhi ti saresti spogliata anche tu e mi avresti detto "guarda qui", come ho fatto io» la provocò ghignando malizioso.

A quelle parole l'imbarazzo di Sana si trasformò in rabbia, al punto tale che prese le prime cose che le capitarono a tiro ed iniziò a lanciarle addosso ad Akito, che riusciva ad evitarle abilmente.
Avvicinandosi a lei le afferrò un braccio e la spinse contro la porta, iniziando a baciarla con trasporto

«Sono contento che tu sia qui»
«Se mi dici queste cose non riesco a tenerti il muso»
Ghignò «Lo so»
«Ora però...» arrossì vistosamente «Indossa la maglia»
«Altrimenti non riusciresti a resistermi Kurata?»
«Ma che dici! E' solo che tuo padre e tua sorella potrebbero fraintendere se ci vedessero in questo momento...»
«D'accordo Kurata, farò finta di crederci»
«Smettila di fare l'idiota e sbrigati, così scendiamo giù da tuo padre e Nat»

Indossò la maglia ed aprì la porta «Prego»
Lo guardò divertita «Ma come siamo galanti»
«Non farci l'abitudine, Kurata»
Scoppiò a ridere, contagiandolo.

«Ah, siete qui, stavo giusto vendendo a chiamarvi, la cena è quasi pronta» esclamò Nat vedendoli scendere dalle scale
«Ma cos'è quella roba sulla tavola?» chiese Hayama indicando l'oggetto in questione.
«E' il dolce che ci ha preparato Sana»

Akito piegò la testa e la guardò attentamente, come avrebbe fatto con un compito di matematica complicato

«E quello sarebbe un dolce?»
«Possibile che tu non riesca ad apprezzare niente Hayama?Ah, non ti sopporto!» disse Sana voltandosi di spalle, assumendo un espressione offesa.
Subito dopo si sentì abbracciare da dietro e a quel contatto non riuscì a mantenere il broncio.
Possibile che con lui bastasse così poco per farle ritornare il sorriso?
Purtroppo però quel momento romantico e venne interrotto dal suono di una macchina fotografica

«Nat ma che diavolo fai?» chiese inferocito Hayama.
«Non è una cosa da tutti i giorni vedere mio fratello in questi atteggiamenti così "romantici", dovevo a tutti i costi immortalare il momento»
«Dammi immediatamente quella macchina fotografica»
«Eh no mio caro, è mia e posso farci quello che voglio io»
«Smettetela di bisticciare voi due, è pronto in tavola sedetevi»

Dopo aver terminato la cena ed aver chiacchierato del più e del meno...

«Era tutto squisito, complimenti» si complimentò «Lei è davvero un ottimo cuoco»
«Mi fa piacere che ti sia piaciuto Sana, non ci speravo. Sai, non ho ancora molta maestria con i fornelli»
«Beh, non si direbbe signor Hayama»
«Non chiamarmi signore, chiamami semplicemente Fuyuki»
«D'accordo sig...ehm, volevo dire Fuyuki»
«Ora non ci tocca che assaggiare il tuo dolce»
«Prepariamoci a morire»
«Akito!» lo richiamò Nat «Non dargli retta Sana, sono sicura che sarà buonissima» esclamò alzandosi e servendo le porzioni.

Akito titubante prese una fetta di torta e dopo aver recitato tutte le preghiere che conosceva, diede un morso. E poi due e poi tre...ed infine mise la fetta tutta in bocca.

«Allora com'era?»
«Non male»
Un sorriso compiaciuto comparve sul suo volto «Davvero?»
Annuì.
«Significa che lo trova buonissimo»
«L'avevo immaginato, ormai mi sono abituata a decifrare il suo strano linguaggio»
«Dovresti sapere come parlava da piccolo quando aveva appena tre anni! Ho un video se vuoi...»
«No!»
«Avanti Akito, non c'è nulla di male»
«Ho detto NO!» si alzò «Vieni Sana saliamo in camera mia, prima che io uccida Nat» dopo aver fulminato sua sorella con lo sguardo, ricevendo come risposta una dito medio alzato, Akito trascinò Sana in camera sua.

«Sono stata davvero bene stasera» affermò, stendendosi sul letto al suo fianco.
«Anch'io»
«Mi aspettavo una risposta tipo "Anche a me non è dispiaciuto"» asserì cercando di imitare la sua voce
«Che ci vuoi fare Kurata, sono un'eterna sorpresa»
Si accoccolò sul suo petto «Questo è poco ma sicuro»

Improvvisamente, senza un apparente motivo, Akito fissò Sana e scoppiò in una rumorosa risata

«Si può sapere cos'hai da ridere?»
«Sei una bambina anche quando mangi»
«Eh?»
Si avvicinò ancora di più a lei e con un dito raccolse un pò di crema che si era fermato all'angolo della sua bocca
«Eri sporca di crema alla vaniglia»
Senza rispondergli, prese la mano del ragazzo e raccolse con la bocca la crema che le aveva tolto con il dito. Quel gesto mando il tilt il povero Akito, che dovette raccogliere tutte le sue forze per trattenersi dal saltarle addosso.
Prendendo coscienza di ciò che appena aveva fatto, tentò di giustificarsi e imbarazzata gli disse semplicemente «Scusa...ma quella, era la mia crema e...»

Inutile, per quanto si fosse sforzato non riuscì a trattenersi, si spostò sopra di Sana sorreggendo il suo peso con le braccia e iniziò a baciarla.Furono prima baci puri, casti, delicati, ma che divennero pian piano sempre più passionali. Iniziò ad accarezzarle il seno, baciandole e mordicchiandole il collo, mentre lei, dopo avergli sfilato la maglietta, iniziò ad accarezzargli gli addominali così delineati e perfetti.
Tuttavia, quando la mano del ragazzo scese più in giù, inaspettatamente lo fermò

«Scusa, credevo che anche tu volessi...»
«E' così, però non con tuo padre e tua sorella di sotto...» arrossì «Mi sentirei a disagio,non sarebbe speciale...»

Si spostò nuovamente di fianco a lei e l'abbracciò forte a sè

«Ti va se restiamo abbracciati?»
Annuì sorridendo «Non potrei chiedere di meglio» gli rispose appoggiando la testa sul suo petto.
Restarono in quella posizione a lungo, fino a quando Natzumi venne ad avvisare Sana che Rei era appena arrivato per riportarla a casa.

«Grazie per l'ospitalità, sono stata molto bene insieme a voi»
«Grazie a te per la compagnia Sana, torna quando vuoi»

Dedicò un'ultimo sorriso ad entrambi ed uscì di casa, accompagnata da Akito.
Quest'ultimo le cinse la vita con le mani e l'attirò a sè, ma quando le loro labbra erano ad un soffio di distanza, sentirono il suono di un clacson


«Sana, sbrigati ad entrare in macchina» urlò Rei affacciandosi dal finestrino dell'auto.
«Arrivo!» sospirò «Scusalo Aki, ma come sai Rei è molto geloso»
«Non preoccuparti, recupereremo domani» disse stampandole un tenero bacio sulla fronte
Gli sorrise «A domani»


* * *


Nei giorni che seguirono Sana, Hisae e Aya dedicarono anima e corpo all'allestimento della palestra per il ballo scolastico: Sana si occupava delle decorazioni, Hisae era l'addetta alle pulizie e Aya assegnava i diversi compiti agli altri componenti della compagnia teatrale.

«Mancano solo poche ore al ballo scolastico e siamo ancora indietro con i preparativi»
«Non preoccuparti, sono sicura che riusciremo a terminare tutto in tempo, in fondo dobbiamo solo appendere gli ultimi striscioni»
«A meno che non subentrino nuove problematiche»
«Suvvia, non essere sempre così pessimista Hisae!»
«Piuttosto, perchè non ci prendiamo una piccola pausa?Ho i muscoli completamente indolenziti» propose Sana massaggiandosi le braccia.
«Sono d'accordo, dopottutto in queste condizioni non riusciremo a fare un buon lavoro»
«Già, avanti sediamoci su quegli scalini»

«Avete deciso quale abito indossare per stasera?»
«Io indosserò un abito cucito da mia madre» esclamò entusiasta Aya «Sapete, lei è una sarta e mi piace l'idea di indossare qualcosa fatto con le sue mani»
«E' stato un pensiero carino da parte tua»
«Già e devo ammettere che il risultato è davvero fantastico»
«Io invece indosserò un abito che comprai tempo fa a Manhattan, è il mio preferito ma non ho avuto mai l'occasione per indossarlo»
«E tu invece Hisae?»
«Non ho comprato nessun vestito, visto che molto probabilmente non verrò al ballo»
«Cooooooosa?» urlarono le altre due in coro «E perchè mai?»
«Stiamo organizzando tutto questo e alla fine ci dai buca?»
«A differenza vostra io non ho un accompagnatore, non mi va di fare "forever alone" in mezzo alla pista»
«Non credo che sarai l'unica ad essere senza accompagnatore. Sai, durante i balli scolastici a cui ho partecipato in America sono sempre andata in compagnia delle mie amiche, mai con un ragazzo»
«Davvero?»
«Ma certo, il mio intento era quello di divertirmi, scatenarmi sulla pista, quindi perchè avrei dovuto rinunciare ad un occasione come quella per via di un ragazzo?»
«Sai che ti dico? Mi hai convinta!Ma resta comunque il fatto che non ho nessun abito»
«Una volta che avremmo terminato i preparativi verrai a casa mia, ti presterò io l'abito per stasera»
«Grazie Sana, sei davvero un amica»
«E poi chi lo sà...magari troverai il ragazzo dei tuoi sogni proprio al ballo»
«Smettila Aya!Piuttosto pensa al tuo "dopo ballo", invece di fantasticare sulla mia vita sentimentale»
Sana le guardò confusa «Il dopo ballo?E che cos'è?»
«Ma come, proprio tu non sai che cos'è?»
«Io ho sempre e solo partecipato a ballo, non al dopo ballo, a quest'utlimo non mi hanno mai invitata»
«E ci credo, visto che come hai detto non hai mai avuto un accompagnatore» disse Aya ridacchiando sotto i baffi.
«E cosa centra l'accompagnatore ora?»
«Come tutti sanno, tranne te a quanto pare, dopo il ballo scolastico le coppiette terminano la serata con...come dire, la fatidica "prova d'amore"»

Nell'ascoltare quelle parole assunse diverse gradazioni di rosso.

«Dal tuo colorito mi sembra di aver capito che tu e Akito non avete ancora fatto nulla»
«A dir la verità stava per succedere qualche giorno fa...ma poi mi sono bloccata»
«Non ti sentivi pronta?»
«Non in quel momento e soprattutto non in quel luogo. Eravamo a casa sua con il padre e la sorella al piano di sotto e...diciamo che non me la sono sentita. Volevo che la nostra prima volta fosse un qualcosa di unico e speciale...»
«Hai perfettamente ragione, in quel contesto non sarebbe stato magico»
«Già...»
Beh, avrai modo di recuperare stasera»

Imbarazzata da quel discorso si alzò di scatto dallo scalino dov'era seduta e cercò di cambiare immediatamente argomento

«Sarà meglio riprenderei i preparativi o non riusciremo mai a terminare in tempo»
Risero divertite «Messaggio ricevuto Sana!Avanti, rimbocchiamoci le maniche»


                                                         *            *            * 

«Vieni Hisae, accomodati pure» esordì Sana aprendo la porta d'ingresso di casa sua.
«Non c'è nessuno in casa?» chiese guardandosi intorno.
«No, sono andati tutti a casa dei miei nonni in montagna, avevano invitato anche me, ma ho preferito andare al ballo»
«Capisco»
Salirono in camera sua «Ecco, questo è il mio armadio, aprilo e scegli pure l'abito che più di piace»
«Ma quanti vestiti possiedi?Ne saranno almeno una cinquantina»
«Pensa che molti li ho dati in beneficenza poco prima del trasferimento»
«Io davvero non ho parole»

Rendendosi conto dell'indecisione dell'amica, avanzò verso l'armadio e prese un vestito «Su avanti, prova questo sono sicura che ti starà benissimo»
«Non pensi che sia troppo corto?»
«Assolutamente no, è corto al punto giusto e poi sono sicura che in questo modo farai impazzire Gomi»
Arrossì «E-e o-ora cosa centra Gomi?»
«Avanti, a me puoi dirlo!So che hai una cotta per lui, te lo si legge negli occhi»
Iniziò a tormentarsi le mani «Si nota così tanto eh?»
Annuì «Ma non capisco una cosa, perchè non gli confessi i tuoi sentimenti?»
«A che pro?Lui è già impegnato con quella lì del quinto anno»
Avanti Hisae, lo sanno tutti che esce con quella lì solo perchè è una tipa facile. Io sono sicura che anche lui provi un interesse per te»
«Perdonami Sana, ma non mi va di parlarne...vado a provare l'abito ok?»
«D'accordo Hisae, come preferisci»


«Tadaaaaaan» urlò uscendo dalla porta del bagno della camera.
La guardò con ammirazione «Caspita Hisae ma sei fantastica!»
Fece un giro su se stessa «Dici sul serio?»
«Assolutamente si, sta molto meglio a te che a me dico sul serio»
«Ora esageri, ma ti ringrazio lo stesso»
«Allora dimmi Hisae...è l'abito giusto?»
«Non dirò mai quella stupida battuta che dicono su Real Time Sana»
«Mi sa che dovrò seguire il consiglio di Nao e passare meno tempo a guardare quel canale»
«Lo penso anch'io. Beh, allora vado a casa a prepararmi, grazie ancora per l'abito Sana, ci vediamo stasera»
Le sorrise «E' stato un piacere, a dopo»

Intanto a casa Hayama...

«Io questo vestito non lo indosso» esclamò il biondino, guardando l'abito in questione con disgusto.
«Oh si che lo indosserai Hayama»
«Ma scherzi Tsu? Sembrerò un pinguino»
«Avanti, non puoi presentarti in jeans e t-shirt»
«C'è una legge al riguardo?»
«No, ma Sana ti ucciderà se lo farai»
Roteò gli occhi al cielo «Ah...le donne»
«Sai, è la prima volta che ti vedo far qualcosa contro voglia per una ragazza»
«Già...»
«Almeno pensa che ne varrà la pena quando passerai dal ballo al "dopo ballo"» affermò sorridendo malizioso
«Non ci sarà nessun dopo ballo o come cavolo lo chiamate voi»
«Perchè no?»
«Lei non si sente pronta e non mi va di farle fare qualcosa contro voglia. Quando se la sentirà accadrà, non le darò fretta, l'aspetterò»
«Per tutti i Kami...quella ragazza deve averti proprio stregato»
«A quanto pare...»
«Levami una curiosità, quand'è che ti sei reso conto di provare qualcosa per lei?»
«La certezza l'ho avuta quella sera in cui Sana è venuta qui a casa mia e ha preso le mie parti contro mia sorella, improvvisamente non ero più solo, qualcuno finalmente mi amava e non sai quante volte ho desiderato...» si fermò di colpo quando sentì il suo amico ridere «Ma si può sapere cosa ci trovi di tanto divertente?»
«Scusami ma è più forte di me, non riesco a vederti così sentimentale»
«Ok, ora è meglio che tu vada a prepararti, non vorrai far aspettare Aya» disse trascinandolo verso la porta della camera
«Aspetta Akito...»
«Ciao Tsu, a stasera»

Dopo aver chiuso la porta in faccia al povero Tsu ed aver fatto una doccia rigenerante, indossò, contro voglia, lo smoking con tanto di cravatta, si spruzzò un pò di profumo, prese le chiavi dell'auto di suo padre e si diresse verso l'abitazione Kurata.
Una volta arrivato a destinazione, parcheggiò la macchina fuori al viale, si aggiustò il nodo della cravatta e si incamminò verso la porta.
Dovette aspettare un bel pò prima che qualcuno lo venisse ad aprire, ma ne valse la pena visto che quello che gli si presentò dinnanzi agli occhi lo fece rimanere senza parole.
Sana indossava un abito a sirena senza spalline, di color verde smeraldo che le fasciava perfettamente il corpo, con la schiena quasi completamente scoperta.
I capelli le ricadevano morbidi sulle spalle e la parte sinistra dell'acconciatura era arricchita con una bellissima rosa color champagne, abbinata al colore dei tacchi vertiginosi che indossava.


«Akito?»
«Eh?»
«Perchè non dici nulla?Non ti piace l'abito?»
«N-no ma che dici..s-sei splendida Kurata»
Arrossì «G-grazie... anche tu stai molto bene...»
«Si certo, scommetto che Rei mi prenderà in giro a vita appena mi vedrà»
«Beh, sei fortunato Rei è andato a casa dei miei nonni e non tornerà fino alla settimana prossima»
«Starà via per l'intera settimana?»
«Già e non solo lui, anche la mamma e la signora Shimura sono andati con lui»
«Quindi resterai da sola per tutti questi giorni?»
Annuì «Proprio così»
«E fu così che l'enorme villa Kurata andò a fuoco»
«Invece di continuare a chiacchierare sull'uscio della porta che ne dici se andiamo in macchina? Si muore dal freddo e non ho trovato nessun copri spalle da indossare»
«Prendi questa» le disse togliendosi la giacca e poggiandola sulle sue spalle
Sorrise timida «Grazie»
«Su andiamo, il ballo è già iniziato da dieci minuti»
«Va bene»



Intanto al ballo, le coppie erano già entrate in pista, tutti sembravano divertirsi un modo o almeno tutti eccetto una persona.
Hisae, seduta su una sedia poco distante dalla pista, sorseggiava del punch mentre ammirava le coppie felici scambiarsi dolci effusioni
Quanto avrebbe volute essere al loro posto, essere lì al centro della pista tra le braccia di Gomi.
Il solo immaginare quella scena le provocò un notevole imbarazzo. Era sempre stata una tipa distaccata che odiava le smancerie, eppure lui riusciva a fare emergere quel lato del suo carattere che non credeva nemmeno di possedere. Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si rese nemmeno conto che l'oggetto, o meglio, la persona dei suoi desideri l'aveva appena raggiunta.

«Hisae...»
Nel sentirsi chiamare dalla sua voce sussultò «Gomi...»
«Sei qui da sola?»
«Si...»
«Beh, anch'io»
«Credevo venissi qui con la tua ragazza»
«Non esco più insieme a lei, non era il mio tipo»
«Capisco...»
«Bhe...che ne dici di buttarci in pista?!»
Arrossì «Intendi dire insieme?»
Si grattò la nuca con fare imbarazzato «Si, cioè forse...non lo so, come vuoi»
Sorrise radiosa «Per me va bene...»

Si alzò, raggiungendo il centro della pista insieme a lui.
Gomi le cinse la vita, mentre lei appoggiò la mano sulla sua spalla

«Dovresti venire più vicina»
«Così?» chiese avvicinandosi ancora di più a lui.Entrambi a quel contatto arrossirono, se possibile, ancora di più

«Si» respirò profondamente «Sai...sei davvero carina vestita così»
«Ti ringrazio»
«Non che di solito non lo sei, solo che stasera, si insomma lo sei di più...»
«Grazie Gomi, anche tu stai molto bene»
«Ti ringrazio»

Calò un silenzio imbarazzante, entrambi non sapevano come comportarsi, cosa dire, cosa fare, fino a quando Gomi, prese una buona dose di coraggio e decise chiederle ciò che ormai rimandava da troppo tempo

«Posso chiederti una cosa?»
«Certo»
«Hai impegni per domani?»
«No, perchè?»
«Avevo pensato di andare al luna park e mi farebbe piacere...si insomma, che venissi con me» a quelle parole il cuore di Hisae perse di un battito. L'aveva davvero invitata? Aveva davvero un appuntamento con Gomi? Possibile che Sana avesse ragione? Possibile che lui ricambiasse l'interesse per lei?

«Questa tua non risposta la devo interpretare come un no?»
«No, cioè si...mi farebbe piacere andarci con te»
«Bene» rispose girando il viso di lato, cercando in questo modo di nascondere, inutilmente, il suo imbarazzo.
Continuarono a danzare a lungo, ignorando il fatto che poco distante da lì c'era una "strana" ragazza dai lunghi capelli ramati che non appena li aveva visti ballare insieme aveva iniziato a saltellare e a battere le mani

«Lo sapevo, lo sapevo!Sapevo che si sarebbero trovati»
«Vuoi smetterla di saltare?Finirai col slogarti la caviglia a causa di quei tacchi»
«Non mi importa, sono troppo felice per fermarmi»
«Ti avviso, se cadi a terra lì ti rimango»
«Tu si che sei un vero e proprio gentiluomo...»
«Ah, quasi dimenticavo. Ecco, tieni» disse porgendogli un corsage composto di roselline e piccoli fiorellini bianchi
«Se non ti piace puoi anche buttarlo, non me la prendo.Mentre venivo a casa tua l'ho visto e ho pensato di portartelo e...»
«E' bellissimo Aki, davvero non so come ringraziarti»
«Figurati, non è niente di che»
«Non smetti mai di sorprendermi Hayama»

La strinse forte a forte a se e ad un soffio dalle sue labbra le sussurrò «Questa non sarà l'unica sorpresa della serata Kurata»
«Cosa intendi dire?»
«Vedrai» le diede un bacio sulla fronte e si allontanò.
«E ora dove vai?»
«A prendere del punch»


«Hey Sana!»
Si voltò in direzione della persona che l'aveva appena chiamata «Aya, Tsu, eccovi finalmente»
«Accidenti Sana, sei a dir poco stupenda, sembri una dea»
«Non credi di esagerare Aya?Piuttosto, complimenti sei davvero bellissima con questo abito»
«Ti ringrazio, tutto merito di mia madre»
«Hayama non è qui con te?»
«Era andato a prendere del punch circa dieci minuti fa, ma non è ancora tornato»
«Strano, forse sarà...»

«Un attimo di attenzione ragazzi, è il vostro dj che vi parla. Abbiamo una dedica speciale per la signorina Sana Kurata da parte di Akito Hayama»

Trasalì sorpresa «Ma cosa...»

Woke up swinging from a tree
With a different kind of feeling
All day long my heart was beating searching for the meaning

Mi sono svegliato oscillando da un albero
Con un diverso genere di sentimento
Per tutto il giorno il mio cuore batteva alla ricerca di un significato


Mentre ascoltava le parole di quella canzone sentì una mano posarsi sulla sua spalla, si voltò e vide due occhi ambrati che la fissavano

«Mi concede questo ball,o signorina?»
Sorrise «Con vero piacere»

Hazel eyes, I was so color blind
We were just wasting time
For my own life, we never crossed the line
Only friends in my mind
But now I realize, it was always you
Can't believe I couldn't not see it all this time, all this time
It was always you
Now I know that my heart wasn't satisfied, satisfied
It was always you, you


Occhi nocciola, ero così cieco
Stavamo solo perdendo tempo
Per tutta la mia vita, non abbiamo mai superato il confine
Solo gli amici nella mia mente
Ma ora mi rendo conto, che sei sempre stata tu
Non riesco a credere che non sono riuscito a vederlo in tutto questo tempo,
tutto questo tempo Sei sempre stata tu
Ora so che il mio cuore non era soddisfatto, soddisfatto
Sei sempre stata tu, tu


«Mentre ascoltavo questa canzone in radio l'altro giorno mi sei venuta in mente tu...»
«Oh Aki...» in quell'istante calde lacrime rigarono il volto di Sana, che appoggiò la testa al petto del ragazzo mentre continuavano a danzare sulle note della loro bellissima canzone.
Lui riusciva a farla sentire speciale, come non si era mai sentita prima di allora.

«E ora perchè piangi?Non ti piace?»
«Sono lacrime di felicità sciocco»


No more saying who
Looking by now I know it was always you, always you
All my hidden desires finally came alive
No, I never talk lies to you so I will start tonight


Senza dire più chi
Guardando ora, so che Sei sempre, sei sempre stata
Tutti i miei desideri nascosti finalmente son diventati chiari
No, non ti dico mai bugie così inizierò stasera


«Sei sempre stata tu»
«Ti amo Aki, tanto»
«Ti amo anch'io»

In quel momento erano così felici che non si resero nemmeno conto di essere circondati dal resto delle persone presenti al ballo, intenti ad ammirare la scena.
Erano insieme, tutto il resto del mondo l'avevano scordato.


La serata proseguì in modo tranquillo, Tsu e Aya continuarono a scambiarsi dolci effusioni come loro solito, Gomi e Hisae si comportarono in modo stranamente gentile l'uno nei confronti dell'altro e Sana e Akito invece non fecero altro che punzecchiarsi per poi tornare a fare pace a suon di baci.

Una volta terminato il ballo, Akito accompagnò Sana a casa e come accadeva spesso in quell'ultimo periodo, quello che doveva essere un bacio puro e casto si trasformò ben preso in un bacio ricco di passione e desiderio.

«Ti va...di entrare?» chiese staccandosi ansate da lui.
Akito non rispose, trascinò Sana dentro casa e continuò a baciarla con foga.
Accadde tutto in una frazione di secondo, lui era sopra di lei, entrambi si guardarono intensamente negli occhi per poi continuare a baciarsi con passione.
Dopo un pò Akito iniziò a baciarle il collo e ad accarezzarle il corpo, imprigionandolo con le sue possenti braccia.
Non aveva scampo e lei lo lasciava fare, lo voleva, lo desiderava, non aspettava altro.

«Ora sarà meglio che io vada» disse staccandosi da lei
«Perchè?»
«Se non lo faccio ora non riuscirò più a fermarmi»
«Non voglio che tu ti ferma»

Non sapeva esattamente come era riuscita ad avere tutto quel coraggio, in un certo senso era stato come se le parole le fossero uscite da bocca involontariamente, senza che lei potesse fare qualcosa per fermarle.
Akito non rispose, o almeno non verbalmente visto che iniziò a baciarla con più passione di prima.
Nessun contatto era fine a se stesso, ogni respiro era dedicato all'altro, entrambi in quel momento sentivano bisogno di diventare una cosa sola.



«Sei sicura?Guarda che se non sei pronta per me va bene...impazzisco, ma va bene»
«Sono sicura...andiamo in camera mia?»
Akito annuì, la prese in braccio e la portò in camera sua.
E fu proprio lì che per la prima volta, Akito e Sana diventarono una cosa sola.
Ciao a tutti! :)

Dopo diversi mesi dalla pubblicazione dell'ultimo aggiornamento, ho deciso di modificare lo stato di questa storia in "completa", anche se non era così che volevo terminarla, perchè sinceramente non mi piace la piega che ha preso e di conseguenza non so come continuare/migliorarla :/
Quindi la lascio così (non so se successivamente cambierò idea XD).
Non la elimino semplicemente perchè è la prima fanfiction che ho scritto e quindi ci sono in un certo senso "affezionata" XD.

Ho deciso di pubblicare questo avviso poichè di tanto in tanto mi capita di ricevere qualche messaggio privato da parte di alcune persone che seguono questa storia, dove mi viene chiesto se ho intenzione di continuarla e così ho preferito spiegare la situazione :)


Concluco ringraziando tutte le persone che hanno recensito questa mia storia.

Le persone che l'hanno aggiunta tra le prefereite: akira96, emikun, Federica_Love123, Francesca91, Giady66, Herica,
Imnobeautyqueen, jesy, kisachan, lasbirulina, leti_GSA, Light Clary, Lory_lv, Maria_chiara, pia98, Rydelmarylynch1996, Sana_Akyto, sarettastore, viky_R5er_raura_chan, __Terry14_ 


Coloro che l'hanno aggiunta tra le ricordate: Herica, jesy, love_Sana_Akito, Nana84, PleaseBitch97.

Chi l'ha inserita tra le seguite: ambramrn, Arya Son, cassandrablake, Danielle Petite, ginnycherry, jesy, Kitty_kat,
lavinia77, Leo_bartowski, Love kodocha, mimi95, Nana84, Sana_Akyto, Sarama2790, Selene_87, Simo_chan,
sissy05, StellinA003, sweetangel_93, UraniaSloanus, vale_89, vanexa14.


Ed infine ai lettori silenziosi :)

Grazie, grazie, grazie. 
Alla prossima :) :*

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